Per amore di un ladro

di serriii90__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prigioniera ***
Capitolo 3: *** Amica ***
Capitolo 4: *** Telefonata a papà. ***
Capitolo 5: *** Prima figuraccia. ***
Capitolo 6: *** Non giudicare il libro dalla copertina ***
Capitolo 7: *** Sconfitta ***
Capitolo 8: *** Non sono più la stessa... ***
Capitolo 9: *** Amo il mio ladro ***
Capitolo 10: *** Non ti lascio sola ***
Capitolo 11: *** Una cosa è sicura: nessuno dei 2 sa qual è il bene x entrambi... ***
Capitolo 12: *** Confessione ***
Capitolo 13: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 14: *** Di prima mattina... ***
Capitolo 15: *** Il mio amore <3 ***
Capitolo 16: *** prima ltitgata e annuncio sconvolgente ***
Capitolo 17: *** Meschino ricatto ***
Capitolo 18: *** Mezza verità alla luce del sole ***
Capitolo 19: *** Fare pace ***
Capitolo 20: *** Il momento perfetto ***
Capitolo 21: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 22: *** Senza di te ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




Sono sempre stata una ragazza superficiale, che non guardava mai oltre l aspetto delle persone.
Ho sempre avuto tutto, viziata al massimo. Ricca, un enorme villa, figlia del presidente di un azienda.
Ero anche la ragazza più famosa del mio paese, poichè ero una ballerina di danza classica molto conosciuta e in tanti venivano a vedere i miei spettacoli.
Tutti mi portavano rispetto, la mia scuola era ai miei piedi. Tutti mi veneravano e avrebbero voluto essere come me.
Ero fiera di me, orgogliosa della mia ricchezza e del mio nome: Katia.
Ma c era qualcosa che mi mancava, la felicità. Credevo di sapere che cos era, credevo di avere tutto ma la cosa più importante mi mancava.
Ma non potevo saperlo.

Come sempre, giravo a braccetto con la mia migliore amica per la scuola. Tutti ci guardavano, eravamo le ragazze più belle. Io in assoluto, Mimi per seconda.
- E' bellissima questa gonna, tesoro- si complimentò con me.
- Lo so, è mia. Come può non piacerti....- ovvio no?
- Ehi ragazze stasera che fate?- era una amica di Mimi. Oddio ci stava ancora a provare per entrare nel nostro duo the best.
- Ehi, lo dici poi a qualcun altro e poi...- fissai disgustata la sua maglia - Dio, vatti a cambiare tesoro...- la troncai li e me ne andai con Mimi.
Mi sembrava che a lei stesse simpatica quella cozza.
- Come può piacerti una persona del genere?- le chiesi senza volerlo sapere veramente.
Intanto, mi concentravo sui saluti delle ragazze e dei ragazzi, come tutti i santi giorni.
- No, non mi piace- mentì arrossendo.
Passavo tutta la mattinata a venerarmi davanti allo specchio. Elogiando il mio viso, le mie labbra carnose, la mia pelle di porcellana, e i miei occhi verde smeraldo...
- Cosa facciamo stasera?-
- Di sicuro tutta la città verrà a vedere me a teatro. Quindi vieni anche tu, vero?- dissi non guardandola.
- Certo...- rispose annoiata.

Era il quindicesimo spettacolo che facevo in quei 2 mesi di settembre e ottobre.
Tutta la mia classe mi stava aspettando in atrio, mentre a me mancavano 10 minuti per entrare in scena.
Io ero la prima ballerina, la più importante. Beh...io ero importante in tutto.
Feci il mio primo balletto, mi impegnai al massimo, e sentivo gli applausi calorosi del pubblico. Ero certa che se anche fossi entrata senza far nulla, avrei ricevuto tutto quel calore.
Entrai nel mio camerino, pronta per la seconda carica di trucco. Il mio staff era eccezionale.
- Non così tanto!- Rimproverai la prima truccatrice, che mi stava mettendo kili di ombretto blu sugli occhi.
La mia acconciatura era superba, con tutti quei brillantini e quei boccoli dorati e delicati che mi ricadevano sulle spalle.
- Basta, basta! Lavoro con degli incompetenti...- mi lamentai uscendo.
Ero esausta. Tutta la giornata studiavo per la mia interrogazione di latino e la sera dovevo andare a teatro per esibirmi.
Uscii fuori, dall uscita di sicurezza per prendere una boccata d aria. Mancavano ancora 5 minuti al mio rientro.
Guardai la luna, lei era l unica più bella di me in quel momento.
Sentii dei passi provenire dietro di me e mi girai spaventata.
Era un ragazzo alla moda, con un paio di jeans e una giacca di pelle. Probabilmente, un mio fan, pensai sicura di me stessa.
- Ehm...potresti venire un attimo con me?- chiese questo ragazzo tutto agitato, guardandosi a destra, sinistra e indietro furtivamente. Provò a prendermi per un braccio, ma io indietreggiai.
- Come?- chiesi incredula e spaventata - E tu chi saresti?- dissi altezzosa. Nessuno poteva parlarmi e trattarmi in quel modo. Chi si credeva di essere?
- A dopo le presentazioni... ma adesso per favore- si avvicinò nuovamente.
Per favore? Per favore a me? Tsè...
Lo guardai meglio in volto: aveva degli occhi chiari( non potevo essere certa del colore perchè era buio), i capelli neri rialzati leggermente da un pò di gel. Ed ero completamente inebriata dal suo dolce profumo.
Era veramente carino, ma maleducato. Di certo, non avrebbe mai funzionato tra di noi.
- Si può sapere cosa vuoi? Ora chiamo la sicurezza- dissi voltandomi per afferrare la maniglia della porta.
- No!- esclamò lui e in un attimo mi piombò addosso, portandomi una mano alla bocca.
Lentamente, sentii i sensi paralizzarsi e gli occhi chiudersi.
Sprofondai nel sonno buio e vorace, tra le bra
ccia di uno sconosciuto.




Eccomi quiiiii! Però con un altra storia... Beh che ve ne pare? Aspettate eh...questo è solo l inizio, come idea mi piace abbastanza e spero che prenda anche voi. Spero di non deludervi mai ^^. Un bacione e buona lettura... silvietta <3

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Capitolo 2
*** Prigioniera ***


Ecco il secondo capitolo. Si le descrizioni le faccio tranquille, solo che Katia è leggermente terrorizzata per pensare..ihih. Buon capitolo. silvietta <3

CAPITOLO 1

Mi stavo per risvegliare intontita, persa... non sapevo neanche perchè stavo dormendo.
Sentivo delle voci, ma non sapevo se facevano parte del sogno. Probabilmente si, perchè erano voci a me sconosciute.
- Sei proprio un novellino...-
- Papà, senti non abbiamo mai fatto una cosa del genere. E poi perchè proprio a me dovevi farlo fare? Lo facevi tu...-
Che cosa dovevano fare sti qua? Oddio, non ci capisco più niente. Volevo svegliarmi ma gli occhi non si aprivano.
- E come hai fatto dopo?- continuava la voce curiosa.
- Mi è svenuta fra le braccia... e l ho presa in braccio, no?-
- A me sta venendo un dubbio: non è che troppo sonnifero...-
- Ma no, che cazzo dici...-
- E allora perchè non si sveglia?-
Oddio stavo morendo? No, ti prego.
Come avrebbe fatto il paese intero senza una stella come me? Come avrebbe fatto la mia famiglia?
Avevo una vita bellissima, perchè devo morire? Perchè..no è ingiusto! Mondo crudele...
Ce la misi tutta per trovare gli occhi e, sforzandoli, li aprii lentamente.
Vidi una figura nitida di fronte a me; 2 occhi ghiacciati che mi fecero paura a primo impatto. Mi tirai su di scatto e indietreggiai con il cuore che voleva fuoriuscire dal petto per lo spavento.
- Ehi stai calma- disse l uomo. La sua voce mi sembrava più una minaccia che un conforto.
Cominciai a tremare guardandomi intorno a occhi sbarrati.
Dove caspita mi trovavo?
Avevo appena dormito su una squallida sottiletta di brandina, tutto intorno a me sembrava vecchio e marcio. Sporco, polveroso, arrugginito... sono all inferno!
- D..dove mi trovo?- sussurrai appena, poichè la voce non riusciva ad uscire.
I 2 si guardarono negli occhi poi quello dagli occhi ghiacciati rivolse a me il suo magnifico sguardo ipnotizzatore.
- Sei a casa nostra- lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Chi siete?- continuai tremando.
Sospirarono.
- Non possiamo dirtelo...-
- Perchè sono qua, cosa volete da me?-
- Tu ci servi- mi fece paura il modo in cui lo disse. Con quella voce bassa, sembrava un ringhio minaccioso. E quegli occhi ti mettevano in soggezione, tanto da spaesarti completamente.
- A cosa?- sussurrai.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e fece cenno al papà di andarsene.
- Si, figliolo. Tu ci capisci di più. Stai con lei...- disse amareggiato uscendo dalla porta di legno.
Guardai quegli occhi di fronte a me e cominciai a piangere.
- Hai fame?- cambiò discorso.
Si alzò dal mio letto passandosi una mano tra i capelli neri disordinati. Aveva un gran bel fisico scolpito sotto la sua maglietta blu aderente, abbronzato, e quegli occhi così attraenti e spaventosi allo stesso tempo.
Mi incantai per un momento. Credo, sia il ragazzo più bello che abbia mai visto...
- Forse la principessa, non gradisce il cibo dei poveri?- constatò scocciato.
Scossi la testa a quelle parole. Il mio rapinatore aveva anche voglia di scherzare?
Aggrottai le sopracciglia in un espressione di superiorità.
- Se sei tanto scocciato, perchè non mi riporti a casa?- mi alzai dal letto.
La paura stava cominciando a svanire. E le lacrime cedevano il posto all irritazione. Dopo tutto se volevano farmi del male, potevano farmelo fin da subito no?
- Finalmente parli, credevo che il gatto ti avesse mangiato la lingua- ridacchiò.
I suoi denti bianchi e splendenti luccicavano nel buio.
Mi avvicinai a lui, furiosa. Nessuno mi aveva mai trattato in quel modo.
- Chi ti credi di essere? Eh, sciocco impertinente!?-
- Mi fai tanta paura... Ops ops...- si portò una mano alla bocca, fingendo una maschera di terrore.
Cerca di contenerti Katia. Tu sei una signorina e non ti abbassi ai suoi livelli.
Ritornai seria. Mi accasciai per terra portandomi le ginocchia tra le braccia.
- Portami a casa, ti prego...Io cosa ti ho fatto? Perchè mi state facendo questo?- ritornai a piangere per la nostalgia.
In fondo, io non sapevo niente di questi tizi, non sapevo cosa avevano intenzione di farmi. Magari volevano sembrare gentili, ma in realtà erano cattivi.
Il ragazzo non mi rispose. Continuava a scrutarmi con quell espressione da killer. Lo sguardo più micidiale che avessi mai incontrato...
- Ah forse ho capito!- mi brillò in testa un idea.
E ritornai a sorridere come una cretina, asciugandomi il viso.
Mi guardò curioso, con un sopracciglio alzato.
- Se vi faccio un autografo, oppure volete farvi vedere con me? Lo faccio volentieri...- mi alzai convinta, ritornando a sperare - Poi mi lascerete andare, vero?-
Scosse la testa divertito. Poi scoppiò in un risolino maleducato.
Mi arrabbiai di più.
- Cosa ridi, maleducato che non sei altro!- mi girai offesa.
- Questo non è un gioco, principessa...-
Le mie speranze svanirono come un sogno di cristallo, fatto in frantumi da un calcio prepotente.
- Come?-
- No... non vogliamo tuoi autografi, ne foto con te...di te non ci interessa. Sei nostra prigioniera, vogliamo i tuoi soldi-
Quella frase mi mozzò il respiro. " Sei nostra prigioniera". Cominciò a girarmi la testa fortemente, la vista si stava annebbiando e sentivo il cervello accaldarsi ogni secondo di più.
Caddi all indietro ma il ragazzo mi prese tra le sue braccia.
- Ehi, non sei un avventuriera vero?-
Mi posò sul letto, gentilmente poi mi diede uno schiaffetto per farmi riprendere.
- Lasciami!- gli schiaffeggiai la mano.
- Come ti sei permesso?- mi alzai nuovamente dal letto.
E' stato un calo di pressione.
Tornai a respirare normalmente, portandomi una mano sul cuore.
- Cazzo, io ti salvo la vita e tu mi schiaffeggi...- si arrabbiò anche lui.
- Mi hai salvato la vita? Che coraggio hai stronzetto? Mi rapisci e poi mi salvi la vita? Ma da dove sbuchi!- calciai il letto, facendomi male al piede.
- La bimba pizzica con le parole...credevo fossi una principessa. Le principesse non sono maleducate- si avviò verso la porta.
Grrrrr che nervoso mi faceva salire questo cretino!
- E adesso dove vai?- gli chiesi atona.
- Vado via...ti lascio qui da sola.-
- No ti prego, liberami! Lasciami andare, per favore.- lo supplicai terrorizzata.
- Mi dispiace devo andare...so che ti piaccio e che vorresti stare qui con me, ma io ho altro da fare.-
Vorrei stare li con lui? Oddio, voleva prendere le botte sul serio questo!
Mi lasciò con un " ciao mostricciattolo" e si chiuse la porta alle spalle, girando la chiave nella toppa.
Io tirai invano una scarpa contro la porta.
Poi cominciai a frugare nella stanza, un qualcosa per uscire. Una forcina, un cacciavite, qualcosa per spaccare il legno...niente. Non trovai niente.
C era un telefono, ma il filo è stato tagliato.
Mi buttai su quella specie di sottiletta e cominciai a piangere.
Quando mi lasceranno andare? Cosa vogliono da me? Perchè proprio io, perchè non Mimi? Io non avevo fatto niente.
Con queste continue domande in testa, mi addormentai nuovamente sognando gli occhi ghiacciati del mio affascinante rapinatore.

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Capitolo 3
*** Amica ***


CAPITOLO 2

Sentii vari rumori intorno a me e altre voci, confuse. Che altro doveva succedere ancora?

Per un attimo credevo di essere a casa, ma quando aprii gli occhi mi ritrovai di nuovo in un incubo.
Mi tirai su, nuovamente di scatto e spaventata.
Vidi una donna, il ragazzo dagli occhi ghiacciati e una ragazza che li aiutava a posizionare un...televisore?
I miei rapinatori mi stavano mettendo un televisore?
- Ehi mamma si è svegliata!- si avvicinò a me la ragazza con voce cristallina e dolce, aveva gli occhi uguali a quelli del ragazzo.
Forse questi erano più sul grigio...
- Ciao- si sedette di fianco a me, mostrandomi un sorriso caloroso.
- Ciao- ricambiai con voce impastata dal sonno.
- Io sono Pam, piacere- e allungò la mano.
- Pam!- la sgridò il ragazzo.
- Che cè?- si girò con aria innocente.
- Brava, dici i nostri nomi alla prigioniera. Così ci smaschererà più facilmente- scosse la testa indignato.
Mi incantai su di lui, di nuovo. Riusciva a rapirmi anche solo con un suo respiro.
Pam fece una smorfia e ritornò su di me. Io le strinsi una mano, con fare schizzinoso.
- Katia- le bisbigliai a bassa voce.
- Come stai, Katia?-
- Ehm...stanca- risposi a bassa voce.
- Già..posso immaginare.-
Cosa può immaginare questa ragazzina? Lei era una complice...non poteva caprimi.
Guardai il ragazzo, che probabilmente doveva essere il fratello di Pam.
Si assomigliavano molto in fin dei conti, a partire dagli occhi...
Pam aveva i capelli castani lisci, raccolti in una treccia stretta al fianco destro del capo, la frangetta che gli copriva un pò quei grandi occhi grigi.
Era magra, poco formosa a differenza di me. Beh, io avevo un fisico perfetto; apparte il seno. Quello ce l avevo un pò piccolino, ma io facevo la ballerina di danza classica...
- Cosa...cosa stanno facendo?-
- Ti stanno mettendo una tv- rispose con quella voce acuta da soprano.
Grazie, l avevo capito.
- Si, ma perchè?- chiesi più curiosa. Credevo mi avessero torturato, lasciato marcire la dentro.
- Beh..perchè, siamo gentili. Non vogliamo farti del male...-
- Io si!- disse il fratello sorridendo come un cretino.
Tsè...pallone gonfiato.
- Lascia perdere mio fratello..ha voglia di scherzare. Comunque, hai dei bellissimi capelli- disse prendendo una ciocca dei miei capelli dorati in mano.
- Grazie, lo so-
Il fratello rise, mentre passò un cavo a sua madre.
- Sono tuoi naturali questi boccoli?- mi chiese con la stessa curiosità di prima.
- Ehm..si- ero più concentrata a capire che cosa avesse da ridere quello zoticone.
- Ha anche una bellissima pelle, il mostricciattolo...si vede che non ha mai lavorato in vita sua- mi uccise con lo sguardo e io arrossii. Non ero mai arrossita ad una specie di complimento.
Pam prese una mia mano tra le sue e la esaminò.
- Sei proprio un maleducato, sgarbato...- lo rimproverò la madre.
- Scusalo, cara- e la signora mi rivolse un sorriso.
Cara? Oddio, ma erano ladri o giocavano ad esserlo?
- S..si, certo- risposi educata.
- Quanti anni hai, Katia?-
Ritornai a Pam.
- Io 17. Tu?-
- Io 15 e mezzo.-
Bene, pure con una più piccola... Ma dov ero capitata!
- Ecco fatto!- esclamò la mamma portandosi le mani ai fianchi.
- Quando vuoi vedere la tv, li cè il telecomando.- mi indicò un piccolo tavolino.
Annuii incerta.
Uscirono dalla porta, lanciando le chiavi a Pam.
- Come si chiama tuo fratello?- le chiesi interessata.
- Beh io...mmm- abbassò lo sguardo mordendosi un labbro.
- Vabbè io te lo dico perchè siamo amiche, però mi fai il piacere di non chiamarlo così?-
- Ok- feci spallucce. Convinta tu che siamo amiche...
- Si chiama Mike. E mia mamma si chiama Gioemi.-
- E tuo padre?- continuai fingendo interesse anche per gli altri.
- Mio padre, Raffaele.-
- Perchè siete così...gentili? Insomma, altri rapinatori non farebbero come voi...almeno credo-
- No non farebbero come noi. Katia, noi non siamo cattivi. Non ti faremmo mai del male, fidati. E' solo che abbiamo bisogno di soldi e finchè tuo padre non ce li darà noi ti terremo qui.-
- E quanto sarebbe la somma?- chiesi con tremolio nella voce, stavo per ritornare a piangere.
- Credo...1. 200.000 euro.-
- Un milioneduecentomila euro?!- chiesi basita.
- Ma io non ho tutti quei soldi!- le lacrime ritornarono a rigare il mio volto.
- Mi dispiace...- abbassò lo sguardo, desolata e dispiaciuta.
- So che è il modo più squallido e viscido per guadagnarsi da vivere ma...siamo disperati. Questa è la prima volta che facciamo una cosa del genere.-
- Ah davvero..?- chiesi con poco interesse.
Non mi importava quante volte l avessero fatto, non mi importa con chi. L unica cosa che mi premeva era che io stavo li come prigioniera, e volevo tornare a casa mia immediatamente.
- Ma a mio padre avete detto che sono viva?-
Non mi rispose, andò a prendere il telecomando e accese la tv.
Si fermò su un telegiornale dove comparve la mia foto.
" La famosa ballerina diciassettenne di danza classica è scomparsa, lasciando il suo spettacolo incompleto. Il padre sporge denuncia, la polizia cerca avidamente"
Fecero vedere immagini di mio padre con le lacrime, chiedendo di portarmi indietro a qualunque costo.
Poi Pam, spense la tv.
- Sono 3 giorni che sei qui...-
- 3 giorni?- chiesi incredula, catturando lacrime dispettose.
- Già...hai dormito per 2 giorni interi.- mi sorrise.
- Cosa aspettate a chiedere la somma?- cercai di calmare la rabbia che sentivo crescere.
- Lo faremo stasera...a proposito, vuoi bere?-
- Si grazie- sentii la bocca asciutta.
- Ok, torno subito- uscii dalla porta chiudendola a chiave, come sempre.
Mi posai davanti allo specchio, guardandomi.
I miei occhi erano spenti e gonfi, i miei capelli sembravano paglia. Dovevo farmi una doccia, dovevo fare tante di quelle cose.
Pam tornò con un bicchiere e una bottiglia d acqua.
Bevvi almeno 2 bicchieri, assetata come non mai.
- Ma...quando devo mangiare o fare la doccia, o vestirmi...come devo fare?-
- Verrai su in casa. Ma ti staremo alle calcagna...non ci sfuggirai mai.- mi guardava negli occhi, freddandomi completamente.
Deglutii.
Non sarei mai uscita di li...non ne vedevo la possibilità. Avrei mai più rivisto il sole?

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Capitolo 4
*** Telefonata a papà. ***


Ciauuuuu belle! ^^ Che si dice? La silvia è di nuovo in carica ahahah...Grazie per le recensioni, e a quelle che ancora continuano a seguirmi dalla storia precedente.
Un bacio a tutte voi e a quelle che mi hanno messo nei preferiti e seguiti ^^. Spero che non vi deluderò e ke vi piaccia. Grazie grazie veramente a tutte! Bacio silvietta <3


CAPITOLO 3

Pam passò l intera giornata insieme a me. Entusiasta di avere una nuova amica.
Dal canto suo, era così...ma dal canto mio, assolutamente no!
Sembrava sporca, non aveva gusto nel vestire...
Mi mancava tanto mio padre, e tanto anche Mimi. Chissà se lei era preoccupata per me.
Spero che la polizia mi trovi al più presto, anche se non sarà facile.
Il quarto giorno mi svegliai verso le 9 di mattina, non riuscivo a dormire. Avevo avuto un incubo pazzesco, e ogni volta mi svegliavo terrorizzata.
Accesi la tv, cercando un qualche telegiornale.
Bussarono alla porta. Ma io non risposi, continuando a guardare le ultime notizie che aveva il mondo esterno di me.
La chiave girò nella toppa. Sapevo benissimo che era Pam.
Ma quando la porta si spalancò, rimasi interdetta e meravigliata allo stesso tempo: era Mike, con un vassoio imbandito di un bicchiere di succo e qualche toast.
Lo fissai ammaliata. Aveva indosso una maglia larga e dei pantaloni da tuta.
- Giorno, mostricciattolo- disse sorridendo.
Sbuffai e mi girai sdegnata verso la tv, arrossendo dei miei pensieri. Come potevo essere affascinata da un tale idiota?
Non risposi all insulto e spensi la tv irritata da me stessa.
Appoggiò il vassoio sul tavolino e lo portò vicino al mio letto.
- Come siamo maleducati...- borbottò grattandosi la nuca.
Lo fulminai con lo sguardo e lui sogghignò divertito.
- Beh..io ti porto la colazione e tu non mi dici neanche grazie?-
- E' il minimo che tu possa fare per me.-
- Ah già, dimenticavo con chi stavo parlando-
- Non dimenticarlo più allora.- risposi fredda avvicinandomi al vassoio.
Si sedette vicino a me e ne sentii tutto il profumo squisito.
Calma, Katia. Ma non vedi che è insopportabile?
- Avete chiamato mio padre?- chiesi fredda.
- Quando torna Pam da scuola, lo faremo.-
Pam va a scuola?? Mi meravigliai, credevo fossero degli incivili. Il maleducato al mio fianco di sicuro lo era...
- E io come dovrei comportarmi al telefono?-
- Come vuoi tu...basta, che sei sincera-
- Più di te lo sono.-
- Certo, è per questo che sei insopportabile.- aveva sempre la risposta pronta.
Mi girai verso di lui e storsi la bocca. Lui aveva un sorrisetto arrogante stampato sotto quei meravigliosi occhi azzurri ghiaccio.
Spezzai il primo toast e ne portai un pezzetto alla bocca, cominciando a masticare lentamente.
Mi sentii osservata, scrutata dal suo sguardo "assassino" ma seducente da impazzire.
- Posso farti una domanda?- chiese di improvviso.
Lo guardai annoiata, ingerendo velocemente.
- Dov è tua madre?- domandò curioso e incerto.
Mi sentii una pugnalata al cuore. Mia madre...aveva colto il mio punto debole.
Abbassai lo sguardo, sentendomi un grosso nodo in gola.
- Scusami- disse immediatamente.
- No, non è morta...lei ci ha...- strinsi i pugni - mi ha abbandonata...- confessai.
Fece un grosso respiro e mi fece una debole carezza al braccio. Io lo ritrassi subito, come un gesto involontario.
Il mio cuore impazzii a quel semplice contatto.
- Mi dispiace- sussurrò.
Feci spallucce, portando in bocca un altro pezzo di pane.
- Mangi piano eh, mostricciattolo?- scherzò per sdrammatizzare.
- Non sei obbligato a guardarmi- gli ricordai.
- Ah- dissi facendolo sobbalzare - Posso sapere la ragione per la quale mi hai affibbiato un nomignolo del genere?- chiesi altezzosa.
Ridacchiò, probabilmente per il mio modo di parlare.
- Io sono bellissima...per niente un mostricciattolo!- continuai offesa incrociando le braccia al petto.
- E soprattutto, sei anche molto modesta vero?- disse in modo sarcastico.
Non capii e alzai un sopracciglio.
Scosse la testa.
- Sai..mostricciattolo...sei davvero carina.- disse sorridendomi.
Smisi di respirare per un secondo. Che ti prende? Non è certo il primo che ti dice che sei carina! Anzi, hai avuto complimenti migliori.
- Se non fosse per quella tua linguaccia da vipera...-
Lo trucidai con lo sguardo riprendendo respiro.
- Io cosa?!- gridai arrabbiata.
Lui rise e si alzò dal letto correndo verso la porta.
- Vieni qui, codardo!- mi alzai per raggiungerlo.
- No, no. Ora vado a lavorare, mostricciattolo- uscì ridendo come un pazzo e chiuse la porta a chiave.

Restai a guardare la televisione per 4 ore di fila, mi stavo annoiando incredibilmente. E mi veniva da piangere per la nostalgia che sentivo.
Volevo rivedere casa mia, volevo riabbracciare mio padre stretto stretto come tanto tempo prima, come non facevo più da un sacco di tempo.
Volevo dire a Mimi quanto le volessi bene, anche se non gliel avevo mai detto.
Volevo rivedere tutta la mia classe di danza e fare 1000 complimenti alla mia insegnate che è sempre stata bravissima e paziente con me.
- Ciao Katia!- mi raggiunse Pam saltellando e abbracciandomi.
Mi lasciai abbracciare senza problemi. Avevo bisogno d affetto.
- Ciao- biascicai un pò timida. Non sapevo perchè lo stavo diventando...non ero mai stata timida.
- Stai un pò meglio oggi?-
- Si, diciamo. Tu com è andata a scuola?- era particolarmente carina quel giorno. Anche solo con un filo di matita sotto gli occhi, stava veramente bene.
- Bene, la solita noia. Hai mangiato? Io ho una fame...-
- No- infatti sentii borbottare il mio stomaco. - Ho fame anche io in effetti...-
- Benissimo! Dico a mia madre di cucinare qualcosa.- senza neanche finire di parlare uscì dalla stanza.
E ritornò in meno di 5 secondi...
- Un razzo proprio...- commentai.
- Già...spero ti piaccia la cotoletta-
Da quanto non mangiavo quelle schifezze? Stavo per rifiutare, dovevo stare attenta alla linea...ma avevo troppa fame così dissi di si.
Nel, frattempo, io e Pam parlammo del più e del meno. Nessuno rimaneva ad ascoltarmi con così tanto interesse per tutto quel tempo.
Mi chiedeva della mia scuola, della mia casa, di com erano le mie amiche, di come era la danza.
- La danza è...semplicemente meravigliosa. La pratico da quando avevo 5 anni- dissi con occhi sognanti.
Quanto mi mancava il mio mondo...non sarei mai sopravvissuta una settimana ancora.
- Uau. Ora capisco perchè sei così famosa. Devi essere bravissima...-
Le sorrisi annuendo.
- Tu non hai amiche a scuola, Pam?-
- Si ce le ho...ma sono false con me. Perchè io sono la più povera in classe- fece spallucce.
- Capisco...- mi dispiaceva per lei. In fin dei conti, stavo cominciando ad apprezzarla.
Chissà invece se Mike aveva degli amici, o se fossero altrettanto razzisiti anche con lui.
- Mike...ehm, che lavoro fa?- chiesi imbarazzandomi ricordandomi quella mattina, quando mi lasciò divertito.
- Mike fa 2 lavori. Fa il muratore e...- lasciò la frase a metà.
- E..?-
- Beh...non posso dirtelo, mi dispiace.-
- Ma a chi vuoi che lo dica?- ero veramente curiosa.
Ci pensò su un momento, incerta.
Poi sospirò.
- Lui lo fa solo perchè abbiamo un bisogno disperato di soldi. Non vede l ora di smettere infatti- disse malinconica.
Cosa poteva farlo stare tanto male?
- Di cosa si tratta?-
- Mike fa...il gigolò...-
Sgranai gli occhi e spalancai la bocca.
- C..cosa? Dici sul serio...?- mi aveva spiazzata, senza parole.
Lei fece cenno di si col capo.
Povero Mike...eh, già chissà quanto gli dispiaceva provare tutti i santi giorni il santo piacere carnale.
- Da quanto tempo?-
- Sono 3 anni oramai...-
3 anni...3 anni che va a letto con donne per farsi pagare. 3 anni della sua vita buttati all aria.
In quel momento mi fece veramente pena. Poi pensai ai suoi occhi azzurri, a quello sguardo omicida, a quei capelli corvini, a quella bellezza mozzafiato per capire che forse ero io fargli pena.
Sua madre entrò per portarci i 2 piatti di carta con la cotoletta.
Gioemi, gentilmente, mi chiese come stavo e se ne andò di nuovo lasciandoci sole.
Apprezzai molto il piatto che aveva preparato. Mai più diete, non ce la facevo più in effetti...
-Tra un pò torna mio fratello- disse pulendosi la bocca.
Sentii sfarfallare lo stomaco a quella frase.
- E dobbiamo fare la telefonata a tuo padre- continuò.
Già è vero, la telefonata...
- Pam?- a parlar del diavolo spuntano le corna.
Restai incantata un altra volta su quella bellissima figura di Mike appoggiato alla porta.
- Ciao fratellone- gli sorrise - E papà?-
- Papà fa doppio turno, ma è troppo stanco per continuare così...- sbuffò.
Notai solo allora che era tutto sporco: sulla maglietta, sui jeans, e sulle mani.
- Allora, facciamo sta benedetta telefonata.- entrò chiudendo la porta.
Si sedette di fianco a Pam. Era tutto sudato, eppure non puzzava neanche un pò.
- Pronto?- disse cambiando voce e guardandomi.
Sentii una fitta vertiginosa al cuore. Primo perchè dall altro lato della cornette c era mio padre, e poi perchè Mike aveva rivolto a me i suoi bellissimio occhi ipnotizzatori.
- Abbiamo noi sua figlia, e le diciamo anche molto cortesemente...-
Molto cortesemente? Mi portai una mano in fronte e lui mi fece una linguaccia.
- Vogliamo 1.200.000 euro. Non faremo del male a sua figlia, ma starà con noi finchè non vedremo i soldi- continuò minaccioso.
Rimasi a fissarlo, squadrandolo tutto; dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. Era...meraviglioso...
Mi passò il telefono e io mi ripresi dalla trance.
- Vuole parlare con te...-
Presi il telefono in mano immediatamente.
- Papà!- dissi con voce tremante per l emozione.
- Katia, tesoro mio. Come stai, che ti hanno fatto? Dimmi che stai bene...- stava piangendo.
- No papà non piangere- Mike alzò gli occhi al cielo - Io sto bene. Per fortuna, nessuno è cattivo. Vogliono solo i soldi, daglieli ti prego e portami via di qui.-
- Farò di tutto piccolina mia, te lo prometto-
Mike mi fece cenno di staccare immediatamente.
Io cominciai a piangere.
- Papà ora devo andare- dissi singhiozzando - Ti voglio bene, ciao- e attaccai.
Gli porsi il telefono.
- Scusa, ma il credito è il mio- fece spallucce.
Cercai di ricompormi, asciugandomi le lacrime.
- Dai non piangere- mi abbracciò Pam che io strinsi forte a mia volta.
- Mi manca la mia vita...- singhiozzai.
Alzai gli occhi supplicanti verso il mio rapitore, lui mi guardava desolato e dispiaciuto.
- Vado a farmi la doccia- disse avviandosi.
E ci lasciò sole, a me con il mio dolore...


