L'altro mondo di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry è andato ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Tomba ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Piano d'azione ***
Capitolo 4: *** Cap.4 La furbizia del gatto ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Harry incontra i suoi genitori ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Il piano ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Nella base nemica ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Colpo di scena ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Il tempo degli addii ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Natale a casa ***
Capitolo 1 *** Harry è andato ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
L'altro mondo
Cap.1
Harry è andato
Hermione accavallò le gambe, incrociò la braccia
e si appoggiò al sedile con la
schiena. "E' un piacere rivederla, professoressa Mcgranitt"
salutó.
"... Un ...". "... Burrobbirra ..". Varie voci si
sollevarono dal brusio.
"Spero sia urgente, perchè ho una lezione tra venti minuti"
ribattè
l'altra donna. Si sollevò gli occhiali sul naso e socchiuse
gli occhi.
"Sono qui in veste ufficiale come Ministro della Magia che chiede aiuto
alla professoressa preside della Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts" spiegò Hermione. Si leccò le labbra
sporche di rossetto e sentí
in bocca un sapore di dentifricio. La strega piú grande vide
entrare due maghi dalla
porta dei Tre manici di scopa.
"E' sempre stata la studentessa piú brillante che io abbia
mai avuto,
perciò deve essere davvero urgente se la mette
cosí" sussurrò. Hermione
annuí, chinò il capo e una ciocca ondulata le
finì davanti al viso
"Harry è andato" bisbigliò.
"Potter?" domandò l'anziana.
"Sí, il nostro miglior auror è andato"
confermò la Granger. Si portò
del succo di frutta alle labbra. Minerva strinse le labbra riducendole
a una
striscia poco visibile.
"Dove?" domandò.
"Si è perso in un'altra dimensione" rispose Hermione,
appoggiando il
bicchiere sul tavolo.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Tomba ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.2 La tomba
Harry si calò il cappuccio nero sopra il viso stringendo il
mantello dell’invisibilità al petto. Strinse le
labbra fino a farle sbiancare e avanzò.
Rabbrividì per il freddo, la luce dei lampioni illuminava in
modo soffuso le tombe. Potter si sollevò un pendaglio dorato
che portava al collo e lo districò dai fili che gli tenevano
allacciato il mantello. Era una gira tempo con quattro clessidre ai
bordi e una sfera blu con disegnata dentro una galassia al centro.
< Se al Ministero c’è ancora Caramell, vuol
dire
che la dimensione in cui mi trovo è più indietro
temporalmente alla mia > rifletté. Scansò
dei
fiori secchi, a ogni passo affondava nella neve.
“Hermione mi ucciderà. Aveva detto che una delle
gira-spazio di quel contrabbandiere poteva essere difettosa”
borbottò. Avanzò lungo le tombe del cimitero di
Godric’s Hollow e sgranò gli occhi vedendone una.
“Non è che qui i miei non si erano
sposati?” domandò bisbigliando e la voce gli
tremò. Si chinò e guardò la lapide.
“Harry Potter 1980-1981… il nostro adorato bambino
…” lesse.
Il viso di Harry divenne grigiastro. Strinse il pugno intorno alla
bacchetta fino a far sbiancare le nocche e arrossare le dita. Strinse i
denti fino a sentir pulsare le gengive. Il venticello della sera lo
investì facendogli sollevare il lungo mantello nero.
S’inginocchiò e il battito cardiaco gli si
accelerò.
< Harry, Harry sei tanto amato, tanto amato... Harry, mamma ti
ama,
papà ti ama... Harry, sii prudente. Sii forte >. La
voce di
sua madre gli risuonò nella testa.
“Vuol dire che qui … sono io ad essere morto
…” biascicò con voce rauca.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Piano d'azione ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.3 Piano
d’azione
Harry si
abbassò il cappuccio che indossava, evitò un uomo
dal cappello dalla punta storta e avanzò. I piedi gli
affondavano nella neve,
superò un negozio chiuso da una serie di assi. Vide un
barbone con le mani
sopra un fuoco fatto di magia, la vetrina di un altro negozio era
distrutta,
saltò oltre i resti di uno dei cartelli. In un angolo a
sinistra erano
ammassate delle gabbie di gufo ripiegate su loro stesse.
< Diagon Alley
sembra un
luogo fantasma, evidentemente qui la
guerra è tutt’altro che vinta >
pensò.
