We are Ex - Quando le cose diventano troppo strane

di ShannaInLuv
(/viewuser.php?uid=233941)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo : Quando il tuo capo vuole licenziarti. ***
Capitolo 2: *** Quando incontri due cugini, l'ex e... l'altro. ***
Capitolo 3: *** Ricordi indesiderati. ***
Capitolo 4: *** Scuse. ***
Capitolo 5: *** Riunione ***
Capitolo 6: *** Love Show ***



Capitolo 1
*** Prologo : Quando il tuo capo vuole licenziarti. ***


Capitolo 1 :  Quando il tuo capo vuole licenziarti. (prologo) 


***

 
<< Allora? >>  incalzò una sua collega di lavoro, Amanda Curtis, una ragazza tutto pepe che lavorava con lei  nell'azienda collegata Magimusic, una delle case discografiche più famose nel mondo magico, la stessa casa discografica da cui usciva Celestina Warbeck; la sua azienta, in pratica non faceva altro che afferrare star in esordio e fagli spiccare il salto di successo, solo che, sino ad allora, nessuna star di successo era rimasta con loro dopo essere diventati tali.
Quindi in sostanza, era un'azienda che faceva pena.
Ignorò saccemente l'occhiata che la sua collega le stava rivolgendo, dalla sua postazione di ufficio alla sua, che erano distanziate da due metri circa, Amanda iniziò a ticchettare le lunghe unghie smaltate sulla crivania.
Rose Weasley, ventitrè anni, ex Grifondoro, diplomata in Magisprudenza , e al momento conosciuta come La-Tipa-Segretaria-Del-Capo , sistemò in gesto secco i fogli sul contratto appena chiuso grazie a lei, ma che di cui nessuno le aveva dato i meriti Oh, secondo il suo capo era stata nientemeno che Melinda Chapman a concluderlo. Ma per favore! Se Rose non l'avesse aiutata diplomaticamente, discutendo per lei con i pezzi grossi del publisher, di certo il gruppo Witch-andEvil non avrebbe firmato un contratto d'esordio.
Ma questo, ovviamente, Karl Jeckins non l'aveva sottolineato al loro boss,  e Melinda si era presa tutti i meriti della faccenda.
Che amarezza.
<< Rooose? >> la richiamò Amanda, cinguettando. << Iuuuh-uh. >>
Rose distolse lo sguardo dai fogli che aveva in mano e, mentre si girava a guardare la collega, li infilò malamente in una cartellina rosa.
<< Penso che tu debba dirglielo. >>
Dirgli cosa? A chi ? Non avrebbero mai ascoltato la sua versione; non era ancora diventata Manager, lei.
Rose fece per aprire la bocca quando una pesante e spessa cartella sbattè sulla sua scrivania, facendo sobbalzare entrambe le ragazze; Rose alzò lo sguardo ulla cartella rigonfia di documenti e  poi su quello del vice direttore Jeckins che la guardava con un ghigno malefico.
<< Ciao, secchiona. >> borbottò strafottente Jeckins, le rughe dei quarant'anni in evidenza, eccetto intorno alla bocca, forse perchè non sorrideva poi così tanto, e Rose avrebbe scommesso che fosse per quello. Jeckins puntellò un dito sulla cartella, << Questo è un nuovo gruppo, >> sbuffò, come a sottolineare che a lui non piacessero, << fanno pena, almeno secondo me. E beh, è ovvio che se lo dico io fanno pena sul serio. >> continuò il vice direttore.
Rose si ritrovò a portare gli occhi al cielo. << Va bene, Jackins a chi li devo affibiare? >>
Jeckins scoppiò in una fragorosa risata, e non si fermò per almeno due minuti, finchè non si asciugò gli occhi e scosse la testa. << Piccola ingenua Weasley. >> sospinse la cartella più vicino alla ragazza e si avvicinò, gli occhi che brillavano. << Non avevi inviato una richiesta per entrare nei manager? >> le alitò in faccia.
Improvvisamente, la vicinanza di Jeckins e il suo alito pessimo non furono un problema, il suo volto si illuminò e sorrise. << La richiesta è stata accettata? >>
Aveva finalmente inviato la richiesta, tre mesi prima, di diventare un manager in quell'azienda.
Jeckins fece scoccare la lingua sul palato. << Affermativo. >> clinò la testa. <<  Sono tutti tuoi. >> ghignò, raddrizzandosi e rivolgendo un cenno del capo ad Amanda, prima di girare i tacchi e incamminandosi verso il suo ufficio.
Rose stava già festeggiando internamente. Quello era il miglior giorno della sua vita, lo era eccome! Era stata promossa a manager! Finalmente, direi!
Sarebbe entrata in quello che lei sapeva fare meglio : diplomazia e cervello! E, inoltre, non avrebbe più dovuto portare caffè e burrobirre a quello zoticone di Karl Jeckins.
Ovviamente c'era qualcosa sotto, ci doveva essere per forza. Perchè Jeckins aveva scelto lei per quel lavoro? Perchè non darlo alla sua carissima Melinda?
Improvvisamente, quando Jeckins fu sulla soglia della porta si bloccò e voltò il capo a guadarlo come un'espressione sardonica. Il cuore di Rose fece un crack di avviso; quello sguardo...
<< Oh, mi sono dimenticato una cosa, Rose. >> disse, mieloso.
Ecco, ci siamo!
<< Il Capo ha detto che secondo lui sono pezzi grossi, quindi se dovessi fallire sei fuori, fuori da questo lavoro. >> ghignò.
Rose si sentì cadere in un pozzo senza fondo. Ma, insomma, se erano pezzi grossi, quanto difficile sarebbe potuto essere?
<< E secondo me sono pessimi, li vedrai. >> ridacchiò, entrando, finalmente, nel suo ufficio e sbattendo la porta.
<< Oh, che grandissimo pezzo di... >> la voce di Amanda fu interrotta da Rose, che sospirò: << L'ha fatto apposta. >>
Lo ha fatto apposta, perchè secoondo lui è impossibile fallire, così mi getterà nel ridicolo calcando la mia, secondo lui, presunzione, e facendomi perder il lavoro.
Oh, che bastardo.

 
***

 
Rose sentiva la tracolla pesare. Rose Weasley, ventitrè anni, era appena diventata manager, e avrebbe perso il lavoro in tre mesi, se quel che affermava Jeckins erano veri.
Si era letta tutti quei fogli che erano, ovviamente, informazioni utili per lei nel conoscere la band.
La band , composta da quattro ragazzi, era emersa in un Magishow comico a Londra, lì erano stati ingaggiati dal proprietario del paiolo magico per suonare nei loro locali. E la cosa era finita lì per un anno, finchè un tizio importante che si intendeva di musica non li scoprì e li fece esibire soltanto una volta come prova. I quattro raggiunsero una quota di duecento fan in tutto. E lì era subentrato il capo di Rose, che li aveva presi sotto la sua ala, investendo per loro.
Ed ecco che Rose aveva il compito di far diventare famosi quei tizi che, incredibile presa com'era, non aveva prestato attenzione ai nomi e nè tantomeno li aveva letti insieme alle loro schede biografiche.
Varcò le porte dell'Hotel a cinque stelle in cui i quattro ragazzi della band chiamata Hogwarts-teen alloggiavano. Rose sorrise al portiniere e fece per aprire bocca quando un grido alle sue spalle la sorprese.
<< Rosie! >>
Rose si voltò e incontrò nientemeno che la zazzera corvina, gli occhi vicaci e verdi più che mai, la camicia a quadri aperta e un paio di jeans strappati, di Albus Potter. Suo cugino. Lo stesso cugino che, una volta diplomatasi era quasi scomparso nel nulla.
<< Al! >> esplose lei, sorpesa. Lo avrebbe abbracciato, se non avesse avuto quel neonato di documenti in braccio che pesavano; lei e Albus non si vedevano da circa un anno, Albus aveva dichiarato che era andato in America, per studiare medimagia. Beh, vederlo vestito a quel modo sembrava tutto men che meno un medimago, con quei jeans trappati e la camicia a quadri. << Che fi fai qui?! >>
Le guancie di Albus andarono a fuoco, mosse i piedi imbarazzato e le sue iridi verdi non incrociarono mai quelle azzurrine di Rose. << Sono qui per un lavoro. >>
<< Fantastico! >>
<< E tu? >>
<< La stessa cosa! Sai, sono appena diventata manager, ci pensi? Mi hanno affibiato un nuovo gruppo. Spero che non sia deludente. >> Rose si bloccò quando vide che il cugino la guardava con un'espressione strana.
<< Un nuovo gruppo? >> balbettò e, prima che potesse aggiungere altro, un ragazzo più alto di lui di una spanna, capelli biondi sbarazzini, occhi grigi e sorriso strafottente, gli diede una pacca sulla spalla.
<< Al, la nostra manager è arrivata? >>
In quel momento, Rose comprese, non era stupida. << Manager? >> strillò.
Questo attirò l'attenzione del ragazzo appena arrivato, alias Scorpius Malfoy, alias un ragazzo che lei sopportava male e poco, e un ragazzo molto attraente, che la guardò e sembrò sorpeso anche lui nel vederla.
<< Weasley. Cosa ci fai qui? >>
Le orecchie di Rose diventarono completamente rosse, acciuffò il cartellino che le penzolava dalla gonna che si era messa apposta e lo lanciò ai due ragazzi, Scorpius lo afferrò al volo.
<< Oh, sei tu la nostra Manager? >> e Scorpius fece scattare lo sguardo verso di lei, con un ghigno malefico.
Rose comprese che levarsi dalle scatole Jeckins non bastava, ora aveva Malfoy come sostituto, che le avrebbe reso la vita impossibile.
E, forse, questo le sarebbe costato il posto di lavoro.
<< Grandioso. >> commentò Scorpius.
Già, davvero grandioso, pensò Rose
Ah un'altra cosa. Scorpis Malfoy era il suo ex ragazzo.

