Il rapimento di Mary

di TeamFreeWill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chiamate insistenti ***
Capitolo 2: *** Angoscia ***
Capitolo 3: *** Ansia e paura impossibili da domare ***
Capitolo 4: *** Mamma resisti!!! ***
Capitolo 5: *** All'ospedale ***
Capitolo 6: *** Patti chiari, amicizia lunga! ***
Capitolo 7: *** Una bellissima serata ***



Capitolo 1
*** Chiamate insistenti ***


Erano stremati, infreddoliti e stanchi, quando finalmente varcarono la soglia del portone del bunker.Casa dolce casa. Meritata pace dopo una lunga caccia. Poi il trillo di un sms proveniente dal cellulare di Sam infranse i progetti che avevano in mente per quella serata. Per Dean maratona di Dottor Sexy, per Sam cercare di scoprire qualcosa di più su Kelly Kline e Dagon

“Ci hanno ricontattato di nuovo? Ma che cazzo vogliono ancora questi figli di puttana!” fece Dean, mentre con fare scocciato, buttava la giacca sporca di sangue sul divano, si avvicina al fratello e gli prendeva il cellulare dalle mani.
 
Sam annuì riprendendoselo, e aggiunse parecchio adirato, “Abbiamo appena concluso un loro caso. Non siamo i loro schiavi da chiamare quando vogliono. Siamo stanchissimi e ho bisogno di farmi una doccia. E anche te ”.
Appoggiò il cellulare sul grande tavolo e andò verso il bagno. Dean, rimasto solo, cercò di non ascoltare quella voce che gli diceva d’andare subito dai letterati.

Contemporaneamente, a chilometri di distanza, nel quartier generale dei Man of Letter britannici Mick Davis, raggiunto da Mr Katch, leggeva uno dei due  rapporti scritti e consegnati dallo stesso.

“Bisogna chiamarli subito” La voce cercava di controllarla, ma s’intuiva che era piuttosto preoccupato, a differenza dell’altro, che era come una statua. Impassibile. Rigido.

“Qualcosa è andato storto con i nostri giocattolini e il Ghoul l’ha ferita, anche piuttosto seriamente…L’ho stanato sparandogli alla testa. Un colpo solo. Ben mirato.”.

 Il letterato era eccitato quasi, mentre nella sua mente le immagini della lotta prendevano forma.

Mary che punta l’arma a onde verso il Ghoul, ma che poi si inceppa, questo che scatta e ferisce la donna al collo (troppo vicino alla giugulare strappando la catenella con la fede). Mary, sorpresa si porta le mani sulla ferita, cade a terra semi incosciente e lui che uccide il Ghoul con il fucile. Il sangue che imbratta le pareti.

“Ho dovuto abbandonarla, mentre cercavo di tamponarle la ferita… Ne so arrivati cinque, uno mi ha scaraventato via con forza fuori dalla finestra, facendomi ruzzolare sul terreno di fronte alla capanna. Le probabilità di riuscire a ucciderli tutti da solo erano pari a zero. Ho fatto in tempo a vedere quando la trascinavano tirandola per un braccio. Mary gemeva e chiamava i figli. Le informazioni che ci hanno dato erano errate” concluse, come fosse la cosa più naturale del mondo vedere qualcuno ridotto così e trascinato per un braccio.

“Bene Arthur. Il rapporto modificato lo spedisco immediatamente a Londra. Gli anziani non devono sapere che Mary è stata catturata. La missione deve andare avanti” disse il burocrate all’altro, mentre andava a prendere del whiskey e riempiva due bicchieri. “Liscio grazie” disse lo spicopatico sedendosi sulla poltrona di fronte alla scrivania.




Note autrice
Dedico la storia a Biota, che mi ha dato dei consigli per cercare di migliorami. Spero di esserci riuscita, altrimenti è meglio che mi dedichi al giardinaggio!😉

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Capitolo 2
*** Angoscia ***


Nel frattempo Dean continuava a ripensare al messaggio.
Era in cucina, ora, a mangiare un hamburger e a bere birra, mentre Sam stava facendosi una doccia ristoratrice. “Venite al quartier generale. Ora!” recitava l’sms spedito da Mick.

