I'm coming home - Dai porti del mondo

di Marauder Juggernaut
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Regno di Goa nel Mare Orientale ***
Capitolo 2: *** Dai porti del mondo - Kuraigana sulla Rotta Maggiore ***
Capitolo 3: *** Dai porti del mondo - Su un'isola del Nuovo Mondo ***
Capitolo 4: *** Dai porti del mondo - Thousand Sunny sulla Rotta Maggiore ***
Capitolo 5: *** Dai porti del mondo - Villaggio di Shirop nel Mare Orientale ***
Capitolo 6: *** Dai porti del mondo - Rovine di Ohara nel Mare Occidentale ***
Capitolo 7: *** Dai porti del mondo - Dressrosa nel Nuovo Mondo ***
Capitolo 8: *** Dai porti del mondo - Mare del Nuovo Mondo ***
Capitolo 9: *** Dai porti del mondo - Impel Down nella Fascia di Bonaccia ***
Capitolo 10: *** Dai porti del mondo - Isola di Drum sulla Rotta Maggiore ***
Capitolo 11: *** Dai porti del mondo - Regno di Goa nel Mare Orientale ***
Capitolo 12: *** Dai porti del mondo - Promontori gemelli sulla Rotta Maggiore ***
Capitolo 13: *** Dai porti del mondo - Regno di Alabasta sulla Rotta Maggiore ***
Capitolo 14: *** Dai porti del mondo - Parlando del Re ***
Capitolo 15: *** Epilogo - Arcipelago Sabaody, ventun'anni dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Regno di Goa nel Mare Orientale ***


Prologo - Tell the world I’m coming home
 


Aveva sorriso anche quella volta.
Lo aveva fatto persino sul patibolo della propria condanna, quando le minacciose lame erano calate a fendere il tenero ed esile collo di giovane. Un ragazzo, poco più che ventenne, non ancora un uomo maturo; con le sue mani aveva rovesciato le sorti del mondo, aveva inciso in modo indelebile il proprio nome nella storia dell’umanità.
Aveva raggiunto il proprio sogno: su di lui si era posato il titolo di “Re dei Pirati” alla stregua di una corona. Se lo meritava, dopo aver messo in subbuglio tutte le certezze che tenevano in piedi le credenze umane.
Anche mentre veniva eseguita la sentenza aveva continuato a sorridere, consapevole di essere ripreso dalle telecamere che mandavano in mondovisione la sua esecuzione.
Voleva che tutti lo ricordassero come era sempre stato.
Voleva che tutti si rendessero conto che lui non era cambiato, nemmeno dopo aver trovato quel fantomatico tesoro che aveva dato inizio alla prima era della pirateria ormai 27 anni prima.
Monkey D. Rufy aveva ottenuto la gloria eterna quando aveva raggiunto Raftel; quell’isola era stato il capolinea in molti sensi.
 
« Cosa stai dicendo, Rufy?! Sei forse impazzito? ».
La voce di Nami era stato uno stridulo acuto, spezzato dalle lacrime.
Il suo capitano - ormai re di tutti i mari - le sorrise, ma non era quella solita e contagiosa allegria che animava e coinvolgeva tutti. Quello era un sorriso colmo di malinconia e tristezza: « Affatto, Nami. Questa è la mia decisione ».
Sembrava diventato più maturo. Il peso di quel titolo e di quelle responsabilità che aveva ottenuto parevano averlo invecchiato di diversi anni.
« Te lo puoi scordare, Rufy! Secondo te potremmo ascoltare un ordine del genere?! »
«Sì, perché è un ordine del tuo capitano, Sanji! ».
Il cuoco non aveva osato dire altro, tappandosi la bocca e cercando di trattenere le lacrime. L’atmosfera si stava facendo sempre più tetra e pesante, incupendosi di secondo in secondo.
Rufy sembrava fin troppo serio.
« Da quello che stai dicendo però … non sarà più così… » continuò lo spadaccino, senza avere il coraggio di aggiungere altro.
«Infatti questo è l’ultimo che vi voglio dare… »
Brook si intromise: « Suvvia, Rufy, ragiona! Sai cosa significherebbe questo per il mondo? Per di più in un momento così critico! Cosa ne sarà di tutte le isole sotto il tuo controllo? ».
Il capitano parve ricordare certi particolari solo in quel momento. Spalancò gli occhi al pensiero dei problemi che sarebbero susseguiti in conseguenza alle sue decisioni. Ma non importava più. Sentiva di giorno in giorno il corpo sempre più affaticato.
« Non ci avevo pensato… » per un istante, ritornò a essere l’idiota sbadato che tutta la ciurma conosceva; sorrise più ampiamente: « Le affido a voi, ragazzi! ».
Calò il silenzio, intervallato unicamente dall’infrangersi delle onde.
« Quindi … è finita? » domandò in lacrime Chopper.
Il Re dei pirati annuì e la ciurma intera incassò la notizia.
« Grazie, ragazzi, per questa magnifica avventura! » gocce salate cominciarono a rigare anche le guance del capitano, mentre dava quell’ultima disposizione di fronte a tutta la ciurma che gli era stata vicina dall’inizio alla fine, che lo aveva reso quello che era.
« Fate attenzione d’ora in avanti. Vi staranno col fiato sul collo… ».
Tutta la ciurma annuì, cominciando a dare le spalle al capitano. Tutti in lacrime, alcuni non ancora in grado di accettare quell’amara  e soffocante realtà. Ma quelli erano gli ordini del loro capitano.
 “La ciurma di pirati di Cappello di Paglia … è ufficialmente sciolta.”
 
Sul patibolo, prima della sentenza, Rufy guardò il marine che stava impettito vicino a lui; era lì a fare la guardia, per evitare che il prigioniero provasse a fuggire.
Per un ricercato di tale calibro, era ovvio che sarebbe stato presente un ammiraglio; la cosa che, però, faceva ridere il pirata, fu vedere chi avesse scelto di accompagnarlo alla morte. La stessa persona che più volte, negli ultimi due mesi, era andata a trovarlo in prigione.
Il Re dei pirati sorrise non visto, mesto e rassegnato: « Hai paura che scappi, fumogeno? »
L’ammiraglio Smoker sospirò: « Non ci si può mai fidare di un pirata… »
« Neanche di me? »
« Di te soprattutto ».
Rufy rise e il marine si domandò dove trovasse la forza per farlo.
Il mondo era incastrato in un ciclone a causa di quel pirata e della sua ciurma, ma la forza della Marina, per quanto ormai abbastanza labile, restava un faro di speranza per buona parte della popolazione mondiale.
Smoker squadrò il ragazzo seduto vicino a lui, in catene, in attesa delle lame dei boia.
« Hai per caso intenzione di dare inizio a una nuova era della pirateria con qualche strana frase emblematica? »
« Nah … finché tu manterrai le tue promesse, io sono a posto così! » ancora quel particolare entusiasmo.
L’ammiraglio scosse la testa, facendosi da parte mentre mostrava al mondo che restava col fiato sospeso l’esecuzione del pirata dal cappello di paglia.
Smoker notò solo in quel momento un lieve, ma fondamentale dettaglio.
« Dov’è il tuo cappello, pirata? » domandò, vedendo le spade dei boia scendere velocemente con un solo, crudele scopo.
Rufy sorrise: « L’ho regalato all’inizio di una nuova era ».
 
Un taglio netto.
 
 
Fiumi di alcol scorsero quella notte.
Scrosci di risa turbinarono in quella notte.
Una pioggia di lacrime cadde quella notte.








