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Era
inverno a San Francisco: la neve cadeva fitta sui tetti delle case, era un
evento eccezionale peruna città calda
come San Francisco che nevicasse, in quanto non accadeva da anni, i fumi dei
camini uscivano fuori e due ragazzini stavano giocando dentro casa.
“
Monopoli. Caro Matt, ti ho battuto un’altra volta.”
“
uffa, non c’è gusto a giocare con te” disse Matt sbuffando con aria
contrariata.
“
ragazzi, sono le 5, venite a fare merenda. Ci sono le ciambelle con la
cioccolata calda”
“
Forte, mamma, ha fatto le ciambelle, sei mitica.”
“
Veramente l’ha fatte Martha, perché fra poco io devo uscire per lavoro.”
“ Non
fa niente… mmmm, sono buone lo stesso….”
“
grazie signora.” I due ragazzi si misero a mangiare assaporando quei sapori
dolci.
“ Li
avete finiti i compiti di matematica?” chiese prendendo la borsetta sulla
sedia.
“ Sì,
Lydia è bravissima in matematica.”Il telefono squillò e la signora Mannelli
andò a rispondere a telefono.
“
Allora ci andiamo a pattinare questo finesettimana? Chiese Lydia.
“ Ho
gli allenamenti di tennis con Bob e Peter, le semifinali di gennaio si stanno
avvicinando e il nostro coach ha chiesto più impegno. Comunque ogni volta che
pattiniamo io casco sempre, non sono per me i pattini.”
“ Sei
un impiastro infatti, tu adori solo il tennis, di sicuro vincerai sei il
migliore..”
“ Sei
sporca di cioccolata…”disse .
“
Anche tu…che buffo!” rise.
“ Matthew….”
Il nome di Matt di battesimo era Matthew Daniel Mannelli e la madre preferiva
chiamarlo con il suo nome di battesimo, ma lui piacevafarsi chiamare solo Matt.
“ Che
c’è mamma?” rispose pulendosi con il tovagliolo, mentre Lydia rideva ancora.
“ Tuo
padre non torna a cena, si deve protrarre a Bergen un altro giorno, le linee
aeree sono ferme a causa della bufera di neve.”
“ Che
peccato!”
“Dove
si trova Bergen ,signora Mannelli?” chiese Lydia curiosa.
“ in
Norvegia ,mia cara, territorio con piogge molto abbondanti.”
“
Come un luminare di scienza come te non lo sa…” disse ironico Matt.
“
matthew…non fare lo sbruffone!” Lydia gli fece un’occhiataccia.
“
uffa..”sbuffò Matt. La madre prese il cappotto per uscire e guardò il tempo
fuori dalla finestra. “ Lydia, ti conviene fermarti da noi per cena, sta
nevicando molto forte e non credo che abbia intenzione di smettere per ore. Ci
penso io ad avvisare i tuoi mentre vado in macchina.”
“ non
lo so…”
“ Dai
Lydia, rimani.”Incitò Matt e l’amica
decise di rimanere.
“
Allora a posto, ci vediamo più tardi.”
“
ciao mamma”
“
salve signora..”
La
giornata era diventata lunga e i due ragazzi erano stanchi. Dopo cena Matt e
Lydia erano sul letto a guardare la televisione dove una coppia si baciava.
“
Lydia, secondo te, le ragazze si potranno mai innamorare di me?”
“ Di
che ti preoccupi? Hai uno stuolo di ragazze che ti vengono dietro in classe.”
“
solo perché sono carino,loro dicono, sul serio Lydia sono da baciare?” I due
ragazzini siguardarono.
“ Tu,
tu sei un ranocchio puzzolente, se ti baciano dopo devono scappare…”
“ E
tu sei una pulce fastidiosa.”
“ Che
insolente! Vieni qua!” I ragazzi cominciarono a sbattersi con i cuscini.
“Lydia,vieni
giù, tua madre è venuta a prenderti.” Urlò la madre di Matt da fuori della
camera di cui la porta era aperta.
“
arrivo…” I ragazzi ridevano e trotterellavano sul letto, all’improvviso Matt si
trovò vicino al viso diLydia, al suo
corpo, alle sue piccole forme, non si era mai accorto di quanto fosse bella!
“Lydia,
tua madre sta aspettando.” Arrivò la madre di Matt in camera che ruppe
quell’incantesimo.
“ va
beh Matt, ora ti devo proprio salutare, civediamo domani a scuola.” Lydia mise indietro una ciocca di capelli
esi alzò per mettersi le scarpe.
“okay,ciao.”
La porta della camera si chiuse e Matt per la prima volta nella sua vita sentì
un buco nello stomaco, aveva un brutto presentimento.
Il
giorno dopo Matt andò a scuola, si avvertiva uno strano odore nell’aria e San
Francisco era caotica più che mai. Aveva gelato la notte stessa e le strade
erano scivolose,Matt era distratto e scivolò.
“ehi
che fai, non ti reggi in piedi?” Matt si girò, era Lydia dal finestrino della
macchina.
“
buongiorno Matthew, vuoi un passaggio?” Il padre di Lydia Jonathan
Puiltizier,famoso avvocato di San Francisco.
“
come mai vai a piedi?” chiese Lydia.
“ mia
madre è andata a lavorare presto, mio padre non è tornato ed ho perso il
pullman stamattina.”
“
Dai,sali che non disturbi.” Fece un cenno con la mano il padre di Lydia.
“ ve
bene, grazie.” Il tepore della macchina lo scaldò e si tolse il berretto dalla
testa con la radio accesa della macchina che stava trasmettendo una
trasmissione radiofonica.
“
Mamma mia, che freddo!”disse sfregandosi le mani.
“allora
Matthew…”
“
papà, chiamalo Matt…”
“ E
va bene, sua madre lo chiama sempre matthew…allora matt, come stano i tuoi?”
“
Bene, ora che ci penso mia madre le manda gli auguri di Natale in anticipo
anche se ci troviamo solo a fine novembre, in questo periodo è molto
impegnata.”
“Eh
tua madre matthew, volevo dire Matt, è una donna molto in gamba, è riuscita a
mandare avanti uno dei migliori negozi di san Francisco, direttrice di un
centro commerciale non è cosa da poco, comunque ricambio gli auguri volentieri.”
“
Allora Matt, che cosa hai chiesto per regalo quest’anno?”
“ il
videogioco dei giocatori del NBA,tu invece?”
“ I
miei genitori preferiscono una gita in
montagna per imparare a sciare,già immagino le cadute.”
“ a
te non va?”
“
Preferivo rimanere qui a San Francisco.”
“
Come mai?”
“Beh,
potevo rimanere a giocare con te.” Matt abbassò il viso, divenne rosso ,
accidenti! Ancora quel morso allo stomaco.
“
Bene, ragazzi siete arrivati a scuola.”
“
Allora ciao papà!” si chinò a dargli un bacio sulla guancia.E Matt avrebbe voluto che quelle labbra si
posassero anche sulla sua guancia, ma Matt cosa stai pensando?
“Lydia,
ricordati di andare alla lezione di danza oggi pomeriggio?”
“Sì,
alle 16,00 …”Matt svincolò il pensiero e ringraziò il padre di Lydia per il
passaggio.
“
Matthew, Matt…mi scordavo, manda gli auguri anche a tuo padre quando lo vedi.”
“
Sicuro, signore arrivederci.” La campanella era appena suonata, così Matt e
Lidya si sbrigarono ad entrare in aula. Matt andò a salutare i suoi amici di
banco Bob , Peter e Jackson, mentre Lydia andava dalle sue compagne di banco
Elisabeth e Alexis.
“ehi
Matt…” parlò Peter.
“
Sbaglio, oh Lydia , si è fatta molto carina ultimamente, mi sembra che le siano
cresciute le tette, l’anno scorso era piatta…” sogghignò Bob.
“
Peter…”
“ Dai
Matt, non fare quella faccia,passi più
tempo con lei che con noi, possibile che non ti è mai saltato in mente di
dargli un bacio?”Pensava alla sera
prima a quando si erano trovati a un centimetro di distanza e il cuore che
pulsava,e quel terribile morso allo stomaco.
No,
non gli era mai passato in mente di baciarla! Matt era un ragazzino di 14 ani e
non aveva baciato ancora nessuna ragazza e non perché fosse brutto, anzi era un
bel ragazzino con i suoi occhi azzurri intensi e i suoi capelli neri che gli
donavano un’aria misteriosa, secondo le sue ammiratrici come Elisabeth, amica
di Lydia, che riempiva il suo banco di bigliettini profumati. Lui era semplicemente
molto timido , rispetto a Bob e Peter che avevano baciato quasi tutte le
compagne della loro classe,invece Jackson lo capiva , un tipo solitario con gli
occhiali con cui gli piaceva parlare.
“ non
dargli retta Matt, fanno i sbruffoni…” lui lo difendeva sempre. Bob e Peter,
comunque, lo consideravano un gran fico, perché nonostante fosse un taciturno,
aveva sempre le ragazze ai suoi piedi, ma Matt in realtà non gli importava niente.
Era semplicemente se stesso.
Ma
lui aveva classe nel rispondere e disse: “ Non ho bisogno di baciare Lydia , ne
ho tante che potrei baciare.” Mentì, ma per lo meno smisero di fargli domande.
“ Hai
ragione, guarda Kate per esempio, ha due bombe…”disse Bob.
“
Allora, non ti dispiace se ci provo io con Lydia!”chiese Peter. Matt guardava
Lydia che rideva con le sue compagne, a quella domanda Matthew si girò di
scatto.
“
no.”
“ ma
se hai appena detto che non t’importa niente.”
“
Lydia è una brava ragazza, non credo che sia interessato a un tipo come te. E’
come una sorella per me, non voglio che la prendi in giro.”
“
Vedremo, vedremo che ne pensa lei…” Peter le fece un occhiolino e Lydia guardò
male Matt. Arrivò la professoressa di storia che concluse la loro
conversazione.
”
Ragazzi, fate silenzio! Faccio l’appello, poi cominciamo la lezione, allora
Alan George….”
Bergen
“ ah
ah, gliel’hai fatta a quel volpone,Mannelli.”
“ il
caro Jonhson non ha tanto fiuto ed io ormai avevo l’affare in tasca, c’è
cascato in pieno”
“ Se
andiamo avanti così, per la fine del’anno avremmo guadagnato il doppio delle
vendite.”
Era
sera a Bergen, vicino Oslo e loro si trovavano a bere un bicchiere di cherry
per festeggiare il contratto.
“ Per
fortuna che non sei partito prima, se non ci fossi stato tu, probabilmente
avremmo perso l’affare, quella bufera di neve è capitata a proposito.”
“ ho
una famiglia caro Mc Feel che mi aspetta a casa,ormai Natale si sta
avvicinando.”
“tua
moglie come sta?”
“
Bene, ma è sempre molto impegnata, ultimamente i nostri orari non coincidono.
Quando io parto,lei sta a casa, quando ritorno sta a lavoro, insomma…”
“ Se
state bene, scusa non per fare indiscreto ma ci andate ancora a letto insieme?”
“ eh
tu Mc Feel, quante donne ti sei portato a letto alle spalle di tua moglie?” Lui
rise sotto i baffi.
“
Comunque , si quando capita, anche se a volte si tira indietro, sarà l’età!” E
rise anche lui.
“
Signori, scusi se vi disturbo..” arrivò il cameriere con due bicchieri in un
vassoio.
“
Sì…”
“ vi
è arrivato un omaggio dal balcone del bar, due vermouth…”
“ E
chi l’ha mandato?” chiese Mc Feel.
“
Vedete quelle belle signorine al banco, dite che vogliono conoscervi.”
C’erano
due ragazze provocanti, una rossa e una coi capelli scuri che indossavano una
minigonna e top molto stretti da cui
siintravedevano le forme preponderanti. Il pub era molto
caldo,per questo le ragazze erano svestite.
“ Che
dici? Le invitiamo al nostro tavolo?”
“ va
bene, non ci sono problemi…” Le ragazze arrivarono al tavolo salutando in modo
molto malizioso. Mannelli aveva 42 anni ed aveva ancora molto fascino sulle
donne, due occhi azzurri intensi con i suoi capelli scuri, d’ altronde Matthew
aveva preso i suoi occhi e capelli dal padre. Mc Feel le fece sedere e le due
ragazze gli posero un bacio sulla
guancia.
“
Salve!” Le ragazze erano molto belle, per la prima volta Mannelli si sentì di
20 anni più giovane. Quelle due donne li corteggiavano , perché avevano molti
soldi,anche se non era la prima volta che attiravano le
ragazze a causa del oro lavoro, infatti erano degli agenti di borsa che
svolgevano trattative finanziare in tutte le parti del mondo.
Le
donne si sedettero sopra le loro gambe.
“ che
charme che avete signori, che bei vestiti che avete,perché non ci portate a
ballare?”
Mannelli
fissava quella donna castana sopra di lui, quegli occhi scuri che lo
penetravano facendolo eccitare. La donna fumò una sigaretta,” vuoi?” chiese
lei. Lei pose una sigaretta nella sua bocca e Federico tirò una boccata di
fumo. La donna si chiamava Heidi e si mise a giocare con la sua cravatta, con
il suo colletto. Era spaventato da quelle emozioni forti, probabilmente
l’alcool gli aveva dato alla testa, comunque era un marito, un padre esemplare,
non avrebbe mai potuto! Federico si alzò e si scusò con le due donne.
“
Sono molto stanco, vado in albergo che domattina ci dobbiamo svegliare presto.
Il volo è alle 7,00.”
“ Ma
Federico, queste donne vogliono la nostra compagnia.”Federico spense la sigaretta e lasciò Mc Feel
da solo con le due puttane, come lui pensava .
Mannelli
era un uomo molto orgoglioso con delle tradizioni e valori da rispettare, ma
ultimamente sentiva come qualcosa che gli mancasse, adorava il lavoro, però non
sentiva l’entusiasmo di un tempo. Era in una città straniera ,per un istante
pensò al figlio che lo adorava, diceva che sarebbe voluto diventare come lui e sospirò.
Si
trovò davanti al’albergo, ma aspettò prima di entrare per fumare un’altra
sigaretta, dopo entrò nell’hall dell’albergo.
“ il
bar è chiuso?” chiese Federico che vedeva il barista che lavava i bicchieri.
“ fra
mezz’ora termino il servizio, nel frattempo cosa ordinate?”
“ uno
scotch per favore.”
“
Anche per me,liscio per favore.” Lui si girò, non so cosa vide, forse una luce
intensa, una stella caduta a terra, forse un angelo, vide dei capelli
biondid’oro ondulati, due occhi verdi
d’acqua stupendi e un calore che sentì nello stomaco, sì ,stava bevendo troppo!
Lui
rimase a bere, tuttavia la donna non parlava, di sfuggita guardava quel viso
radioso. La donna portava un vestito a pois bianco con sopra una lunga sciarpa bianca che la copriva. Lui era senza parole, quando:
“E’ proprio
freddo questa sera!” esclamò sistemando la sciarpa fino al collo.
“ Da queste parti in effetti la temperatura è
piuttosto rigida, in fondo ci troviamo in una zona piuttosto alta.”
“ Non
è per me questo posto, io preferisco i posti caldi, esotici.”
“ E’
qui per lavoro?” chiese Federico curioso.
“
Purtroppo sì, sono una hostess, ma la bufera di neve ha impedito di decollare
l’aereo e sono dovuta rimanere.” Federico la guardò bene, era giovane,
all’incirca avrebbe avuto tra i 25-26 anni.
“ Il
mio stesso motivo, sarei dovuto partire ieri sera, poi ho finito di lavorare
oggi e parto domattina.”
“ che
lavoro fa?” chiese la donna che fece cennoal barista di darle un altro scotch che aveva finito.
“ L’
agente di borsa, investo denaro, firmo contratti in tutte le parti del mondo
come Amsterdam, Vienna, Parigi,Sidney….”
“ E
le piace questo lavoro che gli fa andare da tutte le parti?.”
“ Sì,
mi fa sentire forte.” Federico finì il so scotch.
“ E
se non avesse il lavoro, cosa farebbe?” Per la prima volta Federico si sentì
colpito, non aveva mai pensato a una cosa del genere nella sua vita, per lui il
lavoro era tutto.
“ Non
lo so, lavoro da quando ho 23 anni in questo campo , non ne ho la più pallida
idea.”
“ io
di sicuro se non fossi una hostess, strano a dirsi , ma vorrei essere
semplicemente una mamma, ho iniziato a lavorare a 18 anni ed ora che ho 27 anni
, ho bisogno di mettere i piedi a terra. E poi il volo m’impedisce di avere un
rapporto stabile e duraturo con una persona, ora vorrei crearmi una famiglia. Comunque
se non dovessi lavorare vorrei essere un’artista, dipingere quadri.”
“ Lei
dipinge?” Federico aveva ragione sulla sua giovane età.
“ sì,
quando ho tempo, perché tra un volo e un altro non ho molto tempo per me
stessa. Torno a casa,ceno, mi faccio una doccia, invece di guardare la tv o
uscire dipingo…”
“
caspita, è una cosa bella.”
“ Signori, vi avverto che fra pochi minuti
devo chiudere.”
“ Va
bene, è molto tardi , devo salire in camera, la devo salutare, è stato un
piacere parlare in sua compagnia.” Cercò di svincolare dopo il lungo discorso.
“ mi
permetta di pagare lo scotch.”
“ Non
c’ è bisogno, grazie!” La donna pagò.
“ che
maleducato! Non mi sono presentato, Federico Mannelli.”
“
Questo è il mio biglietto da visita.” Le porse il suo biglietto che sfilò dal
portafoglio.
“
pensa che ci rivedremo?” chiese Federico.
“
Chissà, forse in qualche altro posto, speriamo più caldo come l’ Europa.”
“ di
dove è lei, dove vive?”
“ Io
sono italiana. Vivo a Pavia in Lombardia.”Dopo queste parole s’incamminò.
Lesse
il biglietto. Quell’angelo che vide scomparire tra le porte dell’ ascensore si
chiamava Silvia Ferraris.
Ore 15,00 pm San Francisco
“Ehilà,c’è
qualcuno in casa?”
“
papà ,finalmente sei a casa!” Corse Matt verso il padre gli diede una pacca
sulla spalla.
“
Salve ometto, ogni giorno sei sempre più alto, non è che mi superi?”
“ Non
credo,sono già alto 1,67…”
“
beh, qualche altro cm crescerai,tua madre?”
“
Torna stasera, ha detto che ha molto da fare, con l’avvicinarsi del Natale il
magazzino è sempre più pieno.”
“ Mi
hai portato qualche regalo?”
“
purtroppo no ,figliolo, ma non ti preoccupare per Natale ci rifaremo.”
“
Sono contento.” Il padre gli scompigliò i capelli.
“
vado a cambiarmi e a dami una rinfrescata, poi parliamo un po’…”
Dopo
un po’ Federico scese , un uomo affascinante con una leggera barba incolta e
due occhi azzurri intensi. Andarono dalla cucina.
“ Papà
,Martha ti ha lasciato qualcosa da mangiare, in frigo,vuoi?”
“ sì,
in effetti ho un pò di fame, prendimi anche una birra. Se vuoi prendila anche
tu, allora Matt cosa mi racconti?” Matt non la prese, non aveva mai toccato un
alcoolico in vita sua.
“ Ho
preso A sul compito di matematica…”
“ Sei
bravo come me con i numeri.”
“
Merito di Lydia che mi aiuta sempre, se no per me la matematica sarebbe arabo.”
