The Tale of tales

di Prince Lev Swann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goodbye Charlie ***
Capitolo 2: *** Bad Wolf ***
Capitolo 3: *** Don't blink ***
Capitolo 4: *** It's opening ***
Capitolo 5: *** Believing something makes it true ***



Capitolo 1
*** Goodbye Charlie ***


Faceva caldo e splendeva il sole,‭ ‬tempo raro in Gran Bretagna,‭ ‬durante quella primavera.‭ 
Probabilmente quella sera ci sarebbero state le stelle:‭ ‬era la giornata perfetta per organizzare una festa.‭ ‬In realtà da festeggiare c'era ben poco,‭ ‬ma il minimo che Nick,‭ ‬Claire e Matt potessero fare per dire‭ «‬addio‭» ‬a Charlotte era una festa.‭ 
‬Il piano,‭ ‬però,‭ ‬non era ancora ben definito.‭ 
«‬Il piano non è affatto definito,‭ ‬deficiente‭» ‬disse Claire quando Nick glielo fece notare.‭ 
«‬Beh,‭ ‬allora spremiti le meningi,‭ ‬cara,‭ ‬perché abbiamo solo nove ore per decidere dove e organizzare il tutto...‭» 
«Ascolta,‭ ‬lo so che devo fare sempre tutto io perché voialtri siete scimmie,‭ ‬però non mi mettere pressione,‭ ‬insomma.‭ ‬Dammi il mio spazio‭»‬.
‭«‬Ti posso dare tutto lo spazio e il tempo che vuoi,‭ ‬cara,‭ ‬ma in effetti,‭ ‬visto che non sono affatto una scimmia...‭»‬,‭ ‬e qui Claire sbuffò leggermente,‭ «‬...‭ ‬posso tranquillamente decidere anch'io.‭ ‬E dico che dovremmo farlo nella Stanza delle Necessità‭»‬.‭ 
«Che idiota,‭ ‬mamma mia.‭ ‬Ma ti sembra possibile‭? ‬Allora,‭ ‬a parte che sicuramente la McGranitt non ci consentirà di utilizzarla,‭ ‬non dopo le nove,‭ ‬ci direbbe che...‭» 
«Vi direi che sarebbe terribilmente da irresponsabili,‭ ‬signorina Winchester‭»‬.‭ 
‬Minerva McGranitt,‭ ‬con la sua aura di autorità e il suo sguardo di pietra,‭ ‬si era appena sollevata da un angolino in penombra del cortile,‭ ‬facendo rimpicciolire Claire e sobbalzare Nick.‭ «‬Professoressa,‭ ‬è sempre un piacere vederla...‭»‬,‭ ‬e la preside fece un sorriso gentile ma di ghiaccio,‭ ‬tipico dei suoi.‭ «‬...Stavamo discutendo di dove riunirci stasera per fare i compiti,‭ ‬come sicuramente ha sentito‭» ‬spiegò Nick,‭ ‬con il suo caratteristico tono di accondiscendenza,‭ ‬mentre Claire simulava indifferenza sistemandosi i capelli castani dietro le orecchie e annuendo profondamente,‭ ‬tradendosi però colpendo Nick con dei calcetti irritati.‭ 
«‬Certo,‭ ‬signor Flakes,‭ ‬non avevo dubbi in merito.‭ ‬Sono perfettamente consapevole della consuetudine del tuo gruppo di riunirsi abitualmente dopo le nove,‭ ‬nella protetta e sorvegliata Stanza delle Necessità,‭ ‬con il supporto di uno studente del terzo anno che gironzola per il castello con in mano cappellini luccicanti,‭ ‬festoni e fuochi d'artificio dei Weasley,‭ ‬grandi lettere lampeggianti che levitano e formano in aria le parole‭ ‬Cara Charlotte sarai sempre la nostra Regina,‭ ‬trasportando inoltre intere casse di burrobirra‭ ‬prese in prestito dalla cucina insieme al Serpeverde Matthew Land e altri ragazzi,‭ ‬di ogni casa e di ogni...‭ ‬e non faccio fatica a immaginare che per stimolare lo studio voi,‭ ‬signorina Winchester e signor Flakes,‭ ‬insieme a tutto resto della vostra allegra brigata,‭ ‬non facciate a meno di qualche bella bottiglia di Whisky Incendiario ordinato da‭ ‬I Tre manici di scopa,‭ ‬locale gestito da persone che‭ ‬ovviamente non informano la preside di Hogwarts se dei ragazzi,‭ ‬alcuni dei quali minorenni,‭ ‬ordinano senza tante cerimonie delle bevande alcoliche...‭ ‬Ah,‭ ‬ti diverte la prospettiva di conoscere immediatamente la mia opinione,‭ ‬signor Flakes‭?»‬.‭ 
‬Nick e Claire erano arrossiti tremendamente,‭ ‬ma Nick adorava quella donna e,‭ ‬nonostante fosse leggermente preoccupato‭ (‬non tanto dall'idea di una punizione,‭ ‬ma piuttosto dall'orrenda possibilità che la McGranitt non gli permettesse di organizzare la festa di addio‭)‬,‭ ‬non poteva fare a meno di ridere in un contesto del genere.‭ ‬Stava per rispondere,‭ ‬quando questa pena gli fu risparmiata dall'arrivo dell'onni-‭ ‬o quasi-‭ ‬presente Matt,‭ ‬che stava giocherellando con un asticello e in un primo momento non notò l'insegnante.‭ 
«‬Ehi amici,‭ ‬avete deciso che dobbiamo fare a Charlie‭? ‬Ho chiesto a Boniface di aiutarci vista la cotta che...‭» ‬e a questo punto alzò lo sguardo e arrossì violentemente anche lui,‭ ‬rimanendo a bocca spalancata mentre l'asticello gli saliva sulla spalla e si aggrappava alle folte sopracciglia del ragazzo,‭ ‬che nemmeno ci fece caso,‭ ‬mentre tentava di gestire la situazione da cui Nick era stato,‭ ‬per un attimo,‭ ‬salvato.‭ ‬Dopo qualche secondo,‭ ‬però,‭ ‬Matt chiuse la bocca,‭ ‬si tolse l'asticello dalla faccia e iniziò a biascicare:‭ «‬Ah ciaaao proffesoressa...‭»‬.‭ 
«Buon pomeriggio‭»‬.‭ ‬la McGranitt simulava ancora gentilezza,‭ ‬ma era livida.‭ 
«‬Noi stavamo organizzandoci per stu...‭»‬.‭ «‬Oh,‭ ‬risparmiamela,‭ ‬ti prego‭!» ‬esplose la preside.‭ «‬Dovevi vedere prima,‭ ‬è stato bellissimo‭»‬,‭ ‬ridacchiò Nick nell'orecchio dell'amico.‭
«‬Bene,‭ ‬visto che lo trovi così divertente,‭ ‬signor Flakes,‭ ‬immagino che troverai terribilmente strepitoso anche pulire tutti i bagni del castello,‭ ‬non è vero‭? ‬Ah,‭ ‬sarà terribilmente spassoso‭!» 
‬Claire guardò l'amico con una faccia del tipo‭ ‬perché diamine sai solo peggiorare le situazioni‭?‬.‭ ‬Lui,‭ ‬ora in preda all'ansia,‭ ‬si scostò i capelli dalla fronte come suo solito,‭ ‬guardandosi un attimo intorno,‭ ‬per poi rivolgersi seriamente all'anziana preside.‭ 
«‬Professoressa,‭ ‬mi dispiace sul serio.‭ ‬A volte non riesco seriamente a controllarmi,‭ ‬mi capita con tutti,‭ ‬davvero...‭»‬,‭ «‬Confermo‭» ‬intervenne Claire,‭ ‬mentre la professoressa li squadrava severamente,‭ «‬...e con lei spesso è inevitabile,‭ ‬per via del suo tagliente sarcasmo.‭ ‬È per questo che ridevo,‭ ‬perché la adoro...‭»‬.‭ 
«‬Non illuderti che riempirmi di lusinghe migliori la tua condizione,‭ ‬Nicholas,‭ ‬sai che non ha mai funzionato‭»‬.‭ ‬Effettivamente Nick poteva appariva spesso come un ruffiano leccapiedi,‭ ‬ma il‭ ‬fatto‭ ‬era che alcune persone gli suscitavano molta stima e non poteva proprio fare a meno di mostrarlo essere onesto con loro anche quando era inopportuno,‭ ‬come non si sforzava di rendere evidente il proprio disprezzo quando non tollerava qualcuno,‭ ‬e si può star certi che capitava spesso.‭ ‬Tuttavia accadeva di rado che la professoressa McGranitt chiamasse qualcuno di loro per nome,‭ ‬e bisognava stare attenti:‭ ‬questa confidenza che occasionalmente cedeva,‭ ‬infatti,‭ ‬non voleva dire che potevano permettersi dei privilegi nei confronti di lei,‭ ‬che dopo anni di piccole avventure e assurdità li conosceva‭ ‬molto bene,‭ ‬ma piuttosto metteva in chiaro le cose,‭ ‬ricordava loro quante aspettative quella donna nutrisse nei loro riguardi,‭ ‬era un'occasionale cartello di avvertenza:‭ ‬ci tengo a voi,‭ ‬ma non superate il limite.‭ ‬Purtroppo,‭ ‬Nick lo sapeva,‭ ‬il gruppo che era nato ormai anni prima,‭ ‬che aveva affrontato pericoli,‭ ‬che aveva vissuto momenti di gioia e momenti di sconforto,‭ ‬quel gruppo che si era allargato molto per poi ridursi all'osso,‭ ‬quel gruppo che aveva messo insieme persone in maniera bellissima e pericolosa,‭ ‬per poi causare profonde ferire ma anche la crescita dei singoli che lo componevano,‭ ‬di Nick,‭ ‬di Charlotte e di Claire in particolar modo,‭ ‬quel gruppo non sapeva rimanere fermo,‭ ‬quel gruppo li superava eccome,‭ ‬i limiti.‭ ‬Era un gruppo che superando quei limiti si era sciolto più volte,‭ ‬ma che era sempre ritornato insieme,‭ ‬a volte perdendosi qualcuno per strada,‭ ‬ma mai tutti.‭ ‬Quei giovani ragazzi erano ormai famosi a Hogwarts per la loro attitudine al comando della scuola,‭ ‬che li aveva visti crescere e che era cresciuta insieme a loro,‭ ‬dall‭'‬Operazione Capibara al Torneo‭ ‬TrentaMaghi e al‭ ‬Ballo del Disco Inceppato.‭ ‬Quei ragazzi si erano fatti conoscere,‭ ‬ma soprattutto si conoscevano a vicenda,‭ ‬e nessuno o quasi poteva capire il loro rapporto.‭ ‬Gli amici raramente restano tali per sempre.‭ ‬Nick sapeva benissimo come tutti fossero bravi ad allontanarsi dalle persone che un tempo gli erano state care.‭ ‬Lui stesso,‭ ‬con fatica e disperazione,‭ ‬lo aveva fatto.‭ ‬Eppure sapeva,‭ ‬era certo,‭ ‬che‭ ‬qualcuno non se ne sarebbe andato‭; ‬in mezzo alla gente brava a sparire dopo un po‭'‬,‭ ‬ci sono quelli bravi a‭ ‬tornare.‭ ‬E lui credeva di averli trovati.‭ 
«‬Professoressa,‭ ‬lo sappiamo‭» ‬disse Claire facendosi avanti.‭ «‬A Nicholas dispiace di aver riso,‭ ‬sul serio,‭ ‬non si sa trattenere.‭ ‬Ma lei non può capire,‭ ‬o forse può...‭ ‬non lo so,‭ ‬il punto è che non c'importa della punizione,‭ ‬possiamo lavare tutti i bagni che vuole e scrostare tutte le padelle che ci sono in cucina,‭ ‬ma la prego,‭ ‬la prego,‭ ‬ci permetta di organizzare questa festa.‭»  «‬Le stavamo per chiedere il permesso‭» ‬s'inserì Matt,‭ «‬ma è stata un'idea dell'ultimo minuto,‭ ‬come al solito.‭ ‬Ci conosce tutti da anni,‭ ‬sa che nonostante tutto siamo gli studenti più responsabili.‭ ‬Gli altri sono perlopiù pischelli,‭ ‬non come le vecchi generazioni.‭ ‬La scuola stava per chiudere e noi l'abbiamo aiutata a impedirlo.‭ ‬Ora,‭ ‬non dico che ci debba un favore,‭ ‬ma...‭»‬.‭ ‬Ma la Mcgranitt aveva ottenuto quello che voleva,‭ ‬e sorrise dolcemente.‭ «‬So che avete le migliori intenzioni,‭ ‬ma come avete potuto pensare di organizzare una festa d'addio per la nostra cara signorina Queen e non invitare me‭? ‬Per questa volta non vi metto in punizione,‭ ‬ma al prossimo evento voglio essere la prima a saperlo,‭ ‬piccoli ribelli‭!» 
«Ovviamente,‭ ‬professoressa‭» ‬rispose Nick.‭ «‬A parte Boniface,‭ ‬nessuno ne era ancora al corrente,‭ ‬e non vogliamo fare nulla di spettacolare,‭ ‬ma qualcuno...‭»‬,‭ ‬Nick si girò verso Matt,‭ «‬...ha avuto la geniale idea di ordinare tutto il negozio dei Tiri Vispi Weasley e anche...‭ ‬del Whisky incendiario,‭ ‬ma davvero‭?»‬.‭ ‬Matt fece spallucce.
‭«‬Per questa volta chiuderò un occhio,‭ ‬ma non voglio guai o litigi,‭ ‬per questo organizzerete il tutto nella Stanza delle Necessità,‭ ‬è l'opzione meno rischiosa,‭ ‬direi‭»‬.‭ 
«Perfetto‭»‬.‭ 

