Piedi&Mani

di Roy4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piedi ***
Capitolo 2: *** Mani ***



Capitolo 1
*** Piedi ***


Piedi&Mani

Piedi&Mani

 

Nota: Da collocarsi prima del buio periodo senza tanti “Kurotan! Kurochan! Kuropu!” [ Quindi prima di Acid Tokyo]

Commenti: Prima fic compiuta in questo splendido fandom. Naturalmente mi cimento in una KuroFay, perché non si può non adorarli e prostrarsi ai loro piedi dopo averli visti insieme.. °ç°

Raccolta di due piccole e tranquille shottine prima e dopo periodo buio.

 

.:Piedi:.

 

La serata trascorreva tranquillamente, dopo la movimentata giornata che avevano passato ad inseguire grossi polli per una certa Calli, che voleva tanto cavalcarli.

Appena sentita la richiesta c’erano state diverse reazioni.

Il moccioso era rimasto a rimuginare per un pò su impensabili concetti, e alla fine aveva deciso di accettare, troppo curioso di conoscere l’origine di quegli strani pennuti giganti.

La principessa, nemmeno a dirlo, aveva subito deciso di aiutare la povera donzella bisognosa d’aiuto.

La polpetta stava già inseguendo il pollo.

E il mago da strapazzo aveva guardato con una faccia da tonto la creatura ormai lontana, e poi aveva esclamato: “Anch’io voglio cavalcarne uno!”

Kurogane era rimasto in silenzio ad osservarli fino a quando il mago non aveva tentato di trascinarlo lungo l’ampia via, pregandolo di catturare il pennuto.

Ma perché tutto doveva capitare proprio a lui?

Alla fine aveva dovuto acciuffare quel pennuto tutto da solo, ostacolato anche da tre strane ragazze anch’esse proclamate aiutanti della ragazza di nome Calli.

Aveva dovuto combattere contro di loro, non sapendo neanche bene la ragione (quella che sembrava il capo diceva che lui sembrava troppo pericoloso), aiutato dal ragazzo e dal mago e le aveva abbattute senza difficoltà.

Alla fine del combattimento le ragazze erano crollate sfinite e dai vestiti della ragazza-capo era fuoriuscito uno strano oggetto a forma di mezza sfera, da dove scaturì subito un raggio di luce ben conosciuto.

“ La sfera di Tidus! ” esclamò la bionda delle tre.

Una piuma di Sakura venne fuori dal congegno e Shaoran la prese alla svelta, andando poi vicino alla sua principessa.

Hitsuzen, avrebbe detto una certa strega.

Se non avesse dovuto rincorrere il pollo, non si sarebbero imbattuti nel trio e non avrebbero trovato la piuma di Sakura; e lui non sarebbe sul letto della sua stanza a farsi bendare da Fay le piccole ferite che quella dannata biondina gli aveva provocato con quelle strane daghe*.

- Kurochu non mi sta ascoltando. – constatò Fay ad un tratto.

Il ninja si girò e azzardò una risposta logica: - Stavi parlando… del pollo, no?

Fay si sorpresa per la vasta fortuna che aveva il ninja ad azzeccare gli argomenti e sorrise col suo solito sorriso felice.

- Allora Kuropuu mi vuole bene! Mi ascolta anche quando parlo dei Chocobo**! – urlò spensierato cercando di aggrapparsi al suo collo, ma fermato dalla mano del moro sulla sua faccia.

- Finisci il tuo lavoro e va a nanna, che hai giocato troppo oggi. – concluse Kurogane noncurante dei lamenti del mago contro la sua mano.

- Kurotan mi tratta come un bambino!! – esclamò piagnucolante, per poi scostare la mano di Kurogane dalla sua faccia, e continuare, con tono calmo – Ma si dimentica che io sono la mamma, e quindi ho più potere decisionario del papà.

- Eh?

- Io ho procreato i nostri figlioletti, quindi sono più importante del papà! – continuò spiegando il biondo (matto).

- Non ti avevo detto di smetterla con questa storia della famiglia? – lo guardò in cagnesco l’altro.

