Non smettere di combattere

di Giadavnt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Giro velocemente lo sterzo per parcheggiare. Fortunatamente la mia Mini Cooper rientra perfettamente in quel piccolo spazio. Sono una volta scesa dall'auto e con le mie gambe che già si muovono veloci mi chiedo di quale colore fosse il riquadro sul terreno. E subito mi rendo conto che non ho neanche controllato se ci fosse un riquadro...ma ormai è tardi. Mi fiondo in una piccola stradia laterale dove si trova il ristorante dove io e Yamcha ci eravamo dati appuntamento alle 8 circa...insomma un ora e mezza fa. Tutta colpa del mio capo che decide di assegnarmi lavoro extra proprio nei giorni meno opportuni con un sorriso finto in faccia e la scusa di scadenze da rispettare. E' la seconda volta che ritardo ad un appuntamento e mi ero ripromessa di non falso più dato che, l'altra volta Yamcha non la prese molto bene...

Ed eccolo lì. Se ne sta appoggiato al muro affianco alla vetrina del locale con un ginocchio piegato all'indietro e fumandosi una sigaretta. Arrivo di fronte a lui completamente scapellata, col fiatone e mi rendo conto di avere ancora la divisa da lavoro. Non che una camicetta bianca e una gonna nera mi stiano male ma è comunque un completo da lavoro e quindi non adatto a un'uscita serale. Mi tolgo il badge con un “Bulma Breif” scritto grande dal petto buttandolo poi distrattamente nella borsa. Mi passo una mano tra i capelli cercando di dare almeno una forma al mio caschetto e mi facendo un respiro mi avvicino di più a lui che nel frattempo ha fatto finta di non vedermi.

-Yamcha...scusa, io...il capo...- cerco di giustificarmi ma lui non mi lascia finire che con uno scatto riporta il piede dal muro a terra e butta la sigaretta a terra per poi pestarla.

-Hai fatto tardi di nuovo!-

-Lo so, mi dispiace! Ma il capo mi ha dato nuovi documenti che dovevo finire per stasera e...-

-Basta con queste scuse Bulma! Non mi interessano le tue chiacchiere. Ormai a ogni tua ancanza mi impioppi la scusa del lavoro! Cerca almeno di essere creativa e di inentartene un'altra!-

-Ma...-

-Sta zitta.- fa una pausa -Andiamo a casa tua.-

E senza darmi tempo di ribattere si avvia per la strada da dove sono venuta.

Lo seguo senza dire niente. Mi spaventa quando fa così. Non lo riconosco. Quando l'ho conosciuto era così impacciato e timido da aver quasi paura di rivolgermi la parola. Ed penso sia stata proprio questa sua timidezza insieme ad una piccola simpatia a farmi innamorare di lui. Ma ora...

Senza dire niente apre lo sportello del guidatore e si infila in macchina. Nella fretta avevo addirittura dimenticato di chiudere l'auto! Dandomi quella scema mentalmente mi infilo anch'io in macchina per ripararmi dal freddo di febbraio che fino a poco fa non sentivo. Però ora quella freddezza è tornata a congelarmi e proprio mentre , per passargli le chiavi, le nostre mani si incontrano, un brivido gelido mi sale lungo la schiena facendomi strigere nel cappotto.

Angolo autrice
Salve a tutti.
Mi scuso per il capitolo corto.
I prossimi saranno più lunghi :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 3 ***


Non so quanto tempo impiego a cambiare la carta da regalo e a pulire il pavimento. Ho la mente concentrata solo su Yamcha e sul suo comportamento.

Perchè pensa l'esatto contrario di ciò che gli dico. Non sono tipa da dire bugie e in 7 anni di fidanzamento mai uno sgarro, mai una scappatella... come invece lui ha fatto qualche volta.

Eppure lo avevo sempre perdonato.

Litigavamo. Ci dicevammo addio per circa 10 ore. Ci rimettevamo insieme quando puntualmente alle 8 della mattina seguente si presentava alla mia porta con un mazzo di rose chiedendomi scusa per ciò che avevo fatto. Ormai avevo imparato a memoria il ciclo della nostra relazione.

Eppure, anche se avevo perdonato, non avevo dimenticato i suoi tradimenti...e per di più non avevo dimenticato la ragazza con cui mi tradiva. Forse proprio per questo, alla fine, lo avevo sempre perdonato.

