Il Giorno Dopo di Sayumi (/viewuser.php?uid=2443)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Esami ***
Capitolo 3: *** Tempo e mutamenti ***
Capitolo 4: *** Cambiamento nel corpo, cambiamento nell'anima ***
Capitolo 5: *** L'inizio di una nuova vita ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
prologo
Il
Giorno Dopo
-Prologo-
Non
era facile.
Dopo
che accadde quella catastrofe fu
difficile per tutti ricominciare. Fu difficile anche per me.
Ero
consapevole che prima o poi,
nella mia vita, sarebbe cambiato qualcosa, ma non avrei mai creduto
sarebbe successo, non così in fretta.
In
un certo senso ho sempre sperato
che accadesse il più tardi possibile. Anzi. Ho pregato che
le
mie visioni rimanessero solo un sogno.
Ma
una parte di me era consapevole
che le vie di scampo sarebbero state poche.
Credevo
che le cose percepite e viste
sin da piccola fossero già il massimo.
Credevo
non ci fosse nulla di peggio.
Mi
sbagliavo.
Fu
il freddo di quei giorni, un
freddo che non dimenticherò mai.
Tutto
cominciò nel ghiaccio....
Quando
riaprii gli occhi, quel
giorno, tutto mi appariva sotto una luce completamente diversa.
La
prima cosa che feci fu guardarmi
intorno.
Temevo
che qualcuno si accorgesse di
qualcosa che, invece, a me era sfuggito. Eppure nessuna delle persone
che avevo intorno riusciva a dirmi nulla.
Dissero
semplicemente che ero caduta
in coma e non sapevano se mi sarei più risvegliata.
Il
medico che mi aveva in cura disse
che non ero stata l'unica, altri erano caduti in quello strano sonno
controllato e che si erano svegliati come da un semplice riposino.
Ci
volle del tempo prima che tutto
fosse chiaro.
Ci
volle diverso tempo prima che
cominciasse tutto.
***
Sono
il Dottor Logan Bonn.
Confesso che trovo estremamente curiosa questa malattia. Non tutti ne
vengono attaccati, ma si potrebbe stimare che almeno due individui su
cinquanta siano vittime, non saprei dire se esistono portatori sani.
La preoccupazione dei miei colleghi alle volte mette ansia anche a me.
Non so dare spiegazioni alle loro domande insistenti, posso solo dire
che questo strano comportamento non ha origini conosciute.
Gli individui che cadono nel sonno hanno più o meno gli
stessi
tempi e le stesse reazioni, ma è ciò che accade
al
risveglio che li differenzia l'uno dall'altro.
Credo sia qualcosa che si manifesta a livello genetico. Probabilmente
è già presente nel DNA di queste persone e il
magnetismo
terrestre li sta in qualche modo spingendo ad una sorta di mutazione
spontanea.
Per tutti la prassi è la stessa. Cadono nel sonno e si
risvegliano dopo tre mesi, ma il loro corpo non è
più
come lo era prima del letargo.
Darwin probabilmente spiegherebbe questi cambiamenti come una
evoluzione della specie umana. Ma non tutti sono ancora pronti per
questa evoluzione.
L'altra sera un mio collega mi ha chiamato terrorizzato dalla mia
ipotesi a sostegno della teoria Darwiniana, teme che possa portare ad
una presa di potere da parte di queste persone colpite.
Effettivamente alcuni pazienti inquietano anche me.
Alcuni manifestano una calma innaturale, quasi indifferente alla
notizia delle loro condizioni fisiche, mentre altri reagiscono in modo
violento e questo mi preoccupa.
Attualmente sorveglio alcuni ricoverati della clinica. Due di loro
rientrano nei violenti, una sola ha manifestato la calma già
riscontrata. Quella ragazza in particolare mi affascina.
Questi tre hanno accettato di sottoporsi ai miei test.
La prima cosa che voglio capire è se il mutamento dell'iride
possa giustificare il loro comportamento. I due ragazzi che manifestano
violenza hanno confessato di avere gli occhi più scuri di
prima,
mentre alcuni amici della ragazza sostengono che prima, i suoi occhi,
erano marroni, mentre ora sono evidenti diverse sfumature di verde
chiaro.
Ancora più curiose sono le loro capacità.
Il primo dei due ragazzi, Alan, sostiene di poter consultare qualsiasi
libro del mondo conoscendone solo il titolo. Non ci avrei mai creduto
se
non l'avessi sentito recitare l'Iliade in lingua originale,
così
come fu scritta da Omero.
Ewan, tuttavia, mi terrorizza. Quando esercita la sua strana
capacità riesce a far cadere l'ombra su qualsiasi cosa egli
decida. Ancora più impressionante è il suo
spostarsi in
quell'oscurità senza la minima fatica.
Lynn è la mia preferita, invece. Lei ha il talento di
percepire
ogni emozione umana e persino leggerne la mente. Credo
nasconda
anche qualche altre dote, ma non riesco a capirla, come si cerca di
farla aprire sviluppa una riservatezza difficile da invadere. La sua
calma alle volte è snervante. Nulla riesce a stupirla,
è
come se fosse perennemente ghiacciata in un mondo tutto suo.
Credo che questa sarà la sfida più grande che mi
toccherà affrontare, un passo enorme per la scienza
mondiale...
----
Spazio
Autrice:
Salve a
tutti ed eccomi
con una nuova fic... come avevo già, forse, accennato
diverso
tempo fa, ero intenzionata a sperimentare nuove tecniche di scrittura e
generi che non fossero romantico o drammatico... questa volta provo con
un genere che, nonostante non sia tra i miei preferiti, mi ispirava
abbastanza da tentare questa cosa...
In
tutto la storia
prevede 5 capitoli: un prologo e altri 4.
Ma da
subito vi sfido!
La fic non ha una fine ma è più che altro una
sorta di
introduzione... Probabilmente svilupperò qualche
one-shot,
ma vorrei invitarvi a leggere questi cinque capitoletti e, se ve la
sentite, scrivere capitoli a vostro piacimento sui vari personaggi che
vi ispirano maggiormente (tra quelli da me inventati) oppure
aggiungerne di vostri e proseguire con la trama.
E'
forse una sorta di
gioco, vista la possibilità di EFP di scrivere a
più mani
perchè non approfittarne per vedere fino a che punto si
può arrivare?
Ovviamente
se si
preferisce ci si può contattare e vedere assieme un
possibile
proseguimento!
Nei
prossimi capitoli
penso di inserire anche qualche disegno a modi "scheda" per i
personaggi presenti...
A
presto allora... e vi
invito a farvi avanti (ma non prima del 5
capitolo! Mi raccomando!)...
bye bye
by Sayu
|
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Capitolo 2 *** Esami ***
capitolo 1
Il
Giorno Dopo
-Capitolo
1-
Esami
Il dottor Logan, alle
volte, era snervante. Cercava in ogni modo di entrare nella mia testa,
mi sentivo un esperimento.
Non saprei dire se è più irritante lui o quel
maledetto registratore che si porta dietro.
Sono sveglia da quattro giorni e mi sento il braccio ridotto ad un
colabrodo da tanti prelievi mi sono stati fatti.
Lui dice che sono fondamentali per la ricerca.
Io mi chiedo perchè gli serva tanto sangue. Sarò
cambiata
a livello genetico ma ho pur sempre un limite alla quantità
di
sangue prelevabile.
E poi è sempre lì a farfugliare strane teorie su
quello che ci è successo.
In compenso Alan ed Ewan si fanno decisamente meno domande sulla loro
nuova vita.
Pensano molto e spesso. Ma il loro pensiero non è chiaro
come
quello di tutti gli altri, sono torbidi, alle volte più
difficili da leggere, specialmente dopo che quel dottore ha rivelato
loro, con un eccesso di entusiasmo, le mie capacità.
E' probabilmente da allora che mi guardano con sospetto.
Un paio di volte ho sentio Ewan spingermi lungo la scala. Spesso
pensano qualcosa di osceno per irritarmi. Probabilmente prima del coma
li avrei strangolati, ma ora il loro comportamento mi spinge a temere i
veri pensieri nascosti.
