you will be my queen_

di Sariel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lovers ***
Capitolo 3: *** Edward's Feelings ***
Capitolo 4: *** His Mark ***
Capitolo 5: *** Abigail's First Day ***
Capitolo 6: *** Alone in Portland ***
Capitolo 7: *** Where were you? ***
Capitolo 8: *** Unexpected. ***
Capitolo 9: *** Coming Home ***
Capitolo 10: *** He wants her back ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Rating: Giallo, rosso in futuro.
Tipologia: Long-fic.
Fandom: Real Person Fiction.
Avvertimenti: Leggermente R in futuro.
Personaggi: Robert Pattinson, Kristen Stewart, menzione di altri{presente anche un nuovo personaggio che appartiene a me}.
Genere: Generale, Romantico, Commedia.
Disclaimer: 
Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: il titolo è una frase della canzone I’ll Be You Lover Too di Van Morrison, cantata da Robert Pattinson nel 2007. Se volete sentirla, eccola qua {Rob!version, live}.
Note dell'Autore:
okay, ci siamo. Ecco qua il seguito di fact, not fiction. Prologo corto, ma sinceramente mi piace. Penso sia semplice e d’effetto.

Per il momento ho già le idee pronte per I capitoli, anche se non ho scritto molto, a parte il primo. Catherine ci sarà, nonostante la notizia del suo licenziamento. E' lei la regista perfetta per New Moon, non mi interessa se la Summit non la vuole più.
Dedicata a le mie adorate robstenine;;


prologo
 
you will be my queen_
{proLOGO}
CONTINUAVO A DARMI LA COLPA DELLA NOSTRA SEPARAZIONE, SENZA PENSARE AD
UN MODO PER RIMETTERE INSIEME I PEZZI. NON POTEVO RESTISTERE SENZA
KRISTEN. E AVREI FATTO DI TUTTO PER SISTEMARE LE COSE,
PUR DI RIAVERLA CON ME.
 
I'll be your man
I'll understand
I'll do my best
To take good care of you
You'll be my queen
I'll be your king
And I'll be your lover too
I’ll be you lover too - Van Morrison
 
 
Quando una storia finisce non sai mai come comportarti.
Una volta passato il dolore si ritorna a vivere normalmente, o almeno si prova.
Non avrei saputo dire come eravamo arrivati a quel punto, ma sicuramente lei, la nuova arrivata, c’entrava in qualche modo, anche se avevo tentato di negarlo sin dall’inizio.
E Kristen l’aveva capito fin da subito.
Lei era portatrice di guai.
Lei ci aveva distrutto, mettendoci l’uno contro l’altro.
Lei, lei, lei. Non avevo mai odiato così tanto una donna in vita mia. Mai.
Ma si sa, tutto passa, e alla fine ci si trova a fare i conti con le conseguenze.
Non avremmo avrei dovuto crederle. Non avrei mai dovuto ascoltarla.
Ero caduto nel suo trucco e avevo rovinato tutto. Forse, in fondo, la colpa di tutto era anche mia. O totalmente mia. Dipendeva dai punti di vista.
Continuavo a darmi la colpa della nostra separazione, senza pensare ad un modo per rimettere insieme i pezzi. Non potevo resistere senza Kristen.
E avrei fatto di tutto per sistemare le cose, pur di riaverla con me.

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Capitolo 2
*** Lovers ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: okay, ci siamo. Ecco qua il primo capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland. Grazie davvero a chi ha commentato il prologo e le altre fiction.

Questo capitolo è….bè, mi piace. Ed è strano, considerando che non ho mai apprezzato le mie fiction come queste su Rob e Kris.
Come ho già scritto nelle note del prologo, Catherine ci sarà in questa fiction, nonostante l’arrivo di questa notizia. Un'ultima cosa...prima di arrivare al punto del prologo, c'è un bel pezzo di storia u.u.
Buona lettura,
Sara;;
Ps una sola cosa, la doccia. Vi spiego come me la sono immaginata: porta in vetro e due pareti interne piastrellate. Una doccia ficcata in un angolo del bagno in pratica, a forma triangolare.
Ma in fondo è quello che c’è dentro che conta, no? *w*

lovers

Chapter I
{lovers}

-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
 
Aprii piano gli occhi e mi guardai attorno, intontito dalla lunga dormita. Il mio sguardo cadde sulla sveglia accanto al letto. Le sette e mezza. Lunga dormita mica tanto, considerando il fatto che ci eravamo addormentati solo tre ore prima. Mugugnai piano e mi stiracchiai.
Feci per alzarmi, ma mi bloccai non appena mi accorsi che lei era tranquillamente e spudoratamente appoggiata a me, con la testa affondata nel mio petto e un braccio che circondava la mia vita.
Mi lasciai ricadere indietro, nel letto, trattenendo una risata.
La sua espressione era beata e sulle sue labbra c’era addirittura l’ombra di un sorriso.
- Kris.- sussurrai, dolcemente. Dalla gola mi uscì solamente un suono roco e basso. Mi schiarii la gola, dannatamente secca. - Kris.- riprovai e in risposta ottenni uno sbuffo di impazienza. Si strinse ancora di più a me, aumentando la forza alla presa sulla mia vita. Scoppiai a ridere.
Infilai una mano fra i suoi capelli e cominciai a solleticarle la pelle dietro all’orecchio, sapendo bene che si sarebbe subito spostata. Alzò la testa di scatto e mi lanciò un’occhiataccia. Si morse un labbro e sbuffò di nuovo.
- Ok. Ok.- disse, alzandosi con l’aiuto delle braccia. - Sono sveglia.
Si sporse verso di me e il lenzuolo che la copriva scivolò lentamente, lasciandola nuda.
Arrossì un poco e si ricoprì. Mi baciò piano, scostandosi subito per scendere dal letto, sempre avvolta nel lenzuolo.
- Sembri un’antica romana.- commentai, trattenendo una risata.
Mi fece la linguaccia e sparì nel bagno.
Rotolai nel letto, raggiungendo con la mano il pacchetto di sigarette sul comodino. Ne accesi svogliatamente una e mi misi a sedere, appoggiando la schiena alla testiera del letto. Aspirai piano. Un tonfo sordo provenne dal bagno.
Con un forte cigolio il pomello dell’acqua calda girò, facendo partire il getto della doccia. Un urlo stridulo arrivò dal bagno, seguito da un’imprecazione.
Sorrisi istintivamente. Ah, quella ragazza.
- Te l’avrò detto mille volte che l’acqua scende subito bollente.- le urlai.
Mi alzai dal letto e infilai i pantaloni della tuta, subito dopo aver appoggiato la sigaretta nel posacenere. Mi avvicinai alla porta del bagno. La aprii e infilai la testa nella stanza.
- Kris, non devi aprire solo l’acqua calda.- la avvisai per l’ennesima volta. - Bè, puoi farlo. Sempre se vuoi ustioni di terzo grado sul corpo, si intende.- aggiunsi, ghignando.
Kristen mi fulminò con lo sguardo.
- Grazie, me ne sono accorta.- sbottò, asciugandosi un braccio che, a quanto sembrava, doveva essere entrato in contatto con l’acqua bollente, diventando di un rosso accesso.
- Ti conviene mettere un po’ di crema.- consigliai, uscendo dal bagno.
In tutta risposta mi lanciò addosso l’asciugamano che aveva addosso, centrandomi in pieno nonostante fossi per metà già nell’altra stanza.
Mi voltai di scatto, proprio mentre Kristen si stava rifugiando, ridendo come una pazza, nel vano della doccia.
- Ah, sì?- mormorai, gettando l’asciugamano a terra. - Io ti do un consiglio e tu mi attacchi? Non è un comportamento carino.- dissi, andando verso di lei.
Mi lanciai verso la porta di vetro della doccia e tirai verso di me, mentre lei resisteva, cercando di trattenerla verso di sé. La squadrai da capo a piedi e sorrisi malizioso, facendola arrabbiare di più. Mi fece la linguaccia, cercando di coprirsi quel che poteva con una mano. Doveva pensarci prima di lanciarmi addosso l’asciugamano.
Non c’è nulla che io non abbia già visto, volevo dirle, ma optai per il silenzio. Sapevo com’era fatta, non volevo ricevere nessun pugno o schiaffo di prima mattina.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
- Sai, non voglio rompere la doccia.- le feci notare, alzando un sopracciglio.
Lasciò andare la maniglia e la porta di vetro mi sarebbe arrivata dritta in faccia se non mi fossi scansato in tempo. Rise di nuovo.
Entrai nel vano doccia e la afferrai per la vita, prima di bloccarla contro la parete.
La sua risata si spense all’istante, mentre distendevo le labbra in un ghigno.
- Oh. Oh.- sussurrò piano, mordendosi il labbro inferiore. Cercai di non farci caso. Adoravo le sue labbra.
Girai i pomelli dell’acqua e il getto tiepido ci centrò in pieno.
- Sei proprio un bambino.- sbottò, ma sulle sue labbra apparve un sorriso divertito.
Feci scendere le mie mani sui suoi fianchi e la tenni ferma più saldamente. Inarcò piano la schiena, una volta che toccò totalmente la parete fredda di piastrelle della doccia.
Infilò una mano tra i miei capelli ormai fradici e li scompigliò, facendomeli finire davanti agli occhi. Tentai di scostarli dalla faccia, muovendo di scatto la testa.
Mi abbassai verso Kristen e la sentii trattenere il fiato, prima che le mie labbra toccassero le sue. L’acqua sembrava ghiacciata, se paragonata alla sensazione d’improvviso calore che ci avvolse.  
La mano tra i miei capelli aumentò la sua presa, facendomi quasi male, ma non me ne accorsi. Sollevai Kristen, cercando di non perdere l’equilibrio, per permetterle di intrecciare le gambe attorno ai miei fianchi. Le sue mani scivolarono sull’orlo dei pantaloni della tuta, ormai appiccicati alle mie gambe. Smisi di baciarla per un istante, ma rimasi vicinissimo alle sue labbra. Il rumore dei nostri respiri, fusi l’uno nell’altro, veniva coperto dall’acqua che continuava a scorrere.
Appoggiai una mano alla parete fredda, reggendomi come meglio potevo, e con l’altra seguii il contorno del suo viso.
Chiuse gli occhi, inclinando la testa per sentire ancora di più il mio tocco. Sollevai le dita dalla sua pelle e spalancò gli occhi. Si sporse verso di me e riprese a baciarmi, con più violenza di prima. Feci scivolare la mano libera dietro la sua schiena e la strinsi a me, allontanandola dalle piastrelle.
Due colpi alla porta la fecero sobbalzare tra le mie braccia. Cercai di non badarci e continuai a baciarla con più foga.
- Rob.- cercò di dire, tra un bacio e l’altro. Le sue mani si strinsero forti alle mie spalle e Kris cercò di allontanarmi da lei. Mi lanciò un’occhiata del tipo meglio-se-vai-ad-aprire.
- Un attimo e se ne va, tranquilla.- mormorai, abbassando la testa per baciarle il collo.
Un altro colpo smontò le mie parole. Sbuffai, facendole il solletico.
- Merda.- sussurrai, allontanandomi da lei, che sciolse la presa sulla mia vita.
- Servizio in camera.- urlò una voce femminile, dall’altra parte della porta di casa.
Servizio in camera? Nel mio appartamento?
- Ma chi diavolo è?- sbottai, lanciando un’occhiata a Kris.
Mi trascinai fuori dalla doccia, lasciando cadere gocce ovunque, e arrivai alla porta.
- Avanti, so che ci sei. Apri!- gridò, dando un colpo alla porta.
Oh. Tutto chiaro. Quella voce era più che familiare.
Aprii la porta prima che lei potesse buttarla giù.
- Ciao Catherine.- dissi, ancor prima che entrasse.
Entrò di un passo e si guardò intorno, sorridendo. Quando il suo sguardo cadde su di me, la vidi chiaramente trattenere una risatina.
- Sei bagnato, Rob.- commentò, squadrandomi. - E sei mezzo nudo.- Alzò un sopracciglio.
- Sì.- mi limitai a rispondere, sospirando. Catherine rimase ferma sulla soglia della porta.
-Ora che abbiamo affermato l’ovvio, mi lasci chiudere la porta? Sai, penso che tu abbia disturbato i vicini.- aggiunsi, indicando con una mano l’interno dell’appartamento, invitandola ad entrare.
- Oh.- sussurrò, spostandosi. Tornò a fissarmi. - Sai mi sta venendo una certa idea per il film.-
- No!- esclamai. - Non ci pensare neanche Cath.-
La invitai a sedersi su una delle sedie del salotto.
- Ma non sai nemmeno di cosa si tratta.- replicò, inclinando la testa di lato.
- Qualunque cosa sia, non penso sia una buona idea.-
Soprattutto se riguarda me mezzo nudo, volevo aggiungere, ma ancora una volta mi limitai a stare zitto.
- Quanto sei antipati- iniziò a dire, ma qualcuno la interruppe.
Kristen uscì dal bagno, avvolta solo nell’accappatoio - mio, tra l’altro- e si stava strofinando i capelli con un asciugamano.
- Chi era?- chiese a gran voce, poco prima di bloccarsi, non appena vide Catherine.
- Oh. Ciao Catherine.- disse, cercando di suonare naturale, ma una nota ansiosa nella voce la tradì. Alzai gli occhi al cielo.
Lo sguardo di Catherine passò da me a Kris e viceversa per non so quante volte. Sulle sue labbra apparve un sorriso ebete.
- Vi siete messi finalmente insieme?- domandò Cath, sgranando leggermente gli occhi.
Finalmente? Ma che era, tutti si aspettavano che ci mettessimo insieme?
Aggrottai la fronte, cercando di trovare la risposta. Stare insieme implicava essere una coppia e noi non amavamo definirci una coppia. Preferivamo chiamarci amanti.
- Sì.- mi anticipò Kris, facendomi l’occhiolino.
Sorrisi e scossi la testa.
- Sì, Cath.- mormorai.
Catherine sembrava sul punto di piangere per la gioia e sembrava molto contenta, come un bambino davanti al suo giocattolo preferito.
Non aspettava altro.
- Bè, ci vediamo dopo domani sul set allora.- affermò, alzandosi dalla sedia.
- Alt!- esclamò Kris, stupita. -Come dopo domani?- chiese, con voce un po’ più stridula del normale.
- Oh, sì. Abbiamo anticipato di qualche giorno.- disse, facendo spallucce, come se non ci fossero problemi. Si voltò e si diresse spedita verso la porta.
Guardai Kris, sconcertato.
- Io amo quei due. Li amo.- la sentii sussurrare, mentre usciva dal mio appartamento.
 
