Music in Head

di channy_the_loner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Sorry~ ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Apro uno dei cassetti della mia scrivania e frugo un po’ all’interno, per poi tirare fuori un paio di auricolari bianche, che collego al mio computer portatile. Mi siedo a gambe incrociate sul mio letto dalle coperte rosa e metto il sito Internet del mio gruppo musicale preferito: gli Hedgehogs.

Questa band è formata da cinque ragazzi di un anno più grandi di me – ovvero hanno 17 anni – che, oltre a saper cantare e suonare come degli angeli, sono davvero carini… Soprattutto il loro leader: è un ragazzo alto, con capelli blu mare e occhi verdi che sembrano smeraldi. Inoltre, lui, ha un sorriso bellissimo, soprattutto quando, dopo una canzone, ringrazia i fans e il loro affetto a nome di tutta la band.

Oltre a lui, che canta e suona la chitarra, ci sono gli altri ragazzi che sono anche loro molto bravi a suonare i loro personali disegni. L’altra chitara viene suonata da un ragazzo alto, con capelli neri e occhi rossi come il sangue. La tastiera è suonata da un ragazzo alto come il leader ma più magro, ha capelli argentati e gli occhi dorati. La batteria la suona un ragazzo alto e palestrato con lunghi capelli rossi e ochi blu notte. L’ultimo componente del gruppo è alto come me, è biondo e ha gli occhi azzurri; non suona nessuno strumento perché è un tecnico delle luci e dei suoni eccezionale, infatti tutti gli effetti speciali durante un loro concerto sono merito suo; tuttavia, qualche volta, canta qualche canzone, ma quella canzone deve essere davvero speciale, visto che lui è molto timido.

Questa band esiste da circa un anno e mezzo, ed io li seguo da altrettanto tempo. Li vidi per la prima volta in un programma televisivo che elegge nuovi giovani talenti – di nome “Music Friends” – e mi affezionai subito a loro; e poi, quando vinsero … La mia gioia fu indescrivibile. Ero a conoscenza del fatto che fossero irraggiungibili per me, ma sentivo nel profondo del mio cuore che ci sarebbe potuta essere la minima possibilità di poterli incontrare, magari durante un concerto. E, infatti, li ho incontrati di persona ad un concerto, ma solo per una manciata di secondi, il tempo di un autografo e via.

Sorrido ascoltando la loro ultima canzone: è così bella, sia per il testo che per la musica, per non parlare della voce che canta. Fino ad ora hanno creato solo cinque canzoni, ma i loro album sono già numerosi e i biglietti dei concerti in sold out. La musica ce l’hanno nel sangue, ed io ho deciso di diventare come loro.

Infatti mi sono iscritta in un liceo dedicato alla danza, alla musica, alla recitazione e cose del genere, e con me ho trascinato anche le mie migliori amiche. All’inizio le ragazze non erano molto d’accordo a proposito del trasferimento alla “ Hight Talent Mobius School”, ma poi le ho convinte, perché tutte noi avevamo un talento nascosto che, pian piano, è uscito allo scoperto: io canto e ballo, Cream suona il violino a occhi chiusi, Blaze suona il piano ed è un portento nei giochi di prestigio, Rouge suona la chitarra e fa hip-hop, Cosmo suona il violoncello e fa recitazione, mentre Sticks suona il tamburo (o qualsiasi cosa porti ritmo). Le lezioni nella nostra scuola si svolgono con molta regolarità: al mattino si entra alle otto precise e le lezioni iniziano alle 8:05. Alle 12:30 abbiamo la pausa pranzo e alle 14:30 iniziano i vari corsi.

Questa scuola è molto dura ma anche famosa, nonostante Mobius sia solo una piccola parte di San Francisco. Da quando frequento questa scuola sento che la mia vita sta finalmente prendendo la piega giusta, dopo tutto quello che è successo.

E sono felice perché sto inseguendo il mio sogno di diventare una cantante nel migliore dei modi.

E la forza me la stanno dando Sonic, Shadow, Silver, Knuckles e Tails, mentre guardo avanti con le mie amiche.

 

Angolino dell'Autrice!!

Eccomi qua ... La mia prima storia ragazzi! Ho deciso di farla su Sonic perchè ho già scritto qualche capitolo e ho parecchie idee in mente ... Idee anche un po' cattivelle ... Okay, facciamo finta che la parola "cattivella" esista davvero.

Kou: Sì, esiste proprio ...

No, scusami, TU CHE CI FAI QUI?!?

Kou: Sono il tuo assistente, ne?

Sì, ma questa non è la pagina per te! Che ne so, vammi a chiamare Silver, aiutante.

Kou: Finirai per farmi ingelosire, Channy-chan.

Okay, va bene, resta tu -_-'

A proposito ... L'avevate capito che "Music Friends" dovrebbe essere la parodia del programma di Maria De Filippi ? XD

Kou: Era scontato, carina.

Ora stai esagerando, Kou-kun -_-'

Ooookay, ragazzi, direi che posso concludere qui! Scrivete una recensione piccina picciò, va bene? ... Vi prego *fa gli occhi da cucciolo*

See Soon Everyone!!

Channy & Kou


Kou: Lo sai che sei proprio kawaii quando fai gli occhi da cucciolo?

Zitto, baka.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Sento la punta del naso inumidirsi e qualcosa mi fa il solletico. Schiudo leggermente gli occhi e metto a fuoco una figura morbida, bianca e pelosa che è seduta comodamente sul mio petto ed è intenta a fissarmi. Capisco subito che si tratta di Milù, la mia gattina di tre anni.

<< Hey, amore … >> sbadiglio facendole una carezza sulla testa.

Milù fa le fusa e striscia la testa sulla mia spalla. Mi accorgo di essermi addormentata con le auricolari nelle orecchie, col PC sulle gambe e la playlist degli Hedgehogs giunta al termine. Guardo la sveglia color confetto posta sul comodino: sono le 7:56.

Scatto in avanti facendo cadere Milù a terra – ma, grazie al cielo, non si sarà fatta nulla -, salto giù dal letto e corro a vestirmi. Comincio a frugare nell’armadio, ma realizzo che non ho tempo per decidere cosa mettere, così prendo dei jeans e una maglietta arancione a maniche lunghe. Corro in bagno e mi lavo velocemente il viso, poi torno in camera e mi vesto con altrettanta fretta. Capisco che non ho tempo per fare colazione, così infilo le mie ballerine blu e lascio i capelli sciolti, così da non perdere tempo ad aggiustarli. Afferro lo zaino e corro al piano di sotto, dove mia zia sta già facendo le pulizie giornaliere. “Perché non vivo con i miei genitori?” Eh, lunga storia …

Saluto mia zia e la mia gattina e corro fuori, lasciando anche la porta aperta. Mentre corro verso scuola controllo l’orario sul cellulare: sono le 8:01. La scuola dista due chilometri da dove sono ora. Bene: due chilometri in quattro minuti. Ce la posso fare!

Il cielo è nuvoloso, ma non credo che verrà a piovere. I passanti mi guardano con delle strane espressioni in viso, e alcuni di loro commentano anche la mia corsa, ma non ho tempo per preoccuparmene.

Riesco ad arrivare a scuola in tempo, infatti la campanella sta suonando adesso. Tiro un sospiro di sollievo e, mentre cerco di riprendere fiato, mi avvio verso la classe di scienze naturali, pronta per la prima lezione in compagnia di Blaze, che trovo già seduta al banco che sceglie di solito: sta rileggendo la lezione del giorno, forse da un buon quarto d’ora, data la sua impeccabile puntualità. Appena mi vede mi saluta e mi invita a sedermi nel posto libero accanto al suo che, probabilmente, ha conservato per me.

<< Non puoi neanche minimamente immaginare la corsa che ho fatto. >> sospiro appena mi siedo.

<< Invece posso eccome, credimi. >> ridacchia lei. Poi si fa più seria. << Prima ho incontrato Cosmo. Mi ha detto che i biglietti per lo spettacolo di Natale sono quasi finiti, quindi dovremmo sbrigarci a comprarli. >>

<< Quasi finiti? Di già?! Siamo solo a Novembre! >> lascio cadere la testa all’indietro e guardo il soffitto: sapevo che il club di teatro avrebbe organizzato uno spettacolo per Natale, ma non credevo che i biglietti sarebbero andati a ruba.

<< Va bene, più tardi andrò nell’aula di teatro e ne comprerò uno. Tu ce l’hai? >>

<< Sì, ma Rouge mi ha chiesto se potresti andare a comprarlo anche per lei. >> mi risponde Blaze spostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.

Rispondo con uno sbuffo, ma lo farò. Il professore entra in classe e ci fa cenno di stare in silenzio.

  ***

La mattinata è passata abbastanza velocemente, e finalmente c’è la pausa pranzo. Arrivo in mensa affiancata da una Cream reduce da un’interrogazione di cultura generale. Prendo un vassoio e afferro velocemente un piatto con un hamburger e purea, mentre Cream si dirige verso l’insalata, dato che è vegetariana. Ci sediamo ad un tavolo dove Cosmo ci ha conservato i posti e, dopo qualche minuto, arriva anche Blaze, e finalmente possiamo chiacchierare. Tuttavia manca ancora Rouge, ma proprio lei arriva in sala correndo, ma i suoi corti capelli bianchi sono in ordine e anche il trucco è in perfetto stato. Si precipita vicino alla TV della mensa e la accende senza neanche chiedere il permesso a qualche superiore.

<< State tutti zitti e ascoltate! >> urla facendo zapping, per poi fermarsi e alzare il volume al massimo, in modo che tutti possano sentire. In primo piano compare un giornalista affiancato da … Gli Hedgehogs! Tutti si zittiscono come per magia e prestano attenzione al servizio televisivo.

<< Ragazzi, è vero che volete tornare tra i banchi di scuola? >> chiede il giornalista, per poi porgere il microfono ai ragazzi.

<< Be’, in realtà lo ha voluto Vector, il nostro manager. Dice che è fiero di noi e della nostra carriera, ma vorrebbe che tornassimo ad essere ragazzi normali per un po’. >> risponde Sonic facendo spallucce, come se la cosa non gli pesasse.

<< Io credo che questa sia la cosa migliore. >> aggiunge Tails. << Dopotutto è da un po’ che le nostre vite sono cambiate. Sarebbe bello tornare tra i nostri simili, no? >>

<< I nostri simili sono ad Hollywood, idiota. >> grugnisce Knuckles incrociando le braccia.

<< Tu cosa ne pensi, Shadow? Ti piacerebbe tornare ad essere uno studente? >> chiede il giornalista.

<< No >> risponde Shadow, lancia un’occhiataccia all’uomo. << E non provare a parlarmi. >>

<< Okay, scusa. >> mormora l’uomo. << Avete già scelto la scuola che frequenterete? >>

<< Sì! >> esclama Silver, per poi prendere completamente la parola. << Andremo alla Hight Talent School di Mobius, a San Francisco. Ci hanno parlato molto bene di quel liceo, specialmente per la sezione musicale. >> spiega, poi chiude gli occhi come a pavoneggiarsi. << Cominceremo l’anno scolastico domani stesso! >>

<< Sentito, studenti della Hight Talent? Da domani avrete delle celebrità tra di voi! >> esclama il giornalista.

Poi Rouge spegne la TV e tutti rimaniamo in silenzio, con gli occhi ancora fissi sullo schermo ormai nero. Poi non so esattamente cosa succede: cominciamo a urlare con entusiasmo, e i nostri superiori non ci sgridano.

Afferro il cellulare e compongo il numero di Sticks, che mi risponde dopo due squilli.

<< Amy Rose? Cosa c’è? >>

<< Perché diavolo non sei venuta oggi?! >> esclamo, forse un po’ troppo forte.

<< Mi annoiavo. Cosa è successo? >> mi chiede.

Le spiego tutto e lei stenta a crederci: non è una fan del mio gruppo preferito, ma so che le piace essere circondata da celebrità, anche se non lo ammetterebbe mai.

Mi saluta e chiude la chiamata, così io mi concentro di nuovo sulle mie amiche, che stanno parlando allegramente.

Eppure non riesco a seguire tutto il discorso perché sono troppo impegnata ad immaginare come sarà domani.

 

Angolino dell’Autrice!!

Ed eccomi col primo capitolo! *fa volare coriandoli*

Kou: Per caso è il tuo compleanno?

No, perché?

Kou: Sai, le persone normali festeggiano così nel giorno del loro compleanno.

Sì, ma io festeggio perché così mi gira U_U

Forse è un po’ troppo scontato? Fatemelo sapere con una recensione, please! Ovviamente anche quelle negative sono ben accette ^^

Kou: Non era sottinteso, Neko-chan?

Sì, ma io lo dico per sicurezza. Ma non ti avevo detto di andare a chiamare Silver?

Kou: Ed io non ti avevo detto che non lo voglio fare?

Lasciamo stare, oggi non voglio incavolarmi. Andiamocene, Kou-kun.

See Soon Everyone!!

Channy & Kou

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Arrivo a scuola mentre mi sistemo i capelli che ho piastrato ieri sera. Indosso una maglia blu, uno scalda-cuore bianco, una minigonna bianca, calze merlettate e ballerine blu.

Stranamente, incontro Rouge, che è intenta a mettersi il fard marroncino. Per il resto non è vestita molto diversamente da solito: è perfetta e impeccabile con il suo top rosa con sopra una giacca nera, pantaloni neri e scarpe, nere, ovviamente, con un po’ di tacco.

<< Come sto? >> mi chiede appena mi avvicino.

Non mi ha neanche salutato, ma è fatta così.

<< A meraviglia. >> le rispondo sorridendo.

<< Buongiorno! >> esclama una vocina alle mie spalle.

Mi volto sorridendo, perché so che a parlare è stata Cream. Infatti è lei, raggiante come sempre, ma oggi un po’ di più. I suoi capelli rossi sono raccolti in due codini, come al solito, e non è truccata, come al solito; indossa un cardigan marrone scuro, una gonnellina di jeans e delle ballerine blu con delle calze molto fini. Lei è sempre carina, eppure non se ne accorge … Certe volte mi sento persino gelosa!

<< Salve a tutte! >> esclamano in coro Blaze e Cosmo, che sono arrivate in questo momento.

Cosmo indossa un vestito verde scuro con sotto un pantaloncino bianco e degli stivali marroncini, mentre i suoi capelli verdi a caschetto sono sciolti come sempre; Blaze, invece, porta i lunghi capelli violetti legati in una coda laterale, indossa una maglietta nera con la scollatura a barca con sopra una stampa raffigurante una stella infuocata, un paio di pantaloni rossi e delle scarpette col cinturino nere, e ha degli orecchini a forma di stella.

<< Wow! Siamo in ghingheri, eh? >> dico con un sorrisetto furbo, dato che conosco perfettamente i suoi gusti, e questi suoi gusti non prevedono il settore “farsi bella per i ragazzi”.

<< Be’, sì. Problemi? >> sbuffa arrossendo e distogliendo lo sguardo.

Arriva anche Sticks, cantando ad alta voce, anche se è stonata come una campana: indossa una maglietta a mezze maniche con la scritta “The Hedgehogs” nera, dei jeans chiari e delle scarpe da ginnastica grigie, mentre i suoi capelli castani ricci sono liberi da qualsiasi elastico. Ci raggiunge a grandi falcate e ci mettiamo a parlare per un po’, ma poi sentiamo il suono di un clacson e della musica rock ad alto volume; ci giriamo verso il cancello della scuola e vediamo una monovolume argentata frenare di colpo a pochi passi dall’entrata. Il preside si fa strada tra noi studenti, mentre i bidelli e i professori ci spingono ai lati del cortile come a formare una specie di corridoio che, secondo Blaze, servirà per far passare la band senza farli “aggredire” da qualcuno. Io e le mie amiche veniamo spinte molto indietro e non riusciamo a vedere molto, specialmente Cream, che è la più bassa tra di noi: infatti si sta lamentando.

<< Ragazzi, un po’ di silenzio! >> ci zittisce il preside Robotnik con voce potente.

Eseguiamo i suoi ordini, anche se si sente ancora vociferare un po’. Il preside annuncia “l’entrata in scena” degli Hedgehogs e tutti ricominciamo ad urlare. Il loro manager, Vector Roberts, scende dall’auto con i suoi occhiali da sole costosi e delle cuffie enormi che sovrastano i suoi capelli verde prato e apre la portiera posteriore, da dove scendono i ragazzi: dal vivo sono ancora più belli, con i loro sorrisi smaglianti e gli occhi pieni di vita.

<< Ragazze e ragazzi >> dice Vector dopo aver tirato fuori dalla tasca interna della sua giacca << Per me è fantastico affidare i miei ragazzi a questa scuola. Me li tratterete bene, vero?! >> e noi urliamo un “sì” seguito da urla generali.

<< Ottimo! Così mi piacete! Ora bisogna organizzare un nuovo spettacolo per gli Hedgehogs! Vector sloggia, belli! >> urla, poi ritorna in macchina e va via a tutta velocità.

I cinque ragazzi continuano a scrutarci, poi Sonic si toglie gli occhiali da sole con due dita e sorride mostrando i denti.

<< Come butta, raga’? >> esclama, poi guarda Robotnik. << Lei è il preside, vero? >>

Il preside annuisce con fare professionale e ci invita a tornare nelle nostre classi, mentre lui si trattiene fuori per presentare i prof ai ragazzi.

Cream e Cosmo corrono all’interno dell’edificio, mentre io e Blaze ce la prendiamo più comodamente; Rouge resta fuori per parlare con le ragazze dell’ultimo anno, ma non vedo più Sticks che però, conoscendola, sarà corsa in qualche corridoio per marinare le lezioni.

***

Apro il mio armadietto per posare il libro e il quaderno di algebra: è arrivata la pausa pranzo, quindi posso essere di nuovo libera per un’ora. Devo chiamare Maria – penso mentre richiudo l’armadietto. Mi volto appena alla mia destra e mi ritrovo Chris davanti: Chris Young è un mio amico e siamo in classe insieme durante le lezioni di letteratura e inglese.

<< Ehilà, Amy! >> mi saluta sorridendo.

<< Ehilà, Chris! >> rispondo scuotendo la mano.

Lui si gira e guarda alle sue spalle, poi fischia con due dita in bocca. << Hey, ragazzi! >> esclama.

Guardo anch’io alle sue spalle e … Vedo che gli Hedgehogs si stanno dirigendo verso di noi. Boccheggio e batto ripetutamente le palpebre, e Chris se ne accorge.

<< Il preside ha voluto che li portassi a dare un giro per la scuola. >> mi sussurra << Inoltre ho lezione di scienze con Sonic e Tails. >>

La band mi fronteggia, così Chris mi mette una mano sulla spalla.

<< Ragazzi, lei è Amy Rose, una delle vostre fans più sfegatate. >> dice sorridendo.

<< È un piacere conoscerti, Amy Rose. >> dice Sonic porgendomi la mano.

Non mi sembra vero: Sonic mi sta porgendo la mano. Sonic. Lo stesso Sonic che canta nella mia band preferita. Mi tremano le gambe mentre gli stringo la mano e abbozzo un sorriso, che risulta essere deformato e nervoso. Infatti, Sonic e gli altri si mettono a ridere di gusto, e il mio amico Chris li segue a ruota.

<< Che c’è?! >> sbotto arrossendo.

<< Sei nervosa, Amy Rose? >> mi chiede Silver asciugandosi una lacrima causata dalle troppe risate.

Arrossisco ancora di più, ma nego con la testa: sembra che non mi credano, a giudicare dai loro sguardi.

<< È Cream che arrossisce così facilmente, non io. >> borbotto distogliendo lo sguardo.

Chris sembra illuminarsi. << Giusto! >> esclama battendosi una mano sulla fronte << Vi devo presentare anche le altre! >> dice rivolgendosi ai ragazzi.

<< Le altre, chi? >> chiede Tails mentre inclina la testa di lato.

Proprio come fa Cream – penso guardandolo.

Poi un altro pensiero si fa largo nella mia mente.

È la tua occasione, Amy! – mi urla una vocina nella testa.

<< Le mie amiche! >> dico, forse con troppo entusiasmo. << Sono anche loro delle vostre fans, e vorrebbero conoscervi. >>

<< Già! >> mi appoggia Chris. << Anzi, perché non pranzate insieme? >> propone.

Loro sembrano pensarci, ma poi Sonic sorride.

<< Okay. >>

<< Davvero?! >> diciamo in coro io Chris e Shadow, quest’ultimo contrariato.

<< D’accordo, andiamo. Ho fame! >> dice Knuckles avviandosi verso la mensa.

Gli Hedgehogs lo seguono, ma io rimango insieme; poi, con un balzo, mi fiondo su Chris e lo abbraccio, continuando a ringraziarlo mentre lui, imbarazzato, mi incita a seguirli.

***

Non riesco a non arrossire e a non sorridere come un ebete, in questo momento. Sto pranzando seduta ad un tavolo con i ragazzi della mia band preferita, e tutti gli altri studenti hanno gli occhi carichi d’invidia puntati verso di me.

<< Rose? >> Sento una voce femminile alle mie spalle.

Mi giro e vedo che, a parlare, è stata Sticks: ha gli occhi e la bocca spalancati per la sorpresa, e a vederla mi viene da ridere. Lei si fionda su un tavolo vuoto e lo trascina vicino a quello dove siamo seduti noi, poi avvicina delle sedie, abbraccia – o meglio, strangola – ad uno ad uno i ragazzi e, infine, corre via, urlando un “vado a chiamare le altre”.

<< Lei è Sticks Evans. >> dico imbarazzata.

<< Chi è andata a chiamare, di preciso? >> mi chiede Silver con la bocca piena.

Ingoio il boccone di pasta che avevo in bocca. << Le mie amiche. >>

<< Ah … >> si limita a dire Tails, come se non riuscisse a trovare un commento migliore.

<< Per me, non è sana di mente. >> commenta Shadow con gli occhi chiusi mentre mastica lentamente. Silver gli da un calcio e il corvino rischia di strozzarsi a causa degli imprechi contro l’albino. Gli unici a non intervenire sono Sonic e Knuckles, che sono troppo impegnati a mangiare.

Intanto, Sticks è tornata e, dietro di lei, ci sono Blaze, Cream, Rouge e Cosmo: hanno l’aria di essere confuse, forse perché Sticks non ha detto loro tutto costringendole soltanto a correre dietro di lei.

Appena si accorgono di cosa sta succedendo, arrossiscono, tranne Rouge, che si limita a sorridere con fare suadente.

<< Ragazzi >> dico alzandomi << Loro sono Rouge Moore, Cream Sullivan, Blaze Bennet e Cosmo Garcia. >> dico indicandole in ordine di presentazione.

<< Ciao … >> dicono in coro scuotendo appena le mani.

<< Ehilà! >> esclama gentilmente Sonic con la bocca piena.

<< Non vi sedete? >> chiede Tails indicando le sedie vuote.

<< Meglio di no. >> risponde Blaze sistemandosi lo zaino bianco sulle spalle.

<< Il professor Eggman ha deciso di iniziare prima la lezione. >> m’informa Cream dondolandosi sui piedi.

<< Sarebbe meglio se venissi anche tu, Amy. >> mi dice Cosmo guardando in basso.

<< Sì, vengo con voi. >> dico alzandomi.

<< Io resterei volentieri … >> dice Rouge tentando di sedersi, seguita a ruota da Sticks.

<< Ferme, voi due! >> esclama Blaze, e afferra per il colletto Sticks, per poi cominciare a camminare verso il corridoio trascinandosela dietro mentre la riccia, imbronciata e con le braccia incrociate, non oppone resistenza.

<< Questo vale anche per te, ovviamente. >> dice Cream a Rouge, mentre ci pensa Cosmo a trascinarla.

<< Io vado con loro. >> dico allontanandomi di qualche passo. << Ci vediamo! >> sorrido, poi corro via, verso la sala di musica.

 

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

*si presenta indossando un’armatura dei cavalieri*

Ehm … Salve! … Sì, sono due settimane che non aggiorno nonostante avessi il capitolo pronto, ma posso spiegare!

Sono stata un po’ impegnata, anche con una mini-vacanza, perciò quando sono tornata mi è toccato riscrivere tutto il capitolo perché ho un computer crudele … Ma non preoccupatevi, il prossimo capitolo arriverà molto presto!

