excelsior

di 365feelings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kiss (Blue/Gansey) ***
Capitolo 2: *** Hold (Blue/Gansey/Henry) ***
Capitolo 3: *** Sleep (Ronan/Adam) ***
Capitolo 4: *** Birthday (Blue/Gansey) ***
Capitolo 5: *** la via di casa (Ronan/Adam) ***
Capitolo 6: *** viandante sul mare di neve (Ronan/Adam) ***
Capitolo 7: *** mancanza (Ronan/Adam) ***



Capitolo 1
*** Kiss (Blue/Gansey) ***


Prompt: Blue/Gansey, Kiss (Send me a "Kiss" and I'll write a drabble about their first kiss) - PandorasBox
Avvertimenti: post serie e prima del viaggio con Henry
Note: niente da dichiarare se non finalmente abbiamo una sezione



«...e poi potremmo...»
Gansey sta parlando dei suoi progetti. Usa se e quando. Usa il plurale. Può andare avanti per ore, se qualcuno non lo ferma. Blue può ascoltarlo per ore, se qualcuno non la distrae.
Le è sempre piaciuto sentirlo parlare dei suoi viaggi, passati e futuri. Gansey ha un modo tutto suoi di evocare i luoghi e le persone, re gallesi compresi. Adesso, però, assorbe le sue parole, la sua voce, semplicemente la sua presenza accanto a sé con un'attenzione completamente differente. Se prima avvertiva una fitta all'altezza del cuore a sentirlo parlare del futuro, ora che lo ha perduto e poi riavuto c'è spazio solo per una travolgente e quasi surreale felicità.
È vivi vivo vivo, pensa ascoltandolo. È qui con me. Sarà qui anche domani e dopodomani e dopodomani ancora. Sarà qui per molti giorni futuri, molti viaggi, molte scoperte, molti baci.
Accarezza l'idea di un futuro insieme, mentre le parole di Gansey tracciano i primi passi di quello che sarà il nuovo capito della sua terza vita. Si permette di fantasticare. Ora può, ora non fa male.
Ora c'è tutta una vasta gamma di possibilità da provare e quello, ha deciso, è un buon giorno per iniziare.
Gansey sta parlando di un ostello. Lo interrompe, riprenderanno quel discorso dopo.
«Sto per baciarti» lo avverte. Il tono è tranquillo, lo sguardo limpido e diretto. Gansey la guarda di rimando, pronto. Se è sorpreso o nervoso non lo dà a vedere.
Sta per farlo, sta per farlo veramente. Sono passati giorni da quell'unica volta e le sue labbra non sono più maledette – perché non lo sono, vero? 
«Non morire questa volta» sussurra, una preghiera e un ordine, ad un soffio dalla sua bocca.
Infine lo bacia e lui bacia lei.
Non è come con Noah, non è come quando è morto. È altro, è elettrizzante. Il cuore fa le capriole nel suo petto mentre lei si scopre arrendevole e senza più una terra sotto i piedi alla lingua del ragazzo nella propria bocca.
Non è il loro primo bacio, ma quello è Gansey 3.0 e quindi è come se lo fosse.
Inoltre quando si separano è ancora vivo.

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Capitolo 2
*** Hold (Blue/Gansey/Henry) ***


Prompt: Blue/Gansey/Henry, Hold ( I'll write a drabble about one character just wanting to hug the other) - PandorasBox
Avvertimenti: post the raven king
Note: ambientata a Bogotà perché Caracas è troppo pericolosa e comunque si trova sulla strada per il Venezuela. I pochi dettagli inseriti si devono al web.


Quando alza lo sguardo per chiamarli scopre che Henry e Gansey sono poco più in là rispetto alla bancarella presso cui si è fermata. Ancora curva sugli articoli colorati in vendita, rimane in silenzio e li osserva – qualcosa della scena che si mostra ai suoi occhi cattura la sua attenzione e le fa dimenticare la bancarella.
Troppo occupati a parlare e consapevoli che lei è lì da qualche parte alle loro spalle, procedono così lentamente che sono quasi fermi e vengono superati da turisti e cittadini. A dirla tutta sono un vero e proprio ostacolo alla viabilità. C’è chi li sorpassa con la fretta nei piedi e chi li aggira come farebbe con un lampione o un cestino.
Nella caotica strada di Candelaria, il centro storico della città, un dedalo di tegole rosse e facciate colorate, Henry e Gansey se ne stanno ben dritti ma con le spalle rilassate, le mani che ogni tanto si muovono in gesti che accompagnano le parole, immersi un mondo che lei conosce bene e di cui fa parte. La luce cade dall’alto come una cascata.
La voglia di abbracciarli arriva all’improvviso e senza un motivo preciso. Assecondando l’istinto li raggiunge. Ci vogliono pochi passi perché le sue braccia cingano le schiene dei due ragazzi – o ci provino, non ha braccia molto lunghe.
In un primo momento, colti di sorpresa, li sente irrigidirsi, però poi, riconoscendo la testa spettinata che si infila tra le loro spalle si rilassano.
«E questo per che cos’è?» domanda Gansey sorridendo.
«Così» replica lei guardando con simpatia un lama che procede in direzione opposta alla loro «Mi andava».
Per qualche secondo restano come sono, il suo capo appoggiato alla spalla di Henry, la sua mano stretta in quella di Gansey. Qualcuno li guarda, molti li superano. Poi Blue scioglie l’abbraccio e si mette in cammino.
«Avanti, abbiamo rallentato la circolazione abbastanza e poco più avanti c’è la statua di Simon Bolivar, voglio vederla».
Henry e Gansey la seguono.

