Dramione: Frammenti mancanti

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Secondo anno ***
Capitolo 2: *** Terzo anno ***
Capitolo 3: *** Quarto anno ***
Capitolo 4: *** Quinto anno ***
Capitolo 5: *** Sesto anno ***
Capitolo 6: *** La guerra ***



Capitolo 1
*** Secondo anno ***


POZIONE POLISUCCO

Harry e Ron si erano trasformati in Tiger e Goyle mentre Hermione era ancora chiusa in bagno. Quando uscì si ritrovò tramutata in Millicent Bulstrode, una ragazzina molto paffuta con i capelli lunghi fino alle spalle, mossi e marroni.

-Andiamo. –disse con tono di disgusto la grif…ehm la serpeverde.

Dopo essere usciti dal bagno e a aver vagabondato un po’ in giro per cercare il dormitorio dei loro rivali i tre amici incrociarono Percy lungo il corridoio ma fortunatamente Malfoy arrivò a salvarli.

Quando poi entrarono nella sala comune delle serpi “Millicent” si allontanò intuendo che Draco non avrebbe parlato se non con i suoi amici.

Infatti egli disse loro di sedersi e non degnò lei di uno sguardo. Il serpeverde biondo iniziò a spifferare quello che sapeva, finché…

-Per me…spero sia la Granger. –affermò.

“Tiger” si alzò in piedi e “Goyle” lo fermò. Dall’altra parte della stanza intanto “Millicent” avvertiva quasi le lacrime pizzicarle gli occhi.

Malfoy la voleva morta? Cosa aveva fatto per meritarsi tutto questo odio da lui?

-Certo che se fosse una purosangue serpeverde sarebbe tutto più semplice. –ammise il biondo abbassando notevolmente il tono.

-Perché? –domandò “Tiger” ancora arrabbiato sforzandosi di controllarsi.

Malfoy lo guardò in maniera stufa.

-Sai bene Tiger che avevo una cotta per lei il primo anno. –gli ricordò con un cenno lascivo della mano e guardando la parete.

“Tiger” e “Goyle” spalancarono la bocca e “Millicent” sorrise improvvisamente arrossendo un po’. Anche lei aveva una cotta per lui nonostante il suo comportamento.

L’effetto della pozione cominciò a svanire e tutti e tre i grifondoro sotto copertura uscirono di corsa dalla sala comune andando in bagno per cambiarsi in fretta.

-Malfoy ha una cotta per te! –decretò Ron con disgusto.

Hermione non rispose ma continuò a sorridere.

PIETRIFICAZIONE

Draco stava ridendo con i suoi amici mentre si avviava verso la Sala Grande. Un gruppo di ragazzi più grandi gli passarono affianco spettegolando sull’ultima aggressione accaduta ad Hermione Granger.

Al biondo si fermò il cuore per un momento. -Malfoy che ti prende? –chiese uno dei due “gorilla”.

-Niente Tiger. Forza andiamo. –rispose lui facendo un cenno con la testa verso la Sala Grande.

Un occhio attento avrebbe notato sicuramente che il serpeverde aveva un’espressione crucciata anche se era bravo a nascondere i suoi sentimenti. Stava pianificando qualcosa.

Finita la cena Draco disse a Tiger e Goyle di non aspettarlo poiché doveva fare una cosa. Loro non gli chiesero spiegazioni e si diressero verso il dormitorio.

Il serpeverde si assicurò che nell’infermeria non vi fosse nessuno, poi entrò avvicinandosi alla grifondoro. L’infermiera doveva essere andata ad informarsi sulla situazione delle mandragole nella serra e lui doveva sbrigarsi.

Quando Draco vide Hermione sobbalzò per lo spavento.

-C…ciao Granger…- la salutò sedendosi sulla sedia accanto a lei.

La osservò per un po’ poi alzò lo sguardo sul soffitto.

-Mi sento ridicolo. –affermò sapendo di parlare al vento visto che la ragazza non poteva sentirlo.

Osservò nuovamente Hermione. Si allungò verso di lei, le accarezzò i capelli ispidi, la guancia liscia e tonda ed infine chiuse la propria mano attorno alla sua e le diede un bacio sul dorso.

-Scusa. –le sussurrò prima di andarsene e sentendosi in colpa per quello che aveva detto.

ABBRACCIO

Draco si apprestava a varcare la soglia d’entrata della Sala Grande per cenare quando voltandosi verso sinistra vide Hermione Grager de-pietrificata.

Era contento per lei ma non voleva darlo a vedere.

Stava appunto per dire qualcosa ed andarsene ma la grifondorosi mise a correre verso di lui e lo abbracciò con slancio allacciandogli le braccia al collo.

Il serpeverde si irrigidì e non fece in tempo a dire nulla che Hermione scostò la testa in modo da poter osservare il suo viso pallido, ora visibilmente arrossito, senza togliere le braccia dal suo collo.

-Ti ho sentito quel giorno in infermeria. –ammise lei sorridendo.

-Tu…tu eri…- balbettò un sorpreso Malfoy.

-Cosciente sì. Sapevo che non eri così cattivo come vuoi far credere. –confermò la grifondoro donandogli un innocuo bacio sulla guancia e sciogliendo poi l’abbraccio.

-E ti perdono. –aggiunse Hermione prima di correre nella Sala Grande ad abbracciare anche i suoi amici.

Uno spiazzato Draco Malfoy rimase immobile sul posto per diverso tempo toccandosi la guancia e poi sorridendo con un ghigno alla Malfoy.

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Capitolo 2
*** Terzo anno ***


DIVINAZIONE

Harry, Ron ed Hermione erano nell’aula di divinazione e la professoressa si era fermata di fronte al loro tavolo per discutere con la ragazza del trio.

-Mia povera ragazza. Sapevo già da tempo che non possedevi “l’occhio” quindi farò io una piccola premonizione per te. Sei d’accordo? –domandò la donna.

-Faccia come vuole…- sussurrò la grifondoro avvicinandosi maggiormente ad Harry e scostandosi da quella pazza.

-Uhhh! –iniziò a fare l’insegnante con le mani alzate sulla sfera.

Hermione a quella vista alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto.

-Vedo amore nel tuo futuro, oh sì! –disse la professoressa attirando l’attenzione di diverse ragazze e facendo sghignazzare Ron.

-Il ragazzo di cui ti innamorerai perdutamente sarà…Draco Malfoy. –decretò sorpresa anche lei.

Il silenzio che aveva regnato fino ad allora fu infranto da una serie incontenibile di risate, i primi tra tutti Ron e Harry.

Hermione non si unì a loro, troppo arrabbiata e scioccata da quello che aveva detto la Trelawney per umiliarla.

-Ottima scelta mia cara. –le ammise poi l’insegnate mettendole una mano sulla sua e battendola leggermente.

La grifondoro osservò la professoressa con odio. Tolse rapida la mano, si alzò e getto a terra la sfera con fare stizzito per poi andarsene.

-Quella svitata! Come ha permesso Silente che insegnasse qui!? Ciarlatana! Non sa predire un bel niente, dice solo cose a caso! –borbottava Hermione mentre scendeva le scale.

-Io e Malfoy, si certo. –affermò scettica.

Non appena finì di parlare il diretto interessato sbucò dal corridoio e le passò davanti per dirigersi alla lezione successiva.

Il ragazzo voltò la testa verso di lei mentre camminava ed osservò la grifondoro con uno sguardo curioso, poi ritornò a guardare davanti a sé.

Hermione, che era rimasta imbambolata per un secondo, si diede della stupida e scosse la testa.

-Ah! –ringhiò scendendo gli ultimi gradini.

GRAFFI

Era l’ora di cura delle creature magiche e Draco stava insultando Hagrid, Harry si immischiò ma Hermione lo allontanò afferrandolo per un braccio.

-Finiscila Malfoy. –disse lei scocciata rivolgendosi al serpeverde.

-Uh uh. –rispose lui dando la cartella a uno dei suoi gorilla e avvicinandosi alla grifondoro.

-Ammettilo mezzosangue, tu hai una colossale cotta per me. –dichiarò lui mentre tutti i serpeverde scoppiarono a ridere.

Hermione fece una smorfia di puro disgusto e se ne andò con Potter ma poté ascoltare benissimo il biondo che diceva ai suoi amici: -È pazza di me. –

Dopo che Hagrid ebbe introdotto Fierobecco Harry vi fece un volo e se la cavò egregiamente. Mentre smontava dall’ippogrifo e il mezzo gigante gli faceva i complimenti Malfoy…

-Sì, tu non sei pericoloso vero bestiaccia? –domandò ad alta voce avanzando spavaldo.

Hermione smise di respirare capendo che Draco era in pericolo e tutto accadde all’improvviso.

-M…Malfoy…- lo chiamò il guardiacaccia/insegnate ma l’ippogrifo si era già alzato sulle zampe posteriori e affondò gli artigli.

-No! –urlò una voce.

Malfoy venne sbalzato di lato cadendo al suolo. Non aveva neanche un graffio e alzò immediatamente il busto per scoprire che, Hermione Granger, era stata ferita al posto suo.

La grifondoro era a terra e si teneva un braccio da cui usciva sangue che macchiava la manica della sua camicia.

Tutti gli alunni rimasero spiazzati dalla pericolosa situazione, e anche dal gesto della so-tutto-io, quindi si allontanarono velocemente.

-Hermione! –gridarono Harry e Ron insieme.

-Oh! Mi dispiace Hermione. Ora ti porto subito in infermeria. –affermò Hagrid dopo aver allontanato la creatura alata.

-Ah, non fa niente. –lo rassicurò lei dolorante e facendosi prendere in braccio.

Draco, ancora scosso, si alzò in piedi e continuò a guardare il gruppetto finché non li vide più.

Dietro di sé sentiva il frastuono dei compagni sbalorditi che chiacchieravano mentre nelle sue orecchie risuonava solo la voce della grifondoro.

Il serpeverde non disse nulla e non fece nulla.