Alzò il capo e vide in lontananza una
trentina di marchi neri galleggianti nell’aria, le bocche
spalancate e lattee
dei teschi di fumo mostravano i canini aguzzi e i serpenti saettavano
oltre di
esse.
< Anzi, direi che
la stanno
direttamente perdendo > si disse.
Si avvicinò a
un uomo, lo vide indietreggiare, alzò le mani
e le dimenò.
“Scusi, vorrei
solo un’informazione. Come mai i negozi sono
tutti chiusi?” domandò. Lo sconosciuto si strinse
il mantello verde smeraldo ed
impugnò la bacchetta con l’altra mano.
“Sei uno
straniero?” ringhiò. Harry annuì un
paio di volte,
i corti capelli neri gli sbatterono contro il viso.
“Sì,
vendo da Dumstrang” mentì. L’altro uomo
dilatò le
narici, socchiuse un occhio e mugolò.
“Bleah”
sibilò. Strinse la bacchetta con forza fino a far
sbiancare le nocche.
“Certo, il
Signore Oscuro vi ha sempre tutelato” ringhiò.
< Come mai se
Voldemort
è ancora vivo la cicatrice non mi
brucia? > rifletté.
“Tornatene da
Tu-sai-chi” sibilò lo sconosciuto.
Ringhiò,
scosse il capo e si voltò allontanandosi. Harry
sospirò, si girò e proseguì
lungo la via. Si fermò davanti a una costruzione intera e
alzò il capo, sorrise
vedendo l’insegna.
“The
Weasleys Wizard Wheezes” lesse ad alta voce. Abbassò
il capo, aprì la
porta ed entrò nel negozio. Superò uno scaffale
colmo di torroni sanguinolenti,
passò oltre una bacheca con i sognisvegli brevettati, prese
un paio di orecchie
oblunghe da una cesta e passò oltre un portaombrelli
contenente piume
autocorregenti, autoinchiostranti e risposta pronta, evitò
una donna intenta a
prendere una confezione di marchi neri commestibili, schivò
la gomitata di un
mago che stava prendendo della polvere buiopesto e la prese anche lui.
Afferrò
anche un cappello scudo e dei detonatori abbindolanti. Mise tutto sul
ripiano
del negozio e vide i gemelli avviarsi verso di lui, tirò
fuori dalla cintola un
sacchetto di monete d’oro.
< Mi
basterà
seguire loro per scoprire se esiste anche qui l’Ordine
della fenice. Silente, se è vivo, capirà >
decise.
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Capitolo 4 *** Cap.4 La furbizia del gatto ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Fandom: HP
Prompt: Grattastinchi
L'altro mondo
Cap.4
La furbizia del gatto
Hermione
passò la mano sopra la testa del micio, infilando le sue
dita nei grovigli di
peli rossi. I baffi di Grattastinchi tremavano davanti al suo viso
schiacciato.
La giovane sospirò, si appoggiò contro il sedile
della sedia e sbadigliò.
“Pensi
che
ci faranno mai ascoltare?” domandò. Ron si
portò una banana alle labbra e la
addentò, sporcandosele.
“Non fefo” farfugliò.
Fred gli scompigliò i
capelli vermigli e George gli diede una pacca sulle spalle, facendolo
piegare
in avanti.
“Finché
lui
avrà questo quoziente intellettivo …”.
Iniziò uno dei due gemelli.
“…
non credo”.
Concluse l’altro. Hermione si mise una ciocca arricciata
dietro l’orecchio e
allungò le gambe sotto il tavolo.
Il gatto le
saltò giù dalle gambe, soffiò passando
tra le gambe di Ron che saltò indietro.
“Stammi
lontano, bestiaccia!” si lamentò. Hermione si
piegò in avanti e gli diede un
pizzicotto.
“Non
spaventarlo così!” gli gridò.
Grattastinchi continuò a correre, raggiunse la
porta della stanza da pranzo e saltò abbassando la maniglia,
la porta si aprì.
“Vi
avevo
detto di non entrare!” si lamentò Molly.
Sgranò gli occhi vedendo entrare il
gatto. Il marito ridacchiò e chiuse la porta.
“Arthur,
il
gatto …” biascicò la donna.
“E’
solo un
felino intelligente” disse Sirius. Si piegò in
avanti e prese il micio in
braccio, che iniziò a fare le fusa.
