you will be my queen_ di Sariel (/viewuser.php?uid=20530)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lovers ***
Capitolo 3: *** Edward's Feelings ***
Capitolo 4: *** His Mark ***
Capitolo 5: *** Abigail's First Day ***
Capitolo 6: *** Alone in Portland ***
Capitolo 7: *** Where were you? ***
Capitolo 8: *** Unexpected. ***
Capitolo 9: *** Coming Home ***
Capitolo 10: *** He wants her back ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Rating:
Giallo, rosso in futuro.
Tipologia: Long-fic.
Fandom: Real Person Fiction.
Avvertimenti: Leggermente
R in
futuro.
Personaggi: Robert Pattinson, Kristen Stewart,
menzione di altri{presente
anche un nuovo personaggio che appartiene a me}.
Genere: Generale, Romantico, Commedia.
Disclaimer: Questa storia
è frutto della mia fantasia.
Non conosco i due personaggi
e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits: il
titolo è una frase della canzone I’ll
Be
You Lover Too di Van Morrison,
cantata da Robert Pattinson nel
2007.
Se volete sentirla, eccola qua
{Rob!version,
live}.
Note dell'Autore: okay, ci siamo.
Ecco qua il seguito di fact,
not
fiction. Prologo corto, ma
sinceramente mi piace. Penso sia semplice e d’effetto.
Per
il momento ho già le idee pronte per I capitoli, anche se
non
ho scritto molto, a parte il primo. Catherine ci sarà,
nonostante la notizia del suo licenziamento. E' lei la regista perfetta
per New Moon, non mi interessa se la Summit non la vuole più.
Dedicata a le mie adorate robstenine;;
you
will be my queen_
{proLOGO}
CONTINUAVO
A DARMI LA COLPA
DELLA NOSTRA SEPARAZIONE,
SENZA PENSARE AD
UN
MODO PER RIMETTERE INSIEME I PEZZI. NON POTEVO RESTISTERE SENZA
KRISTEN.
E
AVREI
FATTO DI TUTTO PER SISTEMARE LE COSE,
PUR
DI RIAVERLA CON ME.
I'll be your man
I'll understand
I'll do my best
To take good care of you
You'll be my queen
I'll be your king
And I'll be your lover too
I’ll be you lover too - Van Morrison
Quando
una storia finisce non sai mai come comportarti.
Una
volta
passato il dolore si ritorna a vivere normalmente, o almeno si prova.
Non
avrei
saputo dire come eravamo arrivati a quel punto, ma sicuramente lei, la nuova arrivata,
c’entrava in
qualche modo, anche se avevo tentato di negarlo sin
dall’inizio.
E
Kristen
l’aveva capito fin da subito.
Lei
era
portatrice di guai.
Lei
ci
aveva distrutto, mettendoci l’uno contro l’altro.
Lei,
lei,
lei. Non avevo mai odiato
così tanto
una donna in vita mia. Mai.
Ma si
sa,
tutto passa, e alla fine ci si trova a fare i conti con le conseguenze.
Non avremmo
avrei dovuto crederle. Non avrei mai
dovuto ascoltarla.
Ero
caduto nel suo trucco e avevo rovinato tutto. Forse, in fondo, la colpa
di
tutto era anche mia. O totalmente
mia. Dipendeva dai punti di vista.
Continuavo
a darmi la colpa della nostra separazione, senza pensare ad un modo per
rimettere insieme i pezzi. Non potevo resistere senza Kristen.
E
avrei
fatto di tutto per sistemare le cose, pur di riaverla con me.
|
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Capitolo 2 *** Lovers ***
Disclaimer:
Questa storia
è frutto della mia fantasia.
Non conosco i due personaggi
e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note
dell'Autore: okay, ci siamo.
Ecco qua il primo capitolo del seguito di fact,
not
fiction, long-fic seguito di one
night in
Portland. Grazie davvero a chi ha commentato il
prologo e le altre
fiction.
Questo
capitolo è….bè, mi piace. Ed
è
strano, considerando che non ho mai apprezzato le mie fiction come
queste su
Rob e Kris.
Come ho
già scritto nelle note del prologo,
Catherine ci sarà in questa fiction, nonostante
l’arrivo di questa
notizia. Un'ultima cosa...prima di arrivare al
punto del prologo, c'è un bel pezzo di storia u.u.
Buona lettura,
Sara;;
Ps una sola
cosa, la doccia. Vi spiego come
me la sono immaginata: porta in vetro e due pareti interne
piastrellate. Una
doccia ficcata in un angolo del bagno in pratica, a forma triangolare.
Ma in fondo
è quello che c’è dentro che
conta, no? *w*
Chapter
I
{lovers}
-
Oh,
it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's never leave it.
-
Never in our lives! Let all the world confess,
that there is not in all the world
a
more beautiful damsel than
the
Princess Catherine of Yorkshire.
-
But I - I'm still your slave.
-
No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever
happens out there,
here
you will always be my queen.
Wuthering
Heights
- 1939 Movie(*)
Aprii
piano gli occhi e mi guardai attorno,
intontito dalla lunga dormita. Il mio sguardo cadde sulla sveglia
accanto al
letto. Le sette e mezza. Lunga
dormita mica tanto, considerando il fatto che ci eravamo addormentati
solo tre
ore prima. Mugugnai piano e mi stiracchiai.
Feci
per alzarmi, ma mi bloccai non appena mi
accorsi che lei era tranquillamente
e
spudoratamente appoggiata a me, con la testa affondata nel mio petto e
un
braccio che circondava la mia vita.
Mi
lasciai ricadere indietro, nel letto,
trattenendo una risata.
La
sua espressione era beata e sulle sue labbra
c’era addirittura l’ombra di un sorriso.
-
Kris.- sussurrai, dolcemente. Dalla gola mi uscì
solamente un suono roco e basso. Mi schiarii la gola, dannatamente
secca.
-
Kris.- riprovai e in risposta ottenni uno sbuffo
di impazienza. Si strinse ancora di più a me, aumentando la
forza alla presa
sulla mia vita. Scoppiai a ridere.
Infilai
una mano fra i suoi capelli e cominciai a
solleticarle la pelle dietro all’orecchio, sapendo bene che
si sarebbe subito
spostata. Alzò la testa di scatto e mi lanciò
un’occhiataccia. Si morse un
labbro e sbuffò di nuovo.
- Ok.
Ok.- disse, alzandosi con l’aiuto delle
braccia. - Sono sveglia.
Si
sporse verso di me e il lenzuolo che la copriva
scivolò lentamente, lasciandola nuda.
Arrossì
un poco e si ricoprì. Mi baciò piano,
scostandosi subito per scendere dal letto, sempre avvolta nel lenzuolo.
-
Sembri un’antica romana.- commentai, trattenendo
una risata.
Mi
fece la linguaccia e sparì nel bagno.
Rotolai
nel letto, raggiungendo con la mano il
pacchetto di sigarette sul comodino. Ne accesi svogliatamente una e mi
misi a
sedere, appoggiando la schiena alla testiera del letto. Aspirai piano.
Un tonfo
sordo provenne dal bagno.
Con
un forte cigolio il pomello dell’acqua calda
girò, facendo partire il getto della doccia. Un urlo
stridulo arrivò dal bagno,
seguito da un’imprecazione.
Sorrisi
istintivamente. Ah, quella ragazza.
- Te
l’avrò detto mille volte che l’acqua
scende
subito bollente.- le urlai.
Mi
alzai dal letto e infilai i pantaloni della
tuta, subito dopo aver appoggiato la sigaretta nel posacenere. Mi
avvicinai alla
porta del bagno. La aprii e infilai la testa nella stanza.
-
Kris, non devi aprire solo l’acqua calda.- la
avvisai per l’ennesima volta. - Bè, puoi farlo.
Sempre se vuoi ustioni di terzo
grado sul corpo, si intende.- aggiunsi, ghignando.
Kristen
mi fulminò con lo sguardo.
-
Grazie, me ne sono accorta.- sbottò, asciugandosi
un braccio che, a quanto sembrava, doveva essere entrato in contatto
con
l’acqua bollente, diventando di un rosso accesso.
- Ti
conviene mettere un po’ di crema.- consigliai,
uscendo dal bagno.
In
tutta risposta mi lanciò addosso l’asciugamano
che aveva addosso, centrandomi in pieno nonostante fossi per
metà già
nell’altra stanza.
Mi
voltai di scatto, proprio mentre Kristen si
stava rifugiando, ridendo come una pazza, nel vano della doccia.
- Ah,
sì?- mormorai,
gettando l’asciugamano a terra. - Io ti do un consiglio e tu
mi attacchi? Non è un comportamento carino.- dissi, andando
verso di lei.
Mi
lanciai verso la porta di vetro della doccia e
tirai verso di me, mentre lei resisteva, cercando di trattenerla verso
di sé.
La squadrai da capo a piedi e sorrisi malizioso, facendola arrabbiare
di più.
Mi fece la linguaccia, cercando di coprirsi quel che poteva con una
mano.
Doveva pensarci prima di lanciarmi addosso l’asciugamano.
Non
c’è
nulla che io non abbia già visto, volevo
dirle, ma optai per il
silenzio. Sapevo com’era fatta, non volevo ricevere nessun
pugno o schiaffo di
prima mattina.
Alzai
gli occhi al cielo e sospirai.
-
Sai, non voglio rompere la doccia.- le feci
notare, alzando un sopracciglio.
Lasciò
andare la maniglia e la porta di vetro mi
sarebbe arrivata dritta in faccia se non mi fossi scansato in tempo.
Rise di
nuovo.
Entrai
nel vano doccia e la afferrai per la vita,
prima di bloccarla contro la parete.
La
sua risata si spense all’istante, mentre
distendevo le labbra in un ghigno.
- Oh.
Oh.-
sussurrò piano, mordendosi il labbro inferiore. Cercai di
non farci
caso. Adoravo le sue labbra.
Girai
i pomelli dell’acqua e il getto tiepido ci
centrò in pieno.
- Sei
proprio un bambino.- sbottò, ma sulle sue
labbra apparve un sorriso divertito.
Feci
scendere le mie mani sui suoi fianchi e la
tenni ferma più saldamente. Inarcò piano la
schiena, una volta che toccò
totalmente la parete fredda di piastrelle della doccia.
Infilò
una mano tra i miei capelli ormai fradici e
li scompigliò, facendomeli finire davanti agli occhi. Tentai
di scostarli dalla
faccia, muovendo di scatto la testa.
Mi
abbassai verso Kristen e la sentii trattenere il
fiato, prima che le mie labbra toccassero le sue. L’acqua
sembrava ghiacciata,
se paragonata alla sensazione d’improvviso calore che ci
avvolse.
La
mano tra i miei capelli aumentò la sua presa,
facendomi quasi male, ma non me ne accorsi. Sollevai
Kristen, cercando di non
perdere l’equilibrio, per permetterle di intrecciare le gambe
attorno ai miei
fianchi. Le sue mani scivolarono sull’orlo dei pantaloni
della tuta, ormai
appiccicati alle mie gambe. Smisi di baciarla per un istante, ma rimasi
vicinissimo
alle sue labbra. Il rumore dei nostri respiri, fusi l’uno
nell’altro, veniva
coperto dall’acqua che continuava a scorrere.
Appoggiai
una mano alla parete fredda, reggendomi
come meglio potevo, e con l’altra seguii il contorno del suo
viso.
Chiuse
gli occhi, inclinando la testa per sentire
ancora di più il mio tocco. Sollevai le dita dalla sua pelle
e spalancò gli
occhi.
Si
sporse verso di me e riprese a baciarmi, con più
violenza di prima. Feci scivolare la mano libera dietro la sua schiena
e la strinsi
a me, allontanandola dalle piastrelle.
Due
colpi alla porta la fecero sobbalzare tra le
mie braccia. Cercai di non badarci e continuai a baciarla con
più foga.
-
Rob.- cercò di dire, tra un bacio e l’altro. Le
sue mani si strinsero forti alle mie spalle e Kris cercò di
allontanarmi da
lei. Mi lanciò un’occhiata del tipo meglio-se-vai-ad-aprire.
- Un
attimo e se ne va, tranquilla.- mormorai,
abbassando la testa per baciarle il collo.
Un
altro colpo smontò le mie parole. Sbuffai,
facendole il solletico.
- Merda.-
sussurrai, allontanandomi da lei, che sciolse la presa sulla mia vita.
-
Servizio in camera.- urlò una voce femminile,
dall’altra parte della porta di casa.
Servizio
in camera? Nel mio appartamento?
- Ma
chi diavolo è?- sbottai, lanciando un’occhiata
a Kris.
Mi
trascinai fuori dalla doccia, lasciando cadere
gocce ovunque, e arrivai alla porta.
-
Avanti, so che ci sei. Apri!- gridò, dando un
colpo alla porta.
Oh.
Tutto chiaro. Quella voce era più che
familiare.
Aprii
la porta prima che lei potesse buttarla giù.
-
Ciao Catherine.- dissi, ancor prima che entrasse.
Entrò
di un passo e si guardò intorno, sorridendo.
Quando il suo sguardo cadde su di me, la vidi chiaramente
trattenere una risatina.
- Sei
bagnato, Rob.- commentò, squadrandomi. - E
sei mezzo nudo.- Alzò un sopracciglio.
-
Sì.- mi limitai a rispondere, sospirando.
Catherine rimase ferma sulla soglia della porta.
-Ora
che abbiamo affermato l’ovvio, mi lasci
chiudere la porta? Sai, penso che tu abbia disturbato i vicini.-
aggiunsi,
indicando con una mano l’interno dell’appartamento,
invitandola ad entrare.
