Under the Same Sky ~ Magnostadt

di whitemushroom
(/viewuser.php?uid=266213)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto ***
Capitolo 2: *** Dottoressa ***
Capitolo 3: *** Cumulo di rifiuti ***
Capitolo 4: *** Affari ***
Capitolo 5: *** Cinema ***



Capitolo 1
*** Sotto ***


jkgmtd 30rramu zmn2e



Sotto

“Insomma, è chiaro che quello lì nasconda qualcosa!”.
Aladdin stringe i denti. La testa gli martella come se davvero avesse il cuore tra le tempie: vorrebbe dire a Sphintus di sentirsi meglio, ma non è così. Si accascia tra le lenzuola, troppo grato alla magia bianca del suo amico per dirgli di tacere un po’ e concedergli qualche minuto di prezioso silenzio. Non c’è una singola fibra del suo corpo che non stia gridando di dolore.
L’ultima cosa che riesce a ricordare è l’espressione di quel Titus al termine del loro duello. Uno sguardo strano, sconvolto, carico di tutto il Rukh del mondo.
Sphintus, al contrario, sembra esplodere di energia. “L’ho sempre detto io che quello era strano. Ma andiamo, sembra una ragazza, ha delle ciglia che le mie sorelle si mangerebbero il fegato d’invidia se le vedessero! E il profumo! IL PROFUMO!”
Smette per qualche istante di curarlo e cammina fino al centro della stanza, le mani sui fianchi ancheggiando in quella che è un’imitazione peggiore di quelle che faceva Alibaba. Che erano davvero pessime, a dirla tutta.
Guardatemi, sono Titus Alexius e ce l’ho solo io! Voi stupidi plebei mi fate tutti schifo, gna gna!” esclama sventolandosi con il primo fazzoletto sotto mano. “Insomma, Aladdin, posso concederti di essere sconfitto in una battaglia contro l’illustre sottoscritto –e sono anche il tuo mentore, ricordatelo bene!- ma che tu abbia pareggiato contro quella femminuccia è in-tol-le-ra-bi-le! Quel principino non me la conta giusta, nossignore!”
Certo.
Aladdin cerca di trovare un po’ di conforto nel letto dell’infermeria, ma non riesce a smettere di pensare. Ignora il monologo di Sphintus ed osserva oltre la finestra, in quel cielo nero illuminato dalle stelle e dai fuochi incantati dell’accademia di Magnostatd.
Forse anche lui lo sta guardando.
Forse il suo rumoroso compagno di stanza ha ragione, vi è qualcosa di nascosto in Titus. Vi è qualcosa sotto l’arroganza, sotto i sorrisetti compiaciuti, sotto le parole cariche di veleno; e sì, vi è nascosto qualcosa anche sotto il suo strano profumo ed il fatto che non si presenti mai alle docce comuni con gli altri ragazzi. Quei cristalli che gli ha visto spuntare dagli avambracci sono la prova di un segreto nascosto sotto strati di antipatia e disdegno.
Un segreto che Aladdin desidera svelare ad ogni costo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dottoressa ***


