I'm not gay like you

di Gallavich94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


POV Philip

Da quando ero stato costretto a vivere in questa cittadina sperduta non ero riuscito a fare amicizia con nessuno, tutti pensavano fossi strano, mi evitavano come la peste. A me non importava granché perché me ne sarei andato presto, o almeno così speravo, dovevo solo aspettare che mia mamma si fosse ripulita e poi finalmente sarei tornato in città, sarei tornato a New York. 

 

La mia vita qui era noiosa, Helen era sempre al lavoro e sembrava non facesse il minimo sforzo per legare con me, al contrario Gabe cercava in tutti i modi di legare e farmi aprire, sperava che riuscissi a conoscere qualcuno e che smettessi di starmene rintanato in camera davanti al computer. Non riuscivano a capire che io li proprio non ci volevo stare, che volevo andarmene, volevo stare con mia madre in città dove non avrei dovuto nascondermi perché sono gay. Qui non potevo permettere che si sapesse, era una cittadina di gente chiusa che pensava ancora che fosse un problema da estirpare. Volevo semplicemente essere libero.

 

Ormai era passato un mese da quando stavo a Tivoli ed ero costretto a frequentare la Red Hook High School. Nessuno mi parlava ed ero felice cosi. 

Un giorno mentre uscivo da scuola lo vidi, sulla sua moto da cross e rimasi fisso ad osservarlo, era bellissimo. Si chiamava Lukas, aveva dei bellissimi capelli biondi e un sorriso che mi aveva tolto il respiro  (peccato che fosse rivolto alla sua ragazza, Rose). 

Avevo capito immediatamente di essermene innamorato, ma sapevo anche che non avrei mai avuto speranze visto che era etero e pure fidanzato. Mi limitavo ad osservarlo da lontano sperando di potergli almeno una volta rivolgere la parola, anche solo per chiedere una penna, non mi importava molto avevo solo voglia di avvicinarmi a lui.

 

Avevo passato le ultime settimane a trovare un modo per parlargli, ma proprio non risucivo a trovarlo. 

Ogni tanto la fortuna girava dalla mia parte perché fu lui che si avvicinò a me. Un giorno stavo girando un video a scuola (era sempre stata una delle mie passioni infatti ero diventato molto bravo con tutti quei programmi che servono a montare i filmati) quando mi notò e mi venne a parlare. Mi chiese se, visto che avevo la videocamera, avessi potuto realizzare dei video mentre si allena con la moto. Senza nemmeno pensarci accettai, ero felice come non mai in vita mia perché ero riuscito ad ottenere la sua attenzione poco importava se non era quel tipo di attenzioni che avrei voluto io, a me bastava solo poter passare del tempo con lui. 

 

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Ci eravamo dati appuntamento il giorno dopo a casa sua, l'attesa era stata snervante e le ore sembravano non passare più. 

Quando arrivai ero talmente emozionato che iniziai a tremare. Dovevo calmarmi assolutamente altrimenti non sarei riuscito a fare nessun video decente in queste condizioni. 

-Ehi- Lukas mi era arrivato alle spalle senza che me ne accorgessi immerso com'ero nei pensieri (che ovviamente riguardavano lui) -sei pronto?-

-Si..dove vuoi andare? Spero non troppo lontano visto che sono a piedi-  cercai di sorridergli ma non credo di esserci riuscito tanta è la tensione che ho in corpo.

-Non ti preoccupare- disse lanciandomi un casco -andiamo con la moto- dicendo l'ultima frase sorrise, uno di quei sorrisi che gli vedo sempre fare a Rose, uno di quei sorrisi che amavo e stavolta era per me. Mi sentii le gambe cedere ma mi feci coraggio e presi un bel respiro. Salii in moto e partimmo.  

 

È stato il pomeriggio più bello, era la prima volta da quando ero qui che mi stavo divertendo veramente. Non solo Lukas è bellissimo ma è anche simpatico e gentile. Mi ha riempito di complimenti per i video continuava a dire che ero fantastico, che erano i migliori che gli avessero mai fatto. Avevamo deciso di continuare a vederci per i video, mi disse che aveva bisogno di avere tante visualizzazioni se voleva essere notato da qualche sponsor. 

Avrei continuato ad uscire con Lukas, pensai fosse un bellissimo sogno e pregavo nessuno mi svegliasse mai, non riuscivo a credere fosse successo veramente. 

 

Erano passate due settimane dalla nostra prima uscita. Helen e Gabe erano felici di vedermi sempre fuori casa, era ancora difficile per me aprirmi con loro. Non gli avevo nemmeno detto di essere gay, per paura che mi cacciassero di casa. Se fino a poco tempo fa non vedevo l'ora di andarmene, adesso avevo un motivo per restare e non volevo assolutamente perderlo.

 

Eravamo come sempre su quella collinetta non lontano da casa sua, a quanto avevo capito si era sempre allenato li era il posto ideale, c'era anche un piccolo laghetto nascosto. Mi aveva detto che avrebbe tanto voluto sorvolarlo in moto, ma purtroppo la sua non era abbastanza potente  (non mi intendo per nulla di moto quindi mi limitavo ad ascoltare e annuire, tutto ciò che diceva per me era importante). Aveva appena finito di fare un salto, uno dei migliori che gli avessi mai visto fare, scese dalla moto e mi corse incontro, era felice e sorridente. Mio dio quanto avrei voluto baciarlo, sentire finalmente il suo sapore sulle mie labbra, avrei venduto l'anima al diavolo pur di avere un solo bacio con Lukas. 

-Philip? Mi senti?- oddio mi stava parlando ma non avevo sentito nulla ero troppo perso a fantasticare.

-S..scusa. Mi ero distratto dimmi- ti prego fa che non si sia accorto di come lo guardavo.

-Ho detto se hai voglia di venire a bere qualcosa al capanno di mio padre, li c'è sempre della birra e nessuno a disturbare-, io e lui in un capanno e con della birra non avrei potuto chiedere di più. Annuii con la testa e ci dirigemmo alla moto, credo di aver avuto un sorriso da stupido stampato in faccia per tutto il tempo, chissà cosa avrà pensato.

 

Dopo 10 minuti eravamo al capanno, ma più che un capanno sembrava una piccola casa. C'era la cucina con un divano e la TV, un bagno e persino una camera da letto. Mi disse di andare in camera lui avrebbe preso le birre e mi avrebbe raggiunto. 

Oddio perché non potevamo stare sul divano? Proprio in camera sul letto? Senza nemmeno rendermi conto stavo tremando di nuovo e mi sentivo il respiro pesante, "calmati, calmati" mi dissi mentalmente, provai a respirare con calma, per fortuna ci riuscii se no chissà cosa avrebbe potuto pensare a vedermi in quelle condizioni. E io cosa gli avrei detto? Che era colpa sua se mi sentivo così? Che ero gay e mi ero innamorato di lui dal primo istante che l'ho visto? No meglio di no. Meglio soffrire ogni tanto ma poter stare vicino a lui piuttosto che vederlo lontano che mi guarda con disgusto per quello che sono. 

