The father and the musician

di Lady Neko Kadar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***



Capitolo 1
*** I ***


The father and the musician

Prima Parte



 
Essere genitori single non è facile, soprattutto se si è giovani e vedovi. Questa era la situazione che stava vivendo Kuroo Tetsurō, un ragazzo di 26 anni che lavorava come tassista e che doveva crescere una figlia di 7 anni da solo. In realtà riceveva un grosso aiuto dai suoi genitori nonostante abitassero lontano mentre quelli della madre della bimba non erano mai stati minimamente interessati ad aiutare né lui, né la bambina; solo la sorella della moglie di Kuroo lo aiutava tenendo la piccola durante gli orari di lavoro.
Era dura, un solo stipendio e poco tempo da passare con la bambina; però Kuroo cercava in tutti i modi di renderla felice senza viziarla. Tetsurō era riuscito a insegnare alla figlia che c'erano cose a cui doveva rinunciare momentaneamente e, nonostante la giovane età, la bambina lo aveva capito. L'orgoglio di Kuroo era che Saori, questo il nome della bimba, era matura per la sua età e riusciva a capire perfettamente la situazione problematica in cui si trovavano.
 

<< Oggi si è messa di nuovo a suonare il pianoforte, o almeno ci ha provato. Premeva i tasti a caso ed è uscito fuori qualcosa di terribile, ma si divertiva così tanto. >>
Erano le dieci di sera e Kuroo era appena rientrato dal turno di lavoro. Stava offrendo un caffè alla cognata Umeko mentre si raccontavano la giornata appena trascorsa.
<< Lo so… Non sai da quanto tempo mi chiede di imparare a suonare. Mi dice “papà, non posso ancora imparare a suonare il pianoforte, vero?”. Ci tiene così tanto e mi fa male farle rinunciare anche a questo. >>
Il viso di Kuroo era provato non solo dalla stanchezza per la lunga giornata di lavoro, ma anche per la delusione. Era doloroso non essere in grado di dare tutto alla propria figlia: come ogni papà Tetsurō avrebbe spostato i monti per la sua piccola, ma si sentiva distrutto tutte le volte che faceva la spesa con Saori e la piccola guardava un giocattolo appena uscito o un vestitino con gli occhi che le brillavano, si girava verso il padre e, dopo aver riconosciuto l’espressione di dispiacere sul viso dell’uomo, sorrideva e alzava le spalle, proseguendo dritto come se nulla fosse; faceva finta che non le importava, ma Kuroo vedeva gli occhi desiderosi di sua figlia e ne leggeva la breve delusione, soprattutto quando chiedeva le lezioni di piano, l’unico discorso su cui ogni tanto ritornava, eppure tutte le volte tirava fuori il suo sorriso e si arrendeva.
<< Tetsurō, tu fai tutto per lei, non puoi rimproverarti nulla. >> Umeko si preparò per andarsene, quando le venne in mente qualcosa.
<< Ho da poco conosciuto un ragazzo che insegna a suonare il pianoforte. Potrei chiedergli qualche informazione e spiegargli la situazione senza entrare nel dettaglio, magari ti fa uno sconto. >>
Kuroo ci pensò un attimo.
<< Fammi sapere. >>
Umeko annuì, poi salutò e andò via.

 
Dopo un paio di giorni Umeko raccontò al telefono le informazioni che aveva ottenuto.
<< Allora, è un ragazzo giovane, penso abbia più o meno la tua età, ed è alle prime esperienze d’insegnamento, quindi non ha problemi a concordare il prezzo. >>
<< Un novellino insomma. >>
<< Accontentati! >>
<< Sì, sì. >>
<< Tanto gli ho già dato il tuo indirizzo, oggi è il tuo giorno libero, vero? >>
<< Non dirmi che hai preso appuntamento senza consultarmi! >>
<< Sì, l’ho fatto. Viene oggi pomeriggio alle cinque. >>
<< Avresti dovu… >>
<< Devo andare, fammi sapere come va. >> Umeko si affrettò a concludere la chiamata e a riagganciare. Kuroo sospirò, poi si mise a sistemare la casa come meglio poteva. Decise di non dire nulla a Saori, preferiva prima conoscere il ragazzo e accordarsi con lui e sinceramente temeva che l’incontro non sarebbe andato a buon fine. Aveva raccontato alla bambina che doveva incontrarsi con qualcuno per parlare di lavoro, non poteva permettersi di darle false speranze.