 
Angolo autrice.
Grazie per i commenti al prologo **
Non vi svelerò nulla, se non che ho creato un nuovo personaggio femminile, la lei presente nel prologo. Sarà una bastarda, tutto qui.
@carlottina : ne devono ancora succedere di cose...x°D Con calma arriverò a spiegare il prologo u.u Sì, sono stata leggermente bastarda, ma non anticipo nulla. *si cuce la bocca*
@Scarlet Beck : thanks <3
@SophChad : Macciao! ** che piacere vederti anche qui <3
@_Natsuki_ : mi hai sognata? °° Oddio, povera te x°D Nah, a parte gli scherzi grazie per il commenti a fact, not fiction. Comunque io lo chiamerei destino, ultimamente ci credo parecchio ;)
@bella94 : Nadiiii *__* grazie <3
@kricullen_ :  addirittura da iperventilazione? °° Bè, grazie *blush*
@Lady_2008 : E già, Cath a quanto pare non sarà la regista di NM. Ho messo il link alla notizia nelle note di questo capitolo. Grazie per il commento <3

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Capitolo 3
*** Edward's Feelings ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: okay, ci siamo. Ecco qua il secondo capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

E iniziamo con le riprese. Sì, sarebbe bello se fosse così anche nella realtà, ma pur di riavere Cath a dirigere il sequel aspetterei ancora un anno.
Comunque dato che i miei libri{per il momento Twilight, ma soprattutto New Moon} sono in prestito - evito commenti su chi è diventato fan dopo aver visto il film - le citazioni potrebbero non rispettare la versione italiana, dato che mi baso sulla mia in inglese. Le tradurrò cercando di ricordare come sono in italiano >.<  Naturalmente ho tagliato e modificato alcuni pezzi, anche perché penso che faranno così anche per il film, no?
Commenti ben accettati.
Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps forse l’idea della truccatrice non è molto buona. Cioè, non so se ne esistono di personali °°. Ma avevo bisogno di qualcuno che stesse sempre vicino a loro due. Che ne pensate?
Ps 2 non betato, scusate se ci sono errori.

Edward's Feelings

Chapter II
{EDWARD’S FEELINGS}
 

-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
Ritornare a Portland era un po’ come tornare a casa. Il cielo era sempre grigio, carico di pioggia, che minacciava di cadere da un momento all’altro.
Tra i boschi dove avevamo girato le scene per Twilight aleggiava la stessa atmosfera misteriosa, quasi mistica, e il tutto era accentuato dalla presenza di una nebbiolina leggera.
Il lieve crepitio delle foglie secche calpestate ad ogni passo era l’unico rumore che segnalava la nostra presenza. Il ramo spezzato che Cath aveva scelto tempo prima come posto a sedere era ancora lì, coperto di muschio.
Feci un passo in avanti, facendo scricchiolare le foglie secche sotto ai miei piedi. Il rumore svanì subito, sostituito dal silenzio opprimente della foresta.
Osservai Kristen, che era di fronte a me e feci un respiro profondo.
- Bella, stiamo per andarcene.- dissi con tono monocorde.
- Perché proprio adesso? Ancora un altro anno…- sussurrò, scuotendo piano la testa.
- Bella, è il momento giusto. Per quanto potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già deve dichiararne trentatré. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da capo.- replicai, quasi atono.
Rimase in silenzio e mi fissò confusa. Aggrottò leggermente la fronte, per poi rilassare la sua espressione e fissarmi sconvolta.
- Quanto dici noi…- bisbigliò, improvvisamente spaventata.
- Intendo la mia famiglia e me.- dichiarai, scandendo bene le parole e con un leggero cenno con la testa. - Tu non puoi venire. E’ troppo pericoloso.- aggiunsi, risoluto.
- Ma…- iniziò, con una nota implorante nella voce. - Tu non puoi…non puoi.- si fermò, riprendendo fiato.
- Il mio mondo non è fatto per te.- replicai, più bruscamente di quanto volessi.
- No!- esclamò, facendo un passo in avanti. I suoi occhi divennero lucidi in un istante, brillando alla luce, sebbene fioca, della foresta. Nonostante fossero finte, parte del copione, mi procurarono una stretta allo stomaco. Deglutii, cercando di non perdere la concentrazione.
Quella situazione era diventata a dir poco straziante e il tutto era accentuato dal silenzio intorno a noi. Cath sembrava essere in apnea, quasi non respirava.
- Se riguarda la mia anima, non m’importa! Prendila, è già tua!- la voce si spezzò. Kristen rimase immobile a fissarmi, con gli occhi ancora più lucidi.
- Bella, non voglio che tu venga con me.- dissi deciso, mentre tentavo di mantenere il suo sguardo.
- Tu….Non…Mi vuoi?- chiese piano, sgranando leggermente gli occhi.
Il suo respiro affannato si condensava in piccole nuvolette, che sparivano subito. Nei suoi occhi apparvero la paura e il terrore per l’imminente perdita. Dannazione, era così realistico.
In quel momento mi resi conto di avere più cose in comune con Edward Cullen di quanto pensassi. Davanti a me non vedevo Bella, semplicemente Kristen. E pronunciare quelle parole, sebbene non riguardassero la realtà, era insopportabile.
In passato ero già stato travolto dalle passioni che dovevo trasmettere, ma nel momento in cui dovevamo girare ero sempre immune.
- I-io…io.- balbettai, nell’agitazione più totale. Kris mi guardò, con un’espressione tesa sul viso.
Un attimo di silenzio accompagnò le mie - per così dire - parole, ma venne rotto subito dalla voce possente di Catherine.
- E…stop!- urlò, incredula.
Scese dal suo ramo e si avvicinò a noi.
- Scusami, Cath.- sussurrai, scuotendo la testa.
- Ma che è successo?- chiese preoccupata. - Non è da te, Rob.-
- Scusami.- ripetei. - Mi sono distratto un attimo.-
Non sembrava convinta, ma lasciò perdere.
- Ok, bè possiamo fare una pausa se volete.- Guardò l’orologio. - Ci vediamo tra mezz’ora qui.- urlò al resto della troupe. - E mettetevi una giacca, si muore di freddo.-
Mi infilai il giaccone beige che mi portarono e mi allontanai di qualche metro, appoggiandomi contro un albero. Chiusi gli occhi e inspirai piano.
Kristen mi raggiunse subito dopo, il suo arrivo anticipato dallo scricchiolio delle foglie.
- Che ti è preso?- chiese, in un sussurro.
- C’è bisogno di farne una tragedia?- domandai, stizzito.
Si ammutolì e mi pentii subito del tono usato. Aprii gli occhi e la guardai.
- Scusa.- mormorai. - Sai che divento subito nervoso quando sbaglio.-
- Tranquillo.- replicò sorridendo. - A volte anch’io so essere insopportabile.- aggiunse, imbronciandosi.
Ridacchiai. Kristen si avvicinò di un passo a me e infilò una mano nella tasca della mia giacca, intrecciando le sue dita alle mie. Appoggiò la testa al mio braccio e sospirò.
- Stanca?- chiesi, posandole un bacio tra i capelli.
- Mh, sì.- mugugnò, sbadigliando.
Oltre le foglie degli alberi sopra di noi, un tuono squarciò l’aria. Attraverso uno spiraglio si poteva vedere in cielo, diventato nero all’improvviso. Le prime gocce di pioggia cominciarono a cadere, picchiettando piano contro le foglie degli alberi della foresta.
- Robert, Kristen!- ci chiamò Cath, facendoci segno di andare da lei.
- Andiamo via, nel caso il tempo cambi torniamo qui.- disse, una volta che fummo abbastanza vicini.
Ci trascinammo fuori dal bosco, sporcandoci quasi tutti di fango e raggiungemmo il campo delle roulotte. Kristen corse nella sua, facendomi capire che sarebbe passata da me venti minuti dopo.
Una volta entrato nella mia gettai il giaccone bagnato sul tavolino e mi tolsi le scarpe. Entrai in bagno e mi levai le lenti a contatto, che cominciavano a dare fastidio, ma non toccai il trucco. Potevamo tornare a girare nel bosco - cosa alquanto improbabile, ma pur sempre possibile - ed era meglio essere pronti.
Il mio cellulare vibrò. Controllai la casella dei messaggi e lessi quello di Cath, che sarebbe potuta tranquillamente venire e dirmelo a voce, che diceva: niente più riprese oggi, continuiamo domani. Tempo permettendo.
Fantastico, pensai, prima di togliermi il trucco. Mi asciugami bene proprio mentre due colpi alla porta mi facevano capire che Kris aveva finalmente capito l’importanza della puntualità. Venti minuti, precisi. Scostai la tendina per vedere se era davvero lei e me la ritrovai di fronte che sorrideva. Le aprii, facendola entrare.
Si lasciò cadere sul bordo del letto, fissandomi.
- Che c’è?- chiesi, alzando un sopracciglio.
- Mi vuoi dire cosa ti è successo prima?-
Alzai gli occhi al cielo. No, non mi crederesti, pensai.
- No, non mi crederesti.- dissi, quasi senza rendermene conto. Mi maledii in silenzio.
Kristen aggrottò la fronte e mi guardò incredula.
- E perché no?-
Restai in silenzio per un momento.
- Per un attimo…- iniziai, senza sapere bene come continuare. - Bè, per un attimo ho avuto paura.- dissi infine, optando per la completa sincerità.
- Paura?- mi fece eco.
- Sì.- abbassai lo sguardo verso la moquette squallida della roulotte. - Diciamo che ho capito come si sentiva Edward in quel momento.-
- E cioè?- chiese, alzandosi dal letto e avvicinandosi a me. Sollevai lo sguardo.
Soffocai la risata isterica che minacciava si sfuggirmi dalle labbra.
- Perdere la persona che più si ama penso sia…atroce. Ma soprattutto sentirsi obbligati a farlo.- sussurrai, accarezzandole una guancia con la mano.
Distese le sue labbra in un sorriso e mi infilò una mano nei capelli, scompigliandoli piano. La avvicinai a me e la baciai ma, proprio come qualche giorno prima, qualcuno bussò. Sbuffai.
Andai ad aprire la porticina della roulotte e mi trovai di fronte Catherine - mi appuntai di chiederle di avvisare prima di venirci a trovare dato che era già la seconda volta che era indesiderata, per ovvi motivi - insieme ad una donna che non avevo visto prima.
Quando si girò verso di noi mi corressi mentalmente. Ragazza, non donna. Perché doveva avere massimo vent’anni a giudicare dal suo viso.
Aveva la pelle chiarissima, quasi come il biondo - chiaramente effetto di una tinta - dei suoi capelli, che ricadevano fino a sotto le orecchie in un caschetto. Un ciuffo di capelli le cadeva sugli occhi e lei lo spostò dietro ad un orecchio, liberando la vista. I suoi occhi erano marroni chiari, ma avevano una sfumatura di verde.
Kristen si avvicinò a me, sporgendosi verso le due donne davanti a noi.
- Vi presento la vostra nuova truccatrice personale.- annunciò Cath con un sorriso.
La ragazza accanto a lei alzò gli occhi verso di noi. Il suo sguardo andò da me a Kris, per poi tornare nuovamente su di me, dove si fermò. Abbozzai un sorriso e con la coda dell’occhio vidi Kristen che faceva lo stesso.
- Ciao.- dissi, allungando una mano verso di lei.
- Hey.- rispose lei, prendendo la mia mano e agitandola piano.
- Mi chiamo Abigail.- annunciò, senza lasciarmi la mano e senza smettere di fissarmi. - Abigail Cooper.
E quel brivido che mi passò lungo la schiena, non appena la mia mano toccò la sua, doveva farmi capire una sola cosa. State lontani da lei. Ma me ne accorsi troppo tardi.
 