-Lettrice, secondo me il
medico vorrebbe...- Alan
lasciò la frase a metà, permettendo al suo
pensiero di
giungermi a complemento della frase. Vidi nitidamente nella sua testa
la solita schifezza oscena e gli risposi con un sorriso malizioso.
-Non
siete molto fantasiosi, sempre la stessa posizione, che noia!- vidi il Dottor Logan
guardarmi con gli occhi sconvolti per la mia affermazione, poi si
voltò verso le sue provette.
Percepii il suo pensiero offeso e per un lampo la mia immagine
balenò nella sua testa, per lui apparivo solo come un
topolino
da esperimento. Lo stesso era per gli altri due.
Alan storse il naso e il buio calò su tutta la stanza,
sentii
l'imprecazione di Logan prima ancora che la pronunciasse
effettivamente. Mi alzai in tutta tranquillità e mi
posizionai
tra il medico e i due ragazzi.
Non riuscivo a vedere nulla, ma i loro pensieri li tradivano e non
riuscivano a muoversi senza essere anticipati da me.
Ewan meditò di afferrarmi le braccia, il suo amichetto aveva
deciso di immunizzarlo all'ombra. Prima ancora che riuscisse a toccarmi
mi scansai e lo sentii urtare contro del vetro che tintinnò.
-Ragazzi! Per favore! Non in
laboratorio!- Logan avrebbe voluto
urlare ma si trattenne.
-Sono stanco di fare da
cavia, vogliamo uscire da qui- sibilò
Ewan con rabbia. Alan pensò alla fuga e senza dire nulla
prese
il compagno per un braccio e corsero fuori dal piccolo laboratorio.
-Dove sono? Ho sentito la
porta... Lynn?- Logan era terrorizzato
questa volta.
Inspirai lentamente. Anche sapendolo non avrebbe potuto fare nulla per
fermarli. -Alan
ha deciso di andarsene da qui. Ha fatto in modo di accecare tutti i
presenti della struttura medica, nessuno può vederli.
Probabilmente l'effetto svanirà una volta che saranno
sufficientemente lontani-
-Non
possono andarsene!- Logan arrancò
verso quella che credeva fosse la porta, riuscendo soltanto a colpirsi
con uno sgabello all'inguine.
Risi, lui pensò un sonoro insulto, poi si sedette a terra
paziente. Aveva capito che l'unica cosa che potesse fare era attendere
che l'effetto accecante di Ewan svanisse.
Ascoltai in silenzio i suoi pensieri. La sua preoccupazione
più grande era l'aver perso due "cavie" fantastiche.
Poi di nuovo la mia immagine.
Sentendomi associata ad un topo da laboratorio compresi bene la scelta
dei due ragazzi di andarsene. Logan era estremamente fissato con la sua
ricerca. Nella sua testa non c'era spazio per nient'altro. Era la sua
ossessione.
Ossessione.
Quella parola mi ricordò una cosa che il coma era riuscito a
farmi passare.
Una cosa che avrei preferito dimenticare per sempre.
Questa volta i pensieri di Logan non mi riguardavano più.
Corsi con la mente a cercare un altro pensiero.
Sentii molte persone che conoscevo nella mia testa. I pensieri di quel
momento.
Ma quando arrivai dove avrei dovuto ci fu solo silenzio... Non c'era
alcun battito di cuore dove stavo cercando.
In quel momento la luce tornò accecante e fissai la parete
verde salvia davanti a me.
-Lynn... stai piangendo?- Anche
il Dottor Logan era tornato a vedere e io mi riscattai dalla mia
ricerca guardando i suoi occhi verdi che mi stavano scrutando
preoccupati.
Fu come vederlo veramente per la prima volta. Sentivo ancora i suoi
pensieri, ma questa volta la realtà mi stava colpendo in
faccia
per mostrarmi il volto del medico che mi trattava da Cavia.
Aveva dei capelli castani corti, più per
praticità che
per altro. I suoi occhi verdi avevano l'espressione affaticata di chi
non dorme spesso. Gli occhiali nere non facevano che esaltare le
occhiaie già scure. Il naso era fine e preciso. Era
piuttosto
alto, anche per me che ero decisamente minuta.
Per la prima volta in quattro giorni mi ricordai di esistere e di avere
pensieri miei.
In quattro giorni ricordai che non esistono solamente i pensieri
altrui...
***
Se ne sono andati.
E' stato un completo fallimento. Su tutta la linea. E' rimasta solo
Lynn, ma comincio a temere che anche lei se ne andrà e non
potrò più proseguire con le mie ricerche.
Probabilmente dovrò ricominciare da capo, senza riuscire a
sapere se quello che ho fatto fino ad ora è servito a
qualcosa.
Darwin si starà rivoltando nella tomba. Avevo in mano la
più grande scoperta di tutti i tempi e me la sono lasciata
sfuggire.
I miei colleghi sicuramente staranno ridendo di me.
Inspiro lentamente e mi dedico all'unica paziente che mi è
rimasta.
Lynn.
Due giorni fa ha cominciato a piangere ed ora non fa altro. E'
perennemente immersa nei suoi pensieri, forse in quelli di
qualcun'altro. E' caduta in depressione e non fa che guardare il vuoto,
con le ginocchia strette al petto, dondola appena e le parole che le
rivolgiamo è come se non le sentisse.
L'unica cosa che siamo riusciti a farle dire è "Non ci sono
più" poi ha
ripreso a piangere.
L'infermiera del turno di notte è con lei, era presente
anche quando Lynn aveva pronunciato quell'unica frase.
Le parla, pare che la consoli, ma non c'è alcun
miglioramento.
Solo due ore fa le abbiamo messo la flebo, si rifiuta di mangiare e il
suo fisico è troppo debole per reggere a lungo quella
depressione.
La guardo dal vetro, mi sembra una bambina, con la sua veste candida e
bianca. Non c'è angolo del suo corpo che io non conosca,
conosco a
memoria tutte le sue analisi cliniche, i suoi trascorsi medici, anche
quelli più riservati e intimi. Eppure mi sembra di non
sapere
nulla di lei. Lei, che al contrario, conosce ogni più
piccolo
segreto della mia mente.
Varco la soglia della sua stanza, la porta si richiude e l'infermiera
mi guarda sconsolata, sta accarezzando i suoi capelli, lunghi e lisci
come la seta, gli occhi verdi ancora lacrimenti e fissi nel vuoto.
-Maledizione!
Vuoi svegliarti!- sbatto la
cartella medica sul tavolino
al fianco del letto, Doris, l'infermiera sussulta agitata e mi lancia
un'occhiataccia.
Finalmente Lynn pare reagire a quel gesto e la vedo voltarsi verso di
me.
I suoi occhi diventano di un verde cupo, scurissimo e un brivido
d'eccitazione mi percorre, finalmente una reazione nuova. Lei
stringe le palpebre e sibila tra i denti -Mi fai schifo-
Mi avvicino a lei, ma come apro bocca il suo sguardo torna perso nel
vuoto e riprende a brillare di una piacevole sfumatura verde
smeraldo... è di nuovo immersa nei suoi pensieri e
quell'ombra
nei suoi occhi svanisce in un lampo.
Doris scuote la testa rassegnata, ma è me che guarda con
rimprovero.
-Non guardarmi a quel modo!-
Rispondo all'infermiera, poi, uno strano
senso di disagio mi attanaglia lo stomaco. -Non ho pensato a nulla
di
cattivo o osceno!- Mi
giustifico, non so nemmeno io per quale motivo.
La donna sospira, i suoi occhi marrone scuro si alzano al cielo, le sue
treccine ondeggiano assecondando il no della sua testa. -Non
possiedo la straordinaria dote di questa ragazza...-
parla piano, senza
odio, nè rancore. -Ma non sono cieca e vedo
come tratti i tuoi
pazienti, questa ragazza è una persona che vive, respira e
pensa, non una cartella clinica con dei simboli.-
Fisso spaesato quell'infermiera, non capisce, io faccio solo il mio
lavoro. -Il
mio compito è quello di...-
-Non è questione di compiti! Lei legge la mente delle
persone!
Percepisce i sentimenti di chi le sta vicino e anche di chi non lo
è...- questa volta
il rimprovero è palese nelle sue
parole.