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Capitolo 5
*** Prima figuraccia. ***


CAPITOLO 4

Dopo il mio sfogo con Pam e quando Mike finì, decisi di andare a farmi una doccia.

Mi diresse lei, tenendomi ben stretta per un braccio, verso il bagno. Intanto guardavo con occhi disinteressati la casa che mi stava intorno.
Ero ancora in stato depressivo dopo aver sentito la voce di mio padre...avevo tanta voglia di vederlo e abbracciarlo e di non fare altro.
- Guarda, gli accappatoi sono li. Usa quello rosa, il mio...Poi, qua cè lo shampoo e il docciaschiuma.- prima di uscire dal bagno, Pam mi mostrò dove mettere le mani. Poi mi portò qualche suo vestito: maglietta larga, jeans, un paio di pantofole, reggiseno e mutanda.
La ringraziai e lei uscì, ma non sentii chiudere la porta a chiave. Non erano stupidi, di sicuro c era qualcuno di guardia.
Mi spogliai velocissima, sentendomi un pò a disagio in una casa che non era la mia; e subito mi buttai sotto il getto fresco dell acqua.
Faceva veramente caldo per essere ancora alla metà di ottobre. O almeno, a me sembrava così...
Mi lavai rassegnata, i capelli con lo shampoo che c era. Non era affatto adatto ai miei bellissimi capelli, ma non potevo fare altrimenti.
Il docciaschiuma lo passai 4 volte su tutto il corpo, lavandomi per bene.
Come se volessi lavare via gli ultimi incubi, la tristezza, la depressione e la solitudine...
Ma non cambiò molto, mi sentivo uguale a prima...
Uscii dalla doccia più stanca di prima, e subito mi infilai l accappatoio rosa che mi aveva mostrato Pam.
Mi frizionai per bene i capelli e asciugavo delicatamente le parti del corpo.
Cominciai ad infilarmi, irritata, le mutandine.
Speravo almeno fossero pulite...ma si, che pensieri ti vengono!
Decisi di essere fiduciosa e le indossai, poi indossai anche il suo piccolo reggiseno.
La taglia era uguale.
Mi pettinai i capelli con una spazzola li vicino, e all improvvisò si spalancò la porta.
Mi girai spaventata, provando a coprirmi inutilmente, seno e parte intima.
Mike era sulla porta, ancora con la maniglia in mano, con gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore.
Arrossii di botto, imprecando silenziosamente contro Pam.
Potevo scorgere il rossore dell imbarazzo anche sul suo viso sorpreso.
- Scusami!- disse veloce uscendo fuori.
Mi portai una mano al cuore sentendolo battere veloce per lo spavento e per la figuraccia.
Nessun ragazzo mi aveva mai vista nuda. Non ero del tutto nuda, ma semi si!
Che figuraccia! Pam non se la scampa!
Mi vestii frettolosamente, sperando che non entrasse nessun altro.
Uscii dal bagno e trovai ancora Mike che mi guardava imbarazzato.
Si girò verso di me e mi prese per un braccio, tenendomi stretta.
Io sospirai.
- Non proverò a scappare...- confessai debole e stanca.
- Cosa?- non mi aveva sentito.
- Piaciuto lo spettacolo?- lo accusai arrogante.
- Scusa, non sapevo ci fossi tu...-
- E Pam dov è?-
- L ho vista correre urgentemente non so dove...Ti giuro se sapevo che stavi in bagno non sarei mai...-
- Ormai è fatto, è inutile che ti scusi.- non lo guardavo in faccia, era troppo imbarazzante. -Pervertito...- borbottai.
- Come, scusa?-
- Hai sentito benissimo- gli dissi mentre lui mi lasciò il braccio, ormai eravamo nel mio buco.
- Non l ho fatto a posta, ti ripeto-
- Si, certo come no...- non gli credevo neanche un pò.
- Senti ragazzina...- si avvicinò di più a me - Tu non sai quante donne nude ho visto, e vedere te...- mi squadrò - non mi ha fatto ne caldo ne freddo...-
- Già, posso immaginare quante ne hai viste...- continuavo a provocarlo.
Mi sedetti sul letto tenendo le gambe tra le braccia.
- E con questo, cosa vorresti dire?- mi chiese sospettoso.
- Niente- mi ricordai la promessa che avevo fatto a Pam.
- Mostri il sasso e poi nascondi la mano...- farfugliò venendomi vicino.
Arrossii all istante quando lo trovai vicinissimo col suo viso al mio.
Cercai di allontanarmi spaventata e imbarazzata.
- Katia?!- gridò Pam entrando allarmata.
Mike si spostò di scatto da me, ma continuava a guardarmi offeso e arrabbiato.
- Mike che stai...- chiese Pam confusa.
- Niente..E' solo che Mike- pronunciai il suo nome calcandolo con rabbia - ha voglia di rompere le scatole...Vero, Mike?-
- La vuoi lasciare in pace!- sbuffò Pam difendendomi, venendomi vicino.
- Non finisce qui, mostricciattolo- disse sprezzante mentre usciva.
Era veramente arrabbiato il signorino. Saremmo mai andati d accordo? Nah, non credo proprio...
- Che ti ha fatto?- mi chiese Pam dispiaciuta.

Sbuffai irritata al ricordo: un incivile, idiota mi ha vista semi-nuda!
- Nulla, Pam. Però, saresti potuta rimanere davanti alla porta!- le ringhiai contro.
- Scusami, scusami...- mi pregò, spiegandomi il motivo della sua fuga improvvisa.
E io non potei che scusare la mia unica amica.

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Capitolo 6
*** Non giudicare il libro dalla copertina ***


Wooooooooooooiiiii!! ^O^ Ciau a tutte!!! Eccomi con un altro capitoluzzo. Questa storia mi esce molto più difficile rispetto a quella precedente...non riesco a pensare molto come Katia, ma ci sto provando. Anke xke io sono proprio il suo opposto,...eheh... Ringrazio come sempre tutte quelle ke ancora mi seguono:
Tanny: grazie x i complimenti! E sono felicissima ke ancora mi segui, cara...grazie di tutto ^^. Ehi come va a scuola? Tutto bene? ( domande non pertinenti xD) un bacio e grazie 1000 tesoro ^^ <3.
Vale728: Devo ringraziare anke te, 1000 volte ogni volta, x tutti i complimenti ke mi lasci! Sono davvero contenta, vedo ke le mie storie ti prendono e sono tanto contenta, veramente! ^^ Grazie 1000. bacio <3
Ringrazio tutti quelli ke l hanno messa nei preferiti e nei seguiti, e anke solo ki legge xD.
Scusate, se io ringrazio ogni morte di papa, ma io mi dimentico ihihih...* me tipa strana*
Un bacione a tutteeeeeee!! <3 silvietta

CAPITOLO 5



La settimana seguente, in quella casa, era trascorsa alla stessa maniera: noiosamente, nostalgicamente e con continui pianti.

Piano piano, quelli diminuivano però...
Avevo legato molto con Pam e Gioemi, e anche con Raffo ( lo chiamavo così xD)... Scherzavamo sempre insieme, come 2 bambini.
Invece, il rapporto tra me e Mike non era cambiato affatto...Eravamo sempre pronti a litigare, sempre con la risposta pronta per la battutaccia dell altro, lui irritava me e io irritavo lui.
Insomma, non ci sopportavamo.
Ero riuscita a conquistarmi un pò di fiducia da parte loro, così per cena e per pranzo mi facevano sempre salire in casa per mangiare insieme. E non mi tenevano più ferma, mi lascivano muovere liberamente.
Possibile, che Mike sbuffasse sempre quando mi vedeva? E poi ero io quella suscettibile e fastidiosa...
Mi svegliai nella mia brandina polverosa, e asciugai le piccole lacrime del mio recente incubo: il mio rapinatore tenebroso dagli occhi misteriosi mi inseguiva senza sosta; io cercavo di mettere in salvo almeno mio padre ma lui riuscì a prenderlo e...
- Ciao mostricciattolo...- non l avevo sentito entrare. Sempre con quel maledetto sorrisetto che gli balenava in volto... Dio, che nervi questo ragazzo! Ogni volta che lo pensavo, sbucava fuori dal nulla.
Tirai su con il naso. Voleva un altro round per le offese? Non mi andava..
- Senti, non è proprio il momento- puntualizzai seccata.
Lo guardai negli occhi e ricordai per un attimo quelli del mio incubo. Non erano cattivi, mi guardavano soltanto buoni e curiosi.
- Di già?-
Sbuffai.
- Che ti è successo? Perchè piangi ancora?- mi chiese sinceramente preoccupato, venendo più vicino a me.
- Niente...nostalgia.- feci spallucce.
- Ah..- sospirò.
- Pam è a scuola?- cambiai discorso per provare a distrarmi, se no le lacrime dispettose sarebbero tornate.
Mi fece un cenno affermativo con la testa.
- Com è oggi non sbuffi?- gli chiesi infastidita.
Alzò gli occhi al cielo.
- Non può esserci un momento di serenità con te?- mi domandò retorico.
- A cosa ti serve-
Aprì la bocca per controbattere, ma poi la richiuse immediatamente. Non voleva litigare, come me d altronde.
- Vieni con me- mi disse dolce prendendomi la mano.
Mi ritrovai inspiegabilmente in piedi, con la mia mano intrecciata alla sua e mi stava guidando fuori. Mi meravigliai del suo gesto.
Passammo il salotto e aprì la porta d ingresso.
Cosa diamine stava facendo?
Il sole abbagliante mi accecò completamente.
Mi sentii subito meglio, più libera. Il sole...che meraviglia.
Chiusi gli occhi, e inspirai tutta l aria della natura circostante.
Quegli odori mi riportavano indietro con la mente, a ricordi felici e spensierati..
Mi guardai intorno e mi accorsi che era tutta campagna. Erano sperduti in campagna...ecco, perchè era introvabile la loro casa.
Mike mi prese di nuovo per mano, e con un sorriso incantevole mi accompagnò più lontano.
Mi lasciai guidare tra il vento fresco e il suo sorriso mozzafiato...
Ci accomodammo a terra, tra l erba secca e il sole tiepido che mi riscaldava debolmente il viso.
Mi sentii felice, come non lo ero da tanto. Per un una volta non mi lamentai del fatto che ero seduta tra la natura, con insetti e cose varie.
E non ne sapevo il motivo.
Avevo ancora la mano intrecciata a quella di Mike, e mi percorse un birvido su per la schiena.
Lui mi guardava, sorridendo compiaciuto.
- Grazie- gli dissi con un sorriso ubriaco.
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto- ridacchiò spensierato - prego, mostricciattolo.- mi accarezzò la mano con il suo pollice.
Iniziammo così un dialogo, facendoci domande. Alcune anche sceme, ma riuscivamo sempre ad arrivare ad un punto importante.
Mike aveva 20 anni ed era alto almeno 1 e 80; io la piccola nana, alta solo 1 e 64... Scoprii che aveva 2 o 3 amici fidati e a cui voleva molto bene. Io invece avevo un unica amica, e forse neanche lei mi sopportava tanto. Mi sconsolai a quel pensiero...
E scoprii che Mike era decisamente profondo. Lui non guardava il mondo superficialmente, lui lo osservava, ci ragionava, provava a cambiarlo...
Le sue teorie erano interessanti, e mi piacque il modo che aveva di " osservare" e non " guardare" semplicemente.
- Perchè lo fai?- non seppi trattenermi.
Pam, si sarebbe arrabbiata forse...ma volevo sapere...
- A cosa ti riferisci?- mi domandò dolce come il miele.
I suoi occhi vispi mi spaesarono per un istante.
- Ehm...niente- arrossii. Taci e fatto gli affari tuoi, Katia.
- Dai dimmelo...- mi sfiorò delicatamente una guancia, sorridendomi tenero.
I suoi occhi avevano la meglio su di me, e gli confessai ogni cosa.
- Perchè...fai quel secondo lavoro?- chiesi timida.
Il sorriso dal suo volto sparì, e cambiò umore, arrabbiandosi.
O almeno, glielo leggevo negli occhi...
Guardò davanti a se, cambiando posizione.
- Come lo sai?- mi chiese freddo stringendo gli occhi.
- Io...sono andata per esclusione...- mentii.
Ma brava, e ora che gli racconti?
- In ke senso?-
- Beh..io, ti sento...- arrossii. Però è vero...qualche volta sentivo i loro urletti di piacere.
Mi facevano salire un nervoso...
Rimase sorpreso.
- C..cosa stai dicendo?- balbettò imbarazzato.
- Si, ti sento spesso... e perciò ho dedotto il tuo secondo lavoro-
- Mmm...capito- abbassò lo sguardo.
Ci aveva creduto? Bah...
- Allora, mi dispiace per il disturbo..- si scusò.
- Già...-
Piombò il silenzio imbarazzante.
- Allora mi trovi attraente eh...- affermò convinto. Non era una domanda.
Ecco, che ricominciava a stuzzicarmi...
Inarcai un sopracciglio. Convinto il ragazzo...ma non gli si può dare torto, disse la vocina saggia nella mia testa.
- Convinto tu...- il caldo rossore delle guance, tradì la mia finta indifferenza.
- Per dire che posso fare il gigolò, vuol dire che mi trovi bello. I gigolò, non sono brutti...giusto?- disse malizioso.
- Cosa c entra...- mi voltai dall altra parte.
- Si certo, come no...- borbottò veloce.
- Non mi hai ancora risposto- gli ricordai.
Tornò serio. E aspettò un minuto per rispondermi.
- Lo faccio perchè...cè bisogno di soldi, Katia. Ora che mio padre non lavora neanche più...devo darmi da fare maggiormente-
- Perchè non lavora più?- chiesi curiosa.
- Vedi lui ha...un problema al cuore: un semplice spavento, o troppo sforzo potrebbero essere dannosi. Abbiamo bisogno di soldi, anche per curarlo.- disse malinconico.
Ci restai male. Raffo, era malato al cuore? I motivi del mio rapimento non erano stupidi, e lo sapevo. E più stavo in loro compagnia, e più mi chiedevo perchè la gente bisognosa fosse povera.
Mi prese di nuovo la mano e mi fece rialzare, sciogliendo il nodo dei miei pensieri profondi. Profondi per la prima volta...
- Dai, andiamo dentro?-
Sospirai e annuii.
Fece un passo in avanti mentre io rimasi ferma sul posto, pensierosa.
Mi lasciò andare dolcemente la mano, sfiorandomi fino all ultimo dito, continuando a camminare avanti.
Lo raggiunsi e lo fermai per un braccio.
- Voglio sentire la voce di mio padre, voglio parlare con lui...- lo guardai supplicante.
Il suo sguardo, da prima confuso si intenerì.
- Ti prego...almeno per 1 minuto...- continuai con le lacrime agli occhi.
La sua mano calda si infitrò sotto i miei capelli, accarezzandomi delicato il collo.
Un altro gesto che mi stupii. Da quando era così dolce e carino? Mi stordì completamente...
- Si, certo- rispose alla mia preghiera con un sorriso di compassione.
Come promesso, mi fece chiamare mio padre per un minuto; gli chiesi se aveva messo da parte i soldi per potermi riprendere e lui mi ha risposto che piano piano ci sarebbe arrivato.
Gli ci volevano almeno 3 mesi.
3 mesi sono troppi..io non resisto più...Ho troppa voglia di stare con te, papi...
Avevo passato una bella giornata in compagnia di Mike e di Pam. Ero sicura che se si fosse sempre comportato come si era comportato quel giorno, l avrei sicuramente sopportato un pò di più.
Cercavano in tutti i modi di farmi sorridere, di distrarmi parlandomi delle cose che succedevano fuori casa, parlandomi un pò della loro vita ecc... E ci riuscirono, stavo decisamente meglio quella sera.
Alla fine, non mi trovavo poi così male con loro. Erano altri 2 amici, e la cosa mi elettrizzava di più...soprattutto, con un amico bellissimo, affascinante e seducente come Mike.

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Capitolo 7
*** Sconfitta ***


CAPITOLO 6

Eccoci qui di nuovo, al punto di partenza. Quella notte avevo sentito chiaramente tutte le cose schifose e sdolcinate che si dicevano Mike e la sua vittima. Che schifo! Una porcata dopo un altra...per non parlare degli ansiti e urletti di quella gallinella. Mi prendevano i crampi allo stomaco se lo pensavo a letto con qualche ragazza. Strane fitte di...gelosia? Io, gelosa di Mike? Quel povero ladro, idiota e antipatico?

No, non credo proprio...
Mi infuriai inconsapevolmente con lui. Non poteva piacermi un tipo così...così dannatamente bello. E' colpa sua se lo trovo attraente, di certo non mia...
La mattina seguente era una domenica, e gliel avrei resa insopportabile. Doveva pagare per il disturbo che mi aveva recato.
- Ciao Katiuccia!- come la precedente domenica, Pam mi venne a svegliare saltellando.
- Ciao- biascicai ancora assonnata.
Andammo in cucina e lei mi preparò la " colazione"; Pam non me l aveva mai preparata, e avevo un certo timore.
A differenza delle mie abitudini, lei mi preparò una tazza di latte e cereali al cioccolato.
Li guardai esitante.
- Cioccolato?- chiesi con espressione leggermente disgustata. Non volevo offendere Pam.
- Si, cioccolato. Mai sentito parlare?- scese Mike dalle scale del piano superiore, con un sorriso che gli aleggiava in viso.
Aveva passato una gran bella nottata il signorino.
- Ti metti sempre in mezzo tu?- borbottai acida.
- Buon giorno anche a te, Katia- disse confuso mentre si beveva un bicchiere d acqua.
Non gli risposi.
- Perchè cos ha il cioccolato che non va?- mi chiese Pam, sussurrando.
- Niente, non è che non sia buono ma... io non potrei concedermi questi dolci-
Mike scosse la testa e Pam fece un risolino di cuore.
- Ma dai, per una volta...non fa niente!- mi porse di nuovo la tazza e io la presi a malincuore.
Le spiegai della mia dieta: cosa potevo mangiare e cosa non potevo mangiare. Le parlai un pò della mia scuola di danza e quanto fosse severa e rigida in fatto di alimenti, la mia insegnate.
Pam spalancò la bocca e commentò con un " infatti, sei magra! Mangia di più"
Da che pulpito venne la predica...e poi io ero formosa, non magra. Mike ascoltava all inizio interessato, ma ogni volta che mi vantavo ( perchè io me lo potevo permettere) lui alzava gli occhi al cielo, e sbuffava. Poi se ne andò direttamente.
Lo guardai sprezzante. Aveva capito che ce l avevo con lui, e gli toccava chiedermi scusa...Sapevo che entro sera sarebbe venuto da me in ginocchio. Ero convinta di piacergli e che non poteva fare a meno di me.
Una sciocca bambina vanitosa...

Passò la giornata, abbastanza in fretta. Sono stata fuori con Pam, in quello spazio meraviglioso in cui mi aveva portato Mike qualche giorno prima.
L avevo supplicata e lei mi concesse questo favore. Mike era uscito con quei suoi amici, chissà se loro sapevano quello che faceva...
Arrivò l ora di cena e ci accomodammo tutti a tavola. Mike arrivò in ritardo e prima di sedersi mi riservò un occhiataccia di disprezzo. Ah, ora era lui quello offeso e incavolato? Che nervi!
No, non l avrei mai sopportato. Ritiro tutto quello che pensavo su di lui...
Cominciò a raccontarci della sua giornata facendo riferimento anche ad altre di lavoro. Tutte le figure e le cavolate che combinavano insieme lui e i suoi amici.
Fece ridere anche me, quando ci disse che un suo amico aveva fatto la pipì, per sbaglio, in un cappello per terra. E mi fece morire quando spiegò che il cappello era di un signore anziano, e so lo mise in testa.
Mi immaginavo la scena, mi sarei divertita troppo!
Ma che dici Katia, sono sciocchezze tu non faresti mai cose così maleducate...
- Che figuraccia...- commentò Mike, ridendo.
- Perchè che figuraccia hai fatto, scusa?- chiesi io ancora divertita dal suo racconto, mente bevevo il mio bicchiere d acqua.
- Niente, non puoi capire...- disse lui freddandomi.
- Perchè non posso capire?- inarcai un sopracciglio, ne rimasi offesa.
- Perchè non puoi...- ripetè.
- Mike- lo rimproverò suo padre.
Mike sospirò.
Io arrossii di vergogna. Mi sentivo umiliata. Mi aveva fatto passare per stupida davanti a tutti...e io non ero stupida.
- Ok, va bene- mi alzai da tavola portando i piatti nel lavello, come sempre educata. A differenza di qualcun altro..
- Dai, Katia vieni qui.- mi chiamò Gioemi.
- No, non ti preoccupare, tanto ho finito e ora ho sonno. Buonanotte-
Io non potevo capire...tsè, si credeva che ero stupida? Che bamboccio...
Mike mi afferrò per un braccio prima che potessi scendere le scale che portavano al mio buco.
Mi divincolai con violenza dalla sua presa, dandogli una gomitata in pancia senza farlo a posta.
- Ok, grazie- disse senza fiato.
Me ne fregai e comiciai a scendere.
- Katia, aspetta. Veramente non potevi capire, è inutile che sto a spiegarti come...-
- Si, ma spiegami perchè! Ti credi che sono una stupida?!-
Lui ci pensò su e mi guardò negli occhi. Mi fece un sorriso da ruffiano come a dire " perdonami se lo penso"
Spalancai la bocca, mi stava facendo innervosire. Io non sono stupida!
Continuai a scendere e aprii la porta.
- Non è per te, sei stata educata così. A volte ci penso, e so che non è colpa tua.-
- Cosa vorresti dire? Cosa c entra, Mike?!-
- Sei ricca...te l ho detto, noi vediamo le cose in modo diverso- lo disse seccato, come se me lo ripetesse da una vita.
- Perchè cos hai contro i ricchi?- gli chiesi arrabbiata.
Odioso bamboccio.
- Siete tutti razzisti, e vi credete di essere i padroni del mondo, come te! Prendete tutto alla leggera...tutto gira intorno a voi..-
- Io non mi credo di essere la padrona del mondo!-
- Ah no? Ma ti vedevi prima come andavi in giro? Allontanavi tutti, tutti quelli che per te non avevano bellezza e, soprattutto non avevano soldi! Sei una bambina viziata e superficiale...credevo fossi cambiata un pò, invece sei sempre la stessa- mi rispose con tono solenne.
In quel momento capii che si riferiva a quella mattina, ai miei racconti a Pam...
- Io sono perfetta così, e non devo cambiare.- mentivo anche a me stessa. Sapevo che c erano parecchie cose di me che dovevo combiare e migliorare.
Mike aveva ragione, ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Certo! Guai a chi non ti dice che sei perfetta. Guai se non ti trattano come una principessa...Tu sei la reginetta e tutto ti è dovuto. Non ti rendi conto di tutte le fortune che possiedi...e tu non ti meriti niente!-
- Che cosa?!- cominciai ad urlare.
Mi faceva salire il sangue al cervello.
- Tu, chi diamine sei per dire questo su di me?!-
- Uno più maturo, sicuramente- affermò superiore.
Sbuffai incrociando, infastidita e offesa, le braccia al petto.
- Sei un cretino!-
- E tu un mostricciattolo...-
Mi girai per guardarlo in faccia. Ora stava esgerando...
- Poveraccio- sputai con sorrisetto arrogante e fiero.
- Bambina viziata-
- Prostituto-
Arricciò il labbro. Questa era pesante... Bravo, esagera che esagero anche io.
- Cretina-
Cretina a me? io cretina?!
- Incivile-
- Vipera-
- Ladro-
- Ignorante- mi alitò vicino al volto.
Almeno avevamo smesso di urlare. Ma mi stava salendo un nervoso...
- Maleducato! Non sai come si trattano le ragazze-
Lui rise.
- Ah no?-
- No- gli alitai anche io vicino alla bocca.
- Serpe velenosa- sussurrò prima di poggiare le labbra leggere sulle mie.
Rimasi a occhi spalancati per un momento. Non ero capace di reagire. Era un bacio a fior di labbra, piccolo e innocente.
Si staccò morbido guardandomi negli occhi.
Ero confusa e frastornata. Vedevo nei suoi occhi la stessa confusione che avevo io in testa.
Mi diede un altro bacio, uguale a quello precedente. Sempre morbido, sempre dolce, senza strafare...Mi mise la sua mano dietro la nuca per premere più vicino il mio viso al suo.
Chiusi gli occhi al terzo bacio, accarezzandogli il volto, prendendo confidenza.
Ci fu il quarto...il quinto...il sesto...tutti uguali, e non capivo perchè lo faceva. Non capivo cosa volesse. Un minuto prima, facevamo a gara chi offendeva di più e il minuto dopo ci troviamo con le labbra incollate?
Nonostante tutto, io rimanevo li senza far nulla. Quanto mi piacevano i suoi baci caldi e saporiti...E menomale che non sapeva trattare le ragazze, Katia.
Si staccò, sorridendomi compiaciuto.
- Cosi, io non saprei prendere le ragazze?- mi chiese ironico e vittorioso.
Aveva vinto...e io, per la prima volta avevo perso...

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Capitolo 8
*** Non sono più la stessa... ***


Eccome qui...^^ vado di fretta oggiiiiiii! heheh...che vita incasinata! Ringrazio tutti quanti nuovamente...
Grazie a Tanny, Vale728, SweetCharry e piaciuque! Grazie 1000 che continuate ancora a seguirmi..spero che anke questo vi piaccia, è un pò corto ma lo trovo necessario. Mi rifarò perdonare nel prossimo! *_* bacioooooooooo <3


CAPITOLO 7

Spalancia la bocca, sorpresa e arrabbiata a morte.

- Tu! Tu mi hai...tu...-
Mi zittii con un altro bacio, leggermente meno casto degli altri: succhiandomi le labbra fino a farmi girare la testa.
Reagii spingendolo via da me.
Mike ridacchiò.
- Ti è piaciuto, eh?- quel suo tono compiaciuto e malizioso mi faceva andare in bestia.
Era proprio questo il punto...mi piaceva! E ne volevo altri da lui...perchè doveva essere tanto insopportabile?
Andai, offesa e innervosita, a sedermi sul letto. Stavo per mettermi a piangere: vinta e furiosa...
- Mi dispiace se ti ho offeso...Non avrei dovuto, forse...- era serio, mentre si sedeva vicino a me.
- Dai, girati un momento- mi chiese dolce, provando a girare il mio viso con il suo dito.
Mi voltai seccata, guardandolo truce.
- Scusa- mi sorrise.
Sospirai.
- No, non ti scuso- nessuno mi aveva mai trattata così. Un bacio per vendetta? Questo aveva proprio sbagliato persona.
Mike rise e cominciò a farmi il solletico.
Mi scostai, cercando di evitare il contatto con le sue mani.
Ma mi abbracciò da dietro e incominciò la lotta.
- Dai basta, dai ti prego- dissi ancora ridendo. Non ero capace di fare il solletico, non ci avevo mai provato. La ritenevo una cosa...stupida.
- No finchè non mi perdoni- il suo soffio sensuale mi inebriò completamente, tanto da stordirmi.
I suoi occhi ghiaccio, mi imploravano perdono e il suo sorriso dolce mi fece sciogliere. Quelle fossette gliele mangerei..
Mi incantai di nuovo. Quante volte mi capitava? Basta!
- Ok. Scusato- dissi stralunata. Come potevo non incantarmi su un ragazzo così? Con quei capelli neri spettinati, quegli occhi ghiaccio sopra quell abbronzatura...era il mio seduttore. Non riuscivo a pensare lucidamente in sua presenza. Come avrei fatto? E la sua bocca...Dio, se profumava. Avrei voluto baciarlo all infinito.
L angoscia mi invase quando ripensai che il suo, era un bacio vendicativo. E io ero troppo convinta di piacergli sul serio...Mike mi stava cambiando.
Mi stava facendo perdere un pò di fiducia in me stessa, poichè ne avevo troppa. Mi sta facendo ricredere su cose in cui credevo di essere certa come la morte. Mi sta aiutando a osservare ciò che mi circonda, ad essere più gentile con il prossimo. Merito di Pam e Mike...probabilmente, non sarei mai divenuta migliore senza.
Mi fece un enorme sorriso, come un bambino felice, e mi abbracciò facendomi ritornare alla realtà. Il suo abbraccio caldo mi faceva sentire importante e felice. Lo strinsi forte respirando tutto il suo profumo.
- Grazie mostricciattolo- e poi rise di gusto.

Passarono altri 2 giorni. E io, come al solito, mi crugiolavo nella depressione e nella tristezza più totale quando sentivo Mike con altre ragazze. Perchè mi sentivo così? Mi faceva male, tanto da farmi piangere.
Ero sempre io quella tosta nel rapporto di coppia; prima di perdonare chi mi aveva fatto un torto gli facevo passare le pene dell inferno. Soprattutto, se doveva essere il mio ragazzo...
Ma con Mike non mi riusciva bene...Insomma, lui aveva 20 anni e io 17. Mi sembravo una bambina inesperta a confronto con lui. In quel campo, non avrei mai capito come prenderlo.
2 notti di fila che piangevo per quel ladruncolo da 4 soldi. Non gli bastava avermi rapito per prendersi le mie ricchezze? Doveva pure rubarmi il cuore? Perchè...perchè mi sono lasciata trasportare da un ragazzo che ha la vita così incasinata? Perchè dovevo infatuarmi del mio rapinatore? Perchè di un prostituto dal cuore di pietra?
Le lacrime, calde e veloci accompagnavano le domande che mi ronzavano in testa.
Per 2 giorni Mike non mi prendeva in considerazione. Era per il bacio, forse. Credeva che mi fossi fissata a causa di quei baci innocenti...ma si sbagliava, ero già fissata da prima.
Ma sono sempre troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Ma che cos hai? Non esci più di qui...non mangi neanche...- Pam provava a farmi parlare.
- Non ho fame- avevo le ginocchia tra le braccia - ma non è per la mia dieta- precisai prima che potesse incalzarmi lei.
- Vuoi tornare a casa, vero?- abbassò lo sguardo, malinconica.
No, Pam. E' molto peggio...
- Perchè lo pensi?-
- A prescindere dal fatto che è normale...ma comunque, ti sento piangere spesso in questi giorni. Non ce la fai più.- constatò tristemente.
- Non c entra niente, Pam. Te lo assicuro.- le dissi sincera accarezzandole una guancia - Piango per un motivo ben diverso...- borbottai.
- Sei cambiata, Katia.- disse d improvviso. Era la sua specialità cambiare discorso. In quel momento andava più che bene...
- Davvero?- chiesi contenta di quella sua osservazione.
- Ti vedo più...umana.-
Feci un risolino.
- Perchè ero tanto insopportabile prima?-
- Beh, all inizio, ti confesso di si. Ma sono sempre stata gentile e premurosa, era uno dei miei scopi farti cambiare almeno un minimo...-
- Hai raggiunto il tuo traguardo, Pam.- le confessai sussurrando.
- Si e ne sono felice. Ma il merito non è solo mio...- disse sorridendo contenta.
Scossi la testa.
- Il merito è di tutti voi. Forse, avevo bisogno di un rapimento per accorgermi che ero sbagliata.- dissi ridacchiando.
- Tu non eri sbagliata, Katia. Ogni persona è fatta in modo diverso, e tu eri fatta così. E adesso devi andare fiera di quello che hai fatto. Perchè se sei cambiata, vuol dire che in fondo al tuo cuore sei sempre stata cosi.-
L abbracciai forte.
- Ti voglio bene, Pam. Grazie di tutto.-
- Figurati, amica mia-

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Capitolo 9
*** Amo il mio ladro ***


Ehi ciauuuuuuuu ^^. Dai ke questo capitolo, vi farà capire molte cose. Eh già, la nostra Katia è cambiata per amore del suo ladro. Però almeno ora è veramente più umana...prima era una macchinetta rompiscatole. No??! ^^. Ringrazio velocemente.
Tanny: tu mi riempi sempre di complimenti, e alcuni non li merito. Ma cmq tu sei gentilissima e sono contente ke mi reputi "tua confidente" xD. Quando vuoi cara, io sono qui con le orecchie tese...ihih grazie ancora di tutto ^^. Ah a proposito, xke nn vuoi ke questi 2 si innamorano?? Dai esponimi una qualke tua idea...ci conto, eh! :D un bacione <3.
piaciuque: Sono contenta ke la mia storia ti prenda. eheh, ora capirai xke Mike faceva finta di niente...buon capitoloooo! bacioo <3
Vale728: woooo come sei profonda. Cmq si, la tua teoria si dimostra vera nella mia storia. Ma Katia cambia, come ho già detto, per amore di Mike. E anke xkè lui riesce a convincerla di un modo di vedere completamente diverso da quello in cui lei era abituata. Come sempre, grazie 1000 ke continui sempre a seguirmi e sono felice ke ti piacciano le mie storie. bacioneeeee ^^ <3
SweetCharry: anke a te, soddisferò la tua curiosità :D. Veramente sono sempre stata onorata di ricevere complimenti da te. Sei bravissima, dovrei farti io tutti quei complimenti! ^^ sono veramente contenta. Beh, spero ti piaccia anke questo. Un bacione carissima, <3
Buona lettura!!!!


