The Unforgiven

di _thunderstorm_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Pieces ***
Capitolo 3: *** Hope ***
Capitolo 4: *** I'd come for you ***
Capitolo 5: *** Nothing else matters ***
Capitolo 6: *** Follow me ***
Capitolo 7: *** Question! ***
Capitolo 8: *** We're all to blame ***
Capitolo 9: *** Bittersweet symphony ***
Capitolo 10: *** Too bad ***
Capitolo 11: *** Dead memories ***
Capitolo 12: *** The winter wake ***
Capitolo 13: *** Circle ***
Capitolo 14: *** And all that could have been ***
Capitolo 15: *** Dark on me ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PREMESSA
Ordunque, mi accingo ad aprire una nuova raccolta impregnata di musica. E' un'idea un po' particolare, che ha come cornice un presente apparentemente carico di rimpianti, di dolore, di amarezza. Questo primo capitolo è un prologo di cornice, le seguenti flash si addentreranno nel passato del protagonista, piccoli sprazzi di perfezione perduta, incentrati principalmente (per adesso l'idea è questa) sul rapporto con il fratello (e no, l'incesto non c'è, non mi piace XD). Per chi già mi conosce, non strappatevi i capelli dalla disperazione, cercherò di alternare amarezza con dolcezza, tenterò di evitare il polpettone totalmente angst a cui tendo sempre. XD
Comunque, sì, beh, il prologo sarà un po' deprimente, ma poi mi riscatterò, uhm? ^^' Il Sasuke della cornice è fortemente OOC, però, insomma, è motivato dall'età avanzata. Almeno, spero.
Bene, al più presto la prima flash. Ben accetti commentini sull'idea e su questa introduzione, tanto per rendermi conto su come devo gestire il tutto.
Buona lettura!





What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never be
Never see
Won't see what might have been
What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee unforgiven
[Metallica]


Non aveva mai pensato alla vecchiaia: gli era sempre parsa un concetto troppo lontano, alieno da lui e dal suo modo di essere, ombra talmente indefinita da non essere considerata. Era una debolezza umana, una delle tante cose che impediva il raggiungimento della perfezione, perfezione a cui lui, come tanti altri, aveva ambito.

Sorrise, la bocca si tirò, increspando l’intero viso.
Sciocco.

Era così difficile giungere a quella banale verità? Probabilmente sì, dato che ci aveva impiegato tanti anni a comprenderla, dato che molti cadevano nello stesso tranello in cui era cascato lui. Così semplice.
La perfezione non esiste. La perfezione non si crea.

Guardò la sua mano, raggrinzita, studiò per un attimo quelle vene bluastre che risaltavano appena sotto la sottile pelle bianca.
Aveva creduto di poter diventare sempre più forte? Di poter essere invincibile? Di poter controllare gli eventi? Di cambiarli forse? Di raggiungere una qualche distorta forma di perfezione?
Certo che sì, certo che sì.
Sciocco.
Singolare come la vecchiaia potesse portare con sé tutto l’intero peso di una vita di errori, di verità scoperte tardi. Di una fottutissima vita umana. Oh sì. Sasuke Uchiha era un essere umano qualsiasi, vincolato ai suoi limiti, legato ai ricordi che non poteva modificare, o soffocare con la vendetta.
Aveva creduto di essere pressochè perfetto? Certo che sì, inconsciamente ne era stato convinto.
Ora, però, sentiva tutto il peso degli anni. Sospirò, i troppi ricordi pressavano in testa.
Si rendeva conto che era sempre stato un bambino, un bambino cresciuto male, quel piccolo Uchiha cresciuto in mezzo a persone che cercavano ognuna la propria singolare perfezione, non badando agli altri, distruggendosi a vicenda.
Un bambino che, perso tutto, era sempre stato alla ricerca della sua dannatissima perfezione, non sapendo che la perfezione che cercava consisteva in un abbraccio di un fratello, di una carezza di una madre, di una approvazione del padre.
Una perfezione irrimediabilmente perduta.

La perfezione non esiste. La perfezione non si crea.
Erano rimasti solo i ricordi passati, assieme ad un presente che portava con sé la speranza di una quieta, lunga pace. Solo quello.

Erano rimasti solo i ricordi passati. E la voglia di scaricare tutta la colpa su qualcuno. Imperdonabile.






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Capitolo 2
*** Pieces ***





I've come undone
But you make sense of who I am
Like puzzle pieces in your eye
[Red, Pieces]


“Itachi, pensi sia nato?”
L’Uchiha si piegò sulle ginocchia, compiendo un altro balzo al ramo successivo. Erano stati lontani per tre mesi dal villaggio: ora che avevano completato la missione, potevano permettersi di tornare.
Sentì Shisui  raggiungerlo alle spalle, il respiro un po’ affannato.
“Come si chiamerà?”
“Non so. Non avevano ancora deciso il nome, quando siamo partiti.”
Era stanco. Non sembrava, ma era stanco. Aveva i vestiti incrostati di sangue, puzzava di sangue. Come alla fine di ogni missione, si sentiva sporco, e svuotato.
Un oggetto ben sfruttato.
Accelerò, dando fondo all’ultima risorsa di chakra, costringendo il compagno a fare lo stesso, con l’unico desiderio di essere a casa. Di tornare.
Di tornare a essere umano.


*


Il giardino di villa Uchiha era sempre ben curato, grazioso come se lo ricordava. Era a casa. Il vialetto attraversava il manto erbato, portando alla scalinata d’ingresso dove sicuramente sua madre lo avrebbe abbracciato, avvolgendolo nel suo profumo che lui avrebbe inspirato, godendosi il breve istante in cui poteva essere ancora un semplice ragazzino della sua età, felice dell’attenzione dei genitori.
Ed eccola, Mikoto.
Ed eccolo, Fugaku.
Lei gli sorrise, gli prese la testa tra le mani, delicatamente gli baciò la fronte. Singolare come quel semplice gesto gli fosse mancato, se ne rendeva conto solo ora.
Il padre lo guardava, rigido, ma gli occhi gli brillavano, orgogliosi.
“Bentornato, Itachi.”
“Salve, padre.”
Sua madre lo accarezzò, abbassandosi alla sua altezza.
“Vieni a salutare tuo fratello.”
Gli piaceva l’odore di casa, di pulito, di Mikoto.
La stanza di suo fratello era accanto alla sua.
Ed eccolo, il fagotto di lenzuola da cui spuntava la testa del neonato.
Si sorprese del sussulto che ebbe il suo cuore, non aveva mai provato una sensazione del genere.
Era ancora stordito, quando sua madre glielo porse  in braccio.
Inarcò la schiena per sostenere il peso del nuovo Uchiha, apparendo goffo per la prima volta, abbassando lo sguardo verso di lui.
“Si chiama Sasuke.”
Aveva dei begli occhi, Sasuke. Erano quelli di Mikoto, grandi e bellissimi.
Il bimbo allungò la manina verso il suo viso, aggrappandosi a una sua ciocca di capelli.
Itachi sorrise, gli concesse uno dei suoi rari sorrisi.
“Ciao, Sasuke.”
Era a casa. Tutto aveva un senso. Stava bene.
E pensò che, per anche un singolo istante di perfezione come quello, era disposto a sopportare le pene dell’inferno. 


***********

Eh, l'altra volta mi sono dimenticata di dire che la colonna sonora sarà varia, probabilmente includerà pezzi dei Red, dei Breaking Benjamin, dei Metallica, dei 12 stones, dei Three Days Grace, dei SOAD, dei Nickelback, dei Goo Goo Dolls e chi più ne ha più ne metta. XD
Ringrazio profondamente Sakuchan_94, che è riuscita a fare belle riflessioni anche su quelle poche righe che ho scritto d'introduzione. ** Comincio veramente a volerle bene. <3
Spero che anche questa prima flash sia apprezzabile: la scena descritta può ricordare quella presente anche in "Una lacrima, una sola", ma, beh, la nascita di Sasuke non poteva mancare nella raccolta. u__u
Sono a corto di parole, dunque, smetto di rompere e me ne vado. Ah, ultima cosa: le recensioni sono gradite, molto gradite.

Auf Wiedersehen,
Cory ^^

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Capitolo 3
*** Hope ***




Passi.
Sasuke si rifugiò sotto le coperte, gli occhioni sbarrati di fronte al troppo, troppo buio che lo circondava. Il cuore martellava in petto, rimbombando in testa.
Di certo lo avrebbe sentito. Chiunque fosse, lo avrebbe sentito, sarebbe venuto presto a prenderlo.
Le gocce di pioggia battevano violente sul vetro della finestra, ma poteva ancora udire chiaramente i rumori che provenivano dal piano inferiore.
Si rannicchiò ancor più su se stesso, attendendo.
Un passo. Un altro. Un altro ancora.
Il respiro usciva affannato dalla bocca socchiusa.
Uno scricchiolio. Un altro.
Stava salendo le scale, stava venendo a prenderlo, a portarlo via. Aveva paura, lì, da solo, al buio.
Sbirciò da sotto le coperte, in direzione della porta: era aperta, bastava solo che corresse e si intrufolasse nella camera attigua.
Prese un respiro.
Adesso o mai più.
Buttò a terra la coperta, gettandosi a capofitto in corridoio. I piedini nudi si posavano veloci sul pavimento in legno, conducendolo tremante nella stanza poco più in là.
Uno scricchiolio. Un altro.
Spalancò la porta.
Il respiro gli mancò bruscamente: non c’era nessuno.