“ gli
allenamenti di tennis invece?” Federico non piaceva tanto che facesse tennis,ce
l’aveva mandato Jane, lo considerava una cosa da snob, preferiva uno sport da
uomini come il basket, ma a Matt piaceva anche se non giocava tifava per i giocatori
del NBA. Qualche volta in primavera Federico giocava a basket con il figlio nel
campetto vicino casa e a suo modo Matt se la cavava.
“
Domani è sabato, scuola non c’è e vado agli allenamenti.”
“okay…”
“papà…”
“sì…”
“ che
cosa provavi quando ti sei innamorato della mamma?”
“ Beh
ero felice, il cuore batteva a mille, parlavo come un imbranato e stavo in
paradiso.”
Ma
ora per Federico il cuore sembrava spento come a un semaforo di cui si aspetta
il verde per passare.
“
Sentivi qualcosa nello stomaco?”
“in
che senso?”
“
Tipo un buco!” il padre prese un sorso di birra. Cercando di ricordare la prima
volta che si era innamorato di Jane, bella, determinata e intraprendente, si
era innamorato del suo carattere forte. Però Jane a causa del suo lavoro dopo Matthew
non voleva avere altri figli.
“
Mmmm,si…Ricordo che avevo lo stomaco in subbuglio , come se qualcuno mi avesse
dato un cazzotto allo stomaco,ma in realtà era solo estasi, perché lo chiedi?
Ti sei innamorato?”
“ No,
no, papà cosa dici?
“ Tua
madre dice che passi molto tempo con Lydia, sarebbe normale se provassi
qualcosa…ora stai diventando anche un uomo, sai ti sta cambiando la voce
ultimamente.”
“
L’avevo notato, infatti con questa voce roca, Bob e Peter mi prendono in giro.”
“ Papà, a proposito di questi
cambiamenti…”Matt era imbarazzato di parlare di se stesso con il padre.
“ Che
c’è’ ? Dai non fare il timido, tra noi uomini possiamo parlare.”
“
Stamattina quando mi sono alzato, come posso dire? E’ uscita una roba bianca ….ce
l’avevo tutto dritto, ieri sera avevo visto un film…” Federico capì all’istante
e si pulì la bocca con un tovagliolo.
“
Matt, vieni qui, fatti abbracciare…”
“ che
c’è papà? Sto male? E’ grave?”
“
Niente di tutto questo, stamattina sei diventato un uomo.” Matt non capiva
“ Ma
che è la roba bianca?”
“ma la
scuola non t’insegna nulla di queste cose, con i tuoi amici non ne parli mai?”
“
beh,sì, parliamo di ragazze, però…”
“
capisco, andiamo in camera mia, facciamo un bel discorsetto,ma fammi capire una
cosa, quale film hai visto?”
“ 9
settimane e ½, me l’ha dato Bob; diceva che mi avrebbe svegliato….”
“ in
effetti…Dopo lo guardiamo in camera mia prima che arrivi mamma, devo spiegarti
alcune cose.”
Eh
sì! Il caro Matt era cresciuto e Federico lo vedeva crescere sotto i suoi
occhi, si ricordava quando camminava a carponi nel salotto di casa. Per un
attimo pensò a quella donna che aveva conosciuto a Bergen, a ciò che avesse
detto sulla famiglia e sul bisogno di mettere radici e se avesse ragione? Mah,
finì di mangiare e andò in camera con il figlio.
Ma
chi l’avrebbe mai detto che Matt aveva avuto la sua prima eiaculazione?Va beh,
Matt sapeva che si trovava nello stadio della pubertà dove l’intonazione della
voce, la barba comparivano eper fare un
figlio bisognava fare l’amore, come sapeva che le donne avevano un ciclo
mestruale mensile che simboleggiava l’inizio della fertilità, si rese
contoquando un anno fa Lydia gli disse
che era diventata una donna, ma tutti quei dettagli sui liquidi del proprio
corpo non li sapeva. Altro che matematica, dovevano fargli educazione sessuale!
Ed ora Matt era molto confuso, quando aveva Lydia accanto sudava, balbettava,
sembrava un cretino. Nel pomeriggio Matt e Lydia stavano studiando matematica
in camera sua.
“
Matt, che hai? Ti sei incantato?”
“
no,scusa….”
“
stavo dicendo che il Teorema di Pitagora…” Tuttavia a Matt in quel momento non
importava niente del Teorema di Pitagora, guardava intensamente le labbra di
Lydiacercando di distogliere
l’attenzione.
“
Accidenti Matt, mi è cascata la matita per terra, me la prendi per favore?”
“
Sì…” vide le gambe di Lydia semiscoperte., perché indossava un vestito di lana
con le calze, per un attimo Matt le sfiorò unagamba e qualcosa gli sembrò che salisse sulle vene, spaventato
dall’emozione si alzò di scatto.
“
Ouch…che male!” andò a sbattere sulla scrivania.
“
Matt, ti sei fatto male?”
“
Ohi, ohi…ecco la matita!”
“ Si
può sapere cos’hai? Sei così distratto oggi…”
“ oh,
sarà la tensione per le finali di tennis, il coach ci sta stremando
ultimamente..”
“ ti
fa male? Vado a chiamare tuo padre?”
“ non
ti preoccupare, lascia stare, sta riposando.”
“
vado a prendere del ghiaccio in frigo, magari ti fa bene…”
Cretino, stupido, ma come ti è saltato in
mente di toccarle le gambe, ma che caspita sta succedendo? Oh dio, che ha
ragione mio padre? Mi sto innamorando di Lydia, oh no sarebbe un disastro, è
solo un’amica, invece no è una cometa che brilla di luce intensa.
“
Matt, ti ho portato il ghiaccio, però cerca di stare attento, dove ti fa male?”
“Sulla
testa?” Lydia le mise una mano sulla testa e sentì come un brivido.
“
Aspetta faccio da solo con il ghiaccio.”
“ che
ti prende Matt?”
“
senti, vado un attimo in bagno, torno subito.”
“
vuoi che ti accompagno?”
“
tranquilla, faccio in un lampo!”
“Matthew,Matthew,
ma sei stupido ?” si ripeteva da solo davanti alo specchio. Non riusciva più a
vederla come una semplice amica, si sentiva come se fosse stato acceso un fuoco
e non riusciva a spegnerlo, si tolse la felpa e rimase in maglietta, dopo tornò
in camera.
“
Tutto bene? Senti caldo?”chiese Lydia.
“
Tutto bene, credo che i termosifoni siano troppo alti.”
Ore 20,00 pm
“Finalmente
a casa, che giornata!”
“
Ciao mamma.”
“
Ciao tesoro, tuo padre è tornato?”
“ sì,
è in camera sua a guardare la tv.”
“
okay, vado su, Lydia è andata via, sapevo che veniva nel pomeriggio.”
“ Sì,
mezz’ora fa, la madre è venuta a prenderla.”
“ Te
l’ho chiesto,perché ho visto la madre al centro, che donna stupenda! Certo che
tu e Lydia sareste perfetti per stare insieme.”
“ Ma
mamma cosa dici?”
“
Dico che cominci a capire come va il mondo, Lydia è di famiglia benestante e
anche noi lo sai, se unissimo le nostre famiglie, sarebbe un patrimonio
immenso.”
“
Mamma, non travisare con le fantasie, Lydia è solo un’amica.” Un’amica
bellissima che prima si è spaccato la testa per avergli sfiorato una gamba,
pensava Matt.
“
Sarà, dì a Martha di preparare la cena.”
“
Già, la sta preparando, è arrivata da poco.”
Jane
aprì la porta della camera con la tv accesa alta.
“
Federico abbassa il volume, c’è un casino inquesta stanza.”
“ Che
caloroso benvenuto! Comunque ciao amore, stavo guardando lo scontro di
pugilato.”
“ Che
sport pericoloso, non so perchéla
guardi.”
“
Perché mi piace, com’è andata la giornata?”
“
caotica! C’è un casino di gente che si appresta a fare i regali e siamo solo
alla fine di novembre oggi è il 28 se non sbaglio? Sto cominciando a perdere la
concezione del tempo.”
“
Mamma mia ,che dolore con queste scarpe pesanti, queste neve a San Francisco è
insolita, è sempre stato caldo qui.” Si tolse le scarpe e andò sul letto
insieme al marito.
“
chiamasi effetto serra, dai che ti faccio un massaggio ai piedi.”
“ oh,
si,si…divino, fantastico, sei un grande massaggiatore.”
Vediamo se anche questo ti piace.” Federico la
baciò sulla gamba e accarezzò l’altra, cercando di aprirle la cerniera dei
pantaloni.
“ Dai
Fede, lascia stare, è quasi ora di cena.”
“ la
cena può aspettare.” I baci di Federico erano insistenti sulle sue gambe, sul
suo collo.
“
Dai, lascia stare..”Ma Jane si ritrasse infastidita.
“ Ma
cara…..”
“
Sono stanca,non ne ho voglia.” Jane si alza dal letto.
“Federico,
ho lavorato tutto il giorno, sono stanca, volevo sapere quando riparti?”
“
parto per Nîmes martedì.”
“
Sabato abbiamo una cena dagli Sheridan e tu vieni con me.”
“ va
bene..” senti bussare, era Matthew.
“Martha
ha detto che la cena è pronta.”
“ ora
veniamo.” Gli occhi di Federico erano delusi: era felice di stare a casa a
riposarsi, non aveva voglia di uscire quel finesettimana, ma per Jane andare
dai suoi amici di fiducia nei finesettimana
era una consuetudine.
Prima
di scendere Jane disse a Federico: “ Hai mai pensato che Lydia e Matthew
potrebbero stare bene insieme?”
“
Beh, sono amici, penso…”
“
Matthew pensa di essere innamorato, non so se di Lydia,però…” Gli occhi di Jane
s’illuminarono.
“
Sarebbe bellissimo se stessero insieme.”
“
Hanno solo 14 anni, non credi che si troppo presto a pensare queste cose, non
puoi decidere la sua vita”
“ Non
posso deciderla, ma offrirgli delle occasioni sì, ti darebbe fastidio
imparentarti con i Puiltizier. Il padre è un grande avvocato. Non credevo che
riuscisse ad arrivare tanto, quando l’ho conosciuto, sembrava solo un cocco di
papà.”
“ Guarda che anche Matt rischia di diventarlo se
lo viziamo troppo, poi mio padre era
solo un contadino quando è arrivato qui,te lo ricordi?”
“ Si,dopo ha fatto i soldi ed è diventato
proprietario di alcune terre della California.”
“Jane,
Jane, sei proprio incorreggibile!”pensò Federico.
“ In
effetti è vero, mio padre era un grande, comunque mi sembra presto pensare a un
matrimonio.”
“ oh,
va beh, però io a queste cose penso…” Secondo Federico, ultimamente Jane
manipolava troppo i sentimenti delle persone senza pensare ai veri bisogni,
pensava che si era troppo montata la testa dopo che era diventata direttrice.
Amava Jane, ma a volte era pesante con i suoi intrighi patrimoniali. Senza
pensieri, andarono a mangiare.
“
Matthew?”
“ si,
mamma.”
“ ti
andrebbe se la settimana prossima invitassimo la famiglia di Lydia a cena?”
“
Come vuoi, a me non importa.” Federico era contrariato, aveva capito il gioco che
Jane voleva fare.”
“
però, io non ci sono, sabato io,bob e Peter abbiamo una festa di compleanno
Luisa Parker,è anche un’amica di Lydia.”
“
Parker, si conosco i genitori in effetti sono un po’ tradizionalisti, allora
facciamo un’altra sera sarei contenta che ci foste entrambi.” Federico batté il
bicchiere sul tavolo.
“
come vuoi.” Il bello che Matthew l’ assecondava, era questo che Federico
scocciava, con lui parlava a cuore aperto, mentre con lei no, perché aveva
paura di assecondarla.
Sul
tardi andarono a dormire, Federico si preparò per andare a letto e Jane uscì
con la sua camicia da notte di seta, comunque Jane era una bella donna: capelli
lunghi mori,occhi color celeste,carnagione ambrata,alta,seno medio, 40 anni,
quel vestito contrastava con la sua pelle ambrata. Jane si distese vicino a
Federico con gli occhi suadenti.
“Si…”
“ Volevo scusarmi per
prima, ma ero molto stanca…” Jane lo baciava sul lobo dell’orecchio, sul collo
e con un mano slacciava i bottoni del suo pigiama.
“ Dai, la tua pantera
ha tanta fame.”
Federico si girò
contrariata ed arrabbiata.
“ si può sapere
cos’hai? Primo ero stanca,non mi andava ed ora fai tu lo scontroso.”
“ Ho visto prima
quello che facevi a cena- Matthew,ti dispiace se invitiamo i Pulitzer a cena -
ma cosa credi di fare?”
“ Sei esagerato,
voglio solo il bene per mio figlio, poi preferisco che si fidanzi con una
persona alta locata che conosciamo, che una qualunque che non conosciamo.”
“ ma Jane, ha 14 anni
e non neanche cos’è il liquido seminale e tu pensi al matrimonio.”
“ Liquido, oh no,il
mio bambino ha già fatto..”
“ no,no, è
semplicemente diventato un uomo, ma non ti sei accorta che si è alzato di 10 cm e gli sta cambiando la
voce.”
“ oh, è vero.” Jane
pensava a Matt come un bambino innocente.
“ No, non ti sei accorta,
sei troppo presa con il tuo lavoro e con le tue cene.”
“ Lo sapevi cosa
comportava il mio lavoro accettando l’incarico, “
“ ma perché non lo
lasci il tuo lavoro? Io sto sempre fuori e non posso fare anche il lavoro di
madre.”
“Tu sei matto! Ma come
ti viene il mente? Il centro commerciale mi frutta molti soldi, se non ci fossi
io.”
“ già, se non ci fossi
tu..”
“ lasciare il lavoro è
una cosa assurda.”
“ Ci sono già io che
lavoro, poi ultimamente il mio stipendio è aumentato.”
“ Ho lavorato fino al sesto
mese di gravidanza quando ero in cinta di Matthew.”
“ infatti era un
rischio..”
“ Insomma
Federico..”Jane si mise a carponi sopra
di lui e si tolse la camicia di seta, rimanendo in reggiseno ,lo baciò sul
petto,poi cominciò a scendere.Purtroppo
Matt aveva ragione, bisognava solo assecondarla.
Federico e Jane si trovano a casa degli Sheridan e Jane
non smetteva di essere la solita arrivista.
“ Allora, che cosa hai intenzione di fare con il tuo
negozio?”
“ Penso che lo venderò.”
“ Può entrare nel nostro centro, ci vorrebbe una persona
sveglia ed efficace come lei.” Federico tamburellava con il dito sul bicchiere.
“ E’ gentile da parte sua signora Mannelli, ma ho
ricevuto altre proposte, ora scusi ma la signora Vanderson mi sta aspettando,
buona serata.”
“ Ma certo.”
“ Che cosa stai facendo?”
“ sto facendo pubblicità, c’è qualcosa di male”
“ Siamo a una festa, devi sempre pensare a lavoro?”
“ Federico, il tempo è prezioso e ogni cosa è utile a
favore nostro.”
“ Io vorrei anche rilassarmi,perché fra qualche giorno
riparto, poi sono stanco…”
“ Su, tesoro, fai buon viso a cattivo gioco, si tratta di
due ore, quanto ti costa fare 2 risate e cercare di essere diplomatico, se lo
fai nei tuoi affari, lo puoi fare anche con gli altri.”
“ Che cosa mi costa?”pensava
Federico..forse ho la mia vita Jane, voglio ogni tanto non pensare al lavoro,
ma a me stesso, perché non mi chiedi se sono felice o triste?, perché non mi
guardi con quegli occhi di cui mi ero innamorato?
La festa di compleanno
Peter:
“ Hai visto com’è carina Rebecca stasera?”
Bob:
“ sì, molto…”
Peter.
“ Sai, potrei corteggiarla come ho visto in quel film a casa tua? Pensi che la
signora Parker si arrabbia se prendo un fiore dal suo vaso, l’ ho visto dalla
sua cucina.”
Bob:
“ non farti prendere scrupoli, vai e colpisci se vuoi baciarla.”
Peter:
“ Baciarla soltanto?” gli disse alzando le sopracciglia.
Jackson
non era venuto alla festa, odiava le feste perché si sentiva a disagio in
disparte aguardare i suoi amici che
facevano gli sbruffoni ,nonostante i tentativi di Matt di dissuaderlo a venire.
Nel frattempo Matt era assorto nei suoi pensieri, ai discorsi del padre, a come
i suoi amici erano disinibiti e lui si vergognava di provare qualcosa per
Lydia, ma lui ormai era un uomo e lo voleva dimostrare a se stesso. In quella
sera Matt sembrava davvero cresciuto, con i suoi primi peli della barba e la
sua voce forte cambiata, indossava una camicia bianca con un completo blu notte
che lo rendeva affascinante di cui le
amiche di Lydia se ne erano accorte.
“
Ehi, Lydia, hai visto Matt, è bellissimo stasera? Peccato che sia sempre così
timido, parla sempre con te!”
Lydia
era solita ascoltare le adorazioni delle amiche verso Matt ,ma solo lei sapeva
che Matt di quei complimenti non ci faceva niente, perché lui era così, era
Matt e basta, non voleva approvazioni, voleva solo essere se stesso.
“ A
me sembra sempre il solito.”
“ non
lo so, ma i suoi occhi, il suo sguardo mi fa tremare…”
“
Elisabeth, so che sei cotta di Matt, ma non credi di esagerare.”
“
scusa Lydia, ma tu e Matt siete solo amici o sbaglio,perché ti scaldi tanto?”
“
perché Matt è solo uno stupido bambinone. Ha paura sempre di sbagliare, di non
essere all’altezza degli altri, di essere valutato per quello che non è, dei
vostri complimenti non ci faniente, il
suo bel aspetto lo salva e Bob e Peter gli serve solo per proteggersi.”
“
Spari un sacco di cavolate, tu sei solo una bambina, hai 14 anni e ti senti una
star, perché sei la più brava della classe.”
“ Tu
Liz, hai 14 anni e sei solo una maledetta oca, provaci pure con Matt, perché
tanto lui ti scaricherà.” A quelle parole Elisabeth se ne va indispettita con
le altre,anche gli amici di Matt si allontanano, così Matt si avvicina a lei.
“ Sei
bellissima stasera!” Era vero, i capelli di Lydia biondi erano ornati da un
fermaglio d’orato ed aveva un vestito lungo lilla che le infondeva un senso di calore.
“ E
tu sei un ranocchio.”
“ Ti
ho fatto un complimento e ti arrabbi?”
“ le
mie amiche stasera ti adorano, perché ti sei conciato così?” Sembrava Leonardo
di Caprio sul Titanic con degli occhi scuri meravigliosi, pensò per un istante
Lydia.
“ mia
madre mi ha suggerito di vestirmi in questo modo, per farmi sembrare più grande.”
“ ci
è riuscita, le mie amiche sono in estasi.”
“
Perché sei gelosa?” chiese spiritoso Matt facendole un pizzicotto sul braccio e
lei sorrise.
“
Ehi, Matt,ciao Lidya ,pensavo che eri con Peter?” si avvicinò Bob dandogli una
pacca sulla spalla.
“ no,
pensavo che era con te. “
“beh,credo che Peter stasera fa centro.”
“ oh,
scusa Lydia, non sono discorsi per una ragazza bella e raffinata come te, puoi
venire con me un attimo?” Matt lo guardò storto ripensando aldiscorso che gli aveva fatto a scuola.
