The Beauty And The Beast

di federica_lollipop
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Stavo camminando per una stradina verde quasi spenta, le foglie intorno a me parevano chicchi di grano dal modo in cui splendevano alla luce del giorno che ormai finiva, erano di un giallo indefinito, si notava che la stagione dell'estate stava finendo e lasciando il posto a quella dell'autunno. Intorno a me il bosco si estendeva per chilometri
indefiniti con colori improbabili che passavano dal giallo al verde al rosso acceso a qualche sfumatura violetta. Passeggiavo senza un vero motivo, volevo solo prendere una boccata d'aria e allontanarmi dal mondo in cui ogni singola volta mi rinchiudevo forse anche per paura, avevo voglia di vedere un po di che colori  si era riempito il paesaggio. 
Solitamente non ero solito a passeggiare sotto le fronde degli alberi. Di tanto in tanto guardavo verso il cielo spoglio di nuvole e mi soffermavo ad osservare le fronde che ondeggiavano al leggero movimento del vento.
Non ero solito neanche fare questo, non ero solito apprezzare quello che gli altri mi donavano, natura non esclusa. Stavo nella mia casa, come la chiamo io e come più comunemente la chiamano gli abitanti fortezza, non mi interessavo di nessuno, perché mai dover guardare agli altri quando tutto quello che ti serve è vicino a te? Sono sempre cresciuto con questo pensiero, con questo modo di vedere le persone, come dei generici esseri umani che fanno una routine quotidiana, svolgono le loro funzioni. Quando ero un bambino i miei genitori mi sgridavano se cercavo di parlare con gli altri bambini del paese, mi urlavano tutte le sere e tutte le mattine insegnandomi che non era la cosa giusta da fare rivolgergli la parola, che anzi mi avrebbero castigato e un po per paura un po per giustizia, o come pensavo io, ho rispettato questa idea, non ho mai rivolto la parola a nessuno di questi individui, tuttora non lo faccio, lo fa qualcuno al posto mio. Le uniche volte che mi sposto dal mio castello sono per motivi di affari, o quando devo recarmi a qualche ballo importante pieno di damerini con la puzza sotto al naso,ma giusto perché devo far vedere loro che non sono ancora morto, e poi sotto sotto mi piace guardare nei loro occhi fissi sui miei il timore che gli incuto quando passo davanti a loro.Questo piccolo paesino si trova in Francia, è il classico paese solitario ma pieno di sorprese, almeno da quello che ho sentito in giro, in mezzo alle alte montagne, vicino a un piccolo fiume che bagna i lati del villaggio. La popolazione qui non è altro che ordinaria in tutti i sensi, ma spesso la gente dice che le persone più ordinarie sono quelle più sorprendenti. Le storie che si raccontano su di me le conosco, c'è chi me le riferisce, parlano di quanto immensa sia la mia abitazione, sussurrano tra di loro di quanto impenetrabile sia il mio cuore, parlano a bassa voce di cosa gelosamente celo a loro dentro il mio castello, sperano di non essere sentiti mentre si chiedono perché non li aiuto con i raccolti quando hanno bisogno di braccia forti per un aiuto, ma io vengo a conoscenza di tutte le cattiverie che mi sono rivolte contro e in che modo brutale respingono i miei messaggeri. Io da parte mia li lascio perdere, non mi arrabbio, semplicemente mi chiudo dentro me stesso. 
Passeggiavo e pensavo a quanto poteva essere favorevole questo punto della foresta per costruire un'altro castello o ancora meglio un cottage, per le vacanze magari, estirpare tutte le piante e lasciare spazio ai mattoni grigi e alle pietre, ecco questo era esattamente quello che mi soddisfava, poter soffocare le piante strappandole dalla terra e riempire il terreno con del cemento, far diventare un posto verde un immenso muro di mattoni grigi e rossi. 
Sono sempre stato molto interessato alla caccia, a come fare a uccidere un'animale e a cucinarlo sulla brace, il sapore di carne, come tutti i grandi Conti d'altronde, aspiravo a qualcosa di più grande di me e così decisi di mettere in atto la mia idea, costruire su un terreno fertile, scelsi il più fertile della contea, ci vivevano due contadini, una famiglia normale nulla di interessante a parere mio, eppure tutto il paese si ribellò contro la mia decisione e dovetti far sopprimere alcune persone prima di avere la via libera per costruire. Questo è uno dei motivi per cui i paesani mi odiano e hanno ragione, ma vorrei essere più costante nelle relazioni con gli abitanti.
