Somewhere down the road

di Sakura Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Affinché non ti accada nulla di male ***
Capitolo 2: *** Learn to share ***
Capitolo 3: *** È solo un guilty pleasure ***
Capitolo 4: *** Keep it in the closet ***
Capitolo 5: *** Il segreto di Charlie ***



Capitolo 1
*** Affinché non ti accada nulla di male ***


Affinché non ti accada nulla di male
 

Prompt di screaming underneath: Sam/Dean. Quando era piccolo, era Dean a controllare Sam nel sonno; adesso è il contrario (da qualche parte durante la decima stagione).
Parole: 320
Note: niente shipping, solo amore fraterno (nel senso di Supernatural, ovviamente).
 

Dean si agita nel sonno, borbottando qualcosa d’intellegibile e scostando le coperte dal proprio corpo con un fruscio. Sam solleva di scatto la testa, di colpo vigile, ma si rilassa non appena realizza che si è trattato solo di un falso allarme.
Se Dean sapesse che Sam veglia su di lui ogni notte, per assicurarsi che non gli accada niente di male, sicuramente darebbe in escandescenze e se ne uscirebbe con qualche stronzata come “sto bene, Sammy” oppure “non ho bisogno di una balìa alla mia età”.
No, la verità è che Dean non sta bene: ne erano la prova quelle notti passate a rigirarsi in preda agli incubi, e l’assassinio di quelle persone solo qualche giorno fa. Dean non era in sé in quel momento: bastava una minima cosa, detta o fatta al momento sbagliato, ed il Marchio s’impossessava di lui. Nessuno gliene aveva fatta una colpa (ad eccezione di Claire), ma Dean si era lasciato assalire dai sensi di colpa e dal rimorso. E gli incubi erano ricominciati. E Sam aveva cominciato a vegliare su di lui, tentando di dargli conforto come può.
Sam non vuole vivere nella possibilità di risvegliarsi una mattina con suo fratello scomparso, nuovamente preda del Marchio e andato chissà dove a seminare morte. Ricorda ancora, quando erano bambini, di come Dean si assicurasse che facesse un buon sonno senza incubi, dopo una caccia particolarmente difficile; o ancora, di come avesse vegliato su di lui negli ultimi due anni, con tutto lo schifo a cui era andato incontro – Lucifero, le prove, Gadreel.
Adesso è il suo turno: glielo deve, per tutte le volte in cui Dean c’è stato, per tutte le volte in cui Sam l’ha deluso, e perché, una volta tanto, è giusto che Dean si scrolli di dosso il peso di tutti i problemi del mondo che si sente in dovere di portare, e lasciare che Sam si prenda cura di lui.



 

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Capitolo 2
*** Learn to share ***


Learn to share


Prompt di Karla: Dean/Benny, AU dove i due sono compagni di stanza al collage e Benny non sopporta più che ogni mattina, in casa, c'è sempre una donna diversa per colpa di Dean.
 

