L'eleganza del pinguino

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Smorfie e cuscinate ***
Capitolo 2: *** In cerca del guerriero perfetto ***
Capitolo 3: *** La persona più importante ***
Capitolo 4: *** Questa è una pessima idea ***
Capitolo 5: *** Di quella volta in cui Rei indossò quel costume bianco ***
Capitolo 6: *** The one when Nagisa made ice creams with snow ***



Capitolo 1
*** Smorfie e cuscinate ***


Smorfie e cuscinate


Prompt di Jordan Hemingway: Free!, Reigisa, di quando il club di nuoto si rese conto che Nagisa e Rei nella stessa tenda erano ingestibili.
Parole: 205
 

“Fallo di nuovo Rei-chan, per favore!”, disse Nagisa, asciugandosi le lacrime dagli occhi.
Per un attimo Rei assunse un’espressione seria, dopodiché incrociò gli occhi e tirò fuori la lingua in un’espressione buffa. Nagisa lanciò la testa all’indietro e proruppe in una sonora risata, portandosi le mani a tenersi la pancia.
“Sei grande, Rei! Adesso fai quell’altra, quella in cui assomigli ad un pesce palla!”
“Nagisa, ma è tardissimo! Avevi detto che questa sarebbe stata l’ultima!”, protestò rei.
“Ti pregoooo…”, disse Nagisa assumendo la sua faccia da cucciolo bastonato, quella a cui Rei non avrebbe potuto resistere.
Con un sospiro, Rei gonfiò le guance a palloncino ed inarcò le sopracciglia, e Nagisa lo omaggiò con una altra serie di risate cristalline.
“Ragazzi, insomma! Piantatela di fare casino e andate a dormire!”, la voce irritata di Gou arrivò ovattata dalla tenda accanto.
“Direi che ha ragione, Nagisa. Andiamo a dormire.”, disse Rei, sistemandosi nel sacco a pelo e togliendosi gli occhiali.
“Io però non ho ancora sonno”, protestò l’amico.
“Prova a chiudere gli occhi e a contare le pecore”, lo rimbeccò Rei; esattamente tre secondi dopo un cuscino atterrò sul suo viso. Rei lo raccolse e gli rivolse uno sguardo maligno.
“Questa è guerra, lo sai vero?”

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Capitolo 2
*** In cerca del guerriero perfetto ***


In cerca del guerriero perfetto


Prompt di Jordan Hemingway: Reigisa, TokyoMewMew!AU, Rei è lo scienziato che trasforma Nagisa in un...
Parole: 479