Forse in fondo non voglio sembrare così duro ma solo riservato.
Ho sempre tentato di seguire le mie aspirazioni, ho sempre fatto tutto quello che volevo che mi allietava e tutto questo mi ha portato al contrario delle mia aspettative. Sono diventato l'uomo che nessuno vorrebbe mai avere accanto, che nessuno vorrebbe incontrare per strada, sono l'uomo più rude, ostile, serio e composto nelle idee che si possa trovare. 
Questo è il vero motivo per cui ho deciso di abbandonare qualunque sentimento positivo per qualcuno e lasciare posto al freddo, che mi penetrasse le ossa che facesse di me quell'uomo che adesso sono. 
Non mi sono mai innamorato di nessuno, non ci ho mai dato peso, non ci ho mai provato veramente, perché non lo voglio, so che sarebbe uno sbaglio enorme sia per me che per la sfortunata creatura che mi potrebbe capitare. Solo una volta ho fatto questo sbaglio e non capiterà di nuovo, a volte mi sembra soltanto di riuscire a distruggere tutto quello che mi è vicino come una tempesta che inghiotte e distrugge rovinosamente tutto quello che trova sul suo cammino. Quando sono nella mia camera da letto e mi guardo nello specchio ormai invecchiato e con qualche traccia rovinata non vedo solo l'uomo con i capelli castani tenuti saldi da un gel e i miei occhi penetranti con un colore che ricorda nitidamente il ghiaccio, ma vedo una bestia, qualcosa che negli anni non si è contenuto e ora è diventato l'opposto dell'uomo normale che prima ero, nonostante io riesca ad ingannare tutti con i miei vestiti per bene e i miei completi eleganti sono consapevole che sotto nascosto c'è un'animale, quasi una bestia. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Allison 26 Ottobre 1887 Mi rialzai faticosamente da terra e di conseguenza sentì il braccio sinistro bruciare e tirare in un modo atroce, dato che vi era un lungo graffio che mi ero procurata cinque minuti fa grazie a quello stupido di un cavallo che mi aveva disarcionata durante la sua folle corsa, e la cosa non fece altro che peggiorare il mio umore già a terra la giornata non poteva che andarmi peggio di così,mi guardai intorno e notai che non molto distante da me c'era un piccolo ruscello che scorreva attraversando il bosco e così mi avvicinai alla riva di quest'ultimo e mi inginocchiai a terra e immersi immediatamente le mani nell'acqua gelida , avvertendo così una sensazione di sollievo e di frescura che si espanse in tutto il mio corpo, bevvi un sorso di quell'acqua fresca e mi misi ad osservare quest'ultima che scorreva tranquilla e limpida, procurando quel piacevole suono rilassante e questo mi riportò indietro col tempo quando da piccoli io e David giocavamo a schizzarci nei ruscelli che si trovano nei piccoli boschetti situati attorno alla mia tenuta, già la tenuta che farò ora senza queste terre io non voglio andarmene da qui, è l'unica cosa che mi resta ed è l'unica che mi lega ancora a mia madre; decisi poi che la cosa migliore era sciacquare la ferita da dove ancora ne fuori usciva sangue prima che si potesse infettare, e ogni volta che l'acqua entrava in contatto con il liquido scarlatto quest'ultimo bruciava violentemente facendomi emettere piccoli lamenti strozzati "oh maledizione" imprecai tra me e me a bassa voce "maledetto cavallo" veramente maledetto tutto quanto, mio padre e le sue scelleratezze, maledetto questo giorno in cui io sono nata strappando la vita a mia madre,questo poteva essere il giorno più bello della mia vita se non fosse arrivato mio padre a rovinarlo non lo voglio più rivedere,chi farebbe una cosa del genere alla propria figlia? improvvisamente una lacrima furtivamente scese dalla mia guancia ma l'asciugai subito con il mio pollice, ad un certo punto la mia attenzione fu attirata da un rumore alle mie spalle e contemporaneamente sentì la terra attorno a me tremare lievemente,sembravano degli zoccoli di un cavallo che calpestavano il terreno, speranzosa mi girai immediatamente sicura di trovarmi davanti quello sciocco del mio cavallo ma non fu così,cioè mi ritrovai lo stesso un cavallo davanti ma non