Gli ultimate saranno i primi

di Ilee404
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La gallina dei Got ***
Capitolo 2: *** Abatjour ***
Capitolo 3: *** Finché il canotto va, lascialo andare ***
Capitolo 4: *** Nano atletico ***
Capitolo 5: *** L'altro lato della medaglia che non vincerò mai ***
Capitolo 6: *** Verde speranza ***
Capitolo 7: *** Famolo strano ***
Capitolo 8: *** Chi cerca trova ***
Capitolo 9: *** Telefono senza fili ***
Capitolo 10: *** Chi trova un amico, trova un bias ***
Capitolo 11: *** Seconda stella a destra e dritta a fanculo ***
Capitolo 12: *** Concerto da Incubo [pt. 1] ***
Capitolo 13: *** Concerto da Incubo [pt. 2] ***
Capitolo 14: *** Yehet! ***
Capitolo 15: *** Il Seunghyun sbagliato ***



Capitolo 1
*** La gallina dei Got ***


 
Dedico questa fan fiction ed i personaggi presenti ad Elis, Ele e Fede con una premessa...queste quattro ragazze vi ricordano qualcuno?
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La gallina dei Got

“Più veloci!” la voce di Faith riecheggiava nel buio. Era una fredda serata invernale. La luna piena illuminava il sentiero che stavamo percorrendo in mezzo ad un umido bosco. Correvamo sotto la pioggia, cercando di raggiungere la nostra meta il più velocemente possibile. I nostri piedi sprofondavano nel fango, rallentando i nostri passi. Avvolte nei nostri impermeabili, tenevamo ben stretti i cappucci sulle nostre teste, sentendo i capelli, ormai bagnati, appiccicarsi prepotentemente sulle nostre fronti. Vedevo le due ragazze correre davanti a me, ridacchiando tra loro. Rallentai, guardandomi intorno. Spostai con la mano destra i ciuffi dei miei lunghi capelli biondi che mi ostruivano la vista, cercando di individuare la posizione di Alis. La ragazza si trovava ad una decina di metri dietro di me: camminava lentamente, cercando di riprendere fiato. Agitai la mano per farmi notare e la intimai ad affrettarsi.
“Non fermarti Alis! Siamo quasi arrivate!” gridai a pieni polmoni, aspettando che mi raggiungesse. Lei sbuffò, iniziando a correre molto lentamente. Borbottava nascosta dall’impermeabile, lamentandosi del fatto che non c’era tutto questo bisogno di correre. Era quel tipo di persona decisamente poco atletica, che giustifica le sue incapacità motorie con la sua avanzata età. E, con avanzata età, lei intendeva 25 anni.
“Quanto manca?” mi chiese, appoggiandosi all’albero accanto a noi.
“Poco, sbrighiamoci!” le dissi, riprendendo la mia corsa e badando bene di non perderla di nuovo per strada. All’arrivo, Elly ci aspettava sull’uscio, tenendo la porta spalancata, in modo tale da farci correre velocemente al riparo.
Sbattei istintivamente le scarpe sul primo gradino, cercando di liberarmi dal fango che ricopriva completamente le mie scarpe. Mi tolsi l’impermeabile, lanciandolo in un angolo della stanza. Ripresi fiato e mi sedetti accanto a Faith, che aveva già svuotato il borsone pieno delle nostre provviste. Ci eravamo dedicate quell’ultima sera, tutte e quattro insieme, prima che ognuna di noi tornasse a casa sua. Ci eravamo rifugiate in una vecchia casa abbandonata in mezzo ad un piccolo bosco che si ergeva a pochi km da casa mia ed avevamo fatto scorta di video, cibo spazzatura e bibite gassate. Ma, con quel tempaccio, la nostra serata non era di certo iniziata nel modo migliore.
“Ce l’hai fatta Alis, hai visto?” Elly le diede una pacca sulla spalla, facendola quasi cadere a terra. La maggiore non le rispose per mancanza di aria nei polmoni.
“Non riesco ancora a credere che questa sia la nostra ultima sera.” disse Faith, con tono malinconico. Lei era la più piccola del gruppo e, nonostante fosse mentalmente più matura di noi, era pur sempre la nostra maknae.
“Già, ma ci rivedremo presto, no?” la incoraggiò Elly, sedendosi accanto a me e legandosi i lunghi capelli in una coda di cavallo. Faith annuì, sorridendole.
Ci eravamo conosciute su internet, accomunate dalla passione per un genere musicale particolare: il Kpop. Riuscivamo ad incontrarci abbastanza spesso, nonostante abitassimo lontane tra noi. Purtroppo, però, Faith si sarebbe dovuta trasferire per due mesi in America: i suoi genitori le avevano regalato una lunga vacanza nel nuovo continente e lei era super eccitata all’idea di partire. Noi eravamo davvero felici per lei, anche se ci sarebbe mancata molto. Ma Elly aveva ragione: ci saremmo riviste molto presto. Qualche settimana prima, infatti, avevamo deciso di partire insieme per la Corea del Sud per assistere al Dream Concert, concerto in cui si sarebbero esibiti i nostri gruppi preferiti. La vita in Corea, però, aveva un costo elevatissimo per noi, dunque avevamo deciso di fermarci lì solo per un paio di giorni, giusto il tempo di assistere al concerto. Era un vero peccato ma, piuttosto di nulla, era meglio così. Saremmo dovute partire in Giugno, giusto dopo la fine della scuola.
“Datemi cibo, sto morendo di fame!” dissi, agitando le mani per aria: dopo una corsa del genere avevo una fame che mi sarei mangiata Shindong.
“E IO HO SETE.” intervenne Alis, sedendosi attorno al tavolo insieme a noi. Non so perché, ma il tono della sua voce era sempre troppo alto. Ci rifocillammo, recuperando le energie. Chiacchierammo del più e del meno, fino ad entrare in discorso “Corea”.
“A proposito del Dream Concert, ho una cosa da mostrarvi!” disse Faith, iniziando a frugare nella sua enorme borsa. Allungai il collo quanto più mi fosse possibile, cercando di spiare ciò che stava facendo. Svuotò quasi completamente la borsa, lamentandosi del fatto che non riusciva a trovare ciò che stava cercando. Mentre aspettavo, divorai il mio panino, cercando di placare la mia fame, ma più mangiavo e più avevo fame. Finalmente, Faith estrasse la cosa tanto ambita.
“ECCOLO! TA DAAAN!” strillò, mostrandoci il nuovo lightstick dei Got7 che aveva, probabilmente, comprato apposta per il concerto. Noi tre strillammo all’unisono, avventandoci sulla minore per riuscire ad afferrare il lightstick e guardarlo più da vicino. Elly fu la prima a tenerlo tra le mani: non era esteticamente bello, sembrava quasi una gallina luminosa, ma ci faceva realizzare ancor di più il fatto che saremmo davvero andate al concerto e che, tra gli altri, avremmo visto anche i Got7.
“Dove l’hai comprato??? Lo voglio anch’io!” piagnucolò Elly, mettendo il broncio. Faith le rispose che, in verità, non avrebbe nemmeno voluto comprarlo: era capitata in un sito internet di gadget kpop usati e questo lightstick era talmente a prezzo stracciato che non aveva saputo resistere.
“Dite che posso tirarlo in testa a Bambam? Così, per dire.” chiesi, sbuffando. La mia situazione con Bambam era a dir poco tragica: quel ragazzino spintonava nella mia bias list e io stavo lentamente impazzendo a causa sua. Le tre risero, passandosi il lightstcik. Alis continuò ad accenderlo e spegnerlo, non perché volesse vedere come funzionava, ma per il fatto che non sapeva che cosa stava premendo.
“Non capisco perché l’abbiano fatto di questa forma.” disse, facendolo ruotare “Sembra quasi la lampada di Aladino!”
Faith glielo strappò dalle mani e lo guardò da vicino, quasi cercasse il genio all’interno.
“Beh, se le cose stanno così, desidero vedere con i miei stessi occhi un Jungkook così uke, ma così uke da sembrare una dodicenne in preda ad una crisi ormonale!” tuonò, mettendosi in piedi sopra al tavolo. Alis iniziò improvvisamente a strillare, come se volesse coprire le sue parole.
“NON LO DIRE NEMMENO PER SCHERZO!!!!” sbraitò. Tra loro due era così: la Jikook era reale, ma il vero dubbio era su chi fosse l’uke tra i due. Ovviamente, è Jimin, ma Faith era tremendamente convinta che fosse Jungkook il passivo della coppia. Mah.
“INVECE SI! ORMAI L’HO DETTO!” le gridò contro la minore, iniziando a correre per la stanza, agitando per aria il lightstick. Io ed Elly ridevamo, gustandoci la scena. Perché mai tanta agitazione per un’OTP?
“E tu, Elly, che cosa desidereresti?” chiesi alla ragazza accanto a me. Lei ci pensò un attimo, indecisa tra le tante cose che avrebbe voluto avere.
“Vorrei essere l’Everything di Seungri!” disse infine, trasformando i suoi occhi marroni in cuoricini pulsanti. Era ovvio: Seungri era il suo ultimate ed era normale che desiderasse lui.
“Allora tieni, strofina la gallina dei Got!” gridò Faith, arrestando la sua fuga proprio di fronte a noi. Elly prese il lightstick e lo accese, sentendosi ridicola nel farlo.
“Mi aspettavo che dicessi una cosa del tipo “Vorrei che la GTop fosse reale".” dissi, riempiendomi la bocca di pop corn. Elly scoppiò a ridere, sgridandomi.
“Che sciocca! La GTop è talmente reale che sprecherei il mio desiderio!” mi rispose con sufficienza.
“E tu Alis? Che vorresti da Daehyun?” le chiesi. Non rifletté neanche un istante, sputandomi addosso il suo desiderio.
“VOGLIO ESSERE COSTANTEMENTE AL SUO FIANCO PER PALPARGLI LE LABBRA.” aveva una strana ossessione per le labbra carnose del suo ultimate. Il suo amore per Daehyun era inversamente proporzionale al suo odio per Youngjae: non ce l’aveva con lui per un morivo particolare, solo non gli perdonava di aver tradito i B.A.P. nel mv di “One shot”. Un motivo tanto banale quanto sacro per lei. A quel punto Elly le passò il lightstick, come se fosse davvero servito a qualcosa. Anche lei lo accese, rispettando il “rito”. Nel mentre, iniziai a pensare anch’io ad un desiderio: per quanto fosse stupido ciò che stavamo facendo, sentivo che avrei dovuto farlo anch’io. Il mio desiderio non si sarebbe mai avverato, ma magari avrei avuto lo spunto per scrivere una fan fiction. Afferrai il lightstick e lo accesi, pronunciando il mio desiderio.
“Io voglio farmi Eunhyuk. Ma voglio anche che lui stia con Donghae. Quindi... beh, in un’altra vita, vorrei rinascere Donghae, così non mi sentirei in colpa.” il mio desiderio era più che prevedibile, data la mia OSSESSIONE per la Eunhae. Ero talmente presa dalla mia OTP che odiavo me stessa per aver fatto entrare Sehun nella mia bias list: lo consideravo il mio “sfascia-OTP”, ma lo sappiamo bene, non siamo noi a scegliere il bias, è il bias a scegliere noi. Quindi mi ero trovata rinchiusa in un rapporto amore selvaggio/odio profondo con Sehunnie. Quando ebbi finito, Faith allungò la mano verso di me, chiedendomi di restituirle la gallina luminosa: dopotutto, lei non aveva ancora espresso il suo desiderio per l’ultimate.
“Dunque dunque…io voglio…” ci pensò un po’, lasciandoci in attesa: i nostri occhi sbarrati la fissavano intensamente. Accese il lightsick e si pronunciò.
“VOGLIO KAI NUDO NEL MIO LETTO.”
“FAAAITH!” strillammo contemporaneamente, come se la cosa di per sé ci scandalizzasse. Ma la verità era che noi eravamo anche più perverse di lei.
“Metti via quel coso, o va a finire male!” ordinò Elly, spalancando la borsa della minore ed aspettando che ci buttasse dentro il bastone luminoso. Faith sbuffò, ma ubbidì: quel gioco era stato divertente, ma era durato fin troppo.
Improvvisamente sentii le palpebre più pesanti. Nonostante non fosse poi così tardi, iniziavo ad avere molto sonno, come se mi fossi svegliata improvvisamente nel bel mezzo della notte. Ma erano le 10 di sera, ed avevamo tutta la notte davanti.
“Ragazze, solo io mi sento improvvisamente stanchissima?” sbadigliò Alis. Evidentemente, non ero l’unica a sentirmi così. Elly si stropicciò gli occhi, ammettendo che anche lei si sentiva sfinita.
“Che succede, avete il fuso orario?” ci derise Faith, sbadigliando involontariamente: anche lei era nella nostra stessa condizione.
“Che ne dite se chiudiamo gli occhi dieci minuti? Sono troppo vecchia per queste cose.” si lamentò Alis, sentendosi scagliare addosso un coro di “ma hai 25 anni”.
La stanchezza, però, era più forte di noi. Appoggiai i gomiti sul tavolo, cercando di sorreggere la mia testa che si faceva sempre più pesante. Nonostante provassi a restare sveglia, la mia vista si faceva sempre più offuscata e mi risultò impossibile tenere gli occhi aperti. Mi arresi, sentendo i muscoli del mio corpo rilassarsi. Lasciai cadere la testa sul tavolo, sprofondando in un sonno profondo.

EEE SONO TORNATA!
Questa volta mi sono cimentata in una fan fiction mooolto più semplice ^^
Aspettate con ansia i prossimi capitoli...ci sarà da ridere, I swear :3

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Capitolo 2
*** Abatjour ***


Abatjour

ISABEL POV

Il forte rumore di un clacson mi svegliò bruscamente. Mi ero addormentata da pochi minuti, ma il mio corpo era riposato come se avessi dormito per almeno un paio d’ore. Nonostante quel suono mi avesse riportata alla realtà, tenni gli occhi ben serrati a causa della luce che filtrava dalla finestra. Cercai di dormire ancora un paio di minuti, ma i raggi del sole illuminavano l’intera stanza, impedendomi di tornare nel mondo dei sogni. Affondai la testa nel cuscino, alla ricerca disperata di un po’ di buio. Ma, non appena lo feci, mi resi conto di una cosa: ero in una casa abbandonata, nel bel mezzo di un bosco, in una fredda serata; mi ero appisolata sul tavolo della cucina, circondata da patatine e coca cola. Ma allora…che ci faceva la mia testa su un cuscino?
Balzai all’indietro, spaventata. Senza rendermene conto, caddi dal letto, trascinando con me il lenzuolo. Notai come ogni muscolo del corpo mi faceva malissimo, ma non a causa della caduta: era come se avessi fatto qualcosa di estremamente stancante per un prolungato periodo di tempo. La cosa che mi faceva più male in assoluto era, però, il fondoschiena. Ero appena caduta da cinquanta cm di altezza, probabilmente quel dolore era più che normale. Appoggiai le mani sul materasso e mi feci forza con le braccia per riuscire a rialzarmi. C’era qualcosa di strano nell’aria, ma ero ancora troppo assonnata per rendermi conto di ciò che mi circondava. Sbadigliai rumorosamente e mi stiracchiai, sentendo ogni osso del mio scheletro scricchiolare. Ero indolenzita e non riuscivo a capirne il motivo. Con entrambe le mani mi stropicciai gli occhi, cancellando la stanchezza che pesava sulle mie palpebre. Potevo sentire il calore del sole accarezzarmi la schiena nuda, ed era una sensazione meravigliosa. Ma…un attimo…SCHIENA NUDA?!
Afferrai di tutta fretta il lenzuolo e me lo avvolsi intorno al corpo, non lasciando scoperto nemmeno un lembo di pelle. Sradicando le coperte dal letto, però, scoprii una figura distesa nell’altra metà del materasso. Il ragazzo dormiva tranquillamente, tenendo un braccio sotto al cuscino. I suoi capelli color corvino erano parecchio scompigliati e la sua pelle chiara brillava quasi illuminata dal sole. Indossava solo una maglietta a maniche corte grigio scuro ed un paio di boxer neri. Dato che dormiva poggiato su un fianco, non potei non godere della vista di quel bel posteriore, fasciato da un fino tessuto scuro. Quel posteriore, però, non mi era nuovo.
“Che diavolo è successo…” mi interrogai sottovoce, notando la mia voce particolarmente da trans. Svegliato dal trambusto che avevo fatto con le coperte, il ragazzo ruotò sull’altro fianco, mostrandomi il suo volto. Non appena la sua frangia nera si scosto dagli occhi, riconobbi immediatamente quel viso: quel ragazzo poco vestito nel mio letto era Oh Sehun. OH SEHUN MINCHIA.
Non so perché, ma gridai. Più che un grido, emisi un ultrasuono: in che razza di sogno ero capitata? Ormai Sehun era fisso protagonista dei miei sogni erotici, ma questa volta era diverso. Sembrava quasi…reale. Talmente reale che decisi di svegliarmi. Un pizzicotto, però, non sarebbe bastato: afferrai decisa l’abatjour dal comodino e me la sbattei in testa, convinta che mi sarei finalmente risvegliata a casa mia. Il dolore era davvero forte! La mia nuca pulsava dalla botta che mi ero autoinflitta, ma ero convinta che, non appena mi sarei svegliata, non avrei sentito più nessun male. Mi passai una mano tra i capelli, strofinando il bernoccolo che si era formato sulla mia testa. A terra, i cocci della lampata circondavano i miei piedi scalzi e semi coperti dal lenzuolo. Quel mio gesto, però, aveva destato qualcuno.
“Sei già sveglio?” Sehun si stropicciò gli occhi, sorridendomi. NON SORRIDERE, STRONZO.
Ero pietrificata accanto al comodino: non poteva essere reale. La mia testa, però, faceva malissimo.
“Uhm? Hai fatto cadere la lampada?” mi chiese, sperando in una mia risposta. Io, però, ero in completo shock.
“Non dirmi che hai finito tutta la voce questa notte.” disse poi, ridendo. La voce? St-stanott……OH. MIO. DIO. Ecco perché il mio posteriore fa così male….ODDIO.
“NO, CE L’HO LA VOCE!” sbraitai. Il suono della mia voce era diverso…era caldo e…maschile.
“Menomale, avevo paura di aver esagerato.” ghignò, alzandosi dal letto. Infilò i piedi nelle sue ciabatte marroni e si diresse verso il bagno, non prima di avermi squadrata dalla testa ai piedi. Non appena chiuse la porta dietro di sé, mi sbloccai. Cercai di ricordare ciò che era successo la sera prima, ma non mi venne in mente nulla di anomalo: ci eravamo semplicemente addormentate sul tavolo.
Mi guardai intorno, cercando disperatamente i miei vestiti. Raccolsi gli abiti che erano sparsi a terra e che tracciavano la strada dalla porta d’ingresso al letto matrimoniale. Era evidente che ci fossimo divertiti la sera prima, ma che diamine, PERCHE’ NON MI RICORDAVO NULLA? Lanciai l’ammasso di indumenti sul letto, cercando di dividere i miei vestiti dai suoi. Il problema, però, era che erano tutti abiti maschili. Mi guardai ancora intorno, alla ricerca dei jeans e della maglietta bianca che indossavo la sera prima alla casa abbandonata. I miei abiti erano completamente spariti.
“Va tutto bene?” Sehun uscì dal bagno, borbottando con lo spazzolino in bocca. Annuii, tenendo gli occhi fissi sul suo bellissimo volto. AH, BIAS. Aprì l’armadio e ne estrasse un paio di pantaloni in pelle neri, scelti accuratamente. Al solo pensiero che, di lì a poco, avrebbe fasciato il suo Sebooty con quegli abiti mi fece bruciare la pelle. Al momento, poco mi importava di dove fossi e del perché mi trovassi con lui.
“Sei strano stamattina, sai? Vuoi farmi preoccupare?” chiese, rientrando in bagno giusto il tempo di sciacquarsi la bocca. Nuovamente, non risposi. Attesi immobile che mi raggiungesse ai piedi del letto. Il modo in cui mi guardava era strano: era come se mi stesse divorando mentalmente. Non che la cosa mi dispiacesse.
“Hai lo stampo del cuscino sulla guancia.” sorrise, passandomi delicatamente le dita sul viso. Mentre, esternamente, ero impassibile, internamente ero un’esplosione di feels che manco il Big Bang.
“Vai a prepararti, oggi ti porto a fare un giro.” disse poi, infilando la prima gamba nei pantaloni aderenti. Ero completamente assorta dal suo didietro: dal vivo era decisamente meglio. E lui non mancò di notare le mie attenzioni: fece scorrere i pantaloni lentamente, badando che le sue chiappe aderissero per bene con il tessuto. CHE. COSA. STAVO. GUARDANDO. Sentii le guance bollire: ero certa che il mio viso avesse assunto un colore rosso fuoco. Prima che lui lo notasse e che godesse nel vedermi in quelle condizioni, afferrai qualche straccio dall’armadio e scappai in bagno, chiudendomici dentro a chiave. Mi lasciai cadere contro la porta, respirando affannosamente. Non riuscivo a capire più nulla, un po’ per il Sebooty e un po’ per l’assurdità di quella situazione. Aprii il rubinetto e lasciai scorrere l’acqua, aspettando che diventasse un po’ più calda. Mi rinfrescai il viso, sfregandomi per bene le guance, quasi volessi cancellare il rossore del mio imbarazzo. Afferrai l’asciugamano e lo strofinai per bene, asciugando ogni goccia d’acqua dal mio viso. Lo riposi al suo posto e mi appoggiai a lavandino: in che situazione ero capitata?
Alzai il capo, cercando il mio riflesso nello specchio, ma ciò che vidi non mi rassicurò affatto: la frangia bagnata pizzicava i miei piccoli e profondi occhi a mandorla, lo stampo del cuscino era ancora impresso sulla mia guancia e dei segni rossi sul collo indicavano che si, Sehun si era divertito. Quello che stavo guardando non ero io: era lui. Ero lui. Lee Donghae. PORCA. MISERIA. Il desiderio che avevo espresso con il lightstick dei Got7 si era davvero avverato?
In quel momento non sapevo esattamente se essere più sconvolta del fatto che mi ero impossessata del corpo di Donghae o del fatto che, evidentemente, la Eunhae non era reale. Giuro di aver sentito il mio cuore andare in frantumi: la mia amata OTP non era reale, anzi, il mio sfascia-OTP lo era. Lui e quel suo Sebooty. Finalmente capii perché il mio corpo era indolenzito, perché i miei abiti non c’erano più e perché la mia voce era da trans: non ero più io. E la cosa, onestamente, non mi dispiaceva affatto.

