Blue and Purple come together

di Tony Stark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time we met ***
Capitolo 2: *** Unexpetted Kindness ***
Capitolo 3: *** Automatonophobia- Fobia dei robot(animatroni) ***
Capitolo 4: *** Inexplicable ***
Capitolo 5: *** Power off ***
Capitolo 6: *** Guilty ***
Capitolo 7: *** Last time we met ***



Capitolo 1
*** The first time we met ***


Personaggi:Purple Guy(William Afton/Vincent), Phone Guy(Scott Cawthon)
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Generale
Prompt: Eye Contact: Scrivi riguardo a due persone che si incontrano per la prima volta
Tipologia: Flashfic (271 parole)
Avviso: Il Purple Guy presente in questa storia sarà un po' ispirato ai miei headcanon e un po' riguardo al "canon" del personaggio

 
The first time we met

 
Se qualcuno avesse chiesto a Scott cosa lo aveva incuriosito di William, lui, invece di rispondere, avrebbe raccontato della prima volta in cui si erano visti.
Avrebbe detto di come era andato alla pizzeria per il suo turno e che appena arrivato il proprietario lo aveva fermato per riferirgli che avrebbe avuto un collega quella notte.


Henry non gli aveva dato nemmeno il tempo di chiedergli chi fosse il suo collega prima di andarsene. Scott aveva sospirato e era entrato nell'edificio, l'avrebbe incontrato presto in ogni caso.
Era appena scattata la mezzanotte quando aveva raggiunto l'ufficio. Ed era stato proprio in quel momento che aveva incontrato l'uomo che sarebbe stato il suo collega per i seguenti quattro anni.


Se aveste chiesto a Scott cosa lo aveva colpito la prima volta, lui vi avrebbe detto: "I suoi occhi"


Il suo collega si era votato, alzando lo sguardo dalle telecamere, e in quel momento che i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta.
I suoi occhi erano viola, del viola più brillante che Scott avesse mai visto e che facevano sembrare i suoi, azzurri, quasi blu, comuni.
<< Vincent Johnson >> si era presentato con un sorriso che faceva brillare quelle iridi viola ancora una volta.
<< Scott Cawthon, è un piacere conoscerti, Vincent >> gli aveva risposto, dopo qualche istante. Giusto il tempo di distogliere lo sguardo dal suo. (Sarebbero passati anni prima che scoprisse che Vincent non era il suo vero nome).


<< In ogni caso >>, vi avrebbe detto dopo un po' sorridendo, << I turni di notte prima di Vincent erano davvero noiosi >>


 

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Capitolo 2
*** Unexpetted Kindness ***


Personaggi:Purple Guy(William Afton/Vincent), Phone Guy(Scott Cawthon)
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Fluff, generale
Prompt: Random Act of Kindness: Scrivi riguardo ad un atto di gentilezza casuale,non importa quanto piccolo o insignificante possa sembrare
Tipologia:Flashfic(291 parole)
Avviso: Le Flash(o One-short) che comporranno questa raccolta non saranno in ordine cronologico.

Unexpected Kindness


Scott rimase per un minuto buono a fissare il bicchiere(col logo della Starbucks) che Vincent gli stava porgendo.
Si decise finalmente a prenderlo proprio mentre Vincent apriva la bocca per dirgli qualcosa, sicuramente uno dei suoi commenti sarcastici.


E rimase piacevolmente stupito anche del fatto che Vincent gli avesse portato un caffè mocha alla menta… Ascoltava davvero tutto quello che gli diceva allora.
Scott non notò il piccolo sorriso che spuntò sul viso di Vincent, mentre lo guardava.


<< Grazie, Vince >> gli disse dopo qualche istante. Il ragazzo dagli occhi viola sospirò appena come infastidito.
<< Non usare quel nomignolo, Scott… Sai che non lo sopporto. E, in ogni caso, non c’è bisogno che mi ringrazi >> fu quello che disse, prima di aggiungere altro come fosse un ripensamento << Avevo già intenzione di passare da Starbucks per prendermi un caffè… e mentre che ero lì ho pensato di prenderti qualcosa… non l’ho fatto mica per te >>


<< Va bene, Vince… Come dici tu >>


<< E’ vero >> ribatté, quasi con fare permaloso, Vincent, annegando uno sbuffo seccato con un sorso del suo caffè lungo.