Hermione era stesa in infermeria da un paio di ore ormai. Aveva il braccio sinistro fasciato ma i tagli stavano già guarendo.

Non aveva bisogno di rimanere in quel posto ma le piaceva stare su quelle coperte che sapevano di pulito, inoltre nessuno l’avrebbe disturbata.

Da quando aveva salvato Malfoy tutti non facevano che spettegolare e Ron e Harry per primi le avevano chiesto il motivo di quel gesto. La verità era che c’erano due motivi per cui l’aveva fatto.

Il primo era che se quel serpeverde si fosse fatto male il suo paparino sarebbe andato su tutte le furie facendo chissà che cosa, mentre il secondo motivo era diventato di dominio pubblico.

Aveva salvato Malfoy perché era innamorata di lui.

Proprio in quel momento il biondo entro nell’infermeria.

-Granger. –la salutò.

-Malfoy. –ricambiò lei segretamente contenta di vederlo ma un po’ nervosa.

-Come stai? –le domandò con tono atono.

-Bene. –gli rispose la grifondoro semplicemente, sapeva però che lui era lì per un altro motivo.

-Perché lo hai fatto? –le chiese Draco senza mezzi termini.

Hermione espirò frustrata buttando la testa all’indietro sul morbido cuscino.

-Perché se ti fosse accaduto qualcosa tuo padre avrebbe sguinzagliato di tutto contro il povero Hagrid. –gli spiegò duramente gesticolando.

-Hai ragione. È un peccato però, credevo lo avessi fatto perché sei innamorata di me. –ammise lui in tono divertito.

La grifondoro arrossì tirandosi su di scatto.

-C…cosa!? No, io non lo sono! –negò lei.

Malfoy le si avvicinò pericolosamente poggiando le mani ai lati del lettino piegandosi verso di lei e scrutandola con i suoi irresistibili occhi grigi.

Hermione fece saettare lo sguardo a destra e a sinistra e Draco capì che lei stava mentendo.

-Posso almeno ringraziarti? –le chiese malizioso.

La ragazza fu sorpresa da quelle parole.

-Dipende in che cosa consiste il tuo ringraziamento. –gli rispose sospettosa.

-Un bacio. –decretò lui.

Hermione divenne viola in faccia e Malfoy si avvicinò ulteriormente al suo viso.

-Posso baciarti Granger? –le domandò il biondo seducentemente prima guardando le sue labbra poi osservandola negli occhi.

-Sarà il mio primo bacio…-ammise la grifondoro con imbarazzo in un sussurro appena udibile.

Draco non smise per un attimo di sorridere.

-E allora? Guarda che sarà il primo anche per me. –le confidò.

Hermione sembrò rincuorarsi a quella scoperta che però non fece diminuire lo svolazzare delle farfalle dentro il suo stomaco.

Lentamente entrambi colmarono la poca distanza che li separava, chiusero gli occhi e si baciarono per la prima volta dolcemente.

Se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe visto un serpeverde che baciava una grifondoro facendo scontrare i loro due mondi.

SCUSE

Hermione e Harry ce l’avevano fatta, salvando Fierobecco e Sirius erano poi rientrati in tempo nell’infermeria.

Ormai tutto si era aggiustato, o almeno quasi tutto.

-Ragazzi io devo andare. –ammise la grifondoro rivolta ai suoi amici.

-Dov’è che devi andare? –domandò Ron steso sul lettino.

-C’è ancora una cosa che devo sistemare. –confessò la so-tutto-io.

Prima che uscisse riuscì a sentire chiaramente il rosso chiedere delle spiegazioni a Harry.

La ragazza cercò in fretta la serpe bionda per tutta la scuola prima di trovarlo in un corridoio del piano terra.

-Malfoy! –lo chiamò attirando la sua attenzione.

Lui la guardò con un ghigno.

-Mezzosangue, ti stavo proprio cercando sai? –mentì Draco. –Non mi sono ancora vendicato per il pugno che mi hai dato oggi. –le ricordò.

-Volevo parlarti proprio di questo. –ammise Hermione.

-Beh? –le domandò il serpeverde incrociando le braccia.

La grifondoro prese un bel respiro poi disse: -Mi dispiace. – Malfoy sbuffò. Se credeva di scusarsi solo per sfuggire alla sua vendetta si sbagliava.

-Queste patetiche scuse non sono sufficienti. –le fece notare.

-Mi dispiace davvero Malfoy! Ok!? Non volevo farti del male ma ero arrabbiata e tu sei sempre così crudele e-

Lui mise una mano davanti se per zittirla. Aveva detto che non voleva fargli del male nonostante il modo in cui si era comportato e questo gli bastava.

-D’accordo, accetto le tue scuse. –ammise il biondo sorridendo prima di inclinare la testa e baciare velocemente la ragazza sulle labbra mentre questa arrossiva fino alla punta dei capelli.

CADUTA

Si stava svolgendo l’ennesima partita di Quidditch tra Grifondoro e Serpeverde. Hermione, come tutti gli altri, osservava rapita la partita e notò che la scopa di Harry aveva nuovamente dei problemi.

Dopo un’attenta e scrupolosa analisi la grifondoro era riuscita ad individuare Pansy Parkinson lontana dalle tribune, e semi nascosta, che agitava la bacchetta.

La so-tutto-io non perse tempo e scese dalle tribune, anche se con qualche difficoltà, per raggiungerla.

-Abbassa. Subito. La. Bacchetta. E seguimi. –le scandì Hermione puntandole il lungo pezzo di legno alla schiena.

La serpeverde, anche se riluttante e protestante, la seguì sulla torretta riservata ai professori e al preside. La grifondoro spiegò l’accaduto nonostante Pansy continuasse a negare.

Tanto sarebbe bastato un incantesimo per vedere l’ultimo che la bacchetta aveva eseguito per smascherarla. La serpeverde stizzita diede uno spintone ad Hermione, la quale cadde giù dalla torretta.

Prima che Silente o anche la grifondoro stessa evocassero un “Aresto momentum” una divisa verde e argento schizzò verso la ragazza afferrandola e tenendola stretta al suo corpo con una mano.

Hermione alzò lo sguardo e scorse Malfoy.

Lei era seduta all’amazzone sulla scopa del serpeverde nella parte anteriore premuta contro il suo petto per non cadere. Draco la osservò negli occhi ma non fece lo stupido alzandosi maggiormente in volo o aumentando la velocità per spaventarla.

Buona parte della scuola li osservava stupiti e increduli mentre Malfoy sfiorava il terreno facendo scendere la grifondoro.

Lei scivolò via in fretta guardandolo sempre negli occhi grigi. Lui si alzò di qualche metro e parlò.

-Sta un po’ più attenta Granger. –le consigliò volando alla ricerca del boccino.

Tutta la scuola cominciò a mormorare mentre Pansy ribolliva di gelosia e Harry si rimproverava per non essere stato più veloce di Malfoy nel salvare la sua amica.

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Capitolo 3
*** Quarto anno ***


DANZA

Tutti erano in fermento per l’arrivo imminente del Ballo del Ceppo e la professoressa Minerva aveva riunito in una grande aula Serpeverde e Grifondoro per la loro prima, ma inaspettata, lezione di danza.

Entrambe le due Case si ritrovarono così sedute ai lati più estremi della stanza e, una di fronte l’altra, si guardavano in cagnesco. Nel frattempo che il custode Magonò tentava di far andare un vecchio disco l’insegnante invogliava i suoi studenti a ballare.

-Dentro ogni ragazza c’è un cigno assopito ansioso di librarsi in volo, dentro ogni ragazzo un leone è pronto a balzare! –

-O un serpente a strisciare! –affermò un serpeverde suscitando lo sghignazzo degli altri.

-Certo…Beh avanti! Chi vuole provare per primo? -domandò allora Minerva ignorando il commento delle serpi ma osservandoli con sguardo truce.

L’aula improvvisamente divenne silenziosa e nessuno alzò un dito in un primo momento.

Poi però una timida mano, rigorosamente della so-tutto-io, si librò in aria.

-Oh, signorina Granger. Molto bene, non potevo aspettarmi niente di meno da lei. Ottimo, dieci punti per lo spirito d’iniziativa mostratoci. –ammise la professoressa orgogliosa.

Hermione abbassò il braccio senza però spostarsi di un millimetro. Draco Malfoy, come il resto della classe, la osservava e ritrovò solo in quel momento interesse per la lezione.

Vedendo che la studentessa modello non si alzava Minerva la incoraggiò.

-Su, in piedi mia cara e mettiti qui. –le disse indicandole il centro della stanza.

Hermione si alzò e si avvicinò alla professoressa che le raddrizzò subito le spalle. Alcuni alunni si beavano dell’imbarazzante situazione.

-Perfetto. Ora ci serve un cavaliere…-affermò la donna scrutando i presenti.

-Ah! Signor Malfoy, lei mi sembra il candidato adatto. –confermò l’insegnante facendogli segno di alzarsi.

Il serpeverde osservò preoccupato i suoi compagni poi con compostezza si mise in piedi e raggiunse le due senza fiatare. Se Malfoy era un po’ inquieto allora Hermione era terrorizzata.

Molte studentessa a quel punto si sbracciarono agitate per prenotare il prossimo giro con il principe delle serpi.

-Silenzio prego! –strepitò la professoressa.

Non appena fu accontentata continuò.

-Dunque, tu poserai la mano sulla spalla del signor Malfoy e lui poserà una mano sul tuo FIANCO –spiegò la donna sottolineando bene l’ultima parola con fare minaccioso.

–Poi tu farai in passo indietro e tu in passo in avanti. Tutto chiaro? –domandò infine l’insegnante dopo aver istruito entrambi.

Serpeverde e Grifondoro annuirono nonostante non si fossero ancora toccati.

-Allora musica! –ordinò al custode. Come partì il valzer Draco non si mosse ed Hermione pensò che le avrebbe fatto fare una figuraccia.