Kou: Direi, perché devi farti perdonare …

Esatto ToT

Kou: Dai, Neko-chan, su col morale! Se aggiornerai presto, ti farò un bel regalo!

Davvero?! Grazie! Ma … Non sarà mica lo stesso mazzo che hai dato a Yui quel giorno …?

Kou: No, tranquilla XD

Okay … Sorvoliamo -_-‘

Scrivetemi cosa ne pensate di questo capitolo, ovviamente se la vostra recensione sarà negativa, sarà ben accetta dalla sottoscritta! ^^

See Soon Everyone!!

Channy

Kou: Ed io?! X’(

-.-

Channy & Kou


PS

Ehm ... Sì, mi sono permessa di cambiare qualche cognome ...

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


<< Muoviti, Cream! >> urla Sticks continuando a correre verso l’aula di musica: si trova dall’altra parte della scuola rispetto a dove siamo noi ora e la lezione inizierà tra cinque minuti, perciò dobbiamo muoverci.

<< Un attimo! Mi è volato via il codino! >> risponde la rossa chinandosi per raccoglierlo, poi ricomincia a correre.

<< Queste scarpe sono scomodissime per correre … >> borbotta Rouge dietro di me.

<< Già … >> rispondiamo io e Blaze osservando le nostre scarpette.

Sticks è l’unica che sembra a suo agio nella corsa, dato che è vestita con abiti sportivi: in questo momento la invidio, ma poi scuoto la testa per rimuovere questo pensiero.

Finalmente raggiungiamo l’aula di musica ma, nonostante la lezione stia iniziando in questo momento, quasi nessuno è arrivato: probabilmente gli assenti non sono a conoscenza dell’anticipazione dell’inizio della lezione di oggi.

Sono felice che le ragazze mi abbiano avvertito in tempo, altrimenti la mia media in musica sarebbe crollata a picco.

<< Alla buon’ora! >> esclama il professore con le sopracciglia aggrottate.

<< Ci scusi per il ritardo, professor Eggman. >> dice Cosmo andandosi a sedere su una poltroncina.

L’aula di musica si potrebbe definire una vera e propria sala: è molto ampia, insonorizzata, ben illuminata da luci artificiali e pulita, proprio come un teatro. C’è un piccolo palco dove, di solito, noi studenti ci esibiamo durante le prove, mentre di fronte ci sono molte poltroncine verdi che servono come “banchi”; ai lati dell’aula ci sono strumenti musicali e attrezzature di ogni genere, mentre sul palchetto c’è un pianoforte a coda nero che è, senza dubbio, uno degli strumenti più amati da noi studenti.

<< Come mai ha deciso di iniziare la lezione con mezz’ora di anticipo? >> chiede Rouge una volta accomodatasi, con le gambe accavallate, in una delle poltroncine più lontane dal palchetto dove è solitamente appoggiato il professore.

<< Perché mi andava. >> risponde seccato.

Mi lascio scappare uno sbuffo, ma lui se ne accorge, così lo maschero con un colpo di tosse, poi sorrido con fare innocente.

<< Sa’, è tempo di influenze … >> dico ridacchiando nervosamente.

<< Vedi di non ammalarti, Rose. Mi servi per Natale. >> dice con tono autoritario.

Il professor Eggman è una vera seccatura … È severo, pretende troppo da noi, non accetta giustifiche e, se uno studente che deve cantare non ha voce, lo costringe a cantare lo stesso, senza contare il suo strano aspetto fisico: è molto alto – circa un metro e novanta –, è calvo ma ha dei baffi davvero lunghi e, per concludere in bellezza, è grasso solamente sulla pancia e, tutto ciò, gli dona l’aspetto di un … Uovo.

<< Gli altri? >> chiede il prof incrociando le braccia.

<< Non lo sappiamo. >> dice Cream facendosi piccola sulla poltroncina accanto a quella di Cosmo, in prima fila.

Io sono seduta di fianco a Blaze, un po’ più indietro, mentre Rouge e Sticks sono in fondo a tutto.

<< Forse non hanno saputo del cambio d’orario. >> azzarda Blaze, per poi accorgersi che avrebbe fatto meglio a non parlare.

<< Questi non sono problemi miei! >> urla il professore, per poi cominciare a fare i suoi soliti monologhi sui doveri degli studenti.

Mi giro verso Sticks, e noto che sta muovendo le labbra come a voler imitare il prof: mi scappa una risata, ma mi copro prontamente la bocca. Spero solo che Eggman non la scopri.

<< Ora iniziamo la lezione, altrimenti l’inizio anticipato non porterebbe i risultati sperati dal sottoscritto. >> annuncia il professore accarezzandosi i baffi e guardando sul registro.

<< È normale che parli in modo strano? >> sussurro a Blaze.

<< Non saprei … Oggi sta superando il suo record. >> mi risponde a bassa voce.

Il prof inizia a parlare degli accordi delle chitarre, ma non tutti siamo interessati; soltanto Rouge sembra particolarmente assorta nella spiegazione del prof, dato che adora suonare Pink, la sua chitarra elettrica rosa e con i glitter argentati.

Passa un’ora e, finalmente, Eggman si ferma per riprendere fiato, ed io ne approfitto per guardare l’orario sul cellulare: sono le 15:03. Un’altra ora e finiranno le torture di Eggman, così sarò libera di andare in palestra per fare danza: oggi è il giorno dell’hip-hop, quindi riuscirò a scaricare tutta la tensione che oggi ha governato la mia testa e il mio corpo. Stasera, invece, penso che mi rilasserò in camera mia con Cream e Cosmo, dato che in TV faranno la nostra serie preferita. Sì, non vedo l’ora di tornare a casa!

<< Rose?! Mi stai ascoltando?! >> urla il professore ed io ritorno alla realtà.

<< Scusi, prof … Diceva? >> rispondo con voce tremante.

<< Dicevo che tu devi prendere un microfono, salire su questo palco e fare l’unica cosa che ti riesce bene! >> urla ancora.

<< Sono brava in tantissime altre cose … >> borbotto alzandomi con il quaderno di musica in mano e andando verso i microfoni.

Ne prendo uno e controllo che funzioni, poi salgo sul palchetto e posiziono il mio quaderno sul leggio per spartiti musicali; lo sfoglio fino ad arrivare alla pagina delle scale. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo.

<< Sono pronta. >> dico con espressione seria.

<< Allora comincia con gli appunti di venerdì scorso. >> mi ordina il professore mettendosi seduto.

Allora apro la bocca e la voce esce da sola: è una voce delicata e quasi silenziosa, come richiede il testo della canzone.

Durante la mia esibizione, nonostante lo stereo sia acceso e che quindi si sente la musica a volume alto, sento la porta dell’aula aprirsi e poi richiudersi: sento dei mormorii, quindi ne deduco che qualcuno sia entrato. Ma resto con gli occhi chiusi, dato che sono troppo impegnata a cantare.

La piccola canzone finisce ed Eggman mi invita a tornare a posto. Così riapro gli occhi e sbianco: le poltrone in fondo all’aula sono occupate dagli Hedgehogs, che mi stanno guardando con una strana luce negli occhi.

Arrossisco, afferro il quaderno e mi fiondo sulla poltrona dove ero seduta prima.

<< Sei stata grande, Amy! >> mi dice Blaze battendomi il cinque, come facciamo di solito.

Rispondo al “batti il cinque” con poco entusiasmo.

<< Dai, non sentirti imbarazzata! >> continua lei accarezzandomi una spalla.

<< Stai. Zitta. >> dico fulminandola con lo sguardo.

Intanto, sul palco sono salite Cream e Cosmo, che si stanno esibendo con il violino e il violoncello: sono rosse in viso e tengono lo sguardo in basso.

Dopo di loro si esibiscono altri cinque ragazzi, poi suona la campanella e l’aula, poco a poco, si svuota. Anche io e le mie amiche ci precipitiamo fuori, prendendo direzioni diverse: Sticks e Cream vanno a casa con altri ragazzi e ragazze, Blaze segue una professoressa in un’aula al secondo piano, Cosmo si dirige al terzo piano nell’aula di teatro, mentre io e Rouge andiamo in palestra per la lezione di ballo.

<< Sembrava che esistessi solo tu. >> mi dice Rouge mentre ci cambiamo d’abito negli spogliatoi della palestra.

Infilo una canotta. << Cosa intendi dire? >>

<< Ero seduta di fianco a loro. Ti hanno guardata come si guarda un angelo. >> risponde mentre si lega i capelli in una piccola coda di cavallo.

<< Ma chi? >>

<< I ragazzi della band, no? >>

Arrossisco e mi concentro sulle mie scarpe da ginnastica ma, incredibilmente, non riesco ad allacciare le stringhe. Rouge ride ed esce ed io, dopo aver tirato un lungo respiro, riesco ad allacciare le scarpe e seguo la mia amica in palestra.

***

<< Allora a domani. >> dico sistemandomi lo zaino sulle spalle.

Rouge mi abbraccia e poi, con passo elegante, s’incammina verso casa sua ed io faccio lo stesso, camminando nella direzione opposta.

La lezione di danza è andata benissimo e, fortunatamente, gli Hedgehogs non si sono fatti vedere; persino Cosmo aveva tirato un sospiro di sollievo fuori scuola, mentre andava a casa con Blaze.

Mi ha detto che, stasera, non può venire a casa mia e mi dispiace parecchio: sono mesi che guardiamo “Angel of Flowers” (*) insieme … Non me la sento di vedere la puntata di stasera senza di lei.

Senza rendermene conto, sono arrivata di fronte casa. Non ci penso due volte ed entro, salutando con un “Sono tornata!”. Trovo zia Ella che sta seduta sulla poltrona in salotto e, sul divano, c’è Cream che sta coccolando la mia gattina.

<< Ciao, Amy! >> mi saluta la mia migliore amica con un sorriso.

<< Bentornata, cara. >> mi dice la zia abbracciandomi. << Una fetta di torta? >>

Mi porge il vassoio in porcellana ed io accetto volentieri, fiondandomi sulla fetta più grande: stamattina non ho fatto colazione, non sono riuscita a fare un pranzo completo e, in più, con tutta la tensione che avevo addosso durante le lezioni di canto e ballo, ho consumato più energie del solito.

<< Cream mi stava raccontando cosa è successo oggi. >>

<< Sì, continua a parlare, Cream. Io mangio. >> rispondo e ridiamo tutte e tre insieme.

Dopotutto, però, non c’è poi così tanto da raccontare, perciò finisco in fretta la fetta di torta di mele e vado spedita in camera mia, seguita da Cream e Milù. Apro di scatto la porta della mia stanza e, dopo aver appoggiato con poca grazia il mio zaino a terra sotto la scrivania, mi butto sul letto a pancia in su, dove la mia gattina mi raggiunge in pochi attimi; Cream, invece, si accontenta della poltroncina bianca girevole della mia scrivania ma, comunque, si accosta al letto e inizia a girare su sé stessa con la testa all’indietro.

<< Cosmo non può venire. Ha avuto un impegno improvviso. >> dico osservando il lampadario rosa che pende sopra al mio letto.

<< Oh, capisco. Che peccato! >> sospira lei smettendo di girare e mettendo in mostra un’espressione dispiaciuta che la rende adorabile.

<< Se lei non guarderà la puntata di stasera, non lo faremo neanche noi, vero? >> chiedo mettendomi seduta a gambe incrociate.

<< Sì, sono d’accordo. >> mi risponde sospirando.

Passiamo del tempo indeterminato in silenzio prima che zia Ella ci chiami a gran voce dal piano di sotto, annunciandoci che la cena è pronta.

***

<< E ora che facciamo? >> mi domanda Cream sedendosi ai piedi del mio letto.

La cena preparata da mia zia era buonissima, come al solito e, nel giro di mezz’ora, avevamo finito di mangiare tutto. Ora, però, non sappiamo che fare, io e la mia migliore amica: insomma, a quest’ora inizia “Angel Of Flowers”, ma abbiamo promesso di non guardarlo senza Cosmo. Quindi, ora, che potremmo fare?

<< Potremmo ascoltare un po’ di musica. >> propongo e, dopo una veloce risposta affermativa della mia amica, accendo il computer e avvio la playlist che mi sta più a cuore.

<< Quanti ricordi … >> mormora Cream chiudendo gli occhi e sorridendo, dato che ha riconosciuto la canzone che stiamo ascoltando.

Imito la mia amica ed entrambe ci sdraiamo sul mio letto, abbandonandoci alla voce soave che canta su delle note meravigliose.

Questa è la playlist della nostra infanzia. Sì, sono delle canzoni vecchie di almeno dieci anni, però sono pur sempre belle canzoni e, per di più, racchiudono momenti dell’infanzia mia e di Cream e Blaze. Noi tre, infatti, ci conosciamo sin dall’asilo o, forse, da ancor prima: i nostri genitori erano a loro volta amici, perciò formare un gruppetto di amiche non fu tanto difficile. Sì, è vero, eravamo troppo piccole per capire i significati di valori importanti come l’amore o l’amicizia però, proprio grazie a queste canzoni, siamo cresciute nel modo corretto e più armonioso possibile.

Be’ … Armonioso finché non accadde quello …

<< Senti, Cream … >> dico a metà della terza canzone mentre schiudo leggermente gli occhi.

La mia amica mugugna qualcosa di incomprensibile ed io capisco di poter continuare a parlare.

<< Come ci dovremmo comportare domani? Insomma … Oggi abbiamo finto, davanti a loro. Noi non siamo così. >> dico mettendomi seduta e guardando Milù accoccolata sulle mie gambe.

<< Già. >> dice Cream continuando ad avere gli occhi chiusi. << Abbiamo recitato alla perfezione. >>

Si mette anche lei seduta e prende ad accarezzare la testolina della mia gatta.

<< Insomma, io non sono così silenziosa e Blaze non è così pacifica. Sticks non è così servizievole e Rouge non è così tranquilla. E tu … >> mi punta un dito al petto << Tu non sei così impacciata. >>

<< Concordo. >> rispondo mentre continuo ad accarezzare Milù.

Riprendiamo ad ascoltare le canzoni della nostra infanzia in silenzio. Sembra che la stanza sia vuota e che l’aria pesi quintali. Sono davvero confusa.

<< Non lo so. Come comportarmi domani, intendo. >> riprende Cream.

<< Potremmo mostrarci così come siamo. >> propongo, anche se non sono sicura di approvare quello che ho appena detto.

<< E se non ci accettassero? >> domanda retoricamente la mia amica.

<< Ma certo che ci accetteranno! >> esclama una voce femminile che non è la nostra.

Ci giriamo entrambe verso la porta e vediamo che Cosmo è ferma sulla soglia, sorridente e con una busta di patatine in mano.

<< Sono riuscita a liberarmi dall’impegno! >> annuncia mentre noi corriamo ad abbracciarla.

<< Forza, accendi la TV! >> dice Cream sedendosi a terra davanti al televisore di camera mia.

Notiamo che non ci siamo perse un granché dall’inizio della puntata, perciò ci godiamo tranquillamente il resto della serata.

Sono felice che Cosmo sia riuscita a venire! E sono felice anche di quello che ha detto a proposito di domani … Ma sì, ci comporteremo al naturale, ci mostreremo per quel che siamo; anzi, dobbiamo avvertire Rouge, Blaze e Sticks di questa decisione, ma so già che non avranno nulla da ridire.

In fondo, cosa mai potrebbe andare storto?

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Ebbene sì, sono ancora viva e no, non mi ero dimenticata di questa long! Come potrei mai dimenticarmi dei miei pucciosi tesorini che fanno casini anche quando li nomini da lontano …

Kou: Sì, ma niente regalo! Non sei riuscita ad aggiornare in tempo nonostante il capitolo fosse pronto ‘>.>

È vero, sono un disastro ç_ç

Ma depressioni a parte, il chappy è qui quindi leggetelo. Sì, è un ordine U.U

Ovviamente, il prof di canto-barra-musica-barra-preudostrumenti è Eggman!

Eggman: Perché io sono il migliore!

*gli arriva una pentola in testa*

Lo sai che ti sta bene questo cappello?

*Eggman non riesce a togliere la pentola dalla sua testa*

*Kanato ride*

Ooookay, direi che posso concludere qui! Se il chappy vi è piaciuto scrivetemi una recensioncina e se non vi è piaciuto … Be’, scrivete una recensione lo stesso ^^’

Qui è tutto (per il momento) e noi ci vediamo presto!

Kou: Neko-chaaan, volevi dire “leggiamo”?

*Kou va a fare compagnia a Dottor Eggman nella credenza (?)*

See Soon Everyone!!

Channy


(*)

Non saprei come definirlo … Un titolo abbastanza randomizzato, giusto per non usare sempre le stesse parole ^^

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


<< Un’enorme differenza rispetto ad ieri, o mi sbaglio? >> dico in tono scherzoso appena varco la soglia della scuola.

Blaze è vicina al suo armadietto e sta leggendo il libro che ha comprato in libreria di recente: mi pare che parli di un mago o di illusionismo in generale.

Lei mi guarda un po’ male, perché sa che la sto provocando: infatti, è vestita molto più “normalmente” rispetto ad ieri. Indossa una felpa gialla e blu con cappuccio, jeans scuro e scarpe da tennis bianche; i suoi capelli sono legati in una larga coda di cavallo e non ha un filo di trucco.

Però anche io, oggi, mi sono vestita più a mio agio: un cardigan rosa con jeans e stivali raso terra sono perfetti per stare comoda.

<< Per favore, non commentare troppo. >> mi dice ricominciando a leggere.

Di tutta risposta mi scappa una risatina, ma lei sembra non farci caso più di tanto.

<< Non dovresti comportarti normalmente come avevamo prefissato? >> chiede Cream avvicinandosi a noi.

<< Mi sto comportando normalmente. >> risponde Blaze senza staccare gli occhi dal libro.

Arriva Cosmo e commenta: << Sì, direi che è normalissima. >>

<< Forse un po’ troppo normale. >> dice Rouge comparendo di fianco a me e limandosi le unghie, stranamente, non smaltate.

Lancio un urletto di paura e, sul viso di Cream, compare una smorfia di paura.

<< Non avresti dovuto farlo! >> dice mettendosi le mani in testa.

Me ne rendo conto anch’io, ma preferisco rimanere zitta. Infatti, Sticks arriva urlando e correndo, con in mano un boomerang: ora è convinta che mi sia successo qualcosa. Chissà perché se lo porta sempre dietro, quel boomerang…? Insomma, non l’ho mai vista senza! Una volta mi ha raccontato che, quel boomerang, l’aveva costruito da piccola con suo padre, prima che lui partisse per la guerra. È molto affezionata a quel pezzo di legno e questo basta per giustificare quella sua mania di difendersi con quello.

<< Cosa ti è successo?! >> mi urla Sticks in un orecchio, per poi cominciare a sbraitare, incolpando gli alieni dell’inquinamento terrestre.

La ascoltiamo distrattamente, poi vediamo una ragazza correre verso l’entrata seguita da molte altre studentesse: stanno esclamando cose incomprensibili ma, dal loro entusiasmo, capiamo che i ragazzi della band tanto ambiti sono arrivati e si stanno dirigendo qui, nell’atrio. Anche Chris è arrivato, ma non sembra tanto entusiasta: sta tentando di comportarsi normalmente, come noi.

I ragazzi fanno il loro ingresso nell’atrio e, come previsto, le ragazze applaudono ed esclamano complimenti con le loro vocette acute.

Loro, però, sembrano non ascoltarle o, comunque, tentano di evitarle ma poi, lo sguardo di Sonic, si incastona nel mio e mi vengono i brividi; punto subito gli occhi in basso ma, purtroppo, non serve ad eliminare il rossore dalle mie guance.

Quando riesco a rialzare lo sguardo, i ragazzi sono già davanti a me e, per poco, non sussulto per il colpo che mi hanno fatto prendere.

<< Hey! >> esclamano in coro, chi con entusiasmo, chi con sufficienza.

<< Hey! >> rispondiamo io, Sticks, Cosmo e Rouge.

Cream e Blaze si limitano ad un “ciao”, la prima con più entusiasmo, mentre la mia amica dai capelli lilla lo accenna soltanto, ovviamente continuando a leggere il suo adorato libro fantasy.

<< Ehm… “Amy Rose”, giusto? >> mi chiede Tails.

<< “Amy” va più che bene. >> rispondo con un sorriso.

<< Volevamo dirti che sei stata fantastica ieri! >> mi dice Silver con un sorriso enorme stampato in faccia.

<< Grazie! >> rispondo e, con mio stesso stupore, non arrossisco.

<< Davvero, eri incredibile! >> continua Sonic e qui mi tingo leggermente di rosso.

Perché con lui sono arrossita e con Silver no? – mi domando appoggiandomi sugli armadietti di fianco a Blaze.

<< Ovviamente, anche voi siete state bravissime, con i vostri strumenti. >> dice Tails rivolgendosi a Cream e Cosmo e, loro, reagiscono come ho reagito io con Sonic.

<< Oggi mi esibirò io. >> si intromette Rouge. << Passate a dare un’occhiata, allo stesso orario di ieri. >>

<< Oh, ieri non eravamo in visita. >> dice Sonic. << Eravamo a lezione. >>

Ci lasciamo scappare un “oh” per alcuni secondi, poi ritorniamo in silenzio.

<< Figo! >> esclama Sticks ad un certo punto.

Cosmo sembra esitare, ma poi riesce a farsi coraggio e ad aprire la bocca.

<< Sentite, ragazzi… Il corso di teatro, di cui faccio parte, prima di Natale darà uno spettacolo. Mi farebbe molto piacere se voi partecipaste. >> dice con un sorriso nervoso.

Loro si guardano, poi dicono di essere d’accordo.

<< Grandioso! >> esclama Cosmo. << Vi farò avere i biglietti il prima possibile! >>

<< A proposito di biglietti… >> inizio girandomi verso Rouge. << Mi devi quattro dollari. >>

<< Ah, giusto. Quanto ti dobbiamo? >> chiede Tails.

<< Nulla! >> si affretta a rispondere lei. << Per gli amici è gratis. >>

<< Hey! >> esclamiamo Cream, Sticks, Blaze ed io.

<< Allora non devo rimborsarti. >> dice Rouge avviandosi chissà dove.

<< Hey! >> urlo ancora, ma lei è già lontana.

I ragazzi ridacchiano, ma le mie amiche ridono un po’ più forte.

Poi, Silver si fionda su Blaze, sbirciando le pagine del libro che sta leggendo la mia amica.

<< Che leggi? >> domanda lui leggendo qualche riga, ma Blaze gira una pagina.

<< Un libro. >> risponde acidamente, ma poi si corregge. << Voglio dire: parla di un universo alternativo dove la gente pratica gli incantesimi. >>

Silver sorride ancora: << Forte! Ti piacciono i fantasy! >>

Sta per continuare, ma suona la campanella e Blaze, senza dire nulla, prende il suo zaino da terra e si avvia verso una classe, seguita da una Cream gentile che, prima di andarsene, esclama un “ci vediamo”.

***

<< Amy, dimmi che non scherzi! >>

<< Cream, non urlarmi nell’orecchio, per favore! E sì, ti sto dicendo che sono davvero in classe con loro! >>

Cream soffoca un urletto affogando il suo viso nel suo sacchetto del pranzo, che estrae velocemente dal suo zainetto celeste.

È suonata la campanella della fine della terza ora, perciò abbiamo qualche minuto di ricreazione in più. Ho incontrato Cream per caso e lei mi ha chiesto di accompagnarla in bagno; una volta qui, lei mi ha detto che, a lezione di arte, ha scoperto di avere Shadow come compagno. Di rimando, le ho raccontato che anche io ho uno di loro a lezione di arte, ovvero Sonic mentre, a matematica, sto con Silver. E lì è scoppiata.

<< Dai, non prendertela … >> tento di dirle, ma lei non sembra darmi retta.

<< Sei con il leader e con il pianista. Non vale! >> si lagna, poi ripete che sono “troppo fortunata” come un disco rotto.

<< Be’, tu sei con il chitarrista … >> provo, ma lei mi ordina di stare in silenzio.

Vorrei lasciarmi andare alle risate – perché questa scena mi fa davvero tanto ridere – ma resto seria, per rispettare la sceneggiata della mia migliore amica.

