Il Dragon Slayer della terra

di Vandel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Huntear, il Dragon Slayer ***
Capitolo 2: *** Qual'era il suo nome ***
Capitolo 3: *** Luxus e la città di Miogarou ***
Capitolo 4: *** Di nuovo in viaggio ***



Capitolo 1
*** Huntear, il Dragon Slayer ***


Dalla piazza, gremita di persone come sempre, s’alzavano urla sempre più incalzanti a riempire l’aria in quel bel giorno di sole nella città di Florenzia. La folla scalpitava davanti al piccolo teatro instaurato per l’occasione al centro della piazza, mentre gli attori su di esso intrattenevano il pubblico, così come avevano fatto precedentemente comici, saltimbanchi e maghi. Ma quella folla non era lì per loro, e io lo sapevo. Tra tutte, c’era sempre stata un’attrazione che aveva spinto gente di molte città a vedere quel teatro. Forse era il solo motivo del perché la baracca fosse ancora in piedi!
Gli attori avevano finito, sul palco, e il presentatore si accingeva a chiamare il prossimo esibizionista. Io mi alzai dalla panchina dietro le quinte e avanzai fiero. Tutta quella gente era lì per me!
Sorrisi, entrando sul palco. Il presentatore non riuscì nemmeno a finire la mia presentazione che fu interrotto da un boato di gioia e incitamento dalla folla.
“Oh, bè” esclamò sorpreso il presentatore, vedendo che la mia fama era giunta persino in quella piccola cittadina. Poi si ritirò lasciando a me la scena. Io alzai una mano al cielo e i rumori si sedarono come per magia. Volevano il mio show?! Perfetto!
“Chi è così impavido da affrontarmi oggi?” urlai con un fiero sorriso provocatorio impresso sul volto “chi ha il coraggio di combattere contro un Dragon Slayer!?”. Per la folla girò un sibilo di paura ma anche di eccitazione. “Nessuno?!” ripetei non vedendo proposte. Come sempre.
Mi voltai per far cenno al presentatore di aprire la gabbia degli animali selvatici. Avrei combattuto contro di loro per dar spettacolo, come nelle città precedenti. Sbuffai. Che noia! Mai un vero guerriero! Non pensate che mi sia unito a questo stupido teatro per intrattenere il pubblico! Non sono un fenomeno da baraccone. Io voglio incontrare persone forti con cui misurarmi, altroché!
“Io voglio combattere con te!” mi riscosse una voce. Mi voltai verso la folla e vidi un ragazzo dai capelli rosa scomposti farsi largo tra la gente. Le mie preghiere erano state esaudite?
“Sicuro che sia una buona idea, Natsu?” disse una ragazza bionda al suo fianco. Il ragazzo annuì, poi saltò sul palco, tra lo sguardo stupito dei presenti che gli facevano posto.
Nel suo sguardo c’era qualcosa che mi piaceva. La tenacia forse.
Quando fu salito, puntò il dito contro di me: “il mio nome è Natsu Salamander e sono il Dragon Slayer del fuoco!”.
Sgranai gli occhi, mentre sul pubblico cadeva il gelo.
“Un..un altro dragon…slayer?!” balbettai non aspettandomelo proprio. Pensavo d’essere l’unico al mondo. Improvvisamente sentii un fremito correre per tutto il corpo e sorrisi. Era adrenalina. Era tanto tempo che sognavo una sfida del genere.
“Dimostrerò d’essere il migliore, ancora una volta” dissi preparandomi al combattimento.
“Sarà un ottimo allenamento” sorrise Natsu sistemandosi la sciarpa dietro il collo.
Un poderoso “VIA!” dato dal presentatore sancì l’inizio. La salamandra non perse un secondo e si avventò su di me. “Pugno del drago di fuoco!” urlò e io feci appena in tempo a controbattere: “Dragon shield!”. Improvvisamente, distruggendo il ring, un muro di terra s’alzò a copertura del mio corpo e il suo pugno s’infranse su di esso.
“Terra?!” si stupì Natsu mentre veniva colpito da un getto forte di terra che lo fece sbalzare all’indietro.
Con una capriola atterrò in piedi.
“Già…” sorrisi io “…sono il dragon slayer della terra, mi chiamo Huntear!”.
Natsu si preparò a colpirmi ancora.