-
Oh.- sussurrò, spostandosi. Tornò a fissarmi. -
Sai mi sta venendo una certa idea per il film.-
-
No!- esclamai. - Non ci pensare neanche Cath.-
La
invitai a sedersi su una delle sedie del
salotto.
- Ma
non sai nemmeno di cosa si tratta.- replicò,
inclinando la testa di lato.
-
Qualunque cosa sia, non penso sia una buona
idea.-
Soprattutto
se riguarda me mezzo nudo, volevo
aggiungere, ma ancora una volta mi
limitai a stare zitto.
-
Quanto sei antipati- iniziò a dire, ma qualcuno
la interruppe.
Kristen
uscì dal bagno, avvolta solo
nell’accappatoio - mio, tra l’altro- e si stava
strofinando i capelli con un
asciugamano.
- Chi
era?- chiese a gran voce, poco prima di
bloccarsi, non appena vide Catherine.
- Oh.
Ciao Catherine.- disse, cercando di suonare
naturale, ma una nota ansiosa nella voce la tradì. Alzai gli
occhi al cielo.
Lo
sguardo di Catherine passò da me a Kris e
viceversa per non so quante volte. Sulle sue labbra apparve un sorriso
ebete.
- Vi
siete messi finalmente insieme?- domandò Cath,
sgranando leggermente gli occhi.
Finalmente? Ma
che era, tutti si aspettavano che ci mettessimo insieme?
Aggrottai
la fronte, cercando di trovare la
risposta. Stare insieme implicava essere una coppia e noi non amavamo
definirci
una coppia. Preferivamo chiamarci amanti.
-
Sì.- mi anticipò Kris, facendomi
l’occhiolino.
Sorrisi
e scossi la testa.
-
Sì, Cath.- mormorai.
Catherine
sembrava sul punto di piangere per la
gioia e sembrava molto contenta, come un bambino davanti al suo
giocattolo
preferito.
Non
aspettava altro.
-
Bè, ci vediamo dopo domani sul set allora.-
affermò, alzandosi dalla sedia.
-
Alt!- esclamò Kris, stupita. -Come dopo domani?-
chiese, con voce un po’ più stridula del normale.
- Oh,
sì. Abbiamo anticipato di qualche giorno.-
disse, facendo spallucce, come se non ci fossero problemi. Si
voltò e si
diresse spedita verso la porta.
Guardai
Kris, sconcertato.
- Io
amo quei due. Li amo.- la sentii
sussurrare, mentre usciva dal mio appartamento.
Angolo
autrice.
Grazie
per i commenti al prologo **
Non
vi svelerò nulla, se non che ho creato un nuovo
personaggio femminile, la lei presente
nel prologo. Sarà una bastarda, tutto qui.
@carlottina : ne devono ancora succedere di cose...x°D Con calma arriverò a spiegare il prologo u.u Sì, sono stata leggermente bastarda, ma non anticipo nulla. *si cuce la bocca*
@Scarlet Beck : thanks <3
@SophChad
: Macciao! **
che piacere vederti anche qui <3
@_Natsuki_ : mi
hai sognata? °° Oddio, povera te x°D Nah, a
parte gli scherzi grazie per il
commenti a fact, not fiction. Comunque io lo chiamerei destino,
ultimamente ci
credo parecchio ;)
@bella94 :
Nadiiii *__* grazie <3
@kricullen_ : addirittura da
iperventilazione? °° Bè,
grazie *blush*
@Lady_2008 : E
già, Cath a quanto pare non sarà la regista di
NM. Ho messo il link alla
notizia nelle note di questo capitolo. Grazie per il commento <3
|
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Capitolo 3 *** Edward's Feelings ***
Disclaimer: Questa storia
è frutto della
mia fantasia. Non conosco i due
personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note
dell'Autore: okay, ci siamo.
Ecco qua il secondo capitolo del seguito di fact,
not
fiction, long-fic seguito di one
night in
Portland.
E iniziamo
con le riprese. Sì, sarebbe bello
se fosse così anche nella realtà, ma pur di
riavere Cath a dirigere il sequel
aspetterei ancora un anno.
Comunque dato
che i miei libri{per il
momento Twilight, ma soprattutto New Moon} sono in prestito - evito
commenti su
chi è diventato fan dopo aver visto il film - le citazioni
potrebbero non
rispettare la versione italiana, dato che mi baso sulla mia in inglese.
Le
tradurrò cercando di ricordare come sono in italiano
>.< Naturalmente
ho tagliato e modificato alcuni
pezzi, anche perché penso che faranno così anche
per il film, no?
Commenti ben
accettati.
Come sempre
buona lettura,
Sara;;
ps forse
l’idea della truccatrice non è
molto buona. Cioè, non so se ne esistono di personali
°°. Ma avevo bisogno di qualcuno che stesse sempre
vicino a loro due.
Che ne pensate?
Ps 2 non
betato, scusate se ci sono errori.
Chapter
II
{EDWARD’S FEELINGS}
-
Oh,
it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's never leave it.
-
Never in our lives! Let all the world confess,
that there is not in all the world
a
more beautiful damsel than
the
Princess Catherine of Yorkshire.
-
But I - I'm still your slave.
-
No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever
happens out there,
here
you will always be my queen.
Wuthering
Heights
- 1939 Movie(*)
Ritornare
a Portland era un po’ come tornare a
casa. Il cielo era sempre grigio, carico di pioggia, che minacciava di
cadere
da un momento all’altro.
Tra i
boschi dove avevamo girato le scene per
Twilight aleggiava la stessa atmosfera misteriosa, quasi mistica, e il
tutto
era accentuato dalla presenza di una nebbiolina leggera.
Il
lieve crepitio delle foglie secche calpestate ad
ogni passo era l’unico rumore che segnalava la nostra
presenza. Il ramo
spezzato che Cath aveva scelto tempo prima come posto a sedere era
ancora lì,
coperto di muschio.
Feci
un passo in avanti, facendo
scricchiolare
le foglie secche sotto ai miei piedi. Il rumore
svanì subito,
sostituito dal silenzio opprimente della foresta.
Osservai
Kristen, che era di fronte a me e feci un
respiro profondo.
-
Bella, stiamo per andarcene.- dissi con tono
monocorde.
-
Perché proprio adesso? Ancora un altro anno…-
sussurrò, scuotendo piano la testa.
-
Bella, è il momento giusto. Per quanto potremmo
restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena
trent’anni e già deve
dichiararne trentatré. Comunque vada, non passerà
molto tempo prima che ci
tocchi ricominciare da capo.- replicai, quasi atono.
Rimase
in silenzio e mi fissò confusa. Aggrottò
leggermente la fronte, per poi rilassare la sua espressione e fissarmi
sconvolta.
-
Quanto dici noi…-
bisbigliò, improvvisamente spaventata.
-
Intendo la mia famiglia e me.- dichiarai,
scandendo bene le parole e con un leggero cenno con la testa. - Tu non
puoi
venire. E’ troppo pericoloso.- aggiunsi, risoluto.
-
Ma…- iniziò, con una nota implorante nella voce.
- Tu non puoi…non puoi.- si fermò, riprendendo
fiato.
- Il
mio mondo non è fatto per te.- replicai, più
bruscamente di quanto volessi.
-
No!- esclamò, facendo un passo in avanti. I suoi
occhi divennero lucidi in un istante, brillando alla luce, sebbene
fioca, della
foresta. Nonostante fossero finte, parte del copione, mi procurarono
una
stretta allo stomaco. Deglutii, cercando di non perdere la
concentrazione.
Quella
situazione era diventata a dir poco straziante
e il tutto era accentuato dal
silenzio intorno a noi. Cath sembrava essere in apnea, quasi non
respirava.
- Se
riguarda la mia anima, non m’importa!
Prendila, è già tua!- la voce si
spezzò. Kristen rimase immobile a fissarmi,
con gli occhi ancora più lucidi.
-
Bella, non voglio che tu venga con me.- dissi
deciso, mentre tentavo di mantenere il suo sguardo.
-
Tu….Non…Mi vuoi?- chiese piano, sgranando
leggermente gli occhi.
Il
suo respiro affannato si condensava in piccole
nuvolette, che sparivano subito. Nei suoi occhi apparvero la paura e il
terrore
per l’imminente perdita. Dannazione,
era così realistico.
In
quel momento mi resi conto di avere più cose in
comune con Edward Cullen di quanto pensassi. Davanti a me non vedevo
Bella,
semplicemente Kristen. E pronunciare quelle parole, sebbene non
riguardassero
la realtà, era
insopportabile.
In
passato ero già stato travolto dalle passioni
che dovevo trasmettere, ma nel momento in cui dovevamo girare ero
sempre
immune.
-
I-io…io.- balbettai, nell’agitazione
più totale.
Kris mi guardò, con un’espressione tesa sul viso.
Un
attimo di silenzio accompagnò le mie - per così
dire - parole, ma venne rotto subito dalla voce possente di Catherine.
-
E…stop!- urlò, incredula.
Scese
dal suo ramo e si avvicinò a noi.
-
Scusami, Cath.- sussurrai, scuotendo la testa.
- Ma
che è successo?- chiese preoccupata. - Non è
da te, Rob.-
-
Scusami.- ripetei. - Mi sono distratto un
attimo.-
Non
sembrava convinta, ma lasciò perdere.
- Ok,
bè possiamo fare una pausa se volete.- Guardò
l’orologio. - Ci vediamo tra mezz’ora qui.-
urlò al resto della troupe. - E
mettetevi una giacca, si muore di freddo.-
Mi
infilai il giaccone beige che mi portarono e mi
allontanai di qualche metro, appoggiandomi contro un albero. Chiusi gli
occhi e
inspirai piano.
Kristen
mi raggiunse subito dopo, il suo arrivo
anticipato dallo scricchiolio delle foglie.
- Che
ti è preso?- chiese, in un sussurro.
-
C’è bisogno di farne una tragedia?- domandai,
stizzito.
Si
ammutolì e mi pentii subito del tono usato.
Aprii gli occhi e la guardai.
-
Scusa.- mormorai. - Sai che divento subito nervoso
quando sbaglio.-
-
Tranquillo.- replicò sorridendo. - A volte
anch’io so essere insopportabile.- aggiunse, imbronciandosi.
Ridacchiai.
Kristen si avvicinò di un passo a me e
infilò una mano nella tasca della mia giacca, intrecciando
le sue dita alle mie.
Appoggiò la testa al mio braccio e sospirò.
-
Stanca?- chiesi, posandole un bacio tra i
capelli.
- Mh,
sì.- mugugnò, sbadigliando.
Oltre
le foglie degli alberi sopra di noi, un tuono
squarciò l’aria. Attraverso uno spiraglio si
poteva vedere in cielo, diventato
nero all’improvviso. Le prime gocce di pioggia cominciarono a
cadere,
picchiettando piano contro le foglie degli alberi della foresta.
-
Robert, Kristen!- ci chiamò Cath, facendoci segno
di andare da lei.
-
Andiamo via, nel caso il tempo cambi torniamo
qui.- disse, una volta che fummo abbastanza vicini.
Ci
trascinammo fuori dal bosco, sporcandoci quasi
tutti di fango e raggiungemmo il campo delle roulotte. Kristen corse
nella sua,
facendomi capire che sarebbe passata da me venti minuti dopo.
Una
volta entrato nella mia gettai il giaccone
bagnato sul tavolino e mi tolsi le scarpe. Entrai in bagno e mi levai
le lenti
a contatto, che cominciavano a dare fastidio, ma non toccai il trucco.
Potevamo
tornare a girare nel bosco - cosa alquanto improbabile, ma pur sempre
possibile
- ed era meglio essere pronti.
Il
mio cellulare vibrò. Controllai la casella dei
messaggi e lessi quello di Cath, che sarebbe potuta tranquillamente
venire e
dirmelo a voce, che diceva: niente
più
riprese oggi, continuiamo domani. Tempo permettendo.
Fantastico,
pensai, prima di togliermi il trucco. Mi
asciugami bene proprio mentre due colpi alla porta mi facevano capire
che Kris aveva
finalmente capito l’importanza della puntualità.
Venti minuti, precisi. Scostai la
tendina per vedere
se era davvero lei e me la ritrovai di fronte che sorrideva. Le aprii,
facendola entrare.
Si
lasciò cadere sul bordo del letto, fissandomi.
- Che
c’è?- chiesi, alzando un sopracciglio.
- Mi
vuoi dire cosa ti è successo prima?-
Alzai
gli occhi al cielo. No, non mi crederesti,
pensai.
- No,
non mi crederesti.- dissi, quasi senza rendermene
conto. Mi maledii in silenzio.
Kristen
aggrottò la fronte e mi guardò incredula.
- E
perché no?-
Restai
in silenzio per un momento.
- Per
un attimo…- iniziai, senza sapere bene come
continuare. - Bè, per un attimo ho avuto paura.- dissi
infine, optando per la
completa sincerità.
-
Paura?- mi fece eco.
-
Sì.- abbassai lo sguardo verso la moquette
squallida della roulotte. - Diciamo che ho capito come si sentiva
Edward in
quel momento.-
- E
cioè?- chiese, alzandosi dal letto e avvicinandosi
a me. Sollevai lo sguardo.
Soffocai
la risata isterica che minacciava si
sfuggirmi dalle labbra.
-
Perdere la persona che più si ama penso sia…atroce. Ma soprattutto sentirsi
obbligati a farlo.- sussurrai, accarezzandole una guancia con la mano.