Si dovette ricredere nel momento in cui lo vide portare una mano dietro la schiena e l’altra davanti al petto piegando il busto in una spaventosamente perfetta linea retta che era il suo inchino.

Hermione rimase scioccata da tanta galanteria e quando Malfoy alzò lo sguardo su di lei la grifondoro intuì di dover rispondere al suo gesto.

Con assoluto impaccio e imbarazzo tentò una riverenza come quelle che faceva da bambina quando giocava ad essere una principessa.

Il serpeverde impercettibilmente alzò gli occhi al cielo, evidentemente lei aveva sbagliato qualcosa.

Forse la posizione dei piedi?

Draco lasciò correre e, nuovamente eretto, allungò il braccio in un tacito invito a ballare.

La grifondoro prese dubbiosamente la mano del biondo constatando con sorpresa che era liscia e calda, e rabbrividì al pensiero che molto probabilmente fosse l’unica ragazza ad averlo preso per mano toccando la sua pelle diafana.

Malfoy a quel punto l’attirò a sé e alla professoressa uscì un “Non troppo stretti” del tutto superfluo.

Hermione sapeva ballare, o almeno credeva di saperlo fare.

Aveva letto molti libri e fatto pratica con il suo papà ma non poteva dire con certezza che non avrebbe pestato i piedi di Malfoy, anche se sarebbe stato divertente.

La grifondoro si riscosse dai suoi pensieri non appena il serpeverde le strinse la mano sul bacino e lei svelta poggiò la propria sulla sua spalla.

Finalmente i loro occhi si incontrarono e un distinto Draco Malfoy le suggerì a bassa voce: -Segui me, e non farmi fare brutta figura. –

Hermione deglutì e cominciarono a ballare mentre Minerva li osservava entusiasta continuando a ripetere: -Un, due e tre. Un, due e tre…-

Non trovò nulla da dire o da correggere nel loro ballo e ne fu compiaciuta.

Malfoy sapeva ballare non bene, non benissimo ma magnificamente. Ogni movimento era fluido, naturale, coordinato e perfetto. La grifondoro doveva ammettere che l’aveva sorpresa.

Dopo qualche minuto la ragazza si rilassò cominciando anche a trovare quella situazione piacevole e divertente. Quando anche il resto della classe fu coinvolto nelle danze lo stesso Malfoy sospirò di sollievo abbassando le spalle rigide e poté di nuovo sorridere.

-Non sapevo che sapessi ballare Malfoy. –disse improvvisamente la so-tutto-io mentre ancora stavano danzando.

Lui riportò gli occhi su di lei.

-Quello sorpreso dovrei essere io Granger non tu. Seguo lezioni di danza da quando ho imparato a camminare. –le rivelò con orgoglio il serpeverde facendola girare.

-Allora sono brava? –domandò Hermione avida di sapere e ansiosa di conoscere il suo parere professionale.

Draco a quel punto le rifilò un ghigno alla Malfoy.

-Diciamo che te la cavi. –le rispose.

Hermione si indispettì non poco che lui fosse migliore di lei.

-Allora ti lascio ballare con qualcuna più brava di me. Per esempio…la Parkinson? –ipotizzò la grifondoro tentando la fuga.

Il biondo glielo impedì riprendendola appena in tempo per un braccio e le altre “coppie” non si accorsero di nulla.

-Non provare a lasciarmi con quella papera con due piedi palmati e per giunta sinistri! –la minacciò Draco a bassa voce.

La so-tutto-io ridacchiò e posò nuovamente la mano sulla spalla del serpeverde emozionata dal fatto che lui volesse ballare ancora un po’, e solo, con lei.

Entrambi si guardarono intorno con circospezione per vedere cosa facessero i loro compagni ma loro erano troppo impegnati per badare a loro.

-Sai Granger se potessi…inviterei te al ballo. –le dichiarò d’un tratto e apertamente Malfoy.

Hermione rimase piacevolmente colpita da quella rivelazione e guardandolo attentamente negli occhi grigi capì che non mentiva.

Lei sorrise facendo ghignare maggiormente il biondo.

“Ed io accetterei” avrebbe voluto rispondergli.

SCOOP

Hermione era seduta al tavolo dei grifondoro per la prima colazione sfogliando energicamente la Gazzetta del Profeta alla ricerca di qualcosa.

-Eccolo, visto!? Questa è la terza volta che lo fa! –ammise rabbiosa mostrando agli amici il giornale.

-Rita Skeeter? –domandò Harry.

-Che cosa ha scritto questa volta? –chiese Ron.

-Questo è il colmo, sentite qua. –rispose Hermione cominciando a leggere un articolo.

-Hermione Jane Granger studentessa brillante di Hogwarts colpisce ancora. Puntando sempre più in alto la ragazza strega ancora personaggi impensabili.

Dopo le sue effusioni con il famoso Harry Potter e l’altrettanto famoso Victor Krum la signorina Granger ha incantato, evidentemente con l’ausilio di filtri d’amore potenti e ben preparati, l’erede della casata Malfoy.

Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jane Granger sono stati sorpresi più volte in atteggiamenti decisamente poco casti! –urlò Hermione prima di proseguire incredula –Gli sbaciucchiamenti segreti nei corridoi e nelle aule vuote sono la prova di una relazione segreta tra i due tradita dagli sguardi fugaci e appassionati che entrambi si scambiano.

La loro attrazione viene tenuta nascosta recitando litigi fasulli e mostrando un’inesistente odio reciproco. Da come si può vedere nella foto qui accanto questi due insieme fanno scintille ma come reagiranno i genitori di lui?

E Draco Lucius Malfoy è consapevole di quello che sta accadendo? –concluse Hermione con la bocca spalancata e indignata osservando la foto che ritraeva lei sopra Malfoy mentre si sorridevano.

A Ron cadde il purè dalla forchetta spiaccicandosi nel piatto con un sonoro “Splat”.

Harry invece osservava la Gazzetta del Profeta con la bocca e gli occhi aperti, fortunatamente non aveva bevuto il succo di zucca altrimenti avrebbe fatto la doccia alla sua amica.

-Granger ti devo parlare. –disse una voce alle sue spalle facendola sobbalzare.

-Arrivo Malfoy. –rispose lei con tono esasperato. Sapeva già di cosa dovevano parlare.

Entrambi uscirono dalla Sala Grande sotto gli occhi curiosi di tutti e si fermarono davanti al portone d’ingresso.

-L’hai letto questo? –domandò il biondo alla grifondoro scuotendo una copia della Gazzetta del Profeta.

-Sì, e come ben saprai dice un sacco di fesserie! –ammise lei ancora arrabbiata.

- “Come reagiranno i genitori di lui?” –citò Draco –Mio padre mi ucciderà perché per noi la purezza del sangue e tutto, e anche mia madre mi ucciderà ma per atteggiamenti equivochi in luogo di istruzione. –affermò il serpeverde brandendo il giornale arrotolato.

Hermione a quel punto ridacchiò.

-E l’immagine non aiuta. –constatò Malfoy riacquistando la calma.

-Ti ricordo che non è stata colpa mia. Goyle mi ha spinta e sono caduta addosso a te, e poi ci siamo insultati. Il tuo non era un sorriso ma un ghigno. –gli ricordò la ragazza.

-Sì beh, comunque quella donna ora è finita. Mio padre si infurierà parecchio e farà in modo di sistemare tutto. –decretò Malfoy.

-Ma nonostante questo l’intera scuola e tutta la comunità magica spettegoleranno. –ammise la grifondoro con rancore.

-Non tutti i serpeverde, in realtà ci siamo fatti due risate. Però su una cosa Rita Skeeter aveva ragione. Noi ci guardiamo spesso…e abbiamo una relazione segreta. –le fece notare lui per poi successivamente scherzare.

-Oh sta zitto Malfoy. –gli intimò lei osservando il suo sorrisetto malizioso. In realtà era d’accordo con lui.

FURETTO

Draco Malfoy era appena stato trasformato in un bel furetto bianco ed era miracolosamente riuscito a scappare da Malocchio Moody.

Ora correva con le sue minuscole zampine verso le scale non sapendo dove andare esattamente per sfuggire a quella ridicola situazione.

Arrivò fino al quadro che nascondeva la sala comune dei grifondoro e, mentre questo stava proprio per richiudersi dietro ad uno studente appena uscito, Malfoy si intrufolò velocemente dentro.

Il posto era squallido a suo parere ma non vedeva l’ora di scoprire qualcosa su Harry Potter che potesse tornargli utile. Sorpassando la sala comune l’animaletto si trovò davanti a due scalinate e, non sapendo quale porta scegliere, prese quella a destra che momentaneamente era socchiusa.

Non appena entrò nella stanza Draco capì subito di essere nell’ala del dormitorio femminile per via dei cosmetici e dei profumi.

Il furetto stava dunque per fare marcia indietro quando entrò nella stanza Hermione Granger. Lei si chiuse la porta alle spalle e poi si accorse della sua presenza sul pavimento.

-Un furetto? Come sei arrivato qui? –domandò con voce dolce la grifondoro evitando di muoversi.

-Granger andiamo sono io. –le voleva rispondere lui, ma non avendo il dono della parola non poté farlo.

-Come sei carino. –lo elogiò lei provando ad avvicinarsi.

-Grazie per averlo notato ma potevi sforzarti un po’ di più. –la prese in giro il serpeverde.

Tutti sapevano bene che lui era il più bello della scuola, era sensuale, affascinante e carismatico.

Un miagolio fuori dalla porta fece drizzare la coda e le orecchie del furetto che ora muoveva anche il nasino.

-Oh Grattastinchi. –disse la ragazza andando ad aprire la porta e pensando di riuscire a tenere il gatto a bada.

-Ma che fai mezzosangue!? Quel tuo gattaccio rognoso mi mangia! –pensò Draco cominciando ad arretrare.

Hermione non fece in tempo a piegarsi per afferrare il gatto che questo si fiondò velocemente verso il lungo topo bianco.

Malfoy cominciò a correre ovunque.