AngolinoAutrice(?)
Hola! Come va?
Ci tengo a precisare che questa fanfiction non sarà lunghissima, non più di 10-12 capitoli. Comunque, spero che vi abbia intrigato.
Ho deciso ambientare questa nuova storia al di fuori di hogwarts, eliminando i miei boriosi canoni di sempre e ambientandola in un mondo magico.
Che dire, volevo spiegare alcune cose, che comunque saranno chiare dal prossimo capitolo.
*Rose e Scorpius sono ex, e non sono tanto in buoni rapporti.
*Albus aveva detto all'intera famiglia di essere diventato medimago in Americ,a, perciò la sua carriera da artista è nascosta.

Parlando di pubblicazione, pensò che questa la pubblicherò ogni giovedì a partire dalla settimana prossima! 
Spero che lasciate una recensioncina <3
Un bacio.
Shanna <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Quando incontri due cugini, l'ex e... l'altro. ***




Capitolo 2 :Quando incontri due cugini, l'ex e... l'altro.


 
Albus Severus Potter, trentatrè anni, ex Serpeverde, diplomatosi a Hogwarts con i M.A.G.O sufficenti a diventare un Medimago, scappato in America presuntamente a studiare medicina - più probabilmente a studiare canto - . Di bell'aspetto, capelli lisci e neri e occhioni verdi...
... era un totale cretino.
Come poteva, pensava Rose, lasciare la sua famiglia, lasciare lei la sua migliore amica e cugina, per una band ? Okay, forse i suoi genitori - soprattutto zia Ginny - erano stati un po' oppressivi durante i suoi ultimi anni di scuola, forzandolo a scegliersi qualche professione importante, - che esaltasse forse la celebrità del cognome che portava - , ma insomma, scappare per tre anni - e vedersi un anno prima cinque minuti non era stato granchè - , quando in realtà Albus viveva a Londra, era stato assurdo.
Rose Weasley non glielo avrebbe mai perdonato.
Infatti, probabilmente Albus capiva benissimo il suo stato d'animo, dato che erano venti minuti che lo guardava in cagnesco, mentre i tre - sfortunatamente c'era anche Malfoy - conversavano nella caffetteria dell'Hotel.
<< Andiamo, Rosie. >> cercò di addoccirla lui, sorridendo mieloso e guardandolo con gli occhioni spalancati.
<< Non attacca, Potter. >> lo minacciò, gelida, lei. << Non abbiamo più sette anni. >> grugnì, continuando a girare il suo caffè.
<< Okay, scusa! >> sfiatò Albus, con sguardo implorante. << Ma non sapevo cosa fare. Insomma, mamma e papà volevano il meglio e io avevo questo... sogno e... >>
<< Se un idiota, Albus. Perchè sapevi che di me ti saresti potuto fidare. Che non ti avrei giudicato. >>
<< Lo so. >> Albus abbassò gli occhi, profondamente dispiaciuto. << E mi dispiace. >>
Rose sospirò, sorridendo poi di rimando al cugino. Gli voleva troppo bene, per essere ancora arrabbiata con lui. In effetti, doveva essere di più arrabbiata con James, il quale era partito per un tour con i Paddlemore e non le aveva inviato ancora nessuna cartolina.
<< Che scena toccante, ora passiamo agli affari? >> biascicò Scorpius, ora che aveva finito caffellatte e cornetto. Rose lo fulminò con lo sguardo, lasciandogli intendere che non c'era bisogno che dicesse la sua.
Perchè Scorpius Malfoy doveva sempre rovinare tutto ?
<< Chiudi quella fogna. >> sbottò.
<< Non mi sembra che questa fogna sembrasse tale, qualche anno fa, uhm? >> Scorpius fece un ghigno e Rose avrebbe tanto tanto voluto puntargli quella bacchetta contro il naso, giusto per vederlo sbiancare e spalancare le sue iridi perlacee.
Esattamente come cinque anni prima.
<< Ragazzi, >> intervenne Albus trattenendo il respiro e posando entrambe le mani sulle spalle dei suoi due amici. << Dovremmo andare d'accordo per un po', se vogliamo fare carriera noi due >> e guardò Malfoy. << e se vuoi tenerti il lavoro tu, Rosie. >>
Rose cercò di mascherare il suo disgusto e il suo odio verso un certo signorino seduto accanto a lei, così si schiarì la voce e afferrò delle fotocopie che aveva rilegato nel fascicolo.
Iniziò a leggerle, finchè non arrivò sulle schede dei membri del gruppo. Lesse gli altri tre: Louis Weasley, Steven Nott e David Flickerman. L'ultimo non lo conosceva bene, le sembrava appartenesse a Tassorosso. E Albus le spiegò che avevano scelto il nome Hogwarts-teen perchè avevano membri di tutte le case. Malfoy era il cantante, Albus suonava come batterista, Louis come bassista e  Nott come chitarrista.
Un momento, e Flickerman che ruola aveva in quella band da  cinque? Ora ricordava, che in effetti, nei report ticevuti non aveva mai letto il nome di quel David, come se svolgesse una parte marginaria.
<< Ma dai, anche Lou ? >> ridacchiò, guardando la foto del cugino che sorrideva all'obbiettivo. << Non era in Francia? >>
<< Ha detto a Vic, Domi e gli zii che lo era. Ma in realtà in questo momento sta nella sua camera di Hotel a bere burrobirra. >> rispose Albus, con un sorriso enigmatico.
<< Quante vecchie conoscenze! >> strepitò Rose, guardando la foto di Nott.
<< Oh, tu Nottolino lo conoscevi bene, vero Rose ? >> incalzò Scorpius, la ragazza fece finta di non aver sentito. Odiava quel soprannome che il biondo aveva affibiato al ragazzo durante il sesto anno.
Era ovvio che lo conosceva bene! Nonostante il cognome che portasse, Steven Nott era finito a Grifondoro, ed era al suo stesso anno, capitava spesso che dovevano fare dei progetti insieme, che parlassero semplicemente. In più erano entrambi Prefetto e...
.... e okay, c'era stata quella cosa della quasi relazione con Nott. Quasi, però. E comunque si erano già lasciati, loro due.
E avevano diciasette anni!
<< Rose? >> la richiamò Albus, evidentemente si era imbambolata a pensare. Arrossì e cercò di evitare lo sguardo strafottente di Scorpius che la incalzava con lo sguardo.
<< B-bene. >> borbottò, schiarendosi poi la voce e tornando a essere la manager. << Domani mattina andremmo allo studio, registrerete una delle canzoni che avete... >>
<< ... l'unica. >> rettificò Albus.
<< ... e poi la porteremo al mio capo. Firmerete il contratto con noi e da quel momento potrò organizzarvi eventi per farvi conoscere. >> completò Rose. Incrociò le mani sul tavolo e guardò entrambi i ragazzi in attesa di domande, ignorò il brivido che le percorse la schiena quando vide Scorpius.
Non era di piacere. Assolutamente. E' solo che... trovava strana la presenza del biondino davanti a lei, dopotutto.
Scorpius arrocciò il labbro inferiore, lo faceva spesso, prima, Rose si ritrovò a pensare quanto il tempo mutasse esteriormente le persone ma quanto, certe abituini, restassero identiche.
<< Come faremo successo? >> domandò, allora, Scorpius Malfoy, riscuotendola.
<< Se. >> sottolineò Rose. << attraverso gli eventi, in cui la gente vi vedrà, ci saranno i fotografi. E, cosa più importante, ci saranno i pezzi grossi. I publisher. >>
<< Perfetto. Speriamo che ci sia qualche pezzo grosso interessato a no, allora. >> disse Albus con un'estrema inclinazione all'entusiasmo di cui ai tempi a Hogwarts non aveva particolarmente elargito. Albus Severus Potter adolescente era più un tipo sulle sue, che amava Pozioni e che non andava nè troppo bene nè troppo male a scuola, e che dimostrava il suo affetto solo con lei.
<< Il mio compito, ragazzi, è quello di organizzarvi eventi. >> dichiarò Rose, con un tono lievemente vittorioso visto che era diventata manager da meno di ventiquattr'ore e già aveva un mente una tabella di marcia. Oh, Hermione Granger sarebbe stata orgogliosa di lei.
Aspetta che racconti alla mia famiglia il successo che ho avuto in meno di un giorno!
Beh, il caos generale Potter-Weasley ci sarebbe stato sicuramente, congratulandosi con lei e dandole pacche affettuose sulla spalla - tranne Molly, lei si sarebbe limitata a farle un cordiale incoraggiamento e farle notare che, lei, in fondo, sarebbe diventata Primo Ministro -, finchè almeno non avrebbero saputo che Albus Potter, il brillante secondogenito della famiglia Potter, anzichè diventare un eccellente medimago era diventato un batterista in una band sconosciuta.
<< Eventi? Nel senso di feste ? >> rimbrottò Scorpius, con un sopracciglio che toccava la fronte.
<< Sì, Malfoy. Gli eventi dove ci saranno le persone importanti, eventi a cui parteciperete. >>
<< Siamo passati a Malfoy? >>
<< E' un nome più viscido, che ti si addice perfettamente. Scorpius è più da bravo ragazzo, anche se è diplorevole. >>
<< Oh, e non hai menzionato Hyperion, Weasley, che ne pensi? >> sembrava che Scorpius sio stesse divertendo davvero a prenderla in giro, sotto lo sguardo furioso della ragazza stessa e quello quasi terrorizzato del suo migliore amico.
<< Ragazzi, per favore... >> sospirò Albus, bloccando sul nascere l'ennesimo battibecco. Insomma, aveva sperato in vano che sarebbero cresciuti entrambi, smettendo di stuzzicarsi, e invece? Invece stavano lì a battibeccare come due bambini dell'asilo.
<< Come la mettiamo con i soldi? >> domandò allora Scorpius, guardando sempre beffardamente la loro nuova e prima manager, ma ponendo una domanda più decente.
Rose Weasley raccattò i documenti sparsi sul tavolo, la conversazione stava concludendosi, anche perchè non avrebbe retto la presenza di Scorpius un momento di più. << Tranquillo, non vogliamo attingere al tuo ricchissimo patrimonio, Malfoy. La nostra azienza vi supporta con un budget iniziale, dopodichè dovremo trovare qualcuno che ci faccia da sponsor. >>
<< Oh, non lo farete di certo, >> ridacchiò Scorpius, agitando la mano davanti al volto; Rose non capì esattamente cosa intendesse, ma lasciò correre, desideriosa di correre via al più presto da quei due, soprattutto dal biondo. << E se non trovassimo sponsor? >>
Rose rise e fece l'occhiolino complice ai due. << Noi faremo in modo di trovarli! >> la ragazza si alzò, borsa in spalla.
In quel momento, la porta della caffetteria si spalancò, e vi entrarono due ragazzi, Rose non ci fece caso, afferrò la cartellina contenente i documenti e sobbalzò, quando due vochi la chiamarono, visibilmente sorpresi.
<< Rose? >>
<< Rose... Weasley ? >>
Rose alzò lo sguardo su i due. Il primo, era biondo chiarissimo, con duri tratti maschili e occhi azzurri cielo. Alcuni ciuffi dei capelli erano biondo scuro, come pagliuzze di fieno. Portava un maglioncino a quadri azzurro, blu e bianco, indossava pantaloni neri lisci chiaramente da mago.
Rose boccheggiò, per poi fare un gran sorriso contento. Era Louis Weasley, ex Corvonero, suo cugino inseparabile, un quarto Veela e un totale combinaguai, appartenente alla ex cricca di James Potter e i fratelli Scamandro.
Lasciò andare borsa e cartellina sul tavolo per correre tra le braccia del cugino, quella la afferrò e la strinse forte. Louis non era tanto cresciuto in altezza, anzi, era abbastanza basso, la superava di appena cinque centimetri. E lei era un metro e sessantacinque.
<< Oddio, che ci fai qui? >> strillò Louis quando si separaraono dall'abbraccio. Rose sorrise e ammiccò verso di lui, puntandogli un dito sul petto.
<< Sono la tua nuova manager. >>
Gli occhi si Louis si spalancarono per la sorpresa e poi sorrise. << Quindi, aspetta, ti hanno dato il posto? Sei manager a ventitrè anni? Wow! Aspetta, non vedo l'ora di sapere tutto su di te, sui tuoi fidanzati e sulla tua vita in questi ultimi cinque anni! >> già, Louis Weasley era più la pettegola del gruppo, lo era sempre stato, un po' come sua sorella Dominique, mentre invece era Vicky quella che teneva il muso sulle chiacchiere circostanti. Beh, forse perchè era Tassorosso.
<< Rose... Weasley... sei cresciuta... wow. >>
Rose si ricordò solo allora dellìulteriore presenza del ragazzo accanto al cugino; spostò lo sguardo su un ragazzo alto, abbastanza piazzato, con capelli biondo scuro, colore quasi senape, gli occhi castani e un naso a patata che sorreggeva una montatura quasi invisibile e rettangolare di ochciali da vista. Il viso era rotondo, quasi infantile, ed era abbastanza più alto di lei e Louis, quasi alto come Scorpius.
Il suo cuore perse un battito, era diventato un bel ragazzo, dopotutto.
<<  Nott ? >> mormorò, quello annuì. << Steven Nott? >>
<<< Steve >> la corresse lui, con un sorriso esasperato, Rose ricordava quanto odiasse il suo nome completo. << Ti prego, Rose. Eravamo amici. >> le sorrise. << Comunque, è fantastico, con te al nostro fianco diventeremo famosi in un batter d'occhio? >>
Rose arrossì e indietreggiò, sorridendo di rimando e afferrando la cartellina e la sua borsa. Okay, forse il suo cuore le stava battendo a mille. Ma erano le emozioni della giornata, no? Rivedere due suoi cugini, il suo ex ragazzo di cui era innamorata follemente e il suo...  non sapeva esattamente cosa.
Steve era soltanto Steve.
<< Bene, se avete finito di flirtare noi andremo. Ci vediamo domani, Weasley. >> e, senza aggiungere altro, Scorpius Malfoy lasciò un galeone sul tavolo come mancia, per poi precipitarsi fuori dalla caffetteria. Steve Nott, il quale era profondamente arrossito, nascose la faccia tra le ciocche ribelli dei capelli che lo nascondevano abbastanza bene e, dopo aver fatto un cenno a Rose, si diresse verso il bancone.
Rose inspirò. L'aria si era fatta decisamente pesante. Scorpius senbrava... risenito? Geloso?
No, impossibile.

