La Prossima Volta di Celtica (/viewuser.php?uid=833314)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guacamole ***
Capitolo 2: *** Cranberry Sauce ***
Capitolo 3: *** Tzatziki ***
Capitolo 4: *** Tapenade - prima parte ***
Capitolo 5: *** Tapenade - seconda parte ***
Capitolo 1 *** Guacamole ***
1. Guacamole
E dopo
“Fiore d’Inverno” ecco una nuova Bethyl!
Questa volta divisa in pochi capitoli.
La Prossima Volta
1.
Guacamole
A volte ci sono
parole che non dicono niente,
ma sguardi che
dicono tutto.
(Anonimo)
avorare in un
caffè il giorno di
Natale non è l’ideale.
Non per Beth, non dopo quella notte.
Non dopo che suo padre l’ha trascinata a messa insieme a
Maggie. Non dopo aver
trascorso due ore con sua sorella
ad
aprire i regali!
No, decisamente non è un bel periodo.
E veder entrare lui, sedere al
solito tavolo e farle cenno di avvicinarsi – proprio
quella mattina – non è il massimo.
«Ciao Daryl» dice, allungando le
labbra in un sorriso – dopo aver intercettato
l’occhiata del suo capo, Carol,
dietro il bancone.
«Mmh.»
«Non mi chiamo “mmh”, sai?»
mormora
sottovoce, chinandosi in avanti.
Daryl solleva
gli occhi e la guarda.
Che abbia capito?
Che esista ancora speranza al mondo?
«Una
bella bistecca con le patatine.
E mettici anche un po’ di quella salsa messicana, come la
chiamate? Guaca…»
«Guacamole» risponde Beth, stringendo
i denti.
No, decisamente il mondo è senza
speranza. O almeno, quello dove vive Daryl.
«Sì,
quella! Abbondante.»
«Niente
uova, oggi? Come mai?»
Beth sta per voltarsi, quando –
stranamente – si ferma per ascoltare la risposta.
«È
Natale.»
Vorrebbe tanto
ridergli in faccia – o
prenderlo a sberle – perché sa che è
venuto solo per irritarla. Per prenderla
in giro, e farle pesare ancora di più il dover lavorare
proprio quel giorno.
Natale.
Forse per Daryl non significa nulla,
ma Beth ha un delizioso pranzetto ad attenderla a casa.
«Ma
davvero?»
«Già. Non sei stata tu ad appendere
ghirlande un po’ ovunque?»
Beth chiude gli
occhi per mantenere
il controllo. Certo che è stata lei! E Daryl era presente.
Si era anche un po’
offeso quando Beth, festosa, gliene aveva avvolto una intorno al collo.
“Ti
sta d’incanto.”
“Sta
un po’ zitta.”
Ma erano altri
giorni, e lei non
aveva idea di dover trascorrere la mattina di Natale in caffetteria.
A
servire lui.
«Sì, Daryl, sono stata io.»
Non ci sono altri clienti, e Beth può
puntare direttamente dietro il bancone. Sbuffa e guarda
l’orologio, sperando
che l’orario di chiusura arrivi presto.
APERTURA
STRAORDINARIA
Natale,
aperto fino alle 11.30
Manca ancora
un’ora – un’intera ora –
alla fine della “giornata”. E Beth non ne ha
più voglia. Soprattutto con Daryl,
lì, in attesa delle sue patatine con guacamole.
«Beth» la chiama Carol, dalla cucina.
«Puoi venire un attimo?»
«Che succede?»
Il capo è intento a cuocere la
bistecca per Daryl, e non c’è nessun altro con lui.
«Finisco
qui, poi me ne devo andare.»
«Che
cosa?»
Beth sgrana gli occhi, lanciando uno
sguardo dietro la spalla. E il loro unico cliente? «Daryl non
la prenderà
bene.»
«Mi ha chiamata Sofia e… ma perché
dici questo? Daryl ha chiesto di me?»
Il profumo della
carne cotta – e di
tutte le spezie che Carol ha il vizio di aggiungere – si
propaga in fretta
nell’aria, e a Beth viene in mente di aver sì
fatto colazione, ma sei ore prima.
«No» risponde, coprendo appena il
borbottio del suo stomaco. «Ma quando lo manderemo
via…»
«Perché
dovremmo mandarlo via?»
Ora, nel sorriso
di Carol, Beth
riesce a vedere. Non stanno per
chiudere il negozio in anticipo, non raggiungerà in tempo
Maggie per aiutarla a
cucinare… No, resterà lì, a badare
alla caffetteria, la mattina di Natale.
Con Daryl.
«Io…
credevo che ce ne stessimo
andando.»
È un tentativo, si dice, camuffando
la delusione con un sorriso incoraggiante.
«Io
me ne sto andando» la corregge Carol, versando bistecca e
patatine – così invitanti
– in un piatto. La salsa
guacamole – la famosa versione della caffetteria –
è al peperoncino. «Tu
resti qui.»
«Fino a quando?»
Il dito di Carol si solleva per
indicare il cartello, che fa la sua figura appeso alla parete.
«Undici e
trenta.»
«E tu non tornerai più?»
L’espressione di Carol sembra dirle
“stai scherzando?”, ma le sue parole sono
più dolci – tanto per farle indorare
meglio la pillola.
«No,
Beth. Mi ha chiamato Sofia. È
un’emergenza.»
Vorrei
anch’io un’emergenza come questa. Tipo riempire il
tacchino, o correre a
comprare il vino.
«E
Daryl?» tenta un’ultima volta,
abbassando la voce. «Mi lasci da sola con lui?»
«Sono certa che non ti creerà nessun
problema.»
Carol sorride, e Beth anche.
«Portagli
da mangiare, adesso. Prima
termina, prima se ne va.»
Non
fa una piega. Afferra il
piatto dalle mani di Carol,
ma rimane un istante a fissarla mentre si slega il grembiule per
appenderlo in
fondo alla stanza.
Se
ne va davvero.
Chissà perché, Beth si era illusa
ancora una volta prima di vederla uscire. Potrebbe
ancora tornare.
No, e lo sa bene.
«La
mia bistecca?» grida qualcuno
dalla sala.
Lei solleva gli occhi al cielo e
gliela porta, reggendo il piatto come se pesasse dieci chili.
«Ehi,
ragazzina» Daryl ha una faccia
che non le piace. Divertita, troppo
divertita. «Che ti è successo? Hai scoperto che
Babbo Natale non esiste?»
Beth avrebbe la risposta giusta per
lui, ma molla il piatto sul tavolo e si volta senza dire una parola.
Trattieniti,
si ripete.
«O forse è perché non ti ha portato
il regalo giusto?»
Non ha nessuna voglia di discutere
con lui. O forse sì? Sarebbe un bel modo di
sfogarsi… Ma se Carol lo venisse a
sapere sarebbero guai. Guai seri.
«Mi
chiamo Beth.»
«Come va con Zach?»
Stringi
i denti. Non rispondere.
«Mi era simpatico quel ragazzo.»
«Ci siamo lasciati, Daryl» Beth si
volta, trafiggendolo con uno sguardo infuriato. «Non te lo
ricordi?»
«Dovrei?»
Sì,
dovresti, visto che c’eri.
Beth scuote la
coda bionda,
dirigendosi a passo spedito verso il bancone. Posa il vassoio, e quando
si volta,
Daryl è seduto lì davanti. Con birra, bistecca e
patatine.
«Avevo chiesto una dose abbondante
di guacamole.»
«Prenditela con Carol. Ti ha servito
lei.»
Fingere di
essere sola non sta
funzionando. Passare uno straccio asciutto sul banco, strofinare i
bicchieri –
già lucenti, grazie a Carol – o sciacquare il
lavandino non sembrano
alternative valide.
Perché Daryl è sempre lì, e continua
a parlare con lei.
«Ok,
chiamala.»
Beth sgrana gli
occhi e lo guarda,
fermandosi con lo straccio a mezz’aria.
È
andata via. Siamo soli.
«Non c’è. Dovrai dirglielo
un’altra
volta.» Magari senza che
coinvolgiate me.
Daryl prende a tagliare la carne – in
modo grezzo – e Beth
cerca di non
cedere al dolce aroma che arriva dritto alle narici. Cerca di
convincersi di
aver appena mangiato, e…
«Ne
vuoi?»
Lei solleva gli
occhi – sul piatto
invitante – e trattiene il respiro.
Dì
di sì, dì di sì!
«Io… ho appena mangiato.»
La
dignità ha un prezzo.
«Davvero?»
la deride Daryl,
puntandole contro la forchetta. «Non si direbbe da come
brontola il tuo
stomaco.»
In effetti, pensa Beth, ignorare quel
profumo è davvero difficile. Scuote la testa e riprende a
pulire un bicchiere –
cristallino.
«Ho un po’ fame» ammette,
lanciandogli una veloce occhiata.
Le patatine sono
ancora intonse, e
Beth non sa cosa darebbe per averne una! Anche senza salsa,
così, subito, per
prenderla e gustarsela per bene.
Daryl allarga le braccia e fa un
cenno verso il piatto. «Serviti pure. Non sia mai che tu
muoia di fame il
giorno di Natale.»
Di
nuovo. Ricordarle ancora
dove si trova, quando e soprattutto con chi, non ha l’effetto
sperato: la
innervosisce, sì, ma non abbastanza da farle passare la fame.
«Avanti,
Beth» insiste Daryl,
stringendo gli occhi. «Datti da fare. Qui si raffredda
tutto.»
Lei stringe le
labbra, chiedendosi se
valga la pena opporre resistenza.
No,
decisamente no.
Prende forchetta e coltello da un
cassetto, e si sporge in avanti per potersi servire. Adocchia una
patatina, perfetta, lunga e dorata,
ricoperta a
metà di salsa, e fa per prenderla.
«Ehi,
ferma» dice Daryl, facendo
scontrare la sua forchetta con quella di Beth. «Non
così. Le patatine vanno
mangiate con le mani.»
Beth sta per ribattere, quando le
dita di lui corrono ad afferrare la patatina. Proprio quella che aveva
visto
lei!
«E
poi, questa è mia.»
C’è
qualcosa, nel modo in cui lo ha
detto, che la fa arrossire. «Avevo puntato proprio
quella» mormora, affranta.
«Sei arrivata tardi, ragazzina.»
Beth sta per
prenderne un’altra –
quasi perfetta come la prima – quando Daryl intercetta il suo
sguardo e gliela
ruba. Di nuovo.
«Daryl!» grida, spalancando la bocca.
«Ma lo fai apposta?»
«Perché? Prendo le migliori.»
«Finora solo quelle che ho visto io.»
Lui abbassa lo
sguardo. «Allora
prendo quelle che vuoi tu» dice, prima di ingollare il
contenuto della lattina.
«E perché proprio quelle che voglio
io?»
Daryl mastica un boccone di carne – aroma
intenso – e scrolla le spalle.
«Sono
più saporite.»
«Questa
poi!»
Beth sgrana gli occhi e scoppia a
ridere. Un bel pezzo di bistecca è dalla sua parte del
piatto – tagliato da
Daryl per lei – e mentre lo infilza con coltello e forchetta,
sente il profumo
del rosmarino.
«Allora punterò alle più
brutte»
aggiunge, addentando il primo assaggio.
Socchiude gli occhi, abbandonandosi
al dolce sapore della carne rosea… e non vede cosa sta
arrivando da parte di
Daryl. Una spennellata di guacamole, inflitta tramite una patatina!
«Daryl!»
Lui sogghigna,
prima di infilare l’arma
in bocca. «Te la sei cercata.»
