Ali di farfalla

di Lisaralin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dottoressa ***
Capitolo 2: *** Provare ***
Capitolo 3: *** Palloncino ***
Capitolo 4: *** Cannoneggiamento ***



Capitolo 1
*** Dottoressa ***



#2 - Dottoressa

“Congratulazioni, dottoressa Caulfield.”
Niente da fare, non ci si abituerà mai. Come ogni volta deve fare uno sforzo per non voltarsi alla ricerca di una sua omonima che, ovviamente, non esiste. Il pensiero successivo è che la stiano prendendo in giro in qualche modo perverso – ma no, il nome sul contratto che stringe tra le mani è proprio il suo, subito accanto a quello di una rivista di settore che definire “importante” sarebbe più o meno come dare dello sconosciuto a Barack Obama. La sua prima collaborazione fissa.
Dottoressa Caulfield, laureata alla Blackwell con il massimo dei voti e fotografa professionista all’inizio di una promettente carriera. Sembra quasi il film sulla vita di un’altra persona.
Al momento di firmare la mano le trema.
Questo non è il tipo di gente che perdona se ti finisce l’ispirazione, o se le scadenze ti stanno strette, o se…
“Qualcosa non le torna, dottoressa?”
Victoria Chase sarebbe stata molto più qualificata per questo lavoro. Ma forse hanno scelto lei invece di Victoria perché la considerano più malleabile, più a buon mercato…
D’improvviso vorrebbe solo strappare il contratto in mille pezzettini e correre via a gambe levate.
A tenerla incollata alla sedia sono un battito d’ali impalpabile e un tremolio blu catturato con la coda dell’occhio. La riconosce ancora prima di metterla a fuoco, sullo schienale della poltrona a mezzo centimetro dalla spalla del suo quasi datore di lavoro.
Lei c’è ancora, c’è sempre stata. Accanto al suo letto la notte prima della laurea, o quasi iridescente sotto la luce fioca dei lampioni, quella sera dell’ultimo litigio con Warren; e nei corridoi asettici dell’ospedale, per tutte le lunghe ore in cui sua madre aveva lottato tra la vita e la morte in sala operatoria.
E come ogni volta, il battito d’ali sembra parlare con la voce di Chloe:
“Vai e spacca il culo a tutti, Mad Max!”
Le righe del contratto sfumano dietro il velo che le appanna gli occhi lucidi, ma la mano non esita più e la firma si snoda sicura e precisa nello spazio bianco.
Congratulazioni, dottoressa Caulfield. E grazie Chloe, per avere sempre fiducia in me.

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Note: ambientata qualche anno dopo il "Sacrifice Chloe" ending (quello che ho scelto nella mia prima, e per ora unica, partita). Lo so, sono un'infame a far litigare Max e Warren, ma possiamo sempre considerarla una realtà alternativa, no? :P

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Capitolo 2
*** Provare ***


Questa raccolta partecipa all'evento per il settimo anniversario del XIII Order Forum. Ogni capitolo della raccolta è basato su un prompt da una lista di parole creata usando un generatore automatico.
Buona lettura ;)

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#1 - Provare

Seattle, 15 giugno 2008
Ho iniziato una lettera per Chloe. Esatto, proprio una lettera, quelle strane cose di carta che ormai non usa più nessuno, con tanto di francobollo da appiccicare con la lingua rischiando di sbavare tutta la busta. Roba da trogloditi che neanche nei musei della preistoria. Ma come rimango fedele alle macchine analogiche, allo stesso modo non tradirò la primitiva carta. Penso che trasmetta le emozioni molto meglio di una fredda e-mail. Ci sarà un motivo se continuo a colorare questo diario con lo stesso entusiasmo di una bambina delle elementari, no? Anche a Chloe farà bene ricevere una bella busta piena di colore e allegria. Devo solo scegliere le parole giuste.

