Take me home

di ghostking
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il caso ***
Capitolo 3: *** Scomparsa ***
Capitolo 4: *** Ricerche ***
Capitolo 5: *** Prove ***
Capitolo 6: *** Intruso ***
Capitolo 7: *** Scintilla ***
Capitolo 8: *** Risveglio ***
Capitolo 9: *** Tu qui? ***
Capitolo 10: *** Fine ***
Capitolo 11: *** Quando le cose cambiano ***
Capitolo 12: *** Qualcosa di semplice ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nick e Judy erano all'inseguimento, la volpe teneva il passo lungo e stava in testa, entrambi avevano il fiato corto e speravano che la corsa giungesse presto al termine.
Judy con lo sguardo scorse più avanti una ringhiera alla portata del suo salto, sarebbe stata ottima per recuperare terreno ed arrivare ad un passo dal loro obiettivo. 
Continuò a correre e quando fu sicura di poter balzare caricò tutto il peso sui cuscinetti anteriori e si diede la spinta necessaria per atterrare sulla spranga di ferro.
Come andò a finire?
Judy non toccò mai quel tubo di ferro perché qualcosa, o qualcuno, la prese proprio un attimo prima che le sue zampette toccassero la superficie. 
Il corpo di Judy si sentì costretto in una sorta di sacco e la sua vista si oscurò completamente, lasciandola per un attimo in balia del panico. Fortunatamente riprese lucidità poco dopo, e questo servì? 
Oh no, Judy prese a riflettere a tutta rapidità, mentre con le zampe scalciava nel tentativo di riacquisire la propria libertà. Purtroppo la stretta su quello che la teneva imprigionata non si allentò e la coniglietta venne scaraventata a terra, prendendo una botta cosi forte da farle perdere i sensi, scivolando così in un abisso scuro e ghiacciato. 

Angolo autrice
Salve a tutti! Questo è il prologo della mia nuova fan fiction su Zootropolis!
Spero vi sia piaciuto, lo spero davvero perché ho riscritto tre prologhi diversi e questo è quello che mi ha soddisfatta di più e su cui ho lavorato stando alla fermata dell'autobus *perdoname madre por mi vida loca* 
Vorrei darvi un giorno preciso per quanto riguarda gli aggiornamenti ma purtroppo non mi è possibile causa tempo/scuola.
Spero che comincerete a seguirla e che vi abbia incuriositi, alla prossima~ 
-Shiver

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Capitolo 2
*** Il caso ***


Ciao a tutti, mi chiamo Nicholas Wilde e questa è la storia di come la mia migliore amica è scomparsa.

Era una mattinata di inizio giugno e il sole stava cominciando ad infiammare l'asfalto delle strade di Zootopia, Nick Wilde uscì di casa sistemandosi il berretto della divisa in testa e guardando davanti a se, con la visiera a coprirgli gli occhi, si avviò verso la centrale.
Appena solcata la porta del dipartimento una piacevole sensazione di fresco lo ricoprì dalla testa alla coda, voltando poi il muso il suo sguardo si posò sul solito e paffuto Benjamin Clawhauser, un ghepardo mangia-ciambelle perennemente seduto su una sedia girevole -che prima o poi si sarebbe rotta sotto il suo peso - dietro la reception.
Clawhauser alzò la mano libera dalla ciambella ed esordì con il suo solito entusiasmo 
≪Buon giorno volpacchiotto! Come va questa mattina?≫ Nick abbassò le orecchie stizzito e gli rivolse una veloce occhiata annoiata che subito dopo si tramutò nel suo solito sguardo
≪Mah, non saprei, come ogni mattina forse?≫ rispose retorico facendo spallucce, poco interessato a continuare la conversazione 
≪Sempre di poche parole non è vero? Ah, come siete complicate voi volpi≫ sorrise il ghepardo, addentando la ciambella che teneva tra le zampe
≪Oh dolce Benjamin, hai proprio ragione, e resterei qui a parlarne se non fosse per il fatto che l'appello inizierà a breve≫ Nick lo liquidò con tatto, lo salutò poi teatralmente con un movimento svogliato della mano e strascicando piedi e coda si diresse verso la sala in questione. 
Quando le arrivò davanti spalancò la porta e con suo immenso piacere non vi trovò nessuno. Eh già, perché Nick, nonostante sapesse confondersi benissimo tra le persone, adorava la tranquillità; il silenzio, e dopotutto era una volpe, un animale solitario e quieto. Quindi sorrise compiaciuto a quella vista e si tolse il cappello, gettandolo sul tavolo davanti alla propria postazione. Tranquillamente prese posto sulla propria metà della sedia, lasciando immacolata la parte destinata alla sua partner e si mise in attesa. La pace però durò poco e fu interrotta dall'entrata in scena di Francine, un elefante con cui Nick non aveva mai parlato se non in modo piuttosto spicciolo. I due colleghi si scambiarono un breve saluto e tornò il silenzio. Fortunatamente gli altri non ci misero molto ad arrivare e in meno di dieci minuti la stanzetta si ghermì di ogni specie di animale, ma non tutti erano presenti. 
La volpe iniziò a tamburellare nervosamente con le zampe sul tavolo, sporgendosi in avanti per controllare la porta e proprio nel momento in cui stava per perdere le speranze, fece il suo ingresso Judy Hopps, l'adorabile coniglietta dagli occhi violetti.
≪Agente Hopps ma che piacere, pensavo non venisse più≫ fece ironico sorridendo 
≪E invece eccomi qua. Non ci speri troppo agente Wilde, non vi darò la soddisfazione di stare tranquillo neanche per un giorno≫ scherzò lei muovendo la coda, Nick scosse la testa divertito e la guardò raggiungere con un balzo il posto accanto a se. 
≪Sei pronto per questo nuovo giorno? È iniziata la sessione estiva!≫ Judy esultò e la volpe assottigliò gli occhi mentre il suo cervello si chiedeva come facesse quell'animaletto così piccolo ad essere così pimpante di prima mattina
≪Non vedevo l'ora cominciasse≫ agitò il braccio verso l'alto e finse un palese falso entusiasmo, guadagnandosi così una mezza occhiataccia da parte della coniglietta. Judy stava per ribattere, quando ad un tratto il loro scambio di battute venne interrotto dall'entrata in scena del Capitan Bufalo Muschiato. La sua figura prese posto dietro al piccolo podio e i suoi famigerati occhialetti apparvero sul suo naso ≪Agenti, buon giorno≫ solito tono austero e deciso ≪Oggi non c'è da scherzare, abbiamo dei casi particolarmente importanti all'ordine del giorno≫ Judy rizzò le orecchie ed una scossa di adrenalina attraversò la coda di Nick ≪Alcuni detenuti sono evasi dal carcere di Tundratown e sembra si siano divisi per disperdere le proprie tracce. Il numero confermato di evasi è di ben 4 mammiferi. Tra di loro c'è un individuo particolarmente subdolo e pericoloso, il suo nome è Fred Knowels ed è davvero assurdo come l'evaso sia della stessa specie del nostro nuovo agente≫
Nick spalancò gli occhi esterrefatto ≪È una volpe?≫
≪Oh si agente Wilde, ci può giurare, ed è per questo che intendo affidare il caso proprio a te e alla tua compagna. Agente Hopps, Wilde, questo è il fascicolo, mettetevi a lavoro≫ il bufalo alzò in aria un libricino rosso e glielo lasciò prendere senza dire altro. I due si congedarono ed uscirono fuori dalla stanza, lasciandosi alle spalle gli altri casi di evasione. Nick iniziò a sfogliare le carte nel plico e scosse la testa deluso, c'erano solamente un paio di fogli, tra cui le foto di riconoscimento e alcuni dettagli riguardanti l'animale e le sue malefatte. Judy interruppe bruscamente i suoi pensieri riportandolo alla realtà  ≪Allora, cosa dice il fascicolo? Abbiamo una pista?≫ Nick di tutta risposta estrasse un foglio dove stava stampato il muso di una volpe ≪Non proprio, e lasciamelo dire,  è davvero un bel tipetto. Precedenti penali a non finire e anche di una certa importanza. Comunque il nostro animale è della mia stessa specie e non sembra troppo amichevole≫ la volpe cacciò la mano libera in tasca, fissando attentamente il foglio che stringeva nella zampa
≪Abbiamo il tempo di condanna?≫ chiese Judy spingendo con una zampina la porta del loro ufficio
≪Ergastolo. A quanto pare con l'accusa di tentato omicidio plurimo≫ spiegò Nick chiudendosi alle spalle la porta e prendendo posto alla propria scrivania
≪Una bella gatta da pelare≫
≪Vorrai dire una volpe≫ sogghignò scambiandosi un'occhiata complice con la collega
≪Giusto Wilde, una volpe decisamente problematica, sei pronto?≫
≪Sono nato pronto, Carotina≫ la coniglietta alzò gli occhi al cielo e si piazzò sulla sedia vicina a quella di Nick 
≪Vediamo cosa sai fare agente Wilde≫
≪Oh lo vedrai!≫ disse sicuro di se, guardandola con le orecchie tirate su, lei sorrise e gli lanciò uno sguardo di sfida. 
Il gioco era iniziato, la caccia era aperta.

 

Angolo autrice

Oh cavolo ragazzi che parto.

SAAALVE A TODOS! Eccolo qui questo primo capitolo! So che non è molto e che magari vi aspettavate qualcosa di più, ma essendo lo start non potevo inserire da subito qualcosa di eclatante o altro.
Comunque posso garantirvi che già nel secondo capitolo troverete degli sviluppi più o meno importanti! Spero continuerete a seguire la mia storia, un grazie a chiunque recensirà o leggerà solamente, per me significa molto! 
Ci vediamo nel prossimo capitolo!
-Shiver
(Vorrei dire una cosina piccolina, data la mia stanchezza negli ultimi tempi non sono completamente sicura di aver corretto tutti gli errori nel capitolo e chiedo venia, eventualmente se ce ne fossero vi sarei grata se me lo faceste notare, grazie per l'attenzione *spegne l'altoparlante*)

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Capitolo 3
*** Scomparsa ***