 
Quel ragazzo faceva proprio al caso loro. Più a lungo lo osservava dalle telecamere presenti in laboratorio, più Rei si convinceva che Nagisa Hazuki sarebbe stato una risorsa notevole per il progetto Mew; il ragazzo possedeva numerose qualità che lo rendevano adatto a diventare un guerriero: era energico, determinato, testardo, curioso, ottimista e, ultima cosa ma non meno importante, dotato di una buona tendenza all’accettazione del paranormale. Dopo i problemi sorti con Makoto ed Haruka, i loro primi due guerrieri prescelti, Rei aveva avuto cura nel selezionare il loro candidato successivo. Adesso non restava che effettuare il processo che avrebbe unito il suo DNA a quello di un animale in via d’estinzione – e doveva farlo in fretta, visto che tra qualche minuto il ragazzo sarebbe passato proprio davanti al Cafè dove lui e Gou avevano installato il loro quartier generale. Rei ci aveva pensato a lungo, tenendo anche conto dei gusti personali del ragazzo, ma dalle sue ricerche era emerso che Nagisa andava pazzo per i pinguini – e i pinguini non erano degli animali per niente belli! Così goffi e con quel modo buffo di scivolare sulla pancia! Alla fine, aveva scelto la tigre bianca – gli sembrava il più indicato, se non un po’ ironico visto che il ragazzo era abbastanza basso per la sua età.
Quando Nagisa si trovò a passare davanti al Cafè, Rei aveva già puntato la macchina con la quale avrebbe iniettato il siero contenente il DNA in quello del ragazzo. Lo scienziato si concentrò completamente sull’operazione, sapendo che un passo falso avrebbe significato guai. Ancora qualche passo, e sarebbe stato proprio nel suo mirino…
In quel momento, la porta si aprì con un gran fracasso e Gou esclamò: “Rei, è un’emergenza!”, facendo fare un gran salto al giovane scienziato, che schiacciò inavvertitamente un pulsante sulla grande macchina davanti a lui. Ci fu uno scoppio, un lampo di luce ed un rombo sordo, poi silenzio. Fu Rei a spezzarlo, controllando nelle telecamere e lanciando un gemito. “Oh cielo! No, no, no, non era così che doveva andare!”, ripeteva.
“Rei? Cos’è successo?”, chiese timidamente la sua collega, portandosi al suo fianco.
“Stavo per effettuare l’operazione che avrebbe mutato il DNA di uno dei nostri futuri guerrieri, ma, ehm…”, esitò, mordendosi il labbro inferiore. “…Credo di avere esagerato!”
“Fa vedere.”, disse Gou, controllando a sua volta la telecamera. “Ma quella là di fronte è… una foca monaca?!”
“Sì, temo che il raggio sia stato troppo forte e l’ha trasformato completamente! E quel che è peggio, è che non era neanche quello l’animale che gli avevo assegnato!”, esclamò Rei mortificato, gettandosi sulla sedia alle sue spalle e nascondendosi il volto tra le mani. La foca monaca non era assolutamente un animale grazioso! Diamine, era persino peggio del pinguino! E poi, come fare per farlo tornare normale?
Quella storia, lo sapeva già, si sarebbe rivelata un grosso paio di maniche. 

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Capitolo 3
*** La persona più importante ***


La persona più importante
 

Prompt di Jordan Hemingway: Free! Reigisa, Rei non capisce perché Nagisa lo abbracci di continuo.
Parole: 219

 
“Nagisa, mollami per favore.”, sibilò Rei.
“Perché mai, Rei? Ti vergogni?”, chiese Nagisa con la faccia più innocente del mondo.
“Assolutamente no! Ma non so se ti sei reso conto, ci troviamo in un luogo pubblico. E ci stanno fissando tutti.”
Rei non aveva torto: ormai erano in molti nel locale che li stavano osservando nel tavolo dov’erano seduti (o meglio, avvinghiati), alcuni sorridenti, altri con espressioni romantiche, altri ancora con sguardi eloquenti e altri ancora un po’ seccati.
Nagisa si voltò ad osservare uno ad uno i volti dei curiosi, e questi, imbarazzati, distolsero lo sguardo velocemente e ripresero qualunque conversazione ognuno di loro stesse tenendo prima di interrompersi.
“E allora? Oggi è la giornata internazionale dell’abbraccio. Devi abbracciare la persona più importante per te il più possibile per farle capire quanto è speciale.”, spiegò Nagisa, per poi assumere un’espressione triste. “Stai dicendo che io non sono importante per te, Rei-chan?”
E come faceva Rei a dire di no a quell’espressione da cerbiatto bastonato?
“Ma no, Nagisa.”, ammise infine. “Anzi, sono felice che, ehm… tu mi consideri abbastanza speciale per mettere in atto questa iniziativa.”, farfugliò infine imbarazzato.
“Certamente! Potrebbe essere altrimenti?”, rise Nagisa, d’un tratto di nuovo allegro, strofinando la testa contro la spalla di Rei.
Il ragazzo emise un profondo respiro. Sarebbe stata una serata lunga.