“Ammettilo,
tu hai una relazione con quel gatto”. Scherzò
James Potter. Sirius roteò gli
occhi e sbuffò.
“Lily,
hai
di nuovo dimenticato di rinnovargli l’incantesimo che lo dota
di cervello?”
domandò ironico. Lily si massaggiò la fronte con
la mano
e schioccò la lingua sul
palato.
“Non
cominciate, siamo qui per un motivo importante”
ringhiò Malocchio.
“Non
so
quanto Hogwart ancora riuscirà a reggere”.
Iniziò a spiegare Silente.
Grattastichi saltò dalle braccia di Sirius,
afferrò un'orecchia oblunga e la
tirò.
“Quei
ragazzacci!” si lamentò Molly. La Mc Grannit si
alzò in piedi, tenendo gli
occhi socchiusi.
“Aspetta,
non penso sia loro” mormorò. Silente si
sfregò le mani e le iridi color
fiordaliso gli brillarono.
“Penso
che
ci sarà qualcosa di divertente, a breve”
mormorò.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Harry incontra i suoi genitori ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: occhiali
L'altro mondo
Cap.5 Harry incontra i
suoi genitori
James si tolse gli
occhiali da vista e li appoggiò sul
tavolo. Sirius mise la mano sulla propria bacchetta.
“Quando ti togli
gli occhiali non è mai un buon segno”
sussurrò, mentre Silente si sfregava le mani. Molly vide
Grattastinchi lasciare
andare l’orecchia oblunga e impallidì.
James iniziò a recitare una formula e Lily
roteò gli occhi.
“Un mago bravo
come lui, deve sempre essere così
scenografico. E poi ci sono almeno dieci incantesimi più
rapidi di quello per
svelare chi ascolta” si lamentò la rossa,
estraendo la propria bacchetta. L’occhio
magico di Malocchio si mise a girare su se stesso e sibilò.
“Maghi oscuri,
maghi oscuri ovunque” sibilò. Arthur
raggiunse la porta e la aprì.
“Io vado a
controllare che i ragazzi siano al sicuro” disse,
richiudendosi la porta alle spalle. Molly si portò le mani
alla bocca, mentre
Grattastinchi usciva dietro ad Arthur. Sirius controllò che
la porta venisse
nuovamente chiusa. James smise di recitare la formula e si rimise gli
occhiali.
Una figura incappucciata
apparve al centro della stanza,
Lily e Sirius gli puntarono la bacchetta contro. James gli stava di
fronte, con
le sopracciglia corrugate dietro gli occhiali tondi.
“Chi
sei?” domandò. Lo sconosciuto si grattò
la fronte sotto
il cappuccio scuro e chinò il capo.
“Ho sbagliato di
poterla fare in barba proprio a voi”
sussurrò. Si voltò verso Lily e nuovamente verso
James.
“Mamma,
papà” sussurrò. Harry si tolse il
cappuccio. La luce
delle lampade ad olio si rifletté nelle sue iridi verde
smeraldo e gli illuminò
la cicatrice sulla fronte.
“Non
è possibile” biascicò Lily, sgranando
occhi e bocca,
trattenendo un singhiozzo.
“Che trucco
è? Avete modificato la pozione polisucco?”
domandò ringhiando James. Sirius si passò le mani
tra gli scompigliati capelli
mori.
“Vado a chiedere
aiuto a Lupin” sussurrò.
“Maledetti maghi
oscuri, come avete fatto a scoprire che ci
riunivamo qui?!” strillò Moody. Alzò il
braccio con la bacchetta e Molly glielo
fermò.
“Vieni da
un’altra dimensione, vero? Sapevo fosse possibile,
ma non mi era mai capitato. Davvero insolito” disse Silente,
sorridendo. Il
viso di Harry si illuminò e il giovane uomo sorrise.
“Come sempre ha
ragione, professore” sussurrò Harry con voce
tremante. Lily corse verso Harry e lo abbracciò.
“Cosa
fai?!” si alterò James.
“Zitto! Vuoi che
una madre non riconosca suo figlio quando
lo vede?!” gli gridò contro la moglie. Si mise a
baciare Harry un paio di volte
sulle guance e sulla fronte.
“Bimbo mio,
fatti guardare” disse e la voce le si spezzò.
“Oh cielo, viene
da una dimensione in cui non mangiano” si
lamentò Molly. Moody ringhiò.
