A Whole New World

di Koala95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Quella giornata partì malissimo per Kara: Snapper non dava tracce di tregua;
l’assillava di continuo, l’oppressava, forzava e comandava come un burattino,
un giocattolino usa e getta, e a lei questo, non andava affatto giù.
Se stava resistendo a tutti quei maltrattamenti era solo in memoria della Grant,
che nonostante i suoi comportamenti bruschi e a volte acidi, l’aveva sempre spronata e aveva creduto in lei.
Fin dal principio.
Cat lo faceva solamente per inculcarle il suo potenziale nascosto, mentre lui, era solo un dannatissimo tiranno che si credeva RAO sulla terra.


Un sorriso le spuntò sul volto quando si ritrovò persa a fissare un punto nel vuoto attraverso le vetrate del palazzo; il sole ergeva alto e splendente nel cielo, era troppo una splendida giornata per lasciarsi trasportare dal malumore, così si lasciò cullare dal calore di quei raggi caldi giochicchiando con un lecca lecca preso poco prima di arrivare al lavoro.
Non aveva intenzione di aprirlo o forse, era indecisa: a malapena sapeva cosa scegliere per pranzo, come poteva fare i conti con la sua doppia vita?
Con i suoi sentimenti?
Aver deciso di rimanere amica di James era stato anche fin troppo per lei, ma se non fosse stato per l’aiuto di Clark e di sua sorella, non ce l’avrebbe mai fatta.

Si sentiva strana in quel periodo, non riusciva a scindere i problemi da umana, le aggressioni degli alieni, il tempo al DEO e via dicendo…
Forse per la prima volta in vita sua non riusciva a capire cosa volesse realmente, da lei, e dagli altri…
La parte di Supergirl andava benone, o almeno, così credeva, ma tutto il resto?


Improvvisamente un profumo a lei oramai familiare le invase le narici, stordendola, facendola sospirare di piacere...
Quell'odore dolce alla vaniglia, la inebriò fino alle viscere.

<< Kara! >>  


Quella voce la risvegliò da quella trans in cui era caduta.
Non se lo stava immaginando…
Si voltò di scatto e la vide: i lunghi capelli corvini si chiudevano in quella solita coda di cavallo assai perfetta.


<< Lena? >> Fece la biondina sorpresa, con occhi sgranati.


L’altra sorrise mentre l’eroina spalancò la bocca boccheggiando a vuoto.

<< Cosa ci f- …Problemi? >> Domandò ancora esterrefatta la quattr’occhi,
osservandola attentamente dalla testa ai piedi.
Era la prima volta che la mora si presentava sul suo posto di lavoro e la cosa,
la rese parecchio nervosa.


<< Non proprio… In realtà sono qui per vedere te… >> Rispose sincera la Luthor,
stringendosi nella spalle in segno di imbarazzo.
Non era una tipa timida e vergognosa, ma quella reporter semplice e innocente l’aveva disarmata dal primo incontro.
Era stata in silenzio, a malapena aveva aperto bocca per dire un paio di parole, ma la sua educazione e i suoi modi teneri e delicati…beh, non erano da tutti.
Sulla sua strada, fin da adolescente, aveva sempre incontrato e conosciuto tipe intraprendenti come lei, piuttosto simili, arroganti, privilegiate, e quindi viziate, sporche, animali insomma, non Donne con la D maiscuola.
Kara invece, era tutto l’opposto.
Chi l’avrebbe mai detto che un tipetta così tranquilla, tutta casa e chiesa, le rubasse la mente?


<< A-ah… Come posso esserti utile? >> Proferì nuovamente la Danvers,
arrossendo violentemente, toccandosi nevroticamente gli occhiali, aggiustandoseli.


<< E’ da un po’ che non ci vediamo… >> Iniziò la Luthor, sorridendo e trattenendo una risata, per poi aggiungere: << così ho pensato di salutarti…e per assicurarmi che non hai già altri impegni per il week-end… >> tornando seria e nello stesso tempo “carina”.
 
<< Week-end? >> Chiese l’altra confusa, sperando di non aver dimenticato qualche tipo di appuntamento con la dirigente.


<< Si, la L-Corp darà una festa…è un gala di beneficienza per l’ospedale pediatrico dopo quel tremendo attacco al nuovo edificio…Speravo potessi venire, ecco. >> Spiegò e la buttò lì Lena, mordicchiandosi il labbro.

“E’ …un appuntamento? O me lo sono immaginato?”
Si domandò l’eroina, titubante.


<< Ho sentito male o le mie orecchie hanno udito gala? >> Replicò all’improvviso un Mon-El di passaggio: l’arrivo del Daxamita sulla terra aveva sconvolto ancor di più Kara.
I loro pianeti, da sempre in combutta, non aveva reso le cose più facili., specialmente perché il ragazzo sembrava non voler prendere la strada della supereroina, e né quella di un normalissimo terrestre.
Non riusciva ad amalgamarsi nella folla, o meglio, non dava tracce di volerlo.
Si intromise con nonchalance nel discorso delle due donne, gasandosi come un bambino al parco giochi.


<< No. Non l’ha detto. >> Esordì di conseguenza Kara preoccupata e rabbiosa come un cane da guardia; non voleva assolutamente dover rinunciare a quell’occasione per stare con lei nelle sue vesti da…umana.
Lena lo squadrò esterrefatta e abbastanza stranita per poi non calcolarlo minimamente, tornando a concentrarsi sulla ragazza:

<< Sei letteralmente la mia… >> ma si bloccò inaspettatamente, forse anche a causa di quell’omone che le stava fissando.
<< …unica amica qui a National City… >> Riprese la frase cambiandola.
Non voleva assolutamente metterla così, ma non poteva di certo buttarsi alla cieca.
Nella sua testa l’aveva formulata in tutt’altro modo e risuonava meglio, ma i suoi piani erano stati sabotati...e forse, era stato anche meglio.
<< In poco tempo sei diventata parte della mia vita e…Lo sai, la maggior parte delle persone non si avvicinerebbe assolutamente ad una Luthor…anzi, e se lo fanno, è solo per ottenere qualcosa… >> Lena Luthor ci provò ancora con un respiro profondo e una dose inaspettata di coraggio.
Un ulteriore tentativo di dimostrare il suo buon cuore e staccarsi dall’immagine negativa del fratello Lex, anche se ogni buon risultato sembrava non valere per nessuno…
Ma se non c’era niente di male in quelle sue frasi, allora perché stava avendo la pelle d’oca e sentiva uno strano calore invaderla?


 
<< Significherebbe molto per me se ci fossi, tutto qua, ma se non puoi non fa... >> Sorrise trattenendo una risatina nervosa la dirigente, venendo interrotta di colpo dalla Danvers:


<< Certo che ci sarò… Non ho nient’altro di meglio da fare… >>
“…anche tu sei diventata un punto fermo per me, Lena…non immagini quanto...”
Pensò tra sé e sé, senza dar voce ai suoi pensieri.


<< Davvero? >>


<< Si... >> Sibilò timidamente la bionda, abbassando lo sguardo.
Cos’era quella strana sensazione?
<< Ne sono veramente onorata. >> Rispose Kara arrossendo come semaforo.
Dopo anni si risentì come al liceo, come una scolaretta alla sua prima cotta.
L’ansia e l’emozione erano continuamente presenti in lei quando al suo fianco c’era Lena.


<< Ma scherzi? Io dovrei essere onorata della tua presenza! >> Esclamò contenta la mora,
con un sorrisone a 32 denti.


<< Io amo le feste! Posso venire anch’io? >> Chiese autoinvitandosi Mon-El posando un braccio intorno al collo della Kryptoniana, appoggiandocisi a peso morto.
Kara lo fulminò con un occhiataccia, metaforicamente, e imbarazzandosi...
Quel tipo l’aveva colpita, doveva ammetterlo, ma con i suoi modi e i suoi comportamenti le era parecchio calato, soprattutto da quando l’immagine della dirigente non la invadeva in ogni momento della sua giornata.

Lena si guardò quella scena e alzò un sopracciglio: “Okay, forse mi sono persa qualcosa…”


<< No. >> Ringhiò successivamente Kara, notando con la coda dell’occhio, il disappunto dell’altro, rimanendo comunque sotto l’occhio indagatore della Luthor.