<< Certo, è così, Violet >> fu la risposta sarcastica di Scott.
Al sentire il nuovo nomignolo che gli aveva dato Scott, Vincent quasi si strozzò col caffè.
<< Come mi hai chiamato?…- Va beh, senti, lascia perdere. Controlliamo queste telecamere e facciamo quello per cui siamo pagati >>


L’unica cosa che Scott poté pensare nel vedere Vincent fare in quel modo con quell’espressione leggermente infastidita fu che fosse adorabile.


E oltre questo che anche con la sua natura sarcastica e un po’ scostante, anche Vincent era capace di qualche piccolo, inaspettato, atto di gentilezza.

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Capitolo 3
*** Automatonophobia- Fobia dei robot(animatroni) ***


Personaggi:Purple Guy(William Afton/Vincent), Phone Guy(Scott Cawthon)
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Horror, Generale
Prompt: Phobia, scegli una fobia dalla lista delle fobie comuni e scrivi una storia che ruota intorno a questa fobia
Tipologia:Flashfic(422 parole)

 
Automatonophobia




Quegli animatroni erano inquietanti, con quegli occhi di plastica fissi nel vuoto, sempre sorridenti.
Scott li aveva sempre trovati inquietanti e si era sempre chiesto come potessero piacere ai bambini.


Ma Vincent, Vincent ne era assolutamente terrorizzato. Anche se non da sempre per quanto Scott potesse ricordare.


Quella notte, una come le altre-Scott aveva pensato-, Vincent era arrivato in ritardo(Al contrario del suo solito) e sembrava spaventato, e i suoi brillanti occhi viola saettavano da una porta all’altra del piccolo ufficio di sorveglianza in cui lavoravano, sembrava quasi che si aspettasse che qualcosa spuntasse all’improvviso da una delle porte.


<< Tutto bene, Vince? >> gli aveva chiesto, la risposta di Vincent era stata… particolare.
<< Bene, Scott? Pensi che possa stare bene sapendo che quei… mostri meccanici vogliono uccidermi?! >>


Scott avrebbe anche cercato di calmarlo e di dirgli che era impossibile, finché non aveva sentito dei passi pesanti e metallici lungo il corridoio destro.
Vincent aveva chiuso la porta automatica quasi immediatamente.
E Scott lo vide, Bonnie il coniglio viola era alla finestra e li fissava entrambi, gli occhi di plastica sostituiti da due minuscoli puntini bianchi.


Il ragazzo dagli occhi blu si sentì gelare, non era possibile, quegli animatroni erano inchiodati al palco! Henry glielo aveva assicurato!
Vincent guardava l’animatrone con uno sguardo di puro terrore sul volto, sembrava ancora più pallido del normale.


E poi Bonnie si voltò e si allontanò, i suoi passi pesanti che rimbombavano nel corridoio.


<< Quel… Quel robot era venuto qui per uccidermi >> furono le prime parole che Vincent pronunciò, il suo tono a metà fra un sussurro e un semplice mormorio.
<< F-Forse sono in modalità free-roming, Vince… Non penso che… >> aveva farfugliato Scott nel tentativo di dare una spiegazione logica a quello che era successo, ma questo era impossibile, erano inchiodati al palco… non avrebbero dovuto muoversi.


<< No, Scott… Io… Io… Lo so era venuto qui per uccidermi, loro vogliono uccidermi… >> la voce di Vincent si era fatta troppo bassa un mormorio confuso che Scott non riusciva nemmeno a capire.
Non l’aveva mai visto tanto terrorizzato.