ELLY POV

“Non posso crederci!!”
Una voce calda e profonda mi risvegliò dal sonno profondo in cui ero caduta. Il ragazzo sbatté forte la porta dietro di sé, continuando ad inveire contro di me senza alcun motivo. Ero ancora in dormiveglia e non riuscivo bene a rendermi conto di dove mi trovassi in quel momento. Mi ero addormentata sul tavolo della vecchia casa abbandonata, ma la scrivania in cui mi ero risvegliata era molto diversa: ero circondata da fogli scarabocchiati e spartiti sciupati. Mi ero di nuovo addormentata a lezione?
“Come pensi di finire l’album se addirittura ti addormenti sugli spartiti?!”
Non riuscivo bene a capire perché quel ragazzo ce l’avesse tanto con me: io non ci capivo nulla di musica, anzi, all’università non la studiavo nemmeno. La sua voce profonda mi trapanava il cervello e potevo sentire sul viso lo spostamento d’aria che il suo agitarsi istericamente provocava. Continuava ad indicare me, i fogli, le cuffie ed il pc, che era acceso davanti a me. Che voleva questo tizio da me?
Nonostante la mia vista fosse ancora appannata, iniziai a guardarmi intorno, cercando un qualsiasi punto di riferimento che mi desse un indizio per capire dove diamine mi trovassi.
“Sei una continua delusione, non ce la faccio più!!” sbraitava l’altro. Quanto avrei voluto che tacesse per un secondo.
Mi stropicciai gli occhi, ignorando volutamente la voce del ragazzo in piedi di fronte a me: era mattina presto e lui non faceva altro che strillarmi contro. Che fastidioso. Mi stiracchiai sulla poltrona girevole, rischiando quasi di cadere all’indietro. Quando mi aggrappai al piano della scrivania, però, notai una cosa strana sulle mie braccia: sotto alle maniche risvoltate, infatti, intravidi degli scarabocchi sui miei avanbracci. Mi tirai velocemente su le maniche per verificare meglio che cosa vi fosse scritto: chi si era permesso di farmi dei tatuaggi?! E soprattutto…perché mi pareva di averli già visti addosso a qualcun altro?
Con gli occhi fuori dalle orbite iniziai istintivamente a toccarmi ovunque, cercando di capire se quel corpo fosse davvero il mio. Oltre ad essere completamente piatta sul petto, i miei lunghi e lisci capelli erano diventati improvvisamente corti ed avevano assunto la consistenza della paglia secca. Ma, aspetta…COS’HO TRA LE GAMBE?!
Scattai in piedi in preda al panico, guardandomi ossessivamente intorno. Riuscii finalmente a capire che il luogo in cui mi trovavo era uno studio di registrazione. CHE CI FACEVO LI’?!
 “YAH! Mi stai ascoltando almeno?!” mi chiese il ragazzo, fissandomi. Alzai lo sguardo e, finalmente, riuscii a mettere bene a fuoco i lineamenti del suo viso. Nonostante indossasse un paio di occhiali tondi ed una mascherina bianca a coprirgli le labbra non avevo alcun dubbio: era davvero lui. Mi tranquillizzai immediatamente, convinta che fosse solo un altro dei miei assurdi sogni, con una piccola differenza: questo, sembrava molto più reale.
“Ti sto ascoltando, rilassati.” gli risposi a tono. La mia voce, però, aveva assunto una tonalità diversa dal solito. Era più…acuta.
Portai istintivamente le mani alla bocca, spaventata da ciò che vi era appena uscito. CHE DIAVOLO STAVA SUCCEDENDO? Lui si abbassò la mascherina, mostrandomi le sue labbra finissime, labbra che avrei riconosciuto ovunque. Riprese a sgridarmi, a farmi sentire in colpa per qualcosa che non riuscivo nemmeno a capire, ma il modo in cui mi insultava era estremamente sexy. Il suo sussurrare a pochi centimetri dal mio viso mi fece completamente dimenticare tutto il resto. Era di una bellezza così ipnotica che non riuscii a resistere: tolsi le mani dalla mia bocca e afferrai il suo mento, portandolo un po’ più vicino al mio viso. Quel sogno era talmente perfetto e talmente reale che decisi di godermelo fino in fondo: nonostante dalla sua bocca continuassero ad uscire insulti nei miei confronti, gli lasciai un leggero bacio sulle labbra, facendolo tacere per un istante. Quell’attimo di silenzio, però, fu bruscamente interrotto dal cigolio della porta dello studio.


 
Ho aggiornato iper veloce per lasciarvi con un po' più di suspence OHOH. E, come potete notare, ho organizzato la storia in modo che possiate viverla in prima persona con ognuna delle quattro protagoniste! Ogni pov è contraddistinto da un colore, quindi non vi sarà difficile capire chi delle quattro sta narrando ;)

A quanto pare la gallina dei Got aveva qualcosa di veramente magico...riuscirà Isabel a resistere al Sebooty? Chi ha baciato Elly, convinta di vivere un sogno? E soprattutto, che fine hanno fatto Alis e Faith?!

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Capitolo 3
*** Finché il canotto va, lascialo andare ***


Finchè il canotto va, lascialo andare

ELLY POV

“CHE DIAVOLO FAI?!”
Top mi scagliò via con forza, facendomi ritrovare involontariamente seduto sulla poltrona girevole. Quello spintone era stato così forte che, per un attimo, mi sentii mancare l’aria nei polmoni. Se era un semplice sogno, perché faceva così male?
“Lascialo stare!” qualcuno intervenne in mia difesa. Essendo di spalle non riuscii a capire subito chi fosse, ma la sua voce mi era familiare…
Top si sfregò le labbra con il dorso della mano, cercando di cancellare il mio sapore. Vederlo così infuriato mi fece forse più male dello spintone.
“Che diavolo ti è saltato in mente?” gridò a pieni polmoni. Il suo viso era diventato di un rosso acceso, ma non per l’imbarazzo: stava implodendo di rabbia.
“M-mi dispiace…i-io non…” biascicai qualche parola, cercando di rimediare a ciò che avevo fatto. Quel bacio era stato davvero così sbagliato?
“Mi fai schifo!” gridò, uscendo dallo studio. Sbatté la porta dietro di sé con una forza sovrumana che quasi mi parve di sentire la stanza tremare.
“Stai bene?”
Quegli occhi neri e profondi mi fissavano così pieni d’amore che sentii un brivido percorrermi la spina dorsale. Non potevo crederci. Non volevo crederci.
“Sto…sto bene.” balbettai, sbattendo ripetutamente le palpebre. Iniziavo davvero a rendermi conto che tutto ciò che stavo vivendo non era affatto un sogno, anzi. Il mio nuovo corpo era vero, e lo era altrettanto quel ragazzo di fronte a me. Quel ragazzino biondo e bellissimo, che solitamente fissavo sullo schermo del mio pc. Il mio ultimate: Seungri.
“Sicuro? Mi sembri parecchio spaesato.” mi disse, sorridendo. Ah, quel sorriso così scemo…quanto avrei voluto che fosse stato davvero per me.
Non appena questo pensiero mi balenò in testa, ebbi un’illuminazione: desideravo stupidamente, come ogni fangirl, che il mio ultimate avesse occhi solo per me, volevo essere il suo tutto. Ciò che avevamo espresso ieri sera non erano stati altro che desideri ridicoli, un divertente gioco tra kpoppers. Avevo desiderato di essere l’“Everything” di Seungri e, a quanto pare, la gallina dei Got aveva avverato il mio sogno, con un piccolo dettaglio: l’”Everything” di Seungri, in realtà, era Gdragon. IO ero Gdragon. Ed avevo appena baciato Top.

ALIS POV

Ah, ti pareva. Uno cerca di dormire un paio d’ore e si ritrova una trebbia accanto. Mi ero addormentata sul vecchio divano, nella casa abbandonata. Essendo la più vecchia del gruppo, mi ero trascinata fin lì per poter dormire più comoda: non ho l’età per certe cose. Nonostante fossi sveglia da un po’, tenevo ancora gli occhi chiusi, nella speranza di riaddormentarmi in qualche modo. Sentivo un braccio avvolgermi in vita, ma avevo deciso di non liberarmi da quella presa: evidentemente una delle ragazze aveva voluto un posticino sul divano. La cosa che mi infastidiva, però, era quel rumore assordante e persistente. Avevo provato a dare qualche gomitata alla persona dietro di me, sperando di spegnere quel suo continuo russare, ma non vi era stato verso, anzi, ad ogni mio colpo seguiva un lamento. Resistetti il più possibile, restando immobile per paura di svegliarla, ma arrivai al punto in cui anche la mia pazienza era completamente finita. Iniziai a tastare il pavimento con la mia mano destra, cercando gli occhiali che avevo posato a terra la sera prima. Senza lenti, infatti, ero quasi completamente cieca. Allungai il più possibile il braccio, maledicendomi per averli lasciati così lontani da me. Caspita, non ricordavo che il tappeto fosse così soffice. Mi arresi quasi subito e decisi di aprire gli occhi, badando bene di non fare movimenti bruschi e di non cadere dal divano. Stranamente, la mia vista non era offuscata: riuscii chiaramente a distinguere ciò che mi circondava, dal comodino, alla finestra, alla valigia, all’armad- aspetta. Sono in una camera d’albergo?
Sentii la persona dietro di me muoversi e stringermi più forte a sé, facendomi quasi mancare il fiato. Aiuto. DOVE SONO? Avevo una paura tremenda di girarmi e scoprire chi diavolo mi stesse abbracciando, ma avevo altrettanto paura di rimanere con lo sguardo fisso davanti a me, dato che mi ero resa conto che non mi trovavo più nello stesso posto in cui mi ero addormentata. Avevo paura di tutto e quindi, nel dubbio, mi coprii gli occhi con entrambe le mani. Occhio non vede, Alis non duole, no? Quando le mie ciglia sfiorarono i palmi delle mie mani mi resi conto che non mi ero addormentata con gli occhiali addosso: io ci vedevo davvero. Iniziai a tastarmi il viso, sentendo come la mia pelle fosse diversa dal solito. C’era qualcosa di strano in me, ma non riuscivo a capire cosa. Improvvisamente, sentii qualcuno affondare il viso sulle mie scapole. Mi pietrificai, sentendo il cuore salirmi fino in gola e rimbombarmi nel cervello. Volevo girarmi, DOVEVO girarmi, ma ero troppo spaventata. Non ero una persona coraggiosa, affatto. Decisi quindi di chiamare aiuto. Di fronte a me, sul piccolo comodino della camera, vidi un cellulare. Nonostante non fosse il mio, decisi di afferrarlo e chiamare Isabel, dato che il suo era l’unico numero che ricordavo. Non appena sbloccai la tastiera, però, notai la foto sullo sfondo: quella foto era così bella e spontanea che, nonostante non shippassi Daejae, anzi, nonostante non sopportassi Youngjae, mi fece tenerezza. Probabilmente, qualcuno aveva voluto farmi uno scherzo: capitava spesso che le ragazze mettessero una foto di Youngjae come sfondo del mio cellulare, giusto per farmi innervosire. Quel telefono, però, non era il mio. Dunque, che bisogno c’era di fare tutto ciò? Cercai di inviare un messaggio, ma sono una completa incapace quando si parla di tecnologia: non riuscivo nemmeno a trovare l’icona dei messaggi e il fatto che il cellulare fosse impostato in coreano non aiutò per niente. Premetti un’immensità di tasti a caso, sperando di combinare qualcosa di buono, ma fu solo un fiasco totale. Avevo un’unica alternativa: sgattaiolare fuori dal letto e trovare un modo di tornare a casa. Afferrai con due dita il braccio tonico che mi avvolgeva in vita e lo spostai lentamente: dato che il ragazzo dietro di me continuava beatamente a russare, fui sicurissima di non averlo svegliato. Sgusciai fuori dal letto ed afferrai la prima maglietta che trovai in valigia. La indossai con cautela, facendo meno rumore possibile. Non potei non notare come il mio corpo fosse cambiato: ero forse diventata…UN UOMO?! Mi dispiaceva coprire con la t-shirt quel mio nuovo fisico scolpito, ma la mia priorità era andarmene via da lì il prima possibile: al resto c’avrei pensato più tardi. Mi guardai intorno, in cerca di quelle che sarebbero dovute essere le mie scarpe: i miei piedi erano molto più grandi ora, dubito che sarebbero entrati nelle mie converse numero 36. Mi sedetti sulla poltrona di fronte a me, infilai entrambi i piedi nelle scarpe, feci un fiocco con i lacci, alzai lo sguardo e porca vacca baldracca. Non mi servirono gli occhiali per vedere chi stava tranquillamente dormendo sul mio letto: un angelo moro, con le labbra schiuse, che lasciavano intravedere i suoi bianchissimi denti perfetti, le sopracciglia rilassate e la frangia a coprirgli appena le palpebre. Quella creatura mistica era lui: Jung Daehyun. Non era un sogno. Ero certa che non lo fosse. Io ero il tipo di persona che sognava cose come Freddy Kruger ed alieni, non di certo il mio ultimate. Proprio così: per me era più probabile finire inspiegabilmente nella camera di Daehyun piuttosto che sognarlo. Mi avvicinai piano piano al letto, cercando di non svegliarlo. Scostai appena il lenzuolo, verificando che fosse vestito. E si, purtroppo lo era. Dovevo fuggire, andarmene velocemente da lì, cercare di capire chi ero e che ci facevo in quel posto, ma sapete che vi dico? FANCULO TUTTO.
Mi infilai nuovamente sotto le coperte, avvicinandomi il più possibile a lui. OMMIODDIO QUANTO E’ BELLO. Lo squadrai per bene, in modo tale da gustare ogni angolo del suo volto perfetto. Ero lì, a pochi centimetri dalle sue labbra; quelle labbra per cui avevo più volte tentato di scrivere un sonetto, senza mai riuscirci; quelle labbra carnose ed uniche, così rosee e naturali; quelle labbra in cui, volontariamente, feci sprofondare la falange del mio dito indice. Fu più forte di me: non potei non toccare quei canotti. Era sempre stato il mio desiderio, potergli palpare quelle labbra meravigliose che…desiderio? Perché questa parola mi ricorda qualcosa?!
Non feci nemmeno in tempo a riordinare le idee che, improvvisamente, vidi quelle labbra muoversi leggermente, lasciandone uscire un suono.
“Buongiorno, Youngjae.”
OOOH MIO DIO LE LABBRA DI DAEHYUN SI SONO MOSSE A POCHI CENTIMETRI DAL MIO NASO SANTA PACE ORA FINALMENTE AVRO’ L’ISPIRAZIONE PER SCRIVERE QUEL BENEDETTO SONETTO CHE HO SEMPRE PENSATO DI aspetta cosa? Youngjae? Parli di me? I-io sono…YOUNGJAE?
“Ti sei svegliato presto stamattina.”
La sua voce era così melodica anche se stava semplicemente parlando. Amavo la sua voce, amavo tutto di lui. Lo so, avrei dovuto alzarmi, correre in bagno, scoprire di essermi reincarnata in Youngjae, odiarmi per questo, odiare Daehyun perché non li shippavo, odiare la gallina dei Got, odiare il mondo, scappare da quell’hotel e tornare a casa, ma l’unica cosa che, in quel momento, sentivo di fare era chiedergli questo:
“Ti prego. Fammi l’acuto di Hurricane.”

Vi ho fregati, vero? Pensavate che quel ragazzo rompiscatole nello studio fosse Seungri? E. INVECE. NO. SURPRISE ^^
Ecco la nostra situazione: Isabel si è reincarnata in Donghae, Elly ha scoperto che GD è l' "Everything" del suo ultimate e Alis può beatamente palpare le labbra a Daehyun. Viste queste buffe situazioni, chissà cosa capiterà a Faith. Vi ricorate il suo desiderio?....ci sarà da ridere!

 

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Capitolo 4
*** Nano atletico ***


Nano atletico
 

FAITH POV

WAH. COS’É?
Il suono improvviso della sveglia mi riportò alla realtà. Stavo facendo un sogno tanto strano quanto bellissimo, e mi scocciava dovermi alzare. Non pensavo che le ragazze avessero impostato la sveglia prima di addormentarci. Dovevamo forse andare da qualche parte? Mi girai dall’altra parte, cercando di riaddormentarmi, dato che qualcuno, prontamente, aveva spento quel suono martellante.
“Ancora cinque minuti…” sussurrai a bassa voce, aggrappandomi forte al cuscino. Ovviamente, riuscii a godermi ancora un paio di minuti di sonno: era difficile svegliarmi la mattina! Sul più bello, però, qualcuno mi strattonò per i piedi, obbligandomi ad aprire gli occhi. E fu in quel momento che lo vidi: un ragazzo moro, con la schiena nuda ed i capelli scompigliati dormiva proprio di fronte a me. NON PUO’ ESSERE.
Mi tappai la bocca per paura che un qualche ultrasuono da fangirl ne uscisse: era davvero lui? Mi pizzicai il braccio sinistro, cercando di distinguere la realtà dalla fantasia, ma con piacere mi resi conto che aveva davvero funzionato: quella gallina dei Got aveva espresso il mio desiderio. Ecco perché era costata così poco! Mi schiaffeggiai il viso, ridendo del fatto che sentivo perfettamente il dolore. ERA VERO CAZZO.
Avevo desiderato con tutte le mie forze di svegliarmi accanto al mio ultimate nudo e, beh, quella schiena perfettamente scoperta era proprio ciò che avevo richiesto. Non potei non pensare alle ragazze: mi immaginai come, probabilmente, Alis in quel momento stesse palpando le labbra di Daehyun, come Isabel si stesse divertendo con Eunhyuk e come Elly fosse corteggiata da Seungri. I nostri desideri erano stati esauditi ed io ancora faticavo a rendermene conto. Decisi, dunque, di godermi per bene quella situazione: mordendomi a sangue un labbro, afferrai con due dita il fino lenzuolo che copriva i nostri corpi caldi e lo alzai leggermente: dovevo verificare se, effettivamente, Kai fosse nudo. Non appena i miei occhi puntarono il suo didietro, mi accorsi con amarezza che portava i pantaloni della tuta. AH, KIM JONGIN, SIA MAI CHE MI LASCI VEDERE IL TUO POSTERIORE. Nonostante fosse abbastanza vestito, non mi feci sfuggire l’occasione di studiare per bene il suo corpo perfetto: le sue gambe erano molto lunghe e toniche, le braccia erano muscolose e ben sviluppate ed il colore della sua pelle era più chiaro rispetto a come me l’aspettavo. Sbuffando, rimisi la coperta al suo posto: le cose non erano andate esattamente come volevo, ma non potevo di certo lamentarmi. C’era qualcosa di strano, però, in tutta quella situazione: possibile che io mi fossi teletrasportata nel letto di Kai senza sconvolgere il corso delle nostre vite? Insomma, che sarebbe successo una volta che si sarebbe svegliato? Mi avrebbe riconosciuta o si sarebbe spaventato nel trovarmi qui? Infondo, ero piombata nella sua quotidianità senza nemmeno chiedere permesso. Mi portai una mano al petto, cercando scioccamente di rallentare il mio cuore che batteva impazzito, quando notai che mancava qualcosa…
In quel momento, il ragazzo di fronte a me si mosse, borbottando qualcosa nel sonno. L’avevo forse svegliato? Provai a scuoterlo lentamente con due dita, ma riprese quasi subito a russare flebilmente. Tirai un sospiro di sollievo: non ero ancora pronta ad affrontare il mio ultimate. La mia attenzione tornò immediatamente sul fatto che avevo appena scoperto che, dal mio petto, mancava qualcosa: le mie tette si erano prosciugate. PERCHE’.
La testa iniziò a farmi male da quanti pensieri mi balenavano nella mente: perché il mio corpo era cambiato? Avevo assunto le sembianze di qualcun altro? Di...un ragazzo?
Iniziai a tastarmi il corpo per cercare di capire in che cosa mi fossi trasformata. Il mio fisico era a dir poco perfetto, con un piccolo dettaglio: non era il mio! Affondai la testa sotto le coperte per scoprire come fosse davvero fatto quel mio nuovo corpo e notai come le mie gambe fossero corte rispetto a quelle di Kai. Ero così piccina? Mi alzai la maglietta, scoprendo degli abs a dir poco invidiabili. Wow, potrei guardarmi per tutto il giorno! Riemersi ed affondai la testa nel cuscino: non riuscivo a darmi pace. Si, avevo Kai mezzo nudo nell’altra metà del mio letto, ma a che prezzo? Avevo assunto le sembianze di un nano atletico e questo non ASPETTA. NANO ATLETICO?? NO. ASSOLUTAMENTE NO. NON LO ACCETTO. Non posso essere diventata davvero lui. NO NO NO NON ESISTE. Mi misi le mani nei folti capelli neri, maledicendomi mentalmente per aver espresso quel desiderio. Da un lato, mi faceva piacere essere diventata un ragazzo: questo significava che, in realtà, Krystal e Kai non stavano davvero insieme (AAH IO LO SAPEVO CHE ERA UNA COPERTURA *coff coff*), ma dall’altro avrei decisamente preferito rimanere me stessa e provare a conquistarlo con il mio corpo ed il mio carattere. Evidentemente, l’unico modo che avevo per risvegliarmi con Kai nudo nel letto era essere lui: Kyungsoo. Strozzai dei lamenti nella federa del mio cuscino profumato, sfogando la mia frustrazione: non shippavo Kaisoo, non shippavo Kai con nessuno in realtà. Non potevo credere di essere diventata D.O. La parte passiva della Kaisoo, oltretutto. NON VOGLIO SAPERE CHE COSA MI ASPETTERA’.
Sbattei con forza i pugni sul materasso, agitando contemporaneamente anche le gambe: quella situazione mi era alquanto scomoda. Involontariamente, con tutto quel mio continuo agitarmi, svegliai il ragazzo accanto a me. Lo sentii prima biascicare qualche parola sottovoce e poi schiarirsi la gola. FERMI TUTTI. CHISSENE SE SONO DIVENTATA D.O. HO PUR SEMPRE KAI MEZZO DESNUDO QUI AFFIANCO. APPROFITTIAMONE!
Quando lo vidi muovere le spalle, in cerca di una posizione più comoda mi avvicinai a lui. Annusai a pieni polmoni quel suo profumo e non resistetti nell’affondare le dita tra i suoi capelli castano scuro. Forse in preda agli ormoni o forse per il semplice fatto che non sapevo per quanto avrei potuto godere di quella situazione, mi avvicinai al suo orecchio e bisbigliai sottovoce un “Buongiorno”. Vidi chiaramente la pelle d’oca formarsi sulle sue braccia: avevo appena eccitato il mio ultimate. Mi spostai un po’ più lontano, lasciandogli lo spazio per voltarsi verso di me: nonostante fossi cosciente del fatto che i miei occhi, alla visione di quel suo viso celestiale, si sarebbero probabilmente decomposti rimasi a fissare ogni suo movimento, assaporando quegli attimi che mi erano stati concessi da sola con lui. Si stiracchiò, lasciandomi vedere come i muscoli della sua schiena si distendessero per bene. WAH, MUOIO. Lentamente, ruotò verso sinistra, nascondendo il viso nel cuscino. Se questo è il paradiso, per favore, uccidetemi. Si coprì con entrambe le mani quel suo volto perfetto, vergognandosi forse per essere struccato. Ma suvvia, ragazzo mio: io sono Kyungsoo. Con la coda dell’occhio mi guardò, facendomi rabbrividire: era così strano vederlo da così vicino. Su poggiò sui gomiti, rimanendo alzato con il busto. Ora potevo vederlo chiaramente, potevo distinguere i suoi lineamenti, sprofondare nei suoi occhi scuri e notare le sue guance arrossate. Potevo…vedere che…
“Buongiorno a te, hyung.”
“…Hyung? Da quando in qua lo chiami così?” gli chiese una voce squillante proveniente dal bagno.
“Da stanotte. Non so perché, ma…mi sembra giusto nei suoi confronti, no? Sono sempre stato così irrispettoso in questi anni e ho deciso che da oggi migliorerò il mio comportamento. Conoscerai un nuovo lato di me, hyung, e spero che non ne rimarrai deluso.”
Deglutii rumorosamente. Le mani iniziarono a sudare e sono certa che la mia faccia avesse assunto un color rosso acceso. Cercai di scendere immediatamente dal letto, ma dovetti prima scavalcare il ragazzo che mi dormiva accanto: essendo un letto a castello, l’unica mia via di fuga era alle sue spalle. Scesi velocemente la scaletta di legno e mi precipitai in bagno, scaraventando all’esterno il ragazzo alto che si stava lavando i denti. Mi chiusi a chiave, nella speranza che mi lasciassero in pace per un momento: dovevo riordinare le idee.
Mi appoggiai al lavandino, respirando affannosamente. Ero sconvolta del fatto che quel lightstick aveva funzionato davvero, ma la cosa che mi preoccupava di più era il mio riflesso sullo specchio.
Con una tonalità di voce pari ad un wrestler messicano, gridai a pieni polmoni il nome del ragazzo in cui mi ero realmente trasformata: JIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Ok, so bene che ora qualcuno vorrà uccidermi, ma non è colpa mia! A quanto pare, la gallina dei Got ha avverato il primo desiderio di Faith...ora non solo si è ritrovata nel corpo del suo bias, non solo si è risvegliata accanto a Jungkook, ma dovrà riuscire a conquistare Kai nei panni di...Jimin! Povera Faith! Ce la farà? Io lo so ma non ve lo dico lol

