Tutta colpa di un ascensore

di saphira247
(/viewuser.php?uid=634488)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'ascensore ***
Capitolo 2: *** 2° ***
Capitolo 3: *** 3° ***
Capitolo 4: *** 4° ***
Capitolo 5: *** 5° ***
Capitolo 6: *** 6° ***
Capitolo 7: *** 7° ***
Capitolo 8: *** 8° ***
Capitolo 9: *** 9° ***
Capitolo 10: *** 10° ***
Capitolo 11: *** 11° ***
Capitolo 12: *** 13° ***
Capitolo 13: *** 12° ***
Capitolo 14: *** 14° ***
Capitolo 15: *** 15° ***
Capitolo 16: *** 16° ***
Capitolo 17: *** 17° ***
Capitolo 18: *** 18° ***
Capitolo 19: *** 19° ***
Capitolo 20: *** 20° ***
Capitolo 21: *** 21° ***
Capitolo 22: *** 22° ***
Capitolo 23: *** 23° ***
Capitolo 24: *** 24° ***



Capitolo 1
*** l'ascensore ***


Giorno 1
E
rano le 22:00 quando Georgiana uscì dall'ospedale, aveva appena finito il suo turno, non era sempre facile fare il lavoro da infermiera ma non le dispiaceva neanche, quel giorno era stato abbastanza turbolento per lei. Aveva deciso di cambiare quartiere nel quale lavorare, era molto più vicino ma non meno faticoso. Per la prima volta dopo anni faceva un percorso diverso, attraversava isolati fino ad arrivare al suo palazzo, alto 30 piani, e come era sua consuetudine fare - diceva che le risparmiava del tempo - si scioglieva l'ammasso di capelli che ogni giorno raggomitolava in una coda, ondulati e colorati di sabbia le ricadevano sulle spalle sin sotto le scapole

<< E un altro giorno è finito >>

disse ironicamente felice mentre apriva la porta della hall

<< Salve George >>

il portiere felicemente le rispose

<< Oh!! Salve Signorina Georgiana, anche oggi brutta giornata? >>

<< Oh! Non importa >>

<< Dovrebbe prendersi qualche giorno di riposo >>

lei rise

<< Mi scusi George, domani mi aspetta un altra lunga giornata di lavoro >>

e interrompendola le disse

<< Mi scusi, mi scusi ha ragione >>

<< Non si preoccupi >>

<< Buona notte signorina >>

<< Notte George. >>

Si diresse verso il lungo corridoio al quale la luce dava un aspetto dorato e regale, svoltando così a destra per gli ascensori mentre le porte stavano per chiudersi

<< Oh!! no, no, no, no >>

con una lunga falcata cercò di raggiungerlo ma questo si bloccò di colpo riaprendosi, la mano di un uomo era premuta verso il sensore che aveva arrestato la chiusure delle due porte, Georgiana rimase con le bradelle della sua borsa strette alle mani, quasi la stritolava se fosse stata viva

" mio dio che brutta figura "

disse a se stessa alzando gli occhi tra gli specchi di quell'enorme ascensore, un uomo dalle spalle possenti e molto alto, giacca e cravatta, una borsa da lavoro poggiata a terra, i capelli di un biondo platino tirati indietro che fecero rimanere Georgiana meravigliata, non lo aveva mai visto in quel palazzo, ma d'altronde, pensò, come avrebbe potuto se nemmeno lei era mai tanto presente in quel luogo, non sapeva neanche se avesse dovuto chiamarla casa o luogo di momentaneo riposo .

Entrò dentro proferendo un fievole " grazie "

<< Si figuri >>

fu la risposta arrivatale, mostrando un grande sorriso a 32 denti.

Una volta che le porte furono chiuse disse ancora

<< Mi scusi se non glielo chiesto prima, in che piano va lei? >>

si voltò verso l'uomo che sorrideva in un maniera che quasi la fece sciogliere

<< N-Non si preoccupi, fa nulla. Io comunque vado al 12° piano >>

lui sbuffo in una piccola risata tra se e se, come se fosse stato convinto di qualcosa, lei sapeva che un uomo così doveva avere molte donne ai piedi

"Sarà un qualche tipo di politico,o dio sa solo cosa , bha! " .

Lui si spostò nei pulsanti dell'ascensore digitando il dodicesimo piano, questo si illuminò così come lo era il nono

"abita nel mio stesso palazzo e io non lo mai visto in sette anni che vi abito".

Quando l'ascensore cominciò a muoversi sembrò un attesa interminabile, era intenta a non guardare gli specchi, ovunque guardasse c'era la sua immagine riflessa, si teneva stretta a uno degli scorrimano di quell'ascensore e con l'altra stritolava la borsa, gli occhi bassi al pavimento, si sentiva in imbarazzo. Si aprirono le porte del nono piano, l'uomo afferrò la borsa da lavoro e sorridendole disse un lieto

<< arrivederci >>

come se sapesse che si sarebbereo rivisti, Georgiana rimase stretta alla ringhiera dicendo un flebile

" a-arrivederci " .

Arrivata al 12 ° piano , aprì la porta dell'appartamento 789 . Non smise di pensare a quell'uomo sino a quando non si addormentò.

Giorno 2

Il giorno successivo smise di lavorare appena dopo le 21:00

Allora , si coerente , non lo conosci sei stanchissima devi andare a casa e andare a dormire. Avanti cervello collabora! Fare gli straordinari solo per aspettare lui non ha senso, e se poi non lo trovi . Magari è un assassino camuffato. Diamine non dire idiozie .

<< Georgiana cosa fai ancora quì >>

fu riscossa dai suoi pensieri dall'amica Gloria : lei e Georgiana si erano conosciute non molti anni prima che lei si trasferisse in città ,avevano deciso insieme di cambiare ospedale per l'esattezza lei aveva risposto

<< Stai schezando ! io vengo con te, sono stanca di questi vecchi quì. Magari incontrerò lì la mia anima gemella, e magari sarà un primario , o uno aspirante , chi lo sa >>

Georgiana la conosceva troppo bene per non sapere che lei era quella che aspirava a tirare più soldi possibili dal suo " ragazzo " del momento.

<< Faccio gli straordinari oggi >>

<< Stai scherzando spero, va via prima che ti prenda a calci dove so io . E cerca di andare a farti una bella dormita >>

sapeva che non l'avrebbe avuta vinta con lei, quindi decise di fermarsi a mangiare in qualche fast food li vicino . Continuava a guardare quell'infernale orologio.

<< Che cosa stai combinando Georgiana, sei diventata matta, non e normale da parte tua >>

diceva a se stessa, in realtà non comprendeva davvero che cosa stava combinando, non aveva mai tempo per gli uomini o almeno non voleva averne. Decise di recarsi verso casa, fermandosi sull'uscio del portone sciogliendo come sempre i capelli ondulati, salutando George,ma questa volta si soffermò sull'orologio e non appena scoccò l'ora prestabilita si recò a passo svelto verso l'ascensore, bloccò le due porte che si chiusero nella sua borsa, mentre si aprivano lei lo vide, era li , quell'uomo era dinuovo li, le sorrise maliziosamente con degli occhi verdi che Georgiana non aveva notato la sera prima perchè la sua timidezza non era riuscita a fargli guardare in quegli occhi.

<< Salve >>

disse lei con tale sicurezza che nemmeno sapeva di avere, ma questa volta aveva lo sguardo fisso sulla porta dell'ascensore e una tranquillità che non fece trapelare che aspettava quel momento da quasi un giorno, le porte del 9° piano si spalancarono, lui salutò come la sera prima. In quel momento Georgiana sbuffò incredula tra se e se

Stupida donna, stupida! Cosa ti credevi , quell'uomo neanche ti conosce ne ti degna di uno sguardo, sarà un donnaiolo , o magari sarà gia impegnato. Non avevi pensato a questo e? E poi cosa ti aspettavi , lo hai visto appena due volte , sarà anche qualche cretino.

Poggiò la testa allo specchio con un sorriso amaro sulle labbra ritornando a casa.


Giorno 8
I giorni passarono in fretta, lei lo incontrava sempre li, il lavoro era aumentato e l'orario nel quale l'amica Gloria la buttava - per così dire - fuori dal lavoro era sempre lo stesso, sembrava si fossero messi in combutta, ma quel giorno qualcosa di diverso l'attendeva sull'uscio del portone. Mentre compieva quel gesto naturale di ogni giorno quando si scioglieva i capelli ed entrava salutando George , fu fermata dall'amico appena conosciuto quando aveva cambiato ospedale

<< Georgiana , potevo darti un passagio >>

Lucas, un uomo magrolino dai capelli neri , un chirurgo plastico molto noto da quelle parti , una lunga generazione di chirurghi era la sua famiglia, e da giorni la tormentava per portarla fuori a cena, si era persino inventato le scuse più strambe per portarla fuori.

<< Oh! Lucas, ti ho gia detto di no, sono stanca adesso . >>

<< Ti prego Georgiana, ti chiedo una volta sola, non ti costa nulla, solo un incontro tra amici, una cena >>

Georgiana lo scansò dirigendosi avvilita verso l'ascensore nella speranza che si chiudessero le porte sulla sua faccia

<< Per favore , ascoltami >>

fu presa per un braccio ma questa lo strattono levandoselo di dosso

<< Smettila di insistere hai gia la mia risposta >>

<< Non è una risposta valida per me Georgiana >>

arrivata nell'uscio dell'ascensore trovò le porte aperte , fu fermata di botto davanti ad esse

<< Sei impazzito , quasi mi rompi una spalla , piantala . Ti ho gia detto un milione di volte di no >>

<< Voglio una spigazione valida , almeno così saprò il motivo >>

dall'ascensore uscì quell'uomo che afferrandola per la vita e stringendola , le afferrò il volto col l'altra mano baciandola in un modo così passionale , che le due bocche sembravan dichiararsi battaglia , d'improvviso si fermò lasciandola senza fiato e senza parole,

<< c'è qualche problema signore ? >>

Lucas era rimasto pietrificato , l'uomo era molto più alto di lui e la corporatura di Lucas al confronto sembrava un ramoscello contro una quercia.

<< N-nessun problema , s-signor? >>

<< Benjamin . Stavate importunando la mia donna ? >>

Lucas sembrò farsi minuscolo a quelle parole

<< P-per nulla signore >>

lasciò la vita di Georgiana che non sapeva la ben che minima idea di come reagire , e afferrò la camicia nel petto di Lucas sollevandolo da terra e sbattendolo al muro

<< Se solo osate farle qualcosa , vi troverò e vi manderò sull'astrico poi vi farò leccare le vostre stesse viscere, avete capito? >>

fu lasciato di colpo , e scappò via ad una velocità fulminea. Georgiana rimase senza parole , Benjamin era intento a sitemarsi la giacca e la cravatta . Lui tornò alla sua impassibilità mentre aspettavano che l'ascensore scendesse dinuovo . Quando vi entrarono sembrava che nulla fosse successo pochi minuti prima tra i due, ma lei era tormentata da quel bacio, nessuno doveva poter baciare in quel modo , e senza rendersene conto continuava a sfiorarsi le labbra , si bloccò di colpo quando se ne accorse , avvampò rendendosi conto che lui con gli angoli degli occhi sorridendo la stava osservando , le porte si aprirono e lui uscì sorridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2° ***


qxqc

Giorno 9

La mattina seguente ( come tutte le mattine ) si era recata di buon ora a lavoro, e l'amica l'attendeva sull'uscio delle porte d'ingresso afferrandola per un braccio 

<< Cosa caspita hai combinato al povero Lucas, oggi si e recato in sala operatoria senza volerne più uscire. Ha detto di non sospendere nessuna delle operazioni che aveva nel suo programma , il che lo capirei se fosse stato un altra persona, ma stiamo parlando di Lucas. Sputa il rospo! >> 

Georgiana alzò gli occhi al cielo 

<< Oh! S-sai com'è combinato lui, fa sempre il melodrammatico >> 

Gloria ammiccò a quelle parole, ma non era certo una che accettava le mezze spiegazioni , o che l'amica se ne potesse uscire con delle semplici parole sensa senzo. 

<< Dimmi tutto o giuro che chiamerò le altre >>

 << Sappiamo entrambe che lo farai comunque , non e vero? >>

 << Ovvio >>

 rispose senza esitazioni, se c'era una cosa che quella donna non sapeva fare , era sicuramente mantenere un segreto con se stessa, tutto ciò che veniva a sapere di conseguenza andava a finire nelle orecchie delle altre 3 amiche, nonché amiche di Georgiana. 

Raccontò tutto quello che le era accaduto nei giorni precedenti, sapeva che avrebbe detto la sua, e dal modo in cui le stava dando l'idea di Benjamin sapeva anche che con una scusa qualunque, tutte si sarebbero presentate presto alle porte di quell'ascensore .

 << O mio dio , e non ci sei ancora andata a letto? >> 

<< Dico io ! stai scherzando, possibile che la prima cosa che pensi quando conosci un uomo è solo " chissà come sarà a letto " >> 

<< Non esattamente , in realta sarebbe " Chissà quanto sarà grande quel portafogli " , e dopo quello >> 

disse camminando a mo di saltelli per i corridoi dell'ospedale

 << Vado a lavorare, arrivederci >> 

Georgiana si dileguò in men che non si dica dando le spalle e sorridendo all'amica.

*********

Una volta uscita fu sempre il solito tragitto, ma questa volta attendeva con ansia l'arrivo in ascensore. Quando vi fu davanti si fermò senza proferir parola, lui non c'era, l'ascensore era vuoto, le venne un tuffo al cuore e sorridendo a testa bassa entrò. Mentre le porte si richiudevano sentì delle risate provenienti dal corridoio, una donna bloccò la chiusura, un viso angelico e un vestitino rosso che le risaltavano il viso, i tacchi la rendevano tanto alta quanto lui, quel lui che sbucò da dietro, Benjamin

 << Prendiamo l'altro ascensore >>

 << Stai scherzando, perchè dovremmo se ne abbiamo già uno a disposizione. >> 

La voce squillante di qulla donna smentivano l'immagine del primo impatto che si poteva avere di lei. 

La donna lo portò dentro, le loro mani unite, e come se Georgiana non esistesse la spinse di lato, lui digitò il nono piano ma non digitò come ormai era abitudine il dodicesimo piano , così fece lei . 

" Lurido stronzo donnaiolo dei miei stivali, ho capito come sei composto. Stronzo, b******o . "

Sorrise tra se e se mentre attendeva l'arrivo, non appena si aprirono le porte la donna uscì tenendolo per mano e lui sorridendo come se fosse compiaciuto della situazione la salutò.

 Arrivata al dodicesimo piano continuò a ripensare a quel sorriso divertito che le aveva fatto, ma tra se e se sapeva che infine era cosi che sarebbe andata, lui un play boy b******o che ovviamente andava con donne del suo calibro e genere.

Giorno 10

Non raccontò nulla all'amica, aveva deciso che lo avrebbe fatto quando la storia si sarebbe dimenticata e l'amica si fosse convinta che era solo un vicino di casa, per così dire.

Le giornata sembrava esser passata in fretta, perchè senza volerlo si ritrovò con le quattro amiche che la spingevano su per le scale della hall, salutarono George che rise vedendo le sue amiche così euforiche. 

<< Dai corri, corri >> 

<< ragazze smettetela di spingere , non sono mica un carrello. >> 

Si catapultarono dentro una ad una, spiando se vi fosse o meno l'uomo di cui avevano sentito parlare, lei entrò per ultima imbarazzata dalla situazione . E lui era sempre li, divertito più lui della situazione che le amiche di lei . La trascinarono parlando tutte insieme sottovoce, o almeno così credevano

 << Ci avevi detto che era carino, non che sembra uscito da una rivista >> 

Georgiana si portò le mani sul viso cercando di nasconderlo 

<< Georg, cara mia , presentacelo no? >>

 << Ma non lo conosco neanche io, ragazze. Smettetela di comportarvi così, se non ve ne siete rese conto siamo in un ascensore dove il tutto viene udito . >> 

Le porte si aprirono e l'uomo prima di uscire salutò con un piccolo inchino di capo 

<< Signorine, a presto >> 

si congedò sorridendo, rimaserò senza proferir parola, il che meravigliò persino Georgiana, era la prima volta, ma non diedero nemmeno il tempo di chiudere le porte che inziarono a strillare fra di loro

<< Voglio sprofondare >>

 si disse Georgiana.

Giorno 11

Le giornate non cambiavano mai, quel che cambiava erano le persone che incontrava ogni giorno in ospedale. Lucas non si era fatto più vedere ne sentire dopo quel giorno, se ne era uscito con un messaggio dove le scriveva delle scuse.

La sera arrivò presto, e ben presto la stanchezza cominciò a farsi sentire decidendo dunque di andare via prima. Questa volta Georgiana aveva deciso di andare in autobus, arrivando nel palazzo si era persino dimenticata quel gesto abitudinale, salutò George ed entrò diretta verso l'ascensore gettando la borsa nell'angolo mentre si reggeva allo scorrimano poggiando la testa allo specchio. 

<< Cosa c***o vuol dire non li trovo, cercate nei vostri archivi . Da qualche parte devono pur essere. Se entro le 24 ore non vengono trovati porterò voi in tribunale , e direte voi al giudice che avete perso tutto . NESSUN MHA! >>

 sentì sbattere violentemente qualcosa, staccò il corpo che sembrava aver fuso con quell'ascensore mettendosi su un solo lato. Dall'usciò sbucò Benjamin, la giacca e la borsa in un unica mano, i soliti capelli composti questa volta erano con ciocche sparse ovunque, era intento a togliersi la cravatta con la mano che gli rimaneva libera, su tutte le furie gettò tutto in un angolo e quasi si strappò la cravatta dal collo più che togliersela, la tirò al lato e si sorresse sullo scorrimano poggiando la testa allo specchio . Georgiana fu pietrificata, decise di non dir nulla ed era intenta a guardarsi le punte dei piedi. Non aveva idea di come reagire, si sentiva in imbarazzo difronte a quello a cui aveva appena assistito, non sapeva come ci si dovesse comportare , non che fosse affar suo . Si voltò appena a guardarlo , lui spostò lo sguardo fissandola con gli angoli degli occhi

 << S-sta bene ? >> 

 senza che se ne rendesso conto l'afferrò per la vita sollevandola da terra, facendola sedere su di uno degli scorrimano, non era un posto dove ci si potesse sedere non c'era abbastanza spazio per non poter cadere, ma lui le fece stringere le gambe intorno alla sua vita baciandola senza prender fiato, le sbottonò la giacca portando le sue mani sin sopra il seno, cercò di spingerlo via ma le afferrò le mani portandole sulla testa, passò a baciarle ardentemente il collo , tolse le mani dalla maglia cercando di togliere anche quella. Era passato ancora alla bocca , ma le porte del nono piano si aprirono , lui si fermò mordendole il labbro , diede un ultimo sguardo alla sua bocca e la lasciò andare di colpo prendendo le sue cose per poi uscire velocemente.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3° ***


qxqc

Giorno 12 

Durante la notte Georgiana lo aveva sognato si era svegliata matida di sudore,e con difficoltà cercava di addormentarsi. Quel giorno mentre si dirigevo verso l'ospedale cercava di trovare un nesso su quello che aveva fatto , e per quanto lei si impegnasse a cercare di dimenticare non riusciva o forse non voleva. Aspettava con ansia l'orario d'uscita dal suo lavoro , lo avrebbe incontrato ancora, la realtà era che voleva incontrarlo ancora. 
Erano le 16 quando incontraò Gloria, era ferma sull'uscio su una delle camere nella quale Georgiana stava lavorando con uno dei pazienti << Quindi vuoi dirmelo o vuoi che te lo faccia sputare ? >> << Cosa vuoi che ti dica ? >> non riusciva affatto a capire come ogni volta che le succedeva qualcosa di importante lei lo venisse a sapere, tutte le volte era sempre così . << Andiamo Georg sappiamo entrambe che me lo dirai comunque,  ti osservo da mezza giornata e non te ne sei nemmeno accorta >> l'afferrò per un braccio trascinandola fuori nel corridoio << Smettila di parlare così forte Gloria >> << Lo sapevo, ci sei andata a letto >> << Shhhh! ma cosa dici >> Georgiana le raccontò tutto , al termine della storia urlò di gioia << Non posso crederci, lo sapevo che avrebbe fatto qualcosa il bell'imbusto . Certo che se aspettava te >> << Ma cosa stai dicendo , non abbiamo fatto nulla >> << Avresti voluto e? >> << O ma quanto sei così... così , non so come dire >> << Si si certo mentre tu ci pensi , vado a lavorare, credo ci verrà un bel pò >> << Ti odio >> << Anch'io ti voglio bene  >> le disse mentre andava via. Georgiana sapeva che prima o poi lo avrebbe scoperto , ma amava le sue amiche , adesso invece cercava di capire cosa combinare . 
Ore 21:00 
Fece il solito percorso di tutti i giorni , gli stessi gesti prima di entrare nel palazzo e poi si decise ad entrare, arrivata davanti all'ascensore non lo trovò ,ancora una volta si diede della stupida, si era ancora illusa ma questa volta provò dell'odio verso quell'uomo che non riuscì o non voleva spiegarsi. Era così stupido , pensava di comportarsi come una ragazzina di 10 anni che si innamorava alla prima allusione, non sapeva chi fosse Benjamin ma sapeva che avrebbe dovuto dimenticare tutta la faccenda .
Giorno 24

I giorni trascorserò e di lui nessuna traccia, Georgiana si era convinta di essersi dimenticata dell'accaduto ma soprattutto perché non lo vedeva da molto, si diceva che era solo una cosa passeggera che se lo avesse visto in ogni momento non lo avrebbe nemmeno riconosciuto ,  che aveva dimenticato persino com'era . Le amiche non chieserò più nulla dopo qualche giorno, ritenevano che fosse partito o che si fosse trasferito. 

