La Sincera Promessa di un Futuro Felice

di Akiko Swift
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Di Nuovo Insieme ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1°: Un Lavoro alla Residenza ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2°: L'incontro con uno strano Shinigami ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3°: L'arrivo del Killer ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4°: Lacrime di Sangue, Furia di Demone ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5°: L’arrivo di una vecchia amica e di cattive notizie. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6°: un nuovo caso per il conte e vecchie conoscenze. ***



Capitolo 1
*** Prologo: Di Nuovo Insieme ***


La leggera frenata della carrozza mi fa capire di essere finalmente arrivata alla mia meta. Subito mi avvicino alla porticina, osservando dalla finestra la magnifica scalinata che conduce all’imponente portone della residenza Phantomhive.

-Prego Madame.-

Accetto volentieri l’aiuto da parte del cocchiere per scendere dall’abitacolo, ringraziandolo per la sua gentilezza.
Muovo pochi passi in avanti, guardandomi attorno e rimanendo meravigliata dal giardino che avvolge tutta la tenuta.

-Madame è sicura di non voler essere annunciata al padrone di casa?-

Nego con un cenno della testa, sorridendogli e guardandolo allontanarsi, percorrendo la stessa direzione dalla quale eravamo giunti, ritrovandomi ancora una volta da sola.
La paura si impossessa velocemente del mio corpo, facendomi rimanere paralizzata. Porto le mani al petto, percependo il battito aumentare notevolmente. Sono sicura di aver già provato una sensazione del genere, mentre le minacce ricevute tornano prepotentemente nella mia mente.

Stringo maggiormente le mani, rendendomi conto di aver stretto anche il piccolo ciondolo che nascondo sotto il tessuto dell’abito. Sentire quel piccolo ninnolo mi dona un po’ di calma, facendomi ricordare tutti i momenti passati in compagnia del suo precedente proprietario.

Con più sicurezza sollevo la testa, decisa ad affrontare qualunque minaccia pur di non rimanere mai più lontana da lui. Così, mi volto nuovamente verso l’entrata e, dopo aver preso un profondo respiro, inizio a salire uno scalino alla volta, trovandomi in poco tempo di fronte all’ultimo ostacolo.

-Ancora pochi passi…-

Sollevo con lentezza una mano, esitando ancora una volta. So benissimo che quello che ho fatto è una pazzia, ma ormai non posso più tornare indietro. Non voglio più tornare in quella casa dove mi aspetta solo altro dolore.
Così, con nuova sicurezza, busso alla porta, rimanendo in attesa di qualcuno che mi apra.

Immediatamente trattengo il fiato nel ritrovarmi un giovane uomo, in abito da maggiordomo, inclinato nella mia direzione.

-Benvenuti alla residenza Phantomhive. Come posso ess…-

La prima cosa che vedo cambiare è lo sguardo, solitamente serio e impassibile, sgranato e sorpreso, cosa molto inusuale per lui.

- Ciao…-

Un suono quasi impercettibile esce dalle mie labbra, mentre percepisco chiaramente le guance farsi sempre più rosse, trovando incredibile come mi basti anche solo vederlo per arrossire in questo modo. Così abbasso il volto, cercando di non farglielo vedere, mentre inizio a torturare il tessuto dell’abito.

-Melody… Cosa ci fai qui?-

Risentire la sua voce, il suo sguardo su di me, dopo secoli di lontananza, mi causa un’emozione che fatico a trattenere, ritrovandomi a piangere in una miscela tra tristezza e felicità.

-Sono scappata! Non riesco più a sopportare mio padre e la separazione da te.-

Mi porto le mani al volto, tentando di nasconderlo ai suoi occhi.
Uno strano silenzio ci avvolge, rotto solo dai miei singhiozzi, mentre lui rimane immobile di fronte a me. La paura che si sia dimenticato del nostro rapporto inizia a farsi strada nella mia mente, ma subito mi sento avvolgere in un abbraccio.

-Sei una sciocca. Sai benissimo che manderà qualcuno a prenderti. Non accetterà mai tutto questo.-

Ricambio l’abbraccio, scuotendo la testa, e stringo tra le mani il tessuto della sua giacca. Mi importa ben poco se rovino la stoffa, desidero solamente stare tra le sue braccia.

-Ti prego, non mi mandare via. Non potrei sopportare di starti lontano.-

Non riesco proprio a farmi passare la paura di poterlo perdere, di vederlo svanire da un momento all’altro.
Mi nascondo contro il suo petto, ma, con delicatezza, mi allontana e mi prende il volto tra le mani, asciugando alcune lacrime.

-Melody…-

Un colpo di tosse alle sue spalle lo interrompe dal continuare e mi sorprendo quando lo vedo tornare serio e composto di fronte ad un ragazzino dai capelli corvini e l’occhio blu cobalto.
Una benda nera gli copre l’occhio destro e immagino che sia il luogo scelto per il contratto faustiano.

Ad un primo impatto gli attribuisco non più di tredici anni, ma lo sguardo serio che mi osserva mi fa capire che ha abbandonato la sua innocenza già da molto tempo.

-Trovo disdicevole il tuo comportamento. Come Conte di questa residenza gradirei mi venissero presentati gli ospiti.-

Il tono e i modi mi ricordano molto i vari nobili che avevo già incontrato durante vari eventi a cui avevo partecipato.
Ritrovando un po’ di contegno, mi allontano dal demone e faccio un piccolo inchino rivolta al lord.

-Vi prego, è stata una mia dimenticanza. Il mio nome è Melody Melis e sono la compagna di Sebastian. Vi chiedo perdono, ma a causa di problemi familiari non avevo altro luogo in cui andare se non qui dove lavora lui.-

Cerco di trattenere le lacrime che tentano di sfuggire al mio poco controllo. Poi mi rialzo con calma e punto i miei occhi smeraldo in quello del Conte, attendendo una sua reazione.
Noto chiaramente con la coda dell’occhio un movimento da parte di Sebastian, ma un gesto secco della mano lo ferma da qualsiasi cosa stia per fare.

-Non comprendo il motivo per cui non hai ancora preparato una stanza per la nostra ospite e soprattutto mi aspetto che il mio tè non arrivi in ritardo per colpa di queste tue dimenticanze.-

Rimango imbambolata di fronte a quelle parole e solo quando lo vedo allontanarsi mi risveglio, facendo un nuovo inchino e ringraziando il padrone di casa per tutta quella disponibilità.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1°: Un Lavoro alla Residenza ***


Capitolo 1°: Un Lavoro alla Residenza

Dopo avermi portato nella camera che il conte mi aveva fatto preparare, ero stata accompagnata da un basso omino nella stanza dove lavorava il conte.

