I giorni miei con te

di Chocolat95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Five more minutes ***
Capitolo 2: *** Coffee time ***
Capitolo 3: *** Turn the light off ***
Capitolo 4: *** Too early ***
Capitolo 5: *** Gli occhi negli occhi ***
Capitolo 6: *** Riconquistarsi ***
Capitolo 7: *** Not enough ***
Capitolo 8: *** Calore ***
Capitolo 9: *** Tu sei ***
Capitolo 10: *** Mi devi dei baci ***
Capitolo 11: *** Smile ***
Capitolo 12: *** Up 'n' down ***
Capitolo 13: *** Catch me if you can ***
Capitolo 14: *** Come un'ubriacatura ***
Capitolo 15: *** Questions in the night ***
Capitolo 16: *** Miss you ***
Capitolo 17: *** Come nulla fosse ***
Capitolo 18: *** Walls ***
Capitolo 19: *** Drunk in love ***
Capitolo 20: *** Bacio della buona notte ***
Capitolo 21: *** La versione migliore ***
Capitolo 22: *** Qualcuno che non aspettavo ***
Capitolo 23: *** Thinking about you ...or maybe not ***
Capitolo 24: *** Brividi ***
Capitolo 25: *** Oh, Be A Fine Guy, Kiss Me ***
Capitolo 26: *** Mess ***
Capitolo 27: *** Waiting for ***
Capitolo 28: *** Always Love ***



Capitolo 1
*** Five more minutes ***


La luce chiara del mattino filtrava dalla finestra già da un po’ ma Kibum non aveva alcuna intenzione di aprire gli occhi ancora . si rigirava stancamente nel letto in cerca di una posizione comoda per continuare a dormire perchè anche se i suoi sensi si stavano riattivando poco a poco, era ben intenzionato a mantenere le palpebre serrate più a lungo possibile. Inoltre la sveglia non era ancora suonata quindi aveva del tempo rimanente. Anche se tale attesa gli metteva un po’ d’ansia perché ogni secondo passato ad aspettare era un secondo in meno che lo separava dalla terribile vibrazione che dava il via ad ogni sua giornata. Infatti poco dopo eccola, puntuale e fastidiosa come ogni mattina. Ma insieme a quella, quasi contemporaneamente, aveva sentito risuonare anche un’altra musichetta, decisamente più delicata, provenire dall’altra parte del letto, doveva essere la sveglia di Jonghyun.
Subito dopo come richiamate dal suo pensiero, due braccia lo avvolsero e un dolce bacio gli si posò su una guancia

“Buon giorno ‘Bum” lo salutò quello dopo un breve stiracchiamento

Kibum non rispose se non con un verso indefinito e sofferente, non era ancora pronto ad iniziare

“Ci alziamo? – lo incitò il ragazzo ridacchiando, continuando poi - Vuoi che prepari la colazione anche per te?”

Il più piccolo odiava dover rispondere a qualunque domanda già di prima mattina, trovò la forza di dire solo

"Altri cinque minuti…”

La risata accanto a sé si fece più vivace ma anche se non trovava la cosa così divertente non aggiunse altro e continuò a tenere gli occhi chiusi

“Va bene, ti lascio ancora un pochino, ma tra cinque minuti torno eh…” disse allora Jonghyun alzandosi dal letto, non prima di avergli schioccato un altro bacio

Kibum tirò su maggiormente le lenzuola, come a volersi sottrarre da quell’effusione mattutina, ma in realtà non voleva far vedere di star sorridendo.
Se il suo ragazzo avesse dovuto cominciare a svegliarlo così tutte le mattine, magari in futuro avrebbe  impiegato anche meno ad alzarsi. 





Angolo dell'autrice:
Ahhhh febbraio... il mese dell'amour...! E come potevo io da JongKey shipper senza speranza quale ormai sono, ignorare questa cosa e non dedicare qualcosa ai miei due piccioncini preferiti??
Ok, ho appena cominciato e sono già smelensa da paura, meglio che mi fermi qua ^^'
spero vi piaccia e buona lettura! :-)

P.s. il titolo non mi convince e nemmeno l'introduzione, magari quando mi tornerà un po' di sale in zucca ne troverò uno migliore... ^^'

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Capitolo 2
*** Coffee time ***


Il freddo e il cielo grigio lo mettevano sempre un po’ di malumore, però almeno in quel caso, aveva una buona scusa per rimanere in casa e dedicarsi ai suoi lavori.
Aveva la mente sempre piena di idee e quando cominciava a buttarle giù, non passava tanto tempo che il tavolo si riempiva di fogli; schizzi bozzetti e immagini casuali. A volte capitava che buttasse sulla carta immagini veloci, fatte in pochi minuti e abbastanza inguardabili, per poi ridefinirle completamente nel giro di qualche ora trasformandole in veri capolavori.
E mentre faceva tutto questo gli piaceva di tanto in tanto sorseggiare un po’ di caffè; Kibum lo adorava, e ne aveva sempre un po’ a portata. Anche in quel momento quindi, se ne versò un po’ e stando attento a non macchiare i fogli buoni e usando eventualmente quelli di scarto come appoggio, si sedette alla sua sedia con una bella tazza fumante.

La porta che si aprì poco più tardi segnalava il ritorno a casa di Jonghyun e decise di andargli incontro.

“Ciao Jong” lo salutò all’ingresso e il solo vederlo bastò all’altro per tornare a sentire un piacevole tepore invece che il freddo invernale

“Ehi” ricambiò andando dritto a baciarlo

“umh… caffè?” chiese riferendosi al sapore che aveva invaso anche la sua bocca

“Già, tieni guarda, ne ho proprio una tazza qui se ti va” rispose porgendogli la stessa da cui aveva preso qualche sorso poco prima

“Grazie mi servirebbe proprio – gli sorrise – ma credo che mi piacerà di più prenderlo da qui” e si diede giusto il tempo di finire la frase che si era di nuovo impossessato di quelle labbra calde e dal sapore di caffè.



Angolo dell'autrice:
Anche io mi faccio un sacco di bevande calde quando lavoro anche se in realtà bevo thè perchè il caffè non mi piace... ^^
Sono una vera teinomane... sotto esami poi... XD

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Capitolo 3
*** Turn the light off ***


Orribile. Quella giornata si poteva definire solo così: orribile.

Non serviva un genio per capirlo, il modo stizzito in cui Kibum aveva aperto la porta era abbastanza eloquente, ma Jonghyun  trovò comunque il coraggio, e se ne stupì lui stesso, di chiedere some fosse andata.

“Lascia stare” fu la lapidaria risposta, al quale seguiva un sottinteso “e lasciami stare”

Ma lui era Jonghyun, certe cose non le capiva, o forse le capiva talmente bene che non poteva ignorarlo

“Ehi, vuoi parlarne?” chiese infatti subito dopo, alzandosi dalla poltrona sulla quale era stato fino a quel momento scompostamente seduto, e mettendosi a seguirlo mentre l’altro disseminava gli strati che si toglieva in giro per ogni stanza della casa in cui passava.
Kibum si fermò solo una volta arrivato in camera e si buttò lungo disteso sul letto senza curarsi di essersi messo storto o meno.
Lo trovò così il suo ragazzo, che intanto aveva cercato di radunare le cose in un punto solo, coi piedi mezzi penzolanti fuori dal bordo e la faccia seppellita nel piumome.
Gli si stese accanto, guardandolo anche se l’altro era rivolto dalla parte opposta, e gli accarezzò delicatamente la testa.

“Bumie…” lo chiamò. Quello non rispose. Continuò a passare la mano sui capelli. Solo un verso lamentoso si levò dal più piccolo ad un certo punto e quando finalmente si girò per guardarlo, Jonghyun dovette trattenersi dal ridere perché il broncio che aveva era assolutamente adorabile.

“Cosa c’è…” chiese ancora dolcemente

“Li uccido tutti…”

“Ok, e poi…?” non era la prima volta che Kibum tornava a casa sconvolto dopo un intenso periodo di lavoro e adirato coi suoi superiori per come riuscivano a mandarlo fuori di testa, quindi come sempre lasciò che si sfogasse pazientando fino a che non si fosse calmato.

“…cioè hai capito?! Io lavoro tutto quel tempo, ci perdo le notti e poi? Nulla! Come non avessi fatto nulla…!” L’isteria era ben lungi dal passare ma almeno non si agitava.

“Jong…?” dopo un silenzio che parve lunghissimo lo chiamò

“Sì ‘Bum?”

“Mi abbracci?”

“Tutte le volte che vuoi”

“Aspetta però! Spegni la luce prima”

Jonghyun lo guardò un attimo, interrogativo

“Voglio chiudere gli occhi e non vedere più nulla”
Voglio chiudere gli occhi e sentire solo le tue braccia che mi stringono, mentre mi calmo a ritmo del tuo cuore.




Angolo dell'autrice: 
Tratto da una storia vera, cioè la mia.
Ho appena dato un esame oggi ed è meglio che non ne parli o non rispondo di me...! >.<
...anche perchè io non ho nessun Jonghyun che mi consoli quando sono così in crisi... :,-(
Però mi sono regalata un pinguino di peluches che ho chiamato Kibum quindi magari mi strapazzo lui...! XD
 

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Capitolo 4
*** Too early ***


Aprì lentamente gli occhi e  per un bel po’ rimase a fissare il vuoto. Sbattè le palpebre un paio di volte prima di rigirarsi stancamente tra le coperte. Si stiracchiò comodamente prima di mettersi seduto e poi decidere finalmente di alzarsi. Con tutta calma si diresse in bagno e poi in cucina. Mentre passava in salotto, vide Jonghyun al suo tavolo, al lavoro su qualche spartito.

“Buon giorno, ti sei alzato presto eh?” lo salutò con un sorrisone appena i loro sguardi si incrociarono. Il tono del ragazzo era divertito perché era un “presto” relativo.

