Another Life

di Perla Bane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


 

Amare profondamente qualcuno ti dà coraggio.
Essere amati profondamente da qualcuno ti dà forza.
Nel mio caso, l'amore è un castigo.
Solo perchè non possiamo stare assieme, non vuol dire che non ti amerò.
Jules
 

PROLOGO

 

EMMA

Resto basita a guardare la mano di Mark protesa davanti a me.

Perchè mentire?!

Cosa significa? Osservo la mano bianca piena di cicatrici davanti a me per un tempo che mi sembra infinito.

Il ragazzo fatato non emette il minimo rumore, resta semplicemente in attesa.

Sento lo stomaco stringersi.

Perchè mentire?

La mia anima chiede un silenzioso aiuto. Perchè amo Julian, vorrei urlare. E l'unico modo per salvargli la vita è spezzargli il cuore perchè il suo amore nei miei confronti è palpabile. L'ho sentito vivo scorrermi sulla pelle quella notte sulla spiaggia e da allora vorrei solo rifare l'amore con lui dal tramonto all'alba per poi permettergli d'essere l'uomo responsabile ed altruista che, inconsapevolmente, ho iniziato ad amare.

Se mi vedrà amoreggiare con Mark.... “Io non ti amerò mai, Mark.” gli dico senza guardarlo in faccia. Le parole mi sono scivolate fuori dalla gola senza volerlo.

Julian ne morirà. Non oso immaginare il suo viso quando mi vedrà mano nella mano con suo fratello o amoreggiare in un angolo appartato dell'istituto.

Non riesco a vedere il viso di Mark, ma le sue parole mi arrivano come un soffio primaverile “Un giorno troverai il coraggio di chiedere scusa a te stessa.” dice serio.

Scoppio a piangere, erano anni che le lacrime non varcavano i miei occhi. Tutte le tensioni accumulate in cinque anni, la ricerca sfrenata della vendetta per poi scoprire che l'aguzzino dei miei genitori era praticamente uno di famiglia... e l'amore di Jules. Finalmente tutti i pezzi della mia vita spezzata avevano trovato la giusta collocazione nella mia vita.

Le labbra di Julian sulla mia pelle erano come fuoco capace di bruciare tutto il dolore della mia vita.

Dovrò chiedere scusa alla Emma innamorata per tutto il dolore che infliggerò alla persona più importante della mia vita.

La sua disperazione sarà la mia, la sua desolazione viaggerà contro la mia anima ad una velocità mille volte superiore, percepirò nel cuore il dolore di entrambi e non potrò mai vacillare, lui non dovrà mai scoprire che in realtà lo amo più della mia stessa vita. Che non vorrei altro che fondere la mia anima con la sua.

Sento una leggera pressione sul letto e le braccia di Mark stringersi attorno alle mie spalle “E' l'unica possibilità che ti offro per poterti sfogare, con le lacrime non si conclude nulla. Libera tutto il tuo dolore, quando usciremo da qui dovrai essere forte come lo sei sempre stata.”

Mi mordo la lingua fino a sentire il sapore ramato.

Lo devo alla mia famiglia.

 

DIANA

Tengo stretto il messaggio di fuoco appena arrivato da Alicante. Ho dovuto comunicare al consiglio l'arrivo del nuovo cacciatore in istituto, non potevo tenere un altro segreto, non dopo la clemenza che hanno manifestato nei confronti di Mark. Avrebbero potuto esiliarlo semplicemente modificando un punto della legge, ma non l'hanno fatto.

Mi rigiro il foglio tra le mani.

 

Spettabile Wrayburn,

prendendo in considerazione che il nuovo cacciatore residente nell'Istituto di Los Angeles non è interessato,
per il momento, a frequentare l'Accademia per Shadowhunters ad Alicante,
il consiglio ha deciso di inviare un istruttore per supportarti nell'addestramento dei giovani nephilim.

Ti comunico che altri due cacciatori si uniranno a lui, una coppia di parabathai,
la migliore del corso, alla quale abbiamo offerto la possibilità di
seguire il loro istruttore per proseguire l'addestramento.

L'istruttore Jonathan Scarheart e la coppia di parabathai
James Goldscar e Perla Aldercross arriveranno domani mattina.

Sono sempre a disposizione per aiutarti, ricordatelo sempre.

Nel nome di Raziel e in difesa del suo onore.

Jia Penhallow
 

Stringo le labbra, il messaggio è di ieri sera, quindi saranno qui tra poco. Non mi serve un aiuto per la gestione dei ragazzi, sono in grado di occuparmene da sola.

Ricordo Jonathan, aveva diciotto anni quando ha combattuto nella Guerra Oscura, da quel giorno si è dedicato anima e corpo nell'addestramento dei cacciatori ad Alicante, crede davvero nella missione degli Shadowhunters, Spero sia ancora il ragazzo che conoscevo.

L'occhio mi cade sugli altri due nomi... Goldscar e Aldercross. Storgo le labbra, non mi ricordo di loro. Spero siano delle persone che seguono alla lettera la legge.

Ora non mi resta che informare Arthur e i ragazzi.

 

JAMES

“Sì!! Sìììì!!! Finalmente ce ne andremo da questa prigione!” Sorrido alla mia parabathai mentre saltella per la stanza che occupiamo all'Accademia.

“Basta indossare la divisa tutto il giorno, basta flessioni nel fango alle cinque di mattina, basta orari! Si torna a vivere James! ELETTRICITA! Un phon a 1500w, non uno scarso flusso di aria calda alimentato a stregaluci, potrò asciugarmi i capelli in cinque minuti! Los Angeles! Al caldo!! Mare! Yeaa!!”

Scuoto la testa e mi butto sul mio letto, Perla odia Alicante, da quando siamo arrivati in accademia non fa altro che ripetermi quanto odia questo posto.

Mi accomodo meglio sul cuscino e guardo il soffitto, a me non interessa dove viviamo, lei è la mia casa, ormai. Siamo stati fortunati, Perla ha mosso mari e monti quando ha saputo che Jonathan era stato promosso a capo Istruttore ed assegnato ad un Istituto, ha fatto visita al Console, al capo dell'Accademia e si è presentata davanti al Consiglio di Istruttori portando lettere di meriti e valutazioni eccellenti esponendo le sue perplessità sul nostro addestramento se avessimo cambiato allenatore.

Voleva davvero uscire da questo buco di città, con tutta la sua anima.

“Cosa dirai a Julia?!” Perla mi ridesta dai miei pensieri e volto la testa verso di lei. Sta cercando di mettere in valigia tutti i suoi libri.

“Non ci metti i vestiti?!” replico storcendo il naso.

“Ho intenzione di bruciarli tutti.” risponde piccata “Julia?!” mi ripete e ricomincia ad infilare tomi nella sacca in dotazione a tutti gli shadowhunters.

Le sorrido malizioso. “Julia.” sussurro passandomi la lingua sul labbro inferiore “Ci siamo solo divertiti.” concludo velocemente ricordando quei ricci neri che ondeggiano sopra di me.

Perla fa una smorfia e terminiamo la conversazione con un'alzata di spalle.

Si ferma e mi guarda negli occhi, quando ci guardiamo così il castano e l'azzurro si fondono a creare una cosa sola.

“Sei felice?” mi chiede seria.

Abbiamo passato tutta la vita assieme, siamo nati a pochi mesi di differenza, c'era qualcosa tra di noi, c'è ancora qualcosa, qualcosa di magico che supera l'amore. Eravamo destinati a diventare parabathai.

Le sorrido, un sorriso che riesco a dedicare solo a lei, la mia speciale palla al piede, parte integrante della mia vita “Sì.” le rispondo sorridendo “Mondane ubriache con addosso solo costumi da bagno mentre ballano sulla spiaggia, cosa posso desiderare di meglio?!”

Emette una risata cristallina e diventa improvvisamente seria “Ci saranno le fate.” mormora.

Le fate, la Guerra Oscura l'ha segnata profondamente rubandole due terzi della sua famiglia e lasciandola con un padre che si è subito risposato. Stringo le labbra e mi metto seduto sul letto per guardarla meglio.

I capelli lunghi color del mogano solo legati in una coda alta, le labbra rosse e il viso sono contratti in una smorfia di dolore. Gli occhi azzurri come il ghiaccio gridano vendetta.

“Ci siamo allenati con i migliori istruttori per anni, siamo addestrati al meglio e insieme siamo più forti. Troveremo quello che cerchi.” asserisco sicuro.

Annuisce e scaccia immediatamente la disperazione dal volto, alza le mani in segno di vittoria ed esulta “Los Angeles, arriviamo!”

 

JULIAN

Adoro quei tre secondi che susseguono il risveglio.

In quel minuscolo lasso di tempo io non esisto, il cervello deve ancora connettersi e non sento il peso soffocante delle mie responsabilità.

Non sento il dolore lancinante che cerca di uccidermi, dopo la conversazione con Emma.

Tra me e Mark... ha detto lasciando intendere il seguito.

E' interessata a mio fratello. Il sangue del mio sangue che ho cercato in tutti i modi di far rientrare nella famiglia.

Lei vuole lui, non me. Io non sono abbastanza per lei, non potrei darle quello che desidera.

La luce entra dalla finestra e il profumo del mare mi riempe le narici. Mi appoggio l'avambraccio sugli occhi e ripenso a Emma.

Ma non abbastanza. Non abbastanza. Sento ancora le sue parole echeggiarmi nelle orecchie. Lei mi vuole bene come parabathai, non mi ama, non vuole sprofondare nelle mie braccia per restarci, non vuole baciarmi per un tempo infinito, non vuole che i nostri corpi si fondano per diventare un tutt'uno.

Non mi ama. Io la amo con tutto me stesso. Non smetterò mai d'amarla.

“Jules!” Livia batte il pugno sulla porta della mia stanza “Temo che Mark permetterà a Tavvy di fare un altro bagno nello zucchero, se non scendi subito a dargli la colazione.”

Caccio tutti i miei sentimenti, tutto il mio amore non corrisposto in un angolo segreto della mia anima e indosso la maschera del fratello felice. Devo infondere felicità ai ragazzi, si meritano d'essere tranquilli.

Hanno perso già troppo.

“Non permetterglielo Livvy, o ci ritroveremo le formiche in dispensa. Arrivo subito, mi sono addormentato, scusa.”

“Okay, corro, ti aspettiamo in cucina, Diana deve dirci una cosa.” conclude mia sorella per poi correre via.

Guardo intensamente la luce del sole fino a sentire gli occhi bruciare e sorrido amaramente.

Sarebbe bello svegliarsi la mattina e trovare la colazione pronta, sarebbe bello svegliarsi con un sorriso... sarebbe bello svegliarsi con la consapevolezza d'essere amato, essere amato dalla persona che ami.

 

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-

Care lettrici, grazie per la lettura. Si tratta di un prologo di prova, fatemi sapere se vi piace.

A presto,

Pi

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***



Non c'è parola che suoni meglio del suo nome.
Non esiste cuore che batta più forte del suo.
Non c'è rumore che vorrei sentire oltre il suo respiro.
Ma non lo saprà mai.
Emma


 

JULIAN

Scendo a malavoglia le scale dirigendomi verso la cucina e un coro di voci mi riempe i timpani.

Sono agitati i ragazzi stamattina.

Come mi devo comportare con Emma? Ho paura d'incrociare i suoi occhi e leggerci solo compassione, quella verso il mio amore nei suoi confronti.

Maledetto destino funesto. Maledetto amore. Maledetto cuore.

Mi tiro indietro i capelli ed entro in cucina, resto sbalordito nel vedere due cacciatori seduti ad un lato del grande tavolo.

Maledizione, un altro problema! Saranno venuti a controllare Mark o ad interrogare lo zio sui fatti accaduti con il capo clan dei vampiri.

Non ci voleva.

Mi guardo attorno a cercare la mia parabatai, ma non c'è traccia di lei, né di Mark.

Il cuore mi si stringe in una morsa, saranno assieme?!

“Jules, guarda, abbiamo un nuovo istruttore e anche un'altra coppia di parabatai resterà qui con noi.” Dru mi si avvicina sorridendo entusiasta per i nuovi arrivati.

Un ragazzo alto, biondo con gli occhi verdi mi si avvicina alzando la mano per stringerla, indossa la divisa ufficiale dei nephilim “Sono l'istruttore Jonathan, fiancheggerò Diana nella vostra istruzione sia per quanto riguarda il combattimento che di teoria.”

Annuisco stringendo la mano e subito gli si affiancano due cacciatori, un maschio alto con i capelli castani e gli occhi dello stesso colore e una ragazza castana con gli occhi azzurri, avranno circa la mia età.

La ragazza mi sorride raggiante “Ciao, io sono Perla. Lui è il mio parabatai James, è abilissimo con l'ascia, la maneggia come se fosse un prolungamento del suo braccio, è il migliore in questa tecnica.”

Il ragazzo accanto a lei scuote la testa e mi stringe la mano presentandosi “Perla è abilissima con le parole, attento, non farti fregare dal suo sorriso, è letale.”

“Puff, letale. Se sono la personificazione della dolcezza!” si lamenta la ragazza colpendolo con un pugno sul fianco. Poi si appoggia con la testa alla spalla di Jonathan e sorride ancora “Lui è Jhon, il mio ragazzo...”

“Fidanzato.” l'interrompe l'istruttore sbuffando.

Fidanzato?! È legale la loro relazione?! Tra un insegnante e la sua studentessa?!

Lei storce la bocca divertita e lo guarda alzando le sopracciglia “La parola ragazzo suona meno antiquata, fidanzato sa di vecchio.” dice a bassa voce.

Il nuovo istruttore incrocia le braccia al petto e la guarda serio negli occhi “La parola ragazzo da l'idea di un rapporto frivolo, superficiale e senza futuro. Non è il nostro caso o mi sono perso qualcosa Perla?”

Un'improvvisa ondata di malinconia mi soffia tra le ossa, io ed Emma non bisticceremo mai come due innamorati. Lei non mi ama.

Perla alza gli occhi sbuffando rumorosamente e si avvicina al suo fidanzato, ma la mia attenzione va ad un'altra coppia che entra in cucina in quell'esatto istante.

Mark ed Emma arrivano in cucina tenendosi per mano. Cala il silenzio. Anche il piccolo Tavvy si blocca dallo riempirsi la bocca di biscotti e resta a guardare sbalordito mentre Mark passa una mano attorno alle spalle di Emma e le accarezza il braccio.

Un dolore fisico, penetrante, più doloroso di qualunque altra cosa, mi oltrepassa il torace arrivandomi fino al cuore.

“Lo sapevo che sarebbe successo, siete così carini assieme!!!” Dru saltella allegramente verso la mia parabatai e le sorride raggiante.