Verso le cinque qualcuno bussò alla porta e Kuroo andò ad aprire convinto di trovare il ragazzo mandato da Umeko ma sembrava essersi sbagliato: alla porta c’era un ragazzo leggermente più basso di lui, col pizzetto e lunghi capelli castani legati in una stretta coda.
<< Buonasera, lei è il signor Kuroo Tetsurō? >> chiese il ragazzo, leggendo il nome da un foglietto.
<< Dipende da cosa vuole. >> l’espressione e la voce di Tetsurō mostravano una certa seccatura, non aveva tempo da perdere con un tipo dall’aspetto losco come quello.
<< Mi ha mandato la signorina Shimatani per le lezioni di pianoforte. >>
Kuroo restò per qualche secondo con gli occhi spalancati per la sorpresa, poi si spostò per far entrare il ragazzo che a prima vista sembrava un delinquente, non un pianista. Fece accomodare l’ospite nella sala da pranzo.
<< Non ha l’aspetto di un pianista. >> commentò Kuroo senza mezzi termini.
<< Sì, lo so… Me lo dicono in molti, ma le assicuro che sono una brava persona, nonostante l’aspetto. >> il ragazzo cercò di giustificarsi, imbarazzato.
<< Comunque il mio nome è Azumane Asahi, ho 26 anni e questo è il mio curriculum. >>
Tetsurō alzò un sopracciglio, il fatto che quel ragazzo avesse portato il curriculum come fosse un lavoro importante lo faceva sperare ben poco in un pagamento basso. Mentre Kuroo dava un'occhiata ai documenti che l'ospite gli aveva porto, dalla sala si sentirono strani rumori e Azumane alzò lo sguardo in direzione della porta da cui proveniva.
<< Questo è... >>
<< Chiedo perdono. >> Kuroo si precipitò nella sala dove Saori aveva iniziato a "suonare" il pianoforte.
<< Saori, ti ho detto che ho un ospite, potresti andare a giocare in camera tua? >>
<< No, la lasci fare. >> Azumane aveva seguito il padrone di casa e si era fermato sulla porta della stanza ma non riuscì a resistere e si avvicinò al grande strumento. La bambina si spaventò quando vide il ragazzo alto con la barba e l'aria da criminale avvicinarsi a lei.
<< Ti prego, non avere paura. Non sono cattivo. Hai un bellissimo piano. >> il ragazzo sorrise alla bambina, la quale si calmò un po’ e contraccambiò.
 << È dei miei nonni. Mi piace tanto suonare. >>
<< Davvero? Anche a me piace molto. >> il ragazzo si sedette accanto a Saori e iniziò a suonare qualcosa. La bambina guardò estasiata le mani dello sconosciuto e provò a imitarne i movimenti senza sfiorare i tasti finché non fu l’uomo stesso a invitarla a suonare con lui. Kuroo li osservò in silenzio, sembrarono entrambi a loro agio, soprattutto Saori, la quale sorrideva felicissima. Anche Kuroo sorrise nel vedere sua figlia così, era ancora più bella con quel sorriso caldo,  brillante e sincero che non mostrava più da tanto tempo.
<< Sei brava. >>
<< Non è vero. Vorrei diventare brava come te! >>
Asahi sorrise.
<< Lo diventerai, ciao... >> Azumane si bloccò, aspettando che la bambina continuasse.
<< Saori, mi chiamo Kuroo Saori. >>
<< Ciao Saori! >> la salutò con la mano e raggiunse Tetsurō, il quale gli fece cenno di spostarsi nella sala da pranzo.
<< Credo di non vedere Saori sorridere in quel modo da troppo tempo. >> ammise Kuroo con amarezza.
<< È una bambina meravigliosa e anche quel pianoforte lo è, peccato che sia scordato. Mi piacerebbe molto insegnarle qualcosa. >>
 << Questo dipende da lei. >>
Azumane guardò perplesso il padrone di casa, poi capì.
<< Ah... La signorina Shimatani mi ha spiegato la situazione e non deve preoccuparsi. A me basta il minimo. >>
<< Si è presentato con tanto di curriculum e mi viene a dire che le andrebbe bene prendere un compenso basso? >> Kuroo non si preoccupò di nascondere il suo scetticismo.
<< Ah, quello è perché la gente non si fida del mio aspetto e lo mostro come garanzia. Io insegno ai bambini per passione, non lo faccio per mantenermi. Ho già un lavoro, questo per me è come un hobby, inoltre non sono così esperto da poter chiedere molto. >>
<< Che lavoro fa? >>
<< Il meccanico nell'officina di mio padre, per questo riesco a conciliare bene gli orari. >>
L’immagine che si formò nella testa di Kuroo lo fece imbambolare qualche secondo, ma subito la scacciò via.
<< È davvero sicuro di potersi accontentare? >>
<< Sì. >>
Quell’affermazione, seguita dal sorriso del ragazzo, convinse Kuroo.
<< Quando è disponibile? >>
<< Va bene martedì e giovedì dalle quattro alle sei? >>
<< Sì. Io non sempre ci sarò ma troverà Umeko qui. >>
<< Va bene. >>
<< Farò il possibile per esserci almeno alla prima lezione. Sa, sono un tassista… anzi, se dovessi avere problemi con l’auto, potrei rivolgermi a lei. >>
Azumane sorrise. Un sorriso gentile che stonava con l’aspetto da criminale che aveva e questo dettaglio piaceva particolarmente a Tetsurō.
<< La aiuteremo volentieri. Per la prima lezione verrò con un amico per accordare il piano. >>
Il viso di Kuroo tornò serio e infastidito.
<< Ah… quanto mi verrà a costare? >>
<< Nulla, questo amico mi deve un favore. Ecco è il biglietto da visita con il mio numero. Ci vediamo martedì. >>
Tetsurō era sorpreso ma soddisfatto, non immaginava di trovare una persona tanto gentile e disponibile. Finalmente poteva realizzare il sogno della sua piccola principessa e tutto grazie alla gentilezza di quell’Azumane. Chiamò subito Umeko per raccontarle tutto.
<< È andato tutto a buon fine. Inizialmente credevo fosse un criminale, ma si è rivelato molto gentile e Saori si trova bene con lui. >>
<< Lo ha già conosciuto? >>
<< Hanno suonato un po’ insieme ma non sa che tornerà. Non sai che sorriso aveva mentre suonavano. >>
<< E cosa ne pensi tu? È il tuo tipo? >>
Kuroo restò in silenzio.
<< È un sì. >>
<< Ok, ammetto che quando mi ha detto di essere un meccanico non sono riuscito a non immaginarlo con una divisa da lavoro mezza sbottonata a mostrare il petto nudo, capelli sciolti, sporco di olio e sguardo sexy… ma lui è qui per Saori non per me. >>
Umeko scoppiò a ridere per la descrizione.
<< Potresti farlo venire anche per te. Sai che dovresti pensare anche un po’ a te stesso. >> la voce della ragazza divenne materna. Conosceva Tetsurō da molto tempo ed entrambi erano sempre stati vicini durante periodi difficili nelle loro vite, perciò Umeko teneva molto a suo cognato e alla sua felicità come a quella di sua nipote.
<< Lo vorrei, ma ora sono troppo impegnato a sformarmi il culo su quel taxi per dare serenità a mia figlia. >>
Umeko sospirò pesantemente.
<< Per ora posso solo accontentarmi di rifarmi gli occhi due volte a settimana con un bel pianista. >>
 

 
Il martedì Kuroo era tornato appena in tempo per le quattro, non riuscì neanche a darsi una rinfrescata e a cambiarsi che Azumane e il suo amico tecnico erano lì. Li accolse col sorriso nonostante l’affanno.
<< Buonasera, lui è Ennoshita Chikara. >> Asahi presentò l'amico, il quale fece un piccolo cenno con la testa per salutare.
<< Entrate. >> Kuroo li fece accomodare e li accompagnò al pianoforte; Ennoshita si mise subito a lavoro.
<< È un po' complicato accordare il pianoforte, ci vuole esperienza. >> spiegò Asahi a Tetsurō.
<< Quando avete fatto chiamo Saori. >>
Asahi annuì, poi lanciò un'occhiata all'uomo accanto a lui, si capiva subito che era appena rientrato da lavoro e non aveva avuto neanche il tempo di riposare qualche minuto.
<< Signor Kuroo, se questo orario le dà problemi, possiamo spostare la lezione. >>
<< No, è solo per oggi. Mi dispiace non essermi potuto cambiare. >>
<< Non è un problema per me. >>
<< Tutto a posto. >> Dopo un po’ di tempo Ennoshita ripose i suoi strumenti.
<< Direi che possiamo cominciare allora! Grazie Chikara. >> Asahi posò una mano sulla spalla del suo amico, sorridendo gentilmente. Kuroo osservò attentamente i due ragazzi per capire quanto fosse stretto il loro rapporto.
Dopo aver salutato Ennoshita, Kuroo chiamò Saori e le spiegò che Azumane sarebbe stato il suo insegnante di pianoforte. Saori non fu in grado di esprimere la propria felicità, abbracciò forte il padre, ripetendo continuamente "grazie papà!". Kuroo non si commuoveva facilmente ma vedere l'enorme sorriso di gratitudine della figlia non poté lasciarlo freddo.
<< Iniziate. >> disse, allontanandosi subito dalla stanza per nascondere qualsiasi lacrima di commozione.
Rientrò nel salone e Azumane stava insegnando le basi a una concentratissima Saori. Era rimasto a osservarli per molto tempo per capire se quella fosse la cosa giusta: Azumane era molto paziente e amichevole con Saori, la quale era completamente a suo agio anche questa volta e sembrava divertirsi. Tetsurō non aveva più dubbi, quel ragazzone era la persona giusta per insegnare alla sua bambina.
 

La lezione era finita e i due uomini si stavano congedando.
<< Vuole qualcosa da bere prima di andare? >>
<< No grazie, ho un'altra lezione. >>
Kuroo diede all'insegnante quei pochi soldi che avevano pattuito.
<< Meglio pagarla a ogni lezione. >>
<< Come preferisce. Ci vediamo giovedì, Saori dovrà esercitarsi ogni tanto, per memorizzare. >>
<< Glielo ricorderò. >>
<< Buona serata. >> Asahi fece per andarsene ma sentì che il polso veniva afferrato, si girò e incontrò lo sguardo intenso di Kuroo.
<< Grazie di tutto, davvero. >> la voce dell'uomo era ferma e bassa, mostrando gratitudine e umiltà. Asahi sorrise semplicemente e lasciò la casa.
 

A cena Saori raccontò tutto quello che aveva fatto col suo nuovo insegnante.
<< Ti trovi bene con lui? >>
<< Moltissimo! Sembra spaventoso ma in realtà è tanto simpatico, buono e bello. >>
<< Bello? >>
<< Lo è... non quanto te, papà! >>
Kuroo rise, poi il viso cambiò espressione quando la figlia smise di guardarlo.
<< Già, è bello, anche troppo. >> sussurrò tra sé, sorridendo con un filo di amarezza.
 