era il mio, era molto più alto e massiccio sembrava uno stallone a mio parere e il manto e il crine erano di color nero pece e dalle sue grosse narici fuoriusciva del vapore causato dalla temperatura nel ambiente circostante che iniziava ad abbassarsi lentamente, sulla sua groppa portava qualcuno ma non riuscivo a vedere bene chi fosse dato che io ero praticamente accovacciata a terra ai piedi del bestione "cosa ci fa una ragazzina come te in un simile posto?" e dal tono di voce roco e caldo con cui aveva pronunciato queste parole il misterioso sconosciuto in groppa allo stallone, capì che si trattava di un uomo, e sembrava che quasi mi stesse canzonando, allora mi alzai ignorando il lancinante male al braccio e riuscì a guardarlo meglio,e subito i miei occhi si puntarono su i suoi color ghiaccio....ma aspettate, forse stiamo correndo un po' troppo,meglio cominciare dal principio.Prima di quel giorno vivevo nella mia amata tenuta dispersa nelle campagne della Francia, che era in mano da intere generazioni alla mia famiglia, abitavo lì insieme a mio padre che poi non si può considerare tanto padre perché se fosse per lui mi lascerebbe morta di fame in qualche terra sperduta, tutto questo perché non accettò mai la morte della mia povera madre Hellen che morì il giorno in cui mi diede alla luce ed è per questo che quell'uomo mi odia tanto,si ostina a darmi la colpa per la morte di mia madre, quindi più sto lontana da lui meglio è, nelle fasi più importanti della mia vita lui non c'è stato mai non so se per fortuna o sfortuna dato che lui fa il mercante come mestiere e quindi è sempre in giro per terre diverse, ma invece parliamo di quella che considero la mia vera famiglia, come vi ho detto mio padre è sempre in viaggio e quindi quando io ero molto piccola decise di affidarmi ad una famiglia di braccianti che lavorava nella tenuta, Mariesol e suo marito mi accolsero e mi trattarono come se ero una dei loro figli imparai molte cose sulla tenuta e molte altre con loro, ricordo che quelli furono gli anni più gioiosi e spensierati della mia vita, e riesco ancora a ricordare anche il giorno in cui feci amicizia con David, avevo circa 5/6 anni ed era la prima notte che trascorrevo da sola, in un letto nuovo al buio e non riuscivo proprio a chiudere occhio, così mi alzai e mi avvicinai al letto difronte al mio dove si trovava il piccolo bambino biondo e lo svegliai "psss David?" lo chiamai dandogli una leggera scossa è lui mugolò qualcosa di incomprensibile "David non riesco a dormire ho paura del buio" dissi tutto d'un fiato ma sempre a bassa voce, lui aprì di colpo gli occhi e si spostò lasciando spazio e infine scostò le coperte "dai sali scricciolo" disse con voce impastata e senza farmelo ripetere due volte mi fiondai subito coprendomi con le coperte "grazie David" e appoggiai la testa sul cuscino "buonanotte scricciolo" mi rispose lui infine sbadigliando; ancora oggi usa quel nomignolo facendomi venire ogni volta in mente quella sera, non so cosa farei senza di lui è sempre stato il mio compagno di giochi e avventure insieme ne abbiamo combinate di ogni,ormai io qui ho tutto la campagna, la mia famiglia e David non potrei chiedere di più.Adesso sono qui il giorno del mio diciottesimo compleanno, nella mia piccola biblioteca di casa mia aspettando che succeda qualcosa che dia una piccola scossa alla mia vita, intanto di prima mattina mi metto a leggere uno degli ultimi libri che mi ha portato mio padre da uno dei suoi viaggi, parla di questa intrepida ragazza che viaggia libera in qualsiasi parte del mondo senza dar conto a nessuno,però accade che ad un certo punto della storia incontra un uomo tenebroso dal passato oscuro alle spalle e lei ovviamente se ne innamora perdutamente, devo ancora finirlo ma so già che terminerà con "e vissero per sempre felici e contenti" come al solito d'altronde "Allison tesoro ma sei ancora qua a leggere!" all'udire di quella dolce voce mi voltai e mi ritrovai davanti la tenera e stravagante figura di mia zia Cordelia "zia Cordelia!" chiusi immediatamente il libro e mi