Distese
le sue labbra in un sorriso e mi infilò una
mano nei capelli, scompigliandoli piano. La avvicinai a me e la baciai
ma, proprio
come qualche giorno prima, qualcuno bussò. Sbuffai.
Andai
ad aprire la porticina della roulotte e mi
trovai di fronte Catherine - mi appuntai di chiederle di avvisare prima
di
venirci a trovare dato che era già la seconda volta che era indesiderata, per ovvi motivi - insieme
ad una donna che non avevo visto prima.
Quando
si girò verso di noi mi corressi
mentalmente. Ragazza, non donna.
Perché doveva avere massimo vent’anni a giudicare
dal suo viso.
Aveva
la pelle chiarissima, quasi come il biondo -
chiaramente effetto di una tinta - dei suoi capelli, che ricadevano
fino a
sotto le orecchie in un caschetto. Un ciuffo di capelli le cadeva sugli
occhi e
lei lo spostò dietro ad un orecchio, liberando la vista. I
suoi occhi erano marroni chiari, ma avevano una sfumatura di verde.
Kristen
si avvicinò a me, sporgendosi verso le due donne
davanti a noi.
- Vi
presento la vostra nuova truccatrice
personale.- annunciò Cath con un sorriso.
La
ragazza accanto a lei alzò gli occhi verso di
noi. Il suo sguardo andò da me a Kris, per poi tornare
nuovamente su di me,
dove si fermò. Abbozzai un sorriso e con la coda
dell’occhio vidi Kristen che
faceva lo stesso.
-
Ciao.- dissi, allungando una mano verso di lei.
-
Hey.- rispose lei, prendendo la mia mano e agitandola
piano.
- Mi
chiamo Abigail.- annunciò, senza lasciarmi la
mano e senza smettere di fissarmi. - Abigail Cooper.
E
quel brivido che mi passò lungo la schiena, non
appena la mia mano toccò la sua, doveva farmi capire una
sola cosa. State lontani da lei. Ma
me ne accorsi
troppo tardi.
Angolo
autrice.
OMR
{Oh, my Rob!} già 31 preferiti *___* Vi amo
<3
Grazie
per i commenti al primo capitolo **
@_Natsuki_ : wah,
grazie <3 sinceramente per questo capitolo ho trovato
difficoltà per quanto
riguarda il POV di Rob >.< non so, mi sembrava di
renderlo troppo….femminile?
mah .___. E Cath la vedo un po’
così, come una mamma che si prende cura dei suoi
figlioletti. Penso che in
Twilight abbia instaurato un ottimo rapporto con Rob e Kris <3
@princesselisil : obsessed
with Robert? Bè, lo siamo tutte u.u come si fa a
non amarlo?
@bella94 : Eh,
già, Cath è molto brava a interrompere questo
tipo di scene u.u Ma è un amore
*___*
@NeverThink : guarda,
a me sinceramente basta che qualcuno vada a dire alla mia prof di
italiano che
in fondo non sono la merdina che crede in italiano .____. A parte gli
scherzi,
grazie mille *w*
@carlottina : *spupazza*
ma graSSie *w*
@SophChad
: thanks
<3
@Railen
: grazie per
il commento ^^ Comunque devo dirti la verità…a me
Kris, all’inizio,
non diceva molto. Ma all’improvviso ho cominciato ad amarla,
ancor prima che
uscisse il film. Non immagini come mi sia sentita dopo aver visto il
film <3
E poi loro due insieme sono perfetti **
@Lady_2008 : E
già, povera Cath ç___ç grazie *_*
@kucchi
: x°D
sisi, Cath ha un tempismo perfetto x°D Beso :**
|
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Capitolo 4 *** His Mark ***
Disclaimer:
Questa storia
è frutto della mia fantasia.
Non conosco i due personaggi
e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con il
terzo capitolo del seguito di fact,
not
fiction, long-fic seguito di one
night in
Portland.
Questo
capitolo è leggermente rosso. L’avevo
promesso ed eccolo qui. La storia deve ancora svilupparsi bene,
Abigail[che ho
notato che è già odiata da molti] è
appena comparsa. Nel prossimo capitolo vi
posterò una foto, per farvi capire come la vedo.
Ah, sono
negata nelle scene a rating rosso,
quindi perdonatemi >.<
Commenti ben
accettati. Come sempre buona
lettura,
Sara;;
ps
15 recensioni
al capitolo due
°___° cioè….wow…non so
che dire ç___ç grazie <3 *va in
iperventilazione e
sviene*
ps2 pubblicità
// ho postato la venticinquesima
fiction della raccolta One Hundred, grazie a chi
commenterà. // fine
pubblicità
ps3 capitolo non betato, scusate eventuali errori
Chapter
III
{HIS
MARK}
-
Oh,
it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's never leave it.
-
Never in our lives! Let all the world confess,
that there is not in all the world
a
more beautiful damsel than
the
Princess Catherine of Yorkshire.
-
But I - I'm still your slave.
-
No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever
happens out there,
here
you will always be my queen.
Wuthering
Heights
- 1939 Movie(*)
La
debole luce della luna, che risplendeva alta nel
cielo stranamente privo di nuvole quella sera, entrava a fatica nella
roulotte,
insinuandosi tra le veneziane socchiuse. Un timido raggio di luna,
però, si rifletteva
nello specchio accanto al letto, rimbalzando contro di esso.
Non
accesi la luce. La semi oscurità era
stranamente rilassante.
Sfilai
una sigaretta dal pacchetto ormai mezzo
vuoto e la girai tra le dita, prima di prenderla tra le labbra. La
tenni ferma
con i denti affondati nel filtro mentre cercavo l’accendino.
La accesi e
aspirai piano il fumo, gustandone il sapore.
Presi
il posacenere, sempre appoggiato sul
mobiletto vicino al letto e lo posai sul piccolo davanzale del
finestrino del
camper. Scossi piano la sigaretta e osservai la cenere cadere.
La
porta della roulotte si aprì, richiudendosi
subito dopo con un sonoro clic. Nel
buio era impossibile vedere fino a lì, ma sapevo benissimo
chi era.
- Ben
arrivata.- sussurrai, facendo un altro tiro.
Buttai fuori il fumo, che salì serpeggiando verso
l’alto.
Kristen
fece due passi avanti, attutiti dalla
moquette grigia e anonima del pavimento, e si avvicinò al
letto. Sorrise e i
suoi denti sembrarono brillare alla luce fiacca della luna.
Forse
mi sbagliavo. Kris non sarebbe mai riuscita
ad essere puntuale. Come tutte le donne, del resto.
- Sei
in ritardo.- commentai, evitando di non
ridere, gettando altra cenere nel portacenere.
Mormorò
un debole scusa e, dopo aver
gettato la giacca per terra, si arrampicò sul
letto, raggiungendomi.
Si
distese accanto a me e mi circondò con un
braccio.
Solo
quanto mi fu davvero vicino mi accorsi cosa
indossava: una semplice maglietta di cotone a maniche corte e un paio
di shorts scuri. Alzai un
sopracciglio,
incredulo. Doveva essere pazza, sia dentro che fuori si moriva di
freddo.
Sfiorai
con le dita la pelle nuda delle gambe,
soffermandomi sulla piegatura del ginocchio. Ripresi a salire e
tamburellai le
dita sulla sua gamba, facendole venire la pelle d’oca. Una
scarica di
adrenalina mi percorse la schiena.
-
Vuoi forse tentarmi?- sussurrai, abbassando lo
sguardo verso di lei.
Si
morse un labbro e si tirò su, aiutandosi con una
mano, così da potermi guardare negli occhi.
- E
anche se fosse?- domandò, spavalda.
Allungai
una mano verso di lei e le accarezzai il
collo, prima di attirarla verso di me.
Quando
le sue labbra toccarono le mie, un’altra
scarica mi attraversò la schiena, più forte e
violenta della prima. Passai
lentamente la punta della lingua sul suo labbro inferiore, mentre il
suo
respiro caldo si fondeva con il mio.
Le
mordicchiai il labbro e sospirò. Ne approfittai
per insinuare la sua lingua nella sua bocca e incontrai la sua ad
accogliermi.
Si
aggrappò con le mani alle mie spalle e si alzò
di più, mettendosi poi a cavalcioni sulle mie gambe. La
afferrai per i fianchi
con forza e la ributtai indietro, facendola finire di schiena sul
letto.
Ridacchiò piano, ma spensi subito la sua risata con un altro
bacio.
Mi
spostai dalla sua bocca e appoggiai le labbra al
suo collo. La sentii rabbrividire sotto di me. Sorrisi, lasciando una
scia di
baci fino alla mandibola, fermandomi sotto al suo orecchio. Mordicchiai
piano
il lobo.
Sentire
il suo respiro affannato riempire il vano
del camper, seguito dai gemiti che tentava di reprimere invano, non
facevano
altro che aumentare il flusso dell’adrenalina nelle mie vene,
facendola
schizzare alle stelle. Tornai al suo collo e diedi un leggero morso
alla sua
pelle chiara, facendola sussultare. Passai la lingua sul segno che le
avevo
lasciato e succhiai piano, sapendo che le avrei sicuramente lasciato un
succhiotto. Ma era mia e quello era
il marchio, che solo io potevo
lasciarle.
Mi
sfilò la maglietta e la gettò a terra. Feci lo
stesso con la sua, lasciandola in reggiseno, e le mie mani scesero
verso i suoi
shorts. Lasciai scivolare una mano
tra le sue cosce, per poi risalire con calma verso l’interno.
Le
sue mani scesero vero i miei pantaloni e
indugiarono per un momento sull’elastico. Giocò
con il nodo della cordicella e
lo disfò, insinuando poi una mano oltre il bordo. Le sue
dita arrivarono ai
miei boxer, ma superarono anche quell’ostacolo. Con un gesto
rapido mi aiutò a
togliere i pantaloni, subito seguiti dai boxer.
Sussultai
impercettibilmente quando la sentii raggiungere
la mia erezione.
Mi
passai la lingua sulle labbra, improvvisamente
secche. Le sentivo bruciare.
Infilai
le dita sotto l’elastico dei pantaloncini e
Kris mi lasciò fare con un sorriso. Sfilai lentamente gli shorts e, una volta tirati giù
fino alle sue caviglie, lei li
lanciò via, con un calcio.
Affondai
il viso nel suo ventre, baciando la pelle
intorno all’ombelico, per poi risalire verso il suo seno. Le
mie labbra
incontrarono di nuovo le sue, mentre con le mani cominciai ad
accarezzarle
lentamente il seno. Si lasciò sfuggire un gemito.
La
liberai dall’ultimo ostacolo che ci separava, le
sue mutandine e la guardai negli occhi, animati dalla leggera luce
argentata
della luna.
La
baciai delicatamente sulle labbra ed entrai in
lei. Mi accolse con un gemito di sorpresa.
Kris
si agitò sotto di me, non appena iniziai a
muovermi, cominciando ad accentuare ogni spinta con un movimento del
bacino. Nel
vano della roulotte risuonavano solamente i nostri respiri caldi e
affannati.
-
Rob.- mormorò e mi fermai, preoccupato.
Aggrottai
le sopracciglia e la guardai, con il
respiro ancora ansante. Ridacchiò e con una spinta
ribalzò le nostre posizioni,
facendomi sedere, con la schiena appoggiata alla parete in fondo al
letto. Le
solleticai la schiena, accarezzandola con calma, fino a raggiungere il
gancetto
del reggiseno. Con un gesto veloce lo slacciai, lanciando poi
l’indumento a
terra, insieme al mucchietto formato dai nostri vestiti.
Cominciò
a muoversi lentamente, troppo lentamente,
facendomi quasi impazzire. La afferrai per i fianchi e la spinsi con
forza
verso di me.
In
risposta infilò le dita tra i miei capelli e mi
strinse a sé, verso il suo petto. Le mordicchiai un
capezzolo, facendola
sussultare.
I
suoi movimenti si fecero più decisi, aiutati
dalla mia presa sul suo bacino. Sentii le sue unghie corte e curate
affondare
nelle mie spalle, lasciando due perfette mezzelune sulla pelle.
- Rob.- ansimò,
con voce spezzata. Il suo respiro caldo mi colpì il viso.
Non
riuscì a soffocare l’ultimo gemito, travolta
ormai dall’orgasmo, che uscì come un grido
spezzato dalle sue labbra dischiuse.
La
baciai con trasporto, mentre l’ondata
dell’orgasmo scuoteva anche me.
Lasciai
cadere la testa all’indietro, lasciandomi
scivolare nel letto. Kris si accasciò accanto a me.
-
Bè, abbiamo inaugurato la nuova roulotte.-
mormorai con voce impastata, sapendo di sembrare un cretino.
Quasi
non sentii la sua risata debole, ormai
travolto dall’improvvisa stanchezza.
*
Quando
mi svegliai, la mattina successiva, ero intontito
più del solito e mi servirono alcuni minuti per recuperare
un briciolo di
lucidità.
Spensi
la sveglia, che stava diffondendo un suono
acuto ed irritante nel camper. Sbuffai quando vidi l’ora. Le
cinque e mezza. Avevamo
mezz’ora per prepararci.
Kris
dormiva alla grande, appoggiata - come suo
solito - a me. Scivolai via dal letto, senza svegliarla.
Raccolsi
i vestiti da terra e li appoggiai al
tavolino. Presi i pantaloni della tuta e me li infilai, prima di
trascinarmi
fino al bagno.
Ficcai
la testa sotto l’acqua, dandomi una
svegliata. Sfregai i capelli bagnati con un asciugamano, sbadigliando.
