L'ultimo tassello

di mikietta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bugie ***
Capitolo 2: *** Ritorni ***
Capitolo 3: *** Appuntamenti ***
Capitolo 4: *** Matrimonio ***
Capitolo 5: *** Ospedale ***
Capitolo 6: *** Insieme ***
Capitolo 7: *** Unione ***



Capitolo 1
*** Bugie ***


 

A volte mi ritrovo a pensare che per quanto cerchi di programmare la tua vita, le cose non vanno mai come ti aspetti. Non ho mai avuto dubbi sui miei sentimenti, neanche per un secondo. Ho lottato per quello che desideravo, ho aspettato per molti anni, incapace di immaginare una vita diversa da quella accanto a lui. Ma ad un certo punto mi sono ritrovata a dover fare una scelta: me o lui. Perché se avessi continuato ad aspettarlo, avrei finito per odiare me stessa, per rovinarmi la vita. E quindi ho scelto me. Per la prima volta dopo molto tempo mi sono messa al primo posto, accettando il compromesso che comunque sarei sempre stata legata a lui in qualche modo. D’altra parte non avrebbe potuto essere altrimenti.

In questo ultimo anno ho ripreso in mano la mia vita. Ho finito l’università e sono alla ricerca di un lavoro, così da poter iniziare a vivere in modo indipendente.

Mio padre, che dopo aver scoperto che la sua fama non era dovuta altri che ad un ragazzino, ha deciso di abbandonare l’agenzia d’investigazione ed è tornato in polizia. Lo vedo molto più sereno, anche perché finalmente è riuscito a riconciliarsi con mia madre ed io non potrei essere più sollevata. Ho di nuovo una famiglia.

Tutti i tasselli della mia vita stanno tornando al suo posto, tranne uno. Quel pezzo credo che continuerà a tormentarmi per sempre, rifiutandosi di completare il puzzle della mia esistenza. Ma con questo ormai ho imparato a convivere già da un po’.

Per finire di pagarmi gli studi, nell’ultimo anno ho iniziato a lavorare come segretaria presso lo studio del dottor Araide, che ormai da tempo ha preso il posto del padre dopo la sua scomparsa. Mi trovo davvero bene insieme a lui, è un uomo colto, gentile e mai indiscreto.

“Tomoaki se non hai nient’altro per me, io andrei a casa”

“Certo Ran vai pure, ci vediamo domani”

“A domani”

Mi dirigo verso casa dei miei genitori.

“Mamma, papà, sono a casa”

“Ehi Ran! Papà non c’è, è dovuto rimanere in centrale per un caso particolarmente complicato. Stasera siamo io e te”

“Finalmente una cena tra donne!” scherzo

La mamma sta finalmente imparando a cucinare e devo dire che non se la cava per niente male.

“Com’è andata a lavoro tesoro?”

“Bene, mi piace molto. Anche se, non vedo l’ora di trovare un lavoro vero per comprare una casa tutta mia. Non che stia male con voi, ma voglio una mia indipendenza”

“Ti capisco cara ma sappi che finché vorrai questa casa sarà sempre aperta”

“Ti ringrazio mamma”

“Anche se non sono molto sicura che quel dottor Araide sarà molto contento quando te ne andrai”

“Ma cosa dici mamma??”

“Dai, si vede benissimo che gli piaci. Ed è pure un buon partito, io non lo scarterei a priori”

“…”

“Non dirmi che stai ancora pensando a Shinichi?”

Quel nome è come una lama incandescente piantata dritta nello stomaco.

“Mamma sai bene che non è così. Ho chiuso con lui, più di un anno fa”

“Lo so cara, ma non vorrei che tu ti facessi accecare dall’orgoglio. So che ti ha fatto soffrire molto, ma adesso devi cercare di essere felice”

“Con lui? Non potrei in ogni caso. Non riesco più a guardarlo allo stesso modo”

“Basta così, non voglio forzarti a parlarne. Lo sai che se avrai bisogno io sarò sempre pronta ad ascoltarti”

“Grazie mamma”

Dopo aver sbrigato le ultime faccende mi reco in camera da letto. Cerco di dormire ma la mia testa è affollata di pensieri. Ripenso all’ultima volta che ho visto Conan. E’ passato più di un anno e quello stesso giorno lui mi confessò di essere non altri che Shinichi. Il ragazzo che per tanti anni avevo aspettato e desiderato in realtà era proprio quel piccolo marmocchio che all’improvviso era entrato nella mia vita e nel quale avevo trovato un’ancora a cui aggrapparmi nei momenti in cui l’assenza di Shinichi si faceva troppo difficile da sopportare.

“Sai Conan, devo confessarti una cosa. Ho deciso che da oggi cambierò vita. Shinichi ormai non si fa sentire da un pezzo ed io sono stanca di aspettare. In questi sei anni mi sono praticamente rovinata la vita a causa sua… Non ce la faccio più”

Conan mi guardò con uno sguardo terrorizzato.

“Non puoi Ran! Dopo tutti questi anni non puoi gettare la spugna proprio adesso”

“Ti prego Conan non giudicarmi. Tu più di tutti sai cosa ho passato, e se lui davvero tenesse a me tenterebbe almeno di tenersi in contatto, di risolvere questa situazione una volta per tutte. Ma così non è, ed io sono stanca di soffrire”

A quel punto Conan, allora ormai tredicenne, venne verso di me togliendosi gli occhiali.

“Non avrei voluto, ma non posso fare altrimenti. Ran sono io Shinichi”

A quelle parole, tutto ciò che avevo vissuto fino a quel momento prese immediatamente un altro significato e mi resi conto che la mia vita negli ultimi 6 anni non era stata altro che un’enorme bugia.

“Ti prego dimmi che non è vero”

“Sì Ran. Te l’ho tenuto nascosto perché quelli che mi hanno ridotto così sono ancora in circolazione e non volevo che ti facessero del male. L’ho fatto per proteggerti”

Improvvisamente sentii salire dentro di me un’enorme rabbia, anzi, rancore.

