Between the bars.

di lottie e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuoto ***
Capitolo 2: *** Scelte. ***
Capitolo 3: *** Zombie. ***
Capitolo 4: *** Estraniato ***
Capitolo 5: *** Losing yourself ***
Capitolo 6: *** Non mi prenderò cura di te ***
Capitolo 7: *** Febbre,gelo e sorprese ***
Capitolo 9: *** Fire and dark ***
Capitolo 10: *** Di combattimenti improponibili e di sorrisi improbabili! ***



Capitolo 1
*** Vuoto ***


Titolo:VUOTO

Hinata aveva poche certezze nella sua vita, poche parevano dire tanto, quasi nessuna.
Ogni avvenimento nel suo breve percorso di esistenza era scandito da un continuo passaggio da un estremo all’altro, proprio come stava accadendo a lei, forse.
Da piccola si ostinava a ripetersi che sarebbe diventata un ninja forte come i suoi genitori, ma non era mai andata così, probabilmente.
Innamoratasi di Naruto, non faceva altro che pensare al modo migliore per stargli accanto e dichiararsi, ma le avversità del destino avevano fatto in modo che neanche questo gli doveva essere concesso. Quando aveva provato a rivelargli i suoi sentimenti, credendo di morire a breve, (e intendeva il più sincero dei concetti di ‘’morte’’), si era solo sentita come carne al macello, poiché lo scontro con Pain le diede la possibilità di non appagare semplicemente la voglia di dichiararsi al suo amato, persino di appagare il suo più grande desiderio, quello di farla finita, ma giustamente non poteva risolvere tutti i suoi problemi così facilmente, infatti, sopravisse e dovette vedere passare davanti a sé altri giorni in cui lei era solo l’ombra di tutto ciò che, era accaduto.
E così via, fino al maledetto giorno in cui aveva visto morire Neji davanti ai suoi occhi, si sentì pervasa da un improvvisa smania di odio e ira, come se, tutte le repressioni, che aveva subito durante la sua vita, avessero deciso di venir fuori nell’esatto momento in cui una delle persone che amava se ne stava andando, ma ciò non accadde mai, perché tutto quello non era vero, era un’enorme illusione.
Hinata era destinata a vagare in bilico tra l’assurdo e le illusioni, ne era certa.
Neji ce l’aveva fatta, per quanto grave fosse la situazione, Sakura l’aveva salvato appena in tempo, utilizzando tecniche al quanto particolari e ormai dimenticate, che solo attraverso lunghi anni di studio e ricerche ebbe la fortuna di conoscere.
Quando aveva visto Neji esalare il primo respiro dalla morte, Hinata pensò che il senso d’ira che le montava dentro l’avrebbe abbandonata, e su questo ebbe ragione.
Hinata Hyuga: timida, introversa, sbadata e debole, non poteva diventare vendicativa e arrabbiata.
Pensò che tutto fosse al suo posto quando strinse il corpo vivo e caldo di Neji, ma nulla più sarebbe stato al suo posto.
Dolore, rabbia, ira, felicità, gioia, appagamento, erano forse queste le sensazioni che si sarebbe potuta immaginare di provare, ma ciò che sentì era più qualcosa di paragonabile al nulla. A un immenso involucro di niente.
E ora trovandosi sul campo di battaglia, usciti come vincitori, quello che percepivano i suoi sensi non sembravano poter intaccare le sue emozioni.
Neji la stringeva in modo compulsivo, piangendo e scuotendola con i suoi singhiozzi. Alla ragazza dai capelli corvini le apparve che quel mondo non le appartenesse. Neji non era così, ma probabilmente, un viaggio nell’oltretomba era capace di sconvolgere chiunque.
Non si rendeva neanche conto del modo asfissiante in cui fosse lei ad aggrapparsi a suo cugino. Vagava con lo sguardo senza rendersi conto di avere attivo  il Byakugan: a poca distanza da loro vedeva due ragazzi, troppo diversi tra loro, li riconobbe subito, Naruto e Sasuke, erano l’uno di fronte l’altro e Naruto aveva teso una mano verso l’altro, che non solo afferrò con forza, persino si spinse finché non abbracciò l’amico, un gesto che in tempi di guerra non ti aspettavi da Sasuke Uchiha. Quest’ultimo era intervenuto negli scadenti attimi precedenti alla vittoria, quando Naruto aveva diffuso il chakra del Kyubi nel corpo di Hinata sperando in un aiuto maggiore, la sensazione che aveva provato quando Naruto aveva afferrato la sua mano e solo attraverso quel semplice gesto fosse riuscito a trasmettere la forza e il chakra del Kyubi in lei fu unico, la fece sentire forte e imbattibile. Era una forza più grande di lei. Più cattiva dei suoi demoni. Più fredda di quello che la circondava. Più grande delle sue ossa.
Ora quel controllo sembrava essere sparito e non era rimasto altro che un eterno dolore in ogni parte del corpo, ma decise di non lasciarsi svenire lì, avrebbe resistito finché non fosse di nuovo a Konoha.
Grazie alla sua visione a 359°, percepì le gravi ferite che i ragazzi avevano subito, percepiva la desolazione, i corpi morti, i bambini spaventati, sarebbe potuta impazzire da lì a poco fino a che il richiamo di suo cugino la distolse dalla visione dei due costringendola a guardare verso lui.
-Hinata-chan, non stai bene? I tuoi occhi sanguinano!-Il volto di Neji appariva spaventato e desideroso di aiuto, ma la sua voce alle orecchie di Hinata era solo lontana e ovattata, come un ricordo che va’ via via scemando.
Tornò a voltarsi verso Naruto, la sua attenzione e i suoi occhi erano puntati nella sua direzione e le appariva sempre più vicino, o forse era la sua immaginazione che si prendeva gioco di lei.
L’ultima scena che ricordò prima di perdere ogni senso erano delle mani ruvide che le afferravano il viso, sporcandole le guance con il suo stesso sangue e le parole di Naruto che reclamavano solo AIUTO.
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Al momento del suo risveglio le parve di sentirsi come se il suo sonno forzato non l’avesse aiutata per nulla, come quando vai a dormire tardi consapevole che dovrai svegliarti presto, e il giorno dopo rischi di sentirti come uno zombie, con le articolazioni che faticano a svolgere il loro lavoro e la testa che ti pulsa talmente forte da poter sembrare esplodere a breve. Appena iniziò ad avere un minimo di controllo dei suoi sensi, notò di essere in una stanza bianca d’ospedale, con quel tipico odore di farmaci che ti penetrava nelle narici in modo fastidioso e pungente.
Era adagiata su uno di quei letti troppo duri per essere anche lontanamente definiti comodi,  provò a portare la mano destra al viso, ma era tenuta ferma sul letto da una pressione ‘’morbida’’. Si sollevò con la schiena e notò una testa bionda. Il viso di Naruto era riposato e il suo corpo giaceva supino su una sedia accanto al letto della ragazza, il suo braccio sinistro era adagiato in modo protettivo sulle gambe di lei e la sua testa aveva utilizzato da cuscino la delicata mano di Hinata.
La ragazza si rese conto, che probabilmente, se ciò fosse accaduto prima sarebbe potuta svenire in quello stesso istante, ma la situazione le appariva lontana da ogni tipo di nucleo emozionale, l’unica cosa che voleva in quel momento era massaggiarsi le tempie per alleviare quel doloroso mal di testa martellante che le pulsava al punto da crearle fitte dolorose.
Senza preoccuparsi troppo estrasse la mano in modo frettoloso dal peso del capo del biondo e si strinse la testa fra le mani.
-Hinata-chan, s-sei sveglia! Tu sei sveglia!- Quelle urla assordanti non fecero che intensificare il mal di testa della corvina, che fu subito dopo presa alla sprovvista da un abbraccio. Non si aspettava quello, non si aspettava che Naruto avesse un sonno così leggero né tanto meno che quella fosse la reazione al suo risveglio, e se avesse potuto avrebbe preferito dormire di più. Nonostante ciò si abbandonò all’abbraccio che diede al suo corpo ferito un senso di protezione, ma fu subito lasciata dal ragazzo.
La guardava in modo esaltato, come se avesse appena ricevuto un buono sconto per delle scodelle di ramen, e al dire il vero le dispiaceva essere paragonata a del ramen.
Notò che entrambi erano fasciati in vari punti del corpo e che indossavano un misero camice di plastica.
-Vado a chiamare Sakura e torno, o rischierò di farmi prendere di nuovo a calci da lei, quando Sasuke si è svegliato e non l’ho chiamata per avvertirla, se non il giorno dopo, si è arrabbiata da morire!- Le parole che Naruto farfugliava le erano apparse incomprensibili e prive di significato e il suo volto cambiava da un’espressione a un’altra, triste, felice, nervoso e quant’altro.
Poi lo vide sfuggire come un fulmine dalla sua stanza.
Hinata notò che nella stanza c’era solo il suo lettino, un tavolo, due porte, (essendo certa che una delle  due portava al bagno) e una piccola finestra che dava la vista sul villaggio. Una stanza privata in tempi di guerra era dovuta sicuramente al potere dei soldi degli Hyuga.
Quando fece mente locale su ciò che poteva essere o non essere accaduto decise di alzarsi da quel letto, poggiò i piedi nudi sul pavimento e alzandosi da esso si sentì le gambe pesanti, come se non volessero collaborare con le sue intenzioni, ma aveva voglia di avvicinarsi alla finestra e guardare fuori, fece un piccolo passo avvertendo un dolore al ginocchio sinistro, che notò essere fasciato, ma nonostante ciò continuò a camminare in direzione della finestra.
Il contatto dei piedi con il pavimento freddo le procurava piccoli brividi e pelle d’oca, ma la visione che vedeva attraverso la finestra le metteva doppiamente i brividi. Konoha stava risorgendo sotto un manto di neve, secondo ciò che ricordava dalla guerra, l’inverno stava arrivando.
Improvvisamente sentì scattare la serratura della porta e d’istinto attivò il Byakugan sussurrando tale nome in modo silenzioso. La guerra, era vero, ti cambiava, volevi o non volevi, era la verità.
-Hinata, disattiva il Byakugan, potrebbe farti male!- Riconobbe la voce di Sakura ancor prima di vederla e fece come le era stato detto. Appena la sua visione tornò normale si sentì spossata, come se qualcuno le avesse prosciugato il Chakra. Si appoggiò al davanzale di marmo della finestra come se fosse vitale aggrapparsi a qualcosa per non sprofondare nel nulla che le pareva di avere sotto i piedi.
Sakura seguita da Naruto si erano avvicinati a lei.
La ragazza dai capelli rosa, iniziò a ordinare a Naruto in modo professionale di portare la sedia accanto alla finestra. La fece sedere, poi iniziò a visitarla e aspettò che la stessa Hinata chiedesse di ritornare sul letto.
In quel breve intervallo, mentre Sakura segnava tutto in modo accurato sulla sua cartella clinica, le sembrò che tutto era diverso da quel che ricordava o probabilmente non ricordava abbastanza.
Naruto gironzolava intorno a Sakura desideroso di leggere quel che lei scriveva sulla cartellina.
-Cosa è successo ai miei occhi?- La voce di Hinata, solitamente calma e dolce, appariva frettolosa di sapere. Sakura la guardò come se dovesse dirle qualcosa che le dispiaceva mentre Naruto assunse un’aria quasi colpevole nei suoi confronti.
-Ricordi che Neji si è salvato?- Hinata annuì, aveva la gola troppo secca per parlare e Sakura come se ne rendesse conto le porse un bicchiere d’acqua che era poggiato sul comodino affianco al letto. La corvina bevve con avidità l’acqua.
-Ricordi che Naruto è riuscito a diffondere il chakra della volpe attraverso te?- Sakura si era avvicinata molto a Hinata e la guardava quasi con dispiacere aspettando una sua risposta, e appena i ricordi rifiorirono la ragazza annuì con sicurezza.
-Vedi Hinata un po’ del Chakra della volpe si è come intrappolato in te e la tua dote innata del Byakugan non lo accetta. Ogni volta che usi il Byakugan il chakra della volpe ti colpisce da dentro, prende le tue forze e non sappiamo neanche se questo possa essere fatale.- Hinata avrebbe voluto dimostrare un’espressione rammaricata o delusa ma non le veniva da dimostrare cose che non provava, guardò semplicemente Naruto che aveva d’istinto abbassato lo sguardo, era colpa sua, per questo al suo risveglio, era lì per il puro fatto di sentirsi in colpa, nulla di più.
La mente umana funzionava così, quando c’era dell’affetto era solo per due motivi: obiettivi o colpa; e quali dei due fosse più spregevoli Hinata non l’aveva ancora riuscito ben a chiarire.
-Per ora è meglio se non usi il Byakugan o potrebbe causarti solo dei contrasti tra i due Chakra, dovrai aspettare una soluzione per riattivare la tua capacità innata.- La voce di Sakura non distrasse neanche un po’ Hinata dall’aver posato gli occhi su Naruto, che ora la guardava in modo dispiaciuto, chiedendole scusa anche solo con l’atteggiamento del suo corpo.
-Da quant’è che sono qui esattamente, Sakura?- Hinata proferì quelle parole con delicatezza, ignara della risposta, ma con la sensazione che nulla più era al suo posto.
E prima che Sakura potesse risponderle, Naruto la fissò negli occhi sorpreso da quella domanda, ma deciso a risponderla. – Sono diciassette giorni Hinata, che non  vedevo più gli occhi tuoi e temevo di averli distrutti.- Naruto apparve serio come poche volte Hinata l’aveva visto. Rielaborò quello che le aveva detto in modo al quanto sconnesso: Chakra, volpe, Byakugan, Kyubi, diciassette giorni.
Cosa avrebbe dovuto provare? Smarrimento? Forse, ma ciò che provava era molto più simile a qualcosa chiamato:vuoto.
 

ANGOLO AUTRICE: Ciao popolo  : ) ho scritto questa fan fiction per un semplice e unico motivo: SASUHINA.

Anche se dal primo capitolo sembra non vi siano accenni, vi giuro che saprò come sorprendere gli amanti di questa OTP!
Lo so, lo so, la nostra Hinata sembra diversa, ma è solo addolorata e come da sempre non sa ben distinguere le cose, ma molto presto tornerà quella di sempre, perché non si può reprimere a lungo se stessi!
Per ora spero di avervi incuriosito! Alla prossima e lasciate una recensione :*
La vostra Lottie.
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Capitolo 2
*** Scelte. ***


Titolo:Scelte.

 La sera del suo risveglio, Hinata aveva avuto modo di comprendere molte cose:
1°: ora mai era giunta la fine di novembre.
2°: le sue ferite esterne erano ancora gravi poiché avevano avuto paura (più per chi l’avrebbe curata che per lei) di agire ancora col chakra.
3°: aveva bisogno di una lunga doccia.
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Il giorno seguente, all’inizio dell’orario di visita, Neji era già pronto per cimentarsi nella stanza di sua cugina.
Aveva sul volto un’espressione agitata come se stesse aspettando quel momento da qualche tempo, ed era così in effetti. Lo sguardo dello Hyuga si cimentò verso il letto, che trovò vuoto, con le coperte arruffate da un lato, quel modo maldestro di aggrovigliare le lenzuola non era da Hinata.
Lo sguardo di Neji vagò per la stanza fino a che non trovò la giovane Hyuga seduta su di una sedia blu rivolta verso la finestra. Il capo della ragazza era posato sul davanzale in marmo. Neji si avvicinò lentamente e quando spostò i capelli dal viso di lei notò che riposava tranquillamente, con la pelle a contatto con la lastra di marmo freddo:le avrebbe provocato un mal di testa allucinante.
Neji lasciò cadere le borse con i cambi che aveva portato per sua cugina e si accovacciò vicino la sedia raggiungendo così con il suo volto quello di Hinata. Cercò di sollevare il braccio di lei il più delicatamente possibile, ma al più benché minimo movimento il corpo di Hinata agì come se avesse propria forza senza aver bisogno di una mente che agisse per lei.
Si svegliò di soprassalto e scacciò via la mano che l’aveva afferrata, attivando il Byakugan per difendersi contro eventuali nemici. L’espressione tesa e tutto il corpo in tensione le permisero di riconoscere il volto di Neji solo in un secondo momento.
-Hinata-sama, non volevo farvi del male, ho visto che stavate riposando e volevo adagiarvi sul letto.- Neji cercò di assumere un tono rispettoso per farle capire che era lì per il suo bene. Aveva assunto una posizione naturale con le mani tese verso di lei, capiva cosa provava: il continuo stato d’ansia ti fa apparire tutto alquanto astratto e differente; era esattamente ciò che aveva provato lui stesso i primi giorni dopo la fine della guerra.
Hinata continuò a studiare la figura di Neji attraverso l’utilizzo del Byakugan, le ferite erano quasi del tutto guarite, restava giusto qualche graffio.
-Nii-san…- sussurrò la corvina mentre gli andava incontro per abbracciarlo. Strinse le braccia intorno a suo torace e poggiò la testa contro il suo petto per sentire il battito del suo cuore, voleva accettarsi che non stava solamente sognando, ma che Neji fosse lì e fosse vivo mentre lei lo stringeva.
Il ragazzo, dal canto suo accarezzò con calma i capelli di lei, cercando di tranquillizzarla da quel tremore che la caratterizzava continuamente, e poi le cinse il braccio destro intorno alle spalle.
-Ora disattiva il Byakugan, Hinata.- il tono sentenzioso di Neji la costrinse a commettere il gesto richiesto. Il senso di spossatezza la colpì in pieno facendola cedere sotto lo stesso peso del suo corpo, ma il ragazzo come se sapesse a pieno cosa stesse succedendo la afferrò col braccio sinistro per le gambe e la adagiò delicatamente sul letto. In quei diciassette giorni di convalescenza era dimagrita eccessivamente, quasi che a Neji pareva di aver afferrato un mucchietto di ossa.
-Ti ho portato dei cambi, ho pensato che i pigiami dell’ospedale non ti piacessero, avevo pensato anche di portarti dei fiori per profumare l’ambiente, ma non ce ne sono di freschi e a te non piacciono quelli finti da decorazione.- Il tono di voce di Neji era quieto e rilassato, voleva provare a trasmetterle quel senso di tranquillità che Hinata ora aveva smarrito.
-Grazie, Nii-san. - rispose la corvina in modo gentile, la testa pareva aver smesso di girarle ma si sentiva terribilmente debole e senza forze. Si alzò con la schiena per adagiarsi contro la parete bianca che faceva da spalliera al letto. Restarono qualche minuto in silenziò guardandosi per capire come erano messi. Ciò che era accaduto a Neji l’aveva distrutta, aveva visto morire forse l’unica persona che l’avesse mai dimostrato dell’affetto e ora era lì a prendersi cura di lei. Non vi era tensione tra i due anzi quel silenzio era qualcosa che diffondeva serenità. Hinata si assicurava che lui fosse sul serio vivo e Neji, d’altro canto si accertava che lei fosse sveglia e fuori pericolo.
-Mi accompagneresti in bagno? Ho bisogno di farmi una doccia- Hinata iniziò a sporgersi dal letto e Neji l’aiuto ad alzarsi fino ad accompagnarla alla porta del bagno, raccolse una delle borse che aveva portata per lei e la adagiò sullo sgabello del bagno.
-Vado a prenderti qualcosa da mangiare alle macchinette e torno.- Neji era uscito dalla camera velocemente con la sua solita posizione austera e rigida.
Hinata, a quel punto, per la prima volta da quando si era svegliata le parve di riconoscere qualcosa.
Appena si chiuse in bagno aprì la doccia calda che a contatto con le mattonelle fredde creò subito una nuvola di vapore che si addensò verso l’alto. Hinata notò una piccola finestrella che andò ad aprire, anche se sentiva freddo non voleva rovinare le pareti di quel bagno col vapore. Subito dopo, con un’estrema lentezza iniziò a vagare nello zaino, trovò un pigiama lilla pastello, il bagnoschiuma alla vaniglia e lo shampoo al cocco, e una cambiata d’intimo, nonché uno spazzolino con del dentifricio.
Appena si tolse il camice fu un sollievo per la ragazza, era appiccicoso e sembrava più una busta della spazzatura che un pigiama d’ospedale.
Iniziò lentamente a sfasciarsi le ferite, quella intorno al gomito che andava lungo la mano sinistra, quella al ginocchio destro e al torace. Il suo corpo, solitamente bianco ora era un puzzle violaceo e ricco di chiazze rosse che mostravano la carne.
Non se ne preoccupò più di tanto e andò a rifugiarsi sotto la doccia, lavò prima i capelli facendo due shampoo e poi passò al bagnoschiuma passandolo sulla pelle ben quattro volte, voleva togliere dal suo corpo quei segni solo con l’acqua calda, ma quando le ferite giunsero al punto di essere rosse e sanguinanti lasciò perdere, decidendo così di uscire dalla doccia.
Avvolse i lunghi capelli corvini in un asciugamano ed asciugò il suo corpo con un altro asciugamano ruvido. Tamponò le ferite finché non smisero di sanguinare e si rivestì con cautela. Neji aveva avuto la buona idea di prenderle un pantaloncino con una canottiera, così che potesse rischiare una polmonite, ma questo era più pratico se avesse voluto cambiarsi le bende, peccato che non ne aveva di nuove e quelle che si era tolte poco prima erano incrostate di sangue secco.
Lasciò scivolare i capelli dall’asciugamano e li districò con le dita aggiustando alla meglio la frangia che era quasi asciutta. Ovviamente l’ospedale non era dotato di phon, non era certo in un hotel, così dovette lasciarli sciolti e bagnati. Buttò gli asciugamani e i vestiti in un angolo.
Quando uscì dal piccolo bagno notò che nella sua stanza non vi era solo Neji, bensì anche Sakura.
Erano disposti l’uno di fronte l’altro, con il tavolino a separarli, Sakura le dava le spalle mentre Neji riusciva a intravederla poiché posto frontalmente. Si avvicinò ai due e notò al centro del tavolo una merendina ad albicocche e un succo di carote, sembrava divertente se lasciavi il cattivo gusto da parte: carote per una persona che aveva problemi di vista; al quanto incoraggiante. A essere sincera, non le dispiaceva, aveva molta fame.
-Discutevamo sulle possibilità per poterti aiutare senza danneggiare il tuo Byakugan.- Spiegò Sakura in modo cauto mentre estraeva dalla sua borsa di medico delle bende e fasce. Il suo modo di lavorare era professionale e meticoloso, sembrava un’altra persona da quella che incontravi per le strade di Konoha. Sul volto aveva un’espressione stanca, come se fosse sveglia da giorni a girovagare per l’ospedale aiutando gli altri.
-Continua. - incalzò Hinata in tono calmo, voleva poter riutilizzare il Byakugan quando meglio le pareva,come ad esempio sotto la doccia quando c’era troppa nebbia, senza dover rischiare di svenire e spaccarsi la testa contro il pavimento duro.
Sakura prese a disinfettarle delicatamente ogni ferita per poi fasciarle con cura.
-Vedi io e Naruto abbiamo pensato a qualcosa che crediamo possa funzionare, se voi siete d’accordo.- Le ultime parole furono pronunciate con maggiore enfasi, ciò probabilmente era dovuto a qualcosa che non sarebbe piaciuto a nessuno in quella stanza.
-Cosa avete pensato?- sentenziò Neji in modo frettoloso e come se il karma avesse voluto rispondere a quella domanda entrò dalla porta Naruto.
Indossava ancora il camice d’ospedale, aveva un sorriso stampato sul viso e un’espressione buffa, così come lo erano i suoi movimenti teatrali.
-Cari ragazzi vi presentò la soluzione ai vostri più grandi problemi:- Naruto allungò le mani verso la porta e sobbalzò dalla felicità :- Sasuke Uchiha!-
Dalla porta non entrò nessuno, ovviamente, ma nel frattempo Sakura tirò un pugno sulla testa di Naruto blaterando su come questa fosse una situazione seria che non andava certo presa con l’ironia.
-Ma Sakura, Hinata-chan è già abbastanza triste di suo, volevo solo farla ridere un po’!- Quella scena comica che stava avvenendo diede da ridere a Neji e Hinata accennò ad un lieve sorriso, accompagnato da una chiara sfumatura rosea sulle guance.
Proprio in quel momento, nella stanza si presentò Sasuke Uchiha: braccia rilassate (apparentemente), mani lungo i fianchi, occhi bassi e passo strisciante. Indossava una tuta nera, era al quanto ridicolo se capitasse di pensare a come aveva agito in battaglia: torso nudo e talmente tanta forza da far paura.
La faccia di Neji e di Hinata si tramutarono in qualcosa di scandaloso. Non si aspettavano che le parole di Naruto fossero vero, troppo presi dalla scena esilarante.
Hinata fino ad allora le era parso non potersi sorprendere di nulla, né del fatto che avesse dormito per diciassette giorni, né che il suo chakra fosse compromesso, né che la sua visione a 359° gradi era ridotta a quella di un semplice individuo.
Eppure, quella situazione le appariva shockante, mai si sarebbe aspettata che chi era stato definito a lungo il peggiore dei nemici di Konoha potesse aiutare lei, l’ultima del clan Hyuga.
-Non se ne parla! Ho capito cosa avete intenzione di fare!- sbottò Neji indicando Sasuke:- Non permetterò che le metta una sola mano addosso!-
Tutti, tranne Sasuke, rimasero con la bocca aperta, d’altro canto l’Uchiha accennò a un misero ‘’mpf’’. A tal affronto Neji quasi gli saltò addosso, se Naruto non lo avesse trattenuto appena in tempo da lì a breve si sarebbe dato alito ad uno scontro.
-Neji lasciami spiegare per favore.- iniziò Naruto e quando sentì i muscoli dell’amico rilassarsi proseguì.
-Sasuke può aiutare Hinata attraverso il mangekyou, quelle cose mentali che fa possono aiutare Hinata!- Naruto parlò in modo serio e nel suo tono di voce Hinata distinse bene quel risentimento chiamato colpa.
-Chi mi assicura che non le farà del male?- Ribatté Neji.
-Non le farà del male, ma la salverà e se lo farà l’Hokage farà in modo  che non venga condannato a morte o mandato all’ergastolo per essere stato un traditore, ti assicuro che puoi fidarti di lui.-Stavolta fu Sakura a rispondere, ma gli occhi di Naruto vagavano in cerca di una risposta nello sguardo di Neji.
La situazione era un vantaggio per entrambi: aiutare un membro del clan Hyuga era qualcosa di importante di per sé, figuriamoci se si aiutasse il futuro erede della casata dalla perdita del Byakugan. D’altro canto Hinata non vedeva l’ora di riacquisire la sua forza innata senza effetti collaterali o si sarebbe sentita persa per sempre.
-La decisione spetta alla Hyuga, per quanto ci riguarda.- Sasuke aveva conferito parola da quando era lì per la prima. La sua voce era un mix tra qualcosa simile ad un suono rauco e caldo ed emanava una tensione che spinse Hinata a raddrizzare le spalle.
Quando sentì gli occhi degli altri puntati su di sé non seppe bene quale fosse la risposta giusta da dare, si spostò una ciocca ribelle dietro l’orecchio e sentendosi le guance bruciare crebbe che probabilmente fosse arrossita molto, ma non voleva farsi intimidire da Sasuke Uchiha.
-Voglio solo riavere il Byakugan, se questo è l’unico modo allora accetto.-
 