La solita routine, solite stanze , soliti dottori , pazineti diversi , discussioni uguali , tragitti sempre uguali, le giornate passavano tranquillamente . Gli orari erano finiti e lei era sfinita , carcava ogni giorno di fare più ore possibili , si ripeteva a se stessa che lo faceva per avere la giornata piena , ma quel giorno era stato il più pesante che avesse passato , quel giorno non riusciva a reggere in piedi non vedeva l'ora di raggiungere il suo letto e crollare . Di certo non si sarebbe mai aspettata la sua presenza quel giorno dentro l'ascensore , rimase pietrificata e poi si decise ad entrare senza proferire niente neanche lui disse nulla, aveva la sua solita valigetta tra le mani e quell'aria da uomo d'affari e da chi si sentiva superiore . I piani passavano , arrivato al 8° lui bloccò le porte piazzandosi davanti a lei << Senta non posso reggere adesso la sua presunzione ,e le sue voglie improvvise, non so per chi mi abbia preso non sono una di quelle sgualdrine che si porta a giocare a casa. Sono stanca e gradirei arrivare a casa >> lui rimase impassibile difronte a lei , e lei vedendo che non faceva nessuna mossa o proferiva parola lo guardò incuriosita del perchè non diceva o faceva nulla , stava ridendo << La diverto? Le sembra una barzelletta , si tolga >> Georgiana fece per far partire l'ascensore ma lui fu altrettanto veloce da bloccarle la mano << E impazzito , guardi che posso anche denunciarla. E questo suo silenzio mi innervosisce >> << Signorina Georgiana , sono un avvocato non credo che denunciarmi sia una buona idea >> le baciò la mano che teneva ancora stretta << Vorrei chiederle se avesse voglia di salire nel mio appartamento >> Georgiana sgranò gli occhi , non  credeva che quell'uomo avesse davvero detto quelle parole per di più non aveva smesso di sorridere , decisa a rimprendersi la sua mano rispose << Allora non ha ascoltato ciò che le ho detto prima >> << Si sbaglia io ho ascoltato , ma lei è quella che sta alludendo al sesso , io le ho solo chiesto se vuole venire in casa mia , fra i due ciò che adesso ci sta pensando siete proprio voi >> Benjamin aveva inarcato un sopracciglio senza distaccare lo sguardo da lei , Georgiana divenne rossa in viso e abbassò lo sguardo << Siete mancato per giorni come potrei sapere che non siete un serial killer >> << Un cosa? >> disse quasi ridendo << Si insomma >> << Le ho detto che faccio l'avvocato , sono stato via per lavoro se proprio eravate preoccupata >> lei alzò velocemente lo sguardo << I-io non ero preoccupata per voi, solo che di solito vi incotravo qui quinvi avevo pens.. >>  si era fermata di colpo quando lo vide divertito alle spiegazioni che cercava di dare. << Dunque? >> Georgiana si arrabbiò e corrugò la fronte << s-senta un po, non voglio venire nel vostro appartamento, siete così presuntuoso e spavaldo e così...così... >> << Attraente? Affascinante ? >> senza finir di parlare fece partire l'ascensore mentre si era voltato improvvisamente dandole un bacio, non come le altre volte , questa volta l'aveva baciata dolcemente e lei come sempre quando le porte si aprirono e lui uscì ,rimase immobile , si fermò davanti alle porte << Ogni volta che scenderemo a questo piano aspetterò prima che si chiudino le porte che voi usciate insieme a me dall'ascensore >>e le porte si chiusero.



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4° ***


Georgiana non riusciva a capacitarsi in quel momento di cosa le aveva appena chiesto, o non lo credeva possibile pensava. Per settimane non si era più visto e credeva di aver dimenticato quel volto da diavolo scolpito da uno degli angeli più abili che mai fossero esistiti , non voleva stare al gioco di lui ma allo stesso tempo era curiosa di come sarebbero andate le cose se lei si fosse decisa mai a scendere in quel maledetto piano. Si arrabbiò con se stessa e con lui, credeva che lei fosse una delle tante , eppure come aveva affermato lui era solo per prendere magari una tazza di tè o caffè , ma nel frattempo il cervello combatteva con le emozioni dicendole che un uomo del genere - donnaiolo - che invitava una donna in casa sua ,che per di più non conosceva neanche molto ( se non affatto ) , era solo per un valido motivo. << Come si permette >> si disse mentre raggiungeva il suo appartamento.
Giorno 25
Era domenica, e questa volta Georgiana aveva l'intenzione di prendersi la sua meritata pausa dal lavoro chiamando l'amica , sapeva benissimo che di li a poco si sarebbero presentate tutte. << Hey Gloria, si! sono io , oggi stacco dal lavoro ho intenzione di andare un pò in giro .... >> << Certo che vengo con te >> si sentì urlare dall'altra parte, non fece in tempo a staccare l'orecchio dal telefono che quella riattaccò senza dir nulla. Lei era abituata a quelle esaltazioni che a volte prendevano la sua amica.
Qualche ora dopo si sentì bussare alla porta , dietro - come predetto - vi era tutto il gruppo al completo << Hey cosa fai ancora in pigiama , sbrigati che oggi si va a fare compere >> .Ebbe appena il tempo di preparasi, quando rientrò in cucina le amiche si fermarono a guardarla  << Dico io , o la prendete a calci voi o la faccio fuori io >> disse Rachele : era la tipica donna che non aveva i peli sulla lingua , ciò che aveva da dirti ti diceva senza mezze misure, capelli ricci rossi , occhi castani, fissata con la moda , stava con un uomo che aveva incontrato in Scozia dove la famiglia di lei era nativa, Matt, che lavorava come pompiere e scoprì presto essere un lavoro non tanto emozionante per una come lei.
<< Ma come ti sei conciata >> rispose Gloria  << Che cosa ho che non va >> rispose lei, intenta a mangiare un cornetto vuoto mentre cercava di sistemarsi a dovere, tutte si guardarono in faccia, fino a quando ad un certo punto un ghigno quasi maligno attraversò i loro volti, e in men che non si dica si ritrovò catapultata dentro la sua camera , seduta ,mentre le amiche le davano il ben servito.
Qualche ora dopo , quando ebbero finito, si alzò dalla sedia nella quale credeva stasse facendo radici, osservandosi allo specchiò si notò visibilmente cambiata, i lunghi capelli le ricadevano da un lato ,un lungo vestito primaverile le ricadeva sino alle ginocchia e le scarpe quasi vertiginose la facevano più alta di quanto il 1,60 ci si aspetti. Non avevano esagerato col trucco, in fondo era solo una fra le poche se non inesistenti uscite che le permetteva il lavoro.
<< Ora possiamo andare >> dissero.
Il piano delle amiche prevedeva un giro in piazza per negozi fino all'ora di pranzo, nel pomeriggio era dedicato agli uomini dicevano . Georgiana non si era mai sentita a suo agio al di fuori delle 4 mura del suo ospedale, credeva di avere molta dimestichezza con quelli che per lei erano dei normali pazienti ai quali sapeva cosa doveva fare per aiutarli, ma le sue frasi si limitavano a delle discussioni con coloro che aveva abitudine di incontrare ogni giorno , o ad un semplice buon giorno o arrivederci .
L'ora di pranzo non si fece attendere , erano uscite tutte con delle buste, ovunque mettessero piede avevano la smania di dover comprare qualcosa da portare via, non sapevano nemmeno se mai le avrebbero usate. Decisero di fermarsi in un ristorante in centro , con una veranda che dava una meravigliosa vista sulla fontana, dei tavoli posti sotto degli enormi gazebi davano un aria d'estate a quel posto << Allora cosa prendete? >> disse in fine Gloria, un cameriere si avvicinò a loro, e Georgiana con aria stanca , quasi si era accasciata su quella sedia, mentre tutte decidevano cosa prendere Georgiana si focalizzò sulla fontana, si meravigliò della maestosità che potevano avere quelle strutture, amava quelle statue poste in cima e le decorazioni che col tempo andavano consumarsi, si perse nel rumore proveniente da essa e si immaginò sotto una cascata limpida, almeno fino a quando non si sveglio vedendo quella figura intenta ad osservare il suo cellulare , al suo fianco due uomini discutevano fra di loro, improvvisamente si alzò con uno scatto fulmineo che persino un ghepardo avrebbe invidiato, cercò di recarsi all'interno del ristorante quando cadde sulle gambe delle due sue amiche che stavano da un lato << O Cristo >> quasi sussurrò più a se stessa che alle altre << Cosa c***o fai Georgiana >> lei si alzò in fretta recandosi dentro sorpassando il cameriere che era rimasto impressionato dalla scena << Ah! ecco cosa >> disse Luisa : capelli lisci sino alle spalle, dagli occhi sul castano e verde che cambiavano in base alla stagione o addirittura all'umore.Lavorava come segretaria in un ufficio di dentisti, dove uno di loro era proprio il marito, immaginiamo pure dove si siano incontrati. Lei aveva solo l'intenzione di togliere quel dente cariato che da mesi non sopportava più, almeno fino al fatitico giorno in cui si decise ad andare, da li in poi lui continuò a dirle che il dente non andava ancora bene, il che si poteva capire per qualche visita, ma sapevano tutte che quel dente stava alla grande, fu lei a dire che in realtà si erano già messi insieme da parecchio.
Luisa aveva indicato la direzione dove aveva appena visto quel bell'imbusto di Benjamin.
Georgiana si era chiusa in bagno, dove restò per appena 2 minuti , decisa che ormai doveva essere andato via, che aveva già superato la fontana e anche la piazza. Intenta ad uscire mentre si dava un contegno, decisa di dare delle spiegazioni alle amiche dando una stirata a quell'abito, si bloccò sulla porta, cercò di tornare indietro vedendo Benjamin intento a sorridere e a salutare le amiche con vigore, mentre gli altri due uomini prendevano posto accanto a loro senza nessuna preoccupazione lui rimaneva in piedi, si disse che in fondo nessuno si era accorto di lei, fece appena un passo quando Benjamin con una mano in un tasca dei pantaloni si rese conto che lei era li << Georgiana ! >> ella si fermò di colpo << Hey... emh.. salve.. non l'avevo vista >> sorrise scaltro dicendo in un modo sarcastico che nessuno capì a parte lei << Immagino! Venga si sieda >> << Oh! no, noi stavamo andando via. Vero ragazze ? >> << Ma se siamo appena arrivate >> disse Rachele sorridendogli a mo di - scusa ma dovevo - la rimproverò con lo sguardo . << Bhe adesso devo andare via però >> cercando di rimediare << Avevamo deciso tutte che oggi ci saremmo viste con i ragazzi, non puoi abbandonarci. >> << Potremmo venire anche noi >> dissero i due imbusti seduti << Non ci dispiacerebbe affatto >> Georgiana sembrò rassegnarsi a quell'idea che avrebbe perso con le sue amiche che sembravano essersi messe contro di lei, persino il suo sguardo sembrò rassegnarsi .
Aveva ordinato solamente un sorbetto a limone, le amiche discutevano fra loro o parlavano con i due appena conosciuti, mentre Georgiana si perdeva nei gusti di ciò che stava mangiando, improvvisamente si sentiva osservata voltandosi alla sua sinistra, lui era li, seduto con le braccia distese su quella poltroncina bianca che sembrava fatta di vimini, impassibile senza alcuna espressione fino a quando non incrociò le gambe e le sorrise in modo malizioso avvicinandosi al suo orecchio, le spostò in maniera molto lenta, sfiorandole volontariamente un orecchio, una ciocca di capelli, quel gesto le provocò una scossa alla schiena che la fece rabbrividire<< avete deciso cosa fare >> le sussurrò con una voce che neanche lei riconobbe, si voltò guardandolo negli occhi, vide qualcosa di diverso mentre lui continuava in maniera disivolta a sorridere, non sopportava quella sua sfacciataggine e quella sua presunzione, così gli si avvicino al suo orecchio intenta a rispondere, quando si soffermò, guardò prima lui poi si avvicinò ancor più sfiorando volontariamente il suo orecchio con le labbra e con la voce più convinta che riuscì a fare gli disse molto lentamente << Puoi scordartelo bell'imbusto >> quando si ristrasse vide quel sorriso svanire e la mascella di lui contrarsi ,sorrise soddisfatta. Lei era ben consapevole di aver provocato il diavolo angelico, ma non sapeva quali erano le sue intenzioni e sperava che in quel momento lui gliele avrebbe chiarite in modo esplicito, ma lui tornò a sorriderle afferrandole il mento con una mano ,avvicinando le sue labbra al suo orecchio << Siete così precipitosa, voglio solo comportarmi da buon vicino di casa offrendole una tazza di caffè. Credo che voi stiate ancora alludendo al sesso, non oserei mai farlo con voi , non siete il mio tipo. >> rimase sopresa da quelle parole, forse non più per lo stupore ma forse perchè si ritenne molto offesa , sapeva di non essere una modella o dio sa solo cosa, ma non che un uomo cosi arrogante fosse così sfrontato . 







 Ringrazio tanto time_to_say_smile perchè continua a seguire questa storia e recencisce questa storia positivamente, grazie ancora :))

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5° ***


segs

Si voltò verso di lui , era offesa e le si leggeva in faccia, l'unica cosa che voleva fare in quel preciso momento era schiaffeggiare quel viso che continuava a sorriderle trionfante, non aveva una risposta per ciò che le aveva detto << Nemmeno se lo fossi stata sarei mai venuta con voi >> disse infine con la voce più irritata che poteva << Scusate le mie brutte maniere di esprimermi Georgiana, non era mia intenzione offendervi >> se c'èra una cosa che le risultava difficile quello fu proprio riuscire a capire come fosse così lunatico quell'uomo, adesso non capiva se cercava di prenderla in giro o semplicemente scusandosi. << Comunque la mia offerta è sempre valida signorina >> fu confusa da quei improvvisi comportamenti ,tanto che urlò dentro se stessa portando i gomiti sul tavolo e le mani sul volto, << Siete cosi sfacciato , e molto pieno di voi >> << è questo che piace alle donne >> si tolse le mani dal viso e lo guardò esterefatta << dio! ma vi sentite? Quali donne frequentate voi? >> poi ci pensò << Ah! Giusto >> rispose annoiata << Mi scusi " Benjamin " >> marcò il suo nome volontariamente mentre si alzava dal tavolo << Ma adesso devo andare >> << Dove andate >> << Non sono cose che la riguardano >> lo vide irrigidirsi e contrarre i muscoli del viso, << Georgiana dove vai? >> le amiche improvvisamente si resero conto di lei , in realtà avevano volontariamente lasciato Benjamin al suo fianco tenendo occupati gli amici . << Vado via >> rispose improvvisamente Benjamin alzandosi dal tavolo << Hey Ben! Dove credi di andare? >> << Ho degli affari da sbrigare in ufficio >> << ma.... >> la voce di Benjamin non lasciava trapelare nessun ripensamento ma era come arrabbiato , nessuno , nemmeno Georgiana riuscivano a capire il motivo di tale rabbia, non poteva neanche essere perchè lei le aveva risposto in modo tanto brusco. Con la stessa rapidità con cui era venuto se ne andò salutando freddamente, Georgiana rimase in piedi guardando quell'uomo divenire sempre più piccolo man mano che si allontanava, aveva dell'amaro quella situazione , il suo cambio improvviso di umore, ma fu altrettanto felice che se ne fosse andato.

Giorno 26

Si svegliò senza volere, soffermandosi a guardare il soffitto pensando al giorno prima, quando Benjamin se ne fu andato lei era rimasta con le amiche e quell'uscita con gli " amici " che si era pianificata per il pomeriggio sembrò essere ancor peggio dell'incontro con Benjamin, aveva cercato di svincolarsela da quella situazione ma le amiche riuscirono a trattenerla, trascorse il resto del tempo a cercare di divertirsi mentre continuava a ripertersi che prima o poi fra qualche minuto lo avrebbe fatto, come se fosse una cosa normale. Le amiche - almeno quelle già impegnate - avevano atteso l'arrivo dei compagni mentre le altre stavano semplicemente flirtando con i due conosciuti a pranzo.

Sbuffò portandosi il cuscino sulla faccia, non poteva immaginare che se solo uno dei due uomini si fosse messo con una di loro , avrebbe significato vederlo quasi sempre, il che gli bastava solo per quei minuti che lo trovava in ascensore. Rimproverava se stessa di quando inzialmente lo aveva trovato attraente , il che lo era realmente , non riusciva a sorportare che lui consapevole di esserlo se ne vantasse, orgoglioso com'era di se stesso e dell'effetto che riusciva a fare sulle donne, continuava a pensare che il motivo fosse anche perchè nessuna gli avesse mai detto di no all'eccitazione che riusciva a provocare.  Si alzò con fare disinvolto dal letto , e si preperò per andare a lavoro. 

 Come al solito la giornata era la solita, quando uscì dall'ospedale e arrivata alle scale che portano nella hall del suo palazzo fece un lungo respiro e si incamminò tranquillamente - almeno lo era al di fuori , sapeva anche lei che dentro stava morendo - verso l'ascensore , aveva già salutato Georg e si era incamminata nel corridoio che portava agli ascensori ,infilò le mani nella borsa per cercare la sua agenda dove incanalava di tutto e di più, amava scrivere frasi o semplicemente delle cose da ricordare << Trovato! >> aveva pensato di ignorarlo facendo finta di leggere appena entrata nell'ascensore , ma non si era nemmeno resa conto che le era stato appena strappato dalle mani << Cosa c***o combini >> << Non avrei mai immaginato che fossi un tipo da agenda , o diario? >> cercò di riprendersi la sua agenda ma altrettanto veloce fu Benjamin che lo passò nella mano opposta allungango il braccio sulla propria testa , Georgiana portò le braccia lungo i fianchi chiudendo le mani in dei pugni << Vi state comportando come una persona infantile, ridatemi ciò che mi appartiene >> aveva gli occhi sorridenti puntati << prendete pure >> lo guardò , ma non aveva accennato ad abbassare il braccio , lei infuriata quasi gli si arrampicò addosso quando non si rese conto di essergli appiccicata ,arrossì violentemente quando finì con il suo naso sul suo , sentì lo stomaco contrarsi e si senti bruciare dentro , lui sorrise maliziosamente , scese velocemente andando via infuriata << T-tenettelo pure >> non prese nemmeno l'ascensore salendo le scale . Era arrivata al 6° piano << Dovrei fare qualche esercizio >> disse col fiatone << Dannazzione a lui >> continuò a salire << Che dite volete entrare? o volete prendere l'ascensore >> lo vide fermo con le mani incrociate sul petto e la sua agenda sullo stipite della porta che portava agli appartamenti del nono piano<< Non sperateci, accetto la proposta dell'ascensore . Ora siete felice, ieri non era così >> disse ancora Georgiana sorpassandolo senza guardarlo , sentiva i suoi passi dietro , entrò nell'ascensore e si voltò << Avete intenzione di tenervela o avete intenzione di restituirmela >> si avvicinò al suo viso e in quell'istante Georgiana non si era resa conto di esser entrata in apnea , era sempre più vicino quasi a sfiorarle le labbra quando le posò l'agenda nella borsa " Stupida Georgiana , sei solo stupida " ,ancora una volta sorrise aspettando davanti a lei le porte dell'ascensore che si stavano chiudendo , si accasciò sullo scorrimano poggiando la testa nello specchio 

Giorno 38 

I giorni che ne trascorserò non cambiarono, tutte le volte che si incontravano nell'ascensore Georgiana lottava a volte con se stessa per non saltargli addosso ed ucciderlo , continuava a ripetersi di rimanere calma.  Ogni volta che arrivavano al nono piano , dove stava l'appartamento di Benjamin lui aspettava davanti alle porte dell'ascensore , non perchè aspettasse che si chiudesserò ma attendeva la scelta di Georgiana che uscissè insieme a lui , ma lei come le era ormai di consuetudine provocarlo gli rideva felice e non lo degnava di uno sguardo. 

Quel giorno Georgiana era arrivata all'ascensore e lui era sempre lì , attendeva il suo arrivo senza far chiudere quelle porte, non sorrideva o proferì parola ne la degnò di parola , lei ne fu infinitamente grata ma ne fu turbata , non riusciva a capire ciò che turbava lui ma questa voltà preferì non chiederglielo , l'ultima volta che lo fece sapeva come era finita, e ripensandocì gli si strinse lo stomaco . 

Le porte si aprirono come sempre al nono piano, si sentì volare quando lui l'afferrò trasportandosela in spalla << COSA STAI FACENDO , METTIMI GIù , SUBITO!! >> lui fece finta di nulla come se fosse una cosa normale , inutili fù scalciare o prendere a pugni il suo dorso , molto probabilmente ciò che sentiva lui erano dei semplici schiaffi sulle spalle che si trovava. Aprì la porta trascinandola dentro mentre con un piede si chiuse la porta dietro.  





MusicHeart : Mi scuso se non pubblico quando devo , ma se non ho l'ispirazione o il tempo non riesco a scrivere nulla x.x e ti ringrazio come sempre , ormai ti sarai persino stancata di sentirtelo dire, ma perdonami continuerò a farlo ^^" almeno finchè non ti stuferai ( xD dimmelo pure)


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6° ***



Chiuse la porta a chiave, mentre le fece attraversare il lungo corridoio prima di svoltare a destra per il salotto, Georgiana non riusciva ancora a capacitarsi di tutto ciò, continuava a sferrare cazzotti in quell'ammasso di muscoli. Benjamin si fermò di colpo a pochi centimetri dal suo divano dove la poggiò delicatamente, improvvisamente tutto quello che voleva fare o dire non le riuscì, si era bloccata davanti a lui che senza preavviso si allontanò passandosi istericamente una mano fra i capelli scompigliati e gettando violentemente la giacca con la sua borsa in una parte del salotto. Lei era rimasta lì, immobile senza fiatare mentre lo vedeva lasciare la stanza, stava lottando con se stessa per non ucciderlo, perché si comportava in quel modo, non aveva la ben che minima idea di cosa fare.

Passarono dei minuti interminabili e non appena sentì i suoi passi avvicinarsi si alzò di colpo rimanendo senza fiato, la sua camicia era ricoperta di sangue, Georgiana portò istintivamente le mani alla bocca << Cosa avete combinato >> ma lui sembrò non darle retta mentre le si avvicinava, e quando le fu vicino le spinse delicatamente con una mano sulle clavicole, lei non potè fare a meno di notare le mani fasciate a malo modo da delle garze insanguinate, le si inginocchò lentamente togliendole le scarpe, lo lasciò fare.

