Il Giorno Dopo

di Sayumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Esami ***
Capitolo 3: *** Tempo e mutamenti ***
Capitolo 4: *** Cambiamento nel corpo, cambiamento nell'anima ***
Capitolo 5: *** L'inizio di una nuova vita ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo
Il Giorno Dopo

-Prologo-


Non era facile.
Dopo che accadde quella catastrofe fu difficile per tutti ricominciare. Fu difficile anche per me.
Ero consapevole che prima o poi, nella mia vita, sarebbe cambiato qualcosa, ma non avrei mai creduto sarebbe successo, non così in fretta.
In un certo senso ho sempre sperato che accadesse il più tardi possibile. Anzi. Ho pregato che le mie visioni rimanessero solo un sogno.
Ma una parte di me era consapevole che le vie di scampo sarebbero state poche.
Credevo che le cose percepite e viste sin da piccola fossero già il massimo.
Credevo non ci fosse nulla di peggio.
Mi sbagliavo.
Fu il freddo di quei giorni, un freddo che non dimenticherò mai.
Tutto cominciò nel ghiaccio....
Quando riaprii gli occhi, quel giorno, tutto mi appariva sotto una luce completamente diversa.
La prima cosa che feci fu guardarmi intorno.
Temevo che qualcuno si accorgesse di qualcosa che, invece, a me era sfuggito. Eppure nessuna delle persone che avevo intorno riusciva a dirmi nulla.
Dissero semplicemente che ero caduta in coma e non sapevano se mi sarei più risvegliata.
Il medico che mi aveva in cura disse che non ero stata l'unica, altri erano caduti in quello strano sonno controllato e che si erano svegliati come da un semplice riposino.
Ci volle del tempo prima che tutto fosse chiaro.
Ci volle diverso tempo prima che cominciasse tutto.

***

Sono il Dottor Logan Bonn.
Confesso che trovo estremamente curiosa questa malattia. Non tutti ne vengono attaccati, ma si potrebbe stimare che almeno due individui su cinquanta siano vittime, non saprei dire se esistono portatori sani.
La preoccupazione dei miei colleghi alle volte mette ansia anche a me. Non so dare spiegazioni alle loro domande insistenti, posso solo dire che questo strano comportamento non ha origini conosciute.
Gli individui che cadono nel sonno hanno più o meno gli stessi tempi e le stesse reazioni, ma è ciò che accade al risveglio che li differenzia l'uno dall'altro.
Credo sia qualcosa che si manifesta a livello genetico. Probabilmente è già presente nel DNA di queste persone e il magnetismo terrestre li sta in qualche modo spingendo ad una sorta di mutazione spontanea.
Per tutti la prassi è la stessa. Cadono nel sonno e si risvegliano dopo tre mesi, ma il loro corpo non è più come lo era prima del letargo.
Darwin probabilmente spiegherebbe questi cambiamenti come una evoluzione della specie umana. Ma non tutti sono ancora pronti per questa evoluzione.
L'altra sera un mio collega mi ha chiamato terrorizzato dalla mia ipotesi a sostegno della teoria Darwiniana, teme che possa portare ad una presa di potere da parte di queste persone colpite.
Effettivamente alcuni pazienti inquietano anche me.
Alcuni manifestano una calma innaturale, quasi indifferente alla notizia delle loro condizioni fisiche, mentre altri reagiscono in modo violento e questo mi preoccupa.
Attualmente sorveglio alcuni ricoverati della clinica. Due di loro rientrano nei violenti, una sola ha manifestato la calma già riscontrata. Quella ragazza in particolare mi affascina.
Questi tre hanno accettato di sottoporsi ai miei test.
La prima cosa che voglio capire è se il mutamento dell'iride possa giustificare il loro comportamento. I due ragazzi che manifestano violenza hanno confessato di avere gli occhi più scuri di prima, mentre alcuni amici della ragazza sostengono che prima, i suoi occhi, erano marroni, mentre ora sono evidenti diverse sfumature di verde chiaro.
Ancora più curiose sono le loro capacità.
Il primo dei due ragazzi, Alan, sostiene di poter consultare qualsiasi libro del mondo conoscendone solo il titolo. Non ci avrei mai creduto se non l'avessi sentito recitare l'Iliade in lingua originale, così come fu scritta da Omero.
Ewan, tuttavia, mi terrorizza. Quando esercita la sua strana capacità riesce a far cadere l'ombra su qualsiasi cosa egli decida. Ancora più impressionante è il suo spostarsi in quell'oscurità senza la minima fatica.
Lynn è la mia preferita, invece. Lei ha il talento di percepire ogni emozione umana e persino leggerne la mente.  Credo nasconda anche qualche altre dote, ma non riesco a capirla, come si cerca di farla aprire sviluppa una riservatezza difficile da invadere. La sua calma alle volte è snervante. Nulla riesce a stupirla, è come se fosse perennemente ghiacciata in un mondo tutto suo.
Credo che questa sarà la sfida più grande che mi toccherà affrontare, un passo enorme per la scienza mondiale...








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Spazio Autrice:

Salve a tutti ed eccomi con una nuova fic... come avevo già, forse, accennato diverso tempo fa, ero intenzionata a sperimentare nuove tecniche di scrittura e generi che non fossero romantico o drammatico... questa volta provo con un genere che, nonostante non sia tra i miei preferiti, mi ispirava abbastanza da tentare questa cosa...
In tutto la storia prevede 5 capitoli: un prologo e altri 4.
Ma da subito vi sfido! La fic non ha una fine ma è più che altro una sorta di introduzione... Probabilmente svilupperò qualche one-shot, ma vorrei invitarvi a leggere questi cinque capitoletti e, se ve la sentite, scrivere capitoli a vostro piacimento sui vari personaggi che vi ispirano maggiormente (tra quelli da me inventati) oppure aggiungerne di vostri e proseguire con la trama.
E' forse una sorta di gioco, vista la possibilità di EFP di scrivere a più mani perchè non approfittarne per vedere fino a che punto si può arrivare?
Ovviamente se si preferisce ci si può contattare e vedere assieme un possibile proseguimento!

Nei prossimi capitoli penso di inserire anche qualche disegno a modi "scheda" per i personaggi presenti...
A presto allora... e vi invito a farvi avanti (ma non prima del 5 capitolo! Mi raccomando!)...