“Per proteggermi? Tu mi hai raccontato solo balle per 6 anni, nonostante sapessi quello che passavo ogni giorno. Che c’è, ti piace vedermi soffrire? ‘Tanto quella stupida di Ran mi aspetterà anche per 10 20 o 30 anni’, avrai pensato. E invece non appena ti sei accorto che stavo per rinunciare non hai aspettato un secondo a raccontarmi tutta la faccenda, vero? Sei solo un egoista!”

“Ran ti prego. Te l’ho detto perché non voglio perderti”

“Troppo tardi”

Mi ricordo ancora il suo sguardo mentre, dopo aver udito le mie parole, uscì dalla mia camera. Da quel momento non l’ho più visto. Alcuni giorni dopo incontrai il Dottor Agasa che mi disse si era trasferito dai genitori in America. Mi fa ancora male pensare che forse potrei non rivederlo più, ma purtroppo non vedo altra via d’uscita. Lo Shinichi che conoscevo, è scomparso 7 anni fa quella sera a Tropical Land e prima me ne farò una ragione, prima potrò tornare ad essere felice, credo.

 

Salve a tutti. Eccomi con una nuova storia! Questa volta ho cercato di immaginare come potrebbe essere nel caso in cui Ran non accetti di perdonare Shinichi per le bugie che le ha raccontato. Spero che la storia vi piaccia, non perdetevi i prossimi capitoli! Bacio.

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Capitolo 2
*** Ritorni ***


“Buongiorno Tomoaki”

“Buongiorno Ran! Arrivi giusto in tempo. Dovresti avvisare i due pazienti che avrei dovuto vedere questo pomeriggio che la visita è rimandata perché mi hanno fissato un convegno importante proprio oggi”

“Certo, lo faccio subito”

“Ah Ran un’altra cosa. Mi chiedevo se per caso avessi voglia di uscire a cena con me questa sera. Sai, hanno aperto un ristorante italiano vicino casa mia e volevo provarlo. Dicono che la cucina italiana sia la migliore”

Non so chi dei due sia più imbarazzato di fronte a questa proposta improvvisa. Ma tutto sommato non è una cattiva idea.

“Certo, perché no” gli sorrido

“Benissimo allora, ti passo a prendere alle 8”

A cena col dottor Araide… Forse la mamma aveva ragione. Ma cosa vado a pensare, in fondo è solamente una cena con un amico che conosco ormai da molto tempo. Non c’è niente di male.

Torno a casa e subito cerco mia madre per avvisarla che stasera non sarò a cena.

“Mammaa! Non preparare niente per me questa sera, sono a cena con il dottor…”

Giro l’angolo tra l’ingresso e il salotto e non appena metto a fuoco la scena il mio cuore manca di un battito.

“Shinichi”

“Ciao Ran”

Rimaniamo a fissarci per qualche istante, poi fortunatamente interviene mia madre a salvare la situazione.

“Bentornata cara. Hai visto chi c’è? Shinichi è passato a salutarci, è appena tornato dall’America”

Ancora il silenzio.

“Beh io vado in cucina, avrete molte cose da raccontarvi. Ci vediamo dopo. Felice di averti rivisto Shinichi”

“E’ stato un piacere anche per me Eri”

“Non ci vediamo da un pezzo, eh Ran?”

“Già. Vedo che sei riuscito a riacquistare il tuo vero aspetto”

“Si, sono tornato per parlarti anche di questo. Nell’ultimo anno grazie all’aiuto dell’FBI sono riuscito ad incastrare l’Organizzazione che mi aveva ridotto in quello stato, e Ai è riuscita a ricavare un antidoto che mi permettesse di tornare adulto. Così eccomi qui”

“Hai intenzione di restare?”

“Sì, pensavo di aprire un’agenzia tutta mia qui in città e ricominciare con la mia vera vita”

“Sono contenta per te”

“Tu invece?”

“Io ho finito l’università e per il momento lavoro come segretaria nello studio del dottor Araide, nell’attesa di trovare un lavoro stabile”

“Suona molto strano sentirci parlare di università, lavoro… Ormai non siamo più dei ragazzini del liceo”

“No Shinichi, non lo siamo più”

Per qualche secondo cala un silenzio imbarazzante, fino a che è di nuovo lui a parlare:

“Che ne dici se stasera usciamo un po’ a cena? Vorrei parlarti”

“Non c’è niente di cui parlare Shinichi, per me non è cambiato niente. Sono ancora molto arrabbiata per quello che mi hai fatto e non riesco più a vederti come prima. E comunque stasera esco a cena con il dottor Araide”

Lo sguardo di Shinichi si perde all’istante nel vuoto; poi lo vedo chiudere gli occhi come a cercare di controllare le sue emozioni.

“Ran, ti prego”

Improvvisamente, tende le mani e mi afferra il volto. Prima che me ne accorga mi ritrovo con le labbra sulle sue. In quel bacio avverto tutta la sua disperazione, che è anche la mia. Per un attimo immagino che tutta questa storia sia solamente un sogno e che io stia finalmente dando il mio primo bacio al ragazzo di cui sono da sempre, profondamente innamorata.

Ma la realtà mi investe come un treno in corsa: quel ragazzo non esiste più. Adesso ho davanti solo un bugiardo, una persona che ha tradito la mia fiducia per sei lunghi anni. Ingannata dalla persona di cui mi fidavo più al mondo… E’ un ostacolo troppo duro da superare.

“Ti prego Shinichi vattene”

“Ran…”

“Non riesco neanche a guardarti negli occhi. Vattene”

Come un anno fa, lo vedo uscire dalla porta con uno sguardo distrutto. Fa per voltarsi indietro, giusto in tempo per vedere una lacrima scendere dal mio viso, per poi chiudersi ancora una volta fuori dalla mia vita.

 

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Capitolo 3
*** Appuntamenti ***


Pensavo di essere riuscita a trovare la strada per dimenticarlo, ma il suo ritorno è bastato per frantumare in un secondo mesi e mesi di lavoro su me stessa. E poi quel bacio… Non so quante volte ho immaginato il nostro primo bacio; e di certo non credevo sarebbe andata in questo modo.

