Scelte e Obblighi - Quarto anno

di Piumadoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dolce Rientro ***
Capitolo 2: *** Remus il Giustiziere ***
Capitolo 3: *** Il Giustiziere colpisce ancora ***
Capitolo 4: *** La Festa dei Ricordi ***
Capitolo 5: *** Quidditch e Altri Impegni ***
Capitolo 6: *** Halloween ***
Capitolo 7: *** Il Mese dei No ***
Capitolo 8: *** Avvento all'Amore ***
Capitolo 9: *** Natale a Casa Black ***
Capitolo 10: *** La Scelta di Mezzanotte ***
Capitolo 11: *** Il Bacio ***
Capitolo 12: *** La Famiglia Scelta ***
Capitolo 13: *** Cuori di Carta e Cioccolatini ***
Capitolo 14: *** Cuori di Carta e Cioccolatini ***
Capitolo 15: *** I Guai che fanno i Kinks ***
Capitolo 16: *** Dimenticanze ***
Capitolo 17: *** Grifondoro = Party ***
Capitolo 18: *** Roxanne ***
Capitolo 19: *** Lettere da Sirius - 1 ***
Capitolo 20: *** Starius ***
Capitolo 21: *** Ovviamente ***
Capitolo 22: *** Lettere da Sirius - 2 ***



Capitolo 1
*** Dolce Rientro ***


L’estate era stata una delle migliori estati per Sirius ma era passata anche in fretta. Tra giochi con l’acqua e partite di Quidditch improvvisate a cui a volte partecipava anche il signor Potter. Anche solo giocare svogliatamente a freesbee  con James mentre Star e Remus leggevano qualche libro seduti sul loro lenzuolo decorato. Ogni attimo era stampato nella sua mente illuminato da una luce dorata di felicità e malinconia. 
Peter se ne era andato un paio di settimane dopo il ballo e tutti erano certi si fosse divertito molto. Aveva una  certa ossessione per James ma a parte questo attaccamento era divertente a volte.
Quella sera di fine estate i signori Potter erano andati ad un noioso evento al Ministero e i ragazzi erano rimasti soli. Se ne stavano tranquilli nel Covo quando Star lì fissò tutti ad uno ad uno.
“Ma voi sapete cos’è un cinema?” Chiese seria.
“È una roba dei Babbani in cui guardano qualcosa tipo il teatro” Rispose James.
“E’ bello. Puoi vedere un film, sono delle immagini che si muovono sullo schermo… vorresti vederlo?” Le chiese Remus gentile come sempre.
“Mi piacerebbe andarci.” Rispose lei.
“Bene, tutti al cinema!” Comandò James. In un attimo si cambiarono e uscirono sulla strada. Chiesero informazioni ad un passante sul cinema più vicino e poi si avviarono all’ingresso.
Entrarono nella struttura tutti con gli occhi sgranati e Remus consigliò loro di guardare le locandine per scegliere il filma da vedere. Star fu colpita da una piuttosto sgargiante con una grande scritta che imitava le insegne a neon dei drive-in.
“American Graffiti.” Lesse James a voce alta avvicinandosi alle sue spalle.
“E’ un film dell’anno scorso.” Disse loro un ragazzo dietro al bancone che stava adocchiando Star da quando era entrata. “Lo rifacciamo perché è da poco uscito in Europa e ci abbiamo guadagnato abbastanza.”
“E’ un bel film?” Chiese la ragazza.
“Si, non c’è male. Se vuoi compagnia io stacco tra dieci minuti e la proiezione di quello è fra quindici.” La invitò lui.
Star sorrise delicatamente. “Mi dispiace ma io ho già un ragazzo.”
Il ragazzo scandagliò tutti i Malandrini. “Chi?”
“Non è qui ora, loro però sono mio fratello e i miei amici e sto cercando di passare con loro un piacevole pomeriggio, quindi ti ringrazio per l’offerta ma devo rifiutare.” La ragazza si avvicinò alla cassa dove un signore piuttosto anziano la guardò con rispetto.
“L’hai messo al suo posto.” Commentò l’uomo. “Comunque American Graffiti è proprio un bel film.”
“Bene, quattro per American Graffiti allora.” Sirius passò alcune banconote all’uomo sorridendo gentile.
“Ecco a voi ragazzi, passate da Tracy per i pop-corn, sono deliziosi.” Il cassiere consegnò loro i biglietti e li indirizzò con un gesto verso il bancone del cibo.
I Malandrini ignorarono il solito ragazzo che li guardava storti e si fecero servire da una ragazza dal viso comune, non eccessivamente carina ma deliziosamente simpatica. Presero tutti Coca-cola e pop-corn ansiosi di provare questa nuova esperienza entrarono in sala per primi e si posizionarono perfettamente al centro sotto consiglio di Remus.
Tutti ricorderanno per sempre l’espressione di Star appena furono proiettate le prime immagini, gli occhi le si spalancarono illuminandosi e lei si rizzò talmente in fretta da far cadere alcuni pop-corn. La ragazza non staccò mai gli occhi dallo schermo, era come ipnotizzata, rideva, si rattristiva, sorrideva e sospirava.
Alla fine del film tornare alla luce fuori dalla sala fu traumatico per tutti. Tornando a casa cantarono le canzoni del film, soprattutto Rock Around The Clock, che conoscevano già, anzi a James non sfuggì come quella canzone avesse ricordato a sua sorella di Anne.
Fu per questo che decisero di passare a casa della loro cuginetta Fay, giocarono con lei per il resto del pomeriggio e tornarono a casa solo dopo cena.
Come spesso facevano si distesero sul letto che si trovava sul soppalco nel Covo e guardarono le stelle, parlarono tra loro ridendo e scherzando.
Si, pensò Sirius, quella era stata una delle estati più belle della sua vita.
 
…………..
 
“Vi rendete conto che manca poco tempo alla fine dell’estate, vero?” Chiese loro Remus mentre prendevano pigramente il sole nel giardino di casa Potter.
“Manca così poco che sono arrivate le nostre lettere, guardate.” Star due gufi in arrivo. Entrarono tutti in casa per potersi assicurare che fossero davvero lettere da Hogwarts per l’inizio dell’anno nuovo. Purtroppo era così. Le liste dei libri e le solite raccomandazioni. Quelle notizie segnavano tristemente il momento del loro saluto e la fine della loro estate. Sirius e Remus dovettero tornare dalle loro famiglie quello stesso pomeriggio e Star e James rimasero soli.
“Su con la vita.” Cercò di rallegrare l’atmosfera il signor Potter a cena. “Vi incontrerete ad Diagon Alley per comprare i libri e gli ingredienti. James in più dobbiamo comprarti una nuova divisa, ti sei alzato molto quest’estate. Star tu potrai vedere se trovi qualcosa che ti piace, e poi vi porteremo entrambi a vedere gli accessori per il Quidditch… i miei campioni hanno bisogno del meglio!”
Ai due ragazzi sfuggì un piccolo sorriso.
“Giusto, infondo stiamo solo tornando nella nostra seconda casa.” Commentò sottovoce James.
“Nella mia prima Casa.” Lo corresse piano Star sorridendo.
 
…………….
 
 
Diagon Alley era sempre meravigliosa e piena di persone. Per prima cosa la famiglia Potter si fermò alla Gringott e all’uscita i signori Potter lasciarono ai loro figli qualche Galeone da spendere. Incontrarono quasi subito Sirius e Remus proprio dopo aver comprato la nuova divisa a James.
“Hei, sembra quasi che ci siamo messi d’accordo!” Esclamò Sirius sfuggendo in fretta dalle grinfie della sua famiglia.
“Sirius!” Cercò di richiamarlo Walburga ma Susan entrò in azione distraendola al meglio e la signora Black ne approfittò per farle qualche domanda su Star.
“Allora, manca poco e poi saremo di nuovo ad Hogwarts.” Cominciò James quando furono abbastanza lontani dalle loro famiglie.
“Oh, si. Un altro meraviglioso anno a combinare guai!” Si esaltò Sirius.
“Frena l’entusiasmo. Ti ricordo ce questo Natale siamo invitati a casa tua.” Lo riportò alla realtà Star.
“Grazie.” Replicò il Black mogio. “Ma questo che c’entra?”
“Semplice: non possiamo assolutamente permetterci che arrivi qualche notizia di qualche nostro scherzo ai tuoi genitori altrimenti questo Natale sarà un inferno.” Replicò la ragazza.
“Sarà a casa mia! E’ un inferno assicurato!”
“In effetti sarebbe meglio non peggiorare la situazione.” Si inserì Remus.
“Concordo, purtroppo.” Concluse James. “Vuol dire che non dovremo farci scoprire per nessun motivo.” Decretò infine positivo come sempre riportando il sorriso sulle labbra di tutti.
“Accessori per il Quidditch?” Chiese Star.
“Accessori per il Quidditch.” Concordarono James e Sirius con entusiasmo. Remus li seguì paziente.
Visitarono anche un negozio di scherzi che non era certo al livello di Zonko ma era abbastanza buono per fare rifornimenti prima di iniziare l’anno nuovo.  Andarono alla gelateria Fortebraccio e si goderono l’ultimo gelato dell’estate. Fu una giornata niente male secondo Remus, passare l’estate insieme li aveva uniti molto, ormai non pensava potesse più esistere una vita felice senza i suoi amici. Non c’era niente di meglio al mondo di passare del tempo con loro. Poter sentire i loro scherzi, ridere, non pensare e niente, non preoccuparsi del futuro o delle luna piene, ogni cosa era perfetta. Il tempo stesso scorreva in modo diverso quando si divertivano così infatti venne sera molto presto e per una strana serie di casi fortunati i suoi genitori decisero di cenare a Diagon Alley e James e Star convinsero i signori Potter a restare. Ovviamente Sirius fu costretto ad andare via ma ormai mancavano pochi giorni al ritorno ad Hogwarts e nessuno se la prese a male. Star diede libero sfogo alle sue abilità ed incantò di nascosto lo straccio di una cameriera che era stata scontrosa con la signora Lupin facendoglielo scivolare dalle mani un paio di volte finché nel tentativo di acchiapparlo la strega scivolò e cadde faccia a terra sul pavimento scatenando un attacco di risa che i poveri ragazzi cercavano di nascondere dietro i tovaglioli.
Remus provò più volte, mentre tornava a casa in macchina con i suoi genitori, ad immaginarsi la sua vita senza i Malandrini ma non riuscì a ricavarne niente di buono, fu solo sopraffatto da una forte malinconia che lo accompagnò fino al suo letto. Fortunatamente lì sul comodino campeggiava una delle tante foto scattate con i suoi amici e così si sentì meglio. Prima di addormentarsi cercò di ricordare cosa si erano detti mentre scattavano quella foto, chi l’aveva fatta e cosa avevano combinato subito dopo ma gli ritornarono alla mente solo immagini confuse che si unirono ai suoi sogni una volta addormentato.
 
……………..
 
Il primo settembre Sirius saltò giù dal suo letto e corse a svegliare suo fratello, preso dall’entusiasmo come era si dimenticò che in realtà non parlava con il suo vero fratello da molto tempo. Regalus lo osservò scioccato mentre Sirius lo scuoteva piano e sorrideva come un ebete.
“Torniamo ad Hogwarts!” Esclamò Sirius.
“Io odio quel posto. Solo tu sei felice lì, e ora lasciami in pace.” Ribatté Regalus freddo.
“Tu sei pazzo. E scortese. Star direbbe che sei antipatico come… come un gatto bagnato.”
“Star direbbe… James avrebbe fatto… forse Remus non aproverebbe… perché non te li sposi tutti? Stai sempre a parlare di loro. A vantarti di quanto sono fantastici, di quanto vi volete bene. Perché non te ne vai da questa casa? Vai a vivere con i tuoi amichetti… vattene.” Esplose il giovane Black in uno scatto d’ira.
Sirius smise di sorridere, suo fratello gli ricordava sé stesso prima di incontrare i Malandrini. Forse aveva sbagliato ad essere così cattivo con lui i primi anni, forse se si fosse comportato diversamente ora anche suo fratello sarebbe felice.
“I signorini sono attesi in salone.” Annunciò un Elfo dopo aver bussato sonoramente alla porta.
Era troppo tardi.
 
Remus si svegliò allegro e molto mattiniero tanto che dovette aspettare che suonasse la sveglia dei suoi genitori. Era già pronto seduto a tavola con il baule accanto a sé e due caffè caldi per accogliere i signori Lupin che gli furono molto grati. Ogni anno per loro era una preoccupazione veder partire il loro unico figlio, sapere che avrebbe dovuto affrontare da solo tutte quelle notti di luna piena, ma loro non sapevano. Non sapevano quanto i suoi amici lo rendessero felice, quanto si impegnassero per farlo sentire normale, quanto Star lo facesse sentire bene quelle notti. Essere un lupo mannaro non era più un incubo, non era neppure più qualcosa di cui vergognarsi. James, Sirius, Star, Peter e persino Lily non avevano paura di lui e lui si sentiva bene. Si sentiva amato, ed era pronto per un nuovo fantastico anno scolastico.
 
James e Sirius avevano dormito insieme, o meglio avevano mangiato caramelle e giocato a carte fino a tardi per poi crollare sul letto di James. Il risveglio fu piuttosto brusco dato che Susan cominciò a gridare contro di loro assolutamente certa di essere in ritardo ma quando furono tutti pronti fuori dalla porta dopo varie corse e strilli Henry si accorse del fatto che non solo erano in perfetto orario ma anche in anticipo.
“Scusate, devo aver guardato male l’ora.” Si dispiacque la signora Potter.
“Non importa Mamma, più presto andiamo più presto arriviamo, è meglio così.” La rincuorò Star. Non che in casa Potter non stesse bene ma Hogwarts era stato il primo luogo dove qualcuno l’avesse amata veramente, dove si fosse sentita davvero bene e al sicuro e nulla poteva rimpiazzare quel castello con il suo immenso parco e il lago. Sarebbero rimasti sempre casa sua nel profondo del suo cuore.
James le strinse dolcemente la mano. “Andiamo allora.”
 
 
……………..
 
La stazione di Kings Cross era affollata come ogni primo settembre, e Star e James si presero del tempo per notare la disperazione negli occhi degli impiegati ferroviari che si ritrovavano a dover subire mille domande su un presunto binario 9¾ senza avere la più pallida idea di che cosa fosse. La famiglia Potter decise di usare il tempo guadagnato nella loro corsa mattutina per aiutare alcuni nuovi studenti nati Babbani così venne presto il momento di attraversare a loro volta la barriera. L’Espresso per Hogwarts aspettava paziente, carico nel suo rosso acceso, pronto a condurre studenti vecchi e nuovi dritti alla meta.
I fratelli Potter caricarono i loro bauli e si misero alla ricerca dei loro amici. Incontrarono Peter e gli chiesero di restare con loro nello scompartimento per tutto il viaggio cosa che lo mandò decisamente su di giri.
“Calmati o ti farai la pipì addosso.” Commentò Sirius arrivando in quel momento.
“Felpato!” Lo salutarono i Potter.
“Qui c’è di sicuro qualcuno con un ego gigantesco… sarà quello con gli occhiali o quello con gli occhi grigi?” Domandò Remus a nessuno in particolare mentre si avvicinava alle loro spalle.
“Rem!” Star fu la prima ad abbracciarlo. Si strinsero tutti in un caloroso abbraccio che somigliava di più ad un groviglio di mani e braccia ma andava bene così.
Salutarono in fretta le loro famiglie e salirono sull’Espresso.
“Allora che è successo da quando me ne sono andato via?” Chiese Peter emozionato.
“Abbiamo migliorato alcuni esperimenti.” Raccontò James.
“E ci siamo esercitati con gli strumenti.” Proseguì Sirius fingendo di suonare una chitarra e cercando di riprodurne il suono con la voce.
“Abbiamo passato anche dei pomeriggi tranquilli, ricordi i giochi con l’acqua? Poi i Potter hanno una biblioteca molto ricca e questo ha tenuto impegnati me e Star.” Continuò Remus.
“E siamo andati al cinema! A vedere American Graffiti! Sai che in America ci sono delle cose stupende? Vorrei tanto andarci! E vedere Paradise Road.” Si entusiasmò Star.
I racconti continuarono e James mostrò a tutti le foto di quell’estate, Peter chiese di poterne tenere una in cui ci fossero tutti quanti e il giovane Potter gliela regalò volentieri. Presero moltissimi dolci dalla Signora del Carrello e mangiarono così tanto che una volta scesi dal treno si chiesero se sarebbero riusciti a mangiare qualcosa al banchetto di benvenuto. Intanto i ragazzi del primo anno seguivano Hagrid verso le barche per attraversata del Lago e loro invece salirono tranquilli su una carrozza. L’aria era ancora tiepida e portava con se ancora un leggero sapore d’estate.
“Sapete qual è il problema?” Domandò Remus appena salirono su una carrozza.
“Qual è?” Si preoccupò Peter.
“Domani è già Luna Piena.” Sbottò quello.
“E che problema c’è? Saremo con te. Come sempre. Hai finito i giorni di clinica, lupetto.” Cercò di tirarlo su di morale James.
Remus sorrise timidamente e si rilassò.
“Dovremmo festeggiare. Facciamo un bagno dal pontile?” Propose Star.
“Magari un bagno no. Ma una sfida si.” Si illuminò James.
“Di che parli? Sputa il rospo!” si incuriosì Sirius.
In quel momento però giunsero al castello. Dovettero scendere sedersi in Sala Grande e aspettare i ragazzi del primo anno. “Subire” lo Smistamento, a detta di Sirius e James, e poi finalmente mangiarono, anche se chissà per quale motivo non erano molto affamati. Con il dolce nello stomaco mentre le chiacchiere iniziavano a farsi meno assordanti ma anche meno ascoltate James rivelò ai Malandrini la sua idea.
“Facciamo a gara. Stanotte, niente mantello dell’invisibilità per me e niente incantesimi di Disillusione. Il primo che arriva al pontile senza farsi beccare vince.”
“Cosa si vince?” Domandò Star.
“Potremmo vincere il potere sui perdenti. Un giorno a testa per ogni perdente in cui si dovrà fare tutto ciò che dice il vincente.” Propose Sirius.
“Perfetto!” Esclamò Star.
“Spero che vinca tu.” Replicò Remus un po’ nervoso poggiando la mano sulla spalla della ragazza.
“Perché?”
“Perché tu sarai buona con me… non mi fido di quei due.”
Risero tutti e si prepararono ad andare a letto. L’inizio della sfida era dettato dal momento in cui l’ultimo Grifondoro si fosse addormentato. Nessuno poteva partire dalla Sala Comune, sarebbe stato troppo facile capire quando partire. Stare era nel dormitorio femminile, James si era fatto ospitare da Frank, di un anno più vecchio, Sirius era andato dai ragazzi di due anni più grandi, Remus aveva colto l’occasione per passare del tempo con quelli del primo anno e rispondere ai loro dubbi, Peter se ne stava tranquillo dai suoi ormai amici/conoscenti del terzo anno.
Remus partì per primo dato che tutti nella stanza si addormentarono alla svelta e quando scese in Sala Comune non c’era più nessuno. Star fu la seconda ma James la vide passare dal buco del ritratto, subito dopo li seguiva Sirius. Peter scese in ritardo tanto era preso dalle chiacchiere degli altri ragazzi.
Star correva come un fulmine e silenziosa come un gatto e James non riusciva a raggiungerla, riusciva a scorgere solo lo svolazzo dei suoi vestiti o dei suoi capelli ogni volta che la ragazza svoltava l’angolo ma il giovane si sentiva sicuro di sé, lui conosceva i passaggi segreti, ne prese uno che sapeva essere un rischio perché spesso la gatta di Gazza vi passava ma decise di provare. Pensò gli fosse andata bene una volta arrivato alla fine del tunnel e sbucato molto più vicino all’uscita di tutti i suoi amici ma poi si accorse si un lieve miagolio che lo seguiva e capì che Mrs Purr si era messa sulle sue tracce.
Nel frattempo in quella corsa folle Star vide Remus imbucarsi in un passaggio che conosceva, e seppe di averlo superato poiché quel cunicolo conduceva molto distante dall’uscita. Corse più forte che poteva dal momento che sentiva Sirius avvicinarsi alle sue spalle e poi non lo sentì più all’improvviso.
James era giunto al portone d’uscita e stava per spingerlo piano quando Star girò l’angolo e comparve infondo ad un corridoio.
“Non vincerai sorellina.” Sorrise lui.
In quel momento Sirius comparve tra i due fratelli sbucando da dietro un arazzo. I tre giovani si guardarono con sfida, gli occhi illuminati di adrenalina e divertimento e un sorriso quasi folle sui volti. Oltrepassarono il portone insieme e corsero liberi verso il Lago Nero prendendo velocità lungo la discesa. Star si gettò nel Lago per raggiungere il pontile a nuoto mentre James e Sirius si infilarono in due sentieri diversi. Anche attraverso i fitti rami della foresta pareva a loro di sentire le bracciate di Star e i loro respiri affannosi.
Star emerse sotto il pontile e vi si arrampicò sopra con agilità guardando verso la Foresta da dove poco dopo sbucarono i due ragazzi alla pari. I tre si guardarono di nuovo e poi un leggero colpo di tosse li sorprese.
Remus era seduto tranquillo sul pontile a gustarsi un grosso pezzo di cioccolata.
“Come sei arrivato qui Lunastorta?” Si meravigliò James.
“Credo di essere partito proprio molto presto. Ma vi assicuro che nessuno era sveglio, almeno non c’era nessuno in Sala Comune quindi sono andato…”
James e Sirius lo fissarono con la bocca spalancata e Star rise e corse a abbracciarlo felice bagnandolo un po’. “Rem ha vinto! Ha vinto!”
“Sono arrivato!” Gridò Peter giungendo sfiancato e  accasciandosi a terra.
“Ora posso decidere con chi iniziare?” Chiese Remus.
“Certo, hai un giorno per ciascuno di noi.” Gli assicurò Sirius.
“Comincio da te Peter, domani.”
“Vorrai dire oggi. La mezzanotte è già passata.” Gli ricordò James.
 
“Bene allora, dovrai svegliarti in orario oggi Peter, anzi dovrai svegliarti in anticipo e portarci la colazione a letto.” Decretò il ragazzo.
“Hai visto Remus!” Esclamò Sirius sbalordito.
“E’ malvagio dentro.” Sghignazzò Star divertita.
Peter sbuffò qualcosa che assomigliava ad un “sarà fatto” tra un respiro tremolante e l’altro.
“Bene, direi che ora possiamo tornare a letto. Saranno giorni interessanti.” Consigliò Remus.
Star si fermò ancora qualche secondo sul bordo del pontile osservando la luna quasi piena riflettersi sul lago. “Adoro essere tornata a Casa.” Commentò felice prendendo un respiro profondo. Suo fratello le scattò un foto che disturbò qualche strano animale nella foresta che ringhiò.
“Ok, ora andiamo.” Decise Peter alzandosi in piedi risoluto e rabbrividendo dalla paura.
I ragazzi risero e si incamminarono verso il Castello.
 
 
 
 
 
 
***************
 
 
Salve a tutti
Ho molta gente da ringraziare per avermi aiutato a scrivere questo capitolo, non è uno dei più belli ed è scritto molto di fretta ma è un inizio … e quando si inizia qualcosa si è già a metà dell’opera.

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Capitolo 2
*** Remus il Giustiziere ***


L’indomani i Malandrini, Star compresa, furono svegliati da Peter che imprecava per aver rovesciato una tazza che fortunatamente era finita sul tappeto e non si era rotta.
“Buon giorno” Li salutò Peter quando notò di avere tutti gli occhi su di sé.
“Ottimo. Sei riuscito nella prima impresa.” Scherzò Remus.
“Hei! Non è stato facile! Portare tutto quel cibo … senza farmi scoprire, inoltre!” Protestò Peter.
Sirius e James si scambiarono uno sguardo. “Pivello” Lo canzonarono poi in coro.
Star e Remus nel frattempo avevano cominciato ad ingozzarsi di dolcetti al cioccolato e cioccolata calda e gli altri tre non ci misero molto ad unirsi a loro tra scherzi e risate.
“Ok, la tua prossima punizione è entrare nell’ aula della professoressa McGranitt alla prima ora … in ritardo di cinque minuti.” Ordinò Remus.
“Bhe questa è cattiveria pura.” Commentò James sarcastico.
“Già, cinque minuti di ritardo. ..che paura!” Continuò Sirius.
“Idioti. .. non sono i minuti di ritardo la punizione.” Sbottò Star ma notando gli sguardi ancora perplessi dei sui amici sospirò rassegnandosi a spiegare il vero intento di Remus. “Oggi alla prima ora abbiamo Storia della Magia. La McGranitt ha lezione con quelli del primo anno e farà di sicuro commenti sarcastici su quelli che arrivano in ritardo… figurati se uno del quarto anno sbaglia aula e arriva pure in ritardo…”
In meno di un secondo sui visi dei due ragazzi si dipinse uno sguardo maligno. “Buona fortuna Peter.” Rise James a crepapelle.
Le spalle di Peter caddero avanti come colpite da un peso invisibile.
“Sei davvero cattivo dentro Remus.” Commentò Star. “E pensare che stai facendo questo a Peter, che infondo è innocuo… chissà cosa accadrà con Sirius e James…”
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo nervoso mentre i sorrisi sui loro volti sparivano in fretta.
Remus sorrise soddisfatto dietro il pasticcino che stava mangiando.
“Remus…. Ricordati che ti vogliamo bene da sempre.” Tentò di addolcirlo James. Ma il ragazzo allargò semplicemente il suo sorriso sorseggiando cioccolata calda e facendo un brindisi silenzioso con Star.
“Tu ridi ora ma toccherà anche a te.” La rimbeccò Sirius.
“Remus non mi farebbe mai del male.” Replicò lei abbracciando il suo amico.
“Già, non ho intenzione di metterti in pericolo.” La tranquillizzò Remus.
 
 
……………
 
I quattro Malandrini si avviarono verso l’aula di Storia della Magia mentre il povero Peter restava in attesa nel dormitorio. Appena arrivati presero posto infondo come al loro solito e James e Sirius tirarono fuori il necessario per giocare a baci e abbracci o all’impiccato unici modi per sopravviver alla lezione più noiosa del secolo. Mentre Star e Remus senza molta voglia sistemavano sui banchi il necessario per prendere appunti, o almeno per provarci.
“Sapete, vorrei essere una mosca per poter vedere cosa succede nell’aula della McGranitt.” Sospirò Sirius.
“Gia, potresti essere una mosca o un qualcosa di altrettanto piccolo, o invisibile ma comunque non riusciresti a non farti scoprire, si noterebbe la tua assenza qui.” Gli ricordò Remus.
“Ma se Rüf non si è nemmeno accorto di essere morto stecchito!” Brontolò Star.
“Come scusa?” Chiese James.
“E’ un fantasma fratellino… non l’hai notato? Perché lui non l’ha notato di sicuro!”
“No, no…. Parlavo di essere invisibile… dici che non si accorge di nulla quindi….” In meno di un secondo James si infilò sotto il suo mantello dell’Invisibilità e svanì, solo il rumore della sedia che grattava sovrastò per un attimo l’infinita parlantina del professore e poi la porta dell’aula si aprì piano come spinta da uno dei tanti spifferi del castello e si richiuse.
“Io lo odio.” Sbuffò Star.
“Signorina White come può odiare Grunt Ossoduro il salvatore del popolo magico dell’anno 1223?” LE chiese gentilmente il professore.
“Potter. Non lo odio. Parlavo alla penna.”
“Certo certo…. Come stavo dicendo…” Rüf riprese a parlare e in men che non si dica la sonnolenza calò di nuovo su tutta la classe.
“Perché si accorge solo di me?” Sussurrò la ragazza a Remus.
“Sarà per il tuo legame con i fantasmi.” Le ricordò il ragazzo.
“O perché hai una voce decisamente acuta.” La prese in giro Sirius.
“Io non ho una voce acuta!”
“Signorina White… qualche problema?” Le domandò gentilmente il professore.
“Potter… tutto apposto… mi scusi…” La ragazza si risedette imbronciata mentre Sirius con le lacrime agli occhi tratteneva le risate il più possibile.
“Lascia perdere quello lì, Star… sai come è fatto. Tu non hai una voce acuta, hai solo una voce femminile, non vorrai mica avere la voce fonda di un uomo?” La rassicurò Remus.
“Oh, Rem… che dolce… se non ci fossi tu!”
In quel momento la porta si aprì di nuovo ma nessuno vi fece caso, Malandrini esclusi, qualcosa urtò un banco risvegliando per un secondo un ragazzo di Tassorosso che ignorò la cosa e tornò a dormire e poi finalmente James comparve accanto a loro e così Peter.
“Dovresti stare più attento, va bene che il prof è Rüf ma non tutti sono come lui… o come quel tipo addormentato.” Lo sgridò James.
“Allora, come è andata?” Chiese avido Sirius.
“Bhe, sono arrivato poco prima che entrasse e mi sono infilato dietro di lui. La McGranitt lo ha visto e ha assottigliato le labbra terribilmente, sapete come fa di solito quando è al limite. Così glaciale gli ha detto che se proprio vuole frequentare le lezioni del primo anno sarà facile provvedere dal momento che si comporta esattamente come un nuovo arrivato che non conosce nemmeno mezza regola della scuola e che ha pure il coraggio non solo di arrivare tardi ma di riuscire a sbagliare classe dopo ben quattro anni di scuola. Oh, è stato fantastico, Peter è diventato fucsia e poi lei ha continuato su questa linea, ora non ricordo tutto ciò che ha detto ma è stato assurdo, persino uno del primo si è messo a ridacchiare ad un certo punto e la McGranitt è passata a lui ovviamente e ha congedato Peter, per sua fortuna c’ero io, o meglio quel ragazzino.”
“E poi hai avuto pena di lui e lo hai riaccompagnato sotto il mantello…” Proseguì Remus quasi fiero che il suo amico mostrasse un po’ di umanità.
“Oh, no. Ma scherzi! La gente con un ora libera che passava là fuori ha sentito tutto così hanno iniziato a prenderlo in giro e io ho lanciato un paio di fatture a qualche Serpeverde, così perché mi annoiavo non per difendere Peter, e poi dopo qualche corridoio ho deciso di riaccompagnarlo.” Lo corresse James.
“Ti stai mettendo in una grave posizione. Domani tocca a te.” Decretò Remus.
“M a dai! Per così poco?!” Cercò di salvarlo Sirius che aveva riso per tutto il tempo.
“Tu sei in una bruttissima posizione e vedrai quello che ti capiterà dopodomani. Io non dimentico.” Ribatté Remus.
“Suvvia, Star non si è offesa, vero? Dai Star, digli qualcosa!” Cercò aiuto Sirius.
“Io non dico nulla.” Mormorò la ragazza incrociando le braccia. “Ho la voce troppo acuta.”
“Ok, mia sorella se l’è presa, ci hai provato.” James poggiò la mano sulla spalla di Sirius cercando di sollevargli il morale.
Dalla prima fila di banchi si alzò di scatto una ragazza. “Per Merlino! Volete stare zitti?! Qualcuno sta cercando di seguire!”
“Evans, qualcuno qui sta solo cercando di dormire, e nessuno tranne te si è lamentato, nemmeno il professore.” Ribatté Star.
Rüf si voltò verso Lily. “In effetti signorina Evans non ho sentito nulla. Può tornare a sedere così posso proseguire?”
“Ma certo!” Sbuffò Lily lanciando uno sguardo omicida a Star prima di sedersi.
“Non mi dire che voi due avete litigato di nuovo!” Sussurrò James a sua sorella.
“Nah, non credo. Solo che mi da fastidio quando si crede migliore degli altri e a lei da fastidio quando la rimbecco.” Spiegò la ragazza.
“Dovreste essere amiche voi due!” Si esasperò Remus.
“Voi siete miei amici, e la cugina di Sirius.” Replicò lei.
“Ti scrivi ancora con Andromeda?”
“Certo, lei mi sta aiutando a prepararmi per questo Natale. Ora ascoltiamo un po’… altrimenti i nostri voti caleranno e i tuoi genitori e parenti ci odieranno ancora di più, Sirius.”
“Già, studiare per far felici i miei genitori, questo si che mi motiva alla grande.” Sospirò lui.
“Se studierai abbastanza una sera ti faccio uscire con Mary.” Gli promise Star.
“Andata.” Sirius si piegò sul suo foglio bianco e iniziò a prendere appunti.
“E per motivare me?” Chiese suo fratello.
“Se studierai abbastanza non ti riempirò di calci.” Propose lei.
“Mi aspettavo qualcosa di meglio ma se non ho alternative lo accetto.” Mormorò quello deluso ma cominciò anche lui a prestare attenzione alla lezione.
 
 
…………….
 
A pranzo Remus obbligò Peter a mettersi della frutta in testa e posare per una foto, gentilmente offerta dalla macchina fotografica di James sempre pronta a queste evenienze. Poi le lezioni ricominciarono e visto l’eccessivo imbarazzo avuto con la McGranitt quella mattina Peter fu salvo fino a cena. Per questo una volta seduti al tavolo di Grifondoro il ragazzo era piuttosto nervoso, pronto a chissà quale punizione. A quanto pare questo divertiva molto Remus che ogni cinque minuti esclamava “Peter!” come se fosse pronto ad annunciare la punizione ma poi chiedeva solo cose come “passami il sale.”, il povero ragazzo sobbalzava e si rilassava ogni volta entrando sempre di più in un terribile stato d’ansia.
Giunti al dolce Peter era un fascio di nervi e i Malandrini si divertivano a sussurrargli mille ipotesi di punizioni che avrebbe scelto Remus il quale continuava tranquillo a chiamarlo senza motivo.
La cena però finì e i ragazzi andarono a dormire. Peter si stese nel suo letto e si addormentò solo quando fu sicuro che anche tutti gli altri erano ormai caduti in un sonno profondo. La tensione aleggiava ancora su di lui e fece un incubo molto agitato: un drago con la voce di Remus lo inseguiva chiamandolo e tentando i mangiarlo proprio quando il drago lo aveva afferrato per la caviglia strattonandolo si sveglio urlando. Remus lo stava effettivamente trascinando giù dal letto prendendolo per una caviglia.
“Ben svegliato, sono meno dieci a mezzanotte e ho trovato la tua ultima punizione.” Remus gli posò nel pungo sudaticcio una manciata di polvere e lo sospinse verso il camino in Sala Comune seguito dai Malandrini al completo ma Peter non si chiese nemmeno come facesse Star ad essere presente, pensò che presto sarebbe tutto finito.
“Quella è Metropolvere, infila la testa nel camino e dì di portarti nell’ufficio di Lumacorno e poi grida come un galletto, svanisci e hai finito.”
Peter annuì, prese tutto il suo coraggio, infilò la testa nel camino, lanciò la polvere e gridò “Ufficio del Professor Lumacorno.”
I Malandrini lo sentirono solo gridare come un galletto e poi lo videro estrarre la testa completamente rossa fuori dal camino.
“Che è successo?” Chiese James curioso.
“Niente. Ho fatto svegliare il professore, credo.” Rispose il ragazzo sollevato.
“Visto? Non sono così cattivo.” Remus aiutò Peter a rialzarsi e si scusò con lui facendolo tornare a letto.
“Dove hai trovato la Metropolvere?” Domandò Sirius scambiandosi uno sguardo di intesa con James.
“E’ un mio segreto e non ve la affiderò mai. Sarebbe un arma se fosse in vostro possesso.” Spiegò Star decisa spegnando l’entusiasmo sui volti dei suoi amici.
“Ora James, è mezzanotte, voglio la colazione a letto anche domani. E poi inizieremo con le cose serie.” Decretò Remus.
“Wow, hai poca fantasia amico!” Constatò Sirius.
“Non credo, è che mi piace fare colazione a letto.” Replicò quello.
“In effetti non è male.” Star ci pensò un po’ su. “Si, a me piacerebbe fare colazione a letto tutti i giorni. E’ il modo migliore per iniziare la giornata. Bhe, vado a contare i Ciuffoli! Notte!” La ragazza sparì saltellando su per le scale del dormitorio femminile lasciando soli i tre ragazzi che fecero spallucce e andarono a dormire a loro volta.
 
 
……………………
 
 
“Buon giorno splendore.” Sirius si svegliò di soprassalto sentendo queste parole ed ebbe un brivido nello scoprire che venivano da James seduto sopra di lui in boxer.  “Levati, cerbiatto.” Disse rovesciando brutalmente a terra il suo amico.
“Delicatezza.” Commentò Star entrando.
“Vorrei vedere te se lui ti svegliasse così.” Commentò Sirius.
“E’ mio fratello, non mi farebbe ne caldo ne freddo.” Replicò Star.
“Bene, ho portato la colazione, qual è il tuo piano per me oggi?” Chiese James porgendo a Remus un muffin al cioccolato e una tazza di cioccolata calda.
“Direi niente di particolare, per questo posso dirtelo subito: dovrai solo stare attento in classe. E fare altre buone azioni.”
“Io faccio sempre buone azioni!” Replicò il ragazzo occhialuto offeso.
“Si, certo! Tipo quella volta che hai rubato la poltrona a quel ragazzo del secondo anno, o quando hai spinto uno del primo giù per le scale per arrivare primo all’allenamento di Quidditch o quando hai …” Cominciò ad elencare Star ma James la interruppe. “Va bene! Hai reso l’idea, grazie.”
Dopo una rilassante colazione i Malandrini e Peter scesero verso le aule. Le lezioni furono divertenti solo per Star e Sirius che iniziarono a tormentare James per distrarlo cosa che, come Remus continuava a ricordargli di continuo, non poteva fare.
Quando suonò la campanella della pausa pranzo James uscì dall’aula parecchio sollevato ed era quasi tornato sereno come al solito finché non incontrarono Thomas.
“Hei, ciao.” Il ragazzo Corvonero salutò allegramente Star che sorrise dolcemente.
“Ciao, scusa se non ti ho scritto per tutta l’estate non… sapevo che scriverti.” Cominciò subito lei.
“Oh, bhe. Nemmeno io ti ho scritto per lo stesso motivo.” Replicò il ragazzo imbarazzato portandosi una mano dietro il collo.
“Credo che anche se l’avessi scritta non saresti riuscito ad inviarmela. Sai, non ti ho lasciato il mio indirizzo a fine anno.”
“Oh, già… anche quello ha influito, si…”
I due ragazzi si guardarono per un po’ in silenzio e poi Remus parlò. “Potreste recuperare le chiacchiere perse pranzando insieme oggi. Non trovate?”
“Mi piacerebbe tantissimo, e se va bene anche a te e ai tuoi amici ci sto.” Disse Thomas felice.
“Per me va bene.” Star si voltò verso i Malandrini. “E a voi?”
James fece per dire qualcosa ma Remus lo bloccò. “A noi sta bene e anche a James sta bene, perché lo dico io.” Decretò e James gli lanciò uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo ma Remus resse perfettamente e condusse i suoi amici verso la sala da pranzo.
“Senti, c’è ancora bel tempo in questo periodo, quindi… se ti va potremmo prendere qualcosa e mangiare fuori.” Propose Thomas.
“Mi andrebbe molto. Andiamo.” Star si diresse decisa verso il tavolo dove prese un cesto di frutta e lo rovesciò per riempirlo in fretta di panini e bibite e di nuovo frutta. Poi tornò dal ragazzo.
“Wow, hai fatto in fretta.” Commentò lui allegro.
“Già. Era per potermi allontanare presto da qui.” Spiegò lei.
“Prima che il tuo amico Remus perda il controllo di tuo fratello intendi?” Chiese Thomas.
“si, esatto. Ora andiamo.” Si indirizzarono verso il parco.
“Credo di non piacere molto a tuo fratello, mi dispiace perché voi due sembrate molto legati. Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
Star stese il proprio mantello a terra e guardò il Corvonero fare lo stesso e cautamente rispose. “No… non credo. Solo che ci stai provando con me e a lui non va giù che un ragazzo ci provi in generale.”
“Chi ti ha detto che ci sto provando con te?” Replicò il ragazzo sfrontato.
“Ah, nessuno. Solo Remus. Sirius. La gelosia di James. Alcune mie amiche…” Elencò Star.
“Ok, ok. E’ evidente, non ho scuse.” Si sedettero vicini e iniziarono a mangiare e subito dopo Thomas parlò ancora. “Ma, dato che ormai sai che ci sto provando con te, tu che ne pensi?”
“Di cosa?” Domandò lei sorpresa
“Di me… e di un probabile noi… sai… potremmo stare insieme un po’ più spesso, uscire ad Hogsmeade noi due soli…. Cose del genere…”
Star gli prese la mano dolcemente e lo fissò con i suoi grandi occhi cobalto. “Mi piacerebbe in realtà ma voglio che prima tu sappia alcune cose di me: gli altri dicono che io non ho avuto un infanzia facile e non so in che senso ma sono cresciuta un po’ distante dalla civiltà e non voglio che tu provi pena o compassione per me voglio solo che tu capisca che a volte non sono in grado di capire come funziona per esempio una storia d’amore tra due persone e spesso non capisco molto cose che riguardano i sentimenti o la sfera emotiva quindi se proprio ti va di uscire con me devi essere pronto a questi e molti altri problemi.” Spiegò lei tutto d’un fiato.
“Bene allora. Uscirò con te volentieri e non ti chiederò del tuo passato ma sappi che sono qui se vuoi parlarmene. Ah, e ti spiegherò tutto ciò che riguarda una storia romantica. E ci andrò molto piano con te… sai rispetterò tutti i tuoi tempi.”
“Davvero?” Chiese lei inclinando leggermente la testa a sinistra e fissandolo incuriosita.
“Certo. Per esempio ora sei davvero dolcissima quindi vorrei baciarti, se posso.” Replicò lui.
La ragazza annuì piano e Thomas le si avvicinò con calma lasciandole un bacio leggero sull’angolo del labbro. Star chinò per un secondo al testa verso il basso puntando il volto leggermente a sinistra e la frangetta le coprì il viso.
“Tutto bene?” Il ragazzo le riprese la mano preoccupato.
“Certo.” Lei alzò lo sguardo e sorrise.
Finirono di pranzare scherzando e parlando allegramente del più e del meno e poi dovettero tornare al castello e dividersi per tornare a lezione.
“Ciao, ben tornata.” La salutò Remus quando si sedette accanto a lui a Rune Antiche.
“Come è andata con James e Sirius?” Chiese lei.
Il suo amico sorrise. “Momentaneamente hanno un’ora libera e so che non la useranno per architettare qualcosa. Perché grazie a questa fantastica scommessa gliel’ho proibito.”
“Ti ringrazio, per quello che hai fatto, e per essere così meravigliosamente te.” Star lo abbracciò con forza e poi sorridendo si misero a seguire la lezione in pace.
 
 
……….
 
 
Appena usciti dall’aula di Rune Antiche James e Sirius si materializzarono accanto a Star.
“James ti vieto di preoccuparti o di porre domande.” Intervenne subito Remus.
“Allora come è andata?” Chiese Sirius sorridendo a James.
“Non ti risponderò, Sirius. Posso avere dei piccoli segreti con te. E a dire il vero se Remus non me l’ha chiesto potevi farne a meno anche tu.” Replicò la ragazza.
“Accidenti! La piccolina graffia!” Si finse offeso Sirius. “Bhe, c’ho provato amico.” Aggiunse battendo piano la spalla di James che guardò sua sorella con uno sguardo supplichevole.
“Stai tranquillo! Abbiamo fatto un picnic e abbiamo deciso che potremmo iniziare ad uscire insieme più spesso. Tutto qui.” Lo rassicurò lei.
James annuì e si avviarono tutti verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Appena giunsero nei pressi della porta Star afferrò la manica di suo fratello e lo trascinò lontano dai loro amici che entrarono nell’aula ignari. “Mi ha baciato, appena appena, sull’angolo del labbro. Ora è davvero tutto.”
“Grazie.” Mormorò James baciandola tra i capelli e stringendola forte a sé. “Andiamo a lezione.”
Presero posto acconto ai loro amici e Peter arrivò qualche secondo dopo.
All’improvviso entrò un professore che in gioventù doveva essere stato piuttosto alto ma che ora si era un po’ ingobbito e in più aveva un tic nervoso all’occhio destro. “Sono il professor Wood, smidollati. Come voi smidollati avete sentito dal professor Silente ho preso il posto della professoressa Hough per rendere voi banda di smidollati una banda di un pò meno smidollati. Chiaro smidollati?!” il silenzio calò all’istante nella stanza e James scrisse in fretta su un foglio.
“Quando è che abbiamo cambiato professore?”
Remus lo lesse e sospirò mentre scriveva la risposta. “Lo ha annunciato Silente mentre voi eravate troppo distratti dalla vostra nuova idea alla cena di benvenuto.”
Sirius strappò il foglio di mano a James e lo lesse assumendo un’espressione di improvvisa illuminazione che fece scuotere la testa con esasperazione a Remus e Star.
“Perfetto, smidollati. Se non avete domande smidollate fuori le bacchette.”
“Gli piace molto la parola ‘smidollati’.” Commentò James fra i denti in modo che solo Sirius potesse sentirlo o almeno così credeva.
“Tu, smidollato con gli occhiali in ultimo banco!” Lo apostrofò il professore.
James si alzò in piedi passandosi la mano tra i capelli. “James Potter.”
“Non mi interessa smidollato. Respingi questo.” Un lampo di luce rossa scaturì dalla bacchetta del professore e James fece a malapena in tempo a gridare “Protego!”. L’incantesimo di protezione funzionò alla meraviglia ma l’insegnante non sembrava affatto contento.
“Usate ancora gli incantesimi verbali, che smidollati.” Il signor Wood fece risiedere James ma per tutta la lezione continuò a chiamare a caso dei ragazzi per lanciargli contro qualche strano anatema. Due Grifondoro e tre Corvonero ne uscirono con bubboni sul viso, zampe di gallina o strane corna al posto dei denti.
“Se vuoi ti accompagniamo da Madama Chips, Jane.” Propose Lily alla sua amica.
Star si fermò e fissò la povera Jane con delle strane sceglie su viso e mani e schioccò le dita, in un attimo scomparve tutto. Jane si toccò il viso sbalordita. “Grazie Star.”
“Non c’è di che. Ci vediamo questa sera in dormitorio. Buona cena.” Le augurò lei andando poi via con il resto dei Malandrini.
“La mia giornata da bravo ragazzo è quasi finita, giusto?” Chiese James mentre si dirigevano al dormitorio dei Grifondoro per poter poggiare le loro borse e prepararsi per la cena.
“Si, quasi finita  ma vedrai che ti troveremo qualche altra buona azione da fare.” Annunciò Remus. “Però non dovrai più prestare attenzione alle lezioni quindi non credo che farai fatica da ora in poi.”
 
 
…………………..
 
 
Quella notte in una torre speciale una ragazza guardava il cielo seduta sul balcone della finestra.
“Sei qui.” James entrò nella stanza piano e si sedette con calma vicino a sua sorella.
“Piuttosto ovvio, no?” Commentò lei.
“Mi piace il fatto che vieni sempre qui, così so dove trovarti.”
Star sorrise. “Mi piace venire qui. Mi sembra di stare tra le tue braccia in questa torre.”
Suo fratello la abbracciò dolcemente. “Se vuoi stare tra le mie braccia ti basta chiederlo.”
“Lo so. Ma qui sono sola. E mi aiuta a pensare a volte. Però sono felice quando arrivi.”
“Bene. A cosa pensavi?”
La ragazza sospirò. “A noi Malandrini e a quello che ci aspetta dopo la scuola. Ho pensato che infondo siamo già al quarto anno e … ne mancano pochi ormai.”
“Non preoccuparti. Comunque vada saremo con te. Sempre. Io sposerò Lily e tu… un bellissimo ragazzo che approverò. E poi Sirius sarà sempre Sirius. Remus avrà la sua dolce mogliettina e ci ritroveremo sempre a casa nostra e saremo sempre una famiglia.” Immaginò James felice.
“Sirius… questa estate avete parlato di un bel po’ di cose vero?” Chiese lei.
“Già, ha qualche problema con le donne.”
“Si… forse le donne gli piacciono troppo o forse lui piace troppo a loro.” Star guardò suo fratello che stette in silenzio. “Scusa, non sono affari miei. Riguarda solo voi due.”
“Mi piacerebbe che ne parlaste, così non sarebbe tanto difficile.” Sospirò James.
“MA poi non sarebbe più una cosa vostra, e poi mi piace. Questi vostri segreti, questo vostro legame. E’ forte, devi cercare di mantenerlo.”
Il ragazzo annuì. Sua sorella si alzò e si avvicinò alla porta pronta a lasciarlo solo, poi si voltò solo per un secondo. “Proteggilo da sé stesso. Come sai fare solo tu.”
James si voltò verso la porta sorpreso ma lei se ne era già andata. Così il ragazzo fissò una stella molto luminosa in cielo vicino alla costellazione dell’Orione. “Proteggerlo da sé stesso…”
 
 
 
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Buona sera!
Allora, avrei voluto mettere in questo capitolo tutti e quattro i giorni delle punizioni ma mi è venuto già piuttosto lunghetto, voi aspettate da moltissimo tempo e io ho un meraviglioso nuovo impegno per domani quindi ho pensato di pubblicare il capitolo così per farvi un piccolo regalo e cercare di pubblicarne un altro entro la prossima settimana.
Ora non uccidetemi, so che vi ho fatto penare ma spero che vi piaccia.
Grazie a tutti voi che mi seguite e che mi sostenete con i vostri continui incitamenti. Siete i followers migliori di sempre.

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Capitolo 3
*** Il Giustiziere colpisce ancora ***


Il giorno successivo Sirius svegliò tutti battendo rumorosamente due padelle l’una contro l’altra.
“Smettila, Felpato!” Si lamentò James mettendosi un cuscino sopra la testa.
Remus si alzò di malavoglia per andare in bagno e Peter continuò a rigirarsi pesantemente nel letto. In quel momento Star entrò infuriata nella stanza quasi buttando giù la porta con un calcio.
“Sirius Orion Black, dacci un taglio!” Gridò severa. Sirius ammutolì e posò con cautela le padelle a terra afferrando un vassoio pieno di pasticcini al cioccolato e una tazza di cioccolata calda e porgendoli alla ragazza. “Grazie.” Replicò lei sedendosi su una poltroncina vicino alla finestra.
“Tutto bene?” Le chiese Remus uscendo dal bagno e afferrando un dolcetto al cioccolato.
“Si, solo che per una volta stavo dormendo davvero bene. E qualcuno ha deciso di svegliarmi all’improvviso.” Spiegò la ragazza.
“Ti capisco. Allora Sirius, come detto ieri sera oggi dovrai comportarti da bravo cucciolo con Star e non pianificare nulla con James. Poi nel pomeriggio starai a studiare in biblioteca e se non avremo niente da studiare leggerai un libro. Il resto lo deciderò durante il giorno, ah e ottimo lavoro con la colazione.” Dopo aver ricapitolato i suoi ordini Remus passò a Star una scatola di biscottini per cani. “Ti ha obbedito e dato la colazione, giusto? Quindi dagli un biscottino.” La incitò poi.
“Oh, ecco perché era così gentile. Ma Rem, sono biscotti per cani!” La ragazza fissò la scatola sconvolta.
“Oh, no. Sono biscotti normali in realtà, solo che ho deciso di metterli lì così dovrebbe essere più umiliante. Ho fatto più o meno quello che gli avresti fatto tu ma se non ti soddisfa dovrà obbedire anche a tuoi ordini oggi, se io li approverò. Questo per insegnare a Sirius a comportarsi meglio nei tuoi confronti.” Decretò Remus.
“Ecco, vedi? Lunastorta pensa che io sia una persona orribile e che ti tratto male, ma ora digli che non è così.” Intervenne Sirius.
“Devo ricordarti tutte le volte che ti sei intromesso nei miei affari o che mi hai contraddetto o altro? Credo sia una punizione abbastanza giusta. Grazie Rem.” Ribatté Star felice.
“Oh, sei orribile!” Sbottò il ragazzo.
“Ioooooo? Nah!” Rise lei. “Ora seduto.” Sirius fece uno strano sorriso simile ad un ghigno e si sedette sul pavimento. “Prendi il biscottino!” Il ragazzo prese al volo direttamente in bocca il dolcetto lanciato da Star. “La cosa più bella di tutto e che oggi potrò farti ingrassare a mio piacimento.” Commentò lei sempre più contenta.
“Sirius Black non ingrassa e non ingrasserà mai! Forse sarai tu ad ingrassare con tutta quella cioccolata che ti mangi.” Il ragazzo le fece una linguaccia.
“Ecco vedi… era di questo che parlavo.” Sbottò Remus. “Sii carino oggi.”    
Sirius sbuffò ma annuì.
“Bene, noi siamo pronti se a voi interessa!” James sventolò entrambe le bracci in aria cercando di attirare l’attenzione dei suoi amici verso di sé e Peter già perfettamente vestiti e pronti accanto alla porta.
“Si, ora andiamo.” Remus guidò il gruppo verso l’aula della prima lezione del giorno, Trasfigurazione. La McGranitt si stupì piacevolmente dell’attenzione ricevuta dai Malandrini e si congratulò con piacere con loro per gli ottimi risultati ottenuti nell’esercitazione pratica.
La mattinata passò in fretta e all’ora di pranzo i Malandrini si sedettero insieme e proprio appena iniziarono a mangiare Lily e la altre compagne di dormitorio di Star arrivarono di corsa circondandola.
“Quelle del settimo anno fanno una festa solo per donne, proprio questo sabato sera e tu devi aiutarci.” Sophia le strinse il braccio talmente forte da bloccarle la circolazione.
“Si! Ti prego, ci aiuterai a vestirci bene e a truccarci, pettinarci e tutto il resto, e poi devi venire con noi, hanno invitato quelle del sesto e del quinto anno e si sarebbero fermate lì se solo non fosse che tu sei del quarto anno!” Esordì Ann.
“Quindi ci hanno promesso che siamo le benvenute se riusciamo a portare anche te.” Quasi urlò Sophia.
“In pratica; sei il nostro biglietto di entrata. Lo so che è davvero brutto chiedertelo. Io non ero d’accordo all’inizio ma Sophia dice che tu ci aiuteresti volentieri e dice che andare a quella festa farà bene a tutte noi e sarà un ricordo memorabile di Hogwarts…” Spiegò timidamente Jane.
James si alzò in piedi sconvolto e fece per parlare ma Sirius fu più veloce. “In pratica volete esibirla come un trofeo. Non vi vergognate?!”
“Ve lo avevo detto che i suoi paladini non glielo avrebbero mai lasciato fare.” Sbuffò Lily.
“Sirius. Zitto, è un ordine.” Lo sgridò Star. Sirius volse lo sguardo verso Remus che sospirò e annuì concordando l’ordine della sua amica. “Siediti e prendi il biscottino.” Star lanciò al giovane Black un altro biscotto che lui afferrò con la mano prima di sedersi a mangiarlo.
“Hai ammaestrato Black?” Chiese la rossa piacevolmente sorpresa.
“Solo per oggi, ha perso una scommessa.” Spiegò la mora.
“Forse lui si, ma io no. Quindi posso ancora dire ciò che voglio.” James la guardò nel profondo degli occhi. “Vuoi davvero farlo? Andare lì e essere al centro dell’attenzione? Sapere che probabilmente quelle ragazze vogliono solo importunarti o farti domande scomode?”
Star rispose al suo sguardo, quegli occhi nocciola che la fissavano dicevano solo una cosa: James aveva paura per lei, ma non le avrebbe impedito di farlo. “Si, Jame. Voglio andarci lo stesso, magari poi andrà meglio di quello che crediamo, non si può mai sapere.”
“Ok, come vuoi.” Suo fratello si risedette e continuò a mangiare tranquillo il pranzo.
“Wow! E’ stato così facile?” Fece Sophia stupita.
“Star è una donna libera. Cerchiamo solo di proteggerla.” Ribatté Sirius lanciando alle povere ragazze uno sguardo di fuoco.
“E mia sorella cerca di proteggere noi, si, il suo lavoro è di sicuro più difficile del nostro. Forse è per questo che siamo iperprotettivi.” Scherzò James alleggerendo l’atmosfera.
“Bene!” Esclamò allegra Sophia. “Allora domani iniziamo a scegliere il look e poi…”
“No, mi dispiace, domani ho un impegno. Vedrai che due giorni di preparativi basteranno.” La bloccò subito Star sorridendo.
“Certo, non vogliamo disturbarti oltre. A sta sera.” Jane trascinò via le altre ragazze rpima che Ann e Sophia potessero immischiarsi oltre.
“Sono molto dolci, infondo.” Commentò Remus.
“Già.” Concordò Star.
 
…………..
 
Le lezioni del pomeriggio filarono lisce come l’olio e Remus riuscì persino a costringere Sirius a raccogliere una penna caduta a Severus.
“Quell’ingrato!” Sbottò Sirius una volta usciti dall’aula. “Avete visto come mi ha strappato di mano la sua untissima penna?!”
“Sarà perché voi tre non siete mai stati gentili con lui?” Domandò Remus.
“No, hanno ragione, proprio uno sporco ingrato, ecco cos’è!” Sibilò Peter cercando di tenere il passo con James che preso da un incredibile attacco di energia si era quasi messo a correre per i corridoi.
“Wow! Il piccoletto parla bene, hai ragione Peter, si merita proprio una bella lezione. Dopo che la punizione di Remus si sarà afflitta su tutti noi e dopo che mia sorella avrà finito di dedicarsi alla festa di sabato troveremo un modo per fargliela pagare.” Concordò James.
“Spero che per quell’ora ve ne sarete dimenticati. E adesso… in biblioteca!” Esordì Remus felice.
I Malandrini entrarono silenziosi e passarono con calma tra gli scaffali cercando qualcosa da leggere per passare il tempo. James scelse un libro sulla trasfigurazione avanzata e dopo aver confessato a Star che stava cercando qualcosa sugli Animaghi la ragazza ne prese uno simile a sua volta pronta ad aiutarlo nella ricerca. Remus si dedicò a rinforzare Pozioni, la materia in cui era il peggior disastro mai visto. Peter afferrò un libro a caso tanto poi iniziò a scarabocchiare cose a caso su un foglio di pergamena e Sirius scelse un libro che poi cambiò quasi subito e molte volte come al suo solito prima di trovare quello giusto.
Madama Pince passò di lì e rimase ferma ben due minuti a fissare quei ragazzi fermi in perfetto silenzio a leggere. Era sbalordita. La donna voleva quasi andare a chiamare la professoressa McGranitt ma in quel momento Star alzò lo sguardo fissandola dritta negli occhi. “Stiamo pianificando qualcosa di malvagio, anche se non sembra.” Disse la ragazza semplicemente. La bibliotecaria allora alzò lo sguardo rassegnata e se ne andò via.
Remus fissò la sua amica sorpreso.
“Hei, quella voleva rovinarci la reputazione e andare a chiamare la Mc solo perché eravamo fermi e silenziosi! Non potevo permetterlo!” Si giustificò lei.
“Sorellina sei la migliore!” La ringraziò James abbracciandola forte.
“Ma dici che in biblioteca si possono trovare davvero buone idee per gli scherzi?” Chiese Peter.
“Ovvio! Devi vedere questo posto come un concentrato di incantesimi di diversi tipi che potrebbero causare effetti imbarazzanti o cattivi. Non dirlo a James e Sirius ma è da cui che io prendo le mie idee migliori.” Spiegò Star. Gli occhi di Peter si illuminarono e il ragazzo corse a cercare altri libri più interessanti.
James e Sirius la osservarono attentamente. “Ma tu lo sai che noi siamo qui?” Le chiese Sirius.
“E che abbiamo sentito tutto?” Continuò James.
“Certo. Ma non so se Peter se ne è reso conto...” Replicò lei prima di scoppiare in una dolce risata il più silenziosamente possibile.
“Svitata.” Commentò Sirius.
“La gentilezza, Felpato. Chiedi scusa, mangia il biscottino e torna a leggere.” Lo rimbeccò lei lanciandogli un biscotto.
Sirius lo prese e bofonchiò delle scuse prima di tornare a leggere stravaccato sulla sedia con i piedi sul tavolo. Star sorrise notando due ragazzine del primo anno osservarlo estasiate da dietro uno scaffale lì vicino poi si alzò silenziosa e si allontanò per un po’ vagando tra i libri finché non trovò il tavolo dove Thomas e i suoi amici stavano già studiando per i G.U.F.O..
“Hei!” Star richiamò la sua attenzione rimanendo però a debita distanza. Thomas si alzò sorridente e la raggiunse dietro uno scaffale per poter parlare in privato.
“Ciao, che succede?” Le chiese lui curioso.
“Bhe, tu mi hai detto che ti sarebbe piaciuto vedere la cucine una volta, e io ti ho detto che ti ci avrei portato questo sabato, ma non posso. C’è una festa per sole donne e se io non ci vado non potrà andarci nessuna delle mie compagne, quindi…” Iniziò a spiegare Star bloccandosi all’improvviso.
“Quindi non vuoi deluderle.” Concluse Thomas. “Lo capisco. Noi andremo alle cucine un’altra sera.”
“Grazie. Sei… carino a lasciarmi andare.” Si sorprese lei.
“Bhe, se ti faccio questo favore vuol dire che tu ne devi uno a me. E non ti dirò subito cos’è.” Replicò il ragazzo.
“Uhm, mi sembra giusto. Allora ci vediamo. Ciao.” Rise Star prima di voltarsi e sparire tra gli scaffali.
La ragazza tornò a sedersi accanto a suo fratello sorridendo leggermente.
“Tutto bene?” Le chiese.
“Si, certo, ho solo rinviato un appuntamento.” Lo rassicurò lei.
 
…………
 
 
Quella sera a cena Star fece buon uso del suo potere su Sirius trasformandolo in un dolce e obbediente cagnolino. Gli fece anche mangiare solo cose sane, più i biscotti per cani. Un gruppetto del primo anno se la rideva alla grossa guardando Sirius prendere al volo con la bocca tutti i biscottini che Star gli lanciava, ormai quel gioco stava diventando una vera e propria sfida dato che i lanci di Star erano sempre più difficili. James sorrideva tranquillo mentre ascoltava tutte le idee di Peter per vendicarsi di Mocciosus e Remus era stato chiamato da Madama Chips per prepararsi al suo Piccolo Problema Peloso in arrivo.
Dopo cena i Malandrini si radunarono nel dormitorio maschile del quarto anno.
“Ma la luna piena non è stata lunedì?” Chiese Peter preparandosi per andare con i suoi amici alla Stamberga Strillante.
“Si ma i genitori di Remus hanno scritto per avvisare la scuola che grazie alle cure che Remus ha fatto potrebbero esserci dei ritardi d’ora in poi.” Spiegò James.
“Ma allora come facciamo a sapere quando Remus si trasformerà?” Insistette Peter.
“Remus ormai è abbastanza bravo da capire come funziona la trasformazione e riconoscere i sintomi di quando avverrà, non vi siete accorti che era pallido oggi? Però non ha perso molte energie, sta diventando bravo.” Commentò Star.
“Chissà se quelle cure funzionano davvero…” Si domandò Sirius.
“Non lo so. Ma questa sera lo scoprirò di certo.” Replicò la ragazza.
“Che vuol dire che lo scoprirai? Dov’è il noi?” Si allarmò James.
“Voi sta sera non venite. Non sappiamo ancora come sono le sue trasformazioni dopo queste cure. Potrebbero essere più pericolose.” Si impuntò la ragazza.
“E’ proprio per salvarti dal pericolo che di solito veniamo anche noi.” Le ricordò Sirius.
“Sentite, sapete benissimo che so cavarmela da sola e che se vuoi venite sarò io poi a dover badare a voi. Vi prometto che se le cose si mettono male scapperò.” Star aprì la finestra e fece apparire dal nulla la sua scopa. “Ci vediamo domani mattina.” Salutò prima di saltare a cavalcioni della scopa e volare fuori dalla finestra, i capelli corti e ribelli al vento, gli abiti leggeri che le svolazzavano attorno al corpo.
La ragazza atterrò proprio dietro l’albero e in un attimo si ritrovò a gattonare nel passaggio segreto. Raggiunse Remus qualche secondo prima della trasformazione.
“Sei sola come ti avevo chiesto?” Si preoccupò subito lui.
“Si.”
“Mi dispiace, so che sto chiedendo di fare una cosa molto pericolosa… ma ho paura.”
“Lo so, lo capisco.”
“Forse non mi trasformerò subito. Da quello che ricordo della clinica lì le trasformazioni erano più brevi ma più dolorose e confuse e io ….”
“Lo so… passavi dei minuti terribili in attesa di trasformarti.” Concluse lei. “Per questo ho le carte.” Annunciò estraendo dalla tasca un mazzo di carte Babbane.
Remus sorrise debolmente. La sua amica non sarebbe mai cambiata.
Si misero a giocare a carte e il ragazzo quasi si dimenticò di cosa stavano aspettando. Finché all’improvviso non arrivò il dolore.
Star vide Remus contorcersi e tentare disperatamente di non gridare ma non ci riuscì e lei non poté far altro che stare lì ad osservare il suo amico soffrire, gli prese la testa poggiandosela in grembo e accarezzandogli i capelli finché non ci fu solo pelo da accarezzare e poi s allontanò piano a quattro zampe.
Lunastorta era famelico. Incominciò a distruggere ogni cosa ed attaccare la ragazza, era come se anni di esercizio insieme fossero stati brutalmente cancellati. Erano tornati al punto di partenza.
E Piumadoro si lasciò colpire.
 
…………
 
Il mattino dopo Star riuscì a rientrare dalla finestra lasciata aperta dai suoi amici solo poco prima che iniziasse a schiarire. Atterrò pesantemente sul pavimento svegliando James e Sirius.
“Che succede?” Chiese suo fratello preoccupato.
“La trasformazione dura meno. Si trasforma tardi e ritorna umano presto, ma è terribile. Ero sfinita e mi sono addormentata, ho schivato Madama Chips di pochissimo.” La ragazza barcollò verso il letto di Remus e si lasciò cadere su di esso, le ferite erano già tutte quasi rimarginate ma lei era esausta.
“Quanto è stato brutto?” Domandò Sirius con cautela.
“Molto brutto.” Rispose lei prima di addormentarsi.
Dopo qualche ora i ragazzi la svegliarono. La colazione era già stata portata nel dormitorio e Remus stava rientrando proprio in quel momento.
“Tutto bene?” Si preoccupò lui subito guardando la sua amica stesa sul suo letto.
“Ora va molto meglio.” Replicò lei. “Tu?”
“Solo un violento mal di testa. Ma sono pronto a darti gli ordini di oggi!” La rassicurò lui.
“Giusto! Vai.” Si emozionò Star.
“Prima la colazione.” Decretò Remus.
Mangiarono in fretta e scesero alla prima lezione di Erbologia alle serre.
“Allora Star, oggi dovrai essere gentile con Sirius e con Lily.” Ordinò Remus.
“Io sono sempre gentile con Sirius e Lily.” Sbuffò quella.
“Non sempre.” Le ricordò Sirius stesso.
“Ok, ok… e poi? Tutto qui?” Domandò lei.
“No, peggio.” Remus sorrise malignamente. “Dovrai passare la giornata con le ragazze e… indossare questo.” Il ragazzo le porse un ferma capelli con un cuoricino rosa enorme e sgargiante.
“Non puoi farmi questo, Rem. Io ti voglio bene!” Esclamò Star terrorizzata.
“Invece posso. Ora metti questo e vai.” Ordinò il ragazzo.
“Uh, crudele!” Si stupì James.
“Gia! Geniale. Star, salutami dolcemente mentre te ne vai.” Aggiunse Sirius felice.
“Tu sai benissimo che genere di saluto vorrei porgerti in questo momento, Sir Villano Black. Ma sarò dolce e carina perché Remus ha deciso così. Solo per questo.” La ragazza afferrò il fermacapelli e raccolse due ciocche ai lati del viso appena sopra le orecchie portandole dietro la testa e bloccandole insieme con il cuoricino. “Buona giornata.” Aggiunse poi allontanandosi sorridendo.
“Credi che ti odierà per questo?” Chiese Sirius a Remus.
“No, mi vuole troppo bene, ma forse odierà te. Quindi goditi questa giornata.” Replicò quello.
“Lo farei ma tu l’hai mandata dalle ragazze quindi non può essere gentile con me.” Protestò Sirius.
“Ops, errore mio.” Rise Remus.
“Tu sei diabolico!” Si entusiasmò James non potendo fare a meno di abbracciare il suo amico.
 
 
………..
 
“Hei, in vista della festa vorrei passare un po’ di tempo con voi. Se vi va.” Star si avvicinò alle sue compagne che la accettarono di buon grado.
“Siiii! Oh, guarda che fermacapelli carino! Te lo ha regalato Remus. Che dolce!” Esclamò Sophia felice.
 “Ti sei liberata delle tue guardie del corpo?” Commentò acida Lily.
Star fece per risponderle in malo modo ma poi prese un respiro profondo e sorrise. “In realtà si, giornata libera!” Disse allegra. “E si, me lo ha regalato Remus.”
Jane fissò il fermacapelli con un pizzico d’invidia che nessuno notò tranne Star e forse Lily. Le ragazze ricominciarono a trapiantare i fori di aconito in vasi più spaziosi e Star prese in disparte Jane.
“Senti, mi faresti un favore?” Le chiese la mora con gentilezza. Jane annuì piano. “Avrei bisogno che comunicassi a Remus che sto facendo tutto come lui desidera fin ora.”
“In che senso?” chiese la ragazza timida.
“Lui capirà fidati, digli esattamente questo. Vai.” Star la spinse dolcemente verso Remus e gli altri.
Remus la vide arrivare e fermarsi a poca distanza così le si avvicinò incuriosito lasciando Sirius, James e Peter a litigare su come era meglio trapiantare l’aconito.
“Hai bisogno di qualcosa?” Le chiese gentile quando le si fu avvicinato.
“Si, … cioè… no. Solo che Star mi ha detto di dirti che sta facendo tutto come vuoi tu o una cosa così io non so….” Iniziò a balbettare lei.
“Oh, si. Ho capito tranquilla.” Cercò di calmarla lui. “E tu… come stai?” Domandò poi a sorpresa.
Jane arrossì lievemente. “Sto, bene, credo… si , insomma. Aspettiamo tutte con ansia la festa di sabato e …. Tutto qui.”
“Oh, già. La festa. Spero che vi divertirete.” Le augurò il ragazzo.
“lo spero anche io. Ann dice che mi aiuterà a superare la mia timidezza.”
“Oh, può darsi, io l’ho superata in modo molto brusco grazie a quei due quindi direi che dovresti fidarti delle tue amiche.” Le confidò lui accennando a James e Sirius dietro di lui.
“Gia, spero che funzioni anche per me allora…” commentò Jane facendo spallucce.
“Remus! Che succede se la pianta sprofonda?” Gridò James allarmato.
“Come sprofonda?!” Gli urlò in risposta Remus per niente pronto a beccarsi un brutto voto in Erbologia solo per colpa di quei tre assassini di piante.
“Io… credo che dovresti andare… e anche io, si.” Balbettò Jane.
“Oh, si. Ci vediamo.” La saluto Remus un po’ dispiaciuto prima di correre verso i suoi amici per cercare di prendere in mano la situazione e ricevere almeno una A.
“Come è andata?” Chiese Lily a Jane quando quella ritornò vicino a loro.
“In che senso?” Fece finta di non capire quella.
“Jane, lo sappiamo tutte che ti piace quel Lupin. Sputa il rospo.” Ribatté Sophia mentre girava e rigirava il vaso per trovare l’angolatura migliore da mostrare alla professoressa.
“Ma … io…” Jane diventò fucsia per l’imbarazzo e cominciò a guardarsi in torno in cerca di aiuto. “La professoressa sta arrivando!” Esclamò come ultimo tentativo.
“Nah, è ancora distante.” La neutralizzò Ann avvicinandosi all’amica per sentire meglio le novità.
“Io i fiori li voglio blu!” Esclamò Star e con un schiocco di dita i fiori viola delle loro piantine divennero azzurrini.
Sophia inorridì. “Che hai fatto?”
“Star riportali alla normalità ora, la professoressa Sprite è quasi qui.” Commentò Lily tranquilla.
Ma Star la guardò completamente inespressiva. “Non posso.”
“Come non puoi!” La aggredì Ann afferrandole il colletto della divisa e strattonandola.
“Non so come si fa.” Replicò Star sempre più rilassata.
“Potter, riporta quei fiori alla normalità subito! La professoressa è quasi qui!” Si allarmò Lily. Tutte le ragazze si fecero attorno a Star e quando la professoressa si voltò per osservare il loro lavoro tutte chiusero gli occhi in attesa della terribile reazione che avrebbe avuto.
“Ottimo lavoro ragazze. Come sempre.” Si complimentò Pomona.
Lily fu la prima a riaprire gli occhi sorpresa per notare che i fiori erano tornati esattamente del loro colore naturale. Poi se ne accorsero anche le altre e si voltarono tutte sconvolte verso Star che fece loro un occhiolino. “Vi ho fregate!”
Tutte quante scoppiarono poi in una fragorosa risata  che fece voltare tutti verso di loro. James incrociò gli occhi di sua sorella che gli sorrise facendo spallucce. James le sorrise in risposta e dentro di sé poteva dirsi il fratello più fiero del secolo.
 
………….
 
Quella notte Remus fece fatica ad addormentarsi. Provò e riprovò ma niente. Così decise di andare un po’ a leggere in Sala Comune ma quando scese le scale trovò Star seduta a leggere su una poltrona.
“Sveglia anche tu?” Le chiese.
“In realtà io sono il motivo per cui sei sveglio, scusa. Avevo bisogno di parlarti.” Spiegò lei.
Remus annuì comprensivo e si sedette di fronte a lei. “Dimmi.”
“Perché non me lo hai chiesto?”
“Chiesto cosa?”
“Di parlare a tutti di quello che hai trovato nel mio diario. So che volevi farlo, perché non lo hai fatto?”
“Oh. Quello…” Il ragazzo ammutolì.
“Ci hai pensato tutto il giorno.” Disse piano Star ma Remus non capì se voleva essere una scusante per avergli letto nel pensiero o un incitamento a parlare.
Il ragazzo prese un respiro profondo. “Tu… non l’hai mai detto a nessuno?”
“Forse a James.”
“Come forse? Come fai a non ricordartelo?!”
“Remus calmati, per me non è un grande evento come per te. Io cerco solo di superare il tutto e andare avanti. Si, lo so. Ho fatto impazzire un ragazzo e un altro si è suicidato ma non… ”
In quel momento sentirono un rumore provenire dalle scale del dormitorio maschile e si voltarono per vedere Sirius e James in piedi e immobili.
“Ok.” Disse Star. “Ora lo sapete. Ora sapete davvero qual è il peso di essere così dannatamente perfetta e non poterlo nemmeno controllare. Ero piccola, e volevo solo provare a renderli più compassionevoli nei miei confronti e invece...”
James si mosse verso di lei e l’abbracciò. “Può bastare così. Ora sei al sicuro.”
La ragazza si lasciò stringere e si calmò subito.
“Mi dispiace.” Mormorò Remus.
“Oh, Rem! Non fa niente davvero! Non è colpa tua, e comunque ti ho dato quel diario apposta lo sai. Va bene così.” Lo rassicurò lei correndo ad abbracciarlo.
“Bhe… Direi che è ora di tornare a dormire.” Annunciò la ragazza allegra.
“Come vuoi.” La assecondò Sirius infilandosi le mani nelle tasche del pigiama e cominciando a risalire le scale insieme ai suoi due amici. “Buonanotte.” Le augurò prima di sparire.
Star rimase sola. Eppure sapeva, dentro di lei, che non sarebbe più stata davvero solo per tutto il resto della sua vita.
 
 
 
****
 
 
Ragazzi!!!!!!!!!!!! L’ho finito! In tre giorni! Pazzesco!
Lo so… in teoria ve lo avevo promesso per un casino di tempo fa ma purtroppo la gente è cattiva e non capisce. Però ora a parte un paio di esami avrò un po’ più di tempo a mia disposizione quindi forse riesco a  pubblicare un altro capitolo a breve.
Nel frattempo spero di aver soddisfatto la vostra curiosità in proposito alle punizioni del nostro Giustiziere.
 
Ciao ciao

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Capitolo 4
*** La Festa dei Ricordi ***


Venerdì sera James, seduto con Sirius, Peter e Remus in Sala Comune cercando di fare i compiti per il lunedì, continuava a sbuffare senza sosta.
“Smettila Ramoso, o ti faccio smettere io.” Lo minacciò Sirius.
“Ma hanno rapito mia sorella! Non la vedo più da giorni!” Si lamentò lui.
“Oh, dai. Lasciala stare un po’ con le ragazze. Sai bene quanto me che un po’ ne ha bisogno anche lei.” Lo rimproverò Remus.
“Ma…” Ricominciò James ma in quel momento l’intera sala ammutolì. La McGranitt si dirigeva dritta verso i Malandrini.
“Signor Potter, mi segue nel mio ufficio.” Disse semplicemente prima di girare i tacchi e ripartire. James si alzò sorpreso pronto a seguirla. Era sicuro di non aver fatto niente in quegli ultimi giorni.
Quando arrivarono all’ufficio della professoressa James si sedette attonito e attese che Minerva chiudesse la porta e prendesse posto alla scrivania.
“In merito alla sua richiesta, signor Potter, ho riferito a Silente che ha riconsegnato a me la spilla da capitato non appena arrivato qui ad Hogwarts e gli ho anche riferito che lei desidera che sua sorella prenda il suo posto. Il nostro beneamato preside è stato però irremovibile. Lei sarà il capitano della squadra di Grifondoro e nessun altro. Oppure la squadra non esisterà.” Riferì la professoressa con tono pacato.
“Ma… Lei non può farmi questo! Sa che non sono in grado di portare alla vittoria la nostra squadra, si è visto l’anno scorso. E’ stata Star a salvarci tutti, e Malcolm che s en’è andato, come tutti gli altri. Come farò a rimettere su una squadra così promettente come quella?” Cominciò ad innervosirsi James.
“In realtà, signor Potter, credo che lei sia la persona più qualificata per creare una nuova squadra affiatata e condurla alla vittoria. Ma dal momento che è così nervoso credo che sia mio dovere rassicurarla:  può scegliere in anticipo gli orari di allenamento e ho già messo le sue selezioni in primo posto. Si terranno il prossimo sabato mattina. Ora si riprenda la spilla e vada.”
James rimase di stucco. Si alzò cautamente e afferrò la spilla leggermente commosso. Quando fu di fronte alla porta la professoressa lo richiamò. “Ah, Potter! Veda di farci vincere. Avere la coppa in questo ufficio mi piace.” Concluse poi indicando la coppa scintillante nella sua teca d’onore.
James sorrise e aprì la porta. “Ci proverò con tutto me stesso.”
 
 
…………………….
 
 
James si fermò a pochi metri dal ritratto della signora grassa e osservò la spilla fra le sue mani. Non era ancora il momento di far sapere a tutti chi era.
Entrò cercando di passare inosservato e a parte qualche sguardo curioso ci riuscì. Si domandò se le persone si stavano davvero abituando al fatto che lui venisse richiamato in qualsiasi momento dai professori.
Salì al dormitorio maschile dal quarto anno e vi ritrovò tutti i suoi amici compresa Star.
“Che è successo?” Gli chiese la ragazza.
“Che è successo a te!” Ribatté lui. “Sei scomparsa.”
“Si, le ragazze mi hanno rapita, lo so. Mi dispiace tanto. Ma sai che questo finirà a breve. Mentre tu sei stato nell’ufficio della Mc. Che è successo?” Replicò lei.
James prese un respiro profondo. “Con la lettera quest’estate mi è arrivata anche la spilla da capitano.” Cominciò.
“Si, lo sappiamo. Va avanti.” Lo incitò Sirius.
“Come lo sapete?” Si stupì il ragazzo occhialuto.
“Ecco… vedi… la tua busta era più gonfia e dato che tutti gli altri vostri compagni di squadra hanno finito gli anni ad Hogwarts il capitano doveva per forza essere uno di voi. Sirius e Star hanno rivelato che non erano loro in treno mentre dormivi. Quindi rimani solo tu.” Spiegò Remus.
“E non mi avete detto niente del fatto che ve l’ho tenuto nascosto?” Si sorprese sempre di più James.
“Se non volevi dircelo un motivo ci sarà stato.” Disse semplicemente sua sorella.
“Grazie ragazzi. Non volevo dirvelo perché non me la sentivo di essere io il capitano. Dopo l’anno scorso e la mia mancata presa. Così volevo proporre Star. Ma hanno detto che dovevo essere io e la McGranitt… è stata stranamente gentile. Così ora sono pronto.” Raccontò lui.
“Era ora!” Esclamò Sirius. “Così possiamo finalmente fare le selezioni e iniziare ad allenarci.”
“Sicuro! Sabato ci sono le selezioni, il prossimo ovviamente. E poi allenamenti a tutto spaino” Incominciò ad elencare James finalmente sicuro di sé come sempre e felice.
 
……….
 
Sabato dopo pranzo Star se ne stava tranquilla a godersi uno degli ultimi giorni di sole in compagnia dei suoi amici nel parco di Hogwarts.
“Ma, Star… tu non hai la festa questa sera?” Le chiese Remus alzando gli occhi del suo libro.
“Si, ma ho detto alle ragazze che non avrebbero dovute disturbarmi fino alle quattro e che sarei riuscita ad aiutarle a prepararsi e ad affrontare ogni imprevisto in tempo per la festa partendo da quell’ora.” Rispose lei.
“Bene quindi sei libera per un’altra ora e… dieci minuti.” Si congratulò sarcasticamente James.
“No, sono libera per altri dieci minuti. Questo perché Sophia mi ha pregato di iniziare almeno alle due dato che lei avrebbe voluto cominciare dalle dieci di mattina ma io sono riuscita ad aggrapparmi al mio ultimo briciolo di dignità e amor proprio e arrivare ad essere libera fino alle tre. Quindi fra dieci minuti dovrò abbandonarvi.” Raccontò la ragazza rassegnata.
“Davvero non riesci a fare come vuoi tu con un branco di ragazzine ma con noi si?” Si stupì Sirius.
“Certo! Io con voi posso usare ricatti, picchiarvi, appendervi in giro a testa in giù, essere malefica, scontrosa, cattiva ed autoritaria. Con le ragazze devo essere gentile carina e paziente. Il che mi manda fuori di testa.” Replicò Star.
“Questo spiega molte cose.” Borbottò James.
“Comunque i tuoi dieci minuti stanno per finire.” Annunciò Sirius indicando un gruppo di ragazze dall’aria molto determinata che marciava nella loro direzione.
Star si alzò sospirando. “Remus, dimmi che andrà tutto bene.” Lo pregò lei disperata.
“Andrà tutto bene. E’ solo una festa.” La accontentò lui senza nemmeno smettere di leggere.
“Il tuo supporto per me è prezioso.” Scherzò la ragazza.
“Ciao Star. Sono le tre meno due minuti. E siamo pronte per iniziare. Quindi andiamo.” Decretò Sophia.
“Non credi di star esagerando?” Le domandò Jane preoccupata per la salute mentale dell’amica.
“Assolutamente no. Manca un minuto, Star.” Intervenne Ann emozionatissima.
Star lanciò uno sguardo d’invidia ai suoi amici e poi si alzò sorridendo. “Sono pronta, andiamo.”
Sirius le afferrò il polso gentilmente. “Ti concedo la cosa che mi avevi chiesto. Entrambe se vuoi.” Le confidò.
Star sorrise e se ne andò con le altre ragazze verso il castello.
“Allora da chi iniziamo?” Chiese Star una volta che si furono tutte radunate nel loro dormitorio.
“Da Jane!” Propose Ann.
“Io direi di iniziare da Sophia così smette di rompere.” Votò invece Lily.
“Sono con te!” La assecondò volentieri Star.
“Hei!” Si lamentò Sophia, poi ci pensò su un attimo. “No, ok. Parti pure da me!”
Star sorrise. “Per voi due ho pensato al bianco e nero.” Disse indicando Sophia e Ann, poi andò verso il suo baule ed estrasse un vestito nero senza maniche e stretto in vita con una gonna decisamente particolare; era nera ma da un lato arrivava al ginocchio mentre dall’altro più in su di metà coscia lasciando bene in vista delle vaporose balze bianche plissettate. “E’ un po’ retrò ma speravo ti piacesse. E’ molto elegante credo, in più potrai mettere quelle scarpe nere a punta che desideri mettere da tempo.” Spiegò Star.
Sophia afferrò il vestito felicissima e incominciò ad indossarlo senza smettere di ringraziare Star. “Sembrerò così matura!”
Poi la ragazza dagli occhi cobalto estrasse un altro vestito nero dal baule, molto più semplice; spalline sottili e gonna leggermente a campana con una fila di bottoni bianchi sul davanti e dettagli bianchi sullo scollo e le tasche. Ann si entusiasmò moltissimo e cominciò a vestirsi a sua volta, poi Star le porse anche degli stivaletti bianchi laccati col tacco e questo la fece emozionare al punto da stringere forte l’amica fin quasi a soffocarla. Star si liberò di Ann e passò a Jane un vestito leggerissimo e lungo, tutto in morbido chiffon molto roseo e floreale con le spalline da portare lasciandole cadere sulle braccia e una semplice cordina di cuoio intrecciato per stringere la vita. “Sono stati quei sandali in cuoio nel tuo baule ad ispirarmi.” LE confessò Star. Jane si commosse un po’ ma cercò di non darlo a vedere e si tenne occupata indossando il vestito. Decisamente in stile “figlia dei fiori”.
“Per me hai un vestito meno…” Cominciò Lily.
“Elegante o delicato?” Completò la mora passandole un semplicissimo vestito verde con le maniche corte e semplici, uno scollo a V con la stoffa incrociata sul petto, stretto in vita e con una gonna semplicissima e leggermente ampia dal ginocchio.
“Si abbina da morire ai tuoi occhi!” Esordì Sophia guardandola attraverso lo specchio dove si stava rimirando insieme ad Ann.
“Già. Grazie.” Mormorò la rossa sorpresa di come Star avesse azzeccato i suoi gusti anche se era stata piuttosto zitta durante tutte le riunioni indette da Sophia per spiegare a Star cosa desiderava come abito.
Dopo che Star ebbe sistemato i loro vestiti ricucendo gli ultimi dettagli le ragazze si spogliarono e scesero a cenare con qualcosa di leggero. Erano solo le cinque passate da poco quando risalirono tutte eccitate e si lavarono tutte prima di indossare di nuovo i loro bellissimi vestiti.
Poi Star dovette occuparsi delle pettinature e del trucco di tutte. A Sophia fece un’acconciatura molto elegante semi raccolta e le mise un rossetto rosso scuro e una bella riga elegante nera sulle palpebre completò il tutto, anche se Sophia si disegnò un neo vicino al labbro per vezzo personale. Ad Ann Star lasciò i capelli pressoché sciolti raccogliendoli appena un po’ con delle forcine, anche il trucco fu piuttosto sobrio, un rossetto appena rosa e una semplice riga nera sugli occhi. A Jane fece alcune morbide e piccole trecce che un po’ raccolse dietro la testa e un po’ lasciò sciolte a confondersi nella folta chioma dell’amica, la mise poi un sottile strato di lucidalabbra rosa. A Lily sistemò i capelli in morbide onde raccogliendoli un po’ da un lato e lasciandoli cadere sopra la spalla opposta, poi le mise un rossetto rosso che si abbinasse ai suoi capelli e concluse con un po’ di mascara.
“Ora non dovresti prepararti anche tu?” Le chiese Lily guardando l’orologio, erano le sette passate e la festa sarebbe iniziata per le sette e mezza, ma Sophia aveva già deciso che arrivare in orario era fuori discussione.
“Già, vado e torno.” Assicurò Star uscendo dal dormitorio e infilandosi in quello maschile del quarto anno. I Malandrini dovevano essere a cena perché non trovò nessuno, nel baule di James aveva sistemato il suo vestito, somigliava un po’ a quello di Lily ma era a mezze maniche, il busto era esattamente fatto come una camicia, con tanto di bottoni davanti e colletto piegato però era stretto in vita da una fascia larga e la gonna scendeva leggermente più ampia di quella di Lily e appena un po’ più corta. La stoffa somigliava a quella di una leggera camicia estiva ed era a quadri scozzesi rossi e neri, dato che il vestito era molto più rosso che nero la ragazza optò per un paio di decolté nere con la punta tonda e poi si accorciò i capelli per acconciarli raccogliendogli dietro la nuca ma senza stringerli anzi lasciandoli vaporosi ai lati ma soprattutto in cima alla testa. Si mise poi del rossetto rosso acceso e un po’ di mascara. Andò al baule di Sirius e afferrò la sua giacca in pelle e un disco in vinile 45 giri dei The Kinks.
Quando la ragazza rientrò nel dormitorio delle sue compagne trovò Sophia in una crisi isterica.
“Che succede?” Chiese a Lily che se ne stava leggermente in disparte mentre le altre due cercavano di calmare la pazza.
“Ah, sono le sette e mezzo e lei ha sentito delle ragazze del quinto anno che già pronte salivano verso il dormitorio di quelle del settimo. Quindi non sa se dovremmo aspettare le otto come deciso o andare ora.” Spiegò la rossa. “Tu comunque stai davvero bene!”
“Grazie.” Star prese un respiro profondo e si avvicinò a Sophia. “Hei, senti: e’ tutta la settimana che pensi a questa festa, a come vestirti, a che accessori indossare… ora è giunto il momento. Sei pronta, e stai benissimo, sembri una del sesto anno, almeno, e sei stata proprio tu a dire che questa sarà la festa che ci ricorderemo per sempre. Quelle del settimo hanno incantato il loro dormitorio per un casino di tempo, fidati di me sarà immenso e ci saranno cose straordinarie, ci hanno pure consigliato di portare il mantello o una giacca. E tu sei bellissima ora, e sei qui con Ann, Jane e Lily a cui vuoi un sacco di bene quindi fregate di che figura farai, loro ti vorranno bene lo stesso. E ora andiamo a formare questi ricordi futuri.”
Sophia la guardò e non scoppiò a piangere solo perché il suo istinto di donna le impedì di rovinare il trucco. “Grazie! E… Star… io voglio bene anche a te.”
“Anche io ti voglio bene.” Replicò Star gentile.
Sophia si alzò e si controllò l’ultima volta allo specchio completamente calma. “Perfetto. Andiamo.” Decretò prendendo il mantello. Le altre ragazze la seguirono e salirono al dormitorio del settimo anno.
Alla fine tra una cosa e l’altra erano arrivate poco prima delle otto. Bussarono alla porta e dopo alcuni secondi una ragazza del settimo anno, che a Star sembrò si chiamasse Kristen, aprì.
“Buona sera a voi, e Star Potter… allora ci siete riuscite davvero! Ottimo.” Kristen le lasciò passare sorridendo soddisfatta.
Le ragazze entrarono in quella … non erano sicure che fosse più una stanza. C’era una pista da ballo e della musica Babbana, delle ragazze stavano già ballando, poi dei veli scuri blu e neri erano tesi ovunque da soffitto a terra per dividere un po’ lo spazio enorme che le ragazze avevano creato. C’era la zona bar, dei teli nascondevano un corridoio che forse portava al bagno e delle terrazze che si affacciavano davvero all’esterno.
“Ma non hanno paura che i professori ci scoprano così?” Si preoccupò Jane osservando le terrazze.
“No, dall’esterno si vede solo la solita torre e come hai sentito anche te è tutto completamente insonorizzato.” La tranquillizzò Star.
“Andiamo! Gettiamoci nella mischia!” Esclamò Sophia trascinando tutte le sue amiche sulla pista da ballo.
Anne e Sophia ballavano piuttosto bene insieme e cercavano sempre di far ballare con loro anche Jane che presa dalla timidezza era piuttosto statica. Lily incontrò le sue amiche del quinto anno e si diresse con loro a bere qualcosa e Mary afferrò Star portandola con loro.
“Sono felice che ci siate anche voi.” Disse Alice. In quella zona la musica era leggermente più bassa e si poteva parlare senza urlare.
“Tutto merito di Star.” Le riferì Lily.
“Che significa?” Chiese Emmeline curiosa.
“Che ci hanno invitate qui solo per riuscire ad avere Star.” Spiegò la rossa.
“Ah, ti osservano.” Intuì Marlene.
“Lo fanno solo perché hanno paura di te.” La rassicurò Mary.
Proprio in quel momento una ragazza del settimo anno piombò su di loro portandosi via Star con una scusa banale e cominciò a presentarla a tutte le ragazze più giovani come un’amica, o meglio una conquista, dei tutte le ragazze del settimo anno. Molte le fecero domande su di lei, sul suo aspetto sempre perfetto, sui suoi voti, sulla sua magia e su come riuscisse ad utilizzarla senza bacchetta, su Belladore e su cosa era successo quella notte a Parigi.
Star non sapeva quanto tempo era passato, tutto le sembrava girare vorticosamente e al tempo stesso scorrere con lentezza. Immaginò che per permettere alle sue amiche di restare alla festa avrebbe dovuto fare tutto quello che quello che le ragazze più grandi le chiedevano. Così sorrise, fece qualche piccola magia senza bacchetta, cercò di evadere le domande più scomode, sorrise ancora e non contraddì mai nessuna ragazza del settimo anno.
Tutto ad un tratto il palco si illuminò e la musica si spense.
Dana, la ragazza dal carattere più forte e deciso tra quelle dell’ultimo anno salì sul palco e cominciò a parlare. “So che tutte voi hanno gioito per la presenza del nostro ospite d’onore!” Indicò teatralmente Star che desiderò di avere il mantello di suo fratello a portata di mano. “Ma abbiamo in serbo ancora qualche sorpresa per voi ragazze. Noi donne meritiamo libertà e meritiamo di godere anche noi alla vista dell’umiliazione dell’altro sesso. E’ per questo che questa sera, solo per voi. Abbiamo radunato quattro ragazzi bellissimi, i più belli delle quattro Case, e ora li faremo ballare qui su questo palco solo per voi. Che lo spettacolo cominci!”
Tutte le ragazze urlarono in visibilio e il palco si illuminò di luce verde. Un ragazzo molto muscoloso ma dai lineamenti un po’ sgraziati cominciò a ballare su della musica molto provocante e a spogliarsi capo dopo capo.
“Quello è il ragazzo di Terry. Una del settimo. Penso che sia stato l’unico dei Serpeverde ad accettare una cosa del genere.” Borbottò Lily apparendo al fianco di Star insieme alle loro compagne di dormitorio.
“Però non è male.” Commentò Sophia. “Lo spettacolo in sé promette bene.”
Quando il ragazzo resto quasi solo in mutande la folla di ragazze attorno a loro cominciò a spingere così tanto da portare le cinque povere ragazze vicinissime al palco.
“E poi a me sembra che si diverta parecchio.” Constatò Ann.
Jane sospirò coprendosi gli occhi con le mani.
“E’ meglio se guardi, amica mia. Queste cose non ce le insegnerà nessuno a lezione.” La rimproverò Mary comparendo con le altre ragazze del quinto anno.
Presto il Serpeverde rimase solo in attillate mutande verdi e la musica finì.
Luci gialle lampeggiarono sul palco e un ragazzo piuttosto timido e impacciato fece il suo ingresso ma poi la sua musica partì e lui lasciò tutte a bocca aperta sfoderando un sorriso favoloso e degli addominali da paura.
“Sapete, credo che la Casa di Tassorosso sia un po’ sottovalutata.” Gridò Alice senza staccare gli occhi dal ragazzo che si spogliava e dimenava sul palco.
“Chissà perché ma lo credo anche io.” Le dette ragione Mary divertita quasi quanto il ragazzo sul palco il quale per il gran finale in mutande attillate gialle utilizzò anche un palo da pole dance montato per l’occasione.
Le ragazze applaudirono divertite, anche Jane e altre notoriamente timide batterono le mani anche se sempre in costante imbarazzo.
Luci blu brillarono e la musica partì, un ragazzo cominciò a ballare ancora semi avvolto nell’ombra.
“Chi sarà?!” Domandò curiosa Ann.
“Oh… Thomas….” Mormorò Star decisamente sorpresa senza sapere come comportarsi.
Thomas incominciò a spogliarsi mettendosi completamente in luce, non c’era niente da dire, era davvero un bel ragazzo. I sui occhi color miele scandagliarono la stanza finché non si fermarono su Star praticamente sotto il palco. Lui le fece l’occhiolino senza smettere di ballare si avvicinò considerevolmente alla sua parte di palco.
“Spero che ti piaccia quello che vedi.” Le gridò strappandosi via la camicia.
La ragazza lo osservò da capo a piedi e cercò di assumere un’aria alquanto soddisfatta. “Direi di si.”
Sophia mollò un urlò incredibile che si perse tra quelli delle altre ragazze afferrando la sua amica per un braccio. “Sei dannatamente fortunata, lo sai?” Le urlò invece Ann appendendosi all’altro braccio.
Anche il turno di Thomas finì lasciando Star ad osservare il ragazzo in mutande attillate blu acclamato da tutte le ragazze presenti. Lui si voltò verso di lei e le sorrise, la ragazza finse di mandargli un bacio con aria adorante prima di scoppiare a ridere allargando ancora di più il sorriso del ragazzo.
Luci rosse splenderono, tra tutti i colori quello di Grifondoro più si addiceva alla situazione.
“Dobbiamo farci sentire e sostenere la nostra Casa, credo.” Propose Emmeline.
Le ragazze cominciarono ad urlare da subito il più forte possibile. Una musica sensuale molto simile al tango ma ancor più movimentata da una chiave rock partì e Sirius Black apparve sul palco.
“Sirius!?” Esclamò Star divertita.
“Black!?” Lily quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
Il ragazzo cominciò a muoversi, sensuale, fluido, elegante. Usò anche il palo come se avesse sempre fatto quello per tutta la vita. Si sfilò la cravatta dal collo con un suono secco come di frusta che fece impazzire tutte le ragazze e poi si avvicinò a Star e le lanciò la sottile striscia di stoffa. “Avrò bisogno di una mano.” Sillabò con le labbra sorridendo con il suo solito mezzo ghigno maledettamente affascinate. Star lo guardò di sottecchi per un secondo cercando di immaginare che cosa avesse in mente e poi fece a sua volta scoccare la cravatta come una frusta verso l’amico che l’afferrò lasciando che gli si avvinghiasse  all’avambraccio sfruttando quel legame per tirare Star sul palco e poi direttamente tra le sue braccia facendole fare un casqué. Poi la tirò su e la ragazza si mosse con lui, ballarono sensuali, corpo contro corpo. Lei all’improvviso infilò le mani sotto la camicia del suo amico dallo scollo e spinse verso il basso facendo saltare tutti i bottini e lasciando scoperto il petto perfetto e gli addominali ben segnati. Le ragazze li incitavano e senza smettere di ballare Star girò fino a mettersi alla spalle di Sirius. Il ragazzo stava di fronte alla folla mentre le mani di lei si spostavano sul suo busto fino ad afferrargli finalmente la camicia per sfilargliela con cattiveria. Sirius si girò sollevandola, avvicinandola e allontanandola come in un vero tango, le sue mani sulla vita, sulla schiena e sulle cosce della ragazza. In un attimo Star gli sfilò la cintura che produsse un suono ancora più secco e sexy. Sirius afferrò l’altro capo della cintura e tirò finché la ragazza non si trovò di nuovo tra le sue braccia il corpo inarcato come dall’estremo piacere.
“Sembra che tu sia piuttosto esperta.” Le sussurrò lui all’orecchio.
“Mi sto lasciando guidare al maestro.” Replicò lei divertita aprendogli i bottoni dei jeans e abbassandoglieli quei pochi centimetri necessari perché tutte le ragazze potessero godere nel vedere i muscoli creare una v sopra l’elastico delle mutande rosse.
Sirius le prese con forza le cosce sollevandola in modo che lei potesse agganciare le gambe attorno alla sua vita e solo allora il ragazzo si rese conto di avere la scollatura dell’amica dritto davanti agli occhi, sorrise e rudemente spinse la giovane con la schiena contro il palo lasciandola scivolare leggermente più in basso così da poterle baciare il collo ma Star nel frattempo gli aveva trascinato i pantaloni ancora più giù stringendoli fra le cosce e completò il lavoro spingendoli con i piedi fino al suolo. Le grida divennero più forti e lei finalmente poggiò i piedi a terra spingendo via l’amico. Lui le afferrò il polso riportandola nuovamente vicino a sé, aderente a sé. La ragazza gli fece fare un giro su se stesso e lo spinse verso il bordo del palco dove tutte poterono ammirarlo più da vicino. Il ragazzo si voltò di nuovo e le prese la mano completando sulle ultime note facendola aderire ancora a sé e poi sostenendole la schiena mentre lei la piegava all’indietro e lui le lasciò un morbido bacio tra le costole sotto il seno proprio sull’ultima nota decisiva.
Gli applausi e le grida riempirono la sala e Star tornò al suo posto vicino alle sue amiche mentre Dana richiamava tutti i ragazzi sul palco per eleggere i vincitore.
“Sei stata fenomenale. Dove hai imparato?” Si sorprese Mary.
“Oh, Sirius. Lui… è piuttosto bravo a guidare, abbiamo già ballato insieme prima.. non così…” Cercò di spiegarsi Star.
“Si, è vero. Alla festa a casa Potter, quest’estate.” Si ricordò Lily. “Siete stati molto bravi anche quella volta. Più sobri, il che lo ha reso più piacevole ma…”
“Vince Sirius, per i Grifondoro!” Annunciò Dana in quel momento.
“Scherzi!? E’ stato meraviglioso!” Si esaltò Sophia.
“Sai che batticuore avrai procurato a Thomas! Chissà se ti ha visto?” Si chiese Ann.
“Forse non esattamente batticuore…” Corresse Alice vedendo proprio Thomas avvicinarsi a loro a passo di carica.
“Star?” Disse solo indicando son il mento una delle terrazze in uno dei punti più riservati.
Lei lo seguì confusa. I veli si spostarono da soli per coprirli alla vista di tutti e l’aria fretta lì colpì. Star rimpianse un po’ la giacca in pelle lasciata sull’appendi abiti insieme ai mantelli delle amiche ma il vento non le dava già più fastidio una volta finito di formulare il pensiero.
“Cos’era quella cosa?” Chiese lui.
“Oh, lo hai visto? Ann dice che avrebbe dovuto farti venire il batticuore, ma non sembri felice.” Replicò lei.
“Ti sei appena strusciata su un altro ragazzo per più di cinque minuti e lui ti ha messo le mani praticamente ovunque e io dovrei essere felice?!” Cominciò ad irritarsi Thomas.
“Ok. Forse non hai capito che Sirius è solo un amico con cui ho un rapporto speciale, come con James e Remus. Non so se ti sono giunte le voci ma noi dormiamo insieme come fratelli dal primo anno. In più Sirius mi ha toccato solo ed esclusivamente nei punti strategici per le alzate e i salti, non poteva fare altrimenti se voleva fare un po’ di scena. In più abbiamo già ballato insieme quest’estate e non è successo niente. E mi dispiace se la cosa ti ha sconvolto, davvero, ma la mia vita è così.” Spiegò lei ferita da quelle accuse.
“Si… ma lui può toccarti ovunque così e se io ti sfioro tu ti irrigidisci completamente!?” Urlò il ragazzo.
“Bhe… chiediti perché il tuo tocco mi rende più nervosa!” Ribatté lei girando sui tacchi e andandosene lasciandolo solo.
“E ora l’ultima canzone prima di mandare via i nostri gentilissimi ospiti maschili!” Annunciò Zoe, una compagna di Dana e Kristen, mettendo sul giradischi un 45 giri che a Star parve familiare. Subito le note di “All Day and Allo f the Night” dei Kinks riempirono la sala.
“I'm not content to be with you in the daytime
Girl I want to be with you all of the time”

Sirius la raggiunse subito sulla pista da ballo. “E’ il mio disco! Vuoi ballare?”
Star si voltò per un secondo verso la terrazza dove aveva lasciato Thomas e mille domande e mille pensieri cominciarono ad affollarsi nella sua testa ma li cacciò via subito. Quella sera era speciale, non se la sarebbe lasciata rovinare ne dalle ragazze insistenti ne da Thomas.
“Si, volentieri!” Accettò lei prendendo la mano di Sirius che si era fortunatamente rivestito.
“The only time I feel alright is by your side”
Sirius era scatenato e Star ne aveva bisogno, aveva bisogno di muoversi e no pensare, divertirsi era la parola d’ordine.
“Girl I want to be with you all of the time
All day and all of the night
All day and all of the night
All day and all of the night”

Il suo amico canticchiava allegro come al solito quando gli capitava di ballare senza problemi. Anche lui stava cercando di non pensare a qualcosa, lei lo capiva.
“I believe that you and me last forever
Oh yeah, all day and nighttime yours, leave me never
The only time I feel alright is by your side
Girl I want to be with you all of the time
All day and all of the night
All day and all of the night
Oh, come on

I believe that you and me last forever
Oh yeah, all day and nighttime yours, leave me never
The only time I feel alright is by your side
Girl I want to be with you all of the time
All day and all of the night
All day and all of the night-time
All day and all of the night”

 
Una volta finita la canzone i ragazzi furono rispediti ai loro rispettivi dormitori. Star tornò dalle sue amiche e per tutta la sera non fecero altro che ballare e divertirsi come mai prima d’ora. Si fecero anche scattare qualche foto tutte assieme e Star era certa che la ragazza con la macchina fotografica ne avesse scattata una a lei e Lily mentre ballavano insieme, sorridenti e divertite.
Sophia aveva proprio ragione, quella festa avrebbe costruito una parte fondamentale dei loro ricordi di Hogwarts. E nonostante tutto Star era felice.
 
 
……………..
 
 
“Che succede?”
La festa era finita decisamente tardi. Albeggiava sul parco quando suo fratello la raggiunse alla loro solita torre.
“Ho litigato con Thomas. Credo. Per un motivo stupido, e una gran parte è colpa mia.” Spiegò lei.
James rimase in silenzio.
“Io ho ballato con Sirius, non so se te lo ha detto…”
“Si.”
“Bhe, non gli è piaciuto lo spettacolo. Credo che dovrei chiedergli scusa, sono stata anche rude con lui dopo… sono stata ingiusta.”
“Credo di si.”
Rimasero entrambi zitti per alcuni minuti.
“Sai, mi ha fatto notare che con Sirius non ho problemi a farmi toccare mentre con lui si. Io gli ho risposto male… gli ho detto: chiediti perché il tuo tocco mi rende più nervosa?... credo che in quel momento volessi in un certo senso difendere i sentimenti che provo verso di lui. Insomma… non sarei nervosa se non fosse più importante, se non fosse qualcosa di speciale… Però devo davvero essere così nervosa… o forse è un segnale che mi sta dicendo che tutto è sbagliato?” Si liberò finalmente la ragazza.
“Con tutto quello che hai passato… non lo so. Credo sia normale in un certo senso, ma lo puoi scoprire solo tu, e solo provandoci. Quindi per ora fai come hai detto: chiedigli scusa. Vedrai che si sistemerà tutto.” Replicò lui tranquillo guardandola negli occhi con una calma che la pervase.
“Grazie James.” Star lo abbracciò dolcemente e poi si sedettero entrambi con le gambe nel vuoto a guardare il parco di Hogwarts svegliarsi.
 
 
****
 
Non chiedetemi come ho fatto, ma soprattutto non chiedetemi di ripeterlo…. Qui un nuovo fantastico capitolo già pronto per voi, ma dovrete farvelo bastare almeno fino a metà luglio, quindi siate parsimoniose.
 
