L'ultimo tassello di mikietta (/viewuser.php?uid=1007885)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bugie ***
Capitolo 2: *** Ritorni ***
Capitolo 3: *** Appuntamenti ***
Capitolo 4: *** Matrimonio ***
Capitolo 5: *** Ospedale ***
Capitolo 6: *** Insieme ***
Capitolo 7: *** Unione ***
Capitolo 1 *** Bugie ***
A volte mi
ritrovo a pensare che per quanto cerchi di
programmare la tua vita, le cose non vanno mai come ti aspetti. Non ho
mai
avuto dubbi sui miei sentimenti, neanche per un secondo. Ho lottato per
quello
che desideravo, ho aspettato per molti anni, incapace di immaginare una
vita
diversa da quella accanto a lui. Ma ad un certo punto mi sono ritrovata
a dover
fare una scelta: me o lui. Perché se avessi continuato ad
aspettarlo, avrei
finito per odiare me stessa, per rovinarmi la vita. E quindi ho scelto
me. Per
la prima volta dopo molto tempo mi sono messa al primo posto,
accettando il
compromesso che comunque sarei sempre stata legata a lui in qualche
modo. D’altra
parte non avrebbe potuto essere altrimenti.
In questo ultimo
anno ho ripreso in mano la mia vita. Ho
finito l’università e sono alla ricerca di un
lavoro, così da poter iniziare a
vivere in modo indipendente.
Mio padre, che
dopo aver scoperto che la sua fama non era
dovuta altri che ad un ragazzino, ha deciso di abbandonare
l’agenzia
d’investigazione ed è tornato in polizia. Lo vedo
molto più sereno, anche
perché finalmente è riuscito a riconciliarsi con
mia madre ed io non potrei
essere più sollevata. Ho di nuovo una famiglia.
Tutti i tasselli
della mia vita stanno tornando al suo posto,
tranne uno. Quel pezzo credo che continuerà a tormentarmi
per sempre,
rifiutandosi di completare il puzzle della mia esistenza. Ma con questo
ormai
ho imparato a convivere già da un po’.
Per finire di
pagarmi gli studi, nell’ultimo anno ho iniziato
a lavorare come segretaria presso lo studio del dottor Araide, che
ormai da
tempo ha preso il posto del padre dopo la sua scomparsa. Mi trovo
davvero bene
insieme a lui, è un uomo colto, gentile e mai indiscreto.
“Tomoaki
se non hai nient’altro per me, io andrei a casa”
“Certo
Ran vai pure, ci vediamo domani”
“A
domani”
Mi dirigo verso
casa dei miei genitori.
“Mamma,
papà, sono a casa”
“Ehi
Ran! Papà non c’è, è dovuto
rimanere in centrale per un
caso particolarmente complicato. Stasera siamo io e te”
“Finalmente
una cena tra donne!” scherzo
La mamma sta
finalmente imparando a cucinare e devo dire che
non se la cava per niente male.
“Com’è
andata a lavoro tesoro?”
“Bene,
mi piace molto. Anche se, non vedo l’ora di trovare un
lavoro vero per comprare una casa tutta mia. Non che stia male con voi,
ma
voglio una mia indipendenza”
“Ti
capisco cara ma sappi che finché vorrai questa casa
sarà
sempre aperta”
“Ti
ringrazio mamma”
“Anche
se non sono molto sicura che quel dottor Araide sarà
molto contento quando te ne andrai”
“Ma
cosa dici mamma??”
“Dai,
si vede benissimo che gli piaci. Ed è pure un buon
partito, io non lo scarterei a priori”
“…”
“Non
dirmi che stai ancora pensando a Shinichi?”
Quel nome
è come una lama incandescente piantata dritta nello
stomaco.
“Mamma
sai bene che non è così. Ho chiuso con lui,
più di un
anno fa”
“Lo so
cara, ma non vorrei che tu ti facessi accecare
dall’orgoglio. So che ti ha fatto soffrire molto, ma adesso
devi cercare di essere
felice”
“Con
lui? Non potrei in ogni caso. Non riesco più a guardarlo
allo stesso modo”
“Basta
così, non voglio forzarti a parlarne. Lo sai che se avrai
bisogno io sarò sempre pronta ad ascoltarti”
“Grazie
mamma”
Dopo aver
sbrigato le ultime faccende mi reco in camera da
letto. Cerco di dormire ma la mia testa è affollata di
pensieri. Ripenso
all’ultima volta che ho visto Conan. E’ passato
più di un anno e quello stesso
giorno lui mi confessò di essere non altri che Shinichi. Il
ragazzo che per
tanti anni avevo aspettato e desiderato in realtà era
proprio quel piccolo
marmocchio che all’improvviso era entrato nella mia vita e
nel quale avevo
trovato un’ancora a cui aggrapparmi nei momenti in cui
l’assenza di Shinichi si
faceva troppo difficile da sopportare.
“Sai
Conan,
devo confessarti una cosa. Ho deciso che da oggi cambierò
vita. Shinichi ormai
non si fa sentire da un pezzo ed io sono stanca di aspettare. In questi
sei
anni mi sono praticamente rovinata la vita a causa sua… Non
ce la faccio più”
Conan mi
guardò con uno sguardo terrorizzato.
“Non
puoi
Ran! Dopo tutti questi anni non puoi gettare la spugna proprio
adesso”
“Ti
prego
Conan non giudicarmi. Tu più di tutti sai cosa ho passato, e
se lui davvero
tenesse a me tenterebbe almeno di tenersi in contatto, di risolvere
questa
situazione una volta per tutte. Ma così non è, ed
io sono stanca di soffrire”
A quel
punto Conan, allora ormai tredicenne, venne verso di me togliendosi gli
occhiali.
“Non
avrei
voluto, ma non posso fare altrimenti. Ran sono io Shinichi”
A quelle
parole, tutto ciò che avevo vissuto fino a quel momento
prese immediatamente un
altro significato e mi resi conto che la mia vita negli ultimi 6 anni
non era
stata altro che un’enorme bugia.
“Ti
prego
dimmi che non è vero”
“Sì
Ran. Te
l’ho tenuto nascosto perché quelli che mi hanno
ridotto così sono ancora in
circolazione e non volevo che ti facessero del male. L’ho
fatto per proteggerti”
Improvvisamente
sentii salire dentro di me un’enorme rabbia, anzi, rancore.