ANGOLO AUTRICE:
Purtroppo, quando arrivo in un nuovo fandom, divento una macchina sforna storie e basta anche la minima cosa per farmi scattare l'ispirazione. Quindi ecco una fanfic What if? su cosa accade nei giorni successivi la morte di Rufy alla sua ciurma ... e non... beh quest'ultimo dipende se l'ispirazione continuerà a venirmi. Ovviamente sottolineo che questa è solo una storia di fantasia, di certo il manga sarà completamente diverso dalle supposizioni che scrivo qui.
Detto questo, spero abbiate passato un sereno Natale con le vostre famiglie e a domani con la prima flashfic!
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 2
*** Dai porti del mondo - Kuraigana sulla Rotta Maggiore ***


Dai porti del mondo – Kuraigana sulla Rotta Maggiore
 

La principessa fantasma lo aveva lasciato da solo. Quasi non si aspettava una simile accortezza. Anche i babbuini si erano allontanati, come se non volessero interferire o infastidire.
Stappò l’ennesima bottiglia di liquore senza dire nulla, attaccandosi con la bocca al collo di questa, scolandosene metà tutta d’un sorso.
Ne aveva bevute troppe, ma credeva di non averne ingurgitate ancora abbastanza.
Una parte di lui voleva dimenticare tutto; l’altra parte gli ricordava che sarebbe stato un comportamento da codardi rinnegare colui che aveva contribuito a renderlo il migliore.
Una nuova notte calò su Kuraigana.
Una nuova bottiglia vuota andò a unirsi alle altre.
Non voleva mostrare lacrime, non sarebbe stato onorevole, nemmeno in quel momento, quando era da solo, di fronte al suo maestro.
O a quel che ne restava.
Un sorriso abbattuto e amaro nacque sulle labbra di Zoro che da ore – forse da giorni – fissava l’eburnea lapide che lui stesso aveva eretto per il secondo miglior spadaccino del mondo.
Mihawk era stato il migliore al mondo, prima che l’allievo superasse il maestro; prima che lo spadaccino della ciurma del Re dei pirati gli rubasse il titolo.
Chissà se il suo nome era arrivato fino a Kuina.
Zoro li aveva persi tutti, sua rivale sia maestro sia capitano.
La Spada Nera svettava, conficcata nella lapide, emulando una croce. Il cappotto, appoggiato sull’elsa, ondeggiava smosso dal vento che correva e ululava tra i rami degli alberi.
Bevve una nuova bottiglia.
Ora possedeva solo il titolo di “migliore”, da sfoggiare in un mondo allo sfacelo; quello e una taglia che scoraggiava e ingolosiva i cacciatori di taglie.
Chissà come stavano gli altri.
Il nome di Mihawk era elegantemente inciso sul marmo candido.
Il pugnale a forma di croce bruciò freddo sul petto di Zoro quando, con una folata di vento troppo forte, il cappello da moschettiere volò giù dall’impugnatura della Spada Nera per posarsi a pochi passi dallo spadaccino.
Lo fissò sorpreso e spaesato per alcuni secondi, prima di ridere.
Lo raccolse, prendendolo per una tesa impolverata.
Si avvicinò alla lapide, versando quel che restava del liquore della nuova bottiglia come un’offerta votiva.
Indossò il cappello, allontanandosi da quel sudario, stringendo tra le dita il bianco fodero di Wado Ichimonji.
Chissà se quella barca a forma di bara galleggiava ancora.

Ma da che parte era il mare?






ANGOLO AUTRICE:
Ecco qui la prima flashfic, dedicata al primo compagno che si è unito alla ciurma, Zoro. Spero vi sia piaciuta! Credo però che non farò unicamente i componenti della ciurma, quindi credo che dovrò modificare la lista dei personaggi ~
Un sentito ringraziamento a momoallaseconda e a Nami93_Calypso che hanno recensito il prologo!
A domani con la nuova flashfic
Marauder Juggernaut

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Capitolo 3
*** Dai porti del mondo - Su un'isola del Nuovo Mondo ***


Dai porti del mondo – Su un’isola del Nuovo Mondo
 
Strinse più forte il giornale tra le dita, riuscendo ad avvertire l’inconfondibile rumore di carta stropicciata anche in mezzo agli impetuosi fuochi della battaglia che imperversava poco distante da lui; il conflitto sembrava qualcosa di poco conto, come se non lo riguardasse minimamente.
Gettò uno sguardo quasi indifferente all’ennesima palla di cannone, che partì da una delle navi che si vedevano in lontananza; il colpo andò a vuoto, facendo solo una voragine nella strada e non ferendo nessuno, non colpendo nemmeno uno dei civili che urlavano disperati, implorando che qualcuno li salvasse.
Quelle navi pirata dovevano appartenere a dei novellini che erano appena giunti nel Nuovo Mondo e che si sentivano potenti perché una delle più grandi minacce del mare aveva appena tirato le cuoia.
Come potevano però essere così ingenui da dimenticare che c’erano anche altri dominatori del mare?
Sull’articolo in prima pagina svettava la foto dei boia che portavano a termine la loro esecuzione.
Lasciò cadere a terra il quotidiano, concentrandosi finalmente sulla battaglia che si combatteva poco distante da lui: gli abitanti erano tutti troppo impegnati a implorare per la salvezza per rendersi conto che Trafalgar Law era giunto su quell’isola già da un paio di giorni.
Poteva perdonare tale mancanza: in fondo, avevano un assedio da fronteggiare da quando la minaccia del nome di Cappello di paglia era venuta meno con la sua morte.
Sospirò, pronto a dare gli ordini quando due pirati partirono all’attacco, correndo al galoppo verso il porto, entrata della città.
Non disse nulla; dopotutto il potere che esercitava su Bartolomeo e Cavendish era limitato e poi quella situazione era un ottimo – per quanto pallido – diversivo per non farli pensare alla dipartita di Rufy.
Nessuno dei due aveva preso bene la decisione del Re dei Pirati di consegnarsi alle autorità.
La rabbia era stata soffocante per entrambi e tutti e due erano stati particolarmente tentati di far fuori Cappello di paglia con le loro stesse mani.
Avevano poi dovuto desistere di fronte alla determinazione del ragazzo di gomma. Un ordine era pur sempre un ordine. Un comando che nemmeno Trafalgar D. Water Law seguì volentieri, come era fin troppo risaputo quanto lui detestasse stare alle dipendenze di qualcuno.
Ma nonostante ciò, aveva dovuto eseguire.
Si alzò dalla propria postazione con calma, guardando in direzione del porto dove i colpi di un valente spadaccino e gli effetti del frutto Bari Bari intimorivano e respingevano quei pirati abbastanza coraggiosi da tentare un assalto alle banchine. Una situazione simile si stava sicuramente verificando in tutte le isole che erano state solo il controllo di Rufy.
« Hai lasciato tutto il lavoro a me, Cappellaio… ».
Si teletrasportò al porto, scambiando la propria posizione con quella del cordame presente su una pila di casse merci.
In piedi, ritto e fiero, non passò inosservato; e la sua fama precedette le sue minacce.
È IL CHIRURGO DELLA MORTE!
Un grido terrorizzato perforò i timpani di tutti i presenti, come lo fecero le urla dei pirati che seguirono.
COSA CI FA SU QUEST’ISOLA UN IMPERATORE?!
Una volta, queste urla avrebbero fatto piacere alle orecchie di Law, ma non in quell’ occasione.
L’urlo di Trafalgar fu un’ondata di gelo: « Io, Trafalgar D. Water Law, prendo sotto il mio controllo tutti i territori appartenuti a Monkey D. Rufy! ».
Forse, in quel modo, avrebbe potuto ripagare almeno metà dei debiti che aveva con il Cappellaio…
I pirati attorno continuarono a scappare terrorizzati.
Law sorrise malefico: « Tranquilli … tra poco sarà tutto finito ~ ».
Room. 







ANGOLO AUTRICE: 
Ed eccoci al terzo giorno e al turno di Law ... sì, ho voluto aggiungere anche lui e dargli infine anche un ruolo di tutto rispetto. Con la forza e il potere che si ritrova, secondo me è azzeccato. Ero abbastanza indecisa se mettere oggi lui o Nami e alla fine hi optato per gli alleati oggi e la navigatrice domani.
Spero che vi sia piaciuta, anche se non è propriamente una flashfic ... ma giuro che sforo di poco! 
Un grazie a momoallaseconda che ha recensito anche il secondo capitolo e grazie anche a chi legge in silenzio! 
A domani
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 4
*** Dai porti del mondo - Thousand Sunny sulla Rotta Maggiore ***


Dai porti del mondo – Biblioteca della Thousand Sunny, da qualche parte sulla Rotta Maggiore
 