No. No. No, non può essere. Non è vero, non stanno bene assieme, io la amo. Non Mark, non posso resistere.

Tutti iniziano a parlare, ma io non sento niente, solo un fischio acuto capace di escludere tutte le risatine e le presentazioni dei nuovi arrivati.

Emma sorride e guarda Mark negli occhi, lui si avvicina per baciarla.

No!

Non ce la faccio.

Questo è troppo. Me ne devo andare, devo prendere aria.

Indosso la mia solita maschera da fratello perfetto e guardo un punto indefinito verso la porta “Scusate, vado ad informare lo zio dei nuovi arrivati.”

Mi faccio strada nella bolgia di ragazzi ed esco dalla cucina senza guardare nessuno.

Salgo le scale sempre più velocemente senza guardarmi indietro, un'altra rampa e ci sarò.

Giro a destra e rovisto nervosamente nel cassetto cercando la chiave del mio studio.

La mia anima chiede aiuto.

Infilo più volte la chiave nella serratura e finalmente riesco ad entrare chiudendomi la porta alle spalle con un tonfo.

Come una furia afferro una tela nuova e impugno un pennello a lingua di gatto per avere un tratto deciso e il colore nero.

Spargo la pittura sulla tavolozza ed inizio a tracciare delle linee dure sulla tela, procedo con il blu e il giallo. Una scia di occhi dorati in una notte tersa... ed immagino la caccia selvaggia che viene a riprendersi mio fratello.

 

 

PERLA

Qui ci saranno dieci gradi in più di Alicante, rischio di sciogliermi.

Corsa, piegamenti, flessioni, arrampicata e ora devo assolutamente prendere fiato.

Appoggio le mani sulle ginocchia e mi chino leggermente ansimando. Il mio parabatai mi passa una bottiglietta d'acqua ed inizio subito a bere.

James si passa la lingua sui denti sorridendo maliziosamente “Quella ragazza alta ha delle curve mozzafiato.”

Oh per l'Angelo, faccio una smorfia, ci risiamo “Quella bionda?!”

“No, Livia, quella con i capelli castani e gli occhi verde azzurro,” si sposta i capelli dagli occhi e mi guarda sorridendo “ho intenzione di farci un pensierino.”

Rieccoci “Città nuova, vita nuova. Prima di farci quello che non vedi l'ora di fare, cerca di conoscerla. Parlale per più di cinque minuti, fatti coinvolgere nelle sue passioni e i suoi interessi prima di infilarti nelle sue mutandine.”

Il mio parabatai torna con lo sguardo verso la sua nuova preda e sospira pesantemente “E la tua nuova vita cosa comprende?”

Ammicco e gli sorrido “Io sono perfetta.”

James inizia a ridere tenendosi la pancia, che scemo.

“Devi dire a Jonathan che non hai intenzione di sposarlo.” dice serio.

Lo fulmino con gli occhi “Abbassa la voce. Questo non è vero, solo non voglio sposarlo appena compio i diciotto anni, tutto qui.”

Il mio parabatai storge la bocca “Insiste con questa cosa del matrimonio, state insieme da neanche un anno, è stato l'unico ragazzo che hai conosciuto diciamo, carnalmente, e vuole già scambiarsi una runa così importante con te.”

Gli sorrido e mi sfilo la maglietta fradicia di sudore, mi avvicino di un passo e gli asciugo il viso “E' l'amore, James.”

Si lascia asciugare la fronte e si sfila anche la sua “Sei troppo giovane per sposarti.” dice lanciando un'occhiata a Jhon “Ti tratta come se fossi una sua proprietà.”

Gli sorrido ancora, lui pensa solo alla mia incolumità “Io gli appartengo James, quando ti innamorerai, capirai di cosa sto parlando.”

Sbuffa e si passa la maglietta sul torace “La mia vita è già completa.”

“Hei!” Jhon alza la voce dall'altra parte della palestra, ci voltiamo e lo vediamo raggiungerci velocemente aumentando il passo.

Afferro un pugnale dalla bacheca alle mie spalle e lo passo a James.

“Non vi isolate.” ci ammonisce guardando il mio parabatai, si volta verso di me e mi fa l'occhiolino.

Fa bene a sgridarci, abbiamo la brutta abitudine di vivere nel nostro mondo.

In tutta risposta James muove velocemente il braccio e lancia il pugnale nel centro del bersaglio alle nostre spalle “Ci stiamo allenando con i pugnali, se vogliono farlo anche loro, basta che ci raggiungano.” gli risponde tagliando corto, afferra una serie di lame e ricomincia a lanciarle.

Guardo Jonathan negli occhi, quei meravigliosi occhi verdi che sono sempre posati su di me ogni volta che li cerco.

“Come stai?” gli chiedo sorridendo.

Fa spallucce e guarda il cacciatore dall'altra parte della palestra discutere con Diana “Cristopher o Kit, come diavolo vuole farsi chiamare, non ha intenzione di partecipare all'allenamento.” sospira e si rivolta verso di me.

Osserva il top da allenamento che indosso e storge le labbra.

“Come stai tu?” ribadisco inclinando la testa di lato.

Si passa una mano nei capelli “Bene, sono felice che tu sia qui con me, dormi nella mia stanza stanotte?”

Sento James sbuffare rumorosamente e lanciare l'ennesimo pugnale.

Annuisco e sul suo viso si apre un grande sorriso “Tutte le notti?” mormora.

Ridacchio e annuisco ancora.

Quando stavamo ad Alicante passavo a casa sua tutti i week end, in assoluto il tempo migliore trascorso in quella città. Per il resto della settimana avevo l'obbligo di dormire in istituto e rientrare entro le diciotto di pomeriggio.

Un incubo.

Jhon si gongola nella mia risposta e mi guarda stringendo i pugni, conosco quello sguardo, vorrebbe prendermi tra le braccia e baciarmi, ma non può. Non si è mai sbilanciato durante gli allenamenti, mi sorride, mi parla, mi usa come manichino dimostrativo, ma non di più.

E' una delle cose che amo di lui.

Diana e Kit ci raggiungono “Ora è pronto.” dice la tutrice con lo strano tatuaggio sul viso al mio ragazzo.

Jonathan batte una mano sulla spalla al neo cacciatore “Perfetto, con me diventerai uno tra i migliori cacciatori mai esistiti.”

Kit stringe le labbra borbottando qualcosa tra sé e si avvicinano a James.

Lui gli passa un coltello e Jonathan inizia a dargli istruzioni dettagliate.

È molto bravo in quello che fa, hanno fatto bene a promuoverlo, ha una dote e non l'ha sprecata.

Jhon alza il braccio per mostrare a Kit il movimento ideale per far conficcare il pugnale in profondità nel bersaglio e all'improvviso eccola apparire. La runa più importante e più dolorosa di tutta la sua vita affiora sul corpo scolpito che ho accarezzato innumerevoli volte.

Quella dei parabatai, che gli decora il costato destro, è ormai sbiadita.

 

 

EMMA

No, no, no, no... non anche questo.

Affondo il viso tra le mani e cerco di svuotare la mente.

Prima scopro che i miei genitori sono stati uccisi da una persona che ritenevo amica, poi mi innamoro di Julian, poi scopro che se continuiamo ad amarci, diventeremo dei pazzi incontrollabili shadowhunters magici, capaci di distruggere tutto quello che ci circonda e ora anche questo! No, non ce la posso fare, non può andarsene.

Ho baciato Mark, per l'Angelo, appena si trova accanto a me si sporge per unire le labbra alle mie. -Non ti trovo ripugnante- gli ho detto, ma non provo niente nel baciarlo, anzi, ogni volta che lo faccio sento una fitta sotto le costole che minaccia di soffocarmi.

In palestra mi ha massaggiato i polpacci perchè mi dolevano dopo un atterraggio andato male.

Per l'Angelo, ce la sta mettendo tutta per far credere ai ragazzi che stiamo assieme.

Se chiudo gli occhi riesco a vedere perfettamente il viso di Jules quando sono entrata stamattina in cucina mano nella mano con Mark.

Che l'Angelo salvi la mia anima, ormai il mio cuore è distrutto.

Perchè l'amore fa soffrire così tanto? Mi viene da vomitare.

Mi sento così sola e ora anche Cristina sta per andarsene. Desidera tornare in Messico per sistemare delle questioni lasciate in sospeso.

E cosa farò io qui?

Dovrò fare in modo che Julian smetta di amarmi e l'unico modo è spezzargli il cuore.

Funzionerà? Vedendomi baciare suo fratello, l'amore che prova per me, svanirà o no?

Lo spero tanto.

Non doveva accadere, ma è successo e ora devo assolutamente risolvere questo problema prima che sia troppo tardi, prima che accada qualcosa di terribile.

Dei passi sul pavimento in pietra dell'ingresso annunciano l'arrivo di qualcuno, avrei bisogno di parlare con Julian, avrei bisogno di parlare con qualcuno che mi vuole bene.

Alzo lo sguardo e vedo la mia amica difronte a me sfiorare la collana che porta al collo. Mi guarda negli occhi, mi sta dicendo che basta una mia parola e lei resterà, ma non posso chiederle tanto.

Oh Cristina, continui a ripetere che l'Angelo ha dei progetti per ognuno di noi, ma io non ci credo più. Io non credo che voglia vedere una famiglia annientata dall'amore impossibile di due parabatai, dubito sia così sadico.

Dammi una certezza perchè ora non ne ho.

Guardo la mia amica dritta negli occhi, -Resta- vorrei dirle, ma non posso. Merita d'essere felice, questo è il mio disegno, non il suo.

Si tratta del mio fardello, sono io a doverlo portare.

“Questa è la volontà dell'Angelo.” le sussurro con il cuore che minaccia di esplodere.

 

 

 

 


 

λ π Ω Θ Ξ Σ η ℜ ∀ ∂

Carissime lettrici, una volta quando si pubblicava un capitolo, veniva subito letto e recensito.

Probabilmente ho sbagliato personaggi, Emma e Julian sono nuovi e non amati da tutti come lo erano Clary, Jace, Jonathan, Perla, Alec, Magnus, Izzy e Simon.

Peccato.

Nuovo capitolo, vediamo come va.

A presto

Pi

 

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***



Emma

 
 

JONATHAN

Mi sveglio provando una sensazione di beatitudine infinita.

Finalmente i miei sogni si stanno avverando. Un lavoro che adoro, una fidanzata che amo con tutto me stesso e la concreta speranza di un futuro tranquillo e pieno di felicità.

Sento le labbra di Perla percorrermi il torace, adora sfiorarmi le rune e le cicatrici con le labbra “Buongiorno.” mi soffia dolcemente sulla pelle.

Porto entrambe le braccia sotto la testa e l'osservo con una gioia mai provata prima. Mi sono innamorato. La conosco da quando ha iniziato a frequentare l'accademia ad Alicante, era una ragazzina e ora è una giovane donna seduta a cavalcioni sopra di me e mentre continua il suo percorso verso le stelle.

La stanza che abbiamo scelto, affaccia sull'oceano, la brezza che entra dalla finestra profuma di salsedine, era da tanto che non mi sentivo così libero.

Ad Alicante vivevo nel mio appartamento e Perla passava da me tutti i fine settimana, era diventata la nostra casa, un angolo fuori dal mondo dove vivere in sintonia, era piena dei suoi libri, trovavo suoi calzini e slip infilati in ogni mio cassetto, mi sentivo davvero a casa. Qui è diverso, non ci sono le nostre foto che adornano le pareti, ma possiamo stare sempre assieme, tutto il giorno e tutta la notte, esattamente come ho sempre desiderato.

Una folata di vento spalanca di più la finestra e muove i tendaggi chiari attorno al letto a baldacchino che condividiamo, mi sento così felice.

Il mobilio della stanza è semplice, la scrivania è piena dei libri di Perla e le mensole sono occupate dalle mie armi, non è una casa intera, ma ci faremo l'abitudine

L'armadio in mogano scuro è capiente, ma non rimarremo qui per sempre, nel nostro futuro vedo una casa tutta nostra.

Allungo le mani e l'afferro per la vita portandole il viso davanti al mio, le scosto i capelli dal viso e mi perdo nei suoi occhi colore del ghiaccio “Buongiorno amore mio.” le sussurro prima di baciarla.

Le nostre bocche continuano ad unirsi per un tempo infinito, non penso che potrei essere più felice di così.

“Mi piaci nuda nel nostro letto.” le soffio sul collo.

Risponde con un gemito e mi afferra i polsi portandomeli sopra alla testa “Anche tu mi piaci nudo nel nostro letto e ora sei sotto il mio controllo.”

Ridacchio divertito e faccio una capriola portandola sotto di me, una risata cristallina risuona nella stanza facendomi sorridere.

“Sei imprigionata tu ora.” le dico avvicinandomi alle sue labbra.

Ci baciamo, uniamo le nostre lingue e ogni volta è come se toccassi una stella con un dito, mi sono innamorato di lei in un attimo. Prima era solo una mia allieva, poi è diventata il mio mondo.

È stato il destino a farci incontrare, non stavo cercando una persona di cui innamorarmi e all'improvviso mi sono reso conto che non ho mai desiderato nient'altro di meglio al mondo di lei.

L'Angelo mi ha fatto questo regalo, Lucas sarebbe felice per me.

Perla abbassa le mani sfiorandomi la runa parabatai, è una parte incredibilmente sensibile, mi guarda con malinconia, sa che mi manca, comprende il dolore che si prova a perdere una parte di sé stessi.

Sa che parlare di lui mi fa percepire la sua presenza. Annuisco e le sposto i capelli dal viso, mi appoggio su un braccio per evitare di schiacciarla e le lascio un dolce bacio sulle labbra.

Le sorrido tristemente, con lei posso essere me stesso, posso dirle sempre la verità “Mi manca in ogni momento, quando mi succede qualcosa di bello, inconsciamente volto ancora lo sguardo per cercare un suo gesto di approvazione. Quando ho un problema mi tocco la runa come a cercare un aiuto silenzioso.”

Mi passa delicatamente i polpastrelli sul costato “Mi dispiace, vorrei averlo conosciuto.” mormora addolorata.

Le sorrido, i raggi del sole che entrano dalla finestra rendono i suoi occhi ancora più chiari. Torno sulle sue labbra rosse come ciliegie “Gli saresti piaciuta sicuramente.”

Spalanca gli occhi sorpresa “Davvero?”

Annuisco sicuro di me “Adorava le more che non riescono a stare zitte.”

Inizio a farle il solletico, non resiste e cerca in tutti i modi di afferrarmi le mani, ma sono molto più forte di lei, non può competere con me senza l'uso di un pugnale.

“Jhon!” uggia senza smettere di ridere “Mi sentiranno tutti!”