Kibum rispose con un mugolio indefinito, lo sapeva benissimo che erano almeno le 10.30 passate, ma lui non era come l'altro che amava dedicarsi alla sua passione già dalla mattina presto. No lui in quei due magnifici giorni che erano il fine settimana, se la prendeva con comodo, nessuno gli correva dietro quindi aveva tutto il tempo di rilassarsi, senza scattare già ad ore per lui improponibili.
Si sedette al tavolo gustandosi la sua colazione, con la testa appoggiata mollemente ad una mano mentre con l’altra girava il cucchiaino nella tazza, diversamente dalle altre mattine, quando lo faceva per non crollare addormentato sul tavolo, mentre si consumava gli occhi da quanto li sfregava per tenerli aperti.
Quanto gli piaceva dormire fino a tardi, anche se Jonghyun non capiva mai come facesse, aveva smesso di farsi domande fin da subito e un giorno aveva anche trovato il regalo perfetto per lui.

Gli veniva da ridere ogni volta che ci pensava ma del resto, un pigiama con scritto “everything done before 11 a.m. is too early” non poteva essere più azzeccato. 





Angolo dell'autrice:
cronache di una che potrebbe anche lavorare due/tre giorni di seguito senza staccare, poi però dorme anche 14 ore filate...! XD
Lo so, non è sano, ma io e le mezze misure non andiamo d'accordo... anche se stanno cercando di rieducarmi... ^^

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Capitolo 5
*** Gli occhi negli occhi ***


All’inizio, non era stato che uno scambio di sguardi.

Accidentali quando i primi giorni si incontravano nei corridoi e rimanevano sempre un po’ indecisi se salutarsi o meno, non sapendo  se l’altro si ricordava.
Curiosi, mentre si osservavano durante la giornata, sorpresi di aver trovato una persona così diversa da sé.
Interrogativi, chiedendosi se sarebbero mai potuti andare d’accordo quando sembravano non avere molto in comune.
Brevi nell'accorgersi che forse stavano diventando un po’ insistenti o semplicemente per non sembrare maleducati.
Furtivi nel rendersi conto di essere nonostante tutto irrimediabilmente calamitati verso l’altro.
Attenti e al contempo un po’ imbarazzati se capitava di rivolgersi direttamente la parola, per concentrarsi su quello che l’altro diceva.

Per non distrarsi quando quella bocca delicata che sorprendentemente ricordava un tenero cuore, si muoveva.
Per non distrarsi quando quella voce calda e avvolgente come un abbraccio risuonava.

Poi il destino aveva cominciato il suo corso e quegli sguardi timidi e incerti erano diventati  trepidanti quando avevano cominciato a frequentarsi e si aspettavano con impazienza nel luogo concordato, cercandosi tra la folla.
Rapiti, mentre si ascoltavano a vicenda, si conoscevano e realizzavano che si stavano irrimediabilmente perdendo l’uno per l’altro.
Innamorati  toccavanosi, sfiorandosi, prima di scambiarsi un veloce bacio.
Sognanti se non potevano stare insieme e l’unica cosa che avevano da contemplare era una foto sullo schermo del cellulare.
Penetranti e maliziosi giocando a sedursi, a conquistarsi una, due, dieci, cento volte ancora.
Profondi e carichi di affetto prima di spegnere definitivamente la luce, per perdersi  in contemplazione di quella meraviglia che già dormiva a loro fianco.

“Com’è possibile che tu abbia degli occhi così belli Bumie…? Sembrano due perle lo sai…? – glielo diceva spesso, fissandolo dritto e passando un dito leggero su uno zigomo - Luminosi ed espressivi, solo guardandoli riesco a capire tutto quello che non mi dici”
“I tuoi  invece mi inquietano– rispondeva allora di solito, fingendo di imbronciarsi – mi prendono e non mi lasciano… ho sempre paura che mi scrutino anche l’anima… - aggiungeva abbassando poi lo sguardo, perché in realtà quello dell’altro era così profondo che diventava impossibile da reggere a lungo per lui.

Nonostante ciò, tutto questo non era che un’anticipazione, una premessa a quelli che erano i loro momenti preferiti, i più intensi, dove l’emozione arrivava al massimo la mente si sconvolgeva, e per gestire la situazione, l’unica soluzione era chiuderli gli occhi. 





Angolo dell'autrice:
ascoltare Giulietta e Romeo di Cocciante è un'arma a doppio taglio, ma io sono masochista e quella storia mi piace tanto quindi vado avanti come al solito, yeah! XD 

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Capitolo 6
*** Riconquistarsi ***


Jonghyun rificcò il cellulare in tasca appena l’altro tornò a sedersi al tavolo, poggiando i due caffè che avevano ordinato

“Hai fatto presto”

“Non c’era fila” gli sorrise, cominciando a sorseggiare il suo

“Dai sempre quel nome?” chiese divertito, riferendosi alla scritta sul bicchiere di Kibum

“Lo sai che ormai quando vengo qua, divento Key!” rispose con una risata al ricordo, trascinandoci anche Jonghyun

L’origine di quel fatto, risaliva alla prima volta che si erano recato in quel locale.


“Nome?” aveva chiesto il cameriere
“Ki-“ stava prontamente per rispondere ma era stato subito distratto da Jonghyun che aveva scelto un momento pessimo per sussurrargli qualcosa all’orecchio, facendolo sobbalzare tra l’altro poiché lo credeva già seduto
“Scusi… cosa le ho detto…?” aveva ripreso leggermente imbarazzato
“Nome ‘Key’, giusto?”
Kibum lo aveva guardato un attimo accigliato, e anche dopo mentre ritirava l’ordine ancora pensava a come gli era venuta l’idea di scriverlo così, ma non era passato tanto tempo che la cosa gli era parsa divertente e aveva deciso di assumerlo come nome per ogni volta che andava lì.

 

“Certo, the key to my heart” gli rispose Jonghyun, con quella sua improbabile pronuncia dell’inglese che ogni volta faceva morir dal ridere Kibum, quasi quanto la frase romanticamente sdolcinata e perfetta da rimorchio come quella che gli aveva appena rivolto.
Il più grande lo sapeva perfettamente, di essere quasi ridicolo, ma non se ne curò, anzi continuò su quella linea prendendogli la mano tra le sue e lasciandoci un bacio leggero sul dorso.

“Kim Jonghyun, lo zucchero l’ho già messo” finse di rimproverarlo. In realtà a dorava il modo, a volte bizzarro, in cui il suo ragazzo ci provava ancora con lui come se non stessero insieme, come dovesse riconquistarlo ogni giorno.

“Lo sai che non è mai abbastanza” ribattè

E Jonghyun  lo pensava davvero, impegnati tutto il giorno entrambi col proprio lavoro, temeva sempre di arrivare a trascurarlo, di non dimostrargli abbastanza il suo affetto, che si dimenticasse quanto l’amava  e quanto lo considerava parte fondamentale della sua vita. Quella pausa, se l’erano presa di forza dal loro orario di lavoro. Erano paure infondate, il suo ragazzo glielo ricordava sempre, ma se non aveva il tempo di dimostrazioni serie, sperava intanto andassero bene  piccole stupidate da ragazzini.
E per Kibum non andavano solo bene, per quanto sciocche e infantili, erano tesori. 





Angolo dell'autrice: 
Tratto anche questo da un episodio vero... ^^ scusate ma la mia vita anche se non mi dà tante gioie, almeno lo spunto per delle storielle sì... quindi, ecco qua  XD

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Capitolo 7
*** Not enough ***


Camminavano piano, senza fretta, le dita intrecciate per qualcosa che c’era ma ancora non definito, o forse sì ma non dichiarato.

Aveva dimenticato i guanti Kibum, così Jonghyun si era offerto di fare uno per uno coi suoi, e tenersi per mano con quella che rimaneva scoperta. Lo aveva guardato un po’ stranito all’inizio, in realtà non faceva neanche troppo freddo, ma poi aveva accettato.
E adesso che sentiva la sua mano avvolta da quella stretta calda, avrebbe voluto non lasciarla più.
A dir la verità, tutta quella sera avrebbe voluto non finisse, come anche le altre volte che si erano visti.
Sempre per cose semplici, non si consideravano ancora impegnati, ma c’era sempre quella sensazione, quel sentimento di serenità che provava solo quando erano insieme. Come entrasse in un altro mondo dove tutto era perfetto e al suo posto.

Arrivarono alla portone del condominio, Kibum aveva tirato fuori le chiavi, sfogliandole con un leggero nervosismo per le emozioni ancora presenti.

“Allora a domani” lo salutò Jonghyun lasciandolo andare, con un dolce sorriso

“A domani…” ricambiò, ancora un po’ emozionato, e stava già per girarsi quando improvvisamente lo richiamò
“Jonghyun senti…”
Il più grande lo guardò curioso, aspettando

 “…ti andrebbe, di vederci ancora?”
Inconsciamente si mordicchiò un labbro, nervoso  sarò stato troppo diretto…?

Vedergli lo sguardo illuminarsi a quelle parole, fu per Kibum  la speranza che i suoi sentimenti fossero almeno ben indirizzati, ma udire la riposta fu la conferma

“Certo che voglio – disse l’altro riavvicinandosi - in realtà è tutta la sera che morivo dalla voglia di chiedertelo io, ma aspettavo lo dicessi tu”
Nel tono riconobbe la stessa urgenza che animava anche lui ogni volta, il desiderio a stento represso di starsi vicini e lasciarsi assorbire da quell’uragano di emozioni che ogni volta lo investiva.

Si trovò a ridere mentre poggiavano la fronte uno contro quella dell’altro, ancora stretti in un abbraccio.
Per sempre, sentiva sarebbe potuto stare così per sempre e ormai ne era certo, anche per l'altro era lo stesso; un momento infinito che ugualmente sarebbe sembrato troppo poco.

Calma… un po’ per volta…

Tutte le volte doveva imporsi un freno, non si erano ancora lasciati e già aspettava l’appuntamento successivo, ma far le corse non avrebbe dato lo stesso gusto, perciò per il momento, si limitò a baciarsi leggermente le punta delle dita per poi passarle velocemente su una guancia di Jonghyun

“Allora buona notte”



Angolo dell'autrice:
allora, di questa non sono molto convinta a dire il vero perchè non so se sono riuscita ad esprimere bene l'dea che avevo in testa... bhà spero di sì ma ho ancora qualche dubbio... 
vabhe, spero vi piaccia lo stesso... ^^'

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Capitolo 8
*** Calore ***


Si avviòvelocemente all’uscita e con passo altrettanto deciso oltrepassò la porta scorrevole in vetro, la principale dell’edificio.
Il cambio repentino di temperatura lo investì in pieno volto e gli fece venire i brividi, ma fu un attimo. Kibum non odiava il freddo, anzi l'inverno gli piaceva, parecchio, c’erano tante belle cose che si potevano fare sempre in quel periodo.

