Compromesso. di Voglioungufo (/viewuser.php?uid=371823)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Odio ***
Capitolo 2: *** Calamite ***
Capitolo 3: *** Vero o falso? ***
Capitolo 4: *** Predatore ***
Capitolo 5: *** coprifronte ***
Capitolo 6: *** Cariche a contatto ***
Capitolo 7: *** Attrazione ***
Capitolo 8: *** Repulsione ***
Capitolo 9: *** Sempre ***
Capitolo 10: *** Vero ***
Capitolo 1 *** Odio ***
Piccola
spiegazione dei perché, per quando e per come:
In
realtà,
essendo nel mondo canonico non
c’è
molto da dire, ma ci tenevo ugualmente a fare qualche precisazione
visto che
parte in media res e magari certe
cose potrebbero lasciarci confuse.
Allora,
c’è
un Clan che odia profondamente gli Uchiha, i Chinoike
(spudoratamente copiati dalla serie animata del romanzo
Sasuke Shiden) che pretendono Sasuke morto. Konoha
si oppone e quindi ci
sta una mezza guerra, dove Naruto si lascia catturare al posto di
Sasuke. Da lì
lui e Sakura e gli altri cercano di recuperarlo e la storia
parte da qui. (tranne il flashback iniziale)
Dopo,
punto
fondamentale: la storia mi è stata ispirata da Hunger Games. Stavo studiando e
mi è tornato in mente il
depistaggio di Peeta ed ero tipo: wow,
perché non fare una cosa del genere versione Sasunaru?
Ed eccola qui xD
La
storia
voglio dedicarla in modo particolare ad Ahyrin
che è stata così entusiasta di questa idea da
“costringermi” a
scriverla subito xD
Non
durerà
a lungo, penso tre capitoli ma nel
caso dovessi diventare logorroica saranno quattro. Ma non di
più. Devo
studiare. Ho altre storie da scrivere lol.
Spero
l’idea vi piaccia!
Hatta
La palla
infuocata del sole incendiava il cielo mentre
spariva oltre la cinta di mura che circondava Konoha. Poche nuvole
sfumate
puntellavano il cielo, come se un pittore dopo averle dipinte si fosse
pentito
cercando di cancellarle malamente. Le strada dorate riflettevano la
luce e i
pochi passanti sembravano risplendere di una patina dorata. Non
c’era un filo
d’aria.
“Neh,
Sas’ke” lo chiamò Naruto fermandosi in
mezzo
alla strada. Aveva il naso rivolto verso l’alto. Si
fermò e il biondo lo
interpretò come un invito a continuare.
“Mi
piace questo colore. È il mio preferito!”
blaterò
indicando con l’indice la volta del cielo completamente
arancione.
Sasuke
fissò con bonaria esasperazione l’amico.
“Non
si era capito, guarda” aggiunse alludendo agli sgargianti
abiti che indossava.
Quello
al
commento derisorio si grattò una guancia imbarazzato.
“Ma
no, io dico proprio l’arancione del tramonto.
Credo sia tutto un insieme, ecco, però è proprio
vivido e brillante e come può
essere una cosa così vivida e brillante se il sole sta
morendo? Cioè, sembra un
miracolo!”
Spesso Naruto
era davvero sconclusionato nel parlare.
“Il
cielo diventa di questo colore per via
dell’angolazione con cui i raggi solari si riflettono
nell’atmosfera” iniziò a
spiegare meccanicamente, ma Uzumaki lo bloccò ancor prima
che potesse
continuare in maniera più specifica, mettendogli una mano
davanti alla bocca.
“Perché
devi rovinare sempre tutto con la
razionalità?” sbottò. “Non
è bello e basta il cielo di questo colore?”
Sasuke
alzò gli occhi. Sì, era molto bello.
È
STATO
C O M P R O M E
S S O
ODIO
Apre gli
occhi di scatto, lo sharingan attivo negli occhi spalancati.
“Sono
solo
io” risponde la voce calma di Sakura, leggermente spenta e
distaccata. Sasuke
fa tornare l’iride color pece, mentre si alza dal sacco a
pelo e scaccia gli
ultimi rimasugli di sonno. Indossa già la divisa ANBU dal
giorno prima.
Sakura
è
seduta per terra con una gamba raccolta al petto e l’altra
piegata, ha gli
occhi verdi cerchiati da profonde occhiaie, la pelle chiara come carta
trasparente e le mani sono percorse da tanti piccoli taglietti a causa
del
continuo uso del chakra.
Non le
risponde, si alza del tutto e prende il proprio sacco a pelo, lo piega
e lo
mette via ordinatamente insieme agli altri.
“Novità?”
domanda alla fine dandole le spalle. Non si aspetta una vera risposta,
in
realtà.
Dopo la
Quarta Guerra Ninja, ristabilire l’equilibrio era stato
difficile, soprattutto
nei paesi minori dove, una dietro l’altra, erano scoppiate
tante piccole
rivolte per rovesciare il potere governativo. I paesi del Fuoco, della
Terra,
del’Acqua, del Vento e del Fulmine si erano proposti come
ambasciatori neutrali
per sopire le rivoluzioni senza l’uso delle armi.
Il vero
problema lo aveva causato lui, Sasuke Uchiha. Nel Paese delle Terme
avevano
preso il potere i Chinoike, un antico clan da
un’abilità innata oculare molto
potente, originario del Paese del Fulmine. Per i loro occhi color del
sangue
erano sempre stati temuti e considerati pericolosi, così in
passato era stato
richiesto l’intervento di Konohagakure affinché
sistemasse la faccenda senza
rischiare lotte interne. Konoha aveva affidato il compito di eliminare
il Clan
Chinoike agli Uchiha.
(Sasuke vorrebbe ridere al discutibile senso
dell’umorismo del Destino, ironico che quella strage fosse
stata compiuta
proprio da quel clan che, anni più avanti, per lo stesso
motivo sarebbe stato
sterminato.)
Gli
Uchiha
non riuscirono a completare la missione per la grande
abilità del clan, alcuni
sopravvissuti riuscirono a scappare nel Paese delle Terme dove avevano
fatto
perdere le loro tracce.
Fino a
quel
momento.
Al
termine
della Grande Guerra Ninja, i Chinoike avevano preso il controllo del
Paese che
li ospitava e, successivamente, avevano mandato un ambasciatore a
Konoha per
pretendere la testa dell’Ultimo Uchiha. Dopo tutti i suoi
crimini da ex-nukenin
avevano pensato che la Foglia avrebbe assecondato la loro vendetta, ma
non
avevano fatto i conti con Uzumaki Naruto. L’Eroe della Guerra
si era fermamente
opposto e così gli ambasciatori avevano riportato una
risposta negativa.
Da
allora è
guerra.
È
iniziata
senza che se ne rendessero conto, con delle bombe di chakra lanciate su
Konoha,
e ora continua con l’avanguardia direttamente ai confini con
il Paese delle
Terme. A tutti è stato fin da subito ovvio che
l’obiettivo era lui, l’Uchiha.
Aveva proposto di sbrigare la faccenda da solo, ormai era abbastanza
potente da
permetterselo, ma ovviamente l’idea non era stata presa
minimamente in
considerazione.
“Sei
un ninja di Konoha!”
Per
quello Naruto
è stato catturato, finendo in una trappola destinata a lui,
ed ora è in mano
nemica. Nessuno riesce a localizzare la base dove lui, insieme agli
altri ninja
di Konoha, tra cui anche Ino e Choji, è imprigionato. Sasuke
lo sa che i
Chinoike non lo hanno ancora ucciso, lo sa che lo stanno trattenendo
per ferire
lui, per colpirlo nel suo unico punto debole. Se lo avessero ucciso si sarebbe messo il cuore in
pace, relativamente in pace, e non
sarebbe
impazzito nel tentativo di ritrovarlo come sta succedendo adesso. Gli
sembra di
star cercando di afferrare una lucciola che vola troppo in alto.
Naruto.
Per
questo
non crede che ci siano novità.
“Sì”
risponde Sakura.
Sasuke
si
volta di scatto verso di lei, attirato da quel monosillabo affermativo,
ha gli
occhi sbarrati e i muscoli pronti a scattare.
“Li
abbiamo
trovati” trema Sakura. “Lo
abbiamo
trovato. L’Hokage ci aspetta”.
Basta
questo a Sasuke, fa un cenno imperioso con il mento.
“Andiamo” ordina secco.
L’accampamento
di Konoha è distribuito in una radura su un altopiano, dal
quale è possibile
abbracciare l’intera pianura sottostante del Paese delle
Terme. È un punto
strategico, poiché il paese nemico, a differenza del verde
Paese del Fuoco, è
composto da enormi scivolate di campi di grano ed esistono pochissimi
punti
dove potersi nascondere. I Chinoike sono stati bravi a non farsi
trovare per
tutto questo tempo, ma che Konoha venisse a conoscenza del loro
nascondiglio
alla fine era inevitabile.
Il
quartiere generale è l’unica struttura in legno
dell’accampamento, da fuori
sembrerebbe una spartana baracca di un qualche cacciatore, ma sotto il
pavimento si sviluppa in una tecnologica base militare, dove i Ninja
Sensitivi
di Konoha regolano le avanzate e controllano il chakra nella zona.
Kakashi
è
lì con il mantello da Hokage sulle spalle, ma senza
copricapo cosicché i
capelli argentei gli coprono il volto proteso sulla mappa del campo di
battaglia.
Accanto a lui ci sono Tsunade, il Capitan Yamato e Shikamaru.
È quest’ultimo a
notare la loro entrata e con un sorrisetto spazientito dice:
“Alla buon ora”.
“Dov’è
lui?”
taglia corto Sasuke bruscamente. È già pronto
all’azione, gli servono solo le
coordinate e poi attiverà il rinnegan. Quei bastardi non si
accorgeranno
nemmeno di che cosa li ha colpiti.
Tsunade
aggrotta le sopracciglia chiare, infastidita da quel modo brusco e
maleducato,
sta già per richiamarlo, ma è Kakashi a prendere
la parola per primo.
“Non
ho
intenzione di dirtelo” ribatte senza alzare lo sguardo.
“Non finché la missione
di salvataggio non sarà completata”.
“Se
non me
lo dice lei lo scoprirò da solo, lo sa” mette in
chiaro senza cedere terreno.
Sakura al suo fianco agisce in maniera più diplomatica.
“Se
non possiamo
conoscere le coordinate che senso ha chiamarci qui?” domanda
dura.
Shikamaru
fa loro cenno di avvicinarsi al tavolo, mentre Kakashi spiega:
“Voi ci servite
come diversivo”.
“I
Chinoike
non sanno che abbiamo individuato la loro base” inizia ad
illustrare Nara “Per
questo potremo agire di sorpresa. Tu, Sasuke, sei il loro bersaglio,
perciò
controlleranno ogni tua mossa; se anche solo sospettassero che
conosciamo la
loro posizione, si sposterebbero da un’altra parte prima
ancora che si possa
fare qualcosa. Capisci?” Non gli lascia il tempo di ribattere
e prosegue: “Per
questo tu, Sakura e un altro gruppo verrete mandati qui”.
Indica un punto nella
cartina. “È un posto dove ci sono alcuni mercenari
e potrete fare abbastanza
casino da catturare la loro attenzione. Con la tua presenza
lì, inevitabilmente
si focalizzeranno in quel punto, tralasciando le difese interne. A quel
punto
un team composto da Sai, Rock Lee e il Capitan Yamato si
infiltrerà prendendo
possesso della base nemica”
“Solo
loro
tre? Non è un po’ azzardato?” domanda
Sakura crucciata.
“No”
risponde la sua maestra. “Oltre a dover mantenere un livello
di chakra molto
basso, loro non si aspetteranno mai un offensiva con così
pochi shinobi nella
propria base –
quando credono di essere
ancora intracciabili, tra l’altro – e
perciò si concentreranno per forza su di
voi. Saranno distratti”.
“Ho
un
piano migliore” ribatte Sasuke. “Faccio un kage
bushin, lo mandiamo a distrarli
e intanto il vero me irrompe nella base”.
Kakashi
fa
una faccia scocciata. “Non puoi occupartene da
solo”.
“Forse
no”
ammette con lo sguardo affilato. “Ma io
lo tirerò fuori da quel buco, è un mio
dovere”.
“No,
il tuo
dovere è seguire le istruzioni
dell’Hokage” lo contraddice con durezza
Shikamaru. Certo, anche lui vorrebbe mollare tutto e correre a salvare
Ino e
Choji, ma sa che non può fare di testa propria. Sasuke
è proprio come Naruto,
quando si tratta dell’altro non ragionano più e
diventano una totale seccatura.
“Saremo
in
collegamento grazie a un membro del Clan Yamanaka” spiega
pazientemente Kakashi.
“Appena la situazione sarà risolta ti daremo le
coordinate e tu potrai
raggiungere la squadra Yamato, va bene?”
Certo che no! Vorrebbe
rispondere, ma Sakura gli
mette una mano sulla spalla come monito e annuisce per entrambi.
“Osu” afferma determinata.
“Perfetto”
un lungo sospiro lascia le labbra dell’Hokage mentre incrocia
le braccia. “E
quando questa storia sarà finita, noi due ci
sposeremo”.
Le
parole
galleggiano nell’aria prima che la diretta interessata possa
comprenderle fino
in fondo, a quel punto Sakura molla la presa sulla spalla
dell’Uchiha e per
qualche minuto abbandona lo sguardo determinato tornando ad essere la
ragazzina
di un tempo.
“Cosa?
Di già?”
blatera arrossendo di botto e
indicandosi la faccia con un dito “Ma... ma! Non puoi dire
certe cose così...
ci vuole la preparazione e... insomma, è ingiusto... Ti
sembra il momento?!”
“Muoviti,
Haruno” la richiama malamente voltando le spalle ai presenti
e dirigendosi
fuori dalla base per prepararsi alla missione.
Sakura
chiude la bocca di scatto, smettendo di borbottare, e si affretta a
seguirlo
ancora rossa in volto, mentre l’Hokage scoppia in una breve
risata.
Sasuke
si
chiede come sia possibile che per un mese i Chinoike abbiano tenuto in
scacco
gli shinobi di Konoha. È vero che in quel lasso di tempo non
lo hanno mai
mandato nelle operazioni perché dannoso
per la sua incolumità (leggesi con molto
sarcasmo), eppure è bastato
mostrasse il rinnegan e un chidori a quei mercenari perché
abbandonassero le
posizioni. Il pugno di Sakura che ha quasi distrutto l’intera
zona li ha
definitivamente spinti ad arrendersi.
“Questa
poi” dice Kiba in groppa ad Akamaru, fa un sorriso ferino.
“Ad averlo saputo
subito vi avremmo sguinzagliati immediatamente”.
“Non
era
possibile” risponde lugubre Shino accanto a lui.
“Questo perché è Uchiha il
bersaglio di questa guerra, mandarlo al fronte sarebbe stato
assolutamente
pericoloso...”
“Sì,
pericoloso per loro. Di certo non
per
lui” lo interrompe imbronciandosi Inuzuka.
Sasuke
li
ignora platealmente, mentre Sakura grida ordini per raccogliere i
nemici
catturati, chiude gli occhi per comunicare con lo Yamanaka alla
quartier
generale.
“Qui
è
tutto apposto. Lì?”
--Sai ha appena
preso controllo della base e Yamato
con Rock Lee stanno catturando i Chinoike. Raggiungili con il team 8
per
aiutarli.
Sasuke
annuisce internamente, deciso a scontrarsi faccia a faccia con En
Oyashiro e
poter esprimere con lui tutto il potenziale del suo Rinnegan. Subito le
coordinate si imprimono nella sua mente, fa un cenno con la mano agli
altri
shinobi, poi si materializza con il Rinnegan. Che lo raggiungano pure
più
tardi.
Appena
arriva infilza con Kusanagi un Chinoike intento a dare del filo da
torcere a un
ANBU, evidentemente nel frattempo Kakashi ha mandato la squadra segreta
per dar
man forte.
Estrae
la
spada dal corpo morto del nemico e poi fa crepitare
l’elettricità sulla
lama, il grido di
mille falchi distorce
l’aria e lo shinobi che ha aiutato è costretto a
tapparsi le orecchie. Senza
perdere altro tempo scatta verso l’interno di quel fortino,
abbattendo la
debole difesa dei suoi occupanti, si nota che il momento duro del
combattimento
è già passato e i pochi che si oppongono ancora
all’inevitabile caduta sono
disperati o poco convinti.
Sasuke
sa
che i Chinoike sono abilissimi quanto gli Uchiha nei genjutsu per
questo non si
sofferma mai a guardarli negli occhi, sguscia ai loro attacchi con
elegante
velocità e li uccide senza batter ciglio. Hanno voluto
giocare con il fuoco,
che si lascino ustionare allora.
Non si
ferma nemmeno quando i nemici alzano le mani in segno di resa, li
trafigge con
il chidori senza pietà, con uno sguardo glaciale nel volto.
Li
massacrerà tutti.
Ad
arrestare la sua avanzata è il Capitan Yamato poco prima che
trapassi con la
lama l’ennesima vittima; Il legno si avvolge sul suo busto
costringendolo a
fermarsi mentre lo shinobi urla.
“Basta,
Uchiha-kun, si sono arresi” la sua voce imperiosa risuona
oltre la maschera
“Non continuare oltre”.
Suo
malgrado Sasuke blocca l’afflusso di chakra sulla spada e
l’aria torna
silenziosa, guarda la sua vittima mancata con disprezzo, mentre con un
paio di
sigilli della mani Yamato la immobilizza circondando la sua faccia con
un casco
di legno per rendere gli occhi inoffensivi.
“Dov’è
En
Oyashiro?” pretende di sapere.
“Lo
abbiamo
già catturato. Rock Lee-kun lo sta portando
dall’Hokage”
Fa una
leggere smorfia con le labbra, è arrivato tardi. Non
importa, avrà altre
occasioni per vendicarsi di quel bastardo.
Il muro
al
loro fianco trema brevemente prima di crollare in macerie, come esploso
in un
urlo – “Shannaro!” – e tra i detriti
compare una Sakura accaldata e scompigliata per la lunga corsa e il
pugno teso
ancora davanti a sé.
Sasuke l’osserva,
un piccolo sorriso stronzo.
“Sei
in
ritardo, qui abbiamo già finito”.
Sakura
lo
guarda sbigottita, poi un’espressione offesa fa capolino
negli occhi e rabbiosa
gli punta un dito contro.
“Potevi evitare di
piantarci lì, se è per
questo! Sas’ke-baka!”
Da
quando
ha smesso di balbettargli dietro Sas’ke-kun
quello è diventato l’epiteto più
gentile, stare troppo a contatto con l’idiozia
di Naruto deve averla contagiata, ma deve ammettere che apprezza molto
di più
questa versione di Sakura alla controparte infantile. È
sempre un colpo in
mezzo al petto notare come in quegli anni siano cambiati
così tanto tutti, solo
lui a volte ha la sensazione di essere lo stesso ragazzino in cerca di
vendetta.
Capitan
Yamato si porta due dita alla fronte, poi annuisce fra sé e
sé. “Andiamo, ci
stanno aspettando giù”.
A quelle
parole gli occhi di Sakura brillano e anche Sasuke fatica a frenare
l’impazienza
di andare immediatamente da Naruto. Finalmente lo hanno ritrovato,
finalmente
potrà tornare a casa.
E questa
volta sarebbe andato tutto bene sul serio, nient’altro si
sarebbe messo in
mezzo a loro.
A passi
concitati seguono Capitan Yamato all’interno di quel fortino,
fino ad arrivare
all’interno di una grande stanza bianca con un muro crollato.
C’è già l’unità
medica al lavoro per curare i feriti e altri ANBU gridano ordini per
stabilizzare la situazione.
“L’Hokage
sta arrivando” sente vociare, non sa bene da chi.
Con
l’angolo dell’occhio riesce anche vedere Sai
correre incontro ad abbracciare
una ragazza senza capelli, magra e dagli occhi chiari –Ino— ma non si sofferma su
nessuno. Tutta la sua attenzione dal
momento esatto in cui ha messo piede in quella stanza è
stata catturata da
un’unica persona, l’unico perno intorno al quale
ruotano sfuocati e privi di
importanza tutti gli altri colori.
Sakura
trattiene il fiato. Sasuke si sente stordito
da una sensazione di vertigine, come se si stesse buttando
da una rupe
senza nessuna cintura di sicurezza. Sente una sensazione di
inadeguatezza,
quando Naruto cercava di riportarlo indietro aveva sempre la parola
giusta, il
sorriso azzeccato, sapeva sempre come prenderlo. Lui non sa cosa dire.
Oh, ma
cosa
importa. Sono Naruto e Sasuke, loro non hanno davvero bisogno di parole
per
capirsi; qualsiasi cosa farà sarà abbastanza,
sarà anche troppo e Naruto l’adorerà.
Sicuramente lo bacerà e anche se c’è
tutta quella gente in giro va bene lo
stesso, perché gli è mancato davvero. Si
sente come se si fosse focalizzato sul punto calmo del tornado da dove
puoi
vedere il cielo blu, mentre attorno a te il vento divampa distruttivo e
furioso.
Naruto si gira cacciando
malamente una
kunoichi che sta cercando di fasciargli una ferita. Naruto si volta
verso di
lui come se fosse stato richiamato dalla stessa inspiegabile attrazione
magnetica; Naruto
ha il volto tumefatto,
pieno di lividi e graffi, è magro da far paura con gli
zigomi sporgenti e la
pelle sporca di sudore e sangue, dove spiccano dolorosamente vividi
quegli
occhi blu – il cielo in mezzo al tornado — e passa
un lampo di incredulità alla
vista di Sasuke. Ma c’è anche una sfumatura
violenta che non ha mai visto in
quelle iridi. Desiderio? Disperazione? Forse tutti e due
perché spinge
immediatamente di lato i ninja attorno a lui e corre verso di loro.
Verso
Sasuke.
Sasuke
è
così sollevato di vederlo vivo dopo quel mese orribile che
tende anche lui
l’unico braccio verso l’amico, anche Naruto ha le
mani protese verso il suo
viso. Accidenti, gli toccherà sopportare uno di quegli
abbracci soffocanti da
dobe.
Le
labbra
di Sasuke si sono appena schiuse per pronunciare il suo nome, ma non
arriva
fiato alla bocca.
Le mani
di
Naruto si sono strette attorno alla sua gola e finalmente riconosce
quello
sguardo.
Odio.
**
Il
soffitto
bianco e l’odore di anestetizzante sono le uniche cose che
vuole percepire, ma
non riesce a ignorare il fastidioso ticchettio dei macchinari accanto a
lui,
così come non può evitare di sentire il prurito
causato dal collarino cervicale
attorno al collo. È sempre meglio di prima, quando aveva
un’intere équipe
medica attorno a controllare le sue funzioni vitali come se fosse sul
punto di
morire. Alla fine è venuta la stessa Tsunade a visitarlo e
dare il verdetto:
l’Ultimo Uchiha, Eroe della Guerra, non rischia la morte,
resterà solo per un
breve periodo senza voce.
Quante
premure per un traditore.
Naruto
ha
stretto così forte le dita sul suo collo da rovinargli le
corde vocali, dice, ma
si sistemerà tutto, aggiunge.
Sasuke
non
si è mai sentito così fragile, è stato
come se quelle mani potessero davvero
spezzarlo in due. Nemmeno allo scontro nella Valle
dell’Epilogo, lì almeno era
preparato allo scontro che aveva iniziato lui stesso. Qui no, era
totalmente
indifeso e impreparato.
È
stato il
Capitan Yamato a stendere Naruto con un pugno prima che potesse
causargli danni
irreversibili; Sakura sarebbe intervenuta subito se non fosse stata
shoccata
quanto lui. È davvero raro prenderli entrambi impreparati,
ma erano così
divorati dall’idea di salvare Naruto – per una
volta erano loro a farlo— che
non avevano nemmeno preso in causa l’ipotesi che potesse
essere impazzito.
No, non impazzito, si ricorda. Compromesso.
Non sa
cosa
voglia dire, ma quella parola è l’unica
spiegazione che Tsunade gli ha dato.
“È
stato compromesso”
Qualsiasi
cosa significhi, non suona affatto bene.
Sakura
ha
assistito la maestra nel controllo e ora gli è ancora
accanto, non ha detto
nessuna parola se non: “Credo che il collarino te lo
toglieranno presto”.
Sta
tremando senza rendersene conto. Quando è turbata Sakura
diventa silenziosa.
Come da
istruzione Sasuke resta disteso sul letto dell’infermeria e
non può parlare,
anche se vorrebbe fare irruzione nel quartier generale per pretendere
spiegazioni. Invece è il quartier generale a fare irruzione
in infermeria.
Kakashi ordina ai medici di uscire e lasciarli soli.
“Dunque,
Sasuke,” inizia massaggiandosi la radice del naso,
“Naruto è stato uno shock
per tutti noi. Immaginavamo già che fosse stato sottoposto a
torture da parte
dei Chinoike ed eravamo pronti al peggio. Ora crediamo che invece non
si siano
limitati a quello, che lo abbiano sottoposto a un genjutsu piuttosto
forte”.
“Purtroppo
non conosciamo tutti i particolari” si inserisce Tsunade.
“Gli occhi dei
Chinoike non sono mai stati studiati e hanno molti segreti, ma sappiamo
che
sono abili nel condizionare le menti con i propri genjutsu. Si tratta
di un
condizionamento basato sulla paura, sulla disperazione e
sull’odio. Tu e
Kakashi siete stati vittima del genjutsu del Mangekyo di Itachi e
conoscete
bene quella sensazione, la loro tecnica agisce più o meno
allo stesso modo”.
Terrore.
Allucinazioni. Visioni da incubo dove credi di perdere le persone che
ami. Lo
stesso incubo ripetuto alla follia. Sasuke se li ricorda bene, il
genjutsu mira
alla parte del cervello che controlla la paura.
“Ricorderai
anche tu la sensazione di non riuscire a distinguere cosa fosse vero e
falso,
immagino” riprende a parlare Kakashi con voce stanca.
“Ecco.
Ora
immaginate un’esperienza del genere più potente e
mirata, ripetuta per un mese,
il cui scopo è proprio quello di farti dubitare della
realtà” continua con fare
tecnico Tsunade. “Immaginate di essere sottoposti a questa
tortura più volte in
un giorno. Dopo un’esperienza del genere, ricordare in modo
lucido diventa impossibile.
In questo modo i nostri ricordi possono essere compromessi. Vengono
sottratti, alterati
e salvati un’altra volta nella loro nuova versione distorta.
Immagina che tu
venga costretto a ricordare un determinato momento e nel mentre ti
venga
somministrato una dose di dolore tale da scatenare paura; ora quando
ricorderai
quel momento il tuo cervello lo assocerà al dolore, come se
quelle sensazioni
tu le abbia provate davvero in quel momento passato”.
A Sasuke
comincia a salire la nausea, restano in silenzio finché non
è Sakura a trovare
il coraggio a porre quella domanda.
“È
questo
quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su
Sasuke e li hanno
resi terrificanti?”
Non hanno dovuto
lavorare tanto, pensa.
Shikamaru
annuisce. “Sì, li hanno resi così
terrificanti che lui lo vede come una
minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne
così spaventato da
tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”.
Si tira
la
coperta fin sopra la testa perché tutto quello non
può star succedendo per
davvero, deve essere finito lui stesso dentro un genjutsu terribile.
Non è
possibile che qualcuno abbia fatto dimenticare a Naruto il loro
legame...
nessuno riuscirebbe mai a dividerli. Non ci è riuscito
nemmeno lui, figurarsi
degli sconosciuti psicopatici.
Naruto
lo
odia.
I
Chinoike
hanno trovato il modo migliore per distruggerlo, complimenti.
“Ma
voi
proverete a invertire il processo, giusto?” chiede Sakura con
ansia nella voce.
“Ehm...
i
dati in nostro possesso sono davvero pochi” replica Tsunade.
“Inesistenti, in
realtà. Queste sono solo supposizioni”.
“Ma
ci
proverete, vero?” incalza. “Non avrete mica
intenzione di chiuderlo in una stanza
e lasciarlo lì, no?”
“Certo
che
ci proveremo, mocciosa” vocia Tsunade. “Solo, non
sappiamo se possiamo avere
successo. Il cervello umano è una cosa molto complessa, sono
i propri ricordi a
stabilire il nostro carattere, giocarci con essi è
pericoloso. Non sappiamo se
Naruto riuscirà a uscire integro da questa
esperienza”.
“Per
non
parlare che potrebbero essere stati compromessi altri ricordi oltre
quelli di
Sasuke” continua Shikamaru. “Magari hanno attuato
una vendetta contro Konoha e
Naruto odia il villaggio. Dobbiamo preparare un piano prima di agire.
Nessun
ninja è in grado di contrastare Naruto, se ci attaccasse si
scatenerebbe il
disastro”.
“Ma
davvero?” commenta sarcastica. “E tu cosa ne pensi,
Kakashi?”
Sasuke
scosta un pochino la coperta per vedere il volto del suo ex-sensei,
l’unica
persona in quella stanza oltre Sakura per la quale nutre rispetto e una
sorta
di bizzarro affetto.
Kakashi
è
esausto e scoraggiato mentre confessa. “Io penso che Naruto
potrebbe anche
migliorare un po’, ma non tornerà mai
più lo stesso”.
Torna a
coprirsi con la coperta di scatto chiudendoli fuori, non meritano di
entrare
nel suo inferno personale, quelle parole hanno il tono di una condanna
a morte.
La sua.
“Almeno
è
vivo” prova a dire Tsunade con tono consolatorio.
“Sono sopravvissuti solo lui
e Ino, gli altri shinobi sono stati tutti giustiziati. Naruto ha subito
dei
danni, certo, ma è qui con noi e finché
avrà respiro le cose potranno
migliorare. Non dimentichiamocelo, okay?”
La
notizia
di quegli shinobi morti, compreso Choji, non lo rassicura affatto, anzi
lo fa
sentire solo più vuoto. Non perché li conoscesse,
questo no, nemmeno Choji gli
era tanto familiare, ma sono morti per colpa sua. È come se
li avesse uccisi
lui.
Ha lo
sguardo pieno d’odio di Naruto impresso a fuoco nella mente,
un solo pensiero
coerente.
En Oyashiro, ti
ucciderò.
**
Sakura
viene a intervalli regolari a sistemargli il collarino o a costringerlo
a
mangiare. Gli infermieri non riescono a convincerlo.
Lo aggiornano assiduamente su Naruto e i suoi
miglioramenti, ha cominciato a espellere il veleno al quale hanno
sottoposto al
suo organismo e sembra stabile, ma questo perché
è tenuto sotto osservazione da
shinobi medici di altri paesi, dei perfetti sconosciuti che non possono
far
scattare nessun ricordo pericoloso in lui. Un èquipe di
ninja esperti sta
cercando di creare un sigillo che possa aiutarlo.
Viene
dimesso dopo giorni, quando ormai anche tutte le questioni burocratiche
e
diplomatiche sono state risolte. Con la cattura di En Oyashiro e gli
altri
Chinoike la guerra ha potuto dirsi conclusa e ora non resta che
assicurare al
Paese delle Terme un governo stabile. I prigionieri resteranno
lì, il processo
avverrà più avanti quando tutto sarà
risolto.
Quando
torna a casa gli viene permesso di togliersi il collarino cervicale. Ha
il
collo arrossato e pieno di lividi. Come carta macchiata di viola.
Appena riesce
a parlare con una voce sussurrate e gracchiante dice:
“Voglio
vederlo”.
“No”
è la
risposta impassibile di Tsunade. “È ancora
instabile e la tua vista potrebbe
comprometterlo ancora di più. Sii paziente”.
“Allora
voglio uccidere En Oyashiro” replica con la voce
già più ferma.
Sakura
accanto a lui sospira. “Immagino che per te non esista ancora
un regolamento
che stabilisca ciò che è inammissibile fare o non
fare a un altro essere umano”.
“Certo
che
esiste. È lo stesso che hanno seguito loro per compromettere
Naruto”.
Crudele,
ma
colpisce il segno e Sakura serra le labbra non potendo più
ribattere.
“Benissimo,
allora” dice dura. “Corri ancora una volta a
vendicarti”.
Gira i tacchi ed esce dalla
sala d’ospedale,
proprio mentre ci entra Kakashi. Non risparmia nemmeno lui da
un’occhiataccia.
Quando la porta sbatte l’Hokage sospira stanco.
“Smettila
di farla arrabbiare. È qui che si preoccupa per
te”.
Sasuke
lo
ignora. “Voglio vedere Naruto” riprova.
Con
sorpresa
sia sua che di Tsunade, Hatake annuisce. “Sì,
penso sia un bene. Fra
qualche minuto effettueranno un test su
Naruto”.
“Non
credo
sia il caso...” inizia nervosamente Tsunade.
“Che
test?”
la interrompe Sasuke con sempre più controllo nella propria
voce.
“Lo
faremo
entrare in contatto con un ninja di Konoha. Qualcuno che conosce e di
cui si
fida, ma che non abbia nessun collegamento con te. Stanno valutando
adesso le
varie persone”.
Non
pensa
sia difficile visto che anche dopo la Quarta Guerra Sasuke non ha avuto
modo né
volontà di stare molto a contatto con gli altri shinobi.
“Noi
osserveremo la sua reazione nascosti da un vetro-specchio.
Sarà il primo
tentativo di metterlo a contatto con qualcuno di Konoha”.
Annuisce.
“Vengo”. Si chiede chi sia stato scelto.
Quando
raggiungono la zona di ospedale dove è stato isolato Naruto
e dove lavora
l’équipe specializzato, la vede in piedi con le
mani raccolte in grembo e i
lunghi capelli corvini dritti sulla schiena: Hinata Hyuuga.
“Sas’ke-kun”
gli sorride timidamente, ma con trasporto quasi faccia pensare che
siano amici
di vecchia data.
Fa un
cenno
di saluto con il capo. Fin da piccolo non ha mai avuto molti contatti
con gli
Hyuuga perché contrapposti al suo clan, in più a
scuola la ragazza era così
silenziosa da risultare invisibile ai suoi occhi e l’aveva
ignorata anche per
il resto del tempo che aveva passato da genin. Sa che aveva una cotta
per
Naruto e che lo ha anche difeso in momento critici. Lei è
perfetta, sicuramente
Naruto si fida e non può collegarla a lui.
“Hanno
scelto te per far visita al dobe?” chiede comunque.
“Immagino
di sì” afferma con voce dolce. “Povero
Naruto-kun. Povero te. Non capirò mai il
rancore”.
“Meglio
non
capirlo” ribatte con una strana sensazione nelle viscere.
“Cosa
ne
pensi?” gli domanda Kakashi. “Naruto la conosce da
molto tempo, ma non ha
niente che possa scatenare qualche ricordo su di te”.
“Eravamo
nella stessa classe all’Accademia, ma non ci siamo mai
parlati”.
Hinata
arrossisce. “Eri sempre così bravo in tutto e
così composto e serioso da
mettermi in soggezione” rivela oltre l’imbarazzo.
“Ti ammiravamo tutti”.
Quella
confessione ha il poter di far sentire ancora peggio Sasuke, ma
l’impaccio di
rispondere gli viene tolto da Tsunade che, dopo aver parlato con i
medici, fa
loro un cenno.
“Facciamo
un tentativo”.
Va con
loro
nella stanza di osservazione attaccata a quella in cui è
rinchiuso Naruto, ci
sono anche dieci membri dell’équipe armati di
fogli e penna pronti ad annotare
ogni cosa; il vetro a specchio e il sistema audio permette di
partecipare senza
essere visti.
È
sdraiato
su un lettino, ha le braccia bloccate con cinghie su cui sono impressi
sigilli
per contenere il chakra; non lotta per liberarsi, ma le sue mani si
muovono in
continuazione. Indossa un camice azzurro chiaro ed è stato
pulito dal sangue,
le ferite sono tutte state disinfettate e grazie al chakra del Kyuubi
sono già
in via di guarigione, però è ancora troppo magro
e ha uno sguardo che non gli
appartiene.
Appena
la
porta si apre per far entrare Hinata, fa uno scatto e i suoi occhi si
ingrandiscono, allarmati, poi torna vago.
“Naruto-kun?”
domanda la Hyuuga con voce incerta.
Qualche
nube dagli occhi blu sembra dissolversi.
“Hinata-chan?” domanda “Hinata. Sei
tu!”
“Sì”
conferma lei con evidente sollievo nella voce. “Come ti
senti?”
“Malissimo”
la sincerità con cui lo dice fa quasi sperare Sasuke che
Naruto sia davvero
sepolto lì, da qualche parte. “Dove siamo?
Cos’è successo?”
“Ci
siamo”
dice Kakashi fra i denti accanto a
lui.
“Ha avuto ordine di non fare nessun riferimento su di te o
della guerra contro
i Chinoike”.
“Siamo
al sicuro”
lo sta intanto rassicurando Hinata. “A
Konoha”.
“Lo
dice
anche quella gente” forse intende i medici. “Ma
perché sono qui e non a casa?”
Hinata
si
morde un labbro. “Non stai molte bene” ammette.
“Sono tutti preoccupati.
Sakura-chan dice che è colpa del ramen, che mangi troppo. E
Iruka-sensei ha
detto che ti porterà da Ichiraku quando starai meglio, ma
questa fa arrabbiare
ancor di più Sakura-chan”.
“Il
ramen
non c’entra niente” sentirglielo dire accende
davvero una speranza in Sasuke.
“Che cos’ho? La febbre? No mi ricordo
niente!”
Hinata
lo
guarda titubante, poi continua piano. “Non lo
sappiamo” ammette. “Ma troveremo
una soluzione presto. Qui sono tutti gentili e poi tu sei fortissimo,
niente
può abbatterti”.
“Perché
Sakura e Iruka-sensei non sono venuti a trovarmi?” domanda
sperduto.
“Non
possono”.
“Sono
pericoloso?” domanda sconfortato.
“No!”
si
affretta a dire, sembra sul punto di mettersi a piangere. “Tu
sei troppo buono
per esserlo”.
“Ma
non sto
molto bene” ripete come intrappolato da quelle parole.
“Sì”
bisbiglia Hinata quasi inudibile.
“Mi
hanno
torturato”dice improvvisamente, i suoi occhi sembrano
sfuocarsi lontani. “È
stato lui... è stato Sasuke”.
Comincia
ad
agitarsi e tirare le cinghia.
“No,
non è
stata colpa sua. Lui è gentile” lo contraddice.
Hinata
è
davvero una stupida, Sasuke avrebbe usato qualsiasi epiteto tranne gentile per descriversi.
“Non
mi
sembrava gentile mentre cercava di uccidermi” sibila Naruto.
Non gli
ha
mai visto quello sguardo, è terribile. Cerca di liberarsi,
richiama il chakra,
ma i sigilli sulle manette si illuminano.
“Fatela
uscire!” ordina Kakashi e una porta di apre subito alle
spalle di Hinata.
“Sasuke
ti
vuole bene” cerca di difenderlo la ragazza mentre
indietreggia.
“Non
è
vero! È un bugiardo!” urla. “Non fidarti
di lui, niente di quello che dice è
vero! Lui ci distruggerà tutti, è una minaccia e
va ucciso. È pericoloso!”
Un
medico
afferra Hinata che sembra intenzionata a restare lì per
calmarlo, ma non può, e
la trascina fuori mentre delle lacrime le rotolano dagli occhi. La
porta si chiude
bruscamente, ma Naruto continua a gridare come se lo stessero
torturando.
“È
un
bugiardo, è un bugiardo!” grida fino a consumarsi
le corde vocali, lotta per
ribellarsi e inizia a piangere perché resta bloccato
lì, trema vistosamente.
Per
Sasuke
questo è peggio che essere strangolato, non riesce a fare
nulla se non fissare
Naruto che si dimena e singhiozza quelle parole disperate. È
come se gli
bloccassero davvero l’aria. Naruto lo odia.
Kakashi
lo
afferra per la spalla trascinandolo via, non si muove e non ci riesce,
è
paralizzato e gli sembra che il mondo sia improvvisamente impazzito.
Naruto lo
odia.
Il
corridoio è silenzioso ma continua a sentire le grida di
Naruto nella propria
testa. Vuole vomitare. Sakura si sbagliava, ormai è
irrecuperabile.
Naruto
lo
odia.
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Capitolo 2 *** Calamite ***
CALAMITE
Il cielo
è intervallato da grossi nuvoli bianchi
che i raggi del sole cercano di trafiggere colpendo lo spiazzo di terra
secca e
l’erba tagliata corta. Guarda l’unica figura che si
allena in quello spazio
vuoto del campo sette distrattamente, Sakura volteggia in figure letali
posizionando e lanciando shuriken, trafigge l’aria con i
kunai e ha distrutto
parecchi sassi con i suoi pugni.
“Pensavo
non ci venisse più nessuno, qui” dice la
ragazza alla fine, quando si ferma dandogli le spalle ritta come un
fuso. Volta
solo di poco la testa mostrando il profilo delicato.
Sasuke
non risponde, sbuffa solo leggermente
facendo un passo avanti. Solitamente non usa i campi di addestramento
pubblici,
usa quelli del quartiere Uchiha, solo che quella mattina si
è svegliato con una
strana nostalgia e senza rendersene conto i suoi passi lo hanno guidato
in quel
campo di addestramento.
Sono
passati cinque giorni da quando Naruto ha
avuto l’incontro con Hinata, sa che ce ne sono stati altri e
che è entrato in
contatto anche Iruka-sensei. Tutti dicono che può
migliorare, che possono
farcela, ma per Sasuke sono stati quattro giorni orribili. È
come se un’apatia
dolorosa lo divorasse da dentro.
Sakura
si stiracchia i muscoli indolenziti e fa
un sorrisetto pigro mentre socchiude gli occhi. “Neh,
Sas’ke-kun, ci alleniamo
insieme? Che ne dici?”