Continuava a non parlare e questo a lei la innervosiva, mille domande le balenavano in testa e lui non aveva intenzione di parlare, quegli occhi tanto brillanti erano spenti, mentre cercava pazientemente di slegarle l'altra scarpa lei lo bloccò afferrandogli la mano, sembrò sorpreso da quel gesto, inziò cosìì senza guardarlo negli occhi a sgliogliere quelle fasciature << Non toccate >>  le disse lui togliendole bruscamente ciò che stava raccogliendo << Sapevo che eravate matto, ma ciò supera anche le mie aspettative >>, lui sorrise nervosamente alzandosi e passando ancora nervosamente la mano fra i capelli portandoli indietro << Vorrei andare via se non vi dispiace >> si voltò scattante verso di lei << Mi dispiace >> Georgiana rimase stupita << Voi sapete che questo si chiama rapimento vero? >> a quelle parole sembrò ritornare in se rilassandosi mentre rideva << Diciamo che vi ho preso in prestito, visto la vostra insistenza nei giorni scorsi >> << La mia insistenza? >> era rimasta seduta senza intenzione di alzarsi, << Si esatto! Avete paura che vi abbia portato quì per fare del sesso con voi? >> era incredibile, non riusciva a capire come fosse così schietto nelle parole, sapeva che ci stava mettendo un bel pò di tempo per rispondergli ma sapeva anche che si era accorto che le fosse diventata la faccia come un pomodoro, << S-siete volgare, e mi avete presa contro la mia volontà portandomi in casa vostra >> << Ma non avete risposto alla mia domanda >> era impassibile con quel suo sorriso inquietante << Non lo farei mai con voi >> disse irritata, a quel punto le si avvicinò mentre lei non aveva via d'uscita, bloccata com'era dalla spalliera del divano in cui si trovava. Abbassò il suo busto avvicinando il suo viso  pochi centimentri da quello di lei mentre poggiava le mani hai lati della sua testa, non si mosse ma continò senza vergogna a fissarle le labbra << Non vorrei avervi sulla coscienza se mi morite soffocata nel salotto di casa mia. Devo sempre ricordarvi che andate in apnea >> Georgiana non ebbe intenzione di proferir parola o muoversi, un turbinio di emozioni le vorticavano in testa, il suo sguardo passò alla sua camicia ricolma si sangue e fu in quell'istante che si risvegliò, senza rendersene conto passò la mano in quella macchia, mentre lui continuava a fissarla << Come ? >> lui sembrò irrigidirsi dinuovo allontanandosi da lei, non si rese nemmeno conto che lei gli aveva afferrato la camicia bloccandolo, rimase basito da quel gesto << Lasciatemi stare >> disse levandole la camicia dalla sua stretta, lei non fiatò rimanendo in silenzio dov'era << Si e fatto tardi, andate via >>  infine pronunciò secco mentre le lanciò le chiavi per terra. Era confusa e amareggiata, ma non riusciva a capacitarsi del suo comportamento, continuava  ripetersi che non le importasse più di tanto,e proprio quando vide strisciarle le chiavi sino ai piedi che non riuscì più a pensare lucidamente.

Aveva osservato per un istante interminabile quelle chiavi, alzò lo sguardo verso i suoi occhi distanti e glaciali che attendevano di verderla abbandonare quel posto. Passòsopra quelle chiavi e si diresse verso di lui afferrandolo delicatamente per una mano spingendolo a seguirla, lui era pietrificato facendosi trascinare per la sua casa in silenzio.Georgiana aveva dovuto aprire un paio di porte prima di trovare ciò che cercava, alla quinta porta che aprì ne entrò trascinandolo dentro trovando le luci, la camera si illuminò mentre lui si chiuse la porta alle spalle e ne rimase stupito quando si rese conto che ancora lo stava trascinando altrove e non dove si era immaginato, aprì una seconda porta all'interno di quella camera da letto, le luci illuminarono quel bagno tanto lussuoso quanto infinito. Georgiana continuava a tirarlo dietro se fermandosi solo per aprire il vetro scorrevole della doccia, lo tirò delicatamente e lui frastornato la seguì, facendo entrare lui per primo facendo poggiare la sua schiena alle mattonelle mentre richiudeva dentro insieme a lui senza lasciargli la mano, era perplesso, confuso mentre la mano libera di lei aprì un getto d'acqua ghiacciata che li investì entrambi, Georgiana poggiò la sua fronte al suo petto insieme alle mani, nessuno dei due si mosse mentre l'acqua fredda continuava a scorrere sui loro corpi accaldati. Non seppe per quanto tempo era rimasta così, secondi, minuti, ore, lui non si era mosso, << Ti prego, smettila >> disse infine Georgiana sul suo petto mentre alzava lo sguardo, lui era li, fermo, era stato per tutto il tempo con lo sguardo perso su di lei, era affranto, infuriato col mondo, Georgiana in quell'istante voleva spazzar via quelle sue preoccupazioni i suoi dolori e dar conforto alle sue ferite, ma si staccò da lui uscendo da quella doccia lasciandolo li per poi scappare via, un attimo prima di andare via lo aveva visto accasciarsi per terra, nel getto di quella doccia gelata, affranto. Mentre lei prendendo le sue scarpe ritornò nel suo appartamento.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7° ***


gvjbkn

Quella notte non era riuscita a dormire e un tremendo mal di testa non faceva che peggiorare la situazione. Quando Benjamin le aveva tirato quelle chiavi con astio e disprezzo come fosse spazzatura infetta, si sentì ribollire dentro da una rabbia inconmensurabile, non comprendeva quel suo comportamento e quei gesti tanto bruschi, in quel momento si sentì infinitamente ferita.

In qualsasi momento lo avrebbe accoltellato, non allora, non in quello stato, voleva il Benjamin che aveva conosciuto, nel pieno delle sue forze, e sì anche nei suoi modi tanto lunatici e da " sovrano del mondo " , quello con cui non faceva altro che scontrarsi, quel Benjamin.


Si alzò appena quando un senso di nausea la invase facendola fuggire in bagno, aveva inciampato in ogni cosa che le capitava tra i piedi persino con l'enorme acquario dove teneva il suo Pito, o almeno così lo chiamava: Pito era un enorme pitone albino di 5 anni. Georgiana lo aveva confiscato a dei trafficanti di animali esotici, sapeva che la cosa giusta era quella di portarlo in un centro adatto a lui e così aveva fatto, ma per quanto possa sembrare Pito le si era attaccata al braccio senza lasciarla andare, anche i serpenti hanno dei sentimenti. Da allora dopo i dovuti accertamenti e delle lunghe visite, Pito si era stabilito in casa sua.

Georgiana non possedeva certo l'immenso appartamento che aveva Benjamin, ma quel che aveva non le dispiaceva affatto, le infondeva più calore di quanto ne richiedeva. Fece in tempo ad arrivare in bagno prima di rigurgitare tutto, si vide allo specchio e le sembro di guardare un mostro dagli occhi a palla. Si lavò le mani e il volto, toccandosi appena la fronte notandosi accaldata, le era salita la febbre. Tuttò cominciò a girare, con fatica cercò di raggiungere il letto, tutto divenne nero e il mondo con i suoi rumori cessarono di esistere.

La luce che filtrava dalla finestra ricordava quel calore di prima mattina, quei piccoli raggi solari che cercavano una via più remota per potersi inoltrare tra gli spiragli delle finestre, quel calore era unito all'odore pungente di thè, non ricordava di aver messo la pentola sul fuoco, anzi non ricordava nemmeno come ci fosse finita sul suo letto e con quella pezza bollente sulla fronte, di conseguenza provò ad alzarsi << non osare provarci, o ti prendo a calci in culo, giuro. Ti sei presa un malanno, tu e la tua mania di fare sempre tardi da lavoro >> le disse infuriata l'amica mentre cambiava quello straccio che aveva in testa lei, << Ti abbiamo chiamata per ore ieri mattina, non eri venuta a lavoro così mi sono preoccupata chiamando le altre, nessuna sapeva niente, così ho pensato che fossi a casa del tuo play boy, il che sarebbe stato fantastico non fraintendermi, ma mi avresti chiamata o qualche messaggio ma nulla. Ho chiamato George quì sotto dicendomi che eri rientrata a casa ieri. Ho bussato per ore alla tua porta, dopodichè ( e quì non uccidermi ) sono andata a casa del tuo lui, ma nemmeno era in casa. Ad un certo punto ho pensato ti avesse rapita, e che avesse gia fatto sparire il tuo corpo chissà dove, che fosse già fuggito in un altro stato. Ho chiesto a George dove lavorasse, ovviamente dopo un duro lavoro di persuasione, sono andata in quel maledetto posto ( e credimi che avrei voluto scannare quella zoccola di segretaria che ha ). Comunque è uscito sentendo le nostre urla, ho urlato persino a lui chiedendogli dove ti avesse gettata, mi ha trascinata dentro e gli ho raccontato tutto quello che ho dovuto fare, adesso è quì fuori che aspetta che tu ti svegli, visto che è stato lui a trovarti sfondando la porta >> << Voi cosa? >> aveva quasi urlato Georgiana pentendosene subito dopo per l'acuto mal di testa che ne derivò << non dirgli che sono sveglia, ansi, mandalo via >> le disse guardando il soffitto, l'amica rimase esterefatta << Dico io, ma ti sembra modo di ringraziarlo ? Che donna ingrata che sei >> Georgiana la fulminò con lo sguardo << Diamine Gloria, fa come ti ho detto >>  uscì dalla camera senza dir parola. Gloria tornò poco dopo poggiandosi sullo stipite della porta << Che cosa ti sta succedendo piccola Georgiana? >> << Hai preparato qualcosa da mangiare per caso? >> le rispose infine, Gloria sapeva benissimo che l'amica cercava di deviare la sua domanda quindi cercò di darle i suoi tempi e non indagò oltre << Del brodo caldo con del thè. Cosa dovrò dirgli quando si presenterà ancora alla tua porta? >> << Che ho bisogno di riposare >>.

Giorno 41

Nei successivi due giorni la febbre che attanagliava Georgiana sembrò diminuire di appena qualche grado, l'amica le era rimasta al fianco per tutto il tempo, le riferiva che Benjamin non aveva fatto altro in quel tempo che passare prima di andare al lavoro e dopo quando ne ritornava, e nel resto della giornata non faceva che chiamare nel numero dell'amica. << Georgiana, ho terminato le scuse, vuoi deciderti di vedere quel pover uomo ? Ti stai comportando come una bambina capricciosa, insomma vuole solo sapere come stai non mangiarti. >>

Quella sera si presentarono alla porta le altre amiche con la gioia di chi aveva appena ricevuto un regalo o aveva appena vinto alla lotteria  << Georgy, cara come ti senti? >> le voci assordanti delle amiche le trapanarono il cervello << Siete impazzite? così mi esploderà il cervello >> << bhe sarebbe giusto visto come stai trattando quel povero cristiano >> Georgiana rimase basita, com'era che adesso stavano tutte dalla parte del diavolo << No no aspetta un secondo, non puoi.... >> Gloria stava discutendo con qualcuno all'igresso, e quel qualcuno si era appena catapultato dentro la camera di Georgiana dove vi furono dei secondi nterminabili di silenzio, Benjamin era entrato superando tutti gli altri e adesso trafiggeva Georgiana con lo sguardo << N-noi torniamo domani Georgy >> << No, ni  voi rim.... >> << No loro vanno, scusatemi signorine, ho bisogno di parlare con questa donna qua, vogliate perdonarmi >> << Tu cosa? >> disse sbalorfita Georgiana << Non parlare al momento, peggioreresti la situazione >> << Che situazione >> << Scumi vado anch'io, mi hanno richiamato a lavoro domani >> << G-Gloria, non puoi farlo >> le amiche uscirono sorridendo amaramente.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8° ***


shsrhrd
Poco dopo sentì la porta di casa chiudersi e Benjamin sbucò ancora una volta nella camera
<< Perchè ca**o hai un pitone di là ? >>
  Georgiana non rispose, non sapeva se fosse infuriata ancora una volta con lui o semplicemente non sapeva come reagire di fronte a quella situazione che si era appena creata, tanto che si voltò dall'altra parte, e seppe di fare una mossa sbagliata quando dovette rivoltarsi velocemente dalla parte opposta per rigurgitare quel poco che aveva " mangiato ". Benjamin si era tolto la sua giacca e adesso era li a sorreggergli la testa
<< A quanti gradi hai la febbre ? >>
 Georgiana ancora una volta non rispose
 << Donna, non è una domanda di cortesia, adesso pretendo che tu mi risponda >>
gli occhi di lei si spalancarono, rise tra se e se
<< Pretendi? Tu pretendi? >>
 << Sono qui a sorreggerti il moccio, quindi si pretendo >>
 non glielo aveva mica chiesto lei, non aveva chiesto lei di entrare in casa sua, e persino nella sua vita, no! Non gli aveva chiesto lei di sbatterla in quell'ascensore e pretendere dei baci, non gli aveva chiesto di trascinarla in casa sua, non gli aveva chiesto nulla di tutto ciò, ma probabilmente avrebbe voluto.


<< 38 e mezzo >>
 << da quanto? Dal giorno in cui ti abbiamo trovata sul pavimento ? >>
 << cos'è?? adesso fai il medico anche? >>
 << No ma ho un amica che potrebbe aiutarti e.. >>
 Georgiana lo interruppe << Stai scherzando spero,  faccio l'infermiera in un ospedale e ho abbastanza amici medici che potrebbero darmi una mano, non ho bisogno della tua " amica " o del tuo aiuto >>
 la fece sdraiare e le immerse lo straccio in acqua fredda, vide la mascella di lui contrarsi ritmicamente
 << Sei stata sveglia per tutti questi giorni e visto che hai rifiutato di vedermi mi sono imposto ad entrare e.. >>
<< e a cacciare le mie amiche da casa mia >> continuò lei
 << Mi scuso per questo comportamento, ma era l'unico modo per farmi dare ascolto o per avere udienza con vostra altezza, visto e considerato che per farlo credevo che sarei dovuto andare in polizia a farmi dare il permesso per una perquisizione >>
 << Lo sottratto a dei tizi che vendevano animali esotici >>
 << Come? >>
<< Pito >> disse gesticolando in aria
 << Pito ? >>
 << Pito, il serpente di là, mi hai ciesto perchè avessi un pitone e ti ho risposto >>
 << Non posso crederci >>
 disse lui sedendosi al suo fianco, Gergiana si sentì troppo vicina a quel corpo anche se a separarli c'erano quei strati di coperte e lenzuola, credeva di sentire comunque il calore che emanava il suo corpo accanto al suo o credeva possibilmente che era il suo di corpo a bollire per via della febbre. Cercò di allontanarsi senza che lui se ne rendesse conto
 << Cosa stai facendo ? >>
il suo telefono squillò improvvisamente e lui dovette alzarsi per rispondere e Giorgiana ringraziò chiunque vi fosse stato dall'altra parte del telefono.
<< Pronto? Si, si, ok daccordo, no. Aspetta, ascolta Jessica, domani non posso venire, ho preso un brutto raffreddore.. si si lo so ... ok, grazie, si disdici, con lui parlerò un altro giorno.. No non preoccuparti.. Arrivederci >>
 Georgiana era rimasta li senza staccargli gli occhi di dosso per tutta la durata di quella chiamata, quando lui si voltò gli disse
<< Dovresti andare >>
 lui sorrise tra se e se mentre si riavvicinava togliendosi la cravatta
<< Non hai proprio capito tu,  dovrai sopportarmi per un bel pò >>
 << cosa? >>
 << non ho intenzione di lasciarti sola >>
una risata isterica uscì dalle sue labbra
<< Bello scherzo, ma adesso fa il serio signorino e torna nelle tue terre selvagge >>
<< terre selvagge? Davvero? Non hai di meglio da dire? Tutto quì? E in questo modo adesso io dovrei sentirmi offeso, visto che mi hai paragonato ad un animale, e che di conseguenza dovrei andarmene. Sai donna, e proprio degli animali selvaggi che dovresti aver paura >>
pronunciò quelle ultime parole avventandosi sulle sue labbra roventi, le mani di lei si conficcarono nel suo petto, lui le si avvicinò ancor più come un serpente costrittore con la sua preda, che avvinghiava la sua preda e dopo la divorava. Il corpo di Georgiana si infiammòera causa della febbre sicuramente - era questo quello che si ripeteva mentre la bocca di lei si schiuse appena senza rendersene conto e la lingua di lui le si insinuò con ardore, cercava di imprimersi ogni parte di lei, o almeno di quel che gli permetteva di avere. Se solo Georgiana avesse davvero odiato quel contatto, lo voleva davvero, ma al secondo tentativo di scrollarselo di dosso perse le speranze quando lui continuava ad attirarla più al suo corpo. Le mani di lei si insinuarono in qui capelli, in quella luce
<< Guardati >> disse infine lui bloccandosi di colpo
<< Dici di andarmene, ma il tuo corpo dice altro. La tua bocca richiede il contatto, il mio contatto, le tue mani cercano il mio corpo, quindi perchè continui a dirmi di andarme >>
<< Grandissimo testa di ... >>
le tappò la bocca con una mano mentre continuava a fissarla intensamente
<< Non rovinare tutto con le tue manie da scaricatore di porto Donna >>
gli tolse la mano dalla sua bocca
<< Io vorrei picchiarti a morte >>
lui si alzò dirigendosi in cucina
<< Io vorrei farti moltre altre cose, che credo non mi rinnegheresti >>
le disse prima di uscire con un sorriso divertito
<< VAFF***LO >>
gli urlò infine lei da dietro trattenendosi la testa che le doleva.
Benjamin rientrò poco dopo con degli aggeggi nelle mani, Georgiana esasusta voltò solamente gli occhi nella sua direzione
<< Cos.. >>
non terminò che il suo corpo scattò in allarme alzando solamente il busto
<< Scordati che io faccia una cosa del genere >> gli ringhiò.
Era divertito, un ghigno quasi maligno nel suo volto
<< Devi farlo, decidi, supposta o puntura ? >>
<< Dovrei decidere, se farmela mettere su per il mio sedere o nel mio sedere? >>
Georgiana divenne rossa in volto appena si rese conto dell'allusione che aveva appena fatto, lui sorrise divertito
<< Esatto >>
sapeva benissimo che lo stava facendo intenzionalmente, che si divertisse.
<< Voltati >>
<< Non ho intenzione di fare nessuna delle due cose. Non voglio che tu mi faccia queste cose >>
<< Donna, ho visto molti sederi in vita mia, uno in più non credo cambi, anche se le situazioni erano altre >>
Con occhi sgranati le si lesse la rabbia in volto, molti sederi? Credeva che le avrebbe mostrato il suo sedere come se nulla fosse, e poi?  Si aspettava che le si spogliasse aspettando la cura per il suo corpo infiammato? - Col cavolo  -si disse, non avrebbe permesso che le sue mani sporche l'avrebbero toccata, non ancora. Se nei giorni addietro voleva salvarlo dai suoi incubi - qualunque essi fossero, sperava di scoprirlo - adesso desiderava la sua testa su un piatto di plastica, non di argento o oro, sarebbe risultato troppo onorevole persino per la sua sola testa.
<< Voglio riosare, va via Benjamin >>
se si era pentito di ciò che le aveva detto, non lo aveva dimostrato per nulla. Georgiana si meravigliò del fatto che non disse nulla in contrario quando lo aveva cacciato dalla camera, perchè se lo conosceva quel poco, sapeva che Benjamin era rimasto in quella casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9° ***


Ben
shsrhrd
Aveva appena aperto gli occhi, si era addormenta e si era risvegliata alle 19:00. La sua intenzione fu quella di alzarsi, non le piaceva stare li a poltrire, anche se stava male voleva combinare qualcosa, una qualsiasi cosa, in realtà voleva scoprire se quel caprone se ne fosse andato. Non seppe se per gioia o per sua disgrazia, non appena aprì la porta lo trovò indaffarato in cucina
<< Che stai combinando, caprone >>
<< Caprone? >>
<< Non ti avevo detto di andare via? >>
<< Non mi risulta che io ti abbia mai dato ascolto >>
lei alzò gli occhi al cielo accucciandosi in una coperta che si era avvinghiata addosso sedendosi in una sedia del tavolo da cucina
<< Dovresti essere a letto >>
<< Tu dovresti essere all'inferno, eppure! >>
lui fece finta di non sentire, o semplicemente non aveva voglia di controbattere, eppure quando si voltò lanciò un sorriso ammaliante verso Georgiana. Si poggiò appena al lavandino della cucina e incrociò le braccia fissandola sorridente.
<< Cosa vuoi? >> disse infine imbarazzata
<< Vorrei davvero essere io il diavolo >>
e con questo cosa voleva dire? In quel momento - se non tutte le volte che si trattava di lui - non aveva voglia di chiedere, o non voleva sapere davvero la risposta.
Fu lui ad interrompere il fluido di pensieri prendendo due piatti e sedendole accanto
<< Mangia >>
<< Cos'è?? >>
fissò quel brodo che le si presentava davanti
<< Mangia, ti farà bene >>
<< Vuoi avvelenarmi? >>
sbuffò sorrdendo lui, e iniziò a mangiare la sua parte, lei inforcò un cucchiaio affondandolo in quella brodaglia portandola poi alla bocca, non appena gustò il tutto si bloccò improvvisamente senza ingoiare sgranando gli occhi, lui la fissò non capendo ma non appena anch'egli assaggiò ciò che aveva nel piatto sputò tutto
<< Oddio, Ca**o... Sputa, Sputa >>
disse alzandosi e gettando tutto in lavandino, non si mosse da li, non si voltò, ma Georgiana non resistette e scoppiò a ridere
<< Volevi avvelenarmi >> ma non la smetteva di ridere
lui si passò una mano in viso e sui capelli senza fiatare, si voltò senza espressione sul volto, lei si bloccò di colpo con le lacrime che ancora le rigavano il viso
<< E così non sai cucinare Uomo >> lo disse in modo suadente e quasi derisorio
<< Mangio sempre fuori, e quando sono in casa, bhe diciamo che non sono mai solo quindi >> sorrise a quel pensiero.
Georgiana non ammetteva che lentamente la gelosia la divorava da dentro, non lo avrebbe mai ammesso, non a lui.
Sorrideva ca**o, lui sorrideva deridendola, ma non gliel'avrebbe data vinta.
Furono riscossi dal campanello della porta
<< Aspettavi qualcuno? >>
<< No, che io sappia >>
<< Sta seduta, apro io >>
disse lui dirigendosi verso la porta d'ingresso
<< He.. Scusi, ho sbagliato numero ? >> disse una voce maschile, Georgiana la riconobbe immediatamente
<< Chi cerca lei? >>
<< Cerco Georgiana >>
<< Ghebriel >> disse Georgiana sorpassando Benjamin e saltanto al collo del primo
<< Hey Georgy >> la strinse a se roteando su se stesso.
Benjamin rimase impassibile scrutando quella scena, soppesando le caretteristiche che potessero far si che egli fosse un qualche parente: quei capelli neri che arrivavano sotto le orecchie non erano certo somiglianti a quelli di lei che richiamavano le spiagge calde dei Caraibi, quegli occhi scuri non potevano certo essere simili a quelli di lei quasi blu, o quella pelle abbronzata non poteva certo essere paragonata alla sua morbida e bianca.
<< Cosa ti porta da queste parti Panda ? >>
- Panda? -
<< suvvia, Scimmia, non osare chiamarmi in pubblico così, o giuro che ti picchio >> disse questo afferrandola fra le sue braccia scompigliandole i capelli.
Lei rideva, rideva come una bambina felice di aver ricevuto il suo regalo, un sorriso che Benjamin non aveva mai visto in quel volto. Solo allora si resero conto che in quel duetto vi era anche lui, Ghebriel porse la mano con sorriso che poteva far competizione col suo
<< Lieto di conoscerti, tu sei? Un nuovo amore di questa quì ? >>
Osservò quella mano con tanto disgusto, ma infine mostrò uno dei suoi sorrisi che facevano sgiogliere il cuore afferrandogli ciò che gli porgeva
<< Benjamin, un amico di Georgiana >>
<< Bene >>
lo disse con tanta foga che Benjamin poteva aver giurato di veder brillare uno sguardo complice in quegli occhi, felice di ciò che aveva appena udito, chiunque fosse quest'uomo, questo " amico " di Georgiana che doveva conoscere sicuramente da molto più tempo sicuramente di lui, chiunque fosse, Benjamin avrebbe marcato quel territorio, avrebbe marcato le sue terre selvagge e avrebbe sicuramente marchiato ciò che gli apparteneva GEORGIANA, sapeva che non le sarebbe dovuto importare a lui ma qualcosa lo spinse a farlo, e fu allora che Benjamin e Ghebriel si erano appena dichiarati battaglia, stringendo con più foga entrambi quelle mani.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10° ***