Capitolo 8



Avevo appena finito di fare la doccia, ed ero scesa nel mio buco per vestirmi coi vestiti prestatami da Pam.
Legai i miei boccoli dorati in una coda disordinata, e decisi di indossare un maglioncino blu elettrico sopra una maglietta lunga, e jeans.
Quella sera piansi di nuovo. Solo a sentirlo sospirare di piacere mi venivano le crisi emotive...
Mike, Mike, Mike...il suo nome era sempre pronto a tormentarmi. Mi sembrava di sentire la sua voce e il suo profumo ovunque.
Erano quasi 4 giorni che non mangiavo. Non avevo voglia di fare niente...solo di scappare via con il mio rapitore.
Sentii bussare alla porta.
- Avanti- dissi atona, mentre guardavo la tv.
La figura perfetta di Mike, entrò lasciandomi completamente basita.
Che cosa voleva, salutarmi?
Lo guardai una volta a malapena, anche se mi era difficile distogliere lo sguardo da quegli occhi attraenti come calamite.
Mi è bastata un occhiata per anallizzare il suo abbigliamento: jeans a vita bassa, i suoi soliti capelli disordinati neri come la pece, la sua meglietta bianca che metteva in risalto i suoi muscoli.
Non era un tipo da centocelle, era muscoloso ma non troppo.
- Che vuoi, Mike?- chiesi fredda e diffidente.
- E' pronto in tavola. Vieni?- il suo tono era soave. Una musica dolce alle mie orecchie.
- No, grazie- mi costava tanto rispondergli in quel modo sgarbato.
- Sei arrabbiata, ancora per l altro giorno?-
Cominciai a ridere istericamente e spensi la tv.
- Potrei farti la stessa domanda...-
- Ah, adesso ho capito!- disse con sorriso malizioso.
Sentiamo la stronzata...
Mi alzai e mi avvicinai a lui, portandomi le mani ai fianchi, guardandolo intensamente i suoi occhi glaciali. Non ero lontana da lui neanche un metro...
Dovevo apparire determinata e spavalda.
- Sei arrabbiata perchè vuoi un altro bacio e non sai come dirmelo...- stranamente, era più che serio nel dire convinto la sua ipotesi.
Feci un grosso respiro.
- Vattene, Mike- dissi delusa, e mi girai per ritornarmene a letto.
- Dimmi cos hai.- disse a bassa voce prendendomi per un braccio e attirandomi a se.
Mi ritrovai con il mio corpo incollato al suo e cominciai a tremare emozionata, perdendomi nel suo deserto artico.
- Non puoi capire- balbettai sussurrando, cercavo di mantenere le mie emozioni e di rallentare quel maledetto cuore che batteva come impazzito.
- Forse si- era serio, non stava scherzando. Ci teneva veramente a capire che cosa avessi...
- No, tu non puoi capire.- lo spinsi delicatamente.
Mi lasciò andare sospirando.
Continuavo a fissarlo negli occhi, persa e triste. I suoi occhi scrutatori mi denudavano completamente, non mi sarei sorpresa se avesse capito che cosa avessi io per la testa.
Si avvicinò a me, titubante e esitante. Io non mi mossi, rimasi ferma impalata come una handiccapata.
Con le labbra sfiorò la mia tempia, poi scese giù lentamente fino ad arrivare al mio collo. Fremetti a occhi chiusi. Le mie gambe tremavano, il mio cuore stava impazzendo.
Lo sentii sospirare; il suo soffio delicato entrò nelle mie narici come un profumo ipnotizzatore, e passò fresco e saporito anche sulla mia bocca dischiusa.
- Sapevo che saresti riuscita a cambiare...- sussurrò sorridendo, alle mie orecchie.
Deglutii. Stavo andando in iperventilazione. Tra il suo tocco delicato, i suoi respiri e sospiri e la sua voce melodiosa, mi sentivo eccitata come una bambina alle sue prime cotte.
Con le sue meravigliose labbra continuava a sfiorarmi le guance, il naso, poi si avvicinò alla mia bocca tremante.
Io fissavo la sua, completamente disorientata e scioccata.
Baciami, ti prego. Non ce la faccio più...
- Credo di aver capito- soffiò ancora.
Sentii il mio cuore battere più veloce, e un enorme magone nello stomaco si faceva spazio. Aveva capito.
Stupida, sciocca ragazzina ingenua...
Prese il mio viso tra le sue mani delicate e premette, morbido, le sue labbra sulle mie.
Trattenni il respiro, muovendomi insieme a lui. Dolce ma determinato. Io, avida cercavo la sua lingua per intrecciarla alla mia.
Cinsi il suo collo, spettinando i suoi capelli neri e morbidi, continuando a baciarlo con foga e trasporto.
Si staccò da me lentamente, leccandosi le labbra, tenendo ancora gli occhi chiusi.
Avevo lo stomaco che volteggiava, il cuore che galoppava. Ero ancora aggrappata al suo collo; sfiorai la punta del suo naso con il mio più volte, come una dolce coccola d amore.
- Lo sapevo- disse tristemente.
Perchè era triste? Non capivo.
Sussurrò il mio nome, come se mi invocasse disperato.
Mi baciò nuovamente, gemendo malinconico. Dal suo bacio capii che era arrabbiato con se stesso, capii che aveva bisogno di arrivare ad un punto che a lui sfuggiva.
Capii ogni cosa...
Si staccò senza fiato, scostandomi leggermente da lui. Sapevo che avrebbe reagito a quel modo, mi bastava solo convincerlo...
- Non...posso...- bisbigliò accarezzandomi le guance con i suoi morbidi pollici. Sentivo il lieve tormento nella sua voce.
Avevo capito anche io, avevo capito tutto.
- E'..pericoloso- continuò angosciato.
- No, non lo è- presi la sua mano e vi schioccai un bacio leggero.
- Invece si- ritrasse la mano e mi spostò da lui.
Non potevo sentire quelle parole, mi allontanai dandogli le spalle. Sentivo il cuore che cominciava a perdere battiti.
 Volevo nascondergli quelle piccole lacrime dispettose sfuggite al mio comando, non volevo apparire di nuovo una bambina capricciosa.
Delicato come una piuma, poggiò le sua mani calde sui miei fianchi sospirando vicino al mio orecchio.
Strusciai la mia guancia sotto il suo collo e mi girai completamente verso di lui.
Cominciai a posargli piccoli baci delicati sul  collo, lasciando una leggera scia bagnata. Mike sospirava al mio passaggio e io ne ero lieta e emozionata.
- Smettila- mi avvertì calmo, con gli occhi chiusi. Io non ne traevo nessuna minaccia in quella richiesta inutile.
Salii più su, sul suo mento vicino alla sua bocca.
- Basta, Katia. Non ti conviene- disse con voce rauca e bassa.
- Cosa non mi conviene?- soffiai leggera e sensuale.
Con la punta della lingua, leccai lieve le sue labbra saporite.
- Anche io ho capito, Mike- gli sorrisi.
Mike alzò un sopracciglio confuso, mentre io con le mani gli azzarezzavo i capelli dietro la nuca.
- Ho capito di essere " pericolosa" per te, come tu lo sei per me...- gli sussurrai all orecchio.
Trattenne il respiro. Bingo. Sapevo di aver capito...
Non mi rispose e io lo guardai negli occhi.
- Vero?- gli domandai per esserne sicura.
- Si- confessò sospirando.
- Tu vuoi...- sfiorai le mie labbra con le sue, lasciandolo desidoroso - ...ma non puoi- continuai.
Poi, come se stesse aspettando da una vita il mio bacio, prese la mia testa tra le sue mani e mi guardò intensamente negli occhi. Era impaziente, e questo mi rese contenta.
Vedevo la confusione e la lotta interna dentro di lui: stava combattendo contro il desiderio di farmi sua completamente.
Io ero tranquilla, mentre speravo ardentemente che scegliesse la via del cuore per farci felici entrmabi.
Mi baciò con violenza, veloce e deciso, mentre con le mani accarezzava la mia schiena premendomi contro di lui. Sembrava che volesse staccarmi le labbra, sembrava che non volesse fermarsi solo a quello...
Mi baciava come se fossi la sua unica ragione di vita, come se fossi il suo unico senso alla giornata...
Poi si staccò improvvisamente, lasciandomi a bocca asciutta, non sazia di lui. Mi guardava a occhi sgranati, come se si fosse ripreso da una trance, da gesti e atti che non aveva commesso.
- Te l avevo detto che non ti conveniva...- disse arrabbiato, mentre con le mani mi spinse indietro leggermente.
- Mike...- bisbigliai a voce strozzata appena lo raggiunsi, e lo feci voltare verso di me.
Fece un grosso respiro, a narici dilatate.
- Non si può, Katia.- disse deciso e minaccioso.
I suoi occhi ritornarono a farmi paura.
- Comincerò a starti lontano, e tu farai lo stesso.- mi ordinò cattivo, uscendo dalla porta e sbattendola.
Quelle parole mi arrivarono come 100 coltellate tutte in un colpo.
Non ho mai desiderato qualcosa così tanto in vita mia, e non potevo averlo. Sapevo benissimo che era pericoloso stare insieme: lui era il rapitore, lui era un prostituto e gli servivano soldi per curare suo padre.
Io non potevo chiedergli di abbandonare tutto per me. Non potevo chiedergli di abbandonarsi al suo cuore...
Avevo capito che ero riuscito a conquistarlo, che anche lui provava qualcosa di forte per me.
Avevo compreso che prima cercava di starmi lontano perchè non voleva inferire sui nostri sentimenti, ancora segreti per l altro. Ma comunque reciprochi...
Mi attaccava e mi provocava perchè cercava di convincere se stesso a non provare qualcosa per me. E la stessa cosa facevo io...
Mike, invece, aveva capito tutto guardandomi negli occhi, sentendomi tremare al suo tocco più lieve...e non aveva resistito. Al cuore si comanda fino a un certo punto; la confessione che gli aveva fatto il mio corpo e i miei occhi traditori, non potevano lasciaro indifferente. So benissimo come ci si sente. Perchè, quando anche io ho capito di essere importante per lui, quando ho capito che anche lui mi voleva, mi sentivo la persona più felice e più ricca di questo mondo. Mai in vita mia sono stata più felice...
Ma...
Non potremo mai stare insieme, mai. Dio, perchè proprio di lui.
Ero cambiata perchè mi ero resa conto di essere sbagliata. Stare con Mike mi faceva sentire migliore, sebbene era un ladro e faceva 1000 cose illegali alla settimana... Ma forse, sono migliori loro di noi.
Ero cambiata perchè quello che provavo per Mike era riuscito a farmi cambiare.
E ora, mi ritrovavo per terra, con le mani agli occhi che tremavo disperata e piangevo addolorata.
Avevo peggiorato la situazione: se prima c era qualche parola tra di noi, ora non potrà più volare niente.
Mi starà completamente lontano. Per evitare contatti, o altre cose che potrebbero fargli cambiare idea. Mike era un tipo tosto, e non tornava mai sulle sue decisioni.

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Capitolo 10
*** Non ti lascio sola ***


Eccomi qua dopo un pò di tempooooo! Questo è il primo capitolo dove scrivo anke dal Prov. di Mike. Spero vi piaccia, come al solito grazie a tutti!! ^^
Molto difficile da organizzare questa storia, non so mai come andare avanti...ihih. Spero sempre di non deludervi. Un bacione a tuttee <3<3


[Katia]

Ci volevamo ma non potevamo prenderci.
Ero consapevole dei 1000 rischi che correvamo. Quando sarei tornata a casa, come avremmo fatto?
Se mio padre venisse a sapere che mi sono innamorata del mio rapitore, di colui che ha tenuto lontano la sua unica ragione di vita per tutto quel  tempo, lo avrebbe sbattuto in prigione. E io...avrei cambiato stato, di sicuro.
Non era solo quello il problema. Raffo. Raffo era malato al cuore, e adesso che neanche lui lavorava più, Mike faceva il doppio turno da muratore più il suo lavoro notturno.
Avrei tanto voluto dare una mano anche io...Ma non potevo. Perchè tutto quanto doveva andare sulle spalle di Mike? Non era giusto.
Era già passato un giorno. Un giorno dalle reciproche rivelazioni. Mi sentivo malissimo, non sentivo più palpitare il cuore. In così poco tempo, era riuscito a farmi innamorare di lui. Ma come caspita ci era riuscito?!
Non facevo niente, se non starmene rinchiusa nel mio buco a guardare il soffitto. Non mangiavo, bevevo e basta.
Pam più volte veniva per chiedermi cosa avessi, ma io rifiutavo di parlare. Non poteva sapere, nessuno doveva sapere..
Pensavo solo a Mike. A quanto era dolce, a quanto non lo sopportavo, a quando mi provocava, a quanto fosse dannatamente bello. Il suo profumo...i suoi baci.
Cavolo i suoi baci, avevano il potere di comandare sulla mia mente. Gli bastava un bacio soltanto per rendermi sua schiava a vita.
Avevo un gran mal di testa; causa dei troppi pianti. Mi avevano bruciato il cervello...Non mi sentivo più le forze, e mi macava il respiro.
E all improvviso...bianco. Tutto bianco. Solo la testa che mi scoppiava di calore, e persi completamente il senso delle cose.

[ Mike]


Stavo finendo di lavorare, aiutando gli altri miei amici a mettere a posto alcune casse di 20 kg ciascuna.
Era esattamente un giorno che non mi facevo vedere da Katia, meglio così. Non doveva vedermi.
E mi ha strappato di bocca i miei sentimenti per lei. Cazzo, non avrebbe dovuto venirne a conoscenza.
Non si arrenderà tanto facilmente.
- We Mike! Sveglia su, passami quell altra!- mi diede uno strattone Jason, il mio migliore amico.
- Si, scusa.- gliela passai, a fatica. Era la decima che tiravo su in meno di un quarto d ora. Non mi sentivo più le braccia.
- Stai guadagnando la sera?- mi chiese malizioso.
I miei amici erano a conoscenza del mio secondo lavoro. Anche la mia famiglia lo era, ma loro non volevano facessi il gigolò.
All inizio mi piaceva guadagnare i soldi in quel modo, ma poi... incominciai a stancarmi seriamente.
Non volevo più prestarmi alle donne, non era giusto. Non che il sesso non mi piacesse, chiariamoci. Ma mi sentivo un inutile robot, venuto in vita soltanto per dare e ricevere piacere continuamente.
Ero cresciuto, e divenuto un ragazzo serio. Se non fossi stato in quella situazione, avrei avuto tanta voglia di innamorarmi. In quel momento poi, ce l avevo la mia ragazza per la testa.
Scossi la testa. No, Katia no.
- Si, abbastanza- risposi e feci spallucce.
Quello che i miei amici non sapevano, era che avevo una "prigioniera" in casa. Vabbè che era la prima volta, e poi non volevo che lo sapessero.
Quanto sono stupido! Mi maledicevo, continuamente. Perchè dovevo perdere la testa per una ragazzina insolente come lei?
Viziata, vanitosa, superficiale, oca senza cervello...
Ripensai ai suoi occhi verdi, e mi sciolsi completamente.
Mi stavo scordando del suo cambiamento: era diventata più profonda e meno capricciosa.
Ora dava più valore alle cose. Tutto quanto...
Ma che schifo di situazione! Adesso era perfetta e io...Scommetto, che sono l unico ladro idiota che si è infatuato della sua vittima.
- Oh, io dopo questa vado a casa..- dissi scocciato, passandomi un braccio sulla fronte per rimuovere le goccioline di sudore.
- No, amico!- rispose contrariato Jason - Cazzo, ho altre 11 casse. Aiutami a portarne qualcun altra...- mi diede una pacca sulla spalla.
- Jason, te le ho portate tutte io. Almeno una decina. Io il mio turno l ho già finito da un pezzo...-
- Per favore, non ce la faccio. Dopo il capo si arrabbia- si lamentò rivolgendomi i suoi occhi languidi.
Non mi incastrava quella volta. Presi la mia maglietta e me la posai sulle spalle bagnate.
- Eh no, mio caro. Mi dispiace..stasera ho da fare- ghignai dandogli un frontino.
Drizzò le orecchie e saettò il suo sguardo invidioso sul mio.
- Perchè mamma non lo fa fare anche a me...- sbuffò, facendomi una smorfia supplichevole.
Io scoppiai a ridere e mi incamminai.
Non sai quanto ti sbagli, Jason. Non lo vorresti veramente...

Arrivai a casa e mi fiondai in bagno. Ero solo, che bellezza. Beh...apparte Katia in cantina.
Mi feci una doccia veloce, per non consumare acqua, insaponandomi 3 o 4 volte il corpo e i capelli.
Quando uscii dal bagno, incontrai mia madre che stava correndo velocemente in cucina.
La raggiunsi, finendo di frizionarmi i capelli con l asciugamano. Doveva essere tornata in quei 10 minuti di doccia che facevo...
- Che succede?- le chiesi curioso.
Prese una bottiglia d acqua fresca e un bicchiere di plastica e si diresse nuovamente dalla parte in cui era venuta, verso la cantina.
Non mi rispose. La seguii. Ma che diamine stava capitando?
Scesi le scale di corsa, aveva a che fare con Katia.
Cominciai a sentir battere il cuore e mi invase l ansia.
Entrai in cantina, e trovai Pam vicino al letto che accarezzava insistemente la fronte del mio mostricciattolo.
Mia madre si avvicinò e versò l acqua nel bicchiere.
- Dai, Katia. Su svegliati tesoro...- si disperò mia madre.
- Mamma, perchè non si sveglia?- chiedeva Pam, piangendo.
Guardavo la scena, impietrito; il cuore era scivolato in un turbine oscuro.
Katia non si svegliava. 4 parole che mi assillavano completamente.
Raggiunsi il letto e mi inginocchiai vicino a lei.
Poggiai la testa sul suo petto e sentii battere il suo cuore, lentamente.
- E'svenuta- ipotizzai con voce mozzata.
- Lo sappiamo. Ma non vuole svegliarsi...- singhiozzò mia sorella, coprendosi il volto con le mani.
Intinsi 2 dita nel bicchiere d acqua.
- Che fai?- anche mia madre aveva le lacrime agli occhi, e affannò il respiro. Non sapevamo come gestire la situazione e questo ci spaventava.
Di certo, non potevamo portare Katia in ospedale. Ci saremmo messi nei guai da soli. Ma se non si svegliava...
- Vi prego...portiamola da un medico- dissi di impulso, portando le mie dita bagnate sulle sue labbra.
Le bagnai delicatamente, dischiudendogliele appena.
- Ma cosa stai dicendo?! Sei impazzito? Come facciamo poi...- mi aggredì immediatamente.
- Diciamo che l abbiamo trovata per strada- risposi velocemente.
Pam, guardò nostra madre, speranzosa. Voleva anche lei il bene di Katia.
- Racconterà tutt altro. Non possiamo fidarci di lei...-
- Non farebbe mai una cosa del genere.- ringhiai offeso, congelando mia madre con lo sguardo.
- E' vero mamma.- Pam stava dalla mia parte.
Mia madre si alzò, asciugandosi le lacrime.
- Non possiamo- era la sua decisione.
- Provate voi a svegliarla, io porto qualcosa da mangiare per il suo risveglio.- continuò andandosene, con voce spenta e bassa.
Strinsi i pugni. Dovevo sopportare di vederla così? Perchè? Mi sentivo morire...La mia Katia...non potevo vederla soffrire.
E' tutta colpa mia! Strabuzzai gli occhi, quando arrivai a quella conclusione. Non mangiava, non parlava...per colpa mia. Il dolore che gli avevo procurato, offuscava completamente la sua mente.
Mi sentii una pugnalata al cuore: ero io la causa del suo dolore. Era svenuta per colpa mia.
Scrutai il suo viso, perdendomi nei suoi capelli, e nella sua espressione beata.
Le accarezzai una guancia, sorridendo teneramente.
- L abbiamo trovata sul pavimento...- mi disse Pam girandosi verso di me.
- e' naturale che sviene, non mangia!- esclamò triste, continuando a piangere.
- Ecco qua...- sospirò mia madre, poggiando sul tavolino qualche croissant avvolto da fazzoletti.
Non l avevo sentita entrare. Non capivo più niente in realtà; ero rimasto abbastanza scosso...Ero solo concentrato su Katia, sui suoi occhi per scorgene ogni minimo movimento.
- Pam, esci- le chiesi dolcemente.
- Cosa? No, voglio rimanere qui...- cercò di dire. Si voltò sorpresa verso di me.
- No- la interruppi- voglio rimanere io qui con lei, dobbiamo risolvere delle cose appena si sveglia. Per favore, esci- ribadii serrando le mascelle, continuando a fissare Katia.
Sapeva che perdevo facilmente la pazienza quando stavo male, così mi ascoltò e uscì dalla cantina.
Di malavoglia mi alzai per chiudere la porta chiave.
Ritornai da lei sedendomi accanto, al suo braccio.
Presi la sua mano e gliela baciai, e me la passai sul viso delicatamente inspirando il dolce odore della sua pelle. Sentii un brivido percorrermi la schiena. Sospirai sommessamente, trattenendo i sussulti nel petto...
Era bellissimo poterla toccare ed accarezzare.

Poi mi stesi accanto a lei, dolcemente continuando ad accarezzargli il viso, gli occhi chiusi, le labbra rosa pesca, le guance calde...
- Svegliati, ti prego.- le implorai sussurrando vicino al suo collo morbido. Pregai che mi sentisse.
Le sue sopracciglia si mossero, dando vita a un espressione interrogativa. Chissà cosa stava sognando...
Non mi era mai capitata una cosa del genere. Non sapevo come bisognava comportarsi, come dovevo fare per svegliarla...Avevo solo paura...
- Ti prego...- continuai perdendomi di nuovo nei suoi lineamenti perfetti, nella curva delle labbra delicate.
E li, vi posai un bacio leggero...dal contatto quasi inesistente.
Sorrise, mi aveva sentito.
E io mi sollevai...almeno, stava bene.
- Se ti svegli, farò tutto quello che vuoi- le dissi, ancora vicino alla sua bocca.
- Te lo prometto- sigillai le mie sincere parole, in un dolce sussurro all orecchio.
Mi addormentai, con il mio viso sulla sua spalla. Tenendola vicino al mio petto, stringendola morbidamente.
Non ti lascerò mai, piccolo mostricciattolo...




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Capitolo 11
*** Una cosa è sicura: nessuno dei 2 sa qual è il bene x entrambi... ***



CAPITOLO 10

[ Katia]


Continuavo a fare lo stesso sogno: Mike mi lasciava sola, in un vicolo cieco. Con il buio, il freddo...tremavo di paura e piangevo disperata. Non so quante volte lo chiamai per farlo tornare da me, ma lui non tornò. Rimanevo sempre sola, con le mie illusioni, le mie paure, con la mia vita vuota e monotona...

Mi sentivo terribilmente sola; per la prima volta avevo paura della solitudine, di essere abbandonata.
Mi svegliai di colpo, buttando all aria qualunque cosa avessi sopra. Il mio respiro era affannato, il cuore mi batteva veloce per la sensazione orribile che provavo.
Non mi ricordavo di aver dormito. E di essermi spostata sul letto...la testa continuava a girarmi, terribilmente...poi...
Mi voltai verso sinistra, sentendo un respiro caldo e regolare. Sgranai gli occhi, mentre il mio cuore cominciò a palpitare frenetico. I suoi capelli neri, quell espressione angelica mentre dormiva. Un sogno, un altro incantevole sogno.
Mike era disteso nel mio stesso letto, e mi era pericolosamente vicino. Che stava facendo? Perchè era li con me?
Mi ero persa qualcosa...?
No, di sicuro è frutto della tua immaginazione, Katia. Ti ricordo che ti gira la testa. Effettivamente, era così.
Mike non era reale, accanto a me. La mia incoscienza rifletteva splendidamente il mio desiderio di poterlo toccare, di poterlo guardare e rimanerne incantata senza nascondermi.
Il cuore non smetteva di battere a 3mila e cominciai a sentire caldo, mi sentivo soffocare...
Lo sentii muovere appena, e con la sua gamba sfiorò la mia. Solo con quel semplice contatto, arrossii come una stupida.
- Finalmente ti sei svegliata...- mormorò cauto e delicato, una bellissima voce al mio fianco.
Mi girai lentamente e trovai i suoi occhi semichiusi che guardavano nei miei. Mi si mozzò il respiro, perdendomi nei suoi bellissimi, incantevoli occhi.
Mi accarezzò delicatamente il viso, con il dorso della mano. Fremetti con le farfalle allo stomaco.
- Cos è successo?- balbettai con voce bassa.
- Sei svenuta- mi rispose abbozzando a un sorriso sghembo.
Inarcai un sopracciglio, confusa.
- E tu...Cosa ci faresti qui?- gli chiesi cercando di trattenere le lacrime. Sapevo già che se ne sarebbe andato subito.
Ci pensò su un momento che mi sembrò interminabile...
- Perchè non mangi...E' per questo che sei svenuta- cambiò discorso, mettendosi a sedere.
Vidi il suo viso inscurirsi, e a me stava salendo una crisi nervosa.
Guardai sul tavolino e afferrai una di quelle brioche e la mangiai lentamente, cercando di rimanere calma e di non piangere.
Si avviò verso la porta, e cominciai a sentir salire il cuore in gola in una morsa stritolante.
- Che sei venuto a fare..?- lo sgridai contrariata con la voce che tremava. Se voleva essermi indifferente, doveva farlo per bene...Senza farmi fare stupidi film in testa.
Si fermò e sospirò.
- Hai detto il mio nome-
- Quando?- mi agitai.
- Mentre dormivi...- abbassò la testa - Mi chiamavi...come se sapessi che ti ero vicino...-
Arrossii di vergogna, speravo non si notasse tanto la mia stupida ossessione per lui.
- E allora?- continuai imperterrita e curiosa.
- Non riuscivo a lasciarti sola- boccheggiò con un sussurro flebile, guardandomi dritto negli occhi.
Mi sentii eletrizzata a quelle parole. Una scarica positiva si addentrò nel mio cuore...
- Mi chiamavi e...- continuò distogliendo il suo sguardo da me - beh..non riuscivo a lasciarti sola...- si corresse.
Camminai lentamente verso di lui, continuando a fissarlo negli occhi.


[ Mike]

Si stava avvicinando a me, con il suo sguardo deciso e intimidatorio, con i suoi occhi verdi smeraldi e scintillanti.
 Ma porca puttana, ma è possibile che non riuscivo a dirle una bugia decente?
Come un cretino, le ho confessato che non riuscivo e non volevo lasciarla sola. Idiota, compiacciti della tua idiozia.
Era davanti a me e deglutì. Erano poche le ragazze che si erano prese una gran bella cotta per me, nel modo in cui l aveva presa Katia. Mi piaceva l effetto che le facevo, mi piaceva stuzzicarla...
Ma quando la stuzzicavo, le facevo sempre capire come stavano le cose per me.
Con fare indifferente, mi girai e aprii la porta per uscire.
- Mike- mi chiamò.
Continuavo a camminare, salendo le scale.
Lei era dietro, senza smettere di segurmi.
- Perchè, perchè fai così!?- la sua voce strozzata risuonò per tutto il salotto.
- Cazzo, Mike! Guardami quando ti parlo!- mi strattonò per un braccio.
Aveva forza la ragazzina... Mi meravigliai anche per la parolaccia utilizzata.
Mi girai verso di lei, ero in difficoltà. Cosa le avrei detto?
Feci un grosso respiro.
- Se vuoi essermi indifferente...allora...- le morivano le parole in gola. - allora, devi esserlo sempre! Mi fai stare male così...- una lacrima le rigò il candido volto.
Aveva ragione, quello idiota ero soltanto io.
Le presi la testa fra le mani, e lei si impaurii per il mio rapido gesto.
Boccheggiò qualcosa, tremando.
- Hai ragione...ma mi è difficile, starti lontano. Soprattutto nelle condizioni in cui stavi prima.- confessai a bassa voce.
Perchè è tutto così complicato? Quanto vorrei stringerti a me, cucciola...senza dovermi nascondere, senza pensare alle conseguenze, senza pensare a nulla. Solo io e te. Perchè non si può? Aiutami a starti lontano... mi è difficile...
- Se non ci riesci, non sforzarti di farlo...- bisbigliava il mio scricciolo, tremando per l emozione. Poi si avvicinò a me con il viso, piegando la testa di lato.
Io mi scansai immediatamente, lasciandola a labbra protese.
Continuai a camminare, in direzione della mia camera. Lei, invece era decisa a non lasciarmi andare.
- Per favore, Katia...aiutami...Lo dico per te, lo faccio per il bene di entrambi-
- Non chiedere il mio aiuto su una cosa che non tollero. Non ti aiuterò mai, per questo Mike. Mai.- entrò in camera mia chiudendosi la porta dietro le spalle.
Mi sentivo in trappola, per la prima volta lei era la predatrice e io la preda. Ne sarei uscito vincente?
Si avvicinava a me, con gli occhi puntati. Sapeva nascondere bene l imbarazzo, la timidezza o la vergogna. O forse, ci sapeva semplicemente fare...
- Tu credi che questo sia il bene di entrambi? Io soffro e tu...beh, non credo che stai meglio di me.- mi mostrò uno di quei suoi bellissimi sorrisi, facendo luccicare i denti bianchi perfetti. I suoi occhi mi sembravano tristi, ma potevo comunque scorgerci una punta di malizia.
- Io ti voglio e tu mi vuoi...- soffiò sulle mie labbra, ormai vicina. E io mi sentivo cedere.
Sentivo il suo profumo, che mi dava alla testa, il suo viso mi faceva battere il cuore...
Non riuscivo a muovermi, mi aveva incastrato contro il muro. Il fatto era che non volevo muovermi: volevo che mi toccasse, che mi baciasse, che mi sussurasse il suo amore per me.
- Cosa devo fare per farti mio?- il suo sussurro sensuale sulla mia bocca, scatenò ancor di più la mia voglia e il mio desiderio per lei.
Sono già tuo, scricciolo...
Incontrò le mie labbra iniziando con un bacio dolce e casto; poi approfondì diventando più vorace.
Insinuò le sue mani sotto la mia maglietta, accarezzando i miei addominali e salendo sui pettorali.
Mi faceva sentire amato, e non c era emozione o sensazione più bella che potessi provare...