“Per
proteggermi? Tu mi hai raccontato solo balle per 6 anni, nonostante
sapessi
quello che passavo ogni giorno. Che c’è, ti piace
vedermi soffrire? ‘Tanto
quella stupida di Ran mi aspetterà anche per 10 20 o 30
anni’, avrai pensato. E
invece non appena ti sei accorto che stavo per rinunciare non hai
aspettato un
secondo a raccontarmi tutta la faccenda, vero? Sei solo un
egoista!”
“Ran
ti
prego. Te l’ho detto perché non voglio
perderti”
“Troppo
tardi”
Mi ricordo
ancora il suo sguardo mentre, dopo aver udito le
mie parole, uscì dalla mia camera. Da quel momento non
l’ho più visto. Alcuni
giorni dopo incontrai il Dottor Agasa che mi disse si era trasferito
dai
genitori in America. Mi fa ancora male pensare che forse potrei non
rivederlo
più, ma purtroppo non vedo altra via d’uscita. Lo
Shinichi che conoscevo, è
scomparso 7 anni fa quella sera a Tropical Land e prima me ne
farò una ragione,
prima potrò tornare ad essere felice, credo.
Salve
a tutti. Eccomi con una nuova storia! Questa volta ho cercato di
immaginare
come potrebbe essere nel caso in cui Ran non accetti di perdonare
Shinichi per
le bugie che le ha raccontato. Spero che la storia vi piaccia, non
perdetevi i
prossimi capitoli! Bacio.
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Capitolo 2 *** Ritorni ***
“Buongiorno
Tomoaki”
“Buongiorno
Ran! Arrivi giusto in tempo. Dovresti avvisare i
due pazienti che avrei dovuto vedere questo pomeriggio che la visita
è
rimandata perché mi hanno fissato un convegno importante
proprio oggi”
“Certo,
lo faccio subito”
“Ah
Ran un’altra cosa. Mi chiedevo se per caso avessi voglia
di uscire a cena con me questa sera. Sai, hanno aperto un ristorante
italiano
vicino casa mia e volevo provarlo. Dicono che la cucina italiana sia la
migliore”
Non so chi dei
due sia più imbarazzato di fronte a questa
proposta improvvisa. Ma tutto sommato non è una cattiva idea.
“Certo,
perché no” gli sorrido
“Benissimo
allora, ti passo a prendere alle 8”
A cena col
dottor Araide… Forse la mamma aveva ragione. Ma
cosa vado a pensare, in fondo è solamente una cena con un
amico che conosco
ormai da molto tempo. Non c’è niente di male.
Torno a casa e
subito cerco mia madre per avvisarla che
stasera non sarò a cena.
“Mammaa!
Non preparare niente per me questa sera, sono a cena
con il dottor…”
Giro
l’angolo tra l’ingresso e il salotto e non appena
metto
a fuoco la scena il mio cuore manca di un battito.
“Shinichi”
“Ciao
Ran”
Rimaniamo a
fissarci per qualche istante, poi fortunatamente
interviene mia madre a salvare la situazione.
“Bentornata
cara. Hai visto chi c’è? Shinichi è
passato a
salutarci, è appena tornato dall’America”
Ancora il
silenzio.
“Beh
io vado in cucina, avrete molte cose da raccontarvi. Ci
vediamo dopo. Felice di averti rivisto Shinichi”
“E’
stato un piacere anche per me Eri”
“Non
ci vediamo da un pezzo, eh Ran?”
“Già.
Vedo che sei riuscito a riacquistare il tuo vero
aspetto”
“Si,
sono tornato per parlarti anche di questo. Nell’ultimo
anno grazie all’aiuto dell’FBI sono riuscito ad
incastrare l’Organizzazione che
mi aveva ridotto in quello stato, e Ai è riuscita a ricavare
un antidoto che mi
permettesse di tornare adulto. Così eccomi qui”
“Hai
intenzione di restare?”
“Sì,
pensavo di aprire un’agenzia tutta mia qui in
città e
ricominciare con la mia vera vita”
“Sono
contenta per te”
“Tu
invece?”
“Io ho
finito l’università e per il momento lavoro come
segretaria nello studio del dottor Araide, nell’attesa di
trovare un lavoro
stabile”
“Suona
molto strano sentirci parlare di università,
lavoro…
Ormai non siamo più dei ragazzini del liceo”
“No
Shinichi, non lo siamo più”
Per qualche
secondo cala un silenzio imbarazzante, fino a che
è di nuovo lui a parlare:
“Che
ne dici se stasera usciamo un po’ a cena? Vorrei
parlarti”
“Non
c’è niente di cui parlare Shinichi, per me non
è cambiato
niente. Sono ancora molto arrabbiata per quello che mi hai fatto e non
riesco
più a vederti come prima. E comunque stasera esco a cena con
il dottor Araide”
Lo sguardo di
Shinichi si perde all’istante nel vuoto; poi lo
vedo chiudere gli occhi come a cercare di controllare le sue emozioni.
“Ran,
ti prego”
Improvvisamente,
tende le mani e mi afferra il volto. Prima
che me ne accorga mi ritrovo con le labbra sulle sue. In quel bacio
avverto
tutta la sua disperazione, che è anche la mia. Per un attimo
immagino che tutta
questa storia sia solamente un sogno e che io stia finalmente dando il
mio
primo bacio al ragazzo di cui sono da sempre, profondamente innamorata.
Ma la
realtà mi investe come un treno in corsa: quel ragazzo
non esiste più. Adesso ho davanti solo un bugiardo, una
persona che ha tradito
la mia fiducia per sei lunghi anni. Ingannata dalla persona di cui mi
fidavo
più al mondo… E’ un ostacolo troppo
duro da superare.
“Ti
prego Shinichi vattene”
“Ran…”
“Non
riesco neanche a guardarti negli occhi. Vattene”
Come un anno fa,
lo vedo uscire dalla porta con uno
sguardo distrutto. Fa per voltarsi indietro, giusto in tempo per vedere
una
lacrima scendere dal mio viso, per poi chiudersi ancora una volta fuori
dalla
mia vita.
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Capitolo 3 *** Appuntamenti ***
Pensavo di
essere riuscita a trovare la strada per
dimenticarlo, ma il suo ritorno è bastato per frantumare in
un secondo mesi e
mesi di lavoro su me stessa. E poi quel bacio… Non so quante
volte ho
immaginato il nostro primo bacio; e di certo non credevo sarebbe andata
in
questo modo.