<< Ehm…Può venire anche il tuo amico, se vuole…>> Fece Lena cercando di essere il più gentile possibile, anche se non poteva non ammettere che quella invadenza e la...vicinanza di quell’estraneo l’aveva irritata parecchio…



<< Vedi? Il mio sex appleal mi spiana la strada…ovunque. >> Esordì compiaciuto e divertito il ragazzo con malizia, mangiandosi con gli occhi la morona davanti a lui.


E quello sguardo da…cacciatore di donne?
“Oh no no no. Non ci provare, io non te lo...”
Ma che diavolo stava pensando?
Lena Luthor era una bellissima donna, piena di talento ed intelligentissima, di certo non le mancheranno gli ammiratori…
Poteva uscire con chi voleva, mica aveva l’esclusiva su di lei, ma la rabbia che provò in quel momento rischiò di farle creare un casino, così prego RAO di darle la forza necessaria per soffocare il tutto.

La dirigente notò l’eloquenza del giovane e, dopo aver mandato già un conato di vomito, rendendosi conto di come si era gonfiata Kara, decise di continuare quella falsa; forse quel giochino poteva farle ottenere qualcosa...


<< Io ti… >> Provò a minacciarlo la supereroina ma si fermò tempestivamente quando l’altra si mostrò probabilmente troppo interessata per i suoi gusti:


<< Come ti chiami? >> Domandò a quel punto Lena, studiandosi il soggetto.


<< Mon…Mike! Mi chiamo Mike. Sono un tirocinante, Ashantè! >> Rispose lui sporgendosi in avanti per afferrare la mano della donna e farle il baciamano.
Quel gesto fece tremare ancora di più Kara.
Chiuse le mani formando due pugni ben solidi , con talmente tanta forza che le nocche divennero totalmente bianche e le sue unghie le si conficcarono nella pelle sotto al palmo…
Trattenne un gemito soffocato mordendosi le labbra..


<< Beh, Mike…trovati un bel completo e ci vediamo sabato sera alla festa. >> Fù di poche parole la Luthor, notando il disagio ed il nervosismo di Kara.
Non le sarebbe mai sfuggito nulla, tanto meno nei riguardi della bionda, e quelle reazioni  non le stavano dispiacendo affatto, anzi...Forse quell’idiota le aveva appena fatto venire un idea non male.


<< D’accordo… ci vediamo tutti sabato. Buona giornata, Kara. >>

<< Già te ne vai? … >> Sussurrò la biondina scattando in avanti, spontaneamente.

La mora si fermò e si voltò a guardarla con un sorriso sornione dipinto sul volto.


<< Ho parecchio lavoro oggi… oltre alle valanghe di scartoffie da leggere e firmare,
mi aspettano anche parecchie riunioni con i livelli più alti… >>


<< Perché ci sono livelli più in alto rispetto a te? >> Scherzò Kara, ridacchiando,
facendo ridere persino l’altra, che nuovamente si morse il labbro inferiore.
Quando lo faceva, Kara non capiva più nulla; chissà se quelle labbra erano realmente morbide e soffici come sembravano...
“Ma che cosa sto pensando? Sto impazzendo. Mi starò ammalando! ”


<< Non sono mica Supergirl, Kara. >> Commentò la mora non distogliendo gli occhi verdi-azzurri da quelli dell’altra.


<< Allora…Buona giornata a te. >> Concluse la più giovane non aspettandosi pochi minuti dopo di vedere l’amico fare esattamente quello che non avrebbe dovuto fare:
 

<< Aspetti Signorina Luthor, l’accompagno all’ascensore. >> porgendole da perfetto gentiluomo, il braccio sinistro.

Lena lo squadrò malamente per poi voltarsi leggermente e guardare la sua Danvers:
stava rosicando a più non posso: era rimasta letteralmente con la bocca spalancata;
mancava poco che la mascella avrebbe toccato il pavimento e che dalla testa le sarebbe fuoriuscita una nuvola di fumo...
Trattenne un’ennesima risata e tornò concentrata sul ragazzo.

<< La ringrazio, Signor…Mike…>> E facendo l’atteggiamento da gatta morta si lasciò far strada.


<< Sta scherzando? Mi stanno prendendo per il…!? >> ma nell’impeto, Kara non si accorse di parlare ad alta voce...


<< Qualcosa non va? >> Chiese James di passaggio, avendo udito alle parole dell’amica.

<< Alla grande. >> E rispondendo così, dura, liquidandola senza neanche degnarlo di uno sguardo, corse via a gambe levate.




[...]
 

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Capitolo 2
*** 2. ***


 


[...]
 
 
 
Per Kara stava andando di male in peggio; doveva distrarsi e prendere a calci nel sedere qualche criminale, doveva pur sfogarsi se non voleva fare altri danni.

Di fretta e furia volò fino al DEO nell’intento di trovare sua sorella; anche quest’ultima nell’ultimo periodo non sembrava più la stessa: sempre seria, preoccupata, confusa, scossa, enigmatica...Quindi, chi meglio di lei poteva darle una mano?


<< Owo… cos’è quella faccia omicida? >> Chiese Alex impressionata da quella versione della Kryptoniana.


<< Hai detto bene, sorella. Se non mi trattieni, uccido quel…quel… Daxamita. >> Fece imbufalita non trovando aggettivi adatti da collocargli.
Ne avrebbe avuti una valanga in realtà, ma il suo portamento educato e pacifico glielo impedì.
Nonostante la furia e i suoi sforzi per essere volgare, era tutto inutile.
Nelle vesti di Kara Danvers era troppo innocua, infatti Alex ridacchiò sotto i baffi,
non facendosi naturalmente beccare.


<< Che ha combinato stavolta? Dobbiamo allertare le squadre? E’ scappato di nuovo? >> Domandò nuovamente l’agente, leggermente divertita.


<< C’ha provato con …con L-… >> Cercò di dire la bionda sconsolata, ma non ci riuscì.
Il nome della mora le morì in gola.
Ammettere una cosa simile, parlare in quel modo, in quel contesto, insomma… non le capitava tutti i giorni, anzi, non le era mai capitato prima.

La rossa non rispose.
Di chi stava parlando?
Un attimo dopo però, Alex si perse però nei suoi pensieri, fissando il suo telefonino senza adoperarlo.
Era ferma sulla rubrica, precisamente al nome della sua nuova amica Detective.


<< Ehilà? Terra chiama l’agente Danvers. >> Fece stranita la supereroina chinando la testa, istericamente, incrociando le braccia sotto al seno e battendo un piede a terra, tipo tic.


<< Scusami… non ti stavo più ascoltando… mi ero… >>


<< …assentata. Visto. Che hai anche tu? Insomma, stiamo messe bene, direi. >> Commentò in modo sarcastico, Kara, passandosi le mani nei capelli, esausta.
Quella situazione la stava mandando al manicomio.


<< Maggie non sa proprio giocare a biliardo. Cioè, ho cercato persino di farla vincere,
ma non c’è riuscita comunque. Sai, è un po’ giù ultimamente… è stata lasciata…dalla sua ragazza… >> Rispose sognante la più grande, dando vita ad un discorso completamente scollegato da quello che stavano avendo precedentemente.


<< Oh, mi dispiace, dev’essere doloroso ma… >> tentò Kara, senza essere degnata di alcuna attenzione.


<< …non so come tirarla su… Maggie... solitamente è una tipa così…tosta,
ora invece…sembra vulnerabile. Vorrei solo aiutarla… >> Continuò il suo monologo Alex,
non curandosi della bionda che ovviamente si sentì messa da parte.


<< Capisco però…fossi in te rimarrei fuori dalla relazioni altrui… fidati! >> Consigliò la Kryptoniana in buona fede, arrendendosi e facendo riferimento a Mon-El che si stava “immischiando” troppo...
Non avrebbero terminato mai quel discorso.


<< Come tu sei rimasta fuori dalle relazioni di James? >> Ribatté la rossa,
assumendo all’improvviso un tono leggermente più acido rispetto a poco prima.
Si era sentita presa di mira e aveva messo istintivamente le mani avanti.


<< Okay, un punto a zero per te, ma quello era diverso. A me lui piaceva…Non penso che a te piaccia… >> ma si bloccò non appena Alex cambiò espressione; esattamente in quel preciso istante… Era un caso?
Quel cambiamento? Da cosa poteva essere dovuto?
Non erano le stesse reazioni che aveva lei, ogni santa volta che si parlava di Lena?