Sasuke
si è sempre allenato solo con Naruto, ma
la maggior parte delle volte usa un proprio kage bushin. Sono gli unici
avversari con i quali può mettere in atto tutto il suo
potenziale senza temere,
con gli altri deve sempre frenarsi.
Annuisce
comunque, avaro di parole, perché la
kunoichi è nel suo stesso team e nelle missioni
c’è sempre bisogno di affinità
combattiva. Si limiterà a sfruttare solo lo sharingan e
pochi jutsu del
rinnegan. Sakura è forte, lo è moltissimo, ma non
al suo livello.
“No,
Sas’ke-baka” lo richiama notando
l’abbassarsi
del chakra “Non trattenerti, colpiscimi con tutta la tua
forza” e mentre lo
dice allarga le gambe e posiziona le mani davanti in difesa, stringe un
kunai.
La
guarda male. “Non sopravvalutarti”
“E
tu non sottovalutarmi” lo rimbecca
mostrandogli la lingua “Se lo farò
anch’io non potrò mai migliorare. Credi che
in missione saranno gentili come te? No, quindi non farti
scrupoli”
Sasuke
vorrebbe dirgli che in missione non
troverà nessuno forte come lui o più forte di lei
visto che è la miglior kunoichi
di Konoha, ma si limita a un sorrisetto beffardo mentre richiama il
chakra ad
attivare il rinnegan. Da quando è tornato si è
scoperto ad ammirare molto l’Haruno:
la sua costanza e la sua determinazione sono incredibili. Non aveva
nessuna
base su cui partire, né un demone codato o un’arte
oculare o qualche altra
tecnica di un clan ninja –i suoi genitori sono civili --, ma
aveva abbastanza
forza di volontà da farla diventare un’erede dei
Sannin.
Fa mezzo
sorriso divertito pensandoci. “Dopo non
metterti a piangere però, Haruno” la deride con un
soffio di affetto.
Sakura
ghigna apertamente. “Ho smesso di piangere
per te, baka” poi attacca. Gli lancia con precisione il kunai
contro
centrandolo al petto, Sasuke lo devia estraendo fulmineo kusanagi, non
si
sofferma minimamente su quell’arma e alza la testa verso il
cielo conscio che
si tratta solo di un diversivo. Infatti vede subito la figura di Sakura
precipitare verso di lui mentre carica un pugno. Si sposta appena in
tempo e la
kunoichi libera il chakra sul terreno distruggendolo come se si fosse
scontrata
una piccola meteora. Sasuke corruccia le sopracciglia mentre nello
sbalzo di
ritirata attiva chidori lungo la lama della katana. Sul volto della
ragazza
compare una smorfia di fastidio per gli acuti strilli di quei fulmini.
Si
accuccia evitando l’affondo dell’avversario e
approfitta di quella spinta per
lanciare un calcio laterale. L’Uchiha lo evita senza
scomporsi e balza via per
evitare un secondo pugno. Stare troppo vicini alla ragazza
può essere
pericoloso, deve concentrarsi su tecniche a medie o lungo raggio.
Disattiva
chidori sulla katana e velocemente la rinfila nel fodero. Si porta le
dita
dell’unica mano al petto iniziando a comporre i sigilli di
cavallo-tigre-pecora-scimmia-cinghiale-cavallo-tigre e poi le porta
alla bocca
unendo l’indice con il pollice.
Sakura
schiva facilmente l’offensiva scartando di
lato con un balzo, si porta di nuovo vicino al ragazzo cercando di
colpirlo
alla faccia. Para con l’avambraccio e cerca di destabilizzare
il suo
equilibrio. La kunoichi ruota su sé stessa e gli sfila la
katana gettandola
lontana. Sasuke sbarra gli occhi preso alla sprovvista ma poi li
assottiglia
furioso. Senza pensarci una seconda volta attiva nuovamente il chidori
facendolo crepitare nella propria mano, Sakura cerca di evitare il
colpo
attivando un ninjutsu di vento, ma intercetta con lo sharingan i
sigilli e
repentino cambia strategia. Tira fuori una kunai e mira al fianco, la
kunoichi
inarca la schiena e rotola a terra rialzandosi immediatamente in
posizione
difensiva. Non è abbastanza veloce, l’Uchiha le
arriva alle spalle e la
colpisce con precisione alle gambe facendola franare nuovamente a
terra. Prima che
possa anche solo pensare di contrattaccare si trova con le spalle a
terra e la
lama del kunai sotto il mento.
Tutto il
combattimento è durato nemmeno una
manciata di minuti, sono stati cosi veloci che agli occhi di uno
spettatore
esterno sarebbero apparsi come figure sfuocate.
Sakura
imbroncia l’espressione. “Non hai usato il
rinnegan, però” gli rinfaccia.
“Sì,
invece” la contraddice “Ho usato la tecnica
spazio-temporale per apparirti alle spalle”
A quelle
parole Haruno arriccia le labbra verso
l’alto. “Sleale” lo rimprovera ironica e
appoggia la nuca a terra scoprendo la
gola.
Sasuke
la odia. Non capisce come possa essere
così rilassata con lui che le punta un kunai alla gola,
volendo potrebbe
ucciderla e lei non avrebbe nemmeno il tempo di reagire. Come
può fidarsi così
ciecamente di lui dopo tutto quello che le ha fatto? La odia. Lo fa
sentire
sporco, in colpa e debole. Dove lo mette tutto quel coraggio, Sakura?
“Sai,
avrei voluto che tu e Naruto foste i
testimoni al mio matrimonio” dice improvvisamente, ha gli
occhi verdi che
riflettono il cielo e qualche ricordo amaro. Sasuke ha uno spasimo alla
mano al
nome del biondo e la lama graffia leggermente la pelle morbida del
collo.
Dovrebbe toglierla prima di fare danni, ma non ci riesce.
Sakura
continua a parlare non curante della
goccia di sangue che ha preso a scivolare sulla pelle rosea.
“Invece non mi
permettono neppure di vedere Naruto. Me lo hanno proibito, non posso
nemmeno
controllare le sue condizioni. Non posso incontrarlo” una
lacrima rotola all’angolo
dell’occhio destro.
Meglio
così, pensa Sasuke.
Non vuole nemmeno lui che veda
quel pallido fantasma di Naruto, ne uscirebbe distrutta, si renderebbe
conto
che è irrecuperabile.
“Hai
detto che non avresti pianto” dice invece
con voce cupa.
“Infatti
non sto piangendo per te,
baka” il suo petto trema per una
risata. Alza una mano sfiorandogli la guancia con le dita.
“Siete entrambi dei
tali baka. Mi farete diventare pazza, prima o poi”
Quella
carezza infastidisce Sasuke, è inadeguato
a sopportarla, ma non si muove e la lascia fare. Ha ancora il kunai
premuto
sulla sua gola, cosa aspetta a toglierlo?
“Neh,
alla fine la storia si ripete sempre. A
parti inverse, però. Solo io resto sempre... lasciata
indietro” termina, sembra
sul punto di scoppiare davvero in lacrime.
“Sakura—”
“Cosa
ci fai sopra mia moglie, Sas’ke-kun?”
Entrambi
sussultano mentre, davanti a loro, si è
materializzato l’Hokage con la faccia scura e un sorriso
tirato con una grande
voglia di strozzare l’ultimo degli Uchiha. “Se hai
cambiato idea potevi
pensarci prima, ora è off limits”
continua minaccioso mentre Sasuke si alza velocemente e Sakura
arrossisce.
“Kakashi!”
strepita furiosa “Smettila di sparare
cretinate. Ci stavamo allenando. E tu non dovresti essere in ufficio,
scusa?”
Sasuke
si sistema il mantello e va a recuperare
kusanagi preferendo lasciare i due ai loro problemi di gelosia e
coppia. La
infila nel fodero ancora sorpreso che la ragazza sia riuscito a
prendergliela,
Sakura ha fatto davvero molti progressi.
“Comunque
stavo cercando te, Sasuke” la voce di
Kakashi gli arriva nuovamente seria e si volta trovandolo mentre fa dei
buffetti sulla testa a una Sakura completamente rossa in volto.
No, non
vuole sapere cosa si sia perso, grazie.
“Ascolto”
concede incolore tornando a sistemare
kusanagi.
Kakashi
non commenta il suo tono informale,
prende solo un grosso respiro. “Ho parlato con
Naruto”
Quelle
parole catturano tutta l’attenzione
dell’Uchiha, anche la rosa volta la testa verso
l’Hokage e lo guarda con gli
occhi verdi spalancati.
“Faccia
a faccia?” Sasuke è il primo a
riprendersi “E non ha dato di matto?”
“No.
Era solo molto arrabbiato con me e per
ragioni abbastanza giuste” sospira “Non sappiamo
cosa stia succedendo, nessuno
di noi lo sa. A volte è quasi razionale, lucido, poi, senza
nessun motivo,torna
ad esplodere e dobbiamo sedarlo. Nemmeno il Kyuubi può
esserci di aiuto”
Kakashi esita, come se avesse paura a continuare “Dice che
vorrebbe vederti”
Il mondo
è una barchetta a vela, sballottata da
onde scure, con il ponte che ondeggia sotto i suoi piedi e fatica a
mantenere
l’equilibrio. Si sente come un ubriaco e lo stomaco
è serrato in una morsa. Gli
sudano le mani. Sasuke aveva rinunciato a vederlo, aveva capito di aver
perso
nel momento esatto in cui aveva riconosciuto lo sguardo
d’odio in quegli occhi
blu, ma ora che ha sentito quelle parole non può sottrarsi
al desiderio di
rivederlo.
Dice che
vorrebbe vederti.
Vorrebbe
andare subito, ma Kakashi lo costringe
ad aspettare qualche ora per poter sistemare la sala in caso Naruto
esplodesse.
A mezzogiorno è davanti alla stanza d’ospedale,
sembra più una cella. Vorrebbe
poter incontrarlo in privato, ovviamente, ma deve sopportare la
presenza del
solito équipe medico e un auricolare dove Kakashi gli
comunica in caso di
necessità. Aspetta il via dell’Hokage prima di
aprire la porta e scivolare
dentro la stanza bianca.
Subito
quegli occhi azzurri si fissano su di lui.
È
disteso sul lettino dallo schienale rialzato
con cinque cinghia per braccia a bloccargli i movimenti e sigilli
dipinti attorno
a lui nel caso perdesse il controllo. Ma non sta lottando per
liberarsi, lo
osserva solamente con lo sguardo diffidente di chi si aspetta una
trappola da
un momento all’altro. Si avvicina fino ad arrivare ad un
metro da lui, si sente
nervoso e dopo tutto quel tempo percepisce chiaramente
l’assenza del
braccio. Non sa
cosa dire, si chiede se
anche Naruto abbia provato quel senso di nausea alla bocca dello
stomaco quando
lo aveva rivisto dopo tre anni. Ora capisce perché era
rimasto immobile a
fissarlo, ora capisce come si debba essere sentito destabilizzato.
“Ciao”
“Ciao”
risponde lui, è la voce di Naruto, sembra
la sua voce, ma sembra quella di un estraneo.
“Kakashi
mi ha detto che volevi parlarmi” dice.
Vorrebbe non sentirsi così a disagio sotto quello sguardo
vivido.
“Vederti,
in realtà” lo corregge, sembra si
aspetti che lo attacchi da un momento all’altro. Lo fissa
così a lungo che
getta uno sguardo alle specchio-finestra come a cercare aiuto, ma
riceve solo
il riflesso della sua immagine. Ha occhiaie profonde, il viso pallido
come un
malato con gli zigomi sporgenti ed è tutto scompigliato per
il breve ma intenso
allenamento con Sakura. D’altronde sono cinque giorni che non
dorme.
Quasi a
leggergli nella mente Naruto riprende a
parlare. “Ti ricordavo più carino”
Per
qualche motivo quella frase fa scattare
qualcosa in Sasuke, come se una rabbia sopita si risvegliasse
lentamente.
“Anche tu hai avuto tempi migliori” risponde
brusco. Che cosa sta facendo? Non
ha nessun diritto di rispondere con quel tono antipatico, è
stato torturato, Kami! Non riesce
proprio a capire cosa
sia quel peso in fondo allo stomaco, sembra rabbia. Non deve
prendersela con
Naruto per quella situazione, ha appena passato l’inferno e
non deve infierire.
Deve aiutarlo. Improvvisamente sente che potrebbe mettersi ad urlargli
dietro,
non sa nemmeno per cosa, semplicemente vedere quel Naruto che non
è Naruto lo
fa star male.
“Non
sei simpatico a dirmi queste cose dopo
quello che ho passato” gli ricorda infatti con una risata
amara, come se non
gli importasse davvero del mancato tatto.
“Tutti
abbiamo passato cose brutte. Ed eri tu
quello simpatico, non io” inspira bruscamente. Sa che Kakashi
gli sta ordinando
qualcosa dall’auricolare ma non riesce a sentirlo. Si sente
troppo in balia delle
sue emozioni e non gli piace, odia non avere la situazione sotto
controllo. Si
sta comportando malissimo, ma d’altronde è vero:
è sempre stato Naruto quello
con la parola giusta. Era sempre Naruto quello a dover salvare gli
altri da sé
stessi, era lui quello buono, gentile, simpatico, altruista. Non
Sasuke. Sasuke
è il contrario di tutte quelle cose. Quello che Naruto
aggiusta Sasuke lo
distrugge.
Deve
andarsene da lì.
“Senti,
mi dispiace, sono molto stanco. Magari
passo più tardi”
Ha quasi
raggiunto la porta quando la sua voce si
ferma.
“Sas’ke,
io mi ricordo del bento”
Un
rapido flash di Kakashi che vieta di far
pranzare Naruto si imprime nella memoria di Sasuke. Quello è
stato il primo
gesto che li ha uniti come compagni di team, come amici.
“Che
cosa ricordi?” domanda girandosi, gli fa
male il petto come se il cuore stesse cercando di frantumare la
prigione delle
costole.
“Kakashi-sensei
che mi lega al palo per non farmi
mangiare” dice “E te che mi passi il tuo bento e
convinci Sakura-chan a fare lo
stesso”
“Esatto”
conferma
“Serviva che anche tu fossi in forze per fare
gioco di squadra”
“Kakashi
avrebbe potuto squalificarti dall’esame
e tu non saresti potuto diventare un ninja”
“Esatto”
ha in bocca un gusto amaro. Kakashi
continua a dargli suggerimenti ma non riesce a sentirlo, è
troppo stordito.
Tutto ruota attorno a Naruto.
“Perché
lo hai fatto? Era la prima volta che
qualcuno, oltre a Iruka-sensei, rischiava tanto per me. Tu... mi hai
fatto
sentire parte di qualcosa” alza gli occhi chiari su di lui,
sono smarriti,
sinceri, ma anche molto arrabbiati. Chiedono risposte.
Sasuke
scrolla le spalle, lui non ha quelle
risposte che tanto cerca. Vorrebbe solo mettersi ad urlare o prendere a
pugni
qualcosa ma controlla le sue emozioni dietro una maschera di
indifferenza, non
lascia trasparire nulla dagli occhi neri.
“Non
so cosa pensare. Loro dicono che siamo...
compagni, ma io ricordo che tu hai cercato di uccidermi, che hai
cercato di
distruggere il villaggio, che hai quasi ucciso Sakura-chan, che sei
entrato
nell’Akatsuki...” stringe le labbra “Io
ricordo anche queste cose”
“Sono
vere” Quella conversazione è peggio di
ricevere cento pugni allo stomaco.
“Perché
ho rischiato così tanto per te? Perché
sono andato così lontano per te?”
“Perché
sei mio amico” sussurra piano quasi non volesse dirlo.
Naruto
abbassa lo sguardo mentre mastica fra le
labbra quella parola. “Amico” ha un tono
sprezzante, quasi se la cosa lo
nauseasse. “E’ quello che dicono tutti qui. Che
siamo amici, che non mi sei
nemico. Però...” lo guarda fisso con gli blu
vividi che esprimono solo odio “Io
non ci credo. Io non mi fido di te. Io ti odio”
Kakashi
non protesta quando Sasuke lascia quella
stanza bianca. Cammina lungo il corridoi dell’ospedale senza
riuscire a vedere
le cose attorno a sé, gli sembra di essersi perso nella
nebbia e questa nebbia
somiglia molto ai freddi e opachi labirinti dell’Ade. Quando
un raggio di sole
lo colpisce alla faccia scacciando tutte le ombre del suo viso si rende
conto
di essere uscito dall’edificio e capisce perché si
senta così male.
Il tempo
in cui aveva dato per scontato l’affetto
di Naruto è scaduto, la sabbia ha smesso di scivolare nella
clessidra e ora lo
vede finalmente per quello che è realmente.
Pericoloso.
Bugiardo.
Traditore.
Solo.
**
Nei
giorni successivi per le strade di Konoha c’è
solo aria di festa mente si pianifica il matrimonio
dell’Hokage. Quando viene
annunciato che servono dei bambini per cantare si presentano tutti
quelli del
villaggio, nel palazzo dell’Hokage ci sono solo consegne di
fiori, ogni negozio
cerca di regalare la composizione più bella in una gara mai
annunciata. Sakura
non può uscire di casa senza che qualcuno la fermi ogni due
passi per farle le
congratulazioni e per questo ha messo tende a Villa Uchiha, unico posto
dove i
coraggiosi abitanti di Konohagakure non osano mettere piede. Anche
durante gli
allenamenti gli shinobi chiacchierano allegramente
sull’evento in vista. Tutti
i paesi alleati mandando ambasciatori per le proprie congratulazioni.
Ormai è
un affare internazionale.
“E
dire che io volevo fare una cosa molto intima”
borbotta Sakura distesa sul divano di Villa Uchiha. Sasuke non le
risponde
nemmeno. Sarà un matrimonio tradizionale visto che si tratta
dell’Hokage ed è
incredibile la quantità di dettagli che devono essere
curati. Al Yui-no1
partecipa
praticamente tutta Konoha e il Mokuroku è così
immenso che i novelli fidanzati
non sanno dove mettere tutti quei regali. Si presenta anche il Kazekage
alla
cena con i fratelli, chiacchiera allegramente con Sakura e Kakashi
anche se
continua a guardare di sbieco Sasuke. Domanda anche le condizioni di
Naruto, ma
solo un poco per non guastare il clima di festa.
Però
non c’è modo di non capire il perché di
tutta quella aspettativa. Dopo tutto quello che è successo
tutti vogliono che
accada qualcosa di bello, qualsiasi motivo è buono per
festeggiare e cercare di
ritrovare la speranza. Sakura e Kakashi ci sono disgraziatamente finiti
in
mezzo. Questo spiegherebbe perché un giorno Ino si presenta
alla porta
dell’Uchiha con una parrucca bionda in testa –la
terrà finché non le
ricresceranno i capelli – per sequestrare Sakura e portarla a
provare abiti da
sposa. Però non spiega perché abbiano trascinato
anche lui in mezzo a quel
negozio pieno di merletti e stoffa svolazzante.
Mi sto
rammollendo, pensa
scappando
da quella agghiacciante situazione.
Sasuke
lo sa, però, che tutto quello è anche per
tenerlo distratto da Naruto. Non ci stanno riuscendo particolarmente
bene,
l’Uzumaki è un chiodo fisso nella sua mente;
però il pomeriggio del matrimonio
si sente sinceramente felice per la sua compagna di team.
Haruno
ha preteso che almeno lui le facesse da
testimone, il secondo è Gai-sensei sulla carrozzina e
fortunatamente per
l’occasione ha evitato di indossare la ridicola tuta verde.
Ino è accanto alla
sposa per aiutarla nel cambio dei quattro abiti e sembra una figura
anacronistica accanto a una Sakura in kimono bianco visto che la
Yamanaka
indossa un capo dalla foggia moderna.
Il
matrimonio viene celebrato con le teste degli
Hokage come sfondo nel tardo pomeriggio quando il sole sta per
tramontare.
Kakashi fa le promesse di fedeltà con il cielo completamente
arancione alle
spalle e il sacerdote dona una fronda di camelia giapponese a Sakura.
Le sue
dita stringono il bastoncino come se tenesse una cosa troppo belle e
delicata
per essere vera. Allo scambio degli anelli ha un sorriso enorme sul
volto e gli
occhi lucidi dalle lacrime di gioia.
Sasuke
è sinceramente felice per lei, è felice
che si sia lasciata alle spalle l’infatuazione per lui
trovando un uomo che
merita pienamente e che la rispetta.
Appena
termina la cerimonia l’orchestra che in
origine doveva essere piccolo ma che si è rivelato degno di
un teatro inizia a
suonare allegri motivetti; la prima a muoversi è proprio
Sakura che tira
Kakashi per un mano al centro dello spiazzo iniziando ad ondeggiare in
maniera
scomposta e per nulla coordinata, tipico di Sakura.
Sasuke
resta nel limite sorseggiando del saké e
segue il ritmo battendo un piede a terra.
“Uchiha,
non vorrai fare il palo per tutta la
sera!” vocia fastidioso l’Inuzuka mentre stringe le
mani di un’impacciata
Hinata. Alza gli occhi al cielo e non si muove, continua a guardare gli
abitanti di Konoha intrecciare passi e mani in un ballo che diventa
sempre più
scoordinato per via del tanto saké che è stato
consumato. Potrebbero andare
avanti tutta la notte.
Sasuke
è rimasto sempre nell'angolo ed è uno dei
pochi ad essere ancora lucido, non regge bene l'alcool e non ama la
sensazione di
perdere il controllo che suscita, come se non fosse padrone della
situazione;
quindi evita sempre di esagerare. Ha preferito accendersi una sigaretta.
Sakura
è la prima raggiungerlo, ha
scambiato il kimoni bianco tradizionale per
un abito più moderno stretto in vita ma dall'ampia gonna a
ballerina. Si getta
su una sedia accanto a lui a peso morto con un soddisfatto "Ah!" e
subito dopo sfila i piedi dai tacchi alti e sottili.
"Come fa
Ino a fare le missioni con questi
aggeggi?" piagnucola confusa. Ha l'elegante acconciatura leggermente
sfatta con dei fili rosa che le scivolano davanti al volto arrossato e
gli
occhi che luccicano. Lo
guarda con aria
furbetta prima di sfilargli con gesto repentino la sigaretta dalle
labbra.
"Baka,
non lo sai che fumare fa male?"
lo riprende bonariamente. Sasuke la guarda spazientito per quel gesto
invadente. Vuole ribattere con qualcosa di pungente ma la sua
attenzione viene
catturata da un gruppo di bambini che scoppia a trillare felice e dal
verso
stupito di qualche adulto.
Lui è
lì che guarda dritto verso di loro, verso Sasuke.
Sakura
soffoca un urlo sorpreso.
"Naruto!" grida euforica saltando in piedi e correndogli incontro
senza potersi trattenere dall'abbracciarlo e stringerlo il
più stretto
possibile. "Naruto! Sei qui!" la sente gridare ancora piena di gioia
aggrappata a collo del ragazzo.
"Ciao,
Sakura-chan!" risponde il biondo
con gioia "Piano, 'tebayo" esala strozzato dall'abbraccio. Ha sorriso
come Naruto, ha usato lo stesso tono scherzoso di Naruto, ha ricambiato
l'abbraccio come Naruto. Ma gli occhi con i quali continua a fissare
Sasuke non
sono di Naruto. L'Uchiha si avvicina ai due guardingo con i sensi tesi
e
immediatamente il biondo stringe la presa più forte su
Sakura, come se avesse
paura che Sasuke possa attaccarla e ferirla. Che buffo, è lo
stesso motivo per
cui il moro si è avvicinato.
Ma
Naruto non potrebbe mai ferire Sakura,
giusto?
Sasuke
nota immediatamente che accanto al
Jinchuurike c'è Tsunade accompagnata da due ANBU, stanno
poco distanti giusto
per lasciare ai due amici la privacy necessaria ma comunque abbastanza
vicini
da poter intervenire.
"Sono
così felice che tu sia potuto
venire!" Sakura si stacca dall'abbraccio, ha i lacrimoni lungo le
guance e
un sorriso che parte da un'orecchia e finisce sull’altra
l'altra "Ma
come... quando...?" balbetta troppo felice per essere logica.
Kakashi
la interrompe posandole una mano sulla
spalla, è arrivato senza che Sakura se ne accorgesse e
adesso che c'è anche lui
Sasuke si sente abbastanza sicuro da far qualche altro passo. Ha come
l'urgenza
di cancellare quanto più spazio tra lui e Naruto.
Pessima
mossa, però, il biondo si immobilizza
subito, la mascella contratta. Finge di non notarlo mentre l'Hokage
spiega
soddisfatto:
"Ultimamente
le cose stavano andando bene ed
era giusto che venisse al nostro matrimonio. Per lui e per te"
Sasuke
capisce che Sakura si sta trattenendo a
forza da saltare ad abbracciare ancora il biondo. Nel frattempo si sono
avvicinati anche altri loro amici, fra cui Hinata.
Sorride
dolcemente. "Quindi sei potuto
venire alla fine, Naruto-kun" poi si volta verso di lui "Ciao,
Sas'ke-kun"
Sasuke
fa un cenno. Secondo Kakashi lei è il suo
miglior difensore quando Naruto perde il controllo e inizia a
insultarlo,
segretamente le è riconoscente. Non riesce a capire come una
persona possa
essere così altruista per uno sconosciuto.
"E quei
braccialetti particolari?"
domanda Ino indicando le braccia dell'Uzumaki. Sasuke aveva
già notato i
polsini ricoperti di sigilli.
Naruto
fa un sorriso di circostanza. "Non
sono ancora molto affidabile" e indica con un cenno Tsunade con i due
ANBU
poco lontani.
La cosa
più dolorosa è che Naruto finge che
Sasuke non ci sia, non gli ha rivolto più uno sguardo o
altro da quando ha
sciolto l'abbraccio con Sakura. Parla con gli altri gesticolando ma
stando ben attento
a non posare gli occhi sul moro, trema leggermente come se avesse i
muscoli
contratti. Anche la kunoichi sembra essersene accorta e fa saettare lo
sguardo
fra i due amici mentre domanda vivacemente:
"Quindi
adesso ti potrò vedere più
spesso?"
Naruto
annuisce. "Certo, hanno detto che
posso tornare a casa per ora. Anche se avrò sempre qualcuno
a
sorvegliarmi"
Sakura
unisce i palmi delle mani portandole al
petto e inclina la testa sorridendo morbida. "Ti prometto che andremo
subito a mangiare ramen insieme come ai vecchi tempi!"
Naruto
spalanca gli occhi ma poi il suo sguardo
si adombra come colto da un brutto pensiero. "Verrà anche
lui?"
domanda brusco, l'atteggiamento completamente cambiato. Tutti si
congelano
assumendo una posa guardinga e Sasuke si sente improvvisamente al
centro
dell’attenzione.
Sakura
spalanca brevemente gli occhi prima di
fare un altro sorriso. “Sarebbe bello” dice
dolcemente come se fosse rimasta
ferita da quelle domanda brusca.
“Era
bello anche quando ha cercato di ucciderti?”
la provoca, poi sembra rendersi conto di quello che dice e chiude gli
occhi
scuotendo la testa, quando parla ha il tono di voce più
controllato “Non
capisco come tu possa stargli così tranquillamente vicino
dopo tutto il male
che ti, ci ha fatto”
“Quello
è
il passato” replica pacata, lo sguardo più maturo
e la voce leggermente più
dura “E’ tornato e si è pentito. Questo
dovrebbe contare qualcosa, no?”
“Già,
ci
sono tante cose che dovrebbero contare qualcosa ma invece non contano
affatto.
Ci sono dei ricordi che non riesco a capire e non credo che siano stati
modificati dai Chinoike” gli occhi blu saettano sul volto
pallido di Sasuke
pieni di diffidenza. Sasuke non sa cosa dire ma non abbassa lo sguardo,
lo
ricambia cercando di rimare apatico davanti a quelle insinuazioni che,
sì, lo
stanno ferendo.
Ha
sempre pensato di non meritare il perdono di
Naruto o Sakura, ma non si era mai reso conto di quanto dipendesse da
quell’affetto incondizionato. Ora che l’Uzumaki
glielo ha negato si sente...
vuoto.
Sakura
stringe le labbra in una linea sottile e
si scosta dalla presa di Kakashi fronteggiando direttamente Naruto. Ha
gli
occhi verdi pieni di amarezza. “Io non ci credevo”
“A
cosa?” chiede Naruto.
“A
te”
risponde “Se non l’avessi visto non ci avrei mai
creduto” e volta lo sguardo
verso Sasuke. Da quando Sakura ha iniziato a guardarlo con compassione?
Non
vuole più stare lì.
“Sono
stanco” dice incolore, con il tono di voce
basso e fermo, poi si volta per allontanarsi senza attendere una
risposta.
**
Il sole
filtra attraverso le fessure delle
serrande chiuse creando dei fasci di luce che illuminano la penombra
della
stanza. Deve essere ancora mattina molto presto e tutto pare
immobilizzato nel
tempo. Sakura è appoggiata al ripiano della cucina mentre
beve un bicchiere di
latte e guarda il suo vestito da sposa abbandonato a terra. Non
è sopravvissuto
alle mani di Kakashi mentre la baciava e la trasportava in camera da
letto.
È
nuda, si copre solo con la camicia troppo larga
che Kakashi ha indossato la sera prima e sorride come se si trovasse
imprigionata dentro un sogno. Però il sorriso è
mitigato dalla mestizia dello
sguardo mentre pensa a Naruto. Sospira rimettendo il cartone del latte
dentro
il frigo nuovo e chiudendo l’anta. Ci hanno già
attaccato delle foto con le
calamite, quelle che spiccano sono le foto del Team Minato e del Team
7. Prende
la loro foto di quando erano piccoli staccandola dai magneti e la
studia con
attenzione, erano adorabili, ogni volta che guarda quella foto sente
una felice
dolcezza e una genuina nostalgia per la sua infanzia finita troppo
presto.
Naruto e
Sasuke nella foto si stanno guardando in
cagnesco, o meglio: il biondo sta guardando male il moro mentre questo
fa di
tutto per restare indifferente ma una smorfia contrariata fa comunque
capolino
sulle labbra. Sakura ama i suoi compagni di team, non sa come si possa
tradurre
quell’affetto a parole ma sa che nonostante tutti i suoi
sforzi non potrà mai
essere nel loro stesso piano. Non in senso di forza o
volontà, è una questione
proprio legata al loro essere. Naruto ha bisogno di Sasuke e Sasuke ha
bisogno
di Naruto, un’equazione molto elementare che ci ha messo anni
a capire.
Sposta
l’attenzione sulle due calamite che ha
appoggiato accanto alla foto. Si sono unite come se non potessero stare
lontane, sono attaccate da un’attrazione inevitabile.
Come Sasuke
e Naruto, pensa
afferrandole e facendo forza per dividerle. Se le avvicina anche solo
di poco
sente i due poli opposti tentare di raggiungersi come a voler scappare
dalle
sue dita. Negativo e positivo, Ying e Yang. Capovolge una delle due
calamite
così che entrambe le parti negative si stiano fronteggiando,
ora si è creata
una forza contraria. Si stanno respingendo con tutte le loro forze. A
volte
essere troppo uguali non va bene.
Delle
mani le cingono i fianchi e sente Kakashi
appoggiare un bacio sul suo collo. Le sorride contro la pelle.
“’Giorno” le
sussurra appoggiando il mento sulla spalla.
“Buongiorno”
ricambia con un sorriso spontaneo e
rilassa la schiena contro il petto di quello che, ora, è suo
marito. Ha le
vertigini nello stomaco a pensarci.
“Penso
che dovrò parlare con Sasuke” gli rivela
soprapensiero.
Sente le
mani dell’Hokage stringere
possessivamente i suoi fianchi superando la stoffa della camicia.
“Potrà
sopravvivere per un giorno” dice cercando di dissimulare il
fastidio.
Sakura
ride. “Geloso?” lo stuzzica portando una
mano dietro di sé nel tentativo di accarezzargli una guancia
ma tasta solo
l’aria.
Kakashi
stacca il mento dal suo collo per andare
incontro alla carezza. “Io non sono un tipo geloso”
nega.
“Come
no” lo prende in giro “Infatti tu non hai
minacciato nessun infermiere maschio di starmi lontano e non mi fai
lavorare in
team di sole donne”
“Non
volevo ti infastidissero” si difende mentre
il petto vibra in una risata mal contenuta. Sakura scioglie
quell’abbraccio
girandosi a fronteggiarlo.
“Bambini”
dice “Mi sembra di essere circondata da
dei bambini dell’asilo” e si alza sulle punte per
baciargli brevemente il
labbro inferiore.
“Prendilo
come un allenamento per il futuro” le
consiglia Kakashi “Signora Hatake”
A
quell’appellativo Sakura non può impedirsi di
arrossire e nasconde il viso sul
petto dell’uomo per non far vedere l’espressione
emozionata. Sente il cuore di
Kakashi battere regolare vicino al suo orecchio ed è uno dei
suoni più belli
del mondo. Staccarsi da lui le sembra inconcepibile. Lo sguardo cade
sui
magneti abbandonati sulla cucina: si sono uniti nuovamente. Uno dei due
poli
negativa ha ruotato per far combaciare nuovamente quello positivo.
Come Sasuke
e Naruto, pensa.
**
Sasuke
è al tavolo del soggiorno a controllare
vecchi rapporti. In quei giorni si è buttato nel lavoro nel
tentativo di non
pensare troppo a lungo a Naruto. Non è stato difficile, con
il matrimonio alle
porte nessuno aveva voglia di compilare scartoffie e lui si
è accollato il
dovere degli altri senza protestare, anzi ne è stato
soddisfatto. Quella notte
ha dormito poco, ovviamente. Non è più abituato a
dormire da solo, è questo il
punto; quando era tornato al villaggio Naruto si era messo a tallonarlo
–vuoi
per diffidenza che potesse scappare di nuovo o perché i kage
pretendevano che
fosse sorvegliato – e avevano preso addirittura il vizio di
dormire assieme.
Naruto lo stringeva sempre come se temesse che una volta risvegliato
lui non
potesse più esserci.
Non me ne
vado da nessuna parte, protestava,
però alla fine si è abituato, anzi meglio: si
è assuefatto di quella costante
presenza ingombrante e ora fatica a chiudere gli occhi.
Chi lo
avrebbe mai detto, ad andare via sei stato proprio tu. E in un posto
che non può raggiungere per di più.
Il
campanello di Villa Uchiha suona e Sasuke
sbava leggermente con la china, fa una smorfia infastidita alzandosi.
Deve
essere Shikamaru con nuovi fascicoli da riordinare, dovrebbe farlo al
palazzo
dell’Hokage ma preferisce lavorare nel silenzio di casa sua.
Invece
quando apre la porta si ritrova davanti il
caschetto rosa di Sakura.
“Yo,
Sas’ke-baka” lo saluta sventolando una mano.
Le sbatte la porta in faccia senza replicare, non ha nessuna voglia di
parlare
con Sakura. Sicuramente è lì per quello che
è successo al matrimonio e no, non
c’è niente da discutere e sinceramente della
comprensione della rosa non se ne
fa assolutamente nulla. Non le parlerà.
La
stessa cosa non sembra pensarlo la kunoichi
perché la porta viene sfondata da un poderoso pugno
lasciandogli appena il
tempo di scansarsi. Sakura entra nella casa come se non avesse appena
scardinato una pesante tavola di quercia.
“Quella
me la paghi” storce il naso infastidito
dall’intrusione nei suoi spazi vitali.
Sakura
sorride. “Avaro” e poi come se fosse a
casa sua si dirige verso il soggiorno. Sasuke sospira e guarda
l’uscio
costretto a restare aperto. Un pochino gli mancano i tempi in cui
bastava una sua
occhiataccia a far desistere l’Haruno –perdon, l’Hatake. Adesso è
Sakura Hatake
– dall’infastidirlo.
La
kunoichi si siede tranquillamente su una delle
sedie di legno e afferra il rapporto che stava compilando poco prima
fissando
distrattamente la scrittura ordinata dell’Uchiha. Ha i
capelli rosa tirati
dietro da una molletta e un maglioncino grigio chiaro palesemente
trafugato
dall’armadio di Kakashi.
“Lavori
anche in riposo, neh?” inarca una
sopracciglia esasperata.
Sasuke
sospira rassegnato e si siede anche lui su
una delle sedie. “Che cosa vuoi, Sakura?” le
domanda insofferente tirando fuori
un pacchetto di sigarette. Non potrà affrontare quella
conversazione senza la
nicotina in circolo.
“Non
posso fare visita al mio migliore amico?”
dissimula abilmente.
“Uno,
non sono il tuo migliore amico. Due,
togliti quel sorriso da finta tonta che non ci casca nessuno. E, tre,
se mi
stai disturbando senza una ragione precisa ti sbatto fuori
immediatamente”
Sakura
fa un sorriso stupito che copre con una
manina. “Wow, non ti ho mai sentito dire una frase
così lunga. Stai
migliorando!”
Odia
quando Sakura lo prende in giro, lo
indispettisce e non sa mai come risponderle dietro.
“E
tu sei stata troppo a contatto con il dobe”
ribatte piccato, ma appena lo dice si sente il respiro mozzato come se
lo
avessero colpito allo stomaco con un pugno fortissimo.
Sakura
coglie subito l’impercettibile cambio di
espressione dell’Uchiha e abbandona il sorriso canzonatorio
assumendo una posa
più seria.
“Non
me lo aspettavo” ammette e non deve nemmeno
specificare cosa, la sua presenza è palpabile
nell’aria.
“Te
lo avevo detto che mi odiava” risponde
apatico soffiando il fumo dalle labbra.
“Ma
è il modo in cui ti odia” specifica “Mi
è
così... familiare. Una volta mi sentivo così,
quando ho capito che non avresti
mai potuto ricambiare i miei sentimenti. Ma sapevo di essere ingiusta,
che non
era colpa tua”
Scrolla
le spalle. “Semplicemente ora mi vede per
come sono in realtà” si scansa appena in tempo
prima che un cazzotto lo
colpisca alla testa.
“Aah,
baka” bercia esasperata “E’
questo quello che pensi? Di meritare
l’odio? Lasciami dire che non capisci proprio
niente” appoggia la guancia al
palmo della mano guardandolo con esasperazione e tenerezza.
Sasuke
non se n’è reso conto ma per quel piccolo
rimprovero ha fatto un broncio infantile sulle labbra, incrocia le
braccia e
distoglie lo sguardo dalla ragazza punto sul viso.
“Cosa hai
intenzione di fare?”chiede quindi,finalmente, Sakura. La
domanda che attendeva
da quando gli ha scardinato la porta.
“Io?
Niente” replica secco.
La
ragazza aggrotta l’ampia fronte e il suo
sguardo lo invita a spiegarsi meglio.
“Che
cosa ha fatto Naruto dopo che sono andato
via?” le domanda.
Le
labbra color pesca prendono una piega amara.
“E’ stato strano. È come se si fosse
messo a litigare con sé stesso. Hanno
dovuto portarlo via”
“Vedi”
alza il mento “La mia presenza gli fa
perdere il controllo, devo stargli lontano finché non
sarà abbastanza sicuro.
In più, ora mi odia e non credo ci sia altro da aggiungere
in merito” per lui
la conversazione può anche finire lì,
perciò riprende i fogli che stava
riordinando prima deciso a ignorare la kunoichi fino alla fine dei suoi
giorni,
amen.
Sakura
non sembra dello stesso avviso. “Ti odia
perché gli hanno fatto il lavaggio del cervello”
Sasuke
stringe le palpebre infastidito. “No, gli
hanno solo aperto gli occhi. Gli hanno mostrato le cose da
un’altra prospettiva
e ha capito che ha tutti i diritti di odiarmi. Io, invece, non ho
nessun
diritto di pretendere il suo affetto”
L’Hatake
alza gli occhi al cielo. “Invece sì che
è tuo diritto. Avete un legame”
Quello
è ancora più doloroso. “Lo hanno
spezzato,
Saku-ra” trema leggermente nel dire il nome della ragazza.
Se ne
accorge allora addolcisce lo sguardo. “No,
non lo hanno fatto, lo contraddice. Anche tu avevi pensato di esserci
riuscito,
poi Naruto ti ha fatto capire il contrario”
“Non
ho comunque nessun diritto di impormi nella
sua vita se non mi vuole”
“Perché?
Pensi che Naruto avesse qualche diritto
di farlo con te?” ride cristallina.
Sasuke
è seriamente perplesso. “Non è
così?”
Le
labbra della ragazza si distendono in un
sorriso materno e si alza dalla sedia raggiungendolo
dall’altra parte del
tavolo. Istintivamente Sasuke si irrigidisce.
“Sas’ke-kun”
lo chiama con dolcezza e
accarezzandogli la frangia “Sai, Naruto mi aveva promesso che
ti avrebbe
riportato da me e io, per tantissimo tempo, mi sono sentita malissimo
all’idea
di avergli messo sulle spalle un peso del genere, una promessa
così dolorosa.
Allora mi convinsi che se gli avesse detto che non volevo
più che mantenesse
quella promessa lui avrebbe smesso di soffrire e di rincorrerti. In
realtà, lui
mi rispose che avrebbe cercato comunque di riportarti a casa. Perché? Mi chiedevo. Non ha più motivo di farlo, ma allora
perché? Non capivo. Allo
stesso tempo era venuto a conoscenza della verità su tuo
fratello e anche lui
si domandava se davvero avesse il diritto di imporsi su di te dopo
tutto...quello...”
non terminò la frase “Però lui aveva
deciso di volerti aiutare. Anche a costo
di essere egoista. Lui voleva te, voleva salvarti e questo gli bastava,
lo
faceva solo per te. Io ci ho messo
un
po’ a capirlo” ammette accarezzandogli la guancia.
