La stagione degli amori

di IsaMor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Benvenute/i. Questa è una omegaverse, quindi se non conoscete il genere informatevi prima, per il vostro bene. È la seconda del genere che scrivo ed è la prima sui personaggi di Teen Wolf. 
Conoscendo solo le prime tre stagioni (datemi tempo) ho utilizzato i personaggi apparsi finora, senza restare fedele a ciò che accade nella serie. 
Per alpha, omega e beta, non si fa riferimento alla gerarchia dei licantropi, ma all'appartenenza del genere sessuale, quindi troverete ad esempio alpha licantropi e alpha umani. 
I personaggi non appartengono a me e la storia è scritta senza scopo di lucro. 
Credo di aver detto tutto. 
Buona lettura.


CAPITOLO I

 

 

 

La primavera era sempre stata la sua stagione preferita, il motivo era semplice, le vacanze estive erano più vicine. 

Tutto diventava più bello al pensiero che tra qualche mese, finalmente, avrebbe passato le serate fuori fino a tardi e non si sarebbe dovuto alzare di prima mattina. 

Stranamente suo padre non l'aveva neanche assillato per un lavoro estivo, ed era strano, però desiderava godersi quell'ultima estate prima dell'ultimo anno di liceo, poi sarebbe stato tutto più difficile tra l'università e la vita che pretendeva di farlo diventare un adulto responsabile. 

Mentre osservava fuori dalla finestra dell'aula punizioni -perché lui era un abbonato a quell'aula- e fantasticava su come avrebbe passato le calde giornate estive, iniziò a sentirsi nauseato. Non gli era mai accaduto se non dopo due pizze e mezzo litro di cola. 

Riuscì ad estorcere un'uscita anticipata al professore che più di tutti l'odiava e lui odiava di rimando. Corse in bagno e vomitò il magro pranzo della mensa. Erano già due giorni che si sentiva strano, iniziò a sospettare di aver preso l'influenza o qualche virus gastrointestinale. 

Tornò a casa e suo padre non gli diede neanche il tempo di buttarsi sul divano, perché lo trascinò dal medico di famiglia. 

Erano soli in attesa che il loro medico li ricevesse. 

"Stiles, sai che potrebbe non essere influenza?", piu che chiedere affermò lo sceriffo Stilinski preoccupato quanto il figlio. 

"Non voglio pensarci. È presto per...", vennerò interrotti dall'assistente del medico che fece accomodare Stiles in ambulatorio. 

Un quarto d'ora dopo, anche lo sceriffo venne invitato ad entrare. 

Il medico si sedette alla scrivania e guardando i due: "Sceriffo, il suo ragazzo sta bene, deve solo riposare e prepararsi." 

"Prepararmi a cosa?", chiese Stiles piuttosto confuso. 

Aveva risposto ad un po' di domande durante la visita, anche se il medico sembrava aver avuto la diagnosi non appena controllato i dati di nascita del paziente sulla cartella clinica in suo possesso. 

"Stiles, al calore. Sei un omega ed è arrivato il momento di andare in calore per la prima volta. Accade sempre in primavera, non per niente è considerata la stagione degli amori." 

Stiles voleva urlare dalla disperazione, aveva sperato che gli restasse ancora un'estate tutta sua, prima di cedere ai doveri che l'essere un omega implicava. 

Sapeva da sempre di essere un omega, un essere debole e delicato creato per prendersi cura della prole e della casa. Era un test che veniva effettuato appena nati e il risultato veniva segnato a lato del gruppo sanguigno, ma sperava davvero d'avere ancora tempo, visto che tutti credevano che fosse un alpha. Ora, doveva spiegare ai suoi amici perché avesse mentito e sicuramente Scott si sarebbe offeso di scoprire quella cosa del suo migliore amico dopo anni. 

 

"Figliolo stai bene?", chiese suo padre raccogliendo il piatto più pieno che vuoto quella sera a cena. 

Stiles rispose di sì con un cenno del capo, ma era chiaro che fosse tremendamente preoccupato. 

"Dobbiamo parlare Stiles.", disse sedendosi davanti a lui. 

"Devo trovare un alpha, se è questo che vuoi dirmi guarda che non serve. So bene che è meglio per me.", disse abbattuto. 

"Stiles non sei costretto se non lo vuoi." 

"No, non lo sono, però sarebbe preferibile. Papà sappiamo entrambi che avere un alpha da subito, mi favorirebbe in molte altre cose. Potrei continuare gli studi in città l'anno prossimo con la protezione del mio alpha, per non parlare della mia posizione sociale qui, una coppia legata ha maggiori possibilità ed è sempre preferita ad un omega solitario. Potrei fare qualsiasi lavoro con un alpha permissivo, se ne trovassi uno.", riassunse brevemente, come ad anticipare qualsiasi cosa suo padre alpha potesse dire. 

"Stiles non ti lascerò mai legare ad un alpha oppressivo, voglio che tu sappia questo." 

"Sì, lo so, ma è ugualmente una sconfitta per me. Speravo che questo giorno non arrivasse mai e invece è arrivato.", Stiles si alzò da tavola: "Posso andare in camera mia?" 

"Stiles, davvero mi stai chiedendo il permesso?" 

L'altro piegò la testa e si diresse verso la sua stanza. 

Quel chiedere il permesso era tra i comportamenti base spontanei di qualunque omega, prima nei confronti degli alpha della propria famiglia, poi in quelli del proprio compagno o compagna. Doveva darsi delle regole mentali per affrontare quella fase di passaggio. 

L'avrebbe fatto il giorno dopo, era troppo stanco anche per pensare: "Dannati ormoni!", sospirò. 

I cambiamenti del suo corpo lo affaticavano facilmente, con ogni probabilità avrebbe dovuto lasciare la squadra di lacrosse, perché quello non era uno sport per omega, se non si aveva un fisico come quello di Danny. Lui sicuramente non sarebbe stato allontanato dalla squadra perché era il migliore portiere degli ultimi dieci anni, pur essendo l'unico altro omega della scuola a praticare quello sport violento. 

 

Il giorno dopo si diede dei compiti da svolgere, prima che il suo essere omega diventasse ovvio agli occhi di tutti. 

Il primo, era spiegarlo a Scott, mentre gli dava un passaggio a scuola. 

"Scott. Devo dirti una cosa, ma voglio prima chiarire che se l'ho tenuta segreta è solo perché me ne vergognavo.", stava facendo molta fatica. 

L'altro l'ascoltava attentamente: "Dimmi pure." 

Parcheggiò vicino a scuola e con un sospiro che preoccupò Scott, disse quella frase che avrebbe cambiato la sua vita: "Io sono un omega." 

Guardò l'amico e non vide né stupore e né rabbia. 

"Cosa ne pensi?" 

"Che era ora! Sono giorni che annuso i tuoi ormoni impazziti, tieni presente che sono un licantropo, il mio fiuto è migliore di quello di un normale alpha." 

"Cosa? Perchè non mi hai avvertito, io l'ho capito solo ieri." 

"Non ero sicuro che volessi sentirtelo dire. Da piccoli, mi hai detto di essere un alpha e temevo che prendessi male, in qualche modo, la notizia che io avevo capito. Stiles non m'importava se eri o no un alpha prima e non m'importa che tu sia un omega ora, sei solo mio amico." 

Stiles voleva piangere, "dannati ormoni" si ripeté mentalmente. 

"Tutto ok?" 

Annuì. 

"Sai, devo iniziare a cercare un omega, sembra che il fatto che senta l'odore degli umori omega sia l'inizio della mia vita da alpha. Tu cosa pensi di fare? Cercherai un alpha?" 

"Se ne trovo uno. Non è che io sia così richiesto." 

Scott scoppiò a ridere: "Aspetta qualche giorno e vedrai tanti di quei alpha alla porta di casa tua che tuo padre dovrà distribuire i numerini per conoscerti." 

"Non essere ridicolo..." 

"Stiles, meglio se te lo dico io. Odori di buono." 

 

Odoro di buono, continuava a chiedersi cosa cavolo significasse, mentre aspettava di entrare sotto le docce dopo gli allenamenti di lacrosse. 

Temeva di spogliarsi, era sudato e molti membri della squadra lo fissavano famelici, doveva parlare assolutamente con il coach. 

"Ciao Stiles, anche tu allora?" 

Danny gli si sedette accanto, era ancora vestito e il suo sudore aveva un profumo delicato. Lui lo avvertiva come un odore facilmente distinguibile dagli altri, ma in realtà gli alpha presenti sembravano interessati a lui e a quel profumo, anche Scott riservava sguardi eccitati a Danny. 

"Sì, infatti questa è l'ultima volta che mi alleno con la squadra, il coach mi vorrà fuori. Lo sto aspettando per parlarci." 

"Anche io devo parle con lui. Hai intenzione di lasciare la squadra?" 

"Non vorrei, ma sicuramente non mi lascerà giocare. Non sono bravo come te, sarei solo di peso." 

"Ma che dici? Sei davvero bravo, non ho mai visto nessuno fare dei passaggi così veloci, per non parlare degli scatti." 

"Sono veloce nei passaggi così nessuno ha il tempo di travolgermi. È una tattica di sopravvivenza.", sbuffò, facendo una mezza risata. 

In quel momento Isaac sfilò davanti ai due con addosso solo l'asciugamano. Stiles notò gli sguardi dell'omega e dell'alpha intrecciarsi. 

"Non so perché, ma Isaac mi attrae in modo così selvaggio che gli lascerei fare di tutto con il mio corpo, compreso mordermi. Tu mi capisci?" 

"Credimi, non ti piacerebbe." 

Stiles si riferiva al morso del licantropo e non a quello dell'alpha, ma l'amico non sapeva dei mannari. L'idea che proprio Isaac fosse la scelta di Danny lo fece rabbrividire. Se gli alpha licantropi sentivano gli odori degli omega già da parecchi giorni, allora significava che avevano puntato un omega da tempo e lui che ci stava accanto spesso, rischiava di attirare le attenzioni di licantropi come Boyd, Isaac e anche Scott, per non parlare di Peter che era chiaramente alla ricerca di un omega da tempo. 

Un brivido di terrore l'attraversò. L'idea di avere un compagno licantropo, non gli piaceva. 

"Stai già cercando un alpha? Io ricevo proposte da due giorni, ieri ho avuto anche un alpha a cena ed è stato stranissimo pensare che fosse lì per me.", disse Danny sorridendo. 

"No, io non ho ancora avuto proposte. Hai già scelto?" 

"No. Voglio godermi questo periodo, chi ci è passato dice che è il più bello ed intenso di tutta la vita, non per niente la chiamano la stagione degli amori." 

Stiles iniziò a detestare quella definizione, la sentiva in continuazione negli ultimi giorni e quella mattina aveva assistito ai strani comportamenti di compagni della sua stessa età che iniziavano ad accorgersi dell'avvicinarsi del calore o che iniziavano ad avvertire il profumo degli omega. 

Gli alpha sembravano meno preparati all'invasione di quegli odori, mentre gli omega e soprattutto le donne si erano adattati alla situazione velocemente. 

Lydia e Allison erano tra le omega più belle e Danny tra i più desiderati, persino Stiles stava ottenendo molte attenzioni, ma le detestava. 

Il coach si avvicinò: "Voi due, tutto bene? Si stanno comportando bene i compagni di squadra?" 

Annuirono entrambi. Danny parlò: "Ci chiedevamo, vista la nostra situazione, se dovremmo lasciare la squadra?" 

"E perché mai?" 

"Non siamo competitivi come prima." 

"Non lo siete mai stati, ecco perché ti faccio giocare spesso in porta e tu Stiles ti uso per velocizzare le tattiche di gioco. Potete restare se vi va e se avete il permesso dei vostri genitori e in futuro del vostro alpha se scegliete di legarvi." 

"Davvero possiamo restare?", domandò Stiles rimasto a bocca aperta. 

Si aspettava di essere buttato fuori dagli spoiatoi in pochi secondi, invece il coach gli sorrideva pure e l'aveva chiamato per nome, forse stanco di sbagliare il cognome. 

L'uomo si allontanò, andando verso il suo ufficio: "Sì, Stiles.", si voltò per lanciargli un'occhiata prima di chiudere la porta. 

Danny iniziò a ridere di gusto e Isaac che ancora si aggirava nei paraggi si voltò a guardare la scena leccandosi le labbra, Stiles sapeva che aveva sentito ogni parola della conversazione con il suo udito da licantropo e gli lanciò un'occhiata per fargli capire di comportarsi bene, poi ritornò alla risata di Danny. 

"Perché ridi?" 

"Perché il coach... No, no, non posso dirtelo.", rise ancora di più. 

"Cosa?", domandò con tono deciso. 

"Ok, te lo dico, ma non prendertela con me. Il coach sembra attratto da te." 

"Nooo... Non scherzare! Lui, io, no!", si alzò in piedi agitando le braccia. 

"Stiles, è normale. Non agitarti." 

Sbuffò frustrato. 

Decisero di farsi la doccia visto che c'erano meno alpha in giro, non andava a nessuno dei due di mostrarsi nudi ora che tutti li guardavano con occhi vogliosi. Danny riprese a ridere sotto il getto dell'acqua, mentre l'altro continuava a ripetere un categorico rifiuto a quell'idea di lui ad amoreggiare con il coach. 

 

Quella sera andò a trovare suo padre alla centrale di polizia. C'era quasi cresciuto in quel posto e sino a quel momento si era sentito a suo agio, ma bastò un'annusata da parte di un paio di agenti alpha non legati per innervosirlo. Erano uomini e una donna più grandi e si leggeva più facilmente in faccia i loro desideri nei suoi confronti. A scuola era tutto più facile, erano tutti più acerbi in certi pensieri. 

"Figliolo, tutto bene? Sei pallido." 

"Sto bene, solo che tutti questi alpha... Non credo che verrò a trovarti per un po' al lavoro.", era abbattuto, mentre cadeva sulla sedia dell'ufficio di suo padre. 

"Poi diventa tutto più semplice. Questo è il periodo in cui gli alpha si risvegliano e vengono attratti da qualsiasi omega, dopo si calmano anche loro." 

"Pure tu sei interessato agli omega? Non ne hai mai dato l'impressione dopo la morte di mamma." 

"Stiles, quando arriverà il momento del legame anche per te, capirai tante cose su di me." 

Con quella risposta enigmatica, alzò la cornetta del telefono che stava squillando. 

Stiles ascoltò ogni parola di suo padre, pareva che fosse scomparso un bambino dal parco giochi accanto alla foresta, ciò significava solo tre cose. Sperò che si fosse solo smarrito nella foresta perché l'idea che fosse stato rapito o divorato da qualche creatura mutaforma, lo terrorizzava. 

Quando lo sceriffo mise giù, Stiles sapeva di dover chiedere aiuto agli amici licantropi, perché quel tipo di situazioni non erano fatte per essere affrontata dalla polizia. 

I mostri a Beacon Hills erano di casa, c'era bisogno della cavalleria e da quando suo padre aveva saputo dei mannari non disdegnava di chiedere aiuto in situazioni simili. 

"Stiles chiedi a Scott di setacciare la foresta con il branco. Io terrò i miei uomini sulle strade e nella zona della scomparsa. Dobbiamo trovarlo." 

"Sì." 

Stiles telefonò a Scott che avvisò il branco e il capo branco. Si diedero appuntamento nella foresta ad un centinaio di metri dal parco giochi dove era avvenuta la scomparsa. 

"Io vado ad aiutarli." 

"No, Stiles!", urlò suo padre prima che potesse uscire. 

"Papà?", abbassò la testa in segno di sottomissione. 

"Non è più sicuro per te stare con tutti quegli alpha licantropi.", parlò calmo. 

"C'è Scott, sarò al sicuro.", rispose fiducioso nell'amico. 

Lo sceriffo sembrò titubante, ma poi si rassegnò, consapevole che suo figlio sarebbe andato comunque ad aiutare, era la sua natura. 

"Prendi la mia giacca, il mio odore terrà tranquilli gli alpha.", disse mentre gli passava una vecchia giacca da sceriffo che aveva in un armadietto dell'ufficio. 

Stiles l'indossò, profumava di suo padre, era un odore protettivo e forte da degno alpha. 

 

L'intero branco si riunì nella foresta, non fu difficile trovarsi perché i licantropi usavano il fiuto per raggiungere gli altri. 

Stiles si era fatto accompagnare da Scott, mentre Isaac, Boyd e Erica erano arrivati insieme, Peter era il solito solitario e anche Derek, il capo branco, non era da meno, sbucò alle spalle di Stiles per ultimo facendolo sobbalzare. 

Fu Stiles a parlare della scomparsa del bambino di sette anni e di come si sarebberò mossi nella foresta. Derek l'osservò con aria severa, l'altro sospettava che fosse perché stava dando ordini al suo branco su come dividersi l'aria da ispezionare. 

Vennerò interrotti tutti tranne Stiles che smise di parlare solo dopo qualche secondo, osservando i licantropi puntare lo sguardo verso il fitto degli alberi. 

Dopo qualche secondo spuntarono Lydia e Allison con le torce ad illuminare il cammino. 

Scott rimase stupito: "Cosa ci fate qui?" 

"Credo quello che ci fate voi. Cerchiamo il bambino scomparso, è un mio vicino di casa. Siamo corse appena saputo.", disse la mora. 

"A dire la verità, lei è corsa, io stavo benissimo a casa.", obiettò Lydia alla risposta dell'amica. 

Le due ragazze erano a conoscenza dell'esistenza dei licantropi da tempo e per loro non era strano incontrare il branco nel bosco. 

Scott era sempre al settimo cielo quando incontrava Allison, tra di loro c'era stata una mezza relazione ancora poco chiara e ora che il profumo da omega della ragazza si sentiva, Scott non era per nulla indifferente. 

Prese la parola Derek: "Ci dividiamo in coppie, un licantropo con ciascun umano e procediamo come ha detto Stiles." 

"Io prendo Lydia.", disse di slancio Peter affiancandosi alla ragazza che lo osservò di traverso. Non si conoscevano tanto bene, ma lui era sempre molto gentleman con lei. 

Stiles diede un colpetto a Scott perché si avvicinasse a Allison, prima che lo facesse qualcun altro, lui di sarebbe adattato alla collaborazione con Boyd o Erica. 

"Boyd e Erica voi due è meglio se lo cercate insieme, mentre Isaac...", guardò il ragazzo che sembrava indugiare con gli occhi sul corpo di Stiles: "Tu resta in questa zona e avvertici se c'è qualche novità giù al parco." 

Stiles realizzò solo in quel momento che era in compagnia di Derek, lo stesso Derek che lo sbatteva al muro una volta al mese e lo minacciava in continuazione. 

Le coppie si diviserò addentrandosi nel fitto della boscaglia. 

"Forza muoviti.", ringhiò Derek a Stiles che non poté far altro che seguirlo.

Camminarono per qualche minuto, in cui Derek annusava l'aria alla ricerca dell'odore di un giovane umano, quando si blocco di colpo e Stiles gli sbattè contro la schiena. 

L'altro l'afferrò con poca delicatezza prima che cadesse a terra. 

"Vedi di stare attento. E soprattutto stammi lontano, puzzi!", ringhiò. 

Lo lasciò, mentre riprendeva a camminare.

"Cosa? Io non puzzo! Mi è stato detto che odoro di buono." 

"La tua giacca puzza." 

"È di mio padre, non puzza, anzì ha un odore piacevole." 

"Forse per te che sei un omega.", si voltò a sottolineare quell'ultima parola con gli occhi fissi su di lui: "Ma a me dà fastidio, è irritante, mi viene l'orticaria solo a starti vicino." 

"Farci l'abitudine. Se non trovo un alpha non posso andarmene in giro con voi licantropi alpha, con il rischio che vi venga voglia di rifarvi i denti sul mio collo." 

"Nessuno del mio branco ti toccherà, li ho già minacciati di fare i bravi con gli omega, soprattutto con quelli del branco, o faccio ingoiare loro dello Strozzalupo." 

"Buono a sapersi. Aspetta, c'è un solo omega nel tuo branco ed è Erica, perché hai usato il plurale?", chiese interdetto. 

"Sei anche tu del branco."

Stiles sembrò rifletterci. 

"E questo cosa comporta?" 

"Che dovrò approvare il tuo alpha prima del calore." 

"Cosa!?", gridò. 

L'altro lo fisso serio. 

"Devo assicurarmi che un alpha esterno al branco non destabilizzi l'equilibrio che si è finalmente creato. È per questo che stasera ho accoppiato Erica con Boyd, voglio che lei scelga un licantropo di questo branco, visto che non sceglierà mai un umano e i branchi più vicini non sono molto affidabili." 

"Invece io chi dovrei scegliere?", domandò seriamente infastidito. 

"Un umano, ma dovrò approvarlo io, perché farà parte del branco." 

Stiles si portò le mani alla testa tra i capelli un po' più lunghi del solito, voleva urlare dalla frustrazione, ma si limitò a lagnarsi in direzione di Derek. 

"Lo sai quant'è difficile trovare qualcuno senza dover passare anche la tua selezione? E poi non dovresti preoccuparti anche degli omega che entreranno nel branco." 

"Li ho già controllati. Sono a posto." 

"Come hai fatto se nessuno si è ancora dichiarato?" 

"Sono giorni che i licantropi sentono l'odore degli omega e hanno iniziato a sceglierli. Boyd era scontato che scegliesse Erica, mentre Scott è chiaro che è innamorato da tempo di Allison, poi c'è Peter che sembra aver intenzione di legarsi finalmente e non serve molto per capire che Lydia è perfetta per lui." 

"Inquietante.", si lasciò sfuggire Stiles. 

"Isaac è chiaramente interessato al tuo amico Danny, anche se sembra volerci provare con tutti. All'inizio ero incerto, temevo che uno esterno non andasse bene, avevo pensato a te." 

Stiles fece un verso schifato all'idea di lui e Isaac. 

"Ho pensato che avresti reagito così e ho lasciato perdere." 

"Grazie a Dio, un po' di buonsenso." 

"Quando sarà il momento dovrò approvare anche il tuo alpha non dimenticarlo." 

"Beh, se riesco a trovarne uno che mi tolleri, puoi fargli tutti i test che vuoi, solo non terrorizzarlo con le tue solite maniere." 

Derek sorrise compiaciuto, poi si blocco di colpo. 

"Sento un battito e un respiro affaticato." 

"Dove?", domandò spostando il fascio di luce della torcia per cercare da dove provenisse. 

"Seguimi.", Derek corse in direzione di alcune rocce. Stiles cercò di seguirlo, quando lo vide fermarsi su delle rocce, lui cercò di fare lo stesso, ma scivolò su del muschio. L'altro lo afferrò prima che cadesse in un crepaccio stretto. 

Stiles ritrovò l'equilibrio e guardò verso il basso puntando la torcia. 

Derek l'aveva già visto con i suoi occhi che si adattavano al buio, invece Stiles ci impiegò qualche secondo. 

Il bambino era bloccato in una posizione scomoda, quasi due metri sotto di loro. 

"Jack, mi senti?", lo chiamò. Il piccolo sembrò illuminarsi al suono della sua voce. 

"Aiuto.", chiese con voce tremula. 

"Adesso ti tiriamo fuori. Non ci vorrà molto. Riesci a muoverti?" 

"No.", pigolò. 

Derek si era tolto la giacca e aveva cercato di raggiungerlo con una mano, senza riuscirci, lo spazio tra le rocce era troppo stretto per arrivarci dall'alto, avevano bisogno di passare delle imbragatura intorno al corpicino. 

Di fianco al bambino, invece lo spazio era più ampio per scendere. 

"Ora scendo, resta tranquillo." 

"Stiles no!", lo sgridò Derek: "Vado io..." 

"È stretto per te. Non potresti muoverti. Io invece sono più piccolo e se riesco ad afferrarlo per il braccio posso sollevarlo e passarlo a te." 

"Aspetta che chiami il branco." 

Stiles si era già tolto la giacca di suo padre e si era lasciato scivolare nella crepa, Derek gli aveva tenuto una mano per non farlo cadere sul fondo rovinosamente. 

Arrivato di fianco al piccolo, era praticamente incastrato, poteva muovere solo il braccio che gli serviva di più. 

"Ciao Jack. Come va? Scusa. Domanda stupida.", cercò di scherzare per alleggerire l'atmosfera. 

Il bambino si riscosse solo quando un ululato riecheggiò tra le rocce. 

"Tranquillo, il mio amico sta chiamando i rinforzi."

Dopo un po' diversi ululati di risposta arrivarono da più punti. 

"Ecco, ora verranno a tirarci fuori." 

Il bambino sembrò credere alle sue parole. 

"Senti, ora provo a spostarti di poco e a tirarti su per il braccio. Il mio amico ti afferrerà. Ti va di tentare?" 

Il bambino sembrò incerto, ma poi acconsentì. 

Stiles usò l'unico braccio che poteva arrivare al bambino per spostarlo in una posizione più adatta all'operazione che aveva in mente, nel farlo premette il suo sterno contro una roccia sporgente sentendo le ossa scricchiolare. Sopportò il dolore pur di disincastrare il piccolo, lo sentiva freddo e completamente fradicio per via del muschio bagnato, doveva sbrigarsi. 

"Stiles?", chiamò Derek preoccupato. 

"Ci sono. Ora lo sollevo, attento che è scivoloso. Pronto Jack?" 

Il piccolo sembrò d'accordo, ma Stiles era certo che gli avrebbe fatto molto male nel sollevarlo da un braccio, sperava solo che il freddo dovuto al bagnato, avesse anestetizato parte dei muscoli. 

Lo afferrò per il braccio all'altezza dell'ascella facendogli solleva il braccio verso l'alto e poi alzò tutto il corpicino verso l'alto sperando di non farselo sfuggire, lo sentì mugolare di dolore, ma non tanto come temeva. 

Con una sola mano e il corpo premuto contro la parete di roccia che sembrava volergli piegare tutte le ossa del torace riuscì a portare la mano del piccolo in quella di Derek, non ce la faceva più, ma si impose di resistere. 

"Preso!", gli confermò il licantropo. 

Stiles aiuto i movimenti per farlo uscire, poi si lasciò crollare contro la parete alle sue spalle concedendo al suo torace qualche centimetro per respirare. 

"Coprilo con la mia giacca e tienilo al caldo." 

"Sì, tranquillo." 

Sentì le voci di Scott e Allison che si avvicinavano alla crepa. 

Derek gli ordinò di portare via il bambino, Stiles capì qualche parola, ma era certo che andasse tutto bene. 

Dopo qualche secondo ebbe la certezza di essere di nuovo solo con Derek. 

"Stiles, ora dammi la mano." 

Afferrò la sua mano, ma dalla sua bocca uscì un urlo strozzato, quando capì che il braccio era dolorante a causa dello sforzo di prima. 

"Derek, mi fa male." 

"Non fare il bambino adesso. Dammi l'altra." 

Quando gli diede l'altra mano, Derek riuscì finalmente ad estrarlo. 

Cadderò distesi uno accanto all'altro a causa dello stress della situazione, Stiles era pure dolorante. 

"Stai bene?" 

"Sì.", mentì. 

"Lo sai che capisco dal battito del cuore quando mi menti?" 

"Da quand'è che ascolti il battito del mio cuore?", chiese divertito. 

"Da quando so con certezza che ti infili in ogni sorta di guai. Te l'ho detto, fai parte del branco e devo prendermi cura di te.", si sollevò guardando Stiles. 

"Mi fa male il torace e la spalla destra.", ammise alla fine. 

Derek gli posò le mani sulla spalla e sullo sterno, mentre Stiles non poté fare altro che irrigidirsi a quel tocco, solo dopo qualche secondo iniziò a sentire il dolore scomparire. 

"Se respiri riesco a curarti meglio." 

Stiles si costrinse a respirare, aveva smesso quando aveva sentito le mani dell'alpha addosso. 

Quando anche Peter e Lydia arrivarono, Derek levò le mani, non tanto perché avesse finito, ma perché suo zio stava facendo battute: "Se disturbiamo ditelo che ce ne andiamo, piccioncini." 

Lydia non fu da meno: "Che carini. Farsi le coccole nel bosco, dev'essere la tecnica di seduzione di voi licantropi.", disse lanciando un'occhiata a Derek e a Peter e solo alla fine a Stiles. 

Dopo un po' li raggiunsero anche Boyd e Erica. 

Si mosserò per accompagnare Stiles e Lydia che sicuramente erano attesi. 

Allison e Scott avevano portato il bambino dalla polizia vicino al parco, lì erano certi di trovare soccorsi immediati e forse anche i famigliari. Stiles doveva spiegare a suo padre perché lui non era con Scott, non avrebbe preso bene il fatto che si fosse allontanato dall'unico alpha fidato. Mentre ci rifletteva, con le braccia strette al torace per via del freddo che sentiva, era primavera, ma lui era bagnato e sporco, qualcuno gli posò una giacca sulle spalle. 

Rimase stupito, quando riconobbe la giacca di pelle e vide Derek allungare il passo per non dover sentire ringraziamenti o lamentele da lui. 

Trovò suo padre che richiamava i suoi uomini al parco. 

I licantropi, dopo aver accompagnato Stiles e Lydia, si erano allontanati nella foresta per non farsi vedere, preferivano evitare le troppe attenzioni. 

"Stiles. Lydia. Dove eravate finiti?", chiese lo sceriffo cercando di non sembrare troppo irritato dalla promessa non mantenuta dal figlio. 

"Siamo rimasti in dietro. Scott e Allison erano più veloci e ci sembrava inutile rallentarli." 

"Sei sporco e bagnato, cosa ti è successo? E di chi è la giacca?" 

Stiles voleva evitare di raccontare a suo padre dove si fosse andato ad infilare e soprattutto voleva evitare di dire di chi era la giacca di pelle nera, ma non poté farlo. Abbassò la testa e da bravo omega raccontò tutto, era naturale essere sincero con l'alpha della famiglia. 

Lo sceriffo sembrò infastidito, ma si limitò ad un sospiro sconsolato, sapeva che pur essendo un omega, Stiles si sarebbe sempre messo in guai seri. 

Li fece riaccompagnare a casa. 

 

Il giorno dopo iniziò tutto il caos che precede l'estate e l'arrivo del calore vero e proprio. 

"Stiles, stasera abbiamo un ospite." 

"Ok. Quindi fai le tue bistecche speciali?", era più interessato al cibo che non all'ospite. 

"Sì Stiles, farò le bistecche.", affermò esasperato: "Però l'ospite verrà per conoscere te." 

Stiles lo guardò confuso, stavano sistemando la spesa che sembrava servire per sfamare un esercizio e già questo lo confondeva abbastanza. 

"Non capisco." 

"Oggi a lavoro i miei colleghi parlavano di te e del fatto che ieri sera ti sei comportato in modo straordinario per essere un omega. Qualcuno si è lasciato sfuggire che sei anche molto carino e alla fine un giovane alpha che ti ha visto, mi ha domandato se poteva conoscerti secondo gli usi e costumi di qui. Sai che la tradizione vuole che gli alpha vengano invitati a cena dalla famiglia quando sono interessati all'omega." 

"Sì.", iniziava a capire dove stesse andando a parare quel discorso. 

"Quindi, stasera verrà a cena e tu dovrai comportarti in modo educato e ospitale." 

