Maybe It's not too late|| Colifer

di vitto00
(/viewuser.php?uid=893524)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1.Non si è mai da soli ***
Capitolo 3: *** 2.Un po' di confusione? ***
Capitolo 4: *** 3.La scommessa ***
Capitolo 5: *** 4.Un ragazzo misterioso ***
Capitolo 6: *** 5.Uscita romantica ***
Capitolo 7: *** 6.Problemi ***
Capitolo 8: *** 7.Parlami ***
Capitolo 9: *** 8.Da capo ***
Capitolo 10: *** 9.Bell'errore ***
Capitolo 11: *** 10.Succede ***
Capitolo 12: *** 11.Lasciati andare ***
Capitolo 13: *** 12.Crash ***
Capitolo 14: *** 13.Insieme ***
Capitolo 15: *** 14.Clessidra ***
Capitolo 16: *** 15.Ti amo ***
Capitolo 17: *** 16.Festa (parte 1) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
JENNIFER POV.

Il suono della sveglia alle sei di mattina mi fa pentire di aver scelto di voler essere un’attrice e come da copione cerco di spegnere quell’odioso aggeggio con gli occhi semichiusi. Quando capisco che purtroppo non posso scappare dalla giornata che mi aspetta non appena mi tiro fuori dal caldo piumone e mi dirigo verso il bagno. Fantastico, ho i soliti capelli spettinati… nulla è cambiato rispetto all’altra mattina se non il fatto che oggi ricomincio a vestire nei panni di Emma Swan o meglio, della nuova e oscura Emma. Cerco di sistemarmi il più possibile poi il resto sarà tutto nelle mani delle parrucchiere e delle truccatrici, nonostante a Los Angeles non si muoia di freddo in inverno io indosso uno dei miei maglioni preferiti di lana abbinato ad un paio di jeans e agli stivaletti neri. Metto il giubbotto e prendo la mia borsa, do un’occhiata al mio piccolo appartamento, acquistato quattro anni fa per le riprese di Once Upon A Time, dopo di che esco.
Guido fino a Starbucks poiché sono solita a prendere il caffè lungo che è una delle poche cose che mi fanno stare sveglia al mattino presto e velocemente poi mi dirigo sul set. Guardo l’orologio, stranamente sono in anticipo di cinque minuti! In ogni caso parcheggio nel mio posto e vado verso il mio camerino quando una voce famigliare mi ferma e mi volto.

“Jen!” dice Colin.
“Colin, allora non sono l’unica ad essere arrivata in anticipo.” Rispondo salutandolo.
“In anticipo? Veramente sei in perfetto orario, per la prima volta…” ribatte sorridendo.
“Oh, be’ in effetti hai ragione. Comunque, dove sono finiti tutti?” chiedo guardandomi attorno.
“Sono tutti nei loro camerini penso, con me hanno già finito.” Risponde.
“Ah cavolo! Meglio che vada anch’io… per una volta che ero arrivata giusta!” dico correndo verso il mio camerino.

Sento la risata di Colin, che idiota! Io sono in ritardo e lui mi prende in giro! E’ comunque un buon collega e amico perché c’è sempre quando ho bisogno, soprattutto dopo che ho rotto con Sebastian. Riesce a strapparmi un sorriso anche nelle giornate peggiori, sì, è decisamente una bella persona.

TO BE CONTINUE

Salvee, spero vi sia piaciuto questa breve introduzione. Diciamo che dopo un po’ di tempo ho deciso di mettere nero su bianco una storia che ho in testa da un po’ ahahah! Cercherò di scrivere un capitolo alla settima, spero di farcela. Stay tuned :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1.Non si è mai da soli ***


CAPITOLO 1-Non si è mai da soli.
JENNIFER POV.

“Direi che non abbiamo bisogno di sistemare i tuoi capelli stamattina Jennifer!” esclamò la mia parrucchiera.
La osservai con fare interrogativo e lei mi diede in mano il copione del primo episodio, cavolo, non l’avevo nemmeno visto entrando!
“Ah, grazie mille!” risposi.
Si chiamava Allison, mi assisteva da ormai più di tre anni ed era diventata una mia amica. Quando ebbe finito mi fece guardare allo specchio, avevo ancora i capelli leggermente arruffati, ma leggendo il primo episodio capì il perché: ero il signore oscuro ed ero ritornata nella foresta incantata. La ringraziai e raggiunsi gli altri.
“Jennifer!” mi salutarono Lana e Ginnifer non appena entrai.
“Ciao.” Dissi a mia volta abbracciandole.
“Jennifer, per quest’anno riusciamo ad arrivare un po’ più in anticipo?” chiese scherzando Adam.
“Hai ragione, scusaa!” dissi ridendo.
“Perfetto, ora che siamo tutti vorrei chiedervi di fare una cosa. So che non è più come all’inizio di questa avventura, ma ci tengo a farlo quest’anno. Tenete, scriveteci sopra le vostre paure, avete tutta la giornata per farlo e stasera andremo in spiaggia, accenderemo un falò e butteremo questi foglietti dentro. E’ da tempo ormai che lavoriamo insieme ed è ora che la nostra sia a tutti gli effetti una vera famiglia.” Annunciarono Adam e Edward entusiasti.
Mi piaceva come idea, insomma bruciare i fogliettini voleva dire sconfiggere le proprie paure e grazie a tutte le persone che avevo accanto ed erano presenti in quel teatro io ero riuscita ad essere meno introversa e più aperta alle relazioni. Piegai il pezzo di carta che mi era stato consegnato e lo riposi con cura nella taschina interna della borsa, non sapevo ancora cosa avrei scritto però ero sicura che nel corso della giornata mi sarebbe venuto in mente.
“Allora, pronta Swan?” mi chiese Colin scherzando.
“Sempre.” Sorrisi.
“Jennifer, in questa stagione dovrai mettercela tutta. Sei il nuovo signore oscuro e devi essere arrabbiata con il mondo ancora di più, inizialmente non accetterai l’oscurità, ma con il tempo il tuo personaggio verrà in un certo senso divorato dalla voglia di vendetta poiché i suoi cari non riusciranno ad aiutarla a Camelot.” Mi spiegò Edward.
“Mmh, okay. Credo di aver capito, più o meno.” Annuì.
Mi fecero andare a cambiare i vestiti dopo di che girammo la prima scena. Ero consapevole del fatto che il cuore che avevo in mano era finto, ma mi faceva sempre senso anche se ovviamente dalla televisione assomiglia ad una pietra e pensandoci bene il cuore è come una pietra: forte, ma se lo si sgretola non c’è modo di ricomporlo. Ripetemmo la scena ben quattro volte dato che una volta mi scappò da ridere e un’altra per il disgusto lasciai cadere il cuore finto a terra.
Quando finimmo mi accorsi che era già l’ora di pranzo.
“Ti fa così tanto schifo quel cuore finto?” chiese Colin divertito.
“Ah ah ah… “risi ironicamente.
“Devo dire che quando l’hai lasciato cadere per terra è stato quasi divertente, insomma il signore oscuro che al posto di stritolarlo lo butta via.” Disse sogghignando.
“Ma come sei simpatico oggi.” Dissi roteando gli occhi.
“Guarda che ti vedo…” fece una smorfia.
“La smettete di fare i bambini?” chiese Lana scoppiando a ridere.
“Ha incominciato lui, comunque è meglio che andiamo a mangiare perché ho davvero fame!” dissi senza dare tempo a nessuno di ribattere.
In mensa presi un pasto completo, fingere di essere arrabbiata mi aveva teso abbastanza i nervi… se avessi continuato così non sarei durata più di una settimana.
“Avevi davvero fame…” osservò Ginnifer.
“Eh già, è stato stancante.” Dissi.
“Stancante?” chiese Colin.
“Sì, stancante.” Ripetei sbuffando.
“Spero tu sia pronta per dopo.” Disse.
Dopo? Quale dopo? Cosa sarebbe successo dopo?
“Cioè?” chiesi.
“Dobbiamo girare la scena a cavallo, ovviamente non andremo davvero a cavallo però ci sarà un bacio e credo sarà difficile per te dato che dovrai calibrare ogni emozione.” Spiegò.
“Oh no! Non pensavo sarebbe stato così difficile quest’anno!” ammisi.
Sorrise e continuammo a mangiare, tutti gli altri se ne andarono a casa a prepararsi per stasera e restammo solamente io, Colin e tutto il dietro le quinte.
“Meno male che avevi detto che non avremmo dovuto andare a cavallo…” osservai non appena arrivammo sul luogo dopo avremmo dovuto girare quella scena.
“Eh? Ma non era previsto, giuro.” Disse alzando le mani.
“Adam! Dovremmo andare su quell’animale?” gli chiesi preoccupata.
“Sì, in realtà no, però quello finto si è rotto e non si muove più. Colin so che tu sai cavalcare…” rispose Adam.
“Ehm… un pochino, ma non sono un professionista.” Affermò.
“Lo so, però non so quando potranno aggiustare quell’affare e…” iniziò a dire.
“Non fa nulla, saliremo su quel cavallo.” Troncai sapendo che tanto mi sarebbe toccato, almeno Colin sapeva guidarlo o come diavolo di dice.
Colin annuì e facendo una smorfia montò su. Il cavallo si mosse un po’.
“E’ un po’ agitato…” disse.
“Ma perfetto.” Dissi prima di afferrare la sua mano e cercare di salire.
Era vero, era un pochino agitato l’animaletto e questo ci rallentò un po’.
“Adesso Jennifer tieniti, non sappiamo né se il cavallo sia buono né se Colin riuscirà a domarlo.” Disse Adam.
“Fantastico, morirò su un coso mentre galoppa!” dissi prima che pronunciarono il ciak e mi ritrovai attaccata al giubbotto di pelle di Capitan Uncino.
Dovevo far finta di essere terrorizzata, ma in realtà lo ero di mio. Non ero avevo mai fatto equitazione e i cavalli non erano i miei animali preferiti, perché ad Emma doveva piacere andare a cavallo?
“Allora Swan, ti piace?” chiese Colin recitando la sua battuta.
Mi ero dimenticata che eravamo ripresi da un drone, ma non intendevo ripetere la scena e nonostante stessi tremando risposi.
“Sì, mi sento davvero libera.” Affermai.
“Stop!” urlò Adam che era posizionato una centinaia di metri avanti a noi.
“Merda, non si ferma.” Gemette Colin.
“Come? Tira le quelle corde!” dissi alzando la voce e riferendomi alla briglie.
Colin le tirò, ma niente da fare il bel cavallino non aveva intenzione di fermarsi.
“Bello, fermati!” urlò Colin tirando più forte.
Mi strinsi ancora di più al suo giubbotto e chiusi gli occhi. Perfetto, ci sarebbe stato scritto su tutti i giornali: Jennifer Morrison morta per colpa di uno stupido cavallo.
“Jen, apri gli occhi.” Mi disse Colin.
Li riaprì, si era fermato. Sospirai e senza pensarci un secondo di più scesi dalla sella, non avrei mai più fatto una cosa del genere. Mi accasciai a terra con ancora le gambe tremanti.
“Tutto ok?” mi chiese Colin.
“Oh, certo. Ho solo avuto paura di morire, ma nulla…” dissi ridendo istericamente.
“Dai, stai tranquilla. Non lo faremo più, te lo prometto.” Disse accarezzandomi il capo.
Mi alzai e mi preparai per la prossima scena. Quando Adam gridò -Azione!- Colin iniziò a parlare.
“Tutto bene Swan?” disse.
“Sì, tutto bene.” Risposi guardandomi attorno.
“Manca qualcosa?” chiese.
“Tremotino, Tremotino. Non lo vedo più. Grazie.” Dissi.
“Ti amo.” Disse.
“Anch’io.” Risposi.
Si avvicinò lentamente a me e unì la sua mano alla mia poi con l’uncino mi tirò verso di lui. Con dolcezza appoggiò le sue labbra sulle mie, inizialmente sussultai: era da mesi che non lo baciavo. Se ne accorse subito, mi conosceva bene, mi accarezzò la guancia per rassicurarmi e mi sciolsi leggermente anche se il bacio risultò uno schifo.
“Mmm… sapete fare di meglio.” Commentarono i due produttori.
“Vi va di rifarla oggi o preferite domani?” chiese poi Edward.
“Oggi.” Affermammo contemporaneamente io e Colin.
Ripetemmo le battute e quando arrivammo al bacio Colin mi guardò dritto negli occhi intimandomi a stare tranquilla e serena. Lasciai che mi baciasse e che mi stringesse a sé stavolta molto più rilassata e riuscì anche a posargli una mano sulla nuca.
“Molto meglio ragazzi, la teniamo! Ora potete andare, ci vediamo stasera.” Disse Adam soddisfatto.
Quando uscimmo mi strinsi al mio piumino, faceva un po’ più fresco di stamattina.
“Riesci a darmi uno strappo a casa? Sono venuto con il bus, ma ora non ho i soldi per pagarlo e usare la popolarità è ingiusto.” Disse Colin.
“Uhm, sì sì. Sali.” Mormorai.
Aspettai che fosse salito e accesi il motore, rimanemmo in silenzio per un po’. Sapevo già la strada per casa sua per cui non gli chiesi nulla.
“Ti va di salire?” chiese quando fummo arrivati.
“No, grazie.” Dissi.
“Devo andare in un posto.” Aggiunsi vedendolo un pochino imbronciato.
“Ah, nuova fiamma?” chiese con fare malizioso.
“Più che fiamma io lo definirei compagno.” Dissi ridacchiando.
“Hai conosciuto qualcuno?” mi chiese sorpreso.
“In realtà sì, il mio sacco da boxe.” Risposi scoppiando a ridere.
Mi guardò per qualche frazione di secondo poi rise anche lui.
“Ahh okay, e da quanto fai boxe?” chiese incuriosito.
“Da un po’, mi rilassa.” Risposi.
“Qualche volta dovrei venire con te… va be’ ora vado, a stasera.” E così dicendo si avviò e io me ne andai.
Andai in palestra, praticavo boxe da un po’ di tempo, ma la palestra in cui stavo andando la frequentavo da una sola settimana. Nello spogliatoio mi cambiai, c’era poca gente per cui non mi sentivo sciocca a tirare cazzotti al sacco. Guardai l’orologio, si erano già fatte le sei e mezza! Mi rimisi i miei abiti e tornai in fretta a casa e mi feci una doccia. Mi legai un asciugamano in testa e misi l’accappatoio quando qualcuno suonò il campanello.
“Colin!” esclamai sorpresa quando me lo trovai davanti con la cena.
“Oh… ehm… scusa, pensavo…” farfugliò diventando rosso.
“No, non preoccuparti… entra.” Dissi.
“Scusa il disturbo, pensavo di mangiare insieme e ho preso del sushi.” Spiegò.
“Grazie, vado un attimo a vestirmi. Fa’ come fosse casa tua, tanto sai dove sono i bicchieri, i piatti e il resto.” Risposi.
Misi un paio di jeans, una camicia e sopra una felpa abbastanza pesante poi tornai di là ancora con i capelli bagnati.
“Grazie mille per avermi portato la cena e… per essere venuto.” Dissi tornando in soggiorno.
“Mi fa piacere, sul serio. E poi sei l’unica donna con cui si possa parlare senza aver paura di dire qualcosa di sbagliato.” Sorrise.
“Sai che quello che hai appena detto te lo farò pesare a vita?” risi.
“Spero di no!” ridacchio.
Quando finimmo di cenare erano quasi le otto e un quarto per cui accettai di andare insieme a Colin e andammo nel luogo concordato. Con tutto il trambusto mi ero anche scordata di scrivere la mia paura così estrassi il foglietto dalla borsa e con una penna segnai cinque parole.
Mancavamo soltanto noi e quando arrivammo iniziammo il nostro “rito”.
“Sono contento che ci siate tutti, so che può sembrare stupido e idiota, ma vorrei chiedervi di leggere il vostro biglietto anche se non volete. Siamo una famiglia ormai e non ci deve essere imbarazzo.” Disse Adam.
Tutti lessero cosa avevano scritto: Ginnefer aveva paura del buio (non il buio delle stanze buie, ma il vuoto…l’oblio.), Josh del destino, Lana della vita, Meghan di non essere all’altezza, Sean di essere giudicato male mentre Colin aveva detto di aver paura che le sue scelte fossero sbagliate. Quando toccò me rimasi un po’ interdetta, sospirai e parlai.
“Ho paura ad amare qualcuno.” Dissi e buttai il piccolo foglietto di carta nel fuoco.
Mi guardavano ancora, l’ultima storia che avevo avuto non era finita molto bene e loro lo sapevano benissimo. Mi alzai da dove ero seduta e andai in riva al mare, era calmo e le onde sbattevano contro gli scogli ritmicamente.
“Mi spiace, Jen.” Disse Colin sedendosi accanto a me.
“Anche a me.” Affermai.
“Devi continuare a vivere però, solo perché con lui è andata male non ti puoi abbattere.” Disse.
“Tutte le mie storie sono finite male, devo avere qualche problema io…” ero come Emma in un certo senso…
“Non dirlo neanche per scherzo, mi hai sentito?” chiese.
Non risposi, continuai a fissare il vuoto.
Tese la mano verso di me e mi impose di guardarlo negli occhi.
“Sei una donna speciale: hai tante qualità e non sei per niente sbagliata. Se tutti quelli che stavano con te ti hanno lasciata andare vuol dire che sono dei cretini e ci hanno perso loro. Non lasciare che gli altri ti giudichino quando non ti conosco, lascia che sia tu stessa e le persone a cui vuoi bene a farlo.” Mi disse.
Abbozzai un sorriso, non dissi una parola, ma lo abbracciai.

Lui faceva parte di quelle persone a cui volevo bene.