ANGOLO DELL’AUTRICE: Ciao ragazzi, sorpresina!!!

Avevo detto che avrei aggiornato solo lunedì, ma ho deciso di anticiparmi il lavoro perché sarò molto occupata e non voglio lasciarvi con il fiato sospeso!!!
Prima di tutto sono felice che la storia abbia già incuriosito qualcuno e ringrazio ancora chi l’ha recensita o inserita tra le seguite o preferite o da ricordare :). 
Questo capitolo è quello che può sembrare meno interessante ma spiega bene come le situazioni si incastonano tra loro e finalmente il nostro Sasuke dà un segno di vita! 
Sono un po’ preoccupata di non descrivere bene i personaggi, voi cosa ne pensate?
Siete sorpresi di come ho ideato l’idea del mangekyou per aiutare Hinata? Fatemi sapere!!!

Ora non voglio trasmettervi la mia ansia quindi vi abbandono!
Alla prossima,  la vostra dolce Lottie.

 

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Capitolo 3
*** Zombie. ***


Canzone che vi consiglio:
The cranberries – Zombie

Titolo: Zombie

 
-Non è bellissima?- affermò Naruto con sicurezza mentre staccava i bastoncini di legno.
Sasuke alzò lo sguardo dalla sua ciotola di ramen poggiata su quello squallido tavolo, di quella squallida stanza d’ospedale e con calma iniziò anch’egli a compiere il gesto di Naruto.
-Cosa? La ciotola di Ramen?- Il moro parlò con tono calmo, qualsiasi stupidaggine che Naruto stesse blaterando sul ramen era tanto meglio assecondarlo o la sua cena sarebbe diventata una gelatina appiccicosa e fredda.
-Quello stupido delle consegne è arrivato con cinque minuti di ritardo, è solo una fortuna che non sia freddo e appiccicoso.-
-Ma no Baka!- rispose Naruto in tono seccato mentre iniziava a portare il primo boccone alla bocca:- Intendo Hinata! – Poi Naruto si rivolse alla ciotola di ramen come se fosse una persona:- Non che tu sia da meno mia cara divinità chiamata Ramen.-.
Naruto aveva gli occhi a cuoricini e la bocca ripiena di cibo mentre faceva una dichiarazione di puro amore al ramen, a quel punto Sasuke aveva accertato che Naruto fosse più baka di quel che si ricordasse.
Così decise di dirglielo:- Baka, tsk.-
Naruto alzò lo sguardo dalla ciotola e assottigliò gli occhi, stavolta lo avrebbe lasciato stare perché il vero baka era lui e questo era un dato di fatto!
-Non farai del male a Hinata, vero?- Tornò serio Naruto mentre rigurgitava il suo ramen.
Sasuke lo guardò di sottecchi mentre mangiava con calma il suo pasto:- Chi è Hinata?-.
Naruto a quel punto per poco non cadeva dalla sedia, non capiva se facesse finta o davvero avesse problemi di memoria così gravi!
-Ma come chi è Hinata? Siamo appena usciti dalla sua stanza! Baka che non sei altro! Tu devi aiutarla, me l’hai promesso!- Naruto ormai era rosso come un peperone, anche se Sasuke preferiva l’espressione ‘’rosso come un pomodoro’’.
Il moro sospirò e tese i muscoli in posizione seduta su quella squallida sedia, siccome, il dito che Naruto gli puntava contro per poco non lo faceva finire in una sua narice.
-La Hyuga?- Sasuke spostò con la mano sinistra il dito di Naruto mentre con l’altra mano prendeva un altro boccone di ramen e lo portava alla bocca, lo butto giù e guardò Naruto che ancora si ostinava a fissarlo in attesa di una risposta:- Ti ho già ripetuto che risolverò il problema.- Così Naruto sentendo quella risposta si rilassò e riprese a ingurgitare la ciotola di Ramen.
-Certo che le farò del male, non sono mica cose facili queste. - proseguì Sasuke, con tutta la nonchalance di cui era capace. Naruto a quel punto per poco non si strozzava con il ramen, quel Baka del suo amico stava premeditando il modo per ucciderlo o cosa?
-Hai detto che l’avresti aiutata!- Naruto tornò a sbraitare come se si trovassero in un manicomio anziché che in una stanza d’ospedale.
-Ma che t’interessa di quella Hyuga?- Sasuke capiva che il problema non era tanto che Naruto stesse condividendo il chakra del Kyubi con un’altra persona, o che questa persona potesse morire per colpa sua, non era puro e semplice senso di colpa. Era affetto, preoccupazione. In fatto di emozioni Sasuke se ne intendeva, non solo sapeva celarle, bensì riconoscerle e premere su di esse fino a far male.
Naruto si bloccò all’improvviso e guardò Sasuke con un’espressione tra l’agitato e il preoccupato:- E’ colpa mia se sta così, le voglio bene, ed è la seconda volta che rischia tanto per mezzo mio. - Sasuke guardò il suo amico, era sincero certo, ma c’era molto altro e l’avrebbe preso in giro fino all’ultimo dei suoi giorni, ma non prima di aver finito di mangiare il suo ramen.
-Ti preferivo quando eri sempre nella camera della Hyuga a piagnucolare perché non si svegliava. - Affermò Sasuke con tono acido e sprezzante. Naruto stava per riprendere a insultarlo e sbraitare, ma il karma, anche quella volta era dalla parte di Sasuke, infatti, proprio in quel momento entrò un’infermiera piuttosto carina che annunciò a Sasuke di poter prendere le sue cose e andare a firmare per lasciare l’ospedale.
Così il ragazzo bevve tutto il suo ramen in un lungo sorso, prese la borsa che aveva preparato e mentre Naruto non faceva altro che infuriarsi e continuare a insultarlo in modo teatrale, Sasuke iniziò ad andarsene da quel squallido luogo. Le ultime parole di Naruto che sentì furono:- Portami la cena Baka!-
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Hinata aveva ascoltato per tutta la mattinata Sakura parlare di come Sasuke Uchiha sarebbe intervenuto per aiutarla, ogni tanto la ragazza dai capelli rosa chiedeva conferma sui procedimenti e l’Uchiha si limitava ad annuire, era ovvio che non stesse ascoltando un fico secco di quello che Sakura dicesse e non si preoccupava neanche di interessarsene.  Quella situazione non piaceva per nulla a Hinata e doveva convincere se stessa al più presto poiché il giorno dopo si erano concordati per eseguire la procedura.
Aveva passato metà della giornata con Neji a parlare del più del meno e più tardi erano venuti a trovarla Kiba, Akamaru, Shino e sua sorella Hanabi. Erano rimasti finché non fu quasi notte, cacciati dalle infermiere che sbraitavano su come un cane fosse potuto entrare nell’ospedale senza che nessuno se ne accorgesse.
Alla fine della giornata, Hinata era rimasta tutto il tempo sulla sedia blu scricchiolante a guardare al di fuori della finestra, avrebbe voluto attivare il Byakugan e guardare ogni cosa in negativo, ma non poteva.
Improvvisamente lo stomacò della ragazza brontolò, si ricordò del succo e della merendina che le aveva portato Neji. Erano ancora sul tavolo, la merendina avvolta da una carta blu si era tutta mollata e il succo a quell’ora proprio non le andava. Notò che la stanza era più buia di quello che immaginasse, voltò lo sguardo verso l’orologio appeso sopra il letto e notò che erano già le dieci di sera. Sospirò pesantemente e si trascinò fino alla borsa che le aveva portato Neji, frugò in qualche tasca e trovò degli spiccioli, si sarebbe presa dei cracker ai distributori di cui aveva parlato Neji quella mattina.
Si avvolse una sciarpa di lana bordò intorno al collo, l’aveva trovata infondo allo zaino mentre cercava le monete. Uscì di fretta dalla stanza e una volata di aria fredda la colpì, si coprì con la sciarpa fino al naso e strinse le mani intorno alle spalle massaggiandole e cercando di riscaldarsi. Mentre percorreva i corridoi scuri, malediva se stessa per non poter utilizzare il Byakugan e rintracciare i distributori senza girovagare a vuoto per l’intero ospedale.
Proprio mentre svoltava l’angolo verso destra, sbatté contro qualcosa di duro, perdendo l’equilibrio e cedendo al suo stesso peso finendo per trovarsi poggiata sulle sue ginocchia. Sentì una fitta fortissima al ginocchio fasciato, ma tentò comunque di alzarsi.
-Sta attenta dove vai, ragazzina!- Hinata non si era preoccupata più di tanto di cosa l’avesse buttata giù fino a che non riconobbe quel timbro di voce rauco e deciso.
Restò paralizzata nella posizione in cui era caduta e alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi quasi bianchi con gli immensi pozzi neri di Sasuke Uchiha.
Il moro appena riconobbe gli occhi della ragazza che l’aveva colpito, caratteristica esclusiva degli Hyuga, rimase bloccato per un attimo, notò che la ragazza era ancora inginocchiata a terra e lo guardava a bocca aperta. Era ben consapevole di lasciare tutti a bocca aperta (nel vero senso), ma riusciva a intravedere sul volto della Hyuga più che una sensazione di piacere vaghe smorfie di dolore. Hinata cercò di nuovo di alzarsi, ma il dolore al ginocchio era terribile, allora Sasuke capì:- Forza, alzati.- L’Uchiha l’aveva afferrata malamente per un braccio e tirata su in modo brusco. Le faceva una pena immensa, solo per quello l’aveva aiutata.
D’altro canto Hinata appena si tirò su', arrossì e prese a ripetere la parola ‘’scusa’’ almeno un centinaio di volte, fino a che un odore di ramen le invase le narici e il suo stomaco brontolò contro il suo volere e notò che Sasuke, nella mano sinistra stringeva una busta contente sicuramente del ramen. Ora era arrossita.
Sasuke, che fino a quel momento s’era crogiolato nelle scuse che gli erano dovute, sentì lo stomaco della ragazza brontolare e sorrise in modo quasi sadico.
Credo proprio che stasera Uzumaki salterà la cena. Pensò Sasuke.
:-Fame, Hyuga?-
Quando Hinata, cercò di dare spiegazioni a Sasuke del suo stomaco brontolante e su come ora stesse andando ai distributori automatici, balbettò così tanto che il moro la guardò come se parlasse un’altra lingua e senza chiedere altre informazioni si avviò verso la stanza di lei e Hinata lo seguì senza chiedere spiegazioni.
Sasuke aveva posato la busta contente il ramen sul tavolino vicino alla finestra e si era poggiato a essa.
Hinata notò che nel buio Sasuke si muoveva con agilità e delicatezza, le ricordava tanto un gatto. Mentre lei era impacciata a ogni movimento, non era abituata affatto a guardare le figure scure e a distinguerle con la facilità che faceva l’Uchiha. Così per arrivare al tavolo andò a sbattere con il fianco contro il letto e per poco non si sedeva per terra invece piuttosto che sulla sedia vicino al tavolo. Avrebbe scommesso sul fatto che Sasuke stesse ridendo mentalmente di lei, ma in realtà aveva troppa fame per importarsene, così prese le bacchette le staccò con delicatezza e prese a mangiare in modo che Sasuke definirebbe non solo lento bensì  peggio della moviola di un film in bianco e nero. Hinata notò che oltre al ramen vi era anche una scodella di pomodori non tagliati e al secondo boccone si sentì in colpa di non aver invitato il ragazzo a dividere la cena.
-T-tu non m-mangi Uchiha-san?- Mentre parlava Hinata era certa che fosse arrossita, così lascio i bastoncini sul tavolo e come d’abitudine si portò le mani fredde alle guance ora mai bollenti.
Bene, ora sono diventato persino Uchiha-san
- Non sono io quello che sembra uno scheletro.- Affermò Sasuke con disprezzo e si voltò di scatto verso la finestra, guardando cosa ci fosse fuori con lo stesso poco interesse che dimostrava per ogni altra cosa. In effetti, però, quella finestra offriva un bel panorama, fuori già nevicava da qualche tempo e il freddo era pungente a tal punto che Sasuke si ritrovava sempre la punta del naso freddo.
Hinata per la rispostaccia che aveva ricevuto, sentiva il sangue ribollirle ferocemente nelle vene, era davvero scorbutico parlare così a una ragazza che non aveva mangiato nulla per tanto tempo, per non parlare del poco che aveva mangiato durante la guerra. Avrebbe voluto risponderlo nello stesso modo brusco che utilizzava lui, ma fu distratta dai suoi pensieri vendicativi quando vide una mano pallida afferrare la ciotola di pomodori, aprirla e mangiarla. Sasuke mangiava quei pomodori con gusto, come se fossero la cosa più buona dell’intero mondo. Hinata era sorpresa come ora quel ragazzo di fronte a lei gli appariva totalmente diverso, dimostrava finalmente l’età che aveva, mentre solitamente sembrava vecchio di qualche anno. Era fresco e giovane il modo in cui con poca cura mordeva i pomodori sporcandosi il mento con il succo ad Hinata ricordava un bambino pasticcione.
Solo ora che lo fissava, Hinata notava che non aveva più lo stesso abbigliamento della mattina, ma indossava una felpa nera e aveva anche la katana al fianco e probabilmente qualche kunai nascosto nelle tasche. Distolse lo sguardo da lui, solo quando il ragazzo, avendo finito di mangiare i pomodori, la fissava come se avesse voluto darle fuoco con gli occhi.
Il ragazzo gettò la scodella vuota sul tavolo e uscì dalla stanza senza neanche degnarla di uno sguardo.
Hinata restò a fissare la porta per qualche secondo ma si rese conto che non sarebbe entrato più nessuno.
Sospirò pesantemente e gettò tutto quello che era sul tavolo (compresa la merendina e il succo) nel cestino e come la sera precedente si sedette di fronte la finestra finché non arrivò il sonno.
In your head, in your head they are fighting
 
Sangue
In your head, in your head they are crying
Chakra
Sangue
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie

Armi
Sangue
Heart is taken over
when violence causes silence

We must be mistaken
Guerra
Morte
In your head, in your head they are dying
 
-Hinata, svegliati…- Naruto scosse lievemente la spalla di Hinata, che con le braccia conserte faceva da cuscino al suo stesso capo adagiato sulla lastra di marmo della finestra.
La corvina partì di scatto ed estrasse un kunai dalla tasca del pigiama e lo puntò alla gola di chi l’aveva scossa dal suo sonno.
Il suo movimento era stato veloce, agile e istintivo.
Aveva il fiato corto e sembrava affannata, i lunghi capelli corvini le incorniciavano il volto in modo disordinato e la frangetta era spostata da un lato, nonostante riuscisse a vedere chi fosse di fronte a lei e che aveva afferrato il suo polso prima che potesse tagliargli la gola, Hinata non percepiva a pieno quale fosse la realtà.
Era ancora intrappolata nel suo incubo, dove intorno a lei c’era solo guerra e morte ovunque. Una devastazione che portava al nulla.
-Sono Naruto, Hinata.- la voce del ragazzo sembrava meno lontana e la ragazza sembrò tornare a ciò che era reale.
 Vide di fronte a sé la sua mano che stringeva il kunai puntato dritto alla gola di Naruto, era sull’orlo delle lacrime, ma non avrebbe pianto. Sembrò lasciar andare il Kunai, ma una volta fatta scivolare la lama nel palmo della mano, lo strinse più forte di prima.
Quando Naruto vide il sangue gocciolare dalla mano di Hinata, strinse quella stessa mano tra le sue.
- Hina-chan è tutto okay, lascia andare il kunai, va bene?-. Hinata non piangeva ma si morse il labbro per trattenere le urla che avrebbe voluto tirar fuori, si sentiva come se stesse diventando pazza.
Naruto con la delicatezza che poté impiegare riuscì a estrarre dalla mano di Hinata il kunai che stringeva in modo compulsivo e con tutta la forza di cui era capace, staccando una dita per volta dall’oggetto metallico e tagliente.
Quando l’arma fu libera dalla stretta della ragazza, cadde a terra con un tonfo rumoroso e metallico.
Naruto abbracciò la ragazza, facendo in modo che appoggiasse la testa sulla sua spalla e solo in quel momento a Hinata le parve di essere tornata alla realtà totalmente.
Si rese conto che nella stanza c’era anche Sakura che la guardava con gli occhi spalancati e un’espressione esprimente orrore sugli occhi.
Quando anche quest’ultima si fu ripresa dallo shock dell’avvenimento corse incontro Hinata e le afferrò la mano studiando la profondità delle ferite.
- Ci vorranno dei punti.- sussurrò la ragazza dai capelli rosa:- Forza vieni in bagno a sciacquare la ferita.- la voce di Sakura era gentile e anche il sorriso che aveva dipinto sul volto era altrettanto gentile, ma tralasciava intravedere la preoccupazione nei confronti dell’altra.
Sakura la trascinò in bagno accarezzandole i lunghi capelli per trasmetterle una sensazione di tranquillità, ma il corpo di Hinata tremava in modo incontrollabile, era sull’orlo di una crisi di nervi.
Sakura aveva preso a sciacquarle la ferita e gliela strinse in un asciugamano.
:- Dove hai preso quel kunai Hinata?- Il tono di Sakura continuava a essere gentile nonostante ciò Hinata percepiva quel velo di preoccupazione nella sua voce che la ninja medico voleva nascondere.
-L’ho rubato a Neji, ieri…- Rispose Hinata mentre abbassava lo sguardo. Sakura stava per porle un’altra domanda ma furono interrotte da delle urla provenienti dalla stanza della corvina.
Hinata lasciò cadere l’asciugamano che teneva sulla mano e corse nella stanza seguita da Sakura che, con l’asciugamano tra le mani, voleva dirle di tenere premuto sulla ferita.
-Baka, idiota che non sei altro! Ieri mi hai lasciato senza cena! – Naruto puntava un dito contro Sasuke, probabilmente appena arrivato per l’appuntamento.
Il biondo, come suo solito, aveva un atteggiamento teatrale (anche fin troppo) e ironico, blaterando e bramando la cena della sera precedente.
Solo in quel momento Hinata si rese conto che il ramen che aveva mangiato la sera prima era destinato a Naruto (non che avesse mai pensato che Sasuke avesse portato del ramen per lei).
Hinata trovò la scena molto divertente e le venne naturale scoppiare a ridere. Era una di quelle risate dolci e un po’ trattenute, era certa di essere anche lievemente arrossita.
Quando la risata di Hinata si diffuse per tutta la stanza, Naruto e Sasuke si voltarono verso di lei. Il biondo aveva assunto una posizione al quanto imbarazzata, con il braccio destro dietro al collo e la mano a grattarsi il capo come era solito a fare quando era in imbarazzo: indossava ancora quell’orribile camice d’ospedale (che a essere sinceri lo rendeva solo più ridicolo e più giovane di quanto non fosse già).
Sasuke invece la guardava con la sua espressione indifferente e iniziò ad avvicinarsi a falcate veloci.
- Bene, diamoci una mossa.- Non diede il tempo a nessuno di comprendere a pieno cosa stesse succedendo che afferrò la mano ferita di Hinata e ci premette le dita con forza provocandole un dolore allucinante, sembrava avesse sale sulle mani.
-Sei pronta, Hyuga?- Le sussurrò all’orecchio e un attimo dopo con i suoi occhi rossi scarlatti fece in modo che il corpo inerme di Hinata si adagiasse sul suo, reggendola con la mano sinistra per la nuca.
Il corpo caldo di lui sembrava bruciare contro il corpo freddo e inerme di lei. Sasuke aveva sempre ritenuto che se gli Uchiha con lo sharingan fossero fuoco, gli Hyuga differentemente con il Byakugan gli davano una sensazione di freddo, trasmessa soprattutto da quegli occhi vitrei.
L’Uchiha decise di chiudere quella faccenda in fretta: chiuse gli occhi, e ora i loro corpi non erano più in quella stanza d’ospedale, bensì al centro della coscienza di Hinata.
Sasuke si trovava in un luogo scuro, vedeva il chakra della Hyuga in tante bolle deformi che offrivano al posto una luce soffusa tendenzialmente blu.
Fece un passo verso l’ignoto, senza avere una precisa direzione e notò che i suoi piedi sprofondavano nella fitta nebbia.
Si guardò intorno: doveva cercare il corpo della Hyuga, camminò per un po’, non sapeva esattamente dove stava andando e per quanto tempo avesse girovagato, ma improvvisamente si fermò.
Scorse un po’ da lontano una figura inerme tra la nebbia, si avvicinò con cautela e trovò il corpo della corvina adagiato su di un fianco e circondata da un chakra identico a quello del Kyubi. Era meglio farla finita presto con tutta quella storia: afferrò il polso della Hyuga per tirarla fuori dal chakra, ma quando le sue dita a contatto con la pelle della ragazza non vi trovarono il più benché minimo segno di battito cardiaco rilasciò andare il corpo nel chakra del Kyubi.
La sua anima era morta?
Possibile.
Se l’avesse tirata fuori, non avrebbe mai più potuto riutilizzare il Byakugan e lui sapeva bene cosa significava perdere qualcosa che ti apparteneva di diritto, i ricordi, di quando stava per perdere la vista a causa dello sharingan prima di riuscire a trapiantarsi gli occhi del fratello, lo travolsero.
Sasuke stava cercando di elaborare una soluzione a quella brutta storia, quando improvvisamente sentì una voce che riconobbe immediatamente.
:- Non puoi salvarla.- Era la Volpe a nove code.
In quello stesso istante, Sasuke aprì gli occhi, il corpo di Hinata ancora inerme contro il suo.
:-Sakura-chan, Sasuke ha aperto gli occhi-
Il moro si girò verso Naruto, che era poggiato contro la parete accanto la finestra, era già il crepuscolo.
Lo sguardo di Sasuke tornò verso il corpo inerme, fece scivolare la propria mano (ormai incrostata di sangue) verso il polso della ragazza, mentre s’inginocchiava a terra e la adagiava con la testa sulle sue gambe, riuscì a percepire un lieve battito e tirò un sospiro. Poi si volse verso Sakura che si era avvicinata a loro due con cautela.
:- Sakura, devi aiutarla.-
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Sasuke uscì dall’ospedale più scosso di quanto potesse immaginare, dopo il breve ‘’intervento’’ effettuato sulla Hyuga, scoprì che non era affatto il crepuscolo ma l’alba, non si era neanche reso conto che fosse passata quasi un’intera giornata a vagare per la coscienza della Hyuga.
Di dormire ora mai non se ne parlava proprio, così si diresse verso la radura più vicina. Era innevata, così come le strade di Konoha per cui aveva girovagato. Estrasse la katana dalla fodera e la adagiò accanto ad un albero, sedendosi ai piedi di questo.
Quello che aveva visto nella Hyuga non era solo terribile, era qualcosa che lui non poteva risolvere e forse la ragazza avrebbe dovuto convivere con quello per sempre, perché non si può riportare in vita un’anima morta, di questo ne era assolutamente certo.
 
 
 
Traduzione frasi inserite: * Nella tua testa, nella tua testa, stanno combattendo
                                          Nella tua testa stanno piangendo
                                          Cosa c'è nella tua testa, nella tua testa?
                                          Zombie, zombie, zombie
                                          Il cuore è sopraffatto
                                          Quando la violenza causa silenzio
                                          Stiamo sbagliando per forza
                                         Nella tua testa, nella tua testa stanno morendo
 

ANGOLO AUTRICE: Ehilà, chi c’è per spulciare questo nuovo capitolo? Se ci siete, battete una recensione!

Beh lo so che è molto pesante questo pezzo della storia, ho cercato di alleggerirlo il più che potevo (Povero Naruto, senza cena), ma tornando a noi è un triste destino quello che aspetta alla nostra Hinata.
Oltre a ciò che succede ai personaggi di questa storia ho voluto introdurre un tema che mi colpisce molto, ovvero la guerra. Questa terribile parola dovrebbe essere cancellata e il significato dovrebbe essere dimenticato. Volendo o no, il nostro mondo, quello reale, è un’insieme di tante guerre, che siano silenziose o vere e proprie guerre, ce ne sono fin troppe. Comunque sia non voglio stare qui ad annoiarvi con ciò che io penso, ringrazio solo tanto la mia cara professoressa di Italiano per avermi spinto a partecipare alla Marcia Della Pace e avermi dato il modo di riflettere su cose serie e capire il vero significato anche di un libro fantasy o di un anime.
Detto questo, vi abbandono e mi raccomando: ditemi che ne pensate del proseguire di questa storia!
Ciao miei avidi lettori,
xoxo la vostra Lottie.
                              

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Capitolo 4
*** Estraniato ***


Titolo:Estranged
Canzone che vi suggerisco: Estranged- Guns N' Roses
When you're talkin' to yourself
And nobody's home
You can fool yourself
You came in this world alone


Sasuke era rimasto stranamente scosso dal caso della Hyuga, le decisioni da prendere al momento andavano prese nel modo giusto e in fretta. Era ovvio che non ci fosse tempo, poiché quella stessa mattina, quando era uscito dall’ospedale, dopo un paio d’ore si era ritrovato Sakura in casa Uchiha che gli chiedeva di presentarsi il pomeriggio in ospedale perché le condizioni della Hyuga peggioravano parecchio e lui avrebbe dovuto fare qualcosa e dimostrare la sua buona volontà, se avesse voluto essere lasciato in pace anche dall’Hokage. D’altro canto avrebbe potuto lasciar stare tutto e dire semplicemente che lui non poteva aiutare quella stupida ragazzina, infondo ci aveva provato sul serio, non era colpa sua se le cose non funzionavano come previsto.
Poggiò i piedi sul tavolino di fronte a sé e prese a massaggiarsi gli occhi stanchi con le dita della mano destra. Ricordava il divano di casa Uchiha molto più grande, o probabilmente era lui che a quei tempi fosse molto più piccolo. 
Era convinto che non sarebbe tornato mai più in quella casa, dove aveva amato i suoi genitori e suo fratello e dove quest’ultimo li aveva uccisi e poi lui aveva fatto lo stesso con Itachi e ora non c’era assolutamente nulla più.
Non vi era dolore in Sasuke, né ira, né rabbia, non servivano a nulla quei sentimenti, se non solo a creare un enorme vortice che porta alla distruzione e Sasuke, prima che intervenisse nella guerra, l’aveva capito bene che non serviva a nulla distruggere ciò che ti ha fatto del male, perché porterà al male di qualcun altro.
Voltò lo sguardo verso l’orologio e notò che erano già le quattro del pomeriggio ed era in ritardo per l’appuntamento preso con Sakura per discutere dell’avvenimento del giorno precedente. Di tutta quella faccenda avrebbe voluto fregarsene, ma lo incuriosiva, era tutto strano e deforme nella piccola testolina della Hyuga.
Voleva risolvere il caso per ego personale.
Era Sasuke Uchiha, non perdeva quasi mai.
Decise di tirarsi su con fatica e darsi una sistemata, non aveva chiuso occhio ma non gli piaceva di dare a vedere la sua stanchezza.
Si era trascinato con un po’ di fatica per le strade di Konoha, ma quando vide il cugino della Hyuga sulle scale dell’ospedale ad aspettarlo a braccia conserte decise di tirare su le spalle e passargli davanti come se la situazione non lo toccasse per nulla, ed era esattamente così.
Neji dal canto suo l’aveva seguito fin dentro lo studio dell’Haruno senza degnarlo di uno sguardo, anche se avesse voluto prenderlo a calci, poiché quello che aveva fatto a Hinata sembrava aver peggiorato solo la situazione.
Una volta giunti nello studio di Sakura i due si sedettero in attesa che la ninja medico si sbrigasse a firmare le carte sparse sulla scrivania, quando ebbe finito, si rivolse ai due presenti.
-Non si è ancora svegliata, ma abbiamo regolato il battito, i valori sono ancora bassi ma probabilmente è solo molto stanca al momento.- Sakura più che rivolgersi a Sasuke, in quel momento, con il suo tono calmo cercava di comunicare buone notizie a Neji, che d’altro canto non si rilassò per niente.
Non ricevendo alcun tipo di risposta la ragazza proseguì, stavolta rivolgendosi esclusivamente a uno dei dure ragazzi:- Sasuke cosa è successo? Intendo dire perché stamattina hai detto di non aver potuto fare niente?-.
Sasuke tornò indietro con il tempo fino a quella stessa mattina, quando Sakura gli aveva spiegato che era troppo pericoloso stabilizzare Hinata con il chakra, così lui l’aveva adagiata sul letto e aveva semplicemente detto di non poter fare altro.
Si portò la mano destra all’altezza del petto e fece il leggero movimento di aprirsi il kimono, lo faceva sempre quando si trovava in situazioni che non gli scendevano per nulla.
-Non è così facile come sembra, potrei salvarla dalla forza del chakra della volpe ma potrebbe perdere l’utilizzo del Byakugan, non riguarda solo il suo corpo è più qualcosa a livello…- Sasuke si bloccò di colpo, non sapeva come poter spiegare bene quella situazione, ma il karma, sempre dalla sua parte, fece precipitare Naruto nella stanza proprio in quel momento. 
Non indossava più quello stupido camice d’ospedale, bensì i suoi vestiti e sulla spalla aveva una borsa, probabilmente era stato dimesso da poco. Aveva l’aria esaltata e agitata ma felice.
-Sakura, sono passato nella stanza di Hina-chan per vedere come stava prima di andarmene e si è svegliata vieni a vedere!-
Sia Neji sia Sakura si alzarono di colpo e si precipitarono nella stanza della Hyuga, d’altro canto Naruto e Sasuke seguirono i due un po’ in disparte, entrambi macchiati dal senso di colpa, che lo dimostrassero o no.
Quando giunsero tutti nella stanza della ragazza, lei era già vicino la finestra, non si era girata neanche per vedere chi fosse entrato, come se già sapesse chi ci fosse si rivolse a ognuno di loro.
-Perché non ha funzionato?- il suo tono quieto non lasciava intravedere emozioni, non vi era né dolore né rabbia nelle sue parole.
Neji si avvicinò lentamente a lei, avrebbe voluto tenerle una mano, ma erano entrambe ferite, una dalla guerra e l’altra da se stessa.
Fu Sakura a risponderle:- Non lo sappiamo, ma troveremo una soluzione.-
La ninja medico, con i suoi pazienti cercava sempre di essere gentile e trasmettere speranza ma ora nel suo tono si leggeva solo preoccupazione per quella giovane ragazza.
Neji passò una mano nei capelli morbidi e lucidi di lei, a smuoverli l’odore di cocco gli invase le narici.
Fin da piccola a Hinata era sempre piaciuto che qualcuno le toccasse i capelli, sentiva i nervi stendersi e assumeva una posizione naturale, da quella tesa di sempre. Stavolta, però, il gesto di Neji non fece altro che irrigidirla, tant’è che egli si sentì come se lei l’avesse scostato.
La ragazza si voltò verso i presenti, non capiva cosa ci facevano tutte quelle persone lì. Il problema non riguardava Naruto, Sakura, Neji e Sasuke. Li osservò per un attimo poi tornò a voltarsi verso la finestra.
-Andatevene. -Il suo tono glaciale e netto come una lama che ti trafigge al petto costrinse Sakura, Naruto e Sasuke a uscire senza obiettare, la corvina aveva pronunciato quelle parole con troppa decisione.
Neji aveva provato a poggiarle una mano sulla spalla tesa ma Hinata si voltò a guardarlo e nel suo sguardo lui lesse solo il vuoto, vide la sua necessità di restare sola e se ne andò, senza riservarle un gesto di affetto o altro.
Hinata Hyuga faceva parte di quel clan più di quanto lei non credesse, perché come loro anche lei era dotata di quella freddezza glaciale tipica degli Hyuga, era solo più brava a celarlo.
So nobody ever told you baby
How it was gonna be
So what'll happen to you baby
Guess we'll have to wait and see