Certe volte gli veniva da pensare che però sarebbe stato meglio al caldo, magari in vacanza, su una spiaggia rilassante, anche solo per un’oretta. Poi si ricordava che infondo ogni stagione aveva i suoi lati piacevoli o meno e i suoi trucchetti per superarla quindi ad esempio in quel momento bastava mettersi una sciarpa calda e la giusta crema contro le mini crepe.

Dopo essersi infilato i guanti sfregò velocemente le mani una contro l’altra per riscaldarle e si strinse nella giacca, forse l’aveva messa un po’ leggerina, ma non se ne preoccupò. Un pensiero lo fece sorridere, il pensiero che a casa lo aspettava di meglio. A casa lo aspettavano le calde braccia di Jonghyun.
Sapersi presto avvolto da quel calore, faceva passare in secondo piano il momentaneo fastidio dell’aria pungente e degli occhi che sbattevano in continuazione per restare aperti , la stanchezza del lavoro e lo stomaco che cominciava a farsi sentire.

Già se lo immaginava; sarebbe arrivato, e se il ragazzo fosse stato già in casa, sarebbe andato da lui subito, come prima cosa, senza neanche svestirsi. Gli avrebbe scherzosamente messo le sue mani gelate sul volto e avrebbe riso della sua espressione shokata. Si sarebbe fatto togliere gli starti come un bambino capriccioso solo per sentire le sue mani scorrere sulla braccia e le spalle, e riscaldarlo con un semplice tocco. Poi lo avrebbe abbracciato, stretto, e sarebbero rimasti fermi lì, in mezzo al corridoio senza un perché, senza dirsi nulla.

Accelerò il passo, improvvisamente aveva più fretta del solito.



Angolo dell'autrice:
Non ho ancora capito se sta già arrivado la primavera o siamo ancora in inverno... bhà 'sti cambi di clima mi disorientano... e non so nenanche se mi piace più il freddo o il caldo... ho capito che nel dubbio me li fanno provare entrambi...! ^^'

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Capitolo 9
*** Tu sei ***


<<  Kibum, sei ancora sveglio??  >>
 
Jonghyun sapeva che era una domanda retorica, l’altro sicuramente non era ancora a letto a quell’ora, infatti la risposta fu come si aspettava
 
<<  Certo, lo sai che praticamente mi sveglio a quest’ora…
 tu invece perché ancora non dormi?
 >>
<<  perché non posso  >>
<<  Che? È successo qualcosa…?  >>
<<    >>
<<  Jonghyun piantala di farmi preoccupare, cosa c’è?!  >>
 
Si stava quasi divertendo a  leggere quella reazione del suo Bumie, gli sarebbe piaciuto giocare ancora un po’, ma non adesso, aveva una cosa più importante da fare
 
<<  ci  sei tu…  >>
 
Per un attimo nessuno scrisse.
Poi vide Kibum iniziare una risposta, una volta, due. Di nuovo pausa. Allora riprese lui.
 
<<  C’è che sei tu, la causa per cui non riesco a dormire stanotte
Stanotte come tante altre precedenti
 >>
 
<<  Perché da quando ti ho incontrato,
è come se avessi ricominciato a vivere,
meglio di prima, più forte di prima
 >>
 
<<  C’è che quando non studio, ti penso
e ti penso così tanto che mi passano le ore,
se i mie coinquilini non me lo ricordassero
dimenticherei anche di mangiare
 >>
 
<<  C’è che quando ti vedo mi sento vivo
e sento di volermi impegnare al massimo
in tutto quello che faccio
 >>
 
<<  C’è che quando mi sfiori la mano,
poi me la guardo e mi sembra più bella
mi guardo allo specchio e vedo una persona felice
 >>
 
<<  C’è che quando ci lasciamo la sera per tornare a casa,
anche se ci siam visti tutto il giorno,
vorrei fosse di nuovo mattina
 >>
 
<<  C’è che poi quando invece usciamo insieme,
il tempo mi sembra poco
come ci fossimo appena incontrati
 >>
 
<<  C’è che quando allora rimango solo,
mi passa la notte al tuo pensiero
 >>
 
Dopo un’esitazione iniziale, aveva cominciato a scrivere di getto, senza pensarci troppo, sperando che Kibum non lo interrompesse, fregandosene se gli sarebbero arrivati i messaggi uno dietro l’altro che facevano trillare il telefono.
 
<< C’è che credo di essere innamorato perso di te,
e ogni giorno me ne convinco sempre di più. Ecco cosa c’è
 >>
 
Di nuovo silenzio, poi una risposta, breve
 
<<  Io credo invece che tu sia uno scemo.
Ma ti amo per questo
 >>






Angolo dell'autrice:
Mamma.Mia. 'sto episodio è stato un parto
l'ho scritto e cancellato almeno 4/5 volte... >.<
se questo risultato vi piace, è merito di Yiruma! XD

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Capitolo 10
*** Mi devi dei baci ***


Era talmente concentrato nella lettura che non si accorse della porta che veniva  aperta. Vedendo spuntare Kibum per un attimo si allarmò, che ore erano? Era già così tardi, il tempo glie era volato senza accorgersene e senza che la stanchezza si facesse sentire?
Ma controllando la sveglia vide che era appena mezzanotte

“Wow, cosa mi devo aspettare accada domani che vieni già a letto?” chiese ridacchiando
“Nulla - rispose l’altro stancamente – ho solo un gran sonno e spero così di non addormentarmi sul tavolo domani”
E si era appena messo sotto le coperte quando fu richiamato

“Ehi! Che fai dormi già?!”
“Sì perché…?”  trattenne a stento uno sbadiglio

“Guarda che mi è venuta in mente una cosa; tu mi devi un sacco di baci, oggi non me ne hai  dato neanche uno!~”
“Cos-“ Kibum stava per girarsi non sicuro di aver capito bene ma ogni dubbio gli fu fugato quando le labbra morbide del suo ragazzo si posarono sulle sue

“Questo è per stamattina quando hai preferito il caffè a me”
“Ero di fretta-“ biascicò ma non gli fu fatta finire la frase

“Questo per quando sei uscito quasi chiudendomi la porta in faccia” disse stringendoselo poi tra le braccia
“lo so ma-“ si era voltato nel suo abbraccio ma era stato di nuovo interrotto

“Questo per quando a metà mattina non hai risposto alla mia chiamata”
“Ero con gli altri ad un lavoro comune! Ti ho mandato un messaggio poi…”

“Si ma non è lo stesso. Quindi poi questo perché non mi hai detto se il pranzo che ti ho fatto ti piaceva” continuò, questa volta indugiando di più in quella dolce bocca che gli piaceva tanto
“Certo che mi è piaciuto, però lo sai che mi piace più questo” rispose con un sorrisino furbo mentre la stanchezza un po’ svaniva

Jonghyun rispose col suo sorriso sghembo, poi riprese la sua serie di baci
“Poi questo perché… non mi hai detto a che ora tornavi”
“Ma sì che te l’ho detto, avevo delle cose in arretrato e-“

“Allora questo perché sei tornato tardi” gli piaveca troppo interromperlo così, e del resto Kibum non ne era contrariato quindi smise di ribattere

“Questo perché la tua cena era buonissima”
Senza accorgersene lo stava sovrastando, tenendo le loro mani intrecciate ai lati del volto

“…e questo perché ti amo da morire” ancora una volta, si presero il loro tempo, per esplorarsi, per assaporarsi, e coccolarsi con un gesto intimo e semplice.

Si separarono lentamente, guardandosi sempre negli occhi, poi Kibum abbassò un attimo lo sguardo pensieroso
“Jong… non ne dimentichi uno…?”

L’altro lo guardò, perplesso, allora fu il più piccolo a sollevarsi per raggiungerlo di nuovo

“Questo te lo do io, per augurati sogni d’oro” 



Angolo dell'autrice:
in realtà oggi non ho motlo da dire... se non che devo sempre ritagliarmi a forza il tempo per scrivere l'episoio giornaliero perchè mi pare di essere Figaro che tutti mi cercano tutto mi vogliono...! XD
Forse è solo che in realtà inizio mille cose contemporaneamente e poi devo anche finirle... ^^'

 

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Capitolo 11
*** Smile ***


La prima volta che aveva visto quel ragazzino, gli era sembrato un tipo  noioso.
Se ne stava sempre per i fatti suoi e non parlava quasi con nessuno. Era più alto di lui ma si vedeva fosse più giovane da come si muoveva  per i lunghi corridoi, con passi ancora incerti sulla direzione giusta da prendere. Tra tutta quella gente, non lo vedeva sempre, ma se lo incrociava lo riconosceva subito, anche se non sapeva il perché.
Forse era per quella figurina esile che gli sembrava dovesse spezzarsi da un momento all’altro dal peso che sembrava portarsi addosso certi giorni. Ogni tanto lo cercava volontariamente, per accertarsi non fosse collassato, il motivo non lo sapeva neanche lui.

Poi lo aveva visto, in compagnia di altri ragazzi e si era sentito felice per lui, almeno qualcuno gli avrebbe portato un po’ di vita! Smise di preoccuparsi, di pensarlo, la questione era risolta, ognuno poteva continuare con la sua vita. Cioè, lui poteva continuare, perché in realtà quel ragazzo non aveva chiesto nulla a Jonghyun, aveva fatto tutto da solo e così avrebbe fatto anche in futuro.
Quando per via di amici comuni si trovarono insieme a qualche pausa pranzo, scoprì che in realtà non era così deboluccio  come lo aveva sempre ritenuto, anzi aveva un bel caratterino, quasi irritante. Ma a lui le cose vivaci piacevano, cominciò a trovarlo interessante e a divertirsi ad infastidirlo quasi apposta, così, solo per vedere come gli avrebbe risposto.
Senza cattiveria, solo per portare un po’ di movimento in quelle giornate, avrebbe smesso subito se vedeva che non era cosa gradita.
Ma quando smise, fu per un altro motivo.