TO BE CONTINUE

Ehilàà, spero sia piaciuto. Mi diverto davvero a scrivere questa storia! :)
Aggiornerò appena posso e buon Halloween in anticipo, un bacione.
Ps. mi scuso se il formato è un po' bruttino, ma migliorerò o almeno spero ahahaha!
Vittoria (eh sì, mi chiamo così) ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2.Un po' di confusione? ***


CAPITOLO 2

COLIN POV.
Quello che avevo detto a Jennifer era vero, doveva cercare di avanti altrimenti non ne sarebbe più uscita. La conoscevo abbastanza da poter dire che si sentiva confusa, ma troppo poco per poter capire con chi avesse avuto a che fare negli anni precedenti al nostro incontro. Era diventata pian piano sempre più importante nella mia vita e in certe situazione non avrei mai pensato di uscirne se non grazie a lei; e poi mio figlio e Helen l’adoravano letteralmente.
Avevo appena riaccompagnato Jen a casa quando mi ricordai di dover chiamare mia moglie. Mi fece una doccia molto veloce e composi il suo numero stendendomi sul letto ancora con i capelli leggermente bagnati e un asciugamano in vita.
“Amore, ciao!” rispose subito.
“Helen, tutto bene?” chiesi.
“Sì, tutto a posto. Il piccoletto sta già dormendo da un po’ e mi spiace svegliarlo, se domani non hai tanto da fare potresti chiamarlo. Ci manchi tanto.” Disse.
“Anche voi, certo. Lo farò.” Promisi.
“Sai già quando finirai?” mi chiese poi.
“Uhm, in realtà no. Abbiamo appena iniziato per cui non ne ho idea, almeno un paio di mesi credo.” Risposi.
“Capisco, è che ogni anno quando parti non sono preparata. Quando pensi che potremmo venire un weekend?” chiese.
“Mmm, direi che potreste stare anche più di un solo weekend. Potreste venire la prima settimana di febbraio?” proposi.
“Mi sembra un’ottima idea, adesso ti devo lasciare. Buonanotte, ti amo.” Disse Helen.
“Anch’io.” Dissi prima di chiudere la telefonata.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, poi mi infilai i boxer e andai dritto a letto. Era quasi l’una, ma non avevo sonno e mi rigirai nel letto per un bel po’. La mattina seguente mi svegliai alle dieci, avevo le riprese solo nel pomeriggio per cui potevo prendermela con comodo. Sbadigliai e mi avviai in cucina. Non ero un buon cuoco, infatti a malapena riuscivo a scaldare il latte quindi mi vestì in fretta. Volevo sapere se Jennifer stesse bene, passai da Starbucks a prendere due cappuccini e guidai in macchina fino a casa sua che non era molto distante dalla mia.
Suonai, ma non rispose. Perfetto starà dormendo, pensai. Tornai in macchina e frugai nel bagagliaio fino a che non trovai il mazzo di chiavi che cercavo. Erano le chiavi di casa sua, me le aveva date nel periodo in cui stava davvero male e io le avevo usate una sola volta: ovvero quando pensavo si fosse quasi uccisa, ma in realtà era solo crollata sul divano dal sonno. Aprì il cancelletto e il portone d’entrata poi salì le scale fino al terzo piano. Misi la chiave dentro la serratura, ma non girava… per forza, avevo inserito quella sbagliata. Presi quella giusta e finalmente aprì la porta di casa. Feci piano perché pensavo dormisse invece quando feci per svoltare in camera sua mi arrivò un calcio nelle parti bassi. Mi aggrappai al comò dolorante e feci una smorfia.
JENNIFER POV.
“Oddio, scusami. Non pensavo fossi tu, ho sentito dei rumori alla porta, stavo per uscire e pensavo fossero ladri o persone malintenzionate. Così sono corsa in camera e…” Dissi mortificata.
“Mmh, magari la prossima volta assicurati che non sia io prima di tirare un calcio con quelli.” Disse indicando i miei anfibi.
“Ti ho fatto tanto male?” gli chiesi.
“Un pochino, ti avevo anche portato il cappuccino…” disse ridacchiando.
“Mica è colpa mia se irrompi in casa senza preavviso.” Mi lamentai facendogli la linguaccia.
“Tu non rispondevi al citofono, per cui pensavo stessi dormendo ancora.” Si difese.
“Ah, probabile. Ero in bagno, mi sa che non ho sentito. Be’, meno male che non stavo dormendo altrimenti mi sarei spaventata ancora di più.” Ribattei.
“Sì, ma non avresti avuti quelli ai piedi.” Precisò.
“Va bene, va bene… in ogni caso, perché sei venuto qua?” chiesi.
“Boh, mi andava. A casa da solo non mi piaceva stare e poi volevo vedere se stessi bene.” Ammise.
“Smettila di preoccuparti, Colin. Dico sul serio, sto bene.” Affermai bevendo un sorso della bevanda che mi aveva portato.
“Mi fa piacere, te l’ho detto, sei la mia migliore amica.” Rispose.
“Secondo te dovrei chiamare mio figlio?” chiese tutto d’un tratto.
“Perché non dovresti?” chiesi.
“Non lo so, ha solo due anni e mezzo però mi sento in colpa.” disse.
“In colpa? Perché mai?” chiesi.
“Non sono un buon padre Jen, dovrei essere con lui e Helen ora.” Rispose.
“Adesso stai sparando un po’ troppe cazzate, sei un padre meraviglioso. Evan è ancora piccolo, ma quando sarà grande capirà che papà ha.” Dissi scuotendo la testa.
“Sì, ma non ha scelto lui di venire al mondo.” Disse secco.
“Immagino che ora debba fartela io la ramanzina… Allora, la farò breve, Colin se sei dall’altra parte del mondo e non sei al suo fianco non vuol dire che non gli vuoi abbastanza bene, ma significa che per lui sopporteresti questa distanza pur di farlo vivere bene. Helen lo sa che la ami e che vuoi bene a tuo figlio e lo so anche io. Potresti capirlo anche tu?” dissi.
“E’ più complicato di così…” sbuffò.
“Quando si dice che una cosa complicata per la verità significa che è molto semplice, ma non si ha il coraggio di spiegarla.” Affermai.
“Non lo so, sono confuso e la distanza mi sta facendo perdere la testa.” Rispose.
“In che senso scusa?” chiesi.
“Boh, io ti giuro che non so più nulla. Non sono sicuro di niente: di mio figlio, del lavoro, del tempo che passa…della mia vita.” Ammise.
“Non c’è niente di male se la pensi in questo modo, Colin, sei un bravo uomo e un buon padre per cui piantala. Hai una famiglia stupenda e sì, un po’ ti invidio per questo.” Confessai.
“Mi invidi? Ma per favore, io dovrei invidiare te. Sei sempre così sicura in tutto quello che fai!” mi rimproverò.
Sorrisi.
“Su, chiamalo.” Lo incitai.
Mi diedi un bacio sulla guancia e tirò fuori il telefono, pensai fosse meglio lasciarlo solo per cui andai in camera mia fino a che non finì la chiamata.
“Allora?” chiesi.
“Dice che sta bene e che non vede l’ora di vedermi e di vederti.” Sorrise.
“Vedermi?” chiesi ridendo.
“Sì, ha detto che gli stai simpatica.” Rispose.
“Ah meno male che esiste un O’Donoghue che capisce…” dissi ironica.
“Pff, vorresti dire che non capisco niente?” fece il finto arrabbiato.
“Mi sembrava ovvio.” Risposi sogghignando.
“JMo, non mi conosce affatto se dice così…” disse avvicinandosi fin troppo tanto che riuscì a sentire il suo respiro sul collo.
“E chi lo dice…” sospirai.
Mi stava fissando le labbra e subito dopo arretrai.
“Andiamo a pranzare da qualche parte?” chiesi senza guardarlo negli occhi.
“Sì, buona idea.” Rispose senza accorgersi di nulla.
Salimmo sulla sua macchina, il silenzio regnava su di noi fino a che non iniziò a parlare.
“Stai bene?” chiese tutto d’un tratto.
“Sì, è tutto okay.” Risposi guardando fuori dal finestrino.
“Uhm… come vuoi.” E di nuovo silenzio tombale fino a quando non ci fermammo in un Mc Donald.
“Mangiamo dentro o in macchina?” chiese.
“Dentro. Non fa niente se c’è tanta gente.” Risposi, nonostante per me fosse meglio se ci fosse stata più gente poiché se fossimo rimasti soli avremmo dovuto parlare molto più seriamente e non mi andava.
Dopo aver preso il cibo ci sedemmo e venti minuti più tardi avevamo già finito tutto. Fortunatamente non avevamo detto molto, quando verso le tre arrivammo sul set però non fui del tutto contenta.
Dovevamo girare un altro bacio e non ero psicologicamente pronta.
“Perfetto, siete pronti? Ciak, azione!” urlò Adam.
Dicemmo le nostre battute dopo di che arrivò il momento del bacio. Colin mi prese un braccio con l’uncino e mi attirò a sé per poi mettermi una mano sulla schiena. Mi sfiorò le labbra con un dito e poi mi baciò prima dolcemente poi con più passione, dopo poco cedetti al movimento delle nostre bocche. Chiusi gli occhi e continuai a baciarlo fino a che non ci urlarono di fermarci e che la scena andava bene.
“Bravi, mi è piaciuta.” Disse Adam sorridendo.
Annuì e mi sedetti sulla prima sedia che trovai.
Ero stanchissima, eppure non avevo fatto nulla di che oggi, a parte mettere a dura prova i miei poveri nervi. Mi scoppiava la testa, ma avrei dovuto aspettare Colin che stava ancora girando dato che stupidamente ero venuta in macchina con lui. Presi il cellulare e andai su twitter, digitai sullo schermo “Confusing” e lo inviai. Ero confusa, non avevo idea di quello che mi ero accaduto, ma sapevo che qualcosa era cambiato.

TO BE CONTINUE

Eii, ecco finalmente il secondo capitolo.
Scusate se ci ho messo un po’, nonostante ciò spero vi piaccia
Al prossimo capitolo, vedrò di aggiornare presto :)
Stay tuned

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3.La scommessa ***


CAPITOLO 3

COLIN POV.

Ero rimasto con Rebecca a girare una scena mentre Jennifer se ne era andata, immaginavo fosse solo uscita dato che l’avevo accompagnata io, ma quando tornai in camerino verso le sette trovai un suo messaggio sul cellulare.
“Josh e Ginnifer mi hanno riaccompagnata a casa, ci vediamo domani. Jennifer.”
Diceva, era tutto oggi che mi trattava in modo strano: come se fossi malato e dovesse starmi lontana. Mi cambiai i vestiti e tolsi l’uncino, andai alla macchina e salì, poi tornai a casa. Quando arrivai a casa scaraventai tutto sul divano e mi diressi in bagno per farmi una doccia, ero stanco. Uscì dal bagno e presi un paio di boxer a caso e una vecchia maglia, ordinai una pizza e nell’attesa aprì qualche social. A dirla tutta odiavo quasi tutti i social network, tranne twitter; nessuna foto, solo parole e in un certo senso le parole le digitavo senza pensarci sullo schermo del mio cellulare quasi sempre. Jennifer aveva inviato un twitter poche ore fa, aveva scritto che era confusa. Così tanto confusa da mettere in dubbio anche la nostra amicizia?
Il fattorino suonò al citofono e sobbalzai tanto ero immerso nei miei pensieri, gli aprì e lo aspettai alla porta. Divorai la pizza in poco tempo mentre guardavo un film su Netflix, quanto mi era mancato passare del tempo da persona normale!
Verso le undici e mezza andai a letto, ma mi sembrava mi mancasse qualcosa… come se l’altra parte del letto fosse più fredda del solito.

JENNIFER POV.

Avevo scelto di andarmene senza salutarlo né spiegargli nulla e ora mi ritrovavo a rigirarmi nel letto come una cotoletta. Solitamente non avrei sprecato nemmeno un’ora di sonno, ma non capivo come Colin oggi mi importava in modo particolare. Be’, era sempre stato un bel uomo: capelli scuri e occhi da far mozzare il fiato però io l’avevo sempre visto come amico sia perché quando l’avevo conosciuto ero concentrata su altro sia perché dopo ho pensato che di relazioni sul lavoro era meglio evitarle poiché se avessimo rotto saremmo stati costretti a vederci e peggio, in questo caso anche a essere intimi.
Forse era vero che le amicizie tra maschio e femmina non durano, ma in quel momento non era rilevante. Non volevo perderlo per una stupida infatuazione, in fondo si era sempre comportato così con me e il fatto che volesse attirare l’attenzione nonostante aveva un famiglia perfetta a casa era una delle cose che più odiavo.
La mattina dopo mi svegliai con ben più occhiaie del solito, per fortuna il trucco riuscì a fare miracoli! 
Il vento gelido mi fece rabbrividire non appena misi piede fuori di casa, ma purtroppo dovevo andare al lavoro. Le riprese di questa quinta stagione erano più difficili del previsto dato che mi ritrovavo spesso a piangere e per farlo dovevo mantenere la concentrazione a livelli altissimi poiché odiavo letteralmente fingere. Pensai a quanto ero dura prima di iniziare quest’avventura e quanto ero diventata sensibile e emotiva, prima non ero così e la cosa non mi piaceva molto. 
E’ contradditorio il fatto di voler conoscere sempre più persone e il fatto che io alzavo sempre un muro tra me e loro, ma Once Upon A Time, o meglio le persone con cui lavoravo, mi avevano cambiata sia in meglio che in peggio. Odiavo essere debole eppure avevo capito che talvolta sfogarsi con qualcuno a cui teniamo serve.
Quando arrivai agli studi mi accorsi che Colin mancava, un po’ mi spiaceva però parte di me era sollevata.
“Jen, Colin arriverà un po’ in ritardo oggi. Scusami se non ti ho avvisata, ma girerai solo nel pomeriggio…” mi avvisò Adam.
“Oh, certo. Ormai sono qua, aspetterò.” Dissi annuendo.
Misi le cuffie nelle orecchie e mi abbandonai al ritmo della musica.
Feci avanti e indietro dal camerino e tra una scena e l’altra riuscivo a scambiare qualche chiacchera un po’ con Ginnifer e Lana.
“Dovresti uscire di più, Jen!” disse Ginnifer.
“Sì, magari con qualcuno di sesso maschile… sai com’è!” specificò Lana.
“Buongiorno a tutti!” esordì Colin spuntando tutto d’un tratto.
“E’ arrivato…” disse Lana scuotendo la testa ridacchiando.
“Di cosa parlavate, ragazze?” ci chiese guardando in particolar modo me.
“Nulla, stavamo solamente dicendo che forse la nostra amica dovrebbe vedersi con qualcuno…” spiegò Ginnifer.
“Qualcuno? E chi sarebbe questo qualcuno?” chiese lui alzando il sopracciglio.
“Che ne so! Qualcuno e basta.” Rispose Lana.
“Sì, be’ magari uno che la capisca davvero…” sottolineò Ginnifer.
“Mmh…” fece lui.
“Per favore, piantatela. Sto bene così, non ho bisogno di qualcuno che mi compatisca.” Ribattei acida.
“Va bene, tanto al momento posso bastare io no?” chiese sfoggiando il suo sorriso.
“Ah sì? Sei sicuro che tu mi capisca?” chiesi scuotendo leggermente il capo.
“Per ora sì, al cento per cento.” Sussurrò.
Gli lanciai un’occhiataccia e andai da Adam.
Dio, quanto non sopportavo quando faceva così!

COLIN POV.

“Hai ragione, vuoi sapere perché sto facendo tutto questo? Lo sto facendo per te.” Disse Jennifer.
Cercai di guardarla senza capire.
“Stop, va bene.” Ci annunciarono dopo qualche secondo.
Tirai un sospiro di sollievo, almeno questa scena c’era venuta al primo colpo. Osservai il copione e la prossima scena, dovevo dire ad Emma che non mi importava cosa avesse fatto e che l’amavo lo steso. Jennifer si stava preparando, amavo il modo in cui lei entrava nel personaggio. Era come se ci fosse a tutti gli effetti Jennifer e non Emma, riusciva a ridere e a piangere spontaneamente ed era incredibile. Fissai ancora un pochettino le parole che avrei dovuto dire poi annunciai di essere pronto e qualche minuto dopo iniziammo la scena.
“Lo sai, uso questi anelli come trofei, ma tutto è cambiato quando ho incontrato te.” Recitai.
“Cosa sono loro, adesso?” chiese con gli occhi lucidi. Perfetto era già nella parte.
“Un avvertimento, tutto quello che hai fatto può cambiare quando sei amato e ho assolutamente sbagliato prima, ti amo Emma Swan. Non m’importa cosa hai fatto.” Dissi prendendole la mano.
Aspettammo qualche secondo dopo di che ci dissero che andava bene, allora girammo qualche altra scena insieme agli altri e poi arrivò il momento di andare via.
“Noi stasera usciamo, vieni anche tu?” sentì dire da Lana a Jennifer.
“No, davvero non mi va.” Rispose lei.
“Jennifer, non scherzavamo quando prima ti dicevamo che avresti bisogno di uscire. Sei giovane e ti comporti come una vecchia!” esclamò Ginnifer.
“Ragazze, sentite, lo so che lo dite per me. Ma non mi va.” Sbuffò.
“Okay, allora ti passiamo a prendere alle dieci. Vestiti per andare in discoteca.” Disse Lana e entrambe scomparvero prima che lei potesse ribattere.
Sorrisi, lo sapevo che non ci sarebbe mai andata e un pochino anche io avrei voluto così, ma d’altra parte avevano ragione. Era da ben due anni che non usciva con un ragazzo e forse era giunta la sua ora.
Andai a casa e mi feci una doccia, poi indossai dei jeans e una maglia bianca. Presi le chiavi della macchina e andai sotto casa sua, suonai e aspettai che aprisse il portone per poi poter salire in casa.
Mi aprì e quando salì la porta era socchiusa.
“Ehi, dove sei?” chiesi.
“Sono in camera, potresti aiutarmi a tirar su la zip?” mi chiese facendo capolino dal corridoio.
La squadrai per un po’, era davvero bella. Aveva un vestitino nero attillato e troppo corto per i miei gusti e degli stivali anch’essi dello stesso colore.
“Wow.” Esclamai colpito, non l’avevo mai vista così in tiro e non avevo considerato l’idea che avesse potuto accettare la proposta di Lana e Ginnifer.
“Grazie, ma mi potresti aiutare?” chiese di nuovo.
“Certo, certo.” Dissi riprendendomi.
“Dove vai stasera, non ti ho mai vista così…” dissi poi.
“Attento, mi hai appena detto che di solito sono spenta, brutta e noiosa.” Mi ammonì sorridendo.
“Non volevo dire questo, lo sai…” ribattei io.
“Lo so, Colin. Comunque vado in discoteca.”Rispose.
“Wow.” Dissi.
“E’ la seconda volta che lo dici in neanche cinque minuti.” Rise.
“E’ da tanto che non esci la sera…” dissi.
“Anche tu, se è per questo.” Disse facendo una smorfia.
“Sì, ma io sono sposato. Tu sei libera e vestita così non mi sorprenderebbe se domani mattina tu non tornassi affatto a casa oppure se io arrivassi e trovassi in camera tua qualcuno.”dissi sogghignando.
“Ah ah ah, davvero spiritoso. Non ho intenzione di portarmi a letto nessuno.” Sbuffò facendomi a linguaccia.
“Scommettiamo, se stasera conosci qualcuno mi offri le tue doti culinarie per un mese.” Dissi.
“Ci sto, capitano.” Disse in tono di sfida.
“Perfetto, chiedi a Lana dove sono dirette stasera e io ti ci accompagno.” Risposi.
“Okay.” Disse prendendo il cellulare.

