Heart Of Courage

di Scarlet Jaeger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Heart Of Courage




Ci fu un tempo in cui un Saint di Atena mi condannò al sonno eterno; ma non tutte le cose sono fatte per durare, e non si può sconfiggere né uccidere un Dio. Perché io sono un Dio. 
Sono tornato dalla mia prigionia, ed adesso mi prenderò la mia vendetta. 
Sarò di nuovo spettatore del mio siparietto, dietro le quinte di una nuova guerra. Sarò io a manovrare le mie marionette. 
Preparati Saint dei Gemelli, verrò a reclamare la tua caduta, perché il mio nome è... 
anzi, io sono: 
Yoma di Mephistopheles.



Capitolo 1


Tempio di Atena. 1.9XX. 
Shion, Grande Sacerdote, sedeva al suo scranno come al solito, forse troppo inquieto, guardando il cielo al di fuori della grande vetrata che dava sulle Case dei Gold Saint, momentaneamente prive di un fisso guardiano. 
Abitate solamente dai servitori, in attesa di un uomo dal cuore fedele che le possa difendere, esse si mostravano silenziose e buie. 
Soltanto la Casa dell'Ariete, propria al nobile Shion, quella del Sagittario e dei Gemelli, erano prossime all'abitazione. 
I due prossimi Saint, spiccavano tra i cadetti più forti e solo uno di loro poteva vestire le nobili vestigia d'oro, tramandate da generazioni e vestite dai più nobili e forti Saint fra le schiere della Dea Atena. 
Aiolos, Saga e Kanon però, erano solo dei bambini che si sottoponevano a stremanti e durissimi allenamenti. I loro maestri li addestravano nell'arena del Tempio, dove i migliori guerrieri si erano sempre contraddistinti avvalendosi del nome di Saint, sia di ranghi superiori come i Gold, sia di quelli inferiori come Sylver e Bronze. 
Solo una bambina, orfana a quanto sapeva, osservava quei durissimi allenamenti senza minimamente smuoversi o terrorizzarsi, infrangendo le regole del Tempio. A nessuno era dato spiare gli allenamenti dei compagni se non sotto il consenso del Sacerdote. 
Adorava passare le sue giornate all'ombra degli altri, seguendo i cadetti nei loro insegnamenti e seguendo anch'essa, per quanto poteva da sola essendo ancora una bambina, cercando di imparare. 
Non era una Saint, o meglio non un'aspirante, né una Sacerdotessa. 
<< Può diventare molto di più. >> 
Gli occhi del Sacerdote, nonostante la lucente maschera che glieli nascondeva, divennero penetranti e guardò il sottoposto, colui che, privo di una stella guida e quindi di un Cloth, seguiva e consigliava il Sacerdote. Si occupava di radunare i Saint, di spargere informazioni e raccoglierle per lui. Per tutto il resto, c'erano i Saint, in attesa dell'ascesa di Atena, della prossima resurrezione della Dea in un corpo mortale. 
Aveva vissuto quegli anni nella speranza di poter rivedere colei a cui doveva la vita; colei che lo aveva fatto diventare quello che era. Era grazie alla vecchia Atena, Sasha in quell'epoca passata, se sedeva devoto sul quel trono dorato, indossando le sacre tuniche sacerdotali che erano appartenuti al fratello gemello del suo vecchio maestro Hakurei dell'Altare: Sage del Cancro. 
Sentiva ancora una punta di nostalgia a ripensare ai due anziani Saint che avevano difeso quel Tempio con tutte le loro forze. Al suo maestro, quale doveva la sua nomina a Saint dell'Ariete, grazie agli allenamenti nello Jamir, e grazie a lui, che lo aveva “salvato” dalla sua solitaria posizione. 
Ripensava alla generazione passata di Saint; quanti ne aveva visti morire al tempo della Guerra Sacra, più di 200 anni prima. Quanti eroi e compagni caduti per far fronte alla minaccia di Ade, eppure, a distanza di anni, credeva ancora nel futuro del Tempio ed in quei bambini che, nel prossimo futuro, avrebbero difeso il Tempio come un tempo fece lui insieme al suo vecchio amico Dohko. 
Già, proprio lui, che aveva “abbandonato” la sua posizione di Gold Saint e si era esiliato sul monte Lu per vegliare sulle 108 stelle demoniache quali erano gli Spectre di Ade, prossimi al risveglio. 
La Guerra Santa sarebbe stata imminente, forse a distanza di qualche anno, e si dovevano far trovare pronti.
 

Anche questa volta, miei cari Saint, non lascerò che si manifesti senza..un piccolo aiuto.

Una risata gli risuonò nella mente, ma tentò di scacciare il pensiero. Lui era il Pope Shion, la massima autorità, e non poteva vacillare. Se vacillava lui, sarebbe caduto tutto il Tempio, e non poteva permetterlo. 
Si destò dai suoi pensieri e notò come il suo servitore fosse ancora inginocchiato di fronte a lui, con il capo chino e l'espressione devota che il suo viso manifestava, incentrata sul pavimento di pietra bianca della sala del trono. 
Il sorriso di Shion si fece spazio fra le rughe lievi del suo viso. Oramai non era più il giovane diciottenne che combatté la guerra, oramai era un uomo con il peso delle responsabilità sulle spalle, ma andava avanti senza tentennare per un solo istante. 
Si tolse la maschera e lasciò che l'uomo lo guardò in volto, mostrando un sorriso sincero e motivato. 
<< Non vi seguo, nobile Shion, a quella bambina non è concesso spiare gli allenamenti dei Cadetti. L'abbiamo ripresa più volte ma continua.. >> 
Non finì la frase che il Pope lo interruppe alzando una mano verso di lui in segno di tregua dai suoi discorsi. 
<< Vaneggi, mio caro. >> Continuò a sorridere. << Quella bambina è destinata a grandi imprese. Il suo Cosmo ancora non si è manifestato, ma non è dalle stelle che potrà trarre la sua forza. Il suo destino è tramandato nelle ere, e solo un cuore puro e devoto, se affiancato ad un corpo abile ed allenato ed ad una mente libera e fedele, potrà diventare ciò per cui è nata. >> Concluse alzando gli occhi sul soffitto, dove i segni persistenti del tempo e delle guerre continuavano a spiccare sul marmo bianco. 
<< Continuo a non capire. >> 
<< Capirai. Col tempo. >> Sorrise ancora amorevolmente Shion, congedando il sottoposto.


Ci fu un tempo dove, le vicende, non andarono come previsto.


Fine primo capitolo

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Colei che inventa: 
Salve :3 Sono tornata con questa “follia” xD l'ispirazione è giunta finendo di leggere il Lost Canvas *-* 
Come potete notare, il nemico sarà Yoma di Mephistopheles, o Mefistole se preferite. Ho adorato questo personaggio, e dire che lo ripudiavo fin dal profondo xD Poi, piano piano ho continuato a leggere e..mi ci sono, come dire, affezionata. E tac, è giunta l'ispirazione come ho già detto hehe 
Ho fatto si che non fosse morto ma solo prigioniero del sonno, visto che, come dice nel manga, lui è l'impersonificazione del Dio Kairos, fratello di Chronos. Gli Dei non possono morire. 
Bene, mi sono detta: e se si ridestasse? Se cercasse vendetta o solo, visto il suo carattere, divertimento come era solito fare? Cosa avrebbe potuto combinare questa volta? Bene, le risposte le troverete in questa storia. 
Per quanto riguarda la bambina, in questo capitolo di prologo sono stata ben muta, ma prometto che dal prossimo iniziamo con la vera storia! 
Il titolo l'ho ripreso dal brano musicale: "Heart Of Courage" dei Two Steps From Hell, che adoro *-* e me lo immagino come colonna sonora della storia.
In quanto alle parti in prima persona, sono tutte di Yoma. Lui è l'antagonista principale, nonostante vedremo che fino all'ultimo starà in disparte come il suo solito, ma continuerà a parlare in prima persona attraverso i personaggi, un po' come in questo primo capitolo. L'ho voluta rendere una storia un po' più "adulta" rispetto a quelle che scrivo di solito; una specie di sfida contro me stessa e spero di riuscire nel mio intento ^^
 Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno, seguiranno o recensiranno la storia ^^ 
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Atene, Grande Tempio. 
Gli allenamenti dei cadetti si svolgevano come al solito nell'arena devota ai combattimenti, ai piedi delle dodici Case, momentaneamente vuote in attesa dei loro successori. 
Due bambini, con lo stesso aspetto e motivazioni, combattevano fra loro per aggiudicarsi il titolo di “vincitore” davanti agli occhi del loro impostato maestro. L'uomo se ne stava a braccia conserte, rivestito della Cloth dei Gemelli con il volto oscurato dal pesante e possente elmo dorato. Osservava i due bambini darsele di santa ragione, senza esclusione di colpi, come costui aveva sempre insegnato loro. Era un uomo orgoglioso e vige alle regole del tempio, sebbene talvolta il suo carattere ombroso poteva farlo sembrare quasi diabolico. 
Kanon e Saga avevano imparato a dargli fiducia, ascoltando ed imparando tutto ciò che lui insegnava loro. Li aveva portati al livello quale erano ed aveva scacciato dai loro cuori qualsiasi ombra che poteva oscurare il loro percorso. Voleva fargli eccedere e salire in alto; voleva vederli rivestiti di importanti Cloth e divenire grandi Saint, tramandando i suoi insegnamenti. Purtroppo però, la Cloth dei Gemelli sarebbe succeduta solamente ad uno dei due, l'altro avrebbe avuto una strada tutta in salita, se voleva divenire comunque un Saint. 
Li portava allo stremo delle forze ogni fine giornata, spronandoli a dare il meglio di loro, puntando sull'orgoglio; anche lui era un uomo orgoglioso ed non avrebbe mai permesso che uno dei due battesse la fiacca. Li osservava come uno spettatore esterno, nella sua posizione di avvoltoio. Scrutava ed immagazzinava i loro miglioramenti e le loro pecche, in modo da poter intervenire per migliorarle. 
Non ammetteva sconfitte schiaccianti da nessuno dei due, infatti, ogni volta che i bambini finivano il loro allenamento, uno dei due vinceva per pochissimo; ogni giorno, chi poteva vincere era una sorpresa. Né Kanon, né Saga sovrastava l'altro; la loro forza combattiva si eguagliava, il loro Cosmo era nettamente alla pari. 
Un sorriso divertito comparve sulle labbra serrate del loro maestro, illuminando i suoi occhi con il famigliare luccichio di soddisfazione. D'altronde quei bambini li aveva istruiti lui e si mostravano sicuri e preparati per la sfida finale: imparare le mortali tecniche della costellazione a cui appartenevano usando fino a fondo il loro Cosmo; era sicuro che sarebbero diventati una minaccia per tutti, compagni compresi.




In un'altra area adibita agli allenamenti, un altro aspirante Saint si stava preparando sotto il vigile controllo dei suo maestro. Era un uomo fiero, così come il maestro dei gemelli, ma meno ombroso e più rispettoso verso il suo allievo. 
<< Tutto bene, Aiolos? >> Chiese appena vide nel bambino un accenno di stanchezza. 
Era sudato e stremato, ma pur di non dare una delusione al proprio maestro, tornava in piedi come se nulla fosse successo, anche se le gambe tradivano la sua stabilità, tremando come foglie sotto il suo leggero peso. 
<< Sto bene maestro, continuiamo. >> 
Un luccichio comparve negli occhi dell'uomo; quel bambino mostrava una forza di volontà straordinaria ed un rispetto verso il prossimo che, forse, in nessun altro Saint sarebbe stato riconosciuto. 
Aiolos lo guardò risoluto, con la mascella serrata come i pugni, i capelli spettinati per lo sforzo e qualche livido sparso sulle sue esili braccia di bambino. 
Si guardarono negli occhi per un lungo istante. Cosa avrebbe contato lui contro un uomo che indossava una dorata Cloth? Eppure continuava a tenere testa al maestro, rivestito della fiera armatura del Sagittario, così splendete sotto i raggi del sole, con le ali di quella costellazione fiere come sarebbe dovuto diventare lui. 
Sognava il giorno in cui avrebbe potuto indossarla, al servizio di Atena e del Tempio, combattendo i nemici sotto il nome di Saint. Sognando quel giorno, continuava ad allenarsi per non mostrarsi mai indegno agli occhi di colui che lo stava addestrando, e sapeva che: dietro qualche roccia, anche il fratellino più piccolo, anche sotto l'espressivo divieto di Shion, assisteva estasiato ai suoi allenamenti. Per Aiolia, il fratello maggiore era fonte di ispirazione. 
<< Aiolos, vedo in te molta tenacia e molta forza di volontà, ma ciò non basta. Stai crollando figliolo, non devi mai lasciare campo libero alla stanchezza, nonostante il suo spirito continui a dire il contrario. In battaglia, questo può tradirti dando un'ulteriore possibilità di vittoria al nemico. >> 
Le parole del maestro furono come una doccia fredda. Mai avrebbe voluto darla vinta ad un nemico, o che egli pensasse che era un pappamolle. No, avrebbe continuato a lottare. 
Si issò eretto, con le gambe che facevano male e fece appello a tutto il suo Cosmo, dando fondo ad ogni sua risorsa, bruciandolo fino ai limiti estremi della sua costellazione. 
Il suo livello combattivo sbalordì anche l'uomo, che rimase a bocca aperta per qualche istante. 
<< Prodigioso! >> Si lasciò sfuggire a bassa voce, più per sé stesso che per Aiolos, mostrando infine un sorriso soddisfatto. 
Il bambino crollò a terra poco dopo, stremato, ma con un altrettanto sorriso di soddisfazione stampato sul volto. 
<< Ci sono riuscito maestro; ci sono …. >> 
Svenne pochi secondi dopo, risucchiando in sé ogni accenno di Cosmo poco prima liberato. 
Prima di cadere nell'oblio della stanchezza, avvertì due possenti braccia che lo alzavano da terra. 
<< Sei stato bravo Aiolos. Sono fiero di te. >> 
E queste furono le ultime parole che udì nel dormiveglia.




<< Quante volte te l'ho ripetuto, Owl, di non sbirciare gli allenamenti dei Cadetti. >> 
Shion, il Grande Sacerdote del Tempio, parlò sospirando alla bambina che gli stava davanti, controllata a vista dal suo sottoposto, che l'aveva di nuovo scoperta su un albero a sbirciare gli allenamenti dei gemelli. 
Il viso di quella era addolorato, ma sicuramente non capiva il perché di tanto scalpore. Rimaneva a testa bassa, roteando il piede a destra e sinistra con la punta, con fare timido. La maschera che Shion portava le metteva inquietudine, come la lunga tunica e l'elmo dorato. 
Non alzava mai gli occhi su di lui, per paura o per devozione; ancora, così piccola, non distingueva le due cose. 
<< Puoi andare.. >> 
Dopo qualche secondo di silenzio, che Owl prese per riflettere, il Pope congedò il suo sottoposto. 
<< Come desiderate mio Signore, se mi cercate sono qua fuori. >> 
Accennò un inchino ed uscì dalla grande porta dorata della sala del trono, richiudendola alle sue spalle con un tonfo controllato. 
Rimasti soli, Shion si tolse l'elmo e la maschera, rivelando un giovanile viso, nonostante le rughe dell'età, e dei lunghi capelli biondi. 
A quel punto, sentendosi più a suo agio, la bambina alzò il viso mostrando un'espressione meravigliata. Shion le sorrise benevolo, come era solito fare con tutti. Lui era buono e magnanimo. Non si arrabbiava mai, neanche con chi combinava qualche errore. Dava a tutti una seconda possibilità e prima di punire a dovere una persona, voleva accertarsi lui stesso dei soprusi commessi. 
Per fortuna al Tempio erano tutti devoti alla legge ed alla giustizia e mai nessuno si era rivoltato contro di lui, voltando le spalle anche alla Dea Atena, prossima alla rinascita. 
L'unica che continuava a piantare grane era lei, nonostante la giovane età. Non era arrabbiato Shion, solo rassegnato dal carattere della piccola che, alla stessa età dei cadetti gemelli e di Aiolos, aveva voglia di combattere e non di rimanere al sicuro al suo fianco. 
Era nata con un prezioso destino, da una donna morta dandola alla luce; il suo Cosmo si sarebbe risvegliato a breve, ma il suo compito non sarebbe stato solo quello di combattere. Il suo apprendistato sarebbe stato diverso, ma era ancora troppo piccola per farglielo capire. 
All'età di dieci anni, una bambina avrebbe pensato a giocare, e non a spaccare il naso a qualcuno. A volte, dopo aver assistito agli allenamenti dei giovani aspiranti guerrieri, si appartava in un luogo nascosto del Tempio, alla larga dalle guardie o dai Saint, per potersi allenare in santa pace; purtroppo, ogni suo tentativo era reso vano dal Sacerdote, che riconosceva il suo Cosmo, ogni qualvolta provava a bruciarlo. 
<< Tu non puoi avere un allenamento uguale a loro. >> Sospirò di nuovo Shion, riferendosi a Kanon, Saga ed Aiolos, vedendo che la piccola non spiccicava parola. 
<< Perché sono una femmina.. >> Proferì lei sull'orlo delle lacrime stringendo il cuore dell'uomo che accennò un sorriso, alzandosi dal trono per andarle incontro ed abbassarsi in ginocchio per essere alla sua altezza. 
Le poggiò le mani sulle spalle, costringendola a guardarlo negli occhi, quelle iridi profonde che fecero illuminare le sue, ricacciando indietro le lacrime in procinto di scendere. 
<< No, non per questo. Ci sono molte donne al Tempio, importanti quanto un uomo. I loro allenamenti sono uguali a quelli degli uomini, e rinunciano alla loro femminilità per la guerra. Il tuo destino non è questo, e lo capirai col tempo. Il tuo Cosmo deve risvegliarsi insieme a quello di Atena. È importante. >> 
Shion parlò fiero e serio, sopratutto nominando il nome della loro Dea, di cui era portavoce e sostituto prima della sua rinascita in un corpo mortale, per poter guidare i suoi Saint alla prossima Guerra Sacra. 
Aveva aspettato 243 anni, seduto sullo scranno doro; ne aveva visti di Saint morire in particolari guerre. Aveva ancora impressa nella mente la precedente Guerra Sacra ed i compagni caduti per dare loro una possibilità. Aveva visto morire i tre salvatori della sua epoca, ed aveva visto Atena donargli quel compito, come al suo compagno quello di vegliare sulle 108 stelle malvagie. Aveva guidato il Tempio come “capo”, istruendo al meglio i successori dei Gold Saint. Quelle case oramai vuote, avrebbero presto trovato dodici custodi valorosi. Ma tutto questo non centrava con quella bambina, lei avrebbe avuto un compito diverso, non dipeso dalle costellazioni, e lui ne era a conoscenza. 
Non poteva rivelarle così il suo destino, sicuramente non lo avrebbe capito e nemmeno accettato. 
<< Per questo non posso combattere? >> Chiese titubante Owl, con un'espressione triste sul volto. Il sorriso di Shion però cercò di tirarle su il morale. 
<< No, per il momento no. Avrai la tua possibilità di combattere, ma non ora. Non così. Queste sono le battaglie dei tuoi compagni, ed ognuno di loro ha un proprio allenamento. Non puoi eguagliare la loro forza e le loro tecniche. >> 
Disse infine con autorità, alzandosi in piedi e sovrastandola con la sua altezza. 
La discussione era finita, ed Owl sapeva di non dover controbattere, ma non riusciva a capire qual'era il suo posto; il suo destino; il suo Cosmo. Come non aveva capito nulla delle parole di Shion. Ricordava solo la sua espressione fiduciosa e cercò di esserlo anche lei. Lui era il Sacerdote, l'uomo più colto di tutto il Tempio e lei doveva portare rispetto. Avrebbe aspettato le risposte tanto agognate, anche se questo significava aspettare anni. 
Con un leggero inchino, frusciando la lercia veste bianca sul pavimento di marmo, uscì dalla sala del trono, diretta verso l'uscita del tredicesimo Tempio. 
Rimasto solo, Shion sospirò verso il cielo, che si intravedeva dalla grande finestra accanto al suo scranno. 
Quella bambina le avrebbe dato non pochi problemi con il suo carattere impulsivo. 
<< Oh, Dea Atena. >> Pregò verso il cielo, sicuro che, prima o poi, la loro Dea si sarebbe reincarnata in un'altra ragazza. Il volto di Sasha apparì nei suoi ricordi; il suo sorriso fresco e giovane, turbato dalle mille battaglie e peripezie subite. Il volto di una fanciulla legata inesorabilmente al suo nemico. Sperò, e pregò, che almeno quella volta, sarebbe stato del tutto diverso. Non avrebbe voluto veder morire un'altra ragazza innocente, come altri suoi compagni. Per quello voleva che i giovani Gold Saint fossero all'altezza dei loro compiti. Sapeva ciò che sarebbe gravato sulle loro spalle. Tutti i loro compiti, le loro guerre, e forse i loro tradimenti. Ma Shion era fiducioso questa volta, una fiducia che non molto spesso veniva tradita. Lui era un autorità, ed era intenzionato a rimanere il saldo Pope che da più di duecento anni teneva alto il simbolo di Atene.


Owl era tornata ai piedi del Tempio, superando tranquillamente le dodici Case vuote. Solo due di quelle erano abitate, ma in quel momento gli inquilini erano alle prese con gli allenamenti dei loro allievi. La sua strada era libera, così come era libera di andare ovunque volesse. Nessuno faceva caso a lei, così minuta ed insignificante, tranne quando si avvicinava troppo agli allenamenti dei Cadetti, disturbando le guardie dalle loro postazioni. 
Un po' si divertiva a farlo apposta, turbando la quiete del Tempio, sapendo anche che Shion non le avrebbe fatto nulla oltre il sospiroso rimprovero. Non godeva certo nel “prendere in giro” il Sacerdote; si annoiava solamente a starsene tutto il giorno da sola. 
Non aveva amici, non si era avvicinata a nessuno degli inquilini del Grande Tempio, così ligi e vigili alle regole dell'ambiente. Lei invece si divertiva ad infrangerle. 
Forse, solo un bambino, poco più piccolo di lei, che se ne stava tutto solo ad osservare gli allenamenti di Aiolos. Era veramente piccolo, forse non più di due anni, e se ne stava senza sorveglianza ad assistere a quegli estenuanti allenamenti che vedevano spossato e sconfitto il fratello ogni fine giornata. A lui però non interessava e non provava disprezzo per l'uomo che infieriva su di lui, né provava a piangere ogni volta che il fratello veniva colpito. No. Osservava tutto con devozione, come se capisse, nonostante l'età, ciò che stava capitando ed il perché. Come se capisse che ciò era fatto a fin di bene. 
Certo, Aiolos spiegava molte cose ad Aiolia, anche che, prima o poi, quello stesso trattamento sarebbe toccato a lui; ed il piccolo annuiva con gioia, con le iridi color del mare scintillanti di devozione. 
<< Hey! >> Lo richiamò Owl, avvicinandosi cautamente a lui. Spostò lo sguardo in più direzioni, cercando di capire se era veramente solo o qualcuno lo stava osservando. Ovviamente non c'era nessuno nei paraggi e capì subito dopo cosa stava facendo. Poco lontano da loro, Aiolos ed il suo maestro erano presi dagli allenamenti e Aiolia li osservava estasiato, con i biondi capelli sugli occhi azzurri e la bocca spalancata. 
<< Non puoi stare qua, lo sai? A me rimproverano sempre e mi portano dal Sacerdote per farmi castigare! >> Esordì poco dopo, ma il bambino non la stava minimamente calcolando. 
Fu allora che lo allarmò, mettendogli una mano sulla spalla facendolo sobbalzare. Era talmente preso dal fratello maggiore che non si era minimamente accorto della bambina che era sopraggiunta dietro di lui. 
Accennò un grido, ma Olw si mise un dito sul naso per farlo stare zitto e fu allora che si calmò, inarcando un sopracciglio e guardandola dall'alto al basso con fare sospettoso. Non era abituato a vedere gente nuova, in genere rimaneva solo col fratello e pochi altri. 
<< Chi sei? >> Chiese il piccolo con voce ovattata, talmente lieve e flebile da essere compreso a stento. 
<< Mi chiamo Owl. >> Rispose lei con un grande sorriso, avvicinandosi di più al bambino ed inginocchiandosi alla sua altezza come faceva Shion ogni volta che doveva ricordarle la sua posizione. Prese spunto dal comportamento del Sacerdote, non capitava tutti i giorni di imbattersi in una persona più piccola di lei. In imbarazzo era sicuramente Aiolia, avendo a che fare con una persona sconosciuta, ma lei lo era altrettanto perché non sapeva come comportarsi per fargli capire che ciò che stava facendo era sbagliato. O forse il Pope chiudeva un occhio solo perché era più piccolo? 
<< Non dovresti stare qua. È vietato sbirciare gli allenamenti dei Cadetti. >> Gli ricordò usando le parole di Shion a suo favore. Lei era la prima ad infrangere quelle regole, ma ricordarle ad un'altra persona faceva tutto un altro effetto. Si sentiva compiaciuta, quasi autoritaria; quasi come se fosse utile al Tempio anche senza combattere. 
Lui la guardò con il labbro tremolo, sul punto di piangere ed alla bambina le si strinse il cuore; l'ultima cosa al mondo era voler far piangere il piccolo. 
Aiolia abbassò gli occhi colpevole. Lo sapeva; conosceva le leggi del Tempio perché Aiolos stesso gliele ripeteva tutte le volte. Lui sapeva che scappava dagli alloggi per seguirlo e per osservare gli allenamenti, ma non era ancora pronto a fare la spia. Era di cuore nobile il maggiore. 
<< È il mio fratellone. >> Ammise il bambino con le lacrime agli occhi, sentendosi sempre più colpevole. 
Owl sospirò iniziando a guardarsi intorno assicurandosi di non essere visti. 
<< Allora facciamo una cosa: rimaniamo qua fino a che non ci scoprono. D'accordo? >> Le sorrise ed Aiolia alzò lo sguardo su di lei, osservandola un po' scetticamente decidendo se poterle credere oppure no. 
Quando notò che nella nuova arrivata non c'era accenno di menzogna, decise di crederle e le sorrise, con gli occhi azzurri che scioglievano ogni cuore. 
Si acquattarono insieme dietro una colonna di marmo, facendo silenzio ed osservando devoti gli allenamenti di Aiolos. 
Aiolia osservava il fratello in silenzio. Qualsiasi cosa facesse, sia prendercele dal maestro, sia controbattere alle mosse di quest'ultimo, non si smuoveva di un passo. Rimaneva in silenzio, estasiato da ciò che vedeva; gli occhi color nocciola di Owl invece, roteavano incerti tra il ragazzo ed il suo maestro, in ansia di ciò che poteva succedere. Ogni volta che Aiolos finiva a terra strozzava un grido, ricacciandolo in gola pur di non farsi scoprire. Avrebbe coinvolto quel bambino innocente, che la aveva appena donato fiducia e per nulla al mondo lo avrebbe fatto.
Rimasero entrambi in silenzio, con il leggero vento che faceva ondeggiare i capelli rossi di lei, lunghi fino alle spalle e quelli biondi di lui. La leggera veste bianca, oramai sporca per averla strusciata dappertutto pur di mimetizzarsi sugli alberi e dietro le rocce bianche del Tempio per seguire i suoi coetanei, le frusciava addosso provocando un leggero rumore; tuttavia, nonostante le varie distrazioni, non distolsero lo sguardo dalla loro principale attenzione.



Non molte ore dopo, quando oramai gli allenamenti erano finiti ed il sole era in procinto di tramontare, Owl si trovò di nuovo sola fra le bianche rocce del Tempio. 
Camminava sovrappensiero, ripensando sia alle parole pronunciate da Sion non molto tempo prima, sia al piccolo bambino che, con devozione, seguiva silenziosamente il fratello. 
Lui aveva un buon motivo, se pur molto piccolo, di infrangere le regole del Santuario. Ma lei? Per chi o cosa lo faceva? Solo per fare un torto al Sacerdote, o per mancanza di occupazione durante la giornata? Non sapeva bene perché infrangesse così volutamente le regole per osservare da lontano gli allenamenti dei Gemelli, o qualche volta di Aiolos, ma sentiva il bisogno di farlo; ogni volta sentiva il bisogno di misurarsi contro sé stessa, mettendo in pratica ciò che silenziosamente apprendeva. 
Camminando sovrappensiero, si era ritrovata non molto lontano dall'arena, in un punto deserto dietro gli alloggi dei Cadetti e delle Sacerdotesse, coloro che avevano rinunciato alla loro femminilità pur di diventare Saint. Sarebbe stata anche lei così? Avrebbe anche lei rinunciato alla sua vita di donna, indossando un'argentea maschera sul volto per celarlo al prossimo? In quel momento l'unica risposta logica che le venne in mente era: si, lo avrebbe fatto. Avrebbe rinunciato a tutto pur di diventare qualcuno. Eppure, Pope Shion non era contento. Era sempre incerto nelle risposte che le dava, sempre le stesse risposte confuse tutte le volte. 
Sospirò. 
Si fermò all'ombra di un albero, così possente ed alto che sicuramente era lì da decenni. La secolare corteccia, usurata dal tempo, portava ammaccamenti su tutto il fronte, come se qualcuno si fosse allenato prendendolo a pugni. 
E se avesse iniziato anche lei, all'ombra degli altri, il suo allenamento? L'idea, secondo la mente contorta di una bambina, non era impossibile. La mente avrebbe immagazzinato, mentre il corpo avrebbe riprodotto. Il Cosmo le si sarebbe risvegliato con l'allenamento, così che Shion si sarebbe deciso a farla allenare sotto la vigile guida di un Saint e non sarebbe stata inferiore a tutti gli altri. 
Sì, avrebbe fatto così, lo sentiva. 
Non era sicura di possedere il Cosmo a cui tutti alludevano; l'universo celato in ogni persona cui tanto parlava Shion. Spronava tutti a risvegliarlo; tutti, meno che lei. 
Cercò di farsi forza, facendo appello ad energie invisibili e quasi inesistenti. Non sapeva come fare, ma ci provò ugualmente. Restò in silenzio, ad occhi chiusi, ascoltando tutto ciò che la circondava. Cercò di non pensare a nulla, solo alle parole che i maestri dicevano ai loro allievi:

Concentrati, fai appello alla tua energia interiore e bruciala fino ai limiti estremi. Solo così riuscirai a liberare il Cosmo.” 
Aprì gli occhi nocciola poco dopo, credendo di aver fatto appello a chissà quale energia, e si lanciò con il pugno teso verso la corteccia dell'albero. 
Fu un debole schianto visto che le esili forze della bambina non contavano su un'esistente energia, ma la forza fu necessaria per aprirle un taglio sulle dita piegate. 
Non era andata come previsto ed il taglio pulsante sulla mano ne era la prova. 
Osservò il sangue fuoriuscire dalla ferita, stringendo il labbro inferiore fra i denti pur di non piangere. Voleva fare la grande guerriera, ma non conosceva nulla del dolore. Non era ancora pronta e preparata a ciò, e proprio per questo Shion esitava. Non era ancora il suo momento; come le aveva detto, il suo risveglio sarebbe dovuto accadere insieme al risveglio della Dea. 
Lui sapeva, ma non le diceva mai nulla. 
<< Non so cosa tu voglia fare, ma non è questo il modo giusto. >> 
La voce altisonante e divertita di un bambino le arrivò alle orecchie, e si girò verso il suo interlocutore con un'espressione furiosa in volto. Si portò la mano ferita lungo il fianco per non dare l'impressione di provare dolore, invece dentro di sé il dolore lo sentiva eccome. 
Di fronte a lei, un bambino dai lunghi capelli biondi e due profondi smeraldi come iridi, sorrideva divertito per la sua reazione. Se ne stava appoggiato ad un altro albero poco distante, con la braccia piegate e le mani incrociate dietro la nuca con un sorrisetto irritante sulle labbra. 
<< Tu non dovresti essere altrove? >> Si difese lei, senza pensare di controbattere alla sua affermazione. Sapeva per certo che non era il modo giusto per riuscire a piegare quell'albero senza ferirsi, facendo appello a tutto il suo potere; purtroppo a lei nessuno lo aveva insegnato. 
Lui fece spallucce senza scomodarsi a risponderle, ma teneva gli occhi fissi su di lei mentre le andava incontro. 
<< Per oggi abbiamo finito l'allenamento. >> Ammise lui tranquillamente. 
Lei lo osservò di sottecchi. Si mostrava sfrontato, ma le ferite aperte spiccavano sulla pelle semi abbronzata ed i vestiti logori, sudati e sporchi, davano l'impressione di avercele prese di santa ragione. Gli allenamenti erano estenuanti, eppure da come si mostrava a lei sembrava davvero non sentire per nulla il dolore. Non come lei, la cui mano pulsava laddove si era ferita ed il sangue continuava a colarle sul vestito quasi immacolato. 
Quando il bambino le fu davanti, notò il liquido scarlatto colante ed un sorrisetto divertito colorò il suo viso facendola adirare e spostare la mano ferita dietro la schiena, togliendo il divertimento al gemello. 
Lui non si scosse minimamente ma mostrò un sorrisetto ancora più divertito, guardandola negli occhi. 
<< Non ti ho mai vista. Sei nuova? >> Le chiese poco dopo, tornando serio, dopo averla scrutata con irritante curiosità. 
Lei scosse la testa in segno negativo. Lui forse non sapeva chi era lei, ma lei sapeva chi era lui visto che assisteva quasi sempre ai suoi allenamenti, ma era meglio non diglielo. 
<< Come ti chiami? >> Chiese ancora notando che, dopo il precedente scontro di parole, non aveva ancora parlato. 
<< Owl >> Bisbigliò lei, infastidita da così tante domande. Non era abituata a chiacchierare con gli altri inquilini del Tempio. In genere, le sue conversazioni, erano solo con il Sacerdote e spesso solo per rimproveri. 
Lui rise, trovando buffo il suo nome. In effetti, non era certo una nomea comune la sua. A volte metteva in imbarazzo anche lei, ma era sicura che, se sua madre le aveva dato quel nome strano, un motivo doveva esserci stato. Ma non ammetteva prese in giro da nessuno. 
<< Perché non pensi al tuo, Kanon? >> Commentò offesa, facendo un passo indietro, finendo appoggiata alla corteccia dell'albero. 
L'espressione divertita di lui si tramutò in completo accigliamento. Il sopracciglio del bambino si inarcò e la bocca si aprì in una leggera nota meravigliata. 
<< Conosci il mio nome? Anzi, mi conosci tanto da non scambiarmi per mio fratello! >> Commentò lui senza cambiare nulla nell'espressione. 
Lei si morse il labbro inferiore; era stata una stupida e si era fatta scoprire. Logico che conosceva i due gemelli, li osservava dal primo giorno di allenamento, attratta da tanta devozione. 
<< Tutti si conoscono al Tempio. >> Mentì ma non risultò molto convincente. 
Kanon si portò una mano al mento, avvicinandosi ancora di più per osservarla. 
<< Io no, per esempio. >> Sbottò lui, imbronciandosi. Non gli andava giù che qualche d'uno lo conosceva ma lui non conosceva quel qualcuno. 
<< Lasciala stare Kanon, non vedi che la spaventi? >> 
Una voce divertita, ma così diversa da quella di Kanon, arrivò poco lontano da loro. Era un divertimento benevolo, non come quello sarcastico del bambino che le stava di fronte. 
Il gemello si voltò con poco interesse, mentre lei si sporse da dietro le spalle di lui per vedere chi avesse parlato. 
Di fronte a loro, i capelli biondi di Saga svolazzavano al vento; i suoi occhi verdi, espressivi e luccicanti, la osservavano mentre il sorriso benevolo sul suo volto la sciolse definitivamente. 
Il suo cuore perse un battito. 
Era così piccola ma per quel bambino, con cui mai aveva parlato, iniziava a provare qualcosa che nemmeno lei sapeva spiegare. 
Fine capitolo 2

