La Prossima Volta

di Celtica
(/viewuser.php?uid=833314)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guacamole ***
Capitolo 2: *** Cranberry Sauce ***
Capitolo 3: *** Tzatziki ***
Capitolo 4: *** Tapenade - prima parte ***
Capitolo 5: *** Tapenade - seconda parte ***



Capitolo 1
*** Guacamole ***


1. Guacamole

E dopo “Fiore d’Inverno” ecco una nuova Bethyl!
Questa volta divisa in pochi capitoli.

 
 

La Prossima Volta


1. Guacamole


A volte ci sono parole che non dicono niente,
ma sguardi che dicono tutto.
(Anonimo)

 

L

avorare in un caffè il giorno di Natale non è l’ideale.
Non per Beth, non dopo quella notte. Non dopo che suo padre l’ha trascinata a messa insieme a Maggie. Non dopo aver trascorso due ore con sua sorella ad aprire i regali!
No, decisamente non è un bel periodo.
E veder entrare lui, sedere al solito tavolo e farle cenno di avvicinarsi – proprio quella mattina – non è il massimo.
«Ciao Daryl» dice, allungando le labbra in un sorriso – dopo aver intercettato l’occhiata del suo capo, Carol, dietro il bancone.

«Mmh.»
«Non mi chiamo “mmh”, sai?» mormora sottovoce, chinandosi in avanti.

Daryl solleva gli occhi e la guarda. Che abbia capito?
Che esista ancora speranza al mondo?

«Una bella bistecca con le patatine. E mettici anche un po’ di quella salsa messicana, come la chiamate? Guaca…»
«Guacamole» risponde Beth, stringendo i denti.
No, decisamente il mondo è senza speranza. O almeno, quello dove vive Daryl.

«Sì, quella! Abbondante.»

«Niente uova, oggi? Come mai?»
Beth sta per voltarsi, quando – stranamente – si ferma per ascoltare la risposta.

«È Natale.»

Vorrebbe tanto ridergli in faccia – o prenderlo a sberle – perché sa che è venuto solo per irritarla. Per prenderla in giro, e farle pesare ancora di più il dover lavorare proprio quel giorno.
Natale.
Forse per Daryl non significa nulla, ma Beth ha un delizioso pranzetto ad attenderla a casa.

«Ma davvero?»
«Già. Non sei stata tu ad appendere ghirlande un po’ ovunque?»

Beth chiude gli occhi per mantenere il controllo. Certo che è stata lei! E Daryl era presente. Si era anche un po’ offeso quando Beth, festosa, gliene aveva avvolto una intorno al collo.

“Ti sta d’incanto.”
“Sta un po’ zitta.”

Ma erano altri giorni, e lei non aveva idea di dover trascorrere la mattina di Natale in caffetteria.
A servire lui.
«Sì, Daryl, sono stata io.»
Non ci sono altri clienti, e Beth può puntare direttamente dietro il bancone. Sbuffa e guarda l’orologio, sperando che l’orario di chiusura arrivi presto.

 APERTURA STRAORDINARIA
Natale, aperto fino alle 11.30
 

Manca ancora un’ora – un’intera ora – alla fine della “giornata”. E Beth non ne ha più voglia. Soprattutto con Daryl, lì, in attesa delle sue patatine con guacamole.
«Beth» la chiama Carol, dalla cucina. «Puoi venire un attimo?»
«Che succede?»
Il capo è intento a cuocere la bistecca per Daryl, e non c’è nessun altro con lui.

«Finisco qui, poi me ne devo andare.»

«Che cosa?»
Beth sgrana gli occhi, lanciando uno sguardo dietro la spalla. E il loro unico cliente? «Daryl non la prenderà bene.»
«Mi ha chiamata Sofia e… ma perché dici questo? Daryl ha chiesto di me?»

Il profumo della carne cotta – e di tutte le spezie che Carol ha il vizio di aggiungere – si propaga in fretta nell’aria, e a Beth viene in mente di aver sì fatto colazione, ma sei ore prima.
«No» risponde, coprendo appena il borbottio del suo stomaco. «Ma quando lo manderemo via…»

«Perché dovremmo mandarlo via?»

Ora, nel sorriso di Carol, Beth riesce a vedere. Non stanno per chiudere il negozio in anticipo, non raggiungerà in tempo Maggie per aiutarla a cucinare… No, resterà lì, a badare alla caffetteria, la mattina di Natale. Con Daryl.

«Io… credevo che ce ne stessimo andando.»
È un tentativo, si dice, camuffando la delusione con un sorriso incoraggiante.

«Io me ne sto andando» la corregge Carol, versando bistecca e patatine – così invitanti – in un piatto. La salsa guacamole – la famosa versione della caffetteria – è al peperoncino. «Tu resti qui.»
«Fino a quando?»
Il dito di Carol si solleva per indicare il cartello, che fa la sua figura appeso alla parete. «Undici e trenta.»
«E tu non tornerai più?»
L’espressione di Carol sembra dirle “stai scherzando?”, ma le sue parole sono più dolci – tanto per farle indorare meglio la pillola.

«No, Beth. Mi ha chiamato Sofia. È un’emergenza.»
Vorrei anch’io un’emergenza come questa. Tipo riempire il tacchino, o correre a comprare il vino.

«E Daryl?» tenta un’ultima volta, abbassando la voce. «Mi lasci da sola con lui?»
«Sono certa che non ti creerà nessun problema.»
Carol sorride, e Beth anche.

«Portagli da mangiare, adesso. Prima termina, prima se ne va.»
Non fa una piega. Afferra il piatto dalle mani di Carol, ma rimane un istante a fissarla mentre si slega il grembiule per appenderlo in fondo alla stanza.
Se ne va davvero.
Chissà perché, Beth si era illusa ancora una volta prima di vederla uscire. Potrebbe ancora tornare.
No, e lo sa bene.

«La mia bistecca?» grida qualcuno dalla sala.
Lei solleva gli occhi al cielo e gliela porta, reggendo il piatto come se pesasse dieci chili.

«Ehi, ragazzina» Daryl ha una faccia che non le piace. Divertita, troppo divertita. «Che ti è successo? Hai scoperto che Babbo Natale non esiste?»
Beth avrebbe la risposta giusta per lui, ma molla il piatto sul tavolo e si volta senza dire una parola.

Trattieniti, si ripete.
«O forse è perché non ti ha portato il regalo giusto?»
Non ha nessuna voglia di discutere con lui. O forse sì? Sarebbe un bel modo di sfogarsi… Ma se Carol lo venisse a sapere sarebbero guai. Guai seri.

«Mi chiamo Beth.»
«Come va con Zach?»

Stringi i denti. Non rispondere.
«Mi era simpatico quel ragazzo.»
«Ci siamo lasciati, Daryl» Beth si volta, trafiggendolo con uno sguardo infuriato. «Non te lo ricordi?»

«Dovrei?»
Sì, dovresti, visto che c’eri.

Beth scuote la coda bionda, dirigendosi a passo spedito verso il bancone. Posa il vassoio, e quando si volta, Daryl è seduto lì davanti. Con birra, bistecca e patatine.
«Avevo chiesto una dose abbondante di guacamole.»
«Prenditela con Carol. Ti ha servito lei.»

Fingere di essere sola non sta funzionando. Passare uno straccio asciutto sul banco, strofinare i bicchieri – già lucenti, grazie a Carol – o sciacquare il lavandino non sembrano alternative valide.
Perché Daryl è sempre lì, e continua a parlare con lei.

«Ok, chiamala.»

Beth sgrana gli occhi e lo guarda, fermandosi con lo straccio a mezz’aria.
È andata via. Siamo soli.
«Non c’è. Dovrai dirglielo un’altra volta.» Magari senza che coinvolgiate me.
Daryl prende a tagliare la carne – in modo grezzo – e Beth cerca di non cedere al dolce aroma che arriva dritto alle narici. Cerca di convincersi di aver appena mangiato, e…

«Ne vuoi?»

Lei solleva gli occhi – sul piatto invitante – e trattiene il respiro.
Dì di sì, dì di sì!
«Io… ho appena mangiato.»

La dignità ha un prezzo.

«Davvero?» la deride Daryl, puntandole contro la forchetta. «Non si direbbe da come brontola il tuo stomaco.»
In effetti, pensa Beth, ignorare quel profumo è davvero difficile. Scuote la testa e riprende a pulire un bicchiere – cristallino.
«Ho un po’ fame» ammette, lanciandogli una veloce occhiata.

Le patatine sono ancora intonse, e Beth non sa cosa darebbe per averne una! Anche senza salsa, così, subito, per prenderla e gustarsela per bene.
Daryl allarga le braccia e fa un cenno verso il piatto. «Serviti pure. Non sia mai che tu muoia di fame il giorno di Natale.»

Di nuovo. Ricordarle ancora dove si trova, quando e soprattutto con chi, non ha l’effetto sperato: la innervosisce, sì, ma non abbastanza da farle passare la fame.

«Avanti, Beth» insiste Daryl, stringendo gli occhi. «Datti da fare. Qui si raffredda tutto.»

Lei stringe le labbra, chiedendosi se valga la pena opporre resistenza.
No, decisamente no.
Prende forchetta e coltello da un cassetto, e si sporge in avanti per potersi servire. Adocchia una patatina, perfetta, lunga e dorata, ricoperta a metà di salsa, e fa per prenderla.

«Ehi, ferma» dice Daryl, facendo scontrare la sua forchetta con quella di Beth. «Non così. Le patatine vanno mangiate con le mani
Beth sta per ribattere, quando le dita di lui corrono ad afferrare la patatina. Proprio quella che aveva visto lei!

«E poi, questa è mia.»

C’è qualcosa, nel modo in cui lo ha detto, che la fa arrossire. «Avevo puntato proprio quella» mormora, affranta.
«Sei arrivata tardi, ragazzina.»

Beth sta per prenderne un’altra – quasi perfetta come la prima – quando Daryl intercetta il suo sguardo e gliela ruba. Di nuovo.
«Daryl!» grida, spalancando la bocca. «Ma lo fai apposta?»
«Perché? Prendo le migliori.»
«Finora solo quelle che ho visto io.»

Lui abbassa lo sguardo. «Allora prendo quelle che vuoi tu» dice, prima di ingollare il contenuto della lattina.
«E perché proprio quelle che voglio io?»
Daryl mastica un boccone di carne – aroma intenso – e scrolla le spalle.

«Sono più saporite.»

«Questa poi!»
Beth sgrana gli occhi e scoppia a ridere. Un bel pezzo di bistecca è dalla sua parte del piatto – tagliato da Daryl per lei – e mentre lo infilza con coltello e forchetta, sente il profumo del rosmarino.
«Allora punterò alle più brutte» aggiunge, addentando il primo assaggio.
Socchiude gli occhi, abbandonandosi al dolce sapore della carne rosea… e non vede cosa sta arrivando da parte di Daryl. Una spennellata di guacamole, inflitta tramite una patatina!

«Daryl!»