Hinata era rimasta tutta la giornata di fronte la finestra, vide Sasuke e Naruto uscire insieme dall’ospedale e dirigersi ognuno verso casa loro, avrebbe voluto poter utilizzare il Byakugan e seguirli con lo sguardo, mentre loro tornavano alla vita di tutti giorni, lei era intrappolata lì.
Non si rendeva conto del tempo che passava di fronte quella finestra desiderando di far parte di quella città innevata, di essere quei ragazzini che correvano per strada o delle donne che camminavano tranquillamente.
Invece restava chiusa lì dentro, tra le sbarre* di quella prigione, pagava le pene della libertà altrui, scontava la colpa di essere nata sotto il nome Hyuga, pagava la colpa di aver messo prima la vita degli altri e poi la sua. 
Non voleva pensarla in modo così egoista ma i fatti erano proprio così, e lei non si sentiva più se stessa, non era più ciò che era sempre stata e nemmeno ciò che avrebbe voluto desiderare di essere per una vita intera.
Era sospesa contro un fondale di stelle in equilibrio su di un filo e rischiava di cadere in qualcosa che le appariva più nero del cielo oscuro in quel preciso momento.
La notte calava in fretta quando passavi il tempo a osservare che la pioggia iniziasse a cadere dal cielo.
Quando la ragazza vide il cielo piangere, non poté fare altro che aprire la finestra e tendere una mano verso fuori. Una folata di vento era entrata nella stanza, rendendola meno accogliente di quanto già non fosse. 
La pioggia che cadeva sulla mano di Hinata, era fredda e a ogni goccia le pareva tornare pezzo per pezzo se stessa, o forse era solo un’illusione?
Voleva capire, voleva sapere, voleva poter tornare indietro e fuggire da quelle illusioni, fuggire da quel malessere e si lasciò andare. Cadde da quella finestra come se si fosse lanciata contro qualcuno in pieno combattimento e atterrò sulle gambe, in modo agile, al momento le interessava poco del dolore lancinante al ginocchio o del fatto che in piena notte stesse scappando da un luogo sicuro, ma il suo obiettivo era uno solo.
Mosse le mani velocemente creando un jetsu e attivò il Byakugan e partì alla ricerca della soluzione.
Sentiva il suo chakra, forte e prepotente, come fuoco che brucia. 
La ragazza correva, affondando i piedi nudi nel fango e nella neve, la pioggia le aveva ormai bagnato il pigiama e i capelli erano incollati al viso e lungo la schiena. Il freddo le penetrava nelle ossa facendole male, come se fossero tanti aghi che le penetravano la pelle. Tremava ma non riusciva a smettere di correre per le strade di Konoha in cerca di chi avrebbe potuto aiutarla.
Se qualcuno l’avesse vista in quelle condizioni, con le fasce che stavano ormai cedendo sotto il peso della pioggia, gli occhi sbarrati e mezza nuda avrebbero pensato che quella ragazza fosse appena scappata da un centro psichiatrico. 
A lei, però, non importava, non importava della fatica che stesse impiegando, non le importava di come l’acqua piovana bruciasse sulle ferite che non si rimarginavano, non le fregava nulla di come stesse rallentando a pochi metri dal suo obiettivo. 
Era certa che la vista si stesse appannando e fu costretta a disattivare il Byakugan in modo improvvisò, tant’è che finì per cadere a terra, ma le mancava davvero poco. Strisciò a terra fino a che non riuscì a rimettersi su. Le tremavano le gambe per la stanchezza ma ora mai il gelo aveva congelato ogni sua articolazione, così quando si trovò di fronte la porta di casa Uchiha, cercò di emettere un qualsiasi suonò, ma dalla sua gola non uscì niente e si accasciò priva di sensi lì per terra.
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Sasuke sentiva il chakra di lei in ogni istante, lo tormentava, lo avrebbe riconosciuto ovunque ormai, era unico e inconfondibile, ma aveva ben deciso di ignorare il problema, finché non si presentò proprio fuori casa sua.
Aveva aperto la porta e si era trovato quell’animale indifeso invadere i suoi spazi e sporcargli il pavimento di fango e acqua piovana: questo era un vero problema.
L’Uchiha aveva raccolto quel corpo ossuto (fin troppo per i suoi gusti) e l’aveva adagiato nella vasca del bagno, non aveva intenzione di sporcare altro. La ragazza aveva un colorito più chiaro del solito, sembrava morta, inerme, col respiro irregolare e quando il ragazzo prese a toglierle le fasce strappate e sporche poté sentire quanto la sua pelle fosse fredda a contatto con la sua bollente. 
Non doveva solo salvarle la vita, ma anche fargli da babysitter. 
Aprì la doccia a temperatura tiepida e prese a sciacquarle i piedi sporchi, le gambe ferite, la pancia più che piatta e le braccia. Non l’aveva spogliata da quel pigiama striminzito, le mancava solo una Hyuga in preda a spasmi per il suo tocco.
Non che gli dispiacesse toccare la pelle liscia di lei, era da tanto che le sue mani non toccavano un corpo umano a quel modo, prendendosi cura di esso delicatamente come stava facendo ora con quella ragazza.  Era tentato di toccarle il viso, la cui pelle appariva liscia e priva di ogni tipo di imperfezione, ma appena prese a farle scorrere l’acqua calda sul collo la ragazza spalancò gli occhi spaventata e si tirò indietro senza nemmeno capire perfettamente cosa stesse succedendo o come esattamente si fosse ritrovata in una vasca da bagno con addosso le mani di Sasuke Uchiha. 
Il ragazzo si scostò brutalmente da lei e si diresse verso la porta noncurante della situazione, ma prima che potesse aprire la porta, Hinata si era già porsa verso di lui, uscendo in maniera goffa dalla vasca.
-Ti prego aspetta!- Il ragazzo si voltò verso di lei, con un’espressione impassibile, e gli occhi puntati verso il corpo esile e tremante di lei. Grondava acqua e il labbro inferiore le tremava dal freddo.
-Ti porto qualcosa da mettere. - sentenziò lui. Non era preoccupazione perché lei stesse rischiando un’ipotermia bensì perché lei era troppo debole per pulire il pavimento che stava bagnando e sarebbe toccato a lui farlo.
Hinata era rimasta paralizzata, il tono di lui era glaciale, tanto da bloccarla sul posto e costringerla ad aspettare che lui tornasse. Le aveva poggiato un asciugamano e i vestiti su di una sedia vicino al lavandino ed era uscito senza aggiungere altro. Quando il ragazzo fu fuori Hinata cercò di elaborare l’enorme follia che aveva commesso. Non ricordava quando era stato l’esatto momento in cui aveva deciso di scappare fin lì, ma ora ci si trovava.
Hinata si tolse ogni indumento che aveva e si sciacquò, anche i capelli erano sporchi così ci passò il bagnoschiuma per uomo che aveva trovato lì. Poi si era asciugata in modo frettoloso e si era vestita velocemente. Le mani e le gambe ancora tremanti per il freddo e i capelli ancora troppo umidi per tenerla calda, come era solita a fare.
Il ragazzo le aveva portato dei suoi boxer davvero troppo grandi per lei e una maglia di lana pesante che le arrivava fino alle ginocchia. Non aveva indossato la tuta del pantalone perché davvero troppo larga per i suoi fianchi e se l’avesse fatto sarebbe sembrata un barbone, così evitando di guardare il suo volto stanco nello specchio decise di uscire di fretta dal bagno e attivando il Byakugan raggiunse Sasuke. 
I don't know how you're s'posed
To find me lately
And what more could you ask from me
How could you say that I never needed you


Quando si ritrovò nel salone di casa Uchiha, l’ambiente le apparve quasi familiare. Il ragazzo era seduto su di una poltrona, gli occhi bassi persino quando lei aveva fatto irruzione nella stanza, ma dopo qualche minuto che lei era rimasta lì a fissarlo con il Byakugan, il moro sembrò innervosirsi e si alzò di scatto raggiungendola a falcate.
Sembrava un angelo vendicatore pronto a ucciderla, e l’unica cosa che la ragazza seppe fare fu abbassare le sue difese e appena la sua vista tornò normale fu percossa da quella sensazione di smarrimento e stanchezza.
Cadde ai piedi di lui senza più alcuna forza in corpo, ma era certa che lui avesse detto qualcosa :‘’stupida ragazzina’’. Poi lui lo afferrò brutalmente per un polso e la tirò su.
-Muoviti, ti riporto in ospedale.- Lui la tirava per il braccio verso la porta. Hinata si guardò intorno in cerca di un appiglio ma l’unica cosa che notò fu l’orologio che segnava le due di notte e si bloccò cercando di resistere alla forza di lui.
-T-ti prego! Tu p-puoi aiutarmi, ne sono c-certa!- Hinata aveva cercato di essere più decisa che poteva, ma aveva balbettato in modo assurdo ed era sicura che ora le sue guance avessero assunto un colore roseo.
Sasuke si voltò di scatto e la fissò. Lei era qualcosa di simile a un povero animale domestico nella jungla, deciso ma spaventato dall’ignoto, si trovava in una situazione che non poteva affrontare. Lui d'altro canto era l'animale selvatico pronto ad uccidere qualsiasi minaccia estranea, proprio come lei. Hinata non capiva se fosse la sua presenza ad infastidirlo di per se o fosse il fatto che in piena notte aveva fatto irruzione nella vita di lui.
Sasuke pensò che le stesse facendo male a stringerle il polso in quella maniera e la lasciò andare. In realtà non è che non volesse aiutarla ma non sapeva davvero come fare e non potevi ammettere a un malato che non c’era cura.
Tentò di rilassare i nervi e prese a scrutarla. Tremava ancora la Hyuga e scommetteva che la sua pelle, nonostante il maglione pesante che aveva scelto per lei, fosse ancora fredda.
-Cosa vuoi che faccia?- sputò acidamente lui, restando lì puntato di fronte a lei. Sul viso di lui era difficile leggere qualsiasi tipo di emozione, ammesso che ne avesse.
Hinata d’altro canto, sul suo volto in quel momento erano rappresentate troppe emozioni per essere identificate.
-D-devi controllare la v-volpe, io so che tu p-puoi farlo!- Sasuke avrebbe voluto rispondere che certo, avrebbe potuto farlo grazie al mangekyou, ma le cose erano diverse da come aveva fatto qualche anno fa con Naruto.
Così le passò accanto dandole un lieve spintone con la spalla e si andò a sedere sul divano.
Dopo che era tornato dall’ospedale era crollato sul letto e aveva dormito fino le undici di sera. Quando aveva iniziato a percepire il chakra di lei sempre più vicino, non era più riuscito a chiudere occhio e ora si sentiva fin troppo sveglio per addormentarsi e mollarla impalata lì. Era più che certo che per la buona educazione che le fosse stata data non si sarebbe permessa di sedersi sul divano senza chiedere il consenso, ma era troppo spaventata da lui per chiedergli altro.
-Sei troppo stanca, non sopravvivresti se ti aiutassi.- Hinata non capiva perché pure una frase detta ai fin di beni nei suoi confronti, sulla bocca di lui appariva come veleno.
-P-posso farcela!- Il tono di lei era tendenzialmente indeciso, anche se le sue parole erano tutt’altro che indecise.
Il ragazzo rise di sottecchi e si voltò verso di lei e con una mano la invitò a sedersi accanto a lui.
Hinata crebbe che finalmente lui si fosse deciso ad aiutarla e così si sedette in fretta nel posto da lui indicato. Ora accanto a lui, percepiva la forza del suo chakra, era fuoco ardente che bruciava senza mai fermarsi. Sasuke attivò lo sharingan e prese a guardarla negli occhi, era più che certo che sarebbe crollata dalla stanchezza da lì a qualche minuto. La guardò attentamente, con quegli occhi grandi, il naso dritto, le labbra sottili e la forma del viso le ricordava tanto sua madre, con i lunghi capelli lisci che le incorniciavano il volto in modo disordinato. Aveva ancora quella strana voglia di toccarla la pelle di porcellana, ma sapeva di non poterselo permettere.
Il ragazzo si avvicinò al volto di lei e con la mano le spostò i capelli dietro l’orecchio e pose le sue labbra accanto ad esso. La ragazza tremava visibilmente, era spaventata dal male che lui poteva farle.
Sasuke consapevole di ciò sorrise, era esattamente quello che voleva.
-Ora dormi qui. - Il ragazzo si scostò velocemente e tornò alla sua posizione iniziale, con il volto rivolto verso la parete. Hinata rimase paralizzata a fissarlo, non sapeva come reagire, cosa dire, ma la stanchezza stava davvero iniziando a fare effetto. 
Non si rese conto quando esattamente aveva ceduto al sonno e aveva finito per addormentarsi con la testa sulla spalliera di quel divano.
Sasuke d’altro canto ebbe molto tempo per restare lì a guardarla e ammirarla mentre lei dormiva in una posizione apparentemente scomoda, ma di svegliarla non gli pareva il caso, o avrebbe iniziato di nuovo con il fatto che lui avrebbe dovuto aiutarla. Così il ragazzo cercò di stenderla al meglio sul divano, e lei non accennava ad aprire occhio, per la prima volta stava collaborando.
Con quella immagine così rilassata di lei, il ninja volle appagare la sua strana voglia e le accarezzo il viso: con le punta delle dita passò sulla mandibola perfetta e delicata, salì al mento per deviare sui zigomi tendenti al roseo.
Hinata era bella, lo doveva ammettere Sasuke, era elegante anche quando stava per cadere, nei modi di parlare celava la sua superiorità, perché con quei modi era superiore a qualsiasi donna che avesse mai incontrato e nel lungo viaggio della sua vita ne aveva viste di donne. 
Volle passare una mano tra i suoi capelli morbidi e lucidi. Aveva un profumo da uomo, chiaro segno che si fosse lavata col suo bagnoschiuma, eppure su di lei dava una strana sensazione di tropicale e fresco, non come su di lui che lo faceva apparire solo più mascolino. Si rese conto che lei stesse gelando quando la vide raggomitolarsi su sé stessa.
L’Uchiha si alzò per raggiungere la sua camera e prendere una coperta di lana a quadroni rossi e blu. Lo adagiò sul corpo rilassato di lei. Era la prima volta che non la vedeva tesa o irrigidita, o in imbarazzo o spaventata. Era così serena in quel momento che sarebbe riuscito a fissarla per una notte intera senza chiudere occhio, ma un’altra notte in bianco non se la poteva permettere.
Ora che però si ritrovava a fissarla, piccola e indifesa sul divano di casa Uchiha, gli sembrava essere tornato indietro nel tempo, quando quel divano gli appariva troppo grande per lui e tutto era ancora qualcosa di nuovo da scoprire, perché Hinata Hyuga era una sorpresa da scoprire. Si sedette sul divano, accanto al corpo della Hyuga e fu consapevole del fatto che avrebbe dovuto aiutarla o non se lo sarebbe mai perdonato.

Well I jumped into the river
Too many times to make it home
I'm out here on my own an drifting all alone
If it doesn't show give it time
To read between the lines
'Cause I see the storm is getting closer
And the waves they get so high
Seems everything we've ever known's here
Why must it drift away and die    

I'll never find anyone to replace you
Guess I'll have to make it thru this time Oh this time
Without you    
 
I knew the storm was getting closer
And all my friends said I was high
But everything we've ever known's here
I never wanted it to die    

Angolo Autrice: Heilaaa,

vi ho abbandonato per qualche giorno per darvi una buona dose di SasuHina. Ammetto che ci sto andando lento, solo perché le cose che durano vanno costruite e non alzati muri in alto senza le fondamenta. Sasuke sembra interessarsi a questo animaletto raro che è la nostra Hyuga, mentre lei pretende solo aiuto, o vorrà qualcosa in più dal nostro Sasuke? Beh... Scopritelo e continuate a leggere il sequel!

 
Ci tengo davvero tanto a questa storia e che dire, spero in una vostra recensione.
A presto, la vostra Lottie
xoxo

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Capitolo 5
*** Losing yourself ***


Titolo: Losing yourself  

 
Quando Sasuke Uchiha aveva aperto gli occhi, si era ritrovato a faccia a faccia rivolta con il viso della Hyuga.
Dormiva ancora, aggrovigliata nella coperta che gli aveva adagiato sul corpo la sera precedente. I capelli blu notte avevano fatto da cuscino alla testa di Sasuke, che mettendo in chiaro la situazione, si ricordò di come avesse passato metà nottata a cercare di capire come risolvere il danneggiamento oculare della ragazza.
Alla fine doveva essersi addormentato sul divano rivolto all’opposto del corpo di lei.
Sasuke si tirò su e allungò le braccia sentendo scricchiolare le giunture. Era davvero scomodo dormire su quel divano per uno con la stazza come la sua. La Hyuga invece sembrava dormire tranquillamente e con i muscoli rilassati, finalmente non la vedeva più con quell’espressione angosciata sul volto e con gli occhi coperti dalle palpebre gli permettevano di non sentirsi estremamente in soggezione quando si posavano su di lui. Erano ghiaccio, neve che ti gelava a ogni sguardo. Un brivido gli percorse la schiena ricordando ogni qual volta lei lo guardasse supplichevole di aiuto.
Si riscosse dai suoi pensieri al bussare insistente della porta, si voltò a guardare l’orologio appeso alla parete, e si chiese quale baka avesse deciso di fargli iniziare la giornata storta già alle nove del mattino.
Fece un lungo sospiro già sapendo che quel baka non poteva essere altro che Naruto, solo lui non aveva paura di scatenare l’ira di un Uchiha.
Si affrettò ad aprire la porta prima che la sfondasse e giunse velocemente alla conclusione che in quella casa c’erano troppi intrusi.
Naruto d’altro canto, per una volta, non aveva la solita faccia da idiota ma appariva serio, preoccupato e in tensione.
-Sas’ke per fortuna che sei sveglio!- Urlò il biondo e per poco mancò che l’amico non gli tirasse un pugno dritto in bocca, in qualsiasi modo avrebbe dovuto cacciarlo prima che notasse la presenza della Hyuga sul divano di casa sua.
-Naruto, davvero non è il momento, né l’ora!- fece per chiudergli la porta in faccia ma il ragazzo fu più agile spalancandola ed entrando in un solo balzo.
-No, Sas’ke è grave!- Urlò:-Hinata è scomparsa!-
Sasuke stava per cacciarlo da casa con un pugno dritto in faccia, (tutta quella storia lo rendeva più irritabile del solito), ma fu interrotto da un lieve mugolio proveniente dal suo divano.
Ecco: le cose si complicavano.
Vide Naruto spalancare gli occhi alla vista di Hinata Hyuga sul divano di casa Uchiha.
-Ma cosa? L’hai rapita tu?- Sbraitò il biondo, assumendo il suo atteggiamento teatrale e indicando la Hyuga.
Sas’ke d’altro canto cercò di mantenere la calma e si voltò dando le spalle al ragazzo: stava per ammazzarli entrambi e ciò, era certo, gli avrebbe dato un piacere immenso.
Hinata in quel momento comprese la situazione in cui si era cacciata, così si alzò in fretta cercando di darsi una sistemata veloce, ma era davvero in condizioni indegne della sua persona. Sentiva le guance avvampare dalla vergogna e aveva una terribile voglia di spiegare cosa stesse succedendo, ma era troppo presa dal panico, al contrario un’irritabile Uchiha ci pensò per lei.
-E’ lei che è venuta qua!- La guardò con astio- E credo sia anche ora che se ne vada!-
Hinata lo guardò impaurita, lui aveva usato un tono sprezzante, sembrava carico di odio e sentiva lo sguardo di lui bruciarle sulla pelle diafana, si sentì terribilmente in colpa di essere se stessa, in colpa per essere scappata dall’ospedale e aver provocato la preoccupazione di Naruto e ora Sasuke la guardava come se volesse ucciderla, non solo l’aveva disturbato, ma aveva occupato i suoi spazi per una notte intera.
Naruto percependo la tensione che si era venuta a creare e conoscendo Sasuke (: da lì a poco li avrebbe cacciati a calci), cercò di affrettarsi.
-Hinata dobbiamo tornare in ospedale prima che tuo cugino Neji lo scopra o ci ammazzerà tutti!-
Hinata annuì e si avvicinò a Naruto. Nello stesso istante in cui era passata vicino a Sasuke aveva avuto quella voglia di sussurrare ‘’scusami’’, ma non era riuscito a farlo, troppo timida e intimorita da quell’uomo.
Quando giunse vicino a Naruto il moro gli dava le spalle e sembrava non curarsi di quella situazione.
-Sasuke, oggi torna in ospedale, Sakura deve parlarti di una questione seria, riguardano i Kage, mi ha avvisato lei di dirtelo. -
Sasuke dando le spalle ai due non permise di mostrare sul suo volto il velo di preoccupazione, ovvio che ora che non era riuscito ad aiutare la Hyuga tutti i Kazekage delle città avevano un buon pretesto per mandarlo a morire. Ci aveva già pensato, non che gliene fregasse di continuare a vivere, ma ora era davvero l’ultimo degli Uchiha e il suo scopo era sempre quello di sviluppare nuovamente la nascita del suo clan, in qualsiasi modo.
Il moro fece una scrollata di spalle e bofonchiò un’tsk’’.
Era il suo modo per dire di sì, forse.
Naruto si voltò verso Hinata, si vedeva che era spaventato di non averla trovata nella sua camera, lui si preoccupava sempre per lei, ma la ragazza leggeva bene sul suo volto i sensi di colpa che lo assillavano.
Quando senza preavviso Naruto le cinse la vita con un braccio e lo afferrò saldamente per le gambe tenendola così stretta al suo petto, per poco non sveniva dalla vergogna la Hyuga.
-A più tardi Sas’ke!- Aveva detto il biondo uscendo velocemente dalla porta e scappando per i tetti di Konoha.
Avrebbe voluto non aggrapparsi in modo così eccessivo alla felpa di Naruto, ma indossava solo un maglione e aveva le gambe totalmente scoperte e l’aria della mattina era talmente fredda da congelarle le articolazioni. In compenso, il viaggio tra le braccia di Naruto, oltre che più confortevole era stato anche più veloce rispetto a quello del giorno precedente. In dieci minuti massimi si era ritrovata già nella sua stanza d’ospedale, entrando dalla finestra come aveva fatto la sera prima per scappare.
Quel luogo le faceva male, la opprimeva, la rattristava, la faceva sentire come se fosse morta dentro già centinaia di anni prima di nascere.
Appena Naruto la mise giù le sue gambe gelate cedettero e il ragazzo fu pronto ad afferrarla per i fianchi. Il suo tocco, a differenza di quello di Sasuke Uchiha, era delicato, gentile e pieno di premura verso di lei.
-Tutto okay Hina-chan?- Chiese il ragazzo senza lasciarla.
Hinata arrossì visibilmente e annuì.
In quello stesso istante entrò dalla porta come una bufera Sakura Haruno, i capelli rosa rizzati e lo sguardo folle.
-Diamine Naruto! Vuoi avvisarmi che l’hai trovata! Ho girato tutto l’ospedale senza alcuna traccia.- ecco ora l’Haruno era davvero arrabbiata, ma non potè continuare a lungo perché in quello stesso istante era entrato Neji dalla stanza e ognuno di loro dovette tacere.
La giornata fu abbastanza noiosa, Naruto se n’era andato dopo poco, Sakura aveva altri pazienti da accudire.
Così Neji e Hinata avevano passato la mattinata a fissarsi negli occhi biascicando qualche parola raramente.
Neji le aveva portati dei fiori, pensando che quello l’avrebbe fata felice.
Erano fiori dell’aiuola di Hinata, Neji un anno prima, per il suo 15° compleanno le aveva costruito una piccola serra dietro casa e Hinata ne fu felicissima, aveva una strana passione per il giardinaggio e riusciva a far crescere davvero di tutto: pomodori, basilico, rose e persino quei bellissimi iris che le aveva donato ora Neji. Quest’ultimo pensava di averla resa felice, portandole qualcosa di suo, nonostante sapesse quanto Hinata detestasse usurpare in modo brutale la natura, ma quando era triste Neji, fin da sempre, le porgeva un iris, che lei accarezzava tra le mani fino a che qualche ricordo non la riconducesse a sorridere, ma non fu così stavolta. Hinata sfiorava con le dita delicate il fiore, ma sul suo volto non compariva quel sorriso che riservava a Neji nei loro momenti più vicini: rari se non unici.
Neji, nonostante il suo carattere autoritario e superbo, voleva molto bene a Hinata, per lui era un piccolo angioletto con le ali ferite, che richiedeva cure costantemente e lui era lì per proteggerla. Non c’era sempre stato per lei, ma ora c’era e ci sarebbe stato fino agli ultimi dei suoi giorni. Gli venne naturale accarezzarle il viso, mentre lei fissava quel fiore tra le sue mani.
-Cosa c’è che non va Hinata-sama?- chiese nel modo più gentile che potè.
Hinata fece un sorriso amaro, avrebbe voluto guardarlo negli occhi, ringraziarlo per la sua devozione, per essere lì a fare le veci di suo padre e sua sorella e poi avrebbe voluto asserirgli la verità su quello che non andava, su come tutto fosse estraneo a lei, ma non lo fece mai.
Nel momento in cui stava per dirgli qualcosa, bussarono alla porta, già sapevano chi era: Naruto, Sakura e Sasuke.
Neji aveva allontanato immediatamente la mano dal viso delicato di lei per assumere la sua posizione austera di sempre e Hinata, sapendo di non poter sostenere lo sguardo di Sasuke Uchiha dopo la notte precedente, fissava in modo ossessivo il fiore di iris tra le sue mani. L’odore era forte da inebriarla e coprire il forte odore di bagnoschiuma del ragazzo.
Sakura iniziò uno dei suoi soliti discorsi su come ce la stessero mettendo tutta per risolvere la situazione e tutte le solite cose, poi aggiunse qualcosa che attirò l’attenzione di tutti i presenti.
-C’è un problema, ora che Sasuke non può aiutare Hinata temporaneamente, i Kage richiedono la sua presenza. Questo significa che dovrà affrontare un viaggio e potrebbe ritardare la guarigione di Hinata.- La ragazza cercò di esprimersi nei migliori dei modi, ma non poteva rilevare troppo, era una missione di massima allerta e come tale i particolari dovevano rimanere segreti come giusto che fosse.
Poiché nessuno aggiunse nulla, tantomeno Hinata si scomodò a sollevare lo sguardo dal fiore tra le sue mani, continuò a parlare.
-Richiedono anche la presenza di Hinata, vorrebbero accertarsi che Sasuke stesse davvero provando ad aiutarla. -
A quel punto riuscì a richiamare l’attenzione di tutti i presenti: Hinata aveva spalancata gli occhi e rimase senza respiro per brevi secondi, Neji stava infuriando ma cercava di trattenersi reprimendo la rabbia stringendo i pugni, Sasuke per poco non si strozzava con la sua stessa saliva.  L’unico a reagire d’istinto fu Naruto, sapeva della missione che era stata affidata al team sette, trasportare Sasuke e lasciarlo conferire con i Kage in un luogo segreto cui non gli era ancora stato concesso di sapere, ma non sapeva che la missione riguardasse anche Hinata.
-Cosa? Ma è impossibile Sakura-chan! Non può affrontare nessun tipo di missione in queste condizioni e lì fuori incontreremo troppe persone che cercheranno di far fuori Sasuke!- sbraitò il biondo.
Sakura sospirò pesantemente, perché doveva sempre ricadere su di lei la colpa?
-Naruto, parla con l’Hokage, non l’ho deciso io!-
Ribatté la ragazza dai capelli rosa.
Hinata avrebbe voluto dire qualcosa, aggiungere qualcosa, dire che per lei andava bene, che ce l’avrebbe fatta, ma non riusciva neanche a reggersi più in piedi. Più i giorni passavano più le ferite sembravano non voler guarire e sentiva il suo chakra sempre meno e qualcosa di nuovo bruciarle dentro. Non era una bella situazione, senza il Byakugan inoltre era totalmente persa. Senza difese e debole.
-Se Hinata non viene, uccideranno Sasuke…- continuò la ninja medico e nel suo tono di voce si percepiva tutto l’amore che provava per quel ragazzo dagli occhi scuri come le tenebre che se ne stava in disparte con le braccia incrociate a pensare a chissà cosa.
Hinata alle parole di lei sussultò, non voleva che qualcuno morisse perché lei fosse troppo debole. Già era accaduto e le venne naturale rivolgere i suoi occhi verso Neji, stava per acconsentire, quando la mano di suo cugino si posò sulla sua. Sapeva quanto gli era costato quel gesto di affetto in pubblico.
-Non devi per forza Hinata, è pericoloso, e potresti aggravare la tua situazione.-
Hinata che ora, finalmente, riusciva a sostenere lo sguardo di Neji, si sentì terribilmente mortificata di dover lasciare su di lui quel peso. Lui che l’aveva salvata da morte certa e ora lo ripagava così.
Poi tornò a guardare il suo bel fiore e sospirò in modo lieve.
-Hinata, tieni conto, che se decidono di uccidere Sasuke, non ci sarà nessuno in grado di aiutarti.- insistette la ninja medico.
Hinata d’altronde aveva già preso la sua decisione, il suo scopo era solo tornare a utilizzare il Byakugan .
Staccò gli occhi dall’iris e guardò Naruto. Era in tensione, non sapeva chi dei due salvaguardare, se Sasuke, il suo migliore amico o Hinata, la ragazza che aveva ferito in modo quasi irreparabile.
La ragazza poi posò il suo sguardo su Sasuke, glielo doveva, l’aveva disturbato ed era arrabbiato con lei, qualcosa che Hinata non riusciva a sopportare e nello stesso istante in cui per un attimo gli occhi di Sasuke si velarono di preoccupazione per se stesso Hinata fece presente della sua decisione.
-Quando si parte?- il suo tono calmo e deciso inspirò alle labbra di Sakura un sorriso di sollievo.
-Domani all’alba, incontreremo il Kazekage alle porte della città per dirci qual è il luogo esatto per l’incontro, quindi consiglio a tutti di riposare.-
Dopo qualche breve convenevole, si erano congedati tutti.
Hinata a notte inoltra tata si rese conto che non avrebbe chiuso occhio: sapeva fin troppe cose per dormire serenamente.
Sapeva che Neji non le avrebbe mai perdonato quel gesto suicida, sapeva che Naruto era combattuto ora più che mai dai sensi di colpa che lo affliggevano e sapeva della gratitudine di Sakura nei suoi confronti.
Ma più di tutto era certa dell’ombra dagli occhi scarlatti, che silenziosamente si era intrufolata nella stanza e nella penombra della notte più lunga che Hinata avesse conosciuto, la fissava in cerca di risposte.
Sasuke Uchiha invece aveva ancora bisogno di sapere.
 