“Fatemelo almeno
interrogare” si lamentò.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Il piano ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: neonato
L'altro mondo
Cap.6 Il piano
Lupin entrò
nella stanza e sgranò gli occhi, socchiudendo la
bocca.
“Allora
è vero” sussurrò. Sirius gli diede una
pacca sulla
spalla.
“Altroché
e il ragazzo vuole già andare in missione”
spiegò.
Remus si voltò verso James.
“E gli altri
ragazzi lo sanno?” domandò. James Potter
negò
con il capo.
“No, Arthur si
sta occupando di tenerli all’oscuro”
spiegò.
Lily abbracciò Harry.
“Ora che sei
qui, vorremmo goderci dei momenti con te”
sussurrò. Il figlio sciolse l’abbraccio, aveva gli
occhi lucidi.
“Anche io non
vorrei altro, ma sconfiggere il signore oscuro
è più importante” sussurrò
rauco. Sirius si mise una ciocca tendente al riccio
dietro l’orecchio pallido.
“Tutta questa
serietà non l’ha certo ereditata da te,
James”.
Scherzò. Silente appoggiò una sedia davanti alla
porta chiusa e vi si accomodò.
“Il ragazzo ha
ragione. Inoltre penso che potrebbero
richiamarlo nella sua dimensione da un momento all’altro,
dobbiamo utilizzarlo
fino a quando è possibile” spiegò,
unendo le dita.
“Tu pensi sempre
a utilizzare tutti” brontolò Molly.
Incrociò le braccia e gonfiò le guance.
“Almeno fatelo
mangiare un po’ prima. Non vedete come è
smunto?” domandò.
“Bah. Io non
penso che incroci tra dimensioni siano
positivi. Queste baggianate sono pericolose, potrebbero far collassare
tutti
gli universi” brontolò Malocchio. Prese una sedia,
la girò e vi si sedette,
appoggiando le braccia sulla sommità dello schienale.
“Sentite, nel
nostro mondo voi siete tutti morti. Almeno
qui, non private le vostre famiglie del vostro supporto”.
“Non vedo
perché dovresti andare tu da solo all’attacco del
Signore Oscuro. E’ pericoloso” si
lamentò Lily. Harry le sorrise, si sollevò
una ciocca di capelli mori con una mano e con l’indice
dell’altra s’indicò la cicatrice.
“Questo
è il segno che nel mio mondo tu mi hai protetto,
mamma. Non metterò a rischio la mia vita più del
dovuto. Fidati, so cosa fare”
propose. Sirius si deterse le labbra con la lingua e raggiunse una
finestra
sbarrata.
“Io
verrò con te. Sono il tuo padrino, è mio compito
guardarti le spalle” propose.
“Mi sembra una
buona idea. Abbiamo deciso, il ragazzo andrà
ad Azkaban con Sirius”. Concluse il discorso Silente. Lily
sospirò.
“Il covo di
Tu-sai-chi” mormorò.
“Tre ore, non un
minuto di più. Ho perso mio figlio
neonato, non lo perderò ancora”
sancì
duro James.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Nella base nemica ***
Ringrazio anche chi legge.
Cap.7 Nella base nemica
Un
gocciolio risuonava ritmico nei corridoi in ombra. Harry lo sentiva
confuso, mischiato con il suo battito cardiaco. Teneva una mano
appoggiata alla
bacchetta, l'altra la strisciava contro i muri umidi. Superava le porte
metalliche delle celle abbandonate, camminando sulle punte dei piedi.
Si voltò
e aspettò che Sirius lo raggiungesse.
<
Nessuno ha mai usato dei Thestral come mezzi di trasporto in questo
mondo, ma sono i migliori per ingannare i Dissennatori. Non solo sono
invisibili per la maggioranza delle persone, ma essendo animali non
mettono in
allarme i guardini di questo luogo. E fortunatamente non ho visto
né
acromantule, nè giganti > rifletté.
Udí
un fruscio e si appiattí contro la parete, immobilizzandosi.
Un
dissennatore scivolò lungo il corridoio dirimpetto. Man mano
che avanzava
aleggiando, sulle pareti si formavano dei ghirigori di ghiaccio e
l'aria
diveniva pungente.
Sirius
si mise alle spalle di Harry ed entrambi videro il Dissennatore
allontanarsi. Proseguirono.
Sirius
udì dei passi alle proprie spalle e si voltò di
scatto. Eresse una
barriera di magia e su di essa s'infranse una maledizione senza
perdono. Harry
si appiattì contro una parete e sgranò gli occhi.