 
Angolo autrice.
OMR {Oh, my Rob!} già 31 preferiti *___* Vi amo <3
Grazie per i commenti al primo capitolo **  
@_Natsuki_ : wah, grazie <3 sinceramente per questo capitolo ho trovato difficoltà per quanto riguarda il POV di Rob >.< non so, mi sembrava di renderlo troppo….femminile? mah .___. E Cath la vedo un po’ così, come una mamma che si prende cura dei suoi figlioletti. Penso che in Twilight abbia instaurato un ottimo rapporto con Rob e Kris <3
@princesselisil :  obsessed with Robert? Bè, lo siamo tutte u.u come si fa a non amarlo?
@bella94 : Eh, già, Cath è molto brava a interrompere questo tipo di scene u.u Ma è un amore *___*
@NeverThink : guarda, a me sinceramente basta che qualcuno vada a dire alla mia prof di italiano che in fondo non sono la merdina che crede in italiano .____. A parte gli scherzi, grazie mille *w*
@carlottina : *spupazza* ma graSSie *w*
@SophChad : thanks <3
@Railen : grazie per il commento ^^ Comunque devo dirti la verità…a me Kris, all’inizio, non diceva molto. Ma all’improvviso ho cominciato ad amarla, ancor prima che uscisse il film. Non immagini come mi sia sentita dopo aver visto il film <3 E poi loro due insieme sono perfetti **
@Lady_2008 : E già, povera Cath ç___ç grazie *_*
@kucchi : x°D sisi, Cath ha un tempismo perfetto x°D Beso :**

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Capitolo 4
*** His Mark ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: Eccoci qua con il terzo capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

Questo capitolo è leggermente rosso. L’avevo promesso ed eccolo qui. La storia deve ancora svilupparsi bene, Abigail[che ho notato che è già odiata da molti] è appena comparsa. Nel prossimo capitolo vi posterò una foto, per farvi capire come la vedo.
Ah, sono negata nelle scene a rating rosso, quindi perdonatemi >.<
Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps 15 recensioni al capitolo due °___° cioè….wow…non so che dire ç___ç grazie <3 *va in iperventilazione e sviene*
ps2 pubblicità // ho postato la venticinquesima fiction della raccolta One Hundred, grazie a chi commenterà. // fine pubblicità
ps3 capitolo non betato, scusate eventuali errori


His Mark

Chapter III
{HIS MARK}
 
-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
La debole luce della luna, che risplendeva alta nel cielo stranamente privo di nuvole quella sera, entrava a fatica nella roulotte, insinuandosi tra le veneziane socchiuse. Un timido raggio di luna, però, si rifletteva nello specchio accanto al letto, rimbalzando contro di esso.
Non accesi la luce. La semi oscurità era stranamente rilassante.
Sfilai una sigaretta dal pacchetto ormai mezzo vuoto e la girai tra le dita, prima di prenderla tra le labbra. La tenni ferma con i denti affondati nel filtro mentre cercavo l’accendino. La accesi e aspirai piano il fumo, gustandone il sapore.
Presi il posacenere, sempre appoggiato sul mobiletto vicino al letto e lo posai sul piccolo davanzale del finestrino del camper. Scossi piano la sigaretta e osservai la cenere cadere.
La porta della roulotte si aprì, richiudendosi subito dopo con un sonoro clic. Nel buio era impossibile vedere fino a lì, ma sapevo benissimo chi era.
- Ben arrivata.- sussurrai, facendo un altro tiro. Buttai fuori il fumo, che salì serpeggiando verso l’alto.
Kristen fece due passi avanti, attutiti dalla moquette grigia e anonima del pavimento, e si avvicinò al letto. Sorrise e i suoi denti sembrarono brillare alla luce fiacca della luna.
Forse mi sbagliavo. Kris non sarebbe mai riuscita ad essere puntuale. Come tutte le donne, del resto.
- Sei in ritardo.- commentai, evitando di non ridere, gettando altra cenere nel portacenere.
Mormorò un debole scusa e, dopo aver gettato la giacca per terra, si arrampicò sul letto, raggiungendomi.
Si distese accanto a me e mi circondò con un braccio.
Solo quanto mi fu davvero vicino mi accorsi cosa indossava: una semplice maglietta di cotone a maniche corte e un paio di shorts scuri. Alzai un sopracciglio, incredulo. Doveva essere pazza, sia dentro che fuori si moriva di freddo.
Sfiorai con le dita la pelle nuda delle gambe, soffermandomi sulla piegatura del ginocchio. Ripresi a salire e tamburellai le dita sulla sua gamba, facendole venire la pelle d’oca. Una scarica di adrenalina mi percorse la schiena.
- Vuoi forse tentarmi?- sussurrai, abbassando lo sguardo verso di lei.
Si morse un labbro e si tirò su, aiutandosi con una mano, così da potermi guardare negli occhi.
- E anche se fosse?- domandò, spavalda.
Allungai una mano verso di lei e le accarezzai il collo, prima di attirarla verso di me.
Quando le sue labbra toccarono le mie, un’altra scarica mi attraversò la schiena, più forte e violenta della prima. Passai lentamente la punta della lingua sul suo labbro inferiore, mentre il suo respiro caldo si fondeva con il mio.
Le mordicchiai il labbro e sospirò. Ne approfittai per insinuare la sua lingua nella sua bocca e incontrai la sua ad accogliermi. Si aggrappò con le mani alle mie spalle e si alzò di più, mettendosi poi a cavalcioni sulle mie gambe. La afferrai per i fianchi con forza e la ributtai indietro, facendola finire di schiena sul letto. Ridacchiò piano, ma spensi subito la sua risata con un altro bacio.
Mi spostai dalla sua bocca e appoggiai le labbra al suo collo. La sentii rabbrividire sotto di me. Sorrisi, lasciando una scia di baci fino alla mandibola, fermandomi sotto al suo orecchio. Mordicchiai piano il lobo.
Sentire il suo respiro affannato riempire il vano del camper, seguito dai gemiti che tentava di reprimere invano, non facevano altro che aumentare il flusso dell’adrenalina nelle mie vene, facendola schizzare alle stelle. Tornai al suo collo e diedi un leggero morso alla sua pelle chiara, facendola sussultare. Passai la lingua sul segno che le avevo lasciato e succhiai piano, sapendo che le avrei sicuramente lasciato un succhiotto. Ma era mia e quello era il marchio, che solo io potevo lasciarle.
Mi sfilò la maglietta e la gettò a terra. Feci lo stesso con la sua, lasciandola in reggiseno, e le mie mani scesero verso i suoi shorts. Lasciai scivolare una mano tra le sue cosce, per poi risalire con calma verso l’interno.
Le sue mani scesero vero i miei pantaloni e indugiarono per un momento sull’elastico. Giocò con il nodo della cordicella e lo disfò, insinuando poi una mano oltre il bordo. Le sue dita arrivarono ai miei boxer, ma superarono anche quell’ostacolo. Con un gesto rapido mi aiutò a togliere i pantaloni, subito seguiti dai boxer.
Sussultai impercettibilmente quando la sentii raggiungere la mia erezione.
Mi passai la lingua sulle labbra, improvvisamente secche. Le sentivo bruciare.
Infilai le dita sotto l’elastico dei pantaloncini e Kris mi lasciò fare con un sorriso. Sfilai lentamente gli shorts e, una volta tirati giù fino alle sue caviglie, lei li lanciò via, con un calcio.
Affondai il viso nel suo ventre, baciando la pelle intorno all’ombelico, per poi risalire verso il suo seno. Le mie labbra incontrarono di nuovo le sue, mentre con le mani cominciai ad accarezzarle lentamente il seno. Si lasciò sfuggire un gemito.
La liberai dall’ultimo ostacolo che ci separava, le sue mutandine e la guardai negli occhi, animati dalla leggera luce argentata della luna.
La baciai delicatamente sulle labbra ed entrai in lei. Mi accolse con un gemito di sorpresa.
Kris si agitò sotto di me, non appena iniziai a muovermi, cominciando ad accentuare ogni spinta con un movimento del bacino. Nel vano della roulotte risuonavano solamente i nostri respiri caldi e affannati.
- Rob.- mormorò e mi fermai, preoccupato.
Aggrottai le sopracciglia e la guardai, con il respiro ancora ansante. Ridacchiò e con una spinta ribalzò le nostre posizioni, facendomi sedere, con la schiena appoggiata alla parete in fondo al letto. Le solleticai la schiena, accarezzandola con calma, fino a raggiungere il gancetto del reggiseno. Con un gesto veloce lo slacciai, lanciando poi l’indumento a terra, insieme al mucchietto formato dai nostri vestiti.
Cominciò a muoversi lentamente, troppo lentamente, facendomi quasi impazzire. La afferrai per i fianchi e la spinsi con forza verso di me.
In risposta infilò le dita tra i miei capelli e mi strinse a sé, verso il suo petto. Le mordicchiai un capezzolo, facendola sussultare.
I suoi movimenti si fecero più decisi, aiutati dalla mia presa sul suo bacino. Sentii le sue unghie corte e curate affondare nelle mie spalle, lasciando due perfette mezzelune sulla pelle.
- Rob.- ansimò, con voce spezzata. Il suo respiro caldo mi colpì il viso.
Non riuscì a soffocare l’ultimo gemito, travolta ormai dall’orgasmo, che uscì come un grido spezzato dalle sue labbra dischiuse.
La baciai con trasporto, mentre l’ondata dell’orgasmo scuoteva anche me.
Lasciai cadere la testa all’indietro, lasciandomi scivolare nel letto. Kris si accasciò accanto a me.
- Bè, abbiamo inaugurato la nuova roulotte.- mormorai con voce impastata, sapendo di sembrare un cretino.
Quasi non sentii la sua risata debole, ormai travolto dall’improvvisa stanchezza.
 