Ringrazio ancora tutti voi che mi seguite e che commentate o semplicemente leggete, siete tutti importanti, grazie.
 
Ciao ciao

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Capitolo 5
*** Quidditch e Altri Impegni ***


Giunto il fatidico giorno delle selezioni Sirius e James, emozionatissimi si svegliarono presto e indossarono la divisa. Star aveva affisso dei bellissimi avvisi sulla bacheca scritti grazie all’aiuto di Remus e con la foto del loro momento da vincitori della Coppa l’anno prima. Molti ragazzi si erano iscritti e anche qualche ragazza.
Dopo una rapida colazione i Malandrini e Peter si avviarono verso il campo da Quidditch. Peter e Remus si sedettero sugli spalti mentre Sirius e Star aiutavano James ad organizzarsi.
Misero un tavolo sul bordo del lato più lungo del campo, così da potersi sistemare dietro di esso con delle sedie e prendere appunti agilmente osservando l'intero campo.
Presto i ragazzi cominciarono ad arrivare. Star e Sirius avevano già preparato delle tabelle di valutazione per ognuno di loro in base ai ruoli per cui ognuno si sentiva più portato, anche se in basso c'era lo spazio per qualche nota in caso qualcuno si fosse rivelato migliore per un ruolo differente. Ovviamente non cercavano Battitori ne un Cercatore ma se qualcuno fosse stato spettacolare in uno di questi ruoli i raggi avrebbero ceduto il loro posto adattandosi a qualche altro ruolo.
Le selezioni iniziarono prima con alcuni giri in volto tutti insieme e poi divisi per ruoli. Nessuno batté in bravura Sirius e Star come Battitori ma i due si sorpresero di vedere James prendere da parte Al alla fine del suo turno.
Quando i Malandrini riuscirono ad ottenere tutti gli appunti necessari conclusero l’allenamento e avvisarono che la formazione ufficiale sarebbe stata affissa in bacheca l’indomani.
Tutti salutarono e se ne andarono, dopo aver sistemato tutto i Malandrini al completo e Peter risalirono da soli verso il castello.
“Quiiindi…” Cominciò Star. “Hai buone notizie per Al?”
James la guardò e poi sospirò. “Vorrei che prendesse il mio posto di Cercatore. Non mi sento più adatto a quel ruolo.. voglio provare ad essere un Cacciatore. Ho accettato di essere un Cercatore perché era l’unico ruolo libero ma ora… ora posso cambiare, e sento che è la cosa giusta da fare.”
“Se lo pensi davvero allora è così.” Lo incoraggiò Sirius mettendogli un braccio sopra le spalle e catturando Star con l’altro. “Sarà una squadra fantastica, peccato che non ci fossero delle ragazze.”
Remus rise. “E chi vuoi che si presenti per competere con Star?”
“Giusto.” Concordò Sirius. “Bhe, ci accontenteremo della nostra stellina.”
“Hei!” Esclamò la ragazza offesa liberandosi dalla stretta dell’amico e continuando a camminare a debita distanza.
“Sei offesa?” Le chiese Peter.
“Si offende spesso. Non farci caso.” Lo rassicurò James.
“Non è affatto vero!” Replicò Star fingendosi ancora più offesa e facendo ridere tutti.
 
…………………..
 
Domenica mattina mezzo dormitorio si ritrovò premuto contro la bacheca degli avvisi cercando il proprio nome su un foglietto scritto in bella grafia da Remus.
“Squadra Ufficiale di Quidditch – Grifondoro
Capitano e Cacciatore – James Potter
Battitori – Sirius Black , Star Potter
Cacciatori – Fill Ashton , Dorian Russel
Portiere – Colin Knight
Cercatore – Al Barker”
 
Fill e Al corsero immediatamente al dormitorio maschile del quarto anno.
“Ragazzi, siamo in squadra!” Gridò Fill.
“Grazie grazie grazie!” Esultò Al.
I Malandrini si svegliarono con calma e Star emerse dal petto di James con un’aria terribilmente irritata.
“Io.stavo.dormendo.” Scandì la ragazza.
“Eppur il tuo viso al risveglio è fresco come un fiore che si schiude colmo di rugiada.” Commentò al gettandosi in ginocchio ai piedi del letto di Star.
“Poetico. Avessi la mia età…” Replicò lei.
“Pensavo che tu non potessi più dormire qui.” Notò Fill.
“Non posso più passare la notte qui. Tecnicamente ora è mattina e io sono arrivata solo un paio d’ore fa.” Preciso la ragazza.
“Ingegnoso.” Si congratulò Al.
“Comunque si. Siete nella squadra.” Ricordò loro James.
“E ve lo siete meritato.” Proseguì Sirius.
“Già. Volevamo qualcuno di giovane e con del talento e voi ce ne avete abbastanza.” Spiegò James.
“Grazie, non vi deluderemo.” Promise Fill mentre Al annuiva energeticamente.
“Cosa avete in programma oggi?” Chiese Al.
“Niente di che, una giornata tranquilla. Pensavamo di fare un pic-nic e magari se fa abbastanza caldo approfittarne per un ultimo tutto nel Lago.” Raccontò Remus. “Giusto?” Domandò poi in tono accusatorio.
“Si, tranquillo Rem. Oggi ci prendiamo un giorno di pace.” Lo rasserenò Sirius.
Star nel frattempo si era vestita o forse lo era già perché nessuno aveva notato dei cambi d’abito. “Io devo andare a scusarmi con Thomas. Magari vi raggiungo per il pranzo.”
“E se facessimo un Brunch?” Le domandò James ma la ragazza stava già scendendo le scale.
“Tenetemi da parte qualcosa.” Gridò lei in risposta.
“Per cosa deve chiedere scusa?” Si stupì Sirius.
“Forse per aver ballato con te in modo provocante davanti a lui.” Gli ricordò Remus.
“Bhe, era solo un ballo. Se stare con Star non gli basta e vuole pure delle scuse solo perché lei balla con un amico non la merita.” Sbuffò il giovane Black cominciando a vestirsi a sua volta.
“Inizio a pensare che nessuno la meriti. Ma voglio che lei ci provi, ad avere una storia con qualche ragazzo, voglio vederla superare il passato.” Commentò James fissando, con lo sguardo vuoto, la porta del dormitorio.
“Quindi loro si uniscono a noi?” Intervenne Peter curioso indicando Fill e Al.
“Se lo desiderano…” Sorrise James.
 
 
……………
 
 
Star cercò Thomas in Sala Grande, in Biblioteca e nel Parco. Provò più o meno in tutti i corridoi e alla fine disperata si piazzò davanti all’ingresso della Sala Comune dei Corvonero in attesa.
Dopo qualche minuto Patrik passò di lì tranquillo ma poi si accorse di lei e si fermò. “Cerchi Thomas?” Le chiese semplicemente.
“Si. Ho bisogno di parlargli.” Spiegò lei.
“E’ sopra. Non vuole scendere.” Replicò il Corvonero.
“Ti prego portami da lui!” Lo supplicò la ragazza.
“Ehi, io lo farei… ma non posso…” Patrik indicò con un cenno la porta e tutti i Corvonero attorno ad esse che entravano e uscivano.
Star gli si avvicinò il più possibile. “Sono brava con l’incantesimo di Disillusione. Ok? Davvero brava! Quindi aiutami ti prego!” Sussurrò.
“Va bene! Ti aspetto qui.” Si arrese lui.
Star corse dietro ad un angolo e poi si infilò in un’aula deserta, si incantò e svanì. Invisibile come era tornò da Patrik e gli mormorò all’orecchio un “Eccomi.”
Il ragazzo sobbalzò lievemente ma avanzò tranquillo verso la porta, rispose all’indovinello ed entrò.
“Sono ancora qui.” Sussurrò Star accanto a lui. Il ragazzo quindi proseguì verso il dormitorio. La Sala Comune dei Corvonero era abbastanza simile a quella dei Grifondoro e al contempo totalmente diversa. Star pensò che le sarebbe piaciuta per un giorno o due ma poi l’avrebbe trovata fredda e avrebbe sentito la nostalgia dei divanetti rossi e oro e del calore di famiglia che si respirava nella sua Casa.
“Ciao.” Salutò Patrik entrando nel suo dormitorio che sembrava completamente vuoto ma un cumolo di coperte rispose “Ciao.”
“Bhe, fortuna che sei solo perché, se non l’ho persa in giro, ho una sorpresa per te.”
Thomas sbucò con calma da sotto le coperte, sembrava più serio che triste, aveva un libro di Aritmanzia in mano e l’aria di chi sta studiando da tutta la notte.
Star spezzò l’incantesimo e il su corpo fu di nuovo visibile. “Ciao.”
“Io vi lascio soli.” Annunciò Patrik tutto d’un fiato chiudendosi la porta alle spalle il più in fretta possibile.
“Io…” Cominciò la ragazza. “Sono venuta a chiedere scusa.”
“Alla buon ora.” Commentò lui.
“Si… lo so… In alcuni casi ho avuto da fare, in altri non riuscivo a trovarti... e in altri non avevo il coraggio.” Provò a spiegare lei. “Però oggi, oggi ho fatto davvero di tutto per riuscire a parlarti…”
“Bene, ti ascolto.” La incitò Thomas.
A Star venne un groppo in gola. –Come “ti ascolto”?- Pensò. “Hem… mi dispiace… se ti ha turbato, quel ballo con Sirius… ma siamo solo amici, davvero. In più… non volevo essere così dura con te… dopo… scusami.”
Il ragazzo la fissò per qualche secondo. “Grazie.” Disse poi. “Grazie di esserti scusata. Io non so che cosa hai passato… però Sirius mi ha detto che per te è difficile costruire relazioni. E… quello che mia hai detto quella sera… intendevi che io ti rendo nervoso perché senti che il nostro rapporto è più importante?”
“Certo!” Rispose lei. – Credo… credo? Non dovrei saperlo? Credo è una cosa buona? Non penso… no! Panico! James! Aiutooooo! Cosa vuol dire “credo”? dovrei dirglielo? E’ importante? Forse…-  Star cominciò a perdersi nei suoi pensieri ma prima di poter dire altro si accorse che Thomas la stava abbracciando. Si concentrò al massimo per cercare di non irrigidirsi ma era stato tutto troppo improvviso.
“Oh, scusa.” Il ragazzo si allontanò senza perdere il suo sorriso. “Comunque… qualcuno mi aveva promesso una visita delle cucine…”
Star respirò a fondo mascherando la sorpresa con un gran sorriso. “Venerdì prossimo. Esci da qui alle due. Ciao.” In un baleno la ragazza tornò invisibile e si lasciò alle spalle il saluto allegro di Thomas correndo giù per le scale, fuori dalla torre e dritta verso il Parco. Non seppe esattamente quando tornò visibile ma sperò di non averlo fatto davanti a nessuno, in ogni caso stava correndo così veloce che dubitò che qualcuno l’avesse vista.
Quando arrivò sotto il solito albero i Malandrini, Peter, Al e Fill la salutarono allegramente e le fecero posto sul vecchio lenzuolo colorato per il tifo.
“Quindi un Brunch.” Commentò lei sorridente, si sentiva davvero molto meglio ora.
“Si, Brunch!” Replicò Fill allegro.
Fu il Brunch più allegro del secolo. Mangiarono, risero e scherzarono. I Malandrini raccontarono le loro avventure estive a Al e Fill e questa volta anche Peter poté avere il suo momento di gloria.
Poi Star si tuffò nel Lago vestita e James ringraziò Sirius per averle prestato una maglia nera molto coprente quel giorno. Sirius per tutta risposta si caricò James sulle spalle e lo buttò nel Lago. E poi fu guerra.
Sirius finì a sua volta completamente nel Lago insieme ad Al mentre Peter, Remus e Fill giocavano a riva con solo le gambe immerse nell’acqua gelida, ma si schizzarono così tanto che finirono ad essere bagnati come i loro amici che nuotavano e scherzavano un po’ più a largo.
Presto cominciò a fare freddo e i ragazzi scapparono di corsa in dormitorio per fare una bella doccia calda. La giornata si concluse nel dormitorio del quarto anno, tutti sotto morbide e calde coperte, a sentire ancora altre storie e a ridere ancora un po’. Finché alle tre del mattino non andarono tutti a letto.
 
 
………….
 
Andare a letto tardi nei weekend stava diventando un abitudine. Infatti il venerdì successivo all’una passata i Malandrini e Peter erano ancora svegli a parlare nel dormitorio maschile del quarto anno. Gli allenamenti erano iniziati e James, Sirius e Star erano entusiasti della nuova squadra.
“Hai visto Colin in porta oggi? Remus dammi un parere esterno: come era? Sembra un tipo sveglio? A me sembra di si, insomma, segue bene il gioco e tiene sempre d’occhio la Pluffa.” Stava dicendo James completamente su di giri.
E Remus rispose come aveva risposto alle altre mille domande per lui senza senso. “Si, segue davvero bene il gioco e tiene sempre d’occhio la Pluffa. Sembra proprio un tipo sveglio.”
“Ottimo. Lo sapevo.” Decretò James senza notare le risatine di Sirius e Star.
“Tu non avevi un appuntamento?” Chiese Remus alla ragazza.
“Oh, si! Grazie Rem. Ci vediamo domani allora, buona notte.” Star si alzò in fretta e corse via.
Quando la ragazza giunse davanti alla porta della Sala Comune dei Corvonero Thomas era già lì in piedi ad aspettarla. “Pensavo non arrivassi più.” Le disse lui.
“Nah, ho solo trovato Gazza, altrimenti sarei arrivata più in fretta.” Spiegò lei.
“Gazza fa la ronda?” Chiese il ragazzo sorpreso.
“Ma tu in che mondo vivi?!” Si sorprese ancora di più Star.
I due risero e si indirizzarono verso le cucine.
“Ma cosa succede se ci scoprono?” Domandò Thomas.
“Punizione, per te non molto pesante dato che è evidentemente la prima volta.” Ipotizzò la ragazza.
“Si vede così tanto?” Fece lui scherzoso.
“Eh…” Star avvicinò l’indice e il pollice fino a quasi farli toccare assumendo un espressione buffissima che fece ridere ancora il povero Corvonero.
“Ok, ok. Se riesci a non ridere più magari non ci beccano.” Consigliò lei sorridente.
I due però continuarono a scherzare e a ridere e fu solo fortuna se nessuno li scoprì. La gita alle cucine andò bene. Star prese la sua solita cioccolata e Thomas poté constatare come gli elfi la conoscessero bene, sembrava quasi di casa.
“Quindi è vero che venite qui spesso.” Commentò lui.
“Bhe, si. E’ un buon posto per nascondersi e poi è utile per le feste.”
“Già, immagino.”
“Bene.” Star saltò giù dal tavolo dove si era seduta. “E’ ora di tornare a letto.” Annunciò.
“Di già?” domandò il ragazzo deluso.
“Bhe si, fra un po’ sarà troppo pericoloso girare per i corridoi. Alcuni professori sono molto mattinieri.” Spiegò lei.
“Come vuoi. Mi fido.”
I due si incamminarono di nuovo verso la torre dei Corvonero e quando ci arrivarono Thomas esitò.
“Di solito dovrebbe essere il ragazzo a riaccompagnare la ragazza.” Disse dal nulla.
“Oh. E tu ci tenevi? Perché insomma… io sono più esperta quindi ho pensato…”
“No, no. Non fa niente. Però, volevo almeno…” Lui le si avvicinò piano e poi si sporse verso di lei. La baciò ancora sulle labbra, un bacio morbido ma meno leggero del primo. Infine Thomas si girò rispose in fretta all’indovinello e sparì dentro la torre.
Star rimase lì ferma, completamente sconvolta. Quando si riprese i suoi piedi la guidarono verso la torre che conoscevano solo lei e suo fratello. Salì le scale e lui era già lì.
“Buon giorno.” La salutò.
“Ciao.”
“Devi ancora raccontarmi come sono andate le scuse. E perché hai pensato a me.” Le ricordò lui in tono gentile battendo lievemente la mano sul posto accanto a sé.
Star si sedette sul balcone con lui. “Sono andate bene, credo. Ed è proprio questo credo il problema. Non sono sicura di quello che provo e non gliel’ho detto. Ho fatto male?”
“Non si può essere sempre sicuri al cento per cento di ciò che si prova, a volte c’è bisogno di tempo per capirlo. E non è sbagliato non dire qualcosa se non sai nemmeno tu cos’è. Penso che dovresti solo rilassarti e vedere come va.”
“Rilassarmi e vedere come va?” Ripeté lei non molto convinta.
“Si! Vedrai che andrà bene e in caso contrario vi lascerete. Sono cose che succedono, un giorno troverai qualcuno con cui sentirai di voler restare tutta la vita e allora saprai che non dovrai perderlo. Ma finché non senti questo puoi stare tranquilla. No?”
La ragazza sorrise e abbracciò suo fratello. “Lily un giorno lo saprà e capirà.” Disse solo. Poi rimasero in silenzio a guardare l’alba.
 
 
………………..
 
Verso fine settembre Remus cominciò a stare male.
“Sai capire quando sarà?” Gli chiese Sirius.
“Si. Domani.” Rispose Remus steso sul letto a pancia in giù.
“Il primo ottobre!” Si rallegrò Star.
“Cosa ci sarebbe di bello?” Chiese il giovane pallido.
“Bhe, inizia l’avvento di Halloween! Ovviamente.” Replicò lei felice.
Remus sorrise appena. “Giusto. Halloween.”
“Pensate che Silente farà un altro gioco?” Domandò James.
“Oh, spero di si!” Commentò Peter estasiato.
“Io credo di si. Ormai è una tradizione, non ci deluderà.” Li rassicurò Sirius.
“Già, ma visto quello che è successo l’anno scorso… Belladonna non è ancora sconfitta.” Mormorò Star.
James le posò una mano sulla spalla. “Ma per ora non è più una minaccia.”
La ragazza annuì e sul suo viso tornò un sorriso.
 
 
…………………..
 
La luna non era ancora completamente pieni in cielo. Ma Lunastorta si trasformò. Il solito dolore, le solite grida. Quando tutto finì il lupo desiderava solo attaccare. Ma lei era lì, Piumadoro. Qualcosa scattò e il lupo si tranquillizzò, quegli occhi cobalto sembravano brillare di luce propria.
Giocarono insieme, tutta la notte. Il lupo a volte percepiva altri odori altri respiri ma il gioco era molto più divertente. Più affascinate. La caccia poteva aspettare.
Il mattino Remus tornò in sé, era chiaramente sfinito ma tranquillo.
“A parte il fatto che sei in anticipo di un giorno mi sembra che tutto il resto sia a posto. Ben tornato alla normalità, Lunastorta.” Commentò Star.
Normalità.” Ribatté il ragazzo con un pizzico di sarcasmo.
“Bhe, tutto ciò che sei sei tu. E noi ti vogliamo bene. Esattamente così, lo sai.” James entrò nella stanza per salutare l’amico che gli sorrise grato.
“Grazie. Andate ora.”
Sirius gli scompigliò i capelli. “Stacci bene, lupacchiotto.”
 
 
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Bene, salve a tutti. So che non è nulla di che ma avevo bisogno di un piccolo capitolo di passaggio per poter arrivare ad Halloween. Siete pronti?
Nel frattempo vi ringrazio per la pazienza.
A presto, spero.
Ciao ciao

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Capitolo 6
*** Halloween ***


Per tutto il mese i ragazzi cercarono di frequentare le lezioni in tranquillità ma ad un certo punto si accorsero di qualcosa di strano.
“Ma perché non abbiamo lezioni di Difesa contro le Arti Oscure?” Chiese Sirius.
Remus sospirò profondamente. “Ve ne siete accorti solo ora?!” Replicò il ragazzo quasi completamente esausto.
“Faccio io Rem…” Lo tranquillizzò Star, la ragazza prese un respiro profondo e poi urlò: “Bolide del bolide ma come fate a non accorgervi mai di niente ormai sono quasi due mesi che frequentiamo le lezioni e voi vi accorgete ora… ORA!!!!!!! … che non abbiamo lezioni di Difesa Contro le Arti OscuREEEE?!?!?!?! PER LE MUTANDE DI MERLINO MA VI SIETE ACCIDENTALMENTE FUMATI IL CERVELLO?! EH!??!?!?! EH?!?!?! EEEEEHHHHHH?!?!?!?!”
I due amici indietreggiarono di parecchi passi per cercare di sfuggire alla furia della loro amica che stava proprio per ricominciare a sbraitare quando la professoressa McGranitt passò loro accanto in corridoio.
“Buon giorno.” Salutò cortesemente la ragazza completamente tranquilla e poi si voltò di nuovo verso Sirius e James. “Comunque iniziamo dopo Halloween. Il professor Silente fa sempre più fatica a trovare un insegnate per quel posto…. Chissà perché?”
“Come ‘chissà perché’? la Hough è finita sotto il Nottetempo!” Si meravigliò James.
“Ah! Questo lo sapete! Farabutti!” Li insultò la ragazza.
“Bhe era su tutti i giornali. Il Nottetempo non ha mai messo sotto nemmeno un ratto fino a questa estate. Ti credo che non abbiamo più un insegnate di Difesa se la prospettiva è finire sotto un bus a tre piani!” Replicò Sirius.
“Mi domando…” Cominciò Remus. “…quanto la cosa abbia inciso sul servizio…. Insomma, nessuno vorrebbe salire su un autobus che prende sotto la gente… giusto? O forse visto che Halloween si avvicina la cosa potrebbe essere considerata macabra al punto giusto…”
“Rem. Tu non stai bene.” Decretò Star.
“Ovvio. Il Piccolo Problema Peloso è in arrivo.” Spiegò Sirius guardando un nuovo strano orologio da polso. Il quadrante era blu notte e non c’erano lancette, solo molti pallini luminosi.
“Wow, un orologio Stellare!” James avverrò il polso del suo amico per osservare meglio l’oggetto.
“Già.” Asserì Sirius fiero. “Un regalo dello zio Alphard.”
“Immaginavo.” Scherzò Star avvicinandosi anche lei per vedere. “Quindi rappresenta tutti i movimenti di stelle e pianeti sopra di noi?”
“Esatto, e sono estremamente rari.” Spiegò James.
“Beeeelloooooo.” Disse lei con una vocina dolcissima.
“Ok. Se tu sarai puntuale Rem avrai un Piccolo Problema il 30 ottobre. Bene. Così potrai venire con noi alla festa di Halloween!” Si esaltò poi Star.
“Già, lo spero.” Sospirò Remus.
“Dovrei iniziare a fare i vestiti, non manca molto. A quanto pare quest’anno ci sarà solo una festa normale. Infondo è giusto. Anche al secondo anno non abbiamo fatto nessun gioco.” Ragionò la ragazza.
“Però io ci speravo lo stesso.” Si abbatté Sirius.
“Su, non ci pensare amico, ci divertiremo lo stesso. Ricordi?” James gli fece un occhiolino.
“Oh, si, vero! Star: non abbiamo bisogno che tu faccia niente. Attendi il 31. La sorpresa che ti stavamo preparando l’anno scorso sarà svelata quest’anno.” Annunciò Sirius di nuovo felice.
“Oook… la cosa mi spaventa ma cercherò di non andare in panico.” Acconsentì Star.
“Comunque volevo solo dire che… siamo in ritardo.” Ricordò loro Remus indicando il corridoio vuoto attorno a sé e ai suoi amici.
James e Sirius lo afferrarono sotto le braccia uno dalla parte e una dall’altra e poi iniziarono a correre tenendolo sollevato da terra con Star in testa e il povero Remus che gridava impaurito ma dopo un po’ si unì alle risate dei suoi amici. Era bello avere il loro sostegno.
 
………….
 
“Puntuale come l’orologio di Sirius Rem!” Star battè la mano sulla spalla del suo amico chiaramente distrutto che tentava di riprendere fiato seduto su un letto polveroso della Stamberga Strillante.
“Già. Tu mi fai bene. Rendi tutto questo sopportabile.” La ringraziò il ragazzo.
“Ehi…” Lei lo abbracciò forte, il sole fuori dalle finestre barrate sorgeva lasciando entrare qualche striscia di luce che faceva brillare i riflessi oro nei capelli neri della ragazza e illuminava di luce gli occhi ambra del ragazzo.
“Ora devo andare. E’ Halloween! Ti aspettiamo a colazione, a costo di arrivare in ritardo e poi oggi pomeriggio dovrete rivelarmi la vostra sorpresa.” Star si avviò verso la porta e si voltò per sorridere al suo amico.
“Certo, tutto quello che vuoi.” Le rispose lui felice.
 
 
………..
 
Quel pomeriggio le lezioni finirono prima per consentire, come al solito, agli studenti di prepararsi per la festa.
Star fu invitata a seguire i suoi amici nel loro dormitorio.
“Bene.” James le consegnò un pacco molto voluminoso incartato semplicemente con qualche strato di carta velina rossa. Il cuore di Star perse un battito.
“Ho chiesto ad Andromeda dove poter trovare la stoffa e lei mi ha consigliato questo negozio ad Hogsmeade. Dice che è il tuo preferito.” Spiegò fiero Sirius e la ragazza si tranquillizzò.
“Vai a cambiarti in bagno!” La incitò Remus. “E avvertici quando sei pronta.”
La ragazza obbedì curiosa. Appena scartato il pacco cominciò a tremare di emozione. All’interno c’era un vestito rosso e oro, lo indossò il più in fretta possibile stando ben attenta a non rovinarlo e poi si guardò allo specchio sistemando gli accessori. L’abito aveva un corpetto stretto rosso con dei lacci dorati davanti e le maniche lunghe ma che lasciavano scoperte le spalle, lo stesso tessuto rosso scendeva ai lati creando una gonna leggermente ampia e semi rigida aperta sul davanti a mostrare le gambe avvolte in un paio di stretti pantaloni oro. Tutto il tessuto rosso era ricoperto da scaglie come se fosse pelle di drago. Ai piedi indossava stivaletti altezza caviglia col tacco alto sempre rossi e sempre con le scaglie. Indossò un cerchietto con delle punte dorate tra i capelli sciolti, lunghi fino a metà schiena e mossi. Si truccò con rossetto rosso e si disegnò con l’ombretto scaglie rosse dai contorni dorati ad altezza occhi che svanivano a poco a poco andando verso i lati del viso, come una mascherina. Tutto quel rosso e oro facevano risaltare ancora di più i suoi occhi cobalto accendendoli quasi di luce propria.
“Sono pronta.” Annunciò la ragazza con la mano sulla maniglia.
“Bene, esci pure.” Le diede il permesso Remus.
Star uscì e ciò che vide la stupì: i suoi amici indossavano degli eleganti completi da uomo con dei pantaloni stretti e le giacche leggermente più lunghe del normale e tutte con le scaglie di drago.
La giacca di James era di un bel verde erba e i suoi pantaloni di un verde leggermente più scuro, indossava stivali da uomo marroni come quelli dei cacciatori delle fiabe. Remus era meraviglioso, le scaglie della sua giacca mandavano bagliori perlacei e iridescenti i pantaloni grigio perla e gli stessi stivali di James ma grigio scuro. Infine Sirius aveva la giacca blu con le sceglie con qualche riflesso argento, dello stesso argento dei pantaloni, gli stivali blu come la giacca. Star notò poi che le giacche erano lunghe dietro come un frac ma le code tipiche erano una sola che scendeva a forma di V, in più su tutta la lunghezza della schiena tutti avevano delle punte irte tipiche della colonna vertebrale di un drago, anche nel suo vestito c’erano, le aveva viste indossandolo e le piacevano un sacco, pensandoci anche il suo abito scendeva più lungo dietro in una forma a V come una… CODA!
“Siamo dei draghi!” Esclamò lei esaltata. “James è un Gallese Verde, Remus! Sei un Opaleye! Sirius è un Grugno corto Svedese. E io… Un Petardo Cinese! Adoro il Petardo Cinese!”
“Bene, era l’unico su cui avevamo dei dubbi.” Si rallegrò James.
“Perché, voi sapevate già con sicurezza cosa fare per voi?” Chiese la ragazza.
“Ma Star non ricordi?” Domandò Remus. “L’anno scorso!”
 
Era una triste giornata piovosa di ottobre e i Malandrini erano seduti tutti vicini nei banchi infondo all’aula di Storia della magia mentre il professor Ruf spiegava con la sua solita estrema lentezza.
James si sporse verso Star e le posò davanti un foglio. “Ehi, stavamo leggendo questo libro sui draghi, io e Sirius ieri sera in dormitorio. E pensavamo; secondo te che drago siamo noi tre.”
La ragazza lesse rapidamente il foglio di pergamena con i nomi delle razze di drago e alcune loro caratteristiche. “Oh, carino! Adoro i draghi! Credo che tu saresti il Gallese, Sirius il Grugno Corto e Remus…. Oh! Remus un Opaleye! Di sicuro! Sarebbe forte!”
“Già…” James si riprese il foglio e poi ne posò un altro tra lui e sua sorella iniziando a  giocare a tris con lei.
 
“Oh… ora ricordo… era per i costumi quindi…” Bofonchiò lei.
“Eh già! Ti piacciono?” Chiese Sirius.
“Ma scherzi?! Li adoro!” Si esaltò di nuovo lei.
Peter salì in quel momento vestito come i ragazzi ma totalmente in rame e nero.
“La festa sta per cominciare.” Annunciò. “Sei bellissima Star.” Disse poi rivolgendo alla ragazza solo un breve sguardo.
“Ehi, anche tu sei un drago! Un Vipertooth Peruviano!” Notò Star.
“Già, lo abbiamo fatto quest’anno, ci sembrava giusto ora che è dei nostri.” Spiegò James.
“E’ ora di andare comunque. Via via via!” Li incitò Sirius spingendoli tutti fuori.
Scesero in Sala Comune attirando molti sguardi su di loro ma non si fermarono. Corsero dritti verso la Sala Grande pronti per il loro grande ingresso. Thomas corse verso di loro proprio in quel momento. Portava un completo molto vecchio e pieno di sangue con un sacco di strappi, aveva poi un paio di orecchie pelose in testa e dei canini sporgenti i plastica.
“Sei… un Lupo Mannaro?” Gli chiese Star non molto convinta.
“Eh?... si beh… non a tutti vengono vestiti di Halloween belli come i vostri. E poi quest’anno ho i G.U.F.O. non c’è molto tempo per divertirsi.” Si scusò lui guardando a terra.
“Oh, ok, scusa… Beh, sei carino.” Cercò di farlo stare meglio la ragazza.
“Grazie… tu sei splendida. E mi devi un ballo.” Thomas le fece l’occhiolino e poi se ne andò lasciandola con i Malandrini.
“Non so chi sia più strano tra voi due.” Si domandò James fissando il Corvonero allontanarsi con passo allegro. “In ogni caso… Si va in scena!” Il ragazzo aprì la porta della Sala Grande e entrò a passo di carica seguito dai suoi amici.
I loro vestiti erano davvero belli e molti si voltarono a guardarli. La festa era già iniziata, zucche dai sorrisi spaventosi svolazzavano ovunque, ragnatele con grossi ragni calavano dagli angoli del soffitto, i fantasmi di Hogwarts erano ovunque e le luci smorzate ai lati erano più vivide solo al centro della sala dove alcuni ragazzi stavano già ballando al ritmo di musica Babbana e non. Ai lati della sala molti tavolini tondi con tovaglie nere erano imbanditi di strane ma gustose pietanze e la penombra che si creava ai lati della pista da ballo dava l’impressione che gli spettatori fossero solo occhi sospesi nel nulla e quando qualcuno si univa alle danze sembrava quasi uscire da una spessa coltre di tenebre.
“Mooooolto ganzo!” Se ne uscì Sirius.
“E questa dove l’hai sentita?” Gli chiese Remus sconvolto.
“Non lo so. Ma mi sembrava adatto.” Sirius sorrise a metà come era solito a fare e questo gli diede la possibilità di adocchiare una ragazza carina poco più in là. “Io mi butto nella mischia!” Esclamò prima di allontanarsi deciso verso la sua preda.
“Voglio provarci anche io con qualche ragazza.” Annunciò James. “Peter, vieni con me. Ti trovo qualcuna con qui ballare.” Il ragazzo si allontanò con l’amico grassoccio alle calcagna felice come un cane che segue il padrone.
“Siamo rimasti solo noi…” Sospirò Star. “Siamo rimasti… solo … NOI!” Realizzò dopo qualche secondo guardando Remus con sguardo diabolico.
“Oh… no…” Mormorò il povero ragazzo ma non fece in tempo a dire altro che la sua amica lo trascinò in pista e cominciò a farlo ballare nonostante le sue proteste.
Star stava muovendo le braccia del povero Remus in modi assurdi tenendolo per i polsi quando Lily e le altre ragazze del quarto e quinto anno li raggiunsero.
“Cosa dovrebbe essere quello?” Chiese Alice.
“Un ballo di coppia!” Ripose Star felice come non mai.
“Mi dispiace per te, Remus.” Lo compatì Lily.
“Dovresti scioglierti un po’, Evans.” La rimproverò Star.
“Concordo.” Mary afferrò una mano di Remus e poi una di Lily, le altre capirono al volo e si misero tutte in cerchio; cominciarono a girare intorno sempre più veloci e poi a cambiare direzione, ogni tanto si prendevano a braccetto e slanciavano le gambe verso il centro a ritmo, saltellavano, si abbassavano e alzavano a turno facendo la ola. Si divertirono tanto che quando decisero di mangiare si sedettero su tre tavoli vicini. James, Sirius, Peter, al e Fill arrivarono in quel momento e si unirono a loro.
“Adoro queste feste. Mi fanno sentire bene!” Stava dicendo Mary senza smettere di muoversi a ritmo anche con un cucchiaio di zuppa in mano che rischiava sempre di finire su Peter.
“Ovvio che le adori… sei talmente spontanea.” Si lamentò Marlene. “Per me invece…”
Jane, seduta accanto a lei, la guardò con immensa comprensione negli occhi, cosa che stava facendo anche Emmeline dall’altro lato.
Sophia e Ann invece pendevano dalle labbra di Alice e Mary, parlottavano tra loro di moda e gossip della scuola già da un po’.
Lily era seduta tra Remus e Star ma questo non aveva impedito a James di sedersi di fronte a lei e questo di certo non impedì alla rossa di ignorarlo per tutta la cena.
Sirius era di fianco a Star e vicino ad Al e Fill e tutti e quattro parlavano dei vestiti da Drago, Star continuava a fare domande curiosa in merito alla loro realizzazione  Sirius rispondeva a beneficio anche dei loro due amici.
“Star, il tuo ragazzo viene qui!” Si emozionò Sophia in quel momento.
“Posso rubarvela per questa canzone?” Una dolce melodia cominciò mentre Thomas si inchinò avvicinando teneramente a sé la punta delle dita della ragazza per baciarle lievemente.
“E vai, no?!” Le gridò praticamente dietro Alice.
Star si alzò leggermente confusa e sorrise alle sue amiche prima di lasciarsi guidare in pista dal Corvonero.
James la guardò per un solo secondo, nocciola nel profondo cobalto e sorrise a sua volta. Andava bene. Era la cosa giusta. Sirius e Remus la guardarono allontanarsi e la seguirono con gli occhi sulla pista da ballo.
“Non possiamo proteggerla da ogni cosa, da ogni esperienza o sentimento. Deve vivere.” Mormorò semplicemente James, i suoi due amici allora distolsero lo sguardo e ricominciarono a parlare tranquillamente con gli altri al tavolo.
Star cercò di seguire Thomas come seguiva Sirius ma non era così semplice, i passi non erano fluidi allo stesso modo, non riusciva a capire dove il ragazzo si sarebbe mosso e dove avrebbe voluto portarla. Ballarono lo stesso, molto meglio di altre coppie. Così la ragazza pensò che fosse solo questione di allenamento. Si sentiva tesa infatti, confusa, spesso si perdeva nei suoi pensieri fissando un punto oltre la spalla di Thomas.
“Tutto bene?” Le chiese il ragazzo notando il suo sguardo vuoto.
“Oh, si!” Rispose lei tornando sul pianeta terra.
“Ti diverti?” domandò lui ancora.
“Si, certo.” La ragazza annuì in modo carino e sincero, in effetti non poteva dire il contrario, ballare le piaceva sempre.
Quando la canzone finì Sirius, James, Remus e Peter si avvicinarono alla coppia.
Remus prese per mano Star e l’allontanò da Thomas.
“Scusaci ma dobbiamo fare un’ultima cosa per Halloween e poi sarà tutta tua.” Lo rassicurò James.
Le luci si spensero e la nella sala calò il buio, riempito da un sacco di sussurri sorpresi e gridolini.
“Mangia questa.” Sirius passò a Star qualcosa che sembrava una pepita di liquirizia.
“Cosa fa?” Chiese lei.
“Fidati, non c’è tempo!” La incitò James.
La ragazza obbedì e sentì la gola bruciare, ebbe la tentazione di sputare ma resistette.
Una strana musica del suono rude e medievale partì, era profonda, leggermente metallica, come il canto di un drago. James iniziò ad emettere dei suoni simili ad un ruggito ma molto melodici.
Remus soffiò, ma non fu aria quella che uscì dalla sua bocca bensì un getto di fiamma rosso scarlatto che illuminò l’intera pista da ballo e fece indietreggiare gli spettatori. Sirius le toccò un punto sulla schiena e la ragazza sentì la stoffa del suo vestito muoversi in modo bizzarro, sperò solo di essere coperta nelle parti importanti.
Sirius e James si allontanarono un po’ da centro della pista da ballo per sputare ancora fiamme a distanza di sicurezza sia da lei, Remus e Peter, sia dagli altri studenti.
Sirius si mosse in semicerchio sputando fuoco azzurro accesso e James creò intrecci e disegni muovendo la testa e sputando fuoco a getti sottili. Peter iniziò a passare tra loro spruzzando fiammelle qua e là. Remus le strinse la mano e poi avanzò pronto a sputare una grossa fiamma, e Star capì.
Nel momento in cui Remus sputò ancora fuoco scarlatto verso il palco dei professori lei alzò la testa verso l’alto e soffiò: una grande fiamma rossa a forma di fungo si propagò su tutto il soffitto illuminando la stanza per poi spegnersi. I ragazzi e la ragazza continuarono a giocare con il fuoco e i loro respiri finché James non aprì le braccia facendo comparire delle ali di drago ben tese e pronte per il volo, prese la rincorsa e saltò volando per qualche metro a raso terra. Lo stesso fece Sirius. Tutti loro avevano delle ali cucite sotto le maniche nascoste da qualche meccanismo, e come funzionavano bene!
La musica aumentava mentre Star e si suoi amici si dilettavano in brevi voli resi più lunghi o acrobatici dalle gittate di fuoco che creavano correnti di aria calda perfette per rimanere sospesi ancora un po’ o volteggiare in tutti i modi immaginabili. Volare era stupendo. Il fuoco, le luci, la sensazione dell’aria calda che la sosteneva e le sferzava dolcemente il viso.
Quello che avevano creato i suoi amici era meraviglioso e emozionante. Avrebbe voluto non smettere mai ma ad un certo punto la musica cominciò ad affievolirsi, il ruggito di James si spense, lei, Remus e Sirius sputarono l’ultima fiammata insieme. In un misto di colori rossi, oro e azzurri lo spettacolo finì.
“E’ stato semplicemente geniale!” Si esaltò Star tra gli applausi della sala guardando orgogliosa i suoi amici.
In men che non si dica la festa ricominciò e loro erano di nuovo studenti come tanti anche se molti loro coetanei continuavano ad interromperli per chiedere come avessero fatto e cosa si provasse a volare in quel modo.
“Io ho promesso a Thomas di ballare ancora con lui…” Cominciò Star. Suo fratello le fece un cenno d’assenso.
Lily invece la guardò per un secondo prima di dirle. “Poi veniamo a cercarti per ballare di nuovo tutte assieme.”
“Ci conto.” Star le fece un occhiolino prima di voltarsi e sparire tra le ombre e gli altri studenti.
Ballare con Thomas dopo quello che aveva vissuto era diventato più facile ma quasi senza emozione. Infondo, però, aveva appena volato e sputato fuoco come un drago!
“Credo che la festa stia per finire.” Le disse lui ad un certo punto.
“Come mai?” Chiese lei confusa guardandosi intorno e notando che tutti ancora ballavano.
“Le tue amiche sono venute a rapirti.” Le confidò lui indicando le ragazza con un cenno del capo, poi si avvicinò a lei e le posò un bacio leggero sulle labbra. “E’ stata una bella festa. Uscirai ancora con me?”
Lei fece solo cenno di sì prima di abbassare il viso verso il pavimento per rialzarlo solo quando Thomas era già svanito e le sue amiche l’avevano raggiunta.
“Wow! Sembra uno che ci sa fare.” Commentò Mary.
Marlene le diete una leggera gomitata di ammonimento e tutte risero. Poi partì una bella canzone movimentata e loro si misero a ballare in cerchio e poi in piccoli gruppetti, risero e scherzarono finché la festa non finì e tutti gli studenti iniziarono a sciamare fuori dalla Sala Grande soddisfatti e emozionati.
Star raggiunse gli altri Malandrini.
“Peter?” Chiese non vedendolo in giro.
“E’ appena salito con Al e Fill. Noi ti abbiamo aspettata.” Rispose Remus.
“Grazie.”
“Allora, ti sei divertita?” Le domandò Sirius.
“Ma che domande?! E’ stato meraviglioso!” Esclamò lei.
“Ah, si?” Continuò James felice di sentirsi lodato.
“Una cosa spaziale! Incredibile! Magico! Siete stati davvero bravi!”
“Continua, non ti fermare!” Scherzò Sirius. Risero tutti. Arrivarono alla Sala Comune con le lacrime agli occhi dalle risate e poi dovettero dividersi. I ragazzi salirono al loro dormitorio ma Star rimase ancora un attimo seduta su una poltrona nella sala vuota.
 
…………
 
“Immaginavo che fossi ancora qui.” Sirius comparve alle sue spalle. Le due erano passate da un pezzo e il cielo era più buio che mai.
“Tu perché sei sveglio, e non ti sei ancora cambiato?” Domandò lei.
Il ragazzo si guardò braccia e gambe. “E’ il momento perfetto per osservare le stelle, e mi era venuta un pazza idea, ma James non si vuole svegliare, credo sia sfinito a forza di chiedere alla Evans di ballare con lui.”
“Oh, ci è riuscito?”
“Assolutamente no. Ma visto che sei qui potresti venire tu con me.” La invitò lui.
Star sorrise. “Qualunque cosa sia sembra pericolosa. Andiamo!”
I due corsero lungo i corridoi tendendo le orecchie ad ogni minimo rumore.
Arrivarono alla torre di Astronomia e per qualche secondo si goderono l’aria fredda e le mille luci delle stelle.
“Bene, ho portato queste.” Sirius aprì la mano rivelando due piccole pepite di un colore molto scuro, una con lievi riflessi blu-argento e l’altra oro-rossi. Star prese quella blu. “Ehi, quella è del mio drago.” Protestò Sirius.
“Esatto, volevo provarla. Tu prendi l’atra. Tanto so che preferisci il rosso.” Replicò lei.
“Mi piace anche il blu.” Sbottò lui.
“Giusto, come la notte.” Ricordò la ragazza.
“Come i tuoi occhi.” Mormorò il ragazzo, poi ingoiò la pepita rossa e si gettò oltre l’orlo della torre.
Star corse verso le merlature e guardò giù con il cuore in gola. Sirius aprì le ali e iniziò a sputare fuoco, le correnti gli garantirono un volo sicuro e una bella planata verso terra.
La ragazza sorrise, prese un respiro profondo, ingoiò la pepita blu e imitò il suo amico.
Volarono bassi a lungo finché Sirius non l’avvertì che l’effetto del fuoco stava per finire, così si aiutarono a vicenda; soffiarono e batterono le ali fino a risalire tutta la torre e stremati si stesero a terra.
“Wow.” Sbuffò Sirius.
“Davvero, non smetterò mai di ripetere quanto sia incredibile questa invenzione.” Commentò Star.
“Ti ricordi le prime costellazioni che ti ho insegnato?” LE chiese Sirius all’improvviso.
“La prima era Orione. Perché lì vicino c’è il Cane Maggiore, con la tua stella. Sirio. Certo che lo ricordo!” Elencò la ragazza felice.
Lui sorrise piano. “Esatto, la mia stella. E poi siamo riusciti a vedere la tua. Ankaa… rara quanto te.” Il ragazzo si alzò in piedi e si stiracchiò poi si accucciò con il viso vicino a quello della sua amica. “Siamo proprio due stelle, io e te.” Disse, infine si alzò di nuovo e se ne andò.
Star rimase lì sconvolta, gli occhi aperti a fissare il cielo finché non fu sicura di avere impresso a fuoco un particolare puntino luminoso nella sua mente.
Quanto era strano Sirius.
 
 
 
*************
 
Non avrei mai creduto di finire oggi.
In realtà non avrei mai creduto di fare un halloween così breve ma mi rifarò al quinto anno.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Vi ricordo che se volete potete seguirmi su Instagram (PiumadoroFenice)
Grazie a tutti voi della pazienza e del mitico sostegno.
Ciao ciao.

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Capitolo 7
*** Il Mese dei No ***


“Cosa avete fatto ieri sera?!”
“Siamo accidentalmente caduti dalla torre di Astronomia e volato con i vestiti da drago sputando fuoco.”
Accidentalmente?”
Accidentalmente.”
“Non vi perdonerò mai per questo.”
James e sua sorella discutevano da più di mezz’ora in questo modo assurdo finché non si intromise Sirius spazientito.
“Dormivi!”
“Potevi svegliarmi.”
“Ci ho provato.”
“Non abbastanza.”
Allora i due ragazzi cominciarono una nuova discussione permettendo a Star di riprendere fiato e godersi un po’ della sua cioccolata calda mattutina.
“Per quanto pensi che andranno avanti?” Le chiese esasperato Remus.
“Quanto siamo andati avanti io e James?” Domandò lei in risposta.
Remus guardò il suo orologio. “Trentasette minuti più o meno.”
“Molto più di un’ora.” Decretò la ragazza.
“Ma davvero vi siete gettati dalla Torre di Astronomia?” Si intromise Peter senza più riuscire a trattenersi.
“Non gettati, caduti accidentalmente.” Lo corresse Star.
“In ogni caso spero che finiscano presto. Oggi a quanto pare avremo la prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure con il nuovo professore.” Si augurò Remus. In Sala Grande tutti gli studenti stavano pranzando, per via della festività di quel giorno nessuno aveva avuto lezioni al mattino ma Silente aveva deciso di mettere due ore al pomeriggio per recuperare subito quelle perse il giorno prima per la festa e a tutti sembrava molto giusto. Infondo i ragazzi che osservavano religiosamente la festa di Ogni Santi erano una minoranza alla quale non dispiaceva comunque fare due ore di lezione.
“E’ vero! Come mai non è al tavolo dei professori?” Notò Star.
“Dicono che sia un po’ strano.” Le raccontò Peter.
“Ah si? Vedremo.” Decise la ragazza, poi si alzò indicando i suoi due amici e apostrofandoli con decisione. “Voi due! Silenzio e andiamo. Voglio vedere questo professore.”
I ragazzi obbedirono immediatamente così tutti i Malandrini e Peter si avviarono verso l’aula.
Presero i posti infondo per il semplice fatto che tutti gli altri studenti, curiosi come loro, erano già arrivati ed avevano occupato tutti i posti più vicini alla cattedra.
L’ora iniziò ma non successe nulla. Dopo più di un quarto d’ora la porta si spalancò e entrò un tizio che doveva essere stato molto robusto da giovane ma ora non c’era ombra di muscoli, era leggermente ingobbito e aveva i capelli grigi. “Ci si rivede, Smidollati!” Gridò quello mentre il suo occhio destro impazziva.
“Ho un dejavù.” Mormorò Star fissando il professore.
“Cosa diamine hai ragazzina smidollata?” La apostrofò l’uomo.
Star si alzò educatamente in piedi. “Credo di aver già visto questa scena, signore.”
“Bene, siediti. Sono il professor Wood e voi siete i mie allievi smidollati. Questo non ricorda niente a nessuno, branco di smidollati?” Continuò quello osservando poi i componenti della classe e fermandosi su Star la quale si toccò la fronte come se avesse una lieve emicrania.
“Ragazzina meno smidollata degli altri, hai qualcosa da dire?” Le chiese il professore.
“Lei… noi…” Cominciò Star, poi il suo sguardo si perse nel vuoto per un secondo e i suoi occhi divennero più scuri in un lampo. Quando scosse il capo come per schiarirsi le idee i suoi occhi erano di nuovo cobalto e lei cominciò a parlare. “Lei è già stato professore qui, non in un anno passato, ma quest’anno, a settembre, lei era qui, e ci ha fatto una lezione, ci ha lanciato contro un sacco di anatemi e dovevamo provare ad evitarli…”
“Ma sei impazzita? Che dici? E’ la prima volta che lo vediamo!” Sussurrò James tirando sua sorella per la manica per farla sedere.
“Esatto! Com’è che solo una di voi smidollati si ricorda di me? Sarà perché ho fatto a tutti voi smidollati un incantesimo della memoria e nessuno smidollato se ne è reso conto per tutto il mese e ora una smidollata intelligente comincia a ricordare e voi smidollati le date della pazza? Che razza di smidollati!” Sbottò il professore.
“Ci ha fatto un incantesimo della memoria?” Saltò su un Serpeverde. “Ma non può!”
“Posso fare quello che voglio smidollato senza colonna vertebrale! Quest’anno sono il vostro professore e per quanto insegnare sia roba da smidollati cercherò di insegnarvi qualcosa che vi renda un po’ meno smidollati. Innanzi tutto quando una persona vi lancia un incantesimo non verbale non sempre fa tante lucine colorate, nessuno di voi smidollati si è accorto di essere stato incantato perché voi pensate come degli smidollati! Dovete percepire gli incantesimi, branco di smidollati! O rischierete di finire ammazzati!”
Successivamente il professore agitò la bacchetta verso Lily e James balzò in avanti sfoderando la bacchetta e senza dire una parola. Qualcosa, una specie di forza invisibile, sbatté contro l’aria davanti a lui e la ragazza creando solo lievi rifrazioni di luce.
“Questo smidollato è coraggioso e sveglio. Ottimo, voi altri smidollati avete ancora molto da imparare, ma anche tu smidollato coraggioso.”
Ancora una volta, per quel poco che la maggior parte degli studenti riuscì a ricordare, la lezione di Difesa Contro le arti Oscure fu molto pratica e decisamente stancante e tutti collezionarono strane contusioni e bizzarri effetti. L’unico lato positivo fu che Lily si avvicinò ai Malandrini, una volta finita la lezione, puntando decisa verso James. Al ragazza brillarono lievemente gli occhi e si passò una mano tra i capelli spettinati. “Sei venuta a ringraziarmi, Evans?”
“Ma certo!” Trillò lei. “Sono venuta a ringraziarti di avermi fatto fare brutta figura. Ero perfettamente in grado di schivare quell’incantesimo m tu, il Grande James Potter, dovevi per forza prenderti tutto il merito e farti vedere davanti a tutti. Bhe, grazie mille! Sei solo un tronfio arrogante ragazzino.” Ruggì la rossa subito dopo e tutto d’un fiato. Poi si voltò decisa e sparì tra la folla.
“Oh oh! Che caratterino la micetta!” Scherzò Sirius battendo allegramente la mano sulla spalla del suo amico occhialuto.
“Credo che valga la pena di vedere la Evans arrabbiata con James ogni tanto. La distrae dall’odiare me e io posso farmi delle amiche.” Constatò Star con tono pratico. “Anzi, creo proprio che andrò con lei e quelle del secondo alla prossima lezione. Grazie Jame, sei un bravo fratello.” Aggiunse poi tra il felice e il sarcastico baciando suo fratello sulla guancia prima di seguire la scia dei passi furiosi di Lily.
 
…………….
 
Novembre era un mese freddo e grigio pensò Star quella sera prima di ricordarsi che mancava solo un giorno al compleanno di Sirius.
L’indomani ci sarebbero stati altri allenamenti della squadra di Grifondoro in vista della prima partita; ma domenica era giorno di riposo per tutti. E domenica era il compleanno di Sirius.
Tutto quadrava a perfezione se non fosse che i Malandrini non avevano pensato a niente per il loro amico.
Proprio per quel motivo Star andò a svegliare James e Remus quella notte; svegliare Peter era una missione impossibile quindi pensò che avrebbe potuto aggiornarlo Remus durante gli allenamenti di Quidditch.
“Allora, non ci siamo accorti del tempo che passava ma dobbiamo fare qualcosa di carino per Sirius.” Annunciò la ragazza una volta che si furono tutti seduti su un divano in Sala Comune.
“Non dovrebbe essere difficile, ho già pensato a tutto.” Constatò James prendendo i suoi amici alla sprovvista.
“Cosa?! Cosa hai pensato? Cosa hai fatto?” Sussurrò concitato Remus.
“Tranquillo, niente di che. Star: tu ti occuperai di creare un qualche regalo fatto a mano in tema costellazioni o stelle o simili. Remus: tu hai la parte calorosa e amorevole insieme a Peter. Ovvero dobbiamo creare nel nostro dormitorio qualcosa di simile al Covo perché quello e Hogwarts sono le case preferite di Sirius e e Sirius ci tiene molto all’idea di casa calda e amorevole anche se non lo dice mai. E il mio compito sarà quello di organizzare qualcosa in pieno stile Grifondoro, tipo uno scherzo…”
“No.” Lo interruppe Remus. “Niente scherzi. Dobbiamo comportarci bene. Dobbiamo farlo proprio per Sirius.”
“Nemmeno uno piccolo piccolo?” Lo supplicò James.
“No.” Decretò Remus.
“Bene!” Sbuffò il ragazzo occhialuto. “Mi inventerò qualcos’altro.”
“Ottimo!” Gioì Star. “Vado a mettermi al lavoro. Ci vediamo domani.” Detto questo corse su per le scale del dormitorio femminile e si infilò di nuovo sotto le coperte, prese un blocco da disegno e una matita e si tirò le lenzuola fin sopra la testa per poter accendere una piccola pallina di luce che fece volteggiare a pochi centimetri dal foglio e poi cominciò a pensare.
Una bella mappa stellare poteva andare come regalo ma doveva contenere tutti loro.  Pensò che solo lei e Sirius avevano una stella tutta per loro. Provò , allora, a trovarne una anche per James, Remus e Peter ma poi pensò che solo Sirius poteva decidere quale fosse la stella più adatta ad ognuno di loro, se lo avesse scelto lei non avrebbe avuto senso. Quindi si mise a riflettere sul cielo e sui compleanni e si addormentò.
 
……………
 
“Sei del Saggittario, io sono Scorpione… buffo. James è Ariete e Remus Pesci.” Commentò Sirius.
“Un giorno mi spiegherai perché per te è così tanto buffo. Sappilo.” Replicò Star la quale si stava già ingozzando di cioccolata in compagnia di Remus.
 
Sta si svegliò di soprassalto e cominciò a disegnare come una pazza finché non si cambiò per gli allenamenti. Scese insieme a James molto presto ona la scusa di dover preparare alcune attrezzature e così poterono parlare.
“Hai fatto qualcosa?” Le chiese James.
“Certo, cosa credi? Ho disegnato una cosa stupenda, vedrai che gli piacerà, è tutta la mattina che le altre ragazza mi chiedono di vedere come funziona, sarà stupendo! Tu a cosa hai pensato invece?” Rispose lei.
“Bhe, lo so che Remus mi ha proibito di pensare a degli scherzi, ma ho questa nuova cosa che potremmo provare solo su Mocciosus e…”
“NO!” Una voce secca e decisa proveniente dalle loro spalle interruppe James.
“Ti ho detto di no. E no sarà.” Remus si avvicinò a loro a passo svelto.
“Sconvoltante.” Sussurrò Star sorpresa.
“Oh ma dai, cos’è questo, il mese dei no?” Sbuffò James.
“Esattamente.” Concluse Remus, alle sue spalle Peter cercava di raggiungerli correndo. “Ora scusatemi ma devo informare Peter, e Sirius sta arrivando.”
“Hei!” Li salutò Sirius battendo la mano sulla spalla di James. “Siamo tutti pronti per l’allenamento qui. Forza andiamo!”
 
………………..
 
L’allenamento andò davvero bene ma James non sembrava soddisfatto, uscì dalla Sala Comune mentre tutta la squadra era riunita a parlare e rilassarsi. Star lo seguì silenziosa lasciandoli talmente tato spazio da perderlo di vista, ma non era importante, sapeva esattamente dove sarebbe andato.
Si ritrovarono nella loro torre malandata.
“Sei preoccupato per domani?” Gli chiese lei.
“Ovvio. Non che io odi Remus, so che ha ragione, ma volevo regalare a Sirius un sorriso e non ci riuscirò mai senza uno scherzo.”  Il ragazzo si sedette sul bordo del balcone e con le gambe a penzoloni sospirò talmente forte che a Star parve di vedere le grigie nuvole nel cielo spostarsi un po’, allora rise piano.
“Non devi preoccuparti così tanto. Sei sempre riuscito a far ridere Sirius anche senza scherzi, basti tu, sei il suo migliore amico, suo fratello. Vedrai che domani sarà una giornata perfetta.” La ragazza gli massaggiò dolcemente la schiena e poi lo baciò sulla testa tra i capelli.
“Grazie sorellina.”
“Sorellina a chi’ sono più grande di te!” Si offese lei.
“Si.” Le concesse il ragazzo saltando giù dal balcone di nuovo dentro la torre. “Ma sei sempre più bassa.”
Star gonfiò le guance dalla rabbia e fissò suo fratello con uno sguardo di fuoco per qualche secondo prima di scoppiare a ridere e abbracciarlo. “Comunque te la farò pagare per questo.” Gli disse prima di lasciarlo andare e uscire di corsa dalla torre.
“Star, aspetta!” Gridò lui
La ragazza tornò indietro incuriosita.
“Ho bisogno del tuo aiuto. Dobbiamo creare dei piccoli Sirius.” Le spiegò lui.
“Eh?” Fece lei sconvolta ma non ci fu il tempo di dire altro, suuo fratello la afferrò per un braccio e la trascinò con sé.
 
…………
 
Il mattino seguente Sirius e gli altri ragazzi si svegliarono con calma di mattina tarda ma notarono subito che James non era nel suo letto così preoccupati scesero a cercarlo. Proprio nel momento in cui, dopo aver chiesto a tutti in Sala Comune, i tre amici cominciavano a preoccuparsi sul serio James fece il suo ingresso ridendo con Star, entrambi erano sporchi di farina e reggevano un enorme vassoio pieno di biscotti a forma di stella neri come la notte ma con un sacco di stelline luminose come diamanti sopra.
“Dove siete stati?” Chiese Remus ai due fratelli.
“A giocare a Quidditch.” Rispose Star oltrepassando un ragazzo piuttosto goloso del primo anno che aveva cercato di prendere un biscotto.
“Non è vero! Siete stati a fare quei biscotti chissà dove!” Replicò Remus.
“Rem, se conosci già la risposta non fare domande a cui sai che non possiamo rispondere.” Replicò la ragazza baciando il suo amico sulla guancia. “Buon compleanno Sirius!” Esclamò poi allegra porgendo il vassoio al festeggiato.
“Grazie.. credo?” Sirius confuso prese un biscotto e lo assaggiò. “Sono buonissimi! E ovviamente cioccolatosi! Grazie!”  Il ragazzo abbracciò i due fratelli rischiando di far cadere a terra tutti i biscotti. Poi afferrò anche Remus e Peter abbracciando tutti.
“Va bene, ora lasciamo Remus e Peter a fare la loro parte e tu vieni con noi.” Decretò James spingendo l’amico fuori dalla Sala Comune con una sola mano dato che l’altra reggeva ancora il vassoio.
Nel buco del ritratto Star schioccò le dita e quando i tre uscirono nel corridoio Sirius indossava un elegante abito Babbano con camicia blu e pantaloni e giacca rossi, mentre James e Star indossavano divise da camerieri simili a quelle che avevano indossato per servire in Sala Grande alla festa di Natale qualche anno prima.
Star inspirò profondamente “Fate largo! Sta passando l’onnipotente Sirius.” Gridò a squarciagola.
“Permesso! Permesso! Sua maestà Sirius desidera fare colazione!” Annunciò a sua volta James.
I due proseguirono scortando così il loro amico fino la Sala Grande, offrendo biscotti Sirius a destra e a manca.
Una volta seduti al tavolo di Grifondoro i Potter non smisero un secondo di dire a chiunque che era il compleanno di Sirius, soprattutto alle belle ragazze, così il loro amico ricevette baci e auguri praticamente da tutte le ragazze più carine di Hogwarts.
Nel frattempo nel dormitorio maschile del quarto anno Remus e Peter allestivano un luogo caldo e accogliente come il loro Covo, spostando materassi e montando amache.
Dopo la colazione i Potter portarono Sirius a giocare un po’ a Quidditch. Si divertirono un sacco con il campo solo per loro, ridendo e scherzando, facendo imitazioni di giocatori famosi o dei loro avversari lì ad Hogwarts. Si divertirono così tanto da dimenticarsi di pranzare e poi i loro compagni di squadra li raggiunsero per giocare tutti insieme e James fu forse più felice di Sirius per questo dal momento che creò un forte spirito di squadra.
Remus e Peter non si erano uniti a loro ma li stavano osservando dagli spalti. Nel bel mezzo del pomeriggio però il cielo iniziò a diventare scuro.
“Credo sia ora di rientrare.” Annunciò James.
I Malandrini salirono di corsa al loro dormitorio e tutti furono felici di vedere la reazione di Sirius davanti a tutto il lavoro di Remus e Peter.
“E’ fantastico ragazzi! Sembra di stare nel Covo, ma a Hogwarts! E’ davvero… wow… grazie davvero.” Il festeggiato si stese su un amaca sorridendo.
“Bene, direi che è il momento più adatto per guardare i vecchi album di foto.” Star tirò fuori dal baule di suo fratello tutti gli album dei Malandrini e i ragazzi iniziarono a sfogliarli mostrandosi le foto buffe a vicenda, risero davvero tanto e si ricordarono di bei momenti.
Anche il ricordo di Anne non era più così doloroso, pensò Star passando la mano su una foto di lei e la piccola trovatella insieme. Quella giornata era stata perfettamente allegra, nulla avrebbe potuto rovinarla.
Quando fu quasi ora di cena Star uscì da sola dal dormitorio con una scusa banale e non vi tornò se non dopo quasi un’ora ma Sirius per fortuna non sembrò notarlo.
“Scendiamo a cenare?” Chiese innocentemente la ragazza di ritorno al dormitorio.
“Si va bene.” Rispose Sirius e tutti si alzarono. Il ragazzo dagli occhi grigi non fece nemmeno in tempo a pensare, scendendo le scale, che forse c’era qualcosa sotto che un assordante rumore lo colpì.
“BUON COMPLEANNO!” Urlarono tutti i Grifondoro stipati nella Sala Comune attorno a tavoli pieni di leccornie tra le quali soprattutto biscotti Sirius.
“Ma cosa…?!” Esclamò Sirius ma non poté dire altro perché fu afferrato da mille mani, chi ancora non gli aveva fatto gli auguri voleva rimediare in quel momento e anche se a molti di loro non interessava un granché del compleanno di Sirius ogni occasione è buona per fare festa quindi erano tutti esaltati e pronti a divertirsi.
La musica partì e Star e James comparvero al centro della stanza sopra dei tavoli vestiti come dei cantanti professionisti Babbani, abiti eleganti rossi, quello di James era un semplice completo da uomo con camicia bianca e papillon nero, quello di Star era lungo e aderente fino alle cosce con uno spacco da appena sopra il ginocchio.
“Would you like to swing on a star? 
Carry moonbeams home in a jar? 
And be better off than you are? 
Or would you rather be a mule?”



Cominciò a cantare James.
“A mule is an animal with long, funny ears 
He kicks up at anything he hears 
His back is brawny and his brain is weak 
He's just plain stupid with a stubborn streak 
And, by the way, if you hate to go to school 
You may grow up to be a mule”

Gli fece eco Star.

“Or would you like to swing on a star? 
Carry moonbeams home in a jar? 
And be better off than you are? 
Or would you rather be a pig?”

Remus salì sul palco improvvisato anche lui con gli stessi abiti di James cantanto allegramente.

“A pig is an animal with dirt on his face 
His shoes are a terrible disgrace 
He's got no manners when he eats his food 
He's fat and lazy and extremely rude 
But if you don't care a feather or a fig 
You may grow up to be a pig”

Fu il turno di Peter che non aveva esattamente una voce aggraziata ma andava bene lo stesso perché tutti si stavano divertendo troppo e i ragazzi sul palco continuavano a guardare solo Sirius, Star e James avevano ormai improvvisato un balletto.


“Or would you like to swing on a star? 
Carry moonbeams home in a jar? 
And be better off than you are? 

Or would you rather be a fish?”
Riprese a cantare Star con gli altri che le facevano da coro e ormai Sirius si rese conto di star battendo il piede a ritmo.
“A fish won't do anything but swim in a brook 
He can't write his name or read a book 
To fool all the people is his only thought 
Though he's slippery, he still gets caught 
But then if that sort of life is what you wish 
You may grow up to be a fish”



Cantò ancora James scendendo dai tavoli insieme a Remus e Peter aiutando Star a fare lo stesso. Poi tutti cominciarono a passeggiare a ritmo verso di Sirius cantando tutti insieme:

“And all the monkeys aren't in a zoo 
Every day you meet quite a few 
So you see, it's all up to you 
You can be better than you are”



Ormai Sirius stava ballando e cantando con loro e le loro voci si unirono al tempo della battuta finale:

“You could be swingin' on a star”
Gli applausi invasero la sala e poi tutti ritornarono a festeggiare per conto loro.
“Grazie ragazzi, era davvero una bellissima canzone. E’ stato… divertente.”
Un’altra canzone partì e tutti iniziarono a ballare.
“Dai ragazzi, Star di David Bowie?” Fece Sirius stupito.
“Ti piace?” Chiese James.
“La adoro.” Rispose il festeggiato.
“Bene, ora con il tuo permesso vado a cercare qualche bella ragazza con cui ballare.” Annunciò il giovane Potter buttandosi nella mischia.
Star ricomparve in quel momento da chissà dove e gli porse un bicchiere e una fetta di pizza.
“E questa dove l’avete trovata?” Si sorprese ancora di più Sirius.
“L’ho fatta io.” Replicò la ragazza facendo spallucce.
“Allora io vado a prenderne una fetta prima che finisca.” Li informò Remus sorridendo.
“Vado con lui.” Esclamò Peter già leccandosi i baffi.
“E’ molto buona.” Si complimentò Sirius con la ragazza dopo aver assaggiato la pizza, poi stette a guardare James che ballava con una ragazza al centro della pista e sorrise. La canzone era quasi finita e proprio mentre Star si accorgeva di star fissando il suo amico lui sussurrò piano la parte finale della canzone: “I could fall in love all right as a rock & roll star”.
Star sorrise. “Ti piace davvero. Bene.”
“Già… e anche questa!” Si esaltò il ragazzo sentendo partire Star Star dei Rolling Stones.
“Perfetto, perché voglio avere io l’onore del primo ballo con il festeggiato.” Gli sussurrò all’orecchio ridendo allegra.
“Concesso!” Decretò Sirius divertito dalla situazione.
Così I due si spostarono sulla “pista” da ballo e iniziarono a scatenarsi, ballarono, cantarono, risero e saltarono allegri.
Quando la canzone finì ne partì un’altra molto più lenta, Little Star di Chuck Berry; Star e  Sirius si osservarono per un secondo.
“Bhe, non vorrai lasciarmi solo sulla pista con un lento, no? Please, help me, help me, little Star.” Disse lui all’improvviso porgendole la mano e usando una frase di quella stessa canzone per convincerla. La ragazza sorrise e accettò di ballare. Con Sirius era sempre facile, la guidava perfettamente ed era in grado di farle sempre capire i passi che avrebbe voluto fare.
Anche quella canzone finì e Sirius fu invitato a ballare da un’altra ragazza così Star si fece in disparte sorridendo e raggiungendo Remus.
“La serata sta andando davvero bene.” Commentò lui.
“Oh, si. Mai visto Sirius così felice.” Concordò lei.
“Adoro il tuo cibo!” Le disse Peter intento in un goffo balletto davanti al buffet.
“Grazie… credo.” Rise Star.
La festa andò avanti ancora per un po’ poi James annunciò che avrebbero fatto partire l’ultima canzone prima di sparire e tutti si prepararono all’ultimo ballo.
Lily e le altre ragazza trovarono Star in quel momento.
“Eccoti qui!” Esclamò Alice.
“Vieni a ballare con noi? Ti prego!” Mary la afferrò per un braccio trascinandola sulla pista senza nemmeno aspettare risposta.
Prettiest Star di David Bowie partì e le ragazze si misero a ballare rivendendo e scherzando tra loro. Star ancora nel suo abito lungo le faceva divertire giocando con un festone trovato in giro usandolo come un boa di piume di struzzo, sventolandolo in giro e muovendosi come una diva a ritmo. Le ragazze si divertirono così tanto che la imitarono a loro volta passandosi il festone di carta. Proprio mentre Star girava su sé stessa ancheggiando si accorse che Sirius e James la guardavano da lontano sorridendo.
“Mi prenderanno in giro per il resto della vita, lo so.” Sbuffò la ragazza senza, però, smettere di ridere con le sue amiche.
 
 
……………..
 
Dopo aver sistemato un po’ le cose in Sala Comune i Malandrini si rifugiarono nel loro Covo/dormitorio.
“Credo che sia l’ora di darti il tuo regalo.” Annunciò James.
“Come scusa? Perché tutto quello che avete già fatto per me non basta?!” Sirius sorrise sconvolto.
“Non fare così, non era niente di che.” Si schernì Star.
“Bene, è il momento direi…” Disse Remus spegnendo la luce e accomodandosi sul materasso steso sul pavimento al centro della stanza assieme a James e Peter. Sirius vi fu spinto sopra da Star che appese qualcosa al muro.
“E’ una specie di disegno di costellazioni?” Chiese Sirius. “Ma certo! Sono le nostre costellazioni, voglio dire, quelle dei nostri segni zodiacali!” Si rispose subito dopo da solo.
“Esatto.” La ragazza le indicò poi una per una. “Pesci per Remus, Ariete per James, Gemelli di Peter, il mio Sagittario e tu sei lo Scorpione.” Le stelle si illuminarono al suo tocco.
“Bolide, sembrano quasi vere!” Si stupì Sirius.
Star si sedette tra loro. “Non è finita qui.” Sussurrò e poi scandì a voce alta: “Brillate!”
Le costellazioni cominciarono a prendere vita, da semplici puntini luminosi divennero il disegno luminoso e volteggiante dei segni dello zodiaco e poi mentre le figure giocavano tra loro si trasformarono ancora, si trasformarono in loro, piccole riproduzioni dei Malandrini dai contorni luminosi come stelle che volavano attorno a quelli veri. Era uno spettacolo mozzafiato. Sirius rimase senza parole finché Star non accese la luce e le figure scomparvero, anche le stelle sulla mappa erano sparite, al loro posto appeso al muro c’era un ritratto in carboncino di tutti loro, sorridenti e felici, le mani sopra le spalle gli uni degli altri.
“E’ … la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me.” Decretò Sirius alzandosi in piedi per sfiorare quel capolavoro, poi cominciò ad abbracciare tutti i suoi amici con estremo entusiasmo. Star sfuggì per un secondo da quell’abbraccio e mise un disco.
[Didn’t know what time it was and the lights were low
I leaned back on my radio
Some cat was layin’ down some rock ‘n’ roll
‘lotta soul, he said

Then the loud sound did seem to fade
Came back like a slow voice on a wave of phase
That weren’t no D.J. that was hazy cosmic jive]

“Questa canzone…” Mormorò Sirius. “…me la cantava mio zio quanto ero piccolo.”
“Lo sappiamo.” Gli confidò James.
“Ci siamo fatti aiutare.” Rivelò Remus.
Star prese James e Sirius per mano e loro presero per mano Peter e Remus formando un cerchio, iniziarono così a girare in tondo e a cantare a squarciagola.
“There’s a starman waiting in the sky
He’d like to come and meet us
But he thinks he’d blow our minds
There’s a starman waiting in the sky
He’s told us not to blow it
Cause he knows it’s all worthwhile
He told me:
Let the children lose it
Let the children use it
Let all the children boogie”

Saltarono e risero per tutta la notte e prima di addormentarsi tutti insieme a terra stettero ancora qualche minuto a guardare le loro riproduzioni luminose giocare volando sul soffito.
“Grazie.” Sussurò Sirius prima di addormentarsi.
 
 
……………
 
Quella notte Star aveva sperato che tutto novembre potesse essere così magnifico come il compleanno di Sirius ma non fu affatto così. Novembre si dimostrò presto grigio, freddo e noioso. Soprattutto a causa di Remus che riusciva sempre a negare loro qualunque svago. In effetti non si poteva dire che non avesse ragione, infondo avevano promesso di essere bravi in attesa di passare il Natale a casa Black, ma non avevano considerato quanto sarebbe stato difficile.
L’unico loro divertimento era potersi esercitare negli incantesimi di difficoltà elevata di notte nel dormitorio maschile del quarto anno che non aveva ancora perso il suo aspetto simile al Covo.
Infondo, pensò Star una sera di fine novembre mentre Schiantava James per l’ennesima volta, non era così male. Infondo, erano sempre loro e potevano comunque divertirsi anche solo facendosi piccoli dispetti tra loro. Mancava solo poco più di un mese a Natale. Sarebbero riusciti a mantenere la loro promessa. Grazie a Remus.
 
 
 
***************
 
Ho finito gente!
Sembrava impossibile ma ce l’ho fatta.
Dovete scusarmi tantissimo se ci ho messo così tanto ma davvero li impegni scolastici stanno diventando impossibili.
Spero di poter aggiornare presto.
Ciao ciao
 
PS: Queste sono le canzoni in ordine cronologico se volete ascoltarle per bene.
 
Frank Sinatra - Swinging on a Star (1964)

David Bowie- Star  (1972)
The Rolling Stones - Star Star (1973)
Chuck Berry - Little Star (1961)
The Prettiest Star David Bowie (1973)
David Bowie Starman (1972)

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Capitolo 8
*** Avvento all'Amore ***


L'avvento era ufficialmente cominciato e tutti se ne erano accorti, probabilmente a causa di Star.
Dal primo giorno d'avvento la ragazza aveva cominciato a legarsi i capelli con un nastro rosso e a cogliere qualunque occasione per annunciare a tutti l’esatto numero di giorni mancanti a Natale. Nessuno capiva questo entusiasmo ma era così bello che non ci furono lamentele.
Hagrid aveva portato i soliti dodici abeti in sala grande e la Malandrina aveva proposto al preside di lasciare che fossero gli studenti a decorarli. Tutti i professori e molti studenti accettarono di buon grado e così l'otto dicembre la Sala Grande fu infestata di decorazioni e insegnanti e studenti addobbarono gli alberi fianco a fianco. Le lezioni furono sospese perché si credette che addobbare alberi con la magia fosse un'ottima lezione, e lo fu davvero.
Un paio di giorni più tardi Star iniziò a vestirsi di rosso e i suoi annunci divennero più entusiastici.
“Senti, tesoro, non che mi dia fastidio vederti così entusiasta e agghindata ogni giorno ma si può sapere perché?” Le chiese Sirius una mattina mentre facevano colazione con gli altri Malandrini.
La ragazza non rispose e continuò a mangiare ignorandolo.
“Hei!” La richiamò Sirius sventolandole la mano davanti al volto.
Star alzò gli occhi dal suo cibo e lo fissò strabiliata. “Oh, parlavi con me? Perché visto che hai detto ‘tesoro’ immaginavo che parlassi con una… PROSTITUTA!” Replicò la ragazza scocciata, peccato che l’ultima sua parola risuonò in Sala Grande.
“Hem…” Fece solo Sirius con le mani alzate in segno di resa.
“Chiamami tesoro un’altra volta e ti squarcio la gola!” Continuò lei.
“Wo wo wo! Calma!” Intervenne James.
“Cosa sono un cavallo ora?!” Inveì la ragazza contro suo fratello.
“No ma…” Cercò di scusarsi lui.
“Vieni Star, andiamo a camminare, camminiamo, a te piace camminare!” Remus la prese sotto braccio allontanandola dalla McGranitt che stava giungendo verso di loro a passo di carica.
“Camminiamo si. Sono caaaaalma.” Ripeté lei come in trance.
“Allora, vuoi raccontarmi come stai?” Le chiese gentilmente il ragazzo un volta giunti in un corridoio deserto.
“Non davanti a loro.” Mugugnò la ragazza facendo un cenno verso James e Sirius che li avevano seguiti.
“Ok.” Acconsentì Remus e poi passò un minuto buono a gesticolare con i suoi due amici nel tentativo di mandarli via, tentativo che fortunatamente riuscì anche se i due ragazzi erano piuttosto giù di morale mentre si allontanavano.
“Fra poco sarà il mio compleanno.” Esordì Star dopo che Remus le ebbe sorriso per dimostrarle che la stava ascoltando.
“Si lo sappiamo, cosa ti preoccupa?”
“Compirò 15 anni e … non ho ancora avuto il mio primo … cioè… la mia prima … non ho ancora.” Cercò di spiegarsi lei ma senza riuscire a trovare le parole.
Remus però capì, e arrossì di conseguenza. “Sei sicura di volerne parlare con me?”
“E con chi altro?! Non voglio terrorizzare la mamma e nemmeno scriverlo alla cugina di Sirius… perché… non riesco a scriverlo.”
“Hai provato con Lily?”
Star indietreggiò terrorizzata. “Mai!”
“Hei, tranquilla, è più comprensiva di quanto tu possa pensare.” La rassicurò lui. “Se vuoi andiamo insieme e provo ad aiutarti a spiegarle, perché, mi dispiace, ma io non so proprio cosa dirti su di questo…”
“Ok.” Mugolò la ragazza poco convinta.
Remus le sorrise e salirono in Sala Comune a cercare Lily. La trovarono seduta ad un tavolo con le sue amiche e le ragazze del quinto anno.
“Posso parlarti un secondo, Lily?” Le chiese il ragazzo mentre Star se ne stava qualche passo più indietro.
“Si, certo.” La rossa si alzò e lo seguì in una angolo riservato della Sala Comune.
“Star…” Cominciò lui indicando la sua amica che però non aprì bocca e guardò in basso. “…lei ha, un piccolo problema femminile, e qualche domanda, credo sia un po’ difficile per lei quindi puoi aiutarla tu?”
Lily guardò la mora che ora si strofinava i polsi a disagio, le prese una mano e senza dire niente la guidò verso il loro dormitorio vuoto, la lasciò sedere su un letto accomodandosi accanto a lei. 
“Che succede?” Le chiese poi gentilmente senza smettere di tenerle affettuosamente la mano.
“Bhe… credo di avere un problema con il ciclo me-mestruale.” Buttò fuori Star con un risatina nervosa.
“E’ normale, io ne ho ancora un sacco, a volte perdo così tanto sangue che devo cambiarmi in continuo. Giusto per dirne uno.” Cercò di tranquillizzarla Lily.
“Io… non l’ho ancora mai avuto.”
“Oh, capisco.” Fece la ragazza piano. “Non credo sia un problema grave. Mia mamma diceva di non preoccuparmi se non arrivava, credo dipenda da ragazza a ragazza. Forse dovresti cercare di capire se anche tua madre ce lo ha avuto tardi. Mi hai detto che hai trovato il suo diario, forse dovresti provare a leggerlo tutto.”
Star lanciò uno sguardo disgustato al suo baule al cui interno stava lo spesso e fitto diario di sua madre. Non parlava di tutta la sua vita, probabilmente ne aveva avuti altri, però visto il suo modo leziosamente dettagliato di scrivere ogni insulso avvenimento della sua vita forse avrebbe trovato qualcosa. Ma Star non aveva il coraggio di leggerlo tutto, voleva solo trovare informazioni su suo padre e le aveva trovate, per cercare una cosa del genere avrebbe dovuto leggerlo tutto e non voleva. Non voleva immedesimarsi nelle graziose e superficiali vesti della madre che l’aveva abbandonata.
“Vorresti cercare tu per me?” Chiese all’improvviso a Lily.
“Come?!”
“No, niente. So che non hai ne tempo ne voglia, è solo che non riesco a leggerlo e quindi ho pensato… ma effettivamente è un’idea stupida, scusami.”
“Oh. Non è un’idea stupida. Se vuoi darmelo posso provare a cercare ora.” Si propose la rossa guardandola intensamente negli occhi.
“Lo faresti davvero?” Si illuminò Star.
“Si, certo.” Confermò Lily e attese che la sua amica andasse a recuperare il diario. Lo prese finalmente tra le mani e cominciò a leggere. Le sembrava un diario totalmente innocuo, forse dal modo in cui scriveva sua madre sembrava venire più dall’800 che dallo scorso secolo ma immaginò che per i maghi fosse normale. Lesse per un po’, non sapeva dire nemmeno lei per quanto finché ad un certo punto:
“Lo scorso giorno venne da me mia cugina tutta trafelata a domandarmi se non fosse giunta l’ora per lei di avere la visita da una certa donna rossa. Impiegai molto tempo per capire di cosa stesse cianciando, giunsi a stento alla conclusione che si trattasse del ciclo mestruale. Dovetti quindi spiegarle che non c’era per noi pericolo alcuno che quel piccolo dettaglio ci infastidisse. Anch’io qualche anno fa avevo avuto le stesse preoccupazioni confrontandomi con ragazze al di fuori della nostra famiglia ma quando mia madre mi illustrò la situazione fui davvero felice di non dover più preoccuparmi. Oh, diario mio, alle volte è così bello discendere dalla nostra casata. La dea che ci ha benedetto si è proprio occupata di ogni singolo dettaglio!”
 
La ragazza alzò piano gli occhi dalle pagine. “Star…” chiamò flebilmente. “Credo che tu debba leggere qui.” Le passò il diario e attese osservando gli occhi cobalto scorrere da una parte all’altra del foglio e le labbra perfette piegarsi in un involontaria smorfia di disgusto. Finché tutto il suo viso non si spense, ogni emozione, ogni espressione. Svanite.
“Anche questo no…” Mormorò poi sconvolta.
Lily le si avvicinò piano. “Senti, so che molte ragazze ti direbbero che sei fortunata e ti invidierebbero davvero. Penso che capiterà anche a me quando dovrò affrontare tutti quei problemi una volta al mese ma credo di capire perché lo odi. Ho sentito le altre ragazze parlarti del ciclo e ho sentito che hai sempre risposto in modo evasivo, una volta dicevi con molta tranquillità che ancora non ti era arrivato ma poi ho iniziato a percepire dell’ansia nelle tue risposte. Lo capisco. Capisco cosa vuol dire sentirsi diverse, mia sorella non mi parla praticamente più da quando sono entrata ad Hogwarts. Immagino che per te non sia facile, che anche se alla fine tutti dicono che la tua diversità è solo da invidiare, ma capisco cosa vuol dire voler sbagliare ogni tanto. Sai che ho scoperto da Sophia che i ragazzi non mi invitano ad uscire perché sono troppo intelligente e saputella. Vorrei non essere così a volte. Quindi ti capisco. So che essere intelligenti è una cosa buona e non dovrei vergognarmene ma…”
Star non le lasciò finire la frese e l’abbracciò. “Grazie.” Le sussurrò poi all’orecchio.
Restarono così qualche secondo e poi si staccarono.
“Non per fare pubblicità ma mio fratello ti inviterebbe volentieri ad uscire, lui è uno che non ha paura dei lati positivi delle ragazze, te lo posso assicurare.” Si riprese Star.
Lily rise. “Però non hai voluto parlare con lui.”
“A volte sono un po’ esagerati. Avrebbero cominciato a chiedere pareri a tutte le ragazze o cose del genere e io mi sarei uccisa dall’imbarazzo.” Replicò lei.
“Oh, bene. Comunque, dopodomani sarà il tuo compleanno, giusto? Scommetto che avranno organizzato qualcosa di molto grande.”
Star sorrise. “Spero che mi conoscano abbastanza da capire che mi piace la tranquillità.”
“Tu tranquilla?!” Si sorprese Lily scherzosa.
Le due ragazze risero e poi scesero in Sala Comune dopo molti minuti ridendo e chiacchierando allegramente.
James e Sirius la aspettavano ansiosi.
“Hei, sorellina. Scusa se non ho capito che il tuo entusiasmo nascondeva un problema, se vorrai parlarmene, ci sono.” James le accarezzò i capelli dolcemente.
“Va bene.” La ragazza lo baciò piano sulla guancia e sorrise a Sirius a pochi passi da lei, poi si voltò verso Lily e sorrise ancora di più. “Ma a quanto pare non devo più preoccuparmi.”
Lily rise e salutò Star che seguì i Malandrini a lezione.
“Quindi Remus non vi ha detto niente?” Chiese lei.
“No, niente.” Rispose Sirius cauto.
“Bene, erano solo sciocchezze femminili. Scusate se sono stata così… avventata.”
“Avventata, dice… per poco non mi sgozzava in Sala Grande.” Borbottò Sirius.
“Oh, taci Felpato.” Rise lei.
 
 
………………………
 
Star si svegliò il giorno del suo compleanno. Fuori dalla finestra la neve aveva riempito ogni angolo del giardino. Aveva già nevicato quell’anno ma mai come quella notte.
“Buon compleanno!” Esclamò Jane appena la vide sveglia.
“Grazie.”
“Buon Compleanno!” Seguirono in coro tutte le altre ragazze svegliate dalle loro voci.
“Grazie a tutte. Davvero.”
“Allora, cos’hai in programma per oggi?” Chiese Sophia mentre si vestivano.
“Ancora non lo so ma cred…” La frase di Star fu interrotta da un fortissimo rumore.
“E’ l’allarme delle scale.” Constatò Ann.
“Cosa bolide stanno facendo?!” Sbraitò Star correndo verso le scale ai piedi delle quali trovò James e Sirius perfettamente tranquilli.
“Cosa avete fatto?” Chiese lei, non avrebbe dovuto urlare perché l’allarme si spense, ma urlò lo stesso perche era furiosa.
“Niente. Volevamo solo svegliarti.” Rispose James innocentemente.
“UNO. Ero GIA’ sveglia. DUE. Vi sembra questo il modo giusto per svegliare una SOLA persona?!” Inveì contro di loro la ragazza.
“Abbiamo la colazione.” Rispose Sirius.
“La colazione!” Esclamò lei allegra saltellando verso i suoi amici.
“La adoro.” Sussurrò Sirius a James sorridendo allegramente mentre Star gli prendeva dalle mani un piccolo cestino da pic-nic con all’interno dolcetti al cioccolato e succo di zucca.
“Già, è meravigliosa.”
“A proposito…” Si ricordò Sirius, lanciò uno sguardo al suo amico che capì al volo e insieme abbracciarono Star schiacciandola tra loro.  “Buon compleanno!” Gridarono insieme.
“Grazie, ora lasciatemi così forse non muoio soffocata da questo boccone di cibo cioccolatoso.” Replicò lei, i due obbedirono e la ragazza poté finalmente deglutire.
“Remus e Peter?” Chiese lei.
“Stanno finendo di fare alcune cose, ci aspettano in Sala Grande.” Le rispose James.
Quando la festeggiata si sedette al tavolo con gli altri due suoi amici questi le fecero i migliori auguri di compleanno: le dissero un semplice “Buon compleanno” sorridendole, senza urlarle nelle orecchie di prima mattina o cercare di soffocarla.
“Grazie.” Replicò lei totalmente sincera.
“Allora, visto che dobbiamo fare i bravi questo mese, sono riuscito a convincere James e Sirius a frequentare le lezioni anche se è il tuo compleanno.” Annunciò Remus.
“E non potrei esserti più grata per questo.” Lo ringraziò ancora la ragazza.
“Però, dal momento che oggi pomeriggio non abbiamo lezione potremo farti passare il più bel compleanno di sempre.” Aggiunse Sirius felice.
“Ma tranquillo.” Concluse James fiero.
“Bene, in tal caso non vedo l’ora che sia oggi pomeriggio!” si emozionò Star.
 
 
………………..
 
 
“Ma siete proprio sicuri?” Domandò la ragazza qualche ora dopo da dentro il bagno del dormitorio maschile del quarto anno.
“Si tranquilla. Andrà tutto bene.” Cercò di rassicurarla suo fratello.
“Ok.” Star prese un profondo respiro e si guardò per l’ultima volta allo specchio prima di uscire; i Malandrini le avevano regalato dei vestiti. Una maglia a maniche lunghe semplice e nera, con lo scollo rotondo che si avvicinava molto al seno e una gonna da divisa studentesca, con le pieghe e a tema scozzese rosso e nero, che però era molto corta e lasciava scoperte le sue lunghe gambe.
“Wow.” Commentarono Sirius e Remus.
“Sei molto bella sorellina.” Si complimentò con lei James. Peter rimase in silenzio catatonico.
Sirius passò alla ragazza le vecchie All Star rosse che le aveva regalato e lei le indossò anche se le fu parecchio difficile farlo con quella gonna.
“Non credo di essere pronta.” Mormorò Star.
“Non ti preoccupare.” Replicò James. “Ora devi solo pranzare.”
“Pranzare?” Domandò lei curiosa.
“Certo, con una persona speciale.” Continuò Remus.
“Persona speciale?!” Iniziò ad allarmarsi la ragazza.
“Fidati di noi, dai ti accompagno io.” Le spiegò Sirius prendendola per mano.
“Perché tu?”
“Perché sono stato dichiarato il più adatto a condurti dritta alla meta vestita così senza che troppi sguardi ti divorino.”
“E dove dobbiamo andare?”
“lo vedrai.” Sirius cominciò a guidarla fuori dal dormitorio e poi fuori dalla torre. Effettivamente molti sguardi si posarono su Star e sull’orlo della sua gonna e proprio quando la ragazza cominciava a sentirsi a disagio Sirius le circondò le spalle con un braccio con fare protettivo e gli sguardi dei ragazzi cominciarono a farsi meno intensi e più sfuggenti, quasi impauriti.
“Oh, capisco.” Sussurrò lei. “Grazie.”
“Non c’è di che. Ah, dobbiamo passare in corridoio affollati, prendi la mia felpa.” Le consigliò il ragazzo. Star la indossò e iniziò a preoccuparsi quando notò che la felpa superava di qualche centimetro la gonna.
“Mi sento nuda.”
Sirius si fermò, il corridoio in cui si trovavano era deserto, si posizionò di fronte a lei. “Se vuoi che ti dica la verità la gonna che indossi è totalmente normale come lunghezza, non può nemmeno chiamarsi minigonna. Quella felpa sta grande anche a me, per questo ho scelto quella, sapevo che era adatta a coprirti ancora di più ma davvero, non sei volgare, è solo che fino ad ora hai indossato gonne lunghe o al massimo da appena sopra il ginocchio, è una novità, lo so. E ti spaventa. Ma davvero sei bellissima, è perfettamente normale come lunghezza. La indossano tutte le ragazze d’estate, vedrai verso maggio. Certo tu la stai indossando in pieno inverno ma solo perché sappiamo che non soffri il freddo e volevamo farti fare colpo. Ok? Devi stare tranquilla. E imparare a vestirti come una ragazza ogni tanto, non puoi sempre indossare jeans e i vestiti miei e di James. Non che non ti stiano bene, ma… devi imparare a non aver paura del tuo corpo. Se cerchi un ragazzo che ti amerà per sempre non potrai nasconderti all’infinito, e capirai che è quello giusto perché riuscirà a guardarti negli occhi nonostante tutto. Va bene?”
La ragazza sorrise e abbracciò il suo amico. Ripresero a camminare in silenzio e passarono parecchi corridoi affollati finché non si ritrovarono nel corridoio al primo piano con le aule di riserva ormai adibite a magazzini.
“Bene, dammi la felpa e entra nella seconda porta a destra. Buon divertimento.” Le augurò il suo amico.
Lei annuì e fece qualche passo prima di fermarsi e tornare indietro di corsa per abbracciare nuovamente il ragazzo. “Grazie, e ringrazia anche gli altri.” Gli disse prima di voltarsi e dirigersi verso la porta indicatale. Sirius rimase a guardarla finché con un sorriso non sparì oltre la soglia.
“Hei, ciao.” Thomas le sorrideva seduto ad un tavolo perfettamente apparecchiato, tutte le cianfrusaglie della stanza erano state nascoste dietro teli color notte e le finestre erano state oscurate così che nella stanza vi fosse solo una luce soffusa che faceva risaltare le candele sul tavolo e sospese attorno ad esso.
“Ciao! Hai fatto tu tutto questo?” Si strabiliò lei.
“No, ma avrei davvero voluto pensarci io. Sono stati i tuoi amici, è il loro regalo, regalarti qualche ora tranquilla con me, o almeno questo è quello che hanno detto.” Il ragazzo si alzò per accompagnarla al suo posto. “Stai davvero bene vestita così.” Le disse mentre le spostava al sedia per farla accomodare.
“Grazie.” Replicò lei con un sorriso.
“Bene. Questo è il menu, dicono che ci basterà ordinare rivolti al nostro piatto e ci arriverà tutto quello che vogliamo. ” Le spiegò poi. “Ah, buon compleanno.” Le augurò baciandola sulla guancia con dolcezza e sedendosi poi al suo posto.
Star sorrise. “Sono davvero felice che mi abbiano concesso di stare con te.”
Thomas le prese una mano sopra il tavolo con delicatezza. “E io sono felice che tu voglia passare del tempo con me il giorno del tuo compleanno.”
Subito dopo la ragazza cominciò a leggere il menu, i due ordinarono e mangiarono conversando allegramente.
“Il nostro tempo è questi scaduto.” Annunciò Thomas guardando l’orologio. “Ma ho un regalo per te prima che tu vada.” Il ragazzo le passò una scatolina quadrata e piatta. Star la aprì e vi trovò all’interno una graziosa collana dalla catenina molto sottile e con un piccola perlina argentata a forma di stellina. “E’ bellissima. Grazie.” Disse lei totalmente sincera e stupita. Lui si alzò. “Aspetta, ti aiuto a metterla.” Prese la collana dalla scatola e mentre Star teneva sollevati i capelli chiuse il gancetto. “Ti sta molto bene.” Commentò mettendosi di fronte a lei piegato sulle gambe per poter avere il viso all’altezza di quello della ragazza. Star si avvicinò piano e lo baciò sulle labbra con delicatezza stupendo persino sé stessa. “Davvero grazie.” Disse ancora allontanandosi un po’ da lui.
“Wow. Davvero wow.” Mormorò Thomas felice di quel bacio inaspettato.
Qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento. “Avanti.” Disse lei.
Remus fece capolino. “Quando vuoi vai a metterti dei vestiti pesanti, ti aspettiamo in giardino.”
La ragazza annuì felice.
 
………………..
 
Dopo qualche minuto Star si ritrovò in giardino sotto dei deboli fiocchi di neve ma con le gambe quasi completamente sprofondate in quel morbido biancore.
“Eccoti qui!” Esclamò James.
“Grazie ragazzi, è stato davvero un regalo bellissimo.” Annunciò subito lei.
“Lo speravamo, comunque la giornata non è ancora finita, sei pronta?” Chiese Sirius.
“Per cosa?” Domandò lei.
Per tutta risposta Remus le tirò una palla di neve in pieno petto.
“Rem! Da te non me lo sarei mai aspettata!” Gridò la ragazza sconvolta. E la battaglia ebbe inizio. Altri studenti stavano giocando a palle di neve o facendo pupazzi, la neve ad Hogwarts era sempre amata da tutti. I Malandrini giocarono per ore intere, ad un certo punto andarono al pontile per fare una pausa e mangiare un dolce al cioccolato inviato dalla signora Potter come merenda, cantarono seduti sul pontile con i piedi che sfioravano al superficie ghiacciata del Lago.
“Giochiamo a nascondino.” Propose Star.
“Come desideri.” Acconsentì Sirius con un profondo inchino. “Contò io.” Il ragazzo si mise sul bordo del pontile e con gli occhi chiusi e il volto rivolto verso l’acqua cominciò a  contare. Gli altri Malandrini sparirono nei dintorni nascosti dai rami o dai tronchi dei piccoli alberi all’inizio della foresta proibita. Non avevano decretato nessuna regola ma era scontato che fosse proibito addentrarsi fino al punto in cui gli alberi divenivano grandi e possenti, la luce smetteva di filtrare tra le foglie e cose strane accadevano. Erano Malandrini non suicidi. Sirius concluse la conta, trovò immediatamente Peter, la sua pancia si vedeva perfettamente anche se lui credeva di essersi nascosto a dovere dietro un albero. Poi scovò James che si era nascosto sotto il pontile. Infine Remus che si era infilato in un albero cavo.
“Star?” Chiese James.
“Ancora non l’ho trovata ma state tranquilli, sarà qui da qualche parte, è solo più brava di voi a nascondersi. Continuiamo il gioco, voi restate qui, per ora non c’è niente di cui allarmarsi. Però se non tornò per molti minuti preoccupatevi.” Sirius cominciò a cercare allegro tra gli alberi della foresta. Ad un certo punto sentì una dolce voce canticchiare il motivetto di Auld Lang Syne, seguì la fonte della voce e trovò Star seduta su un albero caduto a osservare un punto dove la foresta si faceva più fitta.
“Hei!” Esclamò sedendosi accanto a lei, questo la riscosse dal suo torpore e lui si trovò i profondi occhi cobalto di lei puntati dritti nei suoi. “Tutto bene?”
La ragazza si voltò di nuovo verso lo stesso punto tra gli alberi. “Lì è dove abbiamo trovato Anne, ti ricordi?”
“Oh.” Sirius le mise un braccio attorno alla vita attirandola a sé e poggiando la testa su quella di lei. “Certo che mi ricordo.”
“Mi manca.” Mormorò Star.
“Posso solo immaginare quanto ti manchi, ci eri così legata. Ma vedrai che un giorno, fra qualche anno, sposerai l’uomo dei tuoi sogni e avrai una bellissima bambina, bella come te, e il ricordo di Anne farà meno male, sarà velato di malinconia ma almeno non di tristezza.”
La ragazza si voltò a guardarlo nuovamente negli occhi. “Sei molto saggio oggi Sirius.” Constatò.
“Sono stato il primo a compiere quindici anni, è normale. Questi giorni da quindicenne mi hanno cambiato la vita. E ora che sei quindicenne anche tu capirai cosa intendo.” Disse lui con fare filosofico facendola ridere. “Sono felice di averti fatta ridere.”
Star lo guardò, aveva il viso arrossato dal freddo e gli occhi grigi erano così brillanti da sembrare ghiaccio caldo, un cielo grigio si, ma carico di neve fresca, quella magica che cade piano e dolcemente e fa venire il sorriso a tutti. “Mi stai davvero aiutando oggi, grazie. E’ bello poter contare su di te. Comunque credo di aver perso.” Commentò.
“Perso? Non credo. Puoi ancora arrivare in tana prima di me anche se sarà molto, molto difficile.” Replicò lui.
“Ah, si?” Domandò lei in tono di sfida. Poi lo guardò ancora e rise. “Dimmi, ho il viso rosso per il freddo anche io.”
Lui la fissò a lungo. “Un po’ si. Ma solo il nasino e un po’ le guancie, sei graziosamente rossa.”
“Bene.” Decretò Star, poi si avvicinò piano il suo viso a quello di Sirius, e con un gesto fulmineo lo baciò sulla punta del naso con fare scherzoso e poi prese a correre il più veloce possibile. Il ragazzo rimase fermo per qualche secondo prima di riuscire a capire cosa era successo, si alzò a sua volta e cominciò a rincorrere la sua amica. Quando la raggiunse la afferrò per la vita, la sollevò e la posò dietro di sé guadagnando così un minimo vantaggio che bastò per portarlo alla tana prima di lei e vincere.
“Sei un imbroglione!” Sbottò lei arrivando subito dopo.
“Parli tu.” La rimbeccò lui.
“Oh, siete arrivati.” Commentò James. “Molto bene, giusto in tempo.”
“E’ già ora?” Chiese Sirius, Remus annuì.
“Ora per cosa?” Domandò lei curiosa.
“Vedrai.” Le rispose Peter entusiasta.
“Credo che le tue amiche abbiano un regalo per te, perché non Sali da loro a vedere?” Le propose James spingendola delicatamente verso il sentiero che portava al castello.
“Va bene, va bene, vado!” Sbuffò Star. “Ma non combinate guai.”
La ragazza cominciò a camminare verso il portone di ingresso, attraversò il parco e poi entrò nel castello. Salì alla torre di Grifondoro e poi entrò nel suo dormitorio.
“Auguri!” Esclamarono le ragazze, c’erano anche quelle del quinto anno. Al centro della stanza campeggiava un manichino con un vestito stupendo. Era un tubino blu notte, senza maniche e con lo scollo a cuore, aderiva al manichino perfettamente fino a metà coscia e poi si apriva uno spacco a tulipano dal quale uscivano morbide ondine di stoffa argento lunghe qualche centimetro, giusto un bordino. Il lato più lungo della gonna sfiorava il ginocchio destro mentre lo spacco partiva dalla coscia sinistra. Una semplice fascia argento sottolineava la vita. Era davvero elegante e molto… da donna.
“Tu fai vestiti bellissimi ma tutti molto alla moda dell’ottocento, quindi abbiamo pensato che ti servisse qualcosa di più moderno.” Spiegò alice schietta.
“Per le feste o qualche serata elegante…” Continuò Lily.
“O per un appuntamento speciale.” Si intromise Mary.
“Grazie. E’ davvero bellissimo.” Star si avvicinò all’abito per osservarlo meglio e sentire la stoffa.
“Lo abbiamo comprato in un negozio qui ad Hogsmeade, è un negozio molto nascosto, è stata un impresa trovarlo, ma ce l’hanno consigliato i Malandrini e la commessa è stata bravissima, abbiamo cercato di spiegarle le tue misure e a quanto sembra le ha azzeccate perfettamente.” Raccontò Marlene.
“Su provalo!” La incitò Sophia.
“Oh, ok.” Star fece per spogliarsi ma Lily la sospinse verso il bagno con il vestito. “No, no. vogliamo vederti fare un ingresso trionfale.”
“Ok.” La ragazza entrò nel bagno parecchio confusa e iniziò a cambiarsi. Dovette chiudere la cerniera con la magia perché le fu davvero difficile farlo da sola. Il vestito era davvero molto aderente e sottolineava molto le sue curve. Lo spacco non era volgare ma il fatto che il vestito le stesse così perfettamente attaccato al corpo evidenziando anche il suo seno la fece sentire nuovamente a disagio, ma poi pensò che infondo era come avere un corpetto degli abiti antichi che adorava, e la gonna non era più corta di quella che aveva indossato quel giorno, lo spacco era più o meno alla stessa altezza. Ripensò a Sirius e a quelle che le aveva detto sul cominciare a vestirsi come una ragazza normale. Mary e le altre indossavano sempre gonne di quel genere, lei stessa aveva confezionato per loro abiti molto simili per la festa quello stesso anno.  Si raccolse i capelli in un crocchia elegante che lasciava sfuggire solo qualche ciuffetto di capelli, la legò con un pezzo di stoffa leggero e argento come quello che usciva dal bordo della gonna. Poi sistemò meglio la collana che le aveva regalato Thomas e uscì decisa dal bagno.
Non c’era più nessuno nel dormitorio. Erano andate via tutte, forse ci aveva messo troppo tempo a cambiarsi. Non era sicura di quanto fosse rimasta in bagno a pensare, magari si erano stancate ed erano scese a cena. Meditò per alcuni secondi sull’idea di cambiarsi prima di raggiungerle ma poi si ricordò che tutte loro erano vestite con abiti piuttosto eleganti, avevano anche i tacchi, e alcune di loro indossavano i vestiti che lei aveva fatto loro per la festa dei ricordi. Così prese un respiro profondo e indossò delle decolté blu notte prima di scendere in Sala Comune. Mentre scendeva le scale rifletté sul fatto che non avrebbe avuto il coraggio di entrare in Sala Grande vestita così se non avesse visto chiaramente le altre ragazze con i loro vestiti eleganti sedute al tavolo di Grifondoro. ma non dovette andare così distante; non appena si affacciò alla Sala Comune un grido la immobilizzò dallo stupore. “AUGURI!”
I Malandrini avevano organizzato una festicciola in suo onore come quella per Sirius. Si unì a loro confusa, la musica riempiva già la stanza e molti ballavano, alcuni studenti scocciati si dileguavano nei dormitori per poter restare in tranquillità. Le ragazza la trascinarono subito sulla pista da ballo e lei non si fece pregare.
Dopo alcune canzoni scatenate i capelli di Star si erano ormai sciolti e lei li lasciò liberi. A quel punto partì una musica molto familiare.
“You can shake an apple off an apple tree
Shake-a, shake- sugar,
But you'll never shake me”

James venne  verso di lei cantando e ballando. Le ragazze la lasciarono andare a ballare con lui.

“Uh-uh-uh
No-sir-ee, uh, uh
I'm gonna stick like glue,
Stick because I'm
Stuck on you”

Cantò James facendole fare qualche giravolta. Poi le passò la mano tra I capelli sciolti.

“Gonna run my fingers thru your long black hair”
La fece girare e la abbracciò da dietro sollevandola quasi da terra, strappandole una risata allegra.
“Squeeze you tighter than a grizzly bear
Uh-uh-uh,
Yes-sir-ee, uh, uh
I'm gonna stick like glue
Stick, because I'm
Stuck on you”

Fratello e sorella ballarono alla perfezione, facendo anche buffe espressioni, come se stessero ballando una coreografia imparata a memoria da tempo.

“Hide in the kitchen, hide in the hall
Ain't gonna do you no good at all
'Cause once I catch ya and the kissin' starts
A team o' wild horses couldn't tear us apart

Try to take a tiger from his daddy's side
That's how love is gonna keep us tied
Uh-uh-uh
Yes-sir-ee, uh,uh
I'm gonna stick like glue
Stick, because I'm
Stuck on you”

 
Finita la canzone i due ragazzi ricevettero qualche applauso e poi Star tornò a ballare con le sue amiche. Poi ballò anche con Remus perché gli disse che ormai era tradizione e lo lasciò casualmente vicino a Jane mentre partiva una canzone lenta che lei ballò con James.
La festa andò avanti per qualche ora poi tornò la quiete.  I Malandrini però restarono nella Sala Comune a parlare tra loro vicino agli ultimi barlumi del fuoco del camino. Star si stava davvero divertendo, era da molto che non si fermavano a parlare fino a notte fonda.
Ad un certo punto James si alzò e tese la mano a sua sorella. “Andiamo.” Disse semplicemente. Lei prese la sua mano e sorrise. Lo seguì tranquilla anche se non aveva la minima idea di dove la stesse portando, gli altri Malandrini dietro di loro li seguivano ridendo tranquilli. Uscirono dalla torre e si diressero verso la torre di astronomia. Appena arrivarono James fece partire un disco da un giradischi che evidentemente avevano portato lì in precedenza.
La canzone era sicuramente di Elvis e era davvero allegra. Senza dire niente tutti i Malandrini si misero a ballare alla bene e meglio. Si scatenarono, cantarono e risero un po’ di Peter il quale non aveva proprio il senso del ritmo ma almeno ci provava, mentre dovettero un po’ trascinare Remus ancora troppo timido. La canzone durò davvero poco. “Mai sentito questo album.” Fece Star come se ritrovarsi alla torre di Astronomia a notte fonda per ballare fosse normale.
“Oh, è un vecchio album che mi ha appena spedito papà, lo ha fatto perché è uscito l’anno in cui sono nato, lui trova divertenti queste cose.” Spiegò James mentre partiva una canzone decisamente più lenta.
“Questa è perfetta per insegnare il tango.” Mormorò Sirius tra sé e sé.
“Il tango?!” Si esaltò Star. “Perché il tango?”
“Bhe, concentrandosi si possono contare più o meno gli stessi tempi del tango ma più lenti quindi è perfetta per imparare i passi base.” Commentò lui.
“Insegnami il tango ti prego.” Star lo fissò con aria di supplica. “Saper ballare il tango sembra la cose più bella del mondo. Mary dice che ha visto dei ballerini davvero bravi e che è stata un esperienza davvero emozionate.”
“Forse perché è molto sensuale.” Rise James. “E’ molto facile che Mary abbia pensato al sesso.”
“Sensuale?” La ragazza sembrò perdere entusiasmo.
“Ah, non è sempre vero, i passi base sono sensuali si, ma non volgari, niente a che vedere con il sesso, il tango è amore. E’ un gioco di corteggiamento.”
“Corteggiamento. Corteggiamento mi piace di più. Voglio imparare a corteggiare.” Decretò la ragazza.
“Non credo ti sarà utile per corteggiare di questi tempi ma dato che questo Natale sarete a casa mia potresti usarlo davvero per corteggiare in quelle circostanze.” Si arrese Sirius e poi tese la mano alla ragazza cominciando a spiegarle i passi, James osservava attentamente sperando di poter imparare a sua volta qualche passo per poter far colpo sulle ragazze a casa Black. Remus e Peter del tutto disinteressati li guardavano solo per il piacere di vederli ballare e si sedettero a parlare tra loro del più e del meno.