L’arrivo
della mamma mi desta dai miei pensieri.
“Tesoro
tutto bene? Se n’è andato Shinichi?”
“Sì
è andato via”
“Capisco”
Per fortuna non
chiede ulteriori spiegazioni e di questo
gliene sono molto grata.
“Che
mi stavi dicendo prima? Con chi sei fuori a cena?”
All’improvviso
mi ricordo dell’appuntamento con il dottor
Araide. Guardo l’orologio: le 19 e 30.
“Oddio
mamma sono in ritardo. Viene a prendermi il dottor
Araide tra mezz’ora esatta”
“Ah
quindi esci con il dottorino eh?”
“Mamma
smettila!”
“Va
bene va bene. Terrò per me i miei pensieri” mi
dice con
uno sguardo complice
“Ecco
sì grazie!”
Le do un bacio
sulla guancia e corro in camera a prepararmi.
Alle 8 in punto
Tomoaki è sotto casa mia. Salgo in macchina e
ci dirigiamo verso il ristorante italiano di cui mi aveva parlato.
“Ran?
Allora, cosa ne pensi?”
“Oh
qui è tutto buonissimo. Grazie davvero”
“Sicura?
E’ tutta la sera che non dici una parola. Se non ti
piace puoi dirmelo lo sai”
“No
assolutamente. Perdona il mio comportamento, troppi
pensieri per la testa”
“Posso
esserti utile in qualche modo? Se hai voglia di
parlarne ovviamente”
“Oggi
è tornato Shinichi dall’America. Non lo vedevo da
quasi
un anno e la cosa mi ha un po’ destabilizzata”
“Provi
ancora qualcosa per lui?”
“No,
ho chiuso con lui un anno fa” mento.
“Ah
beh… mi fa piacere” mi dice leggermente rosso in
viso
Non sapendo come
rispondere cambio subito argomento, e così
proseguiamo la serata serenamente.
“Ran
è stato un piacere. Spero ci saranno altre
occasioni”
“Anche
per me. A domani”
“A
domani Ran”
Filo in camera
da letto a riflettere sulla serata appena
passata. Ho le idee sempre più confuse, non so che cosa
fare. Forse dovrei
cominciare a prendere in considerazione l’idea che Tomoaki
sia la persona
giusta per me. E’ sempre così gentile, sensibile e
premuroso. L’ideale di uomo
che ogni donna vorrebbe. Ma è quello che voglio anche io?
Mi sveglio la
mattina dopo ancora frastornata, non sono
riuscita a dormire un granché.
“Buongiorno
papà”
“Buongiorno
Ran. La mamma è già uscita, aveva una sentenza in
tribunale oggi”
“Capisco.
Tu come va con il lavoro in polizia?”
“Bene
tutto sommato. Un po’ mi manca la mia agenzia, e anche
la mia fama di detective dormiente. Se non altro però,
adesso che non sono più
una star, sono riuscito a riconquistare tua madre”
“Già,
e io non potrei esserne più felice” gli dico
sorridendo
“Scappo
in centrale, ho un caso piuttosto complicato su cui
lavorare. Tra l’altro mi hanno affiancato quel tuo amico
detective da strapazzo
che si spacciava per il moccioso di Conan. Sai lo preferivo da bambino,
almeno
potevo dargli qualche lezione come si deve!”
“Shinichi?”
“E chi
sennò? Ciao Ran ci vediamo stasera”
Possibile che
più cerco di stargli lontana e più che lo
ritrovo nella mia vita? Se continuo di questo passo non
riuscirò mai a
dimenticarlo. Oggi per fortuna ho il pomeriggio libero così
potrò uscire un con
Sonoko e distrarmi un po’.
Lei
sì che è fortunata: ha ereditato
l’azienda del padre e
tra poco si sposerà con Makoto. Sono davvero contenta per
lei, se lo merita.
“Emozionata??
Tra una settimana è il gran giorno”
“Ti
prego Ran non farmici pensare altrimenti scappo via!”
“Ma
figurati! Sarà il giorno più bello della tua
vita,
goditelo”
“Solo
se ci sarai tu al mio fianco”
“Lo
sai che non potrebbe essere altrimenti. Sei la mia
migliore amica”
“Grazie
Ran. Ti voglio bene”
“Anche
io Sonoko” e dicendo così ci abbracciamo.
“Piuttosto,
dimmi di te. Novità da raccontare alla tua
migliore amica?”
“Beh,
molte in realtà”
“Forza
forza, non farmi stare sulle spine”
“La
prima è che ieri sera sono stata a cena con il dottor
Araide”
“Cosaa??
Lo sapevo! Sapevo che gli piacevi! L’ho pure
invitato al matrimonio! Quasi quasi ti consegno direttamente il
bouquet, così
può farti la proposta”
“Ma
che c’è, sei in combutta con mia madre?? Siamo
usciti
come amici, e questo è tutto”
“Sese…
E invece l’altra notizia?”
“Ecco…
Shinichi è tornato”
“O
cavolo. Tesoro tu hai più potere di incasinarti la vita di
chiunque abbia mai conosciuto”
“Non
dirmelo”
“E
quindi? Che ti ha detto?”
“Voleva
portarmi a cena per parlare, ma io gli ho detto che
non avevo niente da dirgli perché sono ancora troppo
arrabbiata per quello che
mi ha fatto”
“Sei
sicura di quello che fai Ran? Capisco che ti abbia fatto
soffrire e lo odio per questo, credimi. Però così
ti fai solo del male. E non
dirmi che non ne sei più innamorata perché non ci
credo”
“Vorrei
superare questa cosa Sonoko, davvero. Ma non ci
riesco, non riesco più a vedere lo Shinichi di cui mi sono
innamorata e di cui
mi fidavo. Non so cosa fare”
“Oh
Ran mi dispiace davvero. Sai che per qualsiasi cosa puoi
contare su di me”
“Grazie
Sonoko. In ogni caso, se vuoi invitarlo al matrimonio
non farti problemi. In fondo anche voi vi conoscete da una vita,
è giusto che
tu lo faccia”
“Sei
sicura?”
“Certo”
“Va
bene lo farò. Ma se ci ripensi dimmelo immediatamente che
lo cancello dalla lista”
“Ok ok
va bene” le sorrido
E’
proprio vero, ho un’abilità speciale nel cacciarmi
nei
guai. E adesso le ho pure suggerito di invitare Shinichi al matrimonio.