"No. Come puoi invitare qualcuno che non conosco per farmici mettere insieme? Questo è un fottuto appuntamento al buio e per di più organizzato da te che sei mio padre, quindi chi sa che razza di tizio mi hai trovato?", iniziò a lamentarsi agitando le braccia e spostandosi da una parte all'altra della cucina. 

"Stiles calmati. È solo per rompere il ghiaccio, non conto sul fatto che tu lo scelga, ne verranno altri..." 

"Altri? Quanti altri?", chiese preoccupato. 

"Sembra che tu sia molto apprezzato. Temo molti, finchè non trovi quello giusto." 

"Ma perché devo essere apprezzato ora che sono un omega e non prima quando ero solo Stiles?", si chiese esasperato passandosi la mano fra i capelli. 

"Tu sei sempre Stiles, non dimenticarlo. Il fatto che sarai parte di una coppia un giorno non cambia nulla, sei e resterai quel casinista, pasticcione, coraggioso e pieno di talento che sei.", lo rassicurò afferrandolo per le spalle. 

Dopo un po' si calmò. 

"Allora, pronto per incontrare questo alpha?"

"Credo di sì." 

"Ad un certo punto della cena ti lascerò solo con lui qualche minuto, così potrete parlare liberamente. Tieni presente che lui è più nervoso di te perché si sta mettendo in gioco, quindi non agitarti e parlarci." 

"Proverò, ma non prometto nulla." 

"Bravo figliolo. Sono fiero di te." 

 

Il venticinquenne che si presentò a casa per cena era d'aspetto piacevole e aveva capito già come conquistarlo, bastava una torta al cioccolato. 

Stiles gli diede una possibilità e riuscì anche a scambiarci qualche parola aiutato dall'alpha che si dimostrò molto affabile. 

Quando arrivò il momento di restare soli, lo sceriffo usò come scusa il fatto che dovesse prendere la torta in frigo e i piatti e Stiles iniziò a sudare freddo. 

"Allora, hai intenzione di fare carriera in polizia?", domandò Stiles tentando di continuare la chiacchierata. 

"Sì.", lo stava guardando mordendosi il labbro inferiore: "Sei molto carino." 

Stiles arrossì: "Grazie." 

"I miei colleghi mi hanno parlato tanto di te." 

"Cosa ti hanno detto?" 

"Che sei un peperino.", si alzò per girare intorno al tavolo e avvicinarsi a lui. 

"Cosa?", era nervoso, l'uomo si stava rivelando diverso da come si era mostrato in presenza del suo superiore. 

"Uno come te dev'essere una tigre durante il calore. Mi piacerebbe scoprirlo e magari scoprire qualcos'altro di te prima.", gli era di fronte e lo stava toccando sul collo, sotto al colletto della camicia che suo padre l'aveva costretto ad indossare. 

Il collo era un punto intimo per gli omega e tra qualche giorno l'avrebbe dovuto coprire, finchè non si sarebbe legato ad un alpha. 

"Credo che non accadrà mai.", scostò la mano dell'uomo e cercò di alzarsi, ma l'altro gli aveva bloccato le vie di fuga. 

Stiles sentiva l'odore forte da alpha, per sua fortuna ancora non aveva effetto su di lui, ma al contrario l'uomo doveva essere eccitato al suo profumo. 

"Non fare il prezioso, sai bene che lo sceriffo vuole un poliziotto per te. Tanto vale che sia io." 

"Quanto ti sbagli. Mio padre vuole il meglio per me e tu non lo sei. Ora spostati o ti prendo a pugni.", aveva l'aria minacciosa. 

L'uomo gli bloccò una spalla per farlo restare seduto, per quanto provasse a sembrare forte, Stiles poteva solo avvalersi di minacce a cui nessuno credeva ora che era chiaramente un omega debole. 

"Mi ecciti quando fai il duro. Dobbiamo rivederci domani sera per domare questo bel caratterino.", era una proposta per niente velata di fare altro. 

Se Stiles fosse stato più vicino al calore avrebbe accettato quella situazione senza fare nulla, ora invece era certo che avrebbe chiamato suo padre per far sbattere fuori dalla porta quell'uomo. 

Gli concesse un'ultima opportunità: "Lasciami o mi metto a urlare!" 

"Mi piacerebbe vedere come fai con le mie labbra sulle tue." 

L'uomo si piegò verso di lui e solo l'arrivo dello sceriffo lo interruppe dal baciare il giovane. 

John Stilinski lo guardò con aria seria e avvertì nell'aria la tensione palpabile che si era creata, si limitò a chiamarlo solo per il suo grado, volendogli ricordare il suo ruolo di rappresentante della legge: "Agente, la prego di lasciare questa casa." 

Nel dirgli questa cosa, gli piazzò il vassoio con la torta tra le mani e lo spinse leggermente verso la porta. 

L'uomo andò via senza ben capire dove avesse sbagliato con l'omega. 

Lo sceriffo ispirò e respirò profondamente per evitare di inseguire l'alpha e pestarlo, gli era bastata un'occhiata per capire che qualcosa non andava. Stiles era ancora seduto a tavola silenzioso e trasudava irritazione e sofferenza da tutti i pori, non serviva essere un licantropo per sentirlo, l'odore di un omega si sporcava di tutte le emozioni che provava. 

"Stiles mi dispiace, non ricapiterà mai più. Sarò più selettivo, credevo che iniziare da qualcuno che non conoscevamo fosse l'idea migliore, se avessi immaginato che era un viscido, non l'avrei mai fatto avvicinare a te. Scusa." 

"Papà, devi solo scusarti di una cosa, di avergli restituito la torta. Non potevamo mangiarla noi?", cercò di scherzare, mostrando un sorriso che aveva tanto d'amarezza, e poco di rassicurante. 

"Se vuoi c'è un intero barattolo di gelato al cioccolato?" 

Alla fine Stiles riuscì a rassicurare suo padre del fatto che stesse bene e l'accaduto non l'avesse traumatizzato. 

 

Salito in camera sua si buttò sul letto, ripensando al senso d'impotenza provato in presenza dell'alpha. Sapeva che sarebbe tutto peggiorato di lì a poco. 

Sulla sua scrivania c'era l'agenda che serviva a preparare al calore, datagli dal suo medico di famiglia. Erano appuntati tutti gli eventi della cittadina di Beacon Hills che riguardava gli omega e in più le varie fasi che avrebbe affrontato. 

Visto che il primo calore arrivava per tutti in primavera più o meno all'età di Stiles, ogni città aveva reso quel passaggio all'età adulta un evento da affrontare nel modo più civile possibile. Il calore degli omega era una delle cose più pericolose sulla faccia della terra, se non ingabbiato il prima possibile con il legame ad un alpha che si assume il compito di diminuire gli effetti pericolosi per la società civile, causati dagli ormoni degli omega. Una volta che l'omega viene morso sul collo nel momento in cui le sue ghiandole secernano il picco di odori, questi viene sottomesso al volere dell'alpha e il suo odore diminuisce acquisendo quello dell'alpha, potendo tornare ad essere inserito nella società. 

Si preferiva affrontare il legame con i primi calori che avvenivano ogni sei mesi per poi aumentare a ogni quattro mesi e divenire incontrollati e pericolosi per l'incolumità dell'omega stesso. Stiles aveva appena scoperto quanto la sua incolumità fosse in pericolo quella sera. 

Afferrò l'agenda e appuntò sotto quella data l'accaduto in poche parole, tutti lo facevano per conservare un ricordo dei primi incontri e proposte, lui lo fece come promemoria. 

 

Papà ci sarà sempre per proteggermi, anche dalla polizia. 

 

Quella frase gli serviva a ricordare solo la parte positiva della serata e cioè suo padre che prendeva le sue difese. 

Mentre controllava la prossima fase che consisteva nella festa organizzata dalla città per celebrare l'entrata in società dei nuovi omega, un fruscio e un'ombra provenienti dalla finestra aperta lo fecero sobbalzare. Solo l'apparire di due occhi rossi lo tranquillizzò. 

"Sai che mio padre è armato?" 

"Non credo che l'avrebbe vinta con un licantropo come me, forse con Scott." 

"Derek, cosa fai qui e perché non entri dalle porte come tutte le persone normali?" 

"Sono venuto a riprendermi la giacca.", la vide su una sedia e si avvicinò ad essa, sentendo odore di frustrazione nell'aria. 

"Cosa ti è successo?" 

"Niente." 

"Stiles!" 

Il ragazzo si sollevò dal letto: "Una brutta serata."

"C'entra l'alpha che è venuto a cena? Non ti piaceva?" 

"Come fai a sapere... No, guarda non lo voglio sapere." 

"Allora?" 

Derek sembrava molto interessato. Stiles, da quando lo conosceva, non l'aveva mai visto incuriosirsi così alla sua vita. 

"Era carino, finchè non mi ha fatto proposte poco decorose per un agente di polizia." 

"Detesto quando gli alpha si comportano da decelebrati a causa di una sniffata d'ormoni omega, fanno fare brutta figura a tutta la categoria." 

"Mi sentivo un pezzo di carne al macello, non riuscivo a fare nulla per sfuggire alle sue mani. È stato uno schifo!" 

"Non siamo tutti così, te l'assicuro. Presto troverai qualcuno in gamba.", Derek lasciò la stanza senza dire altro, uscendo dalla finestra con un movimento veloce e sinuoso. Stiles posò gli occhi sulla sedia e sulla giacca che Derek aveva dimenticato di prendere, era troppo stanco per capire come avesse fatto ad essere così distratto. 

 

La sera dopo suo padre raccontò a Stiles che il loro ospite era caduto dalle scale e si era rotto una mano per colpa della torta che gli era caduta e l'aveva fatto scivolare. 

Lo sceriffo lo chiamò il karma, lui preferì chiamarlo con il suo nome, Derek. Era certo che si fosse occupato dell'uomo solo perché aveva infastidito uno del branco. 

Mentre indossava la giacca del vestito che suo padre l'aveva costretto a provare, sorrise all'idea di avere due alpha così protettivi, per non parlare del branco che non era da meno. 

"Questo ti sta meglio.", affermò suo padre alle sue spalle, mentre si guardavano nello specchio del negozio d'abbigliamento. 

"Mi sento un agnello che si profuma di rosmarino per andare a cena a casa dei lupi." 

"Proprio tu mi parli di lupi?" 

"Devo farlo per forza?" 

"È solo una serata in abiti eleganti. Ti fai vedere e lasci che siano gli alpha ad avvicinarsi, in fondo buona parte li conosci già e ci saranno anche tutti gli altri omega non legati. Non c'è motivo di essere a disagio." 

"Mi sento ugualmente sotto esame." 

Stiles si stava preparando a fare il suo ingresso in società. Partecipando a quella festa, manifestava la sua disponibilità a conoscere degli alpha per il legame. 

Da quel momento avrebbe smesso di usare prodotti come profumi e deodoranti per lasciare il buon odore che il suo corpo produceva al naturale. 

Un'altra usanza prevedeva che il suo collo fosse coperto finchè non si fosse legato. Avrebbe potuto vederlo solo l'alpha da lui scelto. 

Lo sceriffo gli aveva comprato delle sciarpe di lino e cotone, ma Stiles aveva preferito tirar fuori dall'armadio delle felpe a collo alto con cerniera, sarebberò state più comode in caso di uno scontro con un mostro, l'idea di finire strangolato solo per seguire una tradizione, non gli piaceva. 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE 

 

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, se è così fatemelo sapere. (Si accettano critiche.) 

Non so quanto impiegherò a finire la storia, forse ne pubblicherò altre contemporaneamente, quindi non odiatemi. 

Un abbraccio, Francesca. 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


CAPITOLO II

 

La sera della festa, Stiles si sentiva soffocare dal colletto della camicia e dalla cravatta. Qualcuno più furbo aveva usato dei foulard di seta per coprire quella parte del corpo. 

Nell'enorme sala ricevimenti di un albergo c'era mezza Beacon Hills, sindaco compreso. 

Stiles era stato accompagnato da suo padre, come molti omega, infatti c'erano anche Lydia, Allison, Danny e Erica con i loro genitori, mentre gli alpha erano per lo più soli. 

"Stiles.", Scott si avvicinò sorridente. 

"Scott, che bello vederti qui." 

Scambiarono qualche parola sulla serata sotto lo sguardo dello sceriffo che dopo qualche minuto intervenne. 

"Scott, ho bisogno che tu faccia una cosa per me stasera." 

Scott non capiva cosa potesse chiedergli il padre di Stiles, ma si fidava ciecamente di lui quindi acconsentì con un movimento del capo. 

"Non stare troppo vicino a Stiles." 

"Papà?", lo interrogò. 

L'uomo continuò a parlare a Scott: "Sai che tengo a te, sarai sempre il benvenuto a casa e se hai bisogno di consigli da un alpha io ci sono, ma stasera dà a Stiles la possibilità di conoscere altri alpha. Se sei troppo vicino a lui potrebbero credere che vi siete già scelti, lo dico anche per te." 

"Va bene sceriffo." 

Scott era sempre il più riflessivo dei due e aveva capito le ragioni dell'uomo, quindi si concedò. 

Stiles sospirò affranto, non capiva come sarebbe sopravvissuto a quella lenta tortura che l'aspettava senza il supporto morale del suo migliore amico. 

"Perché non raggiungi i tuoi amici omega, puoi passare un po' di tempo con loro adesso, è ancora presto perché qualche alpha si avvicini. Più tardi però cerca di non farti trovare in compagnia di troppe persone o gli alpha si sentiranno intimiditi." 

Stiles si risollevò, c'era Danny che poteva essergli di sostegno psicologico e le ragazze non erano da meno. Passò la prima mezz'ora con loro, notando come anche le ragazze avessero indossato abiti con collo alla coreana o ampi collieries di perline e brillanti, per coprire il collo. Erica aveva indossato un collare con borchie su un abito elegante di pelle, a ricordare la sua natura di lupa e per tutto il tempo Boyd non le aveva levato gli occhi di dosso, proprio come aveva fatto Derek, che era presente alla festa per tener d'occhio il suo branco. 

Derek stranamente aveva indossato un abito nero elegante con camicia bianca e niente cravatta, che attirava le attenzioni degli omega presenti, però nessuno osava avvicinarsi a lui, aveva un'aria seria e stava in penombra in un angolo della sala. A Stiles scappò un sorriso e un commento: "Lupone acido." 

"Cosa?", chiese Danny. 

"Niente.", rispose, mentre notava un sorriso apparire sulle labbra di Derek, era certo che l'avesse sentito. 

Quando Stiles decise di provare a restare solo seduto ad un tavolo, si accorse che in molti erano interessati a lui. Inizialmente fu imbarazzante, poi con alcuni riuscì a trovare degli argomenti di cui parlare, così da non dare una pessima prima impressione e ottenendo anche la promessa di un secondo incontro a cena. 

Nonostante la prima cena fosse stata terribile, l'idea di affrontarne altre con persone appena conosciute non lo inquietava. 

Quando rimase solo per la decima o quattordicesima volta, aveva perso il conto, un altro alpha si avvicinò silenzioso. 

"Stai facendo conquiste." 

Derek si sedette accanto a lui. 

"Mi pare che anche tu stia attirando l'attenzione di molti omega?", chiese divertito. 

"Non sono qui per trovare qualcuno. Devo solo tener d'occhi il branco. Scott, Boyd e Isaac non sono abituati a stare in mezzo a tutti questi omega senza perdere il controllo, spero solo che migliorino nei prossimi due mesi." 

"Nove settimane e tre giorni.", lo corresse automatico Stiles. 

L'altro lo guardò senza capire. 

"Manca esattamente tanto all'inizio dei primi calori. Saranno nel periodo della luna nuova." 

"Stai contando anche le ore scommetto.", domandò incredulo. 

"Sarà il momento più importante della mia vita. Non posso fare altrimenti.", disse triste. 

L'altro se ne accorse: "Se detesti così tanto quel momento, perché hai deciso di legarti?" 

Stiles non voleva dirlo, sapeva che era una ragione sbagliata, come lo erano tutte quelle che aveva usato per convincere suo padre che il legame fosse la cosa giusta, però Derek era davanti a lui e l'ascoltava.

"Mio padre dovrebbe trovare una persona e finchè ci sarò io a farlo preoccupare non lo farà. Quando mi legherò sarò più tranquillo e mi caccerò meno nei guai, così lui potrà cercare un omega senza che io gli incasini la vita." 

"Tu più controllato? Mi piacerebbe vedere quel giorno." 

L'altro fece una smorfia divertito. 

"Hai già scelto qualcuno? Sembra, dal tuo odore, che nessuno ti eccitì particolarmente." 

"Ti sei messo ad annusare i miei ormoni?", chiese imbarazzato. 

"Ti ho già spiegato che devo approvare il tuo alpha. Quindi rassegnati, mi dovrai tenere tra i piedi a lungo." 

"Sarà divertente, hai anche intenzione di minacciare i pretendenti che non ti piacciono o che non piacciono a me? Come hai fatto con l'agente l'altra sera. Dovevi per forza rompergli le ossa?" 

"Io non ho rotto la mano a nessuno.", si discolpò. 

"Come fai a sapere che si è rotto la mano?", l'aveva scoperto. 

Derek si alzò e mentre girava intorno a Stiles per andare via, gli sussurrò appena chinò su di lui: "Nessuno maltratta i miei omega." 

Stiles ebbe un brivido d'eccitazione lungo la schiena, essere protetto così tanto da Derek era qualcosa di stranamente piacevole. 

La serata continuò con l'apertura delle danze e Stiles voleva morire. 

Si era ben nascosto per qualche minuto in bagno, mentre gli alpha chiedevano agli omega di ballare dei lenti. Lui sapeva ballare molto bene, ma non voleva perché semplicemente gli sembrava una scusa per essere palpato. 

Dovette uscire all'inizio del secondo brano per far contento suo padre che aveva già scoperto il suo rifugio ed era andato a stanarlo. 

Tornato in sala si trovò gli occhi di diversi alpha addosso, che con aria famelica si avviarono verso di lui. 

Una mano afferrò la sua e lo trascinò verso il centro della sala: "Balla con me." 

Per un attimo sospettò che si trattasse del suo lupo custode, ma poi si ritrovò tra le braccia del coach. 

Non ebbe il tempo di dire nulla, troppo sconvolto per riuscire ad articolare un solo pensiero. 

"Sta tranquillo Stiles, voglio solo evitarti i piedi gonfi a fine serata. Metà di loro si muove con la stessa leggiadria di un ippopotamo col tutù." 

Prima che potesse dire o fare qualcosa i suoi piedi si stavano già muovendo a ritmo di valzer e non era poi così terribile che a guidarlo ci fosse il suo coach e insegnante di matematica. 

"Tutto bene?" 

"Sì.", disse poco convinto. 

"Balli bene.", si complimentò. 

"Grazie, coach Finstock." 

"Per stasera puoi chiamarmi Bobby." 

Annuì, ma non osò pronunciare quel nome. 

"Come mai qui?", domandò dopo un po'. 

"Credo per il tuo stesso motivo. Per fare conoscenza." 

Stiles degluitì. 

Il coach l'osservò: "Devo ammettere che non credevo saresti venuto a questa festa, mi aspettavo che rimandassi la scelta di un alpha." 

"Perché?" 

"Perché non sei il classico omega." 

Stiles piegò la testa, si sentiva in qualche modo offeso da quell'affermazione. 

Il coach riprese a parlare: "Voglio dire che tu sei forte anche senza nessuno accanto. E sei anche un tantino ribelle. E... Mi piace." 

Stiles puntò i suoi occhi color miele in quelli del suo insopportabile coach e gli sembrò di vederlo per la prima volta. 

"Un altro ballo?", chiese l'uomo sentendo che Stiles non si era staccato da lui a fine musica. 

"Sì.", acconsentì timido. 

Stiles notò Scott e Isaac ridere di gusto guardandolo, era certo che gli avrebberò rinfacciato quella situazione per il resto della vita. 

"Stiles, ti va bene se vengo a cena da te appena la scuola sarà finita? Non voglio crearti imbarazzi visto che sono anche il tuo professore di matematica, ma appena l'anno scolastico sarà chiuso non ci saranno problemi." 

Tremò a quell'idea, ed era certo che l'alpha se ne fosse accorto, ma non si stava trovando male, quindi acconsentì: "Va bene... Bobby. " 

Non suonava male quel nome o forse era la persona che lo guidava nella danza a non essere male. 

Si separò da lui dopo due brani e le battute non si fecero attendere, quando Isaac lo invitò a ballare solo per poter scherzare sull'accaduto. 

"Se ottieni un dieci in matematica capirò il perché. Scommetto che domani ti farà capitano della squadra di lacrosse." 

Stiles voleva picchiarlo, ma lo sentì smettere di fare battute quando Isaac posò lo sguardo su Derek che lo fissava furioso. 

Non furono gli unici conoscenti ad invitarlo a ballare, anche Jackson ebbe il coraggio di chiedergli un ballo. 

"Non farti strane idee Stiles. Mio padre mi ha minacciato per farmi ballare e tu sei uno dei pochi che non si struscerebbe su di me solo perché sono ricco." 

"Dovresti essere uno sceicco per convincermi ad accoppiarmi con te." 

"Meglio così. Non voglio un omega tra i piedi, tanto meno te." 

"Spiegami perché sei venuto a questa festa, allora?" 

Jackson si voltò con la sua classica aria seria e di superiorità verso suo padre a diversi metri: "Vuole che metta la testa a posto e diventi responsabile, quindi mi ha costretto a fare tutta questa buffonata." 

"E scommetto che a te non frega nulla d'avere un omega?" 

"Siete un peso morto, sempre appiccicati ai vostri alpha come barboncini. Basta che vi buttino un biscottino...", fece un ghigno malizioso a quel non tanto velato doppio senso: "E vi accucciate sul pavimento." 

"Non siamo tutti così!", disse irritato. 

"Forse adesso, riparliamone dopo il calore." 

Stiles rimase solo al centro della pista a fine ballo, infastidito dalle parole di Jackson che era andato controvoglia a chiedere di ballare anche a Danny. 

La serata continuò tranquilla e Stiles ballo con molti altri, pestando anche qualche dito dei piedi quando la mano di un paio di compagni di ballo scivolava dalla vita al suo sedere. Era un'ottima tecnica di difesa. 

Ballò anche con Scott, ma più che ballare non fecero altro che ridere e giocare, erano quasi intenzionati a ricreare la coreografia di "Dirty dancing", quando la musica terminò. 

Non riuscì a sedersi neanche per un attimo e quando furono annunciati gli ultimi balli, sperò che non fosse rimasto più nessuno che volesse ballare con lui. 

Si sbagliava. 

Quanto si sbagliava. 

"Posso avere l'onore di questo ballo." 

"Stai scherzando Peter?" 

"È tradizione, ed è buona educazione accettare." 

Sospirò esausto: "Leviamoci il pensiero." 

L'uomo sorrise, aveva qualcosa in mente. Stiles non ci mise molto a scoprire cosa volesse fare, non appena gli diede la mano e posò l'altra sulla sua spalla, si sentì attirare e stringere senza un solo millimetro di spazio tra i loro corpi. Era sicuro che stessero dando spettacolo, di certo la mano che si era posata sotto la sua giacca e lo stringeva era un chiaro segno di desiderio. 

"Sembri molto richiesto. Posso darti qualche consiglio su chi scegliere?", domandò, con le labbra che sfioravano l'orecchio del ragazzo.

"Non è una cosa saggia accettare consigli da te." 

"Peccato, in questo momento potrei darti il nome dell'alpha che più di tutti vorrebbe prendermi a pugni per come ti sto toccando. Non lo vuoi sapere?" 

"Lo so già chi è l'alpha che vorrebbe pestarti in questo momento. È dietro di te." 

L'uomo si voltò: "Oh sceriffo, come sta?", chiese allegro come se stesse facendo una cosa normale stringendo il figlio contro di sé. 

"Io sto bene, non posso assicurare lo stesso di te se non levi quelle luride zampe da Stiles.", soffiò come una belva verso Peter. 

Si rivolse all'omega, lasciando la presa: "Comunque, non era lui.", andò via allegro. 

Stiles finalmente libero, si ritrovò a danzare con suo padre, e la cosa non gli dispiacquè affatto. 

Quando oramai aveva dato per scontato che l'ultimo ballo fosse con suo padre, almeno poteva rilassarsi, qualcuno di inaspettato s'avvicinò. 

"Sceriffo posso rubaglielo per questo ballo?" 

Derek si manifestò all'improvviso di fianco a loro. 

"Non stancarlo troppo, è tutta la sera che balla.", sostenne lo sceriffo prima di allontanarsi e lasciare Stiles con il licantropo. 

"Starò attento.", si rivolse a Stiles: "Allora." 

"Allora.", diede una mano e posò l'altra sulla spalla dell'uomo, lasciando i fianchi scoperti per permettergli di passare un braccio e posare la mano sulla schiena. 

"Sembra che tu abbia molti ammiratori?", iniziarono a ballare muovendosi lentamente un po' incerti. 

"Sì, a quanto pare. Uno me lo sarei risparmiato volentieri." 

"Mio zio voleva solo provocarti e far saltare i nervi a me." 

"Credo che sia riuscito a fare una delle due cose.", si lasciò guidare dolcemente da Derek che più che ballare sembrava volerlo cullare. 

Il modo di ballare del licantropo era molto serio e studiato come se fosse stato istruito per tutta la vita per quel semplice ballo. Al contrario di tutti gli altri la sua mano non posava all'altezza della vita, ma sotto la scapola di Stiles, mentre l'altra era rigida ed era il ragazzo a stringerla. 

Sembrava uscito dalla scena di un film ambientato nell'Ottocento e Stiles non riuscì a far a meno di assecondare il tutto compresa la schiena dritta e il mento alto, ritrovandosi a guardare quegli occhi verdi in rispettoso silenzio. 

Quando il ballo terminò erano ancora in quella posizione, fu lo scroscio dell'applauso a risvegliare Stiles dall'incanto della situazione. 

"Dove hai imparato a ballare così bene?" 

Derek sembrò inquietarsi e spostò lo sguardo altrove, sciogliendo il legame che si era creato tra i loro occhi. 

"È stata mia madre.", andò via lasciandolo solo al centro della sala. 

Stiles si rese conto d'aver posto la domanda sbagliata, sapeva che Derek soffrisse per la morte di buona parte della sua famiglia nell'incendio di casa Hale, e sapeva che ogni volta che se ne parlava lui s'incupiva diventando il lupo scorbutico con cui litigava spesso. 

 

A fine serata Stiles, Danny, Lydia, Allison e Erica, deciserò di continuare la festa con pizza o hamburger, visto che le tartine non erano piaciute a nessuno. 

Ottenuto il permesso di stare fuori un altro po', ma solo in compagnia di omega, si riunirono poco dopo ai maschi alpha del branco in un Macdonald aperto fino a tardi. Avevano deciso di nascosto e sembrava già che le coppie si fossero create, gli unici a stonare erano Derek e Stiles. 

Dovetterò assistere a scene come quella di Scott e Allison che facevano i romantici o quella di Peter che si scambiava frecciatine con Lydia, mentre Isaac e Danny cercavano di non saltarsi addosso in pubblico. 

Dovettero reprimere la voglia di vomitare l'hamburger appena mangiato, vedendo Boyd e Erica fare gli sdolcinati. 

"Esco due minuti.", disse Stiles più a sè stesso che non agli altri, troppo presi per ascoltarlo. 

Aveva bisogno d'allontanarsi da tutto ciò. 

"Ti accompagno.", disse Derek, non volendo restare un minuto di più a osservare quella scena. 

"No. Voglio stare per conto mio.", disse duro in volto. 

Derek non poté far altro che restare seduto al tavolo. 

Uscito dalla porta posteriore in un vicolo, respirò a pieni polmoni. Si sentiva soffocare e non era a causa della cravatta, aveva ricevuto attenzioni tutta la sera e ora non capiva perché fosse l'unico da solo in compagnia di tutte quelle coppie, temeva di aver sbagliato qualcosa e anche se in molti gli avevano promesso un altro incontro, la sensazione che nessuno di loro andasse bene per lui gli levava il respiro. 

Si piegò in avanti con la sensazione di un attacco di panico che non fece altro che velocizzare l'arrivo dell'attacco di panico. 

"Ehi dolcezza, tutto bene?", una voce attirò la sua attenzione. 

C'era un gruppo di uomini e donne, forse motociclisti appoggiati a un muro in penombra a bere e fumare. 

Un altro si avvicinò: "Vuoi qualcosa da bere, così riprendi colore, sembri palliduccio?", gli mise una bottiglia di birra davanti agli occhi muovendola come un pentolo o un'esca. 

"No, grazie. Ora devo ritornare dai miei amici.", cercò di arretrare, ma una donna gli impedì di rientrare mettendosi davanti alla porta. 

Sospettava che fossero tutti alpha non legati e lui era un omega vicino al primo calore con indosso l'odore di nessuno o troppi alpha, non n'era sicuro, ma era certo che fosse la preda ideale per quella gente. 

"Ci sono molti miei amici alpha che mi aspettano, devo tornare dentro o mi verranno a cercare.", provò a mentire rendendosi conto d'essere circondato. 

"I tuoi amici devono essere degli idioti, non si lascia libero di andare in giro un omega così carino. Ti mostriamo come ci si comporta con uno come te." 

"Jay questo è perfetto per te, hai sempre detto di volere qualcuno per prendersi cura della casa.", scherzavano tra di loro. 

"Non credo che vada bene come casalingo. Li sai rifare i letti piccolo?" 

"Credo che sia più bravo a disfarli." 

Scoppiarono tutti a ridere, tranne Stiles che in quel momento avrebbe di gran lunga preferito aver a che fare con dei mostri e non con degli alpha eccitati. 

Il tizio di nome Jay si avvicinò: "Ora vediamo in cosa sei bravo!" 

Stiles stava per urlare, quando una voce famigliare arrivò dalla porta aperta. 

"Sono proprio curioso di vedere cosa sai fare tu, animale!" 

Derek avanzò verso i motociclisti. 

"Cosa credi di fare da solo?" Stiles si lasciò sfuggire un sorriso. 

"Meglio se non mi metti alla prova.", minacciò l'uomo di nome Jay, sembrava averlo puntato.

Prima che uno dei due iniziasse ad usare le mani, alcuni del branco arrivarono dall'entrata del vicolo. Erano usciti a cercare l'umano per andare via e Scott aveva fiutato la paura di Stiles nell'aria. 

C'erano Scott, Boyd e Peter e non sembravano tanto desiderosi di mantenere la calma come stava facendo Derek. 

Peter aveva sfoderato gli artigli non visto dagli umani alpha. 

"Vieni Stiles.", Derek prese il ragazzo per mano e lo portò verso il branco. 

Vennerò attaccati alle spalle da due di loro. Stiles fu scaraventato verso il muro, mentre Derek dopo essere stato colpito da una spranga di ferro si innervosì tanto da tirar fuori artigli e zanne per avventarsi contro gli umani alpha con suo zio e i due ragazzi a dargli man forte. 

Quando i motociclisti capirono di non aver a che fare con umani, ma terrificanti creature, andarono via terrorizzati e con qualche osso rotto. 

"Stiles stai bene?" 

Scott tentò di farlo alzare da terra, ma lui lo respinse. 

"Non toccarmi!" 

"Stiles sono io, sono Scott. Hai sbattuto la testa?" 