Sdraiata sul tavolo, incurante di tutto, picchiettò con le lunghe dita sottili le sfere di vetro del Log Pose.
Gli aghi erano perfettamente immobili, come se si rifiutassero di portarla a nuove e inesplorate destinazioni. Ma per la navigatrice e cartografa del Re dei pirati, non c’era più nulla di inesplorato.
Centinaia e centinaia di fogli erano sparsi sul pavimento in modo confuso … li avrebbe raccolti più tardi.
Tantissime isole, una più assurda e pericolosa dell’altra.
Nonostante per la paura si fosse quasi sempre nascosta dietro le ampie spalle di Zoro o Sanji – che l’avrebbe volentieri protetta anche a costo della vita – alla fine, aveva posato il piede su tutte.
Poi, sulla nave, aveva dettagliatamente tracciato il contorno frastagliato delle coste di ogni isola, aveva disegnato ogni rilievo, scritto in una legenda tutte le caratteristiche che aveva potuto trarre e conoscere da ogni porto in cui avevano attraccato.
Anche lei aveva realizzato il proprio sogno, che se ne stava sparso in cento e più carte sul pavimento.
Si voltò su un fianco, controllando svogliata e mesta la confusione che la circondava. Confusione di oggetti, non di voci, di strilli, di ordini, di festa come sempre lo era stato su quella nave.
La Sunny era completamente vuota, tranne per lei che stoica aveva deciso di non abbandonarla, non ancora.
Franky l’avrebbe nascosta da qualche parte, quando lei si sarebbe decisa a scendere e a concludere definitivamente quel viaggio straordinario, come avevano fatto tutti quando avevano deciso di non mettere più piede sul brigantino.
Lo avrebbe dovuto fare anche lei, se solo avesse saputo dove andare.
La voglia di tornare al villaggio, di abbracciare Nojiko e Genzo e di rivedere tutti era forte, ma temeva che tale scelta avrebbe portato seri problemi alla popolazione di quell’isola che voleva solamente godere di un po’ di pace.
Magari sarebbe andata, ma sarebbe rimasta poco: non voleva attirare troppo l’attenzione.
Weatheria le sembrava il posto giusto, sicuramente difficile da rintracciare, di certo non per lei. Ma non le pareva il caso di restarci per troppo tempo.
Forse c’era un posto dove valeva la pena restare.
Sorrise abbattuta, alzandosi finalmente dal tavolo, notando distrattamente di aver buttato a terra altri fogli.
Le venne da piangere nel vedere il sorridente avviso di taglia di Rufy che annunciava la sua ultima, stratosferica taglia di “Re dei pirati”.
Accanto, la cartina di un’isola. La raffinata scrittura del nome del luogo  era stata tracciata dall’elegante mano della stessa navigatrice.
Raftel.
Nami prese una penna, intingendone la punta nell’inchiostro, siglando le ultime parole sull’ultima mappa.
Malinconica sorrise, per la prima volta dopo mesi.
Contattò il carpentiere, uscendo dalla porta e lasciando definitivamente la Thousand Sunny, dopo aver raccolto quasi tutti i fogli.
Lo spostamento d’aria dell’uscio fece volare precisamente sul tavolo l’avviso di taglia e la mappa di Raftel, quest’ultima completata dalle ultime parole necessarie.
“Grazie di tutto”.





ANGOLO AUTRICE:
Ed eccoci con la nuova flasfic, questa volta per Nami ... in realtà per lei avevo poche idee, perciò - anche se potevo farla tornare al suo villaggio - ho deciso di tenerla sulla Sunny per un po' e farla tornare nel mare Orientale in un secondo momento - che probabilmente non racconterò, ma suvvia (?) - 
Ringrazio momoallaseconda e MizuNoMikan che hanno commentato gli ultimi capitoli, un grazie anche a chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite e anche a chi legge in silenzio.
Un commento è sempre gradito!
Ci vediamo domani con la prossima flashfic!
Marauder Juggernaut.

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Capitolo 5
*** Dai porti del mondo - Villaggio di Shirop nel Mare Orientale ***


Dai porti del mondo – Villaggio di Shirop nel Mare Orientale
 

Arrancò sulla spiaggia, voltandosi per un istante quel guscio di noce mezzo affondato che lo aveva trasportato per l’ultimo pezzo del mare orientale.
Il legno sembrava sempre sul punto di affondare, pieno di falle e pezze di fortuna.
Se solo ci fosse stato Franky, avrebbe saputo lui cosa fare…
Usopp rise per non mostrare le lacrime che aveva agli occhi; lacrime di malinconia e dolore.
Strinse i denti, sentendo le pallottole conficcate nella spalla e nel ventre dolere sempre di più. Le rigature fendevano la carne sempre di più. Un componente della ciurma più potente del mondo non poteva pretendere di passare del tutto inosservato…
Aveva lasciato Chopper a Drum già da un po’ e nessun dottore avrebbe voluto curare un pirata come lui.
Gli venne da ridere, cadendo a terra, ormai sfiancato … non si aspettava una fine simile come compagno del Re dei Pirati…
 
Non credé che gli fosse stata concessa una nuova possibilità di riaprire gli occhi, anche perché, all’inizio, ciò che vide fu solo bianco. Il paradiso probabilmente doveva essere così: un’enorme stanza bianca, un grande letto candido e un angelo biondo addormentato che vegliava sul sonno.
« Ka-Kaya? ».
La ragazza adagiata sulla sedia aprì lentamente gli occhi ancora colmi di sonno; le iridi castane però si colmarono di lacrime nel rivedere il viso e i lunghi capelli ricci di Usopp, di nuovo sveglio dopo tre giorni.
Sapeva che doveva lasciare la meritata calma al paziente, ma non riuscì ad impedirsi di abbracciare quel caro amico che aveva abbandonato la città natale per cercare avventure nell’oceano.
Usopp sentì il corpo dolere ancora un poco, ma questo non lo fermò dal ricambiare l’abbraccio di quella cara amica che lo aveva atteso per anni.
« Come mai sono qui, Kaya? »
« Ninjin, Tamanegi e Piiman ti hanno trovato privo di sensi sulla spiaggia e ti hanno portato qui da me ».
Quei nomi furono un tuffo al cuore: da quanto tempo non li vedeva. Quanto erano cresciuti gli ex componenti della banda di Usopp?
« Mi hai … curato tu? »
« Certo! Ho passato gli ultimi anni a studiare medicina proprio per un’evenienza come questa! » affermò soddisfatta e fiera di sé la ragazza, contenta che i suoi anni di studio avessero dato i loro frutti. Tornò a sedersi, appoggiando le mani sul morbido materasso, sorridendo tranquilla: « Quando starai meglio mi racconterai le avventure del pirata Usopp? ».
Il pirata la guardò a occhi spalancati, la bocca aperta per la meraviglia.
Rise. Rise di gusto, tenendosi la pancia, ignorando sia il dolore sia la preoccupata voce di Kaya che gli diceva di non sforzarsi.
« Ma io sto già meglio! Ora mettiti comoda e ascolta le eroiche gesta del grande guerriero del mare Usopp! » esclamò orgoglioso, alzando al cielo il pugno del braccio sano.
Nessuna bugia, ormai, poteva eguagliare il suo viaggio in quanto a fantasia e avventura.
Si fece più pensoso, riflettendo da dove fosse meglio cominciare: « Kaya … sapevi che nel mare orientale c’è un ristorante che viaggia sul mare? ».





ANGOLO AUTRICE:
Ed ecco il nuovo capitolo!
Spero che questo ritorno al villaggio di Shirop sia stato gradito!

Un grazie a Nico_ya e MizuNoMikan che hanno recensito; un grazie speciale anche a chi mette la storia tra preferite/ricordate/seguite e anche a chi legge senza dire nulla.
Se c'è qualcosa che non vi quadra, i personaggi non sono resi bene o semplicemente volete dirmi cosa ne pensate della storia, fatemelo sapere con una recensione :)
A domani
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 6
*** Dai porti del mondo - Rovine di Ohara nel Mare Occidentale ***


Ogni capitolo è dedicato a tutti i lettori che decidono di dedicare alcuni minuti del loro tempo a leggere le mie storie.
Questa volta voglio fare il nome di uno di loro, Nico_ya per la precisione.
Per te che ci tenevi a sapere di Nico Robin, sperando che ti piaccia.


Dai porti del mondo – Mare Occidentale, rovine di Ohara
 


Tutti avevano un posto in cui tornare, una casa che li avrebbe accolti a braccia aperte nonostante il titolo che si erano guadagnati. Tranne lei.
Quella che per Nico Robin era stato quanto di più vicino ci fosse a una famiglia, si era sciolta e ognuno aveva preso poi la sua strada.
Non era riuscita ad accettare di seguire Sanji nonostante lui si fosse tanto puntato sul fatto che l’avrebbe protetta.
In fondo lei era un elemento  fin troppo pericoloso da quando la sua capacità di comprendere la lingua antica aveva ribaltato le sorti del mondo e fatto crollare ogni gerarchia a capo del mare.
In tanti la volevano morta e non era disposta a gravare ancora addosso a quella ciurma che si era tanto sacrificata per lei. Non più.
In silenzio, se ne era andata. Sarebbe sopravvissuta da sola, come aveva fatto per oltre vent’anni.
Aveva cominciato il proprio vagare senza meta, che aveva però una prima, importante tappa.
L’isola dove tutto era cominciato.
 