Vorrei
sapere cosa mi passa per la testa.
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Capitolo 4 *** Matrimonio ***
E’
arrivato il gran giorno.
Oggi Sonoko coronerà il suo sogno d’amore con
Makoto. Non potrei essere più
felice per lei, anche se a dire la verità un po’
la invidio. Lei ha trovato
l’amore della sua vita e adesso stanno per promettersi di
amarsi per sempre. Io
invece, l’amore della vita l’ho perso per sempre.
Tomoaki si
è offerto di venirmi a prendere, ed io per cortesia ho
accettato.
“Ran
noi siamo tutti pronti! Tu che fai? Anche il dottor
Araide è già arrivato”
“Arrivo
arrivo”
Per
l’occasione ho scelto un vestito lungo di un giallo
delicato, leggermente stretto in vita, con delle spalline che ricadono
leggere
su le spalle. I capelli invece li ho arricciati e intrecciati sulla
nuca con un
piccolo nastro bianco.
Non appena
scendo le scale mi trovo subito davanti Tomoaki.
Lui indossa un completo nero classico, con una camicia bianca e al
collo un
papillon intonato alla giacca e ai pantaloni.
“Wow
Ran. Sei una dea”
Non posso fare a
meno di arrossire di fronte a quel
complimento così spontaneo.
“Ti
ringrazio. Anche tu stai molto bene”
“Ehi
ehi, a dopo le smancerie. Siamo in ritardo!” interviene
mio padre
“Andiamo”
aggiunge Tomoaki mentre mi offre il braccio
“Andiamo”
gli sorrido.
Non appena
arriviamo, vengo colpita dalla location. Si tratta
di un’enorme salone all’interno di un vecchio
castello, adornato con fiori di
pesco e nastri intonati in ogni dove.
Prendiamo
posto, io vicino al parroco, essendo la testimone, mentre i miei
genitori e
Tomoaki si siedono alcune file di sedie più indietro.
Osservo Makoto mentre
aspetta la sua sposa: è davvero emozionato, ed io lo sono
altrettanto per loro.
Dopo pochi minuti sentiamo le prime note della marcia nuziale mentre la
sposa
si fa avanti tra le file degli invitati. Indossa un abito bianco senza
spalline,
mentre i capelli sono raccolti in uno chignon con dei piccoli boccoli
che le
cadono in modo disordinato. E’ davvero bellissima.
Finita la
cerimonia ci spostiamo nella sala ricevimento in cui
sono collocati decide e decine di tavoli ornati secondo lo stile della
location. Durante il buffet, tra la folla, individuo il dottor Agasa e
i
giovani detective. Vado per salutarli, quando da lontano noto una
figura
familiare: Shinichi. Sta conversando con il padre di Sonoko ed io ne
approfitto
per osservarlo. Indossa un completo blu scuro che gli cade alla
perfezione, e
una camicia bianca leggermente sbottonata sul collo. E’
bellissimo.
Purtroppo
lui si accorge di me; all’istante tolgo lo sguardo, cercando
di trovare
qualcosa da fare per fingere indifferenza. La tattica però
fallisce miseramente,
e infatti pochi secondi dopo me lo ritrovo a fianco. Mi volto per
guardarlo e
il cuore mi si blocca nel petto. Non posso continuare a permettere che
mi faccia
questo effetto. Non è giusto.
“Ran”
“Ciao
Shinichi”
“Sei
bellissima”
Così
non mi aiuti Shinichi.
“Ti
ringrazio”
“Mi
dispiace che tu sia costretta a vedermi ma mi sembrava
scortese rifiutare l’invito di Sonoko”
“L’ho
detto io a Sonoko di invitarti, per cui non
preoccuparti. In fondo siete amici da molto tempo, è giusto
così”
“Capisco”
“Shinichi”
Ad un tratto mi
ritrovo accanto il dottor Araide che mi
poggia una mano sul fianco come a volere marcare il
territorio… E purtroppo non
mi sfugge lo sguardo di Shinichi mentre lo fa.
“Salve
dottor Araide”
“Ho
saputo che sei da poco tornato dall’America”
“Già
proprio così”
In quel momento
arriva Sonoko ad interrompere il discorso.
“Ragazzi
grazie di essere venuti. Non sapete quanto mi
rendiate felici. Ran, posso parlarti un secondo?”
E
così dicendo mi trascina via.
“Ti ho
vista in difficoltà e così sono venuta a
soccorrerti”
“Ti
ringrazio, non sapevo come comportarmi”
“Il
dottorino sta cominciando a prendersi delle confidenze
vedo”
“Sì,
senza la mia approvazione per altro. E’ come se avesse
voluto dire a Shinichi di starsene alla larga”
“A
proposito di Shinichi, sta venendo verso di noi proprio
adesso”
“Ran,
posso parlarti un secondo?”
Sonoko mi spinge
verso di lui prima che possa replicare.
“Andate
pure tanto io le ho già detto quello che dovevo”
sogghigna.
Shinichi mi
prende per mano e mi porta nel meraviglioso
giardino fuori dalla sala del ricevimento.
“Cosa
c’è tra te e il dottor Araide?”
“Niente
che ti riguardi”
“Ti
prego Ran, io sto impazzendo. Sono andato via perché
sapevo di averti ferita irrimediabilmente e non potevo sopportare di
vederti
senza poterti stare accanto. Ho cercato di dimenticarti, ma non
è possibile.
Noi siamo legati e lo saremo sempre, lo sai anche tu. Ran
io…”
Prima che possa
terminare la frase, mio padre ci interrompe
correndo verso di noi con fare molto agitato.
“Shinichi!!
Dobbiamo andare Shinichi!”
“Che
hai fatto papà?”
“Mi ha
appena telefonato l’ispettore. Hanno scoperto il covo
dei falsari di cui seguiamo le tracce da mesi. Dobbiamo andare
lì, adesso”
Ecco qual era il
caso tanto complicato a cui si riferiva mio
padre.
“Adesso?
E il matrimonio?”
“Mi
dispiace ma non possiamo fare altrimenti”
Shinichi si gira
verso di me con uno sguardo malinconico.
“Devo
andare, ma più tardi parleremo. Promettimelo”
Di fronte a
quegli occhi la mia forza di volontà si frantuma.