<< Va tutto bene, Vincent >> cercò di dire, mentre si avvicinava a lui << Possiamo tenerli fuori… >>
<< Non capisci… loro non si fermeranno finché non mi avranno ucciso! Le porte non li fermeranno per sempre… >>






Scott ricordava che questa era stata la prima volta in cui gli animatroni si erano mossi. E la prima volta volta in cui si era reso conto di tenere veramente a Vincent.

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Capitolo 4
*** Inexplicable ***


Personaggi: Phone Guy(Scott Cawthon)
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Horror, Introspettivo
Prompt: Strange event, Scrivi di un evento accaduto, o che sta accadendo, che risulta essere inspiegabile logicamente
Tipologia:Flashfic(256 parole)

 
Inexplicable




Dopo le prime tre notti in cui gli animatroni si erano mossi(Fino ad ora erano riusciti a fermarli, anche se Vincent continuava a diventare sempre più paranoico), Scott aveva cominciato ad avere strani sogni, visioni in cui si trovava da solo nell’ufficio e una versione dorata di Freddy lo fissava con gli occhi vuoti, immobile e con una posa che lo faceva somigliare ad una marionetta senza fili.
E ricordava una voce, un sussurro quasi infantile.
It’s him”;è lui, diceva. Lui chi? Era la domanda di Scott ma l’animatrone dorato non rispondeva.
Fear him”; temilo, continuava. Ma Scott non sapeva a chi si riferisse, non sapeva nemmeno perché desse tanto peso alle parole di quella che sarebbe potuta essere anche solo una sua allucinazione dovuta allo stress.
Stay away from him”; stagli lontano.
Stay alert”; sta attento;
He will kill you as he did with us”; Lui ti ucciderà come ha fatto con noi… Ed era dopo quella frase che lui si svegliava ogni volta, col cuore che batteva troppo forte e troppo velocemente, i capelli, castani, appiccicati alla fronte e il respiro affrettato come se avesse corso o come se avesse trattenuto il respiro.


Gli ci volevano sempre un paio di minuti per calmarsi, ma anche se cercava di ignorare quei sogni, gli sembrava sempre di vedere quell’orso dorato con la coda dell’occhio, e l’orso sembrava guardarlo con la testa inclinata e lo sguardo vuoto come se fosse deluso o triste.


He will kill you, don’t believe otherwise
Lui ti ucciderà, non credere altrimenti




 

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Capitolo 5
*** Power off ***


Personaggi: Phone Guy(Scott Cawthon), Purple Guy(William Afton/Vincent)
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Horror, Introspettivo
Prompt: What is happened..?”Scrivi di una situazione pericolosa alla cui fine(o durante la quale) succede qualcosa inaspettato”
Tipologia:Flashfic(375 parole)

Power off


Era da circa due settimane che lui e Vincent continuavano a lavorare come guardie notturne, nonostante gli animatroni che avevano iniziato, inspiegabilmente, a muoversi.
Avevano, quasi, imparato come quegli animatroni si muovevano e non avevano più alcun problema a bloccarli fuori…
E quella notte non era sembrata diversa, finché Bonnie e Chica non avevano deciso di rimanere dietro le porte non allontanandosi neanche d’un passo.
15%, questa era la percentuale di energia rimasta… Fino ad allora non avevano mai avuto problemi, non avevano mai pensato che il fatto che l’energia che avevano a disposizione fosse limitata sarebbe mai stato un problema per loro.
Lo sguardo viola di Vincent saettava da un animatrone all’altro, quello di Scott rimaneva fisso sulla percentuale che continuava a scendere.
5%, Scott controllò per un solo istante l’orologio, erano le cinque, forse… forse potevano farcela…