 
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Capitolo 4
*** Questa è una pessima idea ***


Questa è una pessima idea



Prompt di Jordan Hemingway: Reigisa, Hogwarts!AU, in cui Nagisa entra di nascosto a Mielandia e Rei deve salvarlo da se stesso.
Parole: 466



La golosità di Nagisa non conosceva limiti: non era trascorsa neanche mezz’ora da quando si erano alzati dalla colazione nella Sala Grande e già stava trascinando Rei verso Mielandia.
“Andiamo Rei, ho bisogno di cioccolata! In più ho saputo da Nitori che oggi viene distribuito un nuovo tipo di caramelle, dice che cambia sapore dopo un po’ di tempo…”
“Nagisa, per favore, devi darti una calmata!”, disse esasperato Rei, tentando di far ragionare l’amico. “Primo, non dovresti ingozzarti di dolci tutto il tempo. Secondo, non ti ricordi cos’ha detto il proprietario l’ultima volta? Ha detto che se ti avesse rivisto ti avrebbe trasformato in un cane da tartufo!”
Rei era abbastanza sicuro che la minaccia dell’uomo non fosse stata pronunciata tanto per dire e che contenesse un serio tono di minaccia e promessa: anzi, a volerla dire tutta, si aspettava di trovare un cartello con scritto “Io non posso entrare” con affiancato il volto di Nagisa all’entrata del negozio, come si vedeva spesso in alcuni negozi Babbani.
Nagisa si era azzittito e stava giocando la carta del cucciolo ferito, fissandolo con occhi imploranti, ma Rei s’impose di essere irremovibile. “Perché non facciamo qualcosa di diverso, per una volta? Ad esempio, perché non facciamo un salto da Zonko?”, disse Rei, tentando di sviare l’attenzione dell’amico. E per qualche minuto sembrò che Nagisa si fosse deciso a prestargli ascolto, benché avesse la fronte corrugata per un qualche pensiero.
Camminarono per le strade del villaggio; Rei parlava concitato del più e del meno, le parole gli uscivano di bocca spontaneamente. “Non sei d’accordo, Nagisa?”, domandò, voltandosi verso l’amico con un grosso sorriso… solo che Nagisa non c’era più. Gli ci volle uno solo istante per realizzare che l’amico aveva approfittato di un suo attimo di distrazione per scappare via e, maledicendo sé stesso e la sua sbadataggine, tornò indietro correndo. Arrivò a Mielandia rosso in viso e col fiatone, e si augurò di essere arrivato in tempo per scongiurare la catastrofe che minacciava di avvenire di lì a poco. Trovò Nagisa verso il fondo del negozio, intento a studiare diversi tipi di tavolette di cioccolato disposte dietro una vetrina. Accanto aveva una sacca stracolma di dolciumi. Nagisa si voltò e lo vide, e il suo viso si illuminò, come se si fossero incontrati per la prima volta solo in quel momento. “Rei-chan! Ce l’hai fatta alla fine!”, esclamò contento.
“Nagisa… per favore… non dirmi che hai intenzione di acquistarli tutti.”, disse Rei debolmente, senza fiato per la corsa e per lo shock.
 “Certamente.”, confermò l’amico. “Ma ne ho preso qualcuno anche per te, stai tranquillo.”
Rei scosse la testa. Non era quello a preoccuparlo, ma ormai era impossibile convincere Nagisa a rimettere al loro posto i dolciumi. Tutto ciò che poteva fare era impedire che il proprietario notasse Nagisa.






 

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Capitolo 5
*** Di quella volta in cui Rei indossò quel costume bianco ***


Di quella volta in cui Rei indossò quel costume bianco


Prompt di Michela: Reigisa. Rei indossa finalmente quel costumino bianco.