Proprio non riusciva a togliersi dalla testa quel messaggio e la strana sensazione che gli si era formata nel cuore appena lo lesse. Senza rendersene contro, spinto da una forza invisibile, prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e compose il numero della madre. Più gli squilli erano a vuoto, più l’ansia lo soffocava.“Mamma richiamaci ti prego"  disse alla segreteria telefonica, la voce era tremolante.

Il cellulare di Sam, in salone, continuava a ricevere messaggi. Il maggiore scattò in piedi e raggiunse il telefonino. L’ansia aveva raggiunto il punto di non ritorno. Era una bomba a orologeria!

Quando lesse i dieci messaggi mandati da Mick scoppiò del tutto e si precipitò in bagno da Sam entrando come una furia nella stanza. La porta andò a sbattere contro il muro, con un tonfo secco. Non ascoltò nemmeno le proteste del minore che era intento ad asciugarsi i capelli davanti allo specchio. Per fortuna aveva l’asciugamento addosso stretto in vita!

“Cazzo Dean! Se ero nudo?!” tuonò il minore arrabbiato agitando il phon davanti al fratello. L’altro gli fermò il polso “Smettila di fare la principessa, Samantha! La mamma è in pericolo! Muoviti!" E uscì dal bagno di corsa.

Sammy si vestì di tutta fretta, mentre il clacson dell’impala continuava a suonare. Il suono riecheggiò molte volte attraverso il bunker mentre Dean gridava di muoversi. Il minore, nel panico, corse verso il garage e salì al volo sulla Baby.

Aveva ancora i capelli mezzi bagnati, ma non gli importava. “Cosa cazzo è successo alla mamma?” disse concitato. Era più agitato di Dean. Se le fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato! Perché non aveva voluto leggere i messaggi? Aveva preferito farsi una doccia e perdere tempo a curarsi i capelli!…Si ripeteva questo dentro di se, mentre muoveva convulsamente la gamba per cercare di scaricare la tensione. Inutilmente.

Dean correva tra il traffico, sorpassando macchine e imprecando sempre di più. Non ascoltava il fratello, perso com’era nel ricordo dell’ultima volta che l’aveva vista.

“La mamma era andata a trovarli e per una volta aveva cercato di fare la mamma, come proprio lo ricordava Dean. Cucinò il pollo, preparò la apple pie con le sue mani e fecero una maratona di dottor Sexy! Lei non l’aveva mai visto e le piacque molto. Lui le battè il cinque e guardò Sammy orgoglioso! Finalmente poteva parlare con qualcuno delle puntate e non esserte preso per pazzo da Sam. Ridevano. Scherzavano. Felici”

La sua risata felice risuonava nella sua mente. Pura. L’avrebbe risentita ancora; premette sull’acceleratore ancora di più, stringendo le mani sul volante! Le nocche che sbiancavano.

“Dean rispondimi” disse Sammy scuotendolo dai suoi pensieri, appoggiandogli una mano sulla spalla ”Cosa Sammy?! La mamma era in missione e l’hanno catturata! Non hanno aggiunto altro” e così dicendo premette ancora di più sull’acceleratore.
Entrambi erano sempre più angosciati per la mancanza di notizie e con il cuore a pezzi.

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Capitolo 3
*** Ansia e paura impossibili da domare ***


Finalmente raggiusero il quartier generale. La base segreta, la fortezza. La cura del mondo dai mostri per i letterati. Per loro, una prigione ogni volta che ci mettevano dentro piede!

Fecero strisciare i loro badge ed entrarono precipitandosi nell’ufficio di Mick, incuranti della segretaria che voleva bloccarli. “Va tutto bene Camille, li ho chiamti io. Su calmatevi” disse, mentre teneva in mano delle carte e le leggeva. Con loro doveva apparire calmo. L'apparenza è tutta per un lord come lui!

Lo avrebbero freddato sul posto se solo avessero potuto. La segretaria annuì e lasciò l’ufficio guardando storto quei due e aggiunse "Zoticoni" mentre si richiudeva la porta alle sue spalle. I due non la considerarono nemmeno.