 

Le seguenti lezioni Kuroo non riuscì a essere presente a causa del lavoro, ma dopo due settimane riuscì ad ottenere un cambio di turno per i due giorni delle lezioni e finalmente dopo due maledette settimane riuscì a rivedere il bel pianista-meccanico.
Azumane rimase sorpreso quando vide Kuroo aprirgli la porta.
<< B-buonasera. >>
<< Mi sembra deluso, sperava di vedere la mia bella cognatina? >> disse Kuroo con tono scherzoso, facendolo accomodare.
<< No ... assolutamente no. È che pensavo fosse a lavoro. >>
<< Volevo assistere alle vostre lezioni e sono riuscito a cambiare il mio turno di lavoro. >>
<< Mi fa piacere. >>
<< Davvero? >> Kuroo fece un ghigno poco rassicurante agli occhi di Asahi.
<< Ehm... vado da Saori. >> Azumane corse nell'altra stanza come per fuggire da quel sorriso e soprattutto da quell'uomo e questo divertì Kuroo.
Saori era migliorata molto dall'inizio delle lezioni, Kuroo se ne era accorto ascoltandola durante le esercitazioni da sola, ma durante la lezione sembrava essere ancora più brava, rendendo orgoglioso lui e il suo giovane insegnante. Kuroo era seduto su una poltrona opposta al pianoforte, accanto alla porta della sala e poteva vedere solo la schiena della sua piccola ma anche così poteva percepirne la concentrazione. Dopo aver osservato a lungo la sua bambina, l'occhio di Kuroo cadde su Asahi, il quale era in piedi ad ascoltare Saori come se stessero facendo un test; lo sguardo di Tetsurō non poté non soffermarsi sulla schiena del giovane insegnante e le sue spalle larghe, si poteva capire che aveva praticato qualche sport in passato e che ora il suo lavoro principale non era l'insegnamento ma qualcosa di più fisico; poi lo sguardo malizioso e interessato di Kuroo scese sul fondoschiena del ragazzo di fronte a lui e restò lì a lungo; Kuroo si morse un labbro, continuando a osservare e desiderare quella parte proibita convinto di non essere visto, ma la voce di Saori lo distolse da qualsiasi pensiero impuro.
<< Papà, ti è piaciuto? Me l’ha insegnato maestro Azumane. >>
<< Saori, ti ho detto di non chiamarmi così. >>
Kuroo fece appena in tempo a girarsi verso Saori, per non essere colto in flagrante da Azumane.
<< Sei stata bravissima! >> esclamò, per poi alzarsi. Asahi guardò l'orologio.
<< Per oggi basta così. Esercitati sul primo brano, soprattutto nei punti che ti ho segnato. >>
<< Certo maestro. >> trillò la voce allegra della piccola.
<< Saori... >> disse con tono rassegnato Asahi, quasi a supplicare implicitamente di non chiamarlo in quel modo così formale. I due adulti si spostarono all'ingresso, mentre Saori restò ancora un po' al piano.
<< Saori impara rapidamente, si vede che le piace molto suonare. >> Asahi era davvero orgoglioso della sua piccola allieva, anzi amica come lui preferiva definirla, e ci teneva a farlo sapere al padre.
<< Veramente è sempre seduta su quella seggiolina, approfitta di ogni momento libero per esercitarsi. >>
Azumane sorrise.
<< È davvero una bambina meravigliosa. >>
<< Lo so. >>
Asahi rimase a fissare il sorriso di Kuroo, questa volta non era un sorriso beffardo, provocatorio ma dolce, tenue, sincero. Quel sorriso dava tutta un'altra luce al volto dell'uomo.
<< Devo andare, ho un appuntamento. >> Azumane cercò di riprendersi dall'impatto che quel sorriso stava avendo su di lui.
<< Con una ragazza? >> chiese Kuroo mentre gli porgeva i soldi, di nuovo il ghigno beffardo sul suo viso.
<< Oh, bhè... A 10 anni non credo si possa definire una ragazza ancora. >> rispose con imbarazzo l'insegnante ma cercò anche lui di mantenerla sullo scherzo. Kuroo rise.
<< Direi di no. Buona serata Azumane. >>
<< Grazie, anche a lei. >>
 

 
<< Lo so che è improvviso ma non posso farci nulla... Non puoi portarla con te? >>
Asahi aveva appena finito la lezione con Saori e non poté fare a meno di vedere Kuroo disperarsi a telefono. Quando riattaccò, l'uomo aveva l'aria affranta.
<< Tutto bene? >> forse non avrebbe dovuto chiederlo, ma non riusciva a fare l'indifferente, soprattutto perché sentiva che il problema era legato a Saori.
<< Gira un dannato virus e molti colleghi sono a casa malati, il capo pretende che domani io faccia doppio turno, ma Umeko ha un impegno di lavoro importante nel pomeriggio e non so a chi lasciare Saori. >>
<< La madre? >> Da quando frequentava quella casa, Asahi non aveva sentito nulla sulla madre di Saori, c'erano solo poche foto di lei e Saori, nulla più. Né padre, né figlia ne avevano parlato e neanche Umeko fece cenni a sua sorella quando gli propose l'incarico e Asahi non aveva mai sentito il bisogno di chiedere di lei a nessuno di loro. E subito dopo che Asahi nominò per la prima volta quella donna, Kuroo gli lanciò una strana occhiata e non rispose. Azumane capì che per qualche motivo la madre non era l'opzione giusta e non era il caso di nominarla in futuro.
<< Ecco... io domani pomeriggio non lavorerò e non ho lezioni, potrei tenerla io... se per lei va bene, se si fida insomma. >>
Kuroo rimase nuovamente sorpreso dal ragazzo.
<< È sicuro? Non voglio darle un impeg... >>
<< Sicuro. A casa mi annoierei, almeno qui con Saori potrei suonare tranquillamente. >>
<< Potrei tornare molto tardi. >>
<< Non importa. >>
Kuroo ci pensò qualche secondo.
<< Va bene. Lascerò le chiavi sotto il vaso, Saori esce alle tre da scuola. Dovrebbe esserci tutto per la cena, anche cose già pronte. >>
<< Perfetto, a domani allora. >>
Dopo che si furono lasciati, Tetsurō spiegò alla figlia che domani sarebbe rimasta con Azumane e la piccola sembrava felicissima di ciò; questo lo rassicurava, quel pianista era davvero un tipo affidabile, non ci sarebbero stati problemi.
 