-Lo so, è qualcosa di straordinario e...-
-E Terribile! Vedi qualche suo parente qui?-
-No...- In quel momento mi
è chiaro tutto. Abituato come sono ad
occuparmi di casi genetici non avevo considerato il lato psicologico
della faccenda, Lynn è sola, ha scoperto evidentemente che
la
sua famiglia è scomparsa. Probabilmente quella stessa
scoperta
l'ha fatta con le sue doti. -Chiamerò uno
psicologo- esordisco
alla fine.
Questa volta è l'infermiera che mi guarda con disgusto -Proprio
non capisci... Ha bisogno di persone amiche, non di uno psicologo!-
Sospiro, quello sguardo peggiora la mia sensazione di disagio -Non
è un problema mio, non aveva documenti, la persona che l'ha
portata qui è scomparsa, cosa posso farci?-
Questa volta Doris si arrende, si stringe il camice azzurro da
infermiera e ondeggia fuori dalla stanza scuotendo i suoi capelli.
Rimaniamo soli, io e Lynn. La guardo sempre con occhio clinico, la
depressione le deforma appena i lineamenti, come se stesse per
crollare. Eppure c'è qualcosa in lei che la tiene insieme,
come
un'energia troppo forte per farsi abbattere da così poco.
La sento singhiozzare e di nuovo una morsa mi attanaglia lo stomaco.
Inspiro lentamente e la osservo, non riesco a fare a meno di vederla
solo come una paziente, i problemi appena discussi con l'infermiera non
riesco a capirli.
-Se ti fa tanto male troveremo un modo per bloccare la mutazione-
la
frase mi esce dalle labbra come se fosse sempre stata lì.
Lynn smette di piangere, alza lo sguardo, ora la sua iride è
verde foglia. Sbatte le ciglia con espressione incredula, poi sorride,
un sorriso triste e carico di... pietà.
-Possiamo agire sulla corteccia celebrale, forse indagando meglio
potremo trovare un modo per bloccare parte delle tue sensazioni e...-
Lei continua a guardarmi in quel modo, mi sento quasi spogliare da
quegli occhi tristi. -Io sento i sentimenti e
i pensieri della gente,
ma tu sei così sterile che mai avrei pensato potesse
esistere
una persona così arida...-
A quelle parole nemmeno mi rendo conto d'averla schiaffeggiata.
Ancora peggio è il sorriso che poi mi rivolge -Ecco, questo
è decisamente più umano-
guardo il rivolo di sangue che
ora esce dalle sue labbra, mi sento un verme, istintivamente afferro un
fazzoletto dalla tasca e mi avvicino per asciugarla.
Lei sorride e si lascia toccare. Sbuffa appena e l'aria che espelle mi
sfiora delicatamente la pelle del polso facendomi risalire un brivido
lungo tutto il braccio.
-Non resterò a farmi sezionare da te per sempre... sai che
me ne
andrò, la mia casa non è in questo ospedale...-
si
allontanò dalla mia mano che ancora detergeva il suo labbro
e mi
guardò negli occhi. -E non è
nemmeno il tuo rifugio,
prima o poi dovrai affrontare quello che c'è fuori....-
----
Spazio Autrice:
Confesso di avere poco tempo e poca voglia per rivedere tutto il
capitolo, spero non ci siano errori troppo evidenti e di non aver fatto
troppi danni con i tempi verbali.
Buona lettura.
Bye bye
by Sayu
|
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Capitolo 3 *** Tempo e mutamenti ***
capitolo 2
Il
Giorno Dopo
-Capitolo
2-
Tempo e mutamenti
Quando
capii che non c'era più, sentii la mia esistenza crollare
come
un misero castello di carte.
Dopo di Lui, nello stesso identico modo, non fu difficile scoprire dove
si trovassero tutti i miei amici e parenti.
Le persone che avevo più vicine prima del coma erano
silenziose
e la cosa poteva significare soltanto che non esistevano
più.
Avevo scoperto che le persone pensano in continuazione, anche quando
dormono o sono in coma... sebbene loro li chiamano "sogni".
Forse, probabilmente, sarà sciocca una cosa del genere per
una
persona che ora sente anche il più piccolo, riservato,
pensiero
di ogni creatura esistente, ma mi sento incredibilmente sola.
Sentire i sentimenti di una persona è una cosa, ma sentire i
sentimenti che una persona prova per me è tutt'altro...
Sospirai e aprii gli occhi, sentivo il ronzare dei sogni del mio
vicino, stava avendo un incubo nella stanza a fianco la mia, ma non era
sufficiente il muro a fare da filtro a quella serie di immagini
fastidiose di insetti e larve.
Poi, di nuovo il dottore.
La nostra discussione precedente era finita male. E qualcosa mi diceva
che ne sarebbero finite male anche altre.
Quando varcò la stanza sentii nettamente il suo pensiero,
quasi
come se avesse parlato: *Almeno ora non piange depressa*.
Lo guardai, abbassò subito la testa, colpevole aveva intuito
d'essere stato scoperto. Aprì bocca, ma la sua testa
già
imprecava sonoramente per la gaffe appena fatta.
-Non occorre, mentiresti e sappiamo entrambi che è
incredibilmente stupido- lui mi fissò con astio, non era
più tanto elettrizzato dalle sue ricerche.
*Sto cominciando a preferire...* iniziò a formulare il
pensiero,
ma questa volta si fermò prima.
-Che fossi stata io a scappare?- Sorrisi, sfidandolo. Sbuffai appena e
guardai fuori dalla finestra. -Ho delle richieste da fare, se davvero
vuoi continuare con le tue ricerche-
Incrociai le braccia, mentre lui, sospettoso assottigliò le
palpebre e spostò il peso sulla gamba sinistra, la sua testa
bramava dalla curiosità di sentire le mie richieste.
-Voglio sapere cosa è successo esattamente dopo il giorno
...-
Lui annuì seccato -Si si, ho capito cosa intendi,
farò in
modo che Doris ti procuri i giornali-
-Non ho finito- aggiunsi in fretta, la richiesta più
importante
sarebbe stata difficile per lui da accettare. -Come avrai terminato con
i tuoi esami e avrai sufficienti informazioni, voglio essere dimessa-
Questa volta sgranò gli occhi. Gettò la
cartelletta sul
vassoio ai piedi del mio letto e si avvicinò a me. -Se
davvero
ci tieni puoi andartene quando vuoi- nei suoi sentimenti percepivo del
disprezzo puro, l'impassibilità data dai suoi studi era del
tutto svanita. -Ma sappi che non ti tirerò su dalla strada
non
appena ti accorgerai di essere rimasta senza niente- sputò
con
rabbia quelle parole.
Non me la sentivo nemmeno di rispondergli, la sua rabbia era talmente
forte che non sarebbe servito a nulla. Rimasi impassibile mentre mi
guardava, quasi gli mancava il fiato.
-E SMETTILA DI ESSERE TANTO IMPASSIBILE!- lo sentii urlare, ma nemmeno
quello riuscì a smuovermi. Capii subito quale fosse
l'origine di
quella rabbia, non era il mio comportamento, ma la sua
incapacità di andare oltre alle sue scoperte attuali,
leggevo
nella sua testa continue immagini di schermi pieni di cifre e diagrammi
a cui, nemmeno lui, riusciva a dare un senso.
-Cosa dovrei fare?- chiesi in tutta sincerità, questa volta
lo
stavo provocando, ne ero consapevole, ma non riuscivo a prendermela con
lui.
-SEI QUI DA QUASI UNA SETTIMANA E, A PARTE QUALCHE LACRIMA, NON C'E'
NULLA CHE RIESCA A SMUOVERTI!- continuava ad urlare, sentii i sospiri
degli infermieri fuori dalla porta, un vociare curioso.
-L'unica cosa che non si muove sono le tue ricerche...-
Quella frase lo colpì allo stomaco, lo vidi abbassarsi a
terra,
esausto, mentre il senso di colpa per le sue parole si sostituiva alla
furia di qualche attimo prima.
-Sei l'unica che ho, non posso proseguire senza metodi di paragone...
io...- alzò la testa, inspirai lentamente e posai la mia
mano
sulla sua.