Un
urlo mi fece sobbalzare. Uscii da quella
sottospecie di bagno della roulotte e mi fiondai da Kris. Si era
rivestita, era
in shorts e reggiseno. Tra le mani
stringeva la maglietta a mezz’aria, forse se la stava
infilando, ma qualcosa
l’aveva fatta bloccare. I suoi occhi erano fissi sullo
specchio vicino al
letto.
- Che
c’è?- domandai, preoccupato.
Si
indicò il collo e mi guardò sconvolta.
Ah,
cavolo, pensai.
La
macchia violacea che le avevo lasciato la sera
precedente era più visibile di quanto pensassi.
-
Ehm…- iniziai, aggrottando le sopracciglia e
cercando di prendere tempo. - Bè, un po’ di trucco
può nasconderla.- dissi
infine, semplicemente, facendola irritare ancora di più.
Scosse
piano la testa e riprese a vestirsi.
- Trucco, sì,
certo.- sussurrò, senza però reprimere
un sorriso.
Riprese
la giacca da terra e se la infilò. Mi diede
un bacio veloce e uscì dalla roulotte, dirigendosi verso la
sua.
- Ci
vediamo dopo.- le urlai e fece un gesto con la
mano per farmi capire che aveva sentito.
Tornai
in bagno e cominciai a prepararmi. Accessi
la luce sopra il lavandino e non riuscii a reprimere un sorriso, quando
vidi le
due mezzelune perfette sulle mie spalle.
Angolo
autrice.
OMR
<3 Grazie per i commenti al secondo capitolo
**
*abbraccia
tutti e stringe forte*
Io…davvero…non
so che dire ç__ç Scusate se non
rispondo a tutte >.<
@_Natsuki_ :
bè,
sì. E lei. E’ inutile non dirlo, tanto si capisce
x°D grazie per la recensione
<3
@kriscullen_
: thanks **
@go_ila_go
: wah, grazie
mille <3
@NeverThink : se
la odi adesso, penso che mi chiederai di farla morire tra un
po’ °°
@kucchi
: x°D
sisi, Cath ha un tempismo perfetto x°D Beso :**
@mooth : ma
povera Abigail x°D in fondo è una brava ragazza u.u
*ma in fondo, molto molto
in fondo* e non ha fatto ancora nulla X°D
@Lianlian
: grazie per
il commento ^^ e anche per quelli del forum <3
@carlottina :
*hugga* ma grazie (L)
@jessicaZOMBIE :
massì che mi ricordo ** grazie mille per il commento *-*
@princesselisil : che fortuna ad avere un
papà così <3 il
mio neanche sa cosa sia Twilight x°D comunque anch’io
andrò a Volterra ** a
dire il vero sono cinque anni che lo dico, perché amo quella
cittadina da
quando ho visto alcune foto che mio zio mi ha portato (L) e magari ne
approfitto a Marzo per le riprese u.u
|
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Capitolo 5 *** Abigail's First Day ***
Disclaimer:
Questa storia
è frutto della mia fantasia.
Non conosco i due personaggi
e, ovviamente, non appartengono a me. E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio parere.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con il
quarto capitolo del seguito di fact,
not fiction,
long-fic seguito di one
night in
Portland.
Scusate il
leggero ritardo ma sabato avevo
la verifica stile terza prova d’esame, oggi
un’altra verifica e ho dovuto
studiare come una pazza.
Devo
ammettere che mi sono sentita un po’
come mamma Row quando mi sono messa a scrivere questo capitolo.
Semplicemente
per averlo scritto in treno u.u *chi sa come è nato HP
può capire a cosa mi
riferisco*
Commenti ben
accettati. Come sempre buona
lettura,
Sara;;
(*)tutto
vero, Rob ha su il rossetto nel film x°D
Ps
lasciate perdere la frase trucco….non so come agiscono i
veri
make up artists u.u
Chapter
IV
{ABIGAIL’S FIRST DAY}
-
Oh,
it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's never leave it.
-
Never in our lives! Let all the world confess,
that there is not in all the world
a
more beautiful damsel than
the
Princess Catherine of Yorkshire.
-
But I - I'm still your slave.
-
No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever
happens out there,
here
you will always be my queen.
Wuthering
Heights -
1939 Movie(*)
La
pioggia sembrò darci un attimo di tregua quel
giorno. Capii che il tempo era bello - anche se bello
era una parola davvero grossa - non appena uscii dal mio
camper, notando una luce diversa rispetto al giorno prima. Stranamente
non
c’erano nuvole, ma il cielo azzurro era di un colorito
spento, smorto. Almeno
avremmo potuto lavorare tranquillamente.
Quando
entrai nella roulotte adibita a sala trucco,
Kristen era già lì, seduta di fronte
all’enorme specchio sulla parete di
destra.
Abigail,
la nuova truccatrice, era piegata verso di
lei e le stava rifinendo il trucco. Parlottavano tra di loro e ogni
tanto
sfuggiva qualche risatina.
A
quanto sembrava Kris si era fatta un’amica.
-
Buongiorno.- mormorai loro, con voce ancora
assonnata.
Mi
risposero entrambe con un sorriso, nello stesso
momento. Si guardarono e scoppiarono a ridere.
Mi
sedetti accanto vicino a Kristen e lanciai
un’occhiata al mio riflesso. Mi passai una mano fra i
capelli, cercando di
sistemarli, con scarsi risultati. Provai ad appiattirli ma la
situazione non
migliorò.
-
Torno subito.- sentii dire Abigail, che si
allontanò subito dopo.
Kristen
allungò una mano verso il piccolo tavolino
davanti a sé e prese il cellulare. Si concentrò
su di esso, forse scrivendo un
messaggio, e fece finta di non vedermi.
Feci
schioccare la lingua. Non successe nulla,
continuò a fare l’indifferente, ma non mi
sfuggirono gli angoli leggermente
alzati della sua bocca, primo segno del sorrisino che minacciava di
apparire su
di essa.
Mi
sporsi verso di lei e le spostai i capelli
dietro alla schiena velocemente, prima di appoggiare le mie labbra al
suo
collo.
-
Rob!- esclamò, sobbalzando e cercando di tenere,
inutilmente, il tono della voce basso.
Ridacchiai,
senza spostarmi, facendola
rabbrividire. I miei occhi caddero sul punto in cui doveva esserci una certa macchia violacea.
-
Vedo che l’hai fatto sparire.- dissi, fissando la
pelle del suo collo, ora di un perfetto colore roseo pallido.
- La
magia del trucco.- replicò, facendomi la
linguaccia.
Si
voltò verso di me e si avvicinò, con un mezzo
sorriso stampato sulle labbra e la chiara - anzi, chiarissima -
intenzione di
baciarmi, ma in quel preciso momento Abigail rientrò.
Con
un gesto rapido, che però non sfuggì alla
nostra truccatrice, mi diede un colpo per allontanarmi da lei.
Arrossì
lievemente.
Lo
guardai confuso. Era proprio necessario fare
finta di niente?
Lo
sguardo di Abigail passò da Kris a me e
viceversa per parecchie volte, che si decidesse a muoversi.
-
Tieni, Kris.- disse infine, porgendole una
scatolina bianca. - Ecco le tue lenti.-
Kristen
ringraziò, ancora imbarazzata, e appoggiò
il piccolo contenitore davanti a sé, prima di mettersi le
lenti a contatto
colorate. In un attimo furono gli occhi color cioccolato di Bella Swan
a
guardarmi e non quelli verdi di Kris.
Abigail
si avvicinò a me e mi porse una scatolina
azzurra.
- E
queste sono le tue.- annunciò, con un sorriso.
-
Ehm…grazie.- mi limitai a dire, afferrando la
scatolina. - Le metterò dopo.-
-
Bè, intanto sistemo anche te.- disse.
Prese
tutto l’occorrente - un pacchettino di
salviettine umide, il fondotinta perlaceo e quel dannato rossetto(*)
che ero
obbligato a mettere - e mi si piazzò davanti.
Kris
se ne andò, dicendoci che sarebbe andata a
finire di prepararsi, e ci lasciò soli.
Chiusi
gli occhi mentre mi passava una salviettina
umida sul viso, muovendola piano sulle mie guance, prima di spostarsi
verso gli
occhi. Sentii una lieve pressione sulle palpebre.
-
Guarda che non sono mica fatto di porcellana.- le
feci notare, ghignando.
Rise
debolmente, prima di cominciare a stendermi il
fondotinta sulla faccia. Rimase in silenzio per un attimo.
-
Perfetto, puoi aprire gli occhi.-
Feci
come mi aveva detto e me la ritrovai più
vicina di quanto pensassi. Mi fissava con aria concentrata,
controllando se
fosse tutto a posto. Una ciocca bionda le ricadeva sul viso, coprendole
gli
occhi. La sfumatura di verde che avevo notato quando Catherine ce
l’aveva
presentata ora era molto evidente.
Non
era una brutta ragazza. Anzi, era davvero molto
carina, ma sicuramente non era il mio tipo.
Tiro
fuori il rossetto e scacciai il desiderio di
andarmene. Lo odiavo. Eppure dovevo
metterlo.
Me lo
passò piano sulle labbra, con lentezza
irritante.
-
Perfetto.- bisbigliò, più a sé stessa
che a me,
osservando l’effetto.
Si
allontanò e sistemò tutto. Controllai il mio
riflesso, tutto era giusto: pelle bianca cadaverica, labbra rossicce,
occhiaie
pronunciate.
-
Allora…- iniziò Abigail, guardandomi attraverso
specchio. - Da quanto state insieme?-
- Non
stiamo proprio insieme.- replicai.
-
Bè, quello che ho visto mi dice il contrario.-
Sulle sue labbra apparve un sorriso.
Alzai
un sopracciglio. Che impicciona,
pensai.
Sbuffai.
- Senti, sì hai visto bene, quindi arriverò
al punto. Sì, stiamo insieme, più o meno, ma non
deve saperlo nessuno.- dissi,
tutto d’un fiato.
Mi
fissò, aggrottando la fronte.
-
Kris non vuole che si sappia.- le spiegai.
- Oh.
Capisco.- Fece un cenno con la testa e tornò
a sistemare le sue cose. - Potrei sapere perché?-
- Mi
sembra ovvio.- sbottai, alzando gli occhi al
cielo. - Tu vorresti che la tua vita privata venisse messa nero su
bianco sui
giornali?- le domandai, con una nota isterica - non voluta - nella voce.
Sembrò
pensarci su un attimo, come per immaginare
la situazione e valutarne gli aspetti.
-
Bè…in effetti, no.- rispose infine, voltandosi
verso di me. Si sedette sul tavolino, lasciando le gambe a penzoloni.
Era
proprio minuscola.
- Ma
la mia vita non è così interessante.-
aggiunse, quasi sussurrando, sovrappensiero.
-
Nemmeno la mia, se è per quello. Sono gli altri
che la rendono tale.-
Annuì
lentamente. Sospirai e mi alzai.
- Ci
vediamo dopo, sul set.-
- Ok.-
Mi
avviai verso la porta, ma mi bloccai prima di
raggiungerla.
- Ah,
ti prego. Non dire a nessuno riguardo quello
di cui abbiamo parlato. Sai, per Kris.- la pregai. - Mi faresti davvero
un
grande favore.- aggiunsi, sospirando.
Annuì
decisa.
- Non
dirò nulla, stai tranquillo.- mi assicurò.
-
Grazie.-
Chiusi
la porta alle mie spalle e uscii, pronto per
una nuova giornata di riprese.
Angolo
autrice.
OMR
<3
Un
grazie infinito a chi ha commentato il capitolo
tre.
Oggi
vorrei ringraziare in particolare queste
persone, che hanno inserito la storia tra i preferiti.
|
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Capitolo 6 *** Alone in Portland ***
Disclaimer: Questa
storia è
frutto della mia fantasia. Non
conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me.
E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio
parere.
-
Chiari riferimenti alla
fiction one night in Portland.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con il
quinto capitolo del seguito di fact, not fiction,
long-fic seguito di one night in Portland.
Scusate
il leggero ritardo ma gli
ultimi giorni di scuola prima delle vacanze erano pienissimi
>.< E
sabato sono andata all’open day dell’uni a
Milano ** E’ stato interessante, anche se non
andrò alla Bicocca x°D
Commenti
ben accettati. Come
sempre buona lettura,
Sara;;
ps
io comincio ad avvisarvi.
Non penso che dopo questa fiction scriverò un seguito.
E’ stato bello, anzi bellissimo,
scrivere su Kris e Rob, ma
ora sembra diventata una moda perciò….penso che
la mia serie si concluderà qui.
Ci sarà una long-fic, ma solo con Rob e un nuovo
personaggio, frutto della mia
testolina. Saprete di più nelle note del prossimo capitolo.
Chapter V
{ALONE IN PORTLAND.}
-
Oh,
it's a wonderful
castle! Heathcliff,
let's never leave it.
-
Never in our lives! Let all the world confess,
that
there is
not in all the
world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering
Heights - 1939 Movie(*)
Il
collo mi faceva male. Mi faceva davvero
male, così come la schiena e
quasi tutto il resto del corpo. Non mi ero mai sentito così
dopo una giornata
di lavoro. Quelle otto ore di fila si erano rivelate a dir poco
distruttive.
Mentre
tornavo verso la mia roulotte
mi accesi una sigaretta e cercai di godermela per quel breve tragitto.
Mi
sedetti sui gradini del camper, in attesa di Kris.
Arrivò
poco dopo, anche lei con
l’aria stanca.
-
Hey.- sussurrò, non appena mi
raggiunse.