Va avanti così per un po’, ma la porta dei bagni si apre ed entra l’ultima persona che mi piacerebbe vedere: Sally Acorn, la ragazza più antipatica che conosca. Ha i capelli rossi legati in un’alta coda di cavallo, di cui un enorme ciuffo le ricade al lato del viso, dandole un’aria elegante ma snob; i suoi occhi color ghiaccio sono messi in risalto da un’indefinita quantità di mascara e fard scuro.

La porta si chiude alle sue spalle e lei si immobilizza, squadrandomi da capo a piedi con la sua solita aria di sufficienza in faccia; io faccio lo stesso mentre Cream resta di parte, guardandola comunque male.

<< Rose, Sullivan. >> dice in forma di saluto, con gli occhi fissi nei miei.

<< Acorn. >> rispondiamo noi, con la sua stessa voce ferma e seria.

<< Vedo che anche voi avevate il desiderio di restare da sole. >> dice, ed io mi chiedo cosa starà pensando di dire.

<< Già. La ricreazione si fa attendere parecchio. >> dice Cream portandosi una mano sul fianco.

<< La penso come te, cara. >> risponde mostrando il suo sorriso falso.

Poi si avvicina allo specchio sopra ad uno dei lavandini e inizia ad osservarsi con attenzione.

<< Come mai non ti sei fatta vedere, ieri? >> domando.

<< Sentivi la mia mancanza, tesoro? >> mi dice di rimando, guardando il mio riflesso.

<< Be’, ieri è stato un grande giorno. Non vederti per tutto il tempo ci ha sorprese. >> rispondo sorridendo appena.

<< Oh, Rose, hai davvero tanto da imparare! >> esclama subito dopo aver constatato che non ha bisogno di ritoccare l’ombretto. << I migliori non si mettono subito in mostra. Io, per esempio, ho preferito restare nell’ombra. Ma puoi stare tranquilla, recupererò il tempo perso in un baleno! >>

Cream mi guarda un po’ preoccupata: mi sta pregando in silenzio di risponderle a tono, di dirle qualcosa, qualsiasi cosa, ma io non so che cosa. Così ci pensa lei, raccogliendo tutta la sua determinazione.

<< Puoi anche prendertela con calma, sai? Non ti corre dietro nessuno. >>

Mi stupisco di ciò che ha detto: insomma, di solito siamo io e Rouge ad affrontare direttamente Sally … Cream non c’entra niente! Ora, però, purtroppo, le ha dichiarato guerra aperta.

Acorn si gira lentamente verso di lei e la guarda dritto negli occhi, con un sopracciglio alzato. Poi torna a voltarsi verso il lavandino e apre l’acqua, iniziando a sciacquarsi le mani. Restiamo in silenzio, lasciando che sia l’acqua a parlare per noi. Ad un certo punto, però, Sally chiude il rubinetto scuote le mani in aria, come ad asciugarsele. Ma, davanti a lei, c’è Cream, che si bagna tutta, ma non si muove di un millimetro e non credo abbia intenzione di farlo; neanche io mi muovo dal mio posto, perché voglio vedere la reazione della mia amica.

<< Ops, ti ho schizzata? Mi dispiace, cara. >> dice con tono melodrammatico.

<< Tranquilla, avevo bisogno di una rinfrescata. >> risponde Cream alzando il mento e facendo muovere i capelli, nonostante siano legati nei soliti codini.

<< Vedi di levare le tende, Acorn. Pensa alle tue povere amiche che, ahimè, sentono la tua mancanza. >> dico avvicinandomi alle due, facendo lo stesso tono dispiaciuto ma autoritario della mia nemica.

Lei mi guarda con una smorfia distorta, poi ghigna.

<< Sì, d’accordo. Qui l’aria è troppo soffocante. >> afferma, poi si avvia verso l’uscita. << Anzi, vado a vedere dove si è cacciato Sonic. >>

Ci fa l’occhiolino ed esce. Cream sospira, io tiro un pugno al muro.

<< Come sono stata? >> mi domanda la mia amica.

<< Grandiosa! >> rispondo con un sorriso.

Ho improvvisamente cambiato umore.

Cream corre fuori ed io la seguo a ruota, curiosa di vedere il suo sfogo. Purtroppo per la mal capitata, è Cosmo a passare di qui per caso: Cream si fionda su di lei, abbracciandola energicamente. Cosmo sussulta e lascia cadere i quaderni che ha in mano, per poi urlare un “Cream” che dovrebbe fungere da rimprovero. Sul posto corrono Sticks, Tails e Silver e, dalle loro espressioni, sembrano allarmati: chissà come hanno fatto a sentire …

<< Cosa è successo? >> domanda Blaze materializzandosi di fianco a me seduta a terra, con la schiena appoggiata al muro.

<< C’era Sally Acorn in bagno. >> dico e, sul viso di Sticks, compare una smorfia di disgusto.

<< Bleah! >> esclama, infatti.

<< E allora? >> chiede Cosmo tentando di staccarsi da Cream.

<< Io le ho risposto a dovere! Ora sono ufficialmente una sua nemica! >> urla Cream smettendo di stritolare la nostra amica.

<< Esatto. >> dico io.

<< E perché ne vai fiera? >> domanda Blaze senza un giusto tono di voce, perché troppo impegnata a leggere.

<< Non lo so! >> urla ancora Cream << Ma è una bella sensazione! >> e poi corre via, chissà dove.

Cosmo tira un respiro di sollievo e Tails, gentilmente, le porge i quaderni che le sono caduti. Sticks inizia a correre dietro Cream, senza neanche salutarci. Blaze decide di chiudere il libro e alzarsi, mentre Silver ci osserva: sta per dire qualcosa, me lo sento.

<< Chi è Sally Acorn? >>

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Quarto capitolo sfornato e profumato (?), gentaglia! E sono riuscito a pubblicarlo in tempo! Sono sorpresa O.O

Kou: Ti sei meritata il regalo!

*Channy festeggia*

Kou *trascina un enorme pacco* : Ecco a te, Neko-chan X)

GRAZIE!!! … Ma … Cosa diamine …?!

Silver: Mi hai tenuto in quel pacco per quasi un mese!

SILVERRRR!!!

Silver: Oh, una mia fan XD

Ora che ho al mio fianco Silver, la mia vita è completa XD Ma analizziamo megli il chappy ...

Entra in scena quell'antipatica principessina di Sally e Cream mostra il suo caratterino ... E va fiera di qualcosa che non porta per niente onore! E basta, finito, stop.

Silver: Posso concludere l’Angoletto?

Certamente, caro!

Kou: Perché io non posso?!

Silver: Se questo capitolo vi è piaciuto, scrivete una bella recensione e, se non vi è piaciuto, scrivetene una neutra o critica ;)

Certo, sono tutte ben accette! Noi ci leggiamo/scriviamo prestissimo XD

See Soon Everyone!!

Channy, Silver & Kou


Kou: Perché io per ultimo?

Perché Silver è un ospite.

Kou: Uffa.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Se c’è una cosa di Silver che non sapevo è che fosse così curioso.

Insomma, per tutta la giornata non ha fatto altro che seguirmi come un cagnolino e farmi la stessa domanda almeno un migliaio di volte:

“Amy, chi è Sally Acorn?”

Mi sta facendo esasperare! Gli avrò ripetuto almeno otto volte che gliene avrei parlato fuori scuola, ma non mi ha voluto ascoltare.

<< Silver, per favore. >> gli dico un’ultima volta prima di entrare nell’aula di musica per la lezione di Eggman che inizierà tra pochi minuti.

<< Ma tu non mi hai ancora risposto! >> si lamenta sedendosi sulla poltroncina adiacente a quella che ho scelto io.

<< Se non ti ho ancora risposto, ci sarà un motivo. >>

<< Sì, ma … >>

Non fa in tempo a concludere la frase che il professore ci interrompe.

<< Rose, Parker! >> tuona Eggman << Vedo che oggi siete affiatati! >>

Tutta la classe si gira verso di noi e ci fissa: grandioso, adesso sono al centro dell’attenzione di tutti. Sì, vero, mi piace ricevere attenzioni, ma non in questo modo!

<< Le ho solo fatto una domanda. >> si difende Silver, ma non capisco se stia difendendo anche me.

<< Oh, benissimo. >> risponde Eggman. << Ci penserà qualcun altro a rispondere alla tua domanda. Vediamo … >>

Osserva tutti i presenti, decidendo chi tirare in ballo.

I suoi occhi sono un po’ più cattivi del solito, perciò non voglio neanche immaginare cosa ha in mente; magari ci manderà entrambi dal preside per “disturbo della quiete della lezione che non è ancora iniziata” o simili. Quanto mi fa rabbia.

<< Bennet, scambiati di posto con Rose. >> ordina con voce profonda.

A quanto pare, la sfortunata di oggi è Blaze. Mi giro verso di lei, che ha scelto di sedersi dietro per continuare a leggere il suo libro fantasy: si è pietrificata e sta fissando Eggman negli occhi senza un’apparente emozione.

<< Davvero? >> dice senza batter ciglio. << Cioè, perché io? >>

<< Muoviti e basta! >> urla il prof uovo, incrociando le braccia, tanto per assumere una posa più dominante.

La mia amica sbuffa e si avvicina a noi; mi alzo anche io e, prima di andarmene per lasciarle il posto, le do una carezza sulla spalla, giusto per consolarla. Sembra aver funzionato, perché mi sorride, anche se impercettibilmente.

Blaze è davvero una ragazza in gamba: studia molto, eccelle negli sport, sa essere una buona ascoltatrice e non si fa abbattere tanto facilmente dalle persone. Nel gruppo delle mie amiche è quella che prende sempre le nostre difese, quella che ci strappa un sorriso quando non facciamo altro che piangere. Tuttavia, i difetti li ha, eccome! Si arrabbia troppo in fretta, non perde tempo a fare dispetti a chi l’ha trattata male e, a volte, diventa … misteriosa. Non ama parlare di sé, ma non lo fa neanche quando è lei a star male; non l’ho mai vista piangere. Non dico che deve star male, ma qualche volta vorrei essere io a consolarla, come lei ha fatto con me quando è successo quella cosa …

<< Bennet, posa immediatamente quel libro. >>

Sento un tonfo e immagino che Blaze abbia chiuso di scatto il suo caro fantasy.

***

La giornata è finita, finalmente. È stata dura, ma ce l’ho fatta.

Di solito non mi dispiace molto andare a scuola, frequentare le lezioni e studiare, ma oggi mi sono stancata più del solito, con la voce assillante di quel pianista nelle orecchie per tutto il tempo. Mentre ero in palestra per la lezione di danza classica avevo il terrore che facesse irruzione per porgermi per l’ennesima volta quella domanda. Fortunatamente non mi ha fatto visita e non l’ho neanche visto fuori scuola.

La performance di Rouge è riuscita a distrarmi: è stata parecchio brava con la sua Pink, tanto da ottenere fischi di approvazione da Sonic.

Ora sono le undici passate: ho finito i compiti da qualche ora, ho fatto una doccia rinsanante e sono finalmente a letto, sotto le coperte, mentre tento di addormentarmi accarezzando la testolina di Milù. La mia stanza è buia, fuori è silenzioso e mia zia sta già ronfando qualche stanza più in là.

Con sollievo mi accorgo che le palpebre si stanno facendo pesanti e che ho perso il conto a 107 pecorelle.

Faccio uno sbadiglio molto profondo e, finalmente, chiudo gli occhi.

Sento che il cuscino è diventato morbido come una nuvoletta e le coperte mi creano sollievo al minimo contatto con la pelle.

Chissà che sogno potrei fare …? Magari ci sarà Cosmo che mi parlerà in spagnolo mentre salta la corda, oppure Eggman correrà per la scuola con il triciclo e qualcuno lo inseguirà.

Mi viene da ridere al solo pensiero!

Ormai sento tutto ovattato …

Ma un rumore improvviso mi fa spaventare.

Sembra quasi … Il campanello di casa?

Apro di nuovo gli occhi e mi accorgo che, effettivamente, stanno suonando al campanello, di sotto.

Sembra che zia Ella stia ancora dormendo, quindi toccherà a me andare a vedere chi è. Mi alzo svogliatamente, ancora più stordita di quanto lo fossi già prima. Anche Milù si è svegliata di soprassalto e ha deciso di andare ad incastrarsi sotto la scrivania; quanto vorrei essere al suo posto alcune volte …

Sono arrivata alle scale: il campanello suona ancora.

All’improvviso mi sale la paura mischiata all’ansia: e se fosse un ladro? Un assassino?

Scuoto la testa: un ladro non suonerebbe mai al campanello, tantomeno un assassino! Anzi, se è Sticks che è venuta a dirmi che ha avvistato un UFO, giuro che le sbatto la porta in faccia!

Il campanello suona per la ventesima volta ed io mi decido ad aprire la porta.

Quasi mi viene un colpo: davanti a me c’è Silver, in tuta, e sembra avere il fiatone.

<< Ora mi dici chi è Sally Acorn? >> mi chiede con un’espressione piena di speranza.

<< Scusa, mi dici che ci fai qui?! >> quasi urlo, perché sono ancora sorpresa.

Insomma, lui, Silver Parker, il pianista della band più favolosa del secolo, è qui davanti a me ed io ho i capelli arruffati, le occhiaie e il pigiama bianco con gli orsacchiotti sorridenti!

<< Sai, quando sei una celebrità puoi fare jogging solo a notte fonda. >> dice Knuckles, spuntando da dietro il suo amico.

<< Sì, ma perché proprio davanti casa mia? >> chiedo nervosamente.

Per quanto mi faccia piacere ritrovarmi i componenti del mio gruppo preferito davanti casa, ora mi sto arrabbiando.

<< Perché Silver voleva che tu rispondessi alla sua domanda. >> dice Tails percorrendo il vialetto di casa mia con Sonic mentre Shadow resta sul marciapiede con la testa tra le nuvole.

<< Carino il pigiamino. >> commenta Sonic mostrandomi un sorrisetto sarcastico e malizioso.

Arrossisco, non so se per l’imbarazzo o la rabbia; magari per entrambe le sensazioni.

<< Allora? Chi è Sally Acorn? >> mi domanda per l’ennesima volta Silver.

<< Sbrigati a rispondere, Rose. >> mi dice Shadow incrociando le braccia al petto. << Parker sa essere molto insistente e io voglio andare a casa. >>

Sospiro e roteo gli occhi al cielo.

<< Sally Acorn è una ragazza della mia stessa età che conosco da un paio di anni. >> inizio appoggiandomi allo stipite della porta.

<< Non siamo mai andate d’accordo a causa del suo brutto carattere e, a volte, se l’è presa anche con Cream, Sticks e altre ragazze della scuola. Fa la carina agli occhi di chi le interessa, ma butta nella spazzatura chi non le serve più. >>

E qui sospiro ancora.

<< Ci proverà anche con voi, quindi fate attenzione. >> li avverto stropicciandomi gli occhi.

<< Ah, okay. Grazie. >> dice Silver accarezzandosi il mento.

Sbadiglio sonoramente, sperando che capiscano che ho sonno e voglio andare a dormire.

Tuttavia, non accennano ad andarsene.

<< Allora? >> mi domanda Sonic.

<< Cosa? >>

<< Non ci inviti ad entrare e a prendere un caffè? >> chiede Knuckles facendo per entrare.

Okay, sono ufficialmente arrabbiata. E lo sanno tutti che quando sono arrabbiata nessuno deve avvicinarsi, tranne chi vuole mettere fine alla propria vita.

Do uno spintone al batterista che, nonostante la sua stazza, barcolla un po’ all’indietro ed io ne approfitto per rientrare e chiudermi la porta alle spalle.

Faccio per risalire le scale e tornare in camera mia, quando sento: << Andava bene anche il tè! >>

Torno alla porta e, oltre alla chiusura con la chiave aggiungo il lucchetto: non si sa mai.

***

Ora che ci ripenso, come facevano a sapere il mio indirizzo?

Insomma, si sono presentati alla porta di casa mia a mezzanotte passata e, con il buio, non è semplice leggere la targa attaccata al cancello con nome e cognome.

Ripongo la spazzola per capelli nel cassetto ed esco dal bagno: oggi non sono in ritardo, perciò posso camminare con calma per strada.

Prima di uscire devo sorbirmi le solite raccomandazioni di mia zia che, nonostante siano le sette e mezza del mattino, sta già spolverando i mobili del salone.

Riesco a liquidarla al “fai attenzione quando attraversi” e, come un fulmine, esco di casa con il terrore che zia possa ricominciare.

Tra un pensiero e un altro, arrivo a scuola senza neanche accorgermene; i ragazzi sono già lì, sparpagliati per il cortile, forse per dividere i fans.

Individuo facilmente Silver, che se ne sta tranquillo appoggiato ad un muretto circondato da una decina di ragazze: mi dirigo verso di lui e, con voce che non ammette repliche, gli chiedo di seguirmi un attimo. Lui accetta e, con un sorriso, si congeda alle ragazze che hanno iniziato a lanciarmi stilettate. Decido di ignorare quegli sguardi e mi allontano un po’ dalla folla.

<< Come facevate a sapere il mio indirizzo? >> chiedo senza giri di parole.

<< Me l’ha detto Blaze in cambio del mio silenzio. Sai, stavo facendo quella domanda anche a lei! >> mi dice sorridendo a trentadue denti.

Oh … Blaze. Certo, avrei dovuto immaginarlo.

Proprio lei, adesso, sta varcando la soglia del cancello d’ingresso con il suo famosissimo libro in mano.

“Uh, Amy … Vendetta!”

<< Silver, sai che Blaze frequenta il corso dedicato ai trucchi di magia? >> domando facendo finta di niente.

Al pianista brillano gli occhi.

<< Davvero?! >>

Annuisco sorridendo e con gli occhi chiusi e, appena lui corre dalla “vittima”, il mio sorriso diventa sadico: Blaze ha l’aria terrorizzata mentre, davanti a lei, Silver sta parlando a raffica con tanto di gesticolazione dovuta alla troppa enfasi.

La mia amica guarda nella mia direzione ed io mimo un “sorry” con le labbra con finta espressione dispiaciuta.

Capisce che l’ho fatto di proposito e sospira.

“Mi dispiace, ma se l’è cercata” penso mentre, con un sorrisetto divertito, raggiungo Cream in classe.

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Ehm … Salve! Come ve la passate, cari lettori che mi vogliono disintegrare con un disintegratore? (???)

Sono riuscita ad aggiornare e, diversamente dalle altre volte, oggi sarò seria nell’Angoletto.

Magari (anzi, è certo) che questi capitoli vi stanno un po’ annoiando, perciò vi annuncio che, per vostra fortuna, questi capitoli di introduzione sono finiti! *i lettori festeggiano*

Quindi, dal prossimo capitolo ci sarà più azione, più suspance, più tutto!

Spero che questa long continui a ricevere tutti i complimenti che ha ricevuto nelle recensioni ma, se avete qualche critica o qualche consiglio, accetto con un sorriso anche quelli, perché sono molto importanti per gli autori! Insomma, fatevi sotto con le recensioni!

Già che ci sono, ringrazio le gentilissime persone che hanno recensito e messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.

GRAZIE DAVVERO!!!

Uhm … Sì, i ringraziamenti si fanno alla fine, ma io faccio eccezione U.U

Ci vediamo al prossimo capitolo, gentaglia ;)

See Soon Everyone!!

Channy

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Finalmente è venerdì! Caspita, questa settimana è stata una delle più frenetiche della mia vita! Credevo che con l’arrivo dei ragazzi le acque si sarebbero un po’ calmate, ma è successo l’esatto opposto, rendendo la quotidianità scolastica molto più intensa.

Ho quasi esaurito le energie a causa delle provocazioni di Acorn, degli – testuali parole - “avvistamenti alieni dovuti alla presenza di celebrità” di Sticks e della ormai famosa visitina degli Hedgehogs a mezzanotte a casa mia, ma domani inizia il tanto atteso weekend, il ché significa: shopping, parco, pisolino e cinema. Ah, e ancora shopping! Rouge mi ha invitata al centro commerciale con lo scopo di presentarmi una sua cara amica, così ho accettato, entusiasta: quando è Rouge che mi invita a fare shopping significa che pagheremo tutto a metà prezzo in alcuni negozi, rigorosamente gestiti da suo zio.

Lo zio di Rouge, infatti, è un ricco uomo di affari che gestisce una catena di negozi di abbigliamento e accessori; ecco spiegato il perché del look sempre perfetto della mia amica chitarrista.

Mentre cammino per strada sono costretta a tirare su la lampo del mio giubbotto bianco: una folata di vento freddo mi ha colpita come una sberla, facendomi venire i brividi.

L’inverno è alle porte: gli alberi sono quasi del tutto spogli e si sente sempre più raramente il canto degli uccellini. Questa è tristezza, come mi ha detto Cream un paio di anni fa: lei adora andare in campagna per il weekend ma, ogni anno, in autunno e inverno, è costretta a rinunciare, dato che i raccolti e la fauna sono sempre più rari.

Mi fa tenerezza, Cream.

Il suo aspetto, il suo carattere, il suo modo di vestire e pensare: lei è la tenerezza in persona.

Gliel’ho detto, un po’ di tempo fa: si colorò di rosso e iniziò a balbettare, smentendo ogni singola parola che pronunciai in quel discorso che, ovviamente, non ha più tirato in ballo.

Illusa. Crede che me ne sia dimenticata, ma non è così: sto aspettando il momento giusto per riportare a galla la questione, magari facendomi appoggiare dalle altre. Cream deve accettare la sua tenerezza, anche se odia mostrarsi così involontariamente zuccherosa.

Mi ricorda tanto la primavera: tenta di mostrarsi antipatica e dispettosa, con tutto quel polline e le allergie, forte, da alcuni punti di vista, però la verità è che è bellissima quando fa sbocciare i suoi fiori, pallidi, fragili, ma pur sempre dolci e significativi.

Arrivo a scuola con qualche minuto di anticipo. Mi guardo attorno e vedo che sono un po’ sparse, le mie amiche: Rouge e Cosmo stanno parlando con Shadow e Knuckles, Sonic e Silver stanno intrattenendo un’imbarazzata Cream, mentre Sticks sta assillando Tails, probabilmente a causa del ciondolo argentato che il biondo porta al collo.

Con la scusa di salutare Cream, mi avvicino al mio cantante preferito. La mia amica del cuore mi saluta con un sorriso e un abbraccio affettuosi, i due ragazzi si limitano ad un “ehilà” sonoro.

Ora, qualcosa non quadra: se Cream è qui con me, Rouge e Cosmo stanno dialogando allegramente e Sticks sta inseguendo una povera ragazza che non crede negli extraterrestri …

<< Dov’è Blaze? >> domando spostando velocemente gli occhi in giro, alla ricerca di una chioma lilla ordinata e possibilmente legata con un codino nero.

<< È già entrata. >> mi risponde Cream << Sai, voleva stare da sola come ogni mattina, perciò … >>

Cream sembra triste: ha abbassato lo sguardo e afferrato il gomito con la mano opposta, come fa sempre quando c’è qualcosa che non va.

Blaze: lei è sicuramente l’inverno.

Fredda, distaccata, sempre pensierosa e un po’ asociale, ma magica e confortante allo stesso tempo. Non so perché ogni mattina abbia l’esigenza di stare da sola: quando qualcuno glielo chiede, si limita a tirare fuori la scusa di un’interrogazione oppure incenerisce il poveretto di turno con lo sguardo. Va avanti così da quasi quattro anni ed io, da brava cretina, non ho mai provato ad andare oltre a quella freddezza superficiale, rattristandomi alla prima risposta acida da parte sua. So benissimo che c’è qualcosa che non va e vorrei aiutarla, ma la corazza che la circonda è come il ghiaccio: duro, gelido, doloroso; arriva una piccola fiamma che lo riscalda, ma una folata di vento fa indurire nuovamente il ghiaccio.

Come potrei far sciogliere il cuore di Blaze? Un fiammifero acceso non servirebbe a nulla. Mi serve un focolare bello grosso, caldo e scoppiettante.

“Ma dove lo trovo questo fuoco incandescente?” penso aprendo il mio armadietto.

Un attimo … Sto aprendo il mio armadietto?!

Controllo velocemente l’orario sul display del mio cellulare: è già finita la prima ora.