<< Oh! … Alex? >> La richiamò titubante, perdendosi anch’essa nei suoi ragionamenti.
Forse stavano passando lo stesso problema e neanche lo sapevano.


<< Si!? Eri venuta per dirmi…? >> Chiese la maggiore, tornando al motivo del suo arrivo,
evitando così, domande scomode, a cui non sapeva rispondere…non ancora.


<< Niente… è tutto apposto. Avrò frainteso io…magari non c’è nulla di cui preoccuparsi. >>
La buttò lì Kara, non avendo più la voglia di aprirsi e chiedere consigli.

Improvvisamente l’allarme di un ennesimo attacco da parte di una nuova banda arrivata dal nulla in città, scattò.


<< Vola, Supergirl. Vola! >> La incitò la sorella maggiore, per poi guardarla spiccare verso il cielo.
 
 
...
 
 
Una volta arrivata sul posto, a Supergirl non rimase niente da fare: quei pazzi erano già scappati, lasciandosi dietro un caso allucinante.
Tutto calcolato.
Avevano programmato il loro piano nei minimi dettagli: non erano semplici stupidotti da quattro soldi.


<< Alex, qui niente. Se ne sono già andati. Non so come abbiamo fatto, ma mi hanno battuta sul tempo. >> Avvisò Supergirl all’agente del DEO, guardandosi intorno incredula.


<< Va bene, sta tranquilla. Torna a casa, per oggi basta così, ah e…ci vediamo stasera per la nostra seratina fra donne: pizza e serie tv. Finisco qui sperando di combinare qualcosa e magari vado a chiedere aiuto a Maggie. >> Rispose la rossa sbuffando nervosa per il fallimento.


<< Ok. Prendo io la cena e da bere. Buon lavoro Alex! A dopo! >>


<< Grazie, a dopo! >>





[...]




Dopo essere scappata dalla Detective Sawyers, (con la scusa del nuovo caso), la Danvers si andò a rifugiare istintivamente nel l’unico posto sicuro che conosceva: Kara,
ma sfortunatamente quest’ultima non era in casa, ma sicuramente a breve sarebbe tornata con del cibo, così si appoggiò sul muro aspettandone il ritorno, mangiando sorprendentemente una ciambella glassata alla Homer Simpson, che aveva deciso di comprare all’ultimo minuto.
Purtroppo quell’incontro si rivelò un buco nell’acqua anche per la rossa: ebbe uno scontro a dir poco traumatico con l’altra detective che aveva creduto ed insinuato che la Danvers ci stesse provando con lei…
Su di giri e spaventata, ovviamente, Alex negò tutto quanto e scappò via, lontana da quella verità nascosta…


<< Zuccheri? Non mangi mai calorie extra durante il giorno… >> Domandò Kara sbucando da dietro l’angolo, con passo felpato, mentre rovistava nella sua borsa per trovare le chiavi dell’appartamento, prendendo la sorella alla sprovvista.


<< Il prossimo regalo che ti farò sarà un campanello, come quelle delle mucche. Promesso! Non puoi apparare così all’improvviso, senza avvisare… sono ancora giovane per rischiare l’infarto! >> Commentò sobbalzando Alex, strozzandosi quasi con la ciambella.


<< Smettila, scema. Andiamo a cenare che ho una fame da lupi! >> Esclamò Kara, ridacchiando, per poi entrare nel suo appartamento.


<< Quando mai TU NON HAI FAME? >> Rise scuotendo la testa.


...


Apparecchiarono il tavolinetto in vetro sotto al divano e si misero comode, pronte a degustare la loro pizza preferita, coca cola e birra per la sorella maggiore.


<< Come mai non hai usato i tuoi poteri per andare a prendere la pizza? >> Chiese curiosa Alex, conoscendo molto bene le sue abitudini, volendo rompere il ghiaccio con cose meno importanti.
 

<< Volevo fare due passi e sgranchirmi un po’ le ossa… >> Fece semplicemente Kara, masticando un boccone piuttosto prosperoso, non mostrando emozioni; quel dettaglio non passò inosservato.


<< Stiamo passando un periodo confuso entrambe Kara, è evidente… ma non siamo riuscite a trovare il momento ed il posto adatto per parlarne... ed è sbagliato. Stamani sei venuta per parlarmi ed io…sono stata egoista e superficiale, quindi…mi dispiace… davvero. Ti va di riprendere l’argomento? >> Andò dritta al dunque Alex, prendendo in mano il discorso.

Kara non rispose e abbassò lo sguardo sul trancio di pizza già arrivato al termine.

<< Hai anche il passo più pesante del solito... >> Precisò Alex.

<< C’è del gelato per dessert? Dimmi di si. >> Fece invece la bionda, trovandosi in difficoltà.


<< Kara! >> La richiamò l’altra.
<< Hai paura di me? Del mio giudizio, o cosa? Ci sarò sempre per te. Nel bene e nel male.
Ti ho cresciuta, siamo cresciute insieme, ci siamo prese cura l’una dell’altra…se non ti fidi di tua sorella, di chi ti puoi fidare? >> Alex a quel punto posò tutto e si voltò totalmente verso la supereroina, donandole la massima attenzione.
I suoi problemi di cuore poteva resistere ancora un poco; Kara ora aveva la priorità.
Lei prima di se stessa.


<< Non è questo, è solo che… Da dove posso cominciare? >> Kara si sentì malissimo,
quasi colpevole per non aver condiviso con la rossa i suoi dubbi e la sua confusione, ma poi diede inizio ai suoi normali monologhi isterici, parlando del più e del meno, a macchinetta,
e quasi sempre della situazione triangolo che si era venuta a creare a causa di quel demente di Mon-El.

 La più grande sorrise e le accarezzò i capelli con tenerezza.


<< Non siamo tutti uguali, Kara. Tutte le persone devono soltanto scoprire cosa funziona per loro stesse. Sapere chi sono veramente dentro. Chi vogliono davvero. Cosa sono destinati ad essere… e…sto cominciando a pensare che… ci sta accadendo la stessa cosa… I-io… >> Elaborò la rossa ma inaspettatamente qualcuno bussò alla porta interrompendole sul dunque..:
Alex sbuffò roteando gli occhi al cielo.
“Perché proprio adesso?”
Si sarebbe fatta avanti, probabilmente, o forse sarebbe riuscita a far sfogare la giovane,
avrebbe potuto confessare tutto se solo ne avesse avuto il tempo.
“Neanche a casa nostra possiamo avere un po’ di privacy…è possibile?”


Allarmata e preveniente, Kara usò i raggi X per vedere chi ci fosse lì fuori e…

<< Come ha fatto a… !? >> si bloccò quando la riconobbe.

<< Chi? >> Chiese invece la più grande, curiosa, assottigliando gli occhi.

<< Parlo del diavolo e spuntano le corna! >> Esordì agitata la biondina, andando ad aprire,
ma prima, inspirò ed espirò.


 



<< Ehi, Lena… Ciao! >>

<< Ciao. Perdonami se continuo a piombare da te. Sembra che le parti si siano invertite. >> Disse la Luthor sorridendo divertita.
Aveva fatto un sacco di ricerche prima di scoprire l’indirizzo della reporter.


“Donna potente…”
Si ricordò mentalmente, Alex, studiandone i movimenti.


<< Già… Non preoccuparti, accomodati pure. >> Fece cordialmente la Kryptoniana,
da perfetta padrona di casa.


<< E’…io ti conosco… >> Si fermò Lena quando entrò e il suo sguardo cadde su un’altra figura presente in casa. << Ci siamo già viste… Sei quella che mi ha salvato la vita...
Oddio, forse ho... interrotto qualcosa…!? >> Andò nel panico cominciando a pensare alla peggio ipotesi possibile per lei...anche se, più che preoccuparsi, usò quella domanda come tattica per testare il terreno.
Conosceva da pochissimo Kara, e non avendo avuto modo per conoscerla meglio,
non poteva minimamente sapere i suoi gusti o altro, anche se, quello per lei non era mai stato un ostacolo… tanto meno, presunti fidanzati…
Non erano mai stati un suo problema.
Il suo egocentrismo, egoismo, e il suo saperci fare erano tutta un’altra cosa.


<< Agente speciale Alexandra Danvers… FBI. >> Si presentò la rossa, avanzando e stringendole la mano, gesto che naturalmente la mora ricambiò.


<< E’ mia sorella! >> Esclamò tempestivamente, Kara.