Lui sogghigna, prima di infilare l’arma in bocca. «Te la sei cercata.»
Beth passa il dorso della mano sulla guancia per ripulirsi, poi sorride. «Sai che brucia?»
«Tieni» mormora lui, avvicinandole la lattina. «Rinfrescati.»
«È peperoncino, Daryl… Non credo che un po’ di birra possa servire.»
«È Natale» risponde, guardandola serio. «Anche tu hai diritto di festeggiare.»
Beth arrossisce e distoglie lo sguardo. «Non vuoi proprio lasciarmi mangiare in pace, vero?»
«Mai.»
Stavolta è lei a colpire a tradimento, insozzandogli il mento di salsa. «Colpito!»

«Ehi, attenta… non vorrai mica cominciare una guerra?»
Beth scuote la chioma bionda e sorride. «Anche se fosse?»
Daryl si china appena in avanti, tanto da catturarla con uno sguardo. «Perderesti.»
Anche Beth si sporge in avanti, mordendosi il labbro. «Ne sei convinto?»

Splat!
Altro punto a suo favore, quando un’altra patatina – che gocciola guacamole – si abbatte sulla sua faccia.

«Daryl!» grida, con voce indemoniata.

Lui ride di gusto. «Dovresti vederti!»
Tentare di ripulirsi, questa volta, serve solo a farle riempire le mani di salsa. Beth sbuffa, cercando di mantenere un contegno dignitoso – sperando che non entri un cliente da quella porta, e che nessuno debba vederla così.

«Dai» dice Daryl, avvicinandosi con un tovagliolo di carta. «Vieni qui.»

«Non importa» sussurra lei per l’imbarazzo. «Davvero, non fa niente.»
Ma la sta già tamponando, togliendo quel che è rimasto della salsa verde dal suo viso. Ed è… una sensazione piacevole. Sì, decisamente!

«Ecco, ora stai già meglio. Somigli un po’ a un elfo, ma siamo in quel periodo, giusto?»
Gli occhi di Beth diventano due fessure. «Un elfo, eh?»
«Solo un pochino.»

«Signor Dixon» proferisce lei, incrociando le braccia al petto. «Non credi di esagerare?»

Daryl si spinge in avanti, tanto da arrivarle a un soffio. E Beth riesce a sentire il suo respiro sulla guancia.
Da quando fa così caldo qui dentro?

«No.»

Poi lui torna al suo posto e riprende a mangiare, facendole tirare un sospiro di sollievo.
Restano così per un po’, finché lei non gli offre una fetta di dolce – in fondo è Natale – e Daryl non ordina un caffè. Niente chiacchiere – per fortuna! Pensa Beth – niente di niente. Solo una mattina di festa silenziosa e tranquilla, senza bisogno di parlare.
Quando sente suonare le campane, d’istinto lei solleva gli occhi all’orologio della caffetteria e scopre di essere fuori orario. Sono le dodici meno un quarto!

«Oddio!»

Daryl la guarda senza capire. Tanto da metterla ancor più in agitazione.
«Tardi!» prende a dire, scuotendo forte le braccia. «Maggie mi ucciderà!»
«Maggie?»
«Mia sorella» spiega Beth, alzandosi.
Scioglie in fretta il grembiule, raccatta le ultime cose sul banco, le sciacqua e le infila nella lavastoviglie.

«Farò tardi. E non l’ho nemmeno avvertita… A quest’ora nemmeno sentirà il telefono. Abbiamo ospiti, oggi.»
Passa una mano sui capelli, avvolgendo la coda bionda, e si chiede come reagirà suo padre.
Non sarà lui ad arrabbiarsi… solo Maggie.

«Vivi molto distante da qui?»

Lei fa cenno di sì con la testa, poi, in un ultimo tentativo di calmarsi, fa un respiro profondo e prende a piegare il grembiule.
«Fuori dal paese» chiarisce subito, come se servisse a qualcosa. «Farò tardi. E Maggie mi ucciderà.»
Daryl lascia il suo posto, alzandosi e sgranchendosi le braccia. «Posso portarti io.»
«Non importa… Cercherò di avvertirla.»
Beth lo osserva toglierle il grembiule dalle mani – dopo averlo piegato più e più volte… - e farle cenno di no con il dito.

«Non voglio rischiare di perdere la mia cameriera preferita.»

«Se ti sentisse Carol…» risponde lei, avvampando. Carol sarebbe gelosa! Poco ma sicuro.
«Ma Carol non è una cameriera, il locale è suo.»
Un pugno leggero sul braccio, e Beth si sente subito meglio. «Ehi!»
«Che c’è?»

«Ci siamo solo io e lei qui dentro, Daryl.»

Lo vede fare un gran sorriso. «Lo so, per questo ho detto che sei la mia preferita.»
Beth solleva gli occhi al soffitto e scrolla le spalle. Cambierà mai? Verrà mai il giorno in cui lo sentirà dire qualcosa di sensato?

Persino a Natale!

«Prendo la giacca e andiamo.»
Lui non risponde, limitandosi a raggiungere la porta. Certo che a vederlo così, impettito e vestito di nero, anche Beth comincia a capire la gelosia di Carol. Non sarebbe poi tanto male – se solo stesse zitto.
Quando finalmente è pronta, escono entrambi e Daryl sparisce dietro l’angolo. Al suo ritorno, sta spingendo una-moto. Una moto!

«Stai scherzando.»
Lui la guarda con aria interrogativa.
«Io non ci salgo.»

«O questo o arrivare tardi.» Ed essere uccisi da Maggie, sembrano dire i suoi occhi.

Beth resta a pensarci, stringendosi nel cappotto. Sarà pericoloso? Da una parte l’idea di salire sembra attrarla, ma dall’altra… dall’altra preferirebbe correre a nascondersi dentro la caffetteria, a tentare di richiamare sua sorella.

«Andrai piano?»
«Pianissimo.»
Mentre si avvicina al mezzo, Beth gli lancia un’occhiata di sbieco. «Chissà perché non ti credo.»

«Dai, sali» dice lui, montando sulla sua moto. «Farò il bravo.»
«Niente casco?»
Quando Daryl si volta, Beth ha una mano appoggiata sulla sua spalla, pronta a salire. «Non va più di moda, non lo sai?»

«Forse dalle tue parti.»

Lei fa una smorfia e si costringe a salire. Abbandona le mani sul giubbotto di Daryl, sperando di non doversi aggrappare di più a lui. Sarebbe imbarazzante… soprattutto per le battute che riceverebbe in seguito.

«Non mi sembri molto fiduciosa.»
«Non lo sono, in effetti.»

«Per il casco?»
Daryl si volta appena, guardandola oltre la spalla. E Beth distoglie lo sguardo. Chiunque nelle vicinanze potrebbe pensare a loro come una coppietta intenta in effusioni, invece che a litigare.

«Sì, per il casco.»
«La prossima volta te lo farò trovare.»
«La prossima…»

Ma Beth non ha il tempo di terminare la sua domanda, che Daryl mette in moto e parte. Non può fare altro che stringersi di più a lui, nascondendo la testa dietro la sua schiena per sentire meno il vento gelido.
Maggie mi ucciderà comunque, quando mi vedrà con lui.

 n

Note dell’autrice:

Ciao a tutti! Sono alla seconda Bethyl, ed è decisamente l’opposto di “Fiore d'Inverno”. Ho ripreso lo stesso tema (caffetteria, rapporti inizialmente distaccati, periodo invernale), ma in modo completamente diverso. Tengo davvero moltissimo a quella storia, credo si sia capito (per questo, se non la conoscete, vorrei chiedervi di leggerla).
E grazie, fin da adesso, a chi leggerà, commenterà o aggiungerà la storia a seguite/preferite.
Vi lascio il link della mia pagina Facebook (Celtica).

 P.S.: ringrazio Relie che mi ha fornito un prompt bellissimo, e di nuovo in un coffee shop (anche se alla fine l’ho un po’ trasformato in una tavola calda…). E ovviamente Sb89 che non manca mai (mai!) di farmi sapere cosa pensa di ogni cosa io scriva.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cranberry Sauce ***


Cranberry Sauce
n

2. Cranberry Sauce

 

 

Ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo sei anni.
Mia madre mi portò a vederlo in un grande magazzino
e lui mi chiese l’autografo.
(Shirley Temple)

 

 

 

A

rrivare in ritardo il giorno di Natale non è l’ideale.
Lo sa bene Beth, mentre si stringe contro il giubbotto nero di Daryl. Ha trattenuto il respiro per tutto il tragitto, cercando di non ingoiare aria, ma ormai sono quasi arrivati.
Casa sua si riconosce anche in lontananza.
Ha un bel porticato scintillante di luci natalizie, e lo scheletro di una renna di ferro – messa su da Glenn, il fidanzato di Maggie – che sbrilluccica nel cortile, nonostante suo padre si sia rifiutato più volte di accenderlo.

Maggie mi ucciderà.

E quando apre la bocca, mentre il mezzo rallenta davanti a casa, a Beth viene un colpo.
Zach! Zach che parla con suo fratello Shawn.
Che cosa ci fa lui qui?
Entrambi si voltano a guardare la moto, increduli.

«Beth?» mormora il suo ragazzo – ex ragazzo, per carità! – portandosi una mano alla testa.

Daryl ha il buongusto di fermarsi a pochi passi da loro; tanto per farle un altro piacere.
Lei si china appena in avanti, tanto che la sua testa viene nascosta da quella di lui. Avvicina le labbra al suo orecchio e sussurra: «Non potevi fare qualche metro più avanti?»
Lo sente scuotersi appena, come se volesse liberarsi di una mosca fastidiosa.

«Beth?» fa eco Shawn, con un passo verso di lei. «Che succede?»
Beth conosce suo fratello così bene – troppo bene – da sapere che è solo geloso. E che con una sola domanda ne sta facendo altre tre.

“Chi è questo tipo?”
“Cosa ci fai con lui?”
“Perché l’hai portato qui?”

Lei sospira, si stringe maggiormente a Daryl per darsi la spinta e scendere dalla moto. Lo guarda pentita.
Anche Shawn mi ucciderà.

La ghirlanda sulla porta trema appena, mentre questa viene aperta e un mare di gente si riversa fuori.
Maggie, Glenn e persino Lori!
Beth si chiede se Rick sia dentro casa, a farsi un bicchierino con suo padre.

«Dove – diavolo – sei – stata» pronuncia sua sorella, raggiungendola con poche falcate. «Ho provato a chiamarti. Perché non rispondi mai al telefono?»

Lori la guarda con un misto di pena e sdegno, incrociando le braccia al petto. Come fa ogni volta che ce l’ha con Rick. E Beth si chiede che cos’abbia da guardare… proprio lei, poi.

«Volevo chiamarti…»

«Ma non l’hai fatto» la interrompe subito Maggie, restando a studiarla con quello sguardo da “aspetto le tue scuse, Beth.”

E non è ancora arrivato il peggio. Lei lo sa bene. Perché sua sorella è entrata in una bolla dove ci sono loro due soltanto, e non si è ancora accorta di Daryl.
E lui pensa bene di rompere la bolla…

«Ehi, ragazzina.»