“Va
bene,
te lo prometto”
Rimango per
alcuni minuti in giardino ad osservare mio padre
e Shinichi mentre se ne vanno. Dopo poco mi raggiunge Sonoko.
“Ran
ma dove sono andati Shinichi e tuo padre? Tra poco
c’è
il taglio della torta”
“Mi
dispiace Sonoko. Poco fa l’ispettore Megure ha telefonato
a mio padre dicendogli che erano vicini a catturare una banda che
inseguivano
da tempo, per cui è dovuto scappare via, e Shinichi con lui
visto che aiutava
nelle indagini”
“Capisco.
Vabè non preoccuparti, il dovere prima di tutto.
Piuttosto, cosa voleva dirti Shinichi?”
“Te lo
racconterò domani. Oggi è il tuo giorno, a me ci
penseremo”
“Va
bene ma non oltre domani sappilo!”
“Sisi
va bene”
le dico scherzosamente.
La festa va
avanti senza intoppi fino alla sera. E’ stato
tutto bellissimo: il taglio della torta, l’apertura dei
regali, il tiro del
bouquet… che ovviamente è finito in mano mia. Non
mi sono sfuggiti, per altro,
gli sguardi complici tra Sonoko e mia madre; insieme ne combinerebbero
una più
del diavolo.
Visto che
mio padre è dovuto andare via, Tomoaki si è
offerto gentilmente di accompagnare
a casa sia me che mia madre, con molta approvazione da parte di lei.
“Grazie
Tomoaki. Ci vediamo lunedì allo studio”
“Certo,
a lunedì. Arrivederci signora Mouri”
“Arrivederci
dottor Araide”
“Ran
quel ragazzo è un vero gentiluomo ed è anche di
bell’aspetto. Io fossi in te non me lo lascerei
scappare”
“Mamma
abbiamo già fatto questo discorso, ricordi?”
“E va
bene come non detto”
Ad un tratto
squilla il telefono di casa.
“Si?
Casa Mouri. Cosa?? Sei ferito, cos’è
successo?”
Il tono di mia
madre mi mette subito in allerta. Ho paura che
sia successo qualcosa a papà.
“O mio
Dio. In che ospedale? Sì veniamo subito”
Le mie paure ad
un tratto si fanno concrete.
“Mamma
che è successo?? Papà è stato
ferito??”
“Non
papà, Ran. Hanno sparato a Shinichi”
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Capitolo 5 *** Ospedale ***
A quelle parole
è come se ad un tratto il mondo avesse smesso
di girare. O almeno il mio lo ha fatto.
“Mamma
ti prego dimmi che sta bene, che è solo un graffio”
“Tuo
padre mi ha detto che lo hanno preso al petto, niente di
più. Adesso lo stanno portando al Keiyu Hospital”
Non riesco a
sopportare il dolore, è come se il mio corpo si
stesse frantumando. Così, mi lascio andare sul pavimento e
mi rannicchio
tentando di tenere insieme i pezzi. Shinichi
dobbiamo terminare il nostro discorso, ricordi? Devo mantenere la
promessa,
fammela mantenere ti prego.
“Ran
ti prego non fare così, non sappiamo ancora come sta. Adesso
andiamo, ho chiamato un taxi che ci porterà in
ospedale”
Incapace di dire
una sola parola, mi alzo e seguo mia madre verso
la porta di casa.
In ospedale
troviamo tutti gli agenti coinvolti
nell’operazione, insieme a mio padre, al dottor Agasa e ad
Ai, anche lei ormai
tornata un’adulta.
“Papà
cos’è successo? Dimmelo ti prego”
“Calmati
Ran. Eravamo appostati per catturare i falsari di
cui ti avevo parlato prima. Shinichi però si era accorto che
qualcosa non
andava ed è voluto entrare da solo a dare
un’occhiata, non ho fatto in tempo a
fermarlo. Quei malviventi ci avevano teso una trappola per colpirci a
loro
volta ma essendo stati scoperti da Shinichi, hanno tentato di fuggire e
sentendosi braccati hanno iniziato a sparare all’impazzata
dietro di loro… E
purtroppo lo hanno colpito”
“Perché
non l’hai fermato papà,
perché??”
“Non
dare la colpa a tuo padre Ran” interviene
l’ispettore
“La colpa è di tutti noi, avremmo dovuto stare
più attenti”
“Ma
adesso come sta?”
“Come
ti ha detto tuo padre gli hanno sparato al petto. Ci
hanno detto che ha perso molto sangue, poi l’hanno subito
portato in sala
operatoria. Da quel momento non sappiamo più
niente”
“Penso
sia il caso di avvertire i genitori” interviene mia
madre
“Sì
ho provveduto io stesso” risponde l’ispettore
“Prenderanno il primo aereo”.
Shinichi…
se non dovessi farcela, io…
Improvvisamente
tutto quello che è successo tra di noi, la
distanza, le bugie, i fraintendimenti… Niente ha
più importanza. Mi rendo conto
di quanto sia stata stupida a pensare di poter vivere senza di lui, e a
quanto
sia insignificante il fatto di aver sofferto tanto a causa sua,
rispetto alla
prospettiva di poterlo perdere.
L’attesa
intanto comincia a farsi lacerante. Poi,
fortunatamente, dopo alcune ore compare un medico:
“Siete
parenti del signor Kudo?”
“Sì”
rispondo immediatamente
“Siamo
riusciti ad estrarre la pallottola. E’ stata
un’operazione lunga e difficile perché si trovava
molto vicino al cuore. Sotto
questo aspetto è stato molto fortunato. Purtroppo
però ha perso molto sangue;
le sue condizioni sono stabili ma questa notte sarà decisiva
per capire se
potrà farcela. E’ tutto quello che posso
dirvi”
“Voglio
vederlo. Dove si trova??”
“Attualmente
è nel reparto di terapia intensiva e può entrare
solo una persona”
“Vai
tu Ran” rispondono tutti
“Vi
ringrazio”
Il medico mi
conduce verso la sua stanza. Appena entro lo
vedo disteso sul letto, inerme, e con un sacco di tubicini attaccati
ovunque. Non
avrei mai pensato di vederlo ridotto così; ho sempre pensato
che fosse immune
da qualsiasi criminale, da qualsiasi pallottola, ma purtroppo non
è così.