Cavolo, non so cosa mi sia preso! Sarò stata tutto il tempo con la testa tra le nuvole e non mi sarò accorta dello scorrere del tempo; non avrò preso gli appunti di spagnolo né ascoltato la lezione. Devo provvedere a farmi prestare il quaderno da qualcuno …

È sempre la stessa routine: faccio movimenti meccanici, pensieri meccanici, parole meccaniche. Ormai non ci faccio neanche più caso.

Sospiro e decido di non pensarci. Prendo il libro di arte, chiudo l’armadietto e m’incammino verso l’aula, camminando adagio e facendo attenzione a non perdermi nuovamente nei pensieri.

Salgo le scale, dirigendomi al secondo piano: scorgo Knuckles fuori l’aula di letteratura, ma decido di non avvicinarmi per evitare di attaccare bottone. Appena entro in classe suona la campanella e, poco dopo, entra il professore che ci ordina, gentilmente e pacatamente, di sederci ai nostri rispettivi posti. Mentre apre il registro elettronico impreca a denti stretti, perché l’applicazione che fa accedere al registro di classe è difettosa; il prof di arte odia la tecnologia, ma non così tanto da affermare di poterci vivere senza. Noi studenti, per ingannare il tempo, iniziamo a chiacchierare a bassa voce anche se, col passare dei minuti, il vociferare diventa sempre più intenso.

<< Hey, Candy! >> mi chiama Cosmo, girandosi leggermente, dato che è seduta nel banco davanti al mio.

<< Ciao, Momo! >> rispondo sorridendo e lei sbuffa.

Ognuna di noi ha un soprannome, non importa quanto stupido o scontato possa essere. Io sono “Candy” perché, come disse Rouge, i miei capelli sembrano un insieme di caramelle, quelle gommose e alla fragola; non approvando le caramelle gommose, le ragazze optarono per le caramelle in generale. Cosmo è “Momo”, soprannome che detesta: la chiamiamo così da quando, sette anni fa, un bambino piccolo a cui stavamo facendo da baby-sitter sbagliò a pronunciare il suo nome.

La mia amica dai corti capelli verdi mi ricorda tanto l’autunno: è tiepida, morbida, sprizzante di novità che, però, si abbatte facilmente, aprendo le porte ad un freddo improvviso. Non gliel’ho mai detto e penso che non glielo dirò: potrebbe rattristarsi nuovamente, cosa che voglio evitare a tutti i costi. Ho già troppe persone che mi assillano e mi stressano, figuriamoci come sarebbe la mia vita con il suo contributo!

<< Stai bene? >> mi chiede con una nota di preoccupazione nella voce.

<< Sì, perché? >> rispondo, un po’ confusa.

Insomma, perché non dovrei stare bene? È vero, sono un po’ stanca, ma non lo sto dando a vedere … Oppure sì?!

<< Prima ho incontrato Rouge >> inizia lei << Mi ha detto che per tutta la lezione di spagnolo sei stata come assente. Non hai parlato con nessuno né preso appunti, come fai di solito. >>

“Ah, giusto. Ho lezione di spagnolo con Rouge alla prima ora di venerdì” penso, mentre l’immagine della mia ex nemica si fa chiara nella mia mente.

Torno a concentrarmi su Cosmo, rendendomi conto di aver sognato di nuovo ad occhi aperti.

<< Stavo pensando una cosa. >> dico, non volendo rivelarle la mia preoccupazione per Blaze.

<< A cosa? >> mi chiede, poi diventa maliziosa. << O meglio, a chi? >>

Arrossisco un po’, sapendo dove vuole andare a parare. Ma no, questa volta si sbaglia di grosso: stavolta non sto pensando a So—

<< Ragazzi, un po’ di silenzio! >> dice il professore che, nel frattempo, è riuscito a far partire il programma prescelto per la lezione.

Dalla scritta che compare sulla lavagna elettronica capisco che oggi si parlerà dell’architettura contemporanea: interessante dal mio punto di vista, ma Cosmo sbuffa, dato che preferisce di gran lunga lo stile classico.

***

A metà lezione qualcuno bussa alla porta dell’aula un paio di volte; il professore da il permesso di entrare, così l’uscio si apre ed entra il mio amico Chris con un foglietto in mano.

<< Scusi per l’interruzione, professore. Il professor Cly vorrebbe vedere Amy Rose. >> dice con educazione consegnando il biglietto al prof.

"Il professor Cly mi vuole vedere?"

L’intera classe si gira verso di me, mettendomi ansia. Insomma, sono desiderata dal professore di educazione fisica … Ma perché?

<< Puoi andare, Rose. >> mi dice il professore d’arte con un sorriso cordiale.

Raggruppo velocemente le mie cose, le metto alla rinfusa nel mio zaino e mi dirigo a grandi passi verso Chris, che si congeda uscendo dall’aula, seguito da me.

Appena siamo in corridoio, lo guardo interrogativa.

<< Non lo so, ma sono stato chiamato anch’io. >> mi dice mettendosi le mani dietro la testa a mo’ di cuscino. << Dobbiamo chiamare anche le altre. >>

<< “Le altre” chi? >> chiedo e lui mi porge il foglio di carta ripiegato.

Leggo velocemente, riconoscendo la scrittura frettolosa e disordinata del professor Cly: a quanto pare dobbiamo andare a chiamare Blaze e Rouge. Ci fermiamo davanti l’aula di scienze sociali e “preleviamo” velocemente Blaze: sembra calma e rilassata, il ché mi fa molto piacere e mi fa sentire sollevata. Saliamo al terzo piano, dove si trova Rouge in questo momento: a quanto pare, secondo un bidello, la sua classe è in sala proiezioni per guardare un documentario o roba del genere.

Il professore non è molto contento di far uscire la nostra amica ma, alla fine, Rouge riesce ad uscire, sospirando.

<< Quel documentario sulla scoperta dell’amianto era straziante. >> commenta alzando le braccia per stiracchiarsi.

<< Mi sorprende che tu sappia l’argomento che stavate trattando! >> dice Blaze facendoci ridere.

<< Effetti collaterali della batteria del cellulare scarica. >> risponde mostrandoci il suo telefono spento.

<< Cream l’ha trovato interessante, l’amianto? >> domanda Chris mentre ci dirigiamo verso le scale.

Oh, dimenticavo che Rouge ha lezione di chimica con Cream!

<< Per niente! >> esclama la mia amica << Anzi, dopo un quarto d’ora l’ho vista giocherellare con il cellulare! >>

<< Stai mentendo. >> dico scendendo lentamente le scale. << Cream non lo farebbe mai. >>

<< Hai ragione. Ero io a giocare col cellulare. >> cede subito, aggiungendo, mentre ridacchia, che era per quel motivo che le si era scaricato il telefono.

Adoro essere amica di Rouge.

Lei è sicuramente l’inverno, ma soleggiato. Non importa quante persone le remino contro, non importa quante cose brutte le dicano e non le importa nemmeno essere emarginata: lei non si è fatta, non si fa e non si farà mai influenzare dai pettegolezzi e dalle persone sbagliate. È un tipo forte, Rouge: sa sempre come rispondere o come farsi rispettare. L’ammiro molto … Mi piacerebbe avere la sua stessa forza.

Mentre ci dirigiamo verso la palestra facciamo ipotesi su cosa può aver spinto il professore a convocarci in palestra: Chris ed io siamo convinti che ci abbia chiamati per convincerci a partecipare a un concorso sportivo, Blaze crede che voglia discutere sulla nostra condizione di studio a livello teorico, mentre Rouge continua a sostenere che il prof l’abbia chiamata perché potrebbe aver trovato una spazzola che lei è convinta di aver perso negli spogliatoi. Blaze protesta continuandole a dire che la sua teoria non aveva senso, ed ha ragione: se fosse stato come dice Rouge, che senso aveva chiamare anche me, Chris e Blaze?

Arrivati alla palestra, Chris apre la porta e ci lascia entrare come farebbe un gentiluomo. Lo ringraziamo con dei sorrisi, percorrendo il piccolo corridoio che conduce all’ampia sala attrezzata e che ospita alcune porte che conducono agli spogliatoi, ai bagni e alla piccola stanza che contiene alcuni attrezzi per vari esercizi fisici, come coni, staffette e palloni per gli sport.

<< Eccole qui, le mie ragazze preferite! >> esclama il professore con la sua solita voce allegra.

Chris si schiarisce la voce e Cly si corregge: << Le mie ragazze preferite e il mio Chris prediletto. >>

Rouge ed io ridacchiamo, il mio amico borbotta qualcosa.

<< Perché ci ha chiamati, professore? >> chiede cortesemente Blaze.

<< Non sanno giocare a dodgeball! >> esclama il prof indicando qualcuno alle sue spalle con un pollice.

Volgiamo lo sguardo al punto indicato da lui e vediamo, con sorpresa, che ci sono i ragazzi della band seduti sugli spalti, annoiati al massimo.

<< E noi che c’entriamo? >> chiedo io incrociando le braccia.

Il professore, con un balzo, è in mezzo a noi e ci circonda le spalle con le sue lunghe braccia, come a volerci abbracciare.

<< Siete i più bravi atleti che conosca! E poi, visto che siete anche in regola con le altre materie, ho immaginato che i miei colleghi non avrebbero fatto tante storie per mandarvi qui. >> ci spiega con un sorriso ebete.

Il professor Cly è il professore più strampalato che potesse capitarmi: è sempre allegro, giocherellone e, quando è ad un punto morto, ama intrattenere i suoi alunni con battute più o meno squallide. Per carità, io adoro i suoi metodi d’insegnamento – che si rivelano efficaci la maggior parte delle volte – e il suo modo di fare in generale, così scacciapensieri, ma tutt’oggi lo trovo ancora molto bizzarro.

<< Salutate, ragazzi! >> esclama rivolgendosi a Sonic e gli altri. I diretti interessati alzano lo sguardo e lo puntano verso di noi.

<< Yo, Chris! >> urla Sonic facendo un cenno amichevole con la mano.

<< Ciao, ragazze! >> dice Tails mostrandoci un sorriso veramente dolce.

Rispondiamo al saluto velocemente, per evitare di impappinarci, come nostro solito.

<< Un attimo ... >> inizia Rouge, pensierosa << Sticks è più brava di me, a dodgeball. >>

<< Lo so! >> esclama il professore << Ma a quest’ora sta facendo una lezione extra di matematica. Se fosse stata libera, avrei chiamato sicuramente lei! >>

<< Io me ne vado. >> dice Rouge alzando le mani mentre gira i tacchi e si avvia verso l’uscita della palestra.

Noi tre guardiamo malissimo il professor Cly: ha offeso Rouge e non se n’è neanche accorto.

Ma è vero che Sticks è più brava di Rouge negli sport.

Lei sicuramente l’estate: allegra, solare, divertente e ottimista, forse anche troppo. È bravissima a sollevare il morale della gente e farle sentire a casa, anche se si mostra un po’ pazza, certe volte; dopotutto, però, lo fa per distrarre le persone dai loro problemi, per farle rilassare, per farle star bene.

È una ragazza coraggiosa ed io mi fido ciecamente di lei, tranne quando devo spifferarle un segreto: non li sa mantenere, perciò evito sempre di dirglieli.

<< Dai, Moore! Sei il mio asso nella manica! >> si lamenta il prof.

<< Questo non è per niente un atteggiamento professionale. >> borbotta Blaze mentre io e Chris annuiamo ripetutamente.

<< Già, già. >>

Sento gli Hedgehogs ridere di gusto.

“Hanno delle risate così belle …” penso arrossendo appena mentre guardo nella direzione di Sonic.

Tuttavia, un dettaglio mi fa tornare velocemente alla realtà: non sentiamo la porta della palestra aprirsi per poi chiudersi, quindi ne deduco che la mia amica non se n’è ancora andata del tutto. Magari si è fermata anche lei ad ascoltare le risate melodiose dei ragazzi … Infatti la vedo tornare velocemente vicino a noi, per poi guardare il professore negli occhi senza batter ciglio.

<< Prof, posso sapere perché c’è anche lei? >> chiede indicando alle nostre spalle con il dito indice.

Ci giriamo contemporaneamente ed io mi sento mancare: è appena entrata Sally Acorn e si sta avvicinando lentamente a noi, sorridendo con aria superiore.

<< Buongiorno! >> dice squadrandoci dalla testa ai piedi, come fa con le persone che non le piacciono.

<< Be’, Sally è una brava giocatrice di dodgeball, quindi … >> dice Cly lasciando volutamente la frase in sospeso.

In un attimo, gli Hedgehogs sono davanti a noi, sorridenti come al solito – tranne Shadow, ma per lui vale un altro discorso –. Sonic si avvicina ancora di più alla Acorn e le porge la mano.

<< E così, sei tu la Sally Acorn di cui ho sentito tanto parlare! >> esclama stringendole la mano.

<< Esatto, Sonic! >> cinguetta lei, per poi stringere la mano ad ognuno dei ragazzi.

Quando tocca a Silver, vedo che è arrossito leggermente e ha abbassato lo sguardo, fissando intensamente la sua mano e quella dell’antipatica intrecciate in un gesto cordiale.

<< Piacere di conoscerti, Silver. >> dice Sally sorridendo con il suo solito sorrisetto ammaliatore.

<< P-Piacere … >> mormora il pianista dando vita ad un sorriso deformato.

<< Ma che gli prende? >> chiedo a bassa voce, come a non farmi sentire da lui.

<< Fa sempre così quando vede una bella ragazza. >> ci spiega brevemente Knuckles sfoderando un ghigno divertito mentre osserva Silver.

<< Hey! >> esclama Rouge, offesa.

Certo, perchè con noi non ha fatto il timido.

<< Scusa, carina. Ritenta, sarai più fortunata. >> dice il batterista guardando la mia amica, divertito dalla sua espressione furiosa.

In pratica, da come si è comportato Silver con noi, capisco che non siamo poi tutta questa grande bellezza …

<< Inizierete a balbettare anche voi quando ci conoscerete meglio … >> dico con un sorriso beffardo.

<< Non lo giurare sul tuo beauty. >> mi avverte Blaze, con un tono di voce che sembra vagamente preoccupato.

Troppo tardi.

<< Lo giuro sul mio beauty! >> esclamo alzando un pugno al cielo, come a volermi dare la carica.

Con la coda dell’occhio vedo Chris e Blaze che hanno entrambi la loro mano destra sulla loro rispettiva fronte; il loro facepalm sembra un gesto esasperato, ma ormai ho giurato sul mio beauty.

E quando giuro sul mio beauty sono pronta a tutto!

***

“L’idea del professor Cly non si è rivelata poi così male” penso mentre mi stiracchio le gambe ritmicamente, seguendo il ritmo di una canzone che mi piace molto: “Just Like Fire” di Pink – non la Pink di Rouge, ovviamente. In pratica, Cly vuole farci giocare una partita di dodgeball per insegnare ai ragazzi le basi di questo sport, se così si può definire. Ha riassunto i fondamentali del dodgeball, il professore, e ci ha divisi in due squadre: io, Blaze, Rouge, Silver e Knuckles siamo da una parte del campo, Sonic e gli altri dall’altra.

Il professor Cly ci ha distribuito i palloni rossi ed ora sta facendo lo stesso con i nostri avversari.

<< Almeno non abbiamo quella serpe in squadra. >> sussurra Rouge per non farsi sentire.

<< Non so fino a che punto è un vantaggio. >> confessa Blaze palleggiando distrattamente.

<< Prof! Non è giusto! >> si lamenta Knuckles attirando l’attenzione di tutti.

Cly lo invita a continuare e lui dice: << Siamo in svantaggio. Abbiamo tre ragazze in squadra e loro solo una. >>

Una vena inizia a pulsare più velocemente e diventa ben visibile sulla mia fronte, segno che mi sto innervosendo.

<< Guarda che sono molto forti … >> dice il professore, ma Knuckles non ne vuole sapere.

Sento Acorn ridacchiare, ma mi costringo ad ignorarla.

<< Professore >> dice Blaze alzando la mano << Possiamo colpirlo? >> chiede senza peli sulla lingua.

<< Va bene. >> concede Cly e noi tre ghigniamo.

Prendiamo bene la mira e lanciamo i palloni contemporaneamente: il pallone di Blaze atterra al petto del batterista, quello di Rouge a un braccio, io ho mirato dietro la testa, dove è consentito.

Knuckles geme di dolore, tenendosi le mani dove ha colpito la mia amica pianista mentre, sulla sua testa, si forma un bernoccolo: forse ho tirato troppo forte, ma se l’è cercata.

Sonic, Chris e Shadow ridono, i primi due divertiti, il terzo di scherno; Tails ha le mani premute sulle labbra e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Sally mi fissa, gli occhi piccoli e cattivi.

Silver mormora: << Ora siamo ancora più in svantaggio. >>

<< Cosa hai detto, scusa? >>

<< Ehm … “Forza ragazze”? … AHIA! >>

***

Osservo Tails schivare per un pelo una pallonata di Rouge, poi i miei occhi guizzano su Silver, che ha lanciato con troppa poca forza il pallone; mi giro giusto in tempo per bloccare un lancio di Shadow, che non è riuscito a cogliermi di sorpresa. Lui mi lancia una stilettata – e, per un attimo, rabbrividisco davanti a quegli occhi gelidi – ed esce dal campo, andando a sedersi in panchina.

Lancio la palla rossa che ho tra le mani, ma colpisco il vuoto. Guardo Sonic lanciare un pallone in direzione di Knuckles, che è distratto a causa di Chris: quei due l’hanno fatto apposta, hanno utilizzato la vecchia strategia del diversivo. Mi lancio per salvare il batterista dall’eliminazione, ma Blaze è più veloce di me e, con uno scatto, è davanti al rosso, le mani pronte a parare il colpo; tuttavia prende il pallone di striscio, venendo eliminata dl suono del fischietto del professore. Sbuffa e va a sedersi con le braccia conserte; Shadow torna a giocare e sembra più carico di prima.

Non mi faccio intimorire, così mi accovaccio per schivare un colpo di Tails: ne approfitto per recuperare un po’ di fiato, ma poi non capisco più niente. So solo di essere semi-sdraiata a terra e ho il naso bagnato. Il professor Cly è inginocchiato in parte a me, mentre Rouge mi tiene la testa sollevata.

<< Per fortuna non sei svenuta! >> dice Blaze che – me ne rendo conto solo ora – è seduta a terra, dietro il prof.

<< Ti fa male il naso? >> mi chiede Tails, in piedi e con le ginocchia leggermente piegate.

<< Uhm … Solo un po’ … >> dico sfiorandolo.

Quando ritraggo la mano, vedo che le dita sono rosse: ah, ecco il perché di tutta questa preoccupazione …

<< Va’ in infermeria, Amy. Non si sa mai. >> mi dice Cly ed io faccio per alzarmi.

Silver e Knuckles mi aiutano dandomi una leggera spinta ed io li ringrazio.

Mentre prendo lo zaino ne approfitto per afferrare il mio pacchetto di fazzoletti e tamponarmi il naso, tentando di rimuovere un po’ di sangue.

Mi avvio verso l’uscita e sento il fischietto del prof perforare i timpani dei miei coetanei.

<< Tiro irregolare! Giocatore eliminato! >> urla Cly e gli altri si lamentano.

“Chi? Chi è il giocatore che mi ha colpito?”

<< Blaze può tornare in campo, professore? >>

<< … No. >>

<< Abbiamo perso! >>

Mi viene da ridere, ma resisto: devo raggiungere l’infermiera Thompson prima che suoni la campanella.

Percorro velocemente il corridoio, supero la segreteria e l’entrata, sperando di non essere vista. Arrivo alla porta dell’infermeria, busso ed entro.

<< Scusi l’intrusione, Signora Thomp, ma avrei un problemino. >> dico chiudendomi la porta alle spalle.

<< Oh, cielo! Amy, cosa ti è successo? >> mi chiede l’infermiera preoccupata, aiutandomi a sedere su uno dei lettini ben sistemati nella stanza.

<< Una pallonata durante una partita di dodgeball. >> dico buttando lo zaino a terra.

<< Povera cara! >> dice lei esaminandomi il naso. << Ti fa male se faccio così? >> mi chiede dandomi un buffetto.

Nego e lei sorride.

<< Allora non è nulla di grave. >> annuncia e mi porge una borsa di ghiaccio avvolta in un panno bianco che profuma di lavanda.

<< Grazie. >> dico con un sorriso e inizio a tamponarmi.

<< Il sangue continuerà ad uscire ancora per un po’, ma è normale. >> mi informa prendendo in mano la cornetta del telefono fisso. << Ti spedisco a casa, ma solo perché è venerdì. >> dice facendomi l’occhiolino.

La ringrazio, entusiasta di avere un giorno libero in più: so che è scorretto, ma ho bisogno di rilassarmi.

Dopo qualche minuto mi annuncia che mia zia sarà qui tra una decina di minuti, così inizio ad infilarmi il giubbino: è un po’ difficile sistemarmi con del ghiaccio in faccia, ma sento una voce calda dire “ti aiuto”, ed effettivamente vengo aiutata. Ma non è l’infermiera Thompson.

Mi giro e vedo Sonic che mi guarda, sorridente e leggermente sudato.

<< Ciao. >> diciamo in coro senza volerlo, per poi ridere.

<< Wow, non sei ancora morta dissanguata! >> scherza lui ed io continuo a ridacchiare.

<< No, non ancora. >>

<< Te ne stai andando? >> mi domanda mettendo le mani nelle tasche della sua felpa grigia.

<< Sì, mi stanno venendo a prendere. >> rispondo, senza specificare la persona che sta venendo qui.

<< Okay. >> dice, a corto di argomenti.

Abbiamo così tante cose da dirci, ma preferiamo stare in silenzio.

<< Sembra una vera stanza d’ospedale. >> dice Sonic guardando in giro.

Effettivamente, sembra davvero di essere in un ospedale: le parete dipinte di verde mela, il soffitto e il pavimento bianchi e una grande vetrina piena di farmaci e garze. L’infermiera è una donna intorno ai sessant’anni ed è dolce e amabile come una nonna, di quelle che passano il tempo a cucire, che amano parlare con i nipoti dei “bei vecchi tempi” e di quelle che cucinano lasagne o polpettone di domenica per l’intera famiglia.

<< Amy, chi è questo bel giovanotto? >> chiede, appunto, l’infermiera, rientrata in stanza dopo essere stata un attimo al bagno.

<< Mi chiamo Sonic Cooper, signora. Sono un nuovo studente. >> dice lui sorridendo.

<< Ah, capisco. >> risponde l’infermiera Thomp. << Be’, vi lascio soli soletti. >> annuncia ed esce facendoci l’occhiolino.

Io arrossisco di botto, Sonic si gratta la nuca e ridacchia.

Torniamo ad essere soli e lui, dopo un minuto di silenzio ce mi è parso un anno, si decide a parlare.

<< Sono venuto anche per portarti le scuse di Sally. >> dice << Non voleva colpirti in faccia … >>

“Oh, Sally … Certo, avrei dovuto immaginarlo” penso ricordandomi che, quel pallone rosso che avevo intravisto, veniva dalla direzione di Acorn. Come ho fatto a non pensarci prima?

<< Era realmente dispiaciuta? >> chiedo e lui annuisce. << Be’, allora poteva venire a scusarsi di persona. >>

<< Aveva paura che tu fossi arrabbiata. >> dice lui con voce ferma.

<< Non giustificarla! Non funziona con me! >> esclamo scattando in piedi.

La borsa col ghiaccio mi scivola di mano e cade a terra; lui, prontissimo, si cala per prenderla e me la porge, così io la rimetto sul naso, ricominciando a tamponare. Cavolo, il punto dove mi fa male si è gonfiato un po’!

Sonic sta zitto, con le braccia incrociate al petto, l’espressione seria, gli occhi puntati nei miei, aspettando le mie scuse: ho alzato la voce senza motivo, come faccio quando sono nervosa. Che ci posso fare? È un mio difetto, non posso correggerlo in un giorno! E poi, il mio orgoglio finisce il lavoro ogni volta …

Non credo ad una delle sue parole: Sally l’ha fatto di proposito, lo so benissimo, ed ora ha spedito Sonic qui, da me, perché vuole che ci litighi.

Perché l’ha prevista la mia reazione, quella strega.

<< Non vuoi dirmi nulla? >> mi domanda Sonic.

<< Non ti devo scuse. >> rispondo con un’insolita voce gelida.

La signora Thompson entra in infermeria e mi annuncia che zia Ella è arrivata e che mi sta aspettando nell’atrio.