*


Alle otto e mezza,‭ ‬quella sera,‭ ‬era tutto pronto.‭ ‬Per l'occasione la Sala Va-e-vieni aveva dato il meglio di sé‭; ‬sembrava quasi Natale.‭
‬Lunghi festoni luminosi percorrevano le pareti della stanza,‭ ‬che era vasta circa la metà della Sala Grande.‭ ‬Tavoli tondi coperti da tovaglie degli stessi colori blu e argento dei festoni occupavano la parte periferica della sala,‭ ‬mentre al centro c'era lo spazio per ballare,‭ ‬con tante poltrone e qualche divanetto intorno.‭ ‬Sul soffitto un cielo stellato sovrastava lo spazio,‭ ‬in perfetta sincronia con i tavoli e le pareti.‭ ‬A differenza‭  ‬del soffitto della Sala Grande però,‭ ‬che rifletteva semplicemente il cielo esterno,‭ ‬questo era molto più spettacolare:‭ ‬pianeti vari e straordinari si potevano intravedere vicino alle stelle con un effetto davvero magistrale.‭
«‬La serie preferita di Charlie è Doctor Who,‭ ‬potremmo far levitare un piccolo TARDIS nel nostro spazio,‭ ‬non sarebbe fighissimo‭?» ‬disse Blurry.‭ ‬Blurry era il modo in cui Nick chiamava Boniface Wilson,‭ ‬il ragazzo del terzo anno che poche ore prima aveva trasportato il Whisky incendiario in giro per la scuola,‭ ‬attirando sguardi curiosi,‭ ‬tra cui quello della McGranitt.‭ ‬Blurry era un Serpeverde,‭ ‬che era diventato dapprima amico di Matt,‭ ‬per poi unirsi al gruppo quando si scoprì che era un fan di Game of Thrones e di altre serie di questo tipo,‭ ‬seguite ad Hogwarts solo da gente stramba come Nick.‭ «‬Non ho ancora mai visto Doctor Who,‭ ‬non saprei...‭» ‬ammise Nick.‭ «‬Secondo me sarebbe carino,‭ ‬sì.‭ ‬Ma come‭?» ‬intervenne Claire,‭ ‬tirando fuori la bacchetta e tentando di trasfigurare una delle lampade.‭ ‬Gli venne fuori solo un cubetto blu luminoso.‭ 
«‬Ah be‭'‬,‭ ‬devo andare a prendere Charlotte.‭ ‬Provateci voi,‭ ‬oppure chiedete alla McGranitt di aiutarvi...‭» 
«Non credo che la McGranitt sappia com'è una cabina della polizia babbana degli anni Sessanta...‭» ‬rispose Blurry,‭ ‬mentre aiutava Matt e Nick a disporre le burrobirre su un tavolo più lungo al lato destro della sala.‭ 
«‬E tu mostraglielo,‭ ‬hai un poster nel tuo dormitorio che lo raffigura o sbaglio‭?» 
Fu così che Blurry andò a chiamare la McGranitt e gli altri insegnanti che dovevano venire‭ (‬la Infant e Hagrid‭)‬,‭ ‬mentre Nick andava a cercare gli invitati che non sapevano bene dove fosse la Stanza e Matt restava lì per mettere a posto gli ultimi dettagli.‭ 
«‬Allora,‭ ‬Beatrice a Agnes volevano venire,‭ ‬giusto‭? ‬Poi ci sono Michael McOwen,‭ ‬Nickolas Murray,‭ ‬Iris,‭ ‬Isabel‭?» 
«Credo che fosse impegnata,‭ ‬o così ha detto‭» ‬rispose Matt.‭ 
«‬Bene,‭ ‬che mi dici di Andy‭?» 
«‬Non ne ho idea,‭ ‬sicuramente ne era al corrente‭»‬.‭ 
«‬Se lo vedo in giro gli chiedo,‭ ‬allora‭»‬.‭ 
C'era un'altra persona che sarebbe potuta venire,‭ ‬tecnicamente,‭ ‬ma Claire aveva dichiarato che‭ ‬era meglio non dirle proprio niente,‭ ‬visto che non ci parlavano da molti mesi e che Charlotte non la poteva vedere,‭ ‬cosa che fu di grande sollievo per Nick.‭ «‬Ah,‭ ‬George ci aveva detto che sarebbe potuto venire,‭ ‬giusto‭?» 
«‬Dovrebbe partire ora da

 ‬Diagon Alley,‭ ‬dove lavora‭»‬.
‭«‬Benissimo,‭ ‬anche James lo abbiamo informato stamattina...Vado‭»‬,‭ ‬e mentre apriva la porta vide arrivare una figura dai lunghi capelli rosso scuro,‭ ‬tinti,‭ ‬un viso gioviale e una sciarpa blu e bronzo,‭ ‬i colori della sua casa,‭ ‬ma molto diversa dalle altre,‭ ‬perché personalizzata da lei.‭ ‬Anche sul resto della divisa si potevano notare dei ritocchi artistici.‭ «‬Come va,‭ ‬Sophie‭? ‬Hai visto Charlie‭?»‬.‭ ‬Sophie era un'amica d'infanzia di Charlotte,‭ ‬che come lei era stata bocciata,‭ ‬ovviamente Corvonero.‭ 
«‬Bene.‭ ‬L'ho vista che tornava dalla biblioteca un po‭' ‬sotto tono,‭ ‬a dire il vero‭»‬.‭ 
«‬Speriamo non troppo,‭ ‬altrimenti sarà troppo stanca per godersi la serata‭»‬.‭ 
«Ma no,‭ ‬credo che ce la farà...‭» ‬rispose lei.‭ «‬Dài,‭ ‬ci vediamo dopo,‭ ‬Matt ha bisogno di qualcuno con un minimo di buon gusto per sistemare questo posto come si deve‭!» 

Alle nove tutto era pronto e quasi tutti gli invitati erano lì.‭ ‬Alcuni elfi erano arrivati con dolci e prelibatezze di ogni tipo e avevano appena finito di sistemarle sui tavoli,‭ ‬Matt aveva tirato fuori il Whisky che aveva opportunamente scambiato con l'acqua colorata che aveva consegnato alla McGranitt,‭ ‬quando finalmente si sentirono le voci di Claire e Charlotte dietro la porta socchiusa.‭ 
«‬Visto che passiamo di qui vado un attimo in bagno,‭ ‬sto scoppiando.‭ ‬Vieni,‭ ‬accompagnami‭»‬.‭ ‬Nick immaginò lo stupore di Charlie in quel momento,‭ ‬dato che era strano sentire Claire chiedere a chicchessìa di andare in bagno con lei.‭ 
La porta si aprì e i fuochi d'artificio esplosero in un meraviglioso spettacolo di fi luci e colori.‭ «‬Sorpresa‭!» ‬urlarono tutti‭ (‬alcuni,‭ ‬tipo Matt un po‭' ‬in ritardo‭) ‬quando le due amiche entrarono.‭ ‬L'espressione che si dipinse sul volto di Charlie era indecifrabile.‭ ‬Dopo qualche secondo.‭ ‬il tempo di assimilare la sorpresa,‭ ‬si rivolse ai tre amici,‭ ‬che erano appostati al tavolo più vicino.‭ «‬Oddio...‭ ‬voi siete impazziti,‭ ‬ma del tutto...‭» ‬biascicò,‭ ‬a metà tra le risa e le lacrime.‭ «‬Non ci posso credere,‭ ‬davvero,‭ ‬stavo pensando di organizzare qualcosa io,‭ ‬tra l'altro...‭» 
«E invece...‭» ‬rispose Nick.‭ 
«Mamma mia‭! ‬Vi voglio tanto bene,‭ ‬non sapete quanto...‭ ‬adesso vado in un angolino a piangere,‭ ‬scusate.‭ ‬Oddio,‭ ‬il TARDIS‭!» 
«‬Sì,‭ ‬ci ho pensato io a realizzarlo‭!» ‬si fece avanti la McGranitt.‭ «‬Perché a quanto pare ho degli studenti tremendi in Trasfigurazione‭! ‬Se solo fossi io a insegnarvela...‭ ‬Comunque non sapevo che fossi affascinata dalle cabine della polizia babbane,‭ ‬è curioso...‭»
Charlotte,‭ ‬Claire e Matt si abbracciarono.‭ «‬Come faremo senza di te‭? ‬È incredibile,‭ ‬ti sei fatta bocciare pur di non lasciarci,‭ ‬a pensarci mi sento ancora terribilmente in colpa‭» ‬disse Nick,‭ ‬con gli occhi lucidi,‭ ‬mentre Claire a tratti non respirava.‭ «‬Davvero,‭ ‬sei proprio pazza,‭ ‬anche se non so come avrei fatto quest'anno se te ne fossi andata.‭ ‬Oddio,‭ ‬solo a pensarci mi viene l'angoscia...‭»‬.‭ ‬Hagrid e Winny,‭ ‬che prima dell'arrivo di Charlotte stavano chiacchierando in un angolino,‭ ‬si avvicinarono e si unirono ai pianti.‭ «‬Eh sì,‭ ‬non riesco proprio a immaginarvici voi tre senza senza la nostra Charlie,‭ ‬è un'idea strana a dire poco...‭» ‬disse Winny.‭ «‬Eh,‭ ‬è la vita,‭ ‬un'attimo prima te li vedi piccolini,‭ ‬quattro ragazzini spaesati,‭ ‬e un attimo dopo...‭ ‬boom‭! ‬Se ne vanno...‭ ‬molto triste...‭»‬,‭ ‬singhiozzò Hagrid prima di soffiarsi rumorosamente il naso.
Charlie tentò quindi di consolare gli amici.‭ «‬Dài,‭ ‬alle feste ci si dovrebbe divertire,‭ ‬non piangere per tutta la serata,‭ ‬e poi forse non vi sto lasciando,‭ ‬non proprio del tutto...‭»
«‬COSA‭!?» ‬esclamarono Nick e Claire,‭ ‬all'unisono.‭ ‬Charlie sorrise maliziosamente.‭ 
«‬Oggi potrei essermi recata a Hogsmeade,‭ ‬e potrei aver trovato un lavoro ben retribuito ai Tre Manici di Scopa...‭ ‬Non per sempre,‭ ‬chiaramente,‭ ‬giusto il tempo di mettere da parte qualche soldo e,‭ ‬visto che ci troviamo,‭ ‬che voi finiate la scuola.‭ ‬Forse,‭ ‬dico forse,‭ ‬potremo vederci mooolto spesso,‭ ‬visto che abiterei praticamente qui‭»‬.‭ ‬Nick e Claire,‭ ‬entusiasti,‭ ‬abbracciarono Charlotte,‭ ‬mentre Matt riempiva dei calici e li offriva alla gente,‭ ‬reclamando brindisi a Charlie,‭ ‬a Hogwarts,‭ ‬a Harry Potter,‭ ‬a Minerva Mcgranitt,‭ ‬a Dobby l'elfo domestico...
‭«‬Arrendetevi‭» ‬disse infine Charlie,‭ ‬prendendo una pinta di burrobirra.‭ «‬Non vi liberete tanto facilmente di me‭»‬.‭