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Capitolo 5
*** L'altro lato della medaglia che non vincerò mai ***


 
L'altro lato della medaglia che non vincerò mai
 
ISABEL POV

C’era un lato positivo nell’essere Lee Donghae: avevo libero accesso al Sebooty. Non pensate male, non ero comunque l’attivo della coppia; solo, potevo ammirare quel suo bel posteriore in continuazione. L’altro lato della medaglia, però, era che Sehun non era lui. Non era Lee Hyukjae. E la cosa non solo mi infastidiva, ma mi incuriosiva parecchio. C’era forse un motivo per cui Donghae ed Eunhyuk non stavano insieme? La loro era una storia d’amore finita oppure era semplicemente fan service? Dovevo capire perché la gallina dei Got mi aveva dato quell’occasione: forse, ero piombata nelle loro vite per sistemare la situazione. Decisi, dunque, di fare ciò che Lee Donghae sapeva fare meglio: l’uke. NO, NON IN QUEL SENSO STRETTO. Che poi stretto--- AH. Che avete capito?! Ero certa che, nonostante i suoi quasi trent’anni, Donghae tenesse, nascosto da qualche parte, un diario segreto. Era il tipo di persona che non si sarebbe vergognata di tenere un diario, anzi, sarebbe stato proprio da lui scrivere i suoi segreti in un quadernetto o qualcosa di simile. Così, decisi di alzarmi da quel water e frugare tra le sue cose, cercando più indizi possibili riguardo alla sua situazione sentimentale. Per prima cosa, però, dovevo liberarmi di Sehun. Mi preparai velocemente ed uscii dal bagno. Il moro era seduto sul letto, occupato a guardare lo schermo del suo telefono. Aveva detto che mi avrebbe portato a fare un giro quella mattina ed io decisi di prendere la palla al balzo per conoscere meglio la mia nuova vita.
“Sono pronto, andiamo?” gli dissi, sorridendogli. Lui mi sorrise di rimando e si avviò. Lo seguii in silenzio lungo tutto il percorso: dovevo studiare per bene i corridoi della SM, in modo da potermi orientare da sola i giorni successivi. Sehun mi disse che voleva fare colazione al nostro solito bar, ma io non avevo assolutamente idea di quale fosse. Annuii eccitata, sperando non si accorgesse del mio disorientamento. Camminai al suo fianco guardandomi ossessivamente intorno. La testa iniziò a farmi male a causa di tutti i punti di riferimento che avevo cercato di memorizzare lungo la strada. Ad un certo punto, un cartello appeso sopra ad una porta attirò la mia attenzione.
“Aspetta Sehunnie, devo vedere una cosa!” lo avvisai, schiacciando il viso contro il vetro della porta. Non mi ero nemmeno accorta di averlo chiamato in quel modo, ero talmente abituata a chiamarlo così che non pensai nemmeno che avrebbe potuto dargli fastidio. Lui, però, non disse nulla, anzi, si mise da parte aspettando che finissi ciò che stavo facendo. Respiravo affannosamente contro quel vetro opaco: una decina di ragazzi si stava allenando nella danza ed istintivamente mi ero precipitata lì per vedere se lui c’era: Eunhyuk non poteva che essere lì. Seguii con lo sguardo ognuno di loro, cercando di distinguerlo nella massa. Quando i miei occhi si posarono su un ragazzo moro ed abbastanza alto, il mio cuore si fermò improvvisamente e mi si accese una lampadina in testa: non è che per caso…

 

ELLY POV

C’era un lato positivo nell’essere Kwon Jiyong: ero l’“Everything” di Seungri. Amavo il mio ultimate e sapere che lui era innamorato di me mi lusingava alquanto. L’altro lato della medaglia, però, era che per me la Gri era N.O.! Non li shippavo per niente, anzi, ritenevo il loro fan service PALESEMENTE un fan service. E la cosa buffa era che, essendo nel corpo di GD, avevo due alternative: stare con Seungri, il MIO “Everything”, o stare con Top, rendendo reale la mia OTP. Ma le cose tra me e Top non andavano affatto bene: pensando che fosse solo un sogno mi ero permessa di baciarlo, scatenando la sua ira. Come avrei mai potuto rimediare ad una cosa del genere? Potevo sentire la voce stridula di GD gridarmi contro per ciò che avevo fatto con il suo corpo ma, ehy, di che ti lamenti bello mio? Non dirmi che ti è dispiaciuto baciarlo! Dovevo capire perché la gallina dei Got mi aveva dato quell’occasione: forse, ero piombata nelle loro vite per sistemare la situazione. Decisi, dunque, di fare ciò che Kwon Jiyong sapeva fare meglio: la diva. Afferrai la pochette glitterata che non poteva che essere mia, mi inchinai più volte a Seungri, congedandomi, e scappai di corsa fuori dallo studio. Frugai nella borsetta, alla ricerca delle chiavi della mia auto, ma non appena raggiunsi il parcheggio della YG mi resi conto che non avrei dovuto guidare la mia 500 bianca. Terrorizzata dall’idea di ammaccare la Lamborghini nera del leader dei Big Bang, presi le chiavi e le diedi al primo tizio coreano ben vestito che vidi lì fuori.
“Sei tu che di solito mi porti in giro?” gli chiesi, quasi prepotentemente. Lui scosse la testa, dicendomi che solitamente è il mio autista a portarmi di qua e di là e che lui era solo il parcheggiatore.
“Per favore, chiama il mio autista. Devo andare urgentemente in un posto.” dissi, iniziando a guardare l’orologio con impazienza: in realtà, non avevo per niente fretta, ma ragazzi, avevo un rolex al polso! Il parcheggiatore mi guardò stranito, ma ubbidì. Il mio autista ci mise un paio di minuti ad arrivare: la sua macchina scura era così da Vip che mi sedetti istintivamente dietro. Gli chiesi di portarmi in un posto specifico, che sapevo lui conosceva benissimo. Ero Gdragon, non potevo non andare lì.

 

 ALIS POV

C’era un lato positivo nell’essere Yoo YoungJae: potevo passare ogni istante della mia giornata accanto a Daehyun, palpandogli le labbra senza sembrare una menomata mentale. Nei suoi occhi leggevo chiaramente l’amore che provava nei miei confronti e questa cosa mi rendeva a dir poco felice. L’altro lato della medaglia, però, era che mi odiavo da sola. Non sopportavo proprio YoungJae. Lo so, avercela con lui perché li ha traditi in “One shot” è a dir poco stupido, ma le cose stavano così. Ero abituata ormai ad essere costantemente arrabbiata con lui, quindi ritrovarmi nel suo corpo mi dava fastidio. Non solo perché ero lui, ma soprattutto perché lui stava con Daehyun. Mi duole dirlo, ma in un certo senso avrei preferito perdere il mio ultimate piuttosto di vederli insieme. AH, SONO COSI’ CONFUSA. Dovevo capire perché la gallina dei Got mi aveva dato quell’occasione: forse, ero piombata nelle loro vite per sistemare la situazione. Decisi, dunque, di fare ciò che Yoo YoungJae sapeva fare meglio: tradire. Uscii da quel caldo letto e mi rivestii di fretta, sentendo lo sguardo perplesso di Daehyun penetrarmi la schiena.
“Dove stai andando?” mi chiese, mettendosi a sedere sul letto. Gli risposi nel modo più vago possibile.
“In un posto.”
Lui rimase in silenzio, inarcando le sopracciglia. MIO DIO QUANTO SEI BONO.
“Posso venire con te?” domandò poi, visibilmente preoccupato. Io feci spallucce, quasi non mi importasse se sarebbe venuto con me oppure no. Lui non si mosse, anzi, si tirò ancor più su il lenzuolo, coprendosi per bene, nonostante fosse vestito: aveva deciso di rimanere.
“Torno presto, non preoccuparti.” dissi poi, avviandomi verso l’uscita. Ero certa che i suoi occhi mi stessero seguendo, ma non avevo nessuna intenzione di incrociare il suo sguardo. Lasciai che la porta alle mie spalle si chiudesse da sola e mi incamminai lungo il corridoio: non sapevo nemmeno io dove stavo andando, ma sentivo che dovevo staccarmi un po’ da Daehyun. Il tempo di palpargli le labbra era terminato: so che non spettava a me, ma dovevo decidere se dare a YoungJae il piacere di stare con il mio ultimate oppure no.

 

FAITH POV

C’era un lato positivo nell’essere Park Jimin: ero il mio bias. Anzi, ero addirittura al terzo posto nella mia bias list. Jimin era la mia rovina, il distruttore del mio apparato riproduttivo. L’altro lato della medaglia, però, era che NON C’ERA KAI NUDO NEL MIO LETTO. PERCHE’ CAZZO NON MI SONO RISVEGLIATA COL MIO ULTIMATE ACCANTO?? DAVVERO GALLINA DEI GOT, MI PRENDI IN GIRO?! Pregustavo già l’idea di poter stare con il mio adorato Kai, di guardarlo ballare in sala prove e di vederlo sorridere alle mie battute (sarei stata di certo molto più funny rispetto a Kyungsoo), ma la vita era stata crudele con me: non solo mi ero trasformata in Jimin, e di conseguenza non potevo cuccare con me stessa, ma avevo anche un Jungkook uke alle calcagna. O meglio, di lì a poco l’avrei avuto. Ricordavo perfettamente il mio desiderio: avevo chiesto di vedere con i miei stessi occhi un Jungkook così uke, ma così uke da sembrare una dodicenne in preda ad una crisi ormonale. Col senno di poi, forse sarebbe stato meglio se me ne fossi stata un po’ zitta. Dovevo capire perché la gallina dei Got mi aveva dato quell’occasione: forse, ero piombata nelle loro vite per sistemare la situazione. Decisi, dunque, di fare ciò che Park Jimin sapeva fare meglio: palparsi gli abs. E fu quello che feci: mi era stato servito su un piatto d’argento un corpo scolpito, non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione per nulla al mondo. Feci scorrere ripetutamente le mie mani lungo gli addominali: potevo sbatterci i panni su quella tartaruga! Il mio dolce e solitario momento fu bruscamente interrotto dal ragazzo con lo spazzolino da denti: avevo sbattuto malamente J-hope fuori dal bagno, senza lasciargli nemmeno il tempo di sciacquarsi dai rimasugli del dentifricio.
“Devo sputare!” continuava a ripetere, sbattendo i pugni contro la porta. Tra i colpi, però, potevo chiaramente distinguere la voce di un tenerissimo Jungkook che lo pregava di non importunare il suo hyung.
DOVE DIAMINE ERO FINITA?!
Ero tremendamente curiosa di scoprire che sorte era capitata alle altre ragazze: di certo, loro se la passavano meglio di me. Iniziai a pensare a come diavolo organizzare la mia nuova vita: creare una nuova ed improbabile OTP chiamata Jikai o girare filmini porno targati Jikook? Una scelta a dir poco impossibile, direte voi, ma c’era una cosa che mi spingeva fortemente verso la prima opzione: per quanto shippassi Jikook, non amavo Jungkook così tanto da inchiappettarlo. Al contrario, da Kai mi sarei fatta fare qualsiasi cosa.
Avevo preso finalmente la mia decisione, ma c’era un piccolo dettaglio da sistemare: come diamine potevo conquistare Kai nei panni di Jimin?!

 

Che confusione! Chi avrà visto Isabel? Dove starà andando Elly? Cosa deciderà di fare Alis? E soprattutto...ce la farà Faith a conquistare Kai?! Maledetta gallina dei Got. 

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Capitolo 6
*** Verde speranza ***


Verde speranza

ISABEL POV

Fortunatamente, la lezione di ballo era finita presto e ne approfittai per sgusciare dentro l’aula. Mi diressi a passo spedito verso quel ragazzo moro che avevo notato immediatamente. Ero agitatissima all’idea di rivolgergli la parola, ma dovevo assolutamente chiedergli una cosa. Quando mi vide arrivare si congedò dal ragazzo con cui stava parlando e mi raggiunse, salutandomi poi con un breve inchino.
“Ciao hyung, hai bisogno della sala prove?” mi chiese, asciugandosi il sudore con un asciugamano bianco. Asciugamano che, di lì a poco, gli avrei rubato per clonarlo.
“No no, ero di passaggio e quando ti ho visto ho pensato di salutarti.”
Kai ci cascò in pieno: Donghae, grazie al suo carattere espansivo e gentile, era riuscito ad essere amico di tutti all’interno dell’agenzia, quindi usai questa sua dote a mio favore. Il ragazzo mi sorrise, felice che fossi passato. Un silenzio imbarazzante piombò improvvisamente nella sala: non avevo la ben che minima idea di che cosa avrei potuto parlare con lui e Kai, di certo, non era un tipo loquace. Senza aspettare oltre, gli sputai addosso il vero motivo per cui mi ero precipitata da lui.
“Non è che per caso stamattina ti sei svegliato nudo da qualche parte?”
Ero Lee Donghae e la cosa bella di me era che potevo permettermi di fare domande stupide senza che la gente si stupisse di ciò. Kai mi guardò stranito, scuotendo la testa.
“No hyung. I-io mi sono svegliato nello stesso modo in cui mi ero addormentato.” il fatto che avesse balbettato quella risposta mi fece intendere che fosse abbastanza imbarazzato di fronte a quella mia domanda. La sua risposta, però, per me era fondamentale: Faith aveva desiderato di svegliarsi con il suo ultimate nudo nel letto ed era mio compito scoprire in che letto aveva dormito Kai. Una volta scoperto il suo amante, avrei trovato anche Faith.
“Ed eri andato a letto vestito?” insistetti, vedendolo annuire in risposta. Era impossibile che la gallina dei Got avesse funzionato solo con me. Forse Kai stava mentendo?
“E dimmi, chi era nel letto con te al tuo risveglio?” lo interrogai. Il ragazzo strabuzzò gli occhi: forse stavo esagerando, ma avevo bisogno di quel nome.
“I-io…” balbettò, senza rispondermi effettivamente. Dopo qualche secondo di silenzio, decisi di fargli una domanda a risposta multipla: forse gli sarebbe stato più facile rispondere.
“Vediamo…c’era…pfff che ne so, sparo nomi puramente a caso KRYSTAL/KYUNGSOO/TAEMIN????”
Lo sguardo altamente confuso di Kai lo porterò nel cuore per sempre. Ci pensò un attimo prima di rispondere, il tempo necessario per collegare il cervello.
“No hyung. Stanotte ho dormito con Baekhyun.”
NO. PURE LA BAEKYEOL MI SI DISTRUGGE?! Ma che razza di lightstick ha comprato Faith?!
Senza nemmeno dargli spiegazioni lo salutai e mi voltai per ritornare da Sehun. Il mio ragazzo, o meglio, il ragazzo di Donghae, o meglio ancora, il ragazzo che Donghae aveva fintanto che non avrei reso la Eunhae reale si trovava proprio dietro di me. Mi spaventai nel vederlo lì impalato e mi spaventai ancor di più all’idea che avesse sentito tutte le domande che avevo fatto a Jongin.
“Yah, sei qui? B-beh, ora possiamo andare.” dissi, ruotando Sehun e spingendolo per la schiena, in modo da obbligarlo a camminare. Uscimmo dalla sala prove e riprendemmo il nostro cammino. Fortunatamente, non mi chiese nessuna spiegazione, anzi, prese ad elencarmi tutti i tipi di brioches con cui voleva fare colazione quella mattina. Mentre le sue parole mi entravano da un orecchio ed uscivano dall’altro sentii degli occhi puntati su di me. D’istinto, mi voltai nuovamente verso l’aula, che ormai avevamo distanziato di qualche metro. Fu in quel preciso momento che il mio cuore cessò di battere: i nostri sguardi si erano incrociati per un brevissimo istante, che mi parve infinito. Era come se il tempo si fosse improvvisamente arrestato, come se stessi vivendo quella scena a rallentatore. Lui era lì, sull’uscio della porta, aspettando di poter entrare nella sala prove. Ed io ero qui, a seguire il mio sfascia-OTP. Avrei voluto così tanto potergli correre incontro, poterlo vedere da vicino, potergli parlare e vedere il suo sorriso tutto gengive con i miei stessi occhi. Ma, nel nostro brevissimo incontro, avevo notato come i suoi occhi, nel guardarmi, fossero completamente vuoti, privi di quella luce che dà vita allo sguardo. Che cos’era successo tra loro? Che cosa li aveva ridotti non solo a non salutarsi per i corridoi, ma nemmeno a rivolgersi lo sguardo? Quella sua occhiataccia mi aveva frantumato il cuore, facendomi sentire in colpa per qualcosa che non avevo fatto io. Ma avevo le mani legate: se Donghae aveva deciso di stare con Sehun, un motivo c’era, ed io non ero nessuno per decidere della sua vita. Vedere Eunhyuk in quello stato, però, mi aveva dato la conferma di cui avevo bisogno: l’unico modo per tornare nel mio corpo era, forse, rimettere insieme i cocci della loro relazione, amorosa o d’amicizia che fosse.