L’arrivo della mamma mi desta dai miei pensieri.

“Tesoro tutto bene? Se n’è andato Shinichi?”

“Sì è andato via”

“Capisco”

Per fortuna non chiede ulteriori spiegazioni e di questo gliene sono molto grata.

“Che mi stavi dicendo prima? Con chi sei fuori a cena?”

All’improvviso mi ricordo dell’appuntamento con il dottor Araide. Guardo l’orologio: le 19 e 30.

“Oddio mamma sono in ritardo. Viene a prendermi il dottor Araide tra mezz’ora esatta”

“Ah quindi esci con il dottorino eh?”

“Mamma smettila!”

“Va bene va bene. Terrò per me i miei pensieri” mi dice con uno sguardo complice

“Ecco sì grazie!”

Le do un bacio sulla guancia e corro in camera a prepararmi.

 

Alle 8 in punto Tomoaki è sotto casa mia. Salgo in macchina e ci dirigiamo verso il ristorante italiano di cui mi aveva parlato.

“Ran? Allora, cosa ne pensi?”

“Oh qui è tutto buonissimo. Grazie davvero”

“Sicura? E’ tutta la sera che non dici una parola. Se non ti piace puoi dirmelo lo sai”

“No assolutamente. Perdona il mio comportamento, troppi pensieri per la testa”

“Posso esserti utile in qualche modo? Se hai voglia di parlarne ovviamente”

“Oggi è tornato Shinichi dall’America. Non lo vedevo da quasi un anno e la cosa mi ha un po’ destabilizzata”

“Provi ancora qualcosa per lui?”

“No, ho chiuso con lui un anno fa” mento.

“Ah beh… mi fa piacere” mi dice leggermente rosso in viso

Non sapendo come rispondere cambio subito argomento, e così proseguiamo la serata serenamente.

 

“Ran è stato un piacere. Spero ci saranno altre occasioni”

“Anche per me. A domani”

“A domani Ran”

Filo in camera da letto a riflettere sulla serata appena passata. Ho le idee sempre più confuse, non so che cosa fare. Forse dovrei cominciare a prendere in considerazione l’idea che Tomoaki sia la persona giusta per me. E’ sempre così gentile, sensibile e premuroso. L’ideale di uomo che ogni donna vorrebbe. Ma è quello che voglio anche io?

Mi sveglio la mattina dopo ancora frastornata, non sono riuscita a dormire un granché.

“Buongiorno papà”

“Buongiorno Ran. La mamma è già uscita, aveva una sentenza in tribunale oggi”

“Capisco. Tu come va con il lavoro in polizia?”

“Bene tutto sommato. Un po’ mi manca la mia agenzia, e anche la mia fama di detective dormiente. Se non altro però, adesso che non sono più una star, sono riuscito a riconquistare tua madre”

“Già, e io non potrei esserne più felice” gli dico sorridendo

“Scappo in centrale, ho un caso piuttosto complicato su cui lavorare. Tra l’altro mi hanno affiancato quel tuo amico detective da strapazzo che si spacciava per il moccioso di Conan. Sai lo preferivo da bambino, almeno potevo dargli qualche lezione come si deve!”

“Shinichi?”

“E chi sennò? Ciao Ran ci vediamo stasera”

Possibile che più cerco di stargli lontana e più che lo ritrovo nella mia vita? Se continuo di questo passo non riuscirò mai a dimenticarlo. Oggi per fortuna ho il pomeriggio libero così potrò uscire un con Sonoko e distrarmi un po’.

Lei sì che è fortunata: ha ereditato l’azienda del padre e tra poco si sposerà con Makoto. Sono davvero contenta per lei, se lo merita.

“Emozionata?? Tra una settimana è il gran giorno”

“Ti prego Ran non farmici pensare altrimenti scappo via!”

“Ma figurati! Sarà il giorno più bello della tua vita, goditelo”

“Solo se ci sarai tu al mio fianco”

“Lo sai che non potrebbe essere altrimenti. Sei la mia migliore amica”

“Grazie Ran. Ti voglio bene”

“Anche io Sonoko” e dicendo così ci abbracciamo.

“Piuttosto, dimmi di te. Novità da raccontare alla tua migliore amica?”

“Beh, molte in realtà”

“Forza forza, non farmi stare sulle spine”

“La prima è che ieri sera sono stata a cena con il dottor Araide”

“Cosaa?? Lo sapevo! Sapevo che gli piacevi! L’ho pure invitato al matrimonio! Quasi quasi ti consegno direttamente il bouquet, così può farti la proposta”

“Ma che c’è, sei in combutta con mia madre?? Siamo usciti come amici, e questo è tutto”

“Sese… E invece l’altra notizia?”

“Ecco… Shinichi è tornato”

“O cavolo. Tesoro tu hai più potere di incasinarti la vita di chiunque abbia mai conosciuto”

“Non dirmelo”

“E quindi? Che ti ha detto?”

“Voleva portarmi a cena per parlare, ma io gli ho detto che non avevo niente da dirgli perché sono ancora troppo arrabbiata per quello che mi ha fatto”

“Sei sicura di quello che fai Ran? Capisco che ti abbia fatto soffrire e lo odio per questo, credimi. Però così ti fai solo del male. E non dirmi che non ne sei più innamorata perché non ci credo”

“Vorrei superare questa cosa Sonoko, davvero. Ma non ci riesco, non riesco più a vedere lo Shinichi di cui mi sono innamorata e di cui mi fidavo. Non so cosa fare”

“Oh Ran mi dispiace davvero. Sai che per qualsiasi cosa puoi contare su di me”

“Grazie Sonoko. In ogni caso, se vuoi invitarlo al matrimonio non farti problemi. In fondo anche voi vi conoscete da una vita, è giusto che tu lo faccia”

“Sei sicura?”