Beth passa il dorso della mano sulla
guancia per ripulirsi, poi sorride. «Sai che
brucia?»
«Tieni» mormora lui, avvicinandole la
lattina. «Rinfrescati.»
«È peperoncino, Daryl… Non credo che
un po’ di birra possa servire.»
«È Natale» risponde, guardandola
serio. «Anche tu hai diritto di festeggiare.»
Beth arrossisce e distoglie lo
sguardo. «Non vuoi proprio lasciarmi mangiare in pace,
vero?»
«Mai.»
Stavolta è lei a colpire a tradimento,
insozzandogli il mento di salsa. «Colpito!»
«Ehi,
attenta… non vorrai mica
cominciare una guerra?»
Beth scuote la chioma bionda e
sorride. «Anche se fosse?»
Daryl si china appena in avanti,
tanto da catturarla con uno sguardo. «Perderesti.»
Anche Beth si sporge in avanti,
mordendosi il labbro. «Ne sei convinto?»
Splat!
Altro punto a suo favore, quando
un’altra patatina – che gocciola
guacamole – si abbatte sulla sua faccia.
«Daryl!»
grida, con voce indemoniata.
Lui ride di
gusto. «Dovresti
vederti!»
Tentare di ripulirsi, questa volta,
serve solo a farle riempire le mani di salsa. Beth sbuffa, cercando di
mantenere un contegno dignitoso – sperando
che non entri un cliente da quella porta, e che nessuno debba vederla
così.
«Dai»
dice Daryl, avvicinandosi con
un tovagliolo di carta. «Vieni qui.»
«Non
importa» sussurra lei per
l’imbarazzo. «Davvero, non fa niente.»
Ma la sta già tamponando, togliendo
quel che è rimasto della salsa verde dal suo viso. Ed
è… una sensazione
piacevole. Sì, decisamente!
«Ecco,
ora stai già meglio. Somigli
un po’ a un elfo, ma siamo in quel periodo, giusto?»
Gli occhi di Beth diventano due
fessure. «Un elfo, eh?»
«Solo un pochino.»
«Signor
Dixon» proferisce lei,
incrociando le braccia al petto. «Non credi di
esagerare?»
Daryl si spinge
in avanti, tanto da
arrivarle a un soffio. E Beth riesce a sentire il suo respiro sulla
guancia.
Da
quando fa così caldo qui dentro?
«No.»
Poi lui torna al
suo posto e riprende
a mangiare, facendole tirare un sospiro di sollievo.
Restano così per un po’, finché lei
non gli offre una fetta di dolce – in
fondo è Natale – e Daryl non ordina un
caffè. Niente chiacchiere – per
fortuna! Pensa Beth
– niente di niente. Solo una mattina di festa
silenziosa e tranquilla, senza bisogno di parlare.
Quando sente suonare le campane, d’istinto
lei solleva gli occhi all’orologio della caffetteria e scopre
di essere fuori orario.
Sono le dodici meno un quarto!
«Oddio!»
Daryl la guarda
senza capire. Tanto
da metterla ancor più in agitazione.
«Tardi!» prende a dire, scuotendo
forte le braccia. «Maggie mi ucciderà!»
«Maggie?»
«Mia sorella» spiega Beth, alzandosi.
Scioglie in fretta il grembiule,
raccatta le ultime cose sul banco, le sciacqua e le infila nella
lavastoviglie.
«Farò
tardi. E non l’ho nemmeno
avvertita… A quest’ora nemmeno sentirà
il telefono. Abbiamo ospiti, oggi.»
Passa una mano sui capelli,
avvolgendo la coda bionda, e si chiede come reagirà suo
padre.
Non sarà lui ad arrabbiarsi… solo
Maggie.
«Vivi
molto distante da qui?»
Lei fa cenno di
sì con la testa, poi,
in un ultimo tentativo di calmarsi, fa un respiro profondo e prende a
piegare
il grembiule.
«Fuori dal paese» chiarisce subito,
come se servisse a qualcosa. «Farò tardi. E Maggie
mi ucciderà.»
Daryl lascia il suo posto, alzandosi
e sgranchendosi le braccia. «Posso portarti io.»
«Non importa… Cercherò di
avvertirla.»
Beth lo osserva toglierle il
grembiule dalle mani – dopo averlo piegato più e
più volte… - e farle cenno di
no con il dito.
«Non
voglio rischiare di perdere la
mia cameriera preferita.»
«Se ti
sentisse Carol…» risponde lei,
avvampando. Carol sarebbe gelosa! Poco ma sicuro.
«Ma Carol non è una cameriera, il
locale è suo.»
Un pugno leggero sul braccio, e Beth
si sente subito meglio. «Ehi!»
«Che c’è?»
«Ci
siamo solo io e lei qui dentro,
Daryl.»
Lo vede fare un
gran sorriso. «Lo so,
per questo ho detto che sei la mia preferita.»
Beth solleva gli occhi al soffitto e
scrolla le spalle. Cambierà mai? Verrà mai il
giorno in cui lo sentirà dire
qualcosa di sensato?
Persino
a Natale!
«Prendo
la giacca e andiamo.»
Lui non risponde, limitandosi a
raggiungere la porta. Certo che a vederlo così, impettito e
vestito di nero,
anche Beth comincia a capire la gelosia di Carol. Non sarebbe poi tanto
male – se solo stesse zitto.
Quando finalmente è pronta, escono
entrambi e Daryl sparisce dietro l’angolo. Al suo ritorno,
sta spingendo una-moto.
Una moto!
«Stai
scherzando.»
Lui la guarda con aria interrogativa.
«Io non ci salgo.»
«O
questo o arrivare tardi.» Ed essere
uccisi da Maggie, sembrano
dire i suoi occhi.
Beth resta a
pensarci, stringendosi
nel cappotto. Sarà pericoloso? Da una parte l’idea
di salire sembra attrarla,
ma dall’altra… dall’altra preferirebbe
correre a nascondersi dentro la
caffetteria, a tentare di richiamare sua sorella.
«Andrai
piano?»
«Pianissimo.»
Mentre si avvicina al mezzo, Beth gli
lancia un’occhiata di sbieco. «Chissà
perché non ti credo.»
«Dai,
sali» dice lui, montando sulla
sua moto. «Farò il bravo.»
«Niente casco?»
Quando Daryl si volta, Beth ha una
mano appoggiata sulla sua spalla, pronta a salire. «Non va
più di moda, non lo
sai?»
«Forse
dalle tue parti.»
Lei fa una
smorfia e si costringe a
salire. Abbandona le mani sul giubbotto di Daryl, sperando di non
doversi
aggrappare di più a lui. Sarebbe imbarazzante…
soprattutto per le battute che
riceverebbe in seguito.
«Non
mi sembri molto fiduciosa.»
«Non lo sono, in effetti.»
«Per
il casco?»
Daryl si volta appena, guardandola
oltre la spalla. E Beth distoglie lo sguardo. Chiunque nelle vicinanze
potrebbe
pensare a loro come una coppietta intenta in effusioni, invece che a litigare.
«Sì,
per il casco.»
«La prossima volta te lo farò
trovare.»
«La prossima…»
Ma
Beth non ha il tempo di terminare
la sua domanda, che Daryl mette in moto e parte. Non può
fare altro che
stringersi di più a lui, nascondendo la testa dietro la sua
schiena per sentire
meno il vento gelido.
Maggie
mi ucciderà comunque, quando mi vedrà con lui.
Note
dell’autrice:
Ciao a tutti!
Sono alla seconda
Bethyl, ed è decisamente l’opposto di “Fiore d'Inverno”. Ho
ripreso lo stesso tema (caffetteria, rapporti
inizialmente
distaccati, periodo invernale), ma in modo completamente
diverso.
Tengo davvero moltissimo a quella storia, credo si sia capito (per
questo, se
non la conoscete, vorrei chiedervi di leggerla).
E grazie, fin da adesso, a chi leggerà,
commenterà o
aggiungerà la storia a seguite/preferite.
Vi lascio il link della mia pagina
Facebook (Celtica).
P.S.:
ringrazio Relie che mi ha fornito
un prompt bellissimo, e di nuovo in un
coffee shop (anche se alla fine l’ho un po’
trasformato in una tavola calda…).
E ovviamente Sb89 che non manca mai
(mai!) di farmi sapere cosa pensa di ogni cosa io scriva.
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Capitolo 2 *** Cranberry Sauce ***
Cranberry Sauce
2.
Cranberry Sauce
Ho smesso di
credere a Babbo Natale quando avevo sei anni.
Mia madre mi portò
a vederlo in un grande magazzino
e lui mi chiese
l’autografo.
(Shirley Temple)
rrivare in
ritardo il giorno di
Natale non è l’ideale.
Lo sa bene Beth, mentre si stringe
contro il giubbotto nero di Daryl. Ha trattenuto il respiro per tutto
il
tragitto, cercando di non ingoiare aria, ma ormai sono quasi arrivati.
Casa sua si riconosce anche in
lontananza.
Ha un bel porticato scintillante di
luci natalizie, e lo scheletro di una renna di ferro – messa
su da Glenn, il
fidanzato di Maggie – che sbrilluccica nel cortile,
nonostante suo padre si sia
rifiutato più volte di accenderlo.
Maggie
mi ucciderà.
E quando apre la
bocca, mentre il
mezzo rallenta davanti a casa, a Beth viene un colpo.
Zach!
Zach che parla con suo fratello Shawn.
Che
cosa ci fa lui qui?
Entrambi
si voltano a guardare la moto,
increduli.
«Beth?»
mormora il suo ragazzo – ex
ragazzo, per carità! – portandosi una
mano alla testa.
Daryl ha il
buongusto di fermarsi a
pochi passi da loro; tanto per farle un altro piacere.
Lei si china appena in avanti, tanto
che la sua testa viene nascosta da quella di lui. Avvicina le labbra al
suo
orecchio e sussurra: «Non potevi fare qualche metro
più avanti?»
Lo sente scuotersi appena, come se
volesse liberarsi di una mosca fastidiosa.
«Beth?»
fa eco Shawn, con un passo
verso di lei. «Che succede?»
Beth conosce suo fratello così bene –
troppo bene – da sapere
che è solo
geloso. E che con una sola domanda ne sta facendo altre tre.
“Chi
è questo tipo?”
“Cosa
ci fai con lui?”
“Perché
l’hai portato qui?”
Lei sospira, si
stringe maggiormente
a Daryl per darsi la spinta e scendere dalla moto. Lo guarda pentita.
Anche
Shawn mi ucciderà.
La ghirlanda
sulla porta trema
appena, mentre questa viene aperta e un mare di gente si riversa fuori.
Maggie, Glenn e persino Lori!
Beth si chiede se Rick sia dentro casa,
a farsi un bicchierino con suo padre.
«Dove
– diavolo – sei – stata»
pronuncia sua sorella, raggiungendola con poche falcate. «Ho
provato a
chiamarti. Perché non rispondi mai al telefono?»
Lori la guarda
con un misto di pena e
sdegno, incrociando le braccia al petto. Come fa ogni
volta che ce l’ha con Rick. E Beth si chiede che
cos’abbia da
guardare… proprio lei, poi.
«Volevo
chiamarti…»
«Ma
non l’hai fatto» la interrompe
subito Maggie, restando a studiarla con quello sguardo da “aspetto le tue scuse, Beth.”
E non
è ancora arrivato il peggio.
Lei lo sa bene. Perché sua sorella è entrata in
una bolla dove ci sono loro due
soltanto, e non si è ancora accorta di Daryl.
E lui pensa bene di rompere la bolla…
«Ehi,
ragazzina.»
Beth si volta.