Stavano per ritrovarsi, ancora una volta, aveva alzato una mano in segno di saluto e vedendo l’altro alzare la testa era già pronto con una delle sue solite battute, ma qualcosa lo colse impreparato.

“Ciao Jonghyun” Quella volta Kibum lo salutò con un sorriso bellissimo sulle labbra.

Non sapeva a cosa fosse dovuto, non glielo chiese in quel momento né mai infuturo, seppe solo che, per quanto avesse cominciato a d adorare il suo broncio contrariato, smise di tediarlo con la stessa frequenza, e cominciò a pensare come provocargli una reazione diversa d’ora in avanti, perché quel sorriso gli sembrava la cosa più bella del mondo. 




Angolo dell'autrice:
Morale: sorridete sempre che non si sa mai troviate l'amore della vostra vita! ^^

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Capitolo 12
*** Up 'n' down ***


Svoltò con l’auto nella piccola via e appena trovò un posto si fermò a parcheggiare.
Guardò l’ora; all’appuntamento mancavano ancora trenta minuti buoni, ma lui non era già lì per estrema puntualità, no, era già lì perché adorava vedere Kibum dare in escandescenza e questa volta gli era venuta un’idea a suo dire geniale. Già se l’immaginava la reazione ma preferì verificare subito se le sue predizioni erano vere.
Prese il cellulare e compose il numero

<< Kibum? Ehi, ciao, io sono sotto casa tua… >>

Dovette allontanare l’apparecchio perché il grido a metà tra l’incredulo e lo scandalizzato del suo ragazzo fu più forte del previsto, quasi gli parve di vederlo uscire dal display
<< Jonghyun spero bene sia uno scherzo!! Manca mezz’ora! Non sono pronto! >>

Al quale seguì tutta una lista frenetica e nevrotica di cose che ancora doveva fare prima di uscire, lunga immensa che Jonghyun si chiese ridacchiando se anche quella mezz’ora che mancava gli sarebbe bastata. Decise di stopparlo o non avrebbe finito più
<< …guarda, va benissimo anche la prima cosa che trovi->>

<< Non ci provare Kim Jonghyun! Lo sai che odio non aver pianificato le cose e l’outfit ancora mi manca, quindi dammi almeno dieci minuti per tentare di essere almeno presentabile! >>
Tutte quelle cose le sapeva benissimo ma si divertiva lo stesso

<< va bene, dieci minuti per vestirti e scendere… altrimenti puoi anche rimanere spogliato così salgo io >>

Ci fu un attimo di silenzio. Un lunghissimo attimo di silenzio.
Jonghyun dovette trattenersi dal ridere perché se la immaginava troppo bene l’espressione dell’altro cambiare in mille sfaccettature mentre realizzava cosa gli era appena stato detto. Questa volta tenne subito distante l’apparecchio, per precauzione, ma non fu necessario

<< Scemo. >> fu tutto quello che gli rispose prima di buttare giù

Erano passati appena cinque minuti e stava ancora ridacchiando tra sé quando sentì la portiera aprirsi e Kibum fece capolino nella sua auto

<< Ciao >> lo salutò il più grande con un sorrisone che gli attraversava il viso da parte a parte
<< ciao >> rispose il più giovane un po’ imbronciato
<< non fare quella faccia! Ha visto che ce l’hai fatta? E poi stai benissimo così! >>
Venne fulminato ma non se ne curò

Se lo strinse vicino, dandogli un bacio su una guancia
<< però quei vestiti poi te li tolgo lo stesso >>

E non riuscì più a trattenersi dalle risate mentre metteva in moto sotto lo sguardo paonazzo di Kibum. 





Angolo dell'autrice:
OhDdio... non è che mi toccherà alzare il rating di una tacca adesso...? ^^'
il plot mi sembrava divertente ma c'è sempre il rischio che Jonghyun sfugga di mano...! Con Kibum intorno non gli si può chiedere di ragionare X,D

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Capitolo 13
*** Catch me if you can ***


Sono scesi nella sala da pranzo dell’Hotel, è la loro prima sera in quella città, ancora non conoscono il posto quindi si prendono il tempo per ambientarsi e capire da che parte iniziare.
È un ambiente grande, luminoso, molto elegante proprio come piace a Kibum. Lui non l’aveva visto al momento della prenotazione, era impegnato a stilare la dettagliata lista delle loro attività, si era lasciato convincere a rimettere la cosa nelle mani di Jonghyun, e ora non può decisamente lamentarsi. Anche il cibo è buonissimo, un po’ diverso da come lo cucinerebbero a casa, ma essendo tipico del posto, deve per forza essere giusto così.

L’atmosfera è rilassata, le chiacchere leggere, più tardi c’è una festa nel salone principale e decidono di andare a vedere. Arrivano che l’evento è già nel suo vivo e si lasciano trascinare subito, senza troppi pensieri, la prima regola alla partenza è infatti stata “non pensiamoci troppo, tanto non ci conosce nessuno”
E stanno così per un po’, coi volti vicini, senza dirsi nulla o forse sì, finchè il più grande sussurra:

“Vuoi stare ancora qui…? O ti va d’inaugurare questa vacanza…?” il tono basso e caldo la dice lunga.

L’altro si stava divertendo in verità, ma quella proposta ha un finale sempre assicurato, così lo prende per mano e velocemente si dirigono all’ascensore.
Una leggere tensione comincia a salire, la sentono nei tocchi semi accidentali delle mani, negli sguardi divertiti, si carica ancora mentre le porte si aprono per esplodere una volta chiuse alle loro spalle.
Si abbracciano, si baciano, si stringono, si cercano, entrambi con la stessa intensità, ma cercano di controllarsi ancora un minimo, finchè non saranno completamente soli.  La voglia di stare insieme è tanta, si sente da come si muovono le labbra, dalle mani tra i capelli, ma quando le porte si aprono al loro piano, accade una cosa inaspettata.

Si stanno ancora consumando di baci quando Kibum si scioglie dall’abbraccio e sussurra:

“Se mi vuoi, prendimi” e Jonghyun ha appena il tempo di realizzare le sue parole, che quello è scappato via, veloce.

Lo stupore dura solo un attimo, poi anche lui si mette all’inseguimento.
Il corridoio è lungo e per fortuna sgombro, il più giovane si volta solo un attimo, con un sorrisino furbo , per vedere l’altro ragazzo che intanto sta recuperando terreno, anch’egli con un’espressione beata in volto.

Accelera, trova la porta, recupera un attimo il fiato e sta per aprirla quando due forti braccia lo bloccano contro la superficie, e nel girarsi incontra la sua bocca.

“Preso”  gli sussurra

Kibum risponde ai suoi baci ma gli dà solo l’illusione di aver vinto del tutto perché nel frattempo riesce a sbloccare la serratura e di nuovo gli scivola via, all’interno della stanza.
Per lo scatto improvviso Jonghyun  sembra quasi perdere l’equilibrio ma subito afferrato per i lembi della camicia, viene trascinato dento con lui.






Angolo dell'autrice:
Comincio ad essere a corto di parole... già i temi si fanno più complicati da pensare così dal nulla, che mi riduco sempre all'ultimo... ^^'
bon come sempre spero vi sia ugualmente piaciuto :-)

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Capitolo 14
*** Come un'ubriacatura ***


“Jonghyun, ma tu te lo ricordi, come ci siamo innamorati…?”

La domanda viene fatta così, casualmente, dal nulla, come non fosse veramente importante sapere la risposta, ma dal modo in cui cincischia con le posate nel piatto, capisce che quelle parole pronunciate quasi sovrappensiero, non sono così leggere.

“Io… non saprei…” risponde da principio. Istintivamente avvicina una mano a quella dell’altro, sfiorandola, guardando le loro dita poco lontane dall’intrecciarsi, fisando poi lo sguardo in quello del ragazzo di fronte, serio.
La luce calda e soffusa della cucina sembra adattarsi a quel momento, sembra creare apposta un ambiente riparato in cui poter rivelare i più intimi segreti.

“Io – riprende – penso sia stata l’evoluzione naturale di tutta una serie di fatti, di situazioni… di occasioni che abbiamo colto al momento giusto. Ricordo come eravamo prima, so come siamo adesso, ma non saprei dirti come lo siamo diventati…”  sorride dolcemente, rendendo la presa un po’ più salda.
Kibum sembra riflettere su quelle parole che si sono appena infrante nelle sue orecchie, passa un pollice sul dorso della mano che stringe la sua e respira, piano.

“Perché questa domanda?” aggiunge Jonghyun, nell’attesa che il più piccolo dica eventualmente qualcosa
“Perché ci pensavo… l’altro giorno…”
“E cos’hai pensato…?”
“Che io non lo so”

Lo guarda interrogativo, ma senza dire nulla, per non interromperlo nel caso voglia dire altro.
“Io ci ho pensato tanto, ma non me lo ricordo proprio… mi ricordo che abbiamo passato insieme un sacco di tempo, senza che io provassi nulla di speciale… poi all’improvviso, non potevo far a meno di te… non so com’è successo, è stato come… ubriacarsi”

A quelle parole Jonghyun non può fare a meno di ridacchiare, non vorrebbe, sa che spezzerebbe l’atmosfera, ma è solo un’infinita tenerezza a muoverlo
“Bumie ma tu a mala pena sai come ci si sente da ubriachi…!” il bicchiere sul tavolo ancora intatto con appena un dito di vino, indica chiaramente il rapporto del piccolo con l’alchol.

“Invece lo so! – esclama deciso – perché credo che sia proprio così che mi sento con te”
“Però le sbronze passano”
“No se non vuoi. E io non voglio – gli stringe forte le mani, entrambe adesso – se amarti è come essere ubriachi, io allora sono ubriaco fradicio, ma non ho nessuna intenzione di tornare sobrio…”

Si solleva per un bacio, a riconferma di ciò, per attingere ancora alla sua fonte di ebbrezza preferita. 