AngolinoAutrice(?)
Lo so, dovevo aggiornare la settimana prossima, ma vabbè :p avevo il capitolo pronto e non ho saputo resistere :')
Comunque, avete visto, ho cercato di fare il banner? Lo troverete disgustoso :')
Non mi pento dell'anime-cast che ho scelto, credo siano assolutamente perfetti. Soltanto, credo che sia uscito un disastro come banner. Fatemi sapere, se vi è piaviuto e se vi sono piaciuti i personaggi :p
( Sì, ho ritoccato un paio di cose nelle immagini. )
Comunque, ringraio chi ha recensito e chi ha messo nelle preferite \ seguite \ ricordate ( vi amo!) e grazie anche a chi è un lettore silenzioso <3
Spero che avete notato che, nel capitolo, si inizia a respirare l'aria pesante. Don't worry, scoprirete presto cosa è successo. E, nel caso la storia abbia successo, farò un prequel ;)
Un saluto,
Shanna.
Ps. Recensite!!!
pps. Volete il trailer della storia? òwò
Notteee <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ricordi indesiderati. ***





Capitolo 3 :Ricordi indesiderati.
 

La band varcò la soglia dello studio di registrazione, che si trovava nella Londra Babbana, accanto al Paiolo Magico.
Le strade, alle sette e mezzo di mattina, non erano gremite di molta gente, perciò i cinque ragazzi  armati con basso, chitarra e bachette in spalla, passarono inosservati
imboccarono la via laterale al Paiolo Magico, percorrendo quindi la stretta via e sbucando fuori un'immensa piazza con un altrettanto immenso e imponente palazzo.
Per poco non cadde la mascella ai cinque ragazzi che, seppur erano venuti a conoscenza che l'azienda a cui lavorava Rose non era molto famosa nè tantomeno ricca, guardando  quell'edificio si stupirono dato  che sembrasse affermare il contrario.
L'azienda aveva dovuto spendere un bel po' di gruzzoletti, per farli accedere a quel fantastico centro di registrazione; e se ne convinsero sempre di più quando entrarono e un'attendente li salutò. Era vestita in modo costoso, afferrò loro i cappotti e sculettò avanti a loro, facendogli strada.
<< Siamo veramente onorati della vostra presenza, >> cinguettò falsamente onorati. Onorati o no, non era di certo per la loro fama mucisista, pensò Scorpius, ma soltanto perchè portavano cognomi famosi e perchè avevano scommesso su di loro.
Louis sembrava altrettanto onorato di avere la visuale del lato B della segretaria, tanto che  ghignò e diede di gomito al cugino; Albus, almeno, ebbe la decenza di alzare gli occhi al cielo.
Scorpius sbuffò seccato, mentre Nott ridacchiò e tutto quel siparietto fu interrotto dalla stessa segretaria che, girandosi, sfoderò un bellissimo sorriso autentico quanto una banconota da trenta dollari, allargando le braccia e invitandoli a entrare.
<< Se avete bisogno di un assistente che vi registri il pezzo e ve lo incida su un disco ... - >> la ragazza fu interrotta da David Flickerman, il quinto membro del gruppo, che aveva replicato, seccamente:
<< Non ne abbiamo bisogno. >>
La ragazza li guardò in modo stralunato, per non replicare più e lasciar cadere le braccia lungo i fianchi. Si affrettò ad andarsene.
I ragazzi entrarono e ancora di più notarono quanto fosse costoso quel posto. L'ufficio di registrazione era diviso in due parte; la prima, dove cera un lungo tavolo rettangolare con delle sedie e dei divanetti contro il muro e la seconda, dall'altra parte del vetro che li divideva, la parte di acustica, con il palco con sopra le varie postazioni e un dispositivo per registrare, montare e mixare l'audio, da una parte.
David si precipitò verso di esso, inserendosi le apposite cuffie e iniziando ad armeggiare con il dispositivo, studiandone bene i parametri.
Intanto, i ragazzi si stavano preparando.
<< Speriamo che il nostro pezzo piaccia, >> sospirò Louis, mentre armeggiava con il suo basso, Louis non avrebbe di certo suonato un basso qualsiasi, era un tipo un po' possessivo e fissato. O la musica la suonava con uno strumento suo, che conosceva, o la musica non gli piaceva.
<< Piacerà. >> confermò Albus, facendo roteare tra due dita una delle due bacchette della batteria.
Nott gli lanciò un'occhiata scettica. << E tu come lo sai, mr-sono-sicuro-che-ci-prendano-perchè-siamo-famosi? >>
Albus sbuffò, chiaramente in disaccordo con il nomignolo, bloccò subito dopo la bacchetta a mezz'aria, tra le dita, e sorrise sornione. Poi posò entrambe le bacchette sul tavolo e, dallo zainetto che aveva appoggiato sul tavolo, sfilò due fascicoli.
<< Perchè abbiamo due, canzoni. E visto che siamo bravi tremendamente, direi, ci prenderanno. >>
<< Due... ? >> sbottò Louis, sorridendo sornione come il cugino.
A quel punto, Scorpius volse lo sguardo all'amico e afferrò uno dei due spartiti. Vi era scritto sopra con una calligrafia disordinata, quella di Nott, e qua e là era stata aggiustata da lui. Quella era la loro canzone suonata ultimamente, ma, quindi, quale era la seconda?
<< Quando ne abbiamo scritta, un'altra? >> domandò Steven.
<< Noi non lo abbiamo fatto. E' una vecchia canzone ai tempi di Hogwarts. >>
<< Ed è buona? >>
<< Più che buona. Inoltre noi suoniamo generi diversi, e quindi presenteremo due canzoni diverse. Perfetto no? >>
<< Fantastico! >>
Scorpius, a quel punto, rischiò di avere un infarto precoce; impallidì letteralmente, sotto gli sguardi curiosi, e lo sguardo consapevole di Albus, aprendo di scatto la bocca per richiuderla subito dopo, in fase di pesce.
<< Sì? >> incalzò Albus, quel grandissimo idiota, con un ghigno tipico di lui sul volto. Scorpius deglutì a vuoto, lanciando una profonda occhiata al migliore amico ,  o forse avrebbe dovuto dire ex, oramai -, carica di significato. Albus ricambiò, inarcando le sopracciglia e ghignando ancora di più. Scorpius grugnì e abbassò gli occhi.
<< Potreste smetterla di avere conversazioni silenzione come una coppietta stressata? >> sbottò allora Louis, decisamente stufo della situazione.
<< Lo spartito... >> iniziò Scorpius, poi grugnì di nuovo. << Merda. Lo spartito... ehm, dicevo, non possiamo suonarlo. >>
<< E perchè no? >> intervenne Albus, sventolandolo e con la vocetta decisamente acuta per un ragazzo di ventitrè anni, Nott afferrò lo spartito e aggrottò le sopracciglia dinnanzi ad esso.
<< Non lo vedo neanche tanto complicato. >>
<< Infatti. >> convenne Louis, sbirciando da sopra la spalla di Steven Nott.
Scorpius esalò. << No. Non possiamo. Non è quello il punto ma.... >> si passò una mano tra i capelli biondi, privi di gel, e li spettinò, gesto che faceva impazzire, probabilmente, mezza popolazione giovanile e non. << Lo spartito non è male. Ma... ma non possiamo, ragazzi, davvero. >>
<< dacci una motivazione valida, Scorpius. Non possiamo bocciare quest'ottimo spartito solo perchè tu sei viziato. Potrebbe essere il biglietto di sola andata verso il successo. E' ottimo, davvero. >> disse Steven, guardando fisso l'amico e fronteggiandolo, con la dignità da Grifondoro qual'era, il suo tono battagliero e gli occhi sbrilluccicanti.
Scorpius aprì la bocca, lo stava per dire, quando al richiuse, sotto lo sguardo contrariato dei suoi migliori amici. Ce l'aveva nel petto, cavolo, quella sensazione sgradevole, di essere un fannullone - già, perchè negare quella possibilità a lui e ai suoi amici, che avevano faticato tanto? Era un ottimo pezzo, lo ammettava - un codardo e, soprattutto, non voleva rinvangare il passato. Portando così a galla cose sgradevoli.
<< Scorp, andiamo. >> sbuffò Louis, roteando gli occhi, seppur il suo tono fosse meno duro e battagliero di Steven, non voleva dire che non era egualmente determinato o arrabbiato con lui.
<< Sì, Scorp. Dagli una motivazione valida. >> Al infilò il dito nella piega. Scorpius gli rifilò un'occhiataccia, molto seria stavolta, di puro odio.