-Grattastinchi no! Qui quel micetto! –tentò di acciuffarlo la Granger.

Il furetto si infilò nella cartella della ragazza e finalmente lei riuscì a prendere il gatto con l’aiuto della sua bacchetta.

-Cattivo Grattastinchi, fuori di qui. –disse la grifondoro aprendo la porta e buttando l’animale fuori.

Richiuse in fretta l’oggetto di legno e lentamente si accostò alla borsa postata sopra il letto.

Hermione si sedette sulle morbide coperte e prese la borsa osservando all’interno il tremante furetto.

Provò a fargli una carezza e l’animaletto si voltò verso di lei.

-Quel tuo brutto gattaccio con il nome orribile non è il gatto, è il demonio! –affermò lui.

La ragazza gli fece un’altra carezza poi lo prese tenendolo con entrambe le mani attorno allo stomaco. Draco la lasciò fare mentre il suo piccolo cuore continuava a battere freneticamente.

Hermione lo sentì e mise il furetto sulla sua gonna coccolandolo per tentare di tranquillizzarlo. Malfoy si calmò piano piano fiano ad irrigidirsi come era solito fare da umano.

La grifondoro si portò l’animale al viso e lo osservò bene, il serpeverde fece altrettanto.

-Non sarai per caso un animagus? –ipotizzò lei dubbiosa.

Il furetto ovviamente non annuì, non negò e non la guardò distogliendo lo sguardo a destra e a sinistra come avrebbe un normale animale.

La ragazza sorrise e si stese poggiando il roditore sul suo ventre.

-Però, morbida la Granger. –realizzò Draco muovendo le zampette artigliate.

Hermione ridacchiò.

-Mi fai il solletico. –affermò e Malfoy smise di farlo.

La grifondoro decise di trastullarsi con il nuovo piccolo amico ancora per un po’ e, mossa da simpatia per quel peloso e bianchissimo furetto, decise di raccontargli qualcosa di sé.

Le piaceva confidarsi con Ginny e con i suoi due migliori amici, ma c’erano cose che non avrebbe mai detto neanche a loro. Malfoy ascoltò tutto interessato in parte visto che lei citava spesso oggetti babbani che lui non conosceva.

-Sai in questa scuola c’è un ragazzo di cui mi sono innamorata. –affermò lei facendo drizzare le orecchie del furetto.

-È Krum? –voleva chiederle.

Hermione continuò sorridendo al ricordo ma senza guardarlo.

-Mi sono presa una cotta per lui quando sono entrata nel suo scompartimento per cercare una rana. –ammise lei.

-Weasley? O Potter? –domandò il serpeverde non pensando minimamente che potesse parlare proprio di lui.

-Si tratta di Draco Malfoy. –decretò la grifondoro cogliendolo di sorpresa.

Draco sgranò gli occhi e lentamente si avvicinò al viso della ragazza leccandole con la linguetta prima il naso poi le labbra.

Hermione lo prese con entrambe le mani sotto le zampette anteriori sorridendo divertita.

-Stai cercando di prendere il suo posto? –chiese la grifondoro ridacchiando, poi poggiò l’animaletto sul letto accanto a sé e si girò su un fianco continuando ad accarezzarlo finché lei non si addormentò.

-Ti amo anch’io Mezzosangue. –avrebbe voluto dichiararle lui mentre la osservava dormire.

Quando Hermione si svegliò e non trovò il furetto le venne un colpo e cominciò a cercarlo sotto i letti.

-Hermione che stai cercando? –chiese Ginny appena entrata nel dormitorio.

-Un furetto. –ammise lei chinata a terra e dandole le spalle.

-Ah, vuoi dire Malfoy. –la corresse la rossa.

La so-tutto-io, o quasi, si tirò su di scatto voltandosi.

-Cosa? –chiese alla Weasley.

-Malfoy no? Il professor Moody lo ha trasformato in un furetto e lui è scappato, ma l’hanno trovato in infermeria ed è tornato norm……Hermione stai bene? Non lo sapevi? –le domandò Ginny vedendo l’amica sbiancare.

“Era Malfoy! Mi sono dichiarata inconsapevolmente! Gli ho detto che lo amo…” pensò la grifondoro sconvolta.

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Capitolo 4
*** Quinto anno ***


LA SALSA

Le lezioni di quel giorno erano state parecchio impegnative ed Hermione non vedeva l’ora di addentare un succulento panino e sparire nella biblioteca o nella sala comune dei grifoni.

Dunque la so-tutto-io aveva preso posto accanto a Ron e a Ginny nella Sala Grande così che Harry, seduto di fronte a loro, potesse dare le spalle al tavolo delle serpi.

Draco Malfoy, dalla sua postazione, poteva sbirciare oltre la spalla del ragazzo sopravvissuto e godersi la vista della sua Mezzosangue preferita che masticava un panino grondante di salsa.

Quando la bruna allontanò con entrambe le mani il panino dalla bocca Malfoy sghignazzò di cuore.

La grifondoro si era sporcata l’angolo delle labbra e la guancia come una bambina.

-Hem…Hermione. –la chiamò Ron incerto. L’amica si voltò alla sua destra, verso il rosso.

-Sì. –rispose normalmente.

Weasley le passò un dito tremante sulla parte sporca di salsa parlando.

-Hai…hai…la faccia sporca di…di salsa. –riuscì a dire impacciato.

Come il suo pollice ebbe sfiorato Hermione lei arrossì colma di vergogna e si scansò da lui.

-C…certo che sì, sto mangiando. E comunque potevi passarmi semplicemente il tovagliolo. –affermò lei un po’ stizzita girandosi dalla parte opposta.

Le orecchie di Ron divennero rosse ma le passò il tovagliolo bianco sentendosi un perfetto idiota.

Dall’altra parte della sala invece un serpeverde stava per sputare tutto il suo pericoloso veleno.

-Sei morto Weasley! –sussurrò il biondo estraendo la bacchetta di biancospino con un movimento rapido e un po’ troppo vistoso.

I suoi occhi grigi erano diventati furenti tanto che vi si potevano scorgere dei fulmini proprio come in una vera tempesta.

Tuttavia, prima che potesse fare un qualsiasi gesto sconsiderato, Blaise vide la bacchetta e lo afferrò per il braccio destro tenendolo sotto il tavolo.

-Che vuoi fare Draco? –gli domandò retoricamente l’altra serpe.

-Mollami il braccio. –gli ordinò il biondo con tono duro senza guardarlo e ignorandolo.

I ragazzi attorno a loro per fortuna non lo notarono.

-Non vorrai fare sul serio? –volle sapere l’amico non lasciandolo andare.

-Nessuno ne sentirà la mancanza fidati. –si difese Draco deciso.

-Beh lei sì. –non puoi essere così geloso. –affermò Blaise abbassando ancora di più la voce.

Malfoy a quel punto lo guardò rabbioso.

-Lei è mia. –ribadì possessivo.

-E vuoi che lo sappia tutta la scuola per colpa di un panino? –gli fece notare il moro abbandonando la presa sul suo braccio.

Draco abbassò lo sguardo e con riluttanza rimise la bacchetta al suo posto, poi poggiò il gomito destro sul tavolo lasciando cadere la testa sul palmo pesantemente mentre, con l’altra mano, allontanava da sé il piatto infastidito.

Non aveva più fame.

-Odio Weasley. –ammise il biondo sbuffando.

Blaise ridacchiò, sembrava un bambino imbronciato.

-Odio anche te! –mentì Malfoy guardandolo male e facendo scuotere la testa all’amico divertito.

Riportando lo sguardo sul tavolo dei grifoni Draco aggrottò le sopracciglia.

-E odio anche la salsa. –decretò infine.

SCIARPE

Era una fredda mattinata di dicembre e Hogwarts appariva ancora più bella e imponente tutta ricoperta dalla neve.

Mentre fioccava debolmente una certa grifondoro, la regina per essere precisi, usciva nel cortile deserto spezzando tutto quel bianco con la sua vistosa sciarpa rossa e oro posta sopra il cappotto.

Hermione era decisamente allegra, amava la neve.

Ora, munita di: scarponi, guanti e cappello prendeva i fiocchi di neve con le dita.

Nessuno dei suoi amici l’aveva accompagnata, sia perché fosse palesemente freddo, sia perché era davvero presto.

Un sabato mattina del tutto tranquillo, o quasi.

Infatti Hermione Granger non era l’unica ad essersi alzata presto, anche un serpeverde era già in piedi pronto a pedinarla e ad importunarla.

-Mezzosangue, che piacevole coincidenza. Sei mattiniera. –disse il biondo rovinando il magico momento della bruna.

Lei si voltò verso di lui pronta a dar battaglia.

-Malfoy, possibile che tu debba importunarmi anche la mattina presto? – gli domandò con le mani sui fianchi.

Il suo sguardo doveva essere duro ma le guance rosse per il freddo e la neve che le cadeva addosso la facevano sembrare un angelo agli occhi del serpeverde.

-Ora non ci sono i tuoi amichetti a proteggerti, perché non approfittarne? –ammise lui dopo averla contemplata abbastanza.

Draco si avvicinò dunque alla ragazza.

Indossava cappotto, cappello e scarponi rigorosamente neri ma, anche per lui, la sciarpa verde e argento spiccava sugli abiti.

Hermione non indietreggiò ma quando lui le fu davanti e le afferrò un lembo della sciarpa iniziando a tirarla verso di sé, come a volerla strozzare, e il tessuto si strinse maggiormente alla sua gola la grifondoro si portò le mani al collo e sgusciò dalla sciarpa lasciandola nelle mani del serpeverde.

-Sta lontano da me! –gli ordinò la bruna infastidita riprendendo a respirare per poi andarsene pestando i piedi.

-Non rivuoi la tua orribile sciarpa?! –le chiese Malfoy ad alta voce, ma lei era già sparita.

Draco osservò allora quel pezzo di cotone dai colori tremendi e portandosela al volto avvertì un dolcissimo profumo di rose.