bye bye
by Sayu

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Capitolo 2
*** Esami ***


capitolo 1
Il Giorno Dopo

-Capitolo 1-
Esami

Il dottor Logan, alle volte, era snervante. Cercava in ogni modo di entrare nella mia testa, mi sentivo un esperimento.
Non saprei dire se è più irritante lui o quel maledetto registratore che si porta dietro.
Sono sveglia da quattro giorni e mi sento il braccio ridotto ad un colabrodo da tanti prelievi mi sono stati fatti.
Lui dice che sono fondamentali per la ricerca.
Io mi chiedo perchè gli serva tanto sangue. Sarò cambiata a livello genetico ma ho pur sempre un limite alla quantità di sangue prelevabile.
E poi è sempre lì a farfugliare strane teorie su quello che ci è successo.
In compenso Alan ed Ewan si fanno decisamente meno domande sulla loro nuova vita.
Pensano molto e spesso. Ma il loro pensiero non è chiaro come quello di tutti gli altri, sono torbidi, alle volte più difficili da leggere, specialmente dopo che quel dottore ha rivelato loro, con un eccesso di entusiasmo, le mie capacità.
E' probabilmente da allora che mi guardano con sospetto.
Un paio di volte ho sentio Ewan spingermi lungo la scala. Spesso pensano qualcosa di osceno per irritarmi. Probabilmente prima del coma li avrei strangolati, ma ora il loro comportamento mi spinge a temere i veri pensieri nascosti.
-
Lettrice, secondo me il medico vorrebbe...- Alan lasciò la frase a metà, permettendo al suo pensiero di giungermi a complemento della frase. Vidi nitidamente nella sua testa la solita schifezza oscena e gli risposi con un sorriso malizioso.
-
Non siete molto fantasiosi, sempre la stessa posizione, che noia!- vidi il Dottor Logan guardarmi con gli occhi sconvolti per la mia affermazione, poi si voltò verso le sue provette.
Percepii il suo pensiero offeso e per un lampo la mia immagine balenò nella sua testa, per lui apparivo solo come un topolino da esperimento. Lo stesso era per gli altri due.
Alan storse il naso e il buio calò su tutta la stanza, sentii l'imprecazione di Logan prima ancora che la pronunciasse effettivamente. Mi alzai in tutta tranquillità e mi posizionai tra il medico e i due ragazzi.
Non riuscivo a vedere nulla, ma i loro pensieri li tradivano e non riuscivano a muoversi senza essere anticipati da me.
Ewan meditò di afferrarmi le braccia, il suo amichetto aveva deciso di immunizzarlo all'ombra. Prima ancora che riuscisse a toccarmi mi scansai e lo sentii urtare contro del vetro che tintinnò.
-
Ragazzi! Per favore! Non in laboratorio!- Logan avrebbe voluto urlare ma si trattenne.
-
Sono stanco di fare da cavia, vogliamo uscire da qui- sibilò Ewan con rabbia. Alan pensò alla fuga e senza dire nulla prese il compagno per un braccio e corsero fuori dal piccolo laboratorio.
-
Dove sono? Ho sentito la porta... Lynn?- Logan era terrorizzato questa volta.
Inspirai lentamente. Anche sapendolo non avrebbe potuto fare nulla per fermarli. -
Alan ha deciso di andarsene da qui. Ha fatto in modo di accecare tutti i presenti della struttura medica, nessuno può vederli. Probabilmente l'effetto svanirà una volta che saranno sufficientemente lontani-
-Non possono andarsene!- Logan arrancò verso quella che credeva fosse la porta, riuscendo soltanto a colpirsi con uno sgabello all'inguine.
Risi, lui pensò un sonoro insulto, poi si sedette a terra paziente. Aveva capito che l'unica cosa che potesse fare era attendere che l'effetto accecante di Ewan svanisse.
Ascoltai in silenzio i suoi pensieri. La sua preoccupazione più grande era l'aver perso due "cavie" fantastiche.
Poi di nuovo la mia immagine.
Sentendomi associata ad un topo da laboratorio compresi bene la scelta dei due ragazzi di andarsene. Logan era estremamente fissato con la sua ricerca. Nella sua testa non c'era spazio per nient'altro. Era la sua ossessione.
Ossessione.
Quella parola mi ricordò una cosa che il coma era riuscito a farmi passare.
Una cosa che avrei preferito dimenticare per sempre.
Questa volta i pensieri di Logan non mi riguardavano più. Corsi con la mente a cercare un altro pensiero.
Sentii molte persone che conoscevo nella mia testa. I pensieri di quel momento.
Ma quando arrivai dove avrei dovuto ci fu solo silenzio... Non c'era alcun battito di cuore dove stavo cercando.
In quel momento la luce tornò accecante e fissai la parete verde salvia davanti a me.
-
Lynn... stai piangendo?-  Anche il Dottor Logan era tornato a vedere e io mi riscattai dalla mia ricerca guardando i suoi occhi verdi che mi stavano scrutando preoccupati.
Fu come vederlo veramente per la prima volta. Sentivo ancora i suoi pensieri, ma questa volta la realtà mi stava colpendo in faccia per mostrarmi il volto del medico che mi trattava da Cavia.
Aveva dei capelli castani corti, più per praticità che per altro. I suoi occhi verdi avevano l'espressione affaticata di chi non dorme spesso. Gli occhiali nere non facevano che esaltare le occhiaie già scure. Il naso era fine e preciso. Era piuttosto alto, anche per me che ero decisamente minuta.
Per la prima volta in quattro giorni mi ricordai di esistere e di avere pensieri miei.
In quattro giorni ricordai che non esistono solamente i pensieri altrui...


***


Se ne sono andati.
E' stato un completo fallimento. Su tutta la linea. E' rimasta solo Lynn, ma comincio a temere che anche lei se ne andrà e non potrò più proseguire con le mie ricerche.
Probabilmente dovrò ricominciare da capo, senza riuscire a sapere se quello che ho fatto fino ad ora è servito a qualcosa. Darwin si starà rivoltando nella tomba. Avevo in mano la più grande scoperta di tutti i tempi e me la sono lasciata sfuggire.
I miei colleghi sicuramente staranno ridendo di me.
Inspiro lentamente e mi dedico all'unica paziente che mi è rimasta.
Lynn.
Due giorni fa ha cominciato a piangere ed ora non fa altro. E' perennemente immersa nei suoi pensieri, forse in quelli di qualcun'altro. E' caduta in depressione e non fa che guardare il vuoto, con le ginocchia strette al petto, dondola appena e le parole che le rivolgiamo è come se non le sentisse.
L'unica cosa che siamo riusciti a farle dire è "Non ci sono più" poi ha ripreso a piangere.
L'infermiera del turno di notte è con lei, era presente anche quando Lynn aveva pronunciato quell'unica frase.
Le parla, pare che la consoli, ma non c'è alcun miglioramento.
Solo due ore fa le abbiamo messo la flebo, si rifiuta di mangiare e il suo fisico è troppo debole per reggere a lungo quella depressione.
La guardo dal vetro, mi sembra una bambina, con la sua veste candida e bianca. Non c'è angolo del suo corpo che io non conosca, conosco a memoria tutte le sue analisi cliniche, i suoi trascorsi medici, anche quelli più riservati e intimi. Eppure mi sembra di non sapere nulla di lei. Lei, che al contrario, conosce ogni più piccolo segreto della mia mente.
Varco la soglia della sua stanza, la porta si richiude e l'infermiera mi guarda sconsolata, sta accarezzando i suoi capelli, lunghi e lisci come la seta, gli occhi verdi ancora lacrimenti e fissi nel vuoto.
-Maledizione! Vuoi svegliarti!- sbatto la cartella medica sul tavolino al fianco del letto, Doris, l'infermiera sussulta agitata e mi lancia un'occhiataccia.
Finalmente Lynn pare reagire a quel gesto e la vedo voltarsi verso di me.
I suoi occhi diventano di un verde cupo, scurissimo e un brivido d'eccitazione mi percorre, finalmente una reazione nuova. Lei stringe le palpebre e sibila tra i denti -Mi fai schifo-
Mi avvicino a lei, ma come apro bocca il suo sguardo torna perso nel vuoto e riprende a brillare di una piacevole sfumatura verde smeraldo... è di nuovo immersa nei suoi pensieri e quell'ombra nei suoi occhi svanisce in un lampo.
Doris scuote la testa rassegnata, ma è me che guarda con rimprovero.
-Non guardarmi a quel modo!- Rispondo all'infermiera, poi, uno strano senso di disagio mi attanaglia lo stomaco. -Non ho pensato a nulla di cattivo o osceno!- Mi giustifico, non so nemmeno io per quale motivo.
La donna sospira, i suoi occhi marrone scuro si alzano al cielo, le sue treccine ondeggiano assecondando il no della sua testa. -Non possiedo la straordinaria dote di questa ragazza...- parla piano, senza odio, nè rancore. -Ma non sono cieca e vedo come tratti i tuoi pazienti, questa ragazza è una persona che vive, respira e pensa, non una cartella clinica con dei simboli.-
Fisso spaesato quell'infermiera, non capisce, io faccio solo il mio lavoro. -Il mio compito è quello di...-
-Non è questione di compiti! Lei legge la mente delle persone! Percepisce i sentimenti di chi le sta vicino e anche di chi non lo è...- questa volta il rimprovero è palese nelle sue parole.
-Lo so, è qualcosa di straordinario e...-
-E Terribile! Vedi qualche suo parente qui?-
-No...- In quel momento mi è chiaro tutto. Abituato come sono ad occuparmi di casi genetici non avevo considerato il lato psicologico della faccenda, Lynn è sola, ha scoperto evidentemente che la sua famiglia è scomparsa. Probabilmente quella stessa scoperta l'ha fatta con le sue doti. -Chiamerò uno psicologo- esordisco alla fine.
Questa volta è l'infermiera che mi guarda con disgusto -Proprio non capisci... Ha bisogno di persone amiche, non di uno psicologo!-
Sospiro, quello sguardo peggiora la mia sensazione di disagio -Non è un problema mio, non aveva documenti, la persona che l'ha portata qui è scomparsa, cosa posso farci?-
Questa volta Doris si arrende, si stringe il camice azzurro da infermiera e ondeggia fuori dalla stanza scuotendo i suoi capelli.
Rimaniamo soli, io e Lynn. La guardo sempre con occhio clinico, la depressione le deforma appena i lineamenti, come se stesse per crollare. Eppure c'è qualcosa in lei che la tiene insieme, come un'energia troppo forte per farsi abbattere da così poco.
La sento singhiozzare e di nuovo una morsa mi attanaglia lo stomaco. Inspiro lentamente e la osservo, non riesco a fare a meno di vederla solo come una paziente, i problemi appena discussi con l'infermiera non riesco a capirli.
-Se ti fa tanto male troveremo un modo per bloccare la mutazione- la frase mi esce dalle labbra come se fosse sempre stata lì.
Lynn smette di piangere, alza lo sguardo, ora la sua iride è verde foglia. Sbatte le ciglia con espressione incredula, poi sorride, un sorriso triste e carico di... pietà.
-Possiamo agire sulla corteccia celebrale, forse indagando meglio potremo trovare un modo per bloccare parte delle tue sensazioni e...-
Lei continua a guardarmi in quel modo, mi sento quasi spogliare da quegli occhi tristi. -Io sento i sentimenti e i pensieri della gente, ma tu sei così sterile che mai avrei pensato potesse esistere una persona così arida...-
A quelle parole nemmeno mi rendo conto d'averla schiaffeggiata.
Ancora peggio è il sorriso che poi mi rivolge -Ecco, questo è decisamente più umano- guardo il rivolo di sangue che ora esce dalle sue labbra, mi sento un verme, istintivamente afferro un fazzoletto dalla tasca e mi avvicino per asciugarla.
Lei sorride e si lascia toccare. Sbuffa appena e l'aria che espelle mi sfiora delicatamente la pelle del polso facendomi risalire un brivido lungo tutto il braccio.
-Non resterò a farmi sezionare da te per sempre... sai che me ne andrò, la mia casa non è in questo ospedale...- si allontanò dalla mia mano che ancora detergeva il suo labbro e mi guardò negli occhi. -E non è nemmeno il tuo rifugio, prima o poi dovrai affrontare quello che c'è fuori....-