*
 
Quando mi svegliai, la mattina successiva, ero intontito più del solito e mi servirono alcuni minuti per recuperare un briciolo di lucidità.
Spensi la sveglia, che stava diffondendo un suono acuto ed irritante nel camper. Sbuffai quando vidi l’ora. Le cinque e mezza. Avevamo mezz’ora per prepararci.
Kris dormiva alla grande, appoggiata - come suo solito - a me. Scivolai via dal letto, senza svegliarla.
Raccolsi i vestiti da terra e li appoggiai al tavolino. Presi i pantaloni della tuta e me li infilai, prima di trascinarmi fino al bagno.
Ficcai la testa sotto l’acqua, dandomi una svegliata. Sfregai i capelli bagnati con un asciugamano, sbadigliando.
Un urlo mi fece sobbalzare. Uscii da quella sottospecie di bagno della roulotte e mi fiondai da Kris. Si era rivestita, era in shorts e reggiseno. Tra le mani stringeva la maglietta a mezz’aria, forse se la stava infilando, ma qualcosa l’aveva fatta bloccare. I suoi occhi erano fissi sullo specchio vicino al letto.
- Che c’è?- domandai, preoccupato.
Si indicò il collo e mi guardò sconvolta.
Ah, cavolo, pensai.
La macchia violacea che le avevo lasciato la sera precedente era più visibile di quanto pensassi.
- Ehm…- iniziai, aggrottando le sopracciglia e cercando di prendere tempo. - Bè, un po’ di trucco può nasconderla.- dissi infine, semplicemente, facendola irritare ancora di più.
Scosse piano la testa e riprese a vestirsi.
- Trucco, sì, certo.- sussurrò, senza però reprimere un sorriso.
Riprese la giacca da terra e se la infilò. Mi diede un bacio veloce e uscì dalla roulotte, dirigendosi verso la sua.
- Ci vediamo dopo.- le urlai e fece un gesto con la mano per farmi capire che aveva sentito.
Tornai in bagno e cominciai a prepararmi. Accessi la luce sopra il lavandino e non riuscii a reprimere un sorriso, quando vidi le due mezzelune perfette sulle mie spalle.
 
Angolo autrice.
OMR <3 Grazie per i commenti al secondo capitolo **
*abbraccia tutti e stringe forte*
Io…davvero…non so che dire ç__ç Scusate se non rispondo a tutte >.<
@_Natsuki_ : bè, sì. E lei. E’ inutile non dirlo, tanto si capisce x°D grazie per la recensione <3
@kriscullen_ : thanks **
@go_ila_go : wah, grazie mille <3
@NeverThink : se la odi adesso, penso che mi chiederai di farla morire tra un po’ °°
@kucchi : x°D sisi, Cath ha un tempismo perfetto x°D Beso :**
@mooth : ma povera Abigail x°D in fondo è una brava ragazza u.u *ma in fondo, molto molto in fondo* e non ha fatto ancora nulla X°D
@Lianlian : grazie per il commento ^^ e anche per quelli del forum <3
@carlottina : *hugga* ma grazie (L)
@jessicaZOMBIE : massì che mi ricordo ** grazie mille per il commento *-*
@princesselisil :  che fortuna ad avere un papà così <3 il mio neanche sa cosa sia Twilight x°D comunque anch’io andrò a Volterra ** a dire il vero sono cinque anni che lo dico, perché amo quella cittadina da quando ho visto alcune foto che mio zio mi ha portato (L) e magari ne approfitto a Marzo per le riprese u.u

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Capitolo 5
*** Abigail's First Day ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: Eccoci qua con il quarto capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

Scusate il leggero ritardo ma sabato avevo la verifica stile terza prova d’esame, oggi un’altra verifica e ho dovuto studiare come una pazza.
Devo ammettere che mi sono sentita un po’ come mamma Row quando mi sono messa a scrivere questo capitolo. Semplicemente per averlo scritto in treno u.u *chi sa come è nato HP può capire a cosa mi riferisco*
Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
(*)tutto vero, Rob ha su il rossetto nel film x°D
Ps lasciate perdere la frase trucco….non so come agiscono i veri make up artists u.u

abigail's first day

Chapter IV
{ABIGAIL’S FIRST DAY}
 
-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
La pioggia sembrò darci un attimo di tregua quel giorno. Capii che il tempo era bello - anche se bello era una parola davvero grossa - non appena uscii dal mio camper, notando una luce diversa rispetto al giorno prima. Stranamente non c’erano nuvole, ma il cielo azzurro era di un colorito spento, smorto. Almeno avremmo potuto lavorare tranquillamente.
Quando entrai nella roulotte adibita a sala trucco, Kristen era già lì, seduta di fronte all’enorme specchio sulla parete di destra.
Abigail, la nuova truccatrice, era piegata verso di lei e le stava rifinendo il trucco. Parlottavano tra di loro e ogni tanto sfuggiva qualche risatina.
A quanto sembrava Kris si era fatta un’amica.
- Buongiorno.- mormorai loro, con voce ancora assonnata.
Mi risposero entrambe con un sorriso, nello stesso momento. Si guardarono e scoppiarono a ridere.
Mi sedetti accanto vicino a Kristen e lanciai un’occhiata al mio riflesso. Mi passai una mano fra i capelli, cercando di sistemarli, con scarsi risultati. Provai ad appiattirli ma la situazione non migliorò.
- Torno subito.- sentii dire Abigail, che si allontanò subito dopo.
Kristen allungò una mano verso il piccolo tavolino davanti a sé e prese il cellulare. Si concentrò su di esso, forse scrivendo un messaggio, e fece finta di non vedermi.
Feci schioccare la lingua. Non successe nulla, continuò a fare l’indifferente, ma non mi sfuggirono gli angoli leggermente alzati della sua bocca, primo segno del sorrisino che minacciava di apparire su di essa.
Mi sporsi verso di lei e le spostai i capelli dietro alla schiena velocemente, prima di appoggiare le mie labbra al suo collo.
- Rob!- esclamò, sobbalzando e cercando di tenere, inutilmente, il tono della voce basso.
Ridacchiai, senza spostarmi, facendola rabbrividire. I miei occhi caddero sul punto in cui doveva esserci una certa macchia violacea.
- Vedo che l’hai fatto sparire.- dissi, fissando la pelle del suo collo, ora di un perfetto colore roseo pallido.
- La magia del trucco.- replicò, facendomi la linguaccia.
Si voltò verso di me e si avvicinò, con un mezzo sorriso stampato sulle labbra e la chiara - anzi, chiarissima - intenzione di baciarmi, ma in quel preciso momento Abigail rientrò.
Con un gesto rapido, che però non sfuggì alla nostra truccatrice, mi diede un colpo per allontanarmi da lei. Arrossì lievemente.
Lo guardai confuso. Era proprio necessario fare finta di niente?
Lo sguardo di Abigail passò da Kris a me e viceversa per parecchie volte, che si decidesse a muoversi.
- Tieni, Kris.- disse infine, porgendole una scatolina bianca. - Ecco le tue lenti.-
Kristen ringraziò, ancora imbarazzata, e appoggiò il piccolo contenitore davanti a sé, prima di mettersi le lenti a contatto colorate. In un attimo furono gli occhi color cioccolato di Bella Swan a guardarmi e non quelli verdi di Kris.
Abigail si avvicinò a me e mi porse una scatolina azzurra.
- E queste sono le tue.- annunciò, con un sorriso.
- Ehm…grazie.- mi limitai a dire, afferrando la scatolina. - Le metterò dopo.-
- Bè, intanto sistemo anche te.- disse.
Prese tutto l’occorrente - un pacchettino di salviettine umide, il fondotinta perlaceo e quel dannato rossetto(*) che ero obbligato a mettere - e mi si piazzò davanti.
Kris se ne andò, dicendoci che sarebbe andata a finire di prepararsi, e ci lasciò soli.
Chiusi gli occhi mentre mi passava una salviettina umida sul viso, muovendola piano sulle mie guance, prima di spostarsi verso gli occhi. Sentii una lieve pressione sulle palpebre.
- Guarda che non sono mica fatto di porcellana.- le feci notare, ghignando.
Rise debolmente, prima di cominciare a stendermi il fondotinta sulla faccia. Rimase in silenzio per un attimo.
- Perfetto, puoi aprire gli occhi.-
Feci come mi aveva detto e me la ritrovai più vicina di quanto pensassi. Mi fissava con aria concentrata, controllando se fosse tutto a posto. Una ciocca bionda le ricadeva sul viso, coprendole gli occhi. La sfumatura di verde che avevo notato quando Catherine ce l’aveva presentata ora era molto evidente.
Non era una brutta ragazza. Anzi, era davvero molto carina, ma sicuramente non era il mio tipo.
Tiro fuori il rossetto e scacciai il desiderio di andarmene. Lo odiavo. Eppure dovevo metterlo.
Me lo passò piano sulle labbra, con lentezza irritante.
- Perfetto.- bisbigliò, più a sé stessa che a me, osservando l’effetto.
Si allontanò e sistemò tutto. Controllai il mio riflesso, tutto era giusto: pelle bianca cadaverica, labbra rossicce, occhiaie pronunciate.
- Allora…- iniziò Abigail, guardandomi attraverso specchio. - Da quanto state insieme?-
- Non stiamo proprio insieme.- replicai.
- Bè, quello che ho visto mi dice il contrario.- Sulle sue labbra apparve un sorriso.
Alzai un sopracciglio. Che impicciona, pensai.
Sbuffai. - Senti, sì hai visto bene, quindi arriverò al punto. Sì, stiamo insieme, più o meno, ma non deve saperlo nessuno.- dissi, tutto d’un fiato.
Mi fissò, aggrottando la fronte.
- Kris non vuole che si sappia.- le spiegai.
- Oh. Capisco.- Fece un cenno con la testa e tornò a sistemare le sue cose. - Potrei sapere perché?-
- Mi sembra ovvio.- sbottai, alzando gli occhi al cielo. - Tu vorresti che la tua vita privata venisse messa nero su bianco sui giornali?- le domandai, con una nota isterica - non voluta - nella voce.
Sembrò pensarci su un attimo, come per immaginare la situazione e valutarne gli aspetti.
- Bè…in effetti, no.- rispose infine, voltandosi verso di me. Si sedette sul tavolino, lasciando le gambe a penzoloni. Era proprio minuscola.
- Ma la mia vita non è così interessante.- aggiunse, quasi sussurrando, sovrappensiero.
- Nemmeno la mia, se è per quello. Sono gli altri che la rendono tale.-
Annuì lentamente. Sospirai e mi alzai.
- Ci vediamo dopo, sul set.-
- Ok.-
Mi avviai verso la porta, ma mi bloccai prima di raggiungerla.
- Ah, ti prego. Non dire a nessuno riguardo quello di cui abbiamo parlato. Sai, per Kris.- la pregai. - Mi faresti davvero un grande favore.- aggiunsi, sospirando.
Annuì decisa.
- Non dirò nulla, stai tranquillo.- mi assicurò.
- Grazie.-
Chiusi la porta alle mie spalle e uscii, pronto per una nuova giornata di riprese.
 
 
Angolo autrice.
OMR <3
Un grazie infinito a chi ha commentato il capitolo tre.
Oggi vorrei ringraziare in particolare queste persone, che hanno inserito la storia tra i preferiti.
 

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Capitolo 6
*** Alone in Portland ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.

- Chiari riferimenti alla fiction one night in Portland.
Note dell'Autore: Eccoci qua con il quinto capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

Scusate il leggero ritardo ma gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze erano pienissimi >.<  E sabato sono andata all’open day dell’uni a Milano ** E’ stato interessante, anche se non andrò alla Bicocca x°D
Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps io comincio ad avvisarvi. Non penso che dopo questa fiction scriverò un seguito. E’ stato bello, anzi bellissimo, scrivere su Kris e Rob, ma ora sembra diventata una moda perciò….penso che la mia serie si concluderà qui. Ci sarà una long-fic, ma solo con Rob e un nuovo personaggio, frutto della mia testolina. Saprete di più nelle note del prossimo capitolo.


