le cronache dei capitani: fight or flight di batuffoloki (/viewuser.php?uid=860255)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Aramis giaceva immobile, acciambellata sul tappeto del salotto, quando, d’improvvis, alzò la testa e emise un uggiolato. Faceva così quando c’era qualcuno alla porta. Archer seduto sulla poltrona, intento a leggere, guardò l’orologio. Sapeva chi era e gli fece piacere che la sua ospite fosse puntuale. Andò ad aprirle la porta.
”Bentornata signorina Carlyle.” Le fece cenno di accomodarsi in salotto.
Lei sorrise riconoscente per l’accoglienza. Avrebbe potuto essere,anagraficamente, la nipotina che non aveva mai avuto. Era graziosa, aveva lo sguardo vivace tipico di una persona intelligente e astuta. Il tipo di giovane che ad Archer piaceva e di cui avrebbe volentieri sponsorizzato la carriera. Per quello aveva deciso di rispondere alle sue domande. Anche se alcune potevano essere imbarazzanti o risvegliare ricordi dolorosi.
”Allora Crystal di cosa stavamo parlando?” Chiese dopo aver servito il tè.
”Della vostra prima missione, ma ci siamo soffermati parecchio su T’Pol e se per lei va bene, ammiraglio, vorrei che mi presentasse anche gli altri membri dell’equipaggio.”
Il volto di Archer si illumino.”La missione denominata in codice “Fight or Flight” ebbe come protagonista assoluta Hoshi Sato!”
Crystal annuì e tirò fuori il comunicatore per registrare le sue parole.
”Era veramente un genio in grado di decifrare qualsiasi idioma dopo averne ascoltato poche parole o è stato un mito creato dalla federazione per invogliare i cadetti ad arruolarsi?” Chiese con aria maliziosa.
Archer sorrise.”Un genio lo è sul serio, magari quando tornerà dalla missione archeologica organizzata, nella valle della fornace, su vulcano, te la presenterò e te ne convincerai anche tu. Per il resto era una ragazza molto insicura, anzi, probabilmente, la più insicura tra tutti noi. Certamente la più sensibile. Pochi giorni prima eravamo sbarcati su un mondo privo di forme di vita superiori. Avevamo prelevato una delle rare forme di vita, un gasteropodo, cioè, in parole povere, una lumaca aliena.”
”Che caruccia!”Squittì Crys.
”Hoshi si era subito offerta di badare a lei.Le aveva anche dato un nome: Bavetta...Ma la creaturina non era adatta a vivere lontano dal suo mondo, e un pò alla volta cominciò a deperire. E Hoshi ovviamente se ne addossatò la colpa. “”Una persona forse un pò troppo sensibile per il mestiere di esploratore."Commentò Crys.
”E nonostante questo io avevo fiducia in lei . Non ho mai dubitato del fatto che alla fine sarebbe riuscita a trovare l’equilibrio tra la sua innata compassione e la durezza che talora un esploratore deve avere per affrontare l’ignoto .” |
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Capitolo 2 *** 2 ***
“La vera missione iniziò quando incontrammo una nave sconosciuta. Era stato un periodo molto difficiale per tutto l’equipaggio. Avevamo tutti l’umore sotto le suole delle scarpe. E lo sai perchè?”
Crys scosse il capo aspettando col fiato sospeso una spiegazione.
“Noia. Non succedeva un bel niente! Eravamo partiti con una prima missione adrenalinica. E ci aspettevamo che tutti i giorni sarebbe capitato qualcosa di altrettanto avventuroso. E invece per settimane non era successo un bel niente! Giorni passati ad esplorare pianeti disabitati e a calibrare, inutilmente le armi, avevano fiaccato la speranza di incontrare altre speci senzienti. Serpeggiava anche un certo nervosismo quando apparve quella nave come un ‘oasi nel deserto .Se ne stava lì immobile, senza rispondere ai nostri messaggi, senza dare alcun segnale di vita.”
”Fu la noia a spingerla a sbarcare su quella nave?” La domanda di Crys parve davvero impudente ad Archer.
Poi si fermo a rifletterci sopra. Quella nave aveva forse chiesto il loro aiuto ? Aveva risposto ai loro tentativi di comunicare? No. E T’pol non lo aveva forse messo in guardia dall’impicciarsi nei fatti altrui? E nonostante questo nulla l’aveva fatto desistere dal sbarcare a bordo di quella nave. Forse dopotutto Crys aveva ragione. Aveva agito sconsideratamente per noia. Decise di far finta di non aver capito la domanda e tirò dritto col suo racconto.
”Quella per me era la grande occasione di Hoshi di dimostrarmi quel che valeva. Percui la misi nella squadra di sbarco.”
“Contro la sua volontà immagino!”
”Immagini bene. Hoshi oltre a essere timida era anche ipocondriaca.Il giorno prima era venuta a chiedermi di cambiare alloggio perchè viaggiava con le stelle nella direzione sbagliata. Poi mi aveva confessato di soffrire di claustrofobia, che per un astronauta è il colmo!”
Crys rise.”Poverina. Ovviamente si trattava solo di scarsa fiducia in se stessa!”