Mi blocco e la guardo, la amo, è gioia pura, è lei la mia anima gemella “Sposami.” le sussurro “Sposami e cresciamo insieme, sposami e mi sentirò completo, sposami e fammi l'uomo più felice del mondo.”

La mia fidanzata mi sorride allungando le mani sul mio viso, mi accarezza dolcemente infilandomi le dita tra i capelli.

Sorride gaia, è un sì, me lo sento, non è la solita risposta -un giorno- o un -quando sarò cresciuta almeno un po'-, è sicuramente un sì, glielo leggo negli occhi, è felice, innamorata, mia.

Dall'emozione il cuore mi batte velocissimo.

Sta per rispondere e la maniglia della porta scatta, James entra nella stanza di gran passo senza aver bussato.

Non mi ci abituerò mai. Ci copro subito con il lenzuolo, a loro non interessa, a me sì. Non mi piace quando vede le sue nudità.

Il cacciatore si osserva disgustato la camicia che indossa e sospira “Mi servono degli abiti nuovi, vieni con me?”

Per l'Angelo, non ora! Parabatai, un dono, una maledizione.

Perla ridacchia senza il minimo imbarazzo “Mi lasci ancora un momento?”

James, in tutta risposta, alza lo sguardo e finalmente ci vede allacciati uno all'altro.

Sorride maliziosamente e infila le mani nei pantaloncini che indossa “Sai che mi deprimo quando fai più sesso di me, quindi alzati e accompagnami.”

Oddio. Mi mancava così poco!

Sospiro pesantemente e sprofondo con il viso nel collo di Perla, non mi ci abituerò mai al loro rapporto. Io li vedo come un maschio ed una femmina, due entità che dovrebbero provare un minimo di vergogna uno nei confronti dell'altro, ma dimentico sempre che invece sono parabatai, una cosa sola.

Perla ride ancora accarezzandomi le spalle “Ne parliamo dopo.” mi sussurra all'orecchio.

Sbuffo sonoramente, vorrei un po' di privacy.

James si volta e Perla si alza dal letto dandomi un veloce bacio, inizia a vestirsi voltandosi di spalle, adoro le sue curve, dolci, perfette, soffici e sode al tempo stesso “Anche a me servono dei vestiti nuovi, da Alicante ho portato solo la divisa.”

Strabuzzo gli occhi, cosa c'era dentro alla sua sacca allora?! Pesava trenta chilogrammi come minimo.

Mi copro la vita con il lenzuolo e mi sistemo il cuscino sotto la testa.

“Vieni anche tu?” Perla, ormai vestita, si inginocchia sul letto e si sporge in avanti per baciarmi.

Scuoto la testa “Devo ordinare del materiale per l'allenamento.”

“Okay, ti prendo qualcosa io. A dopo, ti amo.” mi bacia ancora e fa per alzarsi, ma le afferro il polso “Aspetta.” gli dico serio.

La mia fidanzata si volta pensierosa.

“Niente fate, non cercate fate, non fate domande sulle fate, non pensate neanche alle fate. Sono stato chiaro?” affermo in tono autoritario.

Perla si scurisce in volto e volta gli occhi verso il suo parabatai incontrando il suo sguardo.

Un attimo dopo riposa i due pezzi di ghiaccio nei miei occhi verdi.

Merda, si irrigidisce e stringe le labbra.

Non va bene, mi metto seduto e le accarezzo il viso “Ti ho promesso che avremo cercato quello che ti è stato rubato e sai che mantengo le promesse, non mettetevi in pericolo, a causa della stupida Pace Fredda, le fate ci vedono come potenziali nemici...”

James soffoca un verso di indignazione schernendo le mie parole “La Pace Fredda è una delle poche Leggi sensate che abbia fatto il Conclave.”

Mi passo la mano sugli occhi, non ho intenzione di intraprendere una discussione sulle fate dopo un inizio giornata perfetto.

Il mio parabatai non è stato ucciso dalle fate, lui è morto in battaglia, durante l'attacco alle sorelle di Ferro è stato colpito da un Oscurato mentre mi soccorreva. È morto per me, per salvare la mia vita. Io gli ho promesso che avrei vissuto per entrambi, sarei stato felice, avrei vissuto una vita meravigliosa, senza rimpianti e rancori, solo gioia. E così sto cercando di fare.

La madre di James è stata martoriata dalle fate e Perla ha perso più di quello che è stato tolto a tanti, ha visto madre e sorella incinta tradite dalle persone di cui si fidavano ed uccise senza la minima compassione.

Entrambi odiano le fate, hanno colto nella Pace Fredda un diritto che era stato tolto ai cacciatori durante gli anni degli Accordi con i Nascosti. La possibilità di uccidere senza ritorsioni da parte del Conclave.

Io invece penso che sia immorale castigare un'intera specie per l'errore di pochi.

Perla salta dal letto e prende il suo parabatai sotto braccio “Niente fate oggi, a meno che non ci capitino sotto le mani...” tossisce mangiandosi le ultime parole e sorride a James “Chiederemo a qualcuno di accompagnarci.”

Mi fa un sorriso ed esce con una parte di lei che non le permetterò di perdere. Proteggerò la sua felicità.

Ho bisogno di sentirla mia, non solo a parole, sento la necessità di scambiarmi la runa con lei per rendere il nostro rapporto come quello con James.

Unico.

Sospiro e mi porto una mano sul costato Lucas, ho bisogno di te.

 

 

EMMA

“Quello rosso mi piaceva.” Perla sbuffa incrociando le braccia e volta lo sguardo fuori dal finestrino.

James, seduto accanto a me, alza le mani in segno di resa “Era praticamente trasparente, Jonathan sarebbe andato fuori di testa, gli altri ti stanno benissimo, soprattutto quelli che ti lasciano la schiena nuda, così si vede la mia runa.”

Ridono all'unisono, sono parabatai, un rapporto che va oltre ogni cosa.

Mi sento così sola da quando ho parlato con Julian, come se avessi spezzato qualcosa dentro di me.

Svolto a sinistra e percorriamo la rampa che porta all'istituto, finalmente siamo arrivati. Questi battibecchi tra parabatai sono difficili da gestire nelle mie condizioni.

Funesto destino, doloroso amore.

Parcheggio ed usciamo dall'auto, James prende le innumerevoli borse con gli abiti e si avvia verso l'entrata.

Perla mi affianca sorridendomi, indossa già uno dei vestiti che ha comprato, quello verde che che si allaccia dietro al collo, le sta bene “Grazie d'averci accompagnati, ti va di andare fuori a cena una sera con i nostri rispettivi ragazzi? Sarebbe divertente!”

Il cuore mi salta un battito.

Fuori, a cena, con Mark. Come prenderà la cosa Julian?

Cosa faremo? Dobbiamo baciarci e tenerci per mano?! Per l'Angelo.

La ragazza intercetta il mio stato d'animo e mi guarda meravigliata “Se vi va, ovviamente...”

Scuoto la testa e sfoggio un sorriso “Devo chiedere a Mark, ma penso sarebbe contento di passare del tempo con Jonathan ricordando i vecchi tempi.”

Mark e Jonathan si conoscono da prima della Pace Fredda, quando l'ha visto la prima volta gli è saltato al collo, temevo volesse ucciderlo, invece l'ha abbracciato stretto.

Per l'Angelo.

La ragazza mi sorride gaia, sorride sempre, come se racchiudesse nel cuore la felicità dell'intero mondo... la mia mi ha abbandonata.

Deve aver vissuto una vita meravigliosa, penso che la Guerra Oscura non l'abbia neanche toccata, sembra una persona libera, libera d'amare e essere amata.

Per l'Angelo.

Ha un viso amichevole, non ha mai smesso di parlare da quando siamo partiti dall'istituto, mi ha chiesto della città, dei miei interessi, della routine all'istituto, mi ha raccontato di Alicante, dell'Accademia, di James e della paura che ha provato quando ha capito d'essere innamorata di un Istruttore e di come lui le abbia confessato il suo amore.

Mi ha chiesto di Julian, Jules, di quando siamo diventati parabatai... sentivo un peso sul torace quando le ho raccontato della cerimonia, di come lui è sempre stato tutto per me... ma non le ho detto di quando lui sia diventato unico per me.

Spero non l'abbia capito.

-Julian è semplicemente Jules- le ho detto guardandola negli occhi -Lui non ha difetti.- A questa mia affermazione ha sorriso gaia, come se sapesse esattamente di cosa stessi parlando.

Per l'Angelo, non ha mai smesso di parlare, dubito che il suo parabatai si annoi.

Ci incamminiamo verso l'istituto, alzo lo sguardo e vedo il nuovo istruttore, nonché fidanzato della cacciatrice al mio fianco, sorridere “Ti sta bene il vestito.” dice, incatenando la ragazza con lo sguardo.

Lei arrossisce vistosamente e ci avviciniamo. Jonathan afferra subito il volto della ragazza e unisce le labbra alle sue.

Mi guardo attorno a disagio, per l'Angelo, mi mancava proprio una coppia innamorata che si bacia senza il minimo imbarazzo.

La prende tra le braccia e si volta velocemente verso di me, ha gli occhi di un verde smeraldo, sembrano pietre preziose, i capelli biondissimi gli creano delle leggere ombre sulla fronte, è allenato, ha più muscoli di Julian e un sorriso magnetico, ma Jules è imparagonabile a qualunque altro, lui è semplicemente perfetto “Julian è già in palestra, ti aspetta per l'allenamento, vorrei simulare un combattimento tra le due coppie di parabatai.”

Per l'Angelo, no, non possiamo. Come faremo con le rune?!

Annuisco automaticamente tre o quattro volte, non ho più parlato con Julian da quel giorno dietro l'istituto...

Avrà parlato con Mark?!

Non so davvero cosa fare, ho bisogno del mio parabatai, ma non so come comportarmi con lui.

Ho bisogno di parlarne con qualcuno.

 

 

JAMES

Senza volerlo, l'occhio mi cade su Julian, il maggiore dei fratelli Blackthorn, sta osservando la sua parabatai dall'altra parte della palestra. Che comportamento bizzarro, io e Perla ci alleniamo sempre insieme, è come se volessero tenere le distanze.

Boh.

Non sa d'essere osservato, ha uno sguardo strano, non è lo stesso con cui io guardo la mia parabatai, sembra ferito, arrabbiato, infelice, smarrito...

Mmmm. Questa cosa è davvero strana.

Allungo il collo verso l'entrata della palestra, Perla deve ancora arrivare, strano, Jonathan ormai è in palestra da un quarto d'ora.

Quando siamo arrivati, la coppietta innamorata si è appartata per venti minuti. Jonathan è entrato in palestra con un sorriso talmente soddisfatto da farmi venire il voltastomaco. -Perla arriva tra un attimo.- mi ha sussurrato all'orecchio prima di iniziare l'allenamento pieno d'energia, ma ancora non si vede.

Livvy indica l'ascia che tengo stretta tra la mano, è un regalo speciale, mi ha salvato la vita in diverse missioni. Osservo la cacciatrice davanti a me, è davvero una bella ragazza, una delle più belle che abbia mai visto “Vuoi provarla?” le chiedo alzando solo un lato della bocca.

Perla mi ha consigliato di conoscerla prima di provarci, una cosa nuova, forse una cosa bella.

Sei annuisce e le allungo l'arma, nel passargliela le sfioro leggermente la mano e la vedo sorridere.

Si rigira la mia ascia tra le mani e gli occhi le cadono sull'incisione. Ne accarezza i caratteri sospirando.

-L'amore nega ogni scelta-

La dedica in oro che ha fatto incidere Perla, spicca a rilievo sulla lama.

Mi passo una mano tra i capelli, devo dare l'idea di un inguaribile romantico “Lo so, sembra una stupidaggine, ma per noi ha un grande significato.”

Livvy in tutta risposta spalanca gli occhi guardandomi “Non lo penso assolutamente.” risponde tornando a studiare l'arma.

Sorrido, mi ha fatto piacere la sua risposta, magari un giorno le spiegherò il significato di quella frase “Me l'ha regalata la mia parabatai il giorno in cui abbiamo fatto il giuramento.”

Lancia un'occhiata a Tiberius e increspa leggermente le labbra, sembrano soffici da baciare “Anch'io vorrei un parabatai, ma il mio gemello non ne vuole sapere, è come se non mi volesse legata a lui per sempre.”

Alzo gli occhi verso Jonathan, è circondato da tre cacciatori, il gemello di Livia, Kit e Drusilla, la sorella minore. Avere una persona, una parte di te che ti conosce come nessun altro, a cui puoi confessare tutto, è un regalo degli Angeli, ma quando muore, la solitudine che ne sussegue è infinita. Difficile da gestire.

Niente e nessuno può prendere il posto del tuo parabatai.

Jonathan ne è l'esempio, mi ha consigliato lui, quattro anni fa, di chiedere a Perla di diventare la mia parabatai. Aveva viso in noi qualcosa di più dell'amore, qualcosa che ci completava, che ci rendeva migliori e più forti.

Aveva notato quanta alchimia ci fosse tra di noi, un rapporto come pochi.

Baciala, mi aveva detto. Capirai se quello che vi unisce è amore o il premio che l'Angelo ha deciso di conferirvi dopo tanto dolore.

L'ho sempre ringraziato per questo, mi ha dato la felicità.

Sorrido, credo sia felice anche lui che l'esperimento del bacio sia fallito, ora non starebbe con lei.

Perdere il suo parabatai l'ha spezzato, ma non si è lasciato andare, ha deciso di mettere a disposizione tutto il suo sapere addestrando i giovani cacciatori e offrendo consiglia tutti quelli che ne hanno bisogno.

Sì è specializzato nell'addestramento dei parabatai perchè negli sguardi che ci scambiamo riesce sempre a cogliere l'affetto che provava per Lucas.

Ci osserva con infinito affetto quando io e Perla ci perdiamo uno negli occhi dell'altra e parliamo senza usare le parole, basta uno sguardo per farmi capire di cosa ha bisogno, basta un mio sospiro per metterla a conoscenza del mio stato d'animo.

In questi anni ho notato spesso la mano di Jonathan posata sulla runa parabatai posta sul costato destro, come se chiedesse aiuto ad una parte di lui che non c'è più.

Maledetta Guerra Oscura, maledetto Morgenstern, maledette fate.

Arriva il fratellino di Livia, il minore dei Blackthorn e le tira la maglietta, Livia si volta donandogli un dolce sorriso “Cosa c'è Tavvy? Hai fame?”

Il piccolo scuote la testa e si scurisce in volto “La nuova cacciatrice è uscita dall'istituto, sta litigando con Kieran.”

Il cuore mi salta in gola, lui, è qui.