Angolo dell'autrice:
Se dico che sono praticamente astemia ci credete...? ^^'
perchè l'idea m'è venuta ripensando ad una conversazione avuta con un'amica in realtà...
e devo anche dire che non avevo idea di come si sarebbe svolto quest'episodio; quando scrivo cose di questo genere, non so mai come andranno a finire, conosco il perno su cui girano, ma non come si conlcuderanno, seguo la vicenda, come si svolgesse davanti ai miei occhi... ^^'
Cioè praticamente ho una multisala al posto del cervello... spero che i miei film mentali vi piacciano a 'sto punto...! XD

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Capitolo 15
*** Questions in the night ***


“Kibum… ehi Kibum… sei sveglio…?”

Era stato solo un sussurro, ma nel silenzio della notte arrivò alle sue orecchi e fastidioso come un grido.
“Jonghyun… - gli rispose dopo un po', con un mugugno – cosa c’è…”
“Sai stavo pensando… noi resteremo insieme per sempre, vero?”

Era stanchissimo e l’unica cosa che avrebbe voluto fare era dormire per non svegliarsi mai più, invece arrivava quello scemo a chiedergli cose.
“Cos’è che vuoi…?” la voce impastata dal sonno e il cervello ancora spento, che a dirla tutto, non aveva proprio programmato di doversi riattivare, mentre si girava su un fianco verso di lui stropicciandosi un occhio.

“Mi chiedevo se, secondo te, noi staremo insieme per sempre…”
Lo guardò stranito, sbattendo le palpebre per costringersi a tenere gli occhi aperti, mentre l’altro lo fissava coi suoi occhioni grandi.
“Ma che domande sono…!” esclamò lamentoso dopo aver registrato le sue parole e passandosi una mano in faccia, nel frattempo aveva allungato l’altro braccio verso il comodino

Tutta quella scena, che avrebbe dovuto farlo sentire in colpa, riempì invece il più grande di una gran tenerezza perché anche se Kibum voleva sembrare arrabbiato, e magari lo era pure, a lui risultava solo dolcissimo così ancora mezzo assonnato  e non nel pieno delle sue capacità offensive. Che erano terribili, da sveglio.

“Così per sapere”
“Ma Jonghyun sono le due di notte! Non potevi aspettare domani…?!”
“Lo sai che poi certi pensieri mi passano veloci, volevo saperlo subito!”
Avrebbe voluto tirargli disperatamente qualcosa per farlo stare zitto! Quanto sapeva essere insistente lui, nessuno! Ma non ne aveva la forza così si limitò a dargli le spalle e affondare la faccia nel cuscino, coprendosi la testa con un braccio.
“Allora, sì o no??” gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro
“Jonghyun…”
“Dimmi solo questo e ti lascio in pace”

Non ne sarebbe uscito, quando cominciava così c’era poco da fare
“Se la smetti sì, altrimenti no”
“Lo sapevo!” esclamò trionfante affondando il volto nell’incavo tra il collo e la spalla del più piccolo stringendolo e lasciandogli tanti piccoli baci dovunque riuscisse.
Solo una cuscinata in faccia da parte di un Kibum al limite della sopportazione lo fece smettere definitivamente.
“Lo so, ti amo anche io”



Angolo dell'autrice:
e in tutto questo stavo per dimenticarmi dell'episodio di oggi... non ho fatto un cavolo tutto il giorno ma sono stanca lo stesso... bene così! XD

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Capitolo 16
*** Miss you ***


Il sabato pomeriggio è uno dei momenti della settimana preferiti di Kibum.
Finalmente un po’ di quiete, di tranquillità, nessuno che ti cerca per sapere come procede il lavoro. Lavoro che comunque non smette mai totalmente di fare, ma almeno se la può prendere con un po’ più calma. seduto sul divano a gambe incrociate, una coperta addosso e una tazza al suo fianco.
Perché anche se le giornate si stanno allungando, dando sempre più l’illusione di essere già in primavera, ancora il sole pur durando fino alle cinque, non riscalda a sufficienza da richiamarlo fuori per una passeggiata. Si gode la luce dal loro piccolo appartamento. E tutto questo sarebbe perfetto se non mancasse qualcosa, o meglio qualcuno.

Come per lui è il giorno perfetto per riposarsi, per qualcun altro è il giorno perfetto per esercitarsi, soprattutto se la primavera si avvicina, e i festival musicali dei ragazzini anche.
Jonghyun ha un gran talento per la musica, e lui è felicissimo che lo metta sempre a disposizione degli altri, insegnando questa magnifica arte che tempo addietro gli ha conquistato il cuore. Ma sarebbe anche felice di poterne godere lui solo il più possibile, e l’aver cominciato a pensarci gli fa salire l’impazienza di vederlo ritornare a casa.
Non sa per quanto ne avrà quel giorno, è un perfezionista, se non lo soddisfa può passare le ore sulla stessa cosa, quindi s’impone di pazientare, almeno un altro paio d’orette.

È calato il sole quando decide finalmente di chiamarlo; uno squillo, due, ancora un momento, finalmente risponde
<< Ehi! >> la voce è allegra, sembra contento
 << Ehi – risponde dolcemente – come và lì? >>
<< Bene, abbiamo fatto un sacco di cose oggi…! >> e senza dargli il tempo di domandare alcunchè, è lui stesso a fargli tutta la cronaca della giornata, ricca di aneddoti ed episodi divertenti
<< …dovresti vederli! Alcuni ragazzini sono uno spasso! Ti piacerebbero, ti divertiresti anche tu! …o forse li uccideresti… mhm… non so, un giorno promettimi che verrai…! >>

La sua capacità di prenderlo in giro, fargli i complimenti o proposte tutte in una volta non lo sorprende più, sa com’è fatto.
<< E adesso cosa stai facendo? >> lo interrompe, prima che cominci col raccontargli l’intera settimana dall’inizio
<< In realtà cose per conto mio, i marmocchi sono a casa da un pezzo e- >>
<< Allora che ne dici se vieni a casa anche tu? Sai credo proprio che a quest’ora dovresti venire da me e smettere di mancarmi… >>

Il leggero silenzio segue quelle parole, mentre un sorriso sghembo si disegna sulle labbra di Jonghyun, anche se Kibum non può vederlo.
<< Ah e così, il piccolo Bumie si sente solo…?  >> scherza
<< Non sai quanto… >> stava per rispondere un po’ infastidito, ma ha deciso di stare al gioco, nel caso, ha tutto il tempo di fargliela pagare più tardi.






Angolo dell'autrice:
allora com'è possibile che tutti i giorni mi segga davanti al foglio word, lo guardi e dica "Non so che cavolo scrivere!!" e poi devo tenere sott'occhio il conta parole...?? XD
Io devo stare proprio attenta con la JongKey, se mi dstraggo un attimo esce la mia fangirl interiore e quei due mi sfuggono di mano...! ^^'

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Capitolo 17
*** Come nulla fosse ***


Avevano da poco finito il giro della mostra. Il luogo di allestimento era davvero enorme. Forse sarebbero serviti più giorni per vederla bene tutta, anzi sicuramente, ma a loro bastava, per quel giorno sicuro, e non erano neppure certi di aver la forza per un tour approfondito. Bello, bellissimo, ma sfiancante.

Si erano trattenuti più che potevano, fin quasi alla chiusura e ora era tardi. Tanto tardi che i mezzi pubblici per tornare a casa probabilmente neanche c’erano più.
Jonghun aveva proposto di tornare a piedi, era una bella serata, avrebbero preso un po’ d’aria, ma Kibum aveva negato senza possibilità di replica; era stanco, era tardi, e la loro casa lontana.

Si erano incamminati verso la stazione vicina, in modo da poter allora prendere un taxi, ma non ce n’era nessuno subito disponibile, evidentemente c’era molto movimento in quel fine settimana.
Pazientemente allora avevano aspettato, o meglio, il più grande aveva preso posto in una panchina sul marciapiede mentre il più piccolo non riusciva a quietarsi. Spostava nervosamente il peso da un piede all’altro o faceva avanti e indietro tanto che l’altro si aspettava di vedere comparire un solco da lì a poco.

“Bumie stai calmo dai, tra poco andiamo a casa” aveva cercato di usare un tono conciliante, dato l’evidente malumore.
Ma quello aveva risposto qualcosa di indefinito, sempre con tono stizzito e pur non avendo capito Jonghyun aveva inteso non fossero belle parole.

Finalmente un taxi si fermò davanti a loro che impazienti, salirono, salutarono e diedero l’indirizzo.
Una volta accomodati, il maggiore aveva ritentato un approccio e questa volta sembrava andar bene, Kibum si era almeno per il momento rilassato e avevano ripreso a conversare più o meno tranquillamente.
Se non che ad un certo punto, la cosa si era fatta d’un tratto più animata, il tono di voce non troppo alto per non disturbare il guidatore ma comunque concitata.

“Io credo proprio che il suo comportamento non sia stato corretto!”

“Ma Jonghyun tu glielo avevi detto? Che ti dava fastidio…?”

“No! Immaginavo lo capisse da solo!”

“La gente non ti legge nella mente, se non sei chiaro si può fraintendere”

“Mi sembrava chiarissimo fin dall’inizio…!”

“Certe volte non è facile capire se stai scherzando o fai sul serio, te lo dico sempre di fare attenzione a certe cose, ma tu non mi ascolti”

E avevano continuato per un tempo che sembrava non dovesse terminare più.  
Jonghyun rimaneva della sua posizione e quando ci si metteva, diventava peggio di un mulo.
Kibum da parte sua cercava di farlo ragionare in maniera oggettiva ma cominciava a perdere la pazienza, di nuovo.

Non badavano troppo all’autista ma erano certi si stesse chiedendo se sarebbero finiti con l’uccidersi a vicenda per quanto la situazione stava degenerando.
Ma come sapevano solo le persone a loro vicine, o forse solo loro due stessi, non avrebbero mai potuto fare quei tipi di litigi se non ci fosse stato qualcosa di inscindibile tra loro. Qualcosa per cui poi non serviva chiedere sempre perdono, era già tutto dimenticato, in favore di qualcosa di molto più importante.