Le presi i polsi per farle togliere le mani dal mio corpo, con l altra mano le bloccai il viso.
- Credi di farti del bene così, invece?- cercai di guardarla duramente, provando a spaventarla per tentare di convincerla. Stavo cercando di fargliela capire con le buone.
I miei occhi e l ambiguità del mio sguardo non le facevano più alcun timore..Si spaesò per un attimo poi annuì.
Quanto era cocciuta!
Le lasciai i polsi, sperando che se ne andasse. Mi sembrava che si fosse calmata...

Dio solo sa, che cavolo di schizzi le venivano a volte.
Prese il mio viso tra le sue mani e cominciò a baciarmi nuovamente con una dolcezza e una tenerezza meravigliosa, ma che allo stesso tempo per me era straziante.
Disegnò una scia profumata sul mio collo, sul mento...dappertutto.

Era troppo. A quel punto, non avevo la capacità ne la forza di fermarmi. Aveva vinto.
Basta, mi arrendo.
Arrivò sulle mie labbra incastrandole insieme alle sue in un modo così dolce da farmi desiderare di non fermarmi solo li.
Potevo assaporarne tutto il profumo e il sapore squisito.
Mi fece indietreggiare, mentre io con le mani salivo sulla sua schiena, stringendola a me come nei miei sogni e desideri più proibiti.
Atterrai morbidamente sul mio letto e continuai ad indietreggiare, avendo ancora lei sopra di me che continuava a baciarmi, a mordicchiarmi...
Si mise a cavalcioni sopra di me, cominciando a strusciarsi fino a farmi impazzire.
Continuava a baciarmi, non voleva smettere. Le mie mani percorrevano la sua schiena lentamente e delicatamente.
- Katia...basta...- sospiravo e gemevo. Non ero neanche convinto delle parole che cercavo di farle entrare in testa.
- Avevi promesso.- mi sussurrò all orecchio.
Io sgranai gli occhi.
- Avevi promesso che avresti fatto qualsiasi cosa per me se mi fossi svegliata...Ti ho sentito.- disse sorridendomi vittoriosa.
Mi aveva sentito. E una promessa è una promessa...
- Questo è troppo- cercavo di farla ragionare.
- Se questo è l unico modo...lo farò...- e riprese a baciarmi, continuando a strusciare contro il mio già eretto e eccitato "amico".
- Non sai quello che dici.- balbettai titubante. - Butteresti via la cosa più bella al mondo, per una cotta? Fermati e ragiona.- la presi per le spalle e la guardai negli occhi.
- Chi ti dice che sono vergine?- disse maliziosa con quello sguardo furbo e puntato.
Katia non era vergine..? Impossibile, non potevo crederci...
Rimasi fermo e scioccato dalla sua rivelazione, mentre lei continuava la sua opera, sfilandomi la maglietta...



Sinceramente, non so neanche io come lo continuerò...ihih, o forse si xD. Secondo voi?? Cosa faranno...mah mah...Fatemi sapereeeeeee. un bacione <3<3 xDxD

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Capitolo 12
*** Confessione ***



Ehilàààà! Eccomi con un altro chappy! ^^ Ringrazio tutte le mie adorate lettrici ke recensiscono, e quelle ke mettono la mia Fic nei preferiti e seguiti! Spero ke anke questo vi piaccia. ^^ un bacio a tutte e commentateeeeee ;) <3<3

CAPITOLO 11



[ Katia]


Oh santa puzzola, che cavolo gli avevo detto! Io ero vergine eccome! Non che non volessi fare l amore con lui, anzi non mi ero mai sentita così sicura e decisa in vita mia.
Però ero comunque emozionata, speravo fosse in un momento migliore; quando le cose sarebbero state chiare del tutto tra me e lui. Ma non riuscivo a fermarmi; ormai ero a quel punto e non sarei tornata indietro.
Quanto calore e quanta vita mi davano i suoi baci e i suoi più semplici tocchi.
- E poi...- gli dissi baciandogli il collo - Non è una cotta quella che provo per te- puntualizzai sulle sue labbra.
Non volevo dirgli esplicitamente che ero pazzamente innamorata di lui...Anche se avrebbe dovuto saperlo, mi vergognavo.
Mike mi stringeva a sè, mi voleva... lo sentivo. Dopo averlo fatto, finalmente potremmo stare insieme. Se voleva essere conquistato così, lo avrei fatto. Avrei fatto qualunque cosa.
Lui mi fermò un momento, prendendo lucidità.
- E cosa provi per me?- mi domandò...speranzoso?
Mi confusi, davvero gli interessava quello che provavo per lui?
Arrossii, e nascosi il viso sotto al suo collo. No, non gliel avrei detto...
- Dimmelo, ti prego.- mormorò.
Non potei, però, rimanere indifferente alla sua richiesta.
- Ti amo- dissi senza fiato. Perchè aveva quel dannato potere di incantarmi anche solo con il suono della sua voce?!
Cominciai a sudare per la confessione, il mio cuore batteva così veloce che sembrava non rintoccare più i battiti.
Lo sentii stringere i pugni sulla mia schiena.
- Non doveva accadere tutto questo- disse dispiaciuto. Ma stava parlando tra se...
- Mike, sshh ti prego. Ritorniamo a un momento fa- e ripresi a baciarlo passionalmente.
- Aspetta, fammi parlare. Tu...- lo zittii nuovamente. Basta parlare, non ce la facevo più a sentirgli dire le stesse cose.
Mi voleva e sarei divenuta sua, punto.
- No, perchè tu ti fermeresti- mi staccai per riprendere aria.
Vidi accendersi nei suoi occhi una fiamma, ma non ne riconoscevo  il nome.
- Non vuoi che io mi fermi?- serrò le mascelle e scandì per bene le parole.
Rimasi interdetta un attimo, cercando di scorgere i suoi pensieri tramite i suoi occhi, che avevo imparato a conoscere.
Ma non ci capii un bel niente...
Scossi il capo, incapace di muovere la lingua per quell istante.
- Bene- mi prese per le spalle e mi fece sdraiare con forza sul letto.
Mi ritrovai sotto di lui, sotto i suoi baci e il suo petto nudo.
Mi tolse la maglietta baciandomi il seno, accarezzandomi le gambe ancora rivestite dai jeans.
Si soffermò sulle mie labbra baciandole in un modo...sembrava che non aspettasse altro, sembrava essersi lasciato alle spalle tutte le ragioni per sciogliersi ed abbandonarsi a me.
Continuava ad accarezzarmi, a baciarmi il collo, e io lo stringevo a me e ricambiavo il più possibile la passione che lui ci stava mettendo.
Mi sfilò i jeans giocherellando sul bordo delle mie mutandine, e io non aspettavo altro che mi facesse sua per sempre.
Mi si mozzò il respiro per l emozione, continue scariche e brividi mi attreversavano il corpo.
Il cuore mi batteva a 5000, troppo da contenere. Stavo decisamente impazzendo.
Mi rivolse uno sguardo tutto malizioso e felice, mentre con prepotenza e dolcezza allo stesso tempo mi apriva le gambe per farsi spazio.
Deglutii.
Ok, Katia ci siamo.
Mike si rituffò su di me, baciandomi dolcemente.
Lasciandomi una scia di baci che partiva dal collo e finì sul mio ventre. Tremai di piacere al suo delicato passaggio.
Con il dito marcò la scia fatta dalla sua bocca, scendendo più giù e fermandosi sul fiore della mia femminilità.
Quel fiore che suo, e solamente suo sarebbe stato.
Mi eccittai con quel piccolo gesto, mentre lui ancora disegnava cerchi immaginari. Rabbrividii.
Vidi l eccitazione e la felicità sparire all istante dal suo viso. Mi guardò e sgranò gli occhi.
- Che succede?- ansimai.
- Che diamine ho fatto? Ti prego, ti prego scusami...Scricciolo, ti prego perdonami. Io..io...- si alzò e si mise a sedere sul letto portandosi una mano sopra gli occhi, parlando come un disperato.
- Di cosa..? Mike, io non...- mi confusi. Mi alzai anche io, cercando di togliere le sue mani via dagli occhi.
Ma che cavolo! Soffriva di una malattia chiamata personalità multipla!!?
Quei grandi oceani immensi e ghiacciati mi guardavano tristi e malinconici.
- Sono un vile. Uno sporco verme...faccio schifo.- sibilò facendo una smorfia di disgusto.
- No, Mike...perchè dici questo?- presi il suo viso tra le mani.
- Ti rendo conto di quello che stavamo per fare?-
- Si, e lo voglio Mike. Con tutta me stessa.- affermai determinata.
- No, tu non lo vuoi. Dici così perchè pensi che con il sesso riusciresti a conquistarmi.-
Arrossii. Da una parte, il mio scopo era quello...
- Visto? Lo sapevo...- tolse le mie mani dal suo viso e si girò a guardare altrove.
- Mi conosci, Mike. Sai benissimo che non farei mai una cosa di cui potrei pentirmi.- gli girai la faccia per poterlo guardare negli occhi.
- Sei davvero convinta, che saresti riuscita a conquistarmi in quel modo?-
Annuii.
- Ti sbagli.- disse deluso e amareggiato.
- Primo:- prese il mio viso tra le sue mani, guardandomi negli occhi con un intensità micidiale - ( anche se non dovrei dirtelo) io sono già letteralmente conquistato da te, Katia.-
Mi sciolsi a quelle parole.
- Secondo: io sono quello ragionevole e non avrei dovuto cedere alla tue tentazioni.-
Riflettei su quelle parole e decisi che aveva ragione. Non potevo costringerlo...
- Ora rivestiti, Katia.-
- Si- sibilai triste mentre le lacrime sgorgarono tutto a un tratto.
- Fammi solo un piacere Mike: ti prego, non sentirti in colpa solo perche tu sei la mente tra noi 2.-
Mi guardò negli occhi e si intenerì.
- Non piangere, per favore- mi strinse al suo petto forte e caldo, e mi baciò il capo.
Fece un grosso sospiro.
- Ora vai. Tra poco tornano tutti quanti, e se ci vedono è la fine per tutti.-
Mi rivestii in fretta, senza degnarlo di uno sguardo. Ero troppo imbarazzata. E mi avviai veloce verso la porta.
- Scricciolo...- mi chiamò e io mi girai lentamente asciugandomi le lacrime.
- Non dovrei dirti neanche questo ma...sono felice che mi ami...- mi sorrise sghembo.
Io gli ricambiai il sorriso e uscii per andare verso il bagno.


[ Mike]

Mi ama, lei mi ama... Non riuscivo a credere alla confessione del mio scricciolo.
Nessuna mai, si era innamorata di me. E' una sensazione bellissima! Cioè, non mi sentivo un robot mentre la baciavo e la spogliavo; mi sentivo importante, mi sentivo felice e amato.
- Ehi, dov'è Katia?- mi chiese Pam, entrando di soppiatto in camera mia.
- Non lo so, sorellina. Lo chiedi proprio a me? Se non la vedo meglio è...- mentii. Lei uscì annuendo comprensiva.
Avrei dovuto far così davanti al resto della mia famiglia. Non potevano sapere quello che provavo per Katia.
Non potevano sapere...che mi ero innamorato di lei.
E io non ce la facevo più a starle lontano. Basta, non ci riesco e non mi sforzerò più.
Andai di corsa in salotto, sperando di trovare i miei genitori.
Vidi mio padre, sulla poltrona sfasciata che leggeva il giornale.
L ennesimo che parlava di Katia e la sua misteriosa scomparsa: la sua bellissima foto era in copertina, sorridente.
Ma era un sorriso così finto. I suoi occhi erano spenti, non come quando stava con me...Perchè era felice quando stava con me...
Mia madre invece era ai fornelli.
- Mamma, papà...devo dirvi una cosa- annunciai sedendomi a tavola.
- Di che si tratta, figliolo?- chiese mio padre posando il giornale.
Mia madre mi venne vicino preoccupata.
Le feci un enorme sorriso.
- Non preoccupatevi! Credo sia una bella notizia per voi...ma non tanto per la nostra situazione economica.-
- Su parla!- mi diede una leggera pacca sulla spalla mia mamma.
- Non voglio più...fare il gigolò.- affermai sorridente.
Mio padre, dalla sorpresa passò ad un sorriso ebete.
- Dici sul serio, Mike?-
- Certo. Basta, mi dispiace per i soldi ma...-
- Chi se ne frega dei soldi, tesoro! Bravo, è la scelta più giusta- disse abbracciandomi mia madre.
- Sono felice che lo appreziate-
- Come mai questa decisione?- chiese mio padre felice e sorridente.
- Perchè...mi sono stancato papà...basta, non voglio essere una stupida macchina del sesso.-
Annuii comprensivo.
Bene, e una me l ero tolta.
Dovevo fare, solo un ultima cosa...

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Capitolo 13
*** Finalmente insieme ***



Ehi ciao a tutteeeeeee!! Sono qui ke posto con un pò di ritardo eheh...Ma eccomi quiiiiiii ^^.
Grazie 1000 a tutte quelle ke mi seguono, come sempre. Vi amoooooooooooo <3<3 Senza di voi, non sarei qui.
Speriamo ke anke questo vi piaccia. Ke carini i piccionciniiiiii *_* un baciooooo e buona lettura xD


[ Katia]


Mike mi evitò per il resto della giornata. A volte, sentivo addosso i suoi occhi scrutatori che mi perforavano il cuore.
Bene, sei soddisfatta Katia? Hai fatto tutto questo per niente. E ora...ti sei arresa! Sei una pappamolle!
Nessuno mi aveva mai respinta prima. Ed essere rifiutata proprio da lui, da Mike, il primo ragazzo che abbia mai amato a quel modo, mi faceva venir voglia di morire.
Quindi, che senso aveva provarci e provarci se mi aveva già rifiutata? Non ero di certo masochista io. Basta farmi del male. E se avessi continuato, probabilmente, lo avrei allontanato sempre di più.
- Beh, Katia, io vado a letto ora- mi disse Pam.
Eravamo sul divano che guardavamo la tv, e facevo continuamente zapping; non riuscivo a trovare nulla di interessante.
" sono felice che mi ami" continuavano a tornarmi in testa le ultime parole di Mike. Perchè ne era felice? Che cosa gli cambiava?
- Ohi, ci sei?- mi scosse per una spalla.
- Eh? Si, scusa. Cosa hai detto?-
- Mmm...Ultimamente, sei proprio strana. Non me la racconti giusta...Comunque, ho detto che vado a dormire. Tu che fai, resti qui?-
- Ehm...si...- risposi distratta, guardando di nuovo la tv e i suoi colori sfuocati.
- Ok. Buonanotte allora- disse sbadigliando e uscendo dalla sala.
Mi sdraiai su un fianco, ritrovandomi a guardare un telefilm che non mi era mai piaciuto.
In quel momento, sentivo così forte la mancanza di mio padre. Era più di una settimana che non lo sentivo. Era quasi un mese che non lo vedevo...
Mi scese una lacrima. Basta piangere! Stavo diventando una piagnucolona. Non mi sopportavo più. Decisi di spegnere quel dannato affare, mi distraeva dai miei pensieri.
- Non riesci a dormire?-
Sussultai.
Mike era seduto vicino a me, e non me ne ero neanche resa conto! Quella era la prova di quanto fossi distratta e stressata.
- N..no- ora potevo sentire il suo profumo, che mi dava alla testa. E infatti gli effetti si videro dal mio balbettare.
Possibile che anche quando era in pigiama era così tremendamente...seducente e bello da impazzire?
Si era appena fatto la doccia, aveva i capelli bagnati e ne sentivo l odore alla menta fresca.
Una gocciolina coraggiosa scese, da una sua ciocca di capelli neri per attraversare morbidamente il suo collo. Quanto avrei voluto essere quella goccia d acqua...
Sorrise imbarazzato. Si era accorto che lo stavo osservando. Che bella figura di...
- Ti sei arresa?- mi venne più vicino, e io sentii il mio cuore impazzire.
Feci cenno con la testa di si.
- Forse è la cosa più giusta- commentò guardando il soffitto.
Cacciai immediatamente dentro una lacrima. Non doveva più vedermi piangere, no!
- Sono qui perchè...devo dirti una cosa- mi sussurrò.
- Dimmi- mormorai a bassa voce.
- Mi arrendo anche io- mi accarezzò delicatamente una guancia, e io trattenni il respiro.
Non capii quello che voleva dirmi. In cosa si era arreso?
Alzai un sopracciglio, per rendergli evidente la mia confusione.
- Non mi importa più di essere ragionevole. Non mi importa più delle conseguenze. Non mi importa più di nulla.- mentre mi bisbigliava queste parole, mi guardava intensamente negli occhi.
Oddio, che cosa stava dicendo? Il mio respiro si fece più affannato, seguendo le bizze incontrollate del mio cuore che correva sfrenato.
- Non ce la faccio più a starti lontano. Basta. Per me sei diventata come l aria che respiro- si fece ancora più vicino.
Ora i nostri volti potevano quasi sfiorarsi; io restai in apnea, con lo stomaco che si stava ingarbugliando.
- Q..q..quindi?- balbettai, fissando come una cretina la sua bocca.
- Quindi ti amo...E non voglio rinunciare a te- soffiò sulle mie labbra, avvicinandole per poterle congiungere.
Sgranai gli occhi, come se avessi visto un fantasma.
Mi ama... Santa cipolla, lui mi ama! No, sto sognando non è possibile. Allora com è che sento così tanto intensamente il suo profumo?
- Aspetta.- gli posai un dito sulla bocca, prima che potesse mandarmi in iperventilazione con un suo dolce bacio.
Attendeva che parlassi, guardandomi curioso.
- Sei sicuro di quello che vuoi fare? Perchè...ti prego, io...morirei se dovessi ripensarci un altra volta...-
Mi baciò il polpastrello e spostò il mio dito, dolcemente.
- Sono sicuro. Sai benissimo che sono l ultimo che vorrebbe farti del male.- mi accarezzò i capelli.
E io sospirai felice.
Piegò di nuovo la testa di lato, ma io lo fermai nuovemente.
- Aspetta- gli sorrisi.
Ricambiò il sorriso, alzando gli occhi al cielo.
- Ora sei tu quella ragionevole, scricciolo?- ridacchiò.
- No. Io.. voglio solo risentirlo- lo accarezzai in viso.
- Che cosa?-
- Quello che mi hai detto prima.-
- Devo rifarti tutto il discorso?- sbarrò gli occhi e sbuffò.
- Ok. Allora...ahi!- si lamentò ridendo. Gli avevo tirato con forza un orecchio.
- Stavo scherzando. Mmm...come sei aggressiva- disse malizioso.
- Mike, alzati.- gli ordinai offesa.
- No, scricciolo dai. Stai allo scherzo. Cosa vuoi sentirti dire? Che ti amo?- mi sorrise.
Oh si, era proprio questo. Arrossii come un peperone. E quel sorriso poi...Oh Dio, mi stava facendo impazzire...
Sorrisi come un ebete. Mi sembrava un sogno.
- Ora posso baciarti?-
Annuii e in meno di un secondo congiunse le sue labbra alle mie.
- Sei un sogno?- gli chiesi quando riprendemmo aria.
- Non credo. Un sogno potrebbe baciarti?-
- No.-
Mi sorrise e mi baciò ancora a fior di labbra.
Oh santo cielo, se fossero entrati i suoi...Avrebbero pensato di tutto e di più: eravamo sul divano del salotto, io seduta e schiacciata contro il bracciolo e Mike che mi inchiodava a esso.
- Scusa se ti ho fatto aspettare tanto-
- Vale la pena attraversare i 7 mari e scalare montagne tutta una vita, se il premio che ricevo è questo- e questa da dove mi era uscita? Però era la pura verità.
Mi sorrise tenero.
- Ma come farai con...- deglutii - il tuo secondo lavoro?-
- Già fatto- e mi sorrise compiaciuto - Non lo faccio più, stai tranquilla. Ti fidi di me?-
- Si-
- Ti fidi di un ladro?- mi chiese sorpreso.
- Si- e lo baciai a stampo.
- Allora...ehm- si schiarì per bene la voce - Diventerai la mia...ehm, ragazza?- si imbarazzò, e anche io arrossii come una stupida.
- Che domande sono queste? C era bisogno di chiederlo?-
- Se non mi vuoi...bastava dirlo- disse alzandosi.
- Vieni qui, ladruncolo!- lo attirai a me e lo baciai.
- Bene, ora tocca a te dirmelo.- mi intimò.
- Cosa? Che ti amo?-

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Capitolo 14
*** Di prima mattina... ***


[ Katia]

Mi risvegliai intontita e con una grande energia. Qualcosa di terribilmente bello mi richiamava alla coscienza, al di fuori del mondo dei sogni.
Ancora non potevo crederci. Eppure, tutto quanto mi sembrava così lontano, così irraggiungibile.
Mike si era dichiarato ed ero diventata la sua ragazza.
Non pensate male, perchè quella sera non facemmo assolutamente nulla. Da quel punto di vista, non mi sfiorò neanche, non osò toccarmi.
Solo dolci e infinite carezze, qualche bacio delicato e moribido, battutine pungenti che ci facevano sorridere e ridere come idioti.
Erano le 8 di mattina, e mi alzai dalla mia brandina più pimpante che mai.
Non vedevo l ora di rivederlo e di perdermi nei suoi occhi. Mi eccitava sapere che dovevamo nasconderci davanti agli altri, che mi nascondeva sorrisi teneri e sguardi sdolcinati e misteriosi.
Arrivai in salotto, saltellante, dove trovai Gioemi ai fornelli e Pam al suo fianco che l aiutava.
- Buongiorno cara- mi salutò dolce e gentile la madre.
- Buongiorno a te, Gioemi.- le risposi con un sorriso.
- Ehi! Stai meglio oggi?- mi fece accomodare Pam, tenendo un sopracciglio alzato e un tono curioso.
- Si- sfoderai un sorriso smagliante.
Calma, Katia. Contieniti un pò.
- E come mai?- mi chiese mentre Gioemi ci porse 2 tazze di latte fumante.
- Ehm, ho fatto un bel sogno...e mi ha fatto ritrovare il buon umore- arrossii mentre chinai il capo per mescolare il mio latte.
- Ah, ok.- lei sorseggiò il suo, socchiudendo gli occhi.
- E Raffo dov è?- chiesi all improvviso.
- E' uscito con un amico...all ora di pranzo dovrebbe tornare- mi disse sfuggente Gioemi. Non ci badai poi tanto, non avevo testa per indagare.
- Buongiorno- mi arrivò alle orecchie una dolcissima voce insonnolita.
Il mio stomaco sussultò.
Si fermò impalato al tavolo, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi.
Baciò sua madre e sua sorella sulla guancia, e a me rivolse un " giorno, mostricciatolo" davanti alle 2; ma quando loro non guardarono mi illuminò con un suo sorriso mozzafiato.
- A che ora devi andare via, tesoro?- chiese sua madre, sedendosi di fronte a me. Mike, invece si sedette di fianco a me.
L avevo così vicino e non potevo toccarlo, o salutarlo come si deve. Mi incantai sul suo profilo, ammirandone tutti i lineamenti perfetti delicati.
- Oggi ho il turno di mattina, poichè il tempo oggi pomeriggio non sarà buono. Mi fai un pò di caffè, mamma?- gli chiese con sguardò languido.
Gioemi si alzò e andò ai fornelli.
- Ce n è poco però...dovrei comprarlo- borbottò fra sè.
Mike fece una smorfia e sbadigliò.
- Non bevi, Katia?- mi chiese Pam, distraendomi.
Mike si girò verso di me e rise sotto i baffi.
Si divertiva quando mi incantavo su di lui.
- Ehm...si- portai la mia tazza alla bocca, sorseggiando lentamente.
All improvviso, sentii un debole tocco alla mia gamba sinistra. Non ci feci molto caso all inizio, pensavo fosse il tavolo o Mike che avesse per sbaglio sbattuto la sua gamba contro la mia.
Però, il tocco diventava più intenso e quando capii che era la gamba di Mike che si stava strusciando contro la mia, cominciai a tremare d emozione e a imbarazzarmi fortemente.
Appoggiai, rossa di vergogna la mia tazza sul tavolo. E lo fissai negli occhi, disorientata. Lui stava ricambiando lo sguardo, nascondendo un sorriso.
Oddio, voleva farmi svenire facendomi piedino?
Tossii il latte che mi era andato di traverso e Mike sghignazzò.
- Ohi, tutto bene?- mi chiese Pam allarmata, dandomi un colpetto sulla schiena.
- Si, certo- risposi rapida. Cercavo di trattenere la risata, sebbene la situazione era veramente comica.
Ricambiai la carezza fra gambe e lui mi sorrise ancora una volta.
 Stai calma, stai calma. Mi portai una mano sul cuore: sembrava volesse fuoriuscire.
Portai una mano sulle mie gambe e cominciai a strusciarla sopra. Quando ero nervosa facevo così; la mano mi sudava e io la strusciavo continuamente contro la gamba per asciugarla, e un pò come antistress.
Poi un altra presa calda e morbida fermò il mio continuo gesto. Mike mi aveva preso la mano e la intrecciò alla sua, accarezzandola con il pollice.
Mi sentii subito meglio con quel contatto, e mi rilassai.
- Devo andare.- disse poi, dopo aver bevuto la sua piccola tazzina di caffè.
Si alzò e sciolse le nostre mani.
- Ciao a tutte- disse prima di dileguarsi, e mi fece l occhiolino.
Io deglutii. Stavo impazzendo. Non l avrei rivisto fino alle 4 o alle 5 di pomeriggio. Sbuffai, sprofondando sulla sedia.
Aspettai 5 minuti, fissando il vuoto con sguardo vitreo, incontrando più volte lo sguardo interrogatorio di Pam.
Decisi di correre immediatamente in bagno, prima che potesse tempestarmi di domande.
Mentre attraversavo il corridoi, qualcosa mi afferrò per la vita e io soffocai un urletto. Ma Mike, subito portò una sua mano davanti alla bocca.
- Ce ne hai messo di tempo per capire!- esclamò a bassa voce.
- Pensavo fossi andato a lavorare!- mi gettai felice tra le sue braccia. E lui mi accolse, stringendomi forte e baciandomi il capo.
- Dio, non ce la facevo più!- si lamentò sospirando, poi mi schioccò un bacio morbido sulle labbra. - Comunque, buongiorno scricciolo- e mi fece un sorriso che mi costrinse a trattenere il respiro.
Non poteva fare tutte quelle cose assieme: il bacio, il sorriso...eh, no! Vuoi farmi svenire?
- Come stai?- mi chiese ancora, cauto.
Mi dava fastidio parlare a bassa voce per non farci sentire.
- Benissimo ora. E tu?-
- Da Dio- mi baciò la fronte.
- Sai pensavo te la fossi presa prima.- si riferiva al "mostricciattolo" - Mi raccomando, stai attenta a quello che fai o quello che dici. Ok?-
- Certo, non sono stupida- e gli feci la linguaccia.
- No, certo che no.- sghignazzò.
- Ora devo andare.- i suoi occhi si fecero tristi e mi sorrise debolmente.
- Ci vediamo dopo- si avvicinò per darmi un ultimo bacio.
- A che ora?-
- Molto presto, te lo prometto- soffiò sulle mie labbra ormai vicine.
E ci concentrammo su quell ultimo bacio, passionale, dolce e romantico, meraviglioso e mozzafiato.

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Capitolo 15
*** Il mio amore <3 ***



Ehilààààà!! ^^ Scusate il ritardo, ma ho avuto mooooolto da fare :D Ma eccomi qui con un altro capitolooooo ehehe.