 
Il giorno dopo Asahi andò a prendere Saori e la portò a casa. Neanche passò un'ora che arrivò la prima telefonata di Kuroo. Riconoscendo il numero, Asahi passò direttamente il cellulare a Saori.
<< Ciao papà! >> la voce della piccola era trillante e gioiosa come sempre.
<< Ciao principessina mia, come stai? >>
<< Benissimo! Come va il lavoro? >>
<< Bene, ora sono in pausa. Tu che fai? >>
<< Merenda, poi continuo i compiti, così posso suonare con maestro Azumane. >>
Kuroo riuscì benissimo a immaginare Azumane sospirare sconsolato per l'appellativo troppo formale che detestava.
<< Fai tutti i compiti prima, mi raccomando. >>
<< Sì! >>
<< Ora passami Azumane. >>
<< Sì, ciao papà, ti voglio bene! >>
<< Anche io, mi manchi tanto. >>
Era un dolore per Kuroo lasciare Saori da sola per così tanto tempo, soprattutto quando lo costringevano a straordinari imprevisti come quel giorno. Avrebbe voluto fare un lavoro migliore, che non lo tenesse lontano così tanto da sua figlia e che potesse farlo guadagnare abbastanza per renderla felice, ma non aveva né l'uno né l'altro.
<< Mi dica signor Kuroo. >> la voce virile di Asahi rimbombò nel suo orecchio; sentirlo al telefono faceva un certo effetto.
<< È tutto a posto? >>
<< Sì mi occuperò di controllare che Saori faccia i compiti come mi ha detto la signorina Shimatani. >>
<< Hai parlato con lei? >>
<< Sì, mi ha chiamato per darmi qualche dritta. >>
Kuroo sorrise, non aveva avuto modo di dire a Umeko come aveva risolto, eppure lo aveva previsto.
<< Faccia come se fosse a casa sua, mi raccomando. >>
<< Va bene, la ringrazio. >>
<< Per qualsiasi cosa mi chiami. >>
<< Certamente. >>
 

Kuroo aveva chiamato spesso la figlia, purtroppo però non riuscì a tornare presto come avrebbe voluto. Erano quasi le undici quando riuscì rincasare. Fece piano per non svegliare Saori, trovò Asahi seduto in sala da pranzo a leggere un libro. Quest'ultimo alzò lo sguardo quando sentì il padrone di casa rientrare.
<< Buonasera. >> sussurrò Asahi. Kuroo mosse la mano in segno di saluto.
<< Ho fame. >> brontolò poi il padrone di casa.
<< Saori e la signorina Shimatani mi hanno ordinato di lasciarle qualcosa da scaldare. >>
Kuroo, infatti, trovò in cucina una porzione di carne.
<< Grazie Azumane, tu vuoi qualcosa? >>
<< Ho messo a scaldare l'acqua, se non le dispiace prendo un tè e vado via. >>
<< Nessun problema. >> Dopo averlo riscaldato un po', Kuroo portò la sua cena a tavola e il tè ad Azumane.
<< Posso darle del tu? >> Tetsurō iniziò a mangiare.
<< Certamente. >>
<< Mi sento meglio a darti del tu. >>
<< È più rilassante. >>
<< Quanto ti devo? >>
<< Per cosa? >>
Kuroo alzò un sopracciglio, era abbastanza ovvio a cosa si riferisse.
<< Per oggi. >>
<< Nulla. È stato un piacere per me. Anzi, se dovessi avere di nuovo bisogno, dimmelo e mi organizzo. >>
Kuroo osservò qualche secondo Asahi, il quale iniziò a sentirsi a disagio.
<< Ho qualcosa che non va? >> chiese il giovane, toccandosi il volto.
<< Non è che sei un angelo custode venuto a salvarmi? >>
Asahi rise appena.
<< No, sono un comune umano. >>
Kuroo prese qualche altro boccone di carne, poi sospirò.
<< La madre di Saori è morta tre anni fa… >>
Asahi alzò immediatamente lo sguardo verso l’interlocutore, desolato di apprendere tale notizia.
<< Si chiamava Miho. Eravamo compagni di classe al liceo, ci volevamo bene ma non ci siamo mai amati. In realtà Miho aveva una forte attrazione sessuale per me ma io non provavo nulla del genere nei suoi confronti, stavo passando un periodo di grande confusione; alla festa di fine anno mi convinse a fare sesso con lei, solo una volta per vedere cosa si provava. Saori è stata concepita in un rottame di auto da due ragazzini brilli e a causa di un preservativo messo male, nel più squallido dei modi insomma. >>
Kuroo abbandonò gli ultimi pezzetti di carne, si alzò e prese una bottiglia di whisky da un mobiletto, si riaccomodò al tavolo dopo aver preso due bicchieri, si servì, poi fece cenno ad Azumane, il quale rifiutò il liquore.
<< Continuammo a sentirci come amici, lei non ebbe più rapporti perché non trovava nessuno che la attraesse a tal punto mentre io ho continuato con le mie storie di divertimento, finché pochi mesi dopo mi comunicò di essere incinta ed io ero innegabilmente il padre. Mi crollò il mondo addosso. Ci pensai a lungo e decisi di assumermi le mie responsabilità. I miei genitori accettarono la situazione e la mia decisione, quelli di Miho no: famiglia di ricchi avvocati che avevano già programmato tutto il futuro della loro figlia e ora, non solo la loro creatura doveva rinunciare alla laurea in legge, ma era incinta di uno squattrinato figlio di commercianti. I loro rapporti si raffreddarono molto e Miho fu costretta a trasferirsi dalla sorella Umeko, l’unica della famiglia ad aiutarla senza giudicare. Io rinunciai al mio sogno di studiare medicina per fare i lavori più disparati. I miei genitori organizzarono il matrimonio e decisero di lasciarci la casa di Tokyo poiché volevano trasferirsi già da qualche tempo verso la campagna per la salute di mio padre.
Alla nascita di Saori, Miho si è ammalata gravemente, con le cure è riuscita a tirare avanti solo altri quattro anni, peggiorando di giorno in giorno negli ultimi due. Io e Miho non ci siamo mai amati ma ci volevamo molto bene come fratelli e vederla stare male era terribile; spiegarlo a Saori è stato peggio.
Alla morte di Miho le raccontai le solite storie che si dicono per alleggerire il distacco ai bambini, ma sentivo che lei non ci credeva, che aveva capito tutto. Con la morte di Miho, i suoi genitori non vollero più saperne né di me, né della nipotina. Tutt’oggi considerano Saori come la causa della morte della loro “adorata” figlia. >>
<< Questo è terribile! >> fu l’unico commento che si lasciò sfuggire Asahi, sussurrando per non interrompere bruscamente il discorso di Kuroo.
<< Non posso negare che sia nata da uno sbaglio, ma Saori è l’unica cosa bella che ho. Lei non mi fa pesare nulla, ma non la vedevo sorridere nel modo in cui sorride con te al piano da moltissimo tempo. >>
Tetsurō si servì un altro bicchierino di whisky. Era la prima volta che raccontava a qualcuno l’intera vicenda, non voleva che si sapesse, non voleva che lo compatissero o lo biasimassero, non voleva parlarne per non sentirsi ancora in colpa. Però quella sera aveva sentito il bisogno di confidarsi con Azumane, nonostante fosse ancora uno sconosciuto.
<< Umeko ci è molto vicina, ma sento che Saori desidera e ha bisogno di una figura materna che io non posso darle. >>
<< Perché no? Tu sei giovane. Capisco che sei impegnato tra casa e lavoro ma sei un ragazzo affascinante e puoi benissimo trovare una donna adatta a te e Saori. >> solo dopo aver parlato, Asahi si rese conto di essere stato troppo sfacciato.
<< Non posso perché a me non piacciono le donne. >>
Silenzio. Asahi guardò Kuroo con gli occhi spalancati. Tetsurō si girò verso di lui poco dopo con aria annoiata.
<< Ti crea qualche problema il fatto che io sia gay? >>
Asahi si riscosse dallo stato di trance che gli aveva provocato la sorpresa e rispose.
<< No! Assolutamente no! Non potrebbe crearmi problema… >> Asahi spostò lo sguardo di lato.
<< A-anche per me vale lo stesso. >> sussurrò quasi tra sé. Dopo le confidenze di Kuroo, Azumane si sentiva quasi obbligato a confidare qualcosa anche lui. Scrollò la testa e tornò a parlare.
<< È solo che non me lo aspettavo. >>
Azumane decise che era il momento di prendersi un piccolo goccio di liquore. Kuroo lo osservò in silenzio, non era sorpreso; aveva sentito a pelle che erano uguali sotto il punto di vista sessuale, o forse ci aveva sperato con tutto se stesso da convincersene.
<< Il periodo di confusione era inerente a questo? >> chiese incerto Asahi, temeva di essere inopportuno a fare delle domande.
<< Sì, feci sesso con Miho per capire cosa amavo davvero. >>
Nuovamente silenzio, questa volta però fu Asahi a interromperlo.
<< È una storia triste, ma nonostante abbia solo 7 anni, Saori  sta crescendo forte e la ama da morire. Sta facendo un ottimo lavoro come padre. >>
<< Adesso torni a darmi del lei? >>
<< Mi sento a mio agio a sentirmi dare del tu ma non a darlo. >> rispose Azumane imbarazzato, poi vide l’orologio.
<< Cavolo, domattina devo andare in officina presto! >> si alzò di scatto ma senza fare rumore. Kuroo lo accompagnò alla porta.
<< Signor Kuroo, la ringrazio per essersi confidato con me.
Tetsurō sorrise appena.
<< Grazie a te di tutto. >>
Kuroo temette di aver spaventato Asahi, anche quell’improvviso tornare alla formalità lo insospettì. Si irritò appena, ma in fondo non era un problema suo. Comunque sia Azumane non poteva di certo avere pregiudizi, visto che avevano gli stessi gusti, avrebbe sicuramente capito.