Infatti per un attimo s’ignorarono, con uno sbuffo, guardando velocemente l’esterno, ma poi il maggiore aveva posato esausto la testa contro il vetro freddo e allora l’altro si era fatto vicino

“Se vuoi, puoi appoggiarti alla mia spalla…”

E così aveva fatto, senza pensarci,  come un gesto abituale
Anche questa volta, come altre, non si erano chiesti scusa, era già tutto scivolato via come il sonno. 





Angolo dell'autrice:
Meno male che l'ho detto appena ieri, che dovevo star attenta con le parole...! >.< più parto senza un'idea più alla fine mi faccio prendere la mano, mannaggia...! E questa è pure la versione più riassuntiva che m'è venuta... ^^'

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Capitolo 18
*** Walls ***


“…e lo sai Jonghyun, qual è la cosa che più mi piace di te? Che insisti.
Chiariamo, a me le persone che insistono in realtà danno un gran fastidio, quelle che ti assillano che ti stanno sempre addosso che ti mollano solo dopo averti portato alla sfinimento, e forse neanche, ecco, non le sopporto. Quindi  è forse meglio dire che tu non insisti, piuttosto persegui i tuoi obiettivi. Anzi, diciamo proprio che li insegui finché non li hai raggiunti e se vogliamo è anche questa una forma di insistenza, però decisamente più sopportabile. Perché ti sai regolare, sai darti dei limiti, sai capire quando è il momento di smettere di battere la testa contro il muro e prendere invece una scala. Perché a volte è proprio così, ci affanniamo a provare a demolire le cose quando basta prendere un’altra via per aggirarle. E questo lo so bene, perché è così che hai sempre fatto con me. Con quel ragazzino che sorrideva a tutti ma non rideva con nessuno, parlava poco e si confidava ancor meno. Quella principessa che viveva in una torre che lei stessa si era scelta. Un po’ ti ho odiato quando ho sentito questo tuo paragone su di me, ma ho dovuto ammettere che avevi ragione. Forse sono davvero una principessa altezzosa che ha costruito un muro solo per mettere gli altri alla prova, e vedere chi ha abbastanza coraggio da sfondarlo. Salvo poi aver deciso che non li avrebbe fatti crollare così facilmente, se no non è divertente. Poi sei arrivato tu che invece hai semplicemente bussato alla porta.
Da principio ti ho ignorato perché non mi sembrava vero qualcuno avesse preso in considerazione tale ipotesi, sembrava, troppo facile… ma mi son voluto fidare di quello occhioni grandi che mi son trovato davanti e che ancora adesso non mi fanno pentire di nulla ogni volta che li guardo.
Grazie, per essermi venuto a prendere quella volta.”

 
Aveva scritto di getto, così, una sera. Aveva sentito quelle parole risuonargli in testa e le aveva dovute liberare. Non importava che avessero poco senso, bastava ci fossero. Ora impresse in un bigliettino e chiuse in una busta, riposavano in un angolo del cassetto del più grande, in attesa di essere ritrovate. 






Angolo dell'autrice:
dunque, questa volta sono un po' di fretta (diciamo più del solito) e quindi mi trovo a postrare prima, spero non sembri troppo tirata via... nel caso la perfezionerò un po' in seguito... ^^'

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Capitolo 19
*** Drunk in love ***


La luce era stata ben piazzata sul tavolo in modo da illuminare senza difficoltà le pagine. Aveva deciso di concentrarsi quella sera e leggere almeno altri due, tre capitoli sull’argomento di quel corso.
Il dopo cena era il suo momento preferito, tra chi era uscito o chi già a dormire, intorno c’era una tranquillità quasi assoluta e non gli fu difficile concentrarsi subito.

Le parole scorrevano così, una dietro l’altra, senza difficoltà, e si sorprese di capire tutto praticamente alla prima letta, senza dover indugiare tre volte sulla stessa frase. Il foglio messo accanto al libro, per fissare eventuali appunti era rimasto bianco, segno che risultava tutto chiarissimo già così e ben fissato nella mente.
Senza accorgersene, stava superando la quantità minima di pagine da fare che si era imposto, la lettura diventava sempre più interessante mano a mano che continuava e stava diventando una curiosità, un piacere personale apprendere quelle nozioni.

Si avvicinava la mezzanotte ma Kibum non aveva alcuna intenzione di smettere già, solo delle grida provenienti dall’esterno lo distrassero momentaneamente.
Sollevò il capo confuso, quasi interdetto, poi ricordò… era la serata degli studenti…  non tutti si divertivano come lui a stare sui libri, c’era chi preferiva altri tipi di intrattenimento.
Scosse piano la testa, in segno di leggero biasimo ma in fondo, ognuno poteva passare il suo tempo come preferiva no?
Del resto anche lui conosceva una persona di quel tipo, e anche abbastanza bene.

Improvvisamente il cellulare squillò e concentrato com’era stati fino a poco prima, si prese un colpo
Lupus in fabula eh…  sorrise guardando il numero

“Jong?” salutò dolcemente

“Bumie…” la voce sembrava un po’ più acuta del solito e potè sentirlo anche ridacchiare mentre altre voci si confondevano in sottofondo

”Jong ma, dove sei…? Ha bevuto?” chiese, non voleva preoccuparsi subito ma nel dubbio

“Solo un pochino – risatina – anzi, un bel po’ in realtà" altra risata e la voce di un ragazzo vicino a lui che sembrava condividesse la sua perplessità

“Aspetta, se non stai bene dimmi dove sei che ti vengo a prendere-“

“Nono sto benissimo!” lo interruppe
Il più piccolo avrebbe voluto dirgli che dubitava fortemente di ciò ma non fece in tempo che l’altro riprese

“Sto benissimo ti dico! Sai ‘Bum, sono un po’ ubriaco hai ragione, sono così ubriaco che ti voglio il doppio…!”

Kibum rimase fisso sulla sedia a quelle parole, incapace di decidere se preoccuparsi seriamente, mettersi a ridere o che altro. Alla fine si riscosse ed optò per una cosa semplice e sempre efficace.
“Quanto sei scemo yeobo”





Angolo dell'autrice:
Bene quindi, dopo un Kibum ubriaco per metafora, abbiamo un Jonghyun ubriaco per davvero...! XD
Bevete responsabilmente! u.u a meno che non vogliate fare delle dichiarazioni d'amore alternative ed ad effetto XD

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Capitolo 20
*** Bacio della buona notte ***


Dire che era stanco non rendeva.

Il suo lavoro gli piaceva da morire e lo avrebbe fatto ogni secondo della sua vita se avesse potuto. Ma oltre al fatto che dopo una cert’ora non era proprio il caso di mettersi a suonare, a meno di non volersi ritrovare qualche vicino inferocito alla porta di casa, che diventavano tutti perfettamente udenti quando si trattava di ciò, era proprio lui e non reggere oltre un certo limite la sera.

Aveva provato qualche volta a resistere ma si era ritrovato con la testa cadente e le mani non più tanto salde sulla chitarra. E uguale quella sera, così, onde evitare che il suo prezioso strumento rovinasse per terra, l’avere un tappeto steso sul pavimento  infatti non era una garanzia contro gli urti, decise di posarlo al suo posto e andarsene a letto.

Passando in salotto vide Kibum seduto alla sua scrivania, perfettamente dritto e concentrato. Se da una parte invidiava la sua stoicità, dall’altra non aveva ancora capito come facesse, e forse mai ci sarebbe arrivato.
Lo salutò brevemente, augurandogli buona notte e stava per oltrepassare la porta della zona notte quando si fermò

“Visto che sembri averne per molto – disse girandosi verso il più piccolo – me lo dai adesso il bacino della buona notte?”

Quello sollevò il capo e sgranando gli occhi lo fissò per un minuto buono
“Ma Jonghyun, non credi di essere un po’ cresciuto per ‘ste cose?” chiese di rimando con un mezzo sorrisino

“Non si è mai troppo grandi per il bacio della buona notte!” rispose convinto arricciando le labbra

Kibum lo guardò ancora, chiedendosi se davvero faceva sul serio o meno.
Vedendo che resisteva, il più grande decise di sfoderare la sua infallibile arma: “lo sguardo da cucciolo che conquista”
Era sicuro funzionasse, lo aveva sempre fatto e anche quella volta non poteva fallire. E infatti…

“Se mi guardi con quegli occhioni…” si arrese il più giovane con un sorriso alzandosi a facendoglisi vicino.

Si avvicinò e gli posò un delicato bacio sulla fronte ma evidente per l’altro non era abbastanza così lo colse di sorpresa abbracciandolo e spupazzandoselo un po’, un bel po’, per finire con un bacione su una guancia.

Adesso sì che era soddisfatto. 





Angolo dell'autrice:
Vi prego, se le idee stanno cominciando a diventar noiose ditemelo perchè ho una mezza tabella che sto seguendo con alcuni topic interessanti ma altri quasi me li nvento sul momento quindi... se manco di originalità sono aperta a consigli e miglioramenti... ^^'

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Capitolo 21
*** La versione migliore ***


In quel tranquillo dopo pranzo, un pomeriggio appena iniziato, la giornata era chiara, l’aria fresca e qualche timido uccellino già provava a cinguettare  per vedere se la primavera rispondeva.
L’ideale  per farsi un giretto magari lungo il fiume a godere quei primi raggi di sole che si facevano un po’ più caldi.
…ad essere dell’umore.
Perché a borbottare, non era solo la moka del caffè.

“Kibum stai tranquillo, vedrai che andrà tutto bene”

Jonghyun cercava di parlargli col sorriso, tentando di smorzare l’agitazione che si era impossessata del ragazzo da qualche giorno, ma la cosa diventava più difficile ogni secondo che passava.
Il più piccolo era un fascio di nervi, teso e pronto a scattare per ogni minima cosa, cercava di contenersi il più possibile conscio di non essere una compagnia troppo gradevole in quello stato ma in certi momenti proprio non ce la faceva. E questo era uno di quelli.

“Jong tu non capisci! Io sono certo che non andrà bene! Qualunque cosa faccia quello dirà che fa schifo e me lo farà rifare da capo, son tre mesi che è
così vuoi che cambi idea proprio adesso?!”