<< Quanto entusiasmo nel precisarlo, sorellina. Non ne hai mai usato tanto… >> Sottolineò Alex, beffardamente, lanciandole un’occhiata che, la sapeva lunga.
Stava cominciando ad unire i pezzi del puzzle.

Naturalmente sapeva che l’avrebbe intimidita, ma…l’avrebbe perdonata.


<< Spiritosa! Sai, ultimamente troppe persone mi stanno scambiando per…la tua donna, Alex.
Non è colpa mia se fra le due, tu sembri quella mascolina! >> Commentò divertita la supereroina, stando al gioco dell’altra, anche se al contempo si vergognò un tantino, mentre la rossa se la rise di cuore.


<< Lena Luthor…ma questo lo sa già. Comunque in questa famiglia la bellezza è ereditaria,
complimenti. >> Azzardò la dirigente con tono provocatorio e malizioso, squadrando per bene l’agente del DEO, per poi tornare a guardare Kara, mordicchiandosi il labbro.

“CAZZO, NO. EDDAI. LO FAI APPOSTA, LENA?”
Di rimando Kara abbassò la testa sistemandosi gli occhiali.
Stava friggendo...


<< La ringrazio, anche lei è molto…affascinante. Però, se posso precisare,
l’eroina di quel pomeriggio è stata lei. >> Replicò Alex.

Kara si mangiò nuovamente il fegato.
Nonostante tutto...Nonostante fosse sua sorella.
Però non era colpa sua se ogni dannata volta che qualcuno attaccava bottone con la morona, a lei dava immensamente fastidio.
“Sei troppo bella per essere guardata da occhi sbagliati…da occhi che non siano i miei…”
Pensò.


<< Non esageriamo. Ho contribuito ma…Supergirl le avrebbe tranquillamente salvata se non ci fossi stata io. E permettetemi di dire che questa città è molto più piccola di quanto pensassi…. Comunque, a dire la verità, sono qui perché forse potreste aiutarmi tutte e due.
Ti ricordi quel fight club? >> Rivolse il suo sguardo nuovamente su Kara, (finalmente, anche se non la perdeva mai di vista, continuandola a guardare di soppiatto).

<< Si. >>

<< Ora tocca a me chiederti un favore. >>

<< Qualunque cosa. Spara! >>

<< Qualunque, Kara? >> Ripetè ammaliante Lena, mordendosi le labbra.
Era così vicina...

<< S-s-si... >> Balbettò in un soffiò la biondina, sentendo il suo corpo andare a fuoco.


Un silenzio calò intorno a loro.
Alex si limitò ad osservare quella scenetta niente male.
Sarebbe scoppiata a ridere in faccia alla sorella per via delle sue reazioni però si trattenne sia per rispetto sia perché sapeva che Kara stava soffrendo...
La piccola non aveva ancora capito fino in fondo cosa le stava succedendo…con Lena,
ma Alex, era più sveglia, ci stava passando, e lo sapeva benissimo…era accettarlo,
la difficoltà.


<< Devo mettermi in contatto con Supergirl. E’ una cosa… intima. >> A quella frase,
l’eroina si agitò ancora di più; Alex era rimasta sbalordita nell’udire quella rivelazione…
Intima? Aveva sentito bene?
Si era persa qualche passaggio, era palese.
Sgranò occhi e mandibola rimanendo pietrificata...


 



[...]




Un’altra notte, e Lena era rimasta nel suo ufficio per avvantaggiarsi del lavoro per la settimana e per terminare alcuni dettagli legati al suo gala, ma la verità era che non aspettava altro che l’arrivo di Supergirl: sapeva che sarebbe arrivata prima o poi.
Le somiglianze tra l’eroina e la reporter erano troppo evidenti; forse chi la vedeva ogni tanto, fugacemente, non ci faceva poi caso, ma per lei…lei che la stava vivendo, o le stava vivendo entrambe…beh, era stato fin troppo facile capirlo, però la cosa che la feriva era un’altra: perché Kara non le aveva ancora confessato quel segreto?


<< No, sto esagerando. Non può essere, Kara me l’avrebbe detto…Okay che, ci stiamo conoscendo adesso, ma nonmi sembra proprio la tipa che sa tenersi un segreto simile.
E’ troppo sincera…pura. No, assolutamente no. E’ la mia crush per la Kryptoniana e l’interesse verso Kara che mi stanno facendo perdere qualche rotella. >> Parlò da sola, Lena, decidendo di alzarsi per versarsi un bicchiere di whysky.
Ne aveva bisogno.


...


Un attimo dopo sentì una folata di vento invaderla e capì:

<< Supergirl! >> Esclamò voltandosi, sorseggiando il liquido freddo.


<< Volevi vedermi? >> Domandò seria la Super, portando le mani sui fianchi.


<< Grazie per essere venuta… m-mi… >> Lena si impappinò; inaspettatamente non seppe più che dire.
Era bellissima in tutti i modi: truccata, struccata, vestita di marca o da stracciona,
da reporter o…da supereroina, ma con quel vestitino blu attillato…era…la fine del mondo!
L’attirava da morire.
Le donava!
Quante notti aveva sognato di strapparglielo di dosso e farla sua…
“…ma, aspetta…a chi delle due sto pensando?”
Scosse la testa sperando di riprendere il controllo dei suoi pensieri; fortunatamente la biondina stava avanzando nell’ufficio dandole appunto le spalle.


<< Kara Danvers mi ha raccontato che hai organizzato una raccolta fondi. >> Iniziò la bionda, seriosa.


<< Si, volevo invitartici… >> Proferì Lena sedendosi sul bordo della sua scrivania,
ammirando quel fondoschiena piccolo e sodo…


<< Non puoi farlo, Lena. Diventerà sicuramente un obiettivo di quella banda. >> Spiegò con troppa enfasi l’altra, girandosi verso l’oggetto dei suoi desideri.


<< Ecco perché ho bisogno che tu la protegga. Con la tua presenza so che i miei ospiti saranno al sicuro. >> Sorrise teneramente per poi rattristirsi vedendo quello sguardo freddo.


<< Ma non capisci che sono professionisti? Non sono riuscita a scovarli. >>


<< Ma potrebbe essere un ottimo piano, no? >>


<< Ti piace correre rischi, non è vero? >> Sputò nera Supergirl, avvicinandosi pericolosamente.

“Tutta questa cazzim da dove l’ha tirata fuori?”
Si chiese mentalmente Lena, attizzandosi incredibilmente.


<< Si… >> Rispose flebile, inchiodando i suoi occhi in quelli della supereroina,
tenendole ovviamente testa.


<< Perché? >> Domandò ipnotizzata Kara, non accorgendosi di star per annullare i pochi metri che le separavano.
Quella domanda, (retorica), le era uscita spontanea, ma Kara sapeva a cosa fosse riferita,
e non di certo al gala.


<< Perché non si può vivere nella paura… >> Rispose la mora in estasi.
Il suo tono di voce si abbassò notevolmente; l’eccitazione del momento la stava tradendo rendendola debole e vulnerabile…
Quella nuova versione di Supegirl non la stava facendo più ragionare.
I loro occhi non smisero neanche per un secondo di desiderarsi; lo sguardo della Danvers si posò sulle labbra della mora, che tempestivamente se le morse e quello fù il traguardo finale...

<< Cerchiamo l’equilibrio ma ci perdiamo sempre per chi ce lo sposta! >> Fece rauca Lena.
L’unica cosa che voleva in quel preciso istante era quella di prenderla e baciarla, approfondendo maggiormente la loro “conoscenza”.
L’eroina si perse in quei due pezzi di giacchio mescoltati con un verde pazzesco; i suoi occhi non avevano un colore definibile, erano speciale, proprio come lei.
Quei occhi, quelle labbra, e quella voce sensuale erano il suo punto debole; singolarmente le facevano uno stranissimo e potente effetto, ma tutti e tre insieme, beh, le abbassarono le proprie difese, e Lena, percependolo, ne approfittò.
Si lasciò andare all’istinto primordiale, animale, afferrandola per il volto della Super e tirandola a sé, unendo finalmente, per la prima volta, le loro bocche.
Quella era passione pure.
Non c’era dubbio.