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Colei che scrive:

Ma salve a tutti :3 ben trovati in questo nuovo capitolo che è stato quasi un parto D: Ce l'avevo in cantiere da un po' di giorni, ma fra il sistemare il Cosplay ed il Lucca Comics non ho avuto modo di sistemarlo e postarlo! L'ho riletto e corretto, ma sicuramente ci sarà qualche errore, specialmente nelle coniugazioni, che non ho visto e vi chiedo in anticipo di perdonarmi T,T e magari farmelo notare (con molto tatto xD)  
Detto ciò, passiamo al capitolo in sé! Si è scoperto qualcosa di più della bambina che, come avrete sicuramente notato ha un nome molto...particolare? Scontato? Scemo? xD Beh, in effetti mi sembrava azzeccato e magari scontato ma non ho saputo fare di meglio :3 Non do altrettanti spoiler, anche se si dovrebbe capire ^^ 
Bene, per il momento il nemico è "messo da parte" ma arriverà a fare i suoi soliti danni al momento meno appropriato :3  
Non credo di aver null'altro da dire, tanto si è visto già nel capitolo che spero tanto vi sia piaciuto e che mi facciate sapere cosa ne pensate :3 Mi farebbe piacere! 
Ringrazio i lettori, i recensori, e chi ha messo la storia fra le seguite :3  
Un bacione,  
al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Heart Of Courage



Capitolo 3




Il cuore della piccola Owl batteva all'impazzata alla vista del biondo Saga; non capiva il perché quel ragazzino le facesse così tanto effetto. Tutte le volte in cui lo osservava allenarsi, rimaneva persa nella visione dei due gemelli, stremati e feriti dall'uomo che doveva istruirli.
Non aveva mai avvicinato nessuno dei due, troppo timida per farlo, ed in quel momento, ritrovandoseli entrambi di fronte, non riusciva più a spiccicare parola.
Osservava Saga timidamente, arrossendo lievemente sulle gote leggermente paffute, mentre un attimo prima si era mostrata autoritaria verso Kanon, che in quel momento sogghignava osservando divertito la scena.
<< Kanon! >> Lo richiamò il gemello, riservandogli uno sguardo enigmatico, che faceva intendere un bel po' di disappunto. << Spero tu non abbia dato noia a questa fanciulla! >>
Era buono ed amato da tutti Saga, lo dimostrava il suo tono di voce autoritario ma fraterno, che aveva preso in sua difesa. Di tutta risposta però, Kanon alzò le spalle con fare menefreghista, andandogli incontro e girandosi di nuovo verso la povera Owl, che era indietreggiata così tanto da sbattere la schiena contro la secolare corteccia.
<< Io non le ho fatto nulla, ho solo chiesto chi fosse! >> Rispose Kanon di tutta fretta, portandosi le mani dietro la nuca e guardandola con fare interrogativo.
Non si era accorto prima di come era vestita, né tanto meno degli occhi color nocciola ed i vistosi capelli rossi che circondavano il suo spaesato viso.
Era vestita con una tunica bianca, simile a quella delle ancelle, solo adattata al suo fisico minuto e lercia per averla strusciata sicuramente dappertutto nel Tempio.
Non l'aveva mai vista, ma lei sembrava conoscerli bene.
Saga guardò il fratello con espressione incuriosita; in effetti non ricordava di aver mai visto quella bambina prima di allora, così, tirando fuori il suo più bel sorriso -che fece arrossire di più Owl- si avvicinò a lei scostandosi una ciocca di capelli biondi dagli occhi, lasciando che si intravedessero le sue iridi così scintillanti da parer smeraldo.
<< Scusalo se ha usato dei modi un po' bruschi, lui è fatto così! >>
Furono quelle le prime parole di Saga verso Owl, che rimase di stucco. Le parve avere così tanto buon animo, che stentò a credere che si stava allenando per diventare un Saint. Più che un combattente, se pur per la giustizia, quel bambino le sembrò più adatto per prendere un giorno il posto di Shion, a capo del Tempio come suo Sacerdote.
Lo osservava da molto tempo, dal primo giorno in cui il loro maestro li prese in custodia.
Kanon era sempre quello più montato dei due. Non era cattivo, risultava solo più schietto e sincero; non che Saga non lo fosse, ma si mostrava agli altri in maniera del tutto differente dal fratello.
Nonostante erano così simili nel fisico, con quei lucenti e lunghi capelli biondi, che scintillavano come spighe in un campo di grano, e gli espressivi occhi verdi, il loro carattere era totalmente opposto come due facce della stessa medaglia, che insieme si completano.
Non li aveva mai visti separati, per quanto riusciva a seguirli dopo l'allenamento. Non si allontanavano mai, e nel poco lasso di tempo durante la giornata in cui il maestro concedeva loro un po' di riposo, lo trascorrevano insieme ad Aiolos.
Owl, che si ricordò di aver abbassato gli occhi per la vergogna, prendendo un copioso respiro, si decise a rialzarli verso il suo interlocutore cercando di scandire al meglio le parole.
Era così piccola e così impacciata, che si maledì per essere scappata così lontano. Era forse per quella ragione che Shion la teneva lontana da tutti? Cos'altro poteva fare di altrettanto stupido, se non prendersi una cotta all'età di dieci anni, per un suo coetaneo?
<< Tranquillo. >> Iniziò, quasi balbettando. << Gli stavo comunque dicendo che mi chiamo Owl e vivo al Tempio da quando sono nata, ma non tutti mi conoscono. >>
Si mise a nudo, rivelandosi ai due gemelli che la guardarono interrogativi, lanciandosi alcune occhiate di consenso.
<< Capisco. >> Le sorrise Saga di rimando, cercando di farla sentire a suo agio e non in soggezione, anche se quello che poteva spaventarla era essere Kanon e non lui. << Che nome delizioso. >> Sorrise ancora e la bambina si ritrovò di nuovo ad osservarsi l'orlo della tunica, mentre Saga si rivolse finalmente al fratello, andandogli incontro.
<< Tu l'hai mai vista? >> Gli chiese sottovoce e vide che il gemello scosse la testa con un gesto negativo, mentre i suoi occhi erano ancora puntati su di lei.
<< Neanche io. >> Rispose infine ad una silenziosa domanda, volgendo la propria attenzione sulla figura titubante davanti a loro.
<< Hai detto di chiamarti Owl, giusto? >>
Fu Kanon a parlare, avanzando deciso di due passi, fino a ritrovarsela di fronte.
Incredibilmente Owl, una volta alzato finalmente lo sguardo, notò che il bambino non era poi così più alto di lei; la sovrastava solo di pochi centimetri ma riusciva comunque a guardarlo negli occhi verdi in cui si specchiava.
Li aveva sempre osservati da lontano, dove i loro lineamenti risultavano troppo confusi e facilmente scambiabili. Molte volte avrebbe potuto confonderli, ma grazie a non si sa quale senso, riusciva facilmente a distinguerli anche da lontano. Saga aveva i capelli di una leggera tonalità più scura, mentre la pelle di Kanon risultava leggermente più abbronzata di quella lattea di Saga. Infondo, pensò, non erano poi così uguali se osservati da vicino.
Sorrise al pensiero ed annuì alla domanda del ragazzino, che alzò un sopracciglio e si lisciò di nuovo il mento con fare pensoso.
<< E, visto che ci conosci, potrei sapere chi sei tu? Sappiamo solo il tuo nome, nulla più! >>
Continuò risoluto, parandosi di fronte a lei nonostante fosse così attaccata alla corteccia del secolare albero, che le sarebbe risultato difficile scappare. Tuttavia, non aveva voglia di andarsene. Il suo sguardo, dopo averlo spostato dal viso incuriosito di Kanon, si spostò oltre le sue spalle, alla ricerca di un viso calmo e riflessivo, ornato dal sorriso più bello che avesse mai visto.
Prese coraggio, arrossendo di nuovo visibilmente. Non voleva certo fare una figuraccia davanti a Saga, nonostante la pressa di Kanon quasi la spaventava.
Si appiattì di più all'albero e si strinse nelle spalle, cercando di nascondere alla loro vista la mano ferita.
Ancora doleva, e forse per quello riusciva a rimanere lucida e rispondere alle domande dei due. Dalla soggezione di Kanon alla timidezza verso Saga, non riusciva a concentrarsi su sé stessa, per spiegare chi fosse e perché fosse in quel luogo così sperduto dietro le abitazioni delle donne cadette.
Ci pensò prima di rispondere; alla fine, non sapeva neanche lei chi fosse. Si sentiva un'anima sperduta nel Tempio, sotto l'autorità del Sacerdote, che per lei era quasi come un padre. Non ricordava nulla dei genitori ed a quanto le aveva raccontato Shion, suo padre era morto in battaglia e sua madre dandola alla luce. Erano due Saint del Tempio, corrotti dall'amore e periti per due guerre totalmente diverse.
Shion la trattava amorevolmente, così come faceva con tutti, e lei non faceva altro che piantargli grane perché non aveva nulla da fare durante la giornata. Nonostante il suo comportamento autorevole e paterno, continuava a celarle molte cose su di lei e crescendo riusciva ad intuirlo.
<< Vivo qua al Tempio sotto sorveglianza del Sacerdote, che mi fa da padre. Lui è gentile ed amorevole, ma durante la giornata ha molti impegni, così impiego il mio tempo ad osservare la vita che si svolge fra queste mura; spesso infrangendo le secolari regole ed osservo silenziosamente i vostri allenamenti. A volte mi acquatto dietro qualche roccia, o mi arrampico sugli alberi. Così, solo perché non ho nulla da fare! >> Ammise quasi liberandosi di un peso. Ovviamente tenne nascoste alcune cose, come la sua ostinazione ad allenarsi di nascosto, facendosi del male. Portò così la mano ferita fra le pieghe del vestito.
I due gemelli si guardarono per un secondo, indecisi se crederle o meno, ma ammettendo silenziosamente che una bambina di quell'età non avrebbe avuto motivo di mentire, tirarono un sospiro di sollievo.
<< Ed io che ti ho creduto una spia! >> Ridacchiò Kanon, visibilmente sollevato. Era come se fosse diventato un'altra persona.
Anche Owl sospirò sollevata, dopo essersi tolta un peso dal cuore, che pesava come un macigno, e dopo che gli sguardi tesi dei due si rilassarono.
<< Ecco come fai a conoscerci. Ci osservi durante gli allenamenti. >> Ridacchiò Saga, allentando ulteriormente la tensione.
Pensava si arrabbiassero o ridessero di lei, o addirittura che l'avrebbero portata dal loro maestro o dal Sacerdote per farla punire, invece si ritrovarono a ridere insieme, proprio come dei bambini.
<< Lo so, non avrei dovuto. Il Sacerdote impone discrezione.. >> Iniziò Owl, visibilmente pentita per aver trasgredito le regole. Di fronte a quei fedeli cadetti, che si allenavano per diventare devoti Saint, si sentì quasi “sporca”. Infondo, anche se benevolmente e non del tutto intenzionalmente, sbeffeggiava Pope Shion.
<< Hai coraggio per essere solo una bambina. >> Le disse Kanon e lei si meravigliò non poco di sentire quelle parole proprio dalla sua voce. Credette di essere presa in giro o derisa da colui che era così schietto e divertito, invece l'aveva presa in simpatia.
Sorrise.
<< Hai avuto coraggio anche ad affondare un pugno su quell'albero! >> Continuò Kanon, facendosi serio e Saga voltò immediatamente lo sguardo verso di lei, turbato, cercando di notare se la sua mano avesse riportato ferite e quando vide che, sul candido vestito – anche se sporco di terra – colavano vermiglie gocce di sangue, si avvicinò a lei e le prese fra le sue la mano ferita.
<< Perché lo hai fatto? >> Chiese visibilmente confuso. << Avresti potuto farti molto male. Sei fortunata ad esserti fatta solo un taglio, ma nonostante questo hai bisogno di cure. >> Continuò il maggiore che, sotto il suo lieve ed esperto tocco, Owl tremò leggermente e le sue gote si tinsero ancora del roseo colore della timidezza.
<< Così.. >> Rispose solamente, tenendosi per sé il vero motivo. Non voleva essere giudicata, né far sapere dei suoi vani tentativi di bruciare il suo inesistente Cosmo. Sapeva che, se Shion l'avesse saputo, forse non sarebbe stato così amorevole come al solito, e le avrebbe riservato una bella strigliata.
<< Non è un granché come risposta, ma per il momento è più che sufficiente. >> Cercò di obbiettare Saga, leggermente accigliato.
Lasciò la presa salda dalla sua mano poco dopo e Owl sentì come un vuoto. La ferita tornò a pulsarle ed il sangue a gocciolare sulla veste. Osservò Saga però, che curiosamente e con un gesto secco e deciso, strappò via una manica dalla sua maglietta andandole a coprire la ferita per arrestare l'emorragia. Continuò ad osservare quella medicazione improvvisata con la faccia sognante, mentre Kanon sbuffava per l'attesa poco lontano da loro.
Saga era sempre stato di animo gentile e lo sapeva; si ritrovò quindi a pensare se, al posto suo, lui avrebbe fatto lo stesso per una persona che neanche conosceva.
Osservò la scena senza sembrare interessato, spostando lo sguardo dal fratello ad Owl, che pareva essere presa da lui, e ridacchiò divertito.
<< Meglio portarti in infermeria, al cospetto del Grande Sacerdote, prima che tu possa prenderti una brutta infezione. >> Disse tranquillamente Saga mentre Owl mandò giù un un bel po' di saliva con un boccone amaro. Se fosse stata portata da Shion, l'avrebbe scoperta immediatamente, visto che al suo cospetto non riusciva mai a mentire. Non gli andava di far vedere quanto trasgredisse le regole a colui che istruiva e dirigeva tutti i Saint del Tempio.
Benché l'affermazione di Saga risultò quasi imposta, e perché fu proprio lui ad imporla, si decise a seguire il gemello fino alla scalinata delle dodici Case, in silenzio e seguiti a sua volta da un Kanon apparentemente troppo silenzioso.
Lui continuava ad osservarla da lontano, cercando di cogliere qualsiasi informazione in più su di lei solamente guardandola; ma era difficile, non aveva poteri telecinetici né tanto meno poteva leggere nelle menti delle persone. Non che diffidasse di lei, ma aveva visto chiaramente la scena della bambina mentre tirava un pugno contro l'albero, e ce l'aveva anche presa in giro, mentre di fronte al fratello aveva risposto molto vagamente. Si continuava a chiedere il perché, anche se era ben chiaro ai suoi occhi.
Owl era attratta da Saga, indubbiamente.
Ridacchiò.


Una volta raggiunto l'ultimo palazzo all'apice delle tredici Case, i due gemelli scortarono Owl fino alle stanze dell'infermeria, dove una donna vestita con una lunga tunica bianca, iniziò a medicare e fasciare la mano della piccola.
Nel frattempo i due furono convocati dal Grande Sacerdote, mandandoli a chiamare dal suo sottoposto: un uomo vigile alle regole del Pope.
Shion sedeva come al solito sullo scranno dorato, vestito della leggera tunica biancha che gli accarezzava il corpo come un leggero vento. Non portava nessun impedimento che gli coprisse il viso: né la maschera, né l'elmo dorato, che teneva appoggiato sul bracciolo del trono.
Quando Kanon e Saga entrarono, inchinandosi di fronte alla massima autorità del luogo, Shion si alzò dalla sua postazione molto lentamente, rimanendo in silenzio ad osservare i due mentre, con gli occhi verdi rivolti verso il suolo, continuavano a chiedersi se li avesse convocati per chiedere di Owl o per sgridarli. Erano veramente confusi entrambi; anche Kanon, che fino a quel momento aveva tenuto sul volto un'espressione quasi scocciata.
<< Alzatevi. >> Decretò infine con la nobile voce di un guerriero, invece che di un autorità. Trattava i “suoi” ragazzi come se fossero dei figli. Non era mai arrabbiato oppure infastidito per i loro comportamenti. Cercava di ragionare, tirando fuori amorevoli discorsi e parole, scandite con un tono cristallino e mai roco e di questo gliene erano grati, almeno potevano tirare un sospiro di sollievo.
Shion li osservò nei movimenti, quando i già lunghi e mossi capelli biondi dei due frusciarono sopra le semplici armature da combattimento, che prevedevano una copertura sufficiente a salvaguardare gli organi più importanti del corpo, come il cuore.
Quando anche gli occhi smeraldini dei due cadetti si posarono sul Pope, egli mostrò un sorriso che, seppur preoccupato, mostrava tutta la buon'anima dell'uomo che, in quel momento, voleva mostrarsi come il suo vecchio maestro Hakurei, che considerava i suoi allievi come fossero dei figli. Nei suoi lunghi anni di patronato, aveva sempre cercato di assomigliare a lui: forte, autoritario e ma mai impreparato. Un uomo su cui tutti potessero contare. Colui che, da oramai duecento anni, teneva alta la fede in Atena.
<< Nobile Shion. >> Dissero i due all'unisono, accennando così un piccolo inchino di devozione, specialmente in Saga cui occhi risplendevano.
<< Sono stato avvertito dell'incidente della piccola Owl. >> Iniziò preoccupato, nonostante già le tutrici avevano detto che era un ferita curabile con poco. Quando si trattava della sua figlioccia, diveniva seriamente ansioso. Sapeva cosa lei provava quando si rifiutava di spiegarle qualcosa riguardo il suo futuro; riusciva a vedere il viso imbarazzato della piccola, divenire accigliato.
Sospirò.
<< Vi ringrazio per averla accompagnata in infermeria. >> Tradì infine le sue emozioni ma fu Saga a parlare dopo qualche secondo di silenzio.
<< Dovere, Grande Sacerdote. >> Rimostrò un devoto inchino, che fece sorridere il Pope di tranquillità.
<< Owl è giovane, ma già così attiva e curiosa. Mi domando se, prima o poi, non si cacci nei guai. >> Sospirò Shion, tornando seduto sul trono, portandosi una mano alla testa per scacciare un lieve mal di testa.
<< Sicuramente è curiosa, Signore, ma credo non lo faccia apposta. >>
A quella presa di parola, il Pope rialzò lo sguardo meravigliato sul suo interlocutore; non tanto per ciò che aveva detto, ma benché era stato proprio Kanon a dirlo, meravigliando anche il fratello, che gli sorrise fiero.
Per quanto lo conosceva, visto che erano cresciuti insieme, suo fratello non aveva mai avuto una buona parola riguardo i suoi conoscenti. Per ringraziare si limitava a dire solamente “grazie”, esprimendo i suoi sentimenti attraverso ciò che gli occhi mostravano di lui. Nemmeno con Aiolos, che conoscevano praticamente da sempre, o col suo maestro, che trattava bene o male gli allievi a seconda delle esigenze degli allenamenti. Lui li aveva cresciuti come un padre, ma mai dalle labbra di Kanon era uscita una parola di ringraziamento.
L'unico con cui si confidava ed aveva forse il rapporto più bello, era proprio lui, il suo gemello; il suo doppio; colui che lo completava.
<< Naturalmente. >> Shion riprese la sua espressione di sempre e dopo uno dei suoi soliti sorrisi, congedò i due bambini e si diresse oltre i bianchi tendaggi posti dietro il trono dorato, diretto alle stanze dell'infermeria.
Una volta usciti dal Tredicesimo Tempio, Saga arrestò i passi ed osservò le spalle di Kanon che lo precedevano, fino a che non si accorse che accanto a lui il gemello non c'era più. Si voltò interrogativo, notando come il fratello lo guardava con un'espressione difficile da comprendere. Aveva il suo solito sorriso benevolo, compreso di una risatina quasi canzonatoria. Non era da lui.
Alzò un sopracciglio e si avvicinò di più all'altro.
<< Qualcosa non va? >> Chiese, nonostante aveva capito che stava ridendo di lui.
<< Mi meravigli sempre, Kanon. >> Prese parola Saga, ridacchiando compostamente da dietro il palmo della sua stessa mano.
In un primo momento rimase in silenzio, interdetto ed interrogativo. Non capiva perché suo fratello gli avesse rivolto quelle parole, così prese in mano la situazione per cercare di capire.
<< Di che parli? >> Chiese risultando quasi sconvolto.
<< Hai difeso quella bambina di fronte al Sacerdote. Non ti facevo così! >> Sorrise il fratello, che con i suoi modi composti si portò le braccia dietro la schiena, incrociando le mani e guardandolo dritto negli occhi, facendolo imbarazzare.
<< Dubiti di me, fratello? >> Kanon storse il naso offeso e Saga soffocò una risata, cercando di tornare serio. Gli piaceva questo lato nascosto di Kanon, che non era mai riuscito a vedere. Stava crescendo, e questo lo doveva anche al suo maestro. Era sicuro che sarebbe diventato un devoto Sant del Tempio, qualunque fosse stata la sua strada.
<< Beh? >> Continuò, vedendo che Saga aveva mancato di rispondere. Lo osservava con un sorriso strano stampato sul volto, mentre il vento faceva frusciare i loro capelli biondi.
<< Nulla. >> Si limitò a dire per far tacere il curioso gemello, mentre riprese a camminare ridacchiando, sentendo i borbottii di Kanon a poca distanza da lui.


Intanto, nella stanza dove era stata condotta Owl, una delle tutrici aveva appena finito di fasciare la mano della piccola, facendole mille raccomandazioni che lei non ascoltò minimamente. Teneva la testa abbassata e sovrappensiero, mentre la donna credette che era solo seriamente pentita di quanto successo.
Invece Owl ripensava all'accaduto; a come si era imbattuta, per caso, nei gemelli enigmatici del Tempio. Era stato così diverso dall'osservarli all'ombra di una roccia. Diverso dall'aguzzare la vista per scorgerne i lineamenti e non confonderli. Aveva imparato a conoscerli tramite dicerie e di come si mostravano all'uomo a cui dovevano quasi la vita. Per alcuni versi, le supposizioni che si era fatta di entrambi erano giuste, ma c'erano molte sfaccettature di quei coetanei che ancora le risultavano così misteriose, come l'attrazione che iniziava a provare per Saga.
Non si era mai accorta, così presa dall'osservarlo, di arrossire visibilmente alla vista di quei lunghi capelli biondi e degli occhi smeraldini del ragazzino che faceva sfoggio delle tecniche e dei miglioramenti che imparava durante il passare del Tempo.
Certo, si disse, un conto era osservarli da lontano, ed un conto era stato trovarseli di fronte.
Aveva sempre pensato che la differenza fra loro fosse minima, invece si era ritrovata due poli opposti di una calamita e l'unica cosa che era stata capace di fare, fu farsi vedere fragile da Kanon e rossa come un peperone da Saga.
Se voleva diventare una guerriera, di certo non era quello il modo. Doveva imparare a controllarsi, per risvegliare il suo Cosmo, ed aveva bisogno che Shion non si accorgesse di nulla. Era importante.
Invece, proprio il Sacerdote in persona entrò nella piccola stanza, facendo un piccolo accenno all'infermiera di lasciarli soli.
Quando finalmente alzò il viso su di lui, quasi in procinto di piangere e di dar sfogo a tutta la sua fragilità di femmina, notò che Shion non indossava né la maschera, né il dorato elmo. Portava sul volto solamente un triste sorriso, ed era rivolto a lei.
Le salì un groppo in gola per quel comportamento. In genere, il Pope sospirava ogni qualvolta tornava al Tempio dopo una “malefatta”, o dopo essersene beatamente fregata delle regole. Quella novità nel volto segnato dalle piccole rughe dell'uomo, le fece quasi salire le lacrime agli occhi.
Per la prima volta, Owl si sentì colpevole.
Fine capitolo 3

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Colei che scrive:

Evviva, ce l'ho fatta a terminare il capitolo prima di partire :3 Mi è rimasto solo domani, poi la nave mi attende :P
Ma, torniamo a noi! Pian piano ci avviciniamo ai pezzi clou della storia, anche se siamo appena alla conoscenza dei due gemelli ;) Ed abbiamo anche scoperto che ad Owl piace Saga (una mia trama diversa yuppi xD in genere prediligo Kanon, ma ci sarà un perché! E poi diciamolo, è un Adone u,u)
Ok, finiamo di idolatrare i gemelli e torniamo a noi!  
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali errori che non sono riuscita a vedere!  
Un bacione ai recensori ed ai lettori, che spero mi facciano sapere il loro parere :3 E chi ha messo la storia fra le seguite ^^
Un bacione
al prossimo capitolo!


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Heart Of Courage



Capitolo 4




<< Owl >>
La voce sospirata di Pope Shion arrivò alle sue orecchie come una supplica e costrinse la piccola a guardarlo negli occhi. I suoi erano lucidi per le lacrime trattenute, mentre il volto leggermente impassibile del Sacerdote lasciava trasparire segni evidenti di dissenso.
<< Nobile Shion. >> Provò a salutarlo con voce flebile, abbassando di nuovo lo sguardo verso il basso, colpita nell'orgoglio. Aveva sempre cercato di non dare dispiaceri al Sacerdote, nonostante trascorreva le sue giornate a trasgredire regole e quindi dando involontariamente dispiaceri alla massima autorità del Tempio.
Ovviamente, Owl non era così frivola, era solamente guidata dalla sua giovanile inesperienza, dettata dalla sua tenera età. Quello il Sacerdote lo sapeva e per questo non voleva portare la piccola sul campo di battaglia; preferiva averla con sé fino a che il Cosmo di Atena non si fosse manifestato, solo allora il destino della piccola sarebbe entrato in gioco. Solo allora, avrebbe dovuto abbandonare il suo essere donna, per divenire una guerriera al servizio di Atena, differentemente però da tutte le altre Sacerdotesse del Tempio. A lei sarebbe spettato qualcosa di diverso, ma non era ancora giunto il tempo. Non in quel modo, non quando lei ancora non poteva capire. Tuttavia, la piccola Owl scalpitava nell'animo. Era incontrollabile ed impaziente, e proprio per quello continuava a mettersi nei guai, dando altrettanta pena al Pope a cui stava particolarmente a cuore.
Da quando era nata, si era preso cura di lei insegnandole il rispetto e le buone maniere. Aveva posto la sua vita nelle mani delle ancelle quando lui, per i suoi doveri verso il Tempio, non poteva starle accanto. Lei gli si era affezionata, non avendo i genitori era l'unica persona che le mostrava amore e tenerezza, insieme alle servitrici. Però, crescendo, Owl sentiva il bisogno di evadere, di prendere parte nel mondo, osservando come i suoi coetanei già sapevano bene cosa farne della loro vita; sia uomini, che donne.
Il Tempio era popolato da cadetti di ogni età, anche più piccoli di lei, già in procinto di diventare qualcuno, allenandosi serratamente e con devozione di giorno in giorno, fino a quando non averebbero terminato il loro apprendistato ed avessero potuto vestire una Cloth.
E lei? Di lei cosa ne sarebbe stato?
A questo pensava Owl, ogni volta che osservava di nascosto gli allenamenti dei due gemelli Kanon e Saga, o quando, insieme al nuovo amichetto Aiolia, assisteva agli allenamenti del fratello maggiore di quest'ultimo.
Anche Aiolia, nonostante la tenera età, sembrava determinato a voler prendere le veci di suo fratello, convinto a divenire uno dei Saint più fidati nel Tempio.
Tutte quelle domande continuava a porsi, mentre sentiva lo sguardo del Pope ancora su di sé. Non riusciva neanche a parlare, o scusarsi con lui, visto che doveva essere stato avvertito del suo incidente per raggiungere così in fretta l'infermeria dove era stata condotta dai gemelli.
Il dolore alla mano andava via via scemando dopo la medicazione, ma la ferita più grande la portava nel cuore. Il silenzio di Shion, era peggio di una sgridata.
<< Non dici nulla, Owl? >> L'amorevole voce di Shion la colpì dritta al cuore, che sembrava si fosse mosso con un balzo dal suo petto.
La bambina continuava a tenere la testa abbassata, con le lacrime in procinto di scendere. Il bruciore agli occhi, così famigliare quando si sentiva colpita, la stava avvertendo che stavano per rompere gli argini. Nonostante quello stato d'animo, di fronte a lui voleva farsi vedere fiera, altrimenti, pensò, non le avrebbe mai accordato il permesso di allenarsi per divenire qualcuno.
<< È stato solo un graffio. >> Azzardò lei, con voce titubante, provando a posare il suo sguardo sul volto dell'uomo, che sospirò come il suo solito alla vista dei suoi occhi.
<< Piccola Owl.. >> Continuò Shion, portando la sua grande mano fra i capelli della piccola, con un gesto affettuoso che lei ricordava appena.
Non era più capitato che il Pope stringesse così tanto la distanza fra loro come in quei giorni; da anni non le accarezzava i capelli o le dava un buffetto sulle guance. Per lui stava crescendo, ma nonostante quello, Owl richiedeva le attenzioni paterne dell'uomo visto che ne sentiva la mancanza per non averlo mai conosciuto. Anche lei si stava rendendo conto di diventare più grande di giorno in giorno. Le vesti piano piano non le stavano più, e le ancelle rimediavano cucendo i buchi o i tagli provocati dalla seta troppo stretta in vita, oppure sostituendole con una taglia più grande. Le maniche dei vestiti le lasciavano fuori i polsi e le gonne troppo corte lasciavano intravedere le caviglie.
Gli anni trascorrevano ed il Sacerdote se ne rendeva conto. Lui era sempre stato un pilastro, ma le rughe sul suo viso erano più marcate di anno in anno, nonostante l'avvenenza del suo aspetto era rimasta immutata per due secoli.
Avrebbe atteso altri anni, vedendo crescere ancora quella piccola figlioccia quale per lui era? Si era ripromesso di tenerla al sicuro da scottanti rivelazioni, ma adesso Owl era come una miccia accesa in procinto di scoppiare. Non riusciva a tenerla a freno neanche lui; stava diventando irrequieta e si addossava tutte le colpe.
<< Se detto delle regole, e voglio che siano rispettate, è sempre per una ragione. Ho sempre cercato di tenerti al sicuro, proprio per evitare questo.. >> Continuò a parlare con autorità, addolcendo la voce per non sembrare troppo rude. Non c'era bisogno con lei che assimilava tutto, magari non prendendolo in considerazione dopo, ma ascoltava sempre in silenzio.
<< È solo un graffio. >>
Owl cercò di nascondere la fasciatura dietro la schiena, ma servì solo a far sospirare di nuovo Shion, che addolcì di nuovo l'espressione rendendo le rughe del suo viso meno tirate.
<< Non conta che sia un graffio o una profonda ferita, piccola, ma è il gesto che ti ha indotto a farlo. Magari questa volta te la sei cavata con un po' di pomata, ma la prossima volta? Non voglio vederti piena di graffi e lividi o che ti reggi in piedi a mala pena. Arriverà il tuo momento, questo te lo assicuro, ma non ora. È troppo presto, lo capisci? >>
Shion poggiò istintivamente le mani sulle spalle della piccola, che si irrigidì appena sotto il suo tocco. Le grandi mani del Sacerdote, era fin troppo grosse per la sua gracile figura.
Era in fase della crescita, e magari piano piano il suo fisico si sarebbe irrobustito, ma all'età di dieci anni, Owl sembrava una ragazzina qualunque. Perfino Aiolia, molto più piccolo di lei, sembrava avere più massa muscolare.
Tuttavia, dopo la “ramanzina” dell'autorità massima del Tempio, la bambina alzò di nuovo gli occhi, precedentemente abbassati colpevolmente, su Shion, che la guardava con un piccolo sorriso amorevole stampato sul volto.
Non voleva essere duro con lei, come con nessun altro. Preferiva parlare faccia a faccia con i suoi Saint oppure i suoi Cadetti, cercando di far capire le sue priorità.
Owl annuì temeraria, trattenendo il respiro per evitare di parlare. Tante domande avrebbe voluto porre al Pope; troppi pensieri soppressi e troppe suppliche a cui avrebbe voluto dar sfogo. Tuttavia restò in silenzio, mandando giù tanti bocconi amari. Cercò in ogni modo di credere alle sue parole, perché sapeva essere giuste, ma il suo spirito ribelle la portava spesso a comportarsi nelle maniere più sconsiderate che conosceva. Era fatta così, e Shion lo sapeva. Proprio per questo, avrebbe voluto aspettare per insegnarle a convivere col suo destino. Non era pronta, non così piccola.
<< Non cercherai mai più di metterti nei guai, vero? Non cercherai più di farmi preoccupare? >>
Le parole del Grande Sacerdote risuonarono alle orecchie della bambina quasi come una supplica, ma lei sapeva che, infondo al suo animo, non avrebbe potuto dargli la certezza; nonostante tutto però, gracchiò con la gola secca un triste “no” che, alle sue orecchie, suonò come una profonda bugia. Chissà se anche Shion se ne era accorto.
La guardò per un lungo istante negli occhi, come se volesse mettere a nudo il suo più profondo animo, corrucciando le rughe della fronte che, alla luce di quella stanza, sembravano più marcate del solito.
Gli occhi profondi di Shion continuavano a guardare dritti nei suoi color nocciola, che luccicavano e tremavano al tempo stesso, ma cercò di ricordare a sé stessa di essere forte, come lo erano stati tutti i Cadetti sotto i colpi inferti dai loro maestri. Ovviamente, non era un paragone possibile, perché Shion non stava infierendo su di lei, ma i suoi occhi supplichevoli della sua parola, erano peggio di una qualsiasi mano levata sulla sua persona.
Dopo un profondo respiro del Sacerdote, che tornò alla sua posizione autoritaria, spostando le mani dalle spalle di Owl con una piccola carezza, la lasciò libera di andare. La ferita non era così grave da costringerla a letto e sentiva, dall'alto della sua esperienza, che la bambina aveva un animo talmente libero che tenerla segregata nel tredicesimo Tempio era un grosso errore. Sperò inoltre che la lezione le fosse servita in qualche modo e di non doverla richiamare tanto spesso come in quel periodo.
Con un leggero inchino, una volta scesa dal letto dove era stata adagiata dai gemelli, fece frusciare la veste tenendola con le mani e dopo un cenno di assenso da parte di Shion, lasciò correndo la stanza.
Aveva bisogno di aria fresca e c'era solo un luogo dove avrebbe voluto andare. Voleva a tutti costi rivedere i due ragazzini che aveva incontrato poco prima, coloro che l'avevano accompagnata in infermeria e che, con molta probabilità, avevano riferito tutto al Sacerdote. Nonostante quel piccolo particolare, non era in collera o infastidita per quello, voleva semplicemente ringraziarli e, se quello voleva dire spiarli, era disposta a farlo, così che tutte le suppliche del Pope sarebbero state di nuovo parole al vento.


