Coraggio e potere

di kya99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La proposta ***
Capitolo 2: *** Il fornaio ***
Capitolo 3: *** Carlotta ***
Capitolo 4: *** Il figlio del mugnaio ***



Capitolo 1
*** La proposta ***


“Non metterò l’anello al dito finché non ne avrò uno anche al cuore”
“Figlia mia, non è la prima volta che ne discutiamo, sai che non era il destino che mi sarei aspettata per te.”
“Madre, comprendo la gravità della situazione, ma ho tutta la vita dinanzi, avrò il diritto di scoprire l’amore? Deve pur esistere un’ alternativa.”
“Sai che mi si stringe il cuore a sentirti parlare in questo modo, ho lottato per i tuoi stessi ideali, e finirei i miei giorni in una cella se potessi saperti felice e innamorata, ma non posso lasciarti condividere la stessa sorte, il mio povero cuore non lo reggerebbe…”
“Preferisco una prigione per il corpo, potrò sempre fuggire con la mente, ma in una prigione per il cuore, sarei morta dentro per sempre.”
“Ora metti fine a tutte queste sciocchezze, potremmo discutere per ore intere, ma niente farebbe mutare la situazione o la mia decisione.”
“Papà avrebbe parlato diversamente.”
 “La buonanima di tuo padre ti voleva bene infinitamente, sono sicura che mi avrebbe appoggiata in questa decisione.”
“Certamente madre, ma se anche andassi in moglie al figlio del dottore, voi di che vivreste? Giammai vi ho veduta battere i ferri di papà, l’attività andrebbe subito fallita.”
“Tu dimentichi troppo di sovente, figlia mia, quale tipo di donna ti abbia data alla luce, sono dotata di interminabili risorse, troverò un modo per sostentarmi.”
“Le vostre parole così incerte ed imprecise mi incutono timore, ma per il matrimonio, promettetemi di non prendere impegni fino all’inizio della primavera almeno!”
“Ah, tutto ciò potrebbe portare altre complicazioni, sarà un inverno lungo, speriamo che arrivi una ventata di gelo anche sulle intenzioni di questi farabutti… e per adesso prendiamoci un attimo di respiro, il mio povero cuore ne ha bisogno.”
“Buonanotte madre, sono stremata, mi ritiro nella mia stanza.”
“D’accordo figlia mia riposa, ma di grazia, promettimi di non tormentarti, non fa bene alla tua età , finiresti sciupata in volto e devastata nell’animo.”
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“E’ l’ora di soffiare l’ultima candela, ma il sonno, quello ho paura che tarderà ad arrivare…”
“Come sarebbe bello se richiudendo gli occhi tornasse tutto a posto!”
“Sapete padre, che la vostra malattia ha cambiato notevolmente la situazione, tutta colpa di quel medico da strapazzo! Non è riuscito a guarirvi, e le sue parcelle sono divenute un debito insormontabile.”
“Io e la mamma stavamo preparando un piano per restituirgli ciò che gli dobbiamo, ma ci sarebbe occorso molto tempo.”
“Due giorni fa si è presentato presso la nostra dimora, tutto impettito, si è fatto servire e riverire come un re ed infine ci ha annunciato che ci avrebbe lasciato una stagione sola per ripagarlo.”
“Oh caro padre, ed il peggio deve ancora giungere, ha sfoderato un sorrisetto vigliacco ed ha aggiunto “Certamente non crediate che io sia così crudele da non lasciare alternative ad una povera vedova e la sua figlia orfana di padre, ho una proposta che siete libere di valutare…”
E padre, mi sarei voluta alzare per fare non so cosa quando ha pronunciato la parola libere, perché proprio mentre lo diceva ci stava legando stette in una morsa infernale!”
“Ha terminato con la proposta più viscida che io abbia mai sentito, ha detto che annullerà i debiti se andrò in sposa a suo figlio, solo al suono di quelle parole mi sentivo mancare. Vi ricordate padre, di quel ragazzetto arrogante che lanciava fango sulle finestre altrui per diletto o che annunciava pubblicamente i debiti che le persone per bene dovevano a suo padre, umiliandoli davanti a tutto il paese mentre le  beffava ripetutamente?