jkgmtd 30rramu zmn2e



Dottoressa

L'acqua scintilla, quasi fosse fatta di lacrime d'oro; dal punto in cui si trova può abbracciare l'intera linea dell'orizzonte, dove il cielo azzurro si mescola alla sabbia rovente ed il confine si appanna. Titus rimarrebbe ore ad ascoltare gli elogi che Sphintus tesse sulla perfezione millenaria delle piramidi e sulla fila di cammelli che gira intorno a loro, carichi di ogni gioiello.
Guarda ogni cosa sorseggiando l'acqua come si fa ad Heliophtat, calda ma con tre foglie di menta in ogni coppa; al semplice contatto del liquido con le labbra chiude gli occhi per un istante lasciando che l'aria rovente gli arrossi un po' la pelle.
Li riapre, ed è a Balbadd. E' un caldo diverso, non brucia poi così tanto ma già dopo qualche passo sente il bisogno urgente di slacciarsi il farsetto. Il mondo è un caleidoscopio verde, rosso e giallo, macchie di frutti e chincaglierie che pendono allegramente dai bazar e che gli chiedono scherzosamente di acquistarli e portarli con sé. Aladdin sbuca dalla folla e lo trascina via prima che un mercante possa vendergli una spada canterina per gli amanti dei concerti sindriani o una scheggia di legno inconfutabilmente appartenuta al settimo bastone da passeggio di Re Rashid. Inciampano tra i tappeti e le ceste sparse per strada, si fanno largo fino alla piazza principale dove Re Alibabà si affaccia dal balcone e dispensa monete d'oro a tutto il suo popolo.
"Io invece diventerò una dottoressa!" esclama Marga. La sua piccola, dolce voce lo prende per mano.
Il sogno ad occhi aperti si dissolve nel fumo del brodo rovente che Sphintus ha appena versato nel suo piatto. La bambina lo sta guardando con attenzione, e Titus si accorge con terrore di non aver ancora risposto all'insistente domanda di Marga che adesso lo fissa con sguardo allegro. "Diventerò grande e studierò a Reim, poi tornerò a Magnostatd e curerò tutti!"
Certo, quel discorso poteva nascere solo da lei.
Piccola, sincera Marga. Lei crede davvero nel "domani".
Ma quel "domani" brucia nella bocca di Titus e non per la minestra troppo calda. Gli brucia perché non potrà mai recarsi ad Heliophtat per vedere la nuova attività commerciale di Sphintus, ed i mille colori del futuro Re di Aladdin sono il più crudele miraggio che conosca; Marga diventerà davvero una dottoressa e lui non potrà metterle sul capo la corona d'alloro.
Prova a balbettare qualcosa, ma per fortuna il vapore della cena nasconde le sue lacrime. "Io ... IO VI ODIO TUTTI!"
Non ha altro, se non provare a fuggire.
Butta la sedia a terra e corre via, scivola lontano dove il bellissimo "domani" dei suoi amici non possa trovarlo ed umiliarlo di nuovo.
Lui non è un umano come loro, e nel suo futuro è rimasta solo una manciata di giorni; un costrutto come lui è destinato a svanire una volta conclusa la propria funzione e Titus lo sa, Titus vorrebbe nasconderlo, Titus vorrebbe solo un aiuto ma quando l'esercito di Reim busserà alle porte di Magnostadt lui cesserà di esistere e si ridurrà ad una massa informe priva di qualsiasi "domani".
Prova a gridare almeno alla notte, ma anche quella non sa cosa farsene di un abominio come lui.


Guest star

Marga: una bambina salvata da Titus, Aladdin e Sphintus. Si è affezionata a Titus ed il suo modo di pensare sempre ottimista e pieno di speranze darà a lui il coraggio di proseguire.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cumulo di rifiuti ***