Alone in Portland

Chapter V
{ALONE IN PORTLAND.}
 


-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
Il collo mi faceva male. Mi faceva davvero male, così come la schiena e quasi tutto il resto del corpo. Non mi ero mai sentito così dopo una giornata di lavoro. Quelle otto ore di fila si erano rivelate a dir poco distruttive.
Mentre tornavo verso la mia roulotte mi accesi una sigaretta e cercai di godermela per quel breve tragitto. Mi sedetti sui gradini del camper, in attesa di Kris.
Arrivò poco dopo, anche lei con l’aria stanca.
- Hey.- sussurrò, non appena mi raggiunse.
Le feci un cenno in risposta. Si sporse verso di me e mi baciò, per poi ritrarsi con una smorfia.
- Che c’è?- domandai, alzando un sopracciglio.
- Puzzi di fumo.- commentò, arricciando il naso.
- Schizzinosa.- replicai in un sussurro. - Bè, stasera ti va di uscire?- proposi, cambiando decisamente discorso.
Sgranò leggermente gli occhi, sembrava sconvolta. - Sei pazzo?-
Roteai gli occhi. Ci voleva pazienza con lei. Molta pazienza, soprattutto quando saltava su con domande del genere.
- E perché dovrei esserlo?-
- Vuoi che mi addormenti a metà serata?- chiese, con voce roca. Si schiarì la gola prima di continuare. - Sono stanca, davvero a pezzi. Oggi Cath era su di giri, ha voluto girare più scene di quanto mi aspettassi. Tu no?- aggiunse, sgranando leggermente gli occhi.
- Sì, è proprio per questo che voglio uscire. Dai, ce ne stiamo un po’ sul lungo fiume e torniamo qui, non staremo via molto. Sarà rilassante.- cercai di suonare più convincente.
Restò un attimo in silenzio. Si morse un labbro, ma alla fine un sorriso comparve sulle sue labbra.
- Fammici pensare un attimo.- disse infine.
Mi schioccò un bacio sulla guancia e si diresse verso la sua roulotte. Finii la sigaretta e mi girai per salire nella mia, ma un fruscio poco distante da me mi fece fermare.
- C’è qualcuno?- domandai, rendendomi conto subito dopo di quanto potesse suonare stupido chiedere una cosa del genere.
Forse mi ero immaginato tutto. Nel buio era impossibile vedere chi fosse. Scossi piano la testa e lanciai un’ultima occhiata nel nulla di fronte a me, prima di entrare nella mia roulotte.
Andai in bagno e mi lavai la faccia con acqua gelida, per darmi una svegliata. Mi asciugai e mi diressi verso l’armadio, rabbrividendo. Per un momento la stanchezza sparì.
Accessi il cellulare, che era rimasto sotto carica tutto il giorno, e scrissi un sms a Kristen.
Dai Kris, digitai. Una mezz’oretta a Portland non ci uccide mica. Ti va il cinese?
Sorrisi mentre il messaggio veniva inviato e tornai al vano adibito ad armadio, dopo aver gettato il cellulare sul letto. Afferrai una maglietta a maniche corte bianca, semplice, una felpa nera e un vecchio paio di jeans e lanciai tutto sul letto.
Mi infilai tutto e in un attimo ero pronto.
Il cellulare suonò, avvisandomi di un nuovo messaggio.
Comincia ad andare, ti raggiungo dopo. Devo parlare con una persona. A dopo. Aggrottai la fronte mentre leggevo l’sms.
Va bene, ci vediamo là, scrissi in risposta e lo inviai. Misi il profilo silenzioso e mi avviai verso la porta.
Prima di uscire dalla roulotte mi infilai la giacca di pelle marrone e il cappellino nero. Raggiunsi a grandi passi la macchina a nostra disposizione e, una volta dentro, girai la chiave nel quadro e misi in moto. Odiavo guidare quando non c’era nessuno in macchina con me. Più che altro odiavo guidare con il volante a sinistra. Kris continuava a dirmi che eravamo noi inglesi che avevamo il volante e il senso al contrario, ma era questione di punti di vista. Accesi la radio, non volevo che ci fosse silenzio.
Le luci di Portland apparvero dopo poco, il viaggio non durò molto. Svoltai nella 4th Ave e posteggiai davanti al ristorante cinese con l’enorme insegna al neon.
Entrare nell’Imperial China mi provocò una sottospecie di déjà vu. La donna alla cassa era la stessa di quella sera, di quasi un anno prima, e fu sempre il suo forte accento cinese ad accogliermi. La cosa diversa è che aveva una piccola targhetta sulla divisa, dove era scritto il suo nome. I caratteri dorati recitavano Yang Ling.
- Benvenuto.-
Risposi educatamente al saluto e cominciai a dare un’occhiata al menu.
- Vuole ordinare?- mi domandò cortesemente.
- Ehm, sì. Spaghetti di riso in salsa di soia e involtini primavera.- replicai altrettanto educatamente, con lo sguardo ancora fisso sul tabellone con il menu. Pensai anche a Kris. - E anche una porzione di pollo al curry.- aggiunsi, tornando a guardare la donna.
- Mangia qui o porta via?-
- Porto via.-
Presi fuori il portafoglio e tirai fuori i soldi - sei dollari e settantacinque, il prezzo che era apparso sul piccolo schermo della cassa - e li posai sul bancone.
Yang, o come si chiamava, sparì per un attimo e riapparve con un sacchetto di carta marrone per il takeaway. La ringraziai ed uscii dal locale e le porte scorrevoli automatiche si chiusero dietro di me.
Svoltai a destra, camminando poi per tutta la 4th Avenue. Girai nella Burnside Bridge e mi ritrovai nello spiazzo davanti al fiume Willamette, sedendomi poi su una delle panchine che costeggiavano la riva. La sensazione di déjà vu tornò, più forte di prima. Non riuscii a reprimere un sorriso mentre addentavo un involtino primavera.
Kris sarebbe arrivata da un momento all’altro, ma avevo troppa fame per aspettarla. Il suo pollo al curry era al caldo nella busta marrone, pronto per lei.
La forte vibrazione del cellulare mi annunciò l’arrivo di un messaggio. Lo tirai fuori dalla tasca e aprii l’sms.
Mi dispiace ma non riesco a venire. Diceva il messaggio. Ci vediamo domani. Bacio, Kris.
Lo rilessi più di una volta, perplesso. Più che un sms era un telegramma. Mancavano solo gli stop ed era a posto. Non era da lei scrivere messaggi così.
Tutto bene?, digitai velocemente ed inviai.
Addentai un altro involtino e mi pulii le mani sporche di unto - il difetto del cibo cinese - in un fazzoletto e attesi il messaggio che non arrivò. Cominciai a mangiare anche gli spaghetti, cercando di tenere bene le bacchette tra le mani.
Passarono due minuti, solamente due minuti, eppure mi sembrò un'eternità. Il rumore lontano delle macchine, ovattato dalle case dietro di me, era l’unico suono. Il lungo fiume era quasi deserto, se non fosse stato per una coppia poco lontana da me. Evitai accuratamente di guardarli e fissai il fiume che scorreva lento di fronte a me.
- Robert?- sussurrò qualcuno alle mie spalle, una voce femminile che non apparteneva a Kristen.
Quella voce mi fece quasi sobbalzare e per poco non mi feci scivolare il contenitore degli spaghetti dalle mani.
Mi voltai piano, fino a che non capii che la figura che intravidi mi era familiare.
- Abigail?- mormorai, sorpreso.
Lei si limitò a sorridere e si avvicinò, sedendosi poi accanto a me sulla panchina.
 
 
Angolo autrice.
Angolino pubblicità -> You are such an idiot. I hope you know that.
Grazie davvero a tutte per i commenti al capitolo precedente. Scusate se non rispondo a tutte >.<
 
@NeverThink : In fondo lo è, non ho pensato ad Abigail come ad una stronza. Non all’inizio. Sinceramente mi piace molto come personaggio, le darò più spazio in una fic originale magari u.u
@Railen: oh, il film su Dalì è da vedere u.u Primo perché Dalì è stato un genio e un film su di lui non si può perdere. Vabbè, magari lì Rob è un po’ gay ma chissene….ha il suo fascino u.u un po’ come Gale Harold in Qaf <3
@DarkStar vabbè è ovvio che quando conosci una persona noti gli occhi x°D cioè, è la prima cosa che guardo °° poi ci sono altri particolari, ma si notano con il tempo.
@_Natsuki_ : Nah, quello no. Sarebbe proprio una bastardata x°D grazie per il commento <3
@kucchi : thanks :**
@Lianlian : grazie per il commento <3
@carlottina : la tempesta arriva, questo è sicuro x°D beso (L)
@muppello :  ma grazie <3

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Capitolo 7
*** Where were you? ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: Eccoci qua con il sesto capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

E' passato Natale =( E' sta già per finire l'anno. Caspita, è volato ç____ç 
Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps in realtà Twilight è stato girato per la maggior parte a St. Helens, ma l’ho scoperto solo da poco perciò qui si parlerà sempre di Portland. Magari inserirò St. Helens più avanti.


Where were you?


Chapter VI
{Where were you?}
 


-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
 
Abigail si guardò intorno, ancora sorridente, ma non accennò a parlare. Le lanciai un’occhiata prima di continuare a mangiare i miei spaghetti, finendoli quasi subito. Accartocciai il contenitore ormai vuoto e lo buttai nel cestino vicino alla panchina.
- Che ci fai qui?- domandai infine, mentre mi pulivo la bocca e le mani.
Si voltò verso di me, con un sorriso ancora stampato sulle sue labbra.
- Oh, niente di speciale.- rispose. - Volevo fare un giro.-
- Capito.- mormorai, rimettendo il pollo al curry nel sacchetto marrone. Doveva essere diventato freddo, era inutile tenerlo fuori. Ormai non sarebbe venuta.
- E tu?- mi chiese, inclinando leggermente la testa verso di me.
Rialzai gli occhi e la fissai.
- Stesso motivo.- replicai semplicemente, facendo spallucce.
- Capito.- citò quando avevo detto poco prima, senza smettere di sorridere.
Rimasi in silenzio, senza saper bene cosa dire. Era strano, ma mi sentivo leggermente in imbarazzo. Non perché fossi a disagio per la sua presenza, semplicemente per il fatto che non era lei che mi aspettavo di trovare a Portland e la cosa mi aveva preso in contropiede.
- Bè, io dovrei andare.- farfugliai, lanciando un’occhiata all’orologio.
Mi alzai, gettai i tovagliolini sporchi nel cestino e feci per andarmene.
- Ehm, Robert?-
Mi voltai lentamente quando Abigail mi chiamò.
- Non è che potresti darmi un passaggio?- mi domandò, mordendosi un labbro.
- Certo.- le risposi. - Dai, vieni.- aggiunsi, facendole un cenno.
Si alzò dalla panchina e mi raggiunse velocemente.
- Scusa ma non ci sono più autobus a quest’ora.-
In lontananza riecheggiò il suono di una campana che batteva la mezzanotte. Un brivido mi percorse la schiena, mentre un ricordo entrava con forza nella mia mente. Non riuscii a reprimere un sorriso mentre mi - ci, corressi mentalmente - avviavo alla macchina. Avevo cominciato a chiamarla Cinderella quella volta, per scherzo, ma alla fine era diventato un suo soprannome. Che naturalmente solo io potevo usare.
Il rumore secco della portiera del passeggero che si chiudeva mi ricordò ancora una volta che non era Kris quella con me in macchina, ma una biondina che dimostrava vent’anni, che era apparsa dal nulla sul lungo fiume.
Entrai in macchina e appoggiai la busta marrone sul cruscotto, davanti al sedile del passeggero. Portarlo a Kris, anche se freddo, non era una cattiva idea.
Misi in modo, concentrandomi sin da subito sulla strada di fronte a me. Per circa dieci minuti nell’abitacolo regnò il silenzio, fino a quando Abigail non si decise a parlare.
Sentivo il suo sguardo su di me, ma non volevo girarmi per controllare.
- Posso dirti una cosa?-
Annuii. - Sì, dimmi pure.-
- Bè, ecco.- iniziò, indecisa. Con la coda dell’occhio la vidi giocare nervosamente con un lembo della gonna che indossava. - Volevo scusarmi.-
- Per cosa?- le chiesi, senza capire.
- Sono stata davvero un’impicciona quando ho cominciato a parlarti nella roulotte.-
Ripensai a quel momento e non riuscii a trattenere una risata. L’avevo pensato, eccome se lo avevo fatto, ma non era mica la fine del mondo.
- Lo trovi divertente?-
Suonava lievemente offesa.
- N..no.- dissi, cercando di tornare serio. - Guarda che non è niente, non devi scusarti.-
- Ma so come sono fatta, a volte posso essere davvero irritante. E logorroica.- replicò, accentuando l’ultima parola.
Tra di noi scese nuovamente il silenzio, però la tensione che regnava sovrana fino a un momento prima scomparve. Dovetti ricredermi, forse non era così male come avevo pensato. Tutti sono curiosi a questo mondo, soprattutto le donne. Mi ritrovai ad inarcare un sopracciglio a quel pensiero. Chi poteva biasimarla?
Il viaggio di ritorno, come quello d’andata, finì presto. Parcheggiai di fronte alle roulotte, notando che la luce in quella di Kristen era spenta, segno che stava già dormendo.
Afferrai il sacchetto marrone e scesi, seguito da Abigail.
- Bè, buona notte.- mormorò, rivolgendomi un sorriso.
- ‘notte.- sussurrai in risposta, distrattamente, e tornai a fissare ancora la piccola finestrella del camper di Kristen. Sarebbe stato inutile entrare a quell’ora, e inoltre mi avrebbe certamente ammazzato. Svegliare Kristen Stewart in piena notte era uno dei dieci modi più veloci e indolori per morire, questa era una garanzia. E sarebbe stata nervosa fino al giorno successivo, quindi scelsi un’altra opzione: andare direttamente a dormire.
L’unico problema era che avevo ancora in mano quel maledetto pollo al curry che mi portavo in giro da ore. Sentii il rumore dei passi di Abigail che si allontanava da me e mi venne l’idea.
- Ehm, Abigail?- la chiamai, cercando di tenere il tono della voce basso.
Si fermò e si voltò, mentre mi avvicinavo a lei.
- Hai mangiato?- le domandai.
Fece segno di no con la testa. - Non pensavo di rimanere a Portland fino a tardi quindi non ho portato soldi. Sto andando a mangiare adesso.-
- Ti piace il cinese?-
- Sì.-
- Bè, qui ho del pollo al curry. Non l’ho toccato, se lo vuoi puoi mangiarlo.- le porsi il sacchetto e lei lo prese.
- Sicuro? Quanto ti devo?-
- Niente, tranquilla. Comunque riscaldalo, sarà freddo.- Sarebbe stato uno spreco buttarlo via. E il giorno dopo non sarebbe stato buono. - ‘Notte.- ripetei.
Mi voltai e mi diressi verso la mia roulotte.
- Grazie.- sentii la voce di Abigail poco prima di chiudere la porta e le feci un cenno con la mano.
Mi buttai direttamente sul letto, ancora vestito, e mi addormentai quasi subito. Quando il rumore insistente della radiosveglia mi svegliò, mi sembrò di essere andato a letto solo qualche minuto prima.
Mi alzai dal letto, con un lamento, e lanciai un’occhiata fuori dalla finestrella. Kris era fuori dalla sua roulotte e si stava stiracchiando.
Sorrisi e barcollai fino alla porta, sbadigliando. Scesi gli scalini e rabbrividii al freddo del mattino.
Feci un cenno a Kris, che si avvicinò a me, quasi correndo.
- Dove eri finito ieri sera?- disse tutta d’un fiato.
- Dove eri finita ieri sera?- chiesi, nello stesso momento.
Ci guardammo per un attimo e scoppiamo a ridere.
- Ero a Portland.- le dissi. - Mi hai detto che non potevi venire. Che dovevi parlare con qualcuno.- accentuai l’ultima parola, senza però sembrare accusatorio.
Mi guardò, come se non capisse a cosa mi stessi riferendo. - Ah, sì? Ti ho detto così?- mormorò.
Alzai un sopracciglio. Ora ero io che non capivo.
- Kris, me lo hai scritto tu.- le dissi, tirando fuori il cellulare.
Aprii il messaggio e lo feci leggere a lei. Osservai la sua espressione cambiare - da perplessa a stupita, per tornare di nuovo a perplessa - e trattenni una risata.
- No.- affermò, decisa.
- No cosa?-
- Non ti ho inviato questo messaggio.- replicò, indicando il telefono.
Aggrottai la fronte. - Ne sei sicura?-
Alzò gli occhi al cielo e sbuffò. - Se lo avessi fatto ora dovrei preoccuparmi, sembra che io soffra di perdita di memoria a breve termine.-
Impossibile non notare la nota ironica nella sua voce. Scossi piano la testa.
- Non avevo con me il cellulare ieri sera. E non so dove l’ho lasciato. Ho chiesto praticamente a tutti, ma nessuno l’ha trovato in giro.- aggiunse, con una smorfia.
- Mh. Bè, qualcuno me l’ha inviato questo messaggio.-
- Io no, te lo giuro.-
- Mi fido, tranquilla.- Le sorrisi, in fondo non importava. Era la sua parola quella che contava.
Cancellai l’sms e misi in tasca il telefono. Kris mi squadrò da capo a piedi per un istante.
- Sei andato a letto così?- chiese e i suoi occhi indugiarono per un attimo sui miei capelli.
- Ehm, sì. Sono messo tanto male?-
- No, sei piuttosto sexy.- replicò, sorridendo.
Si alzò in punta di piedi e mi posò un bacio sulle labbra, prima di allontanarsi.
- A dopo.- sussurrò. - E vedi di non fare tardi.-
 