Intanto, nell'infermeria del Tredicesimo Tempio, Shion continuava a sospirare osservando la porta da dove, poco prima, era uscita Owl. Sorrideva però, infondo gli sembrava come se stesse rimproverando e dando consigli ad una figlia. Tutti i Cadetti avevano un maestro sul quale contare; un uomo saggio che insegnava loro non solo a combattere, ma anche le regole fondamentali dei Saint, tra cui lo spirito di amicizia e lealtà, doti fondamentali nei guerrieri del Grande Tempio. Ad Owl, non essendo una Cadetta, insegnava quei principi lui stesso, rendendolo fiero. In quei momenti ripensava al suo apprendistato nel Jamir, quando lui stesso era un Cadetto ed apprendeva insegnamenti dall'ormai defunto maestro Hakurei. Quanto tempo aveva passato ad ammirarlo, ed in quel momento, guardandosi allo specchio, la sua immagine gli ricordava proprio lui ed il gemello Sage, suo predecessore.
Tanti ricordi gli appesantivano il cuore, ma nonostante quello mai una lacrima aveva lasciato che solcasse il suo viso, perché voleva essere forte come quelle mura. Non farsi mai trovare impreparato. Tuttavia, non poteva che essere pensieroso per la sua “allieva”.
<< Vedrà, nobile Shion, col tempo diverrà più docile. È in una fase complicata della crescita. >>
La voce di un'infermiera riecheggiò nella stanza silenziosa, rompendo il surreale silenzio che si era venuto a creare dopo che Owl l'aveva lasciato solo con i suoi pensieri.
Accennò un lieve inchino all'autorità con un sorriso, che Shion contraccambiò benevolmente.
<< Ne sono sicuro. È una bambina intelligente, dopotutto. Non mi aspetto certo che dia ascolto a tutte le mie parole, come potrebbe farlo in un momento come questo. Spero solo non si metta nei guai ulteriormente. Anche io, un tempo, ero come lei. L'animo dei bambini è sempre tormentato di domande, specialmente il suo, in mancanza di due persone importanti come i genitori. Tuttavia, noi tutti Saint abbiamo imparato a vivere senza, mandati ad apprendere tecniche feroci per la guerra. >> Sospirò. << Lei che, per il momento, ha la possibilità di vivere una vita normale, sembra non volerla. >> Ridacchiò, quasi lo trovasse strano. Dopotutto, anche lui avrebbe voluto una vita normale, anche se dentro di sé, non si sentiva normale neanche da piccolo, come se già avesse capito di essere speciale dai primi vagiti.
<< Ricordo ancora il momento in cui venne al mondo. >> Sorrise la donna e Shion, al ricordo della piccola avvolta fra bianche lenzuola, quasi si commosse.
I genitori erano stati nobili Saint a difesa del Tempio, e con stessa nobiltà erano venuti a mancare. Aveva fatto una promessa Shion, la notte in cui la donna morì, e intendeva portarla a termine. Dall'alto dello Star Hill, dove il Sacerdote leggeva le stelle ed il fato di tutti, aveva compreso il destino di Owl e di tutti i suoi Saint. Gravi erano le sue mansioni, ma nonostante quello le portava avanti con onore. Lo doveva ad Atena, a Sasha, che rischiò la sua giovane vita per salvarne altre. Per la sua, per quella di Dohko ed i giovani Saint in procinto di svilupparsi, per ricreare il Tempio che ora si ergeva tutto intorno a loro, con le solite bianche pietre che lo contraddistinguevano nei secoli.
Shion era fiero di quello che aveva creato.




Owl se ne andava girovagando per il Tempio senza una vera e propria meta. Non si rendeva conto di dove andava perché aveva la mente pensierosa dall'incontro con Shion. Ripensava alle sue parole e quella volta sembrava averle davvero prese in considerazione, differentemente da come faceva di solito. In genere si limitava ad annuire, ogni qualvolta che il Sacerdote la rimproverava o continuava a ripetere che, il suo destino, per quel momento doveva rimanere top secret.
Un lieve sospiro si fece spazio sulle sue labbra quando, stanca di rimanere senza meta, si adagiò seduta sotto un grande e secolare albero, almeno così le sembrava e, con suo grande stupore, si rese conto che era lo stesso albero che aveva provato a prendere a pugni, laddove aveva “conosciuto” Kanon e Saga.
Ripensò proprio a loro, seduta con le gambe strette al petto, come una timida bambina troppo esposta a rischi. Quasi non si riconosceva neanche lei, ma le parole di Shion le avevano finalmente toccato l'animo. Aveva una gran voglia di far vedere a tutti quanto valeva, ma la bianca fasciatura che stringeva sulla sua mano, le ricordava incessantemente il suo fallimento.
Se avesse avuto anche lei un maestro, ed avesse avuto modo di allenarsi, era sicura che non sarebbe stata inferiore a nessuno nel Tempio.
Quella consapevolezza, scemò pian piano quando gli occhi, per tutte le emozioni represse, iniziarono a bruciarle.
Non fece però in tempo a lasciar cadere una sola lacrima perché, risoluta nel sentire dei passi andare verso di lei, fece appello a tutto il suo autocontrollo per non piangere.
Con la testa nascosta fra le gambe, aspettò che la persona in questione se ne andasse; invece questa arrestò i passi di fronte a lei ed una voce famigliare, ma stranamente tenera al contempo, parlò.
<< Ma guarda chi c'è! >>
Owl alzò leggermente il capo con espressione infastidita, che cambiò totalmente diventando meravigliata, quando notò Kanon piegare le ginocchia per abbassarsi al suo livello, che era seduta a terra. Da quella posizione potevano guardarsi negli occhi; le iridi smeraldine di lui, si potevano specchiare in quelle lucide dalle lacrime represse di lei.
Rimase in silenzio per qualche secondo, utilizzandolo il più possibile per mandare giù bocconi amari e riuscire a parlare senza arrochire la voce o senza che una sola goccia cadesse giù dalle ciglia. Tirò su col naso e rilassò i muscoli prima di parlare.
<< Che ci fai qua? >> Chiese, passando tranquillamente sugli occhi il palmo della mano ferita, in modo che la fasciatura asciugasse il più possibile l'umidità dai suoi occhi e li lasciasse penetranti come al solito.
Kanon però si lasciò cadere stancamente a terra, alzando una leggera polvere. Non se ne curò molto, visto il suo aspetto trasandato e lercio. Sembrava aver appena concluso il suo allenamento. Le ferite aperte erano disseminate sul torace, rendendole visibili dagli squarci della maglietta che non aveva più un determinato colore, visto che il sangue e la polvere stavano coprendo quelle che sembrava un leggero azzurro.
Il bambino aspettò un lungo istante prima di parlare, portando gli occhi al cielo e sbuffando per la buffa rivelazione che stava per fare. Dal canto suo, Owl trattenne il respiro e si gonfiò aspettando una risposta, che potesse essere almeno plausibile.
<< Ti ho seguita. >> Dichiarò infine, alzando le spalle come se avesse appena fatto la cosa più ovvia del mondo.
Ovviamente, a sentirlo dire con quel tono, Owl si indignò a tal punto da sgranare gli occhi ed aprire la bocca in un gesto del tutto meravigliato.
In genere era lei a seguire le persone nell'ombra. Era lei che spiava gli abitanti del Tempio come un fantasma e non era abituata ad essere seguita a sua volta. Lo trovava immorale, anche se lo faceva lei per prima. Di questa cosa però, sembrava non rendersene conto.
<< Mi hai seguita? >> Gli fece eco, senza distogliere lo sguardo da lui, che ridacchiava divertito dall'espressione della piccola.  
<< E perché mi hai seguita? >> Continuò a chiedere, cercando di tornare seria e capire le intenzioni di quell'enigmatico ragazzino.
<< Avevo paura che facessi di nuovo qualcosa di stupido! >> Rialzò di nuovo le spalle, come se anche quell'affermazione fosse stata la più normale del mondo.
La bambina si gonfiò di nuovo per l'irritazione e fece un'espressione tale da far ridere di gusto Kanon, che finì disteso per terra a ridere come un matto.
<< Sei proprio buffa! >> Dichiarò con le lacrime agli occhi mentre lei, addossata alla corteccia dell'albero, non lo trovava così divertente. Distolse lo sguardo da lui e si impettì portando le braccia conserte al petto, aspettando che lui finisse la sceneggiata.
<< Lo trovi divertente? >> Chiese infine, quando Kanon si issò di nuovo sulle braccia, appuntellandosi sui gomiti per poterla guardare direttamente in volto.
<< Non volevo che ti suonasse come un offesa. Era un complimento. Non capita tutti i giorni di imbattersi in una persona come te. Qua tutti pensano a combattere per la guerra, ma non tutti riescono a stare al passo dei loro maestri, desiderando quasi di scappare e chiedendo pietà ai loro mentori. Ovviamente, non è il mio caso, ma tu invece vorresti volontariamente combattere per diventare una Saint. Non lo trovi buffo? Sei arrivata addirittura a farti male ad una mano, pur di far vedere quanto vali. >> Sorrise, cambiando totalmente espressione. Dal ragazzino divertito e scorbutico, adesso era diventato serio ed inquisitore, tanto da attrarre le attenzioni di Owl che non seppe davvero come rispondere. Abbassò lo sguardo verso il suolo, non sapendo più come ribattere.
<< Io...Io mi sento così diversa dagli voi altri. So che i vostri allenamenti sono duri ed estenuanti, li osservo fin da quando sono piccola. Ho sempre desiderato essere come voi, anche se questo vuol dire rischiare totalmente la vita. Mi affascina sentir parlare del Cosmo e sento che, forse, anche dentro di me possa essercene uno! >> Dichiarò sognante, portando quasi involontariamente i suoi occhi infuocati dalla passione su quelli di Kanon, leggermente interdetti.
<< Sono sicuro che con tutta questa buona volontà potresti diventare un'ottima Saint. >> Dichiarò sincero il ragazzo, ricredendosi subito dopo alla vista di una Owl troppo triste. Quelle parole avevano risvegliato in lei la realtà, quella che Shion tutti i giorni le ripeteva. Il suo destino non era quello di diventare una guerriera; non come tutti gli altri. Ed ogni chiarimento alla verità che aveva il Pope verso di lei, una domanda alquanto silenziosa si levava nei meandri dei suoi pensieri: allora, cosa doveva diventare lei? Sapeva che il suo destino era legato a quello di Atena, ma ne ignorava le cause o i motivi e per questo era sempre alla ricerca della verità e cercava di allenarsi in solitaria, immagazzinando i combattimenti altrui e cercare di ricopiarli, con drammatici finali. Il suo Cosmo non l'aveva aiutata neanche contro un albero, figurarsi contro un nemico. Ma nessuno aveva pensato ad aiutarla a risvegliarlo. Lei però lo sentiva dentro; sopito da qualche parte, il Cosmo la chiamava.
<< Lo spero! >>
Rimasero entrambi in silenzio, troppo occupati a pensare a qualcosa per poter rispondere.
Owl si sentiva così frustrata, ma comunque motivata a portare avanti i suoi piani da sola, non volendo coinvolgere nessuno, tanto mano Kanon, che sembrava troppo vige alle regole per fare qualcosa che andasse contro il proprio maestro o il Sacerdote stesso.
Il ragazzo invece non sapeva più come prendere la bambina dalle sfaccettature così misteriose, quasi più misteriosa di lui. Si sentiva avvantaggiato su di lei, ma mai superiore, e sentiva che quel vantaggio la faceva stare male. Sapeva quanto ci tenesse ad essere trattata come lui, ad avere un insegnamento degno di un Saint, invece era trattata solo come la bambina che era; una bambina di dici anni, senza un futuro ben distinto. Ai suoi occhi, risultava molto affascinante. Non che un bambino della loro età potesse capire la differenza fra fascino e quanto altro, ma Kanon non si sbagliava ed era sempre più motivato a conoscerla fino in fondo. E poi, a quanto sembrava, era la pupilla del Grande Sacerdote e Saga sembrava essere attratto da quella strana bambina dai capelli color fuoco e gli occhi da cerbiatta.
Non aveva mai sentito parlare di lei, e questo accentuava il suo interesse.
Rimasero ancora in silenzio a guardare verso il cielo. Anche Kanon si appoggiò alla corazza dell'albero, vicino a lei, mentre la leggera brezza scompigliava le loro chiome.
Owl però, nonostante i piccoli diverbi con quel bambino, non era turbata dalla sua vicinanza. Non le metteva né ansia né la mandava confusione, perché si rendeva conto che era più vulnerabile di lei per certi versi. Era ferito e stremato dopo l'allenamento, ed il dolore non era cosa conosciuta per lei.
Con sua somma meraviglia, e quella di Kanon, parlò con la voce più dolce che riuscì a tirare fuori.
<< Ti fanno male? >> Disse tranquillamente, lasciando che le sue parole fossero pian piano portate via dal vento, non prima di essere udite da Kanon, che riaprì gli occhi precedentemente chiusi per assorbire il calore giornaliero.
Alzò un sopracciglio, non essendo sicuro di aver ben compreso la domanda, quindi chiese un silenzioso “cosa?”, alzando un sopracciglio.
<< Le ferite. Ti fanno molto male? >> Chiese ancora, leggermente preoccupata.
Kanon fece quello che meno si sarebbe aspettata da lui; rise di gusto, quasi irritandola con quelle risa fuori dal comune.
Quando si preparò a cantargliene quattro, gli occhi smeraldini del ragazzo conquistarono i suoi, quasi facendola arrossire.
<< Certo che no... O meglio, un pochino, ma non sono nulla a confronto di quello che la vita mi farà affrontare. Quando diventerò un Saint, avrò a che fare con ferite molti più gravi di queste. Non saranno certo dei piccoli ed insignificanti graffi come questi a fermarmi. Ma se ti impietosisci per alcuni taglietti, non sarai mai degna di essere una Saint! >>
Quelle parole la colpirono nel profondo, costringendola a distogliere lo sguardo da lui, che intanto si era issato in piedi, sovrastandola con la sua altezza.
<< Chi ha paura del dolore, o quello che ne conseguirà; chi si lascia fermare da un misero taglio e chi ha pietà dei nemici, non sarà mai un abile ed astuto guerriero. >>
Parlò con voce ferma, dandole le spalle. I suoi capelli biondi come il grano si agitavano sotto i fruscii del vento, donandogli un'aria venerabile. Owl guardò le possenti spalle del ragazzo, forse troppo muscolose per un bambino della sua età, chiaro segno che non era un ragazzino come gli altri e che era abituato a subire angherie per giuste cause.
Si allontanò di qualche passo, beandosi del silenzio della sua nuova “amica”.
Solo quando si allontanò da Owl, ebbe il coraggio di girarsi e pronunciare quelle parole guardandola in volto. Lei però non lo stava guardando, ma volle comunque provare a dirglielo, in modo che continuasse a pensare anche a quello.
<< Chi si lascia sopraffare dai sentimenti, non è altro che un intralcio! >>
Se ne andò così, a passi calibrati e pesanti, senza più guardarsi indietro, sentendo lo sguardo interrogativo di Owl sulle spalle, che seguiva rapita la sua andatura.


Dal ramo più alto dell'albero sotto cui era seduta la bambina, un uomo vestito con un lucido smoking nero, un cilindro dello stesso colore in testa e con un accenno di barba sul volto tirato da un soddisfatto sorriso, si era gustato divertito la scena.
Scomparve a cavallo di un Pegaso bianco dopo che Kanon uscì di scena, come se fosse un attore che ha appena terminato di recitare la sua parte.
<< Ragazzo mio, hai la stoffa per diventare la grande star della mia opera! >>
La risata dell'uomo riempì l'aria, distogliendo Owl dai suoi pensieri. Si issò in piedi, guardandosi attorno come svegliata da un incubo. Le parole di Kanon l'avevano turbata più di quanto riusciva a credere, ma aveva ragione.
Risoluta e determinata, cercando di imitare quello sguardo selvaggio che notava sempre nel viso del cadetto, liberò la mano ferita dalla candida fasciatura bianca, lasciandola cadere a terra, dove l'abbandonò per compiere il gesto più folle che avesse mai potuto compiere.
Con ancora più determinazione e fuoco negli occhi color nocciola, si lanciò a capofitto contro lo stesso albero che aveva cercato di abbattere e con la stessa mano precedentemente ferita.
Cercò di fare appello a tutta la sua energia, non capendo come fare a liberare il Cosmo. Si appellò solo all'istinto, che non basto ad attutire il colpo.
Un caldo liquido scarmiglio gocciolava dalla sua mano ed aveva sporcato la secolare corteccia dell'albero e la sua bianca veste. La ferita era stata riaperta ed alcune schegge avevano penetrato la pelle.
Faceva male, così male che portò Owl sull'orlo delle lacrime. Ma lei era risoluta e mai e poi mai avrebbe pianto per un simile dolore, quando tutti i Saint del Tempio erano costretti a portare sulla pelle infiniti tagli come quello. Voleva essere forte, come lo era Kanon. Voleva temprare il suo carattere perché somigliasse al suo.
Cosa avrebbe detto Saga?
Con la mano gocciolante di sangue, si diresse verso il Tempio.
Più che Saga, cosa avrebbe detto Shion? Sicuramente non sarebbe stato contento..
Fine capitolo 4

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Colei che scrive:

Salve :3 Ben trovati in questo nuovo capitolo!
Owl inizia a perdere quasi la ragione pur di diventare un Saint, cerchiamo di distoglierla dall'idea o si ammazzerà D: (No, tenera bambina!)
Comunque, come al solito non gliene frega un tubo delle parole del Pope e continua a mettersi nei guai. Tipico di qualunque bambino, no?  
È uscito allo scoperto anche "mister rimescolo-nel-pentolone-e-vediamo-cosa succede-a-questi-esseri-mortali!" (Un bel soprannome, non trovate? xD)
Ma bando alle ciance! È un capitolo abbastanza lungo, uno dei più lungo per i miei standard, quindi mi scuso subito per gli errori, ma purtroppo correggo da sola le mie storie e molte cose mi sfuggono D: Se ne trovate alcuni ditemelo pure, mantenendo le buone maniere :P
Ringrazio infine i lettori, i recensori e chi segue queste vicende ^^
Un bacione
al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Heart of courage



Capitolo 5




                                                                                                                                                                                        “Tic tac..fermati istante, sei così bello




Di istanti ne erano passati parecchi, ed Owl li aveva impiegati tutti ad aspettare che il sangue finisse di gocciarle sull'abito oramai sporco sia dalla polvere, sia dal liquido scarlatto che colava dalla ferita alla mano.
Si era appartata in un posto vicino l'arena, dove poteva sentire i rumori dei combattimenti; il silenzio in quel momento le causava solamente troppo dolore. I ricordi le vorticavano in testa e le parole amorevoli di Shion le ricordavano quanto era stata stupida a non ascoltarle. Di nuovo, si era fatta del male per disobbedirgli. Doveva proprio ammetterlo, non era pronta per una battaglia, ma quello non significava che si sarebbe data per vinta. Assolutamente no, voleva continuare ad insistere come facevano tutti gli altri. Tutti, tranne lei, che ancora si chiedeva cosa avesse di così diverso. Eppure, il nobile Sacerdote aveva sempre trattato tutti alla stessa maniera: uomini e donne. Quel pensiero disegnò una smorfia contrariata sul suo viso tirato dal dolore. Come poteva fare fronte ad un duro allenamento, se solamente una piccola ferita come quella le faceva salire le lacrime agli occhi?
Sicuramente, se Kanon fosse stato lì avrebbe riso di lei. E Saga? Cosa avrebbe detto, vedendola piagnucolare per una ferita come quella, quando sul suo corpo lui ne portava fiero molte di più?
Quella era destinata a rimanere sempre una domanda senza risposta, perché di fronte al bambino che le faceva colorare le gote dalla vergogna, non avrebbe mai voluto farsi vedere in quello stato. Ma i pensieri erano troppo e la sofferenza altrettanta. Si sarebbe alzata dalla sua nicchia solo una volta calmata.
Non era stata abbastanza forte come si era premessa.
Continuava a starsene accovacciata, con le gambe al petto e le mani serrate di fronte alle ginocchia; il viso coperto dalle lacrime, era nascosto negli inserti del vestito spiegazzato.
Com'era già successo con Kanon non molto tempo prima, sentì dei leggeri passi avanzare verso di lei. Non volendo cadere di nuovo nel tranello del gemello, tirò su col naso per darsi una controllata ed assumere un'espressione adirata.
<< Vattene Kanon! >> Sentenziò inviperita, pensando che fosse giunto di nuovo per parlarle in modo strano come aveva fatto poc'anzi.
Ma la sorpresa s'impadronì presto di lei, come la vergogna per aver scambiato una persona delicata come quella che aveva davanti per la figura sicura di sé e mascolina di Kanon.
Non che il bambino di fronte a lei non lo era, aveva solamente un portamento diverso da quello dell'altro ragazzino. Per alcuni punti somigliava più a Saga.
I capelli color miele gli sarebbero caduti sbarazzini sugli occhi se non fosse stato per una spessa fascia rosso porpora che portava legata sulla fronte. Gli occhi azzurri e penetranti erano puntati su di lei, ma non erano inquisitori o divertiti; quel bambino aveva l'aria amichevole come l'elegante sorriso che le aveva quasi spezzato il respiro.
<< Aiolos! >> Si affrettò a dire lei, per scusarsi dell'equivoco.
Conosceva quel ragazzo solamente dagli allenamenti di costui, che sbirciava senza troppe cerimonie. Si poteva dire che conosceva tutti al Tempio, ma nessuno sapeva chi fosse lei; infatti, la reazione del ragazzo nell'udire il suo nome dalle labbra di una sconosciuta, gli fece alzare leggermente un sopracciglio.
<< Ci conosciamo? >> Chiese tranquillamente, andando ad inginocchiarsi di fronte a lei per essere alla sua altezza.
Owl allentò un po' la tensione causata dal pianto liberatorio, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano sana; l'altra era troppo sporca di sangue e non avrebbe fatto altro che sporcarsi il volto e far infettare di più il taglio.
Aiolos aspettò la risposta della bambina, curioso di sapere chi fosse e perché se ne stava appartata a piangere. Credeva fosse una Saint scappata ai suoi dovere e piangeva per il rude comportamento del suo maestro. La trovava troppo esile per gli allenamenti che erano abituati a fare loro, ed il suo vestito era troppo elegante, nonostante fosse sporco di terra.
<< Mi chiamo Owl. >> Si presentò solamente, non rispondendo direttamente alla domanda che le aveva appena fatto. Non amava parlare di lei, perché non aveva null'altro da dire. Oltre al suo nome non sapeva realmente chi fosse, o meglio, chi doveva diventare.
<< Piacere. Sembra però che tu mi conosca. >> Insistette lui con un risolino divertito. La guardò fissa negli occhi, che per una volta lei non abbassò minimamente. Sostenne quelle iridi color del mare diligentemente, prendendo un copioso respiro prima di rivelare anche a lui il perché della sua conoscenza.
Sapeva che, agli occhi un aspirante Saint, una ragazzina che infrangeva delle millenarie regole come lei, doveva sembrargli alquanto libertina.
<< Osservo spesso i tuoi allenamenti. >> Replicò titubante, aspettandosi di veder passare un ombra nel viso del bambino; invece la sua reazione fu una vera e propria sorpresa, perché invece di controbattere sul: “quello che fai è sbagliato”, si mise a ridere nonostante il comportamento posato ed aggraziato.
Questa volta fu il sopracciglio di Owl che si inarcò interrogativo.
<< Ti fa ridere? >> Chiese accigliata, vogliosa di scoprire il motivo di quel buffo comportamento.
<< Scusami! >> Si affrettò a dire Aiolos, portando le mani in segno di resa di fronte a sé. << Sei proprio buffa, sai? >> Sorrise ancora di gusto, facendo gonfiare le guance della ragazzina in un'espressione comica.
<< Non sei il primo che me lo dice! >> Sbuffò lei, portando le braccia al petto e guardando il ragazzino di sbieco, che tentò di riprendere in mano la situazione.
<< Non volevo offenderti, davvero. Lo dico perché lo sanno tutti che è una regola che nessuno ha mai osato infrangere. Non pensavo che una bambina come te avesse il coraggio di farlo. Hai fegato. >> Si scusò il biondo sorridendo amichevolmente, avvicinandosi di più a lei che arrossì al piccolo complimento ricevuto.
<< Beh, io non sono un Saint, quindi possiamo quasi dire che per me questa regola non vale. Il Sacerdote mi fa da padre. I miei genitori non li ho mai conosciuti. >> Si lasciò andare in una confidenza che le alleggerì di poco il peso che portava nel cuore.
Il bambino ascoltò quel piccolo sfogo con espressione triste, alzando gli occhi verso il limpido cielo di quel giorno.
<< Nessuno al Tempio ha più i genitori. Non saremmo qua altrimenti. >> Sorrise, nonostante agli occhi di Owl, quella di non avere più un padre ed una madre sembrava una cosa triste.
<< Nessuno? >> Chiese stupita, sgranando gli occhi in direzione di Aiolos, che sorrise timidamente annuendo con il capo.
<< Ma parliamo di te. >> Riprese lui notando che la bambina aveva stretto i lembi del vestito fra le mani ed aveva indurito la mascella. << Hai detto di non essere un Saint. Sei un'ancella? >> Chiese infine, curioso di saperne di più. Fino a quel momento aveva conosciuto solamente aspiranti cavalieri, comprendendo il suo maestro e suo fratello minore. Non si era mai fermato a parlare con persone che lavoravano per il Sacerdote, anche se doveva ammettere che Owl era forse troppo piccola per essere un'inserviente di Shion.
<< No. >> Rispose decisa. << Non so ancora cosa sono. Il Pope non vuole rendermi partecipe del mio destino. >> Rivelò aspramente, nonostante fossero informazioni troppo personali per rivelarle al primo sconosciuto. Tuttavia sentiva di potersi fidare di lui, con quel sorriso amorevole che le scioglieva ogni dubbio dal cuore. Forse perché era abituato a conferire con Aiolia, più piccolo di lui, e così che riusciva anche sollevare l'animo tormentato di Owl e capirla. Sentiva che con lui poteva sfogarsi, anche se non avrebbe mai voluto che pensasse male di lei. Infondo, non era così coraggiosa come lui credeva.
Il bambino ascoltò il tutto senza commentare, limitandosi ad annuire a quella confessione. Solo dopo averle visto abbassare lo sguardo, si decise ad alzarsi dalla sua postazione e sorridergli, con i raggi del sole che illuminavano i suoi lineamenti delicati, rendendo la sua bellezza non dissimile da quella di un dio.
<< Tranquilla, non devi preoccuparti. >> Si inchinò verso di lei, appoggiando le mani sulle ginocchia e lasciando sul volto il sorriso luminoso che tanto l'aveva colpita. << Shion è un uomo saggio, che sa quel che fa. Possiamo dire che conosce alla perfezione i nostri destini; lui legge nelle stelle. Se non ti ha ancora rivelato il tuo, ci dev'essere sicuramente un motivo. >> La incoraggiò, tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
In un primo momento, Owl rimase a guardare in volto il suo interlocutore, meravigliata della saggezza di un bambino così piccolo. Sicuramente sarebbe diventato un uomo fiero e colto, nonché uno dei migliori Saint che il Tempio avesse mai vantato.
Accolse la mano di Aiolos nella sua, trovandola liscia e calda nonostante quelle mani fossero state abituate a picchiare duro i suoi avversari, e sorrise, come da tempo non faceva. Non ricordava l'ultima volta che si era aperta in quella maniera di fronte a qualcuno, forse solo a Shion, ma sentiva di doverlo fare perché quel bambino le aveva fatto dimenticare per tutto il tempo il dolore incessante sia alla mano, sia al cuore.
Una volta in piedi di fronte a lui, accennò un piccolo inchino ringraziandolo di cuore. Solo dopo averlo salutato però, il cadetto si accorse del sangue coagulato sulla mano della piccola e di quello caduto sul suo abito, rabbuiandosi.
<< Ma tu sei ferita! >> Si allarmò, prendendo saldamente fra le sue la mano ferita di Owl, che si irrigidì ricordando come si era procurata quel brutto taglio. La sua sconsideratezza l'aveva portata a compiere quel gesto folle.
<< Non è nulla! >> Mentì.
<< Sciocchezze, hai bisogno di una fasciatura. >> Accennò con dissenso il biondo, strappandosi un lembo della manica come aveva fatto Saga. Il ricordo di quell'episodio la fece arrossire. Era la seconda volta che uno sconosciuto faceva una cosa simile per lei ed, egualmente a quanto fece il gemello, anche le mani affusolate di questo bambino legarono delicatamente la stoffa, facendola aderire perfettamente alla ferita, bloccando l'emorragia.
Era meravigliata di come degli aspiranti Saint come loro, che non avrebbero esitato a prendere a ceffoni i nemici con quelle stesse mani, fossero così tanto delicati.
<< Ecco, così dovrebbe andare! >> Sorrise, chiudendo per un attimo gli occhi. Per fortuna, almeno non si sarebbe accorto del rossore delicato sulle gote della bambina.
<< Adesso devo andare, il tempo a disposizione per la pausa è scaduto ed il mio maestro mi starà cercando. >> Le disse, scusandosi con un inchino.
<< Certo. Scusami tu per averti portato via istanti preziosi. >> Gli disse abbassando lo sguardo, ma la voce autoritaria di Aiolos fece in modo che rialzasse gli occhi su di lui.
<< Non dire così. Mi ha fatto piacere conversare con te. Almeno adesso sul tuo viso non ci sono più quelle brutte lacrime. >> Le fece l'occhiolino, lasciandola basita per quella risposta. Non ricordava più neanche per cosa stava piangendo, visto che il nuovo venuto le aveva fatto dimenticare ogni dispiacere.
<< Le lacrime non si addiconono ad un Saint di Atena. >> Le disse infine, alzando la mano in un gesto di ossequioso saluto. Oltre che generoso, Aiolos era anche un bambino gentile ed amorevole, ne era certa, e le emozioni che le aveva fatto provare, anche se non erano le stesse che provava per Saga, erano ugualmente positive.
Aveva appena conosciuto un futuro Saint del Tempio. Avrebbe sicuramente conquistato una valorosa Cloth, ne era sicura.


Intanto, non molto lontano dal posto in cui era seduta Owl, Yoma aveva osservato la scena con interesse. Sorrideva sotto i baffi, con dei risolini alquanto malvagi.
Quella bambina sarebbe stata una pedina importante, insieme agli altri abitanti del Tempio.

Presto farete tutti parte del mio teatrino.
Rise ancora, questa volta con più enfasi, facendo scappare alcuni piccioni che si erano appartati sugli alberi. La sua voce però non veniva udita da nessuno e nel Santuario la vita continuava a scorrere tranquillamente.
Dopo aver osservato Aiolos tornare ai suoi allenamenti, Mephistoles decise che per quel giorno aveva visto abbastanza e quindi poteva tornare tranquillamente al quartier generale: il castello di Hades in Germania.
Richiamando a sé il suo inseparabile destriero bianco, salì in groppa e scomparve così com'era giunto: nell'ombra.


La piccola invece, rimasta sola, decise di tornare al Tempio per farsi medicare la mano, incerta sulla reazione che avrebbe avuto Shion una volta venuto a sapere di un altro sconsiderato gesto.
Arrivata ai piedi delle dodici Case, prese un profondo respiro per farsi coraggio ed iniziò a salire le gradinate di pietra bianca con il cuore che le batteva fortemente in petto per l'agitazione. Sapeva di dar profondi dispiaceri al suo Sacerdote e, nonostante fosse un uomo saggio e benevolo, era sbagliato continuare a farlo preoccupare in quella maniera. Sicuramente lui ci teneva a lei, perché l'aveva sempre trattata come un padre tratta una figlia, ma non riusciva a fare a meno di comportarsi in quel modo. Si era prefissata di diventare forte e risvegliare il misterioso Cosmo di cui tutti parlavano, e se non voleva farlo lui lo avrebbe fatto da sola.
Non sapeva a quanti fallimenti sarebbe andata incontro, ma ci avrebbe incessantemente provato.
Quando arrivò di fronte al tredicesimo Tempio, con il fiato corto per via della corsa, strinse con la mano sana la fasciatura che le aveva gentilmente fatto Aiolos con la stoffa della sua maglietta e decise di entrare a testa alta.
Quella volta, anche se Shion fosse andato a sgridarla, avrebbe retto il suo sguardo senza abbassarlo per un solo momento. Sarebbe stata forte, perché una ferita di guerra avrebbe fatto sicuramente più male di una ramanzina.
Fine capitolo 5

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Colei che scrive:

Salve a tutti :3 questo capitolo è decisamente più corto degli altri, ma spero non me ne facciate una colpa xD  
Abbiamo incontrato anche Aiolos ehehe come vi è sembrato? *-* Io lo adoro (insieme ai gemelli, è chiaro!) 
Per quanto riguarda la citazione ad inizio capitolo, è tratta dal manga del Lost Canvas e la dice proprio Yoma :)

Un bacione a tutti e buone feste 3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Heart Of Courage