Lo ispirò a fondo. Come voleva…

Alzò di scatto la testa con un ghigno stampato in volto. Non poteva tenere la sciarpa così vistosa nel dormitorio ma poteva…

Non appena Hermione salì nella camera delle ragazze e notò la sua sciarpa sul letto pensò a Malfoy.

Si chiese come avesse fatto a recapitargliela ma la finestra sospettosamente aperta le disse che un gufo era passato di lì.

La grifondoro stava per buttare via l’oggetto nel baule quando, prendendola tra le mani, captò un delizioso aroma.

Hermione allora annusò meglio e capì di cosa si trattava. Muschio e menta.

Doveva essere l’odore di Malfoy che però invece di disgustarla stranamente le piaceva.

Senza dire una parola si mise la sciarpa e scese per la cena.

-Perché porti la sciarpa? –le domandò Ron una volta che fu seduta a tavola.

-Così. –rispose lei evasiva per poi sorridere –Ha un buon profumo. –affermò.

Al tavolo dei Serpeverde anche il principe delle serpi indossava la propria sciarpa ma era eccessivamente tirata fin sopra la bocca.

-Perché indossi la sciarpa? Non la metti mai. –gli chiese Blaise mentre mangiava.

-Ho freddo. –mentì il biondo.

L’amico sorrise beffardo.

-Hogwarts è sempre riscaldata, nessuno sente freddo. –gli fece notare.

-Beh io sì e ho anche un po’ di mal di gola. –si inventò Draco cominciando ad innervosirsi.

-Allora perché non vai da Madame Pomfey? –chiese ancora la serpe.

-Perché non ti fai gli affari tuoi Blaise?! –rispose alla fine Malfoy stufo.

L’amico non parlò e il principe dei serpeverde ficcò il naso nella sciarpa verde e argento ispirando e calmandosi subito quando il profumo impresso sulla stoffa raggiunse i polmoni.

Draco sorrise e osservò la sua Hermione che portava il proprio profumo addosso.

Infondo era stato semplice cambiare il colore delle due sciarpe con un incantesimo e scambiarle.

SAN VALENTINO

Una delle tante festività aveva colpito Hogwarts anche quell’anno. La festa dedicata all’amore e agli amanti: San Valentino.

In tutti i corridoi c’erano decorazioni esclusivamente a forma di cuore e qualche cupido era già pronto a recitare bigliettini d’amore al fortunato destinatario.

Draco Malfoy odiava quella festa per due motivi. Il primo era che tutte le ragazze lo torturavano maggiormente quel giorno e il secondo motivo era che non si poteva dichiarare alla grifondoro che amava ma doveva limitarsi a sperare, egoisticamente, che nessuno le desse romantiche attenzioni.

Hermione sembrava immune a quel periodo.

Certo, le dava fastidio che dovunque posasse gli occhi vedeva una coppia in atteggiamenti romantici perché lei era da sola, ma allo stesso tempo evitava di pensarci.

Un giorno sarebbe toccato anche a lei e quindi aspettava.

Quel giorno però una serpe decise di non farsi da parte e di provare un gesto eclatante e decisamente azzardato.

Dopo le lezioni pomeridiane e molto prima di cena il trio si era seduto al lungo tavolo dei grifoni per riposarsi e fare alcuni compiti.

La Sala Grande non era vuota ma neanche affollata e ogni cinque posti più o meno c’era un gruppetto di ragazzi che oziavano evitando accuratamente le sale comuni quel giorno.

Hermione come al solito era seduta tra i suoi due migliori amici e gli indicava gli errori nei loro temi.

Anche Draco era presente nella sala assieme ad altri serpeverde che stavano giocando a scacchi facendo stupide scommesse.

-No Ron, così e sbagliato! –lo rimproverò la bruna esasperata.

-Per la miseria! Possibile che fare i compiti con te sia peggio che farli con Piton? –disse il rosso cancellando furiosamente ciò che aveva scritto.

-Ah! Davvero!? –chiese la so-tutto-io offesa.

-Sì! Harry diglielo anche tu. –lo pregò l’amico.

Il moro alzò gli occhi dalla sua pergamena e guardò Hermione seduta in mezzo a loro.

-Beh ecco…tu sei bravissima ma un po’…critica? –provò a dire Potter.

-Oh quindi pensate entrambi che io sia insopportabile!? Perfetto, fatevi i compiti da soli allora! –decretò aprendo un libro a caso con rabbia e facendo finta di leggerlo.

-No! Hermione ti prego! –la scongiurò Ron.

-Non volevo dire quello! –cercò di rabbonirla Harry sperando di salvare almeno la propria media.

Niente smosse la regina dei grifoni così entrambi i ragazzi ripresero a scrivere.

Dopo pochi secondi qualcosa cadde sulla testa della bruna e come lei alzò lo sguardo cominciarono a piovere lentamente un’infinità di petali rosa.

Hermione li guardò allibita chiudendo il libro. Erano bellissimi.

La grifondoro ne prese uno in mano e si girò verso Ron.

-Ron smettila! –gli disse pensando che volesse farsi perdonare.

Lui, come gli altri studenti, osservava quel fenomeno sorpreso.

-Non sono io! Non so come far piovere i petali dal nulla. –affermò.

La bruna allora si voltò verso Harry che alzò subito le mani in sua difesa.

Hermione non si spiegava né come, né chi avesse potuto fare un simile incantesimo ma era davvero mozzafiato e la so-tutto-io si permise di sorridere riprendendo a guardare verso l’alto sicura che l’attenzione di tutti fosse puntata su di lei.

I dolcissimi e profumatissimi petali non le cadevano sul viso ma tutt’attorno, era semplicemente magico.

Mentre le sue iridi scintillavano beandosi di quel piccolo privilegio concesso solo a lei un petalo verde, unico in mezzo a tutti gli altri, discese davanti ai suoi occhi.

Hermione ne seguì la caduta ma quando il petalo fu a metà tragitto il suo sguardo venne catturato da quello di Draco Malfoy che, all’altro tavolo, la guardava sorridendo furbamente.

La ragazza schiuse le labbra e intuì tutto, ma non disse nulla.

Invece continuò a guardare felicemente quello spettacolo con le gote un po’ rosse.

Quando il flusso di petali terminò sul tavolo si era creato un cuore enorme con al centro il petalo verde. I presenti cominciarono a parlottare senza ritegno.

Hermione nel frattempo osservava il cuore di petali e sorrise maggiormente mentre un Malfoy decisamente soddisfatto rimetteva a posto la bacchetta.

ORDINI

Draco Malfoy camminava a passo spedito verso il prato dove aveva intravisto Hermione, seduta a gambe incrociate, che leggeva.

-Ehi Granger! –la chiamò autoritario.

Lei alzò lo sguardo dal libro che aveva in grembo e lo osservò irritata.

Non la lasciava mai in pace.

-Che vuoi Malfoy? –domandò.

Il serpeverde si fermò e parlò seriamente.

-Dammi uno schiaffo. –le ordinò.

Hermione pensò che fosse pazzo ma, incurante, si alzò da terra. Poggiò il libro sull’erba e velocemente si avvicinò a Malfoy pronta a schiaffeggiarlo.

Draco le bloccò il polso a pochissimi centimetri dal suo bel faccino pallido, sembrava incredulo e indignato.

-Mi stavi per dare uno schiaffo! –constatò arrabbiato.

La grifondoro non capì e esplose.

-Me l’hai detto tu di farlo! –gli fece notare.

-Volevo vedere se avevi il coraggio di farlo veramente! –le spiegò il biondo lasciandole il polso.

-Certo che l’avrei fatto! –confermò lei.

Malfoy a quel punto sorrise malizioso e parlò.

-Allora ti do un altro ordine. –

-Io non prendo ordini da te Malfoy! –decretò Hermione ancora arrabbiata.

-Dammi un bacio. –disse Draco semplicemente.

-…- la grifondoro tacque ancora interdetta ma poi alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Mai che potessero fare una conversazione senza finire per baciarsi.

-Questo posso farlo. –ammise lei sorridendo prima di ritrovare la strada per le sue labbra.

IMMOBILUS

Dolores Umbridge aveva catturato alcuni componenti dell’esercito di Silente e Hermione stava mentendo per provare a sbarazzarsi della perfida donna.

-È nella Foresta Proibita. –aggiunse poi stretta a Draco che la teneva ferma.

Dolores ordinò a Harry di portarla verso “l’arma di Silente” e il ragazzo sopravvissuto l’accontentò capendo il piano della sua amica.

Una volta che la professoressa fu uscita Ron tirò fuori delle Pasticche Vomitose ma Tiger e Goyle gliele confiscarono e se le mangiarono.

I due iniziarono a dare di stomaco così, approfittando della distrazione dei serpeverde, l’Esercito di Silente si riappropriò delle bacchette ed Hermione, una volta che Malfoy fu disarmato dagli altri, sgusciò via dalla sua presa.

-Immobilus! –gridò la ragazza contro il biondo che si immobilizzò potendo muovere solo gli occhi.

Successivamente la Granger pietrificò Tiger e Goyle che stavano ancora rimettendo ed entrambi caddero in avanti.

-Forza Hermione andiamo. –le disse Ron mentre tutti uscivano velocemente dalla stanza.

-Arrivo subito. –rispose lei e il rosso sparì oltre la porta.

La grifondoro tuttavia si accostò al serpeverde biondo e lo guardò negli occhi che saettavano da una parte all’altra.

La so-tutto-io mise una mano sulla guancia del ragazzo e parlò.

-Mi dispiace. –si scusò lei.

Draco la osservava come per pregarla di non immischiarsi negli affari di Potter, come se sapeva che lei poteva rischiare la vita ancora una volta.

La Granger si alzò sulla punta dei piedi e dolcemente lo baciò sulle labbra, anche il serpeverde chiuse gli occhi assieme a lei.

Fu solo un attimo e quando la grifondoro si staccò dalla serpe gli disse: -Devo andare. –prima di correre via.