Il progetto a cui Kibum stava lavorando era particolare, diverso dai suoi soliti, aveva voluto osare ma non sembrava più tanto sicuro di aver avuto una buona idea quella volta. La presentazione sarebbe stata a breve e aveva quasi tutto pronto ma di sicuro era lui a non sentirsi pronto per nulla.

Si agitò un po’ sulla sedia, si mise le mani nei capelli, sbattè un po’ la testa sul tavolo per poi alzarsi stizzito.
Cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro ma prima che potesse scavare un solco nel pavimento il più grande lo fermò prendendolo saldamente per le spalle.

“Ascoltami bene – disse Jonghyun con tono risoluto – e guardami, per favore”
L’altro eseguì debolmente

“Sai cosa ti dico? Fregatene, di tutto. A lui fa schifo? A loro farà schifo? lo guarderanno con aria di sufficienza? Guarderanno te con aria di sufficienza? Se anche fosse, non ti preoccupare. So che è importante ma non mi pare tu abbia detto sia il progetto della tua vita. Quindi vai là e fai vedere il meglio che sai fare. Se non apprezzeranno, peggio per loro. Non devi dimostrare niente a nessuno. Solo a te stesso.”

Kibum si appoggiò ad una sua spalla, quelle parole erano facili da dire per un estraneo alla cosa, che non poteva capire il vero peso della cosa, però  gli aveva fatto piacere sentirle. Almeno sarebbe stato tranquillo per un po’.

“…e se non va bene comunque alla fine, ci ingozziamo di gelato insieme fino a farci venire il mal di stomaco così non dovrai vederli per un po’ ok?” aggiunse ridendo e non poté che lasciarsi contagiare a farcisi trascinare. 





Angolo dell'autrice:
Personalmente, quando dicono a me di fregarmene, non mi riesce così facile perchè sono una che rimugina tanto sulle cose, specilamente quelle che non vanno bene... e metto il muso per parecchio se non riesco a capire... dovrei imparare da quelli che voltano pagina così, molto tranquillamente... uff...
però per quanto mi piaccia e lo abbia usato a volte come anti depressivo, non ho mai mangiato gelato fino a star male  ^^'

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Capitolo 22
*** Qualcuno che non aspettavo ***


Kibum non era mai stato un ragazzo particolarmente socievole, certo, non era scontroso o antipatico, almeno non per partito preso, ma solitamente, non era lui ad iniziare la conversazione. Aspettava sempre che fossero gli altri a parlargli.

Sapeva benissimo fosse una preoccupazione inutile, ma aveva sempre paura di risultare inopportuno e disturbare gli altri, finchè poteva si arrangiava da solo e cercava di farsi veder il meno possibile. Solo in casi estremi si faceva coraggio, metteva da parte un po’ di timidezza e chiedeva.
Col tempo aveva imparato a gestire la cosa ma rimaneva sempre generalmente sulle sue; non si faceva più troppi problemi nel relazionarsi con gli altri ma non sbilanciava più del necessario, non una parola in più di quelle che intendesse. 
Si era fatto ovviamente degli amici, ma questi all’inizio sembravano quasi appartenenti alla categoria “eccezioni”. 
Stava migliorando anche in questo ma rimaneva sempre circospetto riguardo le nuove conoscenze.

Finchè non arrivò quel ragazzo.
Cioè, non arrivò nella sua vita, perché in quel posto vi era probabilmente da prima di lui ma non ci aveva fatto caso, tra tutta quella gente.
E avrebbe continuato ad ignorarlo tranquillamente se non fosse stato che aveva cominciato a trovarselo un po’ ovunque. Aveva in ogni caso continuato a non porsi troppe domande, del resto poteva benissimo avere il suo stesso programma ma fu costretto a considerarlo forzatamente quando quel tipo prese a trovar sempre qualche motivo per cui parlargli.
Niente di invadente o pedante, ma Kibum era sicuro non avrebbe concluso la giornata senza che si fossero rivolti la parola almeno una volta.

Inizialmente dovette fare appello a tutta la pazienza di cui disponeva per rispondere sempre cortesemente, ma poi, per puro caso all’inizio, si trovarono anche seduti poco distanti e salutarsi automaticamente la mattina, fino a parlare spontaneamente anche di argomenti vari e diversi.
Divenne una cosa così naturale che il ragazzino si accorse con stupore che quasi gli mancava quel Jonghyun nelle ore che non condividevano.
Non aveva mai avuto problemi di solitudine ma certe volte lo spazio intorno a sé gli sembrava troppo vuoto.

Salvo poi riempirsi nuovamente, così come il suo cuore da un po’ di tempo a quella parte, la volta subito dopo. 



Angolo dell'autrice:
no, questa volta commento non pervenuto, non ho altro da aggiungere XD

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Capitolo 23
*** Thinking about you ...or maybe not ***


E non volevano ammetterlo all’inizio, cioè da principio non ci avevano nemmeno fatto tanto caso, ma una volta resisi conto, avevano sempre negato e scosso la testa scetticamente.
 
Ma davvero stavo contando piccoli T-rex invece che pecorelle?!  Neanche riescono a saltarla la staccionata i dinosauri…!
Si era trovato a borbottare tra sè Kibum, tirandosi su improvvisamente dal letto, una sera che era andato a dormire ad un’ora decente, ma non essendovi abituato aveva anche dovuto trovare un modo per scivolare velocemente nel sonno.
Si era sicuramente sbagliato, erano solo pecorelle un po’ più scure, magari che si erano rotolate nell’erba…!

Ma le pecore non stanno su due zampe…! E non hanno i denti aguzzi…! Forse erano pecorelle mannare…! Allora devo proprio iniziare  a farmi pasti decenti… e non guardare film dell’horror con quegli idioti…!

Se la sarebbe presa pure coi genitori che lo informavano di tutta la cronaca nera della sua città ma con quello mai.
Perché mica c’entrava lui no…?
 

Da parte sua invece quello, ovvero Jonghyun, steso sul suo letto col cellulare in mano intento a guardare uno dei suoi video musicali preferiti, all’inquadratura di un paio di labbra, una sera si era scosso come da un sogno

Davvero mi son chiesto perché fossero queste labbra e non altre…?!

E dire che lo aveva visto mille volte…! Ora invece lanciava occhiate quasi deluse allo schermo, ancora un po’ e si sentiva tradito. Dal video, dalla cantante, e pure da sua sorella che aveva cominciato a portare rossetti particolarmente vistosi, ma non con lui. Figurarsi, mica stava pensando a lui!
 

Eppure quando le lezioni erano particolarmente noiose, Kibum aveva preso a scarabocchiare cuccioli per tutto il foglio e si era ritrovato spesso a liquidare qualche amico curioso dicendo che gli mancavano i suoi cagnolini a casa.
Così come il più grande era stato scoperto a provarsi sul dorso della mano varie tonalità di lipstik per vedere se almeno una si avvicinava al colore che cercava.
Inutile dire che la gente intorno a loro li guardava stranita, pensando che avessero qualche rotella fuori posto, ma a loro non importava, perché tanto non stavano pensando a nessuno!
…forse. 




Angolo dell'autrice:
Oggi sono riuscita a beccare per la prima volta una diretta di Kibum su instagram...! E dire che avevo appena acceso il cellulare... con tutta calma! Sono troppo felice...! Se stavo pensando di smettere di controllare sempre il telefono la mattina, adesso sono convinta che devo continuare eccome! Metti che una volta gli scappi qualcosa di sensato e comprensibile...!! XD
...anche se tanto su youtube c'è gente che poi le mette... però insomma, la diretta è la diretta! <3

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Capitolo 24
*** Brividi ***


Non ricordo neanche se quando accadde era caldo o freddo, so solo che ebbi un brivido lungo la schiena.
Indossavo solo dei pantaloni un po’ corti e una canottiera leggera, quindi poteva anche essere quella la causa del brivido improvviso, ma se raccontassi le cose come stavano, non ci crederebbe nessuno.
Non ci crederebbero perché anche io so benissimo che il vero motivo era un altro: davanti a me c’eri tu.

Che detta così sembra una cosa normale, come tante altre volte era successo dato il gran tempo che passavamo insieme.
Cioè che non era mai successo era che tu ti avvicinassi in quel modo.

Credo di avere il buoi totale su tutto il resto  che faceva da contorno in quel momento, ma il tuo viso che si avvicinava al mio, l’improvviso silenzio, quasi irreale, e il mio corpo teso in attesa, li ricordo bene.
E ancor meglio ricordo quanto mi sembrarono lisce e morbide le tue labbra. Mi ero sempre chiesto quale potesse essere la lor consistenza, ed ecco che ora potevo rispondermi da solo.

Non durò a lungo e fu molto leggero, era la prima volta, forse era una prova, un esperimento, ma da tutti quelli che ci furono in seguito direi che fu ben riuscito.
Sai qual è la cosa più divertente in tutto ciò? Che a distanza di tempo, tanto tempo, ancora le provo quelle stesse emozioni di ansia ed eccitazione insieme, di paura ed euforia, brividi caldi e pelle d’oca.

Ero convinto fossero legate solo alla novità, invece so che sono legate solo a te. 





Angolo dell'autrice:
Mi sono accorta solo alla fine di non aver mai specificato chi fosse dei due a far questo lungo pensiero...! ^^' personalmente l'ho scritto immaginando lo facesse Kibum, ma va benissimo anche se vi siete invece figurati Jonghyun, liberissimi... ^^'

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Capitolo 25
*** Oh, Be A Fine Guy, Kiss Me ***


Appena usciti la differenza di temperatura si poteva sentire bene, era meno freddo di quanto si aspettasse in verità, ma aveva sicuramente fatto buona cosa a mettersi la sciarpa e portare anche i guanti.

La sera era limpida e le stelle si potevano vedere abbastanza chiaramente sin da subito ma quando gli occhi si abituarono, Kibum non potè che sgranarli sorpreso. Era un po’ che non salivano sulla terrazza ad osservare il cielo, non ricordava assolutamente potessero esserci così tanti astri e così luminosi. Per un attimo ebbe una vertigine e l’impressione che potessero cadergli in testa tanto sembravano vicini.