- Ma ha cominciato Kuropun! Comunque adesso continuiamo a fasciare il suo pancino, che è tutto pieno di graffi. – e senza dire altro Fay si rimise a fasciare la pelle del ventre muscoloso del guerriero.

- Sposta un pò l’obi***. – disse dopo poco, non riuscendo a fasciare l’ultimo taglio - Mi chiedo come tu riesca ad indossare cose così strane. – commentò a bassa voce continuando il suo lavoro.

- È molto più comodo dei soliti vestiti, e poi è il tradizionale vestito di Nihon…

- Ecco fatto!! – esclamò ilare l’altro senza neanche lasciarlo finire di parlare, e cominciò a guardarlo in viso con insistenza, con i solito sorriso sornione stampato in faccia, ma più allegro del solito.

Kurogane ebbe l’accortezza di guardare in giù e - orrore degli orrori – un fiocco dall’orribile forma fioccosa e aggraziata, formato dalle bende, si estendeva sul suo ventre.

- CHE DIAVOLO HAI FATTO?!? – strepitò il ninja, sciogliendo il fiocco, mentre Fay si portava all’estremità del letto, ridendo delicatamente.

- Un innocuo fiocchettino… - disse continuando a ridere.

Kurogane incrociò braccia e gambe, e si mise a fissarlo col suo solito broncio scocciato; Fay, d’altro canto, aveva anche lui le gambe incrociate, ma si dondolava pigramente avanti e indietro con il busto.

Il ninja stava per dirgli di andare a dormire, quando quello se ne uscì con un’altra delle sue solite fesserie.

- Ho letto che in Giappone le donne hanno piedi molto piccoli, mentre gli uomini molto lunghi.

- Che?? – domandò con gli occhi sgranati il moro.

Fay si avvicinò a lui e gli prese un piede, per farlo combaciare col suo.

- Guarda! – urlò meravigliato – Sono più lunghi i miei piedi!! Seguendo la logica giapponese… io sarei molto più virile di Kurotan! – si gongolò prendendo in mano il piede del moro, il quale era piuttosto incurante dei soliti squilibri mentali del biondo.

Poi, il pollice della mano di Fay passò distrattamente sulla pianta centrale del piede e a quello, Kurogane fece scattare il piede, ritraendolo verso di sé, e guardando sconcertato il mago, che lo fissava altrettanto allibito.

- Kurotan… soffre di solletico? – chiese perplesso Fay.

- Solleti-cosa? – domandò l’altro ancora più confuso. Non era stato lui a muovere il piede, era stato uno scatto involontario! Aveva sentito una scossa salirgli su per la gamba e un vago fastidio.

Il mago intanto stava sventolando le mani sopra di lui, gongolandosi della scoperta, e sorridendo con il suo solito sorriso.

- La vuoi smettere di fare l’idiota e mi vuoi spiegare cos’è questo solletico? È qualcosa che c’entra con la maledizione di Tomoyo-Hime? – chiese irritato.

Fay riprese in mano il piede del ninja, in una morsa ferrea e con l’altro passò delicatamente l’indice sulla pianta sensibile.

Ancora una scossa elettrica e l’istinto di ritrarre la gamba, ma la presa di Fay glielo aveva impedito. Cominciava a ricordare qualcosa di simile nel suo paese… quand’era piccolo suo padre spesso gli infilava un dito fra le costole, oppure dietro il collo scoperto, o ancora sulla pancia, quando non poteva ancora ribellarsi.

Fay sembrava al settimo cielo e domandò: - Chissà se Kurorin soffre il solletico anche al pancino! – prima di lanciarsi letteralmente su Kurogane e affondare le mani nei suoi fianchi.

Altre scosse elettriche, e ora tanto, tanto fastidio. Si divincolò, strattonò il mago da tutte le parti, cercò di picchiarlo e di divincolarsi ancora, ma il mago era più agile di lui, e anche in posizione vantaggiosa, visto che aveva appena bloccato Kurogane sotto di lui.

E continuava a ridere.

E Kurogane voleva davvero strozzarlo con le sue mani.