Eccolo che stava arrivando con le birre, "fai un bel respiro", -Gr..grazie- l'unica cosa che riesco a dire mentre me ne passa una. Mi attacco subito alla bottiglia per evitare di dire o fare qualcosa di imbarazzante. 

Subito dopo ci mettiamo a guardare i video della giornata e non riesco a smettere di osservarlo. I suoi occhi azzurri che brillavano per la felicità, si vedeva lontano chilometri quanto amasse il motocross e rivedersi in quei video lo faceva sentire bene. 

-Sei fantastico, voglio dire i tuoi video...sei bravissimo- mentre me lo diceva mi guardava dritto negli occhi, sembrava agitato. 

Mi avvicinai a lui, gli occhi incatenati ai suoi. Stavo per baciarlo. Lui era lì fermo, come se non aspettasse altro. Mi feci coraggio e mi avvicinai ancora di più, le mie labbra stavano per sfiorare le sue. -Cosa fai?- mi spinse via, sembrava furioso con me, non mi guardava più in faccia. Perché non ascolto mai la mia testa? Sapevo che era una cosa stupida da fare. 

Mi alzai per andarmene, non potevo più stare li. 

-Philip- lo sentii afferrarmi il braccio -resta-. Mi tirò a se e mi baciò. Rimasi immobile per qualche secondo. Stava succedendo davvero? O era solo un altro dei miei sogni? Dopo qualche secondo di shock risposi al bacio, tremavo le mie gambe non mi reggevano più. Avevo bisogno di sedermi. Lui sembrò capire, mi circondò con le sue braccia e mi fece sdraiare sul letto, lui sopra di me continuava a baciarmi. Mi baciava e baciava, non riuscivo a capire più nulla. Ci ritrovammo entrambi senza maglietta, lui che si strusciava su di me e io che gli andavo incontro. Il tempo sembrava essersi fermato. Eravamo solo noi due, non esisteva nient'altro al mondo. Ero felice. A quanto pare Lukas era gay, o bisex visto che stava con una ragazza, e mi stava baciando. Forse avrei potuto dirgli quello che provavo, dirgli che lo amavo. 

Il mio telefono iniziò a squillare. A quel suono Lukas si tirò su da me come si fosse risvegliato da uno stato di trance. Si alzò agitato inziando a farfugliare parole inizialmente incomprensibili ma poi sempre più chiare.

-Cosa stavo facendo? Io non sono gay. Non ha senso che ti stessi baciando non deve avere senso-, ad ogni parola era come se avesse il mio cuore sotto i piedi e lo stesse calpestando. 

Avevo voglia di scappare, di piangere, di sfogarmi e urlare. Urlare per la frustrazione. Non fosse stato per Helen che mi aveva chiamato poco prima gli avrei confessato tutto e probabilmente sarebbe stato ancora più doloroso di quanto già era stato sentire quelle parole.

Uscii dalla stanza, sarei andato a casa a piedi anche se non sapevo la strada. Forse avrei chiamato Helen o Gabe, gli avrei detto che ero andato a fare una passeggiata e mi ero perso. Mi sarebbero venuti a prendere. 

-Ti riporto a casa, siamo lontani non puoi andare a piedi- aveva ancora il coraggio di parlarmi dopo quello che aveva appena fatto.

-No grazie! Vado da solo- cercai di usare il tono più calmo che riuscivo, non era facile con le lacrime che minacciavano di uscire.

 

Appena tornato a casa mi rinchiusi in camera. Non avevo fame e ancora meno avevo voglia di parlare con Gabe e Helen. Durante la notte mi svegliai continuamente. I miei pensieri vagavano da quel bacio, quel momento di felicità pura, a quando aveva detto che era tutto uno sbaglio, eppure sembrava che anche a lui piacesse quel bacio. Non riuscivo a capire. 

Presi una decisione. Il giorno dopo gli avrei parlato, dovevo capire come era davvero la situazione. Non poteva baciarmi, perché si era stato lui a a prendere l'iniziativa, e poi rifiutare quello che aveva fatto. 

Finalmente mi addormentai, lo avrei affrontato a scuola poco importa che nessuno deve sapere che ci parliamo dopo quello appena successo avevo bisogno di chiarimenti e se quello era l'unico modo per parlarci non avevo altra scelta. 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


POV Lukas

Ho sempre vissuto qui a Tivoli, è una cittadina tranquilla dove ci si conosce tutti e tutti sanno tutto degli altri. Mia madre non c'è piu, è morta quando ero piccolo, vivo con mio padre. A scuola sono sempre stato ben voluto da tutti, gli amici non mi mancano e nemmeno la ragazza, si chiama Rose e stiamo insieme da quando abbiamo iniziato le superiori. Amo il motocross, faccio molte gare e sono anche molto bravo spero di riuscire un giorno ad ottenere uno sponsor per diventare professionista. Tranne per questo la mia vita è ordinaria. Scuola, casa,amici e motocross. Insomma nulla che valga realmente la pena di raccontare.

Durante il mio terzo anno la mia vita venne sconvolta completamente. A scuola era arrivato un ragazzo dalla città, avevo sentito che stava a casa dello sceriffo Torrance ma nessuno sapeva il motivo. Lo vedevo starsene sempre in disparte per i fatti suoi, evidentemente non voleva attirare l'attenzione, ma nonostante tutto veniva sempre deriso da tutti. Io ero tra quelli. Non so perché lo facessi, forse perche non pensassero che fossi diverso da loro, non volevo essere escluso e restare senza amici. Non lo avrei mai ammesso con nessuno ma sin dal primo momento quel ragazzo, che avevo scoperto chiamarsi Philip, mi era rimasto in mente. Spesso mi ritrovavo a fissarlo mentre era diatratto, mi sentivo strano avevo voglia di parlare con lui ma al tempo stesso avevo paura del giudizio degli altri. Si sarebbero messi a deridere anche me se gli avessi parlato? Cosi decisi che avrei continuato a osservarlo sperando di trovare una scusa per poter parlare con lui senza che i miei amici pensassero che volessi essere suo amico.