fiondai ad abbracciarla, mi stavo quasi scordando di parlarvi di lei, è la sorella di mio padre anche se non si assomigliano affatto,è la persona più dolce e gioiosa che io abbia mai conosciuto,l'ho definita stravagante perché è l'unica donna che conosco che ha il coraggio di andare in giro per il paese con un paio di pantaloni addosso e vestendosi con abiti dai colori sgargianti ma del resto non sarebbe una pittrice di grossa fama in quasi tutto l'impero, e anche tra lei e mio padre non scorre buon sangue,lei avvolte mi racconta che molto tempo fa prima che io nascessi mio padre le impose di sposarsi con un uomo che neanche conosceva ma lei fino all'ultimo si oppose avendo la meglio su mio padre , però anche lei infatti ottenne il suo odio, lei non viene mai qui alla tenuta quando c'è mio padre per evitare di incontrarlo,non trovo cosa più spregevole di un matrimonio combinato mi chiedo avvolte come due persone riescano ad avere il coraggio di sposarsi senza sapere praticamente niente l'una dell'altro "che ci fai qui zia ? non dovevi andare ad un esposizione a Parigi?" chiesi sciogliendomi dall'abbraccio da quando sono nata lei viene sempre a trovarmi trovando il tempo fra un esposizione e l'altra "come cosa ci faccio qui?! non mi perderei mai per nulla al mondo un compleanno della mia piccolina, e poi i miei quadri possono anche aspettare" ridacchiò e iniziò ad accarezzarmi la guancia "che bello oggi compi 18 anni, ma mi sembra ieri che tenevo in braccio quel piccolo fagottino" mi sorrise e io ricambiai "ma guardati ormai sei una donna, mi sembra di avere tua madre davanti agli occhi" e notai che quest'ultimi si fecero lucidi e subito la riabbracciai "oh zia" riuscì solo a dire e osservai malinconicamente il ritratto di mia madre appeso alla parete, e come non darle torto avevo i suoi stessi capelli rossi gli occhi verdi, avvolte mi fermo un attimo a immaginare che voce avrebbe potuto avere se dolce o acuta ma credo che sia la cosa più difficile "ora basta con le smancerie ho una sorpresa per te" disse tirando lievemente su col naso e ridacchiando mi prese dolcemente il polso per condurmi verso l'uscita di casa, una delle tante cose che mi colpiscono di mia zia è quella che riesce sempre a mantenere quell'aria da bambina spensierata e come ho detto gioiosa sembra che sia una bambina intrappolata in un corpo di una donna adulta ed è una cosa che le invidio tantissimo, appena varcato l'uscio ci ritrovammo davanti tutti gli "abitanti" della tenuta che appena ci videro uscire urlarono in coro "buon compleanno Allison!" e io sorpresa mi portai una mano alla bocca emettendo un flebile "grazie" c'erano proprio tutti dalla mia cara Mariesol a Gerard, il capomastro della tenuta, poi in prima fila c'era David che continuava ad osservarmi con quei occhi castano scuri ,io gli accennai un sorriso che lui ricambiò, insieme a zia Cordelia scesi le scale del vialetto e venni subito travolta da auguri, abbracci e baci " buon compleanno scricciolo" e David mi abbracciò "grazie" gli risposi timidamente,improvvisamente si sentì un rumore strano tipo come il verso di un'anatra mi girai e vidi arrivare mia zia Cordelia in sella ad uno strano trabiccolo a due ruote molto bizzarro "ecco il tuo regalo Ally" disse fermandosi difronte a me tirando una piccola levetta sul manubrio, facendo emettere a quella cosa un rumore stridulo " m-ma zia che cos'è?" e iniziai ad osservare meglio lo stravagante veicolo e stessa cosa fecero anche gli altri " mia cara nipote questo sarà il mezzo di trasporto del futuro, non ha bisogno di biada non ha bisogno di rotaie non gli serve niente"e scese giù "ma dove l'hai preso?" le domandai nuovamente toccando il metallo freddo di cui era fatto il manubrio " l'ho comprato a Londra in uno dei miei ultimi viaggi, lo chiamano Safety Bycicle, dai perché non la provi tu? dopo tutto è il tuo regalo" questo è uno dei tanti "oggetti" stravaganti che mi porta sempre dai suoi viaggi che io ovviamente adoro, solo che questo invece non mi attira molto. "chi io?" chiesi accennando un sorrisetto e facendo