Fu Dean a parlare cercando di mantenersi lucido. “Cosa è successo?” disse solo questo. Mr katch, che era apparso all’improvviso dietro di loro, rispose al posto dell’altro. Sorrisse malignamente mentre i due si giravano a guardalo arrabbiati.

“Alla buon’ora!” e frugò nelle tasche della sua giacca. Ne estrasse qualcosa. Tra le mani aveva la collana di Mary, che lanciò a Dean con fare sprezzante.. A questo punto Sam scattò e lo spinse con forza contro il muro, il coltello puntato alla gola.

Il freddo metallo segnò un poco la pelle e delle piccole gocce di sangue sporcarono la lama. “Rispondi figlio di puttana, sappiamo che caccia sempre con te”

L’uomo lo spinse via e si toccò il collo. Le dita erano sporche di sangue. Le guardò ipnotizzato. L’affronto era stato troppo. Rifilò un pugno a Sammy al fianco, facendolo cadere a terra e gemere, smozzandogli il fiato “Nessuno tocca Mr Katch, bastardo dal sangue infetto” e uscì dalla stanza per andare a mendicarsi.

Dean era corso in aiuto del fratello e rifilò uno sguardo di puro odio nei confronti del letterato. Lo fece rialzare e poi sedere su una poltrona lì vicino. Sam si teneva la parte colpita. Il dolore era molto forte.

“Scusatelo è un po’ irascibile… lasciate vi racconti cosa è successo” iniziò Mick.

Quando finì il racconto Dean era furibondo. Fu trattenuto dal minore non senza difficoltà perché stava per uscire dall’ufficio e andare in infermeria a uccidere Mr Katch a mani nude.

“Sam, l’ha abbandonata‼ Ti rendi conto?! L’ha lasciata in balia dei Ghoul!! Se fa la fine di Adam…” e qui scattò di nuovo verso la porta. Sammy continuava a trattenerlo, ma non era facile. Il dolore al fianco era troppo e la forza di Dean era inimmaginabile quando qualcuno della sua famiglia era in pericolo.

Non c’e la fece più e gli sfuggì dalla presa proprio nel mentre Mr Katch rientrava nel ufficio. Sul collo una benda copriva la ferita.

Dean si lanciò sul letterato come una furia, cogliendolo di sorpresa e facendolo cadere a terra. Dean sopra di lui, lo colpiva senza pietà. Le nocche insanguinate e il dolore non lo fermarono. La voce del fratello ovattata che diceva di fermarsi. Dopo minuti interminabili, Sam lo trascinò via da lui di peso, spingendolo lontano dal bastardo.

Il letterato era ancora a terra, insanguinato, il respiro affannoso. Il viso tumefatto dai colpi. Sam si stava allontanando quando si girò e rifilò in calcio al fianco dell’uomo. Poi s’inginocchiò e disse al suo orecchio piano “Quello che ti ha fatto Dean non è niente a quello che posso farti io se le succede qualcosa. Sai bene di cosa sono capace quando sono disperato”. Si alzò e andò da Dean, che nel frattempo si era fasciato la mano.

Mick chiamò dei dottori dal citofono e fece portare via Mr Katch su una barella. Sarebbe stato fuori uso per un bel po’. I due fratelli si scambiarono un’occhiata d’intensa, contenti.

“Bene non perdiamo altro tempo. Dove la tengono?” disse il maggiore poi. Ora era calmo. Faceva paura. Mick lo guardò in soggezione, deglutendo. Non era il caso di farlo arrabbiare, così porse loro le carte che stava leggendo prima.

Erano delle piantine topografiche di una zona isolata in mezzo ai monti. I due fratelli si guardarono soltanto, capendo esattamente come procedere “Bene… Sam stai meglio?!” chiese al minore apprensivo. “Ora si Dean. Andiamo”

Mick cercò di fermarli e di convincerli a portarlo con lui e ad avere supporto tecnico, ma i fratelli non ne vollero sapere niente. “Noi lavoriamo meglio da soli” disse Dean spalleggiato dal fratello, “E poi sul campo tu saresti incapace e patetico” e uscirono dal suo ufficio lasciandolo li. Quello era il suo posto.