Beth si volta. Maggie si volta. Mi ucciderà, mi ucciderà! E Daryl è sempre lì, appoggiato alla moto come se stesse girando un servizio fotografico – ecco perché Carol è pazza di lui – e le fa un cenno.
Solo un cenno.
E la bolla esplode – o forse è solo Maggie? – quando sua sorella torna a guardarla con il diavolo in corpo.

«Sei venuta con lui? In moto?»
«Avevo bisogno di un passaggio…» tenta Beth, inutilmente.

«Potevi chiamarmi!»
«Sapevo che saresti stata impegnata a cucinare! Non volevo disturbarti!»

Glenn sembra davvero spaventato, tanto che si porta una mano dietro la nuca e resta in silenzio.
Lori si guarda in giro, come se volesse essere in qualunque altro posto tranne che lì con loro – ma non è vero… a lei piace farsi gli affari degli altri – e Zach – ah, già, c’è anche lui! – è ancora a bocca spalancata, come se avesse visto un fantasma.
Shawn è l’unico che si interpone tra loro due.

«Finitela, ragazze. Abbiamo gente.»
«E allora, Shawn?» lo sfida Maggie, spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra e portandosi una mano al fianco. «Non possiamo dare spettacolo?»

«Maggie, mi dispiace. Avrei dovuto chiamarti, ma poi Daryl si è offerto di darmi un passaggio e ho pensato di arrivare in tempo…»
«Daryl, eh?» Sua sorella fa un passo avanti e lo indica, minacciosa. «Ma lo sai chi è questo tipo, almeno?»

«Un amico.»

La voce di Rick la salva in corner, giusto un momento prima che Beth pensi a cosa rispondere.
Cosa sa davvero di Daryl?

«Lo conosci?» esordiscono in coro Lori, Glenn e Maggie, guardandosi a vicenda.

Rick avanza con il suo fascino da poliziotto – senza la divisa, purtroppo! – e non perde un attimo di vista Daryl. Fa un cenno con la testa e tutta l’attenzione è su di lui.
Daryl china appena il capo, come a salutarlo.

«Ve l’ho detto: è un amico.»

Beth rimane incredula a guardarli – prima uno, poi l’altro, a ripetizione – chiedendosi perché non ne sapesse niente.
Con il suo aspetto, Daryl non è di certo rassicurante… eppure Rick ha parlato.
E quando Rick parla, beh, c’è da restare zitti e ascoltare.

«Maggie» dice poi, catturando gli occhi di sua sorella con i suoi. «Pensi che tuo padre sarà d’accordo di invitarlo a restare per pranzo?»

Sua sorella c’è rimasta così male – spiazzata – che lì per lì non risponde. Non sa cosa dire.
Tocca a Shawn fare gli onori di casa.

«Certo che sì» risponde suo fratello, mentre Beth è sempre più incredula. «Se è tuo amico, è anche amico nostro.»
Maggie non sembra aver recepito bene il messaggio, tanto che Glenn le sfiora il braccio e sorride, forse per invitarla a dire la sua – il suo cagnolino.
«Vado a dirglielo» aggiunge Shawn, sparendo dentro casa.

Daryl e Rick si camminano incontro – Beth sgrana gli occhi – e si stringono la mano, o il braccio, anzi. Lei capisce di avere la bocca spalancata come Zach, quando Rick le lancia uno sguardo di fuoco.

«Non sapevo vi conosceste» riesce a dire, schiarendosi la voce.
Rick sorride – e quando lui sorride, sono cavoli! – e abbassa lentamente il capo.

«Da molto tempo.»
«Oh.»

Hershel Greene esce nel freddo di mezzogiorno e li raggiunge zoppicando. Da quando gli hanno tagliato la gamba – in cancrena – non è mai riuscito a trovarsi troppo bene con la protesi.
«Rick» dice, facendoli voltare tutti. «Mi hanno detto che quest’uomo è tuo amico.»

«È così.»

Beth osserva il viso di suo padre, sperando che non cominci a sbraitare: “è la mia fattoria, è la mia decisione! Tocca a me decidere.”
Ma Hershel posa i suoi occhi stanchi su Daryl e lo studia un momento prima di parlare.

«Allora insisto affinché rimanga.»
Nemmeno Glenn sembra riuscire a trattenere Maggie in piedi – è sconvolta, poverina! – tanto che allunga una mano verso suo padre e mormora: «Papà?»

Daryl sposta lo sguardo su Beth, scrolla le spalle con noncuranza – finta! Finta noncuranza, ovviamente – e dice l’unica cosa che lei non si aspettava che dicesse.
O che sperava non dicesse.

«Che c’è per pranzo?»

Rick ride, e Beth cerca subito di imitarlo insieme a Glenn e Shawn. Maggie e Zach sono ancora troppo costernati per parlare, come se non si fossero resi conto della situazione.
Ed Hershel… lui solleva il mento, come quando qualcosa non gli quadra, e resta in silenzio.

«Tacchino arrosto…» blatera Maggie, che dopo un’occhiata del padre si è sentita costretta a rispondere. E sembra costarle un bello sforzo! «Con cranberry…»

«Cranberry?»

Daryl deve aver scambiato quella parola con “fogna”, visto il modo in cui ha storto la bocca.
Beth si guarda i piedi – in realtà vorrebbe scomparire – e spera che lui non aggiunga altro.

Ma è Daryl, accidenti!

«Vuoi dire quello schifo ai mirtilli rossi?»

«Daryl!» lo ammonisce Beth, senza riuscire a trattenersi.
Rick si schiarisce la voce, mentre Maggie torna all’attacco. «Sì, Daryl. Quello schifo ai mirtilli rossi.»
«Gradirei un altro linguaggio in casa mia, ragazzo» aggiunge Hershel.

Ma Daryl guarda solo Beth, allargando le braccia. «Che c’è? Sembrano emorroidi.»

Glenn accenna un risata – interrotta da un’occhiataccia da parte di Maggie – e Rick pesta un piede a terra, come se si trovasse davanti a un cavallo imbizzarrito.

«Dovresti andartene» aggiunge sua sorella, tornata padrona di sé. Purtroppo per Daryl.

Lui annuisce, stringe le labbra e lancia un’ultima occhiata a Beth prima di raggiungere la sua moto.
Rick sembra davvero dispiaciuto, tanto che fa alcuni passi avanti per fermarlo, ma è Daryl! Non si può ragionare con lui.
Hershel usa la spalla di Glenn come un bastone, e lo guarda mettere in moto.

Peccato, dice una vocina nella testa di Beth. Ma no! È Daryl.
Però, mentre lo osserva partire, lei non riesce a ignorare l’imbarazzo e l’emozione che ha provato quando era sola con lui…

E se… se fosse rimasto?
Sarebbe cambiato qualcosa?

«Beth!» riprende Maggie, come se il discorso non fosse ancora chiuso. «Che ti salta in testa? Presentarti con quel tipo…»
Sarà un pranzo molto lungo, pensa Beth, avviandosi verso casa.

 n

Sono tre giorni che Daryl non passa dalla caffetteria, e quando finalmente Beth lo vede entrare, tutta l’irritazione passa in un istante.
In fondo è la prima volta che qualcuno dice a Maggie cosa pensa della sua salsa cranberry!
Come potrebbe avercela ancora con lui?

«Ciao, Daryl» esordisce Carol, anticipandola.
Sta pulendo il bancone – da brava maniaca della pulizia, lo fa continuamente – e si sporge in avanti, sorridendo.
Beth sta servendo un cliente in quel momento, e si volta per salutarlo con un cenno.

«Ehi» risponde lui, avanzando fino agli sgabelli di ferro.
Ne infila uno sotto le gambe e batte una mano sul banco.

«Caffè, bollente.»

Quella mattina, la caffetteria è gremita di gente. Ma Carol si affretta ad annuire e a servirlo per primo.
«Dove sei finito?» la sente chiedere, Beth.
Vorrebbe tanto saperlo anche lei! È la prima volta che sparisce per giorni.
Daryl scuote la testa, come se non lo sapesse nemmeno lui – tipico, pensa lei, servendo tè e biscotti ad alcune ragazze.

«Daryl…» Carol pronuncia quel nome con una dolcezza che fa venire uno strano prurito a Beth. Accidenti! «Sono giorni che non vieni. Dove sei stato a Natale? Ti avevo invitato a casa mia, con Sofia…»

Ora Beth è concentrata solo su loro due.
Mentre il suo capo posa gentilmente la tazza di caffè davanti a Daryl, chinandosi in avanti con una strana intimità, lei si sente… si sente in fiamme!

«Ehm…» dice la ragazza che ha appena servito, guardandola come a dire: “puoi andare, grazie.”

«In giro» risponde Daryl, mentre Beth annuisce e si allontana dal tavolo.
Infila il vassoio sotto il braccio e, a passo di lumaca, raggiunge il retro.

«Ehi, ragazzina» la chiama lui, con un cenno della mano. «Vieni un po’ qui.»
Beth si sente risplendere, avanzando fino al bancone. «Sì?»

Sarà anche Daryl, ma certe attenzioni non si disdegnano mai!
Ha la sensazione che le offrirà un altro passaggio in moto – come le ha promesso – o che racconterà a Carol di Natale e di sua sorella. Beth ha già deciso che riderà alle sue battute, giusto per far capire al capo che c’è concorrenza.

«Le mie uova?»

Lei sente la mascella cedere – e l’occhiata di trionfo di Carol addosso – e lo guarda con un certo astio.

«Come, scusa?»

«Le mie uova, Beth. È così che ti chiami, giusto?» risponde, aggrottando la fronte.
Come fa a non ricordarselo?
Le ha dato un passaggio in moto! Ha scherzato con lei! Hanno diviso un pasto!

«S-sì» balbetta lei, chiedendosi come possa fare finta di niente!

«Perché non vai a prepararle?»

È una fortuna che abbia solo il vassoio tra le mani, pensa Beth. Perché ora come ora vorrebbe tanto versargli addosso qualcosa! Magari quel caffè bollente che Carol ha preparato con tanta cura.

«Beth ci stava giusto andando» si intromette il capo, con un sorrisetto soddisfatto. «Non è vero, Beth
Il suo nome, ripetuto in quel suo modo, la fa scattare in avanti. Tanto che trova il coraggio di rispondere.

«Ci vuoi anche un po’ di salsa cranberry, Daryl?»

Ora è lei a sorridere, mentre gli vede andare il caffè di traverso.
Lo sente tossire, mentre Carol sembra chiedersi di che diavolo stiano parlando.

«Allora?»

Daryl la guarda – per un lungo, lunghissimo istante – tanto che Beth si ritrova a deglutire.
Sostieni il suo sguardo, sostieni il suo sguardo. Non abbassarlo.

«Ma guarda…» dice lui con voce limpida, come se fosse divertito – o come se avesse pronta una delle sue solite battute. «Ragazzina, ti sei sbagliata. Io quello schifo non lo mangio.»