ANGOLO AUTRICE: Ciao cari, questo capitolo è il più corto poiché solo di transizione, ma vi giuro che dal prossimo ci sarà molta azione!

Mi dispiace che questo capitolo non sia curato come i precedenti ma purtroppo sto approfittando di questo breve istante in cui non ho emicranie( mi stanno massacrando peggio del chakra del Kyubi in Hinata).
Aggiungo qualcos’altro e vi lascio in pace: GRAZIE SANTO DIO; FINALMENTE SASUKE SE NE FREGA DI QUALCUNO (SCHERZO E’ SOLO EGO PERSONALE).
Beh che altro dirvi cari, mi lasciate una recensione dopo aver spulciato per benino questo capitolo?? * occhi super teneri *
Alla prossima!!!
xoxo Lottie

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Capitolo 6
*** Non mi prenderò cura di te ***


Titolo: Non mi prenderò cura di te.

Non era riuscita a chiudere occhio, nonostante fosse più che sicura di avere molto sonno. Aveva avuto la strana sensazione di sentirsi osservata per tutta la notte. Quando l’orologio segnò le cinque del mattino Hinata aveva deciso che sarebbe meglio farsi una doccia e prepararsi per l’incontro. Avevano stabilito che per le sette si fossero trovati tutti fuori le porte delle città e Neji le aveva detto che verso le sei sarebbe passato per portarle la sua tenuta Ninja per la missione. Quando la Hyuga si era infilata sotto la doccia, sentì il sollievo dell’acqua calda sulla pelle fredda. Aveva passato lo shampoo tra i capelli almeno tre volte, l’odore del bagnoschiuma di Sasuke era davvero troppo forte per una persona delicata come lei e voleva assolutamente coprirlo con il suo bagnoschiuma alla vaniglia e lo shampoo al cocco. Ora capiva perché ogni qual volta Sasuke fosse nei paraggi, esaltava quell’odore mascolino. Era facilmente riconoscibile. Quando passò le sue mani sul suo stesso corpo, ricordò vagamente come le mani di Sasuke l’avessero ripulita la sera precedente, mai nessun uomo l’aveva toccata a quel modo e per una volta Sasuke Uchiha le parve essere delicato, o era troppo intontita per ricordare che anche mentre cercasse di prendersi cura di qualcosa, poteva essere brutale come di suo solito. Ricordò il suo toccò sulla sua gola e le parve di sentirlo di nuovo, le dita bollenti che cercavano di ripulirla dalla pioggia salata che si era seccata su di lei, il suo toccò caldo la faceva rabbrividire. La ragazza arrossì violentemente a quel ricordo, scosse la testa come per scacciarlo: non avrebbe dovuto pensare a quella sera, era stata una stupida! Restare a dormire nella casa della persona più pericolosa del villaggio era stato davvero imprudente da parte sua. Girò di colpo la maniglia della doccia: aveva bisogno di mantenere la mente fredda per quella missione, non poteva permettersi di distrarsi e una doccia gelata non le avrebbe fatto per nulla male. La sera prima aveva chiesto a Sakura di lasciarle delle bende per l’indomani in modo da potersi preparare per la missione. Hinata aveva così bendato per bene ogni ferita e aspettò in pigiama l’arrivo di Neji. Quando il ragazzo fu giunto, si cambio in fretta indossando il kimono lilla che usava per gli allenamenti, le andava di qualche taglia più grande ora che era dimagrita, ma Neji prese a riempire gli spazi vuoti con ogni tipo di arma, ne erano davvero tante. Capiva il gesto di suo cugino, ora che non poteva usare il Byakugan, doveva contare solo sulle sue prestazioni fisiche, che per quanto fossero migliorate negli allenamenti con Neji e nel combattere durante la guerra, Hinata finiva per sentirsi stanca e debole a ogni minimo sforzo. Lo sentiva, sapeva bene che era il chakra del Kyubi a divorarla da dentro: l’unica cosa che poteva fare era resistere. Quando fu pronta, erano ancora le sei e mezzo ma Neji decise che era meglio avviarsi e mentre camminavano lentamente per le strane di Konoha gli venne in mente il piccolo regalo che aveva per Hinata. -Quasi dimenticavo, hai bisogno di metterti in forze.- ammise Neji mentre frugava nella sua borsa da spalla. Hinata che fino a quel momento non aveva fatto che pensare a come l’unica cosa positiva della situazione fosse che lasciasse l’ospedale, si ritrovò a guardare Neji con interesse. -mh... cosa?- sussurrò la ragazza. Improvvisamente il ninja cacciò dalla borsa una piccola busta bianca, quelle di carta da bar e la porse Hinata con un sorriso sul viso. -Pensavo che ti avrebbe fatto piacere.- Hinata guardò all’interno della busta e vi trovò una ciambella zuccherata e un cornetto cereali e miele. Era un’amante di dolci, le piaceva sia prepararli sia mangiarli e quelli che Neji le aveva portato erano davvero i suoi preferiti. Anche se la rimproverava sempre di mangiare troppo cibo spazzatura, ogni tanto, anche se non l’aveva detto mai esplicitamente, le lasciava sul comodino a fianco al letto una busta da bar con un dolce dentro e così se Hinata fosse di cattivo umore (cosa rara, anche perché non riusciva mai a prendersela con gli altri), tornava di nuovo contentissima. Sorrise davvero entusiasta e schioccò improvvisamente un bacio sulla guancia di suo cugino, che a quel punto arrossì. Erano più simili di quel che credessero. Entrambi se ne resero conto solo in quei giorni, quando Hinata sfoderava improvvisamente la tipica freddezza Hyuga e Neji, si trovava ad arrossire al più benché minimo gesto di affetto da parte di sua cugina. Giunti al punto d’incontro, anche se mancavano ancora venti minuti, seduto su di una panchina vi era Sasuke Uchiha. Dal suo volto, Hinata percepì che neanche lui aveva chiuso occhio, anche perché aveva passato metà nottata nella stanza della Hyuga a osservarla con il mangekyou, ma nessuno dei due l’avrebbe ammesso. In fondo, entrambi si erano intrufolati nella stanza dell’altro, erano pari, sperava la corvina, anche se in entrambi i casi, la presenza silenziosa e furtiva dell’Uchiha di notte non era un fastidio per lei. Prima che gli Hyuga potessero avvicinarsi, Neji fermò Hinata dal porsi verso Sasuke, afferrandola per la mano che stringeva la busta di carta. -Hinata-sama, ora devo andarmene, ho un incontro con vostro padre per discutere di alcune faccende, mi raccomando, sta attenta. - sussurrò il ragazzo e con lo sguardo puntò dritto verso l’Uchiha, Hinata sapeva che non si fidasse del ragazzo seduto sulla panchina, ma a lei non sembrava una persona poi così cattiva, era un po’ macabro e al quanto inquietante a intrufolarsi nella stanza di una ragazza in piena notte, ma anche lei l’aveva fatto, non c’era molto da preoccuparsi finché fosse dalla loro parte. Riscossa dalle sue riflessione Hinata fece un cenno con la testa a Neji e quest’ultimo dopo averle scompigliato i capelli era sparito in un attimo. Hinata si avvicinò lentamente alla panchina e si sedette a qualche centimetro di distanza da Sasuke, anche se lui non aveva alzato lo sguardo per guardare chi fossero le due figure, la corvina era più che certa che l’Uchiha sapesse chi fossero. Restò a guardarlo per qualche secondo, si aspettava forse che la salutasse? Scosse lievemente la testa, lasciando oscillare i lunghi capelli davanti al viso ed estrasse il cornetto dalla busta, restò a fissarlo per qualche secondo e si voltò verso Sasuke. Le sembrava fin troppo scortese restare lì a mangiare dei dolci buonissimi mentre lui se ne stava rigido con gli occhi chiusi a pensare chissà cosa. -Vuoi un dolce?- chiese con cautela la ragazza mentre porgeva la busta, contenente la ciambella verso Sasuke. Il ragazzo si voltò con un espressione impassibile verso di lei, aveva delle leggere occhiaie che stonavano con la sua figura austera, e il suo volto non accennava a un benché minimo segno di ringraziamento, anzi torno a voltarsi e chiuse gli occhi. Hinata avrebbe voluto rimproverarlo del suo comportamento, ma infondo non le aveva detto o fatto nulla di male, l’aveva capito che lui era uno che se le stava sulle sue ed era meglio non infastidirlo troppo. Lasciò la busta di carta poggiata sulla panchina a dividerli ulteriormente. La ragazza stava per addentare la punta del cornetto con una certa acquolina in bocca, quando sentì un respiro smuoverle i capelli che le sfiorarono il volto, poi le labbra di Sasuke Uchiha addentarono il cornetto a poca distanza dalle sue di labbra. La ragazza arrossì visibilmente e continuò a sentirsi imbarazzata anche quando il ragazzo tornò al suo posto e mangiò con un’espressione di gusto sul volto. La ragazza tornò a guardare il suo cornetto consapevole di avere le guance in fiamma. Era davvero imbarazzante quella situazione. -Cerca di non rallentarci Hyuga.- sentenziò il ragazzo senza degnarla di uno sguardo Hinata a quel punto si sentì davvero irritata, chi era lui per parlarle così?Decise che stavolta l’avrebbe risposto a tono. -S-sono molto veloce!- Era sicura che Sasuke avesse sogghignato, ma non le interessava. Scosse lievemente la testa e morse il cornetto, un po’ di miele le era scivolato sulle labbra e lo leccò. Si sentiva già molto meglio con tutta quella dolcezza. Stava per addentare di nuovo il dolce quando senti una mano poggiarsi dietro di lei, sullo schienale della panchina e la mano sinistra di Sasuke Uchiha poggiarsi sul suo ginocchio fasciato. Era di nuovo a un millimetro dal suo volto. -Ne sono certo. - biascicò il ragazzo mentre stringeva con abbastanza forza il ginocchio di lei e provocandole un lieve dolore che s’intensificava man mano che stringeva la presa. La ragazza rimase paralizzata e s’irrigidì ulteriormente mentre lui mordeva di nuovo il cornetto sporcandosi le labbra di miele che leccò a pochi centimetri dalle labbra di lei e solo quando tornò nel suo lato della panchina lasciò la presa ferrea sulla sua gamba. Hinata era arrossita ancora più violentamento di prima. Era strano quel ragazzo, davvero troppo strano. Per fare quel che aveva fatto nel suo passato, ne era certa doveva per forza avere gravi problemi mentali, ma quello era bipolarismo allo stato puro. Non voleva pensare ai problemi psico-sociali di Uchiha Sasuke, era meglio non immischiarsi nelle faccende che lo riguardavano, peccato che ci fosse dentro più di quanto volesse immaginare. Riprese a mangiare il suo cornetto con lentezza, meglio ritornare alle cose buone della vita. -E comunque non mi piacciono i dolci, preferisco i pomodori.- sentenziò il moro mentre si voltava a guardare dalla porte opposta dove fosse la ragazza. Hinata si voltò verso di lui, si aspettava forse una risposta? Cosa avrebbe dovuto dirgli? ‘’Allora non mordere il mio cornetto!’’ Ora però le si era chiuso davvero lo stomaco, così ripose il cornetto nella busta e lo infilò nello zaino con le scorte per quei giorni. Si distrasse solo quando sentì la figura imponente di Sasuke alzarsi e andare verso tre figure più lontane. Si mise lo zaino sulle spalle e rimase lì in attesa che Sakura, Naruto e Kakashi si avvicinassero. Appena Naruto vide Hinata le corse incontro e le passò una mano tra i capelli e facendola scivolare sul viso sciupato. Fu inevitabile per la ragazza arrossire e tormentarsi le mani, non le piaceva che Naruto la toccasse a quel modo, come se lei fosse un piccolo cucciolo da coccolare perché abbandonata per strada. -Hina-chan, se hai bisogno di aiuto non esitare a chiedermelo!- Naruto le sorrise in modo sincero e Hinata cercò di annuire in modo sicuro: non le piaceva neanche che la ritenessero troppo debole. -Naruto lascia in pace quella povera ragazza e senti cosa dovete fare!- sentenziò il maestro Kakashi con il suo solito tono neutro. Tutti si voltarono a sentirlo, persino Sasuke pareva accennare un minimo di attenzione. Kakashi spiegò che non avrebbe partecipato alla missione, che era lì sono per fare le veci di Tsunade: La missione era portare Sasuke e Hinata al villaggio del fuoco, lì si sarebbe tenuto l’incontro di tutti i Kazekage degli altri paesi per decidere la veracità dell’aiuto di Sasuke Uchiha. Il discorso di Kakashi fu breve, assicurò di guardarsi le spalle a ognuno di loro e rivolse uno sguardo con maggiore attenzione verso Sasuke e nel breve istante che si guardarono, Hinata era convinta di aver visto da entrambi un lieve cenno del capo. Subito dopo erano partiti, dinanzi a tutti correva Sasuke, saltando agilmente sui rami degli alberi, poi Hinata e Sakura e infine Naruto. In questo modo potevano guardarsi le spalle e tenere sotto controllo sia che Hinata che Sasuke, se avessero incontrato dei nemici avrebbero puntato al Byakugan e allo Sharingan ipnotico, pochi credevano che avesse anche il Mangekyou. D’altro canto il viaggio non sarebbe stato troppo lungo, avevano calcolato quattro notti e cinque giorni al massimo, compreso sia andata sia ritorno. Corsero per tutta la mattinata senza mai fermarsi. Hinata era davvero stanca, ma non voleva darlo a vedere, soprattutto con Sasuke Uchiha davanti a lei, anche se le doleva il ginocchio in modo incredibile non avrebbe cessato di correre finché non lo avrebbero fatto anche gli altri e così fu. Erano ormai le due, quando Naruto si lamentava incessantemente del fatto che avesse troppa fame per continuare, così decisero di fermarsi in una radura a fermarsi a mangiare. Sasuke, Sakura e Naruto si erano seduti in cerchio e mangiavano con calma. Hinata se ne stava un po’ in disparte, non aveva molta fame, anzi quasi per nulla, preferiva restare leggera per quanto avrebbero ripreso a camminare. Non sapeva esattamente cosa, la spingeva a guardarsi le spalle anche ora che erano in un luogo sperduto, immersi tra gli alberi secchi e innevati. Faceva davvero freddo eppure era certa che non era quello a infastidirla. Sapeva che ci fosse qualcosa che non andava, sentiva come delle presenze biascicare intorno a loro, potevano essere degli animali spaventati o mercenari pronti a ucciderli, ma non voleva all’armare la situazione senza prove certe. Proprio in quel momento, mentre guardava i compagni a qualche metro di distanza sentì qualcosa passarle accanto e si girò di scatto. Nulla, non c’era nessuno, ma lo spostamento d’aria era percepibile. Sentì di nuovo quel fruscio e si voltò verso Naruto, erano a lui che stavano puntando. Vide un uomo lanciarsi verso il ragazzo biondo e in un attimo prese un kunai e lo lanciò dritto al petto dell’uomo, che finì per terra. In quel momento anche il team sette si rese conto del pericolo e si allertarono, Naruto raggiunse Hinata a grandi falcate. -Come facevi a saperlo?- chiese a gran voce. La ragazza istintivamente mise la sua mano sulla bocca di Naruto, aveva una voce troppo chiassosa. -Naruto, parla piano, potrebbero essercene altri. - sussurrò la ragazza. In quello stesso istante sia Sakura sia Sasuke si erano messi sulla difensiva, quest’ultimo aveva attivato lo sharingan, gli occhi cresimi mettevano in soggezione Hinata e distolse lo sguardo da lui afferrando tra le mani due kunai. -Non riesco a vederli, saranno nascosti dietro qualche muro.- sentenziò Sasuke. Improvvisamente venne fuori un’altra ombra che divenne una figura ben chiara. In un attimo Sasuke gli fu addosso schiantandolo per terra. -Ce ne sono altri?- chiese e come se fosse un burattino l’uomo fece un cenno con la testa. Quello era il potere dello sharingan eterno. In un attimo spezzò il collo all’uomo e si voltò verso Hinata. -Attiva il Byakugan, non c’è tempo.- Hinata fu veloce, con le mani si mosse velocemente creando il jetsu e finalmente la sua vista era ampliata fino ai 159° gradi. -Ce ne sono altri 7, tutti verso ovest, devono essere mercenari, non sembrano ben organizzati. - Si guardò intorno.:- quattro sono dietro di te!- guardo verso Sakura e velocemente lanciò i kunai e due corpi inermi caddero alle spalle di Sakura. Sasuke e Naruto si occuparono degli altri due. Hinata si guardò intorno per capire quando gli altri decidessero di uscire, ma la stanchezza aveva iniziato a condizionare i suoi sensi. Sakura si era avvicinata a lei preoccupata, non riusciva ben a capire cosa stesse dicendo, ma vedeva che la stava sorreggendo per le spalle mentre Sasuke e Naruto si guardavano intorno. Nonostante i suoi sensi la stessero quasi per abbandonare, la sua vista, grazie al Byakugan era perfetta e riuscì a prevedere l’attacco dell’uomo alle loro spalle. -Palmo gentile- sussurrò tra le labbra e con un colpo secco mandò a terra l’avversario e cadde a terra sulle ginocchia: era davvero troppo. Sakura si era accovacciata accanto a lei e anche Naruto si stava avvicinando. Hinata cercò di fare un ultimo sforzo e alzò lo sguardo, gli altri due stavano per uscire dal nascondiglio. -S-sono qui..- sussurrò, stava per caricare il suo attaccò, ma appena uscirono dal nascondiglio Sasuke li individuò e si porse davanti Hinata, Sakura e Naruto e con un solo colpo di Katana, veloce come il vento, aveva eliminato i due nemici appena si presentarono. Hinata si era tirata su e diede un ultima occhiata intorno. Sasuke la stava guardando in attesa di una risposta. -Non ce ne sono più. - La ragazza lo guardò, ma vedeva solo un immagine sfocata, era certa però che lui si fosse avvicinato al punto di sussurrarle nell’orecchio: ora puoi svenire. E poi era convinta che lui avesse fatto un sogghigno divertito, ma le sue mani l’avevano afferrata prima che cadesse a terra inerme.