Maggie si volta. Mi ucciderà, mi
ucciderà! E Daryl è
sempre lì, appoggiato alla moto come se stesse girando un
servizio fotografico
– ecco perché Carol
è pazza di lui –
e le fa un cenno.
Solo
un cenno.
E la bolla esplode – o forse è solo
Maggie? – quando sua sorella torna a guardarla con il diavolo
in corpo.
«Sei
venuta con lui? In moto?»
«Avevo bisogno di un passaggio…»
tenta Beth, inutilmente.
«Potevi
chiamarmi!»
«Sapevo che saresti stata impegnata a
cucinare! Non volevo disturbarti!»
Glenn sembra
davvero spaventato, tanto
che si porta una mano dietro la nuca e resta in silenzio.
Lori si guarda in giro, come se
volesse essere in qualunque altro posto tranne che lì con
loro – ma non è vero…
a lei piace farsi gli affari degli altri – e Zach –
ah, già, c’è anche lui! –
è
ancora a bocca spalancata, come se avesse visto un fantasma.
Shawn è l’unico che si interpone tra
loro due.
«Finitela,
ragazze. Abbiamo gente.»
«E allora, Shawn?» lo sfida Maggie,
spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra e portandosi una mano
al
fianco. «Non possiamo dare spettacolo?»
«Maggie,
mi dispiace. Avrei dovuto
chiamarti, ma poi Daryl si è offerto di darmi un passaggio e
ho pensato di
arrivare in tempo…»
«Daryl, eh?» Sua sorella fa un passo
avanti e lo indica, minacciosa. «Ma lo sai chi è
questo tipo, almeno?»
«Un
amico.»
La voce di Rick
la salva in corner,
giusto un momento prima che Beth pensi a cosa rispondere.
Cosa sa davvero di Daryl?
«Lo
conosci?» esordiscono in coro
Lori, Glenn e Maggie, guardandosi a vicenda.
Rick avanza con
il suo fascino da
poliziotto – senza la divisa, purtroppo!
– e non perde un attimo di vista Daryl. Fa un cenno con la
testa e tutta
l’attenzione è su di lui.
Daryl china appena il capo, come a
salutarlo.
«Ve
l’ho detto: è un amico.»
Beth rimane
incredula a guardarli –
prima uno, poi l’altro, a ripetizione – chiedendosi
perché non ne sapesse
niente.
Con il suo aspetto, Daryl non è di
certo rassicurante… eppure Rick ha parlato.
E quando Rick parla, beh, c’è da
restare zitti e ascoltare.
«Maggie»
dice poi, catturando gli
occhi di sua sorella con i suoi. «Pensi che tuo padre
sarà d’accordo di
invitarlo a restare per pranzo?»
Sua sorella
c’è rimasta così
male – spiazzata – che lì per
lì
non risponde. Non sa cosa dire.
Tocca a Shawn fare gli onori di casa.
«Certo
che sì» risponde suo fratello,
mentre Beth è sempre più incredula. «Se
è tuo amico, è anche amico nostro.»
Maggie non sembra aver recepito bene il
messaggio, tanto che Glenn le sfiora il braccio e sorride, forse per
invitarla
a dire la sua – il suo cagnolino.
«Vado a dirglielo» aggiunge Shawn,
sparendo dentro casa.
Daryl e Rick si
camminano incontro –
Beth sgrana gli occhi – e si stringono la mano, o il braccio,
anzi. Lei capisce
di avere la bocca spalancata come Zach, quando Rick le lancia uno
sguardo di
fuoco.
«Non
sapevo vi conosceste» riesce a
dire, schiarendosi la voce.
Rick sorride – e quando lui sorride,
sono cavoli! – e abbassa lentamente il capo.
«Da
molto tempo.»
«Oh.»
Hershel Greene
esce nel freddo di
mezzogiorno e li raggiunge zoppicando. Da quando gli hanno tagliato la
gamba –
in cancrena – non è mai riuscito a trovarsi troppo
bene con la protesi.
«Rick» dice, facendoli voltare tutti.
«Mi hanno detto che quest’uomo è tuo
amico.»
«È
così.»
Beth osserva il
viso di suo padre,
sperando che non cominci a sbraitare: “è
la mia fattoria, è la mia decisione! Tocca a me
decidere.”
Ma Hershel posa i suoi occhi stanchi
su Daryl e lo studia un momento prima di parlare.
«Allora
insisto affinché rimanga.»
Nemmeno Glenn sembra riuscire a
trattenere Maggie in piedi – è sconvolta,
poverina! – tanto che allunga una
mano verso suo padre e mormora: «Papà?»
Daryl sposta lo
sguardo su Beth,
scrolla le spalle con noncuranza – finta!
Finta noncuranza, ovviamente – e dice l’unica cosa
che lei non si aspettava che
dicesse.
O che sperava non dicesse.
«Che
c’è per pranzo?»
Rick ride, e
Beth cerca subito di
imitarlo insieme a Glenn e Shawn. Maggie e Zach sono ancora troppo
costernati
per parlare, come se non si fossero resi conto della situazione.
Ed Hershel… lui solleva il mento,
come quando qualcosa non gli quadra, e resta in silenzio.
«Tacchino
arrosto…» blatera Maggie,
che dopo un’occhiata del padre si è sentita
costretta a rispondere. E sembra
costarle un bello sforzo! «Con
cranberry…»
«Cranberry?»
Daryl deve aver
scambiato quella
parola con “fogna”, visto il modo in cui ha storto
la bocca.
Beth si guarda i piedi – in realtà
vorrebbe scomparire – e spera che lui non aggiunga altro.
Ma
è Daryl, accidenti!
«Vuoi
dire quello schifo ai mirtilli
rossi?»
«Daryl!»
lo ammonisce Beth, senza
riuscire a trattenersi.
Rick si schiarisce la voce, mentre
Maggie torna all’attacco. «Sì, Daryl.
Quello schifo ai mirtilli rossi.»
«Gradirei un altro linguaggio in casa
mia, ragazzo» aggiunge Hershel.
Ma Daryl guarda
solo Beth, allargando
le braccia. «Che c’è? Sembrano
emorroidi.»
Glenn accenna un
risata – interrotta
da un’occhiataccia da parte di Maggie – e Rick
pesta un piede a terra, come se
si trovasse davanti a un cavallo imbizzarrito.
«Dovresti
andartene» aggiunge sua
sorella, tornata padrona di sé. Purtroppo
per Daryl.
Lui annuisce,
stringe le labbra e
lancia un’ultima occhiata a Beth prima di raggiungere la sua
moto.
Rick sembra davvero dispiaciuto,
tanto che fa alcuni passi avanti per fermarlo, ma è Daryl!
Non si può ragionare
con lui.
Hershel usa la spalla di Glenn come
un bastone, e lo guarda mettere in moto.
Peccato,
dice una vocina nella testa di Beth. Ma
no! È Daryl.
Però, mentre lo osserva partire, lei
non riesce a ignorare l’imbarazzo e l’emozione che
ha provato quando era sola
con lui…
E
se… se fosse rimasto?
Sarebbe cambiato qualcosa?
«Beth!»
riprende Maggie, come se il
discorso non fosse ancora chiuso. «Che ti salta in testa?
Presentarti con quel
tipo…»
Sarà
un pranzo molto lungo, pensa Beth,
avviandosi verso casa.
Sono tre giorni
che Daryl non passa
dalla caffetteria, e quando finalmente Beth lo vede entrare, tutta
l’irritazione passa in un istante.
In fondo è la prima volta che
qualcuno dice a Maggie cosa pensa della sua salsa cranberry!
Come potrebbe avercela ancora con
lui?
«Ciao,
Daryl» esordisce Carol,
anticipandola.
Sta pulendo il bancone – da brava
maniaca della pulizia, lo fa continuamente – e si sporge in
avanti, sorridendo.
Beth sta servendo un cliente in quel
momento, e si volta per salutarlo con un cenno.
«Ehi»
risponde lui, avanzando fino
agli sgabelli di ferro.
Ne infila uno sotto le gambe e batte
una mano sul banco.
«Caffè,
bollente.»
Quella mattina,
la caffetteria è
gremita di gente. Ma Carol si affretta ad annuire e a servirlo per
primo.
«Dove sei finito?» la sente chiedere,
Beth.
Vorrebbe tanto saperlo anche lei! È
la prima volta che sparisce per giorni.
Daryl scuote la testa, come se non lo
sapesse nemmeno lui – tipico,
pensa
lei, servendo tè e biscotti ad alcune ragazze.
«Daryl…»
Carol pronuncia quel nome
con una dolcezza che fa venire uno strano prurito a Beth. Accidenti! «Sono giorni che
non vieni. Dove sei stato a Natale? Ti
avevo invitato a casa mia, con Sofia…»
Ora Beth
è concentrata solo su loro
due.
Mentre il suo capo posa gentilmente
la tazza di caffè davanti a Daryl, chinandosi in avanti con
una strana intimità, lei
si sente… si sente in
fiamme!
«Ehm…»
dice la ragazza che ha appena
servito, guardandola come a dire: “puoi
andare, grazie.”
«In
giro» risponde Daryl, mentre Beth
annuisce e si allontana dal tavolo.
Infila il vassoio sotto il braccio e,
a passo di lumaca, raggiunge il
retro.
«Ehi,
ragazzina» la chiama lui, con
un cenno della mano. «Vieni un po’ qui.»
Beth si sente risplendere, avanzando
fino al bancone. «Sì?»
Sarà
anche Daryl, ma certe attenzioni
non si disdegnano mai!
Ha la sensazione che le offrirà un
altro passaggio in moto – come le ha promesso – o
che racconterà a Carol di
Natale e di sua sorella. Beth ha già deciso che
riderà alle sue battute, giusto
per far capire al capo che c’è concorrenza.
«Le
mie uova?»
Lei sente la
mascella cedere – e
l’occhiata di trionfo di Carol addosso – e lo
guarda con un certo astio.
«Come,
scusa?»
«Le
mie uova, Beth. È così che ti
chiami, giusto?» risponde, aggrottando la fronte.
Come
fa a non ricordarselo?
Le ha dato un passaggio in moto! Ha
scherzato con lei! Hanno diviso un pasto!
«S-sì»
balbetta lei, chiedendosi come
possa fare finta di niente!
«Perché
non vai a prepararle?»
È una
fortuna che abbia solo il
vassoio tra le mani, pensa Beth. Perché ora come ora
vorrebbe tanto versargli
addosso qualcosa! Magari quel caffè bollente che Carol ha
preparato con tanta cura.
«Beth
ci stava giusto andando» si
intromette il capo, con un sorrisetto soddisfatto. «Non
è vero, Beth?»
Il suo nome, ripetuto in quel suo modo,
la fa scattare in avanti. Tanto
che trova il coraggio di rispondere.
«Ci
vuoi anche un po’ di salsa cranberry,
Daryl?»
Ora è
lei a sorridere, mentre gli
vede andare il caffè di traverso.
Lo sente tossire, mentre Carol sembra
chiedersi di che diavolo stiano parlando.
«Allora?»
Daryl la guarda
– per un lungo, lunghissimo
istante – tanto che Beth si
ritrova a deglutire.
Sostieni il suo
sguardo, sostieni il suo sguardo. Non abbassarlo.
«Ma
guarda…» dice lui con voce
limpida, come se fosse divertito – o come se avesse pronta
una delle sue solite
battute. «Ragazzina, ti sei sbagliata. Io quello schifo non
lo mangio.»
Colpito
e affondato.
Beth non
aspettava altro. «Oh, ma lo
ricordo bene. C’ero anch’io
quando…»
«Forse
è meglio se vai» la interrompe
Daryl, mentre Carol sembra avere un rospo in gola.