You give me fever when you kiss me
Fever when you hold me tight
Fever in the morning
Fever all through the night

Romeo loved Juliet
Juliet she felt the same
When he put his arms around her
He said 'Julie, baby, you're my flame
Thou giv-est fever when we kisseth
Fever with the flaming youth
Fever I'm afire
Fever yea I burn for sooth'

 
Star imparava davvero in fretta come sempre, in poco tempo passarono a provare passi un po’ più complicati.
“Sembri davvero molto sexy, sorellina. Se ballerai questa canzone per un ragazzo cadrà di sicuro ai tuoi piedi.” Commentò James.
“Vieni, prova con lei.” Lo invitò Sirius lasciando Star a suo fratello. “Vi correggo meglio se ballate tra voi.” Aggiunse poi.

Captain Smith and Pocahantas
Had a very mad affair
When her daddy tried to kill him
She said 'Daddy, o, don't you dare
He gives me fever with his kisses
Fever when he holds me tight
Fever, I'm his misses,
Oh daddy, won't you treat him right'

“Aspetta insegnami quel passo.” James accompagnò sua sorella da Sirius affinchè potesse mostrargli come fare. Star si divertiva un mondo a ballare con entrambi, era sempre bello imparare qualche ballo nuovo e quello le piaceva particolarmente. Non rivelò a nessuno di come le ricordasse molte cose belle, di come la facesse sentire felice, quasi come se fosse innamorata. Pensò che nel suo passato qualche suo antenato si doveva essere innamorato ballando il tango. Era tutto così romantico.

Now you've listened to my story
Here's the point that I have made
Cats were born to give chicks fever
Be it Fahrenheit or centigrade
They give you fever when you kiss them
Fever if you live and learn
Fever till you sizzle
What a lovely way to burn
What a lovely way to burn
What a lovely way to burn

 
Mentre ballava con Sirius la canzone cambiò.
The way she walks
The way she talks
How long can I pretend

I due cambiarono tipo di ballo e ne cominciarono uno più normale e ritmo della nuova canzone, ondeggiando allegramente. James con loro, il ragazzo prese sua sorella per una mano e le fece fare una giravolta mentre Sirius ballava da solo girando su sé stesso con un mano in alto come tenuta da un cavaliere invisibile facendo ridere Remus.
Oh I can't help it, I'm in love 
with the girl of my best friend

Sirius inciampò su sé stesso e cadde a terra con aria sconvolta.
Her lovely hair 
Her skin so fair
I could go on and never end
Oh I can't help it, I'm in love
With the girl of my best friend

La canzone continuava e il ragazzo sembrava sempre più pallido. James e Star smisero subito di ballare e si avvicinarono a lui insieme a Remus e Peter.
“Tutto bene?” Gli chiese Remus.
Il ragazzo si alzò sorridendo. “Si si, certo! Mi sono solo chiesto cosa fosse successo, magari sono più stanco di quello che pensavo e mi sono addormentato per un secondo finendo a terra. Incredibile vero? Non mi era mai successo!” Li rassicurò lui.
“Oh, dai finiamo questo ballo e poi andiamo a letto. Ti va?” Domandò Star porgendogli la mano.
I want to tell her how I love her so
And then hold her in my arms but then
What if she got real mad and told him so
I could never face either one again

“Si certo.” Sirius afferrò la mano della ragazza e di nuovo tutti insieme i Malandrini abbozzarono gli ultimi passi molto tranquilli.
oh the way they kiss
Their happiness
Will my aching heart ever mend
Or will I always be in love
With the girl of my best friend

Never end
Will it ever end
Please let it end
Will it ever end

Una volta finite la canzone i ragazzi tornarono svelti al loro dormitorio e si diedero subito la buona notte.
 
…………..
 
 
Nei giorni successivi, mentre si avvicinava la data per la partenza dei Malandrini verso la tenuta dei Black, Sirius divenne sempre più silenzioso, si sforzava di essere felice per gli altri e di non pensare a quello che lo attendeva ma i suoi amici sapevano cosa lo preoccupava.
“Hei, stai tranquillo, quest’anno ci siamo noi. Sarà fantastico.” Gli ricordò James una mattina a colazione.
Sirius lo guardò e sorrise. “Certo, amico mio, sarà fantastico.”
Da una settimana Star si era messa in testa di scoprire davvero qualcosa sul suo passato. Era stufa di tutte quelle stranezze e voleva andare alla fonte di tutto. Aveva parlato a lungo con Silente e lui le aveva consigliato di cercare di scoprire il cognome di sua madre, una volta scoperto sarebbe stato facile capire a che tipo di casata era collegata e quindi sapere tutto in merito ai suoi poteri. La ragazza si era quindi messa a leggere tutto il diario di sua madre per quanto lo odiasse e a cercare in tutti i libri di linee di sangue e discendenze la sua, ma anche se era riuscita a trovare quasi subito i White, che erano purosangue, tutti i libri affermavano che quella casata si era fermata con John White, ultimo erede morto in misteriosi circostanze. Lei passava quindi tutto il giorno sui libri, a volte talmente concentrata da non badare a nulla di ciò che le accadeva attorno.
Mancava un giorno alla partenza e quella mattina a Sirius arrivò una lettera che lo fece balzare in piedi e correre via e l’unico a notarlo fu Remus visto che James era troppo impegnato ad osservare Lily e Peter sonnecchiava sulla sua colazione mentre Star, ovviamente, leggeva cinque libri contemporaneamente cercando di mangiare anche un muffin al cioccolato che la maggior parte delle volte non le centrava la bocca.
Il ragazzo guardò i suoi amici e silenziosamente si alzò per seguire Sirius. Pensò che fosse andato al loro dormitorio e infatti quando aprì la porta sentì la sua voce gridare gioiosa.
“Buone notizie?” Chiese Remus entrando.
Sirius si voltò verso di lui con un enorme sorriso stampato sul volto. “Ottime. Mio zio Al! E’ un mito! Sapevo di poter fare affidamento su di lui.”
“E che succede?” Chiese allora il suo amico sorridendo a sua volta.
“Oh lo vedrai, lo vedrete tutti. Devo prepararmi, devo vestirmi!” Sirius cominciò a correre da un lato all’altro della stanza esaltato come non mai, dopo qualche secondo Remus si rese conto che il suo amico non lo badava più tanto era euforico così se ne andò sorridendo pensando di lasciarlo a quel momento di felicità, avrebbe comunque scoperto di che si trattava a breve.
Tornò in Sala Grande e James lo guardò strano. “Dove eri andato?”
“A controllare Sirius, sembra molto felice oggi. credo che suo zio gli abbia comunicato buone notizie.” Spiegò lui.
“Probabilmente qualcuno dei suoi parenti è morto.” Scherzò Star senza alzare gli occhi dai libri.
“Umorismo nero.” Commentò James guardandola con preoccupazione. “Sta peggiorando a vista d’occhio.”
“Lasciala stare, tanto durante le vacanze saremo troppo impegnati a cercare di sopravvivere e compiacere i Black, vedrai che si distrarrà anche lei.” Lo tranquillizzò Remus.
“Ragazzi io devo andare.” Annunciò Peter alzandosi. Il ragazzo non aveva avuto il permesso di passare il natale dai Black, forse perché quella famiglia spaventava troppo chiunque altro.
“Oh, giusto. Buon Natale. Ci vediamo a gennaio.” Gli augurò Remus.
“Buon Natale.” Gli fece eco James.
“Natale.” Disse solo Star.
Il ragazzo raccolse il suo borsone e si diresse verso l’ufficio della McGranitt.
“Oh, vero!” James si alzò in piedi di scatto. “Devo ancora fare le valige!”
“Sei sempre il solito James.” Commentò Star prendendo finalmente una pausa e guardandosi attorno per qualche secondo.
“Vado e torno. Scommetto che non le ha fatte nemmeno Sirius.” Annunciò poi il giovane occhialuto.
“Ok, io e Remus andiamo in biblioteca. Ci trovate lì. A meno che non sia già ora di pranzo. Allora ci trovate qui.”
James salutò con la mano facendo cenno di aver capito e se ne andò di corsa. Giunto in Sala Comune si accorse che i pochi studenti ancora ad Hogwarts sorridevano in modo strano. Non gli ci volle molto a capire perché; dal dormitorio maschile proveniva la voce di Sirius che cantava a squarciagola. Sorrise anche lui e salì le scale.
“Elenore gee I think you're swell
And you really do me well
You're my pride and joy et cetera”

La voce di Sirius si faceva sempre più forte e quando James entrò nella loro stanza lo trovò a provare delle maglie guardandosi allo specchio con un gran sorriso in volto.
“Elenore can I take the time
To ask you to speak your mind
Tell me that you love me better…”

“Cosa sta succedendo?” Gli chiese James sul punto di scoppiare a ridere.
“Oh, sei qui! Ho grandi notizie!” Sirius lo prese per un braccio portandolo vicino al suo baule. “Ma prima: questa o questa.” Chiese poi sollevando due maglie.
“Quella a destra, ti fa risaltare i muscoli delle spalle… con chi esci di così importante?”
“Se sono fortunato. E sei lei dice di si. Uscirò con la donna che amo.” Gli comunicò Sirius infilandosi la maglia e poi guardandolo negli occhi.
“La donna che ami? Ma che ti è successo?” Chiese James.
“Mi sono innamorato. Innamorato davvero. Niente baci, niente sesso, niente bell’aspetto. Bhe il bell’aspetto c’è ma non è quella la cosa che mi interessa di più. E’ questa la notizia. Mi sento davvero bene, James, ho scritto a mio zio tutto quello che provo, quello che penso su di lei. James io vorrei addirittura sposarla! Lei è perfetta. E lui me lo ha confermato, mi ha confermato che è amore vero, e che dovrei dirle subito ciò che provo perché è troppo importante e troppo bello. Io sono felice. Felice davvero. E se lei dicesse di si potrei affrontare tutto. Qualunque cosa.”
“E’ meraviglioso, davvero, sembra una cosa seria, ma dire di si a cosa?”
“Oh, non voglio chiederle di sposarmi, non subito. Voglio solo uscire con lei. Farle capire ciò che provo. Avere la possibilità di dimostrarle che sono migliore di quello che dicono e anche di quello che pensavo di essere. Voglio farle capire che potrei amare solo lei per tutta la mia vita, se lo vorrà.” Spiegò lui parlando così in fretta da essere difficilmente comprensibile.
“Hei.” James fermò il suo amico prendendolo per le spalle. “Sei davvero sicuro di tutto questo?”
Sirius lo guardò. “Leggi nei miei occhi. Tu mi conosci meglio di chiunque altro, sei l’unico che sa davvero tutte le cose che ho fatto, come mi sono comportato con le altre ragazze ma lei è davvero quella giusta. L’unica. Se non avrò il suo amore non vorrò quello di nessun’altra. Questa è davvero una cosa seria. E voglio cominciare con il piede giusto.”
“Wow.” James si sedette sul letto sconvolto passandosi la mano tra i capelli ma sorridendo. Era davvero felice per il suo amico, gli sembrava come se tutto dentro di Sirius fosse tornato al suo posto, come se avesse riacquistato tutta la felicità persa in anni e anni di cattiverie e costrizioni.
“I think I love you, Elenore, love me.” Cantò ancora Sirius.
“Ok, però dimmi una cosa ora, perché credo che dovrei saperlo se devo essere il tuo testimone a nozze.” Cominciò James.
“Il mio testimone! Allora mi credi!” Si stupì Sirius.
“Certo che ti credo, non ti ho mai visto così, quella ragazza è davvero fortunata. Ma dimmi solo una cosa: chi è?”
Sirius lo guardò e sorrise speranzoso. “E’ Star.”
 
 
****************
Ta ta taaaaaan.
Ho finito anche questo capitolo. Spero vi piaccia. Ve lo invio e mi metto subito ad iniziare il prossimo, spero che sarà più veloce. Anche perché vi ho lasciato parecchio in sospeso qui.
Ricordatevi di seguirmi su Instagram, sono PiumadoroFenice, posto foto delle mie prime scritture sui Malandrini e anche foto dei miei modelli dei vestiti di Star. (il prossimo post sarà sui vestiti di questo capitolo.)
Ringrazio di cuore Ulibeatix05 che mi ha spronato molto a finire questo capitolo.
Ciao ciao.
 

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Capitolo 9
*** Natale a Casa Black ***


La mattina della partenza James e Sirius si guardavano appena. Avevano fatto così per tutto il giorno prima e ne Remus ne Star sapevano il perché. L’unico lato positivo era che quel problema aveva distratto Star dai suoi libri.
“Sentite non so cosa vi sia successo ma è ora di finirla. Stiamo per andare a casa di Sirius e dimostrare ai suoi genitori che siamo alla sua altezza come amici. Non rovinate tutto per uno stupido litigio. Prendetevi una tregua. Qualunque fosse il problema, se non riuscite e risolverlo subito dimenticatevelo. O ve lo farò dimenticare io per sempre.” Minacciò Star.
Sirius sobbalzò. Non voleva dimenticare. Guardò James con un sguardo supplicante e gli tese la mano. “Tregua?”
“Purché tu non faccia cose strane. Non devi fare niente. Intesi?” James lo guardò con uno sguardo di fuoco. Sirius annuì demoralizzato.
Il giovane Potter sorrise sollevato e fu come se fosse tornato quello di prima, mise il braccio sulle spalle di Sirius. “Bene, siamo pronti a partire. Mostreremo ai Black di che pasta siamo fatti.”
Anche Sirius sorrise, per quanto gli costasse reprimere i suoi sentimenti era bello avere James di nuovo dalla sua parte.
Star e Remus si scambiarono uno strano sguardo. Solo il giorno prima i due ragazzi avevano rischiato di non partire affatto dato che si erano presi a pugni in Sala Grande. Per fortuna Remus e Star erano riusciti a convincere la McGranitt a metterli in punizione per tutto il pomeriggio senza far sapere niente alle famiglie.
Era stato un momento terribile e ancora peggio era non saperne il motivo.
Nemmeno Sirius, che era parte attiva in tutto ciò riusciva completamente a capirne il motivo. Ripensava in continuazione al momento in cui tutto aveva iniziato ad andare in pezzi.
 
 
“Star?” Gli chiese James.
“Sì, Star. Tua sorella. Star Potter.” Confermò Sirius e si lasciò poi cadere sul letto con un sospiro. “La amo James.”
Il ragazzo occhialuto strinse i pugni dalla rabbia. “Non puoi amare mia sorella. Non puoi pensare, dopo tutto quello che ha passato, di farle anche questo!” Gridò.
“Anche questo, Jame? Non capisco…”
“TACI! Come puoi anche solo pensare a lei in quel modo! Lei non ha fatto niente per meritarsi te! Tu sei un donnaiolo! Hai fatto cose terribili alle ragazze, le hai trattate malissimo! E vieni a dirmi che vuoi fare lo stesso con mia sorella?!”
“Non voglio farle lo stesso. Ti ho appena spiegato che è tutto diverso, e lo sai anche tu, hai detto che lo avevi capito.” Anche Sirius cominciò a scaldarsi a quel punto. Non sapeva perché il suo amico reagiva in quel modo. Non capiva.
“SEI SOLO UN BUGIARDO! Come fai a dire che la ami? Non hai mai amato nessuna prima d’ora! Le farai del male! Lo so! Tu ora credi che lei sia quella giusta perché lei è bella, ti sorride ed è l’unica donna che ti sta accanto nonostante tutto quello che sei ma la tua natura verrà fuori! Non puoi trattenerti! Lo hai detto tu che a volte non sai nemmeno perché lo fai! Le spezzerai il cuore! Peggio di come hai fatto con le altre perché prima l’avrai illusa con queste tue parole! Ti stavo per credere anche io!”
“Mi hai creduto perché quello che provo è vero! Non le farei mai del male! Mi ucciderei piuttosto! Mi toglierei la mia miserabile vita!”
“Non ti credo più. Non sei adatto a lei. Non ti permetterò di distruggerla, sei suo amico. Le faresti troppo male, distruggeresti tutto. Pensaci.”
“Non è vero! Io… sono meglio di così… voglio dimostrarglielo…”
“Sirius.” Disse poi James calmo vedendo che il suo amico si era seduto e si guardava le mani come se appartenessero ad un'altra persona, ad una persona peggiore che lui non si sentiva più. “Io… Io ti proibisco di toccarla anche solo con un dito.” Decretò poi, sicuro di essere nel giusto.
“Ah si?” Sirius si alzò furioso. La rabbia dei primi giorni, di quando i Malandrini ancora non esistevano del tutto, la rabbia di anni di reclusione e regole, quella rabbia ora usciva a fiotti e non si fermava, cresceva sempre di più. “Vediamo.” Il ragazzo cominciò a correre giù per le scale seguito dal suo amico.
Sirius entrò in Sala Grande di corsa e individuò subito Star e Remus ancora seduti a fare colazione. Corse e si sedette proprio nell’unico posto libero accanto a Star, James arrivo subito dopo e lo guardò infuriato sedendosi davanti a lui e accanto a Remus. La ragazza era ancora totalmente concentrata sui libri e non notò nemmeno il suo arrivo.
“Hei, ragazzi…” Esclamò Remus ma si bloccò notando subito che qualcosa non andava.
“Non ti azzardare. Giuro su mia madre, Sirius, che se lo fai ti distruggo.”
Sirius ignorò la minaccia e guardando con sfida James alzò la mano più vicina a Star.
“Non farlo.” Lo avvertì ancora James.
Il ragazzo imperterrito piegò tutte le dita tranne l’indice avvicinandolo sempre di più alla spalla di Star ancora ignara di tutto.
“NO!” Gridò James ma era troppo tardi, Sirius toccò appena la spalla di Star e questo bastò. Il giovane Potter balzò sopra il tavolo e poi addosso a Sirius cominciando a picchiarlo, e Sirius rispose ai pungi con altri pugni.
Fu il grido di Star a fermarli, la McGranitt campeggiava già sopra di loro. “Seguitemi.” Ordinò ad entrambi.
Finirono a pulire i bagni di tutta Hogwarts e anche degli spogliatoi per tutto il pomeriggio, ma la cosa più odiosa fu che dovettero farlo insieme.
Dopo qualche ora Sirius provò a parlare ma non ci riuscì. Non sapeva cosa dire, così rimasero in silenzio.
E quel silenzio continuò per un tempo che parve infinito.
 
I ragazzi entrarono nell’ufficio della McGranitt e uno a uno entrarono nel camino per andare via con la metropolvere. L’ultima fu Star, la professoressa la guardò e disse solo: “State attenti.”
Star si stupì della sincerità nella voce della donna, chiuse gli occhi, gettò a terra la polvere e scandì chiaramente: “Grimmauld Place, 12”
Un turbinio di colori e camini e poi..
“Buon giorno.” Regalus le porse la mano per aiutarla ad uscire dal focolare. I suoi gesti, il suo sorriso, era tutto così elegante e cortese da risultare affascinante.
“Grazie.”
“I nostri genitori si rammaricano di non aver potuto assistere al vostro arrivo ma sono molto impegnati a lavoro. Hanno incaricato me e Sirius di mostrarvi le vostre stanze e farvi sentire a vostro agio il più possibile.” Spiegò Regalus con tono formale.
“Non serve che fai così con loro Reg, non faranno la spia.” Borbottò Sirius togliendosi la cenere di dosso ma suo fratello non si mosse di un millimetro, allora il ragazzo sospirò scocciato. “C’è qui in giro quel maledetto elfo vero? KRACHER!”
Con uno schiocco sonoro un elfo inaspettatamente brutto comparve davanti a Sirius prodigandosi poi in un profondo inchino. “Padroncino.”
Il ragazzo lo guardò con disprezzo. “Non fingere di non essere stato dietro la porta ad origliare fino ad un secondo fa. Essere ignobile, io…” Star prese per mano Sirius interrompendolo.
“Non vuoi mostrarci la casa?” Gli domandò James capendo al volo.
“Si, certo.” Sbuffò lui. Poi vedendo i sorrisi dei suoi amici si riprese un po’, tirò su le spalle, prese un profondo respiro e cominciò la recita che loro Malandrini avevano deciso di intraprendere al fine di dimostrare ai Black di essere alla loro altezza. “Vogliate seguire me e mio fratello, vi guideremo ai vostri alloggi dove potrete rilassarvi un po’ e prepararvi per la cena.”
“Grazie.” Rispose Remus cominciando svelto a raccattare le sue cose.
“Lasciate, i domestici vi porteranno i bagagli.” Spiegò Regalus e poi si mise in testa al gruppo, Star prese per mano uno sconvolto Remus e seguì il minore dei Black verso il piano superiore uscendo dall’immenso salone in cui erano arrivati. Tipico di quella famiglia; farli arrivare direttamente nella stanza più grande e sfarzosa della casa.
“Questa è la residenza di città. Non è nulla di che in confronto a quella estiva ma quella è talmente grande che è difficile tenerla calda in inverno, non che sia dispendioso, se gli ospiti dovessero essere molto importanti lo faremmo volentieri ma a nostra madre piace passare il Natale qui, nella casa in cui siamo cresciuti.” Cominciò a raccontare Regalus.
“Amorevole.” Commentò Star con un innocuo sorriso, guardando dietro di sé non vide James e Sirius e sperò che non si fossero già cacciati in qualche guaio.
I due ragazzi si erano fermati nel salone, Sirius pregò il suo amico di seguirlo in uno stanzino, James ci entrò di malavoglia e lo insonorizzò.
“Senti, non voglio più litigare. Avevi ragione.” Cominciò Sirius. Potter lo guardò colpito e lui continuò: “Si, ho capito. Ho capito perché credi che io non meriti Star. Quindi ho deciso che se un giorno avrò l’occasione di dimostrarti che sono cambiato e che con lei potrei essere diverso lo farò. Te lo dimostrerò. E ti prometto che solo dopo avertelo dimostrato, solo dopo aver ottenuto il tuo permesso, allora io le chiederò di uscire. E’ un patto, una promessa. Ci stai?”
James lo fissò dritto negli occhi. “Sembri davvero pronto a tutto….”
“Perché lo sono. Lotterò fino alla fine per lei. Ti dimostrerò che ci tengo davvero. Che l’amo davvero. E quando te lo avrò dimostrato mi sentirò davvero felice, sarà come aver espiato tutte le mie colpe. E ti prometto anche che se dovesse andare male mi metterò il cuore in pace e continuerò ad essere suo amico. Così noi Malandrini continueremo ad esistere.”
“E se fosse lei a restare ferita da te?”
“Non succederà, è questo quello che ti voglio dimostrare, quando lo avrò fatto capirai anche tu che sono diverso con lei. Lo vedrai con i tuoi occhi e sarai tu a darmi il consenso.”
James ci pensò a lungo e poi sorrise. “Ci sto. Mi sembra onesto. Ti darò l’occasione di dimostrarmi il tuo amore per lei. Vediamo se riuscirai a farmi pensare che sei quello giusto per lei. Sarà difficile.”
“Ma io sono pronto.” Decretò Sirius felice, i due si strinsero la mano e poi si abbracciarono.
“Comunque ora ti vedo molto stressato solo dall’essere in questa casa.” Commentò James.
“Già, non mi è mai piaciuta molto, ma con voi sarà diverso. Poi mia madre organizza sempre dei balli o delle cerimonie, credo che a Star piacerà molto, e un po’ anche a Remus. E’ tutto molto tranquillo e formale, terribilmente noioso a volte, ma almeno potremmo ballare…”
“Dovrai ballare con altre ragazza, almeno finché mi avrai convinto di tutto, certo, potrai ballare con Star, ma non più di quanto tu abbia fatto fin ora. Sarà tutto normale. Promesso?”
“Normalissimo.” Gli assicurò Sirius aprendo al porta dello stanzino e guidandolo al piano delle stanze degli ospiti.
 
………………..
 
Le stanze dei Black erano quasi dei mini appartamenti, avevano un salottino di ingresso dove si potevano accogliere gli ospiti per un tè e poi un porta conduceva alla stanza vera e propria, con il letto e tutto il resto, tranne l’armadio, perché c’era un’altra stanza per vestirsi che era un armadio gigante con molti specchi e una specchiera con il necessario per capelli e trucco. In più dalla camera si accedeva ad un bagno enorme, la vasca sembrava quasi una piccola piscina riscaldata, come quella che avevano i Prefetti ad Hogwarts.
La ragazza si fece un lungo bagno per puro sfizio e poi si stese sul letto, avvolta in un morbido accappatoio.
Qualcuno bussò alla porta. “Signorina, è presentabile?” Domandò la voce di James venata da allegra ironia. Star capì che era solo o al massimo con gli altri Malandrini e andò ad aprire.
“Ciao.” Disse lui sgattaiolando dentro insieme a Remus. “Abbiamo perso Sirius.”
“Davvero?” Si sorprese Star.
“Si, credo che i suoi genitori siano arrivati e lo abbiano reclamato. Quindi siamo venuti a dirti che è meglio se ti prepari in fretta.”
“Oh cielo!” Esclamò lei correndo verso la stanza dei vestiti. Afferrò un abito che aveva fatto apposta per stare a casa Black. Era molto semplice, quasi una tunica stretta sotto il seno, con il collo dal taglio quadrato come era d’uso un tempo, le maniche lunghe, strette fino a metà braccio e poi larghe. Completamente blu e con dei decori oro. Il vestito in sé era molto in stile “Romeo e Giulietta”, avevano studiato quell’opera a Babbanologia e se ne era innamorata. Sperò solo non fosse troppo stravagante, come fattura le ricordava molto gli abiti da strega che indossavano le donne Potter, lo aveva scelto anche per quello, ma ora non si sentiva affatto sicura, comunque non c’era tempo per i ripensamenti. Legò una parte di capelli in una crocchia lasciando cadere sulla schiena qualche boccolo.
“Ok, come sto?” Chiese lei.
“Sembri nostra mamma quando va alle feste dei maghi.” Commentò James.
“Perfetto, era quello l’obbiettivo.” La ragazza si rasserenò appena e in quel momento bussarono ancora alla porta. La giovane afferrò un libro e lo ficcò tra le mani di Remus, poi raddrizzò la postura di James, infine si sedette a sua volta in una delle poltroncine attorno al tavolino per il thè. “Avanti.” Disse allora.
La porta fu aperta da quello che aveva tutto l’aspetto di essere un maggiordomo. “I signori sono attesi in sala da pranzo per la cena.” Annunciò tendendo poi la mano come per invitarli a seguirlo. I ragazzi si alzarono cercando di essere il più eleganti possibile e si fecero guidare verso la cena. Nella sala, su un lunghissimo tavolo, erano seduti i signori Black uno ad un capo e uno all’altro. Su un lato sedevano Cygnus e Druella i genitori di Andromeda, la quale le sorrise appena seduta sullo stesso lato del tavolo tra le sue due sorelle. Di fronte a loro stavano Sirius e Regalus e tre posti liberi per loro.
“Solitamente qui si cena alle diciannove in punto. Siamo lieti di avervi come ospiti, per questo ci auguriamo che voi sarete ospiti di cui essere lieti. Ora che ne siete informati spero di non dover più mandare del personale a cercarvi.” Commentò il signor Black austero e rigido come sempre.
“Loro non lo sapevano, padre, mi avete impedito di dirgli…” Cominciò Sirius ma Star gli posò una mano sulla spalla senza staccare gli occhi da Orion.
“Siamo desolati. Comprendiamo che non abbiamo scusanti e dal momento che vi abbiamo tanto fatto attendere comprendiamo che potreste non desiderare la nostra presenza al vostro tavolo quest’oggi.” Si scusò poi la ragazza, inchinandosi lievemente sia ad Orion che a Walburga, subito imitata dai suoi amici. “Ci scusiamo inoltre di aver fatto attendere anche i vostri ospiti e parenti, i quali sono sicuramente più importanti di noi. Di conseguenza ci scusiamo anche per l’imbarazzo creato.”
Orion la squadrò a lungo da capo a piedi. “Essendo il vostro primo giorno qui vi perdono, sedetevi pure con noi, siete i benvenuti.”
I ragazzi obbedirono immediatamente e la cena cominciò. Walburga ricoprì alla perfezione il suo ruolo di padrona di casa facendo domande ai nuovi ospiti intervallandole con rapporti sul comportamento e gli studi delle sue nipoti.
“Sirius mi ha confermato che non hai ancora scoperto chi era tua madre, di conseguenza non sai ancora se sei purosangue, giusto?” chiese all’improvviso a Star.
“Purtroppo no, sto studiando molto ma senza molti risultati. Anche se sono quasi completamente certa di essere Purosangue dal momento che sono recentemente entrata in possesso di un vecchio diario di mia madre nel quale racconta di una vita molto agiata e assolutamente priva di contatto con i Babbani, mi rendo conto del fatto che questo non dimostri nulla, infatti sto cercando di scoprire il suo cognome e quindi la mia discendenza ma per quanto io mi sforzi i libri mi conducono sempre al punto in cui si narra di come la linea di sangue di mio padre, i White, sia morta con lui.” Rispose Star tranquilla.
“Tuo padre era l’ultimo White quindi. John, l’ho conosciuto. E’ sparito dalla circolazione portando vergogna alla sua casata e poi è morto chissà dove.” Commentò Orion.
“L’ultimo dei White. Ricordo la lezione sulle casate scomparse in misteriose circostanze. E’ molto probabile che sia sparito con una meretrice che potrebbe tranquillamente essere tua madre.” Accennò Bellatrix annoiata.
“Non credo sia molto appropriato fare queste congetture davanti alla figlia di John White.” La rimbeccò Walburga anche se si vedeva che era piuttosto compiaciuta dal commento e lo avrebbe certamente apprezzato in un secondo momento in privato con sua nipote.
“No, credo anche io che sia assolutamente probabile, non sono affatto offesa. Mi creda, signorina Bellatrix, io odio mia madre più di chiunque altro al mondo. Le sono grata per avermi messo al mondo, certo. Ma se scopro che era una sudicia Babbana o peggio non potrei sopportarlo.” Raccontò Star stupendo i suoi amici.
Andromeda, di fronte a lei, si pulì graziosamente le labbra con il tovagliolo regalandole un impercettibile sorriso. Era un complimento, un segno che stava andando molto bene.
“Anche io ho conosciuto John.” Cominciò Cygnus. “Quando eravamo ragazzi lo incontravo spesso nelle occasioni sociali per Purosangue. Era un ragazzo molto promettente. Ma poi qualcosa in lui si spezzò. Probabilmente qualche streghetta da quattro soldi lo aveva fatto ammattire, girava attorno a molte giovani donne purosangue, quindi credo che la tua supposizione di essere a tua volta purosangue sia corretta, Star, ma nulla toglie che tua padre ha fatto cadere in rovina il tuo cognome. Ci vorrà molto sacrificio per riportare onore alla tua casata.”
“Sono disposta a compiere tutti i sacrifici per raggiungere questo scopo.” Gli confidò lei con una punta di umiltà nella voce.
“Io sono una grande stimatrice dello studio e della cultura.” Cominciò Walburga. “E sono disposta a concederti di usufruire della nostra biblioteca mentre sarai qui, solo se non disturberai le lezioni dei miei figli e delle mie nipoti, ovviamente. Sono sicura che i nostri libri ti saranno molto più utili di quelli che potresti trovare ad Hogwarts. Tutto ciò a patto che mi informi ogni sera delle tue nuove scoperte.”
“Accetto con immenso onore. Vi prometto che non recherò alcun disturbo.” Star fece un lieve cenno con il capo per dimostrare la sua gratitudine.
“Ora che abbiamo finito di desinare ho un altro annuncio da fare.” Walburga si alzò in piedi. “Sirius, sei il nostro figlio maggiore e hai finalmente compiuto quindi anni. Come sai i nostri più vecchi antenati si sposarono a volte ben prima di questa età, ma dal momento che sono stata promessa a tuo padre con immenso onore quando lui aveva da poco compiuto quindici anni abbiamo deciso di aspettare anche per te questo momento. Ora sei pronto. Stanno per arrivare ragazze delle famiglie Purosanque più onorevoli. Alloggeranno qui tutte fino a Natale, sei già stato presentato a molte di loro quindi ti sarà facile sceglierne cinque. Lo farai ad un ballo che ho organizzato per la vigilia di Natale fra due giorni esatti. Poi mi prenderò io carico di queste dodici ragazze, potranno essere quelle che vuoi, purché Purosangue, a te la scelta, ma poi io le esaminerò. Le metterò a dura prova, più e più volte. Coloro che reputerò adatte prenderanno parte alla cena di fine anno. Quella stessa sera, allo scoccare della mezzanotte, tu sceglierai la tua promessa sposa tra quelle indicate e sarai legato a lei per sempre. Potrai scegliere un’altra sposa solo se questa dovesse morire, o se ella dovesse rifiutare di sposarti. Ma quest’ultima opzione è impossibile visto l’onore che porta ad una ragazza potersi sposare con un Black. Erediterete tutto ciò che è nostro un giorno. Quindi scegli con cura.”
Sirius la fissava stranito da quando aveva aperto bocca, probabilmente non avrebbe avuto aria più sorpresa nemmeno se sua madre si fosse appena messa a ballare il can-can sul tavolo davanti a tutti gli ospiti. “Non puoi farlo.” Disse dopo qualche secondo di terrificante silenzio. “Non puoi obbligarmi a scegliere mia moglie adesso. Mi rifiuto.”
“Non ti puoi rifiutare.” La voce di Orion tuonò per tutto il salone. “Non hai il potere di rifiutarti. E’ un privilegio immenso essere il primogenito della nostra famiglia e ogni privilegio comporta specifici doveri da osservare. Dovrai scegliere una sposa e sarà meglio che tu faccia quello che diciamo. Se non seguirai le indicazioni di tua madre se disobbedirai o se allo scoccare della mezzanotte non avrai deciso chi sarà tua promessa…”
“Cosa?” Lo interruppe Sirius. “Mi torturerete? Già fatto, già visto. Lo fate da sempre.”
Un sorriso gelido si aprì sul volto di Orion. “Dimentichi che abbiamo degli ospiti molto importanti, per te.”
Il ragazzo lanciò uno sguardo terrorizzato ai suoi amici. “Non potete farlo! I loro genitori ve la faranno pagare.”
“Siamo Black, Sirius, continui a dimenticarlo sempre. Noi siamo legge nel mondo magico.” E con questo Orion si alzò mettendo fine alla cena. Tutti si diressero silenziosamente alle loro stanze, tranne Sirius, Sirius sbatté i piedi, le porte, fece cadere i quadri e ruppe anche qualcosa in vetro. I Malandrini lo seguirono di corsa. Entrarono nella sua stanza e James non poté trattenere un sorriso. Era tappezzata di striscioni di Grifondoro, foto di moto Babbane e anche di ragazze Babbane, ma anche foto di loro, dei Malandrini.
“Come hai fatto a nascondere tutto questo ai tuoi?” Gli chiese.
Sirius si guardò intorno, gli occhi ancora arrabbiati. “Scusatemi. Mi dispiace avervi messo in questa brutta situazione.”
Star cominciò ad andare su e giù lungo la stanza borbottando qualcosa.
“Davvero, scusate, ma non vi preoccupate, sceglierò la mia promessa sposa e poi… troverò un modo per uscirne… posso comportarmi malissimo, così non mi vorrà più sposare.” Ipotizzò il ragazzo disperato.
Star si fermò all’improvviso. “Non funzionerà.”
“Come?!” Esclamò James sconvolto.
“Avete sentito la signora Black; quelle ragazze vengono da chissà dove solo per potersi sposare ad un Black. Lo desiderano fortemente e se non lo desiderano allora lo desiderano i loro genitori e probabilmente anche loro saranno sotto qualche tipo di minaccia. La ragazza che sceglierai non ti lascerà mai, Sirius.” Spiegò lei.
“Allora dovrà sposare una ragazza che non ama?” Si rattristò Remus.
“No, non per forza.” Replicò Star.
Sirius la guardò pieno di speranza.
“Hai un’idea, un piano?” Le chiese James emozionato.
“Si, dovrà sposare me.” Decretò la ragazza facendo venire un colpo a James e scandalizzando Remus. Il cuore di Sirius invece fece circa mille capriole prima di salirgli fino in gola.
“Come?” Domandò Remus.
“Non sposarmi davvero. Solo scegliermi. Scegliermi tra le dodici e poi scegliermi la notte di Capodanno. Resterò sua promessa ma lo lascerò fare tutto ciò che vorrà, ovviamente. Solo che finché resterò la sua fidanzata per volere dei Black loro stessi non potranno fare niente, e quando Sirius troverà il suo vero amore dovremo solo tornare qui, Sirius mi farà la proposta, io rifiuterò e Sirius potrà presentare ai suoi genitori la sua nuova ragazza. Potrà sposare chi vuole così.” Illustrò lei.
“Non chi vuole.” Obiettò James. “Non credi che i signori Black rifaranno di nuovo tutte queste assurdità per trovare un’altra moglie a Sirius. Ci sarà la fila.”
“Non se ce la giochiamo bene. I Black odiano gli scandali. Quindi se Sirius annuncia che mi farà la proposta ai suoi genitori con qualche settimana di anticipo Walburga organizzerà giù il matrimonio e quando io rifiuterò ci sarà troppo poco tempo, e sarebbe troppo assurdo chiedere all’improvviso ad un importante famiglia di donare una loro figlia alla causa anche se ne sarebbero onorati questo metterebbe in una posizione scomoda i Black. Messi così alle strette potrebbero dare il mio nome alla ragazza e andare avanti fingendo che nulla sia accaduto e poi dovrebbero per forza lasciarvi andare abbastanza lontano da non finire in altri scandali. Sareste liberi. Io potrei essere uccisa ma sono abbastanza sicura che allenandomi un po’ giunta a quel punto della mia vita potrei sfuggire ai Black in un batter d’occhio. Mia madre ha fatto scomparire le sue tracce e quelle di tutta la mia casata. Se scopriamo chi è scopriamo anche come ha fatto e io posso rifarlo.”
I tre ragazzi fissarono Star in silenzio per alcuni minuti pensando a tutte le varie possibilità e al suo piano.
“E’ perfetto.” Si convinse James.
“C’è solo un problema: dimostrare che sei Purosangue.” Ricordò loro Remus.
“Non sarà un problema ora che ho a disposizione gli archivi dei Purosangue della famiglia Black. Troverò una traccia della mia dannata madre qui da qualche parte, ne sono certa.”
Tutti allora si voltarono verso Sirius, l’unico a dover ancora esprimere la sua opinione. Il ragazzo guardò Star negli occhi. “Se vuoi scoprire chi era tua madre ti aiuterò con tutte le mie forze, ma ti proibisco di attuare questo folle piano. Non posso. Non voglio sceglierti. Non sai mia madre cosa ti farà. Ti spezzerà, ti forgerà. Privilegi e Doveri, Privilegi e Doveri. Non si parla d'altro in questa casa! Scelte ed Obblighi. Capisci?" ReplicòSirius furioso.
Star e James lo guardarono preoccupati.
"Ma hai una scelta. Hai sempre una scelta." Cercò di convincerlo lei.
“NO! non questa volta. Non voglio che nessuno di voi sia in pericolo per colpa mia.” Gridò poi il giovane Black lasciando libero sfogo alla rabbia.
La ragazza indietreggiò delusa. “Come vuoi. Troveremo un altro modo. Vedrai. Ora ti lasciamo dormire.”
Il giovane annuì. “Comunque, James, non nascondo queste cose a mia madre, è questo che la manda in bestia, Star mi ha insegnato un incantesimo di adesione, a quanto pare è molto potente.”
“Non c’è di che.” Replicò la ragazza sorridendo e detto questo uscì dalla stanza insieme a Remus e James.
“Tu ormai hai deciso vero? Lo farai lo stesso.” Mormorò James mentre camminavano verso le loro stanze.
“Certo che si. Non corro nessun rischio. Dovreste saperlo bene, ferite che si rimarginano e cose così. Andrà tutto bene, sarà solo per qualche giorno. Però mi devi aiutare James, quando sarà l’ora, Sirius dovrà scegliermi.” Star posò la mano sulla maniglia della porta della sua stanza e cercò con gli occhi il sostegno di suo fratello.
“Come vuoi. Ma devi promettermi che se le cose si mettessero davvero troppo male abbandonerai tutto il piano.”
“Promesso. Notte, Jame. Notte, Rem.” Salutò allegra prima di sparire dietro la porta.
 
 
……………
 
Il giorno seguente Sirius bussò alla sua porta di buon ora. “Le nostre lezioni cominciano tra poco e tu sei invitata, ti ricordo.” Le disse tranquillo da oltre la porta.
“Arrivo subito.” In un attimo la ragazza saltò giù dal letto e si preparò per unirsi ai giovani Black in biblioteca. Passò la mattinata tra libri polverosi nel più totale silenzio, leggendone anche tre contemporaneamente e buttando giù fogli e fogli di appunti. Continuò così anche il pomeriggio, dopo un breve pranzo senza adulti in cui poté vedere James e Remus che la aggiornarono a bisbigli sulla loro tranquilla mattinata passata a giocare a carte nella loro stanza.
Walburga fece loro visita per il the pomeridiano che segnava la fine degli studi. Interrogò i suoi figli e i suoi nipoti e poi chiese all’educatore privato che seguiva gli studi dei ragazzi di Star.
“La sua dedizione allo studio è ammirevole ma forse è dovuta solo dall’alto interesse che la sua questione comporta.” Commentò lui.
“Cosa hai scoperto?” Domandò poi a Star.
“E’ uso di ogni membro di una importante famiglia Purosangue redigere un testamento che dovrà essere continuamente revisionato. Le copie di tali testamenti sono tenute alla Gringott sorvegliate da ufficiali incaricati della loro apertura di fronte a legittimi eredi. Non posso dimostrare con assoluta certezza di essere figlia di John White, possiedo solo un medaglione con il nome di mia madre e il cognome di mio padre che potrebbe essere segno della loro unione, e un diario scritto da mia madre in cui afferma di aver conosciuto mio padre ed essersene innamorata. Nulla più. Ma se lei volesse garantire per lei potremmo leggere insieme il testamento di mio padre, unico documento che potrebbe far chiarezza sul mio status.” Snocciolò Star con estrema chiarezza.
“Mostratemi dunque i reperti in vostro possesso. Se li giudicherò adeguati chiamerò un funzionario domani stesso con il testamento di vostro padre.” La informò Walburga, poi batté le mani dando così il permesso a tutti di andare. 
“Se avesse la cortesia di attendermi andrei subito a prendere i due oggetti in questione per sottoporli al vostro giudizio.” La pregò la ragazza, la donna acconsentì con un cenno e rimase seduta in attesa.
Quando Star tornò la trovò esattamente nella stessa posizione, e non poté fare a meno di pensare a quanto fosse inquietante. La signora Black osservò attentamente l’incisione nel medaglione, poi lesse a lungo il diario della madre di Star. Infine posò entrambi di nuovo sul tavolino. “Mi incuriosisce il diario, tua madre sembra una strega molto potente già in giovane età.”
“Io posso fare magie senza l’uso della bacchetta, e altre cose. Non ho mai letto di nessun White che fosse in grado di farlo, nemmeno qui in questa biblioteca. Perciò credo che sia un potere che giunge da mia madre. Questo è uno dei motivi per cui credo che fosse Purosangue.”
Walburga annuì. “Poche linee di sangue sono in grado di fare questo e sono tutte scomparse anni fa. Alcune secoli fa. Quindi garantirò per te. Perché se discenti da una di quelle stirpi, credo proprio che dovrei saperlo.” Concluse.
La ragazza capì che era il momento di andare. Raccolse le sue cose e si diresse verso la sua camera.
La cena fu molto più tranquilla di quella precedente. E non appena tornata nella sua stanza Star si addormentò. Fu svegliata da un lieve bussare in piena notte, aprì la porta e come un lampo si ritrovò stretta in un abbraccio.
“Andormeda!” Sussurrò stupita.
“Esatto! Sei stata bravissima ieri a cena e anche oggi, ma ora sfogati, cosa sta succedendo?”
Star sospirò, si sedette sul letto con la sua amica di penna finalmente di fronte a lei, e le raccontò tutto. Delle sue scoperte, del discorso affrontato con Lily, del piano per salvare Sirius. Ogni cosa.
Alla fine Andromeda l’aiuto a mettersi sotto le coperte. “Ho sentito di molte linee di sangue davvero potenti con caratteristiche simili alle tue, vedrai che il tuo piano funzionerà. In poco tempo scoprirai chi era, o è, tua madre. Buona notte.”
“Buona notte.” Mormorò la ragazza dagli occhi cobalto sfinita.
Il giorno dopo si svegliò troppo presto così si vestì e attese Sirius fuori dalla sua stanza. Il ragazzo uscì con un aria tra l’assonnato e l’annoiato che nonostante tutto gli donava molto.
Si diressero insieme verso la biblioteca e vi trovarono Walburga in piedi in attesa vicino ad un tavolo a cui sedeva un vecchietto con in mano una busta blu notte. Star ebbe un tuffo al cuore.
“Si sieda qui signorina White.” Le ordinò Walburga indicando il posto di fronte all’uomo. Sirius rimase in piedi accanto a suo fratello e le sue cugine.
“Non sono solito a mostrare un testamento senza certificato di nascita dell’erede ma la signora Black è stata sufficientemente convincente. Questo è il testamento di John White, ultimo della casata White.” Disse subito il funzionario porgendo a Star la busta. La ragazza la aprì e cominciò a leggere il testamento di suo padre.
“Ad alta voce.” La invitò Walburga severa.
La ragazza ricominciò:
“Cara Gioia,
so per certo che sarai tu l’unica a leggere questo mio scritto, forse tua madre ti avrà reso difficile arrivare ad averlo. E’ possibile che abbai insabbiato il tuo nome e cancellato la tua discendenza. Ma dal momento che sono riuscito a scambiare un innocuo e vago testamento con questa lettera all’ultimo secondo sono sicuro che lei non lo avrà. Quindi, dal momento che questo resta un documento ufficiale, io ti riconosco, Gioia White, mia figlia, nata il 12esimo giorno del 12esimo mese dell’anno 1959. So che sei tu a leggere, perché questa busta è incantata con un incantesimo di sangue e solo un mio vero consanguineo avrebbe potuto aprirla. Purtroppo il tuo certificato di nascita e il vero cognome da nubile di tua madre sono nascosti nel suo cuore d’oro e io non posso in alcun modo rivelarti quel cognome altrimenti questa lettera finirebbe sul radar di caccia di tua madre che farebbe di tutto pur di distruggerla e io ho bisogno che si dimostri innocua, abbastanza innocua da arrivare a te. Sono certo che vorrai delle risposte in più ma io non posso dartene molte. Credo che tu voglia sapere se amavo tua madre. Io l’amavo con tutto me stesso, e credevo che lei amasse me, forse è stato così all’inizio, prima che venisse accecata dalla sete di potere. Se sei sopravvissuta a lei è solo perché ho chiesto, implorato, supplicato protezione per te. E questo mi costerà la vita, lo so. Tua madre mi troverà e mi ucciderà. Sono sicura che sarà lei. Quindi se la mia morte appare misteriosa, strana, ricoperta dalla vergogna devi sapere che è tutta colpa sua. Il nostro è stato un matrimonio regolare senza alcun disonore, ma tua madre ha grandi poteri, può nascondere i fatti e annebbiare i ricordi. Questo lo devi tenere a mente.
Per ora non posso dirti altro se non che ti amo, piccola mia. E ti amerò sempre,
il tuo papà
John White.”
 
Star trasse un respiro profondo, poteva quasi sentire, dietro di sé, Sirius e Andromeda che si sporgevano per abbracciarla, lo sentiva nei loro pensieri e nel loro cuore. Ma le mancava ancora un pezzo del puzzle.
Walburga le indicò il tavolo e la ragazza obbediente vi posò sopra la lettera in modo che potesse studiare nei minimi dettagli la firma e il timbro della casata. Dopo un attenta e lunga osservazione decretò: “E’ originale.”
“Complimenti.” Disse l’uomo alzandosi. “A quanto pare sei l’ultima White in vita.”
La signora Black accompagnò l’uomo fuori. Quando tornò dopo qualche minuto anche tutti loro ragazzi erano rimasti fermi come il mobilio nella stanza.
“Molto bene. Siamo certi che tu sia una White ma il testamento non dice nulla su tua madre, quindi non siamo sicuri che tu sia una purosangue. A quanto pare siamo punto e a capo. Buona ricerca.” Walburga uscì lasciando spazio all’educatore e la giornata si svolse esattamente come quella precedente. Se non per il fatto che Star smise di cercare risposte nei libri. Cercò invece di informarsi sulle famiglie da cui provenivano le ragazze che sarebbero state presenti quella sera, perché quella sera era la vigilia di Natale. Era tutto già pronto nel salone da Ballo e Walburga annullò il thè pomeridiano permettendo alle sue nipoti e ai suoi figli di recarsi prima alle loro stanze per prepararsi al meglio.
“Sirius, ti controllerò io stessa. Ti aspetto nelle mie stanze tra venti minuti.” Comunicò uscendo la donna.
Le tre cugine se ne andarono subito dopo seguite da Regalus. Sirius attese che tutti furono usciti e poi abbracciò la sua amica. “Come ti senti?”
“Meglio di quanto credevo. Ma non gioire solo perché non conosco il mio cognome e quindi non potrò attuare il mio piano. C’è ancora tempo.” Lo rimproverò lei.
“Sapevo che non te lo saresti tolto dalla testa, ma vedi… è troppo pericoloso… mia madre….” Cercò di avvertirla Sirius ma lei posò le mani sulle spalle di lui e lo inchiodò con lo sguardo. “Ascoltami bene: devi fidarti di me. Ti prego.”
Prima che il giovane potesse replicare Star uscì dalla stanza lasciandolo solo.
Dal momento che Walburga era impegnata con Sirius, Andromeda poté sgusciare nella stanza di Star per aiutarla a prepararsi. Si unirono a loro James e Remus già pronti nei loro abiti eleganti.
“Quindi non so ancora la cosa più importante.” Finì di raccontare Star ai suoi due amici.
“Strano però, tuo padre ha scritto male di tua madre per tutta la lettera ma poi ha detto che ah un cuore d’oro in cui custodisce le due cose che cerchi.” Rifletté Andromeda stringendole il corpetto.
“Credo fosse sarcasmo, almeno spiegherebbe il mio senso dell’umorismo.” Commentò Star quasi ridendoci su, poi si osservò allo specchio. Per quella serata molto importante aveva deciso di indossare un abito creato da lei, aveva il corpetto stretto e turchese, con una fascia blu orizzontale e semi rigida che le copriva il corpetto all’altezza del seno, la gonna era in morbido chiffon indaco e sotto il primo strato ve ne erano altri di varie sfumature di azzurro. Dal fianco sinistro, dall’attaccatura del corpetto alla gonna partiva un drappeggio di chiffon color blu notte con delle sfumature dorate, fermato sul fianco da una spilla a forma di stella oro con dei piccoli filamenti dorati che scendevano lungo la gonna. Un’altra spilla a forma di stella era posizionata sul lato destro del corpetto nell’angolo più alto. Le scarpe che la ragazza indossò erano davvero strane per quell’epoca; erano scarpe con il tacco e la suola dorati, chiuse solo da tre laccetti blu, uno quasi sulla punta del piedi, uno sul collo del piede e uno sulla caviglia, quest’ultimo era chiuso lateralmente da una stellina dorata con i filamenti che ondeggiavano ad ogni passo della ragazza. La ragazza indossò quindi dei piccoli orecchini dorati a forma di falce di luna e poi si fece truccare da Andromeda che le applicò solo una linea di matita blu sugli occhi con qualche brillantino oro, un po’ di mascara e del lucidalabbra rosso.
“Direi che sei perfetta.” Commentò James passando piano le dita tra i capelli lunghi e mossi di sua sorella per poter vedere i loro riflessi dorati alquanto bizzarri in tutto quel nero.
“Già, quanto invidio il fatto che puoi indossare il colore che vuoi.” Sbuffò Andromeda nel suo elaborato e ottocentesco vestito verde scuro.
“Puoi vestirti solo di quel colore?” Le chiese Remus stupito.
“Nelle occasioni così ufficiali si. Walburga ha creato una specie di codice di colori per l’abbigliamento in base allo status, quindi loro si vestono di nero, gli ospiti d’onore dei Black di grigio, come tutte le ragazze invitate da Walburga per questa sera, io che non sono una Black del ramo ufficiale, come le mie sorelle e i miei genitori e gli altri cugini, devo vestirmi di verde scuro.” Spiegò Andromeda.
“Oh.” Riuscì a dire solo Remus.
“Ti inviteremo ad una festa a casa nostra, senza le tue sorelle o nessuno che potrà giudicarti, così potrai indossare un abito che ti piaccia davvero.” Le promise James tranquillo.
Lei rise senza allegria. “Sarebbe bello.”
“Oh, tranquilla, accadrà. James mi ha tirato fuori da quell’orfanotrofio, sono sicura che può fare tutto.” La rassicurò Star.
“Bene. Si vedrà. Ora però dobbiamo davvero andare.” Ricordò loro Andromeda gettando un sguardo ad un orologio antico sistemato accanto al letto.
I ragazzi si sbrigarono a scendere verso il salone, non ci sarebbe stata una vera cena perché la miriade di camerieri che erano stati chiamati per quella serata avrebbero servito del cibo da mangiare in piedi, era una cosa piuttosto innovativa secondo Star ma a quanto le disse Andromeda accadeva spesso ai balli. Nel salone da ballo vi erano già molte persone che parlavano tra loro con sobrietà, era molto diverso dal ballo che avevano organizzato i Malandrini a casa Potter, poche persone sorridevano e nessuna rideva, tutti indossavano vestiti piuttosto scuri anche se molto elaborati ed eleganti, quasi sfarzosi. Inoltre si respirava aria di formalità in ogni angolo, i gesti, le parole, era tutto misurato, calibrato, quasi imparato a memoria. Star entrò accanto a Andromeda e per un secondo desiderò di aver indossato un abito scuro come quello della sua amica ma poi gettò uno sguardo e James e Remus uno vestito di turchese e l’altro di blu scuro che tranquilli si guardavano attorno alla ricerca del loro amico e allora si fece forza.
“Quella è una delle pretendenti.” Andromeda aveva aperto un ventaglio davanti al suo viso per poter parlare con Star e indicarle con un cenno nascosto la direzione in cui guardare. La ragazza getto uno sguardo rapido in quella direzione e notò una giovane molto bella con un abito grigio perla sobrio ma elegante che la faceva spiccare in mezzo a tutti quei vestiti scuri, pensò a come doveva apparire lei in quel vestito colorato e sfacciato, senza parlare di suo fratello che sembrava un canarino tra corvi. Rise lievemente a quel pensiero e cominciò a sua volta a cercare Sirius con lo sguardo.
“Oh, non lo troverete.” Li avvertì Andromeda “Farà il suo ingresso tra poco.”
Proprio in quel momento il suono di un campanello richiamò il silenzio nell’immenso salone dove i lampadari di cristallo scuro riflettevano la luce delle candele in mille sprazzi freddi sul pavimento come minuscoli pezzetti di ghiaccio sparsi. Walburga e Orion scesero da un immensa scalinata perfettamente illuminata.
“Vi diamo il nostro caloroso benvenuto nella nostra residenza. Siamo lieti di informarvi che questo ballo è in onore del nostro figlio maggiore Sirius Orion Black.” Annunciò Orion con calma e formalità.
Sirius scese le scale in quel momento, Regalus lo seguiva restando però indietro.
“Sono lieta di annunciare ufficialmente che quest’oggi Sirius sceglierà dodici ragazze Purosangue tra le presenti perché io possa educarle, coloro che reputerò adatte potranno prendere parte ad un altro ballo l’ultima sera dell’anno corrente, e tra loro mio figlio sceglierà la sua promessa. Buona serata a tutti voi.” Walburga fece il suo annuncio in tono controllato ma molto orgoglioso, subito dopo partì la musica.
I balli erano antichi, come quelli che aveva loro insegnato Sirius per la loro festa Veneziana.
“Il tuo primo ballo è sempre con Remus, vero sorellina?” Le chiese James.
 “Certo che si.”Confermò lei.  Remus sorrise rassegnato porgendole il braccio e accompagnandola verso la pista da ballo.
“Non so come funzionino la regole qui, ma se mi fosse concesso, vorrei rubarti questo ballo.” Disse poi James ad Andromeda la quale sorrise piacevolmente sorpresa.
“Oh, si, sei Purosangue quindi mi è concesso.” Accettò lei felice.
Mentre ballava con Remus Star poté vedere James ballare con Andromeda, vide anche Sirius che, con lo sguardo spento, subiva tutte le presentazioni formali con le ragazze vestite di grigio e le loro famiglie. Pensò che una di loro sarebbe stata sua moglie, e lui non avrebbe potuto farci niente. Era così triste. Pensò a come si sarebbe sentita se qualcuno l’avesse costretta a vivere per tutta la vita con un persona che non amava. Questo pensiero le riportò alla mente i ricordi dell’orfanotrofio, dove nessuno l’amava. Forse Sirius avrebbe avuto la fortuna di trovare una ragazza che provava più di ammirazione per lui, che lo amava davvero, ma lui l’avrebbe davvero amata o si sarebbe chiuso sempre di più in un guscio di tristezza e sopportazione rendendo la vita di quella ragazza e la sua completamente triste e infelice?
“Star, tutto bene?” Le domandò Remus.
La ragazza si riscosse e notò di essere ferma. “Si, scusami.” Ricominciò a ballare anche se si stupì che la musica fosse cambiata, ora Sirius stava ballando con la ragazza con il vestito grigio perla. Lei era davvero bella e lo guardava con una luce particolare negli occhi. Anche le altre ragazze lo guardavano così, era una specie di desiderio misto ad infatuazione. Qualcosa di troppo dolce, quasi stucchevole. Anche la seconda canzone finì e lei e Remus si spostarono ai lati della sala per poter mangiare qualcosa e osservare le altre coppie danzare.
“Sono venuto a prenderti sorellina.” Annunciò James. “Andromeda è stata rapita da sua madre e dalle sue sorelle e io me la sono coraggiosamente data a gambe.” Scherzò il ragazzo. Star vide che anche le tre sorelle venivano portate in giro dalla loro madre che presentava loro rispettabili gentiluomini uno dopo l’altro.
“Deve essere davvero dura vivere qui.” Commentò la ragazza.
“Ci si annoia a morte, se è questo che intendi.” Concordò James.
“No, non solo questo.” Continuò lei posando la mano sul braccio di suo fratello per farsi condurre a ballare. “E’ più il fatto che sia tutto già deciso, già stabilito. Lo hai sentito Sirius no? qui si vive solo secondo le regole.”
“Già, deve essere strano avere una vita programmata in precedenza da qualcun altro.” Rifletté il ragazzo.
Verso metà canzone Sirius si avvicinò a loro. “Hei.” Li salutò sollevato.
“Buona sera signorino Black.” Lo schernì Star facendogli pure un profonda e impeccabile riverenza.
“Non farlo mai più.” La ammonì Sirius ma sul suo viso si faceva largo un sorriso.
“Sei fuggito?” Gli chiese James mentre anche Remus si avvicinava a loro.
“Nah, è solo il tempo d’aria, un mio diritto di recluso.” Scherzò il giovane Black.
“Come sta andando con le tue belle ragazze?” Domandò Remus.
“Ti ci metti anche tu?!” Si esasperò Sirius. “Comunque mia madre mi ha giù praticamente obbligato a sceglierne tre che lei crede perfette e cinque che devo per forza scegliere per non offendere le loro famiglie quindi in pratica la mia scelta libera si restringe a quattro ragazze.”
“Sirius… io…” Cominciò Star in tono dispiaciuto.
“Lo so, non hai ancora scoperto il cognome di tua madre, ma credimi ne sono felice, è meglio così, non sai davvero di che cosa è capace mia madre, sono felice che tu non debba subirlo. E poi passeranno ancora molti anni prima che si parli di matrimonio. Potrò divertirmi come voglio non ti preoccupare.” La rincuorò lui. La ragazza fece un cenno deluso.
“E quindi hai scelto di stare ai loro ordini?” Si preoccupò James.
“Non c’è molto altro che possa fare per ora, magari un giorno potrò ribellarmi, ma fintanto che siete tutti qui non voglio correre rischi.” Confidò loro Sirius.
“ah, non dovresti preoccuparti così tanto per noi. Almeno non per me, insomma, non credo siano preparati a tenere rinchiuso un lupo mannaro. Se provassero a tenerci in ostaggio si sorprenderebbero molto.” Intervenne Remus allegro.
I Malandrini risero piano. “Oh, giusto!” Sirius tornò subito serio. “Però davvero dovete stare attenti. Quando io e Regalus eravamo … più piccoli, chiamavamo le punizioni di nostra madre i sette gironi dell’inferno.”
“Un nome drastico.” Si spaventò un po’ Star.
“Perché sono setti livelli di potenza della maledizione Cruciatus, mi sono beccato il settimo per solo un millesimo di secondo quando sono tornato a casa il primo anno e ho detto che Serpeverde faceva schifo e i Babbani erano forti. Oh, non è stato divertente. Mio zio Alphard era preoccupatissimo, in seguito mi ha rivelato che con quel livello porta le persone alla pazzia perenne.” Spiegò Sirius scuro in volto.
“Hei, fratello.” James gli mise una mano sulla spalla e lo guardò negli occhi. “Non ci succederà niente, vedrai. E non succederà niente nemmeno a te.”
“Si, stai tranquillo.” Lo rassicurò Remus a sua volta.
Star invece lo guardava come una che aveva finalmente risolto un ingarbugliato mistero. “Oh! Questo spiega perché sei così!” Commentò poi.
Sirius la fissò stranito e poi si mise a ridere insieme a tutti gli altri Malandrini. “Ah, non capisco come tu possa credere che le Cruciatus siano la causa del mio immenso fascino ma va bene.” Replicò lui.
“Io volevo dire che erano la causa dei tuoi problemi mentali ma tu non ti preoccupare, continua pure a pensare ciò che vuoi.” Ribatté ancora la ragazza scherzosa. I quattro amici risero ancora.
“Bolide, non credevo che fare dell’ironia sulle disgrazie di Sirius fosse così divertente.” Si stupì James.
“Dovremmo farlo più spesso.” Propose Remus. Tutti risero ancora.
“Ah, possiamo farlo con le disgrazie di tutti noi, ne abbiamo a bizzeffe.” Ricordò loro Star senza perdere nemmeno un briciolo di allegria.
“Già e poi…” Cominciò Sirius ma poi si bloccò all’improvviso in ascolto delle prime battute della canzone che stava cominciando nel salone. “Oh no. E’ un tango. E’ finita la mia libertà, ora dovrò ballare con una di quelle ragazze. Odio il tango con loro, sono così appiccicose.” Si lamentò.
“In effetti questo è un problema. Vengono verso di te.” Gli fece notare James mentre effettivamente le ragazze si avvicinavano a loro con finta nonchalance.
Sirius si voltò verso Star. “Tu! Sei la soluzione. Ti ho insegnato a ballare e mia madre ha solo detto che quando sarebbe partito il tango io avrei dovuto ritornare a ballare ma non ha detto con chi. Non voglio che mi salvi dal mio matrimonio combinato ma ti permetto di salvarmi da questo tango se vorrai.” Il ragazzo le porse la mano.
“Con piacere.” Accettò Star.
I due si diressero verso la pista da ballo.
“Sembri preoccupato.” Disse Remus a James.
“Non molto. Sono solo… sto riflettendo su alcune cose.” Rivelò James senza staccare gli occhi da sua sorella.
“Cosa c’è, sembri agitata.” Notò Sirius guardando la sua amica negli occhi.
“Vorrei solo poter fare di più.” Mormorò lei.
“Tranquilla, andrai benissimo, gli stessi passi di quella sera sulla torre di Astronomia, solo più controllati, meno seducenti. Andrà tutto bene. Ti guiderò io.” Il ragazzo le posò delicato una mano sulla vita e con l’altra le prese la mano sollevandola in posizione per la danza.
“Mi piace quando mi guidi… nel ballo intendo. Riesco sempre a fare tutto.” Gli confidò Star.
“Bene, si parte.” Sirius le sorrise e iniziò a muoversi. “Lo so che la situazione è abbastanza stressante, ma non ti preoccupare, non ti accadrà nulla.”
“Ma accadrà a te.” Replicò lei.
Il ragazzo la guardò negli occhi. “Star, non devi preoccuparti per me, starò bene. Infondo posso sempre scappare e combattere come Auror quando la scuola sarà finita.”
“Se lo dici tu.” Sussurrò lei abbassando lo sguardo.
Sirius sospirò e poi la face piroettare lontano da sé tenendole una mano prima di tirala di nuovo vicino con forza. La ragazza lo guardò sconvolta. “Che c’è? E’ un tango!” Replicò lui. “Inarcati.” Le ordinò poi tenendole una mano dietro la schiena e seguendo il movimento della sua schiena all’indietro e poi di nuovo su. Star gli sorrise allegra.
La canzone finì troppo presto e Star vide la madre di Sirius lanciare uno sguardo strano nella loro direzione. “Credo che ora dovresti andare a ballare con le altre ragazze.” Gli disse.
“Si dovrei. Augurami buona fortuna.” Borbottò il ragazzo.
“Se solo tu mi permettessi di aiutarti.” Lo rimbeccò lei.
Sirius lasciò salire solo un angolo delle labbra verso l’altro producendo un mezzo sorriso incredibilmente affascinante. “Mi stai già aiutando abbastanza. Tu, James e Remus. Siete fantastici.” Poi si allontanò per invitare una ragazza con un vestito quasi argento a ballare, anche lei era molto bella.
Star si spostò verso un lato della sala e dietro di sé cominciò a sentire due ragazze parlare in tono di superiorità.
“Non trovi che sia dozzinale?” Disse la prima.
“Certo che si! E quei gioielli, non sono nemmeno di oro vero.” Replicò la seconda.
“Poi anche se lo fossero l’oro giallo è così banale.”
“Oh, è vero! L’oro bianco è molto più raffinato.”
“Adoro le collane in oro bianco.”
“Anche io, una volta un ragazzo me ne regalò una per far colpo su di me, disse che così avrei tenuto sempre un suo ricordo appeso vicino al cuore.”
“Romantico!”
“Vero? In ogni caso scommetto che lei nemmeno possiede qualcosa in oro bianco.”
Star si voltò spazientita. “Per vostra informazione posseggo un medaglione in oro bianco, ma non indosserò mai qualcosa lasciatomi da mia madre, non ho alcuna necessità di sentirla vicina al mio…” La ragazza si bloccò all’improvviso colta da un’illuminazione. “… cuore. Cuore d’oro.”
“Ma come ti permetti di rivolgerti così a noi.” Sbottò una delle due ragazze voltandosi per andare via mentre il cervello di Star era già lontano da quel salone. La giovane cercò di rimanere composta mentre usciva dalla sala, appena fuori sollevò la gonna con entrambe le mani e partì di corsa verso la sua stanza. Aprì la porta di scatto e afferrò il medaglione di sua madre che aveva lasciato sopra il comodino. Era sicura che in esso si trovasse la risposta, cercò una fessura o un gancetto da cui poterlo aprire ma ovviamente non trovò niente. Così fece una cosa che non aveva mai fatto prima: lo indossò. Non accadde nulla, così prese un profondo respiro e se lo avvicinò al cuore. Fu pervasa da una sensazione sgradevole e all’improvviso le passarono davanti agli occhi alcuni ricordi non suoi, vide il viso di un uomo per un secondo, non ebbe nemmeno il tempo di memorizzarlo ma sperò fosse suo padre. Quando tornò in sé si tolse di nuovo il medaglione e lo sistemò tra due pesanti libri che si era portata via da Hogwarts, poi prese il pugnale che le aveva regalato lo zio di Sirius e schiacciando il medaglione tra i libri pianto il pugnale in esso con tutta la sua forza, ancora e ancora finché nella sottile superficie d’oro non si aprì un buco abbastanza grande da poterci infilare la lama e poi con movimenti simili a quelli che aveva visto fare ai pescatori che aprivano cozze e cappesante in riva alla spiaggia aprì a metà il medaglione. Caddero a terra due fogli. La ragazza prese il primo con mani tremanti era chiuso dalla ceralacca e quando lo aprì sentì un lieve pizzicore che le ricordò il momento in cui aveva aperto la busta del testamento di suo padre. Infatti era lui a scrivere.
“Cara Gioia,
se stai leggendo questa lettera vuol dire che hai conservato il medaglione molto più a lungo di quanto tua madre avrebbe mai pensato e hai trovato il mio testamento. Questa lettera è protetta dalla stessa magia di sangue che proteggeva quella busta, ma anche se tua madre non è riuscita a leggera ha percepito che vi erano troppe informazioni all’interno e l’ha nascosta dove pensava che non avresti mai cercato. Quando ti ha abbandonata ti ha lasciato appositamente questo medaglione affinché il suo ricordo ti perseguitasse tramite esso e ti facesse talmente male che un giorno lo avresti gettato via o nascosto per sempre e te ne saresti dimenticata. Ma io sono certo che il legame di sangue tra me e te sia più forte dei suoi sotterfugi. Sono certo del fatto che riuscirai a trovare più indizi di quanti tua madre pensa di lasciarti. Quindi è ora che ti dica che tua madre era una Deran e quindi lo sei anche tu. Loro sono una stirpe unicamente femminile a cui sono stati donati poteri e bellezza quasi divini. Troverai più leggende che fatti su di loro, ma credimi, sono tutte vere. Si tramandano immensi potere, sconfinate conoscenze e delicata bellezza da secoli per semplice linea di sangue. E anche se tua madre ha cercato di tagliare il tuo collegamento alle infinite conoscenze delle Deran io sono sicuro che siano ancora dentro di te. Ora che sai chi sei sono sicuro che tua madre abbia nascosto nel medaglione anche il tuo certificato di nascita dal quale non è riuscita a cancellare il tuo cognome. Il potere di una donna della vostra discendenza che conosce le sue origini è immenso, dovrai studiare e recuperare tutti i ricordi che tua madre ti ha tolto ma non devi aver paura, sono sicuro che tu a differenza di lei userai questo potere per il bene. Ne sono sicuro perché lei stessa ti ha abbandonato riconoscendo in te una minaccia. Sei buona, Gioia, io lo so. Ecco il perché ho deciso di chiamarti così.
Stai in guardia però, quando tua madre percepirà che starai riacquistando i tuoi poteri inizierà a cercati. Non devi mai fidarti di lei. Non cedere, sei l’unica speranza di un mondo migliore, sei il mio piccolo raggio di sole. Ricorda che ti è possibile sapere tutto questo solo perché è stato protetto con una magia di sangue e amore. E questo tipo di magia è la più potente del mondo, più potente persino di quella di una donna come tua madre, soprattutto se il suo cuore è pieno solo di sete di potere e risentimento.
Ti voglio bene
Il tuo papà
John Joe White.”
 
Star dovette rileggere il tutto per altre due volte, il cuore le batteva forte e già sentiva i ricordi di cose antiche muoversi dentro la sua testa. Si sdraiò a terra per qualche secondo in preda a quella che sembrava proprio una crisi di panico. Cerano così tanti volti, così tanti nomi, incantesimi, nozioni. Tutto dentro la sua testa. Era spaventoso e al tempo stesso la faceva sentire più viva, come se finalmente fosse riuscita a collegarsi con il tempo e il luogo in cui si trovava, come se lei fosse più lei. Si rialzò qualche minuto dopo e prese il secondo foglio, era il suo certificato di nascita, il nome di sua madre era leggermente rovinato come se lei avesse cercato di cancellarlo con la magia ma senza successo: Rose Deran, ecco come si chiamava la donna che l’aveva abbandonata e che molto probabilmente era ancora in circolazione. Lesse poi il suo nome completo, si perché a quanto pareva suo padre aveva deciso di darle un secondo nome davvero molto strano.
“Gioia Rayo de Sol White Deran.” Lesse con voce tremante. Raggio di sole. Di nuovo la sua mente fu aggredita da suoni e colori di ricordi che non le appartenevano. Per un attimo si convinse di saper parlare tutte le lingue del mondo e fu certa, nel delirio, di star gridando qualcosa in spagnolo. Tutto si fermò così come era venuto. Rimase un attimo ancora distesa a terra, troppo sconvolta per fare altro.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Star?” Era James. “Stai bene?”
“Si.” Rispose la ragazza cercando di alzarsi ma il mondo prese a girare vorticosamente. “No.” si corresse mentre si sentiva cadere nel vuoto. Mani forti la afferrarono.
“Ma che cosa diamine hai combinato?” Le chiese James passando lo sguardo sul pavimento dove stavano ancora le due parti del medaglione, il pugnale e i fogli.
“Sono una Deran. Non poteva andare peggio di così.” Sbottò Star.
“Come scusa?” Fece suo fratello chiaramente sconvolto.
“Una Deran. Tipo una stirpe di donne che discendono da una divinità… cose del genere. Non lo so. So di essere probabilmente una delle due donne più potenti al mondo ancora in vita.” Cercò di spiegare lei.
“Wow.” Si stupì il ragazzo.
“Però,” Si rallegrò lei cominciando a mettersi seduta e sostenersi da sola. “mio padre era sicuro che io potessi fare del bene, farneticava di salvare il mondo, non credo di poter fare così tanto, Jame. Ma ti giuro che farò tutto il bene possibile. Solo il bene. E tu devi aiutarmi.” Decretò poi.
“Certo che ti aiuterò.” James la abbracciò felice e dopo qualche secondo si ricordò di una cosa: “Ma quindi aiutarti comprende anche dirti che Sirius sta per scegliere le dodici ragazze?”  
Star saltò giù dal letto e afferrò uno dei fogli a terra. “Certo che si! Babbeo!” Gridò correndo verso il salone il più velocemente possibile. Il ragazzo la seguì rapido stupito da quello scatto.
Giunta nei pressi del salone Star cercò di ricomporsi e muoversi con eleganza ma si accorse che i suoi passi erano comunque troppo rapidi e veloci, sperò che l’avrebbero perdonata. Entrò seguita da suo fratello che a differenza sua non cercò minimamente di darsi un tono. Sirius era sulle scale, solo qualche gradino più in alto di tutti, e con aria rassegnata stava elencando i nomi delle sue aspiranti future spose.
Star si bloccò e guardò disperata suo fratello. “Cosa faccio? Speravo di avere il tempo di parlargli e convincerlo ad attuare il piano!”
“Non lo so!Lo speravo anche io…” James si guardò attorno cercando un’idea.
“Star, devi fare qualcosa.” Remus venne verso di loro con il viso tirato.
“Si, lo so… lo so… ma cosa?” Si disperò la ragazza.
 “Segui il tuo cuore!” La incoraggiò Remus.
“Improvvisa.” Le consigliò James con lo sguardo di chi non vede nessuna via di fuga.
Star si illuminò, corse verso le scale e si gettò in ginocchio ai piedi di esse di fronte a tutte le ragazze appena nominate.
“Sirius Orion Black.” Cominciò lei, il capo piegato verso il basso la voce tremula.
“Oh, Star, no.” Mormorò lui guardandola dall’alto ma non poté fare nulla per fermarla.
 “Ti prego di accettare questa mia tardiva dichiarazione: io ti amo, ti amo fin dal primo momento, quando ci siamo incontrati per caso sul treno verso Hogwarts. E ora che sono qui, e ho avuto l’onore di conoscere la tua famiglia, sono certa che i miei sentimenti per te siano sinceri e profondi, desidero far parte della tua vita ora più che mai. Quindi mi rimetto a te e al tuo giudizio: mi credi degna di essere scelta insieme alle altre ragazze qui presenti per poter ricevere l’educazione che una tua sposa merita?”
“Fermo!” Esclamò Walburga evidentemente convinta che Sirius avrebbe immediatamente accettato. “Non sappiamo se sia o no Purosangue.”
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo che durò poco perché Star si alzò e guardò la Signora Black. “Mi scuso per non avervelo annunciato, nella fretta di dichiarare i miei sentimenti ho dimenticato di dirvi che sono riuscita a trovare il mio certificato di nascita. Non mi sarei mai permessa, altrimenti, di avanzare tale proposta.” La giovane porse un foglio alla donna. “Io sono una Deran.”
Gli occhi di Walburga brillarono per un secondo in modo strano. “Ottimo, ma è molto strano che una discendenza potente come quella delle Deran sia stata così tenuta nascosta.”
“Mia madre è impazzita, a quanto dice la lettera di mio padre che accompagna quel certificato. Impazzita alla ricerca di potere, non desiderava quindi che io conoscessi le mie origini, sperava che rimanessi sempre debole. Ha disonorato la mia famiglia e le mie antenate, ha infangato l’onore della famiglia di mio padre e ha ucciso molti Purosangue per riuscire ad ottenere più potere. Desidero quindi, con il vostro permesso, approfondire i miei studi sulla mia famiglia, essere educata come il mio rango richiede e poi riportare l’onore alle stirpi da cui provengo. Sposare Sirius, l’amore della mia vita, è l’obiettivo a cui miro una volta che avrò dimostrato di esserne degna. Quale White e quale Deran.” Spiegò lei a testa alta.
La donna le fece un lieve cenno in segno di rispetto e poi guardò suo figlio. “Ebbene, credo che dovresti accontentare la tua amica nonché l’ultima donna in vita a portare avanti due cognomi così importanti per noi maghi.”
Sirius guardò Star negli occhi sapendo che lei stava leggendo il suo pensiero e la pregò con tutto sé stesso di non farlo, di ritirarsi. Ma la voce di Star gli arrivò lieve direttamente nella sua testa
“Star Gioia White Bennet, ora sotto i Potter.” La chiamò lui, poi chiuse gli occhi e raccolse tutte le sue forze sperando davvero che la sua amica fosse in grado di passare incolume gli esami dei Black. “Ti scelgo come mia pretendente.”
Walburga si raddrizzò ancora di più, cosa che Star non credeva possibile, e sorrise fiera dell’accaduto. Attese che Orion le porgesse il braccio e salì i gradini fino raggiungere Sirius prima di parlare. “E’ stata una serata colma di emozioni. Mio figlio a scelto ragazze meravigliose provenienti da famiglie leali e fedeli, sarò lieta di educarle al meglio. Sirius ne sceglierà solo una ma sono certa che le lezioni che impartirò loro saranno utili a tutte per portare onore alla famiglia e trovare presto un degno marito.”
“Il ballo di questa sera è concluso. Ringraziamo tutti voi per la vostra presenza.” Annunciò Orion.
Le persone cominciarono ad uscire con calma dal salone e Walburga guidò Sirius verso le ragazze ancora allineate davanti alle scale.
“La servitù vi guiderà ai vostri alloggi. Inizieremo domani all’alba. Desidero che siate puntuali, vi farete trovare qui nel salone alle sei. Troverete la vostra divisa nella vostra stanza. E tutto. Buon riposo.” Spiegò loro Walburga. Quando la donna finì di parlare Sirius mosse un passo verso Star ma sua madre lo fermò. “Non puoi passare del tempo solo con lei, sarebbe un favoritismo. Avrete occasione di parlare nelle sezioni di incontro scandite dal programma.” Decretò.
Giunse un’elfa dai grandi occhi verde acqua che pregò alle ragazze di seguirla. Mentre Star camminava infondo alla fila notò che molte di loro si conoscevano; alcune andavano d’accordo, altre si odiavano. L’elfa le condusse in un ala della casa piuttosto strana, lungo un corridoio erano posizionate circa sedici porte tutte uguali alcune porte vennero timidamente aperte da delle elfe che le ragazze riconobbero e tutte si precipitarono nella loro stanza con la loro personale servitù, Star notò di essere rimasta sola.
“Dovrebbe punire sua elfa, signorina, sua elfa in ritardo.” Pigolò la creaturina rimasta accanto alla ragazza fissandola con i suoi occhioni chiari.
“Oh, no. io non possiedo un’elfa.” Replicò Star avviandosi tranquilla lungo il corridoio cercando di capire quale fosse la sua stanza. Optò per dirigersi verso una delle cinque porte che non si erano aperte, quella più distante dalle altre quattro, per precisione.
“Signorina non ha servitori?” Si sbalordì la creatura.
“No, affatto.” Rispose la ragazza aprendo la porta e constatando felicemente che vi erano i suoi bagagli all’interno.
“Liz può aiutare la signorina?” Chiese allora l’elfa.
“Ti ringrazio molto, sei molto gentile, Liz. Ma io posso fare da sola. Puoi andare.”
“Signorina molto gentile.” Mormorò Liz, si inchinò brevemente e poi scomparve.
Star si gettò sul letto. Il suo piano era riuscito. Ora doveva solo arrivare fino a capodanno.
 
 
………………………
 
Il giorno dopo si svegliò presto, non sapeva esattamente che ora fosse ma il sole fuori dalla finestra non era ancora sorto. Sbadigliò annoiata e diede un rapido sguardo alla divisa che avrebbe dovuto indossare; era grigio-argentea e molto semplice, busto stretto, collo alto, maniche lunghe, gonna lunga appena leggermente ampia. Le scarpe erano come ballerine ma con un tacco medio-basso che secondo la ragazza non sarebbe stato bene a nessuna donna. Vi erano anche delle calze bianche comprese nella mise e un nastro di raso per i capelli che evidentemente andavano portati raccolti. La giovane sospirò. Pensò ad Andromeda che si doveva vestire sempre di verde ad ogni festa e cercò di non deprimersi troppo all’idea di dover indossare qualcosa di così tristemente grigio.
Dopo essersi vestita decise che sarebbe uscita per andare in salone con tutta calma. Era meglio essere lì con grande anticipo, non si poteva mai sapere cosa avrebbe fatto Walburga per ostacolarle. Quando uscì in corridoio però le ci vollero un paio di secondi per capire la situazione. Le undici ragazze sembravano raddoppiate tanto era il rumore che facevano; correvano da una parte all’altra in preda al panico seguite dalle loro elfe, cercavano di sistemarsi i capelli e il trucco, di indossare alla meglio la divisa e di sembrare più magre, alcune si stavano togliendo qualche pelo superfluo spuntato durante la notte, altre si disperavano per un brufolo. Star cercò di passare tra loro inosservata, e non fu difficile, guadagnò presto la libertà da quel covo di ragazze isteriche e si diresse tranquilla verso il salone. Non pensava che James o Remus fossero già svegli e non voleva disturbarli. Pensò che avrebbe avuto molte altre occasioni per parlare con loro.
Girò l’angolo e andò quasi a sbattere contro Sirius.
“Hei.” Il ragazzo si guardò rapidamente attorno e poi la condusse alla svelta in una stanza degli ospiti vuota.
“Ma che cosa ti è saltato in mente?!” Le chiese lui visibilmente scosso.
“Bhe, ti avevo detto che lo avrei fatto. Devi stare tranquillo, so cavarmela benissimo. Vedrai, sopravvivrò.” Replicò lei tranquilla.
“Tu! Ieri sera… tutto quello che hai detto…” Incominciò Sirius ma la giovane non lo lasciò finire.
“Senti, so di averti spaventato. Ma non ti preoccupare, mi sono inventata tutto. Farò come promesso: sarò la tua promessa sposa fino all’ultimo e poi potrai sposare chi vorrai.”
Il ragazzo guardò a terra per un secondo. “Ci tieni davvero tanto alla mia libertà a quanto pare.”
“Certamente! Non posso certo stare a guardare mentre compi il tuo dovere rovinandoti così gli anni migliori della tua vita, e poi sono sicura che un giorno anche il rubacuori Sirius Black si innamorerà.” Commentò la ragazza avvicinandosi a lui. “Un giorno una ragazza, o una donna, ruberà il tuo di cuore, e qualunque altra ragazza ti sembrerà falsa, pallida, una banale imitazione, non ti darai pace finché non avrai conquistato la donna che possiede il tuo cuore. Fidati.”
Sirius deglutì sonoramente, il cuore che batteva a mille. Star si allontanò da lui sorridendo. “Scusa, è una cosa che dice sempre mia mamma a James e volevo renderla più drammatica ma a vedere dalla tua faccia credo di aver esagerato. Ora devo andare, seguo le regole di tua madre adesso. Anche io ho dei doveri.”
Lui sorrise. “Giusto. Ti ringrazio. Per tutto quello che stai facendo per me.”
La ragazza gli fece un rapido occhiolino. “Sono sicura che avresti fatto lo stesso per me.” Fece per andare via ma poi si ricordò una cosa e si voltò di nuovo verso il suo amico. “A proposito, Buon Natale. Se riesci a farlo prova ad entrare nella mia stanza, nel baule ci sono i regali per te, Remus e James. Mi dispiace davvero di non potervi vedere mentre li aprite ma voglio davvero impegnarmi al massimo per essere la sposa perfetta.” Disse prima di uscire rapida dalla stanza e ricominciare a camminare verso il salone. Quando arrivò lo trovò completamente vuoto, dentro di sé sentì l’irrefrenabile desiderio di ballare ma appena prima di accennare un passo di danza si fermò. Pensò a quanto sarebbe stato sconveniente se Walburga l’avesse vista ballare da sola. Allora prese in considerazione l’idea di camminare ma rifletté sul fatto che l’avrebbero presa per una pazza. Allora si fermò di fronte alle scale, dove la sera prima era riuscita ad attuare il suo piano e stette lì, in attesa.
Walburga entrò quella che le parve un’infinità dopo, seguita da Andromeda, Bellatrix e Narcissa. Per un secondo non la notò nemmeno ma poi quando la vide lì quasi si sorprese.
“Buon giorno. E’ molto mattiniera signorina White.” Commentò mentre degli elfi entravano nel salone trasportando delle grosse sedie dall’aria rigida e scomoda e posizionandole al centro della sala, poi ne portarono altre quattro più morbide in cui si sedettero le Black.
“Da quanto tempo sei qui?” Le chiese Bellatrix.
Star ci pensò su un secondo. “Circa ventiquattro minuti e mezzo, signorina.”
“Non hai guardato l’orologio.” Le fece notare Narcissa.
“Non mi serve, signorina.” Rispose subito. “Non mi è mai servito un orologio per misurare il tempo, anche se a volte lo guardo perché lo fanno gli altri quando parlano delle ore, credo sia uno dei poteri delle Deran, mi dispiace non essere più informata sulle mie origini e sui miei poteri, rimedierò quanto prima.”
Prima che chiunque potesse dire altro le porte si aprirono ed entrarono delle ragazze, guardando Star con sospetto si posizionarono in piedi accanto a lei. Dopo qualche minuto arrivarono anche le restanti ragazze tutte prima delle sei.
“Molto bene, per prima cosa oggi voglio osservarvi. L’aspetto può sembrare una cosa superficiale ma credetemi, qui conta monto. Avere una buona famiglia, un’ottima istruzione e un aspetto perlomeno gradevole è ciò che si richiede in una buona moglie. Dal momento che si parla di mio figlio desidero che la sua sposa sia davvero bella, tra le presenti siete tutte di buona famiglia, in quanto alla vostra educazione ci penserò io, quindi mi permetto di prendere in considerazione anche il vostro aspetto esteriore.” Spiegò Walburga e subito dopo cominciò ad osservare le ragazze una ad una; prese le loro misure, controllò il viso, la pelle, i capelli, gli occhi, le unghie, ogni cosa. Le ispezionò meticolosamente e appuntò il tutto su dei fogli.
“Molto bene. Oggi inizieremo con delle lezioni sul modi di camminare e di sedersi. Poi procederemo con alcune regole di bon-ton a tavola e nelle occasioni ufficiali come i balli o altro in cui avrete l’onore di accompagnare mio figlio. Passeremo poi a fare un po’ di esercizio sulla perfetta accoglienza degli ospiti in casa vostra e anche sui comportamenti da tenere in casa altrui. Nel pomeriggio seguirete delle lezioni più teoriche. Dovete essere acculturate su svariati temi per poter sembrare brillanti in ogni occasione. Dovrete imparare più lingue possibili, questo è certo. Inoltre mi aspetto un’alta capacità nell’uso della magia per qualsiasi evenienza. Difenderete la vostra casa a qualunque costo.” Elencò rapida la signora Black. “Avete capito bene?”
“Si, signora.” Risposero tutte in coro anche se alcune, tra cui Star, un po’ in ritardo.
“Bene, si può di sicuro migliorare. Cominciamo.”
La mattinata passò veloce tra tutte quelle lezioni, per la prima volta in vita sua Star ringraziò di essere una Deran e di imparare in fretta; le altre ragazze erano anni luce avanti a lei, avevano una postura da invidia e una gentile risposta sempre pronta, camminavano come se volteggiassero a pochi centimetri da terra. Non fu affatto semplice tenere il passo con ragazze che erano già state educate dalla nascita. A pranzo mangiarono prima di Sirius e i Malandrini perché Walburga non voleva distrazioni, con loro però mangiarono solo le tre sorelle mentre la signora Black mangiò più tardi con suo marito e suo figlio lasciandole nelle mani di Andromeda, Bellatrix e Narcissa che le accompagnarono in biblioteca. Il maestro quel giorno parlò solo in francese e fece loro studiare su testi di letteratura magica in lingua. Stranamente Star, dopo un attimo di confusione iniziale, capì tutto. Come se avesse passato un anno in Francia da bambina e dopo tanti anni le parole tornavano a galla sotto stimolo degli esercizi. Solo che lei era certa di essere stata in Francia solo l’anno prima con gli altri Malandrini per salvare i loro compagni e nessuno aveva parlato in francese.
Walburga entrò nella biblioteca dopo un paio d’ore e tutte si alzarono.
“Mettete via i libri e salite nella vostra ala personale della casa, troverete una stanza che è stata adibita a sartoria, sono certa che avrete tutte abbastanza denaro da comprare abiti meravigliosi ma non posso permettere che la futura moglie di mio figlio venga colta impreparata in nessuna occasione, esigo quindi che non solo impariate a rammendare i vostri abiti e quelli da uomo per ogni necessità ma mi aspetto che sappiate anche creare dei vestiti. Può accadervi di averne bisogno, non si indossa mai lo stesso abito due volte in occasioni importanti e sarebbe una vergogna se foste ospitate ad un evento e poi a quello successivo e doveste uscire alla disperata ricerca di un abito. Dovete essere in grado di crearlo con qualunque cosa. Per oggi sarò buona e vi lascerò una scelta di stoffe, abolirò per una sera le mie regole sul colore degli abiti così potrete scegliere il colore che desiderate per fare colpo. L’occasione è il ballo di questa sera in cui ci saranno meno invitati così potrete avere più occasioni per stare con mio figlio. E’ tutto.” Non appena la donna finì di parlare le ragazze cominciarono a sciamare fuori dalla biblioteca evidentemente concitate. Salirono svelte ed entrarono in una delle quattro stanze che non erano state aperte la sera prima, trovarono tutto il necessario per creare abiti, tutte si gettarono sulle stoffe parlottando tra loro.
“Ho sentito che a Sirius piace il grigio, come i suoi occhi di ghiaccio. Mi vestirò di quel colore.”
“Ma che dici! Sicuramente sarà vestito di nero come sempre, mi vestirò di nero anche io così saremo abbinati.”
“Oh no! anche se è stato smistato in Grifondoro, sicuramente per un errore, il suo colore preferito è il verde.”
A Star venne da ridere per un secondo ma decise di trattenersi. Probabilmente Sirius avrebbe approfittato di quella sera per vestirsi finalmente di colori totalmente diversi da quelli elencati. Così decise di scegliere un colore che le sarebbe stato bene e basta, in più aveva già in mente da un pezzo un secondo modello simile a quello indossato la sera prima, come se stesse creando la sua piccola collezione di moda. Il precedente vestito lo avrebbe chiamato sera, mentre quello che voleva fare ora era destinato alla notte, ma ad una notte molto chiara ed estiva quando il sole sembra non calare mai per davvero, come quelle notti viste in Italia. Si divertì moltissimo a crearlo, le stoffe fornite erano davvero di ottima qualità, e che colori! Creò un busto stretto che si lasciava attorno al collo lasciando la schiena quasi totalmente scoperta, di un blu cobalto lievemente più scuro della tonalità dei suoi occhi. Poi creò una gonna semplice e poco ampia di un blu quasi violaceo come le luci del crepuscolo in chiffon morbido e con molte sottogonne sempre più scure, infine creò un drappeggio morbido che rimandava all’abito del giorno prima ma questo era nero con mille diamantini che brillavano come stelle, era stata una stoffa molto usata dalle altre ragazze ma stesa come nei loro abiti non dava giustizia a tutto quel luccichio, in più essendo molto leggera molte avevano rinunciato perché incapaci di cucirla senza strapparla. Quando il suo abito fu finito uscì a prepararsi come avevano già fatto alcune ragazze. Dopo un bel bagno indossò il vestito e raccolse un po’ i capelli sistemandosi un cerchietto fine e dorato con tre stelline sul lato sinistro, indossò dei piccoli orecchini a forma di stella e delle semplici decolté blu come il corpetto, mise un filo di trucco e attese un po’ prima di scendere con la maggioranza delle atre pretendenti nell’atrio. Walburga diede loro lì incarico di accogliere gli ospiti e condurli al salone da ballo quindi per la maggior parte del tempo fecero da spola e poi la signora Black iniziò a chiamarle in ordine alfabetico per lasciare comunicare, in base al punteggio ottenuto durante la giornata quanto tempo avevano a disposizione con Sirius. Star fu l’ultima, le fu assegnato un quarto d’ora che a quanto aveva capito era nella media, proprio in quel momento entrò Sirius vestito di blu scuro con una cravatta blu cobalto accompagnato da James e Remus con la stessa cravatta ma gli abiti di un blu più chiaro. La ragazza poté notare lo sguardo di disapprovazione che la signora Black gli lanciò e dovette faticare per non ridere per le facce sorprese della altre ragazze.
Mentre, sempre in ordine alfabetico, ognuna si godeva i suoi minuti con Sirius alle altre ragazze era stato concesso di ballare con chi desideravano a patto di intrattenere tutti gli ospiti.
Star, quindi, riuscì finalmente a parlare con James mentre volteggiavano a passo di danza.
“Sei stata fantastica, giuro che ti ho quasi creduto.” Si complimentò James.
“Era il mio obiettivo essere credibile e dovrò esserlo ancora per un po’. A dispetto di quello che dice Sirius le lezioni con sua madre non sono così male ora, si studia un sacco e ci sono un sacco di regole da imparare ma me la cavo. So parlare in francese ora.” Raccontò la ragazza.
“Non mi stupisce.” Commentò suo fratello con un sorriso. “Comunque questa sera sei davvero incantevole, fatti ammirare…” Le fece fare una giravolta che attirò molti sguardi.
“James! Fai attenzione, devo essere perfettamente bene educata, e per questo, ora andrò a ballare con qualche alto funzionario del Ministero.” Star gli fece una piccola riverenza e si allontanò per parlare con un uomo con i baffi che subito la invitò a ballare.
Dopo aver danzato con quasi tutti i presenti Star si concesse una pausa lanciando uno sguardo disperato a Remus che subito venne in suo soccorso invitandola sulla pista.
“Sono soffocanti?” Le chiese.
“Alcuni. Uno di loro mi ha detto che se per caso Sirius non dovesse scegliermi lo avrebbe fatto lui, è stato il più simpatico fin ora. E avrà ottant’anni.” Rise lei.
“Secondo me era serio.” Si preoccupò Remus.
“Certo che era serio, Rem. Quell’uomo è così ricco che ha avuto sette mogli tutte molto più giovani di lui. In un certo senso essere una probabile futura moglie di Sirius mi protegge da avance troppo spinte il che mi piace davvero.” Spiegò la ragazza ancora sorridente.
“Tu sei fuori. Come sono le lezioni?”
“Davvero interessanti! Sono difficili in realtà ma… oggi abbiamo fatto letteratura francese e … wow! Incredibilmente bella.”
Remus sorrise a sua volta. “A quanto pare non è così un grande sacrificio per te.”
“No, dire di no.” Ammise la giovane cercando di sembrare colpevole, poi notò che la ragazza che stava ballando con Sirius da un po’ era quella che la precedeva così salutò Remus e si preparò al suo turno. La giovane smise di ballare e si allontanò con un inchino. Quando il giovane Black incrociò lo sguardo allegro di Star sorrise sollevato e le andò incontro per invitarla a ballare. Partì una musica molto dolce mentre i due si sposavano al centro della sala ondeggiando, poi Sirius cominciò a guidarla come solo lui sapeva fare, sicuro ma gentile.
“Va tutto bene?” Le chiese preoccupato.
“Si, tranquillo, come dicevo a Remus sto imparando molto e non è affatto pesante per ora. Tu come ti senti?”
“Ho ballato con così tante ragazze che, se devo essere sincero, non ricordo bene il viso di nessuna.” Rispose lui visibilmente stordito poi le posò una mano sulla schiena invece che sul fianco per guidarla in un passo complicato e sgranò gli occhi. “Ma cosa…?!” Esclamò, la fece girare su sé stessa per osservarla meglio. “Sei nuda! Cioè la tua schiena… che audacia!”
Star rise piano. “Sembri sconvolto.”
“E lo sono! Stai davvero bene, è molto…sexy, se posso permettermi.” Commentò poi calmo con un lieve cenno del capo quasi formale.
“Non prendermi in giro, Black.” Lo ammonì la ragazza. “Dici che è troppo?”
Sirius la fece allontanare un attimo seguendo la musica e poi la tirò di nuovo vicino a sé. “No, tranquilla, molte ragazze lo fanno, credo vada di moda o cose così, però tu… non ti avevo mai vista con un modello simile, ti sta davvero bene.”
Lei si guardò intorno per un secondo ed effettivamente altre ragazze avevano porzioni di schiena scoperta. “Non ti sei scandalizzato così tanto con le altre.” Notò poi.
“Non le conosco.” Spiegò Sirius. “Invece sono abituato a vederti con vestiti più… meno… hai capito no?”
La ragazza rise ancora “No, non ho capito, ma non importa. Dimmi una cosa però: davvero non sei interessato a nessuna di loro? Cioè, non ti piace nessuna di queste ragazze? Sono belle, proprio come quelle che frequenti a scuola.”
Il ragazzo guardò in basso per un secondo e un ricordo gli si fece largo di prepotenza nella mente, un ricordo di quello stesso pomeriggio quando Remus si era allontanato per andare in bagno e lui era rimasto solo con James a giocare a carte nella sua stanza.
 
“Stavo pensando…” Cominciò James. “Non vorrai approfittarti di questa cosa e provarsi con Star senza avermi dimostrato niente?”
Sirius lo fissò sconvolto. “Non ne ho alcuna intenzione, e poi mi sarà difficile cercare di spiegare tutto ciò che provo a Star in questa situazione, qualunque cosa io faccia o dica non farebbe altro che parte del piano per lei, quindi non mi prenderebbe sul serio.”
Il ragazzo con gli occhiali si passò una mano tra i capelli sollevato. Ci fu un attimo di silenzio e poi a Sirius venne un’idea. “Senti: so cosa succede in queste situazioni, lo vedo ogni volta che mia madre invita una ragazza qui per presentarmela ufficialmente, finché mia madre non se ne accorge tutto è concesso. E’ come una regola non scritta e non detta ma è così.”
“Che vuoi dire?” Chiese James confuso.
“Si getteranno tra le mie braccia, le altre ragazze. Sfrutteranno ogni occasione per farmi innamorare di loro, si infileranno nella mia stanza, nel mio letto, ovunque, ci proveranno sotto il tavolo, negli angoli bui della casa. Qualunque cosa.”
“Bhe, buon per te.” Commentò lui. “Se tu non mi avessi appena detto di essere innamorato di mia sorella sarei felice per te.”
“Ma non capisci!?” Si esaltò il giovane Black. “E’ questa la prova che stavo cercando. Ti dimostrerò che l’amo davvero rifiutando tutte le altre ragazze, non cadrò in nessuna delle loro avance. Dovrai solo guardarmi. Non sgarrerò nemmeno di uno sfuggevole sguardo lanciato alla loro scollatura, niente. E vedrai loro saranno parecchio insistenti e tu sai come sono fatto. Carne debole. Quindi se resisterò, se non cadrò in nessun tranello sarà perché la amo davvero, perché amo davvero Star.”
James poggiò le carte sul letto e lo fissò. “Dici che saranno insistenti?”
“Non sai nemmeno quanto.”
“Bene. Sappi che ti tengo d’occhio. Potrebbe essere divertente vederti soffrire un po’. Per la prima volta non potrai dare sfogo ai tuoi istinti.”
“James, non mi interessa, davvero. Per lei questo e altro.”
 
“Ci sei?” Gli chiese Star notando che il suo sguardo si era fatto distante.
“Si, sono come quelle che frequento a scuola e come loro non mi interessano. Non come future mogli.” Ripose lui tornando al presente.
“Oh, quindi non vuoi divertirti o altro?” Gli domandò.
 Sirius si lasciò sfuggire un suo tipico mezzo sorrisetto. “Diciamo che sto cercando di vedere questa come un’opportunità per migliorarmi e smettere di essere così… terribile con le ragazze.”
“Loro ti chiamano l’irresistibile stronzo.” Commentò lei.
“Linguaggio!” Finse di scandalizzarsi il ragazzo.
“Beh, a quanto ho sentito non sei esattamente molto gentile con loro.” Continuò Star.
“Non le illudo mai, devi saperlo. Io sono molto chiaro, dico fin da subito che non cerco niente di stabile.” Sirius guardò in basso con aria di scuse.
“Oh, lo so. Tranquillo. Però so anche che loro, in quanto donne romantiche, pensando sempre di far colpo su di te e sperano che tu cominci a provare qualcosa per loro.” La giovane fece spallucce. “Non le capisco. Per me sei solo gay.”
Il ragazzo la guardò stranito per un secondo e poi le sorrise con aria di sfida. “Ah si?” Schioccò le dita e quel rumore secco risuonò in tutto il salone. Partì un tango, un tango vero, non come quello lento della sera precedente. Il giovane le mise una mano sulla schiena e la avvicinò di colpo a sé, corpo contro corpo.
“Sirius, tua madre mi ucciderà.” Si allarmò mentre lui passava le dita su tutto il braccio di lei dalla spalla alla mano.
“Non ucciderà te, sei innocente, questo l’ho organizzato io.” Replicò il ragazzo facendole fare un casquet. “Tu devi solo cercare di scappare, esattamente come nel tango. E io cercherò di tenerti qui, sulla pista con me. Se vinco… beh, te lo chiederò più avanti.”
Star sorrise allontanandosi di scatto non appena lui la fece rialzare, ma Sirius le prese un polso, rapido e facendola girare la riportò tra le sue braccia. Allora la giovane posò le mani sul petto di lui per sfuggirgli ma lui sfruttò il suo movimento per sollevarla. Andarono aventi così e Star si stava divertendo al punto che dimenticò totalmente la sfida, e dove si trovava, e tutte le persone che li stavano guardando. C’erano solo lei, Sirius e quel ballo strano che le riportava alla mente così tante emozioni da farla sentire quasi stordita. Sirius la afferrò con forza, una mano dietro la schiena e una dietro al capo e la strinse a sé guardandola preoccupato. Il tango si concluse. “Stai bene?” Le sussurrò preoccupato. Star annuì tranquilla. “Si, ora si, hai ripreso colore, eri così pallida un attimo fa.” Spiegò lui.
La giovane si staccò piano dal suo amico e gli sorrise rassicurante. “Scusa, da  quando ho scoperto chi sono ho degli strani flash back. Non riesco ancora a controllarli bene… comunque, hai vinto tu.” Con un profondo inchino lo salutò e se ne andò rapida.
Il ballo andò avanti ancora per un po’ poi Walburga e Orion salutarono gli invitati e nuovamente nel salone rimasero solo le dodici ragazze e la signora Black.
“Sto per annunciare i nomi delle ragazze che oggi non mi hanno dimostrato di essere meritevoli, vi prego di fare le valige, ve ne andrete domani, ho tenuto conto anche delle impressioni di Sirius, ovviamente quindi non prendetevela troppo con voi stesse.” La donna elencò tre nomi e le ragazze uscirono dalla sala con uno sguardo spezzato.
Star rimase in piedi con il cuore a mille mentre Walburga dava le indicazioni per il giorno seguente e poi augurò la buona notte a tutte.
“Signorina White, si fermi un secondo.” Disse poi proprio quanto la ragazza aveva convinto i suoi piedi a muoversi increduli verso l’uscita.
“Evidentemente lei è la preferita da Sirius.” Disse la donna senza tanti preamboli. “Per questo voglio assicurarmi che lui non faccia nulla di sconveniente almeno finché non lo riterrò opportuno. Per questo ti vieto di posare le labbra su quelle di mio figlio prima dello passare di un anno esatto a partire da ora.” Poi mosse la bacchetta verso Star in moda strano e complicato. “Se lo farai lui soffrirà molto. E anche io. Ti reputo un buon partito, davvero buono. Hai bisogno di molta più educazione delle altre ragazze ma impari con velocità straordinaria, credo sia grazie alle tue origini. E’ proprio per le tue origini che credo sarai la moglie giusta per Sirius. Una Deran in famiglia sarebbe un vanto. E’ una discendenza rara dagli incredibili poteri, daresti grande prestigio a questa famiglia. Quindi non deludermi, non sarò gentile con te, anzi, ti assicuro che ti metterò a dura prova. Sei nata per essere perfetta e, se i mie antenati vorranno, ti renderò davvero perfetta. Buona notte.”
“Non la deluderò.” La ragazza si inchinò profondamente e poi uscì dal salone.
Quando giunse nella sua stanza e accese la luce trovò Andromeda ad aspettarla.
“Sono venuta a farti i miei complimenti. E a dirti che i tuoi amici ti aspettano nella stanza di James. Se vuoi un consiglio d’amica, aspetta un po’ qui con me e poi ti mostro la strada migliore. Intanto raccontami, com’è fingere di essere innamorate di Sirius in mezzo ad un gruppo di ragazza che farebbero qualunque cosa per sposarlo?” Cominciò lei tutta trafelata sedendosi sul letto della ragazza.
Star si sedette accanto a lei. “Strano, mi sento come se stessi rubando loro un sogno. Ho provato a chiedere a Sirius se è davvero sicuro di scegliere me alla fine, ho provato a chiedergli se davvero non è interessato a nessuna di loro. Lui dice di no. e mi dispiace perché alcune di loro provano davvero qualcosa per lui.”
Andromeda ci pensò su un secondo. “Si, penso tu abbia ragione, ma so con certezza che non è innamorato di nessuna di loro, certo è ancora presto ma non credo che si innamorerà comunque.”
“Perché dici così? Come fai a sapere queste cose? Te le dice lui?”
“No! assolutamente no! Sirius non dice mai niente di questo genere, non a me almeno, però è facile leggergli negli occhi. Si lascia sfuggire sempre un sacco di cose. Dovresti provare anche tu.”
Star annuì pensierosa. “Senti, ho bisogno di aiuto, non riesco a tenere il passo con l’educazione delle altre, non posso andare avanti così, è vero che imparo in fretta ma mentre io imparo loro si perfezionano. Ho bisogno di essere al loro stesso livello, mi puoi aiutare?”
La giovane Black le sorrise. “Sarà un piacere.”
 