Tutto questo non sarebbe accaduto se Gou non avesse proposto una partita ad “Obbligo o Verità?” durante la festicciola che avevano organizzato per celebrare l’arrivo della primavera (e con essa, l’inizio degli allenamenti del club di nuoto); non sarebbe accaduto se, dopo un paio di turni ciascuno, Nagisa si fosse lamentato che nessuno scegliesse “Obbligo” e che il gioco lo stava annoiando; ma soprattutto, non sarebbe accaduto se Rei avesse preferito attenersi a ‘Verità’, invece che provare un moto di solidarietà per l’amico insieme ad un improvviso spirito temerario.
“D’accordo, allora: Obbligo.”, aveva risposto Rei, e tutta la combriccola si era voltata a guardarlo. Gou aveva lanciato un fischio.
Nagisa aveva assunto un’aria meditabonda e steso le labbra in un sorrisetto, e già questo sarebbe dovuto bastare per metterlo in guardia, ma Rei, nel suo delirio di onnipotenza (probabilmente era anche colpa della birra e del sakè), l’aveva bellamente ignorato.
“Ci sono!”, esclamò infine. “Devi indossare un costume bianco che ti darò!”
A quel punto Rei fiutò il pericolo, quando praticamente la casa aveva preso fuoco. “Non starai parlando di… quel costume?”, balbettò.
“Proprio quello!”, esclamò raggiante Nagisa.
“Ah… ma non credo che tu ce l’abbia qui in questo momento…”, tentò debolmente Rei, ma Nagisa scosse la testa. “No, in realtà è nel mio borsone! Vado a prenderlo!”, e scappò in un baleno.
Rei emise un lamento e nascose il volto tra le mani; sperò ardentemente che accadesse qualcosa per salvarlo da questa situazione – un terremoto, un’invasione aliena, un apocalisse di Zombie – invece si sentì toccare la spalla, e sollevando lo sguardo, vide Haruka che gli porgeva un piatto di pesce. “Sgombro. Per consolarti.”, disse semplicemente. Non esattamente ciò che si aspettava, ma Rei prese il piatto ugualmente, e rimase imbambolato come se non sapesse bene cosa farne. Incrociò lo sguardo compassionevole di Makoto, quello ardente di Gou (fight!, diceva il labiale).
“Allora!”, Nagisa era rientrato e gli stava porgendo quella strisciolina che veniva spacciata per costume. “Provalo!”

**

Rei aveva deciso che non sarebbe uscito dal bagno. Nemmeno per tutto l’oro del mondo avrebbe varcato la soglia e permesso agli altri di vederlo conciato così, né tantomeno a Nagisa di immortalarlo con una foto – perché era sicuro che l’avrebbe fatto, sordo alle sue minacce di non farlo. Era praticamente nudo: il costume copriva le sue parti intime, ma aderiva così tanto che lasciava ben poco all’immaginazione. Avrebbe detto che l’aveva indossato, se lo sarebbe tolto e si sarebbe rivestito, ecco.
“Va bene, l’ho indossato!”, esclamò. “Adesso mi rivesto!” Non aveva ancora finito di pronunciare le parole che Nagisa entrò come un tornando. “L’hai indossato? Fammi vedere!”, gridò, e cominciò a saltellargli attorno. Non si risparmiò: lo scandagliò da cima a fondo, da destra a sinistra, lanciando di tanto in tanto un fischio e senza smetterla di fare commenti (“Come sei figo Rei!”, “Come ti sta bene sul sedere!”), e Rei si sentì come un animale da circo che veniva esibito per suscitare la gioia dei più piccoli. Quando finalmente Nagisa tacque, Rei aveva l’impressione che fossero passate ore.
Emise un gemito quando sentì la mano di Nagisa palpargli il sedere. “Avevo proprio ragione, tu sei la persona perfetta per indossarlo!”, dichiarò soddisfatto.
“Nagisa! Tieni a posto quelle manacce!”, gridò Rei, rosso come un peperone. Nagisa gli rivolse un’occhiata confusa ed innocente, ma lasciò cadere la mano.
“Ti è piaciuto?”, chiese con una nota di speranza nella voce.
“Assolutamente no!”
“Quindi non lo indosserai più?”
“Esattamente.”
Nagisa gonfiò le guance e mise il broncio, e quell’espressione lo fece assomigliare ad un bambino piccolo. “È inutile che fai quella faccia, è stata la prima e l’ultima volta.”, disse Rei, ed allungò una mano per raccogliere i suoi jeans.
“Forse. Ma gli stai ancora indossando”, gli fece notare Nagisa con una nota maliziosa.
Rei si morse la lingua. Mannaggia a lui e alla sua fretta di rivestirsi! “Per piacere Nagisa, esci subito di qui.”, sibilò.