Kara sgranò gli occhi.
Quel gesto le strappò un sospiro di sorpresa…
“Sogno o son desto?” ,ma nonostante tentennò inizialmente, cercando di metabolizzare l’accaduto, di conseguenza non perse un secondo per rispondere a quel bacio.
La lingua della mora spinse sui denti dell’altra, chiedendole il permesso di entrare,
ed una volta dato, cercò e trovò quella della bionda: si accarezzarono, intrecciandosi con veemenza…
Lena continuò ad avere il pieno il controllo della presa intorno al viso della ragazza mentre le mani di Kara si aggrapparono forti e bisognose sui fianchi della Luthor; improvvisamente però,
la biondina ebbe un attimo di lucidità e si staccò con violenza prendendo le distanze…

Le loro labbra oramai erano state divise e i loro occhi si incontrarono di nuovo:
i respiri delle due divennero pesanti, a ritmo irregolare, e a Kara sembrò crollarle il mondo addosso.
Con quello scatto irruento sapeva di aver deluso le aspettative di Lena, di averla ferita...
La testa in fiamme e nient’altro: esisteva solo lei oramai…
Era terribilmente confusa che ebbe la conferma: non si era mai sentita così come in quel momento, e credette che Lena lo aveva appena capito.
Poteva…sentirlo.
Empatiche?

<< Devi annullare la festa. >> Replicò rude la reporter, mostrandosi priva di sentimenti ed emozioni, ma come attrice non valeva poi così tanto.

Lena scosse la testa ancora stordita: cosa aveva fatto di male?
Stava andando tutto magnificamente fino a pochi minuti prima e poi?
Perché Supergirl aveva avuto quel ripensamento?

<< C-cosa? >> Il petto ancora le si alzava e abbassava in un modo scoordinato…
Non riusciva a calmarsi, il cuore quasi ad esploderle da dentro…

<< Tu più di chiunque altro dovresti capirmi. Più, e più volte metti a rischio tutta quanto per rendere giustizia. E’ così difficile credere che anch’io mi senta allo stesso modo?
Fai parte di quelle persone che pensano che non possa esistere un Luthor buono? >> Chiese distrutta e quasi in lacrime.

Kara le vide.
“Non farlo, Lena. Ti prego. Non piangere…”


<< Credo che ognuno dovrebbe essere giudicato per i propri meriti. >> Rispose la bionda riprendendo il discorso iniziale, evitandola di guardare.
Ancora affannosa sapeva di aver fatto un casino, di aver sbagliato…sbagliato a trattarla così.
Come oggetto.
Come se avesse una malattia infettiva, ma lì dentro la malata era solamente lei.
La sbagliata era solo lei.


<< Allora fallo! Questa festa deve esserci e io…ti sto chiedendo aiuto. >> Aggiunse incontrando finalmente i suoi occhi chiari, che inaspettatamente si erano dilatati e oscurati…


<< …Beh…se mi guardi così…non credo di avere altra scelta. >> Se ne uscì dolcemente Kara, abbozzando persino un sorriso, lasciandosi andare ad un momento di debolezza.

<< Grazie… >>

<< Ora… >>


<< Devi andare… >> terminò la frase Lena per poi spostarsi dalla scrivania,
sistemandosi i vestiti stropicciati per il contatto precedente…


<< Esatto. >> Supergirl annuì affranta e si voltò per spiccare il volo, ma l’altra la fermò facendole la fatidica domanda:

<< Forse… è per quello che ho fatto poco fa? >> Il tono diventò supplichevole,
la voce le tremò.


<< Non amo esternarmi, ma…lo devo ammettere. L’abbiamo fatto in due…perché lo volevamo entrambe, giusto? >> Rispose di rimando la Kryptoniana, rimanendo immobile, di spalle.


<< Io si…e tu? >>


<< Anch’io…  >> Soffiò Kara, maledendosi.


<< E allora perché…ti sei…allontanata? >>


Kara non rispose.
Sapeva sarebbe arrivata quella domanda.
Lena voleva delle certezze, ed ora come ora, Kara, non gliele poteva dare.


<< Perché non si può. >> Rimase vaga, la bionda.


<< Chi siamo noi per stabilire ciò che si può fare o meno?
Ciò che è reale e ciò che non lo è? >> Alzò la voce, la Luthor.
Non era mai stata scaricata in vita sua, ma, quella volta non si sentiva ferita nell’orgoglio, ma nel profondo...
La cosa che non riusciva a capire era…”perché se i miei battiti accelerano quando sono vicina a Kara, ora mi sta capitando tutto questo nei confronti di Supergirl?”

<< Te ne sei già pentita? Dimmelo, ti prego. >> La implorò Lena.
Voleva soltanto sapere la verità.
Voleva soltanto, sapere come sarebbe andata da lì in poi…

<< Assolutamente no…ma non posso. Fai finta che non sia mai accaduto. Per favore... >> Disse la bionda voltandosi solo per un istante.


<< Quindi io e Kara ti vedremo domani sera? >> Domandò infine a bruciapelo.

E se Lena avesse scoperto il suo segreto?
Inaspettatamente aveva cambiato sia lo sguardo che il tono di voce...
Forse la guardò in quel determinato modo per quella ragione?

<< Certo. Io e Kara, verremo entrambe. Puoi contarci. >>







<< MERDA! >>

Come e quando si era ritrovata in quella spiacevole situazione, abbastanza scomoda?
Come si sarebbe potuta dividere durante il gala senza farsi scoprire da Lena?

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Capitolo 3
*** 3. ***


La sera della festa arrivò e Kara si ritrovò nella spiacevole situazione di doversi dividere tra la lei reporter e la lei in veste di Supergirl come ulteriore servizio di sicurezza...


...


Entrando fu sommersa da una marea di persone, bellissime donne e uomini tutti vestiti eleganti e con abiti firmati, tavoli banditi con cibi di tutti i tipi, da quelli dietetici per le top model che non potevano permettersi di sgarare, a quelli più calorosi per i buon gustai; altrettanti camerieri che sembravano voler somigliare a dei pinguini e musicisti che avrebbero intrattenuto la serata; ovviamente non mancavano gli imbucati e i giornalisti pronti a fare foto, video per sparare qualche assurda falsità.

Si osservò attentamente intorno con sguardo perso e bisognoso: dov’era Lena?
L’emozione era stata sostituita dall’agitazione, dal nervoso, dalla paura…
Dopo quel bacio focoso, aveva ancora più timore di farsi sgamare, temeva il peggio.
Come si sarebbe dovuta comportare con lei?
Non era molto famosa per saper nascondere la sua ansia, per recitare un copione o cose simili, Kara era un libro aperto, per tutti, era cristallina, soprattutto per Lena.
Continuò per qualche istante a guardarsi intorno e niente; successivamente però,
la sua attenzione fu rapita da una fisionomia a lei familiare: Mon-El.
Aveva avuto realmente il coraggio di presentarsi? E dove lo aveva trovato quell’abito?
Con quali soldi? L’aveva rubato?
Strinse i pugni dalla rabbia; doveva controllare quella gelosia, ma proprio quando stette per trovare il suo giusto equilibrio, autoconvincendosi di entrare e mantenere la parte dell’amichetta gentile, notò che il ragazzo aveva con sé una rosa rossa.


<< Pure? No, caro mio, hai esagerato. Ora te ne dico quattro. >> Disse a bassa voce ringhiando e partendo in quarta verso di lui, ma qualcun altro le posò una mano sulla spalla scoperta dal vestito e subito si irrigidì.


<< Kara! Sei venuta!? >> Disse sorpresa, Lena, spuntando dal nulla.

<< Naturalmente! >> Rispose sorridente la biondina, imbarazzata.
“Dai, Kara…puoi farcela. Fai proprio come hai detto: fingi che quel bacio non ci sia mai stato.”, ma quel tocco lieve e delicato le fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo.


<< E’ davvero un piacere vederti. Sono felice che tu sia qui. >> Continuò la mora,
trovandosi in difficoltà, anch’essa impacciata nel ripensare alla notte scorsa...
Perché quei pensieri improvvisi?
Kara era…Kara, si, non era, non poteva essere Supergirl.


<< Come potevo mancare? Comunque, complimenti per l’organizzazione. E’ impeccabile! >> Si complimentò di nuovo Kara, indicandosi intorno.

<< Grazie…anche tu non sei niente male, dico davvero. Stai benissimo. >> Si complimentò con la giovane, sinceramente, guardandola dal basso verso l’alto, più di una volta.
Quel vestito bianco perlato, attillato, le stava veramente bene.
Sembrava una stella.
Brillava di luce propria.