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Spazio Autrice:

Confesso di avere poco tempo e poca voglia per rivedere tutto il capitolo, spero non ci siano errori troppo evidenti e di non aver fatto troppi danni con i tempi verbali.
Buona lettura.

Bye bye
by Sayu

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Capitolo 3
*** Tempo e mutamenti ***


capitolo 2
Il Giorno Dopo

-Capitolo 2-
Tempo e mutamenti

Quando capii che non c'era più, sentii la mia esistenza crollare come un misero castello di carte.
Dopo di Lui, nello stesso identico modo, non fu difficile scoprire dove si trovassero tutti i miei amici e parenti.
Le persone che avevo più vicine prima del coma erano silenziose e la cosa poteva significare soltanto che non esistevano più. Avevo scoperto che le persone pensano in continuazione, anche quando dormono o sono in coma... sebbene loro li chiamano "sogni".
Forse, probabilmente, sarà sciocca una cosa del genere per una persona che ora sente anche il più piccolo, riservato, pensiero di ogni creatura esistente, ma mi sento incredibilmente sola.
Sentire i sentimenti di una persona è una cosa, ma sentire i sentimenti che una persona prova per me è tutt'altro...
Sospirai e aprii gli occhi, sentivo il ronzare dei sogni del mio vicino, stava avendo un incubo nella stanza a fianco la mia, ma non era sufficiente il muro a fare da filtro a quella serie di immagini fastidiose di insetti e larve.
Poi, di nuovo il dottore.
La nostra discussione precedente era finita male. E qualcosa mi diceva che ne sarebbero finite male anche altre.
Quando varcò la stanza sentii nettamente il suo pensiero, quasi come se avesse parlato: *Almeno ora non piange depressa*.
Lo guardai, abbassò subito la testa, colpevole aveva intuito d'essere stato scoperto. Aprì bocca, ma la sua testa già imprecava sonoramente per la gaffe appena fatta.
-Non occorre, mentiresti e sappiamo entrambi che è incredibilmente stupido- lui mi fissò con astio, non era più tanto elettrizzato dalle sue ricerche.
*Sto cominciando a preferire...* iniziò a formulare il pensiero, ma questa volta si fermò prima.
-Che fossi stata io a scappare?- Sorrisi, sfidandolo. Sbuffai appena e guardai fuori dalla finestra. -Ho delle richieste da fare, se davvero vuoi continuare con le tue ricerche-
Incrociai le braccia, mentre lui, sospettoso assottigliò le palpebre e spostò il peso sulla gamba sinistra, la sua testa bramava dalla curiosità di sentire le mie richieste.
-Voglio sapere cosa è successo esattamente dopo il giorno ...-
Lui annuì seccato -Si si, ho capito cosa intendi, farò in modo che Doris ti procuri i giornali-
-Non ho finito- aggiunsi in fretta, la richiesta più importante sarebbe stata difficile per lui da accettare. -Come avrai terminato con i tuoi esami e avrai sufficienti informazioni, voglio essere dimessa-
Questa volta sgranò gli occhi. Gettò la cartelletta sul vassoio ai piedi del mio letto e si avvicinò a me. -Se davvero ci tieni puoi andartene quando vuoi- nei suoi sentimenti percepivo del disprezzo puro, l'impassibilità data dai suoi studi era del tutto svanita. -Ma sappi che non ti tirerò su dalla strada non appena ti accorgerai di essere rimasta senza niente- sputò con rabbia quelle parole.
Non me la sentivo nemmeno di rispondergli, la sua rabbia era talmente forte che non sarebbe servito a nulla. Rimasi impassibile mentre mi guardava, quasi gli mancava il fiato.
-E SMETTILA DI ESSERE TANTO IMPASSIBILE!- lo sentii urlare, ma nemmeno quello riuscì a smuovermi. Capii subito quale fosse l'origine di quella rabbia, non era il mio comportamento, ma la sua incapacità di andare oltre alle sue scoperte attuali, leggevo nella sua testa continue immagini di schermi pieni di cifre e diagrammi a cui, nemmeno lui, riusciva a dare un senso.
-Cosa dovrei fare?- chiesi in tutta sincerità, questa volta lo stavo provocando, ne ero consapevole, ma non riuscivo a prendermela con lui.
-SEI QUI DA QUASI UNA SETTIMANA E, A PARTE QUALCHE LACRIMA, NON C'E' NULLA CHE RIESCA A SMUOVERTI!- continuava ad urlare, sentii i sospiri degli infermieri fuori dalla porta, un vociare curioso.
-L'unica cosa che non si muove sono le tue ricerche...-
Quella frase lo colpì allo stomaco, lo vidi abbassarsi a terra, esausto, mentre il senso di colpa per le sue parole si sostituiva alla furia di qualche attimo prima.
-Sei l'unica che ho, non posso proseguire senza metodi di paragone... io...- alzò la testa, inspirai lentamente e posai la mia mano sulla sua.
-Ce ne sono molti altri, semplicemente, la maggior parte, anche dopo il coma, non si rende conto delle capacità che ha.- Sorrisi comprensiva.
Lui scosse la testa. -A parte te e gli altri due, gli altri pazienti hanno solo i sensi più fini, voi eravate gli unici con così grandi potenzialità- guardò la mia mano, la strinse appena, ma lasciò subito perdere.
-Ti ripeto che ce ne sono altri, ma non sono vicini all'ospedale-
-Tu li senti? Come puoi capire dove sono?- Ad un tratto il suo sguardo si illuminò, alzò la testa e si rimise in piedi. La mano scivolò da sotto la mia per afferrare la penna e annotare sulla tavoletta.
-I loro pensieri sono più torbidi, ma comunque presenti...- dissi infine. La sua mano annotò degli appunti, la sua mente rifletteva le parole appena segnate *Dimostra una capacità sorprendente, sente i pensieri anche a distanza di metri, forse chilometri, indipendentemente dalle barriere architettoniche*.
La sua barriera gelida e arida da scienziato era tornata.