“Ricordi
Shinichi? 7 anni fa prima dell’inizio di questa storia
te lo dissi: ‘ Se continui ad immischiarti in tutti questi
casi finirai per
cacciarti nei guai’ ” gli dico mentre le lacrime
cominciano a scendere
incontrollabili.
A queste parole
Shinichi apre gli occhi, voltandosi
verso di me.
“Ran...
N-non fare così”
Cerca di alzare
una mano per consolarmi, così gliela prendo e
la stringo forte a me.
“Non
parlare Shinichi ti prego. Non appena starai meglio
potremo dirci tutto e potrai finire il discorso che hai interrotto
questo
pomeriggio. Adesso sei tu che devi promettermi che finiremo quel
discorso.”
Così
dicendo mi sorride ed accenna un sì con la testa. Io gli
sorrido di rimando, rincuorata.
Purtroppo dopo
pochi minuti arriva il medico che mi invita ad
uscire per farlo riposare. Così torno dai miei amici
aggiornandoli sulle sue
condizioni.
Passo la notte
in ospedale, pregando ogni secondo che
Shinichi riesca a superarla. Per fortuna posso contare
sull’aiuto dei miei
genitori e di Sonoko che insieme a Makoto mi raggiungono in ospedale
non appena
saputa la notizia.
“Mi
dispiace Sonoko, è la tua prima notte di nozze, non
dovresti passarla qui”
“Non
dirlo neanche per scherzo, non ti abbandonerei mai in un
momento del genere”
“Ti
ringrazio” le dico rivolgendole uno sguardo pieno di
gratitudine.
La mattina dopo
arriva anche Tomoaki a farmi compagnia
durante le lunghe ore di attesa.
“Ran,
mi hanno detto cos’è successo, mi dispiace. Ci
sono
novità?”
“Ciao
Tomoaki, grazie di essere qui. Ancora nessuna
purtroppo”
Non appena
finisco la frase compare il medico della sera
prima.
“Sono
venuto a darvi una buona notizia. Il signor Kudo è
fuori pericolo, i suoi parametri sono tornati normali. Adesso
però sta
riposando; vista la quantità di sangue che ha perso
è molto debilitato. Forse
potrete vederlo questo pomeriggio”
Ancora una volta
le lacrime tornano a scendere, ma questa
volta non per la disperazione, bensì per la gioia. Grazie al cielo… Amore mio.
“Ran
forse è il caso che tu vada a casa a cambiarti e a
rinfrescarti un po’. Ti accompagno io” interviene
all’improvviso Tomoaki
“Ma
io…”
“Vai
Ran, rimango io qua” replica Sonoko “Se ci sono
novità
ti chiamo, promesso”
“E va
bene, grazie”
Salgo in
macchina e insieme al dottor Araide mi dirigo verso
casa. Poi, giunti a destinazione:
“Grazie
Tomoaki, davvero. Sei un amico prezioso”
“Ran
aspetta”
“Sì?”
“Ho
bisogno di parlarti, solo qualche minuto”
“Dimmi,
ti ascolto”
“Avrei
voluto farlo in modo diverso ma l’arrivo di Shinichi
mi ha costretto a velocizzare le cose. Sì insomma, ti sarai
accorta che io non
ti vedo più solo come un’amica; ecco, voglio dirti
che io sono innamorato di te
Ran, e voglio che tu scelga me. Io non ti farei mai soffrire come ha
fatto
Shinichi, mai”
Avrei dovuto
sapere che sarei arrivata fino a questo punto, e
invece ho voluto sottovalutare i segnali. E così eccomi qui,
in una situazione
a dir poco imbarazzante.
“Vedi
Tomoaki, quello che mi hai appena detto mi lusinga
molto, davvero. Tu sei una persona splendida, l’ideale di
uomo che ogni donna
vorrebbe. Ed è vero che Shinichi mi ha fatto soffrire molto
in questi anni, ho
cercato di dimenticarlo per questo. Ma non ci riesco, e dopo quello che
è
successo ieri ho capito più che mai che non potrei vivere
senza di lui,
nonostante tutto. E tu meriti una donna che ti ami davvero, cosa che io
non
potrei fare… Mi dispiace”
All’udire
le mie parole vedo nei suoi occhi nascere una
profonda tristezza. Poi si volta, guardando la strada davanti a
sé.
“Sapevo
che mi avresti risposto in questo modo, ma ho dovuto
fare almeno un tentativo. Spero comunque che potremo rimanere
amici”
“Certo”
gli dico sorridendo
Scendo dalla
macchina circondata dai sensi di colpa, ma se
non gli avessi detto subito tutta la verità avrei finito
solo per prenderlo in
giro ancora di più. C’è spazio solo per
una persona nel mio cuore e quella è
Shinichi.
Salve a tutti. Siamo quasi al termine della storia, e spero che fino ad ora vi sia piaciuta. Questo capitolo è piuttosto denso di emozioni, soprattutto per quanto riguarda Ran. Ho cercato di trasmettervi meglio che ho potuto la sua disperazione e per farlo mi sono riferita alla scena del movie 19 in cui Shinichi non le risponde al telefono e lei pensa sia rimasto coinvolto nell’incidente aereo. Trovo che quella scena sia particolarmente toccante ed emblematica per quanto riguarda i suoi sentimenti, per cui spero di avervi trasmesso almeno in piccola parte quella stessa sensazione.
Al prossimo capitolo <3
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Capitolo 6 *** Insieme ***
Poco
più di
un’ora dopo sono di nuovo in ospedale. Mi avvio verso il
reparto in cui si
trova Shinichi e insieme a Sonoko e il dottor Agasa riconosco Yukiko e
Yusako.
“Yukiko”
Lei si volta
e vedo i suoi occhi illuminarsi, per poi venirmi incontro e
abbracciarmi.
“Oh
Ran!
Come stai?”
“Adesso
bene, per fortuna Shinichi si è ripreso”
“Non
dirmelo, siamo scappati non appena saputo la notizia. Quel ragazzo mi
farà
invecchiare prima del tempo se continua a farmi scherzi del
genere”
“Non
sarebbe
Shinichi altrimenti” le dico sorridendo
“Sai,
sono
felice di vederti qui, avevo paura che aveste rotto i rapporti
definitivamente.
Quando Shinichi si è trasferito da noi lo scorso anno non mi
ha voluto dare
spiegazioni per più di due mesi. Più volte gli
avevamo detto di venire a vivere
con noi, soprattutto dopo la faccenda dell’Organizzazione, ma
lui non ne ha mai
voluto sapere, perché qui c’eri tu”
Arrossisco
violentemente ascoltando le sue parole, e mi sento ancora
più in colpa,
pensando a tutto quello di cui l’ho accusato negli ultimi
anni.