Le
feci un cenno in risposta. Si
sporse verso di me e mi baciò, per poi ritrarsi con una
smorfia.
-
Che c’è?- domandai, alzando un
sopracciglio.
-
Puzzi di fumo.- commentò,
arricciando il naso.
-
Schizzinosa.- replicai in un
sussurro. - Bè, stasera ti va di uscire?- proposi, cambiando
decisamente
discorso.
Sgranò
leggermente gli occhi, sembrava
sconvolta. - Sei pazzo?-
Roteai
gli occhi. Ci voleva pazienza
con lei. Molta pazienza, soprattutto quando saltava su con domande del
genere.
-
E perché dovrei esserlo?-
-
Vuoi che mi addormenti a metà
serata?- chiese, con voce roca. Si schiarì la gola prima di
continuare. - Sono stanca,
davvero a pezzi. Oggi Cath era su di giri, ha voluto girare
più scene di quanto
mi aspettassi. Tu no?- aggiunse, sgranando leggermente gli occhi.
-
Sì, è proprio per questo che voglio
uscire. Dai, ce ne stiamo un po’ sul lungo fiume e torniamo
qui, non staremo
via molto. Sarà rilassante.- cercai di suonare
più convincente.
Restò
un attimo in silenzio. Si morse
un labbro, ma alla fine un sorriso comparve sulle sue labbra.
-
Fammici pensare un attimo.- disse
infine.
Mi
schioccò un bacio sulla guancia e
si diresse verso la sua roulotte. Finii la sigaretta e mi girai per
salire
nella mia, ma un fruscio poco distante da me mi fece fermare.
-
C’è qualcuno?- domandai, rendendomi
conto subito dopo di quanto potesse suonare stupido chiedere una cosa
del
genere.
Forse
mi ero immaginato tutto. Nel
buio era impossibile vedere chi fosse. Scossi piano la testa e lanciai
un’ultima occhiata nel nulla di fronte a me, prima di entrare
nella mia
roulotte.
Andai
in bagno e mi lavai la faccia
con acqua gelida, per darmi una svegliata. Mi asciugai e mi diressi
verso l’armadio,
rabbrividendo. Per un momento la stanchezza sparì.
Accessi
il cellulare, che era rimasto
sotto carica tutto il giorno, e scrissi un sms a Kristen.
Dai
Kris,
digitai. Una mezz’oretta a Portland
non ci uccide mica.
Ti va il cinese?
Sorrisi
mentre il messaggio veniva
inviato e tornai al vano adibito ad armadio, dopo aver gettato il
cellulare sul
letto. Afferrai una maglietta a maniche corte bianca, semplice, una
felpa nera
e un vecchio paio di jeans e lanciai tutto sul letto.
Mi
infilai tutto e in un attimo ero
pronto.
Il
cellulare suonò, avvisandomi di un
nuovo messaggio.
Comincia
ad andare, ti raggiungo dopo. Devo parlare con una
persona. A dopo. Aggrottai
la fronte mentre leggevo l’sms.
Va
bene, ci vediamo là,
scrissi in
risposta e lo inviai. Misi il profilo silenzioso e mi avviai verso la
porta.
Prima
di uscire dalla roulotte mi
infilai la giacca di pelle marrone e il cappellino nero. Raggiunsi a
grandi
passi la macchina a nostra disposizione e, una volta dentro, girai la
chiave
nel quadro e misi in moto. Odiavo guidare quando non c’era
nessuno in macchina
con me. Più che altro odiavo guidare con il volante a
sinistra. Kris continuava
a dirmi che eravamo noi inglesi che avevamo il volante e il senso al
contrario,
ma era questione di punti di vista. Accesi la radio, non volevo che ci
fosse silenzio.
Le
luci di Portland apparvero dopo
poco, il viaggio non durò molto. Svoltai nella 4th Ave e
posteggiai davanti al
ristorante cinese con l’enorme insegna al neon.
Entrare
nell’Imperial China mi
provocò una sottospecie di déjà
vu.
La donna alla
cassa era la stessa di quella sera, di quasi un anno prima, e fu sempre
il suo
forte accento cinese ad accogliermi. La cosa diversa è che
aveva una piccola
targhetta sulla divisa, dove era scritto il suo nome. I caratteri
dorati
recitavano Yang Ling.
-
Benvenuto.-
Risposi
educatamente al saluto e
cominciai a dare un’occhiata al menu.
-
Vuole ordinare?- mi domandò
cortesemente.
-
Ehm, sì. Spaghetti di riso in salsa
di soia e involtini primavera.- replicai altrettanto educatamente, con
lo
sguardo ancora fisso sul tabellone con il menu. Pensai anche a Kris. -
E anche
una porzione di pollo al curry.- aggiunsi, tornando a guardare la donna.
-
Mangia qui o porta via?-
-
Porto via.-
Presi
fuori il portafoglio e tirai
fuori i soldi - sei dollari e settantacinque, il prezzo che era apparso
sul
piccolo schermo della cassa - e li posai sul bancone.
Yang,
o come si chiamava, sparì per
un attimo e riapparve con un sacchetto di carta marrone per il
takeaway. La
ringraziai ed uscii dal locale e le porte scorrevoli automatiche si
chiusero
dietro di me.
Svoltai
a destra, camminando poi per
tutta la 4th Avenue. Girai nella Burnside Bridge e mi ritrovai nello
spiazzo
davanti al fiume Willamette,
sedendomi poi su una delle panchine che
costeggiavano la riva. La sensazione di déjà
vu
tornò, più forte di prima. Non riuscii a
reprimere un sorriso mentre addentavo
un involtino primavera.
Kris
sarebbe arrivata da un momento all’altro, ma avevo troppa
fame per aspettarla. Il suo pollo al curry era al caldo nella busta
marrone,
pronto per lei.
La
forte vibrazione del cellulare mi annunciò
l’arrivo di un
messaggio. Lo tirai fuori dalla tasca e aprii l’sms.
Mi
dispiace ma non riesco
a venire.
Diceva il messaggio. Ci
vediamo domani. Bacio, Kris.
Lo
rilessi più di una volta, perplesso. Più che un
sms era un
telegramma. Mancavano solo gli stop ed era a posto. Non era da lei
scrivere
messaggi così.
Tutto
bene?, digitai
velocemente
ed inviai.
Addentai
un altro involtino e mi pulii le mani sporche di unto -
il difetto del cibo cinese - in un fazzoletto e attesi il messaggio che
non
arrivò. Cominciai a mangiare anche gli spaghetti, cercando
di tenere bene le
bacchette tra le mani.
Passarono
due minuti, solamente due minuti, eppure mi sembrò
un'eternità.
Il rumore lontano delle macchine, ovattato dalle case dietro di me, era
l’unico
suono. Il lungo fiume era quasi deserto, se non fosse stato per una
coppia poco
lontana da me. Evitai accuratamente di guardarli e fissai il fiume che
scorreva
lento di fronte a me.
-
Robert?- sussurrò qualcuno alle mie spalle, una voce
femminile
che non apparteneva a Kristen.
Quella
voce mi fece quasi sobbalzare e per poco non mi feci scivolare
il contenitore degli spaghetti dalle mani.
Mi
voltai piano, fino a che non capii che la figura che
intravidi mi era familiare.
-
Abigail?- mormorai, sorpreso.
Lei
si limitò a sorridere e si
avvicinò, sedendosi poi accanto a me sulla panchina.
Angolo
autrice.
Angolino
pubblicità -> You are such an idiot. I hope you know that.
Grazie
davvero a tutte per i commenti
al capitolo precedente. Scusate se non rispondo a tutte
>.<
@NeverThink
: In fondo lo è, non ho
pensato ad Abigail come ad una stronza. Non all’inizio.
Sinceramente mi piace
molto come personaggio, le darò più spazio in una
fic originale magari u.u
@Railen:
oh,
il film su Dalì è da
vedere u.u Primo perché Dalì è stato
un genio e un film su di lui non si può
perdere. Vabbè, magari lì Rob è un
po’ gay ma chissene….ha il suo fascino u.u
un po’ come Gale Harold in Qaf <3
@DarkStar
vabbè è ovvio che quando
conosci una persona noti gli occhi x°D cioè,
è la prima cosa che guardo °° poi
ci sono altri particolari, ma si notano con il tempo.
@_Natsuki_
: Nah, quello no. Sarebbe
proprio una bastardata x°D grazie per il commento <3
@kucchi
:
thanks :**
@Lianlian
:
grazie per il commento
<3
@carlottina
: la tempesta arriva, questo
è sicuro x°D beso (L)
@muppello
: ma grazie
<3
|
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Capitolo 7 *** Where were you? ***
Disclaimer: Questa
storia è
frutto della mia fantasia. Non
conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me.
E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio
parere.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con il
sesto capitolo del seguito di fact, not fiction,
long-fic seguito di one night in Portland.
E'
passato Natale =( E' sta già per finire l'anno. Caspita,
è volato ç____ç
Commenti
ben accettati. Come
sempre buona lettura,
Sara;;
ps
in realtà Twilight è stato
girato per la maggior parte a St. Helens, ma l’ho scoperto
solo da poco perciò
qui si parlerà sempre di Portland. Magari
inserirò St. Helens più avanti.
Chapter VI
{Where were you?}
-
Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's
never
leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
that
there is
not in all the
world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering
Heights - 1939 Movie(*)
Abigail
si guardò intorno, ancora
sorridente, ma non accennò a parlare. Le lanciai
un’occhiata prima di
continuare a mangiare i miei spaghetti, finendoli quasi subito.
Accartocciai il
contenitore ormai vuoto e lo buttai nel cestino vicino alla panchina.
-
Che ci fai qui?- domandai infine,
mentre mi pulivo la bocca e le mani.
Si
voltò verso di me, con un sorriso
ancora stampato sulle sue labbra.
-
Oh, niente di speciale.- rispose. -
Volevo fare un giro.-
-
Capito.- mormorai, rimettendo il
pollo al curry nel sacchetto marrone. Doveva essere diventato freddo,
era
inutile tenerlo fuori. Ormai non sarebbe venuta.
-
E tu?- mi chiese, inclinando leggermente
la testa verso di me.
Rialzai
gli occhi e la fissai.
-
Stesso motivo.- replicai
semplicemente, facendo spallucce.
-
Capito.- citò quando avevo detto
poco prima, senza smettere di sorridere.
Rimasi
in silenzio, senza saper bene
cosa dire. Era strano, ma mi sentivo leggermente in imbarazzo. Non
perché fossi
a disagio per la sua presenza, semplicemente per il fatto che non era
lei che
mi aspettavo di trovare a Portland e la cosa mi aveva preso in
contropiede.
-
Bè, io dovrei andare.- farfugliai,
lanciando un’occhiata all’orologio.
Mi
alzai, gettai i tovagliolini
sporchi nel cestino e feci per andarmene.
-
Ehm, Robert?-
Mi
voltai lentamente quando Abigail
mi chiamò.
-
Non è che potresti darmi un
passaggio?- mi domandò, mordendosi un labbro.
-
Certo.- le risposi. - Dai, vieni.-
aggiunsi, facendole un cenno.
Si
alzò dalla panchina e mi raggiunse
velocemente.
-
Scusa ma non ci sono più autobus a
quest’ora.-
In
lontananza riecheggiò il suono di
una campana che batteva la mezzanotte. Un brivido mi percorse la
schiena,
mentre un ricordo entrava con forza nella mia mente. Non riuscii a
reprimere un
sorriso mentre mi - ci, corressi
mentalmente - avviavo alla macchina. Avevo cominciato a chiamarla
Cinderella
quella volta, per scherzo, ma alla fine era diventato un suo
soprannome. Che naturalmente
solo io potevo usare.
Il
rumore secco della portiera del
passeggero che si chiudeva mi ricordò ancora una volta che
non era Kris quella
con me in macchina, ma una biondina che dimostrava vent’anni,
che era apparsa
dal nulla sul lungo fiume.
Entrai
in macchina e appoggiai la
busta marrone sul cruscotto, davanti al sedile del passeggero. Portarlo
a Kris,
anche se freddo, non era una cattiva idea.
Misi
in modo, concentrandomi sin da
subito sulla strada di fronte a me. Per circa dieci minuti
nell’abitacolo regnò
il silenzio, fino a quando Abigail non si decise a parlare.
Sentivo
il suo sguardo su di me, ma
non volevo girarmi per controllare.
-
Posso dirti una cosa?-
Annuii.
- Sì, dimmi pure.-
-
Bè, ecco.- iniziò, indecisa. Con la
coda dell’occhio la vidi giocare nervosamente con un lembo
della gonna che
indossava. - Volevo scusarmi.-
-
Per cosa?- le chiesi, senza capire.
-
Sono stata davvero un’impicciona
quando ho cominciato a parlarti nella roulotte.-
Ripensai
a quel momento e non riuscii
a trattenere una risata. L’avevo pensato, eccome se lo avevo
fatto, ma non era
mica la fine del mondo.
-
Lo trovi divertente?-
Suonava
lievemente offesa.
-
N..no.- dissi, cercando di tornare
serio. - Guarda che non è niente, non devi scusarti.-
-
Ma so come sono fatta, a volte
posso essere davvero irritante. E logorroica.-
replicò, accentuando l’ultima parola.
Tra
di noi scese nuovamente il
silenzio, però la tensione che regnava sovrana fino a un
momento prima
scomparve. Dovetti ricredermi, forse non era così male come
avevo pensato. Tutti
sono curiosi a questo mondo, soprattutto le donne. Mi ritrovai ad
inarcare un
sopracciglio a quel pensiero. Chi poteva biasimarla?