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Ebbene sì, sono tornata con una KuroAsa, lo avevo detto che sarei tornata alle origini! Questo è la prima di tre parti (non ho voluto chiamarli capitoli solo perchè boh, mi ispira più come tutto un capitolo intero che più capitoli e niente, non so rendere a parole la mia idea) e ho voluto provare con una AU abbastanza strana rispetto alle solite idee che balenano nel mio cervello; non sapevo quando l'avrei pubblicata ma visto il tema stasera mi sono svegliata e ho detto "è la festa del papà, rischia e pubblicala".
Forse i personaggi saranno un po' OOC, spero non lo siano troppo. Ok, grazie a chi ha letto, spero abbiate apprezzato e che apprezzerete anche i prossimi capitoli. 
Non ho altro da dire credo, alla prossima!
Lady Neko Kadar

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Capitolo 2
*** II ***


 PREMESSA: Nel capil primo capitolo avevo scritto che la storia era divisa in tre parti, in realtà non so da dove ho preso la terza, visto che l'avevo divisa in due parti, quindi questa è la seconda e ultima parte. Mi dispiace per l'informazione errata, scusatemi.

 
The father and the musician

Seconda Parte

 
Il venerdì successivo Kuroo fu incaricato dai suoi superiori di portare l'auto di servizio a fare una revisione. Avevano cambiato meccanico di fiducia e quella fu la prima volta di Kuroo in quell'autofficina; solo arrivato a destinazione intuì chi era il proprietario.
<< Azumane... >> lesse Tetsurō nell'insegna, poi entrò, osservò in giro ma non riconobbe nessuno dall'aria familiare tra gli uomini a lavoro.
<< Buongiorno, cosa desidera? >>
Un uomo sulla sessantina sì avvicinò a Kuroo con un sorriso gentile.
<< Salve, mi hanno mandato qui per revisionare il taxi. >> e diede il bigliettino da visita all'uomo.
<< Ah sì, ci siamo accordati da poco. Asahi, te ne occupi tu? >> 
A sentire quel nome, Kuroo perse un battito, ma quando vide la persona nominata uscire da sotto una macchina, si fermò il respiro. Era meno sexy di come lo aveva immaginato (solo perché era troppo vestito) ma decisamente migliore per altri aspetti: indossava una tuta intera ma la parte superiore ricadeva lungo i fianchi e una canottiera nera metteva in evidenza i muscoli coperti dalla stoffa scura e le muscolose braccia scoperte, i capelli erano raccolti in un chignon più morbido e meno elegante di quello che si faceva per le lezioni e una fascia sportiva per fermare le ciocche sbarazzine, anche il sudore e le macchie d'olio lo rendevano sensuale agli occhi sorpresi di Tetsurō. Anche Asahi restò sorpreso quando riconobbe il padre di Saori.
<< È uno dei taxi con cui abbiamo appena fatto il contratto, fai un buon lavoro! >> 
<< Sì, mi segua. >> fece cenno a Kuroo di seguirlo fuori, poi di spostare la macchina nella zona addetta alle revisioni. Per un po' i due comunicarono solo per la macchina, finché Kuroo non dovette lasciare l'auto per gli ultimi controlli.
<< Quello era tuo padre? >> chiese Tetsurō, mentre Asahi controllava il computer.
<< Sì. >>
<< Effettivamente c'è una certa somiglianza... nel sorriso soprattutto. >>
Asahi alzò lo sguardo verso Kuroo.
<< G-grazie. >>
<< Non sapevo che sarei venuto qui da te e da tuo padre, altrimenti mi sarei vestito meglio. >>
Questa volta Asahi mantenne gli occhi sul monitor ma poteva comunque percepire il ghigno di Kuroo.
<< Neanche io sto messo molto bene. >>
<< Tu non ti rendi conto di quanto stai bene invece. >>
Azumane tornò a guardare Kuroo, il quale teneva gli occhi fissi sulle braccia muscolose di Asahi, e questo fece arrossire do colpo il giovane meccanico. Diede gli ultimi comandi al computer.
<< È tutto a posto. Tieni benissimo questa macchina. >>
<< Forse da oggi non la terrò più così bene pur di vederti più spesso in divisa. >> gli occhi di Tetsurō non sembravano volersi staccare dal corpo di Azumane, il quale s’imbarazzò e fuggì dentro per fare i conti. Kuroo sorrise, adorava quella sua timidezza. La sera delle confessioni aveva temuto che l'improvviso distaccamento del ragazzo fosse dovuto a qualche fastidio, ma vedendo il modo in cui il viso cambiava colore, capì che era semplicemente imbarazzo e che forse aveva anche qualche speranza con lui.
<< Ci vediamo martedì per Saori. >>
<< Sì, salutamela per favore. >>
<< Certamente, buona giornata Azumane. >>
Asahi rimase a fissare l'uomo che si stava allontanando quando suo padre si avvicinò. 
<< Vi conoscete? >>
Asahi si destò dai suoi pensieri. 
<< Sì, è il padre di una delle bambine che seguo. >>
<< E avete già tutta questa confidenza? >>
<< Più o meno, perché? >>
<< Nulla. >> l'uomo si allontanò, ma sembrava poco convinto. 
 

La sera Tetsurō raccontò a Umeko le vicende della mattina.
<< Era davvero così bello? >>
<< Lo era... Non posso credere che un tizio del genere frequenti la mia casa. >>
<< Perché non ti dichiari apertamente? >>
<< Non posso mettere a rischio le lezioni di mia figlia per un'attrazione sessuale. >>
<< Sai benissimo che non è solo quello. Non hai mai voluto parlare con nessuno del tuo passato, non fai il nome di mia sorella da molto tempo, eppure ti sei aperto completamente con lui, annoiandolo con la tua storia senza che lui te lo avesse chiesto. >>
Tetsurō restò qualche momento in silenzio a riflettere.
<< Anche se fosse vero, non ha importanza. Mia figlia è più importante di qualsiasi uomo io possa amare. >>
Umeko stava per controbattere ma si bloccò quando vide Saori entrare in cucina.
<< Piccola, perché sei in piedi a quest'ora? >> Tetsurō subito si preoccupò per la figlia, aveva l'aria assonnata, non sembrava avesse sentito nulla.
<< Ho sete. >> rispose Saori, con la voce impastata dal sonno. Tetsurō si affrettò a prenderle un bicchiere d'acqua.
<< Mi accompagni a letto? >> disse Saori, subito dopo aver bevuto.
<< Vi saluto allora, ciao piccolina, buonanotte Tetsurō. Pensa a quella cosa. >> Umeko passò una mano sulla testa di Saori e andò via. Kuroo prese per mano la bimba e la accompagnò a letto, pregando tra sé che Saori non scoprisse mai quei sentimenti che stavano emergendo.