"No, ma non voglio che mi tocchi." 

Rimaserò qualche secondo a guardare il ragazzo che si teneva strette le ginocchia al petto, solo l'arrivo degli altri lo sbloccò. Danny e Allison gli si avvicinarono senza ben capire cosa fosse successo e riuscirono a farlo alzare. 

Dopo qualche secondo scoppiò a piangere contro il petto di Danny e solo allora Derek intuì che fosse terrorizzato da ogni singolo alpha sulla faccia della terra. 

Solo quando venne riportato a casa, riuscì ad avvicinarsi ad un alpha e cioè suo padre. 

Scott e Isaac si dovettero sorbire la sfuriata dello sceriffo che era rimasto deluso dal fatto che ci fosserò anche alpha in compagnia degli omega, quando invece Stiles gli aveva garantito di restare solo con gli omega. 

Danny rimase a dormire da Stiles, per cercare di calmarlo tutta la notte stringendolo a sè. 

 

Lo sceriffo non accettò incontri a cena per diversi giorni, aspettando che il figlio superasse lo shock causato dai motociclisti alpha, intanto Stiles aveva gli allenamenti di lacrosse e la cosa lo spaventava. 

Stare a contatto con tutti quegli alpha, soprattutto negli spogliatoi, lo faceva stare male. Riuscì, in parte, a superare la situazione grazie a Danny che gli stava sempre vicino e a Scott e Isaac che mandavano occhiate ammonitrici in direzione di qualsiasi alpha guardasse con insistenza i due ragazzi. 

Tra la tensione e il fatto che non stesse riposando abbastanza come gli era stato raccomandato dal dottore, Stiles crollò a metà dell'allenamento. 

Il coach si fiondò a controllare le sue condizioni: "Stiles. Stiles. Mi senti.", chiese preoccupato. 

Gli levò lentamente il casco da lacrosse e diede dei colpetti sulla guancia, solo allora il ragazzo rinvenne. 

"Coach... Cosa...", era confuso. 

"Meglio se ti porto da un medico." 

Lo prese in braccio e lo portò direttamente in ospedale con l'aiuto di Danny. 

Scott fu costretto a finire gli allenamenti, ma era certo che sua madre si sarebbe presa cura di lui. 

 

"Ben ripreso Stiles. Come ti senti?" 

Melissa, la madre di Scott, gli stava accarezzando la testa, l'aveva visto crollare durante la visita da parte di un medico alpha. 

Stiles aveva chiesto di non essere visitato da un alpha, ma l'uomo aveva insistito, visto che non c'erano molti medici omega in quell'ospedale, ottenendo come risultato che svenisse una seconda volta. 

"Cos'è successo?" 

"Niente di grave, sei solo svenuto, di nuovo." 

"Davvero?" 

"Davvero. Stiles sei sano dalle analisi, quindi gli svenimenti sono dovuti ad altro. Sembri stressato. Ci sono problemi?" 

"Nessun problema." 

"E il fatto che non vuoi essere toccato dagli alpha, a te non sembra un problema? Prima hai dato di matto perché il dottore ti stava visitando." 

"È normale.", disse chianando il capo. 

"Stiles se hai bisogno di parlare con un omega, io ci sono. Sembra che qualcuno ti abbia fatto del male.", domandò, con molta gentilezza. 

"No, nessuno me ne ha fatto. Però...", si blocco. 

"Però?", chiese delicata. 

"Gli alpha, sono così bestiali. Non fanno altro che puntare gli omega e infastidirli, come se noi grandissimo di essere toccati e provocati volgarmente in continuazione.", si sfogò. 

"Non mi sembrano tutti così, fuori c'è il coach che pareva morto di paura quando ti ha portato qui e l'ultima volta che ho controllato tu e Scott eravate ancora molto uniti." 

"Loro sono a posto, sono tutti gli altri... E un omega non può fare nulla per ribellarsi a queste situazioni, anzì deve anche affrontare tutta questa pagliacciata tradizionale." 

"Invece è tutto il contrario. È questa pagliacciata tradizionale a darci potere. Non nel mio caso, ma se tu seguirai la tradizione, alla fine troverai il tuo alpha ideale. E non dare ascolto a chi ti dice che sarai solo il classico bravo omega che sta a casa, se saprai sceglie la persona giusta che davvero crederà nel legame con te, tu potrai essere tutto quello che vuoi, nessuno ti sottometterà. Sono gli alpha ad essere costretti a sottomettersi per avere una famiglia, non il contrario.", affermò decisa. 

"Sembra più semplice visto così.", constatò. 

Qualcuno bussò. "Avanti.", disse Melissa. 

Il coach e Danny entrarono. 

"Abbiamo sentito le voci e ... Stiles stai bene?", chiese il coach Bobby Finstock. 

"Adesso sì." 

"Mi hai fatto prendere uno bello spavento. Quando ti ho visto a terra ho pensato che fosse colpa mia, non dovevo farti correre tanto, mi dispiace.", si giustificò. 

"Tutto bene, Bobby.", usò il nome per tranquillizzarlo temendo d'infastidirlo, ma sembrò quasi che l'altro sorridesse nell'udire il suo nome dalle labbra del ragazzo. 

Danny sentendo il nome del suo coach pronunciato da Stiles, gli lanciò un'occhiata del tipo "Fai sul serio?", l'altro lo ricambio con lo sguardo "Non giudicare". 

"Ho chiamato tuo padre, sarà qui tra poco." 

"Grazie, ma non era necessario, sto bene." 

"Se vuoi saltare qualche allenamento, per me non è un problema Stiles." 

"Mi stai cacciando dalla squadra?", chiese nervoso. 

Si avvicinò al letto: "No, no, non ti sto cacciando. Voglio solo che tu stia bene." 

Danny e Melissa si guardarono come se fossero di troppo in quella stanza, se Stiles non avesse manifestato la sua intolleranza agli alpha avrebbero provato a lasciarli soli per scambiare due parole. 

Stiles venne dimesso e tornò a casa con suo padre. 

Le parole di Melissa l'avevano aiutato un po' e il fatto che il suo coach fosse stato gentile e premuroso, lo faceva sentire di nuovo più a suo agio con gli alpha. 

 

Stiles non riuscì a starsene in casa a riposare il giorno dopo il suo piccolo malore, andò a scuola e poi decise di passare da Deaton, veterinario e druido locale. 

Di giorno, gli omega ancora non legati e non nel vivo del calore, erano più liberi di girare per strada da soli, nessun alpha di famiglia avrebbe permesso che venisse fatto loro del male, le regole sociali proteggevano i giovani omega, al contrario quelli più grandi non legati e che andavano in calore tre volte l'anno venivano visti in malomodo. Erano considerati pericolosi e capaci di distruggere il legame d'altre coppie, era per questo che si convincevano gli omega a trovare un alpha in giovane età. 

Stiles parcheggiò davanti alla clinica veterinaria, di solito ci andava quando Scott aveva bisogno di un passaggio o quando c'era bisogno di trovare una soluzione a qualche problema sovrannaturale, oppure per curare qualche ferita grave, come quelle che Derek aveva causato a Scott durante uno scontro. 

Deaton era alle prese con i suoi piccoli pazienti animali.

A Stiles trasmetteva sempre sicurezza, era stato lui a spingerlo a credere in se stesso e a immaginare di poter compiere qualsiasi incantesimo. 

Quando vide entrare il ragazzo sorrise, aveva uno sguardo gentile: "Allora sono vere le cose che si dicono su di te." 

"Cosa si dice su di me?", chiese Stiles confuso. 

"Che sei un omega." 

"Perché? Non dirmi che sei uno dei pochi che credeva fossi un alpha?" 

"Non ti ho mai ritenuto un alpha e neanche un omega. Credevo fossi un beta, viste le tue doti." 

"I beta sono molto rari, non ne conosco e poi a quale doti ti riferisci?" 

"Alle tue doti nel maneggiare alcune tecniche magiche e comunque lo conosci un beta, conosci me." 

"Tu sei un beta? Credevo fossi un alpha o un omega che non andava in calore. Quindi tu non senti gli umori degli omega?" 

"Li sento, ma non mi spingono a cercare un compagno o compagna, ecco perché quelli come me maneggiano meglio certe arti magiche. Siamo meno avventati e più concentrati ed è per questo che ti consideravo un beta."

Stiles tirò un sospirò di solievo, si fidava di Deaton come alpha, altrimenti non sarebbe andato da lui, ma si fidava ancora di più come beta. 

"Io concentrato e meno avventato?", domandò incredulo Stiles. 

"Quando studi i miei libri e tenti alcune magie, sei l'esatto opposto di come sei di solito." 

"Non ci avevo mai fatto caso." 

"Come mai da queste parti? Non sei occupato con la ricerca di un alpha?", domandò mentre riponeva un gattino tutto scodinzolante nella sua gabbia. 

"Dovrei, ma per adesso non ne ho proprio le forze." 

"Scott mi ha raccontato dell'accaduto. È tutta la settimana che si preoccupa per te." 

Il veterinario stava mettendo delle medicine nell'acqua di un pappagallino, mentre parlava. 

"Lui si preoccupa sempre troppo." 

"Ci tiene molto a te. Credevo che vi sceglieste, visto che il vostro legame è già molto forte." 

Stiles sorrise: "Siamo amici da sempre, sarebbe strano per noi e poi ha già trovato Allison." 

"Mi parla molto anche di lei. Però sembra che ci siano problemi con la famiglia. Il fatto che il padre di Scott sia andato via spezzando il legame viene visto come un qualcosa che si può ripetere anche da parte sua." 

"Non lo sapevo. Questa settimana sono stato completamente assente come amico. Dovrò chiamarlo stasera, avrà bisogno di sostegno psicologico." 

"Più tardi viene qui, puoi aspettarlo quanto ti pare." 

"Meglio così." 

Stiles seguì l'uomo nella stanza dove c'erano le gabbie più grandi, e l'aiuto a dare il cibo ad alcuni ospiti presenti, si fermò ad osservare due cani che stavano vicini in una delle gabbie. Uno aveva una fasciatura alla zampa, mentre l'altro pareva sano. 

"Questo perché sta qui?", domandò indicando il cane. 

Deaton sorrise: "Per amore." 

"Per amore?", domandò confuso. 

"Non voleva lasciare la sua compagna. Sai Stiles, questa è la dimostrazione di un vero legame. Si sono trovati e si sono fusi in un'unica entità, non vivono l'uno senza l'altra. Se solo gli umani fosserò così, ci sarebberò più coppie davvero legate e non si parlerebbe di stupidagini come il fatto di dover sottomettere il proprio omega. Il mondo sarebbe un posto migliore. Quando vedo come Scott s'illumina ad una telefonata di Allison, non riesco a fare a meno di sorridere anch'io. È straordinario il legame." 

Stiles era colpito da quelle parole. Anche lui aveva notato come certe coppie che si erano appena formate sembravano fatte per fondersi in esseri di pura perfezione, neanche l'idea della frenesia del calore poteva spezzare quell'immagine. 

"Io non troverò mai nessuno con cui essere parte di qualcosa di così straordinario.", si lasciò sfuggire sconsolato. 

"Stiles, lo troverai presto, ne sono certo. E se proprio non ci riesci prima di questo calore, puoi riprovare nei prossimi mesi. Avrai tutto il tempo che serve per cercare la persona giusta." 

"Credo che non ci riuscirò mai, finirò come Derek a ringhiare alla gente." 

"Derek è diventato così perché si è legato alla persona sbagliata." 

"Cosa!?" 

Deaton si rese conto d'aver parlato troppo. 

Tornò nell'altra stanza, mentre Stiles lo seguiva come una volpe la cui curiosità era stata stuzzicata. Già immaginava il cervello del ragazzo elaborare astuzie per fargli raccontare tutta la storia. 

Decise di dire tutto, oramai era troppo tardi per rimangiarsi quelle parole e conoscendo Stiles, c'era il rischio che andasse a fare domande inopportune al diretto interessato. Derek avrebbe potuto ucciderlo per quella storia. 

"Ok, ascolta, se Derek viene a sapere che te ne ho parlato, noi due finiamo male. Molto male.", guardò dritto negli occhi il ragazzo che ora sembrava pendere dalle sue labbra. 

"Non dirò nulla." 

Ispirò profondamente e cominciò a parlare: "Quando Derek aveva la tue età ed era iniziata la stagione degli amori, la sua famiglia decise di fargli conoscere dei licantropi omega di altri branchi. Derek era più che d'accordo, visto che lui era nato licantropo e spiegare ad un umano cosa fosse era un rischio. Quindi accetto di andare in altre città della zona per conoscere i licantropi omega, di solito con lui andavano sempre una delle sue madri o Peter. Conobbe diversi omega, tutti figli o figlie di capi branco proprio come lui, ma non riuscì a trovare la persona giusta per sé. Devi sapere che per i licantropi il legame è più forte e deve essere perfetto, altrimenti alle prime lune piene se ci sono dissapori anche leggeri, essi vengono amplificati e si finisce per scontrarsi. Tra licantropo e umano ciò non accade, prevale il bisogno del licantropo di garantire la sicurezza del suo umano. Quando oramai mancava solo un mese agli inizi dei calori, Derek dovette andare ad una cena a casa di un omega da solo perché nessuno poteva accompagnarlo. Ci volevano quattro ore d'auto quindi non era certo di tornare a casa, si sarebbe fermato in albergo se fosse stato stanco o interessato al licantropo omega. Lo videro partire di pomeriggio e non rientrare durante la notte, quindi sperarono tutti che l'incontro fosse andato bene. Passarono tutto il giorno senza avere notizie di Derek e alla fine, non capendo perché non telefonasse, una delle sue madri decise di telefonargli, ma non rispondeva. Telefonaro alla famiglia dell'omega, ma loro sapevano solo che fosse partito la sera prima per tornare a casa. Tutti iniziarono a preoccuparsi, temevano che qualche alpha licantropo l'avesse attaccato per gelosia o per l'invasione del suo territorio, oppure che i cacciatori l'avesserò ucciso. Derek telefonò in serata e annunciò che si era legato ad un'omega umana. Lei era in calore quindi sarebberò rimasti in albergo per i prossimi giorni. La famiglia non si pronunciò, ma era chiaro a tutti che l'omega fosse più grande d'età, visto che andava in calore in mesi diversi dai soliti degli omega più giovani. Decisero di sorvolare sull'età e sul fatto che fosse un'umana e sperarono che Derek si trattenesse dal morderla come licantropo, rischiando di trasformarla. Si chieserò come un'umana potesse non essere terrorizzata da un licantropo dopo solo un giorno che si conoscevano, ma dovevano aspettare per porre quella domanda. Di norma il calore dura tre o quattro giorni, poi c'è qualche giorno di quiete e riposo soprattutto dopo il legame, la nuova coppia cerca di restare sola per alcuni giorni nel loro nido d'amore. Tutti calcolarono di conoscere la donna dopo una settimana, invece si ritrovarono la coppia davanti casa il quarto giorno dall'inizio del calore e neanche dieci ore dalla fine. Era davvero strano che avesserò affrontato un viaggio di diverse ore così presto." 

"Davvero strano, cosa successe poi?", domandò Stiles concentrato, stava imparando delle cose interessanti sul calore e sui licantropi, erano informazioni che potevano tornare utili a Scott, ma sospettava che Derek gli avesse già spiegato molte cose. 

"Tutti accettarono la nuova arrivata, Peter le fece anche le feste come un cagnolino, all'epoca Derek era il suo nipote preferito e lui sosteneva anche il più sveglio per trovarsi una donna di carattere forte come quella. Purtroppo il suo carattere era il problema più grande. Se a Peter piaceva a sua madre alpha e capo branco ispirava poca fiducia. Aveva sedotto Derek facendosi trovare per strada in difficoltà con l'auto e ad inizio calore, già ciò dava l'impressione di premeditato. Il fatto, che nei primi giorni a casa Hale, si separasse da Derek senza problemi, portò tutti a pensare che fosse già stata legata in passato, ciò spiegava tante cose, ma non tutto. Dopo una settimana, anche l'eccitazione di Peter per la nuova nipote diminuì, secondo lui la donna era subdola." 

"Detto da lui.", si lasciò sfuggire il ragazzo. 

"Peter sarà pure l'uomo più fuori di testa che esista, ma sa riconoscere quando qualcuno è più fuori di testa di lui. In meno di un mese, Derek aveva tutta la famiglia contro a causa della sua omega. La donna pretendeva che lui diventasse il successore di sua madre alla guida del branco un giorno, al posto di Laura sua sorella maggiore. Derek finì in mezzo alle liti, non sapeva cosa fare, da una parte c'era la famiglia e il branco che si sfaldava irrimediabilmente, alcuni non della famiglia avevano preferito andare via, e dall'altra c'era la sua omega. Quando il legame è forte, anche solo da parte di uno dei due della coppia si tende a dare sempre ascoltò all'altro, anche se sbaglia. E Derek commise questo errore, tanto che dovette lasciare casa. Le cose peggiorarono ancor di più e Derek si allontanò anche dalla sua omega per alcuni giorni e fu proprio in quei giorni che si...", non sapeva come continuare. 

Stiles lo osservò, era diventato cupo in volto, cercò di farlo continuare: "Cos'è successo? Continua, ti prego." 

L'altro sospirò affranto: "Fu in quei giorni che si consumò la tragedia. Venne appiccato l'incendio che uccise metà della famiglia Hale e fu l'omega di Derek a farlo." 

"Cosa? Ma non era stata Kate? Prima che Peter la uccidesse, lei ha ammesso d'aver appiccato l'incendio."

"Sì, Kate era l'omega di Derek." 

Stiles sembrò rifletterci per diverso tempo, scioccato dalla rivelazione. 

"Ora capisco perché Derek è così e capisco anche perché vuole selezionare personalmente i compagni per gli appartenenti al suo branco. Si spiega anche perché non cerca un omega. Erica era perfetta per lui, invece a preferito ignorarla." 

"Non credo si legherà mai più ed è un peccato. Lui sarebbe davvero un grande capo branco con un omega a fianco." 

Dopo tutto il racconto, Stiles non giudicava più nessuno dei comportamenti dell'uomo. 

"Perché Kate l'ha fatto?" 

"Potere. Se Derek fosse diventato l'alpha, lei avrebbe avuto il controllo indiretto sul branco. Incontrare Derek e costringerlo al legame era stato il suo piano sin dal principio. Solo che Derek aveva smesso di sentirsi legato a Kate e aveva iniziato a vedere per la prima volta chi fosse davvero la donna. Lei scappò via e non se ne seppe più nulla. Derek la cercò, voleva vendicarsi, ma non riuscì a trovarla, quindi rimase lontano da Beacon Hills fino a un paio d'anni fa. Il resto lo sai." 

"Quindi è vero che gli omega possono fare molti danni quando usano il calore per controllare i loro alpha. Credevo fosse il contrario." 

"È per questo che si deve usare l'istinto e il cuore per scegliere un compagno. Stiles non usare la ragione quando arriverà il momento, rischi di fare la tua scelta basandoti su concetture, solo il cuore ti dirà la verità sull'alpha che sceglierai." 

"Per essere un beta, conosci le cose più importanti su omega e alpha." 

"Vi osservo. Come ti ho detto, è straordinario il modo in cui vi innamorate." 

"E tu? Troverai mai qualcuno." 

"Quando sarà il momento troverò anch'io qualcuno." 

Stiles si sentiva rinascere, c'era speranza per lui e per la sua ricerca di un alpha. Soffriva per via della storia di Derek, ma Deaton gli aveva dato un motivo per riavvicinarsi agli alpha, desiderava il legame come l'aveva descritto l'uomo, ma se non fosse riuscito nell'impresa poco importava, ci avrebbe riprovato. 

Il veterinario lo lasciò a leggere uno dei suoi libro che trattava di portali interdimensionali e passaggi che conducevano a città costruite nel sottosuolo da creature considerate fantastiche, fantastiche quanto lo possono essere i mannari a Beacon Hills. 

Stiles adorava quei vecchi libri. 

"Stiles, come mai qui?", Scott arrivò qualche ora dopo ed era stupito di trovarlo lì. 

Lavorava alla clinica da quando aveva sedici anni e pareva che nel suo futuro ci fosse un lavoro come veterinario. 

"Ero passato a trovare Deaton e volevo parlare con te. Questa settimana mi sono allontanato da te e credo d'averti fatto sentire in colpa solo perché sei un alpha." 

"Stiles, non mi devi spiegazioni. Mi sentivo in colpa solo perché non sapevo come aiutarti, mi sono solo limitato a tenere lontano chi voleva provarci con te, sperando che ti riprendessi. Come alpha, non capivo cosa ti fosse successo, sei sempre stato bravo ad affrontare situazioni pericolose e poi sei crollato in quel modo. Non sapevo cosa fare." 

"Non dovevi fare nulla, anzì ti ringrazio di non essermi stato addosso. Dovevo capire che la mia natura di omega non mi permette più certe imprudenze, ma io sono sempre lo stesso Stiles. Ora sto meglio." 

"Meglio così. Riprenderai a vedere alpha?" 

"Sì, da domani. Mio padre sta distribuendo i numerini davanti casa, come avevi detto tu.", sorriserò entrambi. 

"Come va con Allison? Deaton mi ha detto che ci sono problemi con la famiglia." 

"Loro vorrebberò qualcuno migliore di me. Sai che mia madre non può aiutarmi molto per quanto riguarda le spese che comporta iniziare una nuova vita con una compagna. Mi ha già offerto molte cose, compreso l'aiuto per continuare gli studi e l'anello della nonna da regalare a Allison prima del legame. Ma io devo trovare una casa e non so come fare. Lo stipendio qui è buono, ma un appartamento per gli standard della famiglia di Allison non posso permettermelo." 

"Capisco..." 

"Quello posso trovarlo io.", dichiarò Deaton entrando nella stanza. 

"Davvero?", chiese Scott illuminandosi. 

Deaton stava prendendo delle chiavi da un cassetto: "Di sopra c'è l'appartamento che di norma dovrei usare io per occuparmi degli animali in condizioni gravi anche di notte, ma l'ho utilizzato solo un paio di volte perché ho già una casa non molto lontano da qui. Se prometti di fare i turni di notte quando sarà necessario è tutto tuo." 

Stiles vide Scott con le lacrime agli occhi mentre abbracciava Deaton, come si può fare solo con un padre e anche lui stava piangendo dalla felicità nel vedere il suo amico realizzare i suoi progetti con Allison, "Dannati ormoni" pensò. 

L'appartamento era nuovo, bello ed accogliente, già ammobiliato e c'era anche una stanza in più se avesserò deciso d'avere bambini o cuccioli, pensò divertito Stiles. 

Scott camminava ad un metro da terra dalla felicità. Ora doveva solo andare a cena da Allison e dimostrare che era in grado di garantire una casa e uno splendido futuro alla sua omega, mentre lui ancora non era riuscito a conoscere un bravo alpha. 

Doveva muoversi e l'avrebbe fatto dal giorno dopo. 

NOTE DELL'AUTRICE

Salve a tutte. Siete in tante a seguire la storia e vi ringrazio. *balla dalla felicita*
Spero che i vari pretendenti con cui a ballato Stiles vi stiano piacendo, quasi quasi la modifico e non la faccio finire in Sterek... Ehi... Di chi era la scarpa che mi ha colpito? Lasciamo stare... per ora.
È un capitolo un po' così, ma presto ci sarà da divertirsi. La scelta di un alpha sarà dura e tragicomica.
Ho utilizzato qualche particolare della serie, ma prendete tutto come storia a sè. Per dubbi chiedete pure.
Al prossimo capitolo.
Un abbraccio, Francesca.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


CAPITOLO III


La cena che organizzò suo padre era con un giovane alpha della sua stessa età accompagnato dai genitori. Almeno non c'era il rischio che si comportasse male in loro presenza, pensò Stiles.
Andarono a parlare da soli in giardino, sotto lo sguardo vigile di suo padre che teneva d'occhio tutto dalla porta aperta.
Stiles si trovò a suo agio con il ragazzo, era più timido di lui quindi non fece fatica a rapportarsi e poi avevano già ballato insieme la sera della festa.
"Quindi andrai all'università della contea?", chiese Stiles.
"Sì.", rispose appoggiandosi ad un tavolo da giardino.
"Pensavo di andarci anch'io, ma potrei venir ammesso in alcune prestigiose università lontano da qui.", affermò fiero.
"Perché vorresti andarci?"
Stiles non era sicuro d'aver capito la domanda: "Ti riferisci al fatto di voler andare in quelle più lontane?"
"No, al fatto che tu voglia andare all'università. Gli omega non ne hanno bisogno, tanto poi restano a casa ad occuparsi dei bambini."
"Io farò entrambe le cose.", non gli piaceva come stava andando quella conversazione.
"Non ne vedo la necessità.", sosteneva con aria ingenua, come se quello che diceva fosse una cosa logica e scontata.
"Voglio sentirmi realizzato anche come parte attiva della società e non solo come padre.", iniziava ad irritarsi.
"Ma gli omega non hanno la necessità di lavorare, per loro la cosa più importante è allevare i bambini e far felice il loro alpha. Il cervello di un omega predilige queste cose e non imparare nozioni per fare lavori in cui sono meno capaci degli alpha."
Stiles non seppè come o quando, ma ad un certo punto un vaso con una pianta posto sul tavolo da giardino caddè rovinosamente su di un piede del ragazzo.
Si sbarazzarono della famiglia prima del dolce perché il piede dell'alpha si stava gonfiando. Era diventata la regola quella di non arrivare al dolce.
"Stiles.", l'ammonì lo sceriffo mentre chiudeva la porta alle spalle degli ospiti.
"È stato un incidente.", ammise con occhi da cucciolo.


In camera sua appuntò sull'agenda:

"Oggi ne ho piantato un altro, letteralmente."

Stava sorridendo quando qualcuno bussò sul vetro della finestra aperta.
"Stiles, sono io. Posso entrare?"
Si domandò, da quando Derek chiedesse il permesso di fare qualcosa.
"Lo hai sempre fatto, perché me lo chiedi?"
"Non volevo invadere il tuo spazio personale dopo ciò che è accaduto la settimana scorsa."
Derek, colui che come secondo lavoro aveva l'abitudine di invadere il suo spazio personale, Stiles non riuscì a fare a meno di guardarlo scettico.
"È già tutto passato.", disse con poca convinzione.
"Quindi stai meglio? È per questo che avevi ospiti?", non voleva insistere sul suo stato d'animo, ma non se la sentiva di ignorarlo.
"Sì."
"Temevo che stessi ancora male, visto che hai buttato un vaso pieno di terra sul piede di un alpha."
Mise su il broncio: "È stato un incidente."
"Ora è così che si chiamano gli atti violenti premeditati.", soghignò.
"Colpa tua. Ho avuto dei pessimi esempi da voi licantropi."
Derek sorrise compiaciuto.
"Comunque non andava bene per te."
"Sono più che d'accordo. Giusto per sapere, come dovrebbe essere il mio alpha ideale secondo te?", domandò curioso.
Derek ci pensò per un po': "Non dovrebbe creare fastidi al branco. Deve lasciarti libero di fare ciò che senti e soprattutto tu dovresti laureati. Sarebbe una grave perdita per il branco che tu non finisca gli studi con quel bel cervello che ti ritrovi."
Stiles non ci credeva, l'altro stava notando la sua intelligenza e praticamente l'aveva lodato, anche se per interesse personale, visto che era il cervello del branco.
"E se avessi bambini già l'anno prossimo?", domandò pensieroso.
"Tu non ti farai ingravidare al primo calore, questo ti è chiaro?", sentenziò con aria minacciosa.
"Potrebbe capitare e io sarei costretto a rivedere i miei progetti."
"No, non deve capitare, farai bambini quando lo deciderà il branco o io, non prima. Ci servi. Quindi vedi di non scegliere alpha che vogliono subito dei figli."
"Ok. Non è che io smani per partorire così presto."
Derek lasciò la stanza poco dopo saltando dalla finestra. Stiles oramai aveva capito che aspettarsi un saluto dal licantropo era una speranza vana.
Si cambiò per andare a letto, liberandosi finalmente della sciarpa di lino che aveva indossato a cena per coprire il collo, di solito portava felpe o giacche a collo alto.
Mentre s'infilava a letto, notò la giacca di pelle di Derek al solito posto.
"Ma quanto sei sbadato lupone?", disse alla stanza vuota.


Altro giorno, altra cena con alpha e altra tragedia greca.
Questa volta era di un paio d'anni più grande e davvero bello.
Stiles era rimasto imbambolato quando l'aveva visto entrare in casa. Alto, biondo, con ricci vaporosi in cui voleva affondare le mani. Gli occhi gli ricordavano quelli verdi di un certo licantropo, solo più tendenti all'azzurro.
Indossava un abito che valeva più della sua jeep scassata e gli donava tanto.
Si era presentato con una bottiglia di vino bianco, peccato che Stiles non potesse bere, almeno non davanti a suo padre sceriffo. Tranne per questa pecca, per il resto era perfetto.
"Sto finendo il primo anno di Scienze politiche.", affermò mentre usava la forchetta e il coltello con un'eleganza straordinaria, tanto da ipnotizzare Stiles.
"Vuoi occuparti di politica?", domandò lo sceriffo notando suo figlio silenzioso, perché ammaliato dall'alpha.
"Spero di diventare senatore un giorno."
"È un grande obbiettivo. Ti servirà tutto il sostegno del tuo omega per affrontare un percorso così difficile."
"Sì. Mia madre alpha, come lei sa, è stata senatrice e sostiene che avere accanto l'omega perfetto aiuta tanto. Se si hanno anche dei bambini in giovane età, è meglio."
"Tra qualche anno sono sicuro che Stiles sarà felice di averne.", si voltò verso il figlio nel tentativo di spronarlo a parlare.
"A dire la verità pensavo di concepirne già con il secondo calore così che Stiles possa finire il liceo. Poi se vorrà continuare gli studi non sarà un problema, ma i bambini durante le campagne elettorali sono molto importanti per farsi eleggere dalle famiglie tradizionali."
A Stiles venne un dubbio: "Quindi tu vuoi dei bambini solo per convincere gli elettori a votarti?"
"Non è proprio così, ma tornerebberò utili, in fondo ti ho voluto conoscere perché sei il figlio dello sceriffo più amato della contea. È un altro punto a mio favore."
Stiles rimase sconvolto da una tale studiata freddezza nei confronti della loro possibile prole.
Quando si riprese dallo shock, tentò di versarsi dell'acqua, ma urtò il vino che finì dritto sui pantaloni costosi dell'alpha. Se ciò non bastasse per farlo desistere dal convincere Stiles a sceglierlo, era certo che l'avrebbe fatto la frase che pronunciò poco dopo.
"Io non farò figli con te solo per farti ottenere consensi dagli elettori. Tu sei pazzo!"
L'alpha andò via infastidito prima del dolce, non si aspettava d'essere rifiutato.
Stiles gli aveva risparmiato l'incontro con Derek. Il licantropo, se fosse venuto a sapere che quell'alpha voleva ingravidarlo così presto, l'avrebbe aggredito.