TO BE CONTINUE


Spero vi sia piaciuto, mi spiace se ci ho messo tanto a scriverlo... ma con la scuola ero nel periodo prima della fine del trimestre :)
Anyway, spero di aggiornare presto. Un bacionee <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4.Un ragazzo misterioso ***


CAPITOLO 4

JENNIFER POV.

“Wow!” esclamò Lana sorpresa.
“Anche te… siete tutti fissati con sto’ wow eh!” dissi serrando gli occhi.
“Perché? Chi altro te lo avrebbe detto?”disse con aria maliziosa.
“Lasciamo perdere va…” risposi.
“Buonasera belle signore!” salutò Colin arrivando da dietro.
“Ah, ecco chi te l’ha detto…” disse Lana indicandolo.
“Cosa?”chiese Colin.
“Niente.”sbuffai.
“Josh c’è?” chiese poi.
“Sì sì, è andato a prendere da bere. Non preoccuparti non sei l’unico uomo.”lo rassicurò Ginnifer.
“Perfetto, vuoi qualcosa da bere Jen?” chiese prima di andare al bancone.
“Uhm, sì. Una vodka lemon, grazie.” Risposi.
“Hai capito la signorina.” Ridacchiano Lana e Ginnifer.
“Vi spiace se bevo?” chiesi.
“No no, anzi!” mi urlò Ginnifer prima di trascinarmi a ballare.
Diciamolo, mi piaceva un sacco ballare, però in pubblico non mi era mai piaciuto più di tanto.
“Mmm, dobbiamo per forza?” chiesi.
“Ovvio.” Rispose sicura Lana.
Okay, se cinque anni fa mi avessero detto che sarei diventata loro amiche non ci avrei mai creduto perché siamo troppo diverse, eppure insieme ci completiamo.
Dopo un paio di minuti mi lasciai andare e iniziai a sentire il ritmo dettato dalla musica.
“Ehi, ecco qui.” Disse Colin porgendomi il bicchiere.
“Oh, grazie. Come hai fatto a trovarmi tra tutta questa gente?” chiesi assaggiando un sorso della bevanda.
“Ti trovo sempre, Jennifer.” Soffiò sui miei capelli.
Sorrisi e me ne andai buttando giù tutto il bicchiere facendo bruciare la mia gola per via dell’alcool.
Dopo qualche canzone mi andai a sedere ad uno dei tavoli mentre Ginnifer e Lana continuavano a ballare e Colin insieme a Josh parlavano da qualche parte della sala.
“Ehi.”disse qualcuno al mio orecchio facendomi sobbalzare.
“Ci conosciamo?”chiesi inarcando il sopracciglio.
“No, non credo. In ogni caso ho bevuto un po’ troppo per riconoscerti se ci siamo già visti da qualche parte. Piacere, Daniel.” Disse porgendomi la mano che dopo qualche secondo strinsi più per cortesia che per piacere.
“Jennifer M… Miller.”mentì per far sì che non mi riconoscesse per via del nome.
“Bel nome, Jennifer…” affermò sorridendo.
“Già.”risposi senza interesse.
“Vieni a ballare?”chiese poi.
“Ho già ballato troppo, per cui no.”sospirai.
“Non essere timida, ti ho visto prima. Ti muovi bene.”disse con aria maliziosa.
Lo guardai male, ma questo non lo intimidì… anzi, servì solo a incuriosirlo di più.
“Bene, ho capito. Per stasera ti lascio stare, ma sta certa che ti cercherò, Jennifer.” E così dicendo scarabocchiò qualcosa su un foglietto e alzandosi me lo mise proprio nella scollatura del vestito, non feci in tempo a protestare che se n’era già andato.
Okay, menomale che avevo dato un nome falso. Non lo avrei cercato mai e poi mai nonostante fosse un bel ragazzo. Era biondo con gli occhi azzurri, il classico principe delle fiabe.
“Jen, balla insieme a noi l’ultima canzone. Poi ce ne andiamo, promesso.” Disse Ginnifer.
Annuì e la seguì. Un’oretta più tardi uscimmo dal locale dove io salì in macchina con Colin e Ginnifer insieme a Lana e Josh.
“Allora, com’è andata?” chiese Colin con un sorrisetto strano.
“Bene, come sarebbe dovuta andare scusa?” chiesi borbottando.
“Chi era quel ragazzo biondo che hai cacciato?” mi chiese dopo un po’.
“Ma come… Hai gli occhi dappertutto!” esclamai.
“Te l’ho detto che ti avrei controllata, su… chi è?”chiese.
“Un tipo, si chiama Daniel, credo. Come vedi però l’ho liquidato alla svelta!”risposi.
“Se lo dici te…”disse.
“Certo che lo dico, mi sono anche presentata con un nome falso. Era ubriaco!” dissi spazientita.
“Va bene, va bene. Siamo arrivati.” Disse.
“Grazie del passaggio.”dissi scendendo dalla macchina.
“Jennifer, aspetta. Ti è caduto questo, be’ da lì.” Disse indicando il mio seno.
“Oddio, dammi va..”dissi arrossendo.
“E’ di quel tipo vero?”chiese curioso.
“Forse, ci vediamo. Notte.” Dissi scappando nell’atrio del palazzo.
Quando salì in ascensore tirai un sospiro di sollievo, che figuraccia! Va be’ che era solo Colin, ma pensavo di averlo perso ballando e non di averlo ancora con me soprattutto non ancora lì.
Mi struccai e mi accasciai sul letto e ancora con i vestiti sprofondai nel sonno. Era da troppo tempo che non facevo così tardi la sera, cioè, andavo spesso a dormire verso le tre o quattro, ma dopo essere stata fuori era diverso. Ero molto più stanca e infatti la mattina seguente quando la sveglia suonò alle undici mi pentì quasi di aver seguito le idee pazze delle mie amiche. Abbandonai le mie calde coperte e mi trascinai in bagno, cavolo, avevo il vestito spiegazzato e i capelli per aria.
Mi svestì e entrai nella doccia, dovevo assolutamente presentarmi sul set senza avere segni del fatto che non ero più abituata ad uscire. Per fortuna oggi avevo le riprese solo nel pomeriggio perché se no sarebbe stato un bel guaio. Uscita dalla doccia mi vestì con dei jeans e una felpa, asciugai i capelli e li piastrai. Quando mi osservai dopo essermi truccata un po’ più del solito allo specchio notai che era incredibilmente a posto. Niente capelli sparati di qua e di la, niente occhiaie, niente di niente se non un leggero mal di testa.
Per la prima volta mi sentivo come se tutto stesse andando per il meglio, o quasi. Mi squillò il cellulare, era Lana.
“Jennifer, che diavolo hai combinato?” disse in tono spazientito dall’altro capo del telefono.
“Non lo so… dimmelo tu…” dissi sconcertata.
“C’è qua un ragazzo che chiede di vederti e non se ne vuole andare. Insiste, chi è? Lo conosci davvero?” mi chiese.
“Non ne ho idea, sarà uno dei soliti fan scatenati!” ipotizzai.
“No, dice che vi conoscete. Non sarà mica un tuo ex..?” disse.
“Figurati, nessun mio ex è così pazzo da venire a disturbarmi al lavoro anche perché non mi sento più con nessuno di loro.” Sbottai.
“Ok, okay. Ti conviene venire qua al più presto, altrimenti sto tipo farà un casino.” Rispose.
“Va bene, il tempo di arrivare.” E misi giù.
Chi è che mi aveva rovinato la mia così bella giornata?
Non avevo la minima voglia di andare prima a lavoro, ma giusto per sistemare per bene questo “famoso” ragazzo l’avrei fatto. Cercai di fare più in fretta possibile.
“Eccoti, vedi. Il ragazzo è quello.” Disse Lana indicando con la mano Daniel.
“Oh mio Dio, cazzo no! Mandalo via, ti prego!” implorai.
“Quindi lo conosci! Chi è?” mi chiese puntandomi un dito contro.
“E’ uno tutto matto, so che si chiama Daniel e deve aver scoperto che ieri sera l’ho ingannato. Il punto è che è un ubriacone, mi ha anche ficcato il suo numero di telefono nel vestito!” puntualizzai.
“Ah, ma guarda un po’ te. Già alla prima uscita fai colpo su qualcuno. Daniel, ecco Jennifer!” urlò al biondino davanti a noi.
“Cosa hai fatto?!” chiesi sottovoce arrabbiata.
“Oh, niente. Mi ringrazierai.” Disse prima di scomparire.
Mi stava venendo incontro, aveva un faccia strana: non era né arrabbiato né felice.
“Perché non mi hai detto chi fossi davvero ieri sera?” esclamò.
“Ciao eh, comunque non te l’ho detto perché non mi andava di uscire con qualcuno solo perchè è avido di soldi e di fama…” affermai.
“Oh, quindi io sarei questo?” chiese accigliato,
“Bene, mi spiace che tu la pensi così. Non ti avrei nemmeno sfiorata se l’avessi saputo, è che sembravi un’altra… ma fa niente, scusami ancora, non sarei dovuto venire qui.” Dichiarò voltandosi e uscendo dall’area riservata alle riprese.
“Aspetta!” urlai facendolo voltare.
“Voglio conoscerti meglio, mi spiace averti mentito.” Aggiunsi.
“O-Okay, ti passo a prendere stasera?” chiese sorridendo.
“Sì, ti scrivo l’indirizzo più tardi.” Risposi.
“Sicura? Non è che poi mi dai buca?” chiese preoccupato.
“No, davvero. Voglio saperne di più su di te, Daniel.” Lo rassicurai.
Sorrise ancora e lasciò il set. Non sapevo il perché, ma mi aveva suscitato sicurezza e in qualche modo io mi fidavo di quello che aveva detto.
“Ho vinto la scommessa, Jennifer. Per stasera passi, ma da domani voglio qualcosa di buona per cena.” Disse ridacchiando Colin spuntando dal nulla.
“Cretino!” dissi facendogli la linguaccia.
TO BE CONTINUE
Spero vi piaccia, vi auguro un buon Natale e buone feste!
Spero le passiate con la vostra famiglia in allegria, a presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5.Uscita romantica ***


CAPITOLO 5

Jennifer Pov.
Quando tornai a casa dopo tutto il pomeriggio passato a recitare cercai il bigliettino con scritto il numero di quel ragazzo. Non mi ricordavo più dove l’avessi cacciato per cui frugai in ogni angolo del mio appartamento fino a che non lo trovai nel cestino della biancheria sporca in bagno. Presi il cellulare e gli scrissi il mio indirizzo.
Dopo neanche due minuti sentì il cellulare vibrare, era lui.
“Alle otto e mezza sono da te. A dopo, Daniel. (:”
Sorrisi per poi guardare l’ora, erano già le sette e avevo solo un’ora e mezza per prepararmi. Feci velocemente una doccia senza lavarmi i capelli dato che erano a posto, indossai un vestito e raccolsi i capelli in uno chignon per far prima. Mi truccai con l’eyeliner e il mascara e alla fine fui soddisfatta del risultato finale. Cercai un paio di scarpe adatte e optai per dei tacchi non troppo alti e non troppo scomodi.
Nel prendere la giacca mi squillò il telefono, Lana.
“Pronto Lana…” risposi sapendo già quello che stava per dirmi.
“Allora la bella principessa esce con il principe delle fiabe?” chiese ridendo.
“Ma scusa, non posso neanche uscire con una persona che già tu e tutti gli altri fantasticate… E poi non è affatto vero, non sono una principessa!” dissi sbuffando.
“Oh, andiamo! Lui ti guardava ammaliato...” disse sospirando.
“Va bene, hai ragione tu… Ma al posto di pensare a me potresti pensare a tuo marito no?” dissi divertita.
“Guarda che a lui ci penso! E’ solo che stuzzicare te è più divertente ora.” ribatté soddisfatta.
“Ora posso lasciarti o devi farmi scendere in ritardo?” chiesi.
“Ok, ma a che ora ce l’hai l’appuntamento?” disse conoscendomi fin troppo bene.
“Alle otto e mezza e ora sono le otto e un quarto… se scendo in ritardo sarà tutta colpa tua!” risposi.
“Okay, allora ci vediamo domani… Principessina.” disse per poi ridere e mettere giù.
Roteai gli occhi e presi tutto il necessario per poi chiudere la porta di casa e scendere in ascensore. Alle otto e mezza precise ero nell’atrio e lui era già fuori con un mezzo di trasporto che non mi sarei aspettata da uno come lui.
“Wow!” esclamai osservando la moto.
“Wow lo dovrei dire io, sei bellissima.” disse sorridendo.
“Grazie, anche tu non sei male. Quella però ti supera.” risposi.
“Sono contento che ti piaccia, ti aiuto a salire?” chiese osservando il vestito.
“Oh, no… sono già stata su una di queste.” dissi.
“Perfetto, tieniti forte. Amo l’aria nei capelli, ma per stasera andrò un po’ meno veloce.” affermò non appena mi sedetti sulla vettura.
Mi portò in un ristorante molto elegante, la cena su deliziosa e per non attirare fan prenotò un tavolo in una saletta privata. Da una parte gli fui grata, ma dall’altra era anche imbarazzata perché saremmo stati effettivamente noi due soli.
“Spero ti piaccia il dolce che ho ordinato.” disse.
“Lo spero anch’io.” risposi.
Non amavo i dolci in generale, c’era solamente un dolce che riuscivo a mangiare senza farmi venire la nausea: la cheese cake e quando vidi arrivare due grandi fette proprio di quella il mio sorriso prese possesso del mio viso.
“Vedo che sei contenta.” disse ridendo.
“Sì, lo sono. Come facevi a saperlo?” chiesi.
“Sono piuttosto bravo a trovare informazioni…” affermò.
“Sei per caso un poliziotto? O qualcosa del genere?” chiesi gustando la mia torta preferita.
“Un detective, sono un investigatore privato.” disse.
Mi fece seria e lo guardai con gli occhi sbarrati tanto che lui scoppiò in una fragorosa risata.
“Ma l’altra sera eri… Ubriaco?” dissi.
“Sì, lo ero. Tengo bene l’alcool però e come vedi mi sono ricordato il tuo nome e ti ho cercata. Ieri sera stavo svolgendo un caso, mi serviva una copertura, ma ho esagerato un pochino…” disse diventando rosso.
Stavolta risi io.
“Non mi fraintendere, non capita spesso eh.” aggiunse.
“Ti credo, ti credo.” lo rassicurai.
Parlammo del più e del meno ancora per un po’ dopodiché mi accompagnò a casa.
“Grazie di tutto, Daniel.” dissi.
“Grazie a te.” disse avvicinandosi a me.
“Non so se sia il caso di continuare.” sospirai quando iniziai a sentire il suo respiro sulla labbra.
“Non voglio andare di fretta Jennifer e so che se ti baciassi questa sera scompariresti dalla mia vita, non ti prometto niente, ma cercherò di fare del mio meglio. Buona notte.” disse dandomi un casto bacio sulla guancia.
“Notte.” risposi sollevata.
Aspettò che entrassi nel portone d’ingresso e poi se ne andò. Avevo passato davvero una bella serata insieme a lui e nonostante non avessi la minima idea di cosa sarebbe successo dopo ero elettrizzata dal pensiero di tornare “normale”.
Arrivata in casa mi struccai e mi misi il pigiama, poi andai subito a letto.
La sveglia del mio cellulare suonò, imprecai, sembrava fosse passato poco da quando avevo chiuso gli occhi.
Era già ora di alzarsi, che bello.
Quando fui pronta presi le chiavi della macchina e prima di andare sul set comprai un caffè lungo da Starbucks.
Stranamente ero una delle prime ad arrivare, non ero in ritardo.
“Cos’è, un certo Daniel ha fatto miracoli dopo ieri sera?” scherzò Josh.
“No, ti prego non cominciare anche te! Un attimo, chi te l’ha detto che sono uscita con lui?” chiesi sorpresa.
“Secondo te? Ginnifer è ovvio.” disse.
“Dovrebbe tenere la bocca chiusa, non ci credo. Ci manca solamente che arrivi Jared a farmi i complimenti…” dissi ironicamente.
“Buongiorno a tutti! Poi me lo fai conoscere Daniel vero? Ma ti ha già baciata?” chiese Jared arrivando tutto contento.
“Ma… come diavolo fai a sapere tutto, ragazzino?” chiesi coprendomi la faccia con le mani.
“Uhm… non mi ricordo se è stata Lana o Colin, in ogni caso sono contento per te. Ci voleva qualcuno no?” rispose.
“Certo…” dissi abbracciandolo.
“Vedi, ne sa più di te!” esclamò Lana ridacchiando.
“E’ meglio che tu non dica altro…” dissi alzando gli occhi al cielo.
“Ma poveretta! Intanto sei te che hai perso la scommessa.” disse arrivando da dietro Colin.
“Ho capito! Vi siete coalizzati tutti quanti! Com’è che spuntate da tutte le parti come funghi?!” risi nervosa.
“Quale scommessa?” chiese Ginnifer.
“Sì, quale scommessa?” chiese anche Jared.
“Una stupida scommessa, devo preparare la cena a questo qua per un mese…” dissi indicando Colin.
“Esatto! Per un mese.” puntualizzò lui.
Lo guardai male e lui mi fece la linguaccia di rimando, dopo iniziammo a girare.
TO BE CONTINUE
spero vi sia piaciuto il capitolooo! :)
Buon ultimo dell'anno e buon inizio 2016 a tutti. <3
Stay tuned.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6.Problemi ***