Bene, vi ricordo che egli è lo stesso ragazzo che durante gli inizi dei suoi studi di medicina, scambiò per raffreddore una profonda polmonite, e che la stessa si portò via il povero vecchio parroco. Non si presentò neanche ai funerali, e tre giorni dopo partì per studiare in città e nessuno lo ha più rivisto.
“Vi confesso padre, che prima di partire, aveva mostrato un certo interesse nei mei confronti, ma non avevo dato gran peso a tutto ciò. Io, da parte mia, l’ho subito disilluso, poiché come sapete, padre, non sono come le altre ragazze, che fanno legare numerosi e ignari giovani ai loro cuori, illudendoli fino all’ultimo, quando prendono marito e li lasciano con un cuore spezzato…”
“Ah padre, ma se mi udisse la mamma, mi crederebbe certamente pazza, però io ho bisogno di confidarmi con te, eri solito dare preziosissimi consigli, ed adesso che ne ho maggiormente bisogno, non ne posso più ricevere.”
“So che forse mi illudo, ma quando mi affaccio a questa finestra e guardo il cielo, vi sento più vicino…”
“Ah quanti pensieri, da non chiudere occhio, ma finalmente la stanchezza ha avuto la meglio… buonanotte padre…”
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Capitolo 2
*** Il fornaio ***


“Sveglia, sveglia, ma figlia mia, cosa fai ancora a letto? Farai meglio ad alzarti, ho una notizia per te.”
“Dal tono della vostra voce desumo che essa sia buona .”
“Su forza siediti, così perfetto, ecco, rimembrai sicuramente che il povero fornaio è vedovo da numerosi anni e non ha figli, ma ora l’età gli avanza e la vista cala, ecco, ha saputo della nostra situazione e ti ha offerto un impiego!”
“Non scherzate vero? Mi sarei aspettata che il dottore ci avrebbe reso la vita complicata, e invece…”
“Ah figlia mia come sei saggia, temo che la tua intuizione sia corretta, mi ha confidato il fornaio che quel farabutto si è recato in ogni bottega, intimando di non offrirci impieghi!”
“Che sciagurato, lo immaginavo, si aggirava per il paese con fare sospetto, ma cosa ha spinto il fornaio a disubbidirgli?”
“Vedi, egli era il migliore amico del parroco, come tutti gli è in odio il dottore, e stimava molto tuo padre, erano molto legati tempo orsono.”
“Certamente non si può definire il dottore un uomo saggio, non è mai prudente circondarsi di così tanti nemici.”
“Dici bene figlia mia, ma sono sicura che raccolga ciò che semina.”
“A dire il vero non mi sovviene neanche uno che gli sia amico.”
“Ah, questo è tutto merito suo, anni orsono aveva qualche conoscente che lo visitava nella sua dimora, ma la sua ossessione per il danaro stava prendendo lentamente il sopravvento, e per paura che questi gli venissero a chiedere prestiti o favori, lì allontanò.”
“Non ne ero a conoscenza, ma la sua esistenza mi pare così cupa, trascorre le sue giornata in solitudine, in una dimora che potrebbe ospitare due dozzine di persone.”
“Certamente figlia, ma non ti lasciare ingannare, ha creato con le sue mani la prigione di cemento per il suo cuore, e sguazza felicemente nella sua perfidia senza un accenno di dispiacere. Ma ora basta divagare, indossa il vestito buono e va' al forno, che il fornaio ti attende già da tempo” 
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“Buongiorno signore.”
“Buongiorno, chi è là? Se non siete forestiere, saprete che la vista mi nasconde ciò che è fuori dalla mia portata, di grazia presentatevi.”
“Sono Agnese, figlia del fabbro, se non sono di disturbo vorrei sapere se avete ancora intenzione di offrirmi un impiego.”
“Ah signorina Agnese, ora che siete più vicina vi riconosco certamente, non eravate che in fasce la prima volta che vi ho veduta, ed ora siete una splendida giovine; certamente, la mia offerta è ancora valida. Sono certo che una ragazza aggraziata come voi sia più avvezza alle decorazioni di quanto lo possa essere un vecchio cieco come me.”