ANGOLO AUTRICE: ehilà popolo, come va? Spero tutto bene !

Eccomi con un nuovo capitolo, spero vi piaccia. Ho aggiunto una buona dose di sasuhina! E anche un po’ di azione, come promesso. La storia sta iniziando a prendere forma e il mio Sasuke, che amoreee, no scherzo, pensa solo a se stesso… ed ecco spiegato il titolo del capitolo! Beh, ragazzi, che ne pensate di come si stanno evolvendo le cose? Vi abbandono, la vostra Lottie Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 7
*** Febbre,gelo e sorprese ***


Titolo: Febbre, gelo e sorprese

 
Sasuke era certo che la ragazza non avrebbe resistito a lungo: il ginocchio le provocava un’espressione di dolore ogni qual volta atterrava su di un ramo di un albero cosicché la corvina cercava di allungare i suoi salti. Inoltre, attivare il Byakugan l’avrebbe stesa di per sé, doveva solo evitare di utilizzare quell’attacco, l’avrebbe distrutta.
Ora si ritrovava a percorrere la strada con il corpo della corvina tra le braccia, non gli dispiaceva ammettere che l’aveva messa in difficoltà per raggiungere quello scopo: già sapeva cosa gli avrebbero costretto a fare; voleva ridurla in condizioni tali che non la toccassero o avrebbero incasinato ancora di più la sua situazione. Non era preoccupato per lei, solo che non voleva complicare le cose, era pur sempre lui che avrebbe dovuto districare i nodi.
Così percorse tutto il viaggio con la ragazza tra le braccia, non aveva dato il minimo accenno di risvegliarsi, ma più che svenuta, ora sembrava essersi addormentata accomodandosi con la testa tra l’incavo della sua spalla e il suo collo. Sasuke sentiva mentalmente il suo braccio reclamare di rimetterla giù, portare una ragazza tra le braccia non era per nulla romantico come sembrava dai film da quattro soldi che Sakura si ostinava a far vedere a lui e Naruto, anzi il braccio ti s’intorpidiva fino ad addormentarsi.
La sera giunse presto e stavolta come rifugio scelsero una grotta nascosta tra le piante. Appena Sasuke posò il corpo inerme della Hyuga, fu un sollievo per la sua spalla, nonostante la sua brutale natura, quando l’aveva ‘’adagiata’’ o meglio dire, buttata come un sacco di patate, sulle coperte che Naruto aveva sistemato per lei, sentì il suo corpo tonare a rilassarsi, rendendosi conto solo ora di quanto i suoi nervi erano sull’allerta.
Dopo, Sasuke decise di ispezionare la zona, Sakura e Naruto erano rimasti nella caverna per rendere il luogo più ospitale.
Naruto si era preoccupato di raccogliere qualche ramo che non fosse umido di neve e accese un fuoco al centro della grotta.  Sakura aveva sistemato i sacchi a pelo di ognuno e poi si era seduta vicino a Hinata.
-E’ disidratata, Naruto mi porteresti un po’ di acqua?- Sakura passò le dita sulle labbra secche di Hinata e poi premette con la mano sulla sua fronte, fortunatamente non aveva la febbre e sembrava anche più rilassata da quella mattina.
-Ma non rischierai di farla affogare ?- chiese Naruto mentre porgeva la borraccia d’acqua a Sakura.
La ninja medico alzò gli occhi al cielo e afferrò brutalmente la borraccia:- Baka.- aveva sentenziato tranquilla. Naruto per tutta risposta incrociò le braccia offese e si sedette accanto ad una Sakura scocciata e un Hinata ancora inerme.
-Resto qui in caso rischierai di ucciderla. - terminò il ragazzo mentre osservava con una certa preoccupazione la ragazza stesa accanto a lui.
Sakura, veramente stufa delle stupidaggini di Naruto, fece scorrere un po’ di acqua sulle proprie dita e le premette sulle labbra di Hinata, poi spinse in modo brutale la borraccia sul petto di Naruto e lo guardò soddisfatta.
-Ripetilo finché non sarà di nuovo idratata. - sussurrò Sakura mentre se ne andava a sistemare le sue provviste.
Naruto rimase lì a guardare Hinata mentre ripeteva il gesto compiuto da Sakura. Ogni qual volta Hinata fosse in pericolo era sempre per colpa sua e non sapeva come poter migliorare la situazione, si rendeva conto che Hinata fosse un po’ infastidita dalla sua presenza, comprendeva che lei fosse arrabbiata, ma le sue intenzioni non erano mai state quelle di ferirla, soprattutto ora che era consapevole dei suoi sentimenti nei confronti della ragazza.
Si riscosse dai suoi pensieri solo quando la figura stesa accanto a lui iniziò a biascicare qualche strano verso per poi svegliarsi.
Naruto cancellò dal suo volto l’espressione affranta che aveva fino a quel momento e sorrise nel modo più naturale che potè alla vista degli occhi grandi di Hinata.
- Hina-chan, come va?-
La ragazza lo fissò con un espressione ancora assonnata e scosse la testa a mo di sì per dare una risposta.
Si alzò con la schiena e si guardò intorno confusa, ma prima di porre ogni domanda le fu già data una spiegazione.
-Hai dormito tutto il giorno, siamo a poche ore di viaggio dalla città del fuoco, domani partiremo all’alba così presto finirà tutto. - Hinata avrebbe voluto controbattere, dire che per lei le cose stavano solo iniziando, non sarebbe finito proprio nulla, ma piangersi addosso non serviva a nulla così si armò di un estrema forza di positività e sorrise a Naruto nel modo più falso che poteva e si mise a ispezionare la grotta in cui si erano rifugiati: c’era Sakura che sistemava zaini e roba varia correndo di qua e di là, con il suo modo frettoloso e analitico di fare. Naruto restava accanto a lei a fissarla e a seguire il suo sguardo e Sasuke, Sasuke non c’era e basta. Tornò indietro nel tempo, al momento del combattimento, era forse ferito? Si voltò verso Naruto in modo piuttosto frettoloso.
- Sasuke-kun è ferito?-
Naruto stava per rispondere con qualche frase del genere ‘’ ma magari’’ quando dalla caverna si presentò il soggetto della domanda della corvina.
Aveva sulla spalla dei rami di legno che reggeva con entrambe le mani e sul viso un espressione soddisfatta, con un sorriso sadico ad abbellire tutto il resto.
Sembrava un Angelo meraviglioso se non fosse stata per quella bocca maligna che tanto ricordava a Hinata il Lucifero di Milton.
Il corvino poggiò pesantemente la legna accanto al fuoco, il sorriso alleggiava ancora sul suo viso e il suo sguardo si diresse verso Hinata.
  • Chi diavolo credi che ti abbia portato fin qui?-
Hinata avrebbe voluto rispondere a tono, ma non ne valeva la pena però proprio non riuscì a trattenere lo sguardo di fuoco che conteneva tutta la rabbia che alleggiava in lei ogni qual volta Sasuke Uchiha si comportava da perfetto scorbutico.
Crebbe di poterlo bruciare con gli occhi e ne era quasi convinta poiché Sasuke indietreggiò di qualche millimetro, qualcosa di irriconoscibile per gli occhi dei superficiali, ma non per chi come Hinata era un amante dei particolari.
Sasuke dopo un attimo di tentennamento si accovacciò a sistemare la legna ai suoi piedi, in quel momento Hinata le ricordava tanto sua madre quando aveva qualcosa da rimproverare a suo padre. Non gli rispondeva mai, corrugava la fronte e i suoi occhi erano fuoco e suo padre non reagiva mai, abbassava la testa cercando di non dare a vedere la sua vergogna, esattamente come stava facendo lui ora.
Dannata ragazzina, dannato Byakugan, dannata volpe e dannati tutti!
La cena fu abbastanza veloce per tutti, nessuno pareva avere troppa fame, persino Naruto si sentiva stranamente poco affamato, l’ansia per il giorno dopo s’iniziava a sentire.
I ragazzi si organizzarono in gruppi di tre per fare di guardia durante la notte, Hinata, come aveva specificato Sakura aveva salvato la vita a tutti e tre, si meritava di riposare e la corvina non si sentiva neanche in forza per controbattere quindi annuì e basta.
La prima guardia era di Sasuke, dalle nove fino a mezzanotte poi sarebbe toccato a Naruto e infine a Sakura fino all’alba. La guardia di Sasuke era stata piuttosto tranquilla, tranne il continuo rantolare e lamentarsi di Hinata che non faceva altro che tossire, girarsi di qua e là e biascicare parole incomprensibili, ora che era finita la sua guardia sperava solamente che quella ragazza la finisse di contorcersi nel sonno e lo lasciasse dormire serenamente.
Il ragazzo tirò un calcio alla zucca vuoto di Naruto che si alzò di scatto senza fare troppi convenevoli e si sedette accanto al fuoco, peccato che dopo cinque minuti stesse già dormendo di nuovo.
Sasuke biascicò qualche parola incomprensibile, probabilmente qualche maledizione nei confronti di tutta questa situazione.
Mise la testa sotto il cuscino e in pochi attimi fu preso dalla morsa di un terribile sonno.
Erano ormai le due di notte inoltrate quando dei rumori, respiri affannosi e parole soffocati penetrarono nel fine udito di Sasuke.
Aprì gli occhi di scatto e il suo sguardo si diresse verso Naruto, stava dormendo durante il suo turno di guardia, tutto normale. Quando i suoi sensi, dopo pochi attimi furono completamente svegli percepì che i rumori non provenivano dal di fuori della caverna, bensì dall’interno, afferrò un kunai nella mano destra e appena fu retto fece qualche passo verso quei suoni.
La sua vista fin troppo abituata al buio capì quasi immediatamente da chi provenivano quei suoni.
C’era quella figura esile troppo ricorrente ai suoi occhi in quei giorni, teneva una mano stretta sulla gola, e l’altra posta sulla bocca.
S’inginocchiò pesantemente accanto al sacco a pelo della ragazza, che quasi non sembrò accorgersene.
-Che succede?- chiese Sasuke con la voce più roca del solito, stava morendo di sonno in realtà.
La ragazza si voltò spaventata, i suoi respiri sempre più brevi e interrotti da spasmi di tosse.
Sasuke spalancò gli occhi: c’era del sangue sulla mano della ragazza, sul cuscino e le colavano piccole gocce di sangue dalla bocca, sembrava voler parlare ma non riusciva ad emettere suoni e se ci provava un colpo di tosse la colpiva fino a farla piegare in due. Lo guardava con occhi supplicanti e per una volta sembrò che qualcuno cercasse appoggio e non avesse paura di Sasuke Uchiha.
Si alzò in fretta e cercò dell’acqua ma le borracce erano tutte vuote e infatti il ragazzo ricordò Sakura che dichiarava che il giorno dopo si sarebbe preoccupata di andarle a riempire.
Era nel panico più totale e sul serio non sapeva cosa fare. Sentiva la ragazza alle sue spalle tossire e a ogni colpo di tosse corrispondevano altre gocce di sangue sulla coperta.
Ebbe come un immagine sfocata nella sua testa, quando era uscito per ispezionare la zona aveva sentito lo scorrere lento di un fiume. Si girò di scatto e si accovacciò vicino la corvina. Era più pallida di qualche momento fa e ora il sangue che tossiva sembrava più denso. La volpe si stava divertendo davvero tanto.
Sasuke tentò di chiamarla più e più volte ma la ragazza non accennava a girarsi verso di lui così e afferrò il volto sciupato tra le mani e la girò verso di sé.
-Hinata, Hinata guardami.- la sua voce ora alle orecchie di Hinata appariva più chiara, nonostante il bruciore alla gola e la mancanza di ossigeno. Lo guardò negli occhi sperando che avesse un benché minimo di soluzione, ma per la prima volta leggeva chiaro sul suo volto che non sapeva neanche lui come risolvere la situazione, appariva persino preoccupato.
Il ragazzo riusciva a comprendere la paura dell’altra e si affrettò a spiegare fin dove l’avrebbe condotta.
S’infilò un braccio della ragazza sulla spalla e la circondò con il braccio la vita stretta.
La ragazza si lasciava a tratti trascinare e a tratti cercava di trascinarsi. Sasuke ogni tanto si voltava verso di lei con un’espressione preoccupata.
I colpi di tosse non facevano che aumentare e la ragazza macchiava di gocce i vestiti di Sasuke.
Si sentiva bruciare dall’interno, non riusciva a sentire la neve attraverso i vestiti leggeri né tanto meno il vento contro la pelle nuda del viso.
-Forza Hinata ci siamo quasi, manca poco.- Il ragazzo la tirò con un po’ di più forza, era la prima volta che Hinata lo sentiva sinceramente preoccupato per la sua condizione, ma riusciva a sentire non troppo lontano lo scorrere lento di un ruscello e si armò di una forza che non aveva per continuare quei brevi metri. Quando giunsero a destinazione la ragazza si accosciò sulla neve fredda ai loro piedi sentendo immediatamente il sollievo a contatto con la sua pelle bollente. Si sentiva come cosciente del fatto che qualcosa dentro di lei volesse darle fuoco, sentiva come una voce che le diceva ‘’ brucia’’.
Non si era resa conto che in quel breve frangente di sollievo Sasuke aveva avuto abbastanza tempo da riempire la borraccia d’acqua fredda e ora era inginocchiato di fronte a lei e gliela porgeva con insistenza.
-Forza bevi ragazzina!- solo ora che era tornato bruto come al solito si rese conto che le ultime volte che si era rivolto verso di lei non era stata più ‘’ragazzina’’ ma ‘’Hinata’’ e il suo nome sulle labbra di lui, poteva giurarlo, assumeva un diverso significato.
La ragazza interruppe i suoi pensieri all’ennesimo spasmo di tosse, quando questa cessò, afferrò la borraccia  tra le mani tremanti e buttò giù l’acqua tutto di un sorso. Sentiva il sollievo scorrerle lungo la gola e il bruciore attenuarsi. Dopo aver bevuto avidamente sembrò quasi sentirsi meglio, ma sentiva ancora un calore diffondersi per tutto il corpo. Si era posata la boraccia in grembo stretta tra le mani, e si stava godendo quegli attimi di freschezza che il vento le donava sulla pelle bollente.
Non si rese subito conto della mano fredda che le asciugava una singola goccia di sangue vicino le labbra finché fu chiaro che tale freschezza non era dovuto al vento ma alla mano quanto piuttosto incerta di Sasuke. La ragazza spalancò gli occhi sorpresa. Il ragazzo come resosi conto dell’evidente imbarazzo dell’altra lasciò scivolare la mano fino alla borraccia vuota e si alzò per andarla riempire. Bagnò anche un fazzoletto e ritornò accanto alla ragazza, le poggiò la borraccia sulle gambe e iniziò a pulirle le mani con cura dal sangue incrostato. Non osava guardarla, era concentrato sulle sue mani fragili e quasi trasparenti di lei. Sentì il respiro caldo di lei avvicinarsi fino alla sua guancia e biascicare qualche parola interrotta.
-Grazie- sussurrò più decisa la ragazza. Il ragazzo si voltò di scatto trovandosi a pochi millimetri dal volto arrossato dalla febbre di lei. Lasciò cadere il fazzoletto sporco di sangue lì per terra e avvicino la mano al collo della ragazza, posò due dita sulla vena che va dritto al cuore: il suo battito era regolare e il suo respiro più tranquillo. Trascinò la mano con una certa lentezza fino alla clavicola per salire lungo la guancia ossuta e le tempie e posò la mano sulla fronte, aveva ancora la febbre troppo alta, naturalmente quella non era una semplice febbre.  Piuttosto che scostarsi bruscamente, come Sasuke si aspettava, a ogni tocco la ragazza si beava di quel contatto fresco.
-Dobbiamo tornare nella caverna o peggiorerai.- la ragazza emise un sospiro soffocato, tanto che Sasuke pensò a un'altra crisi, finché la ragazza non appoggiò la sua testa contro quella del ragazzo, a pochi millimetri da spiaccicare il volto dell’una contro l’altro.
-Ti prego.- sussurrava la ragazza con le labbra che si attaccavano per il freddo alle labbra di lui. – rimaniamo ancora qui- la voce di Hinata alle orecchie di Sasuke appariva interrotta, quasi incomprensibili. Tanta audacia da parte di quella ragazzina, e chi se l’aspettava. Quante sorprese che uno Hyuga poteva tirar fuori. Le afferrò il volto tra le mani avvicinandolo ancora di più se possibile e come aveva fatto lei sussurrò sulle sue labbra.
-Muoviti ragazzina perché giuro che ti lascio qui a gelare!- le ultime parole che aveva pronunciato erano quasi un ringhio tanto che la ragazza si riscosse e lo guardò agitata.
Questa storia della volpe l’avrebbe portata in guai grossi se lo sentiva!

Angolo Autrice: MI DISPIACE AVERCI MESSO TUTTO QUESTO TEMPO!