Mentre andavamo dal conte sentì la voce di Sebastian, come se stesse discutendo con qualcuno, ma non riuscì a scoprire nulla e quando entrammo nello studio
del conte lo vidi al suo fianco mentre l’omino che mi aveva accompagnato si inchinò e poi se ne andò lasciandomi in quella stanza con quel ragazzino fin troppo acuto.

Rimasi in silenzio, aspettando che il conte bevesse il thè che Sebastian gli aveva portato 

-Sebastian lasciaci da soli- vidi il demone inchinarsi e poi andarsene, ritrovandomi sola con quello che rappresentava il casato dei Phantomhive ed attesi che mi
ponesse qualche domanda,in modo da soddisfare il suo interesse.

Mi guardò a fondo con il suo occhio cobalto e io non feci altro che trattenere il fiato fino a quando non mi pose la prima delle domande che aleggiavano nella sua mente

-quindi anche tu sei un demone come Sebastian, però sembri diversa…più umana- lo gardai sorpresa che avesse già scoperti il mio segreto; in fondo quel ragazzino era
famoso per il suo intuito, ma non mi aspettavo che lo scoprisse così velocemente.

-effettivamente io sono diversa rispetto agli altri demoni, io posseggo in parte sangue umano…ho sempre vissuto con mia madre qui sulla terra…mio padre non ha mai voluto
aver a che fare con me, prova fin troppa vergogna ad avere una figlia mezza umana- abbassai lo sguardo rattristata, ma fu solo per un piccolo istante poi tornai a guardare il conte.

- come hai conosciuto Sebastian? – arrossì a quella domanda e attesi un po’ prima di rispondere

-lo conobbi da piccola e subito me ne innamorai, poi lo rividi al ballo dove voi conte eravate vestito da donna per il caso di Jack the Ripper e a quel punto ci fidanzammo- vidi il viso
del conte imporporarsi leggermente mentre il conte si schiarì la voce in modo da non far vedere l’imbarazzo che lo aveva avvolto.

- ascolta…saresti disposta a lavorare per me? Qui saresti al sicuro e potresti vivere tranquillamente con Sebastian- sgranai gli occhi a quella semplice, ma importante proposta,
poi mi inchinai davanti al conte e risposi alla sua domanda

-ne sarei lieta Conte, le assicuro che non la deluderò, mi dica cosa posso fare e la farò- lo ringrazziai ancora una volta e poi uscì dallo studio.

Iniziai a girare per tutta la residenza, in modo da conoscerla a fondo e dopo un’attenta analisi di tutte le stanze decisi di andare in giardino ad ammirare le meravigliose rose bianche
che avevo visto dalla carrozza, ma non appena misi fuori un piede successe il finimondo.

Dalle cucine provenne il rumore di una forte esplosione, in uno dei corridoi della residenza si sentirono delle urla seguite dal rumore di oggetti che si frantumavano e, come ciliegina
sulla torta, vidi le pante del giardino appassire tutte in un colpo solo.

-ma cosa…- rimasi ferma davanti alla porta e dopo aver preso un profondo respiro cerco di capire la causa di quei disastri.

Quasi subito individuai il punto in cui arrivava il pianto di un ragazzino e mi diressi velocemente da lui, anche perché avevo sentito i passi veloci e spazientiti di Sebastian.

Quando arrivai trovai un ragazzino dai biondi capelli corti e gli occhi azzurro cielo, limpidi e grani come quelli di un bambino.

Era in lacrime, in ginocchio, di fronte a quello che un minuto fa doveva essere un magnifico roseto di rose bianche.

-Sebastian-san mi punirà- mi inginocchiai al suo fianco e gli presi una mano, togliendogli le fobici da giardiniere e asciugandogli un po’ le lacrime che scendevano copiose
sul suo dolce viso di bimbo. 

- adesso prendi un bel respiro e calmati…risolvo io qui in giardino, tu vai in casa a bere una tazza di thè e non ti preoccupare- gli asciugai nuovamente le lacrime
e gli sorrisi, poi lo aiutai ad alzarsi.

-grazie mille signorina…mi scusi, ma non so il suo nome- mi resi conto di essermi nuovamente dimenticata di presentarmi e così gli feci un altro sorriso e soddisfai la sua richiesta.

-mi chiamo Melody Melis, ma chiamami pure Melody- il giovane mi sorrise e poi mi abbracciò, prendendomi alla sprovvista.

-io invece mi chiamo Finnian, ma tutti mi chiamano Finny, sei molto gentile signorina- ricambiai l’abbraccio e poi, sentendo i passi veloci di Sebastian avvicinarsi, convinsi Finny ad andare in casa.

Quando se ne andò presi un profondo respiro e chiusi gli occhi, avvicinando le mani e pronunciando poche parole nell’antica lingua demoniaca riportai il giardino al suo “antico” splendore.

-ed ora passiamo alla cucina- mi allontanai dal roseto con un piccolo mazzo di rose bianche, ma un piccolo capogiro mi costrinse ad appogiarmi. 

Sapevo che era dovuto al fatto di aver utilizzato troppo potere, ma non volevo che Sebastian si arrabbiasse con quel ragazzino tenero. 

Dopo essermi ripresa andai in cucina e non appena aprì la porta venni avvolta da una nube di fumo e quando riuscì a vedere quello che c’era all’interno mi sorpresi.

Era tutto completamente ricopreto dal fumo e un uomo tossiva a causa del fumo, con i capelli completamente anneriti e sparati in aria.

-c…cos’è successo q…qui e per quale motivo ha un lanciafiamme in cucina- guardai l’uomo e mi sorpresi quando mi sorrise.

-My lady lasci perdere e vada ad aiutare May Rin…io sono abbituato alle sgridate di Sebastian-san e sono quello con meno problemi…comunque il mio nome è Baldroy, ma qui tutti mi chiamano Bard-
nel mio sguardo c’era qualche incertezza, ma alla fine gli sorrisi e feci un piccolo inchino

- sono felice di aver fatto la tua conoscenza Bard…io sono Melody- lo salutai e mi diressi velocemente nel corridoio da dove provenivano i lamenti della cameriera.

Non appena svoltai l’angolo la vidi in mezzo ai cocci della teiera e delle tazzine del servizio da thè.

Lentamente mi avvicinai alla ragazza e poi mi abbassai fino a raggiungere il suo sguardo

-May Rin cos’è successo qui- la giovane alzò lo sguardo facendolo combinare con il mio e tirò su col naso.