<< E' che... niente ragazzi, è una vecchia storia di Hogwarts. Non... non capireste. >> balbettò. E quando mai Scorpius Malfoy balbettava? O meglio, da quanto non lo faceva?
Gli occhi di Louis ebbero una scintilla consapevole, il ragazzo si accomofò con la schiena sulla sedia, un sorriso che iniziò a riaffiorargli sulla bocca. Scorpius arrossì di rabbia: che cavolo avevano quei Potter-Weasley?
<< Hogwarts? >> esclamò perplesso Steve, se aveva capito qualcosa, di certo non lo stava mostrando.
Scorpius, dal canto suo, non avrebbe rivelato mai quel dettaglio così come loro non avrebbero mai mollato la presa su quel pezzo. Ma quello più in torto era lui, come poteva essere egoista perchè aveva paura ? Di cosa, poi ?
Prese un profondo respiro, forse il più lungo della sua vita, e fissò negli occhi Louis e Steve. << Rose. >> disse solo, facendoli impallidire lentamente, e sentendo un enorme peso che si alleviava lentamente dallo stomaco, provando una seconda bruttissima sensazione sostitutiva. << Ora vi spiego. >>
 
***

 
Rose Weasley, sperava tanto che quei cinque non fossero in ritardo. Lo sperava davvero, altrimenti avrebbe fatto una figuraccia con Jeckins e il suo capo; inoltre, avrebbero dato davvero una brutta impressione.
Come artisti, dovevano essere puntuali sulle date di scadenza, e sugli appuntamenti, per essere degnamente considerati tali, almeno così la pensava lei, così decise, che se Albus e i suoi amici non sarebbero arrivati con - se proprio doveva succedere - al massimo cinque minuti di ritardo, avrebbe sfuriato. E di certo non volevano sorbirsi una sfuriata di Rose Weasley, nessuno lo avrebbe voluto.
Ora, la Weasley, era davanti all'entrata della sua azienda, con cartellina contenente documenti e penna a portata di mano, per far firmare un accordo con i ragazzi e passare al passo successivo, quello essenziale per la loro carriera. Era di un quarto d'ora di anticipo e, di certo, sarebbe stata grata se anche loro lo fossero stati, in anticipo. Avrebbe, inoltre, conosciuto il quinto membro della band, quel David Flickerman di Tassorosso, il quale non conosceva nemmeno a Hogwarts.
Speriamo che non sia il classico presuntuoso ozista.
Sperava anche, Rose, che quei cretini non avessero dimenticato il loro cd da qualche parte, o cose simili, in modo da fargli perdere tempo e, anche in quel caso, seppur puntuali eccetera, avrebbe sfuriato.
Passarono i minuti e, man mano, Rose si sentiva sempre più in ansia. Scoccò ripetutamente occhiate rabbiose all'orologio al polso, come se effettivamente c'entrasse qualcosa, guardando le lancette dei minuti che avanzavano, e ancora, e ancora.
Quando, dieci minuti più tardi, i cinque ragazzi svoltarono l'angolo e si fermarono di fronte a lei, Rose diventò rossa di rabbia  rimase a fissarli.
<< Bè? Non entriamo? >> fece Louis, quell'imbecille, che probabilmente capì che sua cugina era incazzata peggio che nel periodo del ciclo mestruale, perchè indietreggiò e fece un'espressione sbalordita.
<< Entriamo. Dici. >> sfiatò, con il fumo che quali le usciva dalle narici. Le sue orecchie erano ancora più rosse del resto del viso. << Siete.... dei... >> si bloccò, per acciuffare quanta più aria potesse contenere i suoi polmoni. << GRANDISSIMI IDIOTI. Vi rendete conto di essere in ritardo ? Santo Godric! Ritardo! E voi vorreste- >>
<< Dacci un taglio, Weasley. >> la interruppe Scorpius, cosa che la fece arrabbiare ancora di più, voltanto il capo leggermente per non fissarla negli occhi.
Ora che ci faceva caso, nessuno di loro, a parte quel David, la fissava direttamente.
<< Cos'avete? >> borbottò poi, evidentemente qualcosa non andava. Perchè sembravano tutti così colpevoli ?
<< Niente. >> fece Albus con una risatina. Si avvicinò e le battè una pacca sulla cartellina. << Andiamo, Rosie, siamo già in ritado. >>
Anche gli altri la superarono, David restò a sorriderle e le strinse la mano, senza la sua attiva partecipazione, poi Rose seguì i ragazzi. Costeggiò Louis e gli diede di gomito, lui rispose con un'occhiata evasiva.
<< Avete inciso il disco? >>
<< Certo, ci ha pensato David. >>
<< E allora perchè sembrate colpevoli? >>
<< Noi? >> sbuffò Louis, con una risata decisamente forzata. Stava per rispondere altro, quanto una voce fastidiosa come un morso di uno Schiopodo Sparacoda, raggiunse la sua voce.
<< Siamo qui, secchionella. >>
Rose sbuffò alzando lo sguardo sul vice capo Jeckins, che ora la guardava derisoria, mentre ticchettava l'orologio in segno di disapprovazione della loro mancata puntualità. Reclinò il capo e sfoderò un ghigno.
<< Abbiamo avuto problemi con il pezzo, Jeckins, ma ora, se vuoi scusarmi e dato che è tutto  a posto, vorremo andare dal signor Burns. >> sputò Rose gentile come un'ex Mangiamorte.
Jeckins non se la prese, anzi, ridacchiò, e fece un gesto con la mano, voltando loro le spalle. << Buona fortuna, visto che vi servirà. >> e detto questo, li onorò con la sua scomparsa.
Rose sbuffò ancora e quando Jeckins-l'essere-viscido fu fuori a portata d'orecchie, disse: << Quel verme riesce a essere più fastidioso di te, Malfoy. >>
<< Oh, bè, allora è bravo. >> scherzò Scorpius, ridacchiando, ma anche lui, senza guardarla davvero.
Ma cosa si erano fumati, quei quattro? Forse era quello il punto, in realtà si drogavano oppure bucavano e avevano una grande crisi di cleptomanzia, quindi erano rinomati teppisti, e non volevano essere famosi per essere riconosciuti in giro.
Oh, quello sarebbe stato un problema. Per lei sopratutto.
Spalancò la porta dell'ufficio d'incontro con il suo capo e lo trovò seduto a una sedia mentre stuzzicava il sigaro che aveva in bocca. Il signor Burns era un tipo un po' cicciottello, con un'accentuamento di calvizia e capelli brizzolati. Era un po' grassottello e aveva la pappagorgia, con i folti baffi e le folte sopracciglia. Gli occhi erano piccoli e di un colore tra il marrone chiaro e il verde.
Appena la vide, sorrise, e la invitò a sedersi. Il signor Burns non era una persona cattiva, ma spesso si lasciava mettere la pulce nell'orecchio da quel viscido di Jeckins, e quindi prendeva decisioni sbagliate.
<< Allora, Rose, come va? >>
<< Bene grazie. Loro sono i ragazzi. >> Rose passò alle presentazioni senza tante cerimonie. Non voleva, appunto, che entrasse Jeckins e dicesse la sua.
Burn allargò un sorriso sulla sua bocca e gli occhi gli brillarono vedendo ri ragazzi. << Albus Potter. Sei il cugino di Rose no? Santa Rowena, sei identico a... >>
<< ... a mio padre, lo so. >> completò annoiato Al.
<< E che occhi verdi! Sono uguali a... >>
<< a quelli di mia nonna, Lily. Sì, mi dicono anche questo. >>
<< E, naturalmente, conoscevo Lumacorno, e Lumacorno consceva anche Astoria Grengrass. I suoi occhi sono gli stessi che hai tu, Scorpius. >>
<< Grazie. >> sussurrò Scorpius.
<< E oh, il Nott cuordileone! >> eclissò Louis e David e si rivolse di nuovo Rose, sussurrando. << Punto tanto su questi ragazzi, naturalmente. Cosa mi avete portato? >>
Rose sorrise, e le sue guancie si tinsero di rosa, afferrando il cd inciso dalle mani di Albus e lo porse al suo capo. << Io personalmente non li ho ascoltati, signore, questa mattina sono andata a svolgere le parti burocratiche. >>
<< Bene, bene. Puntuale e organizzata come al solito, sono contento di averti promosso, Rose. >> e, intanto, stava inserendo il disco nel grandissimo stereo alle spalle della sua sedia. Cliccò il tasto play e partì subito una musica abbastanza gradevole con dei pezzi di basso e tastiera elettrica ( il secondo strumento di Albus quando la batteria mancava). Alcuni suoni erano stati montati successivamente, suoni che non appartenevano alla loro band ma che potevano starci bene nella canzone.
Dopo pochi secondi, la voce profonda di Scorpius iniziò a cantare.