Capitolo 6




Passarono tre anni da quando Owl, con la mano gocciolante di sangue ed il cuore offuscato da tristi pensieri, era entrata nel Tredicesimo Tempio per farsi medicare il taglio.
Quel giorno, di nuovo, il Grande Sacerdote era giunto nella sua stanza per chiedere spiegazioni, e come tutte le altre volte sospirò chiedendo le motivazioni che l'avevano spinta a compiere quel gesto, ai suoi occhi inutile. Quella volta però, la ragazzina non abbassò il volto e con la sicurezza che aveva pian piano ottenuto dopo quel folle atto, sostenne con soddisfazione lo sguardo di Shion, che mostrava una certa titubanza nel parlare di nuovo con lei di questioni già trattate.
Cercò di lasciarle fare quello che voleva, tanto cercare di fermarla era inutile. Rimaneva comunque nell'ombra, facendola controllare a distanza da qualche sottoposto o qualche guardia.
In quegli anni, la bambina, aveva anche intensificato il rapporto di conoscenza con i gemelli ed i fratelli Aiolos e Aiolia, diventando stretti amici. Kanon era rimasto il solito schietto ragazzo che aveva conosciuto un tempo, non cambiando minimamente le sue espressioni sicure di sé, mentre Saga ed Aiolos rimanevano le amorevoli persone che aveva conosciuto anni prima. Tutti e tre, oramai tredicenni, avevano sviluppato dei muscoli asciutti in tutto il corpo, mostrandosi agli occhi degli altri dei veri guerrieri, a volte dimostrando anche più della loro vera età. Erano divenuti delle persone sagge e fedeli ad Atena ed al Grande Sacerdote, nonostante i discorsi strani che faceva Kanon non fossero conformi alle regole del luogo, ma sembrava comunque che gli altri non ci facessero poi tanto caso.
Aiolia invece era cresciuto con gli ideali del fratello, cercando di somigliare sempre più a lui, il suo mito personale. Agli occhi di un ragazzino di circa sei anni, alle prime esperienze di combattimento, quella persona era di certo un degno esempio da seguire e si era ripromesso che, crescendo, dovesse assomigliare per forza a lui, sia fisicamente che nel carattere.
Di Owl cosa potremo dire. Lei, coetanea dei tre, era cresciuta con la mentalità che aveva sempre avuto, nonostante la vicinanza degli amici cadetti le aveva allontanato gli strani pensieri dalla mente. Non cercava più di farsi del male cercando di uguagliare la forza dei Saint, però continuava a sognare il giorno in cui avrebbe preso in mano la sua vita. Forse non era poi così lontano quel momento.
Il suo fisico si era adattato allo sviluppo dell'età. Si era alzata di qualche centimetro, il seno era cresciuto e la pancetta che aveva a dieci anni si era asciugata. I capelli rossi, lunghi fino a metà schiena, le ricadevano sbarazzini contornandole i lineamenti appuntiti del viso, oramai non più quello di una bambina.
I sentimenti per Saga si erano fatti via via più intensi, nonostante lei cercasse di sopprimerli. Lui la trattava come un fratello tratta una sorella, non differentemente da come la trattavano gli altri. Erano gli stessi comportamenti che avevano con i fratelli di sangue, per cui non sprecava troppo tempo a piangersi addosso per una cotta non ricambiata. A quel tempo non poteva certo definirlo amore, sperava solo che sparisse con gli anni a seguire.
Oltre i problemi sentimentali, la ragazzina aveva la mente occupata dall'investitura a cavaliere di Aiolos, che si sarebbe tenuta il giorno stesso.
Il suo allenamento poteva definirsi concluso e, siccome era l'unico allievo del suo maestro, la Gold Cloth gli sarebbe spettata per diritto. Aveva lavorato sodo in tutti quegli anni di duri allenamenti per poterne essere degno di indossarla ed il suo maestro era così fiero di lui che continuava a guardarlo con gli occhi lucidi dall'emozione.
Quello stesso giorno si riunirono tutti nell'arena, dove il Grande Sacerdote avrebbe tenuto la cerimonia per i nuovi Saint. Le Pandora Box erano allineate sotto il trono della massima autorità del Tempio, mentre l'intera tribuna era occupata tutti gli altri abitanti del luogo: dai cadetti ancora sotto allenamento, ai maestri che gli istruivano.
Owl aveva preso posto accanto al Pope, così avrebbe potuto avere una visione eccellente da quell'altezza. Aveva indossato il suo abito migliore: una tunica bianca miracolosamente pulita, e le avevano legato i capelli in un'acconciatura più consona per quel giorno.
Nell'attesa che i nuovi Saint facessero la loro regale entrata, la ragazza cercò con lo sguardo gli altri amici, trovandoli in piedi accanto al loro maestro. Anche loro avevano indossato i loro abiti migliori, per lo meno non sgualciti e bucati. Tenevano lo sguardo fisso sulla pietra bianca che, non molto tardi, li avrebbe visti avversari nella loro personale lotta alla conquista della Gold Cloth dei Gemelli. Anche l'uomo che aveva insegnato loro a combattere era fiero dei due. Entrambi, seppur con metodi diversi, avevano appreso al meglio i suoi insegnamenti. Erano cresciuti con gli stessi ideali, ma in maniera totalmente differente. Per quanto Saga era benevolo e ben visto da tutti, per Kanon avevano sempre un occhio di riguardo per colpa dei suoi modi bruschi e forse troppo sicuri di sé, ma infondo era solamente un ragazzino di tredici anni e, se fosse stato scelto dal destino per divenire Saint, l'uomo era sicuro che non sarebbe venuto meno ai ligi doveri che il Tempio richiedeva.
Ma questo riguardava quello che la gente pensava di loro; per Owl erano entrambi due ragazzi dallo spirito benevolo ed entrambi meritavano l'investitura. Purtroppo sarebbe spettata ad uno solamente e quello richiedeva un combattimento fra loro.
La ragazza sospirò. Non era quello il momento di pensare all'investitura dei gemelli, doveva rimanere attenta per non perdersi Aiolos rivestito dalla gloriosa Gold Cloth del Sagittario.
Era emozionata per l'amico e per un breve secondo, dopo tanto tempo che non pensava più a ciò, si chiese se anche per lei, un giorno, ci sarebbe stata una festa così.
Lanciò una fugace occhiata a Shion, cercando di non farsi cogliere in flagrante, ma l'uomo aveva gli occhi puntati su un punto fisso dell'arena, dove pochi secondi dopo sfilarono i prescelti.
Il cuore le batteva in petto come se dovesse uscire da un momento all'altro, aprendosi un varco attraverso la cassa toracica. Si portò le braccia all'altezza dell'organo e serrò la mascella, scordandosi quasi di respirare; ogni attimo trascorso per sé stessa, le avrebbe fatto perdere l'attenzione necessaria per studiare Aiolos che sfilava al capo di alcuni cadetti vincitori.
Una volta schierati di fronte al Sacerdote, che li osservava uno ad uno seduto in alto sul suo trono, egli si alzò in piedi con lentezza, mostrando un soddisfatto ed amorevole sorriso verso i ragazzi che avevano appena conquistato un posto sicuro nel Tempio.
Le Pandora Box, poste a terra di fronte ai nuovi Saint, luccicavano sotto i raggi del sole, formando delle ombre negli incavi dei ricami. Quella che più spiccava tra le altre era quella che sarebbe, da quel giorno, appartenuta al fratello di Aiolia: quella del Sagittario, l'unica dorata fra quelle di Bronzo.
Aiolos era composto ed eretto al suo posto ed i suoi occhi del colore del cielo erano puntati verso Shion, con un'espressione riconoscente verso l'uomo che maggiormente lo aveva accettato e riconosciuto. Era grato anche ad Atena, lo si notava dalle occhiate che dava furtivamente verso il cielo, come se credesse che la Dea si trovasse da qualche parte lassù in alto e lo stesse guardando con la stessa ammirazione con cui lo guardavano tutti i presenti.
Prima che il Pope iniziasse a parlare, il ragazzo si abbassò in un reverenziale inchino, di rito per tutti i nuovi Saint in investitura. Aveva abbassato lo sguardo sulla pietra bianca che stava calpestando, con il cuore in subbuglio, attendendo le sacre parole dell'uomo, che non tardarono ad arrivare.
<< Aiolos, nuovo custode del nono palazzo del Tempio, Gold Saint della costellazione del Sagittario, che le tue frecce mirino ed abbattano sempre i nostri nemici e che il tuo cuore possa non avere mai ripensamenti e che la fede in Atena non smetta mai di riscaldare il tuo animo! >> Parlò con indulgenza, facendo quasi commuovere Owl, che ascoltava ed osservava la cerimonia con aria devota, spostando lo sguardo da uno all'altro, cercando di intravedere nella folla anche le reazioni dei gemelli, che se ne stavano insieme al loro maestro senza dire una parola da quanto erano presi da ciò che accadeva attorno a loro. Stavano tutti con il fiato sospeso, perfino il nuovo Sagitter, che si era alzato lentamente ed aveva riposato gli occhi su Shion, che accennò un gesto positivo con il capo, incitandolo a rispondere alle sue parole.
<< Sarò fiero e degno della Cloth che mi è stata succeduta. La fede in Atena, come in voi, mi riscalda il cuore e mi darà la forza di abbattere i nemici del Tempio. >> Si inchinò ancora fedelmente, come le regole del luogo richiedevano quando si parlava ad un'autorità, ma Shion, con un gesto della mano ed un sorriso, fece sì che tornasse eretto.
<< Sfiora il Box Aiolos, e che la costellazione del Sagittario sia per te una guida. >> Continuò il Pope, mentre il ragazzo si avvicinava fiero alla Pandora Box dorata che ora gli apparteneva.
Lo osservarono tutti con le bocche aperte. Specialmente Owl, che rimase folgorata dall'aspetto brillante di quell'oro sacro che caratterizzava le Gold Cloth. Ognuna con una bellezza propria e con i lineamenti che caratterizzavano una diversa costellazione del sistema solare.
Il ragazzo, che con quei corti e sbarazzini, ma ben pettinati, capelli biondi, vestiva divinamente quell'oro, attirò ben presto tutti gli applausi devoti degli abitanti del Santuario. Anche Shion applaudiva compostamente, con un sorriso riconoscente sul volto. Una nuova casa a difesa del Tempio era di nuovo occupata.
Alzò gli occhi gonfi di emozioni al cielo, ricordando un vecchio compagno caduto in battaglia. Aiolos per certi versi lo ricordava. Con quei capelli color del grano, seppur tendenti al castano, quegli occhi azzurri ed espressivi che caratterizzavano le sue espressioni e la bontà del suo cuore e del suo animo che si manifestavano di nuovo in un giovane Sagittario. Ne era sicuro, quel ragazzo portava l'eleganza ed il portamento di Sisifo e non poté non sollevare gli angoli della bocca al suo ricordo. Piano piano, questi nuovi Saint che stavano crescendo, somigliavano sempre più ai suoi vecchi amici.
Non poté però storcere per un momento la bocca e spostare lo sguardo verso i gemelli, che stavano applaudendo con devozione verso l'amico, che con indosso l'armatura con le grandi ali dorate, rifulgeva di luce propria.
Li scrutò per qualche secondo, cercando di non farsi notare dai presenti, ed il ricordo dei vecchi gemelli prima di loro apparve nella sua mente. Chissà se anche essi avrebbero causato problemi al Tempio? Con tutto il suo cuore sperò il contrario, ma le sue speranze vennero per un momento spezzate dall'espressione dura che Kanon mostrava verso i nuovi Saint. Era al corrente, comunque, della maledizione che gravava sui Saint di quella costellazione. Si tramandava di generazione, ed era stato lui stesso presente duecento anni prima.
Continuò a sperare che le sue paure non si avverassero mai, così distolse lo sguardo e lo posò su Owl, che continuava a spostare lo sguardo da Aiolos ai due ragazzi fra la folla.
Temeva per lei, per un possibile avvicinamento ad un Saint. Anche lei, prima o poi, sarebbe divenuta una guerriera, e forse l'amore e l'amicizia che provava per loro sarebbe divenuta un problema, distogliendola dal suo principale obbiettivo: gli allenamenti. Sapeva che il momento di svelarle il suo destino non era poi così lontano, dopo tutti gli anni che aveva passato a tormentarsi e tormentare gli altri, avrebbe preso finalmente posto fra le schiere di guerrieri. Ma a quale prezzo?
Una volta conquistata una Cloth, avrebbe dovuto indossare una maschera e porre i suoi servigi ad Atena, dovendo troncare ogni relazione sentimentale con gli altri, come aveva fatto lui, anche se aveva continuato a coltivare le sue amicizie, come quella con Dohko della Bilancia, che continuava a restargli fedele dopo tutti quegli anni trascorsi.
Owl era una ragazza seria, testarda e cocciuta, ma era ancora fragile. Era come una figlia per lui, dopo che la battaglia le portò via entrambi i genitori. Anche se il destino di ognuno di loro è scritto nelle stelle, e solo il Sacerdote può conoscerne il significato, aveva sperato con tutto sé stesso che crescesse come una ragazza normale, ma col tempo si era convinto che non poteva essere così. Non più. Stava diventando una donna e la consapevolezza di un nuovo futuro stava rifiorendo in lei. Doveva lasciarla andare, come Hakurei aveva fatto con lui e Yuzuriha, tanti e tanti anni prima. Era da lui, il suo adorato maestro defunto, che prese spunto nei suoi anni di patronato. Voleva essere un uomo saggio, amato da tutti e buono, esattamente come lo era stato Sage, al comando del Tempio nell'ultima Guerra Santa. Chissà se anche lui avrebbe vissuto lo scontro contro Hades, con le stesse consapevolezze di quei vecchi gemelli.
Alzò di nuovo gli occhi al cielo, con lo sguardo rivolto verso la costellazione del Cancro. Anche se era ancora giorno, lui conosceva perfettamente la posizione di quest'ultima, non gli era difficile riconoscerne l'ubicazione anche nel periodo di luce.
Chissà, pensò, se il Saint del Cancro si sarebbe dimostrato all'altezza del predecessore.
Sospirò, tornando al presente. Aiolos era tornato in fila con gli altri Saint di Bronzo, che avevano già indossato le loro Cloth. Era il momento di parlare anche con loro e dopo, ci sarebbe stata la battaglia più importante del Tempio, alla conquista della tanto aspirata armatura dei Gemelli.
Chissà perché continuavano a nascere due uomini sotto quel segno e perché entrambi continuassero a scontrarsi per essa. Faceva parte anche quello, della rude maledizione che conosceva?
<< Broze Saint, che anche la vostra devozione vi porti sempre a combattere contro i nostri nemici. Per Atena, Dea della giustizia! >> Parlò autorevole, di nuovo in piedi di fronte allo scranno doro di sua proprietà, mentre i citati cavalieri si inginocchiavano devoti sotto si lui, con le scintillanti e nuove armature conquistate.
Quelle Cloth le riconosceva, perché le aveva viste indosso ai coraggiosi sottoposti di El Cid, nella passata Guerra.
Chissà se il loro spirito risiedeva ancora in quelle vestigia e se avrebbero guidato i nuovi Saint verso la giustizia.
Sorrise quando quelli accennarono un lungo inchino.
<< Aki della Vela. Oda della Poppa. Sharmila della Bussola. >> Incitò i tre ad alzarsi, menzionando i loro nomi.
I due ragazzi e la ragazza, con indosso la metallica maschera anonima che celava il volto delle donne guerriere, alzarono i loro volti verso di lui e lo fissarono con gli occhi carichi di emozione per quella possibilità e quella nuova vita che gli era stata concessa.
Avevano superato brillantemente le prove dei loro maestri. Avevano conquistato con le loro forze la loro Cloth ed erano di nuovo al Tempio, per poterlo raccontare. Erano fieri di loro stessi e di colui che maggiormente li aveva riconosciuti come guerrieri.
Shion tese un pugno nella direzione dei ragazzi, serrando di poco la mascella e cercando di far capire anche a loro ciò che pensava.
<< Le vostre Cloth portano il ricordo di tre cadetti coraggiosi, fate che anche il vostro coraggio vi porti sempre a sconfiggere colui che si troverà sul vostro cammino. Siate sicuri di voi stessi e delle vostre possibilità, perché la costellazione che vi protegge vi illuminerà sempre il cammino ed il vostro Cosmo aumenterà sotto la vostra forza di volontà. Seppur Bronze Saint, avete dentro di voi la forza che ha ogni Saint di questo Tempio. Differente il vostro rango, ma non il vostro cuore. Non scordatelo mai! >>
Quelle parole lasciarono la commozione sui volti dei citati e di tutti gli spettatori, specialmente in Owl, le cui lacrime scendevano lentamente sulle sue guance, portando con sé possibili speranze.
La voce di Shion era carica di bontà ed il tono autorevole, così come lo aveva sempre avuto quando parlava con i suoi sottoposti, di qualsiasi rango fossero. Trattava tutti quanti alla stessa maniera, in modo che nessuno si sentisse mai inferiore.
<< Atena sarà fiera di noi! >> Avanzò il più piccolo dei tre, con la Cloth della Vela che calzava a pennello sui suoi muscoli appena pronunciati.
Ne avevano di strada da fare, ma il Pope aveva fiducia in loro. Si capiva che erano sinceri dai loro toni e dagli occhi carichi di aspettative.
Anche Sharmila, seppur con il volto coperto dalla maschera, aveva impressionato Shion per la sua fermezza d'animo. L'aveva vista in azione e non era certo da sottovalutare.
Era fiero di loro, come di tutti gli altri. Il Tempio vantava giovani e freschi Saint, come un tempo lo era stato lui. Ricordava i suoi vecchi momenti in battaglia, con indosso la Cloth dell'Ariete, che anch'essa sarebbe succeduta ad un altro volenteroso ragazzo, ed un altro e poi un altro, perché le generazioni non termineranno mai di esistere, perché un istante che si ripete nel tempo diventa eterno.

Fine capitolo 6

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Colei che scrive:

Salve a tutti e ben ritrovati :3  
Le vacanze sono finite, ed anche se le mie si allungano fino ad Aprile, sono comunque costretta ad aggiornare la notte per la mancanza di tempo e le infinite cose da fare @.@ ma ce l'ho fatta :3
Diciamo che vi devo qualche spiegazione u.u Allora, in questo capitolo sono passati tre anni e ci troviamo nel giorno dell'investitura a Saint di Aiolos :3 Sempre regale e perfetto lui! Lo vedo bene come degno successore di Sisifo ed il paragone mi è venuto così spontaneo che l'ho appositamente scritto. Voglio anche rendere Shion un po' più umano di come sono tutti i Pope e di come è stato Saga (beh, ma lui era malvagio, avete ragione u.u) sempre attraversato da vecchi ricordi e rimorsi :3 Ricorda sempre e ricorderà la sua vita al servizio del Tempio, come potrebbe dimenticare la morte dei compagni u.u sono ferite che continuano a tormentarlo! Adoro il personaggi di Shion, in tutte le sue forme!  
Poi, per chi ha guardato l'anime (nel manga non ci sono) del Lost Canvas, avrà ben capito chi sono i tre Bronze Saint. O meglio, quali sono quelle tre costellazioni. Sono le Bronze Cloth dei tre sottoposti di El Cid: Tsubaki della Vela, Lacaille della Poppa e Rusk della Bussola. Ho voluto riproporle proprio perché non vengono citate nella serie classica. Aki ed Oda sono comunque totalmente inventati,  mentre Sharmila continuiamo ad incontrarla u.u Sharmila della Bussola è una Oc che mi ha dedicato una mia cara amica!  
Infine, per quanto riguarda la frase ad effetto finale, non è farina del mio sacco. Si tratta di una frase, a mio parere molto bella, del film: Capitan Harlock. Mi è rimasta così ipressa che ho voluto usarla u.u  
Credo non ci sia null'altro da dire. Per qualsiasi cosa, non esitate a chiedere :3

Un bacione a tutti!

Al prossimo capitolo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7




Non mancava molto alla sfida fra i due gemelli per la conquista della Cloth. Saga e Kanon erano stati appositamente divisi per quelle due interminabili ore, in modo che non si potessero vedere prima dell'incontro.
Il minore passeggiava in un luogo appartato del Tempio, lontano da chiacchiericci e persone che l'avrebbero incoraggiato a dare il meglio. Ma questo lo sapeva anche da solo. Il suo avversario sarebbe stato Saga, il preferito da tutti, lui lo sapeva. Non era guardato di buon occhio dagli abitanti del Santuario, solo perché fra i due era quello più schietto e risoluto. Lo avevano accusato molte volte di essere taciturno e scontroso, ma gli unici che avevano mostrato verso di lui apprensione ed amicizia erano i suoi amici e suo fratello. Anche Owl, con il quale, in quegli anni, aveva litigato spesso, sapeva avere fiducia in lui. Ma per chi avrebbe tifato in quello scontro? Il suo pensiero andò prima verso di lei, immaginandosela mentre si portava le mani sulla bocca ogni volta che colpiva Saga in volto o con qualche potente attacco appreso negli anni di addestramento.
E per lui? Avrebbe mostrato la stessa espressione, se fosse stato colpito lui?
Non riusciva a darsi una risposta, come non riusciva a comprendere il motivo di quei pensieri. Avrebbe dovuto pensare allo scontro, svuotare la mente e pensare solo alla Cloth dei Gemelli, ma quei pensieri non venivano dalla mente, bensì dal cuore ed era difficile, per lui, ricacciarli interno.
Era come se fosse dilaniato da due entità ben distinte, che cercavano la stessa medesima cosa ma con modi diversi.
Si apprestò a sedersi all'ombra dello stesso albero dove, tre anni prima, aveva conosciuto proprio Owl, iniziandoci a battibeccare. In fondo, sorrise, da quel tempo non era cambiato granché. Erano rimasti gli stessi, anche se più sviluppati.
Kanon si era alzato di molti centimetri più di lei, che nonostante si fosse alzata per via dello sviluppo, rimaneva comunque più bassa di loro. Aveva ingrandito anche i muscoli proprio ad un Saint ed era riuscito ad avere padronanza completa del suo Cosmo, dedicandolo sempre alla causa per il quale tutti i cadetti venivano allenati: Atena.
Scacciò il pensiero della ragazza con rabbia, perché non riusciva a credere che, anche in un momento delicato come quello, gli apparisse nei pensieri. Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, e si lasciò andare con un sospiro addosso al tronco, alzando lo sguardo verso il cielo.
Era una bella giornata, quindi tutti avrebbero assistito alla sua vittoria, o alla sua disfatta. Però non riusciva ancora a credere, nonostante lo avesse sempre saputo, di doversi battere proprio con il suo gemello. Sangue del suo sangue. E se uno avesse vinto, l'altro inevitabilmente sarebbe stato gettato nell'ombra. Qualora avesse vinto lui, Saga sarebbe stato allontanato perché privo di una Cloth. O, se avesse vinto l'altro, tale gesto sarebbe stato riservato a lui.
<< È ingiusto! >> Si lasciò andare in un commento rabbioso, battendo un pugno a terra, portandosi una mano alla fonte e guardando dritto a sé.
<< Anni di allenamento per essere poi gettati nel dimenticatoio. Chiunque di noi sia! >> Questo commento però, fu dettato da profondo rancore e delicata tristezza, mentre digrignò i denti non avendo una risposta. Doveva solo combattere, solo quello. Avrebbe dovuto vincere, così che la sua vita sarebbe stata perfetta, non pensando a quello che ne sarebbe stato degli altri. Doveva diventare individualista, un Saint fortissimo che si interessa solo alla sua Dea, ed ai compagni d'armi. Solo quello.
Ma, ci sarebbe riuscito?

Dannazione!


Intanto, fra le frasche di quello stesso albero, Yoma aveva osservato tutto, sorridendo di pura soddisfazione. Quel ragazzo aveva coraggio e forza da vendere, ma peccava di sentimentalismi, nonostante cercasse sempre di reprimerli dentro sé stesso.
Comprendeva bene quello stato d'animo. Osservava Kanon fin dalla nascita ed una balzana idea gli balenò presto attraverso la mente. Per mettere in pratica il suo piano di vendetta contro i Saint della costellazione dei Gemelli, che duecento anni prima lo avevano costretto ad un sonno quasi eterno, doveva far sì che uno dei due fratelli perdesse l'incontro, anche volutamente.
Quale arma migliore contro uno dei due, messa in pratica dal suo stesso fratello? Avrebbero sofferto, così come avevano fatto Aspros e Deuteros nella prima Guerra Santa contro Hades. Dopo, la storia si sarebbe ripetuta, così come un tempo.
Doveva solamente limare i dettagli, e questa volta, il colpevole non sarebbe stato il fratello giusto e ben visto dagli altri.
No, questa volta, il vero protagonista, avrebbe rantolato nell'ombra.
E chi meglio di Kanon, avrebbe covato quei sentimenti bui e contrastanti verso Atena, colei che dovrebbe proteggere.
Sì, il suo piano sarebbe andato a gonfie vele.
Pensando a quello, scese con un'elegante capriola dal ramo, atterrando con le mani in tasca e ginocchia piegate per attutire il colpo. Era vestito con il suo solito completo nero, compreso di cilindro fra i capelli castani. La barba irsuta gli dava quell'aria poco professionale che a lui piaceva molto. Era preso per matto anche dai compagni, ma questo non lo aveva mai fermato. Si era dimostrato, alla fine, lo Spectre più malvagio ed infido di tutta la schiera infernale di cui vantava Hades.
Di quello, ne andava molto fiero.
Inoltre, la marionetta che aveva instillato al tempio tredici anni prima, stava iniziando inconsapevolmente a giocare.
Accennò un piccolo sorriso verso il ragazzo, che si alzò di scatto appena vide atterrare l'uomo poco distante da sé.
<< Salve! >> Proferì divertito, mentre il gemello digrignò i denti in un'espressione rabbiosa.
<< Chi sei? >> Chiese, ma la risposta arrivò solo dopo una liberatoria risata, che fece perdere quasi la pazienza al cadetto.
<< Non credo sia importante il mio nome. Sono qua per proporti una cosetta, piccola piccola! >> Ridacchiò l'uomo, ma non fu preso sul serio dall'altro, perché continuava a guardarlo con scetticismo dalla sua posizione di difesa.
<< Come sei entrato? Tu non sei un abitante del Tempio! >> Continuò Kanon, osservandolo dall'alto al basso. Ovviamente, vestito con quel completo scuro non avrebbe potuto certo essere un sottoposto di Atena.
<< Io posso andare ovunque. Nessuno fa caso a me. Vago nell'ombra... >> Lasciò la frase in sospeso, facendo intendere la sua provenienza al ragazzo, che inarcò il sopracciglio in un'espressione interrogativa.
<< Perché sei qua? Cosa vuoi da me? >> Alzò di più la voce, ma questo non intimorì assolutamente lo Spectre, che continuava a starsene al suo posto con le mani nelle tasche dei pantaloni.
<< Ho sentito i tuoi pensieri e ciò che vortica nel tuo cuore. Sei titubante, ma io posso darti la forza per superare tutto ciò. Hai paura di venire sconfitto e dover lasciare il Tempio. Ma questo non è poi tanto orribile, sai? Voglio proporti qualcosa che va oltre l'essere un semplice schiavo nelle mani di Atena! >>
<< Ma cosa dici! Siamo disposti a dare anche la nostra vita per lei, ed io continuerò a portarle i miei servigi anche lontano da qua. Il mio cuore e la mia lealtà apparterranno sempre a lei! >> Proferì freddamente, nonostante non fosse poi così convinto di ciò. Ripeteva a pappagallo tutto quello che, in quegli anni, era stato detto loro dal loro maestro. Eppure sapeva che, forse, non sarebbe stato così. Ma come si permetteva quell'uomo, di buttargli in faccia la cruda verità?
Tuttavia, la risata di Yoma diede un taglio netto ai suoi pensieri.
<< Tu sai che non è così, Kanon di Gemini! >> Fece incredibilmente comprensivo.
<< Come fai a conoscere il mio nome?! >> Chiese il neo Saint ferito nell'orgoglio.
<< Io conosco tutto di te, ti osservo da molti anni! >> Ridacchiò, ma il ragazzo si appoggiò frastornato all'albero dietro di sé, portandosi una mano alla testa. Troppi pensieri contrastanti vorticavano nella sua testa e quello fu il momento più propenso per lo Spectre di attaccare.
Incurante di ciò a cui stava pensando, ed incurante della lealtà del ragazzo verso Atena e lo stesso fratello, si portò con un balzo di fronte a lui.
<< Fermati istante, sei così bello! >> Sussurrò sottovoce, ed una volta arrivatogli di fronte, digrignò anch'esso i denti, ma in un sorriso sornione che spaventò leggermente il cadetto. Purtroppo però, la possente corteccia dietro di lui gli impedì di scappare. Era con le spalle al muro e ciò che successe dopo fu inevitabile.
Yoma portò un dito all'altezza della fronte di Kanon, ed un'energia negativa si impadronì del suo cervello.
Con una risata, che fece fuggire anche alcuni piccioni che si erano acquattati sull'albero, richiamò a sé il suo bianco destriero e lasciò il ragazzo in preda a pensieri non degni di un Saint di Atena.
Quello, fu l'inizio del lungo logorarsi della sua anima.


Alcuni minuti dopo, che il ragazzo usò per darsi una calmata e riprendere il controllo di sé stesso, Owl lo raggiunse, perché era preoccupata per non averlo visto più dalla cerimonia d'investitura dei nuovi Saint. Voleva augurargli buona fortuna, così come aveva fatto con Saga, che era rimasto nelle vicinanze dell'arena per prepararsi all'incontro. Era un ragazzo premuroso e si preparava a lungo prima di dover fare una cosa, mentre Kanon era sempre stato quello più impulsivo fra i due. Lei lo sapeva, per questo era andata cercandolo per tutto il Tempio.
Lo trovò appoggiato all'albero del loro primo incontro, mentre guardava un punto indefinito nel cielo alla ricerca di qualcosa, o come se avesse seguito con lo sguardo qualcuno che se n'era appena andato.
In un primo momento però non si accorse di lei, nonostante i suoi passi risuonassero sul terreno roccioso. Era troppo preso da sé stesso e dai suoi pensieri per accorgersi di qualcuno. Owl dovette chiamarlo con un sussurro, per richiamare la sua attenzione senza spaventarlo. Il ragazzo non avrebbe nemmeno riconosciuto il suo Cosmo, visto che non era ancora ben sviluppato.
Lui, sentendosi osservato, abbassò lo sguardo di scatto, mettendo subito all'erta i sensi; così facendo però, spaventò lei, che si irrigidì facendo un passo indietro. Per fortuna, lui tirò subito un sospiro di sollievo appena vide che era solamente lei.
<< Sei tu... >> Gracchiò sospirando, ma quella reazione fece sollevare un sopracciglio ad Owl, che lo guardò di sottecchi.
<< Cosa vuoi? >> Continuò acido, ma lei non ci fece caso. Lui, d'altra parte, era fatto così. Non ci rimaneva più male per i suoi continui comportamenti spocchiosi.
<< Sono venuta a chiamarti. >> Iniziò sottovoce, puntando gli occhi color nocciola nei suoi, color smeraldo. << Tra poco inizia lo scontro. E volevo augurarti buona fortuna. >> Portò le braccia al petto, stringendole contro di sé, tenendo fra le mani un oggetto che attirò l'attenzione del ragazzo, che tuttavia rimase in silenzio.
<< Non sarà una questione di fortuna. >> Alzò tranquillamente le spalle, smorzando la tensione che si era venuta a creare. << Vincerà il più forte! >> Gli si infiammò lo sguardo e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
<< Ma la vostra forza si eguaglia. >> Continuò lei, abbassando colpita lo sguardo. Kanon sapeva che, in cuor suo, ella sperava che vincesse Saga. Si era da tempo accorto di quello che provava per lui, lo aveva sempre trattato diversamente dagli altri. Aveva sempre avuto un occhio di riguardo per lui ed ogni volta che le rivolgeva la parola, il suo viso s'infiammava. Per qualche anno sperò anche che quel trattamento lo avesse riservato anche a lui, ma in quel momento, ripensando a ciò, gli veniva solamente da ridere.
Non gli importava più di nessuno, forse neanche di suo fratello e forse, addirittura, nemmeno di conquistare la Cloth. Si sarebbe battuto con Saga, ma per altri principi.
Ridacchiò, costringendo la ragazza a riguardarlo negli occhi.
<< Appunto perché la nostra forza si eguaglia, solamente chi riuscirà a sopraffare l'altro potrà vincere. >> Spiegò inespressivo, avanzando verso di lei, che trattenne il respiro cercando di ingoiare più saliva possibile.
Quando le fu davanti, poté sentire il suo alito sulla fronte, vista la differenza d'altezza, così alzò lo sguardo sul suo volto, che la scrutava con uno sguardo indecifrabile. Era un misto di tristezza e malinconia, compreso di rabbia repressa. Sentimenti che Owl, in quel momento, non riuscì a capire. Aprì leggermente la bocca, meravigliata per quella reazione. Mai, in tutti quegli anni, Kanon le era stato così vicino. Poté sentire il cuore martellarle nel petto, alla vista del ragazzo così uguale a Saga. Per un momento sperò proprio che fosse lui, ma l'espressione del suo viso le fece crollare in un momento tutte le speranze.
Chiuse gli occhi la ragazza, impossibilitata ad osservare oltre quel volto così famigliare ma allo stesso tempo così sconosciuto. Quasi non lo riconosceva più. Quelle espressioni e quel comportamento non erano da lui! Ma il cadetto, incurante della reazione che ebbe lei, le poggiò una mano calda sulla guancia, strofinandola per testarne il contatto. Solo allora riaprì gli occhi nocciola, sgranandoli quasi meravigliata. Nemmeno quello si era mai permesso di fare. Non aveva mai avuto un contatto con lei così ravvicinato, nonostante avessero passato tre anni praticamente insieme. Non si era mai avvicinata così tanto a lui, troppo presa a voler stare appiccicata a Saga. Si sentiva una stupida, perché credeva di aver conosciuto tutto di loro, invece, in quel momento, Kanon sembrava più un estraneo.
<< Cercherò di non fargli troppo male. >> Disse solamente, non cambiano né tono della voce, né espressione. Rimase per tutto il tempo serio ed inespressivo, anche quando la distanza fra loro si colmò ed i corpi dei due si poterono quasi sfiorare.
Ancora una volta, Kanon aveva tirato in ballo il gemello.
Quando però Owl si decise a parlare, il ragazzo si era già staccato da lei e camminava sul sentiero che lo avrebbe portato all'arena, per la conquista della dorata Cloth dei Gemelli.
Non era riuscita a dargli l'oggetto che stringeva fra le mani.
Con Saga era stato facile; lui era amichevole e sempre pronto a ricevere attenzioni. Ma con l'altro, così restio ad avere rapporti con gli altri, diventava sempre più difficile.
Doveva sbrigarsi e seguirlo, così da poterlo raggiungere prima dell'inizio dell'incontro, ma quelle ultime parole l'avevano lasciata del tutto interdetta. Si portò una mano alla guancia, laddove Kanon l'aveva appena sfiorata. Sentiva ancora il calore di lui sulla pelle ed il cuore le stava battendo all'impazzata nel petto. Non riuscì a capire però, se il motivo di tale velocità di battito era stata veramente la vicinanza del ragazzo o perché egli aveva gli stessi lineamenti del gemello che, per anni, era apparso nei suoi sogni di ragazzina.
Non riusciva a darsi una risposta però, perché effettivamente di risposte non ce n'erano. Ma non per questo doveva rimanere imbambolata di fronte a quell'albero come se nulla fosse. Non poteva perdersi quell'incontro, lo aveva aspettato per troppo tempo. Sapeva che Shion sarebbe stato già a sedere sul suo trono dorato, sull'ultimo anello delle tribune, e lei doveva già essere lì.
Corse così a perdifiato fino all'arena, reggendo i lembi del vestito immacolato, che non era riuscita ancora a sporcare, per non inciamparci sopra.
Da quella lotta, dipendeva il destino di uno dei due gemelli, e forse anche il suo. Perché non riusciva a vedere la sua vita lontana da uno dei due. Entrambi le erano stati vicini, ognuno a modo suo. Entrambi l'avevano aiutata a crescere e colmato il vuoto che le lasciava Shion ogni volta che, indaffarato, non poteva dedicarle tempo.
Tutti e due erano stati come fratelli, nonostante i sentimenti differenti che cominciavano a farsi spazio nel suo cuore. Per Saga aveva iniziato a provare un affetto così forte da farla arrossire ogni volta che lui posava il suo sguardo smeraldino su di lei, mentre per Kanon, aveva sempre provato un sentimento di rivalità ed amicizia che non era riuscita a vincere. Ma, nonostante si erano dimostrati così diversi fra loro, ognuno le aveva lasciato qualcosa e non era pronta a dire addio ad uno dei due. Entrambi, con i loro modi ed aiuti, l'avevano completata. Grazie a loro non sentiva più il desiderio di risvegliare in sé quel Cosmo tanto aspirato, quindi, come se il suo cuore fosse diviso in due, ed ognuna delle due parti appartenesse ad uno di loro, se veniva a mancare una parte di quello, sarebbe venuta a mancare una parte di lei.
Era veramente pronta a ciò?
Purtroppo, la vita al Tempio andava così da generazioni. Non potevano esistere due Saint per la stessa Cloth, era risaputo. Doveva essere forte, tutto qua. Aveva tredici anni, ed oramai il suo risveglio come guerriera era prossimo, nonostante il Sacerdote avesse taciuto sulla questione. Erano stati proprio i gemelli, insieme ad Aiolos, a dirlo. Anche lei, un giorno, avrebbe intrapreso una lotta all'ultimo sangue per conquistarsi la protezione della sua costellazione, probabilmente proprio in quell'arena.
In quell'occasione però, ci sarebbero stati i suoi amici a fare il tifo per lei, come lei stava per far con loro?
Aiolos era divenuto finalmente il fiero Saint dei Sagittario, custode della nona Casa posta a difesa della dimora del Pope.
A chi avrebbe chiesto il permesso di passare nella Terza?
Per scoprirlo, non le restava che raggiungere finalmente l'arena, dove Saga e Kanon aspettavano il via di Shion per iniziare quella battaglia che avrebbe segnato per sempre le loro vite.
Fine capitolo 7

Colei che scrive:


Ok, anche se raffreddata, ce l'ho fatta a concludere questo capitolo u.u È stato abbastanza difficile @.@
Comunque ecco qua il capitolo che precede l'incontro dei due gemelli :3 ed anche l'incontro fra Kanon e Yoma, così da farci un'idea sul perché il nostro caro gemellino abbia scelto la via del male u.u È un po' come l'ho vista io, ed un po' per esigenza di copione xD  
La frase invece che dice Yoma: "Fermati istante, sei così bello", è una frase presa dal manga, detta veramente dallo Spectre ^^
Spero di non avervi annoiato con troppa introspezione dei personaggi! E spero di non aver combinato troppo macello con gli errori!
Bene, non mi resta che ringraziare lettori e recensori per la pazienza :3
Un bacione a tutti,
al prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8




Kanon aveva raggiunto l'arena con una velocità così sorprendente che Owl non era riuscita a stargli dietro. Certo, era partita poco dopo di lui, ma quella carezza datale sulla guancia l'aveva lasciata molto confusa.
Non si era mai comportato in quel modo; in più, le era sembrato più serio e risoluto del solito. Dentro di sé pensò che fosse per via della prossima sfida alla conquista della Cloth di Gemini contro il gemello. Erano entrambi ambiziosi, così come il loro maestro, ma dentro di lei, la convinzione che dietro tutto ciò ci fosse ben altro, iniziava a farsi spazio.
Diede un'ultima occhiata al perimetro, laddove, anni prima, aveva conosciuto di persona i due gemelli che si apprestavano ad azzuffarsi per ricevere un posto fisso a protezione della Dea Athena che, ancora, non si era manifestata in quell'era.
Iniziava anche a chiedersi se, e quando, quella fosse giunta a loro come un miracolo che tutti continuavano a credere possibile. Stando a quanto detto da Shion, da oltre duecento anni a capo del Tempio come Grande Sacerdote, in tutti quegli anni non si era ancora reincarnata. Allora perché avrebbe dovuto credere di poter vedere presto quella fanciulla, che sarebbe diventata divina agli occhi dei suoi Saint e di quelli di tutta la popolazione mondiale? In più, il suo destino, stando a quanto aveva continuato ad affermare il Pope, era costantemente legato alla rinascita di quella divinità.
Scosse la testa per la piega che avevano iniziato a prendere i suoi pensieri, cercando di ricacciarli nei meandri della sua mente, pronta a lasciarli di nuovo liberi nel momento più opportuno. C'erano molte cose che voleva chiedere ancora, domande rimaste troppo a lungo nel suo cuore e che, per paura delle risposte o della reazione che avrebbe potuto avere quello che, per anni, gli aveva fatto da padre, si era decisa a tacere. In fondo c'erano ancora i suoi amici che, con il loro affetto, avevano alleviato le sofferenze interiori di quella Owl oramai adolescente.
Raggiunse il Sacerdote con una corsa perdifiato, scalciando sulla pietra bianca del Tempio, reggendosi con grazia – acquistata solo per non sembrare un maschiaccio agli occhi di Saga, per il quale provava un affetto superiore ad una semplice amicizia – i lembi inferiori del vestito che le frusciava a terra. Non avrebbe voluto perdersi quello stimolante incontro per nulla al mondo. Voleva rimanere insieme ai gemelli, anche solo “pregando” per il loro futuro da lontano. Sapeva comunque, che quelle speranze sarebbero risultate vane, perché uno dei due avrebbe dovuto allontanarsi dal Tempio, neanche fosse un traditore della sua stirpe, lasciando l'altro ad occupare la terza Casa ancora vuota e prestare pericolosi servigi alla giustizia. Sarebbe divenuto un uomo giusto; un uomo che, alla prima minaccia, non avrebbe esitato un solo secondo a lanciarsi a capofitto nella guerra, mettendo a repentaglio la propria vita per un ideale. Quello però l'affascinava; combattere per una causa giusta, mostrando il proprio Cosmo in aumento, difesa solo dalla propria Cloth, che rimane con te fino all'ultimo spasmo di vita, per poi succedersi ad altri combattenti fino a che, anche di loro, non ne sarebbe rimasto che il ricordo. E così via, perché quelle Cloth esistevano da tempi immemori, forgiate da oro sgargiante, argento scintillante e bronzo luminoso. Le tre diramazioni di guerrieri avevano lottato sempre, da generazioni, a difesa di quel luogo, morendo elogiando il nome di Atena. E così avrebbe voluto fare lei, perché non si riteneva una semplice ragazza o una semplice ancella. Sentiva di dover, e di saper, dare qualcosa di più oltre a quello che già riusciva a dare. Voleva diventare un Saint e quelle battaglie conquistatrici non erano per lei altro che uno stimolo. Dopo anni trascorsi in serena compagnia di Saga, Kanon, Aiolos ed Aiolia, come se fossero anch'essi persone “normali”, adesso, di fronte a ciò che stava per succedere, la consapevolezza di un tempo continuava a farsi spazio nella sua anima, infondendole il coraggio necessario per tentare di nuovo ciò che aveva fatto tre anni prima, anche se quello significava andare contro il volere di un suo superiore.