Erano in ufficio quando il Capitan Bogo entrò di colpo sbattendo la porta urlante
≪Codice 340C, muoversi! La banca sull’incrocio della 27esima, sbrigatevi!≫
Uscì subito dopo aver esordito con questa frase e lasciò per un attimo interdetti i due agenti, che si scambiarono un’occhiata fugace e lo seguirono in fretta e furia, lasciando incomplete le indagini che stavano conducendo.
≪Capitano! Ci sono altri agenti sulla zona?≫ chiese Judy tutto d’un fiato
≪Diamine Hopps, no di certo o non avrei affidato a voi l’emergenza. Troppe domande coniglia, andate a prendere quel farabutto≫ ordinò il bufalo. La coniglietta si voltò convinta di trovare Nick al suo fianco, ma si accorse –con stupore –che questi era già fuori dalla centrale ad aspettarla.
Judy non si fece certamente attendere e correndo lo raggiunse nella volante.
≪Cos’hai oggi? Ti vedo scattante≫ domandò stupita, accendendo le luci di segnalazione poste sopra al tettuccio, lui non rispose subito –cosa che stranì Judy –ma poi parlò
≪Abbiamo un caso interessante e piuttosto importante da portare avanti, non voglio sprecare tempo con un caso di rapina. Insomma è una volpe, non se ne vedono molte in giro≫ spiegò riacquisendo il suo solito sorriso sarcastico e mettendo in moto l’auto, partendo a tutta birra alla volta della ventisettesima strada.
La coniglietta abbassò le orecchie e scacciò qualsiasi idea negativa.  Nick stava bene, niente era in grado di turbarlo, aveva solo un’insolita voglia di lavorare.
Judy si adagiò sul sedile, chiedendosi se sarebbero arrivati in tempo per catturare il criminale.
≪Preoccupata Carotina?≫ domandò tutto a un tratto il suo collega
≪Un po’, spero arriveremo in tempo per arrestarlo≫ rispose guardandolo, la volpe sorrise e mantenne lo sguardo dritto davanti a se, aumentando di velocità
≪Sono sicurissimo che ce la faremo, nessuno sfugge al mitico Nicholas Wilde≫ scherzò lanciandole un’occhiata delle sue
≪Abbassi la cresta agente Wilde, la modestia è una cosa importante≫
≪A quanto pare non è tra le mie fantastiche qualità, purtroppo≫ rispose a tono la volpe, svoltando finalmente sulla strada che stavano cercando.
Judy sorrise ma subito dopo si fece più seria, rizzando le orecchie e la coda.
≪Il posto deve essere questo≫ indicò con la propria zampetta un grande edificio con su scritto “Zoobank” in maiuscolo.
Nick inchiodò e spense la macchina, poi aprì lo sportello e scese cauto dalla vettura.
Lei lo imitò e quando furono vicini tirarono fuori le proprie pistole, lanciandosi uno sguardo d’intesa.  Senza fretta si avvicinarono alle porte d’ingresso, tutto era calmo, “Fin troppo calmo” pensò Nick. E proprio in quel momento dalla seconda porta principale –poco distante da dove si trovavano i due agenti –uscì un pollo vestito completamente di nero, con svariati sacchi stretti tra le ali. Judy con prontezza gli puntò l’arma contro e gli intimò di rimanere lì dov’era, ma quello anziché ascoltarla si diede alla fuga, starnazzando come una gallinella. La coniglietta sparò un colpo ma questo mancò il bersaglio, facendolo accelerare.
Nel frattempo la volpe era già all’inseguimento, correndo a perdifiato lungo degli strani vicoli che non aveva mai percorso. Aveva sentito lo sparo ed era sicuro che ora la propria collega si trovasse qualche metro lontano da lui, nonostante non potesse vederla.
Era sempre così, lei stava al suo seguito e lo raggiungeva puntuale alla fine di ogni inseguimento. Nick dunque decise di non controllare se si trovasse effettivamente dietro di se, e secondo voi sbagliò?
Certo che si.
La volpe continuò l’inseguimento senza mai voltarsi, senza mai chiamarla, e quando finalmente intrappolò quel dannato pollo allacciandogli le manette alle zampe si ritrovò a guardarsi intorno con l’aria di un cucciolo sperduto. Nick in quel momento si sentì fragile e spaurito, come quella volta che gli avevano messo la museruola sulla bocca e non era stato capace di togliersela se non dopo svariati tentativi.
La chiamò più volte e a gran voce, si trascinò dietro addirittura il malvivente con tanto di sacchi, ma di Judy, la sua amata Judy, nemmeno l’ombra.
Dov’era? Perché non era partita con lui all’inseguimento? Si era forse persa oppure era rimasta vicino alla volante per chissà quale ragione?
A queste domande Nick non trovava risposte, e sapete cosa? Non le avrebbe trovate se non molto tempo dopo.
 
La volpe tornò piena d’agitazione alla centrale, strattonando pesantemente il pollo che continuava a lamentarsi invano. Nick lo lasciò nella hall con Clawhauser, noncurante di quello che ci avrebbe fatto.
Il ghepardo lo guardò interrogativo
≪Che succede Wilde?≫ Nick gli rivolse uno sguardo infuocato
≪Sta zitto Clawhauser! Non disturbarbi, non farmi domande≫ ringhiò e senza attendere una risposta corse verso l’ufficio del Capitan Bogo.
Quando vi arrivò davanti spalancò la grande porta in legno scuro, provocando così un tonfo sordo e una visibile espressione di rabbia sul muso del bufalo.
≪Agente Wilde, che diavolo le salta in mente!? Dov’è l’agente Hopps? Avete acciuffato quel dannato? ≫ domandò irritato. Nick si avvicinò alla scrivania e lo guardò in cagnesco
≪Si è stato preso ma adesso non è la preoccupazione maggiore qui in centrale. Penso e affermo che l’agente Wilde sia stata rapita, e richiedo una squadra immediata per cominciare le ricerche≫ il bufalo dilatò le pupille incredulo e scosse la testa
≪Ma cosa sta farneticando?! Si spieghi agente≫ la volpe dovette attingere a tutta la forza mentale che possedeva per spiegare il tutto.
≪Capitano, eravamo all’inseguimento del rapinatore, pensavo che l’agente Hopps fosse al mio seguito, ma quando sono riuscito a bloccare il pollo e mi sono voltato a cercarla lei non c’era ≫ gesticolò Nick, in preda al panico ≪Ho provato a calmarmi e l’ho cercata, sono tornato alla volante ma non si trovava nemmeno li. Signore, Judy Hopps non abbandonerebbe mai il posto di lavoro, soprattutto durante un inseguimento, sarebbe da folli! Le è certamente accaduto qualcosa, bisogna cercarla≫ disse infine con tono sicuro, ma stremato dalla situazione.
Il bufalo lo guardò interdetto, non sapendo cosa dire, poi però si schiarì la gola ed inforcò i propri occhiali
≪Entrambi siamo d’accordo sul fatto che l’agente Hopps non mancherebbe mai i suoi doveri, ma davanti alla luce dei fatti non ci sono prove reali del suo rapimento, potrebbero essere successe altre cose cento volte più strane in quel lasso di tempo ≫ Nick strinse i pugni, trattenendosi dall’impeto di mollargli un pugno in pieno muso ≪Tuttavia sappiamo com’è fatta, quindi organizzerò una squadra di ricerca e li manderò sul posto. Tu andrai con loro ovviamente. Questo per il momento è il massimo che posso concederti, agente Wilde≫ alla volpe si illuminarono gli occhi e ringraziò il bufalo in fretta e furia, quello che aveva fatto andava più che bene, nonostante il fatto che Nick avrebbe ben gradito la mobilitazione di Zootropolis intera a costo di ritrovarla.
Scese nell’atrio e si poggiò al bancone della reception, notando con gioia l’assenza del ghepardo. In quel momento l’ultima cosa che voleva era sentirsi bombardato di domande per l’atteggiamento tenuto poco prima.
Nick attese per attimi che gli parvero ore, e finalmente si ridestò dal suo stato d’ansia quando vide il Capitano raggiungerlo con una squadra composta dai migliori segugi della centrale.
≪Wilde, questa è la sua squadra. Lei sarà a capo delle indagini, ma si sbrighi, abbiamo casi che meritano il doppio dell’attenzione in questo momento e non posso permettere che tre dei miei migliori agenti sprechino il proprio tempo in una ricerca che potrebbe non dare frutti≫ la volpe assottigliò gli occhi furiosa, ma non disse nulla, quegli agenti erano delle possibilità in più per il ritrovare di Judy e lui non le avrebbe certamente sprecate.
Guardò i colleghi e con poche parole gli spiegò i fatti, loro reagirono in fretta ed insieme raggiunsero il posto.
Rimasero ore a perlustrare la zona, ma di Judy nemmeno l’ombra. Non c’era una pista, non c’erano indizi e neanche una traccia del suo odore al di fuori del marciapiede davanti alla banca.
Nick si lasciò cadere a terra, strusciando la coda sul muro e abbassando le orecchie sconsolato. In quel momento tutto sembrò perdere senso.
Cosa sarebbe successo? Judy era sparita e lui non aveva nemmeno uno straccio di pista da seguire. Quella situazione aveva del surreale, dell’impossibile.
Giunto a quel punto, sperava solo che il mattino seguente la sua adorabile Carotina si sarebbe presentata nella sala dell’appello, raccontando a tutti una stranissima ed improbabile storia riguardante la sua scomparsa temporanea. Si sarebbe scusata con lui e tutto sarebbe tornato alla normalità, ne più, ne meno.
Purtroppo così non fu, perché la giornata seguente nessuno prese il posto di Judy Hopps, nessun coniglio si fece vedere in centrale a risollevare il morale di quella volpe distrutta dal dolore della perdita.
Era accaduto qualcosa di troppo grande per essere compreso da una così ottusa volpe, ma alla fine, quello era solo l’inizio dell’avventura.


Angolo autrice
Credo di essermi guadagnata il vostro odio.
Hola! E' l'autrice che vi parla! Parto con il ringraziare tutte le persone che stanno seguendo questa storia, siete davvero adorabili <3 Ringrazio moltissimo anche chi si è fermato a recensire i primi due capitoli!
Mi scuso per non aver pubblicato prima il capitolo, ma non ho avuto molto tempo per scrivere e nemmeno ispirazione, però ora eccolo qua! Spero che abbiate gradito e che vi abbia incuriositi ancora di più! 
Ci vediamo nel prossimo capitolo ^^
-shiver

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Capitolo 4
*** Ricerche ***


Nick quella mattina aprì gli occhi con meno voglia del solito,  sbuffando mise le zampe a terra e sbadigliò assonnato. Lui era il tipo che, quando stava male, aveva solo due alternative: o dormiva per giorni, oppure non riusciva proprio a prendere sonno. Fortunatamente –o sfortunatamente? –quella volta il suo corpo aveva deciso di adottare il primo metodo. Nonostante volesse e dovesse ritrovare Judy, aveva comunque dei doveri verso Zootropolis in quanto poliziotto, e poi forse, dico forse, quella volpe che stavano cercando avrebbe potuto saperne qualcosa trovandosi in un giro pericoloso come quello della malavita.
L’agente si stropicciò gli occhi e svogliatamente prese a vestirsi. Quando fu pronto si guardò allo specchio e rivide il piccolo e indifeso Nick con indosso la divisa degli scout.  Si sentiva nello stesso esatto modo,  solo che questa volta la sua motivazione per andare avanti era scomparsa all’altezza dell’incrocio della ventisettesima.
Sospirò e si aggiustò il colletto, l’avrebbe trovata nonostante si sentisse un perfetto straccio da pavimenti. L’avrebbe fatto per loro.
 
Appena mise zampa in centrale si sentì fortemente osservato, gli occhi di tutti erano posati su di lui e quasi gli venne l’orticaria.
Era fastidioso come poche cose al mondo.
Lui che per una vita intera era stato zitto e muto al suo posto a farsi gli affari propri, invisibile agli occhi del mondo, ora si ritrovava con i bulbi oculari di mezza centrale puntati addosso.
Diede un colpetto di tosse, mise su la sua maschera di menefreghismo che spesso portava e si avviò verso la stanza dell’appello. Purtroppo proprio quando passò davanti alla postazione di Benjamin Clawhauser si sentì chiamare ed innervosito dalla sua voce si voltò.
≪Emh... Wilde? ≫
≪Clawhauser? ≫
≪Ecco io… ho saputo di Judy≫ a Nick si rizzò il pelo, se c’era una cosa che lo innervosiva più della sola presenza di Benjamin Clawhauser, quella era certamente Benjamin Clawhauser che chiamava per nome la sua collega.
Deglutì la serie di insulti che si erano venuti a formare nella sua mente e rispose calmo ≪Bene, ora cosa vorresti fare?>>
≪Oh nulla, volevo solo dirti che mi dispiace e che… Judy è una coniglietta forte, tornerà di certo≫ sorrise timido il ghepardo, e in quel momento Nick si sentì una volpe stupidissima.
Quell’animale paffuto ed irritante, seppur non nelle sue grazie, aveva solamente provato a tirargli su il morale ed inoltre quello che aveva detto era giusto, Judy sarebbe tornata e se non l’avesse fatto lui l’avrebbe riportata a casa.
Nick distese le labbra in un sorriso piuttosto malinconico e amaro, poi gli rivolse una frase che mai si sarebbe immaginato di dire proprio a quell’agente
 ≪Hai ragione, grazie Clawhauser≫ il collega rimase interdetto poiché poche volte l’aveva sentito ringraziare qualcuno, e quel qualcuno era stato solo Judy Hopps.
≪Emh≫ il ghepardo si grattò la guancia preso evidentemente alla sprovvista ≪Prego…?≫ in risposta Nick gli elargì un mezzo sorriso e spinto da una strana determinazione si avviò verso la sala dell’appello.
 