Faccio per andarmene, ma Sonic mi afferra un polso.

<< Ti ricordo che io sono Sonic Cooper, un cantante famoso. >> dice, come se volesse dirmi “Hey, io sono famoso, quindi pretendo rispetto!”

Lo guardo negli occhi, facendo attenzione a non affogare in quel mare smeraldino.

<< Ed io sono Amy Rose, una - >>

Sto per dirgli involontariamente il mio più grande segreto, ma riesco a mordermi la lingua prima che sia troppo tardi.

<< … Una futura ragazza di successo! >> gli dico, poi esco dall’infermeria e mi dirigo velocemente nell’atrio, dove zia Ella mi abbraccia facendo attenzione alla mia ferita.

Mentre camminiamo verso casa, torno con la testa tra le nuvole.

È vero, Sonic Cooper è un cantante famoso.

Sticks Evans è una batterista estiva.

Rouge Moore è una chitarrista durante l’inverno soleggiato.

Cosmo Garcia è la violoncellista autunnale.

Blaze Bennet è una pianista del gelido inverno.

Cream Sullivan è la violinista della primavera.

Io sono una piccola cantante che assegna le stagioni dell’anno alle sue amiche.

Sally Acorn? Sally Acorn è il buio più totale.

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

*si nasconde dietro Kou*

Kou: Ehm … Neko-chan, cosa stai facendo?

Ssshh! Vogliono uccidermi …

Kou: Chi?

*Channy indica la folla inferocita*

Kou: Ah … Okay, ragazzi! Mettete via quelle sciabole e parliamone!

Lettore1: No! Noi vogliamo giustizia!

Lettore2: Noi vogliamo aggiornamenti più frequenti!

Lettore3: Noi vogliamo che quell’autrice strampalata scriva di più!

R-Ragazzi … Non per dire, ma SONO 12 PAGINE.

Kou: Neko-chan, scappa!

*mentre corre via*

Gentaglia, mettete via quei forconi e lasciate una recensione! Sono accette anche le critiche, ovviamente!

See Soon Everyone!! Sempre se non ci lascio le penne …

Channy & Kou


PS

Se può tranquillizzarvi, la storia della pallonata è successa veramente alla sottoscritta: per poco non ci lasciavo gli occhiali e metà faccia ^^’

Anche lì era colpa di un’antipatica … DX<

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Sbuffo sonoramente affondando il viso nel morbido cuscino del mio letto. Cream ha saputo del mio piccolo incidente, così poco fa mi ha chiamata per assicurarsi che stessi bene; nonostante le abbia ripetuto più volte che un po’ di sangue dal naso non è la fine del mondo, lei sta continuando ad agitarsi e a fare teorie assurde sulla mia salute.

<< E se ti avesse rotto il naso? Un’enorme frattura nascosta! >>

Okay, sta seriamente esagerando.

<< Se la frattura è enorme, allora non può essere nascosta, ti pare? >> dico passandomi la mano sugli occhi.

Sono molto stanca: prima di Cream hanno telefonato anche Chris, Blaze e Cosmo, quindi credo sia normale essere esausti di ripetere la stessa cosa per la quarta volta, no?

<< Sì, però … >>

<< Cream, ascoltami. >> la interrompo e lei si zittisce subito.

Sorrido, un sorriso soddisfatto: ogni volta che dico quelle due parole la mia migliore amica si zittisce, come se avessi pronunciato una formula magica. A distanza di anni, devo ancora capire il perché di questo fatto.

<< Sto bene, okay? Anzi, non mi esce sangue da questa mattina. Appena sono arrivata a casa il naso ha smesso di sanguinare e ho potuto togliere il ghiaccio. Non devi essere così agitata. >> dico per rassicurarla una volta per tutte. << Anzi, quando sarò davvero nei guai ti chiamerò e allora potrai preoccuparti tutto il tempo che vorrai! >> aggiungo per sdrammatizzare.

Lei ridacchia, come a voler convincermi che si sia realmente calmata, anche se so che è ancora agitata, almeno un po’. Amen, Cream è fatta così, non posso farci nulla.

La mia migliore amica mi da la buonanotte ed io ricambio, mettendo fine alla chiamata. Appoggio il mio cellulare – ormai bollente e pronto a fondersi con la mia mano – sul comodino e chiudo gli occhi, sperando di riuscire a dormire un po’: sono le undici di sera ed io sono a pezzi. Sento zia Ella in lontananza e capisco che è davanti alla TV, probabilmente con Milù in braccio, a guardare un film in bianco e nero, uno di quelli che trasmettevano quando aveva la mia età.

Non riesco a chiudere gli occhi e a rilassarmi: sono agitata … Ma perché? Per colpa di Sally? No, sono abituata ai suoi modi di fare. Forse a causa di Sticks, che non ha ancora chiamato per sapere come sto? Neanche, l’avrà avvisata Blaze, dato che mi ha detto che stava andando proprio da lei. Magari sono agitata perché il volume della TV di sotto è troppo alto? Lo escludo a priori, perché mi piace avere un leggero rumore di sottofondo quando dormo.

Sarà stata la discussione con Sonic …? Be’, credo di sì.

Insomma, lui è il mio idolo, colui che mi ha spinta – non volendo e non direttamente, certo – a cambiare scuola e a farla cambiare alle mie amiche … Penso che questo mio senso di abbattimento dovuto a lui sia giustificabile, in qualche modo: insomma, non ho mica deciso io di litigare! È stata colpa sua, che ha deciso di difendere Sally, non capendo l’imbroglio. Che stupido!

Sospiro: forse sto esagerando con le accuse. Sono stata io ad alzare la voce per prima, però è anche vero che lui ha avuto la faccia tosta di dirmi “Ti ricordo che sono Sonic Cooper, un cantante famoso”.

Ribadisco: che stupido! Pensa di potermi abbindolare così!

Cioè … In passato mi ha abbindolato con molto meno, ma quelli erano altri tempi, tempi in cui era tutto più complicato. Ora no, non crollerò, non mi ritroverò sottomessa al volere di altre persone.

Non di nuovo.

Sento la suoneria per le notifiche dei messaggi del mio cellulare. Ormai ho capito che non riuscirò a prendere sonno così facilmente, perciò mi tiro a sedere e afferro il cellulare: è Rouge.


Il rubinetto è ancora aperto?

No, tutto okay. Tu stai bene?


Digito in fretta e invio, aspettando la sua risposta. Ha visualizzato subito e risponde con altrettanta velocità.


Sì, dai. Senza di te abbiamo perso di brutto. Tipo Silver ha iniziato a ricevere pallonate come se non ci fosse un domani X’D


Mi scappa un risolino divertito.


E poi? X’D

La stessa sorte è toccata anche a Knuckles, ma almeno siamo riusciti ad eliminare Tails!

Non te ne vantare, era il più debole!


Rouge mi invia la faccina che sbuffa per tre volte ed io rispondo con quelle che ridono con le lacrimucce.


Blaze è rimasta tutto il tempo in panchina?

Yep. Diciamo che non siamo riusciti a riportarla in campo … Con lei avremmo avuto qualche speranza.

Be’, pensa che la prossima che faremo una partita a dodge con loro saranno più bravi.

Però io voglio stare in squadra con te! ;D

A proposito, so che Sonic è venuto a farti visita in infermeria …


Oh, no. Rouge mi ha inviato la faccina maliziosa, quella che guarda di lato e sorride furbamente. Che le posso rispondere? Ormai ho visualizzato il messaggio, non posso chiudere qui la conversazione: sarebbe scortese ed entrambe ci teniamo a queste cose.


Be’, sì …


Faccio la vaga, anche se non serve a nulla: quando si parla di ragazzi, Rouge non mi lascia mai temporeggiare.


Sputa il rospo, Amy Rose.

Okay! È venuto in infermeria ma solo per portarmi le “scuse” di Acorn.

Tutto qui? Davvero?

Credo che sia arrabbiato con me …

… Hai alzato la voce, vero?

Già … ;(

Wow, che schifo. No, complimenti. E se ora è davvero arrabbiato? Che hai intenzione di fare?

Non lo so … ;(


E dico davvero. Insomma, cosa potrei fare? Non ho intenzione di chiedergli scusa, ma non voglio che non mi rivolga mai più la parola! Non posso neanche chiedere aiuto agli altri, perché non voglio che si venga a sapere in giro. Se Sally dovesse venire a saperlo, sarebbe un disastro!

Rouge mi consola un po’, poi ci mettiamo d’accordo sull’orario per domenica, decidiamo dove incontrarci e poi ci diamo la buonanotte.

Stavolta non ci metto molto ad addormentarmi: dopo mezz’ora passata davanti allo schermo del mio cellulare, circondata dal buio, i miei occhi si sono arrossati e le palpebre sono diventate pesanti.

Sogno di urlare scuse in lacrime ad un ragazzo dai capelli blu e occhi verdi, ma lui non può sentirmi perché sono rinchiusa in una campana di vetro.

***

Fortunatamente l’autobus non è molto pieno, così posso aspettare la fermata per il centro seduta. Oggi è una giornata nuvolosa, perciò molta gente ha deciso di rimanere a casa o, comunque, di non andare in giro con i mezzi pubblici. Bene, almeno posso avere ancora un po’ di silenzio prima di arrivare al centro commerciale, sicuramente affollatissimo.

Rouge mi ha dato appuntamento vicino all’entrata, dicendo che sarebbe stata lì per le due e mezza. Controllo velocemente l’ora e vedo che sono in orario: devo scendere tra cinque fermate e manca un quarto d’ora all’appuntamento.

Il tempo vola via con i miei pensieri e alcune goccioline di poggia compaiono sui finestrini del bus, facendo lamentare una signora di mezza età seduta dietro di me; un neonato inizia a piangere per colpa di un tuono e il padre tenta di calmarlo iniziando a canticchiare una canzoncina.

Ricordo che da piccola giocavo spesso con un bambolotto, fantasticavo sul mio presunto figlio scegliendo il nome, l’aspetto e così via, facendo anche disegni. Sì, i classici passatempi delle bambine di otto anni.

L’autobus si ferma e le porte si aprono: devo scendere qui, così mi alzo e mi dirigo in fretta verso l’uscita, spintonata da altre persone.

Ha iniziato a piovere ma, fortunatamente, non a dirotto. Prendo dalla borsa il mio ombrello pieghevole viola e bianco e lo apro velocemente per bagnarmi il meno possibile. Mi incammino verso il centro commerciale poco distante e mi rifugio all’interno della galleria, sentendo l’aria condizionata calda accogliermi in un abbraccio.

Mando un veloce messaggio a Rouge, riferendole che sono qui, e lei mi risponde in poco tempo, dicendomi che è quasi arrivata.

Mi siedo su una panchina e tento di chiudere l’ombrello, ma mi bagno un po’ i jeans; ripongo l’oggetto nella sua custodia e lo rimetto in borsa. Subito dopo mi ravvivo i capelli sciolti – rigorosamente ricci a causa dell’umidità – e controllo il trucco, sperando che sia a posto.

Aspetto per un paio di minuti l’arrivo di Rouge osservando la gente che passa piena di buste e sacchetti colorati: tra tre settimane è Natale, perciò la gente sta già comprando i regali per i propri cari. Questa scena mi fa pensare che devo sbrigarmi anch’io, a comprare regali alle ragazze a me più care, a mia zia e – perché no? – a Milù.

<< Hey, Amy! >> sento dire ad alta voce.

Mi giro e vedo che c’è Rouge all’ingresso che sta venendo verso di me, sventolando una mano in aria per attirare la mia attenzione. Mi alzo e le vado incontro, sorridendo e abbracciandola di slancio.

<< Ciao, Rouge! >> dico dandole un bacio “guancia a guancia”.

Poi lei si fa da parte, indicando una ragazza alle sue spalle. Questa non è né troppo alta né troppo bassa, ha lunghi capelli viola legati in una coda di cavallo, occhi blu messi in risalto dall’ombretto rosa e le labbra sottili evidenziate con del rossetto blu notte; indossa una maglia rossa che le scopre la pancia ma con sopra un giacchetto nero, jeans grigi e scarpe nere. Non saprei come definirlo, ma … Questa ragazza ha qualcosa di originale nel suo stile, qualcosa che mi da l'impressione che sia una tipa in gamba.

<< Amy, lei è Wave Johnson. >> mi dice, poi si rivolge all’altra. << Wave, lei è Amy Rose. Ricordi? Te ne parlavo tanto. >>

<< Oh, sì >> fa Wave << Ricordo. >>

Ci stringiamo amichevolmente la mano, dicendo insieme: << Piacere! >>

<< Wave si è trasferita in città questa settimana. >> spiega Rouge << Frequenterà la nostra scuola da domani, vero? >>

<< Già >> risponde l’altra annuendo freneticamente.

Mi interesso subito, perciò le chiedo: << Che corso speciale frequenterai? >>

<< Educazione artistica e hip-hop. >> risponde dando il cinque a Rouge. << So che anche tu lo balli, Amy.>>

<< Ballo un po’ tutto a dire la verità. >>

Intanto ci siamo avviate in un negozio di abbigliamento poco affollato e Rouge si è tuffata tra gli scaffali pieni di maglie, mentre io e Wave siamo rimaste indietro, lei guardando dei jeans ed io degli accessori molto carini.

Andiamo avanti così per un po’, visitando anche altri negozi oppure guardando abiti nelle vetrine, sospirando, perché costano troppo e non possiamo permetterceli – specialmente la sottoscritta –

Dopo tre ore passate velocemente decidiamo di entrare nel bar principale del centro e ci sediamo ad un tavolino quadrato usando la sedia in più per appoggiare le buste. Alla fine Rouge ha comprato una gonna e un paio di scarpe – col tacco, ovviamente -, Wave una felpa con cappuccio senza cerniera ed io tre maglie scontate del 25%; dei bei risultati, insomma.

Arriva una cameriera che ci chiede l’ordinazione e, tutte e tre, chiediamo delle cioccolate calde e dei biscotti. Proprio mentre la ragazza torna al banco per consegnare le ordinazioni, Rouge si alza e, con la scusa di andare in bagno, si allontana lasciandomi sola con Wave.

Non sappiamo cosa dirci, perciò restiamo in silenzio e con lo sguardo rivolto altrove, pensando a possibili argomenti di cui parlare.

<< E così … >> fa lei, vaga << Ci sono gli Hedgehogs a scuola, eh? >>

<< Sì! >> mi affretto a rispondere << Ho anche lezione con alcuni di loro. >>

Mi torna in mente la discussione con Sonic e, tutto d’un tratto, mi sento triste, perciò tento di concentrarmi nuovamente sulla ragazza che mi sta di fronte per distrarmi.

<< Non che mi interessi, eh. >> dice picchiettando le dita sul tavolo << Credo di essere una loro hater. >>

Spalanco gli occhi: no, non è possibile.

<< Dici sul serio? >> domando, sperando di aver capito male.

<< Sì, seriamente. >> mi risponde con naturalezza.

Wow, non me l’aspettavo! Essendo una fan sfegatata di quella band, non mi era mai capitato di imbattermi in un hater. Insomma, perché è contro di loro? Forse non le piacciono i membri? Oppure non le piace la musica in generale? No, impossibile: non esiste una sola persona a cui non piace la musica!

<< Rouge mi ha detto che tu li adori. >> dice tornando a guardami negli occhi.

<< Sì, è vero. Mi piacciono un sacco. >> rispondo sinceramente, sperando di non litigare anche con lei.

Wave sospira tenendo gli occhi chiusi e le braccia incrociate, come se stesse riflettendo.

<< Okay. Volevo solo saperlo, tutto qui. >> dice riaprendo piano gli occhi, forse persi con i suoi pensieri.

<< Rouge ci teneva tanto, voleva che facessi amicizia con te … Insomma, ogni volta che parlavamo a telefono mi raccontava qualcosa che avevate fatto insieme. Era così entusiasta … La prima volta che mi aveva raccontato di te, la sentivo parlare con voce felice, dopo tanto tempo. Sei riuscita a farle tornare il sorriso dopo quella faccenda con i suoi. >> racconta.

Mi commuovo: non pensavo che Rouge ci tenesse così tanto a me, sin dai primi momenti passati da amiche. Credevo che avesse iniziato a volermi davvero bene solo qualche anno fa, quando aveva accettato di cambiare scuola con me e le altre, dando il via ufficiale alle vite incasinate. Invece, se quello che dice Wave è la verità, Rouge mi considera sua amica da molto prima.

<< Va bene. >> dico, tentando di non farle vedere che ho gli occhi lucidi.

<< Cosa? >>

<< Sarò tua amica anche se odi la mia ragione di vita. >> dico sorridendole.

Anche lei sorride, anche se lievemente.

<< Allora siamo socie. >> dichiara mettendosi in una posa trionfante. << A patto che tu non canti le canzoncine di quei ragazzacci in mia presenza! >>

Rido e, proprio ora, torna Rouge e arrivano le nostre ordinazioni. Questo si chiama “tempismo”!

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

… Sinceramente? Non mi piace per niente questo capitolo, ma non sapevo come introdurre Wave, perciò ho pensato: “Okay, basta che salti fuori, o in un modo o nell’altro!”

A parte le cavolate, volevo dire una cosa seria.

Ultimamente – un po’ a causa della scuola, un po’ perché sono incasinata già di mio – sto avendo una carenza d’ispirazione, sia per questa long che per Wrong Choises e (come gli interessati avranno sicuramente notato) per la fic nella sezione di One Piece (che stava avendo anche successo!), perciò non posso dire con precisione tra quanto tempo usciranno nuovi capitoli. Io, ovviamente, farò del mio meglio per non farvi aspettare troppo, ma non posso promettervi nulla, purtroppo ;(

Prima di andarmene vorrei invitarvi a lasciare una recensione (tutte rigorosamente ben accette) o solamente ad apprezzare il mio impegno. Andiamo, la vita da liceale non è facile!

Shuu: Non fare la vittima …

Okay -.-‘

See Soon Everyone!!

Channy

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Generalmente, di lunedì un normale studente del liceo darebbe i numeri; ecco, oggi non è il mio caso.

Sono stranamente di buon umore, nonostante il clima non sia per niente bello e le materie di oggi lasciano parecchio a desiderare. Credo che questa mia pseudo-felicità sia dovuta alla conoscenza di Wave: insomma, quella di ieri, è stata una bella giornata, allegra e piacevole. Ci sono rimasta solo un po’ male quando Rouge mi ha confessato che, con noi, sarebbero dovute venire anche Cream e Cosmo – e, volendo, anche Blaze. Purtroppo, però, le ragazze sono state costrette a rifiutare: Cream perché doveva aiutare sua madre con alcuni servizi, Cosmo per oscuri motivi e Blaze ha rifiutato l’invito solo per far crescere ulteriormente il suo essere asociale.

In questo momento sono seduta sul mio letto e mi sto pettinando i capelli con la spazzola, facendo attenzione a non creare dei nuovi nodi, che ho accuratamente sciolto poco fa con il pettine. Una volta finito, mi guardo allo specchio, abbastanza soddisfatta: tutti i capelli sono in perfetto ordine, legati in un’alta coda di cavallo, tranne un ciuffo, che mi ricade dispettosamente davanti agli occhi. Provo a soffiare per scostarlo, ma poi decido di usare una molletta rossa, intonata con la maglia che ho deciso di indossare.

Indosso velocemente gli stivali corti e prendo lo zaino, per poi fare una carezza a Milù e dirigermi al piano di sotto, dove saluto zia Ella con un bacio sulla guancia, lasciandole una sottile impronta di lucidalabbra rosso; lei mi sorride amorevolmente, dicendomi che, quand’ero piccola, era lei a baciarmi sulla guancia e a lasciarmi sporca di rossetto. La saluto nuovamente ed esco di casa, chiudendomi la porta alle spalle.

Osservo il cielo: è nuvoloso, ma non verrà a piovere, secondo le previsioni che ho visto ieri in televisione.

Percorro il vialetto, oltrepasso il cancello e inizio a camminare sul marciapiede con passo né troppo veloce né troppo lento. Osservo il paesaggio che mi circonda che, man mano che mi avvicino al centro della città, cambia: piccole villette si trasformano in condomini di pochi piani, per poi diventare veri e propri palazzi con una decina di piani.

In lontananza vedo una ragazza con capelli verdi e, dalla camminata quasi leggiadra, la riconosco: è Cosmo. Lei abita da queste parti, al secondo piano di un piccolo condominio gestito da un signore anziano amico del padre; non sono stata molte volte a casa sua – dato che, di solito, ci organizziamo per andare da me o da Cream – ma ricordo che aveva un arredamento minimalista e pulito, perfettamente adatto al carattere suo e dei genitori.

Aumento il passo e la raggiungo in poco tempo, così da poter andare a scuola insieme. La mia amica mi saluta e mi fa i complimenti, dato che le piacciono molto i miei stivali: effettivamente li avevo comprati qualche mese fa, ma non avevo ancora avuto occasione per metterli.

Per tutto il resto del tragitto le parlo di quello che ho fatto ieri al centro commerciale, di Wave e del suo trasferimento.

<< Quindi oggi tu e Rouge potrete farcela conoscere, giusto? >> dice, per poi strofinarsi una mano sul braccio.

<< Giusto. >> le rispondo << Frequenterà hip-hop ed educazione artistica. Figo, eh? >>

<< Figo sì! >>

Il tempo passa in fretta e, senza che ce ne accorgiamo, arriviamo davanti scuola; facciamo il nostro ingresso nel cortile principale e salutiamo alcuni ragazzi e ragazze che frequentano le nostre stesse lezioni. Poi vediamo Cream seduta su un muretto da sola. Mentre ci avviciniamo a lei la osservo meglio: è rannicchiata su se stessa, stretta nel suo cappotto color cenere, i capelli stranamente legati in una coda di cavallo bassa e disordinata e gli occhi fissi nel vuoto.

“Cosa le è successo …?” penso assottigliando gli occhi.

Non so se Cosmo se n’è accorta, ma oggi Cream sembra essere in un mondo tutto suo …

<< Buongiorno, Cream! >> esclama Cosmo con un sorriso che le va da orecchio a orecchio.

“Eee non se n’è accorta!” penso sarcasticamente, per poi dare anch’io il buongiorno alla mia migliore amica, fingendo di niente.

<< Oh, buongiorno ragazze. Scusate, non vi avevo viste. >> dice con un sorriso che mostra i denti.

“Sorriso troppo tirato”.

<< A che pensavi? >> le domando, vaga.

<< Stavo ripassando per l’interrogazione di biologia. >>

“Oggi Cream non ha biologia oggi e ha anche già fatto l’interrogazione.”

<< Hai cambiato acconciatura? >> chiedo ancora.

<< Sì, avevo voglia di novità. Sto male? >>

<< No, ma rifalla, quella coda. >>

<< Okay. >>

“Cream è troppo affezionata ai due codini per cambiare acconciatura di punto in bianco.”

Cosmo, al settimo cielo, comincia a parlarle di Wave e Cream non la interrompe nemmeno una volta per porgerle una domanda.

“Cream fa sempre un sacco di domande”.

Ora lo so, ne ho la conferma: a Cream è successo qualcosa questo weekend. Ma cosa? Sono indecisa: vorrei chiederglielo e farla finita, ma mi piacerebbe anche che sia lei a parlarmene per prima.

“Cosa posso fare?”

<< Qualcosa non va, Amy? >> mi chiede Cosmo, sia lei che Cream con gli occhi puntati su di me.

Devo essermi incantata ancora.

<< Sto benissimo. Pensavo solo … Le altre? >> dico, improvvisando.

<< Sticks entra alla seconda ora e Blaze è di nuovo in un’aula deserta a leggere. Ha comprato un nuovo libro. >> mi risponde la mia migliore amica mettendo i gomiti sulle ginocchia e appoggiando il mento sui i palmi delle mani.

Roteo gli occhi al cielo. Per carità, leggere è molto importante, ma Blaze è esagerata!

Decido di raggiungerla per parlare di Wave anche se, indifferente com’è, non credo che le interesserà più di tanto. Avverto le mie due amiche di quello che sto per fare – cioè andare da Blaze – e, mentre Cream si limita ad annuire – “Cream non si limiterebbe mai ad annuire” – Cosmo arriccia le labbra.

<< Non aspetti Sonic, Tails e gli altri? >> domanda e giurerei che, anche solo per un attimo, Cream si è incupita ancora di più.