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Capitolo 3
*** Sleep (Ronan/Adam) ***


Prompt: The Raven Cycle (a scelta, non necessariamente con delle coppie), Sleep - Alexiel Mihawk
Avvertimenti: post TRK, leggeri spoiler
Note: niente, mi è scappata la ship. Tra l'altro ho il terrore di essere andata ooc. Sono andata ooc? 



Adam realizza di essersi addormentato solo quando si risveglia indolenzito sul divano su cui si era sistemato pochi minuti prima. O ore prima. Non lo sa con certezza. Sa solo che non era così che doveva andare.
Sbatte le palpebre più volte e fa per alzarsi, ma si accorge di Ronan. Braccia incrociate al petto e mento che sfiora la maglietta, respiro pesante e muscoli rilassati: il ragazzo – il suo ragazzo – sta dormendo.
Improvvisamente i libri che ha preso in biblioteca per prepararsi all’esame di ammissione non sono così urgenti e torna ad appoggiare il capo contro il bracciolo del divano.
Solo qualche minuto. Giusto il tempo di imprimere nella sua memoria l’immagine di Ronan serenamente addormentato sul divano di casa sua – chissà se al suo risveglio porterà con sé un’altra meraviglia.
Dopo tutto quello che hanno passato, ci sono ancora fugaci momenti in cui si chiede se quello che ha ora sia reale. Adam Parrish felice. Adam Parrish innamorato. Adam Parrish ricambiato. E la risposta, ogni volta, è sì. Sì, è reale. Sì, Adam Parrish è felice e innamorato e ricambiato – con un’intensità che a volte lo lascia senza fiato.
Lascia vagare lo sguardo su Ronan, solamente su Ronan, senza cercare i segni delle sue mani sul collo dell’altro (non lo fa più da alcuni giorni ormai), e sorride. Sorride perché è un bel momento, sorride perché sta guardando la persona di cui è innamorato e questa ha le fattezze di Ronan Lynch, sorride perché se glielo avessero detto qualche anno prima non ci avrebbe mai creduto, sorride perché è proprio vero che è nei posti più improbabili che si trovano le cose più belle.
Poi si alza stando attento a non svegliarlo e raggiunge la sua pila di libri. Matita alla mano e blocco degli appunti, apre il primo.
Ad Opal, che fa il suo ingresso poco dopo, fa cenno di non far rumore.

 

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Capitolo 4
*** Birthday (Blue/Gansey) ***


Prompt: Blue/Gansey, Birthday - darkrin
Avvertimenti: post TRK
Note: è tutto basato su informazioni che non ho quindi potrebbe anche essere una what if. Spero non faccia troppo schifo ;__;