-s...sono inciampata e il servizio da thè è c...caduto a terra rompendosi in mille pezzi- la guardai e l'aiutai ad alzarsi, poi le posi fra le mani il mazzo di rose e iniziai a raccogliere i cocci

- my Lady n...non deve...- non ascoltai le parole della cameriera e continuai a raccogliere i pezzi di porcellana.

- comunque il mio nome è Melody, vi prego di non chiamarmi my lady...io non sono nessuno di importante in questa casa- la ragazza sorrise dolcemente e annuì, poi, dopo aver posto i fiori
su un tavolino, mi aiutò a raccogliere gli ultimi pezzi.

- ecco fatto, ora non ci resta altro che mettere i fiori in un vaso e tutto sarà perfetto- May Ryn mi guardò sorpresa dalle mie parole e indicò quello che restava del servizio da thè.

- e per il thè come faremo?- le sorrisi e mi avvicinai al carrello.

- non ti preoccupare, me ne occupo io tu pensa a sistemare i fiori- la giovane cameriera annuì poco convinta e poi se ne andò col mazzo di rose bianche.

Rimasta sola guardai i cocci e sospirai, in fondo non avevo mai usato così tanto il mio potere demoniaco, per il mio corpo era sempre stato un'enorme sforzo e lo è tutt'ora.

Presi un bel respiro e mi concentraì, ma la vista iniziava già ad annebbiarsi

- forza Melody, un ultimo sforzo e poi p...posso andare a r...riposare- avvicinai una mano al carrello e presi un coccio, ma a causa della vista annebbiata non mi accorsi del lato
affilato, così mi procurai un profondo taglio sul palmo della mano destra.

-ah!- lasciai cadere il coccio e mi ingiocchiai, mentre il sangue fuoriusciva dalla ferita, bruciando in maniera atroce.

- sei rimasta la solità sbadata, vero mia piccola Melody- alzai il viso e incontrai le iridi castane di Sebastian.

Cercai di sorridere, ma quando mi prese la mano un fitta tremenda dipinse il mio volto con una smorfia di puro dolore.

- è mai possibile che tu debba sempre esagerare...sai benissimo che il tuo corpo non sopporta l'utilizzo di tutto questo potere- dopo averi sbuffato mi avvolse delicatamente
la mano con una benda e fermò il sangue

- ti ringrazio molto...senza di te sarei già morta da tempo- provai ad alzarm, ma quando provai a camminare venni colta da un capogiro che mi fece perdere l'equilibrio.

-dovresti stare molto più attenta e non fare le cose in maniera precipitosa- le forti braccia di Sebastian mi impedirono di cadere al suolo e di farmi ancor più male.

Cercai di rispondergli, ma la sua mano me lo impedì posandosi sulle mie labbra.

- ora dovresti riposare quindi fa silenzio e lascia fare tutto a me ok- annuì solamente poichè mi sentì improvvisamente stanca e assonata

- b...buonanotte mio adorato Sebastian - chiusi gli occhi e mi abbandonai completamente alla sua presa.

- è incredibile quanto sia cresciuto il tuo potere in questi anni mia piccola Melody...però sento già il suo odore nauseabondo - la riportai nella sua camera e dopo aver aiutato
il Conte, rimasi a vegliare il suo sonno.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2°: L'incontro con uno strano Shinigami ***


Capitolo 2°: L'incontro con uno strano Shinigami

Il giorno dopo mi svegliai fresca e riposata mentre della ferita alla mano fatta il giorno prima non 
vi era traccia, come se appartenesse solamente ad un lontano ricordo.

decisa mi alzai dal letto, stiracchiandomi e avvicinandomi alla finestra, guardando fuori per vedere 
in che modo si sarebbe presentato il cielo quetsa mattina.

Sgranai gli occhi meravigliata e sorrisi nel vedere il cielo azzurro puro, privo di nuvole, occupato solamente
dallo splendente sole.

Lentamente mi avvicinai all'armadio in fondo alla mia stanza e felice presi un magnifico abito lungo
fino alle caviglire, di un verde intenso, come lo smeraldo illuminato dalla luce del sole, simile ai miei occhi.

Subito dopo mi avvicinai allo specchio e decisi di legare i capelli in una treccia morbida, poi rifeci il letto e mi 
diressi verso le cucine per fare colazione.

- Ohayo Melody-san, avete dormito bene? - sorrisi in direzione di Finny, seduto al tavolo intento a finire la sua
colazione, poi mi presi una tazza di thè e mi sedetti al fianco di Tanaka-san, non prima di aver accarezzato 
dolcemente la piccola testa bionda del ragazzino.

- buongiorno anche a te Finny, ho dormito bene - bevvi un sorso di thè e poi iniziammo a parlare.

Mi feci raccontare la misteriosa storia che avvolgeva il casato Phantomhive, chiedendo poi il motivo per cui 
Finny era venuto a lavorare qui.

Passamo una bella mattinata e colsi l'occasione anche per aiutare Finny in giardino; venni chiamata solo verso
l'ora di pranzo venni chiamata dal Conte.

Posai la tazza di thè sul tavolo della cucina e velocemente mi diressi nelle stanze del Padroncino, bussando 
una volta arrivata di fronte alla sua porta, attendendo poi il consenso del Conte.

Non appena entrai rimasi al quanto sorpresa di non trovarlo da solo, visto che non avevo visto nessuna carrozza 
arrivare qui alla residenza.

- mi avete fatta chiamare Bocchan? - guardai il padroncino per pochi secondo, poi posai il mio sguardo sull'ospite che 
sedeva di fronte a lui.

Lo guardai attentamente e notai  che i suoi occhi erano due fessure semidischiuse da dove potevo vedere due occhi 
castano scuro mentre i capelli erano corti e neri.

- ti ho chiamata perchè vorrei presentarti Lau un commerciante di oppio che molto spesso riesce ad aiutarmi a risolvere 
determinati casi - non appena si alzò notai che era poco più alto di Sebastian e indossava degli abiti tipici della cina.

Senza perdere tempo mi avvicinai di poco al divano dive fino a poco tempo fà erano tutti seduti e feci un piccolo inchino
iniziando a presentarmi 

- molto piacere, il mio nome è...- la sua voce mi bloccò e la sua risposta mi sorprese molto

- voi siete Melody Melis, figlia della Contessa Layla Melis, dico bene? - sgranai gli occhi e lentamente annuì, in fondo per
me era la prima volta che incontravo quest'uomo.

- mi scusi ma lei come fa a sapere il mio nome? - senza rispondere alla mia domanda lo vidi avvicinarmisi e prendermi la 
mano baciandola leggermente, poi mi strinse a se posando una mano sula mia vita e l'altra sulla mia schiena, avvicinandomi 
ancora di più al suo petto.