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Capitolo 5
*** Sesto anno ***


MATERIALIZZAZIONE

Finalmente era giunta la prima lezione di Meterializzazione dell’anno ed Hermione non vedeva l’ora di imparare quella tecnica.

Il signor Wilkie Twycross, che presiedeva la lezione nella Sala Grande, aveva fatto comparire davanti ad ogni studente un cerchio di legno nel quale si sarebbero dovuti smaterializzare.

Tutti sapevano che era difficile eccellere in quella prova e soprattutto impossibile riuscirci al primo tentativo, soprattutto senza “spaccarsi”.

Comunque, il signor Twycross diede il suo consenso per iniziare e tutti provarono a concentrarsi tenendo ben a mente le tre D.

Destinazione, Determinazione e Decisione.

Tuttavia Harry non era l’unico a mancare di concentrazione.

Mentre lui pensava a cosa stesse tramando Malfoy, Draco non staccava gli occhi da Hermione che, concentrata al massimo, sembrava ancora più attraente ai suoi occhi e lui desiderò potersi materializzare proprio davanti al suo bel viso.

Il serpeverde dunque sorrise e abbassò le palpebre, si concentrò e girò su sé stesso.

La magia fece il resto e quando il biondo riaprì gli occhi si trovò a pochi centimetri dal viso della sua Mezzosangue, la quale non aveva fatto in tempo a provare nulla.

Malfoy sorrise maliziosamente mentre lei lo osservava stupita.

-Congratulazioni signor Malfoy! Davvero ben fatto, ma dovrebbe lavorare di più sulla destinazione. –gli fece notare il signor Twycross facendo voltare Draco nella sua direzione.

Professori e alunni rimasero a fissare il serpeverde dubbiosi, ma lui disse solamente: -Sì, qualcosa deve avermi distratto. –affermò girandosi nuovamente verso la Granger quasi sussurrandoglielo in viso.

Lei arrossì e abbassò la testa osservando il pavimento, ma prima che potesse dire o fare altro Malfoy era sparito in un battito di ciglia materializzandosi al suo posto.

LUMACLUB

La festa del professor Lumacorno era davvero molto bella. Harry aveva invitato Luna ma Hermione, che voleva portare Ron, alla fine non era venuta con nessuno.

All’evento erano già presenti Nevil e Ginny e c’era anche Malfoy invitato da Blaise. E per invito intendiamo la minaccia di morte da parte di Draco se il suo amico avesse invitato Pansy al suo posto impedendogli di passare del tempo con la Granger.

Lei stava scappando da un tipo che a Draco non piaceva per niente: Cormac Mclaggen.

La sua bellissima grifondoro, che indossava uno splendido abito rosa lungo fino al ginocchio e con un’abbondante scollo a cuore, ora si stava nascosta dietro una tenda.

Malfoy, sorridente nel suo costoso smoking di seta, si avvicinò alla tenda aprendola di scatto.

-Che fai qui Granger, ti nascondi? -le chiese divertito.

Hermione si spaventò.

-Shhh! Malfoy. –gli rispose tirandolo per una manica dentro con lei.

-Che intenzioni hai? –domandò allusivo e malizioso il biondo.

-Evitare Cormac. È una vera piovra, anzi peggio. È la terza volta che prova a baciarmi. –affermò la grifondoro guardandosi in giro agitata.

A Draco cominciarono a prudere le mani ma si impose di stare calmo.

-Beh Granger non lo biasimo, con quel vestito…-ammise Malfoy indicandola con un dito e gustandosi la sua figura con gli occhi.

Hermione arrossì vistosamente e si mise un ciuffo di capelli dietro all’orecchio nervosamente.

-Grazie. –lo ringraziò.

Durante la cena il serpeverde tentò di non alzarsi e andare a riempire di pugni Cormac, il quale stava provando a sedurre in maniera disgustosa la Granger.

Non faceva altro che leccarsi le dita osservandola, ingurgitando qualsiasi cosa e passandosi la lingua anche sulle labbra.

Quando la cena giunse al termine poi Cormac bloccò il passaggio della grifondoro pretendendo un bacio e fu allora che Draco intervenne. Si fermò alle spalle di Hermione e parlò.

-Levatevi di mezzo, devo passare. –affermò lui.

Tutti e tre si trovavano nel tragitto tra le sedie del tavolino e il muro.

-Non mi interessa. Fai il giro Malfoy. –gli ordinò il ragazzo.

-Non osare dirmi che cosa fare Mclaggen. –lo avvertì con disprezzo prima di spostare Hermione di lato e dare una spallata al rivale.

Questo finì addosso al tavolo aprendo un varco dal quale riuscirono a passare il biondo e la so-tutto-io.

Ormai la festa era finita e Cormac tentò, per l’ultima volta, di ottenere un bacio da Hermione.

-Andiamo Hermione dammi un bel bacio, sotto il vischio non l’hai fatto. –affermò lui protendendosi verso di lei.

-Cormac, preferirei baciare Draco Malfoy piuttosto che te. –ammise la grifondoro facendo intuire il suo disgusto e dirigendosi verso la porta dov’era appeso il vischio.

Malfoy passò di lì “casualmente” e si fermò assieme a lei.

Entrambi osservarono l’arbusto ed Hermione si voltò verso Cormac.

Lui aspettava di vederla baciare il biondo ma lei arrossì solo, aprì la porta e se ne andò.

Uscì dal castello e si fermò in piedi nel parco ispirando l’aria fredda della notte rabbrividendo.

-Granger non sei di parola. –disse una bella voce dietro di lei.

-A cosa ti riferisci Malfoy? –domandò la grifondoro voltandosi sorpresa e confusa verso di lui.

Draco le si affiancò con la giacca gettata su una spalla e trattenuta dalla mano, valorizzando la sua camicia bianca.

-Non avevi detto a Mclaggen che mi avresti baciato? –le ricordò facendole l’occhiolino.

La ragazza sgranò gli occhi e le guance le imporporarono nuovamente. Doveva smetterla di arrossire come una bambina e guardandolo in faccia parlò.

-Io non dicevo sul se-

Non fece in tempo a finire la frase che Draco l’aveva baciata allacciando il braccio libero alla vita di Hermione.

Lei non rispose subito ma poi ricambiò portando le proprie mani al petto di lui.

-Buon Natale Granger. –le augurò Malfoy allontanandosi dolcemente da quelle labbra e avvolgendo la propria giacca attorno al corpo tremante della sua Mezzosangue.

La grifondoro sorrise apprezzando il gesto e lo baciò ancora.

Quando si staccarono nuovamente lei ricambiò i suoi auguri.

-Buon Natale Malfoy. -

GELOSIA

Ron era stato avvelenato ed Hermione insieme ad Harry erano stati molto spesso in infermeria. Troppo spesso. Ora il rosso stava dormendo e a vegliare sul suo riposo era rimasta solo la regina dei grifoni.

Fu dunque in quel momento che una delle porte dell’infermeria si aprì ed entrò un elegante ragazzo biondo vestito di nero. Sembrava notevolmente irritato.

I suoi grigi e indagatori si posarono subito sul duo e Malfoy marciò spedito verso di loro. Hermione si alzò con fare protettivo ma quando il serpeverde fu finalmente difronte a lei Madama Chips intervenne.

-Signor Malfoy, ha bisogno di qualcosa? –domandò l’infermiera reggendo una bacinella piena d’acqua con entrambe le mani.

Draco la guardò per un’istante poi rispose.

-Sì, ma mi servo da me. –ammise con voce dura afferrando il braccio della grifondoro, che si ribellò subito, trascinandola fuori.

Non appena furono abbastanza lontani Malfoy lasciò la presa ferrea che imprigionava il braccio di Hermione e lei se lo massaggiò.

-Si può sapere che diavolo ti prende Malfoy!? –quasi gli urlò contro furente affrontandolo.

-Sei diventata l’infermiera personale della donnola ora!?- la accusò lui “infastidito”.

-No! Che stai blaterando!? Ron è un mio amico, è normale che io mi preoccupi per lui. E…e comunque non devo dare certo spiegazioni a te! –affermò lei decisa e sospettosa dal più che insolito comportamento del serpeverde.

-Non mentirmi Granger, lo sanno tutti che Weasley ha scaricato quell’anguilla per te! –continuò a dire lui.

-Non è affatto vero! E perché stiamo parlando di questo!? Sembra quasi che tu sia…- la rabbia e la frustrazione di Hermione evaporarono non appena lei realizzò cosa avesse spinto il furetto a cercarla.

-Tu sei geloso! –affermò lei indicandolo stupita.

Draco le rivolse un ghigno alla Malfoy, socchiuse le palpebre seducentemente e ridacchiò con freddezza.

-Vedi Mezzosangue, c’è una cosa che i tuoi amichetti devono imparare. –le disse enigmatico il serpeverde avvicinandosi pericolosamente e sovrastandola con la sua figura slanciata.

Dio com’era cresciuto in quei sei anni.

-E sarebbe? –chiese Hermione dubbiosa non sapendo cosa aspettarsi da una serpe come lui.

Malfoy la spinse contro il suo petto con un gesto fluido del braccio, che si andò a posare sulla vita di lei, e la baciò.

Fu un bacio avido e appassionato che lasciò la grifondoro di stucco e senza fiato per alcuni interminabili momenti.

Nel frattempo il serpeverde le sfiorava la vita, la schiena, poi la guancia e il collo incurante che qualcuno potesse vederli.

Quando si separarono Draco rispose alla domanda della ragazza che aveva appena baciato.

-Nessuno tocca ciò che è mio Granger, e tu sei mia. –le spiegò accarezzandole con il pollice destro le labbra ancora umide.

-La mia piccola Mezzosangue. –ribadì il serpeverde.

Ormai Mezzosangue non sembrava più essere un insulto ma un soprannome affettivo.

Malfoy lasciò andare Hermione e si allontanò, dopo aver completato la sua missione, con le mani in tasca.