Se chiude gli occhi può
fingere che quella sia la mano di Mikoto, a volte è
così facile illudersi e
crogiolarsi nell’affetto materno di Sakura.
Ma sua
madre è morta.
Scosta
la guancia dalla carezza amareggiato. “Io
non sono Naruto” ribatte.
Sakura
si siede sul bordo del tavolo ciondolando
le gambe. “Grazie tante, questo si era capito. E grazie al
cielo, aggiungo”
L’Uchiha
punta lo sguardo d’ossidiana su quello
color prato, ha i lineamenti contratti. “Io non sono
Naruto” ribadisce “Naruto
è luce e affetto, per questo poteva contrastarmi. Il buio
non si combatte con
altro buio, Sakura. Lui sapeva sempre cosa dire, come comportarsi. Dei
due è
lui la speranza, io sono la vendetta. Ma ora che anche lui è
odio come possiamo
trovare l’equilibrio che ci faccia funzionare? È
inutile, io non ne sono in
grado. Non posso farcela”
Lo
schiaffo lo colpisce senza che se ne renda
conto, lo capisce solo quando sente la guancia bruciare e la mano di
Sakura
sollevata. Ha un espressione furiosa e determinata, la guarda stupito.
Si sente
come un bambino appena rimproverato dalla mamma perché
è stato maleducato, si
sente umiliato.
“Non-dirlo-mai-più”
sillaba lentamente la kunoichi “Non dire che è
inutile, che non ne sei in
grado. Non è vero e lo sai. Naruto non ha mai dubitato di se
stesso e ora io ho
bisogno che tu creda in te” gli prende la mano
“Sas’ke-kun, mi serve che tu mi
faccia una promessa. Non ti chiederò altro, ma ti prego:
riporta Naruto
indietro. Sono io quella che non può farlo, io non
potrò mai essere nel vostro
stesso piano per quanto io vi ami. Non sono mai stata in grado di
salvarvi da
voi stessi, non sarò mai in grado di capirvi fino in
fondo” ha abbassato lo
sguardo e ha gli occhi lucidi, ti prego
non metterti a piangere “Potranno creare tutti i
sigilli del mondo, ma solo
tu potrai farlo tornare com’era. Solo tu. Quindi, per favore,
Sas’ke-kun, non
abbandonarlo solo perché hai paura” una solo
lacrima rotola dalle ciglia
chiare.
“Sakura”
sfila la mano da quella presa gentile e
ripete: “Il buio non si scaccia con il buio”
A quella
affermazione la kunoichi fa una smorfia,
come se si stesse sforzando di ridere, altre piccole lacrime si sono
aggiunte
alle prime. Tira fuori dalla tasca due magneti e Sasuke li fissa
corrucciato
mentre l’appoggia sulla tavola.
“Vedi?”
chiede la ragazza mentre le due calamite
si uniscono “Voi siete proprio così”
Sasuke
annuisce. “Appunto. Polo positivo e polo negativo.
Adesso però siamo poli negativi a contatto e quindi ci
respingiamo”
“Hai
ragione” ammette con sorpresa la rosa “Ma
guarda cosa succede” e stacca le due calamite facendo
combaciare i due poli
negativi, ovviamente i due oggetti si allontano immediatamente senza
nemmeno
sfiorarsi. Poi, però, una delle due calamite ruota su se
stessa mostrando di
nuovo il polo positivo e l’altra magicamente attratta scivola
verso di lei
attaccandosi nuovamente.
“Hai
visto?” chiede conferma “Spontaneamente una
delle due calamite ha fatto in modo che tornassero ad essere
positivo-negativo
per potersi attrarre nuovamente. Quello che sto cercando di dirti,
Sas’ke-baka,
è che né tu o Naruto siete solo tenebra o sola
luce. Siete formati da entrambi
perché siete uguali, ma allo stesso tempo sono le vostre
diversità ad attrarvi”
si sistema un ciuffo rosa fuggito dalla forcina “Non
è vero che tu sei solo
buio e vendetta. Dentro di te c’è anche amore. Tu
sei stato profondamente amato
dalla tua famiglia, da Itachi, da Naruto e... sì, anche da
me che ti piaccia o
meno” fa una linguaccia per alleggerire la situazione
“Dentro di te hai una
grande riserva d’amore, devi solo imparare ad usarla e
indirizzarla verso
Naruto in modo che, come le calamite, possiate attrarvi
nuovamente” termina.
Sasuke
abbassa lo sguardo a terra e pensa a
quelle parole. Pensa a tanto e anche troppo e inevitabilmente gli
tornano
davanti gli occhi blu pieni d’odio. Non può
farcela, Sakura nutre troppa
fiducia in lui come al solito. Non saprebbe nemmeno da dove iniziare,
qualsiasi
colpa di cui Naruto lo accuserà sarà giustissima
e non avrà niente contro cui
ribattere.
“Non
ti prometto niente” dice comunque. Non è
né
un sì né un no, ma non se la sente di distruggere
quella incondizionata quanto
immotivata fiducia.
HELLO,
IT’S
ME!
Ammetto
che non mi aspettavo tutto questo
entusiasmo, sono felicissima!
Avevo
una vaga idea di intitolare questa seconda
parte “Sakura all’asilo
nido” perché
sì, le tocca sempre fare da ambasciatrice tra il dobe e il
teme. Ho appunto
questa headcanon di Sakura che si
comporta come una mamma per i due baka aiutandoli a comprendere i loro
sentimenti xD Soprattutto in questa storia volevo parlare
dell’amicizia
Sakura/Sasuke, è una friendship
che
mi sarebbe tanto piaciuto vedere. Loro due alleati contro Naruto che
mangia
solo ramen, mi sarei divertita troppo. Invece, anche se sono stati
canonizzati,
non è cambiato un cavolo c_c
Ti odio,
Kishimoto.
E,
ah, avevo detto che durava tre capitoli
massimo quattro? Scherzavo^^
durerà
un tantino di più ma non esageratamente ehehehe.
Però dai, già dal prossimo
capitolo ci sarà qualche gioia per il narusasu.
Prima Sasuke deve fare pace con il cervello, grazie al cielo Sakura lo
prende a
pedate sul sedere, bah.
Mhh,
non mi sembra ci sia altro da dire. Come vi
è sembrato i loro primo incontro? E il secondo? Fatemi
sapere! E
soprattutto, se avete qualche critica non fatevi remore, se sono
costruttive le
apprezzo molto!
A presto!
Hatta
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Capitolo 3 *** Vero o falso? ***
VERO O FALSO?
Sasuke
non
vede più Naruto, anche se sa che lo hanno dimesso
dall’ospedale e ora può
girare per Konoha sotto la stretta sorveglianza di un ANBU. Kakashi gli
ha
detto che porta anche un sigillo di contenimento molto simile a quello
che avevano
applicato su di lui per il sigillo maledetto.
“Andrà bene”ha aggiunto. Sasuke
non è molto convinto, nonostante la promessa fatta a Sakura
ormai ci ha
rinunciato. Forse l’Uzumaki potrà tornare
davvero come un tempo, ma non con lui, non il loro
rapporto. Potrà
arrivare a tollerarlo al massimo, ma non ci sarà
più nulla. Niente può essere
come prima.
Kakashi
e
Sakura hanno fatto una brevissima vacanza dopo il matrimonio, nulla di
troppo
impegnativo perché l’Hokage non poteva lasciare
per troppo tempo incustodita
Konoha e Sakura non poteva abbandonare il suo lavoro da baka-sitter. La
guerra
è finita, è vero, ma la pace che si è
creata è così sottile che i cinque grandi
paesi devono investire molte forze per rafforzarla.
Le
missioni
ultimamente sono veri e proprio mandati di spionaggio in quei piccoli
paesi
–come per il Paese delle Terme – dove piccoli
focolai di malcontento rendono le
cose instabili. Curare è meglio di
prevenire, sembra essere il nuovo motto dei kage.
In quel
mese Sasuke ha partecipato solo ad una missione dove hanno ucciso un
nuniken
instabile che progettava attentati contro i Daymoni; per il resto del
tempo si
è allenato con Sakura o da solo, soprattutto nei campi
Uchiha. È andato solo
una volta in quelli pubblici ma appena ha messo piede ha avvertito il
chakra di
Naruto e quindi ha fatto dietrofront nel suo lugubre quartiere per
allenarsi da
solo.
Sì,
Naruto
Uzumaki è ancora uno shinobi di Konoha. L’Hokage
ha spiegato che non poteva
dimetterlo visto la situazione diplomaticamente delicata fra i vari
paesi,
Konohagakure deve mostrare di avere il pieno controllo della
situazione.
Ovviamente, Naruto non verrà mandato in missioni pericolose
o all’esterno del
paese, sarà sempre sotto controllo.
“Non
preoccuparti”
Ma
Sasuke
si preoccupa lo stesso.
Un mese
dopo il Paese delle Terme manda ambasciatori a Konoha: si tratta dei
rotoli con
le tecniche Chinoike, sono riusciti a trovarlo ma purtroppo sono
illeggibili
per chi non possiede la stessa arte oculare del clan. I Chinoike
prigionieri si
sono rifiutati di collaborare ma non è un vero problema, i
servizi segreti di
Konoha sono i migliori dei cinque paesi e non avranno
difficoltà a decifrarli
comunque. Per questo il capo del Paese delle Terme chiede che dei ninja
della
foglia vengano a prenderli; non solo per analizzarli ma anche
perché li reputa
pericolosi e pieni di chakra oscuro.
È
il
consiglio degli anziani a scegliere chi mandare, Kakashi cerca di
mediare ma
non viene ascoltato. I ninja scelti sono lui –Sasuke
Uchiha--, Sakura Haruno,
Yamato-taicho, Sai, Hinata Hyuuga e lui.
Naruto
Uzumaki.
Appena
lo
viene a sapere come un tornado si dirige all’ufficio
dell’Hokage.
“Mi
rifiuto!” ribatte con fredda pacatezza interrompendo una
piccola riunione con
la Godaime.
Tsunade
alza gli occhi al cielo. “Moccioso, nessuno ha chiesto il tuo
parere” vocia,
ovviamente ha capito subito a cosa si riferisce. È la stessa
cosa che preoccupa
anche lei e l’Hatake.
“Io
non
posso andare in missione con Naruto, è una follia”
la ignora rivolgendosi solo
al vecchio maestro.
Kakashi
appoggia la schiena alla sedia e sospira.
“Sas’ke-kun, Tsunade ha ragione: non
sei tu a decidere”
Sasuke
non
capisce come possano essere così calmi.
“Perché fare una cosa del genere? Lui
perderà il controllo, lo sapete!”
“A
sentire
loro è per una questione di immagine. Tutti si chiedono che
fine abbia fatto
l’eroe di Konoha, perché appaia così
poco e mai al tuo fianco nonostante la
vostra amicizia”
sottolinea l’ultima
parola “Questa missione farà capire ai paesi
instabili che la Foglia è ancora
unita e che i Chinoike non hanno assolutamente danneggiato i due
shinobi più
forti del mondo”
Sasuke
vorrebbe chiedere da quando le missioni ninja sono diventate una
questione di
immagine, chiede invece: “Secondo te,
invece?”
Tsunade
corruccia una sopracciglia per il poco rispetto dell’Uchiha
ma non dice niente,
si scambia una lunga occhiata con l’Hatake prima che questo
dica: “Tu non sei
simpatico al consiglio, Sas’ke-kun. L’unico motivo
per cui non ti abbiamo
consegnato ai Chinoike è Naruto” –ma
certo, continuate a ricordargli quanto gli
deve – “E me, naturalmente, ma il consiglio ha
sempre voluto sbarazzarsi
dell’ultimo Uchiha. Ti reputano pericoloso”
Sasuke
realizza. “Sperano che lui mi uccida” si sente come
se lo avessero svuotato di
tutti gli organi interni. Se Naruto lo uccidesse avranno un potenziale
nemico
in meno senza essersi sporcati le mani di persona.
Kakashi
annuisce grave. “Ovviamente è solo una
supposizione, sia Yamato che Hinata-chan
sanno come comportarsi nel caso dovesse perdere il controllo. In
più avrai
Sakura e Sai a guardarti le spalle”
“Non
mi
serve la scorta” replica brusco “Posso difendermi
da solo”
“E
saresti
anche disposto” domanda lentamente “ad
ucciderlo?”
Spalanca
brevemente gli occhi prima di far tornare l’espressione
glaciale e neutra.
“Posso fermarlo anche senza arrivare a tanto”
replica “Ma questa missione è un
errore” precisa comunque.
**
Partono
dopo qualche giorno all’alba, dopo che Yamato-taicho ha
fornito loro tutte le
indicazioni per quella missione. Non è difficile ed
è ovvio che l’utilizzo di
ninja così potenti è causato dalla presenza di
Naruto, devono tenerlo sotto
controllo in qualche modo. Sasuke non riesce davvero a capire tutto
quello per
quanto si sforzi.
Da
quando
sono partiti non gli ha mai rivolto lo sguardo e nemmeno lui ha dato
cenno di
averlo visto, fingono come se non esistessero l’uno per
l’altro. Naruto ha
scherzato con gli altri ma a volte si irrigidisce come se il suo
sguardo
venisse catturato lontano e inevitabilmente Sasuke scatta in posizione
di
difesa appoggiando una mano sulla katana, però non succede
mai niente. Hanno
dato a Naruto delle corde corte da intrecciare e disfare in
continuazione, come
a tenerlo occupato, è il suo nuovo metodo per non serrargli
le dita attorno
alla gola?
La sera
quando decidono di accamparci Sasuke si offre di controllare in giro
che non ci
siano trappole o altri ANBU nemici, sta via abbastanza a lungo poco
intenzionato a tornare al piccolo accampamento. Stare così
vicino ma allo
stesso tempo così lontano da Naruto è
un’agonia.
Dopo la
guerra il loro rapporto era diventato ancora più strano e
intricato di quanto
non fosse già prima. L’Uzumaki continuava a
berciare ovunque la loro amicizia,
non faceva altro che interpellarlo in quel modo –amico – ma il loro modo di
rapportarsi non era sicuro si potesse
circoscrivere all’interno dell’amicizia. Dubitava
che anche gli altri amici
facessero certe cose come dormire
insieme, come baciarsi, come toccarsi.
La
verità è
che Naruto e Sasuke sono sempre stati tante cose (rivali, compagni,
amici,
alleati, amanti, nemici, obiettivi) e non hanno mai cercato veramente
di
definirsi perché, qualsiasi fosse la risposta giusta, loro
restano sempre e
comunque Naruto e Sas’ke. Non hanno bisogno di una parola che
li definisca. Sakura
una volta aveva parlato di soulmates,
anime legate indipendentemente dalla loro volontà.
Anche ora? Pensa quando
torna all’accampamento
e il biondo, avvertendo la sua presenza, sobbalza trattenendo
bruscamente il
fiato e serra le mani a pugno smettendo di parlare con Sai. Sasuke lo
nota
immediatamente e questo gli provoca una sensazione amara e bruciante
alla gola.
Lo ha avvertito ma finge come se non ci fosse ancora.
“Tutto
tranquillo” dice incolore a Yamato prima di sedersi in
disparte con il proprio
sacco a pelo e chiudersi in un lugubre silenzio. Mangiano i loro pasto
in
un’atmosfera satura di tensione, inizialmente crede che il
motivo di quella
situazione pesante sia la presenza di Naruto ma poi si rende conto che
è verso
di lui che lanciano sguardi preoccupati. Eppure tutti
all’inizio della missione
erano in pensiero per la sua incolumità.
La
spiegazione gli arriva da Sakura la mattina dopo quando sono appena
partiti.
“Che
stai
cercando di fare? Vuoi che ti aggredisca?” chiede con enfasi,
sembra sia lei ad
aggredirlo al momento.
Sasuke
è
perplesso. “Certo che no. Voglio solo che mi lasci in
pace” specifica
infastidito.
“Be’,
è
quello che sta cercando di fare, ma tu non lo stai aiutando”
replica con
altrettanta bruschezza “il Consiglio lo avrà anche
mandato qui per farti
ammazzare, ma Naruto questo non lo sa. Per lui è difficile
metabolizzare tutto
questo, non puoi prendertela con lui”
“Ma
non lo
sto facendo” esclama leggermente offeso.
“Sì,
invece” lo colpisce alla faccia “Lo punisci di
continuo per una cosa che non
può controllare. Credi che Kakashi non mi abbia parlato del
vostro primo
incontro e di come ti sei comportato?” lo guarda con
rimprovero. Sasuke doveva
immaginarlo che l’ex-sensei non avrebbe tenuto la boccaccia
chiusa e questo lo
indispettisce. Era una cosa privata e sì, lo sa di non
essersi comportato
benissimo e di aver reagito nel modo sbagliato ma in quel momento nel
suo
cervello era scattato un meccanismo di difesa, non poteva farci niente.
Aveva tentato
di ucciderlo, maledizione, era ovvio che si sentisse minacciato dalla
sua
presenza.
Sakura
sembra percepire il turbamento di quelle parole e addolcisce lo sguardo
mantenendo però il tono della voce inflessibile come quello
di un generale: “Io
non ti sto dicendo che non dovresti dormire con kusanagi accanto, ma
credo sia
arrivato il momento di provare a venirgli incontro. Se tu fossi stato
compromesso, torturato e avessi tentato di ucciderlo lui si sarebbe
comportato
così con te?”
Si
zittisce. No, non lo avrebbe mai fatto. Lo ha già dimostrato
una volta: avrebbe
fatto di tutto per riportarlo indietro a qualsiasi costo, anche con il
rischio
di farsi male. Non lo avrebbe respinto o abbandonato e non lo avrebbe
guardato
con astio come fa Sasuke adesso.
“Mi
hai
fatto una promessa, ricordi?” termina Sakura; non ricevendo
risposta scatta in
testa al gruppo lasciandolo a rimuginare sulle parole della kunoichi.
La paura
di
essere respinto gli ha fatto ignorare il vero problema che deve
affrontare:
cercare di strappare il vero Naruto dal mondo pieno di ombre in cui
è stato
gettato, sicuramente è lì da qualche parte che
cerca di uscire. Ma non sa
nemmeno come trovarlo, figuriamoci come condurlo fuori da
lì; non sa nemmeno
quale strategia usare. In confronto a questo combattere contro Madara o
Kaguya
sembra una bazzecola.
Corrono
tutto il giorno tra gli alberi senza complicazioni, come il giorno
precedente
si fermano al tramonto in una piccola radura frequentata solo da dei
cervi che
scappano non appena avvertono l’arrivo dei ninja. Ormai manca poco al Paese
delle Terme.
Il buio
cala velocemente, la zona secondo Sai è abbastanza sicura e
si arrischiano ad
accendere un piccolo falò per riscaldarsi dal freddo. Non
dovrebbero comunque
incontrare nemici all’andata, sarà durante il
ritorno –quando avranno i rotoli
segreti – che dovranno stare più attenti.
Sono
tutti
attorno al fuoco che mangiano la carne secca in silenzio, solo Sakura
sta
chiacchierando quietamente con la Hyuuga, Sai le guarda annuendo mentre
Yamato
studia la cartina. Naruto è dall’altra parte del
focolare, la schiena
appoggiata a un tronco e gli occhi blu che riflettono le fiamme
danzanti. Sta
intrecciando la corda che ha dall’inizio del viaggio, i suoi
gesti sono secchi
e bruschi, come se faticasse a trattenere qualche emozione. Quello
potrebbe
essere il momento giusto per iniziare a parlargli, se solo sapesse cosa
dire. Non
riesce a pensare, perciò non dice niente e lo fissa e basta
in maniera
insistente. Il biondo sembra mal tollerare lo sguardo fisso ma non fa
nulla per
palesare il fastidio.
Dopo
circa
mezz’ora la voce di Naruto rompe il silenzio.
“Quei
tre
anni per te devono essere stati davvero estenuanti. Cercare di
uccidermi e non
riuscirci”
Le sue
parole gli sembrano estremamente ingiuste e il suo primo impulso
è quello di
ribattere in maniera tagliente, ma si morde la lingua rammentando la
conversazione con Sakura. Per questo prova ad essere diplomatico.
“Non
ci
riuscivo perché in realtà non volevo
ucciderti” inizia con le migliori
intenzioni ma Naruto lo interrompe subito con una risata soffocata,
cattiva e
fredda.
“Certo,
anche quando mi hai trapassato il petto con il chidori”
ricorda sarcastico. Sembra
quasi che stia cercando le parole giuste per ferirlo di proposito.
Quella realizzazione
fa passare tutta la voglia di essere diplomatico a Sasuke e prima che
se ne
renda conto ribatte tagliente:
“Ti
ricordo
che tu mi hai strangolato neanche un mese fa”
Naruto
lo
guarda con l’espressione di chi cerca di capire se tu stia
scherzando o meno e,
nel caso, è stata una battuta di pessimo gusto, grazie. Gli
altri si
irrigidiscono scambiandosi sguardi di intesa. Ovviamente hanno seguito
tutta la
breve conversazione.
Alla
fine
Naruto sembra capire che no, non sta scherzando, e acciglia lo sguardo
offeso. “Mi
stavi correndo incontro con rinnegan e sharingan attivi”
spiega “Volevi
attaccarmi, no?”
“No!”
sbotta senza rendersene conto troppo sorpreso da quella affermazione
ridicola “Io
non cercavo di attaccarti. Io—io volevo...” prende
un grosso respiro,
ammetterlo gli costerà una grossa fetta di orgoglio
“abbracciarti”
ok, ora dovrà uccidere i presenti. Soprattutto Sakura
che non può evitare di ghignare perfida e divertita. Ecco,
Sasuke è anche
arrossito. Stupido dobe. Stupide questioni umane.
Naruto
sembra profondamente scettico a quella spiegazione ma, almeno, anche
lui è
arrossito leggermente per l’imbarazzo.
“Ah” bofonchia “Perché avresti
dovuto
farlo?”
Domanda
legittima. “Eri stato catturato ed eravamo venuti a salvarti.
Perché siamo... alleati?”
bella parola di sicurezza, del
tutto priva di impegno emotivo e facilmente interpretabile.
“Alleato”
pronuncia lentamente come se stesse assaporando il suono della parola
“Amico.
Compagno. Nuniken. Obbiettivo. Uchiha. Fidanzato. Nemico. Shinobi. Lo
aggiungerò alla lista di parole che uso per cercare di
capirti. Alleato” fa
cadere la corda dalle mani.
Gli
zigomi
di Sasuke si sono arrossati ancor di più a sentire la parola
fidanzato. Quella deve essere opera
di
Sakura o Kakashi, ne è sicuro.
“Sono
solo Sas’ke”
dice secco “Evita di fare una
lista di parole”
Improvvisamente
alla rabbia nello sguardo di Naruto si è infiltrata anche
una sorta di
tristezza, uno strano sconforto. “E’ che non riesco
più a capire cosa sia vero
e cosa sia falso” rivela fissandosi le mani. Per la prima
volta sembra davvero
confuso e distrutto da quella situazione.
Sasuke
non
sa come rispondere, in suo aiuto interviene Sakura palesando il fatto
che
nessuno di loro si sia perso una battuta. “Allora
chiedilo” dice materna.
“E
a chi?”
obietta diffidente.
“A
noi, per
cominciare” risponde Yamato “Siamo la tua
squadra”
“E
a Konoha
hai molti amici sui quali fare affidamento” assicura Hinata
gentile.
Nel
silenzio che segue Sasuke cerca di immaginarsi di non riuscire a
distinguere il
vero dal falso e per un attimo gli sembra di precipitare nuovamente
nella
claustrofobica sensazione che lo aveva stretto quando aveva scoperto la
verità
su Itachi; non deve affatto sforzarsi per capire come si senta Naruto
—come al
solito del resto.
Improvvisamente
sente il desiderio di spiegargli tutto nel dettaglio: chi è
Naruto, chi è
Sasuke, cosa sono loro, quali sono i suoi sogni, perché
è così importante. Sono
così tante cose che non sa da dove iniziare, è
come avere qualcosa a serrargli
la gola o a cucirgli le labbra. Niente, non riesce a dire niente.
Naruto
alza
lo sguardo verso di lui diffidente e incerto. “Il tuo colore
preferito è il blu?”
chiede nervosamente.
È
una
domanda facile e gli è grato che abbia cominciato con
qualcosa del genere. “Sì”
conferma, poi gli sembra di dover aggiungere qualcosa di più
“Il tuo è l’arancione”
L’Uzumaki
prova a fare un sorriso un po’ storto,
un’imitazione di quelli che gli
rivolgeva un tempo. “Questo me lo ricordo ancora”
“Sì,
ma è
un arancione particolare. Ti piace l’arancione del tramonto
per via dell’insieme,
perché è vivido e brillante anche se il sole sta
morendo, ti sembra una sorta
di miracolo. Me lo hai detto quando abbiamo visto quel
tramonto”
Naruto
sembra a disagio. “Non me lo ricordo” mormora.
“Stavamo
tornando
da una piccola missione. Tu ti sei fermato in mezzo alla strada a
guardare il
cielo arancione, c’erano poche nuvole e i tetti di Konoha
riflettevano la luce”
spiega sentendo qualcosa stringergli così forte il cuore da
fargli male.
“Oh”
il
biondo chiude appena gli occhi come se si sforzasse di ricordare
“Grazie”
Quel
ringraziamento
sussurrato a mezza voce fa scattare qualcosa nel cervello di Sasuke e
un fiume
di parole inizia a sgorgare dalla sua bocca senza un ordine preciso.
“Ti piace
il ramen. Odi aspettare i tre minuti prima della cottura. Non controlli
mai la
scadenza del latte. Vuoi diventare Hokage. Suoni sempre il campanello
tre
volte. Non ti allacci mai le scarpe. Sei disordinato. Usi lo shampoo
alla
cannella perché è scontato. Metti sempre due
cucchiaini di zucchero nel tè. Sei
il mio migliore amico. Ti piace dormire con la finestra aperta. Urli
sempre. Il
tuo hobby è fare scherzi. Mi hai salvato la vita”
prende un grosso respiro, ha
parlato in apnea. Gli tremano le mani e vuole fare qualcosa di stupido
come
scoppiare a piangere come un bambino. Si alza improvvisamente sotto lo
sguardo
ammutolito di tutti. “Ti sbagli, Sakura, non posso
farlo” dice senza rendersene
conto, gli trema anche la voce “Faccio il primo turno di
guardia” aggiunge
prima di saltare verso il primo ramo disponibile e allontanarsi. Non
può
sopportare quello sguardo ancora a lungo.
**
Il
giorno
dopo scopre che Sakura ha ideato una sorta di gioco per aiutare Naruto
a
selezionare i suoi ricordi, lo chiamano “vero o
falso?”. Lui dice un proprio
ricordo e loro rispondono se è reale o immaginario,
solitamente accompagnando
una breve spiegazione.
“Tobi
era
Obito, vero o falso?”
“Vero.
Però
alla fine ha collaborato con l’alleanza degli shinobi
fermando Madara e Kaguya”
“Io
ho
distrutto Konoha posseduto dal Kyuubi.”
“Falso.
Pain ha distrutto Konoha e il Quarto Hokage, tuo padre, è
riuscito a fermarti
prima che perdessi il controllo. Non hai ferito nessuno”
È
una buona
idea finché non si rendono conto che la maggior parte dei
dubbi riguardando
proprio Sasuke e che non sono facili da spiegare.
“Sasuke
ha
attaccato i Kage”
“Vero.
Ero
arrabbiato per via di mio fratello e volevo vendicarmi di
Danzo” è sempre lui a
rispondere a quelle domande. Trova un masochistico piacere nel farlo, i
sensi
di colpa sono ancora ferite aperte ma ammetterli ad alta voce hanno una
sorta
di catarsi. Però nessuna giustificazione sembra convincere
il biondo, è questo
che lo fa abbandonare quel gioco lasciando l’onere delle
delucidazioni a Sakura
o Hinata.
Arrivano
al
Paese delle Terme nel tardo pomeriggio e il capo, un certo Tamoura, li
invita a
passare la notte lì. A Sasuke quell’idea non va
per niente a genio, lo stesso
non sembra pensarlo Yamato dal momento che accetta la gentile offerta
con un
inchino.
Agli
shinobi di Konoha è stata offerta un’intera ala
del palazzo e a tutti sono
state date stanze singole. Li trattano con un garbo quasi irreale che
irrita
non poco l’Uchiha. Le stanze, però, in contrasto
con la decorata e pomposa facciata
dell’edificio sono spartane, molto simili a quelle di Villa
Uchiha. La sua
stanza è composta solo da un armadio, un comodino in legno
scuro e un letto
tradizione. In compenso il pavimento è quasi interamente
coperto da un pregiato
tappeto raffigurante stilizzati avvenimenti mitici dai sgargianti
colori. Avverte
la presenza di Naruto un secondo prima che metta piede nella sua
stanza. Si
volta a fronteggiarlo pronto a difendersi.
L’Uzumaki
si blocca sull’uscio, non indossa più
l’uniforma ninja ma dei comodi abiti
larghi dai colori sobri, ha i piedi nudi sul pavimento in legno. Alza
le mani
in segno di resa non appena Sasuke si volta. “Sono
disarmato” dice cercando di essere
affabile, ma ha le pupille piccole come spilli e muscoli che tremano
come se si
trattenesse dallo scattare, ha la mascella serrata e respira
bruscamente.
“Questo
non
ti rende meno pericoloso” dice appunto l’Uchiha
sforzandosi di calmarsi mentre
il suo cervello lavora incessantemente. Non può trattenersi
dal trasalire
lievemente quando il biondo azzarda qualche passo verso di lui. Si
impone di
darsi una regolata.
Naruto
deglutisce
e stringe le mani a pugno, non lo guarda più in faccia.
“Nello
scontro alla Valle dell’Epilogo” esordisce
“Volevi che sparissi dalla tua vita.
Vero o falso?”
Sasuke
si
sorprende brevemente per quella domanda, ma poi annuisce, suo malgrado.
“Vero”
Trattiene
bruscamente il respiro. “Abbiamo perso un braccio”
sibila. Stringe gli occhi,
sembra faccia davvero fatica a controllarsi.
“Naruto,
forse dovresti—”
“Rispondimi!”
Sospira.
“Vero”
Annuisce.
“Hai
tentato di uccidermi”
“Vero”
“Ma
io ti
ho sconfitto”
“Falso”
Alza gli
occhi color cielo su di lui tornando a guardarlo in faccia confuso e
sofferente,
del sudore gli imperla la fronte. Sasuke non capisce perché
sia così testardo
nel voler rimanere lì anche se è palese che la
cosa lo stia logorando.
“Mi
sono
arreso” spiega piano, scandendo ogni parola.
Naruto
acciglia lo sguardo. “Non è la stessa cosa?
È perché ti ho sconfitto, no?”
Una
sensazione analoga a quella della sera prima lo prende, sente ancora
l’urgenza
di spiegare tutto anche se non sa che parole usare, e senza rendersene
conto fa
qualche passo verso la figura dell’Uzumaki. Quello sbianca e
trema leggermente,
ma resta fermo al suo posto.
“Non
è la
stessa cosa” discorde “Perché io mi sono
arreso a te. Forse avrei potuto
lottare ancora ma ho deciso di non farlo, ho deciso di fidarmi. Ho
scelto il
nostro legame. Alla fine, mi hai convinto a tornare” senza
rendersene conto si
è avvicinato tantissimo, non gli stava così
vicino da quando ha tentato di
strangolarlo. Se solo alzasse il braccio potrebbe toccargli la guancia
graffiata dalle cicatrici. Non lo fa, anche se sente
l’urgente bisogno di
toccarlo, di sentirlo davvero. Lo guarda solo in viso, deciso a fargli
capire
quello che intende.
Naruto
non
si è mosso di un centimetro anche se sta visibilmente
tremando, ha la mascella
serrata e gli occhi spalancati come quelli di una preda davanti al
predatore,
sembra paralizzato dalla paura. Sente distintamente il suo cuore
battere
fortissimo contro la gabbia toracica come se fosse il proprio.
È quello che ferma
Sasuke dal continuare a parlare.
Naruto
ha
paura di lui.
Entrambi
sussultano
quando il futsuma si apre lentamente rivelando la figura di
Tamoura-sama,
velocemente Naruto fa qualche passo indietro e lascia bruscamente il
fiato. Non
si era nemmeno accorto che lo stava trattenendo.
I
piccoli
occhi scuri del capo del Paese delle Terre scintillano e un sorriso
sibillino
dipinge le labbra secche quando si accorge della presenza di entrambi
nella
stanza. “Sono felice di costatare di persona che certe voci
che circolano sull’Eroe
di Konoha sono false” dice umilmente anche se il suo sguardo
sembra dire il
contrario.
Sasuke
non
riesce a fidarsi di quel tipo, gli ricorda una versione ancora
più infima di
Kabuto in formato tascabile.
A quelle
parole Naruto tira le labbra in sorriso nervoso. “Mi stavate
cercando?”
domanda.
Il
piccolo
vecchietto scuote la testa. La sua pelle sembra carta stropicciata e
sembra
sparire dentro i preziosi abiti tradizionali dai bordi dorati.
“Ero venuto per Uchiha-san”
A
sentire
il proprio nome rizza il capo e le spalle concentrando la propria
attenzione su
di lui.
Fa un
cenno
con il capo per farlo continuare e Tamoura sembra divertito dal
silenzio
telegrafico del moro. “C’è una persona
che vorrebbe incontrarla.” I piccoli
occhi neri brillano “En Oyashiro” termina.
Sasuke
freme
al pronunciare di quel nome e una scintilla pericolosa si accende nel
suo
sguardo d’ossidiana. “Cosa vuole?” sputa
sprezzante.
Il
sorriso
sibillino si allarga, è inquietante. “Penso che lo
scoprirai solo incontrandolo”
POPOLO, HO UNA
NOTIZIA SCONVOLGENTE
--che
non c’entra
nulla con il capitolo.
Sono arrivata
prima a un concorso di scrittura e, se
tutto va bene, pubblicheranno la
mia
storia. Non potete capire la felicità, se ci penso
ricomincio a piangere di
gioia.
È
il primo
passo verso la realizzazione di un sogno, dattebayo!
Mi sento tanto Naruto in questo momento xD
Appunto
di
Naruto, passiamo al capitolo. Mh, Sasuke sta
cominciando a fare un po’
di giudizio anche se, be’, resta sempre Sasuke xD vedremo se
migliorerà. Probabilmente
cambierò il rating in rosso
perché dopo
tutto questo angst/tensione sessuale una bella bombata finale ce la meritiamo e.e
Eee,
ditemi
voi le vostre impressioni^^
A presto!
Hatta
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Capitolo 4 *** Predatore ***
PREDATORE
Le scale
che portano alle prigioni del Paese delle Terre sono in pietra dura e
umide,
scivolose; l’ambiente è mal illuminato e puzza di
muffa e chiuso, dell’acqua
gocciola ritmicamente dal soffitto formando delle piccole pozze. Le
fiaccole sono
per la maggior parte spente e le poche accese hanno una fiamma esigua,
morente.
Là sotto il caldo è asfissiante, appena ci ha
messo piede Sasuke, che è molto
sensibile ai cambi di temperatura, ha sentito quel calore umido
prendergli la
gola. Risulta quasi difficile respirare e ha già iniziato a
sudare.
Ad
accompagnarlo c’è solo una guardia, uno shinobi
mercenario, che tiene una
fiaccola e cammina senza proferir parola come un automa. Non che non
gli
dispiaccia quel silenzio, comunque.
Sente
tante
piccole emozioni contrastanti esplodere nel suo petto come fuochi
d’artificio
ma una la fa da padrona soffocando del tutto le altro. La rabbia. Da quando Naruto era stata
catturato, Sasuke aveva bramato
il giorno in cui si sarebbe finalmente trovato a faccia a faccia con En
Oyashiro per tagliargli la testa. Non l’ha mai biasimato per
il suo odio nei
suoi confronti, lo capisce perfettamente, ma non può
tollerare il fatto che
abbia tirato in mezzo Naruto.
Non
sopporta che sia riuscito a ferirlo nel suo unico punto debole.
“Lo
teniamo
nella cella di isolamento” dice ad un certo punto lo shinobi
che lo sta
accompagnando; ha una voce meccanica, vagamente annoiata, come se non
fosse
realmente lì. “Ma per il colloquio lo abbiamo
trasferito qui. Abbiamo fatto in
modo che sia il più sicuro possibile”
Sasuke
annuisce anche se dubita fortemente che quel vecchietto possa
nuocergli.
La cella
del colloquio si trova alla fine del corridoio, ed è
illuminata da ben due
fiaccole, lo shinobi apre la pesante porta in legno con un sigillo.
Attiva lo
sharingan e lo memorizza nel caso volesse uscire da solo.
“Vi
lascio
soli” termina il suo accompagnatore, dopodiché ci
sono solo i pesanti passi sul
pavimento di pietra e il gocciolio dell’acqua.
Con le
dita
si allenta il colletto della maglia, gli sembra di soffocare da quanto
è
pesante l’aria, e fa un passo nella cella.
En
Oyashiro
è addossato alla parete con i polsi legati dietro la
schiena, le catene serrate
sulle caviglie e una visiera sul viso per nascondere gli occhi. Sta
sorridendo,
l’ha sentito entrare.
“Uchiha-Sa’ske”
scandisce, la sua voce
sembra un disco rotto mentre rimbalza tra le pareti di pietra. Cade una
goccia.
En
Oyashiro
è un vecchio dalla pelle che sembra una ragnatela di rughe,
le labbra sono secche
e leggermente tagliuzzate, pallide e tirate in un ghigno; i capelli
bianchi
sono fili sottili sciolti in maniera disordinata sulle sue spalle magre
e
ossute, indossa una veste bianca e sporca dalle lunghe maniche. Sta in
ginocchio con la schiena ritta, nonostante lo sguardo coperto e il
misero
aspetto gracile rilascia comunque un’aura di potere e
orgoglio.
Sasuke
vorrebbe dire tante cose –insultarlo, tanto per cominciare
– ma come al solito
risolve di starsene zitto e attende che il vecchio capo dei Chinoike
dica
qualcos’altro. Tiene kusanagi al fianco e non riesce a non
pensare a quanto
sarebbe facile calare quella lama sul quel capo fragile, sarebbe come
tagliare
burro, non incontrerebbe nessuna resistenza. Come tagliare un ramo
secco e
malato.
“Alla
fine
la cocciutaggine dei tuoi amici ha avuto la meglio” dice
infine Oyashiro. Ha
quel modo di parlare lento di chi non si cura dello scorrere del tempo,
lo
stesso del terzo Hokage.
Sasuke
vorrebbe ribattere che quelli non sono i suoi amici ma visto come si
è evoluta
la situazione non gli sembra il caso di tirare fuori la sua indole
polemica e
questionare sulla sua presunta socialità.
“Sai”
continua, non sembra disturbato dal fatto che l’Uchiha non
abbia ancora
parlato, anzi il suo ghigno ha aggiunto una sfumatura divertita
“E’ stato
divertente torturare quei due vostri shinobi davanti a Uzumaki
facendogli
credere di essere te... fargli vedere il suo prezioso Uchiha uccidere i
suoi
altrettanto preziosi compagni” le sue parole si spensero in
una bassa e
misurata risata “Dimmi, ha già cercato di
ucciderti?”
Istintivamente
Sasuke porta la mano alla gola, appoggia le dita dove quelle di Naruto
hanno
stretto nemmeno una mese prima. I lividi non ci sono più
ormai ma li percepisce
ancora chiaramente ogni volta che incrocia lo sguardo blu. Ci sono
cicatrici
che non andranno mai via, come quelle che gli aveva lasciato lo scontro
con suo
fratello.
Socchiude
gli occhi raccogliendo il fiato per parlare. “Devi dirmi
altro oltre che
vantarti del tuo geniale piano malvagio?” chiede laconico
“Ho di meglio da
fare”
En
Oyashiro
allarga il sorriso scoprendo una fila di denti bianchi. “Non
ne dubito. Volevo
solo sapere chi dei due... aveva vinto”
“Dei
due
quello in ginocchio e in catene sei tu, credo che la risposta sia
più che
chiara” ribatte duro.
“Chiara”
ripete lentamente “Il tempo è mutabile come il
mare e le possibilità sono
infinte come le sue correnti. Finché l’acqua
è agitata non si potrà mai vedere
che cosa c’è nel fondale, così
è il futuro”
Si passa
una mano sulla fronte scostandosi la frangia dalla pelle completamente
sudata,
l’afa è insopportabile e lo fa sentire pesante
come sul punto di addormentarsi.
“Grazie
per
questa perla di saggezza” replica aspro “Ma a me la
situazione appare davvero
chiara, così come la tua sconfitta”
En
Oyashiro
fa passare la punta della lingua sulle labbra secche in un gesto che
gli
ricorda Orochimaru –che schifo, perché tutti a lui
i pervertiti?. “Ormai
Naruto Uzumaki è diventato una mia
creatura, penso che anche questo
debba apparirti chiaramente”
Sasuke
si
sente ribollire dalla rabbia a quelle parole e deve stringere gli occhi
e il
pugno per non lasciarla trapelare, per trattenersi
dall’ucciderlo
immediatamente.
“Naruto
non
è tuo” precisa con la voce che trema leggermente
dalla rabbia “Appartiene solo
a se stesso, e qualsiasi cosa tu gli abbia fatto lui tornerà
come prima, stanne
certo”
“Quanta
arroganza nelle tue parole” commenta con la prima espressione
stizzita “Cosa ti
rende così sicuro di te?”
Arriccia
un
angolo della bocca in una parvenza di sorriso. “È
Naruto e mi fido di lui”
Vorrebbe
farlo a pezzi lentamente e guardarlo mentre muore dissanguato, le sue
dita
fremano per strappargli la pelle dalle ossa e lacerare i muscoli.
“E
lui si
fida di te?”
Un verso
stizzito scappa delle labbra del moro. “Se devi
solo...”