Il giorno successivo, il dottor Logan mantenne la mia richiesta.
Doris varcò la stanza con un enorme sorriso e una montagna di giornali. Mi si avvicinò e sorrisi a mia volta.
Quella donna mi piaceva, era una persona molto tranquilla, aveva un carattere gentile e solare che riusciva a farmi sentire meglio. La prima volta che era entrata nella stanza aveva saputo dal dottore delle mie capacità, scoppiò a ridere sinceramente divertita dalla cosa e disse senza troppi fronzoli "Bene, non mi sono mai piaciuti i segreti!"
Da quel momento fu più facile per me aprirmi, era facile essere più rilassata con Doris, soprattutto visto che non smaniava dalla voglia di scoprire come funzionasse il mio cervello.
Quando si sedette sulla sedia al mio fianco aveva un po' di fiatone -Sai, mi salvi dal turno di pulizia! Il dottore mi ha concesso un'ampia pausa.-
Sorrisi a mia volta e afferrai qualche rivista da sotto le sue dita, subito il suo umore mutò e una sensazione di tristezza e desolazione mi raggiunse lo stomaco. -Deduco dal tuo pensiero che non ci sono buone notizie- sospirai guardando l'infermiera.
Lei scosse il capo rattristata e iniziò con il discorso.
-A quanto ne sappiamo sei caduta in coma al secondo giorno, era il 22...- iniziò -Dal giorno dopo sono successe diverse cose. Oltre al magnetismo che ha provocato le vostre... mutazioni anche gli animali hanno iniziato a comportarsi in modi strani.-
Alzai un sopracciglio. -Hanno aggredito gli uomini?- chiesi più per dire qualcosa, Doris subito annuì.
-Si, ma non solo, i gatti sono stati i primi a diventare aggressivi, ma anche i cani non fanno che abbaiare. Gli uccelli si spostano in sciami da un punto all'altro della città. Gli insetti e i topi non fanno che morire... così anche i pesci e molto bestiame.- Un tremito di terrore gli riempiva la voce. Spalancai gli occhi preoccupata, ma attesi che proseguisse. -Adesso però dicono che la situazione è controllabile. In compenso ha cominciato il vento, in alcune località si sono scatenate parecchie tempeste, nel deserto ha nevicato per qualche ora poi ha ripreso a fare caldo.-
-Immagino le reazioni, è stata dichiarata l'Apocalisse?- dissi sarcastica, già mi immaginavo le emittenti televisive, i religiosi più accaniti in preda al panico.
Doris ricambiò il sorriso -Esatto... Ma stanno cercando di tenere la situazione sotto controllo, se si escludono le calamità naturali e ...-
-Quelli come me- sospirai a completamento della sua frase.
-Non tutti quelli che cadono in coma si risvegliano, però-
A quelle parole tornai a guardarla preoccupata. -Credevamo che anche tu non ti saresti svegliata quando sei arrivata... Ne erano già morti venti, elettroencefalogramma piatto dopo le prime ventiquattro ore, ma tu eri stabile dall'inizio, ne sono arrivati altri ieri sera, ma solo una è ancora viva e in coma-
-Posso andare da lei più tardi?- Chiesi senza pensare.
Doris rimase interdetta -Possiamo chiedere al dottore...- sospirò, poi iniziò a pormi dei giornali. -Quello che ti ho detto è a grandi linee la storia riassuntiva, qui trovi qualcosa in più-
Afferrai il quotidiano, la data era di due giorni prima. In copertina c'era la foto di quattro capi religiosi e la scritta a caratteri neri "E' caccia alle streghe! Strani mutamenti tra gli abitanti, si suggerisce una proposta di legge per isolare i *malati* terminali".
-Ora comincio a capire meglio cosa intendeva il dottor Logan...- sospirai.
Doris storse il naso -Alcuni vi credono posseduti dal demonio...- sussurrò appena quelle parole -Ma non è affatto vero-
Sorrisi comprensiva, sapevo che non lo pensava, le sue parole erano del tutto superflue, eppure lei voleva dirle comunque, come se la cosa potesse essere una verità indiscutibile.