Risuonarono
dei ringhi nei corridoi, una serie di ombre oscure apparvero
intorno a loro e si condensarono in una serie di mangiamorte
incappucciati.
Fenrir
Greyback balzò verso Sirius, che lo schiantò.
Harry utilizzò degli
incantesimi da difesa, dimenando la bacchetta, neutralizzando una serie
di
incantesimi offensivi. Lanciò una fattura orcovolante,
facendo volare via una
mangiamorte.
"Tu
trattienili, io vado avanti" gridò Potter, iniziando a
correre.
"Harry!"
gridò Sirius. Harry si voltò, arrestandosi, e lo
guardò
in viso.
"Ti
sei sempre fidato di mio padre, fidati di me" rispose.
Schivò
un crucio e lanciò uno schiantesimo.
"Vai!
Vai!" gli gridò Black. Harry si mise a correre, stringendo
spasmodicamente la bacchetta. Il fiato gli si condensava davanti al
viso e il
petto gli si alzava e abbassava irregolare. Si voltò
riconoscendo dei passi e
schiantò un mangiamorte. Venne circondato da una serie di
dissennatori.
"Expecto
Patronum!" lanciò l'incantesimo. Un cervo argenteo
balzò
dalla sua bacchetta. I dissennatori lanciarono una serie di versi
striduli,
allontanandosi. Harry ricominciò a correre, inseguito dal
cervello magico che
emanava una sfera di luce argentea.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Colpo di scena ***
Ringrazio anche solo chi legge
Cap.8
Colpo di scena
Harry
socchiuse la porta del direttore del carcere ed entrò,
deglutendo.
<
Fa impressione pensare che questa prigione un tempo era la dimora di un
signore oscuro ed ora è la base di un altro mago malvagio
> pensò. Harry udì un fruscio e
balzò.
"Avada
Kedavra!" gridò una rauca voce maschile. L'attacco si
infranse all'altezza della porta, mentre Harry strisciava a un paio di
metri da lì. Si rialzò in piedi.
"Harry
Potter, venuto a morire" sibilò il signore oscuro. Era
accomodato su un trono di metallo. Lanciò un'altro raggio di
magia verde.
Harry
saltò a sinistra, nascondendosi dietro una colonna di pietra.
<
Mai una volta che fossero innovativi con le frasi, ma...
chissà perché la cicatrice non mi fa male. Forse
è perché si tratta del Voldemort di un'altra
dimensione > pensò. Regolò il battito
cardiaco e si nascose la bocca con la mano, cercando di regolare il
respiro.
"Harry,
pensi di sconfiggermi?" domandò il signore oscuro.
"Sei
il male! Perde sempre" rispose Harry. L'avversario scoppiò a
ridere e si rigirò tra le dita la sua bacchetta.
"Che
bella favoletta, ma qui i maghi mi amano. Sono pronti ad eleggermi.
Tutti questi babbani che rubano loro il lavoro. Questi mezzosangue che
diventano più importanti. I maghi vedono le sotto-razze come
gli elfi liberati diventare più ricchi di loro. Pensi che
possano accettarlo?" domandò. Harry ghignò.
<
Perfetto, c'è cascato. Ora farà la sua campagna
elettorale per almeno venti minuti > pensò. Si
allontanò dalla colonna, gattonò dietro una
scrivania e fece il giro della stanza. Andò dietro lo
schienale del trono. Il trono levitò e si voltò
di scatto. Harry sgranò gli occhi ed
indietreggiò, con la bacchetta puntata davanti a
sé.
"Sono
meno sciocco di quanto tu potessi pensare" disse l'avversario. Harry
gettò a terra una sferetta, da essa si alzò una
nube viola che lo avvolse.
"Ancora
usi simili trucchetti?" domandò il signore oscuro. Indossava
un cappuccio di tela nero, un mantello in seta e una lunga tonaca
entrambi del medesimo colore. Harry ansimò, nascosto dietro
una statua decapitata di pietra. Il trono girò nuovamente.
Harry riuscì a vedere il riflesso del signore oscuro alle
sue spalle nel vetro dello specchio illuminato dal fuoco delle torce.
"Harry,
prima vieni a trovarmi e adesso rimani nascosto" si lamentò
il signore oscuro.