“ Che
cosa vuoi Bob? Ho altro da fare che darti retta.”
“ E’
una cosa abbastanza importante.”
“ E
non me lo puoi dire qui…”
“ E’
una cosa privata…”
“ che
sia un minuto però…” Matt li avrebbe dovuti fermare, temendo quello che sarebbe
successo, invece Bob e Lydia si allontanarono nella folla.
Matt
stava impazzendo, non riusciva più a vedere Lydia come un’amica, ogni cosa di
lei lo scuoteva nell’anima, ciò avrebbe sconvolto la loro amicizia e non voleva
perderla, inoltreBob e Lydia non erano
tornati e questo lo infastidiva
“ Ehi
Matt, Lydia ti ha lasciato sola?” Elisabeth si avvicinò.
“ Si
è allontanata con Bob.”Liz fece un’occhiata in giro per vedere se era vero.
“ Ehi
Matt, sai che sei molto carino stasera!”
“
Grazie!”
“ eh,
questa giacca ti dona!”
“ E i
tuoi capelli…” Elisabeth gli sfiorò i capelli e Matt scansò la sua mano.
“
Elisabeth, non prendertela a male, sei molto carina e molto gentile anche con i
tuoi bigliettini che mi lasci sotto il banco, ma non mi interessi, non mi
piaci, scusa se te lo dico e ti ferirò, odiami se vuoi, ma sono innamorato di
un’altra!” Liz si irrigidì, appoggiando le mani sopra le ginocchia come segno di
sconcerto.
“ Di
chi? Di Lydia? Quella troietta se la sta spassando con Bob!”
“
Lydia è una mia amica, e che a te piaccia o no, è una brava ragazza, a
differenza di te che ha fatto vedere il seno a metà della classe, inclusi
Bobe Peterche hanno fatto una descrizione dettagliata
del tuo corpo e del tuo tatuaggio che hai sulla spalla destra, una spada in un
cuore se non sbaglio?Non prendertela a male, ma non credo cha tua madre sarebbe
molo contenta a sapere che sua figlia a 14 anni invece di giocare con le
bambole, gioca con altre cose…mia madre conosce molto bene tua madre, va spesso
nel suo negozio!” Elisabeth si alzò di scatto arrabbiata e scandalizzataandando viaesasperata. Elisabeth invidiava ed odiava fortemente Lydia, invece Matt
era rassegnato, da un po’ di tempo Lidia e Bob si erano allontanati, perciò
,preoccupato ,andò a cercarla.
Nel
frattempo, Bob aveva cercato in tutti i modi di rimanere isolato con Lydia,
perché la voleva baciare, ma Lydia era una tosta e non si faceva incastrare
facilmente. Ora si trovavano sulla stanza nel sottotetto da cui si vedeva il
cielo stellato( Bob sapeva che Lydia adorava l’astronomia e le galassie tramite
Matt) che Bob insieme a Peter avevano scoperto, quindi anche Matt ne era a
conoscenza.
Bob:
“ Quante belle stelle ci sono stasera!”
Lydia:
“ Sai, quelle stelle formano l’orsa maggiore, sai cos’ è l’orsa maggiore Bob?”
“Sarà
più dura del previsto”pensò Bob .
“
perché, non ti ritorniamo di sotto, qui è freddo!”
“ Dai
Lydia,vieni qua, ti scaldo io.” Bob gli mise un braccio sulla spalla e Lydia la
scansò,ma Bob la rimise.
“ io
torno giù ,fra poco usciranno con la torta.”
“
Lydia, aspetta.” Bob cercò di baciarla. In quel momento Matt si ricordò del
posto che Bob e Peter si sarebbero allontanati se fossero stati con qualcuna,
così aprì la botola del sottotetto e trovò Bob che cercava di baciare Lydia
tenendole le mani. Irruppe di scatto
verso di lui e gli diede un cazzotto che Boba sua volta glielo diede per difesa.
“
Smettetela per favore, vi fate male! Per favore.” Matt e Bob continuavano a
picchiarsi come due esasperati. “ Finitivela, il pavimento è fragile, potete
farlo crollare…”
“
Perché ti stai comportando così Matt? Mi posso difendere da sola!”
“ Non
mi pare, dato che stai qui…”
Bob
gli diede un cazzotto sulla pancia. “ Bob,smettila…”
“
allora Matt, perchédifendi la tua
principessina? Non è la tua amichetta del cuore, la tua sorellina ? Dai Matt,su
forza …”Bob lo fece sbattere contro il muro.
“
Perché mi odi tanto?” Matt prese tutta la sua forza per scaraventarlo per
terrae urlò:
“non
voglio che ti avvicini a lei, perché io laamo pazzamente!”
“
Scaraventandolo
a terra, il pavimento della mansarda crollò e Bob e Matt cascarono sulla torta
gigante di Luisa nella cucina,di cui la
madre di Luisa si arrabbiò moltissimo, dopo di che trovò Peter che aveva rubato
i suoi fiorie pomiciava nella stanza di
Luisa con Rebeccamezza nuda che era poi
la cugina di Luisa , mandò via Peter, Bob e Matt per il loro atteggiamento
immorale e irresponsabile e per aver rovinato la festa della figlia, urlando
che avrebbe chiamato i loro genitori prendendo seri provvedimenti e Lydia non
rivolse la parola a Matt,non fece altro
per tutta la festa e per tutta la notte che tornò a casa alle parole di Matt,
ai suoi pensieri e ai loro momenti di amicizia trascorsi insieme, a quanto con
una frasecosì bellaaveva sconvolto il suo universo.
“
Matthew ti sei impazzito, ma che cosa ti è saltatoin testa? La madre di Luisa mi ha chiamato in
lacrime, dicendo che tu e i tuoi amici gli avete rovinato la casa, la festa per
la figlia, che siete stati rozzi e impudichi….” Urlava la madre di Matt.
“ Ma
io come mi devo comportare con te? Faccio il meglio per dare un’immagine
sociale degna e nota della famiglia e tu rovini tutto per una cazzottata, ti
sto progettando un futuro Matthew, la settimana prossima i Pulitzer
vengonoa cena, e io cosa gli racconto?
Che hai fatto a botte?”
“
Jane, non credi di esagerare con il ragazzo…”
“ Sta
zitto Federico, sei stato tu checon i
tuoi pugilati e le cavolate tue gli ha messo intesta queste cose, per non parlare di quella cassetta schifosa che
Martha pulendo in camera ha trovato,ma io dico ma si può fare a bottein casa di altri, …Io faccio di tutto per
questa famiglia, lavoro per una buona immagine, ho un negozio dove conosco
tutta la gente di San Francisco…”
“ a
parte che quella cassetta era degli amici di Matt che io ho visto con lui solo
per dargli delle informazioni minime, comunque solo per la tua immagine, ti
importa?” Urlò Federico.
“
Certo, penso che tu qualche volta te lo
scordi, non esiste solo il tuo lavoro Federico, io non mi posso fermare, non me
lo posso permettere, ho fatto la scelta di avere la carriera e io la voglio
portare avanti, io non voglio abbandonare, tu mi stai dando l’idea che tu vuoi
insegnare a lui l’abbandono, la rassegnazione, non sono qualità per andare
avanti nella vita.”
“ io
non ho mai detto niente di tutto questo a lui.” Matt si alzò.
“
Dove pensi di andare Matthew?” Matt non rispose, non voleva litigare e andò in
camera.
“
Matt, Matt, torna qui…E’ diventato un irresponsabile questo ragazzo.”
“
Jane, calmati, stai esagerando,io non dico che ha fatto bene quello che ha
fatto, non è stato corretto,ma gli hai chiesto se lui sta bene, per quale
motivo ha litigato con Bob.”
“ Non
m’importa, voglio solo che tenga un comportamento decente e rispettabile.”
“
come fai te, sei sempre al tuo posto, non ti lasci mai andare,non stacchi mai
la spina…”
“ Ma
Federico, ma che cosa vuoi da me? Sei sempre stato contento che lavoravo, da
questi tempi in qua, ti lamenti sempre, sei sempre insoddisfatto,viaggi per
paesi , ti lascio una fiducia grandissima e vengo attaccata come se fossi il
demonio, ti sei stufato di lavorare, è questo il problema?
“ No,
non ho mai detto questo, io lavoro, è il mio dovere da marito e padre
responsabile, lavoro perché bisogna avere un ruolo in questa società…”
“
Allora, qual è il problema? Che cosa ti aspetti da me? Che lasci il lavoro? Non
posso, ho una responsabilità troppo grande, ho un centro in azione che dirigo e
tante persone dipendono da me, chi vuoi chi tu sia? Ci sono madri che passano
il tempo con la famiglia e si lamentano di non essere indipendenti, altre che
vogliono lavorare come me e vogliono avere altri obiettivi, cosa vuoi, che
faccio la maglia come tua madre’”
” Non
parlare male di mia madre, non ti chiedo di fare la maglia o di pelare patate,
e se ora sono quello che sono è grazie agli insegnamenti dei miei genitori !
Non hai mai disprezzato pero i soldi che ho ricavato dalle terre di mio padre,
comunque anche noi ti vogliamo, noi non dipendiamo da te? Io voglio solo la mia
Jane e Matt vuole solo suamadre…”
“
Federico,io a Matthew voglio bene, voglio solo un futuro per lui, se mi vuoi
accettare io ho questo lavoro da vent’ anni ormai, non posso cambiare, ho un
ruolo, se tu vuoi stare con me, sai che sono così….”
“ E tu
Jane mi ami ancora? “ Jane non rispose.
“ Io
Federico….”
“ E’
una semplice domanda Jane? Mi ami o preferisci avermi solo per vantarti dei
nostri pregi sociali?” Jane non riusciva a parlare, forse perché una parte di
quel che diceva era vero, così gli chiese: “ E tu mi ami Federico?”
“ Io
pensavo di amarti, ma ora non lo so più…” Federico si girò, salì per le scale e
andò in camera a preparare le valigie, fra qualche giorno sarebbe dovuto
partire per Nimes.
Jane si trovò sola in quella cucina, con il
ticchettio forte degli orologi in quel silenzio agghiacciante.
In quel momento Janeprese un bicchiere d’acqua dal lavandino, ma
gli cascò dalle mani, si frantumò in mille pezzi, per raccogliere i vetri si
ferì , facendole uscendole una goccia di sangue sull’indice ,avvertì un qualcosa che aveva rotto
l’equilbrio nella loro famiglia. Erano anni che non litigavano così furibondi,
da quando lei aveva cominciato a
lavorare dal centro…
Più
tardi, Matt andò dal padre, mentre Jane era uscita per andare al lavoro.
Federico stava nel suo studio con il suo computer portatile a mettere a posto
alcuni calcoli.
“
posso entrare?”
“
Sicuro figliolo, vieni…”
“ Che
cosa stai facendo?” chiese Matt curioso.
“
Programmi,Excel, calcoli di borsa, gli indici di mercato sono piuttosto bassi…”
disse grattandosi sulla testa.
“ E
anche il tuo umore è piuttosto basso, si può sapere che cosa è accaduto alla
festa Matt?”
“ Bob
ha cercato di baciare Lydia e io dalla rabbia l’ho picchiato, perché continuava
a prendermi in giro, poi perché sono innamorato di Lydia.”
“ Beh,
picchiare per amore può essere una pazzia, ma non è corretto, comunque ti sei
innamorato di Lydia, sei un ometto allora …
“
Dai, non mi prendere in giro, il problema è che io e Lydia non ci parliamo
più…”
“
Viene domani a fare i compiti con te?”
“ Non
credo.”
“ A
scuola le hai parlato.”
“ No,
stamattina, per niente…”
“ Che
cosa pensi di fare? La settimana prossima verrà qui con la sua famiglia,
conoscendo tua madre la cena lo farà lo stesso, per fare finta di niente.”
“
immagino, solo che io ora non so cosa dirle…”
“
devi solo esprimere i tuoi sentimenti anche se non è facile per noi uomini…”
“ tu
hai mai fatto a botte con qualcuno?”
“ A
botte no, però ero geloso di un collega che lavorava con tua madre quando era
solo una segretaria, pensavo che mi tradiva, poi dopo un po’ di tempo sei nato
te.”
“ Vuoi
dire che sono nato da un litigio riparatore”
“ No,è
brutto dire così ,ma sei stato un bellissimo regalo, all’inizio non volevano
neanche fare figli per via dei nostri lavori, ma poi se nato tu e tutto è
cambiato. “
Matt
lo guardò, ma in realtà non era cambiato niente, il padre era sempre in
partenza e la madre stava sempre fuori.
Federico diede una carezza sulla testa di
Matt, guardò i suoi occhi pieni di speranza, chiuse il PC , pensando che doveva
prepararsi la valigia, presto sarebbe dovuto partire.
Naturalmente
la cena con iPulitzer venne fatta lo
stesso, infatti Lydia non venne come se l’era immaginato, la madre disse che le
era venuta la febbre, ma in realtà Matt e Lydia sapevano quanto sarebbe potuta
essere imbarazzante quella serata, comunqueMatt
era sempre più indeciso come esprimere i suoi sentimenti per Lydia.
Dalla
cena,Matt si alzò prima irritato dalla madre che continuava a venerarlo di
fronte ai genitori di Lydia ed andò in camera.
Pensò alla prima volta che conobbe Lydia
quando erano in quarta elementare. Lydia si era da poco trasferita , perché la
sua famiglia era originaria del New Jersey. Si sedette vicino a lui, perché non
c’erano altri posti. Lui faceva lo scontroso, non gli parlava mai e le faceva
anche i dispetti,un giorno avevano una verifica e Matt si trovava in difficoltà
, in quel momento Lydia lo aiutò, nonostante si era comportato male con lei, lo
aiutò e lo fece copiare, prese una B,mauna B che entrò nel suo cuore.
“ Ma come hai fatto? Vinci sempre te, non è
giusto!”
“
Mannelli, Mannelli…”
“
Ouch….”
“
Mannelli,non può dormire in classe, che cosa le prende?”
“
scusi….”
“
Dopo ,a fine lezione, aspetti che le devo parlare.”
Dopo
la lezione, di cui erano usciti tutti ,Matt andò dalla cattedra.
“
Mannelli, i suoi ultimi compiti di matematica scarseggiano.”
“
ah…”Matt ammutolì, dopo che lei e Lydia non si parlavano, lui non studiava più
di tanto.
“
Come mai? Ha una B con me, ma se continua così dovrò darle un’insufficienza, in
fondo ha una buona media con me e poi dovrei chiamare i suoi genitori….c’è
qualche problema Mannelli? Matt guardò il banco di lydia.
“ La Pultizer non studia più
con lei, le ha sempre dato una mano.” Poi pensò alla madre, a cosa avrebbe
detto, così:
“
sono stressato, ho le partite di tennis, fra un mese abbiamo la finale.”
“
Mannelli, deve trovare il tempo anche per la scuola, non può rovinarsi per gli
allenamenti, facciamo così venga qualche pomeriggio dopo il dopo scuola,
facciamo un po’ di recuperò, va bene?”
“ Va
bene.” Matt era piuttosto distratto e della scuola in quel momento non
importava niente,che cosa poteva dire a
un’amica? Matt uscì dalla classe e Lydia era lì.
“ ho
sentito che vai male in matematica.” Finalmente Lydia gli aveva parlato.
“ Non
riesci proprio a fare nulla senza di me…”
Perché
mi piaci
in ogni modo
da ogni lato o prospettiva tu
perchè se manchi
stringe un nodo
e il respiro non mi ritorna più
perchè non chiedi mai perdono
ma se mi abbracci
non ti stancheresti mai
e poi sai fare
morire un uomo
con l'innocenza del pudore che non hai
Già”
disse Matt.
sei solo tu
nei giorni miei
sempre più
dentro me
sei solo tu
e dimmi che sono questo ora anch’io per te
“ così devi andare nel doposcuola?” rispose Lidia
perchè
sei bella
che mi fai male
ma non ti importa
o forse neanche tu lo sai
e poi la sera vuoi far l'amore
ogni volta come fosse l'ultima
Matt:“ Purtroppo, altrimenti mi mette
un’insufficienza”
sei solo tu
nei gesti miei
sempre più oramai
sei solo tu
dentro me
tutto il resto è invisibile
lydia“ Certo, sei un testone”
cancellato
ormai
conquistato dagli occhi tuoi
quel che resta poi
sei
solo tu
nei giorni miei
sempre più dentro me
sei solo tu a dirmi che
solo tu dentro me
Matt“
Dovrò mettermi a paro, anche perché le finali di tennis si avvicinano”
sei solo tu
nei giorni miei
sempre più dentro me
sei solo tu
e dimmi che
sono questo ora anch’io per te
“ Verrò a vederti, senti se vuoi ti posso aiutare anche io
qualche pomeriggio.”
sei
solo tu
nei giorni miei
sempre più dentro me
sei solo tu
e dimmi che
tutto il resto non conta
ora non conta
tutto il resto sei solo tu
(
Nek, Perché mi piaci)
“ va bene, allora ci vediamo.”
“
Aspetta Matt,io…”
“ Tu
cosa?”
“
voglio dirti…”
“ Sì,
dimmi Lydia, sono qui!” Matt istintivamente si avvicinò verso di lei; per Lydia
vedere gli occhi di Matt le faceva battere il cuoreall’impazzata.
“
Matt, quelle cose della festa…”
“ Sì,
vai avanti Lidia…”
“ che
dicevi che mi ami, lo dicevi per vero o mi hai fatto uno scherzo con Bob prendendomi
in giro?”
“ Hai
pensato questo?Per questo non mi parlavi , pensavi cheti avevamo preso in giro? Mi sono fracassato
la schiena Lydia, non credo che scherzerei, io Lydia credo di amarti…”
“
credi Matt, non è un fatto di credere, l’amore c’è o non c’ è, non si può fare
illusione!”
“ Hai
ragione Lydia, ma sono ancora incerto, è tutto cominciato per caso,non lo so,
da un’amica sei diventata per me un dolce angelo, per questo motivo non
riuscivo più a parlarti e toccarti, tu cosa vuoi?”
“ Io
vorrei tornare indietro!”
“ Ma,non
possiamo tornare indietro.”
“ Tu
cosa provi per me Lydia?”
“ E’
complicato”
“
Lydia, è complicata un’equazione, un problema, ma questo no! Non puoi dare una
risposta a tutto, come se fossi per te un’espressione da risolvere, è successo
e basta, ho scoperto di amarti, di volere te in questo momento della mia vita,
è assurdo lo so, ma ascolta il tuo cuore, lascia stare la tua razionalità per
una volta. E poi per farti ridere anche mia madre sarebbe contenta vederci
insieme.”
“ Tua
madre è come mio padre vuole solo il nostro bene, non odiarla Matt!
“ hai
ragione.”
“
Smettila di darmi ragione, .” Matt le accarezzò la guancia.
“ Non
ci posso fare niente, è più forte di me….”
“
Matt…”
“ sì,
lydia!!!”
“
baciami !!!!!”
E fu
lì in quel momento che Matthew e Lydia si diedero il loro primo bacio,un bacio
impacciato, buffo, dove le loro lingue si scontravano, dove sentivano
spalancarsi il paradiso dell’amore, dove una forte luce investiva i loro cuori.
Ma quel momento magico, fu interrotto dalla professoressa di matematica che li
richiamò all’ordine.
“
Mannelli Pulitzer, la scuola non è adatta per questo genere di comportamenti,
andate fuori! Mannelli, altro che sport, voi distraete laPulitzer dai vostri impegni scolastici, queste sono
distrazioni….”
