Il sentimento degli Uchiha

di Mick_ioamoikiwi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel che resta ***
Capitolo 2: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 3: *** L'ultimo addio ***



Capitolo 1
*** Quel che resta ***


Quel che resta
 
Sasuke si fermò a guardare il mare e le sue onde che si infrangevano, con rabbia, sugli scogli sotto di sè. Ripensò a tutti gli sbagli fatti fin da quando aveva lasciato il villaggio e i suoi compagni. "Io non ho bisogno di loro, io sono un vendicatore..." pensò. Eppure, ora che aveva avuto la sua vendetta si sentiva terribilimente vuoto, come se gli avessero aperto uno squarcio nell'addome e gli avessero tolto gli organi e il sangue.
Il mare continuava a infrangersi e a schizzargli piccole gocce di acqua salata sulle guance: Sasuke poteva sentirne il sapore sulle labbre secche, in realtà si era messo a piangere come un pivello ma cercava di non darlo a vedere. Istintivamente abbassò lo sguardo verso lo strapiombo sotto di sè: con la coda dell'occhio vide le macchie di sangue secco sui vestiti; quella visione gli provocò un senso di oppressione così intenso tale da strapparsi di dosso la camicia che nascondeva i segni della lotta con Itachi.    
Il suo viso si strinse in un'espressione di dolore che cercò di cancellare mordendosi il labbro; tuttavia l'immagine di suo fratello che avanzava verso di lui, ormai in fin di vita, era ancora vivida nella sua mente e non sarebbe mai andata via: quelli erano stati gli unici momenti della sua vita in cui aveva avuto seriamente paura di morire. C'era stata anche quella volta durante le selezioni dei chunin, quando Orochimaru aveva posto il suo segno maledetto sul suo corpo, ma era stata una paura diversa e in fondo era ancora solo un bambino. Itachi invece aveva un sorriso strano dipinto sul volto che presagiva soltanto la voglia di prendersi quegli occhi che tanto bramava.
Itachi aveva sorriso anche nella morte, lui aveva sempre sorriso nonostante tutto il dolore che si portava dentro da molti anni. Poi il ricordo della notte in cui era morta la sua famiglia si fece strada nella sua mente, fino all'immagine di Itachi che se ne andava piangendo.
Sasuke sentì le lacrime scorrergli calde sulle guance. "Perdonami nii-san. Dovevo capirlo che qualcosa non andava, spero tu sia felice d'ora in poi... in fondo volevi che fossi proprio io a liberarti di questo peso enorme." Pensò. 
Poi si girò verso il team Hebi, con il suo solito sguardo omicida nello Sharingan di cui tanto andava fiero. «Vendicheremo Itachi distruggendo Konoha e i suoi capi villaggio.» disse infine gelido.  

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Capitolo 2
*** Di nuovo insieme ***


Di nuovo insieme
 
L'Itachi che si era ritrovato davanti non era reale e Sasuke ne era certo, perché lo aveva visto morire davanti ai suoi occhi: doveva trattarsi per forza di una qualche strana tecnica illusoria proibita, Orochimaru una volta gli aveva parlato di una tecnica di resurrezione chiamata Edo Tensei alla quale lavorava da tempo ma che poi non era mai riuscito a perfezionare; oppure si trattava solo di una semplice visione provocata dal suo senso di colpa. «Nii-san!» lo chiamò a gran voce ma Itachi sembrava non sentirlo, continuava a saltare di ramo in ramo per la sua strada incurante del fratello. «So che sei reale!» Provò allora a dirgli. 
Itachi sorrise. «Sarà per un altra volta, fratellino.» Gli rispose con la stessa voce melliflua che gli riservava.
«Itachi!» Urlò Sasuke a pieni polmoni. «Smettila di ignorarmi! Voglio delle risposte!» 