 
Dopo circa un mese Saori era migliorata moltissimo e le piaceva sempre di più suonare il pianoforte. Aveva legato molto con Asahi, il quale spesso le faceva compagnia quando zia e padre non c'erano. Anche tra Asahi e Tetsurō sembrava esserci sempre meno formalità, soprattutto da parte di Kuroo. Ormai non poteva negare di provare più di una semplice attrazione per la timidezza e i modi naturalmente gentili di Asahi, il suo sorriso, i suoi capelli, il suo corpo, tutto, ma continuava a tacere per il bene di Saori, anche se ogni giorno sentiva di raggiungere il limite di sopportazione.
<< Maestro Azumane, sabato festeggio il compleanno. Vieni anche tu? >> urlò Saori con il suo giovane entusiasmo appena finita una lezione.
<< Non lo festeggi con i tuoi amichetti? >>
<< Sì, ma ci saranno anche papà e zia Umeko. Vieni anche tu, per favore! >>
<< Non vorrei essere di troppo. >>
<< No, io ne sarei molto contenta e sono sicura che lo sarebbe anche papà! >>
A quell'affermazione innocente della bambina, le guance di Asahi divennero rosse. In quel momento Kuroo raggiunse la figlia e il suo insegnante.
<< Papà, è vero che maestro Azumane può venire sabato al compleanno? >> Saori raggiunse il padre, aggrappandosi alla sua giacca. Kuroo guardò un attimo il ragazzo, poi sorrise.
<< Certamente, ci farebbe piacere. >>
Asahi si passò una mano sulla nuca.
<< Va bene allora. Ci sarò! >>
 

Il giorno del compleanno arrivò presto. Asahi si presentò a casa Kuroo come aveva fatto tante altre volte, questa volta però si sentiva decisamente più imbarazzato.
<< Benvenuto Azumane. >>
<< Signorina Shimatani... B-buonasera. >>
La ragazza lo fece entrare come se fosse la padrona di casa.
Non era la prima volta che la zia di Saori lo accoglieva in casa e sapeva che frequentava molto l'abitazione per aiutare Kuroo, ma sentiva comunque una stretta allo stomaco nel vederla così a suo agio in una casa che non le apparteneva.
Si accomodarono nel giardino, dove Kuroo era impegnato a gonfiare un palloncino. Quando vide Asahi, mollò subito il palloncino e lo raggiunse.
<< Benvenuto Azumane. Saori, vieni! >>
Alla chiamata del padre, anche la bambina si avvicinò e salutò il suo "maestro"; era bellissima, con un abitino azzurro tutto decorato.
<< Sei così bella, Saori. Buon compleanno! >> disse Azumane, porgendole il regalo che subito Saori scartò.
<< Mia figlia non è solo bella, è meravigliosa! Ha ripreso da me. >> puntualizzò Kuroo con fare piccato.
<< Hai ragione. >> Asahi rispose mentre Kuroo terminava la frase riferendosi a se stesso, sembrando così che concordasse sull’apprezzamento sull’uomo più che sulla bambina. Kuroo sorrise maliziosamente, Umeko rideva sotto i baffi e Asahi cercò di distrarsi con Saori che aveva tirato fuori il suo regalo.
<< È una raccolta d’importanti componimenti musicali e un quaderno pentagrammato dove potrai scrivere i tuoi stessi componimenti quando sarai più brava e sono sicuro che saranno più belli di quelli della raccolta. >>
<< Grazie mille maestro Azumane! >> Saori abbracciò Asahi per ringraziarlo, poi corse a mettere il regalo al sicuro e tornò a giocare.
<< Davvero hai regalato una cosa del genere a una bambina di otto anni? >> l'espressione e il tono di Kuroo sembravano abbastanza annoiati.
<< Ecco, è la prima volta che faccio un regalo a una bambina, non sapevo cosa farle ma questo mi sembrava adatto a lei per quel poco che la conosco. >> Asahi iniziò ad agitarsi.
<< Dai Tetsurō, a Saori sembra essere piaciuto, questo è quel che conta. >> Umeko posò una mano sulla spalla di Kuroo, sorridendo.
Per gran parte della festa Asahi sembrava isolarsi. Vedeva Kuroo e Umeko molto affiatati e si sentiva di troppo. Non aveva dimenticato quando Kuroo gli dichiarò la sua omosessualità, ma non poteva smettere di pensare che quei due stessero molto bene insieme e questo gli provocava una sensazione d’inquietudine e fastidio che non sapeva giustificarsi. A un certo punto della festa, Saori raggiunse il suo pensieroso insegnante.
<< Maestro Azumane, voglio suonare quella cosa. >>
<< Sei sicura? >>
<< Sì, mi aiuti? >>
Asahi annuì, poi Saori iniziò a urlare.
<< Venite tutti in salone, ho una sorpresa! >> e corse dentro, raggiungendo il pianoforte. Tetsurō e Umeko si guardarono confusi, poi notarono il sorriso di Asahi.
<< Azumane, ne sai qualcosa? >> chiese Kuroo.
<< Forse. >> Asahi allungò il passo è raggiunse Saori al pianoforte.
<< Papà mettiti davanti. >>
Kuroo obbedì, sempre più confuso. Saori e Asahi si lanciarono un'occhiata e iniziarono a suonare. Una melodia che Kuroo non aveva mai sentito: era infinitamente dolce, sembrava che ogni nota raggiungesse il cuore, avvolgendolo con una carezza e lasciando un forte senso di gratitudine e Saori la suonava con grande sicurezza, come fosse una professionista da decenni e Kuroo non poté non emozionarsi. Finito di suonare, Saori si mise in piedi sullo sgabellino, rivolta verso il "pubblico", mentre Asahi preoccupato cercò di reggerla.
<< Questa musica l'abbiamo scritta io e maestro Azumane pensando all'uomo migliore del mondo che mi vuole tanto bene e che fa sempre tutto il possibile per me. Questo è il mio grazie, papà! >>
Quello fu il colpo di grazia. Kuroo era completamente di sasso, l'unica cosa che si muovevano erano le lacrime sul suo viso. Saori saltò dallo sgabello (spaventando Asahi) e corse ad abbracciare il padre, il quale si sbloccò e la prese in braccio, ripetendo tante volte grazie. Tutti gli invitati applaudirono, Umeko si avvicinò ad Asahi.
<< È stato bellissimo. >>
<< Sì, quella bambina è incredibile. Sono fortunato ad averla conosciuta. >>
 