“Ali di fuoco della salamandra!” urlò mentre dalle sue braccia fuoriuscì del fuoco che lanciò contro di me. Sembravano…ali di fenice! Non era però il momento di lasciarsi impressionare.
“Alabarda del drago di terra!” urlai mentre della terra si staccava dal ring per andare a coprire il mio braccio destro fino a formarne una spada di sola lama. Con quella tagliai l’ondata di fuoco e mi protessi. Quando alzai lo sguardo però, vidi Natsu ad un soffio da me. Maledizione! Mi aveva fregato!
“Soffio del…” sussurrò lui “…drago di fuoco!”. Dalla sua bocca uscì una valanga di fuoco che inevitabilmente mi colpì in pieno, lanciandomi all’indietro.
Natsu riatterrò al suolo proprio mentre io toccai terra con la schiena mezzo bruciacchiato. La folla urlò la propria gioia, ora a favore di Natsu. Impossibile! Inammissibile!
Raccolsi le ultime forze e mi rialzai in piedi. “Non posso perdere! Ne va del mio onore!” dissi mentre il pubblico tornava dalla mia parte con urla di incitamento.
“E’ quello che speravo!” sorrise Natsu divertito “un dragon slayer non può cadere così presto”
“Stà zitto” Interruppi nero in volto “io sono il più forte di tutti…”. Allargai le braccia e aggiunsi “…IL PIU’ FORTE, CAPITO!?”. Poi alzai di colpo le braccia al cielo.
Il ring iniziò a tremare facendo perdere l’equilibrio a Natsu. “La mia mossa più forte…TERREMOTO!” urlai mentre diverse colate di terra s’alzavano dal ring e colpivano un po’ alla cieca. Vidi la folla ammutolirsi di fronte ad una simile dimostrazione di forza. Sorrisi. Già, è questa la potenza di un dragon slayer!
“Finiscila o ferirai qualcuno!”
Mi riscossi dai miei pensieri e mi voltai. Natsu era dietro di me! Ma come aveva fatto?!
“Artiglio uncinato…” si preparò lui.
“No!” dissi io sconvolto “non è possibile…”.
“…DELLA SALAMANDRA!” concluse sferrando un calcio violento e ricoperto di fiamme. Il terremoto cessò e io fui spazzato in avanti, stavolta definitivamente.
Ricaddi di faccia sul freddo ring di pietra, mentre il pubblico inneggiava in favore del vincitore.
Una lacrima scese calda sulla mia guancia e toccò terra. La differenza era chiara. Non ero il più forte…
“Coraggio, alzati!”
Alzai lo sguardo. Natsu sorridente mi porgeva la sua mano con un caldo e sincero sorriso stampato sul volto.

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Capitolo 2
*** Qual'era il suo nome ***


“Che vorrebbe dire!?” balbettai indietreggiando.
Natsu davanti a me aveva lo sguardo serio. Aveva voluto parlarmi una volta finito lo show.
“Proprio quello che ho detto!” ribadì lui “un dragon slayer della seconda generazione non potrà mai battere l’originale”. Seconda generazione?! Cosa significherebbe?
Dietro di lui, appoggiata al muro, la ragazza, Lucy, teneva lo sguardo basso. Evidentemente lei sapeva.
“Ho già incontrato gente come te” continuò freddo Natsu “ Tu non sei un vero dragon slayer, ti hanno solo impiantato una lacrima”
Io sgranai gli occhi: “Ma cosa dici? Io uso gli incantesimi del drago!”.
“Qual era il suo nome?” alla domanda di Natsu, ammutolii.
“Il...il suo nome?” balbettai, non capendo.
“Qual era il nome del drago che ti ha allevato? Cos’hai provato quando questo è sparito? Perché…non sei sulle sue tracce…”. Io impallidì.
“Un drago…no, io ho questi poteri sin dalla nascita…nessun drago mi ha insegnato…” dissi quasi sussurrando.
“Non ho nient’altro da aggiungere” Natsu si voltò e iniziò a camminare “Io ti ho avvisato, sei libero di crederci o meno. Ci vediamo, Huntear”
Mentre Salamander usciva con Lucy dal teatro, caddi in ginocchio. La fronte bagnata di sudore.
“Una…lagrima…?” sussurrai mentre uno squarcio di ricordo mi tornò in mente.
Vidi un laboratorio e delle capsule e dentro le capsule…bambini. Mi portai le mani tra i lunghi capelli castani, gli occhi vuoti. “Non è possibile…Maledetti! Che atrocità!”. E restai a lungo così, a piangere.