Ringrazio le 5 personcine che hanno recensito * me vi adora e vi porterà una scatoletta di cioccolatini, promesso promesso* xD
Vale728: eccomi qui, allora sono contenta che ti sia piaciuto il precedente!!^^ spero ke anke questo qui ti piaccia...eh si i nostri piccioncini sono proprio dolciiiiii * me si kiede sempre xke non incontrerà mai uno come Mike* ehhh uff T____T
Fammi sapere la tua opinioneeeeeee XD un bacioneeee e grazie 1000 ^^
piaciuque: grassie grassie...sempre molto gentile :D. Shi sono carinii insieme ehehe...dimmi ke ne pensi di questo baciiiiooo :*
Potter92: wooooow grazieeee! ^^ sono contentissima veramente ke la mia storia ti piacciaaaaa. T^T me commossaT^T
Spero ke ane questo chappy ti piaccia, un bacioneeeee
SweetCherry: Oh carissima, hai visto ho aggiornato! ^^ Che tene pare? Cmq ti confesso una cosa...* me manca Minny e Denis* T____T a te no? xD ok, basta con il passato ahahah...un bacio cara e grazie sempre che mi segui, sei una persona genitilissima!!! Un bacio caraaaaaaa :*:*:*
fallsofarc: Ohhhh ke piacere vederti anke qui!! xD Grazie 1000 per i complimenti! Veramente,non li merito...hehe, sono lusingata, mi inchino...^^ Sono molto contenta che anke questa mia storia ti piaccia. Grazie 1000, fammi sapere ke ne pensi! Un bacioooooooo <3



[ katia]


Aspettavo Mike con impazienza. Non ce la facevo più sul serio! Ero insieme a Pam, che era appena tornata da scuola, ci stavamo guardando un film. Non che lo seguissi molto, avevo la testa da tutt altra parte; non riuscivo ancora a crederci. Cavolo, avevo sempre in mente la scena di lui sul divano accoccolato sulle mie ginocchia, mentre io gli accarezzavo i capelli umidi.
Se ci pensavo, sentivo le farfalle dentro al mio povero stomaco. Ero perdutamente innamorata di Mike...perdutamente, proprio per non trovare più la via del ritorno.
- Tra poco noi andiamo al supermercato, quindi non avere paura se chiudiamo le finestre ok?- disse Pam, rinvenendomi alla realtà.
Annuii semplicemente, sempre con quel maledettissimo sorriso di felicità che non voleva scomparire. Ma che potevo farci?
Guardai l orologio: ancora le 15 e qualche minuto. Dai, Katia. Tra un ora o poco più il tuo amore sarà qui e lo stringerai forte forte. A quel pensiero mi consolai, sentendo il medesimo brivido nello stomaco e sulla schiena.
Pam mi fissava perplessa.
- Che cè?-
- Niente, niente- scosse la testa, divertita.
Pam e gli altri se ne andarono. Meglio ancora di quanto mi aspettassi. Quando sarebbe tornato Mike, saremmo stati soli. Arrossii violentemente. Soli...
Quando sentii girare la chiave nella toppa, mi feci quasi prendere dal panico e l agitazione. Oh mamma, stai calma, rilassati.
Stavo comodamente seduta sul divano, a guardare la tv come la sera prima. Poi Mike entrò.
- Ciao scricciolo- mi rivolse un tenero sorriso, che mi fece sciogliere letteralmente.
- Ciao- mormorai.
- Come mai le finestre chiuse?-
- Sono andati via, al supermercato...credo- dissi mettendomi composta.
- Siamo soli?- mi fece un sorrisetto malizioso mentre si avvicinava a me.
- Si- sussurrai, quando lo vidi appiccicato al mio volto.
Poi mi baciò, mentre mi accarezzava il viso.
- Ciao- mi soffiò sorridendo. - Vado a farmi una doccia. Ci metto un attimo- posò le sue labbra sulla mia fronte e corse in bagno.
Ero ancora frastornata. Oddio, respira. Ci mise meno di 10 minuti, e ritornò con un sorriso ammiccante vicino a me. Io mi appoggiai con la testa sul suo petto.
- Come è andata al lavoro?- gli chiesi.
- Stancante. E tu, che hai fatto senza di me?- poggiò il mento sulla mia testa.
- Non ho fatto altro che pensarti- ammisi sincera - Non vedevo l ora che tornassi-
Lo sentii sorridere. Eravamo al buio, in casa, soli.
- Ti avrei portata fuori, però piove- sospirò accarezzandomi il mento.
- Tranquillo, basta che si sei tu-
- Parlami un pò di te, Katia-
- Cosa vuoi sapere?- alzai gli occhi per guardarlo in faccia.
- Tutto, voglio sapere tutto di te- mi sorrise dolce mentre mi carezzava i capelli.
- Fammi domande precise-
- Ehm..allora, quante amiche hai lasciato per venire qui?- aveva un sorrisetto stampato sulle labbra. Bellissimo...
Gli rivolsi un occhiataccia torva.
- Beh io...ne ho solo...una- mi imbarazzai fortemente.
- Perchè?-
- Il mio caratteraccio, di prima- spiegai.
- Oh già..capisco. Beh potevo capire anche...ahi!- disse ridendo e io gli avevo tirato un altro scopaccione al braccio.
- Non finire quella frase!- lo avvertii.
- Sto scherzando, piccola. Io ti amo- e lì mi sciolsi completamente - ... e quindi amo sia i tuoi pregi che i difetti- mi baciò una tempia, con le sue labbra morbide e squisite.
- Hai fatto anche judo?- mi chiese improvvisamente, massaggiandosi il braccio.
Io risi e gli baciai una guancia.
- No, solo danza classica- gli sorrisi.
- Cavolo, messo k.o da una ballerina-
- Ritorniamo alle domande. Allora..- si fece pensieroso - Quanti ragazzi hai avuto?- ecco il suo ghigno malizioso.
- Con te faccio 4- il che era vero...
- A questi ragazzi gli hai mai voluto bene sul serio?-
- Solo al primo, credevo di esserne innamorata. Ma mi ha fatto tanto soffrire e così con gli altri sono stata per divertimento...-
Mi fece una smorfia sorpresa, indicando il suo petto.
- Ma secondo te, scemo! Tu sei il primo ragazzo che sento di amare veramente. Ora so, che il mio primo, rispetto a te non contava assolutamente nulla.- lo tranquillizzai sorridendogli.
- Davvero?- mi strinse più forte, contento.
Io annuii e mi diede un altro dei suoi baci da capogiro.
- Quindi è con lui che l avresti fatto la prima volta?-
- Si- arrossii e gli nascosi gli occhi.
Mi fece altre domande sulla mia vita: su mia mamma, perchè era scappata. Se mio padre stava bene senza di lei e io come mi sentissi...Cosa facevo insieme alla mia unica amica Mimi, quanti spettacoli facevo di danza e quanti soldi ricevevo ( rimase sbalordito davanti alla cifra). Domande sulla scuola, se andavo bene o se corrompevo i prof. Si meritò un altro scopaccione solo per averlo pensato... Io andavo più che bene a scuola. Altre domande sul mio genere di film e quando risposi i polizieschi fece una smorfia e io risi di gusto.
- Qual è il tuo tipo di ragazzo?-
- Mi crederesti se ti dicessi che sei il prototipo d uomo che ho sempre sognato?-
Mike rise, si ringraziò e continuò imperterrito sulle domande. Quant era bello vederlo ridere, vederlo felice vicino a me.
Cambiai posizione mentre d improvviso lo abbracciai stretto, gettandogli le braccia al collo.
- Che succede?- si interruppe nel bel mezzo di un altra curiosa domanda.
- Niente, voglio solo abbracciarti- sussurrai sul suo collo.
Mike ricambiò l abbraccio, stringendomi al suo petto.
- Nn riuscirò mai ad abituarmi a te. Non so se ne avrò mai abbastanza- lo guardavo negli occhi mentre gli confidavo apertamente la mia stupida ossessione per lui.
In tutta risposta mi prese e mi baciò, cercando la mia lingua desideroso di un altro magnifico intreccio. Il suo profumo mi estasiava, e lui semplicemente mi faceva impazzire.
- Alt.- mi fermò sorridendo. Di certo, aveva più autocontrollo di me.
- Basta così...Se no impazzisco pure io- poggiò la fronte contro la mia.
Sospirai. Si staccava sempre troppo presto.
- Come fai a trovare la forza di fermarti?- chiesi sinceramente curiosa - Solo per me è difficile e sono una donna...dovrei saper controllare meglio gli ormoni..invece, tu li controlli meglio di me-
Mike ridacchiò beandomi della suo incantevole sorriso divertito ancora una volta.
- Te l ho detto, probabilmente, se mi fossi spinto un pò più oltre questa volta non avrei resistito.- mi sfiorò la punta del naso con il suo dito.
- Ieri è stato...uno sforzo sovraumano lasciarti perdere e farti andare via. Eri seminuda davanti ai miei occhi...e ti posso giurare che non ho mai visto cosa più bella in vita mia. Mai come ieri, ti ho desiderata a tal punto di fare l amore. Era da tanto che non ne sentivo la necessità...Sono stato un gigolò, quasi tutte le notti ho portato a letto donne a me sconosciute. Di cui non mi è mai importato nulla...- si soffermò a guardarmi, forse per vedere la mia espressione. Mi prese un crampo di gelosia  e malessere rievocando le sere in cui piangevo solo al suo sospiro...
-...e perciò, mi sono sorpreso di tutta quella voglia che avevo di te. Si, avevo già capito che ti volevo ma pensavo mi sarebbe passata. Ma poi...mi sono reso conto che ero innamorato di te. E ora chi può curarmi?- mi sorrise mesto e dolce e io ricambiai.
- Quindi, tornando alla tua domanda, riesco a mantenere il controllo perchè di te mi importa veramente. Non sei una di quelle sconosciute che mi faccio per avere soldi. Io ti amo- sussultai quando me lo disse, anche se lo sapevo mi sembrava ancora un sogno -... e se mai dovesse succedere tra di noi, voglio che sia bellissimo. Voglio che mi ricordi quanto è bello essere innamorati-
Annuii comprensiva.
- Mi dispiace per la vita che hai fatto-
- Non preoccuparti, amore mio.- mi strinse nuovamente al suo petto, sospirando sommessamente.
Amore mio, mio Dio!! Stavo per mettermi a piangere dalla felicità!
- Ora ci sei tu qui con me. E mi sento sempre rinascere-
Gli baciai il petto profumato. Quanto ero felice. Quello era il mio paradiso. Ancora una volta Dio aveva deciso di essere buono con me, e io non mi meritavo di certo la sua bontà infinita.

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Capitolo 16
*** prima ltitgata e annuncio sconvolgente ***


Ed eccomi quiiiiiiiiiii! A postare dopo un mese!! xO Chiedo scusa a tutti ma sono stata in vacanza! hehehehe e non mi sono neanke abbronzata ( gne gne gne) chiedo scusa alle lettrici che seguo per non aver commentato i loro ultimi capitoli... :( ma adesso eccomi qui più in forma ke mai! A riprendere le mie ficcy ficcy xDxD. Sono un pò a corto di idee ultimamente, anke xke ho ancora la testa nell acqua U.U
E a voi ke si dice??? Vi sono mancata??? Scommetto di no! ahahahah...e mi tirerete i pomodori in faccia dopo questo capitolo!
Cmq volevo informarvi di una cosuccia: mi sa proprio ke seguirò il consiglio di SweetCherry e farò il seguito di " L'amore arriva per tutti" ^^
Ve lo prometto, dopo che finirò questa fic ( non manca molto molto, anke xke ero partita con l idea di una storia corta rispetto alla prima) comincerò a scrivere il sequel! ^^
Allora vi lascio al capitolo e fatemi sapereeeeeeee ^O^ un bacio a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :*:*







[ Katia]

E' passato poco di più di 2 settimane da quando io e il favoloso, nonchè mio e affascinante ragazzo ( mi vengono i crampi allo stomaco ogni volta che ci penso) ci siamo dichiarati l uno all altra. Andava tutto a meraviglia tra di noi, nessuno ci aveva scoperti e io non potevo che essere la ragazza più fortunata del mondo! Spesso, Mike riusciva ad imbucarsi in cantina con me nel cuore della notte, per dormire insieme. Niente di più, eh! Non fatevi i vostri pensieri sporcaccioni!(xD) Spesso rimanevamo in astinenza di baci e abbracci per un giorno intero; e in effetti, erano molto ma molto frustranti. Quanto desideravo stringerlo a me, senza dire nulla ma semplicemente rimanere abbracciati. Sentirmi protetta, annusare il suo incantevole e inebriante profumo di bellezza, semplicità e sincerità...amore...
Però, quando mi ritrovavo sola, spesso pensavo a quando tutto questo sarebbe finito: quando mio padre avrebbe trovato i soldi per permettermi di ritornare a casa. Come avrei fatto senza Mike? E senza gli altri? Per me erano come una famiglia allargata. Pam era, per me, una sorella oramai; Gioemi una zia e anche Raffo. E Mike...Beh, Mike era metà della mia anima. Come potevo vivere senza di lui?
Durante la mia favolosa settimana in compagnia del mio amato ladro, ci fu ovviamente un giorno particolarmente spiacevole.

Eravamo riuniti in salotto, tutti sul divano a guardare un film. Ridevamo e commentavamo allegri quello che facevano o non facevano i personaggi. Io più che altro, ero fissa a guardare il viso di Mike attento alla televisione, con il suo sorriso leggero e spensierato. Era l immagine perfetta della pace e della tranquillità. Bellissimo...
- Così lo consumi- mi bisbigliò ghignando Pam seduta all mio fianco sinistro.
Le feci la linguaccia. Di sicuro si era accorta che trovavo suo fratello alquanto...attraente.
Ci fu un attimo di silenzio improvviso e lampante.
- Che succede?- chiesi io impaziente di sapere il motivo per il quale la tv si spense in un attimo, e tutti i loro visi allarmati, pallidi e sconvolti.
- Portala via di qui!- sibilò Gioemi a Mike, impietrita a dir poco dalla paura. Ma di che cosa?
Mike obbedì immediatamente e mi prese in braccio, schizzando dal divano. Non obbiettai, anche perchè trovarmi tra le sue braccia non mi dispiaceva affatto.
Scendendo le scale, sentii al piano di sopra un viavai frenetico. E se non mi sbaglio, sentii anche il suono di una sirena. La polizia? Oh mio Dio, che mi avessero trovato?
Cominciai a tremare, ansiosa. Si fece spazio nel mio stomaco un buco enorme di terrore. Tanto da farmi venire la nausea.
Sentivo Mike affannarsi per reggermi in braccio e farsi strada lungo le scale sotterranee, di cui io non ero a conoscenza.
- La polizia?- sussurrai con un evidente tremolio nella voce. Sussurrare andava bene: la voce non poteva ne mostrarsi rotta o fastidiosamente acuta.
- Si- rispose attento a dove metteva i piedi.
- Perchè...?-
- Non lo so-
- Credi che...abbiano capito dove..?- quanto avevo paura di quella domanda. Riuscii a bisbigliargliela con una vocina talmente strozzata da sembrare malata.
- No, non credo. O almeno spero.-
Arrivammo in una stanza buia e puzzolente. Per fortuna non potevo vedere da dove proveniva la puzza. Meglio non guardare. Mike chiuse la porta a muro; era una stanza segreta!
Mi posò delicatamente a terra, sempre tenendomi la mano e stando in ascolto ai rumori.
Sentii solleticarmi la caviglia e strillai per lo spavento.
In un attimo Mike mi mise una mano sulla bocca, pregandomi di tacere.
- Non sei molto d aiuto se ti metti a gridare- sussurrò e sentii una punta di acidità nel suo umore. Probabilmente, era spaventato quanto me.
- Scusa, pensavo ci fosse qualche animale- deglutii disgustata.
Intorno a noi solo il silenzio, e il battito accelerato e spaventato del mio cuore. Che cosa diamine voleva la polizia? Aveva detto Mike che non era possibile che mi avessero trovata. Ma allora qual era il motivo della loro visita? Magari una semplice ispezione. Forse, mio padre aveva mandato gli agenti a controllare le case di tutta la città e provincia. Magari della regione. Mio padre ne era capace...
- Se non è qui per me, allora per che cosa pensi che siano qui?- non potevo non chiederglielo. L ansia mi stava invadendo fino a farmi sua schiava.
- Non essere preoccupata. Se sono qui per te non ci troveranno-
- Ma...-
- Katia, va tutto bene.- affermò in tono deciso. Sembrava quasi che volesse convincere se stesso invece di me.
Sospirai.
Poi, quando trovai il suo petto, lo abbracciai stretto; sentii il suo cuore battere fortissimo. Chissà cosa pensava...
Dopo qualche minuto, Mike sospirò sollevato.
- Che cosa cè?- forse se ne erando andati...
- Sono qui per mio cugino Jeff...Per fortuna.- mi sussurrò allaciandomi stretta a lui.
- Jeff?-
- Si, mio cugino. Un altro ladruncolo da 4 soldi-
- Quanti anni ha?-
- 10 o 11 credo..- lo vidi impercettibilmente, stringersi nelle spalle. Un bambino.
- E perchè la polizia è proprio qui? Perchè non dalla sua famiglia?-
- Forse i suoi genitori non sono a casa in questo momento- tese di più l orecchio sulla porta.
Io non sentivo un emerito piffero!
- Ma...tutti i tuoi parenti sono..ladri?- chiesi imbarazzata.
- Si, ma Jeff è il più stupido di tutti-.
Trasalii.
- E' un bambino- gli rammentai.
- Io da bambino rubavo nei supermercati cose di valore: oro, argento, vestiti...E non sono mai stato preso! Lui per un pacco di caramelle si fa beccare..e non è la prima volta- mi spiegò leggermente in collera.
Rimpicciolii all istante, sentendo in sintesi la sua piccola storiella. Chissà quante volte l aveva fatto. Al momento, mi resi conto di quanto era sbagliato rubare.
Non ci avevo mai pensato prima perchè ero troppo presa da Mike. Nulla mi importava della vita che conduceva, non che mi importasse anche ora, ma non mi ero mai soffermata sul fatto che erano ladri veri e propri. E di quanto rubare fosse moralmente vietato dalla legge.
Passai non so quanto tempo, in silenzio, senza dir nulla. Riuscivo solo a pensare, a immaginare Mike in una gioeielleria a rubare anelli, orologi, catenine..

Mi risvegliai dal mio trance solo quando mi accorsi che Mike mi prese per mano e mi stava trascinando di sopra.

- Tutto bene?- mi rivolse uno sguardo accigliato e preoccupato.
Lo guardai dritto negli occhi ma non riuscii a dire nulla. Che cavolo ti succede, Katia? Perchè la notizia ti sconvolge tanto? Lo sai che sono ladri...cosa ti aspettavi?
- Se ne sono andati, è tutto a posto-mormorò. Mi accarezzava la guancia, delicatamente. Stava cercando di rassicurarmi. Gli rivolsi un debole sorriso che lui ricambiò.
Ma poi sul mio viso si formò una smorfia di dolore e di confusione.
Insomma, io non ero certa al 100 per 100 che fossero ladri in piena regola. Io credevo che avessero a che fare solo con il mio rapimento e basta. Invece, ora vengo a scoprire che è da una vita che rubano cose piccole o grandi.
Ero seduta sul divano, il mio sguardo vitreo e assolto scombussolava un pò l umore dei presenti. Non capivano che cosa mi passasse per la testa dato che non avevo voglia di parlare. Ero arrabbiata. Si, ero arrabbiata. Con Mike, la sua vita e..con me. Perchè mi ero innamorata di un ladro! Anche se buono e gentile, rubare era sbagliato. Punto.
Osservavo la tv e gli oggetti intorno a me, e la solita domanda sbucava tra i miei pensieri: questo è stato rubato?
- Mi dici che cos hai, per favore?- Pam si era stancata del mio silenzio; ma io ero fatta così. Quando ero arrabbiata o confusa mi scocciava persino parlare o dare spiegazioni.
Prima di parlare a vanvera, avevo bisogno che le acque nella mia testa si calmassero.
Mi limitai a guardarla truce, tanto che si spaventò. La rabbia dentro di me ribolliva, la voglia di sapere e di far loro la ramazina era tanta. Ma era inutile parlare di etica con dei ladri provetti. Non avrebbero certo smesso di fare la vita che fanno per una mia stupida sgridata.
Trattenni le parole in gola, cercando di mandare giù il più velocemente possibile.
La sentii sbuffare, e io per il nervoso strinsi i pugni. Poi mi diede un debole scossone per farmi notare la sua impazienza.
- Lasciami stare!- gli dissi seccata scendendo a razzo dal divano e dirigendomi in cantina.
Dovevo stare sola per pensare e sciogliere il nodo di pensieri confusi che mi si erano addensati in testa come un groviglio di corde strette.
- Che cavolo ti prende?- era la domanda impertinente del mio ragazzo ladro.
- Ti prego, esci- gli intimai quasi in una supplica. Non volevo scoppiare davanti a lui, o litigare e metter fine ad ogni cosa.
- Perchè? Cosa ho fatto di male?-
- Che cosa abbiamo fatto- lo corresse Pam, sbucando da dietro lo stipite con le braccia serrate sui fianchi. Mi guardava storto, era arrabbiata con me per il mio comportamento.
Sbuffai portandomi le mani sugli occhi.
- Parla, Katia.- mugolò Mike dolcemente.
- Rubare è sbagliato- sussurrai attituta contro le mie mani.
- Questo sarebbe il tuo problema?- chiese Pam con un sopracciglio alzato e la voce acida e acuta.
Annuii col capo.
Mike ghignò quasi a dimostrare la stupidità del " mio problema".
- Lo trovi divertente?- lo fulminai stringendo gli occhi.
- Beh...io credo, Katia, che non siano affari tuoi- mi rispose lui serio. Non scherzava per niente. Forse stava recitando la parte davanti a sua sorella.
- Mike, pensi davvero ciò che hai appena detto?- feci cadere molto la voce su " davvero" in modo che potesse cogliere il senso della mia domanda.
- Si-
Ok, se l era presa con me.
- Bene. Pam esci per favore! Devo parlare con tuo fratello!- battei le mani una volta l una contro l altra.
- Posso sentire anche io!- si lagnò. Era proprio una vipera quando ce l avevi contro.
- Esci, Pam.- le ordinò Mike, freddo e duro.
La sorella uscì sbuffando chiudendo la porta.
Passò qualche secondo e poi cominciò.
- Tutt all improvviso ti sei accorta che rubare è sbagliato? Quando sei innamorata persa di un ladro?- pura acidità nelle sue parole.
- Senti, Mike, io non sapevo che foste ladri con la L maiuscola! Io non credevo che quando andavate a fare la spesa rubavate il cibo o che so io! Credevo che aveste a che fare solo con il mio rapimento- gli puntai un dito contro il petto.
- Primo: noi non rubiamo il cibo, lo compriamo. Secondo: non rubo più di tanto, ma solo cose davvero indispensabili che non potremmo permetterci...- mi tolse il dito, alzando gli occhi al cielo.
- Potevi dirmelo prima!- sbottai.
- Cosa te ne importa..- scrollò le spalle e guardò altrove.
- Cosa mi importa? Sei il mio ragazzo, porca trota! Certo che mi importa-
- No, Katia! Non sarei diventato il tuo ragazzo se te l avessi detto...-
- Perchè?- cercavo di trattenere le lacrime pesanti che minacciavano di uscire.
- Avresti schifato ancora di più il mio modo di vivere! Persino io lo odio, Katia. Odio la mia vita e come ci siamo ridotti! Io...io mi vergogno...e non volevo far vergognare anche te di me- mi disse tutto questo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Credi davvero quello che hai detto?- gli chiesi fredda e cinica.
- Si-
- Tu pensi che io sia ancora una sciocca bambina superficiale e viziata, non è vero?-
Non rispose. Bingo.
E il suo silenzio era una chiara e nitida conferma. Il suo silenzio, fu per me, un accoltellata dritta al cuore.
Mi scese una lacrima.
- Amore mio, io...- cercò di asciugarmi il volto.
- Non toccarmi! E non chiamarmi amore mio! Il tuo amore è falso! Cosa vuoi da me? Farmi stare male, eh? E' questo che vuoi?- gli strillai addosso.
- Ma che cosa stai dicendo! Sei pazza?-
- Tu ami una bambina superficiale e viziata??!- la mia voce salì di qualche ottava.
- Non ho detto che lo sei! Sei cambiata e te l ho detto milioni di volte...Solo che..-
- Solo che cosa?! Io non ti credo!- lo spinsi e lui indietreggiò.
Fece un respiro profondo.
- Solo che lo sei stata, Katia. E a volte mi spaventa...Mi spaventa il fatto che un giorno te ne accorgerai veramente che squallida vita possiedo e quanto poco posso darti...cosicchè un giorno scapperai via da me.- disse amaro, guardandomi intensamente negli occhi.
Non risposi e tirai su col naso. Come poteva pensare una cosa del genere?
- Lo so che rubare è sbagliato. Per questo non volevo darti nessun peso.- si avvicinò a me.
- Quando tuo padre ci darà i soldi, ci rifaremo una nuova vita. E non saremo più costretti a rubare- prese delicatamente il mio viso tra le sue mani.
Sussultai quando pronunciò quelle parole.
- Quando mio padre vi darà i soldi...- mi uscii con voce smorzata, mentre lacrime continuavano a scendere copiose.
- Perchè piangi, scricciolo?-
-...Mike, tutto questo finirà- lo abbracciai stretta continuando a singhiozzare come una disperata.
Lo sentii sospirare poi mi baciò il capo.
- Calmati, calmati.- mi bisbigliava con dolcezza al orecchio.
- Vedi questo era un altro motivo per la quale avrei dovuto farmi gli affari miei...- sospirò.
- Ma è inutile piangere su latte versato: ormai è fatta. Io non mi pento...ma le conseguenze saranno dannose per la nostra emotività-
- Non ci vedremo più vero?- il mio cuore rallentò parecchio e il nodo in gola si fece sempre più grande.
- Io non voglio mentirti- mi guardò negli occhi e fece un grosso respiro.
- Credo che ce ne andremo di qui- mi sussurrò con tristezza.
Mi si bloccò il respiro. Mi sconvolse non poco la notizia che mi aveva dato.
Il mio cuore si dimenava come un forsennato, pronto a espldere in qualsiasi momento. Sentivo crescere una crisi di panico.
- Io verrò con te!- dissi dopo averci pensato qualche secondo, con voce straziata dall agonia.
- Non puoi, Katia.- scosse la testa benevolo.
- Si, posso! Spiegherò tutto a mio padre, lui...-
- No! Metteresti nei guai la nostra famiglia, non farlo te ne prego!- mi implorò strattonandomi le spalle.
- Ma Mike...- cominciai a piangere più forte portandomi le mani al volto.
- Ascolta..- provò a sollevarmi lo sguardo, cercando i miei occhi bagnati e consumati dalla tristezza.
- Non è detto. Insomma, abbiamo la nostra vita qui in fin dei conti. Forse, solo se si verificherà qualche problema..noi ce ne andremo, capisci?- mi spiegò asciugandomi le lacrime.
Allora c era ancora qualche speranza...Mi sentii più sollevata.
- E troveremo una soluzione se rimarremo qui. Tanto tuo padre non vedrà mai il mio volto. E posso sempre rimanere il tuo ragazzo alla luce del sole.- mi sorrise così calorosamente da sciogliermi il cuore.
Poi mi abbracciò stretta a lui, cullandomi con il dolce suono della sua voce.
- Se tu te ne vai, io vengo con te-
- Rifletti- sospirò - non puoi lasciare tutto per me.-
- Invece si. Tu sei la mia unica ragione di vita-
Mi ammonì con uno sguardo poco convinto. Avevo paura anche io delle mie stesse parole...

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Capitolo 17
*** Meschino ricatto ***


Note a fine paginaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! ^^
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Capitolo 17: Meschino Ricatto -

Pov. Katia.




Continuando a vivere, indisturbata, nella tana del lupo mi sentivo sempre più a mio agio. Ormai era un pezzo di vita che mai e poi mai avrei riuscito a lasciare con tanta facilità e leggerezza. Mike , qualche giorno prima, mi aveva confidato che dopo il mio ritorno a casa e quindi, di conseguenza, il loro arricchimento, avrebbero molto probabilmente lasciato la città per trasferirsi in un posto più tranquillo ricominciando una nuova vita da civili.
Ogni giorno in quella casa, non succedeva mai nulla di veramente diverso. Finchè la mia routine quotidiana includeva Mike per me andava sempre più che bene. L'importante era che lui fosse con me, non mi importava dove.
Ma un giorno, a sorpresa, capitò una disgrazia. Almeno per me era la cosa più brutta che potesse succedere.
Io e Mike, in una bellissima giornata di sole, eravamo rintanati in casa sul divano per " guardare" un film che davano in tv.
Le finestre erano tutte chiuse e sbarrate, la porta pure, mentre noi eravamo sul divano a coccolarci.
I baci di Mike sembravano essere più caldi del sole di Giugno. Era da tanto che io e lui non ci concedevamo un giorno di relax soli soletti. Lui era sopra di me posizionato in mezzo alle mie gambe divaricate, la mia mano percorreva con lentezza il tratto della sua schiena e delle sue spalle larghe. Era già da mezz'ora che avevamo incominciato a baciarci e a spogliarci.
Mi baciava il collo poi scendeva sul mio seno, ormai nudo da un pezzo, mentre la sua mano invece scendeva sempre più giù: all'elastico rosa delle mie mutande.
Delicatamente, e con mia grande sorpresa ed imbarazzo, Mike vi introdusse la mano e cominciò a toccare la parte più sensibile del mio fiore infuocato di desiderio.
Il mio cuore cominciò a tamburellare pronto a fuoriuscire dal petto da un momento all' altro. Inaspettatamente, cominciai ad ansimare per il piacere causato dal suo tocco, quando...
Din Don Dan.
Mike tirò via immediatamente la mano e si alzò dal divano esclamando un - Merda!- impaurito.
Chi diavolo poteva essere se non i genitori di Mike?
Io ancora con il fiatone mi alzai mettendomi subito il reggiseno e infilandomi la maglia del pigiama di Pam.
Merda! Merda e ancora merda!
Anche Mike si diede una sistematina mentre io, dopo essermi messa posto, sistemai anche il divano.
- Sei pronta?- mi chiese Mike con voce rauca e terribilmente sensuale.
Non mi resi conto che le mie guance erano andate letteralmente a fuoco. Al solo pensiero che la sua mano prima...
- Ehm.. si. Apri pure- risposi ancora un pò imbarazzata.
Appena Mike aprì la porta, mi aspettai di veder entrare Pam saltellando di gioia oppure di sentire la voce calda di Gioemi e quella divertita di Raffo, ma non mi aspettai per niente una voce del tutto sconosciuta e femminile.
Aguzzai di più l'orecchio; avrei tanto voluto andare a vedere chi fosse ma non era un' idea alquanto geniale.
- E così mi ricordavo perfettamente dove abitavi- disse la voce femminile con un certo entusiasmo.
Stavo già per perdere le staffe.
- Come, prego?- fu la domanda confusa di Mike.
- Dai, non ti ricordi di me? Impossibile.- cosa faceva questa? Pure la civettuola? No, no, no, e poi no!
- No, sinceramente, non so chi tu possa essere-
All'improvviso sentii aprirsi del tutto la porta, la ragazza entrò e la faccia preoccupata di Mike mi sconvolse.
La ragazza puntò subito lo sguardo su di me e poi su Mike, sbalordita.
- Ma lei...lei non è quella ragazza scomparsa?- chiese poi a bocca aperta.
- No, di sicuro ti starai confondendo. Io sono sua sorella.-
Proprio in quel momento, però in tv stavano dando il telegiornale e in prima notizia, c' era la mia scomparsa.
Apparve la mia foto e la ragazza continuava a guardare prima la tv e poi me. Maledizione! Non sapevo neanche dove fosse finito il dannato affare per spegnerla quella schifosa televisione!
- No, voi mi state prendendo in giro! Tu sei Katia! La famosa ballerina di danza classica scomparsa all'incirca un mese e mezzo fa-
Merda! Io e Mike ci guardammo negli occhi, in cerca di un intesa sul da farsi. Metterla K.O ci sarebbe stato alla grande ma era, completamente, fuori questione. Santo Dio, mannaggia a quell' oca giuliva senza cervello!
La ragazza bionda si girò verso Mike leggermente impaurita.
- Tu!- gli puntò il dito contro - Tu l'hai rapita?-
Mike non ebbe reazione. Non sapeva cosa rispondere. Dannazione!
- No!- esclamai io, facendo voltare la bionda verso di me.
Si, brava Katia. E adesso che le racconti?
- Sono stata io a scappare di casa per venire qui.- mentii balbettando - Lui è un mio carissimo amico che mi ha offerto ospitalità- la guardavo dritta negli occhi con intensità e determinazione
L'oca bionda si confuse mentre Mike lanciò un sospiro di sollievo.
- Quindi, quello che si dice in giro è falso?- mi chiese con più curiosità e acidità.
- Diciamo di si. Sto facendo credere a mio padre di essere stata rapita perchè...ehm...- ecco, adesso non sapevo veramente cosa inventarmi.
- Per un suo scopo personale!- intervenne Mike, salvandomi.
- Si, esatto!- sospirai sorridendogli.
- Oh! Beh...ho capito tutto perfettamente!- ammiccò la bionda che non mi convinse affatto.
Diamine, anche se avevamo raccontato una balla nulla le vietava di andare alla centrale e fare strada per la casa dei miei rapitori.
- Quindi...- cominciò Mike, rivolgendosi alla bionda facendole segno che gli era sfuggito il nome.
- Jen- rispose lei, sorridendogli a trentasette denti -cosa che mi fece altamente infuriare!.
- Bene, Jen. Che cosa volevi?- Questa era una domanda più che sensata. Non avevo ancora capito da dove, questa Jen fosse sbucata. E sentivo che MIke, stranamente, avrebbe potuto darmi tutte le risposte.
- Sai, ci sono rimasta parecchio male che tu ti sia dimenticato di me.- da falsa bambina capricciosa mise su il broncetto triste. Non era difficile capire che ci stava provando con il MIO ragazzo. Strinsi i pugni e i denti per la rabbia che mi stava sormontando dentro.
Mike sollevò un sopracciglio, disorientato.
- Io, invece, non mi sono affatto dimenticata di te e di quella notte, Mike.-
Sapeva anche il suo nome! Diamine, stavo diventando di tutti ii colori.
Mike impallidì all'istante. Un'altro punto a nostro svantaggio: sapeva il nome del rapitore.
Ma la cosa che mi catturò era un'altra: la ragazza aveva chiaramente detto che non si era dimenticata di quella notte con Mike.
Doveva essere, probabilmente, una di quelle sciaquette che si era portato a letto per soldi. Al solo pensiero cominciò ad ingarbugliarsi lo stomaco per la gelosia e il nervoso.
- Senti, Jen, mi dispiace ma non mi ricordo affatto di te. Ne ho avute così tante che non mi ricordo il nome di tutte quelle che passano nel mio letto.- rispose Mike con aria di superiorità, come se fosse una cosa di cui andare fieri. Anche questo mi fece montare più forte la rabbia.
- Eppure tu mi avevi detto che sarei potuta tornare a mio piacimento.-
- Ora non più, mi dispiace. Ho finito di fare quel mestiere.- disse Mike spiazzando la bionda.
- Neanche per una marea di soldi?-
- No, neanche per una marea di soldi.- Il mio ragazzo alzò gli occhi al cielo.
- Bene, quindi, immagino che me ne possa andare.- L' oca bionda fulminò con un occhiata sprezzante prima Mike e poi me.
- Aspetta- le andai in contro - Per favore, non dire nulla a nessuno di quello che ti è stato riferito oggi. Metteresti nei guai molte persone.-
- Lo so. Era proprio questa la mia intenzione- Jen mi sorrise perfidamente mentre stava per aprire la porta. Ma Mike l'afferrò per un braccio e la tirò indietro.
- Ehi, ma sei impazzito?!- esclamò lei, irritata.
- Cos'è che vorresti fare, scusa?!- Mike alzò la voce contro quell'oca con la falsa faccia da angioletta.
- Andare alla polizia e dire tutta la falsa di questa pappamolla!- Jen non si smentì neanche davanti agli occhi furiosi di Mike.
Pappamolla. Pappamolla a me?! Quell'oca bionda giuliva senza cervello!
- Oppure...- continuò lei, dopo essersi calmata - concedimi un'altra notte e io proteggerò il vostro segreto.-
Mi si mozzò il respiro all'istante. Pietra. Ero rimasta di pietra.
Guardai Mike, con le lacrime agli occhi. Sapevo benissimo che avrebbe accettato per proteggere tutta la sua famiglia. Quella che ci avrebbe rimesso ero io.
- Allora?- richiamò la nostra attenzione la bionda impaziente.
Mike mi guardò, pallido in volto. Poi tornò a guardare con diprezzo e disgusto la ragazza meschina che aveva davanti agli occhi.
- Hai detto solo una notte, giusto?- chiese Mike, confermando la mia paura più viva. Mi sentii stritolare il cuore dalla gelosia; il respiro non voleva tornare e le lacrime cominciarono a fluire dai miei occhi.
- Si- rispose la bionda vittoriosa.
- E..manterrai il nostro segreto?-
- Si-
Mike mi guardò sconfitto e dispiaciuto.
- Va bene, allora.- rispose a bassa voce, sembrava quasi che lo stessero strangolando.
- Bene.- sospirò felice, Jen. - Allora, tornerò stasera, Mike.- e si avviò verso la porta.
- Ehi bionda. Hai fatto una promessa. Se tu sveli il nostro segreto, anche dopo averti accontentato, stai certa che ti verrò a prendere anche dall'altra parte del mondo. E non sarà una visita di cortesia.-
Jen rabbrividì e si chiuse la porta d'ingresso alle spalle.
Io guardavo a terra, colma di rabbia e indignazione.
- Katia, io...- cominciò Mike, avvicinandosi.
- No, non mi devi nessuna spiegazione.- indietreggiai senza guardarlo negli occhi. Poi tirai su con il naso.
- Ora va a prepararti. Tra due ore, al massimo, ti aspetta una bella serata- dissi con una freddezza tale che mi sorprese.
Mike sospirò e con sguardo basso cominciò a salire le scale. La gelosia si stava impossessando di me.