<< Ti ringrazio, ma sempre troppo buona. >> Commentò la Danvers, arrossendo.


<< Ma è la verità sciocchina… abbiamo poca autostima per caso? >> Ridacchiò simpaticamente la mora, dandole dolcemente un colpetto sulla spalla.


<< Forse… >>


<< E sbagli! Non ti manca niente. Credimi! Ehm…senti, c’è anche Supergirl, per caso? >> Chiese interessata ed ansiosa la più grande, in un secondo momento, incupendosi.
Cominciò infatti a giocherellare nervosamente con la collana lunga che portava al collo e
Kara capì al volo.


<< Sono certa che starà arrivando… anche se ho sentito in giro alcune voci che dicevano di averla già individuata…starà facendo una ricognizione. >> Rispose titubante la giovane improvvisando la prima cosa che le passava per la mente.

Lena annuì abbassando lei il capo.

Sembrava essersela bevuta.
Fortunatamente, per ora l’aveva scampata.


<< Il tuo amico? Mike? Ha deciso se venire poi? O c’ha rinunciato? >> Chiese giocosamente,
non immaginandosi di ricevere quel tipo di risposta:


<< Si, è qua in giro. >> Fece scocciata, la bionda, ticchettando il piede a terra.
Brutto segno, o buono, dipendeva dai punti di vista.


<< Allora vado a cercarlo, così gli do il benvenuto. Ci vediamo dopo, okay? >> Lena non aveva la minima voglia di incontrare quel bradipo, ma doveva pur continuare con il suo
piano no? Altrimenti come avrebbe potuto ottenere ciò che voleva?


<< Okay… >> Sibilò Kara, sconsolata per poi vedere Lena mischiarsi nella folla, scomparendo in un batter d’occhio.


<< Sono così facile da sostituire? >> Si chiese sbalordita e con un mal di fegato pazzesco.



...



<< Ehi, Mike? >> Lo richiamò la mora, trovandolo dopo un paio di giri.
Il ragazzo si voltò e sgranò gli occhi, sorpreso e scioccato da tale bellezza.


<< Signora Luthor! >>


<< Signorina, grazie. >> Precisò lei, contrariata.


<< Mi scusi…che piacere vederla. >> Esordì lui, incantato.
Ci mancava poco che sbavasse: uomini!
Che brutta razza.

“Il piacere NON è mio, purtroppo.”
Si disse fra sé e sé.

<< E’ molto elegante… >> Evitò di ricambiare la Luthor continuando a parlare.
<< Complimenti! >> Notò la mora come gli andasse a pennello quel completo.
Sull’estetica doveva essere obbiettiva, non era niente male, anzi, un ottimo bocconcino,
per una etero, ovviamente, ma bastava che aprisse la bocca per far scappare chiunque.
Il sangue non gli scorreva nel verso giusto.
Il bello non balla, esattamente.


<< La ringrazio. Lei sempre al top! >> Fece Mon-El, porgendole senza tatto la rosa che le aveva portato.


<< E questa…!? >> Domandò leggermente schifata.


<< E’ per lei! Ho pensato che… >>


“Perché tu pensi anche?”
Pensò Lena.


<< …visto il mio quasi auto-invito, beh…volevo scusarmi, ma è da pochissimo che mi sono trasferito qui e...vorrei solo integrarmi. >> Spiegò con tranquillità e nonchalance il giovame.
Sembrava essere sincero alla fine...


<< Grazie, sei stato gentile, ma non dovevi. >> Replicò la dirigente afferrando il fiore,
non dandoci peso, ma abbozzando un sorriso di circostanza.


<< Volevo…sono contento che lo abbia apprezzato. >>


All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ecco che tra i due apparve Supergirl.
Kara, anche se non particolarmente vicina a loro, con il suo super udito aveva ascoltato tutto e con la sua super vista, aveva tenuto la situazione sotto controllo.


<< Supergirl! >> Esclamò Lena, ritrovandosela davanti inaspettatamente.


<< Vedo che hai dei spasimanti… bene… >> Se ne uscì severa e incazzata come una belva, la biondina.
Mon-El doveva ringraziare RAO, perché se fosse stato per lei, lo avrebbe già disintegrato quella mattina alla CatCo.


<< Già... neanch’io me lo aspettavo. >> Rispose Lena, sorridendo compiaciuta al giovane,
che incominciò a dondolare, soddisfatto.

Un silenzio che si poteva tagliare col coltello si espanse intorno ai tre, così la Luthor non perse un attimo e gioco un’altra carta per poter restare sola con Supergirl, anche se per poco tempo.


<< Mike, tesoro… Ho la bocca secca, non è che potresti andarmi a prendere qualcosa da bere, per piacere? Qualunque cosa mi va bene, decidi tu. Ti aspetto qui... >> Alla versione da gatta morta, nessun pesce lesso avrebbe mai resistito.


<< Subito, Madame. A tra poco, torno subito. >> Rispose Mon-El, eseguendo gli ordini come uno schiavetto.


<< L’hai già addomesticato, brava. Sono esterrefatta dalla velocità con cui... >> Ma Kara venne interrotta dalla dirigente che prevenì la frase dell’altra:


<< …ti ho sostituita? Me l’hai detto tu. Ho fatto come volevi…non incolparmi e non giudicarmi. Non sei l’unica …c’è tanta gente che venderebbe l’anima per potermi baciare o semplicemente come Mike, starmi accanto. E poi, anch’io ho degli interessi… Dico la verità, un gesto simile me lo sarei aspettato più da …cioè, lo avrei preferito più da un’altra persona…o da te, probabilmente... >> Mise le cose in chiaro la Luthor, con professionalità.


<< ...Comunque sono ancora dell’idea che tu debba rimandare la festa. >> Esordì Supergirl, cambiando completamente discorso.


<< Perché non aspettiamo e vediamo come va la serata? >> Provò a dire Lena sorridendole e facendole l’occhiolino.


<< Okay, vado a controllare di nuovo lungo il perimetro e tornò al primo segno di pericolo. Divertiti con il tuo cagnolino…e st’attenta. >> E concludendo così, sparì nuovamente.


La dirigente si trovò confusa.
Davvero faceva?
La prese a ridere e annuì, quando una voce irritante la invase:

<< Mia regina, eccomi! >> Fece il moro tornando con due drink in mano, passandogliene gentilmente uno.
Lena lo ringraziò ancora e alzò il bicchiere datole, pronta a fare un brindisi...


<< A…? >> Iniziò la mora, controvoglia, aggrappandosi ad ogni spiraglio di forza e coraggio che le rimaneva…. Sperò solamente che Kara stesse vedendo quelle scene... altrimenti sarebbero stati sacrifici invani.


<< A noi? >> Tentò lui di provarci...


<< ...Alla riuscita del gala! >> Lo corresse immediatamente lei, con tono risoluto per poi sbuffare.


<< Esatto. Si si, certo! Alla riuscita del gala! >> Ribadì Mon-El, ridendo da scemo.


“Idiota!”




[...]




Durante la festa, tutto sembrò trascorrere tranquillamente, soprattutto senza alcun segno della banda, così Kara pensò bene di dedicarsi al banchetto mangiando tutto quello che potesse entrarle nello stomaco.
Già di solito aveva il verme solitario, ma erano due i momenti più critici per la Danvers:
1. Dopo un combattimento, e 2. Quando era triste e nervosa, e questo era il secondo caso.


<< Per tutto quello che mandi giù dovresti essere una botte… Dove lo metti? >> Risuonò una voce divertita vicina a lei.

<< Lena…oddio. >> Ci mancò poco che non soffocò per la vergogna.
L’aveva vista abbuffarsi come un maialino?
Avrebbe voluto sprofondare o sparire in qualsiasi altra dimensione...
Lena rise fragorosamente, dovendosi coprire la bocca educatamente per non farsi vedere le corde vocali.


<< Non preoccuparti. Allo stomaco non si comanda! >> Se ne uscì la mora,
non riuscendo a contenere altre risate.


<< Eddai... ma il detto non diceva…al cuore non si comanda? >> Cadde nella trappola come una poppante, la bionda.


“C’avrei scommesso.”
Si disse fra sé e sé Lena, sorridendo vittoriosa.
“Non puoi scapparmi Kara Danvers.”


<< Appunto, anche a quello. Non si deve fuggire da...ciò che vogliamo...da ciò che proviamo,
non credi?… >> Domandò la dirigente assumendo uno sguardo serioso.