Perla.

Kieran, no, non può essere. L'ha trovato.

Strappo dalle mani di Livia la mia ascia e corro fuori dall'istituto.

Ucciderò l'assassino.

 

 

 

 

 

….

Carissime lettrici, grazie delle letture e delle recensioni.

Accetto consigli, apprezzo i pareri delle altre persone, soprattutto di quelle che amano leggere e scrivere.

Avete qualche bella ff da consigliarmi?

A presto, grazie.

Kiss

Pi

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***



L'unico modo per capire quanto ami una persona
è perderla.
Emma

 
 

JAMES

Balzo fuori dall'istituto con il cuore in gola e la scena che mi trovo davanti mi fa montare la rabbia.

Mark, il fratello mezzo fata dei Blackthorn sta strattonando Perla circondandole la pancia con entrambe le braccia, la solleva da terra e la trascina lontana dall'assassino.

Pazzo, mai mettersi in mezzo ad un combattimento. La mia parabatai sa badare a sé stessa.

Senza il minimo ripensamento, mi lancio contro Kirian che si sta alzando in piedi, Perla lo aveva atterrato, ha il volto sporco di sangue e uno squarcio sul petto. La camicia bianca che indossa è macchiata di sangue, hanno sicuramente lottato.

Stringo forte il pugno e faccio un balzo da terra, prendo lo slancio e lo colpisco con tutta la forza che ho sulla mascella.

Un clok sordo mi fa venire la pelle d'oca.

Che sensazione meravigliosa. Era da cinque anni che aspettavo questo momento.

L'assassino barcolla, non si aspettava il mio attacco. Non gli lascio il tempo di reagire, mi muovo lesto come mi ha insegnato Jonathan. Gli afferro il polso, lo rigiro dietro dietro alla schiena fino quasi a spezzarlo e gli punto l'ascia alla gola.

Preso. Mio. Il traditore assassino è nelle mie mani.

“Sorpresa Kiki, muoviti e sei morto.” gli sussurro all'orecchio.

Alzo lo sguardo in cerca della mia parabatai, Perla è livida di rabbia. Mark continua a dirle di calmarsi, che il ragazzo fatato è un amico, di stare tranquilla, ma non la conosce.

La cacciatrice alza il braccio e gli pianta il gomito nello stomaco facendolo indietreggiare, non se lo aspettava. Gira su sé stessa, alza la gamba e lo colpisce in pieno petto con un calcio.

Mark cade atterra sconcertato, cinquanta chilogrammi l'hanno steso.

“Non azzardarti mai più a toccarmi!” gli urla contro Perla prima di voltarsi verso di me.

Merda, le ha prese, ha il labbro grondante di sangue. L'ha picchiata! Senza volerlo affondo leggermente la lama nel collo della fata.

Devo trattenermi, dobbiamo interrogarlo prima.

Perla avanza verso di noi ondeggiando i fianchi, mi sorride come mai prima. È piena di adrenalina “Questo regalo lo accetto anche se non me l'hai incartato.” dice estraendo un pugnale dalla cintura che indossa. Lo afferra con forza facendo passare il mignolo nell'occhiello, ha intenzione di usarlo.

Emetto una risata gutturale, è un regalo atteso a lungo.

Stringo con forza la fata tra le mie mani, me lo ricordavo più alto.

“Lasciamo da parte i convenevoli, non mi interessa niente della tua vita che presto giungerà alla fine, dov'è il bambino?” Perla si sta trattenendo, vorrebbe piantargli il pugnale nella pancia ed estrarlo all'altezza della gola.

“Che sta succedendo? State bene?” Jonathan salta fuori dall'istituto brandendo la spada, subito dopo mezza famiglia Blackthorn si riversa nel piazzale.

“Stiamo bene, scambiamo due parole con un vecchio amico. Ti presento l'erede al trono della corte Unseelie e l'assassino delle nostre famiglie, ovviamente.” Perla stringe il pugnale tra la dita e punta gli occhi nei miei “Magari ha bisogno di una piccola spinta.” sussurra in modo che la senta solo io.

“Lascialo, è un nostro amico!” non ascolto Ty e mi concentro su di noi.

Mi muovo rapido, ho le rune dalla mia parte, quella permanente della velocità inizia a bruciare sul braccio. Abbasso la lama dell'ascia e gliela conficco nel fianco sinistro appena sotto la fine delle costole, lo sento tremare tra le mie braccia e subito torno sulla sua gola “E' solo l'inizio.” gli mormoro all'orecchio.

Quanto mi sento bene in questo momento, in tutta risposta Perla emette una risata di pura soddisfazione, è come se l'avesse colpito lei. Il legame che ci unisce ci rende una persona sola.

Jonathan si avvicina di due passi, è nervoso “Non potete torturarlo!” dice serio, ma non me ne frega niente.

Ho visto questa fata piantare un pugnale nel cuore della sorella di Perla e parte del suo esercito trucidare le nostre madri intervenute per darci una possibilità di sopravvivenza. Se pensa che lo lascerò scappare, non mi conosce.

La sua fidanzata si volta alzando il pugnale verso la fata tra le mie braccia “E' lui Jonathan!” urla addolorata “Lui era il fidanzato di mia sorella, lui l'ha uccisa e lì, sul pavimento dell'istituto, gli ha inciso la pancia per rubare il mio nipotino. Lui l'ha pugnalata, lui! La persona che asseriva d'amarla più di ogni altra cosa al mondo!” stringe il pugnale tra le mani e trema leggermente “Dov'è il bambino!” gli urla contro.

Kieran alza il mento fiero “Ho fatto tutto il necessario per salvare la vita di mio figlio.” affondo leggermente la lama nel suo collo, è un assassino, il figlio non è suo, non appartiene alle fate. È uno shadowhunter, Perla deve occuparsi di lui, ha il diritto di chiudere con il passato e guardare solo al futuro.

Il bambino è di Perla, le spetta di diritto.

La mia parabatai gli punta il pugnale sul cuore “E' uno shadowhunters e ho intenzione di riportarlo a casa!”

La fata tra le mie braccia ringhia quando la lama gli penetra nello sterno “Auguri cacciatrice, il bambino siede alla destra di mio padre, è lui l'erede al trono della Corte Unseelie adesso, ho barattato il mio futuro con la sua vita. Per questo sono stato esiliato nella Caccia Selvaggia, per salvargli la vita.”

Per l'Angelo!

Un sibilo precede un imprevisto, l'ascia mi cade dalla mano senza volerlo e un dolore lancinante si impossessa del mio braccio.

Merda, sono arrivati i rinforzi.

 

 

EMMA

Mi rigiro lo stilo tra le mani, quando il gruppo di cacciatori è corso fuori dalla palestra rincorrendo James, Julian mi ha chiamata chiedendomi di restare.

Ho il cuore che minaccia di esplodere da un momento all'altro.

Mi incammino lentamente dall'altra parte della palestra verso di lui, non mi ha rivolto neanche una parola oggi.

Per l'Angelo.

Dobbiamo tracciarci le rune per simulare il combattimento, ma se lo facessimo, tutti si accorgerebbero di quello che ci sta succedendo, che tra di noi c'è qualcosa di diverso. Qualcosa in più di quello che lega le altre coppie di parabatai.

L'amore.

Maledetto amore.

Arrivo a pochi passi da lui e cerco di nascondere l'infinita angoscia che mi avvolge “Ciao.” gli dico.

Lui non alza gli occhi ed afferra lo stilo “Non smetterò mai d'amarti, Emma.” dice paralizzandomi “Per questo penso che le rune abbiano i bordi luminescenti, la colpa è mia. Mi dispiace.” prosegue serio e io vorrei solo corrergli tra le braccia ed unire le labbra alle sue, affondare le mani nei suoi ricci ribelli ed assaporarlo come mai prima.

Scuoto impercettibilmente la testa per togliermi questo impossibile scenario e resto in silenzio, non so cosa dire.

Potrei iniziare un discorso del tipo -Ci siamo solo divertiti.- o -Quello che pensi di provare non è amore, Jules.-, ma suonerebbe terribilmente falso, non riuscirei a mentire bene in questo momento.

Quello che c'è tra di noi è amore, non una cotta superficiale o adolescenziale, amore vero.

Per l'Angelo.

Julian sbuffa dal naso e si tira indietro i capelli, alza il viso e appoggia lo sguardo verde-azzurro nel mio.

È bellissimo come sempre. Indossa una maglietta bianca e i pantaloncini consumati gli arrivano appena sopra al ginocchio.

Cerco di reggere l'infinito peso che mi obbliga a portare l'amore che provo per lui e ricambio lo sguardo.

“Ti amo Emma.” mi sussurra smarrito.

Socchiudo gli occhi e inghiottisco il terribile nodo che ho in gola, odio fargli del male, preferirei morire cento volte piuttosto di vederlo soffrire.

Per l'Angelo.

In un attimo, come per magia, mi ritrovo stretta al suo petto ad inspirare l'odore più buono che esista al mondo.

Julian.

Un misto di chiodi di garofano e salsedine, sembra tutto così reale.

Delle braccia mi circondano le spalle e spalanco gli occhi inorridita, non è la mia immaginazione, Julian mi sta abbracciando!

No! Non posso cedere, le persone che amo soffrirebbero!

Alzo le mani e le punto sul torace del mio parabatai, faccio forza sui gomiti e lo spingo lontano da me con tutta la forza che ho.

No!

Jules barcolla all'indietro ed inizia ad imprecare a bassa voce “Mi stai mentendo Emma!” urla additandomi.

Merda, no, non può saperlo, non faccio altro che amoreggiare con Mark per essere credibile... può solo supporlo.

Non posso cedere.

Stringo gli occhi a fessura “Non farlo mai più Jules!”

Il ragazzo davanti a me non ascolta le mie parole, si incammina nella mia direzione e alza le mani verso il mio viso.

No!

Alzo il pugno e devio il suo movimento schiaffeggiandogli l'avambraccio.

“Davvero Emma?! Vuoi picchiarmi? Perchè io sono stufo di sentirmi così, sono stufo di avere solo doveri quando l'unica cosa che desidero al mondo, mi viene negata!” dice avanzando ancora.

Ha gli occhi che sembrano due pozze oceaniche, famelici, tristi... disperati.

Un brivido mi percorre la schiena ricordando una sola parola di quelle enunciate da Jem.

Morte.

Devo farlo.

Alzo la mano e la scaglio sul suo viso. Il tremendo eco che ne sussegue mi fa più male di quello che pensassi.

Il dolore dell'amore è terribile.

Julian rimane spiazzato dal mio schiaffo, ma ancora non basta, devo mettere la parola fine al suo amore.

“Mark è migliore di te!” concludo lasciando la palestra.

Obiettivo raggiunto. Julian mi odia e una parte di me morirà per questo.

 

 

JONATHAN

Faccio un cenno a James, è stato ferito, non riesce più a tenere in mano la sua ascia, la regge con la mano destra. Il braccio gli penzola senza vita sul fianco e un rigolo di sangue macchia il piazzale sterrato dell'Istituto.

Stringo forte la spada tra le mani e guardo la mia fidanzata, Gwyn può romperle il collo in un attimo, lo so, io ne sono in grado.

Si è intromesso nella lotta cercando di calmare gli animi, ma Perla non ha ascoltato nessuno. Accecata dalla rabbia si è lanciata addosso al Capo della Caccia Selvaggia colpendolo con tutta la forza che ha. Si è mossa bene, con agilità e precisione, finchè un suo pugno l'ha colpita in pieno volto e ha leggermente perso i sensi.

Mi sarei messo in mezzo, ma un altro cacciatore si è piazzato davanti a me facendomi perdere del tempo prezioso.

L'ho tramortito colpendolo con l'impugnatura della spada e ora non posso più fare niente di concreto.

Ha letteralmente la sua vita in pugno. Gwyn l'ha sbattuta contro il muro dell'istituto e gli tiene il collo tra la mano, non posso avvicinarmi, la può uccidere nel giro di tre secondi.

Non posso perderla.

Ho il cuore che minaccia di sfondarmi il torace, ho paura.

È questo l'amore, gioia e terrore.

Perla gli tiene il pugnale puntato alla giugulare “Lasciami e ti risparmierò la vita.” sibila contro il Cacciatore.

Lui in tutta risposta emette una risata gutturale.

Mi avvicino a loro, la stretta sul collo della mia fidanzata aumenta facendola gemere “Perla, abbassa il pugnale.” le dico serio.

“Uccidi Kieran.” geme con voce strozzata nei miei confronti.

Mi guardo attorno, ma la fata è già sparita.

Codardo.

“Posso romperti il collo in un secondo, ragazzina. Qui l'unica vita a rischio è la tua.” il capo della Caccia Selvaggia la guarda negli occhi.

“Sono sicuro che Gwyn non abbia la minima intenzione di iniziare uno scontro tra Shadowhunters e fate, uccidendoti. La Pace Fredda ha già creato una stupida faida tra le razze.” dico ad alta voce facendo capire al Capo della Caccia Selvaggia che se la uccidesse, sarebbe guerra.

“Uno dei suoi ha ferito James, devono morire tutti.” mi risponde Perla aumentando la presa sulla sua arma “Hanno sconfinato, sono nel nostro territorio, abbiamo il diritto di ucciderli.”

Volgo lo sguardo verso il corpo senza vita a pochi metri da noi, la mia fidanzata ha squarciato la gola all'arciere dopo averlo pugnalato al cuore.

Morte, solo morte. Crede che l'unico modo per sentire meno il dolore per la perdita, sia uccidere.

Il rancore finirà per spezzarla.

“Hai avuto la tua vendetta, l'hai ucciso.” rispondo sospirando.

“No, non è abbastanza! Posso liberarmi, me l'hai insegnato. Ne esco solo con qualche ammaccatura.” dice lesta e poi si immobilizza quando sente una lama sfiorarle il fianco.

Gwyn si sta stufando, non posso perderla. Se solo mi muovessi la taglierebbe a metà.

Sono troppo lontano.

Non lo lascerà con le buone, stringo gli occhi e la guardo serio “Abbassa subito il pugnale! Io sono il tuo superiore, tu e James siete stati affidati a me e lui è già ferito. Ora, cacciatrice, abbassa subito l'arma, è un ordine! Esegui i miei comandi o farete ritorno ad Alicante!” le urlo contro stringendo la spada.

Potrei affondare l'elsa nel fianco di Gwyn, ma potrebbe ucciderla comunque. Non posso perderla.

Gli occhi di Perla vacillano, una tristezza infinita le passa sul viso “Non lo faresti mai.” mi sussurra smarrita posando gli occhi nei miei.

