CAPITOLO 5 – DEVO ESSERE SICURO
Quando arrivo a casa del mio amico vedo che tutte le luci sono spente. Mi siedo sugli scalini del portico ad aspettare.
Dopo qualche minuto vedo che arriva dalla direzione opposta a quella da cui sono arrivato io, arriva da casa di Betty più precisamente.
Kevin aveva ragione, ma non avevo bisogno di questa prova per saperlo.
Gioco con le pellicine intorno alle unghie facendo finta di non averlo visto.
E’ lui a schiarirsi la gola per annunciare il proprio arrivo.
Faccio finta di accorgermi di lui solo in quel momento e mi alzo con gesti meccanici per seguirlo dentro. Poi saliamo le scale e arriviamo in camera sua, che da ieri è anche un po’ mia.
<< Ne vuoi parlare? >> mi chiede dopo qualche minuto di silenzio.
<< Voglio parlare con Betty >> rispondo. Schietto, come sempre.
<< Non posso lasciartelo fare… >> mi volto di scatto a quelle parole e la mia espressione truce lo inchioda. Gli fa troncare la frase che stava dicendo.
<< Non puoi lasciarmelo fare? >> ripeto con un’evidente nota di incredulità nella mia voce.
<< Non fino a che non sarò sicuro >>
<< Sicuro di cosa? >> sta iniziando a darmi sui nervi.
<< Sicuro che non faresti mai del male a Betty >> fa una piccola pausa: << fisicamente intendo >>.
Non so se ridere o sentirmi disgustato da quello che mi ha appena detto il mio migliore amico.
Vado per la prima opzione. Ma lui non muove un muscolo, anzi si irrigidisce e aspetta una risposta più sensata e articolata della risata che ho appena fatto.
Mi ricompongo: << Aspetta sei serio? >>
<< Al 100% amico. Quello che hai fatto oggi è stato…strano >> aggiunge l’ultimo aggettivo dopo averci pensato qualche secondo.
<< Arch, sono innamorato di Betty da tutta la vita. Non le farei mai del male, mai >> non posso credere che la prima persona a cui abbia detto di essere innamorato di Betty sia Archie e non lei.
La notizia bomba colpisce il mio amico e lo lascia ad aprire e chiudere la bocca innumerevoli volte senza trovare qualcosa di sensato da dire.
<< Credi mi voglia vedere? >> chiedo poi facendo finta di non aver notato la sua espressione.
Lui si riprende e annuisce con un semplice gesto del capo.
Non posso arrampicarmi alla sua finestra, sua madre è in casa e scatenerebbe l’inferno.
Le mando un messaggio e l’aspetto nella porzione di giardino che collega casa sua con quella di Archie.
Arriva qualche minuto dopo e mi scruta preoccupata.
<< Mi dispiace tanto >> esordisco.
<< Per cosa esattamente? >>
<< Per quello che è successo, per quello che hai dovuto vedere >> mi guardo le punte dei piedi, imbarazzato.
<< Mi hai spaventato Juggie, da morire. Non ti riconoscevo più >> dice lei tirando su con il naso. Odio vederla piangere e odio sapere di esserne la causa. << Ti chiamavo e non mi sentivi. I tuoi occhi erano irriconoscibili. Ti è mai successo prima? >>
La sua domanda mi manda in tilt. Perché sì, mi è successo un’altra volta.
Voglio essere sincero con lei: annuisco.
<< Quando? >>
<< Due anni fa >>
<< Perché? >>
<< Un uomo è entrato in casa nostra. Non era entrato per rubare perché non avevamo nulla. Era entrato… >> mi manca la voce: << era entrato…per mia madre. A quel tempo lei lavorava in un bar e quest’uomo aveva un’ossessione per lei. Lei lo aveva respinto e lui non l’aveva accettato. >>
<< E tuo padre non ha fatto nulla? >>
Questa domanda riapre vecchie ferite: << Mio padre era talmente ubriaco che non ha sentito nulla all’inizio. E quando si è svegliato era troppo barcollante per fare qualcosa. Così ci ho dovuto pensare io. Ma mi sono fatto prendere un po’ troppo la mano e l’ho ridotto davvero male. Ho dovuto passare un periodo al riformatorio giovanile >> è la prima volta che lo racconto a qualcuno.
Non ho il coraggio di guardarla, ma lo devo fare. Inchiodo i miei occhi ai suoi e li vedo grandi e pieni di paura, spero non sia nei miei confronti ma non sono sicuro del contrario. E ora la paura assale me, paura che si renda conto che non sono abbastanza per lei.
Prende un piccolo slancio e mi abbraccia, forte come nessuno aveva mai fatto prima.
Nascondo il viso nell’incavo del suo collo e inspiro il suo profumo dolce. Mi lascio andare come non facevo da tempo.
Rimaniamo stretti così fino a quando il suo telefono squilla. Guarda lo schermo: è sua madre.
Preme il tasto rosso per chiudere la chiamata.
<< Devo andare >> mi dice poi.
<< Lo so. Ci vediamo domani? >> chiedo. Una nota di speranza nella mia voce.
<< Come sempre >> mi alza sulle punte dei piedi per sfiorarmi la guancia con le sue labbra morbide e corre verso casa.
Durante la cena solo Fred cerca di fare conversazione mentre io e Archie stiamo zitti. Io sono ancora scosso dal fatto che sono riuscito ad aprirmi su quella notte. Quella notte mi ha cambiato tanto e non ne avevo mai parlato con nessuno. Archie penso sia ancora scosso dalla mia dichiarazione d’amore.
Ed è esattamente quello che mi dice quando saliamo di sopra.
<< Non sapevo che ti piacesse da così tanto tempo. Se lo avessi saputo ti avrei aiutato in qualche modo >> sorride.
Alzo un sopracciglio: << Sul serio? >>
Ride: << No probabilmente, no >>
<< Appunto. Senti ma è tutto a posto tra noi? Per il fatto, sai…che io Betty…stiamo…ehm insieme? >> sembro un disco rotto. Perché mi è così difficile?
<< Tutto a posto amico. Non ti devi preoccupare. Solo non farle del male. Intendo sentimentalmente, questa volta >>
<< Tranquillo Arch, non succederà >>. |