Rimase col naso in su per parecchio tempo, o almeno così gli sembrò quando improvvisamente venne riscosso dalla voce di Jonghyun
“Bumie ma hai visto che cielo?! Non è fantastico? Tutte queste stelle…! Ma te lo immagini? Se un giorno scopriamo che ci sono altri come noi su pianeti come il nostro e possiamo andarli a trovare e parlarci e…”

Il più grande non si teneva, appena accostata la porta aveva cominciato a parlare tutto eccitato fantasticando su mondi lontani e meraviglie misteriose.
Sembrava un bambino, dimenava le braccia gesticolando convulsamente indicando prima un puntino luminoso lontano lontano poi una costellazione proprio sopra di loro.
“…che poi ogni stella è un sole! E ognuno potrebbe avere dei pianeti! E questi degli abitanti! Ci pensi! Magari abbiamo un sosia su quei pianeti! Un altro Kibum e un altro Jonghyun! Chissà come sarebbe incontrarli, se saranno come noi…”

Il più giovane si stava divertendo ad ascoltare quei discorsi sconclusionati ma gli sarebbe anche piaciuto godersi quella bella vista in pace, lo guardò ridacchiando mentre nella sua mente pensava ad un modo per zittirlo un po’, finchè gli venne un’idea geniale che si stupì non aver pensato subito
“Facciamo che non pensiamo tutte queste cose in una volta sola eh? Che vedo già il tuo cervellino fumare da tanto girano le rotelline…” gli sorrise sulle labbra, dopo essersi avvicinato veloce e silenzioso per posargli un dolce bacio.

Jonghyun sbattè un po’ le palpebre piacevolmente sorpreso.
“Sai credo che non ci penserò più in realtà, l’ho già trovato il Kibum perfetto per me”






Angolo dell'autrice:
non so se avete presente ma la frase che ho usato come titolo per quest'espisodio si usa di solito per ricordarsi la classificazione delle stelle in base al loro colore, e io me ne sono troppo innamorata...! Sarà che mi son sempre piaciute fin dalla scuola media...
Quindi anche se avevo un topic diverso in origine per stasera, ho voluto cambiare e far assolutamente qualcosa intorno a questo, spero vi sia piaciuto <3 

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Capitolo 26
*** Mess ***


Ti guardo mentre con cura  e attenzione ti pettini davanti al grande specchio del nostro bagno. L’hai voluto tu così, per poterti guardare bene, per poter vedere sempre tutto e aver sotto controllo ogni cosa, per essere sempre sicuro ogni dettaglio sia al suo posto mentre finisci di sistemarti. E io come sempre seguo rapito quella mano che impugna saldamente la spazzola e infine si insinua nel ciuffo per ravvivarlo. Ma te lo dico sempre che è inutile, perché ti auguro tante cose belle, e le cose belle spettinano.

Correre, quando giochiamo ad inseguirci, quando ci vediamo da lontano e ci veniamo in contro, quando ci stiamo per buttare in mare, spettina.
Ridere, quando ci abbracciamo, quando ci guardiamo, quando  non ce n’è motivo, ma ci rotoliamo come dei matti, fino a farci venire le lacrime, spettina.
Ballare, quando pensi che nessuno ti veda perché credi che un paio di cuffie ti riparino dal mondo, quando ti lasci andare come esistessi solo tu, spettina.

Cantare, quando invece ti accorgi che ci sono anche io, che ho capito la canzone in riproduzione solo dalle tue mosse, sempre quelle sempre le stesse precise, e allora improvvisiamo un karaoke tutto nostro, spettina.
Baciare, spettina. Sempre. In qualsiasi occasione                                                   

Toglierci i vestiti, quando anche se fa freddo è un altro il calore che vogliamo, spettina.
Fare l’amore, quando non c’è più bisogno di dire nulla, spettina.

Quindi non ti preoccupare di farti trovare un po’ disordinato, saprò che ti è capitato qualcosa di bello, e sarò felice anche io.





Angolo dell'autrice:
Oggi è il mio compleanno quindi me ne vado a far baldoria, YEAH! 

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Capitolo 27
*** Waiting for ***


Quella sera Kibum si era divertito come poche volte in vita sua.
Dopo un sacco di tempo passato a pregarlo e supplicarlo, i suoi amici erano finalmente riusciti a convincerlo a trascorrere qualche ora in allegria senza pensieri. Lo avevano portato ad una festa sulla spiaggia che sembrava più tranquilla e vivibile rispetto alle discoteche in cui qualche volta era stato. La musica era coinvolgente e lo spazio sufficiente per tutti, decisamente un ambiente migliore, senza contare la sabbia che rendeva il tutto meno formale e impostato.

C’erano dei tavoli su cui la gente ballava e presto anche loro erano saliti, all’inizio era un po’ scettico circa la resistenza a tutti i salti che vedeva farci sopra ma poi si era lasciato convincere e aveva semplicemente seguito il ritmo.

“Balli proprio bene”
All’improvviso una voce si era rivolta a lui e nel girarsi abbassando lo sguardo aveva riconosciuto Jonghyun, un ragazzo che era solito frequentare i suoi amici e che un pochino conosceva anche lui.

“Grazie –risposta timida e un po’ imbarazzata dopo la quale aveva aggiunto – tu non sali?”
“Se trovo uno spazio in cui infilarmi…” aveva ribattuto ridacchiando l’altro.

Effettivamente c’era tanta gente che poco si preoccupava di spingere altri pur di salire, così ad un certo punto aveva deciso di scendere e raggiungerlo.
“Sembra una festa carina” all’osservazione quasi casuale del più grande era seguita una sua risposta affermativa ed entusiasta tanto che lui stesso si era stupito di tutta quella spontaneità.
Ma con una risata tutta la tensione residua si era dissolta.

Poi avevano continuato a parlare muovendosi a ritmo di musica fino ad accorgersi di essere particolarmente vicini. Nessuno dei due però si era fatto più indietro adducendo come scusa la folla che aumentava e lo spazio che diminuiva.
Quando improvvisamente Kibum gli aveva dato le spalle, seguendo le mosse del nuovo ballo, Jonghyun ne aveva approfittato per avvicinarsi ancora e appoggiare il mento su una sua spalla.
I volti si erano trovati inclinati e quasi a toccarsi mentre il momento sembrava cristallizzato.

Finchè non erano stati quasi investiti da alcune ragazzine in equilibrio precario su quei famosi tavolini e per evitare altri incidenti si erano spostati in una zona più tranquilla.
Adesso l’imbarazzo era un po’ più evidente ma finchè rimasero impegnati a bere ognuno il proprio drink non si preoccuparono troppo.

Al momento di tornare a casa il saluto fu timido e incerto, ma non troppo per non destare curiosità negli amici, e stavano per separarsi in direzioni diverse quando il più grande furtivamente gli aveva sussurrato ad un orecchio:

“E’ stato bello questa sera, ma sai, credo che dovremmo rivederci noi due… abbiamo un bacio in sospeso…” 




Angolo dell'autrice:
come spesso ho fatto anche in altri episodi, anche qui ho mescolato un po' di esperienza personale ai fatti inventati
...tipo io non ho avuto nessu Jonghyun vicino mentre ballavo ma gente che quasi mi cadeva addosso sì... uff... che ingiustizia...   -_____-"

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Capitolo 28
*** Always Love ***


La prima cosa che aveva visto aprendo gli occhi era stato del gran bianco. Bianco ovunque; le pareti, le tende della finestra, le lenzuola, e tutto risultava ancora più luminoso grazie alla chiara luce mattutina. Ma di tutto quello scenario l’elemento che lui preferiva, era ancora addormentato e vederlo così era una visione quasi celestiale. Forse stava esagerando ma non gli importava assolutamente. Rimase a fissarlo per un po’ finchè questo non aprì finalmente gli occhi salutandolo con un gran sorriso
“Buon giorno ‘Bum, sei sveglio da molto…?”

Scosse la testa in segno di diniego continuando a guardarlo senza dire nulla
“Sei già pensieroso di prima mattina? – ridacchiò – cosa occupa la tua mente?” chiese accarezzandolo sulla testa
“Jong,  tu mi ami?”
A quella domanda gli occhioni già grandi del maggiore si spalancarono ancor di più
“Bumie ma… che domande fai, certo che ti amo”
“Davvero?”  chiese conferma.
“Davvero” rispose convinto.
“Sempre?”  indagò.
“Sempre” asserì convintissimo.
“Non ci credo” lo spiazzò.
“Come??”
“Fammi un esempio” insistette.
“Non saprei” si grattò un po’ la testa.
“Anche quando mi arrabbio?” provò allora.
“Sì perché hai una faccia  da schiaffi e da baci contemporaneamente”
“Anche quando hai ragione tu?”
“Sì perché l’hai appena ammesso”
“Anche quando occupo il bagno a lungo?”
“Sì perché poi ti lasci sempre dietro un buon profumo”
“Anche quando la notte ti metto i miei piedi gelati su una gamba?” ridacchiò
“Sì perché io ho sempre la soluzione per scaldarci” sorrisino furbo.

Un attimo di silenzio, per metabolizzare tutte quelle parole e rifletterci su
“Jongie, se ti chiedo di giurarmi che mi ami, lo fai?” ruppe ancora il suo stesso silenzio.
“No”
“Perché?” questa volta fu lui a sbattere gli occhi sorpreso.
“Perché l’amore non si giura, si dimostra.” 





Angolo dell'autrice:
e con oggi siamo giunti alla fine di questa raccolta!
Se da una parte cominciavo a non vedere l'ora di concluderla, dall'altra un po' mi dispiace che adesso sia veramente così...
E' stato parecchio impegnativo rimanere fedele tutti i giorni per una cosa o un'altra però sono soddisfatta di come è venuta ^^'
Detto questo quindi ringrazio tantissimo MiRan_90 per le sue costanti recensioni (grazie della pazienza) 
... e se poi volessero farsi avanti anche quelli che hanno seguito nell'ombra, non mi dispiacerebbe XD

In ogni caso spero vi sia piaciuta e alla prossima!
...quando mi riprendo un attimo...! XD

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