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Capitolo 2
*** Bad Wolf ***


«Non scherziamo, non era normale». Erano in Sala Grande e si stavano servendo la colazione, nelle calda e umida giornata che seguì la festa di addio a Charlie. «Ascolta Nick, siamo in una scuola di magia» osservò Charlie. «Se ogni tanto non succede qualcosa di strano non sarebbe tale, no?» «Sì, poi era l'alcol, anche se non vuoi ammetterlo» disse Claire mentre si versava una tazza di latta. Non era stato l'alcol, di questo Nick era certo. Qualcosa era successo la sera prima, eppure non riusciva a ricordare bene cosa... Era complicato, certo, ma lui era sicuro di non essersi immaginato nulla, non lo faceva mai. «Vedi, il fatto che si tratta di qualcosa indefinito conferma la mia tesi» aveva semplicemente risposto Claire, quando aveva tentato di spiegarle la situazione. «Ma sì, lascia stare, non reggi così bene l'alcol come pensi, Nick» decretò Charlotte. «Ascoltate, sapete bene che non ho problemi a parlare delle mie sbronze» rispose Nick. «Ceeerto». «Non ridete! Sono stato peggio di ieri sera, in passato, e non mi è mai successa una cosa del genere, garantito». Si sforzò, ma non riuscì a ricordare molto, a parte una strana chiazza luminosa. Gli altri ragazzi stavano ballando, lui si era seduto su un divanetto per riposarsi e l'aveva notata, in piena vista, abbagliante eppure trascurata da tutti, dalla parte opposta della sala, sotto i festoni e le luci. Era rimasta lì per una frazione di secondo, e tanti saluti. «Il fatto è che quando si assiste a un evento inusuale, sfuocato, indefinito, non bisognerebbe mai, e dico mai, trascurarlo. Sapete cosa abbiamo passato, sapete quante volte ci siamo trovati in situazioni spiacevoli perché avevamo lasciato stare. Ora vi chiedo, per favore, di pensarci. È strano, ammettetelo.» «Ma Nick, tranquillo» rispose Charlotte, mentre si preparava un infuso herbalife. «Certo che ti crediamo, ma non è che possiamo fare granché, a parte la biblioteca. «Ma sicuri di non averlo organizzato voi?» chiese Claire, facendo riferimento ai preparativi e alle decorazioni un po' azzardate della festa. «No, certo che no, altrimenti saprei di che cosa si trattava, non credi?» «Va bene, indagheremo, ma lasciati dire che ultimamente ti preoccupi troppo, ho già abbastanza ansia senza che tu ti metta a raccontare di macchie luminose potenzialmente pericolose». Non c'era altro da dire; in effetti era tipico di Nick mettere ansia a sé stesso e agli altri in maniera ingiustificata... decise di non pensarci più, e fine della storia. Le ultime settimane di scuola passarono nella monotonia delle passeggiate al sole nel parco del castello, tra merende con Hagrid e Winny, alcol preso di nascosto grazie ai nuovi contatti di Charlotte e partite a Scacchi dei Maghi. Negli ultimi giorni decisero che era fattibile gironzolare un po' al di fuori del parco alla ricerca di un punto dove i telefoni potessero essere utilizzati senza che venissero danneggiati dalla magia. Forse vi ricorderete che tempo addietro i ragazzi facevano uso della Stanza delle Necessità a questo scopo, ma George Hope aveva avuto uno spiacevole incidente con la sua Psp - la console portatile aveva iniziato a rimbalzare improvvisamente da una parte all'altra della stanza per poi colpirlo in testa, una sera in infermeria lo aveva rimesso in sesto - dopo il quale ce ne furono altri simili, finché la questione non venne a galla e la preside proibì quel tipo di utilizzo della Stanza. In ogni caso si sapeva, vista la fortissima natura magica di quella parte del castello, che prima o poi quel sistema avrebbe fatto cilecca: quindi avevano semplicemente smesso di interessarsene. «Ma poi chi se ne importa di queste cose, abbiamo la magia alla fine, accontentiamoci» disse Claire col fiatone, stavano infatti camminando da un po' nell'intricata e immensa Foresta Proibita. I centauri ogni tanto gli davano qualche problema, ma con il loro ingegno Claire, Charlie e Nick erano in grado di tirarsi fuori da tutte le situazioni spinose. Matt di solito evitava di venire con loro in queste spedizioni perché pensava che semplicemente non valesse la pena, per un po' di internet, di «mettersi nei casini». «PERCHÉ NON CARICA?» urlò Charlotte al telefono, dopo dieci minuti. «A me non prende neanche a casa, figurati. Dobbiamo inventare qualche espediente magico per velocizzare i download» rispose Nick. «E comunque cercate di non urlare, nonostante tutto questa è ancora la Foresta Proibita».«E noi siamo ancora noi» sbuffò Claire. «Laurelle non mi risponde. Cioè, o non mi risponde o i messaggi non riescono ad arrivarmi». «Scusate ma, siamo maghi!» Claire mise via il telefono e batté le mani. «Sì! E questa è tra le osservazioni più acute che tu abbia mai fatto, Nicholas!» «Ah-ah». «No, hai ragione», intervenne Charlotte. «Io ho bisogno delle mie serie tv, non farò a tempo a recuperare se non comincio subito. Ce ne andiamo ora» decretò infine, mettendo anche lei via il cellulare. «Dove vorreste andare?» «Dove? Ovunque. La domanda giusta è come» si inserì Nick. «Voi purtroppo non potete ancora smaterializzarvi» fece notare Charlotte, «ma ehi calma, la metropolvere è stata creata per un motivo». Non si fecero troppi problemi per le regole, anche perché ci sarebbero stati solo tre giorni prima che l'Espresso partisse e li riportasse a Londra, quindi non c'era nemmeno il tempo di assegnare punizioni. Charlotte e i due amici erano arrivati a Londra, e scaricarono tutte le cose più urgenti da vedere; si fecero anche un giro per la città e presero il gelato. Era una bella giornata, l'atmosfera era tranquilla, non c'era troppo traffico, c'era calma. Troppa calma. Era una sua sensazione, pensò Nicholas, ti stai facendo troppi film mentali. Ma cosa gli succedeva? Claire notò il suo pallore inconsueto e gli chiese, con tono straordinariamente serio, se stesse bene. «Benissimo, mi fa solo un po' strano essere di nuovo in città dopo tanti mesi» mentì Nick. Claire non era affatto convinta. ma lasciò perdere. Con Nick, lui stesso lo sapeva, era sempre meglio ignorare quei momenti di assenza dalla realtà; non significavano niente. Camminava, nascondendo la difficoltà di stare al passo con le due amiche per non attirare altre domande, e controllando ogni tanto i download degli ultimi episodi di Once Upon a Time. Claire e Charlie parlavano di come alcuni loro vecchi amici si fossero allontanati da loro, o qualcosa di simile, Nick non riusciva a seguire. Gli ritornò alla mente il bagliore della sera della festa, le luci, i giramenti di testa dovuti all'alcol, il mini Tardis che rimbalzava da una parte all'altra, il bagliore... No, non doveva pensarci. Cerca di pensare ad altro. Once Upon a Time, non vedeva l'ora di guardare le ultime puntate, l'ultima che aveva visto era quella di Ruby, cappuccetto rosso, il lupo cattivo e Dorothy. Sì, Ruby era Cappuccetto rosso ma anche il lupo cattivo, non tanto originale. Quasi rise ricordandosi di Ashley Brown, la figlia di Lavanda Brown, che si era scoperta essere un lupo mannaro, poi si sentì in colpa ricordandosi dei fatti drammatici legati a quella persona... Comunque ci pensò solo per un secondo; il sole lo colpiva in faccia, la vista gli si stava annebbiando. Once Upon a Time, Regina, Ruby, Lupo cattivo. Lupo Cattivo... pensandoci in quel momento, come nome suonava bene per l'antagonista di una fiaba. Due parole armoniose. Lupo Cattivo. Ma a cosa stava pensando, e perché? «Lupo cattivo.» Ogni tanto Nick diceva cose a vanvera, quindi in genere nessuno ci faceva caso. «Cosa hai detto?», questa volta Charlotte, che lo controllava da un po' per timore che gli succedesse chissà che cosa, lo aveva sentito. «Vieni, c'è un bar qui, ti siedi, mangi e bevi qualcosa subito. «Non trattarmi come un bambino, Charlie». «Tu sei un bambino» obiettò Claire. «Ora vieni che se no ci svieni qui». Nick mise da parte la riservatezza e si fece portare dentro quel bar, che pareva più una pasticceria, con in vetrina torte e dolci di ogni tipo. «Dài mangia». Gli avevano messo davanti una fetta di quelle torte al cioccolato, che di solito avrebbe guardato con l'acquolina in bocca, ma che in quel momento quasi gli fecerovenire da vomitare solo a guardarle. Comunque avevano insistito per offrirgliela loro, e sembravano davvero preoccupate, non voleva sembrare ingrato; inoltre immaginò di avere davvero un calo di zuccheri, quindi smise di fare storia e iniziò a mangiare. Non ci mise molto e grazie al cielo, pensò, si sentì subito meglio. «Non è passato un Dissennatore, vero?» chiese stupidamente il ragazzo, pensando all'efficienza del cioccolato in quei casi. «Il sole splende e la gente sembra felice, fin troppo per i miei gusti, quindi direi di no, non ci sono Dissennatori» concluse Charlotte. Dopo un paio di minuti Nick decretò che qualunque cosa avesse avuto gli era passata, e che potevano andare, allora Charlie gli chiese: «Nick, per caso hai finalmente iniziato Doctor Who senza dirmelo?» «Be', non ancora. Lo farò presto, sto già scaricando la prima stagione.» «Ah.» «Intendi Rose?» domandò Claire, rivolta più che altro a Charlie. «Perché? Chi è Rose?» «Lascia stare.» Nicholas era decisamente confuso, e presto si dimenticò anche di quelle due parole il cui pensiero l'aveva poco prima fatto svenire. Tendiamo a dimenticare ciò che non possiamo capire; l'oblio è una cosa strana. I tre amici continuarono a passeggiare per una mezzora vicino a un laghetto. Nick, ora di umore decisamente più incline alla conversazione, si rivolse a Charlotte. «Hai finito con Hogwarts, finalmente, come ti senti?» Indipendente, e uriosa di vedere come diventerà la mia vita.» «Non ti dimenticherai di noi facilmente, saremo sempre a Hogsmeade a disturbarti sul lavoro» affermò Claire, osservando il suo cono gelato. «Sì, e ti chiederemo di passarci l'alcol gratis tutte le settimane». Charlie rise. «Sì Nick, certo, tanto mi licenzieranno dopo una settimana, con te poi...» «Che cattiva», Charlie fece spallucce, poi avvicinò con le braccia i due amici, e tutti insieme continuarono a camminare, alla nostalgica luce crepuscolare, senza nessun bisogno di dire nulla. * Poco dopo presero un camino per tornare a Hogwarts, nella Sala comune dei Grifondoro e dei Corvonero nel caso di Charlotte, sperando che nessuno si fosse accorto della loro assenza. E per fortuna fu così, se non si considerano Matt e Blurry, che li stavano cercando da tutto il giorno per fare una partita a Quidditch. «Quidditch? Noi? Ma cos-», era risaputo che né Nick, né Charlie, né Claire amavano giocare a Quidditch - nessuno di loro era portato per gli sport, anche se quest'ultima aveva tentato di mettercisi in più occasioni, senza mai avere successo, ovviamente. Comunque Matt insistette, e visto che per Charlie erano gli ultimissimi giorni lì e si era appena resa conto di non aver mai provato, decisero che il giorno dopo avrebbero giocato, per poi scoprire, con particolare stupore di Claire, di non essere neanche tanto male. Fu straziante, la mattina dell'ultimo giorno, alzarsi presto per prendere il treno. La sera prima non si erano certo risparmiati e Nick aveva l'emicrania. Era strano; Charlotte confidò a Nick di non essersi mai sentita così. Non era solo triste, la sensazione di vuoto allo stomaco le impedì di toccare cibo, come d'altro canto a Nick, evento raro, e per un po' rimasero tutti in silenzio, come due giorni prima, solo che quel giorno c'erano anche tutti gli altri. «Charlie, non voglio andarmene» disse Sophie, che comeCharlotte aveva finito il suo percorso di studi ad Hogwarts. «Piangiamo, ascoltiamo canzoni depresse e mangiamo schifezze per sopportare il dolore». Per Sophie quella giornata fu ancora più deprimente, dal momento che lei non sarebbe rimasta nei pressi della scuola l'anno seguente, diversamente da Charlotte, ma sarebbe partita per diversi mesi; sì, ormai l'aveva deciso. In giro per il mondo, cercando di capire cosa voleva dalla vita. Alcuni di loro sapevano che non si sarebbero visti prima di due mesi, quando sarebbero ricominciati i corsi, per cui impiegarono un po' di tempo per salutarsi, una volta giunti a King's Cross. «Noi ci vediamo fra una settimana, giusto? Viaggio insieme. Matt, mi porterai sulle spalle, da bravo schiavetto?» «Certo, tesoro» rispose distrattamente quello, intento a scrivere a Errico, il suo amico babbano, di origini italiane. Molti di loro avevano amici babbani, e qualcuno era consapevole dell'esistenza della magia. «Intanto recuperate tutte le serie tv, e preparate tutto il necessario. Charlotte, ce l'hai ancora la tenda, vero?» «Sì, cuore». «Bene». «Inizia Doctor Who.» «Sicuro. Non ti dico di continuare OUAT perché tanto non lo farai.» «Ho un'infinità di roba da recuperare». «Non solo tu». Dopo un ultimo saluto, Nick raggiunse il Camino più veloce e si ritrovò a casa, senza alcuna voglia di restarci, ma felice della prospettiva di un viaggio imminente con i suoi amici. Si sarebbero divertiti: tutto sommato, di guai ne avevano avuti per anni, un po' di pace se la meritavano. O no?

