4-Muffins
«Buongiorno,
ragazzi!» cinguettò la professoressa Sponge, una
donna bassina e
rotondetta dalle guance rubizze e dall'aspetto materno che amava
vestire di azzurro, entrando in aula.
«Nei
mesi scorsi vi ho insegnato le varie tecniche di comunicazione a
disposizione degli Auror, da quelli per avvisare di un pericolo a
quelli per inviare messaggi cifrati anche sotto gli occhi dei nemici.
Adesso penso sia giunto il momento che impariate una delle tecniche
più difficili ma indispensabili per il vostro futuro e la
vostra
incolumità: il Patronus.» spiegò, dopo
essersi portata dietro la
cattedra.
«Di
norma a questo punto della lezione do una dimostrazione pratica
dell'incantesimo ma so che tra voi c'è qualcuno che ha
imparato la
pratica direttamente da Harry Potter.» annunciò la
donna,
compiaciuta. «Signorina Granger, sarebbe così
gentile da venire
qui.» disse, invitandola al centro dell'aula.
«Lei
è in grado di produrre un Patronus corporeo,
sbaglio?»
«No,
è vero.» rispose Hermione, vistosamente in
imbarazzo.
«Bene,
ci faccia vedere.»
«Expecto
Patronum» enunciò e subito una lucente lontra
guizzò fuori dalla
bacchetta producendosi in varie evoluzioni prima di dileguarsi.
«Perfetto,
signorina Granger, può tornare a posto.» disse
congedandola. «Il
Patronus difende dai Dissennatori ma è anche utile per
inviare
messaggi. Adesso venite tutti qui al centro e facciamo un po' di
spazio per esercitarsi.» ordinò.
Appena
tutti gli studenti ebbero abbandonato i banchi, l'insegnante fece
volteggiare la sua bacchetta spendendo tutto l'arredamento in un
angolo dell'aula.
«Su,
sparpagliatevi, concentratevi su un pensiero felice ed enunciate
“Expecto Patronum”.»
Dopo
un iniziale tentennamento gli studenti fecero come era stato detto
loro.
Per
la prima mezz'ora non accadde nulla poi, pian piano, i primi sbuffi
di fumo iniziarono a sbucare dalle bacchette di alcuni studenti.
Alla
fine delle due ore diversi animali incorporei svolazzavano per l'aula
e, anche chi non era riuscito a produrre un Patronus corporeo aveva
almeno fatto scaturire dalla bacchetta un barriera di protezione.
Draco,
in un angolo, osservava mesto il proprio legno irrimediabilmente
sordo ai suoi tentativi di creare un Patronus.
«Ragazzi,
per oggi basta. Per le prossime lezioni ci eserciteremo almeno una
volta a settimana sui Patronus, finché non avrete imparato
tutti. A
lunedì.» salutò, uscendo dall'aula.
Uno
dopo l'altro gli studenti raccolsero le loro cose e si avviarono
verso la porta ma al biondo non sfuggirono le risatine di scherno
fatte al suo indirizzo.
Anche
Hermione, dall'altra parte dell'aula, le aveva notate ed aveva
sentito il cuore stringersi.
Da
quando avevano iniziato il corso ex-Serpeverde aveva più
volte
dimostrato la sua bravura ma, nonostante ciò, continuava a
essere
isolato dagli altri.
Stava
ancora cercando qualcosa da dirgli quando il maestoso cervo di Harry
si stagliò sulla porta.
Dopo
un'ultima occhiata dispiaciuta al biondo, Hermione lo raggiunse fuori
dall'aula.
“Se
la lezione è finita raggiungimi in ufficio” disse
l'animale con la
voce del suo amico.
Il
corso per Auror si teneva in un palazzo attiguo all'edificio che
ospitava anche il Ministero della Magia quindi non le ci vollero
più
di tre minuti per lasciare l'aula e raggiungere il suo amico al
Quartier generale degli Auror, al secondo livello.
«Buongiorno!»
esclamò, entrando nell'ufficio di Harry, dopo aver bussato.
«Ben
arrivata!»
«Come
vanno le lezioni?»
«Non
male, mi sento solo un po' troppo osservata.» ammise lei.
«Purtroppo
anche quando avrai iniziato a lavorare le cose non cambieranno. Sono
più le volte che uso la Polisucco per non farmi notare dagli
altri
che quelle in cui la uso per non insospettire il mago che sto
pedinando.» confessò, sospirando.
«Temo
sia il prezzo da pagare per aver salvato il mondo.»
affermò
Hermione alzando le spalle con rassegnazione. «Comunque come
mai mi
hai chiamato, solo per due chiacchiere tra amici?»
«A
dire il vero per questo e perché Molly mi ha chiesto di
invitarti a
cena alla Tana stasera.»
«È
sempre dolcissima.» commentò Hermione, intenerita.
Alla
fine della guerra i suoi genitori erano stati ritrovati ma il
processo di recupero della memoria si era rivelato alquanto lungo e
così lei si ritrovava a vivere da sola, anche se in
realtà era più
il tempo che passava alla Tana che quello che passava a casa propria.
«Dille
che ci sarò.»
«Perfetto!»
esclamò Harry, sorridendo.
Un
picchettio alla porta li costrinse ad interrompere la chiacchierata.
Appena
Hermione ebbe aperto la porta, un promemoria interufficio
atterrò
davanti ad Harry.
Lui
scorse brevemente prima di sospirare.
«Mi
vuole il Ministro. Addio idea di prendere un caffè con la
mia
migliore amica.» mugolò, affranto.
«Su,
da bravo, a lavoro.» disse, abbracciandolo prima di lasciare
l'ufficio.