 
………………
 
Dopo essersi esercitate per qualche ora Andromeda la condusse rapidamente tra i corridoi fino alla stanza di suo fratello e la lasciò entrare sparendo subito.
“Eccoti sorellina!” Esclamò James non appena la vide.
“Ciao! Ho visto sta sera che avete apprezzato i miei regali.” Disse lei felice sedendosi tra loro sul letto.
“Si, esatto.” Confermò suo fratello passando la mano sulla cravatta blu cobalto appesa sulla testiera del letto.
“E quindi è ora di darti il nostro regalo.” Le rivelò Remus.
Sirius le porte una scatola di velluto blu molto elegante, la ragazza la aprì e adagiati all’interno stavano due semplici orecchini di diamante, una collana girocollo con un punto luce e un bracciale con una catenina particolarmente intrecciata che brillava molto. “Non saranno veri!” Esordì lei sorpresa.
“Certo che si, diamanti e oro bianco.” Confermò James.
“James ci ha detto che non hai mai voluto comprarti un gioiello vero e quindi… beh, non pensavamo che ti sarebbero stati anche utili.” Spiegò Sirius.
“Ti piacciono?” Le chiese Remus.
“Moltissimo, ma… saranno costati molto, Remus tu…” Balbettò lei.
“Non ti preoccupare. Io ho praticamente solo aiutato a scegliergli.” La tranquillizzò il ragazzo.
 “Bene, non ti tratteniamo oltre, domani devi alzarti presto.” Le ricordò James.
“Buon Natale.” Le dissero tutti in coro abbracciandola.
“Buon Natale.” Rispose lei lasciandosi stringere. Si sentiva a casa.
 
 
 
**********************
 
Fiiiiinito! Ho seguito il voto di coloro che mi seguono su Instagram e ho deciso di non dividerlo in due capitoli più brevi quindi ecco a voi questo lunghissimo capitolo.
(Se non mi seguite su Instagram fatelo: mi chiamo PiumadoroFenice, mi piace che mi scriviate anche in privato, per insultarmi o dirmi di sbrigarmi, ma anche per farmi delle semplici domande, sono a vostra disposizione. In più pubblicò disegni e foto. Andate subito per vedere il disegno dei vestiti che ha indossato Star in questo capitolo.)
Spero che tutti voi siate felici di questo capitolo quanto dello scorso.
Ciao ciao.

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Capitolo 10
*** La Scelta di Mezzanotte ***


Star stava lottando da ore, forse giorni, forse anni. Non riusciva più nemmeno a ricordare come tutto fosse iniziato. Ricordava solo che lo faceva per Sirius, per la sua libertà e quella di James e Remus. Poi la sua mente smetteva di pensare al perché lo faceva; doveva concentrarsi su i suoi avversari, erano cinque ed erano potenti. La maggior parte delle volte riusciva a schivare gli incantesimi degli altri e a lanciarne qualcuno di mediamente efficace ma molte volte veniva colpita dalle maledizioni minori e doveva usare le sue energie anche per curarsi. Era una battaglia infinita ricordava di aver sconfitto degli avversari, forse all'inizio, ma ne arrivavano sempre altri, riposati e pieni di energie mentre lei sentiva di spegnersi sempre di più ad ogni incantesimo lanciato. Non dormiva da quando tutto quello era iniziato e le sembrava di essere stata brava a combattere all'inizio, ma ora era stanca, la spingevano a continuare solo il suo istinto di sopravvivenza e qualcosa infondo nel suo cuore. Ogni volta che pensava a quella sensazione calda riacquistava almeno un po’ di energie, in quel momento infatti riuscì a sconfiggere un suo avversario ma come unica conseguenza ottenne un peggioramento della situazione: si aggiunsero alla lotta altri due avversari nel pieno delle loro forze. Se andava avanti così sarebbe morta, pensò, doveva fare qualcosa ma cosa? Il combattimento era troppo intenso per riuscire a pensare ad altro che schivare e attaccare. Aveva bisogno di aiuto. In quel momento dalla sua bacchetta uscì una fenice argentata che le volò attorno e poi si posò dietro di lei coprendola con le sue grandi ali e Star poté respirare. Ma sapeva di avere comunque poco tempo; recuperò tutti i rimasugli di quella calda e dolce sensazione che l’aveva tenuta in vita fin ora dal profondo del suo cuore, prese un respiro profondo, gli incantesimi continuavano a sfrecciarle addosso, la Fenice si dissolse e lei rimase sola ma non era davvero sola. Come un’esplosione l'energia nascosta dentro di lei, l'energia che le donavano tutte le persone che amava, le risalì dal cuore alla pelle e poi spazzò via tutto ciò che la circondava nel raggio di molti metri e quell'energia non sparì, le rimase attaccata addosso come un'aura, una seconda pelle gradevolmente calda.  

Qualcuno in un angolo della stanza batté le mani. “Ci sei riuscita.” Constatò la signora Black avvicinandosi a lei. “Hai finalmente tirato fuori la parte della magia delle Deran assopita in te. Come ti senti?” 

La domanda non era cortese, o preoccupata, non voleva interessarsi di lei e dei suoi sentimenti ma era fredda e scientifica così Star rispose. “Forte, potente. Credo di sentire davvero l'antica magia della mia famiglia adesso.” 

“Bene. Andromeda ti accompagnerà nella tua stanza per cambiarti. Hai ancora tempo di incontrare mio figlio per un tè come le altre ragazze.” 

La Malandrina annuì e seguí la sua amica senza dire una parola. Andromeda la fissava strabiliata e, una volta messo qualche corridoio tra loro e la signora Black, Star si decise a chiederle ciò che più le premeva: “Cosa è successo?” 

“Davvero non lo ricordi?” 

Star ci pensò su. E improvvisamente ricordò: la signora Black voleva tirarle fuori il vero potere delle Deran e lei aveva pensato a sua padre e a quello che aveva detto e allora aveva acconsentito. Tutto era iniziato dalle maledizioni Cruciatus ma poi avevano smesso di fare effetto, era riuscita ad estraniare il dolore che provava da sé, allora avevano chiamato dei maghi potenti per combattere contro di lei, all'inizio uno alla volta e poi sempre di più. Fino ad arrivare a quello che aveva fatto poco prima. Tutto era iniziato la sera del 26 dicembre. 

“Ora ricordo. Ma che giorno è?” Chiese allora la ragazza. 

Andromeda smise di fissarla per un secondo. “È il pomeriggio del 30 dicembre sono quattro giorni che non dormi e combatti e basta, non hai mai nemmeno mangiato o bevuto.” 

Star si fermò. “È impossibile.” Decretò. 

Evidentemente non per te.” Le assicurò la sua amica. Erano giunte nelle sue stanze e la Malandrina si indirizzò verso lo specchio ma Andromeda la fermò. “Devo avvertirti: non sei più come prima.” 

Star la guardò stranita e poi si voltò piano verso la superficie riflettente. Per un attimo pensò che la persona dentro quella cornice non fosse lei ma poi riconobbe i suoi occhi e i suoi capelli, i tratti del suo viso e vide che i suoi movimenti erano replicati alla perfezione da quella figura. Era lei. Ma era più grande, matura, non dimostrava quasi più quindici anni ma forse venti, era una donna ben formata, ogni tratto della sua adolescenza era sparito. Sì passò la mano sul volto così cresciuto e poi sul suo corpo, le sue curve che avrebbero fatto impazzire qualunque uomo. I suoi capelli erano lunghi e mossi, un po’ spettinati dalla lotta ma quell'aspetto la rendeva più bella quasi selvaggia come i suoi vestiti strappati o bruciati in alcuni punti dove le maledizioni l'avevano colpita, ma la sua pelle sotto quelle aperture nella stoffa era intatta. Sì sentiva più alta, probabilmente ora era alta quanto James e Sirius che quell’estate avevano avuto uno sviluppo incredibile. A peggiorare il tutto c'era quell’aura strana che ancora la seguiva ovunque e le rendeva la pelle quasi d’orata e gli occhi brillanti come zaffiri.  

“Non posso farmi vedere così.” Decretò la ragazza. 

Andromeda la guardò sconsolata. “Non credo che tu possa farne a meno.”  

Star spalancò gli occhi disperata e poi il suo sguardo si spense un po’. “Esci di qui ti prego. 

“No. Non ti lascio sola.” Si oppose la sua amica. 

Ma la giovane Deran scosse la testa e la pregò ancora e più volte di uscire finché non la ebbe vinta. 

Gli occhi blu cobalto tornarono a fissare lo specchio. “E adesso cosa faccio?!” Sbottò la giovane. 

Qualche minuto dopo la ragazza uscì di corsa dalla stanza completamente infagottata in una felpa nera molto grande. Si infilò in una camera ben precisa creando un'esplosione di voci. 

“Star?” Esclamarono in coro i Malandrini lì riuniti iniziando poi a farle mille domande:  

“Dove sei stata?”  

 “Sono giorni che non ti vediamo con le altre ragazze! 

“Cosa ti è successo?” James la abbracciò forte e poi la fissò dritto negli occhi, cosa piuttosto difficile visto che la ragazza cercava in tutti i modi di nascondere il viso. 

“Niente, sto bene.” Bisbigliò lei coprendosi ancora di più il viso con il cappuccio ma suo fratello le afferro il polso e le scoprì la testa; i capelli della ragazza ricaddero sulla sua schiena e tra le mani del ragazzo in mille onde fluenti e il giovane non poté fare a meno di fissare stupito il viso di lei, così luminoso, bello e …arrabbiato. 

“A quanto pare questa è la vera forma di una Deran.” Sbottò lei esasperata. “Ho provato a nasconderlo un po’ ma questo è il massimo che riesco a fare… e ho sete e fame…” La ragazza ad un tratto dimenticò tutto il resto; sul tavolino, attorno al quale prima erano seduti i ragazzi, vi erano una miriade di dolcetti e del the caldo. La giovane si sedette e cominciò a servirsi senza fare tanti complimenti. 

Bhe, non è un problema così grave.” Provò a rassicurarla Remus. 

Premf…” Cominciò lei con la bocca piena ma poi pensò che deglutendo sarebbe riuscita ad esprimersi meglio. “Rem… qualche minuto fa sembravo una ventenne. Ora grazie al cielo sembro solo una sedicenne semidivina ma le cose sono comunque ad un livello di terrore apocalittico. E’ un disastro completo e totale. 

“Quindi ti stai davvero trattenendo…” commentò James. 

“Direi di si.” 

“Ma per farlo usi la tua magia no?” Le chiese Remus colto da un improvvisa illuminazione. 

“Si…” Rispose lei cautamente. 

“Quindi secondo la logica se tu allenassi la tua magia a trattenerti dovresti diventare più forte e quindi riuscire a nascondere tutto al meglio…” Ipotizzò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Si…” Star ci pensò su un momento. “Si esatto. Potrebbe funzionare, devo solo allenarmi in questo e non potrò fallire, perché sono una Deran, dovrò migliorare per forza e quindi di conseguenza tornerò ad essere me, fastidiosamente bella maaaaa almeno non così bella da essere praticamente un essere ultra terreno. Si può fare!” La ragazza cominciò ad esaltarsi e saltellare in giro per tutta la stanza e solo allora realizzò: “Dov’è Sirius?”  

James che la stava guardando sorridendo smise all’improvviso assumendo un aria preoccupata. “Sei in ritardo al The con Sirius.” Decretò poi l’afferrò per il braccio e  si mise a correre guidandola verso la sua stanza. “Walburga ha fatto preparare una stanza in modo che assomigliasse ad una serra, farà caldo quindi vestiti estiva e ricordati che è un the quindi Sirius ci ha detto che…” Il giovane guardò Remus che li aveva seguiti. “Cosa ci ha detto Sirius? Non lo ricordo più.” 

“Colori chiari, vestiti leggeri, lunghezza non più di cinque centimetri sopra il ginocchio.” Ricapitolò il ragazzo sedendosi sul letto mentre la giovane osservava il guardaroba. 

Star estrasse in fretta un semplice vestito con azzurro carta di zucchero con dei bottoncini bianchi sul davanti, quasi come una lunga camicia stretta in vita da un nastro dello stesso colore. La ragazza lo indossò e la sua pelle e il suo corpo fecero il resto, per quanto sembrasse sciatto su di lei in quel momento era perfetto, sembrava appena uscita dal mare come una divinità di qualche tipo. 

“Ok, bene.” Commentò James scuotendo la testa per cercar di tornare in sé. 

“Dobbiamo andare.” Commentò Remus. 

Così i tre si rimisero a correre finché non giunsero davanti ad una porta ben precisa. 

“Buona fortuna.” Le augurarono i suoi amici, la ragazza sorrise e bussò, un elfo le aprì la porta e lei si lasciò alle spalle i Malandrini entrando in un luogo che somigliava ad un ordinatissima foresta tropicale.  La ragazza seguì le bianchissime pietre che facevano da sentiero seguendo le dolci risate delle altre ragazze e poi le arrivò all’orecchio la voce di Sirius. Girò attorno ad una siepe fatta di mille rami verdi e morbidi che si intrecciavano e arricciavano e sbocciavano in colorati fiori rosa confetto e salmone, e si ritrovò davanti ad un tavolini in ferro dipinto di bianco con graziosissime sedie dello stesso tipo con sopra morbidi cuscini bianchi sulle quali sedevano le ultime due ragazze rimaste visibilmente sporte verso Sirius che tentava di annoiarle che una lunghissima e dettagliata storia su dei misteriosi centesimi Babbani trovati nella tasca di James. Le due ragazze smisero di ascoltarlo per guardare verso di lei e questo la mise totalmente a disagio, Sirius si voltò per cercare di capire chi lo avesse salvato da quelle due, si aspettava di vedere James, trapelato nella stanza di nascosto, o sua madre che annunciava che era tutto finito. Di sicuro non si aspettava Star. Non la vedeva dalla sera di Natale, sua madre l’aveva tenuta segregata per insegnarle qualcosa ma lui sapeva che probabilmente le stava infliggendo qualunque sorta di tortura, ed ora lei era lì. Ed era bellissima. I capelli lunghi e mossi, i meravigliosi occhi cobalto e qualcosa di strano che non riusciva ad identificare, forse era perché non la vedeva da giorni ma pensò che fosse ancora più bella del solito con quell’espressione spaesata. 

“Star…” Mormorò allora sollevato, alzandosi di scatto, le passò le mani dietro la schiena e la strinse a sé sprofondando il viso tra i suoi capelli che odoravano di cannella. La ragazza rimase lì, immobile, con gli occhi chiusi e il naso che a malapena superava la spalla del suo amico permettendole di respirare. “Sono così felice di vederti salva.” Le disse poi il ragazzo lasciando un po’ la presa così da poterla vedere in viso ma senza smettere di tenerla tra le braccia. 

“Sto bene.” Disse solo lei e poi guardò a terra per qualche secondo lasciando che i capelli le ricadessero sul viso.  Lui le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e quando lei lo fissò sorpresa per quel gesto il ragazzo sorrise. “Vuoi del the?” Le proposte sciogliendo l’abbraccio e accompagnandola a sedersi. Star annuì e si accomodò sotto gli sguardi infuriati delle altre ragazze. 

“Cosa ti ha fatto?” Le chiese lui. 

“Non ricordo molto, e non sono sicura di poterlo dire qui.” 

Sirius allora tornò finalmente a guardare le altre ragazze come se si fosse accorto solo in quel momento della loro esistenza. “L’ora del the è finita per voi.” Decretò. “Desidero essere lasciato solo.” Le giovani si alzarono obbedienti, fecero una riverenza e se ne andarono alquanto indispettite ma senza che si potesse capire dai loro gesti o dalle loro espressioni, lo comprese solo Star leggendo i loro pensieri quasi in automatico. Erano state ben addestrate. 

“Allora?” Tornò all’attacco lui. 

“Se devo essere sincera ricordo poco. So che tua madre mi ha detto che poteva aiutarmi a diventare una vera Deran, forte come le mie antenate e io ho voluto provarci. Mio padre mi ha scritto che crede in me, crede che potrò usare questo potere per il bene. E dice anche che mia madre verrà a cercarmi. Quindi voglio essere pronta. Voglio fidarmi di lui. Anche se non lo conosco. So che ha fatto di tutto per aiutarmi e se un uomo che ha saputo aggirare una donna potente come mia madre dice questo… Bolide del Bolide io lo farò.” Dichiarò Star, poi il suo sguardo si fece appena appena vacuo. “In quanto a come lo ha fatto… non lo so bene. Oggi stavo combattendo e ho emanato molta energia, poi mi sono ritrovata ad avere un aspetto…diverso… e ora sto cercando di reprimere perché è davvero troppo ma non funziona molto bene. Remus dice che provando a diventare ancora più forte dovrei riuscire a nascondere meglio il mio potere. Spero abbia ragione.” 

Sirius la osservò con attenzione. “In effetti hai qualcosa di diverso. Ma non ha importanza. L'importante è che tu sia salva. Se vuoi mollare tutto e tornare ad Hogwarts tu dimmelo e io troverò un modo. Fidati di me, chiamerò mio zio… farò qualcosa …io…” 

Star lo bloccò subito sollevando una mano. “Tranquillo. Sono felice di essere riuscita a tirare fuori questo potere, in un certo senso. E non ho dimenticato la mia missione: essere la tua perfetta promessa sposa. Andrò fino in fondo, sempre che tu non ti sia innamorato di una delle tue pretendenti.” 

Il ragazzo si lasciò sfuggire uno sbuffo. “Nessuna di quelle ragazze è il mio tipo!” 

“Ah, no?” Lei sorrise ironica. “A me sembrano esattamente il tuo tipo. Belle da far paura e risposte a tutto per te. Cioè esattamente come le ragazze con cui esci quando siamo ad Hogwarts.” 

“E tanto per sapere chi ti dice che quelle ragazze siano il mio tipo?”  

Star rimase sbalordita. “Cioè, tu, Sirius Black, hai un tipo specifico e preciso di ragazza con cui vorresti davvero comportarti in modo serio e questo tipo è talmente raro che in tutta Hogwarts non ne esiste un esemplare?!” 

“Quasi corretto.” Sirius le sorrise distrattamente. 

“Oh per la sacra bacchetta di Merlino, e non parlo di quella magica, tu sei interessato ad una ragazza di Hogwarts!!” La giovane si sporse verso di lui decisamente sorpresa. “Ti prego, dimmi chi è.” 

“Passo.” Rifiutò lui ma senza smettere di sorridere. 

“Oh, maddai!” Star sfoderò i suoi famosi occhi dolci. 

Ok, tanto per cominciare… non è una ragazza. E basta, non ti dirò altro.” 

“Aspetta aspetta… non è una ragazza! È … è un ragazzo? Oh ti prego dimmi che sei gay tua madre potrebbe morirci. Non che io desideri la sua morte ma un infarto del genere sarebbe piuttosto epico.” 

Hei, non correre così tanto… Non sono stato così fortunato. Purtroppo mi piace il sesso femminile, ma se un giorno diventassi gay saresti la prima a saperlo così potrai andare tu a dirlo a mia madre.” Sirius si lasciò andare ad una breve risata e si alzò. 

“Ma… non capisco… È un fantasma, una vampira? Un lupo mannaro! È Remus!” Alla ragazza brillarono gli occhi per l'emozione. 

Il giovane Black, che stava andando via, si girò di nuovo verso di lei con aria sorpresa. “No. Non è Remus…. Anche se ammetto che se diventassi gay potrei farci un pensierino… sai anonimo è niente male.” 

Star si appoggio alla sedia come se stesse avendo un mancamento e Sirius si riavvicinò a lei preoccupato. 

Hei, tutto bene?” 

“Oh, si.. ho solo pensato a te e Remus insieme e …wow…” La giovane si sventolò una mano davanti alla faccia per prendere aria. 

“Wow?” Il ragazzo la fissò stranito. 

“Si, bhe, cioè…. Sareste una bella coppia… sarei un po’ invidiosa ma wow… davvero wow. Stareste bene insieme.” Cercò di spiegarsi lei. 

Sirius sorrise con il suo speciale mezzo sorriso e la guardò divertito. “Lo terrò a mente.” Disse, poi si voltò e andò via lasciando Star da sola seduta sulla sedia. 

 

…… 

 

Quella notte James sentì un concitato bussare alla sua porta, corse ad aprire preoccupato e si ritrovò davanti Sirius con il volto arrossato e chiaramente in difficoltà visti i graffi e delle strane macchie rosse che recava addosso.  

“Che succede, amico?” * 

Sirius si infilò alla svelta nella stanza chiudendo la porta dietro di sé. “Quella è pazza. Questa sera ha superato ogni limite! Io non ce la faccio James. Oggi ho rivisto Star e sto pensando a lei in continuo, la stava sognando quando quella pazza è entrata e ha cominciato a farmi di tutto! James. Non posso resistere se continuo a pensare a Star. Loro sono troppo insistenti questa sera… è la loro ultima occasione. Tu non sai cosa sono disposte a fare!”  

“Ok, ok. Va bene. Dormi qui. Io vado nella tua stanza a vedere questa situazione e ti assicuro che se non è come dici tu perderai dei punti.” Sbuffo James. 

“Sei un eroe, Jame.” Esultò il giovane Black.  

“Sì, si.” Minimizzò il ragazzo aprendo di nuovo la porta. 

Hei…” Lo richiamò Sirius. “Non perdere la purezza del tuo fiorellino.” 

James scosse la testa ridendo“Si, come no.”  

Una volta nel corridoio il ragazzo si diresse con decisione verso la stanza dell'amico, si infilò sotto le coperte e prese sonno quasi immediatamente, pensando a quello che Sirius gli aveva detto, infondo, si disse, non andava dovesse succedere niente. 

James si svegliò di colpo e ci mise molti secondi a capire perché era così agitato, finché non si rese conto di avere qualcosa che frugava nei suoi pantaloni.  

“Oh, sei sveglio… allora tienimi questa.” Disse una voce, poi una mano morbidissima ma decisa afferrò la sua posandola su qualcosa di ancora più morbido. E in quel momento Nessuna realizzò tutto; contemporaneamente saltò giù dal letto afferrando la bacchetta ed esclamando “Lumos!”. 

Una delle pretendenti di Sirius se ne stava sbalordita seduta sul letto in un completino intimo che lasciava poco spazio all'immaginazione e molto spazio alle perfette forme del suo corpo. 

“Oh, Sirius non c’è!” Sbottò questa senza vergognarsi minimamente delle sue condizioni. “Non ha ceduto nemmeno una volta e con nessuna di noi! Quel ragazzo è impossibile.” 

“Come fai a sapere che non ha mai ceduro con nessuna?” Chiese il giovane prima di rendersene conto. 

Bhe, noi ragazze ci parliamo. All'inizio fingevano tutte che Sirius ci avesse lasciato fare tutto ma dopo un po’ è diventato evidente che erano tutte bugie. Così abbiamo iniziato a lavorare insieme per cercare di farlo cedere. So che alcune sono andate anche in gruppo per vedere se magari a lui piacesse di più. Non ha funzionato. Non ha funzionato niente. L'unica con cui non abbiamo contatti è quella stupida Deran. Quella maledetta ragazza sarà l'unica a scoparselo. Deve essere proprio innamorato di lei perché ha spedito tutte alla porta non appena entrate. A volte sembrava quasi che non dormisse per non farsi cogliere di sorpresa.” La ragazza, una volta cominciato a parlare, difficilmente riusciva a smettere; fece una breve pausa per respirare e poi guardò James, scandagliandolo dalla testa ai piedi. “Pero tu non sei mica male come premio di consolazione. Infondo sei comunque un ricco Purosangue… la mia famiglia sarà felice.” Lei si alzò subito girando attorno a James e passando la mano sul suo petto e poi sulle spalle, toccandogli anche il sedere. 

Wooo. Ok. Io non sono interessato, davvero!” Provò ad allontanarla il ragazzo facendo qualche passo verso la porta. Ma lei tornò subito all’attacco cominciando a strusciarsi su di lui. 

“Non è vero, non dire così. Sei davvero molto interessato. Lo sento!” Aggiunse poi posando una mano sulle parti intime del povero ragazzo che arrossì fino alla punta dei capelli. James cercò di levarsela di dosso ma quella sembrava una piovra. In quel momento entrò Sirius e la giovane si immobilizzò, il ragazzo osservò la scena e poi con aria delusa disse: “Credevo che mi amassi.” 

“Oh, ma io vi amo signorino Black. Con tutta me stessa.” La ragazza cominciò a prostrarsi ai piedi di Sirius riversandogli addosso un'infinità di scuse e promesse. 

“No, mi hai deluso profondamente. Il tuo amore per me non è sincero. Vai a riposare, domani informerò mia madre e tu sarai costretta ad andartene. 

La ragazza lasciò la stanza in lacrime e James e Sirius poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo. 

“Ma è stato così tutte le notti?” Chiese il giovane Potter. 

“Un po’ meno spinto ma c’erano più ragazze.” Spiegò l'altro. 

“In tal caso hai vinto. Ci sei riuscito. Credo ufficialmente al tuo amore per mia sorella. Tanto dovrai comunque conquistare il suo cuore… però se fallirai dovrai darmi il permesso di ridere.” 

Gli occhi di Sirius si illuminarono di gioia. “Ok. Ma se ci riuscirò tu dovrai fare da testimone a me.” 

“James ci pensò su. Solo se riusciremo a trovare qualcun altro per Star altrimenti prendi Remissione e non fai storie.”  

“Andata.” I due si strinsero la mano sorridendo. 

 

…... 

 

 

 

L'ultimo giorno dell'anno era diventato, per Star, l'ultima occasione di dimostrare a Walburga di essere adatta a sposare un Black. La donna le aveva fatto lasciare nella stanza un’infinità di libri da leggere e studiare: francese, tedesco, letterature, storia, spagnolo, scienze, astronomia, bon ton e molto altro. Tutta la mattina quindi la passò sotto esame e anche buona parte del primo pomeriggio. Poi Walburga ordinò a tutte e tre le ragazze di tornare nelle loro stanze per finire il vestito per quell’importante serata. Star era a malapena riuscita ad abbozzare prima di essere sottoposta al suo “addestramento”, eppure riuscì a finirlo prima delle altre. Così, sapendo che l'esame di Walburga sarebbe continuato anche quella sera, prese un libro e si diresse verso la sua stanza di suo fratello.   

Ciao stellina.” La accolse lui. “Studi ancora?” 

Lei si sedette immediatamente su una poltrona sospirando. “Tra poco sarà tutto finito. Devo dirti una cosa e se riesci a procurarmi del cioccolato posso dirtela mentre studio. 

Il ragazzo frugò nel suo cassetto e poi le consegnò del cioccolato al caramello frizzante di Mielandia 

“Ok.” Con la testa bassa sul libro e iniziando a sgranocchiare il cioccolato Star parlò a suo fratello tra un boccone e l'altro. “Questa notte ho fatto un sogno; penso fossero i ricordi degli ultimi giorni che tornano a galla però c'era Sirius.” 

James la guardò sbiancando. “Sirius?!” 

“Si, lo so che è strano. Infatti c’è qualcosa che non torna. Comunque nel mio sogno lui cerca di interrompere il mio addestramento e credo si sia scontrato con sua madre. Tutti gli altri avvenimenti del sogno mi sembrano molto reali e verosimili, proprio come ricordi. Ma non riesco a credere a questa parte.” 

Il ragazzo rimase immobile in silenzio a ripensare a quello che era accaduto un paio di giorni prima. 

 

“Non credo che sia in pericolo. Disse James cercando di riportare Sirius alla calma, ma il suo amico continuò la sua rapida marcia. “Non lo pensi solo perché non conosci mia madre. Star è lì dentro da troppo tempo. Non mi piace.” 

“Ma se avesse bisogno di noi James sarebbe il primo a saperlo.” Gli ricordo Remus. 

“Magari è così sfinita da non poterci avvisare.” Ipotizzò Sirius senza fermarsi. Poi, giunto a destinazione, bussò violentemente alla porta. 

L'elfo Kreacher apparve davanti l’uscio. “La signora Black non desidera essere disturbata, signorino. Signora Black ha detto a Kreacher di dire così è non far entrare nessuno e Kreacher obbedirà.” 

“Molto bene.” Sbottò Sirius, poi estrasse rapidamente la sua bacchetta e urlò “Stupeficium!” contro l'elfo che fu preso talmente alla sprovvista da non riuscire a difendersi e fu sbalzato via dall'incantesimo. Sirius allora aprì deciso la porta e vide Star ferita lottare contro tre maghi molto esperti, era talmente concentrata che non notò nulla, ma Walburga si.  

“Vattene via!” Disse la donna indispettita. 

“Cosa le stai facendo? Lasciala andare! Smettila!” Gridò il ragazzo. 

“Vai via. Lei sa cosa vuole.” Ripeté la signora Black, poi batté le mani e altri maghi li afferrarono per condurli fuori. James e Remus erano troppo sconvolti per reagire, guardavano Star lottare con tutte le sue forze e si sentivano completamente impotenti. Ma Sirius strinse di più la sua bacchetta e cominciò a lanciare incantesimi a destra e a manca dimenandosi e urlando finché non riuscì a ribellarsi e corse verso la Malandrina. “Non devi farlo per forza, Star! Andrà tutto bene, non rischiare così tanto… Star!” Ma giunto a pochi passi da lei un incantesimo lo colpì facendolo finire a terra sopraffatto da un improvviso e forte dolore. Walburga lo fissava con la bacchetta puntata verso di lui. “Ora devi proprio andare.” Gli disse e altri uomini lo presero di malagrazia gettandolo fuori dalla stanza e chiudendo poi la porta. Sirius si rialzò e disperato cominciò a lanciare incantesimi contro lo spesso legno e a lanciarsi contro di esso ma non accadde nulla, la porta era chiusa da un potente sortilegio così il ragazzo si arrese e con la fronte poggiata al muro si lasciò scivolare a terra. James gli poggiò la mano sulla spalla. “Sei stato grande, amico. Hai fatto davvero tutto il possibile. Io invece non ho fatto niente… ero…. Inutile.” 

Sirius lo guardò. “Non ho fatto abbastanza. Lei è ancora lì.”  

“Si. Ma sono sicuro che se la caverà. Lo sento. È in difficoltà, certo, ma non è in pericolo. Non credo che tua madre la lascerebbe morire o non starebbe lì a sorvegliarla giorno e notte.” Replicò James. 

Il giovane Black si alzò in piedi con lo sguardo cupo. “Mi fido di te. Tu la conosci più di noi.” 

“Credo che dovremmo andare a preparare qualcosa per quando uscirà da lì. Le farà piacere.” Propose Remus cercando di alleggerire l'atmosfera. I suoi due amici gli sorrisero appena. Infondo non potevano fare altro. 

 

“James? Jame, stai bene?” La voce preoccupata di sua sorella lo riportò alla realtà.  

“Sì, sto bene.” Rispose il ragazzo. Poi guardò Star e disse semplicemente: “Devi andare a parlare con Sirius.” 

“Eh?” Fece Star confusa. 

“Vuoi sapere se è vero o no? Chiedilo a lui. Saprà dirtelo.” Spiegò lui. 

“Ma non posso. Oggi non ho il permesso di vederlo. La sua stanza è sorvegliata. 

“Si ma ho la soluzione.” Suo fratello le prese la mano e la guidò verso una parete facendola sedere a terra con la schiena poggiata ad essa.  

“Ma che cosa…?” La giovane non riuscì a concludere la frase perché James spinse la parete appena sopra la sua spalla destra e lei si ritrovò catapultata chissà dove, quando il mondo smise di girare e lei riuscì di nuovo a mettere a fuoco si accorse di essere nella stanza di SiriusIl ragazzo se ne stava steso sul letto a pancia in su a guardare una vecchia foto di loro Malandrini canticchiando una canzone che Star non aveva mai sentito. Quando si accorse di lei il ragazzo si alzò talmente di fretta da inciampare un po’ sui suoi stessi piedi. 

Hei, che ci fai qui?” Le chiese. 

La ragazza abbassò lo sguardo ed osservò con attenzione la gonna del suo vestito creare una rosa di tessuto attorno a lei, fece per alzarsi ma Sirius con un gesto le chiese di non spostarsi e non parlare poi il giovane andò a far partire il giradischi.  

“Scusa. Ma mi sorvegliano da qui fuori. Con la musica non ci sentono parlare ma è meglio se non ti sposti da lì così potrai tornare subito da James se qualcosa andasse storto. Non stai scomoda spero.” Spiegò lui. 

“Oh, no va bene. Capisco.” La giovane riaprì il libro è ricominciò a leggere come se niente fosse. “Sono qui solo perché James mi ha detto di parlare con te di un sogno che ho fatto.” Star gli spiegò tutto e Sirius sorrise passandosi una mano sul collo appena sotto la nuca.  

“Si, noi siamo venuti a vedere come stavi ma forse il tuo sogno è un po’ drastico e confuso… era James quello più preoccupato… il tuo cavaliere scintillante… io e Remus siamo rimasti in seconda linea…” Le raccontò poi. Star gli lanciò uno sguardo di sottecchi ma non disse nulla e continuo a leggere. 

Studi molto?” Le chiese poi. 

“Abbastanza.” Rispose lei tranquilla. 

“Mia madre ti fa sgobbare, eh?” Sirius si diresse verso la porta del bagno ma prima di entrare attese una risposta. 

“Si ma sopravvivrò. Questa sera sarà tutto finito.”  

“Già. Devo iniziare a prepararmi. Dammi due minuti, continua pure a studiare tranquillamente.” Le disse prima di entrare nel bagno. 

La ragazza alzò la testa per un secondo, confusa, ma lui era già sparito così fece spallucce e si rimise a leggere. Sentì l'acqua scorrere ma non ci fece molto caso. Dopo giusto un paio di minuti la ragazza sentì la porta riaprirsi ma non vi diede attenzione, era arrivata ad un punto piuttosto complesso del libro. Quei classici punti dove  l'autore credendosi molto simpatico si mette a scrivere cose come “Come già sappiamo…” ma nessuno sa niente, nessun lettore si sarebbe ricordato quel minuscolo particolare scritto nella nota del primo libro dell'autore leggendo ora il suo undicesimo libro. Fortunatamente per Star lei era una Deran, e quindi se lo ricordava, ma trovava comunque molto irritante che il simpaticone impiegasse tempo per una frase così invece di rispiegare in due righe il vecchio concetto.  

“Sembra che quel libro ti stia facendo un torto.” La voce di Sirius la distrasse un po’ ma non abbastanza da alzare lo sguardo. 

“Non è il libro… è colpa di chi l'ha scritto… questo babbuino ipocrita crede che uno possa ricordarsi i suoi vecchi libri a memoria!” Sbuffò la giovane. 

Bhe, tu li ricorderai di sicuro… dov'è il problema?” 

“Sono indignata per tutte le altre persone. Non tutti hanno queste capacità, e i libri dovrebbero essere scritti per tutti non solo per chi ha una memoria sovrannaturale!” Spiegò lei visibilmente irritata. In un battito di ciglia la ragazza si ritrovò il viso di Sirius a pochi centimetri dal proprio, il ragazzo si era inginocchiato di fronte a lei con le mani posate sulla parete ai lati  del suo viso ed era chiaramente appena uscito dalla doccia, e Star poté capirlo non solo per i capelli bagnati che gocciolavano sul libro aperto tra loro ma anche perché lui indossava solo un paio di boxer neri.  

“Sei sempre così dannatamente carina quando lotti per le ingiustizie che non ti riguardano nemmeno.” Disse lui con tono caldo come se fosse davvero colpito da leie lo era. Non poteva fare a meno di pensare a quanto lei fosse dolce e sensibile. 

Hem… Sirius…” Star cercò di ricordargli che non era vestito lanciandogli uno sguardo eloquente e spostandolo poi al suo petto nudo.  

Hei, i miei occhi sono quassù!” Scherzò lui piegando le labbra nel suo famoso mezzo sorriso che gli lasciò scoperto il canino sinistro lievemente appuntito.  

Vedo benissimo i tuoi occhi, grazie, il problema è che vedo altre cose che non dovrei vedere.” Replico lei. 

“E di che ti scandalizzi? Mi hai già visto nudo!” Le ricordò Sirius. 

Bhe, eravamo più piccoli!” Insistette la ragazza. “E non eravamo a casa tua nella situazione in cui io mi sto facendo addestrare per essere la tua perfetta moglie finta.” 

“Già.” Il giovane abbassò lo sguardo per un secondo poi puntò i suoi occhi grigi dritti in quelli cobalto di lei. I visi così vicini che i loro respiri si intrecciavano, la musica in sottofondo che sembrava quasi sovrastata dal rumore delle gocce d'acqua che cadevano lente sulle pagine antiche del libro. “A proposito di questo, io…” 

Sirius!” 

In meno di un millesimo di secondo gli occhi di Star riuscirono a cogliere a malapena la mano di Sirius spingere sulla parete e poi si ritrovò stordita sul pavimento della stanza di James. 

Suo fratello la fissò per qualche secondo poi con estrema cautela iniziò a parlarle. “Cosa è successo?” 

“Niente.” Rispose lei. 

“Hai una faccia sconvolta.” Le fece notare James. 

BheSirius stava per dirmi qualcosa, qualcosa di chiaramente molto importante ma sua madre è entrata nella stanza. Fortunatamente ha gridato mentre entrava, non credo mi abbia vista.” Raccontò la giovane alzandosi piano. “Era così serio, James, sembrava davvero una questione di vita o morte. Tu non ne sai niente?”  

Il ragazzo fece spallucce. “Magari era solo uno dei suoi scherzi, sai… tutto serio e poi ti avrebbe detto 'Balagambunga' o roba simile.” 

“Si, può darsi.” 

“Hai risolto il problema del tuo sogno, invece? 

Star guardò suo fratello. “Dice che sei stato tu a cercare di salvarmi.” 

James rise. “Immaginavo lo avrebbe fatto. Ne sono felice.”  

“Ma come...? Cosa vuol dire? Quindi sei stato tu?” Cercò di chiedere lei ma suo fratello la spinse con dolcezza verso la porta. “È tardi, sorellina, devi correre a prepararti per la gran serata. Buona fortuna.” 

Star rimase sola nel corridoio confusa più di prima e con mille domande che le frullavano nella mente. Ma doveva rimanere concentrata sull’obiettivo della sua missione. Wlaburga voleva una moglie per Sirius che fosse perfetta sotto ogni punto di vista e per la prima volta in tutta la sua vita Star era decisa ad essere il più perfetta possibile. Era pronta a tutto. 

 

….. 

 

Star indossò il suo vestito. Aveva creato un abito nero, come da richiesta, ma lo aveva reso indimenticabile; prima di tutto la ragazza indossò un corpetto nero con lo scollo a cuore con fini ricami e poi indossò il vero vestito che era stato creato tutto d'un pezzo, infatti la semplice stoffa nera andò a coprire il rigido corpetto aderendo perfettamente e incrociandosi sulla schiena, dalla vita si allargava la gonna leggermente più corta davanti che dietro dove l'incrocio della stoffa iniziale dava l'effetto di petali di fiori come gonna. Un nastro blu cobalto stringeva la vita della ragazza. Sarebbe davvero stato un vestito molto semplice e discreto se solo la stoffa nera della gonna non fosse stata aperta sul davanti in uno spacco molto spostato a sinistra che lasciava spazio alle voluminose sottogonne. Ed erano proprio queste il tocco di magia, erano create tutte con una stoffa che riproduceva l'universo, galassie, stelle, pianeti e nebule volteggiavano senza sosta nella stoffa con un moto continuo ma lento quasi impercettibile, ad ogni passo della ragazza però la staffa emanava bagliori come un universo in subbuglio. Star indossò delle decolté blu cobalto e poi girò su se stessa, lo spacco si ampliò ulteriormente e la leggerà stoffa delle sottogonne sembrò prendere vita e cercare di fuggire dal buio in cui era stata rinchiusa.  

“Perfetto.” Si disse soddisfatta allo specchio con gli occhi che le brillavano per l'emozione. 

Qualcuno bussò alla porta.  

“Wow.” Andromeda spalancò la bocca stupita. “È meraviglioso.” 

“Grazie mille. Ti va di aiutarmi con l'acconciatura?” Chiese Star. 

“Certo. Li facciamo raccolti?” Scherzo lei fingendosi una parrucchiera. Le due ragazze risero e tra chiacchiere e battute Star fu pronta; i capelli raccolti in un elegante chignonlegato da un sottile nastro di raso blu cobalto, lasciava libero una frangetta asimmetrica e alcune ciocche mosse attorno al viso. Quel tocco dorato dei suoi capelli era ripreso nel trucco degli occhi con un po’ di nero e le labbra erano rosso scuro. Le giovani raggiunsero insieme Walburga nel salone principale. Subito arrivò una delle due ragazze rimaste e poi la signora Black cominciò a parlare. Star si chiede dove fosse finita la terza ragazza e cosa le fosse successo ma queste sue domande non ottennero risposta. Invece fu lei a dover dare delle risposte a Walburga che le mise ancora sotto torchio con mille domande. Dopodiché le ultime due pretendenti alla mano di Sirius dovettero dimostrare la loro perfetta camminata, alcuni passi di danza, declamare un poema in una lingua straniera a loro piacere e cantare una canzone accompagnandosi con uno strumento. Quando tutto questo supplizio fu finito poterono cominciare ad accogliere gli ospiti che stavano arrivando a piccolo gruppetti, ballare con personaggi illustri e intrattenere donne e uomini con chiacchiere e discorsi sulla politica, il mondo, la filosofia e altro. La festa procedeva a gonfie vele ma di Sirius non vi era traccia, il ragazzo infatti non si era ancora fatto vedere così come James e Remus. A stare lì da sola con tutti quegli sconosciuti e nemmeno il conforto di uno sguardo amico Star cominciava a sentirsi a disagio ma non avrebbe mai permesso che Walburga lo notasse quindi non chiese mai dove fossero i suoi amici e non li cercò nemmeno con lo sguardo, a differenza dell'altra ragazza che scandagliava ansiosa la stanza sperando che Sirius arrivasse per notarla, il suo abito le lasciava la schiena completamente scoperta e aveva anche una profonda scollatura. Quella ragazza era lì per giocarsi tutto. Ma nessuna delle due concorrenti poteva sapere che Sirius le stava già osservando. Secondo la tradizione dei Black infatti, l'ultima sera prima della scelta l'uomo in cerca di moglie poteva osservare le sue probabili spose dalla preparazione fin quasi alla fine della serata. Ovviamente il ragazzo si era rifiutato di osservare le giovani di nascosto mentre si preparavano nelle loro stanze ma Walburga lo aveva comunque condotto al suo osservatorio collocato tra una stanza e l'altra e anche se lui non voleva spiare quando aveva sentito Star canticchiare nella vasca da bagno non era riuscito a resistere e aveva dato un rapido sguardo alla ragazza completamente immersa nella schiuma che si godeva quel momento di relax. Sì sentiva un po’ uno schifo per questo ma il suo sguardo era stato abbastanza rapido da non vedere niente altro così si rincuorò e si confessò a James. Quando la festa iniziò la sua postazione cambiò, ora poteva osservare tutta la sala grazie ad un incantesimo gettato su un grande arazzo. Lui poteva vedere tutto ma nessuno sarebbe riuscito a vedere altro che un dipinto. Con lui, però, era riuscito a portare James e Remus. 

“Se la sta cavando piuttosto bene.” Notò Remus accennando alla loro amica che intratteneva gli ospiti in maniera impeccabile.  

“Si, la nostra piccola Gioia non sbaglia un colpo. L'altra sembra che sia pronta a darti la caccia.” Commentò James seduto comodamente su un divanetto con il suo amico dagli occhi ambrati che sgranocchiava cioccolato. La luna piena era stata appena un paio di notti prima, Alphard era stato così gentile da correre il rischio di scappare con Remus e smaterializzarsi con lui alla Stamberga Strillante, lo aveva controllato per tutta la notte chiuso in una stanza dalla spessa porta e poi gli aveva offerto le sue umili cure al mattino riportandolo infine a casa Black, ma senza Star il ragazzo aveva sofferto poi del solito, si era procurato nuove cicatrici e il recupero era molto più lento. 

Sirius era in piedi e non staccava gli occhi da Star. “È stupenda in quel vestito. Lei è così… ah! Odio che debba ballare con tutta quella gente.” 

Bhe, perlomeno sono vecchi, non puoi essere geloso di loro.” Cercò di calmarlo James. 

“Rispiegatemi un attimo questa storia.” Li interruppe Remus ancora confuso. “Siamo partiti che il piano era che Star doveva fingere di voler sposare Sirius perché lui potesse poi rompere questo fidanzamento con facilità e sposare che voleva e ora in realtà Sirius vorrebbe sposare davvero Star e quindi non rompere mai il fidanzamento ma lei non lo sa quindi lui prima la deve conquistare e farle anche lasciare il suo attuale ragazzo per poi vivere felici e contenti facendo esattamente quello che la madre di Sirius vuole che lui faccia e quindi tutto il piano iniziale per salvarlo dai suoi dovrei diviene completamente inutile, giusto?” 

“È un riassunto piuttosto accurato.” Confermò James. 

“Voi due siete pazzi.” Decretò Remus. “È comunque Star ha un ragazzo quindi buona fortuna Sirius.” 

'Lui non è un problema. Riuscire a conquistare lei lo è.” Replicò Sirius. “Ancora un po’ e poi potrò uscire da qui.” 

“E una volta uscito?” Gli chiese Remus. 

“Ballerò con l'altra ragazza.” Rispose il giovane Black. 

“Cosa?!” Esclamarono James e Remus. 

Bhe, mia madre vuole rispettare la tradizione? E così sia. È uso che si balli prima con le ragazze che si vuole scartare per concedere loro un ultimo onore. Poi si balla con la ragazza che si sceglierà e a mezzanotte la si conduce con sé verso le scale per fare l'annuncio.” Spiegò Sirius. 

“Oh... Adesso ha senso.” Realizzò James. 

Hei. Perché c’è un tipo così giovane e bello che balla con le mie promesse spose?” Sbottò Sirius. “Bhe con lei puoi ballare ma se ti avvicini a Star io…. Ma chissà da dove viene fuori questo tizio. 

“Non ti credevo così geloso.” Commentò Remus un po’sorpreso. 

“Basta, mi sono stancato.” Il ragazzo uscì dalla stanza a passo di carica e si ritrovò nel corridoio, entrò nel salone da ballo dall'ingresso principale è subito si diresse verso la sua pretendente spreferita 

Quando Star vide Sirius si sentì sollevata ma trattenne ogni sua emozione e fu felice di averlo fatto quando si rese conto che Sirius puntava dritto alla sua rivale per mettersi a ballare con lei. Penso che forse era questa la cosa importante che doveva dirle, forse quella ragazza gli piaceva davvero e lui avrebbe scelto lei quella sera. Fortunatamente James entrò a sua volta nella sala e lei accetto di buon grado il suo invito a ballare.  

Jame, pensi che Sirius sia innamorato di lei?” Domandò mentre si lasciava guidare a ritmo di musica. 

“Non credo proprio. Lei è come tutte le altre con cui esce ma non è quella speciale.” 

La ragazza ci pensò su. In effetti era così, quindi forse lui si voleva solo divertire. Penso che sarebbe stato bello, un giorno, vedere Sirius correre dietro ad una ragazza e rendersi ridicolo per lei come James cominciava a fare con Lily. Sì, sarebbe stato davvero uno spasso. 

La musica finì e fratello e sorella si avvicinarono a Remus. 

“Oh, Rem. Scusa se non l'ho notato prima… c’è stata la luna piena… guarda come sei ridotto! Vorrei abbracciarti ma non posso ora.” Mugolò lei. 

“Non importa. Tu non potevi esserci per me come io non ho potuto fare niente per te.” La rassicurò lui. 

Scusi Madam, posso avere l'onore di questo ballo?” Chiese l'unico altro giovane ragazzo della sala al di fuori dei Malandrini. Come da bon ton Star dovette accettare con cortesia l'invito ma la sua capacità di trattenere le emozioni di messa a dura prova dal fatto che la canzone che partí era un tango. Il giovane la guidava con determinazione ma lei non si sentiva sciolta e sensuale, fatico davvero per essere semplicemente fluida e aggraziata e più l'imbarazzo saliva più ballare diventava difficile fortunatamente quel tango era partito molto piano ma Star sapere che sarebbe accelerato. 

Sirius cercava Star da quando il tango era iniziato e poi la vide tra le braccia di quel tipo sconosciuto, completamente guidata da lui, senza nemmeno una possibilità di scampo, il ritmo accelerò e lui la strinse sempre di più qualcuno cantava una strofa che parlava di una donna che vendeva il suo corpo per sopravvivere e poi il ritmo si calmò di nuovo e le parole di vennero più difficile da sopportare per Sirius mentre guardava quel ragazzo ballare con Star. 

His eyes upon your face 
His hand upon your hand 
His lips caress your skin 
It's more than I can stand!” 

Sirius smise di pensare e agí; camminò a passo deciso verso i due ballereni mentre la canzone continuava a mettere a nudo tutti i suoi sentimenti. 

Why does my heart cry? 
Feelings I can't fight! 
You're free to leave me but 
Just don't deceive me! 

Il giovane Black era giunto a pochi centimetri da loro, la sua ira aveva creato un varco tra le altre persone che ballavano ma pareva che ne Star ne quel tipo si fossero accorti di lui. Ma lui era il un Black, giocava in casa e quella sera soprattutto tutti dovevano dargli ragione e fare come diceva lui. E secondo lui quel tipo doveva solo farsi da parte. 

...and please believe me when I say 
I love you! 

Love sconosciuto fece volteggiare Star e prima che potesse riavvicinarla a sé Sirius si inserí tra i due sposando la mano del ragazzo con un gesto deciso e lasciando Star alle sue spalle. Di nuovo la musica si fece lenta e il cantante cominciò a parlare in spagnolo. Ci fu uno scambio di sguardi di fuoco tra Sirius e l'altro ragazzo ma lui dovette farsi da parte per rispettare il volere del padrone di casa così Sirius poté finaentr voltarsi verso Star, il cui viso era tranquillo, quasi senza emozione ma nel profondo dei suoi occhi cobalto solo un Malandrino avrebbe potuto vedere la confusione di pensieri che le macinava in testa. 

I due cominciarono a fare dei passi a ritmo molto sospetti si avvicinarono piano uno all'altro. Il ritmo riaccelerò fino ad esplodere. 

ROXANNE”  

Allora Sirius la strinse finalmente a sé e iniziò davvero la loro danza di passi rapidi, decisi, fluenti, sensuali. Il ragazzo le fece fare salti spettacolari riprendendola sempre e avvicinandola a sé sempre di più, sempre più veloce come il ritmo del tango che salì ancora. Finché dopo l'ultimo salto Sirius la riprese e subito la fece piegare in un profondo casquet i visi vicini come qualche ora prima nel segreto della stanza del giovane Black ma la musica finì e il ragazzo dovette lasciarla andare aiutandola a rimettersi in piedi.  

“Non me la sento di costringerti ad essere la mia fidanzata.” Le bisbigliò poi la fece girare su sé stessa, l’abito che svolazzava leggero come un universo che cercava di espandersi in tutta la sala. 

Sirius, davvero non è un problema, io ho Thomas e tu presto troverai la tua metà.” Replicò lei decisa prima di fare una profonda riverenza. Il ragazzo si inchinò a lei e poi la lasciò lì, sola in mezzo alla sala. 

Salì deciso le scale mentre i forti rintocchi della mezzanotte partivano, Walburga e Orion lo raggiunsero subito, ormai erano suonati otto rintocchi. Il giovane si voltò e guardò la sala, undici rintocchi. “Ho fatto la mia scelta.” Il dodicesimo rintocco suono vibrante nell'aria e a Star parve di non riuscire più a sentire altro oltre a quel suono che si prolungava a non finire invece si rese conto che per gli altri non era così e che Sirius stava pronunciando un nome, era sua la scelta: lasciarla libera da ogni legame anche se finto e legarsi per la vita con una donna quasi sconosciuta o crearsi una momentanea libertà per cui lottare per tutto il resto della vita. 

“Star Gioia Deran.” 

La giovane si avvicinò a loro, salì le scale senza quasi rendersene conto e nonostante le scarpe con il tacco i suoi passi non produssero quasi alcun rumore. 

Da ora sei parte della famiglia Black ad honorem ma devi promettere di rispettare il nostro primo genito Sirius Orion Black, di prenderti sempre cura di lui come farebbe una moglie fedele e amarlo.” Annunciò il signor Black. 

“Lo prometto.” Replicò lei con solennità. 

Walburga prese la mano di Sirius e Orion afferrò quella di star e i due adulti spostarono le mani dei giovani fino a farle toccare.  

“Il fidanzamento è ufficiale.” Decretò Orion. 

 

 

*** 

 

*Sì ho citato Bugs Bunny, ho da poco visto Space Jam e non potevo farne a meno 

 

Cooooomunque, sono fiera di aver finito questo capitolo. Spero non ci siano troppi errori. 

Vi ricordo che potete trovarmi su Instagram e su Telegram (I contatti sono scritti nella mia descrizione) 

Grazie alle mie due fan più accanite che mi scrivono in continuo su Telegram impedendomi di mollare e facendomi domande strane che mi fanno sorridere sempre 

Grazie B. e C. 

 

Ciao ciao Star stava lottando da ore, forse giorni, forse anni. Non riusciva più nemmeno a ricordare come tutto fosse iniziato. Ricordava solo che lo faceva per Sirius, per la sua libertà e quella di James e Remus. Poi la sua mente smetteva di pensare al perché lo faceva; doveva concentrarsi su i suoi avversari, erano cinque ed erano potenti. La maggior parte delle volte riusciva a schivare gli incantesimi degli altri e a lanciarne qualcuno di mediamente efficace ma molte volte veniva colpita dalle maledizioni minori e doveva usare le sue energie anche per curarsi. Era una battaglia infinita ricordava di aver sconfitto degli avversari, forse all'inizio, ma ne arrivavano sempre altri, riposati e pieni di energie mentre lei sentiva di spegnersi sempre di più ad ogni incantesimo lanciato. Non dormiva da quando tutto quello era iniziato e le sembrava di essere stata brava a combattere all'inizio, ma ora era stanca, la spingevano a continuare solo il suo istinto di sopravvivenza e qualcosa infondo nel suo cuore. Ogni volta che pensava a quella sensazione calda riacquistava almeno un po’ di energie, in quel momento infatti riuscì a sconfiggere un suo avversario ma come unica conseguenza ottenne un peggioramento della situazione: si aggiunsero alla lotta altri due avversari nel pieno delle loro forze. Se andava avanti così sarebbe morta, pensò, doveva fare qualcosa ma cosa? Il combattimento era troppo intenso per riuscire a pensare ad altro che schivare e attaccare. Aveva bisogno di aiuto. In quel momento dalla sua bacchetta uscì una fenice argentata che le volò attorno e poi si posò dietro di lei coprendola con le sue grandi ali e Star poté respirare. Ma sapeva di avere comunque poco tempo; recuperò tutti i rimasugli di quella calda e dolce sensazione che l’aveva tenuta in vita fin ora dal profondo del suo cuore, prese un respiro profondo, gli incantesimi continuavano a sfrecciarle addosso, la Fenice si dissolse e lei rimase sola ma non era davvero sola. Come un’esplosione l'energia nascosta dentro di lei, l'energia che le donavano tutte le persone che amava, le risalì dal cuore alla pelle e poi spazzò via tutto ciò che la circondava nel raggio di molti metri e quell'energia non sparì, le rimase attaccata addosso come un'aura, una seconda pelle gradevolmente calda.  

Qualcuno in un angolo della stanza batté le mani. “Ci sei riuscita.” Constatò la signora Black avvicinandosi a lei. “Hai finalmente tirato fuori la parte della magia delle Deran assopita in te. Come ti senti?” 

La domanda non era cortese, o preoccupata, non voleva interessarsi di lei e dei suoi sentimenti ma era fredda e scientifica così Star rispose. “Forte, potente. Credo di sentire davvero l'antica magia della mia famiglia adesso.” 

“Bene. Andromeda ti accompagnerà nella tua stanza per cambiarti. Hai ancora tempo di incontrare mio figlio per un tè come le altre ragazze.” 

La Malandrina annuì e seguí la sua amica senza dire una parola. Andromeda la fissava strabiliata e, una volta messo qualche corridoio tra loro e la signora Black, Star si decise a chiederle ciò che più le premeva: “Cosa è successo?” 

“Davvero non lo ricordi?” 

Star ci pensò su. E improvvisamente ricordò: la signora Black voleva tirarle fuori il vero potere delle Deran e lei aveva pensato a sua padre e a quello che aveva detto e allora aveva acconsentito. Tutto era iniziato dalle maledizioni Cruciatus ma poi avevano smesso di fare effetto, era riuscita ad estraniare il dolore che provava da sé, allora avevano chiamato dei maghi potenti per combattere contro di lei, all'inizio uno alla volta e poi sempre di più. Fino ad arrivare a quello che aveva fatto poco prima. Tutto era iniziato la sera del 26 dicembre. 

“Ora ricordo. Ma che giorno è?” Chiese allora la ragazza. 

Andromeda smise di fissarla per un secondo. “È il pomeriggio del 30 dicembre sono quattro giorni che non dormi e combatti e basta, non hai mai nemmeno mangiato o bevuto.” 

Star si fermò. “È impossibile.” Decretò. 

Evidentemente non per te.” Le assicurò la sua amica. Erano giunte nelle sue stanze e la Malandrina si indirizzò verso lo specchio ma Andromeda la fermò. “Devo avvertirti: non sei più come prima.” 

Star la guardò stranita e poi si voltò piano verso la superficie riflettente. Per un attimo pensò che la persona dentro quella cornice non fosse lei ma poi riconobbe i suoi occhi e i suoi capelli, i tratti del suo viso e vide che i suoi movimenti erano replicati alla perfezione da quella figura. Era lei. Ma era più grande, matura, non dimostrava quasi più quindici anni ma forse venti, era una donna ben formata, ogni tratto della sua adolescenza era sparito. Sì passò la mano sul volto così cresciuto e poi sul suo corpo, le sue curve che avrebbero fatto impazzire qualunque uomo. I suoi capelli erano lunghi e mossi, un po’ spettinati dalla lotta ma quell'aspetto la rendeva più bella quasi selvaggia come i suoi vestiti strappati o bruciati in alcuni punti dove le maledizioni l'avevano colpita, ma la sua pelle sotto quelle aperture nella stoffa era intatta. Sì sentiva più alta, probabilmente ora era alta quanto James e Sirius che quell’estate avevano avuto uno sviluppo incredibile. A peggiorare il tutto c'era quell’aura strana che ancora la seguiva ovunque e le rendeva la pelle quasi d’orata e gli occhi brillanti come zaffiri.  

“Non posso farmi vedere così.” Decretò la ragazza. 

Andromeda la guardò sconsolata. “Non credo che tu possa farne a meno.”  

Star spalancò gli occhi disperata e poi il suo sguardo si spense un po’. “Esci di qui ti prego. 

“No. Non ti lascio sola.” Si oppose la sua amica. 

Ma la giovane Deran scosse la testa e la pregò ancora e più volte di uscire finché non la ebbe vinta. 

Gli occhi blu cobalto tornarono a fissare lo specchio. “E adesso cosa faccio?!” Sbottò la giovane. 

Qualche minuto dopo la ragazza uscì di corsa dalla stanza completamente infagottata in una felpa nera molto grande. Si infilò in una camera ben precisa creando un'esplosione di voci. 

“Star?” Esclamarono in coro i Malandrini lì riuniti iniziando poi a farle mille domande:  

“Dove sei stata?”  

 “Sono giorni che non ti vediamo con le altre ragazze! 

“Cosa ti è successo?” James la abbracciò forte e poi la fissò dritto negli occhi, cosa piuttosto difficile visto che la ragazza cercava in tutti i modi di nascondere il viso. 

“Niente, sto bene.” Bisbigliò lei coprendosi ancora di più il viso con il cappuccio ma suo fratello le afferro il polso e le scoprì la testa; i capelli della ragazza ricaddero sulla sua schiena e tra le mani del ragazzo in mille onde fluenti e il giovane non poté fare a meno di fissare stupito il viso di lei, così luminoso, bello e …arrabbiato. 

“A quanto pare questa è la vera forma di una Deran.” Sbottò lei esasperata. “Ho provato a nasconderlo un po’ ma questo è il massimo che riesco a fare… e ho sete e fame…” La ragazza ad un tratto dimenticò tutto il resto; sul tavolino, attorno al quale prima erano seduti i ragazzi, vi erano una miriade di dolcetti e del the caldo. La giovane si sedette e cominciò a servirsi senza fare tanti complimenti. 

Bhe, non è un problema così grave.” Provò a rassicurarla Remus. 

Premf…” Cominciò lei con la bocca piena ma poi pensò che deglutendo sarebbe riuscita ad esprimersi meglio. “Rem… qualche minuto fa sembravo una ventenne. Ora grazie al cielo sembro solo una sedicenne semidivina ma le cose sono comunque ad un livello di terrore apocalittico. E’ un disastro completo e totale. 

“Quindi ti stai davvero trattenendo…” commentò James. 

“Direi di si.” 

“Ma per farlo usi la tua magia no?” Le chiese Remus colto da un improvvisa illuminazione. 

“Si…” Rispose lei cautamente. 

“Quindi secondo la logica se tu allenassi la tua magia a trattenerti dovresti diventare più forte e quindi riuscire a nascondere tutto al meglio…” Ipotizzò il ragazzo dagli occhi ambra. 

“Si…” Star ci pensò su un momento. “Si esatto. Potrebbe funzionare, devo solo allenarmi in questo e non potrò fallire, perché sono una Deran, dovrò migliorare per forza e quindi di conseguenza tornerò ad essere me, fastidiosamente bella maaaaa almeno non così bella da essere praticamente un essere ultra terreno. Si può fare!” La ragazza cominciò ad esaltarsi e saltellare in giro per tutta la stanza e solo allora realizzò: “Dov’è Sirius?”  

James che la stava guardando sorridendo smise all’improvviso assumendo un aria preoccupata. “Sei in ritardo al The con Sirius.” Decretò poi l’afferrò per il braccio e  si mise a correre guidandola verso la sua stanza. “Walburga ha fatto preparare una stanza in modo che assomigliasse ad una serra, farà caldo quindi vestiti estiva e ricordati che è un the quindi Sirius ci ha detto che…” Il giovane guardò Remus che li aveva seguiti. “Cosa ci ha detto Sirius? Non lo ricordo più.” 

“Colori chiari, vestiti leggeri, lunghezza non più di cinque centimetri sopra il ginocchio.” Ricapitolò il ragazzo sedendosi sul letto mentre la giovane osservava il guardaroba. 

Star estrasse in fretta un semplice vestito con azzurro carta di zucchero con dei bottoncini bianchi sul davanti, quasi come una lunga camicia stretta in vita da un nastro dello stesso colore. La ragazza lo indossò e la sua pelle e il suo corpo fecero il resto, per quanto sembrasse sciatto su di lei in quel momento era perfetto, sembrava appena uscita dal mare come una divinità di qualche tipo. 

“Ok, bene.” Commentò James scuotendo la testa per cercar di tornare in sé. 

“Dobbiamo andare.” Commentò Remus. 

Così i tre si rimisero a correre finché non giunsero davanti ad una porta ben precisa. 

“Buona fortuna.” Le augurarono i suoi amici, la ragazza sorrise e bussò, un elfo le aprì la porta e lei si lasciò alle spalle i Malandrini entrando in un luogo che somigliava ad un ordinatissima foresta tropicale.  La ragazza seguì le bianchissime pietre che facevano da sentiero seguendo le dolci risate delle altre ragazze e poi le arrivò all’orecchio la voce di Sirius. Girò attorno ad una siepe fatta di mille rami verdi e morbidi che si intrecciavano e arricciavano e sbocciavano in colorati fiori rosa confetto e salmone, e si ritrovò davanti ad un tavolini in ferro dipinto di bianco con graziosissime sedie dello stesso tipo con sopra morbidi cuscini bianchi sulle quali sedevano le ultime due ragazze rimaste visibilmente sporte verso Sirius che tentava di annoiarle che una lunghissima e dettagliata storia su dei misteriosi centesimi Babbani trovati nella tasca di James. Le due ragazze smisero di ascoltarlo per guardare verso di lei e questo la mise totalmente a disagio, Sirius si voltò per cercare di capire chi lo avesse salvato da quelle due, si aspettava di vedere James, trapelato nella stanza di nascosto, o sua madre che annunciava che era tutto finito. Di sicuro non si aspettava Star. Non la vedeva dalla sera di Natale, sua madre l’aveva tenuta segregata per insegnarle qualcosa ma lui sapeva che probabilmente le stava infliggendo qualunque sorta di tortura, ed ora lei era lì. Ed era bellissima. I capelli lunghi e mossi, i meravigliosi occhi cobalto e qualcosa di strano che non riusciva ad identificare, forse era perché non la vedeva da giorni ma pensò che fosse ancora più bella del solito con quell’espressione spaesata. 

“Star…” Mormorò allora sollevato, alzandosi di scatto, le passò le mani dietro la schiena e la strinse a sé sprofondando il viso tra i suoi capelli che odoravano di cannella. La ragazza rimase lì, immobile, con gli occhi chiusi e il naso che a malapena superava la spalla del suo amico permettendole di respirare. “Sono così felice di vederti salva.” Le disse poi il ragazzo lasciando un po’ la presa così da poterla vedere in viso ma senza smettere di tenerla tra le braccia. 

“Sto bene.” Disse solo lei e poi guardò a terra per qualche secondo lasciando che i capelli le ricadessero sul viso.  Lui le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e quando lei lo fissò sorpresa per quel gesto il ragazzo sorrise. “Vuoi del the?” Le proposte sciogliendo l’abbraccio e accompagnandola a sedersi. Star annuì e si accomodò sotto gli sguardi infuriati delle altre ragazze. 

“Cosa ti ha fatto?” Le chiese lui. 

“Non ricordo molto, e non sono sicura di poterlo dire qui.” 

Sirius allora tornò finalmente a guardare le altre ragazze come se si fosse accorto solo in quel momento della loro esistenza. “L’ora del the è finita per voi.” Decretò. “Desidero essere lasciato solo.” Le giovani si alzarono obbedienti, fecero una riverenza e se ne andarono alquanto indispettite ma senza che si potesse capire dai loro gesti o dalle loro espressioni, lo comprese solo Star leggendo i loro pensieri quasi in automatico. Erano state ben addestrate. 

“Allora?” Tornò all’attacco lui. 

“Se devo essere sincera ricordo poco. So che tua madre mi ha detto che poteva aiutarmi a diventare una vera Deran, forte come le mie antenate e io ho voluto provarci. Mio padre mi ha scritto che crede in me, crede che potrò usare questo potere per il bene. E dice anche che mia madre verrà a cercarmi. Quindi voglio essere pronta. Voglio fidarmi di lui. Anche se non lo conosco. So che ha fatto di tutto per aiutarmi e se un uomo che ha saputo aggirare una donna potente come mia madre dice questo… Bolide del Bolide io lo farò.” Dichiarò Star, poi il suo sguardo si fece appena appena vacuo. “In quanto a come lo ha fatto… non lo so bene. Oggi stavo combattendo e ho emanato molta energia, poi mi sono ritrovata ad avere un aspetto…diverso… e ora sto cercando di reprimere perché è davvero troppo ma non funziona molto bene. Remus dice che provando a diventare ancora più forte dovrei riuscire a nascondere meglio il mio potere. Spero abbia ragione.” 

Sirius la osservò con attenzione. “In effetti hai qualcosa di diverso. Ma non ha importanza. L'importante è che tu sia salva. Se vuoi mollare tutto e tornare ad Hogwarts tu dimmelo e io troverò un modo. Fidati di me, chiamerò mio zio… farò qualcosa …io…” 

Star lo bloccò subito sollevando una mano. “Tranquillo. Sono felice di essere riuscita a tirare fuori questo potere, in un certo senso. E non ho dimenticato la mia missione: essere la tua perfetta promessa sposa. Andrò fino in fondo, sempre che tu non ti sia innamorato di una delle tue pretendenti.” 

Il ragazzo si lasciò sfuggire uno sbuffo. “Nessuna di quelle ragazze è il mio tipo!” 

“Ah, no?” Lei sorrise ironica. “A me sembrano esattamente il tuo tipo. Belle da far paura e risposte a tutto per te. Cioè esattamente come le ragazze con cui esci quando siamo ad Hogwarts.” 

“E tanto per sapere chi ti dice che quelle ragazze siano il mio tipo?”  

Star rimase sbalordita. “Cioè, tu, Sirius Black, hai un tipo specifico e preciso di ragazza con cui vorresti davvero comportarti in modo serio e questo tipo è talmente raro che in tutta Hogwarts non ne esiste un esemplare?!” 

“Quasi corretto.” Sirius le sorrise distrattamente. 

“Oh per la sacra bacchetta di Merlino, e non parlo di quella magica, tu sei interessato ad una ragazza di Hogwarts!!” La giovane si sporse verso di lui decisamente sorpresa. “Ti prego, dimmi chi è.” 

“Passo.” Rifiutò lui ma senza smettere di sorridere. 

“Oh, maddai!” Star sfoderò i suoi famosi occhi dolci. 

Ok, tanto per cominciare… non è una ragazza. E basta, non ti dirò altro.” 

“Aspetta aspetta… non è una ragazza! È … è un ragazzo? Oh ti prego dimmi che sei gay tua madre potrebbe morirci. Non che io desideri la sua morte ma un infarto del genere sarebbe piuttosto epico.” 

Hei, non correre così tanto… Non sono stato così fortunato. Purtroppo mi piace il sesso femminile, ma se un giorno diventassi gay saresti la prima a saperlo così potrai andare tu a dirlo a mia madre.” Sirius si lasciò andare ad una breve risata e si alzò. 

“Ma… non capisco… È un fantasma, una vampira? Un lupo mannaro! È Remus!” Alla ragazza brillarono gli occhi per l'emozione. 

Il giovane Black, che stava andando via, si girò di nuovo verso di lei con aria sorpresa. “No. Non è Remus…. Anche se ammetto che se diventassi gay potrei farci un pensierino… sai anonimo è niente male.” 

Star si appoggio alla sedia come se stesse avendo un mancamento e Sirius si riavvicinò a lei preoccupato. 

Hei, tutto bene?” 

“Oh, si.. ho solo pensato a te e Remus insieme e …wow…” La giovane si sventolò una mano davanti alla faccia per prendere aria. 

“Wow?” Il ragazzo la fissò stranito. 

“Si, bhe, cioè…. Sareste una bella coppia… sarei un po’ invidiosa ma wow… davvero wow. Stareste bene insieme.” Cercò di spiegarsi lei. 

Sirius sorrise con il suo speciale mezzo sorriso e la guardò divertito. “Lo terrò a mente.” Disse, poi si voltò e andò via lasciando Star da sola seduta sulla sedia. 

 

…… 

 

Quella notte James sentì un concitato bussare alla sua porta, corse ad aprire preoccupato e si ritrovò davanti Sirius con il volto arrossato e chiaramente in difficoltà visti i graffi e delle strane macchie rosse che recava addosso.  

“Che succede, amico?” * 

Sirius si infilò alla svelta nella stanza chiudendo la porta dietro di sé. “Quella è pazza. Questa sera ha superato ogni limite! Io non ce la faccio James. Oggi ho rivisto Star e sto pensando a lei in continuo, la stava sognando quando quella pazza è entrata e ha cominciato a farmi di tutto! James. Non posso resistere se continuo a pensare a Star. Loro sono troppo insistenti questa sera… è la loro ultima occasione. Tu non sai cosa sono disposte a fare!”  

“Ok, ok. Va bene. Dormi qui. Io vado nella tua stanza a vedere questa situazione e ti assicuro che se non è come dici tu perderai dei punti.” Sbuffo James. 

“Sei un eroe, Jame.” Esultò il giovane Black.  

“Sì, si.” Minimizzò il ragazzo aprendo di nuovo la porta. 

Hei…” Lo richiamò Sirius. “Non perdere la purezza del tuo fiorellino.” 

James scosse la testa ridendo“Si, come no.”  

Una volta nel corridoio il ragazzo si diresse con decisione verso la stanza dell'amico, si infilò sotto le coperte e prese sonno quasi immediatamente, pensando a quello che Sirius gli aveva detto, infondo, si disse, non andava dovesse succedere niente. 

James si svegliò di colpo e ci mise molti secondi a capire perché era così agitato, finché non si rese conto di avere qualcosa che frugava nei suoi pantaloni.  

“Oh, sei sveglio… allora tienimi questa.” Disse una voce, poi una mano morbidissima ma decisa afferrò la sua posandola su qualcosa di ancora più morbido. E in quel momento Nessuna realizzò tutto; contemporaneamente saltò giù dal letto afferrando la bacchetta ed esclamando “Lumos!”. 

Una delle pretendenti di Sirius se ne stava sbalordita seduta sul letto in un completino intimo che lasciava poco spazio all'immaginazione e molto spazio alle perfette forme del suo corpo. 

“Oh, Sirius non c’è!” Sbottò questa senza vergognarsi minimamente delle sue condizioni. “Non ha ceduto nemmeno una volta e con nessuna di noi! Quel ragazzo è impossibile.” 

“Come fai a sapere che non ha mai ceduro con nessuna?” Chiese il giovane prima di rendersene conto. 

Bhe, noi ragazze ci parliamo. All'inizio fingevano tutte che Sirius ci avesse lasciato fare tutto ma dopo un po’ è diventato evidente che erano tutte bugie. Così abbiamo iniziato a lavorare insieme per cercare di farlo cedere. So che alcune sono andate anche in gruppo per vedere se magari a lui piacesse di più. Non ha funzionato. Non ha funzionato niente. L'unica con cui non abbiamo contatti è quella stupida Deran. Quella maledetta ragazza sarà l'unica a scoparselo. Deve essere proprio innamorato di lei perché ha spedito tutte alla porta non appena entrate. A volte sembrava quasi che non dormisse per non farsi cogliere di sorpresa.” La ragazza, una volta cominciato a parlare, difficilmente riusciva a smettere; fece una breve pausa per respirare e poi guardò James, scandagliandolo dalla testa ai piedi. “Pero tu non sei mica male come premio di consolazione. Infondo sei comunque un ricco Purosangue… la mia famiglia sarà felice.” Lei si alzò subito girando attorno a James e passando la mano sul suo petto e poi sulle spalle, toccandogli anche il sedere. 

Wooo. Ok. Io non sono interessato, davvero!” Provò ad allontanarla il ragazzo facendo qualche passo verso la porta. Ma lei tornò subito all’attacco cominciando a strusciarsi su di lui. 

“Non è vero, non dire così. Sei davvero molto interessato. Lo sento!” Aggiunse poi posando una mano sulle parti intime del povero ragazzo che arrossì fino alla punta dei capelli. James cercò di levarsela di dosso ma quella sembrava una piovra. In quel momento entrò Sirius e la giovane si immobilizzò, il ragazzo osservò la scena e poi con aria delusa disse: “Credevo che mi amassi.” 

“Oh, ma io vi amo signorino Black. Con tutta me stessa.” La ragazza cominciò a prostrarsi ai piedi di Sirius riversandogli addosso un'infinità di scuse e promesse. 

“No, mi hai deluso profondamente. Il tuo amore per me non è sincero. Vai a riposare, domani informerò mia madre e tu sarai costretta ad andartene. 

La ragazza lasciò la stanza in lacrime e James e Sirius poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo. 

“Ma è stato così tutte le notti?” Chiese il giovane Potter. 

“Un po’ meno spinto ma c’erano più ragazze.” Spiegò l'altro. 

“In tal caso hai vinto. Ci sei riuscito. Credo ufficialmente al tuo amore per mia sorella. Tanto dovrai comunque conquistare il suo cuore… però se fallirai dovrai darmi il permesso di ridere.” 

Gli occhi di Sirius si illuminarono di gioia. “Ok. Ma se ci riuscirò tu dovrai fare da testimone a me.” 

“James ci pensò su. Solo se riusciremo a trovare qualcun altro per Star altrimenti prendi Remissione e non fai storie.”  

“Andata.” I due si strinsero la mano sorridendo. 

 

…... 

 

 

 

L'ultimo giorno dell'anno era diventato, per Star, l'ultima occasione di dimostrare a Walburga di essere adatta a sposare un Black. La donna le aveva fatto lasciare nella stanza un’infinità di libri da leggere e studiare: francese, tedesco, letterature, storia, spagnolo, scienze, astronomia, bon ton e molto altro. Tutta la mattina quindi la passò sotto esame e anche buona parte del primo pomeriggio. Poi Walburga ordinò a tutte e tre le ragazze di tornare nelle loro stanze per finire il vestito per quell’importante serata. Star era a malapena riuscita ad abbozzare prima di essere sottoposta al suo “addestramento”, eppure riuscì a finirlo prima delle altre. Così, sapendo che l'esame di Walburga sarebbe continuato anche quella sera, prese un libro e si diresse verso la sua stanza di suo fratello.   

Ciao stellina.” La accolse lui. “Studi ancora?” 

Lei si sedette immediatamente su una poltrona sospirando. “Tra poco sarà tutto finito. Devo dirti una cosa e se riesci a procurarmi del cioccolato posso dirtela mentre studio. 

Il ragazzo frugò nel suo cassetto e poi le consegnò del cioccolato al caramello frizzante di Mielandia 

“Ok.” Con la testa bassa sul libro e iniziando a sgranocchiare il cioccolato Star parlò a suo fratello tra un boccone e l'altro. “Questa notte ho fatto un sogno; penso fossero i ricordi degli ultimi giorni che tornano a galla però c'era Sirius.” 

James la guardò sbiancando. “Sirius?!” 

“Si, lo so che è strano. Infatti c’è qualcosa che non torna. Comunque nel mio sogno lui cerca di interrompere il mio addestramento e credo si sia scontrato con sua madre. Tutti gli altri avvenimenti del sogno mi sembrano molto reali e verosimili, proprio come ricordi. Ma non riesco a credere a questa parte.” 

Il ragazzo rimase immobile in silenzio a ripensare a quello che era accaduto un paio di giorni prima. 

 

“Non credo che sia in pericolo. Disse James cercando di riportare Sirius alla calma, ma il suo amico continuò la sua rapida marcia. “Non lo pensi solo perché non conosci mia madre. Star è lì dentro da troppo tempo. Non mi piace.” 

“Ma se avesse bisogno di noi James sarebbe il primo a saperlo.” Gli ricordo Remus. 

“Magari è così sfinita da non poterci avvisare.” Ipotizzò Sirius senza fermarsi. Poi, giunto a destinazione, bussò violentemente alla porta. 

L'elfo Kreacher apparve davanti l’uscio. “La signora Black non desidera essere disturbata, signorino. Signora Black ha detto a Kreacher di dire così è non far entrare nessuno e Kreacher obbedirà.” 

“Molto bene.” Sbottò Sirius, poi estrasse rapidamente la sua bacchetta e urlò “Stupeficium!” contro l'elfo che fu preso talmente alla sprovvista da non riuscire a difendersi e fu sbalzato via dall'incantesimo. Sirius allora aprì deciso la porta e vide Star ferita lottare contro tre maghi molto esperti, era talmente concentrata che non notò nulla, ma Walburga si.  

“Vattene via!” Disse la donna indispettita. 

“Cosa le stai facendo? Lasciala andare! Smettila!” Gridò il ragazzo. 

“Vai via. Lei sa cosa vuole.” Ripeté la signora Black, poi batté le mani e altri maghi li afferrarono per condurli fuori. James e Remus erano troppo sconvolti per reagire, guardavano Star lottare con tutte le sue forze e si sentivano completamente impotenti. Ma Sirius strinse di più la sua bacchetta e cominciò a lanciare incantesimi a destra e a manca dimenandosi e urlando finché non riuscì a ribellarsi e corse verso la Malandrina. “Non devi farlo per forza, Star! Andrà tutto bene, non rischiare così tanto… Star!” Ma giunto a pochi passi da lei un incantesimo lo colpì facendolo finire a terra sopraffatto da un improvviso e forte dolore. Walburga lo fissava con la bacchetta puntata verso di lui. “Ora devi proprio andare.” Gli disse e altri uomini lo presero di malagrazia gettandolo fuori dalla stanza e chiudendo poi la porta. Sirius si rialzò e disperato cominciò a lanciare incantesimi contro lo spesso legno e a lanciarsi contro di esso ma non accadde nulla, la porta era chiusa da un potente sortilegio così il ragazzo si arrese e con la fronte poggiata al muro si lasciò scivolare a terra. James gli poggiò la mano sulla spalla. “Sei stato grande, amico. Hai fatto davvero tutto il possibile. Io invece non ho fatto niente… ero…. Inutile.” 

Sirius lo guardò. “Non ho fatto abbastanza. Lei è ancora lì.”  

“Si. Ma sono sicuro che se la caverà. Lo sento. È in difficoltà, certo, ma non è in pericolo. Non credo che tua madre la lascerebbe morire o non starebbe lì a sorvegliarla giorno e notte.” Replicò James. 

Il giovane Black si alzò in piedi con lo sguardo cupo. “Mi fido di te. Tu la conosci più di noi.” 

“Credo che dovremmo andare a preparare qualcosa per quando uscirà da lì. Le farà piacere.” Propose Remus cercando di alleggerire l'atmosfera. I suoi due amici gli sorrisero appena. Infondo non potevano fare altro. 

 

“James? Jame, stai bene?” La voce preoccupata di sua sorella lo riportò alla realtà.  

“Sì, sto bene.” Rispose il ragazzo. Poi guardò Star e disse semplicemente: “Devi andare a parlare con Sirius.” 

“Eh?” Fece Star confusa. 

“Vuoi sapere se è vero o no? Chiedilo a lui. Saprà dirtelo.” Spiegò lui. 

“Ma non posso. Oggi non ho il permesso di vederlo. La sua stanza è sorvegliata. 

“Si ma ho la soluzione.” Suo fratello le prese la mano e la guidò verso una parete facendola sedere a terra con la schiena poggiata ad essa.  

“Ma che cosa…?” La giovane non riuscì a concludere la frase perché James spinse la parete appena sopra la sua spalla destra e lei si ritrovò catapultata chissà dove, quando il mondo smise di girare e lei riuscì di nuovo a mettere a fuoco si accorse di essere nella stanza di SiriusIl ragazzo se ne stava steso sul letto a pancia in su a guardare una vecchia foto di loro Malandrini canticchiando una canzone che Star non aveva mai sentito. Quando si accorse di lei il ragazzo si alzò talmente di fretta da inciampare un po’ sui suoi stessi piedi. 

Hei, che ci fai qui?” Le chiese. 

La ragazza abbassò lo sguardo ed osservò con attenzione la gonna del suo vestito creare una rosa di tessuto attorno a lei, fece per alzarsi ma Sirius con un gesto le chiese di non spostarsi e non parlare poi il giovane andò a far partire il giradischi.  

“Scusa. Ma mi sorvegliano da qui fuori. Con la musica non ci sentono parlare ma è meglio se non ti sposti da lì così potrai tornare subito da James se qualcosa andasse storto. Non stai scomoda spero.” Spiegò lui. 

“Oh, no va bene. Capisco.” La giovane riaprì il libro è ricominciò a leggere come se niente fosse. “Sono qui solo perché James mi ha detto di parlare con te di un sogno che ho fatto.” Star gli spiegò tutto e Sirius sorrise passandosi una mano sul collo appena sotto la nuca.  

“Si, noi siamo venuti a vedere come stavi ma forse il tuo sogno è un po’ drastico e confuso… era James quello più preoccupato… il tuo cavaliere scintillante… io e Remus siamo rimasti in seconda linea…” Le raccontò poi. Star gli lanciò uno sguardo di sottecchi ma non disse nulla e continuo a leggere. 

Studi molto?” Le chiese poi. 

“Abbastanza.” Rispose lei tranquilla. 

“Mia madre ti fa sgobbare, eh?” Sirius si diresse verso la porta del bagno ma prima di entrare attese una risposta. 

“Si ma sopravvivrò. Questa sera sarà tutto finito.”  

“Già. Devo iniziare a prepararmi. Dammi due minuti, continua pure a studiare tranquillamente.” Le disse prima di entrare nel bagno. 

La ragazza alzò la testa per un secondo, confusa, ma lui era già sparito così fece spallucce e si rimise a leggere. Sentì l'acqua scorrere ma non ci fece molto caso. Dopo giusto un paio di minuti la ragazza sentì la porta riaprirsi ma non vi diede attenzione, era arrivata ad un punto piuttosto complesso del libro. Quei classici punti dove  l'autore credendosi molto simpatico si mette a scrivere cose come “Come già sappiamo…” ma nessuno sa niente, nessun lettore si sarebbe ricordato quel minuscolo particolare scritto nella nota del primo libro dell'autore leggendo ora il suo undicesimo libro. Fortunatamente per Star lei era una Deran, e quindi se lo ricordava, ma trovava comunque molto irritante che il simpaticone impiegasse tempo per una frase così invece di rispiegare in due righe il vecchio concetto.  

“Sembra che quel libro ti stia facendo un torto.” La voce di Sirius la distrasse un po’ ma non abbastanza da alzare lo sguardo. 

“Non è il libro… è colpa di chi l'ha scritto… questo babbuino ipocrita crede che uno possa ricordarsi i suoi vecchi libri a memoria!” Sbuffò la giovane. 

Bhe, tu li ricorderai di sicuro… dov'è il problema?” 

“Sono indignata per tutte le altre persone. Non tutti hanno queste capacità, e i libri dovrebbero essere scritti per tutti non solo per chi ha una memoria sovrannaturale!” Spiegò lei visibilmente irritata. In un battito di ciglia la ragazza si ritrovò il viso di Sirius a pochi centimetri dal proprio, il ragazzo si era inginocchiato di fronte a lei con le mani posate sulla parete ai lati  del suo viso ed era chiaramente appena uscito dalla doccia, e Star poté capirlo non solo per i capelli bagnati che gocciolavano sul libro aperto tra loro ma anche perché lui indossava solo un paio di boxer neri.  

“Sei sempre così dannatamente carina quando lotti per le ingiustizie che non ti riguardano nemmeno.” Disse lui con tono caldo come se fosse davvero colpito da leie lo era. Non poteva fare a meno di pensare a quanto lei fosse dolce e sensibile. 

Hem… Sirius…” Star cercò di ricordargli che non era vestito lanciandogli uno sguardo eloquente e spostandolo poi al suo petto nudo.  

Hei, i miei occhi sono quassù!” Scherzò lui piegando le labbra nel suo famoso mezzo sorriso che gli lasciò scoperto il canino sinistro lievemente appuntito.  

Vedo benissimo i tuoi occhi, grazie, il problema è che vedo altre cose che non dovrei vedere.” Replico lei. 

“E di che ti scandalizzi? Mi hai già visto nudo!” Le ricordò Sirius. 

Bhe, eravamo più piccoli!” Insistette la ragazza. “E non eravamo a casa tua nella situazione in cui io mi sto facendo addestrare per essere la tua perfetta moglie finta.” 

“Già.” Il giovane abbassò lo sguardo per un secondo poi puntò i suoi occhi grigi dritti in quelli cobalto di lei. I visi così vicini che i loro respiri si intrecciavano, la musica in sottofondo che sembrava quasi sovrastata dal rumore delle gocce d'acqua che cadevano lente sulle pagine antiche del libro. “A proposito di questo, io…” 

Sirius!” 

In meno di un millesimo di secondo gli occhi di Star riuscirono a cogliere a malapena la mano di Sirius spingere sulla parete e poi si ritrovò stordita sul pavimento della stanza di James. 

Suo fratello la fissò per qualche secondo poi con estrema cautela iniziò a parlarle. “Cosa è successo?” 

“Niente.” Rispose lei. 

“Hai una faccia sconvolta.” Le fece notare James. 

BheSirius stava per dirmi qualcosa, qualcosa di chiaramente molto importante ma sua madre è entrata nella stanza. Fortunatamente ha gridato mentre entrava, non credo mi abbia vista.” Raccontò la giovane alzandosi piano. “Era così serio, James, sembrava davvero una questione di vita o morte. Tu non ne sai niente?”  

Il ragazzo fece spallucce. “Magari era solo uno dei suoi scherzi, sai… tutto serio e poi ti avrebbe detto 'Balagambunga' o roba simile.” 

“Si, può darsi.” 

“Hai risolto il problema del tuo sogno, invece? 

Star guardò suo fratello. “Dice che sei stato tu a cercare di salvarmi.” 

James rise. “Immaginavo lo avrebbe fatto. Ne sono felice.”  

“Ma come...? Cosa vuol dire? Quindi sei stato tu?” Cercò di chiedere lei ma suo fratello la spinse con dolcezza verso la porta. “È tardi, sorellina, devi correre a prepararti per la gran serata. Buona fortuna.” 

Star rimase sola nel corridoio confusa più di prima e con mille domande che le frullavano nella mente. Ma doveva rimanere concentrata sull’obiettivo della sua missione. Wlaburga voleva una moglie per Sirius che fosse perfetta sotto ogni punto di vista e per la prima volta in tutta la sua vita Star era decisa ad essere il più perfetta possibile. Era pronta a tutto. 

 

….. 

 

Star indossò il suo vestito. Aveva creato un abito nero, come da richiesta, ma lo aveva reso indimenticabile; prima di tutto la ragazza indossò un corpetto nero con lo scollo a cuore con fini ricami e poi indossò il vero vestito che era stato creato tutto d'un pezzo, infatti la semplice stoffa nera andò a coprire il rigido corpetto aderendo perfettamente e incrociandosi sulla schiena, dalla vita si allargava la gonna leggermente più corta davanti che dietro dove l'incrocio della stoffa iniziale dava l'effetto di petali di fiori come gonna. Un nastro blu cobalto stringeva la vita della ragazza. Sarebbe davvero stato un vestito molto semplice e discreto se solo la stoffa nera della gonna non fosse stata aperta sul davanti in uno spacco molto spostato a sinistra che lasciava spazio alle voluminose sottogonne. Ed erano proprio queste il tocco di magia, erano create tutte con una stoffa che riproduceva l'universo, galassie, stelle, pianeti e nebule volteggiavano senza sosta nella stoffa con un moto continuo ma lento quasi impercettibile, ad ogni passo della ragazza però la staffa emanava bagliori come un universo in subbuglio. Star indossò delle decolté blu cobalto e poi girò su se stessa, lo spacco si ampliò ulteriormente e la leggerà stoffa delle sottogonne sembrò prendere vita e cercare di fuggire dal buio in cui era stata rinchiusa.  

“Perfetto.” Si disse soddisfatta allo specchio con gli occhi che le brillavano per l'emozione. 

Qualcuno bussò alla porta.  

“Wow.” Andromeda spalancò la bocca stupita. “È meraviglioso.” 

“Grazie mille. Ti va di aiutarmi con l'acconciatura?” Chiese Star. 

“Certo. Li facciamo raccolti?” Scherzo lei fingendosi una parrucchiera. Le due ragazze risero e tra chiacchiere e battute Star fu pronta; i capelli raccolti in un elegante chignonlegato da un sottile nastro di raso blu cobalto, lasciava libero una frangetta asimmetrica e alcune ciocche mosse attorno al viso. Quel tocco dorato dei suoi capelli era ripreso nel trucco degli occhi con un po’ di nero e le labbra erano rosso scuro. Le giovani raggiunsero insieme Walburga nel salone principale. Subito arrivò una delle due ragazze rimaste e poi la signora Black cominciò a parlare. Star si chiede dove fosse finita la terza ragazza e cosa le fosse successo ma queste sue domande non ottennero risposta. Invece fu lei a dover dare delle risposte a Walburga che le mise ancora sotto torchio con mille domande. Dopodiché le ultime due pretendenti alla mano di Sirius dovettero dimostrare la loro perfetta camminata, alcuni passi di danza, declamare un poema in una lingua straniera a loro piacere e cantare una canzone accompagnandosi con uno strumento. Quando tutto questo supplizio fu finito poterono cominciare ad accogliere gli ospiti che stavano arrivando a piccolo gruppetti, ballare con personaggi illustri e intrattenere donne e uomini con chiacchiere e discorsi sulla politica, il mondo, la filosofia e altro. La festa procedeva a gonfie vele ma di Sirius non vi era traccia, il ragazzo infatti non si era ancora fatto vedere così come James e Remus. A stare lì da sola con tutti quegli sconosciuti e nemmeno il conforto di uno sguardo amico Star cominciava a sentirsi a disagio ma non avrebbe mai permesso che Walburga lo notasse quindi non chiese mai dove fossero i suoi amici e non li cercò nemmeno con lo sguardo, a differenza dell'altra ragazza che scandagliava ansiosa la stanza sperando che Sirius arrivasse per notarla, il suo abito le lasciava la schiena completamente scoperta e aveva anche una profonda scollatura. Quella ragazza era lì per giocarsi tutto. Ma nessuna delle due concorrenti poteva sapere che Sirius le stava già osservando. Secondo la tradizione dei Black infatti, l'ultima sera prima della scelta l'uomo in cerca di moglie poteva osservare le sue probabili spose dalla preparazione fin quasi alla fine della serata. Ovviamente il ragazzo si era rifiutato di osservare le giovani di nascosto mentre si preparavano nelle loro stanze ma Walburga lo aveva comunque condotto al suo osservatorio collocato tra una stanza e l'altra e anche se lui non voleva spiare quando aveva sentito Star canticchiare nella vasca da bagno non era riuscito a resistere e aveva dato un rapido sguardo alla ragazza completamente immersa nella schiuma che si godeva quel momento di relax. Sì sentiva un po’ uno schifo per questo ma il suo sguardo era stato abbastanza rapido da non vedere niente altro così si rincuorò e si confessò a James. Quando la festa iniziò la sua postazione cambiò, ora poteva osservare tutta la sala grazie ad un incantesimo gettato su un grande arazzo. Lui poteva vedere tutto ma nessuno sarebbe riuscito a vedere altro che un dipinto. Con lui, però, era riuscito a portare James e Remus. 

“Se la sta cavando piuttosto bene.” Notò Remus accennando alla loro amica che intratteneva gli ospiti in maniera impeccabile.  

“Si, la nostra piccola Gioia non sbaglia un colpo. L'altra sembra che sia pronta a darti la caccia.” Commentò James seduto comodamente su un divanetto con il suo amico dagli occhi ambrati che sgranocchiava cioccolato. La luna piena era stata appena un paio di notti prima, Alphard era stato così gentile da correre il rischio di scappare con Remus e smaterializzarsi con lui alla Stamberga Strillante, lo aveva controllato per tutta la notte chiuso in una stanza dalla spessa porta e poi gli aveva offerto le sue umili cure al mattino riportandolo infine a casa Black, ma senza Star il ragazzo aveva sofferto poi del solito, si era procurato nuove cicatrici e il recupero era molto più lento. 

Sirius era in piedi e non staccava gli occhi da Star. “È stupenda in quel vestito. Lei è così… ah! Odio che debba ballare con tutta quella gente.” 

Bhe, perlomeno sono vecchi, non puoi essere geloso di loro.” Cercò di calmarlo James. 

“Rispiegatemi un attimo questa storia.” Li interruppe Remus ancora confuso. “Siamo partiti che il piano era che Star doveva fingere di voler sposare Sirius perché lui potesse poi rompere questo fidanzamento con facilità e sposare che voleva e ora in realtà Sirius vorrebbe sposare davvero Star e quindi non rompere mai il fidanzamento ma lei non lo sa quindi lui prima la deve conquistare e farle anche lasciare il suo attuale ragazzo per poi vivere felici e contenti facendo esattamente quello che la madre di Sirius vuole che lui faccia e quindi tutto il piano iniziale per salvarlo dai suoi dovrei diviene completamente inutile, giusto?” 

“È un riassunto piuttosto accurato.” Confermò James. 

“Voi due siete pazzi.” Decretò Remus. “È comunque Star ha un ragazzo quindi buona fortuna Sirius.” 

'Lui non è un problema. Riuscire a conquistare lei lo è.” Replicò Sirius. “Ancora un po’ e poi potrò uscire da qui.” 

“E una volta uscito?” Gli chiese Remus. 

“Ballerò con l'altra ragazza.” Rispose il giovane Black. 

“Cosa?!” Esclamarono James e Remus. 

Bhe, mia madre vuole rispettare la tradizione? E così sia. È uso che si balli prima con le ragazze che si vuole scartare per concedere loro un ultimo onore. Poi si balla con la ragazza che si sceglierà e a mezzanotte la si conduce con sé verso le scale per fare l'annuncio.” Spiegò Sirius. 

“Oh... Adesso ha senso.” Realizzò James. 

Hei. Perché c’è un tipo così giovane e bello che balla con le mie promesse spose?” Sbottò Sirius. “Bhe con lei puoi ballare ma se ti avvicini a Star io…. Ma chissà da dove viene fuori questo tizio. 

“Non ti credevo così geloso.” Commentò Remus un po’sorpreso. 

“Basta, mi sono stancato.” Il ragazzo uscì dalla stanza a passo di carica e si ritrovò nel corridoio, entrò nel salone da ballo dall'ingresso principale è subito si diresse verso la sua pretendente spreferita 

Quando Star vide Sirius si sentì sollevata ma trattenne ogni sua emozione e fu felice di averlo fatto quando si rese conto che Sirius puntava dritto alla sua rivale per mettersi a ballare con lei. Penso che forse era questa la cosa importante che doveva dirle, forse quella ragazza gli piaceva davvero e lui avrebbe scelto lei quella sera. Fortunatamente James entrò a sua volta nella sala e lei accetto di buon grado il suo invito a ballare.  

Jame, pensi che Sirius sia innamorato di lei?” Domandò mentre si lasciava guidare a ritmo di musica. 

“Non credo proprio. Lei è come tutte le altre con cui esce ma non è quella speciale.” 

La ragazza ci pensò su. In effetti era così, quindi forse lui si voleva solo divertire. Penso che sarebbe stato bello, un giorno, vedere Sirius correre dietro ad una ragazza e rendersi ridicolo per lei come James cominciava a fare con Lily. Sì, sarebbe stato davvero uno spasso. 

La musica finì e fratello e sorella si avvicinarono a Remus. 

“Oh, Rem. Scusa se non l'ho notato prima… c’è stata la luna piena… guarda come sei ridotto! Vorrei abbracciarti ma non posso ora.” Mugolò lei. 

“Non importa. Tu non potevi esserci per me come io non ho potuto fare niente per te.” La rassicurò lui. 

Scusi Madam, posso avere l'onore di questo ballo?” Chiese l'unico altro giovane ragazzo della sala al di fuori dei Malandrini. Come da bon ton Star dovette accettare con cortesia l'invito ma la sua capacità di trattenere le emozioni di messa a dura prova dal fatto che la canzone che partí era un tango. Il giovane la guidava con determinazione ma lei non si sentiva sciolta e sensuale, fatico davvero per essere semplicemente fluida e aggraziata e più l'imbarazzo saliva più ballare diventava difficile fortunatamente quel tango era partito molto piano ma Star sapere che sarebbe accelerato. 

Sirius cercava Star da quando il tango era iniziato e poi la vide tra le braccia di quel tipo sconosciuto, completamente guidata da lui, senza nemmeno una possibilità di scampo, il ritmo accelerò e lui la strinse sempre di più qualcuno cantava una strofa che parlava di una donna che vendeva il suo corpo per sopravvivere e poi il ritmo si calmò di nuovo e le parole di vennero più difficile da sopportare per Sirius mentre guardava quel ragazzo ballare con Star. 

His eyes upon your face 
His hand upon your hand 
His lips caress your skin 
It's more than I can stand!” 

Sirius smise di pensare e agí; camminò a passo deciso verso i due ballereni mentre la canzone continuava a mettere a nudo tutti i suoi sentimenti. 

Why does my heart cry? 
Feelings I can't fight! 
You're free to leave me but 
Just don't deceive me! 

Il giovane Black era giunto a pochi centimetri da loro, la sua ira aveva creato un varco tra le altre persone che ballavano ma pareva che ne Star ne quel tipo si fossero accorti di lui. Ma lui era il un Black, giocava in casa e quella sera soprattutto tutti dovevano dargli ragione e fare come diceva lui. E secondo lui quel tipo doveva solo farsi da parte. 

...and please believe me when I say 
I love you! 

Love sconosciuto fece volteggiare Star e prima che potesse riavvicinarla a sé Sirius si inserí tra i due sposando la mano del ragazzo con un gesto deciso e lasciando Star alle sue spalle. Di nuovo la musica si fece lenta e il cantante cominciò a parlare in spagnolo. Ci fu uno scambio di sguardi di fuoco tra Sirius e l'altro ragazzo ma lui dovette farsi da parte per rispettare il volere del padrone di casa così Sirius poté finaentr voltarsi verso Star, il cui viso era tranquillo, quasi senza emozione ma nel profondo dei suoi occhi cobalto solo un Malandrino avrebbe potuto vedere la confusione di pensieri che le macinava in testa. 

I due cominciarono a fare dei passi a ritmo molto sospetti si avvicinarono piano uno all'altro. Il ritmo riaccelerò fino ad esplodere. 

ROXANNE”  

Allora Sirius la strinse finalmente a sé e iniziò davvero la loro danza di passi rapidi, decisi, fluenti, sensuali. Il ragazzo le fece fare salti spettacolari riprendendola sempre e avvicinandola a sé sempre di più, sempre più veloce come il ritmo del tango che salì ancora. Finché dopo l'ultimo salto Sirius la riprese e subito la fece piegare in un profondo casquet i visi vicini come qualche ora prima nel segreto della stanza del giovane Black ma la musica finì e il ragazzo dovette lasciarla andare aiutandola a rimettersi in piedi.  

“Non me la sento di costringerti ad essere la mia fidanzata.” Le bisbigliò poi la fece girare su sé stessa, l’abito che svolazzava leggero come un universo che cercava di espandersi in tutta la sala. 

Sirius, davvero non è un problema, io ho Thomas e tu presto troverai la tua metà.” Replicò lei decisa prima di fare una profonda riverenza. Il ragazzo si inchinò a lei e poi la lasciò lì, sola in mezzo alla sala. 

Salì deciso le scale mentre i forti rintocchi della mezzanotte partivano, Walburga e Orion lo raggiunsero subito, ormai erano suonati otto rintocchi. Il giovane si voltò e guardò la sala, undici rintocchi. “Ho fatto la mia scelta.” Il dodicesimo rintocco suono vibrante nell'aria e a Star parve di non riuscire più a sentire altro oltre a quel suono che si prolungava a non finire invece si rese conto che per gli altri non era così e che Sirius stava pronunciando un nome, era sua la scelta: lasciarla libera da ogni legame anche se finto e legarsi per la vita con una donna quasi sconosciuta o crearsi una momentanea libertà per cui lottare per tutto il resto della vita. 

“Star Gioia Deran.” 

La giovane si avvicinò a loro, salì le scale senza quasi rendersene conto e nonostante le scarpe con il tacco i suoi passi non produssero quasi alcun rumore. 

Da ora sei parte della famiglia Black ad honorem ma devi promettere di rispettare il nostro primo genito Sirius Orion Black, di prenderti sempre cura di lui come farebbe una moglie fedele e amarlo.” Annunciò il signor Black. 

“Lo prometto.” Replicò lei con solennità. 

Walburga prese la mano di Sirius e Orion afferrò quella di star e i due adulti spostarono le mani dei giovani fino a farle toccare.  

“Il fidanzamento è ufficiale.” Decretò Orion. 

 

 

*** 

 

*Sì ho citato Bugs Bunny, ho da poco visto Space Jam e non potevo farne a meno 

 

Cooooomunque, sono fiera di aver finito questo capitolo. Spero non ci siano troppi errori. 

Vi ricordo che potete trovarmi su Instagram e su Telegram (I contatti sono scritti nella mia descrizione) 

Grazie alle mie due fan più accanite che mi scrivono in continuo su Telegram impedendomi di mollare e facendomi domande strane che mi fanno sorridere sempre 

Grazie B. e C. 

 

Ciao ciao 

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Capitolo 11
*** Il Bacio ***


Essere la promessa sposa di un Black era quasi più difficile che essere in gara per la sua mano; la signora Black non lasciava a Star nemmeno un attimo di libertà. La giovane era costantemente sotto esame, anche mentre dormiva. Walburga controllava il tono della sua voce, il suono dei suoi passi, la morbidezza di ogni gesto, la sua camminata, il suo tono, i suoi movimenti e persino il suo respiro. Tutto sottostava a regole ben precise che non potevano essere infrante per nessuna ragione. 

Fortunatamente la data del loro rientro ad Hogwarts si avvicinava; anche se Walburga aveva dettato regole molto precise per quando sarebbero tornati a scuola: a Star e Sirius era stato vietato di dormire insieme, vedersi per più di sei ore al giorno, non presenziare ad eventi ufficiali insieme.  

Praticamente non potremo più essere i Malandrini!” Sbuffò James quando i due promessi sposi lo informarono delle nuove regole per Hogwarts. 

“Pensi solo a quello? Non alla povera Star che non potrà uscire con Thomas a nessuna festa di Hogwarts perché dovrà andare con Sirius?” Lo rimproverò Remus. 

“Oh, già. Come farai con Thomas?” Le chiese allora James realizzando il problema. 

“Non so. Mi inventerò qualcosa.” Rispose lei. 

Sirius la guardò con un pizzico di compassione. “Mi dispiace. Comunque mia madre non può controllarci a Hogwarts quindi queste regole valgono ben poco. Possiamo spezzarle quando vogliamo. Purché Regalus non faccia la spia.” 

“Capisco… ma davvero lei non lo saprà?” Chiese speranzosa la ragazza. 

“No, a meno che non ti abbia lanciato contro un incantesimo.” Spiegò il giovane Black. 

Star ripensò alla sera in cui la signora Black le aveva proibito di baciare Sirius, quella sarebbe stata l'unica regola da rispettare. “Bene, allora.” Disse lei. 

  

….. 

 

L'ultima sera a casa Black fu abbastanza tranquilla fino a dopo cena quando i Malandrini ebbero il permesso di passare qualche ora insieme. Sirius era steso sul suo letto, James sprofondato in una poltrona e Remus seduto tranquillo ai piedi del letto. Star stava seduta perfettamente dritta su una sedia sorridendo appena alle battute dei ragazzi. 

“Dai Piumadoro, tranquilla. Mia madre non è qui, anzi non è nemmeno in casa. Sai benissimo che è uscita con mio padre.” Le ricordò Sirius. 

“È un test.” Replicò la ragazza. 

“Non credo che potrebbe essere un test.” Cercò di tranquillizzarla James. “Infondo sei stata impeccabile fino ad ora. Ti meriti una pausa.” 

“Non abbasserò la guardia.” Insistette lei. 

“Va bene, lo rispetto.” Disse Sirius, poi quando Remus riprese a conversare con Star si alzò lentamente avvicinandosi alla ragazza e cominciò ad assalirla con il solletico. 