Un paio di settimane dopo si presentò l'occasione perfetta. Lo vidi con la telecamera in mano e gli chiesi se poteva farmi dei video durante gli allenamenti. Lui accettò subito, sembrava quasi felice che glielo avessi chiesto. In quel momento non diedi molto peso alla cosa. Da quel giorno inziammo a vederci sempre più spesso. Passare i pomeriggi con lui era bellissimo, sentivo che non dovevo fingere quando eravamo insieme, ma purtroppo la nostra amicizia doveva restare un segreto. A scuola lo trattavo male, mi sentivo morire ogni volta ma non avevo altra scelta. Lui non sarebbe rimasto a Tivoli per molto, solo finchè sua madre non si fosse ripresa. Me lo aveva confessato lui la terza o quarta volta che ci eravamo visti. Per quanto stare con lui mi facesse stare bene non potevo rischiare di perdere i miei amici solo per passare pochi mesi con lui.

Philip sembrava aver capito la mia paura. Quando mi capitava di incrociarlo nei corridoi mi guardava con quel suo sguardo che sembrava dicesse "Non ti preoccupare di me, fai quello che devi".

Ormai erano settimane che uscivamo insieme, per fortuna i miei amici credevano a tutte le mie scuse perché tranne che a scuola non passavo più tempo con loro.

Amavo i video che mi faceva, riusciva a farmi sembrare ancora più bravo.
Aveva un vero e proprio talento da regista. Ogni tanto mi divertivo a rubargli la videocamera per fare qualche video a lui ma cercava sempre di nascondersi. Era adorabile quando arrossiva per la vergogna. Non avrei scambiato quei momenti con lui per nulla al mondo.

Un giorno finiti gli allenamenti ci eravamo diretti al capanno di mio padre a bere una birra e guardare i video di quel pomeriggio. Quel giorno ero riuscito a fare uno dei più bei salto che avessi mai fatto e lui era riuscito ad immortalarlo su video in maniera meravigliosa.

-Sei fantastico, voglio dire i tuoi video...sei bravissimo- lo vidi guardarmi negli occhi e mi sentivo nervoso. Non avevo motivo per esserlo. Philip mi faceva proprio uno strano effetto. Ero rimasto incatenato ai suoi bellissimi occhi nocciola. Ero immobile. Lui si avvicinò a me lentamente. Stava per baciarmi. Le sue labbra erano vicine alle mie.
-Cosa fai?-, lo spinsi via. "Io non sono gay". Non riuscivo a guardarlo percepivo la sua delusione, con la coda dell'occhio lo vidi alzarsi. Non volevo che se ne andasse. Sentivo che avevo bisogno di lui, della sua presenza. L'unico vero amico che abbia mai avuto.
-Philip-, la mia mano si aggrappò istintivamente al suo braccio, -resta-. Lo tirai a me e lo baciai. Inizialmente non reagì al bacio, ebbi paura di aver fatto un grande errore ma poi anche lui iniziò a baciarmi. Lo sentii tremare. Lo presi tra le braccia e lo feci sdraiare. Non riuscivo a smettere di baciarlo, era una droga. Sapeva di birra ma anche di lui. Gli sfilai velocemente la maglietta e lo stesso feci con la mia, avevo bisogno di ritornare a baciare quelle meravigliose labbra. Non esisteva nient'altro al di fuori di noi. Io e lui. Avrei voluto poter restare tutta la vita così, solo io e Philip.

Il telefono di Philip iniziò a squillare. Quel suono mi riportò alla realtà. Mi staccai da lui, tutto quello che era successo mi colpì come una secchiata d'acqua gelida.
-Cosa stavo facendo? Io non sono gay. Non ha senso che ti stessi baciando non deve avere senso-. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Lo vidi prendere le sue cose e uscire di casa. Non poteva andare via da solo, eravamo troppo lontani da casa sua, si sarebbe perso nei boschi. Feci qualche passo per seguirlo, speravo si sarebbe fermato sentendomi ma invece fece finta di non sentire.
-Ti riporto a casa, siamo lontani non puoi andare a piedi- non so a cosa pensavo, volevo solo che non si allontanasse da me.
-No grazie! Vado da solo- non si era nemmeno girato. Il suo tono di voce era duro, cercava di non far trapelare la sua delusione. Uscì dalla porta e mi lasciai scivolare contro il muro. Sentivo le lacrime che volevano uscire. Cercavo di convincermi che non era normale quello che era successo tra noi. Non poteva e non doveva succedere ancora. Se mio padre e i miei amici lo avessero saputo sarebbe stata la fine per me. Asciugai le poche lacrime che avevano bagnato le mie guance, mi alzai e con molti sforzi mi misi in sella alla moto diretto a casa.

Mangiai con molta fatica. Pensavo solo a quello che era successo. Avrei dovuto parlare con lui, dovevo affrontarlo e dirgli che non sarebbe mai dovuto succedere, che era tutto uno sbaglio e mai nessuno avrebbe dovuto saperlo. Andai a letto, non riuscii a prendere sonno, ero troppo preoccupato per quello che sarebbe successo il giorno successivo. Mi addormentai solo intorno alle 4 del mattino con l'immagine fissa di Philip in testa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


POV Philip

Avevo passato tutta la notte sveglio. Appena provavo a chiudere gli occhi mi tornava alla mente la faccia di Lukas. Avrei voluto smettere di pensarci, ogni volta era come se rivivessi quell'esatto momento con le stesse sensazioni che mi facevano stare malissimo. Sapevo che avevo deciso di parlargli ma più si avvicinava il momento in cui l'avrei visto e più mi sentivo indeciso. Cosa gli avrei potuto dire? E lui come si sarebbe comportato? Avrebbe fatto di niente come se nulla fosse successo? Avevo paura. Non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia e di cose brutte ne avevo affrontate parecchie per avere solo 17 anni.

Mi feci coraggio e mi alzai dal letto. Feci una doccia fredda, magari riusciva a rilassarmi, mi vestii e andai a scuola.

Appena sceso dall'autobus lo vidi subito. Era appena arrivato pure lui, scese dalla sua moto, si tolse il casco e rimasi come sempre affascinato non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. Ero ancora immobile quando mi accorsi che si era girato e mi stava guardando. La paura si fece nuovamente strada in me, non riuscivo più a pensare a nulla tutto quello che avrei voluto dirgli era improvvisamente sparito dalla mia mente. Continuavamo a guardarci, notai che aveva delle grandi occhiaie sotto gli occhi, nemmeno lui doveva aver dormito molto. Il mio cuore mi implorava di andare da lui, parlarci e provare a chiarire mentre la mia mente mi ordinava di distogliere lo sguardo e andarmene. Quando vidi arrivare Rose che si attaccò a lui come una cozza allo scoglio, il mio cervello ebbe la meglio ed entrai a scuola. Sarebbe stato meglio affrontarlo più tardi, ma non ero più sicuro nemmeno di volerlo fare.