-Ce ne sono molti altri, semplicemente, la maggior parte, anche dopo il
coma, non si rende conto delle capacità che ha.- Sorrisi
comprensiva.
Lui scosse la testa. -A parte te e gli altri due, gli altri pazienti
hanno solo i sensi più fini, voi eravate gli unici con
così grandi potenzialità- guardò la
mia mano, la
strinse appena, ma lasciò subito perdere.
-Ti ripeto che ce ne sono altri, ma non sono vicini all'ospedale-
-Tu li senti? Come puoi capire dove sono?- Ad un tratto il suo sguardo
si illuminò, alzò la testa e si rimise in piedi.
La mano
scivolò da sotto la mia per afferrare la penna e annotare
sulla
tavoletta.
-I loro pensieri sono più torbidi, ma comunque presenti...-
dissi infine. La sua mano annotò degli appunti, la sua mente
rifletteva le parole appena segnate *Dimostra una capacità
sorprendente, sente i pensieri anche a distanza di metri, forse
chilometri, indipendentemente dalle barriere architettoniche*.
La sua barriera gelida e arida da scienziato era tornata.
Il giorno successivo, il dottor Logan mantenne la mia richiesta.
Doris varcò la stanza con un enorme sorriso e una montagna
di
giornali. Mi si avvicinò e sorrisi a mia volta.
Quella donna mi piaceva, era una persona molto tranquilla, aveva un
carattere gentile e solare che riusciva a farmi sentire meglio. La
prima volta che era entrata nella stanza aveva saputo dal dottore delle
mie capacità, scoppiò a ridere sinceramente
divertita
dalla cosa e disse senza troppi fronzoli "Bene, non mi sono mai
piaciuti i segreti!"
Da quel momento fu più facile per me aprirmi, era facile
essere
più rilassata con Doris, soprattutto visto che non smaniava
dalla voglia di scoprire come funzionasse il mio cervello.
Quando si sedette sulla sedia al mio fianco aveva un po' di fiatone
-Sai, mi salvi dal turno di pulizia! Il dottore mi ha concesso un'ampia
pausa.-
Sorrisi a mia volta e afferrai qualche rivista da sotto le sue dita,
subito il suo umore mutò e una sensazione di tristezza e
desolazione mi raggiunse lo stomaco. -Deduco dal tuo pensiero che non
ci sono buone
notizie- sospirai guardando l'infermiera.
Lei scosse il capo rattristata e iniziò con il discorso.
-A quanto ne sappiamo sei caduta in coma al secondo giorno, era il
22...- iniziò -Dal giorno dopo sono successe diverse cose.
Oltre
al magnetismo che ha provocato le vostre... mutazioni anche gli animali
hanno iniziato a comportarsi in modi strani.-
Alzai un sopracciglio. -Hanno aggredito gli uomini?- chiesi
più
per dire qualcosa, Doris subito annuì.
-Si, ma non solo, i gatti sono stati i primi a diventare aggressivi, ma
anche i cani non fanno che abbaiare. Gli uccelli si spostano in sciami
da un punto all'altro della città. Gli insetti e i topi non
fanno che morire... così anche i pesci e molto bestiame.- Un
tremito di terrore gli riempiva la voce. Spalancai gli occhi
preoccupata, ma attesi che proseguisse. -Adesso però dicono
che
la situazione è controllabile. In compenso ha cominciato il
vento, in alcune
località si sono scatenate parecchie tempeste, nel deserto
ha
nevicato per qualche ora poi ha ripreso a fare caldo.-
-Immagino le reazioni, è stata dichiarata l'Apocalisse?-
dissi
sarcastica, già mi immaginavo le emittenti televisive, i
religiosi più accaniti in preda al panico.
Doris ricambiò il sorriso -Esatto... Ma stanno cercando di
tenere la situazione sotto controllo, se si escludono le
calamità naturali e
...-
-Quelli come me- sospirai a completamento della sua frase.
-Non tutti quelli che cadono in coma si risvegliano, però-
A quelle parole tornai a guardarla preoccupata. -Credevamo che anche tu
non ti saresti svegliata quando sei arrivata... Ne erano già
morti venti, elettroencefalogramma piatto dopo le prime ventiquattro
ore, ma tu eri stabile dall'inizio, ne sono arrivati altri ieri sera,
ma solo una è ancora viva e in coma-
-Posso andare da lei più tardi?- Chiesi senza pensare.
Doris rimase interdetta -Possiamo chiedere al dottore...-
sospirò, poi iniziò a pormi dei giornali. -Quello
che ti
ho detto è a grandi linee la storia riassuntiva, qui trovi
qualcosa in più-
Afferrai il quotidiano, la data era di due giorni prima. In copertina
c'era la foto di quattro capi religiosi e la scritta a caratteri neri
"E' caccia alle streghe! Strani mutamenti tra gli abitanti, si
suggerisce una proposta di legge per isolare i *malati* terminali".
-Ora comincio a capire meglio cosa intendeva il dottor Logan...-
sospirai.
Doris storse il naso -Alcuni vi credono posseduti dal demonio...-
sussurrò appena quelle parole -Ma non è affatto
vero-
Sorrisi comprensiva, sapevo che non lo pensava, le sue parole erano del
tutto superflue, eppure lei voleva dirle comunque, come se la cosa
potesse essere una verità indiscutibile.
***
Le
mie
ricerche stanno
procedendo così lentamente che mi sembra del tutto inutile
continuare ad insistere.
Lynn comincia a ribellarsi alle procedure e temo che presto o tardi
anche lei se ne andrà come hanno fatto tutti gli altri.
Ora è con Doris. Ha chiesto di essere aggiornata sugli
avvenimenti svoltisi durante il suo coma. Deve essere comprensibile in
effetti, anche io mi chiederei che cosa sta succedendo al resto del
mondo, probabilmente si chiederà perchè lei
è
sopravvissuta a differenza di altri...
E poi c'è una nuova paziente che sembra resistere al coma.
La sua attività cardiaca sembra in continuo cambiamento,
questa
anomalia si presenta spesso nei casi sopravvissuti.
Altro appunto che stavo scordando, ho saputo che i Chip inseriti
sottopelle ai due ragazzi sembrano non funzionare. Ho fatto controllare
anche quello inserito a Lynn il giorno del suo ritrovamento. Pare dia
segnali ad intermittenza, soprattutto quando ci sono persone
all'interno della sua stanza.
-Dottore,
la paziente appena arrivata
si agita nel sonno, pensiamo stia per svegliarsi-
chiese una
delle segretarie, varcando la porta del mio ufficio.
Ero così assorto nei miei pensieri che non mi ero nemmeno
accorto che la porta fosse stata aperta.
Mi alzai di scatto e raggiunsi le scale senza sentire altro. Volevo
essere presente al risveglio, un po' come un allevatore alla nascita di
un vitellino. Era qualcosa di emozionante.
Entrando nella stanza l'infermiere responsabile mi raggiunse con la
cartella.
-Margherita,
cognome sconosciuto.
Sappiamo che i suoi genitori sono attualmente ricoverati in terapia
intensiva a causa di un incidente, un pino è entrato dalla
finestra del loro appartamento e sono rimasti feriti gravemente.-
disse prontamente, ignorando i gemiti di dolore che venivano dalla
paziente. Lo guardai sospettoso e lui scosse il capo -Non riusciamo a darle un
calmante, ha la
pelle che pare fatta d'acciaio-
indicò degli aghi
spezzati sul banco.
-Deve
essere la sua capacità,
evidentemente ha una dote più fisica che mentale-
affermai, sebbene non ne fossi certo al 100%.
L'infermiere guardò prima me poi la paziente. -E' molto diversa da Lynn,
a partire dal
battito cardiaco e l'attività celebrale.-
Affermò
con una punta di terrore nella voce.
-E non solo da Lynn, fino ad ora avevamo encefalogrammi molto
più confusi e il battito cardiaco quasi assente. Questa
ragazza
ha un encefalogramma quasi normale ma il cuore batte come se stesse
correndo- confermai.
L'anestesista entrò alle mie spalle, con lui anche il
chirurgo.