Marion mi assomiglia terribilmente e sono sicura che tutte le volte che è successo, Yamcha pensava di stare con me.

A questo pensiero mi ritorna in mente quella volta in cui li trovai avvinghiati l'uno con l'altra nel bagno della pizzeria, dove avevao appena finito di festeggiare il compleanno di Crilin. Alias ex di Marion. Sono felice che ora frequenti ragazze migliori, anche se non ha avuto ancora pienamente successo.

Interrompo il mio monologo interiore quando sento suonare il campanello.

Poso velocemente lo straccio con cui avevo asciugato l'acqua a terra nella piccola lavanderia e corro ad aprire. Che sia Yamcha?

Guardo allo spioncino e non vedo Yamcha. Ci sono 2 uomini. A giudicare dalle divise direi siano poliziotti o qualcosa del genere...

Apro un po' la porta, giusto lo spazio che mi permette la catenella di sicurezza sopra la mia testa.

-Buonasera.- a rispondere al mio saluto è il più grosso dei due. Un omaccione pelato con sottili baffetti lunghi fino agli angoli della bocca.

-Buonasera Signora...- guarda la targhetta della porta e rendendosi conto della presenza di un solo nome si corregge – Signorina Breif.- lo vedo estrarre un tesserino dalla tasca -Polizia.- mi dice poi.

-Posso esservi d'aiuto?- dico, togliendo la catenella in modo da aprire di più la porta e vedere anche l'altro uomo. Molto più basso dell'omaccione con cui sto parlando, capelli nerissimi sparati all'insu contro qualsiasi legge fisica. Eppure ho la sensazione che, nonostante la differenza di stazza, il più piccolo sia molto più capace dell'omone. Forse sarà per la fronte corrugata o lo sguardo indagatore...mah.

-Abbiamo ricevuto un segnalazione da un condomine. Rumori e urla notturne. Ne sa qualcosa signorina...- da' un'altra occhiata alla targhetta -...Breif?-

-No...non ho sentito nulla in verità.-

-Siete sicura signorina?- interviene il moro, rivelando un tono di voce basso, duro e leggermente rauco – La persona che ha fatto denuncia ha parlato di rumori abbastanza alti.- mi squadra con gli occhi e mi rendo conto che mi ferma per qualche secondo ad osservare le mie mani, unite sulla pancia, per poi tornare a guardarmi in faccia.

-Si sono sicura, agente. Comunque sono tornata a casa da poco a causa di uno straordinario a lavoro. Penso circa un quarto d'ora o venti minuti fa. Forse è successo prima che tornassi.-

-La segnalazione è stata fatta circa 15 minuti fa...- osserva l'omone guardando un foglio, probabilmente le caratteristiche della denuncia.

-Siete sola?- mi chiede ancora il moro.

-Si abito da sola.-

-Intendo se in questo momento è con qualcuno. Se in caso ha qualche ospite.-

-No. No sono sola.-

-Allora potrebbe spiegarmi cosa ha fatto alle sue mani?.-

Solo allora abbasso lo sguardo sulle mani e solo allora in rendo conto delle nocche insanguinate.

-Oh...non so.-

-Non lo sa?!- mi chiede in modo leggermente accusatorio.

Possibile che fossi così intenta a pensare da non essermi accorta di avere diverse nocche tagliate? Quasi sbucciate direi...come se avessi sfregato contro qualcosa di ruvido.

-Probabilmente sarà stato il freddo.- Provo a giustificarmi cercando di sorridere mentre uno strano pensiero mi sale in mente – Ho dimenticato i guanti stamattina. Probabilmente la pelle già secca si sarà spaccata ed ecco il risultato.- tento ancora di giustificarmi, cercando di essere il più convincente possibile e mentre vedo l'omone annuire, mi rendo conto di non aver invece convinto affatto il più piccolo che mi guarda con gli occhi leggermente socchiusi.

Che si sia accorto della bugia che ho appena detto? So di non essere brava a mentire ma il pelato ci è cascato no? Perchè lui no?

Si vede che è più intelligente, mi rispondo da sola.