Vorrei davvero tanto dirle di sì, ma non posso: primo, perché devo raggiungere Blaze – perché, sicuramente, anche lei ha qualcosa che non va ed io devo scoprire cosa – e secondo, perché credo che Sonic sia ancora arrabbiato con me … Dovrei scusarmi? No, mai e poi mai!

Sbuffo: stupidissimo orgoglio …

<< No, vorrei raggiungere Solitude subito. >> rispondo, poi le saluto con un cenno della mano ed entro nell’atrio.

L’unico problema, ora, è trovarla, Blaze. Mentre cammino per i corridoi sbirciando nelle aule, ridacchio, ripensando a “Solitude”, il soprannome di Blaze: la prima a chiamarla così fu Cream, quando avevamo all’incirca dieci anni. Un soprannome che le si addice a pennello, direi, dato che se ne sta sempre da sola, anche mentre ci siamo noi a tenerle compagnia: vive perennemente in un mondo tutto suo, con le sue regole, con i suoi ideali, con i suoi desideri, con tutta sé stessa. Un po’ la invidio: riesce perfettamente a non dare segni evidenti di cedimento, anche se sta stringendo i denti con tutte le sue forze. Lei riesce a fingere che vada tutto bene anche quando tutto va storto. Anche se è per questo motivo che, parecchie volte, noi altre non sappiamo se starle accanto oppure no.

A destarmi dai miei pensieri è Helen Scott, una ragazza che ho conosciuto l’anno scorso e con cui sono andata subito d’accordo: ha i capelli biondi, gli occhi azzurri che le piace decorare con il mascara nero e, purtroppo, è costretta ad utilizzare una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale accaduto tre anni fa.

<< Oh, ciao Enny! >> la saluto dandole un bacio sulla guancia.

L’ho sempre chiamata e continuerò a chiamarla “Enny” perché, come mi ha detto tempo fa, le fa sembrare di essere una persona più dolce.

<< Cerchi qualcuno? >> mi domanda spostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.

<< Sì. Sto cercando Blaze. >>

Si porta una mano al mento e inizia ad accarezzarlo, gli occhi chiusi in due fessure.

<< Credo di averla vista dirigersi in palestra. >> mi dice schioccando le dita.

"Oh, giusto! A quest’ora non c’è mai nessuno in palestra!"

<< Grazie tantissimo, Enny! >> dico sorridendole entusiasta.

<< Di niente, Candy. >>

La saluto e inizio a camminare velocemente verso la palestra. Devo sbrigarmi: tra poco più di cinque minuti inizieranno le lezioni e, lo so già, non avrò più occasione di parlarle. Ma, poi, come faccio ad essere così convinta che accetterà di parlarmi senza fare troppe storie?

Arrivo in fretta in palestra e, fortunatamente, la vedo: è seduta sugli spalti, sul gradino più alto e più angolare, la testa incastonata tra i due muri, il libro sulle ginocchia leggermente piegate. La coda alta sembra che le stia strappando i capelli, e gli occhi, senza trucco, sembrano dei serpenti, talmente che si muovono veloci tra le righe del romanzo.

Mi avvicino lentamente per non spaventarla e, quando sono abbastanza vicino, le dico: << Ehilà, Solitude! >>

Lei alza lentamente gli occhi dal libro e mi congela con lo sguardo.

<< Non chiamarmi così, per favore. >> dice, poi ricomincia a leggere.

<< Di buon umore, eh? >> scherzo, tentando di farla rilassare.

<< Mh. >>

Mi vado a sedere accanto a lei, ma non mi degna neanche di uno sguardo.

<< Che hai? >>

<< Niente di che. >> mi risponde e gira una pagina.

<< Almeno mi dici perché te ne stai per conto tuo ogni singola mattina? >>

<< Perché così mi va. >>

Blaze non è mai stata una ragazza di tante parole, anche se quando eravamo piccole chiacchierava molto di più. Ricordo che passavamo pomeriggi interi a parlare: io parlavo senza neanche riprendere fiato, Cream rideva fino alle lacrime e Blaze continuava a chiedermi di raccontare di più. Quelli erano davvero bei tempi … Dopotutto, eravamo ancora all’oscuro di tutto, non eravamo a conoscenza di tutti i mali del mondo …

Ripenso alle nostre madri: se ne stavano sedute all’ombra di un albero, su una panchina, e ci guardavano mentre correvamo sul prato, tra le margheritine e il polline, per far volare i nostri aquiloni colorati e deformati. Ci osservavano sorridenti e ridevano quando Cream inciampava o Blaze starnutiva per colpa della sua allergia, o quando io vedevo un’ape – e poi scappavo, terrorizzata. Ed erano tutte belle sensazioni, sensazioni che mi rendevano conscia del fatto di essere ancora viva. Perché, non potevo ancora saperlo, qualche anno dopo, mi sarei sentita davvero morta, morta dentro …

<< Hey, ci sei ancora? >> dice Blaze riportandomi alla realtà.

<< Ehm, sì, certo. >> le rispondo sforzandomi di sorridere un po’.

<< La campanella è suonata e non te ne sei nemmeno accorta. >> m’informa alzandosi e porgendomi la mano, invitandomi silenziosamente a fare lo stesso.

Subito dopo essermi alzata, lei afferra il suo zaino e se lo mette sulle spalle, il libro stretto al petto; si avvia verso l’uscita, lasciandomi indietro. Ad un tratto, prima di varcare la porta d’uscita, si ferma e si volta appena, quel poco per guardarmi con la coda dell’occhio.

<< Dovresti smettere di pensarci. >> dice, serissima.

<< A cosa? >> le chiedo, anche se so perfettamente che ha capito tutto.

<< Al passato. >> mi risponde, risoluta, girandosi completamente verso di me.

<< Non posso farci niente. È come se dovessi pensarci almeno una volta al giorno. >>

Blaze sospira e, subito dopo, scuote la testa rivolta verso il basso.

<< Dici sempre che bisogna guardare avanti, che dobbiamo pensare al nostro futuro … E poi? Sei la prima a deprimerti. >> dice, guardandomi negli occhi. << Non dovresti comportarti così. >>

<< Ero in pensiero per te, prima. >> le confesso.

<< Non cambiare argomento, Amy. >>

Mi avvicino a lei, che non si muove di un millimetro.

<< Blaze, so che c’è qualcosa che non va in te. >>

I suoi occhi diventano due piccole fessure, le sue sopracciglia si aggrottano e le sue labbra si contraggono.

<< Io sto benissimo. Sei tu quella che deve migliorare moralmente. >>

Se ne va, in silenzio, facendomi capire che la conversazione è finita qui e che non ha intenzione di riaprirla.

“Ti sbagli, Blaze. Sei tu a nascondere qualcosa.”

Ed io scoprirò cosa, non importa quanto tempo ci vorrà.

***

Suona la campanella che, ogni giorno, mette fine alla pausa pranzo e invita gli studenti a tornare nelle classi per partecipare ai corsi pomeridiani. Ma non ho voglia di andare a lezione di musica. Ho mangiato da sola, oggi, con i miei due sandwich a base di tonno e insalata con un po’ di maionese e, da bere, l’acqua minerale in una bottiglina che porto sempre con me. Su mia richiesta, Cosmo ha convinto Cream, Rouge e Sticks a non venirmi a cercare, mentre ho gentilmente rifiutato l’invito a pranzo di Helen e Chris che, fortunatamente, non hanno chiesto spiegazioni, dato che li ho liquidati con un “Devo ripetere degli appunti che ha dettato Eggman qualche lezione fa”; non sono ancora riuscita ad incontrare Wave, mentre di Blaze non ho notizie, ma immagino che sia ancora un po’ … Come dire … Delusa, ecco, dal mio comportamento di stamattina.

Sospiro e tengo lo sguardo puntato sui piedi: sto deludendo un po’ tutti in questi giorni. Non so cosa mi stia prendendo e non riesco a controllare bene le mie emozioni. Chissà perché? Spero di riuscire a trovare una risposta il più velocemente possibile, in modo da tornare a concentrarmi sulla scuola e sulla mia vita sociale.

Proprio mentre sto per alzarmi e andare da Eggman – non sia mai che mi mettesse una nota in condotta – si avvicina Tails, titubante e rosso in viso, così decido di rimanere seduta dove sto.

<< H-Hey Amy … >> mi saluta, accompagnato da un piccolo cenno della mano.

<< Hey Tails. >> rispondo mostrandogli un sorriso.

Lui mi fissa attentamente, poi mi rivolge uno sguardo stranito: capisco che, più di un sorriso, ho dato vita ad una smorfia.

<< Come mai sei qui? >> mi chiede mettendosi a sedere di fianco a me.

<< Potrei farti la stessa domanda. >> gli rispondo scostandomi di qualche centimetro, per fargli capire che può mettersi comodo e rilassarsi.

<< Be’ … Stavamo pranzando tutti insieme e tu non c’eri. Le r-ragazze hanno detto che eri impegnata a fare qualcosa e-e-e così … >> abbassa lo sguardo << Ti ho vista qui e sono venuto pensando che ti servisse qualcosa … Ma è stato un caso averti vista! >>

Si è agitato di nuovo.

<< Okay. >> gli rispondo, cercando di farlo calmare.

<< Okay. >> ripete, facendo un respiro profondo, per poi stare in silenzio.

Passa circa un minuto, interrotto solo dalle chiacchiere degli altri studenti in lontananza.

<< Senti … >> inizia lui ed io lo ringrazio mentalmente, dato che questo silenzio stava iniziando a diventare pesante.

<< So che hai avuto una piccola discussione con Sonic … >> dice, vago, ed io perdo un battito. << Be’, non dare troppo peso a quello che dice. Sai, la popolarità delle volte gli da alla testa … Lui è … Come dire … Un … >>

<< Un pallone gonfiato. >>

Lui mi guarda con perplessità per alcuni secondi, poi inizia a ridere, facendo crescere man mano l’intensità della risata, così tanto da coinvolgermi.

<< Sì, un pallone gonfiato! >> dice dopo essersi calmato e asciugatosi una piccola lacrima all’angolo di un occhio.

<< Proprio perché è un pallone gonfiato, non dargli troppa retta, tanto farà sempre come gli dice la testa, anche se dovesse prendere la decisione più sbagliata che ci sia. >> continua il discorso, tornando serio. << Lascialo perdere, perché poi si renderà conto da solo di quello che ha fatto. Te lo dico io, che sono il suo migliore amico. >>

Mi fa l’occhiolino, come a volermi rassicurare ma, ormai, quelle nove parole si sono ripetute nella mia mente già una decina di volte: “Poi si renderà conto di quello che ha fatto” … Ma fino a che punto se ne renderà conto? E in quali campi? Se prima avevo decine di domande in testa, ora ne ho una centinaia.

<< Tails? >> lo chiamo, anche se era concentrato sui miei occhi persi nel vuoto già da prima. << Come fai a sapere che abbiamo avuto quella discussione? Te l’ha detto lui? >>

Contro ogni mia aspettativa, lui fa una risata.

<< Figurati, Sonic parla solo di sport, musica e cavolate varie. >>

Poi sorride. << Me l’ha detto Cosmo. >>

Commento con un’esclamazione qualunque, poi ci alziamo per andare insieme a lezione. Come un fulmine a ciel sereno, mi assale un dubbio.

“Ma come faceva Cosmo a saper-- … Ah, Rouge, certo …”

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Ehm … Ciao, gente con le motoseghe e le accette puntate su di me! ^^’

*si guarda intorno in cerca di una via di fuga ma la folla inferocita la circonda*

Allora, posso spiegare il motivo della mia assenza! Innanzitutto, essendo ricominciato in pieno il periodo scolastico, non so perché, i prof si stanno accanendo su di me come le formiche su un pic-nic eeee … Sapete, ho scritto la lista dei classici buoni propositi a cui non dovrò rimanere fedele. Lo giuro sul tasto CTRL della mia tastiera!

CTRL: Ma cosa ti ho fatto di male T.T

Hehehe … *risatina nervosa con tanto di gocciolone dietro la testa*

Non credo che passerà molto tempo prima del prossimo aggiornamento (le ultime parole famose) quindi … Sotto con le recensioni e giù quei forconi!

(Ho fatto la rima yeeeeah)

See Soon Everyone!!

Channy

 

PS

Vi piace il Tails random? X’D

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Certe volte penso che mi giri intorno uno spiritello tutto dolce e carino – magari con gli occhi grandi-grandi e le guance rosate – che si diverte a donarmi gioie di tanto in tanto. Ecco, credo che oggi sia uno di quei giorni compreso tra quel “di tanto in tanto”.

<< Davvero Eggman non c’è? >> chiede Cream strabuzzando gli occhi e alzandosi sulle punte, per raggiungere – senza successo – la stessa altezza del professore che ci ha accolti in sala di musica.

<< Sì, davvero. >> risponde lui, che dovrebbe chiamarsi Smith.

Sticks resta appollaiata alle sue spalle mentre Cream torna a poggiare interamente i piedi a terra.

<< No, non è possibile. >> diciamo in coro io e Rouge.

<< Perché, scusate? >> chiede Silver stando seduto scompostamente su una poltroncina.

<< Eggman ci vuole troppo male per permettersi persino mezz’ora di permesso. >> spiega Cosmo mentre si accosta leggermente a lui.

<< Che esagerazione. >> commenta Shadow per poi uscire dall’aula senza chiedere il permesso.

Tutti gli altri, consapevoli di non poter lasciare comunque l’aula, iniziano a formare pian piano dei piccoli gruppi, ognuno intento a svolgere un’attività diversa: alcuni iniziano a svolgere alcuni compiti per casa, altri intonano qualche canzone improvvisata, altri ancora preferiscono semplicemente chiacchierare allegramente.

Mi dirigo verso le mie amiche, lasciando i ragazzi in preda alle fans, che chiedono quasi disperatamente di cantar loro qualche canzone: da bravi artisti quali sono, non ci pensano due volte prima di accontentare le ragazze, sfoggiando i loro sorrisi mozzafiato. Scuoto la testa con espressione rassegnata – ma anche un po’ accigliata – nel vedere l’espressione soddisfatta di Sonic mentre una ragazza tutta truccata e dalle forme perfette fargli una marea di complimenti: è così arrogante e presuntuoso, mi fa molta rabbia. Mi sono lasciata ammaliare dalla sua voce e ho detto di essermi innamorata di lui, un anno fa; ora mi rendo conto di essere giunta a conclusioni troppo affrettate. Io conosco il Sonic dei riflettori, non il Sonic di tutti i giorni. Mi rimangio quella confessione d’amore tutta in un boccone.

Poi, però, succede tutto in una manciata di secondi. Il mio sguardo puntato su di lui, i suoi occhi che incrociano i miei, le sue labbra contorte in un ghigno, il battito del mio cuore accelerato di colpo. Che strano … Ho appena finito di pensare che quell’amore verso Sonic è stato solo frutto della “suggestione”, eppure ora mi verrebbe da correre tra le sue braccia e confessargli tutti i miei sentimenti.

Una frazione di secondo dopo è tutto come prima, ad eccezione delle mie guance, colorate di una leggera sfumatura di rosso. Rouge si piazza davanti a me, con le mani sui fianchi e un sopracciglio alzato.

<< Amy, perché hai questa faccia? >>

<< N-Nulla. Dicevamo? >> dico in fretta, girandomi verso le altre, che si sono sedute sulle poltrone di una delle file centrali.

Cosmo è seduta compostamente, con le gambe elegantemente accavallate e l’espressione serena, intanto la sua spalla fa da cuscino a Sticks, che è semi-sdraiata e sbadiglia di tanto in tanto; Cream è seduta con le gambe incrociate nonostante la poltroncina sia un po’ stretta, mentre Blaze è accomodata normalmente ma con le spalle leggermente ricurve. Sta leggendo il suo libro, ovviamente. Ci sediamo anche io e Rouge, lei vicino a Blaze ed io tra Cream e Cosmo.

Parliamo del più e del meno, chiedendo anche a Blaze notizie sul suo romanzo; come previsto, le sue risposte sono abbastanza limitate e superficiali, ma riusciamo comunque a scorgere un piccolo sorriso nascosto dalla testa china. Sono felice del fatto che si sia rilassata un po’ di più rispetto a stamattina, così riesco a rilassarmi maggiormente anch’io. E direi che era anche ora!

<< Alla fine siete riuscite ad incontrare Wave? >> domando giocherellando con una ciocca di capelli.

<< Sì, ed è davvero simpatica! >> risponde Cream con un sorriso.

“Anche lei sta meglio, per fortuna”

<< Tu, invece? >> mi chiede Cosmo, dandomi una piccola gomitata nel fianco.

<< Io, invece? >>

<< Come mai sei arrivata qui con Tails? >> dice, per poi lanciare un’occhiatina veloce nella direzione del biondo, che è intento a parlare allegramente con un ragazzo del corso.

“Qui Cosmo ci cova!”

<< Prima abbiamo scambiato quattro chiacchiere, tutto qua. >> rispondo guardando anch’io nella sua direzione, attenta a non farmi cogliere in flagrante.

<< Ah, capisco … >> dice puntando lo sguardo sul bracciolo.

Proprio in questo momento partono delle note melodiose di pianoforte che conosco fin troppo bene: sono ritmate e veloci, ma allo stesso tempo dolci, quasi paragonabili al miele. Silver è un pianista eccezionale, tuttavia la sua musica non è molto percettibile nel corso di una canzone, a causa dei suoni in risalto delle chitarre e della batteria. Se, però, si provasse ad ascoltare un suo assolo, si potrebbe rimanere incantati dalla limpidezza di quelle note nascenti dai tasti bianchi e neri sfiorati da quelle dita talentuose.

Non passano molti secondi che riecheggia il ritmo pungente della batteria di Knuckles e i primi accordi della chitarra di Sonic, i quali prevalgono sul piano di Silv, che non ha smesso un attimo di sorridere come un ebete, nonostante avesse il capo chino sulla tastiera.

<< Mi ricorda tanto qualcuno … >> dico senza accorgermene.

Cream si gira verso di me.

<< Cosa hai detto? >> dice con la testa piegata di lato.

Mi affretto a scuotere le mani e a ridere nervosamente, rispondendole: << No, nulla, non ci far caso. >>

La mia migliore amica fa spallucce e torna a girarsi verso il palco. Io, invece, rimango con lo sguardo fisso a lato e, quasi casualmente, i miei occhi cadono su quelli di Blaze. C’è qualcosa di strano: il libro è aperto, la sua testa è in posizione di lettura e non si muove di un millimetro. Gli occhi, che dovrebbero correre veloci tra le righe del romanzo, sono invece fissi in un punto non ben definito davanti a sé e sembra che non stia neanche battendo le ciglia. Le sue labbra si muovono appena, facendomi intendere che abbia detto qualcosa; purtroppo non sono riuscita a sentire, a causa della musica ad alto volume, delle urla da oche delle altre ragazze del corso e dei fischi dei ragazzi seduti in maniera scomposta su poltrone o a terra. Questo è uno dei momenti in cui mi sto pentendo di non aver imparato a leggere le labbra.

La canzone è solo a metà quando sento una voce femminile lamentarsi della musica: attirata da quegli imprechi a denti stretti mi giro alla mia destra e inizio a fissare l’espressione irritata di Sticks.

<< Stupidi Hedgehogs … >> le sento dire e un po’ mi offendo.

La riccia si stiracchia le gambe ed emette un sonoro sbadiglio, poi balza in piedi sulla poltrona, cacciando un urlo che fa ammutolire tutti, che si girano a fissarla con gli occhi fuori dalle orbite.

<< Che diavolo vuoi, sclerata?! >> esclama Knuckles facendo ridacchiare Sonic, Silver, Tails e Rouge.

<< Prima di tutto, non ti permettere mai più di chiamarmi “sclerata”. Secondo, stavo cercando di dormire e voi con la vostra musica fuori tempo e con le vostre voci stonate mi avete svegliata! >> protesta lei mettendo un piede sul bracciolo della poltroncina.

Per la sala si alzano dei mormorii, ma Sonic e i suoi rimangono impassibili.

<< Noi saremmo … Stonati? >> chiede Sonic tenendo lo sguardo fisso sulla mia amica ribelle.

<< La nostra musica è … Fuori tempo? >> domanda Knuckles con una strana smorfia stampata in volto, metà tra l’arrabbiato e il divertito.

<< Esatto! >> esclama ancora Sticks.

<< Dai, Sticks, noi siamo profession-- >>

<< Zitto, Prower! >> urla lei << Ci sono un sacco di altre persone qui che hanno così tanto talento da superare il vostro! >>

Silver e Sonic si mettono a ridere, mentre Knuck e Tails tentano di contenersi.

<< Mi faresti un esempio? >> dice Silver tra una risata e un’altra.

<< Noi! >> dice con una specie di ghigno e indicando la fila dove siamo sedute. << Siamo un gruppo e siamo mille volte più brave di voi! >>

Colta all’improvviso, scatto in piedi ed esclamo un “Cosa?!” in contemporanea con Blaze che, però, rimane seduta; Cosmo sbianca guardando Sticks e scivolando lentamente verso il basso dalla poltrona, mentre vedo, con la coda dell’occhio, Cream sputare metà dell’acqua che stava bevendo e iniziando a tossire a causa di qualche probabile sorso andatole di traverso.

<< Fermi tutti, chi l’ha deciso? >> chiede Blaze chiudendo – miracolosamente – il suo adorato libro e alzandosi da dov’era seduta.

<< Lei. >> dice Sticks indicandomi col dito indice.

<< Eh?! >>

<< Perché non ne sapevo niente, Amy? >> domanda Rouge incrociando le braccia sotto il seno e facendo una smorfia dispiaciuta.

<< Perché non lo sapevo neanche io! >> rispondo girandomi verso di lei.

<< Che razza di gruppo siete? >> chiede Sonic con il suo solito sorrisino sarcastico stampato in faccia.

<< Non siamo un gruppo! >> esclama Cosmo scuotendo violentemente la testa.

<< Il fatto che ci piace cantare insieme non significa mica essere una band … >> dice Cream tenendo la testa bassa.

<< Siete noiose. >> commenta una voce maschile dietro di noi.

Ci giriamo tutte insieme: è Shadow, probabilmente rientrato adesso in classe.

<< Da dove spunti tu?! >> urla Blaze portandosi una mano nei capelli e scompigliandoli leggermente, come fa quando si deve calmare.

<< Okay, credo che possa bastare. >> dice il professor Smith, interrompendo la nostra animata discussione.

“Mi ero dimenticata che è sempre stato qui” penso sopprimendo un sussulto di sorpresa.

<< Avrei una proposta per le ragazze. >> dice lui avvicinandosi.

<< Finirà male. >> dice Cosmo rilassando le spalle.

<< Perché non dimostrate di essere più brave? Avanti, fate un po’ di musica. >> continua Smith con un sorriso d’incoraggiamento.

<< Piuttosto il suicidio. >> risponde Blaze senza vergogna.

Eccola, la Blaze che conosco. O meglio, che ricordavo di conoscere. Sarcastica, carismatica e anche un po’ combattente, ovviamente sempre nei dovuti modi e misure. Sembra essere rinata rispetto a cinque minuti fa …

<< Facciamo così: o vi muovete e salite su quel palchetto, o vi metto una nota disciplinare! >> dice il professore aumentando man mano l’intensità della voce.

Cream e Cosmo scattano in piedi come soldatini e, con passo veloce, si dirigono verso il piccolo palco, rifugiandosi dietro le quinte; dietro di loro trottola Sticks con espressione fiera e Rouge che, sotto i baffi, attenta a non farsi scoprire, dice: << Bipolare, lo spilungone. >> riferendosi chiaramente a Smith. Decido di andare dietro la tenda del palco anch’io, tendendo fisso il mio fedele muso, quello offeso che uso sempre quando sono arrabbiata o gelosa. Mi segue Blaze, con il romanzo in mano, evidentemente irritata; prima che lei possa salire quei pochi gradini che collegano le quinte con il resto della sala, Silver le si avvicina dando vita ad uno strano sorriso in volto, ma dal suo fischiettare innocente sembra abbia qualcosa in mente …

<< Cosa vuoi? >> gli domanda la mia amica dai capelli viola senza degnarlo di uno sguardo.