Si starà chiedendo come mai lei non
ne sapesse niente, come poteva non conoscere l’avversione del
suo adorato verso quella
salsa…
«Cranberry?» mormora il capo.
No, è evidente che Beth si è
sbagliata… Carol è rimasta ferma a quella parola,
troppo scioccata per reagire.
«Che
c’entra la cranberry con le
uova?»
Ora,
però,sono guai.
Carol si è girata verso di lei, e la
sta guardando con aria antipatica. Incrocia le braccia al petto e
aspetta una
risposta.
E
ora, che cavolo dico?
«Ecco…»
comincia Beth, senza sapere
cosa dire.
Non è
più così sicura di voler
arrivare in fondo! Provocare Daryl è un conto, ma affrontare
Carol… Carol è più
dura di lui; senza contare che è del suo capo che si tratta!
E che senza quei soldi, Beth potrebbe
essere costretta ad accantonare il suo sogno.
È
un bel sogno, pensa, mentre
incrocia il suo sguardo.
«Carol»
si intromette Daryl,
spostando gli occhi su di lei. «Vorrei le mie uova, se non ti
dispiace.»
«Ma
certo…» Il capo, zittito e
dispiaciuto, la guarda e sembra concederle il permesso di andare.
Beth non se lo
fa ripetere due volte:
si fionda in cucina, porta una mano al petto e si abbandona contro il
lavandino.
Che cosa le è preso?
Perché provocare Daryl davanti a
Carol?
Sa bene che non vuole. Lei non vuole mai
lasciarli discutere, dice che
danneggia l’immagine del locale. Ma Beth non le ha mai
creduto…
Daryl
non si tocca, non se
è presente il capo.
«Beth!»
chiamano dalla sala.
E mentre esce per raggiungere i
clienti che l’hanno chiamata, Beth intercetta lo sguardo di
Daryl. Sembra… divertito,
sì, divertito è il termine
esatto.
«Le
mie uova?» ripete, facendo una
smorfia.
Beth solleva gli
occhi al cielo.
«Stanno bruciando, Daryl.»
Carol abbandona
la postazione,
correndo ai fornelli a controllare. Ma in realtà, Beth non
le ha nemmeno tirate
fuori dal frigo, le sue maledette uova.
«Beth»
ripete il cliente, e quando
lei se lo trova davanti frena di colpo.
È Zach! Di nuovo!
«Che
ci fai qui?»
Lui si piega in
avanti,
accarezzandosi un ginocchio e guardandola con l’aria di un
cane bastonato.
Non
sono Maggie, pensa Beth. E abbiamo abbastanza animali a casa.
«Sono
venuto per te.»
«Mi stai sommergendo di messaggi»
mormora lei, indicandogli l’orologio e la sua divisa. Sto lavorando, accidenti!
Lui solleva
l’indice. «Un tentativo
al giorno. Voglio prendermela comoda per riconquistarti.»
«Prendertela
comoda?»
Ora, nel resto
del locale sembra
sceso il silenzio. Beth riesce a sentire gli occhi di Daryl sulla
schiena, e
non vuole fare brutta figura.
Non vuole farne nessuna.
«Non
voglio metterti fretta.»
Ma poi non riesce a trattenersi:
scuote la coda bionda, ignorando le tre ragazze al tavolo vicino e le
loro
occhiate curiose.
«Mi
stai mettendo pressione, Zach,
non fretta.»
«Beth»
chiama Carol, e dal tono non
sembra nulla di buono… «Non hai preparato le uova
per Daryl.»
Lei china il capo e si volta,
incamminandosi verso il bancone. «Vado subito.»
«Aspetta!
Perché Daryl era con te a
Natale?»
Se il silenzio
di prima l’aveva messa
in agitazione, ora Beth sente il gelo spargersi nel locale.
Incontra gli occhi di Carol, gli
interrogativi che aleggiano sul suo viso, e poi quelli di Daryl.
Sembra… nervoso. Sì, nervoso, anche
se non sa perché.
In fondo non hanno fatto nulla di
male!
«Era…
con te?» ripete il capo, ma non
sembra nemmeno una domanda.
Lei non sa cosa
dire. Vorrebbe tanto
rispondere con una battuta, ma in quel momento non gliene viene nessuna.
È
tutta colpa di Daryl, accidenti!
«Le ho
dato un passaggio» borbotta Daryl,
sorseggiando il suo caffè.
Beth si sente
improvvisamente grata.
Giusto! Le ha dato solo un passaggio! Che c’è di
male?
Carol non ha certo di che essere
gelosa…
«Non
sembrava» si intromette Zach,
appoggiando un gomito al tavolo. Beth ha tanta voglia di strozzarlo,
chissà
perché! «No, non sembrava proprio da come eravate
stretti.»
Daryl sta per
sputare – Beth non ha
dubbi – tutto il caffè sul bancone.
«Stretti?»
ripete Carol, come un
dolce pappagallino.
E lei si ritrova a farle il verso. «Stretti?»
Forse Zach si
è messo in testa di
farla licenziare… Non c’è altra
spiegazione.
Magari si è stancato dei giovedì
sera, quando Carol permette a Beth di cantare per tutto il locale. I
momenti in
cui si sente davvero viva!
Mentre Daryl la guarda con
un’espressione disgutata sul volto…
«Beh,
insomma, eri abbracciata a
lui.»
Se ci fossero
coltelli sul banco,
Beth è sicura che li prenderebbe, usando Zach come bersaglio.
«Abbracciata
a lui?»
Carol
è andata in tilt, non c’è molto
da aggiungere. Non fa altro che ripetere ogni scemenza esca dalla bocca
di
Zach. E poi la guarda. Dio, come la guarda!
Beth si sente un po’ spaventata da
quel lampo negli occhi.
«Eravamo
in moto, Carol. Certo che mi
sono stretta a lui» spiega, gesticolando. Poi si volta verso
Zach, ripetendo le
stesse cose. «Eravamo in moto, Zach! Ti si è fuso
il cervello a furia di
guardare serie tv?»
Carol poggia una
mano sul bancone, e
rimane a studiare Daryl. Come se lui le dovesse una qualche
spiegazione! Mica
sono sposati…
E Zach… Zach si alza.
«Ho
visto che eravate in moto, Beth.»
Beth scuote
forte la testa,
digrignando i denti. «E allora qual è il
problema?»
Daryl tira fuori
alcune monete dalla
tasca e le lascia cadere sul bancone, spingendo tutti a guardarlo.
Lascia lo sgabello, solleva due dita
verso Carol e se ne va come se niente fosse.
Come se lui non c’entrasse nulla!
Accidenti
a me quando gli ho detto di sì.
«Daryl!
Aspetta!» grida Carol,
allargando le braccia come in un film d’amore. «E
le uova?»
Ma lui
è già fuori, in strada. Beth
riconosce un cenno rivolto a lei oltre i vetri.
Sembra dirle: “cavatela da sola. Mi
sono stancato.”
Ed è proprio tipico di Daryl…
lasciarla nei guai!
«Beth»
La voce di Carol è mutata: ora
sembra di essere in un film dell’orrore! «Che cosa
è successo a Natale?»
Lei comincia a
tossire – a più non
posso – e si rifugia in bagno.
Scusami!
Grida a gesti, chiudendosi la porta alle spalle.
Per
colpa di Zach, per colpa di Daryl
– ma anche per colpa di Carol, che l’ha lasciata
sola a Natale – ora il mondo
di Beth sembra capovolto.
Tanto varrebbe aspettare
l’Apocalisse!
Forse
in quel caso avrei più possibilità di
sopravvivere… pensa
Beth, sciacquandosi il viso.
Note
dell’autrice:
E ci siamo! Beth
è nei guai, anche se
nel prossimo capitolo non
ripartiremo
da qui.
Grazie mille. A voi che avete letto,
recensito, apprezzato. A chi ha inserito la storia tra le preferite o
mi ha
scritto un messaggio in privato. È bello, è rilassante
scrivere questa storia, quindi lasciate che lo ripeta (tipo Carol, a
pappagallo): grazie. Davvero.
Celtica
P.S.:
sia chiaro che adoro il
personaggio di Carol! Così come il povero Glenn…
ma su, un po’ di esagerazione,
qualche volta, ci sta.
P.S.2:
dimenticavo: una commedia ha
lo scopo di far sorridere. Fatemi
sapere se ci sono riuscita almeno una volta!
A presto!
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Capitolo 3 *** Tzatziki ***
3. Tzatziki
3. Tzatziki
“Laura,
quando
finirai di essere gelosa?”
“Quando tornerai a
chiamarmi Silvia!!!”
(Anonimo)
uonare la sera
di Capodanno, con il
locale pieno di gente, è l’ideale.
Se Carol non fosse ancora arrabbiata
con lei, Beth si sentirebbe libera di passare di tavolo in tavolo,
chiedendo ai
commensali di cantare insieme. Proprio come ai vecchi tempi, quando il
capo
rideva sospingendola in avanti.
Anche
verso Daryl.
Quel periodo è finito, però. Da
quando li ha sentiti bisticciare la prima volta – Beth non
riesce nemmeno a
ricordare per cosa, ma era
sicuramente colpa di Daryl! Non c’è dubbio
– Carol ha sempre cercato di
dividerli.
Questa
è la mia serata! Pensa, mentre
afferra la chitarra.
«Carol»
chiama, passando lo strumento
da una mano all’altra. «Posso?»
Le fa un cenno,
come a chiederle se
ha il permesso di comportarsi come sempre. E il capo, per la
felicità di Beth,
annuisce.
In fondo Daryl ha sempre odiato il karaoke
del giovedì! Quante volte lei si è presentata da
lui per chiedergli di cantare?
“Forza,
canta con me! Good night and joy be with…”
“Smettila.”
Una parola
– non una parola, ma LA
parola – che le fa sempre mettere il broncio,
spedendola direttamente al tavolo successivo.
Beth ha deciso
di ignorarlo, almeno
la sera di Capodanno.
Di passare oltre e lasciare a Carol
l’ingrato compito di tenergli compagnia. Poverina!
«Tra
quanto chiudete?» chiede Philip,
il cliente preferito di Beth, aggrappandosi al suo whisky.
Lei guarda
l’orologio a forma di
goccia, appeso alla parete. «Un paio
d’ore.»
Philip solleva il bicchierino e se lo
scola tutto d’un fiato.
È in quel momento che entra Daryl –
proprio come aveva promesso a Carol quella mattina –
scambiando un’occhiata
d’odio con il suo cliente preferito.
Tanto che Beth, per farlo apposta,
sorride a Philip, pronunciando quel nomignolo che Daryl odia
sentire.
«Te ne
porto un altro, Governatore?»
«Ecco
perché sei la mia preferita.»
Daryl ha
abbassato il mento, scrutandola
come se avesse confuso sale e zucchero nel suo caffè
mattutino, e ha rallentato
il passo.
Così Beth alza la voce. Giusto perché
non si perda le sue parole.
«Oh,
grazie… Spero che tu non ti riferisca solo
alla nostra caffetteria.»
Lo ha detto in
tono così soave, che
Daryl incespica in avanti,
rischiando di rovesciare una sedia.
Allora
ricorda cosa mi ha detto!
«Certo
che no!» grida Philip,
battendo un pugno sul tavolo. «Mi riferivo a tutti i locali
dove sono stato.»
Poi scoppia a ridere, tanto che
persino Beth decide di allontanarsi.
Non sono nemmeno le otto di sera, e
il Governatore è già ubriaco! Ma si
può?
«Ehi.»