Del mastodontico albero della conoscenza, non vi era rimasto che un moncherino ancora annerito dal fuoco dei cannoni.
Guardò verso l’alto, dove un cielo sgombro da ogni nube brillava della calda luce del sole.
Un misto di dolce malinconia e paura le attanagliò il petto nel rincorrere i ricordi che le portavano alla mente quella terra.
Non un’anima in giro: nessuno aveva osato mettere piede sull’isola dei demoni.
Sospirò piano, andando ad accoccolarsi in una cavità delle enormi radici dell’Albero della Conoscenza.
Nove pirati contro il Governo Mondiale. La ciurma aveva vinto, la verità nascosta per oltre settecento anni aveva visto la luce, il mondo era diventato un putiferio e Rufy era diventato il Re.
Sorrise soddisfatta, non trattenendo una lacrima.
Alla fine di quella pericolosa avventura, era di nuovo sola.
 
In lontananza, un uomo camminava sulle onde.
Dapprima spaventata, Nico Robin si calmò nel riconoscerlo, nascondendo un accenno di sorriso.
Quando la raggiunse, Kuzan si sedette su una radice poco distante da lei.
L’ex ammiraglio si grattò la nuca: « Il Governo Mondiale – o quel che ne è rimasto – ti cerca. »
« Lo ha sempre fatto. »
« Più del solito. »
« Non ne dubito ».
Il tono leggero della donna scombussolò appena le aspettative di Kuzan, che non smise nemmeno per un momento di guardarla.
« Sono contenta che tu non sia più affiliato a Barbanera. »
« Anche io in tutta onestà… ».
Nico Robin rise lievemente, un suono armonioso che si spense non appena l’uomo riprese a parlare.
« Ti consiglio comunque di nasconderti meglio: se ti ho trovato io, lo faranno anche altri. »
« Tu mi conosci, gli altri no. »
« Vero, ma in ogni caso per stare al sicuro dovresti scomparire ».
La donna lo guardò con espressione indecifrabile: « Anche tu sei ricercato, dovresti farlo anche tu …  »
« Vero anche questo. »
« Scompariamo? »
L’uomo chiuse gli occhi. Assentì.
Qualche ora dopo scomparvero insieme, incamminandosi sulle onde del mare.








ANGOLO AUTRICE:
Scusate se questo capitolo l'ho postato un po' più tardi rispetto al solito, ma ho avuto un impegno che non ho potuto prorogare al pomeriggio, anche se credevo ci impiegasse di meno.
Detto questo, ecco cosa mi sono immaginata per la nostra cara archeologa, sperando vi piaccia e che i caratteri siano quelli. Un grazie sincero a NamiVinsmoke e a MizuNoMikan che hanno commentato gli scorsi capitolo e ci sentiamo domani con un nuovo componente della ciurma! E mi raccomando, divertitevi stasera ~ (?)
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 7
*** Dai porti del mondo - Dressrosa nel Nuovo Mondo ***


Dai porti del Mondi – Dressrosa nel Nuovo Mondo
 


Franky assentì con un cenno del capo, benché sapesse che la persona con cui stava parlando non potesse vederlo.
Diede una nuova occhiata in giro, sperando che nessuno l’avesse notato nonostante la possente stazza: Dressrosa era molto cambiata dall’ultima volta che c’era stato, quando ancora la ciurma era unita sotto il Jolly Roger col cappello di paglia.
Una lacrima colò la componente molle che costituiva l’epidermide dell’endoscheletro robotico. Era un cyborg: la parte umana era ancora florida in lui, ma certe volte desiderava davvero di non poter sentire più alcuna emozione, come quella soffocante malinconia o quello sconforto.
Asciugò la goccia salata con un enorme dito, prima di tornare a concentrarsi sul lumacofono con un entusiasmo che non gli apparteneva più da qualche tempo.
« Suuuper! Vegapunk! Allora fra qualche tempo mi vedrai lì. Ti darò pure una mano a rimettere in sesto il tuo super laboratorio ».
La trasmissione ebbe un istante di interferenza, ma Franky riuscì a comprendere appieno ogni disposizione, nonostante fosse pure distratto a guardare come la vita trascorreva tranquilla nelle via della città di Acacia; anche se il mondo era in uno scombussolamento generale, chiunque potesse, aveva il diritto di vivere una vita serena.
« Mmh? Perché non subito? » continuò Franky rivolto al lumacofono  « beh, devi sapere che prima devo tenere una discussione da veri uomini ».
Detto ciò, chiuse la chiamate e ripose il telefono in una delle tasche della camicia hawaiana.
Calcò il cappello sulla testa e nascose meglio gli occhi dietro gli occhiali da sole; anche l’ultima volta che era stato a Dressrosa aveva dovuto farlo in incognito e probabilmente, finché il ricordo del Re dei Pirati restava fresco, il carpentiere e chiunque altro di quella ciurma “maledetta” – come la definivano i giornali – avrebbe fatto meglio a stare nascosto.
 
Anche in una nazione come Dressrosa, per quanto piccola, si potevano trovare i bassifondi, dove la mala gente girava armata, i volti si potevano riconoscere sugli avvisi di taglia e i fuorilegge erano i benvenuti.
Un bar.
Era quello giusto, poiché la persona che cercava era seduta da sola in un angolo chiuso nella penombra.
Perfetto per non essere identificati in una nazione che li vedeva entrambi come criminali.
Dopo aver ordinato all’oste di portare loro due boccali, si sedette di fronte all’uomo che succhiava un ciuccio da neonato con cipiglio serio.
Anche nell’oscurità del locale, l’uomo indossava gli occhiali da sole. Non disse nulla quando Franky si sedette di fronte a lui, nemmeno quando questi si scolò metà boccale praticamente in un sorso solo.
« Allora, seňor Pink … mi dovevi raccontare di Lucian, non è così? ».





ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti e buon anno! Spero che i festeggiamenti siano andati bene! 
Sì, niente capitolo ieri, ma suvvia, mi serviva tempo per riprendermi (?) 
Ecco qui invece Franky che prima di andare da Vegapunk si ferma a Dressrosa a parlare col senor Pink, mantenendo la promessa che gli aveva fatto nel capitolo 775 del manga.
Detto ciò, sempre un grazie a NamiVinsmoke e MizuNoMikan per recensire questa storia! A proposito di storie, ne avrei già in cantiere un'altra, sempre una raccolta ... ma con protagonista uno dei personaggi meno amati di questo manga.
Detto ciò, a domani!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 8
*** Dai porti del mondo - Mare del Nuovo Mondo ***


Dai porti del mondo – Mare del Nuovo Mondo
 


Se l’avessero vista, le persone avrebbero pensato che si trattasse di un miraggio. O di un miracolo.
Un immenso galeone che solcava le onde del mare più tempestoso. Eppure era una nave da poco varata.
Chi riusciva a raggiungerlo e a salire, era trattato come un re, soprattutto se colto dalla quella proverbiale fame che ti faceva dare di matto.
Un ristorante su un galeone.
Un lussuoso ristorante su una lussuosa barca.
Chiunque avesse soldi e avesse fame era ben accetto.
La clientela, di certo non delle migliori: cacciatori di taglie, pirati, marines. A volte anche civili.
Quell’imbarcazione era comparsa dal nulla e tanto strepitosamente aveva fatto successo per la prelibatezza dei suoi piatti e la caparbietà dei suoi dipendenti: solo i pazzi e i coraggiosi potevano accettare di lavorare in un ristorante che galleggiava su un mare colmo di pirati.
Si diceva inoltre che il capitano di quella nave fosse – nonché capocuoco – fosse un uomo affascinante, un incredibile combattente e di sorprendente abilità culinaria.
Si dicevano molte cose di lui, alcune nemmeno confermate, altre totalmente infondate, ma che alimentavano la curiosità dei clienti: infatti, il capocuoco non usciva mai dalla cucina. L’unica cosa che arrivava da quel luogo, erano i piatti di una squisitezza indicibile.
 
In fondo, a Sanji pareva un buon modo per scacciare la malinconia, quello di tuffarsi a capofitto nella propria passione. Un buon modo per non pensare a una vita all’insegna dell’avventura che aveva vissuto e che ormai non gli apparteneva più.
Non che il pericolo e i problemi mancassero su quella nave: navigare nel Nuovo Mondo comportava rischi non indifferenti, ma lo staff ne era pienamente cosciente e di propria sponte aveva deciso di accompagnare un ex membro di quella “ciurma maledetta” in quell’estenuante, ma soddisfacente lavoro di cuoco di mare.
Sanji doveva tanto a quel gruppo di cuochi. Il minimo che poteva fare era dare una mano in cucina e in sala quando il fastidioso pericolo che si presentava era troppo grande.
Sorrise malinconico, ritrovandosi a pensare che cucinare costantemente per tante persone sconosciute era comunque meno faticoso che farlo per una singola ciurma di pirati. Forse perché per quelli prestava decisamente più attenzione a cosa cucinava che per dei clienti ignoti, che erano sempre serviti e riveriti.
Alla sua Nami-san piacevano i dolci.
A Robin-chan piacevano il caffè e le macedonie di frutta.
Allo spadaccino bastava solamente che gli desse qualcosa di alcolico.
A Rufy…
Tolse dal forno l’aragosta, servendola su un piatto con aromi delicati e burro fuso. Finiva sempre di servire una pietanza sul piatto, prima di abbandonare per alcuni minuti la propria postazione e uscire a poppa con l’intento di fumare una sigaretta, accompagnato dal “clang” della protesi metallica che aveva da diverso tempo al posto della gamba sinistra. Con il lucido acciaio scuro che aveva ormai al posto dell’arto, avevano tutto il diritto di chiamarlo “Gamba Nera”.
 