La regina dei grifoni rimase interdetta per un attimo poi sorrise.

-Il mio furetto nervosetto. –ammise all’aria.

LACRIME

Harry e Hermione stavano parlando con Katie Bell nella Sala Grande, ma lei non aveva potuto fornire il nome di chi le avesse dato la collana maledetta.

La ragazza fissò poi l’ingresso della sala e fu allora che i due grifondoro capirono. Malfoy doveva aver a che fare con quella storia.

Il serpeverde tornò velocemente da dov’era venuto e il ragazzo sopravvissuto provò a seguirlo.

-No Harry, ci penso io. –lo pregò la Granger fermandolo.

Potter anche se incredulo annuì ed Hermione corse appresso al biondo.

Draco arrivò nel bagno di Mirtilla, si tolse il maglione e si lavò la faccia, poi si appoggiò al lavandino e cominciò a piangere.

La grifondoro entrò, applicò l’incantesimo “Colloportus” assieme a “Muffliato” e Malfoy allora si girò con un’espressione frustrata.

Aveva i capelli arruffati, gli occhi lucidi, le guance bagnate e le occhiaie.

-Malfoy…-lo chiamò.

Lui alzò la bacchetta senza volerle fare del male ma lei fu più rapida e lo disarmò.

La bacchetta di biancospino volò nelle mani della ragazza che tuttavia prese entrambi i bastoncini di legno e li gettò a terra avanzando verso il serpeverde.

Se stava piangendo doveva essere successo qualcosa di grave e poi sembrava così vulnerabile che la regina dei grifoni sentì l’impulso di abbracciarlo fino a far sparire il suo dolore. E così fece.

Hermione si lanciò tra le braccia del biondo poggiando una mano sulla sua nuca e l’altra sulla sua schiena stringendo Malfoy a sé.

-Cos’è successo? -chiese lei dolcemente.

Draco non era più rigido, voleva solo annegare nei capelli della bruna e singhiozzare.

-Io…non posso dirtelo. –ammise lui affondando il viso nella chioma della grifondoro e ispirando profondamente il suo profumo.

-Malfoy. –lo richiamò.

-È per proteggerti. –affermò il biondo ricambiando l’abbraccio.

La ragazza gli accarezzò i capelli e la schiena poi si scansò guardando il serpeverde.

-Dimmelo. - lo scongiurò.

Malfoy deglutì e alzò la manica sinistra della sua camicia mostrando il marchio nero impresso sul braccio.

Hermione si portò le mani alla bocca e i suoi occhi viaggiarono lentamente dal segno oscuro fino a raggiungere il viso del biondo che cominciò a tremare per i singhiozzi.

-Devo…uccidere Silente. O lui ucciderà me…mia madre…e mio padre. –decretò piangendo liberamente e il suo autocontrollo cedette miseramente.

La grifondoro tornò ad abbracciarlo subito e lui si aggrappò disperatamente a lei bisognoso di conforto. La ragazza lo lasciò sfogare poi entrambi scivolarono a terra.

Draco l’amava immensamente e sapeva che lei amava lui allo stesso modo.

CURA

Draco e Harry stavano combattendo nel bagno, Hermione li aveva seguiti e aspettava il momento migliore per intervenire. Quando il ragazzo sopravvissuto prese Malfoy la grifondoro si sentì morire.

Harry osservò ciò che aveva appena fatto, il serpeverde ora era disteso a terra sanguinante, bagnato e piangente.

-Harry che cosa ti è saltato in mente!? –gridò la so-tutto-io correndo ad inginocchiarsi accanto al biondo.

-Che cosa hai fatto?! –domandò retoricamente Hermione terrorizzata e con gli occhi lucidi.

La ragazza mise la testa di Draco sulle sue ginocchia poi tirò fuori la bacchetta e cominciò a curarlo.

-Hermione…-la chiamò il suo amico sorpreso dalla reazione dell’amica.

Lei alzò lo sguardo puntando gli occhi pieni di fuoco verso di lui ed Harry capì. Era innamorata di Malfoy.

Il ragazzo sopravvissuto si allontanò in fretta e nel frattempo arrivò Piton che, vedendolo fuggire, si ripromise di informare Silente su qualunque cosa avesse combinato Potter.

Come il professore entrò in bagno rimase colpito nel vedere una grifondoro prendersi cura di un serpeverde a quel modo, con amore, e il suo cuore sanguinò dolorosamente.

Poi Severus fece un profondo respiro, si annunciò ai due e portò Draco in infermeria.

Hermione non lo abbandonò neppure per un attimo e non si preoccupò neanche della reazione di Harry perché sapeva che lui non l’avrebbe detto a nessuno.

Quando il biondo riaprì gli occhi dopo qualche ora vide la grifondoro al suo fianco che gli stringeva una mano. Lei gli sorrise e si sedette sul bordo del lettino prima di abbracciarlo forte.

SILENTE

Draco si trovava sulla torre di Astronomia, aveva disarmato il preside e non gli restava che ucciderlo…ma non poteva.

-Draco, tu non sei un assassino. –aveva ammesso Silente.

-Come fa a dirlo? Potrei sconvolgerla. –affermò il biondo.

Il vecchio mago sorrise amaramente.

-Sei solo un ragazzo di sedici anni, innamorato per giunta di Hermione Granger. –gli spiegò il preside.

Malfoy a quelle parole tremò.

-Come fa a saperlo? –domandò sorpreso ma con tono serio.

-Non è facile da vedere ma riesco a capire quando due persone devono stare insieme. –decretò Silente.

-Malfoy non farlo! –gridò una voce femminile ben nota a tutti e due.

Hermione arrivò di corsa e si mise accanto al biondo.

-Non ho scelta, tu sai bene qual è la posta in gioco. –affermò lui.

-Non voglio che tu uccida. –disse la ragazza posando la mano sulla spalla di Draco.

-Lo so. Da questa sera noi non ci rivedremo più Granger. –le svelò il serpeverde guardandola per un secondo afflitto.

La grifondoro sentì giungere le lacrime agli occhi e abbracciò stretto il biondo che non ricambiò tenendo sotto tiro Silente.

-Guardate, la guerra vi sta già dividendo. –fece notare loro il vecchio mago.

-Io ti amo Draco, e questo non cambierà mai. –decretò Hermione senza rispondere al preside troppo presa dal momento.

Malfoy la osservò con amore.

-Anche io ti amo Hermione ma ora vattene, per favore. –le chiese Draco con lieve supplica nella voce.

La grifondoro lo baciò con trasporto e passione immergendo le mani nei suoi capelli biondi e solo allora il serpeverde si permise di voltare la testa verso la ragazza rispondendo al suo bacio.

Silente osservò quanto fosse profondo il loro amore e sperò che entrambi sarebbero sopravvissuti per continuare a viverlo.

I due ruppero il bacio e dopo che si furono persi nei reciproci occhi Hermione fece una carezza al suo amato, poi scappò via in lacrime.

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Capitolo 6
*** La guerra ***


VILLA MALFOY

Il trio d’oro era stato catturato e portato al maniero dei Malfoy. Bellatrix ordinò che Ron e Harry fossero rinchiusi insieme agli altri prigionieri mentre lei faceva due “chiacchiere” con Hermione.

Draco tentò di distogliere lo sguardo dalla ragazza che piangeva, parlava e veniva torturata da sua zia. Il serpeverde soffriva tanto quanto la grifondoro nell’udire quelle urla.

Narcissa osservò preoccupata il figlio e gli mise una mano sulla spalla per confortarlo ma lui neanche ci fece caso, era pietrificato sul posto.

Quando Bellatrix finì di incidere il braccio di Hermione e si allontanò il biondo decise di intervenire.

Si mosse verso il centro della stanza titubante affiancandosi alla ragazza stesa al suolo, la prese in braccio senza difficoltà e tutte le persone presenti nella sala osservarono Draco sospettosi.

-Mi dispiace. –mormorò alla giovane una volta che fu tra le sue braccia.

-Draco, cos’hai intenzione di fare? –domandò sua zia osservandolo con sguardo truce giocherellando con la bacchetta ricurva simile ad un artiglio.

Malfoy trovò abbastanza coraggio per rispondere senza far tremare la propria voce.

-Non ti dirà niente, perché non sa nulla e se…se continui a torturarla…finirai per ucciderla. –affermò il biondo con tono molto serio.

-E a te che importa di lei? È solo una sudicia, schifosa sanguesporco. –ammise la strega avanzando.

Hermione osservò il serpeverde con occhi ancora lucidi e sofferenti, non aveva mai visto una serpe più coraggiosa di lui.

-Nulla, ma…ma potrebbe esserci utile…nel caso in cui le cose dovessero mettersi male. Potremmo…utilizzarla per attirare Potter qui…ma il signore oscuro non deve saperlo. Sarà il nostro asso nella manica. –decretò lui cercando di convincerli a risparmiarla.

Gli altri maghi attorno a loro lo trovarono un buon piano.

Quando la situazione sarebbe diventata instabile avrebbero potuto utilizzare quella ragazza sorprendendo anche Lord Voldemort per la loro efficienza e lui li avrebbe ricompensati sicuramente.

-Non ho ancora finito con lei Draco, posala a terra. –gli ordinò Bellatrix levando la bacchetta verso i due.

-Bellatrix! –la chiamò Narcissa avanzando spedita verso la sorella.

-Non osare puntare la bacchetta contro mio figlio. –l’avvertì lei.

-Oh andiamo Cissy. –disse la mora gesticolando e alzando gli occhi al cielo.

Come se avesse mai potuto uccidere il nipote.

-Scordatelo, tu non sporcherai il mio pavimento con il sangue di questa ragazza. –affermò la donna.

Draco non era mai stato tanto grato a sua madre. Lei aveva capito, lei sapeva.

-Draco portala di sopra. –gli ordinò Narcissa.

Lui annuì e si avviò su per le scale, sempre con Hermione in braccio, tirando un lieve sospiro di sollievo.