“ Non
si preoccupi professoressa, ci penso io a disciplinarlo questo monello.”
“andate, andate….” Lydia sorrise, mentre Matt
le prendeva la mano all’uscita della mano e continuarono a baciarsi per tutto il pomeriggio, come due stelle
luminose uscirono piene di speranza, in quel momento un angelo era nato in
cielo.
Erano
passati due giorni, il 15 dicembree
Federico era in viaggio, da allora lui e Jane non si erano più parlati neanche
tramite telefono. Era la prima voltaperFederico che andava a visitare l’Europa, in
particolare gli mancava l’Italia, la terra dei suoi genitori. Il giorno prima
erano statia Nîmes per lavoro, ora
dovevano andare in Spagna, a Barcellona, per firmare un contratto di alcuni
investimenti in borsa. Però questa volta Federico si era promesso che sarebbe
voluto andare a fare una visita dalla città, prima di partire, aveva bisogno un
po’ di staccare da lavoro, dato che Jane ultimamente l’aveva messo troppo sotto
pressione.
“
Mannelli, sei sovrappensiero?”
“
Sai, sarà l’aria delle feste che si sta avvinando.”
“ Eh
già, il Natale è una bella festa,regali, tradizioni e famiglia.” Federico era
turbato, prima di partire le giornate erano state insostenibili ,prima gli
Sheridan, la litigata con Jane, la cena con i Pulitzer….
“
Qualche problema Mannelli?”
“Diciamo
che la miamogliettina gli piace toppo
fare la donna in carriera.”
“
Beh, che c’è di strano! Ormai Mannelli nell’epoca che siamo le donne lavorano,
vanno in banca, trasportano auto, aerei, sono avvocati dei nostri diritti, ci
tradiscono, hanno più amanti di noi, si lamentano sempre che non gli dedichiamo
il nostro tempo e vogliono solo i nostri soldi, comunqueinoltre sono molto brave a letto.” Ci mancava
la battutastupida di Mc Feel a rovinare
del tutto l’umore, anche se aveva ragione. Era solo preoccupato che Jane caricasse
troppo di aspettative Matt, è ancora troppo giovane e insicuro, avrebbero
dovuto fare un altro figlio, ma il loro lavoro era diventato troppo pressante
dopo la nascita di Matt,in quel momento lo rincuorava il fatto che dentro alsuo cuorec’era Lydia.
Invece lui avrà mai tempo per se stesso e
per i suoi sentimenti? I pensieri di
Federico si fermarono.
“
Mannelli, l’autista del pulman,deve fare
un sosta, arriveremo a Barcellona in ritardo.” Un viaggio lungo gli aspettava,
cosìFederico si addormentò.
Quando
arrivarono a Barcellona, erano le 9 di sera e loro alloggiavano in un albergo
di LLoret De Mar, nontanto distante
dalla città, perciò presero le chiavi delle loro stanze e si dissero di
trovarsi il mattino dopo all’hall verso le 9.
Giunto
al suo piano, Federico entrò nella sua stanza che aveva una bellissimapanoramica in vista sul mare. Era stanco ,
ordinò la cena in camera guardando la tv satellitare, poi sul tardi andò a fare
la doccia; quello stare da solo lo
eccitava, se avesse avuto lì Jane lo avrebbe fatto impazzire di piacere. Jane
era un donna potente in quel senso, determinata, ma a volte la sua
intraprendenza lo intimoriva era pur sempre un uomo che voleva avere la sua
virilità.
Forse
per questo a volte non si ritrovavano, volevano entrambi la stessa cosa: il
potere; così si lasciò andare in un attimo di piacere. Finita la doccia, prese
una birra al suo frigo bar, si guardò allo specchio con due occhi stanchi, poi
andò a dormire.
Nel frattempo, Matt e Lydia si trovavano
alla pista di pattinaggio, felici più che mai, non avevano tante parole,
sapevano che per non rovinare la loro amicizia dovevanoascoltare il loro cuore.
“Lydia, sta attenta che cadi.”
“ attenta, attenta…” Matt la prese tra le
sue bracciae la stringeva, era la prima
volta che si sentiva così felice, mai niente avrebbe potuto rovinare quel
momento. Lydia non gli faceva più battute, rideva,rideva, non smetteva più di
ridere.
Era
mattina, il sole caldo della Spagna batteva nei suoi occhi, Federico si alzò,
andò a fare colazione e si trovò conMcfeel a parlare degli affari e a prendere accordi per la giornata.
La
giornata di Federico fu molto lunga tra gli affari chegli portarono via tutta la giornata, infatti Federico rimase
molto deluso, perché pensava che la trattativa fosse più facile da sbrigare, ma
gli agenti della Spagna erano difficili da far convincere. Dopo la fine della giornata,
andarono a cena in un posto non tanto lontano dall’albergo.
Se
qualcuno avesse chiesto in quel momento, comesi trovava Federico quel giorno, si sentiva soffocare, sembrava chegli mancasse il respiro. Non ne poteva più,
aveva bisogno di prendere una pausa, tanto è vero che decise di rimanere
qualche giorno a Barcellona, infatti Federico chiese a Mc Feel di svolgere una relazione statistica
sul campo dei prodotti che avrebbero dovuto vendere arrivati in America, quindi
osservare e relazionarecome la
popolazione utilizzava certi prodotti nel contesto socio. economico del
territorio. Mc Feel fu d’accordo per la sua iniziativa e decise di lasciargli
di questo compito.
Federico
fu soddisfatto, aveva propriobisogno di
prendersi una vacanza, tanto è vero che disse a Jane che sarebbe rimastoqualche giorno .
Il
giorno dopo, Federico si svegliò rilassato, dopo aver dormito per quasi
l’intera mattinata, guardò il panorama dal suo albergo e decise di fare una
visita per la città di Barcellona.
« È
una vera fortuna scoprire una seconda città oltre la propria che diventi una
vera città natale... Una quarantina di anni fa ho avuto un colpo di fortuna:
ho incontrato Barcellona. »
Barcellona (in spagnolo e catalanoBarcelona) è una città (1.595.110 abitanti, area urbana:
5.327.872 abitanti[1]) della Spagna, capoluogo della Catalogna, una regione autonoma della parte nord-orientale
dello stato, oltre che capoluogo dell'omonima provincia
e della comarca del Barcelonès. È la seconda città della Spagna
per numero di abitanti. Nel 1992 fu sede dei Giochi Olimpici
estivi. Nel 2004, a Barcellona, fu ospitato per la prima
volta assoluta il Forum
Universale delle Culture. Forte del turismo, del porto e della
vicinanza alla Francia (160 km da Le Perthus), la città vide la sua già prospera
economia impennarsi dopo i giochi olimpici
del 1992. La città è il secondo maggior centro industriale e
finanziario della Spagna dopo Madrid, nonché il maggior porto
commerciale e turistico e uno dei maggiori d'Europa. L'incremento demografico ripreso nel 2001
dopo qualche anno di calo è la dimostrazione più evidente che la città è il
vessillo di una Spagna in fermento, ben lontana dagli anni di drammatica
povertà patiti durante gli anni della dittatura di Franco.È situata al margine del Mar Mediterraneo, a circa 160 km a sud
dalla catena montuosa dei Pirenei e 150 dal Col du
Perthus, che segna il confine con la Francia, in una pianura situata tra il mare e
la suddetta catena montuosa, tra le foci dei fiumiBesòs e Llobregat. Il comune è delimitato a nord
dai comuni di Santa Coloma de
Gramenet e Sant Adrià de Besòs,
a ovest da Montcada i Reixac e da Sant Cugat del Vallès,
a sud dalla zona franca con L'Hospitalet
e Esplugues de
Llobregat, mentre a est rimane solo il mare.I
rilievi della città possono venire divisi in tre sezioni distinte: i monti
della Collserola, con il Tibidabo come maggiore cima (512 m) a dominare la città
con il suo Parco dei Divertimenti; la pianura; il delta del Besòs e del Llobregat perpendicolari
alla costa. Altre vette minori emergono dalla piana litoranea, la più
conosciuta delle quali è il Montjuïc (173 m), collina nei pressi
del porto dominata
da una fortificazione.
Federico aveva preso un depliant dove spiegava la città
di Barcellona ed ora si trovava su un pulmino in mezzo a turisti italiani e
francesi, era davvero stretto e i rumori della voce delle persone erano
assordanti.“ Lei è americano?” chiese una signora lì vicino che dall’accento
capì che era italiana. Lui annuì, non aveva voglia di dare confidenza.
“ L’America è un bel posto, mio marito pace all’anima sua
dopo la guerra è emigrato in America in cerca di un lavoro, con la speranza di
un futuro migliore, ma è servito ben poco, perché poco dopo è morto a causa di
una bomba…” Federico aveva capito le sue parole , nonostante non parlasse più
l’italiano dalla morte dei suoi genitori a parte con i compratori italiani .
Gli mancavano e per un attimo sentì un morso sullo stomaco. La signora scese e
una donna con degli occhiali scuri e un cappello, con un vestito lungo bianco
si sedette vicino a lui. Aveva un buon profumo, qualcosa di familiare, poco
dopo la ragazza si alzò , ma distrattamente le cadde il cappello, la donna
aveva i capelli raccolti in uno chignon.
Federico la chiamò per fermarla, ma non fece in tempo,
perché la ragazza scese alla fermata.
Federico andò
dall’autista “ mi scusi, può fermare il pullman , una signorina ha lasciato qui
il suo cappello?”
“ può scendere solo alla fermata successiva, mi
dispiace!”
Quando Federico scese dall’autobus, si ritrovava con un
cappello in mano e si chiese perché una ragazza ininverno portasse degli occhiali scuri e un
cappello. Era anche vero, che la temperatura a Barcellona era piuttosto
gradevole, si fermò un attimo e guardò il cappello, ma non c’era scritto
niente, a parte Malaguti.
Era una marca italiana di cappelli e di altriprodotti , se lo ricordava bene, perché avevano
finanziato vari investimenti per altri prodotti l’anno precedente, infattil'Antica Cappelleria Malaguti dal
1870 è un vasto assortimento di cappelli, berretti per uomo e donna di marche
italiane, straniere e di bravi artigiani con grande esperienza, ma meno noti,
tutti personalizzati e stirati conla
vendita autorizzata di articoli militari, decorazioni, onorificenze R.I. e dell'Ordine
di Malta. Producono berretti sanitari, sportivi, da cerimonia, teatrali e
militari, tocchi, feluche universitarie, toghe e cordoni ere dove vengono effettuatiriparazioni sartoriali e di
cappelli,realizzati cappelli o berretti fuori taglia., anche un vasto
assortimento di bastoni, ombrelli, cravatte, foulards e varie bretelle
originali inglesi. La Vendita
è al dettaglio e su misura di cappelli e berretti per donna, uomo e bambino ed
articoli militari con sartoria.Ricordava
bene quella marca , ma rilevare il nome del proprietario sarebbe stato molto
difficile, mise il cappello dentro la valigetta .
Si
ritrovò davanti Fundació Joan Miróuno
deii musei dell'arte di Barcellona di
maggior interesse. Mirò è un grande esponente del surrealismo e quel tipo di
arte lo incuriosiva.
Entrò guardando con occhi meravigliati e prese una guida :
Joan
Miró i Ferrà (Barcellona, 20 aprile1893 – Palma
di Maiorca, 25 dicembre1983) è stato un pittore, scultore e ceramistaspagnolo, esponente
del surrealismo
Nato come figlio di un orefice e orologiaio in un vecchio quartiere di
celestopoli , Joan Miró cominciò a disegnare dall’età di 8 anni. Su consiglio
del padre, Miró intraprese studi commerciali, ma in parallelo frequentò lezioni
private di disegno; dal 1910
al 1911 lavorò come
contabile, finché un esaurimento nervoso non lo convinse a dedicarsi all’arte a
tempo pieno. Fu il lungo periodo di convalescenza passato nella casa di
famiglia a Montroig
del Camp a consolidare definitivamente la sua vocazione; lo stesso
Miró riconobbe in seguito in Montroig e Maiorca i due
poli della sua ispirazione.Tornato a Barcellona nel 1912, frequentò l’Accademia
Galí fino al 1915,
dopodiché passò al Circolo Artistico di Sant Lluc. Furono questi
gli anni in cui Miró scoprì il fauvismo e in cui tenne la sua prima esposizione personale
alle Galeries
Dalmau (1918)…….
Per
un attimo Federico sorrise , anche Mirò fece studi commerciali, forse si
sarebbe dovuto anche lui dedicarsi all’arte? La prese con ironia ed entrò,
guardò un quadro che per quanto astratto era gli suscitava emozioni.
Chiuse
gli occhi a prendere quell’emozione pacifica che entrava dentro di lui.
Come
un vortice indietro nel passato,tornava
bambino acorrere tra i prati della
campagna con suo padre che lo sgridava di non infastidire gli animali, vedere
il sorriso del padre gli mancava, un sorriso, purtroppo un tumore lo aveva
portato via, inoltre pensò anche alla madre , all’Italia, infatti i suoi erano
originari della Calabria, la sua dolce mamma che muori verso i primi anni di vita
di Matt, ancora ricordava le sue parole quando abbracciava il nipote: “è una
perla che splende, destinato a grandi cose, protetta dalla sua grande
conchiglia, sei tu ,figliolo, proteggilo e aiutalo con tutto il tuo amore.”
“ E’
felice?” La mente di Federico fu distolta da una voce.
“
Come scusi? Chiese senza girarsi , per non far vedere che si era commosso.
“ Ha
avuto una bella sensazione, vero?”
“ Beh
sì, mi ha fatto tornare indietro nel tempo.” Per Federico quella voce era
familiare e sì girò, e sentì qualcosa che premeva nel suo cuore.
“ Lei
è la signorina del pullman?”
“
Come, prego?” Federico prese il cappello dalla borsa.
“ oh
mio dio, avevo paura di averlo perso, come ha fatto a trovarlo?”
“ Le
era cascato sul autobus. Malaguti è una bella marca, è italiana?”
“ Oh,
che maleducato , non mi sono presentato Mannelli, Mannelli Federico.”
“ italiana sì…Silvia ….Silvia Ferraris.” E si
tolse gli occhiali e riconobbe quegli occhi splendidi.
“ Ma
noi ci siamo già conosciuti, credo.”
“ Mi
sembra un po’ assurdo, non sono di questi luoghi.”
“Aspetti,
le faccio vedere.” Tirò fuori il biglietto che gli aveva dato in Norvegia.
“ Oh,
ora mi ricordo….è quel signore d’affari, sa viaggio molto, incontro molta gente
e mi dimentico delle persone che incontro.”
“ è normale, neanche io l’ho riconosciuta con
il cappello e gli occhiali, piuttosto originale….”
“
Sono un’artista , anzi una “maledetta” . sorrise.
E da
lìFederico e Silvia visitarono il
museo, con lei che gli spiegava tutto ciò che gli circondava,da Dalì a Mirò a
come ogni oggetto astratto potesse contenere un grande patrimonio culturale e
una grande storia dietro. Era fantastico trovare una donna così interessata in
un mondo che per lui fuori dai numeri era davvero surreale, fuori da ogni
razionalità. Si era fatto tardi ed era quasi le otto.
“ E’
stato un piacere parlare con lei, ma devo ritornare al mio albergo, è ora di
cena.”
“ Mi
farebbe piacere rivederla.”
“
Perché rovinare la bellezza di una giornata trascorsainsieme, sarà il destino che deciderà per noi
.” Federico guardò quella donna prendere il taxi, si sentiva parte di un film
dove lei era la donna misteriosa e lui un semplice uomo che visitava la città
turistica.
Nel
frattempo, Matthew e Lydia stavano trascorrendo la loro storia d’amore,e si
trovavano ora distesi nella camera di Matt. I loro baci erano diventati sempre
più passionali, per quanto da poco si stavano frequentando, l’attrazione fra
loro aumentava di giorno in giorno.
Matt
era emozionato, per quanto i suoi amici gli avevano dato sempre consigli per
come fare le prime volte, Matt era piuttosto confuso sull’argomento. Aveva
visto tante volte Lydia in costume oppure un po’ scoperta, quando erano
piccoli, ma ora era diverso.
“
Matt, non sarà ora che ci mettiamo a studiare…”
“
Mmmm….”
“
Dopo la prof di matematica, se la prende con me se non ti faccio studiare.”
Matt
cercò di essere audace e posò la mano su un suo seno.
“
Matthew, ma cosa stai facendo? “ Lydia si alzò di scatto.
“
Scusa, non volevo.”
“ No,no,tu
volevi, è da un po’ che hai preso quest’aria da ingordo.”
“
Scusa Lydia, ma tu sei bellissima, ma io non ho intenzione di fare niente se tu
non vuoi.”
“
però tu vuoi….Ti devi comportare come i tuoi amici, non voglio essere presa in
giro per gli scherzi cretini di quei deficienti.”
“
No,no, figurati…Io ,Lydia, non ti voglio prendere in giro, perché io ti amo e
non voglio fare niente che ti faccia mancare il mio rispetto.”
“
innanzitutto , smettila di dirmi ti amo ogni secondo, Matt, ,ma mi fai sentire
come qualcosa che si rompe” Lydia, sta attenta che ti fai male, mettiti la
maglia che altrimenti senti freddo- cioè io sono contenta che ti preoccupi per
me, che sei premuroso, ma non esagerare.”
“
Cercherò di stare più attento, non voglio invadere i tuoi spazi, voglio solo
che stai bene.”
“ io
sto bene Matt, ma andiamoci piano, sono ancora tanto confusa nei sentimenti che
ho per te, abbiamo deciso di stare insieme da quanto? Non è neanche una
settimana che stiamo insieme , per questo mi sembra esagerato affrettare i
tempi, fino a qualche settimana fa giocavamo a monopoli, ora ci troviamo a
pomiciare dalla mattina alla sera.”
“
Lydia, stiamo crescendo, stiamo attraversando quella fase che si chiama
adolescenza e dai smettila di negarlo, ma io ti piaccio! Ti vedo, che tremi o
che diventi rossa quando ti accarezzo…. Sai quante vorrebbero essere al tuo
posto, tipo Elisabeth”
“
Stronzo! Va da Elisabeth, allora, di certo lei viene subito a letto con te.”
“ sei
gelosa?”
“
No….”
“
Lydia è gelosa, Lydia è gelosa….”Cominciò a fare la voce sciocca e infantile.
“
Cretino….”
“
Falli da solo i compiti allora, io me ne vado.”
“ Ma
Lydia stavo solo scherzando.” Matt la bloccò dalla porta….
“
Dove credi di andare donna?”
“ A
casa ….”
“ Tu
non vai da nessuna parte…” Matt aveva nascosto il cuscino dietro alle sue
spalle.
“ Dai
, lasciami passare, vai da tuoi amici….”
“
vuoi la guerra, allora sia…” Matthew tirò fuori il cucino e cominciò a
sbatterlo.
“ Sei
scorretto, ah si….” Prese l’altro cuscino e cominciò a tirarglielo in faccia,
ebbene si Matthew e Lydia stavano crescendo, ma erano ancora dei bambini
inesperti che non sapevano cosa significava veramente l’amore.
Janesi
trovava a prendere un caffè nel bar del suo ufficio,seduta stava prendendo il
suo solito caffè macchiato con la panna e una brioche, pensando a quello che
avrebbe dovuto fare in giornata. Il magazzino era pieno e il suo ufficio si
trovava al piano superiore, dove poco distante c’era il bar .