 
 
Angolo autrice.
Angolino pubblicità -> sous le gui.
Grazie davvero a tutte per i commenti al capitolo precedente. <3
Scusate se per questa volta non rispondo, perdonatemi *w*
Sul forum mi hanno dato un’ideuccia a proposito dei biscotti, stay tuned e riceverete un regalino u.u
Dato che fino al 3 non sarò presente, buon anno a tutte!

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Capitolo 8
*** Unexpected. ***


Disclaimer: Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: Eccoci qua con il settimo[caspita!!!] capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

BUON ANNO! *____________* eccoci con l’aggiornamento che avevo promesso <3 caspita, siamo già al capitolo sette *saltella come una pazza*
Ripreso il capitolo II, prima di passare ad altre scene u.u posso solo dirvi che la situazione diventerà interessante, però spero di non renderla banale ç__ç Naturalmente ho tagliato e modificato alcuni pezzi di New Moon per le battute, anche perché penso che faranno così anche per il film, no?
Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps non betata, scusate eventuali errori.
ps2 tra un po’ ci sarà qualcosa di nuovo(leggesi nuove one-shot), stay tuned *-* vi posso solo dire che avranno rating rosso *__*

Unexpected.

Chapter VII
{UNEXPECTED}




- Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
that there is not in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)


- Bella, stiamo per andarcene.- esordii, con lo stesso tono monocorde che cercavo di usare per quella scena. Inspirai piano, mantenendo la concentrazione.
- Perché proprio adesso? Ancora un altro anno…-
- Bella, è il momento giusto. Per quanto potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già deve dichiararne trentatré. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da capo.- replicai, atono.
Stava andando bene, almeno per il momento. Lo sguardo confuso di Kristen - no, in quel momento era Bella, dovevo vederla come tale - passò dal preoccupato al confuso in un lampo.
- Quanto dici noi…- bisbigliò, spaventata.
- Intendo la mia famiglia e me.- Scandii bene le parole, senza smettere di fissarla. - Tu non puoi venire. E’ troppo pericoloso.-
- Ma…- La nota implorante nella sua voce mi colpì, molto più forte di quanto pensassi. - Tu non puoi…non puoi.- si fermò, riprendendo fiato.
- Il mio mondo non è fatto per te.-
Il mio tono risoluto e duro sembrò farle prendere in considerazione l’idea di capitolare, ma fu solo un’impressione.
Fece un passo avanti, facendo scricchiolare piano le foglie sotto i suoi piedi, mentre esclamava un forte No!. E, come previsto dal copione, dai suoi occhi cominciarono a scendere lacrime di disperazione.
Deglutii, ringraziando il cielo che la sensazione che mi aveva bloccato qualche giorno prima sembrava essere sparita.
- Se riguarda la mia anima, non m’importa! Prendila, è già tua!-
- Bella, non voglio che tu venga con me.- Parole fredde, taglienti come lame di ghiaccio.
Rimase un attimo in silenzio, come se stesse valutando il colpo provocato da quelle parole. Kristen - Bella, mi corressi per l’ennesima volta - sembrava davvero sconvolta e tentai per la decima volta in nemmeno venti minuti di rimanere concentrato.
- Tu….Non…Mi vuoi?- mormorò infine, con voce spezzata.
Con la coda dell’occhio vedevo Cath in piedi, accanto alla telecamera, che ci fissava, con le mani giunte come se fosse in preghiera. Era in adorazione e sembrava aver perso la capacità di respirare. Non potevo mandare tutto all’aria.
- No.- risposi, più duramente di quanto volessi. Cath si rilassò e sospirò piano, ma la sentii comunque.
Kristen si irrigidì davanti a me, per poi rilassarsi.
- Bè, questo cambia le cose.- disse, con tono calmo e ragionevole, così in contrasto con la sensazione che doveva provare in quel momento.
Guardai verso gli alberi alla mia sinistra e incrociai lo sguardo di Cath per un momento, prima di riprendere a parlare.
- Ovviamente, a modo mio, ti amerò sempre. Quello che è successo l’altra sera mi ha fatto capire che è ora di cambiare.- iniziai, perdendomi con lo sguardo tra gli alberi che ci circondavano. - Vedi…sono stanco, di un’identità che non è la mia, Bella. Non sono un essere umano.- aggiunsi, marcando le ultime parole, facendola sobbalzare impercettibilmente.
Spostai di nuovo lo sguardo su di lei.
- No.- sussurrò. - Non farlo.- Nella sua voce era ricomparsa la nota supplichevole di poco prima.
- Tu non sei la persona giusta per me, Bella.- replicai, distruggendo ogni sua speranza.
Ci mise un po’ a rispondere. - Se…ne sei certo.- disse infine, con voce tremante.
Annuii. - Se non è troppo vorrei chiederti un favore. Non fare nulla di insensato o stupido.- la pregai, serio, e per un momento il mio tono distaccato scomparve.
- In cambio ti farò anch’io una promessa. Prometto che è l’ultima volta che mi vedi. Non tornerò, proseguirai la tua vita senza nessuna interferenza da parte mia.- le promisi.
Si immobilizzò, gelata da quelle parole.
- Sarà come se non fossi mai esistito.- aggiunsi, sapendo di darle il colpo di grazia.
Mi voltai e cominciai a correre, fino al punto che Cath mi aveva indicato prima di iniziare le riprese. Mi fermai, proprio quando sentii la sua voce.
- E…stop!- urlò, senza nascondere la propria soddisfazione.
Si avvicinò a noi, quasi reprimendo l’istinto di saltellare. Tornai vicino a Kris, alzano gli occhi al cielo. Non so chi tra di noi era il più bambino. Forse io, ma anche Cath non scherzava.
- Ok, lasciatemi dire che questa era a dir poco fantastica.- esordì, agitando le mani. Lo faceva sempre, quando era di buon umore. Strano che non si fosse messa a saltellare.
- Da dopodomani possiamo spostarci a St. Helens, qui forse abbiamo finito.-
Lanciai un’occhiata a Kris, che mi guardò con la coda dell’occhio.
- Ah, eh, Rob.- Spostai lo sguardo verso di lei quando sentii il mio nome. - Ottimo lavoro.- aggiunse, con un sorriso a trentadue denti.
- Felice di averla fatta contenta, madame.- dissi, abbassando la voce, con un inchino che le strappò una risata, alla quale si unì subito dopo quella di Kris.
Una grossa goccia d’acqua cadde dagli alberi sopra di noi e mi colpì la guancia. Mi asciugai piano e sospirai.
- Merda, il trucco è andato a puttane.- mormorai, guardandomi la mano sporca del fondotinta chiaro che doveva coprirmi la faccia, non le dita. Nello stesso istante un’altra goccia colpì Kris, che sbottò, arrabbiata.
- Andate subito al trucco.- ordinò Cath, indicando dietro di lei e puntando il dito verso Abigail, che se ne stava insieme alla troupe.
- Sì, è meglio.-
Superai Cath, seguito da Kris, e raggiungemmo Abigail. Dato che era impossibile andare fino alle roulotte, la ‘sala trucco’ si era trasferita sotto il tendone bianco che era stato messo sul set. Era piccolo, ma serviva per proteggerci dalla pioggia. Il telone che faceva da soffitto era plastificato e alcune gocce lo coprivano, segno dell’umidità del bosco.
Entrammo e ci sedemmo davanti ad un piccolo specchio - cosa alquanto strana per un semplice tendone - che era stato portato lì. Abigail iniziò con Kris e fu veloce, perché lei non si era toccata nel punto in cui era stata colpita dall’acqua, mentre io sì.
Si spostò davanti a me presto, con il trucco già pronto in mano. Chiusi gli occhi.
- Grazie per ieri sera.- disse, mentre mi sistemava il fondotinta sulle guance. Riaprii gli occhi, lanciando un’occhiata a Kris attraverso lo specchio. Pessima idea. Mi fulminò e si morse un labbro per non parlare.
- Figurati.- risposi ad Abigail, tornando a guardarla.
Non appena si allontanò da noi, Kris parlò. - Ieri sera?- bisbigliò, guardandomi con aria interrogativa.
- Oh, sì. L’ho incontrata sul lungo fiume e l’ho riportata qui, non c’erano più autobus.-
- Perché non me lo hai detto?-
- Perché non c’è nulla da dire.- La guardai, sgranando leggermente gli occhi. Non avevo fatto nulla di male.
- Nulla da dire?- sibilò, stringendo i denti.
Aprii la bocca per replicare, ma la richiusi subito, scuotendo piano la testa.
- Non sarai mica gelosa per questo, spero.-
- Oh, no, tranquillo. E’ normalissimo che il mio fidanzato vada in giro con altre ragazze.- replicò ironica, arricciando il naso.
Alzai un sopracciglio. - Fidanzato? Cos’è, sono salito di livello?-
Roteò gli occhi, sospirando. - Sì, sono gelosa.- ammise, evitando l’ultima domanda. - E non vorrei sapere tutto, però questo potevi dirmelo.-
- Ti devo ricordare che eri tu la persona che stavo aspettando e non lei?-
- Ho perso il cellulare, te l’ho detto.- mormorò in risposta, con tono dispiaciuto e pieno di scuse. Allungai una mano e le accarezzai il collo.
- Kris, a me non importa, davvero. So perché non sei venuta, credimi, lo so. Non ti sto accusando di niente.- sussurrai al suo orecchio, prima di posarle un bacio sul collo, facendola rabbrividire. Ridacchiò e mi abbracciò, stringendomi a sé.
- Scusa, non farò più la gelosa.-
Cercai di non fare reprimere la risatina che minacciava di uscire.
- Sai, devo ammettere che però mi piace quando lo fai.-
Mi strinse più forte, facendomi mancare l’aria per un istante. Risi e mi allontanai.
- Andiamo di là, prima che Cath pensi che sia successo qualcosa.-
La presi per mano e la trascinai fuori dalla tenda.