Note:
Ebbene si, è inutile che vi affidiate alle previsioni del meteo perchè oggi nevica! Si, si proprio così! xD E dopo quasi 3 mesi di assenza a crogiolarmi nel mio più vano intento alla ricerca di una dannata ispirazione, eccomi qui a continuare la storia! Finalmente, qualcosa è riuscito a passare per questa mia testa bacata... eehehehhe.. Non so come, ma molto felicemente mi sono messa a scrivere questo capitolo che tutto sommato, dai non si può definire una vera e propria schifezza. -.-''' ma vabbè, sarete voi a giudicare...sempre se non mi avete dimenticato eh! :D cosa alquanto comprensibile, visto che sono sparita per più di 3 mesi. Eh ho avuto veramente molte cose da fare! Con la scuola e mancanza di ispirazione... uff uff.. Per vostra informazione ho avuto fino alla settimana scorsa, almeno 9 materie sotto.-.-''' Ma con grande forza di volontà, in una settimana, sono riuscita a salvarne ben 3! E facendo i calcoli, ho ancora 6 materie sotto.. O.o
Vabbè xD non siamo qui a parlare della mia situazione scolastica, ma piuttosto sarete stupite dal fatto che sono tornata! siiiiiiiiiiii, sono veramente felice anche io.
Presto chiuderò anche questa storia.. poi finirò " Non posso uccidere ciò che amo", se la mia amata * ispirazione* si decidesse a tornare anche in quella storia mi farebbe un enorme piacere.
Ebbene, per non andare troppo sulle lunghe... come vi è sembrato il capitolo?? Bello, brutto, lungo, corto, scritto male, scritto bene... ?? e bla bla bla??
Ok, basta sto delirando.. è solo ke sono felice perchè finalmente sono tornata a scrivereeeeeeeee! =)=)
muahahahahaha
Passiamo ai ringraziamenti, anche se non ha molto senso essendo passato così tanto tempo xD ma comunque ci tengo:
TerryTheBest: grazie grazie grazie! scusa se mi sono fatta aspettare ma meglio tardi che mai, no? O meglio dire, chi non muore si rivede! Fammi sapere che ne pensi.. =) baciooooooone *___*
SweetCharry: la mia piccola tesora che anche lei non so che fine ha fatto! Mi dispiace davvero molto che non sta più continuando la sua storia a cui a me piaceva da morire! =( vistooooo? sono tornata anke io!! spero ke nn ti sia dimenticata di me.. sniff sniff.. Tutto sto tempo a fatto bene o male al mio modo di scrivere secondo te?? ;-) spero ke mi spiegherai xke neanke tu hai continuato a scrivere la tua storia! un bacione grande tesoro! <3
piciuque: grazie 1000! ihihihih.. che carina che sei! =)=) di questo ke ne pensi??
Vale728: ohhhhh sono tornata! ahahahahha pensavi di esserti liberata di me?? muaahahaha.. comuuuunque, questa volta mi sono fatta attendere pure tanto. Ma comunque, io sono una persona che le cose le porta a termine. forse mi ci vorrà una vita, forse di meno, ma ti garantisco che le cose le finisco. Grazie per i soliti complimenti ke mi fai! un bacione. <3
fallsofarc: ed ecco un'altra persona fantastica ke mi sta facendo letteralmente sognare con la sua storia " Secretly". Veramente stupenda, davvero. Sono contenta che ti piacciano le mie storie, come ben sai è un onore. Grazie 1000 sul serio. =)=) Aaah posso farti una piccola domanda?? Come si mettono le foto? e come fai a taggare ( linguaggio facebook xD) alcune cose che scrivi?? O.o Cmq spero ke mi farai sapere presto! un bacioooooo grande e grazie =)

Un bacio a tutti e scusate per la mia ricomparsa in ritardoooooo! <3<3

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Capitolo 18
*** Mezza verità alla luce del sole ***


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Note a fine pagina =)

Capitolo 18: Mezza verità alla luce del sole

Pov. Katia



Lo sguardo vacuo si posava su ogni singolo oggetto dentro alla sala da pranzo. Ero seduta a tavola con un piatto di spaghetti caldo e fumante sotto il naso ma, sinceramente, mi disgustava parecchio. Non per il piatto in se ma perchè avevo già lo stomaco stracolmo di frustazione, indignazione, rabbia e gelosia.
Oh, quanta gelosia! Intorno a me piombava uno strano silenzio, dovuto all'entrata casuale di quella Jen della quale la famiglia di Mike non sapeva, naturalmente, nulla. Pam mi aveva chiesto spiegazioni al riguardo ma le risposi che non avevo proprio voglia di parlarne...e soprattutto in quel momento.
- Katia, cara, non mangi nulla?- mi chiese dolcemente Gioemi, rattristata.
- No, grazie non ho fame.- le risposi con il miglior sorriso che avessi in repertorio, ma forse quello che ne uscì non fu altro che un orribile smorfia.
Annuì comprensiva. Forse aveva capito che non era aria, che ero di malumore.
Pam mi guardava con un espressione dispiaciuta e allo stesso tempo piena di attenzione. Chissà, probabilmente mi stava studiando per bene..
Per fortuna dal piano di sopra non sentivo niente: la tv del soggiorno era accesa e tutto quel tintinnare delle forchette contro i piatti, riusciva ad assordare un pò tutto il resto.
Quando ebbero finito di mangiare, aiutai Pam a sparecchiare la tavola sempre con sguardo assorto e mente assente. Cercavo di non pensare proprio a niente, ma mi era fottutissimamente difficile.
- Ne vuoi parlare?- mi chiese Pam senza guardarmi negli occhi ma concentrata a svuotare con cura i rimasugli del sugo dentro al lavello.
- Non c'è niente di cui parlare- la rassicurai, facendo finta di niente mentre, intanto, sciacquai sotto  acqua le forchette.
- Mmm...- cominciò sospettosa - Non ne sono tanto convinta-
Sbuffai stizzita. Sapevo che Pam voleva solo aiutarmi a farmi stare meglio...ma se non ne volevo parlare, non potevo parlarne!
- Ok, come vuoi, scusa... Non voglio farti arrabbiare. Ma comunque, se hai voglia di parlare, io ci sono- mi bisbigliò con un sorriso sincero prima di andarsi a sedere sul divano accoccolata insieme ai due genitori.
Quel divano...
No, che diamine! No! Scossi la testa per scacciare via i pensieri e i ricordi di quel pomeriggio.
Sembrava tutta una messa in scena: i genitori di Mike fingevano che al piano di sopra non ci fosse nessuno.
E invece...lassù c'era il mio ragazzo, il MIO, nel letto con un'altra! Mi sentii bruciare all'istante tutti i neuroni nel cervello ed avevo come l'impressione di essere caduta in un baratro vuoto e profondo.
Il mio cuore era stato ridotto a brandelli con una lacerata a dir poco lancinante. Corsi subito via, scoppiando in lacrime, trovando conforto solo su quella brandina su cui tante volte avevo pianto.
- Katia, che succede?- era Pam, probabilmente preoccupata per il mio strano "malessere".
- Niente- risposi sofferente con la voce attituita dal cuscino - per favore, vai via-
Sospirò e mi farfugliò un - Come vuoi- prima di uscire e chiudere la porta.

Passarono dieci minuti buoni prima che mi ripresi dal pianto e dagli spasmi; avevo gli occhi gonfissimi e rossastri. Ridotta così per un ragazzo! E non uno qualsiasi, ma un ladro!
Bussarono alla porta con delicatezza.
Sospirai e risposi di entrare a chiunque fosse.
Vicino allo stipite della porta semiaperta, vidi entrare Gioemi con tutta la completa preoccupazione di una mamma.
- Tesoro, come stai?- mi chiese, venendomi incontro e accarezzandomi una guancia.
- Meglio- le sorrisi. Come potevo cacciarla via? Era, moralmente, impossibile trattare male una donna come lei.
Increspò le labbra in una smorfia non tanto convinta.
- Vorrei parlare con te, se vuoi- mi informò cauta.
Non ero proprio dell'umore adatto per affrontare un discorso...
- Certo, dimmi pure-
Si sedette sul letto accanto a me e mi guardò intensamente negli occhi facendo un profondo respiro.
- Sei, per caso, infatuata di mio figlio?-
Impallidii all'istante. Peggio di un lenzuolo lasciato a freddare dentro il frigorifero, o lasciato a smacchiare ancora di più dento la candeggina.
Invece, Gioemi era il ritratto della tranquillità e gentilezza pacata.
- So che non sono affari miei ma ultimamente vi vedo spesso insieme, non litigate più come una volta. Tu rivolgi attenzioni che dapprima non c'erano. E questo mi ha stupito piacevolmente. Insomma, finalmente voi due andate d'amore e d'accordo, però... Ho anche notato cose della quale all'inizio non feci caso: tipo stasera.- fece una pausa, dopo la breve spiegazione delle sue giuste osservazioni.
- S-stasera?- chiesi sorpresa, in un flebile sussurro. Si stava di certo riferendo alla biondissima Jen.
- Si, quando è arrivata la ragazza. Sembravi un vero cadavere.-
Deglutii.
- Io non ti sgriderò, di certo, perchè hai preso una cotta per Mike ma... Vedi è molto pericoloso, lo capisci?-
- Si, certo.- Ah, se solo sapesse...
- Ma puoi stare tranquilla: Mike non ricambia i miei sentimenti.- mentii con disinvoltura.
Esitò un pò, distogliendo l'attenzione su qualcos'altro nella mia camera.
- Sai, non sono convinta che lui non ricambi i tuoi sentimenti.-
Merda! Ma perchè una madre doveva sempre venir a scoprire tutto?!
- Invece è così, fidati. Lui non mi vuole.- dissi più decisa.
- Toc. Toc. Posso entrare?- era Pam.
- si, certo- l'accolsi con un sorriso. Avevo proprio bisogno di un'amica.
- Va bene, allora, vi lascio sole. Grazie per l'ascolto, Katia. Ti auguro una serena notte- Gioemi, mi baciò la fronte con dolcezza e uscì dalla cantina.
Pam saltellò fino al mio letto e con una briosità che mi sciolse in un sorriso, mi chiese:
- Stai un pò meglio?-
- Si. Posso chiederti un favore?-
- Tutto quello che vuoi- mi sorrise.
- Abbracciami!- e le saltai addosso in un goffo abbraccio che lei ricambiò vivacemente.
Quando ci staccamo, mi puntò il dito contro: - Dimmi la verità!- mise su il musetto da cucciola - Ti piace mio fratello?!- esclamò.
- Cosa?! No, certo che no!-
- Nooooo!- disse lei sarcasticamente - Assolutamente no, vero?- ghignò sotto i baffi.
Poi scoppiammo a ridere. Una chiara conferma alla sua domanda.

Poco dopo, ritornai in salotto; non era proprio il caso che mi isolassi stando in quelle condizioni. Io e Pam eravamo sul divano - come sempre- a guardare una teen comedy molto divertente.
Ma il divertimento cessò quando, verso mezza notte e un quarto, vidi scendere la bionda e avviarsi frettolosamente verso la porta d'ingresso per uscire.
La malinconia tornò a colpirmi con un'ondata profonda.
- Aveva detto che aveva smesso- mi bisbigliò Pam con indignazione, continuando a guardare la tv.
- Ma lui ha smesso-
- E la bionda, come me la spieghi?-
- E' una storia lunga che ti farai raccontare da lui, io non me la sento di farlo-
Pam annuì capendo il mio stato d'animo.
Ed ecco che dalle scale scese il diretto interessato.
Mi si gelò l'anima a vederlo a petto nudo dirigendosi verso la cucina. Cercai di non degnarlo di uno sguardo, ma mi era letteralmente impossibile.
Il mio cuore batteva frenetico mentre mille domande mi ronzavano in testa. Una era la più pressante: mi amava ancora? O la stupida bionda era, forse, meglio di me?
Mike continuava a fissarmi, sfidandomi con lo sguardo. Ma non era affatto cattivo, sembrava più uno sguardo dispiaciuto che chiedeva scusa.
Cominciai a tremare.
- Io e te dobbiamo parlare, fratellino.- Pam si rivolse a Mike, freddandolo con lo sguardo.
- Domani, Pam. Non è serata.- e così se ne andò. Lanciandomi un ultimo sguardo sconsolato mentre saliva le scale.
E così, quella sera, era uscita fuori una mezza verità: per la famiglia di Mike, io amavo il loro unico figlio. L'altra mezza verità era che noi stavamo insieme. E questo non avrebbero mai dovuto scoprirlo.






Note:

Ohhhh buonasera a tutti! Eh si ho proprio deciso di peggiorare le condizioni climatiche, vero? xD Sono già tornata con un altro capitolo tutto per voi! Ho inserito un'immagine! Tutto grazie alla mia adoratissima Chiara (fallsofarc ^^) che mi ha aiutato tantissimo e sempre con tanta gentilezza! Eh lo so, sono un pò ritardata su questo genere di cose.
Vabbè, passiamo ai ringraziamenti va.. xD prima ke vi assilli con uno dei miei sproloqui:
giulia87: che piacere rivederti! ( senti da che pulpito) sono contenta che la la mia storia la segui ancora. ehehehe hai visto che ingegno ho trovato? =)=) grazie 1000 per aver recensito! e invece la tua splendida storia dove l hai lasciata?? =| bacio :*
_Bella_Swan_: Che piacere trovare una tua recensione! =) No, no è più bella la tua di storia stai scherzando vero? Però dai, è bello sapere che mi fai compagnia nella mia situazione scolastica. Allora non sono l'unica messa male xDxD. Ma siiii vedrai ke recupereremo e saremo promosse! Eh, già Jen è proprio una gran ......... biiiiip! Non so neanche io da dove mi è uscita sinceramente! -.-''' Beh, spero ke continuerai a seguirmi, sono davvero contenta ke ti piaccia :D. un baciooooooooo <3
ery_94: woooow una nuova fan! E questo mi fa piacerissimo! =) benvenuta, allora! ihihihih... grazie mille dei complimenti, spero ke anke tu continuerai a seguirla! Un bacio grande, alla prossima =)
SweetCherry:  tesoro, menomale ke ci sei ancora! Devo ancora passare a leggere la tua nuova storia e lo farò prestissimo, contaci! :D Mi dispiace molto che però non continuerai " Il mio inizio sei tu", ci tenevo molto a sapere il finale della bellissima storia! Ma vabbè sono affaracci tuoi e scusa se mi intrometto -.-''' coooomunque dici che davvero sono migliorata?? O.o Riguardo a Jen, si anke io vorrei ke le staccassero la testa a morsi. Quella grandeeeeee.... nn si può dire! xD
Questo come ti sembra??? Un bacioooo  :* <3
piaciuque: eheheh.. grazie per aver tenuto duro ed avermi aspettato! ihihih sono contenta ti sia piaciuto! un bacioneeeee! =)
TerryTheBest: ahahah ma Ke domande! :D certo ke non mi stanno antipatiche le bionde, ho scelto un colore a caso così.. potevo prendere anche una mora senza problemi! xD anche perchè io sono castana molto chiara, quindi... ihihih...xD nono stai tranquilla =) un baciooooooo :*
Vale728: Sono contentissima che la mia storia ti prenda ancora e menomale! Davvero sono felice di non aver perso tutte quelle che mi seguivano. Grazie grazie grazie. Questo ti piace? :D baciooooottooooo =)
fallsofarc: Ed ecco la mia Chiara!! Innanzitutto grazie per i codici e scusa per il disturbo. Come al solito non sono riuscita a risponderti tramite e-mail perchè il postmaster non me le invia -.-''' casella postale bacata per la padrona bacata xDxD
Comunque, no non ho abbandonato l'idea di scrivere il seguito di Minny e Denis. Ma voglio fare una cosa fatta bene e finire le mie f.f prima di incominciarne un'altra! perchè alla fine mi va in standby il cervello e non concludo più niente per altri 3 mesi... si lo so, sono bacata! muahahah.. Grazie 1000 per aver recensito che come sempre mi rende immensamente felice! =)
un bacio grande tesorooooooooooo!! <3<3

Cercherò di mettere al più presto anche le foto degli altri personaggi! Un bacio a tutti quelli ke passano di quiiiiiiii! =)=)
Silvietta <3

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Capitolo 19
*** Fare pace ***


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Capitolo 19: Fare pace
Pov. Katia


Da qualche ora la mia attività preferita - per modo di dire- era, senza ombra di dubbio, fare zapping. Passavo da un canale all'altro senza mostrare vero interesse. Pam era a scuola e non vedevo l'ora che tornasse, Raffo stava riposando, Gioemi era evidentemente uscita visto che non l'avevo affatto sentita armeggiare ai fornelli, e riguardo a Mike...meno lo pensavo meglio era! Di lì a poco sarebbe tornato per la pausa pranzo e io non me la sentivo affatto di affrontarlo.
Non sapevo neanche io il reale motivo per la quale lo evitavo. Insomma, non ero arrabbiata con lui. D'altronde come potevo esserlo? Quello che ha fatto è stato per il bene esclusivo della propria famiglia. Magari, ero io quella -ancora una volta egoista- che non pensava ai sentimenti degli altri ma pensava solo ai propri: di certo, neanche per Mike era stato piacevole fare sesso con una ragazza che non era la sua e che, soprattutto, non amava. Forse, mi stavo comportando da bambina. Forse, era meglio buttare tutta questa sporca e vile faccenda nel dimenticatoio. Ma allora, perchè proprio non ci riuscivo? Ero realmente convinta del fatto che lui mi amasse ancora? Sapevo che era una domanda stupida da porsi, ma non faceva altro che aleggiare nella mia mente prendendo possesso di tutti i miei pensieri.
Decisi di distrarmi e così mi venne in mente un'idea: siccome era da un pò di tempo che non sentivo il mio adorato padre, lo chiamai. Potevo sentire la sua voce solo sessanta secondi, al massimo, se no la polizia sarebbe riuscita ad intercettare la chiamata.
- Pronto?- la voce calda e confortante del mio papà mi scaldò il cuore.
- Papà!- esclamai felice.
- Oh tesoro mio, quant'è bello sentirti! Come stai? Dimmi che non ti hanno fatto del male.- la sua voce tremava tant'era emozionato.
Erano rimasti trentacinque secondi.
- No papà, sto bene non preoccuparti. Sono tutti buoni con me, quindi fai tutto con calma-
- Sono così contento! Comunque, manca poco e uscirai di lì per poter tornare finalmente tra le mie braccia. Quest'anno, per natale, sarai tu il mio unico regalo-
Sorrisi contenta.
Venti secondi.
- Non vedo l'ora, papà. Scusa, ma ora devo andare: non posso intrattenermi molto. Ti voglio bene, ricordalo.-
- Si, tesoro mio anche io. Ti penso sempre. Ti voglio tanto bene, figlia mia.-
Premetti il tasto rosso chiudendo la chiamata. Salii in salotto di malavoglia. Non avevo ne la forza ne la voglia di fare niente.
Trovai Gioemi ai fornelli aprendosi in un sincero sorriso appena mi vide.
- Ciao, Katia-
- Buongiorno- farfugliai timida.
- Come stai, oggi?- mi chiese interessata.
- Benissimo, grazie.- mentii facendole un sorriso finto come le tette della Anderson. - E tu?-
- Bene, tutto bene.- rispose affaticata - Tra poco è pronto in tavola e spero che mangerai più di ieri- mi ammonì con uno sguardo di rimprovero ma allo stesso tempo gentilmente delicato.
- Certo, certo- divenni rossa per la vergogna. Era vero, dovevo comportarmi meglio.

Passò più o meno un'altra mezz'ora e vidi rientrare Pam che, con la sua allegria, causò il risveglio brusco di Raffo.
Piano piano, il salotto cominciò ad affollarsi, ma mancava ancora Mike. Stavamo aspettando solo lui per iniziare a mangiare. Speravo, vivamente, che dopo mangiato tornasse a lavorare; non mi ero ancora ripresa per poter sopportare la sua presenza o anche solo per poterlo guardare.
Dopo qualche minuto, sentii sbattere la porta d'ingresso e la sua voce mi arrivò dritta al cuore scatenandolo come un forsennato.
- Ciao a tutti-
Non mi girai neanche a salutarlo mentre il piccolo coro, intorno a me, ricambiava il suo cortese saluto.
Mike si andò a lavare le mani per poi sedersi a tavola. Sfortunatamente, c'è l'avevo di fronte. Iniziò a tempestarmi di occhiate senza mai distogliere lo sguardo.
Accuratamente evitai i suoi occhi, cominciando a mangiare e provando - con sforzi disumani- a non arrossire seppur avendo il suo sguardo puntato su di me.
Stranamente, finii più in fretta degli altri a mangiare. E dopo aver lavato il mio piatto nel lavello mi dileguai dicendo loro che mi sarei andata a fare la doccia.
Salii le scale per dirigermi verso la camera di Pam, la quale mi aveva dato il libero permesso di entrare e uscire quando mi pare quando si trattava di cambiarmi i vestiti. Presi un reggiseno, una mutanda, un pantalone della tuta che lei non usava mai e una maglietta leggera a maniche lunghe. Poco mi importava del freddo, sinceramente, era l'ultimo dei miei pensieri.
Mi buttai a capofitto sotto l'acqua lavando via con un getto bollente le ultime tensioni accumulate in quei due giorni da panico.
 Cavolo, non potevo credere che eravamo già arrivati a natale. Era il 7 dicembre e il l'indomani, come tradizione voleva, bisognava addobbare la casa con le decorazioni natalizie e preparare l'albero. Era sempre stato compito mio, nella mia dimora, occuparmi degli addobbi e tutto il resto. Lo facevo più che altro per rendere felice mio padre. L'8 dicembre di ogni anno, mi svegliavo verso le sei del mattino preparando tutta la casa per l'imminente evento che portava sempre un clima di serenità e gioia nel cuore delle persone. E quando vedevo il sorriso di mio padre spuntare agli angoli della sua bocca, era sempre una grande soddisfazione per me. Mio padre aveva sofferto talmente tanto in vita sua che era raro vederlo sorridere; e quelle poche volte che capitava non me lo sarei persa mai, per nessuna ragione al mondo.
 Dopo essermi lavata e sciacquata ripetutamente, uscii dalla doccia tremando come una foglia cercando disperatamente un'accappatoio. Ma dove cavolo era finito quello di Pam?
C'erano appesi quelli di tutti tranne il suo. Porca paletta! Avrei dovuto usare quello di Mike. Sbuffai prendendolo dall'attaccapanni e avvolgendomelo addosso cominciai a sentire il fresco profumo del suo docciaschiuma. Avrei potuto inspirare l'odore per ore e ore...
Complimentandomi della mia idiozia, decisi che non era proprio il caso di lodare ulteriormente il mio rapitore per poi finire come un cumulo spazzatura gettato sulla brandina della cantina.
Dovevo accantonarlo dai miei pensieri. Quindi, mi asciugai e mi vestii con il massimo della lentezza, canticchiando qualche melodia al pianoforte di Beethoven.
Quando aprii la porta del bagno per uscire, vi trovai Mike a braccia aperte. Che stava facendo? Facile. Mi stava aspettando.
La voce mi si bloccò in gola e mi irrigidii come un palo completamente avvolto dal ghiaccio.
Mi aveva intrappolata, non potevo scappare.
- Quando deciderai di rivolgermi la parola?- mi chiese con voce bassa. Il suo sguardo non era irritato o arrabbiato per il fatto che l'avessi evitato per un giorno. In fondo, non poteva darmi torto.
- Fammi passare- risposi semplicemente cercando di sorpassarlo. Ma Mike mi si piazzò davanti e mi fece indietreggiare.
- Avanti, Mike. Non ho voglia di litigare- quando parlavo non lo guardavo neanche negli occhi. Tenevo lo sguardo basso. Avevo veramente troppa paura.
- Neanche io voglio litigare, ovviamente. Voglio solo parlare con te.- mi informò, dolcemente.
Non risposi. Non pensare, non pensare, Katia, questo è il trucco.
- Guardami- Mike si spazientì.
Non potei non obbedirgli e, tirando su il viso, inchiodai i miei occhi nei suoi. Stavo per scoppiare a piangere, lo sentivo.
Probabilmente, la mia sofferenza si scorse dal mio sguardo perchè l'espressione di Mike si intenerì notevolmente.
Si avvicinò a me, carezzandomi in maniera impercettibile la guancia destra.
- Katia...-
- Mike- cominciai io con una nuova determinazione che sentivo nascere - non mi devi nessuna spiegazione, te lo ripeto. Semplicemente, non mi va di parlarne. Non voglio sapere quello che avete fatto tu e la bionda. Non è colpa tua.- dovetti distogliere lo sguardo per riuscire a trattenere le lacrime pungenti.
- Non è colpa di nessuno. Lo sai che mi dispiace; l'ultima cosa che vorrei è farti del male. Non è stato facile per te quanto non lo è stato per me.- i suoi occhi erano talmente sinceri...
Su questo aveva ragione. Non mi ero mai trovata nella sua situazione: non ero mai stata costretta ad un rapporto senza vederne via d'uscita per evitarlo.
- Non sai quanto sto male a vedere te che mi eviti, che non mi parli, che non mi guardi... Te lo giuro, sto male. Fa male da morire- con queste ultime parole mi abbracciò stretta al suo petto, imprigionandomi tra le sue caldi e forti braccia. Io rimasi pietrificata, non mi mossi di un centimetro.
Perchè mi comportavo così? Non avevo reazioni e non ne capivo il motivo.
Sentii, solamente, gli occhi gonfiarsi di lacrime tutto a un tratto.
- Ti prego, perdonami- mi sussurrò triste. Udivo il suo cuore battere forte contro la sua cassa toracica.
Anche io, all'improvviso, sentii l'impulso di stringerlo. Così lo circondai con le mie braccia, soffocando i sommessi singhiozzi che mi uscivano dal petto.
- Mi ami ancora?- la stupida domanda mi uscii di getto.
Mike si staccò da me e mi sorrise. I suoi occhi luccicavano, rispetto a qualche minuto fa che erano spenti.
- Era questa la tua sciocca paura?- sembrava stupito del mio pensiero.
- Si-
- Che stupida che sei.- mi riprese tra le braccia e cominciammo a dondolarci sul posto.
- Certo che ti amo. Per me esisti solo tu, ricordalo-
Il mio cuore cominciò a battere più forte ritornando a pompare sangue nelle vene. La storia dell'oca bionda era stata buttata nel dimenticatoio come speravo. Almeno, per il momento.
Non so per quanto altro tempo rimanemmo abbracciati. Ricordai, però, il momento esatto che premette le sue labbra sulle mie con un tale trasporto da sconvolgere i più professionisti attori di film per adulti.
E ricordai, soprattutto, la faccia sconcertata di Pam nella penombra, letteralmente ad occhi sbarrati.





Note:

Holàààààààà! ^^ Eccomi quaaaaa... ehehehe pensavate di esservi liberate di me?? O.o nonono! Mi dispiace ma continuerò a tormentiarvi ancora x un pò xD. Ok, ok forse questo è un'altro capitolo di passaggio, ma i due dovevano tornare a fare pace no? E poi... Woooooo che sorpresone! O.o Pam li scopre! E secondo voi cosa farà? mmm... Mah mah.. Farà la buona o la cattivaaaaa??
Beh, come dice la canzone? mmm... ah si, " lo scopriremo solo vivendo " xD. Va bene si lo ammetto, mi sono drogata prima di postare... ahahahahaha.. Ok ora basta veramente..-.-'''
Passiamo ai ringraziamentiiiisssss! xDxD :
_Bella_Swan_: Eeeeeeeeh si povera Katia! Sniff sniff T^T.. Ma purtroppo Mike ha sempre fatto il suo lavoro li e non poteva spostarsi. E no non credo proprio che la bionda si farà rivedere.. anche perchè parto io in quarta per tirarle qualche pugno a quella brutta.........!!!! ( sto insultando un personaggio della MIA  fantasia -.-''') e comuuuuunque grazie mille mille! ^^ sono contenta ke le foto e il capitolo ti sono piaciuti! =) io invece, quando ho finito qui, corro subito a vedere il tuo visto ke hai aggiornato =P sarà stupendo come al solito! Un bacioneeee, al prossimo. <3
piaciuque: ahahahahah grazieee grazie... eh beh un pò di quai ci vogliono per animare la storia visto ke non succede mai un piffero in quella casa xD d'altronde come potrebbe succedere visto ke Katia non può uscire? O.o mah mah.. ihihihih.. un bacio forteeee =)
Vale728: Ohhhhh carissima ciauuuu! =D ti è piaciuta la frase?? Una cosa buona ke ha partorito la mia mente malandata allora! eheheheh.. Beh Mike non poteva parlare a Katia perchè c'era in mezzo anche quella peste di Pam e quindi come avrebbe fatto? ihihih..Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che hai trovato almeno qualche risposta alle tue domande! =) baciooooo grande <3
SweetCherry: eeeeehiiii belle le immagini eh? ihihih tutto merito di Chiara che mi ha insegnato.. se no dovevate continuare alla cieca xD grazie grazie grazie! =) sono molto contenta che il mio stile sia migliorato! Almeno in questi 3 mesi di assenza qualcosa sono riuscita a farla! e spero di migliorare ogni giorno di più! Dopo che ho aggiornato, corro a leggere anke la tua di storia e devo lasciarti una recensioneeeeeee ^^ =P. Questo come lo trovi?? ^^ un bacioooo grande tesoro! <3
fallsofarc: Beh... Chiara.. io non so davvero ke dirti se non.. GRAZIEEEEEEE! *___* sono commossa! hai visto cosa ci vuole a farmi felice? davveroooooo.. io.. cioè.. mi viene solo da dirti grazie! x l'incoraggiamenti, x le spiegazioni, x i complimenti! davvero per tutto... un bacioo enormissimo che ti lasci lo stampo ( xD) <3<3<3 :*
TerryTheBest: ihihihih.. vai tra che io sono più pazza di te! ahahahah.. si guarda caso si era capito che sei bionda.. mah mah! xD un bacioo bella! ps= ti do un consiglio...* me vuole fare la saggia nonnetta* quando voglio calmarmi mi prendo una camomilla! xD skerzo ovviamenteeeeee ijhihihihihi... =)


ECCO A VOI PAM! ^^ Purtroppo non ho trovato nessun altro che proprio le somigliasse a come l ho sempre immaginata..T^T però lei ci si avvicina parecchio.. l'unica cosa sono gli occhi! Pam ce li ha grigi ^^






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Capitolo 20
*** Il momento perfetto ***


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Capitolo un pò lungo rispetto agli altri! Ma spero che avrete comunque piacere di leggerlo! ^^ Note a fine pagina


Capitolo 20: Il momento perfetto
Pov. Katia



- Sentite, anche se sono buona di cuore e ho preso la decisione di farmi gli affari miei, nulla vieta ai miei poveri occhi di vedere ciò che state facendo!-
Con irritazione, Pam ci ridestò dalla posizione in cui io e Mike ci eravamo messi sul divano. Con un colpo di reni, feci alzare Mike e mi misi a sedere correttamente di fianco a lui, schiarendomi la voce.
- Scusaci, Pam. Hai assolutamente ragione- mi scusai imbarazzata. Non aveva, di certo, assistito ad una di quelle effusioni caste.
- Sorellina, io e Katia è da tanto che non stiamo da soli. Non potresti andartene, gentilmente, a letto?- intervenne Mike con una punta di acidità nella voce.
Pam ci fece un sorriso, a dir poco, perfido.
- Ascolta, fratellino adorato, ricorda che io ho visto e sentito tutto riguardo a poco fa vicino al bagno. E, soprattutto, voglio ricordarti che ho ancora possibilità di cambiare idea e correre da mamma e papà. Ti è chiaro?-
Pam mi lasciò a bocca asciutta e spiazzò, letteralmente, Mike.
- Non oseresti mai- rispose il fratello con uno sguardo che fece rabbrividire anche me.
- Oh, invece si, e di corsa! Quindi, prova a farmi saltare i nervi o che so io e vedi cosa vi succede!- ci avvertì Pam guardandoci truce ad entrambi.
- Ehm, dai Mike, ha ragione. Lasciala stare, già è tanto che ci fa un favore del genere.- cercai di calmare la leggera furia del mio ragazzo, accarezzandogli i capelli.
Pam aveva ragione, in fin dei conti, ci stava coprendo. Ed era veramente un atto di grande bontà da parte sua. Eravamo stati piuttosto fortunati.
- E io ti sono immensamente grata- mi rivolsi a lei con un sorriso sincero e buono che lei ricambiò di cuore.
Mike sospirò e si voltò a guardarmi.
- Tra, esattamente, trenta secondi i miei entreranno da quella porta- disse Mike d'improvviso.
Non facemmo in tempo a chiedere che cosa stesse blaterando Mike che la porta principale si aprì e io dovetti togliere immediatamente le dita intrecciate ai capelli corvini del mio ragazzo.
- Ciao ragazzi- ci salutò Raffo con una busta della spesa in mano. Mike corse subito in suo aiuto.
- Non dovresti affaticarti, papà- lo rimproverò prendendo la busta pesante dalle mani del padre.
- Non preoccuparti, figliolo- ridacchiò Raffo divertito.