Colpito e affondato.

Beth non aspettava altro. «Oh, ma lo ricordo bene. C’ero anch’io quando…»

«Forse è meglio se vai» la interrompe Daryl, mentre Carol sembra avere un rospo in gola.
Si starà chiedendo come mai lei non ne sapesse niente, come poteva non conoscere l’avversione del suo adorato verso quella salsa…
«Cranberry?» mormora il capo.
No, è evidente che Beth si è sbagliata… Carol è rimasta ferma a quella parola, troppo scioccata per reagire.

«Che c’entra la cranberry con le uova?»

Ora, però,sono guai.
Carol si è girata verso di lei, e la sta guardando con aria antipatica. Incrocia le braccia al petto e aspetta una risposta.

E ora, che cavolo dico?

«Ecco…» comincia Beth, senza sapere cosa dire.

Non è più così sicura di voler arrivare in fondo! Provocare Daryl è un conto, ma affrontare Carol… Carol è più dura di lui; senza contare che è del suo capo che si tratta!
E che senza quei soldi, Beth potrebbe essere costretta ad accantonare il suo sogno.

È un bel sogno, pensa, mentre incrocia il suo sguardo.

«Carol» si intromette Daryl, spostando gli occhi su di lei. «Vorrei le mie uova, se non ti dispiace.»

«Ma certo…» Il capo, zittito e dispiaciuto, la guarda e sembra concederle il permesso di andare.

Beth non se lo fa ripetere due volte: si fionda in cucina, porta una mano al petto e si abbandona contro il lavandino.
Che cosa le è preso?
Perché provocare Daryl davanti a Carol?
Sa bene che non vuole. Lei non vuole mai lasciarli discutere, dice che danneggia l’immagine del locale. Ma Beth non le ha mai creduto…

Daryl non si tocca, non se è presente il capo.

«Beth!» chiamano dalla sala.
E mentre esce per raggiungere i clienti che l’hanno chiamata, Beth intercetta lo sguardo di Daryl. Sembra… divertito, sì, divertito è il termine esatto.

«Le mie uova?» ripete, facendo una smorfia.

Beth solleva gli occhi al cielo. «Stanno bruciando, Daryl.»

Carol abbandona la postazione, correndo ai fornelli a controllare. Ma in realtà, Beth non le ha nemmeno tirate fuori dal frigo, le sue maledette uova.

«Beth» ripete il cliente, e quando lei se lo trova davanti frena di colpo.
È Zach! Di nuovo!

«Che ci fai qui?»

Lui si piega in avanti, accarezzandosi un ginocchio e guardandola con l’aria di un cane bastonato.
Non sono Maggie, pensa Beth. E abbiamo abbastanza animali a casa.

«Sono venuto per te.»
«Mi stai sommergendo di messaggi» mormora lei, indicandogli l’orologio e la sua divisa. Sto lavorando, accidenti!

Lui solleva l’indice. «Un tentativo al giorno. Voglio prendermela comoda per riconquistarti.»

«Prendertela comoda?»

Ora, nel resto del locale sembra sceso il silenzio. Beth riesce a sentire gli occhi di Daryl sulla schiena, e non vuole fare brutta figura.
Non vuole farne nessuna.

«Non voglio metterti fretta.»
Ma poi non riesce a trattenersi: scuote la coda bionda, ignorando le tre ragazze al tavolo vicino e le loro occhiate curiose.

«Mi stai mettendo pressione, Zach, non fretta.»

«Beth» chiama Carol, e dal tono non sembra nulla di buono… «Non hai preparato le uova per Daryl.»
Lei china il capo e si volta, incamminandosi verso il bancone. «Vado subito.»

«Aspetta! Perché Daryl era con te a Natale?»

Se il silenzio di prima l’aveva messa in agitazione, ora Beth sente il gelo spargersi nel locale.
Incontra gli occhi di Carol, gli interrogativi che aleggiano sul suo viso, e poi quelli di Daryl.
Sembra… nervoso. Sì, nervoso, anche se non sa perché.
In fondo non hanno fatto nulla di male!

«Era… con te?» ripete il capo, ma non sembra nemmeno una domanda.

Lei non sa cosa dire. Vorrebbe tanto rispondere con una battuta, ma in quel momento non gliene viene nessuna.
È tutta colpa di Daryl, accidenti!

«Le ho dato un passaggio» borbotta Daryl, sorseggiando il suo caffè.

Beth si sente improvvisamente grata. Giusto! Le ha dato solo un passaggio! Che c’è di male?
Carol non ha certo di che essere gelosa…

«Non sembrava» si intromette Zach, appoggiando un gomito al tavolo. Beth ha tanta voglia di strozzarlo, chissà perché! «No, non sembrava proprio da come eravate stretti.»

Daryl sta per sputare – Beth non ha dubbi – tutto il caffè sul bancone.

«Stretti?» ripete Carol, come un dolce pappagallino.
E lei si ritrova a farle il verso. «Stretti

Forse Zach si è messo in testa di farla licenziare… Non c’è altra spiegazione.
Magari si è stancato dei giovedì sera, quando Carol permette a Beth di cantare per tutto il locale. I momenti in cui si sente davvero viva!
Mentre Daryl la guarda con un’espressione disgutata sul volto…

«Beh, insomma, eri abbracciata a lui.»

Se ci fossero coltelli sul banco, Beth è sicura che li prenderebbe, usando Zach come bersaglio.

«Abbracciata a lui?»

Carol è andata in tilt, non c’è molto da aggiungere. Non fa altro che ripetere ogni scemenza esca dalla bocca di Zach. E poi la guarda. Dio, come la guarda!
Beth si sente un po’ spaventata da quel lampo negli occhi.

«Eravamo in moto, Carol. Certo che mi sono stretta a lui» spiega, gesticolando. Poi si volta verso Zach, ripetendo le stesse cose. «Eravamo in moto, Zach! Ti si è fuso il cervello a furia di guardare serie tv?»

Carol poggia una mano sul bancone, e rimane a studiare Daryl. Come se lui le dovesse una qualche spiegazione! Mica sono sposati…
E Zach… Zach si alza.

«Ho visto che eravate in moto, Beth.»

Beth scuote forte la testa, digrignando i denti. «E allora qual è il problema?»

Daryl tira fuori alcune monete dalla tasca e le lascia cadere sul bancone, spingendo tutti a guardarlo.
Lascia lo sgabello, solleva due dita verso Carol e se ne va come se niente fosse.
Come se lui non c’entrasse nulla!

Accidenti a me quando gli ho detto di sì.

«Daryl! Aspetta!» grida Carol, allargando le braccia come in un film d’amore. «E le uova?»

Ma lui è già fuori, in strada. Beth riconosce un cenno rivolto a lei oltre i vetri.
Sembra dirle: “cavatela da sola. Mi sono stancato.”
Ed è proprio tipico di Daryl… lasciarla nei guai!

«Beth» La voce di Carol è mutata: ora sembra di essere in un film dell’orrore! «Che cosa è successo a Natale?»

Lei comincia a tossire – a più non posso – e si rifugia in bagno.
Scusami! Grida a gesti, chiudendosi la porta alle spalle.

Per colpa di Zach, per colpa di Daryl – ma anche per colpa di Carol, che l’ha lasciata sola a Natale – ora il mondo di Beth sembra capovolto.
Tanto varrebbe aspettare l’Apocalisse!

Forse in quel caso avrei più possibilità di sopravvivere… pensa Beth, sciacquandosi il viso.

n
 

 
Note dell’autrice:

E ci siamo! Beth è nei guai, anche se nel prossimo capitolo non ripartiremo da qui.
Grazie mille. A voi che avete letto, recensito, apprezzato. A chi ha inserito la storia tra le preferite o mi ha scritto un messaggio in privato. È bello, è rilassante scrivere questa storia, quindi lasciate che lo ripeta (tipo Carol, a pappagallo): grazie. Davvero.
Celtica

 P.S.: sia chiaro che adoro il personaggio di Carol! Così come il povero Glenn… ma su, un po’ di esagerazione, qualche volta, ci sta.

P.S.2: dimenticavo: una commedia ha lo scopo di far sorridere. Fatemi sapere se ci sono riuscita almeno una volta!
A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tzatziki ***


3. Tzatziki


3. Tzatziki

 
 

“Laura, quando finirai di essere gelosa?”
“Quando tornerai a chiamarmi Silvia!!!”
(Anonimo)

 

 

S

uonare la sera di Capodanno, con il locale pieno di gente, è l’ideale.
Se Carol non fosse ancora arrabbiata con lei, Beth si sentirebbe libera di passare di tavolo in tavolo, chiedendo ai commensali di cantare insieme. Proprio come ai vecchi tempi, quando il capo rideva sospingendola in avanti.

Anche verso Daryl.
Quel periodo è finito, però. Da quando li ha sentiti bisticciare la prima volta – Beth non riesce nemmeno a ricordare per cosa, ma era sicuramente colpa di Daryl! Non c’è dubbio – Carol ha sempre cercato di dividerli.

Questa è la mia serata! Pensa, mentre afferra la chitarra.

«Carol» chiama, passando lo strumento da una mano all’altra. «Posso?»

Le fa un cenno, come a chiederle se ha il permesso di comportarsi come sempre. E il capo, per la felicità di Beth, annuisce.
In fondo Daryl ha sempre odiato il karaoke del giovedì! Quante volte lei si è presentata da lui per chiedergli di cantare?

“Forza, canta con me! Good night and joy be with…”
“Smettila.”

Una parola – non una parola, ma LA parola – che le fa sempre mettere il broncio, spedendola direttamente al tavolo successivo.

Beth ha deciso di ignorarlo, almeno la sera di Capodanno.
Di passare oltre e lasciare a Carol l’ingrato compito di tenergli compagnia. Poverina!

«Tra quanto chiudete?» chiede Philip, il cliente preferito di Beth, aggrappandosi al suo whisky.

Lei guarda l’orologio a forma di goccia, appeso alla parete. «Un paio d’ore.»
Philip solleva il bicchierino e se lo scola tutto d’un fiato.
È in quel momento che entra Daryl – proprio come aveva promesso a Carol quella mattina – scambiando un’occhiata d’odio con il suo cliente preferito.
Tanto che Beth, per farlo apposta, sorride a Philip, pronunciando quel nomignolo che Daryl odia sentire.

«Te ne porto un altro, Governatore

«Ecco perché sei la mia preferita.»

Daryl ha abbassato il mento, scrutandola come se avesse confuso sale e zucchero nel suo caffè mattutino, e ha rallentato il passo.
Così Beth alza la voce. Giusto perché non si perda le sue parole. 

«Oh, grazie… Spero che tu non ti riferisca solo alla nostra caffetteria.»

Lo ha detto in tono così soave, che Daryl incespica in avanti, rischiando di rovesciare una sedia.
Allora ricorda cosa mi ha detto!

«Certo che no!» grida Philip, battendo un pugno sul tavolo. «Mi riferivo a tutti i locali dove sono stato.»
Poi scoppia a ridere, tanto che persino Beth decide di allontanarsi.
Non sono nemmeno le otto di sera, e il Governatore è già ubriaco! Ma si può?