jkgmtd 30rramu zmn2e



Cumulo di rifiuti

“Forse non vi è chiaro il vostro posto, ragazzini!”
La bacchetta di Doron schiocca. In un istante la sua forma muta, più simile ad una frusta che ad uno strumento di magia, sibila sul Borg di Aladdin: la barriera resiste un secondo, forse due, poi si infrange in una tempesta di schegge luminose. Il turbante di Aladdin si anima impedendogli di rovinare al suolo, ma l’intero incantesimo di levitazione che stava preparando si dissolve trascinando nuovamente a terra i Goi.
Sphintus stringe i denti, rendendosi conto che lo sguardo feroce di Doron adesso è proprio su di lui. “Voi tre non farete fuggire proprio nessuno. Questi sporchi Goi non meritano un bel niente!”
“Io … non penso proprio …”
Nonostante il taglio aperto lungo il braccio destro, Aladdin si rialza in piedi puntando la bacchetta. Sphintus ha visto il suo compagno triste, stanco, felice, entusiasta, qualche volta anche sul punto di mollare tutto … ma furioso mai. Eppure in questo istante l’aria intorno a lui si illumina tra le grida impaurite dei Goi del quinto livello di Magnostatd, quegli uomini senza magia che Aladdin e Titus hanno deciso di salvare a tutti i costi, pronti a rischiare tutto per quelle persone trattate alla stregua di cumuli di rifiuti. “Questa gente … questa gente ha bisogno d’aiuto”.
“Mpf”.
Il secondo attacco del suo amico viene disperso dalla frusta di Doron per la seconda volta ed il mago ghigna quasi come volesse giocare al gatto col topo. "L'aiuto di tre studentelli che stanno per essere espulsi una volta per tutte?”
Già.
Per loro è tutto così facile. Le nocche di Sphintus si stringono intorno alla bacchetta, così teso da poter sentire anche il respiro di Kukulcan avvolto intorno alle sue spalle.
Per Aladdin è tutto facile, lui che è uno che combatte per le cause giuste. Il suo talento innato ha ben poco da imparare dalla scuola di Magnostatd, potrebbe essere espulso e volare via libero come il vento. Ha fatto dei più deboli la sua bandiera.
Per Titus è tutto facile, il denaro della famiglia Alexius potrebbe comprare tutta l’accademia. La gente fa a gara ad essergli amica, potrebbe dare fuoco all’aula magna ed il direttore Mogamett gli farebbe al massimo un’occhiataccia.
Mentre lui è soltanto …
“Io non ho paura di essere espulso. O di morire”.
Un chiarore si innalza al centro del quinto livello. È una luce rovente quanto un piccolo sole e costringe Doron e tutti i Goi a fissarla. La potenza della magia in procinto di ruggire batte nelle vene di Sphintus che d’istinto alza il proprio Borg, ricordandosi che Titus ha la palla di fuoco incredibilmente facile. La fiamma sulla bacchetta del suo amico in pochi istanti raggiunge le dimensioni di un essere umano, affamata ed in procinto di non arrestarsi finché non troverà qualcosa –ad esempio il ghigno di Doron- su cui liberare tutta la sua forza. “Ma non posso tollerare una simile ingiustizia. Il compito dei maghi come noi è quello di proteggere i Goi. Senza qualcuno da difendere la nostra magia è inutile!”
“Esatto” sorride Aladdin, ancora in piedi carico di una luce che non saprebbe affatto descrivere. “E le tue minacce non ci fermeranno, Doron”.
Non ha idea di cosa direbbe la sua famiglia se venisse espulso. Né di cosa penserebbero i suoi amici, i suoi compagni che hanno abbandonato Heliophtat ed hanno lasciato alle spalle la loro casa per un futuro migliore in un luogo dove i maghi non venissero sfruttati o controllati. Non ha idea del perché non abbia abbandonato questa folle impresa che senza dubbio gli costerà la cacciata dall’accademia, forse dall’intero stato di Magnostatd; eppure in quel momento l’unica cosa che conta sono le parole dei suoi due amici inaspettati, i visi della gente che chiede soltanto aiuto ed un sogno bizzarro di giustizia che manda all’aria tutte le certezze che il futuro sembra propinargli.
Potrebbe tornare indietro, ma l’unica cosa che sembra avere un senso è la magia che inizia a risvegliarsi nella sua bacchetta e la voglia di mandare al diavolo Doron e la sua schifosa crudeltà.
Non sarà in grado di lanciare molti incantesimi offensivi, ma adesso è davvero curioso di sapere quanto la frusta dell’avversario riuscirà a perforare il suo resistentissimo Borg. “Voi fategli tanto male, ragazzi. A coprirvi ci penso io!”