POV Lukas

Mi ero alzato a fatica quella mattina. Quelle poco ore di sonno che ero riuscito a fare erano state tempestate si immagini di Philip. Il suo dolce sorriso di quando stiamo insieme, i suoi occhi nocciola che mi guardano con delusione ma anche con affetto. Mi sentivo malissimo per il modo in cui lo avevo trattato. Oggi a scuola avrei chiarito la situazione con lui. O almeno ci avrei provato. Presi la moto e andai a scuola.

Ero appena arrivato quando lo vidi. Mi stava guardando e io guardavo lui. Non potevo staccare gli occhi dai suoi. Non capivo cosa fosse quel suo sguardo. Aveva deciso di far finta che non fosse successo niente e continuare la nostra amicizia? Oppure mi odiava? Non riuscivo proprio ad interpretarlo. Sentivo il mio corpo tremare non mi era mai successo con nessun'altro. Quando litigavo con Rose non mi interessava perché sapevo che tutto si sarebbe risolto senza problemi, ma con lui avevo paura che non sarebbe andata a finire bene se non parlavamo di quanto accaduto.

Lo vedevo li fermo a guardarmi. Avrei voluto andare da lui ma eravamo a scuola e chiunque avrebbe potuto vedermi. Avrei aspettato di passargli vicino e gli avrei detto... Cosa? Mi resi conto che non sapevo cosa dire, gli avrei chiesto scusa? Gli avrei detto che quello che era successo non sarebbe mai più dovuto succedere? Forse era meglio stare lontani per un po', avevo bisogno di schiarirmi le idee.
Mi stava ancora fissando, si vedeva che era triste ma anche arrabbiato con me. Così presi la mia decisione. Mi sarei allontanato da lui per capire cosa provavo realmente, ma il solo pensiero di stare lontano da lui mi faceva sentire una sensazione di vuoto come se parte di me mi fosse stata strappata via. Mi ero messo davvero in una situazione incasinata.

Ero talmente perso nei miei pensieri che nemmeno mi accorsi di Rose che mi era corsa incontro e mi aveva baciato. Ricambiai quel bacio insipido, ma non era lontanamente simile a quelli che mi ero scambiato con Philip. Mi era sempre piaciuto baciare Rose dopotutto era una delle ragazze più dell'intera scuola e aveva scelto di stare con me, mi ero sempre ritenuto fortunato che mi avesse scelto ma ora non provavo più nulla. Stare con lei era semplice abitudine. Ripensando a me e lei mi accorsi che  ormai non avevamo più nulla in comune. Quando si staccò da me i miei occhi andarono subito a cercare Philip ma non lo trovai, doveva essere entrato a scuola.

La campanella suonò e dovetti entrare anche io, sarebbe stata una lunga giornata. Evitare Philip non si rivelò molto facile visto che avevamo la maggior parte delle lezioni in comune.

POV Philip

Ecco ovviamente l'unica volta che voglio evitare Lukas me lo ritrovo ovunque, cosa ho fatto di male per essere così sfigato? Più lo vedevo e più il mio cuore prendeva il sopravvento. Le lezioni passavano troppo lentamente, non ero riuscito a seguirne nemmeno una, l'unico mio pensiero era lui. La campanella dell'intervallo finalmente suonò, presi la mia roba e andai sul tetto. Volevo stare completamente solo e quello era il posto perfetto, nessuno andava mai li. Non appena mi sedetti contro il muro tutte quelle lacrime che avevo trattenuto iniziarono a uscire copiose, era un pianto silenzioso il mio, stavo cercando di scacciare tutto il mio dolore, approfittavo del fatto che nessuno mi avrebbe ne visto ne sentito. Nessuno doveva vedermi così,  se già ero preso di mira da tutti figuriamoci se mi avessero visto in questo stato, si sarebbero divertiti il doppio.

Erano passati pochi minuti quando sentii la porta aprirsi, mi asciugai in fretta le lacrime e misi su, per quanto riuscivo, una faccia impassibile. Chi cazzo aveva avuto proprio oggi la bellissima idea di salire qua su? Appena alzai lo sguardo la risposta arrivò immediata: Lukas.

POV Lukas

Era lì sul tetto anche lui. Sembrava quasi che il destino non volesse tenerci distanti. Lo osservai bene aveva sicuramente pianto e ancora più sicuramente sapevo che la causa ero io, o almeno ciò che era successo tra noi. Non sopportavo di vederlo così, i suoi occhi sempre luminosi ora così spenti e tristi, il suo dolce sorriso sparito. Era tutta colpa mia. Mentre pensavo mi ero avvicinato a lui, i nostri occhi incatenati gli uni agli altri, i nostri visi vicinissimi. Da quella poca distanza notai che era messo ancora più male di quanto mi sembrava. Aveva gli occhi arrossati per le lacrime e delle grandi occhiaie probabilmente dovute alla mancanza di sonno come era accaduto a me.
-Mi dispiace- non riuscii a dire altro e prima che potesse dire qualcosa lo baciai. Stavolta ricambiò subito e fui felice. Era come tornare a respirare. Perché mi faceva questo effetto? Cosa aveva questo ragazzo di così speciale? Non mi interessava, in quel momento esistevamo solo noi.

POV Philip

Ed ecco che di nuovo mi stava baciando. In pochi secondi era riuscito a farmi cedere, ogni mio proposito di stargli lontano era andato a farsi fottere.
Ero felice ma il ricordo del giorno prima mi si ripresentò di nuovo. Non potevo permettergli di fare quello che voleva, non potevo permettergli di cacciarmi via dopo avermi usato di nuovo. Con molto sforzo mi staccai da lui e tutto ciò che volevo dirgli mi uscì dalla bocca come un fiume in piena.
-No basta! Non puoi baciarmi e poi mandarmi via! Non puoi fare finta che non sia successo nulla e poi di nuovo venire qui dire che ti dispiace e poi baciarmi di nuovo pensando che non ci siano problemi! Non sono un fottuto oggetto da usare quando ti pare e piace e poi buttarmi via quando non ti va bene. Ho dei sentimenti pure io. Anche io sono confuso non pensare che il mondo gira solo attorno a te.- finalmente mi ero sfogato, era una sensazione liberatoria. Recuperai il mio zaino e mi incamminai verso la porta senza degnarlo di uno sguardo perché se lo avessi guardato tutto quello che gli ho detto avrebbe perso valore e gli avrei assaltato quelle labbra perfette. Non potevo permettermi di cedere ancora, doveva capire cosa voleva davvero e io gli avrei lasciato il tempo necessario.