«Ehi.»
È dalla figuraccia che le ha fatto fare Zach, che non si parlano. Beth aveva quasi perso la speranza…

«Ciao, Daryl.»

Lui la guarda in silenzio, muovendo appena il mento.
Cosa vorrà dirmi? Si chiede, sperando che finalmente Daryl Dixon abbia deciso di chiederle scusa.
L’ha abbandonata in balia di Carol, dopotutto!

E in balia di Maggie… non dimentichiamoci di Maggie!
Lui fa un altro cenno, scrollando anche la spalla stavolta. Tanto per confonderla meglio.

«Devi dirmi qualcosa, Daryl?»

«No» risponde, sollevando tutto il braccio a indicare la porta. «C’è il tuo fidanzato.»

Tutto il corpo di Beth si volta, mentre il suo viso rimane bloccato a osservare Daryl.
Che cosa?!
E quando decide di girarsi, è proprio Zach quello con le mani sollevate e un gran sorriso sul volto.
«Beth, felice di vedermi?»

«Dovresti andare da lui, ragazzina» dice Daryl, appoggiandosi al bancone.

Beth è così arrabbiata – e rigida, così rigida – da digrignare i denti e voltarsi a scatti.
Poi, d’improvviso, le gambe riprendono a muoversi, e lei raggiunge Daryl, battendo una mano sul banco – e facendo sussultare Carol… - e puntando occhi e bocca verso la guancia di lui.

«EX FIDANZATO» grida, prima di tornare indietro e affrontare Zach.

Lo trova seduto vicino all’albero di Natale – proprio dove Beth ha deciso di appendere il vischio… – con un’espressione beata sul volto.
«Beth» dice, puntando un dito verso il soffitto, dove è appeso il vischio. «Insisti con questa storia dell’ex? Dai, vieni qui… facciamo pace!»

Philip solleva il bicchiere verso l’alto. «Forza, ragazzo! Chi bacia l’ultimo dell’anno, bacia tutto l’anno!»

Daryl tira indietro la testa – come se fosse lui quello sotto al vischio vicino a Zach, tzè – e sgrana gli occhi. Carol ride di gusto – non vede l’ora, quella!
«Dai, Beth» Zach chiude gli occhi e posa dolcemente – dolcemente? – le mani sulle sue spalle, per attirarla a sé.

Beth, ancora sconvolta dalle parole del suo cliente preferito – e ubriaco. Preferito e ubriaco – scivola tra le braccia del suo fidanzato – EX! Ex fidanzato – e sembra incapace di reagire.
Finché non parte la ginocchiata che fa strillare Zach come una bambinetta, sotto gli sguardi scioccati di tutti i presenti.
Scende il silenzio nella sala – eccezion fatta per i lamenti osceni del ragazzo…

«BETH.»

È Carol. E ora sono guai. Peggiori di quelli con Maggie!
«ChecosahaifattoBeth?» lo dice talmente in fretta, che lei intuisce a stento metà della frase.

Daryl emette una specie di grugnito, non si capisce se stia ridendo o cosa, e dà due colpetti di tosse.
Tutta l’attenzione del capo finisce su di lui.

«Stai bene, Daryl? Vuoi un bicchiere d’acqua? Ti porto qualcosa, Daryl? Cosa posso fare per te?»

Zach è ancora piegato in due quando solleva un braccio. Indica la porta, e saluta con due dita, camminando curvo in avanti, senza guardare dove sta andando.
Una ragazza gli dà una leggera spinta per indirizzarlo verso l’uscita.
Sbam!
La testa di Zach finisce dritta contro il vetro.

«Zach! Oh, mio Dio, qualcuno può aiutarlo per piacere?» Carol non sa più da che parte guardare – ma resta a occuparsi di Daryl, che sta tossendo per le risate – e lancia uno sguardo di puro odio a Beth.
“Stai rovinando la serata!” sembra dirle.

Così lei raggiunge a testa bassa il bancone, dietro al quale si rifugia.
«Servi le tartine» sibila il capo, trasformando l’occhiataccia in un gran sorriso verso i clienti. «Tranquilli. Tutto bene! Un giro gratis per tutti!»
E mentre Beth corre a prendere un vassoio di crostini, Carol comincia a servire da bere, riempiendo anche per sé un calice di vino rosso.

«Cosa c’è sopra?» chiede Daryl, quando lei gli porge il piatto. «Sembra…»
«Non dirlo» lo interrompe Beth. «Non voglio saperlo. È tzatziki, una salsa greca.»

Lui ne prende una – con un’enorme oliva nera – e la infila tutta in bocca, masticando davanti alla sua faccia schifata.

«Non rischi di soffocare se mangi con la bocca chiusa, sai, Daryl?»

Ma lui ne afferra un’altra e ripete l’operazione.
Intanto la voce di Carol è squillante, mentre passa tra i tavoli riempiendo i bicchieri. Ride, e Beth spera che dimentichi presto il suo piccolo incidente con Zach – mentre lui è seduto in un angolo a stringersi le ginocchia.

«Tratti male le altre persone» sussurra Beth, chinandosi verso Daryl, sperando di non essere sentita dal capo.
«Non le altre persone» la corregge Daryl, con la bocca piena di salsa. «Solo te.»
Lei alza il dito medio e scuote la coda mentre si allontana.

Philip la ringrazia con un gran sorriso, riempiendosi le mani di tartine. Carol sta tenendo banco in mezzo alla sala, ridendo e facendo traboccare i bicchieri di bevande.
Altro che giro gratis, pensa Beth. Se continua così, non resterà più niente.

«Perché non canti?» le domanda poi il capo. «Canta, Beth!»
Oh, finalmente! Lei fa cenno di sì diverse volte, prima di tornare dietro il bancone a prendere la chitarra. La mano di Daryl si chiude intorno al suo polso, tanto da farla voltare.

«Non vorrai davvero suonare.»

«Sì, Daryl» risponde, cercando di mantenere il controllo – ma è così difficile! «Me l’ha chiesto Carol. Parla con lei.»
Beth tira il braccio per liberarsi della stretta, senza riuscirci. Non poteva restare a casa quel giorno? Almeno l’ultimo dell’anno!

«Devo andare. Lasciami.»

Daryl la tira verso di sé, tanto da farla finire contro il bancone tra loro, e Beth sente di essere arrossita. Accidenti!
«Che diavolo vuoi?!» chiede, ma la voce tradisce una certa incertezza, come se non le dispiacesse restare lì dov’è. Devo cantare, cavolo!

«Ragazzina, dovresti trattare meglio i tuoi clienti.»
«Non sono i miei clienti» ribatte Beth, accalorandosi – cosa sta succedendo? «Sono i clienti di Carol. E poi sei tu che tratti male gli altri. Tratti male me» si corregge poi.

«Non sembrava dispiacerti.»

«Ma quando?» Beth si sente scoperta, così tira più forte il braccio e Daryl la lascia andare. «Mi è sempre dispiaciuto.»
«Ti dispiacerà» la corregge Daryl, aggrappandosi al suo bicchiere.
Carol sta ancora trattenendo la clientela, così lei si china appena verso di lui, puntandogli un dito contro.

«Ma che cosa vuoi da me?»
«Non sono io a volere qualcosa da te» dice lui. «Sei tu a volere qualcosa da me.»

Non dovrebbe voler continuare quella conversazione, ma – Dio! – non riesce ad andarsene. Incrocia le braccia al petto e lo guarda in segno di sfida.

«E che cosa vorrei? Sentiamo.»

Non serve che Daryl risponda, bastano i suoi occhi. E ciò che non dice.
Beth si sente avvampare sotto quell’accusa. Come fa a credere una cosa simile? Proprio lei, poi!

«Non sono innamorata di te.»
«Sì, invece.»

«Come fai a dirlo?»
Lui sembra pensarci un istante prima di rispondere. Ma Beth si prepara al suo sarcasmo – al suo sarcasmo idiota.

«Il cliente ha sempre ragione.»

Lei scoppia a ridergli in faccia – anche se non ci trova niente di divertente – afferra l’ultima tartina e gliela stampa sulla guancia.
«Goditela» sussurra, a denti stretti.

Prende la chitarra e raggiunge il centro della sala, voltandosi di scatto per essere sicura di non ritrovarsi preda della furia di Daryl. Ma è Carol quella contro cui finisce, buttandola sopra un tavolo.

«Carol! Mi dipiace!»
Ci risiamo! Mi ucciderà! Non mi lascerà cantare!

Ma il capo è così bevuto da cominciare a ridere – facendo una carezza al vecchio che si ritrova davanti.
«Ciao» dice, in tono dolce. «E tu chi sei?»
Beth mette il suo braccio intorno alle spalle e la accompagna verso il bancone. «È meglio se ti siedi.»

«Beth!» Stavolta il suo nome viene accompagnato da un sorriso. «Come sei carina, Beth… Quando ti ho assunta, l’ho fatto proprio per questo tuo bel musetto… Sapevo che li avresti fatti impazzire…»

«Qualcuno qui è ubriaco» dice Philip, innalzando il calice.
Già, pensa Beth. Proprio come te. Potreste stare insieme!

Gli occhi corrono a cercare Daryl, che si alza e la aiuta a far sedere Carol sulla sedia accanto a lui.
Le fa un cenno, come a dirle che la controllerà.
Così Beth torna al centro della sala, afferra la chitarra e… No, non di nuovo.
Shawn entra dalla porta principale, e lei è di nuovo costretta a fermarsi. Finirà per non suonare nemmeno l’ultimo dell’anno!

«Che ci fai qui?»
«Puoi chiedere un permesso speciale? Dovresti tornare a casa con me in anticipo, Beth…»
«Perché?»

Shawn la raggiunge, le toglie la chitarra dalle mani – toglie-la-chitarra-toglie-la-chitarra-no-no-no-no – e la prende per un braccio.

«A Maggie serve aiuto per la festa di stasera. Mi ha mandato a prenderti.»
«Non poteva telefonare?»

Già! Beth immagina perché abbia preferito mandare suo fratello!
Tanto che gli occhi di Shawn si posano sui suoi in modo eloquente. «Dopo Natale? Dovevi aspettartelo, Beth.»
Lei solleva gli occhi al cielo – Dio, ma come fanno a trattarla tutti così? – e porta le mani ai fianchi.

«Queste persone aspettano una canzone. Non puoi aspettare?»
Shawn, di nuovo, la guarda. «Davvero vuoi far attendere Maggie?» mormora, facendo un cenno verso Daryl – non certo per salutarlo. «Sei disposta a prendertene la responsabilità?»
No. È ovvio che non sia pronta!

«Senti… è questione di pochi minuti… Dieci al massimo.»
«Ripeto: sei disposta a prendertene la responsabilità? Un bicchierino non mi dispiacerebbe.»
Beth volta il capo verso Carol, come a dirgli che ne dovrà parlare con lei. Si avvia verso il capo, e la sente parlare.