Passi.
Forse era Sasuke.
Itachi rosicchiò noncurante il pezzo di pane che si era procurato in cucina. La sua colazione, per l’esattezza. La sua colazione delle quattro di mattina.
All’alba sarebbe partito per un’altra missione: l’equipaggiamento era già raccolto nella stanza da letto, necessitava solo di un’ultima controllata.
Imboccò il corridoio che conduceva alle camere, lungo e spoglio.
Quella notte, villa Uchiha era solo un’austera costruzione, nulla più: tutti gli affetti che quelle pareti potevano racchiudere non erano nulla. Ora, esisteva solo la missione, che era tutto.
Quella notte, Itachi era solo un ninja.
Spalancò la porta.
Socchiuse gli occhi, lievemente seccato: il fratellino di tre anni ci voleva proprio, quella notte.


“Itachi!”
Sasuke gli abbracciava la vita, posando il naso freddo e gocciolante sulla sua maglietta, soffocando il respiro accelerato su di essa.
Itachi stette un attimo in silenzio, lasciandolo fare. Non lo guardava, non lo voleva guardare.
“Cosa c’è, Sasuke?” chiese atono.
“Sento dei rumori. C’è qualcuno in casa.”
Non riuscì a non accennare un sorriso. Sasuke non lo vide, aveva ancora la faccia schiacciata sulla sua pancia, con gli occhi chiusi.
“Ero io. Hai preso paura?”
Sentì il bimbo scuotere energicamente la testa contro il suo corpo.
Itachi sbuffò.
“Guarda che non sono Fugaku. Non mi arrabbio, se mi dici che hai paura del buio.”
Abbassò lo sguardo, fu più forte di lui.
Alla vista di quella zazzera di capelli neri, di quelle esili braccia che, accidenti, lo stavano letteralmente stritolando, di quei piedi nudi sul pavimento freddo, di quel naso gocciolante appoggiato alla sua maglietta, gli si strinse il cuore. Doveva andarsene di nuovo, doveva lasciarlo ancora da solo: Sasuke la prossima notte non avrebbe potuto intrufolarsi in camera sua a svegliarlo, inventandosi la solita scusa per dormire assieme a lui.
Sfuggì all’abbraccio del fratellino, sgusciando verso le armi pronte in un angolo.
“Devo partire, Sasuke.”
Il bimbo spalancò gli occhi, atterrito.
“Adesso?” chiese, con voce acuta.
“All’alba. Quando non sarà più buio.”
Sasuke sorrise, saltando rumorosamente sul letto.
“Non ho paura del buio.” si premurò di confermare.
“Mh. Dovresti dormire, otouto.”
Itachi era chino sull’equipaggiamento, gli dava le spalle. Anche a lui sarebbe piaciuto dormire sul suo letto, cosa che presto Sasuke gli avrebbe chiesto di fare.
“Posso dormire qui?”
Ecco.
“Sì.”
Sentì il piccolo armeggiare con le coperte, sospirando soddisfatto.
“Sei il migliore fratello del mondo.”
Itachi sorrise.
“Dormi.”


Non era solo un ninja, non sarebbe mai potuto esserlo. Non sarebbe mai stato ricordato solo come una bella arma da guerra.


E quella notte così buia sarebbe stata poi cancellata dai primi raggi di sole. Prima o poi, sarebbe finita.
Speranza.


****


Il brano utilizzato, solo strumentale, è "Hope" degli Apocalyptica (link sul titolo a inizio pagina ^-^). Alla fine, con il ritmo della narrazione non c'entra un granchè, me ne sono resa conto dopo. ^^''

Perdonatemi, ma questo è venuto, spero piaccia.

Sakuchan_94: Oddeo, come fai a scrivere delle recensioni così belle? Cioè, fanno bene alla mia salute, alla mia psiche depressa e bislacca, alla mia ispirazione! ** Non so come ringraziarti, davvero. Hai visto che ho scritto un qualcosa di vagamente felice anche stavolta? =) Sarò brava, eh? XD
Spero di non deluderti, la mia ispirazione assenteista a volte mi gioca brutti scherzi.
Ah, auf wiedersehen è un banale arrivederci XD
Mi piaceva il tedesco, mi dispiace averlo mollato.

Orbene, critiche ben accette. Finora 'sta raccolta ha avuto scarso successo veramente. Se qualcuno vuole esprimersi, lo faccia. ^^
Grazie a chi legge, segue in silenzio, e soprattutto, grazie a chi commenta. =)

Alla prossima,
Cory ^^

 

 

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Capitolo 4
*** I'd come for you ***




I finally know just what it means to let someone in,

to see the side of me that no one does, or ever will
So if you’re ever lost and find yourself all alone,
I’d search forever just to bring you home
[Nickelback, I'd come for you]


La primavera quell’anno era giunta in tutto il suo splendore, portando con sé un’aria dolce che profumava di fiori di ciliegio e di erba bagnata. Nel silenzio del primo pomeriggio, la quiete che circondava villa Uchiha sapeva di pace.
Itachi inspirò a fondo, osservando il giardino: la guerra, le missioni, la Morte stessa, tutto sembrava lontano.
“Ti sei preso due settimane di pausa.”
Itachi socchiuse gli occhi, lasciando che la luce del sole venisse filtrata dalle palpebre, godendosi in silenzio il calore in viso.
Non era una domanda, quella di suo padre, ma nemmeno un’accusa. Si percepiva comunque un certo fastidio, mal celato.
“Voglio stare qui per un po’.”
Fugaku borbottò, chiudendosi poi in un silenzio astioso.
Il figlio lo fissò intensamente per un secondo, come in procinto di rivolgerglisi ancora, ma presto si voltò di nuovo verso il giardino, incurante.
C’era un sole meraviglioso.
“Itachi.”
Si sentì tirare per una manica, in maniera discreta.
“Lascia stare tuo fratello, Sasuke. Non ha tempo per te ora, deve venire alla riunione del clan.”
Itachi abbassò lo sguardo, appena in tempo per vedere Sasuke arrossire violentemente e andarsene a testa bassa verso le camere. Rimase un attimo a osservare il corridoio già vuoto, immobile.
“Andiamo, Itachi.”
Il ragazzo si voltò appena verso Fugaku.
“Un attimo, padre.”


“Sasuke.”
Il bimbo alzò lo sguardo per rivolgerlo stupito al fratello.
Itachi era strano: a volte non lo degnava di uno sguardo, altre volte veniva lui stesso a cercarlo. E, cosa più strana, sembrava che Itachi fosse felice solo durante quei periodi di “pausa” che tanto facevano innervosire papà; sembrava che ad Itachi quasi non piacessero le missioni, cosa che Sasuke proprio non capiva, dato che lui non aspettava altro per sé.
Itachi sorrideva, quel giorno.
“Volevi dirmi qualcosa prima?”
Sasuke riabbassò lo sguardo.
“Volevo chiederti se giocavi un po’ con me, ma devi andare…”
Itachi inclinò leggermente la testa.
“Dovresti giocare con i tuoi coetanei, Sasuke.”
Il bimbo si imbronciò, sedendosi pesante sul suo letto.
“Non mi sta simpatico nessuno. Io voglio giocare con te.”
Quattro anni. Itachi sembrava essere l’unico a rendersi conto di quanto ancora fosse piccolo Sasuke, di quanto ancora dovesse stare lontano da quel mondo ninja che lo attirava tanto. Sasuke avrebbe dovuto divertirsi. Stare con altri bambini, non ad allenarsi nel bosco assieme a lui.
Il bimbo pestò un piede, provocandogli un sorriso.
Sasuke, per l’appunto, avrebbe dovuto fare i capricci come tutti i bambini della sua età. E lui non lo avrebbe rimproverato, da bravo fratello quale avrebbe dovuto essere.
Si accucciò, arrivando all’altezza di Sasuke.
“Magari dopo, otouto.” disse, estremamente serio.
Il bimbo lo guardò di sottecchi, dubbioso.
“Lo prometti?”
“Certo.”
Si alzò, uscendo.
Itachi si sentiva leggero: la guerra, le missioni, la Morte stessa, tutto sembrava lontano. Il suo unico problema, ora, era un fratellino troppo viziato.
Era già in corridoio, quando gli giunse un “grazie” ritardatario.
Sbuffò.
Sì,  era decisamente troppo viziato, ed era tutta colpa sua, ma Sasuke profumava di Vita, non di sangue, non di Morte come lui: Sasuke lo allontanava dal mondo dei ninja, Sasuke lo riportava ad essere semplice fratello.
Itachi Uchiha non aveva alcuna intenzione di privarsi di tutto questo, si sarebbe preso tutte le “pause” necessarie: ogni volta che Sasuke lo avrebbe voluto, sarebbe sempre venuto, per lui.
C’era un sole meraviglioso.