Kara rischiò di strozzarsi di nuovo, così si attaccò ad una bottiglia d’acqua,
finendosela tutta in una volta,e successivamente si sbrigò a ripulirsi con le salviettine profumate…


<< Dipende... >> Sibilò Kara, mordendosi la lingua.
Dove voleva arrivare?


<< Da cosa? >> La incitò la mora, assottigliando gli occhi, con sguardo indagatore.


<< Da tante cose... >> Sussurrò tristemente Kara, per poi aggiungere:
<< …dal passato di una persona, dagli ideali con cui è cresciuta, dalle situazioni circostanti... Dai suoi lati oscuri, dai suoi segreti... Chiunque li ha; non esiste un essere vivente sulla faccia della terra ed oltre, che non ne abbia almeno uno. E non vuol dire che si è per forza cattivi...anche i buoni possono nascondere qualcosa. Dipende dalle paure, e persino dal carattere che uno ha. Se si è troppo deboli si può anche...non ammettere di provare un... sentimento, una simpatia o un interesse verso una persona, perché le novità possono spaventare e tirarti indietro…beh…può dipendere anche da queste cose. O almeno, così la penso. Poi… non so. Potrei anche sbagliarmi. E’ solamene un mio parere…esterno. >> Cercò di riprendersi Kara.
L’aveva fatta grossa?
Si, ancora.
E stavolta nei panni della reporter.
1 a 1 con l’altra se stessa.
Non l’aveva premeditato, si era aperta inconsciamente a Lena.
Spontaneamente.
All’improvviso.
Le aveva spiegato indirettamente del suo comportamento da imbecille e bipolare, da codarda, ma non solo quello; senza rifletterci le aveva persino messo di nuovo la pulce nelle orecchie sulla sua vera identità...
“E fortuna che mi ero ripromessa di fare più attenzione con lei…”
Rimase così a bocca aperta dopo aver notato gli occhi sgranati della Luthor.



Lena avrebbe voluto rispondere e spiegarle tante di quelle cose, però tempestivamente,
come se l’avessero fatto apposta, i musicisti cominciarono a strimpellare una melodia e a intonare delle parole sorprendentemente azzeccate, così, allungò la mano limitandosi solo a sorriderle teneramente...


<< Mh? >> Mugugnò la bionda, confusa e impaurita.


<< Mi concede questo ballo, Miss. Danvers? >> Proferì di conseguenza la mora.


<< Non hai…?! Non ti… >> Kara non riuscì a terminare le domande, ma automaticamente il suo corpo si mosse e la sua mano sfiorò terrorizzata l’altra; la donna però aveva afferrato lo stesso:  “Non hai paura? Non ti vergogni?”


“Come potrei con te, Kara? Puff... Sei il mio angelo… Quante cose non sai di me ancora…ma non mi dai l’occasione…”  
Lena negò con la testa, per poi stringerle la mano e cominciare ad indietreggiare, tirandola lentamente, mentre quel testo le colpì dritte, nel profondo...


https://www.youtube.com/watch?v=Pa8iyHzHUSQ *                   (Warrior by Beth Crowley)
 
 
“Mi hai affascinato,
avvolto in ombre e segreti .

La bellezza di un angelo caduto .
Mi sono esposta cautamente,
spaventata da ciò avresti pensato di me ,
ma molto presto sono rimasta intrappolato .
Mi hai preso per mano e mi chiedo chi io sia ..”

 
 
 
Arrivate a posizionarsi al centro della pista, erano pronte per ballare quel meraviglioso lento che descriveva nettamente la loro situazione, la loro storia, ma Kara, fù paralizzata da tutto quello che stava accadendo, dalle sue parole e dall’iniziativa della mora,
e soprattutto da quella canzone:  “ma l’hanno scritta apposta per noi?”



<< E Mon…Mike? Se ti vedesse ballare con me? Sei…sparita per un bel po’,
immagino che... >>


<< Immagini male. Poi mai dire mai… >>


<< Ah…>>


<< Kara…è tutto apposto, calmati…Siamo qui, insieme…è solo un lento, non un ricevimento di matrimonio, ma…se non vuoi... >> ma stavolta fù la dirigente ad essere interrotta dalla controparte:


<< Va bene… però…guidami tu. Me la cavo nel canto ma…a ballare proprio no,
sono un vero ciocco di legno. >> disse più sciolta l’eroina, imbarazzandosi,
abbozzando addirittura una risatina palesemente isterica.


<< D’accordo… ti guido io. >> Sussurrò l’altra con un tono piuttosto basso e roco rispetto al precedente; lo stesso che aveva usato prima del bacio con Supergirl.
Lena si avvicinò abbastanza, prendendole delicatamente le braccia facendole appoggiare sulle sue spalle, intorno al collo, mentre lei, reggendola per i fianchi la coordinava.


 
“Insegnami come si combatte ,
io ti mostrerò come vincere .
Sei il mio difetto mortale ,
e io il tuo peccato fatale .”


<< Insomma... oggi sto facendo anche la parte dell’uomo... >> Se ne uscì Lena per sdrammatizzare un attimo, riprendendo la battuta che Kara aveva fatto alla sorella nel loro appartamento qualche giorno prima, sperando di distruggere quel ghiaccio che si era creato.


Kara tremò quando percepì il respiro caldo dell’altra nel suo orecchio;
si era dimostrata più che negata, a malapena riuscì a dondolare tra le mani di quella Dea che, ancora una volta, si ritrovò pericolosamente vicino...
A distanza di bacio.
Smise persino di respirare: l’emozione l’aveva paralizzata.
Sorrise alla sua battuta senza aprire bocca...
QUELLE PAROLE…



“Mettimi alla prova,
ti proverò che sono forte .

Non lascerò credere a me stessa
che ciò che proviamo è sbagliato .
Finalmente vedo ciò che tu sapevi fosse dentro di me
fin dall'inizio .

 
Che dietro questo aspetto delicato si nasconde una guerriera.
 
La mia memoria si rifiuta di separare il falso dal vero ,
e cerca il passato creato dalla mia mente .
 
Ho continuato ad andare avanti rimanendo decisa accanto a te
amandoti e odiandoti allo stesso modo .




Proprio a quel punto Lena si distaccò il giusto, solo per far incrociare i loro occhi:

<< Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? >>

<< I-io...non so...che dire... >> Balbettò l’eroina, non riuscendo a contenere lo sguardo, alternandolo dai suoi occhi alle sue labbra, e dalle sue labbra ai suoi occhi…



“Mi hai preso per mano:
sto scoprendo chi io sia… 

Finalmente vedo ciò che tu sapevi fosse dentro di me
fin dall'inizio .
Che dietro questo aspetto delicato , si nasconde una guerriera.

Le immagini prendono vita,
animate nel cuore della notte ,

apro gli occhi;
devo star sognando .

 
Stringo forte il mio cuscino e mi preparo per la battaglia .
Ho sentito dire che vedere equivale a crederci ...”


<< Ehi, guardami… >> Iniziò d’istinto la mora, poggiando la fronte alla sua,
costringendola così a non poter evitare ancora per molto i suoi occhi indescrivibili.
<< ... Io non ti sto chiedendo nulla... Non passo certo per una persona riflessiva...
Seguo il mio sangue che non scorre esattamente in direzione del mio cervello, a volte.
Difettuccio di famiglia, così faccio un sacco di errori, una marea di scelte sbagliate...
Ma io confido in te, Kara. So che prima o poi, mi darai l’opportunità di conoscerti.
Perché sai...Mi piace passare quegli attimi con te e vorrei, poterne passare ancor di più.
E Sappi che io... >> ma qualcosa, o meglio qualcuno, interruppe violentemente quel loro momento speciale, facendo esplodere marchingegni, uno dopo l’altro.
Quelli furono gli ultimi minuti “tranquilli”.


La folla impazzì e gli invitati cominciarono a correre all’impazzata, come se fossero delle palline da flipper.


<< Oh, accidenti. Quante cose preziose ci sono qui? >> Urlò una voce maschile,
da psicopatico.


<< E’ la banda! >> Esclamò la Kryptoniana, allarmandosi.


<< Vattene. Mettiti a riparo! >> Ordinò Lena a Kara, afferrandole per le spalle, volendola proteggere.