 
I stared up at the sun, throught of all the people,
places and thigs I've loved.
I stared up just to see, of all these faces,
you were the one next to me.
 

Rose rimase scioccata ad ascoltare la voce di Scorpius cantare dopo tanto tempo; stavano insieme, lui le aveva cantanto moltitudini di volte prima d'ora, ma adesso, la sua voce era più profonda e intonata, più... bella.
Inoltre, quelle parole, la colpirono al petto. Prometteva bene, la canzone. Chissà chi era l'autore, se solo uno di quei ragazzi o tutti e cinque insieme. Da quanto aveva capito, il compito di David era quello di coordinare la band e di montare i suoni, quindi lui indubbiamente non era stato lui a scrivere quel testo.

 
You can feel the light start to tremble,
washing what you know out to sea.
You can see your life out the window, tonight.
 

Quelle parole, eppure, le sembravano sussurrarle dolci ricordi. Un tetto stellato, un balle di fine anno e...
Rose, ma a cosa stai pensando?
No, era una follia. Non stava davvero pensando a lei e Scorpius. Non poteva. Eppure, quella canzone, qualcosa le ricordava.
E poi arrivò il ritornello con la strofa successiva.

 
If I lose myself tonight, it'll be by your side.
If I lose myself tonight.
Woooh,woooh,woooh.
If I lose myself tonight, I'll be you and I. Lose myself tonight.
 
E poi, mentre partì un pezzo di musica, mentre Rose stava piangendo. Quella canzone, le ricordava effettivamente qualcosa, certo, era naturale.
Le ricordava quel tetto di Hogwarts, quel cielo stellato, quel ballo, quel Scorpius.
E quelle parole, sussurrate dalle labbra del ragazzo, mentre scherzavano su Ronald Weasley.
Non poteva essere stato così bastardo, da sbatterle in faccia il passato. Da usare una cosa così intima per garantirsi il successo. Perchè sì, quella era una bellissima canzone, ma era la loro canzone. E ora che tra loro  era finita, non poteva sbatterle in faccia quella canzone.
Ecco, perchè sembravano colpevoli. Scorpius doveva aver raccontato a loro che significato aveva per lei e, probabilmente, tutti e quattro si erano divertiti a vederla reagire, pronti a deriderla, Malfoy per primo.
Strinse le mani intorno ale braccia, mantenendo una presa salda  e cercando di ignorare il signor Burns che agitava la testa meravigliato, senza subbio gli piaceva e, già, stava firmando il foglio.
Mentre la musica si fermava e la voce quasi eccheggiante di Scorpius cantava, Rose imperterrita e rigida come non mai, firmò di rimando, sotto le note della canzone.


Take us down and we keep trying,
40.000 feet kept flying.

 
Indietreggiò e si voltò verso i ragazzi, che la guardavano, in attesa. Albus sembrava dispiaciuto. Ma a Rose non importava, non importava neanche che la vedessero piangere - e ringraziò Godric, Morgana e perfino Salazar se necessario, poichè Burns sembrasse non averlo notato -, era troppo arrabbiata per essere stata imbrogliata  così.
<< Rose... >> mormorò Albus.
<< Zitto, >> grugnì Rose, con la voce rotta e fulminando il cugino con lo sguardo. Si avvicinò ancora di più ai quattro, in modo che il suo capo non la sentisse. Aveva il cuiore in gola, il fiato corto e gli occhi rossi e gonfi, tuttavia non mancò dal ruggire, furiosa, un ultimo << Zitto e, un'altra cosa: andate a fanculo tutti quanti. >> prima di dileguarsi dalla sua agenzia, passando sotto lo sguardo di Jeckins che pensava di aver vinto, data la sue espressione scandalizzata.
Purtroppo, era colpa di quel pezzo se avevano vinto.

AngolinoAutrice(?)
Sono stata un po' cattiva con Rose in questo capitolo, e sarà cattiva con Scorpius nel prossimo ma... no spoiler.
Allora, duque, volevo precisare che se vi state chiedendo se il flashback del tetto, cioè quei ricordi ce tornano in mente a Rose durante la canzone, si vedranno: la mia risposta è no.
Però, se lo volete ( e qui aspetto una risposta nella recensione) potrei farne una OS come spin-off.
Non credo ci sia molto altro da dire su questo capitolo, ma mi aspetto qualche commnto in recensione <3
Secondo voi Rose o Scorpius sono innamorati l'uno dell'altro?
poi, un ultima cosa, siccome questa è una song-fic, alla fine, se avete delle canzoni tremendamente belle, che vi piacciono e che pensate starebbero bene in questasotria, cantata da questi ragazzzacci, ditemelo che la ascolterò e vedremo.
Detto questo, gute night <3