16 giugno
Urgh, più facile a dirsi che a farsi. Le parole non escono, non ne vogliono sapere. Cavoli Max, è una lettera, non una poesia candidata al Nobel per la letteratura! Non può essere così difficile.
Ma cosa posso dire a un’amica che ha appena perso suo padre? “Mi dispiace”, “ti abbraccio”, “anche se sono lontana ti penso sempre”… sembrano tutte frasi così vuote. Finte. Chloe merita di meglio.

20 luglio
Ho strappato un intero foglio della lettera per Chloe. “Seattle è grandiosa”… ma dico, sei scema? Certo, falla sentire ancora più uno schifo di quanto non stia già. Sbattile in faccia quanto ti stai divertendo. Sei un genio, Max.

3 settembre
Le vacanze sono volate più del solito. Ho scoperto di essere negata per il surf, ma è stato divertente provare! Mi ha ricordato di quando io e Chloe giocavamo ai pirati sulla spiaggia di Arcadia Bay… credo che il surf le sarebbe piaciuto, e sicuramente se la sarebbe cavata meglio di me. È lei la sportiva del duo.
La lettera è ancora nel cassetto. Devo riprenderla assolutamente!

12 dicembre
Aiuto, la scuola mi sommerge. I professori si sono scatenati tutti insieme e io mi sento come la volpe braccata dei quadri di caccia inglesi. Il diario langue, e non è il solo. Stanotte ho sognato Chloe. Eravamo sulla spiaggia di Arcadia Bay, di notte, e lei mi fissava con uno sguardo assolutamente truce sotto i raggi della luna. Senza parlare. Io non riuscivo a fare altro che scoccarle un sorrisino imbarazzato alla Jack Sparrow e sussurrare: “Parlay?” Ci credo che è arrabbiata. Non mi faccio sentire da mesi. Devo riprendere la lettera, anche se sarà difficile trovare una scusa adeguata per il mio silenzio così lungo.
Provaci ancora, Max.

16 aprile 2009
Più il tempo passa e più è difficile. La scuola, la fotografia, gli amici, la vita ti travolgono e ti portano via e in un battito di ciglia un altro anno se n’è andato. “Cara Chloe, scusa se non mi sono più fatta viva… “. Come inizio fa un po’ schifo, ma meglio di niente. Anche lei sarà piena di compiti, no? La scuola superiore è dura per tutti.
Infatti adesso sto crollando sulla scrivania, è un miracolo se riesco a tenere gli occhi aperti.
Domani. Domani ci riprovo Chloe, te lo giuro.

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Capitolo 3
*** Palloncino ***