Stiles aveva preso l'abitudine di lasciare la finestra della sua camera aperta durante e dopo la cena. Era certo che Derek non si facesse attendere dopo ogni pretendente.
Aveva iniziato a sospettare che il licantropo si appostasse ad ascoltare le conversazioni durante la cena con il suo super udito.
"Questo era un gran bel partito, se solo non fosse stato un completo stronzo.", sostenne Derek balzando in camera attraverso la finestra.
"Sarei diventato il marito di un senatore, forse ho sbagliato a rifiutarlo.", finse di essere dispiaciuto, mentre si accomodava sul letto con le gambe incrociate e la sua fidata agenda in grembo.
"Ti avrebbe tradito ad ogni occasione. Uno che usa il sangue del suo sangue per farsi pubblicità, non è in grado di rispettare il suo omega. I figli vanno protetti, non dati in pasto al pubblico.", affermò, curiosando per la camera.
Stiles lo lasciò fare, gli sembrava normale averlo intorno, anche quando stavano in silenzio. Intanto appuntò sull'agenda:

Non voterò mai Repubblicani!

Derek si soffermò a guardare delle foto dov'erano immortalati Stiles e sua madre sorridenti. Gli si strinse il cuore nel petto al pensiero che il ragazzo, che aveva di fronte, aveva perso la madre da bambino eppure non dava mai a vedere il suo dolore.
Stiles non si compativa mai e non si lasciava invadere dalla rabbia, invece lui aveva scelto la rabbia come ancora.
Era la rabbia che lo manteneva fisso sui suoi obbiettivi e gli impediva di perdere il controllo durante le lune piene e di fare una strage. Si era sempre chiesto cosa fosse successo se un giorno quella rabbia non l'avrebbe più legato alla sua parte umana. Sapeva che trovare una nuova ancora sarebbe stato difficile.
"Il falò degli alpha è tra una decina di giorni."
L'attenzione del licantropo tornò su Stiles che sfogliava l'agenda.
"Sì, lo so. Gli alpha del branco andranno a rivendicare i diritti sui loro omega."
"E tu? Non vai a tenerli d'occhio? Potrebberò perdere il controllo e far finire la serata nel sangue."
Il falò degli alpha era un'usanza vecchia quando la colonizzazione dell'America.
La tradizione voleva che quando la stagione degli amori era già in corso, tutti gli alpha che avevano intenzione di fare una proposta ad un omega e temevano di non essere notati, dimostrasserò la loro capacità di garantire la sicurezza del partner sfidando gli altri pretendenti. Tutto ciò si teneva una sola volta l'anno in una notte di falò in una radura nella foresta.
Gli alpha manifestavano il loro interesse per un omega non legato e venivano sfidati in un duello a mani nude da altri pretendenti, se vincevano avevano maggiore visibilità agli occhi dell'omega. Però, la scelta restava sempre all'omega.
Negli ultimi anni non c'erano state vere sfide, ma solo discussioni e scaramuccie, che si risolvevano civilmente.
L'usanza era rimasta come valvola di sfogo per gli alpha che sentivano la smania per via del testosterone alle stelle in quel periodo.
Derek era certo che non ci sarebberò stati problemi per i suoi alpha. Avevano già messo in chiaro il loro interesse per alcuni omega che pur continuando a vedere a cena altri alpha, avevano manifestato in qualche modo la loro appartenenza.
Isaac aveva messo a ferro e fuoco gli spoiatoi quella stessa mattina, nel tentativo di mettere in chiaro che Danny era suo. Per fortuna i due omega non avevano assistito alla scena perché facevano la doccia da soli, prima del resto della squadra così da evitare le attenzioni degli alpha e potersi coprire il collo.
Con ogni probabilità i falò sarebberò stati una di quelle tradizioni che sarebbe finita con una grigliata e una sbronza.
Derek ci aveva riflettuto già: "Non accadrà nulla di grave. Ci sarà Peter a tenerli d'occhio."
"Peter? Dovresti davvero preoccuparti. Sarebbe meglio affidare il branco a Scott per quella sera."
"Credo che l'unico che mi farà preoccupare durante tutto questo periodo, sarai tu.", ammise più a se stesso.
"Non è colpa mia se certi alpha sono degli idioti. Troverò quello giusto prima o poi."


La ricerca di "quello giusto" si rivelò un dramma.
Sembrava che in casa Stilinski si fosserò riversate le piaghe d'Egitto, i quattro cavalieri dell'Apocalisse e il diluvio universale in pochi giorni.
Stiles, un po' per ansia e un po' perché i pretendenti fosserò degli idioti patentati, aveva iniziato a boicottare inconsciamente -e non inconsciamente- il corso delle cene e anche dei pranzi.
Lo sceriffo era stato sommerso di richieste d'incontro, quindi quando potevano organizzavano anche dei pranzi.
C'erano stati anche degli inizi d'incendio due sere di seguito per colpa di candele usate per ravvivare l'atmosfera e il colpevole era sempre Stiles. Altre volte invece i piatti subivano delle variazioni piccanti o salate e la tradizione di non arrivare al dolce rimase invariata.
Derek aveva preso l'abitudine di farsi trovare in camera di Stiles a curiosare in attesa dell'umano.
L'omega sospettava che oramai il licantropo ascoltasse le conversazioni dalla sua camera, a dimostrazione di ciò, qualche volta, aveva trovato il cuscino appiattito come se qualcuno ci avesse posato il capo.
"Questo cosa aveva che non andava?", domandò divertito.
"Era brutto.", sbuffò.
"Lo hai quasi accoltellato perché era brutto? Inizi a farmi paura Stiles.", affermò incredulo.
"Non l'ho fatto a posta, il coltello mi è scivolato di mano, mentre l'aiutavo a prendere il secondo pezzo di lasagna. E poi era grasso, era meglio per lui non mangiare così tanto.", affermò con un sorriso malefico.
"Non ti metterai a guardare se è magro o grasso il tuo alpha ideale?", domandò portandosi una mano in volto esasperato.
"Ehi, guarda che quello che dovrà stare sotto a quella montagna di lardo sono io. Immagina me in calore sotto a quel grassone per ore. Non sono neanche sicuro che non mi muoia d'infarto mentre è dentro di me. Come minimo mi sarebbe toccato stare sopra a fare tutto il lavoro e io non voglio stare sopra. Voglio che il mio alpha sappia bene quello che fa e abbia il pieno possesso del mio corpo, standomi sopra."
Stiles, che per tutto il discorso aveva guardato la sua agenda, ora guardava Derek.
Il licantropo era stupito, spaventato o a disagio, era un'impresa capire le sue espressioni facciali.
Non stava controbattendo e Stiles iniziò a preoccuparsi: "Derek?"
"Ehm... Devo andare."
Lo vide uscire di corsa e per un attimo a Stiles era sembrato imbarazzato per le sue confidenze.


Altra cena altro rischio di morte in pieno stile Final destination.
Stiles l'aveva odiato dal primo istante in cui si era seduto a tavola. Era maschio e sulla trentina, perfetto in ogni particolare del vestire e aveva dimostrato la sua minuziosa attenzioni ai dettagli risistemando le posate accanto al proprio piatto e i bicchieri davanti a sè.
Per Stiles, che viveva sempre nella confusione e nel disordine, uno come quello andava abbattuto per quieto vivere dell'umanità e soprattutto per il suo equilibrio mentale.
Stava già snocciolando le sue idee su come doveva procedere la loro vita insieme, quando Stiles si fece venire in mente una nuova idea per sbazzarsi dell'uomo.
La sera prima, Derek era fuggito mentre parlava del calore e forse, pensò, certi particolari mettevano a disagio uno come il perfettino davanti a sè.
Invece fu l'esatto opposto, l'alpha aveva elaborato una tabella di marcia anche per consumare il calore e se lo sceriffo era stato imbarazzato per un buon minuto alle parole di Stiles, ora era sgomento a quelle dell'ospite.
Lo sceriffo finse di avere una telefonata di lavoro e di avere un caso urgente, così dovette mandare via l'alpha perché non poteva lasciarlo solo in casa con un omega vicino al calore.
Quell'alpha non andava bene per nessun omega sano di mente, figurarsi per quell'uragano di suo figlio, pensò lo sceriffo.
Quando chiuse la porta, Stiles soghignava divertito in direzione del padre.
"Figliolo, ti è chiaro che il calore non si può organizzare come se fosse una gita o una festa di matrimonio?", chiese il padre, giusto per mettere in chiaro.
"Sì, lo so papà."
"E sai che è tutto frenetico e privo di ogni ragione? È per questo che cerchiamo un alpha ora che non provi ancora attrazione sessuale per chiunque di loro vedi."
"Sì. So anche questo.", stava iniziando ad arrossire parlando di certe cose con suo padre.
Cercò di svincolarsi dal discorso occupandosi della tavola da sparecchiare e della cucina da riordinare. Quando ebbe finito, salì in camera e trovo il lupo seduto a sfogliare un libro di storia.
"Piaciuto il nuovo modo di sbarazzarmi degli alpha? Nessuna vittima e io ne esco pulito."
"Non dovresti parlare di queste cose con un alpha interessato a te. È pericoloso. Potrebbe reagire alla provocazione e metterti le mani addosso quando siete da soli."
"È per questo che sei scappato ieri sera? Perchè parlavo di sesso e calore?"
Derek iniziò ad innervosirsi: "Stiles, non è uno scherzo. Rischi di finire nei guai come la sera della festa."
Il ragazzo si sentì come colpito allo stomaco al ricordo di quella notte.
"Vuoi dire che sarebbe solo colpa mia se un alpha mi saltasse addosso?", ora era furioso.
Anche Derek assunse un tono arrabbiato: "No. Sto solo dicendo che se provochi un alpha non aspettarti una reazione educata. Io stesso ho avuto problemi ieri a restare controllato. Ti sei messo a dire cosa avresti voluto che il tuo alpha ti facesse a letto e io sono pur sempre un alpha non legato, per di più licantropo. Poi, c'è il tuo odore che è...", si blocco, non trovava la parola giusta.
"Che è? Cosa?", preoccupato che il suo odore non fosse nella norma.
"Non è come quello di Erica che ti stordisce o quello dolce di Danny, oppure come quello frizzante e deciso di Lydia e neanche come quello morbido e genuino di Allison. Il tuo è impercettibile, quasi anonimo all'inizio e ti colpisce solo ore dopo, come se ti entrasse sottopelle e graffiasse per farsi notare. Ti porta a sentire la mancanza di te ore dopo, ecco perché...", si trattenne dal continuare.
Stiles notò un certo imbarazzo che aveva preso il posto della rabbia, sul volto del licantropo.
"Continua Derek."
L'altro fece per andare via, ma Stiles gli blocco il tentativo di fuga attraverso la finestra. Si aspettava d'essere sbattuto contro il muro come i vecchi tempi per ciò che stava facendo, invece Derek arretrò nervoso.
"Parla!", insistette.
"Ecco perché, dopo aver ascoltato la conversazione a cena ed aver percepito il tuo odore dal giardino, vengo in camera tua. Mi sento come svuotato se non mi avvicino a te prima di tornarmene a casa."
"Ed è solo per il mio odore?"
"Sì, solo per quello. Per cos'altro?", domandò, come se fosse scontato.
Stiles sentì una fitta al cuore per quella domanda che era più un'affermazione.
"Quindi è questo l'effetto che faccio agli alpha?"
"Io sono un licantropo, forse l'effetto che fai agli umani è minore. Non ne sono certo."
Stiles iniziò a riflettere sulle parole di Derek. Se il suo odore faceva effetto solo in un secondo momento, c'era il rischio che qualcuno gli facesse pagare il trattamento alle cene dopo qualche ora e poi c'era il licantropo che chiaramente era in difficoltà a causa sua.
Prese una decisione: "Ok. Non parlerò più di sesso in presenza di un alpha."
"Bene."
"Però, tu continuerai ad essere attratto da me?", domandò incerto.
"Non da te, ma dal tuo odore finchè non ti legherai."
"Dovrei iniziare a tenere la finestra chiusa dopo ciò che mi hai confessato."
"Stiles, se ti avessi voluto, ti avrei preso da tempo."
Una strana sensazione dolorosa si impossessò del suo petto.
"Ora chi è che parla di sesso?", chiese ironico per scacciare quella sensazione.
Alla fine lo lasciò andare via consapevole che Derek non sarebbe mai stato interessato a lui.
Era stato chiaro, o no?


La sera dei falò, a cena c'era una giovane avvocatessa alpha che aveva terrorizzato Stiles e anche suo padre, per la freddezza con cui si era rapportata a loro.
Stiles temeva che per fine serata sarebbe stato costretto a firmare il contratto di legame senza capire come fosse successo. Ecco perché ora si trovava in cucina a bruciare il pollo nel forno.
"Stiles che fai?", sussurrò suo padre entrando nella stanza con aria spaventata.
La donna terrorizzava anche lui, ma non poteva buttarla fuori.
"Brucio il pollo, così saltiamo il secondo e la mandiamo via!", spiegò a bassa voce.
L'uomo sembrò rifletterci accigliato: "Stiles stai sbagliando.", l'altro lo guardò incredulo.
"Non abbiamo abbastanza tempo per bruciarlo. Prendi quello crudo in frigo, diremo che il forno non funziona."
Riuscirono a mandare via la donna, dicendo che il resto della cena era cruda e la panna sulla torta comprata era andata a male.
Stiles aveva scoperto un prezioso complice in suo padre.


Quando entrò in camera, trovò Derek seduto alla scrivania a fare qualcosa con il suo computer.
"Cosa stai facendo?", chiese tranquillo sistemandosi sul letto.
"Controllavo Facebook."
Chiese stupito: "Tu hai un profilo Facebook? Devo assolutamente chiederti l'amicizia."
"Non è il mio."
"E di chi è?"
"Il tuo.", ammise sornione.
"Cosa!?", gli si lanciò addosso nel tentativo di allontanarlo dallo schermo.
Bastò un'occhiata feroce del licantropo per farlo desistere.
"Non puoi metterti a spiare la posta privata degli altri.", sostenne con aria da cucciolo bastonato, mentre l'altro lo guardava divertito.
"Colpa tua che lasci la tua pagina aperta. Io mi stavo annoiando."
"Non avevi di meglio da fare?"
"No. Ero curioso di vedere come ti sbarazzavi anche di questo alpha."
"Non mi sono sbaraz... E va bene, l'ho fatto! Ma non è colpa mia, lei mi spaventava e spaventava anche mio padre."
"Non piaceva neanche a me. Troppo aggressiva." Il cellulare di Derek suonò e lui rispose.
Stiles ascoltò, ma l'altro si limitò a dire solo un "Sì" e dopo un po' un "Arrivo".
"Problemi?"
Derek guardò attentamente il ragazzo e rispose solo: "No, devo andare."
Uscì dalla finestra.
Stiles tornò alle sue solite occupazioni, certo che se Derek avesse avuto bisogno d'aiuto l'avrebbe chiamato.
Appuntò sull'agenda:

Gli avvocati fanno paura!



Il giorno dopo, Scott gli raccontò cosa fosse successo al falò.
La storia riguardava personalmente Stiles.
Durante la serata, quasi tutti gli alpha non legati si erano radunati intorno a dei fuochi nella foresta. Per lo più erano lì per passare una serata tradizionale in compagnia e anche Scott era andato con il branco.
Derek per quella sera aveva affidato il branco a Scott, invece che affidarlo a Peter. Stiles si chiese come mai Derek non avesse preferito Peter come gli aveva detto qualche giorno prima. Possibile che gli avesse dato ascolto, si domandò.
"Cos'è successo, allora?", chiese Stiles vedendo Scott nervoso, mentre pranzavano in mensa.
"Andava tutto bene. I ragazzi avevano messo in chiaro che i loro omega erano solo loro e ogni tentativo di avvicinarsi sarebbe stato inutile. Anche Peter ha comunicato ai presenti che Lydia era sua e lo stesso ho fatto io."
"Quindi, dov'è il problema?"
Stiles fremeva per sapere tutto, l'amico ci stava girando intorno.
"Il problema sei tu."
"Cosa?"
"C'erano molti alpha che ti volevano e...", s'interruppe, non sapeva come continuare.
"Non dirmi che da oggi l'unico alpha che si avvicinerà a me è grasso, brutto e sporco?", domandò mettendosi le mani nei capelli.
"No, non proprio, anzì credo non sia cambiato molto per te, se lui non ha intenzione di allontanare proprio tutti gli alpha."
"Scott, ti prego, spiegati. Non sopporto più questa attesa."
"Devo farlo dall'inizio.", si preparò con un sospiro: "In molti erano interessati a te ad un certo punto della serata. Ho lasciato che discutesserò tra di loro per un po', mi sarei avvicinato alla fine per spiegare che non avresti accettato un compagno imposto o l'unico rimasto in gioco, ma qualcuno mi a preceduto."
"Chi?"
"Matt."
"Non scherzare! Matt? Quel Matt che a combinato tutto quel casino... Dimmi che non è lui che mi dovrò sorbire nei prossimi giorni?"
"È molto più complicata."
"Quanto più complicata di così?"
"Non potevo sbarazzarmi di lui dopo aver dichiarato il mio interesse per Allison e neanche gli alpha del branco." "Ti prego, dimmi che qualcuno l'ha fatto ragionare?"
"Ha passato un sacco di tempo a discutere con alcune persone interessate a te e per poco non stava per venire alle mani con un paio di loro. Credo che su alcuni dei presenti avesse delle prove compromettenti, conosci la sua passione per la fotografia, deve aver usato delle foto."
"Viscido.", si lasciò sfuggire.
"Ho pensato di chiedere aiuto per allontanare Matt, credo che lo stesse facendo per vendicarsi di ciò che gli abbiamo fatto in passato. Voleva farti restare solo."
"Lo credo anch'io. A chi hai chiesto aiuto?"
"A Derek."
Stiles ricordò la telefonata che il licantropo aveva ricevuto la sera prima: "Quindi?"
"Quindi ha affrontato Matt. Sai quanto può essere aggressivo Derek, e se gli toccano il branco è peggio. Ultimamente ha sviluppato un senso di protezione nei tuoi confronti da far invidia ad un fidanzato geloso. Ha sbattuto Matt contro qualche albero senza tirar fuori gli artigli e a messo in chiaro con i presenti che potevano ancora provare a conoscerti, però il suo discorso deve aver sortito l'effetto contrario. Nell'aria c'era odore di paura, nessuno vuole rischiare se hai uno come Derek a difenderti. Credono tutti che sia il tuo alpha e che tu stia tardando la scelta."
"No!", affranto, diede una testata al tavolo facendo sobbalzare il vassoio.
"E ora?", domandò all'amico.
"Forse non tutti sono terrorizzati da lui. Bisogna aspettare e vedere."


Quando tornò a casa, Stiles trovò suo padre che guardava dei fogli con sopra appuntati nomi e numeri di telefono. Lo sceriffo fece per raccogliere il tutto notandolo entrare, ma il figlio riuscì a vedere che molti nomi erano sbarrati e capì.
"Nessun alpha vuole conoscermi, scommetto?"
Lo sceriffo ammise affranto: "Qualcuno deve aver trovato un omega e si sono tirati indietro. Sto telefonando ad alcuni di loro, ma c'era d'aspettarselo dopo il falò."
"Quindi niente cena con alpha stasera?", domandò stranamente in ansia.
"Stiles, non preoccuparti. Devo ancora finire il giro di telefonate, vedrai che salterà fuori quello giusto adesso."
"Avvisami se lo trovi.", disse sconsolato, mentre andava verso le scale di casa.
"Ascolta figliolo.", suo padre lo afferrò per le spalle in modo da confortarlo prima che iniziasse a salire per rifugiarsi in camera: "Solo perché d'ora in poi ci saranno meno alpha interessati a te, non significa che devi accontentarti. Quelli che verranno a cena nei prossimi giorni, saranno davvero affezionati. Con ogni probabilità l'alpha che ha fatto il tuo nome al falò verrà a cena in queste sere e ci sono buone probabilità che se è riuscito a dimostrare agli altri pretendenti il suo interesse per te, sia quello giusto. Dobbiamo solo aspettare."
Stiles si lasciò sfuggire una lacrima "dannati ormoni" pensò, per poi iniziare a spiegare disperato: "Papà, nessuno verrà perché l'alpha che ha fatto il mio nome ieri al falò, l'ha fatto per tenere lontano gli altri. Lui non mi vuole, nessuno mi vuole veramente...", stava singhiozzando e suo padre per calmarlo l'aveva abbracciato.
"Stiles, va tutto bene."
Lo sceriffo sapeva che non c'era nulla che potesse dire per fargli cambiare le sue convinzioni, solo tenerlo stretto a sè e consolarlo.


Quella sera la passo da solo, mentre lo sceriffo era alla centrale.
Derek entrò dalla finestra alla solita ora, come se fosse stato tutto normale, ma non era più nulla normale. I pretendenti erano svaniti e lui sarebbe rimasto solo per il resto della vita ed era tutta colpa di Derek Hale.
"Vattene!", intimò al lupo dalla posizione ranicchiata sul letto.
"Cosa ti prende Stilinski?", domandò in tono contrariato per quell'accoglienza.
"Vattene. Non voglio più averti intorno.", gli lanciò il cuscino.
Lanciare un misero cuscino contro un potente licantropo, stava diventando stupido, pensò.
"Devo ricordarti che farmi irritare non è una bella cosa, Stiles?", ringhiò, per poi calmarsi: "Ieri sera è capitato per sbaglio che le mie parole venissero fraintese."
"Non doveva capitare e la colpa è tutta tua."
"Beh, scusa se ho allontanato tutti gli alpha codardi da te. Credevo d'averti risparmiato del tempo.", era di nuovo alterato.
Di norma Derek era combattuto tra il desiderio di strangolare Stiles e quello di squartare Stiles, ma da un po' di tempo nella sua mente si era aggiunto il desiderio si fare cose oscene al ragazzo altrettanto dolorose.
Il lupo in lui graffia per venire fuori ogni volta che sentiva quella voce sarcastica e incontenibile dell'umano e negli ultimi tempi a causa del testosterone in lui e nel resto del branco, il lupo voleva fare ben altro al ragazzino. La parte selvaggia gli gridava di sottomettere l'omega -come avrebbe dovuto fare con Kate tempo addietro-, per punirlo per ciò che gli faceva passare ogni volta che si incontravano e scontravano, ma Derek non avrebbe mai fatto nulla del genere. Lui non l'avrebbe mai sottomesso al suo volere e ai suoi desideri.
In passato l'aveva sbattuto spesso contro qualche superficie nel tentativo di fargli abbassare la testa, ma il ragazzo non l'aveva mai fatto, era rimasto sempre a testa alta a fissarlo negli occhi. E non era giusto che proprio ora che la natura da omega lo portava ad abbassare la testa davanti agli alpha, Derek ne approfittasse in modo così abietto.
Era la testa alta di Stiles che piaceva a Derek. Il suo coraggio, quello che in pochi avevano nel branco, non sarebbe stato lui a portarglielo via, quindi sostenne la discussione senza aggredirlo. Fare una cosa simile ora che era chiaramente abbattuto e spaventato per il suo futuro, significa distruggerlo.
Strinse i pugni conficcandosi gli artigli nei palmi, per mantenere un qualche controllo sui propri istinti.
"Vattene!", singhiozzò furente.
"Stiles, cosa avrei dovuto fare? Matt voleva distruggerti psicologicamente e ...", l'altro lo interruppe mettendosi a sedere.
"Invece, l'hai fatto tu. Nessuno si avvicinerà più a me perché credono che io ti appartenga. E non sarebbe neanche così brutto, se almeno tu fossi interessato a me, ma non vado bene neanche per te. Non vado bene per nessuno! Hai curiosato per giorni nella mia stanza e credevo che fosse per conoscermi completamente, ma a quanto pare non hai trovato nulla di me che ti attragga abbastanza. Mi dici che il mio odore ti stimola e poi aggiungi che non sei minimamente interessato a me come omega, anzì come persona..."
Stiles era un fiume di parole, non capiva neanche da dove venissero quelle considerazione, forse le aveva tenute per sé per troppo tempo e ora stavano sgorgando.
Derek aveva perso il filo del discorso sin da subito, sin dalla constatazione che non sarebbe stato brutto per Stiles se lui fosse stato interessato. Era da quel preciso momento che Derek si era imposto di non fare stupidagini ed invece la fece.
Scattò deciso verso Stiles spingendolo sul letto. L'altro smise di parlare e spalancò gli occhi e la bocca in una maschera si terrore.
Derek non poteva resistere a quelle labbra morbide e soprattutto a quegli occhioni grandi in cui si rifletteva la potenza del licantropo. La sua natura stava venendo fuori, cercò di trattenerla, cercò di fermare il lupo e l'alpha in lui, ma bastò ispirare una sola volta l'odore alterato dalla paura dell'omega per mandarlo su di giri.
Stava per scostare il colletto della felpa per ispirare ancora quell'odore e magari assaggiarlo, quando un flebile "No" arrivò dalle labbra del ragazzo sotto di lui.
L'attenzione dell'alpha tornò alle labbra morbidi e vergini del ragazzo. Quelle labbra, Derek lo sapeva, non erano mai state violate da un alpha, solo da una neutrale omega di nome Lydia. Sarebbe stato tutto nuovo e tutto intenso per Stiles, quando finalmente avrebbe conosciuto la bocca bollenti e decisa di un vero alpha.
Si chinò sul ragazzo che non fece nulla se non tremare, non e che poi potesse fare molto visto che le mani erano bloccate sotto una grande mano di Derek contro il materasso.
Stiles non fece nulla, neanche parlare o chiamare aiuto, da un omega non ci si aspettava nessuna reazione in quel frangente.
"Tu m'interessi anche troppo.", sussurrò caldo prima di far combaciare le labbra a quelle di Stiles, che come sempre erano spalancate per stupore o per la paura.
Lasciò che la sua lingua scivolasse nella bocca del ragazzo quasi subito e incontrò l'altra che reagì d'istinto.
Forse, fu la reazione della lingua di Stiles o forse l'odore di rassegnazione che sentiva, Derek si riscosse e scattò allontanandosi dal colpo esile.
Quello non era lo Stiles che voleva baciare, non sottomesso almeno, era come baciare il primo che passava. Il suo Stiles avrebbe controbattuto o si sarebbe difeso, quello sul letto con lo sguardo vuoto era solo un bel corpo sotto il controllo degli ormoni.
Voleva lo Stiles bastardo con lui e furbo con i nemici, lo Stiles forte e coraggioso per gli amici in pericolo. Voleva il ragazzo logorroico che si cacciava nei pasticci e s'impicciava di tutto, non un ammasso di carne attraente da riempire di seme al momento giusto.
Doveva andare via, prima di finire d'ucciderlo, già ora pareva morto, eppure respirava e il cuore batteva veloce come quello di un cucciolo spaventato.
Andò via.




NOTE DELL'AUTRICE.
Non ho idea da dove sia uscito fuori questo bacio. Non doveva esserci, ma avevo tanta voglia di torturarvi!
Con i pretendenti abbiamo quasi finito, ne mancano solo due... hihihi.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Grazie per il tempo che dedicate alla mia storia.
Baci.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


CAPITOLO IV


Stiles si svegliò presto la mattina dopo l'accaduto con Derek.
Non aveva dormito quasi e per quel poco di tempo che era riuscito a chiudere occhio, aveva fatto sempre lo stesso incubo, tanto che ora aveva delle occhiaie viola e si sentiva intondito.
Il sogno l'aveva perseguitato mentre faceva la doccia e preparava la colazione per sé e per suo padre, che sarebbe rientrato dalla centrale a momenti.
L'incubo consisteva in lui che camminava su una strada conosciuta e in qualche modo sconosciuta. Era certo che fosse la strada di casa sua, infatti era da lì che era uscito per incamminarsi verso una meta di cui non sapeva nulla.
Camminava e di tanto in tanto incontrava persone famigliari, ad iniziare da Scott bambino al primo giorno d'asilo, quando lui l'aveva conosciuto con Melissa, per poi rincontrarlo in più tappe che si alternavano con immagini di persone conosciute nel corso della vita.
Una di queste tappe consisteva in un cimitero dove una lapide bianca spiccava tra tutte, Stiles posò un fiore che aveva in mano.
Continuando a camminare, tutto divenne buio e nell'oscurità apparironò Scott licantropo e il resto del branco, più varie creature mostruose che aveva già sconfitto in passato, quindi non lo spaventavano.
La strada divenne un sentiero boschivo stretto e tortuoso e si sentiva soffocare dalla fitta vegetazione. Poi, finalmente si apriva in una radura dove una costruzione bruciata gli metteva addosso inquietudine.
C'era dolore e rabbia in quel posto, ma anche qualcos'altro, qualcosa di bello che sapeva di casa e di famiglia. Non era solo un luogo di morte, ma era stato anche un luogo di felicità e pieno d'amore.
Stiles sapeva di poter entrare in quella casa e sapeva di voler entrare, era il suo posto, la sua casa, ma degli occhi rossi dietro la porta che si era aperta, lo avevano dissuaso.
Stiles a quella vista, nel sogno, scappava via sempre, cercando di tornare indietro. Cercava di ritrovare il sentiero che aveva fatto, ma non ci riusciva mai, venendo inghiottito dalla vegetazione, dal buio e dalla solitudine. A quel punto si svegliava tremante e con le lacrime agli occhi.
Mentre pensava al sogno, comprendendo che fosse tutto molto simbolico, una voce alle sue spalle lo riportò alla realtà: "Buongiorno figliolo." Stiles si voltò a guardare il padre in uniforme, pensando di chiedergli consiglio, ma sapeva che se avesse raccontato l'accaduto con Derek, suo padre si sarebbe trasformato in un cacciatore pur di farla pagare al licantropo. Si tenne tutto per sé, mostrandosi sorridente: "Buongiorno papà, come è andata al lavoro?"
John Stilinski non era diventato lo sceriffo di Beacon Hills per caso, gli bastò un'occhiata per capire che il figlio stava soffrendo.
"Hai pianto?"
"No, no, mi è andato il bagnoschiuma negli occhi sotto la doccia, lo sai che sono sbadato..."
"Stiles, non serve che tu menta. È per ieri?", e per un istante il ragazzo pensò a ciò che era successo con Derek: "Ti ho già detto che non devi preoccuparti, anzì proprio oggi ho ricevuto delle telefonate da due alpha che vogliono venire a cena."
Stiles finse si essere sollevato alla notizia, non voleva che suo padre intuisse cosa gli fosse successo, quindi fece quello che gli veniva meglio, mentire.
"Allora, forse, finalmente conoscerò quello giusto?", chiese euforico, come se avesse ricevuto la notizia più bella della sua vita.
"Credo che uno di loro potrebbe andare bene per te, ma come ti ho già detto non voglio che tu ti accontenti, quindi pensaci bene."
"Ok, lo farò. Quando vengono a cena? Come si chiamano? Li conosco?", domandò a raffica.
"Credo di organizzare la cena domani. Per oggi hai ben altro a cui pensare."
Stiles si grattò la nuca senza capire.
"Stiles hai la finale questa sera.", gli annunciò esasperato suo padre.
"Oh, cavolo, è vero!"
Lo sceriffo si portò una mano in faccia nel tentativo di riflettere su come potesse avere un figlio tanto sveglio e intelligente quanto distratto.
"Almeno ti ricordi che domani è l'ultimo giorno di scuola?"
"Sì, questo lo ricordo. Per chi mi hai preso?"
Il padre sollevò un sopracciglio in modo molto eloquente e a Stiles ricordò qualcuno, che fino a poco tempo prima si esprimeva a sopracciglia sollevate e a spinte contro le pareti. Una sensazione dolorosa lo percorse per tutto il corpo. Si era imposto di non pensare al bacio di Derek, ma in ogni istante gli tornava alla mente.
Aveva risposto a quel bacio senza volerlo davvero, in quel momento gli sembrava la cosa migliore da fare per non far arrabbiare il licantropo. L'omega in lui aveva accettato quello stato di sottomissione, era la sua natura farsi trattare così. Si era sentito morire, ma per una volta aveva capito qual'era il suo posto davanti all'alpha che gli sarebbe toccato.
La cosa assurda era che il bacio gli fosse piaciuto, Derek aveva un buon sapore e odore, da vero alpha.
"Stiles stai bene?"
Suo padre lo riportò al presente.
"Se sei stanco, chiedi al coach di non farti giocare stasera. Hai anche la cena con la squadra più tardi. Non vorrei che svenissi di nuovo."
"La cena? Ecco di cosa mi ero dimenticato. Devo vedere cosa indossare.", si avviò verso le scale per salire in camera, poi si fermò a riflettere: "Papà, ma la cena è di sera e la squadra è composta da alpha tranne per Danny, credi che sia sicuro per me?"
"Prendi una delle mie camicie, hanno il mio odore e gli alpha ci penseranno due volte prima di avvicinarsi. Comunque ci sarà il coach, puoi stare tranquillo."
Non era tanto per la squadra che era preoccupato, ma per un certo licantropo che andava in giro sfruttando le tenebre.