un passo indietro devo dire la verità ero un po' spaventata all'idea di salire su quell'affare "e chi sennò ?" ribattè subito lei "no io no.." non riuscì neanche a finire la frase " e dai Allison sennò che regalo è ? non vorrai mica offendere la tua povera zia?" si avvicinò a me David, furbo il ragazzo, e subito dopo tutti gli altri iniziarono ad incitarmi e di conseguenza annuì sconfitta "dai vieni qua che ti aiuto" disse mia zia aiutandomi a sedere" passa la gamba di qua e siediti" "bene e poi" chiesi io dopo essermi sistemata per bene "metti un piede qui e l'altro di qua" e mi fece posizionare i piedi su degli strani affari che sporgevano da essa"benissimo adesso sei pronta per partire?" "no zia no!" ma ormai era troppo tardi mia zia mi diede una spinta e partì. "dai che è facilissimo!" mi urlò lei, ma non lo era per niente.. Poi mentre ero in corsa tentai più volte di mantenere l'equilibrio, ma scoprì che era alquanto difficile alla fine non ci riuscì e mi misi ad urlare a squarcia gola ridendo "AIUTO!" e mi andai a schiantare dritta verso un cumulo di paglia non riuscendo a frenare in tempo, e tutti si misero a ridere me compresa, David si avvicinò subito a me e mi tese la sua mano che accettai e mi rimisi in piedi pulendomi la gonna dai rimasugli di paglia e scrollai anche i capelli "devo farti i complimenti scricciolo sei bravissima" disse poi il biondo accanto a me riuscendo a trattenere a stento le risate "ehi! Perché non ci provi tu a guidare quel veicolo da strapazzo" replicai io ridacchiando "preferisco lasciare questo piacere a te mia cara" e ci mettemmo a ridere, quando ero in sua compagnia mi sembrava sempre di avere la sensazione di essere in qualche modo in sintonia a con lui "a parte gli scherzi anch'io ho un regalo per te Allison" disse poi serio "e sentiamo dove sarebbe questo regalo?" chiesi io alzando il sopracciglio scherzosamente "se vieni con me lo scoprirai" e detto questo andò a prendere il cavallo e io andai ad avvertire mia zia che mi stavo assentando per qualche minuto, la curiosità intanto cresceva sempre di più ogni secondo che passava, poi David mi aiutò a salire sul cavallo, mi face salire dietro di lui e io prontamente mi agganciai a lui facendo passare le mie braccia sotto le sue è infine partimmo, durante la cavalcata osservai il magnifico paesaggio che si presentava ai miei occhi ormai era iniziato l'autunno e di conseguenza gli alberi si coloravano di qualsiasi tonalità calda e ogni tanto si vedeva qualche foglia cadere da essi, era lo spettacolo più bello che abbia mai visto "allora, posso sapere dove stiamo andando?" chiesi urlando un po' per farmi sentire "lo saprai solo quando arriveremo a destinazione scricciolo" è proprio testardo questo ragazzo, mi guardai ancora un po' intorno e in lontananza scorsi il castello maledetto, si maledetto avete capito bene o meglio la fortezza come lo definiscono tutti i contadini della tenuta per le sinistre storie che si narrano su quest'ultimo e soprattutto dalla fama che arride al suo signore, si dice che sia un uomo malefico e senza cuore e che se anche ce lo avesse, molti dicono, sarebbe fatto di solo ghiaccio come il colore dei suoi occhi penetranti, io sinceramente non ci credo molto, non esiste una persona in questo mondo che non provi un po' di amore o qualsiasi altro sentimento e poi sono solo delle storielle da quattro soldi raccontate dalle linguacce dei pettegoli del paese sottostante al castello quindi non gli do molto peso, però molte volte mi chiedo cosa ci sia davvero all'interno del castello e come fosse il conte fisicamente, ma la maggior parte delle volte mi auto rispondo pensando che quel castello sarà come uno dei tanti e che quella figura tanto misteriosa sia solo anche lui un uomo come tanti altri. Il cavallo rallentò quando arrivammo davanti a un fiume e mi guardai intorno, c'erano intere distese di campi e si udivano gli uccellini cinguettare allegri "ecco qua mi lady la vostra sorpresa" disse David aiutandomi a scendere da cavallo "Dio questo posto è stupendo ma come hai fatto.." " come ho