Separarmi da lei?! Sarebbe come riperdere una parte di me, la amo, è una parte indispensabile della mia vita “Sì, invece!” rispondo secco.

Una lacrima le riga il viso insanguinato.

Il braccio con cui tiene il pugnale puntato alla giugulare del Capo della Caccia Selvaggia trema ed inizia ad abbassarsi.

Lo lancia ai suoi piedi senza staccare gli occhi dai miei.

Gwyn lascia la presa e fa due passi indietro facendo cenno ai suoi di raccogliere il corpo senza vita dal piazzale dell'Istituto “Prima e ultima volta che mi punti il coltello alla gola, alla prossima morirai, cacciatrice.” le dice prima d'allontanarsi.

Faccio cadere la spada e mi avvicino a lei, Dio Santo! Ha il labbro tumefatto e parte del viso violacea, quante ne ha prese?

Afferro lo stilo dalla tasca e alzo le mani per controllarla, ha bisogno di una runa.

Cerco di afferrarle l'avambraccio, ma con un gesto mi allontana.

Non vuole farsi toccare da me.

No! L'ho fatto solo per salvarle la vita.

Punta gli occhi color del ghiaccio nei miei, alza una mano indicandosi il viso e stringe le labbra “Sei ancora contro la Pace Fredda dopo questo?!” dice furiosa “L'unica fata buona, è una fata morta!”

Per l'Angelo. Le spalle mi tremano senza volerlo, esiste ancora un noi dopo questo?

 

 

 

 

Carissime lettrici, grazie per le recensioni e le letture, il vostro parere è molto importante, riesce a farmi capire se la ff si muove nella giusta direzione.

Grazie a tutte, a presto, kiss

Pi

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***



Qual'è il prezzo del nostro amore?
Emma

 

JONATHAN

Non ha dormito con me stanotte, si è chiusa in camera di James e non mi ha rivolto neanche la parola.

Ho dovuto ricordargli che sono il loro responsabile e avevo il dovere di constatare se le ferite di James necessitassero di un intervento dei Fratelli Silenti.

Mi ha fatto entrare con riluttanza e mi ha sbattuto la porta alle spalle quando sono andato via, dannato orgoglio femminile.

Era da tanto tempo che non mi sentivo così solo.

Merda. Merda. Merda.

James sta meglio, continua ad aprire e chiudere il pugno della mano sinistra.

Incrocio le braccia e mi pizzico il labbro inferiore con il pollice e l'indice.

Diana sta ricordando ai ragazzi quali sono i punti fondamentali della Pace Fredda e gli rammenta che sono qui per terminare il percorso di studio, non per iniziare una nuova guerra.

“Non voglio problemi.” dice severa rivolgendosi ai due ragazzi.

Perla indossa una semplice canottiera bianca e dei jeans corti, il viso è completamente guarito, è bellissima anche quando è arrabbiata.

Diana sospira e li guarda severa dalla sua poltrona. Ha uno studio molto bello, stranamente non vive in istituto “Avete attaccato una fata.” continua la predica in tono grave. Ha il dovere di rimproverare questi impulsivi cacciatori.

“Hanno mio nipote!” interviene Perla alzando la voce.

La responsabile dell'istituto annuisce ed incrocia le dita sulla scrivania “Il Conclave ha detto che essendo una mezza fata, il bambino appartiene alle fate. Questa è la Pace Fredda.”

“Cazzate.” mormora la mia ragazza scuotendo la testa “Il sangue degli shadowhunters prevale, sarebbe stato un cacciatore, non l'erede della corte Unseelie!”

“Perla, modera il linguaggio!” alzo la voce riprendendola, può essere furiosa e delusa, ma non irrispettosa.

James gli lancia una leggera gomitata. Sa che devono pentirsi per poter uscire di qua senza richiami.

“Chiedo scusa.” asserisce lei senza la minima emozione. Un ruggito misto ad un gemito di frustrazione le sale per la gola “Chiedo scusa per aver attaccato una fata appartenente alla Caccia Selvaggia, la stessa fata che ha ucciso mia madre, la madre di James, mia sorella e rubato dal suo ventre mio nipote!” alza ancora la voce.

“Perla.” la interrompo con un sospiro, non può continuare a vivere nel passato. Mi lancia un'occhiataccia carica di tristezza e prosegue “Chiedo scusa per aver difeso il nostro territorio, non pensavo che dopo la Pace Fredda ci fossero ancora accordi tra Nephilim e Fate.”

Dio Santo, Diana vuole percepire solo un po' di pentimento, non rabbia e frecciatine.

James fa un passo avanti “Chiedo scusa anch'io, mi sono lasciato trasportare dall'odio e dal rancore, non succederà più. Sono sicuro di parlare anche a nome di Perla quando dico che ci siamo resi conto d'aver fatto un errore, non dovevamo attaccare le fate. Ribadisco le mie scuse.” annuisce e mi guarda alzando le sopracciglia, mi sta chiedendo aiuto.

Faccio due passi per la stanza e mi metto davanti a loro, James mi posa gli occhi addosso, lo sguardo di Perla invece si perde dietro di me “Siete migliori di così. Lo so, vi ho addestrati, non lasciate che le emozioni vi dominino durante il combattimento, altrimenti fallirete.”

“Sì.” dicono all'unisono.

Diana si massaggia delicatamente le tempie e sospira “Andate, non farò nessun rapporto ad Alicante.”

Bene, una buona notizia, questa storia morirà qui.

Annuiscono e si muovono lesti, James mi saluta con un gesto, ma Perla non mi degna neanche di uno sguardo. Escono velocemente dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

No, non può finire così, devo assolutamente parlare con la mia fidanzata.

“Diana, io...” le indico la porta e mi annuisce.

Esco velocemente e corro dietro ai due ragazzi.

“Perla, aspetta!” alzo la voce e si bloccano voltandosi verso di me.

Guardo James “Puoi lasciarci un attimo?”

Lui scocca un'occhiata a Perla e lei annuisce. Dopodichè si allontana.

Perla si accarezza le spalle e sospira senza guardarmi. Sta trattenendo le lacrime, lo so, la conosco.

Mi avvicino di un passo e le sfioro un braccio, “Come stai?” le chiedo teneramente.

Lei fa spallucce “Così.” uggia a bassa voce.

Piccola, mi fa così tenerezza. Apro le braccia e subito mi si tuffa nel mezzo, la stringo a me inspirandone il suo inebriante profumo.

Mi sento già meglio.

“Volevo solo salvarti la vita.” le mormoro baciandole i capelli.

“Lo so.” mi risponde con un sospiro. Strofina il viso sul mio petto ed inizia a piangere “L'avevo trovato.” singhiozza sconsolata “Quando mi ha vista mi ha chiamata con il nome di mia sorella e ora è sparito per sempre! Il Conclave dice che essendo una mezza fata non ha intenzione di cercare il bambino, mio padre ha dimenticato tutta la nostra famiglia ed ha iniziato a fare un figlio dopo l'altro e tu, tu mi dici di lasciare perdere!”

Anche se riuscisse a sopravvivere nel trovarlo, dubito che il Conclave le permetterebbe di crescerlo. Suo padre dovrebbe prendersene cura... ma conoscendola smuoverebbe mari e monti pur di tenerlo con sé. E a quel punto? Mi troverei a crescere un bambino, non nostro, con lei?

No, ho altri progetti.

La stingo ancora di più a me, non la lascerò sola in questo momento.

“Gli ho aperto io la porta dell'Istituto quel giorno, mia madre aveva detto di non aprire a nessuno, ma ho visto Kirian e pensavo fosse venuto a vedere come stava mia sorella e il bambino.” le gambe le cedono e mi accuccio con lei sul pavimento, non la lascio ed inizio a cullarla “Sono morte a causa mia.” conclude sfinita.

Per l'Angelo, il senso di colpa finirà con ucciderla.

“E per colpa mia anche James è nei casini!” mormora tra i singhiozzi che continuano a percuoterla.

Le accarezzo i capelli, lei, così piccola e vulnerabile, la mia fidanzata innocente e piena di gioia, ha bisogno di me, solo di me “E' questo il bello d'avere un parabatai, zoppicare assieme è meglio che farlo da soli.” le bacio la testa stringendola più a me.

Il corridoio è deserto e siamo in penombra, abbiamo fatto l'amore dietro quell'angolo l'altra notte, è stato fantastico, cercava in tutti i modi di soffocare i gemiti per non svegliare nessuno, ma in questo momento sento di condividere con lei qualcosa di più profondo, qualcosa che ci unirà ancora di più.

Inspiro il dolce profumo di latte e mandorla che la circonda e la stringo a me “Non sono morte a causa tua, Claudia stessa avrebbe aperto al suo compagno se non fosse stata troppo grossa per alzarsi dal divano.” ridacchio per drammatizzare la situazione “Non è stata colpa tua, te lo ripeterò ogni momento della giornata, se servirà a fartelo capire.”

“Sì, invece.” mormora sul mio petto.

Le alzo il viso e la guardo negli occhi, diventano così chiari quando piange “Non è stata colpa tua.” le dico serio.

Socchiude le palpebre e le guance le si rigano ancora di lacrime.

“Perla, non è stata colpa tua. Nessuno ti accusa per quello che è successo, solo te stessa. James è diventato il tuo parabatai, pensi davvero che se ti ritenesse responsabile della morte di sua madre, si sarebbe legato così a te? Non è colpa tua.” le sussurro e poso le labbra sulle sue, sono soffici e calde.

“Mi mancano.” mormora aprendo gli occhi.

Le sorrido e le sfioro il nasetto con il mio “Lo so.”

Per l'Angelo, non l'ho mai sentita così vicina a me come in questo momento, mai si era affidata a me, mai aveva aperto così il suo cuore.

Mi crogiolo in questa sensazione di pura alchimia.

Noi siamo per sempre.

“Non è colpa mia.” mormora con gli occhi puntati nei miei.

Scuoto la testa, assolutamente no, le cose brutte succedono.

Ogni volta che aveva un problema si rifugiava tra le braccia di James, ma in questo momento ha bisogno di me, non di lui.

Lei vuole me. Mi sento infinitamente importante per lei.

Annuisce e mi accarezza il costato “Jhon.” sussurra fissandomi.

“Mmm.” le rispondo accarezzandola ancora.

“Ti voglio sposare.”

Per l'Angelo!


 

JULIAN

Mark è migliore di te.

Le parole di Emma mi risuonano ancora nelle orecchie. Mark... il fratello tanto atteso, è diventato il mio peggior incubo.

Sono così stanco.

Come se non bastassero i problemi, Kieran si è rivelato un assassino a sangue freddo.

Poco cambia, siamo tutti degli assassini. Fate, licantropi, vampiri, mondani... cacciatori.

Tutti.

Devo parlare con James e Perla, posso facilmente trovare le informazioni che cercano torchiando alcune fate.

Basta fare il fratellino perfetto, basta. L'unica cosa che desidero mi è negata, la mia vita è fatta solo di obblighi.

Non è giusto.

È arrivato il momento di pretendere qualcosa indietro dall'universo.

Dov'è il karma? Uccidere mio padre per salvare i miei fratelli mi obbliga ad una croce del genere?

A vedere la ragazza che amo tra le braccia di un altro? Di mio fratello!

No! Non ho più intenzione di sottostare alle decisioni degli altri, farò la cosa giusta, indipendentemente dalle conseguenze.

Ty mi ha detto che i due parabatai sono stati convocati da Diana per quello che è successo ieri, spero non li rispediscano ad Alicante.

Scendo velocemente le scale e sento delle voci. Rallento il passo e punto l'orecchio.

“Ti va di uscire con me uno di questi giorni?” la voce del nuovo cacciatore, James, mi arriva perfettamente alle orecchie, ma con chi sta parlando?!

“Certo, posso mostrarti la città.” risponde lesta Livvy.

Per l'Angelo! Non sono pronto anche a questo. Mi appiattisco contro il muro e ascolto la loro conversazione.

Sento una risata “Sei molto gentile, ma vorrei conoscerti meglio.”

No! Non ora!

Salto fuori dall'angolo e cammino verso di loro. Sono seduti sulla rampa di scale che portano all'ingresso dell'istituto e appena mi vedono smettono di parlare.

Mia sorella si volta e mi sorride come se nulla fosse, il ragazzo si alza in piedi infilandosi le mani nei jeans.

“Lyv, puoi andare a controllare Tavvy? Non so dove sia.” le dico indicando le scale.

Lei si alza sorridendo al nuovo cacciatore e si aggiusta i capelli dietro alla schiena “Continuiamo dopo?” gli chiede timidamente.

Lui sorride, sfoggia uno di quei sorrisi magnetici come se volesse dirle -Ti porterò su una stella- ed annuisce.

Per l'Angelo, mancava solo questo. Non ho intenzione di fare il fratello geloso, è grande, imparerà dai suoi errori.

Mi saluta e scende le scale velocemente in cerca del nostro fratellino, alla fine della rampa si volta a salutare con la mano James.

Lui gli risponde sorridendo ancora.

Appena sparisce dalla nostra vista il cacciatore si volta verso di me “Vuoi farmi il discorso da fratello maggiore? O vuoi semplicemente picchiarmi per come Perla ha conciato tuo fratello?”

Stringo gli occhi a fessura “Potete farci quello che volete con Mark, purchè vi accolliate le conseguenze delle vostre azioni e per quanto riguarda Livvy, è grande pure lei. Se le fai del male sono sicuro che con una sciabolata ti farà saltare la testa.” dico serio.

James ridacchia e si appoggia alla ringhiera incrociando le caviglie “Correrò il rischio.”

Annuisco “Ora che ci siamo chiariti, voglio sapere se sei consapevole di quello che accadrà se e quando Perla troverà il bambino ed inizierà a crescerlo.”

Le sopracciglia gli si inarcano senza volerlo e lo sguardo gli si incupisce “Perla...” inizia, ma lo interrompo subito avvicinandomi di un passo a lui.

“La vostra vita sarà solo un perpetuo problema, una negazione dopo l'altra e sarete costantemente in pericolo perchè il Conclave non ha la minima intenzione di proteggerlo e la Corte Unseelie pretenderà indietro l'erede al trono.” gli sibilo in faccia “E' triste mettere la propria vita da una parte e dedicarsi agli altri senza avere nulla di quello che desideri in cambio. E non pensare che Jonathan porterà pazienza quando il bambino piangerà la notte e Perla dovrà alzarsi, quando tutto il tempo libero sarà occupato da qualcun altro che non sia lui. E la tua parabatai non avrà più tempo per te...”

James mi punta le mani sul torace e mi spinge lontano da sé, mi guarda dall'alto al basso stringendo le labbra “Affronteremo le cose insieme, come fanno le vere coppie di parabatai. Non sono affari tuoi di come faremo, Perla avrà sempre me. Io darei la mia vita per lei, figuriamoci un po' di tempo! Noi non siamo voi.” risponde velenoso.