All’improvviso si fermò e poggiò gli avambracci vicino alla testa del moro, in modo da essere praticamente parallelo al suo volto.

Aveva un’aria vagamente maliziosa, ma con ancora una nota divertita del gioco appena finito, e pacatamente gli annunciò: - Non dirò a nessuno del tuo punto debole, parola di mago.

Alzò vagamente le guance in un sorriso, troppo preso dal guardare negli occhi infiammati del rosso, che lo ricambiava, già ripresosi dalla valanga di solletico, e fissava il cielo davanti a lui.

Quello stesso azzurro che colorava il cielo delle giornate primaverili di Nihon, l’azzurro con cui sua madre adorava vestirsi, il colore della prima spada che gli aveva regalato suo padre…

Tutta la sua vita era cosparsa di azzurro. E adesso c’era l’azzurro degli occhi del mago.

Forse, brutto a dirlo, aveva un altro punto debole.

Alzò pacatamente il viso, fino a incontrare le labbra socchiuse del mago, che rispose subito a quello che si poteva chiamare bacio.

Appena staccati, Kurogane chiarì minaccioso: - Fai segreto anche di questo, sennò ti ammazzo.

Fay annuì gioiosamente e si calò ancora sopra di lui.

 

Asterischi:_:

Daghe*: sono spade abbastanza corte;

Chocobo**: sono grossi pennuti gialli presenti in quasi tutti i Final Fantasy © Square Enix. Il mondo dove sono finiti disgraziatamente i nostri eroi è quello di FF X-2. (Le tre tipe sono Rikku, Yuna e Paine, le protagoniste)

Obi***: fascia di tessuto decorato, alta, rigida, che si annoda in vita sopra il kimono o lo yukata.

 

È venuta fuori uno schifo devo dire… le mie capacità di scrittura si sono veramente ridotte… devo deprimermi! è_é Quando sono depressa scrivo meglio!! >_<

La storia si era delineata nella mia mente fugacemente ma perfetta, non vedevo l’ora di scriverla, ma facendolo l’ho rovinata..

Beh, fatemi sapere che ne pensate, al prossimo capitolo: Mani!

SЄrЭ

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Capitolo 2
*** Mani ***


Nota: Collocata a Nihon, dopo la perdita del braccio di Kurogane

Nota: Collocata a Nihon, dopo la perdita del braccio di Kurogane. [spero di non fare errori temporali o simili visto che non mi sono spoilerata del tutto, ma ho solo letto la storia a grandi linee]

Commenti: Seconda e ultima shot di questa raccolta. Ma quanto sono pucciosi?? *ç* Scusate, è tutto quello a cui la mia stupida mente riesce a pensare…

 

 

.:Mani:.         

 

Ogni tanto lo vedeva muoversi nel sonno, muovere un braccio, fare una smorfia; Fay riusciva quasi a vedere anche l’altro arto muoversi sotto le coperte.

Ma non c’era più. Il braccio sinistro che Kurogane si era tranciato per riuscire a salvare lui e il mago.

Si portò una mano alla faccia, digrignando i denti.

Se solo non lo avesse conosciuto, Kurogane non avrebbe dovuto sopportare tutto quello, e di sicuro, di sicuro, sarebbe stato più felice…

Ma l’Hitsuzen non si poteva cambiare dopo tutto.

E comunque era stato Kurogane a volerlo; lui aveva preso tutte le decisioni secondo la sua propria volontà, sapendo a cosa andava incontro.

E aveva fatto tutto quello che voleva e poteva.

Per lui.

Uno stupido mago che portava maledizioni a tutti quelli che gli stavano vicino.

Digrignò ancora di più i denti, trattenendo le lacrime.

Kurogane aveva fatto tutto quello perché lo amava, e sapeva che in fondo anche quando Fay era diventato un vampiro lui aveva sempre continuato ad amarlo.

Kurogane era il primo che lo volesse vicino a sé senza nessuno scopo, solo perché gli voleva bene.

Cercò la sua mano sotto le sottili coperte e la trovò, così calda e ruvida, come era sempre stata.