“No,
ho una
richiesta, in realtà” lo interrompe bruscamente,
ma nemmeno tanto, non ha
alzato la voce per imporsi su di lui.
“Ch’”
commenta “Non vedo perché dovrei
ascoltarla”
“E’
molto
semplice, vorrei che fossi tu ad uccidermi”
Il tempo
sembra congelarsi, anche le gocce d’acqua smettono di
precipitare
cristallizzate in quel momento, Sasuke trattiene il respiro fra le
labbra. Quando
lo lascia andare sembra che il tempo riprenda a scorrere.
“Non
sta a
lei decidere” dice tranquillamente anche se dentro sente
forte il desiderio di
accettare quella richiesta e ucciderlo lì, in quel momento,
senza che se ne
renda conto, e mettere in atto la sua vendetta. Ma è
diventato migliore di così,
vuole essere migliore di così. Lo deve fare per Naruto.
“Il
mio
intero clan è stato ucciso da voi maledetti Uchiha, di puro
sono sopravvissuto
solo io. L’ultimo Uchiha contro l’ultimo Chinoike,
se deve finire nel sangue
che sia così”
Sasuke
sospira seccato e gli dà le spalle dirigendosi verso
l’uscita. “E’ stato
proprio il sangue a causare tutto questo e per questo non
finirà con il sangue.
Ho intenzione di fermare questo circolo vizioso. La
sua sentenza verrà scelta dai kage e non
avrà voce in capitolo” alza la mano pronto a
riprodurre i simboli che lo
shinobi aveva usato per aprire la porta, non ha voglia di chiamarlo per
farsi
venire a prendere; può anche uscire da solo.
La
risata
lugubre gli giunge chiara.
“Così
come
è iniziata questa storia finirà. Ma questa volta,
a parti inverse” è l’ultima
cosa che sente prima di chiudersi la porta alle spalle pesantemente. Si
sente
spossato, come se avesse combattuto contro mille nemici.
Sulle
dita
della mano sfavillano alcuni piccoli lampi di elettricità
del chidori.
**
“Le
terme
sono davvero fantastiche qui”
“Eh,
non
per altro si chiama Paese delle Terme”
“Lo
so, lo
so. Ma sto dicendo che non sarebbe male fare una vacanza qui”
“Sei
appena
tornata dalla luna di miele, non ti sembra un po’ presto
parlare di vacanze?”
“Oh,
stai
zitto, baka-Sai”
Seduto
sul
tavolino tradizionale a gambe incrociate Naruto guarda in silenzio i
suoi
compagni di squadra battibeccare amorevolmente e si ingozza con il miso
nel
frattempo. Certo, è strano che stia in silenzio ma ha
scoperto che gli piace
osservare quella quotidianità che sembra non appartenergli.
Non
stanno
cenando con il resto dei nobili, Tamoura-sama ha riservato loro una
stanza
accogliente piena di luce dove ristorarsi e dei ragazzi che li servono
con
dedizione. In particolare Naruto è particolarmente
affascinato da una ragazzina
di bassa statura con dei corti capelli bianchi, sembrano fatti di neve
o panna.
Ha un sorriso vivace ma non ha mai parlato, come gli altri, limitandosi
a
inchini cortesi ed educati; è molto buffa. Ogni qual volta
che ha un bicchiere
o un piatto vuoto si affretta a riempirglielo e questo lo mette un
po’ a
disagio.
“Grazie”
dice quando appunto la ragazzina si avvicina per versare
l’acqua nel bicchiere,
indossa una lunga veste smanicata e ha le guance arrossate, i
lineamenti
rotondi. Al ringraziamento fa un cenno con il capo abbassando appena il
mento
poi alza i propri occhi a incontrare quelli del biondo.
Sono
violetti, con una strana sfumatura vermiglia...
“O-i”
il
berciare di Sakura lo scuote dalla contemplazione di quegli occhi
particolari e
distoglie lo sguardo imbarazzato iniziando a mangiare a ritmo
forsennato.
“Qualcuno
sa che fine ha fatto Sasuke?” continua la rosa mordendo un
pezzo di pane e
prendendo poi un sorso d’acqua.
“E’
andato
da En Oyashiro” risponde sovrappensiero il biondo.
A quelle
parole la kunoichi sputa l’acqua in un getto che colpisce
Naruto dritto in
faccia e poi urla scandalizzata: “Da chi?” con la
stessa grazia di un bufalo
inferocito “Oddio, lo vuole uccidere per davvero”
Sai
cortesemente gli passa un fazzoletto per pulirsi la faccia mentre dice
alla
ragazza: “Ho letto recentemente in un libro che se una
femmina sta per troppo
tempo a contatto con dei maschi assume dei comportamenti tipicamente
maschili”
“E
questo
cosa c’entra?” domanda tossendo.
“Ti è
cresciuto anche il pene, Sakura?”
L’interpellata
rischia di soffocare una seconda volta con la propria saliva e si volta
inferocita verso l’amico con un’espressione omicida
sul volto. “SAI!” sbotta al
limite dell’ultrasono “Come ti salta in mente di
dire certe cose davanti a una
signora!”
“Oh,
hai
ragione” sembra rendersi conto il moro anche se non cambia
granché espressione,
poi si volta verso la Hyuuga con un sorrisetto di scuse
“Scusa per aver detto
quelle cose volgari davanti a te”
Hinata
immancabilmente arrossisce mentre Sakura serra le mani attorno al collo
dell’amico iniziando ad agitarlo. “Stavo parlando
di me, baka!” lo aggredisce
con una vena che sembra sul punto di esplodere sulla fronte.
“Ma
avevi
parlato di una signora”
inferisce Sai
con il sorrisetto impassibile nonostante le dita strette su di lui che
lo
stanno sballottando come una bambola di pezza.
Naruto e
Hinata si lanciano uno sguardo prima di scoppiare entrambi a ridere, il
primo
rischiando di soffocare, la seconda portandosi una mano alla bocca;
Yamato alza
gli occhi al cielo, è comprensibile il motivo per cui
Tamoura non abbia voluto
farli cenare con gli altri nobili.
Il
momento
di ilarità collettivo viene interrotto dallo scivolare del
futsuma e da Sasuke
che, nelle sue immancabili vesti neri, fa la sua entrata nella stanza.
Immediatamente la risata si spegne nella gola di Naruto sentendo solo
un gelo
impossessarsi dei suoi arti. L’istinto di attaccarlo
è fortissimo.
Sakura
scatta in piedi rischiando di rovesciare la tavola mollando la presa
sul collo
di Sai e gli punta l’indice con fare accusatorio.
“Spero
per
te che non ci sia stato nessun omicidio!” bercia minacciosa.
Sasuke
non
sembra granché spaventato e con tranquillità va a
sedersi, con suo sollievo,
dalla parte opposta del tavolo, il più lontano possibile da
lui.
“Rilassati,
Haruno” dice incolore “E’ ancora
lì a marcire, quel verme” dice con odio.
“Hatake, Hatake”
lo corregge bonariamente la rosa sventolando la mano con
l’anello
sotto il suo naso sollevata da quella risposta e torna a sedere al suo
posto
lasciandosi alle spalle la breve lite con Sai. “Che cosa
voleva?” domanda
curiosa. Per Naruto è inconcepibile che la kunoichi riesca a
parlare così
tranquillamente con lui nonostante quello che è successo,
cerca di capire ma
non ci riesce.
“Oltre
vantarsi dei suoi piani malvagi? Nulla”
“Un
classico” commenta Sakura.
Sai
annuisce. “In un libro ho letto che tutti i cattivi arrivati
ad un certo punto rivelano
i propri piani malvagi. È il motivo per cui vengono sempre
catturati”
“Anche
Sasuke?”
La
domanda
sgorga dalle sue labbra senza che se ne renda conto ma quando succede
il
silenzio cala completo su di loro. Tutti sembrano bloccarsi. Naruto
vorrebbe
prendersi a schiaffi, non può stare zitto e ignorarlo e
basta? Perché non ci
riesce?
Soprattutto
vorrebbe capire perché quegli occhi neri sgranati su di lui
gli facciano così
male, è una sofferenza completamente diversa da quella
causata dalla rabbia o
dalla paura.
Hinata
è la
prima a riscuotersi da quella domanda. “Cosa intendi,
Naruto-kun?”
Gli sta
davvero simpatica Hinata, soprattutto la sua voce gentile.
“Tutti i cattivi
rivelano il proprio piano malvagio” ripete quello che ha
detto Sai “Quindi
anche Sasuke lo ha fatto, no?”
“Falso”
risponde Sakura riprendendo a mangiare come se nulla fosse
“Sasuke non è un
cattivo, gli sono solo successe brutte cose”
Cerca in
tutti i modi di non far cadere il proprio sguardo su quello del moro e
stringe
le mani a pugno. “Tutti hanno passato brutte cose, eppure non
mi sembra...che
abbiano tentato di...” serra gli occhi e si interrompe
prendendo un grosso
respiro. Improvvisamente gli fa malissimo la testa, perché
deve diventare
sempre così complicato quando lui è nei paraggi?
È come se due parti di se
stesso si mettessero a litigare e a tirare in direzioni diverse, non
riesce a
capire quale delle due parti seguire. È doloroso, fa male e
lo spaventa. Gli
lacera la carne.
“Sono
stanco, penso che andrò a dormire” la voce
dell’Uchiha gli arriva ferma e dura
alle orecchie. Socchiude gli occhi spiandolo fra le ciglia. Non
può nascondere
che lo trovi bello, ci ha già provato al loro primo incontro
ma arrivati a quel
punto continuare a negare gli sembra ridicolo. Sasuke è
bello, bello davvero,
in maniera semplice e disarmante, e questo deve essere un errore
perché le
persone cattive non sono belle.
Pensa
alle parole della kunochi e decide che sono sbagliate, forse non
è più cattivo
ma sicuramente lo è stato.
Sakura
si
volta completamente verso il moro alterandosi leggermente.
“Ma non hai toccato
cibo” gli fa notare, sul suo piatto infatti ci sono solo dei
pomodori “Già con
questa storia che non mangi la carne non puoi metterti anche a saltare
i pasti”
continua.
Naruto
sente qualcosa di vagamente simile al senso di colpa quando nota che
Sasuke lo
sta spiando da dietro i ciuffi lunghi della frangia. Abbassa la testa
sfuggendo
a quel piccolo e innocente sguardo indagatore –qualsiasi cosa
stia cercando è
abbastanza sicuro non sia mai esistita
–
e stringe con più forza la forchetta fino a far sbiancare le
nocche.
“Tu
sei
vegetariano. Vero o falso?” dice alla fine cercando di
mantenere la propria
voce salda. Vuole rimediare, vuole far tornare l’atmosfera
serena e rilassata
come prima quando tutti stavano ridendo e poi, anche se non
può ammetterlo,
vedere quello sguardo rassegnato negli occhi neri gli fa male.
“Vero”
conferma
Sasuke rilassando impercettibilmente la posa delle spalle, è
ancora in piedi ma
non sembra più tanto intenzionato ad andare via.
Naruto
annuisce come se considerasse l’informazione fondamentale
anche se è impegnato
con ogni sua cellula a non scattare in piedi e sprigionare un rasengan.
È un
desiderio primitivo.
“E
il tuo
cibo preferito sono i pomodori” continua, non si fida ancora
ad alzare lo
sguardo.
“Vero”
conferma nuovamente. Yamato e Sai hanno ripreso a mangiare meno vigili
e anche
Hinata ha spostato una ciocca di capelli neri dietro
l’orecchio in maniera
rilassata accennando un sorriso di incoraggiamento ad entrambi.
“Invece
a
te piace il ramen. Ma ti piace soprattutto quando è il
maestro Iruka ad
offrirtelo” continua Sasuke, la sua voce è dura ma
anche liscia come la pietra
levigata dal mare. O almeno gli ricorda una cosa del genere.
Cerca di
fare un sorriso sincero per quanto nella sua gola senta racchiusi solo
dei
ringhi. “Eh, ma questo lo so già,
tebayo” si arrischia a lanciargli una breve e
veloce occhiata, l’Uchiha è ancora in piedi ma il
suo corpo è teso verso di
lui, come se ne fosse magneticamente attratto e senza rendersene conto
cercasse
di raggiungerlo.
Un flash passa davanti agli
occhi di Naruto.
“Non
ci sarà nessuno a fermarci come l’ultima volta. Te
lo ripeto: io ti ucciderò!”
Molla la
presa sulla forchetta e si alza di scatto, il cuore che batte impazzito
contro
il suo sterno e l’ossigeno che non arriva mai abbastanza ai
polmoni; tiene gli
occhi spalancati incapace di distogliere l’attenzione da quel
ricordo che lo ha
paralizzato. Sente delle scariche di paura, rabbia e umiliazione lungo
tutta la
spina dorsale.
“Non
mi
sento bene” dice con un po’ di affanno, sente il
sudore freddo colare sulla sua
pelle. Sa di avere lo sguardo preoccupato di tutti puntato su di
sé ma non
riesce a focalizzarsi su quello che lo circonda, gli sembra di essere
sbalzato
lontano in maniera tanto brusca che il corpo è rimasto
indietro.
Non è
reale, non è reale. Si ripete.
Quel ricordo non è reale.
O forse
sì.
Come
può
capirlo? Vero o falso? Sasuke gli ha davvero detto quelle parole?
Gli
tremano
le mani.
Sente
Yamato alzarsi anche lui mentre si pulisce le dita con un tovagliolo.
“Vengo
anche io”
Annuisce,
gli sembra di avere la febbre. Reale o non reale? Non ha il coraggio di
chiedere.
Yamato-taicho
gli appoggia una mano sulla schiena facendo una breve pressione,
annuisce
ancora prendendo un lungo e lento respiro, poi si lascia portare fuori.
Cerca di
ignorare in ogni modo lo sguardo inchiostro che sente fisso sulla sua
nuca.
Sakura
si
volta verso di lui con un sorriso tirato, forzatamente allegro.
“Però stiamo
facendo dei progressi, no?” lo incoraggia riempiendogli il
piatto di verdure
come monito. Mangia.
Sasuke
guarda i pomodori e le foglie di lattuga senza rispondere, pensa alle
parole
che gli ha detto En Oyashiro.
“Quanta
arroganza nelle tue parole. Cosa ti rende così
sicuro di te?”
“E’
Naruto e mi fido di lui”
Si
chiede
se sia abbastanza.
**
Partono
all’alba
di due giorno dopo, prima sono stati costretti a fare un breve giro
turistico
del Paese e poi controllare di persona i famosi rotoli. Non sono molto
grandi,
la loro lunghezza è di un palmo e per questo hanno deciso di
riporli in bisacce
di cuoio più facilmente controllabili.
Sasuke
non
ha partecipato a nulla di tutto questo, è rimasto chiuso
nella stanza a lui
assegnatagli a elucubrare sul discutibile sarcasmo della vita. Quando
è ora di
andarsene ha due occhiaie peggiori di quando è arrivato
lì.
Tamoura
li
saluta calorosamente con tutta la famiglia ripetendo più
volte di quanto siano
lieti della loro venuta, che saranno sempre riconoscenti a Konoha, che
se
necessiterà un’aiuto faranno del loro meglio e blablabla...
Ipocriti.
Una
bambinetta dai capelli bianchi si stacca dal gruppo di servi e con
passo timido
trotterella verso Uzumaki porgendogli un fiore, scappa via ancor prima
che
possa ringraziarla.
Sasuke
la
fulmina con lo sguardo prima di sbuffare e rivolgere gli occhi altrove,
si
rifiuta di essere gelosa di una servetta qualsiasi. Non ha intenzione
di cadere
così in basso.
Il
viaggio
prosegue tranquillo nonostante tutte le pessimistiche predizioni di Sai
e la
sera riescono a camparsi senza aver incontrato nessuno se non qualche
scoiattolo e un paio di cervi. Comunque non possono accendere nessun
fuoco e
come riparo dal freddo usano i mantelli e i sacco a pelo. Prima di
coricarsi
chiacchierano pacificamente –lui naturalmente chiacchiera in
silenzio—e continuano
quello stupido gioco sul vero e falso. Naruto fa domanda innocenti, di
vita
quotidiana e un po’ evasive come se non volesse toccare
l’argomento Sasuke di
proposito.
Sono qui davanti
a te, stupidissimo dobe, vorrebbe
dirgli. Invece lo ignora anche lui, se vuole giocare a chi è
più testardo avrà
pane per i suoi denti. La cosa che davvero lo infastidisce è
il fatto che
Naruto tenga quel maledetto fiore. (Ok, è geloso, problemi?
È il suo migliore
amico, non quello di una
serva capitata per caso)
La notte
prosegue tranquilla e il giorno dopo possono ripartire senza nessuna
incongruenza, tutto sta filando fin troppo liscio. Ha una sensazione,
una
brutta sensazione, il suo istinto gli urla di controllarsi le spalle
perché
qualcosa sta per succedere ma non c’è nessuno a
seguirli. È davvero tutto
tranquillo. Davvero?
I suoi
sospetti si mostrano fondati quando manca ormai poco al villaggio.
Naruto, che
è qualche metro più avanti a litigare con Sai, si
immobilizza di colpo
rischiando di scivolare dal ramo. Preoccupati anche gli altri shinobi
fermano
la corsa raccogliendosi attorno all’Uzumaki. Ha preso a
tremare e si porta le
mani alla testa tirandosi forte i capelli, ha la bocca aperta come se
volesse
urlare ma non esce nessun suono.
“Naruto”
lo
chiama Sakura cercando di afferrarlo preoccupata ma quello rizza le
spalle di
colpo, ha un’espressione concentrata sul volto e gli occhi
rossi, i tagli più
spessi sulle guance.
“Kurama,
che sta succedendo?” domanda prontamente Yamato.
“Il moccioso sta perdendo il controllo”
dice il demone in un ringhio mentre lotta internamente per mantenere la
supremazia sul corpo. Gli occhi tornano blu a intermittenza.
“Ma
Sasuke
non ha fatto niente” considera Sai beccandosi
un’occhiataccia dal diretto
interessato. Perché diamine devono subito pensare che sia
colpa sua?
Un
ringhio
gutturale esce dalle labbra del Jinchuurike mentre cade in ginocchio e
artiglia
la corteccia dell’albero lasciando lunghi strisci. “E’ diverso. È come se una voce
lo chiamasse, come se stesse cercando di
controllarlo” gli occhi tornano
blu e un urlo sovrasta il resto delle parole. Hinata si accuccia
accanto a lui
afferrandolo per le spalle e non farlo cadere. “Naruto-kun,
siamo quasi
arrivati. Cerca di resistere” lo sprona costringendolo a
guardarla in volto.
Una
mia
creatura, ha detto En
Oyashiro. Immediatamente Sasuke si volta indietro
e cerca in giro con il rinnegan attivo. È impossibile che il
Chinoike sia lì,
il suo corpo si trova imprigionato nell’umida e afosa terra
del Paese delle
Terre. Infatti lì non c’è nessuno. Ma
allora perché...?
Un altro
urlo lo fa voltare nella direzione del biondo, il suo corpo trema tutto
e
scuote la testa in continuazione. Gli ricorda quando cercava di non
lasciarsi
sopraffare dal Kyuubi, solo che qui è altro che sta cercando
di prendere il
controllo. È
terribile, non sa come
aiutarlo.
Poi,
improvvisamente,
si immobilizza, sembra abbia pure smesso di respirare. Ha lo sguardo
perso nel
vuoto, le pupille affilate come spille e l’iride di un blu
così vivido da
risultare elettrico. Non trema più, sembra aver guadagnato
il controllo e
Hinata quasi tira un sospiro di sollievo.
Quasi.
Naruto
alza
lo sguardo su Sasuke, è lo stesso di un predatore pronto a
divorare la propria
vittima.
TANTAN
Buongiornissimo
popolo(?), ho la febbre,
capitemi: deliro. Le persone normali fanno gli incubi, io mi sogno loro
e le
altre otp che fanno cosacce *cuori*
Ma
parliamo di Sasuke. Sì, Sasuke
è vegetariano e questa headcanon
non me la toglierà mai nessuno,
così come Sakura versione nonna che ti riempie il piatto di
cibo. Andiamo, Sas’ke-kun
veggy è troppo cute
per non pensarci –e questo non c’entra con il fatto
che io
sia vegetariana, lo giuro xD
Spero
che il capitolo sia piaciuto,
ovviamente doveva raccogliere altre parti ma ancor
più ovviamente io sono logorroica. Scommetto che
succederà la
stessa cosa come con Kyubiko no ko.
“Durerà
solo due capitoli!”
Nove capitoli di
“Questo è l’ultimo, lo giuro!”
Dai,
sono adorabile :3
A presto!
Hatta
|
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Capitolo 5 *** coprifronte ***
COPRIFRONTE
Naruto alza lo
sguardo su Sasuke, è lo stesso di un
predatore pronto a divorare la propria vittima.
Anche
Hinata lo nota e irrigidisce la posa delle spalle, il sorriso gentile e
rassicurante è ancora dipinto sulle labbra sebbene lo
sguardo si sia
impercettibilmente affilato.
“Sasuke-kun”
dice piano, quasi in un sospiro come se non volesse allertare un
animale
selvatico. Naruto trema violentemente, lo sguardo sconvolto.
“Scappa”
termina.
Non ha
nemmeno il tempo di chiedere cosa?!
Che l’Uzumaki scatta improvvisamente in un ringhio ferino.
Hinata attiva
immediatamente il byakugan, simultaneamente Sai tira fuori un rotolo
iniziando
a schizzarci sopra e Yamato ha impresso le proprie impronte sul terreno
richiamando l’arte del legno.
“SAS’KE!”
è un grido lacerante, non c’è nulla di
familiare, solo un grande e impetuoso
odio.
Si
prepara
all’attacco, alla difesa, a qualsiasi cosa ma Hinata
intervenie prima di lui
attivando il chakra nei propri palmi. “Vattene da
qui!” ripete mentre si
scaglia contro Naruto per bloccarlo e lui vorrebbe dirgli che no, proprio no, non ha nessuna intenzione di
scappare via. Sakura la deve pensare diversamente perché con
mala grazia lo
afferra per la collottola del mantello iniziando a tirarselo dietro
senza
fatica fra i rami cercando di mettere più distanza possibile
dal gruppo.
“Smettila,
stupida!” grida facendo attrito, riesce a vedere i compagni
combattere contro
l’Uzumaki, i bagliori di chakra sono indicativi su quello che
sta succedendo.
Sakura
non
risponde continuando a correre e trascinandoselo dietro; Sasuke si
divincola
fino a scappare dalla sua presa e frana elegantemente su un ramo
più basso.
Sakura lo raggiunge immediatamente cadendo accovacciata.
“Dobbiamo
andare a Konoha il prima possibile” sbotta la kunoichi con
gli occhi verdi
carichi di fredda determinazione.
“No,
cazzo”
impreca “Io non scappo da lui e soprattutto non lo lascio
così!”
“Sasuke,
non capisci...”
“No,
no” la
interrompe respirando affannosamente “Sei tu che non capisci!
Io non scappo, a
differenza tua non sono un codardo! Scappare non è la
soluzione, ma cosa te lo
dico a fare? Tu hai sempre saputo solo scappare e rannicchiarti dietro
a Naruto
piagnucolando il suo aiuto come
l’incapace quale sei!” la insulta velenoso
riversandole addosso tutta la rabbia
che prova per la propria impotenza, tutta la frustrazione che gli causa
quella
situazione; vuole ferirla, vuole farla sentire inutile come si sente
esattamente lui in quel momento. Fragile e inutile.
Sakura
indurisce lo sguardo, aggrotta l’ampia fronte e scatta contro
di lui.
“Shannaro!”
grida. Sasuke abbassa il capo pronto allo scontro immediato, in un
certo senso
lo desidera, ma la ragazza lo supera senza badarlo minimamente
concentrata in
un punto alle sue spalle. Solo allora Sasuke percepisce
l’altro chakra. Volta
la testa di scatto sguainando kusanagi appena in tempo per vedere
Naruto parare
senza fatica il pugno di Sakura. La kunoichi non batte ciglio e
approfitta di
fare leva nella parata per sferrargli un calcio mentre è
ancora in volo.
Stupida, cosa
crede di fare?! Sbotta fra
sé davanti ai tentativi della ragazza di batterlo. Quello
non è un allenamento
e Naruto non è in sé, la investirebbe senza
battere ciglio con tutta la sua
forza pur di togliersela di mezzo. Lo
deve pensare anche la ragazza perché il Byakugou brilla
sulla sua fronte
attivando il suo potere di guarigione.
Sasuke
interviene immediatamente in sua difesa. “Che cazzo combini,
stupida!” la
insulta bloccando con il piatto della spada un colpo di Naruto verso la
ragazza
“Disattivalo subito, adesso!” ordina riferendosi al
jutsu che le accorcia la
vita. Sakura fa una smorfia mentre si allontana di un salto.
Gli
occhi
blu di Naruto brillano pericolosi non appena vede la figura del moro,
ha i
lineamenti distorti dalla rabbia e dalla furia omicida.
“Sas’ke”
sibila piano, minaccioso attivando la biju mode. Le fiamme dorate
brillano a
intermittenza attorno a lui, Kurama evidentemente sta cercando di
bloccarlo da
dentro per limitare i danni e prendere il controllo sul corpo. Sasuke
non sa
come comportarsi, non ha mai colpito un nemico con
l’intenzione di non ucciderlo.
Come può fermare Naruto forte quanto lui senza fargli
inevitabilmente del male?
Sulla
mano
dell’Uzumaki sta già brillando un rasengan, Sasuke
lo imita facendo crepitare
chidori lungo la lama di kusanagi; non ha tempo per pensare. Combattono
furiosamente, Naruto è totalmente privo di controllo, mira ad uccidere e ogni suo
colpo è tremendamente
pericoloso, Sasuke non sa come muoversi, si trova incapace di colpirlo.
Una
voce dentro la sua testa non fa altro che ripetergli che non
è colpa del biondo
tutto quello. È terribile; una sensazione così
contrastante non l’ha provata
nemmeno combattendo contro Itachi. I cloni sembrano non finire mai, li
fa
sparire uno dopo l’altro in nuvole di fumo, ma di positivo
c’è che non riesce
più ad usare il chakra della volpe. Si appresta per attivare
Susanoo, ma con la
coda nell’occhio nota l’ennesimo kage bushin e per
evitare il rasengan diretto
alla sua faccia perde l’attenzione sul Naruto originale.
Sente il fiato caldo dello
shinobi sul proprio collo mentre lo inchioda a terra con il proprio
corpo, un
kunai puntato alla sua gola, un rivolo di sangue ha già
iniziato a colora dalla
pelle candida. Basta aumentare di poco la pressione per ucciderlo.
“Sasuke!”
grida spaventata Sakura cercando di eliminare tutti i cloni attorno a
lei, ha
il viso graffiato e sporco, le nocche sanguinanti.
Ma
Sasuke
non riesce ad avere paura, irrazionalmente pensa che quella
è la prima volta
che Naruto lo tocca da quando ha cercato di strozzarlo; non dovrebbe
esserne
così rassicurato, ha un kunai alla gola per
tutti i kami!
“HYA!”un
urlo sottile, acuto, e non sente più il peso sulla propria
schiena.
Istintivamente rotola mettendosi a carponi sul terriccio pronto a
scattare in
difesa ma nota tra lui e l’Uzumaki la morbida figura di
Hinata. La kunoichi è
malconcia, sembra reggersi a fatica sulle gambe eppure scatta senza
esitazione
verso Naruto prima che possa riprendersi dall’attacco a
sorpresa. Tenta di
colpirlo al petto ma la mano ambrata del ragazzo le afferra il polso
impedendoglielo, le storce la spalla e Hinata asseconda il movimento
salvo
all’ultimo accucciarsi e colpirlo ai fianchi con il piatto
dell’altra mano. Il
biondo molla presa sul braccio della ragazza e quella ruota senza
cadere, i capelli
attorno a lei come un fiume, torna nella posizione iniziale e
simultanea schiva
un colpo senza arretrare, para un pugno con l’avambraccio
mentre concentra del
chakra nel palmo dell’altra mano.
“Sakura!”
chiama mente i segni del byakugan si fanno più spessi sulla
pelle bianca.
L’altra ragazza all’udire del proprio nome
interviene immediatamente e, come
due marionette in sincronia, sferrano in proprio attacco
contemporaneamente
perfettamente coordinate. Sakura gli afferra entrambe le braccia
bloccandole dietro
la schiena e Hinata lo colpisce al petto con il palmo pieno di chakra
con una
potenza tale che Sasuke percepisce l’aria spostarsi.
Dei
kanji
percorrono rapidi l’intero corpo di Naruto dal punto in cui
la Hyuuga ha
sferrato l’attacco. Il ragazzo lancia un gridio gutturale
divincolandosi fra le
braccia dell’Hatake, l’inchiostro sembra imprimersi
a fuoco sulla sua pelle e
spalanca gli occhi blu come colto da un dolore atroce. Dura un secondo,
le
palpebra cadono sull’azzurro e il corpo scivola inerte sulle
ginocchia, Sakura
lo tiene prontamente su perché nella caduta non si faccia
male adagiandolo
piano a terra. Sta respirando affannosamente.
Hinata
abbassa le mani e prende un respiro tremante prima di crollare lei
stessa a
terra incapace di reggersi dalla fatica.
“Hinata!”
la chiama Sakura e prontamente è al suo fianco, attiva i
jutsu di guarigione
sulle proprie mani per lenire le innumerevoli ferite sul corpo della
ragazza.
Hinata
scuote la testa debolmente. “Sai” dice solo, prende
un grosso respiro “Sai è
messo male. Va’ da lui”
“Lasciami
un attimo...”
“Me
ne
occupo io” la interrompe sbrigativo Sasuke,
l’adrenalina che ancora scorre
nelle vene. Gli occhi verdi si fissano su di lui e sulla sua gola
sporca di
sangue.
“Sasuke,
anche tu...” inizia allungando una mano verso la sua pelle
lesa come se volesse
guarirlo seduta stante ma il ragazzo scuote la testa deciso.
“Come
sta
lui?” domanda
guardando il corpo inanime
di Naruto.
“Va
tutto
bene, Sas’ke-kun” lo tranquillizza Hinata
“Ho solo attivato il sigillo di
blocco” volta la testa verso Sakura “Sai
è ferito gravemente” dice seria
“E’
più urgente di noi”
La
kunoichi
sembra tentennare ma poi si lascia convincere dalle parole
dell’amica. Lancia
uno sguardo freddo a Sasuke. “Non fare idiozie mentre non ci
sono”
L’Uchiha
la
guarda con un smorfia infastidita a quel tacito rimprovero ma decide di
ignorarla, tutta la sua attenzione è su Naruto disteso a
terra, il suo volto è
pallido e sudato ma respirare in maniera regolare dalle labbra
socchiuse.
Fisicamente non sembra stare male, ha solo delle ferite superficiali
che Kurama
si sta già apprestando a curare. Segue con lo sguardo i
lineamenti morbidi ma
quando arriva alle labbra serra gli occhi con violenza, nella sua testa
sente
ancora riecheggiare il sibilo pieno di odio con cui l’ha
chiamato.
“Sasuke”
È
una voce
dolce e femminile, completamente diversa da quella di Naruto; apre gli
occhi
voltandosi verso Hinata con espressione apatica, è la prima
volta che lo chiama
senza onorifico, e la sprona a parlare socchiudendo appena le palpebre.
La
kunoichi
si è seduta sull’erba appoggiando la schiena a un
albero, il petto si alza e
abbassa velocemente e si tiene una mano appoggiata su una ferita al
costato. È
completamente imbrattata di sangue.
“Cosa
stavi
cercando di fare, prima?” il tono con cui lo dice
è sempre tenue e delicato, ma
c’è un inclinazione che lo rende anche duro, come
se stesse facendo un
rimprovero.
“Quando
Naruto ti ha bloccato lui stava esitando,
potevi fuggire dalla sua presa semplicemente usando il
rinnegan” spiega,
appoggia la nuca all’albero e guarda in alto.
“Invece sei rimasto lì. Perché?
Vuoi che ti uccida?”
Sasuke
stringe impercettibilmente le labbra, da quando la Hyuuga è
così ficcanaso? Non
può continuare a fingersi una bambolina di porcellana e
starsene zitta? La
guarda affilando gli occhi valutandola per la prima volta come una
potenziale
minaccia, ormai ha imparato che i nemici peggiori sono quelli che sanno
usare
la mente rispetto alla forza. Non è un bene che lei noti le
sue debolezze, in
futuro potrebbe usare queste conoscenze a suo danno.
Hinata
mantiene lo sguardo con fermezza, è più pallida
del solito e le ferite rosse risaltano
in contrasto violento mentre gli occhi lattei sembrano scavare dentro
di lui in
cerca di una risposta.
“Non
è così
semplice” si decide a dire infine, la sua testa pulsa
dolorosamente e si
massaggia la radice del naso “E non sono affari che ti
riguardano” chiuso e
spinoso come al solito.
Hinata
non
si scompone. “Invece sì” lo contraddice
“Sei un mio compagno, è mio dovere
prendermi cura di te come degli altri, fai parte della famiglia. Ed
essere
ninja significa in primo luogo proteggere ciò che
è importante per noi”
Fa un
sorriso amaro prima di sputare cattivo: “Non credevo fossi
così loquace.
Nemmeno che avessi così una alta considerazione di
me”.
Hinata
fa
una smorfia, non capisce se per il dolore o se per le sue parole
velenose. “Naruto
ti ama” dice senza mezzi termini, diretta quanto una
pugnalata al cuore. “Per
lui sei importante e tu non hai idea di quanto Naruto lo sia per me.
Perciò ciò
che è importante per lui lo è anche per me e lo
aiuterò a proteggerlo”
Sasuke
sente una strana sensazione alla bocca dello stomaco davanti a quelle
parole e
si pente del tono scortese che ha usato prima, quasi si vergogna
dell’atteggiamento
di naturale difesa che ha assunto all’inizio della
conversazione. Hinata non
vuole capire la sua debolezza per sfruttarle, ma per aiutarlo ad
eliminarle.
Distoglie
lo sguardo puntando nuovamente gli occhi sul volto addormentato di
Naruto, sta
riprendendo un po’ di colore anche ha se ha
un’espressione corrucciata.
“Una
parte
di me ha la sensazione di poter raggiungere l’espiazione dei
miei peccati solo
lasciandomi uccidere da lui” ammette ad alta voce e appena lo
dice se ne pente,
non concepisce di aver appena rivelato una simile confessione a una
ragazza
della quale non conosce altro se il nome.
Un
sorriso
materno stendo le labbra della Hyuuga. “Lui non ti
permetterebbe mai di pensare
una cosa del genere”
“Poco
fa ha
tentato di uccidermi” le ricorda funebre.
“Ma
ha esitato” replica
ponendo l’accento su
quella parola “Perché non è quello che
vuole veramente, lo hanno solo
compromesso” prende un grosso respiro e trema leggermente, ha
la mano premuta
sulla ferita completamente sporca di sangue. Sta cercando di curarsi da
sola,
ma lei non è un ninja medico come Sakura e conosce solo le
basi. Sasuke sa a
malapena come si attiva un jutsu medico, con la kunoichi dai capelli
rosa non
ha mai dovuto preoccuparsi di impararli davvero.
“Lo
sai”
riprende a parlare la ragazza con gli occhi socchiusi “Quando
ti condannarono a
morte solo lui si oppose fermamente. Ci radunò tutti
cercando di convincerci
che avrebbe risolto tutto lui, che dovevamo lasciarti a lui. Io non
sapevo cosa
pensare, ammetto che una parte di me ti odiava” riapre gli
occhi puntandoli su
di lui, per la prima volta si sente in soggezione davanti a quella
timida
ragazza “Ti odiavo perché facevi soffrire Sakura e
Naruto-kun, ti odiavo perché
anche se non c’eri era sempre te che nominava, eri il suo
migliore amico anche
quando lo odiavi. Nonostante tutto, lui ti ha sempre cercato e per me
non aveva
senso. Però credo di averlo capito, perché
Naruto-kun ti guarda nello stesso
modo in cui io guardavo lui. Perciò posso dire con certezza
che lui non vorrebbe
mai ucciderti, lui ti ha già perdonato tutto ed è
proprio per questo che
tornerà da te. Tutto quello che io posso fare è
non smettere di crederci,
perché è il nindo
che mi ha insegnato
proprio lui” accenna un sorriso scoprendo i denti.
Sasuke
abbassa lo sguardo imbarazzato. Non è mai stato bravo a
parlare di sentimenti,
con Naruto non è mai servito davvero, e improvvisamente gli
sembra di essere
messo a nudo davanti a tutte quelle persone che lo psicoanalizzano
così bene.
Gli sembra di essere dentro una grande stanza vuota con
specchi-finestre dietro
le quali dei medici lo studiano affascinati.
“Non
sei
solo, Sasuke-kun. Ci siamo noi ad aiutarti a riportarlo
indietro” termina
intuendo i suoi pensieri. Per la prima volta ci crede.
Forse
dovrebbe ringraziarla, anzi sicuramente deve farle capire che apprezza
la sua
comprensione, ma si sente inadatto a dirle. Grazie
non è mai una parola semplice da pronunciare per lui e le
persone che l’hanno
sentita si contano sulle dita di una mano.
L’onere di pronunciarla gli viene impedito dal
capitan Yamato che salta
sullo spiazzo d’erba in
piedi,
immediatamente congiunge le mani intrecciando simboli e dal terreno dei
robusti
rami in legno chiaro avvolgono il corpo inerme dello shinobi biondo
racchiudendolo in una bara. È una similitudine che fa
rabbrividire Sasuke.
Yamato
si
volta verso di loro, ha una preoccupante ferita al sopracciglio che gli
sporca
metà faccia, la divisa è strappata e sudicia e
una gamba è stretta in una benda
completamente pregna di sangue.
Hinata
alza
lo sguardo verso il capitano troppo velocemente e una fitta di dolore
le fa
socchiudere le palpebre.
Yamato
annuisce all’implicita domanda della ragazza.
“Sakura è arrivata in tempo.
Adesso sta portando Sai a Konoha, a breve dovrebbero arrivare dei
rinforzi”
mentre parla tiene tutto il proprio peso sulla gamba sana,
l’altra trema per la
fatica. Dell’intera squadra, lui e Sakura sembrano quelli
messi meglio. Perché
sono riusciti a scappare. Gli tornano in mente le parole che ha detto
all’Hatake e subito si sente investire dal rimorso,
è stato ingiusto e come al
solito si è lasciato trasportare dalla rabbia.
“Quanto
è
grave?” gli si rivolge Yamato con un cenno del mento. Sasuke
capisce subito che
si riferisce alla ferita e in un gesto involontario porta i
polpastrelli a
studiare la striscia di sangue.
“Non
lo è”
dice, ma l’altro uomo sembra comunque preoccupato, lo fissa
con espressione
corrucciata. Deve star pensando a quanto Naruto deve esserci andato
vicino per
procurargli un taglio in un posto simile. In realtà la
ferità deve sembrare più
brutta di ciò che è in realtà: sente
solo un bruciore che può tranquillamente
ignorare e il dolore sopraggiunge solo quando ruota il collo in pose
scomode.
Non è affatto profonda, è molto superficiale.
Chiude gli occhi. Hinata ha
ragione: Naruto ha esitato.
**
Passa un
dito sul bordo delle bende attorno al collo; come aveva già
pensato nella
foresta il taglio è molto superficiale, basterà
tenere quelle per una settimana
e poi non si vedrà più nemmeno la cicatrice.
È ironico, ultimamente in ospedale
ci va solo per lesioni al collo. A curarlo non è stata
Sakura, non la vede da
quel giorno e sospetta che lo stia evitando di proposito, non
può biasimarla
visto come le ha urlato contro nella foresta facendo appiglio su quella
debolezza che conosce così bene nella kunoichi: il timore di
non essere di
utile.
In
più una
volta a Konohagakure ha scoperto che Sai è più
grave di quanto avesse pensato
prima, l’Uzumaki lo aveva trafitto procurandogli
un’emorragia mortale. Sakura l’ha
fermata in tempo ma lo shinobi è ancora in ospedale molto
provato. Se pensa che
a portarlo così vicino alla morte è stato proprio
Naruto il suo cervello va in
cortocircuito. Hinata e Yamato si sono ripresi abbastanza velocemente,
sono
ancora un po’ ammaccati ma rispetto al compagno moro non
è nulla di male.
E poi
c’è
Naruto. Del quale non sa assolutamente nulla. Nessuno ha voluto
parlargliene,
non sa nemmeno se stia bene. Per questo quando quattro giorni dopo
viene
convocato dall’Hokage per discutere su quella missione non si
aspetta di
trovare Naruto lì, in quella stessa stanza, e la sua figura
è un colpo al
cuore. Cerca di non fissarlo troppo a lungo e appena gli è
possibile sposta lo
sguardo sul Rokudaime. Ha una posa un po’ ingobbita con il
mento appoggiato
sulle mani intrecciate, i gomiti sopra la scrivania. Sembra fissarlo
con
attenzione. Sasuke non si scompone, restando impassibile. Al suo fianco
c’è
Sakura appoggiata al muro che guarda fuori dalla finestra, non
dà segno di
averlo sentito entrare. Cosa che non ha fatto Naruto, appena ha
percepito la
sua presenza è sobbalzato sul posto, poi ha spostato il peso
da un piede
all’altro fissando il pavimento con espressione nervosa.
“Yamato
Taicho”dice alla fine Kakashi quando smette di osservarlo,
sta usando un tono
formale e duro “Mi dica cos’è successo
nel corso della missione, dall’inizio”.