 

ELLY POV

Mi sedetti comodamente sulla poltrona, lasciando che il calore avvolgesse la mia testa. Non so cosa mi aveva spinta ad andare lì, ma sentivo come se quello fosse l’unico luogo in cui potevo stare in pace col mio nuovo corpo e riflettere sul da farsi. Il modo in cui Top mi aveva guardata mi martellava ancora il cervello. Era così schifato da me che il solo ripensarci mi faceva male. Dovevo assolutamente sistemare le cose tra loro e cercare di rimediare in qualche modo a qual bacio così sgradito. Per non parlare del mio povero ultimate. Chissà che avrà pensato e che stava facendo ora, da solo in quello studio. Dopotutto, cosa avrei potuto dirgli? Non avevo una spiegazione pronta all’uso e non sapevo nemmeno che cosa ci fosse tra lui e me. Cioè, tra lui e Gdragon. Ah, in che pasticcio mi sono cacciata!! Oltretutto, da quanto avevo capito, GD stava producendo il nuovo album. IO NON NE SO NIENTE DI MUSICA, COME POTEVO PRODURRE UN ALBUM?! Avrei dovuto preparare la canzone il prima possibile, ma non avevo la minima idea di come fare. Rischiavo di compromettere addirittura il lavoro di Jiyong. Porca miseria, gallina dei Got, non potevi trasformarmi in GD nel periodo peggiore, eh? Feci un respiro profondo, cercando di non andare in panico.
“Signor Kwon, prego.”
Subito non risposi: non ero abituata a rispondere a quel nome. Quando sentii che qualcuno mi toccò la spalla, aprii gli occhi e capii che dovevo seguirlo. Il tempo, lì dentro, era davvero volato. Sentii l’acqua accarezzarmi i capelli e portare con se tutti i brutti pensieri che avevo avuto fino a quel momento. Era così rilassante che quasi mi addormentai. Ciò che mi era successo era così assurdo. Perché io? Perché…noi? Di certo non ero l’unica ad essere stata trasportata in un’altra vita. Se il mio desiderio si era avverato, anche quelli delle altre lo avevano fatto. Forse avrei potuto chiedere a loro di aiutarmi a farmi perdonare da Top. C’era un piccolo dettaglio da correggere: non avevo idea in chi si fossero trasformate loro tre. Come potevo sapere con chi aveva dormito Kai? Shippavo dannatamente Kaisoo, ma chi mi dava la certezza che Faith avesse occupato il corpo di D.O? Per non parlare di Alis: per quanto ne sapevo, poteva essersi reincarnata nei polpastrelli di Daehyun, dato che voleva palpargli i canotti! Forse, però, avevo una speranza: Isabel. Lei, infatti, aveva chiaramente chiesto di rinascere Donghae e dunque, a rigor di logica, la gallina dei Got l’aveva trasformata proprio nel ballerino dei Super Junior. Entusiasta di ciò che avevo appena realizzato, iniziai a saltellare impaziente sulla sedia: non riuscivo più ad aspettare, dovevo verificare la mia teoria al più presto! Finalmente, sentii un asciugamano avvolgermi i capelli.
“Vuole tagliarli un po’, Signore?” mi chiese il parrucchiere. Io afferrai con entrambe le mani il panno avvolto attorno alla mia testa e lo strofinai più che potevo sui miei capelli, cercando di asciugarli appena appena.
“Sono apposto così, grazie!” dissi, saltando giù dalla sedia e dirigendomi velocemente alla cassa. “Per favore, mi dica quant’è. Sa, vado di fretta perché ho scoperto una cosa che…beh, che gliela racconto a fare, tanto non mi crederebbe! Però sono certo che sarebbe felice per me. Non lo sarebbe? Sa, la vita a volte ci mette di fronte a delle situazioni che…” vista la faccia perplessa del parrucchiere mi resi conto che, forse, Kwon Jiyong non era così loquace. Anzi, probabilmente non avrebbe mai fatto una conversazione così entusiasta con quest’uomo. Accortami della figura ambigua che stavo facendo, posi fine al mio monologo come solo il vero GD poteva fare: “…di fronte a delle situazioni che…wassup.”
Fuggii dal silenzio imbarazzante che si era creato lasciandogli i soldi sul bancone ed infilandomi velocemente in auto. Nonostante avessi il fiatone, riuscii a chiedere al mio autista di portarmi alla SM entertainment. Non serve che vi descriva la sua espressione di stupore, vero? Solo, non so se fosse più confuso dalla mia destinazione o dal fatto che dei capelli color verde smeraldo gocciolavano sui sedili in pelle della sua auto.
Fortunatamente, in pochi minuti fui davanti all’edificio: non stavo davvero più nella pelle!  Scesi di corsa ed entrai, sentendo improvvisamente gli occhi di tutti puntati su di me. Mi inchinai per bene e chiesi di Donghae, ma nessuno seppe darmi una risposta. Ad un tratto, però, vidi qualcuno che conoscevo benissimo: oh buon dio. KAI.
Mi precipitai da lui, spintonando un po’ di persone involontariamente. Ero al settimo cielo: non solo avrei trovato Isabel, ma ero ad un passo da Faith. Quando lo raggiunsi notai subito il modo in cui i suoi occhi puntavano il mio viso. E si, anche i miei capelli umidi non passavano inosservati. Cercai di recuperare il fiato perso lungo la strada, aspettando che la tizia coreana con cui stava parlando si allontanasse. Nonostante lei continuasse a blaterare a macchinetta, il ragazzo teneva lo sguardo fisso su di me, tanto da farmi arrossire. AH, QUANTO E’ BELLA QUESTA CREATURA. Vedendo che lei non aveva la minima intenzione di lasciarmi parlare un istante con lui, decisi di mettermi in mezzo.
“Ehy, scusa…” dissi, appoggiando la mano tempestata di anelli sulla sua fragile spalla. Lei si zittì, finalmente, e mi diede un po’ della sua attenzione.
“Posso rubartelo due minuti?” chiesi, gentilmente. Lei alzò gli occhi al cielo, scocciatissima dalla mia richiesta. Iniziò a borbottare che stavano discutendo di lavoro e che avrei dovuto aspettare il mio turno. Ma che è, stiamo al supermercato al banco del pesce che mi tocca prendere il mio numerino ed aspettare?
“Scusa, tesoro. Non per dire ma…tu lo sai chi sono io?” HO SEMPRE SOGNATO DI DIRLO. Lei annuì, seccata. Senza battere ciglio e tenendo fissa la mano sulla sua spalla, la spinsi leggermente all’indietro, prendendo il suo posto di fronte al bel faccione di Kai, e sputandole contro un “…E mo levate.”
Finalmente, era il mio turno.
Il ragazzo si inchinò più volte di fronte a me, continuando a guardarmi leggermente spaesato. Senza ulteriore indugio, gli chiesi ciò che necessitavo sapere.
“Dormito bene stanotte?” dal colorito che aveva assunto il suo viso capii che forse ero stato un po’ troppo diretto.
“S-si hyung, ho dormito bene. Tu?” balbettò, grattandosi il capo. Io annuii, porgendogli la mia seconda domanda.
“E, per caso, hai dormito con qualcuno?” gli occhi per poco non gli uscirono dalle orbite. Annuì, leggermente, chiedendomi il perché di tutte quelle domande. Lì per lì non sapevo che inventarmi. Mi serviva una scusa abbastanza sensata per giustificare la mia presenza lì e tutta la mia curiosità. Ci pensai un attimo, mantenendo un sorriso a trentasette denti ben stampato in faccia, quasi fosse la musichetta d’attesa dei call center. Quando finalmente mi venne un’idea, gli dissi che stavo cercando ispirazione per una nuova canzone che parlava di un ragazzo innamorato della danza e innamorato di qualcuno, con cui ovviamente dormiva. Che gayaggine mi è uscita non lo so nemmeno io, ma lui ci cascò in pieno, anzi, era pure lusingato che mi volessi ispirare a lui per la mia nuova canzone. Oh, povero bimbo.
“Stanotte ho dormito con Baekhyun , hyung. Non penso di esserti di ispirazione.”
BAEK? COSA? NO NO NO GALLINA MIA, FORSE NON HAI CAPITO: LA BAEKYEOL NON SI TOCCA.
“COSA? NO. NON E’ VERO.” reagii di impulso, spaventandolo. Chissà come sarà cambiata la sua opinione su GD dopo quella nostra ambigua conversazione. Dedussi che, probabilmente, Faith era diventata il vocalist degli Exo. Ah, che confusione! Oltre ad aver distrutto la mia OTP, mi si sono sfracellate davanti agli occhi sia la Kaisoo che la Baekyeol. CHE SOFFERENZA. Sospirai, mi inchinai a lui e lo ringraziai del suo tempo. Lui mi sorrise, accecandomi.
“Di nulla hyung, è stato un piacere interagire con te.” disse, congedandomi. Mi inchinai ancora, avviandomi verso l’uscita. YAH, CHE SCEMA.
“Kai aspetta!” non vi dico la faccia della tizia coreana di prima. “Mi sono dimenticato di chiederti una cosa! Sai per caso dov’è Donghae?”
Lui inarcò le sopracciglia, prima di scoppiare a ridere.
“Ah ora capisco! State scrivendo la canzone insieme!”
…wut-
Annuii, nonostante non avessi idea di che cosa stesse dicendo.
“Mi sembrava strano che mi faceste entrambi le stesse domande!” disse poi. Al che, mi si accese una lampadina: ISABEL E’ PASSATA DI QUA. Afferrai Kai per le braccia ed iniziai a scuoterlo leggermente, chiedendogli a ripetizione di dirmi dove si trovava Donghae. Lui si lasciò strapazzare, biascicando che non sapeva dove fosse andato. L’aveva incontrato alla sala prove, ma poi non erano usciti insieme, quindi non aveva idea di dove fosse andato. Dunque…si trovava ancora lì? Gli chiesi di indicarmi l’aula e lo ringraziai nuovamente, iniziando a correre come una disperata verso la mia nuova meta. Finalmente ero vicinissima alla prima delle tre ragazze e non vedevo l’ora di incontrarla di nuovo! La mia corsa, però, fu interrotta bruscamente: senza volerlo, andai a sbattere contro un ragazzo, i cui occhi erano nascosti dalla frangia quasi bianca. Mi scusai immediatamente per averlo urtato, ma non appena i nostri occhi si incontrarono, rimasi paralizzata. ODDIO.


Le cose si complicano ulteriormente! Isabel ha finalmente incontrato Eunhyuk nei corridoi, ma non è stato come se l'aspettava. Che cosa sarà successo tra i due? Dall'altra parte, Elly è corsa a tingersi i capellI! xD Un bel verde speranza ci voleva- ma...chi avrà incontrato? E soprattutto, PERCHE' KAI HA DORMITO CON BAEK?!

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Capitolo 7
*** Famolo strano ***


Famolo strano
 
ALIS POV
*Ispirato a fatti realmente accaduti.*

Camminavo per il lungo corridoio, tenendo lo sguardo fisso sui miei stessi piedi. Il mio cervello rimuginava ancora sulla situazione in cui ero stata catapultata. Ero davvero indecisa su come far continuare la relazione tra Youngjae e Daehyun, ma la verità è che più ci riflettevo, più mi auto convincevo che non potevo fare una cosa simile al mio ultimate: mi importava la sua felicità, nulla più. E se la sua felicità era Youngjae, non c’era nulla che potessi fare. Meritava di amare e di essere amato ed io stavo per rovinare tutto per colpa di uno stupido mv.
Senza nemmeno accorgermene, i miei piedi mi avevano portata nella piccola hall dell’hotel in cui, seduti intorno ad un piccolo tavolino, YongGuk ed Himchan si godevano il free wifi.
“Ti sei svegliato presto.” mi disse il più grande, sorridendomi. Sentii le farfalle nello stomaco: non mi ero ancora abituata ad essere così a stretto contatto con il mio ultimate group. Gli sorrisi di rimando, andandomi a sedere accanto ad Himchan. Il ragazzo girò il suo telefono verso di me, mostrandomi un po’ di foto che aveva scattato ieri sera, passeggiando per le strade di Londra. Era così entusiasta nel raccontarmi tutto ciò che aveva visto ed io mi stavo gustando per bene quel suo bel faccione così adorabile. Potevo sentire chiaramente le maledizioni di Isabel fischiarmi nelle orecchie.
“E voi invece? Che avete fatto qui?” mi chiese il leader, con quella sua voce profonda che mi mise addirittura i brividi. P A N I C O. E mo che gli dico? Non sapevo se lui fosse a conoscenza della storia tra la Daejae e non potevo assolutamente dirgli che, beh, ieri sera ero ancora Alis, bagnata fradicia nel bel mezzo di un bosco. Improvvisai, dicendogli che mi ero addormentata subito, dato che ero stanca a causa del concerto. Dalla sua espressione capii che non c’era cascato per niente, ma non aggiunse nulla, anzi, si alzò dalla poltrona in velluto dicendo che voleva godersi la città di mattina presto, senza troppa gente per le strade e senza fan impazzite ad inseguirci. Ci chiese se ci andava di andare con lui e, mentre Himchan rifiutò, borbottando che gli facevano male le gambe, io decisi di unirmi a lui: quando mi sarebbe ricapitata l’occasione di girare per Londra con Bang YongGuk? Uscimmo dall’albergo e ci avviammo tranquillamente, godendoci il silenzio mattutino. Camminavo accanto a lui, stando attenta a non perdermi per strada: ero il tipo di persona che si perde nel giardino di casa sua. Il moro teneva le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni, guardando sempre dritto davanti a sé. Improvvisamente, ruppe il silenzio.
“Come vanno le cose tra te e Daehyun?”
WUT- ma allora lo sa? Lì per lì non sapevo che dire, così mi limitai ad annuire: da come Daehyun mi aveva sorriso quella mattina, le cose tra loro andavano sicuramente benissimo. Passarono altri minuti di silenzio: non avevo idea di che cosa raccontargli e temevo che, nel caso in cui avessimo iniziato una conversazione, mi avrebbe fatto qualche altra domanda a cui non avrei saputo rispondere. Arrivati di fronte ad un museo, mi disse che voleva entrarci. Io decisi di aspettarlo fuori, appoggiata ad una transenna. Il panorama era spettacolare: ci trovavamo in una piazza immensa, in cui si alternavano vecchi edifici e negozi di lusso. Mi guardavo intorno, ammirando ciò che mi circondava con occhi sognanti quando, inaspettatamente, un gruppetto di ragazze mi si parò davanti. Mi venne quasi un infarto: e se queste mi riconoscono? Nonostante fossi struccata ed indossassi una larga maglietta di un rosa insignificante ero davvero bellissimo: ditemi che non siete fangirls, PLS. Fortunatamente, si fermarono davanti a me per telefonare: erano semplici turiste. Feci un respiro profondo: non ero pronta alla vita da idol, e non volevo nemmeno esserlo. Poco dopo, YongGuk passò accanto a due delle ragazze e mi raggiunse, facendomi segno con il capo di avviarmi verso il lato opposto della piazza.
“Allora? Ti è piaciuto?” gli chiesi, sentendo filtrare un “Abbastanza” dalla sua mascherina bianca. Arrivati dall’altra parte, si fermò improvvisamente ed iniziò a fissarmi. CHE ANSIA.
“Q-qualcosa non va?” balbettai, iniziando a recitare l’Ave Maria mentalmente. Lui continuò a perforarmi il viso con quel suo sguardo incontrastabile. Cercai invano di riprendere la nostra passeggiata, ma mi richiamò a sé porgendomi una domanda.
“Quando hai intenzione di farlo?”
…ho capito bene? S-stiamo parlano della vita sessuale di Youngjae?
“…C-come?” finsi di non capire. Anzi, in realtà speravo di aver capito male.
“Mi hai sentito.” tuonò lui, aspettando con ansia la mia risposta. Ma stavamo davvero parlando di quando avrei fatto QUELLO con Daehyun?
“…I-io…non lo so.” non lo sapevo davvero. Non sapevo che stava dicendo lui, ne tantomeno che stavo dicendo io.
“Ti ho dato anche più tempo di quello che mi avevi chiesto.” mi disse, facendomi quasi sentire in colpa. Ma sai, caro Bang YongGuk, per certe cose ci vuole tempo…non è che uno prende e FA appena ci si mette insieme…ognuno ha i suoi tempi, i suoi motivi, le sue cose…
“Vedi di farlo al più presto, altrimenti ci penserò io.”
…ASPETTA. COS’E’ CHE VUOI FARE TU?!?
“No, aspetta! I-io lo farò, te lo prometto.” il punto è…stavamo davvero parlando della stessa cosa?
“Non sarà facile ma, quando sarà tutto finito, starete meglio entrambi. Credimi.”
…ok. Spero vivamente di aver frainteso tutto questo discorso. Ma se le cose stavano così…COS’E’ CHE DOVEVO FARE?
Mentre ero intenta a decifrare la conversazione appena avuta con il mio leader, YongGuk riprese il cammino, superandomi. Purtroppo, ci misi qualche secondo di troppo prima di voltarmi per seguirlo: il ragazzo era completamente sparito nel nulla. Non potevo crederci, non volevo crederci: MI ERO DAVVERO PERSA?

 

FAITH POV

Era a dir poco irritante: Jeon Jungkook non aveva distolto lo sguardo dal mio viso nemmeno per un istante. Si, Jikook OTP fin che volete, ma credetemi, arriva il punto in cui anche questo Jungkookie con gli occhioni da cerbiatto che ha preparato le fragole con la panna per il suo hyung diventa snervante.
“Puoi smetterla di fissarmi? Non riesco a mangiare con te che mi guardi.” gli dissi per l’ennesima volta. Sentendo il mio tono spazientito, il ragazzino fece un paio di brevi inchini, scusandosi per avermi messo a disagio e per avermi impedito di nutrirmi. AH, ADORABILE.
“Scusami tanto hyung, non era mia intenzione. Mi impegnerò a non fissarti più mentre fai colazione.” bisbigliò, abbassando lo sguardo. Finalmente libera, afferrai il cucchiaio e divorai la pappa che mi aveva amorevolmente preparato. Ah, se solo Alis ci vedesse…
“Hyung? AHAHAH”
Riconobbi subito questa risata: V era piombato in cucina, allietandoci tutti con quel suo vocione che, di mattina, è ancora più roco del solito. Aiuto, il suo viso era così strano visto da vicino.
“Non ci trovo nulla da ridere. Dopotutto, sono più grande di lui, no? Merito rispetto!” dissi, sputacchiando pezzetti di fragola qua e là. V rise ancora più forte di prima, portandosi una mano allo stomaco.
“YAH! Non ridere! Jimin ha ragione, io sono più piccolo e devo…” la frase di Jungkook cadde nel vuoto. Forse perché, mentre mangiavo la panna, me ne era uscita un po’ all’angolo della bocca e mi ero leccata le labbra per pulirmi? Quando notai che le sue guance erano improvvisamente diventate rosso fuoco, mi resi conto che sono Park Jimin e certe cose NON LE DEVO FARE PER IL BENE DELL’UMANITA’.
“Perché fate tutto questo baccano?” ci redarguì il leader, mettendosi a sedere accanto a me. Con l’occasione, gli chiesi perché ci eravamo svegliati così presto: erano le 5 del mattino e speravo in cuor mio che non fosse l’ora delle prove. Fortunatamente, conoscevo le coreografie dei BTS a memoria, dato che mi divertivo a ballarle con le mie amiche. Ma ero un’amante del buon sonno, e il solo pensiero di dovermi esercitare a quell’ora mi risalivano le fragole che avevo appena ingerito.
“Te lo sei scordato? Abbiamo una sfilata a cui assistere.” mi rispose lui, cercando di sistemare gli occhiali che teneva tra le mani: lui era già vestito e pronto per partire, mentre io ero ancora in canotta e boxer.
“Non possiamo semplicemente non andare?” brontolò Suga, raggiungendoci in cucina, seguito dal suo compagno di stanza. WAAAH SUGAAA CHE CARINO CHE SI STROPICCIA GLI OCCHI PERCHE’ HA SONNO :3
“Lasciatelo perdere! Sarà la trentesima volta da quando ci siamo svegliati che mi chiede di non andarci. Sapete com’è fatto, lui preferisce dormire!!” lo derise Jin, affondando le dita nel mio bicchiere e rubandomi un paio di fragole. Non vi dico lo sguardo omicida di Jungkook.
“Forza, muovetevi. Tra mezz’ora dobbiamo essere in auto!” disse Namjoon, rimanendo poi con le stanghette degli occhiali tra le dita. Non ti si può dare niente in mano che si autodistrugge, an? Ci preparammo in fretta e furia, con tanto di trucco e parrucco. Volammo alla sfilata, chiacchierando del più e del meno durante il viaggio in auto: mi trovavo molto a mio agio con loro, mi sembrava quasi di conoscerli da sempre. Non appena arrivammo all’evento, ci fecero scendere uno dopo l’altro. I flash delle macchine fotografiche erano oltremodo fastidiosi, ma quella sensazione era magnifica: sentivo gli occhi e gli obiettivi di tutti puntati su di me ed era davvero stupendo! Le fan si spintonavano per riuscire ad avvicinarsi a noi il più possibile, ma ci era stato detto di camminare velocemente lungo il tappeto rosso e di raggiungere una piccola pedana per fare qualche foto di gruppo, come ad ogni evento che si rispetti. Era buffo come, fino a ieri, io cercassi su internet le foto di Jimin e le scaricassi, pregando che uscissero il prima possibile in HD. Ed ora ero lì, ero lui, e mi stavo godendo al meglio quel momento: la vita da idol faceva proprio per me! Facemmo le foto di gruppo e ci inchinammo ai fotografi, salutando un’ultima volta i fan prima di entrare per la sfilata. E fu esattamente in quel momento che lo vidi: aveva ormai finito di percorrere il tappeto rosso e stava aspettando, con il resto del suo gruppo, che noi scendessimo dalla pedana per prendere il nostro posto. Il problema era che, vedendo com’era POCO vestito e come quei dannatissimi pantaloni gli fasciassero il didietro, e il davanti, e il tutto che porca maremma maiala io ti uccido una volta o l’altra Wonho, giuro, perché sì, sarò pure Park Jimin fuori, ma dentro sono 100% Faith e mi colpisse un fulmine io ti spillo un maglione addosso perché CHE SONO QUELLE SCAPOLE SANTA PACE COPRITI CHE STAI AD UN EVENTO CRISTO SANTO GIURO CHE TI ARRIVA UNA TRANSENNA NEI DENTI SE NON LA SMETTI DI SORRIDERE!
…e fu così che lo feci. Onestamente, non ricordo molto di ciò che accadde. So solo che lo feci: presi una delle transenne che delimitavano il percorso che dovevamo seguire e gliela scagliai contro. Non ero capace di intendere e di volere, e per fortuna non colpii nessuno. Ma sì, feci volare una transenna e la vidi atterrare a pochi centimetri dai piedi di Wonho, quel maledetto scalatore di bias list.


Oook qui c'è qualquadra che non cosa (?)
A cosa si riferiva davvero YongGuk? E..beh, non serve nemmeno commentare il lancio di transenne tra Faith/Jimin ed il povero Wonho. E avete letto bene, il pov di Alis è tratto da fatti realmente accaduti perchè sì, IO E MIA SORELLA ABBIAMO DAVVERO VISTO YOUNGJAE APPOGGIATO ALLA TRANSENNA IN PIAZZA DUOMO E YONGGUK USCIRE DA UN MUSEO AGYDGYGDYEWA quelle ragazze che telefonavano fingendosi turiste e si sono viste il leader passare di fianco siamo noi mehehe.