<< Da perfetto gentleman, mi offro di mantenerti il libro. >> dice, per poi alzare e abbassare ripetutamente e velocemente le sopracciglia.

Blaze rotea gli occhi al cielo.

<< Tieni. >> gli risponde senza troppi giri di parole, quasi lanciandogli il romanzo sul petto, che lui afferra prontamente con le braccia.

Sta per ringraziarla, ma la mia amica non gli lascia tempo e ci raggiunge a grandi falcate.

<< Lo leggerà. >> le dice Rouge guardandosi le unghie di una mano.

<< Non mi importa più di tanto. >> risponde Blaze appoggiandosi contro una parete. << Quale canzone facciamo? >>

<< Bella domanda. >> dico subito dopo aver sospirato rumorosamente.

<< Se qualcuno avesse tenuto chiusa la bocca, forse non ci saremmo ritrovate in questa situazione. >> dice Cream guardando male Sticks.

<< Hey, calmati! >> risponde “qualcuno”.

<< Ragazze, ma non credete che stiamo discutendo per qualcosa di inutile? >> interviene Cosmo mettendosi al centro del cerchio che abbiamo formato.

<< Ha ragione Momo. >> dice Rouge poggiandole una mano su una spalla.

<< Non chiamarmi “Momo”! >> si agita lei, rompendo l’atmosfera seria che si era creata.

<< Propongo di esibirci con “Remember When”. >> dice Blaze schioccando le dita velocemente.

<< Eh?! Avril Lavigne?! Ma sei impazzita?! La sua tonalità è difficilissima! >> mi lamento sporgendo il labbro inferiore.

<< Lo so, ma non mi vengono in mente altre canzoni che comprendono tutti i nostri strumenti. >> mi risponde, poi fa qualche passo avanti. << Chi è con me? >>

Tutte alzano la mano e puntano lo sguardo su di me, mettendomi alle strette.

<< E va bene, facciamo Avril Lavigne. >> dico alzando senza voglia la mano.

Saliamo definitivamente sul palco e i nostri occhi cadono su tutti i presenti in sala: si sono seduti sulle poltrone, proprio come se fossero ad uno spettacolo, Hedgehogs inclusi, bellamente spaparanzati in prima fila. Vedo Blaze serrare la mascella per non commentare ma la ignoro, altrimenti finirei per dovermi mordere la lingua per non parlare troppo. Mi sistemo al centro del palco e sistemo l’asta del microfono in modo che arrivi alla mia altezza; alla mia destra ci sono Cosmo con il violoncello e Cream con il violino, alla mia sinistra Rouge si è sistemata con Pink, mentre dietro ci sono Sticks alla batteria e Blaze al pianoforte laccato di nero.

Delle note di pianoforte si diffondono nell’aria: sono familiari, riesco a percepire che sono state create dalle mani agili di Blaze. Schiudo le labbra e mi lascio trascinare dal ritmo di questa canzone favolosa. Se prima ero spaventata perché non credevo di riuscire a riprodurre bene la tonalità di questa canzone, ora sono tranquilla, perché ho realizzato di averla azzeccata in pieno: la mia voce è come quella originale, quella di Avril, ma conserva la sua autenticità, quella che dovrebbe avere ogni cantante che si rispetti.

Quando supero il ritornello mi ritrovo a sorridere, stando ad occhi chiusi: la canzone è arrivata alla mia frase preferita, la frase che mi ha fatta innamorare di quest’opera …


“I remember when it was together ‘til the end

Now I’m alone again, where do I begin?”


Pochi versi dopo Rouge e Blaze mi fanno da eco; normalmente questo compito spetterebbe a Cream e Cosmo, ma ora sono troppo impregnate a suonare i loro personali strumenti per preoccuparsi di cantare. Si è aggiunta anche Sticks con la batteria, dando un minimo di ritmo al tutto.

Il resto della canzone scorre in fretta e, proprio ora che stavo iniziando a divertirmi, le ultime note si disperdono nell’aria, obbligandomi a riaprire gli occhi: guardandomi attorno noto che sono rimasti tutti a bocca aperta, mentre Smith ha un sorriso compiaciuto stampato in volto. Rouge sorride e dice il titolo e la cantate originale, poi tutti iniziano ad applaudire, compresi i ragazzi che tanto ammiro.

Ci allineamo e poi ci inchiniamo contemporaneamente tenendoci per mano.


***


Questo vento gelido mi obbliga a tenere fermo il colletto del giubbino per coprire meglio la gola: non devo assolutamente ammalarmi, o finirò per prendere strigliate da Eggman, senza contare il fatto che Sticks verrebbe a farmi visita passando dalla finestra di camera mia, come ha già fatto una volta. Ricordo perfettamente quel giorno …


<< Ma si può sapere perché dalla finestra?! >>

<< Per non far sapere agli alieni che sei malata, altrimenti ti rapirebbero seduta stante! Loro sono ovunque e ci osservano sempre … >>

<< Hai ragione, passando dalla finestra non avrai attirato l’attenzione per niente. >>

<< Sei sarcastica? >>

<< Sì, idiota! >>


Rido ancora per quella volta. Sono già passati due anni, ma lo ricordo come se fosse stato ieri.

Starnutisco improvvisamente.

“Cavolo, avrei dovuto mettere una sciarpa! Va bene, domani mattina me ne ricorderò …” penso tirando su col naso.

Proprio in questo momento, qualcuno mi afferra una spalla e …

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Sì, metto suspence a caso. Vi piace il mio essere cattivo? In compenso ho aggiornato in fretta, perciò sono immune ai vostri imprechi XD

Shadow: Seriamente c’è qualcuno che perde del tempo per imprecare contro di te?

Mi piace pensarlo.

Shadow: Masochista.

Simpaticone.

So che in questo chappy non succede poi chissà che (e c’è anche una vena di ironia che magari non fa neanche ridere una iena), ma prima di scrivere mi sono fatta un filmino mentale che mi piaceva troppo e che ho cercato di rendere al meglio narrandolo in questo (chiamiamolo) capitolo transitorio. In realtà volevo continuare a scrivere inserendo anche l’avvenimento principale, ma sarebbe uscito qualcosa di troppo lungo, perciò ho deciso di dedicargli un capitolo intero, per caratterizzarlo meglio. (Raga, volevo aggiornare in fretta XD) Fatemi sapere se ho fatto bene o no, okay? In compenso, vi do il giusto ordine delle ragazze quando sono sedute (magari c’è qualcuno che non ha ben capito) … So che non è importante, ma io lo voglio scrivere lo stesso u.u

Da sinistra: Sticks, Cosmo, Amy, Cream, Blaze, Rouge.

La canzone di Avril Lavigne vi consiglio di ascoltarla, se non la conoscete, perché è davvero favolosa! Purtroppo il mio essere idiota non mi permette di inserire il link (perché sono scema, appunto), quindi cercate tranquillamente su internet, che la trovate ;)   In più, il fatto della frase è vero: trovo che sia la parte più significativa della canzone, anche se tutto è un capolavoro, senza dubbi.

Comunque spero di aggiornare in fretta. Nel frattempo lasciatemi una recensione, se volete ;)

See Soon Everyone!!

Channy


PS

Kou: In realtà sono io a rapire Amy.

MA TI STAI ZITTO?!

Kou: Noooope ;)

MA ALMENO DICI LA VERITÀ!!

Kou: Se proprio vuoi …

No, scherzavo ^^’   Gradisci dei muffin?

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Starnutisco improvvisamente.

"Cavolo, avrei dovuto mettere una sciarpa! Va bene, domani mattina me ne ricorderò …” penso tirando su col naso.

Proprio in questo momento, qualcuno mi afferra una spalla e mi fa girare, cogliendomi di sorpresa e facendomi spaventare; decido di chiudere gli occhi, ma più di una decisione è un istinto.

“Okay, Amy. Da piccola praticavi karate e ora fai danza: è praticamente la stessa cosa, basta che aggiungi un ceffone quando fai la pirouette. Semplice, no?!”

<< Amy, per favore, apri gli occhi! Sono io. >>

La voce femminile che sento è familiare, perciò faccio come mi è stato detto e apro lentamente un occhio, poi velocemente l’altro e metto a fuoco la persona che mi sta di fronte: è Blaze e sembra avere il fiatone.

<< B-Blaze! Mi hai spaventata! >> strillo, dimenticandomi che siamo in mezzo alla strada e che tutti i passanti ci stanno fissando.

Infatti, le sue guance si tingono di rosa, ma tenta di nasconderlo abbassando la testa, forse per non farsi riconoscere da qualcuno. A questo punto non faccio a meno di porgermi una domanda: da quando è così timida? Se fosse stato un po’ di tempo fa, sicuramente se ne sarebbe fregata, urlandomi contro qualcosa per rimproverarmi. Mi sono persa qualcosa, per caso? Cosa sta succedendo in questi giorni, che è tutto così … Opposto?!

<< Vorresti fare quattro passi con me prima di tornare a casa? >> mi chiede spingendo un sassolino giù dal marciapiede con un piede.

È ufficiale: è successo qualcosa ed io non so niente. Blaze non inviterebbe mai qualcuno a fare anche solo una passeggiata, perché è fatta così. E quando dico “mai” è mai.

Annuisco vivacemente con un sorriso energico stampato in faccia e lei, nel vederlo, fa una smorfia mentre distoglie lo sguardo e lo punta sulla vetrina di un negozio di vestiti di marca; accorgendosi di aver sbagliato di nuovo soggetto da guardare decide di osservare il cemento della strada, dove sono dipinte le strisce pedonali, poco distanti da noi. Rido per il suo piccolo disagio, poi la predo a braccetto e ricomincio a camminare, mentre lei tenta di affiancarsi a me.

Il parco non è molto lontano, quindi decido di dirigermi direttamente lì, approfittando del fatto che questo pomeriggio sembra essere molto meno ventilato rispetto a stamattina. Tutti questi cambiamenti repentini di temperatura mi fanno ricordare, con un sorriso, Cream e Cosmo, l’anno scorso, impegnate con le proteste e i cortei contro l’inquinamento ambientale: insistettero tanto perché partecipassimo tutte, ma la giornata finì con la fronte di Blaze decorata con un bernoccolo e tutte le mie unghie spezzate, senza contare tutte le scuse che ci chiesero quelle due ambientaliste, mortificate per averci trascinato in quell’enorme mischia.

Ci sediamo su una panchina che ci sembra minimamente più pulita rispetto alle altre e appoggiamo gli zaini di lato, così da stare più comode.

<< Allora? Volevi dirmi qualcosa? >> le domando buttando la testa all’indietro e iniziando ad osservare il cielo nuvoloso.

<< Beh, sì … >> fa lei, temporeggiando.

<< Dimmi. >> le dico di rimando: potrebbe venire a piovere da un momento all’altro, meglio che ci sbrighiamo.

<< Devo essere diretta? >> mi chiede, quasi come se fosse un permesso.

<< Sì, dai, non preoccuparti. >> le concedo con un sorriso.

Con la coda dell’occhio la vedo fare un lungo sospiro mentre tiene la testa piegata in basso.

<< È tornato. >> dice solamente e mi manca improvvisamente il fiato.

<< Chi? >>

<< Lo sai. Lui. >>

Mi rimetto composta e guardo Blaze negli occhi: i suoi sono tristi, ma non spenti. C’è uno strano luccichio, un luccichio che non le ho mai visto. Giuro che in questi giorni mi farò confessare tutto quello che è successo, dovessi usare le maniere forti! Ma oggi no, non è il caso.

<< No, è impossibile. >> dico ridendo nervosamente. << Aveva detto che sarebbe tornato dopo Natale, a gennaio. Ora siamo a novemb-- >>

<< L’ho visto fuori scuola, quando siamo usciti. Stava cercando di seguirti, ma poi è stato bloccato da Daniel. >> mi dice, per poi scostarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Mi metto le mani in testa: lo so, mi rovinerò sicuramente l’acconciatura, ma in questo momento sono maggiormente preoccupata per questa brutta notizia.

Blaze si sta riferendo a Jeton Woods, un ragazzo che frequenta il mio stesso corso di chimica e a cui do ripetizioni nonostante io non sia tanto brillante in questa materia. La verità è che lo conosco da qualche anno e mi è sempre stato molto antipatico, con i suoi modi di fare da prepotente e da bullo: pretende di essere il migliore e vuole sempre avere ragione *[n.d.Channy: Mi ricorda qualcuno *coff* Ayato Sakamaki *coff*]* . L’anno scorso girava voce di una sua presunta cotta nei miei confronti, ma non ho mai voluto indagare più a fondo per paura di cadere in una delle sue trappole a doppi fini; ho semplicemente lasciato correre la voce, dimostrando il contrario facendo finta di non sapere nulla, sotto consiglio delle ragazze. Il risultato è stato semplicemente che la voce è sparita dopo neanche una settimana ma, con essa, Jeton aveva iniziato a “darsi da fare di più”. Non ricordo bene il motivo della sua partenza repentina a inizio anno scolastico né dove sarebbe andato, ma ricordo chiaramente che mi disse:


<< Ci vediamo a gennaio, zuccherino. >>

<< Jet, ti ho detto mille volte di non chiamarmi “zuccherino”. >>

<< Ed io per mille volte ero impegnato a specchiarmi nel mare dei tuoi occhi. >>


Le frasi che mi diceva ogni giorno erano belle e sarei anche arrossita, se solo fosse stata un’altra persona a dirmele.

<< Va bene. >> dico dopo essere stata in silenzio per non so quanto tempo. Rilasso i muscoli e smetto di torturarmi i capelli.

<< “Va bene” cosa? >> mi chiede Blaze guardandomi con aria confusa.

<< Jeton torna in città. Va bene. Male che vada lo picchierò stile in “Alive” (*), tanto ho imparato le mosse! >>

Blaze, dal canto suo, si mette a ridere, mettendosi le mani sulla pancia: la sua risata è contagiosa, perciò rido anch’io, sempre più intensamente.

<< Sono sicura che succederà davvero. >> dice tra una risata e l’altra. << Quando lo farai voglio essere presente! >> aggiunge ed io annuisco vivacemente.


***


Milù è seduta a terra e mi guarda con i suoi occhi grandi; la lingua rosa, di tanto in tanto, fa capolino ad accarezzare il musetto, per poi rintanare velocemente, facendomi sorridere dolcemente. Non so bene cosa voglia, perciò mi limito a guardarla negli occhi per tentare di capire: tuttavia, è da più di dieci minuti che va avanti così, ma sono ancora a zero nella scaletta della comunicazione telepatica felina.

Il pavimento della cucina è freddo, ma non intendo alzarmi per sedermi su una delle sedie del piccolo tavolo in metallo che si fa ben notare, stando al centro della stanza. Preferisco star seduta qui a terra a gambe incrociate e con la schiena poggiata contro la colonna forno, piacevolmente calda grazie alla torta di mele che zia Ella ha messo a cuocere prima di uscire di casa per andare a messa con Vanilla, la madre di Cream. Il profumino di mele dolci si è sparso velocemente per la cucina, ma sono convinta che anche l’entrata, il salotto e metà piano di sopra si siano profumati di quest’odore delizioso.

Guardo l’orologio dallo schermo del mio cellulare: sono le sette in punto, la serata è ancora lunga ed io non so cosa fare. Per la prima volta nella mia vita non ho voglia di ascoltare la musica né girovagare su internet, mentre nessuna delle ragazze è online su Whatsapp, quindi posso chiacchierare solo con Milù, accontentandomi di non ricevere risposte. Mi scappa un buffo di noia mentre mi guardo intorno in cerca di qualcosa da fare; non posso nemmeno pulire camera mia, dato che l’ho già fatto ieri mattina. La manicure è a posto e la lavatrice ha già finito il programma da qualche ora, i panni sono già stesi; non ho nessun libro nuovo da leggere e non ho intenzione di studiare un minuto di più.

<< E va bene, Milù. >> dico mettendomi le mani sui fianchi. << Passeremo questa serata io, te e la televisione tutte solette, sei d’accordo? >>

Milù si rimette in piedi e fa per correre in salotto, ma viene prepotentemente fermata – e spaventata – da campanello di casa, che suona due o tre volte, facendo sussultare leggermente anche me.

Mi alzo in piedi lentamente, chiedendomi chi possa essere a quest’ora: è tutto buio e freddo, nonostante l’orario, perciò chi è il pazzo che è venuto a bussare?

<< Come non detto! >> esclamo, divertita dalla mia gattina bianca, corsa via da qualche parte.

Il campanello suona nuovamente, questa volta da’ un suono veloce e frettoloso. Vado all’entrata e guardo allo spioncino: il cuore manca di un battito non appena riconosco una folta chioma di capelli blu sparata in alto dalla gelatina. Apro lentamente la porta e mi ritrovo davanti quei due occhi verde prato, che ho sempre sognato di notte e desiderato guardare senza uno schermo a fare da intermediario.

<< Hey, Amy! >> esclama con un largo sorriso sulle labbra.

Crede che non mi renda conto di quanto è nervoso: idiota, glielo si legge in faccia.

<< Hey, Sonic. >> lo saluto pacatamente aprendo di più l’uscio. << Cosa ci fai qui? >>

Lui pare ignorare il mio tono di voce pungente e, forse, gliene sono grata: non mi piace essere arrabbiata con lui, ma il mio stupido orgoglio non vuole dargliela vinta così facilmente.

<< Niente di che, mi chiedevo se ti andasse di fare quattro chiacchiere. >> mi risponde facendo finta di nulla.

Sono tentata di sbattergli la porta in faccia, ma decido di farlo entrare, consigliata dalla fangirl che è in me.

Mi sposto di lato, invitandolo silenziosamente a non starsene lì impalato ma ad entrare in casa, dove fa più caldo grazie al riscaldamento automatico che si è attivato più di un’ora fa. Sonic varca la soglia d’ingresso e inizia a guardarsi intorno, studiando ogni minimo dettaglio degli oggettini che lo circondano.

<< Uh, ho l’onore di vedere per primo Casa Rose! >> cinguetta con un sorrisetto malizioso in viso. << C’è qualcun altro oltre noi? >>

<< No, non c’è nessun altro. >> rispondo, evitando di specificare la persona mancante all’appello.

<< Lavoro? >>

<< No, chiesa in verità. Dovrebbe rincasare tra un’ora. >>

Sonic si limita ad annuire mentre gli indico il divano del salone, dove si siede subito dopo essersi tolto il giaccone blu. Mi rendo conto che il mio outfit lascia a desiderare, così mi congedo educatamente, ripromettendomi di tornare da lui il prima possibile. Una volta fuori dal salone, mi fiondo sulle scale, che salgo a perdifiato, per poi chiudermi velocemente in camera; apro l’armadio e prendo i jeans di stamattina, per poi buttarli sul letto. Decido di rimanere con la maglia che indosso già ora, ma infilo velocemente un cardigan color mirtillo, dicendomi mentalmente che è solo perché sento freddo. Sfilo agilmente i pantaloni della tuta nera ed infilo i jeans saltellando – un classico per chi va di fretta – per poi sciogliermi i capelli, che sono rimasti legati per tutta la giornata. Decido di lasciare le pantofole qui in camera e di rimanere con i calzini e gli scaldamuscoli che di solito uso durante le lezioni di danza moderna.

Corro di sotto e rischio di scivolare appena finisco di scendere la rampa di scale, ma riesco ad aggrapparmi al corrimano prima che sia troppo tardi. Prima di entrare nel salotto vedo che Sonic si è alzato dal divano ed ora mi sta dando le spalle, impegnato ad osservare alcune foto disposte su una mensola vicino il televisore.

<< Eccomi. >> lo avverto, esultando mentalmente per essere riuscita a cambiarmi veramente in cinque minuti, forse anche di meno.

Sonic si gira di scatto, ma non sembra spaventato; indica una foto in particolare con il dito indice.

<< Quanti anni avevate qui? >> mi domanda con voce curiosa.

Mi avvicino e mi affianco per capire di che foto sta parlando. Sorrido nel vedere me, Blaze, Cream e Cosmo sorridenti all’obbiettivo, mentre ci teniamo per mano in un parco illuminato dal sole mattutino.

<< Non ricordo con precisione. Intorno ai nove. >> rispondo senza riuscire a togliermi il sorriso ebete dalla faccia.

<< Carine! >> commenta lui osservando attentamente le nostre espressioni felici.

Gli occhi mi cadono su una figura bianca che gattona furtivamente vicino la poltrona, ma decido di ignorare Milù ancora per un po’. Sonic non sembra accorgersi della sua presenza perché troppo concentrato su una foto dove sono in braccio a zia Ella. Questa la ricordo bene: era il giorno del suo compleanno, due anni fa, ed era così felice perché le organizzai una festa da sola, riunendo tutti i parenti a lei più cari e riuscendo perfettamente nell’intento, forse anche con l’aiuto della Dea Bendata.

<< Questa donna è tua madre? >> domanda indicando proprio mia zia, che sorride caldamente e tiene gli occhi chiusi.

“No.”

<< Sì. >> mento arricciandomi una ciocca di capelli con un dito.

<< Non vi somigliate molto. >> commenta portandosi una mano al mento.

<< Ho preso molto da mio padre, in verità. >>

<< Capisco. >>

Io, invece, non riesco a capire il perché di tutte queste domande: voleva chiacchierare, non farmi un interrogatorio, o sbaglio? Come se mi avesse letto nel pensiero, cambia improvvisamente argomento, annusando l’aria con gli occhi chiusi.

<< Cos’è questo profumino? >> mi chiede con gli occhi luccicanti.

<< La torta di mele in forno. >> rispondo, poi aggiungo: << Non sarà pronta prima di mezz’ora. >>

Mi fa un sorriso che potrebbe illuminare una città col blackout.

<< Domani me ne porteresti una fetta a scuola? >>

Sento le goti scaldarsi, ma devo mantenere la calma e il controllo: mi ha solo fatto una domanda, diamine!

<< Vedremo. >> rispondo sforzandomi di fare un occhiolino.

Sonic ride e torna a sedersi sul divano, io lo seguo a ruota. Si lascia assorbire dai cuscini e divarica le gambe, mentre io mi limito a mettermi a gambe incrociate. Vedo Milù che salta sul divano con poca fatica e trotterella sulle mie gambe, alla ricerca di una posizione comoda per schiacciare un pisolino; una volta spaparanzatasi tra le mie gambe e aver appoggiato la testolina sul mio cardigan, emette delle fusa quando le accarezzo un orecchio, poi chiude gli occhi e il suo respiro si fa più lento e pesante.

<< Non sapevo avessi un gatto. >> mi fa notare osservando il suo pelo morbido e bianco.

<< Si chiama Milù. >> rispondo leggermente offesa per il fatto che non abbia capito che Milù non è “un gatto” ma “una gatta”. Lo so, sono noiosa, ma tengo davvero tanto a questa creaturina che sta sonnecchiando beatamente tra le mie braccia.

Lui resta in silenzio per un tempo che non riesco a decifrare. L’aria si fa pesante, sento il respiro mancarmi, ma allo stesso tempo mi sembra così surreale il fatto che Sonic, il Sonic che ammiro così tanto, sia qui, a casa mia, nel mio salotto, accanto a me. Ho sempre sognato questo momento e avrei davvero tante di quelle cose da dirgli, eppure resto zitta e ferma per paura di rovinare tutto, col costante timore di infrangere questo momento magico, oserei dire.

<< Sei stata bravissima stamattina. >> dice evitando il mio sguardo confuso.

Si sta chiaramente riferendo alla performance di questa mattina, quella che il professor Smith ci ha obbligato a fare: be’, sì, ammetto di essere riuscita ad entrare perfettamente nella tonalità della canzone senza copiarla del tutto e di essere riuscita a moderare il fiato, ma non pensavo gli fosse piaciuta così tanto, come esibizione improvvisata. Dopotutto, lui è un professionista.

<< Grazie, ma non dovresti dirlo solo a me. Sono state le altre a darmi il giusto ritmo e la giusta tonalità per la canzone. >> rispondo, facendo la modesta.

<< Infatti a loro già l’ho detto. >> dice troppo velocemente.

<< Sei venuto per dirmi questo? >> gli chiedo senza troppi peli sulla lingua.

Si gratta distrattamente la nuca.

<< Sì. Cioè no, era solo un pretesto. >> dice esitando un po’. << So che hai chiacchierato con Tails, perciò … >>

<< Tails ti ha detto di cosa abbiamo parlato? >>

<< Sì. >> risponde sinceramente. << Mi ha fatto una lavata di capo. >> aggiunge ridendo.