-Dottor Logan, la situazione ci preoccupa, non riusciamo a farle
iniezioni e se non si calma potrebbe causarsi danni fisici con tutti
quegli spasmi.- Parlò il secondo, mentre l'altro annuiva
concorde.
Guardai la paziente che si dimenava come se stesse litigando con funi
invisibili. Effettivamente qualche rischio c'era, ma se non la si
poteva calmare con siringhe era un problema.
Sentimmo bussare alla porta e tutti e quattro ci voltammo verso di essa.
Doris aveva uno sguardo terrorizzato e terribilmente colpevole, mentre
Lynn sorrideva con la sua solita aria tranquilla e implacabile.
-Credo che in questo caso potrò esservi più utile
di
quanto speriate- affermò avanzando nella stanza. Indossava
la
solita vestaglia dell'ospedale ed era a piedi nudi, fulminai Doris con
lo sguardo.
-Tornatene nella tua stanza, è pericoloso- sibilai del tutto
inutilmente.
Lei sorrise beffarda. -Non prendertela con Doris, lei ci ha provato a
fermarmi, ma l'ho minacciata di raccontare alcuni suoi pensieri alle
sue colleghe.- Si avvicinò a Margherita nel letto e chiuse
gli
occhi -Il suo pensiero è torbido, ma semplice... ha sete e
fame
ma la sua mutazione non è ancora ultimata-
Mi guardò come se sarebbe stato ovvio per chiunque capire
una
cosa tanto semplice. -Mi sente- disse subito dopo tornando a guardarla
con gli occhi assottigliati. -Dice che le manca poco e che vorrebbe
trovare del cibo appena si sveglierà- sogghignò
appena
-Gradirebbe della carne ben cotta possibilmente, con un contorno di
verdure e patate.-
-Logan la tua paziente è scappata da psichiatria?-
affermò sconvolto e sarcastico il chirurgo.
-No, è la sua dote leggere nella testa... Doris, riesci ad
esaudire la richiesta?- Mi voltai verso l'infermiera, lei
annuì
vigorosamente e corse via, scomparendo dietro la porta.
-Riesci a chiederle qualcosa...- non sapevo nemmeno io a cosa pensare,
scoprire che i pazienti in coma fossero in grado di sentire le parole
che venivano pronunciate vicino a loro era già di per
sè
qualcosa di straordinario.
Lynn guardò la paziente, poi rispose affermativamente ad una
domanda mentale. Stavano comunicando telepaticamente e avrei pagato
milioni pur di sapere di cosa stavano parlando.
-Cosa...- azzardai guardando Lynn carico di speranze.
Lei alzò la mano come per scacciare una mosca fastidiosa,
rimasi
di stucco nel notare quella confidenza e sfacciataggine -Non lo so, io
leggo la mente, tu a quanto pare hai la pelle d'acciaio, probabilmente
sei resistente agli attacchi fisici d'ogni genere...-
Assottigliai gli occhi -Chiede del perchè della mutazione?-
insistetti.
Lynn sbuffò annoiata e annuì -Si è lui
che sta
studiando la cosa.- Ci fu una pausa. -Sono d'accordo, ma è
anche
vero che fino a che nessuno si offre non si avranno mai delle risposte-
-Potrei essere reso partecipe?- Questa volta fui maleducato, ma odiavo
stare a guardare mentre le due discutevano in quel modo segreto e
snervante per me.
Lynn mi guardò, questa volta era annoiata. -Come sei
egocentrico... stiamo solo commentando che siamo in una situazione
scomoda e vorremmo semplicemente capire perchè è
toccato
a noi- era glaciale e implacabile, metteva i brividi. -Ho
già
avuto modo di capire quanto tu tenga alle tue ricerche, ma mettiti
anche nei nostri panni, l'idea di essere trattate come delle cavie non
è affatto elettrizzante.-
Avevo una voglia matta di replicare, ma nemmeno io sapevo cosa
rispondere. Effettivamente aveva ragione... ma le mie ricerche erano
troppo importanti!
-Prima hai detto che sa di essere vicina al risveglio, come fa a
saperlo?- Chiesi invece, sforzandomi di non pensare alle parole appena
dette.
-Si- ci fu una pausa, Lynn si voltò a guardare Margherita e
aspettai. -Lo sa perchè la sua mente è sveglia,
ma il suo
corpo dorme... e in qualche modo sa che sta per svegliarsi-
-Però questa cosa non è successa con te-
obiettai,
annotando comunque l'informazione sulla scheda strappata di mano
all'infermiere.
-Perchè io avevo la mente che stava mutando e il corpo
può adattarsi anche al risveglio, mentre lei è
l'esatto
opposto.- guardò di sfuggita la paziente -Lei
sente tutto
dal momento in cui il suo corpo si è paralizzato-.
********
Chiedo scusa se ho tardato nel
pubblicare ma Tra i vari impegni e concerti sono stata decisamente
presa XD
Ringrazio, comunque, tutti quelli che stanno leggendo la storia!
A presto col prossimo capitolo!!!
Bye bye
Sayu
|
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Capitolo 4 *** Cambiamento nel corpo, cambiamento nell'anima ***
capitolo 3
Il
Giorno Dopo
-Capitolo
3-
Cambiamento nel corpo, cambiamento nell'anima
Quando
finalmente uscii dalla stanza di Margherita il suo corpo era sveglio e
poteva parlare liberamente, sebbene con la bocca troppo spesso piena di
cibo.
Non appena aperti gli occhi il Dottor Logan era sbiancato, non aveva
gli occhi chiari il che significava per lui diversi problemi.
Effettivamente mi ero resa conto dell'inclinazione negativa e
prepotente già dal primo momento in cui il suo pensiero si
era
scontrato con il mio. Torbido, ma non abbastanza da nascondere la sua
inclinazione negativa.
Mi limitai ad ascoltarla, fare buon viso a cattivo gioco e tradurre in
parole al dottore. Ho cercato di non lasciar trasparire alcuna emozione
che potesse smascherare la cosa.
Gli altri presenti mi guardavano come se fossi una pazza, soprattutto
quando, una volta che Margherita fu sveglia, fu confermato tutto
ciò che avevo detto.
Una volta seduta sul mio letto potevo ancora percepire nell'aria il
terrore del dottor Logan. Doris era semplicemente affascinata e allo
stesso tempo terrorizzata dalla nuova arrivata.
L'infermiera rimase con me a rassettare e disinfettare coperte e stanza
nell'attesa dell'arrivo di Logan.
Quando il medico varcò la soglia lo invitai a sedersi prima
ancora di parlare.
-Ho bisogno di sapere che cosa hai scoperto di...-
Non gli permisi nemmeno di ultimare la frase. Alzai la mano. -Quando ti
abituerai a non perderti in chiacchiere con me?- Brontolai seccata,
avevo visto anche troppo nelle menti altrui per quel giorno. -Posso
ripeterti quello che ho già detto, la mutazione fisica
permette
alla mente di restare sveglia e percepire il cambiamento... riguardo
alla mutazione mentale di informazioni ne hai in abbondanza.-
Annotò tutto, come uno studente universitario, sul suo
blocchetto di informazioni. -Bene... e dell'inclinazione del
carattere?-
Inspirai attenta a cosa dire. -Non sono una psicologa, non saprei darti
certezze di quel genere, ma posso limitarmi a dire che nella mutazione
il carattere non cambia drasticamente ma è come se
l'inclinazione al buono o al cattivo venga aumentata solo in una
direzione...- cercai di esprimermi come potevo, non ero sicura
d'essermi spiegata a dovere.
-Intendi dire forse che se una persona prima era tendenzialmente
altruista e buona aumenterà quella dote... e viceversa?- Mi
ricordò di nuovo uno studente dell'università ad
una
lezione in cui è particolarmente interessato.
Annuii sorridendo. -Esatto, credo che sia così, almeno per
chi
ha un'inclinazione malvagia... non avendo avuto modo di assistere ad
altre mutazioni è difficile stabilire la cosa-
Lui per un momento rimase a bocca aperta -Aspetta, ma tu non
è
che sei la simpatia fatta a persona...- lo guardai accigliata e offesa.