La sollevò lentamente, cercando di muoverla il meno possibile, e se la portò al viso, spingendole contro la sua guancia umida.

- Ti prego, svegliati… - mormorò baciandogli piano il dorso.

Erano giorni che ripeteva quella frase, ripetitivo ed estenuante fino a non ricordare più il suono delle altre parole.

Quando aveva contattato la Strega delle Dimensioni, le aveva chiesto di fare tutto il possibile per aiutare Kurogane, ma Yuuko si era rifiutata perché, naturalmente, lui non aveva niente di così prezioso da contraccambiare con la vita del guerriero.

Lui aveva solamente la voglia di morire e una manciata di magia in tasca.

E questo non faceva gola nemmeno alla Strega.

 

L’indice della mano di Kurogane si mosse in un piccolo scatto e Fay lanciò subito lo sguardo al viso del guerriero addormentato.

Le sue ciglia si muovevano impercettibilmente, e Fay senza volerlo sorrise, sorrise realmente, completamente stremato da quella lunga attesa che culminava in quegli istanti.

Le palpebre cominciarono ad aprirsi e un piccolo fuoco sempre ardente comparve al di sotto di esse.

Strinse le sue dita nella sua mano e lacrime stremate scesero dai suoi occhi.

Finalmente si era svegliato, era lì, con gli occhi semi aperti, che lo fissava, il fiato tremolante e la bocca socchiusa.

Il suo sorriso si incrinò.

Ora che ce lo aveva davanti, cosciente, non sapeva cosa fare e cosa dire, e la sua bocca non si decideva ad emettere suoni, muovendosi impercettibilmente, come se stesse annaspando alla ricerca di aria.

Mandò giù la saliva, e provò ancora a parlare, almeno per dire “ben svegliato”, ma Kurogane si sforzò e parlò prima di lui: - Zitto. – gli disse secco.

Fay rimase con la bocca semiaperta, in un amaro stupore, abbassando poi lo sguardo e cercando di lasciare la mano di Kurogane, ancora stretta tra le sue.

Ma il guerriero lo sorprese ancora di più, quando ancorò le sue dita a quelle del mago, titubanti per la sofferenza.

- Non ho detto… vattene – mormorò Kurogane, stirandosi come meglio poteva i muscoli del corpo – Solo, volevo che non mi chiamassi, col mio nome.

Fay lo fissò nei suoi occhi cupi e il silenzio calò su di loro per svariati istanti. Dopo aver compreso l’effettivo significato della frase, Fay mormorò sorridendo:

- Kuro-sama…

Vide perfettamente le pupille di Kurogane ridursi a due piccolissime palline vermiglie, sobbarcate da una marea di stupito bianco, e una smorfia – o meglio, un sorriso alla Kurogane – aprirsi sulle sue labbra.

La presa alla sua mano si rafforzò, e Kurogane la tirò a sé, portandosela sul viso.

Chiuse gli occhi, respirando affannosamente, ancora debilitato dalla perdita dell’arto.

Fay lo guardava silenziosamente, così rapito dalla sua espressione serena anche se sofferente, come se si fosse liberato da un peso sul cuore.

E presumeva che fosse un peso strettamente riguardante il suo comportamento negli ultimi tempi.

Gli accarezzò una guancia mentre gli sussurrava uno scusa carico di pentimento non nascosto dal solito sorriso sghembo.

Kurogane scosse debolmente la testa, per poi fargli segno di abbassarsi su di lui.

Fay seguì curioso le sue direzioni, ritrovandosi in pochi secondi con il viso schiacciato contro il massiccio petto dell’altro, stretto in una morsa senza via d’uscita.

Da quanto sognava che le cose tra loro si rimettessero a posto, che finalmente potessero di nuovo toccarsi, esplorarsi, accarezzarsi, senza la sua stupida testardaggine che gli diceva che doveva stare lontano da quel ninja che si stava preoccupando troppo per lui.

Strinse il tessuto dello yukata tra le dita della mano ormai libera e si abbandonò totalmente a quell’abbraccio, accomodandosi sopra di lui, annullando le distanze fra i loro corpi.