Quella mattina Stiles aveva anche gli allenamenti. Per lo più era un ripasso delle tattiche di gioco, nulla di stancante, ma dovette comunque fare tutta la trafila con Danny per farsi la doccia.
Erano stati mandati negli spoiatoi prima degli altri come accadeva da un po' di tempo e il coach aveva dato loro le chiavi per chiudersi dentro.
L'attenzione della squadra, che prima era su entrambi gli omega, ora si era concentrata su Stiles. Le minacce di Isaac erano servite a tenere gli alpha alla larga dal suo fidanzato.
Stiles non capiva perché se ancora mostravano interesse per lui, non si facessero avanti. Era arrivato al punto di voler un alpha, per togliersi dalla mente l'alpha che non voleva lui come omega.
Il bacio lo scombussolava ancora e non capiva il perché. Persino Scott si era accorto di qualcosa e Isaac l'aveva guardato confuso per tutto l'allenamento. Anche Danny aveva notato che Stiles era diverso.
"Tutto bene? Sembri distratto.", chiese Danny mentre si asciugava il corpo perfetto, perfetto tranne per due cicatrici di una lontana operazioni, e osservava Stiles seduto sulla panca degli spoiatoi.
Il ragazzo si stava infilando una maglietta: "Sì."
"Sicuro? Sembri su un altro pianeta. Sei preoccupato perché non hai ancora trovato un alpha?"
L'altro annuì sperando di non farsi sfuggire la storia del bacio.
"Non è ancora troppo tardi, rilassati. Presto troverai anche tu la persona della tua vita."
"Sicuramente.", disse poco convinto.
"Se fossi in te non mi lamenterei. Ho sentito dire che un bel moretto con gli occhi verdi ha difeso il tuo onore al falò dell'altra sera."
Stiles lo guardò come se gli avesserò messo il conto di una cena per venti persone sotto al naso.
"Cavolo Stiles! Un figo come Derek fa il tuo nome al falò e la tua faccia è questa? Hai dei problemi seri.", affermò sbuffando e infilandosi i vestiti.
"Lui non va bene. Ha detto chiaro e tondo che non gli interesso, gli piace solo il mio odore."
"Scusa, fammi capire. Un alpha sexy ti dice che gli piace il tuo odore e tu non cerchi di attrarlo? Quando te l'ha detto?", domandò sempre più curioso.
"Ieri sera."
"È venuto a cena?"
"No, eravamo soli in camera mia quando me l'ha detto."
"STILES! Ti ha detto una cosa del genere mentre era in camera tua e tu non hai capito che ti vuole?"
"Danny, lui non mi vuole..."
"Come no? Ricapitoliamo, ha ballato con te fissandoti negli occhi tutto il tempo, dopo aver passato ore a seguirti con lo sguardo. E non dire che non è vero, l'abbiamo visto tutti. Ti ha salvato da una banda di motociclisti malintenzionati. Ha partecipa al falò riuscendo ad allontanare tutti gli altri, solo per proteggerti. Mi dici che è entrato in camera tua di sera e dopo tutto quel che ha fatto, non è interessato. Al tuo posto gli sarei saltato addosso.", spiegò con un sorriso furbo.
"A quanto pare ha fatto tutto ciò solo per amicizia."
"Io non credo proprio. Isaac mi ha detto che per Derek è normale prendersi cura degli amici, ma anche a lui è sembrato che tra di voi ci fosse qualcosa di più."
Stiles sapeva che Isaac non aveva ancora spiegato a Danny di essere un licantropo e di avere un branco e un capobranco. Stava aspettando il momento giusto, visto che sarebbe stato difficile nascondere gli occhi dorati e gli artigli con annesse zanne durante tutto il calore.
C'era un numero infinito di possibilità su come andasse a finire la loro storia, dopo quella rivelazione.
Danny non poteva capire il ruolo di Derek in tutto.
"E poi c'è il fatto che puzzi di Derek in continuazione e oggi più del solito. Neanche Scott o tuo padre ti lasciano tutto quest'odore addosso quando state vicini. Sentivo il suo odore anche quando sei uscito dalla doccia. Per attaccarsi così addosso devi aver fatto qualcosa di più...", Danny si blocco come colpito da un'illuminazione: "Tu l'hai baciato!"
Stiles l'afferrò per il braccio costringendolo a chinarsi: "Shhh... Non farti sentire.", gli disse sottovoce.
"Chi vuoi che ci senta? Siamo soli."
"Credimi, qui anche i muri hanno orecchie e per di più a punta.", l'altro lo guardò stranito: "Non dirlo a nessuno, ti prego."
"Stiles, ora mi racconti tutto o lo vado a dire in giro.", minacciò Danny eccessivamente curioso.
"Che bell amico sei! Non c'è molto da dire."
"Parla."
L'altro sospirò affranto, se aveva pensato di dimenticare il bacio ora gli toccava raccontare e esaminare attimo per attimo il tutto, conoscendo Danny.
"Eravamo in camera mia, abbiamo litigato perché ha allontanato tutti al falò e gli ho fatto capire che se avesse dimostrato un po' d'interesse, l'avrei fatto anch'io. Ha rimarcato il fatto che gli piace solo il mio odore e poi..."
"Continua."
"Mi ha spinto sul letto e baciato."
"Come è stato?"
"Non lo so. Credo, brutto. Era la sensazione di non poter fare nulla a farmi male. È stato come quando affoghi, trattieni il respiro più a lungo possibile e ti senti la testa scoppiare per la mancanza d'ossigeno. Vorresti fare qualcosa, ma sei troppo stanco di stare a galla e sai che se ti lasci andare morirai. Io credo d'essere rimasto tutto il tempo in quello stato ieri."
Danny gli mise una mano sulla spalla: "Stiles, è il bacio dell'alpha a fare questo effetto. Mi è successo spesso con Isaac. Poi l'effetto diminuisce. Comunque, credo che tu debba parlare con Derek. Non penso che il bacio fosse tanto disinteressato come vuol convincersi lui."
"Non credo che voglia parlarmi. È scappato via, come se io gli facessi schifo.", mormorò.
"Forse, temeva di farti male se fosse rimasto con te. Se gli hai dato la sensazione di non gradire, si dev'essere sentito respinto, oppure perché eravate soli su un letto, avrà pensato che non si sarebbe trattenuto da fare altro. Derek non è un cattivo alpha per quel po' che ho potuto vedere. Forse, avete solo bisogno di tempo.", suggerì.
"Forse sì, ma io non voglio arrivare al primo calore da solo. Non me la sento. Voglio un alpha."
"Stiles prendi il tempo che ti serve."
"Tu come hai fatto a scegliere Isaac?"
Sorrise: "Lui mi ha chiesto di allenarci in porta da soli e non ha finto di essere poco bravo solo per farmi vincere. Sapevo di piacergli, ma al contrario degli altri non si è comportato diversamente da com'è. E lui è dolce e gentile come pochi."
"Sono contento per voi. Si vede che siete perfetti insieme."
"Sai, mi ha detto di volere un sacco di bambini quando mi sentirò pronto. L'ha detto in un modo, da farti tremare le gambe. Stavo quasi per dirgli di farne al primo calore."
"Derek invece, ha detto che li dovrei fare dopo la laurea."
"Avete parlato anche di bambini? Interessante."
"Solo dei miei di bambini. A lui non interessa essere il padre."
Sentirono bussare alla porta degli spoiatoi e un gran vociare provenire dal corridoio. Si affrettarono a coprirsi il collo e aprirono la porta al resto della squadra.
Il coach gli diede appuntamento alle cinque di sera per la finale.
I due omega lasciarono gli spoiatoi già saturi di testosterone alpha e si separarono poco dopo per avviarsi alle rispettive classi.


Stiles passo la mattinata tentando di seguire le lezioni, ma la sua mente non sembrava voler collaborare.
Ora più che mai sentiva di essere un omega ed era colpa delle labbra di Derek. Danny gli aveva spiegato che il bacio era un primo passo per imprimere l'odore sul compagno. Se ora lui profumava di Derek, l'altro aveva il suo odore addosso. Praticamente erano una coppia agli occhi di tutti.
Il ragazzo si stava chiedendo come mai suo padre non se ne fosse accorto quella mattina, perché sicuramente tutti gli altri avevano capito, da come lo guardavano. Per fortuna in un paio di giorni quell'odore sarebbe svanito, doveva stare solo a distanza dal lupo.
Stiles sospettava che il comportamento di Derek fosse dovuto a Kate e al legame avuto con lei, non aveva osato affrontare l'argomento durante la lite, gli sarebbe costato la vita, ma era l'unica spiegazione.
Si sedette al suo solito tavolo in sala mensa tra Lydia e Scott, continuando ad avere l'aria pensierosa.
Dopo qualche secondo si accorse di essere fissato da tutti a quel tavolo, solo Danny continuava a chiacchierare e cercava di distrarre Isaac giocherellando con la sua mano.
"Perché mi fissate?", domandò spostando lo sguardo su Boyd, Erica, Isaac, Allison e Lydia, evitando accuratamente di incrociare gli occhi di Scott.
Lydia che era la più diretta e sincera gli rispose: "Puzzi di alpha più del solito."
"Dev'essere l'odore di mio padre. Ho provato un paio di sue camicie stamane per la cena di questa sera.", mentì iniziando a mangiare a grossi bocconi, nel tentativo di non essere interrogato mentre aveva la bocca piena.
Erica intervenne: "Se tuo padre è Derek, posso quasi crederci."
"Stiles?", chiese Scott nel tentativo di ottenere maggiori spiegazioni.
Forse era stato il tono con cui Scott aveva detto il suo nome o forse il fatto di essere guardato come si guarda un povero agnello in procinto di essere macellato, Stiles sbottò.
"Non azzardatevi a giudicarmi! Ciò che faccio, non vi riguarda."
Lasciò la mensa, senza finire il pranzo.
"Aspetta.", gli disse Danny seguendolo.
"Voglio stare solo."
Stiles ricordava ancora l'ultima volta in cui aveva detto quella frase ed era finito in un vicolo a fare da vittima, ma sapeva che davanti all'ingresso della scuola in pieno giorno non gli poteva accadere nulla di brutto.
Si sbagliava.
Venne importunato da Peter che era lì per vedere Lydia, infatti aveva il cellulare in mano in procinto di inviarle un messaggio.
Stiles si era seduto su un gradino dell'ingresso da un minuto a maledire Derek, quando Peter si sedette di fianco.
"Litigato con l'amichetto del cuore?"
"Peter, non è giornata.", gli disse furioso.
"Sei il secondo oggi che me l'ho dice."
L'altro lo guardò storto.
Peter rimase in silenzio qualche secondo come a rilassarsi allungando la schiena sulle scale.
Stiles si tranquillizzò un po'.
"Puzzi di mio nipote.", constatò.
L'altro non reagì.
"E lui puzza di te. State insieme?"
"No.", rispose stizzito.
"Perché no?"
"Perché no."
"Tu lo vuoi?"
"No."
"Lui ti vuole?"
"No."
"È sempre divertente parlare con voi due zucconi.", disse inviando un messaggio.
"Peter fatti i fatti tuoi!"
"Me li farei, se non avessi un nipote che sprizza felicità da tutti i pori quanto un dobermann appena castrato. Stai incasinando la testa del capo branco e se Lydia non fosse vicina al calore, ne approfittarei per fregargli il branco. Mi trattengo solo perché ho bisogno di quel poco di famiglia che mi è rimasta, se voglio prendermi cura di Lydia e di quella che formeremo insieme più in là."
"Non è colpa mia se Derek è un idiota."
"Invece sì. Tra un po' si metterà pure ad ululare alla luna a causa del tuo caratterino. Dovresti lasciarti andare se uno come Derek ti bacia, no farlo sentire in colpa."
"Peter, sparisci..."
Peter non lo lasciò finire, rivolgendosi a Lydia che stava uscendo dalla porta principale: "Mio splendido fiore."
Alzò lo sguardo per vedere i due abbracciarsi e scambiarsi baci dolci e leggeri, nulla a che vedere con quello di Derek, diretto e sensuale.


La giornata passò lenta.
Alle cinque Stiles, andò a prepararsi per la finale di lacrosse. Si cambiò in bagno come faceva da un po' di tempo.
L'ansia, che già da prima lo opprimeva ora era alle stelle. Per calmarsi aveva iniziato a stringere meglio le corde della racchetta da lacrosse, per fortuna il breve riscaldamento riuscì a scaricare lo stress.
Ritornati negli spoiatoi, si preparò mentalmente alla partita seduto su una panca.
Scott gli si avvicinò: "Stiles, volevo chiederti scusa per oggi. Non volevo giudicare qualsiasi cosa tu abbia fatto con Derek, ma ero solo preoccupato per te."
"Scott non volevo farti pesare nulla e solo che sono davvero fuori di me in questo periodo. Sto cambiando non solo fisicamente, ma anche caratterialmente e devo iniziare ad accettarlo. Un tempo avrei reagito diversamente ad un... bacio di Derek. Ora invece non so cosa pensare e questo mi innervosisce ancor di più."
"Quindi, ora stai con lui?"
"No, no."
"Come no? Sono giorni che hai il suo odore addosso e ora vi baciate pure.", disse scherzando.
"Lui ha baciato me e poi è scappato."
"Sei riuscito a far scappare un lupo grande e grosso con un bacio. Se l'avessi saputo prima, ti avrei convinto a baciarlo la prima volta che ci ha dato noie."
"All'epoca avrebbe usato la sua bocca per mangiarmi.", sorriserò entrambi, lasciandosi alle spalle il nervosismo.
Accanto a loro, Isaac e Danny scommettevano: "Lo fa, lo fa..."
"No, non lo fa. Sarebbe assurdo che lo faccia per quattro anni di fila.", sostenne Danny.
Scott e Stiles capirono a cosa si riferisserò, quando il coach iniziò a fare il suo solito discorso da ultima partita dell'anno scolastico. Lo viderò con il microfono, mentre citava parola per parola il discorso di Bill Pullman in Indipendece day prima di attaccare le astronavi aliene.
Come discorso d'incoraggiamento era poco adatto ad una partita di lacrosse, ma funzionava sempre e l'intera squadra esultava, pronta a scendere in campo.
Stiles era tornato a ridere, per la prima volta quel giorno, a quell'interpretazione magistrale del suo coach.


Il primo tempo della partita fu disastroso.
Scott, Isaac e Jackson erano in campo e Danny in porta, mentre Stiles stava in panchina.
Solo nel secondo tempo il coach lo fece giocare, vedendo che la squadra faticava ad attaccare.
"Ascoltatemi tutti. Voi che eravate in campo continuate a restare in difesa come avete fatto finora, mentre voi due freschi di panchina dovrete provare ad andare in porta.", ordinò, afferrando la spalla di Stiles e quella di un compagno di panchina: "Ci servono quattro punti. Non si aspetteranno che proprio voi tentiate la rete. Forza, ora andate e rendetemi fiero.", urlò l'ultima parte, portando quasi via il timpano ai due licantropi nelle vicinanze.
Solo quando Stiles fu in campo si rese conto di quanta gente ci fosse sugli spalti. Mezza Beacon Hills era intervenuta a fare il tifo alla squadra di casa, compresi i ragazzi del branco e persino Peter era lì, più per altro impegnato a strusciarsi su Lydia.
Lo sceriffo sembrava incerto se pregare o tifare, vedendo il suo ragazzo in mezzo a tutti quegli alpha.
Stiles si preparò al fischio d'inizio.
"Ciao dolcezza.", lo infastidì un alpha della squadra avversaria.
Non lo ascoltò.
"Cosa ci fa un cosino così carino in mezzo al campo? Potresti farti male.", Stiles si innervosì, ma gli bastò girarsi per calmarsi vedendo che Isaac gli proteggeva un fianco e Scott lo teneva d'occhio a distanza di poco.
"Potremo vederci dopo la partita, ho un paio di posizioni di gioco da farti vedere.", disse ammiccando.
Stava cercando di fargli saltare i nervi, ma non sapeva con chi aveva a che fare. Stiles era capace di far saltare i nervi a chiunque.
"Davvero? Beh, solo quelle puoi farmi vedere, visto che sono sicuro che non ci sia molto da vedere in quei pantaloni. Il tuo omega mi stava raccontando proprio questo cinque minuti fa.", sapeva che fosse sugli spalti dalle occhiate che gli rivolgeva durante la partita.
L'alpha si girò di nuovo a guardare verso il suo omega quasi a volersi assicurare che non stesse fraternizando con il nemico.
L'arbitro fischio e in un secondo l'alpha si ritrovò a terra. Ci volle del tempo per capire che a buttarlo giù fosse stato un omega.
Stiles aveva trovato il modo di scrollarsi di dosso quella sensazione d'impotenza della sera prima.
Quando l'arbitro capì, dovette intervenire il coach per non far sbattere fuori Stiles.
"Il ragazzo ha gli ormoni in subbuglio, non si rendeva conto di ciò che faceva. E poi, nessuno lo ha visto colpire l'altro. Può aver finto di venir colpito."
L'arbitro si convinse solo perché secondo tutti, un dolce e delicato omega non poteva colpire un alpha. Era assurdo.
"Stiles tutto bene?", domandò Isaac: "Cosa ti è preso?"
"Niente. Mi stava dando ai nervi."
"Mi fai paura."
"È meglio se faccio paura, no?"
Isaac lo guardò incerto, non sapeva cosa pensare. Era la prima volta che vedeva un omega reagire in modo violento alle provocazioni di un alpha, anzì quella era la seconda volta.
La prima volta, era stata una lite tra Erica e Peter qualche giorno prima. Erica aveva attaccato Peter per una sciocchezza, senza gravi conseguenze.
Pensò, che forse, gli omega del branco reagivano in modo diverso dai normali omega.
Guardò il suo Danny in porta e si rese conto che anche lui aveva un caratterino negli ultimi giorni, con l'avvicinarsi della luna piena. Con ogni probabilità, Danny non avrebbe reagito bene alla sua confessione di essere un licantropo.
Stiles era pronto alla partita finalmente. Dopo aver buttato giù il suo avversario, sentiva l'autostima alle stelle.
Il fischio di inizio diede il via al secondo tempo.
L'omega non ebbe problemi ad avvicinarsi alla porta, sapeva d'essere protetto alle spalle da Scott e Isaac, che avevano più interesse a proteggere un componente del branco e non un compagno di squadra.
Se qualcuno avesse fatto dei pronostici su quella partita, non avrebbe mai scommesso su una squadra con due omega in campo. Invece, Danny alla porta non era mai stato così bravo, mentre Stiles stava realizzando un punto dopo l'altro.
La folla era esplosa in un tifo sempre maggiore ad ogni punto che l'omega segnava. Lo sceriffo stava esultando così tanto da perdere la voce e persino Peter aveva iniziato a prestare attenzione al campo con un ghigno troppo allegro, notò Stiles.
Quando segno nuovamente prima del fischio di fine partita, la squadra corse a fargli le feste, come se la vittoria fosse tutta merito suo.
Qualcuno lo sollevò da terra per la felicità di aver vinto la finale. Fu allora che vide Derek in piedi nella penombra che lo fissava.
Purtroppo le persone che lo sollevavano gli fecero perdere il contatto visivo e quando tornò a cercare il licantropo, lo vide parlare con Peter. Perse di nuovo la visuale e quando guardò di nuovo in quella direzione non vide nessuno dei due.
Si fece molte domande sulla presenza di Derek alla partita e sul perché fosse andato via con Peter.


La serata continuò in un ristorante, per festeggiare quella finale che era valsa una coppa al liceo di Beacon Hills.
Il lacrosse era diventato uno sport molto seguito dalla gente del luogo, quindi vennerò festeggiati anche quando entrarono nel locale.
Ci furono complimenti da tutte le parti soprattutto per Stiles e Danny che avevano fatto la differenza sul campo.
Quando fu tempo di prendere posto a tavola, il coach urlò: "Dove sono i miei campioni?"
Stiles si ritrovò seduto vicino al coach a capotavola, con Danny e Isaac di fianco e Scott di fronte.
Si sentiva a disagio accanto al suo coach, soprattutto perché l'uomo aveva iniziato ad avvertire un odore diverso su Stiles, cioè quello di un alpha.
Era evidente che Bobby Finstock avesse cambiato atteggiamento, sembrava pensoso.
Non capiva perché, ma all'omega dava fastidio il fatto che Bobby lo considerasse già occupato.
"Buone queste costolette. Cosa ne pensi Stiles?", domandò ad un certo punto il coach.
"Sì, sono buone.", rispose sollevando lo sguardo sull'uomo.
"Mi meraviglia il fatto che tu sappia come sono, se non le hai ancora assaggiate.", osservò l'uomo guardando il piatto pieno del ragazzo.
L'altro arrossì preso in fallo.
"Stai bene?"
"Sì... e solo che non ho molta fame.", spiegò abbassando il capo.
"Davvero?"
Stiles annuì.
"Problemi con il tuo alpha?"
L'altro spalancò gli occhi. Nessuno stava prestando attenzione a loro due, ma si sentiva comunque come se gli altri lo fissassero con sguardo inquisitore.
"Non ho un alpha.", affermò con voce timida senza riuscire a guardare l'altro negli occhi.
"Odori di alpha, ma non ne hai uno.", sorrise divertito: "Stiles, tu sei l'omega più strano che io abbia mai conosciuto. Non so mai cosa aspettarmi da te. Come quanto avevi dieci chili di catena nell'armadietto, ancora oggi mi chiedo cosa ci volessi fare?"
"Nulla di cattivo, Bobby.", sorrise.
Non capiva perché, ma il coach riusciva sempre a metterlo a suo agio da qualche tempo.
"Dai. Mangia o lo dico a tuo padre domani."
"Domani?"
"Sì, domani sono a cena da te. Oh... lo sceriffo non te ne ha parlato.", capì.
"No. Ancora no. Voleva che mi concentrassi sulla partita."
"A proposito della partita..."
Si aspettava che gli chiedesse spiegazioni per il comportamenti violento in campo.
"Sei stato bravissimo."
Stiles si sentì bene a quel complimento e mise da parte tutta la storia del bacio per concentrarsi sulla chiacchierata e sul cibo nel piatto.
A fine serata, il coach si offrì di accompagnarlo a casa, ma Stiles preferì farsi accompagnare da Danny e Isaac come d'accordo, rimandando qualsiasi conversazione più intima con Bobby. Per quella, c'era tempo la sera dopo.


L'ultimo giorno di scuola fu una goduria per Stiles.
Tutti si complimentavano per la partita e le lezioni erano pressoché inesistenti.
Quasi sicuramente a settembre sarebbe stato titolare in squadra, visto che c'erano diversi diplomati quell'anno. Tutto sembrava andare per il meglio, tranne per la ricerca di un alpha. Per quello, aveva già buttato la spugna e stava meditando di passare la vita solo e chiuso in casa, lontano dalla società.
Lydia e Allison avevano scoperto della cena con il coach e durante buona parte di un paio di lezioni, avevano dato il tormento a Stiles su come si dovesse comportare.
Le due erano pro-Bobby, mentre Danny e stranamente anche Erica erano dell'idea che dovesse parlare con "l'altro", così definito quando era stato chiaro che il nome "Derek" suscitasse irritazione nel ragazzo.
Gli alpha non si erano espressi, solo Peter l'aveva fatto il giorno prima.


La giornata volò e alle sette di sera Stiles stava decidendo con Lydia e Erica cosa indossare per la cena con il suo oramai ex professore di matematica, il prossimo anno avrebbe avuto un altro professore.
Le due si erano presentate da Stiles con il chiaro intendo di far finire in modo positivo -Lydia- o negativo -Erica- la serata.
Erica sembrava infastidita dal fatto che Stiles stesse cercando qualcuno di diverso da "l'altro".
Stiles non capiva perché Erica si fosse convinta che Derek dovesse diventare il suo alpha. Il ragazzo avrebbe scommesso l'esatto opposto solo il mese prima, ora invece cercava di convincerlo a mettere una felpa davvero troppo grande e dei jeans poco aderenti. Lydia invece, tentava di fargli indossare dei jeans che gli facevano delle belle forme e una casacca di lino bianco con sciarpa anch'essa di lino.
Alla fine Stiles optò per la casacca con la sciarpa e i pantaloni larghi, così da far contente entrambe e sentirsi comodo.
Erica aveva passato la serata con il naso all'insù come ad annusare la camera da letto dell'amico, che ne pareva infastidito. Sapeva bene quale odore stesse cercando e quando si sedette sul letto per controllare anche quello, Stiles ebbe da ridire.
"Lui è stato in questa stanza spesso, è inutile che controlli le sue tracce. Non c'è nulla di interessante da scoprire."
"Volevo solo capire perché qui c'è odore di Derek diverso dal solito.", affermò, prendendo a sniffare il cuscino.
"In che senso, diverso dal solito?"
"Non ho mai sentito quest'odore dolce, sensuale e protettivo su di lui, eppure è il suo."
Non rispose, non sapeva cosa ribattere.


Il coach arrivò quando le ragazze erano ancora in casa Stilinski, quindi divenne un po' imbarazzante per Stiles. Dovette letteralmente buttarle fuori, impedendo qualsiasi battuta o tentativo di sabotaggio da parte di Erica.
Quando tornò in salotto, dove Bobby era rimasto solo, non sapeva cosa dire.
"Quelle due sono davvero invadenti.", fece notare l'uomo ancora in piedi.
"Sì, è vero. Ancora mi chiedo come facciamo ad essere amici.", rispose tormentandosi un lembo della manica.
"Accomodati. Non restare in piedi."
Bobby si accomodò sul divano e Stiles si sedette di fronte.
Per qualche secondo restarono in silenzio guardandosi un po' intorno e un po' negli occhi.
"Come è andato l'ultimo giorno di scuola?", domandò l'ospite.
"Bene. Mi hanno fatto un sacco di complimenti anche oggi per la partita e mi sembra ancora strano."
"Te li meriti tutti."
Lo sceriffo entrò: "La cena è pronta."
Preserò posto alla tavola poco più in là.
Il padre di Stiles, per evitare incidenti d'ogni tipo, si occupò di riempire i piatti con la zuppa di verdure che aveva preparato il ragazzo prima di cambiarsi.
"Buona.", asserì non appena l'assaggio.
"Opera di Stiles. Ultimamente è diventato bravo in cucina a causa dei miei orari di lavoro. Anche se di tanto in tanto esagera con il piccante.", guardò storto il figlio.
"Davvero sei così bravo? Io so cucinare solo uova e pancetta."
Stiles sorrise, gli veniva semplice sorridere a Bobby e non capiva perché. L'uomo non era proprio bellissimo, anche se aveva un certo fascino e un bel corpo che nascondeva sotto magliette e abiti sportivi.
Ciò che piaceva di più a Stiles era il carattere allegro, anche se a volte pareva cinico con la squadra. In realtà condividevano molte passioni e in più di un'occasione Stiles era stato l'unico a ridere alle sue battute ispirate a film decisamente vecchiotti.
"Da quando fai l'allenatore di lacrosse?", domandò curioso.
"Praticamente da sempre. Al liceo ero capitano della squadra, ma a causa di un infortunio al ginocchio ho dovuto smettere. L'allenatore non se la sentiva di tenermi fuori dalla squadra e mi ha insegnato le basi del mestiere. Credo di essermi appassionato così tanto nell'occuparmi della squadra, da voler fare anche l'insegnante. Ho sempre allenato una o più squadre nel tempo libero. In estate di solito alleno i pulcini, anche se quest'estate potrei non avere tempo.", affermò fissando Stiles negli occhi.
"Perché non hai tempo?"
L'altro sembrò leggermente imbarazzato. Stiles ci impiegò un po' a capire il tipo di gaffe che aveva fatto. Non aveva capito che se le cose tra di loro fosserò andate bene, non ci sarebbe stato molto tempo libero con il calore in arrivo e tutto il resto. Abbassò la testa diventando rosso.
L'altro riprese il discorso: "Domenica, ho il primo allenamento con i piccoli, potresti venire? Sono delle pesti, ma se vedendo un bravo giocatore di lacrosse, potrebberò darmi ascolto una volta tanto."
"Non so, ci penserò."
Stiles non sapeva cosa fare con Bobby, era la prima volta che non voleva mandare via un alpha durante la cena.
Lui gli piaceva.
Desiderava fare buona impressione, ma non far trapelare il suo interesse nei confronti dell'uomo, era troppo presto.
"Solo se ti va, non sei costretto a fare nulla che tu non voglia.", precisò, ottenendo uno sguardo d'approvazione da parte dei due.
Scherzando e ridendo arrivarono al dolce, ma visto che lo sceriffo aveva rinunciato a comprarlo quando c'era un alpha a cena, perché non riusciva mai a metterlo in tavola, dovette rimediare con delle coppette di gelato. Lasciò i due soli a parlare, mentre andava a prepararle.
"Hai visto i video della partita? Sei stupendo quando tiri in porta.", affermò, ottenendo un sorriso enorme da parte di Stiles.
"No. Dove li posso vedere?"
"Se hai un pc te li mostro, dal mio cellulare non si vede nulla."
"Sì. Accomodati sul divano, vado a prenderlo."
Quando tornò, si sedette sul divano accanto a Bobby, per avere una visuale migliore dello schermo del pc.
Visionarono diversi video sul sito ufficiale della scuola, ridendo anche dell'attacco violento di Stiles durante la partita.
Lo sceriffo tornò con due coppette con gelato al cioccolato, che i due quasi ignorarono, continuando a chiacchierare per diverso tempo di tutto seduti l'uno vicino all'altro. Ci fu persino un'imitazione di Robert De Niro nel secondo Padrino.
Solo verso le undici di sera, Stiles si accorse della sparizione del padre.
Lo trovò in cucina, dove aveva già pulito tutto e messo la lavastoviglie da tempo.
"Tutto bene figliolo?"
"Sì, ma perché non sei rimasto con noi?"
"Non volevo disturbarvi. Vi divertivate così tanto."
"Davvero?", era incerto.
"Sì, davvero. Cosa ne pensi?"
"Non so cosa pensare... Bobby, è interessante ed è molto diverso da tutti gli altri."
"Infatti. Ricorda che la scelta è tua. Non c'è fretta, ma fargli capire cosa pensi."
Stiles tornò da Bobby, che si stava alzando dal divano.
"Si è fatto tardi. Il tempo è volato."
"Sì. Ci siamo divertiti."
"Ti va di vederci nei prossimi giorni?"
Stiles abbassò la testa senza sapere cosa fare o dire, ma l'altro gli venne in soccorso.
"Ti lascio il mio numero di cellulare. Se hai voglia, chiamami, ma non usarlo per farmi scherzi. Lo so che vuoi vendicarti di tutti i compiti in classe a tradimento che vi ho fatto fare.", ironizzò.
Stiles sorrise tutto il tempo, mentre l'accompagnava alla porta.
"Buonanotte Stiles."
"Buonanotte Bo...", non riuscì a finire, sentendo le labbra dell'uomo posarsi sulla sua guancia, in un casto saluto.
Andò via senza dire altro, lasciando l'omega che a malapena si reggeva sulle gambe per via della forte emozione.
Stiles diede la buonanotte a suo padre e andò in camera sua con aria sognante. Se ne accorse anche lo sceriffo, tanto che si lasciò andare ad un gesto silenzioso d'esultazione, finalmente aveva rimediato un possibile genero.
Stiles raggiunse la sua camera, si levò le scarpe e si lasciò cadere sul letto.
Sull'agenda appuntò:

Bobby Finstock

Non aggiunse altro. Era la prima volta che scriveva il nome di un alpha sull'agenda.
Sentiva che i suoi sentimenti nei confronti del coach stavano evolvendo in qualcosa di diverso, si stava innamorando finalmente.
Aveva atteso troppo di provare quell'emozione e ora voleva godersela. Si addormentò pensando a Bobby.