«Ehi, Daryl… cos’hai sulla faccia?» ride Carol, stendendosi sul bancone con busto e braccia. «Sembri pulito.»

A Daryl va di traverso… qualsiasi cosa si trovi nella sua bocca in quel momento, e Beth trattiene una risatina.
Dio, meno male che è ubriaca!
Già, perché normalmente Carol l’avrebbe presa per i piedi e appesa al lampadario più alto!

«Ehm… Carol» chiama Beth, facendo cenno a Shawn di avvicinarsi. Sente gli occhi di Daryl addosso e solleva il mento. «Ti dispiace se vado via prima? Mia sorella ha bisogno di me per…»
Il capo la interrompe subito, alzando un braccio in alto – ma non sembra molto stabile, tanto che sia Beth che Shawn fanno un passo indietro – e guardando il soffitto.

«Mai far aspettare una sorella.»
Già, soprattutto se si tratta di Maggie!
Lei scuote la coda, chiedendosi se il capo ricorderà di averle dato il permesso – senza toglierle la paga, si intende!

«Quindi posso andare?»

Carol sembra accorgersi solo in quel momento della presenza di Daryl. Lo guarda, lo studia e lo osserva per un po’, aggrottando la fronte.
Che si sia già scordata di avergli appena rivolto la parola?

«Daryl» dice, tenendosi al bancone per darsi la spinta verso di lui.
Beth lo vede trarsi indietro, di pochissimo, ma quel tanto che basta a farle capire che non vuole, qualsiasi cosa voglia fare o dire Carol.

«Ehm, Carol?» la chiama lei.
«Dobbiamo andare, Beth» ripete Shawn, guardando l’ora. «Maggie.»
Un nome che la fa scattare. «Carol!» grida, ma il capo sembra diventato sordo.
Daryl guarda Beth, Beth guarda Daryl – arrossendo – Carol guarda Daryl e Shawn guarda Beth.

«Sai, Daryl» riprende il capo, attirando l’attenzione degli altri tre. «Credo sia l’ultimo giorno dell’anno.»
Già. Crede. Beth non ricorda di averla mai vista così fuori.

«Bisogna festeggiare» riprende Carol, allungando le braccia intorno al collo di Daryl. Lui sembra stranito, ma niente, niente in confronto a Beth quando vede il Capo chinarsi su di lui e baciarlo.
Uccidetemi. Vi prego.

n
 

Note dell’autrice:

Rieccoci! Scusate il ritardo, è stata una settimana abbastanza piena, tant’è che il capitolo è più breve del precedente.
Vorrei ribadire una cosa: adoro Carol (lo giuro, Vostro Onore!), ma spingerla ai limiti mi piace! Che posso farci?
Grazie a chi è ancora qui!
Celtica

P.S.: finalmente siamo giunti al prompt di Relie e, non per dire, ma è stato quello scambio di battute a decidere il tono ironico della storia. Quindi, di nuovo, grazie.
P.S.2: Cre, manchi.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tapenade - prima parte ***


Tapenade

Per vedere il video clicca su  Trailer

La Prossima Volta


4. Tapenade – prima parte

 

Le vie del Signore sono infinite.
È la segnaletica che lascia a desiderare.
(Anonimo)

 

 

T

rascorrere la sera di Capodanno senza una risata è già grave. Trascorrerla seduta a braccia incrociate sul divano, con espressione imbronciata e una trombetta in bocca, è ancora peggio.
Intorno a Beth c’è gente che festeggia.
Cappellini, spumante, gridolini eccitati, e tutti felici. Tutti ripetono che non dimenticheranno questa notte, e anche lei è sicura di ricordarla. Con il mal di testa che le è venuto!
La musica è alta, le persone sono tante. Casa sua è piccola.
Piccola per tutti quegli invitati.
Maggie ha invitato ciò che resta del mondo – o di quel paesino di poche anime ubicato a pochi chilometri dalla caffetteria cittadina – e Beth vorrebbe tanto che accadesse qualcosa, qualsiasi cosa, per mandare tutti a casa e andarsene a dormire.

Ha già provato due volte a lasciare il divano ma nessuno vuole lasciarla andare. Il braccio penzolante di Glenn è ancora intorno alle sue spalle, mentre si vanta di essere fidanzato con Maggie. Ovviamente è ubriaco.

«E così le ho detto “ehi, Maggie, sono curioso: perché vuoi fare s…»

«Glenn!» lo richiama Maggie, puntando l’indice ai piedi. Come si fa con i cani. «Posso parlarti un momento?»

Mentre il ragazzo si alza, incerto sulle gambe, Beth vede una possibilità di fuga.
Posa una mano sul divano per darsi la spinta, tendendo una gamba.

Libertà!

«Beth!»
No, no, no. Non di nuovo.

Shawn sembra un po’ brillo quando la raggiunge. Si lascia cadere di fianco a lei, stringendola in un abbraccio. Beth sente il suo naso nei capelli. Ma sta annusando?
«Ah… che buon odore la mia sorellina.»

Forse brillo non è il termine corretto… ubriaco marcio va decisamente meglio.
Lori le chiede di spostare le gambe con un’occhiata, per poter allungare il vassoio a Shane, il collega fraterno di Rick – con cui condivide molto più del lavoro, a quanto dice Maggie.

«Hai bevuto, Shawn. Papà non sarà contento.»

Shawn fa una risatina, si porta un dito sulle labbra. «Shhh… nascondimi» aggiunge, afferrandole la coda bionda e portandosela davanti alla faccia.

«Ahia!»
Beth soffre i capelli, e in quel momento – proprio mentre dalla porta principale entrano Rick e Daryl. Sì, è proprio Daryl – è quasi addosso a suo fratello.

«Beth, Shawn» mormora Maggie, tenendo Glenn per il polso a mo’ di guinzaglio. «Ma che fate?»

Lo sguardo disgustato di sua sorella è sufficiente. Deve sembrare tutta un’altra cosa!
Beth, in un attimo di coraggio, tira avanti la testa e riesce a liberarsi.
Allunga una mano per reggersi, ma manca il bracciolo e finisce faccia avanti contro il tavolino. Con le tartine. Con la tepenade spalmata sui crostini. No, ora è sulla sua faccia.

«Ragazzina!» esordisce Daryl con un gran sorriso sul volto. «Ti piacciono proprio le salse, eh?»

Beth lo sente ridere mentre si allontana con Rick.
Che umiliazione!

«Cielo, Beth, che hai combinato?»

Maggie la tira su di forza – ha muscoli d’acciaio al posto delle braccia – e solleva un labbro per mostrare la dentatura perfetta.
Ha sempre quell’espressione schifata, ma perlomeno non sta urlando.

«Ha fatto un bagno di fango» dice Shawn indicandola e scoppiando a ridere.

In realtà è l’alcol a parlare per lui, perché suo fratello mai oserebbe prenderla in giro. Vero? Vero, Shawn???
Beth ha la scusa che cercava. Si dirige a passo spedito verso il bagno, ovviamente occupato. Sale le scale e va al piano superiore, fiondandosi nella sua stanza.
Lì, almeno non c’è nessuno. Per il momento.

Raggiunge i servizi, il lavandino, e si guarda allo specchio.
Ha una faccia orribile.
Da quando Carol ha baciato Daryl – Dio, Daryl è qui! Cosa ci fa qui? – tutto è andato in malora.
Lui le ha dato una spinta. “Ma sei impazzita?” ha gridato, e tutti, ma proprio tutti, nel locale sono scoppiati a ridere.

A incitarlo.
A invitarli a baciarsi!
Carol è tornata in sé per così poco – giusto il tempo di pentirsi e spaventarsi – che l’istante successivo era di nuovo con il bicchiere in mano, a brindare insieme ai clienti.
Daryl ha preso e se n’è andato.
Beth e Shawn hanno fatto lo stesso.

«Beth! Posso entrare?»

NO. Anche lui no.
Che accidenti ci fa Zach a casa sua, dopo che l’ha mollato, colpito, cacciato via?
Deve essere stato Shawn. Sono così amici quei due! Dovrebbero uscire insieme.

«No.»

«Ma perché? Guarda che ti posso spiegare… Davvero, Beth.»

Beth alza gli occhi al cielo, si sposta davanti alla porta – chiudendola a chiave – e comincia a tossire.
«N-no» ripete, imitando i conati. «Sto male. Vattene di sotto!»
«Uhm, ok.»
Non è servito fare molto per mandarlo via. Due colpetti di tosse ed è fuggito!
Forse, pensa Beth, avrebbe dovuto dirgli di cercare suo fratello. Di passare con lui l’ultima serata dell’anno. Come due innamorati!
Sarebbe proprio il colmo, ora, scendere e trovarli vicini come due piccioncini. Con la gente a fare il tifo per loro, anziché per Carol e Daryl.
Al solo pensiero, a Beth viene veramente nausea!

Quando decide di tornare in mezzo ad altri esseri viventi – per sua sfortuna, sfortuna che siano vivi – le cose sono cambiate.
Sul divano, al suo posto, c’è Daryl con Rick e il figlio di Rick; i tavolini sono stati spostati per far spazio a una specie di sala da ballo e, al centro di questa, Lori si sta dando alla pazza gioia tra le braccia di Shane.

Ma hanno bevuto tutti, oggi?
Rick non sembra curarsene. Che ci sia abituato?

Maggie pesta un piede a Glenn per farsi invitare a ballare, e fa un sorriso così dolce quando lui le porge la mano… come se fosse incantata.
Zach è al tavolo in cucina, dove bevande e stuzzichini sono alla portata di tutti. Shawn è insieme a lui. Stanno bevendo. Ovviamente.
Beth guarda oltre la mini folla di gente in casa sua, oltre il divano, oltre le teste. Fissa la porta.

Salvezza o suicidio?
Qualcuno la fermerà, costringendola a ballare, o riuscirà a lasciare quella casa?

Si tira su le maniche – che non sono leggere e trasparenti come quelle di Maggie, ma larghe e di lana, per combattere il freddo – pronta ad affrontare quell’orda.
Fa un respiro profondo, guarda decisa verso l’uscita, e scende l’ultimo scalino, ultimo appiglio a un minimo di tranquillità, a una speranza di chiudersi in camera e non venire disturbata.
Ma deve rischiare. Deve!

Risate. Gente che canta. Gente che beve.
Tocca il parquet in punta di piedi, come se tutto rallentasse, persino la musica sembra alterarsi da tanto è… lenta!
Un passo, poi un altro, Beth allarga le braccia per farsi spazio tra la prima coppia di ballerini.
Non vede nemmeno chi siano!
Ma la seconda, quella non può fingere di non conoscerla.

Lori.

Capelli fluenti, testa indietro mentre ride tra le braccia muscolose di Shane.
Con un colpo secco, Beth separa anche loro.

La porta è sempre più vicina.

«Beeeth.»