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Capitolo 3
*** Don't blink ***


A volte, nella vita, le cose sono esattamente come ce le aspettiamo. E a volte no. Quando le diverse situazioni della vita - quelle prevedibili o programmabili, s’intende – iniziano a non sorprenderci più, a non suscitare nella nostra mente un paragone che prima facevamo sempre, e che sempre risultava esaustivo (nel senso che le aspettative precedenti all’evento reale non corrispondevano quasi affatto all’evento vero e proprio) e cominciano invece a corrispondere,vuol dire che si ha molta esperienza, ormai, con le aspettative.

Ebbene, tutto questo da un lato sembra essere positivo, in quanto diventa sempre più difficile illudersi e rimanere delusi dai riscontri effettivi di una situazione,ma dall’altro dimostra che forse stiamo invecchiando, che forse non c’importa più di tanto di quello che accadrà e quindi semplicemente non ce ne preoccupiamo.Una perdita di interesse, in altre parole, per la vita. «Okay,forse detto così sembra un po’melodrammatico, ma ci stavo riflettendo seriamente.Forse la vita ormai mi annoia,ecco perché tutto mi suggestiona e mi fa credere di essere sempre in pericolo, di pensare sempre che ci sia qualcosa che non va.»

«Oppure sei semplicemente paranoico, Nick.» Nick stava illustrando questo ragionamento a Matt, che come al solito non era d’aiuto,e a Charlotte.Erano in un bar a New York, chiamato “Le delizie di Mary Anne”, e aspettavano Claire e Blurry, entrambi in bagno.

Erano partiti una settimana prima, e si stavano divertendo parecchio.

Nick era davvero felice, soprattutto perché per la prima volta i suoi amici erano un viaggio tutti insieme, e insieme passavano praticamente tutto il tempo. Dormivano dove e come si trovavano, nella tenda di Charlotte, che oltre a essere allegra e ben fornita era molto vasta; c'era quindi spazio per tutti. Erano prima stati in diverse città d'Europa, tra cui Parigi, Amsterdam, Praga, Stoccolma, Roma e Barcellona, velocemente raggiungibili attraverso mezzi magici, e poi avevano ottenuto, ovviamente senza pagare, dei posti in aereo per raggiungere gli USA. Arrivati a New York appena la sera prima, avevano lasciato la tenda a Central Park (nascondendola e rendendola inaccessibile con alcuni, semplici stratagemmi magici), e si erano fatti una breve passeggiata prima di andare a dormire, stanchi per tutto il movimento di quella giornata.

«C'entra, perché Nick ha detto che praticamente sono i vecchi che finiscono per non avere più aspettative, perché sono annoiati.»

«Eh, ma stavo dicendo che però anche i giovani spensierati non si preoccupano di immaginare come andrà il futuro, a parte quelli molto responsabili o paranoici...»

«Anche come me. Ma è anche giusto, Nick. Tu devi pensare ai cazzi tuoi e agire pensando al meglio per te.. Parlo in generale.»

Nick sospirò. «Ma niente, solite cose, vita, responsabilità, le mie paranoie...»

Quella storia era, in effetti, sussisteva nella mente di Nick, che non riusciva a venirne a capo e continuava a pensarci, nonostante si dicesse - e gli altri gli dicessero - di lasciar perdere.

*

 

La cosa più bella era stata atterrare sull'Empire State Bulding e sullaStatua della Libertà, ma riuscirono anche a visitare ilMuseum of Modern Arts«L'avrei già fatto, ma dovevo organizzare il viaggio» disse Nick.

«Andiamo a fare shopping?» propose Claire, e Nick vide la sua sottile sagoma sfocata, cercando con tutte le sue forze di non dare a vedere che stava per svenire, ancora. Si girò e cercò a tentoni il suo zaino, che era appoggiato vicino a un lampione accanto a loro, lo aprì e prese una delle merendine che si era portato. La mangiò in fretta, si alzò, bevve un sorso d'acqua, chiuse gli occhi e li tenne chiusi per qualche secondo. Li riaprì. Era passata, stava bene, la testa non girava più.

 

*

 

Andare per negozi con un budget illimitato era impagabile. «Quando sei un mago, e sei abbastanza dotato, di questi tempi, puoi fare quello che vuoi» rifletté Blurry.

«E te ne sei accorto solo ora? Tieni, metti tutto qui» disse Claire, offrendo il suo zaino di Mary Poppins. Il suo glielo aveva incantato la professoressa di Incantesimi, come dimostrazione; loro non erano ancora abbastanza abili da effettuare un incantesimo di estensione irriconoscibile, si trattava infatti di magia avanzata. «E ringraziatemi, perché se non fosse stato per il mio magnifico zaino dovreste portarvi le buste dietro.»

Si erano comprati gli oggetti babbani più stravaganti, senza una motivazione precisa, dal momento che certamente la maggior parte non se la sarebbero portata a Hogwarts.

«Nei prossimi giorni dobbiamo assolutamente andare alMagicNet Center«Ma guarda che lì non puoi avere la roba gratis, devi pagare in Galeoni».

«E che problema c'è? Rivendiamo della roba, otteniamo soldi babbani veri e propri, li cambiamo, e siamo ricchi anche nel mondo magico» rispose Nick, in tono compiaciuto. «Ah» rispose Matt. «Minchia, è vero, non ci avevo pensato».

Ormai, non solo nel caso di Nick, nelle comunità magiche di tutto il mondo si stava diffondendo la consapevolezza delle potenzialità di un individuo dotato di magia, in un mondo privo della stessa.

Forse di quel passo, con gli anni, ci sarebbero state delle conseguenze sull'economia globale. In effetti, i diversi governi magici stavano mettendo in atto vari e propri dibattiti, tentando di divulgare stime sul futuro per sensibilizzare la società magica, e invitarla a non esporsi troppo, a non «imbrogliare», sostenendo che prima o poi qualcuno ne avrebbe pagato le conseguenze.

«La magia ha sempre un prezzo» canticchiò Nick, mentre pagava la la cassiera. Dopo aver comprato il telefono, aveva infatti raggiunto Charlotte e Claire in un negozio di abiti firmati di cui ignorava il nome, e aveva accuratamente scelto quelli più costosi, tra cui una giacca di pelle marrone e diverse paia di jeans.

«La magia ha sempre un prezzo, sì, e anche questi capi, lo sai?»

Nick, in un frammento di secondo, realizzò quello che la commessa le stava dicendo, e s'immobilizzò. «C-cosa?»

Claire lo raggiunse proprio in quell'istante, senza ignorare la situazione. «Cosa succede?»