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Capitolo 8
*** Chi cerca trova ***


Chi cerca trova
ISABEL POV
“Va tutto bene? Ti vedo pensieroso questa mattina.” mi chiese Sehun, notando come fissassi il vuoto da un paio di minuti. Gli sorrisi e lo rassicurai che stavo bene, nonostante avessi mille cose che mi frullavano in mente: ero rimasta turbata da quel brevissimo scambio di sguardi con Eunhyuk e mi si era chiuso lo stomaco da quanto mi sentivo a disagio in quella situazione. Sehun mi aveva fatto preparare un bicchierone di americano, dato che era il preferito da Donghae, e mi fissava in modo seriamente preoccupato: non era del tutto scemo, aveva intuito che c’era qualcosa di diverso in me…in lui.
“Oggi pomeriggio ho le prove con i membri, ma se ti va stasera potrei cucinarti qualcosa da mangiare. Che ne dici?” disse, dando un morso alla brioches alla crema che teneva tra le mani e sporcandosi intorno alla bocca di zucchero a velo.
“Per me va bene, basta che non dai fuoco alla cucina!” risposi, vedendolo finalmente ridere.
“Di certo farò meno danni dell’ultima volta che hai cucinato tu!”
Ah. Lee Donghae. Non voglio nemmeno sapere che hai combinato.
“Yah, non prendermi in giro!” continuai la conversazione, nonostante non sapessi a cosa si riferiva. Il mio cervellino, però, stava già organizzando un piano per scovare il diario di Donghae nel mentre che Sehun sarebbe stato alle prove.
“Ahahah per poco non mi bruciavi i capelli quella volta!” scoppiò in una sonora risata, strozzandosi quasi con la brioches. Io risi di conseguenza, nascondendomi il viso con entrambe le mani. Stavo davvero bene in sua compagnia, nonostante mi sentissi costantemente in imbarazzo a causa della sua infinita bellezza.
“La verità è che mi distraevi…” avevo letto così tante fan fiction che mi venne spontaneo stuzzicarlo. Lui arrossì, non rispondendomi. Improvvisamente, il suo telefono squillò, salvandolo dalla strada che stava prendendo la nostra conversazione.
“Yeoboseyo?”
“Sehun ah, dove sei? Non sai che ti sei perso!”
“Di che sta parlando?” non riuscivo a sentire bene chi fosse al telefono, ma dall’espressione facciale di Sehun era successo di certo qualcosa di ambiguo!
“Non hai letto su internet? Gdragon si è presentato qui in agenzia e chiedeva di Donghae! A quanto pare sta scrivendo una canzone  insieme a lui. Non te l’ha detto?”
Sehun strabuzzò gli occhi, volgendo poi lo sguardo verso di me. Che avevo fatto adesso?
“No, non lo sapevo...”
“Ah…ehm…beh, a quanto pare l’ha detto a Kai. Anzi, gli ha fatto un sacco di domande strane…comunque ora ti lascio! E, se sei con lui, digli che GD si trova ancora qui! Ciao ciao~”
“Ciao Lay hyung…” sospirò, riattaccando. Si alzò di scatto, lasciando sul tavolo metà colazione.
“Che succede? Dove stai andando?” gli chiesi preoccupata: il suo viso era completamente cambiato.
“Gdragon ti sta cercando in agenzia. Dovremmo tornare lì, o rischiamo di fargli perdere il suo tempo prezioso.”
HO CAPITO BENE??? QUEL GDRAGON? OK ISABEL, CALMA, VA TUTTO BENE, SI TRATTA SOLO DI PFF GDRAGON, CHE VUOI CHE SIA.
“Sta cercando me? E perché mai?” domandai. Effettivamente, che affari poteva avere il leader dei Big Bang con Donghae?
“Non state scrivendo una canzone insieme?”
…lo stavamo facendo? Mi sembrava così strano. Non avevo letto nessun rumor a riguardo e in ogni caso era insolito che proprio loro due UN ATTIMO. E se, in realtà, GD mi stesse cercando per…
“Oh, già. Si, ecco, mi aveva proposto di collaborare ad un brano, ma non so se accetterò.” visto come Sehun ci era rimasto male, decisi di mostrarmi disinteressata a questa cosa, anche se internamente mi si stavano sciogliendo le budella.
“Ok.”
OK? QUELL’OK ERA UN OK OK O UN OK CHECAZZOFAICONGD?
“Non essere geloso, è solo lavoro.” dissi poi, alzandomi dal tavolo e sorridendogli. Lui scosse la testa.
“Yah! Non sono geloso.” Lo era eccome. Ed era pure adorabile con le guanciotte rosse. “Ora muoviti. Non vorrei sentirlo sbraitare spazientito per tutta la SM!” rise. Ouh, Sehunnie, va bene tutto, ma non mi toccare il bias, ok? Uscimmo dal bar e ci avviammo, chiacchierando del più e del meno. Il marciapiede era affollato, nonostante fosse mattina presto. Eravamo quasi arrivati alla SM quando, da dietro di noi, sentii qualcuno gridare il mio nome. Mi voltai di scatto, mettendomi in punta di piedi per vedere meglio. Quanto sei nano, Donghae! Seguii il suono della sua voce e lo vidi. NON PUO’ ESSERE.

 

ELLY POV

Mi rialzai velocemente, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo davanti a me, quasi ne fossi rimasta incantata. Lui era appena uscito dalla sala prove e, involontariamente, ci eravamo scontrati lungo il corridoio. All’inizio non l’avevo nemmeno riconosciuto, visti i folti capelli biondi che gli coprivano la metà superiore del viso ma, non appena aveva spostato la frangia per potermi fulminare con i suoi piccoli occhi marroni, mi era mancato improvvisamente il fiato.
“Scusa, non ti avevo visto!” sussurrai, aspettando che anche lui si rimettesse in piedi. Il ragazzo si sbatté via la polvere dai pantaloni e mi sorrise, chiedendomi se mi ero fatto male. Non risposi: ero fin troppo intenta a fissare quel suo corpo così magro, ma allo stesso tempo atletico.
“Dove stavi andando così di corsa?” mi chiese poi, sventolandomi la mano davanti alla faccia per attirare la mia attenzione.
“Uhm? Ah, io cercavo una persona…Aspetta, ora che ci penso, proprio tu potresti aiutarmi a trovarla!!” gli sorrisi, lasciandolo fissarmi in modo alquanto perplesso.
“Sei sicuro di trovarti nell’agenzia giusta?” domandò, con tono sarcastico.
“Lo so, la mia presenza qui può sembrare strana, ma sono qui per un motivo ben preciso.” mi giustificai “Sto cercando proprio un membro del tuo gruppo!” era così tenero in quella sua espressione disorientata.
“Di chi hai bisogno? Alcuni membri oggi non si trovano in agenzia a causa delle loro schedules, quindi non…”
“Cerco Lee Donghae.” lo interruppi. Il suo viso divenne tenebroso non appena dalle mie labbra uscì l’ultima lettera di quel nome. Afferrò il borsone in cui teneva le sue cose e riprese il suo cammino, sputandomi contro un “Non so dove sia.”. Ero rimasta allibita da quella sua reazione: non c’era bisogno di essere così scorbutici!
“Mi è stato detto che era in sala prove, non l’hai incontrato lì?” gridai, voltandomi verso la direzione che aveva intrapreso. Il biondo si voltò verso di me, allargò entrambe le braccia e, con un tono di voce tra lo scocciato e l’innervosito, mi disse che non sapeva più nulla di Donghae.
“Che intendi dire?” gli chiesi, confusa da quel suo atteggiamento. Lui mi sorrise tristemente.
“Chiedilo a Sehun.” disse, riprendendo il suo cammino e non voltandosi più indietro, nonostante lo chiamassi a gran voce.
Avevo appena incontrato Lee Hyukjae, l’ultimate di Isabel, ed ero in stato confusionale. Di che diavolo avevamo parlato? Che c’entrava Sehun? E perché il suo atteggiamento nei miei confronti era cambiato così bruscamente? Dopotutto, non gli avevo chiesto nulla di insolito. Senza abbattermi, arrivai alla sala prove, ma mi resi conto che, ormai, non c’era più nessuno. Avrei forse dovuto chiedere di Sehun? Non sapevo davvero che fare.
Iniziai a sentirmi a disagio in quel luogo: più tempo passavo lì dentro, più le persone che mi passavano accanto mi guardavano, bisbigliando tra loro. Immaginavo che la mia presenza lì fosse alquanto insolita, ed ero certa che ci sarebbero state delle conseguenze, ma la mia priorità era trovare Isabel e nemmeno Eunhyuk aveva voluto aiutarmi. Cominciai a considerare l’idea di tornarmene alla YG e cercare di trovare da sola una soluzione al casino che avevo combinato. Mi avviai verso l’uscita dell’edificio, lasciando detto in segreteria di farmi richiamare non appena Donghae sarebbe rientrato. L’auto del mio autista mi aspettava proprio dove l’avevo lasciata. Era già in moto, quasi aspettasse con trepidazione di andarsene. Salii e chiesi di essere riportato in agenzia, sfregandomi nervosamente le mani all’idea di ciò che mi aspettava a casa. L’auto si avviò lentamente, immettendosi nel traffico delle strade di Seul. Afferrai il telecomando che avevo accanto al sedile ed accesi la piccola tv che si trovava incastrata nel sedile di fronte al mio. Un’auto proprio da poracci, an GD? Feci zapping tra i canali, senza soffermarmi in uno in particolare. Ad un certo punto, però, vidi un ragazzo dalla chioma verde scuro paparazzato fuori da un edificio. Ma…QUELLO SONO IO! Rimasi allibita da come la notizia si fosse diffusa così velocemente. Ero appena uscita e circolavano già le mie foto in tv. Essere Gdragon non era poi così semplice. A quanto pare, il mondo si stava chiedendo che ci facessi alla SM. Collaborazione? Relazione con una Girls’ Generation? Spero che nessuno faccia girare la voce che devo scrivere una canzone su Kai nudo con Donghae!
Guardai fuori dal vetro oscurato, cercando di non ascoltare ciò che dicevano su di me e sui miei capelli improbabili alla tv quando, improvvisamente, i miei occhi si posarono su una figura che mi era fin troppo familiare. Quei capelli marroni, con la frangia alzata, i jeans stretti a fasciargli le cosce e la camicia a quadri bianca e blu, il sorriso da dinosauro e gli occhi piccini, le mani grandi e Oh Sehun di fianco…OH SEHUN???
“PORCO CANE!” strillai, scendendo dalla macchina in corsa: per fortuna eravamo imbottigliati nel traffico e stavamo andando all’incirca ai 35 km/h. Erano loro, non avevo dubbi! Corsi il più velocemente possibile per raggiungerli, ma purtroppo quel marciapiede era iper affollato.
“DONGHAEEEE!!” gridai a pieni polmoni, vedendolo girarsi verso di me. Forse, non era stata una buona idea urlare il suo nome in mezzo a possibili fan-
Lo vidi sorridermi: Isabel aveva forse capito? Mi salutò con la mano, tenendola alzata in modo che non lo perdessi di vista in mezzo alla folla. Vidi alcune persone fermarsi a chiedergli una selca e lui accettò senza problemi. OPS. Colpa mia. Ero quasi riuscita a raggiungerli che una mano afferrò il mio braccio ed iniziò a trascinarmi indietro. Mi voltai di scatto e vidi un ragazzo incappucciato stringere forte la presa su di me, impedendomi di proseguire.
“Che diavolo ti prende oggi? Hai proprio voglia di uno scandalo?” tuonò. Riconobbi immediatamente quella voce. Che ci faceva lui lì e perché non voleva che raggiungessi Donghae? Mi dimenai, cercando di liberarmi, ma il corpicino di Gdragon è così deboluccio. Figlio mio, devi fare un po’ di pesi!
“Lasciami andare! Ho bisogno di parlare con lui! Solo cinque minuti!” gridai, cercando con la mano di alzare le sue dita che stringevano il mio avanbraccio.
“Stanno già sparando fin troppe cazzate su di te stamattina, ti conviene tonare in agenzia.” mi disse poi, lasciandomi andare.
“E’ per questo che sei venuto a cercarmi?” chiesi, massaggiandomi il rossore sul braccio. Lui non rispose, anzi, si voltò dall’altra parte e scomparve tra la folla. 


Uh. Isabel ed Elly sono ad un passo da incontrarsi- ma chi si sarà imposto tra Gdragon e la sua meta? E cosa c'entra Sehun con la Eunhae?
 

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Capitolo 9
*** Telefono senza fili ***


Telefono senza fili
ALIS POV

Vagavo da un paio d’ore per le strade semi deserte di Londra. Ero pur sempre Alis, era ovvio che mi sarei persa in una città sconosciuta. Avevo più volte provato a chiamare YongGuk al telefono, ma a quanto pare Youngjae non aveva una tariffa per le chiamate all’estero. Oltretutto, il mio inglese faceva alquanto pena, quindi mi era impossibile chiedere aiuto ai passanti. Nel panico più totale, decisi di cercare un negozio con il free Wifi, in modo da chiedere aiuto tramite internet. La conseguenza, però, fu che mi allontanai sempre più dal punto in cui mi ero persa e, di conseguenza, dal punto in cui avrebbero iniziato a cercarmi. Lo so, sono un fottuto genio, non serve che me lo diciate. La cosa ancora più buffa era che non ero nemmeno riuscita a seguire correttamente le indicazioni per raggiungere il McDonald, ritrovandomi nel bel mezzo di un parco per bambini. Ah, perché mi caccio sempre in situazioni del genere? Rimanere da sola con i miei pensieri, però, mi aveva dato la possibilità di riflettere su ciò di cui avevo parlato quella mattina con il mio leader. Che cosa si era raccomandato che facessi? Era forse il caso che lasciassi che se ne occupasse lui? L’angoscia mi chiuse lo stomaco: l’unica cosa che avevo capito di tutto quel discorso era che, in qualche modo, c’entrava Daehyun. E, questa cosa, mi metteva ansia. Mi sedetti su una delle panchine del parco e cercai di tranquillizzarmi. Pensavo che lì sarei stata al sicuro dalle fan, ma improvvisamente vidi due ragazze avvicinarsi a passo spedito verso di me. La tentazione era di fuggire in modo abbastanza disinvolto, ma la verità era che non sapevo nemmeno dove si trovasse l’uscita del parco. Quando mi raggiunsero, si sgomitarono tra loro, per costringersi l’un l’altra a rivolgermi la parola: erano decisamente mie fan.
“Hi! Are you B.A.P.’s Youngjae?”
…che ha detto? Il mio inglese era talmente pessimo che presi a salutarle con la mano, convinta che poi mi avrebbero lasciata in pace. Ma loro rimasero lì impalate, a ridacchiare imbarazzate. Blaterarono un sacco di parole strane, facendomi sentire estremamente a disagio: non avevo capito mezza sillaba. Decisi dunque di snobbare ciò che mi avevano detto e di prendere l'iniziativa: con il mio improbabile inglese, chiesi alle ragazze se sapevano dove avrei potuto trovare il Wifi. Loro si scambiarono uno sguardo alquanto agghiacciante, sorrisero tra loro ed annuirono, facendomi segno di seguirle. UHM. PERCHE’ STA COSA MI SA DA MAFIA? Non avevo molte alternative però: o mi sarei fatta chiaramente rapire da due Babyz, o sarei stata divorata dai piccioni del parco. Decisi scioccamente di andare con loro, tenendo stretto tra le mani il mio cellulare, come se mi fosse davvero servito a qualcosa. Lungo la strada, non facevano altro che farmi foto e parlarmi in inglese, ridendo del fatto che non riuscivo a seguire i loro discorsi. Non ero del tutto scema, però: mi ero resa conto che non mi stavano portando fuori, dove probabilmente avremmo trovato un negozio con internet accessibile, ma ci stavamo addentrando sempre di più nel parco. Nonostante non fosse grandissimo come posto, avevo perso l’orientamento circa quattro passi dopo la panchina su cui ero stata seduta. Piano piano, iniziai a prendere sempre più le distanze da loro, fingendomi troppo concentrata sul mio telefono per stare al loro passo. Improvvisamente, però, sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla: OH NO, ALTRE FANGIRLS. Mi voltai di scatto, pregando che fosse YongGuk. Quello che vidi, però, era decisamente meglio.
“Per fortuna dovevi tornare presto!” quei suoi denti bianchissimi mi avevano accecata.
“C-come hai fatto a trovarmi?” balbettai, ancora sciolta nei feels per la bellezza angelica del mio ultimate. Daehyun mi sorrise, grattandosi la nuca con la mano destra.
“E’ strano come, nonostante perdiamo l’orientamento, la vita ci faccia rincontrare sempre, no?”
Ok. Ora so come ci si sente ad essere il bastoncino di legno avvolto dallo zucchero filato. Non ebbi nemmeno le budella per rispondere ad una smanceria del genere. QUANTO TI SI PUO’ AMARE. Poi riprese.
“Beh, in realtà avevo fame e, seguendo le indicazioni per il McDonald, mi sono perso!”
Bene, così si spiega tutto. Ma quale “guidato dall’amore”; stavi cercando cibo e sei rincoglionito tanto quanto me che ti sei perso nel mio stesso modo. Quando si dice “sei tale e quale al tuo ultimate”.
“Ah, grazie tante!” gli dissi, ridendo. Lui fece lo stesso, con quella sua risata soave da foca.
“Andiamo, ti stanno tutti cercando!” disse, facendomi cenno di avviarmi. Si occupò lui delle due ragazze, facendosi una foto con loro e ringraziandole di aver badato a me per quel breve lasso di tempo. Mi sembrò quasi di guardare il principe azzurro accorso a salvare la damigella in pericolo.
Finalmente, riuscimmo ad uscire dal parco e a raggiungere il McDonald: era più semplice del previsto! Non appena ordinammo e ci sedemmo al tavolo, mi collegai al Wifi ed avvisai YongGuk che stavo bene e che mi trovavo al sicuro con Daehyun. La sua risposta fu alquanto ambigua.
“E’ il momento giusto, non trovi?”
Ignorai quel messaggio e diedi un morso alla ciambella che avevo nel vassoio: tutto quel camminare inutilmente mi aveva fatto venire una fame assurda. Di fronte a me, Daehyun aveva ordinato un paio di panini, una bibita gassata fredda e due porzioni di patatine fritte. Ci tengo a precisare che erano circa le 7.30 del mattino.
“Come fai a mangiare tutta quella roba a quest’ora?” gli chiesi, sputacchiando briciole di brioches un po’ ovunque. Lui sorrise, spremendo la maionese sulle patatine.
“Perché non dovrei? Tanto stasera queste calorie me le farai già bruciare!”
Ma vaffanculo va. Come può una poi pretendere di restare lucida di fronte a certe cose. Emisi un ultrasuono che neanche i pipistrelli e nascosi la testa dietro la mega ciambella che tenevo tra le mani.
“Non mi dirai che sei improvvisamente diventato timido!”
“PIANTALA.” gridai, sentendomi la faccia sfogare. Che, oltretutto, mi diceva certe cose indossando una camicia bianca sbottonata un po’ più del dovuto. La vita è così difficile a volte.
“Cambiando argomento, hai visto che cos’hanno combinato i tuoi amici Bangtan?” disse, spolliciando sullo schermo frantumato del suo telefono. No, non sapevo che avevano combinato i BTS. TI PARE CHE CON TE DAVANTI VADO A CERCARE NOTIZIE SU JUNGKOOKIE?!? Che poi magari ti incazzi perché ti è troppo vicino in bias list. Voltò il telefono e mi fece leggere un articolo che si riferiva all’evento a cui aveva partecipato il gruppo. Non appena lessi il titolo, capii dove si trovava Faith.

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FAITH POV

So cosa state pensando, ma l’ho fatto per una giusta causa. E vi dirò di più: i coreani sono dei creduloni. Il fatto che avessi scagliato contro Wonho una transenna aveva frantumato in 2.0 la reputazione da bravo ragazzo di Jimin, ma ero riuscita brillantemente ad uscire da quella situazione scomoda. Mi era bastato inventare che, a causa delle pillole che prendevo per l’influenza, avevo avuto un’allucinazione. Semplice, no? Era una scusa talmente assurda e campata in aria che ci credettero tutti. Ovviamente, la notizia aveva già fatto il giro del web, ma ero riuscita a tirarmi fuori da quello scandalo ad una velocità tale che Britney Spears chi te conosce. La sfilata non era stata un gran ché, ma fortunatamente avevamo preso parte all’after party, che altro non era che un brunch per idols. C’erano un’infinità di gruppi che seguivo e di bias che adoravo, ma in quella giornata avevo già fatto abbastanza casino. Mi sentii quasi in dovere, nei confronti del malcapitato corpo che stavo occupando, di ignorare tutto e tutti e di comportarmi diligentemente. Avevo provato più volte ad avvicinarmi al povero Wonho per chiedergli nuovamente scusa, ma ogni volta che ci provavo, lui si nascondeva dietro ad un membro del suo gruppo. Piccino, se ogni tanto ti mettessi un maglione a collo alto non succederebbero cose del genere.
“Ti senti un po’ meglio?” il buon caro vecchio Namjoon continuava a chiedermi come stavo. Riuscivo chiaramente a leggere nei suoi occhi tutta la preoccupazione che aveva, ma non potevo dirgli che stavo da dio: dovevo fare un po’ di scena, per tenere buona la mia scusa.
“Vedo ancora qualche ombra, ma sto bene, non preoccuparti. Mi passerà.” lo rassicurai. Lui mi sgridò perché non sapeva che fossi malato, e se gliel’avessi detto si sarebbe occupato di me. Aw, leader. Mi sentivo un po’ in colpa a vederlo così, ma più di tutto mi sentivo in dovere di scusarmi con quel mio poveraccio di bias, vittima della mia ira. Tentai di nuovo di avvicinarmi a lui e, prontamente, si nascose dietro a Hyungwon. Voi non potete capire quanto quel dinosauro rachitico sia bello dal vivo.
“…Ehi!” esordii, salutando Wonho con la mano. Lui iniziò a piagnucolare e ad implorarmi di non tirargli dietro un vassoio.
“Tranquillo, l’effetto allucinogeno mi è passato!” dissi, buttandola sul ridere. Lui non rise, anzi, affondò il viso nella scapola di Hyungwon. Si, ma, tesoro mio, non farmi salire i feels da OTP, sennò altro che vassoio, ti tiro dietro direttamente la passerella.
“Hai sentito? E’ tutto apposto ora, non devi avere paura!” cercò di tranquillizzarlo Hyungwon, riuscendoci. Il biondo, infatti, si ricompose e si scusò per il suo comportamento infantile. Ragazzo mio, sono io quella che ti ha tirato dietro una transenna di ferro, sono io che dovrei scusarmi.
“Scusami tu, avrei dovuto stare più attento alla mia influenza!” dissi, passandomi una mano tra i folti capelli neri. Non so perché, ma l’essere Park Jimin mi faceva fare certi gesti in automatico.
“Certo che la tua mira è davvero pessima!” tuonò Jooheon, sbucando dal nulla.
“Beh, almeno io gli occhi ce li ho!” …no. Non posso averlo detto davvero. Essendo che Isabel aveva un leggero attaccamento morboso a Jooheon, scherzava sempre sul fatto che lui avesse due micro fessure al posto degli occhi. Quella battuta, dunque, mi era scappata dalle labbra da sola. Che poi, ripensandoci, non è che Jimin sia messo poi tanto meglio.
“AHAHAH questa è bella!” intervenne I.m, rendendo il tutto meno imbarazzante. Jooheon, fortunatamente, non se l’era presa: chissà quante volte gli avranno fatto battute del genere.
“Che ne dite di berci qualcosa in compagnia, per fare pace?” propose il re dell’aegyeo, alzando al cielo il suo bicchiere, colmo fino all’orlo di un analcolico arancione. Sinceramente, stare così vicina a Wonho mi risultava estremamente difficile: lui era così bello e così poco vestito che non sapevo se sciuparlo a furia di tenere gli occhi su di lui o se guardare altrove, per non rischiare di tirargli dietro qualcos’altro. Stavo per uscirci scema da quell’evento! Decisi, però, di prendere parte al brindisi analcolico e di godermi quella bevuta con i Monsta X. Quando mai mi sarebbe ricapitata un’occasione del genere? Se l’avessero saputo, le ragazze mi avrebbero odiata! Passai del piacevole tempo in loro compagnia, tra risate e foto di gruppo. Mi feci anche una selca con Wonho, obbligandolo poi a postarla su tutti i social per rassicurare i suoi fan e per salvarmi le chiappe. Poverino, si vedeva che era ancora spaventato da me: le sue mani tremavano leggermente mentre cercava di scrivere sul cellulare! Avere Jooheon lì a portata di mano, però, mi fece sentire un po’ strana: come avrei voluto far conoscere Jungkook ad Alis, mi sentivo in dovere di far incontrare Jooheon ed Isabel. Il problema, però, era che non avevo idea di chi fossero. Per quanto riguardava Alis, poteva benissimo essersi trasformata nel burro cacao di Daehyun. Isabel, invece, aveva chiesto di reincarnarsi in Donghae, no? Ma, dato che la gallina dei Got aveva funzionato in modo così ambiguo per me, temevo che anche lei avesse avuto qualche sorpresina. Decisi, dunque, di scambiarmi il numero di cellulare con il rapper e di farmi assicurare che, nel caso in cui l’avessi chiamato per presentargli una persona, lui sarebbe corso subito da me. Lui accettò, non facendomi domande: con quel lancio di transenna avevo acquistato un certo rispetto! Stranamente, anche il mio bias volle il numero di Jimin. Temevo volesse denunciarmi, ma a quanto pare voleva solo rimanere in contatto con me/lui. DOLORE. COME POSSO VIVERE SAPENDO CHE WONHO HA IL MIO NUMERO? Prima di trasformarmi in un super sayan mestruato, tornai dai miei amici BTS, recuperando un po’ di quiete emotiva. Non potei però non notare come Jeon Jungkook mi fissava: sentivo i suoi occhi infuocati trapassarmi la faccia. E, come se non bastasse, le braccia incrociate sul petto e il suo picchiettare il piede al suolo non promettevano nulla di buono. Avevo forse fatto ingelosire qualcuno? Durante il viaggio di ritorno, non mi rivolse la parola; così, dopo pranzo, mi feci coraggio e mi convinsi a parlargli, cercando di pesare ogni singola parola: infondo, non sapevo se la Jikook fosse reale o se quella sua cotta fosse solo la conseguenza del mio desiderio. Feci un respiro profondo e camminai verso di lui quando sentii il cellulare vibrarmi nella tasca dei pantaloni. Lo estrassi e diedi un’occhiata al messaggio che avevo ricevuto: mi era stato inviato uno screen e, non appena lessi il commento in allegato, capii.