Harry
si affacciò e lanciò un expelliarmus. Il trono
dell'avversario si spostò, facendogli schivare l'attacco. Lo
spostamento d'aria gli fece cadere all'indietro il cappuccio. Harry si
nascose nuovamente, tornando a fissare lo specchio.
"Oh,
non volevo farmi scoprire così presto" si lamentò
il nemico. Le sue iridi verdi erano circondate da luce vermiglia.
"Tu
non sei Voldemort. Sei me!" gridò Harry, riconoscendo i
propri tratti nel viso nemico.
"Molto
perspicace. Ecco perché non siamo finiti a Corvonero"
rispose l'altro ironico, passandosi le lunghe dita affusolate tra i
capelli mori. Harry deglutì rumorosamente, tremando.
"Come
è possibile?" chiese. Dimenò la bacchetta,
avvolgendo con un incantesimo scudo la statua dietro cui era nascosto.
"Non
sei l'unico ad essere finito in una realtà alternativa. E
questa volta non voglio condannare tutta la mia vita a un'esistenza
mediocre con quattro spiccioli. Il grande Harry Potter poteva
finalmente prendersi il posto che veramente gli spettava"
spiegò l'avversario. Lanciò un incantesimo contro
la statua, il colpo rimbalzò, colpì la finestra e
la mandò in frantumi.
"Tu
sei pazzo" ringhiò Harry. Cercò di affacciarsi,
il raggio rosso di uno schiantesimo gli passò a un dito dal
viso e colpì il pavimento spezzandosi in schegge di luce.
Potter si nascose nuovamente, continuando a guardare il nemico dallo
specchio davanti a sé.
<
E' peggio di quella volta con Raptor >. Un altro incantesimo
raggiunse la statua, questa volta s'incrinò l'incantesimo
scudo e un braccio della statua andò in pezzi.
"Che
fine ha fatto Voldemort?" Potter.
<
Spero che Sirius riesca a mantenere lontano Voldemort >
sperò mentalmente.
"Tom
era destinato a perdere contro di me. Il fato, invece, ha sempre
predetto che io sarei stato il vincitore. Nessuno può
sconfiggermi. Riddle non è riuscito a uccidermi nemmeno da
infante" disse il signore oscuro. Harry si portò la
bacchetta al petto, strinse il manico e chiuse gli occhi.
"Era
l'amore di nostra madre a proteggerci da lui! Tu hai sputato su tutto
quello che ci hanno insegnato" rispose, rendendo più cupa la
voce. L'avversario scoppiò a ridere.
"Ci
hanno insegnato a sfruttare tutti. Non sei qui perché
Silente ti sta nuovamente utilizzando come carne da macello? Era lui il
vero burattinaio, è sempre stato lui. Ha sconfitto Gellert
Grindelwald e usato noi contro Voldemort solo per sgravarsi la
coscienza" disse, con voce sibilante. Harry riaprì gli
occhi, le iridi verde smeraldo gli brillarono.
Il
signore oscuro si alzò dal suo trono, facendo ondeggiare la
sua cappa nera.
"Non
dirmi che ti dispiace che io abbia ucciso Voldemort. Ti ricordo che in
questa dimensione ti aveva ucciso" disse con vocetta più
stridula.
"Questo
dimostra che il destino degli Harry Potter, in questa dimensione,
può essere diverso!" gridò Harry.
Saltò fuori dal nascondiglio.
"Pietrifico
Totalu!" sbraitò. L'incantesimo colpì in pieno
l'altro, che si immobilizzò, cadendo a terra con un tonfo.
Harry lo raggiunse a passi cadenzati.
"Sei
in arresto, Potter" ringhiò.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Il tempo degli addii ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.9 Il tempo degli
addii
“Non ti sconvolge che
quell’Harry fosse divenuto così simile
a Voldemort?” domandò Sirius. Camminava di fianco
ad Harry. Harry alzò il capo.
< E’ stato gentile a
non farmi assistere al bacio del
Dissennatore > pensò, osservando le finestre di
Grimmauld Place.
“No. Era un timore che non
ho più, proprio grazie al te del
mio mondo” rispose. Sirius gli passò il braccio
intorno alle spalle.
“Sono davvero bravo da
te” si vantò. Harry gli appoggiò la
testa sul petto.
“Sì, mi dicesti
che ognuno ha in sé buio e luce. Siamo noi a
scegliere se essere buoni o cattivi con le nostre azioni, a prescindere
dai
nostri legami” rispose. Le sue iridi verde smeraldo divennero
liquide.