Arriva il suono ovattato della voce di Lori, ma non deve distrarsi. Occhi sull’uscita.
I prossimi sono gli avversari più pericolosi: Maggie e Glenn. Sarà dura dividere anche loro. Soprattutto ora che l’hanno vista arrivare.
Beth li trova preparati. Allunga le braccia per infilarsi tra loro, ma sua sorella digrigna i denti, urla, la prende per i capelli.

Che dolore!

«Che cosa stai facendo?!»

Non ha la forza per rispondere… Ha combattuto, e ha perso. Punta il dito verso la porta, in risposta.
Mondo crudele!

«E non potevi semplicemente chiedere?»

Maggie la trascina lontano dalla pista, tenendola per i capelli.
Non sono Glenn! Pensa Beth, mentre raggiungono il divano. No, proprio qui no! Farò la brava, lo prometto!

«Ora stai qui» le intima sua sorella, portandosi le mani sui fianchi. Cagnolino-Glenn corre al suo fianco, gli occhi offuscati dall’alcol. «E se ti vedo muovere sono guai, chiaro?»

Poi si volta verso Rick – quello con il ghigno divertito – e fa un sorriso triste. Come se dovesse scusarsi per la sua sorellina.
Non sono pazza! Vorrebbe gridare Beth.

«Vieni qui con noi, dai, Beth» dice Rick, battendo una mano sul posto libero tra lui e Daryl.

Beth arrossisce al solo pensiero.
Ma poi vede il suo sorriso incoraggiante – che avrà poi da sorridere così tanto? – e solleva gli occhi al cielo. Torna a sedersi e Carl – il caro, dolce, simpatico figlio di Rick – le infila una trombetta in bocca.

Proprio come a inizio serata. Il modo migliore per festeggiare.

«Allegria!» grida il bambino, correndo verso sua madre e Shane.
Beth incrocia nuovamente le braccia al petto e, in un vero moto di euforia, stringendo gli occhi furiosi, soffia nella carta.
«Yeeee» prende a urlare Carl, percorrendo tutta la sala.

Gli occhi di lei corrono verso la cucina. Un’occhiata a Zach e Shawn e tutto si fa più chiaro.
Il mondo non è impazzito, la gente non è ubriaca marcia senza motivo… devono aver drogato il cibo!
Non c’è altra spiegazione.
Eppure, prima di scendere le scale non li ha mai visti avvicinarsi al rinfresco…

Beh, qualcuno va incolpato, no?

Un grugnito, una risatina da parte di Rick, e Beth ricorda. Chi c’è al suo fianco, seduto lì accanto? Di chi è la mano posata sulla gamba, a un palmo dalle sue?
Aiuto.

«Ehm…» Beth si sfiora l’orecchio, voltandosi verso lo sceriffo e stringendo le labbra. Aiutami.

Ma lui non sembra cogliere.
Ma che razza di poliziotto sei?

«Tutto bene?» chiede Rick.

No, un cavolo va bene!
Beth sorride, imitando un po’ la “dolcezza” di Maggie. Dolcezza, è così che si chiama, no?

«Sì, perché?»

Lui prende a fissare il maglione – larghissimo – e non trattiene un sorriso.

«Carino. Vero, Daryl?»

Se solo avesse saputo della loro presenza, pensa Beth, si sarebbe vestita meglio. Di certo, pantaloni della tuta e lana che va oltre i fianchi non sono l’ideale. Né per l’ultimo dell’anno né per presentarsi a loro!
«Grazie» mormora, dopo essersi schiarita la voce.

Daryl scrolla le spalle – lo sente muoversi accanto a lei – ed emette un verso incerto.
Beth stringe gli occhi e trova il coraggio di voltarsi verso di lui. «Non lo trovi carino?»

«Già» riprende Rick, sporgendosi davanti al suo viso per guardare il suo amico. «Non lo trovi carino, Daryl?»
Beth arrossisce – non sa se arrossire di più per la vicinanza dello sceriffo o per la mano di Daryl così vicina a lei! – e si tira indietro, aderendo allo schienale del divano.

«Lo sai» borbotta Daryl, scuotendosi.

Rick – vicinissimo al viso di Beth. Troppo, troppo vicino! – le lancia un’occhiata, uno sguardo di fuoco prima di battere le mani sulle ginocchia e alzarsi in piedi.
«Vediamo se Shane mi concederà un ballo con mia moglie.»

Beth vede andare via l’ultima speranza, unico amico che le avrebbe impedito di fare conversazione con l’uomo al suo fianco.
Deglutisce, spinge la testa indietro e lo guarda. Stringe le labbra e poi parla.

«Che cosa ci fai qui?»

Lui rimane impassibile, gli occhi concentrati sulla pista. Sembra che Rick sia riuscito a ottenere il suo ballo!
Shane si è accarezzato la testa rasata ed è andato fuori.

Meno male che non sono uscita.

«Che ci fai qui?» ripete Beth, voltando la testa verso di lui.
Daryl si guarda le mani. «Sono stato invitato» dice, prima di prendere a osservarla.

«Chi ti avrebbe invitato?» Sentiamo!

Lui scrolla le spalle e non risponde. Come al solito. Poi, incredibilmente, solleva una mano e indica Rick.
E, per quanto Beth sia indecisa se essere felice o meno per la sua presenza, per quanto subisca il fascino dello sceriffo – come chiunque sia provvisto di occhi – mette su un finto broncio e scuote la coda.

«Non è casa sua. Non può averti invitato lui.»

Daryl la guarda. Sono vicini, occhi negli occhi, e Beth sente di essere arrossita fino alla punta dei capelli – e sono piuttosto lunghi!
Abbassa le palpebre un istante per poi incontrare ancora quello sguardo.

«Chiediglielo se non mi credi, ragazzina.»

«Credevo l’avessi finita di chiamarmi ragazzina» Ora è lei a muoversi, voltando tutto il corpo nella sua direzione. «Non lo sono più ormai.»

Daryl scrolla le spalle – non sa fare altro? – e torna a fissare Rick.
Lo sceriffo sembra divertirsi, anche se Lori non è dello stesso avviso… Lancia continue occhiate in giro, come se stesse cercando qualcosa. O qualcuno.
Beth scuote la testa. Riesce a immaginare molto bene a chi siano rivolti i pensieri della signora Grimes!
E questo le riporta alla mente Carol.

Bacio, gelosia, caffè! E Daryl…
Sbuffa, aspetta che lui si volti, ma non lo fa. È così difficile attirare la sua attenzione?

«Davvero sei stato invitato da Rick?»

Lui abbassa appena il capo, ed è sufficiente uno sguardo per avere la certezza che sia vero.
«Oh.»

«Che c’è?» chiede Daryl, portandosi le mani in grembo.

«Voglio bere.»

Beth si alza. Non vuole restare su quel divano a pensare a Carol. Bere aiuta a dimenticare, dicono. Chissà che non aiuti anche lei?
Alla fine, sa che Shawn è innocente, ed è colpa del mondo se la gente ha deciso di ubriacarsi.
Può farlo anche lei!

Si muove decisa attraverso la pista – stavolta stando attenta a non distruggere le coppie – e punta alla cucina. Zach non c’è più. Che si sia appartato con Shawn?
Le viene da ridere solo a pensarci!

Ma poi… li vede.

La mano di Daryl si stringe intorno al suo polso, ma non è sufficiente a distrarla.
Dio, non ci posso credere!
Suo fratello… il suo caro, adorato, amabile fratellino è su uno sgabello, in un angolo buio della cucina, e Zach è… chino su di lui!

Meno male che doveva chiarire…

«Ehi» dice Daryl, indicandole il tavolo del rinfresco. «Di qua.»

Beth lo segue a testa alta.
Come deve sentirsi? Fino a qualche minuto prima si sentiva disposta a ridere, a implorare pur di godersi quella scenetta… ma ora, ora spera solo che non li trovi suo padre.
Come reagirebbe trovando il suo ex con il suo fratellino?

Male.
Infarto assicurato.

Chissà, forse lo scopo di Shawn è proprio quello!
Beth afferra una tartina – Dio, che bontà! – e si gusta la tapenade. Le piace così tanto che socchiude gli occhi, fregandosene della presenza di Daryl.

«Ma che fai?» chiede lui.

«Mi godo la serata.Tu? E non provare a dirmi cosa sembra questa salsa!»

Senza aver bevuto un solo bicchiere – Nemmeno d’acqua! Giusto per chiarire – Beth si sente ubriacata dagli ultimi avvenimenti.
Si sente coraggiosa. Sì, coraggiosissima.
Tanto che ora è lei a guardare Daryl, e a sorridergli, mentre afferra la prima bottiglia di alcol che trova nascosta nell’armadio.

«Liquore alla pesca. Chissà com’è.»

«Uno schifo» borbotta Daryl, strappandogliela dalle mani.
Poi la afferra per un polso e la trascina al tavolo, verso bevande dagli strani colori. Strani colori? Che sia la tapenade a fare questo effetto??

«Prova questo» aggiunge, porgendole un bicchiere – dove ha trafficato per un po’ – e una tartina. «E dopo, questo.»
Beth vede la tapenade sulla pelle di lui, e quando gli toglie le cose di mano – giusto per tenere occupate le sue – le dita di Daryl si avvicinano al suo viso.

«Che fai?»

Lui non risponde, posa i polpastrelli pieni di salsa sulle sue labbra.
«Mi godo la serata.»

  n

Note dell’autrice:

E rieccoci! Non finirà così, assolutamente! Spero che il capitolo (e il video) vi sia piaciuto. Davvero!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Celtica

P.S.: spero di non far passare di nuovo tanto tempo per un aggiornamento, soprattutto visto come mi sento quando scrivo questa storia. BENE.
Ah, e imitando Relie, vi ricordo la pagina che gestiamo insieme: Il Giardino di Efp. Venite a trovarci!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tapenade - seconda parte ***


5. Tapenade - seconda parte

N.d.A.:

È strano tornare in questo fandom dopo tanto tempo. Tornare con una storia lasciata a metà, e persino un capitolo lasciato a metà, è ancora più strano. Devo ringraziare Relie e i suoi prompt per questo. Non vedo l’ora di usare l’ultimo!
Avete letto la prima parte di Tapenade, che si concludeva con Daryl, le sue dita sporche di salsa sulle labbra di Beth, e la sua “mi godo la serata.”
Riprendiamo da qui!
Tenete sempre in considerazione, leggendo, che il genere è tra il comico e il fluff, che siamo in pieno periodo natalizio e che vorrò tanto bene a chi terrà conto di questa piccola premessa.

Disclaimer: nessun personaggio è stato maltrattato o costretto a bere durante la stesura di questa storia.
I gentili lettori sono invitati alla festa di Capodanno in casa Greene, purché assaggino una tartina e qualsiasi intruglio alcolico Daryl abbia ficcato tra le mani di Beth nell’ultimo capitolo.

 

Questa storia partecipa alla Xmas Song indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.
Prompt: canti di Natale.