Spaventata poggiai le mani sul suo petto e tentai di allontanarlo da me, ma rispetto a me era molto più forte così fu inutile 
dimenarmi 

-l...la prego di l...lasciarmi andare subito - continuai ad agitarmi fino a quando mi sentì presa per il mento e vidi il volto del 
commerciante avvicinarsi al mio

- vi ringrazierei molto se lasciaste andare la mia compagna, non vorrei essere costretto a farle del male Lau-san - la mano 
di Sebastian strinse quella dell'uomo che subito mi lasciò andare, allontanandosi di poco 

- non sapevo che la dolce fanciulla fosse già fidanzata, per di più con te Sebastian - vedendolo avvicinarsi nuovamente mi 
misi dietro la schiena di Sebastian mentre il conte, spazientito da tutto quel trambusto, si alzò e si diresse verso la porta, 
lasciando il thè sulla scrivania, senza finirlo completamente.

- Lau, al posto di fare il donnaiolo con ragazze già impegnate, vedi di portare a termine ciò che ti ho chiesto, Melody tu 
verrai con me mentre Sebastian, vedi di finire quella ricerca entro l'ora di cena - in sincronia io e Sebastian ci inchinammo e 
rispondemmo in modo coordiato agli ordini del conte

- Yes, My Lord! - quando ci rialzammo lo guardai e gli sorrisi, poi lo salutai e seguì il Conte in corridoio.

Non appena rimanemmo da soli mi avvicinai di più al padroncino, curiosa di sapere per quale caso fosse stato richiesto il 
suo intervento.

- Bocchan a quale caso vi state dedicando? - senza fermarsi mi porse una busta aperta, segno che era già stata letta, così la 
presi e tirai fuori la lettera contenuta al suo interno, leggendola ad alta voce

-" Caro Ciel, mi dispiace doverti disturbare, ma ancora una volta il mio cuore è tormentato da un grave problema che sta colpendo
la città...una serie di omicidi sta sconvolgendo la tranquillità di Londra e vorrei che fossi tu ad occuparti di questo caso" - richiusi 
la lettera e la rimisi nella busta, poi la diedi al conte ed espressi tutti i dubbi e i pareri che mi erano venuti in mente

- che cosa sa di questo serial killer? - il padroncino si fermò davanti ad una finestra del corridoio che stavamo attraversando, poi mi 
guardò pronto a dirmi tutti i dettagli del caso

- sappiamo che il killer porta la sua vittima in luoghi importanti per loro e sfida la polizia mandando un biglietto con scritto il nome della
vittima designata - rimasi sorpresa dalle parole del padroncino, ma non appena aprì la bocca per replicare venni fermata dalla voce di 
uno sconosciuto

- ehi moccioso dov'è il mio Sebas-chan?- ci voltammo verso la finestra e vedemmo un uomo dai magnifici capelli rossi, gli occhi verdi 
con qualche sfumatura dorata, nascosti da un paio di occhiali rossi e sottili, per finire in mano aveva una motosega anch'essa rossa;
la cosa che mi lasciò sconvolta fu il fatto di aver riconosciuto in lui "l'autorità" di Shinigami.

- Grell cosa vuoi? perchè sei venuto alla residenza?- mi voltai sorpresa verso il conte, chiedendomi come fosse possibile che lui 
conoscesse questo Shinigami.

Capendo la mia perplessità lo vidi annuire ad una domanda che mi ero posta solamente nella testa, ma guardando più attentamente gli 
occhi del Conte, mi fu facile capire la seccatura che quella interruzione gli aveva creato.

- semplice...sono qui per lavoro, il killer questa notte morirà da queste parti e io ho il compito di recuperare la sua anima...bando alle ciance,
dovè il mio Sebas-chan? - volto la testa sconvolta nella direzione del rosso, non credendo alle mie orecchi, come osava storpiare in 
questo modo il nome di Sebastian.

- mi sorprende che uno Shinigami si interessi di un demone, che cosa cerchi da Sebastian? - il rosso mi guardò con sufficienza per 
poi guardarsi le unghie e successivamente rispondere alla mia domanda

- si dia il caso che lui sia il mio uomo, ma a te cosa interessa...sei solo un misero mezzo-essere, cosa ne vorresti capire?- quella parola, 
quell'unica, piccola parola, mezzo-essere, fu peggio di mille lame piantate nel cuore.

abbassai il volto coprendo le lacrime con la piccola frangia lasciata libera dalla treccia, strinsi i pugni e cercai di non scappare o almeno di 
dirgli ciò che pensavo prima di andarmene via, ma non resistetti molto.

- era da molto tempo che qualcuno non mi chiamava in quel modo...sappi una cosa, anche se le tue parole mi hanno ferita non ti lascerò mai 
Sebastian, lui è il mio futuro marito e non te lo lascerò prendere per nessuna ragione al mondo- mi voltai verso il Conte e senza alzare la testa 
feci un piccolo inchino, poi mi misi a correre il più lontano possibile da quel mostro.

alzai di poco la testa e mi accorsi che stavo per raggiungere la porta di servizio per il giardino, ma qualcosa si frappose, facendomi ritrovare 
fra le sue braccia

- e ora mi spieghi il motivo per il quale stai piangendo? - la sua voce non mi calmò questa volta, anzi fece crescere la mia tristezza e la mia 
rabbia, così mi staccai bruscamente da lui e lo guardai dritto negli occhi

- cosa vuoi ancora? prendermi in giro, giocare ancora con i miei sentimenti? lasciami in pace e vattene dal tuo Shinigami, invece di perdere il tuo
prezioso tempo con un mezzo-essere come me- non attesi una sua risposta, ne guardai il suo volto per vedere la sua reazione, lo superai e 
ripresi a correre mentre le lacrime rigavano abbondantemente il mio viso.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3°: L'arrivo del Killer ***


Capitolo 3°: L’arrivo del Killer


Chiedo scusa per il capitolo corto, ma spero che vi piaccia.
buona lettura, ciau ciau. 


Mi voltai verso la porta della cucina, rimanendo sconvolto dalla frase di Melody, così
chiusi gli occhi e mi rigirai verso il corridoio, deciso ad andare a parlare con la causa
di quelle parole e di quel termine proibito.

Non ebbi alcun dubbio, sapevo esattamente dove trovare quel viscido essere, infatti
lo trovai nello studio del padroncino, intento ad ammirarsi nel suo solito specchio.

Spalancai la porta ed entrai con la mia solita calma, anche se dentro fremevo di rabbia.