Non fece in tempo ad accendere la stecca cancerogena che un giovane cameriere venne a chiamarlo con la voce rotta dal fiatone.
« Signor capocuoco! Dei pirati in sala da pranzo stanno creando problemi e non vogliono pagare il conto… » non sembrava in realtà particolarmente preoccupato.
La sigaretta avrebbe dovuto aspettare.





ANGOLO DELL'AUTRICE:
Sono quasi certa che in tanti abbiate aspettato questo capitolo. L'ho fatto attendere tanto perché avevo poche idee per Sanji e neanche questa mi convince del tutto, ma spero comunque che piaccia. Ho notato che il cuoco della ciurma è un personaggio molto amato in questo fandom, purtroppo per la sottoscritta non è così -quel suo essere marpione non mi piace particolarmente, sed de gustibus non dispuntandum est! Perciò ecco il capitolo a tutte/i coloro che lo aspettavano. Inoltre, questa situazione descritta non immaginatevela subito dopo l'esecuzione di Rufy. Ambientatela alcuni mesi dopo, ecco, con Sanji che nel frattempo avrà anche fatto un salto al Baratie (?)
Grazie sincero a momoallaseconda, NamiVinsmoke e MizuNoMikan che commentano sempre le mie storie! Grazie donzelle ~
Detto ciò a domani e non credo che si trattera di uno della ciurma!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 9
*** Dai porti del mondo - Impel Down nella Fascia di Bonaccia ***


Dai porti del mondo – Impel Down nella Fascia di Bonaccia
 


Era una pessima abitudine, quella dell’ammiraglio Smoker, di recarsi nel Sesto livello di quella prigione sottomarina.
Gli altri detenuti ringhiavano e gli urlavano contro le peggiori imprecazioni, ma lui le ignorava, troppo concentrato a fissare una cella lasciata vuota da poco tempo.
Lungo le pareti di cemento e mattoni, erano ancora visibili tracce di sangue rappreso: le torture al livello sei dovevano essere insopportabili, ma l’ammiraglio ricordava perfettamente come Monkey D. Rufy aveva sopportato stoico a tutto quel dolore, senza neanche un lamento.
Anzi.
Quando lo stesso Smoker si presentava da lui durante la sua prigionia, il Re dei Pirati aveva avuto addirittura il coraggio e la sfrontatezza di sorridergli, come se nulla di ciò che stava succedendo lì dentro potesse toccarlo.
Era sempre stato così, da che l’ammiraglio aveva memoria.
Toccò le sbarre della cella, sentendosi fiaccato dall’agalmatolite, ma restando in piedi testardo, per nulla intenzionato a crollare davanti a quella feccia che popolava l’inferno infinito e lasciandosi andare una volta tanto ai ricordi.
Tutti in quel luogo avevano tremato quando il re di tutti i mari era stato portato come detenuto; altri lo avevano deriso, ma a Rufy non era importato minimamente.
Smoker si era ritrovato a far visita al prigioniero un po’ troppo spesso, nonostante il ruolo che ricopriva che gli impediva troppi spostamenti.
La scusa era perché doveva fare la guardia al pirata; la verità era che non riusciva a credere che quel ragazzino che aveva inseguito per anni si fosse costituito come aveva fatto quasi trent’anni prima lo stesso Gol D. Roger.
Appoggiò la fronte alle fredde sbarre, sentendosi sempre più stanco; ignorò tutti i commenti dei detenuti.
Per tre mesi Cappello di Paglia era rimasto lì dentro.
Smoker lo aveva sorvegliato per altrettanto tempo, anche se non aveva mai temuto una sua possibile evasione, per quanto ne sarebbe stato perfettamente in grado.
 
“Fumoso, sai una cosa?”
“Mmh?”
“Avvicinati un po’…”
“…”
“…”
 
“Stai scherzando?!”
“Questa volta non posso permettermelo, Smoker.”
“Qualsiasi persona collegata a te sarà giustiziata.”
“Ma lei non ha la minima colpa!”
“Perché lo stai dicendo a me, Cappello di Paglia?”
“ Ovvio, perché tu li proteggerai!
“Te lo scordi!”
"Promettimelo, Smoker!"
"..."

 
Non lo chiamava tanto spesso per nome.
Lasciò andare le sbarre della prigione.
...

Quel ragazzino lo aveva fregato ancora.
...
Doveva andare nel Mare Orientale.






ANGOLO AUTRICE:
Avevo detto nessuno della ciurma e nessuno della ciurma è stato. Ecco un capitolo interamente dedicato al nostro marine di fiducia. Devo dirlo, insieme a Mihawk ed Akainu, Smoker è uno dei miei personaggi preferiti. Quindi eccolo che rimugina sulla morte del proprio rivale e sulle ultime parole che si sono scambiati.
Facendo un paio di calcoli, dovrei finire questa raccolta tra meno di una settimana.
Detto ciò, un grazie a quelle belle donzelle che sono NamiVinsmoke, momoallaseconda e MizuNoMikan che recensiscono ogni capitolo di questa raccolta! Vi abbraccio! (?)
Un grazie sincero anche a chi mette la storia tra le seguite/ricordate/preferite e anche a chi legge in silenzio!
A domani!
Marauder Juggernaut


 

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Capitolo 10
*** Dai porti del mondo - Isola di Drum sulla Rotta Maggiore ***


Dai porti del mondo – Isola di Drum sulla Rotta Maggiore
 


Su un’isola invernale – già solo per lo stesso nome che porta – non ci potrà mai essere la primavera.
Eppure Chopper aveva visto fiorire i ciliegi più belli di sempre; una neve colorata di rosa che era riuscita a guarire il cuore malato di una popolazione allo stremo.
Sarebbe passato ancora molto tempo prima che fiorissero di nuovo, per quanto fosse il giorno adatto: il cuore del povero pirata era pesante e sfinito dalle nefaste notizie che aveva saputo.
Dopo la morte del suo capitano, obbligato a tornare a Drum da clandestino, aveva scoperto che anche per la sua cara Doctrine il tempo era passato.
Dorton lo aveva accompagnato fino in cima alla montagna, dove il castello svettava ancora fiero, ancora coperto di neve e silenzio.
Il jolly roger del dottor Hillk garriva ancora col vento.
Il sacrario della strega era vicino a quello del ciarlatano.
Bianchi di marmo e velati di nevischio, ma il nome era perfettamente leggibile su entrambe le lapidi: era il giusto riconoscimento che poteva dare una cittadinanza che sarebbe stato loro sempre riconoscente.
Chopper pianse lacrime amare per il capitano, per Doctrine e per il proprio mentore, scomparso da ancora più tempo.
Forse quello era davvero il giorno di colorar la neve di rosa.
Lo fece, in onore di una vita da pirata morta insieme ad alcune delle persone che stimava di più.
Nel silenzio di un palazzo vuoto, si domandò cosa avrebbe fatto della propria esistenza ora che sembrava che fosse finita anche l’ultima avventura.
« Per favore, qualcuno ci aiuti! ».
Di certo l’alce non si aspettava che qualcuno arrivasse fino in cima alle Drum Rock, ma probabilmente con la nuova funivia era ben più facile.
Si avviò timoroso verso l’atrio, restando seminascosto dietro una porta.
Il giovane, che sorreggeva a fatica una ragazza che pareva incosciente, sembrò notarlo e, sebbene spaventato e sorpreso, non esitò a rivolgergli la parola con voce tremante: « Per favore, aiutaci! Veniamo dal mare meridionale. Devo … devo far curare la mia fidanzata, ma in paese i medici non hanno potuto fare nulla! Ma il re stesso … mi ha detto che in cima a questa montagna viveva il miglior medico del mondo! Per favore aiutaci! Chiamalo! Se aspettiamo ancora… ».
In quei giorni di vuoto e nebbia rosa, Chopper per un istante si sentì pieno timidezza e orgoglio nel sentire tali parole; la tentazione di gongolare soddisfatto venne però soffocata dai propri doveri: « Chiamatemi “dottor Chopper”! ».