È dalla figuraccia che le ha fatto
fare Zach, che non si parlano. Beth aveva quasi perso la
speranza…
«Ciao,
Daryl.»
Lui la guarda in
silenzio, muovendo
appena il mento.
Cosa
vorrà dirmi? Si chiede,
sperando che finalmente Daryl Dixon
abbia deciso di
chiederle scusa.
L’ha abbandonata in balia di Carol,
dopotutto!
E
in balia di Maggie… non dimentichiamoci di Maggie!
Lui fa
un altro cenno, scrollando
anche la spalla stavolta. Tanto per confonderla meglio.
«Devi
dirmi qualcosa, Daryl?»
«No»
risponde, sollevando tutto il
braccio a indicare la porta. «C’è il tuo
fidanzato.»
Tutto il corpo
di Beth si volta,
mentre il suo viso rimane bloccato a osservare Daryl.
Che
cosa?!
E quando decide di girarsi, è proprio
Zach quello con le mani sollevate e un gran sorriso sul volto.
«Beth, felice di vedermi?»
«Dovresti
andare da lui, ragazzina»
dice Daryl, appoggiandosi al bancone.
Beth
è così arrabbiata – e rigida,
così rigida –
da digrignare i denti e voltarsi a scatti.
Poi, d’improvviso, le gambe
riprendono a muoversi, e lei raggiunge Daryl, battendo una mano sul
banco – e
facendo sussultare Carol… - e puntando occhi e bocca verso
la guancia di lui.
«EX
FIDANZATO» grida, prima di tornare
indietro e affrontare Zach.
Lo trova seduto
vicino all’albero di
Natale – proprio dove Beth ha deciso di appendere il
vischio… – con un’espressione
beata sul volto.
«Beth» dice, puntando un dito verso
il soffitto, dove è appeso il vischio.
«Insisti con questa storia dell’ex? Dai, vieni
qui… facciamo pace!»
Philip solleva
il bicchiere verso
l’alto. «Forza, ragazzo! Chi bacia
l’ultimo dell’anno, bacia tutto
l’anno!»
Daryl tira
indietro la testa – come
se fosse lui quello sotto al vischio vicino a Zach, tzè
– e sgrana gli occhi.
Carol ride di gusto – non vede l’ora, quella!
«Dai, Beth» Zach chiude gli occhi e
posa dolcemente – dolcemente? – le mani sulle sue
spalle, per attirarla a sé.
Beth, ancora
sconvolta dalle parole
del suo cliente preferito
– e
ubriaco. Preferito e ubriaco – scivola tra le braccia del suo
fidanzato – EX!
Ex fidanzato – e sembra incapace di reagire.
Finché non parte la ginocchiata che
fa strillare Zach come una bambinetta, sotto gli sguardi scioccati di
tutti i
presenti.
Scende il silenzio nella sala –
eccezion fatta per i lamenti osceni del ragazzo…
«BETH.»
È
Carol. E ora sono guai. Peggiori di
quelli con Maggie!
«ChecosahaifattoBeth?» lo dice
talmente in fretta, che lei intuisce a stento metà della
frase.
Daryl emette una
specie di grugnito,
non si capisce se stia ridendo o cosa, e dà due colpetti di
tosse.
Tutta l’attenzione del capo finisce
su di lui.
«Stai
bene, Daryl? Vuoi un bicchiere
d’acqua? Ti porto qualcosa, Daryl? Cosa posso fare per
te?»
Zach
è ancora piegato in due quando
solleva un braccio. Indica la porta, e saluta con due dita, camminando
curvo in
avanti, senza guardare dove sta andando.
Una ragazza gli dà una leggera spinta
per indirizzarlo verso l’uscita.
Sbam!
La testa di Zach finisce dritta contro
il vetro.
«Zach!
Oh, mio Dio, qualcuno può
aiutarlo per piacere?» Carol non sa più da che
parte guardare – ma resta a
occuparsi di Daryl, che sta tossendo per le risate – e lancia
uno sguardo di
puro odio a Beth.
“Stai
rovinando la serata!” sembra dirle.
Così
lei raggiunge a testa bassa il
bancone, dietro al quale si rifugia.
«Servi le tartine» sibila il capo,
trasformando l’occhiataccia in un gran sorriso verso i
clienti. «Tranquilli.
Tutto bene! Un giro gratis per tutti!»
E mentre Beth corre a prendere un
vassoio di crostini, Carol comincia a servire da bere, riempiendo anche
per sé
un calice di vino rosso.
«Cosa
c’è sopra?» chiede Daryl,
quando lei gli porge il piatto. «Sembra…»
«Non dirlo» lo interrompe Beth. «Non
voglio saperlo. È tzatziki, una salsa greca.»
Lui ne prende
una – con un’enorme
oliva nera – e la infila tutta in bocca, masticando davanti
alla sua faccia
schifata.
«Non
rischi di soffocare se mangi con
la bocca chiusa, sai, Daryl?»
Ma lui ne
afferra un’altra e ripete
l’operazione.
Intanto la voce di Carol è
squillante, mentre passa tra i tavoli riempiendo i bicchieri. Ride, e
Beth
spera che dimentichi presto il suo piccolo incidente
con Zach – mentre lui è seduto in un angolo a
stringersi le ginocchia.
«Tratti
male le altre persone»
sussurra Beth, chinandosi verso Daryl, sperando
di non essere sentita dal capo.
«Non le altre persone» la corregge
Daryl, con la bocca piena di salsa. «Solo te.»
Lei alza il dito medio e scuote la
coda mentre si allontana.
Philip la
ringrazia con un gran
sorriso, riempiendosi le mani di tartine. Carol sta tenendo banco in
mezzo alla
sala, ridendo e facendo traboccare i bicchieri di bevande.
Altro
che giro gratis, pensa Beth. Se continua così, non resterà
più niente.
«Perché
non canti?» le domanda poi il
capo. «Canta, Beth!»
Oh, finalmente! Lei fa cenno di sì
diverse volte, prima di tornare dietro il bancone a prendere la
chitarra. La
mano di Daryl si chiude intorno al suo polso, tanto da farla voltare.
«Non
vorrai davvero suonare.»
«Sì,
Daryl» risponde, cercando di
mantenere il controllo – ma è così
difficile! «Me l’ha chiesto Carol. Parla con
lei.»
Beth tira il braccio per liberarsi
della stretta, senza riuscirci. Non poteva restare a casa quel giorno?
Almeno
l’ultimo dell’anno!
«Devo
andare. Lasciami.»
Daryl la tira
verso di sé, tanto da
farla finire contro il bancone tra loro, e Beth sente di essere
arrossita. Accidenti!
«Che diavolo vuoi?!» chiede, ma la
voce tradisce una certa incertezza, come se non le dispiacesse restare
lì
dov’è. Devo cantare,
cavolo!
«Ragazzina,
dovresti trattare meglio
i tuoi clienti.»
«Non sono i miei clienti» ribatte
Beth, accalorandosi – cosa sta
succedendo? «Sono i clienti di Carol. E poi sei tu
che tratti male gli
altri. Tratti male me» si
corregge
poi.
«Non
sembrava dispiacerti.»
«Ma
quando?» Beth si sente scoperta,
così tira più forte il braccio e Daryl la lascia
andare. «Mi è sempre
dispiaciuto.»
«Ti dispiacerà» la corregge Daryl,
aggrappandosi al suo bicchiere.
Carol sta ancora trattenendo la
clientela, così lei si china appena verso di lui,
puntandogli un dito contro.
«Ma
che cosa vuoi da me?»
«Non sono io a volere qualcosa da te»
dice lui. «Sei tu a volere qualcosa da me.»
Non dovrebbe
voler continuare quella
conversazione, ma – Dio! – non riesce ad andarsene.
Incrocia le braccia al
petto e lo guarda in segno di sfida.
«E che
cosa vorrei? Sentiamo.»
Non serve che
Daryl risponda, bastano
i suoi occhi. E ciò che non dice.
Beth si sente avvampare sotto
quell’accusa. Come fa a credere una cosa simile? Proprio lei,
poi!
«Non
sono innamorata di te.»
«Sì, invece.»
«Come
fai a dirlo?»
Lui sembra pensarci un istante prima
di rispondere. Ma Beth si prepara al suo sarcasmo – al suo
sarcasmo idiota.
«Il
cliente ha sempre ragione.»
Lei scoppia a
ridergli in faccia –
anche se non ci trova niente di divertente – afferra
l’ultima tartina e gliela
stampa sulla guancia.
«Goditela» sussurra, a denti stretti.
Prende la
chitarra e raggiunge il
centro della sala, voltandosi di scatto per essere sicura di non
ritrovarsi
preda della furia di Daryl. Ma è Carol quella contro cui
finisce, buttandola
sopra un tavolo.
«Carol!
Mi dipiace!»
Ci
risiamo! Mi ucciderà! Non mi lascerà cantare!
Ma il capo
è così bevuto da
cominciare a ridere – facendo una carezza al vecchio che si
ritrova davanti.
«Ciao» dice, in tono dolce. «E tu chi
sei?»
Beth mette il suo braccio intorno
alle spalle e la accompagna verso il bancone. «È
meglio se ti siedi.»
«Beth!»
Stavolta il suo nome viene
accompagnato da un sorriso. «Come sei carina,
Beth… Quando ti ho assunta, l’ho
fatto proprio per questo tuo bel musetto… Sapevo che li
avresti fatti
impazzire…»
«Qualcuno
qui è ubriaco» dice Philip,
innalzando il calice.
Già,
pensa Beth. Proprio come te. Potreste
stare insieme!
Gli occhi
corrono a cercare Daryl,
che si alza e la aiuta a far sedere Carol sulla sedia accanto a lui.
Le fa un cenno, come a dirle che la
controllerà.
Così Beth torna al centro della sala,
afferra la chitarra e… No, non di
nuovo.
Shawn entra dalla porta principale, e
lei è di nuovo costretta a fermarsi. Finirà per
non suonare nemmeno l’ultimo
dell’anno!
«Che
ci fai qui?»
«Puoi chiedere un permesso speciale?
Dovresti tornare a casa con me in anticipo, Beth…»
«Perché?»
Shawn la
raggiunge, le toglie la
chitarra dalle mani – toglie-la-chitarra-toglie-la-chitarra-no-no-no-no
– e la prende per un braccio.
«A
Maggie serve aiuto per la festa di
stasera. Mi ha mandato a prenderti.»
«Non poteva telefonare?»
Già!
Beth immagina perché abbia
preferito mandare suo fratello!
Tanto che gli occhi di Shawn si
posano sui suoi in modo eloquente. «Dopo Natale? Dovevi
aspettartelo, Beth.»
Lei solleva gli occhi al cielo – Dio,
ma come fanno a trattarla tutti così? – e porta le
mani ai fianchi.
«Queste
persone aspettano una
canzone. Non puoi aspettare?»
Shawn, di nuovo, la guarda. «Davvero
vuoi far attendere Maggie?» mormora, facendo un cenno verso
Daryl – non certo per
salutarlo. «Sei disposta a
prendertene la responsabilità?»
No. È ovvio che non sia pronta!
«Senti…
è questione di pochi minuti…
Dieci al massimo.»
«Ripeto: sei disposta a prendertene
la responsabilità? Un bicchierino non mi
dispiacerebbe.»
Beth volta il capo verso Carol, come
a dirgli che ne dovrà parlare con lei. Si avvia verso il
capo, e la sente
parlare.
«Ehi,
Daryl… cos’hai sulla faccia?»
ride Carol, stendendosi sul bancone con busto e braccia.
«Sembri pulito.»