E poi la Volpe decise di venire a bussare, ad ogni colpo la percentuale scendeva, Scott e Vincent non sapevano cosa fare,
3,2, 1…
Le luci si spensero e Scott chiuse gli occhi preparandosi al peggio, e Vincent lo strinse fra le sue braccia come se volesse proteggerlo dagli animatroni.
<< Perdonami, Scott… è tutta colpa mia >> fu il sussurro di Vincent, mentre la Toreador March cominciava a risuonare nel silenzio.
Scott stava per chiedergli cosa volesse dire… Voleva avere una risposta… almeno prima di morire, perché, perché… lo sapeva che quegli animatroni avrebbero ucciso anche lui, in quanto non aveva ascoltato l’orso dorato. Stava davvero per chiederglielo, ma poi le labbra di Vincent furono sulle sue , soffocando ogni sua parola o lamentela, mentre la Toreador March si faceva più forte.
Perdonami, Scott” sembrava voler dire con quel bacio,” Perdonami”; E anche se Scott non sapeva per cosa dovesse perdonarlo non poteva che farlo, mentre rispondeva a quel bacio che aveva(senza rendersene conto) tanto desiderato, lasciando che la paura e il panico finissero dimenticati, mentre tirava Vincent più vicino, una mano intrecciata nei suoi capelli viola1(sempre acconciati con una coda di cavallo) e l’altra stretta nella camicia.
E la Toreador March che sfumava, un trillo lontano suonava.


6:00 AM
Congratulations you did it.


Congratulazioni ce l’avete fatta


Ma le due guardie non sentirono il sussurro infantile che aveva pronunciato sarcasticamente quelle parole.




















Unica nota:
1)= Avere i capelli viola naturali è possibile anche se in realtà il viola è solo un riflesso. Tecnicamente sono di colore nero viola… cliccate qui per vedere come sono.






 

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Capitolo 6
*** Guilty ***


Personaggi:Purple Guy(William Afton/Vincent),
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Angst, Triste
Prompt: Guilt, scrivi di un evento dopo il quale uno dei personaggi si sente profondamente in colpa;
Tipologia:One short(522 parole)



 
Guilty
Era stato dopo neanche un mese da quando aveva confessato a Scott cosa provava per lui che… che Henry lo aveva trasferito al turno diurno.
Per gran parte della notte, William si sentì divorato dalla preoccupazione… quei mocciosi avrebbero ucciso Scott, anche solo per ferirlo. Anche solo per farlo sentire colpevole.
Per circa quattro anni lui e Scott avevano condiviso il turno di notte, ma ora, ora che gli animatroni erano diventati pericolosi… ora Henry aveva deciso di trasferirlo.


Quella mattina, William… Vincent si era diretto alla pizzeria con un insolita fretta, un insolita ansia… una sensazione che gli gravava nel petto e gli rendeva difficile respirare. E il Golden Freddy dorato nei suoi incubi che lo aveva svegliato strillando felicemente
It’s time for you to suffer, monster!”;E’ il momento per te di soffrire, mostro.


Aveva raggiunto la pizzeria alle sei esatte, insieme al proprietario. Ma Scott non era da nessuna parte…
Forse era nell’ufficio…
Ma… ma non era lì. L’unica cosa che trovò erano gli occhiali di Scott a terra, la sottile montatura metallica verde era ripiegata e le lenti frantumate come se qualcosa di pesante ci avesse camminato sopra dopo averli fatti cadere.
Il tablet era a terra, una sottile crepa sullo schermo e la sedia ribaltata in un angolo del minuscolo ufficio.
Era come se qualcuno lo avesse sorpreso e lo avesse trascinato via da qualche parte...


L’unica cosa che William… Vincent poté pensare fu “No! Ti prego, no… non possono… non possono averlo fatto, no!
Aveva raggiunto lo stanzino dove venivano tenute le parti di ricambio degli animatroni, con un passo incerto. Senza un pizzico di speranza negli occhi.


Da qualche parte cinque bambini sorridevano.


Aprì la porta scricchiolante, uno spiraglio di luce lo seguì. Il suo sguardo vagò nella stanza leggermente illuminata e lo vide.
Non riuscì a fermare un urlo di orrore e disperazione che riecheggiò nella pizzeria ancora vuota.


Da qualche parte cinque bambini ridevano.


Henry lo raggiunse correndo, allarmato da quell’urlo.
<< Vincent, che succede? >> chiese. La guardia non gli rispose, gli bastò seguire il suo sguardo perché capisse la ragione di quell’urlo. << Oh mio dio >> fu tutto ciò che riuscì a dire, sconvolto.