 
Nick era seduto sulla sedia girevole del suo ufficio da quella mattina e fissava la parete dove erano affissi i suoi due casi principali. Uno era la fuga della volpe e l’altro era ovviamente la scomparsa della sua coniglietta. Appese al muro c’erano due lavagne abbastanza grandi in sughero e appiccicate con delle puntine e collegate da dei fili rossi c’erano le prove e le foto che era riuscito a raccogliere, quindi il nulla più totale.
Della volpe a Nick poco importava, la sua preoccupazione principale era Judy.
Aveva affisso il suo nome al centro della prima lavagna e attorno ad esso c’erano diverse foto e post-it riguardanti il luogo della sua scomparsa.
La volpe stava nuotando in un mare di incertezze, non sapeva da dove iniziare ma proprio in quel momento entrò qualcuno nel suo ufficio che in seguito avrebbe dovuto ringraziare.
≪Wilde≫ ringhiò Bogo spalancando la porta ≪Spero tu abbia cominciato ad indagare sul caso di Fred Knowels≫ sbuffò dalle narici e gli rivolse un’occhiata infuocata. Nick quasi si ritrovò a balbettare, essendo stato preso con le zampe nel sacco. Stava lavorando su tutto, tranne che su quel caso, ma ovviamente non si fece vedere in preda al “panico” e rispose prontamente
≪Si certo, ci può giurare≫ il bufalo spostò gli occhi dall’agente alle lavagne alle sue spalle, assottigliando lo sguardo
≪Sarà meglio, non possiamo permetterci che quel farabutto rimanga ancora a lungo fuori di prigione. Entro domattina voglio i suoi progressi, seppur minimi, sulla mia scrivania. So quanto abbia fretta di ritrovare la sua compagna –lanciò un’altra rapida occhiata alla lavagna- ma l’agente Hopps sa difendersi, mentre i civili no e potrebbero essere coinvolti in eventi gravi provocati da quel fuggitivo. Mi auguro che abbia capito ciò che intendo, e ora si sbrighi e si rimetta a lavoro≫ scandì bene l’ultima frase e non gli diede tempo di replicare, uscendo velocemente dall’ufficio così come era entrato.
La volpe crollò con il muso sulla scrivania, ormai era stato messo alle strette, avrebbe potuto pensare a Judy quella sera, al suo rientro a casa.
 
Nick accese il computer ed entrò nel database della centrale, scrisse il nome del ricercato e accumulò quante più informazioni possibili. Scorrendo nei dati dell’archivio trovò un’informazione più preziosa dell’oro.
“Ultimo avvistamento: Rainforest. Distretto 42, tra la sedicesima e la diciassettesima. Riprese di una telecamera di sicurezza. Qui allegata l’unica immagine del ricercato” Nick scrollò con le dita sulla rotellina del mouse e davanti a lui comparve una foto non troppo nitida, ma abbastanza chiara da poter identificare Fred Knowles.
≪Bingo≫ disse alzando le orecchie e mandando in stampa il documento.
Questo significava solamente una cosa: aveva una pista.
 
 
--
 
Tremava.
Tremava il musetto tondo e soffice, il nasino rosa e la coda a fiocco.
Tremavano le orecchie e non sapeva come farlo passare quel dannato tremore.
Era buio ed umido, c’erano degli strani rumori nell’aria e facevano da sottofondo alla voce che le stava parlando, profonda e stranamente familiare.
≪Cara, cara Judy≫ disse la voce ≪Mi sarai così tanto utile, così tanto≫ ridacchiò facendola rabbrividire. Lei indietreggiò ed allargò gli occhi ancora di più, tentando di vedere in quell’oscurità sconfinata
≪Cosa intendi? ≫ chiese tentando di mascherare la tensione che le stava aggrovigliando lo stomaco.
≪Oh piccola Judy, ti verrà svelato tutto molto presto. Sei così cara, Judy mia. Preziosa.≫ parlò confusa la voce, allontanandosi sempre di più da lei ≪Ma devi pazientare. La pazienza è la virtù dei forti, e tu sei tanto tanto forte non è vero?≫ chiese retorica la voce, diventando sempre più distante. Judy rizzò le orecchie ed assottigliò lo sguardo
≪Cosa stai dicendo?! Dove stai andando?! Dimmi chi sei!≫ disse esasperata la coniglietta, sporgendosi in avanti, tendendo una zampa verso il nulla, sperando che qualcuno la stringesse e la portasse al sicuro.
≪A tempo debito, Judy. A tempo debito≫ rispose la voce per poi sgusciare via nel buio, lasciandola sola con i propri pensieri.  Lei non aggiunse altro, mugolò solo e si ripiegò su se stessa, cosciente di essere rimasta completamente sola in quel posto senza luce.
 
--
 
Aveva appena posato le zampe sull’asfalto melmoso quando un odore acre gli si insinuò nelle narici, facendogli voltare il muso verso un vicoletto scuro e malconcio.
Era una strada principale quella, ma con tanti snodi e vicoletti mal messi, e Nick lo sapeva, non era la prima volta che si ritrovava a Rainforest ma sperava ogni volta che sarebbe stata l’ultima.
Purtroppo ci ricapitava sempre e quella città continuava a non piacergli.
Lui preferiva il caos delle vetture e le urla dei mercanti decisamente-poco-in-regola tra le strade poco trafficate di Zootropolis. E invece li c’era tanto, troppo silenzio.
Le auto emettevano così poco rumore che nemmeno stando in ascolto si poteva percepire qualcosa, e questo gli dava letteralmente alla testa.
In ogni caso, oltre alle sue rapide considerazioni sul raccapriccio che provava verso quel posto, c’era ben altro a cui doveva pensare.
Si avvicinò vicino al palo della luce dove erano installate le telecamere e da li si orientò sulla direzione da prendere. Aprì il fascicolo che si era portato dietro dentro una pratica sacca e scrutò attentamente la foto. Nel guardarla un piccolo sorriso prese forma sulle sue labbra. Erano state le telecamere di sicurezza ad aiutarli quel giorno, quando avevano collaborato insieme per la prima volta, ed ora li stavano aiutando ancora. Scosse la testa, scacciando i pensieri che si erano venuti a formare nella sua mente e alzò gli occhi, ritrovandosi davanti lo stesso posto riportato nell’immagine. Si avviò quindi verso il vicolo e cominciò a guardarsi attorno. Sembrava non ci fosse nulla, ma quando annusò per bene l’aria ritrovò l’odore poco piacevole che aveva sentito poco prima e il suo sguardo guizzò verso un punto preciso ai piedi del muro. E proprio li, affianco ad un mattone decisamente scolorito stavano un paio di peli rossicci. Il mammifero tirò fuori un sacchetto ermetico trasparente e un guanto, sorridendo soddisfatto. Quei miseri peletti sistemavano tutto, ce l’aveva in pugno quel dannato. 



Angolo autrice
Okay sono davvero una persona orribile. Il capitolo è uscito tardissimo, è anche abbastanza breve ma posso assicurarvi che è stato abbastanza complicato scriverlo e infatti sono sicurissima che ci siano ancora degli errori da rivedere, ma non potevo rimandare la pubblicazione, quindi mi scuso per gli eventuali pasticci.
Mi è piaciuto particolarmente inserire quel piccolo pezzettino non in programma dal punto di vista di Judy, penso abbia dato qualcosa in più al capitolo.
Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia accontentati, mi scuso ancora per l'immenso ritardo e vi dico che la pubblicazione del prossimo è a data da destinarsi, ma che comunque uscirà in un tempo limite di una settima.
Grazie per l'attenzione e non picchiatemi, ci vediamo nel prossimo capitolo! 
-shiver

 

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Capitolo 5
*** Prove ***


Nick tornò di tutta fretta in centrale. Non guardò nessuno, non parlò nemmeno con una sola persona, scattò solamente verso i piani bassi della centrale, dove si trovava il laboratorio di genetica.
Scese le rampe di scale a due a due, noncurante di qualsiasi cosa gli stesse attorno.
Arrivato davanti alla porta bussò energicamente ed attese impaziente.
Dopo interminabili attimi il lupo che si occupava del laboratorio assieme a due procioni recentemente assunti aprì la porta.
≪Prego? ≫ chiese squadrandolo
≪Mi serve alla svelta l’identificazione di questi peli ≫
≪Agente Wilde, vero? ≫
≪Si, esatto. E’ un caso urgente, quanto ci vorrà? ≫
≪Penso – si girò verso i due colleghi che gli fecero uno strano segno con le orecchie–circa tre o quattro ore, dovremmo passare in rassegna tutti i registri di ogni zona di Zootropolis. Dove ha detto di averli trovati? ≫ chiese il lupo bianco
≪Non l’ho detto veramente, nel distretto di Rainforest, comunque≫  spiegò rapido. Quello lo guardò ancora una volta e poi porse la zampa verso la volpe
≪Le prove, prego≫ Nick cacciò fuori dal taschino della camicia il sacchetto trasparente e glielo porse
≪Faccia attenzione, sono le uniche prove che ho raccolto. Non ce ne sono altre. ≫
≪Sarà fatto, sappiamo ciò che facciamo non si preoccupi Wilde. E ora ci lasci lavorare, la avvertiremo quando i dati saranno a nostra disposizione≫ Nick annuì e si dileguò su per le scale senza troppi convenevoli.
Aveva molto tempo a disposizione per potersi concentrare sulla scomparsa di Judy, ma una strana sensazione si era insinuata nel suo ventre ed era sicuro che non ce la avrebbe fatta, almeno non in quel momento.
Valutò quindi cosa fare e gli rimase solo un’opzione: ritornare a Rainforest.
Fece scattare svelto le zampe e dopo meno di un ora si ritrovò nell’esatto punto in cui era stato quella stessa mattina.
In quel momento era circa mezzogiorno, il sole aveva cominciato a girare ed un minimo di luce aveva fatto capolino anche in quella zona della città, spesso poco illuminata ed angusta a suo parere. Nick camminò verso il vicolo e si mise ad annusare il punto in cui aveva trovato le sue prime tracce. Inizialmente il suo olfatto non percepì nulla di insolito, ma annusando più attentamente scorse un lieve odore di plastica misto a pelliccia bagnata. Si girò intorno e si rese conto che la sua pista continuava oltre quell’alto muro di cemento.
“Grandioso. Adoro scalare muri” pensò ironicamente cercando un appiglio per scavalcare quell’ammasso di mattoni che si ritrovava davanti.
Cercò a lungo e poi la vide, una nicchia poco visibile ma abbastanza grande per infilarci una zampa e saltare oltre il muro. Nick sorrise e balzò, aggrappandosi al rientro nel muro e con suo grande stupore si ritrovò ad accorgersi di una cosa, la sua zampa ci stava benissimo. Ghignò appena, sicuro di essere sulla strada giusta.
Con una zampa posteriore penzoloni e l’altra aggrappata alla nicchia, dovette sforzarsi un po’ per non cadere sulla coda e superare l’ostacolo. Si diede una spinta con la zampa che teneva sul muro e si lasciò andare, arrivando per un pelo alla fine del muro.
Con le braccia si tirò su e guardò quello che si presentava davanti ai suoi occhi.
Un enorme complesso di palazzi e negozi circondati da alberi e luci abbaglianti come decorazioni. Nick strizzò le palpebre e si chiese come avesse fatto a non notare quella miriade di fasci colorati e insegne con luci intermittenti dall’altra parte del muro. Insomma era alto, questo si, ma possibile che in quella semi-oscurità non fosse riuscito a scorgerle?
La faccenda puzzava ma quella non era la sua principale preoccupazione.
Guardò in basso e notando uno spazio libero tra gli alberi si lasciò cadere, ma le sue zampe non toccarono il terreno perché qualcuno lo acciuffò, mantenendolo a mezz’aria.
La volpe si guardò intorno intontita, ebbe però la prontezza di tirare fuori la propria pistola, pronto a difendersi. Quando a suo malgrado vide un cerchietto rosso spostarsi dalla divisa alla testa ripose l’arma, ingoiando a vuoto.
Sia chiaro, Nick non era un fifone, non proprio almeno. E’ vero si che le volpi sono furbe e tendono spesso a tirarsi fuori dai guai, ma non tutte sono codarde e Nick faceva parte di quelle poche volpi che davanti al pericolo non si tiravano indietro. Solo che ora era appeso come un salame dentro una sorta di rete spuntata dal nulla, con un’arma puntata addosso e senza sapere niente del suo attuale avversario.
 Fece scorrere gli occhi avanti e indietro, socchiudendoli spesso per la troppa luce emanata da quelle dannate illuminazioni. Inutile dire che in quelle condizioni la sua vista fece cilecca e quindi si ritrovò in una posizione di svantaggio accertata.
Si era appena sistemato in una posizione più comoda quando un grosso telo nero venne fatto cadere sulla sua gabbia di corde, oscurandogli completamente la vista del mondo esterno.
Le luci erano sparite e intorno a se Nick percepiva solo oscurità.
 Pensò che fosse buffo quello che gli era appena capitato. Un attimo prima non riusciva a vedere perché abbagliato dalla luce, ed un attimo dopo non riusciva a farlo perché circondato da un buio troppo fitto per essere percepito.
I suoi simpatici pensieri vennero interrotti da una voce che Nick non riuscì a collegare a nessuna delle sue conoscenze, lasciandogli un pesante strato di turbamento addosso.
Sentì dei passi avvicinarsi, poi l’animale si fermò e disse solo
≪Wilde, ti conviene interrompere le tue ricerche, te la farà pagare≫ e prima che Nick potesse replicare un fruscio di foglie e rami si allontanò nella direzione opposta a quella dove si trovava, lasciandolo solo e appeso in un bozzolo scuro.
Nick sospirò ma un sorrisetto beffardo si fece strada sul suo muso: aveva l’odore di quell’animale.
Quando fu certo di potersi muovere calciò il telo sopra le corde e con immenso piacere notò che metà dell’illuminazione era stata spenta. Cacciò fuori un coltellino da una tasca e cominciò a segare le corde, fino a che non fu finalmente libero.
Atterrò con le zampe sul terreno e subito cominciò a fiutare le tracce che l’animale misterioso si era lasciato alle spalle.
Purtroppo il suo inseguimento ebbe vita breve, perché correndo dietro a quell’ odore si ritrovò davanti a quella che era la discarica di Rainforest.
Batté una zampa a terra frustrato, sollevando una lieve cortina di polvere. Aveva lasciato la sua pista iniziale per cosa? Ritrovarsi davanti ad una cavolo di discarica nascondi-odori.
La volpe ringhiò e percorse la strada a ritroso, cercando di rimettersi sulle tracce dell’animale del muro, ma purtroppo troppi odori si erano mischiati tra loro nelle sue narici, lasciando spazio ad un misto di piste non affidabili da seguire in quel momento.
Per quel giorno Nick, in quella zona, decise di aver terminato. Se ne tornò alla volante strusciando la coda sul terreno, diretto verso la centrale.
Appena arrivò uno dei due procioni del laboratorio lo accolse, facendogli segno di seguirlo.
Dopotutto qualcosa in quella giornata poteva ancora andare nel verso giusto.
Si catapultarono ai piani bassi della stazione di polizia e il lupo di cui ancora non sapeva il nome  aprì la porta, facendo segno ai due agenti di entrare.
≪Dunque? ≫ chiese nervoso Nick osservando l’ambiente circostante.
Era pieno di provette e liquidi di dubbia provenienza su ogni ripiano o scaffale. L’odore di disinfettante era pungente e il bianco delle pareti dava quasi fastidio alla vista.
Il lupo rispose dopo poco, con tono preoccupato.
≪Abbiamo trovato due corrispondenze, e devo dire che è piuttosto inquietante≫  sul muso della volpe comparve un’espressione incuriosita ed interrogativa
≪Mi faccia vedere, presto≫ il lupo annuì incerto, conducendolo ad un tavolo con un pc sopra.
Posso dirvi una cosa? Quando lo schermo del computer dove l’agente portò Nick si accese,  i suoi occhi si allargarono all’inverosimile e la sua mascella cadde, lasciandolo sbalordito.
La sua reazione sembrò esagerata perfino a se stesso, in fondo se lo era aspettato, ma aveva sperato che non fosse vero.
Le immagini che si stagliavano sul display erano di due animali che Nick conosceva bene, fin troppo direi. Diciamo che, per aiutarvi a capire, una delle due era una sua vecchia conoscenza.
≪Cosa mi dice Wilde? ≫ domandò il lupo
≪Che riuscirò a spiegare questi risultati. Si aspetti degli sviluppi interessanti agente…? ≫
≪Agente Lersh≫ rispose lui
≪Bene. Si aspetti degli sviluppi agente Lersh. Mi deve però promettere che aspetterà a divulgare queste informazioni, mi serve tempo per spiegare ≫
≪E’ il suo caso Wilde, non metterò il muso a meno che non si dimostri necessario≫
≪Lei è un galantuomo. Le devo un favore≫ asserì Nick sistemandosi la cravatta e lanciandogli uno sguardo complice.
Finalmente stava cominciando ad avere delle certezze, ma necessitava di tempo e purtroppo quest’ultimo stava venendo a mancare.
Nel suo cervello si erano accese involontariamente delle lancette e non davano segno di fermarsi.
Tic, toc.
Tic, toc. 