“Certo”

“Va bene lo farò. Ma se ci ripensi dimmelo immediatamente che lo cancello dalla lista”

“Ok ok va bene” le sorrido

E’ proprio vero, ho un’abilità speciale nel cacciarmi nei guai. E adesso le ho pure suggerito di invitare Shinichi al matrimonio. Vorrei sapere cosa mi passa per la testa.

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Capitolo 4
*** Matrimonio ***


E’ arrivato il gran giorno. Oggi Sonoko coronerà il suo sogno d’amore con Makoto. Non potrei essere più felice per lei, anche se a dire la verità un po’ la invidio. Lei ha trovato l’amore della sua vita e adesso stanno per promettersi di amarsi per sempre. Io invece, l’amore della vita l’ho perso per sempre.

Tomoaki si è offerto di venirmi a prendere, ed io per cortesia ho accettato.

 

“Ran noi siamo tutti pronti! Tu che fai? Anche il dottor Araide è già arrivato”

“Arrivo arrivo”

Per l’occasione ho scelto un vestito lungo di un giallo delicato, leggermente stretto in vita, con delle spalline che ricadono leggere su le spalle. I capelli invece li ho arricciati e intrecciati sulla nuca con un piccolo nastro bianco.

Non appena scendo le scale mi trovo subito davanti Tomoaki. Lui indossa un completo nero classico, con una camicia bianca e al collo un papillon intonato alla giacca e ai pantaloni.

“Wow Ran. Sei una dea”

Non posso fare a meno di arrossire di fronte a quel complimento così spontaneo.

“Ti ringrazio. Anche tu stai molto bene”

“Ehi ehi, a dopo le smancerie. Siamo in ritardo!” interviene mio padre

“Andiamo” aggiunge Tomoaki mentre mi offre il braccio

“Andiamo” gli sorrido.

 

Non appena arriviamo, vengo colpita dalla location. Si tratta di un’enorme salone all’interno di un vecchio castello, adornato con fiori di pesco e nastri intonati in ogni dove.

Prendiamo posto, io vicino al parroco, essendo la testimone, mentre i miei genitori e Tomoaki si siedono alcune file di sedie più indietro. Osservo Makoto mentre aspetta la sua sposa: è davvero emozionato, ed io lo sono altrettanto per loro. Dopo pochi minuti sentiamo le prime note della marcia nuziale mentre la sposa si fa avanti tra le file degli invitati. Indossa un abito bianco senza spalline, mentre i capelli sono raccolti in uno chignon con dei piccoli boccoli che le cadono in modo disordinato. E’ davvero bellissima.

 

Finita la cerimonia ci spostiamo nella sala ricevimento in cui sono collocati decide e decine di tavoli ornati secondo lo stile della location. Durante il buffet, tra la folla, individuo il dottor Agasa e i giovani detective. Vado per salutarli, quando da lontano noto una figura familiare: Shinichi. Sta conversando con il padre di Sonoko ed io ne approfitto per osservarlo. Indossa un completo blu scuro che gli cade alla perfezione, e una camicia bianca leggermente sbottonata sul collo. E’ bellissimo.

Purtroppo lui si accorge di me; all’istante tolgo lo sguardo, cercando di trovare qualcosa da fare per fingere indifferenza. La tattica però fallisce miseramente, e infatti pochi secondi dopo me lo ritrovo a fianco. Mi volto per guardarlo e il cuore mi si blocca nel petto. Non posso continuare a permettere che mi faccia questo effetto. Non è giusto.

 

“Ran”

“Ciao Shinichi”

“Sei bellissima”

Così non mi aiuti Shinichi.

“Ti ringrazio”

“Mi dispiace che tu sia costretta a vedermi ma mi sembrava scortese rifiutare l’invito di Sonoko”

“L’ho detto io a Sonoko di invitarti, per cui non preoccuparti. In fondo siete amici da molto tempo, è giusto così”

“Capisco”

“Shinichi”

Ad un tratto mi ritrovo accanto il dottor Araide che mi poggia una mano sul fianco come a volere marcare il territorio… E purtroppo non mi sfugge lo sguardo di Shinichi mentre lo fa.

“Salve dottor Araide”

“Ho saputo che sei da poco tornato dall’America”

“Già proprio così”

In quel momento arriva Sonoko ad interrompere il discorso.

“Ragazzi grazie di essere venuti. Non sapete quanto mi rendiate felici. Ran, posso parlarti un secondo?”

E così dicendo mi trascina via.

“Ti ho vista in difficoltà e così sono venuta a soccorrerti”

“Ti ringrazio, non sapevo come comportarmi”

“Il dottorino sta cominciando a prendersi delle confidenze vedo”

“Sì, senza la mia approvazione per altro. E’ come se avesse voluto dire a Shinichi di starsene alla larga”

“A proposito di Shinichi, sta venendo verso di noi proprio adesso”

“Ran, posso parlarti un secondo?”

Sonoko mi spinge verso di lui prima che possa replicare.

“Andate pure tanto io le ho già detto quello che dovevo” sogghigna.

Shinichi mi prende per mano e mi porta nel meraviglioso giardino fuori dalla sala del ricevimento.

“Cosa c’è tra te e il dottor Araide?”

“Niente che ti riguardi”

“Ti prego Ran, io sto impazzendo. Sono andato via perché sapevo di averti ferita irrimediabilmente e non potevo sopportare di vederti senza poterti stare accanto. Ho cercato di dimenticarti, ma non è possibile. Noi siamo legati e lo saremo sempre, lo sai anche tu. Ran io…”

Prima che possa terminare la frase, mio padre ci interrompe correndo verso di noi con fare molto agitato.

“Shinichi!! Dobbiamo andare Shinichi!”

“Che hai fatto papà?”

“Mi ha appena telefonato l’ispettore. Hanno scoperto il covo dei falsari di cui seguiamo le tracce da mesi. Dobbiamo andare lì, adesso”

Ecco qual era il caso tanto complicato a cui si riferiva mio padre.

“Adesso? E il matrimonio?”

“Mi dispiace ma non possiamo fare altrimenti”

Shinichi si gira verso di me con uno sguardo malinconico.

“Devo andare, ma più tardi parleremo. Promettimelo”

Di fronte a quegli occhi la mia forza di volontà si frantuma.