POV Lukas

Le parole di Philip mi arrivarono come una pugnalata al cuore. Pensava che lo stesso usando come un oggetto ma non era così, solo non sapevo come dirglielo perché nemmeno io alla fine sapevo cosa provo davvero. Sapevo solo una cosa.
-Ti prego aspetta un attimo- lo vidi tentennare avevo paura non mi volesse ascoltare.
-Ti ascolto- mi sentii leggermente meglio a quelle parole.
Presi tutto il coraggio che avevo non potevo sprecare questo momento.
-Non ti so dire perché l'ho fatto ma stare vicino a te mi rende strano. Già da prima di ieri sentivo che c'era qualcosa di diverso dalla semplice amicizia tra me e te, quando ti vedevo provavo cose che non ho mai provato ma il mio cervello continua a dirmi che è qualcosa di sbagliato che nessuno accetterebbe mai soprattutto mio padre e non voglio perdere anche lui. Stamattina quando ho baciato Rose ho pensato subito a te, a come quel bacio con te mi abbia sconvolto e non volevo altro che baciarti ancora e ancora. Ti prego non lasciarmi solo, ho bisogno di te-, ero sconvolto dalle mie stesse parole e vidi che lo era parecchio anche lui. Mi concentrai sui suoi occhi poi scesi a osservare la sua bocca leggermente aperta. Dio quanto avrei voluto baciarlo di nuovo ma era meglio aspettare, la prossima volta avrebbe fatto lui il primo passo non volevo forzarlo troppo.

POV Philip

Lukas provava davvero qualcosa per me! Stavo ancora riascoltando nella mia mente tutto quello che mi aveva appena detto. Erano le parole più belle che qualcuno mi avesse mai detto ma al tempo stesso mi ferivano. Lui voleva me ma aveva paura degli altri. Non saremmo mai potuti stare davvero insieme in questo modo e a me non andava bene.

Mi avvicinai a lui e lo baciai. Un bacio più dolce degli altri, gli stavo trasmettendo tutto il mio amore per lui. Una piccola e silenziosa lacrima mi bagnò la guancia perché sapevo che sarebbe stato l'ultimo bacio, almeno fino a quando non capirà cosa vuole davvero. Rischiare tutto per essere felice o rinunciare alla felicità per non perdere tutto?
Mi staccai da lui e lo guardai dritto nei suoi bellissimi occhi azzurri che in questo momento stavano esprimendo soltanto gioia. Una gioia che gli stavo per portare via.
-Questo era il nostro ultimo bacio. Finché non avrai fatto chiarezza non ci potrà mai essere nulla tra noi. Scusami ma non c'è altra soluzione, non posso essere l'unico a soffrire. Mi dispiace- mentre parlavo le lacrime iniziarono a scendere sempre più copiose ma non potevo tornare sui miei passi.

Tornai dentro e me uscii da scuola, non ce la facevo a restare ancora li. Volevo allontanarmi da tutto e tutti, tranne che da lei, avevo bisogno di parlare con mia madre. Presi il primo autobus ed andai in città. Fanculo il giudice e le sue decisioni di merda, nessuno mi avrebbe tenuto lontano da lei.

POV Lukas

Ero rimasto sul tetto per il resto della mattinata, non volevo andarmene da li. Avevo pianto molto, l'unica altra volta in cui mi era successo era stato al funerale di mia madre, e non volevo che qualcuno mi vedesse in queste condizioni. Avrebbero inziato a farmi domande a cui non potevo e non volevo rispondere quindi rimasi qui a fissare il cielo e a pensare a lui.
"Questo era il nostro ultimo bacio." Le sue parole mi rimbombavano ancora in testa. Faceva male ma dentro di me sapevo che aveva ragione, dovevo prima capire cosa fare e poi avremmo potuto avere una possibilità.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


POV Philip

Entrai nella casa dove vivevo fino a poco tempo fa con mia madre. Fui immediatamente sommerso dai ricordi, mia madre mi voleva bene nonostante tutti i suoi problemi con la droga non mi aveva mai abbandonato e io le volevo bene più della mia stessa vita. Ero felice di essere lì.  Appena mia madre mi vide mi corse incontro era felice di vedermi.
-Philip che ci fai qui?- mi chiese tenendomi stretto nel suo abbraccio - Non dovresti essere qui se il giudice lo scoprisse non potrò più vederti-
- Non sapevo dove altro andare. Avevo bisogno di vederti.- le dissi stringendola forte a me.
-È successo qualcosa? Gabe ed Helen non ti trattano bene?- era preoccupata lo capivo dal suo tono di voce.
-No no con loro va tutto bene. Si prendono cura di me come meglio riescono- la rassicurai.
-Allora cosa c'è che non va? Ti conosco e vedo che non stai bene- mentre parlava mi accarezzava la guancia - problemi di cuore?-. Annuii triste in risposta, aveva colto nel segno.
-Come si chiama?-
-Lukas- dissi sottovoce quasi a non volermi far sentire.
-È un bel nome- stava sorridendo - lui lo sa che ti piace?-, annuii di nuovo.
Mi strinse in un abbraccio forte. Venni immediatamente avvolto dal suo profumo, sapeva di sigaretta e rose, era il profumo di casa.
-Mi manchi tantissimo mamma- scoppiai a piangere senza volerlo, non avrei mai più voluto andarmene da lì.
-Anche tu mi manchi amore, ma non puoi stare qui- mi strinse ancora più forte a se -Gabe ed Helen ti staranno cercando. Torna a casa-
-Quella non è casa mia, questa lo è-
-Tra poco saremo di nuovo insieme, te lo prometto. Sto facendo il possibile per ristabilirmi.- mi stava guardando dritto negli occhi mentre diceva quelle parole come a farmi sapere che stava dicendo sul serio. Forse questa era la volta giusta, avrebbe voltato pagina e finalmente saremo potuti stare di nuovo insieme.
-Ti voglio bene, mamma- la abbracciai di nuovo.
-Te ne voglio tanto anche io-, mi staccai controvoglia da quell'abbraccio e mi alzai. Aveva ragione lei, dovevo tornare a "casa".

Arrivato a casa mi buttai subito sul letto. Avrei voluto saltare la cena anche quel giorno, ma era meglio non far preoccupare troppo i miei genitori affidatari così mi sforzai di mettere qualcosa nello stomaco. Speravo non avrebbero notato che non stavo bene, non ero pronto a rispondere alle loro domande. Raccontargli cosa mi stava succedendo significava dovergli dire che ero gay. Ero pronto a farlo? Dopotutto mi avevano accolto in casa loro, mi trattavano come un figlio. Forse non mi avrebbero mandato via, ma la mia paura era tanta.
-Philip? Hai sentito cosa ti ho chiesto?- Gabe mi stava sventolando la mano davanti agli occhi per attirare la mia attenzione.
Mi girai verso di lui, sembrava preoccupato -No, scusa. Ero sovrapensiero. Cosa stavi dicendo?-
-Volevo sapere come sta andando a scuola. Ho notato che ormai passi i pomeriggi fuori casa quindi hai trovato degli amici, no?-. Ecco che le domande erano arrivate. Cosa rispondere? "Si ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono innamorato follemente. Siamo sempre insieme, ieri mi ha baciato poi cacciato via, stamattina mi ha baciato di nuovo ma è fidanzato e ha paura di quello che i suoi amici e suo padre penserebbero di lui se sapessero che ha baciato un ragazzo. In sostanza gli ho detto di andare a fanculo finchè non avesse capito cosa cazzo vuole davvero e io sono qui distrutto perché non sopporto di non potergli stare vicino".
-Va tutto bene, al pomeriggio aiuto semplicemente un ragazzo con alcuni video- sembrava essere una risposta soddisfacente visto che mi sorrise e continuò a mangiare.

