Strangers
like me
Whatever
you do, I'll do it too Show
me everything and tell me how It
all means something And
yet nothing to me a New York,
I
can see there's so much to learn It's
all so close and yet so far I
see myself as people see me Oh,
I just know there's something bigger out there.
(Strangers
like me – Phil Collins – Tarzan OST)
Era strano avere di nuovo il
peso di un corpo. O sentire la fame. O la sete. O addormentarsi e
svegliarsi.
Quando era allo stato di
obscurus le cose erano in un certo senso più semplici: non
aveva esattamente bisogno di nutrirsi nè tantomeno di riposare
perchè lui era energia che alimentava sè stessa.
Qualcosa di raro. Unico.
Pericoloso.
Se ripensava a cosa aveva
fatto a New York, gli sembrava impossibile che Newton Scamander si
fosse preso cura di lui tutto quel tempo.
Aveva sentito la sua
presenza sempre accanto a sé e la cosa lo confondeva, per
quanto gli fosse estremamente grato.
Gli altri maghi avevano
provato ad ucciderlo, Newt invece lo aveva raccolto ed aveva fatto di
tutto per tenerlo in vita.
All'inizio Credence temeva
che volessero usarlo come arma come aveva voluto fare quel
Grindelwald, ma ora il pensiero gli sembrava semplicemente assurdo.
Tina e Newt non volevano
combattere nessuno, volevano solo tenerlo al sicuro.
Anche quel professore, quel
Silente amico di Newt, era stato molto gentile con lui.
Gli aveva fatto assaggiare
le prime caramelle del mondo magico ed era stato incredibilmente
fortunato perchè ne aveva trovato una al gusto di torta di
mele.
Dopo due settimane in
infermeria si sentiva molto meglio fisicamente, ma a livello mentale
era ancora molto confuso.
E adesso che avrebbe fatto?
Aveva dovuto lasciare l'America, ed essere in un paese straniero a
volte lo atterriva. E poi c'era la sua magia. Credence la sentiva.
Era come un'energia nuova che gli formicolava sotto pelle. Era quello
che lui era sempre stato, era un mago, non doveva più
trattenersi. Era nel suo mondo eppure tutto di quel mondo gli era
estraneo.
Newt gli chiedeva come
stava, ma lui non sapeva mai dare una risposta precisa.
Non stava male, ma nemmeno
bene. Era confuso.
Per giorni e giorni non
aveva indosato altro che i pigiama dell'infermeria, che un
incantesimo manteneva sempre pulito e fresco di bucato, ma prima o
poi avrebbe dovuto alzarsi dal letto.
Fu Newton a portargli dei
vestiti nuovi.
Erano i suoi primi vestiti e
Credence stava per mettersi a piangere.
-Perdonami, non conosco i
tuoi gusti, ma posso sempre cambiare i colori se...-
Credence aveva fermato le
sue scuse abbracciandolo.
Gli era venuto spontaneo.
-Non avevo mai avuto vestiti
come gli altri ragazzi. Grazie-
Indossò la camicia
bianca, il maglione verde bottiglia ed i pantaloni neri. Gli
sembravano bellissimi. Solo quando cercò la cintura si accorse
che non c'era, o meglio quella che lui aveva creduto una cintura non
lo era affatto.
Si vergognava a chiedere
aiuto, ma oggettivamente non sapeva come fare e dovette chiamare
Newt.
-Non... non so indossare
questa cintura-
-Non è una cintura,
sono bretelle. Scusami, avrei dovuto dirtelo prima. Se ti togli il
maglione ti faccio vedere come si mettono-
Non era una cintura.
Probabilmente non avrebbe mai più indossato una cintura in
vita sua, e anche di questo era grato a Newt.
Lasciò che il mago
gli agganciasse i pantaloni davanti e dietro e poi si rimise il
maglione.
-Dimmi se sono scomode-
-No, sono perfette-
-Bene. Allora possiamo
uscire-
***
Ovviamente Newt lo aveva
portato in un posto in cui lui era a suo agio: in mezzo alla natura.