James e Remus si unirono allegramente alla lotta che presto degenerò in una battaglia con i cuscini, le urla di gioia e le risate erano così strane in quel luogo per Sirius che quasi non riusciva a crederci. James aprì la porta e si gettò in corridoio per schivare un cuscino volante lanciato da sua sorella. In un attimo, senza nemmeno rendersene conto, i Malandrini trasferirono la loro piccola guerra in giro per tutta la casa. Iniziarono a rincorrersi dentro e fuori tutte le stanze, ridendo a crepapelle. Giunti nel salone James e Sirius cominciarono a nascondersi tra le ombre della stanza troppo grande e poco illuminata mentre Star e Remus fermi nel punto più luminoso cercavano di bersagliare i loro amici. Star lanciò con forza un cuscino verso l'ombra indistinta di Sirius ma il ragazzo lo schivò con agilità, eppure ci fu il rumore di un bersaglio colpito. 

“Preso James.” Gridò la giovane soddisfatta ma suo fratello si fece avanti da dietro le sue spalle. “Io sono qui.” Replicò il ragazzo.  

Il viso di Sirius congelò quando udí dei passi muoversi lenti dal punto in cui tutti credevano fosse James. 

Il signore e la signora Black comparvero nel cerchio di luce. 

“Non sei ancora pronta.” Disse Walburga, sembrava delusa ma al tempo stesso soddisfatta di sé stessa. “Voi partirete domani mattina. Tu, signorina Deran, resterai qui a finire il tuo addestramento.” Decretò poi. 

“Non esiste! Non lo puoi fare!” Gridò Sirius. 

“Cosi è stato deciso. Smettila di ribellarti ad ogni ordine.” Lo zittí Orion. 

“Ma… così perderà le lezioni…” Fece notare James in un disperato tentativo di salvataggio. 

Ma Star lo bloccò. “Non importa, mi impegnerò per recuperarle. La signora Black ha ragione: non sono ancora pronta. Sarò onorata di restare qui a completare la mia educazione.” 

James se Sirius provarono a dire qualcos'altro ma la ragazza lanciò loro uno sguardo di supplica, così i Malandrini uscirono dal salone, sconfitti, per andare a preparare le valigie. 

 

…….. 

 

Come imposto dai signori Black all'alba del nuovo giorno tre Malandrini lasciarono la casa per tornare ad Hogwarts 

La professoressa McGranitt li attendeva nel suo studio e come al solito pregò loro di pulirsi dalla fuliggine prima di avanzare. Quando li vide lasciare lo studio senza Star, però, non riuscì a fare a meno di preoccuparsi.  

“Dov’è la signorina White?” Domandò. 

Sirius sospirò tetro. “Giusto… mi scusi… questa è per lei.” Il giovane le posò una lettera sigillata sulla scrivania e lasciò lo studio con i suoi due, insolitamente silenziosi, amici. 

Minerva aprì la busta rompendo il sigillo dei Black e lesse. Una volta giunta sul fondo della pagina, firmata da Walburga Black in persona, si tolse gli occhiali e sospirando si massaggiò le tempie. “Povera ragazza.” Disse tra sé e sé. 

 

……. 

 

I giorni di gennaio trascorrevano inesorabili e Star non era ancora tornata ad HogwartsJames e Sirius non avevano nessuna voglia di combinare guai.  Remus era terribilmente giù di morale. Era come se il mondo fosse diventato grigio tutto d'un colpo.  

Una sera James scese in Sala Comune in piena notte e sorprese Sirius a parlare con suo zio Alphard la cui testa volteggiava tra le fiamme del camino. Lo stava pregando di fare qualcosa per riportare Star ad Hogwarts. 

“Mi dispiace ma non ho nessun potere in questo.” Rispose Alphard. “Non posso fare niente per lei… È sempre sotto il controllo di tua madre… dovrai aspettare temo.” Il viso dello zio sparì e Sirius si alzò lentamente prese una penna è un foglio di pergamena e iniziò a scrivere, dopo un po’chiuse la lettera con un timbro dall'aria ufficiale e uscì dalla Sala Comune. James lo seguì di nascosto. Il giovane Black arrivò alla Gufiera e lasciò la lettera al suo gufo che partì subito in volo.  

“Un'altra volta?” Chiese James togliendosi finalmente il suo mantello dell’invisibilità per farsi vedere. 

“Posso fare solo questo, a quanto pare. Ho un potere piuttosto limitato per essere il suo futuro marito.” Commentò il suo amico con tono amaro. 

Ogni notte, da quando erano tornati ad HogwartsSirius scriveva una lettera indirizzata a sua madre in cui la pregava in ogni modo di far tornare Star a scuola. James lo aveva scoperto quasi subito ed era sempre lì a consolarlo quando ogni mattina arrivava una busta ufficiale, che il giovane Black apriva tutto trafelato, ma la quale conteneva sempre solo due lettere: “NO.” 

“Mi chiedo perché sprecare tutta questa pergamena e tutti questi timbri per scriverti solo NO.” Sbuffò James il mattino seguente. 

“Le piace farmi soffrire.” Rispose calmo Sirius accartocciando la lettera e gettandola dentro la sua borsa. Remus lo guardò dolcemente, quasi con compassione. “Non è colpa tua.” Disse solamente. 

Gli occhi grigi del ragazzo si puntarono in quelli ambra del suo amico. “Questo non è del tutto vero. Se non vi avessi lasciato venire tutto questo non sarebbe successo. Se le avessi proibito di farlo…” 

“Grazie a te Star ha scoperto da dove viene tutto il suo potere, ha scoperto chi è e chi vuole diventare. Quindi credo che a lei non dispiaccia affatto essere venuta a casa tua.” Replicò Remus con decisione.  

James annuì convinto. “È così, lo so.” 

Sirius si rilassò appena e sorrise a suoi amici. “Jame, ma tu riesci a sentire come sta?” 

Il ragazzo occhialuto si passò una mano tra i capelli. “Un po’ si. Non penso che se la stia passando molto male. La maggior parte del tempo è solo stanca o annoiata. Il che mi fa pensare che quando tornerà avrà bisogno di riposo e divertimento. E noi dobbiamo procurarglielo.”  

Una luce stravagante si accese negli occhi di James e Sirius e Remus sospirò arrendevole. “Dovremo infrangere un sacco di regole vero?” Domandò già sicuro della risposta. 

Si, ma è per Star.” Rispose James. 

Il giovane licantropo sorrise e presto si ritrovò nel mezzo di varie pianificazioni malvage per il ritorno di Star. 

L'assenza della ragazza cominciò a notarsi dalla seconda metà di gennaio, capitava a volte che qualche ragazzo restasse assente per malattia o problemi famigliari ma nessuno stava via così a lungo. Quindi la cosa più difficile era non badare alle nuove voci su Star. Un’impresa praticamente impossibile per James e Sirius, soprattutto quando erano i Serpeverde a metterle in giro. Un giorno Peter rischiò un duplice accoltellamento; il ragazzo si era seduto a tavola quando Sirius aveva appena accartocciato l'ennesima risposta negativa di sua madre e disse “Ma è vero che Star è incinta?”, il poveretto si ritrovò puntati addosso due coltelli da burro e gli sguardi assassini di James e Sirius. 

“Chi te lo ha detto?!” Sbraitò il primo. 

Peter indicò intimorito il tavolo di Serpeverde 

James e Sirius partirono a passo di carica.  

“Vi ripeto che non è il mio tipo.” Stava dicendo Regalus in quel momento. 

Maddai, quella è il tipo di tutti! È uno schianto ed è stupida, quindi ci sta per forza.” Disse uno studente del sesto anno. 

“Non credo sia così stupida.” Replicò il fratello di Sirius. 

“Se la difendi allora è vero. È come ha detto Severus, quella è rimasta incinta. E se non è rimasta incinta con i suoi amichetti allora sei stato tu a fartela.” Continuò un altro ragazzo ma le risate provocate dalla sua battuta si spensero subito quando la testa di quest'ultimo sbatté violentemente sul tavolo spinta da Sirius. 

“Ho sentito, Mocciosus, che ti diverti a mettere in giro storie false e di cattivo gusto su mia sorella.” Esordì James.  

“Se non vuoi che si dicano certe cose di lei dovresti controllare che si comporti meno da donna di facili costumi.” Sbottò Severus. 

“Questo è troppo.” Ringhiò James. “Ti aspetto nel bagno del secondo piano. Se avrai le palle di venire a combattere. In caso contrario sappi che ti troverò.” Detto questo il giovane girò i tacchi e uscì dalla Sala Grande. Sirius guardò in cagnesco tutti i presenti. “Vi conviene smetterla di parlare così di lei altrimenti ci penserò io a chiedervi le bocche.” Minacciò prima di andarsene a sua volta.  

James aspettò nel bagno del secondo piano per qualche minuto e incredibilmente Severus si presentò con la bacchetta già sfoderata. 

“Devi smetterla di gettare fango sugli altri per sentirti migliore.” Lo rimproverò James estraendo a sua volta la bacchetta. 

Siete voi, invece, che dovreste smetterla di sentirvi migliori degli altri sempre e comunque. Non siete meglio di nessuno.” Replicò il Serpeverde. 

“Meglio di te di sicuro.” Sbottò il Grifofondo prima di agitare la bacchetta gridando: “Stupeficium!” 

 

…… 

 

Star apparve nel camino dell'ufficio della Professoressa McGranitt. “Buon giorno.” Esordì educatamente. 

“Davvero poco preavviso. Non ho fatto in tempo ad avvertire il suo futuro marito di venire ad accoglierla come richiesto.” Si scusò la professoressa senza nemmeno alzare gli occhi dalle carte sopra la sua scrivania. 

“Un vero peccato.” Replicò Star anche se non sembrava davvero dispiaciuta. Infatti la lettera che annunciava il suo ritorno era arrivata con tre giorni di anticipo e con aria pomposa richiedeva la presenza di SiriusRegalus e uno stuolo di studenti e professori per ufficializzare il ritorno a scuola della promessa sposa del primogenito dei Black. Accidentalmente la professoressa, una volta letta la lettera l'aveva posata sotto altre certe carte urgenti e se ne era completamente dimenticata. “La ringrazio davvero.” Continuò la ragazza pulendosi dalla fuliggine. “Spero che vorrà interrogarmi nella sua materia lunedì che verrà, per recuperare i giorni persi.” 

“Non c’è bisogno di recuperare tutte le lezioni in un solo weekend…” Cominciò Minerva ma Star sorrise “Lunedi che verrà.” Ripeté risoluta. 

La professoressa annuì e la guardò uscire dall'ufficio a passo deciso. 

Star sentiva che James non stava bene. Lo percepiva come un peso nello stomaco. Senza sapere perché si diresse verso il bagno maschile del secondo piano e quando aprì la porta vide le gambe di Severus uscire da un cubicolo e la voce di James che cercava di sovrastare un suono di annegamento e che ripeteva: “Smettila di parlare male di lei. Smettila di mettere in giro voci false solo per sentirti migliore. Smettila di essere così subdolo. Smettila. Smettila. Smettila. O giuro che la prossima volta ti annego, e nemmeno nell'acqua pulita.” 

“Piuttosto rude.” Commentò Star ad alta voce. James lasciò Severus che si rimise in piedi alla svelta e uscì dal bagno lanciando un'occhiata di odio puro a Star. 

James si avvicinò a lei piano piano come un uomo che nel deserto vede l’acqua e non è sicuro che non sia un miraggio. “Sei tornata.” Disse solo prima di fiondarsi ad abbracciarla ma lei lo schivò con grazia. “Hai appena messo le mani dentro un cesso per affogarci Mocciosus. Non saprei dire quale delle due cose è più sporca quindi finché non ti lavi non mi tocchi.” Spiegò lei. 

Il ragazzo corse felice verso il dormitorio gridando di gioia, proprio in quel momento Sirius entrò nel bagno per capire cosa avesse reso il suo amico così euforico e vide Star, sbarrò gli occhi solo per un millesimo di secondo e poi si riprese. 

Hei. Come stai?” Le chiese cercando di sembrare meno eccitato di James.  

“Tranquillo, non è successo niente di che. Ho continuato con qualche lezione di comportamento e cose varie. In ogni caso ho scoperto più cose sulla mia famiglia quindi non ti devi assolutamente sentire in colpa.” Raccontò la ragazza. 

Sirius le sorrise e poi l'abbracciò, la strinse forte quasi da mozzarle il fiato e Star tornò con la mente al pomeriggio prima di capodanno a casa Black quando lui l'aveva stretta forte a sé preoccupato.  

Davvero, va tutto bene. Non mi ha fatto niente.” Continuò a rassicurarlo lei. 

Il ragazzo sciolse l'abbraccio. “Si, scusa. È solo che…. Ci sei mancata.” Replicò lui. Poi la prese per mano felice e cominciò a guidarla verso la Sala Grande. “Devi ancora vedere RemusSarà felicissimo.” 

Si sedettero al tavolo di Grifondoro ma Star fu tirata di nuovo in piedi da Remus che l’abbracciò. Poi le prese il viso tra le mani e la osservò a lungo. “Hai imparato a trattenere un po’ di più la tua bellezza Deran.” Constatò. 

“Si, sono molto migliorata. Comunque dovrei magari alzarmi un po’. Voi ragazzi non eravate tanto più alti di me.” Replicò lei. 

“Invece si. E sei già alta per lo standard di una ragazza. Cioè… hai delle gambe infinite, sorellina.” Commentò James alzandole il lungo abito da viaggio per guardarle le gambe perfettamente slanciate. 

“Ma si… spogliami pure davanti a tutti.” Sbottò lei sarcastica.  

“Come se tu di solito non indossassi pantaloncini corti o minigonne.” Sbuffò suo fratello poi la strinse a sé in un abbraccio spacca ossa. 

Quando riuscì finalmente a liberarsi Star si sedette al tavolo e cominciò ad ingurgitare un numero impressionante di dolci al cioccolato sotto lo sguardo stupefatto di Peter. 

“Che c’è? In casa Black mi hanno tenuto a stecchetto. Mangiavo quasi di più all'orfanotrofio.” Bofonchiò lei sulla difensiva. 

“Nessuno ti giudica.” La rassicurò James sedendosi acconto a lei. 

“Tranne i Serpeverde, vero? Avete di nuovo ceduto alle loro prese in giro. Lo sapete che dovete ignorarli. Soprattutto se parlano di me… e Jame, non conquisterai mai la tua Lily se continui ad annegare nei cessi il suo migliore amico.” Replicò lei tranquilla. 

Bhe, ok. Ma smettiamola di parlare di me e Lily. Parliamo di Sirius che è innamorato…” Il giovane si bloccò giusto in tempo grazie alle occhiatacce dei suoi due amici. “… di Remus.” Concluse salvandosi per un pelo. 

Aww, lo sapevo!” Si esaltò la ragazza. 

Remus era fucsia. “Ma come…? Ci credi…?” 

Star sorrise. “Come ho già detto a Sirius; sarebbe fantastico se fosse vero. Comunque il fatto che voi sappiate tutti di chi è innamorato mi scoccia un sacco.” 

James ebbe un'improvvisa realizzazione e sbiancò. “Tu leggi nel pensiero…. Lo sai anche tu?” 

Sirius si irrigidì. Ma la ragazza rise tranquilla. “E’ da tempo che mi sono imposta l'assoluto divieto di leggervi nel pensiero a vostra insaputa. Con l'aumentare dei miei poteri stava diventando piuttosto difficile così una delle prime cose che ho fatto è stata un incantesimo su di me che mi impedisce di leggervi nel pensiero senza il vostro permesso. Ovviamente era troppo complicato farlo con tutte le persone quindi per ora siete gli unici tre immuni. Ma confido nel fatto che con le altre persone entro meno in contatto quindi non dovrebbero esserci problemi.” 

Tutti e tre i ragazzi sospirarono tranquilli. 

“In ogni caso… davvero Sirius, potresti dirlo anche a me… capisco che sono una ragazza ma potrei aiutarti proprio per questo, no?” Sbottò lei infastidita. 

“Non puoi capire.” Replicò Sirius alzandosi e andando via cupo. 

“L'ho fatto arrabbiare… ma cosa ho detto?” Si preoccupò Star. 

James le poggiò una mano sulla spalla. “Se lo ha detto solo a noi c’è un motivo. Davvero, non insistere più su questo. Quando verrà il momento lo dirà anche a te… ma per ora è troppo complicato.” Cerco di spiegarle. 

Remus la guardò e le sorrise dispiaciuto facendo spallucce come a dire “Ci capisco poco anche io”. Allora Star si arrese e continuò a mangiare tranquilla ma fu interrotta da Thomas che si sedette di fronte a lei. 

“Ciao a tutti.” Esordì. James e Remus salutarono educatamente senza nemmeno scomporsi dell’invasione. 

“Sono felice che tu sia tornata Star.” Disse il immediatamente il giovane Corvonero senza lasciarle nemmeno il tempo di rispondere al saluto.  

“E io sono felice di rivederti.” Gli rispose lei con un sorriso. 

“Senti, non so se è troppo presto, se magari sei stanca o spaesata, ma ti andrebbe di uscire con me domani? Le propose lui. 

“Io…” Cominciò lei indecisa lanciando uno sguardo agli altri Malandrini. 

“Le farebbe molto piacere.” Rispose Sirius per lei, il ragazzo era appena tornato indietro per prendere la sua borsa e la guardava con aria dispiaciuta. 

Thomas sembrò spaesato per un attimo. “Davvero?” 

Anche James sorpreso fissò Sirius “Già, davvero?” 

Star ne approfittò per riappropriarsi della sua libertà di scelta. “Si, davvero. Non vedo l’ora.” 

“Wow! Perfetto, allora domani andremo insieme ad Hogsmeade, verso le dieci? Pranziamo insieme?” domandò Thomas già estremamente felice. 

“Si, va benissimo, a domani.” Rispose Star sorridendo. Il ragazzo se ne andò trattenendosi a stento dal saltellare.  

“Ah, che effetto fai agli uomini!” Commentò Sirius sghignazzando. 

“Che effetto?” Chiese lei sinceramente curiosa, evidentemente l’argomento “primo amore di Sirius” era davvero troppo delicato se faceva arrabbiare il suo amico al punto da dispiacersi subito per il suo comportamento. 

“Nessun effetto.” Chiuse, bruscamente, l’argomento James. 

La ragazza fece spallucce e si rimise a mangiare ma una forza misteriosa la fece finire con il naso nella panna montata e le bloccò le braccia. 

“Sei tornata!” Esclamò una voce molto famigliare. 

SophiaAnn, Jane, Lily, Alice, Mary, Emmeline e Marlene l’avevano soffocata in un abbraccio caloroso.  

“Ora saltando tutti i convenevoli la cosa più importante è: che cosa indosserai domani all’uscita con Thomas?” Esordì Alice. 

“Oh, dovrai essere sexy!” Le consigliò Mary. 

“Si! Andiamo a provare dei vestiti!” Si esaltò Sophia. 

E fu così che Star venne trascinata nel dormitorio delle ragazze perdendo nuovamente la capacità di decidere della sua vita. 

“Allora… devi raccontarci tutto.” Cominciò Ann. 

“Tutto cosa?” Chiese Star confusa. 

“Tutto quello che è successo!” Insistette Sophia. 

“Si, sappiamo che sei stata a casa dei Black.” La informò Alice. 

“Ma non sappiamo cosa hai fatto…” Continuò Mary con tono malizioso mentre frugava nel suo baule, portato appositamente nel dormitorio del quarto anno, alla ricerca di qualche vestito. 

Bhe, niente di che… ho scoperto chi era mia madre e quindi questo mi ha dato diritto a essere istruita dalla madre di Sirius. Però sono dovuta restare più a lungo del previsto.” Spiegò Star.  

“Sono felice per te, ora finalmente sai chi sei.” Si esaltò Marlene. 

“Così sembra… spero solo di assomigliare a mio padre…” Lo sguardo della giovane Deran si scurì per un secondo ma poi Mary gridò: “Perfetto!” estraendo un qualcosa di pelle nera dal suo baule. 

“Quella è la parte sopra o la parte sotto?” Chiese Emmeline dubbiosa. 

Tutte e due ovviamente.” Replicò Mary. 

Bhe, di sicuro non ti potrà resistere.” Commentò Alice ridendo di fronte all'espressione sorpresa di Star. 

Insisterà finché non lo proverai quindi ti consiglio di accontentarla subito.” Le bisbigliò Lily all’orecchio, allora Star afferrò il vestito e andò in bagno a cambiarsi.  

“Mary… sei proprio sicura che non manchi un pezzo?” Mormorò la giovane titubante dal bagno. 

“Esci di lì!” La incitò Sophie. 

La porta del bagno si aprì piano ed uscì Star: i capelli le ricadevano in morbide onde fino a metà schiena e il vestito in pelle nero fasciava stretto le sue curve perfette la mini gonna lasciava vedere molto delle lunghe gambe. 

Mary fischiò come un vero marinaio.  

“Sei splendida ragazza!” Si esaltò Alice. 

Le altre le fecero mille complimenti mentre Mary le porgeva gli accessori giusti. “Devi mettere queste scarpe e dirmi dove le hai comprate perché sono spettacolari.” Si esaltò la ragazza. 

Star fissò gli stivaletti di pelle bassi e neri con il tacco stretto e alto, la punta tonda e i lacci di raso nero; glieli aveva comprati la signora Potter l’estate precedente in un negozio davvero stupendo e con abiti molto particolari, era difficile capire se si avvicinavano di più alla moda Babbana o a quella magica, forse era un misto, in ogni caso Susan aveva comprato ogni singola cosa che Star aveva provato, toccato, o su cui aveva fatto commenti anche solo vagamente positivi.  

“Se verrai a trovarmi a casa Potter quest’estate ti ci porterò.” La invitò Star sorridendo, poi si rivolse a tutte le altre. “Potete venire anche voi se volete.”  

Le ragazze si profusero in gridolini, ringraziamenti e risposte positive e la giovane Deran pensò alla faccia che avrebbe fatto James sapendo che Lily sarebbe venuta a casa loro quell’estate. 

“Ora dovrei davvero mettermi a studiare, devo recuperare molte lezioni.” Fece loro notare Star. 

“Oh, bene, vieni in biblioteca con me, devo finire un lavoro e posso passarti gli appunti.” La invitò Lily.  

“Perfetto, grazie.” Le due ragazze si allontanarono tranquille dopo aver preso tutti i libri necessari. Lungo la strada Lily fermò la sua amica in un corridoio silenzioso.  

“Stai bene?” Chiese la rossa. “Voglio dire, cosa è successo davvero dai Black? A me puoi dirlo.” 

Star sorrise e proseguì a camminare verso la biblioteca. “Bhe, io volevo scoprire chi ero, insomma, hanno degli archivi e delle biblioteche pazzesche in quella casa, e poi abbiamo scoperto che i genitori di sirius volevano che scegliesse una moglie... 

“Una moglie!?” Esclamò Evans sconvolta. 

“Si, ma cerca di fare silenzio. Quindi dato che sono un’ottima amica ho deciso di partecipare alla sfida per essere scelte, solo che prima dovevo dimostrare di essere Purosangue, il che mi ha aiutato a velocizzare le mie ricerche sulla mia famiglia. Così ho trovato il testamento di mio padre e il mio certificato di nascita e ho scoperto di essere una Deran.”          

“Ed è grave? Cioè, non conosco le storie di famiglie Purosangue...” 

“E’ grave solo se permetto ai miei poteri di sopraffarmi. Mio padre era un White, un Purosangue piuttosto normale, mentre le Deran... esistono moltissime leggende, anche qui ad Hogwarts ci sono storie antiche che parlano di questa stirpe di streghe, si dice che discendano da qualche dea e che abbiano poteri che vanno al di là della comprensione di qualunque mago o strega e questo è dovuto al loro DNA che non trasmette solo caratteristiche fisiche ma anche sapienza.”   

“Sapienza? Come se una appena nasce sapesse già tutto ciò che sa sua madre?” 

“Sua madre, sua nonna, le sue zie eccetera, ogni cosa lette, appresa o scoperta da una Deran qualunque. MA si può bloccare, in un certo senso, e mia madre lo ha fatto. Se io scopro o leggo qualcosa mia madre non lo saprà mai, mentre tutto ciò che lei ha imparato mi è stato trasmesso alla nascita e quando lei morirà non avrà più il controllo e tutto ciò che avrà appreso nel periodo tra la mia nascita e la sua morte passerà a me, che lei lo voglia o no. Lei per anni è riuscita a far in modo che io non andassi a ripescare tutte le conoscenze delle Deran semplicemente perché non sapevo di esserlo e quindi non sapevo di conoscere cose che non ho mai letto o sentito, ora che lo so ho dovuto imparare ad averne il controllo, ma per quanto riguarda tutto ciò che lei ha compreso da quando sono nata lei può scegliere se trasmettermelo o no, e ovviamente so benissimo che non lo farà, altrimenti saprei dove è stata e dove è ora. Ma non importa. Il problema è il potere. Anche il potere viene trasmesso ma in un modo diverso, è come se venisse redistribuito tra tutte le Deran alla nascita di una nuova. Da quello che so dovrebbe essere una distribuzione equa in modo che nessuna Deran sia più potente di un’altra, ovviamente non vale per le bambine perché sarebbero pericolose, ma dagli 11 anni è così, però io sento come se mia madre non stesse facendo fluire il potere, ho paura che lei sia da qualche parte a cercare di diventare sempre più forte per fare qualcosa di malvagio e ho paura che non sarò mai abbastanza forte da fermarla.  

Le ragazze erano ormai arrivate in biblioteca e Lily estrasse i suoi appunti passandoli a Star. “Accidenti... Ma cosa ti fa pensare che tua madre sia malvagia?”  

“A parte il fatto che nonostante fosse Purosangue, ricca, sposata con mio padre il quale voleva tenermi mi ha data in adozione in un orfanotrofio babbano, e maschile? Il testamento di mio padre che mi avvisa su di lei.” Rispose Star decisa. 

“E come fai a sapere che non sia tuo padre a mentire e tua madre ad essere quella buona? Scusa se ti faccio pensare a questo ma da quello che racconti non sai niente di loro...” 

“Lo so, ci ho già pensato... però, le parole che ha usato mio padre, sembrano sincere la storia quadra perfettamente e ha dovuto nascondere ogni traccia, se avesse avuto la possibilità di lasciarmi degli indizi senza che nessuno interferisse non avrebbe faticato tanto, mentre mia madre non mi ha lasciato praticamente niente, e il diario che mi ha dato Belladonna... da quando l’ho letto sento come se l’avessi conosciuta e … lei non mi ispira fiducia... ho provato a leggerlo con occhi diversi senza pregiudizi ma il risultato non cambia, è come se percepissi che qualcosa in lei non va. 

“Capisco...” 

Star rimase ancora qualche secondo in silenzio, poi sorrise alla sua amica. “Sarà meglio mettersi a studiare, dovrò affrontare molte interrogazioni di recupero lunedì.” 

“Non vorrai farti interrogare in tutto il programma questo lunedì!”  

Bhe, si. In realtà alcune Deran hanno frequentato Hogwarts, quindi è come se avessi già studiato gran parte degli argomenti, no?” 

“Non so come funzioni questa cosa ma tu sei comunque fuori di testa.” Scherzò Lily allegra prima di mettersi al lavoro. Le due ragazze passarono tranquillamente il resto della giornata immerse nei libri e poi tornarono insieme alla torre a lasciare le borse prima di cena. 

“Sei pronta per domani?” Le chiese Lily notando come la sua amica si fosse fermata a fissare il vestito scelto da Mary steso sopra il suo baule. “Non devi indossare quello per forza.” 

“Oh, no. E’ stato molto dolce da parte di Mary e di tutte voi aiutarmi, e credo... credo che sia ora di uscire allo scoperto... ho solo paura di sembrare troppo bella.” 

La rossa rise. “sei davvero insopportabile come amica... insomma, sei l’esatto opposto di una ragazza normale. Io capisco che hai paura dei tuoi poteri e della tua bellezza ma devi pensare che ogni ragazza cerca di essere il più bella possibile quando esce con qualcuno, quindi non c’è niente di male a vestirsi bene, semplicemente non impegnarti troppo a truccarti o pettinarti, lo so che sarai bellissima lo stesso ma magari controbilancerà il vestito, no?”  

Star la guardò con gratitudine. “Sei davvero una persona speciale.” Le disse, poi le due si avviarono in Sala Grande per cenare. 

Appena oltrepassarono il portone James e Sirius afferrarono Star per i gomiti conducendola dove Remus stava tenendo loro dei posti. 

“Ciao! Sono tuo fratello e questi sono i tuoi migliori amici, è bello sapere che hai voluto passare del tempo con noi dopo che non ti abbiamo vista per settimane!” Sbottò James non appena si sedettero. 

“Mi dispiace davvero ragazzi, anche voi mi siete mancati un sacco ma avevo davvero bisogno di studiare e non vorrei dire che voi siete estremamente distraenti e studiare con voi è impossibile ma...” Cominciò Star. 

“Ma siete estremamente distraenti e studiare con voi è impossibile.” Concluse Remus per lei. 

“Allora perché non hai invitato Remus a studiare con te?” Ribattè Sirius. 

“L’ho fatto ma ha detto che aveva da fare con voi.” Replicò la ragazza tranquilla. 

“Già, farci sgobbare sui libri.” Sbuffò James ancora offeso. 

“Va bene, va bene! Sono una persona orribile e anche se domani a pranzo uscirò con Thomas vi prometto che domani sera e domenica sarò a vostra completa disposizione per ogni cosa vogliate fare. Lo giuro.”  

Sirius e James si scambiarono uno sguardo complice. “Perfetto.” Decretarono insieme. 

 

…............. 

 

Il mattino dopo Star si svegliò presto e uscì piano dall’abbraccio di James. Lo baciò sulla fronte e il ragazzo aprì appena gli occhi. “Vai a prepararti?” Le chiese. 

“Si.” Rispose piano lei. 

“Buona fortuna, stellina.” Subito dopo il giovane si riaddormentò con un leggero sorriso sulle labbra. 

Star entrò nel dormitorio femminile cercando di non svegliare nessuna, il letto di Lily era vuoto quindi forse lei era andata a studiare o forse era uscita con Severus. 

Anche Jane non c’era e Ann Sophia dormivano tranquillamente. La giovane indossò il vestito e le scarpe e si guardò allo specchio, i capelli erano lunghi e mossi, con quel vestito sarebbe stato bene un bel rossetto rosso ma le sue labbra erano già di un bel rosso fragola così lasciò perdere e si sedette sul letto cercando di capire quanta porzione di gambe avrebbe mostrato. La signora black le aveva insegnato a sedersi come una vera reale il che non prevedeva le gambe incrociate ma unite e lievemente oblique rispetto alla sedia però quella seduta non prevedeva nemmeno che lei indossasse gonne così scandalosamente corte. Provò quindi ad accavallare le gambe e anche se la sua zona inguinale era meglio protetta così le sue cosce erano davvero in bella vista. Sospirò provando qualcosa come altre mille posizioni e alla fine decretò che non cambiava molto fintanto che ricordava di tenere le gambe ben chiuse. 

Si alzò dal letto prima che Ann e Sophia potessero svegliarsi e farle domande, prese una grossa felpa di James che era quasi più lunga del vestito e un mantello che la copriva completamente. Scese in Sala Comune cercando di sembrare il più naturale possibile ma in molti si fermarono a fissarla, fortunatamente non incontrò Mary. Per gran parte della mattinata camminò nei passaggi segreti cercando di calmarsi e poi finalmente giunse l’ora. Si tolse mantello e felpa in un passaggio segreto e poi infilò di nuovo il mantello lasciando la felpa arrotolata in un angolo. Camminò irrequieta verso il portone di ingresso dove riconobbe subito Thomas. Indossava semplici Jeans e un maglione azzurro e molto carino sotto uno spesso mantello. 

“Ciao, sei bellissima.” La salutò lui.  

La ragazza ebbe un tuffo al cuore e guardò in basso, fortunatamente era ancora completamente coperta dal mantello. “Grazie...” disse poi non molto convinta. “Mi piace il tuo maglione.” 

Thomas si guardò a sua volta e poi le sorrise. “Andiamo?” 

Star annuì e si misero in fila, Gazza controllò i loro nomi sulla lista e poi presero una carrozza, di solito solo quando le giornate erano più calde gli studenti passeggiavano fino ad Hogsmeade, quel giorno star non sapeva cosa sarebbe stato meglio, tenere il mantello dentro quella calda carrozza si stava rivelando piuttosto difficile. 

Finalmente si fermarono, da galantuomo Thomas l’aiutò a scendere i gradini della carrozza e poi cominciarono a camminare. 

Allooora... Un intero inverno in casa Black? Come è stato? Dicono che la madre di Sirius sia molto severa.” Cercò di fare conversazione lui.  

“Non è stato poi così male, ho potuto concentrarmi molto sullo studio.” Rispose lei ma quello non era un buon argomento, presto Thomas avrebbe preso coraggio e le avrebbe chiesto come mai si era fermata dai Black così a lungo e lei non aveva nessuna voglia di mentire. Fortunatamente notò un orologio in un negozio. “Oh, guarda, è quasi mezzogiorno, a me piace mangiare a mezzogiorno in punto, decidiamo dove andare?” Chiese speranzosa. 

Il Corvonero le sorrise. “Ma certo.”  

Per un secondo la ragazza si preoccupò, forse l’avrebbe portata da Madama Piediburro; quel posto era decisamente troppo romantico. Invece, con suo gran sollievo, il suo accompagnatore la condusse Ai Tre Manici di Scopa, anche se scelse uno dei tavoli più appartati il posto era comunque rassicurante. Prima di sedersi lui tese la mano verso di lei. Star lo fissò sconvolta per qualche secondo. 

“Vuoi lasciarmi il mantello?” Le domandò. 

“Oh.” La giovane prese un profondo respiro e cominciò a slacciare i bottoni quando si scoprì alzò lo sguardo e vide che perlomeno il suo abbigliamento stava piacendo a Thomas, anche se forse lo aveva messo in imbarazzo. 

“Sei... davvero... molte bella vestita così...” Il giovane le prese il mantello e andò ad appenderlo ancora frastornato. Si sedettero uno di fronte all’altra. 

 “Forse è troppo...” Mormorò la giovane tormentandosi le mani sopra il tavolo. 

Hei.” Il ragazzo le prese delicatamente le mani tra le sue e la guardò negli occhi. “Eri bellissima anche con il mantello ma apprezzo davvero che tu ti sia vestita così perché credo che tu ti sia impegnata per farlo ed è come se mi stessi dicendo che vuoi fare buona impressione su di me. Penso che sia positivo, insomma, è davvero bello sapere che non sono l’unico a rimuginare sulle nostre uscite, è un buon segno, no?” 

Lei sorrise e si sentì molto meno a disagio. “Si, credo di si. Sono felice di essere qui con te.” 

“Ottimo, prendi una Burrobirra?” Le chiese lui. 

Il resto del pranzo proseguì tranquillamente e poi i ragazzi uscirono di nuovo per camminare un po'. Guardarono le vetrine e scherzarono molto, si fermarono a Mielandia dove i signori Hitch le fecero saltare tutto la fila e le regalarono dei dolci, cosa che non piacque molto agli altri studenti, ma non era importante. Thomas la portò in un punto panoramico e si sedettero in una panchina a mangiare il cioccolato ridendo. 

“...e quindi io le ho detto: Va di moda così ora! e tu sai com’è la McGranitt; mi ha messo in punizione." Stava raccontando Thomas. Star rise di cuore e poggiò una mano su quella del ragazzo che senza pensarci troppo si sporse verso di lei pronto a baciarla. Stava andando tutto bene e la ragazza voleva essere baciata, Thomas era un ragazzo carino e le piaceva e... Walburga le aveva lanciato un incantesimo che le impediva di baciare Sirius ma come funzionava? Valeva per ogni ragazzo, solo con  Sirius? O baciandone un altro lei lo avrebbe saputo mandando in fumo tutta la copertura di Sirius? 

Star balzò in piedi allontanandosi da lui.  

“Oh, scusami, sono stato troppo affrettato? Io... insomma, non era la prima volta quindi... mi dispiace.” Balbettò lui confuso. 

“Oh, no, no. Andava benissimo, io voglio essere baciata, devo solo... trovare Sirius... è un’emergenza.” Si agitò lei cercando con gli occhi la via più veloce per il castello. 

Come Sirius? Che tipo di emergenza?” Domandò lui confuso. 

“Medica, un’emergenza medica!” Gridò la ragazza ormai già partita di corsa lasciandolo solo. 

Star raggiunse il Castello senza nemmeno sapere come, i corridoi erano quasi del tutto deserti; la gran parte degli studenti era ad Hogsmeade. E se ci fosse andato anche Sirius? La giovane continuava a correre, sembrava che le sue gambe sapessero dove andare meglio di lei, stringeva a sé il mantello che però continuava ad aprirsi svolazzando. Girò a destra, poi a sinistra, si infilò dietro ad un arazzo, saltò un gradino magico e uscì in un corridoio poco conosciuto, svoltò l’angolo correndo e andò a sbattere contro qualcuno finendo a terra. 

Hei!” Esclamò Sirius sorpreso riconoscendola. Il ragazzo la aiutò ad alzarsi e, solo quando lei cercò di coprirsi con il mantello ormai indossato completamente storto a forza di tirarlo di qua e di là, notò il suo vestito, ma era più importante l’espressione sconvolta sul suo viso. 

Qualcosa non va?” Si preoccupò lui. 

Star cercò di riprendere fiato. “Tua madre... mi ha fatto un incantesimo e... mi ha vietato di baciarti, questo vuol dire che... insomma, credi che io non possa baciare Thomas? 

“Oh.” Il viso di Sirius si scurì per un attimo. Non avrebbe potuto baciarla. Non avrebbe potuto baciare le labbra che più desiderava al mondo, quelle che sognava ogni notte... ma chi prendeva in giro? Non avrebbe potuto farlo lo stesso finchè lei stava con un altro. “Non so, mia madre fa spesso questi strani incantesimi ma sono molto precisi perché non è potente quanto te quindi l’incantesimo è sempre legato a ciò che dice, ricordi cosa ti ha detto? 

“Che se le mie labbra avessero toccato le tue prima di un anno esatto tu ne avresti sofferto molto e lei lo avrebbe saputo.” Rispose pronta la ragazza. 

Gioia, era l’unica cosa che Sirius provava. Un anno, solo un anno, avrebbe potuto impegnarsi e dimostrare a Star chi era veramente, lanciarle segnali e tutto il resto e poi sarebbe potuto passare alla seconda parte del piano: chiederle di uscire con lui. Forse nel frattempo avrebbe lasciato Thomas, o forse lo avrebbe lasciato per lui, perché lui l’avrebbe fatta innamorare di sé. “In tal caso dovresti essere abbastanza tranquilla, parlava solo di me. Non saprà niente, rilassati.” 

“Oh, bene, grazie. Ora dovrei andare...” star fece per voltarsi e tornare indietro ma si accorse di aver fatto cadere la borsa del suo amico nell’impatto, Sirius stava raccogliendo qualche foglio e delle piume così si chinò accanto a lui per aiutarlo, raccolse un paio di lettere accartocciate e senza pensare le distese per metterle in ordine e poi notò il sigillo dei Black e quella scrittura che per settimane era stata l’unica scrittura oltre la sua che le era permesso vedere. “Perchè tua madre ti ha scritto ‘NO’ in così tante lettere?”  

Sirius si voltò di scatto. “Non... dovevi vederle.” Sbuffò. “Io... noi, eravamo tutti preoccupati per te e quindi... ho chiesto a mia madre di lasciarti tornare ad Hogwarts.” Spiegò lui rassegnato. 

La giovane si guardò attorno individuando altre palline di carta. “Così tante volte?”  

Il ragazzo sospirò, non aveva senso mentirle ora. “Tutte le notti, ogni notte da quando sei andata via."  

Star lo guardò profondamente negli occhi e Sirius non poté fare a meno di pensare a quanto fossero belli quegli occhi cobalto e il suo viso, così armonioso, un brivido gli corse lungo la schiena e il suo cuore perse un battito quando notò che lei si stava avvicinando, sempre di più, sempre di più. La ragazza alzò le mani posandole ai lati del viso del suo amico e Sirius si sentì completamente paralizzato, stava davvero accadendo? Il viso di lei si avvicinò e poi un bacio, dolce, caldo, sulla guancia, così morbido e perfetto. Il cuore del ragazzo batteva così forte che era sicuro che lei lo avrebbe sentito ma non importava.  

“Grazie, è stato un gesto davvero bello. Non pensavo che tu … che io ti importassi così tanto.” Commentò lei piano, grata. 

“Ma scherzi?” Sirius si allontanò un po' da lei. “Perchè pensavi che non lo avrei fatto? Che non mi interessasse la tua salute e felicità? Tu sei importante per me!” La giovane lo guardò sorpresa e lui continuò dopo solo un breve secondo di panico. “Come J-James e Remus, voi siete la mia vera famiglia... lo so che un po' tu non lo trovi giusto perché tu una famiglia non l’hai mai avuta mentre io ce l’ho ma la rifiuto ma hai visto anche tu come sono, non... non è che sappiano dare molto affetto...” 

Star lo abbracciò di impulso. “Mi dispiace per quello che ho detto, ho capito, non ti preoccupare. Sono felice di essere la tua famiglia.” La ragazza si alzò raccolse le ultime cose e le mise nella borsa di Sirius. “Però avresti dovuto dirmelo, quello che hai fatto, ti avrei ringraziato subito.” Lo rimproverò lei. “E poi non devi mentirmi, sono la tua futura moglie." Scherzò poi. 

Sirius dovette usare una buona dose di auto controllo per ridere alla battuta e sorridere mentre lei se ne andava. Stava sicuramente tornando da Thomas, con molta probabilità per baciarlo. E lui aveva bisogno di non pensare a lei altrimenti sarebbe andato a tirare un pugno a quel biondino carino di Corvonero e si sarebbe preso Star ad ogni costo.  

Jaaames! Da quando cazzo sei qui?!” Gridò poi. 

“Modera il linguaggio.” Sbuffò il suo amico togliendosi il Mantello dell’Invisibilità. “Solo dal discorso sull’interesse ma qualcosa mi dice che se morto dentro più di una volta prima che arrivassi io.” 

Sirius digrignò i denti come un cane rabbioso. 

“A cuccia bello!” Scherzò il giovane Potter. “So che è poco ortodosso visto che stai cercando di conquistare mia sorella e via dicendo ma devi uscire con una ragazza, perché così sei troppo concentrato su di lei, e lei ha un altro. E questo non ti fa bene. Quindi elaborerai il tuo piano mentre studi il genere femminile mooolto da vicino. Ma ora andiamo, dobbiamo finire la sorpresa.” 

Black respirò a fondo, era bello avere qualcuno come James, qualcuno che lo capisse davvero e era bello aver ricevuto quel bacio da Star. Sorrise mentre si infilava sotto il mantello con il suo amico. Presto avrebbe potuto baciarla a sua volta. 

 

 

************** 

 

Lo so che faccio schifo perché ci ho messo una vita a pubblicare questo capitolo, ma la mia vita era un attimo messa male e ho dovuto occuparmene ignorando lo scrivere. Spero che da oggi vada meglio. 

Grazie per la pazienza. 

Ciao ciao 

 

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Capitolo 12
*** La Famiglia Scelta ***


Star era tornata da Thomas e aveva cercato di spiegarsi, cosa non facile soprattutto visto che la ragazza non voleva mentire ne voleva far sapere di essere la promessa sposa di Sirius. In ogni caso l'appuntamento era finito bene e solo all'ora di cena i Malandrini poterono parlare con lei. 
“Quindi cosa avete in mente per domani?” Chiese lei senza tanti preamboli. 
'Niente che tu possa sapere ora, dovrai aspettare.” Replicò James svelto. 
“Ma…” Cominciò a protestare lei ma Sirius le ficcò un grosso krapfen al cioccolato in bocca. “Dunque, Remus, ancora nessun appuntamento in vista?” Domandò poi il ragazzo al suo amico come se niente fosse mentre la giovane Deran rischiava il soffocamento. 
“No!” Sbottò Remus completamente rosso. 
Star riuscì a divorare il krapfen e liberarsi in tempo per guardare i suoi amici con aria delusa. “Ma avete cercato degli appuntamenti per questa sera?” 
“Oh, si. Questa è la prima parte della nostra vendetta; pensavamo di guardare i vecchi album davanti al camino questa sera ma visto che tu ci hai snobbato per le ragazze venerdì lo faremo anche noi.” Spiegò James. 
“Oh, maddai! Non è la stessa cosa! Io sono stata praticamente rapita.” Replicò la ragazza. 
“Non ti preoccupare, ti farò compagnia io.” La rassicurò Remus. 
“Ora sono indecisa tra l’obbligarti ad uscire con una ragazza e il lasciare che tu mi faccia compagnia.” Sbuffò la giovane. 
“Allora facciamo che decido io e sto tranquillo in Sala Comune.” Decretò Remus. 
“Bhe, questo puoi farlo anche durante un appuntamento.” Gli fece notare James. 
“Ma anche no.” Remus miss fine alla conversazione aprendo la Gazzetta del Profeta, sulla prima pagina spuntava una notizia di un attacco da parte di Colui Che Non Deve Essere Nominato. 
“Ecco, se proprio devo essere una Deran mi piacerebbe poter usare il mio potere per uccidere quel dannato Lord Coso.” Sbottò Star fissando le immagini di probabili Mangiamorte. 
“Devi diventare molto più forte… dobbiamo diventarlo tutti, finire gli anni di studio…per ora qui ad Hogwarts siamo al sicuro.” Le ricordò James. 
I ragazzi stettero in silenzio per qualche secondo, ognuno perso nei suoi pensieri. 
“Bhe, visto che voi due farete i piccioncini per sta sera noi possiamo andare!” Disse James riferendosi a Star e Remus. 
“Già… è ora.” Sospirò Sirius. 
“Sembri quasi dispiaciuto.” Notò Star. 
Sirius fece spallucce. “Non vado matto per le ragazze di Serpeverde….” 
“Esci con una di Serpeverde?!” Si sorprese la ragazza. 
“Si… è bella.” Chiuse l'argomento il giovane Black alzandosi per andare a cambiarsi. 
“Ooook… Tu con chi esci James?” Chiese allora Star senza soffermarsi troppo sul comportamento di Sirius. 
“Una Tassorosso.” Rispose lui. 
“Lily ha rifiutato?” Domandò Remus. 
“Non gliel'ho chiesto… non sono in vena di un uscita seria questa sera… volevamo solo fartela pagare.” Replicò lui. 
“Ah, grazie!” Esclamò la ragazza sarcastica. 
James le scompigliò i capelli e si alzò a sua volta. “Vado anche io.” 
Star e Remus lo salutarono e poi continuarono a mangiare il dolce chiacchierando tranquillamente. Finita la cena si avviarono verso la Sala Comune e incontrarono James e Sirius in abiti babbani, entrambi molto rock ed entrambi indossavano jeans molto stretti. 
“Ullalà! State molto bene così.” Si complimentò Star. 
“Grazie.” James sorrise. “Ma siamo in ritardo.” 
“Buona serata.” Augurò loro Sirius e poi proseguì con James. 
Mentre camminavano lungo i corridoi James sospirò. “Non ti è ancora passata la cotta per mia sorella eh?” Chiese al suo amico. 
“Dai… sai che non è una cotta… io… lei è… tutto per me.” Mormorò Sirius. 
“Hai 14 anni!” Sbottò James. 
“Anche tu. Eppure pensi che ci sia un'altra ragazza con cui vorresti stare oltre a Lily?” Ribatté Sirius. 
James arrossì violentemente. “Quindi qual è il tuo nuovo piano?” 
“Non voglio interferire tra lei e Thomas. Voglio solo che lei sia felice… quindi per ora uscirò con altre ragazze. Forse un giorno lei sposerà Thomas e io resterò un single ribelle a vita.” 
“Magari ti innamorerai di un'altra ragazza.” 
Sirius si fermò un secondo. “È possibile. Soprattutto se lei non mi volesse io mi arrenderei definitivamente. Ma per ora mi piace pensare a lei.” 
James sorrise e entrambi ripresero a camminare.


……


In Sala Comune Star e Remus si erano accaparrati un divanetto vicino al camino e stavano guardando i loro album di foto. 
“Mi sembra impossibile che siano già passati tre anni e mezzo da quando ci siamo conosciuti...” Mormorò la ragazza passando le dita su una vecchia foto del primo anno in cui lei era ancora la più alta del gruppo. 
Il ragazzo sorrise. “Siamo arrivati a metà.” 
“Come?” Domandò lei. 
“Metà del nostro percorso qui ad Hogwarts. Abbiamo ancora molto tempo da passare insieme.” Rispose il ragazzo felice. 
“Oh no! Non starete facendo i nostalgici voi due!” Sbuffò qualcuno alle loro spalle, i due amici si voltarono e si ritrovarono faccia a faccia con Alice. 
“Invitali alla festa, Al!” Gridò Mary da poco più in là. 
Anche Lily era con loro e lanciò loro uno sguardo d’avvertimento. “Non fatevi ingannare, sembra un invito ma in realtà vi costringeranno a venire.” 
“Lil, ci divertiremo!” Insistette Mary. La rossa alzò gli occhi al cielo come per dire “Che vi avevo detto?”. 
Star sorrise. “Non credo che verremo, noi stiamo qui con la nostra cioccolata.” 
“Cioccolata.” Le fece eco Remus sollevando la sua tazza. 
“Con panna!” Aggiunse Star. 
Lily guardò le sue amiche con aria supplicante. “Vi prego lasciatemi qui. Non sarei di nessuna compagnia oggi...” 
“Ah! Ancora quel litigio con Severus, è proprio per questo che dovresti venire a distrarti! E poi sai che lo odio, sta sempre in giro con Avery e Mulciber ultimamente e loro sono... spregevoli.” Continuò MAry. 
Alice guardò la sua amica dagli occhi verdi con aria preoccupata e poi prese la bionda per mano. “Andiamo Mary, lasciamola stare.” 
La giovane McDonald sospirò teatralmente. “E va bene! Ma ci devi una festa!” E poi le due se ne andarono seguite da Emmeline e Marlene che fino a quel momento erano rimaste a parlare con degli studenti del primo anno offrendo loro spiegazioni. 
Remus rise lievemente. “Quella Mary somiglia molto a Sirius, non trovi?” 
Star rimase spiazzata. “Dici?” 
Nel frattempo Lily si sedette accanto a loro. “Posso vedere anche io le vostre foto?” Chiese. 
La mora, seduta al centro, aprì bene l’abum sulle sue ginocchia. 
“Sembrate molto felici qui.” Notò la rossa indicando le foto del giorno in si erano lanciati in aria a turno con il loro lenzuolo decorato. 
“Oh siamo felici sempre nelle foto.” Le assicurò Remus girando pagina. “In linea di massima stiamo sempre bene tra noi, fintanto che Star non fa perdere la pazienza a Sirius, James non scopre che qualcuno ha fatto qualcosa senza di lui o che Star esce con un ragazzo e io non vengo a sapere che loro sono finiti in punizione.” 
“Quindi siete sempre arrabbiati.” Constatò Lily. 
“Esatto!” Esclamò Star come se la sua amica avesse vinto un gioco a premi. I tre risero e la serata proseguì tranquillamente. Star resistette a malapena alla tentazione di leggere nella mente di Lily quando si parlava di James ma ci riuscì, infondo era sua amica e meritava la sua beata privacy, un giorno, forse, se James avesse smesso di cacciarsi sempre nei guai, sarebbe stata Lily stessa a venire a parlarle di James. 


…..


James e Sirius rientrarono a tarda notte, ammiccando alla Signora Grassa, e trovarono Star, Remus e Lily addormentati insieme su un divanetto. 
“Forse hanno cercato di aspettarci...” Constatò Sirius. 
“Ma … Lily?” James era scioccato e il suo amico si trattenne a stento dal ridere. 
“Dovresti portarla a letto.” Gli consigliò Sirius. 
Al ragazzo occhialuto andò di traverso la saliva. “Cos...?! Non posso! … in più... sai, le scale...” 
“Oh, intendevo nel tuo letto.” Si spiegò meglio il giovane Black, l'altro Malandrino sgranò gli occhi sconvolto. “E poi dormi per terra per galanteria, ma per chi mi hai preso!” Specificò alla fine. 
“Oh, ok … tu prendi Star allora… se non ti da fastidio, poi torniamo a prendere Remus.” Si convinse James. 
“Non mi da mica fastidio toccarla!” Sbuffò Sirius. I due si avvicinarono al divanetto e presero tra le braccia le ragazze portandole poi nel loro dormitorio, le adagiarono sui loro rispettivi letti e poi le coprirono bene. James rimase qualche secondo ad osservare il grazioso viso di Lily lievemente spruzzato di lentiggini così Sirius sorrise e scese da solo a prendere Remus. Se lo caricò in spalla, il ragazzo emise qualche suono confuso che lo fece sorridere e poi lo portò a letto. 
James si era steso accanto al suo letto e guardava una ciocca di capelli di Lily che sporgeva dal bordo. 
“Sicuro che non vuoi dormire con tua sorella?” Gli chiese Sirius. 
“Nah, voglio vedere che faccia farà Lily domani. Però tu puoi dormire con lei, se vuoi.” 
“Senti, sto cercando di non essere così pazzamente innamorato di lei. Non voglio svegliarmi con lei addosso domani mattina… sai che ha quella abitudine di accoccolarsi… non c’è la farei.” Decretò il ragazzo stendendosi a terra.


….....


Il mattino seguente Star cominciò a svegliarsi senza aprire gli occhi, iniziò a prendere coscienza del suo corpo che era steso il che era strano perché non ricordava di essere andata a letto, in più le giunse all’orecchio il russare di Peter, infine si sentì osservata. Aprì gli occhi di scatto per trovare Sirius appoggiato ad un palo del baldacchino ai piedi del letto che la guardava. “Mi stavi fissando?” Chiese. 
Il ragazzo aveva il cuore a mille, non si aspettava che lei si svegliasse così di botto, ma mantenne la calma e non distolse lo sguardo. “Mi annoiavo e tu di solito sei la prima a svegliarti. Quindi stavo aspettando.” Replicò facendo spallucce, il tono perfettamente tranquillo. 
“Ha senso.” Constatò la ragazza. “Ma è stato piuttosto inquietante. COSA CI FA LIL...!?!” Sirius balzò sul letto tappando la bocca alla sua amica. 
“Zitta! Se svegli lei prima di aver svegliato James il tuo caro fratellino mi ucciderà!” Le spiegò, poi la lasciò andare e si spostò vicino a James scuotendolo vigorosamente. 
“Che diamine...!” Borbottò il ragazzo mentre si alzava a sedere aprendo gli occhi. 
“Buon giorno fratellino!” Esordì Star allegramente. “Ora mi potete dire come ci siamo finite qui?” 
James si alzò in piedi e si stiracchiò con tutta calma e poi notò che Lily si stava muovendo. “Ok, si sta per svegliare.” 
Infatti la rossa aprì gli occhi dopo qualche secondo e rimase immobile a fissare la bizzarra situazione che si era trovata davanti: James e Sirius non si erano cambiati d’abito dalla sera precedente ma come al solito il giovane Black si era tolto la maglia nel sonno mentre James aveva i capelli ancora più spettinati del normale, entrambi la guardavano con attenzione dal centro della stanza mentre, sul letto accanto al suo Star sorrideva tranquilla. 
“COSA STA SUCCEDENDO QUI!?” Gridò Lily all’improvviso facendo sobbalzare chiunque fosse sveglio, fortunatamente la sua voce era ancora fioca dal sonno e quindi non svegliò né Remus né Peter. 
“Lily, calmati. Ci hanno solo trovate addormentate in sala comune ci hanno portate negli unici letti che potevano raggiungere per stare più comode, giusto?” Star concluse la sua ipotesi rivolgendosi ai suoi amici per avere conferma. 
“Bhe, si...” Cominciò a spiegare James ma la rossa lo interruppe. “Forse per te, Star, è normale svegliarti nel dormitorio maschile con i tuoi amici ma per me non lo è affatto! Non mi fido di loro! Come posso sapere che non mi hanno fatto niente di male.” 
Star sospirò mentre James arrossiva violentemente cercando di spiegarsi. Sirius invece si avvicinò a Lily sovrastandola. “Signorina Evans, pensavo fosse più intelligente. Indossa gli stessi abiti di ieri, esattamente nello stesso modo, se le avessimo fatto qualcosa non saremmo riusciti a vestirla rivestirla e fare chissà che senza che lei si svegliasse. Non è frastornata quindi di sicuro non abbiamo usato metodi per appesantire il suo sonno. In più mi sorprende la sua autostima … insomma… lei signorina non è il mio tipo cosa le fa pensare di essere una preda ambita?” 
Lily lo fissò tra lo sconvolto e l'offeso. 
“Comunque per quanto tu possa odiarli sai che non sarebbero in grado di fare del male ad una ragazza.” Concluse Star. 
“Va bene!” Sbuffò Lily convinta. “Allora vi ringrazio.” Disse con tono ancora rabbioso. 
“È un inizio.” Constatò Star poi, dopo qualche secondo di silenzio, realizzò… “Anche Remus era con noi… vuol dire che lo avete portato qui!” 
“Si, l'ho portato io.” Ammise Sirius. 
Gli occhi cobalto della ragazza si illuminarono di gioia. “Oh, che cosa romantica!” 
“Romantico? Remus é… Sirius è….? Voi siete…?” Si sorprese Lily. 
Sirius scoppiò in una sonora risata. “Nah, è solo una fantasia di Star.” 
'Vorrebbe che loro fossero gay.” Spiegò James sorridendo. 
Sirius si tamburellò le dita sul mento. “Ho un'idea.” Il giovane si sdraiò accanto a Remus sul suo letto e poi passò dolcemente una mano sul viso dell'amico. Star sospirò commossa dalla scena. In quel momento Remus si svegliò trovandosi accanto Sirius. “Buon giorno tesoro.” Disse quest’ultimo. Remus sgranò gli occhi e saltò giù dal letto gridando spaventato e scatenando le risate di tutti i presenti. 
“Ma che diavolo…!” Gridò il ragazzo. 
“Scusa, Rem, Sirius ha voluto esaudire il mio desiderio almeno per qualche secondo.” Spiegò Star con le lacrime agli occhi dal ridere. 
“Bhe… non voglio che questo accada mai più. È stato il peggior risveglio di tutta la mia vita.” Sbottò Remus. 
“Questo mi spezza il cuore!” Replicò Sirius con tono drammatico. 
Risero tutti ancora, anche Lily e finalmente si svegliò anche Peter. 
“Bene, ora che siamo  tutti attivi è giunta l'ora.” Decretò James. 
“Per cosa?” Domandò Lily. 
“Oh, la mia sorpresa di ben tornata. Vuoi partecipare?” Le propose Star. 
“Oh, io… non credo…” Cominciò Lily. 
“Dai, a Star farebbe piacere.” Insistette Remus. 
La rossa sembrò incerta per qualche secondo ma alla fine accettò. 
“Bene, Peter tu vieni con noi, Remus porta le ragazze nel luogo designato.” Amministrò Sirius. 
“Prima devo andare in bagno.” Esclamò Lily. Star la prese per mano e la condusse nel bagno dei ragazzi. “Non qui, non possiamo andare nel nostro?” Sbuffò la rossa. 
“Oh, non lamentarti Remus è più ordinato di te e me.” Ribatté Star. 
Dopo qualche minuto le ragazze uscirono lavate e cambiate dal bagno. Indossavano entrambi i leggins di scorta di Star e delle maglie di James e Sirius strette da cinture. Remus immaginò che Star non avesse fatto notare alla sua amica che indossa proprio una maglia di James, e sorrise. 
“Gli altri sono già andati?” Chiese Star al ragazzo. 
“Si, e ora andiamo anche noi.” Remus sorrise ad entrambe e le guidò verso il parco di Hogwarts. Lo attraversarono tutto e si diressero verso un sentiero della foresta proibita. 
“Non vorrete entrare lì dentro vero?” Si spaventò Lily. 
“Tranquilla, è un sentiero che attraversa solo pochi alberi e poi costeggia sempre il lago. Non è pericoloso.” La rassicurò Remus. 
La rossa sembrò incerta per qualche secondo ma poi acconsentì a seguirli sul sentiero. Quello che aveva detto Remus era vero. I freddi raggi di sole di fine gennaio penetravano facilmente tra le fronde degli alberi e a destra si potevano ammirare sprazzi della superficie calma e lucente del Lago Nero. Sembrava quasi di essere entrati in un mondo fatato. 
Star aveva ormai capito dove erano diretti ma non disse nulla, si godeva l’espressione confusa e curiosa della sua amica e si lasciava baciare il volto dagli sprazzi del timido sole invernale. 
Giunsero al pontile e gli occhi verdi di Lily si riempirono immediatamente di sorpresa. James, Sirius e Peter erano già lì; avevano steso il telo colorato dei Malandrini a terra e sopra avevano posato ogni genere di leccornia, in più avevano appeso sugli alberi e sui pali del pontile delle lucine bianche e gialle, sembrava quasi di essere dentro una costellazione. Star si staccò dal loro fianco e andò ad abbracciare calorosamente James. Lily sorrise a quella scena ma poi notò qualcosa nel viso di Sirius, un’espressione delusa che durò un battito di ciglia, tanto che lei pensò di esserselo immaginata. Poi Star abbracciò forte Sirius e Peter e corse indietro per stringere a sé anche Remus. 
“E’ davvero meraviglioso!” Esordì poi ringraziandoli tutti. 
Si sedettero insieme sul telo e cominciarono a amngiare, Lily ancora si guardava intorno stranita. 
“Ma come avete trovato questo posto?” Chiese ad un certo punto. 
“Il luogo? Vagabondando. Il pontile? Lo abbiamo costruito.” Rispose Sirius, l’unico che, grazie agli anni d’addestramento in casa Black riusciva a mangiare e al tempo stesso avere la bocca sempre vuota pronta ad una conversazione. 
“Lo avete fatto voi?!” Si stupì Lily. 
James gonfiò il petto. “Si, e senza magia!” 
“COSA?!” 
“Non essere così sorpresa, Evans!” Scherzò James. “Infondo siamo uomini veri noi.” 
La rossa soffocò una risata. “Uomini veri!” Sbuffò ridendo. “Tu e Black siete uomini tanto quanto Star.” 
“Grazie.” Replicò Sirius serio e sinceramente lusingato. 
“L’hai preso come un complimento?” Domandò Lily sconvolta. 
“Bhe, Star è più uomo di chiunque qui ad Hogwarts, quindi si. Per me è un complimento.” Replicò Sirius. 
Lily rimase zitta sbattendole le palpebre stordita mentre Star soppesò l’affermazione. “Non riesco a capire se dovrei sentirmi fiera o offesa.” Commentò Star. Tutti risero senza sapere neanche perché e andava bene così. 
Dopo aver mangiato fino a scoppiare tutti si misero nelle posizioni a loro più comode; Star era stesa a pancia in su con la testa sulle gambe di James che era seduto con la schiena appoggiata ad un palo, Sirius era steso su un fianco con il gomito a terra e la testa appoggiata sulla mano, Remus sedeva a gambe incrociate, Peter era steso a pancia in giù e Lily aveva le gambe rannicchiate al petto. 
“Dunque?” Chiese Star. “Che si fa?” 
“Niente.” Scherzò James. 
“Dai! Devo smaltire quello che ho mangiato in qualche modo!” Sbuffò la ragazza dai capelli neri. 
“Ah perché non dimagrisci respirando tu?” Domandò sarcastico Sirius. 
“Ha ha, parla l’obeso della situazione qui!” Ribattè Star. 
“Io il mio fisico lo devo mantenere con il duro lavoro.” Replicò il ragazzo. 
“Duro lavoro?! Ma dove?!” Sbuffò lei alzandosi a sedere. 
“Corro tutte le mattine!” Spiegò lui iniziando ad infervorarsi. 
“Ma se non ti svegli nemmeno per andare a lezione, alla terza ora stai ancora dormendo!” Lo prese in giro la ragazza. 
“Ma senti questa!” Gridò Sirius. 
Star fece per dire qualcos’altro ma intervenne Remus. “Giochiamo a Ruba Bandiera!” 
La mora, che si era alzata per urlare qualche insulto a Sirius si voltò verso Remus del tutto dimentica di ogni altra cosa. “Cosa Bolide è ruba bandiera?” 
“Non usare Bolide come un’imprecazione, quello lo faccio io!” La rimproverò Sirius. 
La ragazza scoprì i denti verso di lui come un animale randagio molto arrabbiato. “A cuccia cagnaccio!” 
“Non chiamarmi cagnaccio, altrimenti...” Iniziò a minacciare lui. 
“State calmi!” Urlò James. 
“Ma lui...” Cominciò star ma suo fratello sventolò la bacchetta facendo apparire una farfalla. “Uh! Farfallina!” Esclamò lei tutta felice giocando con il piccolo insettino alato. 
“Molto bene.” Disse soddisfatto James. 
“Ma fanno sempre così quei due?” Si stupì Lily. 
“Oh, in continuo.” Le raccontò Remus sorridendo. “All’inizio pensavamo che si odiassero ma essenzialmente lo fanno solo perché si annoiano, sono come dei bambini iperattivi.” 
“Ti ringrazio.” Borbottò Sirius. 
“Bene, Ruba Bandiera è un gioco babbano.” Cominciò a spiegare James. 
Star e Sirius gli si avvicinarono a lui spintonandosi scherzosamente a vicenda. 
“Ma noi giocheremo con le scintille!” Decretò James felice. 
“Scintille?” Chiese Lily. 
“Oh, si, scegli un colore e fai uscire scintille di quel colore dalla bacchetta, se centri gli altri lo vedi perché le scintille gli restano addosso.” Spiegò Star felice. 
“Io non credo di saperlo fare.” Mormorò Lily fissando dubbiosa la sua bacchetta. 
“Anche io pensavo di non riuscirci, ma è piuttosto semplice.” La tranquillizzò Peter con sorpresa di tutti. 
Remus le prese la mano e le mosse la bacchetta “Devi solo concentrarti sul colore.” Le spiegò, dalla bacchetta di Lily uscirono delle scintille gialle. 
“Bene,” Proseguì James felice. “le regole sono semplici: ci dividiamo in due squadre e ogni squadra nasconde una bandiera nella sua zona, poi darò il via con un rumore ben distinto e l’obbiettivo sarà trovare la bandiera della squadra avversaria e portarla qui al pontile. Se trovate un avversario potete rallentarlo sparando scintille, chi viene colpito deve stare fermo per trenta secondi, se chi viene colpito ha la bandiera deve lasciarla andare. Quindi è possibile riprendere la propria bandiera per riportarla indietro almeno finché l’avversario non giunge al pontile. Non si può stare ad una distanza inferiore a dieci metri dalla propria bandiera, tranne quando la si riporta indietro. Tutto chiaro?” 
“SI!” Gridarono Star e Sirius. 
“Ottimo, voi due siete i capi delle due squadre.” Decise James. 
Remus, alle spalle dei due, trattenne a stento una risatina ma Lily lo vide. 
“Io scelgo il BLU!” Gridò Star. “E voglio Remus nella mia squadra!” 
“Allora io scelgo il rosso e mi prendo il tuo caro fratellino!” Disse Sirius e le fece una linguaccia tanto per mettere in chiaro le cose. 
“E chi lo voleva!” Replicò lei. 
“Grazie!” Esclamò sarcasticamente James. 
“Comunque io scelgo Lily!” Riprese Star. 
“Quindi io ho Peter, ottimo, una squadra di soli uomini!” Ribatté Sirius. 
Lily sbuffò teatralmente. 
James sorrise alla sua espressione e consegnò le bandiere ai capisquadra. “Si dia inizio al gioco!” Esclamò poi. 
Sirius e Star corsero come pazzi, uno a destra e uno e sinistra, e gli altri dovettero cercare di non perderli di vista rincorrendoli. 
“Dove nascondiamo la barriera?” Chiese Remus a Star quando furono abbastanza distanti dal pontile. 
“Non la nascondiamo, la mettiamo bene in vista.” Spiegò lei. 
“Perchè?” Domando Lily. 
“Semplice, dobbiamo stare a dieci metri dalla bandiera quindi se riusciamo a vederla fin da distante riusciamo a vedere anche chi andrà a prenderla e quindi possiamo dividerci, due si appostano e uno va alla ricerca.” Esplicò la ragazza. 
“Ah, furbo....” Commentò Lily. 
“Già!” Star si arrampicò su una parete scoscesa e piazzò la bandiera proprio in cima poi si allontanarono di dieci metri per controllare di riuscire ancora a vederla. 
“E’ perfetto, devono anche arrampicarsi per prenderla e anche se facessero il giro da dietro li vedremo.” Si complimentò Remus. 
“Bene, allora voi due nascondetevi qui, io provo a cercare la bandiera poi se non la trovo torno e vi do il cambio, così tutti possiamo cercare. Ci state?!” Chiese Star. 
“SI!” Rispose la sua squadra carica. 
In quel momento si sentì un rumore improvviso, come un ramo secco spezzato ma molto più forte. Era un’ottima idea per non far insospettire nessuno, se qualcuno lo avesse sentito forte e chiaro avrebbe potuto semplicemente pensare di aver calpestato un ramoscello. 
“Si va!” Star scomparve presto tra gli alberi. Corse a perdifiato con l’idea che se fosse stata più veloce dei ragazzi li avrebbe incontrati molto vicini a dove avevano nascosto la bandiera. Zizzagava rapidamente tra gli alberi sentendosi davvero libera, riusciva ad individuare ogni cosa fissa grazie ai suoi poteri anche se le era comunque difficile schivare gli animali che si muovevano all’improvviso, rischiò di sbattere addosso ad un corvo ma riuscì a spostarsi dalla sua traiettoria con un elegante mezzo giro su sé stessa. Sorridendo soddisfatta decise di fermarsi un attimo, non era il caso di esagerare con quella magia, purtroppo stava andando decisamente più veloce di quanto credeva e fermandosi inciampò finendo dritta tra le braccia di Sirius. 
“Wow, cos’era quello!” Le chiese lui aiutandola a rimettersi in piedi. 
“Una magia di velocità, credo... io... non so...” Balbettò lei a disagio. 
“Forte, eri praticamente invisibile!” Si esaltò lui. 
Star sorrise e poi abbassò il volto. “Si, bhe... colpito!” Gridò poi all’improvviso aprendo la mano verso Sirius e riempiendolo di scintille blu cobalto. 
Il ragazzo la fissò stranito. “Sei impossibile!” Le gridò visto che ormai lei aveva già ricominciato a correre. E lei si voltò a sorridergli, un sorriso che avrebbe potuto spezzare un iceberg a metà, si, non sciogliere, spezzare; con una crepa lunga e profondissima, spezzato senza più possibilità di recupero. Frantumato in mille pezzi. No, in quel momento nulla si sciolse dentro Sirius, quel sorriso non tolse piano lo strato di ghiaccio che ricopriva da anni il cuore del ragazzo, lo mandò in frantumi. Era innamorato, senza possibilità di ritorno, nessuna protezione, niente avrebbe potuto metterlo al riparo da lei, i suoi occhi cobalto avrebbero potuto scavargli fin dentro l’animo da quel momento in poi. Era incolume davanti a lei. E per la prima volta nella sua vita Sirius pensò che essere così esposto non gli faceva paura. Certo, Star avrebbe potuto scegliere di passare la vita con Thomas mandandolo a finire direttamente all’altro mondo dal dolore. Ma chissene importava! Se un giorno ci fosse stata anche la minima possibilità di averla con sé, Sirius avrebbe buttato all’aria tutta la sua vita per questo. Era una rivoluzione. Avrebbe atteso pazientemente lei, non come quelli che non hanno il coraggio di andare avanti con la loro vita per una misera possibilità di poter stare con la donna che amano davvero. No, Sirius non era così, lui sarebbe andato avanti lo stesso, perché se si fosse presentata quella possibilità l’avrebbe colta in qualsiasi caso, non aveva paura di perdere tutto se poteva significare una vita con Star. 
Una volta giunto alla decisione più importante della sua vita il ragazzo ricominciò a correre verso l’area di gioco avversaria, non era intontito, nulla era mai stato più chiaro di così, sapeva di essere rimasto fermo esattamente per trenta secondi. Non avrebbe perso il gioco per lei, lei odiava vincere così. Le avrebbe reso la vita il più complicata possibile. Sapeva che le piaceva combattere e quindi sarebbe stato il suo avversario in tutto, le avrebbe dimostrato che anche se era completamente disarmato di fronte a lei non sarebbe stato facile batterlo. 
“Sirius!” La voce di James non lo face sobbalzare affatto, era così concentrato che una parte del suo cervello aveva registrato movimenti umani alla sua destra. Il suo amico si fece largo tra i rami. “Ho trovato la loro bandiera.” Annunciò. 
Sirius lo fissò serio. “E perché non l’hai presa?” Domandò sconvolto. 
“Perchè... ma stai bene?! Hai una faccia terrificante!... Non importa... la bandiera è in bella vista e conosco Star abbastanza da sapere che la controlla a distanza.” Riferì James. 
“Star sta cercando la nostra bandiera. L’ho incontrata poco fa.” Gli raccontò il giovane Black. 
“Perfetto, vuol dire che abbiamo solo una possibilità.” Decretò James. 
“Trovare Peter, immobilizzare Lily e Remus e prendere la bandiera prima che Star possa trovare la nostra. Dobbiamo farlo subito, non c’è tempo.” Sirius si guardò attorno ma fortunatamente non ci fu bisogno di cercare nessuno dal momento che James cacciò un urlo e pochi secondi dopo Peter comparve accanto a loro con un'espressione preoccupatissima e svariate foglie tra i capelli. 
“Cosa è successo?” Chiese quello tutto trafelato. 
“Ok, questa cosa è strana, ma non c’è tempo. Andiamo verso la bandiera blu, devi tenere occupato Remus.” Gli spiegò velocemente Sirius cominciando già a correre, James e Peter lo seguirono. 
“Io mi occupo di Lily.” Si propose James. 
“Guarda che non le avrei fatto del male!” Sbuffò Sirius. 
“Non si sa mai, hai gli occhi da pazzo, e comunque sembri avere una gran voglia di vincere quindi correresti più veloce di me.” Replicò James poi si bloccò di colpo e gesticolando fece capire ai suoi due compagni di squadra che si trovavano vicino alla bandiera. Cercarono per qualche minuto Remus e Lily e alla fine trovarono il loro amico che osservava la bandiera nascosto fra due alberi caduti, fu difficilissimo individuarlo e poi fu il turno di Peter. 
“Non ci deludere.” Gli ricordò Sirius. James gli sorrise. 
Il ragazzo sgusciò tra gli alberi con una abilità impressionante per la sua stazza, i suoi piccoli piedini si muovevano rapidi senza fare quasi nessun rumore. In un attimo fu alle spalle di Remus, puntò la bacchetta e sparò scintille rosse che colpirono in pieno il giovane. Remus sorrise e fece qualcosa che nessuno si era aspettato: gridò. “Lily! Sono qui!” 
“Ma che diamine!” James affiancò Peter colpendo Remus con un incantesimo del silenzio. “Fra 20 secondi esatti si sbloccherà. Non perdere il conto!” Disse poi a Peter. “Bel colpo comunque.” 
James si allontanò per cercare di nascondersi ma all’improvviso vide con la coda dell’occhio delle scintille azzurre dirigersi verso di lui, si gettò a terra per evitarle e poi rotolò sulla schiena puntando la bacchetta a caso. Altre scintille azzurre lo colpirono ma la voce di Lily che imprecò sonoramente gli confermò di aver centrato a sua volta il bersaglio. 
Sirius corse a più non posso verso la bandiera. Seppe da un breve urletto gioioso che Peter era riuscito di nuovo a bloccare Remus: stavano vincendo. 
Scalò in fretta la parete e giunse su un piccolo cerchio di roccia pianeggiante dove campeggiava la bandiera blu, allungò la mano ma sentì un rumore, si voltò di scatto trovandosi faccia a faccia con Star. 
“Maledizione!” Sbottò, la giovane lo aveva colpito con le scintille. 
“Bel piano. Peccato che io sia tornata indietro per dare il cambio a Remus, se ti interessa ho bloccato Peter e ora Remus sta correndo dritto verso la vostra bandiera. Deve solo arrivarci prima che tu possa battermi, e sono sicura che ce la farà.” Gli spiegò lei. “Abbiamo praticamente vinto.” 
“Non sapete dov’è la bandiera però. Se tu l’avessi trovata l’avresti già portata al pontile.” Sirius sorrise calmo. 
“O forse l’ho trovata ma non sapendo dove fossero James e Peter sono tornata qui per escogitare un piano... ma a quanto pare non siete così intelligenti da proteggere la vostra bandiera.” Ribattè lei. 
Il ragazzo sbuffò. “Come fai a sapere che James non è lì?” Replicò lui. In quel momento le voci di Lily e James si sollevarono da poco distante dimostrando tutta la loro frustrazione nell’essersi di nuovo colpiti nello stesso momento. Star sorrise vittoriosa. 
“Ok, però io devo solo portare la bandiera al pontile, Remus deve raggiungerla.” continuò Sirius. 
“E quindi?” Sbuffò lei. 
“Tu sei troppo sicura di te.” Con un gesto repentino Sirius mosse la mano destra puntando la bacchetta verso di Star la quale si spostò dalla linea di tiro ma venne colpita lo stesso da delle scintille rosse. La giovane si guardò attorno sconvolta prima di realizzare che Sirius aveva mosso la mano destra vuota mentre le lanciava le scintille tenendo la bacchetta con la sinistra. 
“Tu sei mancino!” Realizzò lei esasperata da sé stessa. “Ti odio! Ma sei stato bravo.” 
“Grazie, ma non ho tempo per le lodi, tesoro mio.” Replicò lui passandole accanto il viso a due millimetri da quello di lei. “Devo vincere.” le ricordò baciandola scherzosamente sulla guancia prima di scendere rapidamente la parete di roccia e schizzare via. 
“Diciotto, non vincerai caro Black, sedici, e giuro che me la pagherai per come mi hai chiamata, quattordici, io ti ammazzo!” Si sfogò lei. Quando i trenta secondi scaddero la giovane partì di corsa incontrò Lily che fuggiva a sua volta da James il quale cominciò a prenderle di mira entrambe. 
Ma Star accelerò, incontrò Remus che le passò la bandiera rossa e poi vide Sirius a pochi passi dal pontile, il giovane si tuffò ruotando su sé stesso per cercare di bloccare star con delle scintille dal momento che sapeva che lo avrebbe raggiunto, peccato che anche Star aveva lanciato le sue scintille verso di lui. Sirius atterrò rotolando sul pontile e finì nelle acque gelide del Lago Nero. Star si fermò sul bordo del pontile guardando giù preoccupata. 
“Sirius!” Gridarono gli altri raggiungendola. Fortunatamente il ragazzo riemerse subito sputacchiando e tutti lo aiutarono a risalire sul pontile. James lo coprì con il suo mantello. 
“Non è esattamente la temperatura migliore per un bagno.” Lo rimproverò Remus sfregando le mani sulle spalle dell’amico nel tentativo di scaldarlo. 
“Lo so! Ti assicuro che me ne sono accorto quando i miei ….” Cominciò a replicare Sirius battendo i denti ma fu interrotto da Star e Remus che gridarono in contemporanea: “Ci sono delle signore qui!” indicando entrambi Lily, la quale alzò il sopracciglio sempre più sconvolta dal fatto che Star non venisse presa in considerazione come una donna. 
“Bhe, ho vinto.” Si ricordò Sirius tutto trionfante. 
“Non credo proprio!” Replicò Star. “Ti ho colpito.” 
“Ad essere onesti lui era già sul puntile quando lo hai colpito.” Le fece notare James. 
“Oh, maddai! Era per aria!” Ribattè la mora. 
“Non credo importi... credo che non ce l’abbiamo fatta, scusami.” Si dispiacque Remus. 
“Perchè ti scusi? Avevo io la bandiera, e poi è solo un gioco, Rem! Sai quanto me ne importa se ha vinto quell’odioso di Black! Ho solo voglia di affogarlo per avermi chiamata tesoro, nulla di più.” Lo rassicurò lei battendogli una mano sulla spalla. Remus le sorrise e poi lei si voltò verso di Sirius che stava ancora battendo i denti. Si inginocchiò di fronte a lui e gli prese le mani tra le sue con grande stupore di tutti, un'aura calda si sprigionò da lei asciugando e riscaldando il ragazzo all'istante. 
“Grazie.” Disse lui sorridendole. 
Star sbuffò. “L’ho fatto solo perché la famiglia Black non avrebbe approvato se ti avessi lasciato morire assiderato.” 
“Gne gne gne.” Replicò lui, le puntò la bacchetta contro e la riempì di scintille rosse. “Intanto ho vinto io!” 
La ragazza lo fissò con uno sguardo omicida. “Come ti permetti!?” Tuonò lanciandogli contro delle scintille blu cobalto. 
Lily sospirò rumorosamente e pensò che quei due erano davvero irritanti ma anche un po’divertenti. Solo un po’. Poi guardò James che rideva passandosi una mano tra i capelli, come se avessero bisogno di essere ulteriormente spettinati. Remus invece sorrideva felice, aveva un sorriso diverso quando stava davvero bene, non era il solito sorriso caldo verso gli altri ma umido di pianto interiore, era un vero sorriso che lo faceva sembrare più Malandrino di quanto Lily volesse ammettere. Peter rideva, con una risata talmente assurda che le venne quasi da ridere a sua volta. In quel momento la rossa venne colpita da delle scintille verde bosco. Si guardò attorno per un secondo e poi individuò il colpevole. James con un sorriso soddisfatto la fissava con aria di sfida e la bacchetta in mano. 
“Non mi lascerò trascinare dai tuoi giochi infantili.” Decretò Lily. 
“Ah si?” Ribatté James strafottente. “Mi pare che poco fa ti stessi divertendo a batterti con me.” 
“Qualunque cosa che mi permette di sconfiggerti miseramente come prima è divertente.” Replicò lei. 
Star, Remus e Sirius risero alla battuta. “Ottima risposta, davvero… ma oggi si gioca.” Le ricordò Star colpendola a sua volta con delle scintille. Nel giro di pochi secondi tutti gli altri Malandrini e Peter cominciarono a colpirla con le scintille finché lei non incominciò a rispondere a tono. Da quel momento fu un tutti contro tutti. Si spostarono anche tra gli alberi. Si colpivano e si alleavano. Correvano da tutte le parti, ridevano e erano ormai completamente pieni di scintille colorate. James corse incontro a Star stringendola a sé con un braccio solo e, approfittando della sua momentanea immobilità, la riempì di scintille verdi. La ragazza rideva creando un clima di serenità tutto a ritorno a sé. E Lily non poté fare a meno di pensare a quanto le sarebbe piaciuto essere come Star, non per la sua bellezza o per la sua intelligenza, ma per come era riuscita a essere amica di quei tre ragazzi, era come la luce del sole per loro tutti la adoravano per come era; felice, divertente e meravigliosa. 
Giocarono a lungo tra gli alberi e il pontile e quando finalmente si stancarono il sole stava già tramontando velocemente. 
“Dovremmo tornare al castello.” Propose Peter fissando il cielo che si faceva sempre più scuro. 
“Direi di sì.” James si alzò in piedi e tesa la mano verso Lily per aiutarla ad alzarsi ma lei lo guardò male. “Ce la faccio da sola.” Sbuffò alzandosi. 
“Ok.” James rise passandosi la mano tra i capelli, poi porse la mano a Star che accettò volentieri il suo aiuto. 
Giunsero al castello e si diressero subito verso la Sala Grande per cenare. Lily venne reclamata dalle sue amiche, come Star, ma solo la rossa accettò l'invito. 
Star rimase con i Malandrini a scherzare con loro e ricordare i giorni passati insieme o gli attimi più divertenti di quella giornata. Salirono poi nel dormitorio maschile della torre di Grifondoro e James Mosè su un disco. Ballarono a lungo ridendo e scherzando. Sirius improvvisò un balletto super divertente imitando il modo di ballare e parlare delle ragazze comuni risero a lungo tanto che riuscirono a convincere Star a ballare come un ragazzo, cosa che fu ancora più esilarante quando cominciò un ballo di coppia con Sirius a sesso invertiti. 
“Quindi Lily non è rimasta impressionata da te.” Commentò Star a ballo finito gettandosi in un mucchio di cuscini che i ragazzi avevano sistemato a terra. 
“Il che è strano perché sei stato fantastico per tutta la giornata.” Si inserí Peter. 
'Concordo. Ma ci riuscirò prima a poi, un giorno uscirà con me.” Replicò James convinto di sé stesso. 
“Per ora sei riuscito a farti odiare e a spaventarla.” Ribatté Remus. 
“Spaventarla?” Si stupì James. 
“A me non è sembrata affatto spaventata, più che altro schifata.” Notò Sirius perplesso. 
'Bheeee…” Cominciò Remus con aria colpevole. 
James si illuminò e lo prese per le spalle. “Tu sai qualcosa! Lei ti ha detto qualcosa! Ti prego dimmelo!” 
“Non posso James, mi ha chiesto di non farlo!” Si scusò Remus con aria afflitta. 
“Allora indagherò da solo!” Esclamò James alzandosi in piedi di scatto. “Star! Vai a indagare!” Ordinò subito dopo facendo ridere Sirius. 
La ragazza guardò l'ora preoccupata. “Ci proverò, comunque è molto tardi quindi sarà meglio andare tutti a dormire. Buona notte.” Una volta salutati i suoi amici Star si avviò verso il dormitorio femminile, come aveva immaginato tutte le sue compagne già dormivano. Si cambiò in fretta e si infilò a letto il quale cigolò rumorosamente come al solito. 
“Sei tu Star?” Chiese in un sussurro la voce di Lily. 
“Si, mi dispiace averti svegliata.” Replicò la mora. 
“Non fa niente, non dormivo.” 
“Oh, perché?” 
“Non ci riesco… pensavo…” 
“Pensavi a tua sorella?” 
La rossa non rispose per un po’ e Star le lasciò il suo tempo. 
“Si.” Disse infine piano. “Potter…James… lui con te è sempre così… intendo… così fraterno…?” Aggiunse poi. 
“Bhe, si. È molto dolce, si preoccupa per me e tutto il resto. Ma credo sia normale; lui ha scelto di essere mio fratello, mi ha scelta così come sono. Mi conosceva già quando sono stata adottata e ha chiesto lui ai suoi genitori di farlo. Voleva me come sorella, nel bene e nel male. Con tutti i mie problemi, ha scelto me. Mentre cose così non succedono nelle famiglie di sangue. Lì non puoi scegliere…. I Malandrini… loro per me sono la famiglia che ho scelto di avere. Noi ci sentiamo così. Non perché non abbiamo una famiglia di sangue, e nemmeno perché fa schifo perché i genitori di James sono fantastici, ma solo perché ci siamo scelti. E vogliamo davvero essere vicini l'un l'altro e quindi volerci bene diventa facile. Anche quando Sirius mi fa arrabbiare o James si intromette nelle mie relazioni…. Non sono mai davvero arrabbiata con loro. Perché ho scelto di stare con loro per mille lati positivi che hanno e perché mi fanno davvero sentire bene anche se non succede sempre. Però accade il novanta per cento delle volte e quando non accade si scusano e rimediano a tutto. Invece mia madre… non l'ho scelta… e lei non ha scelto me… infatti mi ha abbandonata. E io ho scelto di abbandonare lei, ma resterà sempre mia madre in qualche modo, perché mi ha dato alla luce. E Petunia sarà sempre tua sorella, e l'unica cosa che puoi scegliere di fare è se accettarla così com’è o no. Anche se ti sembra che ti odi, io non ho accettato che mia madre mi odi e quindi la odio, ma non vuol dire che tu devi fare lo stesso, tu puoi amare tua sorella così com’è e forse un giorno lei farà lo stesso con te.” 
Lily rimase ancora in silenzio. “Grazie. Davvero.” Disse dopo così tanto tempo che Star aveva già iniziato ad addormentarsi. 
“Spero solo di esserti stata utile. Buona notte.” Rispose la mora chiudendo gli occhi. 
“Lo sei stata. Buona notte.” 
Mentre Star stava per scivolare nel sonno udì Lily rigirarsi ancora nel letto e sussurrare ancora qualche parola: “Mi sono divertita davvero oggi, grazie anche di quello.” La sua voce era talmente serena che Star poté quasi vederla sorridere prima di scivolare nel mondo dei sogni. 


 

****
Lo so... sono stata davvero lenta! Come sempre. Mi dispiace davvero tanto ma purtroppo non ho molto  tempo libero. Posso solo dirvi che non ho intenzione  di mollare. Finito questa storia prima o poi. (Spero di non ritrovarmi a novant'anni a scriverla ancora). E ringrazio tutti voi  che ancora mi seguite e mi date forza con i vostri commenti. Grazie a tutti.
Ciao ciao 

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Capitolo 13
*** Cuori di Carta e Cioccolatini ***


Star recuperò tutte le lezioni perse nella prima settimana di febbraio facendosi interrogare in tutte le materie e eseguendo tutti i compiti in classe richiesti; l'ultimo, venerdì 3 febbraio, era programmato anche per tutti gli altri studenti del suo anno di Pozioni. Lumacorno era stato davvero intransigente e aveva richiesto loro una pozione alquanto macchinosa e precisa. Fortunatamente quando uscirono dall'aula a esaminazione conclusa nessuno era ancora saltato in aria, anche se c'era ancora tempo visto che le pozioni dovevano riposare per 24 ore prima di essere pronte e quindi giudicate. Ma sarebbe stato un problema del professore.

Remus, che aveva più problemi di tutti in pozioni era decisamente avvilito. James si stiracchiò e gli posò una mano sulla spalla battendo amichevolmente. "Su su. Ora abbiamo un lunghissimo weekend per dimenticare tutto e riposare."

"Facile per te," Replicò Remus. "Sei il migliore tra noi in Pozioni."

James rise. "No, Star è la migliore."

"Star è la migliore in tutto." Sbuffò Remus. Peter gli si avvicinò per consolarlo nonostante la sua pozione fosse alquanto disgustosa.

"Già, per questo pensavo di essere stata esclusa a vita da questi discorsi. Per favore. Non pensate a me. Sono una Bolide di enciclopedia vivente! È come barare in realtà." Sbottò lei.

Sirius si fermò in mezzo al corridoio con aria truce. "Un momentino."

"Hai dimenticato qualcosa, Sir?" Gli chiese James perplesso.

"No... non ci avevo mai pensato ma... è vero." Continuò il giovane Black sempre più sconvolto.

"Di cosa diamine stai parlando?!" Provò ancora James.

Sirius puntò il dito indice verso Star quasi con aria offesa. "Tu! Tu hai.... Barato!" Disse l'ultima parola portandosi la mano al cuore con un'espressione talmente tragica che per mezzo secondo Star si sentì davvero in colpa. Ma poi si riprese. "Certo che si." Affermò soddisfatta.

Sirius cadde a terra svenuto. Peter lanciò un urletto come uno squittio. La ragazza gli si avvicinò gli tastò il polso e guardò James, Remus e Peter con aria seria. "E' morto." Dichiarò, poi si alzò allegra. "Oh, bhe, capita!"

Sirius aprì immediatamente gli occhi sollevando il busto di scatto. "CAPITA?!" Urlò sconvolto.

"Ah sei vivo...." Notò Star monotono.

"Grato di essere così importante nella tua vita." Replicò Sirius alzandosi in piedi e spolverandosi la divisa. Star gli sorrise scompigliandogli i capelli. "Naaa, scherzavo, ci saresti mancato molto." Spiegò lei tranquilla.

"Si, saresti mancato soprattutto a Peter, gli hai quasi fatto venire un attacco di cuore." Scherzò James.

"Sembrava molto realistico." Si scusò Peter.

"Si, si è notato dal tuo urletto." Lo prese in giro Sirius.

"Non ho fatto nessun urletto." Sbottò Peter.

"Permettimi di dissentire:" Commentò James prima di lanciarsi in una perfetta imitazione dello squittio di Peter facendo ridere tutti, Peter compreso.

"Allora, cosa facciamo adesso? Abbiamo tutto il weekend libero e..." Cominciò James ma Thomas si avvicinò a loro.

"Ricordati che usciamo insieme a San Valentino. Hai promesso." Disse il Tassorosso a Star.

"Si, certo." Rispose lei sorridendo e poi Thomas poggiò le sue labbra su quelle della ragazza in un lieve bacio prima di sparire tra la folla.

"Quindi cosa gli regalerai?" Le domandò Sirius curioso.

"Di che cosa stai parlando?" Chiese Star.

"Uscite insieme a San Valentino. Quindi gli regalerai per forza qualcosa per San Valentino o no?" Si spiego lui.

"Oh." Mugugnò lei fermandosi in mezzo al corridoio con lo sguardo assorto.

"Oh?" La imitò Remus. "Non dirmi che non ci avevi pensato..."

"Non te lo dico. Ma tu dimmi cosa si regala a San Valentino." Borbottò lei.

"Sorellina sei un caso perso." Sbuffò James.

I Malandrini e Peter salirono alla torre e lungo il tragitto Peter e Remus proposero mille idee regalo a Star.

"Potresti fare sesso con lui." Se ne uscì Sirius mentre si buttava sul suo letto a pancia in giù.

"Scusa?!" Esclamò la ragazza sconvolta.

"Star è troppo piccola per fare sesso. Lei non farà sesso." Lo riprese James.

"Posso decidere per me, James." Si irritò Star. "Comunque credo che gli farò un biglietto come mi ha consigliato Peter e comprerò dei cioccolatini come ha detto Remus." Concluse.

Sirius riemerse dal suo letto sogghignando. "Non ti stai impegnando molto in questa relazione, eh?"

"Non è vero!" Replicò lei scocciata. "E comunque non bisogna per forza fare sesso per impegnarsi in una relazione."

"No, è vero." Ammise Sirius avvicinandosi a lei. "Ma se ti fossi impegnata fin ora sapresti benissimo cosa il tuo ragazzo vorrebbe ricevere a San Valentino. La maggior parte vuole sesso comunque. In ogni caso io non so che tipo sia il tuo Thomas ma il punto è che non lo sai neanche tu."

La ragazza lo fissò sconvolta per un paio di secondi, poi apri la bocca per parlare ma la richiuse subito trattenendo il respiro per la rabbia. "Bhe..." Cercò di dire ma era così furiosa che si voltò e uscì dalla stanza.

Per un po' tutti i ragazzi rimasero in silenzio e poi, quando fu chiaro che la loro amica non sarebbe tornata, James guardò Sirius sorridendo. "La stai proprio conquistando alla grande, amico mio." Commentò a un passo dallo scoppiare a ridere.

"Non voglio più conquistarla. Te l'ho detto. Mi sembra solo strano che continui a stare con quel Thomas se il loro rapporto è così superficiale." Replicò Sirius tornando a stendersi.

"In effetti è un po' strano. I regali di Star sono sempre stati molto ... ben pensati. Non ha mai dovuto chiedere aiuto a nessuno." Rifletté Remus.

"Già anche al primo anno..." Sirius non concluse la frase ma estrasse dal colletto della camicia il piccolo sassolino blu con il suo soprannome inciso sopra. Anche James e Remus estrassero i loro ciondoli.

"Lo portate dal primo anno?" Chiese Peter.

"Mai tolti." Confermarono i tre.

"Ci ricordano troppo lei." Aggiunse James sorridendo.

Nel frattempo nel dormitorio femminile star camminava su e giù in preda ai suoi pensieri. Non aveva visto Thomas molte volte ma infondo avevano sempre parlato. Qualcosa di lui doveva pur conoscere. Cercò nel suo baule senza sapere cosa cercava e notò la collana con la stella che lui le aveva regalato per il suo compleanno. Le era piaciuta davvero, lui la conosceva... o forse aveva solo avuto fortuna?

Pensò ancora al sorriso dolce e gentile di Thomas e poi uscì dalla torre di Grifondoro diretta verso un passaggio segreto particolare. Si, si sarebbe impegnata.

.........

Per il resto del weekend e tutta la settimana Star uscì dal suo dormitorio solo per studiare con Remus o con Lily i quali dovevano per questo subire i continui interrogatori di James e Sirius.

"Ma cosa sta facendo?" Chiese esasperato James il venerdì sera quando Remus e Star tornarono dalla biblioteca e lei scappò subito in dormitorio.

"Credo che se la sia davvero presa per quello che le ha detto Sirius." Spiegò Remus.

"Non cercare di dare la colpa a me, le ho solo fatto capire che forse non si stava davvero impegnando in questa relazione." Sbuffò Sirius.

"In ogni caso sta preparando qualcosa per Thomas." Replicò Remus stendendosi sul divano e facendo quindi spostare Sirius e James.

"Da quando sei diventato così prepotente?" Sbottò James alzandosi.

"Mi ha detto Star di farlo." Remus alzò le spalle tranquillo.

"Star ti ha detto di trattarli così?" Si stupì Peter.

"Oh si, mi ha detto di prendermi i miei spazi."

"E perché?" Domandò James.

"Perchè mi ha detto che sareste stati troppo impegnanti a pensare a lei per badare a me e che quindi potevo starmene tranquillo e fare quello che volevo, non vi siete nemmeno accorti che vi ho costretto a fare tutti i vostri compiti giorno per giorno." Spiegò Remus soddisfatto spiazzando completamente i suoi due amici.

In quel momento Star ridiscese le scale soddisfatta reggendo in mano un gigantesco bigliettino a forma di cuore pieno di brillantini. "TA DAN!" Esclamò.

"Cosa sarebbe quello?" Chiese Sirius con un mezzo sorriso ironico.

"Il mio regalo per Thomas. Domani usciremo insieme e glielo consegnerò." Rispose lei felice.

"Non credi che sia un po' esagerato?" Domandò suo fratello fissando quel cuore di carta piegato a metà alto quasi quanto la ragazza.

"Oh, aspetta, devi ancora vederlo dentro." Lei aprì il biglietto con qualche difficoltà viste le dimensioni e subito mille cuoricini volarono verso i ragazzi e una forte musica li fece quasi finire a terra, tutti i presenti nella sala si voltarono a guardare quel mega biglietto sonoro.

"Visto! Dimmi ora chi non si impegna abbastanza!" Cantò vittoria Star chiudendo il bigliettino.

Sirius aprì la bocca per dirle qualcosa come "Non credo che le dimensioni dimostrino il tuo impegno." ma poi ci pensò un attimo e decise di lasciare che le cose andassero come dovevano andare. "Sai cosa?" Disse infine. "Credo sia perfetto."

"Seeee..... meraviglioso." Commentò incerto James.

Remus le sorrise incoraggiante e Peter sembrò deluso, Star lo vide e disse dubito "Ovviamente ho preparato anche dei dolcetti, sono nel mio dormitorio in una scatola molto carina, sono cioccolatini fatti da me, sono andata a Mielandia per farli." Il ragazzo le sorrise felice che anche il suo consiglio fosse stato seguito.

"Solo una cosa:" Cominciò James. "San Valentino non sarà martedì?"

"Si, esatto, ma Thomas voleva andare a Hogsmeade e quindi abbiamo deciso di festeggiare con un paio di giorni in anticipo, molti altri lo faranno, infondo martedì avremo lezione quindi non ci sarà molto tempo. In più fino a pranzo saremo con un altro paio di coppie di suoi amici, sarà una giornata carina spero e..." LA ragazza si bloccò all'improvviso.

"E?" Fece Sirius curioso.

"Tu devi aiutarmi a vestirmi." Ordinò Star puntando il dito contro il giovane Black.

"Perchè io? Fatti aiutare dalle tue amiche." Replicò lui.

"Oh no, interverrebbe Mary e lei ha dei gusti un po' troppo spinti per una giornata di questo tipo, voglio essere carina, tutto qui." Spiegò lei.

Sirius la fissò con sguardo poco interessato e poi sospirò come a concederle un immenso favore. "Va bene, andiamo a sceglierti qualcosa da mettere."

"Grazie, ti aspetto nel vostro dormitorio." La giovane partì di corsa verso il dormitorio femminile portando con sé il suo gigantesco biglietto.

Sirius, James, Remus e Peter salirono nel loro dormitorio e ritrovarono Star seduta sopra il suo baule con aria allegra.

"Mi spiegate da quando esattamente Sirius è diventato l'esperto di moda qui?" Sbuffò James sedendosi sul suo letto.

Sirius si voltò verso di lui sventolandogli una mano contro. "Senti, cocco, io sono da sempre l'autorità in fatto di moda qui. Ti sembra che ci sia qualcuno che si veste meglio di me tra voi?!"

"IO mi vesto bene!" Replicò James sentendosi offeso.

Sirius portò il busto all'indietro per dargli una lunga occhiata dalla testa ai piedi. "Se, se, come credi. Illuso." Commentò poi.

James fece per replicare qualcosa ma Sirius lo zittì con un rapito gesto della mano. "Mi occuperò di te più tardi, ora ho un altro disastro a cui pensare."

"Sarei io?!" Sbottò Star.

"No, tesoro, tu sei perfetta, o lo sarai dopo il mio intervento." La rassicurò Sirius.

"Non chiamarmi tesoro!" Sibilò lei.

"Dai, su, fammi vedere cos'hai." Il giovane Black la spostò dal suo baule e cominciò a frugarci dentro. Remus e Peter iniziarono una partita a carte mentre Star, seduta sul letto di James si lasciava accarezzare i capelli da suo fratello.

Finalmente Sirius consegnò dei vestiti a Star e la spedì in bagno. Dopo qualche minuto la ragazza uscì indossando delle calze nere abbastanza spesse per sopportare il vento di febbraio, anche se lei non aveva bisogno, poi una bella gonna a tema scozzese rosso e nero a vita alta, infine una bella maglietta nera con le maniche lunghe ma lasciate cadere morbide oltre le spalle e un po' di pizzo sul bordo superiore.

"Grazie, è perfetto!" Esclamò la ragazza guardandosi allo specchio.

"Se domani non farà molto freddo potrai anche mettere la giacca in pelle rossa che ti hanno regalato mamma e papà." Le ricordò James.

"Si, è una buona idea." Accettò la ragazza.

"Basta che non rovini il mio outfit." Si intromise Sirius.

"Ma taci!" James gli tirò addosso un cuscino che il giovane schivò e finì sulle carte di Remus e Peter che volarono ovunque. Partì subito una battaglia con i cuscini che si concluse con tutti stesi a terra tra le carte esausti. James estrasse la sua bacchetta e fece volare in alto la macchina fotografica in modo che inquadrasse tutti e poi scattò la foto.

"Penso sarà uno dei nostri migliori ricordi." Disse poi.

"Perchè?" Chiese Star curiosa.

"Bhe, Sirius non lo ammetterà mai, ma ci mancavi." Le confidò suo fratello stringendola poi in un forte abbraccio.

"Grazie." Mormorò lei.

 

................

 

Sabato mattina Star si alzò di buon umore e si vestì, indossò anche la collana con la stella regalatale da Thomas, sembrava che il vento si fosse calamo quindi indossò la giacchetta in pelle rossa e scese a fare colazione; aveva fatto un incantesimo al biglietto e alla scatola di cioccolatini che li aveva ridotti in minuscoli dimensioni così che poté tranquillamente infilarli nella tasca della giacca.

In Sala Grande individuò subito i suoi amici seduti al tavolo di Grifondoro e li raggiunse.

"Stai molto bene oggi." Commentò Sirius mentre lei salutava suo fratello con un bacio.

"Si, lo so, sei stato molto bravo e ti ringrazio." Borbottò lei senza però perdere il sorriso, anzi scompigliò i capelli di Sirius e poi gli si sedette accanto.

I Malandrini e Peter fecero colazione insieme e vista la felicità della ragazza Remus nascose subito la Gazzetta del Profeta di quel giorno, le cattive notizie erano sempre di più ma non era la giornata adatta per preoccuparsene, comunque loro non avrebbero potuto farci niente.

Thomas li raggiunse una volta finito di mangiare, salutò tutti e prese Star per mano accompagnandola all'uscita.

"Sei molto bella oggi." Si complimentò lui.

"Ti ringrazio, anche tu stai bene." Il ragazzo le sorrise per ringraziarla, indossava un paio di jeans normalissimi e una felpa rossa sotto il cappotto nero.

Due ragazzi e due ragazze li attendevano appena fuori dal castello pronti per andare ad Hogsmeade.

"Questi sono Lucy, Matt, Annabeth e Patrik lo conosci già." Thomas le presentò i suoi amici indicandoglieli uno a uno.

"Piacere, e buon giorno a tutti." Li salutò lei. I ragazzi risposero al suo saluto mentre le ragazze la presero sotto braccio e cominciarono a farle mille domande.

"Tu sei Star, vero?"

"Ho sentito che sai fare magie straordinarie."

"E che aiuti spesso le tue amiche a farsi belle."

"E che sai fare degli abiti stupendi."

"Ehm..." Disse solo Sta voltandosi incerta verso Thomas mentre camminavano verso la cittadina. Lui le sorrise rassicurante e per tutto il tragitto Star cercò di essere il più amichevole possibile con Lucy e Annabeth, era stanca di avere problemi con le ragazze e loro era solo entusiaste come Ann e Sophia. Una volta a Hogsmeade le ragazze trascinarono Star a guardare tutte le vetrine e riuscirono a convincerla anche ad entrare con loro in qualche negozio di vestiti.

"Tu non provi mai niente?" Le chiese Matt che ormai si portava appresso già un paio di borse di acuisti della sua ragazza.

"Oh, non amo i vestiti che vendono, di solito hanno sempre qualche difetto che fa sentire male le ragazze, preferisco farmeli su misura, è per questo che sembro molto carina, perché i miei vestiti mi calzano sempre a pennello." Rispose lei.

"Oh, che pensiero carino. Ma tu saresti bellissima comunque, io invece... è già il quinto vestito che provo, non mi sta bene niente." Commentò Annabeth.

"Visto, che ti dicevo?" Disse Star a Matt prima di raggiungere la ragazza che si stava struggendo davanti allo specchio. "Non ti sta bene perché non segue bene la tua figura." Con dei rapidi tocchi Star sistemò l'abito accomodandolo sul corpo di Annabeth che sorpresa notò davvero una certa differenza.

"Sei bravissima!" Si complimentò Lucy uscendo in quel momento dal suo camerino. "Poi farlo anche con questo?"

Star acconsentì di buon grado e una volta acquistati i vestiti la loro gita proseguì.

Andarono tutti a mangiare ai Tre Manici di Scopa e Star ne fu visibilmente sollevata, le parve anche di intravedere i suoi amici in un tavolino dall'altra parte della sala ma il locale era così pieno che non poteva esserne del tutto certa.

Una volta pranzato le coppie si divisero e lei e Thomas poterono finalmente camminare in pace, mano nella mano, per le vie meno trafficate.

"Mi dispiace se la presenza dei miei amici ti ha messo a disagio in qualche modo, non sembravi molto felice di passare del tempo con Annabeth e Lucy." Commentò lui.

"Oh, no. Nessun disagio, solo che faccio molta fatica ad abituarmi alla compagnia femminile ma loro due sono ragazze a posto, non è stato poi così difficile, mi sono anche divertita." Rispose lei tranquilla.

Giunsero in un piccolo giardinetto completamente deserto e Star prese coraggio.

"Io ho un regalo per te, per San Valentino." Dichiarò.

"Oh, ti ringrazio, anche io ho qualcosa per te ma prima tu."

Star estrasse dalla tasca la scatola di cioccolatini riportandola a dimensioni normali. Il giovane la prese e la aprì immediatamente assaggiandone subito uno, alzò lo sguardo su Star per farle un complimento ma si blocco vedendo l'immenso biglietto a forma di cuore, la giovane lo aprì e subito la canzone riempì ogni angolo del giardino come anche i cuoricini svolazzanti. Dopo qualche secondo Star richiuse il biglietto per vedere la reazione di Thomas, il giovane era visibilmente infastidito.