Angolo autrice
Salve a tutti!
Questo è un ritardo da premio Nobel, lo ammetto.
Purtroppo (come ho già spiegato a chi mi segue su Wattpad) ho avuto delle serie complicazioni familiari, compreso un lutto, quindi il tempo per scrivere è stato poco e la voglia di farlo ancor meno.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali sbagli ma ripeto, è stato complicato mandare avanti questo testo.
Per quando riguarda gli sviluppi nella trama posso dirvi che siamo quasi a metà storia e non ci vorra molto prima che si scopra chi Nick ha trovato tramite questa analisi e chi ha rapito Judy. A voi le ipotesi!
Spero continuerete a seguirmi nonostante i ritardi e i capitoli non troppo estesi.
Grazie per l'attenzione! Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui a leggere.
Ci vediamo al prossimo capitolo <3
-shiver

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Capitolo 6
*** Intruso ***


Le orecchie basse e le palpebre serrate. Judy era li in quella posizione da quanto? Giorni? Ore? Non ne aveva idea.
Le erano stati dati dei pasti, se così potevano essere definiti. Quando era ora la incappucciavano e la liberavano solamente quando tutto era pronto, lasciandole un paio di carote e un tozzo di pane davanti alle zampe.
Le avevano dato circa tre o quattro miseri pasti e la coniglietta stava raggiungendo il limite.
Non vedeva la luce da moltissimo tempo,aveva gli occhi che le dolevano e non si muoveva mai, rimaneva ferma nella stessa posizione per periodi interminabili di tempo.
Stava crollando e non sapeva nemmeno per quale motivo l’avessero presa e ridotta in quel modo.
 
--
 
Nick abbassava e alzava le orecchie ad intermittenza, strofinandosi le tempie ogni tanto.
Come diavolo aveva fatto ad evadere?
Scosse la testa, non poteva davvero crederci. C’aveva sperato, ed invece il destino si era divertito a fargli lo sgambetto, mozzandogli entrambe le zampe e poi la coda, sballandogli l’equilibrio e facendolo cadere giù da un precipizio interminabile.
Nick sapeva di essere coinvolto nel caso, anche troppo, ma fin quando Bogo ne sarebbe stato all’oscuro, lui avrebbe potuto continuare a condurre le indagini.
La volpe gettò il muso all’indietro sulla sedia girevole, la sua testa era diventata una pentola a pressione pronta ad esplodere, non avrebbe retto ancora a lungo.
Ed è buffo pensare come il destino decise di agire in quel momento. Suggerì alla vita di mozzare anche la testa a quella povera volpe, e davanti agl’occhi, Nick si ritrovò un animale avvolto in un cappotto lungo e scuro, un paio di occhiali neri posati sul naso e un cappello a coprire le orecchie, ma nonostante questo Nick sapeva chi si nascondeva sotto il travestimento.
≪Tu≫ si rizzò in piedi ed afferrò la propria pistola dalla cintura, puntandogliela contro. L’altro non sembrò farci caso e rispose calmo
≪Oh si, io≫
≪Non può essere≫ disse mantenendo gli occhi sull’animale, che si poggiò con la schiena al muro
≪Che c’è non mi vedi? Sei diventato forse cieco?≫ alzò le spalle divertito ≪Forse sordo, ti avevo espressamente avvertito di fermarti≫
≪Caro mio ci vedo e sento benissimo≫
≪Ottimo, spero che tu ci senta meglio della scorsa volta, perché sto per dirti qualcosa che non dovrai dimenticare≫ l’animale ghignò e si avvicinò alla scrivania di Judy, facendosi temporaneamente distrarre ≪Oh Nick, ma chi è questa adorabile coniglietta?≫ domandò divertito afferrando la foto di Judy assieme ai suoi genitori in divisa da poliziotta.
Nick deglutì rumorosamente ed in un attimo collegò tutto, ci mancava solo quella.
≪Sei stato tu≫
≪Io? A far cosa, Nick?≫ chiese retorico l’intruso, portandosi la zampa libera al petto in modo teatrale
≪Oh lo sai bene, dimmi cosa vuoi≫
≪Cosa voglio? Davvero non ci sei arrivato?≫ disse ancora, rigirandosi la cornice tra le zampe ≪Vendetta Nick! Su di te≫ pronunciò quella frase con rabbia repressa, amarezza e delusione, un misto di sentimenti che andarono a creare un buco nel petto della volpe.
≪Se è su di me che vuoi vendetta allora lasciala stare!≫ quasi urlò, trattenendo un ringhio in fondo alla gola
≪Sai meglio di me che è lei il tuo punto debole. Perché lasciar andare l’animale la cui assenza ti provoca il dolore più grande! Io mi sto divertendo≫ gongolò sul posto, ridendo isterico. Poi riprese a parlare e questa volta un tono più serio si fece spazio tra le sue parole ≪Non pensavo ti saresti rammollito fino a questo punto. Veramente Wilde? Ti sei innamorato di una stupida coniglietta!? Ma come sei romantico, un vero eroe. Beh sappi questo, non tornerà da te tanto facilmente. Avrò ciò che bramo e nessuno potrà fermarmi≫ l’animale scaraventò la fotografia a terra, spezzettando il vetro in mille piccole parti.
≪Nick, non fermarmi, non seguirmi e oh… abbassa pure l’arma, non vorrai mica che qualcosa di spiacevole accada alla tua partner proprio in questo momento?≫ Nick sbiancò, ritirò la coda fra le zampe e lo guardò sparire agilmente fuori dalla finestra da cui era entrato di soppiatto.
La volpe aveva le zampe legate e non sapeva come liberarsi.
Nonostante questo decise di non accasciarsi e subito  un campanello di allarme si accese nella sua testa. Rapidamente uscì dall’ufficio e si avvicinò al bancone dove Clawhauser stava seduto a fissare il proprio palmare.
≪Spostati Clawhauser≫ gli ordinò raggiungendolo e spingendolo – per quanto la propria forza gli permettesse –dalla propria postazione
≪Cosa succede Wilde!?≫ si agitò il collega. Nick non rispose ed il groppo che aveva in gola si dissolse.
Davanti a se aveva gli schermi della sorveglianza e quelli del suo ufficio erano oscurati.
Nessuno avrebbe mai visto il loro incontro.
 Tirò un sospiro di sollievo e guardò il ghepardo che abbassò le orecchie e disse con aria colpevole: ≪Oh perbacco, non mi ero accorto del malfunzionamento delle telecamere di sorveglianza≫
 
--
 
≪Ehy coniglietta≫ a grandi passi si avvicinò al corpicino di Judy, il muso incappucciato e le zampe legate al muro alle sue spalle ≪Ho fatto una visitina al tuo collega. Sai, è molto preoccupato≫
A Judy si gelò il sangue nelle vene e rizzò le orecchie per quanto il sacco glielo permettesse
≪Cosa vuoi da Nick? ≫ disse furiosa
≪Ehy calma piccoletta, non gli torcerò nemmeno un pelo per adesso≫ mise le zampe davanti a se fingendo di essere intimorito, nonostante Judy non potesse vederlo
≪Tu starai qui buona buona, oppure qualcuno si farà male≫ sogghignò incrociando le zampe dietro alla schiena
≪Perché mi dici questo?≫
≪Cara piccola Judy, che divertimento ci sarebbe se non ti aggiornassi ogni tanto? Tenerti sana di mente non mi darebbe alcuna soddisfazione≫ Judy rimase inorridita da quelle parole, ma il disgusto fece spazio al dolore e ad un senso di vuoto all’altezza dello stomaco. Sentì il pizzicorio delle lacrime farsi prepotente ma non pianse, non versò una sola lacrima o il suo rapitore avrebbe vinto.
≪Tu sei pazzo≫ sputò con disprezzo
≪E tu nelle mie mani. Voglio solo giustizia, proprio come te, poliziotta≫ rise di gusto e si allontanò dalla coniglietta stesa a terra, raggomitolata su se stessa. Tutto stava andando secondo i piani e nulla li avrebbe rovinati.
 

