Amore

di Lluvia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eros ***
Capitolo 2: *** Philia ***



Capitolo 1
*** Eros ***


yoi
Eros.
 
Yuri Plisetsky, detto anche Yurio Plisetsky o “la Fata russa”.
Aggraziato era probabilmente la parola con cui lo avrebbe descritto meglio. Mentre si muoveva in pista non sembrava neanche umano, quanto più una sorta di angelo che scivolava sul ghiaccio. Così esile, dai movimenti così fluidi e leggeri… sì, sembrava volare. Eppure, non appena si spostavano gli occhi dal suo costume argentato e luccicante, ci si rendeva conto di quanto pericoloso potesse effettivamente essere quel tanto grazioso angioletto. Gli occhi adombrati dalla concentrazione, i muscoli che guizzavano in ogni direzione per quanto erano tesi, le labbra strette in una linea così sottile da diventare quasi invisibili e dei capelli di un biondo così luminoso da sembrare tanti sottilissimi fili d'oro. 
《Prima le signore!》gli aveva anche detto lui per stuzzicarlo durante una gara.
Beh, non aveva mai fatto errore più grande che considerare quel russo come una ragazzina troppo piatta per la sua età. Era bastato qualche anno e il passare del tempo aveva cambiato tutto. 
Yuri Plisetsky adesso era "sensuale", per Jean.
Quella che all'inizio era stata una piacevole rivalità per il canadese -un po' meno invece per il russo-, si era poi trasformata in una vera e propria ossessione. Non che non potesse vivere senza avere la sua presenza vicina ogni attimo… ma era proprio quando Yuri gli era vicino che quello che anni prima era stato un angelo lo trascinava verso l'inferno più incandescente. 
Uno sfiorarsi di mani gli faceva andare a fuoco la pelle. Un minimo soffio del suo profumo lo inebriava a tal punto da fargli girare la testa.
Quanto lo voleva. Lo voleva così tanto da fare male. Persino osservarlo mentre si allenava lo faceva fremere dalla felicità certe volte, facendogli capire il motivo per cui quel ragazzo aveva attirato così tanto la sua attenzione, ormai.  Era innamorato? Forse. Sapeva solo di avere bisogno di lui.
《Ottimo lavoro, Yuri》sentì esclamare Jean dal vocione intenso dell'allenatore della squadra russa, cosa che lo fece riscuotere dai suoi pensieri. 
Il russo si passò una mano tra i lunghi capelli biondi, lunghi fino a metà schiena, cresciuti ancora di più da quando, dopo i vent'anni, aveva fatto voto di non tagliarseli fino alla sua successiva sconfitta. Aveva la fronte imperlata di sudore e il respiro pesante per l'affanno, un insieme di cose che fece soltanto rabbrividire il canadese per il piacere. 
Era incredibile. Un vero portento nonostante fosse ancora nel fiore degli anni, qualcosa in grado di far tremare per qualche attimo le gambe al re.
《Ho fatto di meglio》 rispose semplice Yuri in un borbottio. 《…Molto meglio.》
Jean non poté fare a meno di ammirarlo mentre il ragazzo si legava i capelli in una coda di cavallo, osservandolo scivolare verso l'uscita dell'anello di ghiaccio. Perché? Perché doveva essere così dannatamente sensuale, sempre e comunque? Era irraggiungibile.  Era da così tanto tempo che aspettava di poter sentire come minimo il sapore delle sue labbra che quasi dava per autentico quello che si era immaginato da solo, più e più volte.
《Jean》
 Si era ritrovato a passare notti insonni a causa del suo bisogno, la necessità di poter mettere mano su Yurio anche solo una volta...
《Jean!》 
…Si era graffiato il corpo per la frustrazione, aveva morso il cuscino per poter trattenere delle urla esasperate, ma alla fine tutto finiva come al solito: una doccia fredda per potersi distrarre e calmare. A volte riusciva persino a sentire la sua voce tanto quel bisogno diventava disperato.
《OI, LEROY! IDIOTA! Ti vuoi levare sì o no dai piedi?!》
Solo a quel punto Jean riuscì a tornare in sé, con la realtà che gli era piombata addosso con la violenza di una mandria di tori imbestialiti. Si era ritrovato con Yurio davanti, reso qualche centimetro più alto grazie alle lame dei pattini che lo alzavano da terra.
《C-come?》 Jean si schiarì la voce ripetutamente, ma l'unico suono che usciva era formato da parole sussurrate roche. Il ragazzo russo lo squadrò con aria critica da capo a piedi, per poi battere un piede a terra con una certa decisione. Che diamine, quel canadese sembrava non volergli prestare attenzione negli unici momenti in cui avrebbe dovuto farlo!
《Togliti. Devo passare. Uscire, andare a cena, hai presente? La mia vita. Che vorrei continuare a vivere. Fuori di qui.》Yurio si mise le mani suoi fianchi, lasciando ricadere da un lato la testa mentre i suoi occhi continuavano a vagare sul volto del canadese. Poteva giurare di non averlo mai visto così agitato e… arrossato. Anzi, sì, quando gli aveva tirato una palla fatta più di ghiaccio che di neve dritta in faccia, ma quella era un'altra storia.
Jean scosse la testa una, due, tre volte, mordendosi furiosamente le labbra prima di riuscire a trovare le parole per continuare il discorso per non pensare a chi aveva davanti.
《…Scusami, Yuri-chan. Sai che quando ti ho davanti perdo completamente la testa, no?》chiese ironicamente lui, con un ghigno divertito che gli alzava gli angoli della bocca. Yurio si limitò ad osservarlo con aria corrucciata. E subito dopo partì la sua mano verso il viso di Jean, colpendolo con così tanta forza da fargli girare la testa dal lato opposto. Rimasero fermi in una posizione statica per dei secondi che al canadese sembrarono eterni prima che uno dei due si muovesse. Jean si portò una mano ad accarezzarsi la pelle gonfia e arrossata. 
Quel caratterino pepato… lo adorava! Un giorno sarebbe riuscito ad averlo, e quel giorno Yurio avrebbe avuto la notte più pazzesca della sua vita. Si lascia sfuggire una risata di cuore, percependo un fiume di adrenalina invadergli le vene che altro non faceva se non fargli girare ancora di più la testa.
《…Wow! Sai che mi piace violento, Yuri-chan!》
Forse non aveva ricevuto il bacio dalla bella principessa come invece avrebbe voluto, ma gli bastava poter vedere il naso arricciato del biondo per il disgusto provocato dalle sue parole. 
Yurio sarebbe caduto ai suoi piedi. Non c'era scelta, sarebbe successo e basta. Nessuno poteva resistere al fascino di Jean-Jacques Leroy, dopotutto… quale folle non si sarebbe piegato al volere di un re? Ci sarebbe stato solo un modo per descrivere il russo, un giorno.
Yuri Plisetsky. La sua... regina.