Di colpo mi svegliai. Ero in treno, nella mia cabina. Mi asciugai la fronte sudata. Nel sogno avevo rivissuto i ricordi del giorno prima, tanto mi avevano sconvolto.
Ora avevo di nuovo uno scopo. Avrei distrutto quei dannati laboratori così che non avrebbero rovinato più nessun bambino. Era per questo che avevo lasciato il teatro ed era per questo che avevo rifiutato l’offerta di Lucy di entrar a far parte di Fairy Tail.
Non ancora almeno” avevo detto “Prima devo compiere il mio destino”.
Mi calcai il cappello sulla fonte per nascondere la mia faccia pensierosa alla mia compagna di cabina, che sedeva di fronte a me, accanto al finestrino. Era una ragazza sui diciotto più o meno, vestita con uno strano vestito rosa con una gonna voluminosa e gonfia. In più portava con se una valigia in pelle marrone dalla strana forma allungata. Chissà cosa conteneva.
“Che caldo…” sussurrò lei mentre si sventolava con la mano.
Per forza, con quell’abito che porti” pensai io, senza dir nulla. Poi si tirò indietro i capelli con una mano. Arrossii, accorgendomi solo allora di quanto fosse bella. Mi voltai dall’altra parte. Non dovevo distrarmi!
Tutto un tratto però, il treno inchiodò in modo spaventoso e mi sbalzò in avanti, addosso alla ragazza. Lei emise un urletto femminile, mentre mi staccai immediatamente.
“Ah, scusa! Non è colpa mia, è che…scusa ancora! Ma che accidenti prende a ‘sto treno?!” non riuscivo a parlare per l’imbarazzo. Quella strinse a se il suo bagaglio a mano, che sembrava essere il fodero di un violino.
Poi qualcuno aprì la porta della nostra cabina. Era un tizio vestito di tutina nera aderente con un sedere sporgente e voluminoso. Accanto a lui ce ne erano altri due del tutto uguali al primo.
“Abbiamo fermato il treno! Consideratevi sotto rapina!” disse con voce lenta colui che doveva essere il capo, dei tre.
“Chi diavolo siete?” dissi, seccato per la brutta figura che mi avevano fatto fare.
Quelli sorrisero e cominciarono a strofinare i sederi tra loro.
“Siamo la banda dei sederi tremolanti! Il vero male!” dissero in coro con fare alquanto irritante “E ci prenderemo tutti i vostri averi! Wahahah” disse il capo saltando addosso alla ragazza, per strappargli di mano il bagaglio di pelle marrone.
Quella urlava e si dibatteva. “No, fermi! Tutto ma questo no!” diceva.
“Allora è nascosto un tesoro prezioso..wahaahah” rispose il giullare.
“Vai capo! falle vedere chi è il vero male!" incitarono i discepoli da fuori la cabina.
Io tenevo lo sguardo basso, mentre con voce fioca sussurrai: “Alabarda…”.
“Ti prego, aiutami!” urlava la ragazza in netto svantaggio sull’uomo.
“…del drago di TERRA!” urlai dopo che della terra aveva cinto il mio braccio destro, scaraventando l’alabarda contro i tre sederi tremolanti.
Quelli ruppero il tetto del treno, scaraventati lontano da una forza assurda.
“Finisce sempre cosìììì” si sentì mentre quei tre sparivano in cielo.
Il mio braccio tornò normale. Mi avevano fatto davvero arrabbiare, non so quando sarei riuscito a calmarmi! D’un tratto sentii qualcuno abbracciarmi da dietro. Sgranai gli occhi, intuendo che fosse la ragazza. La rabbia era svanita, lasciando il posto al rossore.
“Mi hai salvato, grazie mille! Quella valigia è davvero importante!” disse lei in preda alle lacrime.
Io mi grattai la tempia con un dito, sforzando di sorridere: “Figurati…è dovere”.
Poi si staccò e mi sorrise in un modo che mi fece impazzire.
“Io mi chiamo Michelle e tu?” disse.
“Io sono Huntear” dissi guardando in basso per l’imbarazzo. Ma tu guarda se un glorioso dragon slayer deve abbassare la guardia per una qualsiasi ragazzina!