“Haì!” conferma,
prende un grosso respiro
e comincia a parlare. È selettivo e conciso, non si perde in
particolari
inutili ponendo l’accento solo su momenti più
interessanti. Kakashi ascolta con
attenzione inarcando una sopracciglia quando scopre
dell’incontro tra Sasuke ed
En Oyashiro. A quel punto è l’Uchiha, sotto
sollecitazione dell’Hokage a
parlare e spiegare la loro conversazione. Gli risulta difficile essere
esauriente.
Dentro di sé sente ancora la rabbia bruciare al ricordo
delle sue parole e di
come sembrasse così sicuro di sé nonostante la
prigionia, la furia è difficile
da contenere se pensa a come avesse considerato Naruto una sua
proprietà.
Al
termine
della sua spiegazione si aspetta quasi che Kakashi faccia
immediatamente nelle
supposizioni ma cede nuovamente la parola al ninja più
anziano. Ovvio, è nello
stile del Copy Ninja avere un quadro completo della situazione prima di
lanciarsi in ipotesi.
Quando
Yamato termina di parlare un silenzio pesante segue le sue parole, ogni
ninja
presente nella stanza è perso nelle proprie elucubrazioni.
Naruto tamburella le
mani contro la coscia nervosamente. Hinata passa una mano lungo i
capelli
mordicchiandosi un labbro. Sakura ha dimenticato il suo voto di
ignorarlo e lo
fissa apertamente corrucciata.
“Quella
di
En Oyashiro è stata una richiesta molto
particolare” considera alla fine
Kakashi.
“La
richiesta di un pazzo non ha valore” ribatte prontamente
Sasuke.
“Hai
detto
che i suoi occhi erano coperti” continua l’Hokage
“perciò non ha potuto
colpirti con un genjutsu” sembra pensarci su ma poi scuote la
testa “No, visto
gli sviluppi successivi non avrebbe senso che tu sia stato vittima
dell’arte
oculare. In più sei abbastanza abile da liberartene
subito”
“Il
rotolo?” domanda Hinata piano.
Sakura
risponde: “Lo stanno decifrando, la cosa sembra risultare
più complicata del
previsto; non riescono a trovare una chiave per risolverlo”
ammette cupamente.
“Abbiamo
già mandato degli ambasciatori da Tamoura-sama per
informarlo quanto accaduto.
In questo avremo bisogno della sua collaborazione” sospira
pesantemente “En
Oyashiro non può essere fuggito dalla prigione e dubito che
il suo genjutsu
possa essere attivato a così ampio raggio, soprattutto se si
trovava in una
cella di isolamento. L’unica soluzione è che abbia
un complice” risolve alla
fine, si volta verso Sakura “Per favore, va’ a
chiamare Shikamaru e digli che
lo voglio nel mio ufficio fra trenta minuti. Poi vai da Ino per
attivare l’emergenza cinque”
Sakura
rizza la schiena e annuisce seria prima si uscire con passo deciso
dalla porta.
Emergenza cinque, credono ci sia una
spia fra gli shinobi di Konoha. Sasuke stringe le labbra.
“Cosa
intende per attivato, Kakashi-sensei?” parla Naruto. La voce
è chiara e forte
ma tiene lo sguardo puntato sul pavimento.
L’Hatake
esita un secondo prima di spiegare distaccato: “Crediamo che
il genjutso possa
essere controllato da chi l’ha imposto. Normalmente
è spento e grazie al sigillo
che ti abbiamo imposto può essere controllato, ma
l’esecutore se abbastanza
vicino, può attivarlo rendendolo più forte e
facendoti diventare un burattino
nelle sue mani”
La
brutalità di quelle parole è una mazzata per il
cuore di entrambi, sia di
Sasuke che di Naruto. Nella mente dell’Uchiha riecheggiano
chiare le parole di
En Oyashiro.
Naruto
è una mia creatura.
Non gli
sono mai apparse più chiare come in questo momento.
Uzumaki
stringe le mani a pugno e serra la mascella. “Quindi
è questo che sono diventato?
Un arma?”
Il
silenzio
che segue è più indicativo di un suono
affermativo. Sasuke ha come
l’impressione di essere su una barchetta in balia delle onde,
gli sta venendo
il mal di mare.
I
secondi
di silenzio che seguono paiono immensi e stordiscono il moro come un
rumore
violento e disturbante. È tutto sbagliato, tutto
tremendamente sbagliato.
Il primo
a
muoversi è proprio Naruto, si porta le mani dietro la nuca
mentre si avvicina alla
scrivania piena di fogli. Sasuke studia i suoi movimenti con
attenzione. Si
allenta il nodo del coprifronte tra i capelli biondi abbassando lo
sguardo.
“Se
le cose
stanno così, allora la cosa migliore è che io dia
le dimissioni” lo dice con
voce piatta seguita dal toc del
metallo che tocca la superficie.
Kakashi
si
alza dalla sedia sbattendo le mani sulla scrivania. “Che stai
dicendo?!” sbotta
“Gli shinobi non danno dimissioni”
Naruto
non
lo guarda negli occhi. “Ho quasi ucciso Sai” dice
lentamente e quelle parole
sono pregne di dolore, è tangibile come la lama di kusanagi
“Se non fosse stato
per Sakura sarebbe morto, per colpa mia.”
“E
al tuo
sogno di diventare Hokage?” domanda Hinata, le spalle
dell’Uzumaki tremano ma
non si volta verso la ragazza.
“Se
chi non
riesce a salvare un amico non è degno di diventare Hokage,
allora chi lo
ferisce a morte non ne ha nessun diritto” la sua voce
è dura come se stesse
rimproverando se stesso. “Come posso proteggere Konoha se al
momento sono io la
minaccia?”
“Tu
non sei
una minaccia” cerca di rassicurarlo Yamato mentre Kakashi
annuisce e aggiunge:
“Non
essere
così fatalista, troveremo una soluzione e tutto questo
passerà”
“E
nel
frattempo quante persone a cui voglio bene farò del male? Ho
ferito
Sakura-chan, sensei. Sakura. Hinata
e
Yamato. Ho quasi ucciso Sai. E nemmeno me ne sono reso conto. Io non
voglio
succeda ancora, io non voglio far del male...” si interrompe,
chiude gli occhi
e prende un lungo respiro tremolante aprendo le mani che fino quel
momento
aveva tenute serrate a pugno.
Hinata
si
avvicina a lui posando rassicurante una mano sulla sua spalla, la
guarda di
profilo con gli occhi dolorosamente chiari.
“Naruto-kun,
non sarà così per sempre” gli assicura
angelica “Se vuoi un po’ di tempo per
metabolizzare questa situazione sono sicura che andrà bene,
ma non devi
rinunciare al tuo sogno. Se ti impegni potrai ottenere qualsiasi
cosa”
“Grazie,
Hinata-chan” sussurra per quella comprensione.
Kakashi
torna a sedersi appoggiando stancamente la testa
all’indietro. “Una pausa non
potrà farti che bene. Del resto sono stato contrario a
questa missione fin da
subito. Sei in congedo, ma non accetterò le tue
dimissioni”
Naruto
accenna un sorriso a labbra strette, accetterà quelle
condizioni. “D’accordo,
Hokage” dice improvvisamente formale. Fa un inchino rigido
con il capo per
congedarsi e si volta, lasciando il copri fronte sulla scrivania. I
suoi occhi
incrociano brevemente quelli onice e lo guarda quasi si aspettasse
qualcosa,
una parola. Sasuke lo guarda e basta sentendo un gusto amaro in bocca.
Naruto è
nato per essere ninja, Naruto ha sempre sognato essere Hokage, come
può buttare
tutto all’aria così?
Uzumaki
lo
supera senza aggiungere una parola ed esce dalla stanza chiudendo piano
la
porta. Sasuke ha lo sguardo calamitato sulla scrivania.
È
assurdo!
È
come se
lo avessero gettato in un mondo distorto dove tutto va esattamente come
non
dovrebbe andare, è come se lui stesso sia bloccato dentro un
genjutsu e non
riesce a trovare la strada per uscirne. Eppure il dolore è
così reale.
Tutto
questo è ridicolo, è bloccato dentro una prigione
di specchi e non ha idea di
come uscirne. Ogni volta sbatte contro la propria immagine. Cosa
può fare?
Rassegnarsi e restare dentro quella prigione che lo riflette
all’infinito?
Rinunciare a Naruto?
Sbatte
le
palpebre. No, ovvio che no. La sola idea è più
ridicola di quella realtà in cui
è finito. Sasuke non può rinunciare a Naruto
esattamente come Naruto non aveva
saputo rinunciare a Sasuke.
Naruto
ha
esitato.
È
questa
l’ancora a cui aggrapparsi, la certezza che da qualche parte
Naruto
–sicuramente in maniera inconscia – deve ricordare.
Non solo perché ha esitato,
ma perché da quando è tornato non ha fatto altro
che cercare risposte. Naruto
vuole davvero capire cosa è vero e
cosa falso come se cercasse la strada per tornare da lui. Nonostante
l’odio e
la paura ha iniziato a cercare, ha sempre tentato di instaurare un
dialogo che
lo aiutasse a capire.
Ma
Sasuke?
Sasuke no. Da subito Sasuke ha rinunciato dando per certa la sconfitta.
Non ha
mai mosso un passo verso l’Uzumaki, è rimasto
inerme al proprio posto per paura
di essere respinto. È sempre stato Naruto a venire da lui,
anche ora che le
parti sono invertite è stato il jinchuurike a cercare sempre
un contatto.
Che
ridicolo, ha dato della codarda a Sakura quando l’unico vero
codardo di questa
storia è solo lui. Lui che non ha mosso un passo come se
pretendesse che gli
specchi sparissero da soli. Non ha mai cercato davvero la strada per
uscirne.
Terrorizzato com’è che non ci sia
un’uscita ha preferito non cercarla e restare
con il dubbio.
Ma ora
non
può più stare con il dubbio.
Cammina
verso la scrivania, sopra c’è ancora il
coprifronte e lo prende in mano. Lo
stringe portandolo al petto. “Questo lo prendo io”
dice con determinazione, i
suoi occhi sembrano sfidare l’Hokage dal contraddirlo. Ma
Kakashi fa solo un
sorriso pigro dietro la mascherina.
“Ci
speravo” ammette.
Sasuke
esce
dalla stanza senza dire altro sbattendo distrattamente la porta,
percorre
velocemente i corridoio dell’edificio e socchiude gli occhi
quando arriva
all’esterno, cerca Naruto e lo trova alla fine della via. Fa
qualche rapida
falcata prima di chiamarlo.
“Dobe!”
ha
urlato così forte che alcuni passanti si sono fermati
curiosi.
Naruto
irrigidisce la linea della spalle ma si ferma, non si volta a
guardarlo. “Cosa
vuoi?”
Sasuke
alza
la mano con il coprifronte stretto fra le dita. “Questo lo
conserverò io fino
al giorno in cui lo indosserai di nuovo”
A quelle
parole Uzumaki si volta, un raggio di sole gli colpisce parzialmente il
viso
illuminando un occhio ceruleo, lo studia con una piega sofferente delle
sopracciglia.
Sasuke
non
si fa scoraggiare, prende fiato. “In più voglio
dirti che non rinuncerò a te”
si sente in imbarazzo a rivelarlo in mezzo alla strada con tutte quelle
persone
che lo guardando ma non si lascerà sopraffare, Naruto gli ha
sempre detto in
faccia quello che provava indipendentemente il numero degli
ascoltatori. Se ci
è riuscito lui non vede perché essere da meno.
Naruto
socchiude gli occhi. “Sasuke...”
“Non
rinuncerò a te” ripete interrompendolo
“Mettitelo dentro quella zucca quadra.
Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, dovessi anche
rincorrerti
all’inferno o dall’altra parte del mondo”
Un
sorriso
amaro piega le labbra del biondo. “Perché andare
così lontano per me?”
“Perché
siamo amici” e tante altre cose, sono qualcosa che Sasuke
rivuole indietro
assolutamente, ma la cosa migliore è andare per gradi. E
poi, prima di
qualsiasi altra cosa, Naruto è il suo migliore amico.
“Per
favore...”
Lo
interrompe
di nuovo. “Non ti sto chiedendo il permesso, dobe”
precisa “Ti sto solo
informando della cosa. Se la cosa ti crea qualche problema non
è affar mio. Se voglio
posso essere anche più testardo di te”
“Suona
tanto come una minaccia” commenta funebre.
“Forse
lo è”
accenna un sorriso ironico “Questa volta sarai tu a doverti
dichiarare
sconfitto perché ho intenzione di vincere. Tu tornerai da
me”
“E
come fai
ad esserne certo?!” quasi sbotta passandosi una mano fra i
capelli.
“Perché
voglio credere in te” risponde serio.
Naruto
sente qualcosa stringerli lo stomaco e abbassa la testa rilassando la
posa
delle spalle, accenna un sorriso malinconico. “Tu devi essere
un’idiota, Sasuke”
mormora.
Sasuke
ricambia il sorriso. “Ho imparato da te,
Us’ratonkachi”
No, non
rinuncerò a te, mai.
CHIEDO PERDONO!
Ma ho
avuto
la terza prova e dopo sono stata afflitta da un blocco dello
scrittore
che mi ha letteralmente uccisa c_c
Ogni volta che provavo a scrivere questa storia fissavo per ore la
pagina
bianca di word. Oggi mi
è andato via
e mi sono fiondata come una matta nella scrittura.
Infatti,
non mi piace minimamente come sia
venuto il capitolo sebbene questa sia una delle mie parti preferite. Me misera t.t
Ci si
vede
prossimamente!
Hatta
|
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Capitolo 6 *** Cariche a contatto ***
Cariche a
contatto
Sasuke ha
mantenuto fede alla propria promessa. O almeno ci ha provato. A
differenza del
mese successivo non si è lasciato trascinare passivamente
dagli eventi, non ha
permesso che il mondo scorresse attorno a lui mentre se ne stava
immobile nello
stesso punto.
Naruto non
è più un ninja, ha una nuovo sigillo di
localizzazione sulla pelle in modo che
possa essere trovato sempre e comunque e una coppia di ANBU lo seguono
portando
continui messaggi all’Hokage. Spesso sono anche costretti a
intervenire quando
l’Uchiha diventa troppo insistente. Le prime volte che Sasuke
si è avvicinato
per parlargli o instaurare un qualche contatto umano sono balzati
giù dai tetti
intromettendosi tra i due. Ovviamente a niente sono servite le loro
minacce
camuffate da richieste di allontanarsi, Sasuke è deciso più che
mai a riprendersi quello che
sente appartenergli. L’Uzumaki ai suoi primi attacchi a
sorpresa ha reagito
come un animale in gabbia cercando di cambiare strada ed evitarlo,ora
sembra
essersi abituato ma davvero raramente riescono a intrattenere una
conversazione
senza che il biondo perda il controllo. In quel caso Sasuke fa
dietrofront
ancor prima che intervengano gli ANBU: non vuole forzare troppo la
mano. Per
quanto sia impaziente sa di dover procedere un passo alla volta.
In
più c’è
una nuova novità, o meglio: una nuova coinquilina.
Sakura si
è
presenta a casa sua appena due settimane dopo con tanto di valige
asserendo che
condivideranno il tetto per un po’. Quella sua uscita ha
confuso non poco l’Uchiha
dal momento che la ragazza, dopo il loro ultimo scontro verbale si era
rifiutata di rivolgergli la parola. Dopo la missione Sasuke aveva
cercato di
scusarsi con l’Hatake per la cattiveria ingiustificata nei
suoi confronti.
Sakura
aveva fatto una smorfia. “Sei sempre così,
tu”
“Cosa
intendi dire?”
“Prima
colpisci e poi chiedi scusa. Non pensi che sarebbe meglio pensarci
prima? Il
perdono non arriva sempre e necessariamente, sappilo” e dopo
quella sua uscita
non gli aveva più parlato. Per questo trovarsela alla porta
con un’espressione
fintamente amichevole sul volto è stata una sorpresa.
Il mistero
era stato subito svelato: questa decisione era stata presa al seguito
di un
violento litigio con Kakashi. Il marito, nelle vesti di Hokage, aveva
fatto presente
alla giovane donna che le era proibito allenarsi nei campi pubblici.
Causa: un
solo pugno della kunoichi ha il potere di distruggere
un’intera area rendendola
inagibile; la cosa stava diventando troppo dispendiosa per i portafogli
di
Konoha. Sakura, ovviamente, l’aveva presa come una sfida
personale e dopo aver
distrutto qualche porta aveva ben deciso di lasciare quella casa
sostenendo che
ci sarebbe tornata solo quando a quel nullafacente di suo marito
sarebbe tornato
un po’ di sale in zucca.
Ora, Sasuke
non aveva nessuna intenzione di trovarsi in mezzo al litigio di due
neosposi e
per questo aveva immediatamente ordinato a Sakura di trovare
un’altra
sistemazione, un albergo ad esempio. Non ha però tenuto
conto della faccia da
bronzo che ha imparato a indossare Sakura nei suoi confronti.
“Ma
come,
Sas’ke-kun” gli aveva detto davanti al suo rifiuto
in una malriuscita
imitazione della se stessa tredicenne “Pensavo volessi
scusarti”.
E quello
aveva perso tutte le possibilità di buttarla fuori di casa.
Il problema
non sarebbe tanto grava di per se se non fosse che la ragazza sembra
non
possedere un minimo di pudore, al contrario Sakura è avvezza
di una disinibizione
tale che le permette di scorrazzare praticamente nuda per le stanze con
una
disinvoltura invidiabile.
“Tanto
ti
piace solo il pene di Naruto, no?” è stata
l’unica replica disinteressata
mentre in mutande e reggiseno si metteva lo smalto ai piedi in
soggiorno. Una
replica alla quale non è riuscito a contestare nulla
giungendo alla sola
conclusione che la kunoichi aveva passato davvero troppo tempo non solo
in
compagnia di Naruto ma anche di quel Sai.
Per quanto
Sakura abbia ragione, Sasuke è comunque un innocente
fanciullo afflitto da un
profondo disagio verso la sessualità e tutti quei contatti
umani che non
riguardino Naruto e avere una giovane donna che
gironzola ignuda per casa non lo aiuta affatto, anzi gli
fa solo venire
voglia di fuggire da Orochimaru come da bambino. Ma questa volta non
abbandonerà Naruto.
Semplicissimo
motivo per cui trova come sola soluzione andare dal marito nullafacente
per
convincerlo in qualsiasi modo di riprendersi in casa quella schizzata
della
moglie e magari annullare quello stupido divieto imposto a Sakura.
Soprattutto
perché la nuova mira dei pugni della kunoichi sembrano
essere i campi di
allenamento Uchiha.
Sono
lì da
secoli e vorrebbe che ci restassero per altri, di secoli, grazie e
arrivederci.
Ogni suo
piano di improvvisarsi ambasciatore o avvocato divorzista sfuma quando,
percorrendo i verdi corridoio del palazzo dell’Hokage, il suo
sguardo viene
catturato da una sfavillante tuta arancione.
“Dobe!”
sbotta sorpreso interrompendo la sua avanzata e dimenticando
completamente la
presenza di un essere femmineo e potenzialmente pericoloso nella sua
dimora.
Naruto, che
gli dà le spalle, sobbalza riconoscendo immediatamente quel
tono duro e alza
gli occhi al cielo chiedendosi perché debba sempre
trovarselo fra i piedi in un
modo o nell’altro.
“Ma
non ti
stanchi mai, tu?” domanda esasperato girandosi verso
l’Uchiha.
Questi, ben
lontano dall’ammettere di averlo incontrato per un fortuito
caso, socchiude gli
occhi in un’espressione sprezzante. “Non
sottovalutarmi” lo avverte “Ti ho già
detto che non mi fermerò”
“E io
ti ho
già detto che è fatica sprecata!”
sbotta. Fa per andarsene nella direzione
opposta in una celere fuga ma Sasuke, prontamente, scatta in avanti
serrando le
dita sul suo braccio.
Si ritrova
scaraventato a terra improvvisamente con il volto che pulsa
dolorosamente dove
è stato colpito. Si porta la mano fredda alla guancia mentre
guarda l’Uzumaki
ansimare davanti a lui, il pugno chiuso ancora proteso verso di lui e
uno
sguardo leggermente sorpreso.
“Non
toccarmi” borbotta comunque portando le dita serrate al
petto, lo spia pentito
della sua azione istintiva. Si volta andandosene ancor prima che Sasuke
possa
dire qualsiasi cosa.
“Ch’”
sbatte la lingua al palato e si rialza dal pavimento, il viso gli fa
davvero
male – accidenti, con quanta forza lo ha colpito? –
ma nonostante questo si
affretta a seguirlo facendo la strada a ritroso fino a tornare
all’entrata.
“Naruto!”
lo chiama spazientito e ancora prova ad afferrarlo dal momento che lo
ignora
spudoratamente. Il ragazzo biondo agisce ancora istintivamente ma
questa volta
Sasuke è preparato al colpo e lo para afferrandogli il polso
e ruotandogli il
braccio in una torsione per bloccarglielo dietro la schiena, ma
l’Uzumaki ruota
la spalla e cerca di colpirlo con l’altra mano, scansa il
pugno e lo colpisce
allo stomaco con il ginocchio. Ci prova perché riesce a
sgusciare da quelle
presa e lo colpisce al petto con precisione.
Lasciami in pace.
Sognatelo.
Naruto si
immobilizza di colpo e il contrattacco di Sasuke va a segno facendogli
perdere
la presa sul terreno e cade a terra.
Gli ANBU
che lo seguono si materializzano immediatamente al loro fianco. Sasuke
fa una
smorfia, forse ha esagerato. Il fatto è che il suo corpo ha
riconosciuto
immediatamente lo stile di combattimento dell’altro memore di
tutti gli
allenamenti insieme e subito l’adrenalina si è
mischiata al sangue lungo le
vene facendolo agire come a voler soddisfare un bisogno fondamentale.
Toccare
Naruto, sentire il calore della pelle e i muscoli guizzare sotto la sua
presa...
“Uzumaki-sama”
lo chiamano ossequiosi i due ninja inseguitori. Naruto è
ancora a terra,
immobile nella stessa posizione di prima e con lo stesso identico
sguardo
stupito e leggermente sconvolto di quando lo ha steso.
“Che
cosa è
stato?” sussurra piano ignorando i due ANBU. Una scintilla di
speranza si
accende negli occhi di Sasuke, è bastato quel poco contatto
a...?
“Uchiha-san”
uno dei due ANBU fa un passo verso di lui, il palmo della mano verso il
suo
petto “Le chiediamo di allontanarsi” chiede cortese
ma incalzante.
Sasuke
sposta lo sguardo dall’amico a terra all’uomo
mascherato e fa una smorfia, si
sposta con la mano alcuni ciuffi neri da davanti l’occhio
nero lasciando che
coprano solo il rinnegan e poi chiude le palpebre pensieroso. Non
è il caso di
insistere.
“Tze”
commenta, poi torna a dare attenzione a Naruto “Ci vediamo,
dobe” dice e sul
volto del biondo compaiono molte espressioni contrastanti. Soddisfatto
di
quella reazione volta le spalle agli altri tre uomini nella direzione
di Villa
Uchiha ormai del tutto dimentico delle motivazioni che lo avevano
portato al
centro del villaggio.
Ci pensa
Sakura a ricordargliele quando, aprendo la porta, la trova appollaiata
sul
divano insieme a Ino, Hinata e Ten Ten impegnate a riempire la stanza
di un
chiacchiericcio insopportabile.
Maledetto
Kakashi!
**
Quando le
ragazze se vanno, ovviamente dopo essere restate per pranzo per gentile
richiesta di Sakura e sommo orrore dell’Uchiha che ha subito
meditato di
bruciarle tutte vive con l’amaterasu, la villa riceve un
altro ospite.
Qualcuno
che non si aspetta minimamente di incontrare.
Avverte
immediatamente e riconosce il chakra familiare, ma è
così poco che capisce
subito che appartiene a un Kage Bushin. Appena termina questa
costatazione
sente la finestra della propria camera picchiettare e trova Naruto in
equilibrio sul davanzale.
Cerca di
trattenere un sorriso compiaciuto mentre alza il vetro permettendo al
clone di
entrare.
“Come
mai
qui?” domanda strafottente. Dentro di sé prega che
tutto quell’incubo sia
improvvisamente finito, ma si chiede perché venire con una
copia che con il se
stesso reale.
Naruto
sembra capire la sua perplessità e spiega immediatamente:
“Non volevo che
venissero anche gli ANBU. Al momento mi stanno spiando mentre gioco ai
videogiochi
con Kiba, sono qui di nascosto. Dobbiamo parlare”
Sente
l’elettricità dell’aspettativa
percorrerlo fino alla punta delle dita. “E di
cosa?” domanda piano, seducente. Si domanda se quella scena
non sia altro che
un sogno.
Naruto
sembra a disagio lì dentro, sta trattenendo il fiato e si
guarda attorno come
se ogni oggetto lì dentro possa essere una potenziale
minaccia.
“Oggi”
inizia sicuro, la mascella leggermente serrata “Quando ci
siamo colpiti è
successa una cosa strana” si interrompe notando il sorriso
compiaciuto di
Uchiha allargarsi ulteriormente.
“Una
cosa
strana?” domanda. Sta gongolando internamente, se
è successo quello che pensa
sia successo forse ha una speranza in più. In fondo, quello
è il modo con cui
ha sempre comunicato con Naruto, no?
A quella
domanda provocatoria Uzumaki aggrotta la fronte e poi gli punta contro
l’indice
accusandolo. “Ho sentito la tua voce nella mia testa. Che mi
hai fatto
bastardo?”
A quel
punto un ghigno si impadronisce delle labbra di Sasuke e con
nonchalance si
appoggi al muro dietro di sé guardandolo con sfida negli
occhi. “Io proprio
nulla” mette in chiaro con voce bassa “Quando due
ninja esperti si scambiano i
pugni riescono a leggere quello che c’è nella
mente dell’altro” spiega mentre
uno strano déjà-vu lo coglie. Anche Naruto sembra
rendersene conto e porta una
mano alla testa, un’espressione sofferente sul volto, e si
siede sul letto.
Respira e inspira lentamente massaggiandosi le tempie.
“E’
già
successa una cosa del genere, vero o falso?” domanda.
“Vero”
risponde prontamente “Ogni volta che combattiamo le nostre
menti entrano in
contatto. Ma non credevo bastasse così poco. Forse
è capitato così spesso che i
nostri chakra si riconoscono in automatico” medita ad alta
voce.
Naruto
assimila con attenzione le sue parole, poi chiede incerto.
“Non capita solo
quando combattiamo, vero o falso? Intendo, ci sono altri
casi...” tentenna
diventando paonazzo. Quella reazione fa sorgere un dubbio in Sasuke e
aspetta
prima di rispondere, lo guarda con attenzione cercando di non
compiacersi
troppo. Naruto si ricorda che loro facevano sesso? È strano,
gli verrebbe più
naturale pensare che En Oyashiro abbia cancellato o distorto ricordi
del
genere, soprattutto ricordi del
genere. Forse lo ha appena ricordato? Per questo è
così sconvolto?
“Tu
ti ricordi...?” pone il dubbio ad alta
voce ma il biondo lo interrompe ancor prima che possa terminare la
domanda.
“No!”
strepita “Io non mi ricordo proprio niente”
Quella
reazione fin troppo esagerata fa intendere a Sasuke tutto il contrario
e sente
la speranza crescere talmente tanto da mischiarsi
all’eccitazione.
“No?”
domanda staccandosi dal muro e avvicinandosi al letto dove siede
l’amico
“Perché sì, è successo anche
in altri casi anche se non stavamo combattendo”
Naruto
sbianca. “Ah” biascica fissando intimorito il moro
accorciare sempre di più la
distanza tra loro eppure non ha la forza di muoversi, si sente
paralizzato.
“E...
e
cosa stavamo facendo?”
Domanda
sbagliata. Naruto vorrebbe prendersi a schiaffi solo per averla posta,
cosa
diavolo gli è saltato in mente? È tutta una
cattiva idea, andare lì è stata una
cattiva idea e ora dovrebbe come minimo tornare indietro e prendere a
calci
l’originale, come si è permesso di cacciarlo in
quella situazione? Sarà solo un
kage bushin ma, diamine, i sentimenti li ha anche lui.
Sasuke si
è
seduto sul letto accanto a lui e non distoglie lo sguardo dal suo viso,
è
doppiamente imbarazzante e tutte le sensazione contrastanti che sente
non lo
aiutano. Vorrebbe tanto che il suo cervello facesse pace con se stesso,
giusto
per sapere come comportarsi con l’Uchiha. Maledizione! Era
tutto più facile
quando lo ignorava e basta!
“Sicuro
di
non ricordartelo?” domanda a voce bassa come risposta alla
sua domanda. Non
capisce perché improvvisamente la voce si sia fatta
così seducente.
Sbatte le
palpebre imponendosi di riprendere il controllo.
Mal
che vada sparisco, decide e
si allontana di poco dall’altro. Un’espressione
delusa compare sul volto di
Sasuke per appena un secondo prima di tornare imperscrutabile. Sasuke
è
difficile da leggere, non riesce a capirlo. O meglio: si sente come se
avesse
la soluzione a tutte le sue domande da qualche parte ma non riesce a
trovarla e
questo è dannatamente frustrante.
Si passa
una mano fra i capelli. “Se mi fidassi dei miei ricordi
adesso non sarei qui e
tutta questa situazione nemmeno esisterebbe”
c’è palese rammarico nella sua
voce. Deve ancora perdonarsi molte cose. In più comincia a
pentirsi di aver
tentato di uccidere l’Uchiha, anche se lo odia ancora. In un
certo senso. Dio,
è tutto così complicato. Perché
qualcuno non ha messo le istruzioni da qualche
parte?
“Allora
fidati di me” propone Sasuke incalzante.
Lo guarda
scettico. “Seriamente, come posso fidarmi di uno come
te?”
Quella
insinuazione sembra infastidirlo e ferirlo allo stesso tempo.
“Perché sei mio
amico, stupido decerebrato”
Fa una
smorfia. “Da quel che ho capito, questa è una mia vecchia battuta. Quindi smettila di
usarla, non ti ho mica
ceduto il copyright eh”
“Ecco,
hai
appena dimostrato che sei portato naturalmente
all’idiozia”
“Cosa
insinui?!” bercia offeso e aggiunge istintivamente:
“Teme!”
Vede il
corpo dell’altro irrigidirsi e trattenere il respiro, lo
guarda confuso senza
capire. Perché adesso fa quel sorriso? È strano
vedere l’Uchiha, che è sempre
così serioso, quasi ostile, distendere le labbra in un
sorriso morbido e
nostalgico, lo confonde.
Distoglie
lo sguardo puntandolo sul cielo azzurro fuori dalla finestra. Sente che sta per fare una
sciocchezza e la
sola idea gli fa battere furiosamente il cuore nel petto.
“Vorrei
riprovarci”
“A
fare
cosa?” domanda Uchiha confuso.
“Quello
che
è successo oggi. Le menti a contatto” spiega
“Forse così posso capirti meglio”
e magari soddisfa sia la voglia di picchiarlo che di toccarlo. Sta
impazzendo,
davvero.
“Sì”
annuisce “Quando vuoi. Anche adesso”
“Sarà
difficile convincere gli ANBU a lasciarci combattere” ragiona
ad alta voce.
Sasuke
stringe le labbra in una linea sottile pensando a quella scocciatura.
“Posso
spedirle in un genjutsu”
A quelle parole
Uzumaki spalanca gli occhi cerulei. “Ma sei pazzo?”
protesta “Come può venirti
in mente una soluzione simile?”
“È la più semplice
e meno problematica”
“Meno…
meno
problematica?” scuote la testa incredulo “Vuoi
spedire dei ninja di Konoha
dentro un’illusione, giocheresti con il loro cervello come se
fossero dei
nemici qualunque. Li feriresti a livello cerebrale! Sono nostri
compagni!”
“Sarebbe
un
genjutsu semplice” argomenta cercando di non scaldarsi
“Niente di troppo
pericoloso o complicato. Mi limiterei ad addormentarli e nel sogno
continueranno a credere di sorvegliarti. Andrà
bene”
“Tutti
i
genjutsu hanno una debolezza” ribatte oscurandosi in volto.
“Non i
miei” garantisce, poi prende un grosso respiro “Non
farò niente che tu non
voglia. Se tu ritieni questo troppo pericoloso lascerò
perdere, ma se invece
credi che valga la pena rischiare sappi che questa potrebbe essere
l’unica
soluzione sicura” è difficile dire queste cose.
Fosse per lui lo rapirebbe e se
lo porterebbe via senza troppe cerimonie. Ma c’è
in gioco qualcosa di ben più
importante dei suoi sentimenti, deve controllarsi.
Naruto
si morde le labbra, sembra indeciso e
questo fa gioire internamente l’Uchiha che sa che
basterà insistere solo un
altro poco per farlo capitolare. Nonostante tutto sa su quali tasti
premere.
“L’unica
soluzione sicura?” ripete il biondo dopo una manciata di
secondi, abbandona la
testa fra le mani nascondendo il volto e lancia un lungo respiro
stanco. “Che
cosa sto facendo? Sono nella tana del mio peggior nemico a chiedergli
il
permesso di pestarmi”
“Io
non
sono tuo nemico” replica offeso e ferito. Ogni vota che
sembra che abbia fatto
un passo avanti verso di lui ecco che l’Uzumaki gli mette
davanti un nuovo
muro, come se volesse ricordargli come stanno le cose, e lo allontana.
Naruto si
distende di schiena sul letto guardando il soffitto e lancia un piccolo
lamento. “È quello che dicono tutti. Perfino
Iruka! Però non è così semplice
come credono; insomma: come posso non fidarmi del mio istinto, del mi
cuore? Ho
sempre seguito solo lui”
“Ed
è
questo quello che dice il tuo istinto?” domanda amareggiato,
gli sembra che un
peso enorme gli gravi sulle spalle “Che sono tuo
nemico?”
Non sa se
vuole sentire una risposta. Cioè, ormai è una
cosa che sa fin troppo bene visto
l’atteggiamento ostile che continua a mostrare verso di lui,
ma ogni volta che
quelle labbra ripetono una frase del genere si sente morire.
Gli occhi
blu si puntano sul viso pallido e lo guardano deciso, non dice niente e
forse
questa è una risposta più che eloquente.
Distoglie lo sguardo da quel viso
abbronzato soffermandolo sulla parete di un grigio anonimo ma sobbalza
quando
sente le dita calde sfiorargli la pelle e poi stringersi con delicatezza sul polso
pallido. Il cuore
accelera immediatamente i battiti, sono mesi che non sente quelle dita
sulla
propria pelle in quel modo. È
come se
una valanga di ricordi lo sommergesse.
“Non
è solo
odio quello che sento” mormora piano, gli occhi blu si sono
oscurati a
raggiungere una sfumatura oltremare quasi
nera, la presa sul suo polso si intensifica lentamente diventando quasi
possessiva “C’è anche
dell’altro, io lo sento ma non lo capisco. Ed è
questo
che mi confonde, altrimenti odiarti risulterebbe più
semplice”
Sasuke
abbassa lo sguardo sulla mano che gli stringe il polso; lo ruota piano,
lentamente, quasi temesse di fare gesti troppo bruschi. Scivola
lentamente in
quella presa e afferra a sua volta il polso dell’Uzumaki.
Attraverso i
polpastrelli riesce a percepire i battiti del cuore, sono veloci e
forti.
Restano fermi in quella presa a lungo, a Sasuke sembrano ore.
“…forse
è
per questo che sono disposto a rischiare” termina con il tono
sospeso, come se
avesse trattenuto il respiro per tutto il tempo.
Gli occhi
d’ossidiana si accendono di speranza. “Sei
sicuro?”
Naruto tenta
un sorriso strafottente. “Sicurissimo. Tu, piuttosto, sei
pronto a farti fare
il culo?”
A quelle
parole l’Uchiha riconosce la sensazione di sfida che ha
sempre preceduto un
loro allenamento, la sensazione di ansia nel sapere che il proprio
avversario
può batterti, può bloccarti al suolo e fare di te
quello che vuole. Hai solo la
soluzione di batterlo per primo e stringere per primo la sua vita tra
le
proprie mani.
“Non
prendermi sottogamba, dobe” lo ammonisce con un sorriso
carico di eccitazione
“Sei sempre stato un imbranato, devo ricordartelo?”
Naruto
ricambia il sorriso. “Forse sei tu che non devi
sopravvalutarti” fa una pausa
sfidandolo con lo sguardo, poi si rialza dalla posizione distesa
“Fra dieci
minuti, allora. A casa mia” la sua espressione si
è fatta seria “E vedi di non
fare loro del male. Limitati ad addormentarli e basta”
Lo guarda
stizzito. “Certo” assicura
“Fidati”
“E’
proprio
questo il problema” replica prima di sparire in nuvolette di
fumo e
ricongiungersi all’originale.
In
contemporanea Sasuke si alza e prende un grosso respiro. Sente ancora
sulla
pelle del polso la stretta dell’altro ragazzo.
Che cosa
gli è saltato in mente? Accettare di combattere con lui! E
se fosse tutto un
imbroglio? Se quella non fosse altro che una scusa per farlo fuori?
Oppure è
sincero, ma cosa cambierebbe se dovesse perdere il controllo? Se
succedesse di
nuovo quello che era accaduto nella foresta?
No, non
è a
questo a cui deve pensare. Si risiede nel letto massaggiandosi la
radice del
naso. Combatterà contro Naruto, ma c’è
la possibilità che perde il controllo e
cerchi di ucciderlo.
Non
è un problema, pensa, posso
gestirlo.
Siamo forti uguali. E poi è Naruto. L’idea di
Naruto che tenta di ucciderlo è
una cosa assolutamente impensabile e malsana, è
terribilmente sbagliata.
Andrà
bene,
si convince alzandosi e cercando nel proprio armadio degli abiti
più comodi per
un allenamento. Prende kusangi,dei kunai e alcuni shuriken; stringe
delle bene
attorno ai polsi fino al gomito e alle caviglie.
Quando
scende trova Sakura seduta sul divano con cartelle cliniche attorno a
lei,
mordicchia distrattamente una penna con le labbra mentre legge i
rapporti.
Indossa solo una maglietta larga lasciando scoperte le lunghe gambe
magre.
“Quella
maglia è mia?” domanda oltraggiato. Sakura nemmeno
alza lo sguardo su di lui.
“Ah-ah”
dice solo segnando un appunto.
“Esattamente
quando hai intenzione di tornartene a casa?”
Solo a quel
punto la ragazza alza lo sguardo su di lui. “Non lo
so” si finge pensierosa “Ad
alcune persone servono tre anni a volte”
Ringhiando
per quella frecciatina inopportuna sbatta la porta della casa con
violenza
dirigendosi verso l’appartamento di Naruto.
**
“Ce ne
hai
messo del tempo” è la prima cosa che gli dice
Naruto aprendo la porta davanti a
lui. Sasuke ha già messo k.o. i due ANBU, è stato
più semplice del previsto e
ora i due sono addormentati dentro una casa vuota. Però non
hanno molto tempo,
Kakashi prima o poi si accorgerà che qualcosa non va. Da
quel che le ha detto
Hinata, Naruto è molto sorvegliato.
In ogni
caso Uzumaki non gli dà nemmeno il tempo di rispondere
perché lo afferra alla
spalla e immediatamente sente la scomoda sensazione della traslocazione
rovesciargli lo stomaco. Atterra in piedi sul campo di addestramento
più
lontano dal centro di Konoha con la sensazione di star per vomitare.
Non si
abituerà mai a quella tecnica, preferisce di gran lunga il
teletrasporto del
rinnegan.
Naruto
scatta immediatamente dalla parte opposta del campo.
“Allora?
Com’è che funziona? Dobbiamo attivare qualche
sigillo?” vocia e Sasuke alza gli
occhi al cielo.
“Smettila
di dire idiozie” sbotta “Non è una
formula magica, è una cosa che succede
naturalmente se i due ninja sono esperti”
“Ah”
annuisce fra sé se sé, poi la sua faccia diventa
improvvisamente bordeaux “Senti…
quando hai detto che è successo in altri casi….
Ecco in quel caso specifico…”
Anche
Sasuke arrossisce capendo dove vuole andare a parare
“Dobbiamo proprio parlare
di questo?”
“Il
fatto è
che….” Completamente paonazzo lo vede gesticolare
forsennatamente come se
potesse spiegarsi con i gesti.
“In
guardia!” lo avverte stridulo, perché va bene
tutto ma nel pacchetto Riportiamo indietro
Naruto non era
compresa anche questa conversazione.
“Insomma,
chi dei due faceva la donna?”
“CHIDORI!”
grida diventando
bordeaux e assolutamente
intenzionato a non rispondere, ma poi come gli salta in mente di fare
delle
domanda del genere in quel frangente? Naruto resta un dobe anche con il
cervello
compromesso!
Spaventato
dai fulmini che crepitano sulla mano dell’Uchiha, Naruto
sobbalza entrando
istintivamente in una fase di difesa.
“Basta
parlare di questo e concentriamoci” sbotta Sasuke restando
fermo al suo posto. Non
ha intenzione di attaccare per primo, vuole prima capire fin quanto in
là è
pronto a spingersi Naruto.
Uzumaki
ghigna. “Hai ragione, basta parlare” e poi scatta
contro di lui tirando fuori
un kunai. Il chidori abbandona la mano di Sasuke e fulmineo estrae
kusanagi
facendo scontrare le due lame. L’espressione di Naruto
è seria, concentrata,
come se lo stesse studiando e scatena una serie di spiacevoli ricordi
in lui.
Aumenta la pressione sulla spada e il biondo salta
all’indietro accucciandosi,
un ginocchio e una mano a terra. È strano vederlo combattere
senza coprifronte,
lo ha ancora Sasuke, a casa dentro un cassetto.