In un primo momento il tono della commessa era stato glaciale, ma presto la sua espressione mutò sensibilmente. Sembrava star realizzando qualcosa, proprio come Nick. Possibile che...?

«Voi non siete No-mag, decisamente no!» esclamò la ragazza, sorridendo. Aveva praticamente urlato, ma la gente del negozio, data la confusione, non ci fece caso. La cassiera, che evidentemente non era una comune babbana, sembrava, in generale, molto attraente: sui vent'anni, una cascata di capelli biondi le ricadeva sulla schiena e le avvolgeva le spalle, lasciate semi scoperte da una maglia candida, dalle maniche gonfie.

«Oh, scusate per la reazione, è che ultimamente mi capita di rado di incontrare altri maghi, sono 'in incognito' tra i No-mag e mi sto perfino abituando a comportarmi come loro. Vedete, mi occupo di moda, ho una redazione molto famosa qui in America, chiamataWogue...»

«Complimenti per il nome» disse Claire. «Molto originale. La W starebbe per Wizard e Witch?»

«Sì, e per Wright. A tal proposito, mi chiamo Zoe Wright, e voi...?»

«Io sono Nick, lei è Claire, e quella ragazza che vedi lì è Charlotte. Siamo n viaggio insieme in giro per il mondo, studiamo a Hogwarts... Charlotte ha appena terminato gli studi, il gufo con i risultati dovrebbe essere arrivato, adesso che ci penso.»

«Bravo, pensaci tu per me.» Charlie li aveva appena raggiunti alla cassa per presentarsi alla strega esperta di moda, che le spiegò come aveva fatto a riconoscere che erano maghi. «Anch'io sto utilizzando degli espedienti magici per ottenere tutto quello che voglio in questo mondo. In effetti, l'unico motivo per cui vado in giro a fare falsi giorni di prova in questi negozi, anziché venire a vedere i vestiti come una semplice cliente, è per avere il permesso di rovistare anche tra i magazzini, e per non dare nell'occhio , perché ci resto per davvero tanto tempo.»

«Ah, che cosa bizzarra» rispose Charlotte. «Ma è davvero necessario?»

«Mah, non tantissimo, è che ultimamente sono un po' a corto di idee, sapete. Sto facendo questa cosa dei negozi solo da ieri, e ne ho già di nuove.»

«Oh, è vero, togliamoci, dai» disse Nick, lasciando il posto a una donna anziana che lo guardava male. «Che ne dici di venire con noi a fare un giro?» chiese Charlie, rivolta a Zoe, mentre si spostavano. «A che ora finisci qui?»

«Aspettate, solo un secondo.» Zoe, con aria incerta, lasciò cadere le camiciole che la vecchietta le aveva portato per pagare, e chiamò un'altra ragazza all'altro capo del negozio. «Ehi, Monica, io mi licenzio!»

E insieme uscirono dal negozio, facendosi strada nella via affollata. Una volta ritrovatisi con Matt e Blurry e dopo le dovute presentazioni («Ah, minchia» commentò Matt quando Zoe gli disse che lavoro faceva), decisero di andare a mangiare da qualche parte.

«Quindi voi studiate a Hogwarts, che bello, ho sempre desiderato vederla. Di che case siete?»

«No, ti prego, non farci questa domanda» piagnucolò Nick, mentre entravano daStarbucks«Perché» continuò Nick, «negli ultimi anni, soprattutto da quando c'è James Potter... Hai presente, no, i Potter e Voldemort?»

«Chi non ce li ha presenti? Tutto ciò che a scuola si studia di storia contemporanea ha a che fare con loro, io sono nata quando Voldemort era ancora vivo, e anche voi, se non sbaglio... Comunque la storia mi affascina molto, ho letto le diverse biografie, anche se non so quanto siano affidabili...»

«Ne approfittiamo per fare macello in giro per il castello» confermò Matt.

«Caspita, non sapevo di tutto questo!» rise Zoe. «Da noi è un po' diverso, grazie al cielo.»

«Prima non era così, ora Hogwarts si salva solo in parte, e quella parte che si salva siamo praticamente solo noi» spiegò Blurry. «Gli altri sono tutti tardi».

«Le ultime generazioni sono il problema» commentò Claire. «Matt li trolla sempre, dopo ti facciamo vedere qualche video, se Boniface ce li ha ancora»

«Ehi, ma comele ultime generazioni sono il problema? Non è vero!» esclamò quest'ultimo. Blurry, infatti, era un 2001.

«Tu non sei neanche una persona, ma un elfo domestico» rise Nick. «Voglio dire, anche il tuo nome, quello vero, non quel nome assurdo a cui i tuoi genitori per disgrazia ti hanno condannato...», e qui il ricciolino simulò un'espressione offesa, «...somiglia ai nomi degli elfi domestici. Winky, Dobby, Blurry...»

«Uh, anche noi!» esclamò Claire, con la bocca ancora sporca di schiuma del caffè che stava bevendo. «Cioè, io, Nick e Charlie passiamo da 'Il mondo è mio, sono la persona più figa dell'universo, prostratevi ai miei piedi!» a 'Autostima? Che è?

«È che a me piace soffire» rispose  Charlotte, mentre Nicholas rideva e faceva cenni di assenso.

«Sì, vi capisco. Ma poi se davvero gli studenti di Hogwarts sono così come li descrivete, mi sembra normale che vi sentiate Dio!»

«ESATTO» sillabò Nick. «Vieni a visitarla, anche solo per un giorno, e vedi come inizi ad apprezzarti.Potterhead,Snapehead, addiritturaMalfoyhead, ecco come si fanno chiamare ora, per la fottutissima barba di Silente...»

«Sì, Nicholas è l'unicoDumblehead, poverello...» lo schernì Claire.

«Guarda che Silente era un genio» commentò Nick, cercando di smettere di ridere.

«Se almeno avessero scelto un nome decente...Teste di Potter. Ma per favore.»

«Lizzie, una nostra amica - è più grande di noi, prima era caposcuola, ora lavora al Ministero della Magia, a Londra, e spesso si trova a Hogwarts per lavoro - ha anche scritto un libro su queste nuove generazioni. Si chiamaPotterminkia - istruzioni per l'uso. È corto, te lo possiamo prestare, leggilo poi con calma, così puoi capire a pieno il degrado deiPotered.«Certo! Adoro leggere» rispose Zoe, mettendo in borsa il volume che Claire le passava. Per un po' parlarono di Hogwarts, di Ilvermorny e della loro vita a scuola; quando si stancarono di Sturbucks, uscirono e tornarono insieme a Central Park.

«Ho una curiosità. Come si comportano, in merito, i figli di Harry Potter?» chiese Zoe.

«Mah, loro non sono male. Ogni tanto passano del tempo con noi, ma credo che in realtà li mettiamo un po' in soggezione... perciò non abbiamo questi grandi rapporti» rispose Charlotte, facendo segno di sedersi su una panchina vicino a una fontana, al cui centro si ergeva una meravigliosa statua. Rappresentava un angelo, forse, o qualcosa del genere.

«IPotered«Sì, e se la gode abbastanza,» continuò Claire, «soprattutto dopo quella faccenda al Ministero...», Nick perse l'equilibrio e, mentre Claire era presa a parlare dei Potter, si sedette a terra, vicino alla fontana. «... sì, insomma, la storia di quel coso... Comunque se verrai a Hogwarts potremo presentarteli, ma non sono niente di speciale» decretò infine.

Okay, forse era passata; non era successo nulla. Nick sorrise e riprese a seguire la conversazione. Zoe era davvero simpatica, non voleva dare anche a lei l'impressione di esserequello fragile come, da qualche tempo, lo vedevano tutti.

«Sì dai, ora sono curiosa, verrò sicuramente.

«Comunque, stavi dicendo di una faccenda al Ministero, da cui loro sono diventati popolari. Che faccenda?»

Boom!, era di nuovo lì.

Che faccenda?

Di nuovo i giramenti di testa.Il Ministero.Non capì bene.

Chiuse gli occhi. Nick chiuse gli occhi. Seduto lì a terra dov'era, pensando che quando li avrebbe riaperti quel dolore sarebbe cessato, si tormentava.

Giratempo,Ministero,i Potter Ma OUAT gli fece ricordare di quel giorno a Londra e le fitte alla testa, anziché cessare, divennero più forti. Quel giorno a Londra...Lupo Cattivo. Per quale ragione continuava a sentire quelle voci, sussurri lontani ma vicinissimi, ripetere quelle parole?Giratempo,Ministero,Lupo Cattivo,Central Park...Che senso aveva?

Central Park. Quel posto aveva qualcosa di strano. Doveva andarsene.

Aprì gli occhi e si alzò di scatto. Gli altri si girarono di scatto verso di lui, alcuni di loro coscienti della situazione, ormai ripetitiva. Lui perse nuovamente l'equilibrio e quasi cadde nella fontana dietro di loro, ma per fortuna questo non accadde, perché Matt lo afferrò in tempo. «Grazie.»

 

Ma quello che lo aspettava, da tutta la giornata, non era ancora arrivato, no, e si trovava o, meglio,non si trovava, in corrispondenza della fontana.

Nick riprese tutto d'un tratto le forze e si girò di scatto, per poi ricadere a terra, con la testa penzoloni, mente Matt e Blurry lo afferravano per le spalle.

 

«Dov'è... dov'è...?»

Dov'era?

 

Charlotte lo stava schiaffeggiando lievemente, mentre Claire prendeva la bottiglietta d'acqua e gliela faceva bere.

«Nick!»

Nicholas bevve.

«Vado a prendere qualche rimedio magico in tenda, magari trovo qualcosa di migliore dell'acqua» borbottò Claire, preoccupata. Nessuno perse il controllo. Ormai sono abituati a farmi da babysitter: fu questo il pensiero che fece riprendere Nick. Charlotte aveva blaterato di sapere cosa ci voleva ed era corsa nella tenda con Claire.

«Nick, ascoltami, cos'è che cerchi?»

Un angelo, ecco cosa cercava. Un angelo dall'espressione maligna e dai denti aguzzi, un angelo che era appena svanito, svanito nel momento in cui Nick aveva chiuso gli occhi. Riusciva a vederlo, con quella faccia orribile, bloccato nell'arco visivo dell'occhio, come il sole, quando lo guardi per troppo tempo.

«Dov'è la statua?»

«Quale statua?»

«C'era una statua, la statua di un angelo, ed è svanita! Era lì, sulla fontana!»

I tre presenti si guardarono, preoccupati.

«Si può sapere che diavolo vi prende?! C'era una fottuttissima statua su quella fottutissima fontana!»

 

«Nick» sussurrò Burry, e Nick riconobbe l'ansia negli occhi dell'amico. «Qui non c'è nessuna fontana, non c'è mai stata. Dietro la panchina c'è solo in prato.»

 

«Cosa?»

Nick si alzò e si volse di nuovo.

Non c'era effettivamente alcuna fontana. Lui stava effettivamente impazzendo. E la situazione stava effettivamente degenerando.

Poi Charlotte prese la bacchetta, gli occhi lucidi, il viso pallido, il braccio tremolante.

«Oblivion!»

Nick cadde di nuovo, ormai era successo almeno una decina di volte in cinque minuti. Ma, questa volta, continuò a cadere, per ore e ore, nel buio.