Un segnale musicale preannunciò una comunicazione di servizio del treno: “Si comunica ai passeggeri che il treno non ripartirà perché gravemente danneggiato sia ai comandi che alle cabine. Fortunatamente qui vicino c’è la città di Miogarou, potete alloggiare lì, ovviamente a nostre spese. Ci scusiamo per il disturbo”. La comunicazione si interruppe.
Io sbuffai, facendo per scendere, quando mi sentì toccare sulla schiena. Mi voltai ed era Michelle che sorrideva ironica: “Siccome hai contribuito a rompere il treno, e per colpa tua arriverò in ritardo, ora dovrai farmi da guardia del corpo finché non lo ripareranno”
La guardai confuso. Quella aveva tutta l’aria di essere un ordine.
“Guardia del corpo? Ma cosa c’è mai di così importante in quella valigia?” mi stupii.
“Una cosa molto preziosa della mia famiglia” sorrise lei, uscendo dalla porta “vedi di custodirla bene!”.
Io sbuffai, poi afferrai la borsa posta sul sedile e seguii Michelle fuori di lì.
La mia missione era appena cominciata! Si, cominciata con un ritardo…accidenti!

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Capitolo 3
*** Luxus e la città di Miogarou ***


“Huntear” Mi sentii chiamare “Huntear, svegliati!”. Con un balzo scesi dal letto, preoccupato.
“Cosa succede? Chi è?” urlai guardandomi intorno.
“Succede che è quasi mezzogiorno, dormiglione” sorrideva Michelle ai piedi del letto. Era lei che mi aveva chiamato. Quando realizzai dove ci trovavamo, e cioè in una stanza d’albergo, arrossii.
“C-che ci facciamo insieme io e te?” urlai sconvolto.
Lei sembrò intristirsi: “Ho pensato che non ti dava fastidio. Ti ho portato qui che eri in balia dell’alcool, neanche ragionavi più”.
Ora ricordo! Avevamo trovato un osteria con albergo a Miogarou e ci eravamo fermati lì. Avevo alzato un po’ il gomito, ma era lecito, dopo quello che avevo scoperto su di me!
Improvvisamente, tutto era stato rovesciato. Ero solo una brutta copia dei veri Dragon slayer. Nient’altro che una cavia da laboratorio.
Lentamente, uscii dalla stanza. “Aspetta, vengo anche io!” provò a fermarmi Michelle, ma non ci furono ragioni. “Io vivo da solo!” le risposi sgarbatamente prima di sbattere la porta alle mie spalle.
“Quella petulante ragazzina!” sbuffai mentre giravo per le strade di Miogarou. Davo la colpa a lei per non sentirmi in colpa io, per come l’avevo trattata. Eppure senza di lei mi sentivo perso.
La cittadina di Miogarou non era particolarmente grande. O almeno così sembrava. Non la girai tutta, a dire la verità, cercai subito l’uscita. Quando sono nervoso la migliore cosa da fare era allenarsi.
Attorno alla città si estendevano campi incolti e liberi. Direi perfetti!
Camminai fino al centro e poi mi concentrai.
Ali del drago di terra!” dissi, ricordando l’attacco di quel Natsu. Se solo potessi riuscirci anche io…
La terra iniziò a sollevarsi e ad unirsi alle mie mani, ma ancora non aveva la forma desiderata.
“Accidenti!” sbottai lanciando la terra a caso. Nessun drago me lo aveva insegnato! Non avrei mai potuto avere quei poteri! Eppure, questo mio braccio sinistro era del tutto uguale a quello dei Dragon Slayer.
“Tsk! Maledizione!” esclamai sedendomi a terra. Poi strappai dal terreno alcune zolle di terra e me le infilai in bocca. Improvvisamente mi sentii carico di nuovo. Mi alzai pronto a riprendere.
Soffio del drago di terra!” urlai soffiando avanti a me.
Una colonna di terra fuoriuscì dalla mia bocca, spazzando tutto ciò che si trovava davanti. Poi un fulmine squarciò il cielo colpendo il mio soffio che si dileguò all’istante. Sgranai gli occhi, sorpreso.
“Ma tu guarda, un collega!” sentii una voce sorridere.
“Ma che diamine…?!” dissi guardandomi intorno. Poi lo vidi: un ragazzo incappucciato, spavaldamente appoggiato ad un albero, che mi guardava.
“Chi sei?” dissi, preparandomi a soffiare di nuovo, stavolta verso di lui.