Eccoci qui^^Youngjae è stato finalmente salvato e tra Jimin e Wonho sembra sia tornata la pace! Ma chi avrà scritto a Faith?

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Capitolo 10
*** Chi trova un amico, trova un bias ***


Chi trova un amico, trova un bias
 
ISABEL POV

Mi stropicciai gli occhi svariate volte, accertandomi che ciò che stavo guardando fosse reale: Kwon Jiyong era proprio lì. Lui, i suoi tatuaggi, il suo sorriso e i suoi improponibili capelli verdi. Non riuscii bene a decifrare che tipo di emozione stessi provando: si, lui era Gdragon, ma allo stesso tempo non lo era. Passammo diversi minuti a fissarci negli occhi, aspettando che uno dei due si decidesse a prendere la parola. E, finalmente, lui lo fece.
“…Sei tu?” disse, quasi sottovoce.
“…Se tu sei tu, io sono io.” risposi. Non ero ancora certa che fosse davvero Elly; forse, Donghae e GD stavano davvero producendo una canzone insieme. Lui fece una smorfia confusa, indeciso su come replicare. Ma, di lì a pochi secondi, avrei avuto la conferma di ciò che sospettavo.
“OH. PORCO. CANE.” esclamò il ragazzo, vedendo Sehun raggiungerci. Era Elly. Decisamente.
“Respira. Cerca di non sembrare strana!” le raccomandai, sorridendole. Lei mi sorrise di rimando, felice di esserci finalmente incontrate. Purtroppo però, una fangirl è pur sempre una fangirl: non appena Sehun si fermò accanto a me e si inchinò a Gdragon, il ragazzo iniziò ad emettere una sottospecie di ultrasuono trattenuto. La sua faccia era diventata completamente rossa, quasi stesse per esplodere. Cercava invano di mordersi le labbra per non gridare, ma non sarebbe riuscita a resistere per molto: Sehun le causava già abbastanza problemi attraverso lo schermo del pc, figuriamoci ad un metro di distanza.
“S-stai bene hyung?” gli chiese il moro, vedendolo alquanto in difficoltà. Jiyong annuì, con tanto di pollice all’insù. Sì sì, stava benissimo. Si stava solo strozzando nei suoi stessi feels.
“Sehun, ti dispiace lasciarci soli un paio di minuti? Ti raggiungo subito.” intervenni, prima che Elly collassasse. Il ragazzo annuì e si mise in disparte: quella mia richiesta l’aveva visibilmente infastidito, ma non avevo altra scelta. Non potevo permettere che Elly lo stuprasse per strada! Quando fu abbastanza lontano da noi, mi voltai nuovamente verso Gdragon: finalmente potevamo essere noi.
“ISABEL. L’HAI VISTO ANCHE TU, VERO?” mi disse, iniziando a riprendere un colorito umano. Io scoppiai a ridere, annuendo.
“CIOE’- SEHUN. ISABEL…E’ SEHUN.” balbettò, indecisa se indicarlo oppure no.
“Si, l’ho visto. Mi sono svegliata nel suo letto stamattina.”
“CHE COSA?” squittì. Io annuii. Il suo viso divenne nuovamente rosso fuoco ed iniziai a preoccuparmi per la mia incolumità: io ed Elly avevamo entrambe Sehun come bias.
“CIOE’- TU TI SEI SVEGLIATA CON SEHUNNIE E NON ME L’HAI DETTO?” iniziò a sgridarmi.
“Te lo sto dicendo adesso.” mi giustificai, indietreggiando per sicurezza. Lei effettuò diversi respiri profondi, cercando di contenersi.
“E…PER CASO EH…HAI VISTO…IL SEBOOTY?” ecco dove voleva arrivare. Purtroppo l’avevo solo intravisto, ma era stata comunque una visione celestiale. Quando le raccontai per bene come quei boxer scuri fasciassero il posteriore di Sehun, vidi la sua testa gonfiarsi: ah, i feels.
“PORCO CANE! Non è giusto! Anch’io voglio! Gli hai fatto una foto?? Eh? Gli hai fatto una foto per me, vero? Guarda che non ti parlo più se non gliela fai!” iniziò a parlare talmente a raffica che non sapevo più come fermare quel suo vomito di parole.
“Elly, calmati! Non vorrai mica farti sentire da qualcuno!” le ricordai che non era un idol qualsiasi: lei era GD porca miseria, doveva stare attenta ad ogni sua minima azione!
“Ah, ma tranquilla, ho già fatto un sacco di casini stamattina, uno in più non fa male!” …Wut-
“M-ma…povero il mio bias, devi trattare bene il suo corpo, non è che puoi prendere ed and- OH ASPETTA. T-TU HAI…I-IL CORPO DI…ELLY. DIMMI CHE TI SEI FATTA UNA DOCCIA.”
“…che? No, perché mai avrei dov- OH. PERCHE’ NON C’HO PENSATO.”
Quando hai addosso il corpo di Jiyong, non puoi non sfruttarlo.
“Elly, mostrami gli abs.”
“Cosa?! Sei matta?! No, mi vergogno.”
“Ha qualche tatuaggio in posti che nessuno può vedere?”
“N-non lo so, non ho guardato! YAH togli le mani dalla mia maglia! E’ costosa!”
“Elly, hai il corpo di GD porca vacca baldracca, io devo vederlo.”
“Beh ma tu hai il corpo di Donghae e anch’io voglio vederlo!”
“Toglimi le mani di dosso! Non ho intenzione di denudarmi!”
“Ma non è nemmeno il tuo corpo!”
“Si ma…ci sono comunque io dentro!”
Non so esattamente che cosa abbiano pensato le persone attorno a noi: Kwon Jiyong e Lee Donghae si stavano beatamente strattonando a vicenda la maglietta per strada.
“Isabel. Ho appena realizzato una cosa.” mi disse poi, tenendo saldamente i lembi della mia camicia a quadri.
“Che forse dovremmo incontrarci in un luogo meno trafficato e lontano dalle fotocamere?” tirai ad indovinare, sapendo che, in tutto quel trambusto, qualcuno ci aveva di certo scattato delle foto. Lei scosse la testa, facendo gli occhi da cucciolo.
“Mi sono accorta che tu sei il mio bias ed io sono il tuo! Aww siamo collegate!”
CHE COSA CUTIE. Non c’avevo pensato: lei era diventata non solo il mio bias dei Big Bang, ma anche il mio ex ultimate, mentre io ero il suo neo bias dei Super Junior.
“Tu sei il mio bias, io sono il tuo, e a cinque metri di distanza c’è il NOSTRO bias. Sia benedetta la gallina dei Got!” le dissi, vedendo i suoi occhi brillare.
“Oh, puoi ben dirlo! Anche se…ti ho cercata perché ho bisogno di un consiglio. Ho combinato un gran casino e non so davvero che devo—WAH!”
Il ragazzo incappucciato che aveva già tentato di allontanare Elly da me l’aveva afferrata per un braccio e, dopo essersi inchinato a me per rispetto, aveva ripreso a trascinarla via, cercando di non farsi notare dai passanti. Non riuscii bene a distinguere il suo viso visto che indossava cappuccio e mascherina, ma il tono della sua voce l’avrei distinto tra mille.
“Penso che sia il caso che vi troviate da un’altra parte a chiacchierare. Non so se vi rendete conto di ciò che sta già circolando in rete. Vi sembra il modo di comportarvi? Sembra che non siate mai stati idols in vita vostra!”
Senza nemmeno saperlo, aveva centrato il punto.
“Seunghyun hyung, ti ho chiesto solo pochi minuti, non serve che ti alteri in questo modo!” gli sbraitò contro Elly, liberandosi dalla sua presa. Lei, almeno, aveva avuto la prontezza di rispondergli: per quanto riguardava me, avevo assunto la consistenza di una gelatina alla mela.
“Isab- Donghae, lasciami il tuo numero, così ci organizziamo per produrre QUELLA canzone.” mi disse poi, facendomi l’occhiolino. Collegai finalmente il cervello e le risposi che, beh, io non sapevo il mio numero. E, dato che nemmeno lei sapeva quello di Gdragon, eravamo nella cacca.
“Andiamo, forza. Ti stai solo mettendo in ridicolo.” tuonò Top, trascinandola via con sé e spingendola dentro l’auto con cui era arrivata. Dopo avermi salutata ed essersi scusato, entrò anche lui in auto, sbattendo con forza la portiera. Io rimasi pietrificata di fronte a quella scena: davvero avevo appena incontrato Top? E davvero lui si era incazzato così tanto con Gdragon solo perché stavamo chiacchierando in modo ambiguo? Che poi…che cosa aveva combinato Elly? Era già riuscita ad incasinare la vita di GD in una sola mattinata? Ciononostante, ero davvero felice di essere riuscita a trovare almeno una delle ragazze. Iniziavo a sentirmi un po’ meno sola in quella mia nuova vita e di certo lei mi avrebbe aiutata a sistemare le cose tra Eunhyuk e Donghae. Con il cuore un po’ più leggero, mi voltai in direzione di Sehun, per tornare finalmente in agenzia. Lui, però, non c’era più. Nonostante chiamassi il suo nome a gran voce, nessuno mi rispose, anzi, attirai ancor più fan, che mi chiesero addirittura delle spiegazioni su quel mio incontro con il leader dei Big Bang. Iniziai a sentirmi strana, quasi…in colpa. Sehun se n’era andato senza avvisarmi ed io non me n’ero nemmeno accorta.

E finalmente Isabel ed Elly si sono incontrate ^^ 
Un incontro un po' ambiguo, ma dettagli. Chissà perchè Top se l'è presa così tanto. E dove sarà andato Sehunnie?

 

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Capitolo 11
*** Seconda stella a destra e dritta a fanculo ***


Nb: ringrazio Elis per il contributo ^^ e Fede, avevo scelto il titolo prima di scoprire che hai scritto una canzone a riguardo-- sei una donna piena di sorprese.

Seconda stella a destra e dritta a fanculo

FAITH POV

“AHAHAHAGAGAGAHAHA Ciao Faith!”
Quel messaggio fu tanto gradito quanto inaspettato. Il fatto che avessi quasi ammazzato il mio bias con una transennata aveva, evidentemente, indicato alle ragazze in chi ero stata trasformata. Io, però, non avevo ancora la certezza di chi fosse il vero mittente. Anche se, quella risata scritta in modo così goffo, poteva essere solo di una persona.
"ALIS. Ma, sei...YoungJae?"
"Yes, per mia sfortuna. O fortuna. Non l'ho ancora deciso. Ah, sono così contenta di averti trovata finalmente! Ma tu perché sei Jimin? Non volevi Kai nudo nel tuo letto?"
"Sì amica mia. Ma la gallina dei Got mi ha fregata e ha realizzato il primo desiderio che avevo espresso, cioè vedere un Jungkook così uke da.."
"Jungkook non è uke."
"E invece la gallina dice che lo è."
"Non è possibile che sia- Aspetta, MA TU HAI VISTO JUNGKOOK?"
"Mi ci sono svegliata insieme in realtà."
"TI ODIO."
"Ma dimmi un po', quindi la DaeJae è reale?!"
"NO."
"Ma come no? Non volevi palpare le labbra di Daehyun? E se sei Youngjae.."
"NO."
"Non puoi negarlo cara mia"
"Faith. Stamattina mi sono svegliata con Daehyun. La sua faccia era davanti a me. Le sue labbra erano davanti a me. È davanti a me anche in questo momento in realtà. E ha una camicia. Lo odio. E se te lo stai chiedendo, sì, le sue labbra sono davvero così enormi come sembra. Poi c'è YongGuk che dice cose strane e fa strane proposte indecenti."
"Y-YongGuk?"
"Ah, non so che fare. Ma tu? Come fai con Kai? Devi cercare un'occasione per vederlo."
"Sarebbe bello, ma Jimin alla SM? Cosa direbbero tutti?"
"Mmh..magari uscirebbero delle voci su Jimin che ha una relazione con qualcuno alla SM. Faith, ti immagini Jimin e Kai insieme? Ma insieme insieme? Cioè proprio che stanno insieme?"
"ALIS. CHE CAZZO STAI DICENDO? NON TI AZZARDARE...fa caldo oggi o sono io?"
"Ti devi inventare qualcosa, perché avere davanti il proprio ultimate è…anzi no, scappa da Kai e sopravvivi."
"Ajajajajaja ok ci penserò, ma prima devo comunque liberarmi di un Jungkook un po' troppo appiccicoso."
"Che vuol dire che devi liberarti di Jungkook? No, abbraccialo in mio onore!"
"Stai pensando a Jungkook con il tuo ultimate davanti."
"L'ho già detto che ti odio? Sappi che sto messaggiando con te invece di stare ad ammirare Daehyun. Pensa quanto ti voglio bene. A proposito di Daehyun, mi sta facendo strani gesti, mi sa che devo lasciarti. Da quello che ho capito dovremo tornare presto a Seoul, quindi quando sono lì dobbiamo incontrarci e capire cosa fare, soprattutto per cercare le altre."
"D'accordo. Io ora devo andare a fare pace con Jungkook."
"Cosa? Perché? Non trattare male Jungkook!!"
"E tu non dire mai più una cosa come "Kai e Jimin insieme insieme", sennò sai dove puoi andare."
"Ciao Faith."
"Fanculo Alis."
Che cosa era appena accaduto? Jimin e YoungJae avevano appena avuto una conversazione alla Faith ed Alis. Stava accadendo davvero? Il fatto che avevo finalmente trovato una delle ragazze mi rincuorava non poco: ritrovarsi in una situazione come la nostra è totalmente spiazzante ed affrontarla in gruppo può essere sicuramente d’aiuto. Tirai un sospiro di sollievo, tenendo per qualche istante gli occhi serrati: povera Alis, chissà che infarto avrà avuto la prima volta che si è guardata allo specchio. Conoscendola, si sarà odiata a morte per essere YoungJae! Un po’, però, la invidiavo: perlomeno, lei stava passando del tempo col suo ultimate. Io, invece, ero stata talmente fortunata che dovevo inventarmi un discorso sdolcinato che manco Federico Moccia ai tempi d’oro per fare in modo che quello scricciolo imbottito di fruttolo agli steroidi si cancellasse quel broncio dal viso e tornasse a sorridermi. Mi avvicinai lentamente a lui, allentando la cravatta nera che mi stringeva il collo. Mi accucciai di fronte al maknae che, come un’incazzata ragazzina adolescente che si rispetti, voltò lo sguardo dall’altra parte, arrossendo. Era inutile che cercasse di evitare il mio sguardo, sapevo che non avrebbe resistito a lungo senza guardarmi.
“Ehi…c’è qualcosa che non va?” ammetto che “Yo, scusa se ho sbavato su Wonho mezzo nudo, facciamo pace in camera?” sarebbe stato più chiaro e diretto, ma dovevo girarci intorno, cercando di capire se la Jikook fosse stata reale anche prima della gallina. Lui non mi rispose, continuando ad ignorare il mio sguardo. Al che decisi di agire come da fan fiction: afferrai con due dita il suo mento e girai il suo viso verso di me, in modo che non potesse non annegare nei piccoli occhi neri di Jimin. Rimase a bocca aperta per qualche secondo, quasi incantato dalla bellezza del viso che si trovava a pochi centimetri dal suo naso. Le sue pupille nere vagavano impazzite di qua e di là, guardando attentamente ogni singolo centimetro di quel mio faccione tondo. Sembrava quasi che desiderasse quel momento da chissà quanto tempo, che la sua mente lo stesse facendo viaggiare tra le nuvole mentre il suo sguardo bisognoso non mi si staccava di dosso. Avevamo forse fatto pace?
“J-Jimin…” balbettò, deglutendo rumorosamente. Io gli sorrisi, dandogli il tempo di cui aveva bisogno per completare la frase.
“…T-tu sei…u-un…UN IDIOTA!” sbraitò, facendomi cadere all’indietro ed alzandosi di scatto. Oh andiamo, non poteva essersela presa così tanto per le due chiacchiere che avevo scambiato con Wonho.
“Jungkook aspetta!” gridai, rialzandomi goffamente. Lui era già fuggito fuori dalla stanza, lasciando la porta spalancata dietro di sé. Feci due passi in fretta e raggiunsi il corridoio notando, pochi passi più in là, una figura rannicchiata con la testa appoggiata al muro. Le sue spalle si muovevano su e giù come fosse in preda a degli spasmi e le sue ginocchia strette nei pantaloni scuri tremavano flebilmente. Oh, Jeon Jungkook, non piangere.
“Mi dispiace. Lo sai che sono un idiota, no? Tu lo sai meglio di chiunque altro. Non dovrebbe stupirti il fatto che io commetta degli errori, lo faccio sempre.” dissi sottovoce, sedendomi a terra accanto a lui e poggiandogli una mano sulla spalla. Lui non si voltò, ma improvvisamente i suoi singhiozzi si interruppero. Tirò su col naso, si asciugò le lacrime con il dorso della mano e respirò a fatica.
“Era lui?” chiese, con la voce tremolante.
“Lui chi?”
“Wonho. Al telefono.”
“Cosa? No, che ti salta in mente.” non sarei viva al momento se fosse stato davvero Wonho.
“Allora perché sorridevi?” improvvisamente ruotò sui suoi stessi piedi e mi puntò i suoi infuocati occhi neri in viso. SALVATEMI.
“Ehm…sorridevo perché mi ha scritto YoungJae hyung. Dice che stanno per tornare in città e voleva sapere se potevamo incontrarci, nulla di più.” dissi, immaginandomi un’eventuale uscita a quattro con conseguente funerale di Alis. Jungkook sbarrò gli occhi, come se dalla mia bocca fosse uscita la peggiore delle stronzate.
“YoungJae? QUEL YoungJae?” gridò, innervosito. Oh merda. Qui le cose vanno di male in peggio.
“Se ti riferisci a YoungJae dei Got7 no, la sua gallina mi ha già creato abbastanza problemi. Io parlo di Youn- “ il rumore della sua sberla sulla mia guancia paffuta riecheggiò lungo tutto il corridoio. Quel suo gesto improvviso fu tanto veloce quando doloroso: che cosa avevo fatto di male adesso?
“Siete i peggiori amici che io potessi mai avere.” disse poi, allontanandosi nuovamente da me. Questa volta, però, non lo seguii. Quello schiaffo non aveva colpito solo il mio viso, ma anche la mia anima. Vedere Jungkook in quelle condizioni mi aveva fatto male, e ancor più male stavo provando ora che mi ero resa conto che non ero riuscita a risolvere le cose, anzi, avevo peggiorato ancor di più il rapporto che c’era tra loro. Rapporto d’amicizia, da ciò che avevo intuito. Se non avessi nominato YoungJae, probabilmente a quest’ora sarebbe tutto tornato alla normalità. Invece, quel nome aveva infastidito parecchio il maknae dei BTS ed il fatto che ci avesse definiti entrambi “amici” mi lasciò parecchio perplessa. Davvero avevano un rapporto così stretto? Se sì, che bisogno c’era di prendersela così tanto? Rimasi seduta qualche minuto, cercando di ricostruire il puzzle della mia nuova vita. Ma, purtroppo, mi mancavano ancora troppi tasselli. Dovevo scoprire qualcosa di più sulla vita di Jimin, e dovevo farlo alla svelta.