Era tardi, i bambini erano andati tutti via da un pezzo e Saori era già a letto, stanca morta ma immensamente felice. Erano rimasti solo i tre adulti a sistemare, ma ancora per poco.
<< Scusa Tetsurō, io devo andare via. >> disse Umeko, preparandosi in tutta fretta.
<< Cosa? Ma qui è un casino! >> si lamentò Kuroo.
<< Lo so, ma ho un appuntamento con un ragazzo. >
Asahi cercò di non dare a vedere il sollievo che provava a quella notizia.
<< E io dovrei mettere a posto da solo? >>
<< C'è Azumane con te. Dai, mi farò perdonare. Buonanotte! >> detto questo, fuggì via. Mentre Kuroo era shockato, Asahi sembrava divertito.
<< Scusa Azumane, me ne occupo io qui, puoi andare anche tu. >>
<< No, ti do una mano. >>
<< Eri invitato, non posso farti sistemare. >>
<< In due faremo prima e poi non ho niente di meglio da fare. >
Kuroo accettò e i due sistemarono i vari giochi, regali, carte, cibi, dando alla casa di nuovo il suo aspetto originario. Alla fine i due si buttarono su una poltrona.
<< Sono distrutto. >> mugolò Kuroo, chiudendo gli occhi. Asahi non rispose.
<< Quando avete composto quella melodia? >>
Asahi si girò verso l'altro.
<< I giorni in cui sostituivo la signorina Shimatani qui. Saori voleva che fosse una sorpresa. >>
<< Come l'avete scritta? >>
<< Saori mi descriveva le emozioni che voleva esprimere ed io ho provato a renderle musica. >>
Kuroo si mise su un fianco verso l'ospite, mantenendo la testa poggiata sullo schienale.
<< Sei stato bravissimo anche tu allora, era eccezionale. >>
<< Ti ringrazio ma è tutto merito di Saori. >> Asahi si bloccò quando vide lo sguardo di Kuroo. Era serio ma sembrava stesse desiderando qualcosa con ardore.
<< Azumane, grazie per tutto quello che fai. >>
<< N-non c'è bisogno di ringraziarmi. >>
Kuroo si fece più vicino ad Asahi, ormai aveva superato il limite di resistenza all’attrazione per il pianista e non poteva né voleva più resistere.
<< Perdonami. >> sussurrò, prima di avventarsi sulle labbra di Azumane. Quanto le aveva desiderate, quante volte le aveva sognate posarsi sulle proprie proprio come stava succedendo in quel momento. Non poteva rinunciarci ancora e secondo la reazione di Azumane avrebbe agito di conseguenza: avrebbe fatto di tutto per non farlo allontanare da sé ma soprattutto da Saori. Ma ad Asahi non sembrò dispiacere quel bacio: inizialmente si era irrigidito per la sorpresa, ma si rilassò poco dopo con un sospiro sulle labbra di Kuroo, poi si posizionò in modo da stare entrambi più comodi e schiuse le labbra per far entrare la vorace lingua dell'altro, che accettò l'invito immediatamente. Il desiderio di Tetsurō era talmente forte che non riusciva a essere dolce o romantico nel bacio come avrebbe meritato e/o voluto Asahi, ma tirava fuori tutta la sua passione repressa. La sua lingua cercava e sfiorava con ardore quella di Azumane, che provava a mantenere il ritmo di Kuroo. Si ritrovarono entrambi sdraiati, Tetsurō sopra Asahi, il primo infilava le mani sotto la camicia del secondo che invece si aggrappava ai fianchi dell'altro. Kuroo non aveva mai toccato nessuno così, non baciava qualcuno da più di tre anni e anche i baci che si scambiava con sua moglie erano ben lontani da questo avvolgente bacio con un altro uomo. Quando finalmente mancò il respiro, i due si staccarono. I visi di entrambi erano arrossati e i loro sguardi svelavano la voglia che entrambi avrebbero voluto sfogare, ma Kuroo fece appello con tutte le sue forze alla minima parte di razionalità rimasta sveglia e non fu il solo.
<< Non possiamo. >> sussurrò Asahi a fiato corto.
<< Saori potrebbe svegliarsi. >> Tetsurō finì la frase.
Entrambi sospirarono e si misero seduti, lontani l'uno dall'altro per non cadere in tentazione.
<< Lunedì mattina lavori? >> Kuroo si accese una sigaretta. Era la prima volta che Asahi lo vedeva fumare e rimase sorpreso, Tetsurō se ne accorse.
<< Cerco di non fumare mai davanti a Saori... In realtà avevo smesso, ma con lo stress dovuto alla morte di Miho ho ricominciato. Non me ne pento. >> confessò, senza guardare Azumane e godendosi quei tiri di sigaretta.
<< Dovresti farlo invece. >>
<< Bhè, ora ne ho bisogno. Io e il mio basso ventre siamo fortemente sotto stress. >>
Il rossore sul viso di Asahi peggiorò.
<< Potrei liberarmi lunedì mattina. >>
<< Perfetto. >> Kuroo tirò fuori il cellulare e mandò una mail.
<< Ora sono libero anch’io. Nel pomeriggio puoi tenere Saori? >>
Asahi annuì.
<< Passa qui alle otto. Saori sarà a scuola e possiamo riprendere ciò che abbiamo interrotto. >>
La voce di Kuroo così calda e bassa fece venire i brividi ad Asahi.
<< Ci vediamo lunedì. >>
 

 
Saori fu sorpresa di trovare il padre ancora in canottiera e pantaloncini da pigiama durante la loro colazione.
<< Papà, non lavori oggi? >>
<< Un collega mi ha chiesto di cambiare turno. >>
Saori osservò il padre; Kuroo era bravo a mentire e quella era una caratteristica che Saori aveva ereditato dal padre, forse era per questo che sia padre che figlia riuscivano a capire quando uno dei due diceva una bugia all'altro perciò anche in quel momento fu facile per Saori capire che il papà stava nascondendo qualcosa.
<< Va tutto bene? >> chiese la piccola.
<< Certamente, perché me lo chiedi? >>
<< Sei strano. >>
Tetsurō spalancò gli occhi, ma cercò di dissimulare la sorpresa.
<< Non farmi passare più strano di te. >> rispose, spettinando la figlia.
Finita la colazione, i due si salutarono e Saori andò a prendere l'autobus. Si mise seduta accanto al finestrino e guardò distrattamente fuori finché, pochi secondi dopo la partenza del mezzo, Saori non riconobbe il suo maestro Azumane che andava verso la loro casa. Un sorriso soddisfatto le si stampò sul volto.

 
Kuroo fece entrare velocemente Azumane e dopo aver chiuso la porta, so avventò su di lui, baciandolo.
<< Buongiorno. >> sussurrò sulle labbra di un sorpreso Asahi.
<< Buongiorno anche a te. >> rispose l'ospite, cercando di non guardare troppo il corpo di Kuroo.
<< Vuoi fare colazione? >>
<< Ho già fatto. >>
Tetsurō sorrise maliziosamente.
<< Vuoi subito andare al dunque? >>
Asahi non rispose ma il suo sguardo parlava per lui.
I due andarono in stanza da letto di Tetsurō e iniziarono a spogliarsi. Asahi si era già liberato degli indumenti superiori quando si bloccò a osservare una foto sul comodino di Kuroo: ritraeva Tetsurō, Saori e una donna che teneva in braccio la piccola e assomigliava molto a Umeko. Kuroo si rese conto del punto che l'altro ragazzo stava fissando.
<< Quella la tengo per Saori, non voglio che pensi che voglio cancellare sua madre. >>
<< Sei sicuro di volerlo fare? >> Asahi distolse lo sguardo dalla foto per dirigerlo verso Tetsurō.
<< Puoi farmi una domanda del genere quando sei in condizioni così eccitanti? >> disse Kuroo, avvicinandosi all'altro e accarezzandogli gli addominali scoperti, poi tolse via la foto.
<< Non devi preoccuparti del mio passato. Pensiamo a goderci questo momento. >> detto questo, Kuroo unì le sue labbra a quelle di Asahi, che lo accolse volentieri. Questa volta il bacio fu più dolce, almeno per i primi dieci secondi, perché la passione tornò a prendere il sopravvento. Ripresero a spogliarsi tra un bacio e un altro e solo quando rimasero entrambi in boxer, Asahi si ricordò di una cosa.
<< Nella borsa ho preservativi e altre cose utili. >> bisbigliò per il solito imbarazzo.
<< Hai provveduto a tutto, bravo maestro Azumane. >>
<< T-ti prego, non chiamarmi anche tu così. >>
<< Perché? Io lo trovo altamente erotico. >> Kuroo bacio nuovamente Asahi, mordendogli il labbro inferiore.
<< Come ti voglio, maestro Azumane. >>
<< S-sai che non potrò più guardare in faccia tua figlia quando mi chiamerà così? >>
Tetsurō scoppio scoppiò a ridere, per poi tornare ai loro desideri trattenuti per troppo tempo.
 