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Capitolo 4
*** Mamma resisti!!! ***


Dopo mezz’ora di strada e tornanti sempre più ripidi, i fari della piccola illuminarono una capanna in mezzo a una radura.

Era un luogo orribile. Angusto. Fatiscente. L’odore che c’era nell’aria era insopportabile. Odore di carne putrefatta, delle povere vittime dei mostri. Un conato di vomito investì Sam, quando scese dall'auto. Fu difficile trattenersi dal vomitare, ma con tutta la forza che aveva, ci riuscì. Dean fece il giro dell’auto, si avvicinò al fratello, si assicurò che stesse meglio e dopo che fu tranquillizzato, si apprestarono a fare irruzione.

Entrarono, la porta cigolò appena. Stettero attenti a non calpestare i cadaveri ammatassati nel corridoio.

Silenziosi come predatori pronti ad attaccare la preda, si aggirarono per le varie stanze. Il luogo pareva deserto. Poi dei lamenti, giunsero alle loro orecchie dalla stanza in fondo al corridoio.

Riconobbero la voce di Mary che invocava pietà. La voce era davvero flebile. A questo punto i due fecero irruzione nella stanza e quello che videro li congelò sul posto.

La madre era legata per i polsi, le braccia solevate sopra la testa e legate insieme. Era ridotta piuttosto male. La ferita al collo era profonda, era un miracolo che non avessero preso la giugolare. Sul corpo vari buchi e ferite dove le dita dei mostri penetravano la carne.

In quel momento un Ghoul, stava affondato due dita nella ferita al collo, le estraeva poi molto lentamente, e ne leccava il sangue in maniera oscena. Non si era reso conto che nella stanza c’era qualcun altro. Fu allora che agirono.

Dean caricò il fucile a canne mozze e lo puntò alla testa del mostro. Questo non fece in tempo a girarsi che partì il colpo. Preciso. Mortale.

Sam nel frattempo liberò la madre tagliando le corde con un coltello. Le cadde letteralmente addosso di peso, ma lui la sorresse con estrema facilità.. “Sammy” disse la donna accarezzandogli il viso. La donna svenne poco dopo. “Mamma no!” gridarono i due fratelli all’unisono. Era molto pallida e respirava a fatica. Dovevano portarla in ospedale al più presto. Aveva bisogno di una trasfusione.

Sam la prese in braccio e iniziò a correre con Dean che spianava la strada e sparava ai vari Ghoul che cercavano di attaccarli. Erano rientrati nella capanna quando avevano sentito lo sparo.

Uno riuscì, di sorpresa, a ferire il maggiore, che fece cadere il fucile a terra con un tonfo. Lo aveva morso davanti,sul muscolo succlavio, strappandogli prima un pezzo di camicia e poi la carne! I denti erano affondati quasi fino all'osso. “Come è buona la tua carne umano!” diceva mentre masticava il succulento boccone.

“Figlio di puttana!” gridò. Il maggiore si portò la mano sul muscolo cercando di tamponare come meglio poteva la ferita. Sentiva il caldo del sangue bagnargli la mano.

Sam nel frattempo aveva appoggiato delicatamente la madre a terra e puntava  il fucile in direzione del mostro che bloccava loro l’uscita. “Ora Sam!” e il minore sparò proprio nel mentre il Ghoul faceva un balzo in avanti perchè cercava di strappare un altro pezzo di carne dal muscolo del maggiore.

“Ben fatto fratellino!” disse Dean. Sammy annuì e si assicurò che la ferita non fosse profonda. Con sommo orrore constato' che era lo era! Gli porse un fazzoletto perche' cercarse di tamponare la ferita. Tutto inutile! Il sangue continuava a uscire! Poi un rumore dietro di loro fece loro drizzare le antenne.

Si voltarono di scatto spaventati, poi Sam si riprese e andò a recuperare la madre che stava iniziando ad avere le convulsioni. Era sempre più pallida e debole anche!