Avevano camminato sulla riva
del lago fino quasi al lato opposto alla scuola per poter parlare
tranquillamente.
C'erano molte cose di cui
dovevano discutere.
-Credence, ormai sei grande.
Puoi scegliere di andare a vivere da solo se lo desideri, oppure puoi
restare con me e... hem... Tina. Però non potrai più
tornare negli Stati Uniti-
-Voi mi vorreste?-
-Ma certo!-
-Allora resterò con
voi-
Non aveva sperato tanto. In
realtà ogni giorno da quando stava bene lo aveva passato in
attesa dell'inevitabile, e cioè che prima o poi Newton e Tina
lo salutassero ed andassero per la loro strada; per lui avevano già
fatto pure troppo.
E invece no. Gli chiedevano
di restare e lui non poteva desiderare di meglio.
-Molto bene, allora è
deciso. Adesso c'è un'altra cosa che devo chiederti-
Newton gli porse la sua
bacchetta.
Credence aveva visto molte
volte il mago fare incantesimi con quella, ed una bacchetta magica
gli sembrava qualcosa di meraviglioso e allo stesso tempo di proibito
perchè simboleggiava tutto ciò che sua madr... che Mary
Lou gli aveva insegnato a combattere.
Ciononostante, il sorriso
con cui Newt gliela porgeva non aveva nulla di pericoloso, per cui
Credence si decise a prenderla.
Gli formicolavano le dita,
ma non sapeva se era vera magia o solo suggestione della sua mente.
-Vedi l'acqua del lago?
Puntala verso l'acqua e muovila come ti viene più naturale-
Credence aveva il cuore che
batteva forte. Stava per fare una magia! Oppure una colossale figura
da idiota. Dopotutto Grindelwald gli aveva detto che era impossibile
insegnargli, che era un magonò, che in sostanza era un essere
inutile persino nel mondo dei maghi.
Eppure aveva un formicolio
alle dita, il cuore che batteva forte ed una mano di Newt sulla
spalla ad incoraggiarlo.
Provò ad agitare la
bacchetta e dal lago si sollevò uno schizzo che era stato
senza dubbio provocato da lui.
La sua prima magia! Non era
nemmeno un vero incantesimo, ma adesso sapeva di poterlo fare!
C'era un modo per liberare
la forza che sentiva agitarsi dentro di lui.
Guardò Newt e anche
lui sorrideva orgoglioso.
-Adesso hai bisogno di una
bacchetta tutta tua, Credence-
-Mi scusi!- e gliela
restituì in fretta.
-No, no, non è questo
che intendevo. Vedi, Credence le bacchette non sono tutte uguali.
Ogni mago ha la sua perchè i legni e le anime sono diversi ed
usati in diverse combinazioni. Con una bacchetta adatta a te potrai
fare incantesimi molto migliori. Per adesso ti presto la mia più
che volentieri. E per favore, chiamami Newt e dammi del tu-
Rimasero sulla riva del lago
fino al tramonto e Credence riusciva quasi a controllare la sua
magia; era una sensazione bellissima. Finalmente sentiva di essere al
suo posto.
***
-Ho fatto un'incntesimo!-
disse in fretta non appena rivide Tina.
Era così orgoglioso
di quello sventolio di bacchetta! Voleva dirglielo assolutamente.
Lei lo abbracciava come
Credence aveva sempre desiderato, e per lui stava diventando una
piacevole abitudine. Lo faceva sentire a posto.
-Davvero? Oh, Credence, è
meraviglioso!-
Anche lei era orgogliosa di
lui. Mary Lou lo avrebbe picchiato anche solo per aver pensato una
cosa del genere.
-Allora oggi ci facciamo
accompagnare da Newt al negozio di bacchette più vicino. Devi
assolutamente avere una tua bacchetta, ormai sei grande!-
Neanche Tina era mai stata a
diagon Alley, per questo tutti e due si tenevano stretti a Newt.