La mattina dell'8 dicembre ci svegliammo tutti con una grande quanto strana allegria. Mike, io e Pam andammo a prendere il vecchio albero di natale che la famiglia teneva rinchiuso e infagottato in garage. Con una fatica abnorme - almeno per me- lo trasportammo fino in casa. Facemmo almeno tre viaggi per portare tutto l'occorrente per gli addobbi della casa e dell'albero dal garage fino in salotto. Mentre trasportavamo scatole e scatoloni contenenti striscioni, palline da appendere, stelline, brillantini, ovatta per la neve eccetera, io e Mike ci scambiavamo qualche bacio frettoloso. Purtroppo, non ci eravamo ancora dati il buongiorno come si doveva.
Cominciammo a montare il finto abete, pezzo per pezzo, fino a farlo arrivare ad un'altezza di quasi due metri.
Io e Pam ci occupammo dell'addobbo dell'albero appendendovi le palline colorate, le stelline che luccicavano, pezzettini di neve...
Invece, Mike, Raffo e Gioemi, visto che erano più alti, si curarono degli striscioni e degli adesivi da appendere alle finestre alte.
Ci divertimmo un mondo a decorare l'ambiente circostante; tutto stava prendendo un'atmosfera diversa. C'era più luce, più vita, più felicità. Sembrava tutto perfetto e in armonia. E quegli splendidi sorrisi che mi rivolgeva Mike di tanto in tanto, mi ricordavano sempre quanto fosse bello vivere. Mi illuminavano talmente tanto che il più delle volte ne rimanevo abbagliata.
Pam mi diede una gomitata in pancia che mi fece vedere le vere stelle di natale.
- Avanti, vuoi farti scoprire dai miei?- mi bisbigliò.
Aveva ragione: ero, praticamente, rimasta incantata con la bava alla bocca!
All'improvviso la voce della tv si alzò notevolmente e vidi Raffo con il telecomando in mano. Con occhi concentrati ci intimò un - Ascoltate- e tutti rivolgemmo la nostra piena attenzione alla televisione.
Il telegiornale stava riportando un discorso di mio padre.
L'immagine di lui che parlava di fronte alle telecamere mi fece venire in mente la chiamata del giorno prima.
- Chiedo ai rapitori della mia amata figlia di procedere con lo scambio tra esattamente una settimana- la voce di mio padre risuonò in tutto il soggiorno con un non so che di autoritario. Io impallidii. Mike mi guardò incredulo, deglutendo.
Una settimana! Oddio avevo così paura del futuro! Come potevo abbandonare Mike?!
Mio padre stava continuando il suo discorso sempre con serietà e concentrazione, attento ad usare le parole giuste.
- Non fate del male a Katia. Perchè nel profondo so che non siete gente cattiva- a quel punto tutti i presenti in sala sbiancarono - Aspetto la vostra chiamata per confermare la data e l'ora dello scambio.-
Mio padre mi aveva avvertito il giorno prima che aveva quasi recuperato tutti i soldi da dare alla famiglia di ladri che mi aveva portata via da lui. Ma non credevo che avesse concluso così in fretta.
Ero così contenta di tornare a casa, ma allo stesso tempo completamente distrutta dentro. La gioia e la malinconia andavano di pari passo dentro al mio cuore, e non sapevo veramente quale di queste due emozioni avrebbe prevalso.
- Non posso credere che tra poco te ne andrai- la prima a proferir parola fu Gioemi. Tutti gli altri erano ancora in silenzio.
- Sei diventata come una figlia per me- la madre rapinatrice scoppiò in lacrime dinnanzi a tutti. Raffo la prese immediatamente tra le braccia, cercando di calmarla. Riguardo a me, non guardavo niente in particolare: la mia espressione era più neutrale di un sasso inanimato. Ero più concentrata sulle parole di mio padre. Una settimana. Non potevo crederci. Una sola settimana e tutto questo sarebbe finito.
Pam aveva lo sguardo fisso su di me. Potevo sentire io per lei già l'imminente nostalgia che ci attanagliava.

Qualche ora più tardi, verso le sei del pomeriggio, chiamammo mio padre come da lui richiesto davanti alle telecamere. Mike parlò a nome della propria famiglia dicendogli che il 17 dicembre alle ore 20.00 avremmo potuto dare il via allo scambio vicino casa mia. Esattamente una settimana e due giorni. Mike aveva pensato bene di tenermi due giorni di più accanto a lui.
Non avevo spiccicato parola per tutto il giorno, non mostravo un vero entusiasmo nel tornare a casa perchè, in realtà, non sapevo neanche io se essere felice o meno. L'arrivo di tutti quei soldi nella famiglia di Mike equivaleva al loro trasferimento- a quanto mi era sembrato di capire.
Andai a letto presto senza mangiare. Non so quanti chili avevo perso in quell'ultima settimana che sembrava non terminare mai con tutto quello che era successo. Ma da un lato, volevo che non terminasse. Una settimana... Dio, come avrei fatto?
- Stai dormendo?- un dolce sussurro mi arrivò alle orecchie come una folata di vento caldo in un giorno di neve ghiacciata.
- No- risposi semplicemente, senza voltarmi verso Mike che con delicatezza mi prese tra le sue braccia affiancandomi nel letto.
- Già, e come potresti? Non posso crederci neanche io- il suo tono nascondeva una nota spiacevolmente triste.
Non vedevo l'ora di riabbracciare mio padre, di rivedere la mia città, di ricominciare a ballare, di far vedere al mondo che questa esperienza mi aveva segnata completamente... Ma fin quanto ero disposta ad andarmene se il dono che avrei perso era Mike? Io non volevo rinunciare a lui. Ma neanche a mio padre o alla mia vita. Se lui non se ne fosse andato dal paese, avrebbe potuto continuare a restare nella mia vita indisturbato. Mio padre non avrebbe mai conosciuto il suo volto di rapinatore. Sarebbe anche potuto passare tranquillamente per il mio ragazzo.
- Ho paura, Mike- ammisi con un filo di voce. - Ho paura del futuro. Ho paura di ricominciare da capo...- Perchè era vero: avrei dovuto ricominciare una nuova vita.
- Anche io ho paura- disse lui tra i miei capelli stringendomi di più al suo corpo caldo.
Mi girai verso di lui, bisognosa si guardarlo negli occhi, di accarezzare il suo viso. Quella settimana, forse, sarebbe stata l'ultima che avremmo condiviso insieme.
- E' cambiato tutto: il mondo, la città, io. Si, sono cambiata io come il resto del mondo ha continuato a girare in mia assenza. Ho paura di affrontare l'ignoto- la voce cominciava a traballare e la malinconia, come un'onda furiosa, spingeva contro la diga di lacrime che tenevo nascosta dietro i miei occhi.
- Ma soprattutto...ho paura di vivere senza di te-
Non volevo farmi vedere piangere ancora una volta da lui. Piangevo troppo, ero una piagnucolona! Mi nascosi, con il capo, vicino al suo petto sentendo il suo cuore pulsare tranquillo.
- Provo le stesse cose che provi tu.- sospirò carezzandomi la schiena.
- Averti qui con me mi ha reso immensamente felice. E' come se fossi rinato. Prima mi sentivo soltanto una persona vuota, senza un vero scopo, senza emozioni. Ma tu hai scosso il mio mondo: mi hai fatto vedere la luce e la vera bellezza della vita. Come potrei vivere senza di te?-
Da brava stupida, qual'ero, cominciai a singhiozzare sentendo le sue parole.
- Se voi ve ne andate, io...-
- Tu... cosa?-
 Sapeva benissimo come avrei continuato la mia frase e sapevo benissimo dove voleva arrivare lui.
- Non ti permetterò di buttare all'aria la tua vita- mi disse prendendomi il volto tra le mani e asciugandomi le piccole lacrime che mi erano scappate.
Il suo tono non ammetteva repliche. Lui non voleva, punto e basta.
- Ma...-
- Niente ma, Katia. E poi chi ti dice che ce ne andremo? In fin dei conti, noi abbiamo la nostra vita qui. Cercheremo casa qui in città, ne sono sicuro.-
Forse aveva ragione lui: dovevo essere più ottimista. Era vero che neanche la sua famiglia voleva abbandonare la città e le loro conoscenze - di cui io ero all'oscuro, così come le sue parentele.
- Vedrai che andrà come dico io- concluse mostrandomi un sorriso bellissimo e splendente.
Anche se era un ladro, pieno di peccati, per me era l'angelo più puro e perfetto. Credo che Dio sarebbe stato invidioso: neanche lui aveva al suo fianco un angelo così incantevole.
Non saprei mai spiegare come, ma all'improvviso sentii il suo corpo possente sopra il mio cercando di farsi spazio tra le mie braccia e le mia gambe divaricate. Cominciammo a baciarci con una passione che avrebbe incendiato mezzo oceano. Le sue mani percorrevano dolcemente i tratti della mia pelle, soffermandosi sulle mie sporgenze facendomi perdere il controllo. Sapevo benissimo cosa stava per accadere, lo sapevamo tutti e due. Era da troppo tempo che non desideravamo altro, che cercavamo il momento perfetto. E a quanto pare era arrivato.
Mi chiese più volte, con una gentilezza che avrebbe sciolto i cuori dei più duri, se fossi sicura del passo che stavo per compiere. La mia risposta non poteva che essere affermativa; non era neanche una domanda da farmi.
Sarà stata la tristezza, il dolore, il piacere, la gioia infinita ma quel momento non l'avrei mai dimenticato. Credo che se anche avessi preso una botta in testa talmente forte da perdere la memoria, quella notte, quegli istanti, quelle emozioni non le avrei mai scordate comunque. Sarebbero rimaste li, nella mia mente nitide e perfette. I brividi che mi procuravano le sue mani, i suoi baci erano come tracce bollenti... come un marchio indelebile sulla mia candida pelle. La notte più bella della mia vita. O forse, tutta la mia vita si era concentrata in quell'unica, meravigliosa notte. Una cosa indescrivibile capire di essere unita anche fisicamente alla persona che ami più di te stessa; sentirlo mio come mai niente e nessuno sarebbe potuto essere. E io sua, sua per sempre. Ora sentivo di appartenergli completamente.

Il mio sogno sembrava non volesse finire mai. Era pronto a cominciare e ripetersi all'infinito. Le immagini e le sensazioni di quella notte non mi avevano abbandonata neanche nel sonno più profondo.
Sentivo che ero sulla via del risveglio, 1) perchè sentivo le braccia di Mike avvolgermi con il suo torpore 2) mi sentivo completamente priva di vestiti.
Il viso di Mike era addormentato sulla mia spalla, sentivo il suo respiro fresco incendiarmi il collo e le guance. Al solo pensiero di quella notte la felicità mi pervase fino a farmi scoppiare. Mi girai verso di lui, facendo attenzione a non svegliarlo. Mormorò qualcosa di incomprensibile con un leggero sorriso sulle labbra. Sembrava un bambino... così dolce, così innocuo... Gli posai un leggero bacio sulle labbra, dal contatto quasi inesistente.
- Buongiorno, amore mio- bisbigliò facendomi sussultare.
Stizzita, gli diedi un colpetto alla sua spalla sentendo il mio cuore tamburellare per lo spavento.
- Non farmi più scherzi del genere!- sbottai rossa in volto.
Mike sogghignò trascinandomi accanto a se e baciandomi una guancia.
- Scusa, scricciolo. Come stai stamattina?- mi chiese dolce come il miele, mentre la sua mano percorreva il mio braccio con il lieve dorso delicato.
- Al settimo cielo- ammiccai felice e spensierata.
- Dici sul serio?-
- Certo!-
Lo abbracciai serena. Era strano come su quella brandina potessimo stare in due, ma non me ne curai.
Tutto d'un tratto, bussarono alla porta. Sentii le chiare convulsioni allo stomaco e vidi Mike impallidire. Ma che diamine di ore erano?
- Ehm.. chi è?-
Per favore, fai che sia Pam. Fai che sia Pam.
- Sono Gioemi- rispose la persona dietro la porta.
Sbiancai anche io.
- Gioemi, sc-scusa.. Non...non entrare ora, sono nuda e mi vergogno- mi alzai immediatamente dal letto cominciando a vestirmi.
- Tranquilla, aspetto- fu la sua dolce risatina divertita.
E Mike? Come cavolo gli avrei spiegato la sua presenza?
- Nasconditi sotto il letto- gli sussurrai agitata.
- Cosa?-
Sbuffai seccata; non c'era un minuto da perdere!
- Ho detto, nasconditi sotto al letto!- gesticolai nervosamente, sembrando veramente una cretina.
Quando afferrò il concetto si nascose a velocità della luce. Dannazione, ero troppo agitata per stare ferma!
Andai ad aprire facendo finta di stropicciarmi gli occhi.
- Buongiorno, Gioemi- le sorrisi a mò di Mamma-mia-che-sonno.
- Ciao, tesoro.- entrò con il solito vassoio dei croissant e latte macchiato.
Li posò sul mio comodino e si accomodò con eleganza sul mio letto. Lasciai la porta aperta nel caso Mike sarebbe potuto fuggire a passo felpato.
- Bene- risposi io sorridendo. Ed era vero, stavo magicamente bene!
- Sai, sono stata veramente male all'idea che tra poco te ne andrai-
E tanti cari saluti al mio buon umore. Il sorriso sulle mie labbra svanì a poco a poco.
Sospirai sommessamente.
- Anche io. Non sai quanto ho paura- le confessai, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
- Ti posso capire. Per me sei diventata una figlia e non vorrei lasciarti andare- mi abbozzò un sorriso amaro.
- E tu, invece, sei la mamma che non ho mai avuto- le dissi abbracciandola.
Quello sarebbe stato il momento perfetto per far andare via Mike senza che Gioemi se ne accorgesse. Ma non era il caso di controllare se fosse ancora nascosto sotto il letto. Comunque sia, quell'abbraccio mi era partito veramente dal cuore. Le mie parole erano sincere. Gioemi era come una mamma per me. Ed era una sensazione bellissima...
- Vabbè... Io vado và! Se no comincio a piangere di nuovo- ridacchiò spensieratamente. Mi baciò la guancia con tenerezza e si congedò.
Guardai immediatamente sotto il letto ma vidi che Mike non c'era più. Sospirai sollevata. Di che cosa mi preoccupavo? Era un ladro, era sua abitudine non farsi scoprire. Con questo pensiero cominciai a ridere istericamente. Forse, per nascondere la sofferenza.





NOTEEEE:
Bonjour a tout le monde! Ebbene si, parlo anche il francese U.u Eccoviiii un'altro capitolo, tutto e solo per voi!
Sono successe molte cose: come avete visto, Pam li ha coperti, Katia scopre che dopo una settimana o giù di lì sarebbe tornata a casa e poi... beh, avete capito! xD ehm ehm.. Ke cariniiiiiii! *__*
Va bene, proseguiamo. Ringrazio infinitamente le 39 luccioline che mi hanno inserita tra i preferiti e i 35 seguiti^^.
_Bella_Swan_: Avrò siddisfatto la tua curiosità? Spero di si! xD visto, alla fine Pam è buona e tenera e decise di tenersi per sè ciò che ha visto! Sono contenta che continua a piacerti ( anche la mia frase può essere banale xP)
ehehehe... eeeeeh si! Mike è proprio l'uomo da sposare! *__* Anche se nel mio cuore c'è solo Denis :Q___ ok basta la pianto. Grazie grazie come sempre per i complimenti! E' sempre un enorme piacere vedere le tue recensioni! Un bacione immenso carissima :D <3<3
giulia87: hai visto sono tornata alla carica! xD e menomale che non sei sparita, voglio leggere il seguito della tua storia, che come ho scritto in recensione, mi ha lasciato di stucco. :O Spero come sempre che questo ti piaccia! Mi fa piacere leggere le tue recensioni! ^^ bacioneeeeeeeeeeeee =)
fallsofarc: Tesora miaaaa! Eccomi qui! muaahahhaha adesso ti stresso pure su Facebook povera cristiana! xD lo so lo so sono una chiacchierona nata.. non smetto mai di parlare! ahahahah e di ridere soprattutto ;) Cmq si, manca poco e la storia finirà! =( non so con precisione quanti capitoli perchè dovrei ancora scriverli, sinceramente! Ma quando mi viene l'idea di colpo subito la scrivo. Grazie mille, sono molto contenta di essere migliorata! E menomaleeeeee... grazie anche per il fatto che mi recensisci sempre.. ;) Come sempre spero che anche questo ti piaccia! Un bacioooooo! ti adoroooo <3
nimi_chan: Ohhhh una nuova fan! =) ma benvenutaaaaaaaa! ihihih.. sono contenta che ti prenda sul serio questa storiaaaaaaa! =) Hai visto? Pam non è così cattiva dai.. ihihihih.. Fammi sapere se questo è OK xD baciiiiiii =)
Tanny: certo che mi ricordo di te! ovvioooooo! ^^ ke piacere rivederti e sapere che segui ancora le mie storie! Come sta tu?? spero tutto bene... =) <3
Vale728: carissima eccomiiiiiii! Noooo dai Pam si comporta bene bene.. E ti dico già da ora che non sarà lei a farsi scappare qualcosa ai genitori! Non ti preoccupare! xD vedrai poooooi! spero che questo capitolo ti abbia soddisfatto! Un bacio grande <3
SweetCherry: Non ti preoccupare ke non sei ripetitiva! Mi fa piacere sentirlo, anche se non mi sento comunque all'altezza xD Dai dai dai hai vistoooo? Bello, brutto? schifoso, penoso?? Tesoro fammi sapereeeee! un bacio grandissimissimissimissimo..=) <3 ti adorooooooo
piaciuque: woooooow sei stata la prima a recensire! xD Grazie mille, sei sempre così carina! =) un bacio grande e spero ke ti piaccia anke questo qui ^^


Angolo pubblicità:
2 storie veramente bellissime che vi consiglio di leggere! ^^


SECRETLY di fallsofarc & KIDNAPPED BY LOVE <3 di _Bella_Swan_

Qua per voi ci sono Pam e Gioemi! Ke ne diteeee?? =)
 



Angolo Spoiler

"Starai male senza Mike, fuori di qui. Ma quello che ci fa male più di tutto è che ci avete mentito"

 



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Capitolo 21
*** Ritorno a casa ***


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                                                 Canzone consigliata per il capitolo:Hurt
                                              


CAPITOLO  21:
Ritorno a casa
Pov. Katia




Quella settimana stava passando così in fretta che maledii tutto il mondo. Non facevo altro che essere triste in assenza di Mike. Solo lui riusciva a farmi essere felice e serena, solo lui riusciva a farmi stare bene e a farmi sorridere in un momento come quello. Da quella notte in cantina le cose erano totalmente cambiate: c'era molta più complicità in quello che facevamo insieme, c'era più magia e ci eravamo, inspiegabilmente, avvicinati ancora di più.
Era sabato e mancavano cinque giorni alla mia "partenza". Ma il destino era solito giocarci tiri mancini. Forse, era proprio così che le cose dovevano andare: i genitori di Mike dovevano sapere...e ci scoprirono.
Non accadde nulla di più semplice. Insomma, ero in camera di Mike insieme a lui sotto le coperte. Io ero fortamente contraria a fare l'amore con lui sopra quel materasso che aveva ospitato non so quante donne, ma non avevamo altro posto. In cantina si moriva dal freddo. Vabbè, non è questo il punto!
Il punto è che d'improvviso la porta della camera di Mike si spalancò entrando una Gioemi stupefatta a quella vista, a parer suo, oscena. In effetti, non aveva tutti i torti; le avevo mentito. Proprio io... me che considerava una figlia! E pure Mike che era suo figlio!
Per questo in quel momento eravamo lì, io e il mio ragazzo, nonchè figlio e ladro di una famiglia di ladri, a sentire la ramanzina fattaci da Raffo e Gioemi.
Si consideravano delusi dal nostro comportamento, ma che da un lato lo sapevano anche loro come sarebbe andata a finire tra di noi.
- Io lo dico per te, Katia- l'ennesima volta che Raffo ripeteva questa frase - Starai male senza Mike, fuori di qui. Ma quello che ci fa male più di tutto è che ci avete mentito-
Gioemi scuoteva la testa indignata. Mi sentivo un pò in colpa. Vedere mia madre...ehm, la madre del mio ragazzo delusa.
- E' come vedere due fratelli insieme!- sbottò Gioemi.
Mike trattenne una risata e io gli diedi un colpetto allo stomaco. C'era da ridere in un momento come quello? Raffo, in fondo, aveva ragione!
- Va bene...Sono affari vostri, noi non c'entriamo. Ci dispiacerà vedervi soffrire- Raffo finì il discorso facendomi rabbrividire. Aveva ragione, dannazione!
Ma ora non si poteva tornare indietro. E comunque, avrei rifatto cento volte tutto quello che era capitato in quei due mesi.
Si congedarono lasciandoci soli.
- Beh...Credevo fosse qualcosa di peggio!- disse Mike grattandosi la nuca.
- E cosa c'è di peggio di una delusione?- sestenziai io guardando il pavimento di granito sotto i miei piedi scalzi.
- Oh, gli passerà vedrai!-
Mike prendeva la faccenda con una tale leggerezza da farmi imbestialire!
- Tuo padre ha ragione- dissi tenendo a malapena la calma.
Non mi rispose.
- Hai capito che ho detto?!-
- Per favore, Katia. Non voglio pensarci, va bene?- mi chiese guardandomi negli occhi con un'intensità tale da sciogliermi.
- Manca qualche giorno e te ne andrai. Voglio vivermi questi ultimi momenti senza litigi e incomprensioni. Voglio solo essere felice con te senza pensare a nulla. Ok?- continuò accarezzandomi una mano.
Sospirai e annuii sofferente.
E felicità sia fatta. Vivevamo ogni giorno più stupendo di un altro. Senza pensieri ma solamente io e lui. E nient'altro. Raffo e Gioemi dimenticarono la cosa e ritornarono gli amabili genitori di una volta. Tutto stava filando liscio. Non pensavo minimamente a quello che sarebbe successo solo un paio di giorni dopo.
Ma il tempo passa. Troppo velocemente quando si è felici...e questa era un ingiustizia bella e buona!
Arrivammo alla mattina del giorno dello scambio. La tensione e la malinconia erano palpabili in ogni angolo della casa. Rimasi più di due ore, dopo essermi svegliata, nel mio letto a contemplare ogni singolo oggetto della stanza. Se solo pensavo che tutto era cominciato proprio là dentro, mi saliva una fortissima malinconia. Tra qualche ora rivedrai tuo padre, Katia, pensa a questo.
Qualcuno bussò alla porta. Entrò una Pam triste e sconsolata; che male mi faceva non vederla briosa e solare! Sapevo che si sentiva male per il mio ritorno a casa ma prima o poi sarebbe dovuto succedere... Però, questo il mio cuore non lo accettava.
- Sei pronta? Mancano meno di dieci ore- disse con voce bassissima, tirando su con il naso.
- Hai pianto di nuovo?- mi si intenerì il cuore mentre constatai la cosa. Pam non faceva che piangere da quando aveva saputo che ci era rimasto così poco tempo da trascorrere insieme. Dopo quel giorno non l'avrei mai più rivista...
Annuì con una smorfia indecifrabile. Forse si stava trattenendo dal piangere nuovamente.
L'abbracciai stretta stretta accarezzandole la schiena.
- Non piangere, amica mia. Te lo prometto: ti penserò ogni giorno. Non mi dimenticherò mai di te.-
Pam cominciò a singhiozzare e a piangere come una bambina capricciosa. Io dovevo essere forte. Lo ero diventata stando là dentro e lo avrei dimostrato fuori di lì, al mondo intero.

Quasi due ore prima al momento dello scambio, Mike mi fece richiamare mio padre chiedendogli di non portare assolutamente la polizia. Sperando che mi prendesse per parola, senza sotterfugi o inganni, acconsentì la mia richiesta. Il futuro della famiglia di Mike era nelle sue mani.
- Voglio venire anche io!- sbraitò Pam arrabbiata e sofferente verso Mike.
-No, Pam è pericoloso. Vado solo io- il tono di Mike non ammetteva repliche. Non avrebbe mai consentito alla sorella di venire insieme a noi.
Corsi a salutare con un abbraccio stritolatore i miei secondi genitori con le lacrime agli occhi. Gioemi piangeva sul serio invece, mentre Raffo mi diede due baci sul capo raccomandandomi di fare la brava e di stare attenta ai ladri. Riuscì a farmi ridere e per un qualche secondo sdrammatizzammo il momento drammatico. Salutai Pam, sussurrandole all'orecchio quanto le volessi bene e quanto mi sarebbe mancata. Stavo per mettermi a piangere anche io, soprattutto quando mi disse che io sarei stata per sempre la sua migliore amica. Quel groppone che avevo in gola non sarei riuscita a scioglierlo finchè non sarei scoppiata a piangere. Ma non volevo e non potevo dare ulteriori sofferenze a Mike. Stava male già di suo e io non potevo assolutamente farlo stare peggio con le mie lagne.
- Pronta?- mi chiese lui quando fui vicino alla soglia della porta d'ingresso. Annuii poco convinta e con un sospiro lo seguii fino alla macchina.
- Grazie di tutto!- urlai alla " mia famiglia" - non vi dimenticherò mai, addio!-
Vedere Pam piangere mi faceva stare malissimo. Proprio lei che era così sorridente alla vita, che non era mai stata male neanche per le condizioni economiche in cui si trovava, che non aveva mai pianto neanche per essere stata emarginata a scuola, piangeva per me. Io, una ragazzina dapprima superficiale e viziosamente viziata. Piangeva proprio per Katia, la ballerina sfondata di soldi e famosa nel suo piccolo paese? No, non me lo meritavo per niente.

Mike guidava con prudenza tra la nebbia fitta delle 19.25 della sera. Non potevo credere che tra poco più di una mezz'ora avrei rivisto mio padre e avrei ripreso la mia vecchia vita. Ma non da dove l'avevo lasciata...
- A cosa pensi?- la voce di Mike irruppe nei miei pensieri. Non era la sua solita voce curiosa, setosa, sensuale o ammiccante. No. Era una voca spenta, bassa, mi faceva paura.
- che tra poco vedrò mio padre.-
Un senso di ansia mi prese all'istante. Non un'ansia normale, ma quell'ansia che ti mette alle strette. Quell'ansia che non vedi l'ora di soddisfare, Quell'ansia che ti strozza.
L'angoscia si era impadronita del mio cuore. Tra poco non avrei avuto di nuovo Mike in giro per casa, avrei dormito nella mia camera.
All'improvviso parcheggiò la macchina in un vicolo buio e cieco. Guardai l'orologio e mi accorsi che mancavano pochi minuti alle 20.00.
- Allora, casa tua è poco più avanti ma mi sono fermato qui per sicurezza. In cinque minuti ci arriveremo a piedi..-
Annuii concentrata mentre sentivo che il cuore, dall'agitazione, stava per scoppiarmi in petto. Il mio stomaco si attorcigliò tutto e dovetti fare respiri profondi per calmarmi.
- Questo è il piano: verrò con te e ti tratterrò per un braccio. Tuo padre non vedrà il mio viso, sta tranquilla, metterò una sciarpa o un qualcosa per coprirmi. Lasceremo che tuo padre tiri fuori il sacco con il denaro e manderò te a prenderli per poi tornare indietro lasciando i soldi a metà strada. Ok?-
Ok? Era ok? Cioè, andava bene il piano di Mike? Katia respira, connetti il cervello.
- Ok..- mormorai flebilmente. Sentivo che le lacrime stavano per fuoriuscire.
Mike sospirò e scese dalla macchina venendomi ad aprire la portiera.
Aria. Da quanto non respiravo l'aria di città? Da quanto non vedevo le palazzine affiancate e illuminate dalla debole luce dei lampioni stradali? Troppo tempo.
Mike mi abbracciò di slancio, stritolandomi contro il suo petto. Sentivo il suo cuore battere più forte del normale. Non sapevo se era l'agitazione del momento o se era a causa mia e del mio ritorno a casa.
- Questa non è l'ultima volta che mi vedrai- affermò deciso, bisbigliando tra i miei capelli.
- Verrò da te il più presto possibile- continuò sciogliendo l'abbraccio. Quello che aveva appena detto mi mise di buon umore. Almeno lo avrei rivisto ancora... certo, non come prima ma l'avrei rivisto.
Prese il mio viso tra le sue mani tremanti e mi sussurrò un dolce - Ti amo- prima di baciarmi con passione. Prima di morire d'infarto per il suo inaspettato gesto, si staccò da me e mi chiese se fossi pronta ad affrontare quello che stava per accadere.
Annuii dopo averci pensato su almeno una trentina di secondi. Come mi aveva detto in auto, Mike si coprì il volto con una sciarpa lasciando intravedere solo i suoi bellissimi occhi. Non avrei saputo dire se fosse stato sicuro: chi avrebbe guardato le sue splendidi iridi azzurre non ne avrebbe mai dimenticato il colore e l'intensità.
Continuando a cammnare nel buio della notte, scorsi in lontananza un flebile bagliore. Che fosse mio padre?
- Sta attento- sussurrai a Mike. Speravo vivamente che non ci fosse la polizia e che mio padre mi avesse dato retta.
- Non preoccuparti per me- mi rispose con calma. Una calma che io non ero capace di avere.
Ci fermammo. Poco più di 10 metri più avanti c'era casa mia. Quasi mi venne da piangere quando da quel debole bagliore vidi spuntare la sagoma di mio padre. Papà con la sua torcia illuminò me e Mike.
- Vai amore- mi bisbigliò Mike, e capii che era il momento di entrare in azione.
Cominciai a camminare lentamente verso mio padre. Che emozione! Non vedevo l'ora di stringerlo e di piangere tra le sue braccia.
- Papà, la valigetta!- esclamai quando fui a 4 metri da lui. Mio padre mi mostrò la valigetta e io corsi a prenderla per poi ritornare a fare il percorso appena compiuto.
- Dove vai, Katia?!- disse quasi allarmato mio padre quando mi allontanai nuovamente da lui.
- Papà non muoverti. Consegno questo e corro da te, non preoccuparti- lo rassicurai con un sorriso e continuai il percorso.
Arrivata a metà vidi Mike avvicinarsi. Aprì la valigetta e controllò che ci fossero tutti i soldi.
- E' stato di parola?- chiesi al mio rapinatore alludendo a mio padre.
- Si- mi rispose ammiccante - Vai da tuo padre ora. Ci vediamo presto, amore mio. E' una promessa- Mike svanì prima ancora che il sussurro arrivasse alle mie orecchie.
Corsi da mio padre sbracciandomi come una forsennata. Lo abbracciai stretta a me continuando a chiamarlo.
- Mi sei mancata così tanto, figlia mia.- diceva lui tra le lacrime. Anche io piangevo come una bambina. Una bambina che non sapeva se essere felice o triste.