Intanto, i due gemelli ed aspiranti Saint, erano l'uno di fronte all'altro al centro dell'arena, mentre aspettavano il consenso del Pope Shion per iniziare.
L'uomo era seduto sul suo scranno dorato, in cima all'ultimo padiglione delle scalinate adibite a tribune. C'erano molto cadetti, insieme ai loro maestri, ad assistere a quello scontro. Erano tutti ragazzi molto giovani, sicuramente ai primi anni di addestramento, che avrebbero trovato in quell'incontro uno stimolo per eguagliarli perché, non molti anni dopo, in quell'arena avrebbero avuto luogo i loro incontri alla conquista delle Cloth che il destino aveva scelto per loro. Ed Owl lo sapeva, Shion glielo raccontava come se fosse una favola che si racconta prima della buonanotte; nel firmamento brillavano tante costellazioni quante i Saint che avrebbero dovuto attingere la forza da esse, richiamando con i propri sforzi la Cloth di quella stessa costellazione, che avrebbe trovato in lui la forza necessaria per vestirla.
C'era molta trepidazione fra gli spalti, di tutti quelli che speravano in Saga, perché Kanon era, per loro, troppo “malvagio” per divenire un puro Saint a difesa del Santuario dove era nato e cresciuto.
Per la ragazza invece non era lo stesso, perché lei aveva conosciuto entrambi e poteva dire che, tutti e due, si erano allenati con costanza e forza di volontà necessaria per intraprendere quella “carriera” tanto aspirata. Erano due ragazzi molto forti ed, anche se estremamente simili, nel contempo molto diversi. Chissà se, per quella sottigliezza, uno dei due sarebbe risultato più forte dell'altro. Continuava a chiedersi chi, secondo lei, avrebbe battuto l'altro e come avrebbe preso quel distacco.
Ovviamente, le si strinse il cuore al pensiero di doversi allontanare da Saga, anche se non sarebbe andato molto lontano; avrebbe lasciato il Tempio, ma avrebbe continuato a vivere come una persona normale nei pressi di Rodorio e forse, vivendo come tale, avrebbe preferito rimanergli al fianco ed abbandonare quel destino che si andava, sempre più convinta, cercando.
Ma, se fosse stato Kanon a vincere, come avrebbe reagito lei? Sarebbe corsa anche dietro di lui?
Quella domanda le lasciò solamente un groppo in gola. Voleva bene anche a lui, anche se era un sentimento ben diverso dal bene che voleva al suo fratello. Comunque, ci era molto affezionata. Era cresciuta con lui, grazie anche ai metodi un po' troppo bruschi che le avevano fatto capire che, da sola, non avrebbe mai risvegliato il suo Cosmo senza rischiare la vita. Solamente chi eletto dalle stelle avrebbe potuto intraprendere un'istruzione ai fini specifici del Tempio. Ma le stelle, su di lei, cosa dicevano? Questo solo Shion poteva saperlo, lui che dall'alto dello Star Hill leggeva il destino nel firmamento come se fosse un libro aperto. Quella particolarità era dedita solo al Grande Sacerdote, colui che, dentro di sé, oltre che ad un'immensa forza, portava anche un'immensa saggezza.
Voltò infine lo sguardo su di lui, che continuava a stare seduto sul trono estremamente calmo e pacato. Solo lui lo era, rispetto a tutti gli altri che, in tensione per quell'incontro, non vedevano l'ora che iniziasse. Forse perché lui sapeva già come sarebbe finita.
Sentendosi lo sguardo della figlioccia addosso, Shion voltò elegantemente il capo verso di lei, facendola sobbalzare. Non si aspettava di certo che si accorgesse che lo stava osservando di sottecchi. Lui era un Saint, si disse dopo, ha i sensi più sviluppati rispetto a lei.
<< Anche tu non vedi l'ora che inizi, non è vero? >> Parlò elegantemente lui, quasi sorridente, nonostante da sotto la maschera sacerdotale che portava in pubblico non riuscisse a scorgere il suo volto rilassato.
Owl annuì, abbassando lo sguardo. Aveva quasi voglia di chiedergli di rimandare il tutto,o addirittura di annullare lo scontro, lasciando che entrambi continuassero a vivere nel Tempio. Avrebbe voluto chiederlo come in gesto disperato, perché mai sarebbe riuscita a superare un presunto addio. Ma sapeva che quello era impossibile. Per quanto buono ed umano fosse Shion, non avrebbe mai accettato quella sua richiesta; il Pope doveva attenersi alle secolari e millenarie regole che vigevano nel Tempio dai tempi del mito. Non c'era altro modo per risolvere quella questione se non la lotta fra i due. Non si prese, quindi, neanche la briga di sprecare le parole.
<< Tranquilla piccola, tutto accade per una precisa ragione. >> Con quell'affermazione pacata e decisa, continuando a chiamarla “piccola” nonostante i suoi tredici anni, si alzò dalla sua postazione, sovrastandola con l'altezza e lasciando che la candida veste gli frusciasse addosso. L'elmo dorato che, un tempo, era appartenuto al Pope Sage, brillava sotto i lucenti raggi del sole, illuminando anche i lineamenti di quel volto artificiale che elegantemente indossava, dove i bulbi oculari lanciavano scintillanti bagliori come se fosse il suo diretto ed autoritario sguardo.
Lo osservò per un'ultima volta prima di girare il volto verso i due gemelli, che avevano già voltato l'attenzione verso l'uomo che si apprestava a dare la sua benedizione e far iniziare lo scontro.
Accanto a lui, anche la Pandora Box contenente la sacra Cloth dei Gemelli aspettava l'esito dell'incontro, così che si sarebbe di nuovo aperta a difesa di colui che ne sarebbe stato il fido possessore.
Chissà, pensò Shion, se la maledizione che aveva colpito duecento anni prima Aspros e Deuteros sarebbe tornata a maledire anche loro due. Quei gemelli erano difficili da classificare, e come i diòscuri della sua generazione. Saga, come Aspros, era ambizioso e generoso. Con la sua luce e forza di volontà aveva convinto tutti, lui perfino, facendo addirittura pensare che, forse, a conquistarsi la Cloth sarebbe stato proprio lui. E poi c'era Kanon, che nominato dagli altri cadetti come un eterno numero due, non aveva nulla da invidiare a Saga, nonostante il suo carattere fosse più introverso e schietto, così da far sì che dubitassero tutti. Ma anch'egli aveva buone probabilità di vittoria, perché mai aveva infranto una regola del Tempio; mai aveva mancato di rispetto al suo maestro o al Sacerdote e mai si era lamentato di un durissimo allenamento. Di forza di volontà, e non solo, Kanon non era certo inferiore all'altro.
Sperò solamente che nessuno dei due, qualora fossero diventati Saint, venisse accecato dalla rabbia come Aspros, e che infangasse il nome di quella che, al giorno d'oggi, rimane sempre una costellazione quasi imbattibile, anche se, purtroppo, ambigua e chiacchierata. Nessuno al Tempio aveva dimenticato cosa i gemelli, al tempo della Guerra Santa, aveva fatto. Sperò solamente che la storia non si sarebbe ripetuta, ma servì solo a fargli corrucciare le rughe della fronte. Cercò comunque di riprendere il sorriso, perché proprio ad uno dei gemelli doveva la vita, così come Dohko, il compagno che, esattamente come lui, era vivo e stava portando a termine l'importantissimo compito che Sasha gli aveva affidato.
<< Saga e Kanon, nati sotto la terza costellazione dello zodiaco. >> Iniziò a parlare autorevole, scandendo lentamente le parole per fa sì che tutta la folla sentisse. C'erano brusii e chiacchiericci da parte di quelli che erano in attesa dell'esito finale, ma nessuno dei diretti interessati ci badò. Nemmeno Owl, troppo presa dal discorso di Shion per stare ad ascoltare false supposizioni da parte di terzi.
<< Che la vostra luce non tradisca mai ciò per cui è fedele, e che mai le tenebre possano prendersi gioco di voi. >> Finì con quelle parole, che misero a tacere ogni singola persona. Il silenzio calò sul Tempio fino a che, Shion, non diede il via al combattimento.
Intanto, dall'alto di una colonna oscurata dall'ombra, non lontana dall'arena, Yoma aveva assistito a tutto e si stava per godere l'incontro più soddisfacente della sua vita.
Lui, come il Sacerdote, sapeva già chi avrebbe vinto. Grazie alla sua stilla di malvagità, la sua vendetta sarebbe iniziata lenta e drammatica e grazie alla sua anima divina, poteva muoversi nell'oscurità attraverso il Tempio. Nessuno avrebbe saputo nulla di lui, perché poteva azzerare il Cosmo a suo piacimento, facendo sì che sembrasse una persona comune. Anche se il campo di forza della Dea Athena, che da secoli permeava su quel luogo, lo rendeva più debole, non si era certo dato per vinto. Aveva sfidato tutto ciò, pur di raggiungere il suo scopo. E ci era riuscito; non doveva fare altro che aspettare la sua rivalsa.



Il combattimento iniziò alla pari dopo alcuni secondi, che i due gemelli utilizzarono per contemplarsi tracciando, l'uno di fronte all'altro, un cerchio perfetto nel centro dell'arena. Non c'era spazio per altro in campo, oltre loro due; né gli sguardi curiosi dei compagni, né i chiacchiericci della gente. Nulla che non servisse al combattimento.
Il primo a sferrare l'attacco fu Saga, stanco del comportamento taciturno del fratello, ma dopo che sferrò il colpo, esso andò a vuoto perché Kanon si era spostato con uno scatto fulmineo, attaccandolo in seguito da dietro. Anche Saga fu lesto a spostarsi, facendo sì che anche il suo pugno andasse a vuoto.
Continuarono per alcuni minuti, cercando di far prevalere i loro colpi, fino a che un insolente affannamento si impadronì di loro.
<< Sei bravo a sfuggirmi fratello! >> Iniziò Kanon, con un sorriso di scherno, mantenendo comunque la sua posizione piegata in avanti, pronto a ricevere o dare il colpo.
<< Mai bravo quanto te, fratellino! >> Saga sorrise. Non mostrò espressioni di scherno nemmeno per un secondo. Il suo avversario era bravo, esattamente come lui, e mai avrebbe peccato di presunzione, commettendo l'errore di sottovalutarlo.
Piano piano che il tempo scorreva, anche le loro difese si abbassavano, lasciando che i colpi di entrambi andassero a segno. Il primo fu quello di Kanon, che raggiunse con un balzo felino il gemello, colpendolo al labbro con la ferocia necessaria per far si che, su di esso, si aprisse un taglio scarlatto. Sotto quella pressione, Saga cadde prono sulla pietra bianca dell'arena, erosa dal tempo. Per fortuna il colpo non fu troppo forte, quindi riuscì a rialzarsi subito, cercando di tamponarsi al meglio la ferita con il dorso della mano.
Fu allora che la sua espressione angelica lasciò spazio ad una smorfia, facendo sorridere maliziosamente il gemello, che non vedeva l'ora di rimetterlo al tappeto. Ma quella fu la volta di Saga che, schivando un altro fulmineo cazzotto, colpì in pieno stomaco il gemello, facendogli sputare sangue e facendogli mozzare il respiro per alcuni secondi. Anche lui cadde a terra, in ginocchio, reggendosi la parte dolorante ed inspirando aria a fatica.
Intanto, l'ondata di “ooh” sotto il colpo del gemello, non era sfuggita all'udito di Kanon, che alzò il volto provato verso colui che aveva in volto la sua stessa espressione.
<< Non male! >> Iniziò ridacchiando, mentre cercava di alzarsi con le sue forze. << Hai convinto tutti con i tuo modi gentili e la tua aura angelica. >> Disse acidamente, nonostante il sorrisetto di scherno che mostrava. Tuttavia Saga fermò la sua avanzata verso di lui, guardandolo con un sopracciglio alzato.
<< Che vai dicendo! >> Lo ammonì, ma egli non si fece impressionare da tanta violenza nelle parole.
<< Chissà che delusione sarebbe per coloro che ti acclamano come un Dio, vederti lasciare il Tempio per sempre. E chissà cosa direbbero nel vedere me, rivestito della Gold Cloth di Gemini! >> Ridacchiò indicando la folla, che aveva ripreso a farsi sentire con i loro brusii e chiacchiericci.
<< Ma che stai dicendo! >> Lo ammonì autoritario l'altro. << O io o te che differenza fa? Abbiamo un compito, una missione, ed il nostro destino ci implora di far parte di tutto questo! >> Aprì le braccia per indicare il Tempio. << Ma ho passato anni della mia vita per questo ideale, e non ho intenzione di buttarli al vento, perdendo, o vincendo senza lottare perché sei mio fratello! >> Disse tutto d'un fiato, agitano un braccio a mezz'aria e lasciando che il pugno serrato si scontrasse nello stesso punto in cui, quello del gemello, era andato a lacerargli il labbro.
<< Combatti come se io fossi uno sconosciuto! >> Gli parlò di fronte al viso, ma il grugnito di Kanon non gli fece accorgere del pugno che stava per conficcarglisi nello stomaco. Così Saga cadde di nuovo a terra e l'altro, con un balzo, gli fu sopra.
<< Lo sto già facendo! >> Gli disse fra i denti, mentre lottavano per prevalere l'uno sull'altro, rotolando fra la polvere e la roccia bianca, sporcandola con il sangue che gocciolava dalle loro ferite. << Se ti lasciassi vincere sapendo di non aver dato il meglio di me non riuscirei mai a perdonarmelo! >> Mostrò un lieve sorriso, che il fratello contraccambiò riuscendo a scrollarselo di dosso. In quel momento Kanon atterrò con la schiena su di una roccia e Saga sferrò uno dei suoi micidiali pugni dritto sulla sua guancia, lasciandolo cadere dall'altra parte. Ma il fratello non era da sottovalutare, quindi non abbassò minimamente la guardia; infatti, l'altro riuscì ad eludere i suoi sensi e con un balzo gli fu dietro, così che, con un calcio, riuscì a metterlo al tappeto.
Man mano che quella sfida diventava più avvincente, i sensi dei due iniziavano ad affievolirsi. Il sangue e le ferite ricoprivano quasi tutto il loro corpo, compreso il viso. La vista si affievoliva e le parole, impossibilitati a pronunciarle, iniziavano a mancare. Non si offendevano più a voce, c'erano solo i fatti a parlare, fino a che, dopo altri minuti di pugni e cazzotti tirati dritti nel petto, i due caddero a terra in ginocchio, ma con tutta la buona volontà per rialzarsi.
Sapevano entrambi che, oltre alla folla sempre più silenziosa ed ansiosa, li stava osservando anche il loro maestro, colui che aveva insegnato loro a combattere. Ma non avevano imparato solo con calci e pugni. Non li aveva educati solo sulla resistenza fisica, cercando di far fronte alla stanchezza. Non li aveva addestrati unicamente per l'astuzia e la velocità. No, sapevano tutti e due che il loro mentore voleva qualcosa di più. Era ambizioso, esattamente come aveva insegnato loro ad essere. Non gli importava chi vincesse, ma solo che lottassero al massimo della loro forza perché, che avrebbe vinto Saga, o che avrebbe vinto Kanon, avrebbe comunque vinto un suo allievo.
Anche il Grande Sacerdote stava osservando silenziosamente il loro incontro, lo potevano scorgere con il pelo dell'occhio. Era seduto al suo trono dorato e non si era minimamente mosso per tutta la durata dell'incontro. Quella maschera però, occultava fin troppo le espressioni del Pope, rendendolo come un manichino senz'anima agli occhi di tutti. Ma Shion l'aveva un anima, così come un cuore, e per quello, dentro al suo silenzio, c'era molto più di quello a cui dava a vedere.
Fine capitolo 8

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Colei che scrive:

Eccomi qua :3 Salve a tutti e ben trovati! Ho voluto aggiornare prima di questo fine settimana, cui avrò poco tempo per stare al pc!  
Questo capitolo è stato un vero e proprio patema d'animo (?) D: Sono assolutamente negata a descrivere scene di lotta (penso si sia notato). In più, l'intero scritto di questa ottava parte, doveva essere incentrato sullo scontro, invece ci è entrata altra introspezione xD Spero di non aver fatto troppo macello, sia col testo, sia con gli errori Y.Y
Non ho altro da dire, oltre cose dette e ridette xD L'unica cosa da fare, per scoprire qualcosa di più, è aspettare :3 (non tanto, ve lo prometto u.u) xD
Un bacione ai recensori ed ai lettori che sono giunti fino a qui :3
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

 

 

Si scrutavano dall'alto al basso i due gemelli, mentre nell'arena ancora era in corso la loro guerra alla conquista della Cloth. Erano stanchi e feriti, ma motivati a concludere al meglio quella sfida.
Continuavano a sferrare attacchi diretti e mentre Kanon cercava di colpire Saga, quest'ultimo si parava per ripartire all'attacco, dopo che l'altro si era parato a sua volta. Era un vortice continuo di cazzotti e calci, alla quale nessuno dei due osava rinunciare. Nessuno dei due gemelli voleva venire meno alla promessa mantenuta a sé stesso ed al suo maestro; entrambi volevano quella Cloth a tutti i costi, ma...
«Ancora combatti fratello? Ancora resisti sotto i miei colpi?» Sbottò acido il più piccolo, nonostante si reggesse a malapena in piedi. Aveva il viso martoriato dai lividi e rivoli di sangue praticamente dappertutto. Si teneva dolorante una spalla, mentre cercava di issarsi in piedi sulle sue gambe, esattamente come stava facendo Saga, che cambiò l'espressione dolorante in un'espressione sprezzante e quasi di pena osservando colui che gli era speculare.
«Ti resisterò sempre Kanon! È quello che questa gente si aspetta da me; da noi! Non voglio favoritismi da te, come io non ne avrò per te! Voglio vincere, o perdere, non avendo rimpianti!» Disse tutto d'un fiato, nonostante il cieco dolore gli impedisse di scandire al meglio le parole. Aveva un labbro spaccato, dove il sangue gocciolava sul collo della sua maglietta, ma persisteva a rimanere fermo ed impassibile a pochi passi di distanza da suo fratello, che continuava a guardarlo con odio, espressione che non aveva mai visto fare a Kanon.
«Oh, è sicuramente degno di te, fratello! Questa gente ha sempre e solo voluto te!» Gli sputò ancora contro, contraendo la mascella. «Sono quasi propenso a dare loro ciò che vogliono...» Continuò, rilassando i muscoli e guardando oltre le spalle del fratello, dove il pubblico seduto ai padiglioni dell'arena avevano alzato brusii e chiacchiericci, nonostante non potessero sentire ciò che i due si stavano dicendo. Kanon parlava con la poca voce che ancora gli rimaneva, non alzandola per non sforzarsi troppo e per non far ascoltare i loro discorsi a nessuno, tanto meno a Grande Sacerdote che, dall'alto del suo trono, osservava l'andamento della sfida.
«Colpiscimi fratello!» Allargò le braccia in modo da essere un bersaglio perfetto, ma Saga ancora desisteva. «Allora? Che aspetti?» Lo incitò ancora, ma l'altro scosse la testa in un gesto puramente negativo.

 

Intanto, dalla postazione accanto al Sacerdote, Owl osservava la scena con le mani di fronte alla bocca. Sapeva che questo giorni sarebbe arrivato; aveva assistito a tutti i loro allenamenti, che facevano appositamente per prepararsi a questo inevitabile giorno, ma per lei era solamente una tortura. Vedere Saga in quelle condizioni non fece altro che aggiungere angoscia al suo cuore, così come lo era vedere Kanon, ma quel ragazzo la inquietava, e l'aveva inquietata ancora di più quando l'aveva raggiunto davanti all'albero del loro primo incontro.
Non sembrava quasi lui, doveva riconoscerlo, ed in quel momento, mentre parlottavano tra loro, avrebbe pagato oro pur di sentire quello che si stavano dicendo. Le sembrò che neanche Shion capisse i loro discorsi; se ne stava seduto composto al suo posto, non mostrando assolutamente cenni di ansia o quanto altro. Lui già sapeva chi avrebbe vinto, era solamente questione di tempo. Glielo leggeva in faccia, nonostante la maschera blu elettrico che portava in volto celasse tutti i suoi lineamenti.
«Stai tranquilla!» Iniziò quest’ultimo senza però voltarsi verso di lei.
Le bastò ascoltare la cristallina voce del padrino per riacquistare il sorriso. Se era tranquillo lui, allora non c'era motivo perché si preoccupasse lei. Eppure, quel senso di vuoto che le attanagliava lo stomaco non voleva proprio abbandonarla.
Si sedette di nuovo, continuando a pregare per la vita di entrambi. Se uno dei due avesse vinto, che almeno l'altro fosse sopravvissuto!

 

 

Dopo altri minuti che sembrarono ore, dove nessuno dei due sembrava intenzionato a demordere, Kanon parlò sprezzante.
«Se continuiamo così non arriveremo a nessuna conclusione! Ci stiamo annientando a vicenda, la nostra forza e la nostra resistenza si eguagliano!» Iniziò duramente, lasciando intendere al fratello le sue intenzioni.
«E quindi?» Continuò facendo finta di nulla e sul volto del gemello comparve un sorrisetto complice prima di riprendere fiato e parlare con la poca voce che gli era rimasta.
«Si potrebbe dire lo stesso del nostro Cosmo? Chi di noi ha più manualità nelle tecniche? Chi di noi supera l'altro nell'espansione del proprio potere, eh?»
«Credo che lo scoprirai presto, Kanon!»
Saga si mise in posizione, pronto a lanciare il colpo più potente appreso nei loro lunghi anni di addestramento. Sapeva che anche Kanon era in grado di eseguirlo alla perfezione, ma a decidere del loro destino sarebbe stata la resistenza che avrebbero dovuto mostrare. Se i loro colpi fossero andati a segno, con le poche forze che avevano ancora a disposizione non sarebbero comunque stati in grado di deviarlo o fermarlo. Non avrebbero potuto neanche scansarsi; avrebbero dovuto rialzarsi dopo averlo subito. Chi di loro sarebbe comunque rimasto in piedi, sarebbe stato degno di vestire quel sacro oro.
Anche l'altro, dopo aver visto lo spirito competitivo del maggiore, si mise in posizione ed attese il momento giusto per attaccare.
Presero tutto il fiato che poterono ed infine, richiamando a sé il loro immenso Cosmo, urlarono all'unisono:
«Galaxian Explosion!»
Due immense sfere di energia cosmica si abbatterono nel centro esatto della loro posizione. Si eguagliavano ed erano della stessa grandezza, così come l'onda d'urto che provarono. Tutti gli spettatori si abbassarono per non venire polverizzati da quel colpo, gridando spaventati fra loro.
Ci vollero alcuni minuti prima che tutto tornò alla normalità e che del colpo sferrato poco prima non ne restasse che il ricordo.
C'era un grande polverone, segno dei vari massi che avevano polverizzato, e mentre quello si diradava, un secondo colpo venne lanciato prima che tutto tornasse alla normalità, ma nessuno dei presenti, se non il Grande Sacerdote, riuscì a vederlo.
«Genro Mao Ken!» Bisbigliò fra sé e sé Kanon, mentre il fascio di luce partito dal suo dito indice si andava ad incagliare in mezzo gli occhi del gemello, che non aveva visto arrivare il colpo per via della nube di polvere di fronte a lui. Si reggeva in piedi a fatica e grazie a quel colpo cadde in ginocchio a testa bassa. Sembrava quasi svenuto, ma con le oramai pochissime forze che aveva riuscì a tenersi in equilibrio. Tuttavia non parlò. Gli occhi divennero vitrei ed i capelli persero un tono di lucentezza; sembrava quasi morto.
Kanon aveva concluso la sua missione e, complimentandosi sopra tutto con sé stesso, mostrando un sorriso puramente di scherno, si lasciò cadere all'indietro privo di forze. Rovinò a terra senza neanche sforzarsi di rimanere in piedi. A lui, vincere quella Cloth, oramai non gli importava più.
Chiuse gli occhi e con espressione seria, tornando lo stesso ragazzo di sempre, svenne.
Le urla che giunsero poco dopo, quando la visibilità divenne di nuovo ottimale, erano sia di spavento per il ragazzo steso a terra, sia di compiacimento per il vincitore, che tuttavia non si era minimamente mosso dalla sua posizione.
Respirava a fatica e forse non era ancora del tutto cosciente, ma era comunque rimasto in ginocchio. Non si era fatto vincere dalla stanchezza, dal dolore, dalle ferite e dalla mancanza del sangue che gli era colato dalle innumerevoli ferite.
«Abbiamo un vincitore. Saga, della costellazione di Gemini, futuro protettore della terza Casa!» Annunciò solenne il Sacerdote, alzandosi dalla sua postazione. Tuttavia tornò a parlare con voce roca. «Aiutate i feriti, scortateli in infermeria. Non ci sarà nessuna cerimonia di investitura quest'oggi; entrambi hanno bisogno di urgenti cure!» Continuò impassibile, nonostante fosse immensamente preoccupato per i due gemelli, che si erano battuti fino all'ultima stilla di energia.
«Owl!» La richiamò infine, voltandosi verso di lei che ancora teneva le mani davanti alla bocca, sforzandosi di non piangere di fronte a lui. Era comunque un essere umano e sapeva che tutto quello prima o poi sarebbe successo; era solo questione di anni e poi avrebbe dovuto dire addio ad uno dei due. Ma, se avesse dovuto dire addio ad entrambi? Avevano combattuto fino allo stremo delle forze e tutti e due si erano fatti quasi ammazzare dall'altro. Ma erano comunque forti, lo erano sempre stati. Tuttavia il richiamo triste del Sacerdote fece bruciare i suoi occhi ancora di più.
«Non c'è più nulla da vedere qua, vai in infermeria. Avranno bisogno di te.» Disse atono e dando le spalle alla ragazza, frusciando la veste sulla pietra bianca dell'arena, si diresse verso il tredicesimo Tempio.
I due ragazzi vennero trasportati nell'ala del Tempio adibita ad ospedale, per cure immediate ed Owl, senza pensarci due volte, corse a per di fiato verso la sua meta.

 

 

Terza casa, due giorni dopo.
Saga, d0po le urgenti cure da parte delle infermiere specializzate del Tempio, era stato trasferito nella casa che avrebbe dovuto proteggere. Non era ancora cosciente, il Grande Sacerdote gli aveva diagnosticato un solenne riposo, quindi lo portarono in quella casa vuota e silenziosa, abitata in quel momento solamente da lui e da Owl, che da quando era stato ricoverato non lo aveva abbandonato un attimo.
Il suo cuore perse un sacco di battiti in quei giorni, quando le infermiere le accennavano delle sue condizioni, ma per fortuna mai una volta era stato in pericolo di vita, nonostante non ostentava ad aprire gli occhi. Tuttavia era forte, lo era sempre stato e lo aveva sempre così ricordato, e se aveva fatto fronte ad uno scontro così duro riportando così tante ferite da non essere trapassato, allora non c’era più motivo di preoccuparsi. 
Aveva tirato un sospiro di sollievo dopo tutto il giorno con il fiato sospeso quando lui si era mosso dalla sua posizione, ancora addormentato e pieno di fasciature ma comunque cosciente. Aveva aperto la bocca come se avesse voluto dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo con un respiro quasi affannato. 
Owl sapeva cosa stava sognando, o comunque pensò di aver capito. 
Infatti, dopo tre volte che ripeté quello strano movimento con le labbra riuscì a parlare, seppur lievemente e con voce roca.
«Ka…non…» Sospirò ed il cuore di Owl perse l’ennesimo battito.
Aveva pensato anche a lui in quei due giorni passati al capezzale del suo amato, nonostante era preoccupata delle sorti di entrambi. Non era riuscita a parlare con Shion per quanto riguardava le sue sorti. Era messo leggermente meglio del gemello e dopo che fu trasportato altrove in seguito alle dovute cure, di lui nessuno aveva più saputo nulla. Nemmeno Aiolos, che era giunto più volte per chiedere informazioni sullo stato di salute dell’amico, aveva saputo nulla.
Nel Tempio non si parlava altro che di quello scontro epico; tutti avevano tifato per Saga ed erano tutti contenti della sua vittoria. Nessuno aveva mai conosciuto intensamente Kanon come lo aveva fatto lei, seppur non era mai riuscita a sconfare le spesse barriere che lui aveva sempre creato attorno a sé. Si limitava a parlare di cose effimere e non inerenti alla sua persona, ma nonostante quello non le era mai passato per l’anticamera del cervello che lui potesse essere malvagio. Esprimeva i suoi sentimenti a modo suo, quando riusciva. In altri casi cercava di non mostrare mai le sue debolezze per non essere giudicato. A lei era sembrato comunque più sensibile degli altri; aveva un animo buono, altrimenti non sarebbe mai stato ammesso al Tempio.
Strinse di più la mano di Saga, che aveva preso nella sua per fargli capire che non era solo. Il contatto caldo della sua mano gli faceva capire che lui c’era e stava lottando contro sé stesso per riuscire a riprendersi del tutto. Dopo, una volta svegliato, sarebbe diventato uno dei più forti Gold Saint. Di quello ne era certa, anche se, sicuramente, la mancanza del fratello l’avrebbe sentita per tutta la vita. Erano sempre stati come una persona sola; sempre insieme e non solo come fratelli ma anche come amici. Saga aveva sempre avuto fiducia in lui, così come Owl ed Aiolos, e l’avevano sempre incoraggiato quando tutti gli altri abitanti dubitavano di lui e dicevano che fosse nato sotto una cattiva stella. Ma due persone nate lo stesso giorno, dalla stessa madre, sotto la stessa costellazione, potevano essere uno buono ed uno cattivo?
Di quelle dicerie sicuramente insensate, la ragazza non ne capiva il perché.
Tuttavia, in un angolino della sua mente, ripensò all’incontro con Kanon proprio prima della sfida con suo fratello. Era molto diverso, stranamente tranquillo e più acido del solito. Forse era perché sentiva l’ansia per quell’importante incontro? O forse, si disse, c’era qualcos’altro sotto? 
Purtroppo, fino a che fosse rimasta segregata nel Tempio, nessuna di quelle domande avrebbe avuto risposta.
Scosse la testa per mandar via quegli incessanti pensieri e concentrarsi sul ragazzo che era disteso davanti a lei. Lo osservò in volto, tirato per far fronte inconsapevolmente al dolore, e strinse ancora la sua mano nella sua per infondergli tutta la volontà necessaria per riprendersi. Era un gesto inutile, lo sapeva, ma per lei era davvero importante. Aspettava da due giorni che lui aprisse gli occhi su di lei e le parlasse finalmente con il sorriso che animava spesso il suo viso e che aveva sempre incessantemente amato. Era cresciuta amandolo silenziosamente. Non aveva mai avuto il coraggio di confessarglielo e forse non lo avrebbe mai avuto. Lui era un Saint e lei una semplice ancella, anche se secondo lei valeva molto di più di una semplice sottoposta di Shion. L’amore non era cosa per i guerrieri, che avrebbero dovuto donare la loro vita solamente ad Athena. Se avesse avuto l’ardire di accennare solo quello che provava, sicuramente avrebbe perduto anche la sua amicizia, come la fiducia che le aveva mostrato Shion, perché secondo lei il suo padrino si era ben accorto dei suoi sentimenti. 
E poi c’era Kanon. In qualche modo era riuscito a mandarla in confusione con quel gesto di fronte all’albero del loro primo incontro. Il calore di quella carezza ancora le sfiorava le gote ed ancora rivedeva la strana espressione che aveva mostrato.
No, sarebbe cresciuta portando dentro un grande macigno. E poi, sicuramente, tutti nel Tempio portavano dentro almeno un segreto. Tentò di rassicurarsi da sola come meglio poteva e riportò i suoi occhi tristi color nocciola su Saga, alzando una mano per sfiorargli le ferite quasi rimarginate sul suo volto, come se il suo tocco potesse alleviargli almeno il dolore che quelle, probabilmente insieme a tutte le altre, ancora gli procuravano.
«Quanto vorrei che tutto questo fosse solamente un sogno…» Si lasciò scappare dalle labbra. Parlare con lui l’aveva messa sempre di buon umore ed anche in quel momento, nonostante lui non potesse risponderle, era sicura che avrebbe sicuramente sentito e capito. Così continuò.
«Sono sicura che Kanon sta bene, anche se non è più tra noi.» Gli rispose alla presa di parole che aveva provato ad avere con semplicemente il nome di suo fratello. Era sicura che lui lo stava cercando anche nei sogni. Il legame che avevano quei gemelli forse sarebbe stato indissolubile negli anni, nonostante l’assenza dell’uno verso l’altro. 
Non poteva ancora sapere quanto la loro presenza sarebbe stata importante per la vita di loro stessi. Non poteva immaginare cosa, da lì a qualche anno, sarebbe successo.