"Non ti è piaciuto..."

Thomas la guardò sconvolto "All day and all of the night?" LE domandò citando il titolo della canzone.

"Si, mi sembrava carina come canzone, è romantica e..." Cercò di spiegarsi lei.

"E è la canzone che hai ballato con Sirius quella sera che abbiamo litigato. Litigato perché avevi ballato con Sirius, e tu lo hai fatto di nuovo, con questa canzone. Quindi è uno scherzo? Mi prendi in giro per caso?" Continuò lui interrompendola.

Star riflettè un secondo e all'improvviso si ricordò della festa per sole ragazze, dello spogliarello di Sirius che la aveva inclusa in qualche modo, e di come aveva ballato con lui quella canzone dopo aver litigato con Thomas. Si maledisse profondamente per amare così tanto i Kinks e quella canzone in particolare, e per non aver pensato a perché le piaceva così tanto. "Mi dispiace, non l'ho fatto di proposito, mi sembrava solo una bella canzone."

"Si, ho notato che ti piace molto, e che ti piace molto ballarla con Sirius. Tanto che non ti è venuto in mente nemmeno per un secondo del nostro litigio mentre io ogni volta che la sento percepisco il mio cuore sprofondare un pochino a causa di quei brutti ricordi." Sbottò il giovane ora decisamente arrabbiato.

"Io te l'ho già spiegato che noi siamo solo amici." Gridò lei disperata.

"Bhe a me non sembra affatto." Concluse lui così furioso da non aver nemmeno la forza di gridare. "Questo è per te." Disse lanciandole un pacchetto e voltandosi per andarsene.

Star provò a fermarlo prendendolo per un polso ma lui si liberò della presa e scomparve tra gli alberi e poi tra le strade affollate della cittadina. Dopo aver provato a ritrovarlo senza successo Star tornò indietro e raccolse il piccolo pacchettino da terra, lo aprì; dentro vi trovò un anellino molto carino con una stellina uguale a quella della collana. La giovane cercò di riflettere su sé stessa e su ciò che aveva fatto ma mille pensieri le si affollarono in testa e iniziò a sentirsi confusa e molto triste, in colpa e le batteva forte il cuore e non riusciva a capirne il motivo. Quando fu stufa di quegli inutili tentativi posò il pacchetto sulla panchina dove si era seduta con Thomas e se ne andò. Mentre camminava verso il catello fu presa da un profondo sconforto; aveva perso Thomas, forse per sempre e per una semplice distrazione. Sirius aveva ragione su di lei, non si stava impegnando davvero in quella relazione, non ricordava quasi mai nulla di quello che Thomas le aveva detto, di cosa avevano parlato, di cosa gli piacesse, di quali fossero i suoi desideri e i suoi sogni, nessuna canzone che sapeva piacergli, per questo ne aveva scelta una che piaceva a lei e che le sembrava centrasse qualcosa con Thomas ma non aveva riflettuto abbastanza su quel ricordo. Thomas associava quella canzone ad un ricordo spiacevole in modo immediato e lei no, anche se si era sentita male durante quel litigio quella canzone continuava a piacerle.

Arrivò al suo letto senza aver ancora concluso niente. Si stese e si raggomitolò sotto le coperte, si addormentò subito, senza nemmeno cambiarsi.

Si risvegliò solo quando si sentì scuotere dolcemente. Aprì gli occhi incontrando quelli verdi preoccupati di Lily.

"Qualcosa non va tesoro?" Le chiese la voce di Alice da qualche parte nella stanza.

"Sono stata un'idiota." Borbottò Star avvolgendosi ancora di più nelle coperte.

"Cos'è successo?" Domandò Lily.

"Non gli è piaciuto il mio regalo." Mormorò lei.

"Oh, ma è impossibile, ti sei impegnata così tanto, si forse era un po' sopra le righe ma...." Cominciò Lily.

Star la fermò con uno sguardo sconsolato. "Ho usato la canzone che ho ballato con Sirius dopo aver litigato con lui alla festa per sole ragazze."

"Oh." Riuscirono solo a dire la rossa e Alice.

"Già." Mugugnò la mora sprofondando il viso nel cuscino. "Stupida me, stupida me, stupida me!" Cominciò a ripetere poi sbattendoci la testa.

"Non fare così." La pregò Alice.

"Perché no? Voi ragazze continuate ad invidiarmi ma non c'è niente da invidiare in me! Sono un completo disastro in tutto ciò che riguarda le relazioni, non sono in grado di avere un ragazzo... rimarrò sola a vita. O meglio, starò con i Malandrini e li guarderò vivere felicemente con le loro mogli e avere figli e una casa e io niente." Si disperò Star.

"Oh, ma non è vero." La riprese Lily.

"E poi non sai ancora se Thomas ti ha lasciata no? Certo era arrabbiato ma capita a volte di arrabbiarsi e litigare. Succede anche a me e Frank e pensa che lui è un tipo solitamente mite e gentile ma in una relazione è semplicissimo fare un passo falso, l'importante è saperne parlare insieme per rimediare." Le raccontò Alice.

"Si ma non credo che riuscirà a perdonarmi dopo una cosa del genere... in più... Sirius mi ha detto che non mi sto impegnando in questa relazione e io credo abbia ragione... persino lui è innamorato di una ragazza invece io..." Cercò di spiegarsi Star.

Lily le accarezzò la schiena dolcemente. "Vuol dire che tu non sei innamorata di Thomas?"

"Non lo so... non riesco a capire. Cosa si prova quando si è innamorati?" Domandò la ragazza dagli occhi cobalto.

Alice rise piano. "Oh, tesoro. Non ci si innamora quasi mai all'istante, spesso dobbiamo prima imparare a conoscere l'altra persona, ora io so di essere innamorata di Frank perché vorrei un futuro con lui e vorrei impegnarmi davvero nella nostra storia nel senso che vorrei continuasse fuori da Hogwarts e pensiamo entrambi al matrimonio, ne parliamo spesso e so che se lui stesse male per qualcosa starei male anche io e vorrei essergli accanto e voglio che lui mi stia accanto quando sto male io. Ma tutto questo non è iniziato subito, prima uscivamo e basta, abbiamo visto come andava, abbiamo scoperto cose l'uno dell'altra e abbiamo imparato a fidarci, la fiducia è molto importante, devi fidarti di Thomas, non da subito ma devi sentirti bene con lui almeno, altrimenti non credo potrà mai nascere qualcosa. In ogni caso se ti senti bene almeno un po' il resto potrebbe arrivare con il tempo, o anche no, non è una tragedia, potrebbe non essere semplicemente quello giusto, Lily è uscita con dei ragazzi anche solo per una sera perché si è resa subito conto che non erano adatti a lei, magari devi provare con qualcun altro, come un vestito o delle scarpe."

"Ma smettila!" Sbuffò Lily arrossendo per il fatto che la sua amica avesse parlato delle sue uscite romantiche. "Credo che Alice abbia ragione, comunque. Lei me lo ripete sempre quando torno da un'uscita che non è andata affatto bene, bisogna provare a conoscere un po' di gente... non succede tutto subito e con il primo che passa."

"Magari dovresti provare a conoscere mio fratello." Buttò lì Star, decisamente meno triste.

La rossa tossì. "Se, magari quando avrò provato con tutti gli altri esseri viventi di sesso maschile." Rispose ma poi sorrise subito.

"Grazie ragazze. Mi avete davvero aiutata, ora sto meglio." Star sorrise e uscì dal suo bozzolo di coperte.

"Oh, che peccato, e io che pensavo che potevamo deprimerci tutte insieme." Disse Alice delusa.

"Deprimerci?" Chiese Star sconvolta.

"Oh, si, Alice pensa che sia positivo esternare i nostri sentimenti, non dobbiamo essere sempre felice, essere tristi va bene. E possiamo anche esserlo per un po'." Le spiegò Lily.

"Capisco, e quindi cosa fate quando siete depresse?" Si incuriosì la mora.

Alice sorrise. "Ti sono avanzati un po' di cioccolatini?"

Star estrasse una seconda scatola dal cassetto del suo comodino e Lily fece partire una canzone molto triste. Dopo pochi minuti le tre ragazze erano sedute sul letto a mangiare cioccolata e raccontarsi le reciproche disavventure amorose.

"... e poi lui mi ha regalato un anello, un anello vero! E io ero andata lì per dirgli che non mi interessava più uscire con lui perché nel frattempo avevo conosciuto Frank e lui mi interessava di più!" Spiegò Alice ridendo e facendo ridere anche le sue due amiche.

"Non ci credo!" Si stupì Star.

"Oh, si, raccontale cosa hai fatto dopo." La pregò Lily già ridendo.

"Oh, si... hahaha... aspetta... hahahah... io gli ho detto che l'anello poteva regalarlo alla sua altra fidanzata...hahaha.... visto che lo sapevo che mi tradiva." Continuò Alice tra una risata e l'altra.

"Oh, ma è terribile, lui ti tradiva?!" Si sorprese Star.

"Ah, no, è proprio qui che sta il bello: mi sono inventata tutto per avere una scusa per lasciarlo!" Rispose la ragazza scoppiando poi in una fragorosa risata.

Lily le battè una mano sulla spalla si indicò le orecchie. "Aspetta, aspetta!"

In quel momento la canzone stava per giungere al ritornello per circa la decima volta. Alice sollevò un cioccolatino come per brindare e cominciò a cantare.

"All by myself 
Don't wanna be"

Star e Liy si unirono a lei in un coro che doveva essere depresso ma che ormai era collassato in una strana felicità. 
"All by myself 
Anymore"

Era una sensazione che Star non aveva mai provato prima, le ragazze ridevano dei loro sbagli e delle cose brutte che erano successe loro ma ammettevano che quando erano successe da poco ci avevano prevalentemente pianto su e basta, ma ora sembrava andare tutto bene, la vita andava avanti e anche loro. Avevano come realizzato qualcosa a cui Star non riusciva ancora completamente ad arrivare, però sentiva che qualunque cosa fosse successa con Thomas non sarebbe stata così tragica se avesse avuto la possibilità di parlarne con loro.

"Hard to be sure 
Sometimes I feel so insecure 
And love so distant and obscure 
Remains the cure

All by myself 
Don't wanna be 
All by myself 
Anymore"

Cantarono ancora e ancora, mangiando cioccolata e ridendo delle loro sventure. Sembrava quasi che il tempo si fermasse, come se quel momento non fosse reale. Saltarono pure la cena e si accorsero dell'ora tarda solo quando le altre ragazze rientrarono da Hogsmeade dicendo che si erano fermate lì così a lungo che la McGranitt stava per dare i numeri.

"Sono felice che vi siate divertite." Disse Star sincera.

"Hei, ma tu non dovevi uscire con Thomas oggi?" Chiese Sophie.

"Oh, si. Ma non è andata molto bene." Rispose la mora lanciando uno sguardo divertito a Lily e Alice. "In compenso mi sono depressa."

"Oh, le cure di Alice sono arrivate anche a te vedo, ma cosa hai combinato con Thomas." Domandò Mary curiosa.

"Ho usato la canzone che ho ballato con Sirius dopo aver litigato con lui per il suo biglietto di San Valentino." Spiegò brevemente l'interessata.

"Auch!" Commentò Ann.

"Ma sembra che vi siate divertite comunque." Emmeline sorrise alla vista della scatola vuota di cioccolatini.

"Oh, si, forse mi sono divertita più così che con Thomas." Le assicurò Star felice.

"Bene!" Esclamò Alice soddisfatta abbracciandola forte, all'abbraccio si unirono tutte le altre ragazze.

"Comunque dovresti scendere dai tuoi amici, credo che abbiano incontrato Thomas perché ti cercavano e avevano l'aria molto preoccupata." Le riferì Jane.

"Va bene, ma dipende da chi aveva l'aria preoccupata, non devi mai guardare James, lui è sempre preoccupato quando si tratta di me, mentre Sirius è fin troppo tranquillo, quindi guarda Remus. Remus è sempre la risposta." Spiegò Star uscendo dal dormitorio.

Non appena la ragazza raggiunse la Sala Comune praticamente deserta James la strinse forte a sé.

"Abbiamo incontrato Thomas, e non eri con lui, e lui ci ha detto che probabilmente non saresti mai più stata con lui. E poi ha insultato Sirius senza un particolare motivo e se n'è andato via maledicendo i Kinks. Quindi immagino che qualcosa non sia andato come previsto... mi dispiace." Disse lui.

Lei gli sorrise e cercò di rendere l'abbraccio più morbido ma si lasciò comunque circondare dalle braccia di suo fratello. "Non ti preoccupare, Alice e Lily mi hanno aiutato a superare la cosa. Apparentemente è normale che le relazioni abbiano qualche problema, in più mi hanno ricordato che Thomas è solo il mio secondo tentativo, non è che per forza devo sposarlo o che, posso solo provare ad uscire con lui finché le cose vanno bene e se non dovessero andare bene... allora non era quello giusto."

"Oh, bene. Allora ok." James la guardò ancora per qualche secondo ma poi sorrise a sua volta. "Bene, se hai bisogno di qualcosa sai dove siamo."

"Certo." Star lanciò uno sguardo oltre la spalla di suo fratello per sorridere a Remus e Peter. "Tutto a posto." Affermò. Poi notò qualcosa: "Dov'è Sirius?"

"Credo sia ancora in giro con il suo appuntamento giornaliero." Rispose Remus.

"Capisco... credo che andrò a fare un giro." Replicò lei.

"Dopo il coprifuoco?" Scherzò James fingendosi sconvolto.

"Noooo, io non lo farei mai!" Finse la giovane facendo ridere i suoi amici.

James la strinse ancora un secondo e poi la lasciò andare. "Ti voglio bene." Le ricordò. "Sicura che non vuoi compagnia?"

Star sorrise e scosse la testa. "Non starò fuori molto ma sono stata seduta per molto tempo e vorrei camminare un po'. Ti voglio bene anche io." Prima di uscire posò la mano sulla spalla di Remus e sorrise a Peter.

Una volta libera nei corridoi la ragazza cominciò una corsetta leggera per sgranchirsi un po' e scelse di dirigersi verso la Torre di Astronomia, così da fare un be giro. Giunta a destinazione decise di salire sulla torre, l'aria fresca la fece subito sentire ancora meglio, non aveva pianto ma il suo viso era comunque caldo e quell'aria sembrava un balsamo lenitivo. Le stelle splendevano nel cielo spazzato dal vento e la ragazza si appoggiò alle merlature fissando le luci in alto e cercando di ricordare qualche nome.

"Penso che tu stia cercando Orione." Una voce dal buio la fece sobbalzare, Sirius sbucò dalle tenebre.

"Non dovevi essere con la tua ultima conquista tu?" Sbottò lei, irritata da quell'interruzione dei suoi pensieri.

"Si, avrei dovuto, ma lei mi annoiava, preferisco venire qui a volte, e far credere a tutti di star facendo chissà che, è divertente." Il ragazzo sorrise nel suo solito modo scaltro che lo rendeva davvero sexy.

"Tu sei fuori." Commentò Star tornando a guardare il cielo.

"E tu sei stata lasciata." Ribattè lui.

"Non ancora." Si impuntò lei. "E come fai a dirlo? Hai incontrato Thomas?"

"Non mi serve incontrarlo, so benissimo che la tua sorpresa non deve esserli piaciuta." Spiegò il giovane.

Star si infuriò. "TU.... Tu lo sapevi! Ti ricordavi di quella canzone .... di quella sera."

Lui rise. "Certo che ricordo, non credo di potermelo mai dimenticare, eri davvero bella quella sera, e io ho fatto davvero furore. Non so se te lo ricordi ma ho vinto quella gara."

"Si, grazie a me!" Replicò lei scocciata.

"Si, può darsi. Ma non è stato solo merito tuo." Sirius si mise accanto a lei e fissò le stelle. La ragazza fece lo stesso ma anche se Sirius lo sapeva e non glielo aveva detto non si sentiva davvero arrabbiata con lui.

"Perchè non mi hai detto niente?" Chiese lei.

Il giovane si voltò verso di lei. "Della canzone intendi? .... Non mi era venuto in mente subito. Avrei voluto dirti che per me era un regalo un po' eccessivo e poco pensato e che non è che dimostrassi il tuo impegno solo perchè avevi fatto qualcosa di enorme. Comunque non avevo nemmeno sentito davvero la canzone, quel coso ha un volume altissimo. Me ne sono accorto questa mattina perchè mi sono ritrovato a canticchiarla e mi sono chiesto dove l'avevo già sentita e allora ho capito. E ho immaginato che a lui non sarebbe piaciuta molto."

"GIà..." Star sbuffò ma in realtà volve solo coprire una piccola risata.

"Quindi stai bene?" Le chiese poi Sirius.

"Si, grazie a Lily e Alice credo proprio di si, non è la fine del mondo. Quando Thomas si sarà calmato proverò a parlargli e se proprio non ne vorrà più sapere di me... me ne farò una ragione." >Spiegò lei.

"Sei molto saggia."

Dopo qualche secondo di silenzio, o forse qualche minuto, Star parlò di nuovo: "Tu immagini un futuro con quella ragazza? Quella che dici di amare?"

"Si... in effetti si. Penso sia una cosa seria, per questo sono convinto di amarla." Rispose lui tranquillo. "Perchè me lo chiedi?"

Star fece spallucce. "Mary dice che si è accorta che le cose con Frank stavano diventando serie quando hanno iniziato a pensare ad un futuro insieme. Penso di aver capito che è una cosa piuttosto importante in una relazione, ma che può avvenire subito come te e quella ragazza, o con il tempo."

"Penso di si, ma cosa ti dice che a me sia successo subito?"

"Oh, in effetti l'ho solo immaginato, non è che tu sia uscito spesso con una sola ragazza, quindi ho pensato che non la conoscessi da molto, o non la conoscessi affatto."

Sirius sorrise ancora. "In realtà penso di conoscerla abbastanza bene, è una donna complicata, ma a volte la osservo e mi accorgo che forse la conosco meglio io di quanto lei conosca sé stessa."

I due stettero in silenzio ancora un po' poi Star fece per dire qualcos'altro ma Sirius la fermò: "Ora basta domande, piccola spezza cuori. Vai a dormire, forse domani il tuo amato vorrà parlare con te."

"O forse non vorrà nemmeno vedermi." Sbuffò lei divertita.

"Non credo che esiste essere umano sulla terra che non voglia vederti." Replicò lui prima di sorriderle e andarsene via.

"Grazie per la compagnia." Gli gridò dietro la ragazza. "E per i complimenti." Aggiunse con tono decisamente più basso.

Sirius sventolò una mano in segno di averla sentita senza però girarsi e presto sparì sulle scale.

Star pensò che era davvero strano quel ragazzo, si chiese se lei sarebbe riuscita a osservare una persona così a lungo senza interagire con quella, senza rivelarle i suoi veri sentimenti. Forse no. Poi pensò che non aveva mai sentito il bisogno di rivelare nessun sentimento a Thomas e sorrise. "Vada come vada." Disse tra sé e sé sorridendo alle stelle.

 

 

 

******

Perdonatemi davvero! Spero che la vostra pazienza venga ripagata appieno da questo capitolo. Personalmente mi piace molto. Spero piacerà anche a voi.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Ciao ciao 

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Capitolo 14
*** Cuori di Carta e Cioccolatini ***


Star recuperò tutte le lezioni perse nella prima settimana di febbraio facendosi interrogare in tutte le materie e eseguendo tutti i compiti in classe richiesti; l'ultimo, venerdì 3 febbraio, era programmato anche per tutti gli altri studenti del suo anno di Pozioni. Lumacorno era stato davvero intransigente e aveva richiesto loro una pozione alquanto macchinosa e precisa. Fortunatamente quando uscirono dall'aula a esaminazione conclusa nessuno era ancora saltato in aria, anche se c'era ancora tempo visto che le pozioni dovevano riposare per 24 ore prima di essere pronte e quindi giudicate. Ma sarebbe stato un problema del professore.

Remus, che aveva più problemi di tutti in pozioni era decisamente avvilito. James si stiracchiò e gli posò una mano sulla spalla battendo amichevolmente. "Su su. Ora abbiamo un lunghissimo weekend per dimenticare tutto e riposare."

"Facile per te," Replicò Remus. "Sei il migliore tra noi in Pozioni."

James rise. "No, Star è la migliore."

"Star è la migliore in tutto." Sbuffò Remus. Peter gli si avvicinò per consolarlo nonostante la sua pozione fosse alquanto disgustosa.

"Già, per questo pensavo di essere stata esclusa a vita da questi discorsi. Per favore. Non pensate a me. Sono una Bolide di enciclopedia vivente! È come barare in realtà." Sbottò lei.

Sirius si fermò in mezzo al corridoio con aria truce. "Un momentino."

"Hai dimenticato qualcosa, Sir?" Gli chiese James perplesso.

"No... non ci avevo mai pensato ma... è vero." Continuò il giovane Black sempre più sconvolto.

"Di cosa diamine stai parlando?!" Provò ancora James.

Sirius puntò il dito indice verso Star quasi con aria offesa. "Tu! Tu hai.... Barato!" Disse l'ultima parola portandosi la mano al cuore con un'espressione talmente tragica che per mezzo secondo Star si sentì davvero in colpa. Ma poi si riprese. "Certo che si." Affermò soddisfatta.

Sirius cadde a terra svenuto. Peter lanciò un urletto come uno squittio. La ragazza gli si avvicinò gli tastò il polso e guardò James, Remus e Peter con aria seria. "E' morto." Dichiarò, poi si alzò allegra. "Oh, bhe, capita!"

Sirius aprì immediatamente gli occhi sollevando il busto di scatto. "CAPITA?!" Urlò sconvolto.

"Ah sei vivo...." Notò Star monotono.

"Grato di essere così importante nella tua vita." Replicò Sirius alzandosi in piedi e spolverandosi la divisa. Star gli sorrise scompigliandogli i capelli. "Naaa, scherzavo, ci saresti mancato molto." Spiegò lei tranquilla.

"Si, saresti mancato soprattutto a Peter, gli hai quasi fatto venire un attacco di cuore." Scherzò James.

"Sembrava molto realistico." Si scusò Peter.

"Si, si è notato dal tuo urletto." Lo prese in giro Sirius.

"Non ho fatto nessun urletto." Sbottò Peter.

"Permettimi di dissentire:" Commentò James prima di lanciarsi in una perfetta imitazione dello squittio di Peter facendo ridere tutti, Peter compreso.

"Allora, cosa facciamo adesso? Abbiamo tutto il weekend libero e..." Cominciò James ma Thomas si avvicinò a loro.

"Ricordati che usciamo insieme a San Valentino. Hai promesso." Disse il Tassorosso a Star.

"Si, certo." Rispose lei sorridendo e poi Thomas poggiò le sue labbra su quelle della ragazza in un lieve bacio prima di sparire tra la folla.

"Quindi cosa gli regalerai?" Le domandò Sirius curioso.

"Di che cosa stai parlando?" Chiese Star.

"Uscite insieme a San Valentino. Quindi gli regalerai per forza qualcosa per San Valentino o no?" Si spiego lui.

"Oh." Mugugnò lei fermandosi in mezzo al corridoio con lo sguardo assorto.

"Oh?" La imitò Remus. "Non dirmi che non ci avevi pensato..."

"Non te lo dico. Ma tu dimmi cosa si regala a San Valentino." Borbottò lei.

"Sorellina sei un caso perso." Sbuffò James.

I Malandrini e Peter salirono alla torre e lungo il tragitto Peter e Remus proposero mille idee regalo a Star.

"Potresti fare sesso con lui." Se ne uscì Sirius mentre si buttava sul suo letto a pancia in giù.

"Scusa?!" Esclamò la ragazza sconvolta.

"Star è troppo piccola per fare sesso. Lei non farà sesso." Lo riprese James.

"Posso decidere per me, James." Si irritò Star. "Comunque credo che gli farò un biglietto come mi ha consigliato Peter e comprerò dei cioccolatini come ha detto Remus." Concluse.

Sirius riemerse dal suo letto sogghignando. "Non ti stai impegnando molto in questa relazione, eh?"

"Non è vero!" Replicò lei scocciata. "E comunque non bisogna per forza fare sesso per impegnarsi in una relazione."

"No, è vero." Ammise Sirius avvicinandosi a lei. "Ma se ti fossi impegnata fin ora sapresti benissimo cosa il tuo ragazzo vorrebbe ricevere a San Valentino. La maggior parte vuole sesso comunque. In ogni caso io non so che tipo sia il tuo Thomas ma il punto è che non lo sai neanche tu."

La ragazza lo fissò sconvolta per un paio di secondi, poi apri la bocca per parlare ma la richiuse subito trattenendo il respiro per la rabbia. "Bhe..." Cercò di dire ma era così furiosa che si voltò e uscì dalla stanza.

Per un po' tutti i ragazzi rimasero in silenzio e poi, quando fu chiaro che la loro amica non sarebbe tornata, James guardò Sirius sorridendo. "La stai proprio conquistando alla grande, amico mio." Commentò a un passo dallo scoppiare a ridere.

"Non voglio più conquistarla. Te l'ho detto. Mi sembra solo strano che continui a stare con quel Thomas se il loro rapporto è così superficiale." Replicò Sirius tornando a stendersi.

"In effetti è un po' strano. I regali di Star sono sempre stati molto ... ben pensati. Non ha mai dovuto chiedere aiuto a nessuno." Rifletté Remus.

"Già anche al primo anno..." Sirius non concluse la frase ma estrasse dal colletto della camicia il piccolo sassolino blu con il suo soprannome inciso sopra. Anche James e Remus estrassero i loro ciondoli.

"Lo portate dal primo anno?" Chiese Peter.

"Mai tolti." Confermarono i tre.

"Ci ricordano troppo lei." Aggiunse James sorridendo.

Nel frattempo nel dormitorio femminile star camminava su e giù in preda ai suoi pensieri. Non aveva visto Thomas molte volte ma infondo avevano sempre parlato. Qualcosa di lui doveva pur conoscere. Cercò nel suo baule senza sapere cosa cercava e notò la collana con la stella che lui le aveva regalato per il suo compleanno. Le era piaciuta davvero, lui la conosceva... o forse aveva solo avuto fortuna?

Pensò ancora al sorriso dolce e gentile di Thomas e poi uscì dalla torre di Grifondoro diretta verso un passaggio segreto particolare. Si, si sarebbe impegnata.

.........

Per il resto del weekend e tutta la settimana Star uscì dal suo dormitorio solo per studiare con Remus o con Lily i quali dovevano per questo subire i continui interrogatori di James e Sirius.

"Ma cosa sta facendo?" Chiese esasperato James il venerdì sera quando Remus e Star tornarono dalla biblioteca e lei scappò subito in dormitorio.

"Credo che se la sia davvero presa per quello che le ha detto Sirius." Spiegò Remus.

"Non cercare di dare la colpa a me, le ho solo fatto capire che forse non si stava davvero impegnando in questa relazione." Sbuffò Sirius.

"In ogni caso sta preparando qualcosa per Thomas." Replicò Remus stendendosi sul divano e facendo quindi spostare Sirius e James.

"Da quando sei diventato così prepotente?" Sbottò James alzandosi.

"Mi ha detto Star di farlo." Remus alzò le spalle tranquillo.

"Star ti ha detto di trattarli così?" Si stupì Peter.

"Oh si, mi ha detto di prendermi i miei spazi."

"E perché?" Domandò James.

"Perchè mi ha detto che sareste stati troppo impegnanti a pensare a lei per badare a me e che quindi potevo starmene tranquillo e fare quello che volevo, non vi siete nemmeno accorti che vi ho costretto a fare tutti i vostri compiti giorno per giorno." Spiegò Remus soddisfatto spiazzando completamente i suoi due amici.

In quel momento Star ridiscese le scale soddisfatta reggendo in mano un gigantesco bigliettino a forma di cuore pieno di brillantini. "TA DAN!" Esclamò.

"Cosa sarebbe quello?" Chiese Sirius con un mezzo sorriso ironico.

"Il mio regalo per Thomas. Domani usciremo insieme e glielo consegnerò." Rispose lei felice.

"Non credi che sia un po' esagerato?" Domandò suo fratello fissando quel cuore di carta piegato a metà alto quasi quanto la ragazza.

"Oh, aspetta, devi ancora vederlo dentro." Lei aprì il biglietto con qualche difficoltà viste le dimensioni e subito mille cuoricini volarono verso i ragazzi e una forte musica li fece quasi finire a terra, tutti i presenti nella sala si voltarono a guardare quel mega biglietto sonoro.

"Visto! Dimmi ora chi non si impegna abbastanza!" Cantò vittoria Star chiudendo il bigliettino.

Sirius aprì la bocca per dirle qualcosa come "Non credo che le dimensioni dimostrino il tuo impegno." ma poi ci pensò un attimo e decise di lasciare che le cose andassero come dovevano andare. "Sai cosa?" Disse infine. "Credo sia perfetto."

"Seeee..... meraviglioso." Commentò incerto James.

Remus le sorrise incoraggiante e Peter sembrò deluso, Star lo vide e disse dubito "Ovviamente ho preparato anche dei dolcetti, sono nel mio dormitorio in una scatola molto carina, sono cioccolatini fatti da me, sono andata a Mielandia per farli." Il ragazzo le sorrise felice che anche il suo consiglio fosse stato seguito.

"Solo una cosa:" Cominciò James. "San Valentino non sarà martedì?"

"Si, esatto, ma Thomas voleva andare a Hogsmeade e quindi abbiamo deciso di festeggiare con un paio di giorni in anticipo, molti altri lo faranno, infondo martedì avremo lezione quindi non ci sarà molto tempo. In più fino a pranzo saremo con un altro paio di coppie di suoi amici, sarà una giornata carina spero e..." LA ragazza si bloccò all'improvviso.

"E?" Fece Sirius curioso.

"Tu devi aiutarmi a vestirmi." Ordinò Star puntando il dito contro il giovane Black.

"Perchè io? Fatti aiutare dalle tue amiche." Replicò lui.

"Oh no, interverrebbe Mary e lei ha dei gusti un po' troppo spinti per una giornata di questo tipo, voglio essere carina, tutto qui." Spiegò lei.

Sirius la fissò con sguardo poco interessato e poi sospirò come a concederle un immenso favore. "Va bene, andiamo a sceglierti qualcosa da mettere."

"Grazie, ti aspetto nel vostro dormitorio." La giovane partì di corsa verso il dormitorio femminile portando con sé il suo gigantesco biglietto.

Sirius, James, Remus e Peter salirono nel loro dormitorio e ritrovarono Star seduta sopra il suo baule con aria allegra.

"Mi spiegate da quando esattamente Sirius è diventato l'esperto di moda qui?" Sbuffò James sedendosi sul suo letto.

Sirius si voltò verso di lui sventolandogli una mano contro. "Senti, cocco, io sono da sempre l'autorità in fatto di moda qui. Ti sembra che ci sia qualcuno che si veste meglio di me tra voi?!"

"IO mi vesto bene!" Replicò James sentendosi offeso.

Sirius portò il busto all'indietro per dargli una lunga occhiata dalla testa ai piedi. "Se, se, come credi. Illuso." Commentò poi.

James fece per replicare qualcosa ma Sirius lo zittì con un rapito gesto della mano. "Mi occuperò di te più tardi, ora ho un altro disastro a cui pensare."

"Sarei io?!" Sbottò Star.

"No, tesoro, tu sei perfetta, o lo sarai dopo il mio intervento." La rassicurò Sirius.

"Non chiamarmi tesoro!" Sibilò lei.

"Dai, su, fammi vedere cos'hai." Il giovane Black la spostò dal suo baule e cominciò a frugarci dentro. Remus e Peter iniziarono una partita a carte mentre Star, seduta sul letto di James si lasciava accarezzare i capelli da suo fratello.

Finalmente Sirius consegnò dei vestiti a Star e la spedì in bagno. Dopo qualche minuto la ragazza uscì indossando delle calze nere abbastanza spesse per sopportare il vento di febbraio, anche se lei non aveva bisogno, poi una bella gonna a tema scozzese rosso e nero a vita alta, infine una bella maglietta nera con le maniche lunghe ma lasciate cadere morbide oltre le spalle e un po' di pizzo sul bordo superiore.

"Grazie, è perfetto!" Esclamò la ragazza guardandosi allo specchio.

"Se domani non farà molto freddo potrai anche mettere la giacca in pelle rossa che ti hanno regalato mamma e papà." Le ricordò James.

"Si, è una buona idea." Accettò la ragazza.

"Basta che non rovini il mio outfit." Si intromise Sirius.

"Ma taci!" James gli tirò addosso un cuscino che il giovane schivò e finì sulle carte di Remus e Peter che volarono ovunque. Partì subito una battaglia con i cuscini che si concluse con tutti stesi a terra tra le carte esausti. James estrasse la sua bacchetta e fece volare in alto la macchina fotografica in modo che inquadrasse tutti e poi scattò la foto.

"Penso sarà uno dei nostri migliori ricordi." Disse poi.

"Perchè?" Chiese Star curiosa.

"Bhe, Sirius non lo ammetterà mai, ma ci mancavi." Le confidò suo fratello stringendola poi in un forte abbraccio.

"Grazie." Mormorò lei.

 

................

 

Sabato mattina Star si alzò di buon umore e si vestì, indossò anche la collana con la stella regalatale da Thomas, sembrava che il vento si fosse calamo quindi indossò la giacchetta in pelle rossa e scese a fare colazione; aveva fatto un incantesimo al biglietto e alla scatola di cioccolatini che li aveva ridotti in minuscoli dimensioni così che poté tranquillamente infilarli nella tasca della giacca.

In Sala Grande individuò subito i suoi amici seduti al tavolo di Grifondoro e li raggiunse.

"Stai molto bene oggi." Commentò Sirius mentre lei salutava suo fratello con un bacio.

"Si, lo so, sei stato molto bravo e ti ringrazio." Borbottò lei senza però perdere il sorriso, anzi scompigliò i capelli di Sirius e poi gli si sedette accanto.

I Malandrini e Peter fecero colazione insieme e vista la felicità della ragazza Remus nascose subito la Gazzetta del Profeta di quel giorno, le cattive notizie erano sempre di più ma non era la giornata adatta per preoccuparsene, comunque loro non avrebbero potuto farci niente.

Thomas li raggiunse una volta finito di mangiare, salutò tutti e prese Star per mano accompagnandola all'uscita.

"Sei molto bella oggi." Si complimentò lui.

"Ti ringrazio, anche tu stai bene." Il ragazzo le sorrise per ringraziarla, indossava un paio di jeans normalissimi e una felpa rossa sotto il cappotto nero.

Due ragazzi e due ragazze li attendevano appena fuori dal castello pronti per andare ad Hogsmeade.

"Questi sono Lucy, Matt, Annabeth e Patrik lo conosci già." Thomas le presentò i suoi amici indicandoglieli uno a uno.

"Piacere, e buon giorno a tutti." Li salutò lei. I ragazzi risposero al suo saluto mentre le ragazze la presero sotto braccio e cominciarono a farle mille domande.

"Tu sei Star, vero?"

"Ho sentito che sai fare magie straordinarie."

"E che aiuti spesso le tue amiche a farsi belle."

"E che sai fare degli abiti stupendi."

"Ehm..." Disse solo Sta voltandosi incerta verso Thomas mentre camminavano verso la cittadina. Lui le sorrise rassicurante e per tutto il tragitto Star cercò di essere il più amichevole possibile con Lucy e Annabeth, era stanca di avere problemi con le ragazze e loro era solo entusiaste come Ann e Sophia. Una volta a Hogsmeade le ragazze trascinarono Star a guardare tutte le vetrine e riuscirono a convincerla anche ad entrare con loro in qualche negozio di vestiti.

"Tu non provi mai niente?" Le chiese Matt che ormai si portava appresso già un paio di borse di acuisti della sua ragazza.

"Oh, non amo i vestiti che vendono, di solito hanno sempre qualche difetto che fa sentire male le ragazze, preferisco farmeli su misura, è per questo che sembro molto carina, perché i miei vestiti mi calzano sempre a pennello." Rispose lei.

"Oh, che pensiero carino. Ma tu saresti bellissima comunque, io invece... è già il quinto vestito che provo, non mi sta bene niente." Commentò Annabeth.

"Visto, che ti dicevo?" Disse Star a Matt prima di raggiungere la ragazza che si stava struggendo davanti allo specchio. "Non ti sta bene perché non segue bene la tua figura." Con dei rapidi tocchi Star sistemò l'abito accomodandolo sul corpo di Annabeth che sorpresa notò davvero una certa differenza.

"Sei bravissima!" Si complimentò Lucy uscendo in quel momento dal suo camerino. "Poi farlo anche con questo?"

Star acconsentì di buon grado e una volta acquistati i vestiti la loro gita proseguì.

Andarono tutti a mangiare ai Tre Manici di Scopa e Star ne fu visibilmente sollevata, le parve anche di intravedere i suoi amici in un tavolino dall'altra parte della sala ma il locale era così pieno che non poteva esserne del tutto certa.

Una volta pranzato le coppie si divisero e lei e Thomas poterono finalmente camminare in pace, mano nella mano, per le vie meno trafficate.

"Mi dispiace se la presenza dei miei amici ti ha messo a disagio in qualche modo, non sembravi molto felice di passare del tempo con Annabeth e Lucy." Commentò lui.

"Oh, no. Nessun disagio, solo che faccio molta fatica ad abituarmi alla compagnia femminile ma loro due sono ragazze a posto, non è stato poi così difficile, mi sono anche divertita." Rispose lei tranquilla.

Giunsero in un piccolo giardinetto completamente deserto e Star prese coraggio.

"Io ho un regalo per te, per San Valentino." Dichiarò.

"Oh, ti ringrazio, anche io ho qualcosa per te ma prima tu."

Star estrasse dalla tasca la scatola di cioccolatini riportandola a dimensioni normali. Il giovane la prese e la aprì immediatamente assaggiandone subito uno, alzò lo sguardo su Star per farle un complimento ma si blocco vedendo l'immenso biglietto a forma di cuore, la giovane lo aprì e subito la canzone riempì ogni angolo del giardino come anche i cuoricini svolazzanti. Dopo qualche secondo Star richiuse il biglietto per vedere la reazione di Thomas, il giovane era visibilmente infastidito.

"Non ti è piaciuto..."

Thomas la guardò sconvolto "All day and all of the night?" LE domandò citando il titolo della canzone.

"Si, mi sembrava carina come canzone, è romantica e..." Cercò di spiegarsi lei.

"E è la canzone che hai ballato con Sirius quella sera che abbiamo litigato. Litigato perché avevi ballato con Sirius, e tu lo hai fatto di nuovo, con questa canzone. Quindi è uno scherzo? Mi prendi in giro per caso?" Continuò lui interrompendola.

Star riflettè un secondo e all'improvviso si ricordò della festa per sole ragazze, dello spogliarello di Sirius che la aveva inclusa in qualche modo, e di come aveva ballato con lui quella canzone dopo aver litigato con Thomas. Si maledisse profondamente per amare così tanto i Kinks e quella canzone in particolare, e per non aver pensato a perché le piaceva così tanto. "Mi dispiace, non l'ho fatto di proposito, mi sembrava solo una bella canzone."

"Si, ho notato che ti piace molto, e che ti piace molto ballarla con Sirius. Tanto che non ti è venuto in mente nemmeno per un secondo del nostro litigio mentre io ogni volta che la sento percepisco il mio cuore sprofondare un pochino a causa di quei brutti ricordi." Sbottò il giovane ora decisamente arrabbiato.

"Io te l'ho già spiegato che noi siamo solo amici." Gridò lei disperata.

"Bhe a me non sembra affatto." Concluse lui così furioso da non aver nemmeno la forza di gridare. "Questo è per te." Disse lanciandole un pacchetto e voltandosi per andarsene.

Star provò a fermarlo prendendolo per un polso ma lui si liberò della presa e scomparve tra gli alberi e poi tra le strade affollate della cittadina. Dopo aver provato a ritrovarlo senza successo Star tornò indietro e raccolse il piccolo pacchettino da terra, lo aprì; dentro vi trovò un anellino molto carino con una stellina uguale a quella della collana. La giovane cercò di riflettere su sé stessa e su ciò che aveva fatto ma mille pensieri le si affollarono in testa e iniziò a sentirsi confusa e molto triste, in colpa e le batteva forte il cuore e non riusciva a capirne il motivo. Quando fu stufa di quegli inutili tentativi posò il pacchetto sulla panchina dove si era seduta con Thomas e se ne andò. Mentre camminava verso il catello fu presa da un profondo sconforto; aveva perso Thomas, forse per sempre e per una semplice distrazione. Sirius aveva ragione su di lei, non si stava impegnando davvero in quella relazione, non ricordava quasi mai nulla di quello che Thomas le aveva detto, di cosa avevano parlato, di cosa gli piacesse, di quali fossero i suoi desideri e i suoi sogni, nessuna canzone che sapeva piacergli, per questo ne aveva scelta una che piaceva a lei e che le sembrava centrasse qualcosa con Thomas ma non aveva riflettuto abbastanza su quel ricordo. Thomas associava quella canzone ad un ricordo spiacevole in modo immediato e lei no, anche se si era sentita male durante quel litigio quella canzone continuava a piacerle.

Arrivò al suo letto senza aver ancora concluso niente. Si stese e si raggomitolò sotto le coperte, si addormentò subito, senza nemmeno cambiarsi.

Si risvegliò solo quando si sentì scuotere dolcemente. Aprì gli occhi incontrando quelli verdi preoccupati di Lily.

"Qualcosa non va tesoro?" Le chiese la voce di Alice da qualche parte nella stanza.

"Sono stata un'idiota." Borbottò Star avvolgendosi ancora di più nelle coperte.

"Cos'è successo?" Domandò Lily.

"Non gli è piaciuto il mio regalo." Mormorò lei.

"Oh, ma è impossibile, ti sei impegnata così tanto, si forse era un po' sopra le righe ma...." Cominciò Lily.

Star la fermò con uno sguardo sconsolato. "Ho usato la canzone che ho ballato con Sirius dopo aver litigato con lui alla festa per sole ragazze."

"Oh." Riuscirono solo a dire la rossa e Alice.

"Già." Mugugnò la mora sprofondando il viso nel cuscino. "Stupida me, stupida me, stupida me!" Cominciò a ripetere poi sbattendoci la testa.

"Non fare così." La pregò Alice.

"Perché no? Voi ragazze continuate ad invidiarmi ma non c'è niente da invidiare in me! Sono un completo disastro in tutto ciò che riguarda le relazioni, non sono in grado di avere un ragazzo... rimarrò sola a vita. O meglio, starò con i Malandrini e li guarderò vivere felicemente con le loro mogli e avere figli e una casa e io niente." Si disperò Star.

"Oh, ma non è vero." La riprese Lily.

"E poi non sai ancora se Thomas ti ha lasciata no? Certo era arrabbiato ma capita a volte di arrabbiarsi e litigare. Succede anche a me e Frank e pensa che lui è un tipo solitamente mite e gentile ma in una relazione è semplicissimo fare un passo falso, l'importante è saperne parlare insieme per rimediare." Le raccontò Alice.

"Si ma non credo che riuscirà a perdonarmi dopo una cosa del genere... in più... Sirius mi ha detto che non mi sto impegnando in questa relazione e io credo abbia ragione... persino lui è innamorato di una ragazza invece io..." Cercò di spiegarsi Star.

Lily le accarezzò la schiena dolcemente. "Vuol dire che tu non sei innamorata di Thomas?"

"Non lo so... non riesco a capire. Cosa si prova quando si è innamorati?" Domandò la ragazza dagli occhi cobalto.

Alice rise piano. "Oh, tesoro. Non ci si innamora quasi mai all'istante, spesso dobbiamo prima imparare a conoscere l'altra persona, ora io so di essere innamorata di Frank perché vorrei un futuro con lui e vorrei impegnarmi davvero nella nostra storia nel senso che vorrei continuasse fuori da Hogwarts e pensiamo entrambi al matrimonio, ne parliamo spesso e so che se lui stesse male per qualcosa starei male anche io e vorrei essergli accanto e voglio che lui mi stia accanto quando sto male io. Ma tutto questo non è iniziato subito, prima uscivamo e basta, abbiamo visto come andava, abbiamo scoperto cose l'uno dell'altra e abbiamo imparato a fidarci, la fiducia è molto importante, devi fidarti di Thomas, non da subito ma devi sentirti bene con lui almeno, altrimenti non credo potrà mai nascere qualcosa. In ogni caso se ti senti bene almeno un po' il resto potrebbe arrivare con il tempo, o anche no, non è una tragedia, potrebbe non essere semplicemente quello giusto, Lily è uscita con dei ragazzi anche solo per una sera perché si è resa subito conto che non erano adatti a lei, magari devi provare con qualcun altro, come un vestito o delle scarpe."

"Ma smettila!" Sbuffò Lily arrossendo per il fatto che la sua amica avesse parlato delle sue uscite romantiche. "Credo che Alice abbia ragione, comunque. Lei me lo ripete sempre quando torno da un'uscita che non è andata affatto bene, bisogna provare a conoscere un po' di gente... non succede tutto subito e con il primo che passa."

"Magari dovresti provare a conoscere mio fratello." Buttò lì Star, decisamente meno triste.

La rossa tossì. "Se, magari quando avrò provato con tutti gli altri esseri viventi di sesso maschile." Rispose ma poi sorrise subito.

"Grazie ragazze. Mi avete davvero aiutata, ora sto meglio." Star sorrise e uscì dal suo bozzolo di coperte.

"Oh, che peccato, e io che pensavo che potevamo deprimerci tutte insieme." Disse Alice delusa.

"Deprimerci?" Chiese Star sconvolta.

"Oh, si, Alice pensa che sia positivo esternare i nostri sentimenti, non dobbiamo essere sempre felice, essere tristi va bene. E possiamo anche esserlo per un po'." Le spiegò Lily.

"Capisco, e quindi cosa fate quando siete depresse?" Si incuriosì la mora.

Alice sorrise. "Ti sono avanzati un po' di cioccolatini?"

Star estrasse una seconda scatola dal cassetto del suo comodino e Lily fece partire una canzone molto triste. Dopo pochi minuti le tre ragazze erano sedute sul letto a mangiare cioccolata e raccontarsi le reciproche disavventure amorose.

"... e poi lui mi ha regalato un anello, un anello vero! E io ero andata lì per dirgli che non mi interessava più uscire con lui perché nel frattempo avevo conosciuto Frank e lui mi interessava di più!" Spiegò Alice ridendo e facendo ridere anche le sue due amiche.

"Non ci credo!" Si stupì Star.

"Oh, si, raccontale cosa hai fatto dopo." La pregò Lily già ridendo.

"Oh, si... hahaha... aspetta... hahahah... io gli ho detto che l'anello poteva regalarlo alla sua altra fidanzata...hahaha.... visto che lo sapevo che mi tradiva." Continuò Alice tra una risata e l'altra.

"Oh, ma è terribile, lui ti tradiva?!" Si sorprese Star.

"Ah, no, è proprio qui che sta il bello: mi sono inventata tutto per avere una scusa per lasciarlo!" Rispose la ragazza scoppiando poi in una fragorosa risata.

Lily le battè una mano sulla spalla si indicò le orecchie. "Aspetta, aspetta!"

In quel momento la canzone stava per giungere al ritornello per circa la decima volta. Alice sollevò un cioccolatino come per brindare e cominciò a cantare.

"All by myself 
Don't wanna be"

Star e Liy si unirono a lei in un coro che doveva essere depresso ma che ormai era collassato in una strana felicità. 
"All by myself 
Anymore"

Era una sensazione che Star non aveva mai provato prima, le ragazze ridevano dei loro sbagli e delle cose brutte che erano successe loro ma ammettevano che quando erano successe da poco ci avevano prevalentemente pianto su e basta, ma ora sembrava andare tutto bene, la vita andava avanti e anche loro. Avevano come realizzato qualcosa a cui Star non riusciva ancora completamente ad arrivare, però sentiva che qualunque cosa fosse successa con Thomas non sarebbe stata così tragica se avesse avuto la possibilità di parlarne con loro.

"Hard to be sure 
Sometimes I feel so insecure 
And love so distant and obscure 
Remains the cure

All by myself 
Don't wanna be 
All by myself 
Anymore"

Cantarono ancora e ancora, mangiando cioccolata e ridendo delle loro sventure. Sembrava quasi che il tempo si fermasse, come se quel momento non fosse reale. Saltarono pure la cena e si accorsero dell'ora tarda solo quando le altre ragazze rientrarono da Hogsmeade dicendo che si erano fermate lì così a lungo che la McGranitt stava per dare i numeri.

"Sono felice che vi siate divertite." Disse Star sincera.

"Hei, ma tu non dovevi uscire con Thomas oggi?" Chiese Sophie.

"Oh, si. Ma non è andata molto bene." Rispose la mora lanciando uno sguardo divertito a Lily e Alice. "In compenso mi sono depressa."

"Oh, le cure di Alice sono arrivate anche a te vedo, ma cosa hai combinato con Thomas." Domandò Mary curiosa.

"Ho usato la canzone che ho ballato con Sirius dopo aver litigato con lui per il suo biglietto di San Valentino." Spiegò brevemente l'interessata.

"Auch!" Commentò Ann.

"Ma sembra che vi siate divertite comunque." Emmeline sorrise alla vista della scatola vuota di cioccolatini.

"Oh, si, forse mi sono divertita più così che con Thomas." Le assicurò Star felice.

"Bene!" Esclamò Alice soddisfatta abbracciandola forte, all'abbraccio si unirono tutte le altre ragazze.

"Comunque dovresti scendere dai tuoi amici, credo che abbiano incontrato Thomas perché ti cercavano e avevano l'aria molto preoccupata." Le riferì Jane.

"Va bene, ma dipende da chi aveva l'aria preoccupata, non devi mai guardare James, lui è sempre preoccupato quando si tratta di me, mentre Sirius è fin troppo tranquillo, quindi guarda Remus. Remus è sempre la risposta." Spiegò Star uscendo dal dormitorio.

Non appena la ragazza raggiunse la Sala Comune praticamente deserta James la strinse forte a sé.

"Abbiamo incontrato Thomas, e non eri con lui, e lui ci ha detto che probabilmente non saresti mai più stata con lui. E poi ha insultato Sirius senza un particolare motivo e se n'è andato via maledicendo i Kinks. Quindi immagino che qualcosa non sia andato come previsto... mi dispiace." Disse lui.

Lei gli sorrise e cercò di rendere l'abbraccio più morbido ma si lasciò comunque circondare dalle braccia di suo fratello. "Non ti preoccupare, Alice e Lily mi hanno aiutato a superare la cosa. Apparentemente è normale che le relazioni abbiano qualche problema, in più mi hanno ricordato che Thomas è solo il mio secondo tentativo, non è che per forza devo sposarlo o che, posso solo provare ad uscire con lui finché le cose vanno bene e se non dovessero andare bene... allora non era quello giusto."

"Oh, bene. Allora ok." James la guardò ancora per qualche secondo ma poi sorrise a sua volta. "Bene, se hai bisogno di qualcosa sai dove siamo."

"Certo." Star lanciò uno sguardo oltre la spalla di suo fratello per sorridere a Remus e Peter. "Tutto a posto." Affermò. Poi notò qualcosa: "Dov'è Sirius?"

"Credo sia ancora in giro con il suo appuntamento giornaliero." Rispose Remus.

"Capisco... credo che andrò a fare un giro." Replicò lei.

"Dopo il coprifuoco?" Scherzò James fingendosi sconvolto.

"Noooo, io non lo farei mai!" Finse la giovane facendo ridere i suoi amici.

James la strinse ancora un secondo e poi la lasciò andare. "Ti voglio bene." Le ricordò. "Sicura che non vuoi compagnia?"

Star sorrise e scosse la testa. "Non starò fuori molto ma sono stata seduta per molto tempo e vorrei camminare un po'. Ti voglio bene anche io." Prima di uscire posò la mano sulla spalla di Remus e sorrise a Peter.

Una volta libera nei corridoi la ragazza cominciò una corsetta leggera per sgranchirsi un po' e scelse di dirigersi verso la Torre di Astronomia, così da fare un be giro. Giunta a destinazione decise di salire sulla torre, l'aria fresca la fece subito sentire ancora meglio, non aveva pianto ma il suo viso era comunque caldo e quell'aria sembrava un balsamo lenitivo. Le stelle splendevano nel cielo spazzato dal vento e la ragazza si appoggiò alle merlature fissando le luci in alto e cercando di ricordare qualche nome.

"Penso che tu stia cercando Orione." Una voce dal buio la fece sobbalzare, Sirius sbucò dalle tenebre.

"Non dovevi essere con la tua ultima conquista tu?" Sbottò lei, irritata da quell'interruzione dei suoi pensieri.

"Si, avrei dovuto, ma lei mi annoiava, preferisco venire qui a volte, e far credere a tutti di star facendo chissà che, è divertente." Il ragazzo sorrise nel suo solito modo scaltro che lo rendeva davvero sexy.

"Tu sei fuori." Commentò Star tornando a guardare il cielo.

"E tu sei stata lasciata." Ribattè lui.

"Non ancora." Si impuntò lei. "E come fai a dirlo? Hai incontrato Thomas?"

"Non mi serve incontrarlo, so benissimo che la tua sorpresa non deve esserli piaciuta." Spiegò il giovane.

Star si infuriò. "TU.... Tu lo sapevi! Ti ricordavi di quella canzone .... di quella sera."

Lui rise. "Certo che ricordo, non credo di potermelo mai dimenticare, eri davvero bella quella sera, e io ho fatto davvero furore. Non so se te lo ricordi ma ho vinto quella gara."

"Si, grazie a me!" Replicò lei scocciata.

"Si, può darsi. Ma non è stato solo merito tuo." Sirius si mise accanto a lei e fissò le stelle. La ragazza fece lo stesso ma anche se Sirius lo sapeva e non glielo aveva detto non si sentiva davvero arrabbiata con lui.

"Perchè non mi hai detto niente?" Chiese lei.

Il giovane si voltò verso di lei. "Della canzone intendi? .... Non mi era venuto in mente subito. Avrei voluto dirti che per me era un regalo un po' eccessivo e poco pensato e che non è che dimostrassi il tuo impegno solo perchè avevi fatto qualcosa di enorme. Comunque non avevo nemmeno sentito davvero la canzone, quel coso ha un volume altissimo. Me ne sono accorto questa mattina perchè mi sono ritrovato a canticchiarla e mi sono chiesto dove l'avevo già sentita e allora ho capito. E ho immaginato che a lui non sarebbe piaciuta molto."

"GIà..." Star sbuffò ma in realtà volve solo coprire una piccola risata.

"Quindi stai bene?" Le chiese poi Sirius.

"Si, grazie a Lily e Alice credo proprio di si, non è la fine del mondo. Quando Thomas si sarà calmato proverò a parlargli e se proprio non ne vorrà più sapere di me... me ne farò una ragione." >Spiegò lei.

"Sei molto saggia."

Dopo qualche secondo di silenzio, o forse qualche minuto, Star parlò di nuovo: "Tu immagini un futuro con quella ragazza? Quella che dici di amare?"

"Si... in effetti si. Penso sia una cosa seria, per questo sono convinto di amarla." Rispose lui tranquillo. "Perchè me lo chiedi?"

Star fece spallucce. "Mary dice che si è accorta che le cose con Frank stavano diventando serie quando hanno iniziato a pensare ad un futuro insieme. Penso di aver capito che è una cosa piuttosto importante in una relazione, ma che può avvenire subito come te e quella ragazza, o con il tempo."

"Penso di si, ma cosa ti dice che a me sia successo subito?"

"Oh, in effetti l'ho solo immaginato, non è che tu sia uscito spesso con una sola ragazza, quindi ho pensato che non la conoscessi da molto, o non la conoscessi affatto."

Sirius sorrise ancora. "In realtà penso di conoscerla abbastanza bene, è una donna complicata, ma a volte la osservo e mi accorgo che forse la conosco meglio io di quanto lei conosca sé stessa."

I due stettero in silenzio ancora un po' poi Star fece per dire qualcos'altro ma Sirius la fermò: "Ora basta domande, piccola spezza cuori. Vai a dormire, forse domani il tuo amato vorrà parlare con te."

"O forse non vorrà nemmeno vedermi." Sbuffò lei divertita.

"Non credo che esiste essere umano sulla terra che non voglia vederti." Replicò lui prima di sorriderle e andarsene via.

"Grazie per la compagnia." Gli gridò dietro la ragazza. "E per i complimenti." Aggiunse con tono decisamente più basso.

Sirius sventolò una mano in segno di averla sentita senza però girarsi e presto sparì sulle scale.

Star pensò che era davvero strano quel ragazzo, si chiese se lei sarebbe riuscita a osservare una persona così a lungo senza interagire con quella, senza rivelarle i suoi veri sentimenti. Forse no. Poi pensò che non aveva mai sentito il bisogno di rivelare nessun sentimento a Thomas e sorrise. "Vada come vada." Disse tra sé e sé sorridendo alle stelle.

 

 

 

******

Perdonatemi davvero! Spero che la vostra pazienza venga ripagata appieno da questo capitolo. Personalmente mi piace molto. Spero piacerà anche a voi.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Ciao ciao 

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Capitolo 15
*** I Guai che fanno i Kinks ***


Il mattino dopo Star si svegliò presto come al solito ma decise di dormire ancora un po’, così si recò al dormitorio maschile del quarto anno e in silenzio si infilò nel letto di James. Lui si rigirò un po’e la strinse a sé tra il sonno e la veglia e lei felice si riaddormentò. 

“Non credo che questo giochi a tuo favore proprio oggi.” Commentò una voce familiare. Star aprì gli occhi trovando Sirius che sovrastava lei e James dai piedi del letto.  

“Taci.” Disse solo James rigirandosi ancora e mugugnando qualcosa su dei capelli rossi. 

Star si alzò dal letto rimboccando le coperte a suo fratello con una tenerezza unica. 

“Cosa devo fare secondo te?” Chiese poi a Sirius. 

Il ragazzo sorrise in modo dolce e quel sorriso era raro e bellissimo. 

“Non ho mai avuto una relazione seria, ricordi? Non sono esattamente in grado di darti buoni consigli.” 

La ragazza lo osservò per un secondo delusa e poi abbassò lo sguardo. 

Sirius stette in silenzio per un po’, dispiaciuto. Ma poi si illuminò. “Ti va di andare a fare colazione al pontile? Lasciamo dormire gli altri e vediamo se troviamo una buona soluzione.” 

In un battito di ciglia la ragazza non stava più indossando il pigiama ma un vestito azzurro molto carino. 

Mentre camminavano verso la Sala Grande Star notò un certo nervosismo in Sirius. 

“Qualcosa non va?” Gli chiese. 

“Non voglio peggiorare le cose, forse è meglio se ci dividiamo e ci troviamo al pontile. Che dici? Non vorrei che il tuo ragazzo ci vedesse ancora insieme.” Rispose lui. 

La giovane si fermò un attimo. “Si, credo tu abbia ragione.” Replicò lentamente. 

“Io vado in cucina a sgraffignare qualcosa tu prendi quello che riesci dalla Sala” Decreto il ragazzo. 

Star annuì e si avviò. Ogni ragazzo biondo di spalle le faceva sobbalzare il cuore in modo piuttosto spiacevole. In Sala Grande prese rapidamente del cibo guardandosi attorno come una ladra. Non sarebbe riuscita ad affrontare un incontro con Thomas in quel momento. Proprio per questo motivo le capitò di incrociare il suo sguardo mentre usciva dalla Sala e si sentì un peso allo stomaco quando notò che lui guardò rapidamente da un'altra parte con freddezza. 

Ci mise un’eternità a raggiungere il pontile o forse le sembrò solo un tempo eterno, i suoi piedi si muovevano da soli sul sentiero tra gli alberi mentre i pensieri vagavano lontano, sempre più scuri e intricati. Sirius le venne incontro per aiutarla quando la vide comparire.  

“Lo hai incontrato vero?” Le chiese subito guardandola dritta negli occhi. 

“Si.” Replicò lei rovesciando il cibo sul lenzuolo steso alla fine del pontile e accasciandosi a sedere. 

Sirius si sedette accanto a lei in silenzio. Dopo qualche secondo le porse una bottiglia di succo di zucca e un dolcetto al cioccolato. 

“Non ho fame.” Replicò la ragazza. Per tutta risposta lui le ficcò in bocca il dolce anche se buona parte le finì sul viso. 

La ragazza sgranò gli occhi sorpresa cercando di deglutire. “Ma che Bolide!” Sbuffò, ma un lieve sorriso comparve sul suo viso. 

“Se non mangi la tua solita dose industriale di cibo mi diventi così magra che scompari. E sarebbe meglio di no, anche perché sparire non risolve i problemi.” Replicò Sirius. 

Star cercò di pulirsi il viso con le dita. “Non so esattamente come funzioni il metabolismo di una Deran ma so per certo che una stirpe così non permetterebbe la sparizione di nessuno dei suoi membri quindi non ti preoccupare. E poi non voglio scappare. Voglio solo capire cosa provo, e cosa prova lui. Voglio capire se possiamo costruire qualcosa insieme o se il nostro tempo è finito.”  

Il ragazzo, per tutta risposta le scattò una foto; lei con il viso deliziosamente sporcoi capelli sciolti e mossi al vento leggero di febbraio mentre si leccava le dita per non sprecare nemmeno un po’ di cioccolato e gli occhi così sorpresi di quel blu cobalto perfetto. 

“Perché mi hai fatto una foto?” Chiese la ragazza. 

Il giovane fece spallucce. “Perché eri carina.” 

Star prese la fotocamera e la puntò su Sirius che fissò dritto nell'obiettivo con uno sguardo magnetico. Il grigio dei suoi occhi brillava di riflessi azzurri e verdi provenienti dalle acque del lago attorno a loro. Poco prima di scattare la foto la ragazza gli posò una mano ancora sporca sul viso lasciandogli unimpronta cioccolatosa. In pochi secondi iniziò una battaglia tra i due per cercare di sporcarsi il più possibile. Sirius inchiodò Star a terra sotto di sé, i loro corpi che premevano l’uno contro l'altro, le sporcò il nasino di panna e la ragazza colse l'occasione per capovolgere la situazione e mettersi sopra. Il cuore del ragazzo si bloccò per un secondo mentre la osservava; il suo sorriso spontaneo che sembrava scaldare la pelle come un raggio di sole e i capelli neri tra cui spuntavano riflessi dorati gli sfioravano il petto, era un momento così perfetto ma Star gli piazzò una fetta di pane con la marmellata d’arancia dritta in fronte e poi si alzò correndo tra gli alberi.  

“Tu stai rischiando troppo!” Le gridò lui rincorrendola con una bottiglia di succo di zucca e un dolcetto alla crema. 

“Oh no! Il succo no!” Lo implorò lei fermandosi subito. 

“Ah, quindi hai paura...” Sirius le si avvicinò minaccioso mentre lei arretrava piano fino a trovarsi spalle ad un albero. 

“Senti, ho addosso un vestito che mi ha comprato Susan e non voglio che venga macchiato, la zucca è terribile sai?” Mugolò Star facendo anche gli occhi dolci ma il ragazzo non si fermò, si avvicinò ancora, fino ad avere il viso a pochi centimetri da quello di lei. Si guardarono negli occhi e Sirius sentì il suo cuore battere forte fino a fargli male al petto, respirò a fondo solo per prolungare ancora quel momento e poi spalmò il dolcetto alla crema sul viso della giovane che per tutta risposta si leccò le labbra e affermò. “Ora ho fame.” 

Il ragazzo rise di cuore e entrambi si diressero prima sulla sponda del lago per lavarsi il viso e dopo si sedettero di nuovo sul lenzuolo. I capelli attorno al viso della ragazza erano lievemente bagnanti e le goccioline d’acqua che facevano a gara sul suo viso brillavano come rugiada del mattino. 

“Vieni qui." Sirius appoggiò la schiena contro un palo del pontile e allungò le gambe davanti a sé, poi aprì il braccio invitando la ragazza a sedersi lì. 

Senza batter ciglio la giovane lo raggiunse e lasciò che lui le circondasse le spalle con il braccio. “Come mai sei così carino oggi?” Gli chiese poi. 

“E tu perché sei così obbediente?” Replicò il ragazzo ma prima che lei potesse rispondere continuò sorpreso. “E mi hai detto che sono carino! È un complimento, non me l’aspettavo!” 

“Con carino intendevo dolce e gentile, cose che non sei mai.” Si spiegò lei. 

“Quindi addirittura due complimenti!” Si stupì lui stringendola a sé e stuzzicandola sui fianchi per farla ridere. 

 

….............. 

 

James attraversò gli ultimi rami degli alberi ai bordi della foresta e vide due figure abbracciate sul pontile; Sirius e Star erano addormentati seduti vicini, la testa di lei sulla spalla del ragazzo il quale la teneva ancora stretta a sé.  

“Sono davvero carini.” Notò Remus raggiungendolo. 

 “Già.” James scattò una rapida foto e poi si sedette davanti ai suoi amici guardandoli attentamente; per un osservatore inesperto Sirius non sarebbe sembrato felice, il suo viso era rilassato e bello da togliere il fiato, sembrava una di quelle statue italiane che Star gli aveva mostrato in un libro, la serenità in persona, ma lui sapeva che il ragazzo, sotto quella corazza era teso e pronto a svegliarsi al minimo problema, ed era felice, felice di quel meraviglioso momento. Tanto felice che James rifletté a lungo sul da farsi, ma poi realizzò che lasciarli troppo soli sarebbe diventato imbarazzante per entrambi, così molto piano chiamò il suo amico: “Felpato…” Come previsto lui aprì gli occhi immediatamente anche se con calma, prendendosi tutto il tempo per respirare a piani polmoni, probabilmente inalando il dolce profumo di Star.  

“Buongiorno.” Disse poi con un sorriso. 

“Senti, sai cosa ha deciso Star?” Chiese James senza tanti preamboli. 

“Si.” 

“Bene, perché il suo amato Thomas la sta cercando… è … non credo stia molto bene…” Remus si fece avanti salutando il ragazzo Black con un cenno. 

“Capisco…” Sirius si voltò a guardare il viso di Star, i capelli della ragazza erano sparsi sul suo petto e la sua spalla e gli dispiacque svegliarla, ma lo fece. 

“Ciao!” Salutò lei saltando in piedi piena di energia. 

“I due bodyguard qui dicono che Thomas ti cerca.” Le spiegò Sirius. 

Un’ombra lieve passò sul viso di lei ma poi la giovane sorrise e si incamminò in silenzio verso il castello. James e Remus la seguirono mentre Sirius rimase a sistemare sul pontile, dopo pochi minuti Peter lo raggiunse.  

“Sono già andati?” Gli chiese il ragazzo grassottello aiutandolo a mettere in ordine.  

“Si, a quanto pare oggi potrebbe essere un pessimo giorno per Star.”  

“E quindi un gran bel giorno per te.” Commentò Peter chinandosi a raccogliere delle bottigliette di succo di zucca. 

“Come scusa?” Domandò Sirius quasi strozzandosi con la sua stessa saliva. 

Peter si fermò e gli sorrise tranquillo. “Lei ti piace, giusto?” 

Il giovane Black si ricompose immediatamente, rimise su la sua facciata impenetrabile poi disse solo. “Sei più intelligente di quanto lasci capire.” 

  

……………. 

  

Mentre camminava su per la salita del parco, verso il castello, Star cercava di capire cosa provava ma non riusciva a togliersi di dosso questa sensazione di star camminando verso il suo patibolo e verso l’altare… e in entrambi i casi si stupì di sentirsi come un animale in trappola. In quel momento James le poggiò una mano sulla schiena proprio tra le scapole. “In ogni caso noi ci saremo per te.” Le disse. Per qualche secondo la ragazza non capì il perché di quella dichiarazione ma poi vide in lontananza Thomas camminare deciso verso di lei. Non avrebbe saputo se in nemmeno un battito di ciglia o dopo anni ma lui la raggiunse. 

“Dobbiamo parlare.” Decretò il ragazzo e con la mano le indicò un sentiero del parco lontano da orecchie indiscrete che passava vicino alle sponde del Lago Nero, lo stesso in cui avevano passeggiato in uno dei loro primi appuntamenti. 

Star si incamminò con lui al suo fianco, stranamente ora che il momento era arrivato si sentiva calma, quasi come se fosse stata pervasa da una strana forma di rassegnazione: vada come vada, pensò. 

“Io sono stato davvero bene con te, e mi ci vorrà del tempo per dimenticarti ma ho deciso che non voglio più stare con te. Potrei dire che la penso così perché sei dannatamente complicata, o perché è impossibile per me stare con una ragazza che passa il novanta per cento del suo tempo con altri ragazzi o potrei dire che sei troppo bella e tutti ti fissano, cosa che mi fa sentire a disagio ma … tu… tu hai mai davvero immaginato un futuro per noi, noi due insieme?” Thomas si fermò e la guardò negli occhi, si rendeva conto di quanto fosse bella anche così, con il viso perso nei suoi pensieri, ma era certamente anche complicata. 

“Non credo. Volevo solo vedere come sarebbe andata.”  

“Già, invece io ho quasi finito i miei anni qui, e voglio una ragazza con cui impegnarmi seriamente e che posso pensare di sposare un giorno, e sono sicuro che non è quello che vuoi tu, che in realtà non ci hai nemmeno pensato. Forse un giorno sarai pronta e ci rincontreremo al momento giusto ma ora come ora…” La voce del ragazzo si spense. 

“Si, credo di capire. Meriti di stare con una ragazza con cui puoi davvero vedere un futuro. Hai ragione, forse non mi sono mai davvero impegnata in questa storia, mi dispiace, forse non sono pronta.” 

Thomas annuì. “Immaginavo che saresti stata incredibilmente calma e razionale. Anche questo mi spaventa un po' di te.” 

La ragazza rise. “Se ti spavento non avresti dovuto stare con me.” 

“Non era quello che intendevo.” Replicò lui ma un timido sorriso apparve sul suo volto. “Grazie.” Concluse, poi si avvicinò a lei, la baciò lievemente sulle labbra e poi se ne andò. 

Per qualche strana ragione per prima cosa si sentì libera, e quasi un po' felice, sollevata. Sorrise tra sé. “Non credo mi sarei sentita così se fosse stato il ragazzo giusto.” Borbottò. Quando alzò lo sguardo notò Sirius e Peter che raggiungevano James e Remus ma nessuno si mosse verso di lei, le stavano lasciando il suo spazio e la ragazza lo apprezzò davvero- Molto di più del tornando di braccia che la avvolse senza che lei se ne rendesse davvero conto. Le ragazze l’avevano raggiunta, ricordò di aver registrato con una piccola parte del suo cervello un gruppo di persone che correvano giù per il sentiero ma forse sperava volessero farsi un bagno. 

“Abbiamo saputo!” La informò Mary. 

“Come stai?” Si preoccupò Alice. 

“Lo hai lasciato tu o ti ha lasciato lui?” Domandò Sophie curiosa come sempre. 

“Ragazze! Credo che dovremmo lasciarla respirare ora.” Grazie alla brillante idea di Emmeline Star potè di nuovo respirare, prese mentalmente nota di ringraziarla quando avrebbe riacquistato l’uso della parola. 

“Mi ha lasciato lui, ma a me non dispiace. Stavo bene con lui, ma tutto qui. Non credo che lui mi piacesse nemmeno, quindi di sicuro non lo amavo…” Si spiegò Star, lo aveva sempre saputo dentro di sé ma non era mai riuscita a capirlo davvero fino a quel momento.  

 “Saliamo in dormitorio.” Propose Ann. 

“Si! Facciamo una festa!” Si mise all’opera Mary. 

“Eh?” Riuscì solo a dire Star e prima di essere trascinata via dalle ragazze riuscì solo ad incrociare lo sguardo di Sirius a ringraziarlo nel suo pensiero.  

Nel giro di venti minuti il dormitorio delle ragazze si trasformò completamente, un giradischi sparava musica babbana a tutto volume. I dischi dovevano essere sicuramente di Mary, Star si stupì di quanto i suoi gusti fossero simili a quelli di Sirius, anche lei indossava sempre maglie di band babbane, pantaloni stretti e scuri e giacche in pelle, potevano quasi sembrare fratelli se solo lei non fosse stata bionda.  

I pensieri della ragazza furono interrotti da Lily che con una gentilezza incredibile le poggiò una mano sul braccio.  

“Va tutto bene?” Chiese la rossa. 

“Si, certo.”  

In quel momento partì Heartbreaker dei Led Zeppelin e Mary la prese per un braccio trascinandola nella pista da ballo improvvisata e gridando più forte di Robert Plant:  

Hey fellas have you heard the news?  

You know that Annie’s back in town?” 

Senza nemmeno rendersene conto Star si trovò a ballare con Mary e le altre ragazze del quarto e quinto anno. La musica cacciava via i pensieri negativi e lasciava spazio solo alle risate. Fecero festa fino a tardi e smisero solo quando alcune di loro cominciarono ad addormentarsi nonostante la musica a alto volume. 

Infilandosi finalmente a letto Star riflettè sul fatto che forse le ragazze erano più invadenti e più sdolcinate dei ragazzi ma infondo non erano così male, l’avevano aiutata spesso a stare meglio e in più i loro discorsi erano parecchio interessanti, parlavano di sentimenti senza mezzi termini e il sesso lo conoscevano quasi a livello scientifico anche se molte informazioni non coincidevano, erano strane. Ma senza di loro forse non sarebbe riuscita a capire molte cose di sé stessa quindi era certa di dover loro un profondo ringraziamento per tutto. 

  

  

……………………. 

  

Febbraio passò in fretta e in un attimo, tra compiti in classe e allenamenti di Quidditch, arrivò marzo. Si avvicinava il compleanno di James e il ragazzo sembrava molto sereno nonostante tutti gli impegni sorrideva sempre di più. Una mattina di metà marzo, a colazione, annunciò ai suoi amici che aveva già pensato a tutto lui per festeggiare insieme. 

“Ma non è giusto!” Gridò Star dispiaciuta. 

“In effetti avremmo dovuto organizzarti noi il tuo compleanno.” Intervenne Sirius. 

“Si, ma io … ormai ho deciso così.” Fu la rapida risposta del ragazzo. “Ora scusate ma voglio vedere se riesco a rendere il weekend del mio compleanno ancora più perfetto.” E detto questo si avvicinò al punto del tavolo dove Lily Evans e le sue amiche stavano tranquillamente chiacchierando e a tono alto e sicuro chiese: “Lily Evans, vuoi uscire con me?” 

La rossa lo squadrò da capo a piedi probabilmente ripensando a quando la settimana prima il ragazzo aveva fatto una battuta di cattivo gusto sul suo migliore amico Severus e con tono altrettanto chiaro e sicuro rispose: “No,” 

James sorrise. “Ma non i ho nemmeno detto il giorno.” 

“Hai ragione, che giorno?” Chiese la ragazza con l’aria sarcastica di chi non avrebbe comunque cambiato idea. 

Eppure il giovane Potter rispose lo stesso. “Sabato 29 marzo.” 

“No.” Confermò lei. 

“Allora domenica 30.” 

“Non hai capito che non uscirei con te nemmeno se tu fossi l’unico uomo rimasto sulla terra?” 

James sorrise ancora e star si chiese come faceva Lily a restare così impassibile; suo fratello era un bel ragazzo e quel sorriso era di quelli che ti scioglievano il cuore. Ma la Evans era evidentemente di pietra. 

“Questo lo vedremo.” Concluse James prima di tornare dai Malandrini. 

Peter lo guardò ammirato. “Io non avrei mai avuto il coraggio!” Esclamò. 

“Ho fatto cose ben più spaventose. Ti ho mai detto di quando, durante una partita…” James incominciò a raccontare una delle sue solite storie che forse dieci versioni prima corrispondevano quasi alla realtà. 

 Remus approfittò di quel momento per far cadere una posata. “Star aiutami.” Disse sparendo sotto il tavolo. La ragazza lanciò una rapida occhiata perplessa a Sirius, seduto accanto a lei, ma eseguì il comando. 

Una volta sotto il tavolo Remus la afferrò per le spalle. “Il regalo!” Disse solo. A Star venne un colpo. Era difficile passare del tempo senza James intorno e quando ci erano riusciti si erano impegnanti a racimolare qualche idea per la sua festa e non per un regalo. La ragazza riemerse da sotto il tavolo con uno sguardo talmente sconvolto che Sirius, seduto accanto a lei, comprese subito di cosa si trattava. 

“Questa notte.” Le disse semplicemente il ragazzo per tranquillizzarla. 

Dopo le lezioni i Malandrini cercarono di salire alla torre per poggiare le borse prima della cena ma vennero bloccati dal professor Wood. “Voi, smidollati. Avvertite tutti gli altri smidollati del vostro anno che il 27 farò un esame ai voi smidollati per capire se siete diventati un po' meno smidollati nel corso dell’anno, e vedete di essere pronti! Non voglio vedere la solita smidollataggine. Chiaro?!” Gridò il professore prima di voltarsi e andarsene per la sua strada. 

“Ma è il giorno del mio compleanno…” Mormorò James abbacchiato. 

“Mi dispiace, Jame. Ma non credo che questo gli farà cambiare idea.” Gli fece notare Star. 

“Anzi, ti farebbe sembrare solo più smidollato degli altri smidollati.” Commentò Sirius. 

“Ma a voi non fa impazzire il numero di volte in cui usa quella parola?” Chiese Remus. 

“Fa impazzire tutti. Per questo lo attacchiamo con così tanta foga a lezione.” Spiegò la ragazza. 

“Ma perché tu non l’hai ancora sconfitto?” Chiese Peter curioso. I Malandrini parlavano spesso del potere immenso di Star e anche se lui non lo aveva mai visto di persona immaginava che lei potesse battere quel professore con modesta facilità. 

“Non sarebbe giusto.” Rispose semplicemente la giovane. 

“In realtà è perché per sprigionare il suo potere dovrebbe farsi vedere 10 volte più bella di quanto non sia ora e questa cosa non le va giù.” Gli confidò James. 

“Maledette Deran!” Brontolò lei scuotendo il pugno e scatenando l’ilarità dei suoi amici. 

  

…………….. 

  

Quella notte Star, Sirius e Remus passarono ore a cercare il regalo perfetto per James. Alla fine erano così stanchi che nel foglio di appunti di Remus comparivano le ultime scelte sotto i bizzarri nomi di: Orologio cipollare, Appuntamento con troll e Ritratto di quadriglia. 

“Dobbiamo assolutamente andare a dormire.” Commentò Sirius dopo aver letto le idee per il regalo. 

“Io voglio pere.” Annunciò Star afferrando poi un bicchiere d’acqua e versandoselo sulla mano, dopo di che si alzò in piedi e andò in dormitorio. 

“Quella non dorme una sola notte e poi quando serve è tutta rincitrullita.” Sbottò Sirius seguendola con gli occhi, solo quando riportò lo sguardo su Remus si accorse di star parlando da solo visto che il suo amico si era addormentato. Il giovane Black sospirò e fece per caricarsi l’amico sulle spalle quando sentì un lieve suono acuto e si voltò di scatto notando due occhi cobalto che lo fissavano dalla cima delle scale. 

“Non ci credo! Tu non aspettavi che questo, vero Star?!” La rimproverò lui sfoderando poi la bacchetta e pronunciando un incantesimo che fece levitare Remus. 

“Sei un uccisore di sogni.” Sbuffò la giovane osservando il suo amico vittorioso far volteggiare Remus verso il dormitorio maschile. 

“Dolcezza, potrei anche essere gay per uno come Remus ma non è esattamente quello che voglio.” Replicò lui solo per farla arrabbiare e la lasciò facendole un occhiolino. 

  

………………. 

  

Il 26 marzo il panico imperversava tra gli studenti del quarto anno, gli esami di Wood erano stancanti e complicatissimi e se non volevi prenderti una serie di incantesimi spiacevoli dovevi perlomeno essere in grado di schivare e proteggerti. Tutti si stavano esercitando come non mai. I Malandrini avevano deciso di passare la notte in un’aula in disuso per allenarsi ancora un po'. Remus e Peter cercavano di aumentare la rapidità dell’incantesimo Protego e imparare a eseguirlo non verbalmente, Star leggeva un libro sulla trasfigurazione, James e Sirius avrebbero dovuto allenarsi su incantesimi di risposta ma James era stranamente poco concentrato. 

“Andiamo a letto.” Decretò Star. “Siete tutti penosi, eccetto tu, Rem.” 

“Letto.” Approvò Peter annuendo e lasciando la stanza seguito da Remus. 

“Abbiamo un problema.” Annunciò la ragazza sigillando la porta e osservando Sirius e James rimasti nella stanza con lei. 

“Cioè?” Chiese Sirius. 

“Siamo arrivati al punto delle foglie di Mandragola.” Spiegò lei. 

James si illuminò immediatamente. “Dici che siamo pronti?”  

“Si, ma dobbiamo riflettere molto bene sul periodo in cui decidiamo di farlo. Serve un mese. E non dobbiamo ingoiarle.” Ricordò loro Star. 

“E nemmeno farci scoprire dalla McGranitt, quella lo capirebbe subito.” Aggiunse James. 

Sirius ci riflettè su per alcuni secondi. “Dobbiamo prendere un calendario e decidere con cura. Seve un periodo in cui non sia necessario parlare molto e in cui vediamo la McGranitt il meno spesso possibile.” 

  “Giusto. Ci penseremo allora. Voglio le vostre proposte entro la prossima settimana.” Ordinò la giovane, poi sbloccò a porta e si diresse in dormitorio. Fortunatamente Remus e Peter erano così stanchi da non essersi accorti della loro mancanza e camminavano così lentamente che li raggiunsero prima di giungere alla torre. 

Il giorno dopo i ragazzi si svegliarono ancora un po' frastornati dalla nottati di esercizi, incontrarono Star in Sala Grande che cercava di tranquillizzare le sue compagne entrate in panico, anche se con scarsi risultati. Appena li vide arrivare la ragazza non esitò ad allontanarsi dalle ragazze per sedersi con i Malandrini. 

“Ditemi che almeno voi non state per andare in crisi.” Sbuffò la giovane. 

“Io si! Non credo di poter vivere sapendo che questa cravatta non si abbina con il colore dei miei occhi.” Replicò Sirius con tono teatrale. 

“Quella cravatta è quella divisa e dovrai tenerla per tutti gli anni che ci rimangono da passare qui in più tutti si abbina con i tuoi stupidi occhi, sono grigi!” Sbottò lei. 

“Ma che cosa bolide hai contro i miei occhi?!” Iniziò a litigare Sirius. 

“NIENTE! Non ho detto niente di brutto! Era un complimento!” Urlò la ragazza. 

“Non è colpa mia se sei così scortese!” 

“Non sono scortese!” 

“Ci risiamo...” Sospirò Remus. 

“Sai, sono divertenti, sembrano una coppia sposata..” Commentò Peter. 

“NON LO SPOSEREI MAI!” 

“NON SIAMO UNA COPPIA!” 

Urlarono all’unisono i due litiganti prima di riprendere a borbottare uno verso l’altro e farsi linguacce. Continuarono anche mentre camminavano verso le prime due ore di Trasfigurazione e smisero solo quando la McGranitt li minacciò di legarli insieme per sempre con un incantesimo. 

A seguire due lunghissime ore di pozioni, pranzo e poi i ragazzi si diressero verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure insieme a tutti i loro compagni che terrorizzati cercavano di ripetersi mentalmente il più alto numero di incantesimi possibile. 

“Aspetta un attimo.” esclamò invece Star. “L’esame di Wood era lo stesso giorno del compleanno di James e se adesso stiamo andando all’esame vuol dire che... è il compleanno di James!”  

“Te ne eri scordata davvero?” Si stupì Sirius. 

“Si, e anche voi, nessuno gli ha fatto gli auguri.” Ribattè lei. 

“Bhe, in realtà noi... noi glieli abbiamo fatti... glieli abbiamo fatti in dormitorio...” Balbettò Peter. 

“Oh...” Mormorò la giovane abbattuta. Poi si voltò verso suo fratello. “Scusa, Jame. Non so come ma mi è completamente passato di mente, non avevo realizzato che oggi fosse oggi... Auguri dalla peggior sorella del mondo!” Mugolò Star fiondandosi tra le braccia di James. 

“Non sei la peggior sorella del mondo...Sei solo un po' smemorina.” La tranquillizzò lui accarezzandole i capelli. 

“Siete dolcissimi ma dobbiamo andare.” Li avvertì Remus dando un rapido sguardo al suo orologio. 

“Si, giusto. Andiamo a fare questo esame!” James iniziò a correre carico di energia e i suoi amici lo seguirono. Entrarono nell’aula vuota appena prima del professore. 

“Allora smidollati, siete pronti a dimostrarmi che siete un po' meno un branco di smidollati o resterete sempre smidollati?” Sbraitò subito il professor Wood, e poi lanciò il primo incantesimo a sorpresa verso una ragazza di Tassorosso che non riuscì ad evitarlo e cominciò a cinguettare. E così l’esaminazione cominciò. Gli studenti cercavano perlopiù di schivare e difendersi, pochissimi ci riuscivano con incantesimi non verbali e ancora meno erano quelli che provavano ad attaccare. Verso la fine dell’ora erano tutti sfiniti e essere colpiti era sempre più facile, ad un certo punto un fascio di luce costrinse il professore a lanciarsi a terra e comunque lo schivò davvero di poco. Tutti si voltarono istintivamente verso Star che alzò le mani, il professor Wood invece si alzò e puntò i suoi occhi su Remus ancora fermo con la bacchetta puntata nella sua direzione.  Molti seguirono lo sguardo dell’insegnate restando di stucco. 

“Tu... non sei smidollato come gli altri allora.” Disse poi Wood. “La lezione è finita.” Concluse e tutti si avviarono di corsa fuori dall’aula guardando Remus ancora increduli. 

“Sei stato grandioso.” Commentò James. 

“No, grandioso è poco... quello era spettacolare!” Rettificò Sirius. 

“Genio puro!” Si intromise Peter estasiato. 

 “E bravo il mio Rem, l’hai quasi fatto secco. E con un incantesimo non verbale.” Si complimentò Star. 

“Io... io... non so bene cosa ho fatto.” Mormorò il giovane ancora sconvolto da se stesso. 

“Non importa, è andata bene. E ora ci manca solo Babbanologia.” Si esaltò James e i suoi amici dovettero di nuovo rincorrerlo verso l’aula successiva. La professoressa parlò dell’arte teatrale dei babbani e di come gli spettacoli odierni spesso fossero dei musical che riprendevano il vecchio stile dell’opera ma meno difficile da seguire anche per i meno esperti. 

“Vorrei che vi divideste in due gruppi e creaste il fazzoletto per uno spettacolo teatrale. Mi aspetto molto da voi.” Concluse la professoressa. 

Gli alunni uscirono chiacchierando eccitati.  

“Scrivere uno spettacolo?! Sarà fantastico!” Gioì Star. 

“Speriamo di finire con della gente sveglia.” Si preoccupò Sirius. “Non voglio finire a fare tutto il lavoro.” 

“Bene, ora non ci pensiamo. Andiamo a festeggiare il mio compleanno!” Esclamò James partendo di corsa ancora una volta. 

Quando i Malandrini giunsero alla torre di Grifondoro, quasi senza fiato dopo aver rischiato di morire un paio di volte sui tranelli delle scale, salirono subito al dormitorio maschile del quarto anno e trovarono i letti tutti vicini, il loro lenzuolo steso a terra pieno di cibo e una torta alle fragole, luce calda e il giradischi pronto. 

“Ma quando hai preparato tutto questo?” Chiese Sirius sorpreso. 

“Quando sono andato in bagno in pausa pranzo.” Spiegò James fiero. 

“Ora capisco perché ci hai impiegato così tanto...” Realizzò Star. 

“Bene, dovete mettervi in pigiama ora.” Ordinò James. I suoi amici eseguirono. Sirius scelse i soliti pantaloni a tema scozzese rosso e ora e una maglia bianca, Remus indossava il suo classico pigiama azzurrino, Peter aveva dei pantaloncini da cui le sue gambe grassottelle spuntavano in modo buffo e una maglia blu, star scelse il suo pigiama con le stelline ricevuto a Natale e James ne indossò uno simile a quello di Remus ma rosso. 

“Ok, e ora?” Chiese Remus. 

“Niente. Mangiamo, chiacchieriamo, giochiamo a carte, balliamo un po'. Davvero, niente di impegnativo. Volevo solo stare con voi senza fare niente di speciale, perché voi siete speciali.” Spiegò il festeggiato. 

“Oh, che dolce...” Star abbracciò forte suo fratello. 

“Allora apri il nostro regalo, non è niente di speciale ma pensavamo di poterti ideare qualcosa per la festa quindi...” Sirius passò una scatolina in pelle al suo amico. 

“Bhe, io consideravo voi il mio regalo quindi andrà bene qualunque cosa, grazie.” James prese la scatolina e si sedette sull’enorme letto contornato dai suoi cari amici. Aprì la scatola e vi trovò dentro un orologio molto sfondo, dallo sfondo blu scuro. 

“E’ un orologio cipollar... stellare. Un orologio stellare.” Disse Remus. 

“Si, lo so, non so leggerlo bene.” Commentò il giovane occhialuto comunque felice. 

“Ti insegnerò io.” Lo rassicurò Sirius. 

“C’è una scritta dietro!” Spiattellò Peter senza più riuscire a trattenersi. 

James guardò il retro dell’orologio e lesse: “Grazie.” Ci pensò su un attimo e poi chiese. “Perchè ?” 

“Devi sapere che Sirius ha settato questo orologio in modo che indichi in modo particolare la Stella Polare.” Iniziò Star. “Quindi oltre a sapere quando arriverà la luna piena potrai sempre tenere sott’occhio il nordo grazie a quella stella, potrai sempre orientarti.” 

“Bhe molto utile...” Incominciò a ringraziarli Potter ma Remus lo interruppe: 

“La stella Polare è una stella che resta sempre fissa a nord, indica la via ai marinai da millenni e è molto importante per non perdere mai la rotta.” 

“Tu per noi sei la Stella Polare.” Proseguì Sirius. “Una guida per quando ci sentiamo persi, un punto di riferimento.” 

“Quindi volevamo ringraziarti.” Concluse Peter. 

James riuscì a malapena a nascondere la commozione e cercò di abbracciare tutti i suoi amici insieme. 

Seguì un momento di silenzio, di silenzio non imbarazzante ma bello. Poi Sirius si alzò per mettere un disco. 

Iniziarono a mangiare e giocare a carte seduti sul loro lenzuolo, ridevano e parlavano tranquilli quando James assunse d’un tratto un’espressione molto seria. 

“Ma quindi... se sono il vostro punto di riferimento... il capo dei Malandrini sono io.” Affermò poi. 

I suoi amici rimasero in silenzio per qualche secondo ancora sconvolti da quella supposizione.  

“MA CAPO DI CHI?!” Gridò poi Star tirandogli addosso le carte. 

I ragazzi risero di gusto e ripresero a chiacchierare e giocare. 

Finchè non partì una canzone che fece quasi rizzare le orecchie a Sirius. 

 

“Girl, you really got me goin' 
You got me so I don't know what I'm doinnow 
Yeah, you really got me now 
You got me so I can't sleep at night” 

 

“Questa! Vi prego balliamola dai!” Li pregò il giovane Black. 

“Io non ballo!” Se ne uscirono Remus e Peter all’unisono. 

“Non ho vogli di alzarmi, balla con Star.” Fu la risposta di James. 

Sirius allora allungò la mano verso di Star che la prese e iniziarono a scatenarsi ad una certa distanza l’uno dall’altro, saltando e muovendo la testa a ritmo senza alcun senso. James, Remus e Peter ripresero a giocare. 

 

“Yeah, you really got me now 
You got me so I don't know what I'm doinnow 
Oh yeah, you really got me now 
You got me so I can't sleep at night 

You really got me 
You really got me 
You really got me” 

 

“E’ davvero bella!” Notò Star. 

“Ti piace?” Chiese Sirius. 

“Moltissimo!” Rispose lei. 

“E’ dei Kinks.” La informò lui. 

“Ovviamente.” Replicò lei con un gran sorriso. I Kinks l’avevano fatta lasciare con Thomas ma non era certo colpa loro, e poi le loro musiche erano davvero belle, e i ricordi che lei aveva... 

 

“See, don't ever set me free 
always want to be by your side 
 

Sirius la prese par la vita e le fece fare uno strano casquet rock a ritmo. Iniziarono a ballare più vicini. 

 

“Girl, you really got me now 
You got me so I can't sleep at night 

Yeah, you really got me now 
You got me so I don't know what I'm doinnow 
Oh yeah, you really got me now 
You got me so I can't sleep at night 

You really got me 
You really got me 
You really got me” 

 

Verso la fine i due stavano ormai ballando mano nella mano, slanciandosi e riprendendosi, avvicinandosi e allontanandosi. E quando la musica finì si guardarono per un momento negli occhi. 

“Sei migliorata molto.” Commentò Sirius allontanandosi da lei e tornando a sedersi con gli altri. 

“Facevo molto schifo prima?” Replicò lei. 

“No! Eri molto brava, è che ora ti adatti a qualsiasi tipo di ballo ancora più in fretta. Dovresti prendere lezioni, per imparare passi nuovi.” Si Spiegò meglio lui. 

“Tu non basti come insegnante?” Chiese lei sorridendo. 

“Ti serve un professionista, uno bravo.”  

“Mi piace ballare, ma ballare con te è diverso, mi sento bene e i passi mi vengono facili, non credo di volere un insegnante che non sia tu.” Raccontò lei. 

James e Remus si lanciarono uno sguardo eloquente da sopra le loro carte mentre Sirius restava in silenzio. 

“Scacco matto.” Disse James posando il jack di cuori a terra. 

Star si voltò verso di loro confusa. “Non state giocando a carte?” Domandò. 

“Oh si, ma James non sta giocando molto seriamente.” Rispose rapido Peter. 

“Come sempre.” Star sorrise ancora e poi si mise a parlare del più e del meno con Peter mentre suo fratello e Remus finivano la partita. 

I cinque parlarono per tutta la sera, giocarono a vari giochi. Verso le due di notte, evidentemente confusi dalla stanchezza, organizzarono una corsa con i sacchi improvvisandoli con le coperte. Caddero molte volte. Infine si addormentarono, senza nemmeno rendersene conto, il petto dolente dall’aver riso tanto, i muscoli della bocca tesi, e le botte prese nella sfida coi sacchi che ancora pulsavano. 

Prima di addormentarsi completamente James respirò a fondo. L’intera stanza aveva un odore particolare, dolce e nostalgico. Una piccola parte del suo cervello si chiese quanti momenti così speciali avrebbe potuto ancora vivere, e poi si lasciò trasportare dai sogni. 


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Grazie a tutti per la pazienza. Questa volta dovete ringraziare una fan di wattpad che mi ha fatta stare sveglia a finire il capitolo.
Se volete mettermi anche voi l'ansia di finire ne serei lieta. Mi trovate su Wattpad, Instagra e Telegram.

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Capitolo 16
*** Dimenticanze ***


Remus urlò. Peter rotolò giù dal letto biascicando qualcosa mentre James si alzò di scattò puntando la bacchetta contro ogni oggetto nella stanza a intermittenza, gli occhiali storti sul naso e i capelli che erano un disastro. Sirius ebbe più o meno la stessa reazione ma la sua bacchetta era puntata sull’origine dell’urlo, inoltre non sembrava si fosse appena svegliato, gli occhi erano attenti, i capelli gli accarezzavano il collo fermandosi appena più su delle forti spalle e un sorriso spuntò subito sul suo viso appena si rese conto che non c’era nessun reale pericolo. Star aprì semplicemente gli occhi e si mise seduta ad osservare la scena. 

Remus cominciò a vestirsi senza smettere di sbraitare: “Dovete muovervi! Faremo tardi a lezione! Sono uno stupido, come ho fatto a non svegliarmi?” 

“Consolati: non si è svegliata nemmeno Star se è per quello.” Replicò James riacquistando un’espressione normale. 

“Non capita spesso...” Notò Remus fermandosi all’improvviso. “Che tu non ti svegli intendo.” 

“Lo so. Sembra strano anche a me ma ho dormito bene, come se avessi davvero bisogno di dormire. Succederà di tanto in tanto, immagino.” Star fece spallucce e in un attimo già indossava la sua divisa pronta per recarsi a lezione. 

“Va bene, andiamo.” Sbuffò James vestendosi di corsa. In pochi minuti i Malandrini e Peter furono pronti e cominciarono a correre verso la lezione di Trasfigurazione. Aprirono la porta e trovarono i loro compagni piegati ognuno sul proprio foglio di pergamena immersi nel silenzio. 

“Ma che….?” Cominciò Sirius ma venne interrotto da uno strano miagolio accompagnato dalla ritrasformazione della professoressa McGranitt in essere umano. 

“Test a sorpresa signor Black.” Spiegò quest’ultima. “Ma visto che non vi siete presi nemmeno la briga di presentarvi in orario non vedo perché dovreste preoccuparvi.” 

“Ci scusi professoressa.” Intervenne Remus

“Non ci sono scuse signor Lupin. Siete in ritardo di venti minuti quindi ora vi siederete e vi consegnerò il foglio con le domande tra venti minuti esatti. Così forse capirete l'importanza di arrivare puntuali mentre risponderete alle domande nel tempo rimanente alla fine della lezione.” Decretò la professoressa. 

I ragazzi obbedirono senza fiatare. La McGranitt poteva essere davvero severa e nessuno di loro aveva intenzione di farla arrabbiare rischiando di essere bocciato nella sua materia. 

Il tempo residuo dalla consegna del compito era davvero poco. Remus e James scrivevano come se non ci fosse un domani. Peter cercava disperato di capirci qualcosa e rispondere il minimo indispensabile. Star e Sirius scrissero alla Black: calligrafia impeccabile ma stranamente rapida con una tecnica che permetteva di usare una dose di inchiostro minima in modo da dover intingere la penna il meno spesso possibile per risparmiare tempo, e frasi che contenevano molte informazioni in pochissime parole. Alla consegna Sirius si voltò verso di lei. “Ah, quindi hai capito come faccio a sembrare sempre così calmo… non va bene… rischio di perdere il mio fascino.” Le disse sottovoce. 

“Signor Blackil tuo segreto è al sicuro con me.” Le rispose lei facendogli l’occhiolino. 

“Allora andiamo?” Lì interruppe James.  

I Malandrini e Peter si avviarono verso le lezioni successive, attorno a loro, nei corridoi, gli studenti parlavano della Pasqua imminente e della felicità di avere finalmente del tempo libero. 

“Aspettate un momento…Pasqua sarà il sedici aprile....” Lì richiamò Star. “Quando sarebbe il primo aprile?” 

James guardò sua sorella con aria preoccupata e nessuna voglia di rispondere. 

“Questo sabato.” La informò Peter tranquillo. 

“Questo…. sabatoSabatoQuesto?!” Ad ogni domanda il tono della ragazza diventava sempre più pericoloso. Peter annuì, sembrava non si accorgesse nemmeno dei rischi che correva nonostante avesse iniziato a tremare di paura. Star lo afferrò per il bavero. “Perché bolide nessuno me l'ha detto?!” Urlò scuotendo il povero ragazzo. 

“Ti dimentichi il compleanno di tuo fratello, non ti svegli in orario, e ti perdi la data del primo aprile.” Elencò Sirius con un sorrisetto canzonatorio sul volto. “Se non ti conoscessi direi che ti sei innamorata.” Concluse poi. 

La ragazza lasciò Peter, che barcollò lontano da lei, e guardò il giovane Black con uno sguardo di fuoco. Innamorata? Ma se sono appena stata lasciata!” Replicò. 

“Al cuor non si comanda.” Ribatté Sirius voltandosi e ricominciando a camminare verso le serre. 

“Ma che bolide….?” Borbottò la giovane, poi prese Remus a braccetto e si avviò con lui, James e Peter a lezione. Raggiunsero Sirius quasi subito ma Star non gli rivolse una parola e si mise spontaneamente in gruppo con le ragazze. Andò persino a pranzo con loro e poi non si fece più vedere alle lezioni del pomeriggio. 

A cena, proprio mentre Sirius stava riflettendo su che incantesimo usare per chiudersi la bocca per sempre, Star ricomparve e si sedette allegra tra Remus e James. 

“Hei, sorellina!” La accolse James felice distraendola da Sirius che tirava un respiro di sollievo. 

“Ho fatto. Pasqua è sistemata. E subito dopo non dimenticatevi che dobbiamo occuparci della Giornata dei Grifondoro.”   

“Vero! Ma quest'anno punterei su qualcosa di semplice. E delegherò molto in quanto capitano della squadra.” Decretò James felice che sua sorella si fosse dimenticata che avrebbe dovuto pensare al primo aprile e non a Pasqua. 

“A proposito, ma voi siete in vantaggio, vero?” Chiese Remus

“Remus!” Lo rimproverò James. “Non sai nemmeno a che punto siamo della classifica!” 

“Si, per ora siamo in vantaggio ma se Corvonero perde contro Serpeverde finiamo in parità con le Serpi e quindi dobbiamo assolutamente batterle alla prossima partita ad aprile e poi manca la finale contro Tassorosso in cui ci basterà fare i giusti punti.” Spiegò Star. 

“Non ci capirò mai niente.” Si arrese Remus

“Se sventoliamo la coppa abbiamo vinto.” Chiuse la questione Sirius

“Direi che è più facile così.” Commentò Lupin. 

James si sbatté una mano sulla fronte tra l'incredulo e l'esasperato. 

“Devi ammettere che Sirius ha colto l’aspetto focale della questione.” Gli fece notare Star. 

“Non voglio più parlarne…” Borbottò il giovane Potter. Cinque minuti dopo stava spiegando nuovamente tutte le regole e l’unico che lo ascoltava era Peter. 

 

…........... 

 

Il 30 marzo i Malandrini sedevano disperati attorno ad un tavolo senza avere la più pallida idea di cosa fare per il primo aprile. Remus era l’unico non interessato alla questione, il ragazzo leggeva tranquillo un libro cercando di non interrompere la lettura ogni qualvolta i suoi amici proponevano un’idea stupida o potenzialmente mortale. Missione alquanto complessa. 

Ad un certo punto Star fece un lungo e tetro sospiro e per distrarsi un po' lesse il titolo del libro che il suo amico stava leggendo. “È nuovo?” Notò. 

“Oh, si. Me lo ha regalato Lily per il mio compleanno.” Rispose quello senza pensarci. 

Tre identici sguardi increduli si posarono su di lui.  

“Il tuo compleanno è stato prima del mio.... il 10!” Realizzò James. 

Sirius cercò di esprimere tutta la sua mortificazione e Star sembrava ad un passo da una crisi di panico.  

“No, tranquilli... non amo festeggiarlo... mi ricorda... sapete... il piccolo problema peloso e tutto il resto....” Balbettò Remus cercando di tranquillizzarli. 

“È inaccettabile.” Decretò Sirius

“E comunque non vuol dire che non possiamo festeggiarlo ora. Se quel giorno ha brutti ricordi, possiamo usare un altro giorno.” Propose James. 

Star sgombrò il tavolo dalle pergamene con le idee per il primo aprile. “Abbiamo una missione più importante ora: la festa per Remus.” 

“Aspettate un momento!” Gli occhi di Remus si accesero di speranza. “Volete dire che per organizzare il mio compleanno rinuncereste a fare degli scherzi il primo aprile?” 

Star lo osservò attentamente. “In questo momento rinuncerei alla mia vita per te.” 

Il ragazzo dagli occhi ambra sorrise felice. “Questo è il miglior regalo di sempre! Organizziamo questa festa!” 

In men che non si dica i Malandrini si misero al lavoro. Il primo aprile era stata rinominata la giornata dello scherzo supremo a Remus. Un modo carino per dire che nessuno dei suoi amici più stretti si era ricordato del suo compleanno.  

 

…........ 

 

Il primo aprile i Malandrini e Peter si svegliarono con calma quasi all’ora di pranzo, quindi optarono per un brunch al pontile. L’ara era molto calda per essere primavera e ad un certo punto i ragazzi si tolsero le scarpe e misero i piedi a mollo nell’acqua fresca del lago.  

“Dobbiamo farlo più spesso... grazie ragazzi.” Remus si stese inspirando a fondo per rilassarsi completamente. 

“Pensate che ora potremmo giocare a cadaveri eccellenti?” Chiese James. 

“Oh, si, volentieri!” Si entusiasmò Remus. 

Sirius si alzò in piedi e recuperò qualche piatto. “Vieni con me a prendere penne e pergamena?” Chiese poi a Star. 

La ragazza si alzò felice di aiutare e i due si avviarono verso il castello. Lungo la strada notarono alcuni studenti con dei bizzarri comportamenti. 

Sirius salutò con un cenno una ragazza di Tassorosso e questa scappò in preda al panico. “Ma che cosa succede?” Si domandò il ragazzo. 

Provarono a salutare altre persone ma tutti, chi più e chi meno, sembravano avere paura di loro. 

“Credo di aver capito...” Mormorò Star. “Forse si aspettano che noi facciamo qualcosa, sai, un pesce d’aprile.”  

“Oh, capisco. Ha senso. E’ un peccato però non fare nemmeno un piccolo scherzo.” Fece notare lui. 

“Già, ma abbiamo promesso a Remus che sarebbe stato solo il suo compleanno oggi, niente di più.” Gli ricordò Star.  

Sirius concordò mugugnando.  

Una volta tornati al pontile si misero subito a giocare con gli altri, vennero fuori delle frasi pazzesche e questo rese il gioco davvero divertente. Almeno finchè Peter non lesse il suo foglio del 10 turno: “Sirius e Star sotto un ponte si baciano in modo disastroso.” 

“Bhe, wow... questa fa ridere davvero! Io non bacio in modo disastroso.” Ribattè Sirius. 

“E come fai a saperlo? Te lo ha detto una tua qualche zia?” Lo prese in giro James. 

“No, un po' di ragazze.” Si vantò lui. “E potrebbe confermarlo anche tua sorella.” 

“E come? Non mi hai mai baciata!” Disse lei confusa. 

“Potrei farlo ora.” Le confidò lui avvicinando il suo viso a quello di Star di scatto. Remus, James e Peter trattennero il respiro.  

“Tua madre mi ha incantata fino a Natale, non avresti il coraggio di farlo.” Gli ricordò lei allontanandosi altrettanto velocemente. 

“Ooook, e ora che si fa?” Chiese Peter. 

“Giochiamo a carte babbane.” Propose James. In un attimo quell’atmosfera un po' strana svani e tornò la conseuta allegria. 

Remus rise per tutto il giorno ma ebbe quasi un attacco respiratorio quando tornando verso il castello James ci provò nuovamente con Lily inconsapevole del fatto che star gli aveva fatto diventare i capelli fucsia.  

“Non ci penso proprio, i nostri colori di capelli fanno a pugni.” Ripeté Sirius imitando Lily e facendo ridere ancora Remus, Star e Peter.  

James rise in modo sarcastico osservandosi preoccupato allo specchio regalatogli da Star. 

“Ah, è stato il miglior compleanno del mondo.” Si complimentò Remus sedendosi a tavola. 

“Se sorvoliamo sul fatto che è arrivato quasi un mese in ritardo.” Borbottò Star.  

“Su, su. E’ stata una giornata speciale, ve ne sono grato.”  

Non era difficile credergli, il viso di Remus era così solare e sereno che si capiva benissimo il suo stato d’animo, e i Malandrini si sentivano così bene per questo. 