“Invero ho sempre apprezzato le vostre decorazioni, i vostri biscotti non sono mai mancati nella nostra umile dimora durante le visite degli ospiti più benvoluti.”
“Vi ringrazio, ma un occhio attento come il vostro avrà certamente notato un peggioramento… ad ogni modo il lavoro è vostro se lo volete, potete iniziare oggi stesso.”
“In tal caso mi reco sul retro per indossare un grembiule.”
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“Ah, è proprio tanto cara questa ragazza, in una giornata ha fatto quello che le mie povere gambe stanche mi avrebbero consentito di terminare in due.”
“Ora rimetto questi due cesti a posto e chiudo che mi aspetta una difficoltosa settimana.”
“Buonasera signore…”
“Chi è là?”
“Sono passato stamattina per porgervi un caldo consiglio, ma dovete essere sordo oltre che cieco, o profondamente sciocco, e tra le due vi augurerei la prima…”
“Sapete già di non essere il benvenuto, servitevi altrove, uscite da questa bottega e non vi fate più vedere!”
“Non è certamente la mancanza di pane a spingermi in questo lurido forno… Giacché la qualità è infima, la crosta è dura e insipida, non la darei ad un cane.”
“Come vi permettete di entrare qui ed insultarmi in codesta maniera? Voi non esercitate su di me invero alcun potere; non ho famiglia, e se un giorno mi ammalassi non verrei certo da voi ciarlatano, sicuramente mi riservereste la fine del povero fabbro che ancora compiangiamo.”
“Vedrete! Non siete certamente il primo che odo ragionare in questi termini, tutti eroi forti e valorosi nel parlare, che diventano i più viscidi vermi quando scorgono davanti agli occhi la morte, allora strisciano ,piangono e mi implorano perdono.”
“Finché sarò in vita non condannerete quella povera innocente ad un destino orribile, se necessario donerei tutti i risparmi di una vita per ripagare i vostri ingiusti debiti.”
“Signore, vi siete creato un nemico molto potente, addio!”

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Capitolo 3
*** Carlotta ***


“Ah figlio mio, cosa non farei per voi; anche se siete proprio un miserabile! In quattro anni solo una lettera mi avete recapitato, e quale lettera poi! Ah, voi vi dilettate nel rendermi la vita impossibile.”
“Ah se la mano della giustizia mi prende! Povero me, la forca non me la toglie nessuno!”
“Caro padre, vi scrivo per una questione di immediata urgenza, ho appreso dalla vostra ultima lettera che il fabbro è ammalato di raffreddore, sapete bene che ho sempre nutrito per la costei figlia un certo interesse, ecco, ora che l’età è pronta, vorrei maritarla, ma purtroppo sono già stato più volte da lei rifiutato.
Sapete padre che non vi domando mai niente, ma questa volta mi dovete assistere, dopotutto ho trascorso quattro lunghi anni in una patria straniera per vostra  volontà.”
“Ah maledetto!, non vedete che agisco nel vostro interesse!”
“Per costringere colei a sposarmi ho escogitato un astuto piano, dovreste curare ben bene il fabbro, impiegando le più costose medicine, e poi “curarlo” ancora meglio… Una volta che la ragazza sarà rimasta orfana di padre ed indebitata fino ai capelli, non potrà certo rifiutare una così vantaggiosa offerta,                                               sarò di ritorno questo inverno, conto sulla vostra collaborazione.
Cordiali Saluti.”
"Si rivolge a me più freddamente che con un estraneo e poi mi chiede ciò! Sciagurato! Ah che crimine mi ha fatto compiere, che croce pesa sulla mia testa, se solo potessi tornare indietro, ero accecato dall’amore per mio figlio…
Ma chi voglio prendere in giro, lo farei e lo rifarei cento volte, non riesco nemmeno a buttare queste carte, che potrebbero diventare benissimo il mio cappio, non potrei sopportare di non rivederlo più.”
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“Agnese, lasciate stare, terminerò io di ordinare la bottega, ora uscite, che c’è un’ospite speciale che chiede di voi.”
“Di me signore? Grazie, tornerò quanto rapidamente mi sarà consentito.”
“Chi mi cerca?, non vi vedo, se non vi state burlando di me, fatevi avanti.”
“Se di grazia la signorina Agnese si girasse dal lato giusto.”