Ben
shsrhrd
Georgiana  aveva conosciuto Ghebriel all'università,  fra una parola ed un altra si resero conto di essere più affini di due amiche. La questione del panda nacque un giorno quando Ghebriel si era scolato più alcool del dovuto finendo con lo sfottere e ridere con chiunque gli capitasse a tiro persino con Georgiana, almeno fino a quando non si scontrò contro il buttafuori di un locale con il quale finì a pugni, risultato?  Due occhi neri e l'altro tizio era perfettamente illeso. Quando Georgiana lo incontrò il giorno seguente  vi si può immaginare la sua reazione, finì con lo sfotterlò per pù di qualche settimana chiamandolo Panda.
Georgiana lo trascinò dentro afferrando la sua valigia che solo allora aveva notato
<< Per quanto resti? >>
<< Sono quì per le mie meritate vacanze >>
<< Bene >>
urlò quasi  Georgiana in preda all'euforia, sembrava che la febbre le fosse improvvisamente passata. Benjamin sembrava non esistere mentre li seguiva da dietro.
Lasciò che lui si sedesse
<< Hai già cenato? >>
<< Si sta tranquilla >>
In quel momento Georgiana sembrò rendersi conto che in quella stanza ci fosse anche Ben, perchè dall'immensa gioia in cui si era gettata si sentì lettaralmente trascinare nel mondo dove i suoi sentimenti erano alla rinfusa. Benjamin era dietro lei e non le staccava gli occhi di dosso, uno sguardo severo quasi volesse sedarla con lo sguardo
<< Dovresti tornare a letto >>
<< I-io, b... >>
fu sollevata e trasportata sul suo letto,  lei stranamente non fiatò, come se quella fosse una cosa normale, come se quelle braccia e quel corpo sotto di lei le fossero impressi addosso e le fossero familiari.
 << Riposa >>
<< H-ho riposato abbastanza Benjamin >>
lui si voltò con uno sguardo indagatorio
<< Che  succede? >>
<< Davvero mi hai chiamato per nome?  Dovrei preoccuparmi >>
<< Cretino, bipede senza cervello. Va meglio adesso? >>
<< Preferivo prima >>
era rimasto in piedi accanto a lei, Benjamina sapeva che di là c'era Ghebriel, non era altrettanto sicuro che Georgiana se ne ricordasse
<< Non posso lasciarlo solo >>
ecco appunto
<< é in buone mani >> sogghignò l'altro
<< Non sarai mica geloso ? >>
Nella mente di Georgiana balenò una piccola speranza, una lucina appena visibile che si spense non appena lui aprì bocca
<< Donna, la gelosia è per i deboli, potrei esser geloso di ciò che  mi appartiene, non di una donna. >>
rispose severo più per convincersi delle sue parole che per convincere  lei. Eppure non capiva l'odio improvviso che aveva percepito  non appena  conobbe realmente Ghebriel, non lo ammetteva, ne a lei ne a se stesso, lui non sapeva e non avrebbe mai potuto essere geloso.
<< Uomini, credete che il mondo vi appartenga ma non vi rendete conto che siamo tutti delle piccole luci in un universo troppo vasto >>
<< In realtà e proprio per questo che cerchiamo qualcosa che ci appartenga, perchè una luce da sola è appunto solo una luce minuscola, ma se quella luce si coniugasse con un altra, allora formerebbero una luce più grande, ed entrambi formerebbero abbastanza luminosità da sentire di appartenere a qualcosa, o a qualcuno >>
disse Ghebriel sbucando da dietro Benjamin
<< Stiamo ancora parlando di luci? >> rispose aspro l'altro.
<< Hai la febbre? >>
Georgiana annuì ignorandolo di proposito
<< ricordi quando siamo stati fuori per delle ore sotto la pioggia, e ti prendesti una di quelle febbri da farti sembrare un zombie. Stetti con te per una settimana prima che tu potessi guarire >>
<< Hai continuato a nascondermi tutta la mia roba per le camere dell'università >>
<< E quando hai trovato le tue mutande appese sul ventilatore dell'aula di storia >> disse scoppiando a ridere
<< Ti avrei voluto uccidere, non le raccolsi mai. Come caspita hai fatto a farle finire lassù >> rispose lei lanciandogli un cuscino.
Georgiana smise di ridere quando Benjamin era uscito dalla camera
<< Dove vai? >>
le uscì quella domanda senza nemmeno pensare, tanto che se ne pentì immediatamente quando lui fece sbucare solo il volto dalla soglia della porta, sorridendo maliziosamente
<< Avrei del lavoro da fare >>
i loro sguardi rimasero fissi su entrambi per secondi interminabili.
<< Per quanto tempo credi di restare Deniel? >>
lo stuzzicò Benjamin dalla cucina
<< Ghebriel, mi chiamo Ghebriel >>
<< Dovresti lasciarla riposare >>
solo quando questi si alzò a Georgiana balenò in mente l'idea che se avesse lasciato che quei due sarebbero stati soli, per i loro caratteri così diversi, si sarebbero senza dubbio uccisi, adesso il dubbio era chi doveva scegliere da far restare, si ripeteva che doveva essere ovvio di scegliere Ghebriel ma una vocina dentro la sua testa continuava a dirle di no, di tenersi accanto Bejamin
<< Ghebriel rimani >>
fu dunque la sua risposta, temeva la presenza di Benjamin, e non le piaceva l'effetto che lui le faceva. Il volto di Benjamin fu come attraversato da mille lame, mentre Ghebriel chiudeva la porta della camera sorridendo a Benjamin
<< Vuole riposare in pace >>
quei due sembravan comportarsi come due ragazzine che si contedevano un ragazzo di turno, la cosa più straordinaria era che di tutto questo ne era ignara Georgiana, non faceva caso alle loro frecciatine, agli sguardi che si lanciavano, all'odio reciproco che provarono non appena per la prima volta quegli sguardi si incontrarono fra i due uomini.
Erano appena le 22:00 qundo Georgiana si addormentò sulla spalla di Ghebriel che nel frattempo le si era sdraiato accanto, non prima di aver sentito le proteste dell'amica. Benjamin dal canto suo non aveva nemmeno bussato per sapere come andavano le cose fra i due, si era sdraiato sul divano che si trovava in soggiorno.
Giorno 42
Georgiana si era svegliata di buon ora, Ghebriel al suo fianco dormiva come un ghiro, decisa di darsi una sistemata aprì la porta della camera per dirigersi verso la cucina alla ricerca di caffè, la sistemata magari dopo. Si ricordò di Benjamin e vagò alla sua ricerca, nella camera degli ospiti non si trovava, si diresse verso il soggiorno e lo trovò appisolato sul divano, con passo felino gli si avvicinò fino a pochi centimetri di distanza chinandosi appena, era un angelo, e cavolo se lo sapeva, un bas***o angelo ma pursempre quello. Avrebbe voluto accarezzare quel viso, affondare le mani in quei capelli, perdendo il suo sguardo sulla sua camicia quasi sbottonata facendo intravedere la pelle rosea che si ritrovava, avrebbe voluto abbracciarlo imprimergli dei segni, rispostando lo sguardo sul suo viso dove sobbalzò e allontanandosi da lui che la fissava sorridendo trionfante.
<< Testa di ca... >>
Quella bocca l'afferrò ancora una volta, con velocità fulminea, quella presa ferrea che l'avevva fatta voltare bruscamente facendola sbattere contro quel petto tanto caldo ed ampio che le infondeva, calore, brace, fuoco, incendio. Quella forza che si imponeva lei mentalmente sembrava sparire ogni qual volta lui la sfiorasse sempre di più.
<< Donna tu scotti >>le sussurrò passando a baciarle il collo
<< h-ho la febbre >>
<< la tua febbre è finita da parecchio, lo dice il tuo termometro >>
lei non ricordava di aver usato quell'aggeggio, non ricordava nulla, perdeva ogni pensiero plausibile ad ogni bacio, morso, carezza che lui le stava facendo. Fremeva, odiava quel potere che lentamente lui si stava prendendo senza che lei riuscisse a protestare.
Lui sorrise sul suo collo
<< Donna! Dipendi da questo adesso? Non puoi far almeno di starmi lontana >>
lei sembrò risvegliarsi dal trance in cui era stata catapultata, spingendolo brutalmente via.
<< Fanc**o, fanc**o, vaffanc**o... >> disse infine lei cercando di togliersi di dosso quei tocchi mentre lui la guardava estasiato e quasi felice da tutto quello, così lei andò via da quel corpo indiavolato sapendo che comunuque, ovunque andasse in quella casa, il suo profumo ormai si era impresso nelle sue mure, sui suoi vestiti, sui mobili, sulla sua pelle, sulle sue labbra, sul suo corpo, e questo non poteva più permetterlo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11° ***


shsrhrd
Non appena si voltò vide Ghebriel in piedi, lei lo superò dirigendosi spedita in cucina.
Benjamin dal canto la seguì da dietro soffermandosi sorridendo compiaciuto a Ghebriel, che era rimasto impalato senza saper cosa fare o dire. Quei due si conoscevano da nemmeno un giorno e gia si odiavano. Ghebriel afferrò per un polso Benjamin
<< Che cosa hai intenzione di fare? e ? >>
sembrava quasi furioso, e Benjamin si soffermò a guardare quella mano che gli teneva il polso in maniera davvero disgustata
<< Osa ancora toccarmi e ti prometto che una carta di identità nuova non basterà. Sono questioni che non riguardano te mi sembra. >>
<< Non ti permetterò di portarmela via >>
Benjamin sorrise riprendendosi il suo braccio
<< Hai paura? Eppure non mi sembrava così fino a ieri >>
<< GHEBRIEL !! >> urlò lei dalla cucina.  
Quest'ultimo andò via compiaciuto seguito dall'altro.
Georgiana era seduta a tavola intenta a mangiare del latte caldo con biscotti
<< Dovresti smetterla di urlare >>
<< Io non ho urlato >>
<< certo, certo >>
<< Cosa hai intenzione di fare oggi ? >>
<< Dimmi un po tu >>
Oh! Georgiana avrebbe voluto fare moltissime cose, tra le quali: prendere a sassate Benjamin, umiliarlo, ucciderlo. Ma in realtà più ci pensava più avrebbe voluto baciare ancora quelle labbra. Si meravigliava lei stessa come i suoi pensieri erano ormai rivolti solo ed esclusivamente a quell'essere ignoto che la osservava sorridendo in silenzio, appoggiato allo stipite della porta.
Un attimo! Perchè stava sorridendo? 
Non si era nemmeno resa conto che mentre lo pensava si era fermata a fissarlo, e lui si era reso conto a cosa stesse pensando lei realmente, sapeva il motivo per il quale sorrideva.
<< Io vado a lavoro >> disse alzandosi improvvisamente.
<< Tu non vai proprio da nessuna parte signorina >> rispose Benjamin bloccando la questione sul nascere.
Lei gli si piantò davanti arrabbiata, gli afferrò le mani e strinse forte le ferite, facendolo così mugolare di dolore.
<< Ca**o, Donna, sei impazzita >>
Georgiana pensò ai giorni addietro, ricordò quel giorno a casa sua, ricordò i suoi sguardi le sue ferite, non solo sulle mani, ma quella ferita al cuore che lo lacerava. Quella doccia, e il suo odio.
Afferrò quelle mani in silenzio togliendo le bende
<< Sta ferma, smettila >> disse lui stizzito, ma lei non diede segno di voler lasciare e riuscì a fissarlo in quegli occhi che tanto stava imparando a conoscere ogni giorno. Ma Benjamin non avrebbe mai permesso a qualcuno di inoltrarsi nella sua vita in quel modo, non così.
<< Ti ho detto di lasciarmi stare >> era quasi furioso, non permetteva di farsi vedere debole davanti ad una donna, figurarsi davanti a quell'uomo, sapeva benissimo che in quel modo aveva ferito ancora una volta Georgiana.
Una morsa allo stomaco lo lasciò senza fiato, quando spostò il suo sguardo sul viso di Georgiana che era rigato da due lacrime sfuggitole al suo controllo. Lei abbandonò quelle mani e si diresse verso la sua camera, chiudendosi la porta dietro.
L'intero suo corpo gli diceva di raggiungerla, ma la mente, sbadata e testarda com'era gli diceva di rimanere dov'era e, ansi di andare via a quella casa senza far ritorno.
Fu risvegliato solo quando un pugno in pieno voltò lo fece capitolare per terra
<< Sta lontano da lei >>
Benjamin si alzò, andando via da quella casa con l'unica intenzione che non vi avrebbe più fatto ritorno.
Che se la tenesse pure, non le importava si ripeteva, quella donna non era affar suo.
Ma la realtà era che non aveva intenzione di provare più quella sensazione che aveva provato quando aveva visto quegli occhi piangere, non trovava nessuna spiegazione a sua reazione davanti a quel suo comportamento, quindi scelse che l'avrebbe dimenticata facilmente una volta che sarebbe uscito da li.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 13° ***


shsrhrd
Georgiana era incredibilmente arrabbiata con lui, no che non ce ne fosse motivo, ma continuava a ripetersi in mente " nove? In una settimana?  , Benjamin come se sapesse a cosa stesse pensando strinse la presa alla vita
<< Smettila di pensarci >>
lei spalancò gli occhi
<< Lasciami andare cortesemente Ben >>
Benjamin la fissò negli occhi sfidandola sorridendo
<< Testa di c.... >>
la baciò nuovamente approfittando della sua distrazione, Georgiana cercava di liberarsi da quel boa costrittore, ma sapeva benissimo che non voleva minimamente che smettesse, ma nella mente continavano a vorticare tutte le possibili donne che aveva fatto entrare in casa.
<< Benjamin >> disse lei riuscendo a fuggire dalla morsa della sua bocca, voltando il viso, lui sbuffò ridendo e poggiando la testa nell'incavo della sua clavicola
<< Dimmi donna >>
<< Emh.. Ghebriel mi sta aspettando >>
Benjamin di scatto sollevò il mento guardandola con occhi fumanti che avrebbero bruciato sul momento chiunque, chiunque ma non lei. Le piaceva quella nuova parte di lui, e sapeva come sfruttarla a sua vantaggio.
<< Tu non uscirai di qua se andrai da lui >>
<< E dimmi un pò, tu vorresti uscire con quel rossetto sulle labbra ? >>
Benjamin sollevò un sopracciglio, improvvisamente qualcuno cercava di aprire la porta
<< Georgy, stai bene? >>
<< Ca**o, è ovunque, quando credi che andrà via da casa tua? >>
<< Fammi uscire Ben >> rispose lei spingendolo via togliendoselo di dosso
<< Non osare andartene, o giuro.. giuro.. >>
<< Cosa? cosa Benjamin >>
disse lei dandogli una spinta alle spalle che non lo smosse da dove si trovava
<< Andrai via? Ti divertirai ancora? E Ben? Vuoi Giocare? Adesso sarò io a giocare, e le carte le scelgo io, e scelgo di mandarti  a fere in cu**, con molta cortesia >>
<< SMETTILA CA**O >> rispose infuriato << Taci Donna >> esasperato, passò una mano sui capelli tirandoli indietro, poggiandosi con le spalle al muro. Georgiana gli si avvicinò
<< Non sarò mai, più di quello che tu voglia farmi credere Ben. Sarò sempre un gioco per te, tu sei questo, non cambierai, una donna per te non adrà mai bene. Mi hai respinto molte volte, continui a ferirmi e questo è solo a causa mia, non ci riesco a mandarti via e tutte le volte te lo lascio fare. Ma questa volta... questa volta voglio scegliere me stessa. Portarti una donna o più, a letto ogni giorno, non fa di te un uomo di classe, non per me. Io non voglio questo..>> abbassò lo sguardo << Ho cercato di curare le tue ferite, non so cosa tu abbia, cosa ti stia accadendo o ti sia accaduto, ci ho provato, e ogni volta è come essere pugnalati, tutte le volte che continui, continuavi a rifiutarmi. Non sarò mai nulla di più che una donna come le altre per te Ben, io non sono questo, non voglio essere questo per te. >>
Lo lasciò li appoggiato al muro, lei con le lacrime agli occhi, e lui con il cuore lacerato da ogni parola.
Afferrata per un polso, fu avvolta da due braccia che la circondarono, che le dissero che non l'avrebbero lasciata, che sarebbe stata protetta, Ben cercava di parlare attraverso il corpo
<< I-io.. Ti prego, accettami così in questo momento Georgiana.. Ci sono cose che non posso dirti.. Ci sono cose molto pericolose che se tu sapessi, quegli occhi non mi guarderebbero più nello stesso modo. Accettami così, accetta quel che sono.. Nessun altra donna al mio fianco a parte te.. Non uccidermi così, non adartene.. >>
Quelle parole uscirono dalla sua bocca tutte insieme, con il volto affondato nei suoi capelli, con una voce tremolante che solo la rabbia poteva provocare. Georgiana era bloccata al suo petto, alzando leggermente il viso, lo affondò nel suo collo inebriandosi di quell'odore che credeva di aver dimenticato.
Sussurrando singhiozzante << Ben.... Non posso vivere la mia vita nella paura che tu possa farti del male ancora, non posso vederti uccidere da solo >>
<< Non puoi vermelo fare da solo, ma lo stai facendo tu. Non posso immischirti nei miei affari >>
<< Tu sei un avvocato Ben, cosa c'è che non va >>
<< Fidati di me Donna >>
Georgiana sollevò il suo viso fissando gli occhi in quelli di lui, e in quel momento quando lui le fece un sorriso, non uno dei suoi soliti, ma uno sincero, uno dolce, uno di quelli che non le aveva mai fatto davvero, che Georgiana lo baciò a fior di labbra, fu un bacio casto, ma che fece comprendere tutto a Benjamin. Era una nuova occasione che gli stava dando, un nuovo mondo si apriva davanti a Benjamin, e questa volta avrebbe fatto di tutto .
Si erano come dimenicati di Ghebriel che continuava a bussare alla porta disperato
<< Dobbiamo uscire di qua, ma non puoi farti vedere con me >>
disse infine Benjamin, Georgiana parve confusa
<< Semplicemente non puoi.. Non ti azzardare ad andare via Donna. Ci vediamo in quell'ascensore >>
le disse sorridendo sarcastico facendole l'cchiolino.
Lui si nascose dentro uno dei bagni, e lei aprì la porta uscendone immediatamente fuori.
<< Hey Ghebriel >>
<< Che fine hai fatto, credevo fossi morta. Andiamo >>