Non ci
pensa più di tanto perché l’Uzumaki
torna all’attacco puntando ai suoi punti
ciechi, è determinato ma non sembra intenzionato ad
ucciderlo. Ha ancora il
controllo della situazione. I suoi attacchi sono comunque mirati e
letali,
Sasuke deve stargli dietro con attenzione e ricambiare con la stessa
intensità.
Quella sensazione di fatica nei muscoli è esaltante, da
quanto non combatteva
così.
Incrocia gli
occhi di Naruto ed è come se il tempo si fermasse, sente
quella sensazione
familiare di poter capire tutto quello che gli passa per la testa e
può
percepire la confusione, il dolore e la rabbia come se fossero suoi.
Vorrebbe
mitigarli.
Anche Naruto?
Anche Naruto aveva avuto la stessa sensazione combattendo insieme lui
in
passato? Si era sentito ugualmente incapace di contenere tutta quella
rabbia?
Sasuke
comincia a sentirsi a corto di fiato, Naruto non gli sta dando tregua
ma anche
lui ha rallentato il ritmo, sembra essersi stancato. Decide di
terminarla lì,
non sono entrati in contatto nello stesso identico modo del passato, ma
è
meglio così: all’epoca si erano avvicinati alla
morte e non vuole ripetere
quell’errore.
In un
brevissimo momento di distrazione del biondo dopo una parata gli
afferra il
polso e facendo leva ruota il braccio dietro la sua schiena, schiva un
pugno e
lo a inciampare a terra sovrastandolo con il suo corpo. La posizione di
dominanza gli dona una scarica di eccitazione lungo la spina dorsale e
blocca
anche l’altro polso per impedirgli i movimenti.
Hanno
entrambi il fiatone e Nruto si è irrigidito sotto la sua
presa, lo guarda con
gli occhi spalancati di un animale in trappola.
Sasuke si
rende conto che in quel momento potrebbe fargli di tutto, completamente
alla
sua mercé e indifeso. Stringe gli occhi. Ovviamente non
potrebbe mai fargli
niente, pensare a quello cose è solo controproducente. Deve
dimostrargli che di
lui si può fidare, non il contrario.
Rallenta di
poco la presa sui polsi. “Possiamo terminarla qui”
dice e appena molla la presa
l’altro si alza di scatto colpendolo con forza alla fronte
con la propria. Il colpo
lo fa scivolare all’indietro e, nonostante lo smarrimento, riesce a rotolare di lato
impedendo così che
un pugno gli spacchi la faccia.
“Dobe”
sbotta cercando di rialzarsi. Naruto sembra essersi trasformato
improvvisamente
in una furia, lo guarda con le labbra arricciate e
un’espressione furiosa nel
volto. Sasuke lo guarda confuso, stava andando bene fino a quel
momento, che è
successo?
Non ha
tempo per darsi una risposta perché Uzumaki scatta contro di
lui; si acquatta
in posizione di difesa ma improvvisamente un muro di legno sorge dal
terreno
intromettendosi fra lui e il biondo. Altre pareti di legno sorgono
attorno a
Naruto velocemente chiudendolo come in una specie di sarcofago.
Cos…
Sposta lo
sguardo a destra e vede Yamato accucciato a terra con le mani ancora
premute
fra i ciuffi d’erba, lo sguardo serio e preoccupato.
Immediatamente altro ninja
atterrano nella zona circondandoli.
“SASUKE!”
L’Hokage
incede furioso verso l’Uchiha, il mantello bianco che si
gonfia dietro di lui
minaccioso. “Cosa diavolo credevi di fare?” gli
urla conto, non l’ha mai visto
così arrabbiato in vita sua. Sembra fuori di sé.
Sasuke
stringe le labbra in un’espressione neutra. “Ci
stavamo allenando, Hokake-sama”
L’Hatake
strabuzza gli occhi sorpreso da tanta sfacciataggine e delle rughe di
rabbia si
formano fra le sopracciglia. “Voi… voi…
derebrati…” strepita incapace di
trovare le parole giuste per insultare lui, l’altro idiota, i
Kami e l’intero
universo “Non avete idea… folli che non siete
altro… cosa…” l’onere di
insultarli viene interrotto dai preoccupanti rumori dietro il sarcofago
in
legno creato da Yamato.
Tutti i
ninja concentrano l’attenzione lì preparandosi ad
eventuali attacchi ma il
legno esplode in una miriade si schegge ancor prima che si possa
comprendere
chiaramente la situazione.
Naruto ne
esce fuori con un balzo, la mano tesa davanti a lui dove brilla un
rasengan e
gli occhi arancini fra le ciglia bionde.
“SAASK’EH!”
grida andandogli incontro. Sasuke fa appena in tempo ad attivare il
chidori.
Il mondo
esplode nel bianco.
Indovinate
chi ha 19 anni?
Sì,
sono io! *coriandoli* mammina, mi
sento vecchissima c_c in
più vi sto
scrivendo dal mio nuovissimo computer di nome Pascal.
Salutate Pascal.
(Sì,
sono sicurissima di aver compiuto 19 anni invece di
9)
Ma passiamo al
capitolo!
È
stato difficile xD Prima avevo
Sasuke che tentava di saltare addosso a Naruto, poi ci ha provato
Naruto e io
ero tipo “No, no, non dovete ancora copulare! Tenete a freno
i bollenti
spiriti!”
Che bambini dispettosi, ma alla fine li ho
messi a guinzaglio xD Alla
fine si sono saltati addosso in altri modi. E Kakashi è
furioso, ma prima di
sentire la sua ramanzina abbiamo altre
cosucce da fare ;)
A presto!
Hatta
|
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Capitolo 7 *** Attrazione ***
Attrazione
Sasuke
sbatte le palpebre mentre il bianco attorno a lui si delinea riuscendo
a
riconoscere lo spazio davanti a lui. È l’inizio
del boschetto davanti
all’accademia, uno dei parchi dove si allenavano da piccoli.
Un’altalena
sta oscillando a pochi passi da lui e lì seduto un piccolo
Naruto tiene lo
sguardo abbassato con i ciuffi biondi che gli coprono il volto. Sasuke
lo
guarda, era da un po’ che non vedeva quella scena; era da
tanto che Naruto non
mostrava quella parte buia di sé. Guarda quel bambino solo
dondolarsi su quella
vecchia altalena senza pensare, non può vederlo quindi
è inutile che provi a
parlare. In quel ricordo il fantasma è lui e il passato non
si può cambiare.
Sas’ke.
La voce
di
Naruto risuona nella sua testa e si volta abbandonando con lo sguardo
il
bambino, davanti a lui il paesaggio si sfalda e poi si ricompone in un
nuovo
luogo: è la stradina in terra battuta che porta al posto
dove stava sempre da
piccolo. Da lì riesce a vedersi seduto sul pontile con
qualche taglia di meno.
Sulla passerella in legno c’è però
un’altra figura alle sue spalle, è Naruto
che lo chiama insistentemente.
“Dobe”
dice
pacato ma raggiunge lo stesso le orecchie dell’Uzumaki che si
volta e lo guarda
mentre scende la stradina fra l’erba fino al pontile. Quando
è al suo fianco
riporta le iridi azzurre sul bambino imbronciato in una muta domanda.
“E’
un
ricordo. Da piccoli eravamo entrambi soli, condividevamo lo stesso
destino”
spiega “Ma tu a differenza mia continuavi a fare un sacco di
stupidaggini in
giro per farti notare. Pensavo fossi uno sciocco ma non riuscivo a
distogliere
lo sguardo da te. Ero incuriosito e attratto da te.”
Naruto
sobbalza quando il fiume davanti a loro si sfuma e il paesaggio si
ricompone
nella casa di Sasuke. Vuota, triste, abitata da fantasmi.
“La
mia
famiglia è stata sterminata e sono sopravvissuto solo
io” spiega.
Annuisce.
“Sì, mi ricordo questo”
“Tu
hai
cominciato a ricordarmi la mia famiglia e questo sentimento
è aumentato quando
siamo finiti nella stessa squadra” cammina per la stanza
vuota e raccoglie una
fotografia da una mensola, la tende a Naruto. La guarda: è
la foto del team 7.
Sensazioni contrastanti stringono lo stomaco del biondo.
“Il
nostro
cooperare ci rese reciprocamente più forte e così
mi venne voglia di misurarmi
con te. La squadra sette cominciò a sembrarmi un sostituto
alla mia famiglia,
per questo ogni volta che ti vedevo soffrire anche io… stavo
male. Quando
cominciai a comprendere il tuo dolore, iniziai a considerarti come un
compagno
e quando mi resi conto che insieme potevamo superare qualsiasi
cosa…”
Tac.
Naruto
non
gli permette di terminare la frase, molla la cornice dalle mani
facendola
infrangere a terra, il vetro si spezza e il rumore risuona nel vuoto
attorno a
loro. Ora sono in mezzo al buio, la luce è stata spenta nel
momento esatto in
cui la foto si è infranta a terra.
Naruto
tiene lo sguardo bassa sulle proprie mani, sta tremando.
“Insieme?” ripete, ha
la voce spenta “Se te n’eri accorto allora
perché mi hai abbandonato?” alza gli
occhi su di lui.
Dentro
quelle iridi chiare c’è solo vivido dolore. Da
quando Sasuke è tornato Naruto
non gli ha mai fatto pesare la sua prima fuga, non gli ha mia rivolto
quella
domanda o quello sguardo, ha risolto sempre con un sbrigativo
“L’importante è
che tu sia qui, ‘tebayo!”. Solo ora può
vedere concretamente quanto male gli
abbia fatto.
C’è
davvero
un modo per rimediare?
Accenna
un
passo in quel buio mentre l’Uzumaki continua. “E
perché volevi distruggere
Konoha? Perché hai tentato di uccidermi ancora e ancora?
Perché hai combattuto
al fianco di Madara?”
Lo
guarda
confuso. “Io non ho combattuto con Madara, ero nei vostri
schieramenti”
Una
smorfia
amara distorce i lineamenti dell’altro. “Hai
ragione. Questo è solo uno dei
miei ricordi compromessi”
Gli
prende
una mano, Naruto sussulta brevemente ma poi lo lascia fare
permettendogli di
intrecciare le dita.
“Mostrami
tutti i tuoi ricordi” lo sprona Sasuke “Posso
provare a correggerli”
Naruto
ricambia la stretta congiungendo le dita nel segno della
riconciliazione e
subito i ricordi affluiscono attraverso le menti di entrambi; non ha
mai visto
così tanto odio e dolore dentro l’Uzumaki, almeno
verso di lui. Il chakra di
Naruto era sempre caldo e rassicurante, aveva il potere di calmarlo.
Ora invece
lo sente freddo e inquieto.
Capisce
ancora meglio quello che intendeva Sakura quando aveva parlato delle
cariche
delle calamite, ora è il suo turno di essere il polo
positivo e attirare il
polo negativo. Aumenta la stretta con le due dita intenzionato a fargli
capire
quanto abbia bisogno di lui, di come non abbia mai potuto odiarlo
davvero e che
è sempre stata la sua unica luce
nell’oscurità, l’unico solo che poteva
far
risplendere la luna.
Se tu ti spegni,
mi spengo anche io.
È
imbarazzante e stomachevole, ma deve mettere da parte
l’orgoglio, almeno per una
volta, quante volte Naruto ha calpestato la propria dignità
per lui? Ora è il
suo turno e non si tirerà indietro.
Quando
finiscono di condividere i ricordi sente la presa sulle dita di Naruto
scivolare via e resta da solo, nel buio. Nonostante sappia di trovarsi
nel
punto di contatto fra la sua mente e quella di Naruto non
può non sentire un
piccolo moto di panico salirgli al petto. È al buio e solo. Dov’è Naruto? Si
volta cercando con lo
sguardo l’altro ragazzo ma solo
l’oscurità riflette i suoi occhi, poi capisce
dove potrebbe essere andato.
Torna indietro con la mente
raggiungendo la prima
scena che ha visto quando si è ritrovato in quel posto.
L’altalena
sta ancora dondolando ma sopra non c’è
più seduto un bambino, ma Naruto da
adulto con le mani ben strette sulle corde in legno.
“E
quindi?”
domanda con voce mogia.
“Quindi
cosa?”
Naruto
prende un lungo respiro. “E’ tutto così
frustrante. Dentro di me c’è, tipo, una
vocina che non fa altro che ripetermi che tu sei il nemico, che se
pericoloso…
ma dopo tutto questo io…” annaspa con le parole
“Io non sono più sicuro di
odiarti” trema.
“Allora
non
odiarmi” lo guarda con speranza “Questa cosa
possiamo affrontarla insieme,
troveremo una soluzione a questo genjutsu. Insieme. Farò in
modo di far tornare
tutto come prima”
Naruto
smette di dondolarsi e lo guarda dritto negli occhi. “Tutto
questo perché siamo
amici, giusto?” poi il primo vero sorriso timido e sincero fa
capolino sulle
sue labbra in sua direzione “E amanti. E rivali. E compagni.
E tante altre cose
che spero di riuscire a capire. Ma forse ci sto già
riuscendo”
Distoglie
lo sguardo e ricambia il sorriso, anche se è più
piccolo e imbarazzato, quasi
non volesse farlo sul serio. Vede i contorni delle cose attorno a loro
cancellarsi lentamente spazzati via da una forte luce, alza lo sguardo
contrariato
che il contatto con le loro menti stia già svanendo, una
parte di lui è
terrorizzato che una volta usciti da lì quella armonia
ritrovata sparisca. Ma
Naruto lo sta ancora guardando con quel bellissimo sorriso, anche se
sta
svanendo, e capisce che non c’è nulla che
può fermarlo.
**
“Sinceramente,
una cosa del genere da te non me la sarei mai aspettata!”
È
passata
circa un’ora dal piccolo scontro al campo di allenamento e
poco meno da quando
Kakashi lo ha prelevato direttamente nel proprio ufficio per fargli una
ramanzina che sembra intenzionato a portare avanti per i prossimi
secoli dei
secoli.
Amen.
Da parte
sua Sasuke lo ascolta distrattamente, sta ancora pensando a quello che
si è
detto con Naruto e dentro di sé si sente fiducioso
più che mai. Ha funzionato.
In parte ha funzionato. Cosa potrebbe mai importargli di quello
spaventapasseri
che non fa altro che dare aria alla bocca?
“Avrebbe
potuto perdere il controllo ben prima del nostro arrivo. Se non ci
fosse stato
Yamato cosa avresti fatto? Come minimo avreste raso al suolo Konoha! Ma
mi stai
ascoltando? Sasuke?!”
Gli
rivolge
un’occhiata seccata sbuffando un poco dalle labbra.
Davanti
alla sua indisponenza Kakashi diventa ancor più livido e
sbarra gli occhi
oltraggiati. “Forse non ti è chiara la situazione.
Questa è una cosa seria, non
un vostro semplice litigio di coppia!”
Quella
frase scatena una reazione nell’Uchiha, o meglio: si ricorda
della terribile
situazione che sta vivendo nella sua dimora.
“Litigio
di
coppia?” ripete “Be’, su questo lei
è un esperto, non c’è dubbio”
“Cosa
intendi dire?”
“Dico
che
questa situazione di Sakura che gira nuda per casa mia deve
assolutamente
finire! Fate pace, per amor del cielo!” sbotta
“Sakura
cosa?” strepita con gli
occhi fuori
dalle orbite completamente dimentico della discussione originale.
Sasuke
alza
gli occhi al cielo infastidito.”Buona giornata”
saluta andandosene dalla stanza
intenzionato a mettere fine a quella patetica discussione.
È
ormai
quasi arrivato all’uscita quando sente la voce
dell’Hokage rimbombare per tutto
il palazzo.
“COSA
SIGNIFICA CHE SAKURA GIRA A CASA TUA MEZZA NUDA?! SASUKE!!”
**
La buona
notizia: ripresosi dallo shock Kakashi ha fatto irruzione a Villa
Uchiha
spalleggiato da una trentina di ANBU per riprendersi Sakura in una
versione
molto riuscita di “io Tarzan, lei
Jane.
Jane di Tarzan”. Ora Sakura vive ancora a casa
Hatake e può allenarsi nei
campi pubblici.
La
cattiva
notizia: Kakashi non si fida più di lui e gli ha ordinato di
non avvicinarsi
mai più a Naruto (e Sakura) finché le cose non si
saranno risolte.
Seriamente,
non riesce a capire se sia davvero preoccupato per la sua
incolumità o se sia
una vendetta per quanto successo con Sakura.
Comunque.
Il piano
di
riportare indietro Naruto prosegue a gonfie vele, mentre quello
dell’Hokage di
tenerli lontani fa acqua da tutte le parti. Innanzitutto, Sasuke
può vantarsi
di possedere un team di collaboratori molto motivati (Rock Lee forse
è anche troppo motivato,
capisce perfettamente
perché sia amico del dobe) senza contare di una formidabile
spia: Sakura.
Adesso
che
ha fatto pace con Kakashi può muoversi liberamente
all’interno del palazzo
dell’Hokage e frugare innocentemente fra le sue carte.
Ovviamente, Kakashi
tutto questo non lo so. È abbastanza intelligente da non
lasciare i documenti a
portata della kunoichi, peccato non poter dire lo stesso dei
collaboratori,
soprattutto dal momento che lo stesso Shikamaru fa parte del team.
Insomma,
grazie a Sakura e Ino riesce ad avere sempre tutti gli aggiornamenti
della
traduzione del rotolo praticamente in diretta. Il lavoro si
è rivelato più
complicato del previsto, una volta risolta la decriptazione per chi non
possiede l’arte oculare dei Chinoike hanno scoperto che
è stato usato un
ulteriore linguaggio cifrato.
Per ora
la
decifrazione è solo arrivata alla spiegazione su cosa
consiste la tecnica.
La Rirato no jutsu1 viene
usata
molto raramente perché bisogna possedere un’enorme
padronanza delle gekkai,
solitamente veniva imposta sui capi dei clan avversari per svariate
ragioni che
variavano dal costringerli in una alleanza alla sterminio per mano
dello stesso
capo impazzito.
Se
c’è un
rimedio, la squadra di decriptazione non l’ha ancora trovato.
Ma
Sasuke è
fiducioso.
Kakashi
avrà anche disposto l’ordine che lui e Naruto non
si incontrino e avrà anche
nascosto quest’ultimo in un luogo esterno al villaggio ma
nemmeno una di queste
restrizioni hanno funzionato.
Sasuke
ci
ha messo 38 ore a trovare il luogo dove era stato nascosto Naruto, 46 a
delineare un piano per poterlo incontrare senza allarmare gli ANBU
all’entrata,
47 per riuscirci.
Da un
certo
punto di vista, che Konoha al momento sia la potenza guida dei ninja
preoccupa
un tantino Sasuke, soprattutto se tutti gli shinobi sono come quelli
messi a
guardia dell’Uzumaki. Depistarli con un genjutsu è
così semplice che una parte
di lui è convinta che Kakashi sappia tutto e che gli lasci
fare ormai nel colmo
dell’esasperazione.
Deve
dire,
però,che se
è riuscito a trovare il
nascondiglio lo deve anche a Naruto che voleva essere trovato e ha
fatto in
modo di sprigionare chakra così
tanto e
intensamente che lo avrebbe percepito anche senza sforzarsi troppo.
“Finalmente”
è stato tutto quello che gli ha detto quando è
riuscito a entrare nella baita
dove è segregato.
Da
allora,
lo va a trovare con cadenze regolari. Per lo più parlano e
si scambiano ricordi,
oppure si studiano semplicemente in silenzio. All’inizio,
Naruto era
inevitabilmente diffidente ma ormai sa che Sasuke non può
essere un nemico ed è
più rilassato in sua compagnia, ogni tanto riesce anche a
vedere il Naruto a
cui era abituato.
L’unica
a
sapere di queste scampagnate è Sakura, ovviamente; non si
fida di dire al resto
della squadra che riesce a vedere Naruto anche se l’Hokage
glielo ha
esplicitamente proibito, meno sanno meglio è.
“Fate
attenzione, per favore” è stata l’unica
cosa che ha detto Sakura.
**
Sasuke
scivola dentro come un’ombra. La baita di montagna dove
Naruto è tenuto
nascosto non è molto grande, ma è pulita e
ordinata; si trova al delimitare di
un boschetto su una zona leggermente scoscesa circondata da alte e
appuntite
montagne a mo’ di corona. Un fiumiciattolo scivola fra le
l’erba e i sassi
brillando di acqua cristallina sotto i raggi del sole, qualche
ranocchia si
appoggia sempre su un masso a prendere il sole. L’aria
è fresca, da montagna,
ma piacevole e solitamente non c’è vento quasi che
tutto sia fermo e immobile.
La notte invece la luna sfiora sempre con i propri raggi la punta dei
pini e le
punte delle montagne sembrano bucare la volta celeste, le stelle
sembrano così
vicine che basterebbe una mano per raccoglierle come mazzi di fiori.
Una
qualche volta precipita e si nasconde in un fiore di stella alpina.
Sasuke
vivrebbe volentieri lì per sempre.
Dentro
la
baita ci sono poche stanze. È suddivisa in due piani: al
pianterreno c’è la
stanza principale composta da una cucina e un rudimentale soggiorno,
una
porticina porta al bagno; al primo piano c’è una
mansarda enorme piena di letti
e paglia, solitamente stanno sempre lì, la si raggiunge
salendo una piccola
scala in legno molto ripida e poco stabile. Ad ogni passo in teoria i
gradini
dovrebbero scricchiolare ma Sasuke è un ninja
così esperto e silenzioso che non
sembra nemmeno che poggi i piedi a terra.
Naruto
è
disteso su uno di quei materassi appoggiati a terra; è
sveglio e guarda verso
l’oblò con le mani appoggiate dietro la testa.
Ruota lentamente il capo verso
di lui ponendogli una muta domanda con gli occhi cerulei e Sasuke
annuisce una
volta sola.
Naruto
lascia il respiro bruscamente e sorride. “Ciao”
“Ciao”
ricambia e si siede su un altro materasso. Lo spia cercando di capire
di che
umore sia ma Uzumaki fa una cosa che lo sorprende.
Si alza
dal
materasso e va a sedersi accanto a lui, sembra tranquillo e sciolto,
come se
non ci sia nessun problema a compiere una simile azione. Come se fosse
familiare. Le parti si sono nuovamente invertite, adesso è
Sasuke a sentirsi a
disagio. Una parte di lui si era rassegnata ad essere respinta da
Naruto e ora
che tutto sembra scivolare al posto giusto come le tessere di un puzzle
trattiene dolorosamente il respiro temendo che si tratti solo di un
sogno.
Naruto
afferra la manica svolazzante e fa scivolare la stoffa vuota fra le
dite, la
studia con attenzione. “Spiegami ancora perché non
ti sei sottoposto
all’operazione” domanda con una piccola ruga fra le
sopracciglia.
Glielo
ha
già detto così tante volte che gli sembra di aver
imparato la risposta a
memoria. “Come promemoria. Se cancellassi questa cicatrice
sarebbe come
cancellare tutto ciò che ho fatto. Io non voglio rinnegare
il mio passato,
voglio solo imparare da esso”
Sasuke
in
quei giorni ha imparato ad essere sincero, non è mai stato
così trasparente su
sé stesso in tutta la sua vita.
“Un
braccio
mi basta e avanza per combattere” termina mentre le dita
abbronzate scivolano
lungo la manica vuota fino a raggiungere il moncherino della spalla. Lo
sfiora
un pochino ma poi ritrae le dita come se fosse stato scottato. Abbassa
lo
sguardo sistemandosi a gambe incrociate sul letto.
“Sai
cosa
hanno deciso di farsene con En Oyashiro?”
“Tecnicamente
per decreto dell’Hokage io non posso sapere nulla”
Naruto
lo
guarda scettico sapendo bene che l’Uchiha ha messo insieme
uno strampalato team
di suoi amici per aiutarlo e sa che è aggiornato quanto
l’Hokage sulla
faccenda.
Infatti
Sasuke sbuffa. “Hanno deciso di mandarlo nel Paese
dell’Acqua affinché si possa
rendere utile”
“Quindi
non
lo uccideranno”
Scuote
la
testa. “L’obiettivo dei Paesi Ninja ora
è quello di fermare questa catena di
odio e distruzione”
“E
a te sta
bene così?”
Lo
guarda
negli occhi. “E a te? A te sta bene?” gli gira la
domanda.
Naruto
abbassa lo sguardo. “Non mi ricordo nemmeno la sua
faccia” dice piano “E non
vedo il senso di portare rancore per sempre, preferisco cercare di
capire”
Sasuke
annuisce. “È per questo ho continuato a credere in
te. Io e tutti gli altri”
“Mi
dispiace aver combinato tutto questo casino”
È
una cosa
che Naruto ultimamente fa spesso, si scusa per quella situazione come
se
sentisse che fosse davvero una sua responsabilità.
“Smettila,
non è colpa tua” sbotta “E poi possiamo
considerare questa esperienza istruttiva.
Per una volta sono stato io quello coraggioso e pieno di fiducia e tu
quello
apatico senza cuore”
Scoppia
a
ridere. “Apatico? Non è la parola che userei io
per descriverti”
Inarca
una
sopracciglia. “Non mi consideri un pezzo di ghiaccio
socialmente incapace?”
Naruto ride di nuovo allora insiste sbuffando“E sentiamo,
quale parola
useresti?”
Naruto
alza
lo sguardo sulle stelle fuori dall’oblò, prima il
cielo era nuvoloso; adesso
no, adesso è limpido. Sasuke lo sta guardando sospettoso e
ha ragione ad
esserlo, anche lui al suo posto lo sarebbe. Non odia più
Sasuke, è vero, ma
continua a percepire il desiderio assopito di strangolarlo.
Finirà mai quella
situazione?
Naruto
non
è bravo con le parole, non perlomeno nel senso astratto e
descrittivo. Si è
sempre trovato meglio ad andare a braccio, a lasciare che corressero
fuori
dalla sua bocca. Oppure, ancora meglio, Naruto preferisce la
gestualità alle
parole; è sempre stato un tipo pratico che si perdeva nella
teoria in fondo.
“Stoico”
prova.
Fa una
smorfia. “Insensibile” traduce.
“Riflessivo”
“Pericolosamente
depresso”
“Attento”
“Sospettoso
o maniaco del controllo”
Gli tira
un
pugno scherzoso al costato. “E smettila! Hai
un’opinione su di te molto
negativa”
Istintivamente
Sasuke gli blocca il polso fra le dita fredde e lo spinge verso di
sé,
sbilanciato Naruto appoggia l’altra mano sulla sua spalla per
non franargli
completamente addosso. Strabuzza gli occhi: sono così vicini
da sentire il
respiro dell’altro infrangersi sulle proprie labbra. Si sente
i muscoli
paralizzati e non riesce a muoversi.
È
Sasuke a
reagire per primo dopo un breve momento di stasi, molla la presa sul
polso
dell’Uzumaki e si sposta sul materasso allontanandosi di un
poco. Stringe la mano
a pugno sulle cosce e abbassa lo sguardo, è arrossito un
poco sugli zigomi.
Naruto
si
sente deluso, si aspettava qualcosa. Non sa bene cosa, ma è
come se gli avessero
privato un altro ricordo.
Si siede
meglio cercando di conciliare tutte quelle emozioni confusi.
È
strano,
Naruto pensa seriamente che se Sasuke fosse un oggetto sarebbe per
forza uno di
quei nuovi orologi digitali con i numeri spigolosi, colori asettici e
sintonizzato al secondo. Lui invece si trova più simile a
una di quelle sfere
di vetro che vendono nei negozi di souvenir con i fiocchi di neve
sintetica. Ecco,
qualcuno lo ha agitato forte e adesso si ritrova in
un’esplosione di ricordi
sintetici e non riesce a uscirne. È bloccato in una palla di
vetro.
“Sei bello e
triste. Assomigli a una canzone
che da piccolo ti piaceva tantissimo ma finché non la
riascolti per caso credi
di averla dimenticata” dice.
Silenzio.
Si gratta una guancia a disagio.
Anche
Sasuke è a disagio ma si sforza di sdrammatizzare la
situazione: “Bello? Eppure
avevi detto… com’era? Ah, sì: ti
ricordavo più carino” lo prende in giro.
Naruto
arrossisce. “Posso spiegarti” protesta, poi si
spiaccica una mano sulla faccia
nascondendo gli occhi. “Nei miei ricordi tu… tu
eri una persona orribile,
insensibile, crudele, che mi voleva uccidere. Eri davvero orribile, una
sorta
di mostro” lo spia attraverso le fessure tra le dita. Sasuke
trattiene a fatica
l’espressione ferita, vorrebbe restare impassibile e non
mostrargli quanto
tutto quello gli faccia male “Tutti mi dicevano che non era
vero, che quello
che ricordavo era sbagliato ma… come posso non fidarmi dei
miei ricordi?
Capisci, è impossibile”
Sasuke
capisce fin troppo bene.
Naruto
riprende a parlare. “Così ho chiesto di vederti,
per confermare i miei ricordi”
Ricorda
il
modo terribile in cui ha reagito. “Sicuramente è
andata così” borbotta sconfortato.
Se solo fosse stato preparato a quella situazione…
Uzumaki
ride nervoso. “In realtà no. Quando ti sei
presentato sembravi stanco e
distrutto, come se non dormissi da giorni, ed eri sicuramente
preoccupatissimo.
Riuscivo a leggerti in faccia tutta l’ansia e il nervosismo.
Mi sono detto che
una persona non si preoccupa così tanto per il proprio
nemico, per la propria vittima”
si morde le labbra “Non
corrispondevi affatto ai miei ricordi e questo mi faceva arrabbiare. Mi
sembrava tutto un grande complotto alle mie spalle. Per questo ho
cercato di
provocarti, per smascherarti. Ma tu sembravi solo ferito, anche quando
mi
rispondevi male. Era tutto… sbagliato”
Pausa.
“Tutto
questo per dirti che in realtà ti trovavo carino”
Sasuke si sente
meravigliosamente scaldato da
quelle parole. Sente forte il desiderio di toccarlo, ma non osa,
già prima gli
è sembrato di superare una linea invalicabile. La
verità è che non sa ancora
fin dove spingersi.
“Dovresti
dire qualcosa, adesso” gli suggerisce imbronciato Naruto.
Alza lo sguardo sul
suo viso titubante “A cosa stai pensando?”
“Che
mi
manchi” risponde sincero. Non ne può
più di quella sensazione, vuole abbattere
anche gli ultimi muri rimasti.
“Ma
io sono
qui” dice piano l’Uzumaki confuso.
Sasuke
sospira e distoglie lo sguardo, si rimprovera mentalmente. Sta correndo
troppo.
Sussulta
quando Naruto appoggia una mano sul suo ginocchio, fissa la pelle
brunita
avvertendo il respiro caldo dell’altro avvicinarsi alla sua
orecchia. Ruota la
testa e prima che possa anche solo pensare di dire qualcosa sente
premere le
labbra dell’altro sulle proprie. Sono bollenti ed
è come se una scarica di
elettricità lo percorresse per tutto il corpo. Socchiude le
labbra e avverte la
lingua dell’Uzumaki sbattere contro i due denti, spinge il
volto verso il suo
approfondendo il bacio e si ritrova le mani di Naruto incastrate fra i
capelli
a tenergli ferma la testa. Gli tira i ciuffi corvini quasi
dolorosamente ma
Sasuke non ci fa caso, gli sembra di essere scivolato via dalla
realtà e di
essersi perso dentro quel bacio affamato. Le lingue si scontrano fra
loro
intrecciandosi e colpendosi come in una lotta, Sasuke non è
sicuro di cosa stia
facendo, il cervello è andato in black-out ed è
solo l’istinto a guidarlo in
maniera molto approssimativa. Non sa cosa sta facendo, sa solo che non
vuole
smettere di baciare Naruto. Appoggia la mano sulla sua nuca
premendoselo contro
possessivo. Sono finiti distesi sul materasso, Naruto lo sovrasta, e
loro gambe
si sono intrecciate in maniera scomposta mentre si strusciano fra loro. Il peso del biondo che lo
preme è
confortante, è come se stesse riempiendo un vuoto scomodo.
Le mani
tra
i capelli neri scivolano sul suo viso
e i
pollici accarezzano la linea delicata della mascella mentre gli morde
le labbra
sempre più umide di saliva. Respirare non sembra affatto
necessario. Sasuke
gioca con i ciuffi biondi sulla nuca, li tira leggermente
costringendolo a
staccarsi e a scoprire la gola. Lecca il profilo soffermandosi in
particolare
sul pomo d’Adamo sporgente.
Naruto
si
rituffa nella labbra dell’Uchiha attaccandole in un bacio
violento, bisognoso,
gli morde il labbro inferiore per sbaglio. Sono scoordinati nel
tentativo di
prendere la supremazia in quel bacio e forse è per questo
che è così dannatamente
eccitante.
Per
Sasuke
è meraviglioso, credeva di aver dimenticato la sensazione di
scoppiare sotto
quei baci roventi. Rotolano
sul
materasso incapaci a stare fermi, sono completamente in
balìa della situazione,
incapaci di contenersi e trattenere i ringhi e i gemiti fra un bacio e
l’altro.
Sasuke allarga le gambe permettendo a Naruto di incastrarsi meglio e
solleva
leggermente il bacino sfregandosi contro quello del biondo. Un gemito
più alto
degli altri lascia le labbra dell’Uzumaki. È il
suono più bello del mondo.
“Sas’ke”
Gli
occhi
di Naruto sono diventati così scuri da essere quasi neri, la
pupilla è dilatata
a mangiare quasi completamente l’iride blu. Sono famelici in
quel viso
completamente stravolto e rosso. Gli ricordano gli occhi di un pazzo.
“Sas’ke”
ripete
facendo scivolare l mani lungo il suo viso e stringendo le dita attorno
al
collo sottile e pallido.
Stringe.
Sasuke
trattiene bruscamente il respiro mentre
la pressione aumenta, ma non si divincola da quella presa. Continua a
guardarlo
negli occhi.
Mi fido di te, gli direbbe se
avesse voce. Si
fida di lui nonostante il panico che monta nel notare che la presa sul
suo
collo non diminuisce, anzi aumenta. Comincia ad essere dolorosa e sente
la
mancanza d’aria. Allunga la mano ad accarezzargli la guancia.
A quel
gesto gli occhi Naruto riprendono consapevolezza, li spalanca sconvolto
e molla
la presa sul collo gettandosi all’indietro lasciandolo libero
di respirare.
Prende un lungo respiro tossendo, l’aria brucia nei polmoni.
Espira, inspira.
Naruto
si
nasconde il viso fra le mani e trema come se non riuscisse a respirare.
“Mi
dispiace, mi dispiace” sussurra affrettato.
Sasuke
si
alza appoggiandosi sul gomito e lo spia anche lui con il respiro
accelerato.
“Non… non è colpa tua” lo
rassicura.
“Invece
sì”
sputa Naruto, si guarda le mani come se le vedesse sporche di sangue
“Non
riesco a controllarmi. Non…”
Sasuke
si
sente il cuore farsi pesante. “Vuoi che me ne vada?”
Lo
guarda
terrorizzato da quella aspettativa, improvvisamente sente una paura
folla. “No”
lo supplica. “Resta, per favore. Non… non voglio
restare solo” sembra in
conflitto con sé stesso “ma non voglio farti del
male”
“Non
me ne
farai” gli garantisce.
“E
se
perdessi il controllo?” sembra sul punto di entrare in un
attacco di panico.
“Naruto”
lo
chiama deciso “Mi fido di te. Sul serio. Ma avermi qui per te
è troppo doloroso
me ne vado. Non è un problema”
Naruto
prende un lungo respiro tremante. “…sarebbe
più doloroso non averti qui”
ammette.
A quella
confessione il cuore di Sasuke balla la samba nella sua cassa toracica.
Annuisce cercando di non mostrarsi troppo felice, lo guarda titubante
non
sapendo cosa fare. È ancora Naruto a fare la prima mossa e
ritorna vicino a lui
distendendosi accanto sul materasso, gli si appiccica contro come se
cercasse
una sorta di calore. Sta tremando e lui passa la mano lungo la schiena
per
rassicurarlo prima di accorgersi che anche lui sta tremando. Per un
attimo ha
avuto davvero paura, quegli occhi dissennati lo avevano paralizzato;
sembrava
fosse tornato la macchina assassina che aveva tentato di ucciderlo nel
bosco.
Va tutto bene, si dice
turbato. Va tutto bene. Andrà
tutto bene. Deve andare tutto bene.
Fuori
c’è
solo il ronzio delle cicale e una nuvola è passata sopra le
stelle visibili
dall’oblò.
“Grazie”
dice improvvisamente Sasuke.
“Per
cosa?”
domanda Naruto a un passo dal sonno.
“Per
non
avermi chiuso fuori”
Sente
contro il proprio petto il formarsi di un sorriso. “Come se
potesse essere
possibile, teme…”
Ohayo!
Giuro
che questa volta il ritardo non
è colpa mia xD chi mi segue su facebook sa che ho avuto
problemi di connessione
e che poi sono partita da lunedì fino a ieri sera per Napoli.
La mia
ultima gita scolastica <3
È
stata una bellissima esperienza,
soprattutto perché sono riuscita a incontrare
un’amica!
Però
non dovete preoccuparvi: sono
tornata e adesso il Wifi va, quindi tutto torna regolare!
Parlando
del capitolo: questo è il
mio preferito. Insomma, finalmente hanno trovato il punto di contatto e
provano
(senza riuscirci T_T) a fare cose. Poi, insommina, sono patatoni
<3 Spero
che a voi sia piaciuto quanto a me!
Anyway,
mancano solo due capitoli
alla fine della storia. Incredibile, vero? Soprattutto
perché sono sincera xD
Fatemi
sapere quello che ne pensate
\^o^/
A presto
Hatta
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Capitolo 8 *** Repulsione ***
REPULSIONE
Il
disinfettante brucia sui tagli ma è un fastidio abbastanza
sopportabile e per
questo Sasuke subisce senza emettere un sibilo. Guarda davanti a
sé con aria
distaccata, come se fosse assente, mentre Sakura passa il cotone sulle
ferite
aperte della pelle. Sembra tornare in sé solo quando la
ragazza fa un breve
pressione su un livido particolarmente marcato. Incontra gli occhi
verdi che lo
guardano attenti e preoccupati.
Sono
entrambi nel soggiorno di casa Hatake, il sole prossimo al tramonto
entra dalle
ampie finestre accarezzando le loro figure e facendole risplendere di
una
vivida luce immobile, come se una patina dorata li circondasse. Sasuke
è seduto
sul tavolo e tiene la gola scoperta per permettere alle dita della
donna di
curarlo. Non ha nessuna ferita grave, niente che non avrebbe potuto
risolvere
da solo, e sinceramente non lo preoccupano nemmeno, ha passato di
peggio. Però
lo stesso non sembra pensarlo Sakura che appena ha visto i lividi sulla
pelle
bianca del collo si è oscurata e lo ha costretto a farsi
dare una controllata.
Ha provato ad opporsi ma alla fine ha deciso di accontentare
l’amica e di
sopportare quell’inutile controllo.
Un lungo
sospiro lascia le lebbra della kunoichi. “Non potete andare
avanti così”
È
fin
troppo chiaro chi sia la causa di quei tagli e di quei lividi violetti:
Naruto.
Gli incontri clandestini stanno proseguendo e ogni volta fanno un passo
avanti,
ma ogni volta che prova a tendere un po’ di più la
corda si ritrova
imprigionato tra quelle mani. Non sempre riesce a tornare subito in
sé, a volte
è necessario che lotti un poco per non permettergli di
soffocarlo. Ma sta
andando bene, sul serio.
“Non
devi
preoccuparti” si schernisce monocorde
“Guarirò”
Schiocca
la
lingua contrariata. “Baka, è ovvio che mi
preoccupo lo stesso! Siete dei tali…
per voi due non ci sono proprio mezze misure, neh?” abbassa
lo sguardo mentre
ripone il disinfettante nella scatolina del pronto-soccorso.
Sasuke
non
risponde nemmeno. Quando mai fra loro due c’è
stata la sana mezza via? Mai, fin
troppo ovvio.
“Vuoi
qualche cerotto?”
“No”
“Lo
sospettavo” e con un clik
secco
chiude la scatolina. Prende un altro respiro. “Almeno sta
migliorando? Secondo
Kakashi la situazione è stabile, Ino ha detto che il rotolo
sembra incompleto.
Cosa significa incompleto? È stato cancellatp o cosa? O non
c’è una soluzione?”
le stanno tremando le mani “Sei rimasta la nostro unica
possibilità, Sasuke”
“Ci
stiamo
lavorando” scende dal tavolo e si chiede se sia il caso di
toccarla in qualche
modo per tranquillizzarla ma non ha proprio idea di come e nemmeno se
la cosa
avrebbe senso quindi lascia stare.
“Ci
state
lavorando” ripete, evita il suo sguardo “E magari
nel mentre cercate di non
uccidervi”
“E’
migliorato”
“Anche
se
continua stringerti le mani attorno al collo?” replica
freddamente. Incrocia le
braccia sotto il petto e si strofina le braccia con i palmi come se
avesse
freddo.
“Naruto
non
potrebbe mai uccidermi” risponde chiaro, con un tono di voce
basso.
“Era
la
stessa cosa che diceva lui di te. Sas’ke
non potrebbe mai uccidermi…”
“E
aveva
ragione, no?” le afferra un braccio stringendo forte
“Quindi fidati di me”
“E’
quello
che cerco di fare” sospira alzando finalmente lo sguardo.
Sasuke
piega le labbra in un’espressione amara. “Non eri
tu quella che mi diceva di
tentare comunque?”
Sakura
fa
per rispondere ma la porta d’entrata sbatte ed entrambi
sussultano presi in
contro piede, Sasuke fa qualche passo indietro proprio mentre fa la sua
entrata
in scena Kakashi.
“Ciao
Sakura. Ciao Sasuke” saluta pigramente, ma il suo sguardo si
fa attento e
diffidente non appena incrocia quello dell’Uchiha
“Che ti sei fatto al collo?”