Quando, finalmente, aprì gli occhi, vide la luce del sole trapassare il tessuto cremisi di una tenda e, distrutto, si rimise a dormire. Non conservava memoria dell'angelo, la cui orrenda espressione non era più impressa sulla sua retina, e aveva solo ricordi vaghi di quella giornata in cui, se non fosse stato per un'intuizione improvvisata di Charlotte, sarebbe morto, lì, a Manhattan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** It's opening ***


Giugno 2017, martedì 13, Torri Cantanti

 

Caro diario, la nostra vita era perfetta, meravigliosa, unica... ma, purtroppo, non era destinata a durare.

Quando decisi di iniziare a tenere un diario era perché sapevo che qualcosa stava cambiando. Il mondo, il mio mondo, cominciava a crollarmi addosso. Vorrei non aver mai provato a cambiare le cose. Vorrei non aver mai dato vita a tutto ciò. Questo canto mi conforta, ma non cancella il dolore.
Lo stesso vale per tutta quella bellezza. Non era altro che una maschera, una maschera il cui compito era coprire il dolore di una vita di cui io ero stanco. Non posso rinunciare a tutto, non posso... Ma devo. Il dolore, questo dolore, lacerante, come una crepa in un muro... Mi distruggerà?


*

 

(Settembre 2016, Hogwarts)

 

Il ritorno a Hogwarts, dopo quell’estate incredibile, non fu niente di entusiasmante, tranne che per Zoe, la quale aveva deciso di affittare una casa a Hogsmeade per passare del tempo con loro e per avere un appoggio stabile in Gran Bretagna.
«Sarà più comodo così, se voglio portare la mia linea di vestiti in Europa».
Era passata solo una settimana, da quando avevano deciso di terminare il loro viaggio e tornare a casa per passare qualche giorno con i propri parenti; un viaggio così l'avrebbero fatto di nuovo, dicevano, l'estate successiva.
Sull'espresso per Hogwarts, per la prima volta senza Charlie, Claire e Nick presero posto in uno scompartimento in fondo al primo vagone, insieme a Boniface e Matt. Presto si unì a loro qualcuno che avevano incontrato in viaggio, nel mese precedente.
«Andy!» lo accolse Claire, «ora ci consideri di nuovo?»
«Perché non dovrei?»
«Ti siedi con noi?» chiese Nick. Andy si sedette. «Voglio tornare a Ilvermorny» disse.

Era stato a dir poco curioso incontrare Andy, assolutamente per caso, nella scuola di Magia americana, quando ci erano andati in visita con Zoe. Andrew aveva subito detto di no quando Claire gli aveva chiesto se avrebbe partecipato al viaggio estivo con loro, perché «aveva altri progetti», e non avevano insistito. Solo sulla cima del Graylock avevano scoperto di che progetto si trattava. Lo Scamander era come l'Erasmus+ per i Babbani, infatti permetteva a maghi e streghe di tutto il mondo di incontrarsi e di visitare le diverse e migliori scuole di magia.
Ilvermorny era magnifica, avevano scoperto, e più avanzata, rispetto ad Hogwarts.

«Ma noi abbiamo più classe» decretò Nick, quando presero a parlarne. Erano tutti molto stanchi, perciò non parlarono a lungo, e presto Andy se ne andò con la scusa di voler comprare qualcosa dal carrello.

Fu poco dopo che Michael si presentò alla porta dello scompartimento.
Michael era un Serpeverde che tutti loro conoscevano di vista, ma con cui fino a quel momento solo Matt, per ovvi motivi, aveva avuto un rapporto.

Michael voleva sapere che progetti avevano per le matricole di quell'anno, i 2005.
«Vedremo, prima vediamo...»
«Dimmi che non stai per dire 'vediamo se ce n'è qualcuna figa' perché ti picchio, sono 2005, Matt» lo interruppe Claire.
«Ma che scherzi, queste giocano con le bambole, poi io amo solo te, amore.»
«Sarà meglio.»
«Dove è andato Andy?» chiese Blurry. «Boh» rispose Matt. «Ci starà provando con qualche ragazzina.»
«Seh.» Claire volle andare a cercarlo, ma quando tornò e Nick gli chiese se l'aveva trovato, lei evitò il suo sguardo e disse solo «È con la squadra di Quidditch di Corvonero.»

Quando finalmente l'Espresso di Hogwarts arrivò a destinazione, ad accoglierli trovarono due figure molto gradite. Charlotte e Zoe avevano preparato uno striscione di benvenuto: luminose lettere scarlatte su sfondo dorato dicevano «Bentornati...» nella prima parte, e nella seconda altre lettere luminose, questa volta argentate su sfondo verde smeraldo, riportavano «... a Degradolandia!». Altre scritte più piccole, come «Viva i pottered» e «I prefetti non esistono!» riempivano lo sfondo. Una sonora risata e una sfilza di abbracci accompagnarono quei primi minuti in stazione. «Ho già fatto le giornate di prova. Posso lavorare ai Tre Manici di Scopa!» esclamò Charlie. «Aaaw!»
«Com'è il tuo alloggio?» chiese Claire. «Un po' squallido, quando sono arrivata, ora l'ho ravvivato... Zoe mi ha aiutata.»
«Sì, è stato divertente» commentò l'altra.

Quando giunsero ai cancelli di Hogwarts, dovettero salutarsi. Charlotte aveva chiesto alla McGranitt il permesso di passare a scuola ogni tanto, disse loro prima del congedo, e la preside le aveva sorriso, affermando che Charlotte Queen avrebbe potuto venirli a trovare liberamente quando voleva. «Beh, come minimo» commentò Nick.

«Allora puoi venire anche stasera al banchetto?» chiese Blurry. «Stasera devo lavorare, purtroppo, ma ci vediamo appena mi danno giornata libera!»
Un po' deluso, Blurry si sedette nell'ultima carrozza a disposizione degli studenti, e infine Charlotte li salutò con la mano.

*

Il banchetto, come sempre, era squisito, e fu più allegro del solito, perché Zoe si era unita a loro come visitatrice. «Scusate, eh, ma devo andare a conoscere gli idoli dei pottered.»

E così videro Zoe andare a presentarsi a James Potter, ma anche invitarlo a sedersi più vicino a Nick, Claire e compagnia bella.
«Bene, ora vorrei chiederti, se posso - non voglio sembrare una pazza invadente...»
«Tranquilla» rise James, mentre si serviva di patate al forno, «sono abituato a molto peggio.» Claire sbuffò con discrezione.
«Eheh!» rise Zoe. «Bene. I miei amici mi hanno detto che le persone, tipo, trattano te e tuo fratello come star, sclerano dietro ai vostri parenti e si fanno chiamare addirittura 'Potterhead'. Non che ci sia nulla di male ad apprezzare figure di rilevanza storica come i vostri genitori, eheh, io amo la storia! Scusate, sto divagando. Allora, dicevo, voi come reagite a questo disagio, a questi vostri fan?»
«Be', mio fratello è molto sensibile, io lo prendo spesso in giro. Ma lo faccio per lui, deve capire che ha un nome famoso e non sarà sempre facile per noi, nella vita.»
«Giusto» commentò Nick. «Lui come si sente all'idea di venire a Hogwarts l'anno prossimo?»
«Così e così» rispose James. «Spaventato, perlopiù. Ha paura di finire in Serpeverde e di non avere amici.»
«Ah» disse Claire. «Ma tuo fratello sa di come la gente vi ama qui?»
«No. Neanch'io prima di venire a Hogwarts mi aspettavo tutte queste ragazzine appiccicose.»
«Scusa se mi permetto di chiedere», cominciò Nick, «ma vostro padre non vi ha dato delle raccomandazioni?»
«No», rispose James, «lui e la mamma non fanno altro che ricordarci quanto è importante non dare credito ai commenti della gente, e non cercare di apparire diversi da come siamo solo perché loro sono famosi, e di essere naturali, eccetera eccetera. Un mucchio di banalità, penserete.»
«Beh», s'inserì Blurry, «saranno anche banalità, ma sono vere.»
«Sì, ma non c'è bisogno che me lo dicano. Voglio dire, io prendo la vita alla leggera, ormai dovreste conoscermi.»
James sembrava un ragazzino sveglio, tutto sommato, pensò Nick.
«Per Albus, be'...»
«Per lui è difficile» concluse Zoe per lui.
In quel momento Micheal e Nickolas, compagno di dormitorio di Nicholas, si piombarono sui vipz. «Ragazzi» cominciò Nicholas, senza dar di segno di aver visto James. «Abbiamo pensato a un modo per mettere a tacere i pottered. Visto che non possiamo sterminarli...», «Purtroppo» aggiunse Nickolas, «... gli faremo un incantesimo. Dimenticheranno della popolarità dei Potter e di tutta quella storia da cui è nato il disagio e... oh, ciao James! Come va?»

«Ehm, bene.»

James non sembrava offeso, piuttosto il suo disagio era evidente. Zoe guardava Micheal come a volerlo ammazzare, Claire era imbarazzata, Nick tratteneva stento le risate - tutta la situazione era esilarante - e fu Blurry a rompere il silenzio. «James, stanno scherzando, nessuno vuole che la tua storia di famiglia sia dimenticata.»
Micheal e Nickolas non erano imbarazzati, anche se Nickolas a stento nascondeva il disprezzo per James. Nickolas, in effetti, disprezzava la maggior parte della gente ma, a differenza di Nick e Claire, non faticava a esternare il suo disprezzo. Nick lo trovava ammirevole, Charlotte un po' irritante. In quella situazione, tuttavia, Nick iniziò a credere che James Potter non fosse così male. Il disagio non erano loro, il disagio erano i loro ammiratori.

«In realtà» iniziò James, «non mi dispiacerebbe se la gente si desse una calmata. Ma come si può fare una cosa del genere?»
«Tu lascia fare a noi. Vedrai che entro l'anno prossimo tu e tuo fratello potrete godervi Hogwarts come persone normali.»
«Purché non li incenerisci, Michael, non credo che la professoressa McGranitt gradirebbe» commentò Claire, e gli altri risero.
«James, tu sei uno che fa tante cose a cazzo, come noi, vero?» chiese Nick, ora che la tensione era calata,
«Sì, altrimenti dov'è il divertimento?»
«Esatto. Esistono due tipi di disagio: quello buono e quello cattivo. Il nostro è quello buono, quello dei pottered tardi e rincretiniti è il disagio cattivo.»
«Lo so» rispose James, ridendo.
«Noi presto, a parte Blurry, non ci saremo più. Questo è il nostro ultimo anno... Alcuni pezzi grossi come Charlotte Queen, Ted Lupin e George Hope se ne sono già andati.»
«L'equilibrio in questa scuola non c'è più senza di loro» spiegò Claire.
«Ted Lupin è un mio caro amico, l'anno scorso stavo spesso con lui anche a scuola.»
«Se vuoi, quest'anno puoi stare spesso con noi. Noi daremo il buon esempio a voi, e voi lo darete a tutte la generazioni successive» continuò Nick. «In questo modo, magari, la comunità magica in qualche modo si salverà dal disagio marcio.»
«Altrimenti» sorrise Michael, «ci penseremo noi.»
«Attenzione, attenzione!»
La voce della McGranitt calmò il chiasso della sala. «Prima di tutto, auguro di cuore un anno scolastico felice e proficuo a tutti voi, e do il benvenuto ai nuovi studenti. Benvenuti a Hogwarts!
«In secondo luogo, pregherei i vecchi studenti...» e rivolse lo sguardo, glaciale, al punto del tavolo di Grifondoro dove i vipz stavano parlando con James Potter, «... di dare il buon esempio cercando di non passeggiare per la Sala Grande durante il banchetto. Ci sono già i fantasmi a dare accoglienza, grazie» e sorrise. Michael tornò a sedersi vicino a Matt, al tavolo dei Serpeverde, e Nicko si sedette vicino a Blurry, il quale, essendo basso, non era stato notato dalla preside, ed evitò di andare al proprio tavolo per rimanere con gli altri.
«Blurry, tu hai cambiato casa quest'anno?» ironizzò Claire. «Si può fare? Tipo cambio di domicilio? Perché vorrei passare a Tassorosso, così non dovrei vedere tutti i giorni nè Nick, nè Matt, nè Andy. Oddio, come sarebbe bello.»
«Un amore come sempre» commentò Nick, e Zoe rise.
«Lo so.»