“Non scaldarti” disse quello togliendosi il cappuccio di dosso e mostrandosi a me “Il mio nome è Luxus”.
Il ragazzo aveva lunghi capelli gialli sparati all’insù, con due cuffie sulle orecchie e una cicatrice a fulmine sotto l’occhio.
“Il mio nome è Huntear” risposi un po’ titubante “Cosa intendi per colleghi?”.
Quello non mutò espressione, ma si tirò via il mantello, mostrandomi il braccio sinistro. Poi si concentrò, facendo mutare l’arto che divenne squamato e di un colorito giallo opaco. Il braccio di un Dragon Slayer! Lo stesso che ho io, di colore marrone.
“Quindi anche tu!?” mi meravigliai mentre il suo braccio tornava normale. Poi abbassai lo sguardo.
“Ah, no…io non sono come credi…”.
“Fammi indovinare, hai una lacrima impiantata nel corpo?” a quelle parole, pronunciate come se fosse normale, rialzai lo sguardo ammirato.
“Sei molto fortunato” disse Luxus rincalcandosi il cappuccio “Pensa non avere quella lacrima, saremo dei comuni sfigati”.
Poi si voltò per andarsene e gli urlai: “Aspetta!”.
Quello si bloccò e mi guardò, in attesa.
“So chi ci ha fatto questo! È un laboratorio segreto, ma io l’ho visto! Ti prego, unisciti a me nella ricerca. Voglio vendicarmi!” le parole fuoriuscirono dalla mia bocca come un fiume d’acqua torrente.
A questa proposta, Luxus sorrise. Poi si voltò.
“Come ho detto prima, sei molto fortunato, ragazzo!” sussurrò incamminandosi con lo sguardo minaccioso “Sto proprio andando lì”. Sgranai gli occhi.
Lo stesso obbiettivo? Era forse ciò che la gente chiama…Destino?! Non aspettai altro e gli corsi dietro, raggiungendolo. Tornammo in città, senza parlare. Nessuno dei due era un chiacchierone, in realtà.
Quando fummo di nuovo per le strade di Miogarou, vidi Michelle correre verso me. Portava la sua valigia e sembrava agitata. Mi si aprì il cuore.
“Michelle, scusa per prima, io non volevo! Ero rabbioso e…” provai a scusarmi.
“Non importa adesso!” interruppe lei, gettandosi fra le mie braccia in cerca di conforto (E facendomi arrossire di nuovo) “una gilda delle tenebre ha attaccato la città! Aiuto, ho paura!” pianse lei.
Io guardai Luxus e lo vidi scuro in volto. “Maledetto! Si è spinto fino a questo punto?” sussurrò. Improvvisamente qualcosa esplose, nel centro della città.
Vidi Luxus sorridere. Sorrisi anche io, poi ci guardammo e annuimmo.
“Meglio di un campo vuoto, non trovi?” mi chiese ironico, mentre mi sgranchii il collo.
“Decisamente meglio, come allenamento” sorrisi. Poi ci mettemmo a correre verso l’esplosione.
Una gilda delle tenebre? Cos’era, di fronte a due Dragon Slayer?!

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Capitolo 4
*** Di nuovo in viaggio ***


“Pugno del drago di terra!”.
Anche l’ultimo membro della gilda delle tenebre cadde al suolo. Così come avevano fatto i suoi cinquanta compagni poco prima. Compagni che ora riempivano la piazza di Miogarou, svenuti a terra.
Io e Laxus avevamo il fiatone, com’era comprensibile, ma ce l’avevamo fatta. La gente che si era radunata a guardare ora applaudiva e urlava di gioia, per la minaccia sventata. C’era persino qualcuno che piangeva dalla sollevazione. Guardare quei volti mi fece recuperare tutte le energie spese. Mi sentivo…bene!
Chiusi gli occhi per assaporare a fondo quel momento e quelle urla. Anche Michelle saltava di gioia. “Dobbiamo andarcene da qui” mi riportò alla realtà Laxus.
“Cosa? così presto?” mi risentii io, che volevo godere di quegli applausi ancora un pò.
“Questi erano pesci piccoli! Ne arriveranno degli altri, e altri ancora!” detto questo si incalcò il cappuccio. “Appunto! Dobbiamo proteggere questa gente!” ormai avevo preso a cuore questa città.
Laxus mi si avvicinò e poi, con fare minaccioso mi disse: “Non hai capito niente! Siamo noi che li attiriamo! Quei bastardi vogliono me!”. Io titubai. Volevano…Laxus?! Ma per quale motivo.