“Questa storia deve finire.”, disse Benny una mattina.
Dean sollevò gli occhi dal suo caffè e gli rivolse uno sguardo meravigliato, come se fosse caduto dalle nuvole. “Di cosa stai parlando?”
“Lo sai benissimo: delle tue avventure notturne.”, rispose Benny, incrociando le braccia sul petto e assumendo un’espressione mortalmente seria. “Non mi fraintendere, sono felice delle tue conquiste. Ma la mia pazienza ha un limite. Non riesco a dormire per colpa dei vostri schiamazzi nelle ore più improbabili, e la mattina è imbarazzante entrare nel bagno e trovare te e la tua nuova amica nudi sotto la doccia.”
Dean bevve un sorso di caffè con una clama che Benny trovò snervante. “Ho capito Benny, devo solo abbassare il volume e dire alle ragazze di non fermarsi per la notte, c’è altro?”, chiese.
“Sì”, disse Benny. “L’altro giorno ho trovato delle mutandine di pizzo sotto il mio letto, sicuramente un souvenir di una delle tue amiche, ma non è stato facile spiegarlo ad Andrea. Era sul punto di mollarmi.”
“Quindi è Andrea il problema.”, ridacchiò l’amico, cosa che Benny non trovò affatto divertente.
“Dico sul serio, Dean. Ho sopportato per mesi, ma adesso la mia pazienza è terminata.”, disse. “Ho un esame la settimana prossima, e gradirei trascorrerla studiando in santa pace senza dovermi svegliare ogni ora per colpa tua, o venire distratto da una delle tue amiche che girano per la casa mezze nude.”
Nella cucina calò un silenzio pesante, Benny osservava Dean come un giudice pronto ad emettere una sentenza di morte, e l’amico gli parve farsi piccolo piccolo sotto l’intensità e la severità del suo sguardo. “D’accordo Benny. Messaggio ricevuto. Niente più avventure.”, acconsentì Dean docilmente e forzando un sorriso.
Benny sostenne il suo sguardo a lungo, per capire se Dean avesse preso sul serio il discorso che gli aveva appena fatto, infine annuì e decise di credergli. A volte Dean si comportava come un perfetto deficiente, ma aveva un grande cuore e gliel’aveva dimostrato in più d’un occasione. Per tutte le sere quella settimana, con suo sommo piacere, dormì sodo e la mattina non c’era nessuna sorpresa sgradita ad attenderlo in bagno. In un inaspettato gesto altruista, una mattina Dean preparò i pancakes.
Ma la pacchia non durò a lungo. La notte prima dell’esame, Benny sentì delle inconfondibili risatine provenire dalla camera da letto di Dean. No, no, no, non può essere, pensò Benny affranto, mettendo la testa sotto il cuscino e tentando di ignorare i rumori provenienti dall’altra camera. Ad un certo punto, però, la rabbia che aveva accumulato in tutti quei mesi prese il sopravvento: si alzò dal letto, uscì dalla sua camera in corridoio e bussò rabbiosamente alla porta del su coinquilino. Dean aprì la porta ridendo, i capelli sparati in tutte le direzioni e solo i jeans addosso. “Che c’è?”, chiese stupidamente.
“Vestiti ed esci, perché tu e la tua amica non passerete la serata qui.”, rispose Benny scuro in volto.
“Ma…”
“Adesso”, ringhiò Benny, e per fortuna Dean sembrò cogliere il messaggio, perché raccolse i vestiti e portò con sé la sua amica – non abbastanza in fretta perché Benny non la sentisse esclamare: “Il tuo amico mi ha fatto una paura tremenda, sembrava il Conte Dracula!”
Non era la prima volta che Benny veniva definito un vampiro per il modo in cui distorceva i suoi lineamenti facciali quand’era arrabbiato. Se prima la cosa non faceva che infastidirlo, adesso pensò di aver trovato l’arma perfetta per vincere ogni discussione con Dean.

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Capitolo 3
*** È solo un guilty pleasure ***


È solo un guilty pleasure
 

Prompt di Lisa: Dean e Charlie: "Sul serio, Charlie, perché devo indossare questa... roba?" "Fidati, Dean, al Comic-Con impazziranno tutti nel vedere il famoso Dean Winchester fare il cosplay di Jaime Lannister! E poi sei accompagnato dalla regina più badass di tutte, Margaery Tyrell!"
Parole: 279.
 

No, Dean sperava proprio che nessuno lo riconoscesse, con addosso quel ridicolo travestimento. Maledetta Charlie e maledetto il momento in cui aveva accettato di lasciare a lei la scelta dei costumi. Doveva immaginarlo che non sarebbe stato piacevole, non per lui, almeno. Dal canto suo, la ragazza fece una piccola piroetta, gonfiando la gonna dell'azzurro e passandosi una mano tra le ciocche elaborate della sua parrucca castana.
Lui, invece, sembrava un perfetto idiota. Insomma, non è che Jaime Lannister gli facesse poi tanto schifo: era un valoroso combattente, faceva il suo dovere, forse si perdeva un po' troppo in rimpianti e in ricordi passati (ma in fondo, chi era Dean per giudicare? Lui era il primo a portare sulle spalle il peso di tante persone che aveva deluso) -insomma, sì, era uno dei suoi preferiti. 
Ma, santo cielo, quei capelli: la parrucca bionda che indossava era di gran lunga peggiore di quella da barbaro che aveva indossato in un'altra occasione e lo faceva assomigliare ad un qualche principe rincretinito delle favole. O ad un hippie che aveva sbagliato secolo.
In compenso aveva potuto mantenere la "Mano della spada", orgoglio di Jaime Lannister, ed evitare d'indossare il guanto d'oro, in segno della sua perdita.
Dean lanciò uno sguardo truce a Charlie, che rispose con un sorriso radioso. "Avanti, Sterminatore di demoni- scusa, di Re! Il Comic-con ci attende!" E senza aspettare risposta, fece scivolare il braccio sotto il suo e si avviò decisa verso la zona fantasy. Dean scosse la testa, ma dopo qualche minuto si lasciò trascinare dall'euforia dilagante, e riuscì anche a sorridere sinceramente quando un paio di ragazzi lo fermarono per fargli i complimenti per il costume.
 