CAPITOLO 6

COLIN POV.
Sorrisi all’ennesima stupidata dette da Jen e le feci vedere una foto di Evan mentre cercava di vestirsi da solo.
“Be’, tuo figlio ho preso la tua intelligenza!” esclamò ridendo.
“Lo devo prendere come un complimento?” chiesi.
“Certo che no! Si è infilato le mutande in testa!”
“Okay, okay… però è piccolo dai, non puoi dargli dello stupido.” dissi.
“Non ho mai detto che il piccoletto sia stupido, ho detto solo che suo padre è stupido.” disse con aria innocente.
“Ma come… basta, mi sono offeso.” dichiarai mettendo il finto broncio.
Scoppiò in una fragorosa risata e mi accarezzò una spalla alzandosi dal divano.
“Va bene O’Donoghue, io vado a dormire. Come d’accordo sistemi tu i piatti, buonanotte e avvertimi quando ti sarà passata eh.” disse ironica.
“Sfotti sfotti, ma non andrai da nessuna parte fino a che non mi avrai raccontato di Daniel.” affermai.
“Mmm… buonanotte.” disse lasciandomi un bacio sulla guancia.
Se ne andò in camera sua e dopo qualche secondo mi alzai dal divano che ormai era diventato anche mio letto dato che mi si era allagato l’appartamento. Lavai i pochi piatti nel lavello e li rimisi al loro posto. Presi una coperta e mi accorsi che il mio cuscino era sparito, Jennifer, che stronza!
“Jen, non è divertente… dai ridammi il cuscino!” dissi entrando in camera sua e trovandola con addosso solo un asciugamano.
“Cos.. Colin!” urlò diventando rossa.
“Io… ehm… scusa, volevo indietro solo il mio cuscino.” dissi guardandola in maniera poco casta.
“Non ce l’ho io, ti spiacerebbe uscire?!” chiese impaziente.
“Oh, sì. Certamente.” risposi e così dicendo tornai in soggiorno.
Guardai per terra, eccolo il mio cuscino! Lo adagiai sul divano e poi mi sistemai sopra anch’io. Ripensai a quello che poco fa era successo con Jennifer e un sorriso mi spuntò sulle labbra, come diavolo faceva ad essere così bella e a non essere già sposata o per lo meno fidanzata? Okay, si vedeva con quel tipo là e lo ammetto, un po’ ero geloso perché lei era la mia Jen, la mia migliore amica, fino ad ora c’ero stato solo io a consolarla e i nostri amici, non lui e non mi sembrava il suo ragazzo ideale.
Con questi strani pensieri mi addormentai e sognai. Sognai Evan, che correva sulla spiaggia insieme a me e Helen insieme a Jennifer a prendere il sole, ma un grido mi fece svegliare di soprassalto.
JENNIFER POV.
Era orribile, due mani attorno al mio collo si stringevano sempre più fino a farmi soffocare. Ultimamente lo sognavo spesso e ricollegandolo a ciò successo quella notte mi dimenavo invano nel letto ritrovando le lenzuola al mattino dopo per terra. Stavolta però non iniziai a tirare pugni e calci, urlai e basta.
“Jennifer, che cosa succede?!” urlò una voce sovrastando le mie grida.
Mi tirai su così in fretta che per un attimo mi girò la testa, odiavo fare quell’incubo e rivivere quel momento.
“Io… Sto bene.” mi affrettai a rispondere non appena riacquisì la voce.
“Sicura?” disse Colin.
“Sì sì.” risposi.
“Io non credo proprio, sei sconvolta. Cos’hai sognato?” chiese sedendosi ai miei piedi.
“Niente, era solo un incubo.” ripetei a lui e a me.
“Farò finta di crederti, almeno però lasciami dormire con te.” disse calmo.
Ripensai alla sera prima, io mezza nuda e lui che mi guardava senza nasconderlo. Pensai di rispondere no, ma il mio subconscio rispose per me.
“Credo di sì, credo che ti lascerò stare qui.” risposi pentendomene un secondo dopo.
“Perfetto.” e così dicendo si stese al mio fianco circondandomi con le sue braccia, poco le immagini ripresero a muoversi e l’incubo riprese vita.
Quando mi svegliai Colin non c’era più. Mi alzai e andai in cucina.
“Buon giorno!” mi salutò sorridendo.
“Anche a te.” risposi cercando una tazza nella credenza.
“Vuoi parlare di questa notte?” chiese restando sul vago.
“No, non mi va. Ti ho fatto qualcosa mentre eri vicino a me?” chiesi titubante.
“No, tranquilla.” sorrise e andò in bagno, okay mi stava evitando.
COLIN POV.
Mi fidavo ciecamente di lei, ma in questa storia non riuscivo a vederci chiaro. Di cosa aveva paura? Perché stanotte aveva urlato? E soprattutto perché diamine mi aveva quasi strozzato?
Non glielo avevo detto perché quasi sicuramente si sarebbe autoinflitta le pene dell’inferno, dovevo solamente capire cosa le capitava: in fondo non è forse questo che fanno i migliori amici?
“Buongiorno, hai visto Jennifer? Stamattina non mi parlava e ha sbagliato tutte le scene…” borbottò Jared.
“No, non l’ho vista.” risposi perplesso.
“Ma come, mica adesso stai da lei?” chiese poi.
“Sì, abito temporaneamente da lei. Però no, non la vedo da questa mattina. Strano, non sbaglia mai così tante volte in una giornata.” riflettei a voce alta.
“Lo so, per questo Edward mi ha chiesto di chiederle se stesse bene.” disse.
“Ah ok. Aspetta, glielo chiedo io… va bene?” chiesi.
“Certo, basta che le parli e la fai tornare come prima. Ultimamente è sovra pensiero e evita il contatto fisico e visivo con chiunque. Non ha nemmeno richiamato Daniel dopo che lui ieri è venuto a trovarla…” mi spiegò Jared agitando le mani.
“Sì, ho capito. Le parlo io, tranquillo.” lo rassicurai.
“Grazie, so che può sembrare una scemenza, ma siete come una seconda famiglia per me. Recito con Jennifer da quando avevo dieci anni e ora ne ho sedici, quando avevo bisogno lei e Lana ci sono sempre state. Io voglio esserci per lei.” disse.
Gli sorrisi e gli tirai una leggera pacca sulla spalla. I ragazzi d’oggi oltre ad essere tutti spericolati sono anche particolarmente sdolcinati! Sono davvero contento dal mio rapporto con tutti gli altri miei colleghi, ma ancora di più amo vedere il rapporto che c’è tra Jennifer e Jared. Lei con lui si comporta da mamma, sorella o semplicemente amica e lui la adorava, incredibile no?!
“Ecco il nostro capitan eyeliner!” disse scherzando Lana.
“Be’, buon pomeriggio anche a te…” dissi.
“Sei sicuro che Jennifer stia bene? Cioè, ora tu vivi con lei quindi dovresti saperlo…” disse speranzosa.
“Senti, io non so niente. Sono stata con lei solo questa notte perché ho casa allagata e mi ha quasi strangolato, non so cos’abbia, ma lo voglio scoprire.” sbottai e capendo troppo tardi cosa avevo appena detto.
“Sì, lo sappiamo che siete come cane e gatto, ma per questo siete migliori amici…” disse Lana divertita.
“No, con strangolato intendo che mi ha stretto la gola nel sonno.” affermai.
“Oh, davvero? Io…” iniziò a dire.
“Urlava, ho dormito con lei. L’ho cullata e si è addormentata, poco dopo mi sono svegliato soffocando. Lei non se né accorta e ho paura che le sia successo qualcosa, ma niente non vuole parlarne.” sospirai.
“Capisco, lei è così. Solare e spensierata davanti agli altri, chiusa e insicura con sé stessa. Speravo avesse superato quella fase, evidentemente non si fida più di nessuno e noi dobbiamo aiutarla. Chiamerò Ginny e Josh.” disse preoccupata.
“Cosa? No! Non farlo, farò io. Ci penserò io, non voglio coinvolgere nessuno. La aiuterò io.” risposi deciso.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto, scusate il ritardo… ma da quando è ricominciata la scuola non ho più tanto tempo libero.
Stay tuned <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7.Parlami ***


CAPITOLO 7

JENNIFER POV.

“No, Jennifer. Devi essere più naturale, sembra tu sia un robot. Rifacciamo.” ripeté Adam per la quarantanovesima volta.
Sospirai e mi maledissi mentalmente, al suo “Azione” riniziammo la scena.
“Tu hai trasformato Uncino nel signore Oscuro?” chiese Lana.
“Sì, l’ho fatto.” recitai.
“Fermi, va bene. Questa la salviamo, ma non mi convince al cento per cento per cui continuiamo domani. Jennifer riprenditi.” mi ammonì Adam.
Abbassai la testa e annuì piano, andai verso il mio camerino. Tolsi gli abiti di Emma e rimisi i miei, il cellulare mi vibrò: era Daniel.
“Se non ti interessavo avresti potuto dirmelo, Jennifer. Non importa, Daniel (:”
Sospirai a quel messaggio, l’avevo escluso dalla mia vita come avevo fatto con gli altri semplicemente perché non riuscendo a capirmi come potevo cercare di far capire chi ero davvero alle persone? Bloccai il telefono e lo riposi nella tasca del mio giubbotto.
“Eccoti!” esortì Colin vedendomi uscire dal camerino.
“Che ci fai qua?” chiesi essendo a conoscenza del fatto che oggi lui non dovesse girare.
“Ti stavo aspettando, andiamo a casa.” rispose lui.
“Veramente io dovrei andar…” ma non mi fece finire di parlare.
“Non era una domanda, andiamo a casa Jennifer.” disse guardandomi con quei suoi bellissimi occhi.
Non dissi niente e lo seguì fino alla sua macchina.
“La mia macchina la lascio qua?” chiesi.
“Sì, tanto la sera non viene nessuno qua. Domani mattina sarà ancora qua.” sorrise.
“Hai ragione.” affermai salendo in macchina.
Faceva freddo, accese il motore e in poco tempo partimmo. Il viaggio lo passammo in silenzio, e forse era questa una delle cose che più amavo di Colin. Non aveva bisogno di parlarmi per starmi vicino, uno sguardo o una gentilezza bastavano.
Arrivati scese prima lui dall’auto e mi venne ad aprire la portiera.
“Signorina Morrison…” disse con fare da gentiluomo.
Ridacchiai per la prima volta in questa giornata e lui posò le sue labbra sul dorso della mia mano, erano calde a contatto con la mia pelle e la sua barba mi faceva il solletico.
Mi fece strada in casa mia e entrando non accese le luci, ma in sala da pranzo notai un tavolo per due con delle candele sparse qua e là in casa.
“Sarebbe?” domandai alzando il sopracciglio.
“Non si accettano domande stasera, si sieda e basta.” sussurrò indicandomi la sedia.
Feci come mi aveva detto.
“Ti prego, Colin. Puoi spiegarmi cos’è questo?” sbuffai.
“Mi sto solo sdebitando per la tua ospitalità, ho cucinato e stasera non dovrai fare altro che riposare e stare tranquilla.”  disse sorridendo soddisfatto.
Raccolsi i capelli in una coda e non dissi più nulla. Si intrufolò in cucina come fosse un ladro e ne uscì con in mano una teglia di lasagne, si era proprio dato da fare! Me ne mise un po’ nel piatto e poi si servì. Presi la forchetta e le assaggiai, erano davvero buone.
“Mmm…” approvai.
“Vedi, sono un cuoco eccezionale a differenza tua.” disse facendomi l’occhiolino.
“Che simpatico, ah ah ah...” dissi facendo una smorfia.
Ridacchio e continuammo a cenare, finì alla svelta perché avevo davvero fame.
Mangiammo per secondo dell’arrosto con le patate ed infine portò in tavola una torta al cioccolato. Come avevo già detto non amavo i dolci, ma quasi quasi dopo averlo assaggiato cambiai idea!
“Grazie, davvero squisito. Ammetto che sei più bravo di me.” dissi alzando le mani in segno di resa a fine serata.
“Sono contento che ti sia piaciuta la cena, ti va di parlare un po’?” mi chiese.
“Oh, ecco io sarei molto stanca. Se vuoi….” ma non feci in tempo a finire la frase.
“Jennifer, cosa cazzo ti succede?” bisbigliò lui per non fare rumore e non svegliare tutto il palazzo.
“Io… niente, sto bene.” deglutì.
“Sai che puoi dirmi tutto, sono io. Sono Colin, sento che non qualcosa non va e voglio sapere come stai. E non dirmi che va tutto bene perché anche Jared è venuto da me preoccupato e l’altra volta se non fossi stato io a dormire con te avresti potuto uccidere qualcuno.” aggiunse.
Oddio, gli avevo fatto male. Avevo sognato ancora quella notte e stavo per uccidere uno dei miei migliori amici. Mi sedetti sul divano, ma rimasi in silenzio. Le ferite iniziavano ad aprirsi.
“Parlami Jennifer, cazzo, parlami non escludermi come fai sempre!” disse stavolta alzando la voce.
“Basta Colin… Basta ti prego, mi scoppia la testa.” biascicai e sentendomi le tempie pulsare.
“Cosa ti succede? Dimmelo, per favore.” implorò prendendomi le mani.
Le lacrime iniziarono a scendere sul mio volto e ben presto iniziai a piangere come non facevo da tempo.
“Jennifer, lasciati aiutare. Andrà tutto bene, te lo prometto.” disse stringendomi a sé e passandomi una mano sui capelli.

COLIN POV.

Era così forte, ma fragile allo stesso tempo.
I suoi capelli erano lisci e profumati e io stringevo il suo corpo con le mie braccia.
Piangeva di rado, ma quando lo faceva quanto mi faceva star male…
“Parlami, odio il silenzio. Ci sono io.” le continuavo a ripetere.
“C…Colin, promettimi che non farai niente di stupido.” disse quasi singhiozzando.
“Dimmi cosa succede.” risposi.
“Io, ecco, Daniel…” farfugliò.
“Daniel cosa?” chiesi continuando ad accarezzarle i capelli.
“Lui ha provato a venire a letto con me.” sputò tutto d’un colpo.
“COSA?! Lui cos’ha fatto? Ti ha toccata? Ti ha fatto male?” esclamai scansandomi per poterla guardare negli occhi.
“Non… Sì, ci ha provato. Mi spiace per averti quasi soffocato, ma lo sogno da quella notte.” disse.
“Quello stronzo!” imprecai furioso.
“Abbassa la voce, sveglierai tutti.” mi rimproverò.
“Devi farti aiutare, che dico… ti aiuterò io. Lo denunceremo Jen, andrà tutto bene.” sospirai.
“No, non lo denuncerò. Era ubriaco, è per quello che l’ha fatto. Da quella sera mi ha contattata tre volte per scusarsi, gli ho detto di lasciarmi stare e così è stato. E’ tutto okay, va tutto bene.” affermò.
“Non va tutto bene. Resta qui, torno presto.” le dissi prendendo il mio giubbotto e indossando le scarpe alla velocità della luce.
“Colin, no. Non fare cazzate per favore…” disse.
Ma la ignorai e uscì di casa chiudendola dentro, non feci caso nemmeno alle botte che tirava alla porta. Presi la macchina e chiamai Josh.
“Sì, quel pezzo di merda… Sto andando Josh… Se vuoi venire mi va bene, altrimenti farò da solo… Non me ne frega, non solo lo denuncerò ma lo farò pentire di quello che ha fatto a Jennifer… A tra poco.” chiusi la telefonata e avviai il motore.
TO BE CONTINUE
Argh, sono in super ritardo… ma sono impegnatissima.
Non è una buona scusa, lo so, ma cercherò di essere più veloce.
In ogni caso spero vi sia piaciuto, chissà cosa farà Colin ihihihih, a presto <3

Stay tuned

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8.Da capo ***


Capitolo 8

Colin Pov.

Al diavolo le regole, al diavolo le notizie che sarebbero uscite sui giornali, l'avrei aiutata perché era la mia migliore amica.
"Colin, fermati!" urlò Josh.
"No, Jennifer non merita di soffrire così tanto. Non dopo Jesse e Sebastian." ringhiai.
"Lo so, credi non lo sappia? Lei è la persona più buona del mondo!" esclamò.
"Ma questo non ti da il diritto di andare a cercare a destra e a manca un deficiente, non puoi andare là e prenderlo a botte." aggiunse.
"Mi ha quasi soffocato, sono il suo migliore amico e mi ha quasi soffocato." ripetei.
"Non importa, non l'ha fatto apposta. Devi aiutarla in altri modi, non andando a cacciarti nei guai picchiando quel tipo." disse.
"Okay, hai ragione." mi rassegnai.
"Forza, ti riaccompagno a casa sua." mi disse.
Il breve viaggio fu alquanto silenzioso, non avevamo bisogno di parlare per capirci. Appena sotto casa sua lo salutai e lo ringrazia, mi rilassai e presi l'ascensore per arrivare da lei.
Bussai e venne ad aprirmi.
"Sei uno scemo!" mi tirò uno schiaffo.
Mi ammutolì e la fissai.
"Stupido, stupido, stupido! Verrai arrestato e tutti lo sapranno, Helen lo saprà. È una donna speciale e tu hai fatto questo per una cazzata! No, non era una cazzata, però tu l'hai preso a botte e quando sapranno il perché metteranno zizzania e il tuo matrimonio si sgretolerà per colpa mia!" disse velocemente gesticolando.
"Cosa? No, io non l'ho preso a pugni." spiegai.
"No?! Non l'hai fatto!? Dio, Colin!" esclamò saltandomi in braccio.
Non riuscì a trattenere un sorriso, ricambiai l'abbraccio.
"L'avrei voluto fare, ma Josh mi ha fermato." la rassicurai.
"Bene, Josh è stato bravo. Domani lo devo ringraziare." disse.
"Già, senti Jen... È stata una giornata pesante, forse dovresti riposarti."
"Dovrei, ma non riesco a dormire." spiegò.
"Capisco, ti va se dormo con te?" buttai lì.
"Non devi." disse.
"Non devo, ma voglio. Ti voglio bene, mi stenderò accanto a te e dormirai profondamente fino a domani mattina." lei annuì.
Si vedeva che era stanca, la presi in braccio e lei emise un gridolino per la sorpresa. Tirai indietro le coperte e la adagiai sul letto sdraiandomi al suo fianco.
"Dormi ora, io starò qua." promisi.
"Okay, buonanotte." disse girandosi su un lato.
"Buonanotte."
Dopo un po' potevo percepire il suo respiro regolare, si era addormentata.
Il cellulare mi vibrò, un messaggio da Helen.