“Voi fate come credete, io mi metto in viaggio!” concluse il Dragon Slayer del tuono, prima di incamminarsi in un'altra direzione. Scambiai alcune occhiate con Michelle, poi salutammo la folla e lo seguimmo sotto il boato di questi ultimi.
“Perché una gilda oscura ti dà la caccia?” domandò Michelle, faticando a tenere il nostro passo.
“Non è la gilda di per se, qualcuno l’ha sguinzagliata contro di me” rispose Laxus serissimo.
“Secondo me ti stai sbagliando…” dissi camminando con le mani dietro la testa.
Il drago del fulmine mi squadrò con un aria irritata. “So riconoscere gli uomini di Ewan! So riconoscere gli uomini di mio padre!” urlò mentre io e Michelle sgranammo gli occhi. Nessuno di noi chiese più niente. Camminavamo e basta, in silenzio. Lasciammo la città, vagando per i campi circostanti. Poi finalmente Michelle ruppe il silenzio: “Intendete andare a piedi?”. Aveva il fiatone. Si capiva che non era abituata a lunghe camminate. In più portava quella valigia che non voleva dare a nessuno, tanto era preziosa.
“Qui vicino c’è una città e lì ci sarà sicuramente una stazione ferroviaria! Smettila di frignare!” rispose secco Laxus, chiudendo la questione. Vidi Michelle sbuffare, ma non aggiungere altro. Così mi fermai e, porgendole la schiena le proposi: “Sali! Ti porto io”.
Lei inizialmente si mostrò titubante, poi accettò e salì sulle mie spalle, sbattendomi involontariamente la valigia in faccia. Il dolore, sebbene minimo, svanì subito, quando lei accostò la bocca al mio orecchio e disse dolcemente: “Grazie mille!”. Arrossii ancora una volta.
Per poco non travolsi Laxus, fermo davanti a me, tanto ero distratto. Poi mi accorsi che stava consultando una mappa, per quello era fermo.
“Cosa? hai una mappa?!” esordii stupito.
“E’ la mappa che indica il laboratorio…” rispose lui ruotandola. Non era molto bravo a decifrarla.
“Chi…chi te l’ha data?” mi sforzai di capirci qualcosa anche io. Era molto vecchia e ingiallita, Però si capiva qual’era la strada.
“Non posso dirtelo…” bofonchiò Laxus in risposta.
“Già, come non puoi dirmi perché una gilda oscura mandata da tuo padre ti dà la caccia!” sbuffai io, stufo di tutti quei segreti.
Il dragon Slayer del tuono alzò la voce, visibilmente irritato: “Tu hai i tuoi segreti e io ho i miei!”.
Non la trovai una motivazione giusta e commentai: “Andiamo, siamo compagni ora, no?”.
Laxus mi afferrò per il colletto e a brutto muso mi urlò in faccia: “Io non sono il compagno di nessuno! Io non ti chiedo niente e tu devi fare altrettanto, d’accordo?”.
A quel punto non fiatai più. Sentivo Michelle tremare, su di me. Laxus mi lasciò e si voltò, camminando.
“Mi sono sentito morto, quando ho scoperto la verità su di me!” iniziai a toni bassi “e non voglio che qualcun altro possa sentirsi come me, in futuro. Per questo…voglio distruggere quei dannati laboratori!”. Laxus si era fermato ad ascoltare, senza voltarsi.
“Non lo sto dicendo perché me lo hai chiesto, volevo farlo e basta…” conclusi abbassando al testa al suolo. Non volevo più essere solo. Volevo forse…dei compagni.
Il dragon Slayer del tuono continuò a camminare, lasciandoci indietro.
“Non prendertela” mi sussurrò Michelle “Credo sia il suo carattere. Infondo anche lui ci considera come suoi compagni”.
“Compagno è una parola grossa” dissi io “i compagni si fidano l’uno dell’altro, ma per fidarsi serve tempo”. Poi ripresi a camminare, seguendo Laxus più avanti. Sentii Michelle ridere.
“Che c’è?” le chiesi, un po’ sorpreso.
“Io mi fido di te” rispose lei stringendo le braccia sul mio collo “Quindi noi siamo compagni?!”.
Per l’ennesima volta, arrossii. Però stavolta riuscii a rispondere: “Certo che si!”

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