A Daryl va di
traverso… qualsiasi
cosa si trovi nella sua bocca in quel momento, e Beth trattiene una
risatina.
Dio,
meno male che è ubriaca!
Già, perché normalmente Carol
l’avrebbe presa per i piedi e appesa al lampadario
più alto!
«Ehm…
Carol» chiama Beth, facendo
cenno a Shawn di avvicinarsi. Sente gli occhi di Daryl addosso e
solleva il
mento. «Ti dispiace se vado via prima? Mia sorella ha bisogno
di me per…»
Il capo la interrompe subito, alzando
un braccio in alto – ma non sembra molto stabile, tanto che
sia Beth che Shawn
fanno un passo indietro – e guardando il soffitto.
«Mai
far aspettare una sorella.»
Già, soprattutto se si tratta di
Maggie!
Lei scuote la coda, chiedendosi se il
capo ricorderà di averle dato il permesso – senza
toglierle la paga, si
intende!
«Quindi
posso andare?»
Carol sembra
accorgersi solo in quel
momento della presenza di Daryl. Lo guarda, lo studia e lo osserva per
un po’,
aggrottando la fronte.
Che si sia già scordata di avergli
appena rivolto la parola?
«Daryl»
dice, tenendosi al bancone
per darsi la spinta verso di lui.
Beth lo vede trarsi indietro, di
pochissimo, ma quel tanto che basta a farle capire che non
vuole, qualsiasi cosa voglia fare o dire Carol.
«Ehm,
Carol?» la chiama lei.
«Dobbiamo andare, Beth» ripete Shawn,
guardando l’ora. «Maggie.»
Un nome che la fa scattare. «Carol!»
grida, ma il capo sembra diventato sordo.
Daryl guarda Beth, Beth guarda Daryl
– arrossendo – Carol guarda Daryl e Shawn guarda
Beth.
«Sai,
Daryl» riprende il capo,
attirando l’attenzione degli altri tre. «Credo sia
l’ultimo giorno dell’anno.»
Già. Crede. Beth non
ricorda di averla mai vista così fuori.
«Bisogna
festeggiare» riprende Carol,
allungando le braccia intorno al collo di Daryl. Lui sembra stranito, ma niente, niente
in confronto a Beth quando vede
il Capo chinarsi su di lui e baciarlo.
Uccidetemi.
Vi prego.
Note
dell’autrice:
Rieccoci!
Scusate il ritardo, è stata
una settimana abbastanza piena, tant’è che il
capitolo è più breve del
precedente.
Vorrei ribadire una cosa: adoro
Carol (lo giuro, Vostro Onore!),
ma spingerla ai limiti mi piace! Che posso farci?
Grazie a chi è ancora qui!
Celtica
P.S.:
finalmente siamo giunti al
prompt di Relie e, non per dire, ma è stato quello scambio
di battute a
decidere il tono ironico della storia. Quindi, di nuovo, grazie.
P.S.2: Cre, manchi.
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Capitolo 4 *** Tapenade - prima parte ***
Tapenade
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La
Prossima Volta
4.
Tapenade – prima
parte
Le
vie del Signore sono
infinite.
È
la segnaletica che lascia
a desiderare.
(Anonimo)
rascorrere
la sera di Capodanno senza
una risata è già grave. Trascorrerla seduta a
braccia incrociate sul divano,
con espressione imbronciata e una trombetta in bocca, è
ancora peggio.
Intorno
a Beth c’è gente che
festeggia.
Cappellini,
spumante, gridolini
eccitati, e tutti felici. Tutti ripetono che non dimenticheranno questa
notte,
e anche lei è sicura di ricordarla. Con il mal di testa che
le è venuto!
La
musica è alta, le persone sono
tante. Casa sua è piccola.
Piccola
per tutti quegli invitati.
Maggie
ha invitato ciò che resta del
mondo – o di quel paesino di poche anime ubicato a pochi
chilometri dalla
caffetteria cittadina – e Beth vorrebbe tanto
che accadesse qualcosa, qualsiasi cosa,
per mandare tutti a casa e andarsene a dormire.
Ha
già provato due volte a lasciare
il divano ma nessuno vuole lasciarla andare. Il braccio penzolante di
Glenn è
ancora intorno alle sue spalle, mentre si vanta di essere fidanzato con
Maggie.
Ovviamente è ubriaco.
«E
così le ho detto “ehi,
Maggie,
sono curioso: perché vuoi fare s…»
«Glenn!»
lo richiama Maggie, puntando
l’indice ai piedi. Come si fa con i
cani.
«Posso parlarti un momento?»
Mentre
il ragazzo si alza, incerto
sulle gambe, Beth vede una possibilità di fuga.
Posa
una mano sul divano per darsi la
spinta, tendendo una gamba.
Libertà!
«Beth!»
No,
no, no. Non di nuovo.
Shawn
sembra un po’ brillo quando la
raggiunge. Si lascia cadere di fianco a lei, stringendola in un
abbraccio. Beth
sente il suo naso nei capelli. Ma sta
annusando?
«Ah…
che buon odore la mia
sorellina.»
Forse
brillo non è il termine
corretto… ubriaco marcio
va
decisamente meglio.
Lori
le chiede di spostare le gambe
con un’occhiata, per poter allungare il vassoio a Shane, il
collega fraterno di
Rick – con cui condivide molto più del lavoro, a
quanto dice Maggie.
«Hai
bevuto, Shawn. Papà non sarà
contento.»
Shawn
fa una risatina, si porta un
dito sulle labbra. «Shhh… nascondimi»
aggiunge, afferrandole la coda bionda e
portandosela davanti alla faccia.
«Ahia!»
Beth
soffre i capelli, e in quel momento
– proprio mentre dalla porta
principale entrano Rick e Daryl.
Sì,
è proprio Daryl – è quasi addosso a suo
fratello.
«Beth,
Shawn» mormora Maggie, tenendo
Glenn per il polso a mo’ di guinzaglio. «Ma che
fate?»
Lo
sguardo disgustato di sua sorella
è sufficiente. Deve sembrare tutta un’altra cosa!
Beth,
in un attimo di coraggio, tira
avanti la testa e riesce a liberarsi.
Allunga
una mano per reggersi, ma
manca il bracciolo e finisce faccia avanti contro il tavolino. Con le tartine. Con la tepenade spalmata sui
crostini. No, ora è sulla sua faccia.
«Ragazzina!»
esordisce Daryl con un
gran sorriso sul volto. «Ti piacciono proprio le salse,
eh?»
Beth
lo sente ridere mentre si
allontana con Rick.
Che
umiliazione!
«Cielo,
Beth, che hai combinato?»
Maggie
la tira su di forza – ha
muscoli d’acciaio al posto delle braccia – e
solleva un labbro per mostrare la
dentatura perfetta.
Ha
sempre quell’espressione schifata,
ma perlomeno non sta urlando.
«Ha
fatto un bagno di fango» dice
Shawn indicandola e scoppiando a ridere.
In
realtà è l’alcol a parlare per
lui, perché suo fratello mai
oserebbe
prenderla in giro. Vero? Vero, Shawn???
Beth
ha la scusa che cercava. Si
dirige a passo spedito verso il bagno, ovviamente occupato.
Sale le scale e va al piano superiore, fiondandosi nella
sua stanza.
Lì,
almeno non c’è nessuno. Per
il momento.
Raggiunge
i servizi, il lavandino, e
si guarda allo specchio.
Ha
una faccia orribile.
Da
quando Carol ha baciato Daryl – Dio,
Daryl è qui! Cosa ci fa qui? – tutto
è andato in malora.
Lui
le ha dato una spinta. “Ma sei
impazzita?” ha gridato, e tutti,
ma proprio tutti, nel locale sono
scoppiati a ridere.
A
incitarlo.
A
invitarli a baciarsi!
Carol
è tornata in sé per così poco
–
giusto il tempo di pentirsi e spaventarsi – che
l’istante successivo era di
nuovo con il bicchiere in mano, a brindare insieme ai clienti.
Daryl
ha preso e se n’è andato.
Beth
e Shawn hanno fatto lo stesso.
«Beth!
Posso entrare?»
NO.
Anche lui no.
Che
accidenti ci fa Zach a casa sua,
dopo che l’ha mollato, colpito, cacciato via?
Deve
essere stato Shawn. Sono così
amici quei due! Dovrebbero uscire
insieme.
«No.»
«Ma
perché? Guarda che ti posso
spiegare… Davvero, Beth.»
Beth
alza gli occhi al cielo, si
sposta davanti alla porta – chiudendola a chiave –
e comincia a tossire.
«N-no»
ripete, imitando i conati.
«Sto male. Vattene di sotto!»
«Uhm,
ok.»
Non
è servito fare molto per mandarlo
via. Due colpetti di tosse ed è fuggito!
Forse,
pensa Beth, avrebbe dovuto
dirgli di cercare suo fratello. Di passare con lui l’ultima
serata dell’anno. Come due
innamorati!
Sarebbe
proprio il colmo, ora,
scendere e trovarli vicini come due piccioncini. Con la gente a fare il
tifo
per loro, anziché per Carol e Daryl.
Al
solo pensiero, a Beth viene
veramente nausea!
Quando
decide di tornare in mezzo ad
altri esseri viventi – per sua sfortuna,
sfortuna che siano vivi –
le cose
sono cambiate.
Sul
divano, al suo posto,
c’è Daryl con Rick e il figlio di Rick; i tavolini
sono
stati spostati per far spazio a una specie di sala da ballo e, al
centro di
questa, Lori si sta dando alla pazza gioia tra le braccia di Shane.
Ma
hanno bevuto tutti, oggi?
Rick
non sembra curarsene. Che ci sia abituato?
Maggie
pesta un piede a Glenn per
farsi invitare a ballare, e fa un sorriso così dolce quando lui le porge la
mano… come se fosse incantata.
Zach
è al tavolo in cucina, dove
bevande e stuzzichini sono alla portata di tutti. Shawn è
insieme a lui. Stanno
bevendo. Ovviamente.
Beth
guarda oltre la mini folla di
gente in casa sua, oltre il divano, oltre le teste. Fissa la porta.
Salvezza
o suicidio?
Qualcuno
la fermerà, costringendola a
ballare, o riuscirà a lasciare quella casa?
Si
tira su le maniche – che non sono
leggere e trasparenti come quelle di Maggie, ma larghe e di lana, per
combattere il freddo – pronta ad affrontare
quell’orda.
Fa
un respiro profondo, guarda decisa
verso l’uscita, e scende l’ultimo
scalino, ultimo appiglio a un minimo di tranquillità, a una
speranza di chiudersi
in camera e non venire disturbata.
Ma
deve rischiare. Deve!
Risate.
Gente che canta. Gente che
beve.
Tocca
il parquet in punta di piedi,
come se tutto rallentasse, persino la musica sembra alterarsi da tanto
è… lenta!
Un
passo, poi un altro, Beth allarga
le braccia per farsi spazio tra la prima coppia di ballerini.
Non
vede nemmeno chi siano!
Ma
la seconda, quella non può fingere
di non conoscerla.
Lori.
Capelli
fluenti, testa indietro
mentre ride tra le braccia muscolose di Shane.
Con
un colpo secco, Beth separa anche
loro.
La
porta è sempre più vicina.
«Beeeth.»
Arriva
il suono ovattato della voce
di Lori, ma non deve distrarsi. Occhi sull’uscita.
I
prossimi sono gli avversari più
pericolosi: Maggie e Glenn. Sarà dura dividere anche loro.
Soprattutto ora che
l’hanno vista arrivare.