Il suo cuore batteva così forte da schizzargli quasi fuori dal petto. Dentro di lui si stavano combattendo sentimenti contrastanti: da una parte la gioia di poter rivedere suo fratello e di chiedergli perchè si era comportato così mentre dall'altra la paura di doverlo affrontare un'altra volta. Ora che sapeva la verità voleva sentire la sua versione dei fatti ma più che altro voleva sapere se suo fratello lo amava; si era sempre sentito abbandonato e tradito da lui eppure adesso aveva l'impressione che Itachi stesse fuggendo per non affrontarlo.
All'improvviso suo fratello scese a terra fermandosi davanti ad una grotta. Sasuke si fermò alle sue spalle con il Mangekyou Sharingan attivato. I due fratelli si guardarono dritti negli occhi per alcuni istanti ma Itachi non si scompose di fronte a quegli occhi che prima gli appartenevano. 
«Non posso farti venire con me, devo risolvere una questione importante.» Disse laconico, scomparendo poi nella grotta.
Sasuke rimase fermo imbambolato con lo sguardo perso: odiava farsi trattare così da suo fratello, ma in fondo ci era abituato.
"Non puoi andartene di nuovo così Itachi, mi hai già fatto soffrire una volta e stavolta merito delle risposte. Me le sono guadagnate!" Pensò stringendo il pugno e i denti. A stento trattenne le lacrime. "Ti prego... non lasciarmi di nuovo."
   
 
 

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Capitolo 3
*** L'ultimo addio ***


L’ultimo addio
 
Dopo aver fermato Kabuto con il suo Izanami, Itachi si era coperto con forza l’occhio sinistro: era quello il prezzo da pagare per riuscire, in parte, a fermare la guerra ormai in corso. Qualche goccia di sangue era scivolata lungo la sua guancia ma poco importava: stava per andarsene di nuovo e questa volta lo avrebbe fatto per sempre.
Sasuke lo aveva seguito nella grotta, assistendo all'intero combattimento. «Ora che hai finito, devi spiegarmi!» Gli aveva detto.
Itachi si girò verso di lui, stranamente serio. «Cosa vuoi sapere?» Gli chiese con tono laconico. L’occhio sinistro si era annebbiato mentre l’altro possedeva ancora il rosso vivo del suo potente Sharingan ipnotico.
Sasuke strinse i denti. «Perché, Itachi? Perché hai voluto proteggere il villaggio anche dopo quello che è successo?» Gli chiese in preda alla rabbia.
Itachi non si scompose. «Ho ucciso i nostri genitori per un bene superiore: è questo il compito di uno shinobi. Pensare al bene del proprio villaggio indipendentemente da ciò che bisogna sopportare. E poi…» Fece una pausa, abbassando lo sguardo. «L’ho fatto per proteggerti.»
Sasuke sgranò gli occhi, le sue labbra si dischiusero di poco per lasciar trasparire il senso di smarrimento che quelle parole gli avevano procurato. «Perché non mi hai mai detto niente? Avrei potuto aiutarti! Dannazione tu eri l’ultima persona che mi era rimasta, perché?!» Urlò scagliandosi su di lui.
Itachi schivò il pugno con elegante maestria, colpendo il fratello in pieno stomaco e lasciandolo stramazzare a terra. «Io ti avevo lasciato nelle mani di chi poteva amarti, ma tu non hai mai capito nulla. Sei stato accecato dalle mie parole… Non avevo il fegato di porre fine alla mia triste esistenza, forse ti ho permesso di vivere per un mio capriccio, per l’egoismo di farmi uccidere da te.»
Sasuke si girò a guardarlo, sedendosi sulla pietra dura e gelida. «Che vuoi dire con “chi poteva amarti”? Tu sei il mio unico fratello, solo tu potevi amarmi e non lo hai fatto.»
«C’è di più del semplice legame di sangue, fratellino.» In quel momento il suo corpo cominciò a brillare di un’intensa luce biancastra mentre il braccio iniziò a sgretolarsi in minuscoli petali di carta. «Credo che il mio tempo stia per scadere.» Disse avvicinandosi a lui lentamente.
«Non puoi andartene di nuovo!» Gli urlò.
«Mi dispiace, Sasuke. Non ci sarà un’altra volta.» Disse Itachi appoggiandosi a lui fronte contro fronte e sorreggendogli la testa. «Sappi che, qualunque cosa deciderai di fare, io ti amerò per sempre.» Sasuke rimase impietrito, incapace di rispondere. «Ho lasciato il mio compito a qualcun’altro. Non sarai mai più da solo, fratellino.» Disse infine Itachi prima che il suo corpo si dissolvesse del tutto, lasciando che la sua anima salisse verso il cielo in un cono luminescente.
«Nii-san! Nii-san!» Urlò Sasuke cercando di fermarlo.
Itachi gli sorrise ampiamente e, finalmente, i suoi profondi occhi neri lasciarono trasparire quella serenità che gli era sempre stata così nemica, prima di sparire definitvamente nel vuoto lasciato dalla volta umida della grotta.
Sasuke cadde in ginocchio, stringendo il terriccio friabile sotto di sé. «Grazie.» Mormorò prima di rialzarsi.

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