“Va bene, te lo prometto”

 

Rimango per alcuni minuti in giardino ad osservare mio padre e Shinichi mentre se ne vanno. Dopo poco mi raggiunge Sonoko.

“Ran ma dove sono andati Shinichi e tuo padre? Tra poco c’è il taglio della torta”

“Mi dispiace Sonoko. Poco fa l’ispettore Megure ha telefonato a mio padre dicendogli che erano vicini a catturare una banda che inseguivano da tempo, per cui è dovuto scappare via, e Shinichi con lui visto che aiutava nelle indagini”

“Capisco. Vabè non preoccuparti, il dovere prima di tutto. Piuttosto, cosa voleva dirti Shinichi?”

“Te lo racconterò domani. Oggi è il tuo giorno, a me ci penseremo”

“Va bene ma non oltre domani sappilo!”

“Sisi va bene” le dico scherzosamente.

 

La festa va avanti senza intoppi fino alla sera. E’ stato tutto bellissimo: il taglio della torta, l’apertura dei regali, il tiro del bouquet… che ovviamente è finito in mano mia. Non mi sono sfuggiti, per altro, gli sguardi complici tra Sonoko e mia madre; insieme ne combinerebbero una più del diavolo.

Visto che mio padre è dovuto andare via, Tomoaki si è offerto gentilmente di accompagnare a casa sia me che mia madre, con molta approvazione da parte di lei.

 

“Grazie Tomoaki. Ci vediamo lunedì allo studio”

“Certo, a lunedì. Arrivederci signora Mouri”

“Arrivederci dottor Araide”

“Ran quel ragazzo è un vero gentiluomo ed è anche di bell’aspetto. Io fossi in te non me lo lascerei scappare”

“Mamma abbiamo già fatto questo discorso, ricordi?”

“E va bene come non detto”

Ad un tratto squilla il telefono di casa.

“Si? Casa Mouri. Cosa?? Sei ferito, cos’è successo?”

Il tono di mia madre mi mette subito in allerta. Ho paura che sia successo qualcosa a papà.

“O mio Dio. In che ospedale? Sì veniamo subito”

Le mie paure ad un tratto si fanno concrete.

“Mamma che è successo?? Papà è stato ferito??”

“Non papà, Ran. Hanno sparato a Shinichi”

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Capitolo 5
*** Ospedale ***


A quelle parole è come se ad un tratto il mondo avesse smesso di girare. O almeno il mio lo ha fatto.

“Mamma ti prego dimmi che sta bene, che è solo un graffio”

“Tuo padre mi ha detto che lo hanno preso al petto, niente di più. Adesso lo stanno portando al Keiyu Hospital”

Non riesco a sopportare il dolore, è come se il mio corpo si stesse frantumando. Così, mi lascio andare sul pavimento e mi rannicchio tentando di tenere insieme i pezzi. Shinichi dobbiamo terminare il nostro discorso, ricordi? Devo mantenere la promessa, fammela mantenere ti prego.

“Ran ti prego non fare così, non sappiamo ancora come sta. Adesso andiamo, ho chiamato un taxi che ci porterà in ospedale”

Incapace di dire una sola parola, mi alzo e seguo mia madre verso la porta di casa.

In ospedale troviamo tutti gli agenti coinvolti nell’operazione, insieme a mio padre, al dottor Agasa e ad Ai, anche lei ormai tornata un’adulta.

“Papà cos’è successo? Dimmelo ti prego”

“Calmati Ran. Eravamo appostati per catturare i falsari di cui ti avevo parlato prima. Shinichi però si era accorto che qualcosa non andava ed è voluto entrare da solo a dare un’occhiata, non ho fatto in tempo a fermarlo. Quei malviventi ci avevano teso una trappola per colpirci a loro volta ma essendo stati scoperti da Shinichi, hanno tentato di fuggire e sentendosi braccati hanno iniziato a sparare all’impazzata dietro di loro… E purtroppo lo hanno colpito”

“Perché non l’hai fermato papà, perché??”

“Non dare la colpa a tuo padre Ran” interviene l’ispettore “La colpa è di tutti noi, avremmo dovuto stare più attenti”

“Ma adesso come sta?”

“Come ti ha detto tuo padre gli hanno sparato al petto. Ci hanno detto che ha perso molto sangue, poi l’hanno subito portato in sala operatoria. Da quel momento non sappiamo più niente”

“Penso sia il caso di avvertire i genitori” interviene mia madre

“Sì ho provveduto io stesso” risponde l’ispettore “Prenderanno il primo aereo”.

Shinichi… se non dovessi farcela, io…

Improvvisamente tutto quello che è successo tra di noi, la distanza, le bugie, i fraintendimenti… Niente ha più importanza. Mi rendo conto di quanto sia stata stupida a pensare di poter vivere senza di lui, e a quanto sia insignificante il fatto di aver sofferto tanto a causa sua, rispetto alla prospettiva di poterlo perdere.

L’attesa intanto comincia a farsi lacerante. Poi, fortunatamente, dopo alcune ore compare un medico:

“Siete parenti del signor Kudo?”

“Sì” rispondo immediatamente

“Siamo riusciti ad estrarre la pallottola. E’ stata un’operazione lunga e difficile perché si trovava molto vicino al cuore. Sotto questo aspetto è stato molto fortunato. Purtroppo però ha perso molto sangue; le sue condizioni sono stabili ma questa notte sarà decisiva per capire se potrà farcela. E’ tutto quello che posso dirvi”

“Voglio vederlo. Dove si trova??”

“Attualmente è nel reparto di terapia intensiva e può entrare solo una persona”

“Vai tu Ran” rispondono tutti

“Vi ringrazio”

Il medico mi conduce verso la sua stanza. Appena entro lo vedo disteso sul letto, inerme, e con un sacco di tubicini attaccati ovunque. Non avrei mai pensato di vederlo ridotto così; ho sempre pensato che fosse immune da qualsiasi criminale, da qualsiasi pallottola, ma purtroppo non è così.