“
scusi, un caffè prego….
oh, Buona
sera Jane….” Sentì una voce che interruppe i suoi pensieri.
“
Jonathan,salve, cosa fa da queste parti?”
“ Mi
ha mandato Michela, vuole che prenda un regalo di Natale per Lydia,ma io di regali per ragazze non m’intendo per
niente ,anche se io avrei altri programmi per lei….”
“ Che
cosa vuole farle? la posso aiutare, chiamo le mie assistenti….”Prese il cerca
persone.
“ No,
no,….niente oggetti, non si scomodi, volevo regalarle una vacanza inmontagna con noi…”
“
Beh, è bello, molto meglio di uno stupido oggetto inutile che poi butterà con
il tempo.”
“ E’
quello che ho detto anche io a Michela, ma voi mogli…. Ora che ci penso anche
Matthew può venire , così i ragazzi stanno insieme , sotto il nostro controllo
naturalmente .” Jane la prese con una risata, anche se le ultime parole di Federico
l’avevano ferita, ma cercava di non pensarci.
“
glielo dirò, sarà felicissimo.”
“ Comunque ultimamente Lydia sta sempre da voi,
la vedo poco a casa.”
“
Pare che i ragazzi si stanno frequentando , credo che sta nascendo qualcosa….”
“
Sarebbe bello, però vorrei che la mia bambina non si buttasse troppo, è troppo
giovane, ed ha altri impegni da portare avanti. .”
“ io
penso che possanoanche rimanere anche
col tempo.”
“ Non
credo, è la prima storiella, poi mia moglie non è tanto d’accordo che venga
troppo da voi.”
“
perché?”
“
Perché Matthew è un ragazzo e sobene, a quell’età cosa vogliono i ragazzi . Lo sono
stato. E credo che te lo ricordi bene, vero Jey?” disse sarcastico, bevendo il
caffè.
“ Se
vuoi fare allusione a quella storiella che abbiamo avuto a 16 anni dove io ti
ho lasciato, perché avevo altro per la testa e poi tu eri molto diverso da
adesso, eri in un ragazzino.…Federico lo sa, Michela lo sa e non hanno mai
fatto problemi, perché eravamo due ragazzini alle loro prime esperienze e non
c’era nulla di male, poi conosco mio figlio, non penso che faccia qualcosa di
imprudente.”
“ Lo
spero per lei, signora Mannelli! Allora come si spiega la storia della festa di
compleanno dei Parker?” Il signor
Pulitzer usò un tono di voce arido e pungente.
Già,
pensò in mente Jane.
“ Io
non ho problemi se i ragazzi si vogliono vedere,anzi lo invito tranquillamente
in vacanza con noi, ma non voglio che la mia piccola stia male per le stupidate
di un ragazzino di 14 anni che si diverte a fare l’uomo.”
“ si figuri,
non succederà.”
“ Lo
spero per lei, buon lavoro!”
“
Anche a lei…..” Per un attimo Jane si preoccupò.
Quando
tornò a casa dal lavoro , vide che la cena era pronta. Ma Matthew non era in
cucina, così salì dalla sua camera.
“ Si
può?”bussò alla sua porta.
“
Entra mamma, Lydia è andata via mezz’ora fa.” Matt stava sul letto a giocare al
computer.
Si
sedette vicino a lui e gli diede una carezza…..” Come è cresciuto il mio
ometto!”
“ Che
cosa c’è mamma?”
“
niente, è solo che è da tanto che non parliamo, anzi diciamo per niente, volevo
sapere che cosa ti passa per la testa.”
“ Lo
sapevo….” Matt chiese il pc.
“ Che
cosa? “
“ Tu
stai per farmi il discorsetto sul sesso.”
“
Quale discorso?”
“ I
miei amici me l’hanno detto, tutti i genitori quando cominci ad avere una
storia ti fanno il discorso sul sesso.”
“potresti
evitare di dire quella parola.”
“
Come lo devo chiamare ?”
“
Beh, fare l’amore.”
“ Non
è lo stesso?”
“
Fare l’amore implica sentimento, complicità, andare oltre alla materialità del
rapporto fisico fine a se stesso.”
“
Mamma, non ti sforzare, poi ne ho già parlato con papà.”
“
Già, tuo padre…quanto è bravo! Pensa semprea tutto lui…”
“ Non
capisco , comunque io e Lydia, non abbiamo fatto se…cioè fatto l’amore, ci
frequentiamoda poco e poi sono da poco
sono entrato nella fase della pubertà.” Matt non parlò della disavventura
inopportuna che aveva avuto in quel giorno.
“ sì,
tuo padre mi ha fatto un accenno del tuo cambiamento ,diciamo, ormonale….sei
diventato più alto di me, quasi.” Jane si mise a piangere.
“
mamma che cosa hai?”
“
Niente, è solo che tuo padre mi rimprovera sempre di essere una madre
snaturata, fuori dal normale….”
“
Mamma, non te la prendere, ma è vero! Noi due parliamo poco, quando ho fatto le
mie prime recite scolastiche , c’era Martha che veniva a vedermi, perché tu e
papà non c’eravate mai, io ti voglio bene, ma non abbiamo mai avuto nessun tipo
di rapporto.”
“ E
non possiamo cominciare ora?Tu stai crescendo, quando tu sarai grande te ne
andrai.”
“ E
quando, scusa mamma? Stai sempre al lavoro, non ci sei mai.”
“
beh, sono venuta a te, non è un inizio? Dai andiamo giù , la cena si sta
raffreddando.” Jane diede un bacio sulla fronte a Matthew, le sorrise. Era
strano, non era mai stata così.
“
Comunque che cosa vuoi per Natale Matthew?”
“ Il
gioco del NBA ho chiesto a papà!”
“ Che
cosa diresti invece di una bella vacanza in montagna con Lydia e i suoi
genitori?”
“
Sarebbe bellissimo, sei grande mamma!” Sì, pensò Jane, era ancora il suo
bambino.
La
mattina dopo; Federico,come di parola , andò a svolgere la relazione sul campo,
ma per quanto si potesse concentrare era distratto. Ora, era seduto in un parco
a guardare come la gente del posto si muoveva, al di fuori del contesto
lavorativo.Assorto nei pensieri, vedeva
le mamme che aveva portato i bambini nel parco, pensò che Jane non aveva mai
fatto queste con Matt, per il lavoro non aveva seguito la sua infanzia, infatti
fino a 10 anni l’educazione di Matthew era stata seguita dalla loro governante
Martha. Era un peccato, perché Jane aveva perso i momenti più belli
dell’infanzia di Matt. Non che anche lui fosse stato un padre modello,anzi
ammetteva che anche lui stava poco con Matt, ma per quanto sia Federico aveva
il cuore italiano tradizionalistae
pensava che fossero le madri che dovrebbero occuparsi dell’educazione dei
figli.
C’era
molto vento in quella giornata; si alzò ed andò a intervistare qualche signora
che incontrava per il parco.
“
Sono un agente di borsa americano e stiamo facendo un’indagine statistica sul
rapporto della popolazione con i vari servizi commercialinel territorio, vorrei sapere qual è il
vostro rapporto con la Spagna,
anzi con Barcellona e come la gioventù si trova “
Le
riposte che si trovò più o meno erano le stesse:
-I prezzi sono cari,
l’introduzione dell’euro ha svalutato i prodotti commerciali, i bambini hanno
giocattoli provenienti made in China che possono provocare danni, i giovani
hanno poca considerazione del denaro, troppo agiati dai vari servizi
telefonici, abbigliamento e discoteche….anziani,disoccupati e disabili hanno
una scarsa assistenza sanitaria….-
Federico
era un po’ sorpreso, rispetto all’ America l’ Europa aveva risentito molto
della varia crisi economica che stava investendo negli ultimi anni e che
sarebbe continuata, troppa disuguaglianza economica pensava lui. Si fermò da
una panchina per scrivere gli ultimi dati, ma il vento gli portò via i fogli.
Cominciò a rincorrerli per prenderli, ma il vento soffiava fino a portarli
dietro a dei cespugli.
“
Finalmente vi ho preso.” Esclamò a voce alta inciampando tra i cespugli.
“
Salve….” Federico alzò gli occhi, era la donna del museo…
“ oh,
salve…oh…” Federico cascò dal cespuglio come un salame.
La
donna si alzò …” Vi siete fatto male?”
“ No,
niente, il vento mi aveva portato via dei fogli….Santo cielo, il mio fondo
schiena è indolenzito.”
“
venga, andiamo a sederci dalla panchina.” Si andarono a sedere.
“ Un
po’ meglio..”
“
Sì…..”
“ A
quanto pare il destino ci ha fatto di nuovo incontrare.”
“
Sarà che il parco non ètanto distante
dagli alberghi della zona.”Silvia si
ammutolì.
“
scusi,ma la botta è forte….che cosa sta
facendo qui tutta sola?” Silvia prese il book che aveva lì vicino“ Stavo
disegnando il paesaggio, guardi…” Lo apri….
“ E’
molto bello, i colori, le forme, ma non è proprio uguale al reale…”
“ Mi
sbizzarrisco con la fantasia, mi piace unire quello che vedo con quello che
immagino , per renderlo più magico.” Sarà, ma in quel momento Federico si sentì
come se gli fosse davvero fatto un incantesimo….
“
Senta, le piacerebbe stasera venire a cena con me? Ora devo finire di
lavorare….”
“ Non
lo so….”
“
L’ha detto lei, è il destino che ci ha fatto di nuovo incontrare.”
“ o
sarà che gli alberghi della zona sono vicini al parco.” Era intraprendente la ragazza, svegliasimpatica….
“ Senta, se ero
uno malintenzionato non stavo così calmo a parlare con lei, è un semplice
invito, guardi le lascio il biglietto del ristorante, io l’aspetto lì, è libera
di venire o no… Le è tanto difficile fidarsi di me?.”
“
Come la metterebbe, una ragazza che viaggia per continenti, se andasse a cena
con degli sconosciuti…?
“
Certo,ha ragione, mettiamola così io sto facendo una relazione di commercio per
la mia agenzia, la intervistocome
rappresentante del campione che sto intervistando….una semplice cena di lavoro,
un colloquio formale.”
“
Così mi sembra un po’ meglio? E chi me lo assicura se dopo al ristorante lei
c’è o ci sono altre persone?”
“
Facciamo così, eccole il biglietto, sei lei venga , io aspetterò, se no non ci
vedremo mai più.”
“
D’accordo, ci penserò.” Le diede il biglietto e Federico si alzò, non sapeva
perché, ma aveva la sensazione che lei quella sera sarebbe venuta.
Quella
giornata per Federico passò molto in fretta, nonostante si sforzava di lavorare
nella sua stanza di albergo non riusciva a concentrarsi, pensava se era giusto
o no se andasse a quella cena, in fondo a quella donna non le aveva detto che
era un uomo sposato, però anche vero che non faceva nulla di male, che non
feriva nessuno, voleva solo distrarsi, in fondo è solo una cena di lavoro,
eppure perché era così estremamente agitato.
Arrivò
l’ora di cena, vicino all’albergo che alloggiava c’era una piccola trattoria
dove si mangiava bene, piccola, ma accogliente piena di luci soffuse con
lampadari, le coperte dei tavoli erano rosa lilla e una piccola musica di
violino suonava di sottofondo.
Non
c’era tantissima gente, qualche coppia anziana e qualche famigliola , tra cui
un bambino che urlava, il cameriere lo accompagnò al tavolo.
“ E’
da solo?”
“ No,
aspetto un ospite..”
“
Gradisce un vino della casa mentre aspetta? Abbiamo un vino della Borgogna
molto buono.”
“ Va
bene per il vino.”
Federico aspettava, era già mezz’ora che era
arrivato e di lei nessuna traccia, ma non voleva scoraggiarsi e decise di
aspettare.
“
Vuole ordinare signore nel frattempo?” Federico si prese un antipasto, non
poteva stare senza mangiare. Federico guardava l’orologio e si sistemava il
colletto della camicia ansioso.
9….9.30……10…..10,
30……Il cameriere cominciava a portare via la roba dai tavoli e lui cominciò a
preoccuparsi che fosse successo qualcosa, non aveva neanche il suo numero di
cellulare. Federico si alzò, probabilmente lei non si fidava e non sarebbe
venuta.
Uscì
dalla trattoria, stava piovendo molto , ma non aveva un ombrello per andare
oltre…..
“
Serve un ombrello?” Si girò, era lei…..
“ Da
dove spunta fuori? Sonoore che la
aspetto?” disse con uno scatto di ira.
“ Si
calmi….in realtà sono sempre stata qui, sono arrivata alle 8, 30 l’ho visto
dalla finestra al tavolo seduto, ma non ho avuto il coraggio di entrare , così
l’ho guardata dalla finestra nel retro della trattoria riparata dalla pioggia.”
Aveva due occhi timidi come un cerbiatto , ma che la rendeva affascinante e il
suo scatto di ira gli passò subito.
“ Mi
scusi, ma mi ero agitato, non ho neanche il suo numero, cominciamo a
preoccuparmi, ma la nostra cena? Ormai la trattoria sta per chiudere….”
“ Non
si preoccupi, dai venga l’accompagno dall’albergo.”
“
grazie!” La vicinanza stretta lo faceva tremare, sentiva il suo profumo
intenso….
“
Sono un uomo sposato ed ho un figlio di 14 anni!” disse all’improvviso, mentre
camminavano.
“ Me
lo immaginavo, ho visto la fede…” Giusto, la fede, che stupido, pensò lui, per
questo motivo non era entrata.
“
Guardi che non voglio tradire mia moglie!Comunque il mio albergo è questo.”
“
Allora perché mi ha invitato a cena?! Per la cena di lavoro?” Disse sarcastica
chiudendo l’ombrello sotto l’entrata del portone.
“
Già, forse sono stato troppo impulsivo, non la volevo spaventare.”
“ non
si preoccupi, mi è simpatico….”
“
Senta, entra un attimo, almeno le offro qualcosa da bere.”
“
Ecco lo vede, lo sta facendo di nuovo?”
“ Che
cosa?”
“
Sfida, sembra che sta sfidando qualcuno, non deve comportarsi così per farmi
piacere, non voglio essere assecondata.”
“ E
cosa vuole allora?”
“ Non
parli, entriamo in albergo, prendiamo un drink e basta.”
Si
sederono dalla saletta dell’hall, dopo aver ordinato da bere con qualche
stuzzichino.
“ E’
americano?” chiese.
“
Sì….”
“
l’avevo capito dall’accento.”
“ Ma
ho origine italiane, i miei genitori erano della Calabria.Scusi lei quanti anni
ha?”
“ Non
si ricorda,l’avevo detto 27, non si preoccupi, sono una donna adulta già da parecchi anni….”
“
Vive ancora con i suoi?
“ Non
esattamente, sono andata via di casa quando avevo 18 anni, mia madre è morta di
cancro quando avevo 14 anni , mio padre non l’ ho mai conosciuto, sembra che
una volta messa incinta mia madre sia scappato via e non ha voluto più sapere
di niente. Per questo ho deciso di fare la hostess, per fortuna mia zia mi
accoglie ogni tanto quando torno in Italia, poi mia madre era spagnola, per
questo sono molto legata alla Spagna.”
“ Mi
dispiace ….”
“Odio
gli uomini, non mi fido, per questo non sono uscita ad entrare….ho avuto solo una relazione in tutta la mia vita quando
avevo 22 anni e l’ho rovinata io ,
perché ero troppo gelosa. Ho provato ad avere altre storie, ma appena un uomo
entrava nella mia vita scappavo”
“
capisco. E non si fida neanche di me?”
“ mi
è simpatico, è già un passo avanti ,sarà la prima persona di sesso maschile da anni con cui parlo a parte i piloti degli
aerei.”
“ E
se io…..” Federico si sporse vicino a lei.
“ lei
cosa?”
“ Le
sfioro i capelli, le dà fastidio?” Per quanto Silvia si stava trattenendo cercando
di resistere, quell’uomo la faceva
sentire a suo agio, pensava all’ultima volta che qualcuno l’aveva accarezzata….un
vago ricordo. Non avrebbe voluto concedersi, sapeva che era un uomo sposato e
non si fidava, pensava a sua madre e si ritirò indietro.
Gli
scansò la mano..” non mi sembra il caso, quanti anni ha ?”
“ 42….”
“
Senta, non mi prenda per un uomo ingordo, ho famiglia, ma lei mi attrae in un
modo particolare, l’ho detto…..”
“ Lei
pensa che sia vulnerabile, che mi senta sola e si approfitta….ma anche lei mi
attrae…ops…”
“
Veda , è così semplice dire la verità….”
“ Ma
è sbagliato….non si può…..” Federico non sa cosa gli prese, la baciò
appassionatamente
afferrandole
i capelli e lei corrispose. Si alzarono e di corsa andarono
all’ascensore….Silvia stava abbandonando tutte le sue difese….un uomo maturo,
sposato, le farà male, ma è solo per una notte e non lo vedrà più….
Si
stavano baciando dentro l’ascensore…
“
Aspetta, in fondo non la conosco per niente.”
“
Innanzitutto mi dia del tu, Silvia chiamami per nome Federico….”
“ Per
favore Federico….” Ma come pronunciò il suo nome, l’intimità e il desiderio
accresceva. La porta dell’ascensore si aprì e Federico si dovette distaccare
per aprire la porta.
“ Ora
non puoi più fuggire!” le dissescherzoso e la tirò su, prendendola in braccio ,con un piede chiuse la
porta.
I
primi bagliori di luci del mattino, una luce calda che invade nel cuore, un
profumo intenso sprigionato nell’aria, una musica dolce entrata in testa come
una cantilena, lei addormentata con i suoi capelli biondi ricci sparsi nel
cuscino come uncerbiatto abbandonato,
come una rosa appena germogliata, come un angelo che veglia nel cielo, come un
faro nella notte.
Lui
sta sognando di essere sperduto in un’isola deserta, naufraghi, con una notte
stellata, il rumore del’acquadell’oceano,che va verso la riva , come due naufraghi con vestiti
strappati, la passione, il fuoco divampa….
Lei….che
si è ritrovata in un letto di un uomo, di essere stata nella sua doccia, di
essere stata al centro del sole….Sogna di essere bambina e di trovarsi in un
prato dopo un temporale, prende una margherita e vede l’arcobaleno.
Lei e
lavoglia di essere amata e protetta,
luie il desiderio di sentirsi giovane e
amato….loro…due cuori che non dovrebbero stare insieme, che feriranno altri
cuori senza volerlo….
La
sveglia sta suonando, sono le 8,00 del mattino….
“
Buongiorno…”le fa dandole un bacio.
“
Giorno….” Lo saluta con occhi ancora addormentati che hanno il colore di un
verde acqua celestiale.
“
Chiamo il servizio in camera per la colazione.”
“
Mmmm….aspetta….” E ormai Silvia lo riempie di baci , senza alcuna difesa si rotolano nel lenzuolo e lui la fa impazzire
facendole il solletico.
“
Vado a fare la doccia!” dice lei.
“
Come non vuoi avere il mio odore impresso su di te?” Federico ride, e lei
sorride con un sorriso malizioso e si prende il lenzuolo per coprire le sue nudità.
Federico si alza dal letto e si mette i boxer, sente uno squillo, è il suo
cellulare che aveva lasciato acceso nei pantaloni la sera prima….lo prende…. 4
chiamate perse…. Jane. E anche adesso sta chiamando.
“
Pronto!”
“ Oh
Federico, finalmente rispondi , è da una giornata che ti chiamo.”