****************



Cioè, mi sto stupendo di me stessa, credevo che la mia vena sentimentalistica fosse morta e sepolta e invece guarda qua, ho ripreso in mano una canzone dei Nickelback, gruppo che ho adorato per anni nel profondo, la più melensa che esista, e ci ho scritto un qualcosa di vagamente melenso. XD
No, ma non è normale, nono. Penso avrò presto una ricaduta angst, mi dispiace.
Ma ok, c*****e varie a parte: non sono sicura di questa flash, in particolare riguardo l'IC. Trovo Itachi estremamente difficile da gestire. ;__;
Comunque, a voi la parola. =)

Ringraziamenti: **
NemesisLostControl: ma sei tu che mi fai sbrilluccicare gli occhi! ** Non sai che piacere sapere che mi seguirai anche qui... =)  E, anche, sapere che esiste qualcuno a cui piacciono le mie stesse canzoni mi aggrada assai: trovo gente che mi comprende solo in rete purtroppo, ma è già tanto. XD Grazie per i complimenti, spero di non deluderti!
wari: *si inchina profondamente* che onore! Vedere una recensione positiva scritta da un'autrice valida come te è una cosa impagabile davvero... XD Oh ma me felice, molto felice. *linguaggio sgrammaticato e poco efficace dovuto all'emozione* Grazie, spero anche questa ultima flash sia una cosa abbastanza soddisfacente. ^^''
Sakuchan_94: ah, sono stata velocissima, visto? *ehmehm* =) La tua recensione non te la tiro dietro, no no, anzi, me la tengo stretta: unica cosa, a volte mi ha fatto ridacchiare come una deficiente davanti allo schermo, e la mia sorellina mi guardava male, ma questo è un problema mio: abbi cura del tuo mouse comunque, poverino. XD Inutile dire che sei una commentatrice formidabile, fai sembrare la flash più bella di ciò che in realtà è. E adoro che tu riesca a svisverare ogni singola frase, intuendo pressochè tutto ciò che voglio dire. ** Sono noiosa se ti ringrazio? No, è che non mi sembra mai abbastanza. XD Grazie per le tue recensioni, e per la risposta alla mia mail scema. =) Nessun problema se non puoi recensire, figurati. Spero di risentirti presto. =)

Alla prossima gente!
Cory ^^  

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Capitolo 5
*** Nothing else matters ***


ATTENZIONE: questo capitolo è nato dopo la lettura del capitolo 502 del manga, del quale c'è un lieve, lievissimo riferimento. Non credo neanche si noti e, comunque, non è nessuna grande rivelazione, è solo una scena di flashback di approfondimento del rapporto tra Itachi e Sasuke. *idolatra Kishimoto*
Non si svela nessuna parte saliente della trama dell'opera, tuttavia ho preferito avvisare: la lettura della flash è ovviamente a vostra discrezione. ;-)







Never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
And nothing else matters


Sasuke lanciò uno sguardo infiammato all’acqua corrente, nel viso un’espressione estremamente concentrata. Quel giorno il torrentello, arricchito dalle recenti piogge, gorgogliava gioioso, quasi come si prendesse gioco di lui. Il bimbo corrugò la fronte, piegandosi sulle ginocchia per prendere la spinta.
Uno, due, tre…
I piedi nudi si staccarono dal terreno per poi poggiare pochi attimi dopo sul fondo scivoloso del corso d’acqua, in un indecoroso tonfo completo di spruzzi.
La risata cristallina del fratello gli giunse fastidiosa alle spalle: era veramente raro che Itachi scoppiasse a ridere, e sapere di essere lui l’oggetto di scherno ad aver provocato l’insolita reazione, beh, era pressochè insopportabile.
Si voltò di scatto, rosso in viso.
“Perché non mi dici il trucco?”
Itachi si ricompose, seduto a gambe incrociate sull’erba.
“Quale trucco?” chiese, ghignando leggermente.
“Per camminare sull’acqua!”
Il giovane stette in silenzio, osservando il fratellino schizzato di fango, in attesa. Era ancora così piccolo: ricordava quando era in fasce e lo teneva in braccio per placare il suo pianto, per proteggerlo. Era solo qualche anno fa…
“Mi ascolti?”
Itachi sbattè le palpebre.
“Certo che ti ascolto. Sei piccolo per impararlo.”
Sasuke sbuffò, imbronciato. Dopo un’ultima occhiataccia al torrente si voltò, avvicinandosi a grandi passi al fratello. Si sedette pesantemente di fianco a lui, sbuffando ancora rumorosamente per attirare la sua attenzione.
... Ottenne uno sguardo fisso nella direzione opposta alla sua.
Incrociò le braccia, infastidito.
“Il papà ha ragione a dire che sei strano.”
Itachi si voltò di scatto, in uno dei suoi sguardi inquietanti.
“Io e papà abbiamo idee diverse.”
Sasuke spalancò gli occhi, confuso.
“In che senso?”
“Quando si è ninja bisogna anteporre certe cose ad altre, come gli affetti e le proprie ambizioni. C’è chi non capisce.”
Itachi inspirò a fondo, negli occhi una profonda amarezza. Il silenzio calò teso su di loro, disturbato solo dal torrente, ora stranamente singhiozzante.
Sasuke lanciò uno sguardo obliquo al fratello, capendo solo che non tutto andava come doveva andare e che questo a Itachi dispiaceva.
Itachi era strano, ma era buono, Sasuke lo sapeva: solo, gli sarebbe piaciuto conoscerlo meglio, aiutarlo.
“Non ti capisco” ammise imbarazzato.
Itachi si sforzò di sorridere rassicurante, nonostante il peso che lo soffocava.
Il ruscello singhiozzava.

“Non importa, Sasuke. Non è importante.”

 
Never care for what they do

Never care for what they know
But I know…
[Metallica, Nothing else matters]



******************************

Questa è un capolavoro di ballata metal, la più bella in assoluto. Ovviamente la flash non le fa onore, ma io ci ho provato, nel mio piccolo. **
I miei aggiornamenti sono piuttosto lenti, mi dispiace, ma la mia ispirazione, come già detto da qualche altra parte, è piuttosto assenteista.
E ok, passo ai ringraziamenti, mh? =)

Nemesis: XDXD La ciabatta è per gli orari in cui rimani al computer? No, perchè sei in buona compagnia, se è così. Dobbiamo tutelarci dai genitori apprensivi, accidenti. XD Grazie per la recensione! E felice che ti piacciano anche i Nickelback! **

Sakuchan_94: Era un obbligo utilizzare quella canzone in questa raccolta per me, primo perchè i Nickelback sono stati il primo gruppo rock che ho adorato e dovevo rendere loro omaggio, secondo perchè, è vero, "I'd come for you" ci sta dannatamente a pennello, ai fratelli Uchiha. Utilizzerò presto anche "Too bad" loro, che, vedrai, ci sta ancora meglio. Quella è un capolavoro, piangevo quando la ascoltavo, una volta.

Fugaku sta antipatico anche a me, se non si è capito. XD
L'alternare parti tristi e puccie (sinceramente, non avrei mai pensato di poter scrivere qualcosa di così classificabile XD) non è fatto apposta, credimi, è più forte di me. ;__;
Non so se segui gli spoiler o meno, quindi non mi esprimo, ti dico solo che Kishimoto mi ha reso felice, ultimamente. Riguardo i fratelli Uchiha, intendo: sono solo tre vignette in croce, ma mi hanno fatto sbrilluccicare gli occhi. ** E ok, non si capisce un'acca di quello che ho scritto, ma vabbè. ^^' Sul fatto che non giocassero molto assieme sono d'accordo con te, ma penso anche che ad Itachi sarebbe piaciuto. =)
Grazie per tutti quei complimenti, me arrossisce. ** Amo le tue recensioni, sono felice che tu sia riuscita a scrivermene una anche lo scorso aggiornamento. XD
Ci sentiamo presto, mh? =)
... Ah, ho ordinato la maglia. *ç* Spero arrivi, tra costo di spedizione ed eventuali tassazioni di dogana potrebbe costicchiare parecchio. E poi, dovrebbe arrivare per il mio compleanno, circa. *___*
Me felice... =)

Baciuzzi a tutti, e grazie! =)
Cory ^^ 



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Capitolo 6
*** Follow me ***




Enlighten me

reveal my fate
just cut these strings
that hold me safe
You know my head
you know my face
you'd know my heart
if you knew your place
I walked straight down
as far as I can go
[Breaking Benjamin, Follow me]


Ora so cosa devo fare. Ora so qual è il mio compito.

“Shisui, piantala.”
Il ninja che gli stava di fronte sbarrò gli occhi, stupito dal tono seccato con cui era stato apostrofato.
“Di far cosa?”
“Di preoccuparti per me. Di continuare a guardarmi. Piantala.”
Itachi si chinò verso il fuoco, sistemando qualche ramo: la notte scendeva, assieme ad un freddo che annunciava l’arrivo di un inverno impietoso. 
Si gelava dentro.
Shisui gli lanciò un’ultima occhiata sfuggevole, stringendosi nel mantello nel vano tentativo di scaldarsi. Era la quinta notte che passavano all’addiaccio dal completamento della missione, stavano procedendo verso casa in modo insolitamente lento.
Prese un pezzo di pane raffermo, addentandolo poco cerimonioso.
“Domani, se ci metteremo in marcia all’alba, saremo a casa entro sera. – strattonò il pesante pezzo di stoffa che gli fungeva da coperta, facendolo aderire meglio al corpo, rannicchiandosi ai piedi di un albero – Sono stanco di dormire per terra.”
Itachi rimase seduto, gli occhi socchiusi fissi sull’ombra dell’amico già addormentato, resa tremolante e confusa dal fumo del fuoco che si spandeva nell’aria. Ciondolò un attimo dal sonno. La vista si faceva sempre più sfocata. Stanchezza, pensò. Il fumo negli occhi.
Si guardò le mani con sguardo vacuo.
Vorrei strapparmeli.
Non li voleva più, non voleva che servissero a ciò che gli era stato ordinato, non voleva che suo fratello ci guardasse dentro.
Per l’ultima volta, per trovarci la morte.
Abbassò le palpebre, in catalessi, cercando di scacciare il pensiero.
Si soffermò invece sull’idea precedente, lasciandola scivolare lenta nella sua mente, allettante.
Posò le mani sulla faccia, tastando leggero con le dita i morbidi lembi di pelle che proteggevano i bulbi oculari. Sarebbe bastato un secondo, uno scatto delle sue dita. Tremò.
Il fumo gli offuscava la mente. Gli occhi gli bruciavano.
Quello era solo un sogno. All’alba si sarebbe svegliato, ancora con il peso di una missione da cui lui, ninja, non poteva sottrarsi.
Lasciò ricadere le braccia, osservando di nuovo l’amico, il suo petto alzarsi e abbassarsi in respiri lenti e profondi, testimonianza di vita.
Le fiamme del debole fuoco sfumavano l’immagine.
Sembra già così lontano…



**************


Perdonatemi, sono di fretta. Ringrazio quindi velocemente Nemesis, per l'assiduità con cui recensisce, per il piacere che mi procura leggere i suoi complimenti e per avermi messo nei suoi autori preferiti (**). Ringrazio anche tutti quelli che leggono e seguono e hanno recensito precedentemente. E quelli che hanno recensito e mi hanno fatto gli auguri nella schifezzuola che ho scritto due giorni fa. XD Grazie...
E scappo, scusate. Vi voglio bene. <3

Cory ^^

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Capitolo 7
*** Question! ***





Sweet berries ready for two, ghosts are no different than you,
Ghosts are now waiting for you, are you… ?
Sweet berries ready for two, ghosts are no different than you,
Ghosts are now waiting for you,
Are you… dreaming?
Dreaming the night,
Dreaming alright?
[System of a Down, Question!]