-oh… Sebas-chan… sei arrivato finalmente… scommetto che ti sei liberato di quell…- in
un secondo scattai verso di lui, impedendogli di terminare la frase.

Strinsi la mia mano intorno al suo collo e lo bloccai al muro, mentre i miei occhi
divennero rossi come il sangue.

-dimmi che cosa ci fai qui, poi vattene e non tornare mai più- sibilai ogni parola, trasmettendo
tutto il mio fastidio nel ritrovarmelo ancora davanti dopo ciò che ha osato dire.

Osservai i suoi occhi, simili ai suoi, e sorrisi nel vederli pieni di terrore mentre la bocca si
apriva in cerca di aria, bloccata all’esterno dalla mia stretta sulla sua gola.

-s… sono qui per il k… killer… verrà q… qui- lasciai cadere quel verme e, ignorando i suoi
mugolii, mi avvicinai alla scrivania del Conte, notando che il suo sguardo era rimasto
impassibile per tutto il tempo.

Sul mio viso comparve un ghigno rivolto al padroncino, pronto a scommettere che anche
questa volta si fosse messo nei guai per poter risolvere un caso affidatogli dalla Regina.

-Bocchan… scommetto che è vostro il nome scritto sul foglio lasciato alla polizia… sa non mi
sorprenderebbe molto- non appena lo vidi scuotere la testa in senso negativo persi il sorriso
malizioso che mi si era formato poco prima. 

Perdendo per qualche secondo la mia calma mi avvicinai velocemente alla finestra e provai a
guardare fuori alla ricerca di qualcosa che mi indicasse un’altra persona e non quella che avevo in mente.

-Bocchan… se non è il suo nome quello scritto sul foglio vuol dire che la prossima vittima è… - un urlo
agghiacciante squarciò l’aria, bloccando le mie parole e delineando nella mia mente il dolce volto di Melody.

- Padroncino!- mi voltai verso il Conte alla ricerca di ordini, ma la voce irritante di quel dannato
Shinigami bloccò le parole del Conte.

- Sebas-chan… che cosa ti importa di quella li… lasciala perd… - non attesi oltre, velocemente gli lanciai
contro quattro coltelli ben affilati, bloccandolo al muro. 

-ora stammi a sentire… in questo momento dovresti essere già morto dopo quello che ti sei azzardato a
pronunciare… entrambi i nostri mondi ti avrebbero condannato a morte per quel termine proibito… ringrazia
la mia “pietà” se ancora puoi respirare con le tue sole forze… dopo questo caso non voglio mai più vederti
sulla mia strada – di certo non mi sarei mai aspettato una risposta da quel verme, così mi ricomposi e guardai
il padroncino togliersi la benda dal volto, chiaro segno che non avrebbe ammesso errori.

- Sebastian vedi di ritrovare la nobile Melody Melis e di eliminare il killer che sta turbando la tranquillità della
regina… sia chiaro… non ammetto errori da parte tua, è un ordine!- mi inchinai di fronte al Conte, portando
una mano al petto e ghignai, chiudendo gli occhi per pochi istanti.

- yes my Lord!- non appena rialzai la testa guardai il padroncino con le iridi color sangue e subito dopo mi diressi
velocemente verso l’esterno alla ricerca di indizi per capire dove si trovassero il killer e la piccola nobile.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4°: Lacrime di Sangue, Furia di Demone ***


Non appena mi trovo fuori, inizio a cercare Melody, ma è come se
fosse sparita nel nulla.

Supero velocemente le rose bianche e mi dirigo verso la foresta
che si trova vicino alla Residenza.

Dopo pochi alberi sento nuovamente delle urla e in un secondo riesco
finalmente a capire dove si trovano.

Appena raggiungo la zona, metto a dura prova il mio autocontrollo
nel vedere quello che sta succedendo.

La prima cosa che attira la mia attenzione è Melody legata per i polsi ad
un ramo di uno dei grandi alberi che si trovano nella foresta, ferita in più
punti e con il volto rigato da lacrime miste al sangue uscito da alcune
piccole ferite che ha sul viso.

Subito dopo vedo il pazzo che sta giocando con la morte, vestito come
un barbone, con in mano un pugnale rivolto verso la piccola nobile e sui
fianchi vedo subito due pistole.

L’unica luce che illumina la foresta è quella argentea della luna che sta
guardando tutto dall’alto.

Con calma mi avvicino ai due, attirando la loro attenzione e noto subito di
aver mandato a monte il piano del killer, visibilmente agitato.

-e tu chi diavolo sei?-

Un ghigno mi si forma  sul volto a quel paragone tanto vicino a quello che
realmente sono, poi mi preparo a parlare.

-potresti andartene… stai disturbando la quiete del mio padrone, facendo del
male alla mia compagna e mi stai facendo tardare sulla cena… non va affatto
bene tutto questo-

L’uomo, invece di ascoltare il mio “consiglio” di andarsene, lo vedo mettersi a
ridere di gusto per poi lasciare il coltello e prendere le due pistole, puntandole
una nella mia direzione e una vicino alla tempia di Melody, facendola tremare
a causa della paura.

-sentimi bene damerino… a me non interessa un fico secco di quello che
succede al tuo stupido padrone… e ti consiglio di non avvicinarti altrimenti la
piccola nobile si troverà con un bel buco sulla fronte-

Come a dare più enfasi alle sue parole lo vedo avvicinare la pistola a Melody,
che come reazione vedo i suoi occhi riempirsi di terrore.

-A… Aiutami-

La sua voce incrinata e piena di paura mi fa perdere completamente il controllo,
cosa mai capitata in tutta la mia vita, e in un secondo mi ritrovo alle spalle dell’uomo.

-preparati a pagare ogni ferita che le hai inferto-

Velocemente lo vedo voltarsi verso di me, ancora sorpreso dal mio rapido spostamento,
e quando lo guardo negli occhi, sento una grande soddisfazione crescere dentro di me
nel vederlo completamente terrorizzato dalle mie parole.

Rimanendo immobile lo osservo mentre indietreggia con la mano, in cui ha la pistola,
sollevata e tremante, fino a quando non prova a colpirmi con alcuni colpi, che
abilmente schivo.

-s…sei un mostro-

La sua affermazione mi fa nuovamente comparire un ghigno sul volto mentre mi avvicino
di poco e gli rispondo.

-non sono un mostro… sono semplicemente un diavolo di maggiordomo-

Le mie parole lo lasciano sconcertato, ma poco dopo lo vedo voltarsi e iniziare a correre
lontano da me, come se fosse realmente convinto a sfuggire alla mia ira.