«Ascoltate», s'intromise James, «ora presenta Theodore.«Chi è Theodore?» chiese Zoe. Intanto la McGranitt lo stava presentando. «...di dare il benvenuto al nostro nuovo insegnante di Babbanologia, Theodore Prewett!»
«È un amico di mio zio Ron, hanno lavorato insieme per alcuni prodotti del suo negozio, in passato. Lui è davvero simpatico!»
Theodore era un giovane sui venticinque anni, robusto, di media altezza, con gli occhi marroni a palla e i capelli rasati di lato; portava un vestito elegante, più da Babbano che da mago, come la maggior parte dei giovani. Ma gli elementi più spettacolari del look di Theodore erano i baffi e la barba, lunga e folta, da fare invidia ad Hagrid in persona. Quando la preside lo presentò, lui fece un lieve cenno di ringraziamento alla sala, accarezzandosi la barba.
«Sembra simpatico» commentò Claire.
«È un magonò» disse subito James. «Io amo il fatto che non abbia poteri magici, ma che nel mondo babbano faccia spettacoli da mago. La vita si è fatta beffe di lui facendolo nascere in una famiglia di Purosangue togliendo a lui la magia, e lui si è fatto beffe della vita guadagnandosi da vivere facendo il Mago in un mondo senza magia. Ed è davvero bravo!»
«Lo amo già» disse Nick. «Dobbiamo conoscerlo» stabilì Claire. «Ma non è troppo giovane per insegnare?»
«Per insegnare babbanologia non credo ci voglia tanta esperienza» rispose Blurry.
«Esatto» confermò James. «Ma lui è davvero fenomenale. Penso che l'anno prossimo frequenterò Babbanologia solo per lui.»
«Noi lo facciamo già, e siamo Nati babbani» disse Nick, indicando sè stesso e Claire.
«Come mai?» chiese Zoe, che non ne era stata al corrente.
«È divertente» rispose semplicemente Nick.
Continuarono a chiecchierare, quando, alla fine del banchetto, Nick propose di sfruttare un elfo delle cucine per sgattaiolare fuori dal castello e andare a trovare Charlotte. «Mi piacerebbe» rispose Claire. «Ma sicuramente la McGranitt se ne accorgerebbe e come minimo per punizione ci impedirebbe per tutto l'anno di andarla a trovare. La conosco.»
«Già, non ci avevo pensato. Allora non corriamo questo rischio.»

Così salutarono James, si diedero la buonanotte e si recarono finalmente nei propri dormitori. Nick, stanco, si addormentò trenta secondi dopo essersi steso sul letto. Quella notte sognò che una grossa crepa luminosa squarciava le pareti del dormitorio e che lui ne veniva risucchiato. Comunque, la mattina dopo era distratto da altri pensieri, quindi si dimenticò presto di quello che, tutto sommato, riteneva un banalissimo incubo.
Tuttavia, i suoi compagni di dormitorio lo avevano visto agitarsi nel sonno, più del solito, e Nickolas giurò di averlo sentito pronunciare tre esatte parole:

«Si sta aprendo.»

 

 

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Capitolo 5
*** Believing something makes it true ***


Claire 
 
"Un ballo?" 
"Cosa??"
"Io ballo solo se mettono il duetto Tiziano Ferro e Carmen Consoli." (Andrew).
"Per me va bene, all'ultima festa a cui sono stato mi hanno fatto ballare il tuca tuca con una cicciona". (Matt).
"Io e Nicko bruciamo gente. Va bene, Nicko?" (Michael).
"No capo, io non ci vengo."
"Oh sì che ci vieni." (Zoe).
 
 
Queste furono solo alcune delle prime reazioni all'annuncio che aveva fatto Nick, quella mattina in Sala Grande.
Claire era incuriosita non tanto dal ballo in sé, quanto dalle dinamiche che questo avrebbe messo in atto. Quell'esaltato di Nick lo aveva annunciato con tanta tranquillità (seppur il suo entusiasmo fosse palpabile, come sempre prima di queste occasioni), eppure Claire non sapeva se lui si rendesse conto dello tsunami inaspettato di agitazione che aveva calato su tutti loro.
Perché il ballo prevedeva la "bruciante" presenza di Michael, quella impagabile di Matt come anche di Blurry, Andy e, ovviamente, la sua. Per non parlare dell'organizzazione, affidata come ci si poteva aspettare a Charlotte, per le bevande, a Zoe, per le decorazioni e il resto, e ovviamente allo stesso Nick, che "coordinava il tutto eccetera eccetera".
Cosa ne pensava Claire?
In tutta franchezza Claire aveva altro a cui pensare. Lo studio occupava la sua mente per la maggior parte del tempo. In compenso, doveva ammettere che il tempo restante lo passava a meditare a proposito del Ballo del Dragone (nome ridicolo, e ovviamente era un'idea di Nick). Comunque 10 punti a Nick, bravo, pensava Claire; non era facile coinvolgerla emotivamente.
Comunque, insomma, a parte le sue preoccupazioni, a questa festa di capodanno sarebbero venuti proprio tutti. 
Alcuni di loro avevano mostrato un certo scetticismo, nel sapere che la grande festa sarebbe stata a capodanno. Va bene che i tempi fossero cambiati, e che la McGranitt permetteva loro di tutto, ma restava alquanto improbabile che in molti avessero voglia di recarsi a scuola l'ultimo dell'anno, dovunque e con chiunque fossero a passare il resto delle vacanze. Tuttavia, sempre meglio capodanno che San Valentino; su questo erano tutti d'accordo.
"Ma se lo organizziam noi è molto facile che vengano invece" le aveva risposto Charlie, "siamo famosi; i Pottered e persino la gente intelligente ci ammira."
"Verranno" aveva concordato Matt. "Se ci sono io vengono tutte le ragazze della scuola" ("Semmai il contrario" aveva sbuffato Claire).
"Semmai vengono per me" aveva replicato Michael. "Ma io ho occhi solo per Claire."
A quel punto Matt era impallidito. "Cosa? Claire è mia."
"Claire, verrai con me al ballo, è scontato, no?" aveva insistito Michael.
Ecco, questa era la situazione che più di tutto il resto divertiva Claire.
"Matt, tu ci devi andare con Kat" aveva risposto lentamente lei. Poi si era rivolta a Michael, sorridendo e parlando con aria ironicamente disinvolta. "Certo tesoro, ovvio che vengo con mio marito."
"Tanto poi te la frego."
Quella storia andava avanti da giorni. Comunque, a parte il sofferto triangolo stile Hunger Games di cui faceva parte Claire, i più coinvolti erano sicuramente gli stessi organizzatori.
Per Nick non c'erano mai stati dubbi. Era evidentemente nervoso, nonostante l'entusiasmo, probabilmente perché non sapeva davvero come si sarebbe comportato quella sera o cosa gli altri si aspettassero da lui; isomma, le solite storie.
Charlotte l'aveva subito detto a Fabian, il suo flirt. Fabian era un ragazzo dell'età di Nick e Michael, solo che diversamente da loro non era tornato a scuola dopo il conseguimento dei G.U.F.O.
"Come può lavorare, così giovane?" aveva chiesto Blurry, ansioso di lasciare Hogwarts.
"Be', teoricamente puoi. Il G.U.F.O. di per sé è già un titolo consistente, al giorno d'oggi" gli aveva spiegato Charlie. "Anche se quasi tutti arrivano al M.A.G.O. Ma il mio Fabian non è come tutti gli altri, per questo mi piace" aveva aggiunto con aria ironicamente altezzosa. 
"Sì, e comunque i folletti non prenderebbero mai te, Boniface" aveva aggiunto Nicko. 
"Già, essendo alto come loro ti vedrebbero come uno che cerca di fregarli e ti manderebbero via" aveva scherzato Nick, per poi avvicinare affettuosamente Blurry con un braccio. "Scherzo, ti amiamo tutti." 
"Paraculo." (Claire. Tono tagliente.)
"Ma quindi lavora alla Gringott? Cos'è che fa di preciso?" aveva chiesto Michael, rivolto a Charlotte.
"Guarda, perlopiù viaggia. È anche pericoloso il suo lavoro, ma lui dice che non farebbe nient'altro al mondo. E niente, lo amo."
A questo punto Charlotte si era mesa una mani sul cuore, guardando verso il cielo con espressione beatamente lieta, per poi mettersi a ridere. "No, davvero, è stra fiero di quello che fa nella vita. Mi piace anche per questo."
"Ma l'hai già incontrato? Chi è questo? Digli che sono io il tuo ragazzo."
Questa volta si era trattato ovviamente di Matt. Da questo punto in poi è facile immaginare come fosse proseguita la conversazione (battute sceme, commenti sarcastici e allusioni ambigue su Charlotte e Fabian, più che altro.)
Comunque Claire sapeva che Charlotte non aveva mai incontrato Fabian, semplicemente perché entrambi lavoravano e non era affatto semplice trovare il momento adatto. Tra loro non c'era niente di ufficiale, da quel che ne sapeva Claire, ma si tenevano in contatti tutti i giorni, e Charlie ne sembrava davvero invaghita. Claire non conosceva davvero quel ragazzo, che tra l'altro non aveva frequentato Hogwarts (aveva studiato e conseguito gli esami privatamente) quindi, più che ascoltare e supportare Charlotte nello sviluppo del rapporto tra i due, non c'era granché da fare. Sarebbe stato più chiaro in seguito, pensava, e comunque non erano fatti suoi. Invece Nick, da parte sua, aveva in un primo momento espresso la sua disapprovazione nei confronti di Fabian, ma poi aveva messo da parte l'ossessivo istinto di protezione fraterna che riservava a Charlotte - e che non mostrava in alcun modo nei confronti delle sue vere sorelle - e aveva approvato Fabian. 
 
Per quanto riguarda Zoe... Be', Claire non conosceva bene Zoe come per gli altri, ma sapeva che la giovane stilista era affine a Nick quanto alla correlazione tra ansia ed entusiasmo. Probabilmente, come Nick, si chiedeva se era valida anche per lei la consuetudine ricorrente in occasioni simili di essere "accompagnata" al ballo. Aveva sentito parlare Nick e lei di andarci insieme, ma a quanto pareva lei voleva convincere Nicko a venire e quindi forse sarebbe andata con lui... In ogni caso, se fosse stata Claire a organizzare, non si sarebbe preoccupata di andarci con qualcuno. A dire il vero, nonostante avesse deciso di andare con Michael, non se ne preoccupava in ogni caso.
Il caso più particolare, e un po' irritante, era proprio quello di Nicko, che per qualche motivo sembrava più arrabbiato del solito.
"Io non ci vengo" si ostinava a ripetere.
"Ma tu devi venire. Dobbiamo bruciare la gente, è un modo perfetto per accumularli tutti!" insisteva Michael. In una di quelle occasioni, anche Blurry aveva provato a convincerlo. "E poi scusa, hai detto che non vai nemmeno a casa, per le vacanze. Quindi cosa vuoi fare? Stare in dormitorio? Dài, perfino io ci vengo, anche se non potrei... Ahahah!"
"Sì. Resto in dormitorio e mi butto dalla finestra."
"Nicko..."
"Tu ci vieni. Vieni con me". Anche Zoe, che durante quelle ultime settimane si era avvicinata molto a Nicko e Michael, era molto determinata. 
"Con te?"
"Con tutti noi."
 