-Voglio dire, sei chiusa e riservata... glaciale alle volte, sembri
priva di sentimento e confesso che alle volte metti i brividi.-
Inspirai lentamente, cercando di misurare l'irritazione, l'avrei
volentieri preso a ceffoni, più per orgoglio femminile che
per
altro. -La cattiveria o la bontà è una questione
di
scelte... se uno è più negativo non vuole dire
che per
forza lo deve essere.-
Lui rimase a pensare. -Vuoi forse dire che un omicida sceglie di
esserlo e non è incline ad esserlo? Potresti parlarne con la
dottoressa Mer di psicologia, potrebbe trovare qualche tesi in comune
con te... -
-Non ti basta tenermi chiusa in questa stanza a fare la malata
terminale? Vuoi anche trascinarmi in psicologia o psichiatria come ti
ha suggerito il tuo collega?- Mi trattenni a fatica dal mandarlo a quel
paese.
Lui scattò sulla difensiva, sapeva bene di essere
vulnerabile
contro di me che potevo leggergli nel cervello in ogni momento. -Io...
non intendevo questo... volevo solo dire che potresti aiutarla a capire
meglio la mente umana visto che puoi leggerla...-
Lo guardai, probabilmente la mia faccia esprimeva più di
mille
parole e tutto il mio scetticismo.
-Va bene!- Alzò le mani arrendendosi. -Lasciamo perdere...
Vorrei parlare piuttosto dell'idea che hai di andartene...-
azzardò. Sentii una strana tremarella nei suoi pensieri, se
così si poteva definire.
Lo guardai con un sorriso divertito, allora aveva preso sul serio le
mie parole, questa cosa mi fece piacere. -Sentiamo.-
-Ovviamente sei rimasta sola e, avrai sicuramente appreso dai
telegiornali, che vi trattano come degli appestati. In proposito vorrei
offrirti una cosa, se sei d'accordo...- aveva adottato la tecnica di
parlare in contemporanea con il correre dei pensieri. -Vorrei istituire
un centro per tutti coloro che si sono risvegliati con le tue doti...
tu potresti cercarli e io posso provare ad ottenere una struttura
autorizzata per darvi dove vivere.-
Lo guardai e scoppiai a ridere. -Cosa siamo, degli Xman?- Continuai a
ridere di gusto.
Lui mi fissò come se arrivassi dalla luna. -E'
così che
vorresti definire quelli come te?- mi chiese in tutta
sincerità.
Questa volta arrivai alle lacrime dal ridere. -Non ci credo!
Non sai cosa sono gli Xman... sei proprio una secchia! Sono dei super
eroi inventati per una serie a fumetti... andiamo, hanno fatto un sacco
di film, cartoni animati...- mi guardava con occhi da pesce lesso.
-Proprio non li conosci? Comunque non mi piace l'idea, se hai bisogno
di una mano posso anche dartela, ma lavorare come "Talent scout" a
vita non è la mia priorità-
-Ma credevo che tu...- cominciava ad irritarsi, si sentiva offeso e
irritato.
-Non prendertela, ma vorrei scoprire se c'è qualcuno che
conosco
la fuori... o comunque rifarmi una vita...-
-Ma...- lui scosse il capo. -Ti tratteranno come una pazza malata di
mente! Ti daranno la caccia.-
Sorrisi, avevo pensato a lungo su quella cosa, prima di raggiungere
Margherita nei reparti di rianimazione avevo capito cosa dovevo fare.
-Per me non è difficile camuffarmi da persona normale...-
azzardai. Dovrò cambiare i miei dati d'identità,
ma per
il resto il mio corpo non ha subito mutazioni evidenti...-
-E gli occhi? Sono diversi da prima!-
-Ho pensato anche a questo... Dichiarerò di essere stata
sottoposta a chirurgia estetica.-
Lui rimase spiazzato. -Non esiste proprio un modo per convincerti a
restare?-
Scossi la testa. -Mi terrò in contatto, comunque, magari nel
viaggiare ti potrò dare informazioni che qui dentro non
posso
avere-
Quella frase parve rianimarlo da un sonno durato cent'anni. -Dici sul
serio?-
Annuii semplicemente e dalla prima volta dal nostro incontro mi
abbracciò spontaneamente.
***
L'dea di separarmi dalla mia
paziente fu più difficile di
quello che mi aspettassi. Lynn,
tutto sommato era la mia paziente zero, senza di lei tutte le mie
ricerche non avrebbero avuto un senso.
Tuttavia nonostante la mia proposta non ero riuscito a trattenerla.
"Xman"... sorrisi al ricordo delle sue risate di gusto, non avevo di
certo sospettato dell'esistenza di un film che parlasse di mutanti, ma
anche io avrei dovuto cogliere la citazione nei giornali, probabilmente
non avrei fatto la figura dello stupido se solo ci avessi fatto un po'
di caso. Per un istante dovetti riconoscere che, nonostante Lynn non
fosse affatto ciò che si può definire "attraente"
era
carina se si lasciava andare... ma quella maschera di freddezza che
aveva di solito metteva i brividi.
Mentre cercavo di scacciare quel sorriso da folletto dalla mia mente
l'infermiera infranse la tranquillità del mio studio.
La vidi boccheggiare e appoggiarsi una mano sul fianco. Aveva corso
parecchio per arrivare lì.
Alzai un sopracciglio. -Signorina, si calmi, cosa succede?-
-Si...Dott...or, Lo...an... - faticava persino a parlare, mi avvicinai
preoccupato. -C'è un ragazzo alla reception che insiste nel
dire
d'essere un mutante...sta spaccando tutti i vetri tirando oggetti
ovunque...- parlò tutto d'un fiato e urlando quasi.
Annuii, la invitai a sedersi per riprendere fiato e corsi subito verso
la reception al piano terra.
Nel raggiungere la tromba delle scale mi trovai Lynn davanti, vestita
da comune civile e con una borsa a tracolla, quest'ultima era gonfia,
aveva deciso di partire subito.
Inspirai lentamente e la invitai a lasciarmi passare, bastò
ripensare all'infermiera per farle capire il motivo della mia fretta.
Lei sorrise quasi inorridita. -Non è un mutante è
solo un
povero deficiente, lo conosco anche e non sarà facile farlo
calmare- Mi anticipò lentamente lungo le scale, anche questa
volta nulla pareva riuscire a calmarla.
-Credevo che tutti i tuoi conoscenti fossero morti...- chiesi, forse
con poco tatto, ma era inutile mentire con lei.
Lei si voltò appena. -Le persone a cui tenevo sono morte...
Non
vedo un senso nel disperarmi per qualcuno a cui da fastidio la mia
esistenza- Questa volta lasciò trasparire una rabbia
intensa, le
sue pupille per un attimo brillarono di rosso e una fittà mi
colpì la nuca togliendomi il respiro per un lungo
interminabile
istante.
A due scalini dalla fine caddi sbucciandomi un ginocchio, lei mi
fissava con occhi spalancati, si prese la testa tra le mani e quasi si
mise a piangere.
-Non ti eri mai arrabbiata così tanto prima...- il dolore
alla
testa era svanito e ora l'unico fastidio era il ginocchio sbucciato.
-Direi che prima di lasciarti andare ci sia questo da vedere-
Mi aspettavo quasi un netto rifiuto che non arrivò -Hai
ragione,
non voglio essere un pericolo per nessuno...- disse guardandomi
seriamente sconvolta.
Rialzandomi le guardai le pupille erano più scure, ma
avevano
ben poco di umano. -Se questa persona ti provoca tanta rabbia
è
meglio che tu stia a debita distanza...-
Lei annuì, poi insieme tornammo a correre per le scale.
Dopo quell'interminabile tragitto arrivammo alla reception, era tutto
in preda al caos.
Il ragazzo stava minacciando un infermiere con un portaombrelli. Quando
ci vide arrivare Spalancò gli occhi in direzione di Lynn.
-Lynn! Cazzo, non ci credo! Cosa ci fai qui?- chiese abbassando la
guardia. Quel momento bastò ai vari infermieri di bloccarlo.
Era
abbastanza grosso e ce ne vollero tre per tenerlo ben fermo. -Merda!-
Esclamò mentre tentava di divincolarsi.