“Ricordi Shinichi? 7 anni fa prima dell’inizio di questa storia te lo dissi: ‘ Se continui ad immischiarti in tutti questi casi finirai per cacciarti nei guai’ ” gli dico mentre le lacrime cominciano a scendere incontrollabili.

A queste parole Shinichi apre gli occhi, voltandosi verso  di me.

“Ran... N-non fare così”

Cerca di alzare una mano per consolarmi, così gliela prendo e la stringo forte a me.

“Non parlare Shinichi ti prego. Non appena starai meglio potremo dirci tutto e potrai finire il discorso che hai interrotto questo pomeriggio. Adesso sei tu che devi promettermi che finiremo quel discorso.”

Così dicendo mi sorride ed accenna un sì con la testa. Io gli sorrido di rimando, rincuorata.

Purtroppo dopo pochi minuti arriva il medico che mi invita ad uscire per farlo riposare. Così torno dai miei amici aggiornandoli sulle sue condizioni.

Passo la notte in ospedale, pregando ogni secondo che Shinichi riesca a superarla. Per fortuna posso contare sull’aiuto dei miei genitori e di Sonoko che insieme a Makoto mi raggiungono in ospedale non appena saputa la notizia.

“Mi dispiace Sonoko, è la tua prima notte di nozze, non dovresti passarla qui”

“Non dirlo neanche per scherzo, non ti abbandonerei mai in un momento del genere”

“Ti ringrazio” le dico rivolgendole uno sguardo pieno di gratitudine.

 

La mattina dopo arriva anche Tomoaki a farmi compagnia durante le lunghe ore di attesa.

“Ran, mi hanno detto cos’è successo, mi dispiace. Ci sono novità?”

“Ciao Tomoaki, grazie di essere qui. Ancora nessuna purtroppo”

Non appena finisco la frase compare il medico della sera prima.

“Sono venuto a darvi una buona notizia. Il signor Kudo è fuori pericolo, i suoi parametri sono tornati normali. Adesso però sta riposando; vista la quantità di sangue che ha perso è molto debilitato. Forse potrete vederlo questo pomeriggio”

Ancora una volta le lacrime tornano a scendere, ma questa volta non per la disperazione, bensì per la gioia. Grazie al cieloAmore mio.

“Ran forse è il caso che tu vada a casa a cambiarti e a rinfrescarti un po’. Ti accompagno io” interviene all’improvviso Tomoaki

“Ma io…”

“Vai Ran, rimango io qua” replica Sonoko “Se ci sono novità ti chiamo, promesso”

“E va bene, grazie”

Salgo in macchina e insieme al dottor Araide mi dirigo verso casa. Poi, giunti a destinazione:

“Grazie Tomoaki, davvero. Sei un amico prezioso”

“Ran aspetta”

“Sì?”

“Ho bisogno di parlarti, solo qualche minuto”

“Dimmi, ti ascolto”

“Avrei voluto farlo in modo diverso ma l’arrivo di Shinichi mi ha costretto a velocizzare le cose. Sì insomma, ti sarai accorta che io non ti vedo più solo come un’amica; ecco, voglio dirti che io sono innamorato di te Ran, e voglio che tu scelga me. Io non ti farei mai soffrire come ha fatto Shinichi, mai”

Avrei dovuto sapere che sarei arrivata fino a questo punto, e invece ho voluto sottovalutare i segnali. E così eccomi qui, in una situazione a dir poco imbarazzante.

“Vedi Tomoaki, quello che mi hai appena detto mi lusinga molto, davvero. Tu sei una persona splendida, l’ideale di uomo che ogni donna vorrebbe. Ed è vero che Shinichi mi ha fatto soffrire molto in questi anni, ho cercato di dimenticarlo per questo. Ma non ci riesco, e dopo quello che è successo ieri ho capito più che mai che non potrei vivere senza di lui, nonostante tutto. E tu meriti una donna che ti ami davvero, cosa che io non potrei fare… Mi dispiace”

All’udire le mie parole vedo nei suoi occhi nascere una profonda tristezza. Poi si volta, guardando la strada davanti a sé.

“Sapevo che mi avresti risposto in questo modo, ma ho dovuto fare almeno un tentativo. Spero comunque che potremo rimanere amici”

“Certo” gli dico sorridendo

Scendo dalla macchina circondata dai sensi di colpa, ma se non gli avessi detto subito tutta la verità avrei finito solo per prenderlo in giro ancora di più. C’è spazio solo per una persona nel mio cuore e quella è Shinichi.

 

Salve a tutti. Siamo quasi al termine della storia, e spero che fino ad ora vi sia piaciuta. Questo capitolo è piuttosto denso di emozioni, soprattutto per quanto riguarda Ran. Ho cercato di trasmettervi meglio che ho potuto la sua disperazione e per farlo mi sono riferita alla scena del movie 19 in cui Shinichi non le risponde al telefono e lei pensa sia rimasto coinvolto nell’incidente aereo. Trovo che quella scena sia particolarmente toccante ed emblematica per quanto riguarda i suoi sentimenti, per cui spero di avervi trasmesso almeno in piccola parte quella stessa sensazione.

 

 

Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 6
*** Insieme ***


Poco più di un’ora dopo sono di nuovo in ospedale. Mi avvio verso il reparto in cui si trova Shinichi e insieme a Sonoko e il dottor Agasa riconosco Yukiko e Yusako.

“Yukiko”

Lei si volta e vedo i suoi occhi illuminarsi, per poi venirmi incontro e abbracciarmi.

“Oh Ran! Come stai?”

“Adesso bene, per fortuna Shinichi si è ripreso”

“Non dirmelo, siamo scappati non appena saputo la notizia. Quel ragazzo mi farà invecchiare prima del tempo se continua a farmi scherzi del genere”

“Non sarebbe Shinichi altrimenti” le dico sorridendo

“Sai, sono felice di vederti qui, avevo paura che aveste rotto i rapporti definitivamente. Quando Shinichi si è trasferito da noi lo scorso anno non mi ha voluto dare spiegazioni per più di due mesi. Più volte gli avevamo detto di venire a vivere con noi, soprattutto dopo la faccenda dell’Organizzazione, ma lui non ne ha mai voluto sapere, perché qui c’eri tu”

Arrossisco violentemente ascoltando le sue parole, e mi sento ancora più in colpa, pensando a tutto quello di cui l’ho accusato negli ultimi anni.