Credence avrebbe voluto
passare il resto della sua vita in quel quartiere. Lì si
respirava letteralmente la magia. Era tutto nuovo eppure era
familiare. Era come il ricordo di un bel sogno.
Le vetrine erano piene di
stoffe che si tagliavano da sole, di ingredienti per pozioni, di
libri che si sfogliavano da soli o che erano bianchi e facevano
apparire le parole a seconda del testo richiesto; e poi c'erano i
manici di scopa ed i negozi di animali.
Newt si sarebbe fermato in
ognuno di essi ma resisteva eroicamente alla tentazione, finchè
Tina non lo incoraggiò.
Ne uscì con una
coppia di pulcini di gufo e ne consegnò uno a Tina ed uno a
Credence.
-Questo è... è
davvero mio?-
Balbettò Credence
mentre fissava incredulo il batuffolo piumoso tra le sue mani.
-Certo. Se saprai prenderti
cura di lui vedrai che sarà un compagno fedele. Ah, Tina,
credo che la tua sia femmina. Vi consiglio di farli stare insieme
finchè non saranno un pò cresciuti-
Anche Tina era rimasta
conquistata dal pulcino che l'aveva fissata con i suoi grandi occhi
color ambra e sbattendo le alucce.
-Grazie mille, Newt! La
chiamerò Eglantine- annunciò con un sorriso intenerito.
Credence aveva avuto
l'impressione di un vago rosa che le tingeva le guance dopo aver
ricevuto quel regalo, e che il suo sorriso avesse qualcosa di
diverso, ma si astenne dal fare qualsiasi commento.
Rimisero i pulcini nel loro
cesto, dove si addormentarono perchè era ancora pieno giorno,
e li coprirono con un panno per non impaurirli.
Credence trovava che Tina
fosse assolutamente adorabile con il cesto sottobraccio e nel modo in
cui cercava di ripararlo dagli scossoni.
Andando in giro in quel
mondo fantastico, Credence quasi non si aspettava di trovare qualcosa
di normale come un barbiere.
Ed improvvisamente si
ricordò del suo terribile taglio di capelli.
Lì ancora nessuno gli
aveva detto niente, ma lui non poteva più sopportarlo.
Senza rendersene conto si
era fermato in mezzo alla strada e non si accorgeva di Newt e Tina
fermi ad aspettarlo.
La strega lo raggiunse.
-Sai, credo che sarebbe
necessario fare una sosta dal barbiere-
-Sì, sarebbe un'idea-
la appoggiò il magizoologo.
-Intendevo anche per te,
Newt-
Infatti il ciuffo di ricci
del mago gli arrivava sugli occhi, e così Tina li spinse
dentro enrambi.
Quando uscirono Newt era più
o meno lo stesso di sempre, solo con una visuale sul mondo più
sgombra, Credence invece era completamente cambiato.
Il barbiere gli aveva
lasciato i capelli che cominciavano a ricrescere sulla nuca e sulle
tempie, ma l'orribile scodella era sparita.
Restava appena qualche
ciuffo sulla fronte che lui avrebbe potuto pettinare indietro o di
lato.
Era così bello
sentirsi la fronte libera!
Si sentiva incredibilmente
bene in quel modo!
Aveva dei vestiti normali,
un taglio normale, e chi lo avesse visto con Newt e Tina avrebbe
pensato che erano una famiglia normale.
Credence provò un
buffo sobbalzo allo stomaco a quel pensiero.
-E adesso la cosa più
importante!- esclamò Newt.
-Una bacchetta nuova per
Credence-
-Hem... veramente pensavo di
pranzare...-
-Newt!-
-Ma è la verità!
Allora facciamo decidere a lui-
Credence improvvisamente si
sentì a disagio. Non gli era mai capitato che qualcuno
chiedesse il suo parere...
-Io... ecco, io...-
-Puoi scegliere quello che
vuoi. Se hai fame o se sei più curioso di provare una
bacchetta tutta per te-
Era quasi mezzo giorno ed un
pò di fame iniziava a farsi sentire, ma all'idea di avere una
bacchetta e di poter fare magia per conto suo Credence la dimenticò.