La camerata è vuota fatta eccezione per loro, un evento più unico che raro. Non ci sono le francesi festaiole, né gli spagnoli, non c’è il russo che sta sempre per conto suo e nemmeno gli australiani vestiti come Crocodile Dundee. A Cheng non ha detto nulla, ma ha il sospetto che lui c’entri qualcosa. Quella mattina, inoltre, è uscito prima e il suo istinto le dice che l’interesse per gli spagnoli con cui si è accompagnato non sia stato del tutto casuale.
Non ha le prove che l’artefice di quell’improvvisa e comoda intimità sia proprio l’amico, ma a suo tempo troverà il modo di ricambiare il favore.
Al momento, comunque, l’importante è Gansey.
Gansey che torna dal bagno con la vista ripristinata e i capelli in ordine. Gansey che in un ostello è meno fuori luogo di quanto molti suoi compagni di scuola hanno pensato sentendo i suoi progetti. Gansey che ha un anno in più.
«Dove sono tutti?» chiede.
Blue scrolla le spalle, non lo sa.
«Henry?»
«Da qualche parte con gli spagnoli» replica «Credo».
Il ragazzo ne prende atto annuendo e raggiunge il suo bagaglio.
«E tu come mai sei ancora qui?»
Blue ha riflettuto a lungo su cosa dire e cosa fare in quel momento ed è giunta alla conclusione che il modo migliore è essere diretti. Quindi diretta è quello che è.
«Ho un regalo per te».
«Un regalo per –»
«È il tuo compleanno, no?»
«Sì, lo so che – è che non mi aspettavo un regalo».
Non mi aspettavo di essere ancora vivo. Non è quello che dice e forse nemmeno quello che vuole dire, ma è lì che le riflessioni di Blue corrono e no, le ferma, non ci vuole pensare.
«Beh, correggi le tue aspettative» replica «Perché non è una cosa che si può restituire».
Dicendolo, gli porge il telefono evitando di soffermarsi sul fatto che sta tenendo in mano una cosa che costa quasi quanto quattro mesi di turno da Nino’s.
Gansey la guarda perplesso e confuso: mi stai regalando il mio telefono? Però lo prende senza protestare.
Nel passaggio le loro mani si sfiorano e Blue vorrebbe avere più controllo sul proprio corpo, perché basta un contatto così superficiale e casuale per farle tremare le ginocchia.
Ora mi bacia, pensa. O forse dopo, perché il telefono si illumina e vibra in quel momento, come d’altronde era stato pattuito, e la chiamata reca il nome dell’ultima persona che Gansey avrebbe mai immaginato di leggere sullo schermo.
«Ronan?!» chiede quasi sottovoce, incredulo, con stupore. Grato e quasi commosso.
Blue sorride e lo lascia solo con l’amico.

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Capitolo 5
*** la via di casa (Ronan/Adam) ***


Prompt: The Raven Cycle, Adam/Ronan, fiori luminosi segnano la via di casa
Note: gnnnnnnnn non era questo quello che volevo scrivere. O meglio, era questo, ma non era così che sarebbe dovuto uscire, ma alla fine mi sono stancata di scrivere e cancellare. In pratica siamo post!The Raven King e Adam è partito per il college convinto di poter finalmente fare quello che ha sempre voluto fare, solo che negli ultimi tempi le cose sono un po' cambiate e i piani che aveva prima di conoscere Gansey ora gli vanno un po' stretti, da qui il contrasto non voglio tornare a Henrietta ma voglio vedere Ronan, ho bisogno di vedere Ronan.
(All'inizio e alla fine ho citato Fix You)



 
 
When you get what you want but not what you need


Sono passati più di sei mesi dall’ultima volta che è tornato a Henrietta e in un arco di tempo simile possono accadere tante cose.
Blue, Gansey e Henry sono andati e tornati dal Sud America, ma solo per ripartire alla volta del vecchio continente. L’ultima volta che li ha sentiti erano ospiti di Mallory.
Il suo compagno di stanza è finalmente riuscito a farsi crescere la barba da boscaiolo, quella che sembra andare tanto di moda, e adesso passa ore davanti allo specchio.
Lui ha scoperto che fare due lavori, frequentare il college e dare gli esami non è fattibile, non importa se sei Adam Parrish e sai già tutto di ritmi massacranti.
Stringe la presa sul volante.
Non era così che doveva andare. Quando ha lasciato Henrietta, più di sei mesi prima, lo ha fatto con l’intenzione di restarci lontano più a lungo possibile, ché non è arrivato dove si trova ora e passato tutto quello che ha passato per poi tornare dove tutto è iniziato. Henrietta è lo scrigno di una vita molto al di sotto di ciò che si merita e può avere e di una magia pericolosa e bellissima, un vaso di Pandora a cui è riuscito a mettere il coperchio quando finalmente è approdato al college – o così ha creduto.
Oltre il cofano della sua macchina, ha inizio la proprietà dei Lynch (di uno solo, in realtà): ettari di creature fantastiche e oggetti strani, un regno slegato dal tempo e dallo spazio.
I Granai, ricorda Adam, non sono mai state Henrietta.
Rimette in moto il motore e mentre percorre il viale si accorge che fiori luminosi segnano la via di casa.

 
Lights will guide you home
 

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Capitolo 6
*** viandante sul mare di neve (Ronan/Adam) ***


prompt: TRC, Ronan/Adam: Ronon non è il tipo a cui piace il freddo, ma vedere Adam così felice per quella stupida vacanza in montagna glie lo fa piacere un po' di più. (12 Days of Christmas)
note: è tutto molto vago e il prompt non è rispettato al 100%. Il cappello di Ronan è lasciato all'immaginazione ma per me è uno di quelli da scassinatore, nero.