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12° ***


shsrhrd
Era passata una settimana dall'ultima volta che Georgiana aveva visto Benjamin a casa sua, era ritornata a lavoro e aveva persino perso l'abitudine di salire in quell'ascensore, di sciogliere quei capelli, ogni qual volta pensava di intravederlo, cambiava direzione.
Era ferita, si diceva di non doverlo essere, ma non lo sopportava, non sopportava lui e i suoi sbalzi d'umore, ma dio se le mancavano, era fuggito da casa sua, e lei non avrebbe più permesso che la trattasse come una delle sue bambole con la quale poteva giocare quando gli pareva, gettarla ogni qual volta si era stufato di giocare.
Stava rientrando a casa e Ghebriel gli si parò davanti con un grande sorriso, le prese la mano e la fece girare su se stessa meravigliando persino lei.
<< Che succede? >>
<< Adesso noi due ci andiamo a fare un bel giretto >>
<< Stai scherzando spero >> rispose sbuffando
<< No per nulla >> disse lui abbracciandole i fianchi e sollevandola
<< Sei pazzo? >> disse ridendo felicemente
<< Mettimi giù Panda >>
Si fermò di colpo
<< Io ti avevo avvisato >>
<< Mi avevi detto di non dirlo in pubblico, tu vedi qualcuno qui in giro ? >>
La lasciò scivolare sul suo corpo, i loro visi si ritrovarono a pochi millimetri di distanza, Georgiana rideva completamente ignara dei pensieri che potevano attraversare la mente dell'amico.
Ghebriel avrebbe voluto prendere quel corpo, baciarlo in quel momento, confessarle i suoi sentimenti, baciarla su due piedi, e lo stava per fare.
<< Ghebriel, dove dobbiamo andare? >> disse lei infine, lui fu come risvegliato
<< Andiamo a ballare cara mia, sono stanca di questi tuoi continui silenzi, e adesso ti vai a vestire che gli altri ci stanno aspettando >>
<< gli altri? >>
<< Gloria e le altre con i compagni >>
<< Davvero ? >>
Georgiana era euforica, non vedeva le altre amiche, a parte Gloria, dall'ultima volta in casa sua, quando Benjamin le aveva cacciate, e così si diresse verso camera sua a prepararsi.
Uscì quasi un ora e mezza dopo, e Ghebriel rimase pietrificato
<< Che c'è? >> disse lei
<< Nulla andiamo >>
La verità era che Georgiana era intenta a darsi un rivincita da sola, voleva dimenticare Benjamin, e per farlo aveva usato il make-up e i miglior vestitino che potesse avere: un abito non troppo lungo e non troppo corto, i capelli lunghi le ricadevano morbidi sulle spalle, un rossetto rosso che si intonava con l'abito sgargiante, un trucco impeccabile sul viso, e dei tacchi dall'altezza giusta. Ghebriel sapeva che quel corpo lasciava poco all'immaginazione, almeno prima di quel giorno, e la gelosia lo divorava da dentro, voleva rilegarla in casa, nessuno a parte lui poteva immaginare tanto.
<< Che succede Ghebriel ? >>
<< Andiamo Giorgy >>
Si incamminarono verso l'ascensore e non appena aperto scesero arrivando sino alla hall, quando
<< Scusa Ghebriel, ma io non ho una macchina, tu nemmeno, come dovremmo andare? >>
<< Ho gia pensato anche a questo, vieni >>
Ghebriel aveva preso una macchina a noleggio, una camaro
<< Stai scherzando? Quanto ti è costata noleggiarla? >>
<< Non importa >> rispose lui aprendole la portiera e facendole l'occhiolino.
Lui salì, e si diressero verso il locale.
Arrivarono una mezz'oretta dopo, era uno dei locali più in voga del momento, si poteva entrare solo sotto prenotazione, e la prenotazione doveva avvenire settimane, se non mesi prima.
Le chiavi della macchina furono date al parcheggiatore, Ghebriel afferrò Georgiana a braccetto entrando.
Non appena entrarno furono accolti da due camerieri, si inoltrarono così nella zona bar dove, chi aveva voglia di scappare da quella musica così forte e parlare, poteva benissimo sedersi a sorseggiare qualcosa o semplicemente sedersi tra i tavolini.  E se avessero voluto avere più privacy potevano benissimo ordinare una delle camere che stavano al di sopra del locale.
Si inoltrarono così in un altra porta che portava ad un piccolo corridoio ben illuminato ed una porta alla fine, che portava nel luogo prestabilito.
Entrati furono catapultati dentro da una musica che quasi rompeva i timpani, ma che trascinava quasi tutti quelli che vi erano all'interno, mentre il resto se ne stava a parlare e sorseggiare nelle poltrone a giro, illuminate da delle luci.
Georgiana cercò con lo sguardo le amiche che le andaro incontro, insieme hai compagni
<< Georgiana? Che ne hai fatto della mia Georgiana? >>
disse ironicamente l'amica Gloria abbracciandola e salutandola insieme alle altre.
<< Scusate ragazze, siamo venuti per parlare o per ballare? >>
disse infine Ghebriel.
<< Andiamo >> dissero tutti.
Si inoltrarono tutti in pista, e ballarono come se non ci fosse un domani, come se quello fosse l'ultimo giorno che avrebbero vissuto.
Ghebriel non perse momento, per tutta la durata del tempo ballò con Georgiana che dal canto suo si stava scatenando, i loro corpi erano accaldati, per il momento, per il movimento, per l'adrenalina che correva in circolo. Georgiana si era lasciata andare, ballava con Ghebriel in una maniera davvero provocante, inconsapevole dei sentimenti dell'amico. Quei movimenti e quel corpo non facevano altro che far desiderare a Ghebriel di farla sua, anche in quell'istante, così si fermò di colpo abbracciando la sua vita e avvicinandola al suo corpo, " sussurrandole " all'orecchio
<< Vorrei prendere una stanza >>
Georgiana fu risvegliata dal sogno che viveva, tutti i suoi pensieri le ritornarono in mente, quei pensieri che tanto voleva dimenticare, quel lui che tanto voleva dimenticare, e come se fosse stata presa da un colpo di follia rispose
<< Va bene >>
lui quasi meravigliato, sorrise e gli afferrò la mano trascinandola con se
<< Aspetta, devo prima andare in bagno, va tu, ti raggiungo alla hall >>
<< Va bene >>
lei si diresse dalla parte opposta, e l'adrenalina al pensiero di ciò che sarebbe accaduto in quella stanza, le girava in circolo in maniera davvero veloce, sapeva che poi tutto fra i due sarebbe cambiato, ed era proprio questo quello che voleva lei, un cambiamento, e lui poteva essere quel cambiamento di vita.
Ci mise qualche minuto ad arrivare al bagno, entrò e si diresse verso il lavandino dandosi una sistemata, i pensieri le vorticavano in mente ad una velocita fulminea. Si risvegliò solo quando sentì un sonoro " CLICK " , Georgiana si voltò di scatto
<< E tu che ci fai qui? >>
<< Dove ca**o credi di andare >> Benjamin infuriato, e questo non gli si leggeva dai suoi modi di fare, ma dalla sua calma apparente che aveva nel tono di voce.
<< Non hai risposto alla mia domanda >>
<< Dove stai andando >>
Georgiana fece una risata isterica spostando lo sguardo per terra, e decisa si diresse verso l'uscita
<< Non credo siano cose che la riguardino >>
non riuscì nemmeno a toccare la maniglia che fu presa da un bracciò e appoggiata al muro, rimanendo così bloccata dalle sue braccia. Gli lesse la rabbia dalla maniera irregolare che aveva il suo petto di sollevarsi.
<< adesso mi dai di nuovo del lei>> << davvero credi che dopo una settimana che non ti sei fatto più vedere, e da questi tuoi modi di fare, credi davvero che io ti debba delle spiegazioni su quello che faccio. Adesso che fai mi segui pure? Esci dalla mia vita... >>
<< CA**O >> urlò lui piantando un pugno vicino il volto di lei, che rimase bloccata e impaurita
<< scusami, mi dispiace. Non ci riesco, non posso farlo. Ero già qua quando siete entrati voi due, avevo visto solo le tue amiche e conoscendoti sapevo che tu non frequentavi posti del genere, poi appena siete entrati, vi ho visti, vi ho visti mentre ballavate, Donna quello non è modo di ballare in pubblico >>
<< C'è un modo di ballare in discoteca? >>
<< Smettila di prenderti gioco di me, giuro che ci sto provando con tutto me stesso, per non dirigermi verso quel testa di ca**o del tuo amico che vorrebbe scoparti anche solo con lo sguardo, e spaccargli la faccia >>
<< Non puoi farlo, questa tua improvvisa gelosia, non puoi inoltrarti quando vuoi nella mia vita e andare via quando ti pare e piace, non sono un burattino con il quale puoi giocare quando ti piace e poi gettarmi via quando sei stanco, stai tormentando la mia vita >>
disse infine piangendo.
afferrò il suo bacinò a l'avvicinò a se, inoltrò la sua mano nei suoi capelli e la baciò, lei non aveva intenzione di schiudere le labbra, non voleva aprire ancora una volta i suo cuore a lui, ma persino lei sapeva che lui si era inoltrato nel suo interno già parecchio tempo prima.
Lui cercava più contatto mordendole leggermente le labbra, sapeva che lo stava tormentando, lo stava uccidendo con quel suo silenzio, il silenzio della carne. Strinse ancor più il suo bacino al suo
<< Donna >>
le sussurrò quasi supplicandola
<< Non voglio far parte della tua collezzione privata >>
<< Non ho nessuna collezzione >>
rispose lui dandole piccoli baci al collo
<< Quante? Quante donne hai avuto da quando sei andato via da casa mia >>
<< Non penso sia il caso di parlarne adesso >>
lei cercò di andare via, ma lui la bloccò nuovamente
<< ok va bene, daccordo. Nove >>
<< COME? >> disse lei schifata
Smise di baciarla ma non lasciò la presa del suo corpo.


Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14° ***


shsrhrd
Georgiana non sapeva minimamente come dover dire all'amico che aveva cambiato idea, la sua mano fu afferrata, non riusciva ad arrestare il passo di Ghebriel, ma doveva
<< Ghebriel aspetta >> disse infine bloccandosi di colpo in mezzo alla folla, mentre Ghebriel con un sguardo indagatorio chiedeva spiegazioni
<< Cosa succede? >>
Georgiana abbassò gli occhi iniziando a contorcersi le mani
<< vedi.. emh.. non so come dirtelo.. I-io non posso venire con te >>
Ghebriel improvviasamente cercò di capire la sua reazione, cosa poteva aver spinto Georgiana in quel bagno a cambiare idea? Perchè si era chiusa in quel bagno.
<< scherzi? Ma fino a poco fa... >>
<< Non possiamo farlo Ghebriel, tu sei mio amico >>
Ghebriel sorrise istericamente
<< Amico? Hai la benchè minima idea da quanto siamo amici io e te? Sai da quanto? Ti sono sempre stato al fianco, non ti ho lasciato sola un secondo nel momento del bisogno, e tu? Tu che fai, mi tratti così? >>
Georgiana parve non capire
<< Cosa significa questo, cosa vuoi dire? Sei stato al mio fianco perchè sei un mio caro amico >>
<< Davvero credi che io lo abbia fatto per questo?  Cresci un pò bella addormentata >>
<< Mi fai proprio schifo >>
<< sei solo una pu***na, è questa la verità >>
Gergiana non poteva credere a cosa aveva appena sentito; Ghebriel, un suo più grande amico, l'aveva presa per una pu***na, fu come esser trafitti da mille lame contemporaneamente. Quindi la verità era che Ghebriel per tutto quel tempo non aveva desiderato altro che portarsela a letto. Una lacrima fuoriscì dal viso di lei che era rimasta passiva, senza nessuna espressione in viso, e fece per andarsene quando lui continuòa parlare alle sue spalle
<< SI BRAVA, VA VIA, SE FOSSI STATO QUEL TESTA DI CA**O, MI AVRESTI SCOPATO SUBITO NON E VERO? >> rise
almeno fino a quando un pugno in pieno viso non lo fece capitolare per terra. Georgiana non aveava mai colpito nessuno con così tanta forza e rabbia in vita sua, ma nel farlo si sentì immensamente soddisfatta e libera.
<< Crepa, lurido bast**do >> e uscì da quel locale.
Georgiana era fuori, le amiche l'avevano raggiunta vedendo cosa fosse successo quando Ghebriel aveva perso i sensi
<< Georgy, cara! Cosa è successo? >>
Georgiana aveva dolore alle nocche della mano con cui aveva colpito Ghebriel
<< Ca**o >> disse a se stessa
<< Ragazze potreste accompagnarmi a casa cortesemente? >>
le amiche si guardarono tutte in viso senza dir nulla
<< Certo tranquilla! Voi andate ragazze, l'accompagno io >>
rispose Gloria.
Erano arrivate davanti il grande ingresso del palazzo di Georgiana, durante il viaggio le aveva raccontato ciò che era accaduto con Ghebriel, tralasciando l'incontro con Benjamin, così l'amica aveva insistito per rimanere con lei, inutile fu smuoverla, si salutarono e Gloria andò via.
Era esausta, non solo fisicamente ma anche mentalmente, le lacrime urlavano per poter uscire e il corpo richiedeva un gran bisogno di riposo.
Benjamin era impaziente dell'arrivo di Georgiana, non appena era uscita da quel bagno aveva aspettato che si allontanasse e sgattaiolò fuori per dirigersi in macchina.
Aveva appena raggiunto l'ascensore dove attendeva da appena 10 minuti, ma di lei nessuna traccia, così, stanco di aspettare ancora, uscì dal quel benedetto ascensore, la vide scendere dall'auto, ma non entrò, era ferma sull'usciò così la raggiunse fermandosi sopra la gradinata di ingresso.
Georgiana notò subitò Benjamin, improvvisamente tutto quel dolore, quelle angosce, quelle paure le caddero addosso come meteoriti. Si portò le mani al viso cercando di placare quei sentimenti, ma fu più forte di lei non riuscì ad arrestare le lacrime, le gambe sembrarono non reggere più il suo peso e si inginocchiò. Per Benjamin fu come morire alla vista di lei che piangeva, l'aveva afferrata prima che si accasciasse per terra, non le disse niente, non le chiese nulla, semplicemente la caricò sulle sue braccia mentre la portava in casa sua.
Per tutta la durata del tragitto lei non aveva smesso di chiedergli scusa, lui non le rispondeva semplicemente la teneva sempre più stretta a se, fu solo quando la poggiò nel suo letto che disse solamente
<< Cosa è successo dopo che sono andato via >>
Georgiana non voleva minimamente rispondere, Ghebriel l'aveva pagata come si deve per quanto riguardava lei, ma non poteva prevedere la reazione di Ben, quindi tentennò prima di rispondere
<< Nulla di che, ho salutato le mie amiche e sono andata via >>
Benjamin le afferrò il mento
<< Donna, ti ho chiesto cosa è successo dopo che sono andato via. Non mentirmi >> disse infastidito.
Esitò nuovamente prima di rispondere ma raccontò ciò che era accaduto, dopo che terminò la sua storia aspettò una qualche reazione di Benjamin che però non arrivò, si alzò semplicemente e le diede un bacio in fronte
<< Dovresti cercare di dormire, chiamerò io per far sapere che domani non vai a lavoro >>
<< aspetta tu no.. >>
<< é deciso, non fare discussioni >>
disse infine mentre era intento a togliersi la giacca e sbottonarsi la camicia
<< Cosa stai facendo Ben >>
<< Cosa credi che stia facendo Donna >>
era divertito, aveva un sorriso malizioso stampato in bocca.
<< Arrivo, tu prova a dormire >>
Benjamin uscì chiuedendosi la porta alle spalle, Georgiana si diede un occhiata in giro e notò che quella era la stessa camera dove era entrata lei la prima volta. I suoi pensieri furono presi dalla reazione, ansi, dalla non reazione che aveva avuto Benjamin, e questo la preoccupava ancor più del resto. Mentre continuava a pensare a tutto ciò che le passava per la testa gli occhi le parvero più pesanti, le palpebre continuavano a chiudersi senza volerlo e così si addormentò in quel letto che odorava interamente di lui.


Ore 9:00
Georgiana aveva appena aperto gli occhi, si guardò intorno e ricordò dove si trovava, una grande vetrata faceva entrare la luce del mattino, le sue scarpe erano vicino ad un comò, il suo vestitino su una sedia e le sue ... Un attimo! Non ricordava di essersi tolta il vestitino, non ricordava nemmeno di aver indossato quel pigiama rosa. Si voltò alla ricerca di Benjamin, non sapeva se avesse dormito con lei ma ne ebbe la conferma perchè le lenzuola al suo fianco erano messe alla rinfusa. Aveva dormito con Benjamin e non se ne ricordava nemmeno, fu distolta dai suoi pensieri quando il suo cellulare iniziò a vibrare, si alzò e rispose alla chiamata
<< Pronto? >>
<< O mio dio Georgy, menomale >>
<< Gloria, sembri una che ha appena visto un film di paura >>
<< Magari fosse solo un film >>
<< Cosa vuoi dire >>
l'amica sembrava disperata
<< Questa mattina ho acceso la tv, e non che mi interessasse il telegiornale, stavo per cambiare ma quando ho visto la foto di Ghebriel mi era quasi venuto un collasso. >>
<< cosa stai dicendo Gloria? Cosa è successo >>
<< Bhe, vedi.. Ghebriel è stato trovato morto vicino uno dei queartieri più malfamati della città. Ora! La polizia dice che è una vittima di una rissa tra bande rivali. Ghebriel aveva dei precedenti a quanto hanno detto. Ho pensato che fosse venuto da te e che ti avesse fatto sparire, magari si è ucciso. Non so che dire o cosa pensare Georgy, ma fortunatamente tu stai bene... Georgy? Hey Georgiana, ci sei? >>
Gerogiana era rimasta pietrificata, come era potuto accadere, come era morto? Le venne in mente Benjamin, quel suo silenzio apparente, quella calma apparente. No! Non poteva essere, lui non lo avrebbe mai fatto.
Georgiana aveva detestato Ghebriel più di qualsiasi altra persona al mondo dopo ieri sera, ma non avrebbe mai desiderato che morisse.
L'amica aveva chiuso la chiamata credendo che fosse caduta la linea. Lei si alzò come se non avesse mai udito quella chiamata, e si diresse verso la cucina, non lo trovò nemmeno li ma in cambiò trovò un bigliettino attaccato al frigo

Sono andato a lavoro, ci vediamo per pranzo
non uscire di casa, giuro che vengo a
prenderti ovunque tu sia.
Ps:
Ho chiamato in ospedale, non vi andrai per
un altra settimana ;)
Tuo Ben

Georgiana rimase basita, cosa diavolo aveva combinato, l'aveva fatta rimanere a casa per un altra settimana? Ansi in casa sua, ma non si mise in testa che per nulla al mondo l'avrebbe trascorsa li.
Sapeva benissimo i pensieri perversi che potevano invadere la testa di quell'uomo, ed una settimana in quella casa da sola con lui non portava a nulla di buono.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15° ***


shsrhrd
Girò per casa e la maggior parte delle porte erano aperte, fatta eccezzione per due, mentre le altre erano in legno queste erano porte blindate, Georgiana non era curiosa quindi lasciò stare dirigendosi verso un altra porta che inoltrava in una sorta di sala pesi, un sacco da boxe appeso quasi al centro della stanza e dei pesi di ogni tipo sparsi ordinatamente ovunque, ma la cosa più grande era che quella camera - come la maggior parte - davano un immensa vista sul grande parco che si trovava proprio dietro quell'immenso palazzo.
Non aveva l'intenzione di rimanere qualche altro secondo li dentro, ma solo l'idea di ciò che avrebbe combinato quel matto di Benjamin le faceva venire la pelle d'oca. Sapeva benissimo che se lui aveva detto che l'avrebbe trovata ovunque, così era.
<< Scherziamo? Non siamo mica sposati >>
Si tolse quell'orrendo pigiama rosa dirigendosi verso camera di Ben, aprì il primo cassetto e afferrò una delle camice di lui, sorrise maliziosa, indossò ancora una volta quel suo vestitino, prese un uniposca blu e incominciò a scrivere su quella camicia. Lo avrebbe fatto infuriare sul serio dopo quello che stava facendo, ma Georgiana aveva intezione di far capire a Benjamin che non era così che funzionavano le cose con lei, non solo le aveva imposto di restare a casa sua, ma persino le aveva fatto perdere un altra settimana di lavoro.
Uscì sorridendo da quella casa e salì nella sua per darsi una sistemata.

Ore 12:35
Benjamin stava salutando Anna, la sua segretaria, mentre con la borsa in una mano e il cellulare in un altra si dirigeva verso l'ascensore del suo ufficio scendendo per il garage.
Era arrivato dieci minuti dopo davanti alla hall del palazzo di casa sua, impazientemente salì in casa, aprì abbandonando il resto delle sue cose insieme alla giacca sul divano
<< Georgiana? >>
Si diresse verso la sua camera, aprì la porta ma li non vi era, una rabbia gli salì sino alla cima dei capelli, ma la sua furia raggiunse l'apice quando sul suo letto aveva trovato una sua camicia che avvicinandosi vide cosa vi fosse sopra

Caro il mio Ben, i comandi si danno agli animali
Vienimi pure a prendere se vuoi.
Ps:
Quel pigiama era orrendo
Pss:
Grazie per la camicia ;)
 
Benjamin uscì velocemente da casa sua salendo sino al dodicesimo piano verso l'appartamento di quella folle donna.
Era davanti la porta quando aveva trovato un bigliettino attaccato

Sapevo che saresti venuto sino a quì
per questo non sono in casa
lascia pure un messaggio, io mi faccio una vita fuori
e non rinchiusa in casa.

ci aveva persino lasciato la forma delle sue labbra come stampo, Benjamin a quel punto esasperato piantò un pugno in quella porta.

Georgiana aveva preso un taxi, non sapeva dove si stava dirigendo, semplicemete aveva chiesto all'autista sino a dove potesse arrivare.
Dopo che era uscita da casa sua le aveva chiamato il suo datore di lavoro dicendole che non c'era più bisogno che si scomodasse ad andare nelle settimane successive, e con quello le aveva spento la chiamata senza che avesse tempo di giustificarsi.
Lui ne aveva tutte le ragioni di questo mondo per licenziarla, si insomma, andava a lavoro per qualche giorno e poi mancava un altra settimana, in quel locale c'erano molti suoi colleghi che dovevano aver visto tutta la scena, e che lei non sembrava stare tanto male. Però non riusciva a capire, aveva sempre dato il massimo in quel lavoro e adesso era persino stata cacciata, e per colpa di quel caprone di un avvocato. Forse era meglio che se ne stesse nel precedente ospedale, era meglio non salire in un ascensore, sarebbe stato meglio non incontrarlo. Quella giornata continuava a peggiorare di ora in ora, le cattive notizie continuavano ad affiorare.

Ore 19:40
Quel viaggio sembrava non finire mai, si era fatta accompagnare in un hotel, non era mai stata in quella città, ma era bellissima.
Più che una città sembrava un paesino di campagna: i palazzi non esistevano più, piccole casupole o ville si presentavano innanzi a lei, alberi e piccole colline invadevano quel territorio che di mattina doveva sembrare più colorato e bello che di sera. 
Pagò l'autista
<< Tu non mi hai mai visto, capito? >>
<< V-va bene signorina >>
Voleva fuggire per qualche giorno dalla vita di città, e da tutti, soprattutto da lui, Benjamin.
Non l'avrebbe mai trovata li, a circa 6 ore di distanza da casa sua.
Aveva prenotato una stanza per tre notti e quattro giorni, poi magari sarebbe ritornata. Le amiche continuavano a chiamarla e Benjamin aveva superato il record di chiamate, Georgiana stanca, spense il telefono e si addormentò in quella piccola camera.

Giorno 52
Georgiana aprì gli occhi, e la prima cosa che vide furono delle montagne immense che la sera prima non aveva visto per via del buio, tre grandi montagne innevate. L'aria in quel paese era rarefatta, faceva abbastanza freddo di notte e Georgiana non era nemmeno preparata per quel viaggio, fortunatamente aveva avuto la grande idea di portare il portafogli con la carta di credito all'interno, non che vi fosse molto, ma aveva risparmiato un bel pò di soldi in quegli anni, si era giurata che l'avrebbe usata solo in caso di emergenza, e quella era un grande emergenza.
Si alzò dirigendosi verso il balcone, inspirò profondamente quell'aria che sapeva di pulito, come sarebbe stato bello vivere li, nessun rumore di macchine, nessun inquinamente, nessuna vita caotica, e per andare in un posto potevi benissimo andare in bici.
Rise con se stessa pensando a come sarebbe stato se Benjamin, uomo d'affari com'era, avesse vissuto li, non era uomo di campagna, non lo vedeva per niente in una fattoria li vicino a mungere vacche o ad arare campi, però doveva essere incredibilmente sexy, scoppiò a ridere.
Decisa di darsi una smossa, si lavò e uscì dalla camera per andare a comprare qualcosa di comodo da mettere durante quei giorni.
 
Ore 10:00
Aveva passato delle ore per decidere cosa comprare, non era mai convinta, persino le donne che vi lavoravano ci avevano perso speranze.
Il brontolio dello stomaco la destò dai suoi interessi
<< mmm.. Dove posso trovare un ristorante, pizzeria.. qui vicino? >>
<< Lungo questo vialetto troverà vari locali >>
<< Grazie mille >> disse mentre andava via.
Aveva girato per delle ore a piedi, l'intenzione era quella di fare colazione e pranzo insieme, non mangiava da ieri sera quindi credeva che l'idea sarebbe stata quella giusta. Georgiana si destabilizzò quando urtò contro un uomo
<< Mi scusi >> risposero entrambi
<< No, no non parlavo con te >> disse lui parlando al telefono
<< si daccordo. Mi scusi ancora signorina >>
disse lui sorridendo ed andando via, la cosa accadde così in fretta che Georgiana non aveva capito nulla più di cosa stava accadendo, così riprese il suo cammino verso la rotta del cibo.


Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16° ***


shsrhrd
Georgiana aveva appena raggiunto un piccolo locale accogliente dove decise di entrare, si sedette in un tavolino circolare attendendo l'arrivo del cameriere ordinando una buona porzione di pasta al sugo nero, sapeva benissimo che si sarebbe sporcata come una bambina, ma le piaceva molto quindi non pensò due volte.
Le avevano appena portato la sua ordinazione quando qualcuno le si sedette proprio davanti a lei nel suo tavolo, sollevò gli occhi dal piatto
<< Mi scusi.. Credo abbia sbagliato tavolo >>
<< Per nulla >>
rispose una donna dai capelli biondi, le lentiggini appena visibili le contornavano le guance e la perle rosea le dava un tocco di classe di un tempo.
<< Ci conosciamo? >>
<< No >>
Georgiana stanca posò le posate sul piatto e disse diretta e secca
<< Scusi la mia maleducazione, ma allora cosa vuole da me >>
la donna poggiò i gomiti sul tavolino e poggiò la testa sulle sue mani come farebbe una bambina
<< Nulla, volevo solo conoscerla, io sono Amelia. Piacere di conoscerla >>
Georgiana parve non capire ma stette al gioco
<< Io sono Gloria >>
il primo nome che le venne in mente fu quello dell'amica e così rispose.
<< Adesso se non le dispiace vorrei mangiare >>
<< Non si preoccupi starò quì buona buona >>
Georgiana spalancò gli occhi incredula, e così, stanca di quella sorta di donna che si comportava da bambina, si alzò pagando il conto e uscendo da quel locale.
<< Non posso crederci, che razza di gente vive in questo posto >>
disse tra se e se dirigendosi di nuovo verso l'albergo sbuffando. Entrata nella hall notò l'uomo con cui si era scontrata qualche ora prima, lei fece finta di nulla cercando di andare nella parte opposta ma fu bloccata da lui che quasi urlò un
<< Salve, signorina, la prego si fermi >>
<< Non posso crederci ora anche questo >>
sussurrò fermandosi sforgiando un sorriso
<< Oh! Mi scusi per prima, non l'avevo vista >>
<< Non si preoccupi, non è successo nulla >>
<< Già >>
sorrise imbarazzata quando quegli occhi grigi continuavano a fissarla sorridendo.
<< Vorrei scusarmi a dovere con lei, mi permette se le offro il pranzo >>
<< Oh! no, mi scusi ho appena terminato di mangiare ma la ringrazio comunque >>
<< Non importa, allora mi permette se le faccio visitare questo bel paese? >>
<< Come fa a sapere che non sono di qua >>
l'uomo sorrise sarcastico allargando le braccia per indicare il posto
<< Signorina, lei alloggia in un hotel, quale cittadino di questa città alloggerebbe mai in un hotel con una casa che si ritroverebbe? >>
<< Emh! Già, ha ragione in effetti >>
<< Bene dunque >>
disse sorridendo
<< Venga con me >>
<< Sta scherzando, io non la conosco nemmeno >>
<< Giusto giusto, mi scusi, io sono Lucas >>
<< Piacere >>
<< Lei? >>
<< Io cosa? >>
<< Signorina, lei come si chiama >>
Georgiana si sentiva incredibilmente a disagio
<< Giusto, mi scusi ancora, io sono Ge.. Gloria >>
<< Lei non si chiama Gloria >>
<< Come scusi? >>
<< Prima l'ho cercata nella lista di questo albergo, e lei si chiama Georgiana >>
<< Che fa mi spia ? >>
<< Non esattamente, ma sono il proprietario di questo posto, ieri sera l'ho vista entrare qua dentro e prendere una stanza, quindi! faccia due più due.. >>
<< Ah !! >>
<< Bene, dunque " Gloria " , viene con me >>
Georgiana sorrise divertita e rispose
<< La mamma mi diceva sempre di non parlare con gli sconosciuti >>
<< La mamma aveva pienamente ragione, ma la mamma non è qui al momento >>
disse sorridendo e afferrandola per la mano tirandosela fuori.
<< Bene salga prego >>
disse aprendo lo sportello di una macchina che si trovava davanti all'hotel, Georgiana era scettica e indecisa ma una leggera spinta la fece catapultare all'interno di quell'auto, l'uomo era salito dalla parte opposta .
<< Come dovremmo fare una passeggiata se siamo su un auto >>
<< Non si preoccupi >>
<< Non vorrà mica uccidermi ? >>
disse lei sarcastica
<< Chi lo sa? >>
rispose lui fissandola con la coda degli occhi sorridendo.
Le cose erano accadute così in fretta che Georgiana per un attimo si era dimenticata persino di perchè era scappata via, Benjamin! Disse che non doveva pensarci, per quei giorni che avrebbe dovuto trascorrere li non doveva pensare a nulla, se Benjamin ancora non l'aveva trovata voleva dire che si era nascosta abbastanza bene.
<< Dove stiamo andando >>
<< In aeroporto >>
<< Come? >> era sbalordita
<<  La sto rapendo >> disse ridendo divertito
Georgiana parve spaventarsi per qualche millesimo di secondo
<< Sto scherzando si calmi, posso darle del tu? >>
<< C-certo >>
<< Stiamo davvero andando in aeroporto >>
<< Non credo che come passeggiata sia il massimo >>
<< non credi? Dimmi? Quante volte puoi dire di aver toccato il cielo, di aver toccato quasi la cima del mondo, o di aver navigato tra le stelle o le nuvole, quale meraviglia eguaglia il cielo e lo spazio che gli appartiene >>
<< Signor Lucas, io non sono mai stata su un aereo >> disse lei imbarazzata abbassando lo sguardo
<< Chiamami solo Lucas, non ti preoccupare, vedrai che non vorrai più scendere >>
<< Ma io nemmeno ti conosco >>
<< Mi conoscerai molto presto, non mordo mica >>
<< Ma dove mi vuole portare >>
<< sulle stelle >>disse ridendo felicemente
<< Ma-ma io sono sposata >>
<< Davvero? E la tua fede? Ti prego non dirmi che l'hai dimenticata perchè come scusa non funziona. Tu fuggi, e quale modo di fuggire se non partire su di un aereo >>
<< Ma tutte le mie cose sono in hotel >>
<< Tutte le tue cose? Gli unici vestiti che hai portato sono quelli che hai appena comprato >>
Georgiana continuava a tenere lo sgurdo basso imbarazzato da quante cose avesse scoperto quell'uomo, per quel poco tempo che aveva trascorso in quell'hotel aveva scoperto più cose di un agente dell'FBI.
<< Dove siamo diretti Lucas ? >>
<< Signorina! Siamo diretti dall'altra parte del mondo, in Europa! >>
matt

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17° ***


Arrivare all'aeroporto non ci volle molto, e Georgiana era sempre meno convinta di ciò che stava facendo, l'unica cosa che la spingeva a farlo era Benjamin, ma si stava fidando di uno sconosciuto. In Europa, distava miglia e miglia da dove si trovava al momento, come poteva andare via senza nessun rimorso per le amiche, e il suo Pito? Si stava dando solo delle scuse, sapeva bene che le sue amiche avrebbero capito, e per Pito ci avrebbe pensato sicuramente Gloria, era sempre cosi quando andava via qualche settimana. Insomma, non stava mica andando via per sempre, o almeno cosi cercava di convincersi, voleva si scappare da Ben, ma non per sempre, magari si sarebbe stancato di chiamare e se ne sarebbe fatto una ragione.
<< Avanti andiamo >>
disse Lucas distogliendola dai suoi pensieri mentre l'accompagnava verso quel singolo aereo che si trovava isolato in pista, Georgiana non faceva altro che ruotare gli occhi ovunque, come se da un momento all'altro qualcuno sbucasse dal nulla e la " salvasse ", ma da cosa poi? Credeva di essere rapita, ma le gambe correvano quasi verso quell'affare enorme che da un momento all'altro l'avrebbe portata lontanissima dalla sua nazione patria.
<< Lucas.. >>
<< Dimmi >> rispose sorridendo ammaliante
<< N-nulla,  andiamo >>
<< Non preoccuparti, questo aereo appartiene alla mia famiglia, siamo solo noi, quindi nessuna pressione >>
Non ci volle molto per mettere in moto, e salire piano piano in aria, nel cielo, e Giorgiana rimase paralizzata al suo posto, Lucas le afferrò la mano
<< Tranquilla, sono solo delle turbolenze, è normale >>
<< Mi sembra di cadere Lucas >>
Scoppiò a ridere tenendosi la pancia
<< Smettila di prendermi in giro, non e divertente >>
<< Scusami, vieni >>
disse sfiorandole i fianchi mentre le toglieva la cintura di sicurezza e afferrandole la mano
<< Guarda fuori >>
Georgiana si affacciò da quel piccolo oblò, rimase senza fiato quando le sembrava di sfiorare le nuvole, il paradiso, si voltò verso Lucas che la osservava incuriosito
<< Vedi, nulla d'aver paura, vuoi qualcosa da bere? >>
<< No grazie, non vado molto daccordo con gli alcolici >>
<< come preferisci >>
<< Potrei sapere qualcosa di te? >>
<< cosa vorresti sapere ? >>
disse mentre si dirigevano verso la zona bar, quell'aereo sembrava una casa lussuosa, con l'aggiunta delle ali .
<< Dimmi un pò tu, sono salita con uno sconosciuto su di un aereo, quale persona sana di mente lo farebbe >>
<< Nessuna >> disse serio mentre prendeva del ghiaccio
Georgiana tornò a sedersi fissando il pavimento, chissà cosa stava facendo al momento Benjamin.
<< A cosa pensi >>
<< A nulla >>
<< Perchè sei scappata >>
<< Avevo bisogno di aria pulita >>
Lucas non sorrideva più, era serio mentre le studiava il viso
<< Sai, dovresti chiamargli? >>
Lei si destò dai suoi pensieri fissando intensamente Lucas
<< Chiamare chi? >>
<< Chiunque tu stia pensando >>
<< I-io  non...  No! >>
<< Come preferisci >> disse alzando il bicchiere in aria in segno di resa.
Non vi furono altre parole scambiate nelle ore successive, neanche quando scesero dall'aereo, fu solo in macchina che disse qualcosa lui seccato
<< Potresti anche smetterla di mostrarti quasi arrabbiata per ciò che io ti abbia detto, lo fatto per farti destare dai tuoi pensieri >>
Parlava e si comportava come se si conoscessero da sempre, come se fosse un compagno di viaggi da anni.
<< Senti ti ho seguito in mezzo al nulla, si perchè siamo in mezzo al nulla >> diceva mentre idicava gli alberi che scorrevano fuori
<< Non ti conosco nemmeno, per quel che posso saperne, mi porterai in mezzo al bosco e mi seppellirai viva, senza darmi nemmeno la grazia di essere uccisa prima. O magari vuoi darmi in pasto a degli scagnozzi che si trovano in chissà quale baia affamati e..e .. >>
Lucas scoppiò a ridere
<< Donna, ma ti ascolti? >>
Gerogiana si destabilizzò a quella parola voltandosi d'improvviso verso di lui
<< Come mi hai chiamato? >>
<< Donna? Non è quello che sei? Dovrei preocuparmi che tu non lo sia? >>
<< Falla finita >>disse voltandosi per guardare fuori
<< Non preoccuparti siamo arrivati >>
La macchina si fermò sul viale di una villa di un bianco quasi spento, ma che le dava quel senso di lussuria
<< Certo che potevo aspettarmi? Un appartamento? No! Una villa >>
<< Scusatemi se sono ricco >>
gli disse lui sussurrandoglielo all'orecchio
<< No tranquillo, sono io che sono troppo povera >>
<< I soldi non sono un problema, prego, scendi >>
un uomo le aprì lo sportello, scesa dall'auto venne raggiunta da Lucas che l'accompagnò all'ingresso
<< Fa come se fossi a casa tua >>
<< scherzi? Casa mia non è neanche un quarto di questa >>
Lucas l'accompagnò sorridendo dentro
<< Licia ti accompagnerà nella tua camera >>
<< La mia camera? >>
<< Si certo, Vai >>
Sembrava tutto così organizzato, possibile che fosse così ingenua da aver accettato l'invito di un pazzo possibilmente. In quel momento, mentre veniva quasi spinta da quella donna dai capelli rosso brillante vestita di nero, verso la camera, non sapeva se scoppiare a ridere o ad urlare e scappare via da li. Pensò a Benjamin, lui era l'unico che l'avrebbe potuta trovare, cercò il suo cellulare.
<< Dove l'avrò messo >>
<< Andiamo forza signorina >>
<< Dovreste smetterla di spingermi >>
rispose nervosa alla donna,  aveva deciso che avrebbe chiesto a Lucas, sperando in qualcosa di positivo.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18° ***


hfifioajc

Arrancò prima di riuscire a raggiungere quella che sarebbe stata la sua camera, ma aveva il bisogno assoluto di incontrare subito Lucas, doveva parlare con Benjamin, e anche subito.

 Decisa, aprì lentamente la  porta della camera, la via era libera, fece lo stesso tragitto arrivando sino alla porta di ingresso, era strano che ancora non avesse incontrato nessuno, quindi prese la stessa direzione di Lucas poco prima aprendo una grande porta, talmente presa dalla foga che non si rese conto di esser stata catapultata in un salotto con una decina di uomini d'afffari che discutevano, almeno questo prima del suo arrivo così irruento.  

<< Signorina Georgiana >> 

disse Lucas sorpreso da quella improvvisata, dal canto suo Georgiana rimase spiazzata e paralizzata dove si trovava senza proferir parola, rimanendo con lo sguardo incollato a quello sorpreso di Lucas << Signori, lei è Georgiana, un amica di famiglia, vogliate scusarmi se mi assento per qualche momento >> 

disse osservando gli altri con fare complice, afferrò Georgiana delicatamente per un braccio trascinandola fuori da quel luogo. 

<< Cosa credevi di fare >> 

<< Nulla, credevo non ci fosse nessuno >> 

esasperato mise le mani ai fianchi 

<< vai di sopra ne parliamo dopo >> 

fece per andarsene ma Georgiana lo afferrò per un braccio 

<< NO! A-aspetta, potrei fare quella chiamata >>

 << Quindi ti arrendi così? >> 

<< Come scusa? >> 

<< Stai scappando da lui no? Per un motivo ben valido spero, quindi se lui ha torto e se tu non vuoi vederlo perche dovresti chiamarci e tornare da lui? Sei così debole da passare la tua vita sotto i suoi piedi? Fai pure, il telefono è in fondo a destra >> 

Georgiana rimase impassibile, si guardava la punta dei piedi  quando lui le mise una mano sul viso e le baciò lentamente una guancia, un gesto che la fece bruciare interamente 

<< Ho da fare al momento, ci sentiamo dopo >> 

le sussurrò all'orecchio per poi andare via. Georgiana si toccò la guancia, tutto quel che le aveva detto era vero, non voleva passare la sua vita a cercare di esser sempre la seconda scelta di quell'uomo. Si incamminò ancora una volta per la sua camera, solo allora si rese conto che le sue cose erano li, tutto tranne il suo telefono. 

Come l'avrebbe vissuto, per quanto tempo sarebbe rimasta li, per quanto tempo avrebbe resistito senza le sue amiche, senza di lui, in un modo o in un altro qualsiasi cosa facesse o pensasse lui era li, cosa avrebbe fatto se avesse saputo che era andata via con uno sconosciuto. Era pazza, come aveva fatto lei ad andarsene da la, si gettò sul letto quando sentì bussare alla porta, e non rispose 

<< Stai bene >> 

<< Come vuoi che stia? >> 

<< Non sono io quello che è partito con uno sconosciuto >> rispose Lucas sedendosi al suo fianco 

<< Non mi aiuti per nulla Lucas >> 

<< Smettila di rimuginarci sopra, se ha permesso che tu scappassi non ti merita >> 

<< Non lo conosci nemmeno, smettila >> disse seccata, ma perchè adesso lo stava difendendo?

<< Se avessi provato qualcosa per questo... tizio, non saresti scappata >> 

<< Lucas, non conosci nemmeno me, taci >> 

<< Allora perchè hai accettato di venire con me ? >> 

Si voltò su di un fianco verso di lui << Non lo so >> 

<< Dovresti pensarci. Mentre lo fai, vorresti fare un giro? >> L'afferrò per una mano facendola alzare. 

*****  

<< Lucas, quando parlavi di un giro, non pensavo intendessi a cavallo >> disse Georgiana terrorizzata mentre cercava di restare su quella giumenta chiazzata come un dalmata che era al quanto irrequieta a causa sua 

<< smettila immediatamente di ridere e fammi scendere da qui >> 

<< Dovresti vedere la tua faccia >> 

<< Vedrai la tua piena di lividi se non ti muovi >> 

Lucas scese dal suo cavallo fermando quello di lei aiutandola a scendere 

<< Vuol dire che andremo a piedi, ho da dirti qualche cosa >> 

Georgiana sembrò preoccuparsi a quella affermazione, cosa aveva da dirgli 

<< vedi Georgiana, fra meno di qualche settimana sarà il mio compleanno, e ti ho portata in questo posto.. >> 

<< Siamo in Europa, non in un posto qualunque, dall'altra parte del globo Lucas >> 

<< Esatto, ma  facciamo finta che tu sia soltanto in vacanza, sta ate decidere se rimanere o andare. La sera del mio compleanno potrai decidere ciò che fare, potrai resistere qualche settimana? >> . 

Lucas presunto uomo d'affari come si era mostrato, padrone di un holtel, e di una grande villa, mostratosi agli occhi di Georgiana come un uomo che tiene a quel che fa, cosa mai lo avrà spinto a portarla in casa sua, e perchè proprio in quel momento. Gerogiana rimuginava sull'accaduto delle ultime ore, avrà visto una donna sola e si sarà approfittato del suo stato d'animo in cui si trovava e si trova adesso per spingerla in quel luogo tanto lontano? 

No, non riusciva a darsi spiegazione, doveva dare una risposta, sarebbe andata via prima o avrebbe aspettato il compleanno di quest'ultimo? 

<<  va bene,  aspetterò il tuo compleanno >> 

lui annuì pensieroso. Il resto della passegiata continuò in silenzio, e la tensione che provava Georgiana la si poteva percepire persino con i palmi delle mani. 

***** 

Avevano appena terminato la cena quando Georgiana si ritirò in camera, la pioggia batteva nei vetri offuscati della finestra mentre lampi di luce si infrangevano all'interno della camera, dandole un aspetto quasi tetro al buio. 

Dopo un lungo bagno caldo si accoccolò attorno l'accappatoglio, fondedole il calore necessario che le permettava di rilassarsi al momento 

<< ti diverti? >> 

Quasi scivolò sul pavimento se non avesse avuto la cortezza di tenersi in piedi 

<< Non ti hanno insegnato a bussare? >> 

<< Lo fatto, se solo qualcuno di mia conoscenza non fosse così sbadata da perdersi tra le nuvole e lasciando tutto il mondo fuori >> 

<< Mi stai rimproverando? Parli come se mi conoscessi da una vita Lucas, e non dovresti essere in questa camera, ci conosciamo da appena un giorno. >> 

<< Cambierebbe qualcosa se ci fossimo conosciuti una settimana fa >> 

<< Non credo ne avresti avuto l'opportunità >> 

disse sorridendo a se stessa ripensando alla faccia che avrebbe fatto Benjamin. 

<< Per quale motivo? E cosa ridi  >> 

<< Vedi Lucas, penso ci siano cose che non si possono cambiare, semplicemente bisogna accettarle o rimanere fuori. Io adesso sono in ballo fra entrambe >>

<< Accettare qualcosa che non sia giusto? Questo non  è " accettare ", questo vuol dire rassegnarsi a ciò che ci acceca >><< Perchè credi che sia giusto?  Non sai neanche la causa per cui io sia andata via, non sai chi è lui ne tanto meno chi io sia >>

<< So abbastanza da capire che scappare non è la soluzione, che se davvero ti avesse voluta non avrebbe permesso la tua fuga, che adesso dovrebbe essere dietro la porta di casa mia e rapirti da me >>

<< LUI NON SA DOVE IO SIA! >>

Ulrò adirata e quasi in lacrime

<<  Io sono scappata quando ne ho trovato l'opportunità, sono scappata perchè per lui non sarei mai abbastanza, per lui sono solo una donna qualunque >>

<< Per questo dovresti renderti conto che lui non ti merita, non esiste un valore per ciò che si prova, non esistono donne qualunque, ognuno è diverso di per se. Georgiana non dovresti ucciderti dentro per un uomo che i sentimenti non sa cosa siano >>

<< Dimmi Lucas, tu sai dirmi cosa siano >>

<< No! Perchè ognuno li percepisce in modo diverso, amore, odio, disgusto ... Sono sensazioni che ognuno ha, ma che personalmente sono diversi. Georgiana, prova a dormire, riposa >>

disse baciandole la fronte con un gesto inaspettato.
Aspettò he andasse via prima di cambiarsi e dormire. Fu in sogno che lo rivide per un ultima volta prima di scegliere ciò che ne sarebbe stato.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19° ***


hfifioajc


Giorno 53

Georgiana si svegliò appena dopo le 8:00 del mattino, tenace e decisa sul da farsi si lavò e scese al piano di sotto dove incontrò Lucas che l'attendeva 

<< Buongiorno Georgiana, dormito bene? >> 

Georgiana sorrise falsamente, mentre la mente la riportava a lui e a quel sogno 

Seduta su un prato, osservava le nuvole passare lentamente, e come se il tempo si fosse fermato in quell'istante solo su lei, nessun rumore, nessun soffio di vento, animali che si muovono o foglie che cadono, soltanto quelle nuvole che passavano. Come fosse immersa in quel bianco immenso, la mente la portava ovunque tranne che nel suo mondo. 

<< Quindi hai preferito scappare che rimanere donna? Non me lo sarei aspettato da te >> 

si voltò scombussolata, Benjamin le veniva in contro passeggiando 

<< Non hai nulla da dire? >> 

Un tuffo al cuore la portò alla " realtà ", una felicità immensa la invase a rivedere quel viso che le mancava molto, si alzò facendo un passo verso lui che la bloccò quando le fu vicino 

<< Sei scappata? >> 

Per Georgiana fu una ferita immensa questo suo gesto così inaspettato, lui sollevò il suo viso per guardarla negli occhi, voleva abbracciarlo, baciare quelle labbra che tanto le mancavano 

<< Non mi hai lasciato altra scelta Ben >> 

<< C'è sempre un altra scelta donna >> 

<< Mi hai tolto tutto >> 

<< Non tutto >> 

disse lui come arrabbiato, Georgiana si allontanò di qualche passo senza capire, accigliata 

<< non mi è rimasto nulla >> 

<< c'èro io Georgiana, e tu sei scappata da me >> 

lo spinse via con una leggera spinta al petto 

<< Mi hai trattata come un giocattolo >> 

<< Addio mia cara >> 

disse afflitto lui mentre si voltava e andava via, Georgiana portò le mani al petto 

<< NO! Aspetta, aspetta Ben. Benjamin aspettami >> 

correva senza mai raggiungerlo mentre quella figura era sempre più lontana, così si fermò cadendo sulle ginocchia piangendo su se stessa. 