ANGOLO AUTRICE:
E anche Chopper è fatto! Anche questo è stato un po' complicato da scrivere dato che questa mattiva avevo mancanza di idee, ma ecco qua il capitolo! Ammetto che Chopper in questo caso è abbastanza OOC, chiedo venia, purtroppo non sapevo come renderlo. 
Forse è proprio la parte finale che lo rende OOC, ma secondo me dopo anni passati sulla nave di Rufy, un po' di autostima nelle proprie capacità dovrà averla ottenuta, no?
Detto ciò, posso affermare tranquillamente che mancano esattamente 4 capitoli alla fine di questa raccolta! Vorrei elencarvi i personaggi in questione, ma ho paura di farvi spoiler, quindi proviamo a fare così: vediamo se riuscite a indovinarli voi! Scrivetemi le vostre ipotesi a riguardo, bastano anche solo i nomi -e non necessariamente una recensione, basta anche il messaggio privato-, anche se non li indovinate, magari mi date altri spunti per scrivere riguardo personaggi che non avevo preso in considerazione e magari continuare la raccolta!
E ancora: grazie a due splendide donzelle che sono MizuNoMikan e NamiVinsmoke per le recensiono.
A domani!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 11
*** Dai porti del mondo - Regno di Goa nel Mare Orientale ***


Questo capitolo è per NamiVinsmoke e The_Unfallen, che hanno un ottimo intuito ~


Dai porti del mondo- Regno di Goa nel Mare Orientale
 

Il sole illuminava e scaldava le sfarzose case immacolate. Sabo era sempre stato disgustato da quella ricchezza, da quella vita preconfezionata di ogni nobile, così priva di libertà e di spensieratezza, dove l’unico scopo era migliorare la propria posizione sociale.
Per questo era fuggito.
Il sogno di diventare pirata era stato velocemente sostituito dal desiderio di portare libertà ai popoli oppressi da un’opulenta nobiltà che pensava unicamente ai propri interessi.
Dragon era stato il suo mentore, la sua guida per una vittoria in una guerra impari. Eppur vittoria.
L’Armata Rivoluzionaria aveva rovesciato il destino del mondo con l’aiuto di una ciurma di pirati che aveva imposto il proprio dominio sul mare.
Ma Sabo se lo domandava, seduto sul patibolo dove era stato giustiziato il Re dei Pirati solo poco tempo prima; si domandava se quello era il giusto prezzo per riscattare la vita di un fratellino che aveva dato il collo alle lame del boia.
Chiunque avrebbe detto che la libertà del mondo intero non poteva essere paragonata alla vita di una sola persona.
Tutti gli abitanti del regno di Goa lo stavano guardando: era insolito vedere il secondo in capo dell’Armata Rivoluzionaria sul patibolo di Monkey D. Rufy; ma non era strano vedere un uomo piangere la scomparsa del fratello … ormai la notizia era venuta a galla da tempo, tra lo stupore generale che si domandava che razza di parentele avesse quella famiglia.
Sentiva le loro voci come un brusio indistinto sin da quando aveva di nuovo messo piede su quelle terre e l'unica cosa che era riuscito a sentire fu solo un vecchio oste che assicurava a chiunque avesse voglia di ascoltarlo e di credergli, che lo stesso Re dei pirati, qualche mese prima della sua esecuzione, aveva portato un sacchetto colmo di oro per ripagare un pranzo che aveva fatto anni prima.
Il rivoluzionario si era quasi messo a ridere: ricordava quando era successo.
Sabo si era arrabbiato con il fratellino, non voleva che buttasse al vento la sua vita e i suoi sforzi, ma quando il pirata gli raccontò la faccenda, non poté altro che farsi da parte e lasciarlo fare.
Era stata una sua decisione … eppure perché sentiva quel peso sul cuore che opprimeva anche il respiro, che rendeva ogni boccata d’aria un singhiozzo disperato e gli appannava la vista con le lacrime?
Il capo in seconda dell’Armata Rivoluzionaria, seduto sul patibolo del Re dei pirati nel regno di Goa – luogo natale di entrambi –, non riuscì a trattenere oltre il dolore e versò lacrime amare che inumidirono il legno di quella forca e fecero brillare di un colore più vivido le macchie di sangue dell’esecuzione … come se non fosse passato nemmeno un giorno.





ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ci stiamo avviando sempre di più verso la fine della raccolta e questo capitolo è dedicato all'ultimo rimasto vivo del trio ASL. Spero vi possa piacere e la citazione dell'oste è una cosa che è successa in uno dei capitoli che riguardavano l'infanzia di Rufy (non ricordo precisamente quale, pardon)
Rinnovo ancora i ringraziamenti a MizuNoMikan e a NamiVinsmoke e a a tutti quelli che mettono la storia nelle Seguite/Ricordate/Preferite!
A domani con il nuovo capitolo!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 12
*** Dai porti del mondo - Promontori gemelli sulla Rotta Maggiore ***


Dai porti del mondo – Promontori gemelli sulla Rotta Maggiore
 
Porto il liquore a Binks
Veleggiando sopra il mar…
 
Lovoon fece di nuovo quel suo verso profondo e baritonale e la gioia di aver ritrovato dopo quasi sessant’anni il caro amico dei pirati Rumbar era quasi palpabile.
Anche Brook aveva pianto di commozione nel vedere quanto si era fatto enorme il cucciolo che aveva dovuto abbandonare all’entrata della Rotta Maggiore. Nonostante il tetro aspetto, la balena aveva immediatamente riconosciuto quella folta chioma afro che tanto caratterizzava il pirata e a volte lo rendeva oggetto di scherno.
Lo scheletro, dal canto suo, avrebbe giurato di aver sentito una fitta al cuore – per quanto lui un cuore non lo avesse – quando vide, dipinto sul muso il jolly roger storpiato della ciurma di cui aveva fatto parte per alcuni anni.
Per oltre cinquant’anni aveva navigato per il mare e ora doveva definire conclusa quell’immensa avventura.
Sorse un’alba perfetta sulla calma insolita della Rotta Maggiore: il mare era piatto come una tavola, venato di rosso dai raggi del sole.
Crocus riposava ancora all’interno del faro, ma si sarebbe svegliato poco dopo.
« Sai, Lovoon » disse il musicista, rivolto alla balena, mentre con riverenza tirava fuori dalla custodia il suo prezioso violino.
L’animale cantò ancora con quel suo verso inconfondibile.
 
Gran terrore sempre avrà
Chi da lungi scorgerà
La bandiera con il teschio bianco sventolar
Quando la tempesta poi
D’improvviso arriverà
Se ci spaventiamo, ahimè, la nave affonderà
 
Posò l’archetto sulle corde e una soave melodia proruppe dallo strumento, incantando tutta l’aria intorno.
« Credo di non averti ancora raccontato tutta la storia del più grande pirata che solcò tutti i mari! Yohohoho! La storia di Rufy Cappello di Paglia è davvero affascinante e merita di essere ascoltata e ricordata da tutti! ».
Cominciò a narrare ancora una volta, con la voce che danzava accompagnata dalle note di una canzone famosa per i pirati, ma che presto sarebbe stata sostituita da un’altra che narrava le gesta di un pirata – non di un eroe – che era andato a cercare la sua amata libertà fino all’ultima isola del mare, guadagnandosi il titolo di “re”.
 
Fino a quando, chi lo sa!
Ma pensarci non mi va
E non smetto di cantar
!




 
ANGOLO AUTRICE:
Ed ecco l'ultimo componente - ufficiale - della ciurma! Mi pareva abbastanza logico che Brook tornasse da Lovoon anche perché Oda aveva già anticipato che sarebbe tornato ai promontori gemelli alla fine. Spero vi piaccia.
Ringrazio come al solito NamiVinsmoke e MizuNoMikan per i commenti e vi do appuntamento a domani con ... un componente della ciurma! Bisogna pur parlare anche di chi è voluto rimanere indietro!
A domani!

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Capitolo 13
*** Dai porti del mondo - Regno di Alabasta sulla Rotta Maggiore ***


Dai porti del mondo – Regno di Alabasta sulla Rotta Maggiore
 

Un mondo in ginocchio dopo gli eventi degli ultimi anni che avevano smosso ogni certezza. Ribellioni e colpi di stato stavano avendo luogo in ogni parte del globo, in ogni regno dove c’era una qualche monarchia che opprimesse il popolo.
Alabasta ne era esente. Tutti i cittadini erano rimasti col fiato sospeso quando la verità sui Cento anni di vuoto era stata rivelata: chi non voleva crederci, chi minacciava rivolte di fronte a quella realtà che non voleva accettare, per poi ritirare tutti gli intenti. Non avrebbero voltato le spalle alla famiglia Nefertari che per anni li aveva guidati con una politica salda ed efficiente.
Non si sarebbero ribellati alla regina che aveva avuto piena fiducia nella riuscita dei sogni della ciurma di Cappello di paglia. In segreto. Nessuno era meglio che sapesse, per quanto alcune verità sulla regina Bibi fossero venute a galla.
Gli abitanti di Alabasta avevano posto delle domande, spaesati, ma le carismatiche figure del ministro dell’ambiente e della regina erano riusciti a rispondere e a non agitare le acque.
 