Finita la cena mi rifugiai in camera. Mi misi davanti al computer e giusto perché non stavo soffrendo abbastanza iniziai a guardare i video di Lukas. Non erano i video "ufficiali", quelli che avevo postato sul suo canale, erano quelli in cui faceva cose stupide che mi facevano ridere e innamorare sempre più di lui. Mi faceva male vederli, mi ricordava di quanto tutto fosse semplice fino a quello stramaledetto bacio, ma non riuscivo a smettere di farlo. Lukas era diventato la mia droga. Dio quanto mi mancavano i suoi sorrisi. Più tempo passava e più mi mancava.
Non risucivo più a stare senza di lui ma avevo preso la mia decisione e non mi sarei tirato indietro. Non potevo permettermelo.
Spensi il computer e andai a letto prima di ricominciare a piangere ancora.

Passai una notte agitata. Non appena chiudevo gli occhi venivo assalito da immagini di Lukas. Mi alzai il mattino dopo con la sensazione di essere più stanco di quando mi ero sdraiato. Mi preparai lentamente per andare a scuola. Non sapevo cosa sarebbe successo ne cosa aspettarmi da Lukas. Una parte di me sperava che avesse deciso di accettarsi e stare con me, ma dentro di me sapevo che non sarebbe stato così.

POV Lukas

"Maledetta sveglia" quella mattina era iniziata malissimo. Avevo lanciato la sveglia contro il muro, quel suono mi aveva ricordato che dovevo andare a scuola. Non volevo andarci, magari se avessi finto di star male mio padre mi avrebbe fatto stare a casa. Così facendo avrei potuto saltare quanto? Un paio di giorni massimo,forse qualcuno in più se ero abbastanza convincente. Prima o poi sarei dovuto andare a scuola e vederlo. Già, era proprio quello il problema. Un problema con occhi nocciola e capelli castani. Non potevo evitare per sempre di incontrarlo. Volevo vederlo, baciarlo e dirgli che mi mancava e volevo stare con lui, ma non ci riuscivo.
"Fanculo!" non potevo certo saltare scuola a causa sua. Mi preparai ed uscii di fretta, con tutto quel pensare ero in ritardissimo.

Appena sceso dalla moto, Rose mi corse incontro e mi baciò.
-Ciao amore!- mi sorrise e mi diede un altro bacio veloce - auguri!!-
"Auguri? Mica è il mio compleanno, mi sono perso qualcosa?" la guardai scioccato proprio non capivo cosa ci fosse da festeggiare.
-Sono tre anni che stiamo insieme oggi- mi disse subito come ad aver intuito i miei pensieri.
"Cazzo! Ero troppo preso da Philip da ricordarmene."  Le sorrisi nel modo più sincero che riuscivo. Avevo pensato di lasciarla ma oggi non è il giorno giusto, ma se non lo facevo al più presto poi non avrei mai più saputo come farlo. Perché la mia vita è diventata così incasinata in poco più di un mese? Questa domanda aveva solo una risposta: Philip.
-Ho una sorpresa per te. Oggi dopo scuola staremo insieme e non voglio sentirti dire di no. Non c'è scusa che tenga- me lo disse tutta felice, non potevo di certo dirle di no. Le dovevo almeno questo poi avrei pensato a come lasciarla.
-Va bene. Sarò tutto tuo oggi- lo dissi nel modo più convincente che mi uscì. Lei sembrò non accorgersi che non avrei voluto. Meglio così.

La mattinata passò veloce dopotutto. Riuscii ad evitare Philip quasi tutto il tempo. Solo una volta nei corridoi avevo incontrato i suoi occhi. Erano spenti, vuoti non sembrava nemmeno lui. Avrei voluto andare da lui, abbracciarlo e dirgli che mi mancava che volevo stare con lui e tutti dovevano saperlo. Con un coraggio che mai avrei pensato di avere, iniziai a muovermi verso di lui. Ero quasi vicino a lui quando Rose mi prese la mano -Usciamo ora? Non vedo l'ora di darti il mio regalo- quel contatto e quelle parole mi riportarono alla realtà e tutto il mio coraggio svanì. Annuii ma senza convinzione. Mi voltai per guardare ancora Philip ma se ne era andato. Seguii Rose ovunque volesse portarmi.

Mi portò in una piccola radura nel bosco dove andavamo sempre le prime volte che stavamo insieme. In quel posto ci eravamo scambiati i nostri primi baci che, nonostante non provassi più nulla, non avrei dimenticato. Aveva tirato fuori una coperta e una piccola cesta con del cibo, doveva averla nascosta stamattina perché non mi sembrava ce l'avesse dietro fino a poco fa. Mi sedetti sulla coperta e la abbracciai. Mi sentivo in colpa. Aveva preparato tutto questo per noi e io mi ero completamente dimenticato di tutto.
-Hai fatto tutto questo da sola?-
-Si. Voglio che sia una giornata speciale- mi sorrise ancora - Voglio fare l'amore con te. Abbiamo aspettato troppo e ora mi sento pronta.- mi baciò e io mi lasciai trasportare non sapendo come reagire. Si sdraiò sulla coperta trascinandomi con lei. Non staccava le sue labbra dalle mie, mi amava e lo sentivo dal modo in cui mi teneva stretto a lei. Iniziò a togliermi la felpa e la maglietta, fece lo stesso con i suoi vestiti visto che io non accennavo a muovermi.
-Tranquillo. Sono sicura di quello che voglio. Ti amo e voglio che tu sia la mia prima volta.- aveva parlato in modo deciso. Non potevo andare avanti quando avrei voluto che il corpo sotto di me fosse un altro,  non era giusto illuderla cosi. La guardai negli occhi e mi sentii veramente male per come mi stavo comportando con lei.
-Non posso. Mi dispiace.- mi alzai e mi rimisi la maglietta.
-Perché? Io ti amo e voglio farlo con te.- aveva uno sguardo spaesato e a quelle sue parole capii che non potevo proprio, lei amava me ma io non la ricambiavo.
-Mi dispiace, ma non posso perché non ti amo. Da stamattina stavo cercando le parole per dirtelo ma eri così felice che non ce la facevo.- la vidi aprire la bocca per dire qualcosa ma la interruppi -Non pensare che è colpa tua, te sei perfetta e bellissima ma...- non sapevo come dirglielo senza distruggerla più di quanto stavo già facendo.
-Ma c'è qualcun'altro- aveva un tono triste ma non era incazzata come mi sarei aspettato, -e credo anche di sapere chi-
-Co-cosa?- mi aveva sorpreso, non poteva aver capito di me e Philip, io e lui in pubblico non ci siamo mai parlati tranne la prima volta -Come hai fatto? È impossibile- tremavo e non risucivo a capire come avesse fatto.
-Ehi rilassati, non sono arrabbiata con te- mi aveva preso la testa e mi stava costringendo a guardarla negli occhi -Ho capito tutto dal modo in cui lo guardi quando pensi che nessuno ti veda ma speravo di riuscire a tenerti con me facendo l'amore con te ma evidentemente quello che provi per lui è troppo grande. Quindi ora se non vai da lui giuro che ti uccido perché anche lui prova lo stesso e sta soffrendo. Ti amo e ti amerò sempre. Voglio che tu sia felice e lo sarai solo con lui.- mi diede un bacio sulla guancia e mi spinse via -Muovi il culo e vai. Ora!- la ringraziai e con un sorriso corsi verso casa di Philip.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