*

La giornata passò velocemente, anche se il tempo libero a nostra disposizione era pressoché nullo riuscii a godermela. Cath era su di giri. Le riprese a Portland potevano considerarsi concluse, per quel che mi riguardava mancavano solo quelle a St. Helens e quelle in Italia.
Il giorno dopo, un giorno prima del previsto, ci saremmo spostati a St. Helens, e avrei concluso la prima serie di scene in cui era richiesta la mia presenza. E grazie a ciò ci era stata concessa la sera libera, senza l’obbligo di tornare per un orario decente.
Io e Kristen avevamo passato la serata vicino al punto in cui c’erano i camper, non avevamo voglia di andare fino a Portland, eravamo stravolti.
Quasi tutto il resto del cast - Nikki in primis e aveva tentato di convincerci ad andare - aveva deciso di partecipare ad una festa organizzata - senza un apparente motivo - a Portland, quindi eravamo quasi totalmente soli. Il freddo però ci aveva convinto a tornare alle nostre roulotte e Kristen si era fiondata subito nella sua, promettendomi che sarebbe venuta nella mia appena pronta. Prima di entrare nella mia accesi una sigaretta, seduto sui gradini.
Mi stupii quando una figura apparve alla mia sinistra, barcollando leggermente. Pensavo che tutti fossero a quella festa. Non la riconobbi subito, a causa dell’oscurità.
Fu solo quando la sentii mormorare debolmente il mio nome che riuscii a capire chi fosse.
- Rob.- La voce acuta, ma debole, di Abigail riempì l’aria.
Mi alzai e la raggiunsi, preoccupato. Non sembrava nel pieno possesso delle sue facoltà.
Mi guardò per un attimo, lasciando sfuggire una risatina. Il suo respiro mi colpì in faccia, puzzava di alcool.
- Sei ubriaca.- constatai, alzando un sopracciglio. - Sei andata anche tu a quella festa?-
Annuì e si alzò in punta di piedi, aiutandosi con le mani, prontamente appoggiate alle mie spalle.
- Abigail…che diav- sussurrai, capendo le sue intenzioni, ma fui subito zittito dalle sue labbra, che premettero piano sulle mie. Fu facile allontanarla, mi bastò semplicemente appoggiare le mani ai fianchi e spingerla indietro. Mugugnò qualcosa e la sua espressione si fece imbronciata.
La tenni ferma, stringendo volutamente forte i suoi fianchi, sapendo di farle male. Che razza di- non osai nemmeno pensarci. Ma, Dio, capitava solo a me? Per caso avevo scritto sulla fronte ‘sono vostro, fate quello che volete’ e non lo sapevo? La fulminai con lo sguardo.
Andavano bene gli abbracci delle fan, ma questo era troppo.
- Sei ubriaca.- ripetei duramente, scuotendo la testa. - Ti riporto nella tua roulotte.- le dissi, sospirando. Le passai una mano attorno alla vita, aiutandola a camminare. Mi voltai, trascinandola - sì, perché non accennava a collaborare - dietro di me.
Ma mi bloccai, non appena incrociai il suo sguardo. Oh, cazzo, fu l’unica cosa che riuscii a pensare. Mi guardò sconvolta, prima di lanciarmi uno sguardo accusatore.
Avrei tranquillamente lasciato andare Abigail per correre da lei, ma il mio cervello sembrava non comandare i miei movimenti.
Kristen era immobile davanti a me, solamente a qualche metro di distanza, ma mi sembrava distante. Troppo distante.
- Kris…- mormorai. Che cretino, come poteva sentirmi?
Fece un passo indietro, con la chiara intenzione di correre via.
- KRIS!- urlai, ma la porta della roulotte si chiuse dietro di lei con uno scatto secco.


Angolo autrice.
Angolino pubblicità -> what happens in the utility room... *O* nuovanuovanuova, deliziosamente PWP, rating rosso.
Grazie davvero a tutte per i commenti al capitolo precedente. <3
Come avete capito tutto è lei, la stronza u.u Bè, era palese. Ora direi che è chiaro.
Sono riuscita a postare il capitolo con un leggerissimo ma pur sempre un anticipo, a presto con il prossimo <3
E grazie ancora a tutti. *_*

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Capitolo 9
*** Coming Home ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: Eccoci qua con l’ottavo capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland.

Scusate il ritardo ma sono stata davvero stra-impegnata con la scuola e la mia ispirazione era momentaneamente andata in vacanza. Comunque, rieccomi. Un piccolo regalo per voi e per me[per domani]. Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps gli indirizzi e-mail sono del tutto inventati, of course. Unica cosa: TSJS = Tom Sidney Jerome Sturridge. Sì, che fantasia che ho, eh?


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Chapter VIII
{COMING HOME}
 

-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)
 
 
Non avrei saputo dire di preciso quanto tempo rimasi a bussare alla porta della roulotte di Kristen. L’unica cosa che capii fu che era tutto inutile. Mi lasciai scivolare sui gradini davanti alla porta e rimasi lì, immobile. Abigail, per il suo bene, era sparita. In quel momento non sapevo dire cosa le avrei potuto fare se fosse stata sotto tiro.
Non mi accorsi che tutto, ad un tratto, divenne nero. Capii di essermi addormentato solamente quando una mano cominciò a scuotermi piano, e aprii gli occhi solo quando i gesti si fecero più decisi. Mugugnai piano e socchiusi le palpebre, la luce del sole - che stranamente quel giorno brillava alta nel cielo - mi dava fastidio. Ci misi qualche secondo per mettere a fuoco la figura di fronte a me.
- Nikki?- mormorai, con voce impastata per il sonno.
- Che ci fai qui?- mi domandò, sorpresa. Mi fissava quasi sconvolta.
Cercai di rialzarmi e barcollai leggermente. Appoggiai una mano alla parete fredda della roulotte e sbadigliai. Per un momento non seppi rispondere, la mia mente si rifiutava di ragionare. Però poi mi tornò tutto in mente e mi irrigidii.
- Niente.- farfugliai, prima di superare con decisione Nikki ed entrare nella mia roulotte.
La porta si chiuse alle mie spalle con un tonfo secco, volutamente rumoroso, mentre mi avviavo con decisione verso il vano del bagno, non prima di aver gettato la giacca sul letto. Rabbrividii e mi accorsi solo in quel momento di avere le mani totalmente rosse e ghiacciate. Aprii l’acqua calda a fatica e la lasciai scorrere sulle mie dita, chiudendo per un attimo gli occhi. Quella situazione mi sembrò talmente ridicola e stupida da non poter essere vera. Quel pensiero però rimase nella mia mente solo per un momento, sostituito dalla consapevolezza di quanto accaduto.
Kris immobile a qualche metro da me, che mi fissava sconvolta.
Kris che correva verso la sua roulotte, e la porta che si chiudeva dietro alle sue spalle.
Kris che aveva visto quella sottospecie di bacio.
Kris che sicuramente mi stava odiando. E tutto per una sciocchezza. Come poteva anche minimamente pensare che mi importasse di quel bacio? Che poi, bacio non era. Se davvero aveva visto tutto, si sarebbe dovuto accorgere che avevo allontanato Abigail, quasi con violenza. Avrebbe visto la mia espressione dura, mentre la portavo via.
Scossi la testa con decisione e riaprii gli occhi, togliendo con un gesto veloce le mani dal getto ormai bollente del rubinetto.
Le asciugai e presi in mano il cellulare, digitando in modo relativamente veloce il suo numero. Sentivo ancora male alle dita, ma non mi importava. Trattenni il fiato per un secondo quando il telefono cominciò a squillare. Una, due, tre volte. Fino a che gli squilli non diventarono dieci ed entrò la segreteria telefonica e il fastidioso bip mi arrivò all’orecchio.
- Kris…- iniziai, con voce roca. Mi schiarii la gola e aprii la bocca per continuare a parlare ma mi bloccai, incapace di aggiungere qualcosa. - Mi dispiace, ma non è come credi.- farfugliai, in imbarazzo. - Devi credermi.- aggiunsi, ma venni interrotto dal bip che indicava la fine del tempo a disposizione per il messaggio.
Sospirai e lanciai il telefono sul letto, prima di buttarmi a mia volta sul materasso. Provai ancora a chiamarla, inutilmente. Era inutile starmene lì, immobile, senza far nulla. Ed era altrettanto inutile andare da lei, soprattutto ora che aveva chiamato Nikki. Mi rialzai dal letto e cominciai a preparare le mie cose.
Saremmo partiti per St. Helens e forse lì sarei riuscito a parlarle.
 