Il
viaggio di ritorno, come quello d’andata,
finì presto. Parcheggiai di fronte alle roulotte, notando
che la luce in quella
di Kristen era spenta, segno che stava già dormendo.
Afferrai
il sacchetto marrone e
scesi, seguito da Abigail.
-
Bè, buona notte.- mormorò,
rivolgendomi un sorriso.
-
‘notte.- sussurrai in risposta,
distrattamente, e tornai a fissare ancora la piccola finestrella del
camper di
Kristen. Sarebbe stato inutile entrare a quell’ora, e inoltre
mi avrebbe
certamente ammazzato. Svegliare Kristen Stewart in piena notte era uno
dei
dieci modi più veloci e indolori per morire, questa era una
garanzia. E sarebbe
stata nervosa fino al giorno successivo, quindi scelsi
un’altra opzione: andare
direttamente a dormire.
L’unico
problema era che avevo ancora
in mano quel maledetto pollo al curry che mi portavo in giro da ore.
Sentii il
rumore dei passi di Abigail che si allontanava da me e mi venne
l’idea.
-
Ehm, Abigail?- la chiamai, cercando
di tenere il tono della voce basso.
Si
fermò e si voltò, mentre mi
avvicinavo a lei.
-
Hai mangiato?- le domandai.
Fece
segno di no con la testa. - Non
pensavo di rimanere a Portland fino a tardi quindi non ho portato
soldi. Sto andando
a mangiare adesso.-
-
Ti piace il cinese?-
-
Sì.-
-
Bè, qui ho del pollo al curry. Non l’ho
toccato, se lo vuoi puoi mangiarlo.- le porsi il sacchetto e lei lo
prese.
-
Sicuro? Quanto ti devo?-
-
Niente, tranquilla. Comunque
riscaldalo, sarà freddo.- Sarebbe stato uno spreco buttarlo
via. E il giorno
dopo non sarebbe stato buono. - ‘Notte.- ripetei.
Mi
voltai e mi diressi verso la mia roulotte.
-
Grazie.- sentii la voce di Abigail
poco prima di chiudere la porta e le feci un cenno con la mano.
Mi
buttai direttamente sul letto,
ancora vestito, e mi addormentai quasi subito. Quando il rumore
insistente
della radiosveglia mi svegliò, mi sembrò di
essere andato a letto solo qualche
minuto prima.
Mi
alzai dal letto, con un lamento, e
lanciai un’occhiata fuori dalla finestrella. Kris era fuori
dalla sua roulotte
e si stava stiracchiando.
Sorrisi
e barcollai fino alla porta,
sbadigliando. Scesi gli scalini e rabbrividii al freddo del mattino.
Feci
un cenno a Kris, che si avvicinò
a me, quasi correndo.
-
Dove eri finito ieri sera?- disse
tutta d’un fiato.
-
Dove eri finita ieri sera?- chiesi,
nello stesso momento.
Ci
guardammo per un attimo e
scoppiamo a ridere.
-
Ero a Portland.- le dissi. - Mi hai
detto che non potevi venire. Che dovevi parlare con qualcuno.-
accentuai l’ultima parola, senza però sembrare
accusatorio.
Mi
guardò, come se non capisse a cosa
mi stessi riferendo. - Ah, sì? Ti ho detto così?-
mormorò.
Alzai
un sopracciglio. Ora ero io che
non capivo.
-
Kris, me lo hai scritto tu.- le
dissi, tirando fuori il cellulare.
Aprii
il messaggio e lo feci leggere
a lei. Osservai la sua espressione cambiare - da perplessa a stupita,
per
tornare di nuovo a perplessa - e trattenni una risata.
-
No.- affermò, decisa.
-
No cosa?-
-
Non ti ho inviato questo
messaggio.- replicò, indicando il telefono.
Aggrottai
la fronte. - Ne sei
sicura?-
Alzò
gli occhi al cielo e sbuffò. -
Se lo avessi fatto ora dovrei preoccuparmi, sembra che io soffra di
perdita di
memoria a breve termine.-
Impossibile
non notare la nota
ironica nella sua voce. Scossi piano la testa.
-
Non avevo con me il cellulare ieri
sera. E non so dove l’ho lasciato. Ho chiesto praticamente a
tutti, ma nessuno
l’ha trovato in giro.- aggiunse, con una smorfia.
-
Mh. Bè, qualcuno me l’ha inviato
questo messaggio.-
-
Io no, te lo giuro.-
-
Mi fido, tranquilla.- Le sorrisi, in
fondo non importava. Era la sua parola quella che contava.
Cancellai
l’sms e misi in tasca il
telefono. Kris mi squadrò da capo a piedi per un istante.
-
Sei andato a letto così?- chiese e
i suoi occhi indugiarono per un attimo sui miei capelli.
-
Ehm, sì. Sono messo tanto male?-
-
No, sei piuttosto sexy.-
replicò, sorridendo.
Si
alzò in punta di piedi e mi posò
un bacio sulle labbra, prima di allontanarsi.
-
A dopo.- sussurrò. - E vedi di non
fare tardi.-
Angolo
autrice.
Angolino
pubblicità -> sous le gui.
Grazie
davvero a tutte per i commenti
al capitolo precedente. <3
Scusate
se per questa volta non
rispondo, perdonatemi *w*
Sul
forum mi hanno dato un’ideuccia a
proposito dei biscotti, stay tuned e riceverete un regalino u.u
Dato
che fino al 3 non sarò presente,
buon
anno a tutte!
|
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Capitolo 8 *** Unexpected. ***
Disclaimer: Questa
storia è
frutto della mia fantasia. Non
conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me.
E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio
parere.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con il
settimo[caspita!!!] capitolo del seguito di fact, not fiction,
long-fic seguito di one night in Portland.
BUON
ANNO! *____________*
eccoci con l’aggiornamento
che avevo promesso <3 caspita, siamo già al
capitolo sette *saltella come una pazza*
Ripreso
il capitolo II, prima di passare ad altre scene u.u
posso solo dirvi che la situazione diventerà interessante,
però spero di non
renderla banale ç__ç Naturalmente ho tagliato e
modificato alcuni pezzi di New
Moon per le battute, anche perché penso che faranno
così anche per il film, no?
Commenti
ben accettati. Come
sempre buona lettura,
Sara;;
ps
non betata, scusate
eventuali errori.
ps2
tra un po’ ci sarà
qualcosa di nuovo(leggesi nuove one-shot), stay tuned *-* vi posso solo
dire
che avranno rating rosso *__*
- Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's
never
leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
that
there is
not in all the
world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering
Heights - 1939 Movie(*)
-
Bella, stiamo per andarcene.-
esordii, con lo stesso tono monocorde che cercavo di usare per quella
scena.
Inspirai piano, mantenendo la concentrazione.
-
Perché proprio adesso? Ancora un
altro anno…-
-
Bella, è il momento giusto. Per
quanto potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena
trent’anni
e già deve dichiararne trentatré. Comunque vada,
non passerà molto tempo prima
che ci tocchi ricominciare da capo.- replicai, atono.
Stava
andando bene, almeno per il
momento. Lo sguardo confuso di Kristen - no, in quel momento era Bella, dovevo vederla come tale -
passò
dal preoccupato al confuso in un lampo.
-
Quanto dici noi…-
bisbigliò, spaventata.
-
Intendo la mia famiglia e me.- Scandii
bene le parole, senza smettere di fissarla. - Tu non puoi venire.
E’ troppo
pericoloso.-
-
Ma…- La nota implorante nella sua voce
mi colpì, molto più forte di quanto pensassi. -
Tu non puoi…non puoi.- si
fermò, riprendendo fiato.
-
Il mio mondo non è fatto per te.-
Il
mio tono risoluto e duro sembrò
farle prendere in considerazione l’idea di capitolare, ma fu
solo
un’impressione.
Fece
un passo avanti, facendo
scricchiolare piano le foglie sotto i suoi piedi, mentre esclamava un
forte No!. E, come previsto dal
copione, dai
suoi occhi cominciarono a scendere lacrime di disperazione.
Deglutii,
ringraziando il cielo che
la sensazione che mi aveva bloccato qualche giorno prima sembrava
essere
sparita.
-
Se riguarda la mia anima, non m’importa!
Prendila, è già tua!-
-
Bella, non voglio che tu venga con
me.- Parole fredde, taglienti come lame di ghiaccio.
Rimase
un attimo in silenzio, come se
stesse valutando il colpo provocato da quelle parole. Kristen - Bella,
mi
corressi per l’ennesima volta - sembrava davvero sconvolta e
tentai per la
decima volta in nemmeno venti minuti di rimanere concentrato.
-
Tu….Non…Mi vuoi?- mormorò infine,
con voce spezzata.
Con
la coda dell’occhio vedevo Cath
in piedi, accanto alla telecamera, che ci fissava, con le mani giunte
come se
fosse in preghiera. Era in adorazione e sembrava aver perso la
capacità di
respirare. Non potevo mandare tutto all’aria.
-
No.- risposi, più duramente di
quanto volessi. Cath si rilassò e sospirò piano,
ma la sentii comunque.
Kristen
si irrigidì davanti a me, per
poi rilassarsi.
-
Bè, questo cambia le cose.- disse,
con tono calmo e ragionevole, così in contrasto con la
sensazione che doveva
provare in quel momento.
Guardai
verso gli alberi alla mia
sinistra e incrociai lo sguardo di Cath per un momento, prima di
riprendere a
parlare.
-
Ovviamente, a modo mio, ti amerò
sempre. Quello che è successo l’altra sera mi ha
fatto capire che è ora di
cambiare.- iniziai, perdendomi con lo sguardo tra gli alberi che ci
circondavano.
- Vedi…sono stanco, di un’identità che
non è la mia, Bella. Non
sono un essere umano.- aggiunsi,
marcando le ultime parole, facendola sobbalzare impercettibilmente.
Spostai
di nuovo lo sguardo su di
lei.
-
No.- sussurrò. - Non farlo.- Nella
sua voce era ricomparsa la nota supplichevole di poco prima.
-
Tu non sei la persona giusta per
me, Bella.- replicai, distruggendo ogni sua speranza.
Ci
mise un po’ a rispondere. - Se…ne
sei certo.- disse infine, con voce tremante.
Annuii.
- Se non è troppo vorrei
chiederti un favore. Non fare nulla di insensato o stupido.- la pregai,
serio,
e per un momento il mio tono distaccato scomparve.
-
In cambio ti farò anch’io una
promessa. Prometto che è l’ultima volta che mi
vedi. Non tornerò, proseguirai
la tua vita senza nessuna interferenza da parte mia.- le promisi.
Si
immobilizzò, gelata da quelle
parole.
-
Sarà come se non fossi mai
esistito.- aggiunsi, sapendo di darle il colpo di grazia.
Mi
voltai e cominciai a correre, fino
al punto che Cath mi aveva indicato prima di iniziare le riprese. Mi
fermai,
proprio quando sentii la sua voce.
-
E…stop!- urlò, senza nascondere la
propria soddisfazione.
Si
avvicinò a noi, quasi reprimendo
l’istinto di saltellare. Tornai vicino a Kris, alzano gli
occhi al cielo. Non
so chi tra di noi era il più bambino. Forse io, ma anche
Cath non scherzava.
-
Ok, lasciatemi dire che questa era
a dir poco fantastica.- esordì, agitando le mani. Lo faceva
sempre, quando era
di buon umore. Strano che non si fosse messa a saltellare.
-
Da dopodomani possiamo spostarci a
St. Helens, qui forse abbiamo
finito.-
Lanciai
un’occhiata a Kris, che mi
guardò con la coda dell’occhio.
-
Ah, eh, Rob.- Spostai lo sguardo
verso di lei quando sentii il mio nome. - Ottimo lavoro.- aggiunse, con
un
sorriso a trentadue denti.
-
Felice di averla fatta contenta, madame.-
dissi, abbassando la voce, con
un inchino che le strappò una risata, alla quale si
unì subito dopo quella di
Kris.
Una
grossa goccia d’acqua cadde dagli
alberi sopra di noi e mi colpì la guancia. Mi asciugai piano
e sospirai.
-
Merda, il trucco è andato a puttane.-
mormorai, guardandomi la mano sporca del fondotinta chiaro che doveva
coprirmi
la faccia, non le dita. Nello
stesso
istante un’altra goccia colpì Kris, che
sbottò, arrabbiata.
-
Andate subito al trucco.- ordinò
Cath, indicando dietro di lei e puntando il dito verso Abigail, che se
ne stava
insieme alla troupe.
-
Sì, è meglio.-
Superai
Cath, seguito da Kris, e
raggiungemmo Abigail. Dato che era impossibile andare fino alle
roulotte, la
‘sala trucco’ si era trasferita sotto il tendone
bianco che era stato messo sul
set. Era piccolo, ma serviva per proteggerci dalla pioggia. Il telone
che
faceva da soffitto era plastificato e alcune gocce lo coprivano, segno
dell’umidità del bosco.
Entrammo
e ci sedemmo davanti ad un
piccolo specchio - cosa alquanto strana per un semplice tendone - che
era stato
portato lì. Abigail iniziò con Kris e fu veloce,
perché lei non si era toccata
nel punto in cui era stata colpita dall’acqua, mentre io
sì.
Si
spostò davanti a me presto, con il
trucco già pronto in mano. Chiusi gli occhi.
-
Grazie per ieri sera.- disse,
mentre mi sistemava il fondotinta sulle guance. Riaprii gli occhi,
lanciando
un’occhiata a Kris attraverso lo specchio. Pessima idea. Mi
fulminò e si morse
un labbro per non parlare.