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Capitolo 2
*** Philia ***


Philia

Philia:  amicizia


Era un tipico cliché.
Pioggia, vento, pioggia, pioggia. Possibile che il destino dovesse essere così crudele da rigirare addirittura il coltello nella piaga?
Se qualcuno sparisce dalla circolazione, il cielo sembra prendersi gioco di tutti i parenti addolorati, costretti a rotolarsi nel fango come maiali per alleviare il dolore.
Il funerale? Una cosuccia semplice, informale, passata veloce. Una piccola chiacchierata con chi di dovere, una mancia come ringraziamento e via, tutti pronti per tornare alle proprie faccende quotidiane.
Yurio no. Con gli occhi fissi in un punto ben preciso e tutti gli abiti fradici, stava ancora osservando attentamente lo spiazzo di terra in cui solo poco prima aveva visto sparire la bara con suo nonno dentro. Sembrava una situazione… irreale? Inevitabile, certo,  ma viverla era assurda. 
L’acqua smise di scrosciargli sulla testa. Quando rialzò gli occhi, vide una giacca tesa sopra di lui come un mantello in modo da coprirlo. Il sostegno di questo intricato complesso architettonico: Jean.
Principessa, ti prenderai un colpo stando senza ombrello mormorò il canadese con un sorrisetto velato di malizia. 
Yurio rimase a fissarlo, poi annuì.
Jean allungò una mano verso il suo viso, scostandogli qualche ciuffo biondo e umidiccio da davanti agli occhi prima di prenderlo per mano come un bambino, trascinandolo insieme a lui dalla parte opposta rispetto a dove si trovavano.
Yuuri stava proprio piangendo come un bambino prima. Infantile da morire, vero?
Yurio annuì.
Un momento di silenzio, poi il canadese ci riprovò. Oh, e quel completo ti fa un culo da favola. Che ne dici se domani andassimo nella stessa boutique in cui sei andato tu per fare un po’ di shopping? Non posso farmi surclassare dal tuo bel sedere!
Esitante, Yurio annuì. Altro silenzio, altro nulla.
Jean si voltò lentamente verso il biondo. …Tra l’altro, questa sera avevo in mente di andare a mangiare un hamburger. Ti va di farmi compagnia? Possiamo anche mangiarlo in camera. Hanno aperto un tale localino vicino all’hotel in cui alloggio che è una cosa fan-
STAI ZITTO!
Jean si fermò non appena vide Yurio afferrare e gettare a terra la giacca che aveva portato poco prima sopra entrambi per proteggerli dall’acqua. STAI ZITTO, STAI ZITTO, STAI ZITTO! Yurio, piegato in avanti e con i lunghi capelli bagnati che gli nascondevano il viso, sembrava più piccolo e gracile di quanto non fosse mai stato. Quando i suoi occhi si inchiodarono su Jean, il canadese riuscì chiaramente a distinguere il dolore per la perdita appena avvenuta rispetto all’odio accumulato per lui.
…Tu non sei così sussurrò Jean, guardando con tanta intensità l’altro ragazzo da riuscire a percepire il suo cambio d’umore causato dalle sue parole. Yurio non si mosse, per questo Jean si tirò da solo uno schiaffo tanto violento da vedere nero per qualche secondo. ...Forza, picchiami, sfogati in qualche modo! Non fare la femminuccia come sempre, non avere bisogno di qualcuno che ti salvi dal pericolo come ogni giorno, REAGISCI! Muovi quel bel sedere che ti ritrovi, fammi vedere cosa sai far-