fatto a trovare un posto simile? Beh è stato semplice mi sono fatto due, tre giri e l'ho trovato" e ci mettemmo a ridacchiare e come due bambini senza farcelo ripetere due volte ci togliemmo le scarpe per andare a immergere i piedi nell'acqua fresca, era tutto così perfetto il fruscio del vento, l'acqua cristallina che scorreva sotto i miei piedi i campi di frumento colorati d'oro, tutto questo contribuiva a farmi amare sempre di più questa terra "bello è?" disse improvvisamente Il biondo accanto a me,strappandomi ai miei pensieri e io annuì "è tutto così pacifico e meraviglioso" "lo so è per questo che ti ho portata qui, ma non solo per questo.."e subito mi voltai verso di lui guardandolo incuriosita e incitandolo a continuare "vedi ti ho portata qui anche perché volevo chiederti una cosa molto importante" disse avvicinandosi a me senza staccare un attimo i suoi occhi scuri dai miei verdognoli "è il mio regalo di compleanno?" e ridacchiai "diciamo in un certo senso si" e detto questo infilò una mano nella tasca, e subito dopo tirò fuori una piccola scatola cilindrica fatta di legno, sempre di più perplessa lo guardai stranita, ma mi ignorò e sollevò il coperchio e tirò fuori un piccolo anello color mogano, forse stavo capendo piano piano dove voleva arrivare "se te lo stai chiedendo, l'ho fatto io dato che non posso permettermene uno d'oro" "oh David non importa è stupendo m-ma perché?" Domandai al biondo ma lui di tutta risposta si inginocchiò e io già sentivo gli occhi pizzicarmi "noi ci conosciamo da una vita praticamente, siamo cresciuti insieme e ne abbiamo fatte tante io e te, e vorrei farne altre con te anche una famiglia ma solo se tu accetti di essere mia moglie" intanto due tre lacrime calde di gioia solcavano il mio viso "Allison Elisabeth Hunt volete farmi l'onore di sposarmi?" Improvvisamente sembrava che al suono di quelle parole tutto intorno a noi si fosse fermato magicamente"oh dio David, non so che dire" dissi ridacchiando e mi portai una mano alla bocca "io suggerirei di dire di sì scricciolo" mi lasciai scappare un'altra risata e sospirai e mentre stavo per pronunciare quel si sentimmo qualcuno gridare ripetutamente il mio nome, e contemporaneamente, io e David ci girammo nella direzione da cui provenivano le grida, e riuscì a riconoscere in lontananza due bambine che abitavano nella tenuta che stavano correndo nella nostra direzione e a guardare le loro facce non credo che portassero buone notizie, alla fine stremate ci raggiunsero " bambine ma che succede?" e uscì dall'acqua insieme a David e ci avvicinammo a loro "Allison tuo p-padre è t-tornato" disse una delle due col fiatone, cosa? mio padre? tornato? ma se era partito una settimana fa dicendo che sarebbe ritornato poi fra tre mesi, qui è successo qualcosa di grave,scambiai lo sguardo preoccupato con quello di David "sta bene?" e mi abbassai all'altezza della piccolina che continuava a inspirare più aria possibile per riprendere fiato " S-si sta bene m-ma vuole che t-tu ritorna il più presto possibile alla tenuta, s-sembra molto sconvolto" " per questo siamo qui" aggiunse poi l'altra bambina accanto "allora andiamo subito" disse David mettendosi le scarpe e dopo di che andò a prendere il cavallo e io in un batti baleno raccolsi le mie scarpe e me le infilai intanto nella mia testa mi chiedevo cosa fosse successo di così grave per far tornare indietro così presto mio padre, dopo di che salimmo io e le bambine sul cavallo "tu va con loro io vi raggiungo dopo" disse David, ma prima di partire lo chiamai "David ma l'anello?" Dissi dispiaciuta per non avergli risposto alla sua meravigliosa proposta "non ti preoccupare c'è ancora tempo ora va!" detto questo diede una pacca forte al cavallo che partì, mi girai un attimo per guardare David che alzò la mano in gesto di saluto e io ricambiai con un sorriso e mi rigirai spronando il cavallo a galoppare più velocemente, e mi allontanai sempre di più da quel magnifico posto ccon la testa ormai piena di domande e preoccupazioni.

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