Una rosa rosso sangue

di Eivor17
(/viewuser.php?uid=879443)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa ***
Capitolo 2: *** Gatto ***



Capitolo 1
*** Festa ***


Mary Margaret aveva assillato Emma e Regina per due settimane con l'idea della festa di Capodanno. Ogni volta che si toccava l'argomento, David aveva una qualche chiamata urgente a lavoro e Henry soffriva di mal di pancia fulminanti. Nessuno avrebbe mai detto che tentassero di scampare all'ennesima conferenza sul colore dei piatti e dei bicchieri, se dovessero essere di un rosso natalizio o se fosse stato meglio prenderli colorati, così che ognuno si scegliesse il proprio. 

«Basta che non li prendi rosa» ripeteva Emma, ogni volta sempre più annoiata. 

E gli invitati? Oddio, quella era una delle questioni "all'ordine-di-tutti-i-giorni", come la chiamava Regina, più discusse e combattute. 

Mary Margaret voleva invitare praticamente mezza Storybrooke e fare la festa da Granny's. 

Emma e Regina preferivano una cosa più intima e in famiglia in casa propria, anche se sapevano che "famiglia", nel loro caso, era un termine molto vago. 

Ovviamente, fu Mary Margaret a spuntarla e a organizzare tutto da Granny insieme a Ruby, che si trascinò dietro anche Belle. Passarono quasi una settimana ad appendere festoni e decorazioni di ogni tipo. Persino Leroy, al quinto filo di luci che gli chiesero di fissare sul bancone, se la diede a gambe borbottando di un qualche problema in miniera. 

Nonostante il limitato appoggio da parte della sua famiglia, l'entusiasmo di Mary Margaret non accennò a svanire. 

Stava appendendo un festone decorato con motivi rosso e oro insieme a Belle, entrambe in punta di piedi sul gradino più alto della scala. 

«Fissa un po' meglio quel lato, Belle, non vogliamo che cada in testa a qualche invitato.» 

Quasi caddero loro, invece, appena Belle urlò, sentendosi due mani stringere i fianchi. 

«Dearie, avevo detto che avresti potuto aiutare Mary Margaret a preparare la festa, non che avreste potuto tentare il suicidio di coppia.» 

Con il cuore ancora a mille per lo spavento, Belle si girò e gli fece una linguaccia. 

«Andava tutto benissimo, prima che tu mi facessi perdere dieci anni di vita con la tua furtività.» 

Gold la sollevò, prendendola in braccio. «Mi mancavi a lavoro, dearie. Era troppo buio il negozio senza di te.» 

Mary Margaret ebbe il pudore di girarsi dall'altro lato mentre Belle baciava appassionatamente Rumplestiltskin. 

«Saresti potuto venire ad aiutare anche tu, invece di restare in quella tana. È il 31 dicembre! Chi pensi che potrebbe mai venire a comprare qualcosa?» 

Gold non rispose, tuttavia la mise delicatamente a terra e si appoggiò al bancone, sorridendo divertito alla vista della moglie che lo guardava accigliata per un attimo e poi tornava sulla scala ad aiutare Mary Margaret. 

Nelle due ore successive, un sacco di oggetti caddero dalle mani di Belle, che si sentiva attentamente sorvegliata. Tuttavia, ogni volta che si girava verso di lui, Rumplestiltskin le dava le spalle, seduto al bancone. E, stranamente, si ritrovava in mano tutti gli oggetti che le erano caduti, integri e perfetti, come se non fosse mai successo nulla. 

Verso le 18 iniziarono ad arrivare i primi invitati: il dottor Hopper, Leroy e gli altri nani, Geppetto, August. Misteriosamente, Rumplestiltskin disse di dover tornare a casa a cambiarsi, nonostante fosse elegantemente impeccabile come sempre. 

Pian piano, la festa prese vita. 

Emma e Regina arrivano con un ritardo di appena mezz'ora, trascinando con loro Henry e David, i quali, a quanto pareva, avevano "perso la concezione del tempo giocando a scacchi", o, almeno, questo fu quello che dissero a Snow. 

Per una volta, Mary Margaret non li sgridò, anzi diede a ognuno una fetta di torta e li spedì a mangiare a un tavolo libero. 

Belle si tenne in disparte per riprendere fiato: tra la preparazione del locale, del cibo, la festa iniziata in perfetto orario e Rumplestiltskin che se l'era filata chissà dove, aveva bisogno di un attimo di pausa. 