***

Le
mie ricerche stanno procedendo così lentamente che mi sembra del tutto inutile continuare ad insistere.
Lynn comincia a ribellarsi alle procedure e temo che presto o tardi anche lei se ne andrà come hanno fatto tutti gli altri.
Ora è con Doris. Ha chiesto di essere aggiornata sugli avvenimenti svoltisi durante il suo coma. Deve essere comprensibile in effetti, anche io mi chiederei che cosa sta succedendo al resto del mondo, probabilmente si chiederà perchè lei è sopravvissuta a differenza di altri...
E poi c'è una nuova paziente che sembra resistere al coma.
La sua attività cardiaca sembra in continuo cambiamento, questa anomalia si presenta spesso nei casi sopravvissuti.
Altro appunto che stavo scordando, ho saputo che i Chip inseriti sottopelle ai due ragazzi sembrano non funzionare. Ho fatto controllare anche quello inserito a Lynn il giorno del suo ritrovamento. Pare dia segnali ad intermittenza, soprattutto quando ci sono persone all'interno della sua stanza.
-Dottore, la paziente appena arrivata si agita nel sonno, pensiamo stia per svegliarsi- chiese una delle segretarie, varcando la porta del mio ufficio.
Ero così assorto nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorto che la porta fosse stata aperta.
Mi alzai di scatto e raggiunsi le scale senza sentire altro. Volevo essere presente al risveglio, un po' come un allevatore alla nascita di un vitellino. Era qualcosa di emozionante.
Entrando nella stanza l'infermiere responsabile mi raggiunse con la cartella.
-Margherita, cognome sconosciuto. Sappiamo che i suoi genitori sono attualmente ricoverati in terapia intensiva a causa di un incidente, un pino è entrato dalla finestra del loro appartamento e sono rimasti feriti gravemente.- disse prontamente, ignorando i gemiti di dolore che venivano dalla paziente. Lo guardai sospettoso e lui scosse il capo -Non riusciamo a darle un calmante, ha la pelle che pare fatta d'acciaio- indicò degli aghi spezzati sul banco.
-Deve essere la sua capacità, evidentemente ha una dote più fisica che mentale- affermai, sebbene non ne fossi certo al 100%.
L'infermiere guardò prima me poi la paziente. -E' molto diversa da Lynn, a partire dal battito cardiaco e l'attività celebrale.- Affermò con una punta di terrore nella voce.
-E non solo da Lynn, fino ad ora avevamo encefalogrammi molto più confusi e il battito cardiaco quasi assente. Questa ragazza ha un encefalogramma quasi normale ma il cuore batte come se stesse correndo- confermai.
L'anestesista entrò alle mie spalle, con lui anche il chirurgo.
-Dottor Logan, la situazione ci preoccupa, non riusciamo a farle iniezioni e se non si calma potrebbe causarsi danni fisici con tutti quegli spasmi.- Parlò il secondo, mentre l'altro annuiva concorde.
Guardai la paziente che si dimenava come se stesse litigando con funi invisibili. Effettivamente qualche rischio c'era, ma se non la si poteva calmare con siringhe era un problema.
Sentimmo bussare alla porta e tutti e quattro ci voltammo verso di essa.
Doris aveva uno sguardo terrorizzato e terribilmente colpevole, mentre Lynn sorrideva con la sua solita aria tranquilla e implacabile.
-Credo che in questo caso potrò esservi più utile di quanto speriate- affermò avanzando nella stanza. Indossava la solita vestaglia dell'ospedale ed era a piedi nudi, fulminai Doris con lo sguardo.
-Tornatene nella tua stanza, è pericoloso- sibilai del tutto inutilmente.
Lei sorrise beffarda. -Non prendertela con Doris, lei ci ha provato a fermarmi, ma l'ho minacciata di raccontare alcuni suoi pensieri alle sue colleghe.- Si avvicinò a Margherita nel letto e chiuse gli occhi -Il suo pensiero è torbido, ma semplice... ha sete e fame ma la sua mutazione non è ancora ultimata-
Mi guardò come se sarebbe stato ovvio per chiunque capire una cosa tanto semplice. -Mi sente- disse subito dopo tornando a guardarla con gli occhi assottigliati. -Dice che le manca poco e che vorrebbe trovare del cibo appena si sveglierà- sogghignò appena -Gradirebbe della carne ben cotta possibilmente, con un contorno di verdure e patate.-
-Logan la tua paziente è scappata da psichiatria?- affermò sconvolto e sarcastico il chirurgo.
-No, è la sua dote leggere nella testa... Doris, riesci ad esaudire la richiesta?- Mi voltai verso l'infermiera, lei annuì vigorosamente e corse via, scomparendo dietro la porta.
-Riesci a chiederle qualcosa...- non sapevo nemmeno io a cosa pensare, scoprire che i pazienti in coma fossero in grado di sentire le parole che venivano pronunciate vicino a loro era già di per sè qualcosa di straordinario.
Lynn guardò la paziente, poi rispose affermativamente ad una domanda mentale. Stavano comunicando telepaticamente e avrei pagato milioni pur di sapere di cosa stavano parlando.
-Cosa...- azzardai guardando Lynn carico di speranze.
Lei alzò la mano come per scacciare una mosca fastidiosa, rimasi di stucco nel notare quella confidenza e sfacciataggine -Non lo so, io leggo la mente, tu a quanto pare hai la pelle d'acciaio, probabilmente sei resistente agli attacchi fisici d'ogni genere...-
Assottigliai gli occhi -Chiede del perchè della mutazione?- insistetti.
Lynn sbuffò annoiata e annuì -Si è lui che sta studiando la cosa.- Ci fu una pausa. -Sono d'accordo, ma è anche vero che fino a che nessuno si offre non si avranno mai delle risposte-
-Potrei essere reso partecipe?- Questa volta fui maleducato, ma odiavo stare a guardare mentre le due discutevano in quel modo segreto e snervante per me.
Lynn mi guardò, questa volta era annoiata. -Come sei egocentrico... stiamo solo commentando che siamo in una situazione scomoda e vorremmo semplicemente capire perchè è toccato a noi- era glaciale e implacabile, metteva i brividi. -Ho già avuto modo di capire quanto tu tenga alle tue ricerche, ma mettiti anche nei nostri panni, l'idea di essere trattate come delle cavie non è affatto elettrizzante.-
Avevo una voglia matta di replicare, ma nemmeno io sapevo cosa rispondere. Effettivamente aveva ragione... ma le mie ricerche erano troppo importanti!
-Prima hai detto che sa di essere vicina al risveglio, come fa a saperlo?- Chiesi invece, sforzandomi di non pensare alle parole appena dette.
-Si- ci fu una pausa, Lynn si voltò a guardare Margherita e aspettai. -Lo sa perchè la sua mente è sveglia, ma il suo corpo dorme... e in qualche modo sa che sta per svegliarsi-
-Però questa cosa non è successa con te- obiettai, annotando comunque l'informazione sulla scheda strappata di mano all'infermiere.
-Perchè io avevo la mente che stava mutando e il corpo può adattarsi anche al risveglio, mentre lei è l'esatto opposto.- guardò  di sfuggita la paziente -Lei sente tutto dal momento in cui il suo corpo si è paralizzato-.



********

Chiedo scusa se ho tardato nel pubblicare ma Tra i vari impegni e concerti sono stata decisamente presa XD
Ringrazio, comunque, tutti quelli che stanno leggendo la storia!
A presto col prossimo capitolo!!!

Bye bye
Sayu


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Capitolo 4
*** Cambiamento nel corpo, cambiamento nell'anima ***