"Abbiamo passato una bella giornata noi, tu?
Ti vogliamo bene, ci manchi.
Helen."

"Giornata pesante, ma ti racconto tutto domani.
Dormite bene.
Colin."

Chiusi gli occhi e mi addormentai.

Jennifer Pov.

I raggi del sole mi scaldavano il viso, stropicciai gli occhi e notai che durante la notte le coperte erano cadute tutte dal letto lasciando scoperta me e l'uomo che riposava al mio fianco, Colin.
L'occhio mi cadde sulla sveglia sul comodino, 10.30, avevamo saltato le prime due ore di set!
Presi il cellulare e chiamai Lana.
"Jennifer, oddio grazie al cielo! Josh mi ha detto tutto, stai bene? Dove siete tu e Colin?" disse tutto d'un fiato.
"Ehi, tutto bene... Siamo a casa mia, mi spiace essere in ritardo. Arriviamo subito!" affermai.
"Okay,l'importante è che tu stia bene. Vi aspettiamo." disse prima di salutarmi e chiudere la chiamata.
Mi cambiai i vestiti e sistemai i capelli, poi andai a svegliare Colin.
"Uhm... Che ore sono?" biascicò.
"Tardi, molto tardi. Dobbiamo andare sul set." esclamai.
"Okay, ma che ore sono?" chiese alzandosi.
"Le dieci e mezza.... E quaranta, muoviti!" sistemai il letto velocemente e uscimmo di casa.
Salimmo in macchina e guidai fino agli studi.
"Jennifer, Colin! Finalmente!" disse Ginnifer non appena arrivammo.
"Stamattina abbiamo finito tutte le riprese qui, mancano solo le vostre ultime due scene... Poi da dopodomani andiamo a Vancouver." esordì Josh.
"Oh, bene. Allora direi che andiamo subito a girarle. Voi che fate?" chiesi.
"Restiamo un po' qua e poi andiamo a pranzare da qualche parte. Se volete dopo potete raggiungerci." rispose Ginny.
"Certo, vi raggiungiamo. A dopo." rispose Colin per entrambi.
Dovevamo girare una scena in cui io cercando di scacciare il Tremotino nella mia testa, per sbaglio, rischiavo di colpire Uncino.
Venne bene al primo colpo, però Adam ce la fece ripetere un'altra volta per sicurezza. Poi girammo il bacio che doveva avvenire subito dopo e anche quella scena uscì bene.
Finito le scene Adam mi fermò.
"Tutto okay?" mi chiese.
"Sì, va bene. Sto bene." risposi.
"So cos'è successo. Mi spiace" affermò.
"Tranquillo!" dissi sorridendogli.
Mi congedò e uscì, Colin mi stava aspettando.
"Josh mi ha detto che alla fine sono a casa loro a pranzare e ci hanno invitati, Oliver voleva restare a casa e non c'è stato verso di farlo uscire." ridacchiò, probabilmente stava pensando ad Evan.
"Okay, allora andiamo." dissi salendo in macchina.
La casa di Josh e Ginnifer era carina, accogliente.
"Che buon profumino!" esclamai.
"Già, sicuramente non stai cucinando tu Josh!" rise Colin.
"Ahahaha che simpatico! Entrate." ci fece accomodare in sala da pranzo.
"Jen!" urlò Oliver venendomi incontro.
"Oliver, ciao!" dissi dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
"Non saluti lo zio Colin?" disse Colin facendogli la linguaccia.
Risi, a volte sembrava più piccolo di Evan.
"Ciao Colin!" disse poi Oliver saltandogli addosso.
"Oliver, attento." sorrise Ginny, era una mamma stupenda!
"È vero che dobbiamo partire dopodomani?"chiese Oliver.
"Sì, ma andiamo a Vancouver, sarà divertente e potrai venire sul set anche tu." sorrisi.
Oliver non sembrava molto convinto, ma appena Ginnifer portò a tavola il cibo si tranquillizzò. Parlammo del più e del meno e dopo riaccompagnai Colin a casa sua e io tornai nella mia per preparare le cose che mi sarebbero servite a Vancouver.
Il campanello suonò, andai ad aprire la porta.
"D-Daniel." sussurrai.
"Jennifer, cavolo! Mi hai fatto preoccupare, ero ubriaco. Non volevo e ho cercato di scusarmi più volte, ma tu sei scappata." disse.
"Lo so, non ero pronta. Daniel davvero, non volevo scomparire. Ho solo fatto degli incubi dopo che hai provato...." farfugliai.
"Mi spiace, ti prego, riproviamoci. Mi piaci sul serio, ci andrò piano, tu però dammi un'altra opportunità." supplicò.
In fondo non l'aveva fatto con cattiveria, non voleva ferirmi.
"Stasera alle otto, non fare tardi e non bere." sottolineai l'ultimo pezzo della frase.
Mi guardò sorpreso, poi sorrise.
"Certo, a stasera." e se ne andò.
Sospirai, l'amore non era una cosa semplice e io ero una frana.
CIAOO, OKAY. SCUSATE, SONO SPARITA PER MOLTO TEMPO, MA ECCOMI QUI.
SPERO VI PIACCIA, È CORTO, MA PRESTO PUBBLICHERÒ IL PROSSIMO.
STAY TUNED.
vittoria <3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9.Bell'errore ***


Capitolo 9

Colin Pov.
Richiusi il mio borsone e chiamai Helen.

"Colin. Come stai?" mi chiese dopo due secondi.
"Bene, te? Evan?" chiesi.
"Stiamo bene, ci manchi però! Cos'è successo ieri? Eri così preoccupato..." chiese.
"Non è un bel periodo per Jennifer, un uomo ha cercato di infilarsi nel suo letto..." risposi.
"Oddio, mi spiace così tanto! Salutamela quando la vedi." mi disse lei.
"Certo, adesso vado. Ci sentiamo domani." dissi.
"A domani, ti amo." disse.
"Anch'io." chiusi la chiamata.

Ordinai la pizza a casa e mi sedetti sul divano accendendo la televisione. Quando arrivò il fattorino gli porsi i soldi e lo ringraziai, mi risedetti e cenai guardando 'Suits'.
Verso le undici mi sfilai la maglia e i pantaloni, mi misi sotto le coperte e mi addormentai.
Mi ero appena addormentato e già la sveglia suonò.
Guardai l'ora, mezzanotte... Non era la sveglia, era il citofono.
Trascinai il mio corpo fino in soggiorno.

"Chi è?" chiesi con voce addormentata.
"Sono io, Jennifer." rispose la ragazza.
"È successo qualcosa? Stai bene? Sali." esclamai aprendole il portone del palazzo.

Le aprì la porta e la vidi scendere dall'ascensore, era bella.
Indossava un abito rosso che le fasciava alla perfezione il suo corpo.

"Ehi, ti sta bene quel vestito!" le dissi facendola entrare.
"Grazie, anche a te stanno bene i boxer..." ridacchiò arrossendo.
"Uh, scusa. Vado a mettermi qualcosa." feci per andare in camera, ma lei mi fermò.
"Mi sono divertita stasera, Daniel è perfetto. È uno con la testa a posto, nonostante abbia fatto una cavolata l'altra volta." biascicò.
"Sei ubriaca?" chiesi sentendo odore di whiskey.
"Un po'..." rispose.
"Sei venuta fin qua da sola?" chiesi sperando in un no come risposta.
"Chiaramente no, mi ha accompagnata Jason...ah no, si chiamava Jackson." rise un'altra volta. Chi era Jackson?
"Ma sei uscita con Daniel? Chi è Jackson?" chiesi sorpreso.
"Sì, solo che l'ho piantato a metà serata. Non è il mio tipo, lui non si è arrabbiato. Così sono uscita dal ristorante e c'era Jackson, mi ha portato in discoteca." rispose.
"Ookay, credo sia meglio per te andare a dormire." dichiarai prendendola come un sacco di patate.
"Non ho sonnoo! Voglio bere ancora un po'!" si lamentò tirandomi dei pugni sul petto.
"Berrai ancora nei tuoi sogni, resta qua. Vado a prenderti una pastiglia." dissi lasciandola sul mio letto.
Quando tornai la trovai seduta per terra senza vestito, solo con un reggiseno e delle mutandine in pizzo nere, era da quando ero partito per le riprese che non curavo i miei bisogni e certamente lei non mi aiutava, ero pur sempre un uomo.
"Dio, Jen. Vestiti." la supplicai.
"Ho caldo!" si lamentò.
Mi avvicinai a lei e le porsi il bicchiere e la pastiglia.
"Ecco, tieni. Domani mattina almeno non starai così male." la rassicurai.
Ingurgitò tutto e poi mi fissò.
"Cosa diavolo è quello?! Seriamente Colin?" ridacchiò indicando i miei boxer.
Non mi ero accorto di avere un'erezione.
"Mettiti a letto, Jen. Per favore." dissi imbarazzato.
"Va bene, capitano." disse rialzandosi e gattonando sul letto.
"Aspetta..." sussurrai.
"Che c'è?" chiese girandosi.
Mi avvicinai a lei, come potevo resistere? Le sue labbra erano più morbide del solito.

Jennifer Pov.
 Ero ubriaca, ma riuscivo a sentire la pressione delle sue labbra sulle mie, mi stava baciando ed ero piuttosto confusa sia per l'alcool sia per le emozioni che stavo provando.

"Cos'era?" chiesi piano staccandomi da lui.
"Niente, scusa. Dormi, domani mattina non ti ricorderai nulla."sussurrò andando in bagno.

Mi cacciai sotto le coperte e ben presto mi addormentai.
Un suono alquanto fastidioso mi stava dando sui nervi, non era la mia sveglia.
Aprì gli occhi e mi tirai su, mi girò la testa per un po' e appena misi a fuoco la camera da letto capì che non ero nella mia, ma in quella di Colin. Non c'era di fianco a me, sicuramente ieri sera ubriaca mi ha fatto dormire qua e lui è andato sul divano. Mi trascinai dall'altra parte del letto, era ancora calda... Colin aveva dormito con me e io ero in intimo, qualcosa mi era sfuggito... No, non l'avrebbe fatto, ama Helen. Mi alzai e cercai tra le sue felpe una abbastanza lunga, la indossai e andai a cercarlo. Era in cucina, già vestito a preparare la colazione.

"Buongiorno." mi salutò non appena mi vide.
Ricambiai il saluto.
"Non ho idea di quello che sia successo l'altra notte, so solo che mi sono ritrovata mezza nuda nel tuo letto e abbiamo dormito insieme. Qualsiasi cosa sia successa è stato un errore, tu sei sposato e io ero ubriaca." chiarì.

Colin Pov.
Errore. È stato un errore.
Non era stato un errore, mi era anche piaciuto, ma cos'avevo fatto. Io amavo Helen, era mia moglie, la mia famiglia.

"Certo, ma non è successo nulla. Sei venuta a casa mia, eri ubriaca e avevi caldo. Ti sei svestita e ti sei addormentata. Così ho fatto anche io." le dissi omettendo il bacio che c'era stato tra di noi, chiaramente non se lo ricordava e forse era meglio così.
Annuì rasserenandosi.
"Cos'hai preparato per colazione?" chiesi e io notai che aveva addosso una delle mie felpe preferite, quella del Trinity College.
"Bacon e uova, è mia la felpa per caso?" chiesi sorridendo.
"Sì, il vestito è scomodo, ma se ti da fastidio mi rimetto il vestito." disse.
"No, tranquilla." dissi, tanto le stava bene qualsiasi cosa avesse addosso.
Ero consapevole di aver sbagliato, ma non mi sentivo in colpa. Cioè, ero mortificato per aver fatto questo a Helen, ma non ero dispiaciuto di averla baciata... Di averlo fatto perché volevo, nonostante le conseguenze e tutto quello che pian piano stava risalendo dal buco nero che avevo deciso di chiudere tempo fa.
SPERO VI SIA PIACIUTO, NON SO SE RIUSCIRÒ A PUBBLICARE ALTRO DURANTE QEUSTI GIORNI PERCHÈ IL COMPUTER È MORTO... MIO PADRE DOVREBBE RIUSCIRE AD AGGIUSTARLO (SPERO) IN OGNI CASO CONTINUERÒ A SCRIVERE AL MASSIMO POSTERÒ PIÙ AVANTI.
Stai tuned
Vittoria <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10.Succede ***


Capitolo 10

5 Mesi Dopo Circa
Jennifer Pov.

La quinta stagione era stata un successo, a fine riprese ognuno era tornato a casa sua e adesso io ero dai miei. Mi avevano convinta a venire a casa loro piuttosto che condurre un periodo da sola a Los Angeles e così avevo preso qualche vestito e Ava ed ero tornata nella mia vecchia cameretta.
"Jennifer, tesoro è pronta la cena!" urlò mio madre dal piano di sotto.
Abitavano in una piccola villetta a Chicago, era sempre stata accogliente e io, mia sorella e mio fratello abbiamo avuto un'infanzia felice in questa casa.
Scesi dal piano di sotto perché avrei fatto di tutto pur di non sentire i rimproveri di mia madre sul fatto che mangio poco, lavoro troppo e per di più non ho un fidanzato a quasi quarant'anni.
"Cosa c'è di buono da mangiare?" chiesi sedendomi a tavola.
"Tua madre ha preparato le bistecche con le verdure Jen!" disse mio padre contento.
"Bene, allora mangerò fino a star male..." dissi ridendo.
"Brava, almeno metti su qualche kilo!" aggiunse mia madre arrivando con il cibo pronto.
Mangiammo in silenzio.
Fino a che il mio telefono non squillò.
"Scusate, sarà Julie... Mi doveva chiamare per uscire a cena uno di questi giorni." spiegai alzandomi da tavola e dirigendomi in salotto a prendere il cellulare.
Colin. Il suo nome lampeggiava sullo schermo insistentemente, risposi.

"Ciao!" lo salutai.
"Ehi Jen! Come stai?" disse lui con il suo solito accento irlandese.
"Tutto bene, te? Helen ed Evan stanno bene?" chiesi.
"Sisi, bene. Tra qualche giorno torno in America, ci vediamo?" chiese.
"In realtà io sono a casa dai miei, sono qui da quando le riprese non sono finite... Però potrei tornare a Los Angeles un po' prima." risposi.
"Ah, no. Tranquilla, resta dai tuoi... Non li vedi da tanto! Io starò bene." disse.
"Lo so, però davvero a me non dispiacerebbe. È come essere tornata adolescente, non mi fanno uscire di casa senza sapere dove vado, quanto torno e con chi esco..." ridacchiò.
"Beh, sarai sempre la loro piccola Jennifer!" rise.
"Senti, Colin, perché non vieni qui? Ai miei piacerebbe molto conoscerti." proposi.
"Mi farebbe piacere, se per voi non è un peso..." disse.
"Ma figurati! Anzi, saranno contentissimi!" esclamai.
"Okay, guardo i voli e poi ti faccio sapere. Dovrei arrivare comunque intorno al venti luglio." disse.
"Oh, perfetto. Poi dovremmo andare al comic con a San Diego qualche giorno dopo, perfetto!" dissi felice.

Ci salutammo e chiusi la chiamata.
Appena tornai a tavola lo dissi ai miei e come avevo previsto, ne furono felici. I giorni trascorsero in fretta e mi ritrovai all'aeroporto ad aspettare Colin. Si materializzò davanti a me dopo un'ora dal mio arrivo.
"Ciao Jen!" disse felice.
"Ehi!" ricambiai il saluto abbracciandolo.
Si irrigidì.
"Tutto bene?" chiesi aggrottando il sopracciglio.
"Uhm... Sisi tutto bene. Te?" chiese sviando.
"Bene! Come mai sei partito prima? Ami stare con la tua famiglia." esclamai.
"Sì, ma mi mancava l'America..." disse non convincendomi, c'era qualcosa che non andava e lo sentivo.
Non tirai fuori quell'argomento, salimmo sull'auto con la quale ero venuta e andammo a casa.
"Colin!" esclamò mia madre abbracciandolo dolcemente.
"Già...signora Morrison, è un piacere conoscerla!" disse Colin ricambiando l'abbraccio un po' in imbarazzo.
Ridacchiai, mia mamma si faceva sempre riconoscere.
"Dammi pure del tu e chiamami Judy!" disse sorridendo.
"Mia moglie tende sempre ad essere troppo espansiva con tutti, per fortuna che Jen ha preso da me! Piacere, David." disse mio padre.
"Il piacere è mio, Jen mi aveva detto di avere due genitori adorabili... Per non parlare di Julie e Daniel!" disse.
Lo feci accomodare nella stanza di Daniel, lui tanto non sarebbe venuto a dormire.
"Tuo fratello ha buon gusto in fatto di musica!" Disse Colin osservando la marea di cd riposti su uno scaffale.
"Oh, sì. In realtà tutti hanno la passione per la musica in famiglia... Solo io sembro un aliena." risi.
"Non dire cazzate, hai una voce fantastica e suoni bene il piano." puntualizzò.
"È vero e non nego il fatto che la musica sia importante nella mia vita, ma recitare è ciò che mi fa star bene davvero. È come se entrando in un altro personaggio potessi evadere dal mio mondo per un attimo." spiegai.
"Lo so, so come ci si sente." disse facendomi l'occhiolino.
"Colin, so che sembra tu non voglia parlarmene... Ma da quando abbiamo finito le riprese sei strano." conclusi.
Respirò profondamente e si passò la mano fra i capelli.
"Non so se sono pronto a parlartene Jen, è successa una cosa che non avrebbe dovuto significare così tanto per me." disse.
"Certe volte succede e basta, ma se non hai voglia di parlarne con me, non fa niente." dissi calma.
"Non è che non ne ho voglia, sai quanto io tenga a te... Solo che non sono ancora pronto a scoprire una nuova parte di me, ma quando lo sarò; ti giuro che sarai la prima a saperlo." spiegò.
Annuì e sembrò rasserenarsi.