 

 

La Prossima Volta

 

 

5. Tapenade Seconda Parte

 

 

 

Mia moglie e io siamo stati felici per vent’anni.
Poi ci siamo incontrati.
(Rodney Dangerfield)

 

 

 

I

niziare la serata di Capodanno con una trombetta in bocca non è l’ideale. Arrivare al punto in cui Daryl è sul punto di baciarti un po’ sì, purché si sbrighi ad agire.
Beth sente l’odore della tapenade sulle labbra, e un calore assurdo – assurdo! – salirle lungo la gola. Daryl è così vicino… così vicino che la piccola Greene non riesce a muoversi.

Sta per baciarmi.

«Mi godo la serata» ha appena detto. Le stesse parole scelte da lei pochi attimi prima.

Ha le orecchie in fiamme, mentre la musica si trasforma in un fischio acuto nella sua testa. Non riesce a muoversi. Non vuole muoversi.
Perché dovrebbe volerlo? È Daryl.

Appunto!, grida una vocina dentro di lei. È proprio per questo che dovresti tirarti indietro.

Dove sono finiti tutti? Beth è incatenata agli occhi di Daryl, paralizzata da due dita sporche di salsa sulle labbra.
Si chiede se sia questo il sapore che sentirà tra poco. Altra tapenade, come se non ne avesse già mangiata abbastanza…

Ha bisogno di più Daryl e meno tapenade nella sua vita, di questo è sicura.

Per un brevissimo istante, pensa che lui non la bacerà. A dirla tutta, è un po’ indecisa. Non sa se volerlo. Perché sì, ok, lo vuole – in questo momento più che mai – ma è anche vero che Carol si è avventata sulle labbra di Daryl quello stesso giorno…

È davvero disposta a baciarlo? E lui? È davvero disposto a baciare un’altra ragazza, dopo Carol?
Non parlano, ed è come se il tempo si fermasse. Beth non riesce a decidersi, e si chiede se Daryl abbia colto i suoi segnali, se sia per questo che è ancora fermo, il viso a pochi respiri dal suo.

«Hai visto Maggie?»
Sembra una voce così lontana… così persa, come una carovana in mezzo a un deserto.

«Beth? Beth, hai visto Maggie?»

Una mano sulla spalla la costringe a voltarsi, a sostituire gli occhi di Daryl con quelli di Glenn.
Solo allora si accorge di avere ancora le mani impegnate. Una tartina e un bicchiere datole da Daryl.
Anche lui ha girato la testa per guardare Glenn.

«No…» sussurra Beth. Si sente come annebbiata dall’alcol, ma non ha bevuto nemmeno un goccio! «Cioè, sì, ballava con te.»
«Oh» dice Glenn, incespicando in avanti, tanto che Beth ricorda: è ubriaco. «Torno a cercarla in pista allora.»

Beth lo guarda sparire in mezzo alla folla, ma, quando si volta, Daryl non c’è più.
Fa solo in tempo a vedere la sua figura sulla porta d’ingresso. Rick lo afferra per la spalla prima che possa uscire.

Trattienilo, ti prego, trattienilo. Non farlo andare via.

Ma è troppo tardi. Rick torna da Carl, mentre Daryl scompare fuori, sotto la minaccia di una nevicata.
Beth sospira.
Ora sì che sa cosa vorrebbe. Lui. L’istante prima che Glenn arrivasse a interromperli.

Inseguilo, Beth, suggerisce una vocina nella sua testa. Corrigli dietro.

«Non farei in tempo» risponde a sé stessa.
Abbassa gli occhi sulla tartina e il bicchiere. Vorrebbe provarli, ma non ha senso ora che Daryl è andato via.

«Posso?» domanda Carl, appena sfuggito alle grinfie di suo padre.

«Che cosa?»

Ma è tardi. Carl le ha già rubato il bicchiere la tartina dalle mani.
«No!» grida Beth, guardandolo ingollare il contenuto del bicchiere. «Torna qui! Carl, Carl!»
Lo vede svanire tra la gente. Lori mi ucciderà. No, che dico? Rick mi porterà in prigione.

Si allontana in fretta dal tavolo delle vivande, giusto perché nessuno possa accusarla di aver fatto ubriacare un bambino di dieci anni.
Si avvicina alle scale, pensando bene di rifugiarsi in camera sua, quando suo padre la afferra per un braccio.

«Beth, dov’eri finita? Vieni.»

La accompagna in un angolo della sala, dove Maggie è già in posizione.
Vuole che canti.
Fino a poco prima quell’idea l’avrebbe riempita di gioia. Ora, non sa perché, ma si sente come se fosse inutile.

«Avanti, Beth» la incita suo padre. «Canta con tua sorella.»

E Beth chiude gli occhi e inizia a cantare. È la sua stessa voce a rilassarla, portandola lontano. In quel mondo, Beth non fa la cameriera, Carol non è gelosa di Daryl, e anzi, Daryl nemmeno esiste. Non si accorge neppure di averlo dimenticato, di aver iniziato a sorridere come una sciocca.

Maggie le prende la mano e la guarda raggiante.

Anche lei ha dimenticato. Non ha visto Beth arrivare in moto, non le importa del suo ritardo. Non sa nemmeno più perché ce l’avesse tanto con lei.
Beth glielo legge negli occhi.
Ricambia la stretta e il legame di sangue che le unisce si fa unico, eterno, speciale. Non conta nient’altro.

Quando la canzone finisce, i suoi occhi si spostano sui presenti, sui volti allegri che le osservano. E vedono lui. Anche Daryl la sta guardando, lui che, a detta sua, odia la sua voce e le sue canzoni.
Un istante, poi volta la schiena ed esce fuori.

«Scusami» mormora Beth a sua sorella, allungandosi per darle un bacio sulla guancia. «Ti voglio bene.»
Sente a malapena il suo nome - «Beth! Dove vai? Beth!» - mentre corre fuori, dove i primi fiocchi hanno iniziato a imbiancare il cortile.

Ha il cuore a mille; il freddo che penetra nelle ossa. Si guarda intorno e tira un sospiro di sollievo quando riconosce la moto – la sua moto – parcheggiata ancora davanti casa.
Torna dentro, infila cappotto, guanti e cappello di lana, poi inizia a cercarlo.

Aiutami a trovarlo, ti prego.

Cammina per un po’ nei dintorni prima di accorgersi dell’ombra scura nel parco giochi vicino. È lui. Deve essere lui. Beth lo sente dentro. Nel respiro che si è fatto affrettato, nello strano calore che sale a imporporarle le guance, contrastando il freddo.
Si stringe nel cappotto e lo raggiunge.
È davvero lui.

«Che ci fai qui fuori?» chiede.

«Potrei farti la stessa domanda.»

Daryl è seduto su una panchina, una lattina di birra stretta tra le mani.
Beth accarezza le catene dell’altalena prima di sedersi. Resta lì, a scrutarlo in silenzio, cercando i suoi occhi. Ma Daryl li tiene puntati su casa sua, evitando di guardarla. Si sentono voci e grida e canti, e una musica natalizia che cerca di perforare il silenzio della neve.

«Sta nevicando.»
«Ma davvero? Non me n’ero accorto.»

«Daryl» lo riprende lei, mettendo su un finto broncio.
«Dovrebbero darti l’Oscar per l’arguzia.»
«Daryl!»

«Non hai mai pronunciato il mio nome tante volte quanto hai fatto stasera.»

Beth volta il capo per nascondere il rossore.
«Meglio di te che sai chiamarmi solo ragazzina. Ma lo sai almeno come mi chiamo?»

Lui scrolla le spalle e beve un sorso. Nasconde la testa nel il colletto della giacca.
«Sì che lo sai» lo incoraggia Beth, dondolando sull’altalena. «O sei troppo ubriaco per ricordarlo?»

Daryl non risponde, dà un altro sorso alla lattina, poi sembra rinchiudersi nella sua bolla. Una bolla in cui Beth vorrebbe entrare.
Sa che c’è un solo modo per riuscirci, così si avvicina il più possibile alla panchina, sfiorandogli la gamba con il piede.

«Guarda che ti ho capito, sai.» Aspetta di vederlo irrigidirsi un po’ prima di continuare. «Fai finta di non sopportarmi solo perché ti piaccio troppo.»

Poi succede qualcosa che Beth non si aspetta. Daryl non controbatte, non grugnisce, non si alza per fuggire via. Non scoppia nemmeno a ridere. No.
Daryl si allunga e afferra le catene dell’altalena, tirandole verso di sé. Succede tutto in un attimo.

Beth sente le gambe schiacciate contro di lui, la sua mano dietro la nuca. Le loro labbra si scontrano, e lei sgrana gli occhi, incapace di muoversi, di reagire.
Finisce talmente in fretta, che Beth non ha nemmeno il tempo di abbassare le palpebre, o di rendersi conto di quanto è successo. È solo dopo che realizza.

Daryl.
Daryl mi ha baciato.

Lui abbandona le catene con malagrazia, facendola dondolare all’indietro. È di nuovo seduto come prima, nella stessa posizione, con la stessa lattina… come se non si fosse mai mosso.
E, di nuovo, non la guarda. Ha uno strano sorriso a colorargli il viso, ora. È l’unica prova che renda reale quanto è successo, che dica a Beth “sì, ti ho baciato davvero. E so che ti è piaciuto. E so che lo volevi. E so che non te lo aspettavi.”
Beth si accarezza le labbra e lo guarda alzarsi. Ora sì che la sta guardando.

«Pensi davvero di essere una ragazzina sveglia, non è vero?»

Daryl si volta, e Beth sa che se non parla adesso non glielo dirà più. E rischierà di non vederlo, e di non avere più l’occasione di chiarire quel bacio.
«Frequenterò delle lezioni di canto» dice, a voce un po’ troppo alta.
Lui si blocca sotto la neve, nel parco giochi deserto. La casa illuminata è davanti a lui, rendendolo una figura eterea, scura, un angelo nero di cui Beth capisce di non poter fare a meno.

«E perché questo dovrebbe interessarmi?»

«Cambierò orari» mormora Beth, incapace di alzarsi. «Non ci sarò quando verrai.»
Daryl resta immobile per un momento. Poi china la testa e riprende a camminare.

«Daryl» lo chiama, facendolo fermare ancora. «Perché?»
Nella notte, sotto i fiocchi che delineano la sua figura al buio, Beth lo vede scrollare le spalle.

«Perché mi andava.»

Anche a me, pensa Beth. E vorrebbe tanto avere il coraggio di dirlo ad alta voce.

Così come vorrebbe potersi alzare per inseguirlo.
“Chi bacia l’ultimo dell’anno, bacia tutto l’anno”, ha detto il Governatore quel pomeriggio.
Beth si stringe una mano sul cappotto all’altezza del cuore.

Spero tanto che sia così.

Poi, mentre decide finalmente di tornare a casa, ode una voce familiare.
«Fermi tutti!» grida Rick. «Nessuno andrà a casa finché non scoprirò chi ha dato del liquore a Carl!»

 n

 
Prompt di Relie:

“Guarda che ti ho capito, sai. Fai finta di non sopportarmi solo perché ti piaccio troppo.”
“Pensi davvero di essere una ragazzina sveglia, non è vero?”



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3610581