“Sam cos’ha?!” Dean era nel panico più totale. Bloccato. Non poteva perderla un'altra volta. “Dean riprenditi. Sta andando in shock per la troppa perdita di sangue. Devi aiutarmi a tenerla ferma. Prendigli le caviglie e bloccagli le gambe” ma Dean non si muoveva. Fissava la madre, terrorizzato.

Sam si allontanò dalla madre e si avvicinò a Dean e gli diede uno schiaffo secco che lo fece ritornare alla realtà. “Dean per favore dammi una mano, fa quello che ti ho detto” disse tutto questo controllando la voce, ma dentro di se voleva urlare. Urlare la rabbia per la situazione di merda che stavano vivendo, per non dover vederla morire, per non perderla.

Dean annui e andò dalla madre. Le accarezzò il viso e fece quello che gli avevo detto Sammy. Il fratello la trattene per le spalle.

Il corpo si agitava sempre di più ma la forza dei due cacciatori riuscì a contenere i sussulti del corpo, e di conseguenza le impedirono anche che battesse la testa sul pavimento.

Dopo internabili minuti, come tutto era iniziato tutto si arrestò. Sollevati e con estrema delicatezza Dean continuò a tenerle le gambe e Sam le passò le braccia sotto le spalle. Al tre si alzarono contemporaneamente e la portarono in macchina. La donna si lamentava, gemeva. Aveva la febbre e delirava chiamando i figli e il marito. Dean si mise alla guida e sgommando ripartì verso la città.

Sammy, invece, rimase dietro con lei e si mise la testa della madre sulle sue gambe. Ogni tanto la guardava e la accarezzava. Cercava di calmarla. Ma niente. Tutto inutile “Dai Dean muoviti” lo incitava il minore, mentre stringeva la mano della madre e continuava ad accarezzarle la testa.

Il maggiore cercava di fare il più in fretta che poteva, ma era nella confusione più totale. Le macchine non si muovevano e in più aveva iniziato a piovere. Panico, iniziò a respirare forte e la vista gli si stava annebbiando.

La macchina davanti aveva frenato all’improvviso e se non era per Sam che l’aveva avvertito in tempo scuotendolo l’avrebbe tamponata. Inchiodò a pochi centimetri dal paraurti. Le nocche strette al volante sbiancate. Sam intanto lo richiamava. Un clacson che suonava in lontananza. Non sentiva niente.

Poi un lamento della madre lo fece ritornare lucido. Non doveva cedere di nuovo al panico. La vita di sua madre dipendeva da lui.

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Capitolo 5
*** All'ospedale ***


Finalmente giunsero all'ospedale, si fermarono davanti all’ingresso inchiodando. Dean scese dall’auto, fece il giro di corsa della macchina e aiutò il fratello a tirare fuori la madre dall’auto. Ora entrambi la sorreggevano per le spalle, mentre la donna aveva appoggiato la testa alla spalla del maggiore.

Gridarono aiuto con tutto il fiato che avevano in corpo e alcuni infermieri che erano lì fuori vennero loro in soccorso con una barella. La donna fu trasportata d’urgenza al reparto trasfusioni. I due fratelli fecero per andare con lei, ma furono fermati all’ingresso dell’ospedale da altri infermieri per farsi dire cosa fosse successo. Dissero solo che era stata aggredita.

Poi, vedendo che Dean perdeva sangue dal muscolo succlavio, lo medicarono dandogli dei punti. Fu trascinato di peso in una saletta, comunque, perché lui voleva andare con Sam dalla madre. Finalmente fu lasciato andare una volta ricucito.

Raggiunto il fratello nel corridoio del reparto trasfusioni, non dovevano fare altro che pregare e aspettare. Che tutto si sistemasse, che ritornasse tutto come prima.

Dean sembrava un leone in gabbia. Continuava ad andare avanti e indietro lungo il corridoio. Il minore gli si avvicinò e lo abbracciò stretto .“Si sistemerà tutto vedrai Dean”. Il biondo si staccò da lui sorridendogli e annuendo. Non credeva nei miracoli, ma apprezzò il gesto. Il suo fratellino era la sua ancora, la sua luce in un mondo altrimenti fatto d’oscurità. Convulsamente stringeva la catenella della madre che teneva in tasca. Era un modo suo per sentirla vicino.