Il ragazzino scivolò giù dal letto, stropicciandosi gli occhi ancora sonnolenti.
La luce fredda del mattino filtrava dalla finestra, illuminando l’intera stanza. Rabbrividì, stringendosi nel pigiama: l’inverno bussava prepotentemente alle porte, quell’anno in largo anticipo, portando con sé un silenzio piatto che avvolgeva l’intera casa. Sospirò, costringendosi a scendere in cucina: era strano non sentire il rumore di tazze che accompagnava la colazione dei suoi genitori, non udire la voce burbera del padre e quella sommessa della madre, attenta a non disturbare il suo sonno. Itachi solitamente invece era già fuori casa a quell’ora, i suoi impegni anbu non gli permettevano altrimenti: non trovare il fratello al tavolo assieme a lui era una situazione a cui si era abituato negli anni.
Fu così che spalancò gli occhi, in un’espressione piacevolmente stupita.
“Che fai?”
Suo fratello era intento a spalmare marmellata su del pane caldo, totalmente assorbito nell’inusuale compito.
“Preparo la colazione. La mamma e il papà sono a una riunione del clan.”
Lo disse così, come fosse assolutamente da lui armeggiare con coltelli da cucina.
Il ragazzino rimase impalato a fissarlo per qualche secondo, pensieroso.
“Ma quante riunioni hanno ultimamente?”
Si sedette scontroso a tavola, leggermente infastidito dall’inaspettata rottura di abitudini.
Itachi scrollò le spalle, come se non gli importasse.
“Hanno delle questioni importanti da decidere.”
“E perché tu non sei andato?”
Itachi accumulò sul coltello una buona dose di marmellata di mirtilli, spalmandola poi sulla fetta di pane per Sasuke.
“Non potevo lasciarti da solo qui.”
Sorrise e in automatico Sasuke ruppe il suo broncio con un sorriso di rimando.
Abbassò lo sguardo sulla sua colazione, perplesso.
Il sorriso si afflosciò, lasciando il posto a un’espressione piuttosto delusa.
Itachi addentò la sua porzione, osservando il fratello senza capire.
“Che c’è?”
Sasuke ostentò la sua migliore smorfia di disgusto.
“Il pane è bruciato. E ci hai messo troppa marmellata.”
Gelo.
Il bimbo attendeva risposta, leggermente preoccupato per il silenzio prolungato.
Itachi non si era mai arrabbiato con lui, ma l’idea di sperimentare questi lati del rapporto tra fratelli non lo allettava granchè.
Trattenne il respiro, in attesa.

Itachi rideva tra sé: l’espressione angosciata del fratello era a dir poco esilarante. Addentò ancora la sua fetta di pane, lasciandolo in attesa ancora un po’.
Se non fosse stato per tutto il resto, quella mattina sarebbe stata un inizio di giornata perfetto. Perfetto.
Per un attimo sentì il peso al petto con cui da un po’ doveva convivere, insopportabile. Scosse la testa, scacciando il pensiero: la missione era ancora molto lontana, c’era il tempo necessario affinchè le cose potessero cambiare, affinchè quello che gli era stato ordinato potesse non essere più necessario.
Intanto, poteva godersi quegli sprazzi di vita normale che ancora gli appartenevano.
Perfetto. Sperava che per Sasuke fosse veramente così, una mattinata perfetta.
Sperava che se la ricordasse, un giorno.

Mandò giù il boccone, serio. L’espressione di Sasuke rasentava la paura.
Aveva una faccia così intimidatoria, lui?
Alzò lo sguardo, apparentemente gelido.

“... Sei troppo viziato, otouto.”    

   
Do we, do we know,
When we fly?
When we, when we go,
Do we die?




*****************


Ultimamente faccio fatica a evitare il mio tragico andante, accidenti. Già Kishimoto ci mette del suo in questo, poi mi ci metto io e il risultato è straziante veramente  ._.
Comunque, gran canzone anche stavolta. Ovviamente dei SOAD, che dovevano esserci nella mia raccolta, per me era un obbligo morale. A proposito, fra poco esce il nuovo album di Serj Tankian, non sto più nella pelle. *____*
Discorsi inutili a parte, qui forse non è chiarissimo tutto il contesto: io ho immaginato che Itachi abbia saputo con largo anticipo il ruolo che avrà lui per il villaggio contro il suo stesso clan, che sta complottando appunto per il colpo di stato. Sì, dovrà conviverci per un po', penso. Spero di non aver fatto grandi strafalcioni temporali, ci sto pensando, ma la mia mente a 'sta ora è intoppata. XD
Passo ai ringraziamenti, mh? =)
Keishi Uchiha: grazie, grazie, grazie! **  Mi piace sapere che riesco a coinvolgere i lettori in ciò che scrivo, ho sempre una fifa boia di essere piatta. *ehm, non so esattamente se l'espressione "fifa boia" sia italianicissima o leggermente da burina veneta XD... pardon*
Grazie anche di avermi messo tra gli autori preferiti, me orgogliosa! =) Spero di risentirti...
wari:  XDXD ... non volevo gettare nel tritarifiuti il tuo cuoricino, non odiarmi per questo... per essere perdonata, hai visto che bella canzone ho utilizzato, eh? E la flash non è neanche totalmente triste... cioè, sì, il tentativo di scrivere qualcosa di vagamente felice c'era, poi... beh...
XD
Grazie veramente per la recensione, spero che anche questa flash possa piacere. ^^
Sakuchan: ah, la mia Sakuchan! *abbraccio da piovra* Ti ho già detto tutto nella mail, penso non occorra dire altro. La maglietta ha costato 47, 21 dollari, spesa di spedizione comprsa, quindi all'incirca (?) penso sia sempre intorno ai quaranta euro totali. Non ne sono per niente sicura però, porta pazienza. XD
Il mio indirizzo msn è nuovo, dato che l'altro non funzionava... il problema è che non sono sicura che funzioni nemmeno questo. ç___ç Vedremo...
Grazie ancora... =)

Salutini a tutte, spero di poter aggiornare al più presto, ispirazione e inzio scuola *sigh* permettendo...
=)
Baci,
Cory ^^    

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Capitolo 8
*** We're all to blame ***




And now we're all too blame,
We've gone too far,
From pride to shame,
We're hopelessly blissful and blind
When all we need
Is something true
to believe,
Don't we all?
Everyone, everyone,
We will fall...
[Sum 41 - We're all to blame]


La mano è dolorante, la sente pulsare contro il duro legno dell’albero: non si è neanche degnato di concentrare il chakra nel pugno, non gli serve. Quello non è un allenamento, no.
Ne sferra un altro, e un altro, e un altro ancora. L’albero geme contro la sua rabbia, scricchiolando sinistro nel silenzio che accompagna l’imbrunire. Il respiro accelerato segue il ritmo dei colpi, facendosi più sofferente man mano che le mani iniziano a sanguinare, i muscoli cominciano a dolere.
Ben venga.
Ogni urto con il legno riverbera in tutto il corpo, intorpidendolo dolcemente, catalizzando la mente sul dolore fisico, e null’altro. L’oblio è allettante, ora.
Itachi si ferma, guardandosi le mani sporche di sangue. Geme, disgustato.
Troppo tardi. Per tutto.
Ha creduto in tante cose, lui.
Al valore. All’onore del clan, sì. Anche all’orgoglio di essere un Uchiha.
Stringe i pugni, colpendo di nuovo violentemente contro il legno.
Alla famiglia, all’amicizia, all’amore.
Un pezzo di corteccia vola via, lasciando scoperta la parte più interna dell’albero, quella più fragile. Le immagini di ciò che gli è caro scivolano nella mente, crudeli.
Tutto è cancellato, tutto è perduto.
Troppo. Tardi.
Troppo.
Tardi.
In una cosa ha creduto, però, sopra tutte le altre. In una cosa crede ancora.
Alla patria. Alla pace.
E il dolore è insopportabile, lancinante. Le lacrime bruciano ai bordi degli occhi, aridi da ormai troppo tempo.
A quale prezzo? A quale prezzo?
I ninja non provano sentimenti. Che gran bugia. I sentimenti si possono solo nascondere, non cancellare.
E sarebbe di gran lunga preferibile la morte a quello che lui prova in quel momento.
Sembrerebbe quasi una situazione insostenibile, sembrerebbe così.
Un vento gelido lo colpisce alla schiena, facendogli rizzare i peli sulla nuca.
Stringe i denti, irrigidendosi.
Crede ancora alla patria. Crede ancora alla pace.
Chiude gli occhi, aggrappandosi al pensiero con tutte le sue forze. Lo deve fare per questo. Lo deve fare.
E’ un mantra infinito che rintrona nella testa, provocando una certa nausea.
I pugni si serrano, scossi da tremiti.
I sentimenti si possono nascondere. Anche a se stessi.
Le mani appiccicano del liquido vischioso che le ricopre, vermiglio.
Cerca di non badarci, ma il senso di colpa lo attanaglia. E il pensiero inevitabile si impone nella sua mente.