-Io... io preferirei andare
a prendere la bacchetta-
Disse timidamente.
-Perfetto! Allora da questa
parte-
Newt li guidò ancora
più avanti lungo Diagon Alley e poi in un vicolo leggermente
rientrato. Si fermò davanti ad un negozio con l'insegna in
legno su cui campeggiavano due bacchette incrociate e un nastro che
si intrecciava tra le due, e la scritta "Olivander".
-Il miglior fabbricante di
bacchette di tutta la Gran Bretagna. Ah, Credence- Newt si fermò
per guardarlo negli occhi e mettergli una mano sulla spalla. Sembrava
una cosa importante -Credence, ricordati che ci sono migliaia di
combinazioni possibili quando si tratta di bacchette. Potrebbe
volerci molto tempo. Io ho fatto quasi due ore di prove quando dovevo
comprare la mia prima bacchetta, per cui non scoraggiarti se non ne
trovi subito una che va bene per te-
-Oh... grazie...- era
contento che Newt lo avesse avvisato prima -Ma allora come saprò
quando ho trovato quella giusta?-
-Te lo farà capire
lei. Su, adesso entriamo-
Il negozio di Olivander era
buio e, a parte lo spazio riservato al bancone, era interamente
occupato da pareti che formavano un vero labirinto. Solo che non
erano di mattoni: erano pile e pile di scatoline allungate.
Credence si sentiva in
soggezione lì dentro e gli veniva istintivo tallonare Newt.
-Buon giorno, signori. Cosa
posso fare per voi?-
-Signor Olivander! La trovo
bene. Siamo qui perchè ci serve una bacchetta nuova per lui-
E spinse leggermente avanti
Credence.
-Capisco. Certo, certo,
troveremo una bacchetta. Ma sei sicuro che non vuoi che io ripari la
tua, ragazzo? Non l'ho fabbricata io ma potrei rimetterla a nuovo
qualunque sia il danno-
-Ah... ecco...-
Credence aveva iniziato a
tremare. Come poteva spiegare a quell'uomo per quale motivo non aveva
mai avuto una bacchetta magica nonostante avesse superato i diciotto
anni? Si voltò verso Newt in cerca di aiuto.
-La situazione è
complicata, signor Olivander. Lui non è inglese. Mi dia retta.
È meglio comprare una bacchetta nuova-
-Va bene, se insistete
tanto... siediti, ragazzo-
Credence si sedette sullo
sgabello al centro del negozio e gli sembrava una cosa abbastanza
normale da fare. Questo fino a quando un metro a nastro non si
avvicinò a lui fluttuando a mezz'aria e cominciò a
prendere varie misure.
Misurò la lunghezza
della sua mano dal palmo al medio, poi la larghezza, poi ancora la
lunghezza dal gomito alla spalla e dal gomito al polso. Gli prese
anche la circonferenza della testa e del torace.
Il signor Olivander
borbottava qualcosa di incomprensibile, e intanto percorreva i
corridoi estraendo ogni tanto una scatoletta.
Ne posò un bel paio
sul bancone prima di chiedergli di alzarsi in piedi e di iniziare a
provarle.
La prima era di un legno
rosso di cui Credence non aveva mai sentito il nome.
Non appena la agitò,
un intero muro rovinò a terra e lui indietreggiò
terrorizzato.
Che danno aveva fatto?!! Gli
ci sarebbero voluti centinaia di qualsiasi cosa usassero i maghi come
moneta per ripagare quel disastro!
Stranamente né Newt
né Olivander sembravano particolarmente colpiti o arrabiati
con lui.
-No, evidentemente l'abete
rosso non va bene. Proviamo con il sandalo-
Gliene mise in mano un'altra
e stavolta cadde a terra solo una piccola porzione di muro.
-Bene, vuol dire che siamo
sulla strada giusta. Però è curioso... davvero curioso.
Prova questa. Legno di amaranto. Esotico ma perchè no?
considerato che lei non è di queste parti-
La bacchetta di amaranto
fece esplodere uno dei pannelli di vetro della porta.