 

Verso sera, quando anche lei si era addormentata di nuovo al capezzale del ragazzo, dei passi all’interno della stanza la svegliarono dal suo inquieto sonno. L’ansia e la voglia di stare cosciente a vegliarlo non la facevano dormire il giusto e nel migliore dei modi, seduta su uno sgabello con la testa poggiata sul braccio più sano di Saga, che dormiva adesso tranquillamente sotto le candide coperte bianche che gli avevano fatto trovare sul letto.
Si issò in piedi dopo aver scorto l’alta figura di fronte a lei, che la semioscurità della stanza non aveva fatto capire chi fosse. Stropicciò gli occhi impastati dal sonno e scrutò l’uomo dall’alto al basso quando il cuore le salì in gola un’altra volta per averlo riconosciuto. Quella notte non portava la maschera. Sul suo volto, illuminato flebilmente dalla luce della luna che filtrava attraverso l’unica finestra della stanza, si poteva intravedere un lieve e triste sorriso, mentre i suoi occhi erano puntati in quelli di Owl.
«Grande Sacerdote Shion!» Lo richiamò con reverenza, scendendo dallo sgabello ed accennando un piccolo inchino, chiedendosi cosa lo avesse portato ad uscire dal Tempio a quell’ora tarda della notte. Precisamente non sapeva che ore fossero, ma dalla finestra scorgeva il buio circostante ed il silenzio che si sentiva era quasi spettrale. 
«Ciao Owl…» Iniziò lui salutandola, alzando di nuovo gli angoli della bocca. «Non volevo svegliarti.» Precisò con tono di scusa. Era veramente un uomo da ammirare. Lui, la massima autorità del luogo, che si era preoccupato di aver svegliato una semplice ancella. Ed il bello era che lo faceva con tutti. 
«Non si preoccupi signore, stavo solo riposando.» Disse stancamente e con gli occhi ancora impastati di sonno. 
Prima di parlare di nuovo, Shion spostò la sua attenzione al ragazzo ancora non del tutto cosciente.
«Come sta?» Le chiese avvicinandosi a lui e portare una mano sulla sua fronte, dove la lunga frangia bionda gli ricadeva appiccicata per le sudate che aveva fatto in quei due giorni, agitandosi nel sonno. 
«Dorme tranquillo adesso, ma non accenna a svegliarsi.» Disse tristemente osservandolo per poi rispostare l’attenzione sull’uomo. 
«La febbre sembra essersi abbassata. Tra qualche ora una delle infermiere verrà a visitarlo e fargli prendere la medicina.» Comunicò guardandola in volto. «Non preoccuparti, si riprenderà.»  Cercò di tirarle su il morale, tuttavia l’espressione inquieta sul suo volto non accennò a svanire, e non era solo dovuta alle condizioni di Saga.
«Ma non era venuto qua per lui.» 
Incredibilmente l’espressione di Owl si mostrò meravigliata e quella di Shion si fece incredibilmente autoritaria. «C’è qualcosa che vuoi chiedermi?» Le chiese lasciandola di stucco. Evidentemente si era accorto dell’inquietudine che attanagliava il suo cuore. Lui, dallo Star Hill, poteva vedere e sentire tutto. Inutile chiedere come avesse fatto a sapere, com’era inutile mentire. E poi aveva sotto gli occhi la ragazza da quando era nata. Era cresciuta accanto a lui ed aveva imparato a capirla.
«Bè… in effetti una cosa ci sarebbe.» Iniziò titubante ma il sorriso luminoso che intravide sul volto di Shion le dette una speranza.
«Vuoi chiedermi di Kanon, non è vero?» La precedette lui, che oramai aveva capito le intenzioni della ragazza, che abbassò gli occhi colpita da tanta naturalezza e precisione.
Annuì.
«Sta bene, se è questo che vuoi sapere. Ma c’è altro, non è vero? Vuoi sapere che fine abbia fatto?» Parlò teneramente a quella che oramai era divenuta per lui quasi una figlia. Nonostante avesse già raggiunto i tredici anni, età in cui i Saint raggiungono la conquista di una Cloth, lei portava dentro lo spirito di questi ultimi. Lo aveva sempre avuto fin da bambina, nonostante crescendo quel desiderio si era affievolito con il rapporto di amicizia che si era creato fra lei, Saga, Kanon ed Aiolos. Ma quella bellissima armonia fra loro era destinata a spezzarsi, com’era successo dal momento in cui, uno dei due gemelli, venne messo al corrente del loro futuro. 
Solo uno dei due avrebbe continuato a vivere nel Tempio. E nonostante quel che era successo, con Saga vittorioso, Owl non riusciva ad essere in pace con sé stessa. 
Non era riuscita a parlare con Kanon prima che quest’ultimo fosse stato allontanato; come non era riuscita a parlargli seriamente prima dell’incontro. C’erano tante cose che voleva chiedergli, o anche solo sapere come stava tipo: come avesse preso la sconfitta e quello che avrebbe fatto da lì in poi. Voleva essere in pace con sé stessa e salutarlo forse per sempre. Non riusciva a vivere in quella maniera ed erano solamente passati due giorni.
Di tutto questo Shion sembrava essere al corrente.
Annuì di nuovo abbassando la testa, vergognandosi di quel comportamento. Era stata tanto istruita dall’uomo in quegli anni e nonostante quello, da sempre aveva infranto le sue millenarie regole ed i suoi intimi voleri. Era sicura di voler continuare a mancargli di rispetto?
Tuttavia, aspettandosi tutt’altro che un sorriso sincero, Owl alzò lo sguardo speranzoso sull’uomo, che annuì prima di parlare.
«Lo trovi nella baracca nel bosco adiacente ai piedi del Tempio.» * Disse solamente, frusciando la veste sulle mattonelle di pietra bianca della stanza, avvicinandosi alla porta e dando le spalle ai due. «Ti do il permesso di vederlo un ultima volta. Questo è tutto quello che posso fare per te, ma promettimi che non cercherai di raggiungerlo mai più. Siamo intesi?» Parlò tranquillamente, nonostante l’autorità che trasportava scosse Owl fino a farle ingoiare una quantità di saliva che, durante il discorso, le era rimasta incastonata in gola.
«Glielo…glielo prometto Grande Sacerdote!» Assentì nonostante quelle parole ancora rimbombassero nella sua mente.
“Ultima volta.” “Un ultima volta…”
Scacciò il pensiero chiudendo gli occhi e salutò Shion mentre faceva ritorno al tredicesimo Tempio.
Sospirò quando fu di nuovo sola, in compagnia del ragazzo che ancora dormiva senza essersi mosso. Spostò l’attenzione proprio su di lui, ributtandosi stancamente sullo sgabello con adesso un sorriso di speranza sul volto.
«Sentito Saga? Kanon sta bene…» Disse con uno sbadiglio, addormentandosi di nuovo sul braccio del nuovo Saint dei Gemelli.
Fine capitolo 9

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Colei che scrive:

Eccomi qua! Chiede terribilmente perdono per il ritardo! Purtroppo il blocco apparente dello scrittore, misto alle varie cose da fare, mi ha colpita! Spero comunque, nonostante tutto, di essere riuscita a scrivere un capitolo decente :3 Come al solito spero mi facciate sapere cosa ne pensate, sia del capitolo che della storia in sé per sé! Come vi sembra fino a questo momento?  E spero non mi linciate per i vari errori T.T

Inoltre ho tirato fuori un capitolo un po' fluff alla fine, però Owl è una ragazza tredicenne e non ancora una guerriera (sì, non ancora u.u piccolo spoiler muahahah)  per cui alcuni attimi di debolezza, nonostante il carattere forte che cerca di mostrare, ci stanno tutti. No? La voglio comunque rendere molto umana, non è mica un robot :3

Bene bene, per quanto riguarda l'asterisco -e cioè la baracca dove hanno mandato Kanon- inutile che vi scervelliate per capire se c'è veramente o no xD me la sono inventata di sana piante (e se poi c'è davvero? mmmh) . Mi serviva un posto facilmente raggiungibile per Owl, visto che Shion le ha dato l'apparente permesso di vederlo, e che non fosse comunque sotto il dominio di Athena. Diciamo che è più ai vertici del vecchio Rodorio eheheh

Detto questo, non mi resta che ringraziare i lettori, i recensori e le persone che seguono con interesse questa storia!

Un grazie a tutti voi :3
Un bacione!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10 Heart Of Courage

Capitolo 10



Quella mattina Owl venne svegliata dai raggi del sole che, prepotenti, filtravano dalla finestra aperta della stanza da letto di Saga, dove il ragazzo era ancora in convalescenza.
Non si era ancora svegliato da quando era stato portato in infermeria, ma comunque le sue condizioni miglioravano di giorno in giorno. Le ferite si erano rimarginate e le bende non portavano più le macchie di sangue scuro che facevano sempre pensare ad un'emorragia. I lividi e segni sparsi sul corpo e sul viso erano di un colore violaceo molto chiaro rispetto ai giorni precedenti. L'unico problema era che il neo Gemini non si era ancora svegliato. Alla ragazza si stringeva il cuore nel vederlo in quelle condizioni; lo aveva sempre visto sorridente ed indaffarato nei suoi allenamenti. Gli parlava molto anche, in segno della loro amicizia, come continuava a farlo sperando di essere sentita e di vederlo rispondere finalmente aprendo i suoi bellissimi occhi verdi.

Purtroppo, ogni volta che gli rivolgeva parola, prendendo la sua calda mano fra le sue, continuava a risponderle quel silenzio in cui era caduto, facendo sì che abbassasse gli occhi mordendosi il labbro inferiore. Continuava a chiedersi quanto avrebbe dovuto aspettare prima che Saga prendesse pieno possesso della casa e potesse finalmente indossare la gloriosa Gold Cloth che lo aspettava dal giorno della sua conquista. Sapeva quanto ci teneva e quanto si era allenato per raggiungere finalmente questo giorno; ma sapeva anche quanto aveva lavorato sodo Kanon e quel pensiero le balenò in testa come un treno in corsa.

Avrebbe voluto parlarne con lui, e magari portare al gemello delle buone notizie sulle condizioni di quest'ultimo. Ma Kanon sarebbe stato in grado di parlare? Anche lui era ferito e stremato e forse, proprio nelle sue condizioni, non voleva o poteva ricevere nessuno. Chissà se le ancelle sarebbero andate a prendersi cura di lui!
Con tutti quei pensieri in testa, si alzò dalla sedia dove la sera prima si era addormentata, dormendo a stretto contatto col braccio sano di Saga, e prese ad accarezzargli il volto facendo il più piano possibile. Anche se avrebbe voluto vederlo svegliarsi, non voleva essere irruente e fargli del male sulle ferite che ancora deturpavano il suo bel viso, anche se meno gravemente di prima.
«Buongiorno Saga!» Lo salutò speranzosa, come da giorni a quella parte. 
«Sai, il Grande Sacerdote Shion mi ha dato il permesso di andare a salutare Kanon un ultima volta. Quanto vorrei che tu possa venire con me. Rivedresti il tuo gemello...ma so che non puoi farlo. Chissà se ti farebbe piacere...» Sospirò infine, riabbassando gli occhi ancora una volta.
«Bé, io vado adesso. Tornerò qua ad aggiornarti!
»
Con un'ultima fugace occhiata, Owl uscì correndo dalla terza casa, non accorgendosi di Saga che stava, lentamente e con molta fatica, riaprendo gli occhi.
«Owl?» Chiese lui leggermente interdetto, con voce flebile ed impossibilitato per il momento a fare qualsiasi movimento. Le ferite cicatrizzate tiravano la pelle da sotto le fasciature ed i lividi, anche se meno pronunciati, facevano comunque male ad ogni scossa. Comunque non azzardò nessuna mossa strana, tanto le ancelle sarebbero giunte da lui in qualsiasi momento. Ciò che lo rendeva pensieroso era il sapere che Owl fosse stata lì prima del suo risveglio. Non sapeva se fosse stato solo un sogno o meno, fatto sta che sentiva ancora il calore della sua mano a contatto con la propria.

Intanto la ragazza si era diretta nella sua stanza, nel tredicesimo Tempio, per potersi lavare e cambiare così da dirigersi finalmente da Kanon.
Era ancora prestissimo quando uscì verso la scalata delle dodici case, silenziose e vuote. Sapeva che ancora non erano tutte abitate, per cui passare all'interno di esse le faceva uno strano effetto. Per tredici anni le aveva sempre viste in quella maniera, anche se sapeva che da lì a pochi anni tutti e dodici i custodi ne avrebbero preso pieno possesso dopo aver conquistato la Cloth appartenente ai vari segni zodiacali.
Solamente la casa del Sagittario era abitata: da Aiolos, Aiolia ed il loro maestro, e quella dei Gemelli, da un Saga ancora in convalescenza.

Per il momento Owl conosceva, secondo i racconti del Grande Sacerdote, solamente il presunto aspirante Saint dell'Ariete, perché veniva istruito personalmente dal Pope. Non lo conosceva di persona, poiché Shion lo addestrava sulle montagne nello Jamir. Si spostava usando la tecnica del teletrasporto, propria ai Saint appartenenti alla prima casa, e tornava al Tempio per svolgere le sue mansioni.
"Chissà se un giorno anche io..." Tornò a pensare seriamente alla cosa dopo tanti anni. I pensieri di bambina non l'avevano più colpita, ma in quel momento, dopo ciò che era successo tra i gemelli, aveva acceso dentro di lei la voglia di imparare tecniche proibite; imparare a cavarsela da sola ad ogni evenienza. Il Pope le aveva detto che il suo destino era legato alla nascita della Dea Athena su quella terra; ma quanto doveva aspettare ancora? Erano già passati tredici anni e probabilmente, una volta cresciuta, il suo corpo non si sarebbe abituato alla lotta...però aveva anche fiducia in Shion e quindi, scacciando il pensiero dalla sua mente, arrivò di fronte all'entrata del Tempio e, ingoiando la saliva che le era rimasta incastonata in gola, col cuore che le martellava forte nel petto, prese i lembi della veste che strusciava troppo a terra e si lanciò a capofitto verso la sua meta, a metà fra il Tempio, nascosto agli occhi degli abitanti di Rodorio, e quest'ultimo paese.

La dimora di Kanon sorgeva in una distesa di erba verde ed alberi che troneggiavano al di sopra del tetto. Era piccola ma sembrava confortevole, non comunque per lei che era abituata al lusso del Tempio.
Si fermò a pochi passi di distanza dalla porta d'entrata, portandosi una mano sul cuore.
E se il ragazzo non avesse voluto vederla? Come avrebbe reagito vedendola sull'uscio?
Quei pensieri iniziarono a vorticarle fortemente in testa ed anche se cercò di scacciarli, non riusciva a quietare quel senso di inadeguatezza che sentiva verso sé stessa.
Kanon era un suo amico, lo era sempre stato, ma c'era qualcosa in lui ultimamente che le era sembrato strano. Ripensò al pre incontro, quando lo aveva visto sotto il grande albero della loro infanzia e sembrava...strano, diverso dal solito. Anche se il gemello era sempre stato caratterialmente diverso da Saga, sempre composto e sorridente, per lei era solamente un ragazzo qualunque con il suo carattere  più chiuso degli altri.
Cosa poteva mai fare o dire in quel frangente? Anzi, forse avrebbe ringraziato lei ed il Pope per averle permesso quella visita.
Allora perché dentro di lei sentiva solo inquietudine?
Si dette comunque della stupida per pensare a quelle così lì, ad un passo da lui, quando le risposte alle sue domande le aveva proprio di fronte al naso.
Così, senza ripensamenti, riprese a camminare verso la porta, dove bussò sonoramente sul legno con le nocche.
Seguitarono istanti di silenzio, che Owl impiegò a mordersi il labbro inferiore. "Non c'è? Dove può essere andato nelle sue condizioni?" si disse, ma poi ripensò a quest'ultima domanda e si dette della stupida di nuovo. Se era nelle condizioni di Saga, ovviamente non sarebbe riuscito ad andarle ad aprire la porta! In cuor suo però, sperò che almeno lui si fosse salvato dal coma. Bastava Saga in quelle orribili condizioni e non voleva preoccuparsi anche per lui, adesso che non poteva vegliare su di esso come faceva per il fratello.
Alcuni fruscii e passi flebili però la distolsero dai suoi pensieri, quando la porta si aprì e finalmente il volto di Kanon le spuntò di fronte. Sul viso di lui si aprì un'espressione meravigliata.
Era anch'esso pieno di lividi e tumefazioni del colore pesto del sangue. Chissà se si era medicato tutto da solo, oppure lo avevano fatto le ancelle al Tempio prima che se ne andasse. Comunque non trovò neanche il tempo per formulare le domande che la sua voce tagliente sovrastò tutto il resto.
«Che diavolo ci fai qua? Non dovresti venire qui, non te lo ha detto il tuo caro Sacerdote?» Iniziò lui con gli occhi verdi fissi nei suoi e la voce sprezzante di chi, se avesse potuto, avrebbe sputato letteralmente a terra per fargli capire lo schifo che gli faceva in quel momento anche solo pronunciare il nome della massima autorità del regno.
«Ma...ma cosa dici Kanon!» Gli tenne testa lei dopo un attimo di esitazione. Erano da lui frasi fredde e distaccate, lo erano sempre state per via del suo carattere, ma non c'era mai stata cattiveria in esso, tanto meno verso Shion. Cos'era cambiato? Cosa lo aveva portato ad odiare così tanto il Pope?
«La verità!» Si affrettò a rispondere lui, ancora appoggiato alla porta per l'impossibilità di reggersi ancora sulle sue gambe.
«Sei arrabbiato perché sei stato allontanato dal Tempio, ma tu lo sai che è stato costretto a farlo!» Parlò autoritaria lei, alzando leggermente la voce per imporgli di ascoltarla. Kanon dal canto suo non si mosse né cambiò espressione, come se non gli importasse nulla di quello che diceva, tanto la sua idea non sarebbe cambiata.
«Se sei venuta qua per compatirmi puoi anche tornartene a casa. Non mi serve la compassione di nessuno, né tanto meno la tua! Torna da Saga! Torna dal tuo amato Sacerdote!» Alzò leggermente la voce lui. Strano, molto strano si disse lei. Kanon non aveva mai alzato la voce, sopratutto verso di lei. La rispettava, anche se la punzecchiava ogni volta, ma sapeva che lo faceva in amicizia. In quel momento, né sul suo volto, né nella sua voce c'era nulla di amichevole!
«Non sono venuta per compatirti, ma per vedere come stavi!» Sbottò lei furiosa.
«È stata una battaglia sanguinolenta! Siete rimasti feriti entrambi e Saga non si è ancora svegliato dal coma in cui lo hai mandato! Ti ho visto accasciarti a terra e da lì non ho più avuto tue notizie. In nome della nostra amicizia, ho chiesto personalmente il permesso a Shion di poter scendere da te, anche se sai che non è permesso mi ha dato comunque il consenso!» Cercò di far scemare la rabbia che le era montata dentro ed anche Kanon sembrò rilassarsi, come se le condizioni del fratello l'avessero svuotato di tutto il rancore.
«Sono vivo, se è questo che ti interessa.» Fece spallucce lui, parlando con voce piatta. Non c'era nessun tipo di emozione nemmeno sul suo viso.
«Mi fa piacere...» Si limitò a dire lei, non riuscendo a pronunciare altro. Lui la stava confondendo e nulla di ciò che si era prefissata era riuscita a dire o fare. Ma stava bene, anche se ferito, e quello era l'importante. Però non poteva andarsene così, senza essere riuscita a digli addio come si dovrebbe.
«Lui come sta?» Le chiese dopo svariati secondi di silenzio. La rabbia fra loro era oramai un vecchio ricordo ed entrambi avevano abbassato gli occhi a terra, impossibilitati a parlare di altro.
Per Kanon la notizia di suo fratello era importante e ringraziò silenziosamente qualche Dio perché gli avesse mandato Owl a riferirglielo. Sentiva anche lui stesso che stava cambiando, ma l'amore per suo fratello era rimasto ancora? Oppure era solo una scusa perché Saga serviva a "lui"?
«Migliora di giorno in giorno, ma non si è svegliato dal coma. Sono sicura però che lo farà presto. Lui è forte!» Sorrise lei e per la prima volta da quando si trovava in quella casa, il sorriso di qualcuno gli aveva riscaldato il cuore per un misero secondo. Era tentato di sorridere anche lui, ma c'era qualcosa nel suo cuore che gli impediva di farlo e ne era consapevole. Andava comunque bene così. Si sentiva forte, anche se aveva perso la sua personale battaglia. Era solo l'inizio, non era finito nulla e da lì a poco sarebbe tornato... oh se sarebbe tornato!
«Certo...» Si limitò a dire ancora con voce piatta. «Ma sarà meglio che tu vada. Non vorrai far preoccupare il Pope!» Continuò ed Owl abbassò per un momento di nuovo lo sguardo. C'erano tante cose di cui avrebbe voluto parlare con lui e sicuramente non lo avrebbe voluto fare sull'uscio di quella misera casa. Tante domande avrebbe voluto porgli, come per esempio come viveva tutto solo lì, sperduto e lontano da tutto il resto del mondo. Se andava spesso a Rodorio e se pensava al Tempio, al suo maestro, suo fratello e...lei! Ma, nonostante la voglia di formularle, quelle domande le rimasero bloccate in gola e pesavano sul cuore come un macigno di fronte a ciò che aveva detto lui: era l'ora di tornare indietro.
Ci aveva messo un po' a trovare la casa. La via era tortuosa e sperduta quindi ci avrebbe messo del tempo anche per tornare indietro e non voleva far preoccupare il Grande Sacerdote Shion, che le aveva dato fiducia.
«Hai ragione...» Gli disse infine con un sospiro, alzando gli occhi sul volto di lui, così incredibilmente uguale a quello di Saga e, per un momento, si immaginò che fosse proprio lui a guardarla. Purtroppo, a ricordargli che quello non era il Saint dei Gemelli, era lo sguardo astioso che aveva sul volto l'ex abitante del Tempio.
Perché? Avrebbe voluto sapere. Tuttavia rimase in silenzio per l'ennesima volta, tacendo una domanda che, forse, avrebbe cambiato tutto quello.
Ma ne era veramente sicura? Davvero avrebbe potuto cambiare la storia?
No, non ne era sicura, per quello stette zitta, ingoiando di nuovo la saliva che le si era incastonata in gola.
«Mi ha fatto piacere vederti...» Azzardò con un piccolo sorriso ma, vedendo che dal volto di Kanon non traspariva nulla, abbassò prima gli occhi in segno di resa e dopo gli voltò le spalle alzando il volto verso il cielo sgombro da nuvole.
«Addio...» Fu l'ultima cosa che disse prima di iniziare a correre verso la via del ritorno, rompendo gli argini delle lacrime che le inondarono le guance contro la sua volontà.
"Le lacrime non si addicono ad un Saint di Athena"... ma lei non era un Saint, quindi, tecnicamente, poteva piangere tranquillamente senza essere vista. Nonostante voleva essere forte, tutta quella realtà l'aveva colpita come un fulmina in ciel sereno; Saga che non si svegliava, Shion che taceva sul suo destino e Kanon che era così incredibilmente diverso e più astioso del solito.
Ora aveva compreso il perché i Saint allontanati dal Tempio dovevano rimanere soli! Forse per sbollire la rabbia e quel senso di inadeguatezza che avevano verso sé stessi e gli altri? E si ritrovò a chiedersi, di nuovo, se in futuro sarebbe toccato anche a lei l'allontanarsi per sempre dalle persone più care che aveva.


Quando varcò la soglia del Tempio, circa un ora dopo, il sole stava già tramontando ed illuminava fiocamente le pietre bianche della scalata alle dodici case, così come il suo volto coperto leggermente dai capelli rossi che le ricadevano lungo i lineamenti.
La prima e la seconda casa erano vuote, quindi le passò tranquillamente a passo comunque lento, impossibilitata a correre per via dei pensieri che le vorticavano in testa.
Cosa avrebbe raccontato a Saga?
A quella domanda trovò subito risposta perché, una volta entrata nella semplice stanza da letto del custode della terza casa, il Neo Gemini era seduto sul suo letto, con le gambe coperte dalle candide lenzuola. Guardava fuori dalla finestra lo spettacolo che il tramonto mostrava, distogliendo l'attenzione dal fenomeno naturale solo dopo che la ragazza richiuse la porta alle sue spalle, meravigliata di trovarlo sveglio. Sgranò gli occhi e se li strusciò con le mani più volte credendo di stare sognando. Ma quello non era un sogno e le iridi verdi di Saga che la guardavano con un sopracciglio alzato ne erano la prova.
«Owl!» La richiamò lui, meravigliato quanto lei di trovarla nella sua stanza. «Sei tornata...» Continuò, ma non era una domanda. Lui sapeva benissimo dov'era andata, perché, seppur addormentato ed impossibilitato a svegliarsi, sentiva tutto ciò che gli succedeva accanto e quindi aveva ascoltato ogni discorso che la ragazza gli aveva fatto in quei giorni.
«Sì...» Assentì lei con una breve pausa. «Il Grande Sacerdote mi ha dato il permesso di raggiungere Kanon un ultima volta. E l'ho visto...lui è....» Avrebbe voluto riferirgli tante cose, digli che stava bene, che era cambiato, ma la sua espressione si incupì e nei suoi occhi verdi passò un'ombra che lei non riuscì a definire.
«Stai lontana da lui!» Fu tutto quello che riuscì a dire con voce roca, distogliendo lo sguardo dal volto di lei, spostandolo di nuovo fuori dalla finestra facendo frusciare dietro la schiena i suoi lunghi capelli color del grano.
Tuttavia, nonostante la penombra in cui era piombata la stanza, Owl giurò di aver visto i capelli di Saga scurirsi.
Fine capitolo 10

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Angolo autrice:
Salve a tutti! >.< Lo so, sono in ritardo cronico! :S Purtroppo ho riniziato a lavorare e quindi non ho molto tempo per scrivere :( Sto su questo capitolo da circa un mese, aggiungendo pezzo per pezzo ogni...quanti giorni? xD Comunque sono riuscita a scriverlo e spero vi sia piaciuto e che mi facciate sapere, come sempre :3

Chiedo perdono per gli eventuali errori :S purtroppo assonnata non riesco a vederli molti, sopratutto perché non mi va il correttore nel programma :S

Io ringrazio chi ancora segue la storia e recensisce!
Un bacione a tutti,
al prossimo capitolo!!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Capitolo 11

Owl rimase a fare compagnia a Saga anche dopo che lui si fu riaddormentato. Era felice di averlo visto finalmente sveglio, anche se ancora debole per le ferite subite in battaglia e non ancora rimarginate.  Non erano riusciti a scambiarsi più di un tot di parole, sopratutto su Kanon. Sembrava che l'argomento non piacesse molto al gemello, che si era limitato a liquidare acidamente il discorso della ragazza sul nascere. Tuttavia non poteva mentire a sé stessa: sentiva la felicità per l'aver visto finalmente il ragazzo sveglio, dopo giorni di coma, anche se era combattuta con l'inquietudine; perché il risveglio non era stato come lei aveva sperato.
Non una parola carina, non un "sono felice di vederti", nonostante le avesse sorriso prima di coricarsi. Sembrava preoccupato, o forse era solamente triste per tutto ciò che era successo. Non si era del tutto ripreso e forse gli sarebbe servito del tempo per rimettersi in carreggiata.
Il volto del neo Gemini sembrava rilassarsi sempre di più mentre il ragazzo entrava nel sonno più profondo. Forse nel suo inconscio gli incubi non potevano raggiungerlo ed il suo volto rilassato lasciava brillare alla luce che filtrava dalla finestra i lividi leggermente opachi che ancora troneggiavano sul suo volto come trofei di guerra.
Tuttavia, prima di lasciare la stanza del ragazzo e lasciarlo dormire, volse lo sguardo verso il totem della Cloth dei Gemelli. Era esattamente com'era stata lasciata giorni prima, dopo che il Saint era riuscito a conquistarla. Sembrava come un docile animale che veglia sul proprio padrone e, nonostante fosse fatta d'oro e non avesse un'anima propria, quell'armatura,  esattamente poi come tutte le altre, sembrava essere in sintonia con il loro custode. In quel momento, baciato dai raggi del sole, quell'oro brillava come i capelli di Saga sparpagliati sul cuscino.

Quando la ragazza uscì dalla stanza da letto del ragazzo, si diresse senza pensarci al tredicesimo Tempio sorpassando sovrappensiero tutte le altre case rimanenti che la dividevano dalla sua meta. Percorse tutte quelle rampe di scale con la testa fra le nuvole, altalenante di pensieri riguardanti due persone talmente diverse quanto uguali. Un tempo forse la sua giovane mente avrebbe formulato pensieri riguardo il suo apprendistato, adesso sempre più lontano, invece in quel momento erano due uomini il suo chiodo fisso. I sentimenti che provava per Saga li aveva segregati nel suo cuore, per non lasciarli fuoriuscire tanto facilmente. Lui era un Saint e non era libero di amare. Doveva pensare alla guerra e l'amore verso la sua Dea, l'unica fonte di ispirazione ed affetto e colei che avrebbe per sempre cambiato il suo destino. Ma nonostante quello, lei avrebbe continuato ad essere presente per lui, anche solo come un'amica o un'assistente. Avrebbe sempre continuato a seguirlo, anche se avesse dovuto farlo da lontano una volta che fosse divenuto un'importante Saint ed avrebbe passato le sue giornate solamente ad allenarsi o, nel peggiore dei casi, lontano dal Tempio. Le sue preghiere lo avrebbero raggiunto in qualsiasi luogo  fosse.
Strinse le mani al petto quando salì l'ultimo scalino della rampa di scale antecedenti al portone d'ingresso della tredicesima Casa. Il vento fresco che tirava da quell'altura le fece salire i brividi lungo la schiena, così chiuse di colpo gli occhi e lasciò che i pensieri si librassero in aria come i rossi boccoli che le volteggiavano dietro la schiena.
Sospirò prima di entrare all'interno, come se il Sacerdote in persona fosse stato li di fronte a lei con le braccia conserte per sgridarla di qualche marachella compiuta, come quando era piccola, quando si divertiva a seguire segretamente gli allenamenti degli aspiranti Saint, nonostante fosse stato proibito dallo stesso Sacerdote da secoli.
Quando richiuse il grande portone alle sue spalle, con un sonoro tonfo, alzò lo sguardo per vedere se veramente Shion fosse stato lì per lei, ma, contrariamente al suo pensiero, c'era solo un sottoposto del Pope, che lei riconobbe come il suo consigliere, ad accoglierla.
« Salve... » Asserì lei con un leggero inchino, tenendosi i lembi della veste per non inciamparci sopra.
Nonostante l'uomo fosse di rango inferiore rispetto a tutti gli altri Saint del Tempio, anche dei Bronze, era comunque un suo superiore e per questo lei era solita inchinarsi verso chiunque possedeva una Cloth.
« Signorina Owl, la sua presenza è richiesta nella sala del trono. » Commentò lui senza rispondere al saluto, non facendo trasparire ogni tipo di espressione. Si limitava a fare il portavoce della massima autorità del regno, come gli veniva imposto e nulla di più, per cui non si sforzava di essere nemmeno gentile.
Owl a quelle parole inarcò un sopracciglio e storse il naso. Forse aveva già capito cosa voleva da lei Shion, ma tenne per sé ogni sorta di commento in presenza dell'uomo.
« Grazie. » Rispose accennando di nuovo un leggero inchino, più per cortesia che per vera e propria reverenza oramai, lasciandosi ben presto l'uomo alle sue spalle  nemmeno sforzandosi di rimanere composta. Raggiunse correndo il grande e lussuoso salone, raggiungendo il Pope che la stava aspettando seduto al trono, con il volto coperto dal possente elmo che era solito non portare in sua presenza.
« Voleva vedermi  Grande Sacerdote? » Chiese inginocchiandosi di fronte a lui che, con un risolino divertito, si tolse l'elmo dal capo lasciando ricadere i fili dorati dei suoi capelli lungo il volto segnato da qualche ruga.
« Lascia stare i convenevoli piccola Owl. » Ridacchiò ancora lasciando che la ragazza storcesse la bocca e si apprestasse a parlare, ma fu fermata da un'alzata di mano dell'autorità. « Credo tu sappia perché ti ho convocata, non è vero? »
Il suo tono si fece improvvisamente serio, così com'era solito parlare ad un Saint, ma non impressionò lei che, nonostante avesse capito da un pezzo le reali intenzioni del suo superiore, continuò a fare la finta tonta perché a lei solamente era permesso burlarsi di quello che era stato per lei un padre, un amico ed un esempio. A lui doveva la sua vita e lui aveva imparato a conoscerla fino a tal punto da permetterle un tale comportamento.
« Saga si è svegliato. » Disse vaga, continuando la sua recita da perfetta finta tonta, nonostante avesse un sorriso sornione stampato sul volto.
« Sono stato informato... » Sospirò lui, socchiudendo leggermente gli occhi . « Sono serio Owl. »
Bastarono queste tre parole, nonostante  fossero state dette con estrema calma, a far scomparire dal volto della rossa ogni tipo di espressione. Serrò la mascella ed abbassò lo sguardo a terra per non incrociare lo sguardo inquisitore dell'uomo, che stava aspettando una risposta.
« Vuole...vuole sapere di Kanon, non è vero? »
Al solo pronunciare il nome dell'ex Saint sentì una stretta al cuore simile ad una coltellata, la stessa provata quando lui, con il volto tumefatto dai lividi e deturpato da un'espressione irata, l'aveva accolta quello stesso pomeriggio.
Il Pope si limitò ad accennare un gesto affermativo con il capo, incitandola a continuare perché lei sapeva bene cosa voleva sapere.
« Lui sta bene. » Mentì leggermente,  lasciando intendere quel "bene" come "è ancora vivo". Purtroppo stava tutto fuorché bene, e non solo per i lividi che portava sul corpo, ma anche per le ferite che ancora sanguinavano nel suo cuore. Si rendeva conto che era cambiato a distanza di poche ore ma non si capacitava del motivo. Era solo per le vicende vissute? L'allontanamento dalle persone a lui care e non essere riuscito a conquistare un posto nel Tempio come suo Custode?
Gli occhi inquisitori del Sacerdote continuavano a scrutare il volto abbassato della ragazza nei momenti di silenzio, capendo al volo e dando finalmente una risposta ai suoi timori.
« Capisco. » Mise fine alla discussione, lasciando interdetta la ragazza che, nonostante quell'improvviso silenzio, si sarebbe aspettata il terzo grado. Non sapeva che il Pope sapeva tradurre ogni sguardo, ogni espressione sul viso dei suoi sottoposti.
In tutti quegli anni, la vita gli aveva insegnato molto, e lo aveva segnato così tanto da permettergli un simile "potere". Per questo era amato da tutti, non costringeva nessuno a rivelare i propri segreti. Li scopriva da solo, quando possibile. Quindi, era probabile che Shion aveva intuito tutto ciò che non andava ma per il momento rimaneva in disparte ad aspettare una qualsiasi mossa. Il nemico giocava ancora a carte coperte.
« Saga come sta? » Slittò poi il discorso verso l'altro gemello, che sapeva essersi svegliato dal coma in cui era caduto in seguito allo scontro che lo ha visto vincitore della Gold Cloth dei Gemelli.
« Sta riposando! » Rispose con un sorriso, facendo sorridere a sua volta il Grande Sacerdote, che immaginava quello che Owl provava per di lui. L'aveva avuta sotto gli occhi per tredici anni. Aveva vissuto tutti i suoi cambiamenti e, standole accanto, era riuscito a capire cos'era per lei quel ragazzo. Da una parte non era per lui una buona cosa, visto che Saga era diventato un guerriero e perciò avrebbe dovuto pensare seriamente al suo ruolo, mentre Owl aveva davanti a sé un destino che presto l'avrebbe strappata dalle sue mansioni di ancella. Non sarebbero mai potuti stare insieme, ma nonostante quello non poteva non essere felice per lei. Saga era un ragazzo meraviglioso e sarebbe, secondo lui, diventato un Saint valoroso, quindi era impossibile che Owl non ne fosse stata attratta. Tuttavia, la ragazza sembrava rendersene conto e, col passare del tempo, sembrava che stesse chiudendo sempre di più il suo cuore. Comunque non mancava di stargli vicino in quei giorni difficili, vegliando su di lui giorno e notte.
« Mi fa piacere.  Appena si sarà ripreso potrà iniziare le sue mansioni. » Le disse Shion.
« Ne sono felice! » Sorrise di nuovo Owl, rimanendo poi in silenzio. Nessuno dei suoi dubbi voleva esporre a Shion, nonostante le sue domande richiedessero delle riposte. Il Grande Sacerdote l'aveva chiamata a sé per parlare di Kanon, e lei aveva mancato di rispondere a quello che lui voleva realmente sapere, allora aveva spostato l'attenzione su Saga, ma anche lui era per il momento un libro chiuso. Ricordava ancora il breve momento del suo risveglio, quando i suoi capelli avevano inspiegabilmente cambiato colore; solo per un breve attimo, che le aveva stretto così tanto il cuore.
« Sai, mia cara Owl... » Riprese il Grande Sacerdote dopo il breve silenzio caduto su di loro, aspettando poi l'attenzione della ragazza per continuare. « Ho consultato le stelle dall'alto dello Star Hill, ed ho calcolato la nascita della nostra Dea in forma umana. » Si bloccò per leggere l'espressione sbalordita nel viso della rossa.
« Quindi significa che... il mio destino di cui parlava... » Cercò di dire emozionata ed il Pope rispose con un cenno affermativo del capo, anche se non c'era nessun sorriso sul suo volto. « Posso sapere quando? » Chiese poi titubante.
Dopo un sospiro il Grande Sacerdote tirò i muscoli facciali prima di rispondere, riposando dopo un breve attimo i suoi occhi su di lei. « Fra due anni, ma tu devi fidarti di me. Inizierai ad allenarti, per far sì che il tuo destino si compia, ma non è adesso il momento giusto. Non fare altre domande mia cara, abbi fede in me. » Sorrise poi, sapendo che di tutti i difetti che aveva Owl, l'invadenza non era fra quelle.
Lei, d'altro canto, non potendo ribattere, buttò fuori con un sospiro tutta l'aria trattenuta per l'emozione.
« Ho capito. Aspetterò... » Poté solo dire.
« E c'è un'altra cosa. » Puntualizzò ancora il Sacerdote, prima di congedarla, facendo ricadere di nuovo su di sé la sua attenzione. « Fra due anni, sceglierò un mio successore. »
Questa volta sul volto della ragazza troneggiò una vena di terrore. Era felice per un suo “compagno”, certo, però era anche ansiosa di sapere che fine avrebbe fatto l'uomo a cui doveva la sua vita, colui che l'aveva allevata e cresciuta formandola fino a farla diventare ciò che era. Sapeva che oramai aveva tantissimi anni sulle sue spalle, forse troppi. Era stato un grande combattente ed un uomo saggio e, con quella stessa saggezza aveva guidato tutti i suoi Saint per più di duecento anni. Ma se lui se ne fosse andato, la sua ancora sarebbe sparita e lei si sarebbe trovata a volteggiare a vuoto nella sua stessa vita.
« Ma come farò... » Azzardò, ma il Pope alzò una mano per zittirla. Questa volta la sua espressione fu dolce e sorridente.
«Di questo non devi preoccuparti piccola Owl. Non sarà una decisione campata per aria. Sceglierò il mio successore con cura. Sarà l'uomo più saggio del Grande Tempio, colui che saprà camminare sui miei stessi passi. Questo metterà a dura prova i candidati e solamente chi riuscirà a vincere con lealtà e con il cuore devoto alla nostra Dea potrà sedere su questo trono. » Indicò l'oro dello scranno sulla quale era seduto, sorridendo ancora.
« Adesso puoi andare Owl, ma ti chiedo di non parlare mai a nessuno di queste cose. » Fece una breve pausa per enfatizzare. « Mi posso fidare? » Chiese ancora, anche non era lui quello che doveva chiedere. Quella domanda era un modo per constatare la lealtà della fanciulla che, era sicuro, non l'avrebbe mai tradito. Ed aveva ragione.
Quando la ragazza lasciò la sala del trono con un inchino, si ritrovò a correre verso l'uscita con tutte le sue forze. Aveva bisogno di aria e di pensare, da sola. Fra due anni, la sua vita sarebbe cambiata insieme ad un uomo che non sarebbe stato Shion.