 

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Capitolo 6
*** The one when Nagisa made ice creams with snow ***


The one when Nagisa made ice creams with snow




Prompt di Lisa: Free!, Reigisa, Rei non aspetta altro che nevichi per giocare sulla neve. Anche Nagisa è emozionato, ma più che altro perché vuole raccogliere la neve e farne tanti
gelati. Bonus se a Rei poi tocca mangiarli. 

Parole: 312


 
"Questo tempo mi mette giù", dichiarò Nagisa scontento, quando lui e Rei s'incontrarono in corridoio durante la pausa pranzo, "Per colpa della pioggia abbiamo dovuto sospendere le attività del club e non possiamo neanche andare su in terrazzo a mangiare i nostri bentou". 
"Sono d'accordo", sospirò Rei. "Se solo facesse un po' più freddo potrebbe mettersi a nevicare. Ormai siamo alla fine di Novembre, non dovrebbe volerci molto". 
"Ti piace davvero tanto la neve, non è vero Rei?", chiese Nagisa, ritrovando d'improvviso il buonumore. 
"Sì, è una delle poche cose che amo dell'inverno", ammise Rei con un sorriso. "Non vedo l'ora di poter giocare sulla neve con i miei cuginetti e costruire dei pupazzi con loro". 
"Anche io! E quando avverrà, potrò preparare i miei famosi gelati con la neve!", esclamò Nagisa, agitando i pugni in aria con fare determinato. 
Rei lo fissò per alcuni lunghi secondi in silenzio con un'espressione esterrefatta. "Questa è la cosa più assurda che ti ho sentito dire", dichiarò infine. "E ti ho sentito dire parecchie cose strambe da quando ti conosco": 
"Dici così solo perché non li hai mai assaggiati", protestò l'amico. "Chiedi a Makoto o Haruka, ti confermeranno che sono una bontà". 
"L'idea non mi alletta per niente, ma grazie lo stesso per il pensiero", disse Rei, nella speranza che quell'educato rifiuto fosse sufficiente a convincere Nagisa a lasciar perdere. Ovviamente, si sbagliava di grosso.  
Nagisa mise su la sua espressione imbronciata e si attaccò al braccio di Rei. "Perché non vuoi neanche darmi una possibilità, Rei? Ti prometto che ti tratterò e una volta assaggiati, non potrai più farne a meno!" 
"Ti prego, smettila di parlare in questo modo. La gente potrebbe fraintendere", sibilò Rei, guardandosi intorno per accertarsi che nessuno li stesse ascoltando. 
"Per favoooooore...", mugolò Nagisa. 
"Argh, e va bene!", accettò Rei, frustrato. 
"Evviva!" 
 
*** 
 
"Allora?", chiese trepidante Nagisa. 
"Che vuoi che ti dica, Nagisa? Sanno di neve, punto". 
"Ma ti piacciono? Non sono deliziosi come ti avevo detto?" 
Rei fece spallucce. "Insomma. Otterresti lo stesso risultato stando in piedi durante una nevicata e acchiappando con la lingua i fiocchi di neve che cadono". 
"L'idea mi è venuta proprio da lì", ammise Nagisa. "Poi una volta alle medie un mio compagno di classe mi ha detto che, se proprio mi piaceva così tanto, avrei dovuto metterla su dei coni e farne dei gelati. Voleva prendermi in giro ma mi sono reso conto che era un'idea geniale, non ho ragione?" 
"Totalmente", lo appoggiò Rei, lottando contro l'impulso di alzare gli occhi al cielo. 



 

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