Shanna

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Scuse. ***




Capitolo 4 :Scuse

 
Correva all'impazzata, e ormai senza più una meta. Correva, e basta, con le lacrime che le offuscavano completamente la vista, con quel battito in gola e qui ricordi martellanti nella sua mente.
Come aveva potuto?
Scorpius sapeva, sapeva che era la loro canzone e che risentirla avrebbe minato quell'armonia che cercavano di stabilire, per amore dei lavori reciprochi; armonia che di per sè non era poi molto stabile, tra loro, da quando si erano lasciati.
E... oddio, quanto lo odiava!
Le aveva semplicemente spezzato il cuore; non perchè lei provasse qualcosa ancora per lui - quei sentimenti li aveva superati, ormai, era cresciuta- ma perchè non era giusto riportare a galla momenti passati che erano stati belli. E usarli per scopo personale non era stato altrettando bello.
E poco importava che lei c'entrava oppure no, non sarebbe stata ugualmente una cosa da fare; perchè mettere dei puntini di sospensione dove era stato messo un punto fermo, ben calcato e con tanto di The end alla fine?
<< Rose! >> urlò la voce di suo cugino Albus, spezzata e roca, che evidentemente aveva preso la decisione sbagliata di andarle dietro - perchè nessuno le impediva, ora, di stampare un quel cinque sul volto di ogni membro di quella stupida band, a partire dal biondino Scorpius Malfoy.
Si voltò appena, con sguardo truce, e poi riportò il suo sguardo al palo del semaforo su cui spiccava un luminoso rosso.
<< Rosie! >> ansimò, dolcemente, Albus ; gli poggiò una mano sulla spalla e la fece voltare per fissare i suoi occhi verde smeraldo in quelli di lei.
<< Che vuoi? >> ringhiò.
Lo sguardo di Albus era triste, desolato, preoccupato. Mostrava mille emozioni, ma una tra tutte spiccava di più: colpevole.
Albus boccheggiò. << Non... non prendertela con Scorpius. >> balbettò.
Rose inarcò un sopracciglio, la sua pazienza stava già toccando l'apice di quella soglia, da cui non si poteva tornare indietro se non dopo aver fatto subire la sua ira a qualcuno. Albus lo stava nettamente sfiorando, con la sua persistenza da Potter cocciuto qual'era a non lasciarla sola, cosa di cui aveva bisogno.
<< Perchè non dovrei prendermela con Malfoy ? >> sputò, con rabbia. << Perchè non dovrei prendermela con quel biondino ossigenato che mi ha sbattuto il passato alle spalle e->>
La voce di Albus interruppe la cugina. << Sono stato io. >>
Rose rimase letteralmente a bocca aperta, squadrò il cugino, e ormai il semaforo era diventato di nuovo verde ma lei non ci pensava più. << Che significa che sei stato tu? >> ripartì alla carica, arrabbiata ancora di più, e alla carica più che mai.
Albus deglutì, indietreggiando d'istinto, capendo che Rose stava per raggiungere quella soglia; con lui era capitato di rado, quando erano piccoli, ma con James o Fred capitava spesso, perciò Albus sapeva bene quali erano le conseguenze.
<< Che... Scorpius non voleva usare quella canzone. >> balbettò Albus, le sue guancie si imporporarono di rosso e i suoi occhi verdi da cerbiatto non riuscirono ad ammaliare Rose. Quasi, perchè un po' di dispiacere per lui lo provò.
<< E allora illuminami, perchè mi sembra di aver sentito quella canzone lì dentro! >> sbottò Rose, incorciando le braccia sotto il seno.
Albus sospirò, grattandosi la testa, ondeggiando sui talloni indeciso, e per ritornare infine a guardarla nuovamente negli occhi.
<< L'ho convinto io e... scusami, sapevo che quella canzone ci avrebbe fatto firmare il contratto, e ho pensato... ho pensato che non fosse un'idea così diplorevole e che magari tu potessi approvare. Perchè dai, era una canzone fantastica, e ora dobbiamo solo... >> Albus si interruppe. << Scusa, Rose. E' che non potevamo perdere l'occasione della nostra vita. Non me lo sarei mai perdonato se avessimo fallito. >>
E allora Rose capì. Certo, non perdonava l'uso della canzone, ma lo giustificava, perchè, infondo, forse lei avrebbe fatto lo stesso al loro posto. Forse, rimpiangere di aver rinunciato a qualcosa che ti avrebbe potuto cambiare la vita, poteva giustificare quello che avevano fatto.
Il fine giustifica i mezzi, così si dice.
E Rose si sentì un tale schifo ad ammettere che Albus aveva ragione, che non poteva negargli la possibilità della loro vita soltanto per una stupida canzone e per un'altrettanto stupida cotta adolescenziale andata male; poco importava se i soggetti di quella storia andata male fossero a stretto contatto, e poco importava se avrebbe dovuto soffrire.
Era una possibilità per lei, Albus, e Louis, e chi era lei per negare il futuro dei loro sogni?
<< Al... >> lo richiamò, dolce, lei. Albus l'abbracciò forte, la strinse come non aveva mai fatto prima d'ora, le sussurrò qualcosa dentro l'orecchio e Rose si sentì scigliere: erano le parole di affetto più carine che avesse mai sentito dire dal suo migliore amico.
In quel momento, l'arrivo di altre tre persone spezzò il loro abbraccio, Rose si voltò, con l'espressione un po' torva e non si sorprese affatto di vedere Malfoy, Steve e Louis, che avevani corso a perdifiato per raggiungerli.
<< Rosie... >> iniziò Louis, ma venne interrotto dal basso tono di Scorpius, che la fissava in maniera così seria da metterlo a disagio.
<< Scusa, hai ragione- >>
<< Va tutto bene, >> mormorò lei, con un senso di inadeguadezza cher si faceva spazio in lei; voltò il capo e puntò lo sguardo sull'asfalto. << Albus e io abbiamo chiarito. Scusate voi. >>
Passarono alcuni secondi, prima che sentì Scorpius fare un solo, unico, sospiro secco. La chiamò, con quel suo accento da perfetto Inglese molleggiante, così come la chiamava allora, così come la chiamava prima di baciarla: Roze.
<< Non faremo mai più quella canzone, te lo giuro. >>
E Rose tirò un sorriso, sorridendo: dopotutto era soltanto che un sollievo, perchè tra loro era finita e rivangare non avrebbe fatto altro che male a entrambi.


AngolinoAutrice(?)

Saaalve, dopo un sacco di tempo aggiorno, lo so T_T imperdonabile.
la ragione per cui ho deciso di continuare questa storia ( e alcune altre) e per via del contest di heartbreaker : "Concludi la tua long e vinci un premio".
Invece, la ragione perchè i capitoli saranno più corti ( non influendo con la lunghezza e gli avvenimenti della storia) è perchè ho un sacco di tempo occupato, quindi preferisco scrivere capitoli più corti ma di più.
Un bacione a tutti coloro che seguono e lasciano una recensione <3
Shanna.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Riunione ***


Capitolo 5 :Riunione


 
Rose e la band avevano deciso di utilizzare la casa della Weasley come ufficio per consultarsi; d'altronde si conoscevano tutti - e tra di loro c'erano anche suoi due parenti- e non c'era motivo di affittare un ufficio a parte, oppure utilizzare uno dell'azienda per cui lavorava, con il rischio di avere Jeckins tra le scatole.
Perciò, l'indomani, si erano dati appuntamento per le nove a casa di Rose; avrebbero dovuto sfogliare la rivista settimanale delle Streghe , dove vi erano elencati i numerosi eventi, e sceglierne uno, inizialmente economico e poco impegnativo.
Alle nove in punto, i ragazzi suonarono il campanello della casa, Rose, che si era vestita comodamente, abbandonando il talleur e sostituendolo con una tuta, andò ad aprire di tutta fretta.
Il primo viso, sorridente come al solito, entrò, dandole un grande abbraccio. Louis Weasley era un ragazzo non solo mattutitno, ma anche pieno di energie appena sveglio.
<< Ciao cugina! >> strillò, sciogliendo l'abbraccio e tuffandosi precipitosamente sul divano, che formava una U di fronte a una televisione babbana; al centro vi era un tavolino basso, con cinque tazzine appoggiate su e una teiera fumante. << Mon dieu! Questo è il tè che porta mamà dalla Franscia! >> cinguettò Louis, imitando apposta lo strascicante accento francese che usava spesso sua mamma Fleur - o Flebo-.
Le labbra di Rose si incurvarono un sorriso mentre tornava a guardare Steve e Scorpius che sbadigliavano sonoramente e barcollavano come zombie.
<< Entrate. Al, dov'è quel ragazzo di Tassorosso? >>
<< David? Non lui non verrà, è solo il nostro mixer, >> e poi sbadigliò tanto che Rose potè vedere le tonsille di suo cugino ondeggiare. Poi Albus tirò un calcio a terra, e solo allora Rose si accorse che effettivamente, appoggiato sull zerbino c'era qualcosa.
Rose inorridì e gelò sul posto: il gigantesco mazzo di rose rosse e la scatola a cuore di cioccolatini pregiati erano stati evidenti agli occhi del cugino, anche se mezzo addormentato; e purtroppo per lei avevano attirato anche l'attenzione dei due dormienti: Malfoy e Nott.
Un ringhiò sfuggì dalle labbra di Rose, la quale si accorse del ghignetto saccente del cugino e lo mandò al diavolo mentalmente; afferrò il mazzo di rose e i cioccolatini, per voltare le spalle ai tre  edirigersi in cucina, svelta.
Lanciò la scatola di cioccolatini e Louis e si dileguò in cucina, attraversandolo,superando l'isolotto stile americano, e aprendo il cassonetto che teneva in balone, gettandoci dentro con malagrazia il mazzo di fiori. Il bigliettino a esso allegato scivvolò a terra e Rose potè intravedere la calligrafia svelta del suo adoratore:

Per Rose, perchè una rosa più bella di lei non c'è.