Guest star

Doron: un mago specializzato nella manipolazione dei vegetali, è di grado superiore a Aladdin & co. Di indole crudele e spietata, ritiene che i Goi (gli esseri umani privi di magia) siano esseri da sfruttare.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Affari ***


zmn2e



Affari

“Niente”.
Titus ha sempre considerato la nobile Scheherazade la donna più bella del mondo. Non ha mai avuto nulla a che vedere col fatto che fosse la sua creatrice –e, in senso lato, sua madre- , ma nella sua figura minuta carica di saggezza e nel volto incorniciato dalla luce del Rukh ha sempre trovato soltanto indomita perfezione. “Ho provato di tutto, Sphintus. Ma ogni mattina è sempre la stessa storia”.
Era sempre stato felice di essere una sua copia.
O meglio, lo era stato fino a quel momento.
La lunga chioma della nobile Scheherazade lo osserva da oltre lo specchio a modo di sfida, cadendogli in boccoli meravigliosi fino a terra, più splendente di ogni mantello intessuto d’oro di Reim. La sua creatrice la indossava con la regalità di una dea e Titus più volte si era trovato ad ammirarla in ginocchio.
Mai avrebbe pensato di ritrovarsi in quella spinosa situazione.
Nel nuovo corpo ottenuto dopo la battaglia di Magnostatd la nobile Scheherazade aveva imbevuto tutta se stessa e quando Titus vi si era risvegliato era stato felice di vivere ancora in quell’involucro dolce e caldo. Un involucro dolce e caldo che aveva mostrato diversi inconvenienti solo nei giorni successivi, quando Titus aveva deciso di tagliarsi i capelli e di scoprire con sommo orrore che, la mattina seguente, essi erano ricresciuti fino ai piedi più belli e più lunghi di prima dando al suo aspetto quel tocco di femminilità che decisamente non ha mai desiderato possedere. E l’espressione divertita di Sphintus da dietro lo specchio non aiuta la situazione.
“Smettila di ridere!”
“Suvvia, dobbiamo trovare il lato utile di questa vicenda. Sono sempre il tuo amico numero uno, vero?”
“Beh, sì, ma …”
No, il sorriso del suo compagno non gli piace affatto. “… Sphintus, a cosa ti servono quelle cesoie?”

Seduto nel comodo abbraccio della sua poltrona, Sindbad consulta gli ultimi rapporti. Ja’far glieli ha appena consegnati sulla scrivania; il sovrano di Sindria non ha in realtà alcuna intenzione di immergersi in quelle carte tutte uguali, ma il suo attendente lo fissa da oltre la pila di documenti con lo sguardo di chi esige che essi vengano tenuti in considerazione.
Ma Sindbad attende. Se Ja’far non ottiene risposta in pochi minuti si limiterà a fargli un riassunto perfettamente funzionale di quei voluminosi plichi. “L’economia di Reim è ben lontana dal piegarsi all’Alleanza dei Sette Mari. Nonostante i nostri blocchi il loro introito garantito dalle esportazioni è salito ancora negli ultimi mesi”.
“E cosa venderebbero di così indispensabile che l’Alleanza non possa prodursi da sé?”.
“Sembra che ci sia una nuova compagnia mercantile”.
Il dito accusatorio di Ja’far punta su un fascicolo avvolto in tela rossa e posto in così bella evidenzia che Sindbad non può non notarlo. Fa scorrere lo sguardo sull’elenco ma c’è una voce che lo attrae, anch’essa sottolineata più volte dalla mano esasperata del suo sottoposto. “Vendono veri capelli di Magi?”
“Il mondo ne è già impazzito. Sembra che abbiano poteri magici e guaritivi garantiti, e li usano ormai per tutto. Hanno persino lanciato una linea di abbigliamento di lusso e di accessori …”
Il sovrano di Sindria osserva l’immagine che gli sorride dal plico, la faccia del giovane imprenditore a capo della nuova compagnia mercantile che sembra sfidare l’intera rete commerciale dell’Alleanza dei Sette Mari col sorriso sfrontato di chi sa di aver trovato una vera miniera d’oro. “Devo ammetterlo, questo tale Sphintus Carmen è uno che ha davvero il senso degli affari!”