Colin Pov.
Erano passati alcuni giorni ed eravamo a San Diego per il Comic Con.
"Allora Colin, come va?" chiese Josh battendomi il pugno.
"Tutto bene, possiamo parlare di una cosa?"chiesi.
"Certo!"disse sorridendo.
"Andiamo in un posto più appartato però." precisai.
"Va bene, andiamo nel pulmino. Sono tutti concentrati su Lana e Jen quindi se ce la diamo a gambe nessuno se ne accorgerà." scherzò.
Entrammo dentro.
"Come hai capito che Ginny era quella giusto?"dissi di colpo.
"Non lo so, era lei. Lo sentivo e basta... Ma che domanda è?" chiese spaesato.
"È che credo di non provare più le stesse cose per Helen, penso sia attratto da un'altra." spiegai cautamente.
"Oh." rimase spiazzato.
Era stupito e non lo biasimavo, era normale dato che Helen era stato il mio punto fisso da sempre.
"Josh, è successa una cosa che non doveva succedere. Eppure mi è piaciuto così tanto e la persona in questione nemmeno se lo ricorda!" dissi quasi sull'orlo della disperazione.
"Sei proprio fritto..." ammise.
"Questo non mi conforta affatto." sibilai.
"Vuoi dirmi cosa e con chi è successa questa cosa?" chiese.
"Jennifer."
"Jennifer? La nostra Jennifer?" chiese alzando leggermente la voce.
"Sì, ma non urlare ti prego!" supplicai.
"Cos'avete fatto? E perché non se lo ricorda?" chiese ancora più stupito di prima.
"Era ubriaca ed è venuta a casa mia prima di partire per Vancouver. Si è svestita e si è messa nel mio letto. L'ho baciata." sussurrai.
"Okay, mi è chiaro tutto... Ma perché l'hai fatto?!" disse.
"Perché sentivo che era giusto farlo, Josh! E so di essere nella merda perché amo ancora Helen, come potrei non amarla più da un giorno all'altro! Solo che la amo diversamente, più come madre di mio figlio e amica e Dio, non dovrei dirle queste cose perché è mia moglie..." dissi.
"Ti piace Jennifer?" mi chiese.
"Credo di sì, la conosco da tanto e lei pensa non sia successo nulla. Non credo lei ricambi." chiarì.
"Ho capito, ma tu pensi ci possa essere qualcosa tra voi se lei ricambiasse? Cioè, lasceresti la tua vita in Irlanda per lei?" disse.
"Può darsi, se questo vuol dire farla felice allora sì, lo farei." risposi.
"Jennifer ha sofferto tanto, non ha bisogno di perdere anche te, lo sai vero?" disse accennando un sorriso.
"Lo so, questa è la cosa che più mi spaventa. Io non sono abbastanza per lei: sono sposato, ho un figlio e non potrei darle tutto quello che lei vorrebbe." risposi.
"Però ti piace e saresti disposto a lottare per lei.  Amico, sei fottuto, ma credimi; se Jennifer è davvero la persona giusta allora prima o poi dovrai dirle tutto e ammettere una volta per tutte che quello che dicono i fans è vero." disse Josh.
"Ne sono consapevole, glielo dirò. Non oggi, presto." dissi.
TO BE CONTINUE
spero vi piaccia e niente, al prossimo capitolo!
vittoria

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11.Lasciati andare ***


Capitolo 11


JENNIFER POV.
"Dobbiamo andare Jen." disse Lana.
"Ah, certo andiamo." sorrisi.
"C'è qualcosa che non va?" mi chiese accorgendosi che ero nel mondo dei sogni.
"È che Colin si comporta in modo strano..." risposi.
"Oh... Sarà per lo stress magari..." disse.
"Sì, sarà sicuramente per quello!" affermai.
Lei sorrise ed entrammo.
Yvette Nicole Brown era la presentatrice e prima iniziare il panel ci sorrise augurandoci un in bocca al lupo.
Dopo Lana, fu il mio turno. Yvette mi chiamò e iniziai a sentire le urla dei fans, Colin mi toccò dolcemente la spalla.
"Andrà bene." sorrise e io ricambiai.
Presi un bel respiro ed uscì, era sempre una gioia vedere così tante persone lì esclusivamente per te!
Salutai e sorrisi, dopodiché entrò Colin.
Aspettai a sedermi e applaudì quando entrò Colin.
"Qualche anno fa sempre qui al Comic Con tu e Colin avete fatto una cosa molto carina, potreste ricrearla? Lui si appoggiava alla tua spalla e tu lo accarezzavi." lesse Yvette.
"Certo." dicemmo quasi all'unisono.
Sorrise e si appoggiò a me, gli accarezzai i capelli e gli lasciai un bacio sulla testa.
I fans urlarono e mi accorsi di quanto loro ci amavano sia come Emma e Killian sia come Jennifer e Colin.
Ci furono altre domande, dopodiché firmammo gli autografi e facemmo qualche foto.
Appena uscimmo vari giornalisti ci trattennero per delle piccole interviste.
"Hollywood Acces, Jennifer come ti sei sentita quando avete registrato l'ultima scena del mid season finale?" mi chiese un giornalista.
Ci pensai un attimo.
"Abbiamo girato quella scena d'inverno e faceva davvero freddo, mi ricordo che era stato un giorno un po' difficile e il vento ha aiutato le lacrime!" sorrisi.
"Potresti tornare a registrare al fianco di Sebastian?" mi chiese poi.
"Potrei, ma è tutto da definire ancora. Sebastian è un bravissimo attore e una persona eccezionale." affermai.
"Con chi ti trovi meglio a recitare? Colin, Jamie o Michael?"disse.
"Con tutti e tre mi sono trovata benissimo. Con Jamie e Michael capitava spesso di sbagliare e riderci su, sono entrambi degli attori e persone fantastiche e mi spiace molto non siano più con noi. Con Colin mi trovo benissimo, da subito abbiamo lavorato molto bene insieme, c'era chimica fin dagli inizi e come ha detto Colin un po' di tempo fa; certe scene le puoi fare solo con una persona con cui puoi essere collega e amica. Colin è il mio migliore amico e riesce sempre a strapparmi un sorriso." dissi ripensando a tutti i momenti passati insieme.
Era l'ultima domanda perché poi mi salutò e mi augurò in bocca al lupo.
"Tutto bene?" mi chiese Colin cingendomi la vita.
"Sisi, sono solo un po' stanca." risposi.
"Anch'io, andiamo a fare le ultime foto?" chiese.
Annuì e ci incamminammo.
A fine della giornata Edward e Adam decisero di offrici da bere e andammo tutti quanti in un pub.
"Un Sex On The Beach, grazie." dissi al barman.
"Due." aggiunse Colin comparendo al mio fianco.
"Allora com'è stata questa giornata?" chiesi.
"Dura, intensa e appagante. Non c'è gioia più grande nel vedert... nel vedere tanti fan felici." disse arrossendo un po'.
"È tutto okay? Non sei tu, Colin!" esclamai.
"Va tutto bene, davvero." rispose calmo.
"Ti ho lasciato del tempo e lo spazio, ma quando io stavo male tu hai dovuto strigliarmi e Dio, ora sembra essersi ribaltata la situazione. Mi vuoi dire che cavolo ti prende?" sbraitai.
Ingurgitò il liquido nel bicchiere e ne ordinò subito un secondo.
"Non qua, non ora." rispose mantenendo lo stesso tono di voce, per fortuna c'era la musica alta in quel pub e nessuno poteva sentire la nostra conversazione.
"In hotel, Colin." dissi bevendo il cocktail.
"Certo." disse.
"Jen!!" urlò Lana arrivando improvvisando una specie di ballo.
"Sarebbe?" ridacchiai.
"Nulla, mi accompagneresti in bagno? Devo sistemare una cosa..." chiese.
Annuì e lasciai Colin al bancone da solo.

COLIN POV.

"Una birra, grazie."disse Josh arrivando e sedendosi dove pochi attimi fa c'era Jen.
"Josh, sono nella merda." esordì.
"Già lo sapevo..." affermò sorseggiando dalla bottiglia.
"Vuole che le dice tutto." aggiunsi.
"Ah. Be' devi dirglielo." disse.
"Lo so che dovrei, ma non posso." risposi.
"Certo che puoi, Colin! Anzi, devi." disse.
"Dio, pensi che non lo sappia? Ma non so cosa da solo? Come credi che mi aiuti dirlo a lei?" chiesi.
"Appunto, da solo non concluderai nulla. Pensavo che Once te lo avesse messo in testa!" disse Josh.
"Hai ragione, lo farò. Ora però ho bisogno di una boccata d'aria." sospirai.
Annuì e insieme andammo verso l'uscita.
L'aria era calda e liberatoria, inspirai profondamente e chiusi per un secondo gli occhi.
"Tutte le volte che mi preparavo un discorso qualcosa andava storto... Al liceo, alla laurea, per chiedere a Helen di sposarmi... Ho paura." ammisi più a me stesso che al mio amico.
"È normale, anche io per l'ansia rovinavo i miei bei discorsi!" rise.
"Ma è questo il bello, se poi ci ripensi puoi solo riderci su." aggiunse.
"Forse, ma stavolta non so se andrà così. Ci sono due possibilità e penso proprio che questa storia finirà male." dissi.
"Può darsi, ma può essere anche che non succeda ciò che dici tu. Jennifer non vede altri al di fuori di te, ti sei mai chiesto il perché?" mi chiese.
"Beh, no. Sono il suo migliore amico e poi lei non voleva conoscere nessuno dopo aver rotto con Sebastian..." risposi.
"Esatto, non voleva conoscere nessuno. Tu però sei riuscito ad avvicinarti a lei, lei ha permesso che tu le stessi accanto. E non credo sia solo perché sei un ottimo amico." affermò.
"Jennifer ama troppo Evan e Helen per questo. Non lo avrebbe mai fatto."esclamai.
"Non spontaneamente, l'ha fatto senza rendersene conto." disse.
Ci pensai sù, poteva essere.
Ma ero davvero pronto a sapere la verità?

JENNIFER POV.

"Lana, mi accompagneresti in hotel? Sono stanca e poi dopo devo parlare con Colin." spiegai.
"Certo, ma che succede?" chiese.
"Non ne ho idea..." ammisi.
Sorrise capendo al volo che non avevo voglia di parlarne e insieme prendemmo un taxi che ci accompagnò in hotel, dopodiché lei tornò al locale e io salì nella mia stanza.
Mi buttai sul letto a peso morto e mi riposai fino a che il mio telefono non squillò.
1 nuovo messaggio, Colin.
'Sono nella hall e sto per andare nella mia stanza. Se sei già qua passo dalla tua e parliamo.' diceva.
'Sì, sono anche io qua. Ti aspetto.' risposi.
Dopo poco sentì bussare, aprì e lo feci accomodare.
"Dobbiamo parlare." disse serio.
"Lo so, dobbiamo parlare." affermai.
"Non ti ho detto una cosa, Jen. Quella sera ci siamo baciati e volevo davvero fosse un errore, ma non è stato così. Non te lo ricordi, ma la mattina quando me l'hai chiesto ti ho mentito. Eri così bella e per una volta volevo fare uno strappo alla regola." disse tutto d'un fiato.
Rimasi interdetta e scioccata per qualche secondo.
Colin mi aveva baciata perché lo voleva e non per seguire un copione.
"Cosa? Tu... Tu non mi hai detto una cosa del genere?" chiesi.
"Esatto." rispose.
"Colin, perché non lo hai fatto? Sarebbe stato okay, cioè... È capitato e basta. Tu stai ancora con Helen ed è tutto a posto." dichiarai.
"No, Jennifer. Non è tutto okay! Non mi hai ascoltato, credo che tu mi piaccia e non è stato uno sbaglio baciarti, ok? Mi sei sempre piaciuta, come amica e ora come... Come qualcosa di più. Io non so cosa voglio, ma so che adesso voglio andare a fondo a questa cosa; qualunque siano le conseguenze." ringhiò.
"Stai scherzando? Sei sposato Colin! Credi che io ti dica di sì? Perché di sicuro non c'ero quando mi hai baciata. Non voglio essere la tua amante di prova." sbottai.
"Jen, lo so che provi le stesse cose per me." affermò.
"Le stesse cose? Quali cose? Non lo sai neanche tu!" dissi.
Mi guardò negli occhi e iniziò ad avvicinarsi. Forse aveva ragione, mi piaceva baciarlo e ci avevo pensato qualche volta a noi due come coppia, ma le mie idee erano rimaste astratte.
Era così vicino che potevo sentire il suo respiro sul mio viso.
Sentì le sue labbra calde e morbide a contatto con le mie, tutto quello che avevo negato un attimo prima era stato spazzato via da lui e dal suo dolce sapore della vodka mischiato al liquore alla pesca. Mi persi nelle sue carezze e ben presto mi trascinò sul letto ancora integramente fatto.
Lo spinsi leggermente.
"Non possiamo." disse col fiatone.
"Certo, Jen. Possiamo fare tutto quello che vogliamo e voglio andare a fondo." disse sogghignando.
"A fondo di cosa?" chiesi innocente.
"A fondo di tutto. Della nostra storia e di te in tutto i sensi." sussurrò lasciandomi piccoli baci sul collo.
Spense la luce e mi tirò giù la zip del vestito che cadde a terra, gli slacciai la camicia e gliela tolsi.
Gli accarezzai il petto e iniziai a sentire una protuberanza contro di me.
"Mi fai impazzire..." disse tra i baci.
Ogni indumento d'intralcio finì a terra e quella notte mi sentì completa, eravamo come due pezzi di un puzzle che si incastravano alla perfezione sia fisicamente che moralmente. Se prima non ero sicura che mi piacesse, ora i miei sentimenti mi diceva il contrario.
Sarebbe stato un gran casino, ma dopo tutto ce l'avremmo fatta, come sempre.
TO BE CONTINUE
Spero vi piaccia, ci ho messo un po' perché con la scuola non ho molto tempo.
Cercherò lo stesso di mettere almeno un capitolo al mese❤️

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12.Crash ***


COLIN POV.
Ero andato da lei solo per parlare, invece ora mi ritrovavo ancora nella sua camera dell'albergo, precisamente nel suo letto, nudo per dirla tutta. 
Era raggomitolata sul mio petto e sentivo il profumo leggero che i suoi capelli emanava, era perfetto, ma sapevo che appena uscito da lì tutto sarebbe stato un gran caos.
"Colin..." sussurrò alzandosi leggermente.
"Buongiorno." risposi.
"Cos'abbiamo fatto?" chiese.
"Qualcosa di molto vicino all'amore." dissi.
"Hai tradito Helen. Hai tradito Helen con me." affermò.
"Lo so." risposi.
"E come ti senti?" chiese risistemandosi al mio fianco.
"Non pentito, so che dovrei però non mi sento in colpa."risposi pacato.
La stanza piombò nel silenzio, si sentivamo a malapena i nostri respiri.
"Tu?" chiesi.
"Non ne ho la più pallida idea, so che è sbagliato. Sai che questo complica tutto?" mi chiese.
Annuì.
"Però non sono sicuro di volerne parlare ora... Possiamo continuare il discorso più tardi?" le chiesi girandomi per baciarla.
"Mmm..." mugolò non appena la baciai.
Era una bomba ad orologeria, bastava toccarla e baciarla nei punti giusti e lei esplodeva.
Il cellulare squillò, guardai lo schermo. Era Helen che mi chiamava.
"Vado a farmi la doccia." disse scattando verso il bagno.
Sparì nel bagno e io risposi alla chiamata.
"Amore, come stai?" mi chiese subito.
"Bene, voi?" risposi.
"Benissimo, che ne dici di venire giù nella hall?" chiese con voce maliziosa.
"Eh? Sei nella hall dell'hotel?" chiesi non dando a vedere quanto ero sconvolto.
"Sì, io ed Evan ti aspettiamo qua. A tra poco, amore mio." disse.
Chiusi la chiamata e mi precipitai in bagno da Jennifer.
Era nella vasca da bagno e la schiuma la ricopriva quasi fino al collo, mi scrutò a lungo.
"Helen è qua sotto con Evan, devo andare..." sospirai passandomi una mano sui capelli.
"Lo so che devi andare." affermò.
"Jen, non pensare di farla franca. Appena se ne andranno finiamo il discorso."chiarì.
"Va bene, salutameli... Anzi no, non farlo. Scendo più tardi e li saluto di persona." disse.
"Andrà tutto bene." dichiarai prima di lasciarla da sola.
Mi rimisi i vestiti della sera precedente e senza pensarci su troppo scesi da mia moglie e da mio figlio. Sapevo benissimo che Jennifer in quel preciso momento stesse soffrendo e forse ero stato troppo avventato.
"Papà!" esclamò Evan.
"Ciao piccolo!" dissi prendendolo in braccio.
Helen mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra e mi ritrassi di poco.
"Tutto bene?" chiese sorpresa.
"Sì, sono solo stanco... Ho ancora i vestiti di ieri sera perché mi sono addormentato così..." spiegai.
"Non preoccuparti. Hai ancora qualche giorno per rilassarti prima dell'inizio delle riprese." disse.
Sorrisi.
"Helen, ciao!"salutò Josh arrivando.
"Ciao Josh, come stai? Ginny?" chiese.
"È a casa con i miei figli, ma stiamo bene. Tu?" le disse prima di iniziarmi a squadrare da capo a piedi e chiedersi perché avessi ancora i vestiti dell'altra sera. Non ci avrebbe messo molto a capire, Josh era Josh e capiva tutto al volo.
"Ehm...ti spiace se ti rubi solo per due secondi tuo marito?" chiese gentilmente.
Helen annuì sorridendo e così ci allontanammo.
"Colin, non dirmi che non è successo ciò che penso sia successo..."disse.
"Josh..." iniziai a dire.
"Ossanto! Sei nella merda fino al collo!" esclamò.
"Non l'avevo programmato, è capitato e basta."sussurrai.