Intanto, lontano dalle mura del Tempio, nella casa dove era stato esiliato Kanon, il ragazzo cercava malamente di medicarsi le brutte ferite da solo, imprecando quando la soluzione lasciatagli dalle ancelle gli andava a contatto con la pelle tumefatta od insanguinata. Quelle ferite gli facevano male, ma il dolore maggiore lo sentiva dentro.
Sul volto gelido era stampata un'espressione furente, anche per la visita, non di certo aspettata, della ragazza che lo aveva accompagnato in quegli anni al Tempio. Buffo però come la sua mente proiettava la sua immagine invece che quella del fratello, sangue del suo sangue. Sembrava come se dentro di lui vivessero due entità distinte e questo non faceva altro che alimentare la sua rabbia, così tanto che quando ebbe finito di passare il cotone sulle ferite scaraventò il tutto per terra con un ringhio inferocito, esattamente come avrebbe fatto un animale ferito.
« È questo che mi piace di te, piccolo Gemini. »  
La voce divertita di Yoma gli arrivò pungente alle orecchie, con quel tono sarcastico che lo rendeva infinitamente malefico.
« Cosa vuoi? » Gli rispose malamente il ragazzo, girandosi di scatto verso la sua voce.
Mephistopheles era seduto dall'altra parte del tavolo con le braccia e le gambe incrociate e sul volto aveva un'espressione divertita.
« Assolutamente nulla caro amico, ma tu sai che ti sono vicino. Sai che dobbiamo attuare il nostro piano. Aspetteremo fino a quando quelle ferite non si saranno rimarginate. » Indicò il corpo del ragazzo fasciato solamente da un paio di pantaloni di pelle. « Per il momento mi rilasso, sei così divertente! » Ridacchiò, facendo agitare Kanon ancora di più.
« Divertente, certo! Divertente sarà vedere tutto il Grande Tempio piegato sotto di me! Questo si che mi renderebbe davvero felice! » Grugnì il gemello di Saga cercando di calmarsi. Sembrò comunque che la sua stessa ambizione lo rese molto più quieto.
« È quello che faremo amico mio, è quello che faremo! »
La risata di Y0ma si diffuse per tutta la casa, coinvolgendo anche il suo nuovo burattino.

Fine capitolo 11

Angolo Autrice:

Salve, salve a tutti! O mio dio quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento! D: Da Maggio dell'anno scorso! Chiedo assolutamente venia per l'attesa e per gli eventuali errori! Dopo tutti questi mesi di "non scrittura" mi sento completamente arrugginita :S ma, se costruttive e scritte con garbo, accetto recensioni che possono aiutarmi a rimettermi in carreggiata :3
Non garantisco un aggiornamento veloce purtroppo :( gli impegni sono abbastanza xD ma ci proverò :D
Un bacione a tutti!









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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

Erano passati alcuni mesi da quando Saga, ancora convalescente, era riuscito ad alzarsi dal letto dopo la battaglia contro il gemello per la conquista della sacra Cloth di Gemini.  Si allenava  ogni giorno per riuscire ad aumentare la sua forza, fisica e spirituale.
Da qualche giorno, tutti i Saint del Tempio avevano appreso che, da lì a poco più di una anno, il Pope Shion avrebbe ceduto il posto ad un suo più degno successore, scelto proprio tra i ragazzi. Solamente la persona che fosse stata degna di quel titolo avrebbe potuto sedere su quel trono. Una solamente, per lunghissimi anni avrebbe guidato tutti gli altri in attesa dell’arrivo, scritto nelle stelle, della futura Dea Atena, che sarebbe reincarnata in un corpo terrestre. 
Saga si sentiva risoluto ad essere uno dei cadetti dopo che il Pope lo aveva messo al corrente di tale decisione. Ne aveva lo spirito, ne era certo. Non c’era nulla che lo ritenesse più fiero che diventare così giovane il nuovo Sacerdote. Avrebbe dimostrato tutte le sue qualità e la sua forza, lo doveva anche al fratello che in quel momento credeva perduto. 
Owl invece era divenuta l’ancella personale del ragazzo sotto espressa concessione del Pope, che sapeva le avrebbe fatto più che piacere, sia per lei che per Saga, che in tutto il Tempio era la persona con il quale aveva passato più tempo, insieme a Kanon ed il suo maestro che lo aveva oramai lasciato dopo la conquista della Gold Cloth di Gemini.
Lei era il portavoce del Grande Sacerdote, i suoi occhi nella terza casa, e si occupava dei bisogni del neo Gemini. Null’altro, ma ne andava più che fiera. Oramai sapeva quello che sarebbe accaduto alla successione di Shion; sarebbe arrivato il suo momento di allenarsi, anche se sotto una guida diversa. A volte pensava a come sarebbe stata la sua vita lontana da Shion, senza vedere la sua presenza costante sullo scranno dorato, le loro lunghe chiacchierate e le marachelle perdonate. 
Ma non doveva pensarci, si fidava di lui.

 
Quel giorno, dopo aver svolto le sue mansioni nel Tempio del Gemelli, notando che ancora Saga non si era fatto vivo nonostante l’ora tarda, decise di scendere nell’arena dei combattimenti dove ogni Saint passava la maggior parte del tempo (e della vita). 
Da piccola le era stato vietato di osservare gli allenamenti, così come a tutte le persone che non fossero state dei Saint era proibito osservare gli allenamenti, da tempi immemori. Così era sempre stato nei secoli, ma a lei non piacevano molto le millenarie regole del posto e molto spesso si nascondeva dietro qualche albero o qualche roccia per seguire i gemelli insieme ad Aiolia, adesso prossimo alla conquista della Cloth del leone. 
Così, spinta dalla curiosità di rivedere un allenamento dopo tanto tempo, si apprestò a scendere le due Case vuote sotto di lei e marciare a passo svelto cercando di non far strusciare a terra la veste bianca per non inciamparci.
Una volta arrivata a destinazione prese posto dietro un grande masso di pietra bianca, non molto distante da dove era Saga. Rimase dietro di esso per qualche secondo, cercando di riprendere fiato dopo la corsa prima di sporgersi per riuscire a guardare meglio. Lasciò che i capelli oramai lunghi e sempre disordinati le ricadessero lungo il braccio piegato, mentre rimaneva acquattata ed in ginocchio dietro il suo nascondiglio. 
Avrebbe giurato che, una volta arrivata, avrebbe trovato Saga intento a lottare con qualche cadetto o a spaccare a mani nude qualche roccia, invece lui era semplicemente in piedi su una delle rocce più grandi, dove aveva una visuale aperta di ciò che c’era sotto di lui. Le dava le spalle e, visto che il suo cosmo era ben sopito dentro di lei, non si era accorto della sua presenza, come mai aveva fatto prima di allora. Lei lo osservò in un misto di curiosità e scetticismo per quel comportamento. I lunghi capelli biondi gli svolazzavano al vento, ma lui sembrava non farci caso. Immaginò i suoi occhi color del mare guardare verso l’0rizzonte, malinconici. Che pensasse al fratello? Oppure al futuro quasi imminente? Di certo, si disse Owl, non pensava a lei ed una fitta al cuore le fece serrare la mascella. Oramai si era rassegnata a chiudere i sentimenti che provava per lui nel profondo del cuore, lascandole solo l’amarezza di quel destino che aveva colpito entrambi. Forse qualche anno prima avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere Saga su quella roccia a pensare a lei. 
Scosse la testa per scacciare il pensiero, serrando la mascella e chiudendo gli occhi per togliersi dagli occhi quella visuale prima di riaprirli con un sospiro. Voleva capire perché stava imbambolato in quella posizione, con le braccia ciondolanti lungo i fianchi come fosse una statua di cera. 
Si decise ad uscire allo scoperto, per avvicinarsi quatta a lui e capire meglio. Camminò eretta cercando di sistemare i capelli con le mani, appiattendoli dietro la nuca e cercando di avere uno sguardo serio nonostante il cuore che le martellava nel petto, ma il suo camminò si bloccò dopo il quinto passo, mozzandole il respiro in gola e lasciando che il cuore le battesse come se dovesse cercare una via d’uscita dal suo petto. Avrebbe dovuto trovare un nuovo riparo, o tornare dietro alla roccia, rimanendoci, ma non riusciva a taccare i piedi da terra.
Saga, a pochi metri da lei, aveva serrato i pugni facendo sbiancare le nocche ed i capelli di un biondo simile al grano, stavano scurendo dalle punte diventando pian piano del colore della notte. Scuri, in contrasto con il biondo che pian piano scompariva. 
La ragazza si portò le mani alla bocca cercando di calmare il respiro irregolare e chiuse gli occhi come per dimenticare ciò che aveva appena visto, sperando che quando li avesse aperti tutto sarebbe tornato come prima. Attese qualche secondo che a lei parvero secoli prima di aprirli ma quando si sentì più che certa di riuscire ad accettare quel che avrebbe visto, la voce di Saga raggiunse le sue orecchie come un treno in corsa.
« Owl! » Le gridò di rimando, ma la sua voce era solo sorpresa. Non c’era traccia di durezza o rancore ed i suoi capelli erano di nuovo brillanti come il sole ed i suoi occhi azzurri contornati dalle sopracciglia alzate. « Che ci fai qua? Se ti scopre Shion… » Continuò ma la frase gli morì in gola notando il volto indecifrabile della ragazza che aveva uno sguardo spaventato e la bocca aperta a meraviglia. Teneva il dito puntato verso il suo petto, rigido e tremante.
« S…Saga, tu… » Disse con voce tremante. « I tuoi capelli! » Continuò con più fermezza ma Saga scoppiò in una cristallina risata dopo averci passato le mani per cercare la fonte del problema che sembrava spaventare così tanto la ragazza.
« Lo so, sono un disastro! » Asserì lui e lei alzò un sopracciglio. Possibile che non si fosse accorto di nulla? Oppure lo sapeva e cercava di sviare la sua attenzione? Questo non sapeva dirlo con certezza, e se quella volta nella sua camera pensava di averlo solo immaginato, in quel momento era sicura di quello che aveva visto, anche se era stata veramente questione di secondi. 
« Ma tu non dovresti essere qui. Perché sei venuta? » Ridacchiò il ragazzo scendendo dalla roccia per andarle incontro.
« Io… » Iniziò, ancora sconvolta per i precedenti avvenimenti. Non sapeva se essere più terrorizzata da ciò che aveva visto o per essersi fatta scoprire da Saga ad osservarlo a sua insaputa. 
Optò per la seconda opzione, arrossendo come un peperone. 
« Passavo di qua. » Disse semplicemente la prima cosa che le venne in mente, dandosi della stupida.
« Passavi di qua? » Rise Gemini, prendendo il suo asciugamano e portandoselo sopra le spalle, sotto la cascata di fili dorati. 
Saga, ancora ridacchiando, sospirò allegro. 
« Sì, bè, ma è meglio che torni al Tempio prima che ti scopra qualcuno. Ci vediamo domani! » Le disse in tono che non ammetteva repliche, nonostante il sorriso sulle labbra, e lei ne fu grata. 
« A domani! » Gli rispose lei con un leggero inchino, al quale riservava a chiunque fosse di rango superiore al suo, ma anche se quello era un suo amico non tradiva le antiche e secolari leggi del posto. O meglio, almeno quella.
Girò di scatto i tacchi facendo frusciare la veste sulla pietra sconnessa del posto ed i capelli dietro le spalle, lanciò l’ultima occhiata furtiva a Saga e si lanciò di corsa verso l’entrata della Casa dell’Ariete.
Quando Owl fu uscita dal suo campo visivo, il sorriso solare sulle labbra del nuovo Saint sparì all’improvviso, lasciando il posto ad un sorrisetto malizioso e sprezzante. 
Si voltò di nuovo verso l’orizzonte ed i suoi occhi azzurri si iniettarono del colore del sangue, dando l’espressione maligna al suo viso ed i capelli si tinsero di nuovo di tenebra.
« Diventerò io il Sacerdote, perché me lo merito! » Disse sprezzante verso un punto indefinito di fronte a lui. « Non perché lo dici tu. » Rimase in silenzio per ascoltare una risposta, ma quando si voltò i suoi colori tipici tornarono normali come i suoi lineamenti.
« Kanon, maledetto! » Soffiò sottovoce fra i denti lasciando che il vento trasportasse con sé le sue parole, prima di seguire la strada che lo avrebbe riportato alla terza Casa.

 
Intanto, non molto distante dal posto che aveva appena lasciato Gemini, seduto sul ramo più alto degli alberi, con la visuale di tutto il Tempio fi fronte a lui, c’era Kanon. Il suo viso era la maschera del più macabro divertimento, segnato da un ghigno che lasciava intravedere la dentatura bianca. Sul volto troneggiavano le ferite della passata guerra contro il gemello, oramai solo lievi segni di una tonalità più chiara del suo incarnato.
« Per quanto non ti piaccia mio caro fratello, adempirai ai miei desideri. » Sogghignò impercettibilmente. « Oramai ti ho in pugno. È solo una questione di tempo…poco tempo! » Finì con una risata di scherno mentre osservava il punto più alto di fronte a lui, dove si ergeva l’ultimo Tempio, dimora dell’alta carica dopo Atena. Dimora che presto, volente o nolente, sarebbe dovuta spettare a lui. 
Nessuno si era accorto della sua presenza, aveva imparato bene ad eludere la sorveglianza del Tempio. I trucchi che aveva imparato Saga li aveva imparati anche lui, come il Genro Mao Ken, il colpo segreto dei Gemelli, con il quale poteva controllare le menti altrui se scagliato con la potenza sufficiente ad avere il totale possesso delle menti. Così aveva confuso le guardie all’ingresso, ed aveva aspettato la sua preda esattamente dove si trovava in quel momento. 
Era bravo, si sentiva tale. Aveva potere, e non avrebbe guardato in faccia nessuno pur di usarlo. La sua mente già segnata dalla rabbia delle delusioni, e l’allontanamento da quella che un tempo poteva definire Casa, era stata facilmente soggiogata da un uomo molto più crudele di lui. Un uomo che usava le persone come burattini. Se lui agganciava i suoi fili, nessuno sarebbe riuscito a tagliarli. Era una pedina, una valida ed essenziale pedina per la sua vitale missione.
La sua vendetta.
A quello pensava Yoma, poco distante da Kanon. Non si era mostrato. Non si era voluto privare di quello spettacolo. Lo stesso del quale era il direttore principale. 
Grazie a Kanon aveva in pugno anche la mente del fratello. Saga era stato difficile da convertire ma dopo aver radicato le radici del male nel profondo del suo cuore doveva solo aspettare che si diramassero il più possibile, anche se quello voleva dire aspettare anni. 
« Siete miei.. » Rise infine, nella sua risata silenziosa, sparendo da quel luogo intriso dal Cosmo della passata Atena che ormai si stava affievolendo. Era questione di Tempio e la nascita della futura Atena era segnata nelle stelle. Lui era un Dio, poteva saperlo. Faceva tutto parte del piano.

 
Saga tornò nella sua dimora, col fiato corto. Si era allontanato a grandi passi dall’arena. Non sapeva per quale motivo ma si sentiva inquieto. Non ricordava la maggior parte del tempo trascorso nell’allenamento e questo lo innervosiva. Su appoggiò con la schiena contro la colonna di entrata cercando di respirare il più possibile l’aria fresca dell’altura. 
« Maledizione! » Si sfogò portandosi le mani sulla fronte, passandole tra i fili dorati della frangia ormai bagnata di sudore. 
Forse, pensò, se avesse fatto il punto della situazione sotto la doccia, l’acqua fresca avrebbe lenito le sue “ferite” e forse la sua mente sarebbe tornata spensierata. 
Tornò eretto e dopo aver dato un’ultima occhiata ai piedi del Tempio, come se qualcosa di oscuro ed imprevedibile avesse varcato la soglia, girò i tacchi e si chiuse in bagno.

 

Owl era invece rientrata nel grande portone d’oro, rimanendoci addossata col fiato corto e con lo sguardo perso nel vuoto a pensare a quello che era appena successo. Un vorticare di pensieri senza senso che le facevano solamente salire l’emicrania.
« Signorina… » La voce posata di una guardia la riportò alla realtà, facendola sobbalzare.
« Qualcosa non va? » Chiese di rimando, col fiato corto, accennando un inchino. Si aspettava un richiamo o che qualcuno avesse letto la sua inquietudine, o avesse letto i suoi pensieri. 
« Dovrei chiederlo io a voi. » Continuò impostato e pacato il Saint di fronte a lei, che la osservava con un sopracciglio lievemente inarcato. « Siete qua per parlare con il Sacerdote? » 
A quelle parole la sua mente le rimandò l’immagine del Pope di fronte ai suoi occhi. Sicuramente avrebbe dovuto parlarne con Shion, ma non sapeva se era la cosa giusta da fare. Non voleva mietere la sua fiducia nei confronti dei suoi Saint, e poi Saga era suo amico e non era del tutto sicura che quello che aveva visto fosse realmente accaduto. Tuttavia, l’immagine del Pope fu sovrapposta da un Gemini diverso, con i capelli scuri come la notte più buia e priva di stelle, ed i suoi occhi iniettati di sangue che la guardavano come se dovesse scagliarle contro la più brutale della Galaxian Explosion. Chiuse gli occhi e ripensò al vero Saga; il vero ragazzo che aveva visto crescere. Il Saga buono; il suo sorriso sincero. I suoi occhi azzurri dentro i suoi. I capelli biondi che si perdono portati dal vento ed arrossì. 
Di fronte a lei però il Saint aspettava ancora una risposta e, con ancora le gote arrossate, fece un gesto affermativo con il capo e seguì l’uomo fino alla sala del trono, dove trovò Shion intento in una conversazione con un Saint dall’armatura scintillante. 
SI voltarono entrambi quando le porte furono spalancante ed il volto del Sacerdote si fece interrogativo.
« Allora rimaniamo d’accordo così, Aiolos. » Sentì l’autorità riferirsi alla persona di fronte a lui. Il suo tono era pacato e gentile e sul volto aveva un leggero sorriso soddisfatto.
Quello che Owl sentì chiamare Aiolos, accennò un reverenziale inchino e, dopo aver pronunciato parole di ringraziamento gli voltò le spalle e camminò lungo il tappeto rosso posato sul pavimento della stanza, fino alla porta dove era rimasta impalata la ragazza, che lo osservava con un misto di curiosità e rispetto. 
Una volta passatole accanto, con un saluto a fior di labbra ed un sorriso, lo riconobbe come il maestro di Aiolia. Notò anche la somiglianza col fratello minore. Come i capelli castani gli ricadevano sulla fronte come al futuro Leone ma, a differenza dell’altro lasciavano intravedere una spessa fascia rossa legata dietro la nuca per lasciare libera la visuale dalla frangia. Gli occhi azzurri erano uguali i quelli del minore, che era abituata a vedere fin dall’infanzia. 
Una volta che il grande portone fu chiuso, nella grande stanza calò il silenzio rotto solamente dal frusciare della veste di Shion mentre sedeva sullo scranno dorato. La osservava con aria interrogativa, cercando di decifrare ciò che avrebbe dovuto dirgli dall’espressione del suo viso. 
Senza successo.
« Volevi parlarmi Owl? » Chiese semplicemente, facendole un cenno per far sì che si avvicinasse per parlare senza dover far sentire a tutte le guardi il loro discorso.
« In verità… » Lasciò cadere la frase, cercando di elaborare un discorso credibile. Non sapeva nemmeno lei perché era voluta andare da Shion. Una parte di lei voleva tenersi tutto per sé e non mettersi in mezzo ad affari che non la riguardavano. Ma riguardava qualcosa che forse solo il Grande Sacerdote avrebbe sicuramente capito. 
Cosa fare? 
« Sì. » Fece una breve pausa, riprendendo a parlare prima di venire interrotta. « Volevo sapere chi avevi preso in considerazione come nuovo Grande Sacerdote. » Disse tutto d’un fiato, restando in attesa cercando di tenere l’espressione più indecifrabile possibile.
Shion la guardò di sottecchi per un breve istante prima di scoppiare in una tenera e dolce risata. 
« Mia cara Owl, questa non è una cosa che si può decidere in così breve tempo. In più non dipende da me, ma dalla caparbietà e dall’animo nobile dei miei Saint. Non posso io imporre un destino non proprio ad una persona. Queste cose sono ignote perfino a me. È tutto scritto lassù. » Alzò il regale volto verso il cielo ed Owl lo imitò, immaginando una grossa scritta sulla pietra bianca del soffitto. « È tutto scritto nelle stelle. Lo Star Hill mi indirizzerà verso la retta via. » Sospirò. « Posso solo dirti che gli animi più nobili che sento sono quelli dei due Saint che hanno ormai terminato il loro apprendistato. Sono gli animi più idonei che percepisco. »
Ad Owl si mozzò il fiato in gola.
“Saga” pensò ed in quel momento le fu davvero molto difficile prendere una decisione. Shion lo aveva scelto come uno dei due cadetti favorevoli a diventare prossimo Sacerdote. Un ruolo importante, visto che coincideva anche con la nascita di Atena. Poteva davvero raccontagli quello che, secondo lei, era successo nell’arena? Forse lo sapeva, forse lo aveva immaginato, forse era qualcosa di pericoloso.
« È davvero tutto qui quello che volevi dirmi? » Le chiese dolcemente ad un certo punto, rompendo di nuovo il silenzio e riportandola alla realtà.
Ci pensò per un momento. Pensò alla risposta giusta da dare ed infine parò con la voce più convinta che riuscì a fare.
« Sì, ero solamente curiosa. » Ridacchiò. Aveva deciso di svignarsela così, dato che aveva un rapporto con Shion che andava oltre la reverenza ed il rispetto. 
Aveva mentito, ma forse sarebbe riuscita a prendere in mano la situazione.
Doveva tenere d’occhio Saga. A tutti i costi. 
Fine capitolo 12

 

 

Angolo autrice.

Ebbene eccomi qua, a distanza di quasi un anno xD Ma vi ho fatto la sorpresa di capodanno xD (A proposito, auguri a tutttiii :3)
Non so dire di preciso quanto sia arrugginita dopo questo lungo tempo passato lontano da Word, spero non aver fatto un disastro @.@ e spero che vi sia piaciuto questo aggiornamento ^-^
Non vi annoio oltre. 
Un bacione a tutti e felice inizio 2016!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Heart Of Courage 13 Capitolo 13



Passò un anno e già sulla bocca di tutti circolavano voci su chi fosse divenuto il successore di Shion. Saga ed Aiolos erano i nomi che si sentivano più spesso, i rispettivi Gold Saint dei Gemelli e Sagittario, i più grandi tra i protettori delle dodici case oramai già tutte occupate. I vari Saint in allenamento erano riusciti ad adempiere ai loro destini, diventando i rispettivi custodi delle sacre vestigia d'oro. Avevano tutti più o meno la stessa età, tranne i due la cui vestizione risaliva a più di un anno prima.
Owl in quel periodo tenne costantemente sott'occhio Saga, essendo la sua ancella personale, ma lui sfuggiva sempre al suo controllo. Spesso andando ad allenarsi fuori l'arena e fuori dal Tempio stesso. Quando tornava era notte fonda oppure troppo stanco per parlare. Nella casa dei Gemelli pareva vivesse un fantasma, che non sporcava e non aveva richieste. Chissà quale Dio sapeva dove andasse Saga in quel lasso di tempo e lei diventava sempre più ansiosa, andando a parlare con Shion per accumulare più notizie possibili sulla prossima investitura a Grande Sacerdote.
« Saga sta dimostrando grande forza di volontà. Un esempio da seguire, in ogni caso. Sono sicuro che governerebbe il Tempio con saggezza. » Rispondeva sempre l'uomo alle sue domande, nonostante sul suo volto stanco non mancava di apparire un cipiglio incomprensibile.
« Anche Aiolos comunque, non trovate? » Non mancava di chiedere a sua volta, per cercare di insinuare di più il dubbio dentro di lui, anche se sapeva che Shion era un uomo colto e le sue decisioni non erano campate per aria.
"Chissà se sa anche del segreto di Saga. Non devo essere io a dirglielo, non posso, ma portare in eterno questo peso appesantisce costantemente il mio cuore." Pensò lei mentre fissava il pavimento della stanza del trono, dove usciva sempre con un inchino lasciando il Pope ai suoi pensieri.
Sempre più spesso lui si recava allo Star Hill, leggendo nelle stelle ciò che sarebbe accaduto da lì a poco.
« Dunque le cose stanno così. » Disse un giorno, fra sé e sé, con lo sguardo ancora alzato verso il cielo tetro. « La nascita di Athena sarà fra tre giorni, e sarà dunque il giorno che compirò il mio destino... » Soffiò sottovoce, volgendo le spalle alla volta celeste, coperta dalle nuvole di quella giornata che si apprestava ad iniziare.

Nel frattempo, sul promontorio di Capo Sounion, Saga guardava verso l'orizzonte con un sorrisetto troppo divertito per non avere la mente impegnata verso qualcuno in particolare. I capelli biondi scompigliati dal vento dell'altura gli conferivano un aspetto quasi trasandato.
« So che sei lì Kanon, quanto ancora dovrò attendere prima di rivedere la tua faccia? » Disse dopo, rompendo il silenzio. La sua voce era divertita come la sua espressione, a contrasto con la sua regale persona. Sapeva che il gemello lo seguiva, lo aveva sempre saputo, ma fino ad allora aveva sempre fatto finta di nulla. Il suo cosmo non era così irriconoscibile, così simile al suo, ma se voleva seguirlo senza farsi scoprire avrebbe dovuto celarlo ai suoi sensi. Invece il gemello non se ne preoccupava affatto, quasi aspettando la rottura del ghiaccio da parte dell'altro e così facendo aveva funzionato. Erano passati mesi, ma ne era valsa la pena.
Kanon uscì fuori dal suo nascondiglio dalle macerie ancora erette del Tempio devoto a Poseidone. Strano si chiese, come un Saint di Athena andasse prontamente lì molto spesso. Gli venne quasi da ridere, sapendo comunque che il cuore del fratello era più corrotto di quanto avrebbe ammesso a lui stesso.
« Se ci tenevi a vedere solamente la mia faccia, avresti dovuto specchiarti più spesso fratello. » Ridacchiò maliziosamente facendosi avanti, calibrando i passi fino a trovarsi alle spalle del Gold Saint, che indossava la sua regale e brillante armatura dorata così simile ai luminosi capelli della stessa tonalità.
« A cosa devo l'onore? » Continuò Saga facendosi serio, tenendo alta la bipolarità a lui propria. « Sono mesi che mi tieni il fiato sul collo, sarei curioso di sapere il motivo. Non sei sparito dal Tempio né dalla mia vita. Come mai? » Continuò aspettando una sua risposta che da tempo credeva di aver intuito.
Kanon dal canto suo rimase in silenzio, sorridendo tra sé e sé mentre il fratello continuava a tenergli le spalle. Raccolse una pietra da terra e se la passò tra le mani, per far pesare quella conversazione sul suo interlocutore più del dovuto.
« Sono sangue del tuo sangue, dovresti saperlo oppure averlo intuito... » Sogghignò. « Vago spesso dalle parti del Tempio, sono bravo a rendermi invisibile agli altri quando voglio. Non a caso, ho sentito alcune voci che girano da qualche tempo. Stai per diventare Sacerdote, sono venuto solo per renderti i miei omaggi. Tutto qua... » Continuò a tenere sul volto il suo sorrisetto sghembo mentre torturava tra le mani la pietra raccolta da terra, con gli occhi puntati alla schiena di Saga, che si voltò di scatto, innervosito dalla piega che aveva preso la discussione.
« No! Tu non sei venuto qua per congratularti con me, perché se come dici sai delle voci che circolano, sai benissimo che il mio nome è in ballottaggio con quello di Aiolos. » Ringhiò con cattiveria, innervosendosi ancora di più per l'espressione divertita dell'altro.
« Ma certo, lo so bene. » Iniziò. « Per questo sono qui. Per offrirti il mio aiuto! » Finì con un sorrisetto fin troppo malizioso per i gusti di Saga.
« Tu, aiutare me?? » Scoppiò in una fragorosa risata. « E come intendi aiutarmi? Tu non dovresti esistere all'interno del Tempio, come nella mia vita. » Proferì con durezza, non sorgendo però alcun effetto sul gemello che continuava ad osservarlo divertito.
« Nessuno sa della mia esistenza, a parte qualche eletto che noi sappiamo eludere. » Iniziò sornione, lasciando il divertimento sulle labbra. « Dovrai solo sottostare ai miei voleri, non ti chiedo altro. Tu vuoi diventare il successore di Shion, fratello, te lo leggo nell'animo. Infondo noi siamo uguali. Vogliamo il potere, e tu non sei da meno! »
« Ti sbagli Kanon! » Ringhiò azzardando un passo verso il fratello, con gli occhi sgranati dalla rabbia ed espressione furiosa. Nonostante l'intolleranza di quelle parole, i suoi occhi si iniettarono di sangue, tingendo le sue iridi di un rosso fuori dal comune e lasciando sul volto del secondogenito una smorfia di pura soddisfazione.
« Stai già cambiando il tuo ego. Devi solo avere fiducia in me. » Continuò il gemello, lanciando definitivamente la pietra che continuava a rigirare fra le mani lontano da loro.
« Io sono un Gold Saint devoto al Tempio di Athena. Queste sacre vestigia hanno scelto me come proprietario e non infangherò il mio nome solamente per un tuo capriccio. Io diverrò Sacerdote perché me lo merito e, se non dovesse succedere... » Lasciò la frase in sospeso, attratto dall'espressione del fratello che lo guardava con ammirazione. I capelli di Saga si erano tinti di nero come la notte più oscura, come il suo animo che cercava a tutti i costi di contrastare.
« Smettila di avere potere su di me, non te lo permetto! » Continuò la sua lotta interiore ma Kanon rise, tutt'altro che benevolo.
« Io non sto facendo nulla, questo sei tu. E presto scoprirai che ho ragione, che tu mi ascolterai. Tornerai da me a chiedere il mio aiuto. È solo questione di tempo. Torna pure strisciando nella tua Casa, mi troverai qua quando vorrai! »
Così dicendo, ancora avvolto dalla sua fragorosa e sguaiata risata, voltò le spalle al gemello e sparì fra le macerie di Capo Sounion, lasciando Saga furente di rabbia mentre i suoi capelli e la sua espressione tornavano normali.