Spalanco gli occhi, cosa sa di noi? Non può aver capito l'amore che provo nei confronti di Emma, nessuno l'ha capito.

Annuisco, non hanno idea di cosa significhi mettersi in croce per le persone che si amano. Arriva un momento in cui l'io non esiste più.

Al diavolo, se è questo che vogliono io posso aiutarli.

Incrocio le braccia e alzo il mento “So dove trovare informazioni valide, fatevi accompagnare da Emma al -Club Haus 80'S- stasera, ci vediamo lì.” mi incammino verso l'uscita dell'istituto e arrivato a metà rampa mi rivolto verso di lui.

Il cacciatore mi sta ancora osservando.

Sorrido malignamente “Non hai idea del problema in cui vi state cacciando.”

James stringe le labbra, ma non replica.

Sa che ho ragione.


 

JAMES

Il locale è carino, musica d'altri tempi mi rimbomba nelle orecchie e l'arredamento è in stile anni ottanta. La pista da ballo è illuminata da fasci di luce colorati, licantropi e vampiri si mescolano a ritmo di musica.

Non è male. I divanetti dove siamo seduti occupano una parte di rilievo nel locale, il Capo Clan dei Licantropi ci ha trattato bene, noi faremo la stessa cosa in futuro.

Una mano lava l'altra, no?!

Le parole di Julian sono state dure, terribilmente fredde. Ho capito che ha rinunciato a tanto per crescere i suoi fratelli e che la cosa gli pesa molto.

A cosa avrà rinunciato? Credo d'averlo capito.

Volgo lo sguardo verso Emma, ha indossato un abito bianco aderente, lungo fino al ginocchio, avrà tante di quelle lame infilate lì sotto da spaventare qualsiasi maschio interessato a varcarne la soglia.

“Vi ha detto a che ora sarebbe arrivato?” mi chiede la cacciatrice bionda seduta accanto a me. È infastidita, Julian non le ha detto dove sarebbe andato e ora si guarda attorno nervosa.

È indubbiamente una bella ragazza, ha i capelli colore dell'oro e un viso davvero dolce, ma non è il mio tipo. Sbuffo e le rispondo per la decima volta “M ha solo detto di aspettarlo in questo locale.” le sorrido inclinando la testa “Strano che non ti abbia detto nulla, non è un comportamento da parabatai.” le dico stuzzicandola.

Mi lancia un'occhiataccia e subito cambia discorso indicando con il dito qualcosa alle mie spalle “Che diavolo le fa?! Dobbiamo intervenire!”

Mi volto e vedo, dall'altra parte del locale, Jonathan tenere stretti nelle proprie mani i polsi di Perla.

Lei gli sorride maliziosamente, i loro sguardi fiammeggianti si incontrano e le loro bocche entrano in collisione.

Questi cacciatori non lo sanno che è sempre così, non sanno quanto potere eserciti su di lei.

La volta di scatto sbattendola sul pilastro di marmo. Si appiattisce contro di lei ed inizia a baciarle il collo. Perla allunga le mani e le intreccia con le sue.

Lei gli appartiene e lui non può vivere senza di lei.

É un rapporto perfetto.

Sorseggio la mia birra e volto il viso dall'altra parte sorridendo maliziosamente “Non ha bisogno d'aiuto, anzi, tiene la situazione completamente sotto controllo.”

Emma spalanca gli occhi, non è del tutto convinta.

È il momento ideale per cambiare discorso “Da quanto Julian è innamorato di te?!” le chiedo calmo.

Lo sguardo che mi arriva potrebbe incenerire Alicante “Non so di cosa stai parlando.” risponde secca.

Annuisco orgoglioso di me “Hai presente gli sguardi che Jonathan lancia a Perla durante gli allenamenti? Quando vorrebbe con tutto sé stesso prenderla tra le braccia e baciarla, ma non può perchè è il suo istruttore e non sarebbe professionale?!”

I suoi occhi sfuggono ai miei e stringe impercettibilmente le labbra “Non so di cosa stai parlando.” ribadisce con estrema calma.

Sorrido “Perla è impulsiva, le emozioni la dominano, lei agisce e basta. Io sono un osservatore, calcolo ogni mossa in anticipo, devo avere tutto sotto controllo e questo mi permette di conoscere le cose più profonde delle persone.”

“Smettila.” sibila.

“Non ti piace baciare Mark e non perchè ti disgusta il sangue di fata che gli scorre nelle vene, ma perchè sai che ogni volta che le tue labbra toccano le sue, una parte di Julian si spezza e muore. Quindi suppongo che anche tu sia innamorata del tuo parabatai.” concludo alzando la bottiglia verso di lei.

Porta una delle mani al polpaccio ed estrae dagli stivaletti un pugnale “Potrei ucciderti.” sibila disgustata.

Rido voltando lo sguardo verso la mia parabatai, non lo permetterebbe mai.

Faccio spallucce “Non lo dirò a nessuno Emma, non mi interessa distruggere una famiglia, sono solo curioso. Cosa accade ai parabatai innamorati?”

Emma sospira e apre la bocca, ma un boato la interrompe.

Le pareti ed il pavimento del locale tremano facendoci sobbalzare, neanche il tempo di alzarmi in piedi che Perla è già accanto a me seguita da Jonathan.

Sfoderiamo le armi in un attimo, ho dovuto optare per una spada leggera, l'ascia pesa troppo e la ferita non è ancora completamente guarita.

Tutti nel locale iniziano a spintonarsi, è un vero caos. Le luci intermittenti vengono spente e un fascio di luce illumina a giorno tutto l'ambiente.

Quattro soldati vestiti con un'armatura argentata ci guardano disgustati. Sono Fate della Corte Seelie. All'improvviso altri due si avvicinano alle loro spalle trascinando un corpo inerme.

Julian!

Senza lasciarci il tempo di raggiungerlo, lanciano il ragazzo nella nostra direzione. Il ragazzo cade sul pavimento con un tonfo.

Emma lo raggiunge in un secondo.

“L'unico cacciatore buono, è un cacciatore morto.” dicono seri guardandoci male.

Merda, è la stessa frase che ha detto Perla rivolta alle fate.

È l'inizio di un'altra guerra?

“Bastardi.” sibila la mia parabatai e fa un passo in avanti, ma subito Jonathan la blocca scuotendo la testa.

Sono troppi, ci hanno accerchiati.

Abbasso lo sguardo e vedo Emma accarezzare il viso del ragazzo che ama. È privo di sensi e completamente insanguinato. Sul viso ci sono diversi tagli e ha gli occhi gonfi. Non indossa la maglietta e il torace porta i segni di frustate.

Cosa gli hanno fatto?!

Per l'Angelo.

Emma, afferra lo stilo ma temporeggia, le mani le tremano.

Alzo gli occhi e il locale si è svuotato, le fate se ne sono andate in un battito di ciglia.

Ci avviciniamo lesti, è messo malissimo, l'hanno picchiato selvaggiamente.

“Emma, fagli la runa per la trasfusione di sangue e due per la guarigione.” Jonathan si inginocchia accanto alla ragazza bionda e gli accarezza un braccio per rassicurarla “Emma, devi aiutare il tuo parabatai.” gli dice con calma. Lui più di chiunque altro capisce il legame che unisce noi coppie fortunate, vede che è spaventata e la sta incoraggiando.

Sono felice che sia mio amico e il fidanzato della mia parabatai, non potevo chiedere di meglio.

Lei annuisce ed inizia ad incidergli le rune sul torace accanto a quella che li lega.

Faccio una smorfia meravigliata, cosa sta accadendo all'iratze? Sta luccicando.

Perla, accanto a Jonathan, spalanca gli occhi inorridita “Dobbiamo chiamare i Fratelli Silenti, le rune che gli hai appena tracciato hanno i bordi luminosi, devono averlo avvelenato!”

Emma stringe con forza lo stilo “No, non abbiamo bisogno di loro. Inizieranno subito a fare effetto.”

E' forse questa la maledizione dell'amore proibito? Delle rune luminescenti? Che assurdità.

La mia parabatai si porta le mani nei capelli “Sì, invece!” dice prima di voltarsi verso l'uscita del locale.

Le braccia di Emma iniziano a tremare “Aspetta!” urla alzando la mano nella sua direzione.

Un lampo nero le si sprigiona dal palmo colpendo in pieno Perla. La cacciatrice viene catapultata dall'altra parte della stanza e sbatte violentemente contro il pilastro dove, poco tempo prima, amoreggiava con il suo innamorato.

Involontariamente porto entrambe le mani sulla testa, sembra un incubo.

Sono paralizzato, non è possibile, cos'è successo?!

Perla cade atterra e un rumore sordo mi sfonda le orecchie, il suono di ossa spezzate mi fa tremare.

Le persone che la amano di più al mondo si pietrificano davanti ad una devastazione del genere.

Un gemito di dolore mi esce dalle labbra e mi porto la mano sul petto, guardo terrorizzato Jonathan negli occhi e scuoto la testa.

La runa più importante della mia vita inizia a pizzicarmi sul petto.

Non è possibile! Non può morire!

Io e Jonathan ci precipitiamo verso di lei, appena la raggiungo il sangue mi si gela nelle vene.

Ha un braccio girato al contrario dietro alla schiena e del sangue le esce da orecchie e naso.

Non può essere morta.

 

 

 

Spazio Autrice.

Grazie a tutte per le letture e le recensioni. Fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto, kisss

Pi

 

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***



Così vicini, eppure così lontani.
Jonathan

 

JAMES

Osservo l'oceano fuori dalla finestra ed inspiro l'aria carica di elettricità, sta arrivando una tempesta, il cielo si sta oscurando.

Sono passati tre giorni dall'incidente. Non sono mai stato così tanto tempo senza di lei in tutta la vita. Siamo cresciuti assieme, dormito nello stesso letto, mangiato dalla stessa ciotola di cerali e ora... non sento la sua voce da tre giorni e mi sembra un'eternità.

È come se il mondo in cui vivo ora fosse sbagliato, uno scherzo della natura. Come se vivessi in una realtà alternativa dove i pezzi del mio puzzle non coincidono più.

Un incubo irreale.

Quando il Consiglio ha approvato il nostro trasferimento a Los Angeles, Perla non vedeva l'ora di fare un bagno nel mare. Il cuore mi si riempie di tristezza, non ce né stato il tempo e ora...

Sento dei passi e subito capisco che si tratta di Jonathan, chi potrebbe entrare qui?

“Come stai?” mi chiede in automatico anche se conosce già la risposta, ma vuole iniziare un discorso e non c'è modo più educato di farlo.

“Stavo pensando alla cerimonia.” gli rispondo continuando a guardare il mare.

Sorride tristemente e si mette a guardare fuori dalla finestra con me “Me la ricordo, c'ero anch'io. Perla non aveva occhi che per te, continuava a sorridere.”

Stringo gli occhi ricordando il suo viso emozionato mentre mi tracciava la runa parabatai sul petto “La sera prima ha fatto capolino in camera mia, era in lacrime. Si è scusata dicendo che non poteva diventare la mia parabatai.” sbuffo scuotendo la testa “Ha detto che non poteva farlo più, temevo avesse capito che razza di ragazzaccio fossi, invece si è indicata il torace e ha detto semplicemente -Ho le tette!-” ridacchio scuotendo la testa, quella sera ero terrorizzato e ora ci rido sopra. “Non capivo cosa centrasse con noi.”

Jonathan mi guarda meravigliato “Non me l'ha mai raccontato, e?” chiede curioso.

Faccio spallucce “Voleva farla il più possibile vicino al cuore, per sentirmi sempre accanto a lei. Si stava per legare ad un ragazzo problematico, irrispettoso delle regole e della vita umana in generale e lei si preoccupava del fatto che le sue tette avrebbero interferito con le rune che le avrei inciso nel corso degli anni.”

Jonathan sorride addolorato “Classico di lei.”

“Era disperata.” continuo ricordando quella sera “Le ho detto che gliela avrei fatta sulla schiena, proprio sopra il cuore, ma dall'altra parte. Ci ha riflettuto un attimo e ha semplicemente annuito dicendo -La schiena è piatta, ce ne stanno tante di rune.- Non l'ho mai presa in giro per questo, era un problema stupido a parer mio, ma a lei sembrava insormontabile. Mi sono sentito importante da subito, per la prima volta nella mia vita mi sono sentito indispensabile per qualcuno.” trattengo un gemito di nervosismo e mi volto guardandolo negli occhi.

Nei suoi verdi leggo la stessa cosa che provo io.

Dolore.

Un verso strozzato ci fa voltare all'unisono. La ragazza più importante della mia vita si muove leggermente nel letto dell'infermeria.

Fratello Enoch si avvicina subito a lei e noi gli siamo accanto in un attimo.

Un altro verso ci fa sorridere. È viva. È sopravvissuta anche a questo.

La spalla e il braccio si erano rotti in tre punti e un osso aveva perforato un polmone, per non parlare della botta in testa. Se è qui con noi è solo grazie al sangue freddo di Jonathan, io mi ero paralizzato, le mani mi tremavano e non sapevo assolutamente cosa fare.

Aveva sbattuto talmente forte il cranio che il cuore si era fermato.

Era morta.

Jonathan era terrorizzato, ma ha agito immediatamente. Si è precipitato sul suo corpo inerme e ha iniziato il massaggio cardiaco, il cuore ha ricominciato a battere e le rune che mi ha fatto incidere hanno funzionato. I Fratelli Silenti hanno fatto il resto.

Fratello Enoch le sta parlando, lei annuisce, ma noi non riusciamo a sentire cosa le sta dicendo.

Appena le arrivo accanto, la mia favolosa parabatai mi regala il solito sorriso “Devo aver preso proprio una brutta botta...” si interrompe voltandosi verso Jonathan e subito si copre meglio con il lenzuolo, arrossisce vistosamente guardandolo meravigliata “Salve Istruttore...” sussurra in difficoltà.

Soffoco una risata, che cavolo sta succedendo?! Istruttore!?

“Ciao Piccola Mia, mi hai fatto prendere un brutto spavento.” dice mentre si avvicina per baciarla, ma Perla spalanca gli occhi e si ritrae appoggiandosi alla testata del letto in metallo.

Magari pensa che sia stata colpa sua? Lo incolpa per quello che è successo al locale? È arrabbiata con lui?!

Il cacciatore sbuffa dal naso indietreggiando. C'è rimasto malissimo.

La mia parabatai mi guarda in difficoltà per poi spostare lo sguardo sul Fratello Silente.

“Estate, 2011.” risponde attenta.