<< Benissimo grazie >> 

<< Hai fame ? >> 

<< Bhe! si >> 

Fecero colazione in silenzio mentre Lucas la osservava incuriosito, Georgiana si sentiva a disagio, non amava esser fissata specialmente quando mangiava 

<< Smettila di fissarmi >> 

sorrise lui a mo di scusa. Bussarono alla porta, la donna che il giorno prima aveva condotto Georgiana nella stanza entrò 

<< Signor Lucas, chiedono di voi >>
<< Fate entrare chiunque sia >>
<< Entrate signori >>
dalla porta fece ingresso un uomo sulla quarantina d'anni, i capelli argentati e una barba folta lo facevan apparire ancor più grande di quel che doveva essere, mentre un tatuaggio sullo zigomo destro che rappresentava un qualche tipo di tribale che Georgiana non riusciva a capire esattamente.
Fu seguito da un altro uomo che comparve da dietro, intento a sistemarsi la cravatta, lo sguardo agghiacciante e severo che le lanciò mentre a Georgiana cadde il cucchiaio dalle mani che destò Lucas da salutare l'uomo dai capelli argentati e Benjamin.
<< Signori, benvenuti non vi aspettavo, quale onore vi porta in questa umile dimora >>
l'uomo col tatuaggio sorrideva beffardo, mentre Benjamin era impassibile e non degnava più Georgiana di uno sguardo, come se non esistesse
<< Vorremmo parlare in privato se non le dispiace Lucas >>
disse infine
<< Certamente, Georgiana puoi scusarci, sono questioni di affari >>
disse sorridendole Lucas, Gerogiana era come paralizzata da tutta quella improvvisata inaspettata, si destò solo quando Lucas le sfiorò appena il braccio, si voltò verso lui distogliendo lo sguardo da Benjamin che la guardava senza espressione
<< Scusami Lucas, vado in camera " MIA " >>
marcò l'ultima parola appositamente mentre passava al fianco di Benjamin che a quelle parole sorrise beffardo quando lei uscì.
Georgiana era spaesata, l'aveva trovata davvero,  e quello sguardo disprezzante, come si permetteva, si credeva superiore, ma lei gliel'avrebbe fatta pagare questa sua faccia tosta di presentarsi così.
Non voleva ammettere a se stessa che in realtà il suo cuore stava facendo i salti di gioia alla sola vista che lui fosse davvero venuto a toglierla da quel pasticcio in cui si era cacciata.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20° ***


hfifioajc

Passò appena qualche ora prima che Georgiana, stufa di aspettare, scendesse giù, la porta era ancora chiusa e si sedette alla fine delle scale giocherellando con la cerniera della giacca che aveva indossato prima di scendere. 

La porta si aprì solo pochi minuti dopo e Georgiana si alzò scattante sul posto, mentre l'uomo col tatuaggio le passava davanti avendole dato solo uno sguardo alla sua figura esile, Benjamin stringeva la mano sorridendo a Lucas, si allontanò da lui e le passò davanti senza un solo sguardo mentre si sistemava la giacca. Georgiana fissava la sua schiena mentre andava via, cosa era successo la dentro? Non era venuto a prendere lei dunque? Stava andando via? Le sembrava di rivivere il suo sogno, non era venuta a prenderla, ma allora perchè era li?
<< Georgiana, Georgiana? Ci sei? >>
Fu destata dai suoi pensieri voltandosi verso quella voce, Lucas
<< Chi erano quelle persone? >>
Georgiana mentì per cercare una qualche risposta alle sue domande, Lucas assottigliò gli occhi non rispose per qualche secondo, quando disse
<< Saveliy, un russo nonchè un buon amico, e grande amico di mio fratello Benjamin, l'uomo al suo seguito appunto >>
non credeva a cosa aveva appena scoperto, Lucas e Benjamin erano fratelli, così diversi, come poteva essere, era scappata da Benjamin per finire direttamente in casa del fratello, non ci voleva credere
<< Bhe in realtà non proprio fratelli, mia madre e suo padre si misero insieme quando noi avevamo appena 7/8 anni circa >>
c'era qualcosa di sbagliato in tutta quella situazione, qualcosa non andava, ma non riusciva a capire cosa esattamente.
<< Capisco >>
disse infine senza nulla da aggiungere.
<<  Vieni andiamo a  fare un giro in centro >>
non aveva intenzione di voler uscire, voleva solamente delle risposte alle sue domande, e perchè Benjamin non l'aveva prelevata da quel posto, le aveva detto che l'avrebbe trovata, anche se lo aveva fatto non era esattamente questo quello che si aspettava, lo sapeva, sapeva che era solo un gioco per lui, si infuriò e accettò quel giro con Lucas.

****
Ore 21:15
La giornata passò così velocemente che Georgiana non se ne accorse, era arrabbiata e amareggiata, continuava a pensare al gioco che faceva Benjamin, e così, senza nulla da dire l'aveva abbandonata ritornando a miglia di distanza da lei.  
" Ti odio con ogni fibra del mio corpo Benjamin, approfittatore dei miei stivali, vorrei spennarti come una gallina. Non riesco a farmi venire idee migliori"
Sbuffò poggiandosi al tavolo da cucina in cui stava mangiando isieme a Lucas che mollò tutto voltandosi verso lei
<< Che ti prende? >>
<< C-come? Nulla di che >>
Lucas sorrise a se stesso mentre portava una mano dentro la sua giacca estraendone una calibro 9, Georgiana sobbalzò alla vista di quell'arma sul tavolo
<< A che ti serve quella >>
<< Sta tranquilla, la porto sempre con me. I miei non sono proprio affari legali, di conseguenza ho molti nemici alle spalle, devo pur difendermi in quealche modo >>
<< Perchè me l'hai mostrata Lucas? >>
<< Prima o poi l'avresti vista Georgiana >>
disse gesticolando in aria con nonchalant, lei ripenso a Benjamin e che essi fossero fratelli, ciò significava che Benjamin non era un avvocato, ma faceva parte di questi affari col fratello. La mente la riportò a Ghebriel, se Lucas aveva una tale arma significava che Benjamin ne possedeva altrettante, e quelle camere chiuse in casa, Ben aveva ucciso Ghebriel. Quella calma apparente che possedeva Ben la sera prima dell'accaduto, sapeva che qualcosa frullava nella testa di quel pazzo, ed ora ne aveva avuto la conferma.
<< Che genere di affari? >>
<< Non immischiarti in queste cose, sono cose di cui preferisco tenerti fuori cara >>
<< Vostro fratello ne fa parte ? >>
<< Basta! Ti ho detto già abbastanza, ti va di ballare? >>
<< Come scusa? >>
Non fece in tempo che Lucas l'afferrò per i polsi trasportandola in un ballo con della musica immaginaria che lui canticchiava con occhi chiusi, Georgiana scoppiò in una sonora risata, divertita da quella situazione che le fece dimenticare i problemi che si poneva poco prima.
 Ore 21:30
Lucas lasciò andare Georgiana in una piroetta ridendo entrambi divertiti
<< Ci vediamo domani my lady >>
disse lui avvicinandosi baciandole la fronte
<< Buona notte Lucas >>
Georgiana si diresse verso la camera accasciandosi sul letto
<< Ti odio lurido verme >>
lo disse più a se stessa che al pensiero di lui, si addormentò ancora una volta col pensiero di lui, chiedendosi quando avrebbe smesso di  pensarlo. 


Giorno 54

Si svegliò con un brutto presentimento, da premettere che tutte le volte che si svegliava con un tale presentimento, si sbagliava sempre e di conseguenza non dava mai troppa importanza, non aveva quel che si suol dire " il sesto senso delle donne? " . Era più il tipo che preferiva affidarsi hai fatti che ai suoi sensi, la tradivano sempre, e da molte settimane il cuore lo faceva molto spesso.
Scese ancora una volta di sotto dirigendosi in sala da pranzo dove era sicura che li avrebbe trovato sicuramente Lucas, così fu, leggeva un giornale tranquillamente
<< Buongiorno Lucas >>
distolse lo sguardo dal leggere e sorridendole la salutò
<< Buongiorno Georgiana, dormito be.. >>
non lo fece terminare che secca e sorridendo rispose
<< Benissimo >>
<< Venite a mangiare >>
le aveva fatto trovare molte cose prelibate da mangiare, e lei non se lo fece ripetere più volte. Si sedette nella sedia accanto alla sua mentre lui continuò a leggere il giornale.

<< Aspettate! Non Potete >>
un gran trambusto proveniva da fuori quella stanza, le porte si aprirono sbattendo violentemente, Georgiana fu presa per la vita da Lucas ed il tutto avvennè così velocemente che solo dopo aver compreso la situazione notò la pistola della sera prima puntata alla tempia, mente Lucas continuava a stringere.
Benjamin era fermo davanti le porte spalancate con il mirino puntato alla testa si Lucas
<< Caro fratellino, due visite in appena due giorni, così mi fai piangere, ne sono così onorato >>
<< Lasciami andare Lucas, cosa ti prende >>
<< Sta zitta sgualdrina >>
la voce non era più quella dolce e sensuale di Lucas, ma di un lurido uomo.
<< Sai Lucas, avresti dovuto pensarci prima di portarla via con te. Eppure mi era parso di averti avvisato ieri >>
disse tranquillo Benjamin gesticolando in aria per nulla nervoso
<< Oh! Benjamin, tu avresti dovuto tenerla cara, non ti sai mai scegliere una donna che abbia buon senso. Lo vista sola, e una donna sola ha bisgono di aiuto, e guarda qua, non se lo è fatto ripetere più volte di venire insieme a me. Ma mi chiedo come tu abbia fatto a trovarmi >>
Ben rideva divertito senza spostare di un millimetro la mira
<< Sei così cogl***e che non sai neanche nascondere le tue tracce come ci ha insegnato papà, ma tu sei stato e sei sempre un putt***re di scarsa qualità, che non stava nemmeno attento a ciò che ci isegnava. Io diversamente da te, so quando agire e quando stare al mio posto, tu dal canto tuo rimani sempre un testa di c***o. Quindi! Adesso ti do due possibilità. Uno: la lasci andare, non accadrà nulla, lascierò che tutto passi senza alcun problema, e mi dimenticherò dell'accaduto. Due: ti sparo al centro di quella testa senza cervello che ti ritrovi, io vado via insieme a lei mentre tu muori dissaguato. >>
Lucas cominciò ad innervosirsi, tremava sia la voce che il suo corpo
<< S-sai Ben! Non ti hanno detto che venire da solo a casa del lupo non è mai una buona idea? >>
<< Oddio Lucas, fratellino caro, chi ti fa credere che io sia solo? >>
Mentre Benjamin diceva quelle parole dalla porta entrava Saveliy, il russo col tatuaggio, intento con un tovagliolo bianco si puliva le mani ricoperte di sangue
<< Ca**o, l'avevo comprata appena la settimana scorsa >>
disse riferendosi alla camicia bianca sporca anch'essa di sangue. Benjamin spostò lo sguardo al fratello sorridendo
<< Lucas, comincio a spazientirmi >>
<< Tu! come hai potuto? >>
<< IO? >> urlò benjamin al culmine
<< Come hai osato tu solo pensare di poter passarla liscia, hai rapito la mia donna, mi hai portato via una vita, e adesso è arrivato il tempo che arrivi la fattura fratelllino >>
<< Lui ha sempre preferito te a me, eri sempre il cocco di mamma e papà, volevo portarti ciò che avevi di più caro al mondo, e adesso che ne ho l'opportunità perchè dovrei tirarmi indietro >>
<< Perchè non ci troverai piacere visto che sarai morto >>
<< Benjamin, dovresti vedere la tua faccia >>
Il russo sbuffò, e nessuno di certo si aspettava che sparasse alle gambe di Lucas e prima che se ne rendesse conto tirò Georgiana verso Benjamin afferrando Lucas per un braccio spezzandoglielo.
Benjamin lo guardò annoiato
<< Che c'è? Mi aveva stancato, ed ho bisogno di farmi una doccia, questo continuava ad allungare il discorso >>
Mentre lui era indaffarato con Lucas, Georgiana si voltò verso Benjamin che l'afferrò per un polso strattonandola
<< Tu! >>
Rispose arrabbiato più che mai, ma si intromise Saveliy
<< Lasciamo i convenevoli per dopo, dobbiamo andare via da qui >>
<< Con te faremo i conti dopo >>
disse infine Benjamin a Georgiana trascinandola fuori.
<< Che faccio con lui ?  Posso ucciderlo? Mi farebbe tanto piacere >>
rise sadicamente sopra Lucas che si contorceva su se stesso, ma per suo malgrado non riusciva a muoversi con quell'ammasso di muscoli seduto sopra.
<< Sai cosa fare Saveliy >>
<< Che peccato >>
sbuffò quasi seccato il russo.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21° ***


hfifioajc
Benjamin trascinò Georgiana sino a fuori quella dimora, degli uomini stavano distesi in terra come morti e Benjamin sembrò notare il terrore di lei nei suoi occhi 
<< Sta tranquilla, sono solo svenuti. Il sangue è solo un inconveniente >>
<< Lo chiami inconveniente questo ? >>
Benjamin si fermò bloccandosi improvvisamente strattonandola per un braccio portandola a misura del suo sguardo
<< Donna, questo! é causa tua, fattene una ragione >>
<< Non ti ho chiesto io di venirmi a prendere >>
rispose lei mentre lui continuava a camminare verso un auto scendendo le scale, sbuffò lui innervosito.
Aprì lo sportello anteriore del passeggero di quell'auto, spingendola dentro e mettendole la cintura le disse
<< Noi due non abbiamo finito. Questa volta, donna, hai superato il limite >>
chiuse lo sportello sbattendolo, salendo dalla parte opposta mettendo a moto
<< Io avrei superato il limite? E dimmi? Quale sarebbe ? >>
Gesticolò in aria istericamente, Benjamin dal canto suo non la degnò di uno sguardo ne le rispose, era infuriato, le nocche delle mani sbiancavano mentre stringeva convulsamente il volante di quell'auto e partiva come se fosse inseguito da una mandria di bufali impazziti.
<< Lo lasciamo qua? >>
Rispose lei spalancando gli occhi riferendosi al russo. Benjamin si chiuse nel suo silenzio ambiguo e Georgiana ad ogni modo, cercava di far trapelare qualche parola da quella bocca, sapeva che così facendo non migliorava la situazione di lui che ancora in preda alla rabbia quasi strozzava il volante, qualcosa di oscuro si annidava in quella mente, e in quel momento sapeva comprendere lei.
Georgiana si voltò verso l'orizzonte di alberi che le si presentava, non avrebbe ricavato un ragno dal buco al momento con lui.
<< Testa di c***o >> sussurrò infine.

Se Benjamin poco prima non si fosse deciso per chissà quale forza sovrannaturale a metterle la cintura di sicurezza, sicuramente si sarebbe trovata dalla parte opposta della parte anteriore di quell'auto, quando con quell'improvvisa frenata Benjamin si era fermato
<< ESCI DA QUESTA DANNATA AUTO >>
le urlò mentre lei era rimasta a bocca aperta per l'improvvisata. Lo fissò infuriata, così si tolse la cintura e scese dall'auto, lui fece altrettanto
<< TI RENDI CONTO NEL GUAIO IN CUI TI TROVI? >>
<< Smettila di urlare, non fai che alterarmi di più >>
<< Tu? Tu saresti quella alterata? Sei un emerita testa di c.... si insomma, sei così cretina da esser partita con uno sconosciuto e... >>
<< è solo a causa tua se sono andata via >>
cieco di rabbia piantò un pugno sull'auto che fece sobbalzare Georgiana
<< Ti avevo espressamente chiesto di non muoverti da casa mia >>
<< Casa tua? Noi due non stiamo insieme Ben, io e te non siamo nulla, non siamo sposati, non abbiamo nessun legame che ci tiene uniti. Non avevo nessun motivo di rimanere in quel posto >>
I loro occhi formavano scintille incandescenti, e da entrambe le parti nessuno sembrava voler demordere, chi per un motivo chi per un altro.
<< Cosa è successo a Ghebriel ? >>
Disse improvvisamente con le lacrime agli occhi, era pur sempre stato uno stronzo nei suoi confronti ma questo non dava il diritto a nessuno di decidere della vita di qualcuno.
<< Ghebriel? Lo stesso Ghebriel che ti ha fatta tornare a casa mia in lacrime, distrutta dalle tue stesse convinzioni? >>
Sorrise isterico e si avvicinò a lei che si allontanava facendo alcuni passi indietro
<< Sei stata e sei così cieca da non renderti conto della vera natura delle persone Georgiana.. >>
<< RISPONDI ALLA MIA DOMANDA >>
urlò lei infine
<< Non so cosa sia successo a quel verme >>
<< STAI MENTENDO >>
pianse, era l'unica cosa che le rimaneva, piangeva solamente
<< Perchè dovrei mentirti? Non ci sarebbe ragione, non credi? >>
<< Lo fai sempre Ben! Chi sei? >>
<< Sali in macchina >>
<< Come scusa? >>
<< Sali immediatamente in macchina >>
disse correndo verso di lei in preda al panico, l'afferrò per un braccio trasportandola dentro,lui salì dalla parte opposta, partì a tutta velocità mentre delle macchine in lontananza correvano sforsennate.
<< Che sta succedendo ? >>
Georgiana si voltò nel costatare la scena che le si presentava
<< Chi sono ? >>
Era impaurita e le si leggeva dalla voce
<< Amici di mio fratello, e dobbiamo arrivare il prima possibile in aeroporto >>
<< Il russo? >>
<< Ti sei affezzionata a lui? Togliti quel pensiero, lui ci raggiungerà direttamente in casa mia >>
<< Io non ho la minima intenzione di venire con te a casa tua >>
<< La situazione non è ancora finita Georgiana, con te ho dei conti in sospeso, e una semplice ramanzina non basterà credimi. E adesso.. >>
la fece sedere abbassandole la testa
<< Sta zitta, e qualsiasi cosa accada continua a guidare >>
<< C-come? >>
Prese una pistola da sotto la giacca
<< Prendi il mio posto, vieni >>
<< Cosa vuoi fare >>
L'afferrò per la vita avvicinandosi mentre guardava la strada, la portò su di se mentre cercava di spostarsi dalla parte opposta
<< In altri casi non sai che piacere mi farebbe averti sopra di me, ma n... >>
<< Non è il momento idiota >>
<< Esatto >>
si sedette nel sedile passeggero aprendo il finestrino e incominciò una sfuriata di pallottole contro le macchine dietro, e la risposta non tardò ad arrivare quando queste furono abbastanza vicine da rispondere al fuoco, peccato che non sapevano che la macchina era a prova di proiettile.
<< Ben, dove caspita è l'aeroporto? >>
<< Continua in questa strada >>
<< In che guaio mi sono cacciata.. >> disse più a se stessa
<< In molti donna! In molti, saresti dovuta restare in casa >>
<< smettila con questa storia >>
alzò gli occhi al cielo.
<< Lo vedo, lo vedo >>
<< Bene! allora .. >>
 Sparò forando le ruote di una delle tre auto che li inseguivano, mandandola così fuori strada in mezzo agli alberi
<< ... continua in questa strada >>
<< ODDIO ! >>
Ben si teneva un braccio ferito
<< Non è la prima volta, continua a correre donna >>
<< Stai perdendo sangue Benjamin >>
<< CONTINUA-A-CORRERE >>
<< O cristo santo, stiamo per morire >>
Raggiunsero l'aeroporto mentre si dirigevano verso un jet, scesero correndo, Benjamin nel momento aveva cambiato arma continuando a sparare << ENTRA, ENTRA ! >>
Corsero dentro mentre l'aereo partì senza prevviso, Benjamin chiuse lo sportellone e arrivati alla fine, decollarono.

Benjamin si accasciò su di un sedile quando furono arrivati in cima, Georgiana gli si avvicinò
<< Prendi il kit del pronto soccorso, e del wisky >>
<< So fare il mio lavoro, adesso sta zitto >>
Riuscì dopo qualche minuto a prendere tutto il necessario, Benjamin le tolse tutto dalle mani e Georgiana rimase a bocca aperta
<< Non credere che ti abbia perdonato donna >>
<< Uno: ... >>
tolse il kit dalla sua mano
<< Non osare dirmi cosa devo fare. E Due! .. >>
quasi conficcò una garza disinfettante nella sua ferita che lo fece quasi soffocare dal dolore
<< Non sei in posizione di poter dare ordini >>    
<< Che posizione preferisci ? >>
<< Fai del sarcasmo adesso ? >>
Premette ancora una volta sulla ferita mentre la puliva
<< Oddio! .... D-donna, smettila. Giochi col fuoco, e per bruciarti non mi basta molto >>
le afferrò il polso avvicinandola a se baciandola, si staccò da lei solo quando il loro corpo richiedeva ossigeno
<< Dio! Quanto mi sei mancata.. No non parlavo con te, ma alla tua bocca >>
disse ridendo, Georgiana allora mise le sue dita sulla ferita che lo fecero soffocare.
<< Donna, sei pericolosa .. >>

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22° ***


hfifioajc
Aveva appena finito di medicare la ferita mentre Benjamin sembrava studiare ogni suo movimento, ad un certo punto continuò ancora una volta a far finta che lei non esistesse. Georgiana si sedette dalla parte opposta, entrambi erano arrabbiati e fu solo dopo qualche ora che uno dei due si decise a dir qualcosa
<< Davvero credi che sedendoti dalla parte opposta alla mia ti faccia risolvere il problema? >>
Georgiana si voltò a braccia conserte come una bambina
<< Non vedo nessun problema >>
<< Sei tu il mio problema, quello più grosso direi >>
<< Questo " problema " è causa tua, fattene una ragione >>
<< Me la sono fatta una ragione, da molto, e questo problema è l'unico ad avermene creati così tanti in appena qualche mese, che io in tutta la vita >>
Le si sedette al fianco afferrandole il viso
<< Toglimi le mani di dosso >>
<< Questo problema mi ha reso la vita complicata più di quanto non l'avessi già, ma sei il miglior problema che mi sia mai capitato sicuramente >>
Avvicinò le sue labbra a quelle di lei, ma fu lei a scansarsi, sbuffò irritato
<< Non è così che funziona Ben, sono accadute così tante cose. Non so chi sei, e per altro a causa tua ho perso il mio lavoro e dovrò cercane un altro >>
si staccò da lei e si alzò dirigendosi verso la zona bar
<< Non posso dirti nulla Georgiana, ti avevo chiesto di accettarmi per quel che sono, perchè non puoi accettarlo? >>
si alzò adirata
<< Come potrei mai fidarmi di te, come potrei stare al fianco di un uomo che non so chi sia, o cosa faccia nella vita. Tuo fratello faceva parte della malavita? Tu? Tu potresti essere lo stesso >>
<< NON PARAGONARMI A LUI >>
sgranò gli occhi lei
<< sai? Sono stanca di te, dei tuoi misteri, dei tuoi problemi e di tutto quel che ti riguarda, una volta arrivata in aeroporto andrò via dalla tua vita, questa volta per sempre Ben. E non mi importa se starò male, o tutte le volte che ti vedrò insieme ad un altra e... Cosa ridi? >>
Sorrideva beffardo, avvicinandosi mentre lei gesticolava in aria, bloccò il suo corpo al ripiano del bar
<< Non credi davvero a quel che dici. Starai male... Gelosia, sono cose che sapevo tu avessi, ma sentirtele dire e ancora più eccitante >>
<< Non hai sentito cosa ti ho detto >>
<< Si lo fatto >>
<< S-senti, smettila n-non puoi uscirtene sempre così >>
la baciò, lei indietreggiò ma lui insinuò le mani fra i suoi capelli cercando la sua vicinanza
<< Dovresti odiarmi tu >>
<< Lo sto facendo, ma il mio corpo richiede la tua vicinanza >>
le sussurrò a fior di labbra, furono interrotti dal capitano di quel jet, annunciando che stavano per atterrare.