“Per
questo
non capivo come mai avesse cambiato idea all’improvviso. Un
giorno poi decise
di raccontarmi tutta la faccenda: che lui ti aveva ferita e che tu non
volevi
più saperne di lui. Non l’ho mai visto
così Ran, credimi. Capisco che ti abbia fatto
del male, davvero, e forse io al tuo posto avrei reagito allo stesso
modo. Ma
conosco mio figlio e se l’ha fatto è solo
perché tiene a te come a nessun altro”
“Non
c’è
bisogno che tu dica altro Yukiko. Dopo quello che è successo
ieri ho capito che
non potrei mai stare senza di lui, nonostante tutto”
“Sono
felice
di sentirtelo dire. Anche perché non riuscirei ad immaginare
una nuora diversa
da te” mi dice facendomi l’occhiolino.
Per fortuna
arriva il medico ad interrompere questo discorso a dir poco
imbarazzante:
“Shinichi
si
è svegliato. Se volete potete entrare, ma non più
di uno per volta”
“La
ringrazio dottore”
Sono
impaziente di vederlo, ma lascio andare i suoi genitori, visto il lungo
viaggio
che hanno fatto per potergli stare vicino. Per primo entra suo padre
Yusako,
seguito poi da Yukiko. Dopo circa una mezz’ora, entrambi
tornano nella sala
d’aspetto.
“Ran”
mi
chiama sua madre “Vuole vederti”
Il cuore
comincia a battere forte, sembra voglia uscirmi dal petto. Incapace di
aspettare un secondo in più mi avvio verso la sua stanza.
Entro e lo trovo a
sedere sul letto, finalmente libero dal respiratore e da tutti i tubi
che aveva
infilati nelle braccia. Lui volta verso di me e il suo volto si
illumina. Se
potessi specchiarmi in questo momento, probabilmente vedrei la stessa
espressione
sul mio volto.
Come una
calamita, sono impaziente di annullare la distanza che ci separa.
Così mi muovo
verso di lui, mi siedo e lo abbraccio, facendo attenzione a non urtare
la sua
ferita. Nascondo la testa nell’incavo della sua spalla e di
nuovo inizio un
pianto inconsolabile al pensiero che sono stata ad un passo da non
vedere più
quello sguardo acuto e intelligente dipinto sul suo viso.
“Avevi
ragione tu, come sempre del resto”
“A
cosa ti
riferisci?”
“Sono
davvero una piagnucolona”
Alle mie
parole, avverto un sorriso nascere sul suo viso. Sento le sue braccia
circondarmi e tenermi ancorata a sé. Potrei restare
così per sempre, è questo
il posto a cui appartengo.
“Ran,
ti
prego. E’ finita”
Non voglio
rovinare questo momento con le mie lacrime, così raccolgo le
forze e cerco di
restare calma. Mi allontano dall’abbraccio per guardarlo
negli occhi e lo
stesso fa lui con me. Poi improvvisamente scioglie il silenzio.
“Non
sai
quanto mi ha reso felice vederti ieri. Non osavo sperare che saresti
venuta”
Le sue
parole mi feriscono nel profondo. Come può pensare che non
sarei venuta
sapendolo in un letto di ospedale, tra la vita e la morte? Devo aver
recitato
la mia parte molto bene, a quanto pare.
“Come
puoi
pensare che non l’avrei fatto?”
“Beh,
quando
ti rivelai chi ero in realtà, mi ricordo che nei tuoi occhi
non riuscii a
vedere altro che rancore e quando ti ho rivista l’altro
giorno, per la prima
volta dopo molto tempo, ho capito che per te non era cambiato niente, e
a quel
punto ho cominciato davvero a credere di averti persa. Per questo
pensavo che
non saresti venuta”
“Non
ti ho
mai nascosto che quello che hai fatto mi ha ferita profondamente; ho
provato a
passarci sopra, ma non riuscivo a sopportare l’idea di essere
stata tradita
dalla persona di cui mi fidavo di più al mondo. Mi sono
sentita sola Shinichi,
per la prima volta nella mia vita mi sono sentita davvero sola. Poi
però quando
ieri sera mia madre mi ha detto che ti avevano sparato, tutto ha perso
all’improvviso importanza. L’unica cosa che contava
per me era che tu riuscissi
a farcela…”
Shinichi mi
carezza il viso con una mano, asciugando una lacrima che scende
prepotente mentre
rivivo la scena.
“Mi
dispiace
solo che ci sia voluto tutto questo per farmelo capire”
“A me
no
invece. Ne prenderei altre 100 di pallottole se servisse a farti
tornare da me”
“Non
dirlo
neanche per scherzo”
“E’
così
Ran. Ran, io ti amo”
Nell’udire
le sue parole, il mio cuore è come se iniziasse a battere di
un ritmo nuovo,
più vivace. Non ci sono parole per descrivere i miei
sentimenti in questo
momento; l’unica cosa che posso fare è
mostrarglieli, e per questo mi avvicino,
poso le mie labbra sulle sue, e nel farlo avverto la piacevole
sensazione di
non essermi mai sentita più completa di adesso. Quel
tassello che tanto mi
aveva tormentata è riuscito a trovare finalmente a trovare
il suo posto, e il
quadro che ne risulta è magnifico.
“Ti
amo anch'io”.
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Capitolo 7 *** Unione ***
Sono passati
3 mesi dall’incidente e per fortuna Shinichi è
riuscito a ristabilirsi del
tutto. Mi vengono i brividi ripensando a quanto sono stata vicina a
perderlo,
anche se in fondo tutta questa faccenda ha avuto un risvolto positivo:
dopo
anni sento che la mia vita è davvero completa
perché finalmente ho accanto
l’uomo di cui sono da sempre innamorata e nonostante tutto
quello che abbiamo
passato per arrivare fino a qui, quello che conta è che
adesso siamo insieme.
Passeggio in
centro aspettando la mamma, che finalmente è riuscita a
ritagliarsi un po’ di
tempo per uscire con me, tra i suoi mille impegni da avvocato. Mentre
guardo le
vetrine dei negozi i miei pensieri vagano e con la mente torno ad una
sera di
due mesi prima.