-dove pensi di andare… devi prima sdebitarti per tutti i problemi che hai causato-

Inizio a seguirlo, tirando fuori i miei coltelli affilati, ma ancora una volt ala voce sottile
di quel piccolo esserino mi blocca.

-S… Sebastian-

Con calma mi riavvicino all’albero e la slego, prendendola in braccio e stando attento alle
varie ferite la porto vicino ad un altro albero, facendole appoggiare la schiena al tronco.

-aspettami qui… sistemo una cosa e arrivo-

Mi rialzo e in un secondo mi ritrovo di fronte al killer, appoggiato al muro esterno
della residenza a riprendere fiato.

-ti prego… non uccidermi-

Ghigno alla sua inutile preghiera mentre i miei occhi diventano completamente rossi.

-non posso… gli ordini sono ordini-

In un secondo lo trafiggo con i miei coltelli, facendo arrivare Grell, con il compito di
terminare il lavoro, anche se le parole che ha rivolto a Melody mi tornano subito in mente.

-Se… Sebastian-

Nel sentirmi chiamare mi volto velocemente e rimango sorpreso nel vedere Melody
mal ferma sulle gambe e appoggiata al muro.

-ti avevo detto di aspettarmi… per quale motivo non ascolti mai quello che ti dico?-

Ritrovando la calma che mi ha sempre caratterizzato, mi avvicino a quella testona e la
prendo nuovamente in braccio, dirigendomi verso il portone della residenza.

-Aspettate!-

La voce squillante di Grell mi irrita moltissimo, ma comunque decido di voltarmi e di
capire che cosa vuole ancora da me.

-io vorrei chiedere scusa per quello che ho detto e per il mio comportamento-

Non parlo, aspetto che sia Melody ad esprimersi, in fondo è una cosa che riguarda loro due.

-anche io mi sono c…comportata male… che ne dici… r...rincominciamo da capo?-

La vedo allungare la mano in direzione dello shinigami, subito dopo vedo il rosso annuire e
stringere la piccola mano di Melody.

-forza… devo curarti nuovamente tutte le ferite… come ogni volta che finisci nei guai-

La vedo sorridermi per poi appoggiarsi al mio petto e chiudere gli occhi, addormentandosi
in brevissimo tempo.

-Grell-san fa sparire il cadavere-

Senza aspettare una sua risposta mi volto in direzione della residenza e me ne vado,
realmente felice che tutta questa faccenda sia finita in fretta.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5°: L’arrivo di una vecchia amica e di cattive notizie. ***


Capitolo 5°: L’arrivo di una vecchia amica e di cattive notizie.


Sono passati mesi da quando sono arrivata alla Residenza Phantomhive,
ambientandomi abbastanza velocemente e aiutando molto il Conte.

Oltre ad occuparmi della Residenza, assieme a Tanaka-san, quando il
padroncino e Sebastian escono per qualche richiesta, quest’ultimo mi sta
aiutando tantissimo con i miei poteri, insegnandomi a controllarli meglio.

Guardo fuori dalla finestra e mi stiracchio le braccia, pensando a quante
cose ci sono da fare prima del loro ritorno, previsto proprio quella mattina,
in fondo erano stati via una settimana per quella strana richiesta.

Velocemente chiamo tutti i biblioteca, in modo da assegnare i vari compiti
da svolgere con urgenza.

-Finny tu ti occuperai del giardino, mi raccomando, non combinare altri
disastri… Bard tu dovrai preparare la cena, prima però dammi il tuo lanciafiamme,
evitiamo un altro incendio questa settimana… May Rin potresti preparare la sala
da pranzo con il servizio di porcellana e sta attenta in corridoio… Tanaka-san,
sarebbe così gentile da accompagnarmi nella camera del padroncino, vorrei metterla
in ordine prima del suo arrivo-

Senza discutere ci mettiamo subito a lavoro, dirigendoci ognuno al proprio posto.

In questo modo la prima mezz’ora passò in modo tranquillo, sperando che la
cosa continuasse per il resto della mattinata, ma forse avevo parlato troppo presto.

Stavo giusto uscendo dalla camera del Conte quando sento una forte esplosione
provenire dalle cucine, così mi volto verso l’anziano maggiordomo e gli sorrido.

-Tanaka-san potrebbe aspettarmi in biblioteca… continueremo dopo la nostra conversazione-

Velocemente mi dirigo al piano di sotto, ma non appena lo raggiungo, vengo avvolta
da una nube nera di fumo.

Tossendo entro nelle cucine e mi sorprendo di vedere ancora intera la parete vicino al
forno, da cui vedo uscire il fumo.

-ma che cos’è successo qui… Bard si può sapere che cos’hai usato al posto del normale forno?-

Senza rispondermi  lo vedo girarsi nella mia direzione, ridacchiare e mostrarmi un
candelotto di dinamite.

-col forno ci avrei messo troppo tempo e con una mini bomba metà residenza sarebbe saltata
in aria, così ho pensato al candelotto-

Guardo prima il candelotto rosso, poi sposto il mio sguardo sorpreso sul possessore di quell’arma,
in fine mi poso una mano sulla fronte sconsolata.

-lasciamo perdere… per favore, occupati di rimettere in ordine la cucina, nel frattempo penso a
cosa preparare per questa sera.-

L’uomo annuisce e in un secondo si mette all’opera.

Lo guardo ancora per pochi minuti, poi me ne vado in camera mia, decisa a rilassarmi un secondo
assieme a tutti, così recupero il mio prezioso flauto traverso, dirigendomi immediatamente in
biblioteca e, con sommo piacere di Tanaka-san, socchiudo gli occhi e inizio a suonare una dolce
melodia, velata ogni tanto da qualche nota melanconica.

Poco dopo sento la porta della stanza, aprirsi, segno che anche gli altri ci hanno raggiunto,
ma di certo non mi fermo per salutarli, anzi, cambio di qualche nota la melodia.

-è così brava che starei ore ad ascoltarla-

Sorrido impercettibilmente al complimento di Finny, coscia del fatto che anche loro hanno chiuso gli occhi.

-ogni volta è un piacere rimanere ad ascoltarti suonare, mia piccola Melody-

Sgrano gli occhi e smetto di suonare al suono di quella voce così familiare, riconoscendo la
persona più vicina a Sebastian.

Guardo verso la porta della biblioteca e vedo una giovane donna, alta, con i capelli lunghi fino alle
spalle, ricci e di un magnifico rosso fuoco.

Gli occhi brillano di due colori diversi, uno di un magnifico smeraldo mentre l’altro è azzurro come il cielo.