Il vento quella notte era impetuoso e portava i rami degli alberi a graffiare il vetro della finestra chiusa.
Stiles si era svegliato un paio di volte a quel rumore, per poi riaddormentarsi.
La terza volta si era svegliato sentendo ancora il graffiare alla finestra, ma il vento era diminuito di forza.
Passò qualche secondo a contemplare la parete prima di richiudere gli occhi.
Un braccio lo circondò, mentre era tra veglia e sonno. Reagì velocemente cercando di sfuggire al forte abbraccio da dietro.
"Derek cosa stai facendo?", disse preso dal panico.
"Non sono Derek."
"Cosa cazzo ci fai sul mio letto Peter?"
"Wow... Allora è vero che Derek non viene qui la sera per una sveltina. Da come hai reagito, quell'idiota è solo riuscito a baciarti una volta."
"Peter lasciami e esci dalla mia stanza!"
"No. Sono qui per farti una proposta tesoro."




NOTE DELL'AUTRICE

Salve a tutti.
Devo ammettere che questa settimana ho una passione particolare per zio Peter e per Bobby. Domanda: come suona "Stilby"?
Stiles+Bobby... Credo che qualcuno mi stia odiando.
In quanti mi stanno maledicendo?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto? Ho dovuto mettere da parte Derek per un po', ma prometto che nel prossimo tornerà... oppure ci sarà una scena di sesso di Stiles con Bobby o con Peter.
Fatemi sapere cosa ne pensate... del capitolo, no della scena di sesso!
Vi ringrazio per le recensioni e tutto il resto. Alcune di voi mi stanno dando "brutte" idee per altre ff.
Un abbraccio, Francesca.

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


CAPITOLO V


Il vento aveva smesso di soffiare e l'alba stava sorgendo, preannunciando una calda giornata.
Stiles era disteso nel letto, stringeva le lenzuola all'altezza del collo, in un gesto pudico che non aveva senso in compagnia di uno come Peter.
L'altro sorrise e gattonò sino a lui, sovrastandolo. Si piegò e diede un bacio sulla guancia del ragazzo per poi sussurrare dolce: "Io non parlo, se non lo fai tu. D'accordo?"
L'altro annuì.
Dopo un qualche secondo vide l'uomo uscire dalla finestra che aveva scassinato poco prima e con la stessa eleganza del nipote, balzò di sotto.
Rimase a fissare l'alba che sorgeva senza sapere bene cosa fare o dire. Nella sua mente le parole di Peter riecheggiavano e facevano male.
Aveva paura e ne avrebbe avuto maggiormente in serata.
Doveva solo aspettare.


Quella mattina Stiles rimase in casa.
Suo padre, che solo la sera prima avrebbe scommesso il distintivo su Bobby come futuro genero, ora si stava ricredendo.
L'osservò finchè non fu l'ora di andare alla centrale.
Sperava di vederlo prendere il cellulare e telefonare a Bobby, ma niente. Stiles, continuava a guardare il cellulare con aria persa senza fare nulla.
Alla fine ipotizzò che Bobby gli avesse promesso di chiamarlo e si tranquillizzò. Uscì per andare alla centrale e si ripromise di telefonargli più tardi per vedere come stava e come stessero andando le cose.
Qualche minuto dopo che lo sceriffo fu uscito di casa, Stiles ricevette il messaggio di Isaac.

-Ciao Stiles. Stasera dico tutto a Danny. Mi faresti il piacere di stargli vicino? Non ho idea di come reagirà. Siete diventati molto amici e credo che si fidi del tuo giudizio per quanto riguarda tutto ciò.
Ci saranno tutti. Così avrà modo di capire meglio e di fare domande.
Lydia e Allison, se vedranno che non regge la cosa lo riporteranno a casa, ma ci devi essere tu a sostenerlo.
Derek ha già detto che cercherà di fare il possibile per aiutarlo a capire, anche se ultimamente è strano. Mi sono dovuto rivolgere a Peter, sembra assurdo, ma è stato comprensivo più del solito.
Comunque, ci vediamo alla vecchia casa Hale. Passiamo a prenderti verso le sei, io e Danny. Lui sa già che devo dirgli qualcosa d'importante. Credo che si aspetti una proposta di legame e non quello che sto per rivelargli...
Magari fosse così facile.


Qualche secondo dopo il telefono vibrò di nuovo.
-P.S. Scusa il poema.


Rispose.
-Ci sarò e farò il possibile per Danny. Spero che vada tutto bene. Siete perfetti insieme. Vedrai che capirà.


-Grazie Stiles. Sei un grande amico. A stasera.


Qualche secondo dopo il telefono vibrò nuovamente, ma questa volta era Danny.
-Stiles bello, come stai? ...
Che ruffiano pensò teneramente Stiles.
-... Isaac mi ha detto che vuole dirmi una cosa importante stasera e che ci sarà tutto il gruppo. Tu non sai niente? Potresti darmi un'anteprima?


-Mi dispiace Danny "bello", deve essere lui a parlartene.


-È una cosa brutta Stiles?


-Non proprio. Solo un po' strana, ma puoi stare tranquillo.


-Quindi non si tratta della proposta di legame? Speravo che facesse qualcosa di carino... :-(


-No, non si tratta di quella. Credo che per quella sceglierà un'altra occasione meno stressante.


-Stressante?


-Danny, fidati di me. Non è facile per Isaac confessarti questa cosa. Conosci il suo passato e la storia di suo padre... Quell'uomo gli ha inculcato per tutta la vita di essere una nullità e un incapace, ed ora lui è preoccupato di non essere abbastanza per te. Teme di apparire anche come un mostro ai tuoi occhi.


-Per caso ha a che fare con l'omicidio di suo padre? A me non importa se è stato lui. Il padre meritava quella fine!


-No, non è stato lui. Ci sono le prove che è innocentissimo!!! Ma non posso spiegarti chi è stato, forse dopo stasera capirai molte cose.


-Ok. Quindi devo solo aspettare a stasera...
Mi viene l'ansia!
Usciamo? Così mi aggiorni sul coach.


-Solo se prometti di non farmi altre domande su Isaac... E magari evitiamo di parlare anche di Bobby...


-Perché? È stata così terribile la cena?
Non l'avrai mutilato o altro?
Conoscendoti.


-No. È andato tutto abbastanza bene, solo che ho bisogno di tempo per capire cosa voglio.


-E soprattutto, chi vuoi?


-Cosa vuoi dire?


-Derek


-Lasciamo perdere per ora.
Usciamo? Centro commerciale?


-Facciamo per mezzogiorno? Così pranziamo lì, oggi sono solo a casa.


-Pure io... Deprimente.
Ok. A dopo.


- ;-) A dopo Stiles bello.


-Smettila di fare il ruffiano! Posso farlo solo io.


-Ora capisci quant'è fastidioso quando mi chiami così?!


-Sì. Comunque non lo faccio da un po'.


-Siamo cambiati molto Stiles nell'ultimo mese. Tra un anno saremo diversissimi da come siamo ora. Parliamone dopo a pranzo. Ciao


-Ok. Ciao.


Stiles passò il pomeriggio con Danny, rendendosi conto che negli ultimi tempi si trovava bene con lui. Scott era stato sempre il suo migliore amico, ma ora cercava qualcuno che potesse comprendere la sua situazione di omega.
Stavano mangiando un gelato mentre aspettavano Isaac che li avrebbe accompagnati a casa Hale e lì, avrebbe rivelato tutto.
"Secondo te cambieremo molto dopo il legame?", chiese a Danny.
"Non dovremmo cambiare di molto, se l'alpha è quello giusto. Hai paura di non essere più il solito pasticcione iperattivo?", domandò sorridendo.
"No. Ho solo paura di sentirmi prigioniero del legame."
"Con Bobby non dovrebbe accadere. Lui è molto permissivo su tutto. Non credo che ti terrà chiuso in casa."
"Non è solo questo. Il legame ti cambia. Le priorità sono altre e ti senti costretto a fidarti ciecamente dell'alpha. Io non riesco a fidarmi di lui."
"Non stai parlando di Bobby, vero?"
Stiles non rispose.
"Derek, è un po' duro, ma non è cattivo. Forse, potrebbe essere un tipo geloso, ma non ti farebbe mai sentire sottomesso."
"Invece, credo, lo farebbe. Ha avuto una brutta esperienza con una omega e non vuole ritrovarsi nella stessa situazione. Quando mi ha baciato, era ciò che tentava di fare bloccandomi sul letto. Voleva che sentissi chi era a dominare in quella situazione. Poi deve essersi reso conto che non valeva la pena con me e ha rinunciato, in fondo gli piace solo il mio odore."
"Stiles, smettila di pensare che non gli piaci. Ti vuole tutto e non solo il tuo odore."
Annuì, per niente convinto.
Per sua fortuna arrivò Isaac a tirarlo fuori da quella conversazione.
Salirono in auto e Danny bacio Isaac che pareva una corda di violino per quanto era teso.
Per quasi tutto il tragitto non volò una mosca. Tranne quando Danny notò che si dirigevano in una strada non asfaltata.
"Dimmi che non vuoi uccidermi e nascondere il mio corpo.", scherzò.
Isaac non reagì.
Si parcheggiarono davanti alla casa bruciata della famiglia Hale e per un attimo quel luogo mise più nervosismo a Stiles che non a Danny. Ricordava il sogno e si sentiva male.
Erano arrivati tutti tranne Derek, notarono, ma dovetterò ricredersi quando Derek uscì dalla porta dell'abitazione. Stiles per un attimo sussultò, ripensando ancora al sogno.
"Grazie per essere venuti tutti.", parlò Isaac più teso di prima.
"È un piacere esservi d'aiuto.", annunciò Peter osservando Isaac e poi lasciando scorrere il suo sguardo da Stiles a Derek.
"È il momento Isaac. Forza.", incitò dolcemente Scott mentre stringeva la mano di Allison.
Quei due erano oscenamente sdolcinati.
L'alpha si girò verso il suo Danny: "Amore mio, è dal primo momento che volevo dirti questa cosa, ma temevo la tua reazione."
"Isaac puoi dirmi tutto quello che vuoi.", l'interruppe l'altro.
Prese coraggio: "So che non appena te lo dirò tu mi prenderai per pazzo, ma posso mostrarti che è tutto vero."
Danny cercò per qualche secondo la mano di Stiles a suo fianco.
"Danny, io e altri qui... Siamo dei licantropi. Ecco l'ho detto.", chiuse gli occhi terrorizzato dalla possibile reazione dell'omega.
"Non è divertente farmi stare in ansia un'intera giornata per poi prenderti gioco di me."
Stiles intervenne: "Danny, e vero."
Danny rise isterico per poi guardare tutti.
"Volendo crederci... Hai detto che puoi dimostrarlo."
"Sì, ma resta calmo."
Isaac si trasformò, mutando gli occhi, le unghie e i canini.
Danny per un attimo restò sconvolto, poi prese un profondo respiro e un po' titubante si avvicinò al suo alpha.
"Sei... sei... strano. Sei davvero una cosa strana.", sostenne, toccandogli il viso più curioso che spaventato.
Iniziarono ad esserci sospiri di solievo da parte dei licantropi che potevano sentire il cambiamento d'umore di Danny. Poco dopo anche gli umani distesero i nervi notando un piccolo sorriso nascere sulle labbra di Danny. L'unico ancora teso era Isaac, ci pensò Stiles a far cessare il silenzio, in fondo quello logorroico era lui.
"Dovresti vederlo con la luna piena. Ti toccherà spulciarlo ogni volta che torna dalla passeggiatina nel bosco. Se fossi in te gli farei una bella antirabbica per stare tranquilli..."
"Stiles, smettila di parlare.", si fece sentire Boyd, una volta tanto.
Il ragazzo di colore era quello più silenzioso e riflessivo del gruppo, ma quando parlava, tutti l'ascoltavano. Anche se in quel preciso momento Stiles non se la prese, erano tutti sorridenti e pronti a scherzare, tranne Derek. Lui aveva sempre il suo solito sguardo da "ti apro la gola".
L'avevano notato tutti, ma erano più presi da Isaac e Danny che avevano iniziato a baciarsi, anzì quello era più un limonare di brutto.
Peter sospirò sottovoce: "E questa è fatta."
"Cosa, mio psicopatico preferito?", domandò Lydia a suo fianco.
"Dobbiamo ancora spiegare tante cose a Danny."
I due innamorati si staccarono per ascoltare Peter.
"Isaac, i particolari li lascio spiegare a te quando sarete soli, ma nel frattempo è meglio che parliamo della luna piena di domani sera a Danny e non solo.", annunciò ammiccando.
"Perché ho l'impressione che intendi fare un corso di educazione sessuale per licantropi?", domandò cinica Erica.
"Perché è così."
Anche Derek reagì esasperato come tutti i presenti.
Ricordava ancora le sue spiegazioni riguardo all'avvicinarsi dei primi calori precedute dalle lune piene e non gli erano servite a nulla.
"Non fare quella faccia. Tu ne hai bisogno più di tutti qui."
"Cosa?!", ringhiò Derek e Stiles deglutì capendo che riguardava anche lui.
"Ora sta' tranquillo e fammi tenere la mia lezione ai bambini."
Derek sbuffò irritato.
Peter si sistemò come a tenere una conferenza stampa e prese posto sul patio bruciacchiato di casa Hale. Derek si allontanò da lui avvertendo qualcosa di strano in suo zio. Non volle dargli importanza.
"Signore, signori e cagnacci, domani sera ci sarà la penultima luna piena prima del calore. Per i licantropi potrebbe essere difficile da sopportare, perché avrete la terribile voglia di andare dai vostri compagni e accoppiarvi violentemente."
Si sentì Allison gemere di paura.
"Tu, non fare la verginella! Voi due avete già consumato da tempo. Al massimo Scott ti dà qualche morso."
"Ehi, Peter!", lo rimproverò Scott. "Scusa, ma voi siete sicuramente quelli che faranno meno danni domani sera. Comunque, se non vi controllate abbastanza potrebbe essere spaventoso per i vostri compagni umani."
"Noi possiamo stare tranquilli?", chiese Erica.
"Siete entrambi licantropi e sicuramente vi cercherete per fare cose sporche nei boschi. Ci saranno graffi e morsi, ma nulla di pericoloso."
"Cosa?", domandò Danny particolarmente teso tra le braccia di Isaac.
"Nel caso di voi omega umani, è meglio tenervi lontano dai vostri alpha se temete che vi facciano del male."
"Io non farei mai del male a Allison.", sostenne Scott.
"Ecco perché ho detto che siete i più tranquilli. Però Isaac potrebbe, senza volerlo. Sicuramente pretenderà di fare l'amore e tieni presente Danny che con la luna lui sarà pieno di peli. Non credo sia una cosa sexy..."
"Ma non mi farà del male in modo serio?"
"Non dovrebbe visto che ora non è più ansioso perché non sapevi che lui fosse un licantropo."
"Bene. Allora affronteremo anche la luna piena insieme.", sussurrò a Isaac.
"Per evitare gravidanze indesiderate per voi ragazze, vi consiglio anticoncezionali da assumere già da stasera. Deaton ne ha preparati per te Erica, visto che quelli normali non funzionano sui licantropi. Per i ragazzi invece non ci sono problemi fuori dal calore."
"Perché usi il plurale?", chiese Scott: "L'unico omega maschio che sta con un licantropo è Danny."
"E adesso veniamo al punto principale della mia spiegazione."
Stiles aveva già capito cosa stesse per dire.
"Come sapete, ci sono due zucconi che non vogliono capire di essere perfetti insieme. Ora, non ci sarebberò problemi se uno di questi due non fosse il nostro capobranco."
Derek ringhiò verso Peter. "Cos'è un capobranco?", domandò Danny confuso.
"È questo idiota di mio nipote.", indicò.
"Peter!", l'ammonì.
"Zitto Derek. Non ho mai giudicato le tue scelte, ma ora ti stai comportando da idiota e fin qui non sarebbe un problema, se non fosse che domani con la luna, potresti uccidere Stiles."
"Cosa!?", chieserò contemporaneamente sia Stiles che Scott.
"Peter, cosa vai farneticando?", sbraitò Derek.
"Sono tre giorni che non sei in te e cioè da quando hai baciato Stiles, ma poi vi siete allontanati. Non ci sarebberò problemi se non fosse che sei interessato... anzì ossessionato da lui e domani sera potresti infuriarti e scatenare tutta la tua frustrazione sul suo esile corpo."
"Non me ne frega nulla di Stiles!", affermò per far smettere suo zio.
Stiles, trattenne la delusione e il dolore per quella frase.
"Derek, smettila di fare il bastardo e ascoltami. So bene che il tuo precedente legame è stato uno schifo, ma devi ammettere che con Stiles sarà diverso. Tra di voi c'è già un forte legame e ora devi solo accogliere questo legame è farti pervadere dalla pace che trasmette, possibilmente prima della luna piena."
"Perché è così urgente?", s'informò Scott.
"Perché l'ancora di Derek sta crollando e domani sera sarà incontrollabile."
"L'ancora di Derek non ha a che fare con Stiles, giusto?", chiese Scott.
"No. Con la rabbia che..."
"ZITTO!", urlò Derek nel panico.
"Senti, non lo dico, ma devi ammettere che non funziona più come ancora ora che c'è Stiles."
Derek stava respirando pesantemente come a volersi controllare, senza riuscirci. Trovò un attimo di lucidità per chiedere: "Cosa dovrei fare per... per riprendere il controllo."
"Semplice. Inizia con l'accettare Stiles come tuo possibile omega."
"No! Lui non è... Lui non posso... Non ho il controllo su di lui! Finirà come l'altra volta."
Erano tutti sbalorditi. Derek si stava aprendo e sembrava voler accettare l'aiuto di Peter e del branco se fosse servito.
"È Stiles. Lo conosci, non farebbe male ad una mosca. Vedi, è lì più nervoso di te. Avvicinati a lui."
Peter stava riuscendo a far cadere le difese di Derek. Sapeva che una volta che avesse accettato Stiles come omega, la sua ancora sarebbe sparita per la seconda volta nella sua vita e avrebbe dovuta sostituirla subito con una nuova.
Era sconsigliato avere una persona come ancora, ma nel caso non ci fosse stato tempo per trovarne una nuova per la luna piena, Stiles andava più che bene.
Derek si mosse verso il ragazzo sotto gli occhi attenti di tutti. Arrivò ad un metro da quei occhi che ai raggi del tramonto parevano color miele.
Stiles era spaventato, l'accordo con Peter prevedeva che se lui parlasse all'alpha, l'uomo l'avrebbe sostenuto, altrimenti non avrebbero insistito, visto che Derek era al limite.
"Ehi, Derek.", ruppe il silenzio nervoso.
Non era sicuro di ciò che stava facendo, solo la sera prima era attratto da Bobby, ma con il licantropo c'era qualcosa di diverso.
"Io non voglio un omega.", disse rivolto a Peter.
"Perché hai paura che ti faccia soffrire, vero? Però vuoi Stiles."
"E solo perché è vicino al calore, lui non mi è mai interessato..."
"Sicuro? Perchè lo sbattevi sempre al muro allora? Quello è il modo di fare degli Hale quando sono eccitati."
Stiles sembrava incerto se continuare, l'altro insisteva su quel punto, dando tutta la colpa all'odore.
"Se dovessi decidere di legarmi...", s'interruppe osservando Stiles.
"Cosa Derek?"
"Dovrà dimostrarsi un bravo omega sin da subito. Farà qualsiasi cosa io dica."
Stiles si accigliò contrariato, ma Peter rispose al suo posto.
"Derek, non serve essere così dominanti con lui. Non vuole usarti. Vuole solo legarsi a te nel modo giusto."
Era chiaro a tutti che il problema di Derek fosse con qualsiasi omega esistente. Avevano compreso che l'uomo avesse sofferto a causa di qualcuno a cui si era legato.
"Farai il bravo o mi userai per controllare il branco?", domandò finalmente a Stiles, avvicinandosi un altro po'.
"Io non voglio avere nessun controllo sul branco.", affermò.
"E allora cosa vuoi da me?"
Andò nel panico, non trovava una risposta. Quello che voleva, non c'erano parole che potesserò esprimerlo, era solo una sensazione. Una strana e meravigliosa sensazione che premeva nel petto.
"Io... Io..."
"Tu cosa?"
"Voglio te.", abbassò lo sguardo dopo aver fissato gli occhi di Derek per troppo tempo senza ricevere nessun segno dall'alpha.
Iniziò a guardarsi le scarpe, certo di essersi esposto troppo.
Due mani si posarono sulle sue guance.
Alzò il viso e si ritrovò occhi negli occhi con l'altro. Le sue iridi cambiavano continuamente colore passando dal verde al rosso. Peter capì che l'ancora di Derek era appena sparita e ora il capo branco era una preda facile. Con la luna piena sarebbe stato fuori controllo, ma se ora Stiles gli dava modo per crearne un'altra, sarebbe andato tutto a posto.
Kate gli aveva donato come ancora l'odio verso se stesso per aver portato un'omega assassina in casa.
Derek stava smettendo di sentire quell'odio per la sua incapacità di trovare una brava omega.
Ora era pronto ad andare avanti con Stiles.
Si avvicinò al ragazzo premendosi contro il suo corpo e sentendo il respiro spezzato e il battito feroce del cuore.
Stava sorridendo, come non sorrideva da tanto.
Avvicinò il suo viso a quello dell'altro.
Erano tutti pronti ad esultare, quando accadè l'impensabile.
Derek cambio espressione e annusò Stiles.
"Cosa?! Perché odori di Peter?"
"Io... Ci siamo visti oggi..."
"Eravate d'accordo!", asserì infuriato: "Ti ha usato per farmi abbassare la guardia! Vuole il potere e usa te? Sei suo complice. Sapevo di non dovermi fidare, sei come tutti gli altri omega!"
Peter riuscì a strappare Stiles dalle mani del nipote prima che l'aggredisse. Anche gli altri erano intervenuti. Gli omega erano rimasti lontano vedendo con quanta furia Derek si dimenasse mentre Scott, Boyd e Isaac lo trattenevano.
"Sei uguale a Kate, un traditore!", urlò, mentre il ragazzo sconvolto veniva portato via da Erica per essere condotto a casa.


Stiles si ritrovò sul suo letto a piangere e soffocare urli di rabbia sul cuscino. Intorno a lui c'erano gli omega del branco, tranne Lydia che era rimasta con gli alpha.
La ragazza sapeva come calmare Derek, l'aveva già fatto quando aveva resuscitato Peter, ma la sua presenza aveva altre motivazioni: doveva sapere cosa fosse accaduto tra Peter e Stiles prima dell'incontro.
Lydia aveva imparato fin da subito che i piani di Peter non funzionavano mai, se fosse stata a conoscenza di un suo piano, per sicurezza l'avrebbe impedito.
I risultati ora erano evidenti e lei doveva sapere il perché di quell'ultimo fallimento.
Gli altri omega circondavano Stiles senza sapere cosa fare. Ciò che Erica annusava in quella stanza era frustrazione, sofferenza, delusione e rabbia ed era l'omega sul letto ad emanare tutte quelle emozioni.
Era stato un duro colpo per lui, vedere la persona che desiderava veramente diventare aggressiva.
Tutti si chiedevano come mai Derek fosse così duro quando si trattava di trovare un omega per sé. Il nome di Kate era saltato fuori all'improvviso e ora speravano tutti che quella donna non fosse riuscita a dare il colpo di grazia a Derek dalla tomba.
"Stiles, non fare così. Vedrai che appena si calma e Peter gli fa capire che non ha fatto nulla di male, lui tornerà da te. Ha bisogno di tempo. È testardo, ma ti vuole veramente.", cercò di tranquillizzarlo Allison.
Stiles urlò: "Non lo voglio più! Come faccio a stare con lui se non si fida di me? Non voglio più vederlo!"
Tornò a piangere e a soffocare la rabbia nel cuscino.
Erica sentì dei rumori: "Tuo padre è tornato."
Sembrò non importare al ragazzo.
Non ci volle molto che lo sceriffo lo trovasse in quello stato.
"Stiles, stai bene? Cos'è successo?", chiese, vedendolo continuare a piangere, con Allison accanto che gli accarezzava una spalla per calmarlo.
"Bambino mio, è tutto a posto. Passerà, te lo prometto.", sussurrò abbracciandolo.
Si rivolse ai presenti: "Cosa gli hanno fatto?", nessuno sapeva come rispondere: "Chi è stato?", era arrabbiato.
Fu Danny a rispondere: "Peter ha tentato di farlo riavvicinare a Derek, solo che lui non si è fidato e si è arrabbiato con Stiles."
"È un bastardo!", asserì fuori di sé e piangendo sulla spalla di suo padre.
"Questa volta gli sparo a quei dannati Hale!", affermò furioso: "E pensare che credevo fosse un ottimo alpha per te Stiles. Non dovevo lasciarlo entrare in camera tua per tutto questo tempo.", sospirò.
Stiles s'irrigidì e alzò gli occhi per incontrare quelli del padre: "Tu... tu lo sapevi?", domandò.
"Sono stato io a dargli il permesso. Sapevo che non era una cattiva persona e che come alpha ti avrebbe potuto aiutare a capire cosa volevi e chi cercavi. Un po' speravo che lo scegliessi, visto che ti ha sempre guardato come l'essere più importante sulla faccia della terra."
"Cosa? Volevi che scegliessi lui? Ma... Ma..."
"Sono stato uno sciocco. Mi dispiace, non credevo che le cose finisserò così."
Stiles si rilassò alle scuse del padre. Non voleva che si sentisse peggio di come già stava.


Il giorno dopo ricevette la visita di Lydia, che voleva delucidazioni sulla visita notturna di Peter.
L'amico le confermò le parole di Peter, sul fatto che non fosse successo niente tra di loro e che le intenzioni di Peter erano buone, una volta tanto.
Passarono la notte della luna piena a guardare film romantici e commedie, sentendo di tanto in tanto dei ululati. Qualche volta gli ululati sembravano dei pianti e Stiles sospettó che fosserò rivolti a lui.
Derek aveva perso la sua ancora e lottava per crearne un'altra.
Peter gli aveva spiegato che la prima ancora di Derek era stata la famiglia, come per molti licantropi nati tali, poi quella era stata sostituita dalla rabbia che provava nei propri confronti per essere stato indirettamente la causa dello sterminio della sua famiglia. Neanche quando Peter aveva ucciso Kate, quell'ancora era crollata.
Ora, invece, Derek stava smettendo di odiarsi come alpha e aveva iniziato a pensare al futuro con un omega e più precisamente con Stiles. Non poteva coesistere l'odio di sé come alpha con l'amore per Stiles come omega.
Derek stava cambiando.


Il giorno dopo la luna piena, tutto il branco era distrutto.
Se Peter aveva ipotizzato una notte di sesso sfrenato per tutti si era dovuto ricredere. Gli unici che erano riusciti a combinare qualcosa durante la luna piena erano Erica e Boyd, peccato che ci avevano rimesso i vestiti e rientrare a casa era stata un'impresa anche per due licantropi.
Peter si era dovuto fare una notte in bianco con Derek legato in uno scantinato meno bruciato di casa Hale.
Convincerlo a trovare una nuova ancora era stata un'impresa, perché lui l'aveva trovata, ma sapeva che era pericoloso scegliere una persona come ancora. Le persone cambiano e Stiles più di tutti, scatenando l'imprevedibilità del lupo interiore.
Alla fine ci era riuscito, aveva di nuovo la sua ancora, era il branco e Stiles che era sempre stato un punto fisso nel branco, era diventato parte di quell'ancora.
Neanche Scott e Isaac erano riusciti a passare la notte con i loro omega.
Jackson si era improvvisamente trasformato in licantropo. Dopo tutta la storia del kanima e di Matt, era finalmente un licantropo a tutti gli effetti. Nessuno se l'aspettava più, visto che era passata una luna piena senza che accadesse nulla.
Sembrava che Jackson avesse avuto fortuna con la sua ancora. L'aveva trovata in se stesso dopo tutto ciò che aveva passato come kanima.
La luna piena era stata tranquilla alla fin dei conti. Nessuno si era lasciato andare ai propri istinti e il branco c'era stato per tutti.