Angolo autrice
Dopo innumerevole tempo è finalmente arrivato anche questo capitolo! Sicuramente avete già capito molte cose ma io qui non confermerò nulla, lascerò che la storia si evolva da sola come è giusto che sia.
Non ho molto da dire, solo le solite cose! Spero vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi!
Ci vediamo nel prossimo capitolo 
-shiver

 

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Capitolo 7
*** Scintilla ***


Nick stava steso sul suo letto, indosso una semplice maglietta grigia e nella mano una pallina da tennis. Poteva sembrare stupido, ma lo rilassava enormemente lanciarla in aria per poi riprenderla.
Era così confuso.
Non poteva davvero essere, era scappato da una prigione di massima sicurezza per avere vendetta su di lui?
Era astuto, Fred, lo era davvero. Come quando erano piccoli e Nick si faceva sempre soffiare metà pranzo sotto il naso perché suo fratello era più sveglio di lui.
Ma questa volta non glielo avrebbe permesso, non gli avrebbe lasciato il gusto di prendersi la sua carotina.
E si avete capito bene, suo fratello.
Nick non amava parlarne, a dire il vero non lo faceva MAI, forse perché non era proprio il massimo essere una volpe con un fratello criminale. Già, la sua nomina sarebbe calata a picco senza la minima possibilità di rialzarsi se la voce si fosse sparsa. Così l'aveva tenuto nascosto a tutti, tenendo il segreto sottochiave ed evitando ogni minimo accenno di discorso al riguardo della propria famiglia.
Ora però il peso si era triplicato. Nasconderlo quotidianamente era diventato piuttosto facile, non parlava mai di se, non si immischiava in nulla che potesse implicare la sua famiglia, ma ora altri erano a conoscenza di quel possibile legame. C'erano analisi e documenti stilati in breve che sarebbero potuti diventare di dominio pubblico in tutta la centrale in pochissimo tempo e questa possibilità lo terrorizzava.
Sapeva che l'agente Lersh non avrebbe fiatato, sembrava di parola, ma doveva stare comunque all'erta, quello non era un mondo poi così tanto giusto.
Era quindi arrivato il momento di muoversi. Sarebbe tornato a Rainforest e avrebbe trovato il nascondiglio dove si era rintanato Fred.

Arrivò in centrale e non degnò Clawhauser di un solo sguardo.
Si sfilò la giacca di servizio e la ripose sull'attaccapanni dell'ufficio, al suo posto indossò un comunissimo giacchetto grigio con le maniche verde scuro, la pistola nella cintura nascosta sotto la maglia e il distintivo accuratamente seppellito da fascicoli di ogni genere nel cassetto della sua scrivania.
Si voltò per dare un ultimo sguardo alla postazione di Judy, affianco alla sua, e si convinse che l'avrebbe ritrovata ad ogni costo.
Afferrò il berretto scuro dalla tasca posteriore dei pantaloni e se lo mise a coprire le orecchie, camminando verso l'uscita della centrale.
Clawhauser lo fermò, incuriosito dallo strano abbigliamento del collega.
≪ Nick, dove vai così vestito? ≫
La volpe grugnì e lo guardò.
≪Indagini, Clawhauser. Non tutti stiamo seduti tutto il giorno su una sedia≫ sputò infastidito, prima di uscire senza aspettare risposte.
Sapeva di non essere stato un esempio di cordialità ma non aveva il tempo di scambiare battute amichevoli con quel ghepardo, aveva ben altro di cui preoccuparsi.

--

Arrivò a Rainforest, questa volta usando i mezzi pubblici. Il silenzio asfissiante delle strade turbò ancora la volpe, facendogli scuotere la coda stizzito.
Dio quanto era estenuante, c'era uno di quei silenzi impossibili da spezzare, insopportabili per uno come lui.
Sospirò e si ritrovò davanti al muro di qualche sera prima. Lo guardò stagliarsi sopra di se e con gli occhi cercò ancora una volta gli incavi che gli avrebbero permesso di scavalcare, ma quando si accorse che erano stati tappati sbatté la zampa a terra.
Diamine, quel dannato aveva calcolato tutto, come al solito. Era insopportabile, il modo in cui il suo cervello malato andava più avanti del suo, più avanti di quello di tutti.
Si sarebbe dovuto arrangiare in qualche modo, magari rimediando una scala... No, prevedibile, ed inoltre avrebbe lasciato delle tracce fin troppo evidenti.
L'aveva bloccato, avrebbe dovuto trovare una strada alternativa. Lo stava costringendo ad allungare i tempi, a fare il giro lungo.
Si rassegnò all'idea e rimanendo a muso basso per non farsi notare dalle telecamere raggiunse a naso un altro passaggio per oltrepassare il muro. 
Ora era li e gli sarebbero bastate un paio di occhiate e qualche annusata per capire dove andare, o almeno quelle erano le sue aspettative.
Studiò l'ambiente circostante, era diverso da come se lo ricordava. 
Tutte le illuminazioni erano scomparse come se non ci fossero mai state e ora al loro posto c'era il nulla.
Erano spariti anche quelli che gli erano parsi edifici abitati e negozi, adesso si potevano notare nelle costruzioni in decadenza –probabilmente in attesa di risistemazioni – e il tipico paesaggio di Rainforest tutto intorno.
Questo era strano, fin troppo, ma come durante la precedente visita Nick lasciò scivolare il curioso caso in secondo piano per potersi occupare delle sue ricerche.
Fece un passo, poi un altro, annusò l'aria ma non scorse nulla di rilevante, fin quando non raggiunse la parete di uno di quei ruderi e l'ennesimo sacco gli cadde sul muso a coprirgli la visuale e quello che doveva essere un dardo gli si conficcò nel braccio.
Davvero divertente come quell'evento sfavorevole avrebbe portato alla disfatta dei piani di qualcuno.

--

≪ Che gli hai fatto!? ≫ esclamò la coniglietta, il nasino tremante e le orecchie abbassate.
Silenzio.
Non ci furono risposte.
≪Dannazione dimmelo! ≫ sbottò tirando le catene che la tenevano prigioniera di quel maledetto muro malconcio.
L'animale che si trovava nella stanza con Judy sussultò e rise poi di gusto.
≪Lo vedrai con i tuoi occhi, coniglietta≫
A Judy si gelò il sangue nelle vene.
Quello era un pazzo e lei impotente, incatenata da troppo tempo in un luogo che non poteva nemmeno osservare.


 

Angolo autrice 
Holaaa!
Finalmente é arrivato questo benedettissimo capitolo, seppur breve per ragioni di costruzione della storia.
Vorrei scusarmi del ritardo e dirvi che vi adoro e vi ringrazio per star seguendo la mia storia.
Uh gia, notizia importante, piano piano stiamo giungendo al termine di questa avventura e vi auguro buona permanenza till the end <3

Alla prossima! 
-shiver

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Capitolo 8
*** Risveglio ***


Aprì gli occhi ancora stordito, non aveva idea di quanto tempo avesse passato sotto sedativi, ma a giudicare dal sole che faceva capolino dalle grandi crepe nel muro che aveva alla sua destra a qualche metro di distanza, non doveva essere passato molto.
Gli avevano tolto il sacco dalla testa e incatenato le zampe alla parete.
Plateale, tipico di Fred.
Nick aveva sempre pensato che avesse qualcosa di diverso rispetto agli altri, aveva visto svariate volte delle strane scintille di pazzia nei suoi occhi, ma non aveva voluto dargli peso, non aveva voluto ascoltare la vocina nella sua testa che gli consigliava di stare attento a quegli occhi verdi, uguali ai suoi.
≪Fred≫ chiamò freddo e secco, gli occhi vigili –per quanto possibile –e le orecchie sull’attenti.
≪Si è svegliato lo sbirro≫ rise di gusto la volpe, facendo la sua comparsa nel campo visivo di Nick.
≪Già, a volte mi ci vuole un po’ per svegliarmi, sono un tipo pigro≫ fece sarcastico, rivolgendogli un’occhiata truce.
≪Il mio caro, carissimo, fratellino≫ sottolineò Fred, muovendo la coda sinuosamente ed ignorando il suo commento ≪Dovresti proprio vederti, uno straccetto stordito e ammanettato, incapace di muovere un solo muscolo≫ soffiò, guardandolo di sottecchi e spalancando gli occhi subito dopo, come se avesse ricordato qualcosa di importante sul momento.
≪Sai cosa? Potrei portarti uno specchio e lasciarti osservare il tuo aspetto,  disgustato per lo stato in cui sei ridotto, ma ho di meglio di uno stupido vetro riflettente≫ sogghignò e Nick presagì che quello che i suoi occhi stavano per vedere era tutto purché uno spettacolo piacevole.
Sbarrò gli occhi.
Gola secca.
Freddo nelle vene.
No.
≪Sei… un mostro≫ sussurrò la volpe. Le iridi velate da un sottile strato di lacrime e le orecchie basse.
Davanti alla volpe c’era Judy, stretta in spesse catene attorcigliate ai polsi, con gli occhi aperti quasi quanto i suoi.
Dietro di lei, un toro di proporzioni colossali si assicurava che non potesse scappare.
Le lunghe e soffici orecchie ora erano sporche e le ricadevano malamente dietro la schiena, il pelo grigio era increspato e i vestiti ridotti a stracci. Nick la squadrò, era più magra e più minuta di quanto ricordasse.
Gli sembrava impossibile. Lei che era riuscita a farsi valere senza mai farsi abbattere da nulla e nessuno, ora era in trappola, malconcia e con un’espressione abbattuta sul muso.
≪Judy≫ uscì strozzato dalla sua bocca, quasi impossibile da afferrare.
≪Nick≫ rispose lei, flebilmente.
≪Che le hai fatto?≫ si riprese velocemente la volpe, rivolgendo lo sguardo verso suo fratello.
≪Oh nulla, sei fortunato che sia ancora viva però≫ sorrise angelico, indicando il punto opposto della stanza al suo seguace. Questo vi portò la coniglietta, ancora con il muso volto verso Nick, e la incatenò nuovamente alla parete.
≪Folle. Sei un folle maniaco≫ sputò Nick, protraendosi verso Fred.
≪Lo sono eccome! E i folli amano vendicarsi di chi si è comportato male con loro≫ disse con una calma che fece raggelare il sangue di Nick.
≪Tu, tu mi hai rinnegato. Mi hai lasciato marcire dentro una cella per anni!
MAI una lettera, MAI una visita, MAI un contatto! Sono tuo fratello, siamo volpi. Non c’è posto per noi QUI. Tu lo sapevi, lo hai sempre saputo, ma non mi hai mai aiutato≫ parlò a raffica, gesticolando convulsamente e fissandolo con gl’occhi iniettati di sangue.
Judy, dal canto suo, era a bocca aperta, nel tentativo di assimilare quella marea di informazioni che l’avevano appena travolta.
Fratello?
Si sarebbe aspettata di tutto, ma non quello.
Fred andò avanti, con la pazzia a fargli da padrona.
≪Mi vendicherò su di te. Ti farò soffrire e ti brucerò il cuore. Rimarranno di te solo le ceneri≫ si avvicinò bruscamente a Nick e quando finì la frase si voltò verso Judy.
≪Oh ma non ti preoccupare, quello fatto arrosto non sarai tu… sarà lei≫ alzò una zampa verso la coniglietta e Nick sbiancò.
Fred l’aveva detto, lei era il suo punto debole, il suo chiodo fisso.
Lei era l’unica che poteva fargli davvero male, o meglio, la sua perdita lo avrebbe fatto.
Judy lo implorò con gli occhi, e Nick la rassicurò.
L’avrebbe portata via di li, a costo di rimetterci la pelliccia lui stesso.