-Travor, per favore, finiscila con questa sceneggiata...- Lynn pareva
faticare a mantenere la sua solita freddezza. -A cosa ti serve
distruggere la struttura? C'è chi ne ha bisogno- disse
decisamente irritata.
-Bene, Travor, sono il medico responsabile delle mutazioni, cercavi me,
giusto?- Chiesi sperando che quelle parole bastassero a calmarlo e
soprattutto a calmare Lynn, temevo che si ripetesse l'episodio delle
scale e probabilmente non sarebbe stato piacevole.
Il giovane teppista annuì, nonostante il braccio che gli
bloccava la testa. -Cazzo che si! Sono mutato! I miei occhi sono
più scuri e rossi, venga a vedere!-
Guardai prima Lynn. Lei scosse la testa. -E' davvero convinto, ma si
è anche drogato, cannabis se i suoi ricordi sono reali- La
vidi
stringere i denti.
-Cosa dici Lynn, non dire stronzate, fammi liberare!- Travor si
divincolò.
Lynn assottigliò le palpebre e strinse i pugni, di nuovo un
bagliore sinistro le attraversò gli occhi. -Sciocco egoista
egocentrico, credi davvero d'essere diventato un super genio- rise
sommessamente, ma metteva i brividi. -Non illuderti non hai nessuna
mutazione- sibilò con rabbia.
-Non capisci un cazzo, sei la solita che parla a sproposito, stai
zitta! Dottore, venga lei a guardare- Travor era come in preda ad una
cieca rabbia e un'euforia fuori luogo. L'aspetto era simile a quello di
un fanatico davanti alla cosa che lo schiavizzava. Niente avrebbe
potuto distrarlo dalla convinzione che si era ficcato in testa.
Aprii bocca, ma l'urlo emanato dal ragazzo fece ghiacciare il sangue
nelle vene a tutti, tutti tranne Lynn.
Gli infermieri erano a terra, lei, dietro di me, si teneva la testa tra
le mani, sforzandosi di recuperare il controllo, mentre il fanatico si
piegava al suolo per un dolore che qualche istante prima avevo provato
sulla mia pelle.
Afferrai per le spalle Lynn e le scostai le mani dal viso -Lynn,
ascoltami, ci sono io, calmati...- mi sentivo un po' stupido. -Vuoi che
mandi a chiamare Doris?- Parlai senza riflettere.
Tuttavia il solo sentire il nome dell'infermiera permise a Lynn di
calmarsi.
Le urla terminarono in quello stesso istante. Travor ansimava sul
pavimento, probabilmente il dolore provocato alla testa era stato molto
più forte di quello che avevo sperimentato io.
Gli infermieri approfittarono dell'istante per riacquistare la ragione
e legarono il pazzoide.
-Portatelo in psichiatria... e disintossicatelo. Lo voglio il
più lontano possibile dalla stanza di Lynn, chiaro?- Li
guardai
mentre annuivano.
In un angolo comparirono subito Doris e, con parecchia sorpresa,
Margherita.
-Abbiamo sentito le urla.- L'infermiera parlò per entrambe.
Guardammo Lynn, si stava riprendendo, ma era evidente che la rabbia
scemava molto lentamente.
Inspirai lentamente, lei alzò lo sguardo e mi
fissò negli
occhi, ora pareva quasi spaventata. -E' così facile da
leggere... e così stupido alle volte! Potrebbe essere
più
intelligente ma si atteggia a teppista per attirare l'attenzione!
Pretende che tutto gli sia dovuto, vuole avere solo ragione... le
persone così mi mettono una rabbia! Basterebbe
così
poco...- strinse i denti, pareva presa da un nuovo attacco di rabbia.
La strinsi involontariamente in un abbraccio. Il secondo nel giro di
pochi giorni.
La sua vicinanza mi spaventò quasi, non mi riconoscevo.
Inspirai, il terrore d'abbandonarmi ai sentimenti mi
stritolò lo
stomaco.
Sentii su di me lo sguardo comprensivo e concorde di Doris.
Lynn scoppiò a piangere. Non aveva più la solita
maschera
di freddezza, ora era tornata depressa e sconvolta, come quando aveva
scoperto d'essere sola al mondo.
-Non sono molto brava in questo genere di cose, ma se può
consolarla posso provare a stritolare quel coglio...ehm... vedere fino
a che punto potrei...-
Sorrisi appena a quelle parole e sperai che facessero sorridere anche
Lynn, che però continuava a piangere.
Doris parlò per me. -Qui ci vuole un buon gelato con una
fontana
di cioccolato fondente sopra!-
Tutti la guardammo, Lynn si asciugò le guance col dorso
della
mano e questa volta sorrise. -Per me gelato alle nocciole-
commentò singhiozzando.
-Io voglio assolutamente cioccolato, vaniglia, fragola, crema...-
Margherità già stava correndo verso il piano
dedicato al
bar... la sua mutazione gli aveva messo un appetito quasi assurdo, e
ancora peggio, niente bastava a saziarla o a gonfiarla.
Con calma aiutai Lynn ad alzarsi, Doris seguì l'altra
paziente e
nel frattempo chiesi alle infermiere ricomparse di riordinare, per
quanto possibile, il disastro appena fatto.
-Comunque non è mutato... il suo pensiero è
piuttosto
infantile e immaturo-
-Lo avevo intuito... spesso non si esce dall'adolescenza e quel ragazzo
probabilmente non arriverà alla vecchiaia.-
-O, se ci arriva, ci arriverà solo.- Questa volta a
commentare
fu l'infermiera della reception. Non potevo non essere d'accordo con
lei.
Lynn inspirò lentamente. -Devo proprio restare in ospedale?
I
calmanti l'hanno steso, ma potrei denunciarlo solo per quello che sta
sognando- disse acida.
-Cerca di non pensare a quel tizio, rilassati e va a mangiare con Doris
e Margherita quel gelato... domani...-
-Lo so- non mi permise di far alcun riferimento all'accaduto.
*******
Ci
stiamo avvicinando all'ultimo capitolo che ho scritto fino ad ora....
Parto subito con il ringraziare coloro che mi leggono, chi mi ha
aggiunto tra i preferiti e chi invece mi ha inserito nelle storie
seguite...
E chiedo scusa per il ritardo terribile con cui ho aggiornato questa
volta!
Oltre a questo posso solo anticiparvi che ho come sempre milioni di
idee per nuove storie, tanta ispirazione e pochissimo tempo a
disposizione per completare tutto quanto.... Che cosa posso
aggiungervi? Prometto che mi dedicherò appena possibile alla
scrittura, ma vi chiedo anche pazienza per le mie continue assenze, del
resto ho diritto ad una vita sociale e le uscite serali rubano
ulteriore tempo a quel poco che mi rimane... certo, dovrei stare un po'
meno su Fesibuc quando sono a casa forse XD....
Vabbè scappo!
Ricordo comunque che se mai vi dovesse venire in mente di
contattarmi non vi mangio nè vi tratterò a pesci
in faccia XD
Alla prossima!
Bye bye
Sayumi
|
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Capitolo 5 *** L'inizio di una nuova vita ***
capitolo 4
Il
Giorno Dopo
-Capitolo
4-
L'inizio di una nuova vita
L'episodio di quella
sera mi fece
giungere ad una conclusione.
Ero pericolosa. Pensavo che mi fosse possibile leggere soltanto la
mente degli altri, che non avevo alcun timore della rabbia e delle sue
conseguenze.
Erano talmente sepolte dentro di me che credevo non sarebbero
più ricomparse, che sarebbero rimaste sotterrate per tutto
il
tempo che mi restava da vivere. Eppure, il rivedere una sola persona,
nemmeno particolarmente importante per il mio passato, era bastato a
farmi provare un'odio incredibile.
Non tanto verso di lui, verso Michael Travor, ma verso ciò
che
aveva permesso che un ragazzo tanto sciocco, arrogante ed egoista fosse
rimasto in vita, mentre tutte le persone dolci e gentili che conoscevo
erano scomparse.
Odiavo persino la mia stessa esistenza, probabilmente avrei preferito
morire con le persone che amavo, con il ragazzo di cui ero innamorata,
i miei genitori, i miei amici. E invece no.