Vomitevole.
Ritornò in salotto e ad attenderla c'erano quattro paia di occhi curiosi; lei sbuffò, lasciando intendere che non ne voleva parlare. Louis afferrò la scatola e la aprì, infilando in bocca un cioccolatino a cuore, lo masticò sgraziatamente, biascicando: << Mon, mon, dieu! I'll est très bon! >> succhiò il cioccolato con un rumore decisamente poco galante. << Questi sono tra i migliori cioccolatini del mondo, Rose! Chi è il tuo ammiratore? >> e posizionò i piedi sul tavolino, assumento a dir poco una posizione da imperatore romano, con la scatola di cioccolatini tutta per sè.
Ed ecco che la pettegola Francese tornava alla carica; fortunatamente, a salvare Rose, fu l'intervento di Scorpius, che si tastò le tempie e gemette. << Ti prego, Lou, smettila di parlare in quel modo merdoso. >>
Albus annuì, sorseggiando il tè e porgendne una tazza a Scorpius e a Steve. << Concordo. >>
Rose sospirò, frustrata. Agguantò al rivista che giaceva sul tavolino - precisamente sotto ai piedi di Louis, e la sventolò in aria, attirando l'attenzione dei presenti.
<< Parliamo di affari. >> tagliò corto, sfogliò la rivista, fino ad arrivare circa a metà, dove una grande pagina, con scritte blu,nere e viola mostrava il seguente titolo: Magic Music Awards.
<< Sapete cosa sono, vero? >> sospirò Rose. << Gli eventi internazionali della musica magica. Le selezioni dove soltanto il top partecipa. In cui si gareggia, si vincono un sacco di soldi e fama e in cui, se siete fortunatamente sfacciati, potreste chiedere a un pezzo grosso di diventare vostro publisher o di farvi firmare un contratto. >>
Gli occhi verdi di Albus dardeggiavano sull'immagine, Steven fissava alternativamente Rose e l'opuscolo con sbalordimento, mentre Scorpius fissava lei e basta.
<< Stiamo davvero parlando degli MMA's ? >>
Rose annuì e Louis fischiò.
<< Questa è roba seria. >>
Rose incrociò le braccia sotto il seno e si appoggiò con la schiena sull divano. Di fronte aveva Scorpius, Albus e Steve, seduti o stravaccati - nel caso di Scorpius. Alla sua sinistra, con i suoi amabili piedi e la compostezza di un criceto, stava Louis, intento ancora a sgranocchiare i cioccolatini.
<< Ma per il momento, non avete speranza. >> tagliò corto la Weasley, sentì Albus deglutire rumorosamente. << Gli MMA's sono tra sei mesi, fino ad allora, dovremo renderci conosciuti. Inoltre, per poter partecipare a quell'evento, dovrete parteciparne ad almeno altri dieci, cinque di cui dovranno essere con la stellina. >>
<< Stellina? >> le fece eco Steven Nott.
Rose sfogliò il giornale e annuì, finchè non si fermò su una pagina con su scritto CruxCrux pub, vi puntò il dito sopra. << Questo è un pub dove i teenagers spesso vanno; è un pub magico, abbastanza famoso e ha la stellina, >> strusciò il dito sulla pagina finchè non finì sulla stella d'oro. << Diciamo che non sarà il nostro primo obbiettivo; come primo evento, noi andremo al Pop club. >> sfogliò finchè non trovò la pagina interessata.
<< Ah, ne ho sentito parlare. >> biasciò Louis.
<< Io ci sono stato, non è male. >> Steven fece spallucce. Scorpius e Albus annuirono.
<< Tra due settimane organizza uno dei nostri eventi, a cui parteciperanno persone famose. La nostra tappa è questa, e il nostro obbiettivo, entro le due settimane, è di comporre una canzone da suonare all'evento. >> proseguì Rose. << Ce la fate? >>
<< Certo! >> esclamarono in coro i ragazzi.
Rose sorrise soddisfatta, portando la sua tazza di tè alle labbra.

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Love Show ***


Capitolo 6 :Love Show


 
La sveglia squillò, Rose allungò una mano, a tentoni, e la spense. La sveglia si infranse al suolo.
Rose scattò a sedere, borbottando un Miseriaccia seguito da un grugnito e uno sguardo allarmato rivolto alla sveglia, ormai rotta.
Alzò gli occhi al cielo.
<< Perchè, cavolo, Morgana ce l'hai con me? >> borbottò; si alzò scalciando via le coperte, rifece subito il lettino da una piazza e mezza e spalancò le tente.
La luce brillante del mattino invase le pareti semispoglie della stanza di Rose, le poche locandine che decoravano i muri appartenevano ai Cannoni di Chudley e alcune foto di famiglia.
Poi si dileguò a farsi una doccia.
Era una domenica mattina tranquilla, gli uccellini cinguettavano, il sole batteva pigro sulle finestre, la brezza primaverile soffiava tra gli alberi... insomma era la classica giornata.
Finchè, appunto, James Sirius non atterrò giù dal camino del suo salotto, provpcando un gran fracasso e facendola uscire immediatamente dalla doccia con l'accappatoio indosso, i capelli gocciolanti e la bacchetta sguainata.
Quando lo vide, James era, se possibile, ancora più alto del metro e ottantacinque di tre mesi prima; i capelli erano stranamente in ordine, e i jeans e la camicia erano coperti da un mantello su cui era depositata smisurata polvere.
Quando la vide, i suoi occhi marroni con le pagliuzze verdi scintillarono derisori, per poi alzare la mano con un cenno, spolverandosi il mantello da mago come se niente fosse. << Come va, Rose? >>
Rose restò a bocca aperta. Non vedeva il cugino da tre mesi, anzi, era più chiaro dire che James non si era fatto sentire per tre mesi, come al suo solito, era partito per un Campionato dei Cannoni ed era sparito dal mondo. << Come stai, Rose? >> lo scimmiottò, arricciando le labbra. << Ma cosa avete voi Potter? >> si avventò su di lui, tempestandolo di pugni sull'addome, nella pancia e sulle spalle. I pugni, ovviamente, non lo smossero nemmeno un poco.
James sorrise in maniera arrogante, poi bloccò i pugni della cugina, scoppiando a ridere.
<< Sei un idiota. Così com'è un idiota Al. Sparire per tornare dopo cinque anni! >> sbuffò, muovendo la testa a destra e sinistra, i capelli rossi gocciolanti ondeggiarono.
James fermò la risata e strabuzzò gli occhi. << Il mio fratellino fresco di laura in Medimagia è tornato a onorarci della sua presenza? >> sbottò, incredulo ma sempre con il sorriso sulle labbra. Assunse un'espressione da aspettate che lo sappiano tutti i parenti.
Il che voleva dire almeno un terzo della popolazione magica.
E, sarebbe stato bellissimo, perfetto, entusiasmante... tranne il fatto che Albus non aveva nessunissima laurea di Medimagia. Era soltanto un batterista di una band nemmeno famosa.
Rose, difatti, spalancò la bocca e rimase senza parole; tutto quello che le uscì fu un rantolo. James non se ne accorse, forse perchè non prestava attenzione, o forse perchè era troppo idiota.
<< Stai andando da lui vero? Vengo anche io, voglio vedere il mio secchio preferito! >>
 

***


 
Rose e i ragazzi si erano dati appuntamento nello studio di registrazione della Magimusic, che metteva a disposizione per le prove delle band. Era passata una settimana, e come d'accordo, quel giorno avrebbero dovuto presentare la prima canzone, che sarà quella da presentare una settimana dopo al locale.
Rose camminava incerta per le strade di Diagon Alley, con James che camminava tranquillo e ignaro. Ma non era stupido, o almeno non troppo, perchè quando si fermarono di fronte all'edificio della Magimusic, James aggrottò le sopracciglia.
<< Perchè siamo qui, Rossa? >> domandò. James era l'unico della famiglia che non la chiamava Rosie; secondo lui era troppo scontato, perchè tutti la chiamavano così e lui la chiamava semplicemente Rose oppure Rossa.
Rose non gli rispose, sospirò, facendo un cenno al cugino di seguirla. Entrando, per fortuna non intravide per niente Jeckins, il che era un bene, perchè la giornata si stava già mettendo troppo astiosa per sopportare anche quel verme.
Incontrò invece lo sguardo di Amanda, seduta alla sua postazione intenta a scribacchiare sui fogli; e quando Rose entrò, facendo tintinnare il campanellino, lei alzò gli occhi e la salutò con un largo sorriso. Poi, quando vide James, il suo largo sorriso si tramutò in uno sguardo adorante, ma James non ci fece troppo caso.
D'altronde, gestiva centinaia di fan scatenate al giorno.
Rose aumentò il passo, finchè non arrivò in fondo al lungo corridoio e aprì la porticina rossa che conduceva alla sala prove e registrazione più grande dell'intero edificio. Sulla porta c'era un cartellino riservato.
Ovviamente il suo capo li trattava bene perchè provenivano da famiglie famose, non perchè fossero artisti importanti.
Quando spalancò la porta, trovò ognugno al lavoro; Scorpius e Steven stavano scribacchiando su uno spartito musicale, Albus stava  battendo le bacchette sulla batteria e Louis stava accordando il  basso.
Immediatamente, Rose si ritrovò otto paia di occhi sulla sua esile figura; abbozzò un sorriso, salutandoli con un cenno e facendosi di parte per far vedere meglio James - che ovviamente aveva già visto, essendo alto almeno venti centimetri più di lei.
L'espressione di James era appagabile; poteva anche valere milioni di galeoni. Era diventato bianco come un cencio, la bocca spalancata, gli occhi strabuzzati, il corpo rigido...
<< James? >> Albus battè le palpebre, bloccando i suoi movimenti. Lanciò un'occhiata di disagio al fratello, e uno indagatore a Rose, la quale, alzò le spalle e si andò a sedere sulla sedia libera accanto a Steve.
Poi, James, riprese colore e scoppiò a ridere, sotto lo sguardo allibito dei presenti. << Non ci posso... >> si appoggiò allo stipide della porta, piegato in due. << Oddio! E dire che ero io quelo che le faceva grosse, ma- >> rincominciò a ridere.
Rose sbuffò, roteando gli occhi;Albus, invece, era rimasto impietrito.
<< Oh, aspetta che lo sappia mamma! >>
Albus scattò in piedi, puntando la bacchetta della batteria contro il fratello, la fronte perlata di sudore. << No, no no. Tu non dire proprio nulla alla mamma, James. >>
James, che aveva smesso di ridere e si era appoggiato strafottente alla porta chiusa, si posizionò a braccia conserte e ghignò. << Sì? >> e scosse la testa. << Al, non penso che mamma sarà tanto tollerante, perciò: via il dente e via il dolore, no? >>
Rose sbuffò nuovamente, si diresse verso il cugino e gli mollò uno scappellotto sul bicipide; James la guardò incuriosito e ghignò.
<< Sei la sua manager, giusto? Cosa dirà mamma quando scoprirà che il suo pargolo è andato a fare i provini per cantare sulle strade? >>
<< James smettila di rompere. Qua stiamo lavorando. Domenica prossima lo diremo a tutti, perciò, o entri, o esci. >> e Rose gli indicò la porta.
James sospirò, arrendevole, e si andò a sedere su una sedia, a braccia conserte e sguardo incredulo.
Poi, Rose, prese un profondo respiro e si volse verso i ragazzi. << Avete composto qualcosina? >> domandò, iniziando a tenere un profilo professionale e basta, perchè altrimenti avrebbe spaccato il naso a quell'idiota di suo cugino.
Come poteva giudicare così, senza ritegno, il povero Al?
Scorpius le passò una serie di spartiti. << La musica c'è, le parole... abbiamo buttato giù qualcosina. Non sembra il massimo.... >> scrollò le spalle.
Rose afferrò i fogli degli spartiti, non si intendeva di musica in quel senso, non sapeva riconoscere una buona musica soltando dallo scritto; doveva udirlo, valutarlo e imprimerlo nella mente, se la canzone allora la coinvolgeva era sicuramente un'ottima musica.
Restituì lo spartito a Scorpius, con un largo sorriso. Lui la guardò leggermente disorientato: loro due erano ancora in guerra, tecnicamente, e anche se avevano temporaneamente stipulato una tregua non si erano parlati più di tanto.
Dopo qualche esitazione, Scorpius sorrise di rimando.
Rose ci rimase secca. Si era scordata di quanto fosse bello e intrigante il sorriso del suo ex.
<< Ve la sentite di farmela sentire? >>
I quattro ragazzi si guardarono, un po' incerti, poi Scorpius annuì e di seguito gli altri tre.
Louis scoccò un bacio sulla guancia a Rose con un sonoro schiocco. << Vedrai zuccherino, rimmarrai allibita di quanto siamo stupendi. >> e le strizzò l'occhio, facendola ridere.
I ragazzi si piazzarono dall'altra parte della stanza, oltre il vetro; gli strumenti erano già stati posizionati per le prove, Scorpius accese il microfono e si schiarì la voce.
<< Questa canzone l'abbiamo scritta io e Stevie - >>
Louis balzò in avanti, con il basso che penzolava davanti, scostò Scorpius e afferrò il microfono. << Non è vero! Anche io ci ho messo qualche parola! >> ribattè, piagnucolando come un bambino di cinque anni.
Scorpius roteò gli occhi divertito, scansò l'amico con una spallata e sbuffò al microfono. << Okay, io, Stevie e la stupenda partecipazione di Lou. >>
<< Così va meglio. >>
<< La canzone si chiama quindi- >> Scorpius venne di nuovo interrotto da Louis, che strappò il microfono dalle mani del giovane Malfoy.
<< Si chiama LOVE SHOOOOW! >> poi porse il microfono al cantante e si rimise al suo posto, facendo ridere il resto del gruppo.
Sì, Louis Weasley era molto appiccicoso e infantile, tutto il contrario della sorella Dominique, glaciale e seria.
Non faintendete, Rose amava Dominique, era una delle sue migliori amiche, nonchè cugina preferita, ma certe volte risultava fastidiosamente glaciale.
Albus sospirò, battè le bacchette tre volte, per dare il tempo e la canzone iniziò con il ritmo della batteria. Dopo pochi secondi si unì Steven, che aveva fatto un incantesimo alla chitarra per renderla pià dolce. E infine si unì anche Louis, sempre con il basso incantato con la melodia dolce.
Scorpius attaccò a cantare.
 