I pensieri furono interrotti da un dottore che si avvicinò ai due. Rassicurò i due fratelli sulle condizioni della madre, leggendo la cartella clinica che aveva in mano. I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo. Per una volta le cose andavano bene.

Fu permesso loro di vederla e quando entrarono nella stanza, la donna stava riposando. Attaccato al braccio destro si poteva scorgere la cannula al cui interno scorreva il liquido rosso che ridava forze alla donna. Il moro e il biondo si sedettero vicino, avvicinando due sedie al letto.

Sentendosi osservata la donna, si svegliò e sorrise guardandoli. Quello sguardo che solo una mamma può rivolgere ai propri figli. Nonostante le ferite e la stanchezza, la donna era bellissima. “Ehi piccoli mi avete salvata…siete i miei angeli” disse cercando di tirarsi su. Le fu un po’ difficile, ma con l’aiuto di Sam riuscì ad appoggiare la schiena alla spalliera del letto.

“Sempre mamma, sempre!” rispose Dean accarezzandole la mano, piano per paura che potesse fargli male. “Ho qualcosa che ti appartiene” disse poi. Qualche secondo dopo le mise al collo la catenella con la fede di Jonh. La donna scoppiò a piangere.

Credeva di averla persa per sempre, in quella capanna.

A questo punto, Mary, sopraffatta dalle emozioni allargò le braccia. I due figli la strinsero contemporaneamente in uno stretto abbraccio, che sapeva di amore, famiglia, pace.

L’idillio del momento fu spezzato dalla caposala che entrava nella stanza senza troppi convenevoli.  Con fare teatrale ordinava loro di uscire immediatamente da lì, perché la madre doveva riposare. Lo disse in un tono che non ammetteva repliche. Poi uscì e riprese a fare il suo giro di controllo.
"Va bene andiamo, ora usciamo" le disse Dean urlandole dietro. Però prima d’andare aiutarono la madre a distendersi sul letto, visto che lei aveva molte difficoltà a farlo.

A questo punto la donna li ringraziò e li salutò con un dolce sorriso e una carezza. Chiuse gli occhi e si addormentò subito. Serena, continuando a tenere la catenella tra le mani.

I due la guardarono un’ultima volta, poi uscirono dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle piano. I due guardarono fuori dalla grande vetrata, che era di fronte alla camera da cui erano appena usciti.

Il sole stava per sorgere e iniziava a colorare il cielo e le nuvole dalle mille sfumature che andavano dal blu notte al rosa fino al giallo.

Non si erano resi conto che era quasi un giorno che non dormivano e, ora che l’adrenalina era scemata, la stanchezza si stava facendo sentire molto.

“Dean andiamo anche noi a letto, verremo a trovare la mamma oggi pomeriggio” disse Sam sbadigliando e stiracchiandosi, mentre si avviavano agli ascensori. Dean non rispose. Era assorto nei suoi pensieri. “Dean ma dormi in piedi?” lo destò il fratello, mentre lo tirava all’interno dell’ascensore.

“Sam ti porto in un motel qui vicino. Io dormo dopo…ora devo fare quattro chiacchere con Mick e l’altro psicopatico” rispose Dean duro. Sguardo fisso rivolto verso la porta. Era impaziente di fare quell’incontro.

Sam non protestò nemmeno, stanco com’era. Annuì soltanto. Si reggeva a malapena in piedi e aveva bisogno di mettersi del ghiaccio al fianco al più presto.Gli si era formato un brutto livido, ne era certo.

“Dean per favore…solo non fare cazzate” gli disse. Il tono della voce alquanto preoccupato. “No Sammy, sta tranquillo. Parlo soltanto” disse con sorriso strafottente!  