Sospirai, nessuno mi poteva sentire. Margherita era ferma al banco del
bar mentre chiedeva l'ennesima pallina di gelato, Doris era tornata al
suo lavoro.
Fissai la coppa di vetro dove quel che restava del mio gelato era quasi
del tutto sciolto.
Sussultai quando Margherita tornò al tavolo, facendo
tintinnare
il vetro sopra la superficie del tavolo.
-A quanto pare sono indistruttibile...- sospirò a sua volta,
guardando con avidità il suo gelato. -Eppure tu, se solo lo
volessi potresti distruggermi, ma scegli di non farlo- mi sorrise, un
leggero velo di invidia le attraversò gli occhi. Rimasi
sorpresa, erano diventati chiari, non più scuri come quando
si
era svegliata.
-Solo se mi fai arrabbiare- commentai sarcastica, lei rise a sua volta.
-Quando è successo il disastro, mentre tu eri ancora nella
reception Doris mi ha riferito una discussione che c'è stata
tra
te e il dottor Logan- parlava in tutta sincerità, lei era
stata
la prima che aveva capito da subito che era del tutto inutile mentirmi.
Annuii come per invitarla ad andare avanti. -Mi ha detto, che secondo
te la cattiveria è questione di scelte... o a grandi linee
era
quello il sunto della cosa-
Sorrisi appena. -Si, credo che siano le scelte che siamo costretti a
fare che ci spingono a compiere certi gesti... se escludiamo i pazzi
fanatici...- indicai il pavimento, come per far capire che sotto di noi
stava la stanza in cui era rinchiuso Travor.
-Quando ho visto i miei genitori in coma mai avrei pensato di poterli
perdere...- sentii l'emozione nelle sue mani passare nelle mie. -Una
volta svegliata avevo una rabbia interna che non capivo da dove
venisse, ma ora mi rendo conto che era stata solo una conseguenza della
solitudine in cui mi ritrovavo... il terrore di rimanere senza la mia
famiglia-
Quelle parole mi permisero di dare un senso a tutti i suoi pensieri,
forse, dopotutto, il pensiero può mentire, non a chi lo
legge
come me, ma al pensatore stesso che si inganna per raccontarsi qualcosa
di consolatorio, per schiacciare il dolore che si porta dentro.
-Ma ora non sei arrabbiata- constatai guardandola nelle iridi chiare e
limpide.
-Già, i miei genitori, a quanto pare si rimetteranno, l'ho
saputo poco prima di... hai capito.- Mi sorrise rincuorata e a mia
volta ricambiai. -Però averti vista a quel modo mi ha anche
fatto capire che sono fortunata... tu non hai più nessuno
vero?-
Esitai un secondo, poi feci cenno di "si" con la testa. -Voglio andare
comunque a cercare, esserne sicura, posso solo sperare che sono troppo
lontana per poterli sentire-
-Magari è così!- Mi sorrise, sebbene sentivo che
dubitava
persino lei di quelle parole. Arrossì appena, rendendosi
conto
della cosa. -Scusa io...-
Scoppiai a ridere. -Tranquilla, tu non immagini fino a che punto
possano arrivare i pensieri delle persone...-
-Alle volte deve essere imbarazzante...- commentò cercando
di
sembrare divertente.
-Puoi giurarci...- confermai.
-Cosa pensi di fare ora? Te ne andrai per sempre?- mi chiese, sembrava
triste.
Presi la coppa gelata tra le dita e sorrisi triste. -Ho promesso al
dottore che sarei rimasta in contatto con lui e comunque prima vogliamo
assicurarci che io riesca a controllare la rabbia...- risposi
sinceramente.
-Ti spiace se rimaniamo in contatto anche noi?- La vidi arrossire,
mentre ultimava il suo gelato in bochi bocconi.
-Certo che possiamo rimanere in contatto!- Affermai.
-Bene... ehm ti spiace se vado a riposarmi, comincio ad avere sonno...-
La vidi allontanarsi e poco dopo feci a mia volta la strada che
conduceva alle nostre stanze.
Ancora un giorno, pochi test e poi me ne sarei andata.
***
Non
riuscimmo a combinare nulla con i test
per la rabbia di Lynn.
Fu chiaro sin da subito che non serviva a nulla insistere sulle
provocazioni, era tornata seria e controllata e nemmeno gli stimoli
fisici bastavano.
Era come riempire di spilloni una bambola di pezza, l'ago passava nella
trama e usciva senza alcun danno o dolore.
La guardai preoccupato, ero consapevole che dopo oggi non l'avrei
più vista, al massimo qualche lettera senza un recapito.
-Posso darti dei calmanti nel caso in cui tu perda il controllo... ma
il controllo sta a te- sospirai, lei teneva lo sguardo perso nel vuoto.
La vidi annuire, poi sorridere. -Cercherò di evitare persone
che
possono farmi arrabbiare, del resto mi basta sentire il loro pensiero
per riconoscerli- tentò di ridere -Mi allontanerò
cercando strade alternative, e vedrò fino a dove posso
arrivare
nel sentire i pensieri-
Cercai di sorridere incoraggiante. -E mi informerai di tutte le
novità e degli altri mutati che incontrerai vero?-
Lei scoppiò a ridere di gusto questa volta. -Si, si! Ti
scriverò tutte le volte che potrò, al massimo ti
tengo un
diario aggiornato e appena potrò lo spedirò qui
all'ospedale in busta chiusa-
Sorrisi di gusto, poi la vidi andare nella sua stanza.
Mi dedicai per tutta la giornata alle mie scartoffie e a riordinare i
nuovi appunti riguardanti Margherita.
Andai a vedere Michael Travor una volta sola e lo trovai legato a letto
con tre infermieri che si scambiavano i turni a rotazione.
Anche sotto sedativi continuava a sostenere che era in grado di
risolvere qualsiasi problema matematico.
-Le giuro che io so fare tutto, lo chieda a Lynn, lei era in classe con
me alle superiori, sa che persona ero e posso mostrare cosa sono ora!-
parlava di fretta, ma a fatica, i sedativi gli impedivano di agitarsi
più del dovuto.
-Lynn ha confermato i nostri sospetti, non hai avuto alcuna mutazione,
probabilmente ti senti intelligente, ma non così "super"
come
pensi-
Lo vidi agitarsi e rifiutare d'accettare la cosa.
-Come può esserne sicura! E' invidiosa! Ecco
cos'è!-
alzò la voce.
Mi avvicinai a lui, le corde e i lacci lo tenevano saldamente
inchiodato al lettino. -Non abbiamo motivo di dubitare di Lynn- non
volevo di certo smascherarla, se quel ragazzo fosse stato dimesso
avrebbe potuto dire verità scomode a Lynn e non volevo certo
che
lei venisse perseguitata, soprattutto vista la copertura realizzata e
alle prezione informazioni che avrebbe fornito alla ricerca. -E
comunque abbiamo analizzato dei campioni, non c'è
stata
alcuna mutazione a livello genetico-
Dette quelle ultime parole vidi il suo volto arrendersi finalmente, poi
me ne uscii diretto al mio studio.
Quando finalmente arrivai trovai solo un biglietto.
"Mi farò
sentire, promesso... e
terrò i contatti anche con Margherita, ti sarei grata se
glielo
riferissi a mio nome. Lynn".
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Ecco
che termino questa fic in malo modo... Ovviamente siete sempre liberi
di contattarmi quando volete nel caso in cui vogliate accettare la mia
proposta di proseguire in una storia a più mani o ancora
preferite proseguirla voi stessi!
Per
i futuri progetti posso solo dire che probabilmente
rivisiterò alcune vecchie storie (Le rileggevo la sera
scorsa e le ho trovate... banali e pessime, soprattutto in
grammatica e ortografia) (a proposito di ortografia, non ho ancora
riletto questo capitolo dopo averlo salvato quindi se ci sono errori
fatemelo pure presente
XD) e forse vedrò se scriverne di nuove o mettere mano prima
alle bozze abbandonate nelle varie cartelle del computer...
Ringrazio
comunque quelle anime pie che mi sopportano e hanno seguito fino a
qui....
Alla
prossima!
bye
bye
By
Sayu
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