Yurio non si fece pregare. Tirò così tanti pugni e schiaffi al canadese che si sentì bruciare le nocche e i palmi delle mani. E Jean non si ribellò mai al suo volere, perché ci teneva da morire a Yurio, perché voleva di nuovo vederlo infuriarsi con lui come faceva al solito senza il bisogno di sentirsi dire di farlo. Voleva essere la sua valvola di sfogo, fare in modo che dopo quella rissa gli saltasse addosso per baciarlo e ringraziarlo di quello che aveva fatto per lui, perché era abbastanza egoista da voler mantenere intatti i suoi desideri anche in un momento simile. Yurio stava gridando con così tanta forza che le sue urla stavano diventando rauche, i singhiozzii che erano diventati tanto incontrollabili da farlo crollare a terra in ginocchio. Stava per vomitare, aveva la nausea, sentiva le lacrime rigargli le guance bollenti al confronto della pioggia, il petto che sobbalzava così tanto ogni volta che cercava di riprendere fiato da fargli uscire la saliva a fili dalle labbra. Non ce la faceva più. Gli faceva male da morire il petto, la testa, tutto. Voleva solo che le cose tornassero normali. Non si ricordò mai esattamente il corso preciso degli eventi, ma dopo quella che gli sembrò un'eternità, si ritrovò stretto tra le braccia di Jean. Entrambi immersi con le gambe nelle pozzanghere e nel fango, un re in rovina che voleva far stare bene almeno in parte la sua regina, due persone di cui non si riusciva a distinguere la più disperata.
Yurio serrò le dita attorno alla camicia dell'altro, sentendo il tessuto tendersi sotto la sua stretta....Perché? C-che senso ha dirmi queste cose? Perché devi farti… odiare?!
Perché Yuri non è così.
Fu la frase che fece smettere di singhiozzare il russo. Jean gli prese il mento fra le dita, alzandogli la testa per poterlo guardare negli occhi nonostante fosse alquanto difficile, visto quanto era gonfia la sua faccia dopo tutti quegli schiaffi. Perché Yuri non piange anche se è nei momenti peggiori, perché… mi manca vederti come al solito, Yuricontinuò a mormorare Jean, avvicinandosi così lentamente alle labbra tremanti dell'altro da quasi non riuscire ad accorgersene. Era… sempre stato classificato come amico, era sempre stato nei secondi posti, era ora di cambiare qualcosa. Non sarebbe stato… l'amico di Yurio per sempre, amico che Yurio a stento accettava vicino a sé. Ma questi pensieri lo facevqno stare ancora peggio. Un amico avrebbe dovuto esserci sempre e comunque, lui stava mirando a un posto più alto.
Jean fece scivolare una mano tra i capelli bagnati dell'altro ragazzo, tenendolo fermo per la nuca per evitare che si ritirasse. Voleva che Yurio si scordasse per un attimo della persona che era stata da sempre tutta la sua famiglia e che capisse che proprio di fronte a lui aveva chi sarebbe stato disposto a prendere il suo posto. Diamine… lui era un re, anzi, il re, chi gli impediva di arrivare dove voleva?
...Yuri
Tutta la magia -almeno da parte di Jean- fu infranta quando questi si vide letteralmente portare via Yurio, il quale era stato aiutato a rialzarsi da un nobile cavaliere in scintillanti abiti di pelle. Cosa sta succedendo?
Yurio, per un attimo disorientato, fissò il ragazzo davanti a sé, ritrovandosi coperto da una giacca calda e asciutta e da un ombrello nel giro di qualche secondo. Solo quando un profumo lo avvolse riuscì a capire di chi si trattava. 
Otabek sussurrò il biondo, aggrappandosi alla maglia dell'altro senza aggiungere altra parola, limitandosi a schiaffarsi una mano sulla bocca per evitare al suo corpo di riprendere a singhiozzare. Il nuovo arrivato lo guardò con un velo di preoccupazione, spostando poi gli occhi su Jean, adocchiando subito la sua faccia livida. Non riuscì a trattenersi quando, mentre conduceva lontano di qualche passo il suo amico, gli lanciò un'occhiata interrogativa. Che cosa poteva essere successo per aver ridotto entrambi in delle condizioni così pietose?
Jean non rimase neanche un secondo a guardare quella scena straziante: si alzò dal fango e si avviò da solo per la sua strada. Aveva già perso su tutti i fronti, non voleva qualche… spocchioso, irritante perfettino che infierisse!