“Per questo non capivo come mai avesse cambiato idea all’improvviso. Un giorno poi decise di raccontarmi tutta la faccenda: che lui ti aveva ferita e che tu non volevi più saperne di lui. Non l’ho mai visto così Ran, credimi. Capisco che ti abbia fatto del male, davvero, e forse io al tuo posto avrei reagito allo stesso modo. Ma conosco mio figlio e se l’ha fatto è solo perché tiene a te come a nessun altro”

“Non c’è bisogno che tu dica altro Yukiko. Dopo quello che è successo ieri ho capito che non potrei mai stare senza di lui, nonostante tutto”

“Sono felice di sentirtelo dire. Anche perché non riuscirei ad immaginare una nuora diversa da te” mi dice facendomi l’occhiolino.

Per fortuna arriva il medico ad interrompere questo discorso a dir poco imbarazzante:

“Shinichi si è svegliato. Se volete potete entrare, ma non più di uno per volta”

“La ringrazio dottore”

Sono impaziente di vederlo, ma lascio andare i suoi genitori, visto il lungo viaggio che hanno fatto per potergli stare vicino. Per primo entra suo padre Yusako, seguito poi da Yukiko. Dopo circa una mezz’ora, entrambi tornano nella sala d’aspetto.

“Ran” mi chiama sua madre “Vuole vederti”

Il cuore comincia a battere forte, sembra voglia uscirmi dal petto. Incapace di aspettare un secondo in più mi avvio verso la sua stanza. Entro e lo trovo a sedere sul letto, finalmente libero dal respiratore e da tutti i tubi che aveva infilati nelle braccia. Lui volta verso di me e il suo volto si illumina. Se potessi specchiarmi in questo momento, probabilmente vedrei la stessa espressione sul mio volto.

Come una calamita, sono impaziente di annullare la distanza che ci separa. Così mi muovo verso di lui, mi siedo e lo abbraccio, facendo attenzione a non urtare la sua ferita. Nascondo la testa nell’incavo della sua spalla e di nuovo inizio un pianto inconsolabile al pensiero che sono stata ad un passo da non vedere più quello sguardo acuto e intelligente dipinto sul suo viso.

“Avevi ragione tu, come sempre del resto”

“A cosa ti riferisci?”

“Sono davvero una piagnucolona”

Alle mie parole, avverto un sorriso nascere sul suo viso. Sento le sue braccia circondarmi e tenermi ancorata a sé. Potrei restare così per sempre, è questo il posto a cui appartengo.

“Ran, ti prego. E’ finita”

Non voglio rovinare questo momento con le mie lacrime, così raccolgo le forze e cerco di restare calma. Mi allontano dall’abbraccio per guardarlo negli occhi e lo stesso fa lui con me. Poi improvvisamente scioglie il silenzio.

“Non sai quanto mi ha reso felice vederti ieri. Non osavo sperare che saresti venuta”

Le sue parole mi feriscono nel profondo. Come può pensare che non sarei venuta sapendolo in un letto di ospedale, tra la vita e la morte? Devo aver recitato la mia parte molto bene, a quanto pare.

“Come puoi pensare che non l’avrei fatto?”

“Beh, quando ti rivelai chi ero in realtà, mi ricordo che nei tuoi occhi non riuscii a vedere altro che rancore e quando ti ho rivista l’altro giorno, per la prima volta dopo molto tempo, ho capito che per te non era cambiato niente, e a quel punto ho cominciato davvero a credere di averti persa. Per questo pensavo che non saresti venuta”

“Non ti ho mai nascosto che quello che hai fatto mi ha ferita profondamente; ho provato a passarci sopra, ma non riuscivo a sopportare l’idea di essere stata tradita dalla persona di cui mi fidavo di più al mondo. Mi sono sentita sola Shinichi, per la prima volta nella mia vita mi sono sentita davvero sola. Poi però quando ieri sera mia madre mi ha detto che ti avevano sparato, tutto ha perso all’improvviso importanza. L’unica cosa che contava per me era che tu riuscissi a farcela…”

Shinichi mi carezza il viso con una mano, asciugando una lacrima che scende prepotente mentre rivivo la scena.

“Mi dispiace solo che ci sia voluto tutto questo per farmelo capire”

“A me no invece. Ne prenderei altre 100 di pallottole se servisse a farti tornare da me”

“Non dirlo neanche per scherzo”

“E’ così Ran. Ran, io ti amo”

Nell’udire le sue parole, il mio cuore è come se iniziasse a battere di un ritmo nuovo, più vivace. Non ci sono parole per descrivere i miei sentimenti in questo momento; l’unica cosa che posso fare è mostrarglieli, e per questo mi avvicino, poso le mie labbra sulle sue, e nel farlo avverto la piacevole sensazione di non essermi mai sentita più completa di adesso. Quel tassello che tanto mi aveva tormentata è riuscito a trovare finalmente a trovare il suo posto, e il quadro che ne risulta è magnifico.

“Ti amo anch'io”.

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Unione ***


Sono passati 3 mesi dall’incidente e per fortuna Shinichi è riuscito a ristabilirsi del tutto. Mi vengono i brividi ripensando a quanto sono stata vicina a perderlo, anche se in fondo tutta questa faccenda ha avuto un risvolto positivo: dopo anni sento che la mia vita è davvero completa perché finalmente ho accanto l’uomo di cui sono da sempre innamorata e nonostante tutto quello che abbiamo passato per arrivare fino a qui, quello che conta è che adesso siamo insieme.

Passeggio in centro aspettando la mamma, che finalmente è riuscita a ritagliarsi un po’ di tempo per uscire con me, tra i suoi mille impegni da avvocato. Mentre guardo le vetrine dei negozi i miei pensieri vagano e con la mente torno ad una sera di due mesi prima.