Inizio con lo scusarmi perché sono davvero pessima ma iniziata la scuola davvero non ho avuto più tempo per nulla. Per non parlare del corso di chitarra e di disegno: la mia vita sta sfociando nell’assoluto nulla!
Comunque durante queste vacanze ho ritrovato questo vecchio capitolo ed ho buttato giù qualcosa di nuovo, quindi spero che ci sia ancora qualcuno pronto a leggere questa storiella! Che altro aggiungere? Spero abbiate fatto un buon Natale e vi auguro un buon inizio!
La vostra Lottie
 

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Capitolo 9
*** Fire and dark ***


Titolo: Fire and Dark




Quando Sasuke Uchiha spalancò gli occhi, dopo la pessima nottata, ebbe già l’impressione della pessima giornata che lo aspettava: è facilmente intuibile quando ti ritrovi il volto spiaccicato a quello di Naruto Baka Uzumaki.
Dalla gola di Sasuke uscì naturale un suono gutturale, quasi un ringhio mentre spiaccicava una mano sul volto dell’amico spostandolo di lato
-Cosa pensavi di fare?- la sua voce roca suggerì un brutto raffreddore in arrivo.
-Siamo tutti pronti per partire e tu stai dormendo sulle coperte di Hinata senza una chiara spiegazione, quella poveretta non ha potuto risistemarle per paura di svegliarti! Sai che trauma averti trovato al suo risveglio!-.
Nella mente di Sasuke affiorarono i ricordi della sera precedente: la breve sconvenevole situazione che si era venuta a creare con la Hyuga alla riva del fiume, tutta quella sfrontatezza e poi aveva dovuto trascinarla malamente per quel polso ossuto. Ricordava vagamente di essersi accomodato proprio accanto al letto della ragazza, ma ricordava perfettamente il fatto che per aiutare quella ragazzina si era gelato lì al freddo.
L’Uchiha si alzò malamente e sistemò le coperte in un groviglio senza fregarsene tanto e le gettò lì di lato.
Se proprio fosse questo il problema grave le avrebbe sistemate lui quelle maledette coperte.
 Uscì dalla caverna senza badare agli insulti di Naruto, e riprese il viaggio sotto gli occhi di Hinata e Sakura che erano lì fuori per aspettare i due ragazzi. Infine senza badare a troppi convenevoli decisero di partire dietro Sasuke e seguiti da un brontolante Naruto.
Hinata saltava da un ramo all’altro sentendo ancora quel bruciore diffondersi per tutto il corpo: appena sveglia Sakura le aveva misurato la temperatura senza rivelargliela ma sorridendole in modo insicuro e poi le aveva dato qualche medicinale ‘’ti sarà d’aiuto.’’ Aveva aggiunto la ragazza ma Hinata non sentiva grandi miglioramenti.
In realtà ciò che le premeva di più in quel momento, tra tutti i suoi guai, erano gli avvenimenti della sera precedente. Aveva nella mente immagini sfocate: Sasuke l’aveva aiutata e non sembrava per niente l’uomo rude di quella mattina, che dopo aver aggrovigliato le sue lenzuola, le aveva lasciate nell’angolo della caverna.
Quella sera, ricordò la ragazza, era attento al suo stato di salute e invece la mattina del giorno dopo non si era voltato neanche una volta per vedere se lei lo seguisse, se stesse bene, nulla di nulla. Non che le importassero veramente le attenzioni di Sasuke, sperava però che potessero diventare quantomeno conoscenti, soprattutto dopo l’imbarazzante conversazione in cui lei aveva spiaccicato le loro facce l’una contro l’altra, a pensarci il sangue le affluì velocemente alle guance: ricordò l’esatto momento in cui le loro labbra si erano incollate per il gelo della notte, non avrebbe mai fatto una cosa del genere se fosse stata più cosciente.
Scosse la testa violentemente per cacciare via quel ricordo che le provocava uno strano vuoto al petto e nodo alla gola, ma cercò di rincuorarsi pensando che infondo per Sasuke, la situazione non era stata così drammatica: l’aveva persino riportata nella caverna e si era seduto accanto a lei a controllare che stesse bene. Peccato che il ragazzo fosse crollato dal sonno dopo cinque minuti e Hinata era andata avanti e indietro per tutto il rifugio finché non si era fatta l’alba.
Quando la corvina atterrò sul successivo ramo, ebbe un lampo di genio.
Nello stesso momento in cui si preparò a saltare chiarì che il motivo per cui Sasuke non si era rivolto minimante a lei era che non l’aveva ringraziato, forse si era offeso e lei aveva avuto davvero un comportamento imperdonabile.
La ragazza fece un altro salto, ma atterrando sul ramo successivo colpì qualcosa di duro che agilmente si spostò lasciandola cadere, la corvina già stava per cacciare un urlo ma una mano la afferrò saldamente per il polso bloccando la caduta e l’urlo della ragazza in un nano secondo.
Istintivamente la ragazza guardò sotto di sé, c’erano dei sassi, le immagini di una situazione simile le affiorarono alla mente: quando Neji ancora la disprezzava e ai primi allenamenti fece in modo di farla cadere da un ramo, ben consapevole delle sue mille paure. Scosse forte la testa cercando di ricacciare ancora una volta un ricordo e per naturale istinto si afferrò con il braccio libero al braccio di chiunque la stesse sorreggendo.
-Ti prego non lasciarmi!- le mani di Hinata si arrampicavano faticosamente sulla manica del salvatore finché non si rese conto di trovarsi in bilico sorretta da Sasuke Uchiha.
Il ragazzo la guardava esterrefatto rendendo la situazione ancora più insolita, ma sentendo il modo frettoloso con cui la ragazza cercava di risalire decise di darsi una mossa. Lasciarla cadere e procurarle una morte quasi accidentale non sarebbe stata la soluzione ai suoi problemi. Con una lieve pressione, tirò su velocemente il corpo della ragazza, purtroppo il ramo era così sottile che si ritrovavano faccia e faccia.
Hinata presa dallo spavento, si aggrappo con le braccia intorno al collo del suo salvatore, in un gesto di pura sicurezza, rendendosi conto solo oro di trovarsi letteralmente spiaccicata contro il corpo di Sasuke Uchiha. Sentiva l’odore di bagnoschiuma tropicale misto a sudore e i capelli neri le pizzicavano le guance, erano così vicini da sentire il respiro rilassato del ragazzo smuoverle la frangetta.
-Grazie. - sussurrò la ragazza, non aveva ben chiaro se quel grazie fosse per la sera precedente o se fosse perché lui le avesse appena salvato a vita.
Hinata non era certa di ciò che stava succedendo, non ricevendo nessuna risposto, alzò la testa fino a trovarsi a pochi centimetri (ancora una volta) dal volto di Sasuke Uchiha.
Quasi non volle credere a ciò che i suoi occhi vedevano: quel che alleggiava sul volto del ragazzo sembrava un sorriso, non uno di quelli che fai quando sei veramente felice e non riesci a trattenere la felicità, ma uno di quei sorrisi che ti si stampano in faccia quando la situazione si piega nei migliori dei modi per te.
Un sorriso sadico, sarebbe stata l’unica cosa che Hinata avrebbe mai visto sul volto di Sasuke.
Proprio quando pensava che il braccio del ragazzo stesse per allentare la presa, Hinata lasciò scivolare le braccia fino a passare con le mani piccole sul viso dell’Uchiha. Sorprendentemente per la ragazza, Sasuke la afferrò improvvisamente con più forza fino a portare i loro visi alla stessa altezza e con una forza pazzesca fece un salto fino ad atterrare a qualche metro di distanza dall’albero sui cui erano pochi secondi fa.
Il volto di Hinata era un misto di mille colori, Sasuke avrebbe potuto giurare che fosse passata da un bianco pallido a un rosso intenso e da un viola che suggeriva un senso di vomito della ragazza. Così il ragazzo si allontanò piuttosto in fretta, lasciandola balbettare delle scuse e dei ringraziamenti sconnessi. Un moto di rabbia per tutta quella gentilezza lo pervase, perché non stava zitta e basta?
-Prego!- scattò il ragazzo nervoso e la sorpassò, probabilmente la ragazza era così impegnata a crogiolarsi nelle sue figure imbarazzanti da non rendersi conto che erano finalmente giunti al punto di ritrovo per il processo dell’Uchiha: il tempio del paese del Fuoco, era lì che l’Hokage aveva richiesto la presenza di tutti i committenti dei vari paesi per decidere la veracità della fedeltà del traditore e per vedere se stesse svolgendo la sua punizione con adeguata attenzione.
Hinata resasi conto di quanto in quel momento poteva apparire imbarazzante si voltò nella direzione del ragazzo. Erano di fronte al tempio del fuoco, era lì che i problemi di Sasuke Uchiha avrebbero potuto finire o complicarsi.
Sentì una mano sulla spalla e si girò di scatto, era Naruto che le sorrideva.
La ragazza arrossì ancora di più se poté, rendendosi conto che certe vicinanze provocano effetti che non cambiano: forza dell’abitudine, si diceva.
-Hai ancora la febbre alta Hina-chan?- chiese il biondino preoccupato spostando la mano dalla spalla della ragazza fino alla pelle della guancia nuda, al tatto con la mano fredda di Naruto, la sua guancia appariva ancora più bollente.
Naruto rendendosi conto della temperatura alta della ragazza cercò di accennare a un sorriso ma si notava sul suo volto l’evidente preoccupazione.
Hinata era rimasta tutto il tempo ferma ad aspettare l’esito di Naruto, con un evidente imbarazzo, sotto gli occhi attenti di Sakura, alle spalle di Naruto. A interrompere tutto ciò fu la voce di Sasuke che li incitava a muoversi.
I ragazzi si avviarono verso il tempio, al suo esterno vi erano due guardie con due bastoni da combattimento che alla vista di Sasuke Uchiha sbarrarono l’entrata. Dalla gola del ragazzo uscì quasi un ringhio gutturale, si era reso conto che per il grande evento il posto era ben protetto, c’erano guardie tutte intorno al tempio e persino nascoste tra gli alberi, doveva spaventare seriamente la sua presenza.
Naruto notando la situazione che si era venuta a creare si precipitò di fronte l’amico e tirando fuori da una tasca un foglio di carta stropicciato lo porse alle guardie che dopo una breve lettura aprirono la porta del tempio e li lasciarono entrare.
Quando Hinata entrò, percepì il profumo d’incenso? Non era certa, ma la pietra di cui era composto il tempio emanava un’aria gelida, persino più fredda della neve sotto i loro piedi quando erano in viaggio, camminava insicura in fila dietro le spalle di Naruto e Sasuke, seguita dai passi sicuri di Sakura.
Naruto si fermò dietro una porta di legno, con una piccola finestrella sbarrata e dopo aver sbirciato, si girò verso i compagni di viaggio.
-Pare ci stiano aspettando, entriamo. – chiarì il biondino
Il ragazzo spalancò la porta di un colpo e fece la sua entrata seguito da un Sasuke apparentemente insensibile alla situazione. Hinata entrò con un certo imbarazzo misto a insicurezza mentre ora Sakura aveva perso totalmente la sua calma e si avvertiva dal movimento nervoso delle sue mani l’evidente paura che aveva della situazione che si sarebbe venuta a creare.
Nella sala calò un silenzio glaciale e tutti si voltarono verso Sasuke, era lui che creava tanto scalpore tra le persone.
-Fatti avanti Sasuke Uchiha - a parlare era stato un uomo anziano che si ergeva tra gli altri per il suo aspetto austero, la sala era stata abbellita con delle panche in funzione circolare: vi erano sedute poche persone, e qualche uomo, forse due o tre, camminavano con fare sospetto alle spalle dell’uomo che aveva parlato. Doveva essere sicuramente l’autorità maggiore lì tra tutti quegli uomini.
Sasuke non fece attendere un attimo e con passo felpato si diresse al centro delle panche, aveva le spalle ben dritte e il mento alzato a mo di superiorità.
L’uomo anziano si avvicinò di qualche passo all’Uchiha: ora Hinata riusciva a guardarlo meglio, doveva avere all’incirca una settantina da’anni, le rughe gli segnavano il viso creando un gioco di ombre sulla pelle bianca ma gli occhi di un verde vivace sembravano appartenere a quelli di un ragazzino.
-Tu sei il traditore del Villaggio della Foglia, spiegaci come noi possiamo permetterti di lasciare agire indisturbato nel cuore del villaggio che più odi?-
Naruto alla domanda dell’anziano uomo quasi scattò, ma la mano prudente di Sakura lo afferrò per un braccio trattenendolo. Hinata si sarebbe aspettato che da un mento all’altro Sasuke avrebbe ucciso tutti ma ciò che fece fu al quanto inaspettato.
Il ragazzo scrollo le spalle come se lui nella situazione non c’entrasse niente.- Io non ho tradito il Villaggio della Foglia.- dichiarò con una sicurezza disarmante- ho ucciso coloro che hanno sterminato il mio clan.- nel suo tono, si leggeva il risentimento che provava per tutti i presenti.
Il vecchio scattò un’occhiata fulminea verso Sasuke, Hinata riusciva a leggere in quegli occhi gli anni di vita e l’intelligenza furba dell’uomo, chissà se Sasuke riusciva a percepire il gioco che Hinata aveva intuito già.
-Certo, che bella giustificazione- proseguì l’uomo anziano, sul suo volto alleggiava un sorriso simile a quello di Sasuke, pensò Hinata. -quindi per questo hai ucciso anche tuo fratello?-
Alle parole dell’uomo Sasuke strinse i pugni per trattenersi, sentiva le unghie nella pelle, come osava quell’uomo parlargli di una cosa del genere? Sentì il peso della colpa ricadergli ancora una volta sulle spalle.
-Io ho ucciso mio fratello perché lui ha sterminato il mio clan perché gli era stato ordinato!- le parole gli erano uscite senza che Sasuke fosse riuscite a trattenerle, era una ferita aperta che non riusciva a ricucire, una ferita che si era fatta con le sue stesse mani.
L’uomo di fronte al ragazzo ticchettò le punta delle dita con fare nervoso, sul suo viso però alleggiava un sorriso rilassato.
-Certo, certo, capisco. Che terribile disgrazia quella degli Uchiha!Terribile!-
Hinata riusciva a sentire nel tono dell’uomo la falsità delle parole che aveva appena espresso. Era di una crudeltà enorme quello che era successo a Sasuke durante la sua infanzia, com’era crudele il fatto che lui fosse quasi impazzito fino a uccidere suo fratello e poi scoprire che tutte le ragioni per cui avevi agito per tutta la vita erano solo delle grandi menzogne.
Una vita di sangue e dolore.
I pensieri di Hinata furono interrotti da un altro intervento dell’uomo.
-Tuttavia, nonostante i tuoi mille peccati noi ti perdoniamo, ma sai che dovrai pur offrirci qualcosa in cambio- Hinata, notò che in quel momento Sasuke, Naruto e Sakura si erano irrigiditi, ma se sul viso degli ultimi due alleggiava un evidente immagine di terrore, sul viso di Sasuke alleggiava un sorriso sadico.
-Ho più cose da offrirvi io che voi lasciandomi la vita- dichiarò Sasuke, il tono amaro era misto a quello di contentezza.
-Oh ne siamo certi- dichiarò l’uomo anziano e per un attimo volse il suo sguardo oltre Sasuke. – Su portate la ragazza-. 
L’uomo aveva pronunciato le parole talmente in fretta che Hinata non ebbe il tempo di allontanarsi dalle mani di due guardie che l’avevano afferrata con una certa forza per le braccia, avrebbe voluto dire che sapeva camminare benissimo da sola, ma gli uomini che la stavano letteralmente trascinando verso Sasuke e l’uomo anziano non si erano degnati neanche di guardarla in faccia. Hinata istintivamente si girò verso gli altri sui compagni di viaggio. Delle guardie avevano bloccato all’istante anche Naruto e Sakura, che sembravano voler correre verso di loro da un momento all’altro. Quando gli occhi di Naruto incrociarono lo sguardo preoccupato di Hinata, gli scoccò un occhiolino, anche se era evidente la preoccupazione del ragazzo.
Hinata cercò di raccogliere tutta la sua buona volontà e cercò di apparire meno preoccupata di quanto fosse mentre le guardie continuavano a stringerla per le braccia esili anche ora che si trovava a faccia a faccia con Sasuke. Il volto del ragazzo non lasciava esprimere nessun tipo di emozione.
-Forza Sasuke Uchiha, mostraci la tua devozione.- Sasuke alle parole dell’uomo ebbe la conferma che le cose non erano cambiate, a loro non fregava un cacchio di quella ragazzina o della sua fedeltà, volevano solo conoscere e sfruttare al meglio il suo potere e lui non si sarebbe certo tirato indietro.
-Lasciatela andare. - la voce rauca di Sasuke era rivolta alle guardie. A tali parole entrambe le guardie strinsero con più forza le braccia esili della ragazza provocandole un lieve spasmo di dolore.
-Ho detto di lasciarla andare!- Stavolta Sasuke si rivolgeva all’uomo anziano, questo con un volto piuttosto scocciato accennò a un lieve gesto della mano che doveva significare ‘’fate come dice’’. Tal che gli uomini lasciarono subito Hinata e indietreggiarono di qualche passo. Hinata si affrettò a massaggiarsi le braccia doloranti, gli avrebbero lasciato sicuramente dei lividi.
Prima di poter entrar nei suoi pensieri il volto le fu preso dalle mani di Sasuke, che la costrinse a guardarlo in viso, il suo tocco era deciso sulla sua pelle. I suoi occhi in un attimo passarono da profondi pozzi neri a grandi macchie a tratti rosso sangue: Hinata sentì le forze mancarle, stava succedendo di nuovo quello strano processo, ma stavolta non voleva svenire, ma rimanere cosciente proprio per  questo cercò di tenere gli occhi ben aperti.
Sul volto di Sasuke si dipinse un espressione contrariata e proprio come aveva fatto la ragazza la sera precedente, fece in modo che i loro volti fossero a qualche millimetri di distanza.
-Non resistere- furono le parole che Sasuke aveva pronunciato sulle labbra della ragazza e in un attimo le chiazze rosse degli occhi di Sasuke si trasformarono in qualcosa di più forte. Hinata ebbe appena il tempo di capire che Sasuke le stava accarezzando le guance con i pollici che la forza del mangekyou la travolse facendola sprofondare in qualcosa profondo e senza fine.
Sasuke ancora una volta si trovò catapultato al centro della coscienza di Hinata, il suo chakra regalava ancora quell’atmosfera soffusa, ma c’era qualcosa di diverso: Hinata era lì di fronte a lui, con il capo chino e coperto dai lunghi capelli blu, sembrava una bambola rotta, sorretta solo dal chakra del Kyubi che la circondava. Il ragazzo fece qualche passò avanti facendo risuonare il suono dei suoi passi per lo spazio circostante. Quando fu abbastanza vicino da studiare ogni dettaglio notò la pelle della ragazza ustionata al punto che si staccava come gomma dalle ossa. Sasuke si avvicinò ancora di più e immerse le mani nel chakra fino ad afferrare il volto della ragazza. La pelle della ragazza attirava la sue mani come calamite dai poli opposti. Adorava il modo in cui la mandibola della ragazza si incastrava perfettamente nel palmo della mano e come le sue dita riuscissero perfettamente a coprire le guance della ragazza. Scosse la testa frettolosamente cercando di allontanare questi tipi di pensieri dalla sua testa.
 Cercò di scoprire il viso dai lunghi capelli e invece dei grandi occhi perlacei  vide solo un infinità di vuoto, chiazze nere e profonde.
Crebbe di poter urlare ma qualcosa di forte lo scaraventò via da quella visione e in un attimo si ritrovò di nuovo al tempio.
Il fiato strozzato e le mani tremanti sul volto della ragazza ancora inerme.
 In un attimo Naruto si sganciò dalla presa della guardia e corse verso il centro della stanza, ma a pochi centimetri da Sasuke e Hinata delle guardie lo bloccarono non permettendogli di avvicinarsi.
-Hinata!- aveva urlato, ma la sua voce gli sembrava lontana miglia- Hinata apri gli occhi!-
Le parole di Naruto arrivarono perfettamente alle orecchie di Sasuke che si riscosse dallo shock precedente e prima che il corpo di Hinata gli scivolasse tra le mani, lo afferrò saldamente per la vita.
-Forza Hyuga dimmi che sei viva!- aveva sussurrato con una certa impazienza all’orecchio della ragazza. Il respiro di Hinata era quasi impercettibile per Sasuke ma sorprendentemente la mano delicata di lei salì fino al suo braccio e lo strinse con una certa pressione.
-L-lasciami..- aveva detto- sto b-bene. - la ragazza iniziò a prendere il controllo del suo corpo e si eresse in posizione eretta ma Sasuke era ancora insicuro di lasciarla, finché la ragazza non scostò da sé le mani dell’Uchiha.
-Bene, bene. - l’uomo anziano aveva osservato la scena con un certo distacco, la sua concentrazione era posta sugli occhi sanguinei dell’Uchiha che in un attimo si affrettò a far scomparire e mostrare i profondi pozzi neri.
-Ragazzo mio- l’anziano si era avvicinato a Sasuke e gli aveva lasciato una pacca sulla spalla- come ho detto, tu hai il nostro perdono, in cambio abbiamo solo bisogno che tu ci serva con fedeltà.-.Sasuke aveva accennato a un sì, per quanto le cose si mettessero bene non faceva altro che pensare alla ragazza tremante sulle sue stesse gambe e ciò che lo torturasse di più era il fatto che gliene importasse sul serio qualcosa di tutta quella faccenda.
-Le cose sono finite bene a quanto pare!- aveva enunciato l’uomo anziano – Su, su ragazzi andate!- aveva un sorriso stampato sul volto e con le braccia, incitava i ragazzi ad andarsene. Le Guardie lasciarono immediatamente Sakura e Naruto.
Hinata fu la prima a uscire da quel maledetto tempio seguita da tutti gli altri ragazzi. Sentiva i polmoni andare in fiamme ma era stanca di sentirsi così debole. Aveva proceduto fino a rientrare nella radura, quando sopraffatta, si era lasciata cadere lungo un albero.
Il primo ad avvicinarsi a lei fu Naruto, seguita da Sakura.
-Su Hina-chan, ora torniamo a casa okay?- Naruto le teneva la testa che minacciava di cadere pesantemente a terra. La ragazza come tutta risposta accennò ad un si.
-Sbrighiamoci ad andarcene da qui- aveva enunciato Sasuke con il solito distacco di sempre. Hinata gli lanciava sguardi fulminei, anche se Sasuke non la guardava direttamente percepiva il suo sguardo su di sé.
Naruto in qualche minuto si sistemò Hinata sulla schiena e le affidò l’incarico di tenersi stretta.
Ripartirono per il viaggio verso casa, ed Hinata non faceva altro che tormentarsi sull’immagine che aveva nella testa, la stessa immagine che Sasuke aveva vissuto poco prima.
Tormentati dall’oscuro e dalle fiamme.
 