“Ho fatto davvero un buon
lavoro. Anche se mi sembra di aver
capito di non esserlo stato abbastanza da sopravvivere. Dico
bene?” domandò
Black, lasciandolo andare.
Harry si arrestò e si
voltò verso di lui, anche Sirius smise
di camminare. Si sentì un rumore. Sirius si voltò
ed estrasse la bacchetta,
mettendosi davanti a Potter. Harry aveva a sua volta la mano sulla
bacchetta.
“Hermione!”
gridò. Sirius si scostò e Harry la raggiunse,
abbracciandola.
“E’
così bello vederti” le disse. La giovane si
scostò da
lui, aveva il viso madido di sudore e una gira-spazio in mano.
“Harry, sbrigati, dobbiamo
andare subito” gli disse. Harry
si scostò ed Hermione impallidì, riconoscendo
Sirius.
“Ho un paio di
minuti?” domandò Harry.
Hermione strinse le labbra.
“Voglio dire addio ai miei
genitori. Qui sono vivi e…”.
Iniziò a dire Potter. Hermione espirò
rumorosamente.
“D’accordo Harry,
ma solo qualche minuto. Rischiamo di
rimanere bloccati qui” gli disse, stringendo al petto la
gira-spazio.
Harry annuì. Si
voltò e guardò Sirius.
“Io corro dentro, quindi ti
saluto adesso prima di non avere
altre opportunità” gli disse, mettendoglisi di
fronte. Black gli sorrise.
“Harry, sono felice di
averti potuto conoscere. Sei uguale a
James” disse, mentre i suoi occhi divenivano liquidi.
“Ma ho gli occhi di mia
madre”. Harry gli completò la frase.
Sirius gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.
“Ancora una volta sei qui,
davanti a me. E potrei rimanere,
avere finalmente la vita che sognavamo. Oh meglio, che io sognavo con
il mio
Sirius. Nel mio mondo mi avevi promesso che saremmo stati una vera
famiglia”
disse Harry. Una lacrima gli rigò il viso.
“Sei diventato davvero un
grande uomo. Ora vai e sappi che
non ti dimenticherò” rispose Black. Harry
annuì, sentì Hermione mugolare e
corse. Aprì la porta e percorse il corridoio,
accelerò e raggiunse la cucina.
“Harry, non mi aspettavo
saresti entrato. Sai che…”. Iniziò
Molly Weasley.
“Mamma, papà, io
devo andare. Voglio dirvi addio”. La
interruppe Harry.
“Voi andate, restiamo noi
con questo corpo vuoto” ringhiò
Malocchio.
“Di già? Non ho
fatto nemmeno in tempo a rassicurare il
ragazzo che non è a causa della sua sopravvivenza che nel
suo mondo metà di noi
non è più nel mondo dei vivi” si
lamentò Albus.
Lupin
spinse
delicatamente James.
“Muovetevi, non avrete
altre opportunità” disse gentilmente.
Lily annuì, afferrò il braccio del marito e lo
trascinò fuori dalla cucina.
Harry gli chiuse la porta alle spalle e li abbracciò. I
genitori lo strinsero a
loro volta.
“Non voglio perderti di
nuovo, figlio mio” gemette James.
“James, per lui deve essere
già così difficile doverci
lasciare, non mettertici anche tu” ribatté Lily.
Accarezzò la guancia del
figlio e gli baciò la fronte.
“Bambino mio, noi
proteggeremo sempre su di te. E non
dimenticarti che ti amiamo” disse gentilmente. Harry
guardò le iridi color
smeraldo della madre e le appoggiò la testa sul petto.
“Vi voglio bene”
sussurrò. James gli scompigliò i capelli.
“E’
così ingiusto che non abbiamo nemmeno avuto il tempo per
noi. Avrei voluto chiederti tutto di te” si
lamentò. Harry si staccò dalla
madre e gli sorrise.
“Sono stato un cercatore
come te. E anche se a scuola ero un
po’… malandrino, avevo tanti amici. Lupin e Sirius
si erano occupati di me, ma
anche Piton. E adesso ho figli miei e una moglie fantastica. Vi sarebbe
piaciuta” disse, indietreggiando.
“Piton?”
domandò James, sgranando gli occhi. Lily si portò
una mano alla bocca.