«La festa ti annoia, dearie?» chiese una voce alle sue spalle. 

«SMETTILA DI COMPARIRE ALL'IMPROVVISO!» urlò, portandosi una mano al petto. Per fortuna con la confusione della festa nessuno la notò. 

«Scusa, tesoro.» Rumplestiltskin le si avvicinò, la voce improvvisamente bassa e suadente. «Credevo volessi festeggiare un memorabile Anno Nuovo con me.» la provocò abbracciandola da dietro e appoggiandole il mento su una spalla. 

«Forse hai un'autostima decisamente troppo alta, amore.» 

«Chissà perché non mi hai affatto convinto...» disse malizioso. 

«Rumple!» esclamò soffocando un grido, quando l'uomo la strinse di più a sé e la trascinò nel ripostiglio. 

«Questa te la farò pagare» lo avvertì Belle, senza però tentare di divincolarsi dalla sua stretta. 

«Non vedo l'ora.» 

«DIECI!» la voce degli invitati arrivò alle loro orecchie appena attutita dalla porta socchiusa. 

«NOVE!» 

«Rumple, è quasi mezzanotte!» 

«OTTO!» 

Lui appoggiò le sue labbra su quelle di Belle. 

«SETTE!» 

«Cosa desideri per il prossimo anno, dearie?» 

«SEI!» 

«Non lo so... perché?» 

«CINQUE!» 

«Perché devi esprimere un desiderio. Non che io ci creda, ma potrebbe funzionare.» 

«QUATTRO!» 

«Tu cosa desideri?» 

«TRE!» 

«Nulla.» 

«Nulla?» chiese lei, sorpresa. 

«DUE!» 

«Ho già tutto quello che voglio.» 

«E cos'è che vuoi?» 

«UNO!» 

«Te, non è ovvio?» chiese Rumplestiltskin, inarcando le sopracciglia. 

«ZERO!» 

Belle ebbe appena il tempo di dargli un rapido bacio prima che un baccano assordante le giungesse alle orecchie. 

«EMMA HA PERSO LA SCOMMESSA! BALLERÀ SUL BANCONE!​» 

«REGINA, NON CI PENSO NEANCHE!» 

Belle e Rumplestiltskin si guardarono, sorpresi. 

«La signorina Swan sul bancone? Sarà divertente.» 

Uscirono dal ripostiglio. 

E, in effetti, Emma era sul bancone. 

Anche Regina. 

Solo che Emma la stava fissando con aria assassina, al contrario di Regina che rideva a crepapelle e le scattava foto che avrebbero infangato la sua reputazione per molti, molti anni a venire. 

 

 

 

Eccomi di nuovo! 

Ho intrapreso anche quest'altra piccola "sfida": una raccolta sui nostri Belle e Rumple! 

So che in giro ci sono anche altre raccolte su di loro, ma spero che, nonostante questo, apprezziate anche le mie one shot. 

Questo capitolo, ovviamente, è dedicato ad oggi e lo dico subito: l'ho scritto stamattina mentre impacchettavo regali e preparavo la cena di stasera, quindi non ho idea di cosa sia venuto fuori! Probabilmente quando lo rileggerò più tardi mi pentirò amaramente di aver scritto una cosa del genere, ma vabbè, evviva l'impulsività XD 

Quindi ditemi anche voi che ne pensate, così non mi sentirò da sola mentre mi prenderò a schiaffi per le castronerie che ho scritto XD 

Auguri a tutti quanti :D 

-abnormalsoul17

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Gatto ***


Rumplestiltskin si trovava nel suo negozio, intento a spolverare un'antica urna che si era procurato in uno dei suoi viaggi da Signore Oscuro, scorribande d'altri tempi. 

Proprio così: ormai Rumplestiltskin era un uomo sposato, padre e addirittura nonno. Non che lo avesse accettato subito, che fosse l'ora di "appendere il pugnale al chiodo", come lo aveva definito Belle, ma con il tempo aveva imparato ad apprezzare le cose semplici della vita: il sorriso di sua moglie, le chiaccherate con suo nipote, il divertimento con suo figlio. Gideon era la cosa più importante per lui. A quasi tre anni dalla sua nascita non era ancora passato un singolo giorno in cui lo avesse sgridato o in cui gli avesse negato una richiesta. 