Che scena deprimente. Se lo diceva pure da solo, quanto poteva essere penoso?! Ed ecco la caduta del re JJ… osservare mentre l'amore della sua vita -che lo aveva costantemente picchiato, offeso e umiliato più volte in pubblico e che lo considerava niente più che un conoscente- se la spassava sotto l'ombrello con un tipo che neanche si sapeva mettere in modo stiloso gli occhiali da sole! Grazie al cielo riusciva ad affrontarla decentemente in pubblico, perché era certo che non appena messo piede in hotel avrebbe chiamato sua madre per sfogarsi a furia di piangere.
Fu quando sentì dei rapidi passi dirigersi verso di lui che il battito del suo cuore ebbe un'impennata. Riuscì a vedere con la coda dell'occhio una zazzera di capelli biondi, mentre la pioggia sulla sua testa sembrò fermarsi. Anzi, non sembrò e basta, da dove era comparso quell'ombrello?
…Otabek mi ha offerto un passaggio. Ho rifiutato, quindi mi ha dato il suo ombrello in compenso. È stato gentile
Jean strinse le labbra e ricacciò nello stomaco il groppo che gli era salito in gola. Annuì.
Un momento di silenzio, poi il russo ci riprovò.…Stai piangendo?
Esitante, Jean annuì. Si sentì uscire dalle labbra un verso che era un misto tra un singhiozzo e un rantolo. Si portò una mano a coprirsi il viso per la vergogna, continuando a frignare come se fosse un vero e proprio neonato. Aveva fatto un sacco di scemenze, a partire dal suo modo di provare a far distrarre Yurio fino ad arrivare al suo egoismo.
Jean si passò il palmo di una mano sugli occhi.M-mi d-dispiace… mi dispiace c-così tanto…
Yurio sospirò, distogliendo lo sguardo prima di dare qualche pacca sulla schiena dell'altro.
…So cosa stavi cercando di fare. Ma ti sei comportato da incredibile cazzone in un momento delicato, e…Le parole gli morirono poco a poco in gola. Non c'era altro da dire.
Così camminarono in un silenzio glaciale fianco a fianco, cambiando tra loro solo il fatto che fu Jean quello a tenere in mano l'ombrello. Le cose tra loro non dovevano per forza cambiare, pensò il canadese. Forse… era il destino che li voleva insieme come amici e basta, no? Era già qualcosa di importante.
…Otabek mi aveva proposto di andare a mangiare un hamburger a casa sua, stasera. E… un passaggio in motodisse Yurio per rompere il silenzio.
Ecco, si ricominciava. Infieriva anche lui.
Jean abbozzò un sorrisetto, forse un po' troppo tirato.Oh? Ehi, mi sembra un'idea… geniale! Non mi sarebbe mai venuta in mente. Perché… non hai accettato? Puoi andare, non devi per forza seguire me, ecco…
Yurio si voltò verso di lui. Per la prima volta nel giro di un bel po' di tempo, Jean lo vide sorridere. Ed era un sorriso di cuore, un sorriso che gli curvava le guance con ancora le lacrime secche stampate sulla pelle. 
…Tu non capisci proprio niente, vero? Stasera... vorrei mangiare con te. Hamburger?

***

Note d’autrice: Salve a tutti! Se state leggendo queste note, vuol dire che siete arrivati alla fine del secondo capitolo, che… non mi ha soddisfatta molto devo dire, quindi spero sia solo una mia impressione e basta. Inoltre ci tenevo a precisare che questa e quelle che ci saranno più avanti sono solo delle visioni personali riguardo i vari tipi d’amore esistenti, quindi chiedo scusa in anticipo nel caso di errori nell’interpretazione, errori che ovviamente siete liberissimi di farmi notare. E niente, grazie mille a tutte le persone che finora si sono interessate a questa storia, spero continui ad essere di vostro interesse :3     



 

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