“Addio e vi voglio
bene” disse Harry. Si voltò e si mise a
correre. Le lacrime gli rigarono il viso, ingoiò un
singhiozzo e raggiunse
nuovamente Hermione.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Natale a casa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa a 'Un prompt sotto l'albero' di 'Il giardino di Efp':
Canzone:
Happy Xmas (Wa is Over) - John Lennon
https://www.youtube.com/watch?v=fojZ9Ee2Xh8
Cap.10 Natale a casa
“Non ti sei pentito di
essere tornato in questa casa? Hai
lasciato molte persone che amavi lì” disse
Hermione. Harry sorseggiò la tazza
di the che teneva tra le mani.
“Mi sarei perso questo
Natale a casa mia” rispose con voce
rauca. Osservò
il salotto e si appoggiò
con la schiena allo stipite della porta.
Albus Severus ridacchiò
arrampicandosi su una scala fino
alla cima dell’albero di Natale. Suo zio Dudley teneva ferma
la scala. Ginny
avanzò tra i divani tenendo un vassoio colmo di biscotti
allo zenzero con
diverse forme.
“Mangiateli. Vostro padre
si è svegliato alle cinque per
farli” disse. James Sirius ne afferrò uno con la
forma di una stella cometa e
ne morse una delle punte.
“Di sicuro sono venuti
meglio dei tuoi, Rose” scherzò.
Hugo ridacchiò. Si
appoggiò contro lo schienale del divano,
Lily Luna seduta accanto a lui si sporse prendendo a sua volta un
biscotto.
Rose, accomodata su una delle poltrone, incrociò le braccia
al petto.
“Nemmeno a Natale riesci a
stare zitto. Sarebbe un regalo
per tutti” brontolò. La sua guancia sinistra era
illuminata a intermittenza
dalle luci del presepe.
Ron le passò davanti,
intento a portare un pacco colmo di
palline di Natale fino a Dudley.
“Ragazzi, basta palline.
È stato già messo il puntale!” si
lamentò Fred, ritto davanti alla finestra. Si
girò a guardare Hermione, che si
trovava davanti all’uscio della cucina. Harry fissava la
migliore amica.
“Andare in quel posto mi ha
fatto rivivere la guerra. E mi
chiedo quando ci sarà un’altra guerra magica. Per
quanto tempo durerà questa
pace” ammise con voce rauca. La sua tazza era per
metà vuota.
“Harry, è finita
la guerra” lo rassicurò Hermione.
“Non è finito il
razzismo, Hermione” gemette Harry. Ginny li
raggiunse e si mise tra Granger e il marito.
“Tesoro, tu e la tua amica
potreste anche non pensare al
bene del mondo almeno a Natale? Lo salverai domani, mio coraggioso
Auror”
sussurrò. Continuò a tenere il vassoio con una
mano sola. Con l’altra accarezzò
la testa di Harry, passandogli le dita tra le ciocche more.
“Non stavamo parlando di
cose importante. Harry teme solo il
razzismo. E anche io, in fondo” mormorò Hermione
con voce rauca. Ginny prese un
biscotto e lo mise in bocca ad Harry.
“In questa casa il razzismo
non entra. Purosangue,
mezzosangue, elfi domestici, goblin, tutti possono entrare. Anche cose
che non
dovrebbero, come i mostri di Hagrid” lo rassicurò.
Le iridi verde smeraldo di
Harry brillarono.
“Ogni volta che parlo con
te, mi rincuori, amore” disse
Harry. Ginny ridacchiò e si voltò verso Hermione.
“Perché non vai
a impedire a tuo marito di decimare le
nostre palline di Natale? Lo scatolone mi era sembrato in
pericolo” disse con
tono gioviale. Hermione roteò gli occhi.
“Tuo fratello se vuole sa
essere un pericolo pubblico. A
casa nostra le ha già decimate le decorazioni”
borbottò, allontanandosi nella
direzione di Ron.
“Ragazze, siete terribili.
Vuole solo aiutare” borbottò
Harry. Finì di mangiare il biscotto e si leccò le
labbra.
“Pensi che dovrei iniziare
a cucinare anche la cena?”
domandò. Ginny gli baciò la fronte.
“Prima faccia pranzare,
amore. Sei bravissimo in cucina, ma
goditi anche questo momento con noi” disse. Harry la
baciò.
“Non vorrei essere in
nessun altro posto” le rispose.
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