Beth
li trova preparati. Allunga le
braccia per infilarsi tra loro, ma sua sorella digrigna i denti, urla,
la
prende per i capelli.
Che
dolore!
«Che
cosa stai facendo?!»
Non
ha la forza per rispondere… Ha
combattuto, e ha perso. Punta il dito verso la porta, in risposta.
Mondo
crudele!
«E
non potevi semplicemente
chiedere?»
Maggie
la trascina lontano dalla
pista, tenendola per i capelli.
Non
sono Glenn!
Pensa Beth, mentre raggiungono il divano.
No, proprio qui no! Farò la brava,
lo
prometto!
«Ora
stai qui» le intima sua sorella,
portandosi le mani sui fianchi. Cagnolino-Glenn corre al suo fianco,
gli occhi
offuscati dall’alcol. «E se ti vedo muovere sono
guai, chiaro?»
Poi
si volta verso Rick – quello con
il ghigno divertito – e fa un sorriso triste. Come se dovesse
scusarsi per la
sua sorellina.
Non
sono pazza!
Vorrebbe gridare Beth.
«Vieni
qui con noi, dai, Beth» dice
Rick, battendo una mano sul posto libero tra lui e Daryl.
Beth
arrossisce al solo pensiero.
Ma
poi vede il suo sorriso
incoraggiante – che avrà
poi da sorridere
così tanto? – e solleva gli occhi al
cielo. Torna a sedersi e Carl – il
caro, dolce, simpatico figlio di
Rick
– le infila una trombetta in bocca.
Proprio
come a inizio serata. Il modo migliore per festeggiare.
«Allegria!»
grida il bambino,
correndo verso sua madre e Shane.
Beth
incrocia nuovamente le braccia
al petto e, in un vero moto di euforia, stringendo gli occhi furiosi,
soffia
nella carta.
«Yeeee»
prende a urlare Carl, percorrendo
tutta la sala.
Gli
occhi di lei corrono verso la
cucina. Un’occhiata a Zach e Shawn e tutto si fa
più chiaro.
Il
mondo non è impazzito, la gente
non è ubriaca marcia senza motivo… devono aver
drogato il cibo!
Non
c’è altra spiegazione.
Eppure,
prima di scendere le scale
non li ha mai visti avvicinarsi al rinfresco…
Beh,
qualcuno va incolpato, no?
Un
grugnito, una risatina da parte di
Rick, e Beth ricorda. Chi
c’è al suo
fianco, seduto lì accanto? Di chi è la mano
posata sulla gamba, a un palmo
dalle sue?
Aiuto.
«Ehm…»
Beth si sfiora l’orecchio,
voltandosi verso lo sceriffo e stringendo le labbra. Aiutami.
Ma
lui non sembra cogliere.
Ma
che razza di poliziotto sei?
«Tutto
bene?» chiede Rick.
No,
un cavolo va bene!
Beth
sorride, imitando un po’ la
“dolcezza” di Maggie. Dolcezza,
è così
che si chiama, no?
«Sì,
perché?»
Lui
prende a fissare il maglione – larghissimo
– e non trattiene un
sorriso.
«Carino.
Vero, Daryl?»
Se
solo avesse saputo della loro
presenza, pensa Beth, si sarebbe vestita meglio. Di certo, pantaloni
della tuta
e lana che va oltre i fianchi non sono l’ideale.
Né per l’ultimo dell’anno né
per presentarsi a loro!
«Grazie»
mormora, dopo essersi
schiarita la voce.
Daryl
scrolla le spalle – lo sente
muoversi accanto a lei – ed emette un verso incerto.
Beth
stringe gli occhi e trova il
coraggio di voltarsi verso di lui. «Non lo trovi
carino?»
«Già»
riprende Rick, sporgendosi
davanti al suo viso per guardare il suo amico. «Non lo trovi
carino, Daryl?»
Beth
arrossisce – non sa se arrossire
di più per la vicinanza dello sceriffo o per la mano di
Daryl così vicina a
lei! – e si tira indietro, aderendo allo schienale del divano.
«Lo
sai» borbotta Daryl, scuotendosi.
Rick
– vicinissimo al viso di Beth. Troppo,
troppo vicino! – le lancia
un’occhiata, uno sguardo di fuoco prima di battere le mani
sulle ginocchia e
alzarsi in piedi.
«Vediamo
se Shane mi concederà un
ballo con mia moglie.»
Beth
vede andare via l’ultima
speranza, unico amico che le avrebbe impedito di fare conversazione con
l’uomo
al suo fianco.
Deglutisce,
spinge la testa indietro
e lo guarda. Stringe le labbra e poi parla.
«Che
cosa ci fai qui?»
Lui
rimane impassibile, gli occhi
concentrati sulla pista. Sembra che Rick sia riuscito a ottenere il suo
ballo!
Shane
si è accarezzato la testa
rasata ed è andato fuori.
Meno
male che non sono uscita.
«Che
ci fai qui?» ripete Beth,
voltando la testa verso di lui.
Daryl
si guarda le mani. «Sono stato
invitato» dice, prima di prendere a osservarla.
«Chi
ti avrebbe invitato?» Sentiamo!
Lui
scrolla le spalle e non risponde.
Come al solito. Poi, incredibilmente, solleva una mano e indica Rick.
E,
per quanto Beth sia indecisa se
essere felice o meno per la sua presenza, per quanto subisca il fascino
dello
sceriffo – come chiunque sia provvisto di occhi –
mette su un finto broncio e
scuote la coda.
«Non
è casa sua. Non può averti
invitato lui.»
Daryl
la guarda. Sono vicini, occhi
negli occhi, e Beth sente di essere arrossita fino alla punta dei
capelli – e
sono piuttosto lunghi!
Abbassa le palpebre un istante per
poi incontrare ancora quello sguardo.
«Chiediglielo
se non mi credi,
ragazzina.»
«Credevo
l’avessi finita di chiamarmi
ragazzina» Ora
è lei a muoversi,
voltando tutto il corpo nella sua direzione. «Non lo sono
più ormai.»
Daryl
scrolla le spalle – non sa fare
altro? – e torna a fissare
Rick.
Lo
sceriffo sembra divertirsi, anche
se Lori non è dello stesso avviso… Lancia
continue occhiate in giro, come se
stesse cercando qualcosa. O qualcuno.
Beth
scuote la testa. Riesce a
immaginare molto bene a chi siano rivolti i pensieri della signora
Grimes!
E
questo le riporta alla mente Carol.
Bacio,
gelosia, caffè! E Daryl…
Sbuffa,
aspetta che lui si volti, ma
non lo fa. È così difficile attirare la sua
attenzione?
«Davvero
sei stato invitato da Rick?»
Lui
abbassa appena il capo, ed è
sufficiente uno sguardo per avere la certezza che sia vero.
«Oh.»
«Che
c’è?» chiede Daryl, portandosi
le mani in grembo.
«Voglio
bere.»
Beth
si alza. Non vuole restare su
quel divano a pensare a Carol. Bere aiuta a dimenticare, dicono.
Chissà che non aiuti anche lei?
Alla
fine, sa che Shawn è innocente,
ed è colpa del mondo se la gente ha deciso di ubriacarsi.
Può
farlo anche lei!
Si
muove decisa attraverso la pista –
stavolta stando attenta a non distruggere le coppie – e punta
alla cucina. Zach
non c’è più. Che si sia appartato con
Shawn?
Le
viene da ridere solo a pensarci!
Ma
poi… li vede.
La
mano di Daryl si stringe intorno
al suo polso, ma non è sufficiente a distrarla.
Dio,
non ci posso credere!
Suo
fratello… il suo caro, adorato,
amabile fratellino è su uno sgabello, in un angolo buio
della cucina, e Zach è…
chino su di lui!
Meno
male che doveva chiarire…
«Ehi»
dice Daryl, indicandole il
tavolo del rinfresco. «Di qua.»
Beth
lo segue a testa alta.
Come
deve sentirsi? Fino a qualche
minuto prima si sentiva disposta a ridere, a implorare
pur di godersi quella scenetta… ma ora, ora spera solo
che non li trovi suo padre.
Come
reagirebbe trovando il suo ex
con il suo fratellino?
Male.
Infarto
assicurato.
Chissà,
forse lo scopo di Shawn è
proprio quello!
Beth
afferra una tartina – Dio, che
bontà! – e si gusta la tapenade.
Le piace così tanto che socchiude gli occhi, fregandosene
della presenza di
Daryl.
«Ma
che fai?» chiede lui.
«Mi
godo la serata.Tu? E non provare
a dirmi cosa sembra questa salsa!»
Senza
aver bevuto un solo bicchiere –
Nemmeno d’acqua! Giusto per chiarire
– Beth si sente ubriacata dagli ultimi avvenimenti.
Si
sente coraggiosa. Sì,
coraggiosissima.
Tanto
che ora è lei a guardare Daryl,
e a sorridergli, mentre afferra la prima bottiglia di alcol che trova
nascosta
nell’armadio.
«Liquore
alla pesca. Chissà com’è.»
«Uno
schifo» borbotta Daryl,
strappandogliela dalle mani.
Poi
la afferra per un polso e la
trascina al tavolo, verso bevande dagli strani colori. Strani
colori? Che sia la tapenade a fare questo effetto??
«Prova
questo» aggiunge, porgendole un bicchiere – dove ha
trafficato per un
po’ – e una tartina. «E
dopo, questo.»
Beth
vede la tapenade sulla pelle di
lui, e quando gli toglie le cose di mano – giusto per tenere
occupate le sue –
le dita di Daryl si avvicinano al suo viso.
«Che
fai?»
Lui
non risponde, posa i polpastrelli
pieni di salsa sulle sue labbra.
«Mi
godo la serata.»
Note
dell’autrice:
E
rieccoci! Non finirà così,
assolutamente! Spero che il capitolo (e il video) vi sia piaciuto.
Davvero!
Fatemi
sapere cosa ne pensate!
Celtica
P.S.:
spero di non far passare di
nuovo tanto tempo per un aggiornamento, soprattutto visto come mi sento
quando
scrivo questa storia. BENE.
Ah,
e imitando Relie, vi ricordo la
pagina che gestiamo insieme: Il Giardino di Efp. Venite a trovarci!
|
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Capitolo 5 *** Tapenade - seconda parte ***
5. Tapenade - seconda parte
N.d.A.:
È
strano tornare in questo fandom dopo tanto tempo. Tornare con una
storia
lasciata a metà, e persino un capitolo
lasciato a metà, è ancora più
strano. Devo ringraziare Relie e i suoi prompt per questo. Non vedo
l’ora di
usare l’ultimo!
Avete
letto la prima parte di Tapenade, che si concludeva con Daryl, le sue
dita
sporche di salsa sulle labbra di Beth, e la sua “mi godo la
serata.”
Riprendiamo
da qui!
Tenete
sempre in considerazione, leggendo, che il genere è tra il
comico e il fluff,
che siamo in pieno periodo natalizio e che vorrò tanto bene
a chi terrà conto
di questa piccola premessa.
Disclaimer:
nessun personaggio è stato maltrattato o costretto a bere
durante la stesura di
questa storia.
I
gentili lettori sono invitati alla festa di Capodanno in casa Greene,
purché
assaggino una tartina e qualsiasi intruglio alcolico Daryl abbia
ficcato tra le
mani di Beth nell’ultimo capitolo.
Questa storia
partecipa alla
Xmas
Song indetta dal gruppo facebook Il
Giardino di Efp.
Prompt: canti
di Natale.
La Prossima Volta
5. Tapenade – Seconda
Parte
Mia moglie e io
siamo stati felici per vent’anni.
Poi ci siamo incontrati.