Una volta tornati in dormitorio i ragazzi consegnarono al festeggiato il suo regalo; una copia autografata dall’autore del suo libro preferito e cinque differenti tipi di cioccolato da Mielandia

“Semplice ma ben pensato.” Commentò lui felice. “Grazie davvero.” 

Passarono il resto della serata a chiacchierare e ricordare i bei momenti. Ad un certo punto, dopo aver preso ancora in giro James, Remus prese un profondo respiro. “Mi fanno male le guance da quanto ho riso.” 

“E’ un buon segno.” Sbadigliò Peter. 

Concordarono tutti prima di addormentarsi. 

 

………............ 

 

La domenica di Pasqua Star si svegliò di buon'ora e attese in Sala Comune l'arrivo degli studenti più mattinieri. Con sua grande sorpresa la prima persona a scendere le scale fu Sirius.  

“Wow.” Disse lei. “Buongiorno.” 

“Perché sei così sorpresa?” Le domandò lui tranquillo. 

“Bhe, di solito è Remus il più mattiniero, o un ragazzo del quinto anno, o quella tipa del settimo...” Cominciò lei, ma lui la interruppe. 

“Ok, ok! Ho afferrato il concetto. Cos'hai pensato per Pasqua?” 

La ragazza fece spallucce. “Una cosa, ma inizierà dopo pranzo.”  

“Va bene, allora mi accompagni a spedire una lettera a zio Alphard?” 

“Oh, volentieri, aspettami qui, ne ho scritta una per Andromeda, vado a prenderla.” La ragazza partì felice su per le scale e tornò dopo qualche secondo con una busta blu dalle scritte oro e il nastro rosso in mano. 

“È un’occasione speciale?” Le chiese Sirius mentre camminavano verso la voliera. 

“No perché?” 

“Hai usato una busta particolare.”  

“Mi piace solo scrivere in oro sul blu cobalto. Fa un bell'effetto.” Spiegò lei semplicemente. 

“E il nastro rosso?” Domando ancora il ragazzo. 

“Mi piace. Tutti qui. Sono i miei colori preferiti.” 

“Anche i miei.” Replicò lui. 

“Non è vero.”  

Sirius si fermò un secondo. “Ma saprò quali sono i miei colori preferiti, no?” 

“Bhe si, ma non sono gli stessi dei miei.” Comincio la ragazza. “Vedi a me piace il rosso classico, quello del Natale e di San Valentino. A te piace il bordò, il rosso sangue, rosso come le rose da occasioni speciali, un rosso più scuro ed elegante. A me piace l'oro ma quelle che io chiamo oro in realtà è più un ocra chiaro o simili, un colore più vivace, che mette allegria. A te piace l'oro oro, perfetto e lussuoso. Ti piacciono così perché sono i colori di Grifondoro, a me piacciono più brillanti, per questo mi sono fatta la sciarpa della divisa a mano con colori più vivaci. Non lo avevi notato?” 

Il giovane ci pensò un attimo; in effetti la sciarpa della sua amica le era sembrata più luminosa ma lo aveva collegato al fatto che qualunque cosa accanto a lei assumesse un aspetto più limpido e acceso. Come se lei attirasse i colori veri, puri, non c'era mai del grigio in lei. 

“E poi,” Continuò Star. “A te piace il blu infinito, quello vellutato delle notti stellate. Mente io preferisco il blu cobalto. Come i miei occhi, eccetera…. Quindi sono gli stessi colori di base ma diversi. I tuoi sono più scuri.” 

Lui sorrise, sentirla dire “eccetera” gli aveva fatto venire in mente quella canzone… 

“Si, hai ragione.” Disse solo.  

Arrivarono alla gufiera e Gil e Velvet volarono subito verso di loro posandoci sull’avambraccio dei rispettivi padroni. Appena i ragazzi legarono le lettere ripartirono felici in volo verso la casa dei Black. 

“Sono andati...” Constatò Sirius. “Ora mi darai qualche anticipazione per la giornata di oggi?” 

“Nnnno.” Rispose lei allegra saltellando versa la torre di Grifondoro

Raggiunsero James, Remus e Peter e andarono con loro a fare colazione. Il clima era sereno anche se lievemente teso, tutti aspettavano il momento della rivelazione del potere delle uova. Ma non successe niente per tutta la mattinata. 

Dopo pranzo i Malandrini e Peter fecero una passeggiata. Il clima di aprile portava con sé aria primaverile e il sole scaldava piacevolmente la pelle. James e Sirius abbandonarono le giacche sotto un albero e cominciarono a giocare a lanciarsi una Pluffa rubata dal deposito. Dopo poco James allentò la cravatta mentre Sirius se la legò sulla testa a mo’ di fascetta per tenere lontani i capelli dal viso. Star stette un po’ seduta accanto a Remus e Peter ma poi si unì al gioco dei suoi amici. Presto l'aria si riempì di risate così coinvolgenti che anche Remus e Peter si misero a giocare con loro, purtroppo la pessima mira di Peter fece finire James nell’acqua bassa della riva del lago, ma il ragazzo rise e alzò trionfante la Pluffa che era riuscito ad afferrare nonostante il lancio impreciso.  

Mentre lanciava la Pluffa verso Star, il giovane Potter pensò a quanto quel momento sembrasse magico e sereno al tempo stesso. Sembrava come il venerdì sera quando si sa di avere tutto il weekend davanti, anzi, sembrava il primo giorno d’estate. Tutto era tranquillo… finché degli strani simboli blu non gli comparvero sull'avambraccio. “Cos’è questa roba?!” Gridò sventolando il braccio avanti a sé come se ci fosse sopra un insetto schifoso. Forse il tono della sua voce doveva essere parso un po’acuto perché i suoi amici cominciarono a ridere e Sirius fece una perfetta imitazione della faccia tra po’ schifato e il terrorizzato che doveva aver avuto. 

“Ah ha... si, divertentissimo.” Replicò sarcastico James. 

“Comunque cosa sono questi segni?” Chiese Remus a Star. 

“Sono le vite per il gioco di Pasqua, deve essere già iniziato da qualche minuto ormai, ma ci stavamo divertendo troppo.” Rispose la ragazza tranquilla. 

In effetti ognuno di loro aveva sul braccio tre strisce blu cobalto. 

“Se queste sono le vite vuol dire che c’è un modo di perderle...” Istintivamente Sirius colpì James con un incantesimo che lo fece volare nuovamente in acqua. Il giovane Potter ritornò a riva completamente zuppo e si controllò il braccio.  “Non ha funzionato!” Gridò tranquillo a Sirius che allora si mise a fissare Star per ottenere risposte. 

In quel momento Lily e Mary arrivarono correndo dal castello, la rossa cercava di colpire la sua amica con delle scintille colorate e quando ci riuscì alla bionda cadde dalle mani un ovetto colorato che Evans afferrò subito prima di riprendere a scappare verso il castello dove la aspettava Severus

“Dai, gioca anche tu, è divertente. Non succede niente di male questa volta, e mi ricorda tanto la caccia alle uova che facevo da piccola.” Lo pregò poi. 

Il ragazzo scosse la testa deciso. “Non farò niente che sia stato pensato da quelli là.”  

“Ma questo non l’hanno pensato loro, è un’idea di Star, e lei è mia amica.” Insistette Lily. 

 “Bhe, dovresti sceglierti meglio le tue amicizie.” Sbottò Severus

“Dovrei prendere esempio da te, allora? Pensi che non sappia con chi ti vedi di solito? Pensi che non sappia cosa organizzate?” Si arrabbiò la ragazza, ma poi un velo di tristezza le oscurò il volto. “Non dovresti farlo, Sev, sono persone malvagie.” Lo pregò poi. 

“Anche la tua amica.” Concluse lui prima di voltarsi e andarsene.  

Mary si avvicinò alla rossa solo in quel momento e le posò una mano sulla spalla, arrivò anche Alice subito dopo ad abbracciarla, presto raggiunta dalle altre ragazze che poi ricominciarono a giocare allegramente. 

“Io quello lo detesto.” Commentò James con lo sguardo pieno d’odio rivolto al Serpeverde che si allontanava a passo svelto. 

“Proporrei di usarlo come tester del nostro nuovo incantesimo.” Se ne uscì Sirius

“Non credo proprio!” Cercò di fermarli Remus ma i due partirono di corsa verso il castello e Peter fece del suo meglio per seguirli. 

Star fece spallucce e prese per mano Remus. “Non importa, tanto ci provano da mesi e non ha mai funzionato. Andiamo a divertirci!”  

Star colpì Lily con delle scintille blu cobalto e le rubo così un ovetto. “Pensavo ti piacesse vincere, Evans.” 

La rossa riacquistò il suo sorriso e i suoi occhi verdi ripresero uno scintillio di allegria. Se James l’avesse vista adesso non avrebbe saputo resisterle, era davvero bella. 

La caccia alle uova proseguì in allegria, una volta colpiti per la terza volta tutti i segni sul braccio scomparivano e non era concesso continuare la gara. Le uova prese si rimpicciolivano al punto da poter essere riposte in tasca.  Gli eliminati sei radunavano in gruppetti per sostenere i loro amici o osservare gli scontri migliori. 

Nel frattempo James, Sirius e Peter avevano raggiunto Severus. Il giovane Potter gli si piazzò davanti. “Buon pomeriggio, Mocciosus, come va la giornata?” 

“Non bene da quanto si comparso tu.” Rispose il Serpeverde

“Che c’è, sei impaurito?” Lo sfidò Sirius

“No, la vostra sola presenza mi irrita al punto tale da rovinarmi l’intera giornata.” Replicò Severus

“Carino sapere quanto siamo importanti per te.” Ribatté James. 

Piton fece una smorfia di disapprovazione ma in quel momento Sirius lo colpì in pieno viso con delle scintille dorate.  

“Ma che...?!” Gridò Severus, Peter lo colpì ancora con scintille gialle giusto sul fondoschiena. 

“Adesso basta!” Il Serpeverde puntò dritto verso Sirius pronto a sfoderare la bacchetta. James fu più rapido e urlò “Praetermisissent!”  

Incredibilmente il ragazzo fece uno scivolone che lo portò a finire quasi in un altro corridoio, prima che sparisse Peter lo colpì nuovamente azzerando le sue vite.  

“Ha funzionato!” Si esaltò Sirius. “Dobbiamo assolutamente dirlo a Star.” 

“Oh, si... sarà da ridere.” Concordò James. 

“Perchè?” Chiese Peter. 

“Bhe, sarà parecchio combattuta tra l’essere fiera di noi e il sgridarci per aver disobbedito a Remus. Comunque complimenti, Minus, ottima mira.” Spiegò James, il complimento che aggiunse fece arrossire Peter fino all’ultima ciocca di capelli. 

I giovani varcarono il portone di ingresso e trovarono Lily e Star impegnate in una battaglia di scintille, un piccolo gruppo di studenti si godeva l’incontro per la vittoria delle uova. A sentire dal tifo sembrava che le ragazze pensassero di essere le ultime rimaste in gara. James e Sirius si scambiarono uno sguardo complice, in contemporanea colpirono Peter con delle scintille fino ad annullargli le vite e poi corsero verso il parco. 

“Ma ragazzi!” Protestò il poveretto, nessuno gli badò. 

In un attimo James affiancò Lily. “Non mi serve il tuo aiuto, Potter!” Gridò subito la rossa. 

“Io credo di si.” Replicò lui indicando Sirius accanto a Star. 

“Me la so cavare benissimo da sola.” Commentò la Malandrina. “HeiEv! Liberiamoci di questi due.” 

Evans sorrise e colpì James mentre Star colpiva Sirius, i due non fecero nemmeno in tempo a reagire che le ragazze li colpirono nuovamente e ancora riempiendoli di scintille.  

“Avevo già perso una vita non serviva il terzo colpo!” Fece notare James. 

“Ops.” Replicò Lily. Poi le due ragazze si abbracciarono soddisfatte per la vittoria condivisa. Star pescò degli ovetti dalla sua tasca e li lanciò in aria, questi si ingrandirono e si ruppero svelando caramelle e cioccolatini per tutti.  Anche Lily cominciò a lanciar alcuni dei suoi ovetti e molti studenti si avvicinarono per prendere la loro dose di dolcezza. 

“Immagino che cenerai con le tue amiche questa sera.” James si avvicinò a sua sorella circondandole la vita con un braccio. 

“Penso di si...” Rispose lei osservando le ragazze raggiungere Lily. 

“Unitevi a noi!” Propose Alice. 

“Cos...!?” Esclamò la rossa strozzandosi con la sua stessa saliva. 

“Volentieri!” Accettò Sirius prima che qualcuno potesse replicare qualcosa. 

Mary si avvicinò a lui. “Come vanno gli allenamenti?” 

“Piuttosto bene grazie. Siamo pronti alla prossima partita.” Rispose lui tranquillo. 

Alice invece tenne occupato Remus con l’aiuto di Marlene e Jane in modo che Lily non potesse isolarsi con lui. Peter li raggiunse in quel momento e Emmeline ci mise circa 5 minuti per chiedergli di cenare con loro. Ann e Sophia chiacchierarono allegramente tra loro e così Star, James e Lily dovettero per forza cominciare una conversazione. 

“Ho saputo che per Babbanologia dovrete scrivere un’opera teatrale.” Iniziò la rossa impacciata. 

“Già, purtroppo le persone più competenti sono finite nell’altro gruppo.” Borbottò James. 

“Bhe, lo immaginavo. Nessuno di intelligente vorrebbe stare in gruppo con te, Potter.” Replicò Lily. 

“Uh! Brucia!” Rise Star. 

Giunsero infine in Sala Grande e mangiarono in allegria. I professori cercarono di capire da dove spuntassero fuori tutti i dolci che gli studenti portavano con loro ma con scarsi risultati e il professor Woody attaccò la McGranitt pensando che lei volesse attaccarlo ma la professoressa dette sfoggio delle sue abilità trasfiguarando il professore in un criceto, ma solo finchè non si rese conto che lui non costituiva un reale pericolo e quindi lo ritrasformò. Regalando a tutta la Sala una piccola vittoria. Ma la cosa più incredibile fu che Lily riuscì a non uccidere James per tutta la durata della cena. Fu d’aiuto il ricordo dei capelli fucsia del ragazzo, ma era comunque un progresso. 

James andò a letto così su di giri che Sirius dovette ascoltarlo parlare finchè i suoi sussurri concitati su quanto era bella Lily non si trasformarono in un lieve russare. 

“Ah, l’effetto che fanno le ragazze.” Commentò Sirius tra sé e sé. 

 

 

 

*********************** 

 

*We are the champions in sottofondo* 

Ce l’ho fatta! 

Mi sono persa con gli anni quindi forse ci sono errori di date o mesi ma non posso resistere oltre, dovevo pubblicarlo! 

Ciao ciao 

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Capitolo 17
*** Grifondoro = Party ***


Dal momento che Corvonero aveva vinto la partita contro Serpeverde la settimana prima di Pasqua il 23 aprile per la squadra di Grifondoro non sarebbe stato un problema perdere contro Serpeverde. Ma la vittoria per James era una questione d’onore, e quindi li stracciarono. Si, il capitano Potter aveva allenato la sua squadra fino allo sfinimento per collezionare anche quella vittoria, davvero fino allo stremo. Infatti mentre nella Sala Comune i Grifondoro festeggiavano la vittoria, la squadra intera crollò addormentata nei dormitori dopo la doccia. Lunedì mattina la squadra ebbe anche difficoltà a svegliarsi. Durante la lezione di Babbanologia la metà della classe in cui erano compresi i Malandrini presentò il suo lavoro per il teatro, presero un Accettabile. Infondo come gruppo non erano stati in grado di trovare molti compromessi e i Malandrini avevano comunque molto da fare tra allenamenti e organizzazione della giornata di Grifondoro. Fatto sta che la loro storia parlava di un Mago purosangue che cerca la sua moglie ideale e alla fine la trova ma poi scopre che lei è babbana e gli ha fatto credere di essere una maga con l’inganno. Lui la caccia via e sposa una donna che non ama e in punto di morte si rende però conto di quanto è stato stupido. Non male come storia ma non aveva abbastanza passione oltre a essere molto simile a una delle storie di Beda il Bardo. 

Nel frattempo la giornata di Grifondoro si avvicinava e la squadra era di nuovo sotto pressione. James ci teneva davvero a fare bella figura come capitano quindi non delegò tanto quanto si era vantato di fare ma si mise all'opera lui stesso più di tutti. Ovviamente Star e Sirius furono di nuovo incaricati di disegnare le magliette, e la sera prima dell'evento erano tutti e due intenti a copiare la scritta “Grifondoro = Party” sotto il disegno di un Leone parecchio contento su tutte le maglie. 

Sirius iniziò a mugugnare una melodia. 

“Questa la conosco!” Si sorprese Star. Continua!” Lo pregò poi. 

Il ragazzo canticchiò la melodia un po’ più forte. 

“It's been a long time since I rock and rolled 
It's been a long time since I did the Stroll Cantò lei. 

“Oh let me get it back let me get it back 
Let me get it back baby where I come from Continuò Sirius 

Poi entrambi si alzarono in piedi e si misero a ballare e cantare con il tavolo tra loro mentre tutti in Sala Comune si voltavano a guardarli. 

“It's been a long time been a long time 
Been a long lonely lonely lonely lonely lonely time 
Yes it has 
It's been a long time since the book of love 
can't count the tears of a life with no love 
Carry me back carry me back 
Carry me back, baby, where I come from 

James si avvicinò a loro con uno sguardo stranito in volto, tanto che i suoi amici smisero di cantare. 

“Oh no, non fermatevi mica per me. Me ne vado subito.” Lì avvertì il giovane occhialuto. 

“Maddai! Che faccia! Ci stavamo solo divertendo un po’.” Cercò di scusarsi Sirius

“Si, infatti. Continuate pure!” Replicò James parlando piano come se loro fossero dei matti da trattare con cautela. 

“Nooo, resta.” Lo pregò Star. 

“Si…. 

Oh won't you stay, just a little bit longer 
Now pleasepleaseplease 
Now hello, well are you going to Ricominciò a cantare il giovane Black esprimendo la sua preghiera a voler condividere il momento col suo amico. 

“Well your mama don't mind  
And your papa don't mind  
If we have another dance, oh yeah, 
Just one more time” Proseguì la ragazza mentre il suo compagno canoro le faceva da sottofondo strumentale. 

“Oh won't you stay, just a little bit longer 
Oh let me hear you say you will (say you will) 

Won't you put your sweet lips to mine 
Won't you say you love me, all of the time 

Oh, oh, oh yeah just a little bit longer (whoa yeah) 
Now pleasepleaseplease 
Now hello, well are you going to” 

Cantarono poi tutti e due muovendo a forza a ritmo un poco felice James. Alla fine però risero tutti. 

“Ok, ok. Ma ora tornate a lavoro.” Lì rimproverò il giovane Potter. 

I suoi due amici scattarono sull'attenti in contemporanea e poi ricominciarono a copiare i disegni sulle maglie come bravi impiegati. James li guardò soddisfatto per alcuni secondi e poi se ne andò. Sirius e Star quindi scoppiarono a ridere dopo essersi tanto trattenuti dal momento che Sirius aveva fatto comparire sul retro della maglia di James la scritta “Pericoloso come un felino” con sotto l’immagine di un dolce gattino bianco

Quando Star riuscì finalmente a riprendere fiato si complimentò con lui. “Ma come ti è venuta in mente?! Appena se ne accorgerà darà di matto!” 

“Si, lo so; sono il re dei burloni.” Finse di vantarsi lui prima di lasciarsi andare ad un altro attacco di risa. 

Star pensò a quanto fosse strano il suo rapporto con Sirius, non era nemmeno così divertente come scherzo, eppure entrambi non riuscivano a calmarsi. Si sentiva così bene, così libera e felice... Era inspiegabile. 

 

 

…................... 

 

Il mattino successivo James svegliò i suoi amici battendo le mani sul loro tavolo di lavoro su cui entrambi si erano addormentati. 

“E’, il gran giorno!” Annunciò entusiasta mentre Peter sbadigliava e Remus sorrideva senza motivo. 

Star prese una pila di magliette e ordinò alle restanti di seguirla magicamente e si incamminò per prima accanto a suo fratello vero il campo da Quidditch cogliendo l’occasione per insultarlo per il brusco risveglio causatole. Peter seguì fedelmente i due Potter e Remus e Sirius rimasero un po' insietro

“Avete passato la notte assieme.” Notò Remus con il tono di uno che fa osservazioni sul tempo. 

“Non tecnicamente, e non sarebbe stata comunque la prima volta.” Replicò il giovane Black sciogliendosi definitivamente il nodo alla cravatta e infilandola per metà nella tasca dei pantaloni. 

“E’ comunque la prima volta che dormite nella stessa stanza completamente da soli.” Insistette il ragazzo dagli occhi d’ambra stiracchiandosi. 

Sirius si bloccò per qualche secondo riflettendo. “Si... credo di si... Ma che mente perversa hai! Fingi di essere innocente!” Si stupì poi, forse a voce troppo alta perché Star, James e Peter si voltarono a guardarlo. 

“Perchè insinui che il mio dolce Rem non sia innocente e puro come una ninfea?” Lo accusò la ragazza. 

“Sei troppo piccola per queste cose ma ti assicuro che ho ragione io.” Rispose rapido Sirius

“Ah, ok.” Lei si voltò tranquilla e Sirius sospirò di sollievo ma dopo qualche passo la giovane si voltò di nuovo. “Sono di poco più piccola di te e comunque più grande di Remus.” Gli ricordò. 

“Si, lo so, ma vuoi davvero sapere di cosa stavamo parlando?” Le chiese Black. 

Star ci pensò su qualche secondo. “No, in realtà no.” Decretò poi proseguendo la sua camminata accanto a suo fratello per poterlo infastidire meglio. 

Era una giornata dal cielo azzurro e sereno, la squadra di Quidditch al completo li aspettava già accanto all’ingresso del campo, ognuno trasportava una gran quantità di scope da poter prestare a chi non ne possedeva. Entrarono e si misero a preparare il tutto. Presero un tavolo per disporre le magliette che come sempre includevano il conteggio automatico dei minuti in volo e poi un altro tavolo ospitava bottiglie d’acqua e succo di zucca. 

In poco tempo il campo iniziò a riempirsi di tutti i Grifondoro, i primi ad arrivare furono quelli del primo anno, eccitatissimi per la novità. Presero tutti le magliette e alcuni lasciarono anche qualche moneta.  

James volò accanto a Star. “Sta andando tutto benissimo. Non dovrò nemmeno usare i miei soldi per pagare tutte le magliette con i miei soldi! Non ci avevo pensato all’inizio ma non è male.” 

“Sono felice che hai scoperto le offerte libere ma credo che tra poco sia ora di servire il pranzo quindi dovremmo mandare qualcuno a prenderlo.” Gli ricordò la ragazza. 

“Giusto!” Il giovane Potter si guardò attorno. “Fill, Al, Dorian, ci pensate voi al pranzo?” 

I tre ragazzi si misero sull’attenti, era un gesto comune nella squadra di Grifondoro per prendere in giro i modi a volte un po' autoritari di James, e poi eseguirono sparendo in volo verso il castello. 

Sirius li raggiunse in quel momento seguito da Remus e Peter. “Guardate chi arriva...” Disse indicando con un cenno del mento l’inconfondibile chioma rossa di Lily accompagnata dalle sue amiche. 

Le ragazze si alzarono in volo, Mary era la più a suo agio e cercò di aiutare la sua amica il più possibile ma ad un certo punto avvistò i Malandrini e guidò il gruppo verso di loro. “Sai chi potrebbe insegnarti meglio di me?” 

“Chi?!” Chiese Lily con un tono reso più acuto del normale dalla paura. 

“Il capitano della squadra di Quidditch.” Le assicurò Mary abbandonandola accanto a James e trascinando  Sirius via con sé. Alice colse la palla al balzo e chiese a Star di seguirla. Emmeline e Marlene presero da parte Remus e Peter ma solo perché obbligate da uno sguardo di fuoco di Mary. 

“Oh no!” Borbottò Lily. 

James sorrise e l’aiutò a scendere di qualche metro per farla sentire più a suo agio. “So che preferiresti schiantarti che farti aiutare da me ma questa volta non ho fatto niente. Sono state le tue amiche ...” 

“Si lo so!” Lo bloccò la ragazza. “E verranno severamente punite per questo.” 

In quel momento arrivarono Al, Fill e Dorian con il pranzo e la rossa potè tirare un sospiro di sollievo, che fu momentaneo visto che Mary insistette per invitare i Malandrini a mangiare con loro. I ragazzi però rifiutarono, come molti tra gli studenti più sportivi volevano battere il record di minuti in volo e si erano organizzati per mangiare sulle scope. Finalmente Lily si sentì a sicuro. 

Dopo pranzo alcuni cominciarono a giocare una partita a squadre solo con la Pluffa, per evitare infortuni, altri si sfidarono qualche metro più su ad una gara di velocità e i più tranquilli, come Remus, Peter, Emmeline, Marlene e Lily se ne stavano a pochi metri da terra a godersi la giornata con la piacevole sicurezza di poter poggiare i piedi a terra in qualsiasi momento. 

Sirius, James e Star chiacchieravano tranquilli finchè una bionda chioma non si fermò accanto a loro in volo. 

“Hei, Black! Ti sfido ad una prova di coraggio.” Lo appellò Mary. 

“Ok.” Rispose Sirius tranquillo allontanandosi con lei. Presto anche James e Star scoprirono di cosa si trattava; i due si lanciarono in una discesa verticale a folle velocità e Mary bloccò la scopa appena un attimo prima di Sirius, anche se James lo aveva visto fermarsi molo più vicino al suolo mentre giocavano tra loro dai Potter. 

“E’ stato un gesto galante.” Commentò infatti. 

Star lo fissò. “In effetti in allenamento una volta pensavo che si sarebbe spiaccicato.”  

In quel momento i due Potter vennero invitati a giocare con la Pluffa e non volendo deludere nessuno si unirono volentieri alla partita. 

Le ore passarono in fretta e presto cominciò a farsi buio... forse un po' troppo presto. In pochi secondi il cielo si rannuvolò e prima che chiunque potesse dire o fare qualsiasi cosa l’intera popolazione di Grifondoro si trovò sotto una pioggia fitta e pungente.  

 

“Ma che bolide?!” Esclamò Star. 

“NON RUBARMI LE BATTUTE!” Urlò Sirius   

 “NIENTE PANICO!” Gridò invece James. “Scendete dalle scope in modo ordinato, chi le h prese in prestito le riconsegni a Colin, poi seguite Al e Fill verso il castello.” Ordinò il capitano. Tutti eseguirono in fretta i suoi comandi e in quel momento James capì che essere il capitano della squadra gli dava una certa autorità anche per gli altri studenti.  

In pochi minuti i Grifondoro furono tutti riuniti attorno al loro tavolo in Sala Grande, era troppo presto per cenare così qualcuno iniziò a giocare a scacchi, qualcun altro a carte e in men che non si dica partì un vero e proprio torneo di giochi da tavolo magici e babbani. 

Quando anche gli studenti delle altre case cominciarono a riempire la sala ormai i Grifondoro erano alle sfide finali e si accalcavano attorno a coppie di giocatori per sapere chi era il migliore nel loro gioco preferito o per sostenere i loro amici. Questa situazione ovviamente creò una gran confusione che fece assottigliare di molto le labbra della professoressa McGranitt ma prima che lei potesse dire qualsiasi cosa iniziò la cena e gli animi si calmarono. 

Su alla torre iniziò immediatamente una festa, per la maggior parte del tempo con canzoni del mondo magico. Star non le apprezzava molto e quindi stette con le ragazze a parlarle. Alice e Frank ballarono per tutta la sera e Mary sembrava molto distratta, anche Lily lo notò e dopo qualche minuto di ulteriore osservazione scattò in piedi come se la sua bionda amica l’avesse appena offesa pesantemente. 

“Nooooo!” Gridò puntandole il dito contro. 

“Cosa?” Chiese Sophia curiosa come sempre. 

“Tu. Non. Puoi. Farmi. Questo.” Proseguì la rossa sempre più sconvolta. 

Mary la fisava cercando di nascondere la sua aria colpevole dietro un sorriso spavaldo, non era ancora detto che lei avesse davvero capito. 

“Tu sei innamorata di Si...!” L’accusa di Lily fu immediatamente soffocata, Mary le tappò la bocca con la mano e la trascinò in dormitorio, le altre ragazze, Star compresa, le seguirono emozionate. 

“...rius!” Concluse la rossa appena la sua rapitrice la lasciò andare dopo essersi assicurata che Ann avesse chiuso la porta dietro di sé. 

“Bhe, è figo.” fu la semplice risposta di Mary. 

“Si, ma io pensavo fosse una cotta, invece tu sei….” Lily si sedette sul letto troppo scioccata per continuare. 

“Ebbene e ora cosa farai per attirare la sua attenzione?” Le chiese Emmeline. 

“Non lo so, ma deve essere qualcosa di spettacolare.” Le rispose lei. 

 In quel momento gli echi di una canzone babbana giunsero fino a loro. Le ragazze scesero chiacchierando felici e mentre Mary cercava Sirius con lo sguardo il ragazzo si presentò di colpo davanti a loro. 

“Star! Balla questa con me! Il giovane trascinò la sua amica in pista ignorando completamente le altre ragazze. 

 

Honey, honey, call me on the telephone 
I know you're movin' out to Hollywood 
With your can of tasty foam 
All those beat up friends of mine 
Got to get you in their books 
And lead guitars and movie stars 
Get their toes beneath your hook 

Mentre la musica continuava e i due ragazzi si spostavano al centro della sala per ballare Star si voltò indietro per un secondo. 

“Cosa ne pensi di Mary?” Gli chiese mentre si scatenavano. 

“E’ una bella ragazza.” Disse solo Sirius senza nemmeno guardarla. 

Yeah, you're a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star 
Yeah, a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star 
Star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star 

“E’ strana questa canzone...” Le disse invece poi facendola girare su sé stessa. 

“Ah si? Per me è un po' un abuso del mio nome ma mi piace il ritmo.”   

“Non l’aveva mai associata al tuo nome, ora fa ridere. Comunque in un certo senso vorrei riuscire a farmi una stella una volta. Chissà che aspetto hanno le stelle, alcune leggende dicono che in realtà sono donne bellissime.” 

“Tu sei fuori come la torre di Astronomia!” Rise la ragazza. 

Yeah, I heard about you Polaroid's 
Now that's what I call obscene 
Your tricks with fruit was kind a cute 
bet you keep your pussy clean 
Honey, I miss your two tone kisses 
Legs wrapped around me tight 
If I ever get back to New York, girl 
Gonna make you scream all night 

“Parlando di cose serie: cos’è una Polaroid?” Gli domandò lei. 

“Una macchina fotografica babbana, quelle che sputano subito fuori la foto. Dovresti averne viste alcune.” Le rispose. 

“Oh, mi piacciono!” Si esaltò la ragazza. 

“Allora te ne regalerò una.” Decretò Sirius 

Yeah, you're a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star 
Yeah, a star fucker, star fucker, star fucker, star fucker, star 
Star fucker, star fucker, star fucker, star fucker star 
Yes you are, yes you are, yes you are 

Quando la musica finì Mary riuscì a farsi avanti e Sirius accettò il suo invito a ballare. 

La festa andò avanti finchè la McGranitt in mitica vestaglia scozzese non passò come una furia attraverso il buco del ritratto. Bastò un suo sguardo severo per far sparire tutti i Grifondoro nei rispettivi dormitori. 

 

................. 

 

Aprile si concluse troppo in fretta e i Malandrini si ritrovarono sommersi da compiti e studio in preparazione agli esami finali. L’unica nota positiva fu la lezione di Babbanologia in cui la rimanente metà degli studenti presentò la storia per la loro rappresentazione teatrale.  

“Una prostituta si innamora di un uomo che corteggia molte donne ma la prostituta viene venduta ad un uomo crudele che la tratta peggio di un oggetto. Il donnaiolo, nonostante possa avere tutte le donne del mondo, non riesce a togliersi di mente la prostituta e una sera la incontra ad un ballo e le cose si complicano ulteriormente.” Riassunse la professoressa. “Va bene, è una storia un po’ scabrosa ma sembra che voi ci abbiate lavorato molto quindi voglio premiarvi; proveremo a metterla in scena. Dovete decidere i protagonisti e tutte le comparse.” Questo annunciò fu seguito da un brusio eccitato. 

“Star deve fare la protagonista!” Esclamò una ragazza, James si voltò verso di lei incenerendola con lo sguardo. “Non perché sia una … no.. è che nella nostra storia la protagonista è talmente bella da eclissare tutte le altre donne quindi visto che Star è… Star… è perfetta.” Cercò di spiegarsi subito lei. 

“Oh… ma potrebbe essere sicuramente anche una di voi, dovremmo fare dei provini. Magari non sono neanche capace di recitare e poi viene un disastro.” Intervenne Star. 

Un ragazzo sbuffò rumorosamente.  

Anche la ragazza ma poi disse. “Va bene, faremo questo provino ma vedi di presentarti per il ruolo della protagonista. Ok?”  

“Oh… ok, promesso.” Rispose Star soddisfatta. 

“Per la stessa ragione il protagonista maschile deve essere Sirius.” Commentò Ann

“Come scusa?” Sbottò James. “Io sono molto più bello di Sirius!”  

Tutti i presenti si lanciarono degli sguardi tesi. James sconvolto si girò verso Star. “Sorellina?” 

“Beeeeeeeh….” Cominciò lei. “Sirius, oggettivamente, ha una costituzione che…. In più sai che è molto elegante nei gesti… sappiamo per certo se sa recitare… insomma…” 

“Sono più figo di te. Che venga messo a verbale.” Decretò Sirius battendo la mano sul banco come un martelletto di un giudice. 

“Va bene, allora morrò!” Esordì James con tono alquanto teatrale portandosi la mano sulla fronte e facendo così ridere tutta la classe. 

“Sembra che siate molto entusiasti. Allora buon lavoro.” Detto questo la professoressa uscì dall’aula lasciandoli soli. 

“Vuole che gestiamo tutto noi?!” Si sconvolse Sophia. 

“A quanto pare si.” Le rispose un Tassorosso. 

“Ok, allora iniziamo i provini, una volta scelti tutti i personaggi chi non ne ha uno di spicco o non ne vuole potrà scegliere il suo ruolo dietro le quinte per primo.” Propose una Tassorosso molto emozionata ma davvero decisa. 

Tutti si misero all’opera, spostarono i banchi e i provini iniziarono. 

Star fece un’ottima performance e quindi finì per essere la protagonista, come Sirius. James ebbe il ruolo del malvagio compratore, cosa che fece sentire davvero meglio Star. Alcuni Tassorosso molto bravi finirono per avere gli altri ruoli di spicco. La ragazza che aveva fatto iniziare il tutto si alzò di nuovo in piedi proponendo di fare un musical. Tutti risposero positivamente e la incaricarono di essere la regista dello spettacolo. Enny, così si chiamava, accettò imbarazzata ma felice. 

“Credo che per la scena in cui al ballo tutte le donne lottano per ottenere l’attenzione del nostro Don Giovanni mentre la protagonista è obbligata a stare con suo proprietario ma loro sono talmente innamorati che cercano in continuo di raggiungersi dovremmo usare un tango, qualcosa di sensuale e straziante.” Disse ad un certo punto Sophia, con aria trasognante di chi si immagina già una scena strappalacrime. 

“Sirius, sono stato a casa tua questo inverno, c’era un tango molto particolare con delle belle parole, su una certa tipa di nome Roxanne, sarebbe perfetto.” Commentò un ragazzo di Tassorosso sicuramente purosangue. A Sirius salì un groppo in gola, già quella sera aveva sofferto a vedere Star ballare su quella musica con un altro tipo, ora avrebbe dovuto ripetere quella scena moltissime volte per preparare lo spettacolo e poi forse davanti a tutta la scuola... Non era il caso. MA se si fosse tirato indietro... Quel ragazzo era lì quella sera, sapeva di lui e di Star, avrebbe potuto dirlo a chiunque. Il giovane Black lanciò uno sguardo rapido alla Malandrina che fino a poco prima stava disegnando i vestiti insieme ad una Tassorosso e Ann mentre ora fissava a sua volta quel ragazzo. 

Sirius Black fece spallucce, i suoi veri sentimenti lo avrebbero fatto passare per un ottimo attore e nessuno avrebbe immaginato niente altro. “L’ho scritto io quel tango, in effetti ho messo su musica una vecchia leggenda. Ho il vinile con incisa la base, me lo ha regalato mio zio, posso insegnarvi le parole.” 

Persino i Malandrini si stupirono. “L’hai scritto tu?!” Chiese Remus. 

“Si, istruzione Black... imparare a comporre ti rende regale e interessante … cose così...” Il ragazzo allontanò l’argomento con dei gesti della mano e qualche borbottio. 

“Ottimo, allora la protagonista si chiamerà Roxanne.” Decretò Enny. 

Entro la fine dell’ora tutte le parti erano state assegnate e già si lavorava sui costumi, scenografie, dettagli e musiche. Lo spettacolo prendeva forma rapidamente e concentrarsi nelle ore successive fu difficile. Tutti continuavano a cercare Enny per riferirle le loro idee e la situazione continuò anche nei giorni seguenti, tanto che la ragazza prese l’abitudine di girare con dei fogli fissati in una cartelletta rigida in modo da potersi appuntare tutto in qualsiasi momento. 

James, Sirius e Star non si presero dei ruoli organizzativi importanti dal momento che la finale di Quidditch, programmata per domenica 14 maggio, si avvicinava. I ragazzi partecipavano volentieri durante le lezioni ma non si prodigavano nel tempo libero come gli altri, questo perché non avevano tempo libero. A tutti andava bene poiché riuscivano a stare dietro all’imparare le loro battute e durante le prove ci mettevano davvero molto impegno quindi Enny li rassicurò escludendoli da qualsiasi attività prima della partita. Remus invece ci mise tutto se stesso nelle sceneggiature, si scoprì un suo lato artistico, in più era diventato in poco tempo l’assistente di Enny grazie alle sue doti organizzative.  

Nei giorni che precedettero la partita per Remus fu quasi impossibile vedere i suoi amici. James faceva allenare la squadra tutti i giorni per molte ore e spesso Madama Bumb doveva andare fino al campo la sera tardi per intimare al capitano di concludere l’allenamento. La sera prima della partita, però, Remus riuscì ad augurare buona fortuna a tutti e poi andò a letto subito, si sentiva stranamente stanco e non capiva perché. 

La domenica il ragazzo si svegliò in uno strano silenzio, pensò che doveva essere molto presto perché James non stava sbraitando contro nessuno preso dall’ansia. Si accorse presto che i suoi amici non erano nei loro letti, pensò che forse si erano svegliati ancora prima per allenarsi di nascosto. Ma anche il letto di Peter era vuoto, perché svegliare anche lui? 

Si vestì sospettoso e scese in Sala Comune, non c’era anima viva, nessuno. In quel deserto di silenzio delle grida arrivarono alle sue orecchie, provenivano dall’esterno, giù, dal campo di Quidditch. Finalmente il ragazzo guardò l’ora e gli prese un colpo. La partita! Cominciò a correre verso il campo mentre mille pensieri gli si affollavano in testa, ormai era così tardi che forse sarebbe arrivato a sfida conclusa. Era un po' deluso dal fatto che nessuno dei suoi amici avesse notato la sua assenza, avrebbero potuto almeno svegliarlo! 

Le grida si fecero più forti, sperò che quelle di gioia appartenessero ai Grifondoro. Ormai era quasi arrivato, poteva sentire anche degli sprazzi della cronaca di Mary. 

“Il cercatore di Grifondoro parte all’assalto... Non sarà un po' troppo presto...?” 

Il suo cuore sprofondò. “Troppo presto?” Possibile che i Corvonero avessero ottenuto un tale vantaggio? 

Salì di corsa sugli spalti in tempo per vedere James schivare un bolide abbandonando la presa sulla scopa con entrambe le mani e tirare comunque dentro un anello centrandolo da quella scomodissima posizione a testa in giù. Star lanciò quel bolide dritto in pieno petto ad un cacciatore di Tassorosso che finì contro il Cercatore della sua squadra in evidente vantaggio sul Boccino, e Al approfittò di questo per soffiarglielo da sotto il naso. 

Tutti i Grifondoro gioirono ma Remus attese l’annuncio della professoressa McGranitt prima di gridare felice a sua volta. Avevano vinto! Da lassù, sudato e accaldato, guardò Silente consegnare la coppa a James, la sua prima coppa da capitano. Conosceva quel ragazzo abbastanza bene da poter dire che era felice fino alla commozione anche se non lo lasciò intravedere.  

Sirius e Dorian lo sollevarono sulle loro spalle e lo portarono in trionfo tra la folla di Grifondoro che era scesa a complimentarsi e festeggiare. 

Remus attese che la maggior parte degli studenti avesse lasciato di corsa il campo prima di tornare al castello. Appena varcò il ritratto della Signora Grassa Star lo trascinò in un angolino appartato.  

“Eri fuori, allora ce l’hai fatta a vederci!” Si esaltò lei. 

Lui arrossì. “Non proprio, sono arrivato in tempo per gli ultimi secondi, bel colpo a proposito.” Ammise. 

“Bene, quindi hai visto la parte più importante!” Replicò la ragazza felice. 

“Si.. Certo... ma avrei visto tutto se... so che eravate molto emozionati ma non mi avete nemmeno svegliato... so che di solito mi sveglio prima di voi ma...” Incominciò a balbettare Remus

La sua amica gli prese gentilmente una mano tra le sue.  “Oh, Rem. Domani sera ci sarà la luna piena, forse eri più stanco per via dello spettacolo, non siamo proprio riusciti a svegliarti...” 

Il ragazzo diventò bordò. “Mi dispiace! Mi dispiace così tanto! Erano una partita molto importante per te e Sirius e soprattutto per James, e io me la sono persa...” 

“Nessuno ti incolpa. Nemmeno James, eravamo solo molto preoccupati per te, abbiamo chiesto a Madama Chips di visitarti prima di andare via e lei ha detto che stavi bene quindi ci siamo permessi di scendere a giocare, non lo avremmo mai fatto altrimenti. Tu sei molto più importante, e poi sei anche riuscito a vedere il momento clou della partita. Non potevamo sperare in niente di meglio!” Star lo abbracciò e lui si aggrappò al mantello della divisa della ragazza cercando di trattenere le lacrime, aveva pure dubitato dei suoi amici quella mattina.  

James e Sirius arrivarono in quel momento circondandolo in un bellissimo abbraccio. Scesero a pranzo insieme anche se erano reclamati a destra e a manca. James approfittò dell’occasione per insegnare a Peter come fare un buon riassunto di una partita, quindi Remus dovette sentire il resoconto di ogni singolo secondo di gara, ma ne era felice. Anche se quando finirono i piatti si riempirono delle pietanze per la cena. 

Dopo aver mangiato la festa continuò, ma Remus si sentì nuovamente stanco e pianse un po' quando i suoi amici lo accompagnarono comunque in dormitorio restando a parlare con lui finché non si addormentò, con il viso che gli doleva per il tanto sorridere e il cuore pieno di gioia. 

 

 

 

********************+ 

 

Yeeee. Sono in ritardo, lo so. Il capitolo è corto, lo so. 

Ma dovete perdonarmi, vi pregoooooo. 

Io intanto ringrazio CF che ha risposto alla mia domanda sulle mie storie Instagram e quindi ho voluto inserire la sua canzone preferita scoperta grazie a questa storia. Grazie mille per aver votato Star Star, ci stava troppo bene. 

Ora vi saluto, ma vi anticipo che se riesco metterò su instagram i titoli di tutte le canzoni che ho citato. 

Ciao ciao 

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Capitolo 18
*** Roxanne ***


Dopo aver concesso ai campioni di Hogwarts due giorni di meritato riposo, che Remus utilizzò per riprendersi dalla luna piena, Enny ricominciò a organizzare pomeriggi di prove e lavoro per organizzare al meglio lo spettacolo. Quel giorno, sabato 20 maggio, la professoressa sarebbe venuta a vedere la prima parte dello spettacolo: quando il personaggio di SiriusChuck, vede quello di star, Roxanne. 

Avevano deciso di creare un musical con canzoni rock babbane e abiti tra lo stile antico e lo stile rock. Si erano davvero impegnati in tutto. La professoressa entrò nell’aula. Sulla parete infondo era stato allestito una specie di bar visibile attraverso una parete di vetro. 

Le luci si spensero creando atmosfera e poi si accesero i neon del bar. Le ragazze ballavano sui tavoli mentre alcuni ragazzi facevano da spettatori, non c’era niente di sconcio ma rendeva comunque l’idea. 

L’ombra di un ragazzo si intromise nella scena, era l’unico fuori dal finto bar. La professoressa riconobbe il giovane Black che iniziò a cantare su quel ritmo vivace. 

“Saturday night I was down town 
Working for the F.B.I. 
Sitting in a nest of bad men 
Whiskey bottles piling high 
Boot legging boozer on the west side 
Full of people who are doing wrong 
Just about to call up the D.A. man 
When I heard this woman singing a song.” 

In quel momento una luce bianca si accese sopra Star, le luci sulle altre rimasero blu, rosse e verdi. Tutte indossavano un corpetto stretto e una gonna lunga dietro e corta davanti, Star era l’unica vestita di nero, e presto si capì perché. 

“A pair of forty fives made me open my eyes 
My temperature started to rise” 

Sirius diede le spalle al pubblico per posare le mani sul vetro chiaramente incantato dalla ballerina. 

“She was a long cool woman in a black dress 
Just a five nine 
Beautiful 
Tall 
With just one look I was a bad mess 
Cause that long cool woman had it all.” 

Poi si voltò descrivendola con una passione incredibile, sembrava davvero pazzo d’amore. 

“Saw her heading to the table 
Well a tall walking big black cat 
When Charlie said "I hope that you're able 
Boy"                                                                                                                                                                            Well 
I'm telling you she knows where it's at 

Un ragazzo di Tassorosso, Tommy ma ovviamente Charlie nella storia, si affiancò a Sirius cercando di trascinarlo via, entrambi portavano un elegante completo. Black però si girò di nuovo verso la vetrina del bar. 

“Well suddenly we heard a siren 
And every body started to run 
jumping out of doors and tables 
Well I heard somebody shooting a gun.” 

E in effetti si sentì davvero il rumore dello sparo in lontananza e delle sirene. La musica finì, ci fu un fuggi fuggi generale degli attori, e il palco improvvisato divenne buio di nuovo. 

Quando sul palco tornò la luce Sirius e Tommy sedevano ognuno in un divanetto di una specie di club dell’illuminismo ricostruito tutto sulla destra, circondati da ragazze vestite tutte allo stesso modo: pantaloni neri stretti, camicia bianca, gilet elegante nero e aderente e cravatta nera. Tutte loro cercavano le attenzioni dei due ragazzi accarezzandogli viso e braccia.  

“ChuckChuck.” Incominciò a parlare Tommy in tono di rimprovero. “E’ solo un’altra tua fissa. Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, altolocate e ben educate. Non dovresti farti vedere con lei.” 

“No, Charlie, non capisci. Lei non è come tutte le altre.” 

I due ragazzi si bloccarono e la parte sinistra del palco, fino ad allora rimasta buia si illuminò, mostrando una strada chiaramente poco raccomandabile e Star che vi camminava a testa china stringendosi addosso il mantello. 

“I won't take all that they hand me down 
And make out a smile, though I wear a frown 
And I won't take it all lying down 
'Cause once I get started I go to town 

Cominciò a cantare Star con aria afflitta. 

“'Cause I'm not like everybody else 
I'm not like everybody else 
I'm not like everybody else 
I'm not like everybody else” 

Alcune ombre comparvero dai lati della strada, ragazzi che cercavano di afferrarla.  

Il ritmo aumentò. E Star continuò a cantare cercando di scappare. 

“And I don't want to ball about like everybody else 
And I don't want to live my life like everybody else 
And I won't say that I feel fine like everybody else 
'Cause I'm not like everybody else 
I'm not li ke everybody else” 

All’improvviso le luci su di lei si spensero e l’attenzione tornò su Sirius che prese a cantare al posto suo. 

“But darlingyou know that I love you true 
Do anything that you want me to 
Confess all my sins like you want me to 
There's one thing that I will say to you 
You’re not like everybody else 
You’re not like everybody else                                                                                                                     You're not like everybody else” 

Il ragazzo si avvicinò alla parte buia del palco come sperando che lei, ovunque fosse, potesse sentirlo. 

La musica finì e Charlie battè le mani piano e con scarso entusiasmo. “Addirittura parli di amore? Sicuramente stai male, ma io ho chi può curarti.” Con un cenno fece avanzare la più bella delle ragazze, vestita come le altre ma in rosso. Lei prese per mano Sirius e lo condusse verso un divanetto. Tutti gli altri attori uscirono e la luce si fece un poco più soffusa. La ragazza cercò di accarezzare Chuck sulla guancia ma un’altra canzone cominciò e il ragazzo bloccò la sua mano afferrandole il polso e alzandosi mentre cantava. 

“You know that it would be untrue  
You know that I would be a liar  
If I was to say to you  
Girl, we couldn't get much higher 

 Sembrava davvero un giovane in pieno tormento. La ragazza lo seguì cercando di abbracciarlo e lui accettò quel gesto. 
 
“Come on baby, light my fire  
Come on baby, light my fire  
Try to set the night on fire “ 

Cantò ballando un po' con lei, poi si fermò e le accarezzò il viso. 
 
“The time to hesitate is through                                                                                                                        No time to wallow in the mire  
Try now we can only lose  
And our love become a funeral pyre 

Chuck si sedette sul divanetto guardandola ballare, ma il suo volto non mostrava nessuna emozione. Sembrava che fosse da tutt’altra parte. 
 
“Come on baby, light my fire  
Come on baby, light my fire  
Try to set the night on fireyeah 

Concluse aumentando la potenza di voce come per cercare di far uscire fuori la sua solita passione per le belle ragazze ma dopo l’ultima nota si accasciò contro lo schienale fissando il vuoto con un’aria quasi disgustata da tutto ciò che aveva sempre amato. 

Le luci si spensero e poi si riaccesero tutte, gli studenti si misero in fila aspettando il giudizio della professoressa Murray.  

“Non conosco le canzoni che avete usato ma sono davvero molto orecchiabili. Mi piace, mi piace la storia, e mi piace il fatto che non abbiate fatto gesti o balli troppo spinti, e nemmeno i costumi lo sono. Lo apprezzo molto. Siete arrivati solo fino a questa scena?” Commentò lei. 

Gli alunni si scambiarono sguardi orgogliosi mentre Enny rispondeva alla domanda. “In realtà abbiamo concluso altre scene, stiamo cercando di ideare la scena centrale, è la più difficile perché è quella in cui tutti dobbiamo ballare e la coreografia deve essere molto precisa. Conclusa quella per le altre scene ci sarà solo da imparare le canzoni e le parti recitate nel mezzo.” 

“Avete lavorato molto!” Si stupì la professoressa. “Forse vi siete incontrati troppo spesso per essere così vicini agli esami, non posso permettere che togliate tutto questo tempo allo studio...” La donna guardò i suoi studenti che ora avevano delle espressioni deluse e un po' colpevoli. “Facciamo così: io parlerò con il professor Silente e gli chiederò di farvi rappresentare lo spettacolo l’ultima sera prima della partenza, voi in cambio diminuite la frequenza delle prove e vi concentrate bene sugli esami, se sarete bravi tra la consegna dei risultati e la festa avrete circa due intere settimane per prepararvi dalla mattina alla sera. Lo so che di solito sono giorni di svago e anche occasioni per recuperare qualche esame andato male, ma se vi mettete d’impegno e passerete bene tutti gli esami, sacrificando qualche giornata di ozio credo proprio che riuscirete a mettere su un gran bel musical.” 

Appena la professoressa finì di parlare la classe esplose in urla di gioia. Enny strinse la mano della Murray con entusiasmo. “Le prometto che nessuno di noi dovrà recuperare niente. Faremo dei gruppi di studio, andremo alla grande! Grazie!” 

“Devo ancora chiederlo a Silente!” Cercò di far notare la professoressa ma i ragazzi erano tutti troppo emozionati e così decise che era ora di fare la sua parte; si alzò subito diretta verso l’ufficio del preside. 

 

 

….................. 

 

Dopo che la professoressa ebbe annunciato che Silente approvava la loro idea Enny divenne il dittatore dei gruppi di studio. Organizzò degli orari di ripasso nelle ore buche di tutti e chiese ai migliori di essere sempre disponibili a spiegare agli altri qualsiasi argomento. Ottenne anche un’aula adiacente alla biblioteca per poter studiare tutti insieme. Chi se la cavava bene in tutto e aveva un po' di tempo libero portava avanti i preparativi dello spettacolo, tra una ripetizione e l’altra. 

“E’ pesante a volte, ma devo ammettere che spiegare i concetti mi aiuta a studiarli meglio a mia volta.” Commentò Star un giorno mentre con gli altri Malandrini tornava verso la torre per un po' di sacrosanto riposo. 

“E’ vero!” Concordò James. “Oggi credevo di sapere bene un argomento invece è stato solo studiandolo con Ann che ho realizzato di avere delle lacune.” 

Remus rise piano. 

“Che c’è?” Chiese il ragazzo dagli occhi nocciola già sul piede di guerra. 

“Niente.” Rispose sereno il suo amico. “E’ solo che non ti avevo mai visto così appassionato allo studio.” 

“Io non sono appassionato allo studio, mi piace Trasfigurazione, tutto qui. Vi ricordo che dobbiamo cercare una data per quella cosa delle foglie comunque.” 

“Non ci riuscirete mai.” Li canzonò Remus. Scherzava sempre sui loro tentativi di diventare Animaghi, non perché non credesse nelle loro capacità ma perché fintanto che avevano un percorso lungo e complicato davanti a loro sarebbero stati al sicuro da lui. Quella cosa non gli piaceva affatto, e se poi uno di loro fosse diventato un piccione?! 

“Io credo di aver trovato una soluzione.” Espose Star. “Possiamo iniziare verso la fine delle vacanze stando a casa nostra, così se qualcuno chiederà perché non parliamo molto basterà mettere su una faccia triste e dire che non vogliamo che l’estate finisca, e poi una volta arrivati qui a Hogwarts sarà semplice fingerci bravi ragazzi silenziosi che sono ancora sull’onda di questa fine dell’anno molto diligente. E poi nessuno interroga i primi giorni di scuola quindi siamo a posto. Se tutto va bene finiremo prima delle selezioni di Quidditch.” 

“E’ geniale!” Si esaltò Sirius.  

“Andiamo a dirlo a Peter.” Decise James. Peter Minus era un gran mistero, non sembrava molto dotato in aula ma quando era con loro apprendeva piuttosto in fretta, motivo per cui James si vantava di essere un bravo maestro. In realtà gli altri Malandrini pensavano che fosse solo una questione di motivazione, anche per Peter quel gruppo significava molto e per essere accettato sembrava volesse dimostrare a tutti i costi di essere sveglio come loro. Sirius aveva appena iniziato a fare dei seri progressi con gli incantesimi non verbali e tutti sapevano che sarebbe stato l’unico a prendere un’Eccezionale a Difesa Contro le Arti Oscure. James si impegnava davvero in Trasfigurazione, non era raro vederlo nascosto in giro a leggere libri del sesto o settimo anno sull’argomento. Remus aveva fatto enormi progressi in Incantesimi e Erbologia, a volte anche i ragazzi più grandi si fermavano a chiedergli qualche informazione sulla giusta pronuncia o il giusto movimento di bacchetta o su cosa fare contro le punture di qualche pianta poco amichevole. Era come una perfetta enciclopedia e cosa ancora più strana aveva iniziato a rispondere con un filo di sarcasmo. 

Proprio a pochi passi dalla torre un ragazzo del quinto anno li fermò per chiedere a Remus se ci fosse un incantesimo che fosse una scelta migliore della manovra di Heimlich babbana

“Non lo so Ross, potresti provare con Anapneo, ma chissà se l’incantesimo per liberare le vie respiratorie fa al caso tuo...” 

Il ragazzo lo ringraziò felice e se ne andò. 

“Sei stato cattivo, è inquietante.” Commentò James. 

“Le persone a volte sono noiose. Leggetevi un libro, ignoranti!” Replicò Remus

“La cosa più inquietante è che nessuno nota che c’è del sarcasmo nelle sue risposte. Se facessi io così la gente mi ringhierebbe contro.” Fece notare Sirius

“Questo è perché tu ringhi sempre contro a tutti, cagnaccio! Mentre Rem in linea di massima è sempre molto gentile, e forse a prima vista ha l’aria di uno che non sa nemmeno cos’è il sarcasmo.” Lo rimbeccò Star. 

“Non sembra molto un complimento questo...” Borbottò Remus

“Oh, mi dispiace, ma è vero. Hai sempre un tono molto serio, e forse solo noi che ti conosciamo da tanto riusciamo a capire che sei sarcastico.” Spiegò lei. 

Gli occhi ambra del ragazzo si illuminarono di una luce divertita. “Fammi vedere...” Fermò una ragazza del sesto anno e le chiese. “Scusa, sai dirmi di che colore è il mio braccialetto rosso?” 

Lei lo guardò preoccupata ma poi rispose. “Rosso...” 

“Grazie! Sei stata utilissima!” Rispose lui sarcastico come non mai. 

La giovane gli sorrise tranquilla. “Non c’è di che.” Disse allegra. 

“Affermativo, Rem ha un super potere.” Decretò Star mentre il suo amico tornava da loro. 

“E’ pazzesco!” Si esaltò Sirius

“E saprei già come usarlo...” James cominciò a confabulare di scherzi ma si interruppe presto quando incontrarono Peter in Sala Comune pronto a raccontargli il loro piano per la fase foglie sotto la lingua. 

 

 

….................. 

 

Gli esami arrivarono e la sera che precedeva il primo un ragazzo interruppe lo studio pazzo di Remus con una domanda stupida che il giovane liquidò in fretta. 

“Scusa il disturbo, buon proseguimento.” Lo salutò poi. 

Remus rispose “Ma figurati, adoro essere interrotto nelle ultime ore di tempo che ho per preparare la materia in cui vado peggio.” E il ragazzo gli sorrise cordiale. 

“La cosa sta diventando preoccupante.” Notò James. 

“Nah, tranquillo, le persone sono stupide da sempre.” Ribatté Remus acido riprendendo in mano il suo libro di pozioni. 

“Il suo livello di cattiveria sta raggiungendo i massimi storici.” Commentò Sirius chiudendo invece il suo libro di testo. “E io me ne vado a farmi un giro.” 

“Vengo con te.” Decise James alzandosi rapido. 

“Aspettatemi!” Esclamò Peter seguendoli. 

“Siamo oltre il coprifuoc... non sono nemmeno più qui...” Sospirò Star alzando gli occhi dalle pagine fittamente scritte solo per vedere la schiena di Peter sparire nel buco del ritratto. 

 “Ti prego, aiutami!” Supplicò Remus rivolto alla sua amica. 

“Va bene, ma solo per un’altra oretta, poi andiamo in dormitorio, ti faccio un bel massaggio alle spalle come mi ha insegnato Susan e poi dritto a nanna. Vedrai che andrà bene.” Lo incoraggiò lei. 

Il ragazzo sbuffò ma accettò le condizioni della sua amica. 

Quando James, Sirius e Peter tornarono in dormitorio trovarono Remus profondamente addormentato e nessuna traccia di Star. 

“Forse è un po' tardi.” Ipotizzò James. 

“Si... bhe... diciamo che fra tre ore cominciamo l’esame...” Gli fece notare Sirius guardando il suo orologio stellare. Peter ebbe un lieve infarto e cominciò ad andare in panico borbottando tra sé e sé. James guardò a sua volta il suo orologio. “Come diamine fai a leggere le ore su questo affare?” Gli chiese. 

“Oh è molto semplice! Devi solo...” Cominciò a spiegare Sirius ma Peter li scuoté entrambi mormorando con voce acutissima. “Mancano solo tre ore! Se ci addormentiamo adesso domani non ci sveglieremo mai!” 

“Potremmo stare svegli fino a dopo l’esame...” Iniziò a proporre Sirius ma Remus si alzò di scatto dal letto sussurrando in tono deciso: “Andate. A. Dormire. Subito!” e poi tornò a stendersi, di nuovo nel mondo dei sogni. 

“E’ stato inquietante ma convincente.” Decretò Sirius infilandosi sotto le coperte subito imitato dagli altri due. 

 

 

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Ovviamente il mattino seguente James, Sirius e Peter erano assonnatissimi ma la tensione per l’esame li tenne svegli abbastanza a lungo da finire la loro pozione, crollarono addormentati in Sala Comunque mentre si preparavano per l’esame di Trasfigurazione, che per James non fu un gran problema. Per Difesa Contro le Arti Oscure dovettero duellare contro il professore e come tutti immaginavano Sirius fu quello che ne uscì meglio. Incantesimi andò alla grande per Remus e stranamente Erbologia fu divertente per tutti dal momento che le domande della professoressa comprendevano fatti accaduti realmente durante le ore di lezione e come avrebbero potuto evitarli. Presto arrivò l’ultimo esame, quello di Babbanologia era stato sospeso per la loro classe in attesa della rappresentazione teatrale di cui nessuno a scuola era ancora a conoscenza. 

Finiti gli esami tutti si presero un pomeriggio di riposo ma il giorno dopo Enny andò all’attacco e organizzò le prove e gli ultimi ritocchi a scenografie e costumi. Aveva preso tre aule per poter provare tre o più scene contemporaneamente, ogni giorno provavano al coreografia del tango di Roxanne e ogni giorno lei era sempre più fiera di Star e Sirius. Erano i protagonisti perfetti, vederli recitare insieme era una meraviglia per gli occhi. I due poi avevano imparato le loro battute anche in francese per poterle ripetere in qualsiasi momento senza rovinare la sorpresa agli altri studenti. Il giorno in cui distribuirono i volantini con una foto di Star e Sirius abbracciati in primo piano con gli altri personaggi alle spalle ci fu un’ondate di eccitazione e pettegolezzi. Ma ai due protagonisti non importava niente, avevano preso l’abitudine di cogliersi di sorpresa chiamando delle scene che l’altro doveva recitare. Si, si erano davvero messi d’impegno. 

Una sera a cena mentre Star mangiava tranquilla il suo budino Sirius la chiamò a gran voce: “STAR! Fai quella della chiacchierata con la tua migliore amica.” 

La ragazza si alzò e iniziò a recitare, ovviamente in francese, anche se le persone non capivano le parole il suo viso lasciava trasparire amore e indecisione.  

Quando finì la ragazza puntò l’indice verso Sirius. “Il complotto!”  

Il ragazzo recitò a sua volta tutta la scena in quella lingua che suonava così seducente, ma il suo tono era concitato, sussurrava ogni parola, guardava a destra e sinistra come per paura di essere ascoltato, ma era deciso. Deciso a fare qualcosa di orribile, e proibito... 

Quelle scene spezzettate e perlopiù incomprensibili non facevano che aumentare la curiosità degli altri studenti. Enny era così felice! I suoi occhi erano colmi di una luce così bella che Star si stupì che nessun ragazzo si fosse ancora perdutamente innamorato di lei. Anche se in effetti Tommy non smetteva di guardarla un attimo. Dopo cena nel dormitorio femminile non si parlò d’altro. Ann e Sophia facevano le preziose, felici di ricevere tutte quelle attenzioni dopo tanto lavoro fatto per preparare lo spettacolo. 

“Allora... E’ scoccata qualche scintilla durante le prove?” Chiese Alice con aria trasognante. 

“Bhe, secondo me Tommy bacerà Enny prima o poi.” Rivelò Ann

“Oh, allora è vero! Si piacciono! Sto migliorando!” Si congratulò con sé stessa Star. 

 Alice la guardò con uno sguardo strano. “E non ti sei accorta di nient’altro?” Le chiese. 

Star la fissò per un secondo. “No, credo di no...” 

“MADDAI!” Le gridò Sophia esasperata. 

“Ehm... non capisco... cosa...?” Balbettò la ragazza dagli occhi cobalto confusa. 

“Ti do un indizio: sicuramente non riuscirò ad uscire con il ragazzo che mi piace.” Sbuffò Mary. 

“Sirius? Perché no? Cioè so che gli piace una ragazza, non posso dire di più, anche perché non so molto di più. Comunque potresti essere tu. Non è detto.” Le confidò Star. 

“Ma... ma... maaaa, Star! Perché non ci arriviii?” La rimproverò Ann

La domanda fu seguita da un lunghissimo momento di silenzio in cui tutte le ragazze guardarono Star la quale si portò le dita alla tempia nel vano tentativo di unire dei puntini che sembravano tutte vedere tranne lei. 

“A Sirius piace una ragazza...” Iniziò ad elencare Alice nel tentativo di aiutarla. “.... Mary pensa che non sia lei....” Continuò poi vedendo lo sguardo dell’amica ancora vacuo. “... scintille scoccate durante le prove....?” Provò ancora Alice. 

“Oh...” Disse piano Star. “Voi pensate che io piaccia a Sirius.” Concluse. 

“Alleluia!” Gridò Marlene. Tutte si misero a festeggiare ma si bloccarono subito sentendo la giovane Potter ridere di gusto. “E’ impossibile.” Decretò lei. 

“Già, anche io sono convinta che non sia così.” La sostenne Lily. 

“Ma cosa vuoi saperne tu che non ti rendi nemmeno conto che piaci a Potter.” Replicò Alice. 

“Non è importante. La domanda è: lui piace a te?” Continuò Lily. 

Star ci pensò su un attimo. “Non ci ho mai pensato... ma non ho un gran legame con Sirius, non andiamo d’accordo su molte cose. Però siamo amici. E gli voglio bene, questo si. Ma piacermi... è diverso. Non so nemmeno bene cosa significa...” 

“E’ un caso perso....” Sospirò Ann

“Comunque tu piaci a lui. Quindi dovresti iniziare a pensare a cosa provi tu.” Insistette Mary. 

“Ma non è vero! Altrimenti non avrebbe acconsentito a farmi diventare sua promess...” Star si premette le mani sulla bocca sgranando gli occhi.  

“Momento... momento...” Disse Alice. Il dormitorio si era fatto incredibilmente silenzioso. “La sua promessa... promessa sposa intendi?” 

“Non avrei dovuto dirverlo!” Si rimproverò Star. “O forse si... non lo so. Comunque non dovete dirlo a nessuno. Chiaro. Non ad anima viva, o rovinerete tutto quello per qui ho faticato tanto.” 

“Si ma voi... siete davvero promessi sposi?” Chiese Emmeline sorpresa. 

Star si guardò attorno, era in gabbia. Sospirò profondamente e poi rispose: “Si. Cioè, si per la sua famiglia, ma non è serio. Non gli piaccio... Non...” 

“Scusa un po'.” La bloccò Alice. “Ma esattamente in quale universo il fatto che un uomo ti chieda in sposa vuol dire che lui non ti ama?”  

“Oh, bhe. Nell’universo in cui quel ragazzo è obbligato a scegliere una ragazza in moglie nel giro di una decina di giorni e io e lui complottiamo insieme in modo che lui possa scegliere me così la sua famiglia è felice e lui può proseguire la sua vita con calma cercando una persona che davvero ama. E poi io mi tiro indietro e ta-dan! Lui si sposerà con l’amore della sua vita! Oh, e anche io quando lo troverò.” Spiegò la mora tutto d’un fiato. 

Le ragazze la guardarono sconvolte.  

“Quindi state mentendo ai Black. Non andrà a finire bene.” Commentò Lily. 

“Per questo è importantissimo che non diciate niente a nessuno! Vi prego.” 

“Ma certo!” Le assicurò Jane. Tutte le altre annuirono. 

“Io continuo a credere che comunque poi lui si sia innamorato di te, forse questa cosa del matrimonio gli ha permesso di vederti sotto un’altra luce.” Continuò Mary. 

“Si... ha senso.” La sostenne Alice. 

“MA NON HA IMPORTANZA!” Si scaldò Lily. In poco tempo iniziò un’accesa discussione e le ragazze si divisero in due schieramenti. Poi però l’argomento diventò evidentemente noioso e ripetitivo e quindi decisero di parlare di Alice e Frank e il loro amore eterno. Star fingeva di dormire già da un po' quando loro finalmente si addormentarono. Alice e Mary le avevano messo una pulce nell’orecchio; se davvero Sirius provava qualcosa per lei... Doveva scoprirlo prima delle prove o non sarebbe riuscita a comportarsi in modo normale con lui.... e il tango! 

La ragazza si alzò di scatto e scese in Sala Comune senza nemmeno sapere perché, lui non sarebbe mai stato lì. Invece vide una figura famigliare seduta sul divanetto.  “Sirius?” Chiamò sorpresa. Forse era un incubo. Il ragazzo si voltò a guardarla e solo in quel momento lei si rese conto di star indossando solo le mutande e la maglia del vecchio pigiama di, bhe, di Sirius, ovviamente. 

“Perchè sei sveglio?” Gli chiese. Comportati normalmente, ripeté poi a sé stessa mentre si stendeva sul divanetto accanto a lui. 

“Non lo so, mi sono svegliato poco fa con un gran mal di testa.” Rispose lui tranquillo. 

Star si maledì mentalmente, anche a James succedeva si svegliarsi nel pieno della notte se lei pensava a lui intensamente. 

“E tu?” Le chiese. 

“Io...  le ragazze stanno ancora parlando e volevo fare un riposino.” Si inventò. 

Il giovane guardò verso il dormitorio femminile. “Tante chiacchiere segrete lassù, eh? Mi piacerebbe sapere di cosa parlate.”  

“Di ragazzi... e amore...” Rispose pronta lei. “A proposito: so che odi che io cerchi di scoprire i tuoi segreti… ma sei davvero innamorato di qualcuno? Perché a me non sembra… insomma… non ti sforzi nemmeno di provarci con questa persona e per te non dovrebbe essere difficile.” 

“La situazione è complicata…” Rispose semplicemente Sirius con un mezzo sorriso da far girare la testa. 

Star stese le gambe sopra le sue e lo fissò sempre più curiosa. 

Il ragazzo la guardò, iniziò dai piedi e poi dai polpacci perfettamente lisci, e le cosce così toniche e belle che si chiudevano appena nascondendo le mutandine di lei solo per un soffio. Poi sorrise e la prese per quelle gambe perfette tirandola, facendola così scivolare più vicino a sé. Dopo di che la sovrastò completamente. “Tesoro, ti ha mai detto nessuno che non hai più l'età per andare in giro vestita così?” Le disse tranquillo. Star non rispose. 

Sirius avvicinò il viso al suo, talmente vicino che la ragazza poteva sentire il suo alito che odorava di Brooklyn.  “Qualcuno potrebbe impazzire” le sussurrò, poi si avvicinò ancora di più e si alzò di scatto subito dopo lasciandola stesa sul divano con uno sguardo sconvolto.  

“Anche tu?” Chiese lei riuscendo a malapena a nascondere la sua preoccupazione. 

“No, io so gestire me stesso. Con me e gli altri Malandrini non corri rischi…. Bhe… non posso garantire per Remus … sembra che quando fai queste cose lo confondi parecchio. Ma non ti farebbe mai del male.” 

“Ho sentito tante storie su di te dalle ragazze… non sembri uno che sa gestire sé stesso…” Replicò lei con tono di sfida. 

“Ah… quelle storie...” Sirius la guardò, il mezzo sorriso sul volto, gli occhi così incredibilmente misteriosi e al tempo stesso pericolosi e affascinanti. “Storie di sesso” Concluse poi spostandosi lievemente i capelli dalla fronte con un gesto fluido e elegante. “Non devi credere a tutto quello che senti… e poi… tu con me sei al sicuro.” Il giovane si sporse di nuovo e la baciò tra i capelli come si fa con una sorellina minore, infine se ne andò. 

Star confusa si alzò in piedi di scatto. “Perché?” domandò, ma lui non c'era già più e le sue parole le rimbombavano dentro con così tanta forza da lasciarla senza fiato. Sirius non la trovava sexy… anzi meglio lui l'aveva guardata, l'aveva considerata sexy da far impazzire chiunque tranne lui. Forse amava davvero un'altra ragazza e comunque non amava di sicuro lei come le avevano detto Mary e Alice. Tirò un sospiro di sollievo. Ora non avrebbe più avuto problemi a recitare. E avrebbe anche potuto rivelare a Mary che poteva tranquillamente provarci con lui. 

Tornò nel suo letto e si mise a dormire serena. 

 

 

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Qualche giorno dopo i Malandrini erano stesi sotto un albero sulle rive del Lago a godersi un po' di sole pomeridiano. Lily e le sue amiche stavano camminando chiacchierando allegre lì vicino e quando li notarono li raggiunsero. 

“Domani sera non c’è il vostro spettacolo?” Chiese Mary. 

Peter saltò in piedi “SHHHHHHHHHHH!” Fece con veemenza allontanando le ragazze dai suoi amici. 

“MA CHE...?” Si indignò Lily. 

“Non potete parlare di cosa succederà domani sera! Enny ha detto che hanno tre ore di riposo in cui non devono assolutamente pensare allo spettacolo ma solo rilassarsi completamente, Remus ci ha messo quasi tutto il tempo!” Spiegò il ragazzo grassottello. 

“Ma non possiamo nemmeno augurare loro buona fortuna?” Si lamentò Alice. 

“Certo, quando avranno finito il tempo di riposo e staranno tornando al castello potrete farlo. E poi non li vedrete più.” 

“In che senso?” Si preoccupò Jane. 

“Enny ha programmato ogni secondo. Fra mezz’ora ricominceranno le prove e alle 19 in punto la professoressa e il professor Silente assisteranno alla prova generale. Ci sarà del tempo per eventuali aggiustamenti e poi dovranno andare immediatamente a dormire. Domani mattina sveglia presto, colazione veloce e di nuovo una prova generale con i consigli dei professori. Subito dopo si ripasseranno tutte le parti incerte. Dopo pranzo si controlleranno costumi e scenografie e si allestirà la Sala Grande, infatti vi avviseranno che non potremo più entrarci. Infine faranno un’ultima prova ma facendo solo finta di cambiare i costumi, solo per vedere se tutto va bene o se manca qualcosa, andranno a lavarsi, inizierà la fase di trucco e parrucco e poi. Ci. Sarà. Lo. Spettacolo!” Raccontò Peter senza quasi respirare. 

“Sei bene informato.” Notò Lily. 

“E la cena?” Chiese Emmeline. 

“Non lo so. Loro non vogliono dirmi se verrà servita prima o dopo lo spettacolo. Ma so che iniziano alle 18 e che durerà un po'. Forse mangeremo tardi...” Era evidente la questione della cena stava molto a cuore a Peter. 

In quel momento Sirius si alzò di scatto. “Pronto e carico!” Esclamò. 

Gli altri Malandrini si alzarono con lui, l’unico in ansia sembrava Remus. 

“Ma le prove non iniziavano tra mezz’ora?” Domandò confusa Marlene. 

I ragazzi ormai erano abbastanza vicini da poterle sentire così rispose James: “Esatto, ma il tempo del riposo è finito ora. Adesso dobbiamo iniziare a radunarci nell’aula prescelta e prepararci alle prove, se tutto va bene inizieremo comunque con un quarto d’ora di anticipo.” 

Sirius sorrise vedendo le facce sconvolte delle ragazze. “Si, Enny ha calcolato anche il tempo che ci sarebbe voluto a tutti per riprendersi da un eventuale pisolino e raggiungere l’aula. Dovrei chiedere a quella ragazza di programmarmi la vita.” 

Mary fu la più rapida a riprendersi da quello shock. “Bhe, buona fortuna allora.” Augurò a tutti. 

Anche le altre ragazze fecero ai Malandrini i loro auguri e poi li guardarono sparire verso il castello. 

Come aveva predetto Peter nessuno riuscì a incontrare i protagonisti dello spettacolo fino a quando la sera non tornarono nei loro dormitori ma tutti cercavano di evitare di parlare con chiunque di infilarsi a letto il prima possibile. 

“Com’è andata?” Riuscì a chiedere Peter mentre i suoi amici si cambiavano. 

“Molto bene, in realtà a Silente è piaciuto e non dobbiamo cambiare niente ma Enny e Remus stanno dando di matto e quindi le prove domani saranno intense.” Rispose James. Poi si stese nel suo letto e chiuse gli occhi. 

Addormentarsi fu difficile, l’idea che lo spettacolo era così vicino agitava tutti. Però Enny li aveva stancati per bene, e il sonno arrivò. L'emozione svegliò tutti di buon’ora ma non fu un problema visto che dovettero iniziare subito le prove.  

A pranzo Peter vide i Malandrini di sfuggita, mangiarono tutti poco, l’agitazione si faceva sentire. 

Quando tutti gli studenti finirono di pranzare le porte della Sala Grande si chiusero. Ci fu un gran via vai e i professori aiutarono gli studenti a trasportare tutte le sceneggiature e le decorazioni e a disperdere gli altri studenti che curiosi si accalcavano per riuscire a sbirciare qualche sfondo o costume. Ci volle più tempo del previsto per preparare il palco e l’ultima prova dovette essere accelerata di molto. Non fu un problema visto che tutti gli attori conoscevano talmente bene le loro battute da poterle recitare velocissimamente, dovevano solo ricordarsi di metterci la stessa passione della prova della sera prima. Enny era in trepidazione mentre tutti andavano a lavarsi e poi si mettevano nelle mani degli addetti al trucco e ai vestiti. I primi a essere pronti furono ovviamente i protagonisti. Sirius nel suo completo elegante guardava Star nel suo abito nero ripassare i passi delle sue coreografie. All’improvviso la prese mentre girava e la tirò a sé. 

“Sei una meraviglia tesoro! Andrai benissimo!” Le disse in falsetto facendola ridere. 

“Hei, non mi rubare le battute!” Lo rimproverò Colin, che impersonava il Direttore, ovvero l’eccentrico proprietario del locale in cui lavorava la povera Roxanne. 

“Ok, ok!” Gridò Enny. “Tutti pronti tra cinque minuti.” 

Star era stordita; l’emozione, i colori, le persone. I cinque minuti passarono in un attimo ma lei non si sentiva tesa. Anzi, non vedeva l’ora di salire sul palco e recitare. Prima di aprire il sipario si radunarono attorno a Enny che augurò a tutti buona fortuna. E poi tutto cominciò, così come era cominciato settimane prima davanti alla sola professoressa Murray. Sirius con quei momenti di cambiamento, il pubblico in sala poteva rendersi conto di quanto lui stesse per impazzire diviso tra la sua vita di agi e sfrenatezza e quel nuovo strano sentimento. 

Gli studenti sedevano su dei tavolini tondi disposti in tutta la sala in modo che tutti potessero vedere lo spettacolo ma allo stesso tempo apprezzare qualche snack e delle bevande. Le uniche luci provenivano dal palco e stranamente nessuno stava emettendo un solo suono. 

In quel momento Sirius, dopo light me fire, stava convincendo Charlie ad accompagnarlo al locale della donna che aveva notato. Il suo fidato amico rifiutò e cercò di convincerlo a non andare a sua volta facendo leva sull’importanza della reputazione di Chuck per la sua vita sociale e il suo futuro, avvertendolo che se fosse stato visto in quel luogo avrebbe rischiato di perdere tutto. 

Chuck finse di ascoltarlo ma poi, a notte tarda, se ne andò di nascosto indossando un semplice completo preso in prestito da un domestico e una maschera nera.  Il ragazzo corse sul palco mentre la scena dietro di lui cambiava ritornando all’ambientazione del bar iniziale. 

Lì lui si sedette su un tavolino ed ad un certo punto lei comparve tra la folla, bellissima nel suo solito abito nero, parlava con tutti come se li conoscesse. 

Chuck la osservò da lontano, alcune ragazze iniziarono a notare la sua avvenenza e gli chiesero di ballare ma lui rifiutò sempre e una musica partì. 

“Wellshe was just seventeen 
You know what I mean 
And the way she looked 
Was way beyond compare 
So how could I dance with another 
Oohwhen I saw her standing there?” 

Cantò Sirius senza togliere gli occhi di dosso alla ragazza misteriosa, tanto che ad un certo punto lei si voltò e lo guardò. Gli occhi cobalto di lei erano sinceramente sorpresi dal notare tutta quella attenzione, come se non le fosse mai successa, cosa impossibile vista la sua bellezza.  

“Wellshe looked at me 
And I, I could see 
That before too long 
I'd fall in love with her 
She wouldn't dance with another 
Oohwhen I saw her standing there 

Il ragazzo si avvicinò a lei senza interrompere il contatto visivo.  

“Wellmy heart went "boom" 
When I crossed that room 
And I held her hand in mine”  

La afferrò saldamente tra le braccia e cominciarono a ballare insieme senza dirsi nemmeno una parola. Erano incredibilmente belli, i loro passi così fluidi, c’era una vera complicità tra loro. 

“Oh we danced through the night 
And we held each other tight 
And before too long 
fell in love with her 
Now I'll never dance with another 
Oohsince I saw her standing there 

Well, my heart went, "Boom" 
When I crossed that room 
And I held her hand in mine 

Quando finirono di danzare si spostarono in un angolo appartato del locale. 

“Chi sei? Non ti ho mai visto da queste parti.” Gli chiese lei. 

“Diciamo che non dovrei essere qui.” Rispose lui misterioso. “E tu chi sei?” 

Star sorrise con un velo di tristezza. “Roxanne.” Disse solo. 

Il giovane sorrise a sua volta. “Capisco, tu invece sei qui spesso.” Notò poi. 

Lei si voltò guardando dietro di sé il bar e tutte le ragazze che ballavano o chiacchieravano con degli uomini.  “Si, lavoro qui, in un certo senso.” 

I due continuarono a parlare ma le loro voci erano poco chiare sopra la musica, le luci si spensero poco a poco e quando rimase solo una candela ad illuminarli Chuck si alzò e se ne andò. 

Una ragazza raggiunse Star dopo poco. “Oggi hai rischiato di finire nei guai, ho fatto una fatica tremenda a coprirti, tutti chiedevano di te, e il Direttore stava impazzendo.” 

Roxanne la fissò con uno sguardo perso. “Mi dispiace, Seline, è che non mi sono mai sentita così.” 

“Era per quel ragazzo?” Le domandò anche se la risposta era ovvia, si leggeva nello sguardo di Star. “Sai che non puoi permetterti di innamorarti.” Le ricordò. 

“Bhe, ma è solo una cotta. Una piccola novità nella mia triste vita. Un po' di rock ‘n’ roll.” Replicò Roxanne. 

“Solo rock ‘n’ roll, eh?” Indagò Seline.“Dai, puliamo questo casino così mi racconti tutto.” 

Un'altra canzone cominciò e Star, con uno straccio in manocantò. 

“I saw him dancing there by the record machine 
knew he must have been about 17 
The beat was going strong, playing my favorite song 
And I could tell it wouldn't be long till he was with me 
Yeah with me 
And I could tell it wouldn't be long till he was with me 
Yeah with me 

“Oh, la Cosa si fa seria.” La prese in giro Seline. 

Roxanne scosse la testa e proseguì salendo su un tavolo. 

“Singin' I love rock and roll 
So put another dime in the jukebox baby 
I love rock and roll 
So come on take some time and dance with me 

A quel punto stavano ormai ballando entrambe prese dal ritmo. 

“E poi?” Chiese curiosa Seline. 

“He smiled so I got up and asked for his name 
but that don't matter he said cuz it's all the same 
He said can I take ya home, where we can be alone 
And next we're moving on and he was with me 
Yeah me 
And next we're moving on and he was with me 
Yeah me 

Voleva portarti a casa sua?!” Si stupì la ragazza. 

Star annuì. “Ma gli ho detto di no perché… 

Singin' I love rock and roll 
So put another dime in the jukebox baby 
I love rock and roll 
So come on take some time and dance with me 

L'ultima parte la cantarono insieme, ballando allegre e spolverando in giro. 

“Quindi come si chiama?”  

Roxanne rimase un secondo in silenzio. “Chuck. Ma chi lo sa se è il suo vero nome. Sai, aveva un portamento strano, non era di qui. Penso fosse qualcuno dei quartieri alti.” 

Seline la guardò fisso. “Ti caccerai nei guai, tesoro.” 

La scena si concluse. 

Sul palco di nuovo star e Sirius sedevano allo stesso tavolino. Sembravano in gran sintonia e una ragazza li servì senza nemmeno prendere l'ordine il che dimostrava che erano già alcune sere che si incontravano lì.  

“È passata una settimana, avevi detto che avrei perso interesse per te dopo quattro giorni quindi credo di averti dimostrato il contrario. Hai perso la scommessa.” Disse all'improvviso Chuck. 

Lei gli sorrise, dolce e seducente. “Va bene. Cosa vuoi allora?” 

“Dimmi cosa ci fai in un posto così. Non posso più credere che tu serva solo ai tavoli.” Domandò lui. 

La ragazza si bloccò, il suo sorriso svanito nel nulla in un battito di ciglia, il viso preoccupato. 

“Non ti giudicherò. Lo so che ormai hai capito che sono uno di quei ragazzi ricchi che non dovrebbe mai farsi vedere in un posto così ma tu mi piaci davvero, non mi interessa nient'altro. Posso rinunciare ad ogni cosa solo per passare un altro giorno con te.” 

“Non so se la penserai ancora così dopo aver saputo…” Roxanne nascose il viso abbassando la testa. 

Il ragazzo le prese una mano dolcemente stringendola tra le sue. “Mettimi alla prova.” 

La giovane sospirò, poi chiamò a sé una delle ragazze del locale. “Fai preparare tutto, farò un numero.” 

La ragazza corse via scelta. Roxanne lanciò uno sguardo a Chuck con gli occhi di chi si aspetta che sia l'ultimo, e poi andò con la sua collega. 

Dopo pochi minuti una musica partì rapida e le luci del locale si spensero accendendosi tutte su Star. 

“I'm a bitchI'm a bitch oh, the bitch is back 
Stone cold sober as a matter of fact 
I can bitch, I can bitch 'cause I'm better than you 
It's the way that I move, the things that I do oh 

Roxanne cominciò a cantare e ballare muovendosi tra i tavoli. I clienti la chiamavano ad avvicinarsi da una parte o dall'altra. 

“I entertain by picking brains 
Sell my soul, by dropping names 
don't like those! My Godwhat's that! 
Oh, it's full of nasty habits when the bitch gets back. 

I'm a bitchI'm a bitch oh, the bitch is back 
Stone cold sober as a matter of fact 
I can bitch, I can bitch 'cause I'm better than you 
It's the way that I move, the things that I do oh 

Tutti sembravano conoscerla bene, alcuni cominciarono a scrivere su un bigliettino che poi consegnarono alle cameriere. 

“I'm a bitchI'm a bitch oh, the bitch is back 
Stone cold sober as a matter of fact 
I can bitch, I can bitch 'cause I'm better than you 
It's the way that I move, the things that I do oh 

Bitch, bitch, the bitch is back 
Bitchbitch, the bitch is back 
Bitchbitch, the bitch is back 
Bitchbitch, the bitch is back 

Quando la canzone finì il direttore salì sul bancone del bar annunciando un vincitore. Fu subito chiaro che l'uomo in questione non aveva vinto la lotteria ma la povera Roxanne. L'uomo u accompagnato attraverso una porta dietro il bancone e Star si avvicinò a Sirius. 

“Mi dispiace, ma ora devo andare… non so se tornerai mai più quindi ti saluto.” La giovane gli posò un lieve bacio sulla guancia e poi attraversò la porta a sua volta. 

Le luci si spensero e si riaccesero sul locale quasi vuoto. Roxanne uscì dalla porta e l'uomo dietro di lei la ringraziò e se ne andòSeline si avvicinò subito ad una sconsolata Star. 

“Che c’è, amica mia?” Le chiese. 

Roxanne sospirò. “Avevi ragione. Ora che lo sa non lo rivedrò mai più…” 

Seline sorrise. “Oh, bhe… forse mi sbagliavo… 

Una luce si accese al lato del palco, sul tavolo di solito occupato dai due giovani, lì sedeva Chick, tranquillo in attesa. 

“Sei rimasto… qui?” Si sbalordì lei, gli occhi lucidi per l'emozione. 

Certo… non mi interessa ciò che fai perché vedi…” 

Cominciò una nuova musica e Sirius cantò. 

“Girl, you really got me goin' 
You got me so I don't know what I'm doinnow 
Yeahyou really got me now 
You got me so I can't sleep at night 

Yeah, you really got me now 
You got me so I don't know what I'm doinnow 
Oh yeahyou really got me now 
You got me so I can't sleep at night 

Il ragazzo salì sopra un tavolo per ballare solo per lei che tante volte aveva Ballarò per altri proprio sui quei tavoli. Le offriva il suo cuore e una scherzosa rivincita. Le assicurava che lui non l'avrebbe mai trattata come un oggetto. 

“You really got me 
You really got me 
You really got me 

See, don't ever set me free 
always want to be by your side 
Girl, you really got me now 
You got me so I can't sleep at night 

Quando lui finì lei lo applaudì, il sorriso furbo di nuovo sulle labbra, anche se per poco. 

 “Tu hai così tante pretendenti d'alta classe, perché dovresti scegliere me?” Gli chiese poi. 

“Come fai a dire che ho molte pretendenti?” Ribatté Chuck tornando a sedersi. 

“Ci vedo. Sei di buona famiglia e bell'aspetto. Vedo che effetto fai anche alle ragazze di qui.” 

“Voglio te perché non c’è nessuna come te, Roxy. Non sei solo bella, sei sveglia, intelligente, sensibile, a volte un po’ troppo furba, e sai cavartela nella vita vera. Loro non reggerebbero minimamente il confronto. Rispose lui serio. Poi ricominciò a cantare su una nuova melodia. 

“I'll be true to you yes I will 
I'll be true to you yes I will 
won't look twice when the other girls go by 
I'll be true to you yes I will 

Somehow this time it's all so clear to me 
The way to go is easy to see 
My heart is sure you're the girl I've waited for 
I'll be true to you yes I will 

Chuck la trancinò a ballare con lui, la teneva stretta a sé come se fosse la cosa più preziosa al mondo. 

“Yes I will 
used to be the kind 
Who said that every girl's the same 
And love was just a game for havinfun 
But when I looked at you 
knew that I was wrong 
And that I really could belong to only one 

I'll be true to you yes I will 
Every dream that you have I'll fulfil 
never promised this to any girl before 
But I'll be true to you yes I will 

I never promised this to any girl before 
But I'll be true to you yes I will 

Yes I will 
Yes I will 
Yes I will 
Oh, yes I will 

La scena si concluse con i due stretti in un tenero abbraccio, fronte contro fronte. 

Il sipario si chiuse per una breve pausa. In sala grande le luci si accesero e tutti applaudirono entusiasti. Gli spettatori si alzarono per prendere altre cibarie da un ben fornito buffet. Peter, seduto accanto alle amiche di Star stava avendo un attacco di commozione. 

“Sono stati davvero bravissimi.” Commentò Alice. 

“Ma non doveva essere una storia struggente? Per ora è tutto troppo moine.” Replicò Mary. 

“Penso che lo scopriremo presto. Ricomincia.” Le zittì Marlene. 

Il sipario si aprì su Sirius seduto al pianoforte che iniziò a suonare. 

“It's a little bit funny this feeling inside  
I'm not one of those who can easily hide 
Don't have much money but boy if I did 
I'd buy a big house where we both could live 

Mentre il ragazzo cantava la luce si allargò mostrando un piattaforma mobile su cui era posizionato il pianoforte, accanto al quale sedeva Star apparentemente incantata dalle parole del giovane. 

“If I was a sculptorbut then again no  
Or a man who makes potions in a traveling show  
Oh I know it's not much but it's the best I can do  
My gift is my song 
And this one's for you 

And you can tell everybody this is your song 
It may be quite simple but now that it's done 
hope you don't mind 
hope you don't mind 
That I put down in words 
How wonderful life is while you're in the world 

La piattaforma iniziò a spostarsi lungo il palco mostrando vari scenari, persino un parco in cui Roxanne prese al volo un gelato con il quale imboccò Chuck durante una breve pausa della canzone. 

“So excuse me forgetting 
But these things I do  
You see I've forgotten 
If they're green or they're blue  
Anyway, the thing iswhat I really mean 
Yours are the sweetest eyes I've ever seen 

Si poteva perfettamente capire dai loro sguardi quanto fossero innamorati l'uno dell'altra. E lo scenario dietro di loro dava l’impressione di un continuo scorrere di giorni feliciRoxanne si avvicinava sempre di più a Chuck rendendo l'idea di come loro diventassero sempre più intimi. 

“And you can tell everybody this is your song 
It may be quite simple but 
Now that it's done 
hope you don't mind 
hope you don't mind 
That I put down in words 
How wonderful life is while you're in the world  
hope you don't mind 
hope you don't mind 
That I put down in words 
How wonderful life is while you're in the world 

Mentre la canzone finiva la luce tornava pian piano a concentrarsi solo sui due amanti. Star e Sirius sapevano che attorno a loro, nel buio, i loro compagni lavoravano per rimettere la sceneggiatura del locale. Le luci si riaccesero sul palco e le altre ragazze del locale stavano attorno ai due incantate dal loro amore. Il Direttore entrò chiamando Roxanne a prepararsi per una serata “molto speciale”, a detta dell'uomo. Era già successo altre volte che ospiti illustri chiedessero la compagnia di Roxanne quindi per lei non c’era nulla di strano, spiegò Seline a Chuck, che consolato se ne andò dal locale. Appena lui uscì Star rientrò visibilmente furibonda seguita dal Direttore. 

No! Non posso farlo!” Gridò lei 

“Ma tesoro, quei soldi ci servono. E poi tu farai una vita agiata se lo sposerai!” Insistette l'uomo. 

“Ma non voglio farlo!” Continuò la giovane. 

Prova a conoscerlo almeno.” Replicò lui. “Sai…. 

Cause he gets up in the morning, 
And he goes to work at nine, 
And he comes back home at five-thirty, 
Gets the same train every time. 
'Cause his world is built 'round punctuality, 
It never fails. 

And he's oh, so good, 
And he's oh, so fine, 
And he's oh, so healthy, 
In his body and his mind. 
He's a well respected man about town, 
Doing the best things so conservatively. 

“No.” Lo bloccò lei. 

Temo che tu non abbia altra scelta, cara. Ha già pagato per la serata.” Così il Direttore chiuse il discorso uscendo poi di scena.. 

Seline si avvicinò alla sconsolata Roxanne. 

Chuck ha molti soldi, puoi chiedergli di offrire di più.” Cercò di rincuorarla. 

Roxanne scosse la testa. “I soldi sono di suo padre che li guadagna fintanto che viene considerato un uomo rispettabile. Non lo lascerebbe mai al figlio per comprare una come me. E poi se lo facesse perderebbe la sua reputazione e tutti i soldi. Devo arrendermi. Non farò mai parte della sua vita. Già lo sapevo. 

La scena si concluse con tutte le ragazze attorno a Star, i visi cupi e rassegnati a quella vita senza libertà. 

La scena successiva di breve: Chuck tornò al locale e Roxanne lo mandò via. Gli disse che non so sarebbero più dovuti rivedere perché lei non lo amava. Il cuore del ragazzo era chiaramente spezzato ma non e credeva. Comunque il giovane promise di rispettare il desiderio della ragazza di non tornare più al locale. 

“Ma se cambierai idea, in qualunque momento, io ti aspetterò tutte le mattine all'alba in stazione. Sarò pronto a lasciare tutto e partire con te, ovunque vorrai. Non lo saprà mai nessuno.” Concluse lui. 

“La vita da fuggitivo non si addice a un ragazzo di buona famiglia. Lascerai tuo padre nei guai.” Replicò lei gelida voltandosi mentre lui silenzioso se ne andava guardandola per forse l'ultima volta. 

Successivamente James entrò finalmente in scena in una stanza ben ammobiliata dove sedeva Roxanne ad una specchiera, guardando triste il suo riflesso. Il ragazzo, truccato e vestito in modo da sembrare almeno trentenne, le si avvicinò con un regalo. Lei aprí il pacchetto trovandoci costosissimi diamanti che indossò senza dire una parola. 

“Nell’armadio c’è un'altra appresa per te. Indossala, questa sera ti porterò con me ad un galà di alta società. Credo proprio che tu sia pronta, basta che ricordi tutti i miei insegnamenti sul bon ton. A dopo, cara.” Le ordinò l'uomo, il tono dolce ma che lasciava intendere il chiaro desiderio di non essere contraddetto. 

Quando lui uscì Roxanne si indirizzò all’armadio e estrasse un abito di seta rossa con riflessi neri, dal corpetto stretto e la gonna ampia e lunga fino a terra. Una maschera in pizzo nero completava il tutto. La giovane sospirò tristemente scivolando a terra. 

Il sipario si chiuse per un'altra brevissima pausa. Gli applausi furono ancora più forti. Dietro le quinte Star indossava l'abito dalle molteplici sottogonne nere. 

Bonjour” La salutò scherzosamente Sirius quando vide la testa della giovane spuntare fuori dall’abito.  

“Non ridere di me, Ser Villano Black.” Sbuffò lei mentre Ann la aiutava a chiudere il corpetto. 

Tranquilla faccio io. Va ad aiutare la nostra Enny.” La rassicurò Sirius prendendo i nastri del corpetto. 

“Ma sai almeno come si fa?” Lo prese in giro Star. Per tutta risposta lui le strinse il vestito fino a toglierle il respiro. “Ah, ok! Scusami!”  

“Così va meglio.” Replicò il ragazzo sorridente allentando i nastri. “Sei pronta alla grande scena?”  

“Credo di sì…” Rispose lei. 

“Sei nervosa, eh?” La ragazza annuì di controvoglia. “E perché mai?” 

Star prese un respiro profondo. “Le ragazze dicono che tu ed io in realtà ci amiamo, quando vedranno questa scena mi tormenteranno ancora di più e …” 

Wo wo! Frena un po’! Le ragazze dicono? Non puoi farti condizionare da loro. Ricordi quando dicevano che tu e James vi amavate? E non solo come fratelli… e quelle cose orrende che i ragazzi dicono su di te? Suvvia! Saprai tu cosa è vero o no? Noi su quel palco siamo Chuck e Roxanne. Quei sentimenti non sono i nostri. Quella scena non è la realtà, giusto?” La rimproverò lui. 

La giovane sorrise rilassata. “Giusto! La persona che ami sarà davvero fortunata, sai? Dovresti farti avanti.”  

Sirius le sorrise di rimando. “Pensiamo allo spettacolo intanto. Faremo furore.” 

Il sipario si aprì su una sala elegante, ragazzi e ragazze vestiti eleganti erano gli invitati alla festa. Roxanne entrò accompagnando Rufos, il personaggio di James. Non era certo l’unica ad indossare una maschera ma tutti si voltarono a guardarla per dare l'idea della sua bellezza folgorante.  

Rufos la presentò a molte persone come la sua accompagnatrice e lei rimase al suo fianco composta senza dire quasi nulla. All'improvviso un uomo molto potente di fronte alla bella Roxanne esordì con “Ah, allora potrei presentarvi mio figlio. Dovreste avere circa la stessa età.” Senza aspettare risposta si voltò chiamando a sé un ragazzo.  

“Sono Chuck.” Si presentò lui inchinandosi per baciarle la mano senza nemmeno guardarla ma poi lei si irrigidì elui alzò lo sguardo su quegli inconfondibili occhi cobalto. Ci fu un incredibilmente lungo momento di silenzio e tensione e poi Roxanne sfilò la sua mano da quella del ragazzo. Un violino iniziò a suonare un tango. 

“Ah, è giusta l'ora di ballare.” Rufos la prese per mano conducendola sulla pista da ballo. Iniziarono a ballare Chuck si allontanò da solo il cuore in tempesta, il bel viso straziato dal dolore. 

Will drive you 
Mad!” 

Gridò poi il giovane sconvolto. Prima di iniziare a cantare su quel tango sofferente alla vista della sua amata tra le braccia di un altro. 

“Roxanne 
You don't have to put on that red light 
Walk the streets for money 
You don't care if it's wrong or if it is right 

Roxanne 
You don't have to wear that dress tonight 
Roxanne 
You don't have to sell your body to the night 

Il canto di Chuck era straziante, una preghiera a quella ragazza che con espressione indifferente cercava di sopportare il goffo modo di ballare di quell'uomo, più concentrato a sfiorarla che altro. 

“His eyes upon your face 
His hand upon your hand 
His lips caress your skin 
It's more than I can stand 

Chuck chiuse gli occhi appoggiandosi ad una parete. In sala gli invitati si unirono a ballare quel tango in una perfetta coreografia, i loro passi perfettamente a ritmo. 

“Why does my heart cry? 
Roxanne, Feelings I can't fight 
You're free to leave me, but just don't deceive me 
And pleasebelieve me when I say I love you 

Quelle ultime parole il ragazzo le urlò talmente forte che Roxanne le sentì si voltò a guardarlo ma Rufos le prese il volto con una mano costringendola a girarsi. 

Chuck scelse una dama a caso per porterai almeno avvicinare alla sua amata a passo di danza. 

Yo que te quiero tanto, qué voy ha hacer 
Me dejaste, me dejaste en un tango 
En el alma se me fue 
Se me fue el corazon 
Ya no tengo ganas de vivir 
Porque no te puedo convencer 
Que no te vendas Roxanne 

Quando le altre ragazze lo videro ballare cercarono di attirare la sua attenzione in tutti i modi circondandolo e impedendogli di avanzare. Roxanne lo guardava ad ogni giravolta, gli occhi colmi di tristezza e dolore.  

“RoxanneWhy does my heart cry? 
You don't have to put on that red light 
Feelings I can't fight You don't have to wear that dress tonight 

Il ritmo aumentava ma i due erano sempre più distanti. Chuck trattenuto dalle ragazze e Roxanne che veniva allontanata da Rufos che ora non ballava più, la portava via con sé, via dalla festa, da tutti e da Chuck. 

“You don't have to put on that red light 
Roxanne 
You don't have to wear that dress tonight 
Roxanne 

Il nome di lei era l'unica cosa che restava al giovane altolocato mente la vedeva andare via con uno sguardo così spaventato da provocargli un fitta al cuore. Le mani delle ragazze continuavano a afferrargli i vestiti bloccandolo lì, in quella sala. 

E la luce si spense. 

“Roxanne.” 

Il pubblico tratteneva ormai il respiro. Alcuni studenti si erano sporti in avanti con tutto il busto presi come erano da quella scena. Nessuno voleva staccare gli occhi dal palco sul quale dopo qualche secondo riapparve Chuck in un vicolo buio che si guardava attorno come per controllare di non essere seguito. Un uomo incappucciato gli si parò davanti consegnandogli qualcosa avvolto in spessa stoffa nera. “Ne sei sicuro ragazzino?” Borbottò l'uomo. 

“Devo ucciderlo. Non c’è altro modo.” Gli assicurò Chuck, il tono concitato, lo sguardo che saettava a destra e sinistra. “Devo farlo per lei.” 

Le luci su di lui si spensero, sull'altra metà del palco invece si accesero le luci su Roxanne era nella stanza di Rufos. La giovane in vestaglia di pettinava i capelli seduta alla specchiera, il trucco rovinato da un recente pianto. 

Sei mia ora, lo sai? Questa sera alla festa ti presenterò ufficialmente come mia fidanzata. Spero per te che non ci siano spiacevoli sorprese.” Detto questo Rufos lasciò la stanza. 

Roxanne posò la spazzola e prese un tremolante respiro. 

“Where are those happy daysthey seem so hard to find 

Cantò piano la giovane. 

La luce tornò su Chuck sperduto in quel vicolo. 
“I tried to reach for youbut you have closed your mind 

Poi cantò ancora Roxanne: 
Whatever happened to our love? 
wish I understood 
It used to be so niceit used to be so good 

Le luci erano accese su entrambi ma erano separati da una linea di buio al centro del palco. Cantarono insieme. 

“So when you're near me, darling can't you hear me 
S. O. S. 
The love you gave me, nothing else can save me 
S. O. S. 
When you're gone 
How can I even try to go on? 
When you're gone 
Though I try how can I carry on? 

So when you're near me, darling can't you hear me 
S. O. S. 
And the love you gave me, nothing else can save me 
S. O. S. 
When you're gone 
How can I even try to go on? 
When you're gone 
Though I try how can I carry on? 
When you're gone 
How can I even try to go on? 
When you're gone 
Though I try how can I carry on? 

La loro sofferenza era così percepibile da fare male. La scena successiva ricominciò con Roxanne in un elegante abito nero e argento accanto a Rufos nella stessa elegantissima sala da ballo della prima festa. Chuck era presente, anche lui vestito in nero e argento, la mano che spesso si infilava in tasca avrebbe potuto rivelare che nascondeva qualcosa ma tutti erano impegnati a scrutare il viso di Roxanne. 

E quindi dicci, chi è la tua misteriosa accompagnatrice?” Chiese spazientito il padre di Chuck a Rufos 

“Vi dirò tutto di lei tra poco, ma prima devo fare un annuncio.” Rivelò l'uomo attirando l'attenzione di tutti i presenti. “A breve prenderò moglie. Ella mi accompagnerà nella mia vita quale donna fidata e …” 

“Ve lo dico io chi è!” Gridò una ragazza interrompendo il discorso. 

Seline!” Si stupì Roxanne con un filo di voce. 

“Lei è una ballerina in un bordello. Proprio come me. Ed è la più brava e desiderata da tutti.” Continuò Seline imperterrita. 

Tutti i presenti trattennero il fiato sconvolti dalla notizia.  

Voleva sposare lei? Una meretrice!”  

“Non è possibile!” 

“Chissà quanto l'ha pagata.” 

Iniziarono a vociferare tutti. Rufos si guardò intorno terrorizzato, anche il suo potere, come quello del padre di Chuck proveniva apparentemente dalla sua reputazione. Senza sapere che altro fare puntò il dito furioso contro la povera Roxanne. “Non ne ero al corrente! Ella mi ha ingannato! Possa via creatura malefica, diavolo in gonnella!” 

“Non è vero!” Chuck si fece avanti frapponendosi tra l'uomo e la sua amata. “Lui lo sapeva benissimo, l'ha comprata come se fosse un oggetto. E io lo so perché amo questa donna, e nonostante questo non avrei mai potuto comprarla così. Perché per me lei non è una meretrice, non è come bestiame, è una persona, una donna che ha avuto la sfortuna di non nascere tra gli agi come me ma è riuscita a cavarsela lo stesso da sola. Ha affrontato tante sventure ma è ancora in piedi. Nonostante il destino sia stato crudele con lei ella è riuscita ad arrivare fin qui facendo molto sacrifici. Troppi, alcuni nemmeno desiderati. Io la rispetto per questo, e so che nessuno di noi può dire con certezza se sarebbe sopravvissuto a lungo quanto lei nel mondo là fuori senza tutte le richieste che possediamo. Lei ha fatto quello che ha dovuto per restare viva. Non ha colpe.” 

“Ah, ma lo sentite!? Il figlio di Mister Anderson che dichiara il suo amore per una baldracca!” Lo sfotté Rufos. 

Il padre di Chuck si fece avanti. “In realtà, mio figlio ha dichiarato il suo amore per una donna di umili origini che è riuscita a risollevarsi dalla polvere. Tu l'hai chiamata così. Tu l'hai considerata meno di una donna. Ma nella sua posizione sventurata, come ha detto mio figlio, forse non saresti stato nemmeno vivo.” L’uomo tese la mano verso Roxanne. “Vieni bambina mia, ci prenderemo cura di te. E do la benedizione a te e mio figlio di sposarvi, se lo vorrete. Le tue disavventure sono finite.” 