Angolo autrice 

Hola!
Sono tornata presto rispetto alla scorsa volta!
Anche questo capitolo è particolarmente breve ma siamo agli sgoccioli e voglio riuscire ad aumentare il rapporto qualità/lunghezza. Meglio un capitolo ben scritto e pieno che un pataccone enorme e sconclusionato.
Comunque, mi auguro che anche questo sviluppo vi sia piaciuto! Oggi non sono affatto in vena di scrivere come autrice e non come narratrice in queste note di fondo, quindi vi lascio subito e vi aspetto al prossimo capitolo, augurandomi la vostra presenza.
Un abbraccione a tutti quelli che sono arrivati fin qui con pazienza e voglia di leggere.
Alla prossima!
-shiver


 

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Capitolo 9
*** Tu qui? ***


-Fratello?-
-Mh già- 
Judy aveva gli occhioni stanchi puntati sulla volpe dall'altro capo della stanza, le orecchie basse e l'aria perplessa.
-Sai, non era proprio la notizia migliore da dare ad inizio indagini. Dirti subito chi era... "Ehy sai questo criminale è mio fratello!"- scosse le zampe dietro il busto nonostante lei non potesse vederle.
-Okay hai ragione, ma è... Strano-
-Strano cosa? Il fatto che io sia un poliziotto e lui l'opposto? Si te ne do atto- cercò di scherzare Nick, abbozzando un mezzo sorriso.
-Nick, non mi sembra il momento di- un fruscio bloccò istantaneamente le parole di Judy. 
I due non parlarono e si scambiarono solo un'occhiataccia. 
Con lo sguardo attento e le orecchie tirate i due stettero in attesa.
Poi due orecchie, un paio di occhiali e una camicia hawaiana di dubbio gusto fecero capolino da dietro un muro in decomposizione.
Nick incurvò le sopracciglia semplicemente ma soprattutto genuinamente sorpreso, mentre Judy corrugò la fronte leggermente turbata.
I due poliziotti non parlarono, nemmeno il fennec lo fece, non subito per lo meno. 
-Nick?- chiese, portandosi allo scoperto masticando poco elegantemente un filo d'erba.
-Finnick?!- la mascella calata e le orecchie stirate dalla sorpresa.
-Oh si proprio io ragazzo- rispose avvicinandoglisi -Pensi che non mi sia accorto della tua scomparsa? Nick Wilde non sparisce nel nulla da un giorno all'altro senza lasciare traccia- disse l'animale togliendosi gli occhiali con un gesto rapido e appiccandoseli al colletto della camicia.
-Che... Che ci fai qui?! Come mi ha trovato? E poi come facevi a sapere che ero scomparso!- la volpe diede sfogo a tutte le sue perplessità, osservandolo ancora come se fosse un miraggio.
-Ehi una domanda alla volta- rispose l'altro con una calma che in quella situazione era decisamente fuori posto.
-Ero venuto a casa tua, un colpo grosso mi ha procurato delle rogne e così stavo cercando aiuto, quando ad un tratto sbam, non ti trovo. Ripasso questa mattina e niente. Il battacchio nella stessa posizione e il tappeto pure. Non mi quadrava qualcosa. 
Così ho chiesto in giro e mi sono ritrovato qua, brutto posto davvero. Ho dato uno sguardo, il toro qui fuori se n'è andato un'ora fa e non penso tornerà presto. Ho sentito il tuo odore ed eccomi qua-
Il piccolo Finnick aveva spiegato il tutto con una naturalezza tale da farlo sembrare ovvio, cosa che non era assolutamente.
I musi dei due agenti erano costretti in due espressioni più che curiose, quasi indecifrabili. 
-Beh? Ch'è successo Nick?- smosse lui, ancora perfettamente a suo agio.
-T-tu!- trillò e quel punto Judy, travolta ancora una volta in quel brevissimo arco di tempo da una notizia assurda -Sei arrivato fino a noi solo perché volevi un aiuto da Nick?!- chiese esterrefatta, insofferente per aver perso di mano il filo degli eventi.
-Eccerto sbirro- la liquidò lui, sputando il filo d'erba secca.
La coniglietta non osò ribattere, intenta ad elaborare quei funesti eventi abbattutisi su di lei.
-Finnick, è un casino ma tu puoi aiutarmi. È mio fratello. Allenta le manette a me e Judy, va alla stazione di polizia e- il fennec non gli diede il tempo materiale di rispondere che subito lo zittì con un gesto della zampa.
-Vuoi che vada dove? Amico sei impazzito?- strabuzzò gli occhi puntandosi un dito alla tempia e facendogli compiere movimenti circolari.
-Per favore Finnick, ascoltami. Se riuscirai a tirarci fuori di qui ti sistemerò quel tuo problema di cui mi hai accennato-
-Nick!- proruppe Judy nella conversazione -Non puoi fargli un favore dove c'è la legge di mezzo!-
-Carotina, si chiama contrattare, a meno che tu non voglia essere abbrustolita viva-
La coniglietta sembrò acquietarsi, nonostante l'evidente dissenso che le contornava il muso.
Era troppo stanca per far valere il suo proverbiale caratterino.
-Brava carotina ottusa- disse la volpe dolcemente, tornando poi con gli occhi sul fennec, decisamente pensieroso.
-Allora?- domandò Nick, guardandolo speranzoso.
-Sistemi tutto?-
-Si-
-Tutto tutto?-
-Si-
-Ma sei sicuro?-
-Per l'amor del cielo, si!- quasi urlò, fissandolo esasperato.
-Va bene, ci sto'- concluse l'altro, con aria soddisfatta.
-Bene, adesso allargaci le catene. Non penso avremo altro tempo, prima o poi qualcuno verrà a darci un'occhiata. Hai qualcosa per forzarle?- disse la volpe arrivando subito al punto. Il piccolo fennec non mancò di stupirlo e cacciò un piede di porco da sotto la camicia.
-Giri sempre con quello?- domandò istintivamente Judy.
-Tu giri con una pistola, e si chiama prevenzione cocca- spiegò in tono ovvio.
Detto questo iniziò a forzare le catene a Nick, e con poco riuscì ad allentarle quanto bastava per farle sembrare integre ma all'atto pratico fasulle. Appena finito con lui corse da Judy e fece lo stesso.
A lavoro terminato lanciò uno sguardo fugace ad entrambi e sussurrò prima di sparire dalla direzione in cui era apparso -Vi tirerò fuori di qua, resistete abbastanza per tirare fuori pure me-
Zampettò velocemente fuori dalla loro vista, lasciandoli ancora una volta soli. 


Angolo autrice
Hola! Sono solo 821 parola ma un'ora fa ho avuto questa botta d'ispirazione e l'ho dovuta cogliere.
Ho scritto tutto dal telefono quindi perdonateme per gli errori eventuali.
Sono soddisfatta anche se molto breve!
Spero abbia soddisfatto anche voi💙
Fatemi sapere cosa ne pensate ;-; 
Grazie mille per l'attenzione, un bacione a tutti~
-shiver

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Capitolo 10
*** Fine ***


C'era una buona dose di scetticismo nella riuscita del piano da parte di entrambi.
Era stato tutto decisamente troppo facile, e con Fred, non c'era da scherzare.
Nick aveva addosso una spiacevolissima sensazione di disagio, che si rafforzò quando suo fratello, un paio di ore dopo la visita di Finnick, si affacciò alla porta, fissandoli trionfante.
≪Oh ma salve, avete dormito bene? ≫ chiese, allisciandosi il pelo.
Né Judy e né Nick risposero, decisamente poco inclini a fare conversazione, con il pensiero fisso al fennec.
≪Abbiamo messo il piede sbagliato fuori dal letto a quanto vedo. Beh, non penso che la nostra tenera coniglietta avrà altre notti per dormire e provare a svegliarsi in serenità≫
Nick gli lanciò un'occhiata di traverso, consapevole che di lì a poco suo fratello avrebbe dato vita alla parte finale del suo disegno malato.
≪Sapete, domani è un giorno speciale≫ sorrise, muovendo le mani per aria con enfasi ≪E' la data in cui sono stato rinchiuso in quel buco di nemmeno quattro metri≫ disegnò un quadratino immaginario e si voltò di scatto verso la coniglietta, che aveva drizzato le orecchie percependo il pericolo avvicinarsi.
≪E io, che amo fare baldoria, voglio festeggiare!≫ ondeggiò piuttosto teatralmente verso Judy, chinandosi con grande rapidità alla sua altezza, e posandogli una zampa sul musetto sporco.
≪Goditi questo giorno, sarà l'ultimo che vedrai≫ sussurrò, provocandole in brivido lungo la schiena che le arrivò fino alla coda.
Sbarrò gli occhi violetti e li puntò nei suoi, dove colse una scintilla folle e malsana.
≪Sei un pazzo≫ soffiò crudamente, cercando di scacciare via il disagio dal suo volto.
≪Lo so≫ le diede ragione Fred, alzandosi e dandole le spalle, per poi uscire dalla stanza in assoluto silenzio.
Nick la guardò, abbassando tristemente le orecchie.
Stava per dire qualcosa, quando entrambi sentirono riecheggiare una risata proveniente da quello che probabilmente era un corridoio.
Fred fece ancora una volta la sua comparsa, ridacchiando e sogghignando come se gli avessero raccontato la barzelletta più divertente del mondo.
≪Santo cielo come sono sbadato! Mi sono scordato di farvi sapere una cosa importantissima!≫ allargò le zampe e fece ondeggiare la coda felice.
≪Ho scambiato due paroline con un vostro amichetto. Com'è che si chiama? Fi... Finnil? Fannick?≫
Entrambi i prigionieri strabuzzarono gli occhi, incapaci di tenere le emozioni sotto controllo.
≪Al diavolo il nome, in ogni caso penso abbiate capito. Un tipo davvero simpatico devo dire, ma purtroppo con un occhio e una lingua troppo lunghe≫ 
≪Che gli hai fatto?≫ sussurrò acidamente Nick.
≪Mah, nulla di che, gli ho solo tappato quella dannata boccuccia che si ritrova≫
Inutile dire come i poliziotti sbiancarono. Judy serrò le palpebre e Nick aggrottò le sopracciglia, incenerendo il fratello con lo sguardo.
≪Non prenderla sul personale, nessuno può rovinarmi la festa≫ fece spallucce, voltandosi ancora una volta verso l'uscita.
≪Proprio. Nessuno≫ specificò, abbandonando la sala una volta per tutte.
Avrebbe dovuto saperlo. Nessuno poteva fregare suo fratello, tantomeno un fennec come Finnick.
Era solo un ladruncolo, un truffatore che si guadagnava da vivere mettendosi in mezzo ai guai ed uscendone fuori con decisamente poca classe.
Non c'era da stupirsi e adesso la volpe non sapeva davvero dove andare a parare.
Avevano le catene larghe, ma liberarsi e cercare di fuggire non sarebbe stato utile. 
Li avrebbero sorpresi e assicurati al muro con il doppio delle precauzioni per non farli fuggire.
Avrebbe escogitato qualcosa al momento, quando Fred avrebbe fatto la sua mossa.

--

Guardava il pentolone pieno di acido ribollire e la follia crescere dentro di se.
Aveva atteso quel momento per così tanto, aveva bramato la vendetta così tanto che adesso gli sarebbe stata servita su un piatto d'oro, con il posto in prima fila.
Gli ci erano voluti anni per costruire il suo sistema di conoscenze e giungere fino a quello.
Si immaginava il finale però, in modo diverso, agli inizi.
Pensava che ad essere spolpato dall' acido sarebbe stato suo fratello, e invece una ben più piccante preda gli era capitata per le mani.
Quella Judy, un coniglio.
Era assurdo abbassarsi al voler bene ad una mangia-carote, per di più a difesa della legge.
Nick e Fred erano fatti della stessa pasta, due truffatori per cui sarebbe stato impossibile trovare un posto nel mondo.
Nick si era illuso di averlo trovato e suo fratello sapeva che erano solo fandonie le sue. Avrebbe eliminato quel mammifero con le orecchie lunghe e forse suo fratello avrebbe finalmente aperto gli occhi, rendendosi conto del suo sbaglio.
Si sarebbe vendicato e con il tempo lo avrebbe fatto rinsavire.
Era un piano geniale, un piano infallibile.