capitolo 3
Il Giorno Dopo

-Capitolo 3-
Cambiamento nel corpo, cambiamento nell'anima

Quando finalmente uscii dalla stanza di Margherita il suo corpo era sveglio e poteva parlare liberamente, sebbene con la bocca troppo spesso piena di cibo.
Non appena aperti gli occhi il Dottor Logan era sbiancato, non aveva gli occhi chiari il che significava per lui diversi problemi.
Effettivamente mi ero resa conto dell'inclinazione negativa e prepotente già dal primo momento in cui il suo pensiero si era scontrato con il mio. Torbido, ma non abbastanza da nascondere la sua inclinazione negativa.
Mi limitai ad ascoltarla, fare buon viso a cattivo gioco e tradurre in parole al dottore. Ho cercato di non lasciar trasparire alcuna emozione che potesse smascherare la cosa.
Gli altri presenti mi guardavano come se fossi una pazza, soprattutto quando, una volta che Margherita fu sveglia, fu confermato tutto ciò che avevo detto.
Una volta seduta sul mio letto potevo ancora percepire nell'aria il terrore del dottor Logan. Doris era semplicemente affascinata e allo stesso tempo terrorizzata dalla nuova arrivata.
L'infermiera rimase con me a rassettare e disinfettare coperte e stanza nell'attesa dell'arrivo di Logan.
Quando il medico varcò la soglia lo invitai a sedersi prima ancora di parlare.
-Ho bisogno di sapere che cosa hai scoperto di...-
Non gli permisi nemmeno di ultimare la frase. Alzai la mano. -Quando ti abituerai a non perderti in chiacchiere con me?- Brontolai seccata, avevo visto anche troppo nelle menti altrui per quel giorno. -Posso ripeterti quello che ho già detto, la mutazione fisica permette alla mente di restare sveglia e percepire il cambiamento... riguardo alla mutazione mentale di informazioni ne hai in abbondanza.-
Annotò tutto, come uno studente universitario, sul suo blocchetto di informazioni. -Bene... e dell'inclinazione  del carattere?-
Inspirai attenta a cosa dire. -Non sono una psicologa, non saprei darti certezze di quel genere, ma posso limitarmi a dire che nella mutazione il carattere non cambia drasticamente ma è come se l'inclinazione al buono o al cattivo venga aumentata solo in una direzione...- cercai di esprimermi come potevo, non ero sicura d'essermi spiegata a dovere.
-Intendi dire forse che se una persona prima era tendenzialmente altruista e buona aumenterà quella dote... e viceversa?- Mi ricordò di nuovo uno studente dell'università ad una lezione in cui è particolarmente interessato.
Annuii sorridendo. -Esatto, credo che sia così, almeno per chi ha un'inclinazione malvagia... non avendo avuto modo di assistere ad altre mutazioni è difficile stabilire la cosa-
Lui per un momento rimase a bocca aperta -Aspetta, ma tu non è che sei la simpatia fatta a persona...- lo guardai accigliata e offesa. -Voglio dire, sei chiusa e riservata... glaciale alle volte, sembri priva di sentimento e confesso che alle volte metti i brividi.-
Inspirai lentamente, cercando di misurare l'irritazione, l'avrei volentieri preso a ceffoni, più per orgoglio femminile che per altro. -La cattiveria o la bontà è una questione di scelte... se uno è più negativo non vuole dire che per forza lo deve essere.-
Lui rimase a pensare. -Vuoi forse dire che un omicida sceglie di esserlo e non è incline ad esserlo? Potresti parlarne con la dottoressa Mer di psicologia, potrebbe trovare qualche tesi in comune con te... -
-Non ti basta tenermi chiusa in questa stanza a fare la malata terminale? Vuoi anche trascinarmi in psicologia o psichiatria come ti ha suggerito il tuo collega?- Mi trattenni a fatica dal mandarlo a quel paese.
Lui scattò sulla difensiva, sapeva bene di essere vulnerabile contro di me che potevo leggergli nel cervello in ogni momento. -Io... non intendevo questo... volevo solo dire che potresti aiutarla a capire meglio la mente umana visto che puoi leggerla...-
Lo guardai, probabilmente la mia faccia esprimeva più di mille parole e tutto il mio scetticismo.
-Va bene!- Alzò le mani arrendendosi. -Lasciamo perdere... Vorrei parlare piuttosto dell'idea che hai di andartene...- azzardò. Sentii una strana tremarella nei suoi pensieri, se così si poteva definire.
Lo guardai con un sorriso divertito, allora aveva preso sul serio le mie parole, questa cosa mi fece piacere. -Sentiamo.-
-Ovviamente sei rimasta sola e, avrai sicuramente appreso dai telegiornali, che vi trattano come degli appestati. In proposito vorrei offrirti una cosa, se sei d'accordo...- aveva adottato la tecnica di parlare in contemporanea con il correre dei pensieri. -Vorrei istituire un centro per tutti coloro che si sono risvegliati con le tue doti... tu potresti cercarli e io posso provare ad ottenere una struttura autorizzata per darvi dove vivere.-
Lo guardai e scoppiai a ridere. -Cosa siamo, degli Xman?- Continuai a ridere di gusto.
Lui mi fissò come se arrivassi dalla luna. -E' così che vorresti definire quelli come te?- mi chiese in tutta sincerità.
Questa volta arrivai alle lacrime dal ridere. -Non ci credo! Non sai cosa sono gli Xman... sei proprio una secchia! Sono dei super eroi inventati per una serie a fumetti... andiamo, hanno fatto un sacco di film, cartoni animati...- mi guardava con occhi da pesce lesso. -Proprio non li conosci? Comunque non mi piace l'idea, se hai bisogno di una mano posso anche dartela, ma lavorare come "Talent scout" a vita non è la mia priorità-
-Ma credevo che tu...- cominciava ad irritarsi, si sentiva offeso e irritato.
-Non prendertela, ma vorrei scoprire se c'è qualcuno che conosco la fuori... o comunque rifarmi una vita...-
-Ma...- lui scosse il capo. -Ti tratteranno come una pazza malata di mente! Ti daranno la caccia.-
Sorrisi, avevo pensato a lungo su quella cosa, prima di raggiungere Margherita nei reparti di rianimazione avevo capito cosa dovevo fare. -Per me non è difficile camuffarmi da persona normale...- azzardai. Dovrò cambiare i miei dati d'identità, ma per il resto il mio corpo non ha subito mutazioni evidenti...-
-E gli occhi? Sono diversi da prima!-
-Ho pensato anche a questo... Dichiarerò di essere stata sottoposta a chirurgia estetica.-
Lui rimase spiazzato. -Non esiste proprio un modo per convincerti a restare?-
Scossi la testa. -Mi terrò in contatto, comunque, magari nel viaggiare ti potrò dare informazioni che qui dentro non posso avere-
Quella frase parve rianimarlo da un sonno durato cent'anni. -Dici sul serio?-
Annuii semplicemente e dalla prima volta dal nostro incontro mi abbracciò spontaneamente.