“
Scusa, ma mi sono svegliato da poco.”
“ Ah
giusto, perché li è mattino, no volevo chiamarti prima di andare a dormire, qui
è mezzanotte. Ti ho chiamato anche tante ore fa , ma non rispondevi, sentivo il
cellulare acceso.”
“
Avevo lasciato il cellulare acceso, ieri ho avuto una cena di lavoro ed ho
fatto tardi.”
“
Capisco….Vuoi sapere una novità?”
“
dimmi…ieri io e Matt abbiamo parlato e gli ho regalato una vacanza in montagna
insieme a Lydia con suoi genitori, spero che non ti dispiaccia, era così
contento…”
“ No,
va bene, se lui è contento, in fondo è la sua prima fidanzatina, è giusto
lasciargli un po’ di spazio, poi se ci
sono anche Jonathan e Michela.”
“ Tesoro,
mi dispiace per la litigata dell’ultima volta.” Federico deglutì.
Arrivò
Silvia all’improvviso“ Federico, devi sentire? I campioncini di shampoo sono
buonissimi.” Lui le fa cenno di
scansarsi e sconvolta Silvia si allontana.
“ C’è
qualcuno in camera?”
“ è
solo il servizio in camera, mi ha mandato la colazione e qualche servizio per
il bagno.”
“
ah.”
“
senti, ti devo lasciare, ci sentiamo più tardi. Buonanotte”
“A te buona giornata.” Chiuse la chiamata.
Silvia
si avvicina “ Scusami, non volevo, era tua moglie vero?”
“
Sì…”
“
Ecco lo sapevo, non dovevamo…”
“ E’
inutile farsi prendere dai sensi di colpa, ormai quello che è fatto è fatto, poi è stato bellissimo….”
“ poi
è stato solo una notte, io oggi devo riprendere il mio lavoro.”
“ E
io devo ripartire.”
Ma
loro sapevano benissimo che non sarebbe stata solo una notte.
Jane
era rimasta seduta sul letto con il cellulare in mano.
Aveva
sentito bene, c’era una donna in camera con lui, ma probabilmente era solo il
servizio in camera, come ha detto lui. Federico non l’avrebbe mai fatto di
tradirla. E’ sempre stato un uomo buono, rispettevole nei suoi confronti , per
quanto viaggiava sapeva di potersi fidare, allora perché aveva quel magone
nello stomaco, poi la litigata dell’ultima volta… quelle parole che ancora la
tormentavano -Non lo so se ti amo ….-Si
mise la camicia da notte e andò a dormire, sperando che avesse capito male.
Il
giorno stesso Federico accompagnò Silvia dall’aeroporto, dopo ore che parlavano
erano arrivati alla giusta conclusione.
“
Allora ti saluto Silvia, è stato bello trascorrere le mie giornate con te.”
“
Anche per me Federico, è stato davvero emozionante, non mi ero mai lasciata
andare così con nessuno….” Federico e Silvia si diedero u abbraccio.
“ Poi
è giusto così sei un uomo sposato ed hai un figlio. So quanto può essere
doloroso crescere senza genitori accanto.” Silvia si girò, cercando di
trattenere le lacrime.
“ Sì,
hai ragione, è giusto così…” Allora perché stava soffrendo così tanto.
“
Allora, ciao e fai buon viaggio”
“ A
te, buon lavoro” Entrambi si girarono e si avviarono alle reciproche direzioni.
Silvia
timbrò il cartellino di presenza e pensava alle parole, ai silenzi, agli
abbracci, ai baci , a quando lui era cascato nel cespuglio, alla cena, la
pioggia, a quando aveva ritrovato il suo cappello. Il destino gliel’ aveva
fatto incontrare e diceva che non voleva perderlo, non voleva perdere un’altra
persona importante, non voleva fuggire, non voleva essere gelosa.
“
Federico….” Urlò. La sentì all’uscio del corridoio e si fermo, lei andò oltre
verso di lui.
“ Non
ce la faccio.” Lo baciò.
“ Ti
prego, non te ne andare, non so cosa farei senza di te.”
“
Silvia …..”
“
Sì…”
“
Credo di amarti.” Lo strinse forte, la gente li guardava incuriositi, ma era
come se tutto vicino a loro si fosse annullato..le voci, i rumori delle porte,
delle chiamate….si sentivano trasportati dalla corrente.
“ Però…”
“
però cosa…”
“
prima devo tornare a casa, parlare con mia moglie, chiarire….”
“
Tieni, questo è il mio numero di telefono e il mio indirizzo” sfilò da una
tasca.
“
Comunque hai ragione, è solo che ho paura, paura di pensare che un altro uomo
vada via nella mia vita.”
“
Silvia, te lo prometto, non succederà, ritornerò” si abbracciarono e baciarono intensamente.
Federico
andò via con la sua valigia, Silvia si mise a piangere.
Quando
arrivò a New York, erano le 5 del mattino. Nel frattempo a San Francisco la
neve si era sciolta, la stagione tiepida stava ritornando e le strade erano
sgombre dalla neve. La casa era decorata degli addobbi di Natale, l’albero, le
decorazioni, era veramente bello!
Arrivò a casa , cercando di non svegliare
nessuno, quando
“
signor Mannelli…..” Era Martha che stava in cucina a pulire
“
shhhh….”
“ ben
tornato, vuole la colazione?”
“ No,
grazie, vado a dormire, ci sentiamo più tardi.”
Passò
davanti la camera di Matt ed entrò. Stava dormendo e si rese conto come il suo
piccolo campione stava crescendo, stava diventando un uomo. Gli diede una
carezza sulla testa e il ragazzo si rigirò nel letto, per non svegliarlo andò
via.
Entrò
in camera dove Jane dormiva coperta. Posò la valigia dove prese il minimo
indispensabile e si mise il pigiama…
“
Mmmm…Federico, sei tu?”
“ Si,
Jane, sono io, dormi che sono le 5.”
“
Perché non mi hai avvisato che arrivavi.?
“ Si
era scaricato il cellulare, pensando al fuso orario non ti ho chiamato.”
“ Dai,
ora dormi che sono stanco.”
“ Va
bene”e si addormentarono.
La
sveglia suonò verso le10, non c’era più
il sole caldo della Spagna a svegliarlo.
Si
girò verso lei che….ma si rese conto che quei capelli ricci biondi sparsi nel letto
non c’erano più. Si sentiva spento come una macchina senza luci. Aprì gli occhi
e Jane non c’era, in parte si sentì sollevato.
“
Buon giorno Federico!” Era Jane con l’accappatoio che si stava asciugando i
capelli con l’asciugamano.
“
Giorno…Vai a lavorare?”
“
Sì….ti devo far portare la colazione in camera?”
“ No,
volevo rimanere un altro po’ a letto, scendo io, non ti preoccupare.”
“
comunque a che ora torni?”
“ Non
lo so, dipende dal lavoro.”
“
Comunque Matthewtorna nel pomeriggio,
ma va a dormire da Lydia, perché partono domattina per la vacanza.”
“
ah….”
“
Quando torni, ti devo parlare.”
“ e’
successo qualcosa di grave?”
“
No….però è una questione delicata.”
“ va
bene.”
“ Io
dovrei uscire per lavoro, e a comprare il regalo per il ragazzo.”
“ Okay.”
Gli diede uno schiocco sulle labbra. Ma quel bacio non aveva sapore di niente.
Dopo
Federico si preparò per uscire , fece un paio di telefonate ai suoi datori di
lavoro, poi decise di uscire per andare a comprare il regalo per Matt.
Nel
frattempo Matt trascorreva molto tempo con Lydia, solo che trascurava i suoi
amici, in particolare Bob che lo prendeva in giro, perché era geloso “ Ehi, vai
a fare pucci…pomicione” Bob gli piaceva Lydia e la storia della festa non
l’aveva mandata giù, si sarebbe promesso che un giorno si sarebbe rivendicato.
Con
Peter e Jackson ci parlava qualche pomeriggio, uscivano e si facevano quattro
risate in compagnia. Mente Lydia di Elisabeth ed Alexis, non le sopportava più,
così aveva cambiato amicizie all’interno della classe. Parlava con Margareth e
Tina che erano entrambe fidanzate e non facevano altro che vantarsi dei loro
ragazzi che facevano già le superioricon cui avevano fatto di tutto e di più. Lydia era intimorita, non che
lo attraeva Matt, anzi quando l’aveva toccata si sentiva molto scossa. La madre
l’aveva rassicurata, che era normale per una ragazzina della sua età avere lo
stomaco in fermento come delle piccole farfalle.
Solo
che Lydia aveva molte ambizioni, si era promessa che voleva diventare una donna
importante ed indipendente , avere altri obiettivi come partecipare a progetti
di pace. Avrebbe voluto sistemare il mondo.
Matt
tornò a casanel pomeriggio verso le 5,
30, doveva prendere alcune cose prima della partenza e trovò il padre nello
studio.
“ Oh
papà,che bello vederti, quando sei
tornato?”
“
Stamattina presto figliolo, ho saputo che parti domattina.”
“ Sì,
non vedo l’ora!”
“ Mi
raccomando , stateci con la testa!”
“ Non
ti preoccupare, c’è che già Lydia che mi rimprovera.”
“ che
brava ragazza!”
“ Va
un po’ in camera tua, che c’è una sorpresa.” Matt andò in camera e si ritrovò
nel letto il videogioco del NBA.
“
Grande! Grazie! Facciamo una partita!” E si mise a giocare con il figlio.
Federico
gli prese un dubbio,pensò alle parole di Silvia, se era opportuno o no rovinare
la sua famiglia per una notte. Forse avrebbe dovuto chiamare Silvia e ripensarci,
era meglio vivere, libero di essere se stesso o rimanere nella sua famiglia.
Due amori, due promesse…quell’amore che scaldava il cuore….o un ragazzo che ha
bisogno di un padre.
Non
si sa bene cosa successe quella notte, ma fu la notte che Federico decise di
andare via di c Matthew uscì dopo aver giocato con il padre, il giorno dopo
sarebbe partito ed era immensamente felice.
Federico
era agitato, pieno di rimorsi e di dubbi. Pensava al figlio, così decise di
chiamare Silvia, sapeva che l’avrebbe ferita, ma avrebbe capito. Ma in quel
momento, aveva da fare per lavoro e dovette uscire, l’avrebbe chiamata più
tardi, poi avrebbe parlato con Jane.
Era
strano, perche Federico e Jane si erano amati, ma negli ultimi tempi lei aveva
preso le sue distanze e a lui il suo lavoro non bastava più, aveva bisogno di
vivere, di avere nuove emozioni,forse aveva paura di invecchiare. Non sapeva
che cosa voleva veramente fare, era spaventato e sapeva che come si sarebbe
mosso, avrebbe sbagliato, ma una certa era certa, lui si sentiva felice.
Quando
Federico tornò, erano le 10 di sera passate, era andato a cena da un collega
che l’aveva distratto dai pensieri della giornata. Però aveva ancora quel
dubbio, si guardò intorno e vide che Jane non c’era.
Chiamò
Silvia che rimase ammutolita per tutto il discorso.
“ …Ho
guardato mio figlio….ho giocato con lui e mi stringeva il cuore vedere un
ragazzo che mi vuole bene , che sta crescendo, che si sta innamorando e forse
presto sarà uomo a tutti gli effetti…
Gli
voglio bene e non vorrei ferirlo…”
Poi
Silvia disse: Sai me lo immaginavo che avresti cambiato idea, forse è giusto
così….”
“ Non
puoi capire quanto per me sia difficile…perché ti conosco poco, ma ti amo, mi
manca le tue parole su Dalì, sulla Spagna, su quei quadri che mi hanno
sviluppato tante emozioni: mi manca il tuo sorriso, il tuo sguardo, quando mi
sveglio…Mi manca il tuo corpo caldo e suadente ,il tuo calore, stringerti tra
le mie braccia , fare l’amore come quella notte a Barcellona….”
CLICK.
“
Cos’ è quel rumore Federico?”
“
No….”
“ Che
cosa no…”
“ c’è
qualcuno in linea…” E dalla porta della camera entrò Jane con il cordless in
mano.
“ Sì,
cara….c’ èsua moglie in linea…la
richiamerà più tardi…” Federico chiuse ed interruppela sua chiamata con Silvia.
“ Quando
sei tornata? Non ti ho visto, che cosa hai sentito,”
“
Stavo in bagno a farmi una doccia ed aspettavo una chiamata, ho preso il
cordless, quando ho sentito una chiamata in linea, non mi aspettavodi avere una rivelazione…ed ho sentito quanto
abbastanza, alla stupenda notte a Barcellona.”
“
posso spiegare…”
“ Che
cosa vuoi spiegare Federico? Che sei stanco di lavorare, che non sono una buona
madre, che sono troppo presa nel mio lavoro, ma qui mi sembra che vigliacco e
irresponsabile sei tu,carissimo.”
“
Jane…”
“ Ma
non mi arrabbio, non farò una scenata d gelosia…vuoi rimanere per amore di tuo
figlio,ma che ipocrita ! Io non conto niente , ora c’ è lei nel tuo cuore.”
Federico si avvicinò verso di lei.
“ Non
mi toccare…non voglio abbracci, ma chi ti credi di essere? Ma sicuramente hai
conquistato una giovane ragazzetta ingenua che è cascata alle tue moine
….quanti anni ha ? 20, 23….”
“ 27” Federico rispose
rassegnato.
“ ma
Jane non sai come stanno le cose.”
“ che
cosa? Che non mi ami più, l’ho capito…”
“ Ma
sai qual è il problema che sono io che no ti voglio più, non voglio dormire con
uomo che non mi ama, che pensa che sia un demonio.
“ ma
Matt…”
“ Oh,
Matthew capirà che padre irresponsabile veramente sei….”
“
Tieni, prendi le valigie e vattene da questa casa…Sono io che decido per te…”
Federico prese la valigia e cominciò a prepararla.
“ Ma
sai anche io ho una rivelazione per te….E te lo voglio dire, perché è giusto che lo sappia…20 anni fa anche io
ti ho tradito e con il mio capo.”
“
Cosa?” Federico non capiva.
“ Che
cosa credi come ho fatto ad avere la promozione? Per capacità, raccomandazioni,
avevo 23 anni, facevo la segretaria e il mio capo mi avrebbe promosso una vita
di successo, se andavo a letto con lui….E’ bastato poco, 2 anni a letto con lui
e mi ha dato l’investimento per aprire il centro.”
Federico
era stupito e sbigottito, maa
differenza di Jane che era stata calma lui si arrabbiò.
“
Credo che questa scoperta! Mi fa capire che donna cinica, arrivista e
manipolatrice che sei…Mi dispiace per Matt che ti crede una buona madre…”
“
Perché tu sei speciale?”
“ Io
ci parlo con lui, l’ascolto….”
“
Quindihai ragione! Me ne vado, perché
neanche io riesco dormire con una donna di ferro…”
Federico
si avvicinò alla porta: “ E pensavo che avessi deciso di fare finta di niente,
che potevamo essere una famiglia….Beh, addio!” E sbatté la porta.
Federico
uscì d quella casa, che sapeva che non sarebbe tornato mai più, che non avrebbe
più rivisto, il vento che si stava sollevando nell’aria ,che faceva muovere le
foglie degli alberi rispecchiava il suo stato d’animo, un uragano aveva
devastato la sua anima fino a scavare nelle radici del suo cuore. Chiamò
Silvia: “ Amore, aspettami, prendo il primo aereo per l’Italia, ti raggiungo
appena posso.”
E
Jane che era rimasta imperturbabile per tutto il tempo, quando andò a letto
dopo aver preso un calmante pianse nel suo letto vuoto. Il suomatrimonio era distrutto, ma Matt non sapeva
che al suo ritorno suo padrenon ci
sarebbe stato ad aspettarlo.
Ilgrande giorno era arrivatoe Matt si svegliò nella camera degli ospiti
di Pultizier..
“ Su sbrigatevi a prepararvi,
andate a prepararvi, fra 15 minuti partiamo.” Disse il padre di Lydia che era
già pronto con le valigie .
Vestiti, Matt e Lydiastavano facendo colazione ed ogni tanto si
prendevano per mano.
“ Fra poco si parte, contenta?”
“ Molto…io mi metto davanti in
macchina, se no mi fa male.”
“ Va bene, principessa…è buono
il tuo tè con quella fetta biscottata alla marmellata?” Matt gli addentò la
fetta biscottata che teneva tra le sue mani e sentì un sussulto. Entrambi erano
molto agitati, perché la stretta vicinanza faceva aumentare l’attrazione che si
era innescata fra loro.
Avevano solo 14 anni ed erano
turbati. Erano cresciuti così in fretta,fino a poco tempo prima dormivano nel
letto senza problemi come due bambini, ad un tratto erano diventati due adolescenti.
La madre entrò dalla porta e
Lydia e Matt si ritrassero. Matt finì il suo bicchiere di latte .Matthew
adorava il latte, non voleva the, caffè, aranciate…in tutta la sua vita a
colazione prendeva il latte, anche dopo una partita di tennis, diceva che si
sentiva più forte.
“ stupido….” E gli tirò il
tovagliolo.
“ ragazzi….smettetela di
bisticciare e scendete.”Jonathan era
agitato, perché il viaggio era lungo e stava mettendo fuori la macchina dl
garage.Erano un po’ bambini e adolescenti
Matt e Lydia, ma per questo si amavano, erano per entrambi il loro primo amore.
Dopo aver sistemato le cose
finali, scesero in macchina. Il viaggio era molto lungo, sarebbero andati verso
le montagne del Nord America.
Durante il tragitto, i ragazzi
si addormentarono.
“ Jonathan…”
“ sì…”
“ Questa mattina mi ha chiamato
Jane.”
“ E allora?” rispose cinico,
aumentando la velocità . Michela raccontò a bassa voce della litigata tra i
genitori di Matt, che Federico si era innamorato di un’altra e che se ne era
andato via di casa.
Jonathan rimase ammutolito.
“ Ti dico una cosa, mi dispiace
per il ragazzo, ma a Jane sta bene.”
“ Che cosa? John, smettila…basta
portarle rancore per una storiella avuta a 16 anni, sono stata anche io
adolescente ed ho avuto le mie delusioni, ma tu stai esagerando.”
“ Era stata la mia prima ragazza
e mi è dispiaciuto quando mi ha mollato, poi senza motivo…e questo dimostra che
è un’insensibile…”
“ Allora quello che ha fatto
Federico è giusto? Andare con un’altra….”
“Non urlare che il ragazzo ti
sente.”
“ Comunque Jane mi ha
raccomandato di non dirgli niente a Matthew, vuole parlarci da sola con il
figlio.”
“ Per cosa? Per ferirlo ancora
di più? Per me, glielo doveva raccontare questa mattina stessa.”
“ Senti John… te la vuoi
smettere? Se no, mi riporti indietro, non siamo ancora tanto lontani.”
“ Calmati tesoro, non giustifico
Federico, per quanto una persona ha problemi in matrimonio, bisogna chiarirli
sin da subito per evitare inganni e tradimenti. Io dico solo che avrà avuto i
suo motivi. E poi perché hanno litigato, perché Federico se ne è andato?”
“ Non me l’ha voluto dire.”
“ Vedi…”
“ Che cosa vuoi fare? Vuoi fare
come lui?”
“ Ma chi ti ha detto questo? E
poi lo sai che ti amo…” Jonathan teneva la mano sul volante e con un’altra le
sfiorò la gamba
“ Non credo.” Michela appoggiò
la mano sul finestrinoguardandola pineta che aveva davanti ai suoi occhi..