Guest stars:

Scheherazade: una dei tre Magi, essa è dedita a governare e proteggere l'Impero Reim. Per vivere più a lungo crea centinaia di cloni: Titus è uno di essi dotato di propria coscienza, ed in seguito si sostituirà alla sua creatrice come Magi e guida dell'Impero.

Sindbad: avventuriero dalle mille qualità che è diventato re dell'isola di Sindria e leader indiscusso dell'Alleanza dei Sette Mari. All'inizio allegro e giocoso, con il procedere della storia emergono i suoi lati oscuri.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cinema ***


jkgmtd 30rramu zmn2e



Cinema

La cosa non convince particolarmente Titus: vedere così tanti cittadini di Reim riunirsi per qualsivoglia novità proveniente da Sindria riesce a metterlo seriamente in guardia. Se ha deciso di recarsi di persona è stato solo perché Aladdin ha garantito che si tratti una cosa innocua e divertente, e quando Sphintus sente la parola "divertente" si trasforma in una potenza inarrestabile.
E, parlando proprio di Sphintus, lo vede emergere da un banco con un sacchetto pieno di chicchi tosti in quantità sufficiente a sfamare la provincia di Neapolia per secoli. "Aladdin ha prenotato i posti migliori, muoviti!"
All'interno l'edificio è davvero grandioso: Titus scivola con circospezione nella stanza avvolta nella penombra cercando di non andare a sbattere contro la gente che, biglietti in mano, cerca il proprio posto tra i gradoni di quello che, fino a qualche mese prima, era stato un vecchio anfiteatro gladiatorio coperto ed abbandonato. In basso, nell'arena, una sfera di cristallo grande come una villa ammutolisce tutti gli astanti che la indicano mentre un paio di signori girano tra le scale chiedendo di silenziare le conchiglie comunicatrici.
Per quel che lo riguarda potrebbe uscire da quel luogo sospetto ed andarsene alle terme, ma il suo compagno gli tira la manica e lo costringe a guardare in alto: una ventina di tappeti volanti color porpora fluttua sopra i gradoni alla distanza di diverse braccia, e quando uno di essi si stacca per avvicinarsi a loro vi riconosce l'eterno sorriso di Aladdin. "Salite qui, lo zio Sindbad ha insistito che i miei amici fossero in prima linea!"
"Il che rende ancora più sospetto il tutto ..." borbotta Titus mentre il tappeto volante accoglie il loro peso e si porta in alto.
"Questa cosa si chiama cinema, Titus. Ed a Sindria è un divertimento comune quando si esce con degli amici" gli risponde l'altro Magi riempiendosi la bocca delle leccornie appena acquistate da Sphintus, che nel frattempo ha allungato le gambe e si è anche acceso la pipa. "E poi ..."
All'improvviso le luci del posto si abbassano e la sfera di cristallo inizia ad illuminarsi. A Titus non sfugge come tutto il corpo di Aladdin sia teso, né come le sue mani stringano nervosamente le ginocchia.
"... e poi tra poco dovrò andarmene di qui. Per molto tempo, temo. E prima di partire mi sarebbe piaciuto almeno passare un bel pomeriggio con noi due. In nome dei vecchi tempi. In nome di Magnostatd".
Titus sospira, cercando qualcosa da dire.
Sapeva da tempo che questo momento sarebbe arrivato, che prima o poi il destino del mondo si sarebbe riaffacciato alla porta della loro amicizia per chiedere il conto a loro che sono nati con dei poteri speciali, con dei poteri in grado di decidere le sorti dei popoli e che sono lì, un po' emozionati, semplici come la gente comune che dovrebbero proteggere. Vorrebbe trovare qualcosa di sensato da dire, ma un gridolino eccitato di Sphintus accoglie l'illuminarsi deciso della sfera. Sulla superficie di cristallo una nave emerge tra le onde del mare in tempesta, poi una scritta "Le Avventure di Sindbad" riempie tutto il loro campo visivo e la musica li avvolge.

 

 

Aladdin, Titus & Sphintus
FRIENDSHIP IS MAGIC


 

THE END

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3561761