Questa fan fiction sta diventando davvero "mai na gioia": ora neanche la Jikook è tranquilla. Cosa sarà successo tra Jungkook e YoungJae? E riuscirà Faith, dopo ben U N D I C I capitoli ad incontrare Kai? Lo scopriremo solo aggiornando, cosa che cercherò di fare mooolto presto. 

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Capitolo 12
*** Concerto da Incubo [pt. 1] ***


Concerto da Incubo [pt.1]

ISABEL POV

Quella situazione non mi piaceva per niente: Leeteuk aveva chiamato tutti i membri a rapporto e ci aveva fatti riunire in una piccola stanza. Doveva “parlarci urgentemente”, e questa cosa mi spaventava non poco. Non avevo idea del motivo per cui il leader aveva bisogno di parlare a tutto il gruppo ed il fatto che, a tre sedie di distanza da me ci fosse Eunhyuk, mi faceva sentire estremamente a disagio, un po’ per i miei ormoni, un po’ perché mi odiava ed un po’ per quel povero cristo di Sehunnie che non si era fatto sentire per tutto il pomeriggio. Stavamo aspettando da dieci minuti buoni che Kangin arrivasse ma, da come parlavano i membri, era solito essere in ritardo.
“Hae ah, è vera questa storia tra te e GD?” mi chiese Siwon, sedendosi al contrario sulla sedia girevole e poggiando i gomiti sullo schienale. Vi posso assicurare che Choi Siwon, dal vivo, è ancora più dio greco che in fotografia.
“E’ saltata fuori l’idea di produrre una canzone insieme e stiamo valutando la cosa.” risposi, senza dare troppo peso alla cosa, nella speranza che cambiasse presto discorso.
“E come mai proprio voi due? Insomma, siete un duo improbabile.” mi derise, alzandosi in piedi e dirigendosi verso il distributore di bevande. Effettivamente, non aveva tutti i torti: vista da fuori, la nostra collaborazione poteva sembrare alquanto bizzarra.
“Non è che stai cercando un modo di rimpiazzare Eunhyuk?” le parole di Heechul mi colpirono come una freccia di Katniss agli Hunger Games.
“C-cosa? I-Io…” balbettai, presa alla sprovvista da quella sua domanda.
“Volete fondare una nuova sub-unit? I Super Junior D&G?!” proseguì la divah, scoppiando poi in una rumorosa risata.
“Si, e poi andiamo a vendere abiti in Italia.” cercai di dare al povero Donghae un po’ del mio umorismo, dato che lui ne era sprovvisto. Heechul, infatti, rimase sorpreso dalla mia risposta pronta.
“Sarebbe la volta buona che finisce Made, no?” tuonò Eunhyuk, andandosi a sedere al posto di Siwon, nella sua stessa posizione e proprio lì, di fronte a me. “E poi, non è la prima volta che mi rimpiazzi, sbaglio?” sussurrò, ghignando. E dio solo sa quanto io ami anche solo l’idea di Hyukjae che ghigna. Non so quale forza sovraumana abbia tenuto il mio culo attaccato alla sedia, impedendomi di stuprarlo istantaneamente. Forse il fatto che, ghigno a parte, mi aveva in qualche modo insultata aveva contribuito a salvargli la vita.
“Non potrei mai rimpiazzarti, lo sai.” risposi, sentendo improvvisamente un’espressione triste formarsi sul mio volto. Lo sapeva davvero? O ero io che vivevo della mia OTP? Era ormai palese che Donghae avesse rimpiazzato Eunhyuk con Sehun, ma in cuor mio sapevo che c’era qualcosa sotto. L’avevo capito dal modo in cui Hyukjae mi aveva guardata fuori dalla sala prove. Era triste, distrutto, ed io dovevo ricucire il loro rapporto. Era questo ciò che la gallina voleva da me, ne ero più che convinta. Ed il modo in cui Eunhyuk mi guardò non appena terminai la frase, mi diede la certezza che ciò che gli avevo detto era esattamente ciò che aveva bisogno di sentirsi dire. La sua espressione era un misto di stupore, felicità e tristezza. Lo so, queste emozioni sono contrastanti, ma i suoi occhi parlavano al posto della sua voce.
“SONO QUI! Scusate il ritardo!” la voce di Kangin mi salvò da quella situazione decisamente strana e, dopo essersi seduto accanto al leader, gli diede l’ok per iniziare la riunione. Tutti i membri, me compresa, si girarono in direzione di Leeteuk, aspettando che finalmente prendesse la parola. Eunhyuk, però, era rimasto immobile, con ancora gli occhi puntati su di me. Avevo sbagliato a dirgli quella frase? O, forse, era anche ora che Donghae l’avesse detta?
“Come ben sapete, tra qualche mese ci sarà il Dream Concert e, rullo di tamburi prego…indovinate chi sarà MC?” disse il leader, aspettando che acclamassimo il suo nome a gran voce. Posso giurare, invece, che una ruota di paglia attraversò la stanza accompagnata da un silenzio assordante.
“Ehm…si ok, sarò io MC. Ma per favore, contenete la vostra gioia.” riprese poi. A quel punto, Kyuhyun chiese, giustamente, che cosa c’entravamo noi membri con tutto ciò.
“Beh, perché i Super Junior si esibiranno, no? Propongo di dividere i minuti di esibizione a nostra disposizione tra le varie sub-unit, in modo che le ELF abbiano uno spettacolo completo, non trovate? Io direi che la scaletta potrebbe essere all’incirca questa…” disse Leeteuk, iniziando fin da subito ad organizzare lo show.
Che. Gioia. Veramente. Non solo non sapevo ballare, non solo non sapevo nemmeno le coreografie dei Suju e non solo avrei dovuto stare sullo stesso palco con Eunhyuk, ma oltretutto avrei messo in mostra le mie incapacità fisiche in diretta tv. GRAZIE GALLINA DI STA MINCHIA. E pensare che io e le ragazze non vedevamo l’ora di assistere al Dream Concert. Avevamo già organizzato il nostro brevissimo viaggio e Faith aveva comprato il lightstick maledetto proprio per ASPETTA.

 

ELLY POV

Quella situazione non mi piaceva per niente: il manager aveva chiamato tutti i membri a rapporto e ci aveva fatti riunire in una piccola stanza. Doveva “parlarci urgentemente”, e questa cosa mi spaventava non poco. Non avevo idea del motivo per cui aveva bisogno di parlare a tutto il gruppo ed il fatto che, a tre sedie di distanza da me ci fosse Seungri, mi faceva sentire estremamente a disagio, un po’ per i miei ormoni, un po’ perché non mi guardava nemmeno in faccia ed un po’ perché non riuscivo a non pensare a tutto il casino che si era creato tra me e Top. Questi Seunghyun sono davvero difficili da gestire. Stavamo aspettando che Daesung arrivasse ed io picchiettavo freneticamente il piede a terra: ero tesa come la corda di un violino al solo pensiero che quella riunione fosse stata indetta a causa mia. Volevano sgridarmi per ciò che avevo combinato alla SM? Volevano sapere qualcosa in più sulla mia collaborazione con Donghae? Volevano Made? CHE VOLETE DA MEEE. L’ansia si stava impossessando del mio corpo e sono certa che se qualcuno mi avesse bucato un braccio non sarebbe uscito sangue, ma imprecazioni.
“Colore nuovo?” Youngbae si sedette accanto a me, fissando i miei crespi capelli con un’espressione confusa in viso. Io annuii, afferrandomi una ciocca. Lui mi disse che quel nuovo colore era strano, ma su di me stava bene, come qualsiasi colore del resto. Arrossii leggermente di fronte a quel complimento: Taeyang è davvero dolce come sembra.
“Eccomi! Perdonate il ritardo!” gridò Daesung, irrompendo nella stanza ed inciampando sul tappetino all’ingresso. Che poi, che senso aveva un tappeto lì?
“Ora che ci siete finalmente tutti, vorrei mettervi al corrente di una cosa…” il manager prese la parola, continuando a camminare avanti e indietro, giusto per mettermi ancora più ansia. Lo so, avevo combinato un bel po’ di casini quella mattina, ma non mi sembrava necessario  farne un caso di stato. Ero GD, avevo fatto cose peggiori.
“Come ben sapete, tra qualche mese ci sarà il Dream Concert…”
Dream Concert? Stiamo davvero parlando di QUEL Dream Concert?? Lo stesso a cui io e le ragazze saremmo dovute andare, lo stesso per cui Faith aveva comprato la gallina dei Got, lo stesso che, forse, riporterà il mio corpo da me?
“ANDREMO AL DREAM CONCERT?” gridai, scattando in piedi per la gioia. Il manager e i ragazzi rimasero straniti dalla mia reazione, ma non stavo più nella pelle: se io ero nel corpo di GD, probabilmente lui si trovava nel mio e il Dream Concert era l’occasione perfetta per riprendere ognuno il possesso del proprio corpo. O, perlomeno, avremmo potuto trovare insieme una soluzione.
“Mi dispiace deluderti, ma voi non ci sarete. In quello stesso periodo sono stati programmati per voi dei fan meeting all’estero, quindi non possiamo assicurare agli organizzatori la vostra presenza. Bene, questo  era ciò di cui dovevo parlarvi. Ora, Jiyong, se hai finito di girovagare per altre agenzie, sei pregato di proseguire con il tuo lavoro. Sei già in ritardo, lo sai.”
Non volevo credere alle mie orecchie. La speranza che si era accesa nel mio cuore era già stata brutalmente spenta. Quella sarebbe stata l’unica occasione di ritrovare me stessa e mi era stata strappata via.
Rimasi in piedi, a fissare il vuoto per qualche istante. Porco cane, me ne andasse bene una.
“Ehi, stai bene?” una voce leggera mi riportò improvvisamente alla realtà: Seungri era in piedi, accanto a me, con la mano appoggiata alla mia spalla e due profonde borse sotto gli occhi. Il mio cervello andò in tilt istantaneamente. Tutte le mie preoccupazioni, le mie paure e i miei problemi scomparvero nell’esatto momento in cui i nostri occhi si incontrarono. Ero talmente presa dalle mille cose che mi erano successe in quella prima giornata della mia nuova vita che non avevo ancora avuto modo di godermi la compagnia del mio ultimate.
“S-si, sto bene.” balbettai, reprimendo i feels. Lui mi sorrise, chiedendomi se avevo bisogno di una mano con la canzone che stavo producendo. AH GIA’. DOVEVO ANCHE PRODURRE MADE.
“Perché no? In due sarà meno stancante!” gli dissi, vedendo i suoi occhi brillare. Era evidente la sua felicità nel passare del tempo con Jiyong e, da parte mia, avevo l’occasione di stare un po’ con lui e, allo stesso tempo, di farmi aiutare con la canzone, dato che non avevo la minima idea di dove iniziare. Si avviò per raggiungere la sala di registrazione in cui dovevamo lavorare, probabilmente la stessa in cui mi ero svegliata quella mattina, ed io lo seguii senza fiatare. Appena arrivati, però, trovammo qualcuno ad aspettarci.

Per farmi perdonare del ritardo con cui ho pubblicato lo scorso capitolo, ecco a voi il 12esimo ^^ come potete vedere, questa è solamente la parte 1. 
Chissà che cosa frulla per la testa di Eunhyuk, e chi sarà mai la persona nella sala di registrazione? 
Ma regà...parliamo di una cosa...HYUKJAE CHE GHIGNA>>>>IL MONDO

 

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Capitolo 13
*** Concerto da Incubo [pt. 2] ***


Concerto da Incubo [pt.2]

 
ALIS POV

Quella situazione non mi piaceva per niente: YongGuk aveva chiamato tutti i membri a rapporto e ci aveva fatti sedere tutti vicino a lui in aeroporto. Doveva “parlarci urgentemente”, e questa cosa mi spaventava non poco. Non avevo idea del motivo per cui aveva bisogno di parlare a tutto il gruppo ed il fatto che, a tre sedie di distanza da me ci fosse Daehyun, mi faceva sentire estremamente a disagio, un po’ per i miei ormoni, un po’ perché sapevo che doveva smaltire le calorie del Big Mc ed un po’ perché non riuscivo a non pensare alle parole che mi aveva detto il leader quella mattina. E se quella riunione fosse stata indetta proprio per questo? D’altronde, YongGuk me l’aveva detto chiaro e tondo: dovevo fare “qualcosa” con Daehyun, altrimenti l’avrebbe fatto lui.
“Come ben sapete tra qualche mese si terrà il Dream Concert. Ci è stato chiesto di esibirci, ma siccome in quello stesso periodo dovremo prepararci per il comeback, l’agenzia ci lascia libera scelta sul partecipare o meno all’evento.” spiegò il leader, sedendosi poi accanto a me. ESIBIRCI? No, voi non avete capito. Io sono quel tipo di persona che, nelle foto, si nasconde dietro allo stangone di turno. IO NON POSSO ESIBIRMI.
“NO NO NO PESSIMA IDEA!” quelle parole uscirono dalla mia bocca senza che nemmeno me ne accorgessi. Non volevo farlo, non potevo farlo. Li avrei certamente messi in ridicolo e non potevo permetterlo. Loro erano il mio ultimate group, non meritavano di fare una figuraccia a causa mia. Non ora che stavano finalmente riprendendo il possesso della loro immagine.
“Come mai tutta questa agitazione? E’ solo una serata. Io ci sto. Avremo la possibilità di incontrare le nostre fan. Come possiamo dire di no?”
Ah. Jongup. Sei l’amore. Ma vaffanculo però.
Immediatamente, gli altri membri si trovarono d’accordo con lui, facendomi sentire la pecora nera del gruppo. Purtroppo, però, non potevo dirgli la verità.
“Beh, la maggioranza ha deciso, no? Si va al Dream Concert!” gioì Himchan, alzando le braccia al cielo. I B.A.P. erano davvero instancabili: erano nel bel mezzo di un tour, con in programma un comeback e con la forza di partecipare ad un ulteriore concerto. E poi ci sono io, che per due rampe di scale ho già il fiatone.
“Guardate, stanno iniziando ad uscire le nostre valige!” sbraitò Zelo, cercando di raggiungere il nastro ed inciampando poi sulle sue infinite gambe che manco un esemplare di giraffa adulto. Di fronte alla notizia che avrei dovuto cantare/ballare/sentiregliacutidiDaehyundavicinissimo cercai di mantenere una poker face, sperando che nessuno notasse il panico che mi stava distruggendo la bocca dello stomaco. Ma si sa, all’ultimate non si può nascondere nulla.
“Qualcosa ti turba, YoungJae?” mi chiese, avvicinandosi a me e poggiando la sua mano sul mio ginocchio. Avrei potuto leggere chiaramente la preoccupazione nei suoi occhi se solo non fossi stata troppo occupata ad osservargli le labbra.
“Uhm?...ah, no, è tutto ok.” balbettai, cercando di non strozzarmi con le farfalle che, dal mio stomaco, svolazzarono fino al mio esofago. Lui mi sorrise, dicendomi di stare pure lì seduto ancora un po’.
“Mi occupo io della tua valigia, tranquillo.”       
…Quanto si può amare quest’uomo?
“YoungJae ah, allora? Quanto credi di aspettare ancora?” sussurrò YongGuk in modo alquanto sexy cristiddio.
“E H M. Il tempo necessario.” buttai lì la prima frase fatta che mi passò per la mente, sperando che avesse, almeno per lui, un po’ di senso.
“Abbiamo rischiato di perdere il gruppo già una volta. E poi l’hai detto tu, no? Lo ami così tanto che vuoi che sia felice, con o senza di te. Lui sta vivendo il suo sogno e la vostra relazione rischia di infrangerlo. Quindi vedi di farlo al più presto, o rischierete di distruggere anche noi.” mi sputò contro, lasciandomi lì, in balia dei miei pensieri. Ecco cosa YoungJae doveva fare, ecco cosa IO dovevo fare: lasciarlo. In quel momento, capii che forse il modo in cui avevo frainteso tutto il discorso non era poi tanto male, visto qual era la verità. Poco distante da me, Daehyun si era quasi ucciso cercando di togliere la mia valigia dal rullo. Era a terra, schiacciato dal peso dei miei vestiti, e la sua risata riecheggiava in tutto l’aeroporto. Ma, se questo era ciò che avrei dovuto fare, non avrei più sentito quella risata per molto tempo.


FAITH POV

Quella situazione non mi piaceva per niente: Namjoon aveva chiamato tutti i membri a rapporto e ci aveva fatti riunire in una piccola stanza. Doveva “parlarci urgentemente”, e questa cosa mi spaventava non poco. Non avevo idea del motivo per cui aveva bisogno di parlare a tutto il gruppo ed il fatto che, a tre sedie di distanza da me ci fosse Jungkook, mi faceva sentire estremamente a disagio, un po’ perché non era Kai, un po’ perché l’avevo fatto piangere fino a due minuti prima ed un po’ perché non riuscivo a non pensare a come fosse schizzato male a causa di YoungJae. Qualche triangolo inaspettato?
“Eccomi, scusate il ritardo!” J-hope e la sua sbadataggine piombarono improvvisamente nella stanza, attirando la nostra attenzione.
“Finalmente! E’ da mezz’ora che ti stiamo aspettando!” Suga non perse nemmeno un istante per sgridare il suo compagno, facendogli posto accanto a sé sulla panca. Il ragazzo si scusò ancora, giustificando il suo ritardo con i troppi impegni in sala di registrazione. WHAT? COMEBACK?
“Ora che ci siamo tutti posso cominciare.” disse Namjoon, lasciando un’adeguata suspense. “Come ben sapete, tra qualche mese si terrà il Dream Concert. L’agenzia ha già deciso la scaletta con cui ci esibiremo, ma c’è una novità per uno di voi…” lasciò cadere nel vuoto la frase, facendo crescere la curiosità nei nostri stomaci.
“Park Jimin, hai un solo di ballo da preparare!”
…Fottetevi.
“Waaah ma non è giusto! Perché io no?” brontolò J-hope. Già, Namjoon, PERCHE’ NON LUI?!?
“Non è stata una mia scelta! Non prendertela con me!” rise il leader, dandomi poi una pacca sulla spalla come incoraggiamento. “Sarebbe stato peggio se l’avessero dato a me il solo, non credi?”
Tutti risero alla sua battuta. Tutti, tranne me. Mi sentivo come dentro una bolla, con la testa pesante a causa dei troppi pensieri. Un solo di ballo? Davvero? Se si parla di danza me la cavicchio abbastanza, ma certamente non ai livelli di Jimin. CHE CAZZO FACCIO ADESSO?!
“Non mi sembri molto entusiasta della cosa.” mi chiese V, riportandomi alla realtà.
“Ecco io…” non seppi nemmeno come continuare la frase. I ragazzi iniziarono a fare casino tra loro, martellandomi il cervello con le loro grida. Quella situazione mi stava decisamente sfuggendo di mano. E pensare che l’unica cosa che desideravo davvero era svegliarmi con Kai nudo nel letto. Buon dio.
Mentre escogitavo un modo per evitare in tronco quell’esibizione, una vocina flebile richiamò la mia attenzione.
“Congratulazioni hyung.” sussurrò Jungkook, senza nemmeno guardarmi negli occhi. “Fai del tuo meglio, mi raccomando.”
Io gli sorrisi, annuendo. Avrei dovuto davvero fare del mio meglio: a Jimin era stata data quell’occasione ed io dovevo sfruttarla al meglio. Sarebbe stata dura, avrei dovuto provare giorno e notte per combinare qualcosa di buono, ma l’avrei fatto. Per Jimin, per le Armys e soprattutto per Jungkook, che credeva nel suo hyung. Avevo il dovere di far brillare Park Jimin su quel palco e poco importava se avrei passato ogni minuto delle mie giornate in sala prove. Era solo una nuova sfida da affrontare. Qualche lezione extra e molto sudore non mi avrebbero certamente ASPETTA CAZZO.
“RAGAZZI, LEVATEVI UN SECONDO, FATEMI PASSARE!” sbraitai, in preda ai peggiori feels.
“Yah, dove devi andare adesso?” gridò V, rischiando di cadere dalla panca per lasciarmi passare. Io non risposi, spingendoli leggermente per accelerare i loro movimenti.
“Ultimamente ti comporti in modo strano, sai?” le parole di Jin mi entrarono in un orecchio ed uscirono dall’altro, senza nemmeno sostare nel cervello.
“Torno presto, mi è venuta un’idea per il solo!” dissi, sgattaiolando di corsa fuori dalla stanza e dirigendomi velocemente verso l’uscita della BigHit. Niente e nessuno, in quel momento, avrebbe potuto fermarmi: finalmente, la ruota aveva iniziato a girare anche per me.
Quando arrivai sul piazzale, non persi tempo a cercare il mio autista e mi infilai nel primo taxi libero, dall’altro lato della strada. Durante il tragitto, le mani mi sudavano e la cravatta che avevo legata al collo sembrava quasi soffocarmi: quella gallina stronza non aveva ancora vinto.
Scesi talmente veloce che rischiai di cecchinare il gradino e sfracellarmi la faccia sul marciapiede.
Ma lei era lì, davanti a me. Una parete di specchi che pareva infinita, qualche aiuola ben curata ed un’enorme scritta bianca: SM Entertainment.
“Buonasera, lezioni private.” 

 

No, non è un miraggio. Ho davvero aggiornato. Datevi un pizzicotto e preparatevi a vederne delle belle! 
La nostra povera Alis è già in panico e questo non è affatto un bene. Oltretutto, dovrà fare la cosa che nessuna fangirl reincarnata in YoungJae dovrebbe fare: lasciare Daehyun.
Per quanto riguarda Faith...suderà per le prove o per qualcos'altro? Lo scopriremo solo aggiornando, cosa che ahimè è in mio potere.
Al prossimo capitolo, possibilmente non nel duemilaeventi dato che il sole è calato nella loro prima giornata da idols e dio solo sa quanto la notte porti consiglio a chi mangia i Big Mc. 

 

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Capitolo 14
*** Yehet! ***


ATTENZIONE! Il capitolo ha una sfumatura infima di rating rosso, quindi se siete sensibili andate pure alla seconda parte 


Yehet!
 