La
kunoichi
si irrigidisce un attimo ma Sasuke risponde senza battere ciglio:
“Tua
moglie
picchia duro”
L’espressione
di Kakashi sembra una via di mezzo tra una compiaciuta e una non del
tutto
convinta, ma alla fine sembra decidere di crederci e si volta verso gli
stipetti della cucina. “Ti fermi a cena da noi,
Sasuke-kun?”
“No”
risponde simultaneo.
“Ovviamente.
Sia mai che tu passi troppo tempo a contatto con altri umani”
commenta ironico
“Sakura, tesoro, c’è qualcosa che possa
sfamare queste vecchio Hokage?”
Sakura
ridacchia abbandonando il fianco dell’amico per raggiungere
il marito. “Potremo
ordinare qualcosa d’asporto”
“Traduzione:
nemmeno oggi ho fatto la spesa” borbotta facendo scoppiare
apertamente a ridere
la rosa.
Sasuke
li
guarda per un breve secondo sentendosi orribilmente estraneo a quella
scena di
intima familiarità, il disagio di essere nel posto sbagliato
lo infastidisce.
“Tch. Allora io vado” saluta giusto per non essere
tacciato di maleducazione.
Sakura
gira
la testa facendo ruotare il caschetto rosa attorno al suo viso.
“Va bene. Ci
vediamo domani”
“Sei
proprio sicuro di non voler restare?” chiede invece
l’Hatake senza voltarsi.
Sasuke
inarca una sopracciglia. “Buonanotte” chiude il
discorso.
“Buonanotte”
sospira Kakashi, poi tira fuori vittorioso un pacco di biscotti.
“Sakura,
dobbiamo parlare”
È la prima cosa che dice
Kakashi quando Sasuke
esce, ha appoggiato il pacco di biscotti sul tavolo e ha abbandonato
ogni
espressione scherzosa su volto. Ora è serio, mortalmente
serio. Sakura si
preoccupa, deve c’entrare sicuramente con Naruto se non ne ha
fatto minimamente
cenno con Sasuke, si prende le mani in grembo e annuisce.
“Ti
ascolto”
Kakashi
resta in silenzio qualche secondo come se stesse organizzando il
discorso, poi
parla con voce che non ammette repliche: “Prima di dirti
qualsiasi cosa, devo
sapere se sei dalla mia parte”
Sakura
lo
guarda confusa. “Io sono dalla tua parte, lo sono da sempre”
“Quello
che
intendo è che ho bisogno di sapere che appena
avrò finito di parlare tu non
correrai a spifferare tutto a Sasuke. Sakura” le afferra le
spalle notando
l’espressione contrariata “E’ importante
che tu non mi tradisca, va bene? Ne va
della sicurezza di Sasuke stesso”
Sakura
stringe le labbra indecisa, ma poi sospira chiudendo gli occhi.
“Va bene. Ora
parla”
**
Le
strade
di Konoha sono praticamente vuote, solo poche persone si attardano
prima di
raggiungere la propria casa. È scesa l’ora di cena
e il sole sta spegnendo gli ultimi
raggi dietro le mura, l’aria è fresca e Sasuke si
stringe nel mantello mentre
raggiunge il quartiere degli Uchiha.
Ma
appena
apre la porta si accorge che in quella casa non è solo, il
livello di chakra
dell’intruso è impercettibile così che
non riesce a riconoscerlo. Potrebbe essere
un ANBU ma procede comunque con circospezione poco propenso ad
accettare brutte
sorpresa. Felpato e silenzioso si dirige verso la cucina sguainando un
kunai.
“Ciao”
Quasi si
sente sciogliere dal sollievo quando apre la porta della cucina e trova
lui seduto al tavolo con espressione
furba sul volto. Naruto gli sorride sfacciato a trentadue denti con la
felpa
aperta e un gomito appoggiato alla tavola.
“Naruto”
dice confuso corrucciando la fronte “Cosa ci fai
qui?”
Naruto
si
stiracchia come un felino socchiudendo gli occhi. “Sono
scappato, volevo
vederti. Ma tu non c’eri. Dove sei stato?”
“Da
Sakura”
risponde in automatico avvicinandosi.
“AH!” sospira pesantemente e poi
appoggia
la fronte sulla tavola “Mi manca tanto, vorrei tanto andare a
trovarla”
aggiunge lamentoso.
Appoggia
il
kunai sulla tavola e trattiene un sorriso davanti a
quell’espressione da
bambino capriccioso. “Non dovresti essere qui” gli
ricorda comunque anche se
non può fare a meno di sentirsi felicissimo della sua
presenza.
Naruto
lo
spia con gli occhioni azzurri, ma poi distoglie lo sguardo amareggiato.
“Però
tu vieni sempre da me anche se non puoi. Volevo farti una sorpresa. Ho
sbagliato?
Ti giuro che non mi sono fatto scoprire, gli ANBU credono che io sia
ancora alla
baita, ho lasciato una copia. Ho fatto male?”
“No”
risponde nonostante tutto “Sono felice che tu sia
qui” alza la mano verso il
suo volto ma poi si ferma a metà tentennando incerto. Naruto
indovinando le sue
intenzioni allunga il collo e inclina leggermente la testa sfiorando
con la
guancia le dita dell’Uchiha in una goffa carezza.
“Anch’io,
mi mancavi e non ce la facevo più di restare chiuso
là dentro” commenta con
voce triste. Sasuke non fatica a crederlo, Naruto non è mai
stato un tipo da
poter restare a lungo in uno spazio chiuso, ha sempre sentito il
bisogno di
correre e sentirsi libero. Tutto quello per lui deve essere frustante,
non può
biasimarlo se alla fine è esploso in quella piccola fuga
clandestina.
Naruto
si
alza dalla sedia strisciandola a terra, nella penombra della stanza i
suoi
occhi brillano come pietre opalescenti e lo guardano come se non
potessero mai
smettere di farlo. Sasuke non capisce se sia a causa della lontananza
ma in
quel momento gli sembra più bello e ammaliante del solito e
sente prepotente il
desiderio di toccarlo, di marcare ciò che è suo
di diritto.
“Usciamo”
propone Uzumaki sorridendo “Andiamo via”
“Cosa?”
lo
guarda contrariato “Non credo sia il caso”
“Per
favore!”
lo supplica imbronciandosi.
“Potrebbero
scoprirti, è pericoloso” cerca di farlo ragionare.
Già il fatto che sia lì a
casa sua è tremendamente rischioso, ha i sensi vigili in
attesa di veder
comparire una squadra ANBU campeggiata da Kakashi.
“Ma
andremmo fuori Konoha!” ribatte esasperandosi un poco
“Mentre venivo ho visto
una radura: è appartata e sufficientemente distante per
poterci far stare
tranquilli, saremmo completamente soli.
Ti prego, non voglio restare chiuso in un’altra casa, ho
bisogno di…” si
interrompe abbassando lo sguardo e mordendosi le labbra.
Sasuke
lo
capisce, ma non può fare a meno di essere diffidente. Una
parte di lui vorrebbe
davvero assecondarlo e fuggire da quella situazione scomoda ma
un’altra, che ha
le fastidiosi voci di Sakura e Kakashi, gli consiglia di non abbassare
la
guardia. Oltre all’irruzione degli ANBU, Naruto potrebbe
perdere il controllo
ed essere in un posto isolato lontano da Konoha non lo aiuterebbe.
Sarebbe tutto
una grande follia.
Naruto
sembra leggergli nel pensiero perché il suo volto di adombra
e lo sguardo si
amareggia. Alza una mano e raggiunge il collo sottile
dell’Uchiha, piano, come
se non volesse spaventarlo. Sfiora con dolcezza la pelle pallida
soffermandosi
sui lividi che hanno la forma dei suoi polpastrelli, guarda le ferite
con
visibile rammarico mentre le accarezza e traccia percorsi invisibili
con le
dita lungo l’epidermide. Sono tocchi così piccoli
che a Sasuke sembra di essere
sfiorato da dei petali, il calore delle dita dell’Uzumaki
è confortante e gli
viene naturale lasciarsi andare a quel contatto e far collidere le loro
labbra.
Naruto
lo
bacia con impeto, violentemente, del tutto in contrasto con la presa
gentile
sul suo collo. Le sue labbra sembrano divorarlo mentre la lingua
accarezza ogni
cosa dentro la cavità orale scontrandosi contro i denti e
fondendosi con la
gemella. È un bacio profondo, inebriante, che lo stordisce.
È come se tutta la
gravità si concentrasse sulle loro labbra a contatto.
Quando
si
staccando Sasuke ha il fiato corto e gli zigomi arrossati per il
piacere,
fatica a mantenersi lucido. Naruto sorride piano, eccitato, gli occhi
chiarissimi, e gli sfiora la guancia con la punta del naso fino a
raggiungere l’orecchio
del moro.
“Non
devi
preoccuparti” gli sussurra rassicurante con voce roca
“Non perderò il
controllo, non ti succederà nulla”
E Sasuke
cede.
**
“Devo
dirlo
a Sasuke!” è la prima reazione di Sakura quando
Kakashi le rivela la notizia. L’Hokage
le afferra repentino un braccio stringendo forte.
“No,
lo hai
promesso” le ricordo categorico.
“E’
vero,
ma l’ho promesso prima di sapere questo”
sbotta strattonando il braccio e liberandosi dalla
presa“Sasuke deve saperlo,
non puoi tenerlo all’oscuro”
Kakashi
sospira pesantemente e si passa una mano sul viso con stanchezza.
“Sa-ku-ra”
dice il suo nome scandendo ogni sillaba lentamente “Se lo
scopre darà di matto,
temo possa fare qualcosa di sconsiderato”
“Ma
così è
impreparato alla situazione” pesta un piede per terra
“Deve saperlo, soprattutto
perché è lui che starà cercando. Lui e
Naruto”
“Ed
è
proprio per questo che ho mandato degli ANBU sia a Villa Uchiha che da
Naruto”
“Maledizione”
impreca la kunoichi “Devi dirglielo, devi dirglielo che En Oyashiro è scappato. Essere
lasciato all’oscuro… questo lo farà
dare di matta, dubito che possa ragionare lucidamente se lo vede
piombargli
davanti all’improvviso”
“Ed
è per questo
che eviteremo che accada” le afferra le spalle magre
guardandola supplicante “Devi
andare da lui e non lasciarlo un secondo, se sarà anche con
te quel pazzo di En
Oyashiro non potrà fare nulla”
“E
se
prendesse nuovamente il controllo di Naruto?” domanda
angosciata “Non si fermerà
solo perché ci sarò io in mezzo, lo sai”
“Con
te ci
sarà anche Sai con i suoi ANBU. E io sarò sempre
in contatto mentale grazie a
uno Yamanaka. Non vi lascio soli, non ti
lascio sola”
Sakura
sente lo sconforto aggredirle il petto e la frustrazione farle venire
gli occhi
lucidi. Non è giusto, non è giusto che debbano
essere sempre così in ansia. Quando
se la godranno la maledetta e agognata pace? Non ne può
più di quella
situazione orribile, proprio adesso che sembrava che le cose potessero
funzionare.
“Se
è così
grave perché lo hai lasciato andare via?” domanda
prendendo un grosso respiro
tremante.
Un’espressione
amara si intravede sotto la mascherina. “Speravo restasse
qui, infatti. Ma non
volevo insistere e allarmarlo, lo sai quanto è
sospettoso”.
Annuisce
accennando un sorriso forzato, vorrebbe trovare qualcosa di
intelligente da
dire ma tutto ciò a cui riesce a pensare è che
quel piano è una follia,
lasciare Sasuke all’oscuro della situazione è la
peggior cosa possano
fare. Ma non fa in
tempo a dire nulla
perché un ANBU si materializza accucciandosi sulla finestra
lasciata aperta.
Kakashi si volta immediatamente verso di esso con espressione seria.
“Che
cos’è
successo? Non ti avevo detto di andare da Naruto?” domanda
teso.
“Non
c’è,
Hokage-sama” risponde lugubre lo shinobi “Naruto
Uzumaki è fuggito dalla baita”
Il gelo
cala nella stanza e il cuore di Sakura aumenta i battiti. Il terrore la
paralizza. Naruto non c’è, potrebbe essere
già troppo tardi.
Kakashi
stringe le mani a pugno ma non tradisce nessuna espressione.
“Va’ a chiamarmi
Shikamaru e Tsunade” ordina “Ci serve un piano di
emergenza”.
**
Raggiungono
i margini della radura indicata da Naruto dopo aver saltato sui rami
per molti
chilometri, da una parte quella distanza da Konoha preoccupa un poco
Sasuke. Naruto
per tutto il tempo che hanno corso non ha fatto altro che blaterare
felice ed
esaltato, sembra un bambino iperattivo un parco giochi. Salta sui rami
e si
lancia in acrobazie idiote. Cose da dobe, insomma. Vederlo
così spensierato rende
di riflesso felice anche Sasuke, era da tanto che non lo vedeva
così. Gli sembra
che nulla possa andare male.
Naruto
si
appoggia al tronco di un albero incrociando le braccia e lo guarda, il
sorriso
da bambino è svanito sul suo volto lasciando spazio a uno
più matura, più
pericoloso. “Arrivati” ghigna con uno scintillio
negli occhi.
“Nh”
commenta fingendosi distaccato “Mi aspettavo di
meglio”
Naruto
ridacchia roteando gli occhi, poi gli fa segno con una mano di
avvicinarsi a
lui. “Vieni qui” propone abbassando il tono della
voce e si morde le labbra lanciandogli
una chiara occhiata sulla sua intenzione.
Sasuke
sente un brivido a quello sguardo ma sorride provocatorio.
“Perché dovrei? Sto così
bene qui” e si appoggia a sua volta al tronco di un albero
con fare
strafottente.
Naruto
spalanca gli occhi preso in contropiede, poi fa
un’espressione stizzita. “Va
bene, allora vengo io” sbotta e Sasuke non fa nemmeno in
tempo a ghignare
soddisfatto che se lo ritrova spiaccicato addosso con entrambe le mani
a
stringere i fianchi ossuti e le labbra che cercano disperatamente
quelle dell’altro.
Lo bacia con la stessa intensità di poco prima a Villa
Uchiha ma questa volta
Sasuke non subisce innocuo tutta quella sfrenatezza e ricambia con la
stessa
violenza lottando per dettare il ritmo e strappare qualche gemito di
piacere a
quel ragazzo così impudico, così suo.
Incastra la mano fra i ciuffi biondi portando il volto più
vicino al suo, gli
morde le labbra e succhia come se da quel bacio possa ricavare
l’ossigeno
necessario per respirare. Naruto ha infilato una gamba in mezzo a
quelle aperte
dell’Uchiha e strofina con la coscia contro
l’intimità facendolo annaspare nel
bacio.
Non
capisce
come improvvisamente Naruto riesca a mantenere tutto
quell’autocontrollo ma non
gli interessa davvero, ne è solo felice. Finalmente
può sentire ancora la
sensazione di quel corpo caldo premuto contro il suo, si sente come un
drogato
dopo un terribile periodo di astinenza.
Le mani
grandi
e calde di Naruto scivolano sotto la maglia di Sasuke sfiorando la
pelle del
bacino, gli gremisce il collo con le labbra baciando i lividi che gli
aveva
lasciato in precedenza inumidendoli di saliva. Sasuke socchiude gli
occhi
abbandonandosi completamente contro la corteccia ruvida
dell’albero e prende un
lungo respiro estasiato dalle premure del biondo sulla sua pelle. Gli
è
mancato. Cazzo, se gli è mancato tutto questo.
Fa
scivolare la mano tra i capelli di Naruto sulla nuca, poi sul collo,
infila le
dita sotto il colletto della felpa facendo una leggera pressione sulla
pelle
brunita. La gamba del biondo si strofina più lentamente tra
quelle di Sasuke e
Uzumaki segue la linea della mascella con la lingua tornando alle
labbra, le
lecca senza approfondire nessun bacio e poi strofina la guancia
graffiata
contro quella pallida e affilato dell’Uchiha. Raggiunge il
suo padiglione
auricolare e alita a bassa voce:
“Sas’ke, Sas’ke-kun. Che
ingenuo, Sas’ke-kun”
È
la
frazione di un secondo.
Ha
appena
il tempo di comprendere le sue parole e spalancare gli occhi che Naruto
lo
colpisce alla spalla con un kunai. Rapido. Preciso. Letale. La ferita
inferta
brucia e il dolore si propaga nel resto del corpo. Agisce
d’istinto, il suo
corpo si muove da solo scattando in attacco e sfuggendo alla presa
dell’Uzumaki
che lo tiene inchiodato all’albero. Para i colpi di Naruto e
balza al centro
della radura con l’adrenalina che scorre veloce nel sangue,
la sua spalla si
sta velocemente sporcando di rosso. Si porta una mano alla ferita come
per
tamponarla e fissa Naruto con il cervello che lavora velocissimo per
valutare l’improvviso
cambio di situazione mentre questo si avvicina lentamente verso di lui.
Ha un
sorriso storto, crudele, sul volto e regge ancora in mano il kunai
sporco di
sangue. Il suo sangue.
Attiva
lo
sharingan deciso a mettere fine a quella follia il prima possibile ma
Naruto,
ancora, si muove velocissimo e se lo ritrova addosso. È
costretto a muoversi in
posizione di difesa; i colpi di Naruto sono letali, veloci, logici. Non
l’ha
mai visto combattere così.
Si
ritrova
bloccato a terra senza capire come con Naruto che lo sovrasta e il
kunai
gocciolante alla gola.
“Hai
fatto
un errore a fidarti di me, Sas’ke” sussurra
leccandosi le labbra, il suo
sguardo è gelido e carico di disprezzo ma anche di malizia
“Dovresti saperlo,
no? Le Kitsune sono tentatrici e ingannatrici”.
E Sasuke
lo
capisce con una stretta dolorosa al cuore: Naruto stava fingendo, ha mentito per tutto il tempo.
L’ha
ingannato di potersi controllare, di essere al sicuro, lo ha tentato per portarlo fuori da Konoha
dove nessuno può correre in suo aiuto.
“Però
è
stato quasi fin troppo facile, direi quasi noioso” continua a
commentare con
quella melliflua voce che non può appartenergli, Naruto non
parla così, no, no,
non lui. “Pensavo di dover penare di più, invece
ti fidato subito. E io che
speravo di divertirmi un po’. E poi… non hai
nemmeno combattuto seriamente
contro di me” termina svogliatamente facendo scivolare la
punta del kunai sulla
pelle del collo in maniera leggera procurandogli solo un graffio.
Sasuke
trattiene il respiro insultandosi mentalmente perché le
parole di quel Naruto sono
vere, non ha dovuto penare affatto per convincerlo, Sasuke si fidava
già di
lui, si sarebbe fidato in ogni caso della sua unica certezza,
è più forte di lui.
Ma non
riesce a crederci, non può accettare che Naruto sia riuscito
a ingannarlo. Non lui.
Non anche lui.
“Hai
intenzione di uccidermi, quindi?” domanda pacato, cercando di
dissimulare
calma.
Lo
sguardo
dell’Uzumaki si adombra. “No, non io.
C’è qualcuno che ne ha più diritto di
me”
Con
un’altra
mossa repentina gli afferra con una mano i ciuffi corvini della frangia
in una
morsa tirandoli e costringendolo ad alzarsi, con l’altra gli
blocca il polso
dietro la schiena immobilizzandolo. Lo costringe in ginocchio con la
testa all’indietro
a scoprire il collo. Eppure, nonostante quella posizione scomoda,
riesce
comunque a vedere l’altra figura emergere dagli alberi che
delimitano la radura
e avanzare fino a pochi metri da loro.
En
Oyashiro.
Sembra
più
giovane dell’ultima volta che lo ha visto incatenata nel
Paese delle Terme, ha
raccolto i capelli in una ordinata coda bassa e gli occhi rosso sangue,
brillanti, sono liberi da qualsiasi visiera. Il suo volto è
distorto da un mal
trattenuto e folle ghigno di vittoria.
“Felice
di
rivederti, Uchiha-Sas’ke”
Un
ringhio
esce dalle labbra di Sasuke e Naruto gli tira con maggior forza i
capelli
strattonandolo. La cosa sembra divertire enormemente il vecchio
Chinoike.
“Tranquillo,
non sono qui per vantarmi del mio piano geniale” sogghigna
ricordando la loro
precedente conversazione “Voglio solo vedere chi, alla fine,
ha davvero vinto.
Adesso chi è quello in ginocchio,
Sas’ke-kun?”
Quelle
parole feriscono l’orgoglio dell’Uchiha e stringe
gli occhi sentendo forte il
prepotente di lasciarsi andare alla furia omicida che lo ha preso non
appena è
arrivato l’anziano shinobi.
“La
tua
arroganza ti è costata cara, Sas’ke-kun,fidarti
comunque di lui… credere di
poter combattere un jutsi così potente, credere di aver
già decretato la fine
del nostro scontro…”
“Come
puoi
definirlo nostro se non hai fatto altro che nasconderti dietro
altri?!” sbotta
non riuscendo a trattenersi e stringe i denti all’ennesimo
strattone.
En
Oyashiro
lo guarda con disprezzo. “Non sono uno stupido, a livello
fisico nessuno oltre
Uzumaki Naruto ha qualche possibilità di vittoria. La mia
unica arma è l’astuzia”
“E’
così
che chiamano adesso la codardia?” si gusta
l’espressione furiosa causata dalla
sua provocazione che gli distorce i lineamenti facendogli perdere ogni
compostezza.
“Insolente
anche a un passo dalla morte” commenta con un sibilio
“Pagherai anche per
questo”
“Tsk,
illuso” replica con un sorriso si superiorità.
Chiude brevemente gli occhi e
poi li riapre di scatto avvolgendosi in una elettrica luce viola, il
rinnegan e
il Mangekyo sharingan attivi. Naruto perde la presa su di lui venendo
urtato da
quella improvvisa scarica di energia e si allontana facendo qualche
salto all’indietro
abbassando la testa vigile.
Attorno
a
Sasuke comincia a formarsi l’armatura del Susanoo’
in una tempesta di
elettricità.
“Volevi
un
combattimento serio, Naruto?” grida Sasuke
dall’interno del cavaliera
maledetto, ha un’espressione leggermente folle in volto,
ormai le emozioni
hanno preso il totale controllo sulla sua mente. Spalanca le braccia
come se lo
invitasse mentre amplia il sorriso malato. “Perfetto, allora
combattiamo”
Naruto
assottiglia gli occhi abbassando appena il volto con un ghigno di
impazienza
sulle labbra.
“Con
molto
piacere”
PLEASE DON’T KILL ME!
Hello everybody, in
realtà avreste molti buoni
motivi per uccidermi partendo dal fatto che io sia in
terribile ritardo
con l’aggiornamento (again)
e
terminando con l’aggiornamento in sé che vi
avrà fatto infartare, credo. Nel senso,
vi aspettavate una lemon, vero furbacchione? xD
It’s
my fault, visto che fino
all’ultimo non vi ho lasciato intendere le reali
intenzioni di Naruto. E adesso le cose sono precipitate.
Ma, ehi, prima che mi uccidiate friendly
remind che la storia avrà un happy ending
–che avverrà fra
un capitolo visto che il prossimo is the
last.
(Non
chiedete perché io stia parlando
metà in inglese e metà in italiano, just
don’t ask)
Anyway,
credo di aver detto tutto. Sì, lascio i commenti (e le urla
assassine) a voi
:33
A presto!
Hatta.
|
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Capitolo 9 *** Sempre ***
SEMPRE
Nel
palazzo
dell’Hokage la frenesia è al limite, tutti i ninja
sono stati allertati dal
momento stesso in cui ci si è resi conto che sia Naruto che
Sasuke sembrano
spariti dal villaggio. Kakashi, insieme alla Godaime, Sakura e
Shikamaru, sta
cercando di preparare un piano d’azione per sbrogliare quella
intricata e
pericolosa situazione.
Le
possibilità sono molteplici, potrebbe
addirittura essere troppo tardi.
“HOKAGE-SAMA!”
La porta
dell’ufficio viene violentemente aperta e un ANBU si
precipita nella sala
interrompendo il piccolo gruppetto. Kakashi guarda lo shinobi trafelato
in
attesa che parli con impazienza.
Quello
prende fiato, poi dice velocemente: “Abbiamo rivelato una
quantità mostruosa di
due chakra diversi a nord!”
I
presenti
si irrigidiscono immediatamente, il primo ad agire è Kakashi
che getta
malamente dal tavolo la cartina della zona. “Ci serve un
nuovo piano
alternativo!”
È
troppo tardi.
**
Sasuke
non
avrebbe mai immaginato che quelle situazione gli sarebbero potute
mancare.
Quand’è stata l’ultima volta che ha
combattuto in quel modo? Da quanto non si
lascia assorbire completamente in una battaglia lasciandosi bruciare,
consumare, dalla rabbia e dal bisogno ossessivo di uccidere?
Come un
tossicodipendente, gli è bastato abbracciare un solo secondo
quella emozione
distruttiva per esserne nuovamente succube e perdere il controllo.
Di
più,
vuole di più.
Naruto
è un
avversario perfetto, pieno della sua stessa identica sete di sangue, i
colpi
non si risparmiano e ognuno di essi è pregno di una scarica
di energia così
potente da creare distruttivi spostamenti d’aria che
sradicano alberi. Stanno
distruggendo l’intera zona nella loro danza mortale.
È
il
combattimento fra due divinità.
Era dai
Kaguya che Sasuke non combatteva utilizzando senza freno tutta la sua
capacità,
non credeva di essere ancora in grado di controllare una
quantità di potere
così elevata. E Naruto non è da meno, per ogni
suo colpo risponde con la doppia
intensità e quando le due massa di chakra si scontrano in
mosse ravvicinate è
come se fossero le loro ossa a scricchiolare.
Viola e
giallo, complementari anche nel momento in cui sono più
divisi.
C’è
solo
una cosa terribile, straziante, per entrambi: vorrebbero non riuscire a
vedere
nella mente dell’avversario.
Ma
è
inevitabile, perché loro sono i ninja d’elite
e se basta anche una semplice scaramuccia a farli entrare nella testa
dell’altro, quello scontro mortale li catapulta direttamente
nel cuore dell’avversario
come se fossero una cosa sola. Flashback, pensieri, sogni…
attraversano la loro
mente e sono stilettate al cuore impossibile da ignorare
Non
vogliono quell’empatia, quel riconoscersi e
quell’appartenenza così estrema,
non la vogliano, dannazione!
È solo
un peso, un intralcio, qualcosa che li ucciderà ancor prima
delle loro
tecniche.
Entrare
nella mente di Naruto fa solo peggiorare le cose. Il senso di
tradimento è
sempre più forte e pressante.
Avevi promesso,
lo avevi promesso.
Ma a
quanto
pare in questo mondo le promesse non valgono più nulla. Tutto quello che resta
è polvere o sete di
vendetta.
Dall’interno
del Susano’o raccoglie il chakra necessario per scagliare
l’ultima tecnica.
La
freccia
di Indra è già pronta. Se la scaglierà
di quella valle non resterà più nulla,
spazzerà
via ogni cosa, resterà solo distruzione. Ma che importa, che
importa del mondo,
vuole solo distruggerlo, cancellare ogni singola goccia di quel
ridicolo e
malato mondo privo di senso.
Punta la
freccia contro il chakra di Kurama, riesce a vedere al suo interno
Naruto
completamente avvolto da quella luce calda e abbagliante. Questa volta
lo
ucciderà, lo ucciderà davvero, ora che anche
Naruto lo odia non c’è più nulla
pronto a fermarlo.
Non voglio
ucciderti!
Tu stai solo
cercando di
rimanere di nuovo solo…
Non posso
permettere che
accada!
Bugiardo!
Bugiardo! Alla fine a lasciarlo solo è stato proprio lui.
Traditore.
Lo
guarda,
impassibile, la corda dell’arco tesa, deve solo mollarla per
colpirlo e resterà
solo. Finalmente raggiungerà quella solitudine a cui aveva
aspirato per così
tanto tempo senza poterla raggiungere davvero perché
c’era lui.
Un
bambino
paffuto con le guance rigate, con una voce fastidiosa, sempre pronto a
combinare guai e sbraitare su sogni che, forse, all’epoca non
comprendeva
nemmeno; un bambino che lo inseguiva ovunque andasse per sfidarlo, un
bambino
che cercava la sua approvazione senza abbassare la testa, che voleva
dimostrargli di meritare il proprio posto accanto a lui.
Era
Sasuke
a non meritare il posto accanto a quel bambino.
“Fattiti
ammazzare una buona
volta!”
“Non
posso. Perché sono il
tuo unico amico”
La
freccia…
**
“Sakura!”
Non si
volta al suono del proprio nome, si lega una bandana alla fonte per
tenere
dietro i capelli attivando il byakugo mentre avanza con passo militare,
deciso.
“Sakura!
Torna subito indietro” Kakashi la chiama ancora
raggiungendola, le afferra un
braccio.
Si
ferma,
non volta la testa verso l’uomo e resta tesa verso
l’uscita, la maschera ANBU
stretta in una mano pronta ad essere indossata.
“Mi
lasci
andare, Hokage-sama” dice con voce fredda.
La presa
sul suo braccio si fa stretta. “Non puoi andare lì
da sola, aspetta che
Shikamaru termini di delineare la strategia e poi ti darò
una squadra ANBU da
guidare. Ma aspetta… per favore” supplica quando
la kunoichi strattono il
braccio e lui molla la presa “Hanno perso entrambi il
controllo, se andrai lì
ti uccideranno sicuramente”
Sakura
si
volta a fronteggiarlo. Non ha uno sguardo duro, i suoi occhi sono dolci
mentre
li alza verso il viso dell’Hatake fissandoli direttamente in
quelli scuri.
“Non
devi
proteggermi, non più” dice piano, rassicurante ma
ferrea “Io non sono più la
bambina che piangendo sul tetto è corsa supplicando i propri
amici di fermarsi.
Questa volta non devi venire a impedirmi che mi facciano del
male”
“Ma
il
piano…”
Sorride.
“E’ di Naruto che stiamo parlando, il ninja
imprevedibile numero uno. Qualsiasi
piano creerete lui lo manderà in fumo. La prego,
Hokage-sama” prende un grosso
respiro “Mi lasci andare, hanno bisogno di me”
Kakashi
la
guarda, non vuole lasciarla andare, quella ragazza ha già
patito troppo per quei
due, non vuole che finisca ingiustamente coinvolta ancora una volta.
Ma ha
ragione.
Abbassa
il
viso per darle un veloce bacio – come se sperasse che basti
solo quello a
fermarla – e le accarezza il viso.
“Va’
pure
avanti” acconsente “La squadra di ANBU ti
raggiungerà subito. Impedisci che sia
troppo tardi”
**
Il
sangue
gorgoglia dalla ferita sul petto imbrattando la stoffa degli abiti, la
punta
della freccia gli trapassa la spalla e brucia, non pensava potesse fare
così
tanto male.
La forza
nelle gambe gli manca, mentre il chakra evapora del tutto attorno a lui
come se
venisse risucchiato da una forza esterna e abbandonasse il suo corpo,
cade
sulle ginocchia premendo con il palmo sulla ferita. Gi sta togliendo le
forze.
Afferra la freccia per strapparla dalla propria carne. Stringe i denti
trattenendo un grido di dolore. Sasuke si chiede chi abbia scagliato
quella
freccia.
Naruto
è
davanti a lui, impassibile, non c’è una sola
espressione in quel viso e i suoi
occhi sono spenti come quelli di un automa disattivato. Le braccia sono
abbandonate lungo il busto, non risplende più del chakra di
kurama come se
fosse stato davvero spento.
La
radura
non esiste più, gli alberi sono stati distrutti e ci sono
solo rovine. Il
paesaggio è completamente cambiato.
In
quell’improvviso
silenzio un battito di mani li coglie simile a un frastuono e Sasuke,
reggendosi sempre la ferita alla spalla, alza lo sguardo notando En
Oyashiro
battere le mani come se stesse assistendo a uno show particolarmente
emozionante.
Sasuke
pensa che avrebbe dovuto ucciderlo per sbaglio durante la battaglia,
è stanco
di vedere quel sorriso supponente di chi sa di avere la vittoria in
mano.
Non
riesce
a richiamare una singola goccia di chakra e fatica a muoversi.
“Che
cosa
mi hai fatto, bastardo?!” sputa con rabbia, un rigo di sangue
cola dalle sua
labbra. Naruto resta impassibile, immobile.
En
Oyashiro
si avvicina senza timore. “Conosci la leggenda di
Amenowakahiko-sama, figlio
del sacro Amatsukunitama, e del fagiano Nakime?”
Certo
che
la conosce, era una delle favole che Mikoto raccontava a lui e Itachi
quando
erano bambini, però Oyashiro non gli dà il tempo
di ribattere e inizia a
raccontare: “I Kami-sama, molti secoli fa, decisero di
mandare esploratori nel
mondo terreno stanchi della violenza degli esseri che lo abitavano,
andò quindi
Amenowakahiko-sama munito di arco e frecce dall’ottimo
impennaggio. Ma giunto
lì si innamorò di Shitateru-hime e, illuso di
poter fare di quella terra il suo
regno, non diede proprie notizie per otto lunghi anni. La sacra sovrana
Amaterasu decise di mandare il fagiano Nakime a investigare sul suo
indugiare.
Ma una volta giunto da Amenowakahiko, questo lo uccise usando il
celestiale
arco. La freccia trafisse il petto del fagiano e proseguì il
suo cammino nel
cielo raggiungendone i sovrani. Amaterasu-kami e Takagi-kami presero la
freccia
riconoscendola come quella che avevano donato a Amenowakahiko-sama.
Notarono
che era una delle frecce da loro donate al principe e decisero di
ricacciarla
indietro, se Amenowakahiko-sama era stato mosso da buoni principi non
sarebbe
successo niente ma nel caso contrario gli si sarebbe ritorta
contro” sorride
“Sai come finì?”
“La
freccia
centrò in pieno il petto del giovane principe Amenowakahiko
mentre riposava su
di un giaciglio all’alba” termina ricordando le
esatte parole di sua madre
“Quella fu la prima volta che una freccia si ritorse contro a
chi l’aveva
scoccata1”
Il
sorriso
malato di En Oyashiro si allarga. “A quanto pare a te
è successa la stessa
cosa. Ma in questa terra gli dei non esistono più e non sono
stati loro a
punire le tue colpe” alza una mano “Vieni pure
avanti, Chino”
Una
figura
ammantata e piccola si materializza accanto al vecchio Chinoike. Tiene
in mano
un arco in frassino e una faretra piena di frecce sulle spalle, il
cappuccio è
ben calato sul viso così che risulti impossibile notare i
suoi lineamenti, ma
sembra che qualcosa di scuro goccioli lungo il viso (sangue?). En
Oyashiro
appoggia una mano sulla spalla della piccola figura.
“Ti
presento Chino, mia figlia. Certo, non è una Chinoike pura e
per questo è
riuscita a sopravvivere, ma nonostante ciò il suo ketsuryugan è sviluppato allo
stesso livello di un purosangue,
anzi, direi che non vedevo un controllo del genere sul nostro gekkai da
secoli.
Lei… è proprio un genio” sogghigna
“Non sono io a controllare Naruto, non
direttamente almeno. La mente di quell’Uzumaki è
così forte che riusciva a
impedirmi ogni accesso ai suoi ricordi e bloccava le mie illusioni. La
sua
cieca fiducia in te… non so dire se sia onorevole o
semplicemente stupida. Ma con
Chino non aveva nessuna possibilità, ovviamente”
Sasuke
alza
lo sguardo su Naruto, ancora immobile e impassibile come se non stia
ascoltando
nulla. Cerca di raccogliere a sé il chakra sufficiente per
attivare lo
sharingan e riprendere a combattere, deve approfittare di quel momento,
ma ogni
suo tentativo è vano. Dentro di lui non è rimasto
più nulla, com’è possibile?
En
Oyashiro
nota il suo affannarsi. “E’ tutto inutile. Noi
Chinoike non siamo abili con le
katane, preferiamo usare gli archi e le nostre frecce sono le
più temibili:
spalmiamo sulle punte veleni che impediscono agli avversari di usare il
chakra.
È come se ti avessi bloccato tutti i punti di fuga: non puoi
più usare l’arte
ninja. Ormai sei solo un inerme bambino presuntuoso” termina
soddisfatto “Tutto
merito di Chino” e nel dirlo le toglie il cappuccio dal volto.
Sasuke
spalanca gli occhi sconvolto di trovarsi di fronte lei, la servetta dai
capelli
bianchi che aveva regalato un fiore a Naruto durante la loro permanenza
da
Tamoura. Sbatte le palpebre ma è proprio lei anche se i
grandi occhi azzurri
sono diventati completamente rossi e piangono sangue. Ha la stessa
espressione
impassibile di Naruto come se non fosse davvero lì.
En
Oyashiro
accarezza amorevolmente i corti capelli bianchi della figlia.
“Così giovane…
eppure è già una perfetta macchina assassina. Ha
spezzato egregiamente la menta
di Naruto Uzumaki, è riuscita a controllarlo e scagliarlo
contro di te. Una
ragazzina con il controllo sul ninja più potente”
gli occhi dell’uomo si accendono
malevolmente “Grazie a lei, ora il mio potere è
immenso. Ora, la divinità sono io”
torna ad appoggiare lo sguardo su
Sasuke. Abbandona il fianco della figlia iniziando a camminare verso di
lui,
tiene un pugnale affusolato e prezioso fra le mani.
“E,
come
nuovo dio, ho deciso di essere caritatevole e farti un regalo prima di
ucciderti” allarga il sorriso e dice a bassa voce, quasi
canzonatorio, a pochi
passi da lui “Naruto Uzumaki non ti stava ingannando, aveva
davvero
ricominciato a ricordare tutto…”
Sasuke,
a
un passo dalla morte, non vorrebbe essere così sollevato, ma
il calore che si
espande sul suo corpo è proprio quello: sollievo. Sollievo
di non essere stato
davvero tradito da Naruto, sollievo di non averlo ucciso. Il che
è ridicolo,
perché in quel guscio vuoto che lo guarda impassibile non
sembra più esserci
niente di Naruto, è solo un automa controllato da una
bambina deviata dal
padre.
Ma non
importa più, En Oyashiro lo sta per uccidere.
**
Naruto
è stufo di camminare.
Da quando si è svegliato non ha fatto altro che camminare e
adesso vorrebbe
riposarsi un po’.
Guarda la
bambina che lo
precede di qualche passo, saltella fra i fiori e li raccoglie, a lei le
energie
sembrano proprio non mancare.
Ah, sto
diventando vecchio,
pensa alzando gli occhi al cielo. È azzurro, terso, non ci
sono nuvole e il
sole illumina la valla fiorita riflettendosi sul piccolo fiume
trasparente. È
un paesaggio da favola, sembra uscito da un libro illustrato per
bambini.
“O-i!”
vocia verso la bimba
“Secondo te quanto manca?”
La bambina si
alza, tiene
fra le braccia tantissimi fiori bianchi; sembrano gigli, ma non
può dirlo con
certezza, non è molto esperto di fiori, dovrebbe chiederlo a
Sakura.
Aspetta,
chi è Sakura?
Si domanda.
“Dipende”
risponde la
bambina alla sua
domanda precedente
distraendolo. Ha le palpebre chiuse, cucite alla pelle con del filo
rosso, ma
non ci vede niente di strano. Nella sua vita da ninja ha visto di
peggio.
“Da
cosa?”
Fa spallucce.
“Dipenda da
dove vuoi andare”
Naruto la guarda
spalancando
la bocca colto di sorpresa. Cosa?! Come sarebbe a dire
‘dipende da dove vuoi
andare’? Lui non lo sa dove stanno andando, ha semplicemente
seguito la
bambina. Effettivamente perché si è messo a
seguirla? Non lo sa, gli era
sembrata una cosa naturalissima. Resta il fatto che hanno camminato per
una mattina
intera senza una meta certa.
“Dove
vuoi andare?” dice la
bambina con i capelli bianchi.
Il volto di
Naruto si
illumina. “Da Sas’ke” ricorda
sorridendo“Voglio andare da Sas’ke!” un
raggio di
sole gli colpisce direttamente gli occhi ma non ci fa caso.
“Chi
è Sas’ke?” chiede la
bambina.
“Uh…
ecco” si gratta la
zazzera bionda alzando lo sguardo al cielo, fatica a ricordare e non
capisce
perché “Sas’ke è il mio
migliore amico. E penso sia il mio ragazzo. Cioè, non
ne abbiamo mai parlato di preciso, dovresti chiederlo a lui”
ridacchia
imbarazzato, riprende a camminate con rinnovata vigore superandola
“Andiamo?”
la incita notando che lei resta ferma al suo posto.
La bambina
abbraccia i fiori
con le spalle curve. Quando alza il viso verso di lui sta piangendo
sangue.
“Mi
dispiace” singhiozza
mentre macchia i gigli di rosso. Naruto la guarda confuso, tutti i
fiori
bianchi fra le sua mani stanno diventando rosso sangue o appassiscono.
Anche la
veste candida di lei è diventata vermiglia.
“Mi
dispiace” piange ancora
la bambina “Io non immaginavo…”
Naruto si
preoccupa e si
accuccia afferrandole le spalla, la guarda negli occhi fiducioso.
“Non
fare così, qualsiasi
cosa sia posso sistemarla. Sistemerò tutto,
dattebayo”
La bambina
scuote la testa
“E’ colpa mia, mi dispiace” continua a
ripetere. “Mi dispiace”
Il paesaggio da
favola si
sta tingendo di rosso, tutto, e cade a pezzi come se si stesse
sfaldando, ma
lui non ci fa caso, gli sembra normale. Vuole solo consolare quella
bambina che
non può aver fatto nulla di così terribile da
giustificare quelle lacrime
rosse.