Chiuse gli occhi e cercò di ballare dentro la sua mente per rilassarsi. La
danza era per lei anima e corpo. Ballava , come se fosse sospesa tra le nuvole
contando i passi.
Michela Von Damm, donna di
classe, elegante , era stata una ballerina di danza classica da giovane ed ora
aveva una scuola di danza, dove anche Lydia seguiva. Era di buona famiglia, era
andata alla accademia di danza della Juliard ed aveva conosciuto suo marito,
tramite amici dell’accademia.
“ Che cosa dici?”
“ Tu non hai superato la cotta
adolescenziale per Jane…poi per me la mia adolescenza è stata diversa…ho dato
tutta me stessa alla danza e lo sai bene…i ragazzi mi corteggiavano, ma io non
gli davo retta…solo verso i 22 anni ho cominciato a guardarmi intorno.”
“ Ed hai conosciuto me 6 anni
dopo….comunque non dire stupidaggini, sai che non mi importa niente di Jane.”
“ Ed allora, smettila di darle
tutta questa importanza, da quando Matt sta con Lydia, non fai che parlare di
lei? Non è che la loro storia ti proietta inconsciamente verso la storia con
Jane? Sarà per questo che sei così prevenuto conil ragazzo? E poi mi dà fastidio.”
“ Hai ragione cara, ho
esagerato, non ne parlerò più.”
“E’ che…”
“ Cosa?”
“ Ho paura per Lydia, non voglio
che cresca troppo in fretta, è la mia bambina.”
“ Ecco il
problema…John…l’adolescenza è difficile, non possiamo pretendere che rimangono
i nostri bambini, pensi che per me sia stato facile, a 16 anni ero già lontana
dalla mia famiglia per studiare danza.”
“ Lo so, hai fatto molti
sacrifici.”
“ Io voglio bene alla mia
piccola, ma voglio farle capire che dalla vita ci sono altre cose, non solo
l’amore. Secondo me è meglio che soffre adesso, altrimenti non crescerà mai,
preferisci avere una figlia dipendente che non si stacca mai dalla famiglia?”
“ No, per carità…deve essere
libera ed indipendente, voglio solo che non si scordi di noi.”
“ Non lo farà tesoro….”
“ Non stai meglio, adesso che ne
abbiamo parlato.”
“ Sì…amore….ti amo, ma sul
serio…grazie.” E in una sosta verso l’ora di pranzo la baciò calorosamente.
Quando erano partiti erano le 8
del mattino, quando arrivarono erano le 15 del pomeriggio.
C’era molta neve, freddo, nulla
in confronto al caldo di San Francisco dove quella breve tempesta di neve era
già finita. Jonathan prese la valigie dalla macchina.
“ Dai Matthew..dammi una mano,
almeno noi uomini lavoriamo.”
“ Ha ragione…”
“ Su Lydia, diamo una mano anche
noi, prendi la tua valigia ed io la mia.” Entrarono in albergo con il facchino
che andò loro incontro. Jonathan andò a parlare con il portiere dell’albergo.
“ Siamo la famiglia Pultizier…ho
prenotate due stanze per due letti singoli.”
“ Sì…aspettavamo il vostro
arrivo! Camere 734 e 736. Ha
un panorama bellissimo, buon soggiorno, la prima colazione è alle 7, 30, il
pranzo a 12, 30 e la cena alle 19,30, per gli altri servizi può consultare il
depliant, inoltre queste sono le vostre tessere per le terme e i vari servizi
sportivi.”
“ okay, grazie….”
“ Tesoro, perché hai preso due
stanze con due letti singoli?.”
“ Semplice, io dormo con Matt e
tu con Lydia.”
“ Non ci credo. potevi prendere
una matrimoniale con due letti.”
“ non conveniva, costava
troppo.”
“ Hai sentito , non ci fanno
dormire insieme.”
“ ma tu guarda..” Michela fece
uno sguardo rassegnato
“ Hanno ragione, hanno paura che
il lupo cattivo entri nella mia stanza.”
“ Esagerata! Al massimo ti
faccio il solletico.”
“ parla quello che ha paura del
buio.”
“ Oh…la mia sveglietta con la
luce ce l’ho.”
“ Quanto sei ….” E sibaciarono di sfuggita ed andarono nelle loro
stanze. Nel pomeriggio passarono una giornata all’insegna dello scidelle passeggiate, pattinaggio, piscina e
bagni alle terme.
Il giorno di Natale fu
fantastico per Matt e Lydia che si scambiarono il loro primo regalo da
innamorati. Matt regalò a Lydia un portagioie con carillon, solo che il
carillon era la terra che ruotava intorno al sole, mentre Lydia regalò un libro
di sport, “ il tennis, come diventare campioni.” Il sogno di Matthew era di
diventare un atleta famoso e lo sarebbe diventato.
In quei giorni tra Matt e Lydia
l’attrazione era aumentata a causa del continuo avvicinamento.
Si erano persino nascosti in uno
sgabuzzino per non farsi vedere dai genitori di Lydia.
“ siamo pazzi vero!”
“ No, tu sei pazzo, dirò a tutti
che mi hai fatto prigioniera.”
“ Se parli, sai che faccio?”
“ si, che cosa fai?”
“ Ti riempio di baci…” Solo che
in quel momento la porta dello sgabuzzino si aprì, trovandosi la donna delle
pulizie che li rimproverò.
Quella sera stessa, Matt era molto
stanco, aveva passato la giornata a sciare, per non parlare della passeggiata
che tutti i giorni facevano alle 7 del mattino, diceva “ l’aria del mattino è
fresca e salubre”, solo che il sonno era tanto, e Matt e Lydia si ritrovavano
ad andare a dormire alle 10, 30, massimo alle 11. Stava per andare a dormire,
quando il padre di Lydia che era da poco entrato in stanza lo fermò un attimo.
“ Matthew, puoi aspettare un
attimo, vorrei parlarti.”
Jonathan Pulitzer era un uomo
distinto, era uno dei migliori avvocati di New York, si sapeva che da giovane
aveva avuto una storia con la madre di Matt, ma che egli lo lasciò per scarso
interesse.
Gli disse con voce pronta: “
sono troppo giovane per amare, per stare con te…voglio vedere il mondo, mi
dispiace John…” Ma lui ne soffrì, era giovane ed inesperto, ancora vulnerabile
al mondo circostante, avevano solo 16 anni. Gli passò, ebbe altre storie, poi
fece giurisprudenza ad Harvard, divenne avvocato e conobbe Michela con cui
sisposò ed ebberouna meravigliosa figlia.
John distolse da questi pensieri
e parlò con Matt, seduto con il pigiama e la vestaglia sul letto.
“ Matt…”
“ Sì…”
“ Tu vuoi bene a Lydia.?”
“ Io la amo signore.”
“ e sai che cosa significa
amare?”
“ penso di sì…”
“ non devi pensare, devi esserne
certo.”
“ Che cosa vuoi fare da grande?”
“ diventare un tennista famoso.”
“Pensi di prendere l’università?”
“ Sì, manon lo so ancora quale facoltà…signore…”
“ Chiamami John….”
“ Qualche problema? Senta io ne
ho parlato anche con i miei genitori…io e Lydia non abbiamo fatto l’amore.”
“ Matt, stai parlando della mia
bambina…”
“ Che sta crescendo…non voglio
mancarle di rispetto, voglio solo essere sincero…Io e Lydia ci vogliamo bene,
so che può sembrarle strano, in fondo Lydia è la sua unica figlia ed anche io
sono figlio unico, è normale che ha delle aspettative su di lei, però voglio
dirle questo non farei niente che la facesse soffrire.”
“ sei in gamba per avere solo 14
anni.”
“ signore, volevo dire John, mia
madre mi parla molto bene di voi,che con lei era stato un uomo elegante….mi ha
raccontato un fatto curioso che un giorno le si era sporcata la camicetta con
il gelato e lei l’ha portata a cambiarsi a casa sua, dandole una camicetta a
fiori divostra sorella anche se la
stava grande, poi gliel’ha regalata, perché vostra sorella non la portava più”
“ Ah…si, mi ricordo, quante
risate…ma ancora se lo ricorda?”
“ Ha ancora la camicetta
nell’armadio.”
“ Ah.” Jonathan rimase stupito
ed andò a dormire. Si sentiva sollevato, come se improvvisamente quel bruciore
che sentiva nello stomaco non l’aveva più, e si diede dello stupido, pensando a
sua moglie e a sua figlia, di cui era pazzamente innamorato che dormivano a due
stanze accanto alla loro.
Il giorno dopo Matt e Lydia per
la prima volta erano riusciti ad andare a fare una passeggiata da soli, verso
le 5 del pomeriggio dopo aver svolto i compiti delle vacanze. Jonathan disse:
-andate, ma non vi allontanare.-, così si incamminarono.
“ Dai Matt, non mi lanciare le
palle di neve…Ah, è così e guerra sia.” Si diventavano e Matt per scherzò le
saltò addosso, vide il viso pallido e un po’ abbronzato tra la neve e le sue
labbra fredde,un po’ viola che sapevano di amore. La baciò in un bacio lungo ed
appassionato.
Continuarono a camminare tra le
vie della montagna, tra gli alberi grandi di una pineta innevata che sembrava
un labirinto, ma cominciò a nevicare. Dopo un po’ la neve si stava facendo
fitta:
“ Matt, dove siamo…. ?”
“ non lo so, non vedo più
niente,sta nevicando troppo forte,
bisogna tornare indietro.”
Si rimisero a camminare, ma non
riuscirono a ritrovare la strada di ritorno.
“ Ci siamo persi,accidenti se
avevo la bussola degli scout!
Ci
siamo persi!”
“ Lydia, calmati, ho il telefonino,
provo a chiamare i tuoi…” Un minuto dopo:
“ Non prende…”
“ Ed ora come facciamo?”
“ Bisogna ritrovare un riparo.”
“ Matt, è colpa tua.”
“ Che cosa stai dicendo?”
“ mi sono fidata di te, dicevi
che facevamo la strada giusta…”
“ Lydia…lo senti il vento, la
neve….ci stiamo congelando, moriremo assiderati se continuiamo a stare qui.”
“ Sei un deficiente…come tuo
padre….”
“ Che cosa c’’entra mio padre
adesso?”
“ Niente…”
“Allora perché hai detto in quel
modo?” Matt si girò.
“ è andato via di casa, l’ho
sentito di sfuggita dai miei genitori questa mattina.”
“ Non è possibile….”
“ No, è che…..ahhhhhhhhhh!!!!!!” Lydia scivolò verso
un dirupo e riuscì a trattenersicascando su un masso.
“ Oh dio Lydia…..”
“ Matt, aiutami, ho paura….”
“ non guardare giù….” Il vento
stava tirando forte e la neve era sempre più intensa, Matt si tolse la
giaccadella tuta.
“ Afferra la giacca…”
“ No, ho paura…”
“ Per la buona volta, vuoi
ascoltarmi…prendi la manica….”
“ fidati…guarda a me, solo me..”
“ Matt…” Prese la manica e la
tirò su con tutte le forze e se la ritrovò stretta tra le sue braccia. Erano
pieni di neve e i lori visi erano pallidi più che mai, la neve stava cascando
da tutte le parti.
“ scusami Matt, scusami…..”Lo
baciò.
“ Ahi….”
“ Che cosa c’è?”
“ Credo di essermi fatta male
alla gamba.” Matt la montò sopra le sue spalle, in quel momento Matt vide una
baita e con tutta la forza che aveva la raggiunse con Lydia dietro di sé.
Aprì la porta: “ C’è nessuno?”
Entrarono : la baita era rimata isolata e cercò di far sedere Lydia su un
divano. C’era un camino e Matt lo accese con i pochi legni che c’erano,
prendendo tutto ciò che si poteva bruciare. Dopo un po’ riuscirono a scaldarsi,
mentre entrambi rimasero ammutoliti.
“ mi dispiace Matt, io non
volevo…”
“ lascia perdere…”
“ dicono che si sia innamorato
di un’altra, loro non si sono accorti che l’ho sentiti.”
“ Sono le 9; Lydia, cerchiamo di
dormire….”
“ Matt…” Lidia lo baciò e si
tolse la maglietta.
Quando Matt vide Lydia in
reggiseno con le sue piccole forme, si sentì assalire da un calore forte, come
se un fuoco era stato acceso. Lidia era imbarazzata, era diventata rossa dalle
guance… Matt si tolse la felpa, quel poco che gli era rimasto sotto la tuta da
neve.Si guardavano e si baciavano,
impacciato Matt mise una mano sotto il reggiseno di Lydia e lei reagì con
unsospiro, spaventata di quello che
stava succedendo. Si erano spogliati solo sopra per nonsentire freddo. A Lydia ogni carezza di Matt
la faceva tremare. Si sentiva fragile e scomposta a trovarsi davanti a lui in
questo modo. Matt guardava quella piccola donna, dando attenzione al suo seno,
la baciava, ma ad un tratto si fermò.
“ Che cosa c’è Matt?”
“ Lydia, dobbiamo fermarci. Non
voglio che tu lo faccia, perché ti senti in colpa.”
“No, Matt….Io lo voglio, solo che ho
paura…ahi….”
“ Ti fa male la gamba?”
“ Sì….”
“ Lydia….”
“ sì…”
“sei bellissima.”E le sfiorò un bacio su un seno.
“ Ma penso che sia meglio finire
qui, non voglio approfittare di questa situazione, tu stai male …”
“ Per una volta Hai ragione
Matt, ci siamo fatti prendere troppo dal desiderio.”
“ Lydia, io vorrei che la nostra
prima volta sia speciale, non così….”
“ Vorresti dire che…”
“ No, non l’ho mai fatto.” Matt
e Lydia si sentivano così speciali l’uno per altro, le accarezzò il viso, poco
dopo si rivestirono e riuscirono a riprendersi.
“ Il fuoco si sta spegnendo,
cerco di riaccenderlo, sono le 10, 30,credo che sia meglio riposarci e cercare
aiuto domattina…”
“ Matt, mi dispiace per tuo
padre….”
“ lascia stare…”
“ No,Matt….a volte parlo
troppo….sono troppo critica nei tuoi confronti…”
“ Non ti preoccupare, ci sono
abituato.”
“ Matt….ti amo….”
“ Anche io Lydia.” Una volta
riacceso il camino, Matt abbracciò Lydia e stretti tra le loro braccia si
addormentarono.
Il mattino dopo, Matt e Lydia si
ritrovarono svegliati dai soccorsi, con le luci delle torce dirette sui loro
occhi.
“ Signori…sono qui…”
“ Oh santo cielo….” Arrivò la
madre di Matt che abbracciò la sua bambina.
Arrivò anche Jonathan che diede
uno schiaffo a Matt.
“ Papà….”
“ INCOSCIENTI! VI SEMBRA QUESTO
IL MODO DI ALLONTANARVI….PER FORTUNA CHE TI HO DATTO FIDUCIA MATT…”
“ Abbiamo perso
l’orientamento…ahi…”
“ Che così hai Lydia…?”
“ Mi sono fatta male alla gamba,
sono scivolata su un dirupo…” Gli occhi di Jonathansi riempirono dirabbia.
“ papà, non te la prendere con
Matt, mi ha salvato.”
“ Signore, siamo stati colpiti
improvvisamentedalla tempesta di neve,
abbaiamo provato a chiamare, ma il telefono non prendeva.” E Michela ascoltava
“ E’ vero papà….e se non fosse
stato per Matt, io sarei morta…..”
“ E poi è anche colpa mia…”
“ Che cosa stai dicendo?” disse
Michela.
“ gli ho detto del padre, che se
ne è andato…l’ ho sentito da voi ieri mattina…”
“ Ah….” I genitori di Lydia si
calmarono e i soccorsi fornirono delle coperte e cercarono di aiutare
Lydiaa uscire dalla baita.
Matt e Lydia tornarono in
albergo, nel pomeriggio prepararono i bagagli, nel frattempo Matthew era
rimasto silenzioso per tutto il tempo.
“ Matt, si può sapere che cosa
hai? E’ da questa mattina che non mi parli.” Chiese Lydia, quando lo vide di
sotto nella hall che portava le stampelle,per fortuna la frattura alla gamba
era lieve.
“ Secondo te Lydia? Tuo padre mi
odia, torno a casa e non ho nessuna voglia di sapere di questa storia. ”
“ Matt…per favore, ieri sera era
stato bellissimo…mi devo pentire…” Matt guardò Lydia che sembrava stesse
scoppiare a piangere.
“ oh scusa Lydia….io non
volevo….non voglio ferirti, voglio chiederti se mi puoi lasciare da solo , per
favore….magari ne parliamo più tardi….” La baciò appassionatamente.
“ Su …non piangere, non sei tu
quella forte…” ALydia scese una
lacrima
“ Sì,sto piangendo…è che anche io posso sbagliare
Matt….io non volevo…”
“ Non è colpa tua, è colpa mia ,
sarei dovutostare più attento…Lydia,
non te la prendere, tu puoi aiutarmi, ma a volte devo pensare d uscire dai miei
guai da solo…devo diventare più responsabile…. Per quanto riguarda ieri sera, è
stato molto bello e non voglio rovinare tutto per questa cosa…” Lydia si
rassicurò, più tardi Matt e Lydia si ritrovarono nella strada di ritorno, con
Matt che aveva il cuore nello stomaco.
Nel frattempo, i genitori di
Lydia avevano avvertito Jane dell’accaduto e delle parole di Lydia con Matt.
Jane era rimasta stupita, ma altempo
stesso sollevata, perché non aveva le parole per raccontarlo al figlio.
Quando Matt tornò a casa, erano
le 16 del pomeriggio. Entrò in casa, sperando di non incontrare la madre,
invece Jane c’era.
Matt
se la vide davanti….
« Matt, quanto sono felice
che sei tornato, mi sei mancato bambino mio.” Matt non rispose e andò su in
camera con il borsone.
Jane rimase così senza parole,
sapeva che ci sarebbe voluto del tempo, ma non credeva che Matt avrebbe reagito
così male.
Jane andò su in camera e bussò
alla porta.
“ Matt! Posso?” Entrò lo stesso,
con Matt che aveva lasciato il borsone per terra e messo il lettore mp3 alle
orecchie.
“ Matt, per favore…..dobbiamo
parlare, fra mezz’ora devo andare a lavoro.”
“ MATT…” Matt arrabbiato si
tolse le cuffie.
“ Si può sapere che cazzo vuoi?”
“ Non parlarmi così! Sono tua
madre…ho saputo dell’incidente che avete avuto ieri tu e Lydia…Ero
preoccupata….”
“ TU PREOCCUPATA….”
“ Non cominciare anche tu….”
“perché papà è andato via di casa?”
“ Lo vuoi proprio sapere, si è
innamorato di un’altra il tuo paparino speciale.”
“ mi sembra stano, quando l’ ho
visto qui, era tranquillo, abbiamo giocato insieme, era sempre lui.”
“ MATT…TUO PADRE NON è QUELLO
CHE SEMBRA? Credo che lo idealizzi troppo.”
“ perché TU COME SEI?”
“ MATT, PER FAVORE,NON
RIVOLGERTI così IN QUESTO MODO…”
“ Anche fosse avesse un’altra,
perchéè andato via? Avete litigato?”
“sì..ho sentito che parlava con quella
donna….e….” Ma Jane si fermò, non volle raccontare ciò che aveva detto a
Federico, di lei, del suo lavoro e del tutto il resto…no, altrimenti avrebbe
perso anche lui.