***

Erano saliti su un auto, dopo le numerose proteste di Georgiana nel volerci salire e Benjamin l'aveva trasportata in spalla per tutto l'aeroporto.
Si rese conto che quella non era la strada dove si trovavano i loro appartamenti, ma Benjamin disse solo che si stavano dirigendo a casa sua, il che la confuse ancor più.
Si erano diretti in una villa circondata da mura, a Georgiana non sfuggì la vista di numerose telecamere, scesero dall'auto mentre Benjamin le metteva una mano in un fianco dirigendola all'interno
<< Entra >>
<< Questa è casa tua? >>
<< Per una volta, smettila di fare domande >>
Non appena furono dentro Benjamin si bloccò improvvisamente, Saveliy era seduto comodamente su un divano con le braccia distese lungo lo schienale, due uomini che sembravano parlare ardentemente con il russo che li squadrava annoiato, si girarono verso loro che parvero confusi.
<< Eccoti finalmente >>
Benjamin sembrò irrigidirsi
<< Georgiana potresti salire di sopra per favore >>
<< No Benjamin, lei ascolterà tutto quel che abbiamo da dire. Tutto questo è a causa sua, ha il diritto di sapere >>
<< Non mi sembra il caso. Sali di s... >>
<< Non te lo stavo chiedendo Ben, è un ordine >>
Benjamin sembrò infuriarsi, ma non rispose per la prima volta, Georgiana pensò che quell'uomo doveva essere un suo superiore, e che finalmente era arrivata l'ora di capirci qualcosa in tutta quella situzione.
<< Venga signorina, si sieda >>
Benjamin sembrò supplicarla con gli occhi, ma lei non diede ascolto a quello sguardo e si diresse su una poltrona.
<< Bene, visto che siamo tutti >>
<< Non mi sembra il caso di.. >>
Interruppe ancora Benjamin
<< Sta zitto, avrai una giusta punizione per aver disobbedito agli ordini. Ne riparleremo più tardi >>
Georgiana era sopresa, se pur era un superiore non stava tollerando il modo in cui stava trattando Benjamin.
<< Dunque! Signorina.. >>
<< Georgiana >>
disse subito lei
<< So come vi chiamate, so molte più cose di quanto tu credi. Vi conosco sin da quando eravate ancora in fasce >>
<< Come scusi ? >>
<< Non ha capito chi siamo esattamente noi, posso comprenderlo >>
le si sedette davanti incrociando le gambe, mentre ossevava Benjamin irrigidito seduto sul divano che cercava di evitare il suo sguardo, lei non ne capiva il motivo ma lasciò che l'uomo continuasse.
<< Siamo agenti, cerchiamo da anni di mettere dietro le sbarre le persone che sono nel circolo del signor Lucas. Il nostro Benjamin era, ed e ancora sotto copertura, come ha potuto ben capire è un avvocato, sia che esso abbia un ufficio ed una vita da donnaiolo. Saveliy è il suo compagno, come dire? Di avventure?  Questa sua bravata.. >>
e si voltò verso lui
<< Andare a casa del lupo, facendo quasi saltare anni di copertura, per lei. Ti era stato chiesto di aspettare, di attendere rinforzi, ma hai disobbedito ad un tuo superiore. Hai messo in pericolo la vita del tuo compagno, mettendo in pericolo anche lei.. >>
Benjamin protestò, mentre Georgiana cercava di metabolizzare il tutto
<< Ho fatto quel che mi diceva la testa, per troppo tempo era già in quella casa, l'avrebbe uccisa senza rimorso. I rinforzi stavano ancora meditando sul da farsi, mentre una vita era in pericolo >>
<< REAGENDO IN QUEL MODO HAI MESSO IN PERICOLO PIù VITE BEN, DOVEVI STARE AL TUO POSTO >>
<< State zitti per favore. Fate silenzio, e ditemi cosa c'entro io in tutto questo? >>
Disse in fine Georgiana alzandosi
<< Nulla.. >>
<< Sta-al-tuo-posto >>
disse ancora una volta l'uomo
<< Tu eri il tassello mancante, la vostra famiglia fa parte di tutto questo, e per quanto voi signorina, siate scappata da quel mondo, avete un cognome ed un eredità che vi perseguita. Sanno dove siete, stanno solo attendendo il momento giusto per venirvi a prendere, siete la cima d'oro che ci serve per poter mettere una volta per tutte quei malfamati in gabbia. Abbiamo preso l'occasione al volo mandando il nostro Ben! Lucas è stato messo dietro le sbarre, sappiamo che non parlerà ma abbiamo te che adesso sai tutto, e spero che tu voglia darci una mano >>
Tutto questo non le pareva vero, aveva smesso di ascoltare quando le aveva detto che in realtà Benjamin l'aveva solo presa in giro, sin da quell'incontro sull'ascensore, sin dal primo giorno, capiva adesso perchè le aveva detto che era molto semplice guadagnarsi la sua fiducia, qualsiasi cosa aveva fatto era solo per uno scopo. Si alzò esterfatta dal divano senza dir parola, una lacrima le sfuggi, mentre lei cercava di fuggire dalla sua vecchia vita, questa invece era sempre stata alle sue calcagna.
<< Aspetta, scusami posso sp.. >>
Uno schiaffo in pieno viso lo destabilizzò, con lo sguardo basso si voltò dandole le spalle e uscendo da quella casa in rabbia. Gli altri uomini erano rimasti imbabolati sul posto senza aver la minima idea sul da farsi o dire.
<< Vorrei andare a casa mia se non le dispiace, l'accompagnamo subito. Mi dispiace averle detto tutto questo, ma il suo aiuto è indispensabile, deve continuare questa cosa insieme a noi, ci pensi su la prego. Saveliy accompagna la signorina a casa sua. >>
Georgiana uscì senza dir nulla dirigendosi a casa sua.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23° ***


hfifioajc " SCUSATE COME SEMPRE IL MIO RITARDO " 
Era salita in auto con Saveliy, la direzione era casa sua o almeno era quello che credeva lei.
Mentre se ne stava seduta con più pensieri a vorticarle in testa fu Saveliy a voler interrompere il silenzio
<<  Circa 6 anni fa ero stato assegnato ad una squadra che era incaricata di proteggere uno dei più importanti personaggi, non ti dirò di cosa. Ero di guardia quel giorno in hotel, non avevo mai visto il tizio per il quale avrei perso la vita se avessi dovuto, non puoi immaginare come ero a quei tempi.
Erano circa le tre di notte quando sentii dei rumori provenienti dall'interno di quella camera, bussai più volte e nonostante i rumori non cessassero nessuno apriva, di conseguenza sparai alla serratura fiondandomi dentro. Una donna isterica lanciava tutto ciò che gli capitava a tiro, mirai alla testa, si insomma non sapevo chi fosse e nessuno era entrato in camera quel giorno. Mi fissava in modo truce e iniziò a lanciare tutto contro me, lampade, cuscini, oggetti di ogni tipo che invano cercavo di schivare, avevo affrontato ogni genere di situazioni tra omicidi, proiettili ma mai mi sarei aspettato che una donna mi avrebbe messo in una difficoltà tale da mettermi a parare colpi di quel genere. Le dissi di stare ferma ma non ne volle sapere quindi sparai alla gamba, in quel momento incominciò a parlare e notai il suo accento francese, fu li che mi resi conto che avevo appena attentato alla stessa vita di colui che dovevo proteggere, ma colui era una colei. E pur essendo ferita non so come, scoppiò in una fragorosa risata, ne fui sorpreso e immensamente rapito ma temetti che il mio lavoro fosse finito li, che mi avrebbero cacciato via, fu ella stessa che nascose il tutto, si! Zoppicava ma spiegò a tutti che si era fatta male una caviglia che tenne fasciata per molto tempo e.. >>
<< Perchè mi stai dicendo tutto questo >>
<< Per farti capire che mettiamo il lavoro prima di tutto, nonostante questo Ben ha persino rischiato di perdere tutto ciò per cui lavora da anni ormai, per te. Non poteva rivelarti tutto, ansi non poteva rivelarti nulla. >>
<< Sono stata presa per il culo per mesi, fingendo di tenere a me, tutte quelle scene di gelosia, quei giorni in cui fingeva di starmi vicino. Dimmi Saveliy, che fine ha fatto Ghebriel? Tu sai spiegarmelo? >>
<< Sapevamo tutta la situazione di Ghebriel, il suo vero nome era Jhon Khel, a servizio della tua famiglia da quando aveva appena 13 anni. Abbiamo ascoltato tutto quello che vi siete detti, quel giorno c'èra un auto ad attendervi davanti al locale, un auto che la tua stessa famiglia aveva mandato per Jhon. >>
<< Avete messo delle cimici in casa mia? >>
<< Signorina c'erano cimici, nella camera dove alloggiavi quando eri all'università, e ci sono anche in casa tua, abbiamo temuto di essere scoperti quindi per questo hanno mandato qualcuno, cioe Benjamin che ha voluto mantenere il suo nome orginale >>
<< Dove siamo diretti? Ultimamente tutte le volte che dico di voler andare in casa mia mi portano ovunque tranne che li >>
<< Alla polizia >>
<< Come scusa? >>
Parve sopresa da quella risposta, perche proprio alla polizia?
<< Hai capito bene, non posso portarti con me, e li c'è gente di fiducia che ti terrà d'occhio almeno fino a quando quel folle di Benjamin non si decide a farsi vivo, e ci vorrà un bel po dopo la scenata di poco fa >>
<< Non voglio più rivedere quell'uomo >>
<< Donne >>
<< Che fine ha fatto quella donna? >>
cercò di sviare il discorso
<< è mia moglie adesso >>
sorrise a se stesso, probabilmente al pensiero di lei, era forse la prima volta che lo vedeva sorridere
<< è per questo che non puoi venire con me, non fraintendermi, lei è una donna comprensibile, ma conosco Ben e so benissimo che vorrebbe trovarti qua >>
disse ancora scendendo dall'auto insieme a lei. Si incamminarono verso la stazione di polizia, una volta entrati Saveliy venne accolto da un polizziotto sulla sessantina d'anni
<< Hey vecchio mio, non dovresti essere a nanna a quest'ora ? >>
<< Guarda un po il russo spaccone dei miei stivali . Come ti va la vita Saveliy >>
<< Si bene bene, ti ho portato qualcuno >>
l'uomo si voltò verso Georgiana che sembrò visibilmente in imbarazzo
<< Tu sei?... >>
Sembrò pensarci su voltandosi verso Saveliy, ma Georgiana non ebbe il tempo di rispondere che fu l'uomo stesso a farlo
<< Tu sei Georgiana, finalmente ti conosco di persona >>
Georgiana sembrò non afferrare la cosa, tutti sembravano conoscere lei più di quanto si conoscesse essa stessa. L'uomo gli si avvicinò con fare paterno abbracciandola, lei fu spiazzata e rimase ferma senza saper che fare con gli occhi sbarrati
<< C-certo, va bene mi scusi emh! io? >>
<< Io sono Alfred, il capo di questa baracca che vedi, e conosco questi due tizi, Saveliy e Benjamin, da quando ancora portavano il pannolino >>
<< Si certo certo, avrai tutto il tempo di raccontragli la storia che vuoi, adesso io vado Alfred, fa attenzione a lei, e a quel matto di Ben, è andato via. Dovresti dargli un altra delle tue diritte >>
disse Saveliy mentre andava via salutando con un gesto della mano.
<< Vieni con me bambina >>
Georgiana lo segui senza storie fino a quello che doveva essere il suo ufficio
<< Siediti tranquilla, se conosco Benjamin verrà qui >>
Georgiana evitò lo sguardo di Alfred non per l'imbarazzo ma per non far trapelare possibilmente le domande che voleva far in quel momento a lui, e lui parve afferrare il tutto, mettendosi comodo sulla sedia dalla parte opposta alla scrivania.
<< Dimmi pure >>
sorrise di scherno e la sua confusione comparve ancor più
<< C-cosa signore? >>
<< Chiamami Alfred, e so benissimo che hai molte domande da farmi, quindi non farti problemi, fa pure, conosco ogni cosa di quei due, ogni cosa >>
rise più a se stesso che a lei, e fu li dunque che Georgiana si decise a parlare
<< Chi sei? >>
<< Vuoi dire chi sono io per Benjamin ? >>
L'uomo era davvero sveglio perchè sapeva benissimo ciò che voleva dire Georgiana, e molto probabilmente anche le domande che voleva porre, tutte comprendevano Ben, e come biasimarla, adesso se pur arrabbiata, voleva conoscerlo.


Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24° ***


hfifioajc


<< Bene bambina mia, so bene cosa tu voglia sapere, ti prego di non avercela a morte con il mio Benjamin, il lavoro che quei due fanno gli impone di non poter rivelare nulla di ciò che fanno, quel testone si è fatto invaghire forse un po troppo da questa storia.
Tutto iniziò molti anni fa, conoscevo entrambi i loro genitori, entrambi, Ben e Saveliy, dopo il collage, avevano preso strade diverse, anche se Saveliy è di un paio d'anni più grande di Ben, all'epoca si conoscevano gia, ma non si frequentavano mai, gruppi diversi, caratteri diversi. Lui era solo un bambino quando il padre continuava ad impartigli regole e mansioni che solo un adulto poteva fare, ma nonostante tutto Benjamin faceva di tutto per non deluderlo, mentre il fratello col passare degli anni rimaneva sempre più avvinghiato in affari poco legali. Credimi piccina, sono stata dietro a quella testa calda per molto tempo, nonostante questo Lucas andò via, mentre Ben capì chi veramente fosse il padre, ma nonostante questo sin da bambino capì che quel farabutto di un padre cercava di manipolare entrambi i fratelli e spingerli uno contro l'altro, e ci riuscì.
Avevo appena terminato il mio turno in caserma, lo vidi a sguazzare nell'alcool in un bar li vicino, ubriaco com'era lo portai in casa mia, da li in poi aiutai quel matto ad uscirne fuori, erano anni che era combinato così, lo vedevo ogni sera in quello squallido posto ad annegarci. Saveliy abitava gia in casa mia, fu proprio li che iniziarono ad essere buoni amici, certo non prima di numerose litigate e zuffe nelle quali entrambi le prendevano, si insomma non potevo mica permettere che due adolescenti con gli ormoni a mille si picchiassero ogni qual volta ce ne fosse l'opportunità, impararono a convivere insieme.
Alcuni anni dopo la loro laurea, dove entrambi avevano scelto le stesse facolta, e dopo anni quando Saveliy cominciò a lavorare come un agente sotto copertura, fu lui ad andare per primo via di casa, con Amélie la donna francese di cui si invaghì, così restammo io e Ben che non durò a lungo, comprò casa e successivamente iniziarono a lavorare insieme.
Li trattavo come fosserò sempre stati figli miei, lo sono tutt'ora, e conosco Ben abbastanza da dirti mi cara, che questi sentimenti che lui sta provando lo stanno destabilizzando del tutto, e scusami se te lo dico, ma è stato sempre un puttaniere di prima categoria, e tu- disse puntando l'indice contro - gli stai fondendo il cervello >>
scoppiò a ridere mentre si alzava da quella sedia
<< Non odiarlo per le sue scelte! Desideri qualcosa da bere? >>
Georgiana era destabilizzata, aveva scoperto un pezzo di vita del suo Benjamin
<< No la ringrazio, mi scusi, ma se non le dispiace vorrei tornare in casa mia >>
L'uomo uscì dalla stanza ridendo e chiudendo la porta dietro di se, mentre lei si distese cercando di rilassarsi chiudendo gli occhi.
Il ruomore della porta la destò dalla sua falsa tranquillità, non aprì nemmeno gli occhi, era stanca e voleva solamente tornare in casa sua
<< Signore, la prego vorrei andare a riposare >>
<< Presto ci tornerai >>
Aprì gli occhi improvvisamente voltandosi verso la sua voce, rise amaramente
<< Sembra che quasi tutti siano ai tuoi ordini Benjamin, nessuno vuole portarmi a casa perchè a quanto pare il signor " Benjamin " non vuole che io ci vada senza la sua protezione. Non ho bisogno della tua protezione, ansi, non ho bisogno di tutto questo, non ho bisogno di te >>
sputò acida, ma Benjamin piantò un pugno esasperato, sulla scrivania
<< Come ca**o credi che sia facile per me? Credi che me ne vada in giro tranquillo a farmi la mia vita come facevo un tempo, semplice missione dicevano, avrei risolto anche questa e ne sarei uscito come al solito, ma non avevo per nulla messo in conto che esistevi tu, isomma perche ca**o il mio cuore doveva invaghirsi proprio di te, lo odio profondamente per questo, non riesco a starti lontano per quanto ci provi. Scopavo quando volevo, ero un puttaniere di prima categoria, poi arrivi tu e sconvolgi la mia esistenza con il tuo sorriso, i tuoi capelli, i tuoi occhi che per quanto possano essere comuni sono così unici per me che riuscirei anche al buio in una piazza affolata a trovarti. Odio la tua luce, ciò che provo quando sto accanto a te, mi ero sempre rimpormesso che avrei solo usato le donne per sfogo, e da quando esisti tu, da quando ti baciai la prima volta, ho desiderato ogni giorno di più le tue labbra, sognai il tuo corpo, tutte le dannate e maledettissime notti, sperando che tu fossi davvero sul mio letto. Ma ca**o, sei fuggita dalle mie mani, dalla mia casa, e il senso di colpa mi bruciava dentro, volevo dirti tutto, e per quanto io possa provarci- si accasciò su una sedia al suo fianco portandosi la testa fra le mani, poggiando i gomiti sulle ginocchia - non riesco a mandarti via, ci ho provato lo giuro, ma sono così egoista che vorrei che tu fossi solo mia, che tutto di te sia solo per me, vorrei le tue mani sul mio corpo, vorrei darti quel piacere che tanto mi divora in ogni giorno, ogni ora, persino adesso. >>
Georgiana era rimasta impassibile a fissarlo, per quanto non volesse ammetterlo quelle parole le facevano provare emozioni contrastanti, pensieri poco casti le attraversarono la mente, li scacciò immediatamente divenendo paonazza in viso alzandosi dalla sedia riportando così gli occhi di lui su di lei
<< Che ti prende, non hai nulla da dire >>
rispose lui rimandendo al suo posto, Georgiana non si voltò nemmeno mentre si diresse verso la porta, fu un attimo, un momento impercettibile, che non si accorse nemmeno che lui le bloccava la via
<< è poco educato non rispondere >>
lei cercò di schiarirsi la gola, messa visibilmente in imbarazzo dalle sue confessioni, fino ad allora, se non prima dell'accaduto in discoteca, non sapeva mai che gli passava per la testa, e l'unica cosa che parve ascoltare Georgiana furono solo le ultime parole, come se il resto che le aveva detto era passato in secondo luogo.
La osservò indagatore, poi si mise una mano sui suoi capelli alzando gli occhi sorridendo spazientito
<< Non ho nulla da dire, vado via da qua >>
L'afferrò per i fianchi sollevandola e facendole legare le gambe intorno al suo bacino, tappandole la bocca quando lanciò un urlo di sorpresa
<< Shhhh >>
si avvicinò al suo orecchio sussurrandole
<< Donna, così non mi aiuti per nulla, so bene cosa ha attraversato la tua mente poco fa, ammento che non avevo capito subito, ma di tutto ciò che ti ho detto ti sei destabilizzata alle mie ultime parole, e permettimi di dirtelo, voglio prenderti qua, e adesso.  Lo senti no? >>
 Georgiana sussultò quando la poggiò sulla scrivania muovendo il suo bacino verso lei.
<< Mollami o giuro che mi metto ad urlare >>
<< Urlerai comunque >>
disse ridendo lui
<< Fanc**o Benjamin, togliti dalle palle >>
le afferrò le natiche mordendole il collo, quando sentirono la porta aprirsi, Benjamin si voltò scocciato
<< Molla quella povera ragazza, e cerca di trovarti una camera dove fare certe cose, testa calda >>
disse Alfred dirigendosi verso la scrivania mentre gli diede un leggero schiaffo dietro il collo, che lo fece sbuffare mentre aiutava Georgiana a scendere, visibilmente imbarazzata.
<< Porta Georgiana a casa, immagino abbiate passato una lunga giornata, e qualche volta torna a trovarmi somaro >>
<< Grazie Alfred, sempre più gentile >>
rispose abbracciandolo, Alfred si diresse verso Georgiana e facendole un occhiolino e abbracciandola
<< Fa attenzione >>

****

Erano in macchina da alcuni minuti , che entrambi passarono in silenzio
<< Verrai a stare in casa mia >>
si voltò verso lui che nervoso stringeva il volante, e la mandibola visibilmente contratta.
<< Scordatelo >>
sorrise dicendole
<< non te lo stavo mica chiedendo, saprò di tenerti sotto controllo da li, saresti in pericolo adesso che la tua famiglia ha scoperto che tu sai tutto, non rinuncerà facilmente. E di certo neanche io, se è la guerra che vogliono, allora che guerra sia >>

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3327040