-Spero per lei che sia vero ciò che mi ha appena detto.- mi dice poi. Potrebbe essere quasi una minaccia ma mi rendo conto che non ha più gli occhi stretti e probabilmente intendeva solamente ciò che ha detto. Cioè? Spera che gli abbia detto la verità? Spera che non ci sia niente dietro se non veramente solo in freddo di questo giorni?

-Si riguardi.- mi dice poi accennando con la testa verso le mie mani.

-Buonasera.-

-A voi.- rispondo io e, mentre li vedo salire le scale verso il prossimo piano, chiudo la porta.

Il mio pensiero corre a Chantal, la ragazza bionda che mi abita sopra. Che Cell le abbia di nuovo fatto del male?

Mi avvio di nuovo verso la cucina ma non faccio neanche 2 passi che mi torna in mente un'altra cosa. Mi giro così verso il muro, a destra della porta, vedendo così 2 gruppi di strisce rosse. Una più a destra, l'altra più a sinistra, a circa 50 centimetri di distanza, quasi alla stessa altezza.

Cioè a quella della mia testa.  

Angolo autrice

Ciao. Spero la storia vi stia piacendo! Fatemi sapere cosa ne pensate anche solo con un piccolo messaggio. E' importante per me! :)

Un bacio!

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Capitolo 3
*** Capitolo 4 ***


Un fastidioso “bip bip” mi risveglia. Uff, si sta così bene al caldo sotto le coperte. Perchè devo alzarmi?

Sbuffando fermo la sveglia con uno schiaffetto sul bottone e mi godo per un altro secondo il torpore delle coperte per poi, con una piccola spinta di coraggio, scattare in piedi. Strano eh? Eppure se non faccio così non riesco a staccarmi dal letto.

Bene, sono le 7. Ho 15 minuti per prepararmi. Magari se mi sbrigo ho il tempo di fermarmi al bar...

Con questo nuovo obiettivo mi reco decisa in bagno a prepararmi. Mentre mi lavo rivedo i graffi sulle nocche. Prendo una pomata cicratizzante e decido di non pensarci per oggi. Mi sono svegliata bene e non voglio rovinare questa giornata. Dalla finestrella riesco a intravedere anche un timido sole che colora il freddo invernale.

No. Decisamente non voglio rovinare questa giornata.

***

Entro con un sorriso nel bar.

-Hey Bulma!- eccolo, il mio migliore amico Goku, con la solita capigliatura che sfiga la forza di gravità e un sorriso a pieni denti. Mi avvicino e mi sporgo sul bancone per dargli un bacio sulla guancia mentre lui sta asciugando una tazza.

-Cosa ti preparo?-

-Solo un caffè- mi guarda male piegando la testa.

-Sei sicura di mangiare abbastanza?-

E a questa affermazione rido.

-Certo! Ma non sono come te che mi ingozzo a ogni ora del giorno e della notte!- e lui, con la solita aria bambinesca sorride portandosi una mano dietro la testa.

In quel momento spunta Crilin dal retro bottega del bar.

-Ciao Crilin!-

-Oh! Ciao Bulma.- dice senza troppa enfasi.

-Lasciami indovinare...- dico portandomi una mano sotto il mento e mi scambio uno sguardo di intesa con Goku.

-Ti sei di nuovo lasciato con la tua ragazza.- diciamo insieme e poi scoppio a ridere.

-Eh, scherzi tu!- mi dice ancora più affranto – Tu hai Yamcha!- a quelle parole smetto di ridere.

-Ehi, tutto bene?- mi chiede Goku leggermente preoccupato.

-Sisi, nulla nulla.- dico velocemente tornando a sorridere. Ricambia il mio sguardo e torna sereno per poi porgermi il caffè.

In quel momento entra una ragazza dei capelli neri.

-Ciao tesoro!- la saluta Goku.

-Hey Chichi.- la saluto anche io.

-Buongiorno a tutti.- dice lei dando un bacio a Goku.

-Ti vedo bene. Svegliata dal verso giusto?- mi chiede poi.

-Direi di si. Visto che bella giornata?-

-Decisamente. Peccato dover passarla in ufficio.- sbuffa.

-Dai. Con un po' di fortuna Satan non ci darà altre pratiche.- e lei annuisce leggermente poi guarda verso Crilin.