--

La sera stava calando.
Judy non aveva idea di che ora fosse e nemmeno di quanto tempo mancasse alla sua esecuzione.
Non c'era via di scampo, l'avrebbe dovuto capire. I pazzi trovano sempre il modo di concludere i loro piani.
Osservava Nick, probabilmente stava ancora pensando a qualcosa per farli scappare da quel posto, non accettando il fatto che si sarebbero dovuti arrendere.
Suo padre glielo aveva sempre detto, non tutte le imprese riescono e fare la poliziotta le avrebbe portato grandi problemi e responsabilità. Tutte parole che Judy aveva ascoltato e che non aveva preso sul serio.
Per lei era motivo di grande orgoglio essere entrata in polizia, pensava che avrebbe potuto risolvere tutti i casi e migliorare la città. 
Aveva grandi sogni e aspettative, ma adesso, attaccata a quel muro, si rendeva conto che non tutti i criminali potevano essere sbattuti dietro le sbarre.
Non si era mai sentita così triste e senza speranza.
Così vuota.
≪Judy so a cosa stai pensando≫ Nick parlò flebilmente ≪Non farlo, ti prego. Io posso arrendermi ma tu no, tu sei Judy Hopps≫ disse dolcemente, guardandola atterrito.

≪Nick...≫

Venne interrotta da dei passi pesanti provenienti dal piano inferiore.
Attesero in un silenzio schiacciante e ripresero a respirare solo quando un enorme bufalo varcò la soglia, seguito da una giraffa piuttosto muscolosa. 
≪Si va ragazzine≫ disse a gran voce il bufalo, avvicinandosi a Judy ed intrappolandola con delle manette, per poi liberarla dalle catene attaccate al muro. 
Lo stesso fece la giraffa con Nick ed entrambi i presumibili scagnozzi di Fred se li caricarono sulle spalle, in modo tale da tenerli sotto controllo.
Scesero diverse rampe di scale e giunsero fino a dei cunicoli scavati sotto l'edificio per poter passare da un nascondiglio all'altro senza essere osservati.
Nick ballonzolava di qua e di la con la testa, lanciando occhiate preoccupate verso la compagna. Non sapeva davvero come si sarebbe evoluta la situazione e la sua mente in quel momento non dava cenno di collaborare, proiettandogli davanti i peggiori scenari possibili.
Strinse le palpebre e iniziò a riflettere. Ci sarebbe stato un momento in cui le difese di Fred si sarebberoincrinate leggermente, e quello sarebbe stato il momento giusto, ma sarebbe stato difficile notarlo purtroppo. La volpe tirò un sospiro, ancora una volta poteva solo che aspettare.

--

Fred era in attesa, braccia posate sui braccioli di una sedia dall'aria piuttosto comoda. 
Attendeva con ansia il loro arrivo, e quando finalmente i due prigionieri varcarono la soglia tenuti ben stretti dai suoi seguaci, la volpe si sentì ricolma di gioia.
≪I miei carissimi amici sono qui! ≫ disse felice, rimanendo seduto a fissarli.
≪Sapevo che avreste accettato il mio invito. Saranno attimi indimenticabili e non potevate assolutamente perderli!≫ rise isterico, issandosi di colpo e puntando gli occhi verso il basso, in direzione di Judy e Nick.
≪Judy cara spero che ti piacciano le altezze, perché presto ti porterò mooolto in alto per poi lasciarti andare in questa bellissima ed enorme tinozza d'acido≫
La coniglia sbiancò, ormai totalmente incapace di tenere a bada le proprie reazioni.
Deglutì così forte che Nick si girò a guardarla per un attimo, prima di riprendere la sua perlustrazione con gli occhi dell'ambiente circostante.
Era piuttosto curato quel posto. Probabilmente era un capanno poco distante dal palazzo in cui si trovavano, con una rete di canali sotterranei.  Al centro era posizionata un'impalcatura mezza arrugginita, dove c'era un piano rialzato -attualmente occupato dal suo amabile fratello - e appena sotto un'enorme vasca spessa ricolma di un liquido piuttosto somigliante al vomito.
Si poteva definire suggestivo quel posto, purtroppo non in senso positivo.
≪Quindi è così che vuoi fare? Buttare una povera coniglietta indifesa dentro una pozza di vomito per soddisfare una tua stupida fantasia?≫
Fred lo guardò interessato, sgranando gli occhi.
≪Esattamente come hai detto, fratello. Non ci saranno tracce, sparirà come fumo e finalmente tu capirai quello che ho da dirti≫
Aveva lo sguardo iniettato di sangue e i denti digrignati, il pelo dritto e la coda alzata, chiaramente in agitazione.
Senza aggiungere altro fece un cenno del capo e il bufalo che aveva intrappolato Judy si mosse verso l'alto, fino a raggiungere Fred.
Nick tentò di divincolarsi ma fu tutto inutile.
≪Guarda adesso cosa sono capace di fare! Le volpi sono esseri magnifici ed ogni altra specie dovrà riconoscerlo. Abbiamo il potere nelle nostre zampe, Nick, e adesso te lo mostrerò≫
Farfugliò qualcosa al suo scagnozzo e questi si avviò verso l'interno dell'impalcatura, dove gli occhi della volpe non potevano arrivare.
Quando si fece rivedere, teneva Judy stretta e legata come un salame con delle corde molto spesse e ben strette.
Nick la guardava atterrito, notando con immenso dispiacere che la coniglietta non muoveva un muscolo. Era inerte e totalmente succube di ciò che stava accadendo.
Fred si stava accingendo a recitare il suo monologo finale, quando un brusio sempre più forte iniziò ad avvicinarsi alla sala. 
I poliziotti sapevano cosa stava per arrivare.
Erano tanti ed inarrestabili.

Topi.

Angolo autrice
HOLAA
Sono morta e risorta, lo so.
È assurdo c'ho messo tantissimo. Dato che stavo morendo a scrivere ho preferito ancora una volta fare un capitolo breve ma pubblicarlo.
Spero vi sia piaciuto;-; perdonate il ritardo...
Vi voglio bene, giuro.
-shiver

Mi scordo i pezzi nelle note e quindi questo è un robo aggiunto dopo aver pubblicato l'angolo autrice ufficiale. 
Questa non è la fine della storia, ho solo buttato il titolo molto a caso. Non impanicatevi, doveva essere l'ultimo ma ho preferito spezzettare.
Kiau~

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Capitolo 11
*** Quando le cose cambiano ***


Il brusio arrivava nelle orecchie e distoglieva dai pensieri.
Era un suono quasi “curioso”, piuttosto inusuale.
Nick rivolse uno sguardo fugace a Fred, che con le orecchie dritte e gli occhi vispi guardava la galleria da cui erano entrati con l’aria di chi non si sarebbe mai fatto fregare.
Si preparò per bene, impugnò una pistola e agganciò una cintola in vita piena di coltelli. Chiamò a gran voce due nomi che Nick non aveva mai sentito e dietro al fratello fecero la propria comparsa Jim e Alph, due renne con la faccia torva e cicatrici spesse lungo il viso.
Non sembravano certo quelle di Babbo Natale, con il nasino rosso e gli occhi sorridenti.
Judy invece era ancora penzoloni e teneva gli occhi chiusi.
Nonostante fosse cosciente che di lì a poco sarebbero arrivati i soccorsi, decise ugualmente di darsi per vinta, abbandonandosi completamente a se stessa.
Si sentiva debole e meschina a mollare tutto, ma sinceramente non vedeva davvero il modo di venirne fuori.
 
Lo scalpiccio intanto si fece sempre più forte, fino a quando la scatenata mandria di topi – o per meglio dire, di pantegane –fece il suo ingresso nella sala, rivelando un’uniforme piuttosto particolare  e un armamentario da far invidia a quello che Fred aveva legato in vita.
La squadra speciale.
Era così che la chiamavano, un nome banale forse ma decisamente micidiale.
Erano così tanti che non potevano essere contanti ed erano tutti al servizio della giustizia. Una rete fitta e quasi impossibile da sciogliere.
L’idea era venuta dal Capitan Bogo ed era stata sviluppata da una serie di poliziotti esperti e con più conoscenza sul campo.
Insomma, ricordavano molto la CIA o l’FBI versione mini.
Ci fu un attimo di pausa e poi l’inferno.
La prima fazione di topi si accanì con ferocia sulla giraffa che teneva in ostaggio Nick e questa fu costretta a mollare la presa, permettendo alla volpe di sgusciare via dalle sue grinfie.
Dei topi lo soccorsero tirando fuori alla svelta un paio di ferretti. Salirono furtivi lungo la coda dell’agente fino ad arrivare alle zampe legate dalle manette e con pochi e semplici gesti queste furono a terra, lasciandogli liberi i polsi.
Non ci furono ringraziamenti o altro e subito i topi tornarono nella mischia.
Le renne che il fratello aveva chiamato poco prima scesero le scale di ferro nitrendo furiosi.
Caricando di prepotenza andarono a ferire parecchi topi, alcuni dei quali batterono in ritirata, pronti a farsi sostituire.
Alcuni ratti scelti, vide Nick, sgattaiolarono al piano superiore, provando a sgusciare sotto le zampe di Fred.
Purtroppo quest’ultimo li notò e li afferrò con facilità per le code.
≪Non è questo il modo soldatini. Bon voyage≫ mimò una fintissima faccia dispiaciuta e li lasciò cadere nel bidone dell’acido.
Nick svelto di riflessi riuscì però a prenderne un paio, che a loro volta afferrarono di slancio gli altri due.
Sospirarono all’unisono e quando furono certi di essere fuori pericolo si rilanciarono nello scontro.
Nick, che sembrava essersi ripreso dopo aver osservato la squadra combattere, cercò con gli occhi un modo per raggiungere Fred.
Notò una ringhiera sgangherata che penzolava dalla struttura, decise quindi di correre per quanto più lo spazio gli permetteva e di saltare, tentando disperatamente di afferrarla.
Fece più prove e quando ci riuscì trattenne un urlo.
Con lo sguardo seguì il combattimento sotto di se, mentre scalava i tubi di metallo e ferro arrugginiti.
Si rese conto che alla lotta aveva preso parte anche il bufalo che teneva in ostaggio Judy e questo non gli sembrò un bene, essendo che tra lui e le renne non sapeva dire chi incuteva più timore.
Per quanto riguardava la giraffa... Beh quella era stata messa K.O. da un bel pezzo, legata come un salame e portata via con una facilità spaventosa da una fazione dei topi.
I ratti continuavano ad aumentare e scambiarsi di posto per poter ottenere il massimo risultato, e mentre Nick guardava abbagliato la scena, si sentì strattonare verso l’alto e sbattere a terra con violenza.
Sentì le scapole grattare e il collo indolenzirsi, e quando aprì gli occhi si ritrovò lo sguardo inquisitorio di Fred ad osservarlo.
Nick ringhiò e l’altro tirò fuori dalla cintola un coltello, puntandoglielo alla gola.
L’agente cercò di divincolarsi e quando lo fece una fitta lo fece guaire, arrestandosi a terra.
Fred aveva affondato il coltello nell’esatto punto di congiunzione tra la spalla e il braccio sinistro.
≪Urla quanto ti pare, non ti muoverai da qui≫
Sputò chiaramente irritato.
Nick provò ancora una volta a liberarsi e il fratello gli inflisse un altro colpo alla zampa posteriore destra, immobilizzandolo.
A quel punto Judy, quando sentì il secondo gemito di disperazione proveniente da Nick, decise di aprire gli occhi, ritrovandosi a guardare una scena agghiacciante.
C’era sangue, sangue che colava tra le ringhiere di metallo che formavano le impalcature, sangue sulle zampe luride di Fred e sangue sulla povera pelliccia di Nick.
La coniglietta si unì finalmente al frastuono che regnava nel capannone, liberando un urlo disperato che freddò il sangue di Nick in un solo istante.
L’altra volpe si alzò soddisfatta e si sarebbe girata a ghignarle in faccia se solo sette topi con il miglior addestramento della centrale non l’avessero assalito, tappandogli gli occhi e aggredendolo in punti specifici e provocatori di dolori lancinanti.
Fred era perfido, infimo e difficile da raggirare, ma non era imbattibile.
Nick approfittò di quell’attimo di debolezza per togliersi le armi conficcate nel corpo e alzarsi in piedi, strillando di dolore e rabbia.
Si avvicinò zoppicante al pannello di controllo che controllava l’aggeggio a cui era legata la coniglietta e pigiò qualche tasto per poterla riportare su.
Intanto che il marchingegno si metteva in moto, Fred riuscì a togliersi un topo dagli occhi e a scaraventarlo a terra, avanzando furioso verso Nick, che questa volta non si fece trovare impreparato.
Il topo a terra gli lanciò una pistola e la volpe la strinse tra le zampe con presa salda.
Fred lo scrutò.
≪Non lo faresti mai. Sono tuo fratello, Nick≫
Gli venne da ridere, fratello? DAVVERO? Non poteva pensare che si sarebbe mosso a compassione in un’occasione come quella.
Con le orecchie abbassate e il fiato corto fece cenno ai topi di occuparsi di Judy, che ormai era arrivata alla loro altezza.
Senza esitazione i roditori eseguirono quanto detto e lasciarono a Nick il piacere di concludere quel teatrino.
Fred, con una luce folle negli occhi prese a correre verso il fratello, ma uno sparo attraversò l’aria, colpendolo esattamente nello stesso punto in cui lui aveva precedentemente ferito Nick.
Si fermò sgranando gli occhi e poi, con quanto più odio possedeva, si lanciò nuovamente alla carica.
Un altro sparo, questa volta basso e diretto alla zampa posteriore.
≪Occhio per occhio, dente per dente≫
Fred si accasciò sputando sangue, indietreggiando un minimo per poter guardare il fratello.
Gli occhi ricolmi di isteria, di pazzia.
Cercò di parlare ancora una volta ma Nick non gliene diede occasione.
 