#3 - Palloncino


Un brivido corre lungo la schiena di Max malgrado la temperatura sfiori i trentacinque gradi, l’estate più calda registrata ad Arcadia Bay negli ultimi dieci anni.
Ormai riconosce i sintomi: sudore sulla fronte, pallini gialli ai margini del campo visivo, il calore del sangue che inizia a colare copioso dal naso. Chiude gli occhi e respira profondamente come ha imparato al corso di yoga – quello che ha dovuto interrompere quando i suoi hanno deciso di non voler più mantenere una figlia nullafacente -  mentre si affretta a coprire il viso con il fazzoletto, simulando un casuale colpo di tosse.
Chloe non deve sapere.
“Ho un po’ caldo. Perché non ci sediamo sul muretto?”
“Cazzo Max, sembri un fantasma.”
“È che non ho fatto colazione stamattina.”
Una bugia dopo l’altra. Si chiede per quanto tempo riuscirà a ingannare l’occhio clinico di Chloe. Non è facile mentire con scioltezza quando hai una dozzina di martelli pneumatici che ti rimbombano dentro al cervello.
Qualcuno tra la folla sussurra di fare silenzio e Max è grata dell’occasione per abbassare lo sguardo ed evitare le domande negli occhi di Chloe.
Il sindaco è salito sul palco. Un applauso caloroso fa vibrare la marea di teste e palloncini prima di spegnersi nel silenzio assoluto. La commemorazione può avere inizio.
“Cittadini di Arcadia Bay. Sono trascorsi cinque anni dal mostruoso tornado che ha quasi distrutto la nostra bellissima città… “
Cinque anni. Cinque commemorazioni, ciascuna dolorosa come la prima. Un appuntamento fisso per Max e Chloe. L’oblio, la liberazione di poter voltare pagina, sono lussi che non si possono concedere a chi ha il sangue delle vittime sulle proprie mani.
“… i genitori, i figli e le figlie, gli amici che abbiamo perduto in quel giorno fatale… “
Tutte quelle persone – persone buone, persone che avevano sogni e aspirazioni e desideri – sono state il prezzo della vita di Chloe. Kate, che sapeva riconoscere ogni fragranza di tè dal profumo e conosceva sempre quella giusta per tirarti su di morale. Alyssa, appassionata di Robert Frost, che si illuminava come un sole appena le rivolgevi il più piccolo sorriso.
Solo l’abbraccio morbido di Chloe le impedisce di accasciarsi a terra. Le lacrime bagnano piano la spalla dell’amica, tra i singhiozzi e lo scroscio della risacca che, in lontananza, sembra avvolgere Arcadia Bay e la sua gente come un sudario.
“… vivranno per sempre nei nostri cuori… “
Un visitatore che arrivasse oggi in città faticherebbe a riconoscere le tracce del cataclisma. I sopravvissuti hanno lottato per strappare al mare e alla sabbia, brandello dopo brandello, le loro case e le loro vite. Una parte molto meschina di Max li invidia, perché la sua battaglia è molto più solitaria. A volte si sente un Don Chisciotte contro eserciti di mulini a vento, armato solo di una lancia spuntata e della forza della sua disperazione.
Il destino non si è accontentato di Arcadia Bay, non era ancora sazio della gentilezza di Kate, del genio confusionario di Warren, della danza frizzante di Dana prima di una partita di basket.
Il destino non ha mai smesso di protendere i suoi artigli gelati verso Chloe.
Ogni secondo della sua vita Max stringe i denti per costringere le pale del mulino a girare in senso contrario. Le sue giornate sono fatte di antidolorifici e occhi spalancati e durano trenta, quaranta, infinite ore. Chloe non ha ricordi di tutte le volte che lei ha dovuto riavvolgere il tempo, ma nella mente di Max è scolpita ogni buca lungo la strada, ogni fuga di gas, drogato armato di coltello, fulmine o camion impazzito che ha incrociato il loro cammino negli ultimi cinque anni.
“Dai Max, torniamo a casa. È meglio se ti riposi un po’.”
Non è una brutta idea, in effetti. Questo è il momento della commemorazione in cui tutti fanno volare i palloncini verso il cielo in ricordo delle vittime, e c’è qualcosa di profondamente triste e definitivo nel vedere tutti quei colori sgargianti inghiottiti dall’azzurro uniforme del cielo.
Lo stesso azzurro dei capelli di Chloe.
“Cammino da sola, grazie.”
Non la guarda mentre scivolano via dalla folla, lungo il sentiero che porta alla spiaggia. Il vento si porta via le parole roboanti del sindaco, annegandole nello sciabordare ritmico e infinito delle onde.
“Max, lo so che siamo al verde, ma se vuoi andare da un dottore… lo vedo che non stai bene. Posso trovarmi un lavoretto in più… “
Non crede di farcela ad ascoltare di nuovo la tiritera del dottore. Allunga il passo, correrebbe se avesse maggiore fiducia nelle proprie gambe malferme. Non ci sono molte cose in cui abbia fiducia ultimamente.
Come a voler ridere della sua miseria, il vento quasi le sbatte in faccia un solitario palloncino rosso. Lo hanno gonfiato fino allo stremo, e attraverso la superficie sottile Max può guardare la sabbia e il mare come attraverso uno specchio colorato. Un gioco infantile che per un lieve istante riesce a sollevare la mente oltre il buio del precipizio.
Ma è solo un attimo. Disgustata lo poggia sulla sabbia, solleva il piede con tutta la rabbia che ha in corpo.
Lo schiocco risuona con la forza di uno sparo nella spiaggia deserta.