Io e Jonathan ci guardiamo senza capire, mi siedo sul letto accanto a lei, cosa sta succedendo?

Perla continua a coprirsi a disagio, indossa solo gli slip e si vede che si vergogna, è un comportamento molto strano. “Voleva baciarmi?!” mi sussurra guardando di traverso Jonathan.

Mi pietrifico, sta giocando? Non è proprio il momento giusto per scherzare.

La guardo spalancando gli occhi, non riesco a capire “Non è colpa sua...” inizio, insomma, le ha salvato la vita.

La voce di fratello Enoch mi interrompe “CREDE DI VIVERE NELL'ESTATE DEL 2011, L'INCIDENTE LE HA FATTO PERDERE LA MEMORIA.”

“No!”

 

 

EMMA

L'aria profuma di tempesta. Il vento soffia verso la costa portando con sè il temporale.

Il mio amore ha quasi ucciso una ragazza.

Le braccia mi si ricoprono di brividi, l'estate finirà tra un mese, ma il tempo di oggi è lo stesso in cui vive la mia anima.

I fulmini spaccano l'orizzonte illuminando il cielo della notte. Non c'è luna stanotte, solo tenebre.

Jonathan e James hanno deciso di non denunciare il nostro amore proibito al Conclave, per salvare la famiglia di Jullian.

Perchè loro non devono pagare per i nostri errori.

L'ho quasi uccisa con l'uso della magia. Nonostante tutti i miei sforzi, Jullian mi ama ancora, forse più di quello che lo amo io.

Guardo l'acqua del mare sfiorarmi le punte dei piedi e mi torna alla memoria la sera in cui Jules mi ha salvata, la sera in cui abbiamo fatto l'amore su questa spiaggia. Di come tutto fosse perfetto nel nostro rapporto imperfetto.

Di come tutti i dubbi e gli errori della mia vita si convogliassero per poi sparire all'istante.

Se chiudo gli occhi riesco ancora a ricordare gli occhi di Jullian che si confondevano con le stelle sopra di noi. Di come è stato delicato e attento in ogni piccolo particolare, rammento ancora il martellare frenetico del suo cuore a contatto con il mio petto...

Forse dovrei buttarmi in acqua e lasciarmi affogare. Tutti i problemi si risolverebbero con la mia morte.

“Emma.” le labbra che pronunciano il mio nome mi fanno rabbrividire più dell'aria fredda che mi soffia addosso.

Non mi volto sperando che se ne vada, non sono pronta per parlare. Non lo sarò mai più. Gli ho mentito per salvarlo, ma gli ho comunque mentito.

“Mi hai mentito Emma, tu mi ami.” una stilettata al cuore avrebbe fatto meno male.

Mi accarezzo le spalle e mi volto verso di lui.

Jullian, il ragazzo che amo erge statuario davanti a me. Indossa una leggera camicia bianca e dei jeans corti.

Faccio fatica, ma porto gli occhi nei suoi e il cuore mi si stringe. Non è arrabbiato o deluso, solo infinitamente triste.

Ha tolto la maschera che indossa, è nudo davanti a me. Quello che prova traspare in ogni sua espressione.

“Lo so.” dico solamente e prendo un grosso respiro mentre la tempesta si fa sempre più vicina “L'amore che provo per te mi ha fatta diventare un mostro. L'amore tra parabatai porta alla distruzione totale, non solo delle persone che si amano, ma di tutto quello che le circonda. Ho fatto quello che dovevo, ci ho provato almeno.” soffio affranta vedendo il suo sguardo indurirsi.

“Dove andrai tu...” inizia, ma lo blocco esplodendo, abbattendo gli argini che tenevano insieme quei piccoli pezzi traballanti che contenevano l'amore infinito che provo per lui.

“Ti amo Julian!” grido sovrastando il rumore di un tuono che echeggia alle mie spalle “Il giuramento tra parabatai non ci appartiene più, io ti amo!” mi sposto i capelli dal viso, la tempesta ci sta raggiungendo e le raffiche di vento hanno alimentato il mare, ormai è prossimo ad una burrasca.

Jullian non mi perde di vista e stringe le labbra restando immobile “Ho quasi ucciso una ragazza innocente, chi dovrà essere il prossimo? E se fosse Tavvy!? Non possiamo rischiare!”

Jules, il ragazzo che amo, con cui sono cresciuta e ho fatto per la prima volta l'amore, il vero amore, infrange ogni limite che gli ho imposto e si incammina verso di me prendendomi il viso tra le mani.

Senza temporeggiare porta immediatamente le labbra sulle mie e mi bacia con un un amore talmente immenso da non poter neanche essere misurato.

La distanza dalla terra alla luna?! Sarebbe ancora poco. Noi ci apparteniamo, è questo che siamo noi.

Amore.

Solo la burrasca è testimone dell'amore che stiamo consumando, finalmente il peso che mi portavo sul petto si attenua.

Ora Julian sa tutto, ora troveremo una situazione insieme.

La pioggia inizia a cadere sopra i nostri corpi allacciati in un abbraccio che non permette neanche di capire dove inizia uno e finisce l'altro. Mi affonda le mani nei capelli e io lo stringo forte per i fianchi, nessuno potrà mai più separarci.

Apre la bocca e unisce la lingua alla mia. Il sapore di chiodi di garofano mi invade la bocca e contraccambio con immenso piacere il suo bacio.

Noi. Insieme troveremo una soluzione.

Un altro fulmine squarcia il cielo in tempesta illuminando a giorno tutta la spiaggia circostante e con la coda dell'occhio vedo una sagoma.

Mi stacco da Jullian e mi volto di scatto. Ancora tra le sue braccia, con le labbra rosse per i baci che abbiamo rubato uno all'altra restiamo immobili come se questo ci permettesse di essere invisibili, ma non è così.

Quello che ci troviamo davanti potrebbe cambiare la vita di tutti.

 

JONATHAN

Mi passo nervosamente le dita sugli occhi, sembra un film dell'orrore.

Non si ricorda nulla dell'ultimo anno.

“LA MEMORIA TORNERA' CON IL TEMPO. PIU' TEMPO PASSA CON LE PERSONE CHE CONOSCE, PRIMA SI RISOLVERA' IL PROBLEMA.” la voce di Fratello Enoch mi entra direttamente nel cervello.

Emetto un lungo sospiro di frustrazione, per l'Angelo, questo è sicuramente un incubo.

“JONATHAN.” le parole del Fratello Silente richiamano ancora la mia attenzione “NON PERDERE MAI LA SPERANZA, HAI PERSO TANTO, COMBATTI COME HAI SEMPRE FATTO."

Lo guardo sbalordito, non ho intenzione di scoraggiarmi, la amo, non rinuncerò a lei. Annuisco e lo ringrazio per il loro intervento, le rune che gli hanno tracciato l'hanno fatta guarire più velocemente.

Lei non si ricorda di noi, non può sapere quello che siamo, si è ritratta quando mi sono avvicinato per baciarla e ha detto che non ha intenzione di farsi vedere nuda da me. Si vergogna.

Ma non mi lascio perdere d'animo, è viva, questo è l'importante.

L'amore non ha limiti, l'amore nega ogni scelta. C'è e basta e tra noi c'è tanto di quell'amore da poter colmare i cuori di tutto il mondo.

Mi avvicino ai due parabatai, Perla alza la voce scioccata fulminando James con gli occhi “Me l'hai fatta tu questa?” dice indicandosi una runa sulla coscia accanto al sedere.

James scuote la testa e alza le mani “Non mi permetterei mai di fartela, è stato Jonathan!” risponde lesto discolpandosi.

Li raggiungo mentre Perla si volta verso di me diventando rossa come un peperone. Alzo la mano e sorrido “Te l'ho fatta io.” le dico.

Chi altro poteva apporle la runa anticoncezionale oltre a me?

Resta di sasso mentre la bocca le si apre per lo stupore. Si copre il viso con entrambe le mani e scuote la testa “Non ricordo nulla.” uggia sconsolata.

Guardo James “Ci lasci da soli?” gli chiedo gentilmente.

Lui annuisce ed esce lesto dall'infermeria, deve riprendersi, sono stati giorni pesanti anche per lui.

Mi avvicino al lettino che ospita la mia fidanzata e mi siedo accanto a lei.

Andrà tutto bene, la memoria le tornerà nel giro di poche ore, ne sono sicuro.

Indossa solo una canottiera bianca e gli slip, ma si sente abbastanza vestita da starmi accanto. Sta borbottando qualcosa tra sé e si irrigidisce mentre mi accomodo meglio sul letto.

“Stiamo insieme?” mormora sbucando dalle manine “James dice di sì.”

Sorrido, vorrei prenderla tra le braccia e dirle che andrà tutto bene, che sono felice che sia viva e ho temuto davvero di perderla.

“Dal nostro primo bacio è passato quasi un anno. È stato tutto così facile, ci siamo innamorati e...” mi blocco, magari è meglio non calcare la mano e dirle del matrimonio.

“E?” chiede incuriosita dandomi tutta la sua attenzione.

Ha le guance arrossate e uno sguardo dolcissimo, gli occhi sembrano due iceberg pronti ad inghiottirmi. Si mordicchia un labbro e sorride.

Sbuffo rumorosamente e distolgo lo sguardo “Non guardarmi così, non sorridere così...” non riesco a resistere.

“Perchè?” mi chiede meravigliata.

Mi volto e la guardo negli occhi, è sempre lei, ma non si ricorda di noi, non mi conosce “Perchè quando mi sorridi così ti bacio sempre, in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione. Sempre, ma dubito che tu ora voglia essere baciata.”

Afferra il labbro inferiore tra i denti e fa spallucce “Bè, io...” mormora in difficoltà.

Sorrido maliziosamente, non me la ricordavo così timidina, è favolosa.

Mi avvicino ancora di più e le prendo una mano tra le mie, il Fratello Silente ha detto che la memoria tornerà, che non devo calcare la mano.

“Tu mi ami?” mi chiede con un soffio.

Annuisco deciso “Certo e anche tu, tantissimo. Ti senti attratta da me, almeno?”

Cerca di ritrarre la mano, ma la stringo con decisione, non ho intenzione di rinunciare a lei, a noi.

“Si.” sussurra. “Davvero abbiamo fatto sesso?”

Caccio indietro una risata per non metterla in difficoltà e cerco di tranquillizzarla “Facciamo l'amore Perla, tutto quello che ci riguarda è amore. Però sì, parecchio.”

Si porta una mano sul viso e scuote ancora la testa “Non ho intenzione di farlo più.” dice secca e senza volerlo una fitta di dolore mi raggiunge lo stomaco. Prosegue sospirando “Io non mi ricordo niente, insomma. Per l'Angelo, l'altro giorno mi hai chiesto di uscire, che mi avresti portata sul lago Lynn a cavallo... e ora siamo stiamo insieme e... facciamo quelle cose! Non ricordo nulla!”

Emetto un lungo sospiro di frustrazione e stringo le labbra “Ricordo quella gita, eri bellissima.” sorrido mentre alza gli occhi e li punta nei miei. Mi avvicino ancora un po' e le sposto i capelli dietro all'orecchio “Da quel giorno stiamo insieme, è stata una giornata meravigliosa, mi sono reso conto che dentro di me stava sbocciando l'amore.”

Spalanca gli occhi e trattiene il respiro. Sorrido accarezzandole un braccio, mi lascia fare senza ritrarsi.

“Ti ho baciata e il mio cuore ha preso il volo. Tutta la nostra relazione è stata meravigliosa. Ti sei affidata a me e io mi sono sentito la persona più fortunata del mondo ad averti. Temevi che ti avrei lasciata per un'altra perchè non credevi in te, ma quando hai capito che eri diventata il mio mondo, ti sei resa conto di quanto preziosa fossi per la mia felicità.” le dico avvicinandomi.

Ha occhi solo per me, il suo sguardo non lascia il mio e mi avvicino ancora di più.

“Ti amo, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata nella mia vita.” le soffio sulle labbra prima di baciarla. Sento martellare il suo cuore, il mio sta per scoppiare.

Le muove leggermente, con imbarazzo, come se mi baciasse per la prima volta. Devo trattenermi, le prenderei il viso tra le mani e unirei immediatamente la lingua alla sua, ma temo di spaventarla.

Il suo primo bacio, ancora con me.

Le lecco il labbro inferiore pronto a lasciarmi andare, ma si ritrae di scatto lasciandomi esterrefatto.

Spalanco gli occhi e la guardo, ha le lacrime agli occhi, un velo luccicante le fa diventare l'azzurro ancora più chiaro. Tira su con il naso e si passa una mano nei capelli.

Perchè è triste? Non le è piaciuto? Cosa prova per me in questo momento?

Le sorrido ed allungo una mano verso di lei, è sempre la ragazza che ha accettato di sposarmi, è lei.

“Devo andare da James.” uggia in difficoltà, allunga le lunghe gambe oltre il letto e sfugge ai miei occhi.

Le afferro dolcemente un braccio, ma si irrigidisce ancora.

Merda, non va bene.

“Io non mi ricordo niente di tutto quello che mi hai detto.” dice alzandosi in piedi.

Barcolla un po' e mi allungo per aiutarla, è ancora debole.

“Lo so.” le dico con un sorriso “Non piangere, tutto tornerà come prima...”

“Non farlo più.” dice interrompendomi.

Spalanco gli occhi scioccato “Cosa?”

Non fare più cosa? Raccontarle di noi o aiutarla ad alzarsi?

“Non baciarmi più, mi fa sentire...”

Mi infilo entrambe le mani nei jeans “Come?” la rimbecco sfinito. Innamorata? Eccitata? Felice?

Alza gli occhi nei miei, è paura quella che leggo nel suo sguardo.

“Sbagliata.” afferma voltandosi ed uscendo velocemente dall'infermeria.

E il tonfo della porta che si chiude dissolve ogni mia speranza di risvegliarmi velocemente da quest'incubo.

Siamo vicini, eppure non siamo mai stati così lontani.

 




♜♜♜♜♜♜♜♜

Care lettrici, grazie d'aver letto il capitolo.
Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere! Avete dei consigli? La ff "fila"?
A presto, kisss
Pi

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


“Sai qual è l'unico modo per misurare

quanto ami una persona?”

Perderla.”

 

 

JAMES
 

Devo davvero riprendere fiato.

Non si ricorda più nulla dell'ultimo anno. Per l'Angelo. Jonathan è distrutto.

Io sono sempre stato con lei, noi siamo indipendentemente dal momento della nostra vita, ma loro...

Finito il corridoio che porta all'infermeria, scendo la seconda rampa di scale e mi dirigo in cucina.

Sento un vociare allegro dall'area dell'istituto riservato alle stanze da letto. La risata di Octavian mi rallegra all'istante, è un bravo bambino.