Poi la bambina
apre gli
occhi e
Naruto
vede
Sasuke.
**
Sasuke
ha
sempre immaginato che al momento della sua morte avrebbe tenuto gli
occhi ben
aperti, deciso a non provare paura. Si sbagliava. Sasuke chiude gli
occhi, ma
non perché abbia paura, non vuole che l’ultima
immagine che avrà sia il volto
folle di En Oyashiro. Chiudendo gli occhi vuole vedere la sua famiglia.
Nii-san…
Sente il
rumore della lama che attraversa la carne e spezza le ossa. Ma non
sente
dolore. Apre gli occhi di scatto mentre dal sangue gli sporca il viso.
La
schiena
di Naruto è davanti a lui, trafitta dalla lama del pugnale e
completamente
sporca di rosso. En Oyashiro guarda Naruto con la stessa identica
espressione sorpresa
di Sasuke.
Lo ha
salvato, si è messo in mezzo facendogli da scudo e ferendosi
al suo posto.
Oyashiro
estrae la lama dall’addome dell’Uzumaki e
indietreggia con gli occhi pieni di
terrore. “Come… come hai fatto?”
strepita fissandolo con rabbia e odio.
Naruto
trema faticando a stare in piedi. “E che ne so. Il mio corpo
si è mosso da
solo” sorride come se la trovasse una brillante battuta di
spirito.
È
quell’affermazione a riscuotere Sasuke dalla sorpresa e
riesce ad afferrare Naruto
quando gli frana addosso senza forze.
“Sei…
sei
tornato tu?” domanda scandagliando il corpo con gli occhi. Il
pugnale lo ha
colpito al centro dell’addome e il sangue continua a sgorgare
abbondante, lo ha
già completamente imbrattando.
Naruto
ride
e poi tossisce, il sangue gli sporca il viso e i denti. “E
chi dovrei essere,
‘tebayo?” scherza con un filo di voce.
“Sono io”
“QUESTO
NON
È POSSIBILE!”
il grido di En Oyashiro
blocca la risposta di Sasuke. Il Chinoike ha lo sguardo folle,
l’espressione
deforme e il suo urlo era stato così forte da rimbombare fra
la distruzione del
bosco. “IO TI CONTROLLO! TU SEI UNA MIA ARMA!” si
volta verso la figlia, il
pugnale ancora insanguinato stretto in mano “CHINO! Ordinagli
di uccidere
Uchiha! Riprenditelo!”
Ma la
bambina scuote la testa indietreggiando, ha il viso completamente
imbrattato
dalle lacrime di sangue “Basta, papà” lo
supplica singhiozzando “Andiamo a
casa, è finita”
“Non
è
finita! Uccidili! Uccidilo!”
“Per
favore, papà, basta” singhiozza “voglio
andare a casa”
“NO!
Ubbidisci e uccidili” il
volto di En
Oyashiro è completamente stravolto dalla rabbia.
“Non
voglio” piange più forte tappando le orecchie.
“TI
ORDINO
DI UCCIDERLI!”
“Ho
detto
BASTA!” un grido acuto esce dalla gola di Chino e, sotto gli
occhi di Sasuke,
En Oyashiro esplode in brandelli di carne, sangue e viscere. Come una
bomba
umana. Esplode e basta sporcando ogni cosa di sangue.
Chino
trema
guardando i resti di suo padre, poi cade sulle ginocchia e riprende a
piangere.
Sasuke
non
si cura di quella scena, gli importa solo di Naruto. È
diventato pallido, le
labbra sono livide e le occhiaie più marcate.
Cerca di
bloccare l’emorragia come meglio può, vede il
chakra di Kurama avvolgerlo per
guarirlo ma la ferita non si chiude, continua a sanguinare.
“Mi
dispiace, Sas’ke” lo sente esalare come se
faticasse a parlare “E’ tutta colpa
mia”
“Non
dire stronzate,
dobe” sbotta “La colpa è del mio clan.
Anche questo è colpa degli Uchiha”
Naruto
scuote la testa. “Grazie per aver cercato di farmi ricordare.
Anche se non ci
sei riuscito completamente, ha funzionato lo stesso, sai? Io non ti
posso più
odiare”
“Ci
riuscirò completamente” gli assicura
“Quello era solo il riscaldamento.
Ritornerà tutto come prima, posso aggiustare le
cose” si sente un idiota a dire
quelle cose, ma sta entrando leggermente in panico. Perché
Naruto non guarisce?
Perché diventa sempre più pallido e freddo?
Puoi aggiustare
anche chi sta per morire?
Il
respiro
di Naruto si è fatto più lento ed è
sudato, i capelli biondi sono lerci di
sangue e appiccicati sulla fronte. Gli occhi blu sembrano fatichino a
mettere a
fuoco.
“Sas’ke”
lo
chiama “Grazie per avermi fatto innamorare di te una seconda
volta”
Il
panico
gli aggredisce completamente il petto, si sente soffocare.
“Non
chiudere gli occhi. Non t’azzardare a farlo”
perché il chakra
di Kurama non funzionare?
Naruto non può morire, non può.
Gli
afferra
una mano stringendola fino a fargli male. “Resta con me,
Naruto. Resta con me”
ripete.
Naruto
accenna un sorriso, il suo petto si alza e abbassa sempre
più lentamente. “Sempre”
garantisce.
Poi
chiude
gli occhi.
Note:
1.
Leggenda
contenuta nel Kojiki, purtroppo in internet non si trovano molte
informazioni
quindi se volete qualche delucidazione chiedete pure.
2.
È
l’arte oculare del clan Chinoike, non mi
ricordo se l’avessi già specificata.
FINITO!
Ah,
anche questa storia è andata c.c
che parto questo ultimo capitolo, non vi dico, qualsiasi cosa scrivessi
mi
faceva schifo quindi alla fine ho
fatto un collage con le parti delle
varie prove che mi erano venute meglio xD spero vi sia
piaciuto e che
abbiate goduto insieme a me nella morte di En Oyashiro. La nostra cara
piccola
Chino alla fine ha fatto la cosa giusta.
E,
insomma, anche questa long che da
tre capitoli è passata a nove è
finita. Credo che non mi
abituerò mai
alla sensazione di vuoto ogni volta che metto la parola fine
a una long c_c ora
vado a piangere abbracciata ai miei
pupazzi immaginandomi nuove storie per rimediare a questa xD
Vorrei
ringraziare tutte quelle
persone fantastiche che hanno recensito e chi,
silenziosamente, ha solo letto. Spero vi sia piaciuta
e vi abbia emozionato e non vi siate perduti nel mio logorroismo(??)
xD
In
particolare ringrazio Ary, alla
quale ho dedicato la storia, SuperSara
e Ryanforever che non si sono perse
un solo capitolo. Grazie ragazze <3
A prossime
storie!
….scherzetto.
La
storia
non è finita ehehehe, questo
non è l’ultimo capitolo :D ho deciso di
spezzarlo in due per renderlo più scorrevole. QUINDI NON FINISCE QUI!
Naruto e
Sasuke sono ancora sospesi nella radura-che-non-è-più-una-radura
con Chino e ci saranno nuovi sviluppi :3
In
più sono
stata convinta a scrivere qualche spin-off
xD
Ecco,
sì,
io esco prima che qualcuno di voi tenti di uccidermi.
Hatta.
|
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Capitolo 10 *** Vero ***
VERO
Naruto guarda il
cielo: è
azzurro, interrotto solo da piccoli cirri bianchi spinti da un vento
leggero. Sta
bene disteso sul prato a non preoccuparsi di niente. Socchiude gli
occhi e
volta il capo a guardare la bambina vicino a lui che dispone
ordinatamente dei
fiori in un mazzetto.
“Perché
li raccogli sempre?”
le domanda, anche se non sa bene da quanto duri questo sempre e nemmeno quando sia iniziato.
La bimba
acciglia lo
sguardo, ha ancora le palpebre cucite. “I fiori sono belli.
Appassiscono
velocemente ma nonostante questo non smettono di essere meno belli e
profumati.
Proprio come te”
Naruto si alza
colpito e la
guarda. “Stai dicendo che sono un fiore delicato?”
scherza.
Si ritrova una
margherita
gettata sulla faccia. “Sei un buffone!” ride la
bimba, poi si alza “Forse
dovremmo riprendere a camminare”
Naruto si getta
sulla
schiena chiudendo gli occhi. “No dai, sono stanco. Restiamo
altri cinque minuti”
La bambina gli
prende per
mano. “Ma devi svegliarti, il tuo fidanzato ti
aspetta”
Ma sono
già sveglio, pensa
e poi
Apre gli
occhi, appena posa lo sguardo sul soffitto bianco tutti gli altri sensi
si
accendono simultaneamente. Avverte un gusto dolciastro e disgustoso in
bocca,
un materasso morbido sotto di sé, delle coperte ruvide, un
ago infilato
sull’avambraccio e dei tubi infilati su per il setto nasale;
sente l’odore di
disinfettante e il rumore ritmico e assordante di un
elettrocardiogramma. Non è
più nel giardino, ma in quella che ha l’aspetto di
una stanza d’ospedale.
Naruto
ruota con fatica la testa sbattendo le palpebre, le luce gli sembra
troppo
forte e fatica a distinguere i contorni delle figure, ma vede
chiaramente
Sasuke, una macchia nera, addormentato su una sedia. Il bip
ritmico del cardiogramma accelera simultaneamente e in quel
modo si rende conto che la macchina è collegata al proprio
cuore.
Che cazzo
è successo, ‘tebayo?!
Come se
lo
avesse detto ad alta voce, Uchiha sussulta sulla sedia svegliandosi e
aprendo
immediatamente gli occhi con lo sharingan
e il rinnegan attivi e brillanti.
Naruto avverte istintivamente il proprio corpo contrarsi per la paura,
ma poi
la stanchezza prende il soppravvento facendogli abbandonare la
sensazione di
difesa. Sasuke lo guarda con l’occhio rosso che diventa
progressivamente onice
come se non riuscisse a comprendere la situazione e quegli occhi
azzurri fissi
su di lui.
Quando
sembra realizzare si alza di scatto dalla sedia rovesciandola.
“Naruto!” sbotta
e il suo volto sembra riempirsi di sollievo.
Uzumaki
sbatte le palpebre confuso, il volto inespressivo. Alla fine chiede
esitante:
“…chi
sei?”
L’espressione
di Sasuke si cristallizza davanti a quella domanda detta in un soffio,
una
fitta al petto gli blocca il respiro e gli sembra che il mondo abbia
cominciato
a sgretolarsi sotto i suoi piedi.
Chi sei? Non ha
abbastanza fiato per
rispondere.
Dura un
secondo solo perché immediatamente il rumore
dell’elettrocardiogramma viene
soffocato dal fragore di una risata. Naruto ride con la bocca
spalancata e gli
occhi socchiusi, ride tra un colpo di tosse e ride di cuore, come se si
stesse
sciogliendo in quella risata.
“La
tua
faccia. La tua faccia!” sente fra una risata e
l’altra come se stesse
soffocando “Dovevi vedere la tua faccia, Sas’ke!”
e riprende a ridere più forte.
Per
Sasuke
è come riprendere a respirare, l’ossigeno lo
aggredisce non appena capisce che
quel dobe gli ha fatto uno scherzo.
“Io
ti
ammazzo, Us’ratonkachi!” sbotta ma il sollievo
è così forte che, senza potersi
controllare, scoppia anche lui in una risata nervosa e liberatoria.
Ride e si
sente ridicolo nel farlo, ma, kami,
credeva di essere vicino all’infarto.
Naruto
ride
ancora più forte condizionato dalla risata di Sasuke
contagiandolo a sua volta
e così continuano a ridere per mezz’ora, con la
pancia che fa male e il respiro
che non è sufficiente, ridono finché la porta
della stanza bianca non si apre e
Sakura, con i capelli spettinati e il camice aperto sulla divisa, fa
irruzione
con sguardo allarmato.
“SASUKE!
NARUTO!” grida istintivamente pronta al peggio prima di
vederli piegati in due
dalla ridarella, con le lacrime agli occhi e completamente scossi dai
singhiozzi incontrollati.
Li
guarda
un secondo e gli occhi le si inumidiscono dalle lacrime di sollievo che
stanno
per scendere, immediatamente scoppia a ridere anche lei in maniera
incontrollata e quasi isterica. Continuano a ridere, incapaci di
smettere,
anche se i polmoni protestano per la mancanza d’aria e la
pancia fa male per i
crampi.
Quando
si
calmano hanno il respiro affannoso e le ciglia completamente umide.
“Ne
è valsa
la pena” ansima Naruto.
“Non
sarai
dello stesse parere quando ti decapiterò con
kusanagi”
“Ragazzi,
vi prego!” alza gli occhi al cielo Sakura “Si
è appena ripreso e subito
cominciate a minacciarvi”
Naruto
cercò di alzarsi dal letto mettendosi in posizione
semi-seduta, si sentiva
ridicolo con quei tubicini infilati su per il naso. “Che
cos’è successo?”
A quella
domanda Sakura assume immediatamente un’espressione
professionale e controlla
il monitor accanto a lui. “Tu come stai? Hai… hai
riacquistato i ricordi? I
tuoi veri ricordi?” esita
spiandolo.
Sasuke lo guarda attento.
Naruto
abbassa lo sguardo e scuote la testa. “No, io… io
continuo a ricordare le cose
sbagliate” li spia di soppiatto per controllare le loro
espressioni, non sono
affatto sorprese o deluse “Sbaglio o conoscevate
già la risposta?”
Sakura
prende un lungo respiro, poi annuisce. “Sì,
noi… ecco, è un po’
complicato”
accenna un sorriso sistemandosi una ciocca rosa dietro
l’orecchio e lancia uno
sguardo a Sasuke in cerca di aiuto “Siamo riusciti a
decifrare tutto il rotolo
dei Chinoike. Ci ha aiutato la figlia di En Oyashiro”
Naruto
spalanca gli occhi. “Chino?” scuote la testa
cercando di riacquistare le idee
“Che è successo dopo che sono svenuto?
Perché sono collegato a delle macchine?
Quanto tempo è passato?”
“Forse
dovremmo chiamare Kakashi” considera Sakura.
“Cinque
giorni” risponde invece Sasuke.
“Che
cosa?”
“Sei
stato
cinque giorni in coma” specifica lugubre “Le
macchine hanno impedito al tuo
cuore di fermarsi”
Naruto
aspetta qualche secondo convito che Sasuke stia scherzando –
una sorta di
vendetta per lo scherzetto bastardo che ha fatto lui – ma
Uchiha continua a
guardarlo con espressione seria. Mortalmente seria.
“Questo
è
impossibile. Sono un jinchuurike, c’è
un
biju dentro di me! Anche se la lama fosse stata avvelenata non avrebbe
potuto…
è ridicolo… ”
“Naruto”
lo
interrompe Sakura “Qual è l’ultima cosa
che ricordi?”
Abbassa
lo sguardo,
i suoi ultimi ricordi sono il viso sporco di sangue di Sasuke e la
disperata
sensazione di star morendo. “Non
lo so,
è tutto confuso”
Sakura
si
siede sul bordo del letto e gli sposta maternamente una ciocca bionda
dalla
fronte. “Sono arrivata che tu eri svenuto già da
qualche minuto. Ho tentato di
curarti lì, ma non ci riuscivo, qualcosa impediva al mio
chakra di espandersi:
la lama che ti aveva trafitto aveva un veleno particolare che non avevo
mai
visto, bloccava l’attivarsi sia del tuo chakra, che quello di
Kurama, che il
mio. Non potevo usare i ninjutsu per curarti”
“Era
lo
stesso veleno sulla freccia che mi aveva colpito” aggiunge
Sasuke “Solo che
quello sul pugnale era più denso e stava completamente
soffocando il tuo
chakra”
“Ti
abbiamo
portato qui il più velocemente possibile, ma non sapevamo
cosa fare. Tu stavi
morendo e nessuna delle nostre tecniche funzionava” gli
prende la mano e
stringe “Ho usato la medicina tradizionale, ma non
c’era nessuna certezza che
funzionasse. A volte il tuo cuore smetteva di battere per minuti
interi” una
lacrima rotola dagli occhi verdi “Ad un certo punto ho
creduto davvero che tu
fossi morto, temevo di essere arrivata troppo tardi” tira su
con il naso.
“Sei
arrivata sufficientemente presto da salvarlo” replica Sasuke
duro “E adesso
smettila di piangere, lo hai fatto anche troppo in questi
giorni”
Sakura
annuisce passandosi
una mano fra le
ciglia umide e Naruto le stringe l’altra cercando di
confortarla. “Non volevo
farti preoccupare”
“Voi
non
smetterete mai di farmi preoccupare” risponde Sakura
accennando un sorriso
“Anche a novant’anni, con i capelli bianchi e il
bastone, mi farai impazzire”
“E
tu sarai
la nonna con i cerotti” garantisce il biondo cercando di
strapparle un sorriso “Sasuke
invece sarà il vecchio burbero che ripete in continuazione ‘ai miei tempi…’”
“Idiota”
commenta sdegnato il futuro vecchio burbero in questione e Sakura
scoppia in
una risata tremante.
“Cos’è
successo a Chino?” domanda Naruto dopo un attimo di
esitazione.
“E’
qui, a
Konoha” risponde Sakura mentre il volto di Sasuke si oscura
“Ha collaborato con
noi, mi ha aiutato a tenerti in vita e ci ha anche tradotto tutto il
rotolo.
Non ha… fatto resistenza”
Uzumaki
pensa
un attimo al proprio sogno. “Così ora sappiamo
come farmi tornare a ricordare correttamente?”
Le
espressioni amare sul volto dei suoi compagni sono una risposta
evidente, ma
sente comunque una fitta al cuore quando Sakura scuote la testa.
“No,
non è
un processo che si può revocare, si rischia solo di
danneggiare ulteriormente
la mente. Si può solo sperare che con il tempo la tecnica si
indebolisca”
“Quali
sono
i tuoi ricordi, esattamente?” la interrompe Sasuke.
Naruto
lo
guarda un attimo spaesato. “E’…
difficile. Io continuo a ricordare quelle cose,
ma so che sono sbagliate. Che alcune
non sono vere. Riesco a distinguerle, ora riesco a capire cosa sia vero
o falso
ma…” ha gli occhi chiarissimi e tristi
“Non avrò mai più i miei ricordi,
è
questo che cercate di dirmi? Nulla potrà farmi ricordare i
momenti belli con
Sas’ke?”
“Non
necessariamente”
ribatte vivacemente Sakura “Chino ha detto che la tua mente
è forte, secondo
lei alcuni ricordi – i più importanti –
potrebbero tornare. Non dobbiamo
perdere la speranza, Naruto”
“La
Chinoike ha anche detto che è ancora nella tua
testa” la voce gelida di Sasuke
taglia l’aria, ha un’espressione corrucciata.
Naruto
annuisce. “Sì, io… sì, penso
di sì” continua a pensare al sogno
“E’ come se ci
fosse un collegamento empatico”
Sakura
alza
gli occhi al cielo. “Sasuke non si fida di Chino”
spiega “Ed è convinto che
tutto questo sia un suo piano malvagio”
“E’
la
figlia di En Oyashiro”
“E
lo ha
ucciso, ha letteralmente fatto a pezzi il suo corpo. Ha salvato la vita
di
Naruto e la tua”
“E’
stata
lei a comprometterlo e a manipolarlo” replica furioso
“E’ la causa di tutto
questo e voi non fate nulla a riguardo”
“Ma
alla
fine ha fatto la scelta giusta” sbotta Sakura, ha il tono di
chi ha tenuto
quella conversazione per ore intere “E’ una bambina
di sette anni, santo
cielo, ed
è anche rimasta traumatizzata
da questa storia. L’unica persona da biasimare è
En Oyashiro”
“Voglio
parlarle”
Entrambe
le
teste si voltano verso di lui.
“Cosa?”
chiede Sakura.
“E’
fuori
discussione!” sbotta invece Sasuke.
“Voglio
parlare con Chino” ripete cocciuto “Devo capire
alcune cose e solo lei può
spiegarmele”
Sakura
si
gratta nervosamente una guancia. “E’ Kakashi quello
che devi convincere, non
me. Adesso vado da lui, devo avvertirlo che ti sei svegliato e
sicuramente
vorrà sapere come sono andate le cose dal tuo punto di
vista…” lascia un attimo
in sospeso la frase, poi sorridere socchiudendo gli occhi e si sporge
verso di
lui per baciargli i capelli biondi “Che sollievo riaverti
qui”
Naruto
solleva gli angoli della bocca verso l’alto. “Che
sollievo essere qui”
Dopo che
Sakura se ne è andata, Sasuke raccoglie la sedia che era
caduta e si risiede
sopra. Lo guarda senza dire niente e questo mette in imbarazzo Naruto.
Lo
sguardo nero lo sta letteralmente studiando, è come se lo
vivisezionasse.
“Be’,
che
hai da guardare?” chiede alla fine “Sono tanto
ridicolo con questi?” e indica i
tubicini su per il naso.
“Sei
sempre
ridicolo” gli assicura “Sto solo cercando di
capire”
“Che
hai?
Paura che mi ritrasformi in una macchina assassina di nuovo?”
“Sì”
replica “Anche se non la chiamerei paura”
Quella
risposta affermativa ferisce un poco Naruto. “E come la
chiameresti?”
“Non
lo so”
sospira “Ma nella radura mi hai distrutto nel mio unico punto
debole. Hai
giocato con la mia fiducia in maniera fin troppo facile: tu mentivi, ma
io ti
credevo”
Vorrebbe
abbassare lo sguardo perché quello di Sasuke è
ustionante, ma lo continua a
guardare a negli occhi. “Non stavo sempre mentendo, alcuni
momenti erano reali”
“E
come
posso saperlo?” Stringe le labbra “Ecco, in questo
momento mi trovo nella tua
stessa situazione: non so distinguere quali momenti fossero veri o
falsi”
“Puoi
chiedere, come facevo io” si morde le labbra “Ma
prima voglio farti una domanda”
Vede il volto di Sasuke
cambiare velocemente
molte espressioni, poi abbassa le spalle abbandonando la posa rigida e
cede.
“Sarebbe?”
“Eri
sincero? Voglio dire… quello che hai detto prima che io
svenissi, che mi farai
ricordare tutto, hai davvero intenzione di non arrenderti?”
“Naturale,
dobe” replica spazientito “So essere più
cocciuto di te, l’ho già detto”
Naruto
si
sente genuinamente confortato da quelle parole e fatica a trattenere un
sorriso
perché, nonostante quello che Sasuke ha detto prima
– ovvero, che non si fida
del tutto –, non ha intenzione di rinunciare a lui.
“Ok.
Adesso
tocca a te”
Sasuke
distoglie un attimo lo sguardo, sembra a disagio e i suoi zigomi si
sono anche
leggermente arrossati. “Hai detto che ti sei innamorato di me
una seconda
volta. Vero o falso?”
Naruto
scoppia a ridere, cerca di trattenersi ma quella faccia imbarazzata sul
volto
solitamente impassibile di Uchiha è esilarante, sembra un
bambino che si
dichiara alla sua prima cotta. Per un pelo riesce a evitare uno
shuriken
lanciato da Uchiha che gli vola sopra la testa.
“Cazzo,
sei
impazzito!” impreca smettendo immediatamente di ridere.
“E
tu non
ridere!” abbaia Sasuke cercando di ricomporsi
“Allora? Vero o falso?”
Naruto
lo
guarda furbetto, per quanto la risposta sia scontata e palese adora
vederlo in
quella incertezza impacciata.
“Vieni
qui”
gli propone facendogli cenno di infilarsi nel lettino accanto a lui.
Sasuke
sbuffa “Baka” ma poi eseguisce e, rischiando di
buttare per terra qualche
macchinario, si infila sotto le coperte vicino a lui. Uzumaki si
accoccola,
stando ben attento ai tubicini, e poi sospira soddisfatto.
“Io
sto
aspettando, eh” borbotta Sasuke incapace di trattenersi dallo
stringergli una
mano calda.
“Neh,
mi
sono dimenticato la domanda” bercia spensierato strofinando
il viso contro il
suo “Potresti rifarmela? E magari anche nel modo giusto,
‘tebayo”
Sasuke
lo
incenerisce con lo sguardo e medita di prendere a pugni quel sorriso
canzonatorio. Invece non fa niente del genere, si limita a far
combaciare in
maniera del tutto naturale e spontanea i loro visi per baciarlo.
È strano farlo
con quei tubicini ma non ci bada molto, è troppo concentrato
sul fiato caldo
sulle proprie labbra.
“Mi
ami,
vero o falso?” bisbiglia.
“Vero,
dattebayo!” poi riprende a baciarlo, e il bip
dell’elettrocardiogramma accelera in maniera preoccupante.
**
“Sei
proprio sicuro di volerle parlare?”
È
passata
una settimana da quando Naruto si è svegliato, fatica ancora
ad usare il
chakra, ma si è ripreso completamente grazie alle conoscenze
di Sakura e ormai
riesce a passare intere ore fuori dal lettino. Appena le sue condizioni
sono
state più stabile, si è trovato Kakashi e Tsunade
al suo capezzale a fargli
domande su domande. Erano soprattutto interessati alla faccenda del
legame
empatico con Chino ed era stato difficile spiegare come funzionasse.
“No,
no.
Non ci leggiamo nella mente, ma riesco a percepirla. No, non come con
Kurama, è
più lieve. A volte sparisce completamente, altre volte
semplicemente… c’è.
Sì, riesco a sentire le sue
emozioni, è una cosa molto visiva”
“Nel
senso
che la vedi? Vedi Chino?”
“Solo
quando dormo. Quando ero sotto il suo controllo mi… mi
suggeriva dei ricordi.
Mi mostrava i ricordi falsi”
Sasuke
è
andato a trovarlo tutti i giorni, ovviamente. Una mattina,
svegliandosi, Naruto
ha trovato il proprio coprifronte sul comodino. Indossandolo gli
è sembrato che
tutto tornasse al posto giusto, ma gli è rimasta una sola
cosa da fare.
“Sicurissimo”
risponde alla domanda di Kakashi.
Chino
Chinoike non è considerata una nemica dopo tutto
l’aiuto che ha dato, ma non le
è permesso girare liberamente per Konoha. Non è
propriamente in prigione, ma la
tengono in un’ala del palazzo dell’Hokage da cui
non può uscire ed è tenuta
sotto controllo da una coppia di ANBU.
“E’tanto
importante?” domanda invece Sakura.
Sono
proprio davanti alla porta della stanza di Chino, nonostante tutto
l’Hokage non
ha protestato alla richiesta di Naruto e, appena è stato
meglio, lo hanno
portato dove Chino è chiusa.
“Ci
sono
delle cose che voglio capire. Lo so che ha già detto tutto
quello che sapeva e
che non potrò riavere i miei ricordi, ma voglio vederla dal
vivo”
Sasuke
non
è d’accordo, fosse per lui la Chinoike si sarebbe
trovata a miglia di distanza
da Konoha e Naruto (soprattutto da Naruto). Almeno verrà con
lui, su questo è
stato irremovibile.
“Prenditi
pure tutto il tempo che ti serve” gli assicura Kakashi, poi
lo lascia entrare.
La
stanza
di Chino è completamente diversa da come se la immaginava,
lui aveva pensato a
una stanza bianca di ospedale con pochissimi mobili e senza finestre.
Invece
sembra un piccolo giardino, è piena di fiori. Chino
è accucciata fra i vasi e
appena chiudono la porta ruota la testa verso di loro. Indossa un abito
primaverile molto semplice e le sue mani sono sporche di terra scura.
Chino
è
proprio come nei suoi sogni, solo che le palpebre non sono cucite e
mostra due
bellissimi occhi azzurri.
“Certo
che
ti piacciono davvero tanto i fiori, ‘tebayo”
è il primo commento che gli viene
in mente, poi si volta verso Sasuke “Sei allergico al
polline, vero o falso?”
“Falso!”
lo
guarda oltraggiato “Come può venirti un dubbio
così stupido?” poi scuote la
testa,effettivamente non poteva aspettarsi nulla di diverso da una tale
testa
quadra.
Chino li
spia senza dire una parola, poi si alza pulendosi le mani sul vestito.
“Perché
sei qui?” chiede a bruciapelo.
“Sinceramente?
Per nessun motivo particolare” risponde.
Sasuke
spalanca gli occhi. “Hai detto che dovevi chiederle
qualcosa!”
“Certo,
altrimenti Kakashi-sensi non mi avrebbe lasciato venire” lo
fissa con fare
saputo “Sono furbo, vero?”
“Dobe
è più
appropriato. Anzi, nella definizione di Usuratonkachi
c’è il tuo nome”
Naruto
ignora l’ultima uscita e si avvicina a Chino, poi si accuccia
per arrivare con
il viso alla sua altezza.
“Sono
felice di riuscire a vedere i tuoi occhi, finalmente. Sono molto belli,
‘tebayo”
Chino
arrossisce, ma resta impassibile. “G-grazie”
Lo
sguardo
di Naruto si fa più serio. “Sei stata tu ad
abbandonare il controllo su di me,
non io a vincerlo, vero?”
“Sì”
poi
abbassa lo sguardo “Tu sei una persona troppo buona”
Naruto
sbatte le palpebre. “Cosa?”
“Io
nei
tuoi ricordi ho visto tanta sofferenza, così tanta da essere
insostenibile.
Eppure c’era anche tanta gioia, tanta fiducia. Come puoi
essere così buono dopo
tutto quello che hai passato?”
“Dici
così
perché sei ancora piccolina, crescendo impari a perdonare e
a reagire
positivamente” le assicura un po’ a disagio.
Chino
corruccia la fronte. “Sarò piccolina, ma io ho
visto molte persone subire la
metà delle cose che hai passato tu e diventare come
papà” appena lo dice
distoglie lo sguardo “Il mio papà non era cattivo,
te lo giuro. Era solo molto
triste e arrabbiato, stavo solo cercando di essere utile. Mi
dispiace” gli
occhi le si riempiono di lacrime “Non volevo comprometterti,
non volevo succedesse
tutto questo. Io non volevo uccidere papà, volevo solo che
tutto tornasse come
prima”
“Ehi,
ehi”
Naruto appoggia le mani sulle piccole spalle cercando di confortarla
“Va tutto
bene, non piangere”
“Tuo
padre
ha avuto la fine che meritava” sentenzia invece Sasuke.
Naruto
gli
lancia un’occhiataccia, Chino invece lo guarda apertamente
ostile.
“Non
mi
fido di te, Uchiha” dice e sembra un gatto che arruffa il
pelo “Però sei
una persona importante per Naruto-san, quindi
non ti farò niente”
Sasuke
la
guarda sbalordito. “Mocciosa, tu non hai capito con chi hai a
che fare”
“Sì,
va
bene, ritira gli artigli, teme” interviene Naruto, poi torna
a rivolgersi a
Chino “Cos’hai intenzione di fare,
adesso?” le domanda.
Scuote
la
testa. “Non lo so, sono rimasta sola” esita
brevemente “Io vorrei diventare
come te”
Naruto
si
sente riscaldato da quella confessione.
“L’importante è non arrendersi mai,
dattebayo!” assicura pulendole il viso dalle lacrime. Una
parte di lui sa che
dovrebbe essere arrabbiatissimo con lei, è colpa sua se
è in questa situazione,
ma non può farlo. Non può perché
riesce a capirla, così come ha scoperto di
capire Sasuke. E se capisci qualcuno, se capisci il suo dolore, non
puoi
odiarlo.
“C’è
un
modo per rompere il legame empatico?” chiede Sasuke
intromettendosi.
Chino
annuisce guardandolo in cagnesco. “Sì, ma non lo
farò”
“Cosa?!”
si
altera subito Sasuke “E perché?”
“Perché
Naruto-san è caldo e rassicurante, mi fa sentire meno
sola” nel dirlo abbraccia
possessivamente il biondo come se fosse un orsacchiotto
“Però sono disposta a
dividerlo con te. Sei il suo fidanzato, no?”
Sasuke
la
guarda incredulo mentre Naruto scoppia a ridere di cuore.
“Hai
ragione, Chino-chan, Sasuke è il mio fidanzato”
conferma gongolando.
Restano
con
lei per un’altra oretta, non fanno nulla di particolare;
Naruto gioca con lei e
i fiori, si fa raccontare qualcosa della sua vita e nei ricordi di
Chino En
Oyashiro appare come un papà buono, solo leggermente burbero
e impegnato.
“Papà
era
l’ultimo del Clan Chinoike, tutti gli altri erano discendenti
misti e nessuno
possedeva il gekkai di famiglia. Poi sono arrivata io, quando i miei
occhi si
sono sviluppati papà era molto fiero di me. Mi ha regalato
lui l’arco”
Chino
parla
del suo addestramento, della morte della madre, della follia sempre
più
evidente nel padre e di tutto quello che le viene in mente. Man mano
che parla,
Sasuke vede sempre di più una somiglianza con al propria
infanzia. Per quanto
cerchi di restare distaccato non può fare a meno di
accorgersi di quanto siano
simili.
Quando
escono Naruto parla immediatamente con Kakashi.
“Cosa
ne
farete di lei?”
L’Hokage
si
scambia uno sguardo con Sakura. “Non possiamo trattarla come
un prigioniero per
sempre, presto la lasceremo andare
per
farla integrare a Konoha”
“Diventerà
quindi una kunoichi della Foglia?”
Annuisce. “Ne ho
già parlato con gli altri
Kage, sono d’accordo con noi. Il problema è che
non possiamo mandarla in un
orfanotrofio: ha troppo chakra e l’addestramento di un ninja
adulto, non è
adatta a vivere in un ambiente borghese”
“Quindi?”
“Fortunatamente
è sufficientemente grande da poter vivere da sola. Le daremo
una casa e ogni
tanto qualche shinobi andrà a controllarla”
Naruto
abbassa
lo sguardo. “Come è successo con me”
riflette ad alta voce “Crescerà da sola,
senza una famiglia”
“Non
ci
sono molte alternative, purtroppo. Ma starà bene, me ne
assicurerò
personalmente” cerca di rassicurarlo Sakura.
“Alternative…”
ripete, poi si volta verso Sasuke “Tu la odi?”
“Una
parte
di me, sì” ammette quello “Ma mi sono
rivisto troppo in lei per volerla ancora
morta”
“Quindi
potresti sopportarla?”
Sasuke
stringe gli occhi. “Che idea dobica ti è
venuta?”
“Kakashi-sensei”
lo ignora tornando a rivolgersi all’altro uomo “E
se diventassi il suo tutore?
Vivrebbe con me, così non sarebbe sola. Me ne prenderei cura
io”
“Al
momento
vivi in una stanza dell’ospedale” obbietta
sensatamente Sakura “E vivere vicino
a quella che potrebbe trasformarti in una macchina assassina non
è la migliore
delle idee”
“Dovresti
aspettare qualche anno per farlo, effettivamente, ma l’idea
non è male”
considera Kakashi.
Sia
Sakura
che Sasuke si voltano verso di lui. “Cosa?!”
sbottano.
Naruto
sorride apertamente. “Posso aspettare, per allora
andrò a trovarla tutti i
giorni”
“Aspetta,
non state scherzando?” si premura di chiedere Sasuke
“Davvero ti va bene una
cosa del genere?”
“Per
quali
motivi non dovrebbe essere una buona idea?” domanda ironico
Naruto.
“Per
quelli
citati da Sakura, tanto per cominciare” replica “E
per il fatto che non sai
nemmeno badare a te stesso senza fare danni”
“Infatti
mi
aiuterai anche tu”
“C-cosa?!”
“Vivremo
tutti insieme a Villa Uchiha” sorride Naruto estasiato.
“Proprio
un’ottima idea” fa sarcastico “Kakashi,
fallo ragionare!”
“Sasuke”
inizia l’Hokage “Naruto e Chino condividono
già un legame empatico, penso sia
del tutto inutile cercare di dividerli. L’unica cosa che
possiamo fare è
rendere Konoha la nuova casa di Chino”
“In
ogni
caso, decidere adesso è prematuro” interviene
Sakura. “Naruto, tu dovrai stare
ancora molto tempo sotto osservazione, lo capisci vero? Ora che abbiamo
le
informazioni del rotolo possiamo fare davvero tutto
il possibile per aiutarti, non riusciremo a farti tornare la
memoria, ma forse possiamo eliminare i ricordi falsi”
“Lo
capisco” ammette Naruto.
“Andrà
tutto bene” dice Sakura fra sé e sé
“Tornerà tutto come prima”
**
Due anni dopo
Sasuke
si
sveglia di sobbalzo e avverte il raschiare di una pala. La luce entra
pallida
nella stanza – deve essere mattina presto –
e il rumore è talmente fastidioso che sembra
stiano scavando
direttamente nel suo cervello.
Esce
dalla
porta principale velocemente intenzionato a far smettere quel rumore, fa il giro della casa
raggiungendo il giardino,
ma quando lo vede si blocca di colpo.
Ha il
volto
arrossato per lo sforzo e la maniche della maglia arrotolate fino
all’avambraccio.
“Che
ci fai
sveglio a quest’ora?” domanda infastidito.
Naruto
alza
lo sguardo smettendo di zappare il terreno accorgendosi di lui, i suoi
occhi
sono calmi e sereni, non più tormentati e confusi
“Colpa di Chino, non aveva
più sonno e mi ha svegliato. Voleva piantare altri
fiori”
Sasuke
alza
lo sguardo al cielo. “State trasformando la mia casa in un
orto botanico”
“Almeno
smette di essere triste e cupa” replica sfacciata la bambina,
seduta dentro una
carriola verde. In due anni è cresciuta molto e i capelli
bianchi si sono fatto
più lunghi, ma una cosa non è cambiata: il suo
atteggiamento irriverente nei
confronti di Uchiha. Anche se hanno imparato a volersi bene continuano
beccarsi
come cane e gatto. Chino è una peste con lui e un angelo con
Naruto e da quando
vive con loro si è impegnata a riempire ogni singolo angolo
della vecchia Villa
Uchiha con dei fiori. È strano avere qualcuno
così piccolo e vivace che
scorrazza per casa, però non può dire che la sua
presenza sia nociva. Sembra
rendere tutto più sereno.
Naruto
non
ha ancora recuperato la memoria, ma sta facendo progressi. È
stata Sakura a
suggerirgli di tenere un quaderno dove segnare tutti i ricordi che gli
vengono
in mente e in due anni le pagine si sono infittite di momenti di vita.
Non ci
scrive solo Naruto, ma anche Sasuke ha iniziato a vergare quelle pagine
con la
propria grafia elegante. E lo stesso ha fatto Chino non appena ha
imparato a
scrivere.
In due
anni
hanno imparato a convivere con quello che è successo e
Sasuke ha smesso di
chiedersi se rischierà mai di svegliarsi un giorno con le
mani di Naruto strette
attorno al collo. Il villaggio si è rialzato completamente
dalla Quarta Grande
Guerra e dallo scontro con l’ultimo dei Chinoike, finalmente
sembra si respiri
una pace vera e tutti hanno l’illusione che possa durare.
Sasuke
non
ci crede, perché dopotutto il loro è il mondo dei
ninja e aspetta rassegnato
che un giorno si presenti qualche altro folle cattivo. Ma per ora si
gode la
pace come tutti gli altri.
“Ti
vedo
pensieroso” lo distrae Naruto mentre Chino riprende a scavare
al suo posto gettando
terra dappertutto “A cosa pensi?”
Scrolla
le
spalle. “Niente di particolare”
Naruto
molla la pala e lo raggiunge, gli passa una mano dietro il collo e lo
avvicina
per un bacio casto e veloce. Le cose stanno andando davvero bene, anche
se ci
sono momenti in cui Naruto si ferma a fissare il vuoto e stringe i
pugni finché
il flashback non sparisce, o volte in cui Sasuke si sveglia gridando
dopo aver
sognato Itachi e la guerra. Però loro sono proprio come i
fiori che pianta
ovunque Chino: per quanto sia breve la loro vita, continuano ad essere
colorati
e a profumare l’aria. Così vanno avanti, imparando
a compiere gesti di una
quotidianità che non hanno mai potuto avere davvero e tutti
quei fiori non
fanno altro che ricordare che la vita può essere davvero
bella. Sono una sorta
di promessa, Chino fa davvero bene a sparpagliarli per casa. Naruto
sarà pure
il vento che mantiene viva la fiamma, ma spesso questa deve smettere di
bruciare per lasciare che la terra possa colorarsi.
Così,
quando Naruto smette di baciarlo per chiedergli: “Sei felice,
vero o falso?”
risponde: “Vero”
The end.
Ditemi che state
piangendo,
perché io mentre scrivevo “due
anni” dopo sono scoppiata a piangere. Non lo so, mi
sono
commossa perché era così che doveva finire il
manga: con loro felici, non con
uno a zonzo per i boschi e l’altro a spaccarsi al lavoro. FELICI! I miei bimbi devono
essere felici T_T e Chino
è una piccola margherita.
Questo
è davvero l’ultimo
capitolo e spero vi sia
piaciuto, che abbia chiuso in modo degno la long
(perché alla fine è diventata una long
hahaha) e insomma, sì. Aw.
Perché quando
finisco le storie la mia capacità espressiva diventa pari a
zero? T_T
In ogni
caso ci saranno tre
special: uno è un prequel
rispetto ai fatti della long, uno
è su Chino e uno
è una PWP.
Approvate?
Anche se non so quando
potrò postarli xD
Ultima
cosa: voglio ringraziare
tutte le persone che hanno recensito (vi
amo, un giorno vi abbraccerò tutte) o anche solo
letto e fare gli auguri ad
Ahyrin perché oggi
è il suo
compleanno c:
Ok, vi
lascio –piange –
ora mi prendo una piccola pausa da EFP e ci rivedremo a
Luglio!
A
presto,
Hatta
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