-
Figurati.- risposi ad Abigail,
tornando a guardarla.
Non
appena si allontanò da noi, Kris
parlò. - Ieri sera?-
bisbigliò,
guardandomi con aria interrogativa.
-
Oh, sì. L’ho incontrata sul lungo
fiume e l’ho riportata qui, non c’erano
più autobus.-
-
Perché non me lo hai detto?-
-
Perché non c’è nulla da dire.- La
guardai, sgranando leggermente gli occhi. Non avevo fatto nulla di male.
-
Nulla
da dire?- sibilò, stringendo i denti.
Aprii
la bocca per replicare, ma la
richiusi subito, scuotendo piano la testa.
-
Non sarai mica gelosa per questo,
spero.-
-
Oh, no, tranquillo. E’ normalissimo
che il mio fidanzato vada in giro con altre ragazze.-
replicò ironica,
arricciando il naso.
Alzai
un sopracciglio. - Fidanzato?
Cos’è, sono salito di livello?-
Roteò
gli occhi, sospirando. - Sì,
sono gelosa.- ammise, evitando l’ultima domanda. - E non
vorrei sapere tutto,
però questo potevi dirmelo.-
-
Ti devo ricordare che eri tu la
persona che stavo aspettando e non
lei?-
-
Ho perso il cellulare, te l’ho
detto.- mormorò in risposta, con tono dispiaciuto e pieno di
scuse. Allungai
una mano e le accarezzai il collo.
-
Kris, a me non importa, davvero. So
perché non sei venuta, credimi, lo so. Non ti sto accusando
di niente.-
sussurrai al suo orecchio, prima di posarle un bacio sul collo,
facendola
rabbrividire. Ridacchiò e mi abbracciò,
stringendomi a sé.
-
Scusa, non farò più la gelosa.-
Cercai
di non fare reprimere la
risatina che minacciava di uscire.
-
Sai, devo ammettere che però mi
piace quando lo fai.-
Mi
strinse più forte, facendomi
mancare l’aria per un istante. Risi e mi allontanai.
-
Andiamo di là, prima che Cath pensi
che sia successo qualcosa.-
La
presi per mano e la trascinai
fuori dalla tenda.
*
La
giornata passò velocemente, anche
se il tempo libero a nostra disposizione era pressoché nullo
riuscii a
godermela. Cath era su di giri. Le riprese a Portland potevano
considerarsi
concluse, per quel che mi riguardava mancavano solo quelle a St. Helens
e
quelle in Italia.
Il
giorno dopo, un giorno prima del
previsto, ci saremmo spostati a St. Helens, e avrei concluso la prima
serie di
scene in cui era richiesta la mia presenza. E grazie a ciò
ci era stata
concessa la sera libera, senza l’obbligo di tornare per un
orario decente.
Io
e Kristen avevamo passato la
serata vicino al punto in cui c’erano i camper, non avevamo
voglia di andare
fino a Portland, eravamo stravolti.
Quasi
tutto il resto del cast - Nikki
in primis e aveva tentato di convincerci ad andare - aveva deciso di
partecipare ad una festa organizzata - senza un apparente motivo - a
Portland,
quindi eravamo quasi totalmente soli. Il freddo però ci
aveva convinto a
tornare alle nostre roulotte e Kristen si era fiondata subito nella
sua,
promettendomi che sarebbe venuta nella mia appena pronta. Prima di
entrare
nella mia accesi una sigaretta, seduto sui gradini.
Mi
stupii quando una figura apparve
alla mia sinistra, barcollando leggermente. Pensavo che tutti fossero a
quella
festa. Non la riconobbi subito, a causa
dell’oscurità.
Fu
solo quando la sentii mormorare
debolmente il mio nome che riuscii a capire chi fosse.
-
Rob.-
La voce acuta, ma debole, di Abigail riempì
l’aria.
Mi
alzai e la raggiunsi, preoccupato.
Non sembrava nel pieno possesso delle sue facoltà.
Mi
guardò per un attimo, lasciando
sfuggire una risatina. Il suo respiro mi colpì in faccia,
puzzava di alcool.
-
Sei ubriaca.- constatai, alzando un
sopracciglio. - Sei andata anche tu a quella festa?-
Annuì
e si alzò in punta di piedi,
aiutandosi con le mani, prontamente appoggiate alle mie spalle.
-
Abigail…che diav- sussurrai,
capendo le sue intenzioni, ma fui subito zittito dalle sue labbra, che
premettero piano sulle mie. Fu facile allontanarla, mi bastò
semplicemente
appoggiare le mani ai fianchi e spingerla indietro. Mugugnò
qualcosa e la sua
espressione si fece imbronciata.
La
tenni ferma, stringendo
volutamente forte i suoi fianchi, sapendo di farle male. Che
razza di- non osai nemmeno pensarci. Ma, Dio, capitava solo a
me? Per caso avevo scritto sulla fronte ‘sono
vostro, fate quello che volete’ e non lo sapevo? La
fulminai con lo
sguardo.
Andavano
bene gli abbracci delle fan,
ma questo era troppo.
-
Sei ubriaca.- ripetei duramente,
scuotendo la testa. - Ti riporto nella tua roulotte.- le dissi,
sospirando. Le
passai una mano attorno alla vita, aiutandola a camminare. Mi voltai,
trascinandola - sì, perché non accennava a
collaborare - dietro di me.
Ma
mi bloccai, non appena incrociai
il suo sguardo. Oh,
cazzo, fu l’unica cosa che riuscii a pensare. Mi
guardò
sconvolta, prima di lanciarmi uno sguardo accusatore.
Avrei
tranquillamente lasciato andare
Abigail per correre da lei, ma il mio cervello sembrava non comandare i
miei
movimenti.
Kristen
era immobile davanti a me,
solamente a qualche metro di distanza, ma mi sembrava distante. Troppo distante.
-
Kris…-
mormorai. Che cretino, come poteva sentirmi?
Fece
un passo indietro, con la chiara
intenzione di correre via.
-
KRIS!- urlai, ma la porta della
roulotte si chiuse dietro di lei con uno scatto secco.
Angolo
autrice.
Angolino
pubblicità -> what happens in the utility room... *O* nuovanuovanuova, deliziosamente PWP, rating rosso.
Grazie
davvero a tutte per i commenti
al capitolo precedente. <3
Come
avete capito tutto è lei,
la stronza u.u Bè, era palese. Ora direi
che è chiaro.
Sono
riuscita a postare il capitolo
con un leggerissimo ma pur sempre un anticipo, a
presto con il prossimo
<3
E
grazie ancora a tutti. *_*
|
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Capitolo 9 *** Coming Home ***
Disclaimer: Questa
storia è
frutto della mia fantasia. Non
conosco
i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me.
E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio
parere.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con
l’ottavo capitolo del seguito di fact, not fiction,
long-fic seguito di one night in Portland.
Scusate
il ritardo ma sono stata davvero stra-impegnata con la
scuola e la mia ispirazione era momentaneamente andata in vacanza.
Comunque,
rieccomi. Un piccolo regalo per voi e per me[per domani]. Commenti
ben accettati. Come sempre buona lettura,
Sara;;
ps
gli indirizzi e-mail sono
del tutto inventati, of course. Unica cosa: TSJS = Tom Sidney Jerome
Sturridge.
Sì, che fantasia che ho, eh?
image coming soon
Chapter VIII
{COMING HOME}
-
Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's
never
leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
that
there is
not in all the
world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering
Heights - 1939 Movie(*)
Non
avrei saputo dire di preciso
quanto tempo rimasi a bussare alla porta della roulotte di Kristen.
L’unica
cosa che capii fu che era tutto inutile. Mi lasciai scivolare sui
gradini
davanti alla porta e rimasi lì, immobile. Abigail, per il
suo bene, era
sparita. In quel momento non sapevo dire cosa le avrei potuto fare se
fosse
stata sotto tiro.
Non
mi accorsi che tutto, ad un
tratto, divenne nero. Capii di essermi addormentato solamente quando
una mano
cominciò a scuotermi piano, e aprii gli occhi solo quando i
gesti si fecero più
decisi. Mugugnai piano e socchiusi le palpebre, la luce del sole - che
stranamente quel giorno brillava alta nel cielo - mi dava fastidio. Ci
misi
qualche secondo per mettere a fuoco la figura di fronte a me.
-
Nikki?- mormorai, con voce
impastata per il sonno.
-
Che ci fai qui?- mi domandò,
sorpresa. Mi fissava quasi sconvolta.
Cercai
di rialzarmi e barcollai
leggermente. Appoggiai una mano alla parete fredda della roulotte e
sbadigliai.
Per un momento non seppi rispondere, la mia mente si rifiutava di
ragionare.
Però poi mi tornò tutto in mente e mi irrigidii.
-
Niente.- farfugliai, prima di
superare con decisione Nikki ed entrare nella mia roulotte.
La
porta si chiuse alle mie spalle
con un tonfo secco, volutamente rumoroso, mentre mi avviavo con
decisione verso
il vano del bagno, non prima di aver gettato la giacca sul letto.
Rabbrividii e
mi accorsi solo in quel momento di avere le mani totalmente rosse e
ghiacciate.
Aprii l’acqua calda a fatica e la lasciai scorrere sulle mie
dita, chiudendo
per un attimo gli occhi. Quella situazione mi sembrò
talmente ridicola e
stupida da non poter essere vera. Quel pensiero però rimase
nella mia mente
solo per un momento, sostituito dalla consapevolezza di quanto
accaduto.
Kris
immobile a qualche metro da me,
che mi fissava sconvolta.
Kris
che correva verso la sua
roulotte, e la porta che si chiudeva dietro alle sue spalle.
Kris
che aveva visto quella
sottospecie di bacio.
Kris
che sicuramente mi stava
odiando. E tutto per una sciocchezza. Come poteva anche minimamente
pensare che
mi importasse di quel bacio? Che poi, bacio non era. Se davvero aveva
visto
tutto, si sarebbe dovuto accorgere che avevo allontanato Abigail, quasi
con
violenza. Avrebbe visto la mia espressione dura, mentre la portavo via.
Scossi
la testa con decisione e
riaprii gli occhi, togliendo con un gesto veloce le mani dal getto
ormai
bollente del rubinetto.
Le
asciugai e presi in mano il
cellulare, digitando in modo relativamente veloce il suo
numero. Sentivo ancora male alle dita, ma non mi importava.
Trattenni il fiato per un secondo quando il telefono
cominciò a squillare. Una,
due, tre volte. Fino a che gli squilli non diventarono dieci ed
entrò la
segreteria telefonica e il fastidioso bip
mi arrivò all’orecchio.
-
Kris…-
iniziai, con voce roca. Mi
schiarii la gola e aprii la bocca per continuare a parlare ma mi
bloccai,
incapace di aggiungere qualcosa. - Mi dispiace, ma non è
come credi.-
farfugliai, in imbarazzo. - Devi credermi.- aggiunsi, ma venni
interrotto dal bip che indicava la
fine del tempo a
disposizione per il messaggio.
Sospirai
e lanciai il telefono sul
letto, prima di buttarmi a mia volta sul materasso. Provai ancora a
chiamarla,
inutilmente. Era inutile starmene lì, immobile, senza far
nulla. Ed era
altrettanto inutile andare da lei, soprattutto ora che aveva chiamato
Nikki. Mi
rialzai dal letto e cominciai a preparare le mie cose.
Saremmo
partiti per St. Helens e
forse lì sarei riuscito a parlarle.
*
Welcome
to St. Helens, Oregon.
Il
cartello di benvenuto passò inosservato, almeno per me.
Entrare nella cittadina
che ci aveva già ospitato creava la stessa sensazione di un
déjà-vu e non
riuscii a non sorridere, solo per un attimo.
Il
campo delle roulotte era simile
per tutte le location, quello che cambiava era il panorama retrostante.
Il
monte St. Helens si stagliava sullo sfondo e una leggera nuvoletta di
fumo
bianco usciva dal cratere. Scesi dal pulmino che ci aveva portati fino
a lì,
senza staccare gli occhi da Kristen, che sin da quando eravamo partiti
era
accanto a Nikki e non sembrava intenzionata ad allontanarsi da lei.
Lanciai a
Nikki uno sguardo eloquente e lei annuì, prima di lasciare
Kris da sola con
qualche scusa.
Mi
avvicinai a lei, facendo
scricchiolare la ghiaia sotto i miei piedi.
-
Ti devo parlare.-
-
Non abbiamo nulla da dirci.-
replicò, senza guardarmi.
-
Ti prego, Kris.- la implorai, con
voce tremante.
Alzò
lo sguardo verso di me e per un
momento la sua espressione sembrò addolcirsi.
-
Dovevi pensarci prima.- disse,
atona. Si morse piano il labbro e tornò a guardare altrove.
Una lacrima spuntò
dai suoi occhi e cominciò a scendere silenziosa sulla sua
guancia. Allungai una
mano sul suo viso e la catturai con le dita, ma a quel tocco lei si
ritrasse,
come se si fosse scottata.
Corse
via, tornando da Nikki. Mi
guardai attorno, sperando che nessuno avesse visto. In
realtà non mi importava
molto, ma non mi andava di dare spiegazioni a qualcuno.
Provai
a chiamarla ancora, anche se
eravamo a solo qualche metro di distanza, ma fu ancora tutto inutile.
Dormii
male quella notte, incapace di dare un senso a quanto successo. Fu solo
la
mattina successiva che mi accorsi di quanto Kris avesse ragione su
Abigail.