L’abito che indossa è nero con, magnifici ricami blu scuro lungo il decolte.

Appoggiata allo stipite della porta, la vediamo osservarci con un piccolo sorriso sulle labbra.

-non ci credo… Selene… sei veramente tu?-

Senza aggiungere altro, lascio il flauto nelle mani di Tanaka-san, e mi fiondo su di lei, abbracciandola
forte, permettendo alle lacrime di scorrere sul mio viso.

-sono così contenta di rivederti… non sai quanto mi sei mancata!-

Sciolgo l’abbraccio e immergo i miei occhi nei suoi, così maturi e seri rispetto ai miei di bambina immatura.

-anche tu mi sei mancata piccola peste… dimmi, dov’è Sebastian? Ho bisogno di parlargli urgentemente-

Mi volto a guardare fuori dalla finestra, notando ormai l’inizio del pomeriggio segnato dal tramontare del
sole, poi mi rivolto sospirando sconsolata.

-in teoria dovrebbero essere già tornato assieme al Conte, eppure non sono ancora arrivati… Bard,
potresti andare a controllare se arrivano? –

Lo vedo annuire per poi inchinarsi di fronte a Selene ed uscire dalla biblioteca.

Dimenticandomi del ritardo di Sebastian e del Padroncino, prendo la giovane demone per la mano e le
presento tutti, poi, su sua richiesta, riprendo a suonare mentre lei, sorprendendoci, inizia a cantare
sulle note della mia melodia.

Senza accorgerci, passammo un’ora a suonare e divertirci, fino a quando non veniamo interrotti
bruscamente dall’entrata del cuoco.

-veloci!... Sebastian-san è ferito gravemente!-

Come una statua rimango immobile dove mi trovo, lasciando scivolare dalle mani il flauto e solo quando
sento il rumore dello strumento sul pavimento, mi metto a correre verso la porta d’ingresso della Residenza.

-Sebastian!-

La prima cosa che vedo è l’enorme ferita rossa da cui continua ad uscire sangue, macchiando la
camicia sul fianco sinistro.

Vedo il suo volto alzarsi fino a raggiungere il mio e solo in quel momento nota la mia presenza.

-M… Melody-

Senza sprecare altro tempo, mi avvicino e cerco di sorreggerlo, stando attenta a non fargli altro male,
poi mi volto verso gli altri e do ordini ben precisi.

-May Rin occupato del signorino assieme a Tanaka-san… Finny portami bende, stracci e una ciotola con
acqua calda in camera mia… Bard assicurati che nessuno li abbia seguiti-

In un secondo tutti ci occupammo dei nostri compiti, così porto Sebastian in camera mia e lo aiuto a
stendersi nel letto.

Con un po’ di nausea, inizio a togliergli la camicia, anche se spero vivamente di non svenire a causa
della ferita profonda che mi compare davanti.

Mentre termino di togliere la camicia, sento la porta aprirsi e osservo Finny che appoggia la ciotola e tutto
il resto sul piccolo comodino.

Lo ringrazio e inizio a pulire la pelle attorno alla ferita per poi passare un panno sulla ferita, stando attenta a
non premere troppo, in fine fascio tutto con le bende e cerco di stringere abbastanza in modo da fermare il sangue.

Non appena termino di bendarlo, lo lascio un secondo da solo, dirigendomi da Finny e Bard, chiedendo loro di
fare da guardia e di stare attenti a qualsiasi movimento.

Stancamente ritorno in camera, notando subito gli occhi leggermente velati di rosso, ma, dopo essermi seduta al
suo fianco, rimaniamo entrambi in silenzio, entrambi concentrati sui mille pensieri che in questo momento
affollano le nostre teste.

Solo dopo qualche minuto trovo il coraggio di infrangere il silenzio che si è creato, con una delle mille domande
che mi continua a martellare la testa, molto più di tutte le altre.

-c… chi?-

La mia voce trema mentre vedo sul suo viso disegnarsi il suo solito ghigno divertito e gli occhi che diventano
completamente rossi sangue.

-Claude… mi ha ferito con un frammento della spada demoniaca conficcata in un suo coltello-

Rimango con gli occhi spalancati e increduli, in fondo conosco molto bene Claude e la sua ossessione nei miei
confronti, ma non mi sarei mai aspettata che arrivasse a tanto per avermi.

-c… che cosa vuole da te?-

Una piccola risata mi fa sobbalzare, così mi volto verso la porta, riconoscendo la figura slanciata di Selene,
che ci osserva con il mio flauto in mano.

-mia ingenua Melody… lui non vuole nulla da Sebastian… quell’essere è qui su ordine del tuo caro paparino-

Mi alzo di scatto a quella frase, mentre cresce dentro di me la paura che possa succedere qualcosa a
Sebastian per colpa mia.

-che cosa vuole mio padre da lui?-

Questa volta a rispondermi è proprio Sebastian, in piedi e quasi completamente guarito grazie al sangue demoniaco.

-da me proprio nulla… tuo padre vede la tua fuga come un disonore e vuole rimediare uccidendo la causa
di questa decisione… infine lui pretende che tu ritorni a casa senza fiatare.-

Sgrano nuovamente gli occhi, scuotendo la testa per accentuare il fatto che non credo ad una sola parola di quello
che mi hanno appena detto, poi mi volto verso la porta e corro lontana da quelle dannate parole, da quella nuova realtà.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6°: un nuovo caso per il conte e vecchie conoscenze. ***


Capitolo 6°: un nuovo caso per il conte e vecchie conoscenze.


Dal giorno in cui Selene mi ha raccontato tutto è passato un altro mese, ma non sono mai uscita da camera mia, non ho fatto entrare nessuno, nemmeno il Conte, sono rimasta sola per tutto il tempo, piangendo o suonando malinconiche melodie con il mio flauto.

Eppure quel giorno, dopo essermi svegliata e vestita, ho subito avuto la strana sensazione che qualcosa di brutto sarebbe accaduto qui alla Residenza.

Senza darci molto peso, prendo il flauto e mi siedo sulla sedia che ho messo di fronte alla finestra di camera mia, prendo un respiro profondo, iniziando a suonare la mia solita melodia triste.

-Melody apri immediatamente!-

Sussulto nel sentire la voce autoritaria del Conte, così smetto di suonare e velocemente vado ad aprirgli, preoccupata per la brusca interruzione.

-Avete bisogno di me signorino?-

Fino a quel momento il Conte mi aveva fatto chiamare solamente per colazione, pranzo e cena, rispettando il mio periodo di dolore, eppure quando il mio sguardo incontra il suo, la sensazione avuta questa mattina ritorna prepotentemente.