Sangue Uchiha.





********************



Questa fa veramente caccare (registro: italiano aulico).
Rileggendola, vedo OOC ambulante, depressione cronica che non ostentavo dai tempi in cui ascoltavo gli Evanescence, frasi confusionarie senza senso logico, nè contestualizzazione decente. ^^ Forse la canzone è accettabile, dai.
Orsù dunque, mi riscatterò con la prossima, giurin giurello.

wari: mi impegnerò a scrivere flash più sullo stile della precedente, giuro .___. Ci metterò dentro marmellate da spalmare, coltelli da cucina e tanto glucosio da ogni parte, per quanto rientri nelle mie possibilità.
"Imperfect Harmonies" doveva uscire oggi, ma la data di uscita è stata spostata al 21. ** Ascolti anche tu gli Scars on Broadway! =) Daron mi piace, nonostante io per qualche arcano motivo sbavassi (non scherzo, eh) del Daron pazzo dei SOAD. Ha perso un po' di verve metallara, ma d'altra parte è anche molto migliorato nel canto. E anche Serj è fantastico, Elect the dead è un album con i fiocchi. Se fossero ancora un gruppo, magari... Sono una loro fangirl sfegatata, senza decenza.
*porcheggia, strappandosi i capelli e piangendo al pensiero che è in astinenza dei SOAD da troppo, troppo tempo*
Scleri a parte... grazie mille, non so se qualcuno sopravviverà a 'sta schifezza, e ciò mi duole assai. Mi metto subito il cilicio per espiare le mie colpe. 

Sakuchan_94: mia cara recensitrice, giuro solennemente che coltiverò la pucciaggine recondita nel profondo del mio cuore per scrivere un'altra flash gradevole come la precedente. Sissì. Intanto, perdonami 'sta roba. Scusa. Infinitamente scusa. Quoto alla grande che Itachi ha una faccia sbavevole. Molto sbavevole. XD Mi dispiace farlo soffrire come in questo caso. ;___;
E no, non sei l'unica che litiga con msn. *alza la manina, indicandosi* Comunque, sembra che funzi il mio nuovo indirizzo. =)
Felice che ti piaccia Question dei SOAD! *piange al pensiero dei SOAD ormai sciolti*

Recensioni sempre gradite. A volte lo ometto, ma è sottinteso. ^^
A presto,
Cory ^^
 

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Capitolo 9
*** Bittersweet symphony ***




Well, I’ve never prayed
But tonight I'm on my knees
I need to hear some sounds that recognize the pain in me
I let the melody shine, let it cleanse my mind, I feel free now…
But the airways are clean and there's nobody singing to me now
[The verve – Bittersweet symphony]


Chiuse la porta, attento a non fare rumore. Nei suoi movimenti si intravedeva sempre una nobile eleganza, ma la schiena era curva, il volto pallido, i vestiti laceri dopo l’ennesimo estenuante allenamento notturno. La stanchezza che celava agli occhi estranei ora si manifestava in tutta la sua pesantezza, riuscendo a intaccare la sua figura.
« Sei tornato tardi, nii-san. »
Itachi si bloccò, raddrizzando le spalle, controllando l’espressione. Si voltò dopo qualche attimo, rivolgendosi al fratello freddamente.
« Dovresti essere a letto, Sasuke. »
Si diresse verso la cucina, lasciando il ragazzo a fissarlo per un attimo, in pensiero, e poi seguirlo.
La casa era silenziosa, quasi tetra ; persino la cucina, di solito calda e accogliente, ora, nella penombra, riempita solo della taciturna presenza di Itachi, appariva fredda.
Sasuke guardava il fratello, e vedeva le spalle forzatamente diritte, le occhiaie più marcate, gli occhi spenti, la bocca rigidamente chiusa in una linea sottile, in una maschera che celava l’umanità – la sofferenza - che anche a lui era propria.
« Ti ho lasciato un po’del dolce che ha fatto la mamma. Se lo scaldi è più buono. »
Itachi tentò un sorriso, ringraziandolo implicitamente. Sasuke lo guardava con aria preoccupata, e nel suo sguardo il ninja intravedeva ormai un’attenzione più matura. Si accigliò : suo fratello aveva ancora un corpo esile e infantile, ma non poteva più considerarlo un bambino ingenuo, estraneo al suo mondo. Sapeva già combattere bene, presto sarebbe stato pronto ad uccidere.
Il suo fratellino, un ninja.
Addentò la torta, gustandone il sapore.
« Itachi ? »
Il ragazzo sollevò lo sguardo, in attesa. Sasuke si tormentava le mani, evidentemente a disagio, gli occhi fissi su una crepa del tavolo. Parlare ad Itachi in certi modi era alquanto difficile.
« Va tutto… bene ? »
Itachi rimase in silenzio, incapace di esternare il turbine di emozioni che lo tormentava. Tuttavia, tra tutto il dolore che provava, sentì calore. Improvvisamente desiderò prendere in braccio Sasuke, come faceva quando il fratellino era un neonato, cullarlo, cantargli che andava tutto bene, che tutto andava bene.
Sorrise, un sorriso dolceamaro.
Gli passò a fianco, facendo per uscire. Un colpo sulla fronte, neanche troppo delicato.
Sasuke protestò, mugugnando e strofinandosi la parte colpita.
Itachi si bloccò sulla porta, di spalle.
« Ora va tutto bene, Sasuke. Sto bene. »
Sorrideva, ma questo Sasuke non poteva vederlo.
E il fratellino rimase ad aspettare una risposta vera, che mai sarebbe arrivata.
E Itachi tenne per sé tutta la pesantezza che gli incurvava le spalle. Una cosa aveva deciso: Sasuke sarebbe diventato un ninja. Avrebbe avuto tanti anni ancora da vivere, avrebbe goduto, almeno per un po', di una pace che duramente era stata mantenuta.
A costo di sacrifici.
Ma, al pensiero, Itachi sorrideva.




******************




Sakuchan: davvero ti è piaciuta l'ultima? XD Giuro, la stavo per cancellare, non mi piaceva dall'inizio e, a dire il vero, la mancanza di recensioni pensavo confermasse che faceva proprio schifo, ma che per creanza e cristiana pietà nessuno avesse intenzione di scivermelo. XDXD Comunque, se piace, la lascio.
Grazie davvero. Grazie, grazie, grazie.
Mi dispiace per il tuo brutto inizio scuola. ^^ Io devo ancora ingranare del tutto, ma me la sto cavando. Hanno unito la mia classe con l'altra quarta del classico, ora dobbiamo cercare di convivere civilmente o, almeno, sforzarci. ^^'' Il fatto è che c'è sempre stata una certa rivalità, ecco. Comunque, io sopravvivo. Gli altri si arrangino.
Tornando a noi... Non credo si possa proprio definire felice 'sta cosa, però, insomma... *fa gli occhioni dolci, chiedendo implicitamente perdono* XD
Bon, me ne vado. Adesso che è iniziata scuola, i miei rompono a dismisura se vedono che di sera scrivo non per fare compiti. -.-'

Alla prossima, gente! E grazie a chi ha letto, messo tra le preferite e le seguite!

Cory ^^

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Capitolo 10
*** Too bad ***




It’s so bad, it’s too bad

It’s too bad, it’s too late, so wrong, so long…
It’s too bad that we had no time to rewind,
let’s walk, let’s talk.
[Nickelback – Too bad]


Gli ultimi raggi del sole morente colpivano gli occhi, costringendoli a tenerli abbassati.
Il cielo, azzurro, lentamente si screziava di un rosso acceso, sanguigno, lentamente la luce scompariva, lasciando il posto all’imminente oscurità.
Itachi camminava spedito, a passo marziale, cercando di sgombrarsi la mente, nel tentativo di trovare quelle poche giuste parole che voleva dirgli. L’angoscia, però, premeva sul petto, soffocandolo.
“Ehi, adesso basta. Fermiamoci, Itachi.”
Shisui lanciò un’occhiata stizzita alle spalle del cugino, che proseguiva imperterrito, rivolgendola poi al villaggio, ormai lontano.
“Itachi…”
Si inginocchiò, raccogliendo qualche ciottolo del sentiero, soppesandolo tra le mani per qualche secondo. Si grattò il naso, indeciso sul da farsi. Poi, alzò lo sguardo, piantandolo sulla nuca del compagno. Il braccio scattò.

Itachi sussultò all’inaspettato colpo, immobilizzandosi. Lanciò uno sguardo obliquo al ragazzo che gli stava poco dietro, inespressivo.
“Piantala di fare il principino Uchiha. – Shisui si guardò attorno, studiando il terreno – Io ho deciso che adesso ci fermiamo, ci sediamo e parliamo. Ultimamente sembri fuori di te, Itachi.”
Si buttò a terra, gettando la sacca dell’equipaggiamento più in là, in un tonfo metallico.
Itachi rabbrividì, desiderando ancora del tempo, ma il corpo si muoveva contro la sua volontà, si sedeva al fianco dell’amico.
Shisui rimase un attimo in silenzio, fissando il sole, in pace con se stesso.
“Come sta Sasuke?”
Itachi spalancò impercettibilmente gli occhi, sorpreso dalla domanda insignificante.
“Sta bene” rispose cauto.
“Diventa forte come il fratello?”
Shisui si volse verso il cugino, che tentò un sorriso.
Il sole lentamente scompariva in un cielo di fuoco.
“So che non sei il tipo, Itachi, ma sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, vero? Terrò il segreto, lo sai. – lo fissò seriamente, in un’espressione a lui non del tutto usuale, troppo intensa, troppo preoccupata – C’è qualcosa che non va, cugino?”
Itachi strinse i pugni, cercando di controllarsi, ma il dolore era insopportabile. Una lacrima scese lungo la guancia, bruciante.
Shisui rimase immobile, guardando il cugino per la prima volta in crisi, intaccato nella sua mai scalfita fredda perfezione, maschera che lui a volte riusciva a fargli calare, ma che Itachi non aveva mai abbandonato. Itachi era umano, pochi se ne rendevano conto.
“Puoi dirmi tutto ciò che vuoi. Terrò il segreto.”
Itachi tenne lo sguardo fisso a terra, celando un brivido.
L’amico di sempre gli offriva la possibilità di confidarsi, di non impazzire tenendo tutto dentro. L’amico di sempre si dimostrava tale anche in quell’assurda situazione.
Itachi iniziò a parlare, il viso rigato di lacrime silenziose.
Quando sarebbero finite, sarebbe stato vuoto. E dopo le parole, ci sarebbe stato il silenzio.
Stringeva il kunai nella mano, tremando, guardando la pace negli occhi di Shisui, il suo amore per la vita.
Gli ultimi raggi scomparvero, lasciando il cielo rosso sangue.
Terrai il segreto.
Il gelo s’insinuò nel petto.       