“Che
tramonto stupendo.
Mi ricorda tanto quel giorno in cui litigammo, credo fossimo alle
medie. Non
volevo rivolgerti la parola per quanto ero in collera, ma
bastò quel panorama
stupendo accompagnato al suono della voce di Reiko per farmi
dimenticare tutto”
“Già
mi ricordo. Uno
dei ricordi più belli che ho insieme a te” mi
disse sorridendomi
Io
ricambiai il sorriso,
sciogliendomi sotto quello sguardo così dolce.
Improvvisamente una coltre di
nubi cominciò ad avanzare e le prime gocce di pioggia a
farsi sentire.
“Forse
è meglio trovare
un posto in cui ripararsi prima di farci una doccia” proposi
“Credo
anche io. Vieni,
andiamo a casa mia, sono solo dieci minuti a piedi”
Nel
tragitto fummo
investiti da un vero e proprio acquazzone così che arrivammo
a casa di Shinichi
praticamente fradici. Nel vederci zuppi dalla testa ai piedi non
potemmo fare a
meno di scoppiare in una lunga e grande risata.
“Ti
prego Ran non farmi
ridere, la ferita mi fa ancora male”
“Guarda
che sei tu che
stai ridendo!”
“Solo
perché lo fai tu”
“Ah
quindi sarebbe
colpa mia eh?!”
Il
suo sguardo poi, si
fece improvvisamente serio e nel vederlo guardarmi così
intensamente non potei
che fare altrettanto. Si avvicinò e con una mano mi prese
per un fianco,
attirandomi a lui. Lentamente le nostre labbra si unirono in un dolce
bacio.
“Forse
dovremmo
toglierci questi vestiti prima di prenderci un raffreddore”
mi disse, vagamente
rosso in viso, mentre intanto la mia camicetta, ormai ridotta ad uno
straccio
bagnato, mi cadeva lungo le spalle sotto le sue mani inesperte.
Il
mio cuore cominciò a
battere furiosamente sotto il suo tocco desideroso ma altrettanto
gentile.
Eravamo entrambi visibilmente imbarazzati, ma questo non fu sufficiente
a
contrastare la forza che ci univa come due calamite, impazienti di
stare
insieme, completamente.
Lentamente
ci dirigemmo
nella sua stanza, lasciando dietro di noi una scia di indumenti, che
inermi cadevano
sotto le nostre mani. Piano ci adagiammo sul letto, vestiti ormai solo
dell’intimo, che ben presto subì lo stesso
destino, lasciandoci nudi,
avvinghiati l’uno sull’altro. Avrei dovuto provare
disagio nel mostrarmi senza
difese davanti a lui, sperimentando un rapporto così nuovo
per entrambi. E
invece fu naturale come respirare, e così giusto, come se
fossimo nati
senz’altro scopo che quello di stare insieme.
Infine,
l’uno di fianco
all’altro, ci guardammo ancora una volta. Persa
nell’azzurro dei suoi occhi
potei soltanto avvertire una frase…
“Ran?
Che
fai? Come mai sei paonazza?”
“Mamma!
Non
ti avevo sentita arrivare. Ehm no niente, oggi fa più caldo
del solito” provo a
ribattere
“Non
mi
sembra, a dire la verità”
“Dai,
cosa
aspettiamo? Andiamo” cerco di chiudere il discorso
“Sisi
va
bene. Se non hai niente in contrario vorrei farti vedere il posto in
cui
comprai il mio”
Dopo alcune
fermate della metro arriviamo nel quartiere di Ginza e ben presto ci
ritroviamo
davanti ad una boutique a dir poco meravigliosa.
“Mamma
non
mi sembra il caso di spendere cifre esagerate”
“Non
dirlo
neanche, paga tutto la mamma” mi dice facendomi
l’occhiolino
Entriamo, e
all’istante vengo sommersa da commesse ansiose di soddisfare
una cliente,
soprattutto dal momento che il negozio è ancora deserto.
E’ per questo motivo
che odio andare a fare shopping!
Ecco, ci
siamo. E’ il momento. Il cuore rimbalza freneticamente, il
cervello è andato in
tilt. Non posso farmi venire un attacco di panico in un momento come
questo! Calmati Ran, calmati.
“Ran,
che
hai? Calma su è ora, dobbiamo andare” mi dice mio
padre cercando di restare il
più indifferente possibile, ma nei suoi occhi riconosco un
velo di commozione.
Mi offre il
braccio che afferro con mano tremante e ci avviamo. Non appena giro
l’angolo e
varco la soglia della grande sala adornata, tutto diventa
improvvisamente
reale. Vedo tutti quanti i miei amici in piedi, con gli occhi puntati
verso di
me: riconosco Eisuke, insieme alla sorella Reina, Amuro, Masumi, gli
agenti
dell’FBI e in particolare la professoressa Jodie che mi
sorride con sguardo materno;
gli agenti Sato, Takagi, Shiratori, Chiba e l’ispettore
Megure; i miei piccoli
amici Ayumi Genta e Mitsuhiko accompagnati dal dottor Agasa e da Ai;
Makoto
insieme a Sonoko, che mi sorride accarezzandosi con la mano un accenno
di
pancino; Yusako e Yukiko che vedo commuoversi insieme a mia madre. E
infine
lui, la creatura più bella che abbia mai visto, che mi
osserva di rimando con
occhi incantati, riflesso dei miei. Mi offre la mano senza staccare lo
sguardo,
e all’istante tutte le mie paure svaniscono. Non resta altro
da dire, se non “Sì”.
“Vi
dichiaro
marito e moglie”.
Dietro di
noi si alza un grande applauso, accompagnato da fischi e grida di
approvazione,
ma rimane solo un eco lontano, quando Shinichi si avvicina donandomi un
lungo e
dolce bacio, coronando definitivamente la nostra unione.
Eccomi
finalmente! Quest’ultimo capitolo è uscito
piuttosto in ritardo ma purtroppo ho
avuto molti impegni -.- Alla fine Ran e Shinichi
hanno coronato il loro sogno d’amore, e come
poteva essere altrimenti :D Non ho parlato fin da subito di matrimonio
ma penso
che ci siate arrivati da soli, soprattutto dopo l’uscita con
Eri XP Insomma
anche questa storia è giunta al termine. Spero vi sia
piaciuta, fatemi sapere
cosa ne pensate. Un grande bacio, alla prossima :*
|
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