POV Lukas

Non avevo mai corso così velocemente in vita mia. Arrivato davanti a casa sua mi dovetti riposare un po' per riprendere fiato prima di bussare, mentre ero lì fermo mi resi conto che non avevo idea di cosa gli avrei detto. Qualsiasi cosa potevo dire mi sembrava troppo poco, così preferii tornare a casa per pensare meglio a cosa fare. Avrei parlato con lui il giorno dopo.

Quella notte finalmente ero riuscito a dormire, quando mi svegliai non vedevo l'ora di essere a scuola e di vederlo. Avevo pensato molto su cosa dirgli ma niente era mai abbastanza, avevo deciso di improvvisare.
Mi preparai in fretta e corsi a scuola.

Lo vidi lí che stava entrando e non potevo più aspettare. Gli corsi dietro, lo afferrai per il braccio e lo voltai.
-Che vuoi? Siamo davanti a scuola, non hai paura che i tuoi "amici" ci vedono insieme?-  cercava di essere il più freddo possibile ma sentii chiaramente la sua voce tremare. Cosa potevo dirgli? La mia mente si era completamente svuotata di fronte a lui. Rimasi per un tempo indefinibile ad ammirarlo, i suoi occhi bellissimi nonostante adesso fossero spenti e circondati da profonde occhiaie, le sue labbra che mi mancavano da morire, era bellissimo. Avevo lasciato andare il suo braccio senza accorgermene e lui se ne stava andando. Non potevo lasciarlo andare ma non sapevo nemmeno cosa dire così seguii l'istinto. Lo raggiunsi nuovamente, lo voltai ancora e lo baciai. Immediatamente  lo sentii irrigidirsi, cosi gli avvolsi le braccia attorno al busto per stringerlo forte a me e finalmente si rilassò e rispose al bacio.

POV Philip

Lukas mi stava baciando. Non sapevo cosa fare finchè non mi ha stretto a sé e allora risposi al suo bacio, le nostre lingue iniziarono ad intrecciarsi, sentivo il suo gusto di caffè e menta nella mia bocca e non potevo essere più felice. Dopo un minuto, che mi sembrava un'ora, mi staccai da lui per guardarlo negli occhi.
 -Mi hai baciato davanti a tutti lo sai?- gli dissi sorridendo senza nascondere la mia felicità.
-Lo so- mi diede un altro bacio -tutti devono sapere che sei solo mio- stavolta fui io a baciarlo.
-Io sono tuo dal momento in cui ti ho visto- finalmente qualcosa nella mia stramaledetta vita stava andando per il verso giusto.
-Dai, entriamo a scuola- mi prese per mano ed entrammo. Tutti ci guardavano sconvolti ma nessuno parlò, solo una persona si avvicinò a noi e in quel momento realizzai che mi ero dimenticato di un particolare abbastanza importante.
-Rose?- gli chiesi a bassa voce.
-Ci siamo lasciati ieri. Le ho detto che mi piaceva un'altra persona e lei mi ha detto che aveva già capito tutto e anche che eri te. Se non fosse stato per lei che mi ha detto di correre da te a quest'ora non sarei qui con te-
La ragazza nel frattempo ci aveva raggiunti e aveva abbracciato Lukas, che continuava a tenermi per mano quasi avesse paura che sarei sparito, lo lasciai andare così poteva ricambiare senza intralci e lo vidi guardarmi leggermente spaventato.
-Non vado da nessuna parte- gli dissi a bassa voce sorridendo.
-Sono felice per te. Non ti vedevo sorridere così da tempo- gli disse la ragazza staccandosi da lui, poi si girò verso di me con un grande sorriso e abbracciò anche me.
Lukas mi riprese la mano e ci incamminammo verso i nostri armadietti sotto gli occhi di tutti.

POV Lukas

Tutti i miei "amici" si tenevano alla larga, me lo aspettavo. Ci stavano guardando e mi stavo innervosendo. Senza pensarci baciai Philip, lí in mezzo al corridoio "Ecco a loro qualcosa da guardare". Quando mi staccai da lui mi osservai intorno ed erano ancora tutti lí con le loro facce sconvolte come se non avessero mai visto due persone baciarsi.
-Se volete possiamo continuare tutto il giorno- iniziai ad urlare -io non ho problemi-
Philip mi strinse la mano -Dai andiamo. Lascia stare, te lo saresti dovuto aspettare- mi disse a bassa voce cercando di tranquillizzarmi. Lo guardai negli occhi e ci riuscii, era incredibile che effetto riuscisse a farmi ogni volta.
-Va bene, andiamo in classe. Oggi non ti separerai mai da me, non voglio che rimani da solo-

POV Philip

Fu una mattinata lunghissima. Ovunque ci giravamo sentivamo gli sguardi di tutti addosso, ma non mi importava perché avevo Lukas al mio fianco.
In pochi giorni era passato dall'ignorarmi totalmente quando eravamo in pubblico al non separarsi mai da me, se qualche giorno fa qualcuno mi avesse detto che sarebbe andata a finire così credo che gli avrei riso in faccia.

Dopo scuola andammo sulla collinetta dietro casa sua. Era diventato il nostro posto ormai.

Lo guardavo andare su e giù sulla sua moto, era bellissimo. Ero completamente rapito dai suoi movimenti.