« Sei stato bravo, Kanon... »
La voce di Yoma arrivò alle sue orecchie come un treno in corsa, costringendolo ad alzare lo sguardo sul ramo più alto di un albero affianco a lui. Il Dio se ne stava lassù, appollaiato con le mani dietro la nuca ad osservare il suo teatrino. Era molto soddisfatto della sua marionetta e lo stesso si diceva dell'altro. Aveva instaurato così tanto male dentro il suo cuore che oramai non serviva più il suo aiuto e quindi se ne stava a ridere alle spalle dei Gemelli, che piano piano segnavano il loro mero destino.
Finalmente la sua lunga attesa portava dei frutti. Finalmente anche la sua vendetta poteva dichiararsi iniziata.
« Grazie. » Rispose il ragazzo con un sorriso maligno. « Oramai è in nostro possesso. Il ramo del male annienterà quell'animo fiero. »
« Non vedo l'ora. » Disse solamente l'uomo, alzando lo sguardo verso il cielo e ridendo sotto i baffi.
"E tu stai per compiere il tuo destino. Per quanto sia stato io a creare il mostro che sei, non sei tu la mia preda. Sei stato solo una pedina, e le pedine possono fare una brutta fine."
Con una tetra risata sparì dagli occhi di Kanon, che rimase a fissare il punto dove poco prima era sdraiato.

Intanto Saga aveva raggiunto la sua Casa quando oramai stavano calando le tenebre. Era rimasto a rimuginare sulla conversazione avuta col gemello a Capo Sounion, non venendone a capo. Era tormentato dal suo ricordo ed il motivo per cui, in tutto quel tempo, era rimasto dietro le quinte ad osservarlo senza dire una parola. Se non si fosse fatto avanti lui, quanto avrebbe aspettato prima di rivolgergli parola? Ma sopratutto non gli era chiaro il perché volesse che Saga prendesse il posto del Grande Sacerdote a tutti i costi. Per quale scopo? Di certo divenire la massima autorità del Tempio era un'aspirazione grande anche per lui, perché voleva dire essere degno agli occhi di Shion ed Athena stessa. E poi sarebbe divenuto Pope così giovane e sarebbero stati tutti suoi sottoposti. Il suo non era egoismo, certo che no, ma gli occhi gli brillavano di ambizione quando si guardava allo specchio e si immaginava con indosso la tunica regale che avevano indossato i Grandi Sacerdoti nei secoli.
"C'è comunque qualcosa che non mi torna..." Digrignò i denti. Quella situazione lo faceva uscire dai gangheri. Si era sempre dimostrato calmo e posato, anche nelle situazioni più disparate e come Gold Saint non poteva certo farsi prendere dall'ansia, ma doveva ammettere che tutta quella faccenda lo rendeva inquieto. Anche quei lassi di tempo avuti nella giornata in cui non ricordava cosa avesse fatto.
« Maledizione! » Si sfogò dando un pugno ad uno dei pilastri esterni della Casa, facendola tremare.
Il rumore però destò Owl, che si era appisolata nella casa mentre rimetteva a posto le poche cose fuori luogo ed i suoi incasinati pensieri.
« O Dei! Mi sono impunemente addormentata nella casa di un Gold Saint. Quale disonore! » Disse a bassa voce fra sé e sé, cercando di pensare ad una giustificazione plausibile per cui non si trovasse nella sua stanza alla tredicesima.
Erano giorni che non vedeva Saga, e non solo per suo volere. Si era ripromessa di tenerlo d'occhio per vedere se quello che aveva visto tempo fa fosse vero. Shion, a sua detta, non aveva intuito nulla e continuava a tenere il suo nome come suo prossimo successore. Ma era veramente cosi? Possibile che lo aveva notato solo lei?
Uscì dalle stanze del Gold Saint con l'abito stropicciato ed i capelli rossi tutti in disordine, cercando di appiattirli il più possibile con la mano mentre raggiungeva il proprietario all'uscio.
« Saga? » Lo richiamò titubante, distraendolo dai suoi pensieri.
Lui si destò alla voce della ragazza, ammutolendosi e riprendendo la sua espressione tranquilla.
« Owl? » Chiese di rimando, non del tutto sicuro di aver sentito bene, ma quando la visione della ragazza gli apparve di fronte dovette ricredersi.
« Che ci fai ancora qua? Non dovresti aver finito da un pezzo? » Chiese con un sopracciglio alzato e lei squadrò da capo a piedi la sua figura, cercando di notare un particolare che potesse farle intuire di aver ragione, ma tutto nel volto di Saga era come lo ricordava. I suoi occhi azzurri erano limpidi ed espressivi, i capelli leggermente spettinati dal vento ma perfettamente biondi ricadevano sui spallacci dell'armatura dorata che indossava.
Se ci fosse stato qualcosa di oscuro nel suo animo, la Gold Cloth di Gemini lo avrebbe protetto ugualmente?
Quello strano pensiero le balenò in testa come pioggia nel deserto, ma lo scacciò immediatamente per non destare ulteriori sospetti nell'amico.
« In realtà ti stavo aspettando. » Iniziò su due piedi, non sapendo cos'altro dire e quindi immaginando di dire una mezza verità. « Volevo sapere se stavi bene, se avevi riportato ferite che io potessi curare. Ti stai allenando molto duramente in quest'ultimo periodo. » Alzò lo sguardo inquisitore su di lui, che accolse quella notizia leggermente sorpreso da tanta premura.
« Sei sempre così gentile Owl. » Le disse con uno dei suoi meravigliosi sorrisi che fece sciogliere la ragazza sul posto, non dandolo però a vedere. « Ma sto bene, davvero, mai stato meglio. Non ho riportato gravi ferite nei miei allenamenti, oramai sono temprato al peggio. Torna pure nelle tue stanze. Se dovesse accorgersene qualcuno finiresti nei guai con Shion. » Le disse osservando l'uscita della Casa dall'altra parte della loro posizione.
« D'accordo, allora con permesso mi congedo dalla vostra casa Saga di Gemini. » Sorrise divertita, abbozzando un regale inchino.
« Non c'è bisogno di tanta formalità, non per te. Mi conosci, infondo sono rimasto sempre il solito ragazzo d'un tempo. » Rise lui di rimando, salutandola con la mano dopo che si fu congedata.
Quando rimase solo, riprese la sua dura espressione ed i suoi pensieri. Tolse di dosso la Cloth dorata, che formò il Totem sul pavimento della terza casa, illuminando il corridoio di luce propria.
Saga raggiunse la camera da letto, accigliato, e si tuffò tra le morbide coperte per lasciarsi addietro quella pesante giornata. Non si accorse però che qualcuno lo stava osservando da lontano, ridacchiando sotto i baffi.
"Avrai la tua insulsa coscienza ancora per poco, Saint dei Gemelli. Possiedi la fierezza di Deuteros e la caparbietà di Aspros come tuo fratello, ma vi assicuro che sarete le più splendide pedine mai viste nel mio operato!"
La risata di Yoma arrivò fino ai regressi della sua mente, turbando i suoi sogni come tutte le notti da più di un anno a quella parte.
Fine capitolo 13



Angolo autrice
:
Eccomi qua ^ò^ Dai, non vi ho fatto aspettare troppo questa volta XD Bé, che dire, questo è un capitolo di transizione dove ho cambiato un po' la primordiale conversazione tra i due a Capo Sounion che tutti conosciamo. Ma non è finita qua!
Ho fatto un salto temporale di un anno, passando subito al sodo perché non c'era altro da dire sul resto, non volevo cadere troppo nella ripetizione. Spero vi sia piaciuto comunque come si è prestato Saga alla sua indole cattiva e come ho descritto Kanon super malvagio xD!
Spero che come sempre vogliate farmi sapere cosa ne pensate!
Un bacione
al prossimo aggiornamento!



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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14


Saga era in piedi di fronte alla scogliera di Capo Sounion, ad osservare la prigione situata al livello del mare, che inesorabilmente, da secoli, si ghermiva lentamente la vita dei suoi inquilini.
I capelli biondi svolazzavano al vento e la sua espressione dura, ma allo stesso tempo malinconica, faceva ridere a crepapelle il gemello, rinchiuso proprio in quella prigione.
Era successo l'inevitabile, quello che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato venisse fatto; tuttavia era divertito Kanon, perché aveva finalmente tirato fuori il demone sopito dentro il Gold Saint dei Gemelli. Da giorni gli ripeteva di uccidere l'appena nata Athena ed Grande Sacerdote, posto a sua difesa e che ostacolava la riuscita del suo piano. Saga si era categoricamente rifiutato ed erano arrivati ad una guerra fatta di cazzotti e risentimenti, fino a che il custode della terza Casa non era riuscito ad intrappolarlo dentro quella prigione, dove sembrava che Kanon stesse a proprio agio. Continuava a ridere del fratello e del suo operato, inconsapevole che tutto ciò era stato preventivamente pensato e messo in atto da Yoma che, in quel momento, si stava godendo la scena in un posto dove nessuno dei due avrebbe mai potuto vederlo.
Bene, va tutto secondo i miei piani. Sono riuscito indirettamente ad instaurare il dubbio ed il male nel cuore di un uomo puro come Saga. Adesso deve procedere tutto per inerzia, così mi divertirò ancora di più. A noi, Santo dei Gemelli!
Le parole di Mephistopheles rimasero a fare eco alla sua scomparsa.
« Farai quello che ti ho detto Saga, priverai della vita una bambina in fasce, ed il Grande Sacerdote ancora prima di lei! »
Il secondogenito rise alle sue stesse parole, mentre Saga digrignò i denti in un'espressione contrariata.
« Nulla di ciò accadrà! » Disse con risentimento, voltandogli le spalle, mentre iniziava a salire le scale che portavano al Grande Tempio. I capelli di lui si tinsero del colore della notte e quel fatto fece ridere ancora di più il gemello già in balia delle onde.
« È già successo fratello, ed io sono immensamente felice! »
Continuò a ridere osservando le spalle dell'altro fino a che non sparì dalla sua vista. Una volta rimasto solo si ammutolì, realizzando che non c'era possibilità di uscire da quella prigione. Solo in quel momento capì che l'acqua piano piano si sarebbe presa la sua vita.
« Maledetto! » Soffiò infine tra i denti, arrendendosi alla marea che stava già iniziando a salire.

Owl era rimasta nella terza casa in attesa di Saga. Cercava tutti i giorni una scusa per poterlo aspettare, e così controllare. Sembrava che Shion non si fosse accorto dell'animo turbato del ragazzo, ma non voleva certo essere lei a dirglielo, non quando non sapeva veramente cosa avesse. Cercava di passarci più tempo possibile in modo da scoprirlo, e nel frattempo cercare di far ricadere su Aiolos la scelta come suo successore. In più quel giorno non aveva visto Shion da nessuna parte , cosa molto strana visto che almeno una volta al giorno la chiamava al suo cospetto. Era quasi tardo pomeriggio ed era ancora seduta sulla scalinata che collegava la seconda alla terza Casa. In più il tramonto illuminava di arancione il bianco marmo con cui era stato costruito il Tempio e lei, appoggiata con un gomito sulle ginocchia, ne osservava distrattamente il lento calare, fino a quando una distinta figura vestita d'oro non le apparve a debita distanza.
Rialzò di scatto la testa, cercando di rendersi presentabile e svegliarsi del tutto. Saga aveva un'espressione indecifrabile sul volto e lei lo osservò con un sopracciglio alzato fino a quando, trovataselo di fronte, si abbassò in un regale inchino.
« Ciao Owl. Mi hai aspettato fino ad ora? » Chiese con un sorriso, ma il tono di voce trasportava qualcosa di peggio che semplice cordialità e la ragazza se ne accorse. Il volto tirato di lui sembrava quasi infastidito di trovarsela in mezzo.
Lei lo guardò di sottecchi, trattenendo il respiro e calibrando le parole che le stavano per uscire dalla bocca.
« Mi è sembrato doveroso! » Disse solamente, abbassando per un secondo lo sguardo, tempo in cui il ragazzo la guardò con un sorriso di maliziosa malignità.
« Hai fatto bene. Volevo giusto chiederti un favore. Tu sei la mia ancella, dopotutto! »
« Ma certo... » Rispose leggermente confusa. Mai Saga le aveva chiesto un favore, mai in quel tono perentorio. « Cosa vuoi che faccia? »
« Andare a Rodorio, dal sarto, ed informarlo di giungere al Tredicesimo Tempio con una nuova veste domani mattina. »
Owl alzò ancora di più il sopracciglio per quella strana richiesta.
« È un'ordine del Sacerdote? Perché non me lo ha chiesto lui? » Chiese di tutta risposta lei, facendo scoppiare a ridere il ragazzo, che cessò subito dopo portandosi una mano alla bocca, pensando di essere stato troppo indelicato.
« Perché è stato davvero molto impegnato. L'ho visto io poche ore fa. Aveva incaricato me, ma con l'allenamento mi è passato proprio di mente. » Quelle scuse non convinsero per nulla la rossa, che continuava a guardarlo di sottecchi, fino a che Saga non si aprì in uno dei suoi più meravigliosi sorrisi che la fece tranquillizzare.
« Te lo chiedo perché mi fido di te Owl. Non vorrei compromettere la mia buona condotta per questo piccolo inconveniente con il Sacerdote. » Le fece l'occhiolino. « Sarà il nostro piccolo segreto. »
Senza dire una parola, confidando nell'animo nobile della ragazza, Saga le scompigliò i capelli e sparì nell'oscurità della sua casa, lasciandola in balia di altrettanti pensieri.

Mentre raggiungeva il paese sottostante al Tempio, la ragazza era immersa nei pensieri. Cercava di raccapezzarsi su cosa fosse successo al Saint dei Gemelli, nonostante avesse mantenuto il suo nobile aspetto mentre stava parlando con lei non molti minuti prima. In più Shion non si era fatto vedere per tutto il giorno, sopratutto con lei che era la sua confidente. Ed aveva, a quanto pareva, delegato proprio il Saint di mandare a chiamare, con urgenza, il suo sarto personale.

Era strano...

Appena raggiunta la porta di massi che dava sulla piazza principale di Rodorio il cielo era oramai coperto di stelle. Spostò leggermente lo sguardo verso la cima del Tempio, dove il tredicesimo si ergeva nella più totale imponenza e dove la statua della Pallade spiccava fin laggiù. In più aveva una strana sensazione che non riusciva a descrivere, uno strano peso sul petto che le intimava di tornare sui suoi passi, indietro, e correre più veloce possibile fino a raggiungere le stanze del Sacerdote dove avrebbe sperato di trovarlo.

Eppure, nonostante la voglia impellente di iniziare a correre, le sue gambe non mossero un passo nella direzione opposta. Continuò a camminare avanti, a malincuore, obbedendo agli ordini di un suo superiore. Nonostante Saga non avesse usato parole di costrizione o impartito il suo volere di Saint, per lei disobbedire sarebbe stato indegno, anche se lei non faceva parte della schiera di cavalieri al cospetto del tempio...non ancora.

Bussò con veemenza alla porta del laboratorio dove sperava di trovare l'artigiano, dopo aver fatto un giro per le deserte vie della città per schiarirsi le idee, rimanendo calma e pronta a ragionare il più veloce possibile se ce ne fosse stato bisogno.

La nottata era fresca ed il cielo sgombro da nuvole. Sembrava la quiete prima di una possibile tempesta. Anche se erano tutte supposizione provocate dalla sua mente, ne aveva viste troppe per rimanere indifferente ad ogni minima cosa. In più aveva visto chiaramente e con i suoi occhi il cambio di personalità del ragazzo a cui aveva sempre devoluto la sua fiducia, e che adesso stava venendo a mancare.

Passò una manciata di secondi prima che l'uomo, a passi incerti, si diresse fino alla porta. Si appiattì lungo la superficie e tese l'orecchio per ascoltare se c'erano movimenti strani all'esterno, ma Owl era rimasta ferma al suo posto ed in silenzio. Pareva quasi non essere lì.

« Chi ha bussato? Chi sei? » Chiese l'uomo con voce ferma, restando in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.

« Mi chiamo Owl signore, giungo da voi per volere del Sacerdote Shion. » Prese a parlare cercando di tranquillizzare con la voce il sarto, stringendo però i denti al pronunciare il nome dell'alta carica del Santuario. Qualcosa le diceva che non era stato lui a richiedere la presenza di costui nelle sue stanze l'indomani mattina, ma avrebbe scoperto cosa stava succedendo! Fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto!

Quando quello aprì la porta con agitazione, la trascinò dentro con poca grazia e noncuranza per richiudere a chiave la porta dietro di loro subito dopo.

« Quali sono i suoi voleri? » Si riferì al Pope, ma Owl rimase leggermente interdetta dalla domanda.

« In verità era stato delegato il nobile Saga di Gemini, ma ha mandato me al posto suo. Mi ha detto solamente di recarvi al tempio domani mattina con una nuova veste. »

La ragazza fece spallucce e vide l'uomo di fronte a sé, incredibilmente marchiato in viso da profonde rughe di stanchezza, alzare gli occhi al cielo e passarsi una mano sulla fronte sospirando.

« Per tutte le catastrofi, meglio che mi metta subito a lavoro! » Imprecò con voce sconfitta, aprendo di nuovo la porta e facendo uscire nuovamente Owl nella notte scura, senza salutarla.

Lei rimase lì per qualche secondo a guardare la luce soffusa che passava dalla porta del laboratorio con attenzione, prima di dirigerla verso l'altura del Tempio dove, anche se lontane e soffuse, c'erano delle voci indistinte.

« Maledizione! » Grugnì poi iniziando a correre a più non posso, sorreggendo con le mani l'orlo della lunga veste che stava indossando e correndo sui gradini salendone tre alla volta. Aveva il cuore in gola per lo sforzo e per i suoi timori che, molto probabilmente, si erano davvero avverati.

Stava succedendo qualcosa, proprio come aveva previsto e forse addirittura il suo allontanamento non era stata una casualità ma frutto di un piano ben studiato ed, a quanto pareva, ben riuscito.

Saga aveva architettato tutto, non c'erano altri dubbi, ma una domanda continuava a scuoterle i pensieri.

Perché? Perché il Saint dei Gemelli la voleva fuori dai piedi? Cosa aveva intenzione di fare? O cosa aveva già fatto?


 

Quando arrivò di fronte alle scalinate che conducevano alla prima Casa, trovò un'agitazione non tipica di quell'ora. Le guardie semplici erano tutte sparse tra l'arena ed il piazzale adiacente alle dodici case, dove alcuni dei 12 Gold Saint si erano radunati.

Molto strano, si disse, avvicinandosi con cautela ai cavalieri d'oro per cercare di capire cosa realmente fosse successo.

« Ehm, scusatemi... » Cercò di attirare l'attenzione su di sé, facendo anche un reverenziale inchino, ma le facce dei ragazzi non fecero ben sperare. Così Owl mandò giù un groppo amaro di saliva ed attese che fosse uno di loro tanto cortese da spiegare cosa fosse successo senza che lei pronunciasse una parola che, probabilmente, in ansia com'era non sarebbe riuscita a pronunciare.

« È meglio se vai subito alla tredicesima, qua fuori sta iniziando ad essere pericoloso... » A prendere parola fu Mu dell'Ariete con voce e volto lapidario. Non traspariva nessuna emozione, ma sapeva che era preoccupato, non meno degli altri rimasti a dare direttive ben precise alle guardie.

« Cos'è successo? » Chiese infine fattasi coraggio, trattenendo il respiro sperando in una risposta soddisfacente.

« Questa notte Athena è scomparsa insieme a due nostri compagni... » Mu abbassò gli occhi al suolo, ma la ragazza lo vide stringere i pugni in un gesto di rabbia, mentre il suo cuore ebbe un sussulto.

« Chi...chi è... » Non riuscì a pronunciare la parola “scomparso”, ma l'ariete riuscì ad intendere benissimo perché sospirò alzando gli occhi al cielo.

« Saga e Aiolos... quest'ultimo ha tradito, tutti noi... » Riabbassò infine lo sguardo stanco su di lei, poggiandole le mani sulle spalle in segno di supplica.

« Torna dal Sacerdote e fino a che le acque non si saranno calmate, rimanici. » Le disse infine, voltandole le spalle e raggiungendo i suoi compagni, lasciandola lì in balia dei suoi pensieri per qualche secondo.

Si rese conto di avere uno sguardo spaesato e la bocca aperta; probabilmente anche una cera orribile, ma in pochi minuti le era crollato tutto il suo mondo addosso.

Saga era scomparso, Aiolos aveva tradito ed era scomparso anch'esso, ma dentro di sé aveva la netta sensazione che tutto ciò fosse sbagliato e l'unico in grado di mettere a posto i pezzi del puzzle era Shion.

Alzò il volto verso il tredicesimo Tempio, che in quel momento sembrava quasi spettrale con una parte della parete di una torre più alta franata.

Doveva correre dal Sacerdote, il più veloce possibile!

Così, rialzando l'orlo della veste oramai coperto di polvere, cominciò la sua scalata verso la verità.

Fine capitolo 14


Angolo autrice:

Salve a tutti, con mio sommo ritardo (santo cielo!) sono tornata con un nuovo capitolo. Non è facile tenere il passo degli aggiornamenti quando non si ha tempo e dopo un'estate all'insegna del lavoro :S ma cerco di fare del mio meglio. Purtroppo ho perso molti lettori per il troppo tempo che passa tra un capitolo e l'altro, ma spero che almeno il capitolo valga qualcosa >.< Spero inoltre di avere nuovi (ed anche vecchi ovviamente) lettori interessati e che mi facciate sapere cosa ne pensate di questa storia. Mi serve per migliorare e capire cosa i lettori si aspettano :D

Ringrazio comunque chi è arrivato fin qua e chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.

Un bacione a tutti voi,

al prossimo capitolo!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
 
Owl era riuscita ad arrivare incolume fino alla terza Casa, nonostante il trambusto che si era venuto a creare nel Tempio. Arrestò la sua corsa sull’uscio, proprio sull’ultimo gradino prima del grande portone. Dall’interno proveniva un silenzio spettrale, nonostante il grande vociare che infuriava dall’esterno, ed il buio che proveniva dal cuore dei corridoi le fece accapponare la pelle.
Chiuse per un momento gli occhi, portandosi le mani al petto cercando di regolarizzare il respiro corto, non dettato unicamente dalla corsa incessante che aveva fatto a tutta velocità saltando i gradoni delle scalinate di due alla volta.
Purtroppo di tutta quella storia non c’era nulla che le tornasse. La stranezza di Saga in quei giorni, Aiolos così tranquillo, solare e ligio alle regole del Tempio, ed ora quel misterioso fatto accaduto stonavano con la realtà. Sembrava quasi che il Saint dei Gemelli l’avesse allontanata volontariamente dal Tempio. E poi lui era scomparso, forse morto, insieme al compagno d’armi ed alla neonata Atena.
No. Voleva fare chiarezza!
Riportò le mani serrate sulla gonna dell’abito, tirandolo su quanto bastava per poter riprendere a camminare, e si diresse nelle stanze private del padrone di casa.
Tutto era stato lasciato come ricordava. Sembrava che la stanza stesse aspettando Saga di ritorno da qualche missione, ma lei sapeva che non sarebbe stato così e solo in quel momento, sola nel silenzio della grande Casa, vicino alle cose personali del suo amico, si rese finalmente conto che probabilmente quella stanza non avrebbe mai più rivisto il suo padrone fino a che un altro Saint non fosse giunto ad ereditarne la sua Cloth.
Fu proprio in quel momento che le ginocchia le cedettero e cadde come un sasso distesa tra le candide lenzuola immacolate del letto, che lei stessa aveva rifatto non molte ore prima, e pianse in silenzio addossandosi al cuscino dove l’odore di Saga era rimasto impresso.
Piangeva per lui, per Atena, per Aiolos e per lei stessa, che per codardia non era riuscita a dire nulla a Shion di quanto aveva visto. Probabilmente, la fiducia che la teneva attaccata al ragazzo l’aveva portata a non rendersi conto della gravità della situazione.

O forse…
Owl si issò in piedi di scatto, voltandosi perentoriamente verso lo specchio e rimirando i suoi lineamenti tirati, le guance bagnate ed i capelli rossi scompigliati ad incorniciarle il volto. Anche se immensamente scomposta era comunque lei. Con gli stessi occhi nocciola puntati in quelli del suo riflesso, si ricordò della prima volta che vide i bei lineamenti di Saga tirati in una smorfia crudele, i lunghi capelli color dell’oro farsi neri ed i meravigliosi occhi verdi tingersi del colore del sangue. Fu in quel momento che prese finalmente coraggio.
Uscì di volata dalla stanza, buttando un’ultima occhiata all’interno come per imprimere nella memoria quel ricordo e, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, si lanciò in direzione del Tredicesimo Templio.
Forse non era troppo tardi per farlo sapere a Shion.
 
Passò di gran fretta tutte le altre Case rimanenti, chiedendo il permesso ai custodi che ci erano rimasti e prendendoselo da sola in quelle lasciate vuote dai Saint fuori per via di quella notte. Man mano che saliva l’aria si faceva più fredda e la tensione che si respirava diveniva sempre più pesante. Inoltre c’era un via vai di guardie semplici che, da quanto era riuscita a capire, correvano in tutte le direzioni per cercare di constatare i danni alla struttura e cercando di capire se anche il Sacerdote avesse riportato ferite.
Di lui però non c’era traccia.
« Scusa, sai dov’è Shion? » Cercò di richiamare l’attenzione di un Saint che se ne stava in disparte con il viso stralunato di chi era stato buttato giù dal letto troppo presto.
« Nelle sue stanze. Ha subito un attacco, ha bisogno di riposare. E comunque non ti lasceranno avvicinare a lui. » Le rispose paziente ma con una nota stizzita nel tono di voce. Si allontanò però prima che lei potesse aprire bocca di nuovo.
Poco male si disse Owl, perché lei conosceva bene la strada per arrivare nelle stanze private del Pope. Così, mandando giù un copioso groppo di saliva, mostrò l’espressione più sicura che riuscì a fare e si mise a correre sulle scalinate sotto i vari richiami dei Saint inferiori che cercavano di bloccarla. Ma lei era tanto mingherlina quanto veloce e loro, goffi e lenti dento le armature pesanti, che non avevano nulla a che vedere con quelle d’oro, d’argento e bronzo, non poterono far altro che farla arrivare incolume ed indisturbata di fronte alla sua meta.
« Hey tu, ragazzina! » Iniziò ad inveirle contro una guardia, col fiato corto e l’espressione non proprio amichevole. Sicuramente con tutto il trambusto che già c’era nel Tempio, recuperare una ragazzina fuori dal letto a quell’ora ed a zonzo per i corridoi non era di certo il loro passatempo preferito.
Ma lei non demordeva.
« Ho bisogno di parlare con il Grande Sacerdote! È urgente! » Si voltò verso l’uomo, cercando di indietreggiare il più possibile a passo svelto, fino a che non si trovò con le spalle al muro. Di certo non aveva fatto tutta quella strada per farsi riportare di peso nelle sue stanze, dove sicuramente l’avrebbero chiusa pur di farcela rimanere.
« Il Sacerdote ha dato ordini tassativi di non essere disturbato. » Rispose perentorio l’uomo, finendo col prenderla per un braccio e tirarla verso la scalinata appena percorsa.
Dal canto suo Owl cercava di appuntellare i piedi il più possibile, tirando nel verso contrario e facendo resistenza con tutte le sue forze. Quella di volontà in primis. Voleva constatare coi suoi occhi che Shion stesse bene, parlare con lui di quanto successo a Saga ed, in quella notte di solitudine, sentire la sua vicinanza. Pian piano che si rendeva conto che il ragazzo di cui era segretamente innamorata probabilmente era morto, aveva infuso al suo cuore una certa malinconia. Ed il non sapere come era peggio di qualsiasi altra cosa. Forse perché una parte di lei sapeva qualcosa che nemmeno la massima autorità del Tempio era a conoscenza.
« Io posso! »
Si lasciò andare in un’irritante commento che fece saltare totalmente i nervi al Saint. Così, con espressione irritata, l’uomo la strattonò con talmente tanta violenza che la ragazza finì con le ginocchia a terra, mentre lui ancora le teneva saldamente il braccio con mano facendole ancora più male di prima.
« Gli ordini tassativi riguardano tutti, nessuno escluso. » Continuò lui con stizza. « Compresa te. » Sottolineò quest’ultima frase tra i denti, facendole salire le lacrime agli occhi. Purtroppo la sua forza fisica non bastava a sovrastare nemmeno il Saint di rango più basso e, totalmente sconfitta, si ritrovò a piangere dalla rabbia.
“Un giorno diventerò una guerriera. Un giorno sarò forte e degna del mio rango. Un giorno Saga sarà fiero di me, ovunque egli sia.” Si ritrovò a pensare mentre si alzava da terra, ancora brutalmente strattonata.
Quando oramai tutte le speranze di Owl erano crollate come castelli di sabbia dopo un’ondata, nel silenzio che si era venuto a creare tra i due, sentì distintamente la porta della stanza aprirsi e la strana e possente voce del Sacerdote li bloccò entrambi sul posto.
« Conducila dentro e lasciaci soli. » Furono solamente quelle le parole di Shion, dette in voce che non ammetteva repliche ed uscite fuori forse troppo crudeli verso il suo aguzzino.
Quando si voltarono il Pope aveva già abbandonato l’uscio e la stanza buia era rischiarata solamente dalla luce della luna che entrava dalla finestra spalancata e lei, a passo deciso, si lasciò accompagnare fino al centro.
Shion era seduto ai piedi del letto ed indossava la tunica scura propria dei Sacerdoti. I capelli erano lasciati cadere leggermente scompigliati sulle spalle e nonostante non fossero del tutto visibili a causa della semioscurità della sua angolazione, li sapeva essere biondi. Il dettaglio che più di tutti saltò agli occhi della giovane però, era l’inespressiva maschera che troneggiava sul suo volto, quella che Shion si era sempre rifiutato di indossare di fronte ai suoi guerrieri. Così, con l’elmo scarlatto ed il volto artificiale fisso su di lei, riuscì quasi a spaventarla. Owl sentì il cuore batterle all’impazzata, cosa mai successa di fronte a lui. In più, il silenzio che si era venuto a creare nonostante fossero finalmente soli non l’aiutava per niente.
« Shion… » Sospirò lei, senza neanche prendersi la briga -come il suo solito- di inchinarsi.
« Che cosa ti ha spinto fin quassù in questa notte angusta? » La bloccò lui prima che potesse dire qualcosa ed il suo tono di voce non era per niente in contrasto con la sua figura. Era cupa e roca come non lo era mai stata e questo fece alzare leggermente un sopracciglio alla rossa, che comunque cercò di non farsi cogliere pensierosa.
« Ho saputo quanto è successo ai piedi del Tempio, ma vorrei sentirlo dalla sua voce. » Iniziò lei, fermandosi per osservare attentamente un qualsiasi movimento del Pope, che rimase inaspettatamente irremovibile. « È vero che Aiolos, Saga e la piccola Atena sono scomparsi? » La voce le tremò all’ultima parola, ma ingoiò un groppo amaro di saliva mentre il cuore le martellava più incessantemente nel petto.
Shion sospirò impercettibilmente senza spostare l’attenzione da Owl, che era rimasta in piedi nel bel mezzo della grande stanza.
« Se è questo che sai non c’è nient’altro da dire. » Mise fine lui alla conversazione, alzandosi di scatto e sovrastandola anche da quella distanza.
« In realtà ci sarebbe. Una cosa che non ho avuto il coraggio di dire, o solo ammettere a me stessa. » Abbassò gli occhi al pavimento mentre si riempivano di lacrime. « E non so se il fatto di aver taciuto abbia influito su questi eventi. »
« Cosa? » Ringhiò stizzito il Sacerdote, con la voce roca che spaventò non poco la ragazza. Non ricordava quel tono aggressivo nell’amorevole voce di Shion, e quello la confondeva ancora di più. Cercò di arrestare il flusso delle lacrime pulendosi gli occhi e le guance con il dorso della mano ed, assottigliando lo sguardo, cercò di notare qualche particolare sospetto nella figura di fronte a sé.
« Io… » Bloccò la frase in gola, non sapendo se rivelargli una volta per tutte il “segreto” di Saga, nonostante lui non fosse più una minaccia, o tacere e scoprire perché Shion fosse così tremendamente diverso ed imponente dal solito.
« Se mi vuoi parlare dell’anima nera di Saga me ne ero accorto. » Parlò lui rompendo il silenzio ed allentando un po’ la tensione, ammorbidendo leggermente il tono di voce. « C’è altro? »
Lei scosse il capo come se fosse in trance, ancora assimilando l’informazione ricevuta.
Lui sapeva, e non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto per venirne a conoscenza. C’era ancora qualcosa che non le tornava, ma il Grande Sacerdote sembrava avere una certa fretta di rimanere di nuovo solo.
Con un piccolo inchino Owl gli voltò le spalle, raggiungendo con poche e decise falcate la porta, pronta ad aprirla. Tutta quella semioscurità le stava facendo male agli occhi, oltre che salire alla mente pensieri strani.
« Com’è stato? » La voce prorompente di Shion le arrivò di nuovo alle orecchie, forte e roca come poco prima, bloccandola sul posto proprio ad un passo dalla “fuga”.
Voltò solamente il capo nella direzione del suo interlocutore, alzando leggermente un sopracciglio.
« Cosa? » Domandò seria e curiosa e subito l’uomo le fornì la domanda più strana che le avesse mai fatto in tutti gli anni di pacate conversazioni.
« Vedere l’anima nera di Saga con i tuoi occhi. »
Quella frase detta in quel frangente, con quella voce così bassa e quasi spetrale le fece accapponare la pelle, soprattutto dopo che quelle parole riportarono alla luce l’immagine del citato coi capelli scuri. Immagine che probabilmente l’avrebbe segnata per sempre. Voleva ricordare Saga col sorriso radioso stampato sul viso, gli occhi verdi che la guardavano curioso ed i capelli biondi lasciati sciolti a danzare col vento. Ma, a volte, le due facce della stessa medaglia squarciavano l’immagine angelica che aveva di lui e tutto si faceva inquietante. Come in quel momento, coinvolta in quella strana conversazione, l’immagine che tanto cercava di dimenticare la vedeva di fronte a sé, chiara e nitida a contrasto con la figura del Grande Sacerdote.
« Triste. » Fu solo quella la risposta di Owl, uscita in tono secco dalla sua bocca per la prima volta.
Quando il silenzio calò sulla conversazione e fu sicura che il Sacerdote non avrebbe continuato, senza neanche prendersi la briga di salutarlo uscì di tutta fretta dalla stanza, richiudendo la porta dietro di sé con un sonoro tonfo. Voleva solo correre a gambe levate fino alla sua camera per riflettere e, soprattutto, per dare tempo alle sue gambe di smettere di tremare.
Fine capitolo 15
 
Angolo autrice:
Salve a tutti cari lettori *-* Si è concluso un altro capitolo di questa mia storia che, nonostante il tempo passato ed il poco per scrivere cerco di portare avanti :3
Spero comunque che, nonostante non abbia più visto l'ombra di una recensione (vi adoro comunque xD), questa storia continui ad incuriosire. Purtroppo molte volte (ditemi se capita anche a voi o sono solo io la pazza) anche solo una persona che mi fa sapere cosa ne pensa o mi dia consigli, o anche critiche (purché siano costruttive) mi dà la forza per portarla avanti :3
Ma, bando alle ciance… Sappiamo tutti di che notte si parla in questo capitolo :3 come tutti sappiamo chi si cela sotto mentite spoglie del Sacerdote. Tutti tranne Owl, poveraccia u.u  sono stata abbastanza in onda con gli eventi trascorsi? Secondo voi verrà a saperlo presto che sotto quella tunica si cela il suo amato? Ehehe, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione a tutti!!
Al prossimo capitolo 

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