ISABEL POV

Trascinai i piedi fino all'entrata di quella che, ormai, era la mia stanza. Afferrai la maniglia della porta ed eseguii un paio di respiri profondi prima di abbassarla bruscamente: il mio primo giorno da Lee Donghae era stato a dir poco stancante.
"Eccoti qui! Iniziavo a preoccuparmi!" Sehun mi accolse con il suo ammaliante sorriso derp. Gli sorrisi di rimando, lasciando che la porta alle mie spalle si chiudesse da sola.
"Leeteuk doveva parlarci di alcune cose, scusa se ho fatto tardi." mi giustificai, notando che il piccolo tavolo di fronte a me era stato accuratamente apparecchiato. "Tu piuttosto? Che fine hai fatto stamattina? Temevo ti fossi arrabbiato per la storia di Jiyong." aggiunsi, togliendomi finalmente le scarpe e posando il didietro ancora dolorante sulla sedia. Sehun iniziò a balbettare imbarazzato, negando la sua evidente gelosia nei miei confronti.
"Avevo le prove con i membri, ricordi? Ma ti avevo promesso che avremmo cenato insieme, no?" sorrise, sedendosi di fronte a me. Non appena Sehun entrò in argomento "cibo" il mio stomaco brontolò, con sua sorpresa.
"Uhm...sembri affamato stasera!" disse, scoppiando poi in una rumorosa risata. Io arrossii, posando istintivamente le mani sulla pancia inesistente di Donghae. 
"Sono contento che la cucina sia ancora intatta!" lo derisi, afferrando finalmente la forchetta. 
"Beh, sai...è difficile dar fuoco alla cucina ordinando da asporto!" confessò, grattandosi la nuca. Da asporto o no, quel cibo aveva un aspetto davvero delizioso.
"Buon appetito allora!" dissi, con la bocca già piena. Lui fece lo stesso, sputacchiando qualche chicco di riso qua e là sul tavolo. Durante la nostra cenetta pseudo romantica mi raccontò della sua giornata, delle ore ed ore di prove e anche dell'incontro che Kai aveva avuto quella mattina con G-dragon aka Elly.
"Non capisco ancora che ci trovi di tanto particolare in lui da volerci fare un duetto. Insomma, nessuno dei tuoi membri era disponibile a scrivere una canzone su Kai nudo?" disse a denti stretti. Lì per lì scoppiai a ridere ma, alzando lo sguardo in direzione di Sehun, vidi la sua fronte aggrottata e capii che era davvero infastidito da quella situazione. "Che poi, se ti serviva un ballerino come ispirazione, perché non hai scelto me? Il mio Sebooty ti avrebbe fatto comporre la canzone del secolo!" 
Per poco non mi andò di traverso il cibo: il maknae degli Exo stava agitando il suo divino posteriore proprio davanti i miei occhi. Nonostante indossasse dei vecchi pantaloni della tuta, non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue sode chiappe. Vi chiederete come ho fatto a sopravvivere ad una scena del genere e, beh, vi confesso che non è stato molto difficile. Non in confronto a ciò che ho dovuto affrontare dopo...
"Yah, Sehunnie, siediti! Stai cercando di eccitarmi o di renderti ridicolo?!" chiesi, afferrandolo per la maglia e cercando invano di rimetterlo a sedere. 
Lui non mi diede ascolto, anzi, iniziò a twerkare come un menomato mentale. Davvero, sarebbe potuto essere estremamente sexy, ma si rivelò alquanto imbarazzante. 
"Tu mi farai diventare pazzo!" risi, coprendomi entrambi gli occhi con le mani e lasciandomi cadere contro il muro. Sentii improvvisamente la sua risata interrompersi ed i suoi occhi marroni puntare dritto verso di me: porca merda.
"Dico davvero: se ti serviva un ballerino nudo come musa avresti potuto scegliere me. O, forse, non ti ricordi bene com'è il mio corpo?"
 So a cosa state pensando: avrei dovuto rispondergli che si sbagliava, che conoscevo ogni centimetro del suo corpo, avrei dovuto inventarmi che il mio intento era di non far sospettare a Jiyong di noi e che quindi avevo concentrato le attenzioni su Kai, che ero stanca per la giornata trascorsa e che era il caso di infilarmi velocemente in doccia e correre a nanna vista l'ora.
Le cose, però, non andarono affatto così: spostai le mani dal viso e lo trovai lì, di fronte a me, esattamente dove avevo intuito che fosse. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, tanto che potei sentirlo rimbombare nel cervello. Il modo in cui i suoi occhi fissavano i miei mi aveva completamente paralizzata: stava aspettando una mia precisa risposta. E non mi feci pregare per dargliela. 
"La verità è che la mia memoria visiva fa parecchio schifo."
Non feci nemmeno in tempo a riprendere fiato che lui mi fu addosso, tenendomi ferme le mani sopra la testa e contro il muro. Iniziò a baciarmi come se non avesse aspettato altro da tutta la vita, il che mi parve strano visto che lui e il mio corpo erano stati insieme anche la notte prima. Lo ammetto, fu strano vivere quella situazione in prima persona, ma il mio cedere così facilmente a Sehun non fu dettato dal fatto che lui è il mio bias: i loro corpi si attraevano come due calamite, le loro labbra si cercavano e le loro mani si sfioravano come se la loro pelle fosse il petalo di un fiore prezioso. Nei loro tocchi non c'era nulla di esclusivamente fisico. Con questo non voglio dire che ho vissuto la scena like spettatrice di un film porno amatoriale in 4D, c'ho messo ovviamente del mio. La bellezza di ciò che accadde, però, fu proprio nell'amore che il corpo di Donghae sapeva dargli, nonostante il comandante della nave uke fossi io. 
Senza nemmeno dire una parola, Sehun mi trascinò fino alla camera da letto, sbottonandomi la camicia e sfilandomi velocemente la maglia, ma senza far perdere il contatto alle nostre labbra. Le lenzuola erano fresche rispetto a quella mattina, il che mi provocò un brivido lungo la schiena. Rimasi a guardarlo mentre si liberava lentamente dei suoi vestiti, rimanendo in boxer e calzini. I CALZINI?!?! DAVVERO SEHUN?!?! 
Non appena fu sopra di me iniziò una scia di baci dal mio collo fino alla cintura che mi stingeva i jeans in vita. La mia mente era completamente annebbiata, il mio respiro era diventato improvvisamente affannoso ed iniziavo a sentire qualcosa spingere contro i miei pantaloni.
"OH OH ASPETTA-" lo interruppi, appoggiando il palmo della mano sul suo petto nudo e sudato.
"Che succede? Non ho ancora iniziato." mi sorrise lui, accarezzandomi con il pollice la guancia sinistra. Improvvisamente mi ero ricordata non solo che, di mio, ero una persona pudica, ma soprattutto che non sapevo come si usava un pene. Perché sì, quello mi era stato dato ed io non ero nemmeno andata a fare pipì per paura di annaffiare la toilette. 
"Rilassati Hae. Sai che più ti irrigidisci e più ti farà male." 
L'avrei mandato volentieri affanculo, ma trattandosi sempre e comunque del mio culo preferii lasciar correre e seguire il suo consiglio. Lasciai che fosse lui a guidare i miei movimenti e devo ammettere che non fece male come temevo, anzi, si vedeva che il corpo di Donghae era abituato a certe cose. I miei complimenti Hae; ti farei sedere sul trono del re degli uke, ma il tuo culo non è nelle condizioni di poggiare su qualcosa.
Mi piacerebbe descrivervi nei minimi dettagli la perfezione del Sebooty, le scariche che le sue spinte provocavano al mio corpo e di come lui sia arrivato all'orgasmo al grido di "YEHET!", ma ahimè il rating della ff non me lo permette. Posso solamente dirvi che sì...he blows it like a flute.

***
 
La luce filtrava fioca dalle tapparelle della finestra. Nonostante fossi esausta, non riuscii a chiudere occhio quella notte: troppi pensieri per la testa, troppe cose da sistemare. Non mi sentivo molto in colpa nei confronti di Eunhyuk per ciò che avevo fatto con Sehun perché, d’altronde, prima o poi sarebbe dovuto accadere. Donghae lo amava e dovevo accettarlo. Ma il modo in cui Hyukjae mi aveva guardata quel pomeriggio aveva acceso il mio animo da shipper ed era giunto per me il momento di scavare a fondo nella storia della Eunhae. Senza ovviamente dimenticare che, tra un Sebooty e l’altro, dovevo impararmi dieci anni di coreografie dei Super Junior per il Dream Concert.
“Non riesci a dormire?” Sehun mi riportò alla realtà, distraendomi per un attimo dall’ansia che mi stava chiudendo la bocca dello stomaco.
“Se ti dico una cosa mi prometti che mi crederai?” sussurrai, mettendomi distesa su un fianco ed appoggiando la testa sul suo braccio. Lui annuì, guardandomi un po’ confuso. Non avevo intenzione di dirgli la verità, ma Sehun era la persona più vicina al momento e sapevo che mi sarei potuta fidare di lui.
“Sono in panico per il Dream Concert.” confessai. Lui sorrise, dicendomi che, con tutti i concerti che ho fatto lungo la mia carriera, non era normale soffrire di panico da palcoscenico per un evento simile. Mi morsi un labbro, pensando a come distribuire le parole che dovevo ancora dirgli.
“Non so come spiegarti…è come se, tutto ad un tratto, non mi ricordassi più le coreografie. Mi sento come se non fossi più in me, se non fossi in grado di gestire il mio corpo.” mi sfogai. Lui mi strinse forte a sé, sussurrandomi che non c’era nulla da temere, che questo periodo sarebbe passato presto e che sarei tornato il Donghae di sempre. Non capiva, non poteva capire.
“Ci saremo anche noi a quel concerto. Se ti dimentichi i passi guarda me, così il panico ti passerà. E poi non dire che non sai gestire il tuo corpo: stanotte sapevi esattamente cosa fare.” Oh misericordia.
Affondai la testa nel cuscino, cercando di nascondere il rossore che stava assumendo il mio viso. Sehun mi baciò i capelli prima di scivolare fuori dal letto ed infilarsi in bagno.
“Non puoi andarci tu al posto mio?” gli chiesi, ridendo per non piangere.
“Perché, credi che io sappia le coreografie dei Suju? Mi ricordo a malapena quelle del mio stesso gruppo!” rise lui, attraverso la porta. Con la coda dell’occhio vidi che l’orologio segnava già le cinque del mattino. E cinque del mattino, alla SM, significa “ orario di prove”. Recuperai i miei vestiti sparsi tra la cucina e la camera, preparai degli abiti puliti ed aspettai che Sehun liberasse il bagno. Mentre mettevo in pratica le mie poche conoscenze culinarie per preparare una decente colazione al mio bias, sentii qualcuno bussare alla porta. Non ero nelle condizioni di aprire, quindi infilai velocemente un paio di pantaloni e feci scattare la maniglia, sperando che i morsi che Sehun mi aveva lasciato sul collo non si notassero più di tanto.
Non appena me lo trovai di fronte, riuscii chiaramente a leggere ciò che Eunhyuk stava pensando.
“Dovevi aspettartelo, stupido idiota.” Sì, data la sua espressione aveva certamente pensato una cosa simile.
“S-sei in ritardo per le prove.” balbettò, fissandomi dritto negli occhi, quasi non volesse avere una visione generale delle mie condizioni di quella mattina. Era chiaro ciò che avevo fatto ed era altrettanto chiaro che Hyukjae era venuto a bussare alla mia porta per fare un passo avanti dopo le poche frasi che ci eravamo scambiati in sala riunioni. Istintivamente portai la mano destra sul mio collo, cercando di coprire il più possibile i segni lasciati da Sehun. Ma i miei capelli scompigliati e le occhiaie ben visibili non mi aiutavano di certo.
“Dieci minuti e sono pronto.” gli risposi, nascondendomi il più possibile dietro alla porta. Lui abbozzò un sorriso e se ne andò, schiaffeggiandosi mentalmente per aver creduto che Donghae fosse ancora innamorato di lui.
Io lo ero. Ma Donghae?

Ah, questo Sebooty che fa crollare le nostre sicurezze. Ammettetelo, un giro sulla giostra dello yehet con Sehunnie ve lo sareste fatto pure voi! Le cose però si complicano: se Donghae ed Eunhyuk avevano fatto finalmente un passo l'uno verso l'alltro, ora spetta ad Isabel rincorrere l'ultimate.

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Capitolo 15
*** Il Seunghyun sbagliato ***


Il Seunghyun sbagliato
 
ELLY POV

“Mi stai perseguitando?”
Non potevo credere che Seunghyun hyung fosse anche nello studio di registrazione: ogni mia minima azione era controllata da lui, in ogni luogo in cui andavo lui c’era ed ogni volta che aprivo bocca mi sgridava per qualcosa.
“Che c’è, vogliamo fare un bel threesome?” anni ed anni di yaoi insegnano tante belle cose, se volete.
“Volevo solo darti una mano con l’album, dato che da solo non stai combinando nulla.”
…Come prego? Sbuffai, lasciando che Seungri alle mie spalle chiudesse la porta dello studio: una lunga notte di lavoro con OTP ed ultimate mi attendeva.
“Per tua informazione, non ho bisogno di nessun aiuto! Ho sempre scritto io le canzoni, no? Vedrete che riuscirò a tirar fuori qualcosa di buono anche stavolta!” mi auto-incoraggiai. Speravo davvero che da qualche parte nel mio nuovo corpo fosse rimasta un po’ di capacità lavorativa di Jiyong. Mi andai a sedere sulla sedia girevole, stiracchiandomi e sbadigliando ancor prima di iniziare. I signori Seunghyun si sedettero uno alla mia destra ed uno alla mia sinistra, facendomi sentire parecchio a disagio: forse quello era il momento giusto per chiarire ciò  che era successo quella mattina. Mi sfregai i palmi delle mani sui pantaloni, asciugandone il sudore. Agitarsi non sarebbe servito a nulla, ma mi era impossibile controllare le mie emozioni. Elly, però, non lascia mai nulla in sospeso: se bisogna chiarire, si chiarisce. Punto.
“I-io…” balbettai, pentendomene immediatamente. I ragazzi si voltarono entrambi a guardarmi, aspettando che finissi la frase. Ma da dove potevo cominciare?
“…volevo solo dirvi che mi dispiace per stamattina. Non so cosa mi sia preso, dico sul serio. Non si ripeterà più.” sputai, iniziando poi a frugare a casaccio tra le carte sparse sul il tavolo di fronte a noi, giusto per chiudere lì il discorso. Entrambi non dissero una parola, lasciandomi crogiolare nel mio pentolone colmo di ansia.
“E’ tutto ok per me, non hai nulla di cui scusarti!” ruppe il ghiaccio l’ultimate, grattandosi la nuca con la mano destra. Mica poteva dirmi che sono il suo Everything e che vedermi baciare un altro era stato distruttivo. Gli sorrisi, voltandomi poi alla mia sinistra, dove sedeva il Seunghyun più vecchio. Notai come stesse fissando un punto indefinito davanti a sé: mi ero scusata, non c’era più bisogno di farne una tragedia. Per quanto quel bacio gli avesse fatto schifo, ora era tutto chiarito. O almeno speravo.
“Non hai nulla da dire?” provai ad accendere la miccia, ma Top scosse la testa, ponendo fine al discorso.
Iniziammo a lavorare e devo ammettere che non è stato difficile come mi aspettavo: chiesi subito di potermi occupare dei testi, la parte che probabilmente mi sarebbe risultata più facile, e Seungri mi disse che tanto mi sarei dovuta occupare anche della parte musicale.
“In parole povere devo fare tutto da solo?” brontolai, sentendomi già male. L’ultimate rise, facendomi coraggio. Riuscii a buttar giù qualcosa, nonostante la mia concentrazione fosse focalizzata sul fatto che Top sembrava ancora distaccato, come se tutta questa storia del bacio non gli fosse andata ancora giù. Decisi, dunque, di fargli un bel discorsetto non appena saremmo rimasti soli. Fortunatamente, Seungri ci abbandonò per qualche minuto causa pipì urgente. Non appena chiuse la porta alle sue spalle, mi voltai verso il mio oppa.
“Avanti, parla.” mi limitai ad ordinargli. Lui non si degno nemmeno di staccare gli occhi dal foglio.
“Di cosa vuoi parlare?” …Mi prendi per il culo?
“Lo sai benissimo, hyung.”
“E sentiamo, che cosa vorresti che ti dicessi?” iniziò a sorridere, guardando comunque il pezzo di carta che teneva tra le sue grandi mani.
“Quello che ti passa per la testa in questo momento.” sbraitai: il suo far finta di nulla mi stava dando davvero su i nervi. Lui rise ancor di più, posando finalmente le scartoffie sul tavolo: finalmente avevo i suoi occhi puntati addosso.
“Quel bacio ti ha fatto schifo? Ok, l’ho capito! Ma non serve che mi tieni costantemente il muso, non me lo merito. Mi sono scusato, che devo fare ancora?” ripetei, sperando di aver sistemato finalmente tutto. Il sorriso scomparve improvvisamente dal suo volto, i sui occhi divennero piccoli e scrutatori di ogni angolo del mio volto: l’avevo fatto di nuovo arrabbiare?
“Vuoi sapere che devi fare ancora?” gridò, spaventandomi quasi. Ma io ero Elly, e se uno grida contro di me, io grido più forte.
“SI, DIMMELO!” scattai in piedi, allargando le braccia. Seunghyun si alzò, facendomi  indietreggiare appena. Con entrambe le mani afferrò la mia piccola testolina e la avvicinò a sé, facendo incontrare le nostre labbra.
…PORCA TROIA.
Mi stampò un solo bacio, lungo un’eternità. Quando il contatto tra le nostre labbra cessò, aprì gli occhi, aspettando impaziente di vedere la mia reazione. Ma che schifo e schifo, il mio bacio di stamattina ti era piaciuto, altroché! In quell’istante, però, mi resi conto che mi trovavo di fronte ad una decisione assurda: Top stava aspettando che io decidessi se quel bacio era giusto oppure no. CHE CAZZO FACCIO ADESSO?! Aprii gli occhi, trovando il suo faccione perfetto a pochi centimetri dal mio naso. Trattenni il fiato, ancora incredula di quello che era appena accaduto. Lui poggio la fronte sulla mia, serrando gli occhi e facendo una strana espressione. Dal basso, strofinai il mio naso contro il suo: avrei voluto tanto baciarlo, ma io ero lì per un’altra ragione. Ero lì per il mio ultimate.
Fece un passo indietro, biascicando le sue scuse. Si sedette di nuovo sulla sedia, riafferrando i fogli che aveva lasciato cadere sul tavolo poco prima. Mi accomodai accanto a lui, non staccando lo sguardo dalle sue labbra.
Ah, perché mi fa male lo stomaco? Mi sento forse… in colpa? Andiamo Elly, hai fatto la cosa giusta. Sei qui per Seungri, per lui soltanto. Non c’è bisogno di sentirsi così. Hai solo distrutto la tua OTP, che sarà mai…
…già…
…che sarà mai…
AH, AL DIAVOLO!
Lo afferrai per le ginocchia e lo ruotai verso di me, sentendolo sbraitare per la mia poca grazia. Mi alzai in piedi, protraendomi verso di lui. Afferrai il suo mento, alzandogli leggermente la testa, e lo baciai: quel bacio non era sbagliato, era la cosa più naturale del mondo. La GTop era reale, lo sentivo dentro di me. E no, non stavo confondendo i miei ormoni impazziti con l’amore che il corpo di cui ero ospite stava provando in quel momento. Era tutto così…giusto. Il mio bacio, rispetto al suo, fu molto più lungo e deciso: ero sicura di ciò che stavo facendo, non avevo timore di essere respinta. Seunghyun, infatti, portò una mano alla mia schiena, spingendomi leggermente verso di sé, in modo che mi sedessi sopra le sue gambe. Feci appena in tempo ad appoggiare il ginocchio accanto alla sua coscia che la maniglia della porta scattò, facendomi balzare istintivamente indietro, cadendo sulla mia sedia.
“Vi starete chiedendo se ero caduto nel water e…beh, c’è mancato un pelo ma no!” Seungri riapparve con quel suo sorriso smagliante, ignaro di ciò che era appena successo in quello studio. Mi rimisi a sedere in una posizione meno ambigua e cercai di non pensare a ciò che avevo fatto per non dare a vedere che avevo qualcosa da nascondere. Accanto a me, il mio oppa/hyung faceva lo stesso, passandosi i palmi delle mani sulle guance, quasi volesse cancellarne il rossore d’imbarazzo. Seungri riprese il suo posto, ficcando il naso tra i miei fogli.
“Non avete scritto nulla nel frattempo?”
…Ops. Io e Top iniziammo a parlare a casaccio contemporaneamente, rendendoci conto da soli che quello non era il modo giusto di apparire normali.
“Senza di me non fate davvero nulla!” Seungri rise da solo a quella sua affermazione. Mio caro ultimate, sono contenta che tu abbia così tanta considerazione di te.
Dopo pochi minuti, Top si alzò e ci disse che era troppo stanco per continuare il lavoro.
“Vado a riposare qualche ora…in camera mia…”
NO BELLO MIO, NON TI SEGUO.
Chiuse la porta, lasciandomi lì a morire di rimorsi. Anche se…non so nemmeno io che diavolo stessi provando: ero felice di ciò che avevo fatto, ma allo stesso tempo gli occhioni stanchi di Seungri mi mettevano così tanta tenerezza che non potevo non sentirmi male all’idea di farlo soffrire in quel modo.
“Dovresti andare a letto anche tu. Ci penso io qui, non preoccuparti.” Bugia. Volevo dormire anch’io ma non potevo farlo finché lui era lì.
“Non potrei mai lasciarti fare tutto da solo, hyung.” sorrise lui, avvicinando la sua sedia alla mia. Le ore successive trascorsero decisamente in velocità: stavo così bene in compagnia del mio ultimate che persino la stanchezza mi era passata del tutto. Per lui, però, non fu lo stesso: con la testa rivolta verso il basso, iniziò a russare proprio nel momento in cui eravamo quasi alla fine della stesura del testo della canzone. Dato che Seungri era finito nel mondo dei sogni, decisi di raggiungerlo, incrociando le braccia e posandole sul tavolo, creando un sostegno per la mia testolina verde. 

Gioia e giubilo in tutto il regno!! Sono tornata ad aggiornare! Si, lo so, sono una brutta persona, ma mi sono fatta perdonare con uno sbaciucchiamento bello bello ^^
Ah, Elly cara, sento già le tue imprecazioni nel file audio che probabilmente mi manderai non appena leggerai tutto ciò...ma ti voglio bene, ricordalo <3 

 

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