- Oi – Kurogane richiamò la sua attenzione con un tono che ostentava dolcezza.

- Come mai hai tutte le mani martoriate? – chiese, con ancora quel tono insolitamente pacato.

Fay si guardò le mani e vide i segni dei suoi denti, dove i canini pronunciati avevano lasciato segni più che evidenti sulla pelle lattea, e le unghie tormentate sempre dai suoi denti, durante la lunga attesa.

- Oh, niente. Ero solo… preoccupato. Tanto.

- Troppo. – aggiunse il ninja – Sono un guerriero io, cosa credi? Un braccio mozzato non è niente!

- Per te non è niente, ma non sai cos’ho passato io quando ti ho visto fare quella… pazzia, sì, proprio una pazzia. E poi, fortunatamente ci siamo ritrovati qui, così Tomoyo-hime ha fatto di tutto per aiutarti. Se fossimo capitati in un altro mondo, magari senza la magia o la medicina… non so cosa ti sarebbe successo… – la sua voce era  talmente scossa che Kurogane lo strinse di più a sé.

- Ma adesso sono qui, vivo, quindi non c’è motivo per cui tu ti debba angosciare.

- Dici? E il tuo braccio?! – gridò Fay, alzandosi per guardarlo in viso – Te lo sei tagliato solo per salvare ME. Lo sai che per questo ti sarò in debito tutta la vita e anche oltre?!

Kurogane lo fissò silenziosamente per qualche secondo poi spalancò gli occhi.

- Che è successo al tuo occhio?! – tuonò, afferrandogli il viso per osservare meglio l’espressione del mago. – Non sembra che tu abbia fame, e allora…?!

Fay sorrise tristemente, poi chiudendo l’occhio dorato, lo baciò a fior di labbra.

Kurogane non lo allontanò, ma appena si fu staccato fece per chiedere spiegazioni, ma la sua mano minuta si posò sulla sua bocca, mentre Fay gli intimava il silenzio.

- Segreto – gli sussurrò semplicemente, appoggiando il viso vicino al suo, sul cuscino.

Kurogane non avrebbe lasciato il discorso così a metà, ma adesso voleva solamente godersi quel momento di pace, e si tolse dalla bocca la mano sottile di Fay, tenendola però stretta fra la sua, mentre si addormentava, accompagnato dal calore del corpo del mago.

 

.:The end:.

(O no??)

 

.: E così anche qui sboccia l’amor! ♥ quant’è puccia eh??? Eh?? Questa, lo riconosco, mi è venuta molto bene. L’ho riletta qualche giorni dopo averla scritta e mi è piaciuta molto di più, però mi sono persa dopo il risveglio di Kurogane e alla fine non sapevo se accennare al braccio meccanico per cui Fay ha dato il colore del suo occhio… XD

Cmq, lasciamo perdere i miei turbamenti su Mani… così posso andare a continuare le mie prox fics!! ^>^ :.

 

Ringraziamenti

Eliala: 10.000 grazie!! ^-^ Diciamo che anch’io so che la storia non è brutta, ma è che, secondo mio modesto parere,  non sono brava a svilupparle in confronto ad altre fan writer… Comunque, sì, le CLAMP sono davvero malefiche con le loro adorabili creazioni, come si fa a trattare male un Fay che ti guarda con quei suoi occhioni blu?!?! O_O (O un Kurogane che minaccia di ucciderti con la sua Sohi.. Che puccio!! ^o^)

Francesca Akira89: Beh, devo dire di essermi inventata di sana pianta il fatto dei piedi.. l’ho ripreso dalla fasciatura dai piedi cinesi, ma poi chissà cosa ha letto Fay ^-^’’

LawlietPhoenix: Thanks a lot!! ^o^ Spero che anche questa ti sia piaciuta!!

Sbarby: LoL! Grazie per i complimentosi!! Spero ti piaccia anche questa, nonostante sia più malinconica e triste, è sempre KuroFay!!

 

Se avete voglia di commentare questa rObA, vi ringrazio in anticipo,

SэrЄnλ

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