“Carlotta! Quanto tempo, cosa vi porta a casa così prematuramente?”
“Avevo ormai quasi terminato comunque la permanenza, ma ho subito organizzato il ritorno non appena ho saputo di voi.”
“Non vi dovevate affannare tanto per me.”
“Spero scherziate, siete la mia più cara amica, e sono venuta a conoscenza dell’accaduto dalle sole lettere di vari conoscenti… Perché non me lo avete detto? Eppure di occasioni ne avete avute, ci scambiamo lettere quasi ogni giorno, neppure una menzione, se questo fatto non vi causasse già altri e più gravi affanni, sarei rimasta offesa per giorni…”
“Oh, scusatemi, non volevo coinvolgervi, il dottore è un uomo crudele, e non voglio che provochi guai anche a voi. Ma adesso raccontate, com’è la città?”
“Magnifica, tutto è splendido, le case, le strade e dovreste ammirare gli abiti delle signore, niente di più fine al mondo a parer mio…”
“Sono contenta, avete fatto qualche conoscenza particolare?”
“Se vi riferite a qualche signore, vi devo deludere, per la verità li trovo eccessivamente eleganti ed artificiosi, nel fare e nel dire, non riesco a discutere con chi non è sincero… Devo ammettere che purtroppo non sto smettendo di osservare il vostro grembiule, allora è vero che lavorate al forno!”
“Certamente, il fornaio è stato così gentile da offrirmi un lavoro con così poco preavviso.”
“Ma Agnese, pensate anche a quale conseguenza porterà ciò al vostro status, dopotutto vostra madre era di nobile famiglia, certo non ha accresciuto il suo prestigio sposando vostro padre, ma ci potrebbe essere ancora speranza per voi.”
“Cosa dite Carlotta, non vi riconosco più, da quando vi importa dello status?”
“In città sono cresciuta sotto questo aspetto, e adesso non siamo più bambine, dobbiamo prestare attenzione a chi frequentiamo…”
“Spero proprio che sia stato il lungo viaggio a confondervi le idee, altrimenti non so che dire, buonanotte Carlotta, venite da me non appena sarete tornata in voi! Devo rientrare, addio.”
“Dalla vostra espressione desumo che il ricongiungimento abbia avuto qualche intoppo, sono dispiaciuto, pensavo vi potesse fare piacere.”
“Voi siete un angelo signore, ma purtroppo ci siamo ritrovate più cambiate di quello che avevamo immaginato…”
“Non vi preoccupate, è una cosa frequente, i giovani che da codesto modesto villaggio soggiornano in città, tornano sempre con quell’aria pretenziosa, ma un paio di settimane tra l’aria fresca, la vita semplice ed il duro lavoro, gli fanno sempre ritornare la testa a posto. Vedrete che la vostra amica non farà eccezione, pazientate e non traete conclusioni affrettate.”
“Vi ringrazio, farò come dite voi, le lascerò i suoi spazi e poi si vedrà.”
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Capitolo 4
*** Il figlio del mugnaio ***


“Agnese cara, come ormai avrete compreso,  lunedì è giorno di consegne, mi reco al mercato a comperare ciò che ci occorre, di grazia badate al negozio, e se non dovessi tornare per tempo, ricevete il figlio del mugnaio, vi dovrebbe procurare cinque sacchi di farina, vi lascio il danaro sul bancone.”
“Va bene signore, fate buoni acquisti, e non dimenticatevi il lievito, a dopo.”
“Ah, devo prestare maggiore attenzione, nonostante il fornaio sia benevolo nei miei confronti, anche la sua pazienza avrà un limite, ed io sono così inesperta, povero! Fino ad adesso gli ho bruciato ben due teglie di biscotti, rovesciato mezzo sacco di farina, per non parlare del burro smarrito.”
“E’ permesso signor fornaio?”
 “Entrate pure, ci sono io, voi dovete essere il ragazzo della farina, giusto?”
“Non mi pare molto gentile come definizione, non dovete essere molto istruita…”
“Come vi permettete , non conoscerò il vostro nome, ma voi vi state dimostrando davvero maleducato!”
“D’accordo biscottino, ecco a te i sacchi di farina, hai bisogno che faccia il conto al posto tuo, ci arrivi sino al cinque?”