Per il resto, si era parlato molto di certe persone, su chi far venire e chi no. Sicuramente, a Hogwarts ci sarebbe stato un minestrone di gente diversa, il 31 dicembre di quell'anno. 
James Potter non sarebbe mancato, e c'era persino la possibilità che i suoi genitori passassero a salutare nella loro vecchia scuola. In ogni caso, quello che stavano organizzando era un evento prestigioso a dire poco; ormai da ogni parte, nella comunità magica, non si parlava d'altro del Ballo del Dragone. 
"10 punti Nick, va bene, ma non di più" pensò Claire, osservando m il suo amico, occupato a litigare con un baccello. Claire non faceva quasi nulla nelle ore di Erbologia, materia che riteneva perlopiù inutile, se non si considerano le lunghe meditazioni, tipo quella appena descritta, e le accurate analisi (lunghe occhiate) a cui sottoponeva il loro insegnante, Neville Paciock. 
"Claire..."
Fu proprio l'irritante e ricorrente voce di Nick a rompere una di queste meditazioni.
"Non rompere."
"Che simpatica. Perché mi tratti sempre male?"
"Perché te lo meriti."
"Ah."
"Comunque, oggi cercherò di non mostrare tutto il mio odio. Che cosa volevi da me?"
"Non ti riesce bene. In ogni caso, non ti ho ancora detto che ho quasi finito la terza stagione di Doctor Who. Oggi che non ho da fare devo vedere tutta la quarta, così poi posso dedicare tutto il tempo a organizzare il ballo."
"Interessante."
"Uffa."
"Che vuoi ancora?" domandò Claire, esasperata.
"Ma gli Angeli Piangenti si vedranno ancora?"
A questo punto Claire si tradì e per la prima volta in quell'inutile conversazione esitò, premeditando un modo per non mostrare neanche minimamente a Nick il suo lato emotivo. 
"Sì" rispose semplicemente e con tono distaccato. 
"Perché mi chiedi degli Angeli?"
Chiederlo ad alta voce le fece tornare tutto alla mente. Ma in questo caso, quello di Claire, il dramma di New York (quello personale, non quello relativo alle vicende dei Pond) le era sfuggito. Lei NON l'aveva dimenticato. Nick invece era stato obliviato e salvato da Charlotte con una improvvisa e miracolosa intuizione. Nessuno di loro, a parte la vittima, aveva dimenticato.
Ma nessuno di loro, neanche Claire - che quasi si diede uno schiaffo - era stato così impavido nella propria immaginazione da preoccuparsi seriamente delle scenate folli di Nick, iniziate verso la fine del precedente anno scolastico. "Lupocattivo", "Angeli assassini" e nessuno, nessuno di loro, aveva capito. O meglio, tutti l'avevano pensato, ma nessuno aveva considerato seriamente la cosa. 
Dal punto di vista di un Babbano sarebbe stato forse più facile da capire, ma quando vivi in un mondo che è pieno di magia, e fai parte di quella piccola percentuale che ne è consapevole (nonché protagonista), concepire realtà diverse è un'idea che non ti sfiora nemmeno. "Già è difficile accettare la mia di realtà, figurati altro" Claire disse a sé stessa. Eppure...
"Tu guarda OUAT" disse Nick, tornando al suo baccello. 
"Non m'ispira. Poi ho da fare."
"Ma che noia."
"Quegli Angeli ti dicono qualcosa?"
"No... Be', la puntata era carina. Gli Angeli... In effetti, gli Angeli mi hanno ricordato qualcosa. Non è che esistono creature magiche simili?"
"No, non mi risulta. Ho da poco riletto tutto il manuale di Scamander. L'unico modo in cui potresti vederli è con un molliccio."
"Strizzateli bene!" esclamò Neville, incitando i suoi studenti.
"Già."
"Sai, l'idea che sbattere le palpebre sia letale è terribilmente ansiogena."
"Neanche tanto."
Claire ci pensò per tutta l'ora. Doveva parlare con Charlotte.
Appena fu reso possibile, si allontanò dagli altri, diretta alla statua della strega orba e, da lì, a Hogsmeade. 
Tutti, salvo la preside, erano consapevoli di un'importante fatto storico. Dopo la battaglia di Hogwarts, con la ricostruzione del Castello, quasi tutti i sette passaggi segreti erano stati ripristinati e riaperti. Claire e gli altri li usavano in continuazione. 
Affrettata e coperta da un mantello nero che l'avvolgeva dalla testa ai piedi, Claire sorse da una botola nel magazzino di Mielandia, percorse il negozio, a quell'ora quasi vuoto, uscì e si mise a camminare a rapidi passi nella via principale del villaggio innevato. Quasi incrociò due o tre persone che conosceva, evitandole accuratamente, e finalmente raggiunse il locale.
I Tre manici di scopa non era mai cambiato, era un posto caldo e accogliente ai tempi di Harry Potter e lo era anche ora. 
Per fortuna, a quell'ora non era troppo affollato. Charlotte era nella stanza dietro al bancone, intenta a riempire una tanica con qualcosa.
"Claire! Che sorpresa!" sorrise quando la vide. "Cominciavo a preparare la burrobirra da portare al ballo. Ne vuoi un po'?"
Claire ci pensò un momento. Non ne aveva granché voglia, ma bere qualcosa avrebbe infastidito di meno eventuali clienti in attesa. 
"Certo, grazie."
"Come mai qui a quest'ora? Mica hai lezione?" rise Charlie.
"Abbiamo un problema. Problema... Cioè, più che altro è una sensazione. Nick sta ricordando."
 
Charlotte quasi fece cadere la tanica di burrobirra a terra. Un'espressione preoccupata sostituì il sorriso. 
"Non può. Se ricorda... Potrebbe stare male di nuovo."
Claire si illuminò. "Come Donna!"
"Eh? Lo stress di quel periodo..."
 "Ecco" la interruppe Claire. "Per l'appunto... Non credo sia così semplice come pensavamo. Non è stato lo stress, non è stato l'abuso di magia e tecnologia, come ha detto la McGranitt, a procurargli quei collassi."
Charlotte sembrava confusa. "E cosa credi che sia stato?"
Claire si morse un labbro.
"Doctor Who."
"Cosa? In che senso? Buonasera!" 
Qualcuno era entrato.
"In che modo posso servirla?"
Il mago anziano raggiunse il bancone e fece la sua richiesta.
"Ecco la sua acquaviola. Buona serata."
Charlotte aspettò per qualche secondo che il vecchietto pagasse w si allontanasse, poi si rivolse di nuovo a Claire. "Dicevi?"
"Ci sono troppe coincidenze. La crepa nel muro, "lupo cattivo", e poi l'angelo..."
"Ti ha ricordato Doctor Who, lo so. È lo stesso per me. Per un po' ho pensato che Nick ci tenesse nascosto di averla già guardata."
"Ma non è possibile. La sta guardando ora e si vede che è la prima volta, da quello che dice."
"Infatti, per questo ho escluso che si trattasse si Doctor Who. Insomma, se hai delle visioni capita che rappresentino cose che conosci e che magari ti hanno colpito emotivamente. Ma non è questo il caso."
"Esatto. Per questo è strano."
"E comunque... È una serie tv. È fantasia."
"Be', su questo punto mi soffermerei un attimo" fece Claire. "Anche la magia... anche noi, per altri, siamo fantasia. Come fai a essere sicura che anche altre cose non siano reali? Voglio dire, il fatto che esistano... Il fatto che qualcuno le concepisca..."
"Che intendi?"
"Forse basta credere in qualcosa per renderlo reale."
"Da quando sei così profonda e positiva?"
Abbandonando per due secondi l'aria meditabonda, Claire si lasciò andare in una sonora risata.
"Non lo so. Però, se ci pensi, non sarebbe una cosa necessariamente positiva. Voglio dire.. Sai che confusione? Va bene, la smetto. Mi sembro Nick."
"Claire," fece Charlotte, guardandola negli occhi attraverso il bancone. "Di cosa pensi che si tratti?"
"Io... Non lo so."
Claire si guardò intorno, agitata. 
"Non possiamo chiedergli di interrompere la serie, vero?" disse quindi.
"Sai come me com'è Nicholas. Se glielo impedissimo per motivi non convincenti o sospetti, sarebbe solo più determinato a continuare."
Per un po' Claire stette in silenzio, mentre Charlie faceva levitare delle pinte di burrobirra per il locale per poi farle atterrare delicatamente sul tavolo vicino alla finestra. I maghi lì seduti, rossi e allegri, le dedicarono un rumoroso applauso. Claire contemplò quello spettacolo con aria assente.
"Ascolta" riprese Charlotte, "l'unica cosa che possiamo fare è tenere d'occhio Nick, mentre finisce la serie. Se dovesse stare male, lo oblivierò affinché si dimentichi completamente dell'esistenza di Doctor Who."
Claire annuì. 
"Non sei convinta, eh?"
"Charlie, che cosa sta succedendo?"
"Possiamo solo sperare che sia qualcosa di pericoloso" rise la bionda. Claire sorrise. "Be', in effetti ultimamente è tutto un po' monotono."
"Quindi per il ballo hai deciso? Verrai con Michael?"
Il drastico cambio di argomento scosse Claire.
"Si, credo..."
"Ma... Tu e lui...?"
"No, AHAHAH!"
"E non c'è nessuno che...?"
"No. Ma più che altro, in questo periodo non m'interessa."
"Sì, lo so. Ora dovresti correre a cena, prima che qualcuno noti la tua assenza."
"Hai ragione. Vado... Ci vediamo domani."
"Sì."
Si scambiarono un bacio sulla guancia, poi Claire si rimise il cappuccio e uscì nella sera.
Circa mezz'ora dopo era in Sala Grande. Tutti parlavano del ballo. Qualcuno, qualcuno a caso, notò che lei era più taciturna del solito.
"Stai bene?" le chiese Nick, servendosi una terza porzione di patate arrosto.
"Io... Sì, tutto a posto."
"Io sono triste. Mi manca Ouat. La nuova stagione..."
"E a me?" lo interruppe. "Silenci.."
Stava per zittirlo con un incantesimo, come faceva di solito quando era annoiata dal blaterare continuo di Nick, quando un'idea semplicissima le venne in mente, e si fermò.
"Nick, visto che sono magnanima ed è quasi Natale voglio farti un regalo. Se vuoi guardo Once Upon a Time."
"Cosa? Aaaw."
"A una condizione. Devi guardarlo con me."
 
Lanciato.
 
"Dovrei continuare Doctor Who ma... va bene. Vorrà dire che lo interromperò per un po'."
 
 
Colpito.

 

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