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Capitolo 6
*** Patti chiari, amicizia lunga! ***


Lasciò Sammy al motel salutandolo. Lui, invece, corse verso la base dei letterati e poi nell’ufficio di Mick. Entrò spalancando la porta che batté secca contro il muro. Si risparmiò almeno la scenata della segretaria, poiché non c’era.

“Sei solo? Pensavo ci fosse anche tuo fratello con te” disse calmo da dietro la sua scrivania. Aveva occhiaie scure anche lui sotto gli occhi, sintomo che non aveva dormito come loro. “Comunque ti voglio informare che l’area è stata bonificata e le povere vittime restituite alle famiglie per una degna sepoltura” disse calmo.

“Bene almeno una cosa giusta l’avete fatta in tutta questa storia” disse Dean avvicinandosi alla scrivania e fissandolo negli occhi. Aggiunse poi “Vi è andata bene che la mamma è salva…altrimenti…” disse estraendo la pistola e puntandola in fronte all’inglese. Carica! L’uomo rimase immobile, bianco in viso e deglutì. Muto.

“Se dovesse ricapitare io, Sammy e la mamma ne usciamo e non avrete più contatti con noi o con gli altri cacciatori e cacciatrici… e qui ci sarà un bella pulizia di primavera…. Calci in culo e dritti filati a Londra. Quindi prega tutti i santi in paradiso affiche' non ricapiti mai piu'!Ci siamo capiti inglesino dei miei stivali?" Vi tengo d'occhio!"

E abbassò la pistola mentre l’altro annuiva. “Bravo, salutami la regina ora” disse mentre si allontanava e usciva dall’ufficio richiudendosi la porta alle spalle. Mick si sedette sulla sedia e si guardò le mani. Tremava! Si alzò e andò a versarsi del Whisky. Aveva bisogno di qualcosa di forte, per calmarsi.

Dean nel frattempo si era diretto in infermeria, senza farsi vedere dalle guardie che facevano la ronda.

Qui trovò l’altro, intendo a dormire. Dean non fece molto. Il freddo della canna della pistola carica, svegliò Mr Katch dal suo sogno.

“Ciao bella addormentata” lo salutò Dean con un ghigno. L’uomo cercò di alzarsi e di colpirlo, ma non ci riuscì. “Ah non lo farei se fossi in te…. Punto primo la mamma! Abbandonala un’altra volta e Sammy non mi fermerà dall’ucciderti, anzi si unirà anche lui…. Punto due Sammy. Spera per te che il calcio che gli hai dato non gli abbia rotto una costola perché ritorno qua e ti spacco il culo a forza di calci, oltre a spezzarti gambe e braccia!” disse a pochi centimetri dal suo viso.

“Tu osi minacciarmi? Tu non sai chi sono io!” disse l’inglese furente e paonazzo in volto. Dean avrebbe scommesso che mancava poco a che gli uscisse il fumo dal naso.

“Non mi fanno paura le tue minacce…Ho affrontato minacce più pericolose di te. Tu in confronto a loro sei meno di un microbo” e lo lasciò così senza parole. Che soddisfazione mettere in riga quei spocchiosi.

Ora poteva andare a casa a dormire, finalmente. Raggiunse il motel ed entrò piano senza farsi sentire. Sam stava dormendo con ancora i vestiti addosso. Si era buttato di peso sopra le lenzuola e si era addormentato così. Dean fece lo stesso.

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Capitolo 7
*** Una bellissima serata ***


Sam si svegliò verso le 18 stiracchiandosi, ma appena lo fece gemette per il dolore. Sentendo questo Dean si svegliò e ordinò al fratello di mostrargli il fianco. Il livido era nerissimo, ma era certo che non ci fosse niente di rotto. “Buon per te Mr stronzo!” si ritrovò a pensare Dean mentre passava il tubetto del Voltaren e del ghiaccio a Sam.

Sammy mentre si medicava, chiese curioso com’ era andata la chiacchierata con i Britsh. Dean, tutto trionfo, glielo raccontò.

“Meno male che dovevi solo chiacchierare!” rise il moro. Dean lo guardò, fintamente offeso e disse “E io che ho fatto?”