-No, nemmeno l'amaranto è
abbastanza. Provi questa. È legno di mogano-
Stavolta il pannello si
incrinò solamente ed il fabbricnte di bacchette si sfregò
le mani soddisfatto, apparentemente incurante del fatto che gli
avesse appena devastato il negozio.
-Bene, bene, davvero molto
bene. Lei ha un grande potere, e credo che stiamo trovando il modo
giusto di incanalarlo. Mi chiedo se... ma sì, in fondo tutto
sembra portarci in quella direzione, quindi tanto vale provare-
scomparve tra le pile ordinate per rispuntare con l'ennesima scatola
-Coraggio, provi questa-
Credence capì subito
che quella bacchetta era diversa. Era di un legno più scuro di
tutte le altre, di un nero intenso con appena un riflesso rosso cupo
sulla superficie perfettamente lucidata.
Non appena l'ebbe in mano
sentì una vera scossa elettrica in tutto il braccio, unita
all'intima consapevolezza che quella fosse sua proprietà.
Nessun altra. Con quella
bacchetta si sentiva consapevole di ciò che faceva piuttosto
che agitarla a caso. Gli bastò un movimento del polso per far
scaturire una luce che era come una cascata di diamanti.
Olivander sembrava felice
almeno quanto lui.
-Straordinario, davvero
straordinario! Dieci pollici, rigida, legno d'ebano ed anima di crine
di unicorno. Una combinazione interessante, Mr Barebone, non c'è
che dire. Il legno più scuro che esista ed un'anima che
rappresenta assoluta purezza. Sì, sarà interessante
quando comincerà ad usarla. Anche se è una cosa
insolita-
Sembrava che Olivander non
aspettasse altro che lui gi chiedesse di cosa stava parlando, e alla
fine Credence cedette alla curiosità.
-Perchè è
insolito?-
-Perchè le bacchette
si adattano alla personalità del mago, e le personalità
umane cambiano nel corso degli anni. Quella da cui lei è stato
scelto oggi è una bacchetta che sarebbe più adatta per
un mago con almeno il doppio dei suoi anni-
-Ma posso prenderla lo
stesso, non è vero?-
Chiese lui allarmato. L'idea
di separarsene gli causava un dolore fisico. Non poteva lasciarla
proprio ora che gli era costata tanto tempo e dolore prima di
riuscire a conquistarla.
-No, stia tranquillo, Mr
Barebone, ormai che la bacchetta ha scelto lei nessuno può
contestarle nulla. Vuol dire semplicemente che lei ha una maturità
superiore alla sua età-
Allora si azzardò a
lasciare andare un sospiro di sollievo.
Quando uscirono Tina era
seduta al bar dall'altro lato della strada ad aspettarli, e quando
Credence le mostrò la bacchetta non potè trattenere un
"oh" di meraviglia.
-Non sembra per niente la
bacchetta di un principiante. Sembra la bacchetta di un mago già
di alto livello-
Commentò lei.
-Lo ha detto anche il signor
Olivander. Non è sbagliato, non è vero?-
-No, Credence, non è
sbagliato. È speciale-
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Nel cerchio della
Strega
Benvenuti in questo secondo
capitolo della serie.
Anche questa avrebbe dovuto
essere una one shot, ma alla fine il buonsenso ha avuto la meglio e
dopo cinque pagine ho deciso di dare tregua ai vostri e ad i miei
occhi, così l'ho divisa in due parti.
È un ottimo modo per
inserire più strofe delle canzoni di Tarzan.
Mi sono dilungata
particolarmente nella descrizione di quando Credence compra la
bacchetta perchè la Rowling ci insegna quanto le bacchette
siano intimamente connesse alla personalità del mago, e quindi
ho dato spazio al mio trattato di bacchettologia.
E sto cercando di dare
spazio anche a Newt e Tina, perchè tanto la sappiamo che si
metteranno insieme.
Grazie per essere approdati
anche qui.
Lady Shamain
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