************************



Yeah, ce l'ho fatta! Che parto, la scuola non lascia respiro. ç_________ç
Flash che mi ha fatto sudare sette camicie, non so neanche se è riuscita decentemente: il momento descritto è troppo importante, troppo doloroso, troppo tutto...
Mi piace l'idea che Itachi confessi tutto all'amico, in un momento di debolezza umana, per svuotarsi, prima di tornare il freddo ninja che poi lo ucciderà. Poi non so se è ben riuscita la scena, ma io ci ho provato >.< 

Sakuchan, tesssssssssssssoro, capisco i ritardi, comprendo pienamente, ultimamente sto impazzendo anch'io con la scuola, come vedi i tempi con cui aggiorno  sono indecenti ._____:
Sono felice che ti piacciano le canzoni che scelgo, in fondo questa raccolta serve anche a metterle in luce. ^^ Se vuoi, non so se lo sai già, c'è una canzone dei Verve che ha cantato anche Adam. *rimane per qualche secondo in estasi al pensiero di Adam*  E' "The drugs don't work".
Felice anche che ti piacciano i Breaking Benjamin, li adoro. *ç*
Itachi è veramente il personaggio più bello che abbia mai creato Kishimoto, scrivere di lui è difficile, ma dà immensa soddisfazione. Questa poi aumenta a dismisura quando leggo le tue recensioni, non sai che gioia quando le flash che scrivo riescono ad esprimere almeno un po' le emozioni che io stessa provo per i personaggi in questione. Veramente, io non ti ringrazio mai abbastanza. E se tu sei ripetitiva, io ti faccio compagnia, che non sia mai che io sia da meno. XD
Mi avevi detto che ti piaceva leggere di Shisui, non so se questa flash possa essere gradevole, se la sua caratterizzazione sia accettabile, ma spero di non averti deluso.
Piccola parentesi... sarò io ebete, ma che cos'è l'ecdl? XD anch'io faccio sei ore al giorno qualche volta a settimana: quell'orrenda cosa che si chiama "ora zero" mi costringe a svegliarmi alle sei di mattina per andarmi a fare educazione fisica all'aperto, per di più di lunedì! Cioè, uno shock così, a inizio settimana! E questo è l'orario definitivo. ç____ç Poi ho un'altra ora zero al giovedì, meno traumatica della prima, ma pur sempre caratterizzata da un clima di classe semidormiente. XD
Ok... Mi pare di essere stata parecchio sconclusionata, perdonami. XD
Abbraccione piovroso,  ci si sente. <3

Auf wiedersehen,
Cory ^^

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Capitolo 11
*** Dead memories ***



Sitting in the dark, I can't forget.
Even now, I realize the time I'll never get.
Another story of the Bitter Pills of Fate : I can't go back again, I can't go back again…
But you asked me to love you and I did, traded my emotions for a contract to commit.
And when I got away, I only got so far.
The other me is dead.
I hear his voice inside my head…


Cammina. Non tremare. Nascondi le emozioni.
Scansò agile Sasuke, imboccando le scale per il piano superiore, disinvolto.
Troppo bravo.
« Ehi ! Mi avevi promesso che ci saremmo allenati assieme ! »
Non poteva rispondere, non in quel momento, non ce l’avrebbe fatta : la voce l’avrebbe tradito.
Lo sguardo di Sasuke gli stava incollato alla nuca, accusatore della più insignificante delle colpe.

« Ehi… Mi hai ferito ! »
Shisui si asciugò il rivoletto di sangue che gli sporcava il viso con il dorso della mano, osservando il liquido vermiglio che macchiava la neve ai suoi piedi.
I fiocchi bianchi avevano cominciato a cadere più numerosi, il freddo si era fatto più pungente. Scrollò la testa, sentendo i capelli fastidiosamente bagnati. Non sapeva esattamente da quanto si allenavano, la coltre bianca che dominava l’intero paesaggio estraniava quasi dalla realtà, facendo perdere la cognizione dello spazio e del tempo.
Sbuffò, infastidito dalla piccola sconfitta subita dal più giovane.
Itachi già gli voltava le spalle, pronto a  tornare a casa.
No, così non andava. Una piccola umiliazione se la meritava anche lui.
Si chinò a prendere una manciata di neve misto ghiaccio, se la passò tra le mani, determinato ad avere la sua piccola vendetta.
Prese la mira.

Oh, si meritava molto più di quello. Voleva morire. Quella piccola fitta al cuore per non aver accontentato suo fratello non era nulla rispetto alla pena che si sentiva di meritare.
Mostro.
Camminava diritto, così disinvolto, così naturale.
Troppo bravo.
Mostro.
Gli sarebbe piaciuto voltarsi, chiedere scusa a lui, a Shisui, chiedere scusa a tutti.

Itachi si bloccò, voltandosi verso il cugino. La neve gli era scesa lungo il collo e dava tremendamente fastidio.
« Che ti prende ? » chiese, atono.
Shisui ostentava un’espressione da invasato, sorridendo malevolo.
« Chiedi scusa, Itachi. »
Il ragazzino rimase in silenzio per qualche attimo, divertito.
«… Sei stato tu a scivolare. Hai sbagliato tu, il taglio sulla guancia te lo meritavi, cugino. »
Immediatamente, l’altro ruggì, scaraventandoglisi contro con una palla di neve in mano. Itachi si tenne pronto a un’altra battaglia, stavolta senza kunai. Probabilmente sarebbero tornati con l’oscurità, le madri li avrebbero rimproverati.
Schivò l’amico con facilità, ridendo, circondato dai fiocchi di neve.
In fondo, erano solo bambini.

Chiuse la porta della propria stanza, facendosi scivolare a terra. In fondo, era solo un ragazzo.
Il primo singhiozzo gli scosse il petto. Poi arrivò il secondo. Poi il terzo. La maschera ninja si scioglieva, mentre, attorno, calava l’oscurità.
Scusa.
Nessuno lo avrebbe più perdonato. Per lui, solo odio. E desiderio di vendetta.
Troppo tardi, Itachi.

 
We were never alive, and we won't be born again.
But I'll never survive with Dead Memories in my heart.
[Dead Memories – Slipknot]



**************************


Sono di gran fretta, pardon. ç_______ç
Mh... La canzone non so se piace: io ho un rapporto difficile con gli Slipknot, ma alcune loro canzoni sono davvero stupende, a mio parere.

Ti ringrazio, wari. Grazie davvero. Felice che ti piacciano le canzoni, io le metto proprio per farle conoscere. ^^ Sì, la scuola uccide veramente. *guarda i suoi appunti di storia. Piacerebbe immensamente anche a lei bruciarli XD* ç________ç

Grazie anche a te, sasu_chan! =) Mannaggia, mi stava scappando la tua recensione, sai? XD Spero la raccolta continuerà a piacerti, io cerco di fare del mio meglio. ^^

E se passa per di qui, ringrazio anche Shurei per avermi messo tra gli autori preferiti. Me onorata. **
Auf wiedersehen =)

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Capitolo 12
*** The winter wake ***


[Dedicata a Sakuchan, per chiederle umilmente perdono dello schifosissimo ritardo. E per ringraziarla. Hope you like it. ^^]

The ones of you who are free of guilt
Wound me with your stones and then step in
Buried in the whitest snow, I will suddenly awake...
The winter wake
[Elvenking, The winter wake – I part]






Il vento soffiava impetuoso contro le finestre, quasi furioso di non poter mordere la pelle di chi stava chiuso in casa, dormendo avvolto dalle coperte.
Sveglierà Sasuke.

Sembrava urlare, bramoso di poter ferire con i suoi artigli qualcun altro. Evidentemente, lui non bastava a soddisfarlo, forse perchè, di fatto, non sentiva nulla. Non sentiva più nulla: né tristezza né gioia, né piacere né dolore. Sentiva solo freddo, ma non se ne curava, perchè quel gelo che lo rendeva insensibile proveniva dal suo interno, apparteneva a lui. Le raffiche di vento non erano nulla, in confronto. La vita non era più tale. Sembrava un sogno.
Di certo non era realtà.

Sollevò lo sguardo, percependo una lontana sensazione di intorpidimento. La notte era limpida, illuminata da una pallida luna e dalla candida neve caduta durante il giorno. Quella purezza gli era estranea. Il vento cercava di scalfire quella fastidiosa perfezione, ormai irraggiungibile, sollevando la bianca coltre da terra in veloci mulinelli, cacciando le nubi portatrici di neve.
“Che fai lì fuori?"
Itachi si voltò, apatico.
Sasuke lo guardava con occhioni spalancati, i piedi scalzi e scosso dai brividi di freddo.
Il maggiore lentamente rientrò, fermandosi di fronte al fratellino e chiudendo la porta.
“Tu non dormi mai, di notte?”
Il bimbo arrossì, abbassando lo sguardo.
“Il vento. Mi ha svegliato e non riesco più a dormire.”
Parlava cauto, come se si rivolgesse ad un estraneo.
Era diventato un estraneo, lui?