*
 
Welcome to St. Helens, Oregon. Il cartello di benvenuto passò inosservato, almeno per me. Entrare nella cittadina che ci aveva già ospitato creava la stessa sensazione di un déjà-vu e non riuscii a non sorridere, solo per un attimo.
Il campo delle roulotte era simile per tutte le location, quello che cambiava era il panorama retrostante. Il monte St. Helens si stagliava sullo sfondo e una leggera nuvoletta di fumo bianco usciva dal cratere. Scesi dal pulmino che ci aveva portati fino a lì, senza staccare gli occhi da Kristen, che sin da quando eravamo partiti era accanto a Nikki e non sembrava intenzionata ad allontanarsi da lei. Lanciai a Nikki uno sguardo eloquente e lei annuì, prima di lasciare Kris da sola con qualche scusa.
Mi avvicinai a lei, facendo scricchiolare la ghiaia sotto i miei piedi.
- Ti devo parlare.-
- Non abbiamo nulla da dirci.- replicò, senza guardarmi.
- Ti prego, Kris.- la implorai, con voce tremante.
Alzò lo sguardo verso di me e per un momento la sua espressione sembrò addolcirsi.
- Dovevi pensarci prima.- disse, atona. Si morse piano il labbro e tornò a guardare altrove. Una lacrima spuntò dai suoi occhi e cominciò a scendere silenziosa sulla sua guancia. Allungai una mano sul suo viso e la catturai con le dita, ma a quel tocco lei si ritrasse, come se si fosse scottata.
Corse via, tornando da Nikki. Mi guardai attorno, sperando che nessuno avesse visto. In realtà non mi importava molto, ma non mi andava di dare spiegazioni a qualcuno.
Provai a chiamarla ancora, anche se eravamo a solo qualche metro di distanza, ma fu ancora tutto inutile. Dormii male quella notte, incapace di dare un senso a quanto successo. Fu solo la mattina successiva che mi accorsi di quanto Kris avesse ragione su Abigail.
Nel bel mezzo della seduta trucco aveva iniziato a parlare, come se non fosse successo nulla. Dal canto mio non avevo intenzione né di ascoltarla, né di parlare, quindi lasciai che lei pronunciasse il suo monologo, fino a quando non sentii le parole che mi mandarono il sangue al cervello.
- Si è sentita con Michael. L’ho sentito che lo diceva a Nikki poco prima di entrare.-
Alzai lo sguardo verso di lei e la fulminai.
- E perché lo stai dicendo a me?- chiesi, senza rilassare la mia espressione. Fece spallucce e guardò altrove, fuori dal finestrino, prima di tornare a sistemarmi il trucco.
- Pensavo potesse interessarti.- si limitò a dire, fissando un punto imprecisato sulla mia mandibola, senza riuscire ad alzare lo sguardo verso i miei occhi. - Passano molto tempo insieme ultimamente.- aggiunse, e intravidi l’ombra di un sorrisino stampato sulle sue labbra.
Non riuscii a reprimere una risata isterica. - Sono solo amici.- sussurrai talmente a bassa voce che ero certo che Abigail non mi avesse sentito.
- La cosa ti diverte?- domandò, e questa volta il sorrisino era ben visibile quando si allontanò da me, facendomi capire che aveva finito con il trucco.
- Per niente.- replicai a denti stretti.
- Se fosse per me andr- iniziò, ma la fermai.
- Senti, ma qual è il tuo problema?- sbottai, interrompendola. Il mio tono adirato la prese in contropiede. - Ti rendi conto di cosa è successo per causa tua? Dio, non dovevo fidarmi di te.-
- Non avevo intenzione di-
- Risparmiati le scuse.- continuai, più duramente di prima. Uscii dalla roulotte, sbattendo la porta alle mie spalle. Passai la giornata con quelle parole nella mente - si è sentita con Michael, si è sentita con Michael - e Catherine fermò le riprese per più volte. Non mi rimproverò però, forse era l’unica ad aver capito cos’era successo. Per mia fortuna - solo dal lato professionale, perché avrei fatto davvero schifo - la presenza di Kris non era prevista in quelle scene. Erano le mie ultime riprese, sarei potuto tornare a casa fino alla post-produzione o fino a quando Cath non avesse avuto bisogno di girare nuovamente una scena.
Alla fine della giornata mi rinchiusi nella roulotte e aprii il mio portatile, controllando le mail. Spam, pubblicità, Nikki, Tom, pubblicità. Mi fermai non appena lessi il nome di Nikki tra le mail ricevute.
 
From: nikkir@yahoo.com
To: robertp@gmail.com
Subject: What the hell?
 
Ma che diavolo vi è successo? Kris non mi ha voluto dire niente, almeno tu fammi capire. Avete litigato?
Xoxo,
Nikki.

 
La ignorai per un attimo. Se Kris non voleva dirle nulla, non le avrei detto nulla. Era la sua migliore amica, non la mia. L’illuminazione arrivò in quel momento, inaspettata.
Riaprii la finestra con le mail e restai per un attimo con la freccia del puntatore del mouse sull’opzione componi mail. Potevo contare su qualcuno, soprattutto in un momento come quello. Scossi la testa e cliccai, prima di cominciare a scrivere la mail, il più velocemente possibile, per non pentirmi di averla inviata. Con un rapido click schiacciai su invia e il solito messaggio - la mail è stata inviata con successo - apparve sullo schermo.
 
From: robertp@gmail.com
To: tsjs@yahoo.uk
Subject: Coming Home.
 
Torno a casa, riprese finite.
E’ successo un casino. Ti spiego tutto appena ci vediamo.
Saluti,
R.


Ai lettori [rispose alle recensioni di questo capitolo]
@Nikelaos: per la cosa di Nikki non c'è un motivo particolare. Rob seduto - addormentato - davanti alla roulotte di Kris non si rende conto subito di quello che è successo. Oddio, teoricamente sarebbe giusto che dicesse tutto a Nikki quando si ricorda tutto, ma non ho voluto che fosse così. =) Sì, sono strana, lo so x°D Comunque no Nikki sul set dovrebbe esserci °° Naturalmente per le scene che ho in mente io, non quelle del libro x°D La scena finale di Rob e per i Cullen - che purtroppo non ho descritto - la vedo come una scena in più, poco prima della loro partenza, ergo sono tutti a casa[la casa dei Cullen è a St. Helens, come ho scritto nelle note di qualche capitolo fa è lì che è ambientata la maggior parte del film e non a Portland].
@Railen: Nah, morire è eccessivo u.u sono cattiva, ma non fino a quel punto x°D comunque grazie mille <3
@michi88: uh, grazie mille *__________* e tantissimi auguri anche a te (L)

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Capitolo 10
*** He wants her back ***


Disclaimer:  Questa storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: (*) tratto da Cime Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note dell'Autore: Eccoci qua con il nono capitolo del seguito di fact, not fiction, long-fic seguito di one night in Portland. Sì, ho detto che non avrei aggiornato fino a Luglio…bè, sorpresa! Il capitolo non mi convince molto, devo ammetterlo, ma spero vi piaccia.

Commenti ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps non betata, scusate eventuali errori.


Chapter IX
{HE WANTs HER BACK}
 

-          Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
 let's never leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
 that there is not  in all the world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering Heights - 1939 Movie(*)


Quando una storia finisce non sai mai come comportarti. Una volta passato il dolore si ritorna a vivere normalmente, o almeno si prova. Non potevo dire di aver provato dolore, io e Kris ci eravamo ripromessi di non considerarci fidanzati. Però io avevo mandato tutto a puttane, e non potevo dire di non starci male.
Lei, la nuova arrivata, c’entrava, anche se avevo tentato di negarlo sin dall’inizio. E Kristen l’aveva capito fin da subito.
Lei era portatrice di guai.
Lei ci aveva distrutto, mettendoci l’uno contro l’altro.
Lei, lei, lei. Non avevo mai odiato così tanto una donna in vita mia. Mai.
Ma si sa, tutto passa, e alla fine ci si trova a fare i conti con le conseguenze. Ovviamente era colpa mia, lo sapevo benissimo. Avevo abbassato la guardia per un attimo, non avrei mai dovuto ascoltarla. Non che pensassi che la reazione di Kris fosse giusta, al contrario pensavo che fosse troppo esagerata, però ero caduto nel trucco di Abigail e avevo rovinato tutto, questo non potevo negarlo.
E ora mi ritrovavo a Londra, a bussare ad una porta di legno pesante, decorata con ornamenti dorati. Si aprì con un cigolio e mi ritrovai davanti il viso della persona di cui, in quel momento, avevo un disperato bisogno.
- Ciao, Tom.- mormorai, in un bisbiglio.
Mi squadrò da capo a piedi, prima di tornare a guardarmi in faccia. - Oh mio Dio, Rob. Sei uno straccio.- commentò, scuotendo piano la testa.
Inutile dire che volle sapere tutto, dal principio. Ad essere sincero sembrava essere dallo psicanalista - io sul divanetto di pelle e lui dal tavolo che mi ascoltava. Si era impuntato con l’ordinare cinese, e non potevo non accontentarlo. A metà cena lasciai stare i miei spaghetti di soia, mi davano la nausea. E mi ricordavano qualcosa che in quel momento non volevo proprio avere in mente.
- …e quella pazza mi ha baciato, così all’improvviso. E Kris ha visto tutto ovviamente, e da allora non vuole più parlarmi. Non ha detto niente nemmeno a Nikki, non so cosa le sia preso.- finii il mio resoconto tutto d’un fiato, come per togliermi quel peso.
Solo un debole mh arrivò da parte di Tom, cosa che mi fece mettere seduto per guardarlo e lo ritrovai a fissare un involtino infilzato in una forchetta.
- Gradirei che tu fossi un po’ più interessato.- gli dissi, acido.
- Oh, ma io sono interessato.- mi rispose, senza guardarmi.
- Stai fissando un involtino primavera.- gli feci notare, atono, alzando un sopracciglio. - E parli con me. Non mi sembri al massimo dell’attenzione.-
Si limitò a fare spallucce e inghiottì l’involtino.
- Secondo me…- farfugliò, a bocca piena. Deglutì e continuò. - E’ stata esagerata. Così come la tua decisione di tornare qui.-
- Come, scusa?- domandai, incredulo.
- Oh, andiamo.- Morsicò un altro involtino capitatogli sotto tiro e mandò giù. - Che senso ha fuggire?-
- Io non sono fuggito.- replicai d’istinto. Ero solamente tornato a casa, che c’era di male? Dovevo solo aspettare l’inizio delle riprese in Italia per ritornare sul set, avevo a disposizione un po’ di tempo libero e volevo sfruttarlo.
- Sì, certo. Come no.- replicò a sua volta, inarcando un sopracciglio. Forse però aveva ragione.
- E sentiamo, Freud, perché mai l’avrei fatto?- gli chiesi, incrociando le braccia al petto e lasciandomi cadere sul divanetto.
- Perché non vuoi affrontarla.-
Sbuffai, spazientito. - Come no.- bofonchiai.
- Guarda i fatti. Una tipa, che si è comportata alquanto da stronza, permettimelo, ti bacia e tu e Kris rompete.- iniziò, agitando la forchetta per poi puntarla verso di me. - Tu però non hai fatto niente dopo, per spiegarle cosa è successo.-
Aprii la bocca per replicare, ma mi zittì.
- Ok, l’hai chiamata e hai provato a parlarle. Ma ti sembra abbastanza? Te ne sei andato, ammettilo.
- Non vuole ascoltarmi.- mi giustificai, ed era vero. - Che altro dovei fare?
Parve non ascoltarmi - anzi, mi ignorò totalmente - e continuò a mangiare in silenzio.
- E comunque non è tutta colpa tua.-
- Che vuoi dire?- chiesi, alzando la testa per guardarlo.
- Kris ha avuto una reazione…bè, esagerata è un eufemismo.- E ancora una volta non aveva tutti i torti. Ma l’avevo delusa, mi sentivo in colpa.
- Tu la ami, non è vero?.-
La voce di Tom sembrava venire da lontano, ma mi colpì come uno schiaffo. Non ero certo il tipo che raccontava ai suoi amici quanto fosse importante la propria ragazza per lui, quanto la amasse. Ma Tom aveva colto nel segno, come potevo negarlo?
- La amo.- sussurrai, più a me che a Tom. Ero già riuscito a dirlo a Kris, ma in quel momento quelle due parole mi sembrarono così prive di significato.
Sospirai, chiudendo gli occhi e affondando la testa nel cuscino del divanetto.
- Rob?-
- Non ne voglio più parlare.- bofonchiai nel cuscino, suonando quasi incomprensibile.
 
*
 
I giorni passarono velocemente, come se qualcuno avesse messo la mia vita in fast forward. Non tornai sull’argomento ‘Kristen’ con Tom, la nostra chiacchierata mi aveva sollevato da un lato, dato che finalmente avevo detto a qualcuno come mi sentivo, ma demoralizzato dall’altro.
Fu solo quando ricevetti una telefonata - e come sempre sperai di sentire la voce di Kris dall’altro lato del telefono - che tutto sembrò cominciare a sistemarsi. O quasi.
- Rob, sono io.- la voce squillante di Cath era inconfondibile.
- Dimmi tutto, Cath.-
- Tra due settimane si inizia a girare a Montepulciano.- annunciò, felice. - Voglio trovarti lì insieme a Kris almeno tre giorni prima.- aggiunse, quasi come un ordine.
- Come mai?-
- Tu vieni e basta, ci vediamo lì.
Riattaccò e mi ritrovai per un attimo a sentire il debole tu tu della linea caduta, senza saper bene come sentirmi. Tornare sul set significava una sola cosa, rivedere Kris.
Sapevo che i messaggi che le avevo lasciato non erano stati sentiti e non lo sarebbero mai stati, se lei continuava a comportarsi così. Le parole di Abigail - su Kris e Michael - continuavano a tormentarmi, e finalmente mi decisi a fare qualcosa. In Italia avremmo dovuto girare scene insieme, quindi le era impossibile evitarmi. Doveva ascoltarmi per forza, dovevo farle capire che non solo non c’era niente di cui preoccuparsi, ma che ero totalmente - riuscii ad ammetterlo solo in quel momento, veramente troppo tardi, avrei dovuto dirglielo subito - pazzo di lei.
E avrei fatto di tutto per sistemare le cose, pur di riaverla con me.

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