Fu in quei giorni che Stiles decise di prendersi una serata libera da ogni pensiero negativo per divertirsi.
Danny gli aveva sempre parlato di un locale chiamato Jungle e a Stiles era venuta una voglia matta di uscire, ballare e bere.
Ne parlarono in camera di Stiles, intendo a cercare cosa mettersi.
"Non mi sembra una buona idea uscire di notte. Il posto è nella città accanto e se avessimo problemi..."
"Hai detto che dentro ci sono dei bravi buttafuori. Quindi se qualcuno ci infastidisce lo facciamo allontanare. E poi staremo sempre insieme. Quanti malintenzionati credi che possano decire di prendersela con due omega."
"Sì, ma... Non mi piace nascondere le cose a Isaac. Lui è stato onesto su tutto con me e ..."
"Senti Danny, tra un po ' andremo in calore e non ci sarà più occasione di fare qualche stupidagine a cuor leggero senza dare di conto ai nostri alpha."
"Perché non andiamo con Isaac e magari possiamo portare Bobby? Non lo hai più sentito dalla cena."
"Stasera è solo nostra. Dai, aiutami a scegliere cosa indossare. Non voglio sembrare un ragazzino con queste felpe e non voglio rendere evidente che sono un omega con le sciarpe."
"Io continuo ad essere poco convinto, comunque vediamo cosa c'è nell'armadio."
Danny infilò praticamente la testa dentro e iniziò a tirare fuori delle giacche leggere e delle e camicie.
Stiles andò a sistemarsi meglio i capelli con il gel e quando tornò, trovò Danny con in mano la giacca di pelle nera di Derek.
Rimase stupito di vederla ancora lì.
"Hai detto che non vuoi far notare di essere un omega. Questa è perfetta, odora di alpha e copre il collo se non vuoi indossare le camicie che detesti tanto."
"Dov'era?"
"Nel tuo armadio. Perché?"
"Non ce l'ho messa io là."
"Forse è stato tuo padre."
"Lui non mette mai ordine nella mia camera. Dev'essere colpa di ... Derek.", disse infastidito.
"Ora capisco perché odoravi di lui in continuazione. Ti ha appestato tutti i vestiti. Deve averlo fatto per far capire che eri suo. Non credo che ci siano altre spiegazioni."
"No che non ci sono.", affermò serio.
Decise di indossarla, almeno avrebbe sfruttato l'odore dell'alpha per tenere lontano altri.


Il Jungle era una discoteca molto tranquilla frequentata da alpha e omega. Non c'erano stati casi di aggressione nei confronti degli omega al suo interno.
Stiles e Danny erano arrivati lì con l'auto di quest'ultimo, visto che la jeep sarebbe stata riconoscibile dai colleghi dello sceriffo. I loro genitori non sapevano della loro libera uscita.
Passarono un'ora a ballare prima di tentare di convincere il barman a dargli dell'alcool. Stiles se lo stava lavorando per bene al bancone, mentre Danny ascoltava divertito.
"Ciao.", disse una voce al suo fianco.
Danny salutò, notando che il ragazzo alto e bello era un omega: "Ciao."
"Il tuo amico non riuscirà a convincerlo. È incorruttibile."
"Può darsi, ma mi diverte tanto vederlo provarci.", ammise sorridendo.
"Infatti, è divertente. Non siete di questa città?"
"No. Siamo di Beacon Hills."
"Come mai da queste parti? Non si vedono molti omega non legati, allontanarsi dalla propria città in questo periodo."
"Avevamo bisogno di cambiar aria."
"E tu? Come mai tutto solo?"
"C'è mio fratello alpha che mi tiene d'occhio. Vedi è lì.", indicò un ragazzo identico a lui dall'altra parte del bancone.
"Gemelli?"
"Sì. Non siamo ancora riusciti a trovare dei compagni e abbiamo pensato di tentare anche qui. A quanto pare, tu ne hai già uno."
"Oh, sì... È così carino e dolce. Mi pento quasi di avergli detto che restavo a dormire da un amico per poter venire qui."
"Scommetto che è tutta colpa sua.", indicò Stiles che aveva rinunciato a tentare di convincere il barman: "Non sembra avere un alpha. Potrei presentargli mio fratello?"
"Meglio di no. Credo che per stasera non voglia conoscere alpha."
Stiles si avvicinò ai due sconsolato e sconfitto.
"Niente drink?", chiese divertito Danny.
"No. Si è intestardito. È tu chi sei?", domandò notando il ragazzo.
"Scusate, non mi sono presentato. Ethan, piacere."
"Danny e Stiles.", fece Danny.
"Che razza di nome è Stiles?"
"Credimi, migliore del mio vero nome.", sospirò ancora più abbattuto.
"Mio fratello mi chiama. Ora vi saluto. Spero di rivedervi. Ah, ragazzi meglio se non fate tardi. Stasera ci sono troppi alpha su di giri. A presto.", raggiunse un ragazzo uguale a lui.
"Sembrava simpatico."
"Qualche mese fa ci avrei fatto un pensierino, ora voglio solo tornare dal mio Isaac.", confessò Danny.
"Almeno tu hai da chi tornare. Dai, andiamo via. È chiaro che tu voglia concludere la notte in altro modo.", sospettò Stiles con un sorriso malizioso.
"Accompagno te e vado da lui.", disse felice, mentre si avviavano verso l'uscita e il parcheggio.
"Meglio se fai una doccia da me e ti cambi i vestiti. Puzziamo dopo essere stati lì dentro. Non vorrei che si arrabbiasse con te."
"Stiles, Isaac non è quel tipo di alpha. A volte è geloso e protettivo, ma mai mi costringerebbe a stare chiuso in casa. Stai diventando proprio un bravo omega. Beh, tranne per l'uscita di nascosto."
Erano arrivati all'auto di Danny. Stiles fu il primo ad avere l'impressione di essere osservato, si voltò e vide Ethan.
"Scusate ragazzi."
"Ma...", non ebbe il tempo di fare domande che diverse persone li avevano circondati.
C'erano sia omega che alpha e avevano l'aria pericolosa.
Ethan lasciò brillare gli occhi di rosso e non fu neanche l'unico con quel colore di occhi. Il gemello fece lo stesso e Stiles capì di essersi cacciato in un grosso guaio.




NOTE DELL'AUTRICE

Salve a tutti. Devo ringraziarvi per le tante recensioni e per aver inserito la storia tra le preferite o le seguite. Vi ador.
Devo ammettere che far soffrire questi due è quasi divertente, ma se lo meritano. Sono testardi. Per fortuna c'è zio Peter.
Forse il capitolo è più corto degli altri, ma preferisco pubblicarlo subito, prima di vedere la seconda puntata della terza stagione... ma quanti cavolo di licantropi ci sono a Beacon Hills???
Stanno esagerando!
Spero che vi piaccia il capitolo con Ethan. Non si poteva non inserirlo.
Prometto che il seguito non sarà così brutto come sembra con tutti questi licantropi.
Non sto più capendo quanto lunga sarà la storia perché c'è ancora tanto da racconta e cioè: pasticci di Stiles, Bobby, pretendenti vari, Derek, calore, cuccioli, celebrazioni di legame, liti, ecc... (sono messi alla rinfusa)
Vi ho incuriositi?
Potrei pubblicare tra due settimane perché sono un po' occupata, ma la storia c'è quasi tutta nella mia testa.
Fatemi sapere se ci sono errori. Alcuni non li ho ancora corretti nei primi capitoli e lo farò appena avrò tempo.
Baci.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


CAPITOLO VI



Stiles e Danny avevano seguito i licantropi in silenzio.
Non c'era molto che potesserò dire o fare in quel momento per fuggire, quindi era meglio assecondarli aspettando un'occasione per fare qualcosa.
Era chiaro che stessero andando da una sorta di capo, anche se Stiles non capiva come in quel gruppo di licantropi ci potesse essere un capo. La stranezza era che alcuni licantropi avevano gli occhi rossi, come quelli di Derek, e quindi di norma dovevano essere dei capi con dei propri branchi separati e distanti. Invece, collaborava e con loro anche quelli con gli occhi gialli sembravano stare allo stesso livello degli altri.
Stiles si domandò chi fosse il loro capo, visto che per mettere insieme un tale gruppo bisognava essere potenti o pericolosi.
Quando si ritrovarono in una vecchia banca abbandonata, Stiles capì che il capo era qualcosa di più complesso di un normale lupo.
Un uomo, chiaramente cieco, sembrava osservarli come a superare la propria cecità e ad insinuarsi nelle loro menti.
"Salve ragazzi. Perdonate se vi abbiamo costretto a venire fin qui."
Non capivano se fosse sincero o solo sarcastico.
"Quando ho avvertito la presenza di due omega umani che odoravano di licantropi entrare in città, non ho saputo resistere. Dovevo incontrarvi. Lasciate che mi presenti, io sono Deucalion. Sono una sorta di guida per questi licantropi."
Stiles era più curioso che spaventato e sapeva che gli altri potessero sentirlo dal suo battito e dal suo odore.
"Quindi, questo non è un branco?"
"No, il branco ha bisogno di un capo con gli occhi rossi. Quando ce ne sono più di uno non si può creare un branco con le giuste dinamiche interne e la fiducia necessaria tra i membri."
"Si salterebbero alla gola un giorno sì e uno no. Tutti quelli con gli occhi rossi, vorrebberò l'energia che il branco emana senza condividerla."
"Hai capito. Sei sveglio. Come ti chiami?"
Non era sicuro che fosse una buona idea dare informazioni, non sapeva ancora cosa volessero da entrambi, ma doveva guadagnarsi la fiducia per poter fare qualcosa.
"Stiles, mi chiamo Stiles."
Danny lo guardò come a chiedere perché desse retta ai loro rapitori.
"Nome originale."
"Senti chi parla, Deucalion.", fece notare, guadagnandosi un sorriso.
Erano circondati da licantropi, ma sembrava non esserci la tensione che precede una lotta, Stiles aveva imparato a capirlo stando con il suo branco.
"Stiles, cosa ci fanno due omega così lontano da casa e dai loro alpha."
"Eravamo solo usciti a divertirci. Non credevamo certo di invadere il territorio di altri licantropi."
"Siete di Beacon Hills, giusto? Credevo che non ci fosse più nessun branco lì, al massimo qualche licantropo solitario della famiglia Hale."
Stiles doveva capire cosa sapesse degli Hale per poter proteggere almeno Derek. Peter non era in pericolo, aveva nove vite come i gatti e la recente resurrezione lo dimostrava.
"Cosa sai degli Hale?", chiese all'uomo.
"Che sono i fondatori di Beacon Hills, una delle più antiche famiglie di licantropi. Peccato che siano stati uccisi quasi tutti durante un incendio. Conoscevo Talia, il loro ultimo capo branco. Un alpha straordinario. Ora chi è il capo branco? Peter? Sapevo che era morto, ucciso da dei ragazzini."
"Diciamo che era morto. Ucciderlo è stato abbastanza facile, farlo restare morto un po' più complicato."
Quella battuta era più rivolta ai licantropi che giravano intorno ai due. Voleva mettere in chiaro di poterli uccidere se fosse stato necessario, non era uno sprovveduto e dovevano capirlo, anche se stava mentendo.
"Quindi lo hai ucciso tu. Interessante. Avevo avuto la sensazione che fossi un omega particolare.", si avvicinò a lui: "Ora capisco perché sei il compagno di un capo. L'odore non mente."
"Non sono il compagno di nessuno.", disse stizzito.
"Anche senza sentire quel lieve odore di capo branco che ti porti addosso, l'avrei capito dal modo in cui hai evitato di dirmi il suo nome. Lo stai proteggendo come solo il compagno di un capo sa fare.", sostenne dirigendosi poi da Danny.
"Tu invece, sei il compagno di un licantropo giovane. Potresti trovarne uno più forte qui se volessi. Aiden e un paio di alpha cercano un compagno umano forte, ciò vale anche per te Stiles."
Finalmente erano arrivati al punto, pensò: "Lui ha già un compagno. Lascialo in pace.", affermò cercando di restare calmo.
"Dovremmo parlane con il vostro capo branco. Chiamalo."
"Mai!"
"Allora dovremmo regolarci tra di noi. Aiden, quale preferisci.", domandò al gemello alpha.
"Devo rifletterci.", iniziò a girare in torno a Danny, come ha studiarlo.
Stiles non poteva permettere che accadesse qualcosa all'amico per colpa sua. Danny meritava di essere felice con il suo Isaac.
"Ok, chiamo il mio capo branco, solo se lasciate tornare Danny a casa. Quando sarò certo che è al sicuro chiamerò Derek."
"Sei pronto a sacrificarti per proteggere un amico? Interessante.", affermò l'uomo.
Si allontanò dicendo ai suoi licantropi: "Lasciatelo andare."
Danny si avvicinò a Stiles: "Sai cosa stai facendo? Potrebberò farti del male, ora che sei solo.", sussurrò per non farsi sentire.
"Sospettò che non lo faranno. Ascolta, va' da Scott o Peter e non da Isaac, potrebberò seguirti e attaccare, loro sono più forti. Quando sei al sicuro chiamami e poi chiama Derek e raccontagli tutto quel che hai visto qui, soprattutto degli occhi dei licantropi."
"Stiles..."
"Fa' come ti ho detto e andrà tutto bene, spero."
Danny si avviò per essere accompagnato alla sua auto. Stiles lo chiamo un'ultima volta: "Danny. Mi dispiace per tutto."
"Stiles, non mi devi scuse. Andrà tutto bene."
Stiles rimase solo con i gemelli, tre licantropi alpha e Deucalion.


Era passata un'oretta dalla partenza di Danny.
"Non c'è motivo di essere preoccuparti.", sostenne Ethan che si era seduto di fianco su una vecchia scrivania.
Stiles si tormentava le mani nell'attesa. Era preoccupato soprattutto per Danny, ma anche il fatto d'aver esposto Derek lo faceva stare male.
"Si vede che non hai uno come Derek per capo branco. Se non mi uccidete voi, lo farà lui.", disse sarcastico.
"Potresti restare con me e mio fratello. Credo che tu gli piaccia."
Osservò Aiden, che spostò subito lo sguardo da un'altra parte, dopo averlo fissato per tutto il tempo.
"Non credo mi sopporterebbe a lungo. Non sono l'omega che tutti si aspettano."
"Questo è evidente, altrimenti non avresti l'odore di un capo addosso. Quelli con gli occhi rossi scelgono solo il meglio."
"Beh... Io non lo sono.", sbuffò.
L'altro sorrise, mentre il cellulare suono.
Era Danny: "Sono da Peter."
"Stai bene? Ti hanno seguito?"
"Sono al sicuro. Lui sta controllando dalle finestre se ci sono movimenti sospetti."
"Fammi capire che sei davvero al sicuro."
"Stiles bello, io sto bene. Ora chiamo Derek e lo mando da te."
L'altro tirò un sospirò di solievo.
"Ok, l'aspettiamo."


Passò meno di mezz'ora prima che una Camaro nera si parcheggiasse davanti alla banca.
Il licantropo entrò senza essere fermato o accompagnato. Sembrava che lo temessero tutti. Stiles capì il perché quando notò la sua aria da omicida rivolta a lui e non hai licantropi.
"Stiles!?", disse furente prima di avvicinarsi.
"Uno Hale.", si fece sentire Deucalion, bloccando la marcia spedita dell'uomo verso Stiles.
Non servivano gli occhi per riconoscere il tono di voce e l'odore di Derek.
"Sapevo che solo uno Hale poteva creare un branco in questa zona."
Derek lo osservò: "Deucalion, ti davano tutti per morto."
Stiles rimase sorpreso che i due si conoscesserò.
"Avevo annusare il tuo odore sul ragazzo, ma sono passati anni da quando ci siamo incontrati."
"Sì, è vero. Tua figlia come sta?"
L'altro abbassò il viso: "È morta durante un attacco al mio branco. Ora mi rimangono solo Ethan e Aiden."
Derek riconobbe nei due gemelli i ragazzini che aveva conosciuto quasi otto anni addietro, quando aveva cenato con quella famiglia nella stagione dei calori.
"Mi dispiace, anche la mia famiglia è stata uccisa da un incendio e non ho più mantenuto i contatti con i vecchi alleati."
"Ho saputo.", fece intendere di sapere molto di più, senza però farne parola: "Mio marito, due nostri figli e la maggior parte del branco sono stati sterminati qualche anno fa da una creatura che ama annientare i licantropi. Quelli che vedi sono i licantropi di più branchi distrutti. Abbiamo perso le nostre famiglie e i nostri amici e abbiamo deciso di unirci e trovare una sistemazione in questa città, ma non come branco. Attireremmo solo la creatura. Tu invece, hai ricreato il branco?"
"Sì. Ti ricordi Peter? È riuscito a fare un tale casino che mi sono trovato costretto a diventare il capo."
"E stai facendo nuovi acquisti vedo.", guardò l'umano: "Ti sei scelto un omega con del carattere e suppongo molto sveglio."
Stiles tentò di far segno a Derek di non cadere in quella trappola, ma si guadagnò solo l'occhiata furente del licantropo.
"Lui non è il mio omega.", disse senza alcuna inclinazione nella voce, come se non gli importarse nulla.
"Bene, bene... Aiden era giusto interessato."
Derek squadrò l'alpha.
"Non credo che suo padre permetterà una cosa simile. È lo sceriffo di Beacon Hills ed è a conoscenza dei licantropi. Non lascerà mai il suo unico figlio ad un licantropo di un'altra città."
"Troveremo una soluzione.", sostenne Deucalion, poi sembrò illuminarsi: "Sai Aiden non si separa mai da Ethan, potrebberò venire nella vostra città. Sarebbe una buona cosa se trovasserò un branco. E poi, tu non hai un omega e Ethan è un licantropo degno per un capo."
"Non cerco un omega."
"Davvero vuoi rinunciare ad uno come lui. Tra non molto sarà in calore e nessun alpha era giusto per lui."
Derek si voltò a guardare il bel licantropo, quasi a volerci pensare.
"È carino e sembra forte."
"Insieme al fratello è più forte. Sono inseparabili."
Sì avvicinò ad osservarlo negli occhi.
Stiles non capiva cosa stesse accadendo e perché Derek prestasse attenzione al licantropo. Sapeva che dopo l'ultima luna piena fosse tornato in sé ed era cambiato il suo comportamento nei confronti degli omega. Ora non odiava più se stesso come alpha e di conseguenza neanche gli omega.
Vide i due guardarsi negli occhi e farli brillare di rosso in modo pacifico.
Lo chiamo: "Derek."
"Sta' zitto Stiles!", ottenne in risposta.
Derek stava studiando Ethan accuratamente. Si era anche piegato di poco per annusare il suo collo coperto da una giacca. Sembrava inebriato da quel profumo, tanto da produrre un suono simile a fusa.
"Derek?", chiamò ancora, ma ottenne solo un ringhiò d'ammonimento.
"Tranquillo, a te ci penso io.", disse Aiden che si era avvicinato a lui di soppiatto.
Stiles si paralizzò, sentendo una mano del licantropo sul braccio.
Si liberò della mano dopo alcuni secondi senza alcun problema e fece ciò che andava fatto.
Derek guardava ancora Ethan e stava per accarezzargli il viso, quando si sentì afferrare una mano da dietro.
"Derek.", sussurrò Stiles al limite del dolore per quella situazione.
Derek si voltò e si trovò gli occhi umidi di Stiles fissi nei suoi. Fu un attimo e Ethan passò in secondo piano.
"A quanto pare un omega ce l'hai. Peccato, i gemelli potevano essere un ottimo acquisto per il tuo branco.", aggiunse Deucalion, per nulla infastidito dal rifiuto che i suoi figli stavano ricevendo.
Derek presto attenzioni al licantropo: "Ora cosa accade? Avete intenzione di attaccarci?"
"Non farei mai del male al figlio di Talia e poi ho assistito alla morte di troppi famigliari e compagni... Non dovete temere nulla da noi. Eravamo alleati e resteremo alleati."
"Grazie."
"Andate. Credo che voi due abbiate molto da chiarire."
I due si avviarono all'uscita, ottenendo anche un cenno di saluto dai gemelli.
"Ah, Stiles. La prossima volta che vuoi uscire a divertirti in questa città, avvisaci.", scherzò.
Stiles fece uno sguardo da cucciolo, anche se sapeva che l'altro non poteva vederlo.
Derek si fermò anche lui, ricordandosi di fare una domanda: "Come si chiamava la creatura che vi ha attaccato?"
"È un demone senza corpo, si impossessa di quello della creatura più intelligente e amata di un branco e lo annienta dall'interno, causando dolore e morte. Il suo nome è Nogitsune."


Erano già accanto alla Camaro quando Stiles chiese: "Come si uccide un Nogitsune?"
Alla domanda Derek sembrò risvegliarsi da una sensazione di tranquillità dovuta alla mano di Stiles nella sua.
"Sta' zitto! È meglio se non parli o ti lascio qui.", ringhiò al ragazzo aprendogli la portiera e separandosi dalla mano.
Stiles abbassò la testa e si sentì abbandonato pur essendo seduto accanto a Derek in auto.
Tentò di chiedere altre informazioni sul demone, sperando di portare il licantropo a parlare di ciò che era successo tra di loro solo pochi minuti prima.
"Sarebbe meglio raccogliere maggiori informazioni per...", venne interrotto.
"Smettila! Hai già fatto abbastanza danni per stasera, se fossi in te non mi andrei a cacciare in un'altro.", fissò la strada aumentando la velocità.
"Derek..."
"Dannazione, ti stai zitto."
Questa volta guardò l'altro per sottolineare il rimproverò, ma si trovò due occhi in lacrime. Non si era accorto del battito irregolare e dell'odore diverso dal solito, se l'avesse fatto, si sarebbe accorto che Stiles era spaventato per quello che era accaduto e per la prospettiva di affrontare un demone che distrugge i branchi di licantropi.
Non riusciva a sopportare quella vista ed in più era arrabbiato con lui. Doveva assolutamente scendere dall'auto.
Sterzò e si fermò in una piazzola di sosta scendendo di corsa.
"Derek?", non capiva cosa stesse facendo il lupo e lo seguì.
Si erano allontanati di alcuni metri dall'auto, inoltrandosi nella vegetazione.
"Stammi lontano Stiles! Io non so più come fare con te. Come ti è venuto in mente di allontanarti con Danny dalla città?"
"Volevo solo... Non lo so cosa, ma non credevo che finisse così.", si giustificò.
"Ed è finita bene. Se vi foste imbattuti in dei licantropi rivali, vi avrebberò uccisi o peggio. Splendida idea indossare la mia giacca.", fece notare.
L'altro si guardò la giacca di pelle addosso: "Lo messa per coprire il mio odore d'omega."
"E hai attirato tutti i licantropi in zona, potevano uccidervi per colpa del mio odore."
"Mi dispiace.", biascico.
Derek si voltò di spalle, mentre urlava: "Rivoglio la mia giacca prima che tu vada a farti ammazzare a causa del mio odore!"
Stiles a quel punto s'infuriò: "Perché diavolo l'hai messa nel mia armadio se non volevi che portarsi il tuo odore? È colpa tua. Tutta questa storia è colpa tua. Solo la settimana scorsa mi dicevi che dovevo trovare un bravo alpha e poi hai preteso che fossi un omega sottomesso. Io non ci sto capendo più niente e avevo bisogno di un po' di tempo per me."
Quando Derek tornò a guardarlo per ribattere, rimase sconvolto. Gli occhi divennerò rossi e si concentrarono su un punto preciso e cioè il collo scoperto di Stiles.
La giacca era ferma in una mano del ragazzo che la tendeva al licantropo. La parte superiore del corpo era coperta solo da una maglietta di cotone e con lo scollo a punta per di più.
Stiles notò quasi subito il cambiamento di Derek.
"Cosa ti succede?", domandò.
L'altro tese il naso e iniziò a ringhiare, prima di trovare un po' di controllo e gridare tra il disperato e il furioso: "Stiles copriti il collo. Ora!"
L'altro non capiva come potesse il suo collo nudo fare quell'effetto, ma si sbrigò a rimettersi la giacca spaventato dall'espressione dell'alpha.
Quando riuscì a tirare la cerniera fin sotto al mento si accorse che Derek era a pochi centimetri. Deglutì.
"Cosa vuoi da me Derek?", era la frase meno appropriata da usare in quel momento, ma la risposta fu terribile.
"Che tu sia mio.", lo disse con rabbia afferrando il braccio di Stiles.
L'altro tentò di divincolararsi senza successo.
A quel punto, urlò: "Non sarò mai il tuo omega! Sei proprio come tutti gli altri alpha!"
L'altro parve colpito da quelle parole e si allontanò.
Dopo un po' sembravano entrambi più tranquilli, mentre un silenzio tombale era calato tra di loro.
"Vieni, ti porto a casa prima che Peter e Danny decidano di cercarci."
Stiles seguì il licantropo fino all'auto e continuò a stare in silenzio. Non c'era più rabbia o odio in lui nei confronti di Derek, ma si sentiva svuotato di qualsiasi emozione, il che era peggio.
Avevano provato un'infinità di emozioni in quel periodo e ora volevano solo smettere di lottare, però non volevano cedere l'uno a l'altro solo per stanchezza.
Derek sapeva che c'era ancora tanto da fare, ma quella sera era giunto a capire dove volesse arrivare alla fine di tutto ciò.
Si fermò davanti a casa Stilinski e prima che Stiles scendesse, promise sottovoce: "Sarò un alpha degno di te."
Stiles non disse nulla. Aveva compreso bene quelle parole, ma era stanco di tutto e voleva solo andare a dormire e svegliarsi dopo il calore.


Il giorni dopo, quasi mezzo branco lo guardava storto.
Per evitare un'altra accusa di tradimento a Peter, Danny aveva confessato tutto a Isaac. Il ragazzo aveva reagito impedendo a Danny di stare in compagnia di Stiles per più di mezz'ora per volta. Non era stato un comportamento oppressivo, ma solo protettivo nei confronti del suo omega.
Scott cercava di tirar su Stiles, senza successo.
Il branco si era riunito nel loft di Derek per parlare della sera precedente.
Sapere che c'erano altri licantropi in zona e una creatura come il Nogitsune, aveva preoccupato i presenti.
Nessuno sapeva se continuare con i programmi per il calore fosse una buona idea, visto che sarebberò stati deboli e scoperti, e Derek era il solo a poterli proteggere durante quei giorni, se non si fosse legato.
Alla fine, grazie al parere di Stiles, si era convenuto che Deucalion poteva essere un alleato.
Peter aveva spiegato che se Deucalion era venuto da questa parte del Paese, significava che il Nogitsune stava andando nella direzione opposta. Sarebberò passati anni prima di doverlo affrontare. Nel frattempo Deaton avrebbe cercato il modo di ucciderlo o catturarlo, con l'auto di Stiles che non vedeva l'ora di mettersi al lavoro per dimostrare che non era solo un peso o un fastidio per il branco.
Derek aveva passato molto tempo della riunione con gli occhi puntati sull'omega. Non era arrabbiato, ma era chiaro a tutti che covasse qualcosa.


Quella sera Stiles aveva l'ultima cena con un alpha. Solo l'idea lo aveva già distrutto.
Quando si trovò Jackson con i suoi genitori sulla porta, fece un sospiro di solievo perché ricordava la politica del compagno di scuola nei confronti degli omega.
Dopo tutto sarebbe stata una cena rilassante.
Uscirono in giardino per stare un po' soli, come al solito.
"Allora, adesso sei un licantropo.", constatò, ora che potevano parlarne lontano dai genitori dell'alpha.
"Sì, credevo che non sarebbe più accaduto."
"Pensavo di vederti alla riunione stamane."
"Derek ha detto che non era necessaria la mia presenza. Non sono ancora in grado di dare dei pareri su argomenti sovrannaturale e poi sono ancora debole come licantropo. La luna piena mi ha levato le forze per giorni, ecco perché sono venuto a cena solo adesso.", si erano seduti su un gradino.
"Se sei sempre della stessa opinione riguardo agli omega, come mai continui a incontrarne?"
"Per stare un po' con i miei genitori. Da quando ho saputo che erano solo i miei genitori adottivi, mi sono comportato male con loro. Dopo tutta la storia del kanima ho deciso di essere diverso. Sto anche facendo un pensierino sul trovarmi un omega.", sorrise.
Stiles si rese conto che stava tentando di sedurlo.
"Non pensarci Jackson!", l'ammonì.
"E dai Stilinski. Tu già sai tutto di me, sarei una buona scelta."
"Noooh..."
"Forse hai già un lupacchiotto interessato, ma spero che tu rifletta sulla proposta. Quest'anno pensavo di andare a Parigi per concludere il liceo. Potresti tranquillamente venire con me, invece di avere a che fare con licantropi, psicopatici e mostri vari."
"E come farai per le lune piene?"
"Imparerò a controllarmi, c'è tempo."
"Noi due non siamo proprio compatibili. Meglio evitare di metterci in una tale situazione."
"Ci ho provato.", riserò entrambi e continuarono a chiacchierare.


Anche l'ultima cena era finita per Stiles. Ora non gli restava più modo di conoscere altri alpha ed iniziava ad essere tardi per trovare un compagno o una compagna.
Mancavano solo poco più di cinque settimane all'inizio del calore vero e proprio e doveva pensare se tra gli alpha conosciuti ci fosse qualcuno adatto a lui.
Due nomi gli tornarono in mente continuamente, quello di Bobby e quello di colui che non sarebbe entrato dalla finestra come al solito.
Di tanto in tanto fissava la finestra senza capire se era una sorta di invito al licantropo lasciarla aperta. Ancora non aveva capito perché suo padre avesse dato un tale permesso a Derek, sapendo che poteva essere pericoloso, ma sospettava che ora passasse le serate sul divano del salotto per avere una visuale sul giardino sottostante alla camera, così da notare il lupo.
Le parole di Derek la sera prima e gli occhi puntati su di lui quella mattina gli avevano messo ansia tutto il giorno.
Non capiva cosa avesse in mente, se tentare di riconquistarlo o tenerlo lontano. Una parte di lui sperava nella prima ipotesi, ma l'altra parte era stanca dei continui cambiamenti di carattere di Derek. Era lui l'omega con i cambiamenti d'umore non l'altro, pensò.
Ripensò anche a Bobby, ma non se la sentiva di trascinarlo in quella vita fatta di mostri e morte, eppure gli piaceva.
Lui era l'opposto di Derek e anche molto carino.
Passò la notte a chiedersi chi dei due dovesse scegliere o se l'ipotesi di passare il primo calore da solo fosse una brutta idea.
Si addormentò sulla scrivania e quando si svegliò la mattina dopo, si accorse di avere la giacca di Derek sulle spalle e la finestra era accostata, ma non chiusa.
Solo due persone potevano averlo protetto dalla brezza fresca di quella notte e non era stato suo padre.


Per non pensare all'assenza di un alpha a suo fianco, decise di andare a fare ricerche da Deaton sulla creatura chiamata Nogitsune.
L'uomo l'aveva lasciato solo per occuparsi di un cavallo dall'altra parte della città e lui si annoiava particolarmente quel giorno.
Voleva dimostrare a se stesso che non era solo bravo a cacciarsi nei guai e di conseguenza si cacciò nei guai.
Aveva creato un piccolo portale che comunicava con un mondo sotterraneo, grazie ad uno dei libri che possedeva il druido.
Di norma quei portali si aprivano naturalmente ogni trent'anni, ma erano di dimensioni maggiori, questo invece era contenuto.
Stiles l'aveva creato grande poco più di trenta centimetri di diametro, certo che nessuna creatura pericolosa potesse oltrepassarlo.
Una volta soddisfatto del proprio lavoro iniziò a pronunciare le parole per chiuderlo, ma un esserino saltò fuori dal foro che si era formato sul pavimento.
Era piccolo dall'aspetto umano, con le orecchie a punta, il cappello che ricordava quello dei sette nani, lo sguardo vispo e sembrava eccitato da ciò che vedeva intorno a sé.
Non pareva avere paura del gigante Stiles, tanto che iniziò a correre per tutta la stanza infastidendo anche un paio di gatti nelle loro gabbiette.
"Aspetta, vieni qui! Cosa fai? Non si tocca. Cosa sei? Torna qui prima che ti vedano.", tentò Stiles, senza ottenere risposta, tranne dei versi di stupore per ogni cosa che guardava.
Stiles tentò anche di afferrarlo, ma era veloce a sgusciargli dalle mani.
Non passò molto che anche altri esserini raggiunserò il primo.
Ne contò dodici in tutto prima di riuscire a creare un cerchio intorno all'apertura fatto con del sorbo, così da riuscire a contenere quelle creaturine. Non vide più altre creature balzare fuori, ma quelle che correvano per tutta la stanza erano impossibili da prendere.
Pensò di sfruttare la loro curiosità per farli entrare in una gabbia gia presente nella stanza, usando oggetti che potevano attrarli, ma proprio in quel momento Deaton aprì la porta lasciandoli fuggire.
"Ma cosa... Stiles?!"
"Posso spiegare.", fece per inseguirli, venendo però afferrato per la felpa dal veterinario.
"Non puoi acciuffare dei folletti da solo.", sostenne senza mostrare irritazione per tutto ciò: "Chiama il branco. Sarà un ottimo allenamento per tutti catturarli."