 

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Capitolo 4
*** Keep it in the closet ***


Keep it in the closet
 

Prompt di apollo41: Dean/Charlie e kind of Destiel. Charlie chiama Dean per dargli la buona notizia che può sposare Cas ovunque voglia. Ma Dean si ostina a dire che lui e Cas NON stanno insieme.
Parole: 576.
 

"Hai saputo la buona notizia?", chiede Charlie, un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
Dean conosce quel sorriso, e sa che non promette mai nulla di buono. Specie se Charlie non può attendere di incontrarlo e ricorre a Skype per raccontargli il cielo solo sa cosa. Così, prende un altro morso del suo hamburger e assume una finta aria concentrata, come se si stesse seriamente sforzando di indovinare di cosa si tratta.
"Che cosa, ci sarà un nuovo incontro di LARP questa settimana?", chiede. "Pamela Anderson è di nuovo su piazza?" 
"Spiritoso.", dice Charlie alzando un sopracciglio con l'aria di chi la sa lunga - anche se è difficile dirlo con la qualità della webcam. "Lo sai che non hai più bisogno di fingere, vero? Ormai è ufficiale, la legge sui matrimoni è stata approvata in tutti gli stati.", annuncia allegramente. 
Dean aspetta che l'amica continui, ma a quanto pare la notizia è tutta qua; e lui non sa bene come reagire, d'altronde cosa dovrebbe dire? Non è esattamente un fan del matrimonio. 
"Urrà?", si risolve a dire infine.
Charlie alza teatralmente gli occhi al cielo e sbuffa. "Dean, sei proprio impossibile! Matrimonio tra persone dello stesso sesso legalizzato, hai presente? Significa che tu e Cas potete uscire allo scoperto e fare le cose alle luce del sole adesso!"
Il suo battito cardiaco accelera inspiegabilmente a queste parole, e Dean spera vivamente di non aver capito bene, spera che ci sia qualcosa che non vada nella connessione, e di non aver capito a cosa si stia riferendo Charlie.
"Come, scusa?"
"Tu e Cas, Dean", ripete Charlie, assumendo il tono con cui ci si rivolge di solito ai bambini. "Potete smettere di fingere, lo sanno tutti che siete innamorati."
Oh no, non di nuovo, pensa Dean alzando gli occhi al cielo. "Charlie, ne abbiamo già parlato, non c'è nulla tra me e Castiel! Siamo solo amici, è così difficile da comprendere?"
"Mi dispiace, io resto della mia opinione.", gongola lei. “Ho visto come vi guardate, Dean, è lo stesso modo in cui mi guarda Dorothy."
Dorothy è la ragazza di Charlie, e Dean conosce bene gli sguardi stucchevoli che le due si scambiano quando si dimenticano di essere in compagnia, e metterebbero a disagio chiunque. Per questo, Dean si ritiene giustamente offeso e risponderle: "Io non guardo Castiel in quel modo!"
"No, ma lo guardi come se fosse una fetta di crostata. E a te piace la crostata, vero Dean?", sogghigna Charlie. 
Dean ne ha seriamente abbastanza di questa conversazione. "Charlie, è stato uno scherzo molto divertente, abbiamo riso tutti, ma direi che va bene così.", dice. "Non ho intenzione di sposare Castiel in nessun stato nel prossimo futuro, non gli lancio sguardi strani e non penso cose strane, come che i suoi occhi sono bellissimi o che ha delle labbra da baciare."
Charlie fa uno strano verso simile allo squittio di un topo. "Pensi davvero che le sue labbra siano irresistibili, Dean?"
Maledizione.
"Ti saluto, Charlie.", taglia corto Dean, chiudendo la chiamata. Seriamente, Charlie era la sua migliore amica e lui la adorava, ma quando entrava in modalità Cupido era insopportabile, continuava a tornare sull'argomento ogni volta che ne aveva l'occasione. E non voleva sapere chi le avesse in testa l'idea che ci fosse qualcosa di diverso di un'amicizia tra lui e Castiel, perché no, non pensava davvero quelle cose.
Anche se Castiel ha (oggettivamente parlando, ovvio) dei begli occhi. 
E delle labbra da baciare.