“Che tramonto stupendo. Mi ricorda tanto quel giorno in cui litigammo, credo fossimo alle medie. Non volevo rivolgerti la parola per quanto ero in collera, ma bastò quel panorama stupendo accompagnato al suono della voce di Reiko per farmi dimenticare tutto”

“Già mi ricordo. Uno dei ricordi più belli che ho insieme a te” mi disse sorridendomi

Io ricambiai il sorriso, sciogliendomi sotto quello sguardo così dolce. Improvvisamente una coltre di nubi cominciò ad avanzare e le prime gocce di pioggia a farsi sentire.

“Forse è meglio trovare un posto in cui ripararsi prima di farci una doccia” proposi

“Credo anche io. Vieni, andiamo a casa mia, sono solo dieci minuti a piedi”

Nel tragitto fummo investiti da un vero e proprio acquazzone così che arrivammo a casa di Shinichi praticamente fradici. Nel vederci zuppi dalla testa ai piedi non potemmo fare a meno di scoppiare in una lunga e grande risata.

“Ti prego Ran non farmi ridere, la ferita mi fa ancora male”

“Guarda che sei tu che stai ridendo!”

“Solo perché lo fai tu”

“Ah quindi sarebbe colpa mia eh?!”

Il suo sguardo poi, si fece improvvisamente serio e nel vederlo guardarmi così intensamente non potei che fare altrettanto. Si avvicinò e con una mano mi prese per un fianco, attirandomi a lui. Lentamente le nostre labbra si unirono in un dolce bacio.

“Forse dovremmo toglierci questi vestiti prima di prenderci un raffreddore” mi disse, vagamente rosso in viso, mentre intanto la mia camicetta, ormai ridotta ad uno straccio bagnato, mi cadeva lungo le spalle sotto le sue mani inesperte.

Il mio cuore cominciò a battere furiosamente sotto il suo tocco desideroso ma altrettanto gentile. Eravamo entrambi visibilmente imbarazzati, ma questo non fu sufficiente a contrastare la forza che ci univa come due calamite, impazienti di stare insieme, completamente.

Lentamente ci dirigemmo nella sua stanza, lasciando dietro di noi una scia di indumenti, che inermi cadevano sotto le nostre mani. Piano ci adagiammo sul letto, vestiti ormai solo dell’intimo, che ben presto subì lo stesso destino, lasciandoci nudi, avvinghiati l’uno sull’altro. Avrei dovuto provare disagio nel mostrarmi senza difese davanti a lui, sperimentando un rapporto così nuovo per entrambi. E invece fu naturale come respirare, e così giusto, come se fossimo nati senz’altro scopo che quello di stare insieme.

Infine, l’uno di fianco all’altro, ci guardammo ancora una volta. Persa nell’azzurro dei suoi occhi potei soltanto avvertire una frase…

“Ran? Che fai? Come mai sei paonazza?”

“Mamma! Non ti avevo sentita arrivare. Ehm no niente, oggi fa più caldo del solito” provo a ribattere

“Non mi sembra, a dire la verità”

“Dai, cosa aspettiamo? Andiamo” cerco di chiudere il discorso

“Sisi va bene. Se non hai niente in contrario vorrei farti vedere il posto in cui comprai il mio”

Dopo alcune fermate della metro arriviamo nel quartiere di Ginza e ben presto ci ritroviamo davanti ad una boutique a dir poco meravigliosa.

“Mamma non mi sembra il caso di spendere cifre esagerate”

“Non dirlo neanche, paga tutto la mamma” mi dice facendomi l’occhiolino

Entriamo, e all’istante vengo sommersa da commesse ansiose di soddisfare una cliente, soprattutto dal momento che il negozio è ancora deserto. E’ per questo motivo che odio andare a fare shopping!

 

Ecco, ci siamo. E’ il momento. Il cuore rimbalza freneticamente, il cervello è andato in tilt. Non posso farmi venire un attacco di panico in un momento come questo! Calmati Ran, calmati.

“Ran, che hai? Calma su è ora, dobbiamo andare” mi dice mio padre cercando di restare il più indifferente possibile, ma nei suoi occhi riconosco un velo di commozione.

Mi offre il braccio che afferro con mano tremante e ci avviamo. Non appena giro l’angolo e varco la soglia della grande sala adornata, tutto diventa improvvisamente reale. Vedo tutti quanti i miei amici in piedi, con gli occhi puntati verso di me: riconosco Eisuke, insieme alla sorella Reina, Amuro, Masumi, gli agenti dell’FBI e in particolare la professoressa Jodie che mi sorride con sguardo materno; gli agenti Sato, Takagi, Shiratori, Chiba e l’ispettore Megure; i miei piccoli amici Ayumi Genta e Mitsuhiko accompagnati dal dottor Agasa e da Ai; Makoto insieme a Sonoko, che mi sorride accarezzandosi con la mano un accenno di pancino; Yusako e Yukiko che vedo commuoversi insieme a mia madre. E infine lui, la creatura più bella che abbia mai visto, che mi osserva di rimando con occhi incantati, riflesso dei miei. Mi offre la mano senza staccare lo sguardo, e all’istante tutte le mie paure svaniscono. Non resta altro da dire, se non “Sì”.

“Vi dichiaro marito e moglie”.

Dietro di noi si alza un grande applauso, accompagnato da fischi e grida di approvazione, ma rimane solo un eco lontano, quando Shinichi si avvicina donandomi un lungo e dolce bacio, coronando definitivamente la nostra unione.

Eccomi finalmente! Quest’ultimo capitolo è uscito piuttosto in ritardo ma purtroppo ho avuto molti impegni -.- Alla fine Ran e Shinichi  hanno coronato il loro sogno d’amore, e come poteva essere altrimenti :D Non ho parlato fin da subito di matrimonio ma penso che ci siate arrivati da soli, soprattutto dopo l’uscita con Eri XP Insomma anche questa storia è giunta al termine. Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate. Un grande bacio, alla prossima :*

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