La ragazza lo guardò stranita e anche se lievemente intimorita accettò quella mano amica che la condusse dal suo amato Chuck il quale la accolse tra le sue braccia. 

Incredibilmente i presenti alla festa parvero gradire la decisione del signor Anderson e applaudirono il suo coraggio. Rufos fu scortato fuori e la festa proseguì. 

Sì capì dai dialoghi successivi che il padre di Chuck e Rufos erano rivali nel mondo politico e economico e che le brutte scelte di Rufos e la bontà d'animo del signor Anderson segnarono la netta vittoria della famiglia di Chuck che diventò ancora più ricca ma donarono parte del loro denaro alle ragazze del locale del Direttore per permettere a tutte loro un'istruzione e una vita migliore. 

Per l'ultima scena Chuck e Roxanne cantarono e ballarono ancora, finalmente felici. 

“Baby, I feel good 
From the moment I arise 
Feel good from morning 
Till the end of the day 
Till the end of the day 

Cantò Sirius con un gran sorriso in volto. 

“Yeahyou and me 
We live this life 
From when we get up 
Till we go sleep at night 
You and me were free 
We do as we pleaseyeah 
From morningtill the end of the day 
Till the end of the day 

Continuò Star soddisfatta. 

Poi i due iniziarono a chiamare sul palco a ballare tutti i loro compagni attori e operatori dietro le quinte. Ci fu uno scroscio di applausi. 

“Yeah, I get up 
And I see the sun up 
And I feel goodyeah 
'Cause my life has begun 
You and me were free 
We do as we pleaseyeah 
From morningtill the end of the day 
Till the end of the day 

Quando Enny salì sul palco James incitò tutti ad applaudire ancora più forte. Il ritmo della musica era così coinvolgente che anche gli studenti spettatori si misero a ballare. 

“You and me were free 
We do as we pleaseyeah 
From morningtill the end of the day 
Till the end of the day 
Till the end of the day 
Till the end of the day 
Till the end of the day 

Il sipario si chiuse per l'ultima volta. La professoressa e il preside lì raggiunsero dietro le quinte per fare loro i complimenti e annunciare che si erano tutti meritati un Eccezionale. Mentre gli altri studenti andavano a letto loro rimasero svegli a festeggiare la riuscita dello spettacolo e a sistemare la Sala Grande. C'era un'aria piena di eforia, Enny si prendeva i complimenti da tutti e anche Remus, entrambi erano stati essenziali per risolvere alcuni problemi dietro le quinte e tutto era riuscito a meraviglia. 

Alla fine anche loro si salutarono e filarono tutti nei rispettivi dormitori, presero sonno subito nonostante la felicità che avevano ancora addosso. Il giorno dopo tutti avrebbero lasciato Hogwarts per le vacanze estive. 

 

 

 

***** 

 

Ci ho messo più del previsto ma non mi uccidete! Infondo il capitolo è lunghetto dai…. (Mi arrampico sugli specchi, lo so) 

In ogni caso spero vi piaccia. Metterò su Instagram il link della playlist di YouTube con tutte le canzoni usate così potrete leggere e ascoltare contemporaneamente. 

Ciao ciao  

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Capitolo 19
*** Lettere da Sirius - 1 ***


23 Giugno 1975 

 

Cara Star, 

Non te l'ho detto ma la mattina di Pasqua è stato Remus a svegliarmi presto, solo per farmi restare un po’solo con te. Loro ce la mettono tutta ma io… non voglio essere d'intralcio alla tua vita. 

Anche se, preparare quel musical con te, che emozione! Siamo stati così bene insieme, eravamo così in sintonia! Finché le tue amiche non hanno rovinato tutto. Quando la sera dello spettacolo mi hai rivelato che loro credevano ci fosse qualcosa tra noi mi sono sentito perso. Avrei dovuto dirti tutto e invece ti ho detto di non confondere la finzione con la realtà. Certo, perché nella realtà tu non mi ami. Questa è l’unica differenza.  

Ma non fa niente. Io andrò avanti con la mia vita e tu con la tua. Solo io saprò cosa provo in realtà nel profondo del mio cuore, ma non te lo farò mai pesare. Voglio solo che tu sia felice. 

Sempre tuo  

Sirius 

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Capitolo 20
*** Starius ***


A notte fonda, dopo il musical, quattro figure si lanciarono nel Lago Nero da un pontile ben nascosto. Non importava se erano sfiniti, non avrebbero rinunciato alla tradizione.  

“Sono felice che anche quest'anno abbiamo optato per indossare dei costumi da bagno.” Sì rilassò Remus. 

“Si bhe…” James prese la rincorsa gettandosi di nuovo in acqua. “L'idea era fare venire anche Peter ma è impossibile svegliarlo questa notte.” 

Star face spallucce galleggiando placida. “Sarà per l'anno prossimo.” 

“Quest'estate cosa si farà?” Domandò Sirius. 

“Verremo tutti a casa tua ovviamente.” Gli rispose la ragazza sarcastica. 

“Ti ricordo che sei la mia promessa sposa quindi mia madre potrebbe costringerti a venirci sul serio.” Sbuffò lui tetro. 

“Sembra allettante ma no, no grazie.” Replicò lei. 

“Magari potreste venire da noi. Vi scriveremo un gufo appena ne parleremo con i nostri genitori.” Propose James. 

“Sembra un'ottima idea.” Concordò Remus. 

Star lo guardò attentamente. “Pensi che te la caverai la prossima settimana?”  

Il ragazzo sospirò, le sue vecchie cicatrici scintillavano sotto i raggi della luna, nemmeno Star era riuscita a farle sparire. “Ce la farò.  Penserò a te.” Decretò infine. 

James e Sirius risalirono sul pontile e presero il loro amico uno per le braccia e uno per le gambe. Lo fecero dondolare a lungo e poi lo lanciarono nel lago. 

Le loro risate rimbalzarono sull’acqua come dei sassi piatti e cristallini. Forse se qualcuno si fosse seduto sulla riva opposta avrebbe potuto sentirle arrivare fin lì, gioiose e piene di vita. 

 

……………… 

 

“Una casa!?!” Star strabuzzò gli occhi per la sorpresa mentre Susan e Henry le sorridevano tranquilli. 

“È una villetta in riva al mare in cui andavamo da fidanzati. Finalmente siamo riusciti a comprarla e ristrutturarla completamente ma ora che è conclusa abbiamo troppi pochi giorni di ferie per godercela.” Spiegò Susan. 

“Così abbiamo pensato che voi e i vostri amici avreste potuto passare le vacanze lì in tranquillità. Non è l'Italia ma…” Continuò Henry. 

“Ma scherzate?! Sarà fantastico!” Sì esaltò la ragazza. 

“Tanto per capire: perché avete dato le chiavi a lei e non a me?” Sbottò James. 

“Perché a te non affideremmo mai la nostra bellissima villa al mare.” Replicò il signor Potter. 

“Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto!” Concluse sua moglie. 

“Essere vostro figlio da più tempo non dovrebbe darmi il privilegio della vostra fiducia?” Domandò James scocciato. 

“Assolutamente no! Ti conosciamo troppo bene.” Ribadì Susan. 

“Ha un collegamento metropolvere quindi i vostri amici possono raggiungervi direttamente lì, ok?” Incominciò a spiegare Henry a Star ignorando così il suo altro figlio. 

 

 

…….. 

 

Tre giorni dopo i due fratelli giunsero alla famosa villa. Era posizionata in cima ad una scogliera e dal terrazzo si godeva una bellissima vista sul mare. James afferrò uno sdraio e si sedette davanti a un bellissimo tramonto.  

“Ah, si. Sarà un'estate incredibile.”  

Tutte le nostri estati lo sono state!” Lo rimbeccò Star.  

“Si, ma dovremmo sfruttare il fatto di essere qui da soli.” James sorrise pensieroso. 

Lei sorrise a sua volta. Ci riusciremo, vedrai. Ora aiutami a fare i letti, Remus sarà qui a minuti e non voglio che debba fare niente.”  

Il ragazzo eseguì obbediente. La luna piena per Remus era arrivata pochi giorni dopo il loro rientro a casa e anche se ora era passata quasi una settimana le lune piene alla clinica erano sempre devastanti per il povero ragazzo. 

Non appena i due fratelli ebbero finito di rifare i letti nelle cinque stanze dedicate a loro e ai loro amici sentirono dei rumori provenire dal salone. Scesero le scale e Remus corse loro incontro uscendo dal camino. 

“Mi siete mancati voi due!” Sospirò il povero ragazzo. 

Star e James lo strinsero forte e poi lo aiutarono a sistemare il suo bagaglio nella sua stanza.  

“Chi dorme in quella accanto a me?” Chiese lui curioso 

“Star, ovviamente.” Spiegò James. “E di fronte alla tua c’è la mia. Di fronte a quella di Star c’è quella di Sirius che quindi è accanto alla mia e dall'altro lato della mia dorme Peter.” 

“La tua stanza non sarà di fronte a quella di Star?” Si stupì Remus. 

“No, abbiamo pensato che a Peter avrebbe fatto piacere dormire accanto a James ma anche Sirius deve avere la stanza accanto a James e quindi lui si è spostato in quella centrale.” Illustrò la ragazza. 

“Allora tu potevi dormire nella mia.” Le fece notare il giovane Lupin. 

Giustooooo!” Esclamarono i due fratelli. Evidentemente la sistemazione della camere aveva richiesto grandi progetti ma si erano dimenticati di questa semplice soluzione. Vabbé, non è così importante. Devo solo ricordarmi che James non dorme più di fronte a me. Non sono così stupida da camminare dritta nella stanza sbagliata solo per abitudine.” Star allontanò l'argomento con un gesto della mano. 

Ma non era vero. Quella notte, dopo che i tre ebbero passato il resto della sera a chiacchierare tranquilli nel terrazzo, andarono tutti a letto e la mattina presto Star si alzò con l'intento di andare a svegliare suo fratello ma si ritrovò in una stanza vuota. Ci mise qualche secondo per capire che era entrata nella stanza sbagliata. Sì batté la fronte con il palmo della mano e entrò nella stanza accanto. 

Si infilò sotto le lenzuola con suo fratello e gli baciò piano la fronte. 

“Buon giorno Stellina!” La salutò lui. Restano un po’ a letto e poi si alzarono per preparare la colazione. 

Remus li raggiunse in cucina. Dovrebbe arrivare a momenti, giusto?” Chiese sbadigliando dopo aver salutato i due fratelli. Star posò delle brioche appena sfornate sul tavolo approfittando e per dare uno sguardo al camino in salone. 

“Già. Speriamo non abbia avuto problemi.” Sospirò lei. 

“Vedrai che arriverà.” La rassicurò James.  

“Peter ci raggiunge questo weekend?” Domandò poi. 

“Esatto. A quanto pare i suoi genitori vogliono passare del tempo con lui, giustamente.” Rispose James. 

“Anche ai nostri piacerebbe ma di questi tempi…” Star lasciò la frase in sospeso. Poche notizie trapelavano sul mago oscuro che stava impegnando così tanto l'ufficio Auror ma era di certo una faccenda piuttosto seria. 

In quel momento Sirius atterrò nel camino in sala, subito seguito dai suoi bagagli che schivò per un pelo. 

“Star, abbiamo un problema.” Annunciò serio appena poggiò il piede fuori dal camino.  

Malandrini si radunarono attorno al tavolo in sala da pranzo senza dire una parola, aspettando che il loro amico si decidesse a parlare. Remus sbonconcellò nervosamente un dolcetto al cioccolato. 

Sirius unì le mani sopra il tavolo badando bene di coprirsi le nocche. 

“Mia madre ha delle spie ad Hogwarts.” Incominciò finalmente con tono grave. “Persone che le dicono come mi comporto. Una sicuramente è mio fratello ma credo siano molte altre. Ragazzi e ragazze pagati ad ogni informazione. E lei sa che noi non ci stiamo esattamente comportando da fidanzati. Ci ha salvato il musical, l'intesa che avevamo sul palco. Tutto questo, però, non basterà per l’anno prossimo.” Il tono del ragazzo diventava sempre più cupo e preoccupato. 

“Va bene. Fingiamo di essere i perfetti fidanzati allora. Andiamo in giro mano nella mano e cose così.” Disse Star semplicemente. 

“Ma… non è giusto per te! Come farai a trovare un ragazzo se tutti penseranno che stai con me?” Si innervosì Sirius. 

“Se troverò qualcuno che mi piace gli spiegherò la situazione e ci vedremo di nascosto. E poi non è detto che la mia anima gemella si trovi ad Hogwarts. Infondo i ragazzi nuovi sono più piccoli e gli altri ormai se ne andranno via tutti anno dopo anno. Comunque la mia anima gemella potrei incontrarla quest'estate. Oppure a lavoro una volta finita la scuola o bho, chi lo sa! 

“Ma Star, se non esci con qualcuno come farai a sapere se è o no il ragazzo giusto?” Le chiese gentilmente Remus. 

“Oh, no! Non voglio più uscire con nessuno per scoprirlo. Voglio saperlo da subito.” Replicò lei sicura. 

“E come scusa?” Sbottò Sirius alzandosi di colpo e dando le spalle a tutti. 

Bhe, tu, James, sai che è Lily quella giusta, vero? E tu, Sirius, hai questa persona speciale… e nessuno di voi due è uscito con le vostre presunte anime gemelle, ma ne siete innamorati. Voglio anche io una cosa così. Voglio innamorarmi di una persona prima di chiedergli di uscire. E sognarla. E avere il batticuore. Voglio innamorarmi davvero questa volta; sentirmi strana quando si avvicina e cose così. Basta uscite al buio.” Spiegò la giovane infervorandosi. 

“È molto romantico.” Commentò sorpreso Remus. 

“È molto stupido.” La rimproverò Sirius. 

“No, affatto!” Se la prese lei e afferrò il polso del suo amico per cercare di farlo voltare verso di sé. Allora li vide: lividi violacei sulle nocche del ragazzo, la pelle era venuta via su più punti e c'erano graffi su tutte le due mani. 

“Sir!” Esclamò Star preoccupata sollevando la mano del giovane per vederla meglio. 

Sirius si infilò le mani in tasca con uno strattone. “Non è niente.” 

James, che aveva osservato il tutto in silenzio, si alzò piano, posò una mano sulla spalla del suo amico e disse solo: “Vieni, ti mostro la tua stanza.” Il tono calmo e rassicurante, senza aspettare risposta lo indirizzò verso il piano superiore, appena sparirono su per le scale Star si afflosciò su una sedia. 

“Stupido… Stupido, stupido, stupido!” Borbottò poi con il viso tra le mani. 

“Non puoi rimproverarlo così. Infondo è solo dispiaciuto di averti trascinata in questa situazione.” Cercò di calmarla Remus. “Sai che per lui è sempre stata un'enorme sofferenza l'essere sotto costante controllo da parte dei suoi genitori, non avere momenti di libertà... Chissà quante lettere deve avergli scritto sua madre per rimproverargli il suo comportamento ad Hogwarts. E lui ha sempre fatto di peggio. Lui non vuole vederti nella sua stessa situazione: controllata a vista, senza poter fare niente con la serenità di non essere scoperta. Deve essere molto difficile. 

La ragazza guardò gli occhi ambra di Remus, lo sguardo tra lo sconvolto e il sorpreso. “Non ci avevo riflettuto su…” Mormorò dispiaciuta. “Sono una pessima amica.” 

“Sei un'amica fantastica. Siete solo entrambi molto impulsivi.” La rassicurò il ragazzo. 

“Però… davvero a me non pesa recitare la parte della fidanzatina perfetta… Sono certa che in dormitorio e al pontile e in mille altri posti in cui ci siamo solo noi nessuno saprà cosa facciamo o diciamo, quindi che problema c’è? Devo solo ricordarmi di tenergli la mano in pubblico e …. Ah… non litigare più… questo sarà difficile! Anzi, forse non servirà nemmeno perché cos’è un rapporto senza qualche litigio, giusto?” Star rise piegando indietro la testa. “Secondo me sarebbe divertente.” 

“E le voci?” Le chiese lui. 

“Dopo quello che è successo con Belladonna ho smesso di preoccuparmene visto che giravano certe storie su di me da far impallidire le voci sulla mia relazione con James.” La ragazza fece spallucce e il suo amico le sorrise soddisfatto.  

Nel frattempo al piano di sopra James fece entrare Sirius nella sua stanza e poi chiuse la porta a chiave dietro di sé. Sentendo quel rumore il giovane Black si voltò sorpreso. “Perché hai…?” La domanda rimase incompleta, bloccata dalla risposta di James: un bel pugno dritto sulla mascella del suo amico. 

“Ma sei impazzito?!” Esclamò Sirius tenendosi la mano sul viso ferito. 

Per tutta risposta James alzò la guardia come un pugile. “Dai, tocca a te!” Lo sfidò. 

“Io non ti colpirò, Jame.” 

Il giovane Potter colpì ancora, e ancora, accompagnando i pugni con delle frecciatine. “Forza Black! Se non reagisci sei proprio un Serpeverde, come tutta la tua famiglia d’altronde. Di cosa hai paura? Di rovinarti la reputazione picchiando qualcuno come un Babbano invece di usare la magia? 

Dopo alcuni colpi Sirius perse la pazienza e piazzò un pugno nello stomaco di James, quest’ultimo sorrise. “Si, ancora!” Lo invitò poi. 

Sirius perse ogni contatto con la realtà colpendo ancora e ancora e James si lasciava colpire, rispondendo solo per istigare il suo amico.  

Alla fine crollarono a terra sfiniti. 

Sei un idiota.” Borbottò Sirius. “Non potevi dirmi di prendere a pugni un cuscino o cose così?” 

“Un cuscino non ti avrebbe insultato così bene. E diciamocelo, non avrebbe nemmeno risposto.” Sbuffò James assurdamente divertito dalla situazione. 

“Ma se l'obbiettivo era farmi sfogare, perché hai continuato a colpirmi?” Chiese il giovane Black drizzandosi a sedere. 

Principalmente perché altrimenti tu avresti smesso di colpire me, e poi... Scendiamo?” Potter si alzò in piedi e uscì dalla stanza. Il ragazzo dagli occhi grigi gli corse dietro. “E poi cosa? Dimmi l'altro motivo!” Lo pregò.  

James non rispose e scese le scale tranquillo tornando nella sala dove Star e Remus stavano allegramente facendo colazione.  

“Ce ne avete messo di temp… Ma che bolide?!” Star lì stava accogliendo con delle brioche ma alzando gli occhi dal vassoio che portava notò lo stato pietoso dei suoi amici e il vassoio cadde a terra.  

“Cosa vi è successo?!” Si preoccupò Remus. 

James prese la mano di sua sorella che lo osservava visibilmente sconvolta. “Tranquilla. Va tutto bene.” Le disse piano baciandola sulla fronte. 

Siete.due.IDIOTIIIIIIIII!” Gridò lei talmente forte che, Remus avrebbe potuto giurarlo, le pareti tremarono. 

“Fammi vedere.” Sbottò poi la giovane obbligando suo fratello a sedersi per poterlo esaminare meglio. Passò le mani sui lividi che erano ancora lievi e gli chiese più volte se c'era altro che gli facesse male. Le mani della ragazza sprigionavano una leggera luce mente le ferite di suo fratello sparivano pian piano. 

“Tocca a te.” Disse secca, indicando a Sirius la sedia lasciata libera da un guarito James.  

I lividi della scazzottata sparirono velocemente ma i tagli che il ragazzo si era procurato erano profondi e richiedettero più impegno e energia. Star passò svariati minuti sfiorando le mani e il viso di Sirius, gli controllò anche la pancia perché James era convinto di avergli tirato un calcio rotante tale da spezzargli almeno due costole, ovviamente non era così. A lavoro concluso la giovane impallidì. Sirius la afferrò saldamente sulla vita e la aiutò a stendersi su un divanetto del salone. Remus le porse del cioccolato e James le sorrise tranquillo. 

“Idioti… idioti…” Brontolava lei ad ogni morso di cioccolato. 

“Accetto.” Le riferì Sirius quando si fu un po’ripresa. “Ma solo se prometti di avvertirmi subito se non ti va più, e se dovessi notare che la cosa ti impedisce di essere felice smetteremo immediatamente. Chiaro?” 

Star annuì contenta. “Come ho detto a Remus, sarà divertente farti mio schiavo.” 

“Come scusa?!” Domandò lui preoccupato. 

La ragazza annuì. “Se dovrai fingere di essere il mio promesso sposo dovrai essere gentile con me, darmi tutto ciò che voglio: libri, vestiti, regali…. Oh! Potrei obbligarti a dedicarmi una poesia ogni settimana!” Spiegò lei sempre più divertita. 

Sirius la fissò stupito. “Sei furba.” Constatò semplicemente. 

 

…,……… 

 

I giorni iniziarono a passare placidi, la spiaggia si trovava proprio sotto la villa e nessuna persona la conosceva così loro potevano starsene tranquilli. Remus passava molto tempo a leggere sotto l'ombrellone, Star preferiva esplorare le profondità del fondale e James e Sirius facevano gare di tuffi e di nuoto.  

Peter sarebbe arrivato verso pranzo di domenica, così quella mattina i Malandrini andarono a fare la spesa in un mercato lì vicino per preparare qualche piatto speciale. Star e Remus scelsero le verdure e James e Sirius si occuparono della carne.  

“Ho scelto un pezzo di manzo fantastico!” Annunciò Sirius raggiungendo i suoi amici con accanto a sé James visibilmente scosso. 

“Perfetto! Ma che è successo?” Chiese Star indicando suo fratello. 

Coltello... Sangue…” Balbettò quest'ultimo bianco in viso. 

“Oh... Ce lo hanno solo tagliato al momento.” Spiegò Sirius con un alzata di spalle. 

Remus sorrise appena. “Per fortuna che non facciamo mai le vacanze da me, mio padre adora preparare la carne dai pezzi grandi.” Commentò. 

“Suvvia! Non l'ha mica ucciso davanti a te!” Star diede qualche pacca sulla spalla a suo fratello e poi si voltò per tornare verso casa sbattendo così contro un ragazzino. “Mi dispiace.” Si scusò subito lei. 

Lui sgranò gli occhi fissando la ragazza strabiliato. “La… la Regina delle Stelle…!” Esclamò stupefatto. 

“Che?!” Fece Star sconvolta. 

James rifletté un attimo. “Ma quello non è il soprannome che ti avevano dato ad Halloween al secondo anno?” 

Sii! È vero!” Confermò Sirius. 

Nel frattempo il ragazzino frugò con foga nelle proprie tasche fino ad estrarne una fotografia. “Posso avere la tua firma per favore?”  

“Guardate questa!” Esclamò Sirius prendendo la foto dalle mani del paesano. Raffigurava Star durante la sfilata contro la Serpeverdeil sorriso seducente sulle labbra e gli occhi appena divertiti di chi sa di avere la vittoria in tasca, mentre stava per girare su sé stessa con quell'abito di stelle che volteggiava attorno a lei. Incredibilmente bella. 

“Ma come fai ad avere questa foto?” Domandò la povera ragazza mentre i suoi amici commentavano la bellezza artistica dello scatto. 

“L’ha fatta mio fratello. Me l'ha mandata insieme ad altre mille foto di Hogwarts.” Rispose il giovane. 

“Tuo fratello frequenta Hogwarts?” Lo interrogò James sorpreso. 

“Si, esatto” 

“Ma nessuno si preoccupa del fatto che questo qui si porta una mia foto appresso tutti i giorni della sua vita da quasi due anni?!” Gridò Star nel tentativo di riportare la concentrazione dei suoi amici sul punto essenziale. 

“Ma chi è tuo fratello? E vivete qui vicino? L'anno prossimo vedremo anche te?” Continuò a chiedere Sirius ignorando la sua amica. 

“Sì, abitiamo qui, mio fratello è Serpeverde ma non abbiate pregiudizi per favore… è solo molto furbo ma non farebbe male a nessuno. Spiegò lui. “Venite, siamo a casa da soli, gli farà piacere incontrarvi.” 

I Malandrini rifletterono su tutti gli scherzi fatti ai Serpeverde. “Si… speriamo…” Borbottò Remus  

“Io sono Ian, comunque.” Sì presentò il ragazzino mentre li guidava verso casa. 

“Noi siamo…” Cominciò James ma Ian lo bloccò. “Oh, lo so, lo so… James, SiriusRemus e naturalmente Star.” Disse indicandoli una per uno nell'ordine corretto. “C’era anche una vostra foto tra quelle di mio fratello. Siamo arrivati!” Concluse prima che i ragazzi potessero ripensare alla scelta di fare visita a due Stalker. 

La casa era molto semplice, entrarono dal portone e notarono subito il numero esagerato di foto di tutti i formati appese alle pareti. Eppure l'effetto in sé non era pesante, anzi era stimolante e artistico. C'erano foto dei due fratelli, il più grande lo riconobbero appena, il che poteva essere un buon segno. Poi c'erano foto di famiglia, alcune vedute della case, di Hogwarts e di altri luoghi e infine molti scatti di persone singole, evidentemente i preferiti del fotografo. Erano tutti quasi vivi, eppure non si muovevano, ma gli occhi, le espressioni, il movimento immortalato nella pellicola era fantastico. 

“David! Guarda chi c’è!” Chiamò a gran voce Ian appena entrato in casa. “Tu sei il suo soggetto preferito. Ha una miriade di foto di te.” Sussurrò poi a Star come se a cosa fosse emozionante invece che inquietante. 

Un giovane dai capelli color sabbia scese le scale con una macchina fotografica appesa al collo e le dita sporche di una sostanza dal forte odore. “Che c’è? Stavo facendo sviluppare il nuovo rullino!” Sbottò quello che evidentemente era David. “Ma che…!” Esclamò poi vedendo i Malandrini. “Dove li hai pescati questi?”  

“Al mercato.” Rispose orgoglioso suo fratello. 

“Piacere.” Si fece avanti James. Ian ci ha mostrato una foto che hai fatto, è molto bella, e anche queste. Hai un gran talento. E poi ci ha detto che frequenti Hogwarts e… non so come siamo finiti qui.” 

David lì squadrò da cima a fondo. “Si, mio fratello sa essere molto convincente e turbolento.” Concluse poi. 

Non è vero!” Ribatté lui. “Sedetevi pure in salotto, vado a prendere qualcosa di fresco.” 

David indicò loro dei divanetti in una sala dove alcune foto molto belle erano state riportate su grandi tele con qualche tipo di magia. “Scusatelo. E scusami per la foto che ti ho fatto.” Iniziò David ma Star gli sorrise facendo un lieve gesto con la mano per chiudere l'argomento. “Vedete, mio fratello…. Lui … è un Magonò. Quindi io cerco di mostrargli il mondo magico il più possibile.” Continuò il ragazzo. Era stato evidentemente difficile per lui rivelare a dei quasi sconosciuti quel segreto, ma era anche evidente di quanto avesse bisogno di confidarsi con qualcuno. 

Remus lo guardò sorridendo con gentilezza. “Hai avuto un’idea molto carina, si vede che tuo fratello apprezza molto le tue foto.” 

“Già, gli piacciono soprattutto quelle di Hogwarts... Vederla è il suo sogno.” Raccontò David. 

In quel momento Ian rientrò nella stanza con del succo di zucca fresco. “State parlando di Hogwarts? Vi prego continuate! Voglio sapere tutto! È vero che avete risolto il mistero delle sparizioni due anni fa? 

James sorrise. “Si ma possiamo dire che siamo più che altro caduti in una trappola tesa da una tizia molto malvagia. E bho. Evidentemente non ci voleva morti, altrimenti lo saremmo.” 

“Wow! E come avete fatto a trovare gli indizi?” Chiese ancora il ragazzino. 

Bhe, James conosce Hogwarts meglio di chiunque altro e…” Cerco di spiegare Star ma venne interrotta da un grido entusiasta di Ian che corse a prendere una matita e dei grandi fogli.  

“E com’è fatta?” Si esaltò. “Disegnami una piantina, ti prego. Mio fratello fa foto stupende ma non è bravo a descrivermi dove si trovano le stanze.” 

James passò la matita a Sirius che si chinò su i fogli. Mentre il giovane Potter spiegava tutto il giovane Black seguiva le sue indicazioni per disegnare con linee precise e pulite una piantina del castello più intersecato su sé stesso mai costruito. Dovettero sovrapporre vari fogli per simulare i piani e le scale e i passaggi segreti. Alla fine sul tavolino da caffè campeggiava il caos ma Ian era il ragazzo più felice del mondo. 

“La ricordate davvero bene.” Notò David. 

“Mi dispiace se alcune sale comuni non le conosciamo bene ma non è semplice entrarci.” Si scusò Star. 

“Ma scherzate? La adoro!” Ian raccolse tutti i fogli e se li portò via. James stava fissando il tavolino dove prima si trovava la mappa di Hogwarts. Aveva la solita espressione di quando macinava qualcosa. 

Sirius si alzò. Posso usare il bagno?” 

David annuì. “Infondo al corridoio.” 

Sirius superò una porta semi aperta da dietro la quale proveniva rumore di carta spostata e piegata, immaginò che qualora fosse la stanza di Ian. Proseguì fino all'ultima porta infondo ma a destra di essa vi era un'altra porta socchiusa e vide gli occhi di Star fissarlo. Senza pensarci entrò. C'erano moltissime foto di persone ad Hogwarts ma soprattutto di Star. Il ragazzo si fermò a guardarne una dove la sua amica indossava una vecchia felpa di James e stava camminando felice guardando sorridendo qualcosa davanti a sé, si rese conto solo dopo che il tipo che le camminava davanti con le mani in tasca era lui stesso, e Star lo guardava. C'erano delle foto nuove del loro Musica, quelle del tango erano bellissime, in una David era riuscito a catturare lo sguardo sofferente suo e di Star mentre venivano separati a musica conclusa. In un'altra ballavano insieme. Ce ne erano persino della festa di Natale dai Black. Era strano vedere Star così tra le sue braccia, ripensò a quante volte l'aveva avuta così vicina a sé e sorrise.  

Hei!” David entrò furioso nella stanza con l'intenzione di gridare altro ma Sirius gli posò la mano sulla bocca. 

“Mi dispiace aver infranto la tua privacy. Ma ho bisogno di un favore.” Gli disse il giovane Black mentre il Serpeverde si spostava per allontanarsi da lui.  

 

……. 

 

Sirius tornò dal bagno con David il quale fece una battuta riguardo la fortuna di girare con uno con l'orientamento di James visto che Sirius si era perso in un corridoio con cinque porte. 

I Malandrini lasciarono la casa straniti, non dopo che Ian li ebbe invitati ad una festa il sabato sera successivo a casa del loro vicino che a quanto pare aveva molti soldi, una piscina, e dei genitori poco presenti. 

Tornati alla villa si misero subito ai fornelli. La mattina era volata via e non c'era molto tempoSirius dimostrò le sue abilità in cucina preparando uno stufato dal profumo delizioso. Star preparò un torta con panna e scaglie di cioccolato. Remus e James aiutarono con i contorni. Erano tutti ancora impegnati quando Peter arrivò così il nuovo arrivato ebbe il tempo di sistemarsi nella sua stanza. Mangiarono allegramente e poi dormirono un po’, conclusero la giornata in spiaggia e dopo una cena leggera andarono subito a letto. 

 

……… 

 

Un mattino Star aprì gli occhi, c'era un motivo se non aveva nemmeno pensato di lasciare la sua stanza a Remus per dormire di fronte a James, ed era il fatto che la sua camera, come quella attualmente di Sirius, era posizionata infondo al corridoio dove una parete si apriva in grandi archi di pietra su un piccolo terrazzino. Quelle dovevano essere le stanze dei due fratelli. Il terrazzo era condiviso e gli archi davano dritti sul mare. A James la posizione non importava ma Star era già innamorata di quella stanza; non chiudeva mai le finestre di vetro degli archi e lasciava che le bianche tende fossero spostate dalla brezza leggera che sapeva di sale. Amava tutta quella luce, e come dal suo letto poteva vedere l’orizzonte. Ogni mattina se ne stava lì, stesa tra le lenzuola leggere a fissare il sole che sorgeva sbucando fuori dall'acqua, con il vento che le rinfrescava il viso e le carezzava i capelli. Non avrebbe mai potuto rinunciare a quel risveglio. Si domandò come avrebbe fatto quell’inverno ma poi si ricordò che anche i risvegli ad Hogwarts erano belli, anche se in modo differente. 

La ragazza finalmente si alzò, indossò un abito bianco dal tessuto leggero e scalza scese in cucina iniziando a preparare la colazione. Quando fu tutto pronto scese la ripida stradina che portava alla baia sotto la villa, si tolse il vestito restando in costume e si tuffò in acqua. Nuotò a lungo mentre il sole saliva sempre di più in cielo scaldando i lembi della sua pelle che uscivano dalla superficie dell'acqua. Erano passati pochi giorni ma lei aveva già acquistato un colorito mielato e l'oro tra i suoi capelli sembrava più vivido.  

Mentre la ragazza se ne stava a galleggiare a pancia in su, con gli occhi chiusi per proteggerli dal sole, godendosi la sensazione dell'acqua che le carezzava la pelle, qualcosa la colpì sullo stomaco mandandola sotto la superficie del mare per qualche secondo. Riemerse sconvolta. 

Sirius!” Gridò. 

“Scusami!” Replicò lui tra il divertito e il dispiaciuto. 

“Fai attenzione a dove nuoti.” Lo rimproverò lei. 

Il ragazzo rise appena. “Io non ci vedevo con la testa sott'acqua. Tu piuttosto come hai fatto a non sentirmi arrivare?” 

Star si imbronciò e poi spinse la testa del ragazzo sott'acqua, mentre lui riemergeva lei nuotò rapida verso la riva gridando. “Chi arriva ultimo salta la colazione!” 

Sirius sorrise, Star gli faceva sempre tornare il buon umore, prese a nuotare il più veloce possibile ma ovviamente arrivò alla villa dopo di lei.  

Sarò buona e ti permetterò di cibarti anche se sei uno smidollato.” Gli concesse. 

“Oh, grazie mia Regina delle Stelle.” La prese in giro lui. 

“Non chiamarmi così.” Protestò la ragazza guidandolo verso la cucina, poi uscì dalla porta dirigendosi nel giardinetto della villa dove aveva preparato il tavolo della colazione all'ombra di un albero. 

Quando James, Remus e Peter li raggiunsero li trovarono a chiacchierare tranquillamente mentre mangiavano allegri e Remus non resistette; lanciò uno sguardò eloquente a James prima di sedersi a tavola. 

“Cosa state architettando voi due?” Domandò Star ai suoi amici. 

“James pensava che dovresti andare a comprarti un vestito carino per la festa di sabato sera, e che potresti farti aiutare da Sirius visto che dici sempre che si veste bene.” Intervenne Peter. 

James lo guardò sbalordito per la grandiosa idea avuta. “Si, esatto! Nel frattempo io, Peter e Remus prepareremo il pranzo e sistemeremo la casa.” 

Star rifletté. “Voi due non sapete cucinare.” Replicò fissando i suoi due amici. 

“Ma io si.” La rassicurò Peter. 

“Oh, non lo sapevo.” Si stupì lei. “Sarebbe bello non dover preparare da mangiare per una volta, non che mi dispiaccia però... Ma... io non ho bisogno di un vestito nuovo, ne ho già moltissimi che mamma ha insistito per farmi portare via.” 

“E visto che li hai comprati con tua madre, pensi che ce ne sia uno indicato per una festa Babbana di adolescenti o sembrerai un fiorellino indifeso con tutti?” Le fece notare Sirius dopo le insistenti occhiate di James. 

La ragazza aprì la bocca per replicare ma poi pensò alle decine di vestiti color pastello che possedeva e al fatto che probabilmente tutti avrebbero indossato abiti scuri anche nel bel mezzo dell’estate. “Ok... mi serve un vestito.” Dichiarò. 

“Perfetto!” Esultò Remus spingendo Star e Sirius fuori dalla casa. 

“Rem, aspetta! Sirius è in costume e il mio vestito è ancora umido.” Protestò lei. 

James lanciò a Sirius dei pantaloni di lino.  

“E una maglietta?” Domandò il ragazzo indossando i pantaloni. 

“E io?” Continuò Star. 

“Un po' di sole ti farebbe bene, e tu ti asciugherai presto.” Li zittì Remus poi chiuse la porta di casa lasciandoli fuori.  

La ragazza sospirò. “Hanno qualcosa in mente, lo so.”  

“Non potresti leggere nelle loro menti e scoprirlo?” Domandò Sirius cercando di mantenere la calma mentre si avviava lungo la strada che portava in paese. 

“Potrei ma non mi va, e poi... dove sarebbe il divertimento se lo facessi sempre?” Chiese lei superandolo con un balzo e facendogli una linguaccia. Sirius la guardò camminare avanti a sé nel suo abitino a quadri bianchi e blu legato dietro al collo e stretto da sotto il seno fino ai fianchi che poi si apriva in una gonna sbarazzina lunga fino a poco più sopra del ginocchio. Scosse la testa realizzando che quella ragazza che era sua amica stava diventano sempre di più una donna. Ciò accadeva a velocità impressionante, era come guardare una rosa sbocciare ogni giorno sempre di più, e quando credi che non potrebbe essere più perfetta di così ecco che il giorno dopo la trovi ancora più bella. 

I due arrivarono in paese attirando subito molti sguardi su di loro. Star si voltò a guardare il suo amico. “Bhe, in effetti.” Commentò osservandolo attentamente. 

“In effetti cosa?” Chiese lui spaesato dall’avere lo sguardo di lei su di sé. 

Bhe...” Cominciò la ragazza afferrando una maglia da una bancarella e lanciando qualche moneta al venditore senza quasi staccare gli occhi da Sirius. “...diciamo che durante l’inverno hai fatto progressi, è il Quidditch che ti fa venire quegli addominali? E le spalle? No perché dovrei averli anche io, cioè, giochiamo nello stesso ruolo.” Spiegò lanciandogli la maglietta. 

“Mi stai, per caso, dicendo che sono sexy e bellissimo come un dio greco?” Ipotizzò lui con il suo mezzo sorriso sul volto poggiandosi la maglietta sulla spalla senza indossarla. 

“NO!” Replicò lei. “Volevo solo dire che anche io dovrei avere quei muscoli.” 

Il ragazzo la afferrò per la vita stringendola a sé e facendo aderire il suo corpo a quello di lei. “Vuoi dire che tutto questo non ti fa nessun effetto?” Le domandò sussurrando. 

“No.” Rispose lei tranquilla. 

“Hai i brividi però.” Le fece notare Sirius stringendola ancora di più tanto che la ragazza dovette poggiare la mano sul suo petto per riuscire a non finire col viso su di lui. 

Perchè tu sei caldo, perché sei così dannatamente caldo!” Sbottò Star. 

“Sono caliente! E poi sei tu che sei fresca, è piacevole...” Ribattè lui. 

“Sono fredda perché sono ancora bagnata e...” Cominciò a spiegare lei ma venne interrotta da una risatina del ragazzo. “Cosa?!” Sbuffò al limite della sopportazione. 

“Niente, è che tutte le ragazze mi dicono questo ma da te non me lo sarei mai aspettato.” Rispose Sirius ancora ridendo. 

“Cosa... che sono bagnata...? Ma che...?” La ragazza guardò il suo amico combattere con sé stesso per non scoppiare in una fragorosa risata e cominciò a chiedersi perché fosse così divertente la parola “bagnata” e poi le venne in mente Mary e una delle sue spiegazioni di anatomia poco tradizionali. E realizzò. Gonfiò le guance irritata e con uno spintone si liberò dalle braccia del suo amico che prese a ridere fortissimo. 

“Ci hai messo una vita!” La prese in giro. “Dovevi vedere la tua faccia!” 

“Sei pessimo.” Commentò lei avviandosi a passo di carica verso un negozio. “Ma fai sempre così con tutte le ragazze?” 

“Non prenderei mai in giro le altre ragazze, anche perché loro sanno perfettamente cosa intendono quando mi sussurrano certe cose all’orecchio.” Le raccontò lui seguendola. 

“Non voglio sapere altro!” Lo bloccò Star entrando nel negozio. 

Per un po' stettero in silenzio mentre osservavano attentamente tutti i vestiti ma era un po' troppo “per bene”.  

“No, non è quello che cerchiamo.” Disse Sirius passando accanto alla sua amica che si era posata addosso un abitino azzurro. 

“Ma mi piaceva!” Protestò lei. 

Sirius le prese una mano e la condusse in un negozio dell’usato. Salutò il proprietario come se lo conoscesse e poi afferrò un vestito anni ‘20 pieno di balze con le frange.  

“Questo!” Le lanciò l’abito e la spinse dietro a delle tende. La ragazza si cambiò ridendo e poi si mostrò. 

“Non credo che faccia per me!” Replicò lei muovendo i fianchi per far svolazzare le frange.  

Il ragazzo rise. “E allora qual è il tuo stile?” 

Star sorrise e gli indicò una maglia nera con il simbolo dei Rolling Stones sul petto. Lui la prese e la guardò un secondo prima di passargliela.  

“Ti starà enorme.” La avvertì, poi i suoi occhi si illuminarono. “Si, mettila.” 

La ragazza eseguì mentre lui spariva nei meandri del negozio. 

Quando Sirius tornò la sua amica era impegnata a farsi le boccacce allo specchio dentro quella maglia che le arrivava oltre mezza coscia. Le passò le braccia attorno al corpo come per abbracciarla da dietro ma prima che lei potesse chiedere spiegazioni vide che le stava mettendo un’alta cintura rossa in vita, la strinse e poi le sistemò un po' la maglia che ora sembrava un vestito molto particolare. 

“Oh, si. Così funziona.” Commentò il ragazzo. 

Star si osservò allo specchio ridendo. “Mi piace.” In un secondo si spogliò restando di nuovo in costume e passando gli abiti a Sirius che andò a pagare mentre lei si rivestiva. 

“Direi che abbiamo finito.” Disse la ragazza soddisfatta uscendo dal negozio. 

Sirius non le prestò ascolto e attraversò la strada di corsa per finire con il naso incollato ad una vetrina. Lei lo raggiunse preoccupata. “Ma hai visto quelle scarpe?! Devi comprarle.” Decretò lui fissando un paio di scarpe eleganti con il tacco e il plateau alti effetto vernice nera con dettagli rossi. 

“Non pensavo amassi così tanto le scarpe da donna.” Scherzò Star entrando nel negozio senza provare nemmeno a opporre resistenza. 

“Ma scherzi?! Vi invidio un sacco per poter indossare queste scarpe, sono stupende!” Si esaltò lui. 

“Si, bellissime ma una tortura.” Spiegò lei cercando il modello della vetrina tra gli scaffali. 

“E’ solo che non le sai portare.” Sbuffò il ragazzo. 

“Bene, ti sfido.” Star gli piazzò in mano le scarpe prescelte ma del numero giusto per lui. 

Sirius sorrise. “Oh, perderai questa sfilata, tesoro.” 

 In un attimo entrambi indossarono le scarpe e si misero a sfilare davanti allo specchio infondo al negozio, per fortuna non c’erano altri clienti e il bancone della commessa si trovava nascosto dietro un angolo. 

Sirius camminò in modo impeccabile, girò su sé stesso, lanciò un bacio allo specchio e tornò indietro dopo aver piegato la gamba all’indietro facendo un lieve saltello e una faccia da top model che fece ridere la sua compagna. Star cercò di imitarlo ma fu impossibile. 

“Ho troppo stile.” Commentò Sirius raggiungendola davanti allo specchio. 

“Dai insegnami a sfilare al tuo fianco allora, ad Hogwarts dovremo essere perfetti.” Lo pregò lei. 

Lui la prese a braccetto. “Passo, passo, scuoti i capelli, passo, passo, ridi.” Iniziò a spiegarle mentre camminavano entrambi verso lo specchio. “Passo, passo, faccia da possiedo-il-mondo-perché-sono-nella-famiglia-Black, ah, questa l’hai imparata!” Risero di cuore reggendosi l’uno sull’altra dopo l’imitazione perfetta che Star fece dell’espressione di Narcissa 

Provarono moltissime scarpe, entrambi, sfilarono e risero moltissimo. 

“E’ tardissimo!” Notò Star dopo aver dato un’occhiata all’orologio di Sirius. 

“Andiamo dai.” La rassicurò lui, le pagò cinque o sei paia di scarpe oltre a quelle della vetrina dicendole che sarebbe stato un piacere per lui vedergliele indossare. 

“Ferma!” Esclamò Sirius mentre correvano verso casa. “Dobbiamo comprarti delle calze, quelle con la cucitura dietro, ti prego, starebbero benissimo, sono un genio!” Disse poi tutto d’un fiato tuffandosi dentro un negozio di biancheria intima. Mentre lui cercava le calze giuste mormorando qualcosa sui denari che Star non capì lei si fece un giro fermandosi davanti ad un manichino che esibiva una lingerie semplice ma di grande effetto; il corpetto stretto in seta rosa cipria con pizzo nero era completato da delle culottes dello stesso colore e tessuto con lo stesso raffinato pizzo. Sirius le si avvicinò di soppiatto.  

“Stai immaginando se ti starebbe bene?” Le chiese facendola sobbalzare. 

“Cos..?!” Esclamò lei strozzandosi con la sua stessa saliva per la sorpresa. 

Perché mi sembrava di averti fatto capire che sei già sexy con della normale biancheria quindi direi che con questa potresti uccidere qualcuno.” Continuò lui senza imbarazzo. 

“Io... no! Pensavo a ...” Cercò una scusa lei. 

“Io aspetterei comunque qualche anno se fossi in te e, bhe, il ragazzo giusto.” Concluse Sirius sollevando poi una borsetta. “Ho fatto comunque, il tuo outfit è completo. Andiamo?” 

Star annuì senza riuscire a dire niente altro e lo seguì in silenzio. 

“Ti ho messa a disagio?” Le chiese il ragazzo quando furono fuori dal paesino ma ancora distanti dalla villa. 

“No... Cioè... e’ il modo in cui parli del mio aspetto... io...”  Balbettò lei. 

Sirius rise piano. “Scusa se sono molto indiscreto ma possiedo questi.” Scherzò avvicinando il viso a quello di lei e indicandosi gli occhi. “Dovresti imparare a convivere con il tuo aspetto, o finirai per sentirti sempre a disagio o a dover lasciare che il potere delle tue antenate prenda il sopravvento.” 

“Come...?” Si stupì Star. 

Il ragazzo le sorrise. “Quella foto di Hallowen che aveva Ian, hai un sorriso stupendo, intrigante, ma non è il tuo. Ti conosco bene, meraviglia. Vorrei vederti sorridere come tu sai fare anche quando tutti ti guardano.” 

Lei fissò a terra per qualche secondo. “Ci proverò.” 

Arrivarono alla villa e la trovarono vuota. Dalla terrazza allora guardarono in spiaggia e videro i loro amici.  

Hei, grandi chef!” Lì chiamò Sirius urlando. 

James gli sorrise e in un attimo salirono la scogliera entrando nella villa. 

“Ho preparato qualcosa da mangiare freddo, perché voi non arrivavate più.” Spiegò Peter posando varie ciotole di cibo sulla tavola.  

Sirius dette uno sguardo all'orologio notando che erano quasi le due del pomeriggio.  

“Già, qualcuno non sa trattenersi dal fare spese pazze.” Commentò Star. 

Sirius alzò le borse piene di scarpe con aria colpevole. 

“Non fa niente, l'importante è che tu sia pronta per la festa.” Replicò James. 

“Starà benissimo.” Li rassicurò Sirius sedendosi a mangiare. 

 

…........................ 

 

James, Star e Sirius ogni tanto giocavano a Quidditch nel campo accanto alla villa mentre Remus e Peter li osservavano o studiavano diligenti. Un pomeriggio di quelli il cielo si scurì in fretta e i ragazzi furono costretti a chiudersi in casa. Fortunatamente la passione per la musica di Henry era talmente forte da costringerlo a riempire anche la villa al mare di strumenti musicali. 

James prese una chitarra classica e iniziò a ripetere i suoi accordi preferiti, Sirius si sedette al pianoforte inventando una breve melodia su ogni gruppo di suoni che il suo amico produceva. Remus si sedette a terra tra i due a leggere un libro di poesie, Peter annunciò che sarebbe stato in cucina a preparare uno snack. 

Star sparì per qualche minuto tornando poi con una tela e dei colori, si posizionò con il cavalletto davanti ai suoi amici, abbastanza distante da poterli vedere tutti e prese a dipingere. 

“Senti, abbiamo un piano.” Sussurrò James avvicinandosi a Sirius con la scusa di cercare uno spartito carino tra quelli posizionati sul leggio del pianoforte.  

“Come?!” Domandò il ragazzo dagli occhi grigi perplesso. 

“Un piano. Piano Star-rius.” Continuò a mormorargli nell’orecchio il giovane Potter. 

“Non è una buona idea...” Cercò di spiegargli Sirius ma James si allontanò di nuovo e riprese a suonare la chitarra.  

Quando Peter tornò con i biscotti fissò il dipinto di Star ed esclamò. “Ma è bellissimo!” 

La ragazza di istinto cercò di coprirgli la visuale frapponendosi tra lui e la tela. “Oh no, è la prima volta che faccio una cosa del genere. E’ solo una prova.” Minimizzò. 

“ma sta venendo molto bene, da quanto dipingi?” Insistette lui. 

“Oh, ho fatto varie prove prima, ma dall’addestramento a casa Black ho imparato nuove tecniche e volevo metterle in pratica... non che mi stia riuscendo bene...” Spiegò lei. 

Peter annuì interessato. “MA quindi se te lo hanno insegnato dai Black lo avranno insegnato anche a Sirius, no?” 

Sirius annuì riluttante. 

“Magari puoi chiedergli aiuto...” Cercò di convincerla Peter. 

Star fissò il giovane Black. “Bhe, in effetti, ti avranno spiegato molto più cose quindi... ti andrebbe di insegnarmi?” 

Mentre Sirius annuiva avvicinandosi a lei, senza aver ben capito cosa fosse successo, riportando l’attenzione della ragazza sulla tela, James si mise a tirare pugni all’aria felice che il suo piano avesse funzionato anche meglio del previsto. Remus lo guardò divertito e James mimò con le labbra il “ti andrebbe di insegnarmi?” pronunciato da sua sorella come se non avesse mai potuto sperare che andasse così bene.  

Dopo essersi calmato, e aver fatto segno di vittoria a Peter, il ragazzo dagli occhi nocciola si rimise a suonare una dolce e lenta melodia con la chitarra. Sirius e Star, spalla a spalla, osservavano la tela discutendo di colori e pennellate, Remus sorridendo li osservava da sopra il suo libro, erano davvero carini quando riuscivano a stare tranquilli e collaborare. 

 

….......... 

 

“Non fatelo mai più.” Il tono di Sirius era severo e il suo sguardo di ghiaccio.  

Star era uscita il mattino seguente per comprare della frutta e appena fu abbastanza distante Sirius radunò i suoi amici per ammonirli. 

“Volevamo farti un favore. Darti la possibilità di dichiararti.” Spiegò James tranquillo. 

“Non voglio possibilità. Lei non si è ancora innamorata di me, e forse non lo farà mai e io non voglio dirglielo finchè non sarò sicuro che lei prova lo stesso.” Decretò Sirius. 

“Buona fortuna a scoprire cosa prova lei senza dirle cosa provi tu.” Gli fece notare Remus. 

“Già. E comunque non puoi aspettare che lei si innamori di te, non puoi sempre andare a colpo sicuro! Cos'è la vita senza qualche rischio?” Insistette James. 

“Non capite. Non voglio che lei lo sappia se io per lei resterò solo un amico. Voglio che si senta sempre libera di considerarmi come tale e voglio anche che sia lei a scegliere chi amare, senza la pressione di star facendo un torto a me.” Cercò di spiegarsi il poveretto. 

Peter sbuffò, James rise e Remus gli lanciò uno sguardo compassionevole. “Rischi che ti consideri un amico per sempre così facendo.” 

“Se è l’amicizia ciò che prova per me, così sia.” Concluse Sirius prima di chiudersi nella sua stanza. 

 

...................... 

 

Sabato arrivò rapido tra sole e mare e gelati presi in paese. 

Star nella sua stanza si infilò piano le calze posando un piede alla volta sul bordo del letto. Si osservò allo specchio in biancheria e capì perché nei film le donne sexy usavano le autoreggenti e non le calze intere che fasciavano i fianchi e la pancia, erano belle, ma non di certo sexy. Sospirò e indossò la maglia dei Rolling Stones, strinse la cintura in vita, indossò le scarpe e si passò gli occhi con un po' di matita nera aggiungendo del mascara sulle ciglia. 

Uscì dalla camera sorpresa dal silenzio attorno a lei nel corridoio. “Ragazzi?” Chiamò. 

“Siamo giù.” Le rispose la voce di James allegra. 

Scese e vide suo fratello con dei jeans e una maglia blu molto normali, Remus era vestito in modo simile anche se la maglia era bianca, Peter invece aveva cercato di copiare James in ogni minimo dettaglio senza sortire però lo stesso risultato affascinante. Sirius indossava dei jeans scuri stretti e una maglia nera le porse un piccolo fiore blu acceso che, senza sapere come, lei riconobbe essere una Bella di Notte. 

“Non si abbina al vestito.” Notò la ragazza scettica. 

Sirius sospirò avvicinandosi a lei per sistemarglielo tra i capelli. “Ma si abbina ai tuoi occhi, sciocca. Blu cobalto.” Le ricordò. 

“Oh...” Mormorò lei. “Grazie.” 

“Sei perfetta ora!” Si esaltò James. “Andiamo!” 

Per la prima volta star ringraziò il potere delle Deran; fare tutta quella strada a piedi con quelle scarpe sarebbe stato impossibile per una ragazza normale, ma lei camminò con eleganza fino a destinazione. Certo, i suoi piedi le pulsavano già leggermente ma sapeva che non sarebbe mai inciampata. 

Entrarono nella modesta casa e la trovarono già zeppa di gente e fumo, da chissà dove proveniva della musica e Sirius guidò i suoi amici il più vicino possibile alla fonte. 

 

can't get no, oh, no, no, no, heyheyhey 
That's what I say 
can't get no satisfaction, I can't get no satisfaction 
'Cause I try and I try and I try and I try 
can't get no, I can't get no 

 

“Senti un po': i Rolling Stones!” Disse a Star ridendo e facendosi trascinare dalla musica. 

“Siete venuti!” Li accolse un urlante Ian felice di vederli al punto da abbracciarli tutti, uno per uno. 

David scattò una foto a suo fratello, era evidente che vederlo così sereno lo metteva di buon umore. 

“Vieni a prendere qualcosa da bere?” Gli chiese Sirius. Lui annuì e si diliguarono nel nulla. 

Lunastorta! Il piano va in fumo!” Si agitò James. 

“Di cosa parlate?” Chiese Star, fino a quel momento impegnata a rispondere alle domande di Ian. 

“Oh, niente...” Gli occhietti di Peter scattarono ansiosamente a destra e a sinistra mentre cercava una scusa. Era bravo a mentire seguendo i piani ma non ad improvvisare. 

La ragazza cercò di avvicinarsi ai suoi amici ma inciampò sul bordo di un tappeto. Mentre si domandava come avessero potuto le Deran abbandonarla così si ritrovò tra le braccia di un ragazzo abbronzato e molto bello. Pensò. Appena formulò quella frase nella sua testa questa venne invasa da milioni di immagini di possibili scene con cui avvicinare un ragazzo.  

Star le represse in fretta perché si accorse che il suo salvatore le stava parlando. “Scusa, sono da poco qui.” Disse con un marcato accento. “Vengo dalla Spagna.” 

 

“Non fa niente.” Si costrinse a rispondere dopo essersi insultata mentalmente.  

“Posso offrirti una bibita?” Le chiese lui. Il suo accento era ben udibile ma era anche ovvio che conoscesse abbastanza bene la lingua da non avere problemi di comunicazione. 

“Ok.” Accettò la ragazza pensando che tanto valeva approfittarne. 

“Star...!” La richiamò James. 

“Tranquillo, tanto sai che non posso baciare nessuno.” Lo rassicurò lei mostrando appena la lingua. 

“In che senso?” Domandò Remus. 

James guardò Ian e la folla attorno a sé. “Scusaci un attimo.” Disse al loro nuovo piccolo amico prima di condurre Peter e Remus nella prima stanza vuota che trovò. Si assicurò che non ci fosse davvero nessuno e poi aprì la bocca sollevando la lingua per mostrare a Remus qualcosa di verdognolo sotto ad essa. 

“La Mandragola! Avete già iniziato!” Si stupì Peter. 

Remus rimase in silenzio per un po'. “Da quando?” 

James sospirò. “Io e Star ce la siamo procurata dalle scorte dei nostri genitori prima di partire e abbiamo iniziato appena sistemati qui, poi l’abbiamo data anche a Sirius, ma lui l’ha già ingoiata una volta. Sai, è sottile quindi non da problemi a parlare come pensavamo, ha un gusto orribile in compenso. Il vero casino è dormire, un po' mangiare ma neanche male e... Baciare credo... o almeno Sirius ha detto di averla ingoiata baciando qualcuno. Forse più per paura di farsi trovare con questa cosa viscida in bocca che per altro...” 

“Ok, ok.” Lo bloccò Remus. “Ma come fate ad essere già a questo punto... insomma...” 

“Stai calmo, andrà tutto bene.” Cercò di tranquillizzarlo James. 

“No, che non va bene! E’ magia avanzata e voi....” Iniziò a scaldarsi il giovane Lupin ma Peter lo interruppe per porre un quesito a suo pare più importante: “Posso iniziare anche io?” 

James lo guardò e rise posandogli un braccio attorno alle spalle. “Ne parliamo a casa, ora godiamoci la festa. Tutti.” Sottolineò l’ultima parola fissando Remus che sospirò e lo seguì di nuovo fuori alla stanza dove la musica ricominciò a rendere difficile la comunicazione. 

“Dobbiamo farli ballare insieme!” Decretò James tornando al suo piano. 

“Sai che Sirius non vuole.” Gli ricordò Remus. 

“Solo un ballo. Poi non interverrò più. Voglio dargli l’ultima possibilità.” Lo pregò James cercando con lo sguardo i suoi due amici. 

Remus sospirò. “Solo un ballo.” 

Dopo qualche minuto di ricerca trovarono Star che ballava con lo Spagnolo e decisero di non disturbarla per il momento. Per un po' James fu distratto dall’invito a ballare di qualche ragazza ma poi si annoiò e ricominciò a cercare Sirius il quale, però, sembrava essere sparito nel nulla. 

Star lasciò lo spagnolo per trascinare Remus sulla pista da ballo ma poi il bel ragazzo venne a reclamare la sua mano. Lei ballava a distanza da lui, quasi come se cercasse di immaginare di essere sola, come se cercasse di evitare di essere al centro dell’attenzione. 

James le afferrò una mano trascinandola via con sé. 

“Oh, finalmente balliamo tutti insieme?" Chiese lei felice. 

“Si.” James le sorrise e cominciò a ballare, costrinse ad unirsi a loro anche Remus e Peter e dopo un paio di canzoni Star si guardò attorno. 

“Dov’è Sirius?”  

Remus si fermò. “Ce lo stiamo chiedendo anche noi da un po'. E’ scomparso all’inizio della festa e ora non riusciamo più a trovarlo.” 

“Oh, perderà di nuovo la foglia.” Commentò lei ridendo. 

“Col bolide!” Sbottò Sirius raggiungendoli proprio in quel momento. 

“Finalmente, balliamo!” Ricominciarono tutti a muoversi a ritmo dopo l’esclamazione di James. La folla attorno a loro iniziava ad essere sempre meno reattiva, molti erano annebbiati da chissà quali sostanze e ballare diventava difficile.  

Era il momento per il piano. Peter indicò un punto della stanza abbastanza libero e iniziò a farsi largo verso di esso, Remus disse che avrebbe prima avuto bisogno di un’altra bibita, James sparì urlando qualcosa sul provare a mettere musica più decente e dopo che Sirius e Star ebbero seguito Peter fino a dove lo spazio per i movimenti aumentava quello scomparve improvvisando un’emergenza bagno data dalla birra che James gli aveva fatto bere. 

Cominciò una nuova canzone e essendo meno scatenata delle altre molti si sedettero. 

“Ah, questa è musica decente?” Commentò Sirius irritato dal fatto che i suoi amici stavano ancora cercando di farli avvicinare con la forza. 

“A me piace.” Replicò Star tranquilla cominciando ad ondeggiare a ritmo. 

“Facciamo un patto: ballo con te ma tu dovrai sentirti a tuo agio, come quando abbiamo provato le scarpe.” Le propose lui. 

“E chi ti dice che ho bisogno di te per ballare?” Sbuffò la ragazza divertita. 

Per tutta risposta Sirius la prese per una mano facendola girare per poi avvicinarla a sé. “Il fatto che sono il miglior ballerino qui dentro.”  

You're just too good to be true 

can't take my eyes off of you 

You'd be like heaven to touch 

wanna hold you so much 

Star sorrise lasciandosi guidare. 

At long last love has arrived 

and I thank God I'm alive 

You're just too good to be true 

can't take my eyes off of you 

I loro passi erano lenti ma precisi, eleganti e ben controllati. 

Pardon the way that I stare, 

there's nothing else to compare 

The sight of you leaves me weak 

there are no words left to speak 

But if you feel like I feel, 

please let me know that it's real 

You're just too good to be true, 

can't take my eyes off of you 

MA ad un certo punto il ritmo aumentò e Star iniziò a sorridere sempre di più e allontanarsi dal suo accompagnatore lanciandogli sguardi divertiti. 

I love you baby and if it's quite all right, 

need you baby to warm the lonely nights 

I love you baby trust in me when I say 

Oh pretty baby don't bring me down I pray 

Oh pretty baby now that I found you, stay 

And let me love you baby, let me love you 

Il ritmo rallentò ancora e Sirius la strinse a sé continuando a ballare. “Si, era di questo che stavo parlando. Così sei tu.” 

You're just too good to be true 

can't take my eyes off of you 

You'd be like heaven to touch 

wanna hold you so much 

At long last love has arrived 

and I thank God I'm alive 

You're just too good to be true 

can't take my eyes off of you 

Per l’ultima volta il ritmo aumentò e loro si scatenarono si voltavano di spalle per poi mostrarsi di nuovo che espressioni sempre diverse in volto, ridevano, giravano, fingevano romantici casquè e poi ridevano ancora. 

I love you baby and if it's quite all right, 

need you baby to warm the lonely night 

I love you baby trust in me when I say 

Oh pretty baby don't bring me down I pray 

Oh pretty baby now that I found you, stay 

And let me love you baby, let me love you 

Quando la musica finì James tornò da loro con un sorriso enorme stampato in volto.  

Perché sei così felice?” Domandò la ragazza sospettosa. 

Perché credo di essere passato attraverso del fumo poco normale." LE rispose lui ben sapendo che non sarebbe riuscito a trattenersi dal sorridere. 

“Oh, vi ho visto ballare. Star sei stata bravissima.” Remus si avvicinò con un numero incredibile di bicchieri tra le mani. 

“Beviamo!” Gridò Peter comparendo da chissà dove e afferrando un bicchiere. 

“Andiamo?” Chiese invece Remus dopo aver notato l’ora. Ma una canzone conosciuta arrivò alle loro orecchie. 

Came back like a slow voice on a wave of phase haze 
That weren't no D.J. that was hazy cosmic jive  

“Aspetta!” Lo pregò Star prima di mettersi a cantare il ritornello girando su sé stessa con le braccia aperte 

There's a starman waiting in the sky 
He'd like to come and meet us 
But he thinks he'd blow our minds 
There's a starman waiting in the sky 
He's told us not to blow it 
Cause he knows it's all worthwhile 
He told me:” 

A lei si unirono James e Sirius sollevando i bicchieri a ritmo. 

Let the children lose it 
Let the children use it 
Let all the children boogie” 

Iniziarono a Cercare Ian e David, li salutarono e cercarono di raggiungere l’uscita. 

had to phone someone so I picked on you 
Heythat's far out so you heard him too 
Switch on the TV we may pick him up on channel two 
Look out your window I can see his light 
If we can sparkle he may land tonight 
Don't tell your poppa or he'll get us locked up in fright 

Una volta fuori il vento leggero li sorprese e riuscivano ancora a sentire la musica. 

“Dai andiamo!” Star prese James per una mano costringendolo a girare su sé stesso come lei poco prima. Poi prese per mano anche Remus e presto anche Sirius e Peter si unirono a quel ballo strano. 

There's a starman waiting in the sky 
He'd like to come and meet us 
But he thinks he'd blow our minds 
There's a starman waiting in the sky 
He's told us not to blow it 
Cause he knows it's all worthwhile 
He told me: 

Let the children lose it 
Let the children use it 
Let all the children boogie” 

Iniziarono a correre nel buio della notte cantando a squarciagola. 

There's a starman waiting in the sky 
He'd like to come and meet us 
But he thinks he'd blow our minds 
There's a starman waiting in the sky 
He's told us not to blow it 
Cause he knows it's all worthwhile 
He told me: 

Let the children lose it 
Let the children use it 
Let all the children boogie” 

Ripeterono tutta la canzone due o tre volte prima di riuscire a vedere la villa infondo alla strada. 

Era molto tardi ma comunque finirono con il portare cuscini e coperte in terrazza e restarono lì a guardare le stelle, a cantare e a raccontarsi le loro vecchie avventure finché non si addormentarono uno dopo l’altro. 

Il primo fu Peter, subito seguito da James, dopo alcuni secondi di silenzio Star dette per scontato che Remus e Sirius avessero preso sonno a loro volta. 

Remus sei sveglio?” Domandò invece Sirius in un sussurro che non ricevete risposta. “Star?” Chiese poi. 

“Io si.” Ripose piano lei. Era seduta accanto a James che dormiva con la testa poggiata sulla sua spalla. Peter era crollato ai piedi di James e Remus si era rannicchiato accanto a Star che ora guardava il profilo di Sirius steso a pancia in su davanti a sé con le braccia dietro la testa per poter guardare meglio il cielo. 

“Perché vogliono che passiamo del tempo insieme?” Chiese la ragazza. 

Sirius sospirò. “Non l’ho ben capito nemmeno io, forse è per quello che sai senza averlo imparato mai.” 

“Eh?” Fece lei sconvolta. 

“Tutte le cose che sai fare, che derivano dal sapere delle tue antenate, hai mai notato che sono tutte conoscenze molto simili a quelle che cercano di inculcarmi da anni i miei genitori? Per questo non hai avuto problemi lo scorso anno con loro.”  

Star inclinò lievemente la testa a destra mentre rifletteva su quello che Sirius le aveva appena detto. “E’ perché le Deran erano purosangue. La tua famiglia manda avanti tradizione antichissime dei purosangue quindi è un po' come se io e te fossimo cresciuti nello stesso ambiente... In più, entrambi odiamo la nostra famiglia d’origine...”  

Il ragazzo non disse niente, attese che lei giungesse alla sua personale conclusione. 

“Pensano che essendo così simili possiamo capirci bene...” Continuò Star. Poi sorrise. “È vero, ma comunque non vedo motivo per creare dei momenti per lasciarci soli ora, infondo il prossimo anno dovremmo praticamente vivere attaccati. Bhe, almeno sarà utile a conoscerci meglio e aiutarci a vicenda, no? Oh, forse ci stanno aiutando a creare un’intesa fin da ora così a settembre saremo più credibili.” 

Sirius sospirò. “Mi sembra plausibile.”  

“Vuoi dire che anche tu non sai niente di queste loro idee?”  

“Quasi niente. Come te. Ma ho già chiesto loro di smetterla.”  

“Perchè?” Domandò lei sentendosi un po' offesa. 

Finalmente il ragazzo si voltò a guardarla. “Perché, come hai notato anche tu, ne avremo di tempo per stare da soli ad Hogwarts. Ora voglio stare tutti insieme.” 

“Oh, giusto!” Concordò Star sollevata. “Quindi il fiore che mi hai regalato... immagino che tu sappia cosa significa...” Si tolse il fiore dai capelli rimirandolo sotto la luce della luna. 

“La bella di notte? Timidezza... volevo ricordarti che dovresti...” Iniziò a spiegare lui. 

“Sentirmi più libera... grazie.” Concluse lei. 

“Non ero sicuro conoscessi anche il linguaggio dei fiori.” Mormorò lui. 

“Si, ed è una delle poche cose che mi piace sapere. Comunque io non avrei mai pensato che lo sapessi tu. Inizio a capire il piano di James.” Star rise piano. “Che stelle ci sono in cielo questa notte?” 

Sirius le sorrise e iniziò a illustrarle la disposizione delle costellazioni finché lei non si addormentò posando la testa su quella di suo fratello. Il ragazzo la osservò per qualche secondo finché un sussurro di Remus lo fece sobbalzare lievemente: “Simili, eh?” 

Il giovane Black sorrise e il suo amico non disse niente altro, così ricominciò a guardare il cielo e si lasciò trasportare via dai sogni. 

 

 

 

***************** 

 

Ciao a tutti! Avrete notato il fantastico nome di questo capitolo. Bhe, c’è stata una persona ad usarlo in un mio commento prima di chiunque altro e volevo ringraziarla qui, ho passato tre giorni a cercarla nei commenti a luglio, mi sono scritta il suo nikname di wattpad e poi sono andata in vacanza. Al mio ritorno non sono più stata in grado di trovare il bigliettino e non ho più tempo per ricercarla quindi.... 

Grazie mille TU (fatti viva così posso inserire il tuo nome e darti la giusta ricompensa per aver scelto un nome così carino.) 

Spero che il capitolo in sé vi sia piaciuto. 

Ciao ciao. 

 

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Capitolo 21
*** Ovviamente ***


Ogni giorno per i Malandrini iniziava e finiva nello stesso modo: la prima a svegliarsi era Star, la quale nuotava a lungo e poi preparava la colazione per tutti a volte aiutata da Remus. Poi andava a svegliare James e si coccolavano un po' mentre Remus buttava giù dal letto Peter, Sirius si alzava da solo a causa di tutto il rumore. Facevano colazione tutti insieme e solitamente James ne approfittava per illustrare i suoi piani per la giornata, che seguivano solo fino all’ora di pranzo perché poi andavano sempre in fumo.  

Giocavano a Quidditch, stavano in spiaggia, a volte di pomeriggio camminavano fino in paese per gustarsi un buon gelato. Se pioveva restavano in casa a leggere, dipingere, suonare, James aveva iniziato un progetto che non voleva ancora mostrare a nessuno e ci lavorava sodo. Andarono anche al cinema un paio di volte. 

La sera, dopo cena, prendevano un paio di chitarre e andavano in terrazza a suonare, giocare a carte e chiacchierare. In quei momenti sembrava tutto perfetto. 

Presto persero la cognizione del tempo e i giorni della settimana non avevano più valore. 

L’unico evento di rilievo fu la luna piena di fine luglio. I genitori di Remus vennero a prenderlo ma Star chiese aiuto ai signori Potter e insieme furono irremovibili. In una collina poco distante Star aveva costruito una casetta dalle mura solide e dopo averla mostrata ai signori Lupin spiegò loro che con i suoi poteri era stata di supporto a Remus per molto tempo a scuolaIl ragazzo stesso spiegò ai suoi genitori i progressi che aveva fatto con la sua amica. I signori Potter infine li convinsero della situazione particolare della loro bambina e di come sarebbe stato un onore per loro sapere che ella stava usando i suoi poteri per fare del bene. 

“Ci fidiamo di lei.” Aggiunse Susan. 

I signori Lupin cedettero ma chiesero di restare alla villa quella notte e così ci restarono anche i Potter. La sera Star e Remus si allontanarono e si chiusero nella casetta. Andò tutto bene, come sempre. Tornarono alla villa all'alba, le ferite di Star già rimarginate e Remus che si appoggiava a lei, debole ma felice. Vedendo quel sorriso sul volto del loro figlio i signori Lupin corsero ad abbracciare lui e Star, la ringraziarono a lungo e poi se ne andarono sollevati insieme ai Potter. 

E i giorni dei Malandrini ricominciarono a scorrere felici. 

 

……. 

 

“Organizziamo una festa!” Esclamò James una mattina. 

“No.” Decretò Star. “Questa casa è sacra e non ti permetterò di distruggerla.” 

“Noiosa!” Sbuffò lui. 

“E se facessimo una festa solo per noi?”  Propose Remus. 

“Ottima idea!” Si congratularono con lui Star e Sirius contemporaneamente. 

“Ah, le mie idee non vanno più bene ora?” Sbuffò James. 

“Vado a fare la spesa!” Propose Sirius senza nemmeno badare al suo amico. 

“Vengo con te.” Disse Remus. 

“Io sistemo il salone. Sarà bellissimo. James mi aiuti? Peter, avrò bisogno di alcune cose e quindi ti farò una lista segretissima e il tuo compito sarà trovare tutto il necessario.” Decretò Star e pochi minuti dopo era già al lavoro con suo fratello e Peter per sistemare i mobili ai lati del salone in modo che ci fosse spazio per ballare. Sistemarono il giradischi e scelsero alcune canzoni per la serata. Poi Star scrisse su un fogliettino per un po’ infine consegnò la lista a Peter che uscì di casa un po’ confuso ma fiero.  

James e Star rimasero soli. “Ti stai divertendo?” 

“Si! Ma quanto manca a togliere queste foglie? Hanno iniziato ad avere un fusto rancido e puzzano.” Si lamentò lei. 

James scrutò il calendario in cucina. “Non ho la più pallida idea di che giorno sia.” 

Il problema era comune. I giorni erano volati e nemmeno per Star fu facile districarsi ma alla fine riuscirono a ricostruire il tempo scoprendo che era già il 15 agosto. 

“Wow. Possiamo restare qui solo un'altra settimana.” Notò James deluso. 

“Già, ma poi potremmo tornare ad Hogwarts! E sarà comunque bellissimo. E arriverà il freddo, la neve, il Natale!” Si esaltò la ragazza. 

Suo fratello rise. “Non è proprio possibile essere tristi con te vicino, vero?” 

 

….  

 

Sirius si era chiuso in cucina e con l’aiuto di Remus e Peter continuava a sfornare stuzzichini, dolci e varie altre cibarie.  Nel frattempo Star e James sistemavano tutto in salone, avevano aperto le porte che davano sul giardino e la luce entrava a fiumi nella stanza. Peter aveva portato a Star quello che aveva chiesto e ora con l’aiuto di suo fratello lei stava appendendo decorazioni ovunque. Presto la luce iniziò a farsi sempre più calda e Star cominciò ad accendere le mille candele che aveva posizionato in sala e in giardino e che aveva anche appeso agli alberi. 

Prima che la festa cominciasse Star salì a farsi una doccia. La villa era grande ma c’erano solo due bagni, uno al piano terra e uno al primo piano, lo stesso delle camere da letto. Non era scomodo per Star, alla fine si portava sempre il cambio in bagno e entrava e usciva completamente vestita. Aveva deciso di accettare il consiglio di Sirius e guardandosi allo specchio aveva realizzato che, come le aveva detto lui, iniziava a essere un po' troppo donna per potersi permettere di comportarsi da bambina mettendo a disagio i suoi amici. 

Ovviamente quel pomeriggio dimenticò il cambio. Mentre osservava i suoi vestiti sporchi, sospirando irritata per i suoi continui sbagli, si avvolse l’asciugamano stringendolo sopra il seno e pensò che infondo sarebbe solo dovuta arrivare alla sua stanza infondo al corridoio. Uscì dal bagno tranquilla e, ovviamente, sbatté contro Sirius. Il ragazzo si allontanò e la guardò da capo a piedi. 

Bhequalcuno ha dimenticato i vestiti.” Scherzò lui.  

Giaaaaa….” Commentò lei. Fortunatamente arrivo James a rompere quello strano momento. Ridendo abbracciò sua sorella sollevandola quasi da terra. “È tutto pronto sotto, sbrigati a cambiarti.” 

La ragazza obbedì e poi scese rapida le scale entrando in salone. 

Anche Sirius arrivò a doccia finita e entro nella sala con Remus e Peter, tutti e tre sgranarono gli occhi; i fratelli Potter avevano appeso alle pareti moltissime delle loro foto stampate in vari formati. Alcune di esse nessuno si ricordava di averle scattate così immaginarono che fossero di David, aveva un vero talento. La luce aranciata del tramonto si confondeva con quella gialla delle candele e senza dire una parola Sirius fece semplicemente partire il primo disco. La musica si diffuse allegra. 

Imagine me and you, I do 
think about you day and night, it's only right” Cominciò a cantare Sirius. 
“To think about the girl you love and hold her tight 
So happy together” James lo seguì subito. 

If I should call you up, invest a dime 
And you say you belong to me and ease my mind” Peter prese parola subito dopo, sorprendendo un po' tutti. 
Imagine how the world could be, so very fine 
So happy together” Cantò Star mentre cominciava già a muoversi mentre il ritmo aumentava di intensità 

“I can't see me lovinnobody but you 
For all my life” Remus partì alla grande con una voce piena di sentimento. 
When you're with me, baby the skies'll be blue 
For all my life” A lui si unirono tutti i suoi amici iniziando a muoversi e sorridere insieme. 

“Me and you and you and me” Star fu la prima a riprendere il ritmo lento e indicò suo fratello come se stesse cantando a lui. 
“No matter how they toss the dice, it had to be” James accettò l’apparente sfida e si voltò per cantare la strofa successiva a Sirius. 
“The only one for me is you, and you for me” Sirius finse uno sguardo innamorato verso Remus mentre continuava la canzone. 
“So happy together” Cantò Remus alzando le spalle come a dire “E che ci vuoi fare se sono figo.” 

“I can't see me lovinnobody but you 
For all my life 
When you're with me, baby the skies'll be blue 
For all my life” Tornò il ritornelloe  tutti iniziarono a saltellare tenendosi per mano in cerchio e cantando insieme. 

“Me and you and you and me” Questa volta Star guardò Sirius in una perfetta imitazione di quello che avrebbe dovuto fare a Hogwarts, fingere di amare Sirius. Tutti capirono che era solo un gioco. 
Anche Sirius quando le rispose a ritmo. “No matter how they toss the dice, it had to be” 
“The only one for me is you, and you for me” Continuò lei girando attorno a Remus e lanciando uno sguardo svenevole al giovane Black. 
“So happy together” Replicò lui prendendole una mano per farla girare su sé stessa. Risero tutti. 

Ba-ba-ba-ba ba-ba-ba-ba ba-ba-ba ba-ba-ba-ba 
Ba-ba-ba-ba ba-ba-ba-ba ba-ba-ba ba-ba-ba-baJames si mise a fare il coro fingendo di essere una specie di cupido che svolazza in giro, gli altri ricominciarono a cantare cercando di non ridere. 

“Me and you and you and me 
No matter how they toss the dice, it had to be 
The only one for me is you, and you for me 
So happy together” Questa volta cantarono tutti fingendo di dedicarsi le strofe a vicenda. 

“So happy together 
How is the weather 
So happy together 
We're happy together 
So happy together 
Happy together 
So happy together 
So happy together” Ricominciarono a cantare e saltellare finché la musica non finì. 

Subito dopo James girò il disco e iniziò un’altra canzone ma loro erano ormai impegnati a mangiare e osservare le foto. 

“E’ stata un’idea davvero fantastica!” Si complimentò Remus. 

“Già, e Peter è stato bravissimo.” 

“La parte più difficile è stata convincere David ma la lettera che gli hai scritto ha funzionato bene.” Spiegò Peter. 

“Immaginavo, ma è comunque stato gentile da parte sua cedermi le foto.” Commentò la ragazza. 

“Ma non hai paura che prenda fuoco tutto?” Domandò Sirius guardandosi attorno. 

“Il cagnaccio ha paura del fuoco?” Lo prese in giro lei. Lui le fece una linguaccia. “Comunque buono il cibo.” Aggiunse poi. 

“Mi hanno aiutato loro.” Replicò Sirius alzando le spalle e indicando Remus e Peter. 

“Si, se seguire esattamente le indicazioni vocali di Srius senza nemmeno sapere cosa stavo facendo vale come .” Ribatté Remus con sarcasmo. 

I suoi amici risero. La festa andò avanti così, tra battute e risate. 

“Avremmo dovuto invitare anche la Evans!” Esclamò Sirius ad un certo punto. Senza pensarci James si voltò come per cercarla con lo sguardo. 

Giuuusto! Sicuramente sarebbe venuta.” Replicò Star. 

“Venuta in che senso?” La prese in giro Sirius. 

La ragazza guardò Remus. “E’ un’altra cosa sporca, vero?” Il ragazzo annuì dispiaciuto mentre le sospirava irritata dalle risate di James e Sirius. 

“Dai questa era facile!” Si scusò suo fratello. 

Ballarono ancora sulle musiche dei The Turtles, sembrava che Sirius le conoscesse tutte, infondo l’album era suo. 

Dopo aver quasi finito tutto il cibo si sedettero in giardino tra le candele.  

“Ci pensate che questa è una delle ultime sere qui? Fra una settimana torneremo tutti a casa.” Commentò James, beccandosi dei pop corn, comprati al cinema del paese, in faccia per aver depresso tutti. 

“Comunque poi in pochi giorni torneremo ad Hogwarts.” Si confortò Sirius facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti. 

“Io sono felice lo stesso, i miei mi hanno scritto dopo la luna piena e visto i risultati positivi del trattamento Star, come lo chiamano ora, mi hanno assicurato che potrà farmi compagni a tutte le lune piene, se vorrà.” Raccontò Remus. 

“E io ne sarò felice, non ti lascerò solo.” La ragazza poggiò la mano sulla mano del suo amico e gli sorrise. 

“Pensate che le lettere siano già arrivate?” Domandò James. 

“Wow! Ma che hai fratello! Perché sei così depresso?” Si scaldò Sirius. 

“Ha paura di non essere più il capitano della squadra.” Rivelò Star alzandosi per prendere altro succo di zucca. 

“Non avresti dovuto dirglielo era un segreto!” Sbottò suo fratello. 

“Stai tranquillo, sarai sicuramente il capitano.” Lo rassicurò Peter. 

“Non ne capisco niente ma non credo ci sia qualcuno che possa sostituirti, sei molto bravo.” Continuò Remus. 

“Io potrei sostituirlo.” Commentò Sirius. 

“Grazie, eh!” Fece James che aveva appena iniziato a sentirsi meglio. 

Star si finse pensierosa. “I tuoi muscoli sono meglio ma James ha grandi doti di capitano.” 

“Come scusa?!” Esclamò James sconvolto. “I miei muscoli sono meglio!” 

Subito Sirius si tolse la maglietta e si posizionò di fronte a tutti i suoi amici. “Sono decisamente più sexy.” 

Dal giradischi Black dog dei Led Zeppelin si faceva sentire mentre anche James si spogliava mettendosi in mostra accanto all’amico. 

“Questo non è giusto.” Sbottò Star osservando gli addominali dei due Malandrini. La giovane, che aveva usato costumi interi per tutta l’estate, si avvicinò a loro sollevando la sua maglia fermandosi appena sotto il seno ma scoprendo la pancia piatta e con un lieve segno di muscoli. “Anche io voglio essere come voi.” Concluse poi osservandosi. 

“Cioè uomo?” Le chiese Sirius prendendola in giro. 

“Dai, Remus, Peter! Fateci vedere!” Li invitò la ragazza. 

L'assolo di chitarra era così travolgente che Remus non si fece pregare più di tanto mostrando la sua pancia piatta anche se non muscolosa mentre Peter si fece prendere dal ritmo e iniziò a imitare James che suonava una chitarra immaginaria. La pancetta del ragazzo era piuttosto evidente ma Star pensò che fosse bello che non se ne vergognasse né in quel momento né in spiaggia. 

 Quando la canzone finì tutti tornarono a sedersi. 

“A parte le tue ansie sul Quidditch a che cosa lavori ultimamente.” Domandò Sirius a James. 

Il ragazzo si tolse gli occhiali per un secondo poi se li rimise passandosi una mano tra i capelli. “Ad una mappa.” Rispose semplicemente. 

“Una mappa?” Si stupì Remus già pronto a sentire chissà quale nuova invenzione per gli scherzi. 

“Si, quel pomeriggio per Ian abbiamo ricostruito la mappa di Hogwarts. Voglio farne una per me, il più dettagliata possibile, con tutti i passaggi segreti. E poi potremmo aggiungere qualcosa di... magico...” Spiegò James. 

“Wow... è un’idea stranamente buona.” Si sorprese Sirius. 

Hei, io non ho solo pessime idee ad alto rischio di morte.” Ribatté James. 

“No, infatti. Quello sono io.” Replicò Sirius. 

“Ti aiuteremo.” Decretò Peter.  

“Si, esatto. Disegneremo la mappa tutti insieme.” Propose Remus. 

“Davvero? È la prima volta che vuoi partecipare spontaneamente ad una mia idea!” Esclamò James felice. 

“I Malandrini faranno una mappa. La mappa dei Malandrini.” Borbottò Star posando l’indice sul mento a ripetizione. 

 “Iniziamo subito.” Il giovane Potter corse entusiasta dentro la villa e ne uscì con una grande tavola di legno con fissati sopra moltissimi fogli.  

Per quasi tutta la notte i ragazzi lavorarono a memoria sulla mappa a lume di candela. Fu difficile ma una volta costruita una bozza completa poterono promettersi che una volta tornati ad Hogwarts si sarebbero dedicati a misurare e riprodurre al millimetro ogni angolo della scuola. 

 

….... 

 

I giorni ricominciarono a scorrere inesorabili. 

Un pomeriggio durante la spesa al paese Sirius si fermò con la sua aria da “ho appena visto un miracolo” davanti ad un cartellone pubblicitario. Sullo sfondo nero campeggiava una scritta rossa insanguinata: THE ROCKY HORROR PITCURE SHOW.  

“Cos’è?” Chiese Star fermandosi accanto a lui. 

“Sembra un incubo.” Commentò Remus fissando a sua volta il cartellone. 

James e Peter li raggiunsero subito. “E’ la pubblicità di un film horror?” Chiese Potter. 

“Non proprio.” Sirius si voltò verso di loro con aria esaltata. “Un paio di anni fa mio zio mi ha portato a vedere uno spettacolo teatrale fantastico. Il Rocky Horror Show. E’ stato meraviglioso. E ora... c’è.il.film! IL FILM! Dobbiamo vederlo.” 

“Compra i biglietti allora, andremo stasera.” Lo accontentò James. 

Sirius svanì in un batter d’occhio diretto verso il piccolo cinema. 

“Non sono sicuro di voler vedere qualcosa di horror.” Mormorò Remus. 

Star alzò le spalle. “Nemmeno a me piacciono gli horror, ma c’è anche la parola rock nel titolo quindi non sarà così male.” 

Quella sera andarono a letto dopo aver suonato e cantato in giardino come al solito. Star si svegliò in piena notte come quasi sempre e il suono del pianoforte stava per farla riaddormentare ma poi realizzò che non avrebbe dovuto esserci un pianoforte che suonava. Si alzò di scatto e scese in salone. Una figura era piegata sui tasti e li carezzava con tale leggerezza da scaldare il cuore, la musica era bellissima. 

Sirius.” Chiamò lei. 

La melodia si fermò e il ragazzo guardò verso di lei. 

“Scusa, ti ho svegliata? Di solito faccio un incantesimo insonorizzante ma temo di essermene dimenticato stasera.” Spiegò lui. 

“Non fa niente. Suoni spesso?” La ragazza gli si avvicinò piano. 

“Solo quando non riesco a dormire. Sono emozionato per il film di domani.” Le raccontò. 

“Davvero? Dev’essere molto importante per te se ti tiene sveglio.”  

Sirius sorrise. “Tutto ciò che mi ricorda i momenti passati con mio zio è importante.” 

“Capisco.” Mormorò Star sedendosi accanto a lui. “Suona qualcosa.” 

Il ragazzo la fissò a lungo. 

“Cosa c’è?” Sbuffò lei dopo un po'. 

“Voglio farti sentire una cosa.” Le rivelò il ragazzo prima di iniziare a suonare una lenta melodia. 

E’ per te 
questo bacio nel vento 
te lo manderò lì 
con almeno altri cento 

è per te 
forse non sarà molto 
la tua storia lo so 
meritava più ascolto 
e magari chissà 
se io avessi saputo 
t'avrei dato un aiuto 
ma che importa oramai 
ora che...” 

Mentre suonava i suoi capelli gli ricadevano sul viso coprendogli gli occhi, le dita scorrevano sui tasti con naturalezza e la melodia un po' malinconica la sorprese. 

“Puoi prendere per 
la coda una cometa 
e girando per l'universo 
te ne vai 
puoi raggiungere forse 
adesso la tua meta 
quel mondo diverso che 
non trovavi mai. 

Lui si interruppe, prese un respiro profondo e poi la guardò. “Non l’ho ancora finita quindi credo che...” 

“Aspetta, aspetta... non l’hai finita? Vuol dire che è tua? L'hai scritta tu? Tu scrivi musica?” Si soprese lei. 

Bhe, ci provo.” 

“Ci provi? E' una canzone bellissima.  Ma c’è qualcosa che tu non sei in grado di fare? No, chiedo.” Sbottò lei. 

“Mi lusinghi, ma ci sono moltissime cose che non so fare.” Sirius guardò in basso per un secondo e poi si riscosse. “Dovremmo tornare a letto ora.” 

“Oh, no. Suonami una canzone.” Lo pregò lei. 

“Una canzone per te?” Chiese conferma il ragazzo. 

“Si. Come una canzone della buona notte.” Confermò Star. 

Sirius ci pensò un attimo e poi partì a cantare accompagnandosi con il pianoforte: 

She comes in colors ev'rywhere 
She combs her hair 
She's like a rainbow 
Coming, colors in the air 
Oh, everywhere 
She comes in colors” 

Star posò le sue mani sui tasti suonando a sua volta. I due si sorrisero. 

Have you seen her dressed in blue? 
See the sky in front of you 
And her face is like a sail 
Speck of white so fair and pale 
Have you seen a lady fairer?” 

Mentre suonava il ragazzo lanciava indietro la testa come se fosse su un palcoscenico e dovesse attirare l’attenzione dei fan e liberare tutta la sua voce. Lei rise e lo imitò. Cantarono insieme. 

She comes in colors ev'rywhere 
She combs her hair 
She's like a rainbow 
Coming, colors in the air 
Oh, everywhere 
She comes in colors” 

Risero smettendo di suonare. 

“Mi accontento.” Star si alzò e si incamminò verso la porta, prima di uscire guardò Sirius. “Dovresti provare a vendere le tue canzoni. Sono certa che molte band famose le vorrebbero.” 

“Questa era dei Rolling Stones.” Replicò lui. 

“Non parlavo di questa.” La ragazza lasciò la stanza abbandonando dietro di sé il suo solito profumo di cioccolato misto a vaniglia, anche se questa volta c’era anche un retrogusto di menta e mare. 

Sirius sorrise. Aveva parlao di canzoni, come se sapesse che ne aveva scritta più di una. Era davvero incredibile. Senza pensarci continuò a suonare anche se molto più piano, cantando sottovoce quasi avesse paura che lei potesse sentirlo. 

Have you seen her all in gold? 
Like a queen in days of old 
She shoots colors all around 
Like a sunset going down 
Have you seen a lady fairer?” 

 

…... 

 

Star si sbagliava. Remus pensò che l’inizio del film non era male; un matrimonio, una coppia felice, tutto molto casto. E poi peggiorò. La casa che sembrava così tanto la maledetta Stamberga Strillante, un tipo molto ambiguo che faceva cose... e il sesso... e il cadavere. No. Decisamente no. Ma c’era qualcosa nella musica... quella era stupenda. Le canzoni ti prendevano davvero e poi infondo quel Frank-N-Furter era inquietante ma il suo modo di vivere lasciandosi andare e soddisfacendo ogni suo desiderio... era il tipo di egoismo che a Remus mancava un po'. Prendersi del tempo per sé. 

James e Star risero un sacco, la musica era fantastica e anche le scene più macabre erano abbastanza finte da non spaventare troppo.  

James però si vergognava di quello che provò vedendo alcune scene spinte. Sirius era a suo agio con la sessualità e lui cercava di imitarlo il più possibile ma con le ragazze con era mai andato oltre i baci. E quelle scene. Per quanto volesse provare quelle sensazioni non riusciva a togliersi dalla testa che c’era una sola ragazza con cui si sarebbe sentito abbastanza a suo agio per farlo. E non l’aveva nemmeno baciata! E in realtà pensando a lei tutte le sue voglie un po' svanirono perché quel sorriso era così puro che... oh, bella canzone. 

Star non lo avrebbe ammesso mai ma “Touchatoucha, touch me” era appena diventata una delle sue canzoni preferite. Il sesso era quasi palpabile. Ringraziò mentalmente per l’esistenza di Mary che non si vergognava di ammettere che anche le ragazze avevano voglia di certe esperienze. Star si chiese cosa si provava ad essere così vicini con un’altra persona. Chissà cosa voleva dire sentirsi così bene con qualcuno da permettergli tanta vicinanza. 

Peter tenne gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo ma ridere con James e gli altri era davvero bello, ogni cosa sembrava perfetta. Il film sullo schermo non gli importava molto, stava già vivendo un film nella realtà. 

Sirius non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo. Era un film meraviglioso, c’era sesso... un sacco di sesso, James e Star ridevano accanto a lui per sdrammatizzare l’imbarazzo, sapeva che era l’unico del gruppo a sapere cosa si provava. In più c’era dell’horror... e cose strane. E Frank, l’esempio da seguire. Il suo stile, la sua capacità di essere esattamente quello che voleva essere senza rimpianti. E LA MUSICA!  Time Warp per sempre! 

Uscirono dalla sala ancora ridendo, Remus e Peter erano un po' scossi, James faceva finta di non esserlo ma aveva chiuso gli occhi ovunque ci fosse anche solo la presenza di sangue. 

It's just a jump to the left” Cantò Sirius saltando a sinistra all’improvviso. 
And then a step to the right” Continuò Star muovendo la gamba a destra come nella coreografia del film. 
With your hands on your hips” Andò avanti Remus, coreografia compresa. 
You bring your knees in tight” Fu il turno di Peter. 
Infine James. “But it's the pelvic thrust 
That really drives you insane 

E poi tutti insieme: 
Let's do the Time Warp again 
Let's do the Time Warp again 

“Dovremmo metterlo in scena l’anno prossimo ad Hogwarts.” Si esaltò Sirius. 

“Si, certo. Sicuramente ci lasceranno mettere in scena tutto questo.” Replicò Star. 

“Probabilmente era vietato ai minori.” Ipotizzò Remus. 

“Già, fortuna che in questo paesino non fanno troppe domande, e che Star e Sirius sembrano sempre maggiorenni.” Commentò James. 

“Ah, sono stanchissimo.” Si lamentò Remus sentendosi improvvisamente fiacco. 

Sirius e James guardarono in contemporanea i loro orologi. “Domani.” Annunciarono. 

“Bene, allora a letto.” Decretò Star aprendo la porta della villa e correndo svelta al piano di sopra. 

 

…......... 

 

La luna piena passò tranquillamente. Sirius, James e Peter si erano messi sotto per preparare a Star e Remus un brunch speciale da servire dopo qualche ora di meritato riposo per tutti. Era sabato e Sirius se ne sarebbe andato via la domenica mattina mentre Remus e Peter domenica pomeriggio. Star e James avrebbero passato il resto della giornata a far risplendere la casa visto che i signori Potter avrebbero avuto il lunedì libero e sarebbero quindi venuti a passarlo con loro alla villa. Infine anche loro sarebbero tornati a casa. Si sarebbero visti tutti a Diagon Alley prima dell’inizio della scuola e poi il primo settembre sarebbe incominciato il loro quinto anno. 

La giornata passò svelta e Star andò a letto presto, usare la sua magia ad Hogwarts era un gioco da ragazzi, ma in quel paesino così babbano la stanchezza prendeva sempre il sopravvento. 

Si svegliò di nuovo in piena notte. Sua madre le era apparsa in un incubo, le mani sporche degli innocenti che aveva ucciso per essere sempre più potente e le sorrideva come se fosse fiera di lei. 

“Non voglio diventare così!” Sussurrò spaventata scattando in piedi. Si infilò rapida nella stanza di James e chiuse la porta dietro di sé con un sospiro di sollievo. Sollevò piano le coperte nel buio più completo e abbracciò forte il ragazzo nel letto. Ma l’odore non era quello giusto. 

“Che ci fai qui, tutto bene?” Le chiese dolcemente Sirius, la voce ancora impastata dal sonno, mentre la stringeva gentilmente. 

Aveva sbagliato stanza. 

Star rimase ferma nel buio per alcuni secondi pensando a quanto era incredibilmente stupida. Non riusciva a capacitarsi; era riuscita a sbagliare stanza. Lei. E ora era tra le braccia di Sirius che visto il suo silenzio cominciò a preoccuparsi sul serio. Lo sentì girarsi nel letto per raggiungere il comodino e accendere la lampada. Era a petto nudo, ovviamente, e la fissava con occhi pieni di gentilezza. 

“Mi dispiace... io...” Cominciò Star. 

Lui le sorrise. “Hai sbagliato stanza. Lo so. Me ne sono accorto subito.” La prese in giro lui. 

La ragazza sbuffò e stava per andarsene ma lui le prese la mano. 

“Però sembri turbata. Se vuoi parlare io sono sveglio.” Le fece notare. 

“Ho avuto un incubo in cui ero come mia madre.” Disse lei. 

“Non sai nemmeno com’è tua madre.” Le ricordò sedendosi con la schiena appoggiata ad un cuscino. 

Bhe, ho letto il suo diario e non mi sembra gentile, voleva essere potente, e faceva cose brutte per diventarlo. Io non voglio essere come lei.” Spiegò la ragazza sedendosi a sua volta e raccogliendo le gambe al petto. 

“Credo di capire.” Mormorò lui. “Ho spesso incubi in cui indosso la divisa e mia madre mi sorride fiera. come se fossi finalmente diventato come lei desidera.” 

Star lo fissò stranita. “Anche io ho visto quello sguardo.” 

“E’ strano, perché in un certo senso mi sento bene, amato, accettato. Ma so che quello che lei vuole è sbagliato. E anche se a volte mi mettono sotto molta pressione so come voglio essere, so che non sono così. Loro non potranno mai cambiarmi. Preferisco stare da solo che essere cattivo, e poi ci siete voi ora, quindi so che non sarò da solo.” Continuò. 

La ragazza gli sorrise. “Grazie.” 

“Sembri sorpresa. Pensi che io non sappia dare buoni consigli?”  

Bhe, sei quello che ha sempre le idee peggiori...” 

Risero piano. 

“Comunque, James e Remus non avevano tutti i torti: siamo molto simili, e dovremmo aiutarci più spesso.” Disse Star, poi guardò la porta e il suo sorriso si spense. 

“Però non hai ancora molta voglia di tornare a dormire da sola.” Ipotizzò Sirius osservandola. Lei scosse piano la testa. Il ragazzo le sorrise. “Resta qui.” 

“Ma io...!” Fece per protestare la giovane ma lui la bloccò.  

“Non mordo mica. Non ti farò niente, è solo che anche io mi sento solo questa notte, e l’hai detto tu che dovremmo aiutarci a vicenda.” Insistette. 

Star lo guardò per un secondo completamente inespressiva e poi si stese sul letto. “Ok.” Accettò piano. 

Sirius si stese accanto a lei e spense la luce, dopo alcuni secondi sentì la ragagazza appoggiare la testa sul suo petto. 

“Grazie.” Mormorò lei. 

 

…........... 

 

Il giorno dopo Sirius si svegliò, chiudeva sempre le tende ma le finestre erano molto grandi e la luce del mattino entrava in spiragli prepotenti. Un raggio di luce colpiva i capelli di Star sparsi sul suo petto nudo e lui accarezzò piano quelle ciocche nere ammirandone i riflessi dorati guizzare in quel mare d’ebano. Osservò il suo viso, sorrideva. Avrebbe tanto voluto restare lì ancora, almeno un altro po'. Ma sapeva che sua madre avrebbe dato in escandescenza se fosse arrivato in ritardo e che ora le escandescenze di sua madre potevano riflettersi anche sulla vita di Star. Si alzò facendo attenzione a non svegliarla. Ma lei, ovviamente, aprì gli occhi cobalto. 

“Devi ornare a casa.” Fu l’unico suo commento. 

“Si. Hai dormito bene?” Le chiese lui mentre si infilava una maglietta bianca. 

“Si. Niente più incubi....” La giovane guardò in basso. “Grazie ancora.” 

Sirius sorrise e le afferrò il mento costringendola ad alzare il viso. “Non c’è di che, meraviglia." Dopo di che le sorrise e lasciò la stanza con ancora addosso i pantaloni del pigiama. 

“Non hai finito di cambiarti.” Cercò di fargli notare ma lui era già uscito.  

Star ritornò nella sua stanza e indossò il costume per la sua solita nuotata ma si accorse che dal piano inferiore arrivavano già le voci degli altri. Indossò un abitino e scese di corsa. 

“Te la sei presa comoda questa mattina.” La accolse James baciandola sulla guancia. 

Star guardò il sole già alto fuor dalla finestra. “Non mi sono nemmeno resa conto di aver dormito tanto.” Mormorò. 

Remus le sorrise. “Eri molto stanca dopo la luna piena.” 

“Si, sarà per quello.” Replicò lei versandosi distrattamente del thè. 

Sirius li raggiunse poco dopo e subito dopo colazione fecero un ultimo bagno insieme. E poi sulla spiaggia Sirius e James intonarono Drift Away accompagnandosi con la chitarra. Era un momento stranamente calmo, il rumore delle onde si univa a quello delle corde della chitarra e delle voci dei ragazzi. Star si sedette accanto a Remus ondeggiando piano. 

Senza rendersene davvero conto si ritrovarono tutti a canticchiare la strofa finale: 

“And when my mind is free 
You know a melody can move me 
And when I'm feelin' blue 
The guitar's cominthrough to soothe me 
Thanks for the joy that you've given me 
want you to know I believe in your song 
Rhythm and rhyme and harmony 
You help me along makin' me strong” 

Risalirono alla villa e Sirius li salutò tutti prima di infilarsi nel camino con le sue valigie. 

“Ci vediamo a Diagon Alley.” Lo salutò gridando James mentre il suo amico già vorticava nel camino, Remus passò tutta la giornata a chiedersi se tutte le parti del corpo di Sirius fossero giunte a casa o se alcune si fossero perse a Diagon Alley grazie al genio di James. 

Il resto della giornata fu un po' malinconico, presto anche Remus e Peter se ne andarono e James e Star rimasero di nuovo soli nel grande terrazzo a guardare il mare tingersi di rosso e arancio mentre il sole tramontava. Avevano sistemato tutta la villa e erano stanchi, ma non per lo sforzo fisico, forse più per il fatto che l’estate si era conclusa.  

I signori Potter apparvero appena oltre il confine della villa con un sonoro crack tenendo in mano una pila di pizze. 

“Sapevamo che sareste stati un po' giù così siamo passati in Italia a prendere queste.” Gridò Susan sventolando la mano. 

Star e James sorrisero e scesero ad accogliere i loro genitori. Passarono una bella serata anche se loro si sentivano ancora un po' malinconici. 

Sapevano che anche gli altri Malandrini si sentivano così ma non importava perché si sarebbero, ovviamente, rivisti ad Hogwarts. 

 

 

******************** 

 

Questo è definitivamente l’ultimo capitolo di questo anno. Promesso.  

Ringrazio una certa Lily con grandi abilità di disegno che mi ha mandato i suoi lavori, i quali mi hanno fatto venire vogli di finire il capitolo al più presto. 

E ringrazio tutti voi che siete ancora qui dopo 4 infiniti libri. 

Spero di rivedervi anche io al prossimo anno. 

Ciao ciao 

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Capitolo 22
*** Lettere da Sirius - 2 ***


30 Agosto 1975 

Cara Star, 

Quest'estate è stata incredibile e distruttiva al tempo stesso. A partire da quando mi hai curato dalle ferite causate dalla lotta con James; sentire le tue mani su di me mi fa finire il cuore in gola tutte le volte. Senza parlare del giorno in cui siamo usciti per comprati un vestito: il giorno in cui ti ho spinta contro quella parete e ti ho potuta sentire così vicina a me da fare male. 

Sai, la cosa che mi infastidisce di più è che non è solo attrazione fisica quello che provo; io adoro prenderti in giro, scherzare con te, mi piace persino essere preso in giro da te! Non ha senso visto il mio alto livello di orgoglio, ma è così. E adoro vederti sorridere. Provare con te quelle scarpe è stato meraviglioso, non solo perché ero totalmente me stesso e tu non mi hai mai giudicato, ma anche perché ci stavamo divertendo davvero, senza barriere, senza trattenerci, sembrava tutto così semplice. 

Mi stupisce anche quanto tu riesca a rendermi calmo, abbiamo passato un intero pomeriggio a dipingere e non mi sono mai annoiato, passare il pennello sulla tela spalla a spalla con te mi ha fatto sentire dentro una bolla di perfezione. Non servivano le parole, non serviva nemmeno che ti guardassi, ma ti ho guardata comunque; eri bellissima con i capelli incrostati di sale e la pelle color del miele e odoravi di menta, sale e fiori selvatici. Tutto sembrava più caldo e luminoso anche se quel giorno pioveva. 

E poi la festa. David è carino davvero, ed è un tipo interessante. In più tu mi vedi solo come un amico, e non voglio farti pressioni. Però voglio dimostrare a James che potrei essere l’uomo che meriti. Posso farlo. E tu eri la mia meraviglia; il tuo atteggiamento sicuro e sereno di quando ti senti a tuo agio con te stessa mi fa sentire così felice da voler solo ridere. Ballare con te quella sera mi ha fatto dimenticare ogni cosa, ogni persona, mi sembrava che al mondo ci fossimo solo noi. Come più tardi in terrazza; Remus era sveglio ma non mi importava davvero, perché potevo parlare con te, solo con te. 

In ogni caso vederti sempre in costume non mi fa bene, e nemmeno essermi scontrato con te che indossavi solo l’asciugamano non è stato facile. Devo ammettere che in quei momenti se non fossi bravo a contenermi di sicuro ti rivelerei i miei sentimenti, probabilmente grazie ad uno sguardo super inebetito o peggio. Ma fortunatamente il contegno è sempre stato importante per la mia famiglia, e io non voglio che tu pensi che io sia solo interessato al tuo corpo, perché non è così, dannazione! Ed è snervante! Se fosse solo sesso, come con tutte le altre, ora non sarei in questa ridicola situazione. 

Come se tutto questo non bastasse io non riesco a capire cosa provi per me, puoi guardarmi mezzo nudo senza problemi, come alla festa, o stare vicino a me senza nemmeno arrossire con al Villaggio e poi la notte mi chiedi di suonare per te e mi fissi tutto il tempo, e posi le tue dita sui tasti accanto alle mie e mi sorridi. Il tuo sorriso! Deve essere per forza colpa delle tue antenate perché non è ammissibile che il mio cervello si spenga completamente solo per un tuo sorriso. Non può essere. 

Una notte hai sbagliato stanza. Non posso negarti che stringerti a me è stata una delle più belle sensazioni di tutta l’estate. E poi abbiamo parlato delle nostre madri, è un argomento che detesto ma ne ho parlato con te, senza sentirmi arrabbiato o triste, mi sentivo come se finalmente non fossi più solo. Svegliarmi con te accanto, infine, quel preciso ricordo mi ha spinto a scriverti questa lettera. Avrei voluto smettere ma non posso, perché sei l’unica con cui riesco a essere così aperto e sentimentale ed è devastante non poterti dire tutto. Quindi ho bisogno di queste lettere. Perché tu non mi fai mai sentire abbandonato.  

Sempre Tuo 

Sirius 

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