“ E….mi sono arrabbiata, sono
volate parole pesanti….e tante altre cose….lui era indeciso se rimanere o
andare da quella donna.”
“ Era indeciso…e tu non hai fatto niente per
farlo rimanere….” Matt era sconvolto.
“ No….non mi sembrava il caso, e
non era il modo giusto….”
“ Io con la vita vostra non
c’entro, perché non me l’hai detto prima?”
“ non volevo rovinarti la
vacanza…”
“ Tanto me l’hai rovinata lo
stesso…..per favore, esci…..”
“ Matt….”
“HO DETTO ESCI DALLA MIA
STANZA…..” Jane uscì pietrificata e Matt sbatté la porta.
Si mise la musica alta tra le
orecchie, per non sentire ivari
pensieri di gioia, dolore, tristezza che affollavano nella testa.
Era passato il tempo da Natale,
da quando Federico era andato via di casa, nel frattempo Federico era andato ad
abitare a Pavia con Silvia, inoltrando le pratiche di separazione e divorzio,
ma la procedura era molto lunga.
Jane si buttò a capofitto nel
lavoro e cominciò a seguire una terapia, chiese anche a Matt di andarci, ma lui
non voleva.
Matt e Lydia continuavano a
stare insieme, per fortuna vicino a lui c’era Lydia che lo rincuorava, che gli
stava vicino, altrimenti Matthew avrebbe perso la ragione.
Aveva rancore con la madre, con
il padre che lo chiamava, ma non rispondeva, aveva perso fiducia in se stesso e
in ogni cosa,perdendo anche le finali di tennis che lo portò all’esclusione al
campionato, a scuola se la cavava giusto perché c’era Lydia che lo aiutava. Lydia era preoccupata, anche perché Matt non
aveva pianto, non era aggressivo, niente…non aveva per niente elaborato la
separazione dai suoi.
Era un giorno di primavera, e
Matt e Lydia erano usciti. A San Francisco era molto caldo ed erano andati a
fare una passeggiata nelparco.
Matt aveva comprato a Lydia un
gelato.
“ Non è che a forza di mangiare
gelati ti ingrassi?”
“ A me piacciono i gelati e poi
ho preso solo i gusti della frutta, pesca, fragola e limone. Vuoi assaggiare? “
“ No…”
“ Non credi di esagerare con
questo muso?” Poco dopo andarono avanti, e si trovarono Bob e Peter che avevano
parcheggiato vicino all’entrata del parco con le motociclette.
“ Ehi, piccioncini…. Tubate, ma
quanto vi volete bene…”
“ Quanto pomiciate.”
Lydia rispose loro: “ E voi
sapete che non potete parcheggiare i vostri motorini all’entrata del
giardino….”
“ Guarda, guarda, la signoria
parla…” Matt si avvicinò verso di loro, prendendo Bob dalla camicia.
“ Calmati che nessuno ti tocca
la tua fidanzatina….” I suoi amici erano rimasti arrabbiati, perché Matt aveva
smesso di uscire con loro, ogni tanto sentiva per telefono Jackson che lo
chiamavaper sentire come stava. Parlava
con Jackson e Lydia , ma almeno sapeva che si poteva fidare.
“ Senti Bob, mi hai stufato
abbastanza, fattine una ragione, io posso stare bene anche senza di te…non ho
bisogno della tua protezione per vivere.”
“ E di chi? Di Jackson? Quello
ha paura anche della sua ombra.”
“ Beh, ha una cosa che non ha
te, il rispetto e la sincerità, non mi è amico solo per conquistare le
ragazze…..”
“ Difendi i tuoi amichetti tuoi
quando vuoi, ma rimarrai solo e dovrai strisciare …”
“ Prima che striscio, passerà
molto tempo. Arrivederci!” e lo lasciò andare e s’incammino con Lydia
all’uscita del parco.
“Bravo, hai detto il fatto tuo. E’ questo il
Matt che mi piace.” Lydia gli diede un bacio.
“ Sai di fragola, buono…vieni un
po’ qua….” E la riempì di baci.
Ma Bob e Peter non erano i soli
a essere gelosi, ma anche Elisabeth ed Alexis. Ma Lydia aveva cambiato amicizia
e di loro non gli importava più niente. A parte che il prossimo anno sarebbero
andati alle superiori,sia Matt che Lidia avevano sceltol’ambito umanistico e letterario.( Secondary
school of second level)
Un giorno, Matt era solo in
classe dopo la lezione di recupero di matematica. Matthew aveva perso la
motivazione e le sua insegnanti, dopo aver parlato con Jane delle sue vicende
familiari, avevano preso a cuore Matt , in particolare la prof di matematica
cercava di aiutarlo per la matematica e le materie scientifiche, per il resto
se la cavava abbastanza bene.
Lydia non c’era, dopo la lunga
fisioterapia alla gamba, poteva riprendere a danzare ed a seguire tutte le sue
discipline sportive, per esempio il coso di pattinaggio l’avrebbe dovuto
abbandonare, perché sforzava troppo i legamenti, così diceva il dottore.
“ Credo che possa bastare per
oggi Mannelli, corregga li ultimi esercizi …è migliorato, se continua sì, non
avrà più bisogno del mio aiuto.”
“ Grazie professoressa!” E se ne
andò dall’aula. Si avvicinò al suo
armadietto, andando a mettere a posto i suoi libri, pensando di essere solo.
“ Buonasera….” Matt fece un
sussulto.
“ Spaventato?” Era Elisabeth…..
“ Per favore, cerca di andare
via, che non è aria…”
“ oh….perché tanto rancore? Ma
come sei maleducato.”
“ Con te ci vorrebbe neanche di
più.”
“ Che ti ha detto Lydia? Per
trattarmi così…”
“ Non ho bisogno di Lydia, ti
vedo come ti comporti, sei la sgualdrina della classe.”
“ Ma come siamo nervosi,….il
bimbo non ha ancora….” Matt mise gli occhi all’infuori dallo stufo.
“ colpito nel centro….a quanto
pare tu e Lydia siete ancora dei bambini a proposito…..”
Matt ripensò a quelle vacanze di
Natale, a come era stato bene insieme a Lydia, poi quella tempesta di neve
aveva rovinato tutto.
“ Va bene…ho capito,ho
esagerato…vieni a prendere un caffè con me?”
“ Non posso, devo andare via.”
Matt s’incammino, ma Elisabeth gli stava alle costole.
“ Un caffè? Mica ti salto
addosso. Di che hai paura?”Matt non ne
poteva più.
“ Vada per il caffè, ma 5
minuti.” Così Matt e Liz si avviarono al bar della scuola.
“ Senti, vammi a prendere tu il
caffè….ti aspetto fuori!”
“ Addirittura, non ti vuoi
neanche sedere…”così Matt l’aspetto fuori, e Liz andò a prendere il caffè, non
immaginando che cosa Liz gli mise dentro al caffè.
“ Ecco il tuo caffè, bevilo
tutto, altrimenti si fredda.”
In quella giornata, Matt non si
ricordò di quello che stava facendo, ma ad un tratto il vuoto, l’annullamento,
poi il buio.
Lydia era rimasta sorpresa ed
arrabbiata, lasciata sola in mezzo al bar , non comprendendo il comportamento
di Matt che da quel giorno non rispose alle sue chiamate.
Voleva lasciarla ….pensò…..pensò
a quella cosa che gli aveva raccontato, ma gli sembrava assurdo.
Pochi giorni dopo, Lydia stava
parlando con le sue amiche, a fine lezione, quando vide Elisabeth e Alexis che
stavano fumando fuori dall’uscita della scuola, così Lydia si recò verso di
loro.
“O chi si rivede dalla grande Hollywood? La
regina di tutte le star.”
“Non sono venuta qui per farmi prendere in
giro, che cosa hai fatto a Matt.?
“ Direi che cosa ha fatto lui a
me? E’ stato un grandea letto….sai ha
davvero un gran….ma come si fa a non andarci al letto.”
Lydia sgranò gli occhi e le diede uno
schiaffò.
“ Oh…oh….la verginella ha osato
schiaffeggiarmi.”
“ Tu….tu……” Lydia scappò via,
piangendo con Alexis che dispiaceva di vederla così.
Lydia tornò a casa e pianse per
l’intero pomeriggio, per fortuna i suoi genitori non c’erano, quando:
“ Signorina Pulitzer….c è una
ragazza di sotto.” Le disse la governante.
“ Mandala via, non voglio
parlare con nessuno.”
“ E’ la signorina Alexis Estro,
dice ch è una cosa importante.”
“ E va bene, falla venire qui….”
Così Alexis entrò e gli raccontò dell’accaduto.
“ Guarda che Liz non è andata a
letto con Matt, è vero l’ha drogato, gli ha dato un sedativo nel caffè che gli
ha fatto dimenticare tutto, l’ ha messo nel letto suo e l’ha spogliato ,
facendogli credere che era stato con lei, ma non hanno fatto niente. Voleva
fare un dispetto a te, perché è gelosa di te e di Matt.”
“ Oh Alexis, ho sbagliato sul
tuo conto, e pensare che Matt me l’aveva raccontato e non gli ho creduto. E’
già la seconda volta che non gli credo e non è vero.” Lydia ed Alexis si abbracciarono,
promettendo che sarebbero tornate amiche..
La sera stessa, Lydia andòa casa di Matt e gli raccontò del dialogo
avuto con Alexis.
“ ma tu guarda quella maledetta
stronza!”
“ Matt….ma perché non mi hai
risposto?”
“ Perché non sapevo che cosa dirti.
Non mi credevi e ho preferito il silenzio.”
“ Mi dispiace….ho dubitato di te
un’altra volta….”
“ Già, ma ti perdono…e io mi
sento un imbecille per averle dato retta, invece di stare con il mio angelo.”
“ Ti amo Lydia ! “
“ Anche io Matt!
“ E si baciarono, chiusero la
porta, approfittando del silenzio e del vuoto della camera, e questa volta Matt
e Lydia si amarono, ma sul serio come delle rose appena sbocciate, pronte ad
aprirsi al mondo. I loro vestiti caddero a terra e Matt spinse il corpo esile di
Lydia nel letto.
so che non riceverò risposta anche questa
volta. Sono in Italia, a Pavia, qui i sapori sono totalmente diversi da quelli dell’ America. Qui i colori, le emozioni sono tuttipiù accesi. Il sole dell’Italia , il grano , i cereali, la mia terra Matt, dei tuoi nonni e
anche della tua, sangue del mio sangue.
Io posso capire se mi odi Matt, potreicapire il tuo dolore se ti aprissi.
Vorrei che venissi da me
quest’estate. Qui ci sono dei bellissimi posti artistici i come Roma, Firenze, Venezia ,Milano, ci sono stato con lei
, si chiama Silvia, ed è una bravissima persona, ha avuto tanti problemi nella
sua vita, anche lei ha avuto un padre che non l’ha voluta e sua madre è
morta, scusami a te può solo dare fastidio che parli di lei, ma ne sono
innamorato. Non so se mi capisci, tu mi vedrai come un traditore villano, lo so
che tu vorresti che tornassi a casa, ma non posso, ora ho la mia vita qui in
Italia e tua madre ti vuole bene, anche se non lo dimostra, stallevicino Matt, comprendila, perché io non sono riuscito
a farlo.….sai, sono ritornato nella casa dei miei genitori e ho
apprezzato i miei ricordi d’infanzia nelle terre della Calabria.
Hai15
anni, sei quasi un uomo ormai, il prossimo anno prenderai la
patente. Non sono stato al tuo compleanno emi
dispiace molto..
Matt….rispondimi…., sai che cos’ è l’amore Penso di sì figliolo,
salutami Lydia, quella brava ragazza che ti aiuta sempre. So di non
essere un buon padre e mi dispiace davvero….
Ti voglio bene…..
Ma Matt nonrispose a quella lettera, ne alle altre 50 per ben lunghi 6 anni.
6 anni dopo:
Matt e Lydia
si trovano all’aeroporto. Lydia vuole intraprendere il corso di marketing
aziendale , mentre Matt ancora non lo sa, ha bisogno di
scoprire quale è la sua vera strada e parte per l’Italia, la terra che
suo padre ha origine. Ma questo provoca dolore nel cuore dei due ragazzi feriti
e sconvolti.
“ Matt,
sei sicuro di quello che stai facendo?”
“ sì
Lydia,”
“ sei
solo un vigliacco….”
“ Lydia,
io non posso più stare qui, questi 6 anni con te sono stati bellissimi, ma io
devo andare alla ricerca di me stesso.”
“ perché
non vieni con me?”
“ Non
posso Matt, la mia vita è qui….”
“
L’aereo sta per partire…”
“ Matt,
sei uno stronzo , sei un bastardo…..è così che
vuoi scappare come un cane, abbandonando tutti.”
“ Lydia
non mi rendere le cose più complicate, anche per me è difficile…..”
“
Matt….se tu vai in Italia….non ci vedremo più….”
“ l Lydia …..Ti amo!
Lydia pianse.
E Matt provò a raccogliere la sua lacrima con un dito.
“ Non
posso stare qui, non ce la faccio più, con mia madre,con
tutti….”
“
L’aereo sta per partire…”
“
“ Ti devo salutare Lydia….”
“Questo…. che ti dò
Matt è il mio ultimo bacio di addio……Chiudi gli occhi e considera questo come un lungo bacio. Un bacio di
addio”disse Lydia a Matt.
Matt saluta
Lydia con una carezza sul viso. La guarda nel finestrino, la sua vita con lei,
vista come piccoli flash:il loro primo bacio, la
vacanza in montagna, la prima volta, le feste passate insieme, le litigate e la
pace, le partite sconfitte e le lunghe corse di Lydia verso Matt…..
e Lydia vede Matt scomparire nell’aereo tra la gente che sale,
quell’aereo che vola verso nuovi mondi, dove una parte di Lydia se ne sta
andando .
“Chiudi gli occhi e considera questo come un lungo bacio. Un bacio di
addio. So che se ti concentri riuscirai a sentirlo. Sentire tutto quello che
dentro ci sto mettendo. Nel mondo reale forse ce ne saranno altri ma li
conserverò per noi. Questo t è il mio bacio di addio perché farò in modo che
questa vitanon contenga più nulla, nulla che
esplicitamente parli di te. Almeno ci proverò. E lo farò per quel rispetto che
nella mia vita reale ti ho concesso dall'inizio alla fine della nostra storia.
Di te conservo un'immagine perfetta. Perfetta pur con tutte le sue incrinature.
Perfetta nella sua imperfezione. So benissimo che tu sai cosa voglio dire, cosa
ho provato, cosa provo davanti ad ogni singolo istante passato insieme. Non ci
sono mai state sviolinate o parole romantiche per esprimere il rispetto di un
sentimento così privato come è quello che ci ha unito per anni. Quel rispetto
te l'ho dimostrato quando non ho voluto sporcare nemmeno un istante della
nostra storia. Le altre le ho sporcate, spesso. La nostra mi sono guardata bene
dal farlo.
Ne sono stata
talmente gelosa da non volerla condividere con nessuno. Nessuno della mia
famiglia. Nessuno dei miei amici. Nessuno che potesse in qualche modo sporcarla
con parole inutili, vacue. Con le poche persone con cui ho parlato di te, ho
cercato di dare l'immagine più bella, quella racchiusa dentro di me. E so che
questo potrebbe sembrar strano.
So che
potrei apparire l'amante ferita che ancora ti aspetta. Ma tu sai che se
l'ho fatto, se lo facciamo è per un motivo ben preciso. Si, l'ho
fatto perché se tiro le somme, il bene che ci siamo fatti è maggiore di
qualsiasi cicatrice ci portiamo addosso. Perché se io chiudo gli occhi e torno
indietro, io spererei ancora di incontrarti. Questi anni, pur con
tutto il male che c'è stato, non avrebbero avuto alcuno senso senza te. Io ho scelto di viverti. Ho scelto di amarti.
Io ho sempre saputo di poter vivere senza te,
semplicemente non volevo. Almeno fino a qualche mese fa, io non avevo
voglia di fare a meno di te.
Così ho fatto
in modo che nessuno mai delle persone che mi vogliono bene mi vedesse in
lacrime per te. Ho lasciato che fosse il tempo ad asciugarle e non un amico che
potesse indicarmi un solo tuo difetto. Ho sempre
pensato che ci sono dolori che solo noi che li viviamo possiamo lenire. Ho
preferito non coinvolgere nessuno nel mio dolore. L'ho tenuto per me a costo di
sembrare cattiva. Ho addirittura preferito allontanarmi, pur di non permettere
a nessuno di sapere che ci sono stati giorni in cui mi mancava il respiro. In
cui andare avanti mi sembrava inutile. Bada non ho scritto impossibile, ho
sempre saputo che posso andare avanti solo che per mesi non ne trovavo il
senso. E non volevo un amico che mi consigliasse - così come io avrei
fatto con lui - di amplificare i tuoi difetti e portarli al limite della
sopportazione. Sarebbe stato più facile, ucciderti nella mia mente, massacrarti
con il ricordo dei tuoi errori. Sarebbe stato più facile ma io volevo che te ne
andassi via dolcemente. Non volevo perdere un solo minuto dell'amore che ho
avuto ed ancora oggi conservo per te. Non ho mai raccontato - nemmeno qui su
questo posto virtuale - i motivi che c'hanno spinto a dirci addio. Non li ho
voluti condividere con nessuno. Con nessuno, perché nessuno le avrebbe capite.
Su una cosa puoi star certo: non verrò mai meno a quella promessa che tanti
mesi fa ci siamo fatti. Non ti sporcherò mai, non permetterò mai a nessuno di
mettere in dubbio quello che è stato. Non crederò mai a nessuno di quelli che
potranno dire che il male che ci siamo fatti è stato volontario. Non permetterò
a nessuno di distruggerti. Difenderti al costo di perdere me stessa. Come da
mesi tu stai facendo con me. Precipitare in un abisso e risalire, questo si, ma mai e poi mai ucciderò te per salvare me stessa. Non
lo farei mai. E questo lo sai. Lo sai perché nessuno mi conosce come mi conosci
tu. Tu conosci ogni centimetro della mia pelle, tu che conosci ogni centimetro
della mia mente, tu lo sai che fino a che potrò rispetterò quella promessa.
La
rispetterò perché senza te io oggi qui non ci sarei. E
te lo devo. Te lo devo per tutto quello che gratuitamente sei stato in grado di
darmi. Non permetto a nessuno di farti male. Nemmeno con insinuazioni sciocche.
Perché
so che alterno momenti di nostalgia dolcissima a
momenti di rabbia tremenda ed in questi ultimi potrei credere alle parole di
chi non conosce né me né te. E potrei anche se solo per un secondo non
rispettarti... Ma ho sempre pensato che quando vivi un amore il primo pensiero
deve essere nella tutela dell'altro, il rispetto che ho per te continua ancora
oggi che non ti amo più. Non ti sporco oggi che con una fatica
immensa sono riuscita a farti scivolare via così dolcemente. Non oggi che
non sento più quel vuoto che sentivo mesi fa. Non lo faccio oggi che sono
riuscita a perdonare me e te per tutto il male che ci
siamo fatti. Non oggi che vivo senza te senza alcun
rimpianto e senza alcun rimorso, oggi non posso rischiare di buttar via i
nostri sforzi fatti per non perderci in questo mondo. Così questo è il mio
lungo bacio di addio . Ci troverai dentro amore,
rabbia, nostalgia, malinconia e gioia. Quel mix che ti ha sempre intrigato.
Chiudi gli occhi e prendilo è tuo. Solo tuo.”