 

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Capitolo 5
*** Il segreto di Charlie ***


Il segreto di Charlie




Prompt di apollo41: Supernatural, Dean & Charlie, Dean scopre che in passato Charlie ha lavorato come elfo di Babbo Natale in un centro commerciale. C'è perfino un video di lei che canta e balla insieme agli altri elfi.
Parole: 567





Era stata una bella serata, piena di allegria e risate. Succedeva sempre così quando Charlie si fermava da loro per cena. Poi Sam si era ritirato per la notte, Dean aveva tirato fuori una bottiglia di whiskey e l'aveva sfidata a "Non ho mai", ed erano iniziate le confessioni. Dopo il primo, amichevole giro di rito, entrambi avevano cominciato a giocare sporco, andando alla ricerca di quel particolare episodio che facesse cedere l'avversario. Al momento Charlie se la stava cavando decisamente meglio di lui, ed il motivo non piaceva per niente a Dean.
"Te l'ho detto, no, che ho letto tutta la collana dei vostri libri?", disse Charlie con un sorriso beffardo.
"Sì, e penso che sia sleale che tu abbia un simile vantaggio", rispose Dean. Era il suo turno, e non sapeva più cosa inventarsi.
"Dunque, non ho mai... Non ho mai...", e forse a quel punto era l'alcool a parlare, o forse era perché qualche giorno prima Sam l'aveva costretto a vedere ‘Elf"’, perché non aveva programmato di dire: "Non mi sono mai vestito da elfo di Babbo Natale"
Charlie aveva smesso di sorridere. Ad un tratto, sembrava che il tempo si fosse rallentato: Dean vide con estrema chiarezza Charlie alzare il bicchiere e mandare giù il whiskey rimasto, e gli ci vollero alcuni secondi per metabolizzare la cosa.
"No. Non ci credo", disse, cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere. "Questa me la devi raccontare"
"Natale dei miei diciannove anni. Ero al primo anno al college, ero rimasta al verde e come si suol dire, a mali estremi, estremi rimedi", spiegò Charlie tutto d'un fiato, evidentemente desiderosa di non dilungarsi troppo su quell' argomento. "Adesso è il mio turno"
"No, aspetta un secondo", la fermò Dean. "Io ti ho raccontato della mia avventura con la sirena, adesso tu ricambi il favore. Per quanto tempo? E dove? Hai davvero ballato con addosso una calzamaglia?"
Charlie chiuse gli occhi ed emise un profondo sospiro, quindi ricominciò: "Era il centro commerciale della mia città, ci ho lavorato per tutto il mese di Dicembre e sì, ho dovuto ballare e cantare all'occorrenza, il che non era neanche così tremendo finché non ti filmavano”.
"Esistono filmati del genere?", ripeté Dean incredulo, e Charlie si tappò la bocca con entrambe le mani e bofonchiò qualcosa. "Devo vederlo”.
Naturalmente Charlie protestò, Dean riuscì in qualche modo a far partire il motore di ricerca sul telefono, contemporaneamente schivando i tentativi di lei di acciuffarlo. Alla fine trovò quello che stava cercando: Charlie insieme ad una mezza dozzina di ragazze con cappelli e calzamaglia verdi che ballava sulle note di 'Jingle Bell Rock' in mezzo al tipico scenario natalizio. Ad un certo punto persino Babbo Natale si era aggiunto al pezzo, rendendo la scena ancora più comica, e a quel punto Dean aveva le lacrime agli occhi dal gran ridere.
"Okay, adesso che l'hai visto puoi anche spegnerlo".
"No, devo vederlo altre dieci volte. Come minimo”.
Charlie sbuffò. "La mia unica consolazione è che la paga era buona. E Rachel Holliday."
"Chi?"
"La brunetta alla mia sinistra", Charlie gliela indicò sullo schermo. "Terzo anno di ingegneria, amante di Tolkien, nerd e curve perfette. Peccato solo che avesse già il ragazzo". Scosse la testa, si riempì il bicchiere e lo alzò verso Dean con aria di sfida. "La nostra sfida non è ancora conclusa, Winchester. Se pensavi che prima fossi sleale, adesso sarò crudele".




 

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