«Torno in macchina» decreta, la testa incassata tra le spalle e un'espressione truce sul volto. Non aspetta nemmeno una risposta, tanto Adam non lo sta ascoltando.
I suoi passi scricchiolano nella neve per qualche secondo, poi torna la quiete.
La prima cosa che fa una volta chiusa la portiera è girare la chiave e accendere il riscaldamento. Per fortuna è riuscito a convincerlo a prendere la sua macchina.
Mentre l'abitacolo si riempie di aria calda, Ronan si toglie il cappello di lana e si passa più volte la mano sul capo rasato per scacciare il prurito.
Oltre il parabrezza, Adam è ancora in contemplazione mistica della neve o qualsiasi altra cosa stia facendo. Magari sta pisciando, pensa. Poi si corregge, quella è una cosa che farebbe lui, se fuori non fosse in corso una dannata glaciazione.
I minuti passano, Ronan inizia a sentirsi nuovamente i piedi e Adam è sempre là fuori – in piedi, di spalle e immobile come il viandante sul mare di nebbia.
O ha una sconcertante resistenza al freddo, pensa sistemandosi meglio sul sedile, o è andato in ipotermia. Il che sarebbe un vero peccato. Per accertarsene suona il clacson.
Adam si volta lentamente, rallentato dagli strati di vestiti che indossa e dalla sciarpa, e gli fa un cenno come per dire sì, un attimo, adesso arrivo. Ha il naso e guance rosse dal freddo. Gli occhi lucidi brillano di quella che senza alcun dubbio è felicità.
Ci vorrà molto più di un attimo in realtà: Ronan lo sa, ma non gli dà fastidio. Che si prenda pure tutto il tempo (tutta la felicità) che vuole. Ronan non deve andare da nessuna parte, è già arrivato.

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Capitolo 7
*** mancanza (Ronan/Adam) ***


prompt:RAVEN CYCLE, Adam Parrish/Ronan Lynch, Adam sente la mancanza di Ronan
note: scritta per il p0rn fest




Adam non sa bene come ci sia finito con l’elastico dei pantaloni allentato e la mano nelle mutande. O meglio, lo sa ma non se ne capacita, perché davanti a sé, sulla scrivania, c’è un plico di fotocopie che non si studierà da solo e il suo turno inizia in meno di mezz’ora. Ogni secondo di studio è prezioso, preziosissimo. Lo è sempre stato, ma ora è al college: gli viene richiesto di più e lui per primo si aspetta di più sa se stesso.
Non c’è tempo, quindi, per darsi altro piacere che non sia la soddisfazione di aver ottenuto i risultati migliori del suo corso. Non dovrebbe esserci spazio per sentire la mancanza dei Granai e dei loro abitanti, di uno in particolar modo.
Eppure la mano continua a muoversi e la sua mente resta immersa in altri pensieri, nel ricordo di Ronan, del suo corpo, del sapore della sua bocca.
Torna a quella volta che l’hanno fatto sul divano, dimenticandosi completamente del film che stavano guardando. E poi a quando una sera erano in macchina, nel parcheggio di Nino’s Pizza, e sorprendendo entrambi si è messo a cavalcioni sull’altro, sussurrando contro la bocca del ragazzo tanto è buio e non c’è nessuno – Ronan ha riso quando poi Adam, all’apice del piacere, per sbaglio ha suonato il clacson.
Ricorda l’erba strappata, la terra sotto le unghie e i graffi tutte volte che l’hanno fatto all’aperto, nei terreni da fiaba che Niall Lynch ha lasciato in eredità al figlio, tra gli alberi e contro gli alberi.
Ripensa a quel pomeriggio in cui sono stati sorpresi dalla pioggia e grondanti d’acqua si sono rifugiati in uno dei fienili. Ripensa alla dedizione delle carezze di Ronan, ai morsi e ai baci, al movimento dei loro fianchi, all’orgasmo che li ha colti quasi nello stesso momento e li ha lasciati ansimanti, umidi e appiccicosi tra il fieno.
I movimenti della sua mano si fanno più urgenti, mentre con l’altra stringe il bordo della scrivania. I pensieri diventano un vortice di momenti collezionati prima dell'inizio del college, quella volta in cui hanno dovuto soffocare i gemiti per non svegliare Opal e quell’altra in cui sono usciti dal bagno solo ore dopo, e le dita chiuse attorno la sua erezione non sono più le proprie ma quelle di Ronan – è Ronan a farlo venire.
Mentre si pulisce e si ricompone, Adam ringrazia di non essere andato in biblioteca a studiare, ma di essere rimasto in camera.

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