JENNIFER POV.


Cosa diavolo era appena successo? Non potevo aver fatto questo alla sua famiglia... e poi lui era Colin, il mio migliore amico e il mio compagno sullo schermo.
Avevo i nervi a fior di pelle, mi vestì e bussai alla porta di Lana.
Mi venne ad aprire Fred.
"Ciao Jennifer!" disse quasi sorpreso.
"Jen, tutto bene? Sei pallida..." mi chiese Lana spuntando da dietro.
"Sì...cioè, non esattamente..." farfugliai.
"Amore, ti va di andare a fare quattro chiacchiere con Josh e Colin di sotto?" chiese Lana intimandolo ad andarsene.
"Certo." disse lui dandole un bacio a stampo sulle labbra.
Quando lui scese, entrai e Lana chiuse la porta.
"JMo, allora... raccontami tutto, dall'inizio alla fine." disse chiaramente.
Le raccontai l'accaduto e a stento riuscì a trattenersi dal dire 'avevo ragione io fin dal principio'.
"So che stai per dire che lo sapevi già da sempre, ma sono confusa Lana... non so cosa fare e mi sento davvero bene anche se è sbagliato." confessai.
"Jen, non so che dire. Davvero... Ho sempre pensato che fra te e Colin potesse nascere qualcosa di più, anche perché amo i CaptainSwan, so anche che lui è sposato e che per lui conta il matrimonio e la famiglia. So anche però che sceglierà e se è venuto da te, un motivo ci sarà. Non dire che è perché eri quella più vicina lui, perché io penso che lui abbia bisogno di te non da amica e so che ne hai bisogno anche tu. La chimica e l'alchimia che c'è tra di voi è come quella che c'è tra me e Fred, tra Josh e Ginny... anche se non fossi tua amica lo penserei, credimi. Non è normale essere solo amici e non riuscire ad addormentarsi senza l'altro, dormite insieme da un po' ormai e poi ieri sera è successo e non è stato solo sesso. Quello che c'è tra te e Colin è più di una semplice amicizia, è come se tutti vedessero quanto voi fosse innamorati dell'altro tranne voi."disse sorridendo.
"Mio Dio, Lana. Colin mi piace, non posso dire di amarlo, ma sono attratta da lui e questo non lo nego. Tra tutti lui, il più complicato. Perché?" chiesi.
"Perché l'amore è così, Jen. E poi vorrei ricordarti di quanto siamo andati al concerto di Christina Perri. Sbaglio o ti ha tenuto la mano tutto il tempo?" ridacchiò.
"È vero... è che mi sento male solo a saper che un'altra persona possa star male per causa mia." dissi.
"Non basta pensare alla felicità degli altri, devi anche pensare a te stessa. Helen è forte e ce la farà." affermò. 
Annuì e insieme scendemmo giù nella sala ristorante.
"Jennifer, cara! Come stai?" disse Helen venendomi incontro.
Mi morsi il labbro e fissai Colin.
"Ciao Helen, tutto bene. Te?" chiesi cercando di sembrare normale.
"Benissimo, mi manca mio marito. Ma posso sopravvivere, vero amore?" chiese rivolta a Colin.
Vacillò un po', ma sorrise e annuì.
"Va beh, io e Jennifer andiamo a mangiare come si deve.... vero JMo?" disse sorridendo Lana.
"Uhm... certo"risposi.
Superai Helen che intanto si era messa a giocare insieme a suo figlio e passai di fianco a Colin.
"Risolverò la questione, ti prego, resta." sussurrò prendendomi il polso.
Lo guardai negli occhi e me ne andai, non potevo farlo.
Io e Lana andammo a fare colazione, mangiai di tutto e di più. C'erano persone che a causa del nervosismo non mangiavano niente, io invece riuscivo solo ad abbuffarmi e ad affogare le mie preoccupazione nel cibo.
"Mi spiace..." disse Lana ad un certo punto.
"Anche a me." risposi.
"Andrà tutto bene, okay?" disse.
Abbassai la testa piano e quando finimmo, tornammo al nostro piano per risistemare le camere poiché saremmo andati a Vancouver per le riprese.
"Colin! Ti prego, torna con noi! Lascia la serie, in fondo qualche mese fa volevi farlo no?!" sentì le urla di Helen provenire dalla stanza di Colin.
Lana mi guardò, Colin voleva lasciare la serie?
"No, Helen. Non voglio abbandonare la serie, è il mio lavoro." disse lui.
"Hai la possibilità di tornare con noi in Irlanda, perché?!" chiese lei.
"Perché questa è la mia vita, che tu lo voglia o no." ringhiò.
"Mi hai tradita con qualcuna, Colin?" chiese e io trasalì.
"Dio Helen, cosa c'entra questo? Fare l'attore è il mio lavoro, non posso cambiarlo e quando mi hai sposato lo sapevi benissimo. Viviamo questa situazione da anni ormai, pensavo l'avessi accettato." disse.
"Se la metti così, voglio prendermi una pausa Colin. Non ce la faccio, sei più sposato con il tuo lavoro che con me." affermò Helen.
Spalancò la porta e io e Lana rimanemmo di sasso.
"Ciao, ci vediamo." disse Helen con le guance rigate.    

TO BE CONTINUE
spero vi piaccia, a presto
Vittoria

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13.Insieme ***


COLIN POV.
"Cazzo!" imprecai tirando una botta al muro.
"Ehi... tutto bene?" mi chiese Jen spuntando dalla porta.
"È meglio di quel che sembra. Entra." le dissi.
Chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò.
"Tu? Come stai?" chiesi.
"Meglio di quel che sembra..." disse abbozzando un sorriso.
"Jen, mi spiace un casino!" dissi.
"Lo so..." annuì poco convinta.
"Vuoi andare avanti? Perché io lo voglio." affermai.
"Non lo so." rispose.
"Cosa significa?" chiesi vacillando.
"Significa che sono confusa, non so cosa voglio. La nostra relazione é basata sul niente, nessuna certezza. Come posso dirti di sì quando non sono sicura?" chiese retoricamente.
"Non è vero. Non è vero che non è basata su niente, ci siamo io e te. Ci siamo sempre stati io e te."affermai.
"E poi? Per quanto ti basterò solo io? Cosa dirai ad Helen? E a tuo figlio? Sono la tua famiglia, Colin." iniziò a farfugliare.
"Jen, io provo qualcosa di più di una semplice attrazione fisica. Evan è la mia famiglia, Helen è solo la madre di mio figlio da un po'." dissi.
"E i tuoi genitori?" chiese ancora.
"Per loro il matrimonio è importante, magari non capiranno all'inizio, ma è la mia vita. Lo accetteranno." risposi.
"E io?" chiese poi.
"Tu? Tu cosa? Jen, cazzo! Ci conosciamo da anni, conosco ogni minimo dettaglio di te e del tuo carattere. Non mi farai scappare dicendo che non sai mantenere una relazione, non scapperò perché tutti i tuoi difetti e le cose che più odio di te, le amo. Adoro ogni tua singola cosa, da amico e da qualcosa di più di un semplice amico. Quando stavi male, venivo da te a mangiare una pizza e a vedere Outlander e tu sai quanto a me non faccia impazzire quella serie, quando soffrivi io ti consolavo, ci sono sempre stato e tu ci sei sempre stata per me da quando ci conosciamo. Non scapperò per una cazzata che mi rifilerai, perché le so tutte a memoria." chiarì.
Una lacrima le scese sul viso, l'asciugai.
"Sono la persona più difficile del mondo..." sussurrò.
"Ma quella che non abbandonerei mai." le dissi baciandole l'angolo della bocca.
"Sarà dura, da qua sarà tutta in salita." disse.
"Affronteremo le cose giorno per giorno. A piccoli passi." risposi.
"Come faremo a non farlo capire?" 
"Come abbiamo fatto per tutti questi anni, Jen. Penso che tutti e due abbiamo represso alcuni sentimenti." risposi ancora una volta prima di baciarla.
Rispose al bacio e fece scendere le mani sulle mie spalle. Le cinsi la vita e le lasciai degli umidi baci sul collo.
L'adagiai sul letto, quando qualcuno bussò alla porta.
In fretta sgattaiolò  in bagno e io cercai di sistemarmi.
"Si?" dissi aprendo la porta qualche secondo dopo.
"Stiamo per partire. Tra dieci minuti di sotto." disse Adam.
"Ookay.." dissi.
"Sai dov'è Jennifer? Non la troviamo da nessuna parte." 
Proprio adesso doveva arrivare Adam!!
"Ehm...no. Sarà in camera sua e come suo solito si sarà addormentata..." dissi il più normale possibile.
"Mmm...va bene. Allora provo a tornare su. A tra poco." lo salutai e richiusi immediatamente la porta.
Jen uscì dal bagno e ridacchiò.
"Qualche volta potresti nasconderti te..." disse sorridendo.
Le diedi un bacio casto sulle labbra e poi lei andò a sistemare le sue cose in camera.
Ci ritrovammo dopo poco nella hall e dopo i vari controlli all'aeroporto partimmo per Vancouver.
Quando arrivammo si era già fatto buio.
"Vieni da me?" chiesi
"Dove vuoi che vada..." rispose.
Sorrisi. 
"Allora vieni da me?" chiese Lana passandoci di fianco.
"Uhm...no." disse sorridendo.
Lana annuì compiaciuta, dopodiché salutammo gli altri e con un taxi andammo nel mio piccolo appartamento che avevo comprato per le riprese.
Era un bilocale, fatto a doc per me. Quando arrivammo andammo subito in camera.
"Ti spiace se dormiamo e basta?" mi chiese sfilandosi i vestiti e frugando nella sua valigia in cerca del suo pigiama.
"Vorrei fare tante cose con te, Jen. Però domani mattina iniziamo già le riprese e ho bisogno di ricarburare."risposi.
Si sdraiò sul letto, a sinistra perché sapeva che io dormivo sempre a destra.
"Ti ricordi quando mi hai dedicato 'All right now'?" mi chiese sorridendo.
"Come dimenticarsene..." dissi.
"Ho sempre amato la tua voce." rispose.
"Ah si? Vuoi che ti canti una canzone?" chiesi mettendomi al suo fianco.
"Cantami la nostra canzone." sussurrò.
"All of the lights land on you
The rest of the world fades from view
And all of the love I see
Please please say you feel it too" intonai.
Sorrise e dopo poco la mia voce si unì alla sua.
"And I know
The scariest part is letting go
'Cause love is a ghost you can't control
I promise you the truth can't hurt us now
So let the words slip out of your mouth" era l'ultima parte, il ritornello, quello che rispecchiava Emma e Uncino, ma anche Jennifer e Colin.
Le diedi un bacio a stampo e le cinsi la vita.
Si accoccolò tra le mie braccia e presto ci addormentammo.
JENNIFER POV.
Dopo essermi alzata stamattina avevo lasciato un biglietto a Colin ed ero andata a prendermi il mio bel caffè, dopodiché ero andata dritta agli Studios.
"Ma guarda un po' chi c'è qui in orarioo!" disse Lana con una voce fin troppo squillante.
"Mmhm.. non dire nulla." la intimai.
"Cosa avete fatto?" chiese.
"Ti avevo detto nulla..." borbottai.
"Appunto, io non ho detto nulla!" disse innocente.
La mandai mentalmente a quel paese e la trascinai verso i camerini di trucco e parrucco.
Non c'era nessuno così chiusi a chiave la porta.
"Ti prego, non parliamone mai più sul set... tra me e Colin c'é qualcosa, presto capirò anch'io cosa e ti prometto che ti terrò super aggiornata." risposi.
"Okay..." disse poco convinta.
"Comunque sono confusa. So di volergli bene, ma non so cosa fare. Non starebbe bene con me, perché sono troppo incasinata e poi lui é sposato... Lana aiutami ti prego." dissi.
Mi guardò abbozzando un sorriso e mi abbracciò, non volevo uscire fuori da quel camerino e non volevo affrontare la realtà.
TO BE CONTINUE
spero vi sia piaciuto, scusate ma in questo periodo sono piena di compiti e interrogazioni.
spero di riuscir a scrivere il prossimo senza lasciarvi aspettare un mese ahah, a presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14.Clessidra ***


JENNIFER POV.
Non sai che certe cose le vuoi veramente fino a che non le stai per perdere.
Tante volte per la paura ci nascondiamo, lasciamo che siano gli altri a prendere una nostra decisione per poter sviare; ma la verità è che ovunque andremo il nostro bagaglio pieno di problemi e incertezze sarà di fianco a noi.
"Buongiorno..." sussurrò Colin al mio orecchio prima di alzarsi dal letto.
"Mmmh... giorno." sbadigliai aprendo gli occhi e ritrovandomi Colin mezzo nudo davanti a me.
"So di esser bello, ma stamattina abbiamo davvero poco tempo. Dobbiamo girare per tutto il giorno ed entrambi abbiamo bisogno di caffeina." disse infilandosi una maglietta a caso dal cassetto che ormai era diventato suo.
"Vorrei rimanere qua, a dormire." sbuffai.
"Lo so, dormigliona. Prometto che stanotte ti lascerò riposare." disse ridendo.
Sorrisi e mi tirai su dal letto.
"Così non va bene, cazzo..." imprecò squadrandomi da capo a piedi.
"Calmo, mi vesto subito." ridacchiai.
Mi guardò storto e uscì subito dalla camera. Da due mesi ormai passavamo ogni notte insieme, era un'abitudine e dopo che Colin aveva venduto il suo piccolo appartamento a Los Angeles, tutti ormai credevano che vivesse qua temporaneamente da amico: solo Lana e Josh in realtà sapevano come stavano andando le cose.
Dopo essermi vestita andai in cucina.
"Stasera finisco tardi, pensi tu alla cena?" chiesi aprendo il frigorifero in cerca di qualcosa da metter sotto i denti.
"Certo! Cinese va bene?" chiese.
"Approvato, mi passeresti il copione per favore?" chiesi poi.
Me lo passò, nel mentre trovai una tavoletta di cioccolata, staccai un pezzo e rilessi le scene di oggi.
"Sei pronta?" disse iniziando a mettersi la giacca.
"Uhm...sì." risposi prendendo la borsa e ficcandoci dentro il cellulare.
"Okay, allora possiamo andare." disse.
Annuì e feci per uscire, quando mi tirò per un braccio baciandomi.
"Non mi avevi ancora dato il bacio del buongiorno..." sussurrò a fior di labbra.
"Ora sì, temo che faremo tardi..." constatai.
"Non importa." disse attraendomi ancora alle sue dolci labbra.
Non riuscì a sottrarmi dal bacio, fino a che il mio cellulare squillò.
"Mamma, ciao!" risposi.
"Jennifer, tesoro... come stai?" chiese.
"Benissimo, però ora sono in ritardo...ti richiamo stasera, va bene?"dissi.
"Ma certo, a dopo. Un bacio." disse prima di riattaccare.
"Tua madre? Come sta?" chiese Colin.
"Tutto bene, credo. Usciamo?" chiesi.
Sorrise e uscimmo di casa, guidò lui fino agli studios ad Hollywood. Dopo aver finito di girare a Vancouver eravamo tornati a Los Angeles e questo in ottobre inoltrato era davvero bello.
COLIN POV.
Era stato un giorno faticoso, ma la mia unica fonte di felicità era Jennifer: con il suo sorriso ammaliante e i suoi occhi cielo riusciva ad incantarmi ogni giorno.
Stava ancora girando le ultime scene, dopo essermi assicurato che lei tornasse a casa con un taxi o con Josh, tornai a casa. Non era effettivamente mia, ma era come se lo fosse.
Ordinai il cibo e andai a farmi una doccia veloce, poi indossai il mio bellissimo pigiama dei supereroi e accesi la televisione.
Verso le nove e mezza Jennifer rientrò in casa, il cibo era appena arrivato, così andai a prenderlo.
"Ciao." disse sorridendo.
"Ciao." risposi lasciandole un bacio a stampo.
"Mi hanno messo una scena insieme a Lana stanotte...non credo di farcela!" esclamò lasciandosi cadere sul divano.
"Mmm, a che ora?" chiesi.
"Quattro e mezza, il che vuol dire che non dormirò. L'unica cosa buona é che domani non ho scene." disse prendendo degli involtini primavera.
"Beh dai, ti faccio compagnia fino alle quattro se vuoi." risposi sedendomi accanto a lei e prendendo un po' di cibo.
"No, hai bisogno anche tu di dormire. Me la caverò con Netflix." sorrise.
Finimmo di cenare e ripulimmo il tutto.
"È uscito un nuovo episodio di Outlander, lo vediamo?" chiese facendo gli occhi dolci.
"Solo perché non so dirti di no." risposi scherzando.
Era vero, non mi faceva impazzire quella serie tv, ma le volevo troppo bene.
"Non ho ancora ben capito chi sia sta Claire... e perché diavolo é tornata indietro nel tempo?" chiesi durante l'episodio.
"È fantascienza, come io ho i superpoteri e tu sei volato dall'isola che non c'è, lei é tornata nel 1700!" esclamò.
"Okay okay." risposi e continuammo a vederlo fino alla fine.
"Forse dovresti dormire un po'." disse verso mezzanotte.
"Lo so, ma non voglio lasciarti da sola con i tuoi bei neuroni a lavorare." disse baciandomi la fronte.
"I miei neuroni non stanno pianificando niente, se é questo che intendi..." sorrise.
"Come no, ti conosco troppo bene. Non pensarci, siamo io e te, okay?" chiesi.
"Va bene. Vengo a letto con te, farò la fatica di alzarmi alle tre." disse alzandosi.
Andammo in camera da letto e ci infilammo sotto le coperte, amavo il profumo dei suoi capelli e il calore del suo esile corpo.
JENNIFER POV.
Odiavo svegliarmi nel bel mezzo della notte, ma amavo il mio lavoro e il poter mettermi nei panni di molteplici personaggi.
Dopo essermi alzata ed essermi assicurata di non aver svegliato Colin, mi vestì e uscii di casa.
Faceva freddo, in fondo erano passati quattro mesi da quando andava avanti questa storia ed era già fine novembre.
"Ciao Jen!" mi salutò Lana appena mi vide.
"Mmh, buonanotte..." borbottai.
"Sei andata a dormire? Ecco perché sei stanca!" rise.
"Già, ma ero stanca anche prima." constatai.
"Ah beh, allora mi spiace per te." affermò.
"Buongiorno ragazze, che freddo che fa..." disse Ginnifer.
"Hai ragione!" esclamai.
"Ho letto il copione ieri sera, ma non ho capito bene cosa dovremmo fare. Scusate ma il piccolo mi sfinisce..." disse Ginnifer.
"Oh, non preoccuparti. Dobbiamo solo togliere l'oscurità da Regina." rise Lana.
"E dici poco... non ho dormito niente, penso che tra un po' collasserò." sussurrò Ginnifer.
"Non dirlo a me..." pensai ad alta voce.
Lana mi guardò ridacchiando e Ginnifer rimase un po' perplessa, Josh era un buon amico: non le aveva detto nulla.
"Ma ci nascondi qualcosa?" chiese Ginnifer.
"Nono, dico per Ava. Si lamenta ogni sera e poi Colin la continua ad accarezzare e quando capisce che non le passa allora la porta nel mio letto." dissi non lasciando trapelare nulla.
"A proposito di Colin...come mai ha venduto l'appartamento ed é venuto da te?" chiese poi Ginnifer.
Mi mordicchiai il labbro cercando di ricavare qualche scusa.
"Più che altro per risparmiare, mi ha dato gran parte dei soldi ed è come se fosse anche casa sua. Dividiamo la casa, siamo coinquilini." affermai.
"Ah capisco..." disse non convinta.
"Ginni...é una cosa troppo grande anche per me." sospirai.
"Lo so, Jen. Lo so." sorrise.
"Lo sai?" chiesi sorpresa guardando Lana.
"Non me l'ha detto lei, però tu avresti potuto! Insomma, si vede lontano un chilometro che siete più che amici. C'è sempre stato qualcosa, una scintilla, una passione tra voi." disse compiaciuta.
"Spero solo che vada tutto bene, ormai ci siamo addentrati anche troppo in questa specie di relazione. Non voglio neanche sapere come ne uscirò, sicuro non indenne." abbozzai un sorriso.
"JMo!" urlarono quasi all'unisono.
"Senti cara, magari non ne uscirai. Perché devi vedere il bicchiere rotto in frantumi?" chiese Lana sbuffando.
"Perché se succede qualcosa di bello, sono più felice." spiegai.
"Certo, così però non va bene..." disse Ginnifer.
Annuì, erano due grandi colleghe, ma prima di tutto due grandi amiche.
TO BE CONTINUE
spero vi sia piaciuto, come al solito ci ho messo anni, ma so che in fondo mi apprezzate lo stesso ahaha.
Al prossimo capitolo (si spera al più presto)
Vittoria