Secondo Belle, era troppo accondiscendente. La moglie non gli aveva ancora perdonato l'aeroplanino radiocomandato che aveva distrutto la sua preziosa porcellana sulla credenza in cucina, né l'albero di Natale rovesciato per terra con una spada giocattolo come puntale; tuttavia, Rumplestiltskin sapeva che ogni marachella che combinava con Gideon rendeva Belle orgogliosa del suo cambiamento da Signore Oscuro a padre. 

Erano circa le cinque del pomeriggio e l'uomo non si era accorto di quanto fosse tardi, fin quando sua moglie entrò nel negozio tenendo Gideon per mano con espressione contrariata. 

Guai in vista, pensò Rumplestiltskin. 

«Per favore, dì di no a tuo figlio per una buona volta!» esclamò Belle trattenendosi a stento dal mettersi a urlare. 

«Ehi, piccolino» disse Gold, tranquillo, inginocchiandosi per prendere in braccio Gideon«Perché la mamma è arrabbiata stavolta?» 

«Gatto!»  

Rumplestiltskin, sorpreso, sollevò lo sguardo su sua moglie. «Gatto? Vuole un... gatto?» 

«Non azzardarti a dire di sì, Rumplestiltskin, perché potrebbe essere la volta buona che butto fuori di casa te, lui, il gatto e prendo possesso della TV e della Xbox a tempo pieno.» 

«Tesoro, mamma ci vuole togliere la Xbox!» disse Gold ridacchiando sotto i baffi mentre faceva il solletico a suo figlio. 

«Sono seria, Rumple!» 

«È solo un gattino, tesoro. È quasi Natale.» 

«Non osare dirgli...» 

«Di che razza ti piacerebbe, tesoro?» chiese Gold ignorando lo sguardo furente di sua moglie. 

Il bambino non rispose, ma si mise a correre per tutto il negozio urlando «Gatto!» e agitando le manine in aria. 

«Certe volte mi fai venire voglia di impalarti su quel maledetto pugnale» sussurrò Belle a Gold, attenta a non farsi sentire da Gideon. 

Per tutta risposta, lui la abbracciò stretta e la provocò, a pochi centimetri dall'orecchio: «So che non lo faresti mai.» 

«Non sfidarmi, Rumple.» 

«Scusa, tesoro.» la accontentò, posandole delicatamente un bacio sul collo. 

 

Gold raggiunse Belle sul divano, sedendosi comodo e passando un braccio attorno alle spalle della moglie. 

«Sembra felice» disse, osservando Gideon che rincorreva il nuovo arrivato per casa lanciandogli palline e piumini. 

«Non avrei mai pensato di arrivare ad avere un gatto. Neanche tre anni fa ero così impegnata a cercare di tenerti lontano da nostro figlio...» 

«Lo so che non sei pentita di avermi fatto avvicinare, alla fine» azzardò Gold, rubandole un bacio a fior di labbra. 

«Dovresti vergognarti, non avere questo tono compiaciuto.» lo rimproverò lei, continuando però a baciarlo. 

«Forse mi servirebbe un ripassino delle regole del bravo marito...» ghignò Gold malizioso, avvicinandosi di più alla moglie: «Non credi, dearie?» 

«Vedremo, più tardi, forse. Per ora tieni le mani a posto.» lo redarguì Belle, smettendo di baciarlo e spostandosi sulla parte del divano più lontana da lui. 

«E dai, amore...» 

«Sta' zitto. E ricorda che al gatto dai tu da mangiare.» 

Sospirò, rassegnato. «Sarà fatto, principessa.» 

Lanciandole uno sguardo di sottecchi, vide che il broncio che aveva messo appena il gatto era entrato in casa stava svanendo. Così, si stese comodamente su tutto il divano e poggiò la testa sulle sue gambe. 

«Dearie?» 

«Che vuoi, Rumple?» 

«Credo di essere allergico al pelo di gatto.» disse, starnutendo vistosamente. 

«Non ci casco. Il gatto è tuo e di Gideon, quindi ci pensate voi, che vi piaccia o no.» 

Rumplestiltskin sospirò sconfitto e la abbracciò con un sorriso, pensando che, in tutti quegli anni, una cosa buona l'avevano fatta: avevano imparato a conoscersi come il palmo delle proprie mani.


 

Ehilà :D 

Eccomi qua con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia :P 

Ringrazio NotEvenChip per aver recensito il primo capitolo e Shimba97 per aver recensito ed inserito la storia tra le seguite. Inoltre, ringrazio Emyscarano per averla inserita tra le preferite e Queen Elizabeth tra le seguite. 

A presto con il nuovo capitolo! 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3608245