Salto gli ultimi tre scalini e mi dirigo velocemente verso la cucina, devo mangiare qualcosa, poi preparerò qualcosa anche per Perla, avrà sicuramente fame.

Appena varco l'arco che separa la sala da pranzo dalla cucina, mi pietrifico.

Davanti al lavello bianco della cucina una ragazza canticchia tra sé ondeggiando i fianchi. Una meravigliosa cascata di capelli castani si muove a ritmo.

Livs. Wow.

È stata una giornata orribile, ho proprio bisogno di passare del tempo con lei. In questi tre giorni mi è stata incredibilmente vicina.

Non mi sono mosso dall'infermeria e lei, gentilmente, mi ha preparato quattro pasti al giorno.

Fantastica.

Premurosa e dolce, oltre che bellissima e divertente. La ragazza perfetta.

Prendo un grande respiro ed entro in cucina.

Mi infilo nervosamente le mani in tasca, -io nervoso?! Da quando?!- scaccio lo stupido pensiero e mi avvicino a lei.

“Ciao.” le dico dolcemente.

È diversa dalle altre, è speciale.

Sta affettando della frutta fresca con incredibile destrezza.

Fragole, kiwi, papaja, banane. Dev'essere il mio spuntino. Wow.

Si volta preoccupata “Perla sta bene?” chiede nervosa appoggiando il coltello.

Mi sono accorto che quando è preoccupata le si crea una piccola ruga tra le sopracciglia. È deliziosa.

“Si è svegliata.” dico con un sospiro liberatorio. Non sono pronto a dirle che ha perso la memoria, sembra impossibile anche a me e ora ho proprio bisogno di rilassarmi un attimo.

Lei spalanca gli occhi meravigliata e mi butta le braccia al collo dalla felicità. Subito l'avvolgo tra le mie e la stringo.

“Sono così felice!” dice gioiosa. “Sapevo che sarebbe andato tutto bene!”

Inspiro il suo dolce profumo e assaporo ogni millimetro della sua schiena con le dita.

Si allontana di pochi centimetri e mi sorride gaia.

“Grazie per essermi stata vicina.” le mormoro.

Ha gli occhi di un colore meraviglioso, un mix di verde e azzurro. Il colore degli alberi di Alicante e l'acqua cristallina dell'oceano.

Qualche lentiggine le decora il naso e i capelli le incorniciano magnificamente il viso.

Gli occhi mi cadono sulle labbra. Rosse e carnose. Senza neanche avere il tempo di pensarci, per puro istinto, appoggio la mia bocca sulla sua.

Oh per l'Angelo.

Beatitudine pura.

“Livs.” sussurro sulle sue labbra dolci come lo zucchero, sa di fragola.

La cacciatrice davanti a me si ritrae lasciandomi desideroso di averne ancora.

Mi appoggia le mani sulle spalle e sospira mordendosi un labbro.

Dio quanto è bella.

Alza gli occhi nei miei arrossendo leggermente “Perchè l'hai fatto?” chiede con voce ferma.

Sospiro e abbasso le mani appoggiandole sui suoi fianchi.

Mi sento nervoso quando sono con lei. In questi giorni abbiamo parlato tanto, mi ha fatto compagnia ogni volta che poteva.

Mi ha raccontato di suo fratello, del desiderio d'averlo come suo parabatai. Della riluttanza di Tiberius nel diventarlo.

Della sua passione per la matematica e di com'è fantastica la vita con tanti fratelli.

Si è lasciata leggere come il più bello dei libri, un libro senza fine. Un libro che ti ammalia ad ogni parola.

Anche nei momenti in cui temevo di perdere Perla, lei riusciva a strapparmi un sorriso.

Emetto un sospiro e decido di dirle la verità, è l'unica cosa che mi viene in mente ora “Sono stati giorni terribili, ho sentito morire la mia parabatai proprio qui,” mi sfioro la runa parabatai posando una mano sul petto “e avevo davvero bisogno di baciarti per sentirmi meglio.”

In un battito di ciglia Livvy è ancora sulle mie labbra, ma stavolta mi assapora con desiderio, con una necessità mai provata prima, affondo le mani nei suoi riccioli castani e mi dimentico di tutto il resto.

Per l'Angelo.

Un boato ci fa sobbalzare, Livs corre fuori dalla cucina precedendomi.

“Aspetta Ty!” la voce di Emma mi fa rabbrividire. Non ci siamo più parlati dalla sera dell'incidente.

Il gemello di Livs la vede e le corre incontro saltandole tra le braccia. Non l'ho mai visto comportarsi così.

Sta diluviando ed è zuppo dalla testa ai piedi.

Emma e Jullian gli corrono dietro.

Livs cerca di tranquillizzare il gemello e subito capisco che c'è qualcosa che non va. Ty balbetta e apre e chiude le mani in ripetizione.

“Tranquillo Ty, stai bene?”

Appena vedo Emma avvicinarsi, d'istinto, mi metto davanti a Livs “Abbassa le mani!” la intimo con tono autoritario “E calmati. Sai bene cos'è successo l'ultima volta...” dico lasciando intendere il seguito.

Jullian è guarito completamente in questi giorni.

Sono entrambi inzuppati e hanno le gambe ricoperte di sabbia fino al ginocchio.

Il cacciatore mi guarda stringendo i pugni “Siamo tranquilli.”

Cazzate “Non puoi mentire ad un bugiardo, Jullian. Non voglio che la storia si ripeta, dovete risolvere questa cosa.” gli rispondo con tono di sfida.

Hanno rischiato di uccidere la mia parabatai, non sono ancora pronto a perdonarli, soprattutto perchè potrebbero fare del male a qualcun altro.

Jullian sbuffa dal naso e si fa avanti, se vuole fare a botte, ha trovato pane per i suoi denti.

Non mi tiro di certo indietro, mi faccio avanti alzando il mento e stringendo i pugni “Vuoi sfogarti?” gli urlo sfidandolo. “Fallo, ne ho bisogno anch'io.”

Emma si fa avanti e in quel mentre un urlo disperato mi percuote l'anima.

“James!” la voce di Perla mi fa dimenticare tutto il resto.

La coppia di parabatai spalanca gli occhi nella mia direzione “Si è svegliata!?” chiedono all'unisono.

Mi avvicino velocemente alle scale e vedo Perla in cima alla rampa guardarsi attorno spaesata.

“Sono qui.” le dico con affetto.

Appena mi vede mi corre incontro rischiando di cadere. Non era con Jonathan?!

Zoppica e quando arriva a tre scalini di distanza, mi si lancia letteralmente tra le braccia.

“Dov'eri?! E dove siamo?” uggia tra le lacrime “Mi sento... smarrita.” conclude affondando il viso nel mio collo.

La stringo forte infondendole coraggio ed affetto. “Sono qui tesoro,” le mormoro all'orecchio “sono sempre qui per te.” le dico.

Per l'Angelo, sento il suo dolore come se fosse mio...

Nel frattempo i fratelli Brlackthorn si sono riuniti a semicerchio attorno a noi. Mi volto senza lasciar andare Perla e sospiro “La botta le ha fatto perdere la memoria. Non ricorda l'ultimo anno...” dico sconvolto stringendo le labbra.

Sento la sua sofferenza come se fosse mia.

Dei passi decisi e pesanti preannunciano l'arrivo di Jonathan. Posa subito lo sguardo nel mio e scuote la testa. Non dev'essere andata bene la chiaccherata con Perla, è disperata. Non alza neanche il viso dalla mia spalla quando lo sente arrivare. Aumenta la stretta sulle mie spalle e fa dei respiri profondi.

Jhon è devastato. Temeva di perderla, ha avuto paura. Non me l'ha mai confessato, ma sono sicuro che abbia visto la fine della sua vita, nel corpo esanime di Perla.

La coppia di gemelli sale le scale velocemente senza salutare nessuno. Ty sembra sconvolto.

L'istruttore fa capolino nell'atrio e guarda serio la coppia di parabatai “Emma, Jullian, vi devo parlare immediatamente. Diana arriverà tornerà tra qualche ora, mi permette di usare il suo studio.” andate, vi raggiungo.

I due proibiti amanti si lanciano un occhiata carica di preoccupazione e subito si incamminano verso lo studio.

Jonathan guarda Perla con occhi pieni d'amore e stringe le labbra “Portala nella tua stanza, magari stare sola con te e fare un bagno caldo, la farà rilassare un po'.”

Annuisco.

Io sono il suo unico costante pilastro. E lui lo sa.

 

 

JULLIAN
 

Mi passo le mani sugli occhi, sono stanco. Decisamente ed infinitamente stanco.

Emma mi ama, l'ha confessato.

Cosa succede ai parabatai che varcano la porta dell'amore?

Non lo so.

Sono seduto su una delle poltrone poste davanti alla scrivania di Diana, nel suo studio.

La pelle che le riveste, a contatto con i miei vestiti umidi, è diventata appiccicosa.

Volgo lo sguardo verso la mia parabatai, la ragazza che amo, la ragazza che mi ha salvato la vita con una runa, la ragazza che si è salvata la vita con un iratze inciso da me, la ragazza che ha quasi ucciso una cacciatrice con la magia.

Il problema è che i nephlim non padroneggiano la magia.

La sento sospirare, ma ancora non mi degna di uno sguardo.

I capelli del colore del grano le si sono appiccicati alle spalle, l'abito beige che indossa è inzuppato d'acqua, ma non potrebbe essere più bella di così.

La stanza è illuminata solo dalle stregaluci e dai lampi che imperterriti precedono i tuoni della tempesta che si sta scatenando fuori dall'istituto.

“Emma” la chiamo con un soffio in attesa di un suo cenno, ma non arriva.

Ci siamo baciati, un bacio disperato, un bacio colmo dell'amore che provo per lei.

Lei è semplicemente tutto.

Senza di lei c'è il nulla.

Il suo sguardo si perde sull'oceano in burrasca davanti a noi, all'improvviso si asciuga una lacrima e stringe le labbra in preda alla disperazione “Ty...” mormora lasciando che il resto della frase le muoia in gola.

Socchiudo gli occhi.

Ty, il suo sguardo sconvolto quando ci ha visti mentre ci baciavamo, il puro terrore impadronirsi del suo viso quando ha capito che eravamo davvero noi... e poi la fuga disperata verso il suo punto fermo.

Livvy.

“Potremmo dire che si è sbagliato...” inizio, ma subito mi blocco.

Emma sbatta violentemente il pugno sul bracciolo della poltrona, è arrivata al limite “Basta...”

Jonathan entra nella stanza zittendo Emma all'istante, l'istruttore si chiude la porta alle spalle. Ci incide una runa del silenzio e si accomoda velocemente sulla poltrona davanti a noi.

È evidente che non vuole che nessuno ci senta.

Fa un respiro profondo e si strofina il viso con le mani, probabilmente in cerca delle parole giuste da dire.

Cosa può dire in queste circostanze? Quando ci siamo incontrati appena dopo l'incidente di Perla, ci ha liquidati con un -Rimarrà tra noi, non sono neanche sicuro di quello che ho visto...-

Delle profonde occhiaie nere gli circondano gli occhi e sembra addirittura dimagrito.

La sua ragazza prima ha rischiato di morire ed ora ha perso la memoria. Da come si è buttata tra le braccia di James, non deve stare bene.

Forse hanno litigato...

Jonathan indossa la stessa felpa da tre giorni, aveva altro a cui pensare.

“Mi dispiace per quello che è successo...” Emma inizia a parlare, ma con un cenno della mano, l'istruttore la interrompe.

Cerco inutilmente lo sguardo di Emma, me lo nega senza riserve.

“Tutto quello che direte, resterà in questa stanza.” inizia il cacciatore con tono deciso “Quindi pretendo la verità.” esordisce. “Cosa accade ai parabathai quando si innamorano?

Emetto un sospiro profondo e mi salta subito alla mente quando Emma mi ha salvato la vita. Della runa che mi ha inciso per fermare l'emorragia e purificarmi il sangue dal veleno che mi stava uccidendo.

Dell'amore che ha reso quella runa, invincibile.

Penso a quando ho vomitato la stessa acqua che stava annegando Emma...

Cosa accade ai parabatai innamorati?!

Non ne ho idea, ma sicuramente ci lega in un modo incomprensibile.

Siamo diventati una persona sola.

Lei si fa male ed io soffro.

Ci guarda serio saltando da uno all'altra con lo sguardo.

“Non siamo innamorati.” dice sicura di sé Emma “Il sesso non è sempre amore.”

Jonathan la guarda severo “Non raccontiamoci delle storie Emma, ti ho chiesto la verità. Sono sveglio da tre giorni e la mia fidanzata non si ricorda più della nostra relazione. Sono stravolto, sconvolto e incazzato con il mondo intero. Però sono qui per voi, perchè voglio aiutarvi a sistemare le cose, non per peggiorarle. Quindi facciamoci un piacere reciproco. Tu inizia fare l'adulta ed assumerti le responsabilità delle tue azioni ed io posso diventare un punto di riferimento per questa famiglia...”

“Tu non sei nessuno per questa famiglia, io lo sono.” dico secco. Non deve permettersi di rimproverare Emma.

“Avete quasi ucciso la mia di famiglia Jullian!” l'istruttore alza la voce battendo il pugno sul tavolo “Quindi le cose sono due. O me ne lavo le mani e denuncio questo amore clandestino al Conclave e le conseguenze non toccheranno solo voi, ma anche tutta la tua famiglia. O mi porti rispetto, collaborate e cerchiamo una soluzione assieme.” risponde secco. “Ora riformulo la domanda per l'ultima volta. Cosa accade ai parabatai quando si innamorano?”

Guardo Emma, sta tremando leggermente. Non so se per il freddo o per quello che sta per dire.

“Si distruggono.” mormora, spiazzandomi “Non solo loro, ma tutti quelli che li circondano.” dice con un soffio “La magia scaturita dalle rune diventa incontrollabile e il piacere d'usarle porta alla rovina.” conclude portandosi una mano sulla fronte.

La voce mi esce senza volerlo “Morte!?”

Finalmente Emma mi guarda.

Bella e letale come una dea greca, mi guarda come se potesse leggermi l'anima. Gli occhi del blu dell'oceano rischiano di tramutarmi in pietra come se davanti a me ci fosse Medusa in persona.

Ha il viso teso in una morsa di disperazione “Si Juls, con il nostro amore stiamo portando tutti alla morte.”

Come fa una cosa così bella ad essere proibita?

Non voglio crederci.

 

 

.,.,.,

Gentili lettrici, grazie per le letture e le recensioni.

Spero che il capitolo vi piaccia, fatemi sapere.

A presto

Pi

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