Uscita
dal Ministero si diede uno sguardo intorno, indecisa.
Grazie
a Molly non avrebbe dovuto pensare alla cena ma la giornata era stata
piuttosto pesante ed aveva proprio voglia di qualcosa i dolce,
inoltre non era cortese presentarsi ospiti a cena a mani vuote.
Con
passo sicuro si diresse verso la Londra Babbana e cinque minuti dopo
approdava davanti all'ingresso della sua pasticceria preferita.
«Buongiorno!»
salutò.
«Buongiorno
a te, signorina!» rispose la donna, sorridendole cordiale.
«Di cosa
abbiamo voglia, oggi?» chiese, confidenzialmente.
Da
quando aveva iniziato il corso per Auror andava spesso in quella
pasticceria ed ormai la proprietaria la conosceva bene; era piacevole
essere riconosciuta solo come un'affezionata cliente.
«Muffins
al cioccolato. Un dozzina in confezione regalo e due in sacchetto da
mangiare subito.» ordinò, pregustando
già il momento in cui li
avrebbe mangiati.
Aperta
la borsa cercò il portafoglio, ben attenta a non prendere
per
sbaglio qualche Galeone e per poco non le sfuggì
un'imprecazione.
Il
libro sulle tecniche di difesa che stava leggendo prima della lezione
sui Patronus era sparito.
Cercando
di non farsi prendere dal panico, pagò i dolci e, uscita
dalla
pasticceria, ritornò sui suoi passi.
Ad
un tratto un'immagine si affacciò nella sua mente: lei che
riponeva
il libro sotto il banco all'arrivo della professoressa.
In
seguito l'aula era stata sgombrata perché potessero
esercitarsi
quindi non doveva fare altro che ritrovare il banco a cui era seduta.
Giunta
davanti all'edificio sospirò, pregando che il suo ricordo
corrispondesse a verità.
Percorsi
velocemente i corridoi, raggiunse l'aula che aveva abbandonato poco
prima e aprì con decisione la porta.
Qualsiasi
pensiero circa il libro svanì nel momento in cui si accorse
che
l'aula non era vuota.
Appoggiato
ad uno dei banchi, che erano stati risistemati al proprio posto c'era
Draco Malfoy e, a giudicare dalla postura, era ancora intento ad
esercitarsi sul Patronus.
«Ero
venuta a recuperare il mio libro.» spiegò.
«Bé,
prendilo e vattene.» rispose Draco, burberamente.
Si
sentiva umiliato dall'essere stato scoperto ad esercitarsi proprio da
lei che sapeva produrre un Patronus da quando erano al quinto anno ad
Hogwarts.
«Non
dovresti affaticarti. Se sei stanco è più
difficile concentrarsi su
pensieri positivi.» gli consigliò lei, recuperando
il libro che
aveva lasciato sotto il banco.
«Ok.
Va bene. Ciao.» rispose lui, innervosendosi.
Perché
doveva fare di tutto per farlo sentire ancora più incapace?
Si
chiese tra se, esasperato.
«Lo
dicevo per te.» ribadì lei, offesa.
«Ho
capito, ora lasciami...» ma qualsiasi cosa avesse intenzione
di dire
gli rimase bloccata in gola visto che Hermione aveva afferrato un dei
muffins che teneva nel sacchetto e glielo aveva conficcato in bocca.
«Almeno
mangia questo, ti darà energie.» disse, come se il
gesto che aveva
fatto fosse la cosa più normale del mondo, quindi prese
l'altro
muffins e, appoggiandosi anch'essa al banco, lo morse.
«Cos'è?»
chiese Draco, tossicchiando visto che il pratica aveva quasi
inghiottito il dolce intero.
«Muffins
al cioccolato, un dolce Babbano.» mormorò
Hermione, rendendosi
conto della portata di ciò che aveva fatto.
A
quella risposta Draco spalancò gli occhi, spaventato, ed
Hermione
sentì il cuore scenderle nello stomaco.
Sicuramente
adesso la parte Purosangue del biondo avrebbe dato sfogo a tutta la
sua indignazione e lei si sarebbe sentita una stupida per aver
creduto di poter aver con l'ex Serpeverde un rapporto civile.
«Contiene
noci?» chiese invece, inaspettatamente, il biondo.
«No.»
rispose Hermione stupita.
Alla
sua risposta negativa vide il ragazzo tirare un sospiro di sollievo.
«Meno
male, sono allergico.» spiegò, mordendo la
metà del dolce che
aveva ancora in mano.
Hermione
dovette mordersi una guancia per non scoppiare a ridere.
A
quanto pareva Draco Malfoy era cambiato più di quanto
pensasse.
«Io
devo andare, ci vediamo domani.» disse, accartocciando la
carta del
dolcetto e facendola sparire con un colpo di bacchetta.
«Ok,
ciao.» rispose Draco.
«A
domani.» rispose Hermione, sorridendogli prima di varcare la
soglia
dell'aula.
Rimasto
solo, Draco si ritrovò a sorridere.
Era
la prima volta che chiacchierava così con Hermione e non
ricordava
da quanti anni non si sentisse così leggero.
Il
suo pensiero andò immediatamente al momento in cui lei gli
aveva
messo il dolce in bocca, per un attimo le dita di lei gli avevano
sfiorato la guancia. Istintivamente portò la mano su quel
punto e
sospirò a metà tra la gioia e il compatimento poi
impugnò la
bacchetta e concentrò ogni singola fibra di se stesso su
quel
momento prima di enunciare la formula magica.
Appena
l'ebbe fatto una stupenda volpe si librò a mezz'aria.
Draco
sorrise, soddisfatto.
Alla
prossima lezione avrebbe potuto sorprendere Hermione.
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