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 15.Ti amo ***


JENNIFER POV.
"Allora come sono andate le riprese delle ultime scene?" chiese Colin non appena feci ritorno a casa alle otto e mezza di mattina.
"Una meraviglia..." sbuffai buttandomi a peso morto sul letto.
"Fai una bella dormita e vedrai che andrà meglio." disse sistemandosi il colletto della camicia.
"Com'é che sei vestito così elegante?" chiesi.
"Ehm... beh, i miei hanno deciso di farmi una sorpresa e stanno per arrivare qua a casa." disse.
"A casa? Qui?" chiesi strabuzzando gli occhi.
"Sì, te l'avrei voluto dire... ma anche io l'ho appena saputo." scosse la testa in segno di disapprovazione.
"Quanto si fermeranno?" chiesi.
"Hanno intenzione di fermarsi fino a gennaio dato che hanno saputo che non tornerò in Irlanda, hanno portato anche Evan." disse.
"Oddio Colin, stai scherzando? E cosa pensano del fatto che vivi a casa mia?" dissi in preda al panico.
"Nulla, pensano che siamo buoni amici e mi stai ospitando perché il proprietario dell'altra casa mi ha sfrattato." confermò.
"E vuoi fingere per un mese?" chiesi ancora più in ansia.
"No, voglio che sappiano la verità." disse.
"Cosa? No Colin, non farlo. Non penso sia il momento." sospirai.
"E quando sarà il momento? Jen, il tempo passa e non voglio perdermi neanche un istante della nostra vita insieme." sussurrò avvicinandosi tanto che me lo ritrovai sopra.
"Non ne abbiamo mai parlato." ribattei.
"Lo so, perché avevamo deciso di vivere il presente. Ora però ti sto chiedendo di farmi una promessa: qualunque cosa succeda, resta. Anche quando ti dirò di lasciarmi da solo, anche se dovesse succedere qualcosa di brutto tra noi e dovessimo in qualche modo perderci di vista, ti prego resta a far parte della mia vita. Ti amo, Jennifer." disse facendo sciogliere completamente il mio cuore di ghiaccio.
Volevo dirlo, le parole erano lì lì per uscire dalla mia bocca, ma lui mi fermò baciandomi.
"Non voglio che tu lo dica adesso, so che manterrai la nostra promessa, ma non dirlo adesso. So che è così, ma non dirmelo solo perché te l'ho detto io." disse.
Annuì e lo baciai un'altra volta, avevo bisogno di lui, solo di Colin.
"Adesso vado a prendere i miei e Evan, dormi e riposati. Più tardi affronteremo tutto, insieme." disse sistemandosi i vestiti e lanciandomi un bacio.
Sorrisi e appena uscì di casa mi misi all'opera, se dovevamo affrontare ogni conseguenza insieme sarebbe stato meglio preparare qualcosa da mangiare.
Chiamai mia madre.
"Jennifer, tutto bene?" mi chiese quasi preoccupata.
"Certo mamma, sto bene. Volevo solo chiederti una cosa." risposi.
"Ma è qualcosa di grave? Non mi chiami mai a quest'ora..." disse non del tutto convinta dalle mie precedenti parole.
"Mamma, sto bene. Volevo solo chiederti la ricetta delle lasagne, quelle che abbiamo mangiato in Italia e tu ti sei fatta dare la ricetta da quella gentile vecchietta." dissi rassicurandola.
"Ah, menomale. Mi sono spaventata. Perché vuoi la ricetta?" chiese curiosa.
"Uhm... oggi arrivano solo i genitori di Colin con Evan." dissi non curante.
"Che bello! Ma quindi tu e Colin state insieme?" chiese mia mamma.
"No, siamo solo amici. Quante volte te lo devo ripetere?" sbuffai.
"Fino alla morte, perché non ti crediamo!" urlò mia sorella dall'altra parte del telefono.
"Julia è a casa?" chiesi divertita.
"Sì, é qua da due giorni... ma tornando a te, farò finta di crederci. Ti mando la ricetta per messaggio, ora devo andare, tua sorella mi fa girare la testa!" disse prima che la salutassi e mettesse giù la chiamata.
Dopo pochi minuti mi arrivò la foto della ricetta, controllai in frigorifero di avere tutto e poi mi misi all'opera.
Chissà perché mia sorella era a casa da due giorni, sicuramente ha combinato qualcosa...
Dopo due ore avevo finito tutto e dato che era ancora presto per infornarla andai a sistemare la camera degli ospiti e la camera destinata a Colin, dove avrebbe probabilmente dormito Evan.
Mi feci una doccia per svegliarmi e un bel caffè e all'alba delle undici e mezzo decisi di mettere in forno ciò che avevo cucinato e apparecchiai la tavola.
Ascoltai il messaggio che Colin mi aveva lasciato in segreteria.
"Ehi, probabilmente starai ancora dormendo. Faccio un giro con i miei e il mio piccolo campione e poi torniamo a casa per pranzo. A dopo, un bacio." 
Era così bello ascoltare la sua voce, roca e profonda.
Mi truccai leggermente e mi cambiai sostituendo i vestiti usati la notte con un paio di jeans e un maglione rosso pesante, ormai era dicembre e faceva freddo, a breve avrebbe iniziato a nevicare.
Alle dodici e mezza precise sentì la chiave girare nella serratura, non ero agitata, forse solo un po' nervosa.
"Jennifer, cara, che bello vederti!" esclamò Mary, sua madre.
"Buongiorno signora, si accomodi." dissi notando anche Con, il papà di Colin.
"Ecco l'amata Jennifer, come stai?" mi chiese Con sorridendo.
"Bene, voi?" chiesi ad entrambi.
"Alla grande, siamo così contenti di essere qua con nostro figlio." disse Mary.
Certo, fino a che non saprete la verità, pensai tra me e me.
"Jen!" urlò Evan correndo ad abbracciarmi.
"Ciao piccoletto." esclamai ricambiando il suo abbraccio.
Aveva appena tre anni, eppure sembrava già così grande, era uguale a suo padre con quegli occhioni verde intenso.
"Eccoci al completo." disse Colin spuntando da dietro e dandomi un bacio sulla testa.
Sorrisi e lo stesso fecero i suoi genitori.
"Ma che buon profumino che c'é qua dentro..." disse Con.
"Caspita! Le lasagne!" esclamai ricordandomi di averle lasciate in forno più di un'ora.
"Le lasagne? Jen, ti avevo detto di riposarti... la solita cocciuta" sbuffò Colin.
Al che la madre rise, tirai la teglia fuori, per fortuna non si era bruciato nulla.
"Beh, se volete sedervi per pranzo fate pure." sorrisi.
"Certo, adesso ti aiuto." disse Colin venendo in cucina.
"Vieni Evan, siediti qua." disse Mary sollevandolo.
"Allora cosa vuoi fare?" chiesi prendendo i piatti e facendo le porzioni.
"Quello che vuoi fare tu, però dormiamo nella stessa camera Jen, ci metteranno poco a fare due più due." disse cupo.
"La prenderanno male..." sussurrai.
"Magari no." disse.
"Lo sai anche tu che é così. Perché mentirci?" dissi portando i piatti in salotto.
COLIN POV.
Sospirai, certo che miei l'avrebbero presa poco bene, ma era la mia vita.
Dovevano accettarlo e poi un divorzio non é la fine del mondo, Evan ama Jennifer e questo facilita le cose.
"Colin è sparito?" chiese mia madre a Jennifer.
"No, eccomi mamma." sorrisi sedendomi accanto ad Evan e a Jen.
"È davvero una bella casa. Vivi sempre qua?" chiese mio padre a Jennifer.
"Ultimamente sì, a parte quando siamo a Vancouver per le riprese. Tornavo spesso anche a casa dai miei a Chicago, ma ora che ho iniziato anche le riprese di Sundogs mi riesce difficile spostarmi da qui." rispose.
"Dev'essere un bel traguardo, scrivere e dirigere un film tutto tuo!" aggiunse mio padre.
"Lo é, non so cos'ho fatto per meritarmi tutto questo..." sorrise.
Non si riferiva solo al suo progetto, ma anche a noi.
Era arrivato il momento di parlare e assumersi le proprie responsabilità.
TO BE CONTINUE
spero vi piaccia! buon Natale a tutti voi!
Vi auguro una bellissima giornata piena di gioia e felicità.
A prestissimo,
Vittoria

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 16.Festa (parte 1) ***


COLIN POV.
Dopo aver finito di pranzare, avevo gentilmente costretto Jennifer ad andare a riposarsi e lo stesso avevo fatto con il piccolo Evan, tra i due non so chi fosse peggio.
"Mamma..." sussurrai poggiandole una mano sulla spalle mentre guardavamo il petto di Evan che si sollevava regolarmente.
"Oh Colin, sei un così bravo ragazzo." disse stringendomi la mano.
"Helen." una parola, tanti problemi e pensieri.
"Lo so, me l'ha detto. Noi non ci apporremo a quello che deciderai di fare." disse mia madre.
"Mary ha ragione Colin, sei nostro figlio e per noi é importante vederti felice e ragazzo mio, tu sprizzi gioia da tutti i pori qua, con Jennifer."disse mio padre sorridendo.
"É che é tutto difficile, Evan come farà? Certo, é abituato a vedermi durante le feste e basta, ma cosa dovrei dirgli? Ha a mela pena quattro anni!" dissi.
"Colin, tutto a tempo debito." affermò mia madre.
"Non pensavo avreste capito..." ammisi.
"All'inizio non lo riuscivamo ad accettare, quando Helen ci ha detto dell'accaduto, poi abbiamo preso atto di quel che era successo e quando siamo entrati in questa casa, finalmente abbiamo capito cosa ti rende davvero felice." disse poi.
Sorrisi e li abbracciai, non me lo sarei mai aspettato e forse é per questo che adesso sono più leggero.
JENNIFER POV.
Dei baci umidi e leggeri mi svegliano, era Colin.
"Mmh, che fai? Ci sono i tuoi? Che ore sono?" chiedi mugolando.
"Quante domande JMo..." sussurrò riprendendomi a baciare.
"Daii." ridacchiai.
"I miei sono di là con Evan, sono le otto e ti sto baciando anche se in realtà sono venuto qua per svegliarti perché la cena é pronta." disse.
"Cosa? Le otto? Mi hai lasciato dormito così tanto!" lo rimproverai.
"Certo, dormi sempre troppo poco... anche per causa mia." disse con aria maliziosa umettando il labbro inferiore.
"Ma smettila, ci sono i tuoi di la... l'hai scordato?" chiesi riportandolo alla nostra realtà.
"No. Loro sanno tutto e buona notizia: l'hanno accettato e ne sono felici." disse.
"C-cosa?" sussurrai sorpresa.
"Sì Jen, è tutto okay. Va tutto bene, possiamo stare insieme." sorrise e mi strinse forte a sé.
Ricambiai l'abbraccio.
"Penso che ora dovresti dirlo ad Helen..." dissi.
"Lo so, un passo alla volta no? Godiamoci questa piccola vittoria." disse prendendomi per mano e portandomi in soggiorno.
Finita la cena Colin e Mary portarono Evan a letto, mentre io mi fermai a lavare e asciugare i piatti.
"Sei una brava ragazza, Jennifer." disse Con.
Sorrisi alla sua affermazione.
"Rendi felice mio figlio e sono contento, perché non è così da tempo." disse.
Lo ringraziai e lui andò in camera sua.
Finì di lavare i piatti e poi andai a farmi una doccia.
Quando uscì trovai Colin sdraiato sul letto con una mano sulla faccia.
"Che fai?" chiesi ridendo.
"Niente... ti aspettavo." sorrise.
"Ah beh, capisco." dissi.
"Hai intenzione di vestirti?" chiese sfoderando il suo bel sorrisone, un'altra volta.
"Direi di sì, caro. Ho davvero sonno..." risposi togliendomi l'accappatoio.
Grugnì e imprecò qualcosa, nel mentre ridacchiai.
"Jen, sul serio... hai intenzione di rivestirti?" chiese e notai il suo cavallo dei jeans.
Andai verso di lui e lo baciai, ricambiò il bacio con passione e voglia di andare oltre.
"Lo so che sei stanca..." sussurrò tra un bacio e l'altro.
"Di te mai." risposi stupendomi di me stessa.
-
COLIN POV.
Mi risvegliai sentendo il dolce profumo di Jen, i suoi capelli sul mio viso, il suo corpo caldo su di me e il mio cuore più leggero.
Sorrisi automaticamente e la guardai, nel sonno sorrideva e sembrava stesse sognando qualcosa di bello.
Le accarezzai i capelli per un po', fino a che non si svegliò e i suoi occhi verdi mi guardarono felici.
"Da quanto sei sveglio?" chiese sbadigliando.
"Un po', cosa sognavi? Eri felice." affermai.
Rise.
"Tutto a tempo debito..." disse prima di stamparmi un bacio sulle labbra e scappare in bagno.
Rimasi interdetto dalla sue parole, ma dovevamo comunque andare a lavorare e non potevo rimuginare sulle sue parole. Svogliatamente mi alzai e mi preparai, era l'ultimo giorno di riprese prima della pausa per Natale.
Prima di uscire di casa salutammo i miei genitori, che ci lasciarono nelle mani due caffè.
"Non credi sia l'ora di dirlo in giro?" le chiesi.
"Effettivamente è un po' che ci stiamo provando, iniziamo dal cast va bene?" chiese.
Annuì e le presi la mano.
Quando arrivammo sul set, tutti erano in fermento.
"Jen, Colin..." disse Ginnifer salutandoci frettolosamente e incamminandosi verso la parte opposta a noi con un asciugamano in testa.
"Ginny!" esclamò la bella bionda al mio fianco.
"È successo un bel casino, devo correre in sala trucco." disse irritata.
"Cioè?" chiesi.
"Colin, sei un uomo...non puoi capire! Mi hanno fatto i capelli rosa. Rosa!" esclamò.
"Ah, ecco perché indossi quel coso." ridacchiai e Jen mi tirò una gomitata nelle costole.
Emisi un gemito.
"Mi spiace Ginny, stasera vieni a casa mia? Con Josh naturalmente. Ho deciso di dare una festa per festeggiare." disse Jen.
"Festa?" chiesi sorpreso.
"Sì..." affermò.
"Bene, perfetto. Ci saremo, ora vado...a dopo ragazzi." e scappò via.
Una festa per annunciare a tutti la bella sorpresa, che idea fantastica...solo una cosa mi stavo chiedendo. Dov'era la roba da mangiare e da bere?
TO BE CONTINUE  

mi scuso,ma il computer era in riparazione...a presto
vittoria

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3297555