 

ANGOLO AUTRICE: Salve gente, eccomi con un nuovo capitoletto, stavolta pubblicato più in fretta degli altri.

Credo sia un capitolo molto triste che rispecchia appena il mio stato d’animo: eh già. E’ venuto a mancare il mio piccolo cagnolino, ma beh, la vita va’ avanti. Cerchiamo sempre il lato positivo: come una volta mi ha detto una persona cara ‘’ sono le esperienze belle e brutte che ti rendono una brava scrittrice ‘’. Quindi credo di aver messo davvero i miei sentimenti in questo capitolo e spero che vi possa piacere!
La storia sta andando avanti, uno dei problemi dell’Uchiha pare essersi risolto ma qualcosa di nuovo si sta insediando  nella sua piccola mente macabra, non vedo l’ora di darvi l’esplosione di SasuHina più grande del Big Bang!
Per ora vi lascio col fiato sospeso e mi raccomando ditemi che ne pensate di tutta questa faccenda!
Per servirvi, la vostra Lottie J

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Capitolo 10
*** Di combattimenti improponibili e di sorrisi improbabili! ***


Titolo: Di combattimenti improponibili e di sorrisi improbabili!

 
Hinata si teneva stretta alle grandi spalle di Naruto, cingendo il largo bacino del ragazzo con le sue gambe esili.
Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di se stessa circondata da una forza più grande di lei, l’unica cosa costante che la reggeva. Strinse più forte le braccia intorno alle spalle di Naruto tanto che il ragazzo rallentò allertato da tale gesto, siccome la ragazza non si era mossa neanche di un centimetro da quando erano partiti.
-Tutto bene Hina-chan?- al sol suono della voce di Naruto la ragazza arrossì violentemente e biascicò un sì balbuziente all’orecchio di Naruto, che potè riprendere la corsa tra gli alberi indisturbato.
La corvina si perse di nuovo nei suoi pensieri, attraversata da un flash ricordò l’orrore negli occhi di Sasuke quando aveva sollevato il suo volto e, per la prima volta, specchiandosi nei suoi profondi pozzi neri, ne aveva visti altrettanti neri, come se le fossero stati cavati gli occhi dalle orbite.
Strizzo forte gli occhi come se volesse cancellare quel ricordo ma ciò che la incuriosiva di più fosse che la prima volta che Sasuke aveva fatto quella strana cosa di entrarle nella testa ricordava solo una lunga dormita mentre ora è come se avesse vissuto quegli attimi in cui l’Uchiha fosse nella sua testa e non sapeva spiegarsi cos’era che non funzionava. Perché non riusciva a fare in modo che il chakra della volpe la lasciasse andare? Si girò a guardare il ragazzo dei suoi pensieri, questo saltava veloce da un ramo all’altro, con un’agilità incredibile. Riusciva a riconoscere quando una persona avesse capacità particolari e Sasuke Uchiha non solo aveva capacità particolari come l’uso dello sharingan o del mangekyou, bensì anche senza l’ausilio di qualsiasi forza innata rimaneva comunque forte. Il suo chakra potevi avvertirlo a km di distanza, avrebbe giurato Hinata ma Sasuke non era l’unico piuttosto forte, anche Naruto non scherzava per niente e Hinata era fermamente convinta che non fosse solo perché lui era la Volpe a Nove code, bensì per gli anni di duro allenamento che gli gravavano sulle spalle. Quei due erano più simili di quanto potessero apparire: una triste infanzia, un infelice destino, una vita difficile, tanta forza e lo spirito di competitività. Infatti, anche ora che la missione era compiuta e non vi era alcun bisogno di andare di fretta, Naruto e Sasuke parevano sfidarsi a chi fosse più agile a saltare da un ramo all’altro lasciando così la povera Sakura a qualche metro di distanza che faticava a stare dietro i due ragazzi.
-Ragazzi! Accampiamoci qui, è ormai notte!- Aveva gridato una Sakura col fiato corto e di un tratto i due ragazzi si fermarono di colpo raggiungendo la ragazza che già stava sistemando le sue cose.
Naruto fece scendere Hinata dalle sue spalle con un’accortezza e una delicatezza tale che Hinata, ricordando la solita goffaggine del ragazzo, si chiese se ci fosse ancora qualche traccia di quel ragazzino maldestro dell’accademia Ninja.
-Perché dobbiamo fermarci per la notte quando mancano 5-6 ore per ritornare a Konoha?- chiese un Sasuke scettico e dal tono piuttosto irritato.
-Beh, sai, Sasuke, le persone normali hanno bisogno di mangiare, riposare e dormire! Non siamo tutti dei super bombaccioni dai muscoli pieni di steroidi che corrono senza fermarsi per tutta la notte!- il tono di Sakura era così talmente petulante che alle orecchie di Hinata la sua voce risuonava come lo starnazzare di un’oca. Di tutta risposta ottenne solo un ’'tsk’’ da parte di Sasuke, rendendo la ragazza ancora più irritabile del solito.
– E questo vale anche per te!- riprese la ninja medico indicando con fare nervoso Naruto, quest’ultimo si girò con un’espressione shockata dipinta sul volto mentre con le mani indicava se stesso .
-Ma io che c’entro? Non ho obiettato nulla!!!- rispose il ragazzo con il tono di chi di colpe non ne aveva.
-Tu c’entri sempre!- aveva esclamato di tutta risposta la ragazza incrociando le braccia sul petto e non ammettendo un sequel di quella conversazione.
 Naruto di tutta risposta aveva assunto una posa offesa. Agli occhi di Hinata tutta quella situazione appariva super divertente tanto che non poté trattenere la risata che da lì a poco avrebbe pervaso la radura in cui si trovarono. Sasuke prese a guardarla con un’espressione allibita, mentre Naruto e Sakura la guardavano piuttosto imbarazzati.
-Scusaci Hinata - aveva iniziato Sakura con un lieve rossore sulle guance - ma sai com’è stare in squadra con due uomini, se ogni tanto non gli dai una bella striata uno si mette a fare le fughe e l’altro diventa un animale da caccia!- Stavolta a ridere fu prima Sakura e poi un Hinata divertita dalla situazione, seguita da un Naruto piuttosto imbarazzato che come suo solito si grattava la testa.
Sasuke, invece, notò Hinata non faceva altro che sistemare le sue cose senza badare minimamente a quello che loro dicevano. Così come tutti gli altri,dopo aver alleggerito un po’ la situazione, si mise a sistemare le sue cose.
-oh..- aveva esclamato una Sakura piuttosto triste rovistando nella borsa delle provviste.- non ci è rimasto del cibo in scatola, solo delle verdure, mi toccherà cucinarvi qualcosa di delizioso!-
A Hinata quella notizia non toccava minimamente, fino a che i due ragazzi non lasciarono stare qualsiasi cosa stessero facendo e si misero in ginocchio davanti Sakura con le mani incrociate.
-Ti prego no!- il primo a parlare fu Naruto. – Lasciaci vivere ancora!- aveva esclamato un Sasuke irriconoscibile da tutti gli altri momenti tanto che il suo comportamento portò  Hinata a chiedersi se fosse davvero terribile Sakura ai fornelli. Mossa da un moto di compassione si scosse dal suo posticino e alzò una mano per rendersi partecipe della situazione.
-Posso darti una mano Sakura.- il volto della ragazza s’illuminò e ordinò immediatamente ai ragazzi di accendere il fuoco e spazzare la neve lì intorno o si sarebbero gelati stanotte mentre loro avrebbero preparato la cena.
Durante la preparazione Hinata notò quanto Sakura fosse sul serio inesperta in cucina, non toglieva neanche la buccia alle patate e alle carote, salando e pepando il cibo a caso, come se non potesse fare la differenza: ora capiva appieno la reazione dei due ragazzi poco fa.
La serata passò tranquilla, dopo che Hinata aveva riempito le ciotole di un bella zuppa di patate a ognuno dei presenti, tutti avevano mangiato con molta fame, persino Sasuke richiese una doppia porzione seguti da Naruto ma Sakura sporgendo il viso nel tegame in cui avevano cotto il passato di verdure lo trovò vuoto.
-Questo non succede mai quando cucino io!- affermò petulante la ragazza dai capelli rosa.
-Perché il tuo cibo fa schifo!- rispose un Sasuke che cercava di raccogliere i resti dal suo piatto. Sul viso di Sakura si dipinse un espressione rammaricata.
A Hinata dispiaceva molto il modo in cui Sasuke trattava tutte le persone che lo circondavano, riusciva a ferire persino le persone che avevano speso metà dei loro anni a cercare di riportarlo a casa. Era una persona davvero cattiva, pensò Hinata, sentendo un moto di rabbia montarle dentro, ma ogni volta che pensava alla sua vita, non poteva altro che pensare ai dolori che aveva vissuto. Eppure lui e Naruto avevano dovuto provare le stesse emozioni,  ma avevano reagito in modo totalmente diverso.
-Beh …  è ora che ci mettiamo a dormire.- aveva esclamato un Naruto sorridente, stava cercando di alleggerire la situazione. A quel punto tutto il team 7, che sembrava stremato, si era messo sotto le propria lenzuola a dormire, mentre Hinata era rimasta ancora vicino al fuoco cacciando dalla bocca piccole nuvolette di vapore ogni qual volta sospirava pesantemente. Rimase lì un paio d’ore attendendo il sonno che ritardava ad arrivare. Stava pensando una soluzione al suo problema, quale meccanismo avrebbe fatto in modo che lei fosse libera dal chakra del Kyubi?
I suoi pensieri furono interrotti da un rumore gutturale proveniente da Naruto, si girò a guardarlo, stava forse russando: la ragazza sospirò mentre un sorriso le si faceva spazio sul viso.
Sentì di nuovo quel rumore ma stavolta proveniva da Sasuke, e il ragazzo, era certa, non stava russando. Si alzò di scatto in piedi afferrando un Kunai tra le mani, non voleva svegliare i ragazzi se l’essere dei suoi sospetti fosse stato solo un piccolo procione.
Improvvisamente una mano l’afferrò da dietro mettendole la mano sulla bocca in modo che non potesse urlare, ma la ragazza fu abbastanza agile da infilargli il kunai nell’occhio dell’uomo che la lasciò andare immediatamente e crollò a terra in preda al panico. L’urlo dell’uomo fu così straziante che tutto il team 7 si svegliò. Sasuke e Sakura subito cercarono di controllare il perimetro mentre Naruto corse spaventato verso Hinata, che pareva ancora se stessa shockata dalla situazione.
-Stai bene Hinata?- chiese il ragazzo preoccupato, l’uomo dietro di lei si lamentava ancora dal dolore, la ragazza annuì mentre un Sasuke piuttosto irritato si apprestava a superarli e afferrare l’uomo per il colletto della maglia.
-Quanti siete? Che cosa volete?- aveva ringhiato faccia a faccia con l’uomo che si disperava ai suoi piedi.
-La ragazza! Vogliono la ragazza con Byakugan e il Kyubi!- aveva confessato urlando dal dolore.- Mi hanno pagato non c’entro niente con questa situazione, lasciatemi vivere, ho una famiglia!- aveva supplicato.
-Ti ho chiesto quanti siete!- aveva ringhiato con più forza Sasuke. L’uomo ora era scosso da un pianto ricco di spasmi ma non prendeva in considerazione l’idea di rispondere.
Sorprendentemente per tutti, di un colpo Hinata tirò fuori il kunai dall’orbita dall’uomo provocandogli uno spasmo di dolore tanto forte da farlo urlare di nuovo.
-Siamo quaranta!- si era apprestato a rispondere prima che gli fosse chiesto di nuovo.
I ninja si misero tutti all’erta: Sakura con due kunai tra le mani si guardava intorno, così come Sasuke e Hinata invece gli occhi di Naruto erano per quest’ultima.
Di un tratto si sentì come un fruscio di foglie e i ragazzi si trovarono circondati da uomini coperti in viso e armati fino ai denti. Quelli più impegnati nella battaglia erano Naruto e Hinata. I mercenari non facevano che buttarsi su di loro come povera gente sulla carne fresca.
Hinata era parecchio stanca per combattere e le ferite precedenti le bruciavano ancora ma non si arrendeva, sapeva di non poter contare sul Byakugan e si affidava solo alle arti marziali. Riusciva a stendere facilmente qualsiasi nemico, non erano certo ai suoi livelli, ma erano troppi. Di un tratto qualcuno la colpì alla nuca facendola cadere a terra mentre un altro uomo le aveva assestato un calcio nel costato. Tossì dolorosamente mentre qualcuno l’afferrava per le spalle.
Sentì la voce di Naruto in lontananza chiamarla, era anche lui sommerso da nemici e non riusciva ad andare verso di lei per aiutarla.
Un uomo incappucciato le stava per assestare un bel destro dritto in faccia, la corvina chiuse gli occhi mentre cercava di divincolarsi dalla presa dell’uomo alle sue spalle.
Siccome non arrivò nessun colpo, dopo qualche attimo spalancò i suoi occhi perlacei, trovò di fronte a sé un Sasuke piuttosto rilassato con la Katana grondante di sangue che in un colpo netto ferì mortalmente l’uomo che la teneva per le braccia. La velocità dell’Uchiha era sorprendente per Hinata, in un secondo posò la Katana e afferrò due kunai che lanciò alla gola di due uomini che si stavano avvicinando. Peccato che non avesse visto gli uomini che lo colpirono alle sue spalle. Hinata presa alla sprovvista afferrò la Katana dalla cintura di Sasuke e con un colpo netto recise la gola dei due uomini che avevano colpito Sasuke alle spalle. Sorprendentemente per il ragazzo anche la Hyuga era brava a combattere, tanto che già si stava avvicinando a Naruto e Sakura per aiutarli, ancora presi dal combattimento.
-Portala Via Sasuke!- aveva urlato Naruto all’amico, Hinata stava già per attaccare un uomo appena saltato alle spalle di Sakura quando una mano possente le strappò di mano la katana e l’altra la afferrò per la vita trascinandola a qualche centimetro di distanza, pensava fosse un altro nemico tanto che si voltò di colpo sferrando un pugno, ma il suo attacco fu bloccato da una mano più grande della sua, riconobbe la piega delle dita e alzando lo sguardo finì per ritrovarsi faccia a faccia con Sasuke Uchiha.
- Voi ce la fate ?- esclamò Sasuke rivolgendosi al suo team.
-Si!- aveva risposto una Sakura decisa mentre atterrava l’ennesimo uomo.
Sasuke non si fece ripetere nulla due volte e si caricò un Hinata urlante sulla spalla mentre scompariva tra i rami imbiancati dalla neve, nascosto nel buio della notte.
Hinata scalciava incredibilmente, mentre vedeva in lontananza Naruto atterrare velocemente qualche uomo che si apprestava ad inseguirli. Sasuke saltava a zig-zag tra gli alberi, molto probabilmente per far perdere le sue tracce. Teneva Hinata su di una spalla e le gambe ben strette tra le braccia per evitare che scalciasse, riusciva a percepire la sua voglia di tornare indietro per aiutare Sakura e Naruto.
Quando dopo una buona mezz’ora si erano allontanati, a Sasuke parve che i nervi della Hyuga si fossero rilassati decise così di allentare la presa sulle sue gambe. Che pessima scelta  fu per il ragazzo, perché appena lasciò andare una mano dalla gamba della ragazza, gli arrivò un calcio dritto allo stomaco e preso alla sprovvista com’era mancò il ramo dell’albero su cui stava saltando e cadde sul suolo innevato lanciando la ragazza ai suoi piedi.
Sasuke si teneva una mano sul punto in cui la ragazza l’aveva colpito e la guardava tutto rosso in viso, stava scoppiando dalla rabbia. Ne aveva abbastanza di tutta quella faccenda.
-Sei impazzita o cosa ragazzina? Io sto cercando di salvarti la vita!- Il ragazzo preso da un tale furore le aveva parlato con una rabbia tale che Hinata si sentì costretta a rimanere lì per terra, ma anche lei era arrabbiata! Come aveva potuto osare lasciare Sakura e Naruto indietro durante una missione? Anche la sua pazienza aveva un limite e sbottò senza potersi trattenere.
-Non mi sembri il tipo da salvare le persone! Lo chiami salvare la vita abbandonare due dei tuoi amici? E poi io non sono una ragazzina, mi chiamo Hinata se tu non l’avessi capito e non sono neanche un sacco di patate che mi trascini così a quel modo!-
Nel mentre che parlava si era persino alzata da terra e a ogni parola che aveva pronunciato, premeva convulsivamente il suo indice contro il petto di Sasuke, non era proprio riuscita a trattenersi, aveva il volto in fiamme e sentiva il sangue ribollirle nelle vene!
Sasuke rimase allibito, non riusciva a capire tutta quella rabbia da dove venisse, visto che tutte le volte che qualcuno le parlava la ragazza annuiva e abbassava la testa ubbidiente. Gli venne spontaneo chiedersi da quando la Hyuga sapeva anche rispondere in modo così aggressivo?
Le mani di Sasuke prudevano terribilmente, era sicuro che prenderla a schiaffi era tanto appagante quanto posare la mano nell’incavo di quel viso fintamente angelico.
No, non l’avrebbe uccisa, non oggi almeno.
Però il ragazzo si godé la sensazione di restare a fissarla con astio finché sul volto della ragazza non si impressero i sensi di colpa. La bocca della ragazza si piegava in una ‘’o’’ elegante e i suoi occhi lucidi esprimevano tutto il risentimento che la ragazza provava verso sé stessa.
Dannazione, pensò Sasuke. Gli toccava anche fare il gentile se desiderasse tornare a casa prima dell’alba. Quando notò che il volto della ragazza si era tinto di un bianco pallido con delle sfumature rosee sulle guance, sicuramente per la vergogna decise che era il momento di ripartire.
-Forza, sali sulla schiena.- aveva enunciato Sasuke con il suo solito distacco.-Hinata non accennava a muoversi anche dopo che Sasuke si era abbassato alla sua altezza per permetterle di salire.
-Non torniamo indietro ad aiutare Naruto e Sakura?- chiese stavolta con più calma, sul volto di Sasuke s’impresse una smorfia di rabbia celata.
-Ti ho detto di salire sulla schiena.- Dal tono gutturale che aveva prodotto la gola di Sasuke, Hinata capì che non era affatto il caso di controbattere. Così salì sulla schiena di Sasuke che l’afferrò con una certa sicurezza affondando le mani nelle gambe della ragazza.
-Scusami delle parole che ho detto..- aveva sussurrato una balbuziente Hinata, stava per continuare con le sue scuse quando Sasuke riprese il viaggio stoppandola.
-Sta zitta Hinata.- aveva enunciato il ragazzo.
Nessuno dei due era consapevole del sorriso che alleggiava sul volto dell’altro. Sul volto di Hinata un sorriso soddisfatto era il chiaro segno della piccola vittoria ottenuta:  ora non era più ‘’ragazzina’’ma solo Hinata. Sasuke, d’altro canto, doveva ammetterlo, tutta quella sfrontatezza rendeva le cose più divertenti e piacevoli.
 
 

ANGOLO AUTRICE: Heyla, che ne dite di questo nuovo capitolo?

Ammetto che a me piace il modo in cui si stanno evolvendo le cose, essendo anche ben consapevole del fatto che sto dando un altro aspetto ai personaggi. Hinata , è pur sempre una glaciale Hyuga e nonostante la sua indole gentile sa farsi valere quando deve! E il nostro Sasuke, oh mio dio, quanto è… uno stronzo! Però noi lo amiamo anche così vero? Anzi noi lo amiamo soprattutto perché è così!
Attendo i vostri piacevoli commenti con impazienza!
A presto cari!
 

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