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Note: se la storia precedente era ambientata dopo il "Sacrifice Chloe" ending, questa si colloca ovviamente dopo il secondo finale, quello in cui Max sacrifica Arcadia Bay per salvare Chloe. Chiamatemi pure senza cuore, ma questo per me è e resterà sempre il finale negativo.

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Capitolo 4
*** Cannoneggiamento ***


#4 - Cannoneggiamento


“Ammiraglio, il vento è a loro favore!”

“Presto li avremo addosso!”
“Uomini, ai cannoni! Diamoli in pasto ai pesci!”
 
Il rombo che le sconquassa il cervello è simile al ruggito di una batteria di cannoni. Le fa tremare le mani e rende impossibile concentrarsi sul suo compito, per quanto semplice esso sia.
È solo un gesto. Una piccola manopola da ruotare, e tutto sarà finito.
 
“Maelstrom! Maelstrom a dritta!”
“Capitano Price, c’è bisogno di lei al timone!”
 
La mano si è bloccata intono alla manopola. Le gambe di Max tremano come se davvero sotto i suoi piedi sobbalzasse il ponte di legno fradicio di un veliero, gli occhi serrati come a proteggersi dal grido della tempesta.
Si aggrappa ai ricordi dei giochi di un tempo nell’illusione che renda le cose più semplici.
 
“Fuoco! Fuoco senza pietà!”
“L’albero maestro è stato colpito!”
 
Non c’era battaglia navale che l’ammiraglio Caulfield e il fedele capitano Price non potessero affrontare e vincere insieme. Chloe era sempre la più ardita delle due, la più rapida a nuotare oltre il confine inviolabile del cordone di boe o a immergersi fino a stringere tra le mani la sabbia morbida del fondale.
“Posso trattenere il fiato per dieci minuti come Guybrush Threepwood!”
Ieri sono tornate insieme alla spiaggia per la prima volta dopo anni. Anche ora, mentre cerca di distogliere lo sguardo dal volto pallido dell’amica adagiato tra i cuscini, Max si sente sprofondare ricordando le due sottili linee sulla sabbia alle loro spalle, perse nella distanza fin dove l’occhio poteva arrivare.
La corsa spensierata di Chloe trasformata nel rollio monocorde di una sedia a rotelle.
 
“Prepararsi all’abbordaggio! Price!”
“Sono qui, ammiraglio. Le copro le spalle.”
 
Lentamente la manopola comincia a girare. Max fissa come intontita il liquido incolore che dalla sacca trasparente scorre nel tubicino per poi infilarsi nel braccio dell’amica.
Ci è riuscita. Non sa come, ma ci è riuscita. Ha esaudito l’ultimo desiderio della persona più importante della sua vita.
Sottili ed esangui, le labbra di Chloe trovano ancora la forza di schiudersi in un lievissimo sorriso.
“Grazie Max… “
Il rombo nelle orecchie aumenta d’intensità, i contorni della stanza diventano confusi e sbiadiscono di fronte ai suoi occhi gonfi di lacrime.
Prima di svenire, Max prega che sia il vortice del tempo che viene a riprenderla e non soltanto il suo cuore che esplode per la disperazione.
 
“Navigherai al mio fianco, capitano?”
“Fino ai confini del mondo. E oltre.”


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Note: lo so che Max e Chloe sono un po' giovani per aver giocato a Monkey Island. Ma in fondo potrebbero averlo conosciuto in mille modi diversi, è pur sempre un gioco che ha fatto epoca, e loro sono appassionate di storie di pirati ;)
 

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