-Tra poco arriverà Lau-san in compagnia di un nobile… ho bisogno di entrambi per poter risolvere un caso presentatomi proprio questa mattina da parte della Regina… si tratta della scomparsa di una nobile-

Le sue parole mi sorprendono visto che per casi del genere lasciava tutto in mano a Sebastian, ma non dico nulla, annuisco solamente, seguendolo verso il suo studio.

Non ho nemmeno bisogno di posare il flauto, visto la strana richiesta del Conte di portarlo con me, chiedendomi di suonarlo una volta arrivati.

Quando entriamo nella stanza noto subito due persone voltate verso la finestra, ma non riesco a riconoscerle, smettendo di preoccuparmene subito.

-Finalmente anche il Conte ci degna della sua presenza… vedo con piacere che c’è anche Lady Melody-

Sentirmi chiamare in quel modo mi infastidisce non poco visto che ogni volta mi ritornano alla mente i ricordi passati nella casa dei miei genitori, in particolare l’odio con cui mi guardava mio padre, però cerco di fare buon viso a cattivo gioco, per non far innervosire ancora di più il padroncino.

Faccio un piccolo inchino e sorrido, mentre di fronte a me vedo il Conte sedersi dietro la sua scrivania.

-mi fa molto piacere rivedervi Lau-san… però sono molto curiosa di sapere qual buon vento vi riporta qui?-

Attendendo una risposta, mi metto affianco a Sebastian, alle spalle del padroncino, rimanendo in assoluto silenzio, incapace di dimenticare le parole che mi ha detto.

-di certo non è mia intenzione far attendere la cara Lady, dovete sapere che sulla strada per la Residenza ho incontrato questi due nobili che cercavano il Conte Phantomhive, così mi sono generosamente offerto di accompagnarli-

Mente Lau finisce di parlare, vedo il padroncino farmi segno di iniziare a suonare, così non perdo tempo e inizio a suonare riempiendo la stanza con la melodia del mio flauto.

-ebbene eccomi qui… ora posso sapere con chi ho il piacere di parlare?-

Chiudo gli occhi, concentrandomi ben poco sulla presentazione del nobile, in fondo a me interessava risolvere al più presto il caso per poi potermi chiudere nuovamente in camera mia.

-è un onore per me essere qui al cospetto del Conte Phantomhive… mi presento, il mio nome è Jakob Moonlight e sono qui per conto del mio superiore-

Il suono del flauto viene sostituito dal rumore dello strumento a contatto con il pavimento, attirando l’attenzione di tutti sul mio volto improvvisamente pallido come quello di un cadavere e dai miei occhi completamente sgranati ad osservare l’uomo che si è appena presentato.

-Lady Melody che vi succede? Siete fin troppo pallida.-

Non rispondo a Lau-san, continuo a guardare l’uomo mentre nel mio sguardo inizia a farsi vedere un profondo sentimento di rabbia nei suoi confronti.

-ma guarda un po’… finalmente ho l’onore di incontrare la nobile Melody Melis… dovete sapere che stavo cercando proprio voi mia cara-

Quando lo vedo muovere qualche passo nella mia direzione, riprendo coscienza della realtà.

-non vi avvicinate!-

La mia esclamazione causa solamente ilarità nel nobile che imperterrito avanza ancora.

-la prego… non faccia così, mia cara, piccola Lady… sa benissimo per quale motivo sono qui? Suo padre la  rivuole e visto che il primo tentativo è finito con un buco nell’acqua,  ha gentilmente deciso di darvi un ultimatum… deve decidere molto in fretta, altrimenti potrebbe succedere qualcosa di brutto al giovane Conte-

sgrano ancora una volta gli occhi, poi strinsi i pugni incredula a quello che vorrebbe fare mio padre.

Improvvisamente vedo un movimento del braccio di Sebastian, però decido di anticiparlo, mettendomi di fronte al conte e fronteggiando Jakob, con gli occhi pieni di rabbia e odio.

-fino a quando avrò vita non torcerete un solo capello al Conte… dite pure a mio padre che non intendo tornare fino a quando non accetterà il mio fidanzamento-

Tutte queste parole, tutta la sicurezza che sento mentre fronteggio il demone al servizio di quel dannato, nascondono tutta la mia paura per la vita del conte, ma soprattutto per quella di Sebastian.

-se fosse per me, accetterei la tua risposta e me ne tornerei a casa, ma non penso proprio che il mio “collega” possa accettarla, in fondo ti stavi divertendo con la piccola Elizabeth… giusto Claude?-

Sconvolta guardo la figura dell’uomo ancora voltato verso la grande vetrata dello studio, apparentemente indifferente alla conversazione.

-hai proprio ragione… chissà se alla piccola nobile piace nuotare assieme ai pesci?-

Stringo i pugni, abbassando lo sguardo sul pavimento, pensando a come rispondere, poi rilasso le mani, sospirando sconsolata per l’unica scelta che mi è venuta in mente, però vengo anticipata dal Conte.

-siete entrati in casa mia… state continuamente minacciano una mia ospite… avete rapito la mia fidanzata, coinvolgendola in una cosa che non la riguarda… ora ne ho abbastanza… Sebastian liberami della loro presenza!-

Mi volto ancora sconvolta verso il padroncino, ma la prima cosa che noto è la benda sollevata e il sigillo sull’occhio brillare della sua luce cremisi, segno che questa volta fa sul serio.

-Yes My Lord!-

Gli occhi di Sebastian sono completamente rossi mentre un ghigno attraversa il suo volto.

-ma signorino io… -

Vengo fermata da un gesto del Conte, impedendomi di continuare con la mia opposizione.

-Melody sappi che nessuno se la cava così facilmente dopo aver turbato la tranquillità di casa Phantomhive-

Lentamente lo vedo superarmi e porsi di fronte a me mentre Sebastian si lancia contro i due demoni, senza aspettare altri ordini.

-Lau porta via Melody e salvate Elizabeth!-

Disorientata da tutto quello che sta succedendo in così poco tempo, non riesco ad evitare la presa di Lau-san, portandomi fuori dalla residenza e solo all’aria aperta ritrovo la calma che di solito mi rappresenta, decidendo di ubbidire all’ultimo ordine che ho ricevuto dal Conte… salvare la nobile Elizabeth.


Angolo dell'Autrice:

Eccomi qui con un nuovo capitolo.

Inanzitutto volevo scusarmi per il mostruoso ritardo, ma ho avuto qualche problema con il computer.

Spero, come sempre, che il capitolo vi piaccia e vi saluto, aspettandovi al prossimo capitolo.

Ciau, Ciau.

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