<< Lena no. >> Replicò l’altra, scuotendo la testa, ma la dirigente era abituata a comandare,
e in questo caso non permetteva assolutamente un “no”.


<< Fai come ti dico. Non permetterò che ti facciano del male. Vai. >> Insistette la mora,
con tono risoluto, determinata più che mai.


Kara non potè rischiare ancora; stava mandando a puttane la sua identità, così annuì ed obbedì agli ordini.

 
<< Nel mio ufficio c’è una botola nascosta sotto la scrivania… mettiti in salvo, Kara. >>, e appena vide la giovane prendere la direzione da lei intimata, raggiunse il Capo di quella pagliacciata:

<< Avete sbagliato festa. >> Proferì cazzuta la mora, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da stronza.


<< Non credo proprio, Principessa. >> Rispose l’uomo, strappandole il ciondolo che portava al collo.
<< Dateci orologi, gioielli, soldi, perle, tutto quello che avete e nessuno verrà disintegrato! >> Aggiunse sparando a vuoto con il cannone avanzato che gli aveva procurato Cadmus,
soltanto per spaventare i presenti.

I suoi scagnozzi iniziarono a fare il giro dei presenti, maltrattando chi tentò di opporsi alla loro tirannia, ma malgrado loro però:

<< Pensavate davvero che non ci sarei stata? >> Disse Supergirl a mezz’aria.


<< Veramente ci contavo. >> Rispose beffardo quel tipo.


La battaglia ebbe inizio e Supergirl purtroppo, nonostante alcuni colpi assestati,
non riuscì ad avere la meglio: quelle armi erano più forti rispetto a lei, e poi,
erano in maggioranza numerica...
Dov’era finito Mon-El?
Era l’unico che lì in mezzo poteva darle una mano visti i suoi stessi poteri, ma come sempre,
non si poteva fare affidamento su di lui; doveva cavarsela da sola, in qualche altro modo.
Ma un colpo ben mirato, dritto al petto, precisamente al cuore, la scaravento a terra come se fosse una bambola di pezza.
La ragazza d’acciaio a quel punto non si rialzò subito e Lena, osservando quell’orribilissima scena, si diede da fare: aveva ideato un’ulteriore contromossa: un dispositivo in grado di invertire la polarità delle armi, distruggendole, rendendo così inermi i tre...
Nel far funzionare il piano però, Lena si scontrò con il suo adulatore, Mike,
che precedentemente si era messo a riparo sotto uno dei tavoli.


<< Ei. >> Lo richiamò.


<< Salve, dolcezza. Finalmente ci rincontriamo. Ti stavo cercando. Mi sei mancata. >> Azzardò con un “tempismo eccellente”.


“Che eroe. Veramente coraggioso!”
Pensò sarcasticamente e disgustata.
Centomila volte meglio le donne.
“Grazie Dio per avermi creata lesbica.”
Non l’avrebbe mai smesso di ringraziarlo per quello.


<< Si okay, ma ora devi aiutarmi ad azionarlo. Ti dispiace? >> Ribattè la mora,
indicando il suo dispositivo.



...



L’ingegno funzionò proprio ad un punto critico, quando tutti i membri della banda stettero per mandare all’altro mondo Supergirl, puntandola contemporaneamente: non ne sarebbe uscite indenne.
Vennero successivamente e fortunatamente arrestati dalla polizia, il quale mandò Maggie e una pattuglia da lei scelta, a prenderli in custodia.


Con tutto quel trambusto, nel frattempo Winn aveva avvertito Alex del pericolo e delle condizioni non perfette della sorella; arrivò e la vide al centro del piccolo cratere formato dalla sua caduta, intenta a rialzarsi.


<< Supergirl! Supergirl! >>  Gridò spaventata e preoccupata.


<< Sto bene, sto bene tranquilla. E’ solo un graffio. >> La rassicurò l’altra zoppicando.


<< Veramente ne sono svariati e… E’ normale? Io non credo. Non ti porti mai a casa dei ricordini! Cos’erano quelle cose? Dove sono? Potremmo sequestrarle e farle analizzare alla base! >> Optò la rossa, nel panico.


<< Sono andate distrutte... qualcuno è stato più furbo e si è ingegnato prima di Winn…
Ma…credo ci sia…della Kryptonite… non liquida, ma… è l’unica cosa che può ferirmi,
quindi... >> Disse la sua idea, l’eroina, sforzandosi.


<< Se hanno dei campioni…..potrebbero trasformarla sottoforma di qualunque cosa. >> Commentò Alex, sbalordita, in negativo.


<< Ci pensiamo più tardi…ora portarmi al DEO. >> Fece Kara, provata, appoggiandosi alla sorella.


<< Certo… Andiamo piccola! I raggi solari ti rimetteranno in sesto. >>


 In quel preciso istante, come se fosse un orologio svizzero, Lena uscì allo scoperto da sotto il tavolo, seguita da Mon-El che mostrò un sorriso sornione e soddisfatto.


<< Siamo salvi? E’ tutto finito? Che peccato… mi stavo divertendo lì sotto. >> Esordì usando un tono di voce abbastanza alto per farsi udire anche dalle due Danvers.

Poteva non essere al 100 per 100 delle sue forze al momento ma poteva ancora sentire piuttosto bene e vedere altrettanto.


<< Che uscita ad effetto! >> Esclamò rimproverevole Alex, fulminando prima lui e poi la dirigente, ma in quel momento Kara avrebbe voluto aver perso la vista e l’udito;
non avrebbe voluto sentire quella determinata frase…per lei… adesso devastante.
Non dopo quel ballo.
Quei dialoghi.
Non dopo…quel ballo...
Strinse i denti e si irrigidì improvvisamente, cosa che ad Alex non sfuggì, infatti percepì le gambe dell’altra tremare e rischiare di cedere, così la sorresse con una presa più solida e pronta.
Non conosceva i dettagli, ma conoscendo la cosa a metà, era stato facile fare uno più uno...

Un gemito soffocato ed uno spasmo, spaventarono nuovamente Alex.


<< Kara ? >>

<< Shhh… un crampo, Alex…è solo un crampo. >> Intervenì immediatamente,
sperando che nessun’altro avesse sentito come l’avesse chiamata.


<< Tornerai come nuova! >>


A Lena puzzò anche quest’ultimo dettaglio: tutto quell’amore da parte della rossa nei riguardi di Supergirl?
Okay che è L’EROINA della città ecce ecc, ma… doveva tenerci particolarmente alla giovane,
altrimenti…quella preoccupazione e quelle reazioni erano esagerate.
La spiegazione che le balenò in testa era solo una, la conferma a tutte le sue vecchie immaginazioni…


<< Aspettate! >> Richiamò quindi la Luthor, affrettandosi ad avvicinarsi alle due.


<< Hai anche la faccia tosta di volerle parlare? >>
Piccolo errore anche da parte della sorella maggiore: lei non era Kara in quel momento,
ma Supergirl, però Alex reagì d’istinto, prendendo le difese della sorellina.


Lena abbassò lo sguardo come un cane bastonato: aveva capito bene allora, oppure il motivo per cui la Danvers l’aveva attaccata in quel modo era perché sapeva di quel bacio con Supergirl?


<< I-io… Come sta? >> Fece comunque la mora; l’idea che potesse essere veramente Kara la stordì totalmente, rendendola ancor più inerme e confusa.


<< Starà meglio, spero. Sicuramente lontano da te. >>
Della serie: se le occhiate potessero fulminare…la Luthor si sarebbe trasformata in uno spiedino, o in un mucchietto di cenere.


<< Alex? Lascia perdere… per favore… >> Sibilò Kara indolensita.
Mentre lei aveva lottato e quasi rischiato di perdere la vita per salvare la vita di tutte quelle persone, compresa quella di Lena, o meglio, soprattutto per quella di Lena, lei aveva realmente avuto il coraggio di appartarsi sotto al tavolo con quel verme per una sveltina...


<< Si, non preoccuparti. Non mi sporco le mani con gente come lei. Goodbye, Miss Luthor. >>
E dicendo così, la maggiore portò via da quel posto la giovane, lasciando una Lena senza parole: per fare un’azione giusta, adesso, molto probabilmente l’aveva persa...perchè si,
Kara e Supergirl potevano essere la stessa persona.
Oppure...aveva perso l’amicizia speciale che c’era con l’eroina…
La vera conferma l’avrebbe avuta solamente nei giorni seguenti…doveva essere paziente ed aspettare...

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