(Rodney Dangerfield)
niziare
la serata di Capodanno con una trombetta in bocca non è
l’ideale. Arrivare al
punto in cui Daryl è sul punto di baciarti un po’
sì, purché si sbrighi ad
agire.
Beth
sente l’odore della tapenade sulle labbra, e un calore
assurdo – assurdo! –
salirle lungo la gola. Daryl è così
vicino… così vicino che la piccola Greene
non riesce a muoversi.
Sta
per baciarmi.
«Mi
godo la serata» ha appena detto. Le stesse parole scelte da
lei pochi attimi
prima.
Ha
le orecchie in fiamme, mentre la musica si trasforma in un fischio
acuto nella
sua testa. Non riesce a muoversi. Non vuole
muoversi.
Perché
dovrebbe volerlo? È Daryl.
Appunto!, grida
una vocina dentro di lei. È proprio per questo che
dovresti tirarti
indietro.
Dove
sono finiti tutti? Beth è incatenata agli occhi di Daryl,
paralizzata da due
dita sporche di salsa sulle labbra.
Si
chiede se sia questo il sapore che sentirà tra poco. Altra
tapenade, come se
non ne avesse già mangiata abbastanza…
Ha
bisogno di più Daryl e meno tapenade nella sua vita, di
questo è sicura.
Per
un brevissimo istante, pensa che lui non la bacerà. A dirla
tutta, è un po’
indecisa. Non sa se volerlo. Perché sì, ok, lo
vuole – in questo momento più
che mai – ma è anche vero che Carol si
è avventata sulle labbra di Daryl quello
stesso giorno…
È
davvero disposta a baciarlo? E lui? È davvero disposto a
baciare un’altra
ragazza, dopo Carol?
Non
parlano, ed è come se il tempo si fermasse. Beth non riesce
a decidersi, e si
chiede se Daryl abbia colto i suoi segnali, se sia per questo che
è ancora
fermo, il viso a pochi respiri dal suo.
«Hai
visto Maggie?»
Sembra
una voce così lontana… così persa,
come una carovana in mezzo a un
deserto.
«Beth?
Beth, hai visto Maggie?»
Una
mano sulla spalla la costringe a voltarsi, a sostituire gli occhi di
Daryl con
quelli di Glenn.
Solo
allora si accorge di avere ancora le mani impegnate. Una tartina e un
bicchiere
datole da Daryl.
Anche
lui ha girato la testa per guardare Glenn.
«No…»
sussurra Beth. Si sente come annebbiata dall’alcol, ma non ha
bevuto nemmeno un
goccio! «Cioè, sì, ballava con
te.»
«Oh»
dice Glenn, incespicando in avanti, tanto che Beth ricorda: è
ubriaco.
«Torno a cercarla in pista allora.»
Beth
lo guarda sparire in mezzo alla folla, ma, quando si volta, Daryl non
c’è più.
Fa
solo in tempo a vedere la sua figura sulla porta d’ingresso.
Rick lo afferra
per la spalla prima che possa uscire.
Trattienilo,
ti prego, trattienilo. Non farlo andare via.
Ma
è troppo tardi. Rick torna da Carl, mentre Daryl scompare
fuori, sotto la
minaccia di una nevicata.
Beth
sospira.
Ora
sì che sa cosa vorrebbe. Lui.
L’istante prima che Glenn arrivasse a
interromperli.
Inseguilo,
Beth,
suggerisce una vocina nella sua testa. Corrigli dietro.
«Non
farei in tempo» risponde a sé stessa.
Abbassa
gli occhi sulla tartina e il bicchiere. Vorrebbe provarli, ma non ha
senso ora
che Daryl è andato via.
«Posso?»
domanda Carl, appena sfuggito alle grinfie di suo padre.
«Che
cosa?»
Ma
è tardi. Carl le ha già rubato il bicchiere la
tartina dalle mani.
«No!»
grida Beth, guardandolo ingollare il contenuto del bicchiere.
«Torna qui! Carl,
Carl!»
Lo
vede svanire tra la gente. Lori mi ucciderà. No,
che dico? Rick mi porterà
in prigione.
Si
allontana in fretta dal tavolo delle vivande, giusto perché
nessuno possa
accusarla di aver fatto ubriacare un bambino di dieci anni.
Si
avvicina alle scale, pensando bene di rifugiarsi in camera sua, quando
suo
padre la afferra per un braccio.
«Beth,
dov’eri finita? Vieni.»
La
accompagna in un angolo della sala, dove Maggie è
già in posizione.
Vuole
che canti.
Fino
a poco prima quell’idea l’avrebbe riempita di
gioia. Ora, non sa perché, ma si
sente come se fosse inutile.
«Avanti,
Beth» la incita suo padre. «Canta con tua
sorella.»
E
Beth chiude gli occhi e inizia a cantare. È la sua stessa
voce a rilassarla,
portandola lontano. In quel mondo, Beth non fa la cameriera, Carol non
è gelosa
di Daryl, e anzi, Daryl nemmeno esiste. Non si accorge neppure di
averlo
dimenticato, di aver iniziato a sorridere come una sciocca.
Maggie
le prende la mano e la guarda raggiante.
Anche
lei ha dimenticato. Non ha visto Beth arrivare in moto, non le importa
del suo
ritardo. Non sa nemmeno più perché ce
l’avesse tanto con lei.
Beth
glielo legge negli occhi.
Ricambia
la stretta e il legame di sangue che le unisce si fa unico, eterno, speciale.
Non conta nient’altro.
Quando
la canzone finisce, i suoi occhi si spostano sui presenti, sui volti
allegri
che le osservano. E vedono lui. Anche Daryl la sta
guardando, lui che, a
detta sua, odia la sua voce e le sue canzoni.
Un
istante, poi volta la schiena ed esce fuori.
«Scusami»
mormora Beth a sua sorella, allungandosi per darle un bacio sulla
guancia. «Ti
voglio bene.»
Sente
a malapena il suo nome - «Beth! Dove vai? Beth!» -
mentre corre fuori, dove i
primi fiocchi hanno iniziato a imbiancare il cortile.
Ha
il cuore a mille; il freddo che penetra nelle ossa. Si guarda intorno e
tira un
sospiro di sollievo quando riconosce la moto – la sua
moto – parcheggiata
ancora davanti casa.
Torna
dentro, infila cappotto, guanti e cappello di lana, poi inizia a
cercarlo.
Aiutami
a trovarlo, ti prego.
Cammina
per un po’ nei dintorni prima di accorgersi
dell’ombra scura nel parco giochi vicino.
È lui. Deve essere lui. Beth lo sente dentro. Nel respiro
che si è fatto
affrettato, nello strano calore che sale a imporporarle le guance,
contrastando
il freddo.
Si
stringe nel cappotto e lo raggiunge.
È
davvero lui.
«Che
ci fai qui fuori?» chiede.
«Potrei
farti la stessa domanda.»
Daryl
è seduto su una panchina, una lattina di birra stretta tra
le mani.
Beth
accarezza le catene dell’altalena prima di sedersi. Resta
lì, a scrutarlo in
silenzio, cercando i suoi occhi. Ma Daryl li tiene puntati su casa sua,
evitando
di guardarla. Si sentono voci e grida e canti, e una musica natalizia
che cerca
di perforare il silenzio della neve.
«Sta
nevicando.»
«Ma
davvero? Non me n’ero accorto.»
«Daryl»
lo riprende lei, mettendo su un finto broncio.
«Dovrebbero
darti l’Oscar per l’arguzia.»
«Daryl!»
«Non
hai mai pronunciato il mio nome tante volte quanto hai fatto
stasera.»
Beth
volta il capo per nascondere il rossore.
«Meglio
di te che sai chiamarmi solo ragazzina. Ma lo sai almeno come mi
chiamo?»
Lui
scrolla le spalle e beve un sorso. Nasconde la testa nel il colletto
della
giacca.
«Sì
che lo sai» lo incoraggia Beth, dondolando
sull’altalena. «O sei troppo ubriaco
per ricordarlo?»
Daryl
non risponde, dà un altro sorso alla lattina, poi sembra
rinchiudersi nella sua
bolla. Una bolla in cui Beth vorrebbe entrare.
Sa
che c’è un solo modo per riuscirci,
così si avvicina il più possibile alla
panchina, sfiorandogli la gamba con il piede.
«Guarda
che ti ho capito, sai.» Aspetta di vederlo irrigidirsi un
po’ prima di continuare.
«Fai finta di non sopportarmi solo perché ti
piaccio troppo.»
Poi
succede qualcosa che Beth non si aspetta. Daryl non controbatte, non
grugnisce,
non si alza per fuggire via. Non scoppia nemmeno a ridere. No.
Daryl
si allunga e afferra le catene dell’altalena, tirandole verso
di sé. Succede
tutto in un attimo.
Beth
sente le gambe schiacciate contro di lui, la sua mano dietro la nuca.
Le loro
labbra si scontrano, e lei sgrana gli occhi, incapace di muoversi, di
reagire.
Finisce
talmente in fretta, che Beth non ha nemmeno il tempo di abbassare le
palpebre, o
di rendersi conto di quanto è successo. È solo
dopo che realizza.
Daryl.
Daryl
mi ha baciato.
Lui
abbandona le catene con malagrazia, facendola dondolare
all’indietro. È di
nuovo seduto come prima, nella stessa posizione, con la stessa
lattina… come se
non si fosse mai mosso.
E,
di nuovo, non la guarda. Ha uno strano sorriso a colorargli il viso,
ora. È
l’unica prova che renda reale quanto è successo,
che dica a Beth “sì, ti ho
baciato davvero. E so che ti è piaciuto. E so che lo volevi.
E so che non te lo
aspettavi.”
Beth
si accarezza le labbra e lo guarda alzarsi. Ora sì che la
sta guardando.
«Pensi
davvero di essere una ragazzina sveglia, non è
vero?»
Daryl
si volta, e Beth sa che se non parla adesso non glielo dirà
più. E rischierà di
non vederlo, e di non avere più l’occasione di
chiarire quel bacio.
«Frequenterò
delle lezioni di canto» dice, a voce un po’ troppo
alta.
Lui
si blocca sotto la neve, nel parco giochi deserto. La casa illuminata
è davanti
a lui, rendendolo una figura eterea, scura, un angelo nero di cui Beth
capisce
di non poter fare a meno.
«E
perché questo dovrebbe interessarmi?»
«Cambierò
orari» mormora Beth, incapace di alzarsi. «Non ci
sarò quando verrai.»
Daryl
resta immobile per un momento. Poi china la testa e riprende a
camminare.
«Daryl»
lo chiama, facendolo fermare ancora.
«Perché?»
Nella
notte, sotto i fiocchi che delineano la sua figura al buio, Beth lo
vede
scrollare le spalle.
«Perché
mi andava.»
Anche
a me,
pensa Beth. E vorrebbe tanto avere il coraggio di dirlo ad alta voce.
Così
come vorrebbe potersi alzare per inseguirlo.
“Chi
bacia l’ultimo dell’anno, bacia tutto
l’anno”, ha detto il
Governatore
quel pomeriggio.
Beth
si stringe una mano sul cappotto all’altezza del cuore.
Spero
tanto che sia così.
Poi,
mentre decide finalmente di tornare a casa, ode una voce familiare.
«Fermi
tutti!» grida Rick. «Nessuno andrà a
casa finché non scoprirò chi ha dato del
liquore a Carl!»
Prompt di Relie:
“Guarda
che ti ho capito, sai. Fai finta di non sopportarmi solo
perché ti piaccio
troppo.”
“Pensi
davvero di essere una ragazzina sveglia, non è
vero?”
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