***

L'dea di separarmi dalla mia paziente fu più difficile di quello che mi aspettassi. Lynn, tutto sommato era la mia paziente zero, senza di lei tutte le mie ricerche non avrebbero avuto un senso.
Tuttavia nonostante la mia proposta non ero riuscito a trattenerla. "Xman"... sorrisi al ricordo delle sue risate di gusto, non avevo di certo sospettato dell'esistenza di un film che parlasse di mutanti, ma anche io avrei dovuto cogliere la citazione nei giornali, probabilmente non avrei fatto la figura dello stupido se solo ci avessi fatto un po' di caso. Per un istante dovetti riconoscere che, nonostante Lynn non fosse affatto ciò che si può definire "attraente" era carina se si lasciava andare... ma quella maschera di freddezza che aveva di solito metteva i brividi.
Mentre cercavo di scacciare quel sorriso da folletto dalla mia mente l'infermiera infranse la tranquillità del mio studio.
La vidi boccheggiare e appoggiarsi una mano sul fianco. Aveva corso parecchio per arrivare lì.
Alzai un sopracciglio. -Signorina, si calmi, cosa succede?-
-Si...Dott...or, Lo...an... - faticava persino a parlare, mi avvicinai preoccupato. -C'è un ragazzo alla reception che insiste nel dire d'essere un mutante...sta spaccando tutti i vetri tirando oggetti ovunque...- parlò tutto d'un fiato e urlando quasi.
Annuii, la invitai a sedersi per riprendere fiato e corsi subito verso la reception al piano terra.
Nel raggiungere la tromba delle scale mi trovai Lynn davanti, vestita da comune civile e con una borsa a tracolla, quest'ultima era gonfia, aveva deciso di partire subito.
Inspirai lentamente e la invitai a lasciarmi passare, bastò ripensare all'infermiera per farle capire il motivo della mia fretta.
Lei sorrise quasi inorridita. -Non è un mutante è solo un povero deficiente, lo conosco anche e non sarà facile farlo calmare- Mi anticipò lentamente lungo le scale, anche questa volta nulla pareva riuscire a calmarla.
-Credevo che tutti i tuoi conoscenti fossero morti...- chiesi, forse con poco tatto, ma era inutile mentire con lei.
Lei si voltò appena. -Le persone a cui tenevo sono morte... Non vedo un senso nel disperarmi per qualcuno a cui da fastidio la mia esistenza- Questa volta lasciò trasparire una rabbia intensa, le sue pupille per un attimo brillarono di rosso e una fittà mi colpì la nuca togliendomi il respiro per un lungo interminabile istante.
A due scalini dalla fine caddi sbucciandomi un ginocchio, lei mi fissava con occhi spalancati, si prese la testa tra le mani e quasi si mise a piangere.
-Non ti eri mai arrabbiata così tanto prima...- il dolore alla testa era svanito e ora l'unico fastidio era il ginocchio sbucciato. -Direi che prima di lasciarti andare ci sia questo da vedere-
Mi aspettavo quasi un netto rifiuto che non arrivò -Hai ragione, non voglio essere un pericolo per nessuno...- disse guardandomi seriamente sconvolta.
Rialzandomi le guardai le pupille erano più scure, ma avevano ben poco di umano. -Se questa persona ti provoca tanta rabbia è meglio che tu stia a debita distanza...-
Lei annuì, poi insieme tornammo a correre per le scale.
Dopo quell'interminabile tragitto arrivammo alla reception, era tutto in preda al caos.
Il ragazzo stava minacciando un infermiere con un portaombrelli. Quando ci vide arrivare Spalancò gli occhi in direzione di Lynn.
-Lynn! Cazzo, non ci credo! Cosa ci fai qui?- chiese abbassando la guardia. Quel momento bastò ai vari infermieri di bloccarlo. Era abbastanza grosso e ce ne vollero tre per tenerlo ben fermo. -Merda!- Esclamò mentre tentava di divincolarsi.
-Travor, per favore, finiscila con questa sceneggiata...- Lynn pareva faticare a mantenere la sua solita freddezza. -A cosa ti serve distruggere la struttura? C'è chi ne ha bisogno- disse decisamente irritata.
-Bene, Travor, sono il medico responsabile delle mutazioni, cercavi me, giusto?- Chiesi sperando che quelle parole bastassero a calmarlo e soprattutto a calmare Lynn, temevo che si ripetesse l'episodio delle scale e probabilmente non sarebbe stato piacevole.
Il giovane teppista annuì, nonostante il braccio che gli bloccava la testa. -Cazzo che si! Sono mutato! I miei occhi sono più scuri e rossi, venga a vedere!-
Guardai prima Lynn. Lei scosse la testa. -E' davvero convinto, ma si è anche drogato, cannabis se i suoi ricordi sono reali- La vidi stringere i denti.
-Cosa dici Lynn, non dire stronzate, fammi liberare!- Travor si divincolò.
Lynn assottigliò le palpebre e strinse i pugni, di nuovo un bagliore sinistro le attraversò gli occhi. -Sciocco egoista egocentrico, credi davvero d'essere diventato un super genio- rise sommessamente, ma metteva i brividi. -Non illuderti non hai nessuna mutazione- sibilò con rabbia.
-Non capisci un cazzo, sei la solita che parla a sproposito, stai zitta! Dottore, venga lei a guardare- Travor era come in preda ad una cieca rabbia e un'euforia fuori luogo. L'aspetto era simile a quello di un fanatico davanti alla cosa che lo schiavizzava. Niente avrebbe potuto distrarlo dalla convinzione che si era ficcato in testa.
Aprii bocca, ma l'urlo emanato dal ragazzo fece ghiacciare il sangue nelle vene a tutti, tutti tranne Lynn.
Gli infermieri erano a terra, lei, dietro di me, si teneva la testa tra le mani, sforzandosi di recuperare il controllo, mentre il fanatico si piegava al suolo per un dolore che qualche istante prima avevo provato sulla mia pelle.
Afferrai per le spalle Lynn e le scostai le mani dal viso -Lynn, ascoltami, ci sono io, calmati...- mi sentivo un po' stupido. -Vuoi che mandi a chiamare Doris?- Parlai senza riflettere.
Tuttavia il solo sentire il nome dell'infermiera permise a Lynn di calmarsi.
Le urla terminarono in quello stesso istante. Travor ansimava sul pavimento, probabilmente il dolore provocato alla testa era stato molto più forte di quello che avevo sperimentato io.
Gli infermieri approfittarono dell'istante per riacquistare la ragione e legarono il pazzoide.
-Portatelo in psichiatria... e disintossicatelo. Lo voglio il più lontano possibile dalla stanza di Lynn, chiaro?- Li guardai mentre annuivano.
In un angolo comparirono subito Doris e, con parecchia sorpresa, Margherita.
-Abbiamo sentito le urla.- L'infermiera parlò per entrambe.
Guardammo Lynn, si stava riprendendo, ma era evidente che la rabbia scemava molto lentamente.
Inspirai lentamente, lei alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi, ora pareva quasi spaventata. -E' così facile da leggere... e così stupido alle volte! Potrebbe essere più intelligente ma si atteggia a teppista per attirare l'attenzione! Pretende che tutto gli sia dovuto, vuole avere solo ragione... le persone così mi mettono una rabbia! Basterebbe così poco...- strinse i denti, pareva presa da un nuovo attacco di rabbia.
La strinsi involontariamente in un abbraccio. Il secondo nel giro di pochi giorni.
La sua vicinanza mi spaventò quasi, non mi riconoscevo. Inspirai, il terrore d'abbandonarmi ai sentimenti mi stritolò lo stomaco.
Sentii su di me lo sguardo comprensivo e concorde di Doris.
Lynn scoppiò a piangere. Non aveva più la solita maschera di freddezza, ora era tornata depressa e sconvolta, come quando aveva scoperto d'essere sola al mondo.
-Non sono molto brava in questo genere di cose, ma se può consolarla posso provare a stritolare quel coglio...ehm... vedere fino a che punto potrei...-
Sorrisi appena a quelle parole e sperai che facessero sorridere anche Lynn, che però continuava a piangere.
Doris parlò per me. -Qui ci vuole un buon gelato con una fontana di cioccolato fondente sopra!-
Tutti la guardammo, Lynn si asciugò le guance col dorso della mano e questa volta sorrise. -Per me gelato alle nocciole- commentò singhiozzando.
-Io voglio assolutamente cioccolato, vaniglia, fragola, crema...- Margherità già stava correndo verso il piano dedicato al bar... la sua mutazione gli aveva messo un appetito quasi assurdo, e ancora peggio, niente bastava a saziarla o a gonfiarla.
Con calma aiutai Lynn ad alzarsi, Doris seguì l'altra paziente e nel frattempo chiesi alle infermiere ricomparse di riordinare, per quanto possibile, il disastro appena fatto.
-Comunque non è mutato... il suo pensiero è piuttosto infantile e immaturo-
-Lo avevo intuito... spesso non si esce dall'adolescenza e quel ragazzo probabilmente non arriverà alla vecchiaia.-
-O, se ci arriva, ci arriverà solo.- Questa volta a commentare fu l'infermiera della reception. Non potevo non essere d'accordo con lei.
Lynn inspirò lentamente. -Devo proprio restare in ospedale? I calmanti l'hanno steso, ma potrei denunciarlo solo per quello che sta sognando- disse acida.
-Cerca di non pensare a quel tizio, rilassati e va a mangiare con Doris e Margherita quel gelato... domani...-
-Lo so- non mi permise di far alcun riferimento all'accaduto.




*******


Ci stiamo avvicinando all'ultimo capitolo che ho scritto fino ad ora....
Parto subito con il ringraziare coloro che mi leggono, chi mi ha aggiunto tra i preferiti e chi invece mi ha inserito nelle storie seguite...
E chiedo scusa per il ritardo terribile con cui ho aggiornato questa volta!

Oltre a questo posso solo anticiparvi che ho come sempre milioni di idee per nuove storie, tanta ispirazione e pochissimo tempo a disposizione per completare tutto quanto.... Che cosa posso aggiungervi? Prometto che mi dedicherò appena possibile alla scrittura, ma vi chiedo anche pazienza per le mie continue assenze, del resto ho diritto ad una vita sociale e le uscite serali rubano ulteriore tempo a quel poco che mi rimane... certo, dovrei stare un po' meno su Fesibuc quando sono a casa forse XD....


Vabbè scappo!
Ricordo comunque che se  mai vi dovesse venire in mente di contattarmi non vi mangio nè vi tratterò a pesci in faccia XD

Alla prossima!
Bye bye
Sayumi


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Capitolo 5
*** L'inizio di una nuova vita ***