Quando Saori tornò a casa, trovò Asahi ad aspettarla.
<< Ciao Saori, tuo padre lavora e sono venuto a farti compagnia. >> disse sorridente il ragazzo.
<< Lo so. >>
<< Te l’ha detto tuo padre? >>
<< No, lo so e basta. >>
Per Asahi il tono di Saori era decisamente più allegro del solito.
<< È successo qualcosa di bello a scuola? >> chiese, preso dalla curiosità.
<< A scuola no, ma forse qua a casa sì. >>
Quella risposta fece salire qualche brivido ad Asahi che preferì non indagare oltre.
I due rimasero insieme fino a tarda sera. Kuroo tornò quando Saori era già a letto e, sicuro di non essere visto, salutò con un bacio Azumane. Peccato che dopo pochi minuti che Asahi fu fuori dalla loro casa, Saori comparve in cucina.
<< Non stavi dormendo? >> Tetsurō fu talmente sorpreso di vedere sua figlia in quel momento che non riuscì a simulare tranquillità.
<< Mi sono svegliata all’improvviso. >> la piccola si prese un bicchiere d’acqua, poi si girò verso il padre.
<< Papà, tu amavi la mamma? >>
Kuroo rimase sconvolto da quell’improvvisa domanda.
<< Io… le volevo bene. >> il ragazzo non riusciva ad accostare il termine “amore” a sua moglie neanche di fronte sua figlia. Saori restò un attimo in silenzio, meditando su quali parole usare.
<< E ami maestro Azumane, vero? >>
Lo stanco tassista e padre ora era completamente allibito. Perché gli stava chiedendo una cosa del genere?
<< Cosa te lo fa pensare? >>
<< Ti ho sentito quando ne parlavi con zia Umeko, vi ho visto mentre vi baciavate e poi sembri più felice da quando c’è lui, come me. >>
La risposta distrusse Tetsurō era convinto di essere sempre stato attentissimo ogni volta.
<< Hai ragione, ma questo non influirà assolutamente nel nostro rapporto. >> non poteva fare altro che ammetterlo, sperando che sua figlia non la prendesse troppo male, il momento della verità sarebbe comunque dovuto arrivare.
<< Lo so. Io sono contenta se tu stai bene con lui e lui con te. A me piace maestro Azumane. Sarebbe bello se venisse a vivere con noi, così saremmo tutti e tre felici! >>
Kuroo non poteva credere a quello che stava sentendo. Non solo sua figlia accettava che suo padre avesse una relazione con un uomo ma addirittura voleva vivere con lui come una vera famiglia.
<< È… è bello che tu la pensi così. Per vivere tutti insieme è presto, ma sono felice che a te stia bene così. >>
<< Papà, sai che io ti voglio bene! >> Saori abbracciò il padre, il quale fece di tutto per non commuoversi.

 
La mattina dopo Kuroo si recò all'autofficina Azumane, sperando di trovare Asahi.
< < Problemi con il taxi? >> fortunatamente la persona desiderata era in servizio, peccato che il padre era proprio dietro di lui e lo fissava in un modo strano.
<< Più o meno... Signore, devo rubarle l'operaio per qualche minuto. >> detto questo, Kuroo prese Asahi per mano e lo trascinò all'esterno e lo spinse dentro la macchina.
<< C-che succede? Non vorrai mica... >>
<< Saori sa tutto. Ci ha scoperti. >>
Azumane si pietrificò, non si aspettava una cosa del genere, non così presto. Sapeva che Saori era una bambina intelligente e che prima o poi avrebbe capito che lui e il padre si stavano frequentando, ma non proprio sul nascere della storia.
<< Si è arrabbiata? >> chiese Asahi con tono triste.
<< Ha proposto di vivere tutti insieme. >>
<< Cosa? >>
<< L'ha presa bene Azumane, a lei sta bene la nostra relazione, non c'è bisogno di nasconderci. >>
Asahi non poteva credere alle sue orecchie, trovava tutto così assurdo. Mentre Asahi formulava le informazioni appena apprese, Kuroo guardò bene di essere fuori la visuale di chiunque poter baciare l'altro ragazzo.
<< Sai che da te io non voglio solo sesso, vero? >> sussurrò Tetsurō sulle labbra dell'altro.
<< Il fatto che Saori l'abbia presa così bene, mi fa stare più tranquillo anche sui miei sentimenti e su quello che voglio. >> continuò l'uomo con espressione seria sul viso.
<< Io non sono un tipo che si diverte, Kuroo. Sarei fuggito se avessi sentito in te il pericolo di essere preso in giro. >>
<< Perfetto, allora possiamo anche sposarci. >> il tono di Kuroo tornò scherzoso, ma Asahi non sembrò averlo capito.
<< Cosa? >> rispose, sconvolto.
<< Ora devo tornare a lavoro. Sono venuto solo per avvisarti di Saori. Ci vediamo oggi. >> disse in un fiato il tassista, aprendo lo sportello al lato di Asahi.
<< O-oggi? >>
<< Hai lezione con Saori. >>
<< Ah giusto. Ci vediamo oggi. >>

 
Nel pomeriggio Tetsurō e Asahi si comportarono come avevano sempre fatto prima del loro bacio. Asahi si occupò esclusivamente di ascoltare Saori e insegnarle nuove composizioni. Alla pausa Azumane restò lontano da Kuroo e si percepiva chiaramente il suo imbarazzo. Tetsurō si avvicinò e porse al più timido una tazza.
<< Ho fatto il tè. >> Kuroo sorrise gentilmente, non c'era la solita malizia sulle labbra del padrone di casa ma Asahi non se ne accorse perché non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.
<< Grazie. >> disse velocemente, prendendo la tazza. Saori li fissò per un po'.
<< Guardate che potete baciarvi, non mi fa schifo. >>
Tetsurō guardò la figlia con gli occhi spalancati mentre ad Asahi per poco non cadde la tazza.
<< Amore di papà, queste cose si fanno in privato. >>
Asahi guardò Kuroo in malo modo.
<< Va bene, però smettetela di fingere di non stare insieme, siete ridicoli. >> Saori lasciò la sala per andare in cucina.
<< È la prima volta che qualcuno mi dà del ridicolo. >> commentò Tetsurō.
<< A te sorprende questo di tutta la conversazione?! >> Asahi sembrava esasperato.
<< Che vuoi farci, mia figlia ha una mente aperta. >>
Tetsurō infilò le dita nella cinta dei pantaloni di Asahi per avvicinarlo e baciarlo. Azumane inizialmente era restio, poi si lasciò andare a quel caldo bacio, ignorando che Saori li spiava da dietro la porta, esultando di felicità.




Ok, è finita prima del previsto, chiedo ancora scusa per il disguido, per non parlare del fatto che avrei voluto aggiornare due giorni fa ma me ne sono dimenticata e sono riuscita a pubblicarlo solo ora perchè stasera mi sto dannando nella ricerca di alcune canzoni per un evento lavorativo di domani... aaaah, mi fuma il cervello.
Spero vi sia piaciuto almeno un po', è uscita fuori una cosa molto strana anche per me, lo ammetto. 
Ok, fatemi sapere cosa ne pensati e spero di tornare presto (anche se non ne sono completamente certa.)
Grazie a chi leggerà, un bacio
Lady Neko Kadar

 

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