Da uno dei balconi del palazzo, Bibi fissò il proprio paese che si estendeva per chilometri e chilometri di deserto.
I fogli di un giornale vecchio di un po’ di tempo svolazzavano sulla scrivania, cadendo inesorabilmente sul pavimento; le foto dell’esecuzione di Rufy vennero coperte da altre pagine di giornale.
Si sentiva sola: con il padre a Marijoa che deteneva una delle più alte cariche nel nuovo Governo Mondiale, il comando del regno era passato nelle sue mani e nulla la spaventava di più di non essere all’altezza del ruolo che stava svolgendo, nonostante sia Chaka che Pell le stessero dando le migliori indicazioni.
Sentì le lacrime salirle agli occhi all’idea di non aver potuto accompagnare fino alla fine il proprio capitano, di aver saputo della sua morte grazie a dei fogli di carta e non dalla bocca dei suoi compagni di ciurma.
Strinse le mani sul marmo della balaustra, non avendo la forza di reggersi in piedi sotto il peso della tristezza che la stava assalendo.
Non si immaginava una simile fine.
Ma era assolutamente certa del traguardo che Rufy aveva ottenuto. Lo aveva sempre saputo, che lui aveva la stoffa del re.
Nell’amaro sapore delle lacrime, sorrise con gli occhi serrati.
« Sapevo che ce l’avresti fatta, Re dei Pirati! ».




ANGOLO AUTRICE:
Lo so, lo so sono in ritardo, ma la scuola appena inizia non perdona senza contare che tra qualche settimana ho simulazione delle prove d'esame quindi ancora più impegnata. Ma questo non importa perché io la raccolta la finisco nei prossimi giorni perciò va bene così.
Ringrazio NamiVinsmoke e MizuNoMikan per le recensioni e a presto con un prossimo capitolo, anche se non so bene dirvi quando arriverà!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 14
*** Dai porti del mondo - Parlando del Re ***


Dai porti del mondo – Parlando del Re
 
 
Dai porti del mondo – Isola degli Uomini Pesce sotto la Red Line
 
Anche Rufy era scomparso sotto le lame di una giustizia dettata dal potere, per quanto ormai fievole, della Marina. All’entrata del regno svettava ancora il jolly roger col cappello di paglia, ma quel vessillo non poteva spaventare più nessuno ora che la minaccia era scomparsa.
Il peso di una verità che faceva affondare il cuore di Jimbe come una pietra in mare.
Shirahoshi aveva pianto come lo avevano fatto tutti i bambini quando avevano scoperto che era morto l’eroe con il cappello di paglia.
Jimbe guardò il cielo grigio. Ora c’era Law che li difendeva con il proprio nome.
Anche l’ex shichibukai avrebbe protetto il regno, come strenuamente lo aveva fatto Rufy.
 
Dai porti del mondo – Amazon Lily nella Fascia di Bonaccia
 
“La principessa serpente sta male” “La principessa serpente sta male”.
Un solo grido preoccupato correva di bocca in bocca tra le guerriere dell’isola delle donne, che fissavano col cuore straziato palazzo Kuja completamente silenzioso.
Si diceva che l’imperatrice Boa Hancock , dopo un intero anno di viaggio, si fosse malata di crepacuore per la crudele sorte del Re dei Pirati.
Nessuna aveva ben chiaro cosa fosse successo in quel lungo tempo in cui la piratessa era stata lontano dal regno.
C’era chi diceva che avesse avuto problemi col Nuovo Governo mondiale, chi credeva che avesse dovuto ristabilire supremazia in un nuovo mondo di pirati, chi pensava che si fosse presa il tempo per incassare appieno la notizia per la cattura e l’esecuzione di Rufy.
Nessuno sapeva la verità, tranne le sorelle imperiali e la stessa imperatrice, che devastata si accarezzava piano il ventre di nuovo piatto, sdraiata nel letto.
Sperò che il Mare orientale fosse il posto migliore.
 
Dai porti del mondo – Arcipelago Sabaody sulla Rotta Maggiore
 
Reyleigh bevve un altro sorso dalla bottiglia. Shakky, di fronte a lui, fumava in silenzio.
Rufy si era comportato come un uomo degno di indossare quel cappello di paglia e a tanto erano valsi i loro sforzi e il tentativo di voler vivere un po’ più a lungo per vedere come sarebbe andata a finire quella storia.
Un mondo di nuovo sottosopra, come lo avevano reso lo stesso Reyleigh e il suo capitano quasi trent’anni prima.
Posò la bottiglia sul tavolo, andandosene poi, salutando Shakky forse per l’ultima volta.
L’allievo aveva superato il maestro, ma l’uomo si domandava davvero se la vita di un vecchio come lui valesse la morte di un giovane.
Uno scambio non troppo equo. Forse sarebbe stato meglio andarsene un po’ prima di dover assistere nuovamente a un simile risvolto finale.
 
Dai porti del mondo – Paese di Wa nel Nuovo Mondo
 
I volti sorridenti degli abitanti del paese non riflettevano l’umore del giovanissimo shogun che fissava il cielo solcato da tenere nubi.
Un amico perso per sempre, talmente lontano da non poter essere raggiunto; eppure nei suoi occhi di bambino gli sembrava di poter raggiungere la Red Line solo allungando la mano.
Forse era davvero più vicina adesso, con le frontiere aperte.
Momonosuke guardò Kinemon al proprio fianco. Il servitore gli mise una mano sulla spalla, in un paterno gesto di incoraggiamento.
A Momonosuke sarebbe piaciuto diventare come Rufy, quando sarebbe diventato grande.
 
Dai porti del mondo – Macerie di Baltigo sulla Rotta Maggiore
 
Dubito che un giorno mai ti arriveranno queste parole, Rufy.
Hai seguito i tuoi istinti e questi ti hanno portato sul trono della pirateria, incidendo un marchio indelebile nella storia del mondo. Non avrei mai pensato che per portare a termine i miei utopici progetti sarei finito a combattere fianco a fianco a mio figlio. E non mi sarei mai aspettato che proprio lui compisse completamente la stessa impresa che per anni ho inseguito. Eppure adesso sento il senso di colpa che mi blocca il respiro perché, anche se i miei piani e i miei sogni si sono realizzati, non c’è dolore o disperazione più grande per un genitore di sopravvivere ai propri figli.
È un padre che parla in questa lettera, Rufy, non il capo dei rivoluzionari.
E in quanto padre so per certo di non averti detto abbastanza spesso quanto io fossi fiero di te; e lo sarò sempre. Adesso, mi rammarico al pensiero di non poter fartelo più sapere.
Vedrò di convincere il vecchio a farmi riavere il tuo corpo. C’è un posto per te su un altare di leggende, accanto a tuo fratello Ace, a Barbabianca e al tuo amico pirata Shanks.
Hai cambiato il mondo e ti sarò eternamente grato per questo.
Che la terra ti sia lieve, figlio mio.
Dragon


 
ANGOLO AUTRICE:
Ed eccoci con un nuovo capitolo, che stavolta ho suddiviso in diverse drabble per vari personaggi che ho voluto trattare in extremis, perché mi sono giustamente parsi importanti e a cui non avevo pensato. Inoltre, l'ultima drabble, quella di Dragon, doveva fare capitolo a sé, ma ho deciso di unire tutto in un solo capitolo, così con il quindicesimo capitolo, cioè il prossimo, faccio l'epilogo e concludo la storia. E se vi state chiedendo perché Hancock, vi dico che anche quella è stata un extremis perché all'inizio io mi ero immaginato la donna di Rufy come un personaggio OC e innominato, una presenza evanescente destinata appunto a sparire. Poi mi sono detta "perché no Hancock?" e anche se è altamente improbabile, ecco qui -senza contare che con l'immunità di shichibukai, avrebbe avuto perfettamente la possibilità di partorire senza che nessun governativo le rompesse le scatole e anche senza sospetti, perché lei per tutto il mondo odia tutti gli uomini.
Detto ciò, un sentito grazie a NamiVinsmoke e MizuNoMikan che hanno recensito anche lo scorso capitolo e vi do appuntamento a presto con l'ultimo capitolo, l'epilogo.
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 15
*** Epilogo - Arcipelago Sabaody, ventun'anni dopo ***


Un grazie a tutti coloro che hanno letto fino a qui,
in particolare a NamiVinsmoke e MizuNoMikan,
che hanno recensito ogni capitolo.
Questa è la fine dell'avventura.
 