Angolo pubblicità:
2 storie veramente bellissime che vi consiglio di leggere! ^^

SECRETLY di fallsofarc KIDNAPPED BY LOVE <3 di _Bella_Swan_




Noteeeee:

 Ok, forse non dovevo mettere quello spoiler visto che in questo capitolo c'erano cose più interessanti da mettere xD. Si lo so sono scema, mongoplegica ecc ecc... eeeeeh sono proprio una down! xD va beneeeeee, passiamo al capitolo prima di cominciare con gli sproloqui insensati ke faccioa a volte. O.o woooooo Katia torna a casaaaaaaaaa! Mamma mia ke tragedia! E' stata una sofferenza anche per me scrivere questo capitolo! *__*mi veniva da piangerw sniff sniff...
Cosa succederà??? Mah mah... lo scoprirete solo leggendo! :D Ringrazio le 42 polpettine ke mi hanno inserito tra i preferiti e i 36 seguiti ;) Thank youuuuu!
 E poi le recensiooooni =)=) :
_Bella_Swan_: eh si una settimana! ke è volata subitissimo da come avrai letto! =( guarda lascia stare, povera Katia! Non so io cosa farei se fossi nei suoi panni! Mi verrebbe una crisi istericaaaaaaaaaa! Cooooooomunque figurati per aver messo il tuo link, secondo te! è un consiglio ke dò ai miei lettori xke la tua storia deve essere letta assolutamente! :D è stupenda! ;) un bacione carissima, grazie mille come al solito per aver letto e recensito! <3 smack smack :* <3
Vale728: bravaaaaa! ehehehe si li hanno scoperti però non x Pam! Diciamo che sei mi fossi trovata nella loro situazione sarei morta di imbarazzo e me lo sarei poratata dietro a vita! O.o mamma miaaa ke vergognaaaaaaaa! hhihihihi.. ke ne pensi di questa mezza cartuccia?? :D grazie millissimi! ^^ un bacioneee <3<3
SweetCherry: Grazie cucciolaaaaaaaa! =)=) sinceramente non sapevo se mi sarebbe venuto bene ( parlo del capitolo precedente :D) ma x fortuna a te è piaciuto!! E spero anke questo qui, lo sai ci tengo tantissimo ad un tuo giudizioooo! =) un bacione immenso tesoro! ti adorooo <3
fallsofarc: abbiamo aggiornato lo stesso giorno! :D ihihihi.. appena l ho vista la tua ff tra i preferiti aggiornati sono corsa a leggere, hai visto?? =) Come avrai visto, il padre di Ktia decide di darle ascolto e non porterà la polizia. Ecco come non verranno scoperti :D hihihi... Spero ke anke questo ti piaccia tesoro! ;) un bacione grande grande! :*:* <3<3

 Piccolo Spoiler:
" - Cosa c'è, Mike?- i suoi occhi freddi e glaciali non mi piacevano per niente.
  - La tua copertura non è servita a nulla: la biondina ha fatto il mio nome. Dovremo andarcene..."

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Capitolo 22
*** Senza di te ***


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Capitolo 22: Senza di te
Pov. Katia




I primi giorni erano stati così... così strani. Risvegliarmi la mattina e capire che non mi trovavo nella solita fredda, umida e puzzolente cantina non faceva altro che farmi sentire angosciata. Era passata meno di una settimana ma già mi mancava immensamente la piccola famigliola di ladri che mi aveva adottato. E soprattutto, mi mancava lui. Aveva promesso che si sarebbe rifatto vivo...ma di lui non avevo alcuna notizia. Che mi avesse preso per i fondelli? Che avesse deciso di sparire dopo essersi arricchito dei miei soldi? No, no potevo credere che fosse capace di farlo. Mike possedeva un cuore  e sapevo che lo aveva donato a me. Perciò decisi di essere ottimista e continuare ad aspettare ansiosamente.
I primi giorni a scuola furono davvero splendidi. Mimi, quando mi rivide, corse ad abbracciarmi piangendo come una bambina felice. In poco tempo feci capire a tutti che persona fossi diventata. Anche Mimi si complimentò di me e mi chiese con una curiosità fuori dal normale cosa avesse innescato quella mia nuova personalità. Le risposi semplicemente che stare in una casa di poveri, vivere con loro e capire le condizioni nelle quali erano obbligati a vivere mi avevano fatto riflettere e comprendere che stupida persona fossi qualche mese prima. Non potevo, però, rivelarle che a cambiarmi ulteriormente si trattasse proprio dell'amore che provavo nei confronti del mio rapitore. Men che meno raccontarle dell'amore corrisisposto...Nessuno doveva sapere di quei due mesi rinchiusa in quella bellissima prigione d'amore. Nessuno. Passai un natale felice in compagnia del mio adorato padre e dei suoi genitori. Stavo, stranamente, bene e a mio agio anche se i miei pensieri erano indirizzati altrove. Chissà come lo stava passando lui il natale. Chissà se mi pensava...chissà di qua, chissà di là...Non facevo altro che farmi mille domande al giorno.
- Tesoro, forza, dobbiamo andare- Mio padre mi incitava a muovermi mentre mi infilavo il giaccone. Mi sarebbe toccata un'altra giornata scocciante nella centrale di polizia. Mi opposi con tutte le forze a lui e al suo tentativo di denunciare i ladri che mi avevano portato via da lui facendolo disperare per due mesi, ma mi rispose vittorioso dicendomi che era una procedura obbligatoria della legge.
Sbuffando avevo acconsentito e mi feci guidare in centrale. Erano già tre giorni che ripetevo quella solfa: rimanevo inchiodata lì dentro per quattro ore di fila guardando 10 cariche di criminali composte da 6 per gruppo. Era inutile continuare in quel modo perchè se anche avessi incontrato il viso di Mike, Pam, Raffo o Gioemi avrei risposto sempre e solo " No, non c'è". Ma dovevo tenere a freno la lingua e non lasciarmi sfuggire nulla. Quindi, dovevo procedere facendo finta che l'idea di prenderli e arrestarli mi rendesse entusiasta almeno quanto quel fissato di mio padre.
Seduta su una piccola sedia e circondata dal capo della polizia e altri due sbirri, scrutavo con finta attenzione i volti dei miei possibili rapitori. Io guardavo loro dal grande vetro lucido e trasparente che separava la stanzetta calda e spoglia in cui mi trovavo io e quella sottospecie di corridoio - non potevo definirlo altrimenti, visto che era praticamente strettissimo e lungo- in cui si trovavano i criminali. Per fortuna loro non potevano vedermi: il vetro spesso era double face. Da una parte scuro e impenetrabile alla vista umana, dall'altro trasparente.
Dopo aver osservato le 10 cariche, con una noia mostruosamente pesante, chiesi al capo della polizia quanto ci mancasse alla fine.
- Mancano soltanto...- ci pensò su mentre rovistava dentro la sua cartellina - 3 cariche credo. Porti pazienza, signorina Katia.-
Annuii amareggiata. Beh, ne mancavano soltanto tre. Altre 18 persone da osservare. Meno di due ore.
Sorrisi un pò più risollevata.
Il giorno dopo ricominciai da capo: casa- niente scuola per via delle vacanze natalizie- e centrale. Per fortuna era l'ultima volta che la vidi. Davvero, non ne potevo più. Naturalmente, nessuno dei volti là dentro apparteneva al mio ladro e quindi la polizia chiuse il caso lasciandolo irrisolto.
Mi sentii più leggera e sollevata a sapere che finalmente Mike e la sua famiglia erano liberi e non dovevano preoccuparsi degli sbirri.
Passò un'altra settimana vuota ed interminabile. Eravamo già al nuovo anno, con più precisione al 4 di Gennaio. Con mio grande piacere ricominciai le lezioni di danza; venni accolta dalla mia insegnante con un calore inverosimile. Quasi come quello di una zia affettuosa che non vede sua nipote da un sacco di tempo. Fui lieta di ritrovare anche le vecchie compagne di ballo che, a essere sincera, sembravano non fregarsene niente della mia presenza. Forse anche prima non gliene era mai importato, ma ero troppo sciocca e presuntuosa per rendermene conto. Non me ne curai più di tanto. Non mi importava avere amiche nel mio corpo di ballo. Non se erano così superficiali, pettegole e altezzose. Avevo Mimi e mi bastava di gran lunga. Ogni giorno la depressione si impadroniva di me. Erano due settimane e qualche giorno che ero ritornata a casa mia ma di Mike neanche l'ombra. Mi stavo seriamente preoccupando. Prendevo in considerazione i vari dubbi che mi erano sorti parecchi giorni prima; forse era vero che si era preso gioco di me. Forse... voleva i miei soldi e basta. O forse la mia mancanza non la sentiva per niente e per questo non mi veniva a trovare.
Una sera come le altre, cercando di sforzarmi a studiare e di accantonare quei bruttissimi e spiacevoli pensieri, sentii grattare alla mia finestra. Sulle prime pensai fossero i rami dell'albero scossi dal vento, ma quando origliai con più attenzione il ritmo e il rumore anormale di quegli scricchioglii sul vetro, mi insospettii. Così andai a controllare e con mio enorme e strabiliante stupore vidi Mike. Mike che lanciava i sassolini alla mia finestra chiamandomi per nome pensando di svegliarmi. Il mio cuore cominciò a battere come un forsennato a quella meravigliosa vista; non era cambiato per niente. Indossava la solita giacca di pelle scura sopra i suoi jeans bucherellati, i suoi occhi così immensi riuscirono a far calmare le acquee nella mia testa anche a una distanza di tre metri.
- Mike..- sussurrai felice e emozionata. Dovevo farlo salire, per la miseria! Poi un lampo di genio mi attraversò la testa.
- Là dietro c'è una scala! Portala sotto la finestra- gli bisbigliai agitata. Tremavo all'idea di riaverlo di nuovo tra le mie braccia, di potermi di nuovo specchiare in quell'oceano profondo, di poter baciare ancora le sue dolci e morbide labbra. Corsi a chiudere la porta a chiave mentre sentivo il mio stomaco stringersi sempre di più cercando di racchiudere le farfalle che continuavano a svolazzare imperterrite.
Aspettai con ansia che salisse in camera mia per gettarmi a perdifiato su di lui e stringerlo spasmodicamente a me. Ero sul punto di piangere dalla felicità.
- Mio Dio, quanto mi sei mancato!- gli soffiavo senza voce all'orecchio. Sentivo il cuore battere come impazzito.
- Anche tu, Katia-
All'inizio anche lui mi stirnse a sè baciandomi i capelli e accarezzandomi la schiena... Ma più i secondi passavano, più mi rendevo conto che quell'abbraccio diventava sempre più debole.
Gli baciai le labbra in preda alla fribillazione che sentivo scorrere nel corpo, ma lui sembrava non restituirlo. Guardai meglio Mike in volto e capii che c'era qualcosa che non andava nella sua espressione.
Devo stare calma, ripetevo a me stessa. Sono soltanto delle tue paranoie mentali, è tutto tranquillo, continuavo a dirmi. Eppure conoscevo abbastanza Mike da poter dire che non sembrava felice di vedermi.
Deglutii mentre scuotevo la testa e i pensieri maligni.
- C-come mai non sei venuto prima?- cercavo di mantenere il sorriso aperto sulla bocca, ansiosa di conoscere la sua risposta.
- Non ho potuto- mi guardava inespressivamente negli occhi.  
- Cosa c'è, Mike?- le sue pozze fredde e glaciali non mi piacevano per niente.  
- Stavamo organizzando il nostro trasferimento- spiegò, sempre con voce spenta e vuota.
Solo allora mi accorsi della netta distanza che c'era tra noi due. Quasi una sedia a separarci... No, c'era decisamente qualcosa che non andava.
- Trasferimento?- mi sentii mancare la terra sotto i piedi tutto d'un tratto. Si sarebbero trasferiti?! Questo equivaleva a...
- No!- mi uscii come un gemito strozzato, portandomi le mani davanti agli occhi. Non capivo se era il momento perfetto per piangere o per svenire...
- Si- sussurrò abbassando la testa - La tua copertura non è servita a nulla: la biondina ha fatto il mio nome. Dovremo andarcene...-
Dovetti sedermi sul letto per riprendere aria. Che dovevo fare? Cosa diamine avrei dovuto fare?! Sapevo che il mio cuore avrebbe risposto "scappa con lui" ma non mi sentivo pronta. Ero soltanto...troppo confusa, ecco.
- Io verrò con te, lo sai- mi uscii dalla bocca senza neanche riuscire a controllare quello stupido pensiero.
- No, non puoi. Non te lo permetto.- il suo sguardo divenne improvvisamente duro e tenace.
- Ma Mike...- cominciai in preda al panico. No, non poteva andarsene via senza di me. Non poteva lasciarmi, lui non poteva!
- Io credo che tu debba sapere...- incalzò, parlando lentamente - la verità- finì in un sibilo che mi fece venire i brividi.
La verità? Ma di che cosa andava ciarlando?! Mi sentivo nauseata, improvvisamente, cominciai anche a tremare.
- C-c-che veri-tà?- balbettavo muovendo la bocca impercettibilmente. Già sospettavo ciò che volesse dirmi; perciò, ero immobile come una pietra osservando ogni suo singolo movimento. Non avevo il coraggio di fiatare anche perchè sembrava che qualcuno mi avesse rubato l'aria.
Mike fece un grosso repiro prima di tornarmi a guardare negli occhi. Erano cattivi, vuoti, come la prima volta che li vidi. Non mi ricordavo tantà ostilità nel suo animo...
- Io ti devo delle scuse, non sono stato leale e onesto con te- Mi guardò in attesa di una mia possibile reazione... che non arrivò. Non avevo la forza di pensare, di parlare. Già era un miracolo che riuscissi ad ascoltare...
Non notando niente da parte mia, continuò il suo discorso:
- Non avrei mai voluto infliggerti un colpo come questo, e ti giuro che non l'avrei mai fatto se non l'avessi ritenuto opportuno. Mi dispiace tanto, Katia, ma... io...io non...ti amo- finì cauto e attento a misurare ogni singola sillaba pronunciata. Ogni singola parola che mi stava calpestando il cuore. Rimasi paralizzata, a occhi aperti senza batter ciglio. La stanza cominciò a girare all'improvviso, l'aria calda che entrava dalla finestra agli inizi di Gennaio era troppo pesante. Ma agli inizi di Gennaio poteva far caldo?
- Non ti ho mai amata...- Un'altra pugnalata dritta al cuore, togliendomi il respiro. Mi stava massacrando. Mi stava uccidendo. Ecco per che cosa avrebbero dovuto rinchiuderlo in galera: perchè mi stava ammazzando. Questo era un reato!
- Mi dispiace, veramente. Ma avevo un bisogno disperato di quei soldi per curare mio padre. E, per essere sincero, ce ne saremmo andati comunque. Tutto quello che ti ho raccontato, erano menzogne. Non sei mai stata la ragazza giusta per me. Dicevo di amarti per il semplice motivo di farti chiudere il becco dinnanzi la polizia. Ma mi fido abbastanza della persona che sei diventata per dirti quello che ti sto confessando ora.- prese di nuovo un lungo respiro. Guardai attentamente i suoi occhi cercando di denudare la sua anima, capire se fosse uno scherzo... ma niente. Era tutto vero. Riconoscevo la sincerità di Mike dai suoi occhi. Ed era sincero. Mi stava ammazzando con la pura e semplice verità che aveva celato dietro il suo cuore per due lunghissimi mesi. Aveva finto di amarmi, si era preso gioco di me e dei miei sentimenti solo per il semplice fatto di arricchirsi. Non potevo crederci...
- Katia...- pronunciò il mio nome bisbigliando, toccandomi una spalla per smuovermi dalla posizione che avevo assunto dall'inizio della sua terribile verità. Terribile per me. Quello era l'inizio della fine...Mike non mi amava, non mi aveva mai amato. Quelle parole continuavano a lampeggiarmi in testa e continuavano a pulsare freneticamente sul mio cuore già sbrindellato in mille pezzi.
- Tu... mi hai usata...?-
Sembrava che parlassi da sola, non lo guardavo neanche in faccia...
- Si-
Mi sentii mancare l'aria e il cuore cessò di battere. Non capii più dove mi trovavo o che cosa stessi facendo. A stento ricordavo il mio nome...La mia mente si annebbiò obbligando la mia vista ad uno sfondo oscuro, buio e tetro.

- Katia! Katia, ti prego rispondimi! Ti prego!- Era la voce di mio padre. Ma non ero già sveglia? Io non stavo studiando " La Divina Commedia" di Dante? Si, io me lo ricordavo perfettamente.
- Papà- gracchiai.
- Oh, finalmente!- mi abbracciò stretta a lui.
- Cos'è successo?- chiesi. Mi sentivo ancora scossa ma non ricordavo niente che avesse potuto farmi rimanere così scioccata.
- Non so, ero venuto in camera per chiamarti e ti ho trovata sul pavimento, priva di sensi. Continuavi a ripetere " No, non lasciarmi, Mike". Chi è Mike?- mi chiese turbato spiegando tutto d'un fiato le sue preoccupazioni.
Ed eccoli. I ricordi. Quei piccoli e freschi istanti di quella stessa sera, mi passarono davanti come un treno ad alta velocità lasciando che la consapevolezza mi attanagliasse l'anima.
Scoppiai in lacrime tra le braccia di mio padre gridandogli come una pazza che non conoscevo alcun Mike. Piangevo e singhiozzavo. Sentivo di aver perso qualcosa, un qualcosa di preziosamente importante. Non sapevo dove l'avevo messo o chi se lo fosse preso. Rischiavo di diventare pazza se non l'avessi trovato...
- Tesoro, tu non stai bene. Forse sei ancora scossa per il rapimento...?- chiese dolce e gentile mio padre.
- No, papà. Sto bene- mentii con voce spezzata - Io devo soltanto ritrovarlo. Solo quello.- continuavo a ripetere. Mi sentivo chiaro e tondo e sapevo benissimo anche io che sembravo una di quelle malate mentali da rinchiudere al manicomio.
- Vattene, papà!- esclamai d'un tratto - Esci fuori!-
Mio padre sospirò assecondando la mia richiesta. Sbattei la porta con un calcio, aprii tutti i cassetti e feci volare per aria tutti i miei vestiti rovistando in ogni singolo angolo. Sbarrai le ante degli armadi, gettai a terra i libri di scuola, i quaderni...tutto... Cercavo e cercavo. Ma che cosa? Che cosa diamine stavo cercando?! Non c'era niente da cercare. Il cuore, Katia? E' quello che cerchi?!
- Si!- urlai come come una disperata alla domanda che mi aveva sfiorato i pensieri.
La risposta arrivò subito dopo: C'è l'ha lui. E per tua informazione, l'ha ridotto uno straccio.
Ma come mi ero ridotta! Parlavo con me stessa!
Colta da un attacco d'ira e desolazione, buttai all'aria cuscini e coperte. E dopo aver devastato la mia camera, scivolai lentamente con la schiena contro la parete di un muro fino ad accasciarmi a terra. Il pianto e i singhiozzi mi scuotevano ancora fino a farmi tremare. Vicino ai miei piedi, notai un piccolo foglio di carta. Lo raccolsi e lo portai vicino agli occhi per riuscire a leggerlo.
Il biglietto diceva: " Mi dispiace tanto. Scusami, per tutto. Non prendertela anche con la mia famiglia perchè io sono stato l'unico a prendermi gioco di te. Loro ti hanno voluto veramente bene."
Quando lo lessi, all'improvviso, capii ciò che stavo cercando. La vera prova che lui fosse stato qui, che mi avesse detto quelle orribili parole. La prova che il mio " tantato omicidio" non fosse un incubo...
E in fondo alla lettera le ultime due parole che mi fecero morire le urla sul nascere: " Addio, Katia".







Noteeee:
Eccomi quaaaaaaaaa! Ci ho messo un pò più di tempo del previsto ma alla fine c'è l ho fatta T^T il capitolo è sconvolgente lo sooooooo...Ci sono stata male veramente mentre lo scrivevo, non posso crederci neanke io che sia finita! Ma purtroppo è andata così... Lo so lo so, adesso mi starete mandando maledizioni a tutto spiano però la mia testolina, all'epoca quando aveva progettato la storia, aveva progettato questa fine. Oppure no?! Mah.. sarà una sorpresona... xD Se continuate a leggereeeeee kissà kissà.. ahahahahahha.. Vabbè và, sto diventanto cattiva ora la smetto xD. Manca l'ultimo capitolo ( sarebbe l'epilogo) e ho terminato la storia! =( sniff...
Cavolo domani è il 31! L'ultimo giorno dell'anno! O.o se passa veloce il tempo vero?! mamma mia ke tristezza...
Andiamo avanti ke è meglio...xD :
nimi_chan: Innanzi tutto Buon Natale anke a te... ihihihih.. Mi domando cosa ti passerà per la testa quando avrai finito di leggere il capitolo... mah mah.. non mi tirare bestemmie però ahahahahah... Lo so è molto triste ma alla fine è giusto così, Katia non poteva partire... va bene sto dando troppe informazioni.. xD Grazie per aver recensito, al prossimo allora! un bacioooooo =)
piaciuque: si è triste =(=( non sai ke brutto mentre lo scrivevo... uff.. Grazie mille anke a te xD ihihihi bacioneeee! <3
SweetCherry: piccolaaaaaaa! Eh no purtroppo non è andata come speravi... Mi dispiace non averti saputo accontentare ma purtroppo la mia idea era questa. Ma non tutto è perduto, alla fine manca ancora l'ultimo capitolo! xD Fammi sapere che ne pensi, un bacio grande ti adoroooo <3
giulia87: Buon natale anke a te anke se in ritardo! xD Eeeeh si siamo alla fine, manca l'epilogo! spero ke passerai di qua! =) un bacio grandeeeeee e grazie mille! <3
Vale728: Siiiiiiiiiiiiii anke io ho pianto! =( ke bruttoooooo... dai non fatemici pensare dai dai.. uff.. Spero ke anke questo qui ti piaccia, un bacio grandeeeee! <3<3

Angolo pubblicità:
2 storie che vi consiglio assolutamente di leggere perchè sono favolose! ^^

SECRETLY di fallsofarc & KIDNAPPED BY LOVE <3 di _Bella_Swan_




Colgo l'occasione per augurarvi un Buon Natale
( anke se in ritardo) e un felicissimo Anno Nuovo! Buon 2010! =)















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Capitolo 23
*** Epilogo ***


Ecco l'ultimo capitolooooooooooooooooo! T^T



Passarono giorni, settimane, forse mesi... Riuscivo solo a vivere come un'automa. Privata di ogni singola emozione e sensazione. Per fortuna esistevano mio padre e Mimi che ogni giorno, almeno loro, sapevano strapparmi qualche sorriso. La scuola e la danza stavano procedendo ottimamente, non come la mia vita privata comunque. Ogni singolo attimo che passava avevo il timore che quei due mesi lontana da casa fossero soltanto uno stupido sogno. Un stupido frutto della mia immaginazione. Mi convincevo sempre di più che nè Mike, nè la sua famiglia fossero mai esistiti, che quei due mesi non gli abbia mai vissuti...
Un giorno come un altro ero in camera mia con Mimi per studiare Geologia. Materia decisamente insulsa, per i miei gusti, ma importante per il mio reddito scolastico. Dopo lo studio facemmo un break. Avevo raccontato già tutto di Mike a Mimi, ormai mi fidavo ciecamente di lei. Sapevo che non le sarebbe uscita mai neanche una parola. A quel punto avevo solo bisogno di sfogarmi, di piangere, di urlare e chi meglio di un'amica poteva capirmi? Avevo troppa necessità di raccontarlo a qualcuno e lei fu la mia scelta. Mi capì all'istante e riuscì a darmi conforto solo come una vera amica sa fare.
- Katia, forse sarebbe ora che ti presentassi qualcuno- mi puntigliò maliziosa.
Ma a me non andava di conoscere nessuno, di stare con nessuno.
Scossi il capo sorridendole grata per il pensiero, ma meglio di no.
- Perchè no?- mise il broncio deluso.
- Perchè non mi sento ancora pronta-
Sospirò sommessamente. Ero sicura che a Mimi non facesse piacere vedermi soffrire e stare male per uno stronzo come Mike. Ma a quel punto mi chiedevo se davvero avessi bisogno di dimenticare lui o... se già avessi rimosso? E stessi cercando di colmare quel vuoto mentale durato due mesi?
Mimi si alzò mettendosi a curiosare tra la mia libreria. Prese un libro e ci soffiò sopra facendo cadere tutta la polvere che vi si era accumulata. Quei libri non li vedevo da una vita, non sapevo neanche cosa ci facessero ancora lì.
- Questo lo leggi?- mi chiese cominciando a sfogliarlo.
- No, prendilo- risposi atona. E più mi accorgevo della mia apatia, più avrei voluto morire.
Mi alzai anche io decidendo di accantonare quei pensieri e quelle assurde paranoie che mi assalivano ogni tanto. Mi diressi verso la libreria con l'intenzione di svuotarla un pò: almeno mi avrebbe tenuto impegnata la mente e mi avrebbe proibito di pensare a cose vietate.
Levai quattro libri pieni di polvere e li feci cadere per terra a causa delle mie mani di burro. Insieme ad essi, vidi cadere una busta che Mimi raccolse per me.
- Grazie- le dissi con la più sincera confusione stampata in volto. Non ricordavo assolutamente di avere un foglio tra quei libri. Erano mesi, forse anni, che non li toccavo. Anche perchè quello scaffale era di mia madre e non avevo il coraggio nemmeno di sfiorarlo.
Aprii la busta, estremamente curiosa di sapere cosa ci fosse stato all'interno.
Un foglio piegazzato in tante piccole parti. Sul primo lato che aprii ci fu una sola parola che mi fece girare la testa, che diede il via al batticuore ansioso che precedeva gli attimi di panico. " Scricciolo..."
Subito fui presa da uno spasmo aprendone un altro lato ma lo vidi vuoto. Non avevo il coraggio di aprire tutta la lettera, non volevo leggere. Cos'altro avrebbe potuto scrivere di peggio? Più delle parole e delle conferme che mi aveva dato? Voleva veramente vedermi morire?
Deglutii rumorosamente. Però, presi il coraggio in mano e srotolai l'altro lato con il cuore che batteva forte.
" Leggi attentamente..."
Aprii la lettera di scatto distendendola sul tavolo e accasciandomi sulla sedia prendendomi la testa fra le mani. La dovevo leggere o no?
- Mimi, per favore, puoi uscire un momento?- le chiesi sussurrandole flebilmente.
Annuii comprensiva e mi lasciò sola.
Cominciai a leggere titubante la lettera di Mike.
" Katia,
Se stai leggendo la lettera vuol dire che io sono già partito da un pezzo e lasciato la città... Volevo scriverti solo poche righe, le più essenziali parole che uno come me può trovare.
Per favore, per favore dimentica TUTTE le ultime parole che ti ho detto. Dirti che non ti avevo mai amata è stata una terribile bestemmia. Era tutto una messa in scena, amore mio. Io ho dovuto farlo. Non potevo farti voltare le spalle alla tua vita per stare con una famiglia di ladri, sempre sotto continui rischi. Non è il tuo posto, non lo è mai stato.
La biondina non ha fatto il mio nome. Era soltanto una scusa che mi sono inventato per giustificare il trasloco. Ma era tutto quanto una scusa, una finzione...
Voglio che tu sappia che io non ho MAI amato nessuno in vita mia come ho amato te. Tu sei il mio raggio di luna, che illumina le mie notti buie. Sei la mia ragione di vita, sei tutto per me. Non so come farò a vivere senza di te. Sarà terribilmente difficile, mi sento morire già scrivendoti queste parole.
Ricordati, ti ho amata sempre dal primo momento che incontrai i tuoi occhi. Ti amo, con tutto me stesso e ogni giorno porto nel mio cuore il tuo ricordo conservandolo gelosamente. E ti amerò per sempre, mio unico, primo, vero amore. Sarai per sempre il mio piccolo scricciolo deciso e spavaldo, dolce e disinvolto, testarda e capricciosa... Sarai sempre Katia, il mio amore, la mia luce, il mio cuore. Spero che un giorno smetterai di soffrire e riuscirai a ricordarmi con un sorriso sulle labbra. Ma non dimenticarmi mai, perchè io non lo farò. Per ora posso solo soffrire, come stai facendo anche tu.
Ti auguro tutta la felicità di questo mondo. Dopo aver amato un ladro, credo che tu te lo meriti. MI dispiace di non essere stato io quello che ti ha reso felice, ma avrei tanto voluto. Tanto, forse troppo...Tanto che mi sono illuso. Ora devo andare, mio unico raggio di luna. I miei non volevano che ti scrivessi una lettera dicendoti la verità, ma proprio non riesco a vivere a saperti con quella smorfia di dolore sul viso e quella convinzione dei miei falsi sentimenti. Vivrò un pò meglio con la speranza che tu mi creda dopo aver letto le mie parole.
Ti amo, scricciolo. Il mio cuore ti appartiene.
Mike "
Con le lacrime agli occhi, chiusi la busta premendola contro il mio cuore.







NOTE:
 Allora, volevo innanzitutto ringraziare TUTTI, ma proprio tutti, per aver continuato a seguirmi. Tutte le persone che mi hanno inserito fra i preferiti (47) e seguite (41). Grazie, veramente di cuore.
Poi ringrazio nimi_chan,  _Bella_Swan_,Vale728,sara96_98, SweetCherry, valespx78 per aver recensito l'ultimo capitolo! Scusate molto ma non ho tempo di ringraziarvi una ad una perche sono di fretta ;-). Mi auguro che la mia piccola storia vi sia piaciuta e vi abbia regalato qualcosa. Grazie, ancora di tutto <3 Grazie
In compenso però... :D sono con un'altra storia... ahahahah prrrrrrr... di già! Vi consiglio di passare a leggerla. E' una storia vera che mi è stata raccontata da mia cugina, stupenda davvero. Vi lascio qui il prologo:

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Our Secret Kiss
Qui


Mi ero sempre chiesta che rumore facesse la felicità, se fossi stata in grado si sentirla. A volte ti si avvicina in modo silenzioso, da non capire che ti cammina a fianco tutti i giorni. Oppure arriva in modo brusco, sconvolgendo completamente la tua vita. La mia felicità era arrivata in tutti e due i modi, sorprendentemente. E nonostante tutto, ero stata capace pure di perderla. Sapevo benissimo che avrei dovuto alzarmi di lì e correre da lui per spiegare come stavano le cose; piangere non serviva a nulla. Ma le sue parole mi avevano accoltellato l'anima riducendola a brandelli. Lui era deluso da me, dal mio comportamento... Credeva che provassi piacere nel vederlo soffrire, ma non capiva che il suo dolore era il mio dolore. Non capiva che l'amavo da morire. Forse, non ci aveva mai pensato ai possibile sentimenti che avrei potuto provare per lui. Beh, come potevo dargli torto? Ci eravamo odiati per più di 15 anni...












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