Io resto in silenzio, tentando di non ridere insieme alla sua risata cristallina.

Torna improvvisamente serio, puntando i suoi occhi verdi nei miei.

<< Amy, scusami per l’altro giorno … Dico sul serio, ancora non mi sono abituato all’idea che in questa scuola non sono poi così fantastico, dato che ci sono tanti degni rivali per la mia band. Di solito sono sempre al centro dell’attenzione, ma qui è … Come posso dire? … Diverso, forse. Ero geloso, ecco, volevo avere delle attenzioni. Non so cosa mi sia preso. >>

Sono colpita da quelle parole sputate tutte d’un fiato: è come se le avesse dette involontariamente, come se l’avesse fatto solo per togliersi un peso di dosso.

<< Okay. Sei scusato, Sonic. >> gli rispondo sorridendo.

Per qualche infinito secondo ho una discussione con la mia coscienza, quella che ogni tanto si diverte a farmi dannare e a farmi venire i sensi di colpa. Come previsto, vince lei, quindi mi vedo costretta a dire:

<< Però mi scuso anch’io. Non avrei dovuto prendermela. >>

Lui torna a guardarmi e si avvicina leggermente.

<< Ma cosa dici?! Non ti devi scusare, la colpa era mia. >> dice picchiettandomi un dito indice su una guancia.

“Lo penso anch’io ma, sai, la mia coscienza non getta la spugna così facilmente.”

<< Sì, ma … >>

<< Ma se proprio vuoi, allora sì, accetto le tue inutili scuse. >> mi interrompe, ghignando.

Mi lascio scappare un sospiro di sollievo e mi concedo di rilassare i muscoli, abbandonandomi definitivamente alla morbidezza dello schienale del divano.

Sonic guarda l’orologio e, svegliando Milù, si alza e infila il giaccone, dicendomi che è costretto a rientrare a casa, altrimenti sarà costretto a subire le “noiose chiacchiere” di Vector. Non preoccupandomi per la mia gattina – che credo si sia rifugiata sulle scale, come è solita fare quando scatta via – mi alzo e accompagno il mio cantante preferito alla porta, aprendola lentamente; uno spiffero di aria fredda mi fa rabbrividire.

<< A domani, Sonic. >> lo saluto sorridendo.

<< A domani, Amy Rose. >> mi risponde, poi mi fa l’occhiolino. << Non dimenticarti la torta! >>

Lo rassicuro con un occhiolino di rimando, poi lo vedo correre via e scavalcare con un balzo il muretto che delimita il cortile anteriore di casa. Sparisce nell’oscurità della notte e, per un momento, sono preoccupata per lui: insomma, una star come lui in giro da solo di notte!

“Se la caverà …” Richiudo la porta e mi appoggio al muro.

Sento il rumore di qualcosa in frantumi, così abbasso lo sguardo: la statuetta appoggiata sulla mensola di fianco a me si è scomposta in tanti pezzi, attirando l’attenzione di Milù, che si avvicina a me e mi guarda con la testa curiosamente piegata di lato.

<< Che c’è? >> le chiedo retoricamente abbassandomi alla sua altezza. << I collage sono molto divertenti! >>

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Eccomi con questo aggiornamento! Che ne dite? Pensate che abbia sbagliato qualcosa? Vi piace la riappacificazione tra Sonic ed Amy? Fatemelo sapere con una recensione, se vi va, okay? ;D

Scusatemi se in questo Angoletto non sono presenti belle chiacchierate con i ragazzi, ma ho ben deciso di metter loro il “silenzioso” per questa volta, dato che vado di fretta. Scommetto che più tardi mi ammazzeranno, ma dettagli.

Grazie mille anche solo per aver letto, lo apprezzo tanto. Noi ci leggiamo nel prossimo chappy XD

See Soon Everyone!!

Channy


(*) Alive

Ovviamente mi riferisco alla canzone di Sia, quella dove c’è quella bambina che combatte con un avversario immaginario o, comunque, che si allena. Messaggio a libera interpretazione ^^

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Capitolo 12
*** Sorry~ ***


Hi Everyone!!

 

Questo non è un capitolo vero e proprio, ma una specie di Angoletto dell’Autrice!! che uso per dirvi un paio di cose.

Prima di tutto, mi scuso per non aver aggiornato durante il mese di dicembre. Mi rendo perfettamente conto di non aggiornare da più di un mese, e questa cosa lascia perplessa anche me! Dicembre è passato molto velocemente per quanto mi riguarda, perciò diciamo che non mi sono resa conto del passare del tempo. Ammetto di aver oziato un po’ durante il periodo natalizio, ma credo mi sia stato ben concesso, dato che ho passato il mese di novembre a fare interrogazioni e compiti in classe da suicidio, senza contare la settimana in cui sono rimasta a letto con la febbre a 39 O.o Ora che la scuola è ricominciata mi sento nuovamente in forze, perciò ricomincerò a scrivere, distribuendomi per bene il lavoro in modo da soddisfare un po’ tutte le sezioni in cui scrivo attivamente.

Non ho aggiornato molto neanche nelle sezioni dove si trova l’altra mia long principale perché, purtroppo, ho avuto un blocco creativo generale: sono praticamente stata senza idee per più di due settimane e la cosa mi ha fatta rimanere sorpresa negativamente, soprattutto perché, di solito, ho sempre parecchie idee per le storie che scrivo. Ho provato a rimediare buttando giù qualche one-shot oppure qualche flashfic, ma non sono rimasta soddisfatta dei risultati e così ho deciso di non pubblicarle.

Mah, sarà il freddo che mi ha congelato il cervello e non mi fa più scrivere roba buona, ma vabbeh.

Inoltre, ho notato che questa long sta avendo un calo di “successo” (se così si può chiamare) e la cosa non mi fa certamente piacere; avevo ipotizzato che fosse dovuto alla trama della storia in generale, perciò inizialmente avevo optato per cambiare qualcosa, ma poi mi sono accorta che, quando scrivo un capitolo, divento ripetitiva, per certi versi. Magari è così, magari non lo è, ma questo è un mio giudizio personale, una mia autocritica. Per riuscire a superare questa mia piccola fissazione (anche se i pignoli come me quando s’impuntano su una cosa è la fine, ma dettagli) ho deciso di smettere di correre coi capitoli e rileggerli più volte, fino alla nausea se necessario, prima di pubblicarli, perciò vi chiedo di pazientare un po’.

Il prossimo capitolo è scritto a metà, perciò mi basta concluderlo e smettere di farmi paranoie mentali; per la settimana prossima dovrebbe essere pronto o almeno spero.


Ringrazio vivamente tutti i miei lettori e sostenitori, anche i silenziosi!


See Soon Everyone!!

 

Channy

 

                     

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***


Per fortuna oggi è una giornata soleggiata, anche se comunque fredda. È appena iniziato dicembre e, nonostante manchino ancora due settimane a Natale, l’entusiasmo sta contagiando prematuramente tutte le persone che mi circondano. Tuttavia questo non giustifica affatto l’enorme maglione che ho deciso di indossare: è rosso, con sopra disegnato un pupazzo di neve sorridente. Non l’ho messo perché mi piace – anzi, non mi piace per niente –, né perché me l’ha regalato mia nonna; l’ho indossato semplicemente perché spero, con questo, di “spaventare” Jeton e tenerlo lontano da me il più possibile. Infatti oggi lo rivedrò dopo tanto tempo – tanto tempo per lui, non per me – e prevedo che la cosa sarà parecchio … Intensa.

Il cortile anteriore della scuola è affollato, perciò decido di aspettare l’inizio delle lezioni in corridoio: magari sono fortunata, Jeton potrebbe essere seduto scompostamente su una panchina qui fuori, circondato da tutti i suoi amici. Mi convinco di questa possibilità e, dopo aver tenuto gli occhi chiusi per un po’, li riapro e, con passo deciso, quasi imitando una marcia militare, mi dirigo all’entrata della struttura, infilandomi in corridoio qualunque. Ho la fortuna di incontrare Cream e Cosmo vicino all’armadietto di quest’ultima, intente a parlare tranquillamente. Appena entro nel loro campo visivo, però, le loro espressioni facciali mutano: da felici e rilassate diventano ansiose e preoccupate.

<< Amy! >> esclamano in coro venendomi incontro e dandomi un abbraccio a turno.

<< Buongiorno anche a voi! >> le saluto sorridendo.

Sono di ottimo umore stamattina, perciò spero di non rovinarmi la giornata: si stanno preparando per dirmi qualcosa, ma credo proprio di sapere già cosa …

<< Ascolta … Ti ricordi l’anno scorso, quando ti frequentavi, diciamo, con Jeton Woods? >> inizia Cosmo dondolandosi sui talloni.

<< Certo. Come potrei dimenticarlo? >> domando retoricamente tuffando le mani nelle tasche dei jeans.

<< Ecco, questo è il punto. È tornato. >> dice Cosmo tutto d’un fiato.

Vedendo che non ho particolari reazioni, specialmente quelle che si aspettano loro, Cream mi afferra per le spalle e inizia a scuotermi avanti e indietro.

<< Parla! Di’ qualcosa! Sputa il rospo! >> urla continuando a spintonarmi.

Con un’occhiata arrabbiata la obbligo a fermarsi, poi faccio un bel respiro.

<< Lo sapevo già. >> confesso, sorridendo divertita nell’osservare le facce sbalordite delle mie due amiche.

<< Come “lo sapevo già”? Volevo essere io a dirtelo. >> dice Rouge facendo sporgere il labbro inferiore, spuntandomi da dietro le spalle.

<< Troppo tardi. >> rispondo dopo averle dato un bacio guancia a guancia.

<< Chi è stato più veloce di me? >> domanda sempre lei.

<< Indovina. >> le dice Blaze ad alta voce per farsi sentire, dato che, camminando, non si è ancora avvicinata del tutto a noi.

<< No, non ci credo! Quel fantoccio con un’alga in testa è di nuovo qui?! >> commenta Sticks, spuntando dal nulla.

<< Da quanto tempo stai ascoltando? >> le domando dopo essermi ripresa dal colpo, con una mano poggiata sul petto, come a fermare il battito accelerato del cuore.

<< Da tanto tempo. >> risponde lei. << Se non mi avete vista è perché so confondermi perfettamente con l’ambiente circostante! Ricordate: io sono ovunque e da nessuna parte … >>

<< Come gli alieni. >> le risponde Blaze incrociando le braccia.

Sticks sembra rifletterci un attimo, poi scatta sull’attenti.

<< Oh no … Sto … Io … Sto diventando una di loro! >> esclama, per poi correre via. << NON MI AVRETE MAI! >>

Sento Cream ridere alla reazione della nostra amica fuori di testa, ma poi esclama:

<< Non è il momento di divertirsi! >>

Rouge circonda le spalle di Blaze con un braccio.

<< Allora … Da quanto fai pettegolezzi? >> le chiede alzando e abbassando velocemente e ripetutamente le sopracciglia.

Dal canto suo, Blaze si scosta violentemente e, dopo aver esclamato un “Io non faccio niente del genere”, si allontana, diretta in classe. Io rido a crepapelle, portandomi le mani sullo stomaco e piegandomi in due: sono buffe, queste ragazze. Mi chiedo come facciano a sorprendermi ogni giorno.

<< Oh, guardatela! La nostra Candy è felice e spensierata! >> commenta Rouge afferrandomi le guance con le dita e facendomi male, come facevano i miei parenti quando ero una bambina – e succede tutt’oggi, a volte.

<< Rouge, mi fai male! >> mi lamento tentando di smettere di ridere.

<< Ma sei così paffuta! >> dice gonfiando le guance.

<< Non sono paffuta, smettila! >>

La campanella ci interrompe, mentre i corridoi iniziano a svuotarsi velocemente. Cosmo si schiarisce la voce e tende una mano verso di noi.

<< Rouge Moore, potresti gentilmente rendermi la paffuta? Dovremmo andare a lezione. >> dice con tono volontariamente altezzoso.

Rouge molla la presa sulle mie guance e mi da una spintarella, che mi fa avvicinare a Cosmo.

<< Con molto piacere, Cosmo Garcia. >> risponde lei per poi fare un piccolo inchino e allontanarsi, per raggiungere la sua classe insieme a Cream.

Resto un attimo spaesata, ma poi m’inchino lievemente a Cosmo, fingendo di avere una gonna.

<< Lieta della tua compagnia, Garcia. Vuole rendermi l’onore di essere suggerita durante l’interrogazione di cittadinanza e diritto? >>

<< Ma come? Non hai studiato, Rose? >>

<< Diciamo che è successa una cosa … >>

<< Sarebbe? >> fa lei, subito interessata.

La afferro per un braccio e inizio a correre verso la nostra classe, obbligandola ad avere il mio stesso passo veloce.

<< Te lo dico dopo! >>

<< Sei crudele! >> esclama ridendo, anche se inizialmente aveva intenzione di fare l’offesa.

***

Finalmente è iniziata la pausa pranzo, così posso finalmente concedermi una pausa e rilassarmi: alle prime ore sono stata interrogata in cittadinanza e poi ho fatto un compito in classe sull’arte cavalleresca. Un vero spasso, soprattutto quando ho realizzato che in mezz’ora ero riuscita a rispondere solo a due domande a risposta multipla. Che bello, porca miseria!

Mentre camminiamo a passo lento per i corridoi per raggiungere la mensa, Sticks mi trotterella di fianco, canticchiando qualche allegra canzone in spagnolo; conosco bene lo spagnolo, ma proprio non riesco a capire che canzone sia. Forse perché la mia mente è concentrata altrove, mentre i miei occhi saettano in tutte le direzioni per controllare chi c’è e chi non c’è.

Ad un tratto mi ritrovo davanti Blaze che fa capolino da una piccola nube di fumo e per poco non mi spavento; faccio un balzo indietro e mi porto una mano sul cuore, mentre osservo le mattonelle del pavimento con gli occhi fuori dalle orbite. Sticks mi osserva continuando a reppare in spagnolo, anche se finisce per saltare alcune parole perché la velocità della canzone la fa imbrogliare.

<< Esagerata. >> commenta Blaze incrociando le braccia.

<< Non. Apparire. Così. Mai. Più. >> scandisco lanciandole una stilettata.

<< Come vuoi. >> taglia corto lei, per poi sorridere. << È un nuovo trucco di magia! In pratica si segue di nascosto una persona e quando lei meno se l’aspetta ci si para davanti. Il fumo era un effetto speciale. >>

<< FIGHISSIMO! VOGLIO PROVARCI! >> esclama una voce maschile alle spalle della mia amica, facendola sobbalzare insieme a me.

Blaze si volta velocemente e spalanca gli occhi, poi intravedo le sue guance infiammarsi.

“È proprio tenera, Blaze, quando fa così” penso sorridendo appena.

Silver la sta fronteggiando con gli occhi luccicanti e un sorriso entusiasta stampato in faccia, mentre tiene le mani vicino al viso chiuse in due pugni, leggermente tremanti per l’adrenalina che, sono sicura, gli sta scorrendo nel corpo in questo momento. Silver si è sempre entusiasmato un po’ troppo verso la magia e il paranormale, dimostrando al mondo intero questa sua passione che lo caratterizza sin dalla nascita.

Come faccio a sapere tutte queste cose? Oh, semplice: ho guardato ogni singola intervista che gli Hedgehogs hanno concesso, fino ad imparare tutte le registrazioni a memoria.

<< Ciao! >> esclamano in coro Tails e Sonic, mentre Knuckles accenna un ghigno e Shadow ci ignora bellamente.

Sticks schizza via “per paura di essere rintracciata da esseri paranormali che controllano costantemente le menti dei ragazzi” ed io la guardo annoiata, chiedendomi mentalmente perché continuo a frequentarla.

Knuckles indica Sticks con un dito indice e le sopracciglia aggrottate.

<< La sclerata è più folle di quanto credessi. >> commenta sbattendo un paio di volte le palpebre.

<< Effettivamente sì. >> rispondo tornando a guardarli. << Questione d’abitudine. >>

Shadow mormora un “patetico” e, subito dopo aver messo le mani nelle tasche della sua giacca di pelle nera, ci sorpassa velocemente, aumentando il volume della musica che sta ascoltando con delle grandi cuffie nere e rosse.

<< Lui invece è scorbutico. >> dice Sonic con una smorfia infastidita guardandolo allontanarsi.

Con la coda dell’occhio vedo Silver tempestare di domande Blaze, mentre lei tenta di indietreggiare di qualche passo, senza successo perché lui continua ad avvicinarsi a lei.

<< Comunque >> inizia Tails con un sorriso, mettendo una mano sulla mia spalla e l’altra su quella di Sonic. << Ora che avete fatto pace, sono proprio felice. >>

Io arrossisco leggermente, Sonic rimane a guardare il migliore amico.

<< … Da quanto sei così basso, Tails? >>

Al biondo inizia ad avere un tic all’occhio, mentre un nervo sulla sua fronte si rende ben visibile, dato che sta pulsando in maniera inverosimile. È solo quando accenno una risata divertita lui esplode, iniziando a imprecare contro Sonic e a tirare calci e pugni ad una parete vicina, ripetendo anche di non essere molto basso.

Sonic e Knuckles iniziano a ridere quasi rotolandosi a terra e, dopo essersi reso conto di quello che sta succedendo, Silver li segue a ruota, lasciando via libera a Blaze, che tenta di darsela a gambe. Nonostante stia ridendo stando piegata in due, riesco a capire che la mia amica dai capelli viola è stata improvvisamente colta dal bisogno di stare da sola in posto isolato: le capita spesso dato la sua natura solitaria, ma stavolta non posso proprio permetterglielo. Le prendo un polso, bloccandola. Lei mi rivolge uno sguardo tra l’irritato e lo spaventato.

<< Lasciami. >> mi ordina, ma io scuoto la testa per negare.

<< Resta a farmi compagnia. >> le rispondo riuscendo a smettere di ridere, ma continuo comunque a tenere le punte delle labbra all’insù.

<< Ci sono loro a farti compagnia. >> sussurra lanciando un’occhiata a Sonic che, ridendo ancora, tenta di riappacificarsi con Tails.

Scuoto nuovamente la testa.

<< Dai, non fare così. Piuttosto pranzo con te e do il due di picche a loro. >> dico facendole l’occhiolino.

Sentendo i suoi muscoli rilassarsi allento un po’ la presa sul suo polso, sapendo che non scapperà più.

Però nell’aria risuona una risata maschile e un po’ ironica, che mi costringe a stritolarle di nuovo il polso, facendo comparire sul suo volto una smorfia preoccupata. Io – e anche lei – conosco questa risata: l’ho sentita tantissime volte, fino ad impararla a memoria.

Mi giro lentamente in direzione della risata e, non appena incrocio quei due occhi color ghiaccio mi si gela il sangue nelle vene: il ragazzo che se ne sta lì, in piedi, a ridere sfacciatamente, è più alto di me e magro, ha la carnagione pallida che fa contrasto con i capelli verdi a cresta che non lo hanno mai fatto passare inosservato, con un ciuffo che gli ricade – e che gli è sempre ricaduto – davanti agli occhi, mentre le catene che decorano i suoi larghi jeans strappati mi fanno perdere del tutto il sorriso.

È lui.

Sapevo che questo momento, il momento del nostro rincontro, presto o tardi sarebbe arrivato; ho sempre sperato in un ritardo stravolgente ma, ora che è qui davanti a me, meglio togliersi questa spina dal fianco e riprendere le abitudini di una volta: evitarlo ed ignorarlo il più possibile.

Lui incrocia il mio sguardo e da vita ad un ghigno.

<< Hey, Zuccherino! >> mi saluta avanzando verso di me.

Indietreggio istintivamente di un passo.

Sonic e gli altri si sono accorti di lui e, notando i nostri scambi di sguardi – intervallati dai miei occhi incrociati con quelli di Blaze, in una muta richiesta di sostegno – hanno smesso di ridere e hanno iniziato anche loro a guardare uno dei miei incubi peggiori: Jeton Woods.

<< Hey, Jet. >> rispondo distaccata, ma senza interrompere il contatto visivo.

<< Ciao anche a te, dolcezza. >> stavolta si rivolge Blaze, che lo sta fulminando con lo sguardo.

<< Ciao. >> si limita a rispondere, con un broncio irritato.

<< Sono felicissimo di poterti vedere! >> esclama facendomi un gran sorriso.

“Non posso dire la stessa cosa, carissimo …”

<< Ma non saresti dovuto tornare tra tanto tempo? >> chiedo con un sorriso forzato.

<< Ti ho mentito. >> mi risponde senza troppi giri di parole. << Volevo farti una sorpresa. >>

<< Ma che bella sorpresa! >> commento sarcasticamente, maledicendolo mentalmente.

Blaze si accosta a me e mi sussurra:

<< Lo picchi in stile Alive ora o gli faccio qualche dispetto con un trucco di magia? >>

Prima che io possa rispondere – scegliendo la prima opzione – Sonic fa qualche passo verso di noi, con una strana luce che gli brilla negli occhi. Entra nel campo visivo di Jeton, che si gli rivolge tutta la sua attenzione.

<< Oh, Sonic Cooper, il leader indiscusso degli Hedgehogs! >> dice, fingendosi sorpreso.

<< In carne ed ossa. >> risponde Sonic con un sorriso apparentemente cordiale. << E tu saresti …? >>

<< Jeton Woods. >> risponde Jet, per poi allungare una mano verso Sonic, che gliela stringe senza esitare neanche un attimo.

Il tempo sembra fermarsi, o almeno per me. Mi vedo illuminata da un riflettore, mentre tutto il resto è ombreggiato e immobile, perché non importante. Davanti a me ci sono Sonic e Jet, che si guardano in cagnesco, anche se le loro labbra continuano ad essere contorte in un sorriso e le loro mani rimangono ancora unite. Sono perfettamente al centro tra loro due, come in bilico su un filo. È una sensazione stranissima, che mi lascia a corto di fiato. Per poter ricominciare a respirare normalmente mi concedo un respiro lungo e profondo, anche per calmarmi, ed è proprio ora che il mondo ricomincia a girare; sono più confusa di prima.

<< Vedo che hai già stretto amicizia con Amy. >> commenta Jet avvicinandosi a me di qualche passo.

Blaze fa lo stesso, forse per prendermi al volo quando sverrò a causa della troppa tensione.

<< In effetti, sì. >> risponde Sonic. << Invece, tu, che rapporti hai con lei? >>

Jeton sorride – anzi, ora che lo guardo meglio, quello è un ghigno – e mi circonda le spalle con un braccio.

<< Oh, Amy ed io siamo fidanzati. >> dice poggiando una guancia sulla mia testa.

Aspetta … COSA?!

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

LETTORI E LETTRICI, CE L’HO FATTAAAHH!! Finalmente riesco ad aggiornare, dopo millenni! Datemi un Oscar, datemene due, ma soprattutto tanti big cookies XD

Ed ecco l’entrata in scena di Jet, molto randomizzata ma comunque che mi soddisfa u.u  Sonic sembra essere geloso … E fa bene, heheheh >:D   Blaze fa prendere infarti alla gente, cosa che succede parecchio anche alla sottoscritta (cioè, non spavento le persone, è che aumento le mie possibilità di morte d’infarto giorno per giorno).

Knuckles: HAHAHAHAHAH Cagasotto XD

Kou: Poooovera Neko-chaaan XD

Knuckles & Kou: LOLOLOLOLOLOLLLLHHH

Il mio odio verso di voi, ragazzi, è a livelli stellari :)

Knuckles: Non è vero, perché ci ami.

Kou: Soprattutto me.

Raito: No, sono io l’amore della sua vita.

Silver: Ma non ero io?

Knuckles + Kou + Raito + Silver: CHANNY, È VERO CHE AMI SOLO ME?!

Eeeehmmm …

T.: Eccomi qui, Channy ^^

My readers, se volete lasciate una recensione a questo bel capitolo e noi ci rivedremo presto, è una promessa!

Knuckles + Kou + Raito + Silver: Cos--?!

See Soon Everyone!!

Channy

*scappa via con T.*

Knuckles + Kou + Raito + Silver: TORNA SUBITO QUI!!! NON HAI IL DIRITTO DI RUBARCELA, BRUTTO *CENSORED ;D*

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