C’era un costume da Freddy Fazbear nell’angolo, la posa scomposta, una pozza di sangue che si stava, ormai, raggrumando sul pavimento a quadri. Ogni articolazione del costume era imbrattata di sangue.
E due occhi dalle iridi blu, collegati solo per il nervo ottico al viso bloccato dentro la maschera, poggiati sul muso della mascotte sorridente.
E guardando più attentamente, si riusciva a vedere tra ogni giunzione del costume il tessuto, strappato, della divisa regolamentare delle guardie del Fazbear.


<< S-Scott >> fu il sussurro di Vincent. Era solo colpa sua, se… se lui avesse convinto Henry a trasferire Scott invece che lui adesso sarebbe lui ad essere morto… com’era giusto.
Era solo colpa sua… Non avrebbe dovuto uccidere quei bambini e loro non avrebbero dovuto prendersela con Scott che non centrava, Scott era innocente… completamente innocente.


Scott non meritava una morte tanto orribile.


Da qualche parte cinque bambini ridevano della sofferenza dell’uomo che li aveva uccisi.

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Capitolo 7
*** Last time we met ***


Personaggi:Purple Guy(William Afton/Vincent), Phone Guy(Scott Cawthon)
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Generi: Angst, Triste
Prompt: Last: Scrivi riguardo all’ultima volta in cui i due personaggi si sono incontrati(sono ammessi flashback e simili)
Tipologia: Flashfic(375 parole)


 

Last time we met
Se aveste incontrato William Afton(nella prigione della contea di Hurricane), se vi avessero permesso di parlargli e.. e se per caso, e solo nel caso in cui l’aveste convinto, lui vi avesse raccontato della sua luce, solo allora forse avreste potuto chiedergli dell’ultima volta che si erano visti.


(Sebbene io non possa sapere perché avreste dovuto interessarvi tanto alla storia di un infanticida condannato per l’assassinio di sei poveri bambini)


Solo in quel caso avreste visto una luce d’emozione in quegli occhi viola, solo allora la sua espressione sarebbe cambiata, quella maschera di fredda indifferenza si sarebbe sciolta in un piccolo sorriso triste.


E lui vi avrebbe raccontato dell’ultimo istante in cui si erano visti… prima dell’”incidente” che gliel’aveva portato via.


Vi avrebbe parlato di come dopo l’arrivo di Fritz (l’allora guardia diurna) fossero andati ad uno Starbucks per prendere una cioccolata calda e di come fossero stati interrotti. Di come lui fosse stato costretto a tornare alla pizzeria da una telefonata di Henry(in seguito alla quale avrebbe scoperto che era stato trasferito al turno diurno per le prossime due settimane visto che Fritz si era infortunato).




Lui e Scott stavano parlando, cercando di distrarre le loro menti dall’agitazione ancora presente causata dai loro turni e da quei mostri animatronici.


Finché un trillo ininterrotto e fastidioso non li interruppe, William rispose al suo telefono, scusandosi con Scott per l’interruzione.
Henry gli chiese di tornare alla pizzeria, doveva dirgli qualcosa e preferiva non farlo per telefono.


William si scusò nuovamente con Scott e gli disse che doveva andare… Seppure avesse un piccolo sorriso, ci rivedremo questa sera sembrava voler dire…


William ricordava ancora il sorriso dolce sul viso di Scott, mentre lo salutava, ricordava come i suoi occhi blu scintillassero come zaffiri dietro le lenti degli occhiali.


William ricordava ancora la voce di Scott, soprattutto quando faceva le sue piccole battutine ironiche, assumendo quel tono saccente fasullo che non gli s'addiceva per nulla.




William vi avrebbe guardato e poi, esattamente poco prima che il vostro tempo scadesse, vi avrebbe sorriso e avrebbe sussurrato un ultima cosa << Anche se sapeva che il mio nome fosse William e non Vincent, non mi ha mai chiesto perché l’avessi fatto, si è sempre fidato >>

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