Dopo una doccia veloce e aver mangiato qualcosa, andarono a trovare la madre. La stavano visitando e la dottoressa le disse che fra quattro giorni poteva essere dimessa, perché la terapia che stava seguendo funzionava. Il medico lasciò la stanza dicendo che potevano entrare.

Appena varcò la porta Dean, vedendola, l’abbracciò subito seguito dal fratello. “Mamma ti ho portato dei cioccolatini e degli hamburger…All’ospedale non si mangia bene” le disse Dean mostrandogli un sacchetto.
La mamma e Sammy si misero a ridere. Effettivamente era ancora affamata. I brodini non facevano per lei.
*********
Dopo quattro giorni fu dimessa e finalmente poté stare a casa con i suoi figli. Stava ricordando quello che era successo qualche ora prima. In quel momento stava disfando la valigia e posando le sue cose nell’armadio della sua stanza.

“Mary era appena stata dimessa. Si trovavano al parcheggio  intenti a salire sulla baby, quando si presentarono Mick e Mr Katch dinanzi a loro, dicendo che Mary doveva andare con loro alla base. Non dissero il perché. Sammy e Mary non ci videro più e non stettero a parlare. Agirono. Si guardarono intorno e accertatosi che non c’era nessuno, Sammy rifilò un pugno sul naso a Mick cogliendolo di sorpresa dicendo "Stronzo, la mamma sta con noi finchè non si è ripresa!". L’uomo si mise le mani sul naso insanguinato! Era rotto!

Nello stesso istante Mary rifilava un bel calcio...ai gioielli di famiglia di Mr Katch che si piegò in due per li dolore! "Questo per avermi abbandonato e per aver picchiato il mio ragazzo. E basta insistere! Quel drink che mi offri a ogni fine caccia sai dove mettertelo". E risalì in auto con Sam, che la guardava a bocca aperta.

Dal posto di guida il biondo era senza parole. Meglio non farla arrabbiare! Ripresosi, partì a tutto gas, mentre iniziavano a ridere di gusto tutti e tre.
Finalmente anche lei e il minore si erano tolti qualche sassolino dalla scarpe! I due letterati, nel frattempo ancora malconci, non poterono fare a meno di guardarsi in faccia. I winchester erano ingestibili!”


Stava sorridendo a questo ricordo. “ Mamma la cena è pronta” disse Sam chiamandola e destandola dai suoi pensieri."Arrivo subito caro" le rispose dolce.

In cucina Castiel, si era fatto raccontare tutto quello che era successo da quando era stato in paradiso per parlare con Joshua . Li informò sugli ultimi sviluppi sulla ricerca di Kally anche. Finalmente avevano un'altra pista oltre a quella che avevano già.

Quando vide Mary arrivare dal corridoio che portava alle stanza da letto, la salutò con uno stretto abbraccio.

Sammy aveva cucinato delle costolette di maiale per Dean, del Bacon per la mamma e per lui aveva preparato una bella caprese. Per Cass un panino al burro d'arachidi "Buono Sam...anche se sa di molecole" disse sincero l'angelo. Tutti scoppiarono a ridere...Era troppo tenero quando se ne usciva con queste battute innocenti, poi tutti e quattro iniziarono a cenare, ridere, chiacchierare.

La serata trascorse nella più totale armonia e serenità.

Finita la cena Mary e Dean andarono in salone a guardare le repliche di Dottor Sexy, mentre l’angelo e Sam fecero ulteriori ricerche su Dagon e Asmodeus in biblioteca.

Dei letterati nemmeno l’ombra. Per il loro bene i britannici decisero che era meglio non contattarli per certo periodo. Ne andava della loro incolumità e reputazione!




Note autrice
Onore al grande Mick che stava cambiando e ribellando! Non meritava la fine che ha fatto! Bellissimo personaggio! Mi dispiace di averlo trattato male nella mia storia.

Mary nella mia storia da il ben servito a Mr Katch!! Ma come ha potuto andare con lui nella 12*17?! Nella scena incriminata mi sono cadute le braccia...Si è tolta persino la catenella con la fede di  John....Delusione!!!! Riprezzo!! Schifo!!!
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti  

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