Era riuscito a salvare la donna che amava per ora.

Il serpeverde sentì gli adulti parlare ma non li ascoltò ed entrò nella sua stanza.

La ragazza venne posata su un letto nero con le coperte verdi mentre il proprietario della stanza sigillava la porta e recitava incantesimi di protezione.

La camera era molto elegante.

A sinistra vi era un grande letto a baldacchino con un comodino e una sedia più in là, verso la parete centrale c’era un armadio e una porta-finestra che dava sul balcone, infine verso destra si trovava un mobile basso con tanti cassetti e, accanto ad esso, una porta che doveva condurre in bagno.

Malfoy prese una fialetta da un cassetto del mobile ed estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni neri un fazzoletto bagnandolo poi con il liquido della boccetta.

Il biondo si accostò successivamente ad Hermione che non si era mossa ancora troppo scossa.

Quando il serpeverde le prese delicatamente il braccio sinistro lei lo osservò e quando lui le mise il tessuto bagnato sulla ferita aperta e fresca Hermione rabbrividì dal dolore strizzando gli occhi.

Draco alzò lo sguardo verso la sua Mezzosangue.

Gli occhi erano umidi, rossi e spenti, pervasi ancora dalla sofferenza di prima mentre la ragazza sembrava essere in stato vegetale. Della grifondoro battagliera che gli aveva rubato il cuore sembrava non esserci più traccia.

Malfoy continuò la sua opera e la ferità si rimarginò lasciando però la cicatrice ben visibile.

-Mi dispiace per tutto Hermione. –ammise lui asciugandole le lacrime presenti sul suo viso.

La grifondoro sembrò riacquistare lucidità in quel momento e abbassò il braccio sinistro posandolo sul letto.

-Non…non è stata colpa tua Draco. –rispose lei tentando un tono dolce.

Il biondo la guardò negli occhi prima di stringerla in un abbraccio soffocante.

-Sono felice di averti rivista, ora sei qui con me. –affermò lui non credendo che l’avrebbe più incontrata viva.

Lei lo abbracciò a sua volta e stettero così per un bel po’ di tempo.

-Se loro non mi avessero ascoltato io…-provò a dire Malfoy rafforzando la presa sulla schiena di Hermione.

-Mi hai salvato la vita. –ammise la grifondoro staccandosi appena per osservare il ragazzo negli occhi grigi e posando una mano sulla sua guancia, lui la prese e la baciò subito.

-Non avrei mai permesso che mia zia ti uccidesse. Io ti amo. –decretò lui.

Hermione non rispose ma lo baciò e Draco ricambiò il suo amore. Non aveva bisogno d’altro.

NO

Ron e Hermione erano nella Camera dei Segreti per distruggere la coppa.

Non appena la ragazza colpì l’oggetto con la zanna del basilisco l’acqua presente il quel postò dilaniò inseguendoli e bagnando sia il rosso che la so-tutto-io.

Weasley pieno di adrenalina si avvicinò velocemente ad Hermione per darle un pazzo bacio ma lei lo bloccò subito.

-No Ron. –gli disse spingendolo leggermente via.

-Ma Hermione io credevo che tu-

-Mi dispiace, io amo un altro e il mio cuore appartiene a lui. –lo informò la regina dei grifoni interrompendolo.

-E chi sarebbe? Harry? –domandò Ron.

-No. –rispose la grifondoro.

-Victor Krum? Cormac? Chi? –chiese ancora il rosso con rancore.

Hermione sospirò guardandolo seriamente negli occhi.

-Non posso dirtelo, non so come reagiresti. –affermò la so-tutto-io sicura.

PREOCCUPAZIONE

Harry aveva trovato il diadema di Priscilla Corvonero nella Stanza delle Necessità e lo stava per prendere quando Malfoy, Blaise e Goyle fecero la loro comparsa.

-Hai una cosa che mi appartiene, la rivorrei indietro. - affermò il biondo con la bacchetta levata come gli altri.

-Che cos’ha quella che hai che non va? –gli domandò il moro.

Draco sembrò turbato all’inizio ma poi capì.

-Non parlo della bacchetta Potter. –gli spiegò lui.

Fu poi Harry a non capire ma in quell’istante entrarono Hermione e Ron.

Lei osservò Malfoy con occhi sorpresi e poi scagliò un’expelliarmus a Goyle e uno stupeficium a Blaise i quali, dopo aver tentato di colpire Ron, scapparono.

Il rosso gli corse dietro lasciando Draco, Harry e Hermione da soli.

-Hermione…-disse il serpeverde abbassando la bacchetta.

-Draco…-rispose lei correndo ad abbracciarlo sotto gli occhi increduli del ragazzo sopravvissuto.

-È bello stringerti di nuovo. –ammise lui con malinconia.

-Anche per me è lo stesso. –concordò la bruna ispirando il suo profumo.

-Ero preoccupatissimo, dopo quello che ti ha fatto mia zia e il coltello che vi ha lanciato-

-Sto bene Draco, davvero. Non sono ancora ferita. –lo rassicurò la ragazza interrompendolo.

-Ma io ero preoccupata per te, pensavo che ti avrebbero ucciso per il fallimento in casa tua. –gli fece notare Hermione.

-No, la guerra è appena iniziata. Dovresti darmi un po’ più di fiducia. –disse lui scherzoso accostando la propria fronte a quella di lei.

Nessuno dei due sciolse l’abbraccio finché Harry non parlò.

-Hermione cosa significa tutto questo? –chiese scioccato.

I due amanti si guardarono.

-Glielo dici tu o glielo dico io? -domandò seriamente il serpeverde alla sua compagna.

-Glielo dico io. Harry io e Draco stiamo insieme. –ammise la sua migliore amica.

-Davvero!? E da quanto!? –disse il moro un po’ sconvolto.

-Da anni. –risposero entrambi in coro per poi guardarsi complici.

-E quando pensavi di dircelo?! –chiese ancora Harry riferendosi anche a Ron.

-Non lo so, presto credevo. Non avrei mai potuto immaginare la vostra reazione. Ma poi è iniziata la guerra…era troppo pericoloso. –aggiunse Hermione.

-È ancora pericoloso. –la corresse il biondo.

In lontananza si udì Ron urlare e Draco si affrettò a baciare la ragazza.

-Giurami che starai attenta. –le disse lui con preoccupazione e con occhi scintillanti ponendo le mani sulle sue spalle.

-Certo, e tu giurami che non morirai. –lo supplicò con disperazione malcelata lei stringendo la presa sui suoi bracci.

Malfoy annuì prima di correre via.

LA FINE

Quel pazzo del Signore Oscuro domandò chi volesse unirsi a lui e il padre di Draco lo chiamò. Lui era visibilmente angosciato e sentiva tutti gli occhi colmi di aspettative puntati su di lui, ma anche tre sguardi pieni d’amore.

Il serpeverde mosse alcuni passi in avanti poi virò avanzando verso la Granger che non distoglieva lo sguardo.

Quando il biondo le fu di fronte la baciò lentamente sulle labbra sconvolgendo tutti quanti, per fino Hermione che evitò accuratamente di abbracciarlo.

Malfoy si immaginava migliaia di bacchette pronte a far fuoco su di lui da entrambe le parti ma l’unica minaccia furono Ron e Harry che si trattenevano.

Se doveva morire voleva avere il sapore di lei sulla bocca ancora una volta.

Quando poi il serpeverde si staccò dalle labbra della sua amata le parlò in un orecchio.

-Addio mia dolce Mezzosangue. –le disse fermandole il respiro e tornando dai suoi genitori.

Passando per il campo osservò Lord Voldemort che dava l’idea di non aver gradito affatto quel gesto e lui deglutì visibilmente terrorizzato.

-…È…una Mezzosangue…le ho regalato un bacio d’addio. –affermò il biondo tentando di sembrare distaccato.

-I Mangiamorte scoppiarono a ridere malignamente e anche il mago oscuro sembrò rilassarsi subito.

-Bene, bene. Vuoi che ti tagli la lingua? –domandò quest’ultimo con aria divertita ma con una buona dose di serietà.

Draco rabbrividì per un attimo, poi rispose.

-No…credo che mi servirà in futuro. –ammise suscitando l’ilarità e il divertimento di tutti i Mangiamorte.

Voldemort si voltò verso gli altri ragazzi e Malfoy si sentì subito meglio accanto a sua madre e a suo padre.

Sperava solo che Hermione non se la fosse presa e guardando la sua faccia pareva di no, evidentemente era sollevata che il pazzo non l’avesse ucciso subito dopo il gesto.

Quando la battaglia finì e Voldemort fu sconfitto la famiglia Malfoy era già fuggita a casa loro.

Hermione non perse tempo e si smaterializzò nel salone di Villa Malfoy.

Un brivido la percorse al ricordo della tortura subita in quel posto ma esso fu rimpiazzato da un sentimento caldo non appena la grifondoro vide arrivare il ragazzo di cui era innamorata con la bacchetta nella mano destra.

La ragazza fu la prima a parlare.

-È morto, Harry lo ha ucciso e non tornerà mai più. La guerra è finita e finalmente possiamo stare insieme. –ammise Hermione.

Draco lasciò cadere la bacchetta e corse an stringerla, lei lo imitò.

Il biondo la fece girare prendendola per i fianchi, poi la riempì di baci e lacrime soffocandola con il suo affetto e le sue carezze fugaci e bisognose. Lei ricambiò tutto quanto.

Erano vivi entrambi ed erano insieme.

Lontano la loro due i coniugi Malfoy li osservavano. Lucius dopo tutto quello che aveva visto e fatto decise che non gli importava più nulla del sangue.

Ne era scorso anche troppo e sembrava tutto uguale.

Suo figlio aveva dimostrato più volte di tenere molto a quella ragazza e se lei lo rendeva felice nient’altro aveva importanza.

Diede un bacio leggero a sua moglie e Narcissa sorrise stringendo la mano di lui nella sua.

Fine.

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