-Cos'è quella faccia lunga? Non ti sarai di nuovo lasc...-

-SI MI LASCIATO ANCHE CON MARION. BASTA PER FAVORE.- urla il diretto interessato scatenando di nuovo le risa di tutti.

-Penso sia ora di andare Chichi.-

-Si andiamo.- salutiamo i due ragazzi e ci apprestiamo ad uscire chiacchierando.

Talmente concentrata a scherzare con la mora, non mi accorgo di aver urtato qualcuno. Mi giro velocemente per chiedere scusa e mi trovo davante una bellissima ragazza bionda, con occhi di ghiaccio.

-Oh Chantal, buongiorno! Scusa la mia sbandataggine, non ti avevo vista.-

-Figurati, non preoccuparti.- mi dice accennando un timido sorriso ed evitando di alzare lo sguardo.

-Tutto bene?- chiedo.

- Si...si...- dice poco convinta, poi alza leggermente il volto -Con una giornata così...- e accenna un altro sorriso.

-Allora ci vediamo.-

-Certo.- e mi giro verso Chichi mentre la bionda entra nel bar.

-Bulma, sbaglio o...- dice lei.

-Lo hai notato anche tu?-

-Purtroppo si... quando ha alzato il viso.-

-Ieri sera è arrivata la polizia a casa mia. Denuncia per rumori notturni.-

-Povera ragazza. Dovrebbe fare qualcosa...-

-Non penso sia così semplice.- dico ripensando a quella timida ragazza e a tutte le volte che l'avevo vista esageratamente truccata, nonostante non ne avesse bisogno, solo per coprire qualche livido sul visto. Come la macchia violetta che i capelli avevano appena scoperto qualche attimo prima.

***

La giornata lavorativa passò normalmente. A ora di pranzo, avendo un po' più di tempo, ritornammo al bar e mentre mangiavamo Goku mi ricordò la festa per il suo compleanno la sera successiva. Anche il pomeriggio tutto normale.Tornai addirittura prima a casa. Avendo svolto la maggior parte del lavoro il giorno prima avevamo avuto il permesso di uscire prima. Passai il resto del pomeriggio ulendo un po' casa e rilassandomi.

Verso le nove suonò il campanello.


Angolo autrice
Scusate per l'esagerato ritardo! A causa della scuola solo ora sono stata libera di scrivere un po'.
Come avrete capito, questo è un capitolo di passaggio. Ho introdotto altri personaggi e spiegato un po' la situazione di C-18.
Spero di aggiornare il più presto possibile.
Grazie a tutti i lettori e a coloro che hanno speso un po' del loro tempo lasciando una recensione.
A presto!

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Il viaggio in macchina passò nel più totale silenzio. La tensione si poteva sentire perfettamente. Io chiusa nel mio timore e lui che tratteneva la rabbia. Guardandolo in viso sembrava tutto normale l'espressione impassibile e concentrata di chi è impegnato nella guida, ma il modo in cui stringeva il volante tradiva quella apparente calma. Aveva le nocche bianche e sembrava che stesse per staccare lo sterzo a momenti.

Il tragitto non mi era sembrato mai così lungo.

Avevo paura. Non so perchè.

Yamcha non aveva mai avuto e non ha comportamenti violenti e neanche scatti d'ira, se escludiamo lo scorso appuntamento.

E mentre penso questo un'altro brivido mi sale lungo la schiena.

Mi sto semplicemente moltando la testa. Sicuro.

Sono sempre stata una tipa da filmini mentali. E' sicuramente solo la mia immaginazione.

Mi sto inventando tutto e tutte queste paranoie sono semplicemente frutto della mia mente che si fa condizionare troppo facilmente da ciò che accade attorno.

No.

Yamcha non è come Cell e io non mi troverò mai nella stessa situazione della ragazza bionda del piano superiore, all'appartamento 18. Proprio sopra il mio, di appartamento.

A questo pensiero il respiro mi si calma un po' e cerco di non guardare verso il posto del guidatore restando concentrata sulla strada di fronte e sul vetro che ha cominciato a bagnarsi di piccole goccioline.

 

Nell'ascensore la situazione ritorna critica.