capitolo 4
Il Giorno Dopo

-Capitolo 4-
L'inizio di una nuova vita


L'episodio di quella sera mi fece giungere ad una conclusione.
Ero pericolosa. Pensavo che mi fosse possibile leggere soltanto la mente degli altri, che non avevo alcun timore della rabbia e delle sue conseguenze.
Erano talmente sepolte dentro di me che credevo non sarebbero più ricomparse, che sarebbero rimaste sotterrate per tutto il tempo che mi restava da vivere. Eppure, il rivedere una sola persona, nemmeno particolarmente importante per il mio passato, era bastato a farmi provare un'odio incredibile.
Non tanto verso di lui, verso Michael Travor, ma verso ciò che aveva permesso che un ragazzo tanto sciocco, arrogante ed egoista fosse rimasto in vita, mentre tutte le persone dolci e gentili che conoscevo erano scomparse.
Odiavo persino la mia stessa esistenza, probabilmente avrei preferito morire con le persone che amavo, con il ragazzo di cui ero innamorata, i miei genitori, i miei amici. E invece no.
Sospirai, nessuno mi poteva sentire. Margherita era ferma al banco del bar mentre chiedeva l'ennesima pallina di gelato, Doris era tornata al suo lavoro.
Fissai la coppa di vetro dove quel che restava del mio gelato era quasi del tutto sciolto.
Sussultai quando Margherita tornò al tavolo, facendo tintinnare il vetro sopra la superficie del tavolo.
-A quanto pare sono indistruttibile...- sospirò a sua volta, guardando con avidità il suo gelato. -Eppure tu, se solo lo volessi potresti distruggermi, ma scegli di non farlo- mi sorrise, un leggero velo di invidia le attraversò gli occhi. Rimasi sorpresa, erano diventati chiari, non più scuri come quando si era svegliata.
-Solo se mi fai arrabbiare- commentai sarcastica, lei rise a sua volta.
-Quando è successo il disastro, mentre tu eri ancora nella reception Doris mi ha riferito una discussione che c'è stata tra te e il dottor Logan- parlava in tutta sincerità, lei era stata la prima che aveva capito da subito che era del tutto inutile mentirmi.
Annuii come per invitarla ad andare avanti. -Mi ha detto, che secondo te la cattiveria è questione di scelte... o a grandi linee era quello il sunto della cosa-
Sorrisi appena. -Si, credo che siano le scelte che siamo costretti a fare che ci spingono a compiere certi gesti... se escludiamo i pazzi fanatici...- indicai il pavimento, come per far capire che sotto di noi stava la stanza in cui era rinchiuso Travor.
-Quando ho visto i miei genitori in coma mai avrei pensato di poterli perdere...- sentii l'emozione nelle sue mani passare nelle mie. -Una volta svegliata avevo una rabbia interna che non capivo da dove venisse, ma ora mi rendo conto che era stata solo una conseguenza della solitudine in cui mi ritrovavo... il terrore di rimanere senza la mia famiglia-
Quelle parole mi permisero di dare un senso a tutti i suoi pensieri, forse, dopotutto, il pensiero può mentire, non a chi lo legge come me, ma al pensatore stesso che si inganna per raccontarsi qualcosa di consolatorio, per schiacciare il dolore che si porta dentro.
-Ma ora non sei arrabbiata- constatai guardandola nelle iridi chiare e limpide.
-Già, i miei genitori, a quanto pare si rimetteranno, l'ho saputo poco prima di... hai capito.- Mi sorrise rincuorata e a mia volta ricambiai. -Però averti vista a quel modo mi ha anche fatto capire che sono fortunata... tu non hai più nessuno vero?-
Esitai un secondo, poi feci cenno di "si" con la testa. -Voglio andare comunque a cercare, esserne sicura, posso solo sperare che sono troppo lontana per poterli sentire-
-Magari è così!- Mi sorrise, sebbene sentivo che dubitava persino lei di quelle parole. Arrossì appena, rendendosi conto della cosa. -Scusa io...-
Scoppiai a ridere. -Tranquilla, tu non immagini fino a che punto possano arrivare i pensieri delle persone...-
-Alle volte deve essere imbarazzante...- commentò cercando di sembrare divertente.
-Puoi giurarci...- confermai.
-Cosa pensi di fare ora? Te ne andrai per sempre?- mi chiese, sembrava triste.
Presi la coppa gelata tra le dita e sorrisi triste. -Ho promesso al dottore che sarei rimasta in contatto con lui e comunque prima vogliamo assicurarci che io riesca a controllare la rabbia...- risposi sinceramente.
-Ti spiace se rimaniamo in contatto anche noi?- La vidi arrossire, mentre ultimava il suo gelato in bochi bocconi.
-Certo che possiamo rimanere in contatto!- Affermai.
-Bene... ehm ti spiace se vado a riposarmi, comincio ad avere sonno...-
La vidi allontanarsi e poco dopo feci a mia volta la strada che conduceva alle nostre stanze.
Ancora un giorno, pochi test e poi me ne sarei andata.

***

N
on riuscimmo a combinare nulla con i test per la rabbia di Lynn.
Fu chiaro sin da subito che non serviva a nulla insistere sulle provocazioni, era tornata seria e controllata e nemmeno gli stimoli fisici bastavano.
Era come riempire di spilloni una bambola di pezza, l'ago passava nella trama e usciva senza alcun danno o dolore.
La guardai preoccupato, ero consapevole che dopo oggi non l'avrei più vista, al massimo qualche lettera senza un recapito.
-Posso darti dei calmanti nel caso in cui tu perda il controllo... ma il controllo sta a te- sospirai, lei teneva lo sguardo perso nel vuoto.
La vidi annuire, poi sorridere. -Cercherò di evitare persone che possono farmi arrabbiare, del resto mi basta sentire il loro pensiero per riconoscerli- tentò di ridere -Mi allontanerò cercando strade alternative, e vedrò fino a dove posso arrivare nel sentire i pensieri-
Cercai di sorridere incoraggiante. -E mi informerai di tutte le novità e degli altri mutati che incontrerai vero?-
Lei scoppiò a ridere di gusto questa volta. -Si, si! Ti scriverò tutte le volte che potrò, al massimo ti tengo un diario aggiornato e appena potrò lo spedirò qui all'ospedale in busta chiusa-
Sorrisi di gusto, poi la vidi andare nella sua stanza.
Mi dedicai per tutta la giornata alle mie scartoffie e a riordinare i nuovi appunti riguardanti Margherita.
Andai a vedere Michael Travor una volta sola e lo trovai legato a letto con tre infermieri che si scambiavano i turni a rotazione.
Anche sotto sedativi continuava a sostenere che era in grado di risolvere qualsiasi problema matematico.
-Le giuro che io so fare tutto, lo chieda a Lynn, lei era in classe con me alle superiori, sa che persona ero e posso mostrare cosa sono ora!- parlava di fretta, ma a fatica, i sedativi gli impedivano di agitarsi più del dovuto.
-Lynn ha confermato i nostri sospetti, non hai avuto alcuna mutazione, probabilmente ti senti intelligente, ma non così "super" come pensi-
Lo vidi agitarsi e rifiutare d'accettare la cosa.
-Come può esserne sicura! E' invidiosa! Ecco cos'è!- alzò la voce.
Mi avvicinai a lui, le corde e i lacci lo tenevano saldamente inchiodato al lettino. -Non abbiamo motivo di dubitare di Lynn- non volevo di certo smascherarla, se quel ragazzo fosse stato dimesso avrebbe potuto dire verità scomode a Lynn e non volevo certo che lei venisse perseguitata, soprattutto vista la copertura realizzata e alle prezione informazioni che avrebbe fornito alla ricerca. -E comunque abbiamo analizzato dei campioni, non c'è stata alcuna mutazione a livello genetico-
Dette quelle ultime parole vidi il suo volto arrendersi finalmente, poi me ne uscii diretto al mio studio.
Quando finalmente arrivai trovai solo un biglietto.


"Mi farò sentire, promesso... e terrò i contatti anche con Margherita, ti sarei grata se glielo riferissi a mio nome. Lynn".





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Ecco che termino questa fic in malo modo... Ovviamente siete sempre liberi di contattarmi quando volete nel caso in cui vogliate accettare la mia proposta di proseguire in una storia a più mani o ancora preferite proseguirla voi stessi!

Per i futuri progetti posso solo dire che probabilmente rivisiterò alcune vecchie storie (Le rileggevo la sera scorsa e le ho trovate... banali e  pessime, soprattutto in grammatica e ortografia) (a proposito di ortografia, non ho ancora riletto questo capitolo dopo averlo salvato quindi se ci sono errori fatemelo pure presente XD) e forse vedrò se scriverne di nuove o mettere mano prima alle bozze abbandonate nelle varie cartelle del computer...

Ringrazio comunque quelle anime pie che mi sopportano e hanno seguito fino a qui....

Alla prossima!
bye bye
By Sayu


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