Epilogo - Arcipelago Sabaody, ventun'anni dopo 


« L’avresti mai pensato? » domandò Nami chiudendo il giornale dopo aver letto l’articolo in prima pagina, dove veniva riportato l’ennesimo possibile scontro tra due imperatori sventato appena in tempo.
Zoro fissò con l’occhio sano la carta ripiegata sul tavolo fuori dal bar.
« Che Usop ottenesse quel titolo? Il nostro cecchino è più coraggioso di quanto sembrava… »
« No, che riprendesse la via del mare dopo il capitano. »
Lo spadaccino migliore al mondo ponderò le parole della navigatrice, alzando pigramente lo sguardo sull’insegna del Rip-Off bar.
« Il desiderio di partire all’avventura fa parte della natura di ogni pirata. Era il suo sogno diventare un grande guerriero del mare ».
La donna assentì con un sorriso malinconico, assalita dai ricordi di un’avventura ormai lontana più di vent’anni.
Riprese il bicchiere dello spadaccino, tendendogli imperiosa la mano: « Fanno millecinquecento berry ~ » gli disse con un malizioso sorriso mentre l’uomo per poco non si strozzava con la propria saliva a sentire tale somma.
« Millecinquecento? Certe cose non cambiano proprio mai, eh? Strozzina… »
« Interessi ~» si giustificò la ragazza, mentre un’improvvisa folata di vento faceva volare per terra il giornale.
La carta stampata di aprì a metà quotidiano, rivelando le altrettanto sconvolgenti notizie interne, nelle quali venivano menzionati nuovi giovani pirati che si stavano facendo un nome sul tempestoso mare della Rotta Maggiore.
Lo spadaccino più forte del mondo fissò divertito la foto dove un ragazzo con un curioso e conosciuto cappello di paglia dava bella mostra di sé a fianco di una splendida ragazza dai capelli neri. Sorrise, osservando il mare.
« Sta arrivando… »
« Cosa? » domandò Nami.
« Una nuova tempesta ».
Scrutando il cielo oltre i rami delle immense mangrovie, Nami era pronta a ribattere che era impossibile, l’alta pressione non lo avrebbe previsto, ma notò il giornale aperto per terra.
Lo raccolse, soddisfatta: « Hai ragione … e sarà incredibilmente forte ».
Zoro lasciò delle banconote stropicciate nelle mani dell’ex piratessa.
« Mi dirigo verso il grove 24 » affermò prima di avviarsi.
« Zoro, il grove 24 è nella direzione opposta… ».
Davvero certe cose non cambiavano mai…
 
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Di Eiji saltavano all’occhio molte cose: gli occhi vispi, il carattere determinato, la forza incredibile… ma soprattutto quell’ormai noto cappello di paglia, la cui immagine era rimasta impressa nella fantasia della gente che ormai dipingeva Monkey D. Rufy sia come mostro che come salvatore.
In ogni mare e lungo tutta la Rotta Maggiore erano note le gesta di questo novellino che era giunto a Sabaody con una taglia da 260 milioni, assieme alla propria ciurma e alla famosa vicecapitano Lumi, di cui il governo voleva la testa in cambio di 180 milioni.
Avevano fatto non poco scalpore con le loro imprese e a poco erano valsi i tentativi del noto contrammiraglio Raucher di fermarli.
 
Nami li osservava divertita da dietro il bancone del Rip-Off bar, da quando quella variegata e scalmanata ciurma aveva rumorosamente varcato la porta del suo locale.
La donna sentì stringersi il cuore nel vedere quel famoso cappello che spesso e volentieri aveva riparato in testa a un altro pirata.
Aveva promesso loro un ottimo rivestimento perché la loro nave raggiungesse l’isola degli uomini pesce, in cambio ovviamente di un lauto compenso.
Quando la porta si spalancò all’improvviso con un gran fragore, ognuno dei pirati si mise in guardia, tranne la barista che ghignò divertita a vedere un esausto Zoro che probabilmente aveva sbagliato strada almeno sei volte prima di raggiungere il suo bar, dopo che l’aveva avvisato dell’arrivo della ciurma.
Lo stesso Eiji sembrava pronto ad attaccare, ma la paura e il rispetto lo fermarono quando riconobbe la figura del Cacciatore di pirati. Tutto l’equipaggio parve bloccarsi di fronte alla presenza del miglior spadaccino del mondo, mentre si libravano timorosi sussurri che si domandavano perché si trovasse lì.
Zoro li osservò una alla volta, prima di digrignare i denti ferino, posando lo sguardo dell’occhio sano sul cappello di Eiji.
« È tanto tempo che voglio incontrarti, Eiji … ».
Il ragazzo si irrigidì: « Come mai? ».
Ma lo spadaccino aveva già spostato l’attenzione su Lumi che era già pronta a sguainare la spada.
« E anche te, ovviamente, Boa Lumi … o meglio, Monkey D. Lumi ».
La ragazza scattò in avanti con la spada sguainata, ma il rapido intervento del suo capitano la bloccò prima che facesse scatenare uno scontro proprio in mezzo al locale. Gli occhi infastiditi di Nami lasciavano presagire il peggio se si fosse creata una rissa lì dentro.
« Come sai il mio vero nome? » ansimò la ragazza irosa e terrorizzata da ciò che quel nome poteva comportare se fosse stato reso pubblico alle masse dal Governo.
« Beh, lui e la proprietaria di questo locale erano membri della ciurma del Re dei pirati Monkey D. Rufy… » affermò ovvio e serio l’uomo pesce della ciurma tra lo sbigottimento generale.
Zoro non perse il ghigno nel sentire come la fama di pirata e quella del proprio capitano non fosse per nulla appassita nonostante Rufy fosse morto da oltre vent’anni.
L’occhio non smise di osservare il viso del capitano, che ricambiava lo sguardo con altrettanta determinazione.
« Quel cappello » esordì lo spadaccino « è adatto solamente a un uomo che non ha paura di nulla … nemmeno del grandammiraglio in persona che gli dà la caccia ».
Lumi sbuffò: « Che ci provi il vecchio Smoker a prenderci … non ci riuscirà né lui e di certo nemmeno mio fratello » affermò certa.
A quelle parole determinate, il ghigno di Zoro, se possibile, si allargò ancora di più, prima di tornare serio.
« Sono curioso, però, di sapere una cosa: il grande tesoro One Piece è stato trovato dal mio capitano … perché tu hai preso il mare? ».
Eiji toccò il proprio cappello.
Sorrise.
« Cerco un' avventura ».
Lo spadaccino sorrise di nuovo: quella risposta bastava.




ANGOLO DELL'AUTRICE:
E con questo scrivo la parola fine a questa raccolta, il mio esordio nel fandom di questo meraviglioso manga che è One piece. Quindici capitoli, spero che siano stati graditi dal primo all'ultimo.
Allora, magari è un po' confusionario, ma per fare un breve sunto di cosa mi sono immaginata: Nami ha rilevato il bar di Shakky e ora lavora lì, Eiji è il nome che ho dato al figlio di Makino, a cui ho immaginato Rufy abbia dato il proprio cappello e Lumi è la figlia di Rufy e Hancock -femmina perché le amazzoni partoriscono solo femmine-. Smoker è grandammiraglio e anche "patrigno" di Lumi, che aveva protetto per volere di Rufy e Raucher è sempre un marine OC e me lo sono immaginata come figlio di Smoker e Hina e quindi fratellastro di Lumi. E sì, dei due imperatori di cui parla il giornale, uno è Law e l'altro è Usop. Perché sì. Come Shanks u.u
Una cosa un po' fantasiosa e complicata, spero non faccia scadere tutto ciò fatto finora.
Come al solito, un grazie e un abbraccio a MizuNoMikan e a NamiVinsmoke che hanno recensito anche lo scorso capitolo e mi hanno dato i loro pareri su tutta la storia. Grazie sul serio, ragazze.
Ecco -forse un po' arrogante chiedere- ma sono proprio curiosa di sapere anche altri pareri da parte anche di chi ha sempre seguito la storia, ma in silenzio. Ma non obbligo nulla.
Vorrei dirvi che ci vediamo presto con un nuovo capitolo, ma non lo posso più fare.
Vi dico solo che ci vediamo in una prossima storia.
Marauder Juggernaut.


 

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