“Se vuoi, posso rimanere con te per un po'” - si sentì dire.
Sasuke si illuminò, annuendo energico e sedendosi sul divano.
Purezza.

“Tu perchè non stai dormendo?”
“Non ci riesco."
Non ci riesco più. Se si è già dentro un sogno, di certo non si può dormire, no?
Anche te per il vento?”
Mh.”
Si sedette al fianco del fratellino e lui, timidamente, poggiò il capo sulla sua spalla, raggomitolandoglisi addosso. E Itachi sentì
calore.
Subito, il torpore si allontanò, sbattendogli in faccia la realtà.

Doveva portare a termine la missione.

L'improvvisa consapevolezza lo colpì allo stomaco, dolorosamente.

Il vento ululava ancora, rabbioso.

Era tornato l'inverno. 

Era giunta l'ora.



***********



Sono viva!  Ultimamente sono così mentalmente stanca che mi ritrovo alla sera con i neuroni stressati, incapaci di collaborare tra di loro. Sì, la scuola mi sta rincoglionendo. .___. 

Spero che la mia ispirazione torni con meno ritardo, anche perchè avrei un paio di contest per i queli dovrei iniziare a scrivere. é__é

Ah, anche la prossima flash sarà su questa sublime canzone che sta dannatemente bene al signor Itachi Uchiha. Invito ad ascoltarla, Winter Wake degli Elvenking, una delle poche band italiane power-folk metal. *Sfodera la bandiera italiana, sventolandola con malcelato orgoglio* Band molto valida, bei testi, belle armonizzazioni, secondo mio umile parere. ^^

E bon, alla prossima. =) Recensite, gente!

Auf wiedersehen!

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Capitolo 13
*** Circle ***


All that I wanted were things I had before
All that I needed, I never needed more
All of my questions are answers to my sins
And all of my endings are waiting to begin…

[Circle, Slipknot]

 



Insolito.

Era come se la sua vita già non gli appartenesse più, come se una cortina di nebbia, una barriera appena percettibile, ma presente, sfumasse i contorni di ogni cosa, di ogni ricordo, affetto, persona costituente la sua esistenza, allontanandolo inevitabilmente. E sembrava davvero che questo involucro in cui era ormai imprigionato lo rendesse anche ad occhi altrui lontano, estraneo ormai.
Sembrava il suo ultimo giorno di vita.

Insolito. Piuttosto ironico, anche, no?

Quei nuovi occhi gli donavano una nuova vista che non gli piaceva, tutto sembrava avere connotati diversi. E lui li sentiva bruciare gli occhi, li sentiva bruciare terribilmente. Eppure rimanevano asciutti.
Era così bravo, così bravo.

Mostro.

Oh, quanto voleva tornare indietro! Voleva ancora un attimo di perfezione, uno di quei piccoli sprazzi di felicità, di umanità che lui aveva tanto amato. Sì, la perfezione esisteva, ma era un qualcosa di finito, dosato in piccole perle, piccole gioie.
Tirò la bocca in una smorfia.
Evidentemente, lui aveva terminato la parte a lui destinata.
Quello era il suo ultimo giorno di vita, doveva dire addio a tutti.

 

Padre.
Fugaku gli passò accanto, come se non lo vedesse nemmeno. Itachi era abituato a questo, ma stavolta la fitta di dolore sembrò essere più acuta. Si premurò, in quell’attimo, di guardare con attenzione i lineamenti severi dell’uomo, animati però da occhi che spesso brillavano quasi, di orgoglio per Sasuke, di amore per Mikoto, di sete di potere
Cercò di controllare l’espressione. Ultimamente era difficile, gli occhi bruciavano terribilmente. Proseguì diritto, concentrandosi sullo scricchiolio del parquet del corridoio al suo passaggio.
Quasi un gemito.
“Figlio.”
Itachi si bloccò, voltandosi con lentezza. Il padre lo guardava con una insolita apprensione. Gli sorrise di rimando, ma forse questo Fugaku non lo vide, Itachi si era già quasi voltato di nuovo nella direzione opposta. Doveva andare avanti. Forse un giorno, si sarebbe ricongiunto a lui. 
Quello era il suo addio.

 

Madre.
Mikoto era girata di spalle, indaffarata a pulire il tavolo sporco delle briciole della colazione. Osservò i suoi capelli in disordine, la sua mano che sfregava con uno straccio la superficie liscia, con gesto un po’ stanco. Mikoto riusciva ad adempiere ai suoi compiti di kunoichi, di moglie, di madre sempre con il sorriso in volto, nonostante la stanchezza che cercava di celare. Itachi inspirò il profumo proveniente dalla cucina per un’ultima volta, sorridendo alla donna ignara di essere osservata.
Quello era il suo addio.

 

“Fratellone.”
Si sforzò di non sobbalzare. Sorrise a Sasuke, che ricambiò con qualche esitazione. Era preoccupato per lui, Itachi lo vedeva.

“Vado ad allenarmi.”

Sasuke lo guardava con occhi grandi, come faceva quand’era più piccolino, in attesa di un qualcosa di meraviglioso da parte di lui, Itachi, perfetto.
Non poteva lasciarlo così, non ce la faceva.

“Ti accompagno fino al bosco.”

Debole, debole, debole.
Gli scappò di bocca, fu più forte di lui. Sasuke sorrise, quasi rincuorato da quella risposta. Bastava così poco per renderlo felice, per tranquillizzarlo.
Godette di ogni secondo passato a fianco a lui. Sembrava di essere tornati indietro, sembrava il suo ultimo attimo di perfezione.

“Ciao Itachi. A stasera.”

Sperò che per Sasuke non fosse lo stesso, lo sperò con tutto se stesso.

“Addio, Sasuke.”

 

Era il suo ultimo giorno. Gli occhi erano colmi di lacrime di sangue.

Vedeva tutti morti.



*************





Sono tornata, sono tornata in questo fanfom, ormai non ci speravo più neanch'io. Non leggevo più questo manga da una vita, non mi interessava più la sua lunga, infinita, strascicata trama. In essa, si son persi un sacco di quei filoni che la rendevano bella. Però.
Penso sia stata la nostalgia del vecchio Naruto a farmi ritornare qui, a lavorare su questa raccolta. Spero di rendere felice chi un tempo mi seguiva qui, e chi scoprirà adesso questo mio lavoro. ^^ Boh, forse è un tantino angst questo capitolo, ma spero ugualmente sia gradevole e non troppo pesante. ^^ La canzone è da ascoltare, il testo merita.
Un grazie a tutti. Recensite, fa sempre piacere leggere il giudizio altrui ;)
Alla prossima!
_thunderstorm_   

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Capitolo 14
*** And all that could have been ***



Breeze still carries the sound
Maybe I'll disappear
Tracks will fade in the snow
You won't find me here…


La luna volgeva il suo sguardo indolente sui cadaveri lungo le strade, spettatrice incurante e lontana delle sanguinose vicende umane.
Itachi barcollò, come se improvvisamente le forze gli mancassero. Non avrebbe mai immaginato un dolore simile. Sentiva, in qualche modo, di essere morto. Quella notte aveva cancellato – ucciso – tutto ciò che era stato, le sue radici, i suoi legami.

Qualcosa dentro di lui si era rotto, palesandogli attraverso quella sofferenza quanto lui non lo fosse affatto, un mero strumento di guerra, facendogli percepire, dopo tutto quel gelo, il bruciore della perdita, del senso di colpa, del disgusto.

Strinse i pugni, immobile in mezzo alla strada, il petto scosso dai singulti di un pianto che non riusciva a trattenere.
Era scesa una calma innaturale intorno a lui, un silenzio opprimente, carico delle urla che lui aveva soffocato sul sorgere, degli sguardi dei cadaveri lungo la strada e all’interno delle case, sguardi che ancora presentavano una traccia di quella stupita, improvvisa consapevolezza, destinata immediatamente a perdersi nell’oblio della morte. Lo trafiggevano, immobilizzandolo; avrebbe potuto correre quanto più lontano riuscisse, dando fondo a tutto il chakra rimasto, ma a quelli non sarebbe mai più riuscito a sfuggire, ne aveva la certezza. Li avrebbe portati con sé in eterno.

Ma, soprattutto, lo dilaniava quello sguardo. Aveva in parte sperato di non incontrarlo, e invece gli aveva sbattuto in faccia tutta l’incredulità, la paura, il dolore che gli aveva suscitato. Aveva sempre avuto degli occhi bellissimi, grandi ed espressivi come quelli di Mikoto.

Itachi, promettimi che ti prenderai cura di Sasuke.

Rabbrividì. Il suo fratellino era riverso a terra alle sue spalle, svenuto e  ferito, ma era vivo. L’avrebbe lasciato solo, per davvero stavolta. Si voltò a fatica, chiudendo gli occhi e riaprendoli lentamente, mentre gradualmente riacquistava un’apparente padronanza di sé: a vedere quel corpo esile di bambino accasciato nel fango, circondato dalla morte, sperò davvero nelle sue stesse parole, che Sasuke lo odiasse profondamente.
Avrebbe vegliato su di lui nell’ombra, da lontano, in attesa dell’agognata morte di sua mano, in una definitiva resa dei conti. Allora, avrebbe finalmente trovato la pace.
Socchiuse gli occhi, stringendo lo sguardo, asciugandosi il viso rigato dalle lacrime, ricomponendo l’espressione.

Addio.

Sasuke era vivo.
La pace era preservata.
Il nome del clan non sarebbe stato intaccato, né quello del villaggio stesso.