“Non ci posso credere! Ma chi vi credete di essere! Ecco i dieci denari, addio e buona giornata.”
“Ci vediamo biscottina, magari la prossima volta saprai contare fino a cinque.”
“Che ragazzo odioso! Ma cosa vorrà intendere? I sacchi sono uno, due, tre, quattro e… Mi ha truffata! Disonesto di un mugnaio. E adesso cosa posso fare? Chi glielo spiega al fornaio… Farò meglio a mantenere il segreto, non appena avrò i soldi glielo rifonderò.”
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“Ho terminato signore, dispongo sul bancone i rimanenti biscotti al burro e poi vi aiuto con il pane.”
“Tranquilla, del pane posso ancora occuparmi io, ma sono stupefatto dalle vostre decorazioni, migliorano ogni giorno, avete una dote naturale!”
“Migliorerei con maggiore solerzia, se potessi fare maggiore pratica, ma purtroppo il villaggio è modesto e sono poche le famiglie che possono concedersi certi vizi.”
“Dite bene cara, ma a tal proposito ho una sorpresa per voi, proprio oggi al mercato stavo lodando giustappunto le vostre abilità con la moglie del contadino che dimora accanto a quella collina laggiù, sono una famiglia numerosa, ma nonostante ciò non comperano che mezza forma di pane alla settimana, mentre discutevo di codeste leccornie ho osservato gli occhi dei bambini divenire enormi ed ho capito.”
“Scusate ma purtroppo non vi comprendo, cosa avete capito?”
“Ho appreso il modo di impiegare la vigilia di natale, prepareremo cestini di pane e dolci di ogni sorta per coloro che non possono permetterseli.”
“E’ un’ idea magnifica, vi darò certamente una mano, e naturalmente non voglio ricevere compensi per il mio lavoro.”
“Avete davvero un cuore grande cara Agnese.” 
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“Madre mi porgereste l’acqua?”
“Agnese hai udito anche tu? Ha per caso bussato qualcuno? Va’ a vedere di grazia.”
“D’accordo madre.”
“Carlotta? Cosa ci fate qui a quest’ora?”
“Oh Agnese, il risentimento mi distruggeva, non cela facevo più, sono profondamente dispiaciuta per il mio comportamento dell’altra sera, un atteggiamento ignobile, non mi stupirei se non mi voleste vedere mai più…”
“Ma quali sciocchezze andate dicendo! Siete la mia più cara amica, vi perdonerei qualsiasi cosa. Accomodatevi, vi preparo un po’ di tè.”
“Grazie Agnese, siete sempre così cara.”
“Vi ringrazio, ma doveste fare attenzione tra tutti con queste lusinghe, per la verità non sto combinando altro che guai, dal fornaio non ne faccio una giusta… Ho timore che presto o tardi si spazientirà.”
“Per la verità l’ho incrociato  ieri nella piazza,  come al solito si complimentava di voi, poi è accaduto un fatto insolito. Rimembrate il figlio del mugnaio?  Bene, è arrivato di corsa e gli ha consegnato un sacco di farina, lo ha ringraziato ed è scappato via, lasciando un polverone tutt’intorno.”
“Ah Carlotta, si sta dimostrando proprio bizzarro questo ragazzo! Per la verità si era recato quello stesso giorno alla bottega, si era rivolto a me da perfetto maleducato e per di più mi aveva rubato un sacco di farina! Avevo pensato fosse un ladro, ma adesso proprio non comprendo le motivazioni dietro a quel gesto!”
“Io qualche sospetto lo ho…. Il ragazzo è rimasto folgorato dalla vostra bellezza, gli avete fatto perdere il senno, ecco quali danni compie il vostro portamento, porterete questo peso sulla coscienza in eterno…”
“Ahahaha, siete proprio impossibile… però non è cortese scherzare alle sue spalle… “
“Coraggio Agnese, rilassatevi una volta tanto, fa bene ridere, dopotutto non stiamo danneggiando nessuno, per di più è stato lui il primo ad essere insolente nei vostri confronti.”
“Dite che lo ho stregato per bene o forse dovrei ricorrere ad un filtro magico? ahahaha”
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