<< I want you, I need you. I'd give my freedom just to be with you. Together, divided, You are like a song I want to hear again. >>

La voce di Scorpius era dolce, bassa, e carezzevole. Rose sentì un brivido dietro la nuca. In sottofondo, ci pensavano i tamburelli della batteria di Al, a mantenere il ritmo. Mentre le melodie di Steven e Lousi sembravano più agire su uns econdo binario di ritmi... era fantastico.
Ora, insieme a Scorpius, si unì la voce di Albus, il secondo cantante della band. Già il fatto che riuscisse a cantare mentre manteneva il ritmo con la batteria era sorprendente... spiegava quanto fosse in realtà bravo.
La voce di Al era sempre dolce, ma con un tonalità differente da quella di Scorpius che di per sè era... unica. E Rose lo sapeva bene, già da quando stavano insieme, quanto la voce di Scorpius lo fosse.

<< I know that I belong here by your side. Love is something that you cannot hide. >> cantarono insisme.
<< Come to me, >> riprese Scorpius, in un secondo senza alcun sonoro, il quale esplose subito dopo con un affondo di chitarra da parte di Steve e un sonoro piatto di Al. << set me free. Love can last an eternity! Play your part, within' your heart. >>
E qui fu Louis a ululare: << That's your Love Show. Yeeh. >>
E ripresero Scorpius e Albus, in un duetto. << Love can change everything. Turn your winter into spring. Play your part, within' your heart. >>
E Louis riprese. << That's your Love Show. Yeeh. >>
 
Rose si sentiva emozionata. Erano bravissimi! E favolosi! E non solo perchè erano in parte suoi cugini e anche suoi amici... erano riusciti a organizzare un canzone in cui cantavano tutti - eccetto Steve, ma Rose ricordava bene quanto non ci sapesse fare con il canto - senza creare troppo contrasto.
Rose osservò con la coda dell'occhio James, ancora a braccia conserte seduto sulla sedia, e vide che stava battendo il piede a ritmo della batteria di Al, e sorrideva.
 
Finito il ritornello, ciu fu un secondo di pausa, poi ripartino il basso e la chitarra in sottofondo, per aggiungersi poi la batteria in battiti lenti e controllati. Poi, quando Albus battè entrambi i piatti con un sorriso, Scorpius riprese a cantare, seguito dal chitarrista e dal bassista.

<< My spirit, our story, I know I never felt this way before. >>
E qui fu Albus a cantare: << You give love, new meaning. And now we're >> e qui si unì anche Louis. << opening a brand you door. >>
Scorpius continuò: << No one else make me feel so fine. No one else is over my mind. >>
Ripartì il ritornello. << Come to me, set me free. Love can last an eternity! Play your part, within' your heart. >>
E Louis: << That's your Love Show. Yeeh. >>

Ci fu un piccolo assolo di batteria di Albus, il quale battè i tambiri e i piatti uno dietro l'altro. Poi partì il duetto di Scorpius e Albus: << Love can change everything. Turn your winter into spring. Play your part, within' your heart. >>
<< That's your Love Show. Yeeh. >>

E, dopo che Louis finì la frase, attaccò immediatamente Albus. << Only for you do I see? I will as show go on. >>
Ci fu di nuovo una pausa con solo la musica della batteria, della chitarra e del basso appena accennato.
Finchè, Scorpius, Albus e Louis esplosero insieme, in un bellissimo coro di voci maschili, cantando il ritornello.
<< Come to me, set me free. Love can last an eternity! Play your part, within' your heart. That's your Love Show. Yeeh. Love can change everything. Turn your winter into spring. Play your part, within' your heart. That's your Love Show. Yeeh>>
Poi, Louis ululò: << Never the eeeend. >>
Seguito da Albus: << Never the eeeend.>>
e da Scorpius << Never the eeeend. >> ripetendo il giro una seconda volta.
In sottofondo prevalse la chitarra di Steve e terminò con essa.
 
I ragazzi si bloccarono, James balzò in piedi, applaudendo moderatamente, mentre Rose squittì.
Si catapultò dentro la sala dove i ragazzi avevano suonato e balzò in bracio ad Albus.
<< Beh, com'era? >> domandò mentre lei gli stringev a il collo quasi fino a soffocarlo.
<< Stupendo. Come hai fatto a suonare la batteria e cantare? >> strillò Rose eccitata. Poi si voltò verso Louis, aggrappandosi anche al suo, di collo.
<< Cominciavo a sentirmi un po' offeso zuccherino. Sono stato delizioso? >>
<< Molto! >> Rose si voltò verso Steven e strozzò anche lui, finchè, infine, non toccò al cantante. Scorpius sorrideva, era contento e si vedeva. Probabilmente nessuno aveva tanto apprezzato la loro musica come lei in quel momento. Scorpius le porse la mano per battere il cinque, ma Rose, presa d'impeto, balzò addosso anche a lui, soffocandolo in un grande abbraccio.
Come se non fossero passati cinque anni.
Come se non fossero più adulti, ma due ragazzini come allora.
Come se non si fossero lasciati.
E, sempre presa dall'impulso, scoccò un sonoro bacio sulla guancia del biondino Mallfoy,, mentre lui ricambiava la sua stretta soffocante.
<< Non è giusto, volevo anche io un bacio. >> scherzò Lou.
Albus ridacchiò. << Chissà perchè proprio a lui. >>
Rose arrossì di botto, staccandosi violentemente da Scorpius e bofonchiando un idiota, ero soltanto felice, mente invece, nella sua testa, pensava di volersi sotterrare.
Risero tutti.
James fece capolino nella stanza, con un largo e bianco sorriso. << Allora, pulcette, quando vi esibite? >> e strizzò l'occhio a Rose.
Se era piaciuto a James, allora, forse, sarebbe piaciuto anche ai coniugi Potter. 

 
AngolinoAutrice(?)

Mi scuso immensamente per metterci così tanto ad aggiornare, ma mi sono trasferita in una casa e al momento non ho internet. Tra una cosa e l'altra non trovo il tempo di andare da mio fratello per aggiornare. T.T Sorry.
Anyway, la canzone cantata dai nostri ragazzi apparteneva ai Sohnora - perdonatemi fan di questi, ma non li conosco per niente se non per questa canzone!-
E sì, se leggete bene il testo tra le righe.... vabbè! 
L'ha scritta Scorp, e questo basta.
Un bacio, e alla prossima...
Shanna. ù.ù

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3576857