Nel
bel mezzo della seduta trucco
aveva iniziato a parlare, come se non fosse successo nulla. Dal canto
mio non
avevo intenzione né di ascoltarla, né di parlare,
quindi lasciai che lei
pronunciasse il suo monologo, fino a quando non sentii le parole che mi
mandarono il sangue al cervello.
-
Si è sentita con Michael. L’ho
sentito che lo diceva a Nikki poco prima di entrare.-
Alzai
lo sguardo verso di lei e la
fulminai.
-
E perché lo stai dicendo a me?-
chiesi, senza rilassare la mia espressione. Fece spallucce e
guardò altrove,
fuori dal finestrino, prima di tornare a sistemarmi il trucco.
-
Pensavo potesse interessarti.- si limitò
a dire, fissando un punto imprecisato sulla mia mandibola, senza
riuscire ad
alzare lo sguardo verso i miei occhi. - Passano molto tempo insieme
ultimamente.- aggiunse, e intravidi l’ombra di un sorrisino
stampato sulle sue
labbra.
Non
riuscii a reprimere una risata
isterica. - Sono solo amici.- sussurrai talmente a bassa voce che ero
certo che
Abigail non mi avesse sentito.
-
La cosa ti diverte?- domandò, e
questa volta il sorrisino era ben visibile quando si
allontanò da me, facendomi
capire che aveva finito con il trucco.
-
Per niente.- replicai a denti
stretti.
-
Se fosse per me andr- iniziò, ma la
fermai.
-
Senti, ma qual è il tuo problema?-
sbottai, interrompendola. Il mio tono adirato la prese in contropiede.
- Ti
rendi conto di cosa è successo per causa tua?
Dio, non dovevo fidarmi di te.-
-
Non avevo intenzione di-
-
Risparmiati le scuse.- continuai,
più duramente di prima. Uscii dalla roulotte, sbattendo la
porta alle mie
spalle. Passai la giornata con quelle parole nella mente - si è sentita con Michael, si
è sentita con Michael - e Catherine
fermò le riprese per più volte. Non mi
rimproverò però, forse era l’unica ad
aver capito cos’era successo. Per mia fortuna - solo dal lato
professionale,
perché avrei fatto davvero schifo - la presenza di Kris non
era prevista in
quelle scene. Erano le mie ultime riprese, sarei potuto tornare a casa
fino
alla post-produzione o fino a quando Cath non avesse avuto bisogno di
girare
nuovamente una scena.
Alla
fine della giornata mi rinchiusi
nella roulotte e aprii il mio portatile, controllando le mail. Spam,
pubblicità, Nikki, Tom,
pubblicità.
Mi fermai non appena lessi il nome di Nikki tra le mail ricevute.
From: nikkir@yahoo.com
To: robertp@gmail.com
Subject:
What the hell?
Ma
che diavolo vi è successo? Kris
non mi ha voluto dire niente, almeno tu fammi capire. Avete litigato?
Xoxo,
Nikki.
La
ignorai per un attimo. Se Kris non
voleva dirle nulla, non le avrei detto nulla. Era la sua migliore
amica, non la
mia. L’illuminazione arrivò in quel momento,
inaspettata.
Riaprii
la finestra con le mail e restai
per un attimo con la freccia del puntatore del mouse
sull’opzione componi mail.
Potevo contare su qualcuno,
soprattutto in un momento come
quello. Scossi la testa e cliccai, prima di cominciare a scrivere la
mail, il
più velocemente possibile, per non pentirmi di averla
inviata. Con un rapido
click schiacciai su invia e il
solito
messaggio - la mail è stata
inviata con
successo - apparve sullo schermo.
From:
robertp@gmail.com
To:
tsjs@yahoo.uk
Subject:
Coming Home.
Torno
a casa, riprese finite.
E’
successo un casino. Ti spiego
tutto appena ci vediamo.
Saluti,
R.
Ai lettori [rispose alle recensioni di questo capitolo]
@Nikelaos: per la cosa di Nikki non c'è un motivo particolare. Rob seduto - addormentato - davanti alla roulotte di Kris non si rende conto subito di quello che è successo. Oddio, teoricamente sarebbe giusto che dicesse tutto a Nikki quando si ricorda tutto, ma non ho voluto che fosse così. =) Sì, sono strana, lo so x°D Comunque no Nikki sul set dovrebbe esserci °° Naturalmente per le scene che ho in mente io, non quelle del libro x°D La scena finale di Rob e per i Cullen - che purtroppo non ho descritto - la vedo come una scena in più, poco prima della loro partenza, ergo sono tutti a casa[la casa dei Cullen è a St. Helens, come ho scritto nelle note di qualche capitolo fa è lì che è ambientata la maggior parte del film e non a Portland].
@Railen: Nah, morire è eccessivo u.u sono cattiva, ma non fino a quel punto x°D comunque grazie mille <3
@michi88: uh, grazie mille *__________* e tantissimi auguri anche a te (L)
|
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Capitolo 10 *** He wants her back ***
Disclaimer: Questa
storia è
frutto della mia fantasia. Non
conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me.
E blablabla.
Credits:
(*) tratto da Cime
Tempestose, versione cinematografica del 1939, la migliore a mio
parere.
Note
dell'Autore: Eccoci qua con il
nono capitolo del seguito di fact, not fiction,
long-fic seguito di one night in Portland.
Sì, ho detto che
non avrei aggiornato fino a Luglio…bè, sorpresa!
Il capitolo non mi convince
molto, devo ammetterlo, ma spero vi piaccia.
Commenti
ben accettati. Come sempre
buona lettura,
Sara;;
ps
non betata, scusate
eventuali errori.
Chapter IX
{HE WANTs HER BACK}
-
Oh, it's a wonderful castle! Heathcliff,
let's
never
leave it.
- Never in our lives! Let all the world confess,
that
there is
not in all the
world
a more beautiful damsel than
the Princess Catherine of Yorkshire.
- But I - I'm still your slave.
- No, Cathy. I now make you my queen.
Whatever happens out there,
here you will always be my queen.
Wuthering
Heights - 1939 Movie(*)
Quando
una storia finisce non sai mai come comportarti. Una
volta passato il dolore si ritorna a vivere normalmente, o almeno si prova. Non potevo dire di aver provato
dolore, io e Kris ci eravamo ripromessi di non considerarci fidanzati.
Però io
avevo mandato tutto a puttane, e non potevo dire di non starci male.
Lei,
la nuova arrivata,
c’entrava, anche se avevo tentato di negarlo sin
dall’inizio. E Kristen l’aveva
capito fin da subito.
Lei
era portatrice di guai.
Lei
ci aveva distrutto, mettendoci l’uno contro l’altro.
Lei,
lei, lei. Non
avevo mai odiato così tanto una donna in vita mia. Mai.
Ma
si sa, tutto passa, e alla fine ci si trova a fare i conti
con le conseguenze. Ovviamente era colpa mia, lo sapevo benissimo.
Avevo
abbassato la guardia per un attimo, non avrei mai
dovuto ascoltarla. Non che pensassi che la reazione di Kris
fosse giusta, al contrario pensavo che fosse troppo esagerata,
però ero caduto
nel trucco di Abigail e avevo rovinato tutto, questo non potevo
negarlo.
E
ora mi ritrovavo a Londra, a bussare ad una porta di legno
pesante, decorata con ornamenti dorati. Si aprì con un
cigolio e mi ritrovai
davanti il viso della persona di cui, in quel momento, avevo un
disperato
bisogno.
-
Ciao, Tom.- mormorai, in un bisbiglio.
Mi
squadrò da capo a piedi, prima di tornare a guardarmi in
faccia. - Oh mio Dio, Rob. Sei uno straccio.- commentò,
scuotendo piano la
testa.
Inutile
dire che volle sapere tutto, dal principio. Ad essere
sincero sembrava essere dallo psicanalista - io sul divanetto di pelle
e lui
dal tavolo che mi ascoltava. Si era impuntato con l’ordinare
cinese, e non
potevo non accontentarlo. A metà cena lasciai stare i miei
spaghetti di soia,
mi davano la nausea. E mi ricordavano qualcosa che in quel momento non
volevo
proprio avere in mente.
-
…e quella pazza mi ha baciato, così
all’improvviso. E Kris ha
visto tutto ovviamente, e da allora non vuole più parlarmi.
Non ha detto niente
nemmeno a Nikki, non so cosa le sia preso.- finii il mio resoconto
tutto d’un
fiato, come per togliermi quel peso.
Solo
un debole mh arrivò
da parte di Tom, cosa che mi fece mettere seduto per guardarlo e lo
ritrovai a
fissare un involtino infilzato in una forchetta.
-
Gradirei che tu fossi un po’ più interessato.- gli
dissi,
acido.
-
Oh, ma io sono interessato.- mi rispose, senza guardarmi.
-
Stai fissando un involtino primavera.- gli feci notare, atono,
alzando un sopracciglio. - E parli con me. Non mi sembri al massimo
dell’attenzione.-
Si
limitò a fare spallucce e inghiottì
l’involtino.
-
Secondo me…- farfugliò, a bocca piena.
Deglutì e continuò. -
E’ stata esagerata. Così come la tua decisione di
tornare qui.-
-
Come, scusa?- domandai, incredulo.
-
Oh, andiamo.- Morsicò un altro involtino capitatogli sotto
tiro e mandò giù. - Che senso ha fuggire?-
-
Io non sono fuggito.- replicai d’istinto. Ero solamente
tornato a casa, che c’era di male? Dovevo solo aspettare
l’inizio delle riprese
in Italia per ritornare sul set, avevo a disposizione un po’
di tempo libero e
volevo sfruttarlo.
-
Sì, certo. Come no.- replicò a sua volta,
inarcando un
sopracciglio. Forse però aveva ragione.
-
E sentiamo, Freud,
perché mai l’avrei fatto?- gli chiesi, incrociando
le braccia al petto e
lasciandomi cadere sul divanetto.
-
Perché non vuoi affrontarla.-
Sbuffai,
spazientito. - Come
no.- bofonchiai.
-
Guarda i fatti. Una tipa, che si è comportata alquanto da
stronza, permettimelo, ti bacia e tu e Kris rompete.-
iniziò, agitando la
forchetta per poi puntarla verso di me. - Tu però non hai
fatto niente dopo,
per spiegarle cosa è successo.-
Aprii
la bocca per replicare, ma mi zittì.
-
Ok, l’hai chiamata e hai provato a parlarle. Ma ti sembra
abbastanza? Te ne sei andato, ammettilo.
-
Non vuole ascoltarmi.- mi giustificai, ed era vero. - Che
altro dovei fare?
Parve
non ascoltarmi - anzi, mi ignorò totalmente - e
continuò a
mangiare in silenzio.
-
E comunque non è tutta colpa tua.-
-
Che vuoi dire?- chiesi, alzando la testa per guardarlo.
-
Kris ha avuto una reazione…bè, esagerata
è un eufemismo.- E
ancora una volta non aveva tutti i torti. Ma l’avevo delusa,
mi sentivo in colpa.
-
Tu la ami, non è vero?.-
La
voce di Tom sembrava venire da lontano, ma mi colpì come uno
schiaffo. Non ero certo il tipo che raccontava ai suoi amici quanto
fosse
importante la propria ragazza per lui, quanto la amasse. Ma Tom aveva
colto nel
segno, come potevo negarlo?
-
La amo.- sussurrai,
più a me che a Tom. Ero già riuscito a dirlo a
Kris, ma in quel momento quelle
due parole mi sembrarono così
prive
di significato.
Sospirai,
chiudendo gli occhi e affondando la testa nel cuscino
del divanetto.
-
Rob?-
-
Non ne voglio più parlare.- bofonchiai nel cuscino, suonando
quasi incomprensibile.
*
I
giorni passarono velocemente, come se qualcuno avesse messo la
mia vita in fast forward. Non
tornai
sull’argomento ‘Kristen’ con Tom, la
nostra chiacchierata mi aveva sollevato da
un lato, dato che finalmente avevo detto a qualcuno come mi sentivo, ma
demoralizzato dall’altro.
Fu
solo quando ricevetti una telefonata - e come sempre sperai
di sentire la voce di Kris dall’altro lato del telefono - che
tutto sembrò
cominciare a sistemarsi. O quasi.
-
Rob, sono io.- la voce squillante di Cath era inconfondibile.
-
Dimmi tutto, Cath.-
-
Tra due settimane si inizia a girare a Montepulciano.-
annunciò, felice. - Voglio trovarti lì insieme a
Kris almeno tre giorni prima.-
aggiunse, quasi come un ordine.
-
Come mai?-
-
Tu vieni e basta, ci vediamo lì.
Riattaccò
e mi ritrovai per un attimo a sentire il debole tu
tu della linea caduta, senza saper
bene come sentirmi. Tornare sul set significava una sola cosa, rivedere
Kris.
Sapevo
che i messaggi che le avevo lasciato non erano stati
sentiti e non lo sarebbero mai stati, se lei continuava a comportarsi
così. Le
parole di Abigail - su Kris e Michael - continuavano a tormentarmi, e
finalmente mi decisi a fare qualcosa. In Italia avremmo dovuto girare
scene
insieme, quindi le era impossibile evitarmi. Doveva ascoltarmi per
forza,
dovevo farle capire che non solo non c’era niente di cui
preoccuparsi, ma che
ero totalmente - riuscii ad ammetterlo solo in quel momento, veramente
troppo
tardi, avrei dovuto dirglielo subito - pazzo
di lei.
E
avrei fatto di tutto per sistemare le cose, pur di riaverla
con me.
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