Un po' per la troppa vicinanza, un po' per lo spazio chiuso che mi opprime. Non mi è mai piaciuto stare chiusa come in una scatoletta eppure continuo ad impori di non usare le scale sperando che questa mia caustrofobia passi, prima o poi. Fortuna che abito solo al terzo piano ed in tragitto è breve. E così, dopo i fatidici e soliti 7 secondi che ormai conto mentalmente quasi inconscentemente, le porte si aprono e esco il più veloce possibile dalla scatoletta grigia cercando comunque di non far trasparire questa mia paura. Nessuno lo sa. Forse solo Goku, dato che ci conosciamo da quando eravamo piccoli.

Le chiavi di casa sono nello stesso anello di quelle dell'auto e così è Yamcha ad aprire la porta ed entrare per primo.

Chiudo la porta dietro di me cercando di trovare le parole giuste per iniziare una conversazione.

-Vuoi qualcosa?- provo a cambiare discorso e provando a parlare normalmente ma mi rendo conto di aver quasi sussurrato.

-Voglio sapere cosa fai quando fai tardi ai nostri appuntamenti o non rispondi alle chiamate.- mi dice di spalle lasciando cadere in malo modo le chiavi sul marmo del mobiletto d'ingresso affianco ad un piccolo vaso, producendo un fastidioso seppur breve rumore di sfregamento.

-Te l'ho detto... il capo mi ha trattenuto a lavoro e non ho potu...- non mi lascia finire.

-Cos è? Adesso sei la nuova amante del tuo capo? Hai ceduto anche tu?-

Non è una novità che il mio capo abbia un'“accompagnatrice” e nè che si stanchi così velocemente e cambi vittima ogni settimana circa. Non nego che con me ci abbia provato ma non sono mai caduta nei suoi tranelli nè ho ceduto davanti le sue lusinghe e Yamcha lo sa, anche fin troppo bene.

-Ma cosa dici!? Assolutamente no!-

Sembra che non mi ascolti quasi. Rimane di spalle e ora ha alzato la testa verso un pacchetto sul mobile d'ingresso. Prende tra le mani il bigliettino legato sopra e ne legge il contenuto.

-”Per Goku”.-

-E' il suo regalo di compleanno. E' in questa settimana.-

-Allora è lui con cui te la fai?-

-Cosa?!-

-MI TRADISCI CON GOKU?- mi urla girandosi finalmente verso di me. Ha il viso rosso e indica con l'indice il pacchetto.

-MA CHE DICI!? LO SAI BENISSIMO CHE GOKU E' SPOSATO!-

-OH CHE BELLA CONSOLAZIONE! VUOL DIRE CHE NON SONO L'UNICO CORNUTO IN QUESTA STORIA!- e girandosi nuovamente di scatto passa velocemente il braccio sul mobiletto lasciando cadere a terra chiavi, il regalo di Goku e il vaso su di esso.

Mi copro le orecchie non sopportando il rumore che vetro che si rompe e riaprendo gli occhi trovo ai miei piedi una pozza d'acqua costellata di piccoli pezzetti di vetro azzurrini e dalle due rose che prima il vaso conteneva.

Non faccio in tempo a realizzare altro che mi sento sbattere al muro con i polsi bloccati e Yamcha che mi urla in faccia di essere sua e di nessun altro, che sono una stupida opportunista e non ho rispetto per lui.

Non riesco a trattenere le lacrime mentre sfrego con le nocche delle mani sulla parete ruvida incassando tutti gli insulti di Yamcha senza reagire. Come potrei, d'altronde? Rispetto alla sua stazza sembro inesistente quasi.

Finalmente si stacca e se ne va sbattendo la porta, tutto in una frazione di secondo.

Mi lascio scivolare a terra per qualche secondo, giusto il tempo di asciugarmi le lacrime e regolare almeno leggermente il battito e il respire. Alzo la testa e vedo il pacchetto per Goku immerso nell'acqua e prima che si rovini ulteriormente lo prendo portandolo in cucina. Mi siedo al tavolo guardando il pacchetto.

Come può Yamcha anche solo pensare che possa tradirlo con Goku? Lui è sposato e poi lo considero come un fratello. Non potrei neanche pensare minimamente di avere un rapporto di quel genere con lui.

E mentre penso questo comincio a scartare il regalo per poter cambiare la carta ormai fradicia.

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