”Infatti. Facendo leva su una forza che neppure lei sospettava di possedere, riuscì ad infilarsi nella tuta da esplorazione ambientale e insiemme raggiungemmo l’astronave abbandonata. Ma quello che ci trovammo di fronte....lo confesso...fece gelare il sangue anche a me!” |
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Capitolo 3 *** 3 ***
“Le pareti erano schizzate di una sostanza che abbiamo immediatamente identificato come sangue. Era successo qualcosa di terribile su quella navetta! Inoltrandoci nei corridoi in penombra trovammo l’equipaggio. Ricordo il grido di Hoshi che lacerava l’aria.C’erano dei corpi appesi a testa in giù al soffitto. Corpi alieni, di una spece a noi sconosciuta, ed erano collegati a un macchinario che pompava il sangue fuori dalle loro vene.”
”Spaventoso, capisco che Hoshi abbia avuto quella reazione. Persino io ne sarei rimasta turbata.” Commentò Crys.
Archer si chiese cosa voleva dire la ragazza, dopotutto era solo un cadetto e non poteva aver avuto esperienze come quelle, certamente non più sconvolgenti di quella.
”Trafficanti di organi?” Chiese Crys interompendo le sue riflessioni.Archer annuì.
”Volevo continuare a indagare per dare un senso alla morte di quei poveretti, ma T’pol mi convinse che il benessere del mio equipaggio era prioritario.”
”Io davvero non ce la vedo a prendere ordini da T’Pol .” Protestò Crys.
Archer accennò a un sorriso.“Non era un ordine, ma un saggio suggerimento .In fondo rischiavo di mettere in pericolo le nostre vite per qualcuno che ormai la vita l’aveva già persa. Lei non riusciva neppure a concepire il mio punto di vista. Semplicemente i nostri principii erano troppo diversi.”
”Comunque alla fine l’ha avuta vinta lei, ammiraglio, non solo siete tornati indietro, ma Hoshi ha avuto il coraggio di sbarcare di nuovo su quella nave."
”E di tradurre il diario di bordo, e con esso l’avvertimento degli alieni.” Archer annuì .
”Una gran prova di coraggio da parte di Hoshi. Ma il peggio doveva ancora arrivare. La nave dei predatori non ci mise molto a rintracciarci e ad attaccarci. E si dimostrò immediatamente superiore alle nostre capacità. A quanto pare era arrivata anche per noi la resa dei conti .”
”E fu Hoshi a salvarvi , vero?”
”Vedo che conosci già la storia...Si fu lei a comunicare con una nave appartenente alla specie delle vittime che si trovavano all’interno della prima navetta. E fu lei che riuscì a spiegare loro che stavamo cercando di aiutare la loro gente e non eravamo responsabili della loro morte. Hoshi doveva solo trovare la fiducia in se stessa e messa sotto pressione , con la salvezza dell’intero equipaggio sulle sue spalle, ha tirato fuori una forza che neppure lei sospettava di possedere. “
” Ed è diventata la Hoshi Sato di cui tutti ancora favoleggiano all’accademia!” Concluse Crys con entusismo. |
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Capitolo 4 *** 4 ***
“Questa vostra missione rappresenta un esempio per i cadetti di come si possa vincere le proprie insicurezze crescendo non solo professionalmente, ma anche come persone!”Concluse Crys.
Archer annuì soddisfatto dal fatto che il suo messaggio fosse stato recepito.
”Ma ora mi tolga l’ultima curiosità ammiraglio, che ne è stato di bavetta?”
Archer spalancò per un attimo la bocca preso in contropiede poi si ricordò della lumaca aliena.”Ma certo la povera bavetta! Anche lei ci ha insegnato una grande lezione. La natura è sempre perfetta, per ogni cosa che fa c’è una buona ragione. Se una creatura è nata in un determinato ambiente, portarla via dal suo habitat, può solo ucciderla. Fortunatamente per Bavetta siamo riusciti trovare un pianeta sufficientemente accogliente, perchè sopravivesse. Ma abbiamo imparato la lezione.”
”Forse.” ..commentò Crys sibillina,strizzandogli l'occhio.
Archer accennò un sorriso perplesso. Quella giovane aveva qualcosa di strano e lui non era ancora riuscito a capire cosa. Voleva poter parlare ancora con lei per conoscerla meglio e nello stesso tempo per poter raccontare a qualcuno le emozioni che aveva mantenute represse per tanto tempo. E Crys aveva quell’insolita capacità che ne faceva una buona ascoltatrice.
“Se torni domani potrei parlarti di un altro membro del mio equipaggio .”Suggerì, quindi.
Crys sorrise compiaciuta, come se fosse riuscita a portarlo dove voleva.
”Mi piacerebbe sapere qualcosa di più dell’enigmatico Malcom Reed.”
Archer la fissò per un attimo sovrapensiero,poi annuì.”Allora torna domani .”
”E questa volta il dolce per il te lo porto io .”Gli assicurò Crys alzandosi.
Dispensò una carezza ad Aramis che le leccò la mano. Afferrò la sua borsa e si avviò.
”Non si scomodi ormai conosco la strada."Si congedò. Archer rimase sulla poltrona a guardarla,finchè non notò che aveva lasciato la sciarpa sulla poltrona. Si alzò di scatto. Era ancora in splendida forma nonostante gli anni che avanzavano. Raggiunse in pochi balzi l’ingresso ma di Crys non vi era traccia. Fissò il vuoto con muta sorpresa...il mistero si infittiva. |
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