Itachi se ne andò, trascinando con sé il peso di una verità scomoda che andava celata. Era, e sarebbe sempre stato, seppur nel disonore, un ninja del Villaggio Segreto della Foglia; questo era il suo sacrificio per la patria.



Ice is starting to form
Ending what had begun
I am locked in my head
With what I've done
[And all that could have been, Nine Inch Nails]


*****************

Chi non muore si rivede. Questa raccolta è vecchissima, tanto che ora, a manga terminato, certe flash non sono perfettamente in linea con il proseguimento di trama che ha poi intrapreso Kishimoto (vedi quelle inerenti a Shisui), ma mi piace ancora, e mi piacerebbe prima o poi terminarla, forse modificandola leggermente per riadattarla almeno in parte a quanto ora si sa del filone di trama sugli Uchiha e su Sasuke in particolare. Sono parecchio arrugginita con la scrittura, spero questa flash non sia una ciofeca totale. Sono sempre ben accette recensioni, negative o positive che siano, purché costruttive.
Alla prossima,
_thunderstorm_

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Capitolo 15
*** Dark on me ***


You led my way then disappeared
How could you just walk away and leave me here?


“Cerca di non fare movimenti bruschi, altrimenti la ferita si riapre, ok?”
L’infermiera gli sorrise con gentilezza, ma gli occhi esprimevano solo un forte senso di pietà e preoccupazione. Sasuke non vedeva l’ora di andarsene, non sopportava più quegli sguardi. Vedeva la gente bisbigliare in modo concitato e camminare velocemente da una parte all’altra dell’ospedale, come accade sempre quando qualcosa di veramente grave sconvolge il lento trascorrere abitudinario del quieto vivere.
Ogni tanto anche mamma e papà bisbigliavano in quel modo, di ritorno dalle riunioni del clan, interrompendosi bruscamente quando compariva lui. Gli si mozzò il respiro, l’indelicatezza di quell’immagine così quotidiana lo trafiggeva. Era sempre stato lasciato all’oscuro di tutto e anche ora tutti lo riempivano di attenzioni, ma nessuno sembrava intenzionato a dargli una spiegazione. Perché ci doveva essere una spiegazione, a quel che aveva visto, a quel che era accaduto.
In quel luogo asettico gli sembrava lontana ed evanescente la visione che aveva avuto prima di perdere i sensi, l’odore di sangue tuttavia se lo sentiva ancora addosso, pungente.
Trattenne le lacrime che improvvisamente gli pungevano gli occhi, osservando assente la ragazza in divisa bianca che gli stava sistemando delicatamente la fasciatura.
 “Se hai bisogno, torna pure qui. In ogni caso ci rivediamo fra un paio di settimane, togliamo i punti a quel paio di graffi che hai, va bene?”
Il ragazzino annuì a testa bassa, sentendosi la gola improvvisamente chiusa.
Lei gli dedicò un altro di quei sorrisi non del tutto distesi, accarezzandogli velocemente la testa, in un commiato indeciso.
La guardò allontanarsi, sentendosi soffocare.
Non sapeva dove andare, non aveva voglia di tornare tra le pareti di villa Uchiha, di rivedere la macchia di quella pozza di sangue che sicuramente aveva impregnato il legno del pavimento, di sopportare il silenzio innaturale in cui sicuramente era calato l’intero quartiere. Lo realizzò effettivamente solo in quel momento, ridestandosi dal torpore in cui era caduto in una sorta di autoprotezione: a villa Uchiha non sarebbe tornato più nessuno, né suo padre e sua madre dalle riunioni del clan, né Itachi dalle missioni. Al pensiero di suo fratello si aggiunse un senso di mera tristezza, incredulità, senso di abbandono. Ancora non riusciva ad accettare cosa aveva visto.
Ma di una cosa era certo. Tirò su con il naso, allontanandosi. Era solo.

Light the night up, you're my dark star
And now you're falling away


Le lezioni proseguivano noiose, gli altri ragazzini lo fissavano impalati, probabilmente nel vano tentativo di immedesimarsi nella sua situazione. Gli insegnanti premevano perché socializzasse meglio con la classe, sebbene in precedenza la sua introversione non avesse mai destato tutta quella inutile apprensione. Iniziava a scoprire cosa volesse dire davvero essere irritati.
Ricordare quando metteva il muso per ogni minima futilità con la sua famiglia gli provocava un senso di vergogna, davvero al tempo non capiva quanto fosse fortunato, quanto tutto fosse perfetto rispetto a ciò che aveva ora. Sembrava fosse un’altra vita, ormai passata.
Camminava verso casa, ma odiava tornare in quel luogo. Aveva preso l’abitudine di fermarsi al molo, spesso capitava che calasse il buio nel frattempo. E ancora si trovò seduto lì, quasi come un automa, senza rendersene conto.
Lanciò un ciottolo, osservandolo affondare inesorabilmente verso l’oscurità del fondo. Sua madre l’avrebbe rimproverato di tutto quel suo sprecare tempo nel pomeriggio fino a tarda sera, non ne sarebbe stata contenta. Probabilmente l’avrebbe incitato ad allenarsi, promettendogli che poi lei e Fugaku avrebbero voluto vedere i risultati del suo impegno. Gli avrebbe sussurrato con fare cospiratore quanto suo padre fosse orgoglioso di lui, sebbene fosse poco bravo a dimostrarglielo.
Scosse la testa, rendendosi conto di quanto fosse inutile immaginare scene quotidiane che non gli sarebbero più appartenute.
Il riflesso dell’acqua gli ricambiava lo sguardo stanco e freddo. Le occhiaie erano più accentuate per le notti insonni, gli segnavano i lineamenti infantili in maniera grottesca, in qualche modo invecchiandolo. Ci rivide l’Itachi degli ultimi tempi, in quello sguardo spento, e per un istante provò pietà. Per sé stesso, per Itachi, non lo sapeva.
Digrignò i denti, scosso da un tremito.
Odiò immediatamente quel sentimento inopportuno, lo rifiutò con tutto se stesso. Urlò e non seppe come si ritrovò in acqua, infrangendo l’immagine riflessa e inspirando acqua.
Voleva abbandonarsi a quell’oscurità che lo avvolgeva. I pensieri iniziavano ad essere sconnessi, si rendeva conto che stava affondando. Sempre più a fondo, sempre più al buio. L’ultimo pensiero d’odio lo dedicò ad Itachi, perdendo gradualmente i sensi.

“Ma sei scemo??”
Una zazzera bionda di capelli ondeggiava davanti alla sua visuale annebbiata, percepiva che qualcuno lo stava schiaffeggiando. Boccheggiò, sputando l’acqua che gli era rimasta nei polmoni.
Gli concesse uno sguardo gelido, in risposta agli improperi che l’altro gli stava tirando.
“Ti rendi conto che potevi morire??”
“Non sarei morto, testaquadra.” Si rialzò, barcollando goffo. Il biondo lo osservò attentamente, imbronciato per l’epiteto.
“Io sarei una testaquadra? Avevi perso i sensi, se non fossi passato io saresti morto, sì. – incrociò le braccia, sorridendo sfottente – non capisco come facciano tutti a ritenerti un genio, si vede che non hai tutte le rotelle a posto.”
Sasuke lo studiò a sua volta, non cogliendo la provocazione.
“Tu sei quello stupido, no? Quello che a scuola sa combinare solo disastri.”
Il biondo arrossì, punto sul vivo.
“Parlami con rispetto, sono Naruto Uzumaki e io un giorno sarò Hokage. E sono comunque quello che ti ha salvato la vita, genio di un Uchiha. Sei in debito con me, e sono sicuro che lo sarai ancora, imbranato come sei.”
Sasuke sorrise con fare superiore. Quel tipo dell’accademia era davvero irritante, ma era un’irritazione che nulla aveva a che fare con i sentimenti che ultimamente gli erano propri. Per un momento lo aveva distratto dal suo dolore, quell’atteggiamento di sfida aveva stuzzicato il suo orgoglio Uchiha. Non si sarebbe mai abbassato a ringraziarlo.
“Pff, come ti pare. Ci si vede.”
Si allontanò senza aggiungere altro, con il preciso intento di infastidirlo.
Gli giunse alle spalle un “DOVRESTI ALMENO RINGRAZIARMI, UCHIHA” che gli diede estrema soddisfazione.
Pensò che forse le lezioni all’accademia sarebbero state meno noiose.
Almeno c’era qualcuno che non lo compativa.
Sbuffò, dirigendosi verso le pareti vuote di villa Uchiha, con il cuore – forse, leggermente - meno pesante.


But I found in you what was lost in me
In a world so cold and empty


************************

E così concludo questa raccolta, dopo anni di blocchi dello scrittore vari. Non credo sia una conclusione granché degna, ma i singoli momenti di perfezione tra i fratelli Uchiha su cui volevo soffermarmi – filo conduttore della raccolta – con relativa graduale loro erosione, erano ormai terminati. Volevo concludere addirittura con il capitolo sulla strage degli Uchiha, ma rimaneva non approfondito il punto di vista di Sasuke al seguito della strage stessa.
Inoltre, mi piaceva l’idea di aggiungere questo primo approccio tra Sasuke e Naruto come conclusione, in un tentativo di concludere la raccolta con un filo di speranza e luce, contrapposto all’oscurità in cui invece ha intenzione di addentrarsi Sasuke, speranza di un qualcosa di vagamente “perfetto” anche per il futuro.
Ringrazio chi mi seguiva in passato, quando aggiornavo più o meno regolarmente, nella speranza si ritrovi a leggere la conclusione di questa raccolta lasciata a metà per anni. E ringrazio chi leggerà e recensirà ora, mi farebbe piacere avere un’opinione complessiva di questo lavoro senza pretese, ma a cui sono affezionata.

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