Dopo un po' venne a sdraiarsi vicino a me e mi abbracciò.
-Non ti lascerò mai- mi diede un bacio -e poi mai- continuava a darmi dei baci dolci e non potei non sorridere.
-E io non ho intenzione di lasciarti andare via-gli risposi dandogli pure io un bacio. In poco tempo mi ritrovai sdraiato sulla schiena con lui sopra di me, continuava a baciarmi, le sue mani vagavano su tutto il mio corpo, le portò al brodo della mia maglietta e la tirò via. Venni travolto dai ricordi di qualche giorno prima ed iniziai a tremare, se si fosse pentito?
Lui sembrò capire a quello che stavo pensando -Stai tranquillo, non me ne vado più- e mi diede un altro bacio leggero, lo guardai negli occhi e capii che non stava mentendo.
-Mi fido di te- stavolta fui io a baciarlo -Ti voglio e voglio farlo con te- un altro bacio ancora.
Mi guardò con dolcezza e mi baciò. Questa volta era un bacio diverso, più profondo e intenso, le nostre lingue iniziarono a giocare tra loro, ci staccammo solo quando sentimmo il bisogno di prendere aria. Sarei voluto rimanere per sempre in questa nostra piccola bolla in cui nulla esisteva al di fuori di noi due.
Approfittando del nostro breve allontanamento gli sfilai la maglietta, poi inziai ad armeggiare con la sua cintura e gli levai i pantaloni, era bellissimo. Il mio corpo aveva reagito di conseguenza attirando l'attenzione di Lukas che mi diede un piccolo bacio e anche i miei pantaloni sparirono.

POV Lukas

Avere Philip sdraiato sotto di me con solo i boxer indosso, mi stava suscitando emozioni che mai avevo provato, non riuscivo più a resistergli. Volevo farlo mio in quel momento e per sempre. Continuavo a baciarlo, non risucivo a tenere le nostre bocche separate troppo a lungo, gli tolsi anche i boxer lasciandolo finalmente completamente nudo sotto di me.
-Sei stupendo- gli sussurrai all'orecchio.
-Anche te- mi disse infilando la mano nei miei boxer e iniziando a masturbarmi, -Ti voglio dentro di me, ti prego non posso più aspettare oltre- la sua voce era leggermente alterata a causa dell'eccitazione.
Mi tolsi i boxer e, cercando di non fargli male, lentamente entrai dentro di lui, il mio fiato aumentò notevolmente, i nostri cuori battevano impazziti all'unisono. I miei occhi erano incollati ai suoi, attenti ad ogni minima espressione del suo volto. Rimasi fermo per un tempo indefinito in attesa di un suo cenno per cominciare a muovermi, non riuscivo più a stare fermo ma non volevo procurargli troppo dolore, quando mi diede il via libera iniziai ad entrare ed uscire da lui, aumentando sempre di più la velocità. Stare dentro di lui mi dava una sensazione di completezza, come se i nostri corpi fossero fatti per unirsi e amarsi. Eravamo una cosa unica, dove finiva lui iniziavo io. Con questi pensieri in testa e i dolci gemiti di Philip non riuscivo più a resistere, la voglia di venire era così grande, ma non potevo venire, non prima di aver soddisfatto il mio Philip, doveva essere indimenticabile.
-Ti amo, Philip- gli regalai un bacio pieno d'amore.
-Ti amo anche io- mi rispose tra un gemito e l'altro.
Dopo poche altre spinte entrambi  raggiungemmo l'orgasmo, era la sensazione più appagante del mondo.

POV Philip

Avere Lukas dentro di me era stata la cosa più bella del mondo, eravamo venuti insieme come un unico essere indivisibile e questo mi rendeva ancora più felice.
Dopo essere uscito da me, mi aveva abbracciato e avevamo iniziato a coccolarci, volevamo goderci quel momento di pace senza nessun pensiero per la testa.
Lukas mi passava le dita tra i capelli, mentre io ero impegnato a tracciare linee invisibile sulla sua pancia con le punte della dita.
-Dovremmo rivestirci se non vogliamo ammalarci- sapevo che aveva ragione ma non ne avevo voglia, sarei voluto restare così ancora un po'.
-Ancora qualche minuto- gli dissi guardandolo con gli occhi da cucciolo sperando di ottenere ciò che volevo.
-Va bene- acconsentì lasciandomi un bacio sulla tempia -ma dopo andiamo a casa mia che devo ancora dirlo a mio padre.-
Mi sollevai di scatto a quella frase, mi ero completamente dimenticato di suo padre e di Helen e Gabe, anche io avrei dovuto dirglielo .
-Anche io devo parlare con i miei genitori adottivi, non sanno che sono gay e non so come dirglielo- lo guardai per cercare un po' di forza -Ho paura, Lukas.-
-Non avere paura- mi strinse a sé -siamo insieme ora e affronteremo tutto. Ti amo-
Sentirgli dire di nuovo quelle parole mi fece sentire una forte stretta alla bocca dello stomaco.
-Ti amo tantissimo anche io- lo spinsi a terra e mi misi a cavalcioni su di lui, lo stavo riempendolo di baci su tutto il corpo fino ad arrivare al suo inguine. Lasciai diversi baci su tutta la sua erezione che nel frattempo si era risvegliata, alzai gli occhi verso di lui per vedere la sua espressione di pura estasi.
-Oh mio dio, Philip- la sua tremava per l'eccitazione -ti prego!-
Decisi di accontentarlo e lo avvolsi con la mia bocca, iniziai a farlo entrare e uscire dalla mia bocca, dopo poco venne nuovamente e io non potei essere più felice essendone io la causa. Mi tirai su per dare un altro bacio a Lukas, non mi sarei mai stancato di quelle labbra, e lui si accorse che anche io ero di nuovo eccitato.

POV Lukas

Avevo ancora la mente offuscata dal piacere quando Philip mi baciò e sentii la sua eccitazione premere contro la mia coscia. Volevo ricambiare il favore così capovolsi le posizioni in modo da averlo sotto di me. Rimasi per una decina di secondi a contemplare quel corpo bellissimo sotto di me, i capelli scompigliati per il sesso e le labbra gonfie per i baci.
-Sei una visione bellissima-, mi abbassai verso la sua erezione e la presi in bocca, non sapevo cosa stavo facendo ma i gemiti che provenivano da Philip mi fecero capire che non stavo facendo nulla di sbagliato. Dopo pochi minuti venne anche lui, mi sollevai e lo avvolsi tra le mie braccia lasciandogli dolci baci ovunque.
-Direi che ora dobbiamo andare prima che ci saltiamo addosso di nuovo- disse ridendo Philip.
-Mi sa che è meglio- non potei fare a meno di ridere pure io.

Dopo esserci vestiti ci avviammo verso casa mia, ero pronto a raccontare tutta la verità a mio padre.

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