 
--
 
 
 
Nick non seppe mai identificare quello che provò quel giorno, ma era sicuro che in quel garbuglio intricato di emozioni ci fosse tantissima soddisfazione nel vedere quel delirio finire.
Ricordava che diede un ultimo colpo al fratello con il manico della pistola, proprio in mezzo al collo, stendendolo a terra privo di sensi e ricordava anche il sorriso di Judy e il pianto di entrambi che ne seguì.
Un bruttissimo sogno che finalmente tirava le tende.


 

Angolo autrice

HOLAAA!

Non ci potete credere? Manco io!
Vi ringrazio dal profondo del mio cuore se siete riusciti ad arrivare fino a qui senza mai abbandonarmi e continuando a sperare nel mio ritorno.

Questo per me è stato un viaggio ed è stato talmente intenso che non avete idea. Era realmente mio dovere finire questa storia entro l'anno. Stamattina mi sono svegliata e mi sono detta "Oggi metto un punto e termino la mia storia" e così ho fatto. Per me questo è stato l'anno più duro e travagliato che io abbia mai affrontato e giungere alla fine è un immenso sollievo.
Mi scuso per le continue assenze e forse per avervi deluso con alcuni capitoli e questo finale (manca l'epilogo tranquilli non lo lascio così) ma personalmente sono soddisfatta.

Non ho mai iniziato e finito qualcosa di così lungo e per me è super importante, soprattutto perché il tema affrontato non è nel mio bagaglio di scrittura (i gialli non sono il mio forte, che s'è notato?) se così posso dire.

E nulla basta la sto facendo troppo lunga, ditemi cosa ne pensate, ditemi cosa vi aspettavate e fatemi sapere qualsiasi cosa vogliate. Io vi ringrazio ancora una volta e ci vediamo all'epilogo <3

-shiver

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Capitolo 12
*** Qualcosa di semplice ***


Judy stava innaffiando delle piantine in balcone, le aveva sistemate qualche mese prima in degli adorabili vasetti di terracotta e da quel momento era diventato il suo hobby pomeridiano. Li aveva disposti in una fila ordinata e posizionati dal lato in cui il sole illuminava meglio l’appartamento.
La coniglietta amava prendersi quell'attimo di serenità in completa solitudine, quasi fosse una sorta di culto. Alla fine era nata e cresciuta nei campi, la terra la attraeva e le piaceva mantenere il contatto con essa.
Purtroppo la pace finì quando Nick la chiamò dalla cucina del loro appartamento.
≪Judy, mi daresti una mano? Non riesco a montare da solo questo pezzo≫ disse indicando alcuni pannelli di legno ai suoi piedi.
≪Oh Nick, cosa faresti senza di me?≫ scherzò la coniglietta lisciandosi le orecchie e ridacchiando.
≪Carotina non prendermi in giro, potresti pentirtene≫ ghignò divertito.
≪Piantala, non hai speranze contro di me≫
≪Uh io non ci giurerei≫ sibilò raggiungendola e cingendole i fianchi, guardandola divertito.
≪Non dovevo darti una mano?≫ lo canzonò ancora la coniglietta incurvando le sopracciglia.
≪Emh si, giusto≫ si riprese Nick, balzando all’indietro e spiegando alla compagna  in che modo avrebbe potuto aiutarlo.
Ci volle un’ora intera e forse anche di più, ma il risultato finale fu così soddisfacente che Judy dimenticò tutta la fatica fatta.
Quelle credenze color panna erano meravigliose e si intonavano perfettamente con il piano cottura e il lavabo bianco opaco, era tutto perfetto.
≪Ti piace Carotina?≫ chiese Nick, quasi sussurrando.
≪Oh si… tanto che mi metterei a cucinare proprio adesso≫ sorrise Judy, arricciando il nasino rosa.
Nick le accarezzò le orecchie e si abbassò alla sua altezza.
≪Quindi… è fatta?≫ domandò.
Judy scosse la testa in assenso ≪E’ fatta≫
E le venne naturale, la coniglietta si diede la spinta e lo strinse in un abbraccio che sapeva di tante cose, così tante che Nick ne fu travolto.
Sapeva di amicizia, sapeva di gratitudine, sapeva di amore e complicità.
Appena si ripresero entrambi da quella botta di dolcezza Judy guardò Nick.
≪E’ ora di andare a lavoro. Vedi di non mollarmi tutte le scartoffie o te ne pentirai dormendo sul divano per una settimana≫ disse avviandosi a passo spedito verso la porta d’uscita.
≪Oh oh cosa?! Carotina non scherzare!≫ si agitò Nick correndole dietro e arraffando l’uniforme sull’attaccapanni.
 
 
Arrivarono in centrale pronti e carichi per un pomeriggio di intenso lavoro.
O meglio, Judy arrivò pronta e carica.
Nick… beh non proprio.
Judy lo stava fulminando con lo sguardo dalla sommità della sua sedia girevole con decisamente scarsa pazienza.
≪Io giuro, giuro che ti caccerò fuori da questo ufficio a pedate se non inizierai a darmi una mano per stilare il rapporto≫ masticò mestamente le parole, aspettandosi una reazione più convinta di quella che ottenne.
≪Eh?≫
La volpe alzò il muso con la lentezza che avrebbe potuto avere solo Flash e la guardò.
Dio. Era un mulo, un caprone con il di dietro sempre a terra –o sulla sedia, dipendeva dai casi-.
≪Nick, alzati da quella maledettissima sedia e vieni qui. Subito.≫ il tono di Judy non ammetteva certo repliche e Nick, dopo un attimo un po’ troppo lungo di riflessione si alzò e la raggiunse svogliatamente.
≪Mh?≫ quel pomeriggio andava a monosillabi, quella volpe pigrona.
≪Oh no, non mi parlerai a versi per tutto il pomeriggio. Vedi di svegliarti, ho davvero bisogno della tua versione per questi documenti!≫ disse le ultime parole piagnucolando.
Nick, evidentemente stordito, fece roteare gli occhi e si decise ad ascoltare la propria partner.
 
 
Uscirono dall’ufficio che erano le otto di sera passate. C’era un piacevole venticello a scuotere l’aria e Judy si prese un secondo per assaporare quella tranquillità.
E, lettori cari, se ve lo steste chiedendo, erano passati quasi due anni dalla sciagura che si era abbattuta sui due poliziotti e al momento, gli eventi erano come ricordi ovattati, presi e gettati in un cassettino della mente di entrambi probabilmente rinominato “tenere qui per non dimenticare”.
I primi mesi erano stati terribili. Judy non riusciva ad uscire dall’appartamento, Nick le stava vicino e si erano entrambi presi un po’ di tempo lontani dal lavoro.
La volpe le era stato accanto nei momenti peggiori, negli attimi in cui nessuno vorrebbe farsi vedere.
L’aveva abbracciata quando si era svegliata nel cuore della notte ansimando ed urlando spaventata, l’aveva rassicurata quando; nel bel mezzo del silenzio; Judy aveva cominciato a respirare affannosamente auto-inducendosi attacchi di panico multipli. Era stato con lei quando i nervi erano caduti a pezzi ad entrambi e lui si era imposto di rimanere lucido per poter placare i suoi crolli emotivi.
Mesi difficili, certo, ma con il tempo e la costanza delle cure del partner –e dell’ospedale– Judy si era cominciata a riprendere, e adesso, a distanza di un paio di anni, aveva quasi archiviato la faccenda.
Tornando alla Judy del presente, era rimasta ferma a fissare Nick, mentre quello la guardava confuso di rimando.
≪Carotina?≫ domandò un po’ preoccupato.
Lei scosse la testa cacciando fuori un sorriso pieno di gratitudine, e poi senza preavviso gli saltò al collo, scoccandogli un bacio e fior si labbra.
La volpe, un po' scossa, si riprese, cingendole la vita e stringendola con cautela.
≪Come mai questo picco di affetto improvviso?≫ chiese iniziando a camminare  portandola in braccio quasi fosse un peluche.
≪Ho pensato che te lo meritassi≫ sorrise la coniglietta dondolando le zampe.
≪Mi fa molto piacere allora≫ ricambiò il suo sorriso e le lasciò un bacio sulla fronte.
Judy rise e con un balzo scese dalle sue braccia.
Lo guardò e con un’espressione furbetta lo sfidò.
≪Chi arriva a casa per ultimo domani dovrà pulire il bagno da cima a fondo!≫ zampettò felice attendendo la reazione di Nick che non tardò ad arrivare.
≪Sono una volpe! Corro veloce come il vento, Carotina≫ ghignò andandole dietro.
≪Allora mostrami quello che sai fare!≫
Judy lo canzonò ed insieme sfrecciarono sui marciapiedi affollati della città di Zootropolis, raggiungendo quella che finalmente entrambi potevano definire casa.


Angolo autrice
HOLAA!
Allora, ecco non so bene cosa dire. E' strano, strano per davvero.
Avevo ripromesso a me stessa che avrei chiuso questa storia ad inizio anno ma la fortuna come al solito mi ha voluta abbracciare portandomi via mia nonna e un mio professore. E' stato un inizio anno molto brusco e accidentato, non ero in condizioni.
Cccomunque, tornando alla storia, possiamo definitivamente mettere il punto a questa avventura!
E' strano, una long terminata DA ME, impossibile.
Spero davvero che abbiate gradito questo epilogo e che abbiate seguito la mia storia con gioia.
Forse potrà sembrare incompleto o forse troppo breve, forse troppo striminzito ma personalmente lo apprezzo molto con tutti gli evidenti difetti che contiene.
Per tutti voi che avete tenuto duro fin qui, per tutti i miei lettori abituali e quelli che hanno aperto la storia per due capitoli in croce... GRAZIE. 
Siete stati fondamentali in questo percorso.
Avrei dei ringraziamenti speciali da fare (e la versione delle note cambierà da wattpad a EFP).
Ringrazio con tutto il cuore Plando, Yumer Misora, Emily Sand ed hera85.
Siete stati dei recensori magnifici, avete avuto la voglia di leggere ciò che scrivevo, aspettare i capitoli e commentare con complimenti e critiche. Siete stati preziosissimi. Grazie.
Voglio bene a chiunque mi abbia sostenuta.
Un abbraccione a tutti i miei lettori <3
-shiver

 

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