Venti minuti dopo erano tutti riuniti alla clinica, ciascuno con una gabbietta in mano e uno sguardo omicida su Stiles che li aveva disturbati per fare una caccia al folletto serale.
Era presente anche Jackson, che era il più divertito dalla situazione. Per lui era un modo per mettere alla prova i suoi nuovi poteri da licantropo; per gli altri era un sistema per allenarsi, visto che Beacon Hills era tranquilla da un bel po' di tempo, ma era meglio essere preparati a tutto.
"Non fategli del male. Catturateli e portateli qui. Li faremo tornare a casa loro."
Qualcuno ritrasse le unghie sconsolato dal non potersi sfagare sui folletti a causa della serata saltata per colpa di Stiles.
I licantropi avevano già memorizzato l'odore delle creature dagli oggetti che avevano toccato nella stanza e le coppie erano state fatte come l'ultima volta.
Visto che l'olfatto di Jackson aveva bisogno d'allenamento, Scott e Allison l'avevano preso con loro.
Stiles si ritrovò neanche ventiquattro ore dopo di nuovo sulla Camaro con Derek.
"Cosa sentì?", Derek lo guardò confuso, poi capì che si riferiva alla caccia al folletto e non ai suoi sentimenti.
"Sono diretti verso il tuo liceo. Potrebberò essere due."
Arrivarono all'edificio scolastico e entrando dall'accesso alle piscine, il ricordo del kanima e di Derek tra le sue braccia inerme tornò prepotente.
Trovarono uno dei folletti che camminava tra due vasche senza prestare attenzione a nessuno.
Riuscirono a bloccarlo su quello stretto corridoio e Derek lo spinse verso Stiles e la gabbia aperta. Il piccolo non sembrava spaventato dalla gabbia tanto che ci si fiondò quando sentì un ringhiò da predatore provenire dal licantropo.
"Credo che abbiano paura delle piscine.", concluse, mentre chiudeva la gabbietta.
"Se è per questo non piacciono neanche a me negli ultimi tempi."
"Tesoro adesso andiamo a casa.", annunciò dolce Stiles.
Derek si era voltato di scatto a guardarlo, prima di capire che le parole erano rivolte al folletto impaurito.
Sperava in fondo al cuore che fossero per lui.
"Ce n'è un'altro nell'edificio.", disse con un tono di voce più alto del solito.
Lasciarono il primo nell'auto e andarono a cercare il secondo. Lo trovarono lungo i corridoi che gironzolava curiosando qua e là.
Appena si rese conto dei due, fuggì.
Derek gli corse dietro a quattro zampe e in meno di dieci metri lo prese.
Stiles che era più lento venne subito notato dell'unico insegnante presente alle otto di sera nella scuola e cioè, Bobby Finstock.
"Stiles cosa ci fai qui da solo?"
Sembrava che non avesse visto passare Derek o il folletto davanti alla porta dell'aula in cui si trovava.
Derek si nascose dietro l'angolo a fine corridoi coprendo la bocca al folletto che si agitava e guardando Stiles.
"Io... Beh, io ero...", non sapeva cosa inventarsi: "Bobby, io ero venuto per...", abbassò la testa senza sapere cosa dire.
Non riusciva a mentire a quell'alpha.
"Sapevi che ero qui per gli allenamenti dei piccoli nel campo della scuola.", spiegò Bobby, togliendolo dall'impaccio.
Non confermò, ma gli venne istintivo sorridere visto che anche l'altro sorrideva.
"Quindi mi cercavi?"
Accennò un sì con la testa.
Derek sbuffò da dietro l'angolo mettendolo ancora più in tensione.
"Potevi telefonarmi."
"Non ci sono riuscito.", era la verità e anche Derek lo capì dal battito del cuore.
"Va bene. C'era qualcosa che volevi dirmi?", si era alzato dalla cattedra su cui stava controllando dei certificati, ma non accennò ad avvicinarsi all'omega.
"Volevo dirti che sono stato molto bene in tua compagnia qualche sera fa."
"Anch'io. Potremmo ripetere?"
Derek, sempre più infastidito gli fece segno di muoversi, visto che il folletto mordeva e leccava la sua mano per provocarlo.
"Sì. Per me va bene. Ora devo andare o faccio tardi. Ciao."
Corse verso Derek, ma appena girato l'angolo Bobby lo chiamo facendolo bloccate in quel punto.
Il licantropo era nascosto agli occhi del coach che ora era sulla porta dell'aula.
"Sì, Bobby?", allungò il corpo da dietro l'angolo.
L'uomo pareva nervoso: "Stiles, mi chiedevo se domani sera ti andasse di andare a vedere una partita di lacrosse tra squadre universitarie? Un mio vecchio allievo gioca e mi ha chiesto di essere presente. Mi farebbe molto piacere portare anche te. Sono sicuro che ti possa interessare."
Stiles era distratto da Derek che aveva iniziato a fare segni concitati con il folletto in mano e d'istinto rispose: "Ok Bobby."
L'altro sorrideva felice: "Allora passo a prenderti alle sette. Meglio se vai adesso. Ciao."
"Ciao."
Derek aveva smesso di fare gesti e quando Stiles gli fu accanto non sembrava avere più tanta fretta.
Infilarono il folletto nella gabbia con l'altro sui sedile posteriori dell'auto e salirono.
"Domani esci con quello?", fece dopo un lungo silenzio Derek.
Stiles che si era già dimenticato della promessa, si rese conto solo in quel momento della grossa cazzata che aveva fatto.
"Se non mi avessi messo fretta, non sarei stato costretto ad uscirci.", diede la colpa a lui.
Era scesa un'aria fredda nell'abitacolo pur facendo caldo.
"Potevi dire di no. Non devi mica assecondare qualcuno solo perché sei distratto."
"E chi ti dice che io non volessi assecondarlo inconsciamente."
L'altro lo fisso serio, ottenendo come risposta: "Che vuoi?!"
Derek digrignò i denti e scese il silenzio tra i due.
"Il più grosso è geloso di un tizio che ha dato un appuntamento a quello carino.", la voce proveniva dai sedili posteriori.
"Quello carino è anche dolce. Mi ha chiamato tesoro..."
"Silenzio!", ringhiò Derek senza levare gli occhi dalla strada.
Stiles invece era d'altro avviso e si voltò a chiacchierare: "Davvero sono carino?"
"Sì. Profumi pure di buono."
"Grazie."
"Lui è il tuo compagno?", domandò l'altro.
"Chi, questo lupone acido? No. Non ho un compagno."
"Quell'altro era dolce e gentile. Questo invece, è solo geloso e rabbioso. Scegli l'altro."
"Tu dici. Credo che lo farò."
"Stiles, smettila di parlare con quei cosi!"
"E perché? Hanno ragione."
Per fortuna Derek era arrivato a destinazione dopo pochi minuti, altrimenti avrebbe fatto dei due un sol boccone...anzì dei tre.
All'interno della clinica veterinaria erano giunti tutti con il proprio bottino di folletti e guardavano storto Stiles.
"Sai Stiles, mi stai tanto simpatico, ma quando mi combini questi casini vorrei sbranarti.", affermò infastidito Peter: "Ero finalmente riuscito a convincere Lydia a togliere la barriera di sorbo e a farmi entrare in camera sua e tu mi fai correre per tutta la città!"
"EHI!", lo rimproverò Lydia.
"Scusa piccola, ma sono un alpha e ho le mie esigenze e potresti concedermi...", si beccò una borsettata in testa dalla sua omega.
Jackson non era messo di umore migliore, visto che era pieno di fango e foglie, mentre Scott mostrava delle sue foto fatte con il cellulare agl'altri che almeno erano meno astiosi nei confronti di Stiles.
"Ci sono tutti?", chiese Deaton tranquillo.
Sembrava sempre in pace con il mondo quell'uomo.
"Sì.", rispose avendoli contati e riconosciuti.
"Allora rimandiamoli a casa."
In pochi minuti Stiles riuscì a chiudere il portale con l'aiuto del druido.
Tutti tornarono a casa compreso Stiles.
Non c'erano stati rimproveri da Deaton, ma era chiaro che doveva cambiare. In poche sere era riuscito a mettere in serio pericolo il branco con le sue bravate. Era l'ora di diventare un adulto responsabile e c'era una sola persona che poteva aiutarlo in tale passaggio: Bobby.



NOTE DELL'AUTRICE
Riecco Bobby, nel caso vi fosse mancato.
Nel prossimo capitolo ci sarà un po' di sbaciucchiamento, ma non vi dico con chi...
Credo che siamo quasi vicini al capitolo del calore, aspettatevi di tutto.
Tranquille non scrivo cose oscene. Quelle le sto concentrando in una Steterek...
[...il triangolo no, non l'avevo considerato...]
Vi terrò aggiornate.
Grazie per le recensioni. Sono sempre gradite.
Baci. A presto.

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


CAPITOLO VII

 

Trovare qualcosa da indossare in camera che non puzzasse di lupo, fu impossibile per Stiles. Dovette chiedere aiuto a Danny, perché il proprio guardaroba era appestato dalla giacca di Derek, ma trattandosi di Danny si ritrovò con lui e gli altri omega al centro commerciale a fare compere. 

Danny aveva dovuto prima costringere Stiles a fare nuovi acquisti, perché secondo lui "Nessun omega si veste così!" e poi convincere Isaac che non si sarebbero cacciati in altri guai. 

Alla fine Isaac aveva accettato l'uscita del suo omega con Stiles, solo perché ai due si erano aggiunti Lydia, Allison e Erica.

Eppure, aveva deciso di tenerli d'occhio a distanza, soprattutto perché Erica gli aveva giurato di staccare parti che gli sarebberò servite per il calore, se solo s'intrometteva in quell'uscita tra omega.

Stiles era stato costretto a comprare un sacco di roba scelta da Lydia e Danny che si erano impossessati del denaro datogli dallo sceriffo, felicissimo di sborsare per far vestire decentemente il figlio.

"Cos'hanno i miei vestiti di sbagliato?", si stava lamentando. 

"Nulla. Sono l'ultimo grido in fatto di moda se sei uno spaventapasseri.", Lydia finì di distruggere l'autostima dell'amico. 

"Tranquillo, qualsiasi cosa metterai potresti non doverla tenere indosso a lungo questa sera.", infierì Erica. 

"Eh... No. Non accadrà nulla con Bobby. Lui non è quel tipo di alpha...", venne interrotto.

"Mi dispiace dirtelo, ma tutti gli alpha sono interessati a quello vicino al calore."

"Allison, non ti ci mettere pure tu."

"Dove ti porta?", Danny sembrava voler riportare la chiacchierata a livelli sopportabili per la psiche di Stiles. 

"Partita di lacrosse tra squadre universitarie."

"Quella che si terrà all'università fuori Beacon Hills?"

"Sì. Non preoccuparti, ho chiesto a Peter se violassi il territorio di qualche mostro. Mi ha spiegato che le zone universitarie vengono considerate territorio neutro dai licantropo e poi mi basta togliere l'odore di cane bagnato da dosso e andrà tutto bene."

Danny lo guardò a bocca aperta divertito. 

"Che c'è?", domandò Stiles notando l'espressione dell'altro. 

"Non era proprio per i licantropi che chiedevo del posto. Sai, da qui allo stadio dell'università c'è tanta strada e tanti posticini in cui fermarsi."

"Cosa vorresti dire?"

"Che ci proverà.", affermò Lydia. 

"No, lui non..."

"Sì, lui sì. Ti porterà in un bel posticino appartato e ti bacerà e altro.", intervenne sadicamente Erica.

Da quel preciso momento Stiles andò nel panico.

 

 

Il panico si protasse fino a sera.

Si era preparato indossando camicia troppo stretta, jeans nella norma, una giacca sportiva e la sciarpa di lino, tutta roba comprata quel giorno. 

Aspettò seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto, tanto che lo sceriffo aveva dovuto riportarlo all'attenzione agitandogli una mano di fronte più volte.

Al suono del campanello schizzò in piedi. Il padre stava iniziando seriamente a preoccuparsi per il suo comportamento, tanto che decise di far fermare qualche minuto in più Bobby in modo da capire se lasciarlo uscire con lui fosse una buona idea. Il fatto che sentisse Stiles incitarsi come se stesse per affrontare una partita, mentre lui andava ad aprire il portone, lo preoccupò di più. 

"Forza Stiles! Puoi farcela. Andrà tutto bene e nessuno si farà male. Ce la puoi fare! Che la Forza sia con me!"

Lo sceriffo pregò che Bobby fosse quello giusto, perché non poteva vedere il suo bambino in quello stato. 

Un legame sarebbe stato d'aiuto a Stiles a focalizzarsi sul proprio futuro per trovare la sua strada e Bobby aveva dato una buona impressione.

Aprì la porta all'uomo: "Buonasera coach."

"Buonasera sceriffo."

Sì strinserò la mano.

"Si accomodi. Stiles è in salotto."

"Non vorrei fare tardi, non possiamo trattenerci a lungo.", si scusò Bobby. 

"Sì, lo immaginavo, ma preferirei che vi fermaste qualche minuto. Stiles... Beh, Stiles mi sembrava...", entrarono in salotto lo sceriffo si blocco dal continuare. 

Stiles era in piedi e sorrideva sincero nella loro direzione e solo in quel momento realizzò che il suo bambino era cresciuto. 

I capelli finalmente avevano un aspetto meno militaresco e l'abbigliamento era adatto ad un omega di buona famiglia. 

Non era neanche più ansioso e iperattivo come al solito. Sua madre ne sarebbe stata orgogliosa, si scopri a pensare.

"A me sembra bellissimo.", quasi sussurrò Bobby, continuando il discorso lasciato a metà dell'uomo. 

"Ciao Bobby.", disse timidamente, ma sorridendo di più. 

"Ciao."

"Forse, è meglio se andate, parleremo un'altra volta."

Lasciarono la casa e prima che Stiles potesse aprire la portiera lo fece Bobby. 

"Che cavaliere.", scherzò l'omega. 

"A dire la verità faccio il cavaliere perché tuo padre ci sta guardando dalla finestra e credo che volesse farmi qualche discorsetto prima. Meglio fare i bravi, per ora. C'è il rischio di essere pedinati dai suoi agenti." 

"Mi dispiace, non credevo che facesse quel discorso."

"Forse, l'avrebbe dovuto fare.", sostenne Bobby ammiccando in modo esagerato, ma era chiaro che scherzarse. 

Stiles scoppiò a ridere.

Continuarono a scherzare per i quaranta minuti d'auto fino allo stadio, parlando di musica e di lacrosse, facendo anche i pettegoli sui compagni di squadra di Stiles. 

Entrare allo stadio e raggiungere i propri posti fu una cosa molto semplice. 

Bobby gli indicò il suo vecchio allievo in campo e Stiles capì che avrebberò fatto il tifo per lui e la sua squadra.

Mangiarono robaccia da stadio e si divertirono come matti.

In più di un'occasione si toccarono e Bobby gli strinse le spalle con un braccio, ma sempre in un momento di divertimento e mai in modo subdolo e malizioso. 

Alla fine della partita, vinta dalla loro squadra, andarono dall'ex studente di Bobby prima che entrasse negli spoiatoi.

Fu bello per Stiles vedere come Bobby fosse orgoglioso del suo ex allievo e ne capì maggiormente il motivo quando gli si avvicinò per stringergli la mano. Il ragazzo era un omega legato. Era sbalordito, visto che il ragazzo aveva guidato tutta la partita.

"Quindi tu e lui?", chiese scherzoso a Stiles. 

Stiles non sapeva cosa rispondere, visto che non stavano ancora insieme e si limitò ad arrossire. 

"Scusa, non volevo metterti in imbarazzo.", sorrise sentendosi in colpa per poi sussurrare a Bobby: "È carinissimo."

"Dove hai lasciato tuo marito?", domandò l'alpha cambiando argomento.

"Dev'essere da queste parti con la sua famiglia... Ah, ecco mio cognato."

Un ragazzo sulla ventina si avvicinò. 

"Lui è mio cognato Jim. Jim questi sono il mio ex coach Bobby, te ne ho parlato, e lui è Stiles un suo allievo e non solo.", fece l'occhiolino al ragazzo. 

"È un piacere", disse il ragazzo.

Stiles notò che anche Jim era un omega, solo non legato. Era bello e per un attimo vide un certo interesse di Bobby nei suoi confronti, ma sospettò che fosse per il fatto che il ragazzo giocava a baseball. 

L'attenzione di Bobby dopo quell'incontro fu solo su Stiles. 

"Torniamo a Beacon Hills? Magari andiamo a prendere un gelato o un dolce prima di tornare a casa."

"Ci sto.", affermò salendo in auto.

Sulla via del ritorno Bobby pareva teso e andava piano. 

"Tutto bene?"

"Sì. Solo..."

"Solo?" 

"Stiles, ti fidi di me?"

"Certo."

"Quindi se ora ti portarsi in un posto tranquillo e con un bel panorama, tu non penseresti male di me?"

Ci mise un po' per rispondere: "No, non penserei mai male di te. "

"Ok.", disse più per farsi coraggio e cambiare strada. 

Sapeva che Bobby non fosse quel tipo di alpha, infatti quando arrivarono nel posto tranquillo, Stiles notò davvero il bel panorama sulla loro città. 

Il luogo era deserto ed era una sorta di spiazzo di sosta per le auto dei campeggiatori. Davanti a loro c'era un steccato molto grezzo che non stonava con l'ambiente. Oltre si poteva ammirare tutta la vallata con le luci della città che spiccavano nel buio. Erano evidenti anche le stelle e uno spicchio di luna.

"È carino qua.", sostenne Bobby. 

"Ci vieni spesso?"

"Sì.", poi si rese conto dalla faccia del ragazzo che quell'affermazione poteva essere fraintesa: "Vengo a parcheggiare quando mi offro come responsabile per accompagnare i boyscout. Mi capita di restare qui fino a tardi e ho notato la bellezza del panorama."

"Quindi è per il panorama che siamo qui?"

"Magari, non è solo per il panorama.", ammise voltandosi meglio verso Stiles che si era appoggiato con una spalla alla portiera, mettendo troppa distanza tra loro. 

"E per cosa, allora?"

Non gli diede risposta ma lo vide allungarsi nella sua direzione cercando un appoggio per non pesare su Stiles che tendeva ad allontanarsi fino a schiacciarsi contro la portiera per il nervosismo.

Non era spaventato, ma solo un po' in ansia per ciò che stava per accadere. 

Bobby si fermò qualche attimo a guardarlo per poi posare le sue labbra su quelle dell'omega. 

Il bacio fu dolce e lento.

Stiles si sentiva frebicitante come la volta in cui era stato baciato da Derek. Solo che questa volta era tutto piacevole.

Inizialmente non sapeva cosa fare e soprattutto se fosse una buona idea portare le mani sulle spalle di Bobby o fosse troppo intimo stringersi a lui. 

I baci continuarono alternati tra brevi sfioramenti di labbra e lunghi e profondi unioni di labbra, lingue e saliva.

Ad un certo punto fu istintivo abbracciarsi e perdersi l'uno contro il corpo dell'altro. Le mani dell'alpha iniziarono ad accarezzare i fianchi di Stiles, che dopo un po' si sentì in dovere di fermarsi. 

Era chiaro che le cose in quell'auto potesserò andare oltre a semplici e piacevoli baci, ma Stiles non era pronto a dare di più a colui che con ogni probabilità sarebbe divenuto il suo alpha. 

"Aspetta. Aspetta, io non sono sicuro che sia una buona idea continuare.", 

"Stiles, non è un problema, se vuoi che smetta basta che tu me lo dica."

"È solo, che in questo periodo a noi omega non piace... Non piacciono certe cose."

"I baci non mi sembra che ti dispiaciono."

Sorrise: "No, i baci non mi dispiaciono."

Ripresero e per un attimo Stiles ebbe l'impressione di essere tornato a quella notte con Derek, ma gli bastò dare un'occhiata a Bobby per rendersi conto che era con la persona giusta.

 

 

Scendere dall'auto di Bobby fu un'impresa, visto che le ginocchia gli tremavano per l'emozione provata con l'alpha. 

"Ci vediamo domani pomeriggio se ti va?", chiese mentre lo scortava alla porta di casa. 

"Ok, chiamami quando hai finito d'allenare i bambini."

"Buonanotte Stiles."

Le labbra dei due ripreserò da dove si erano interrotti prima di tornare a casa. 

Stiles finì spalmato contro il portone per diversi minuti, prima che questi si aprisse.

Si ritrovò con il sedere a terra e suo padre che lo fissava rassegnato alle sue stranezze. 

Dopo che Bobby lo ebbe rimesso in piedi si diedero la buonanotte in modo meno intimo vista la presenza dello sceriffo. 

Mentre, si avviava traballante verso le scale suo padre gli chiese della serata, cioè l'interrogò sulla serata. 

"Andato tutto bene? La partita, chi ha vinto? Cenato?"

Stiles sapeva che suo padre aveva già tutte le risposte a quelle domande, non per niente ero lo sceriffo. Era quasi certo che avesse trovato i risultati della partita e la durata di essa su qualche social. Per Stiles non era facile nascondere il fatto di essere affamato se per qualche motivo avesse saltato la cena e il fatto di averlo beccato a baciarsi sulla porta era la dimostrazione di come fosse andata la serata. Quindi si limitò a rispondere un: "Buonanotte signor sceriffo."

Sul diario scrisse:

Finalmente, Bobby è quello giusto. 

 

Il giorno dopo doveva sbarazzarsi dell'odore di Derek sui suoi vestiti, quindi iniziò a fare diverse lavatrici dalle sette di mattina. 

La giacca di pelle era finita in un sacchetto e sarebbe tornata al legittimo proprietario nel pomeriggio. 

L'unico problema era che lui non voleva vedere il legittimo proprietario. 

Quindi era fermo sotto al loft di Derek con il sacchetto sul sedile accanto. 

"Ora vado e gliela lascio... Ora vado... Sì, ora..."

"Che fai? Parli da solo.", chiese Derek affacciandosi al finestrino dell'auto. 

Stiles sobbalzò emettendo un gridolino virile o almeno era quello che sperava. 

Il licantropo si avviò verso l'entrata dello stabile e Stiles lo seguo con il sacchetto. 

"Derek. Sono qui per ridarti..."

"Sali. Parliamo in casa."

"Io, io... Non posso, devo andare.", sostenne mentre si guardava intorno per capire cosa fare.

"Cinque minuti, non muore nessuno."

"Davvero? Devo ricordarti la piscina della scuola.", intanto si trovò a seguirlo fino all'ascensore.

"Non siamo morti, mi pare."

Una volta in casa, Derek si girò a guardarlo: "Cosa devi dirmi?" 

"Solo che ti ho riportato la giacca."

"E sei salito solo per darmi la giacca? Non credo che sia solo per questo?"

"Ho trovato...", venne interrotto sul punto di confessare di avere un alpha.

"Puzzi! Perché puzzi?"

"Non puzzo!", sostenne infastidito. 

Derek gli si avvicinò: "Puzzi di quell'insignificante coach."

"È normale, visto che è il mio alpha!"

"Quello non è il tuo alpha!"

Stiles si stava infuriando: "Davvero? Ieri sera si comportava proprio come se lo fosse."

"Perché glielo hai permesso? Tu hai già un alpha."

Scoppiò a ridere: "E io che credevo di saper riconoscere il mio alpha quando lo bacio. Chi sarebbe il mio alpha secondo te?"

"Sono io!"

Sì guardarono negli occhi, ma quelli di Stiles erano freddi.

"Potevi esserlo, ma ora non so più cosa pensare. Fai queste scenate di gelosia, anche davanti a Deucalion le hai fatte, ma in realtà non ti frega nulla di me. Il tuo è solo uno stupido comportamento possessivo. Giocano con il tuo bambolotto e tu fai i capricci per riaverlo."

"È questo che fa lui, gioca con te?"

"Bobby è una brava persona!"

"Dillo!"

"Cosa?"

"Dimmi che lo ami."

"È normale.", fece per chiudere la discussione è andare via, ma Derek l'afferrò.

"Non l'hai detto.", lo spinse di schiena contro la porta. 

"Non devo dirlo a te."

"Tu stai solo fingendo. Ti sei convinto che lui può darti un futuro, ma non chiedi a te stesso se sia l'alpha della tua vita. Ti stai accontentando. Hai mollato alla prima difficoltà l'unico che ti amava e pensare che mi aspettavo di più da te. Sei un omega qualsiasi, eppure io... Io ti amo lo stesso!"

Il cuore di Stiles si fermò. 

Guardò gli occhi verdi di Derek e le sue labbra. Finalmente, aveva le risposte che cercava in quel semplice "ti amo", ma preferì ignorarle e andare via.

 

 

Da quel momento in poi fu tutto più semplice -o quasi- per Stiles. Aveva evitato di ripensare alle parole di Derek e aveva iniziato il suo nuovo percorso di vita.

Bobby era fantastico e gli dava stabilità, infatti non aveva più combinato guai o si era cacciato nei pasticci. 

Passava molto tempo con lui e non solo a baciarsi. In più di un'occasione l'aveva aiutato con i bambini che il coach allenava d'estate e si era divertito da matti, perché le piccole pesti davano retta a lui e facevano le imitazioni del coach alle sue spalle. 

Anche Bobby era felice di vedere Stiles alle prese con i bambini. 

"Un giorno ne avremo di nostri."

"Cosa? Di mazze da lacrosse decenti?"

Scoppiò a ridere: "Anche quelle. Mi riferivo ai bambini.", si fece più serio: "Quando saremo pronti.", aggiunse. 

Stiles capì che non era una richiesta a breve termine, ma l'idea di avere bambini lo spaventava. Non si sentiva capace di prendersi cura di qualcuno, ancora adesso non sapeva prendere delle decisioni sulla sua vita. 

Per quanto stesse bene con Bobby, ogni tanto si chiedeva se fosse la persona giusta e cioè quando pensava a Derek e alle sue parole.

Poi si imputava mentalmente su Bobby e si sentiva più sicuro.

Erano molto simili, eppure c'era qualcosa che ancora non li faceva sentire pronti al legame.

"Ci vediamo per cena stasera? Cucino io.", l'altro lo riscosse dai suoi pensieri. 

"Ok, ma a casa tua?"

"Sì, a casa mia. Sempre se per te non è un problema?"

Non era mai stato a casa di Bobby in due settimane e mancavano poco più di altre due per il calore. Era arrivato il momento di prendere delle decisioni mature, quindi pensò di parlare con Scott prima di cena. 

"Potrei fare tardi. Devo passare da Scott alla clinica veterinaria."

"Ok, salutalo da parte mia."

 

 

Stiles parcheggiò davanti alla clinica veterinaria. Sapeva che Scott doveva occuparsi di alcuni cuccioli nati da poco. 

Era vestito bene e si era preparato a qualsiasi tipo di esito della serata, solo che aveva bisogno del suo migliore amico. 

"Che eleganza.", notò Deaton ancora in clinica: "Serata speciale?"

"Più o meno."

"Stiles, come mai qui?", intervenne Scott mentre dava il latte con un biberon ad un cucciolo di lupo.

"Volevo parlarti. Che carino.", notò il piccolo. 

"Sai, ho scoperto solo ieri una cosa assurda su noi licantropi."

"E cioè?", chiese mentre coccolava un altro cucciolo. 

"I neonati dei licantropi nascono con l'aspetto di cuccioli di lupo."

"Cosa?! Ma... Ma poi come fanno... Come diventano?"

"Dura solo i primi due mesi. Nascendo cuccioli sono più forti. Poi restano umani finchè non iniziano a perdere i denti da latte. Da quel momento sono licantropi come gli altri.", disse Deaton divertito.

"Allison sta dando di matto per questa cosa.", ammise Scott.

"Aspetta che lo venga a sapere Danny e non parliamo di Lydia. Temo che Peter verrà ucciso nei prossimi giorni.", ridacchiò Stiles. 

"Io vado. Non fate baldoria senza di me ragazzi. Buona serata."

Deaton li lascio soli.

"Allora, di cosa vuoi parlare."

"Stasera vedo Bobby."

"Questo l'avevo intuito. Qual'è il problema?"

"Saremo soli a casa sua e il calore si avvicina."

"La cosa si fa seria. Non sai se vuoi fare sesso con lui questa sera o non sei sicuro che lui sia giusto per il legame?"

"Non ho dei dubbi precisi e solo che ci frequentiamo da poco. Credo di aver bisogno di tempo per decidere."

"Puoi sempre aspettare il prossimo calore per legarti. Bobby non sembra uno che insisterebbe per legarsi troppo presto."

"I miei genitori hanno aspettato per legarsi. Volevano dimostrare che erano davvero fatti l'uno per l'altra.", spiegò Stiles ripensando con dolcezza a sua madre e suo padre sempre abbracciati quando credevano di non essere visti: "Credo che rimanderò il legame come fecero loro."

"Se senti di non essere pronto è giusto così, ma...", si interruppe come a voler riflettere. 

"Scott. Ma cosa?"

Lo guardò negli occhi: "Stiles, tu vuoi legarti con Bobby?"

Stiles rimase interdetto. Sapeva la risposta, ma non riusciva a tirarla fuori, come se pesasse troppo per essere detta.

Non sapeva cosa dire e Scott cercò di riprendere il discorso alleggerendolo: "Per stasera, decidi solo se vuoi fare l'amore con Bobby. Il resto verrà da sé."

 

 

Stiles penso anche al fatto che non era sicuro di voler fare l'amore con Bobby, mentre andava a casa sua. 

Aveva pensato al sesso, però il termine "fare l'amore" aveva cambiato tutto. 

Doveva davvero capire cosa volesse fare della sua vita, era solo sua la decisione. 

Bobby lo fece accomodare al tavolo, mentre dava gli ultimi ritocchi ai piatti di spaghetti al pomodoro fresco. 

"Ti ho già detto che non so cucinare, quindi sii buono nel giudizio."

"Ok."

Assaggiò e lo trovo perfetto. 

"È buonissimo."

"Se me lo dici con quell'aria abbattuta non ci credo."

"Scusa, avevo la testa da un'altra parte.", abbozzò un sorriso. 

"Voglio crederti."

Cercò di essere di compagnia, ma si sentiva a disagio in quel momento. Bobby era adorabile e lui iniziava a nutrire dei dubbi. 

"Nervoso perché siamo soli in casa mia?", si erano appena accoccolati sul divano davanti alla tv. 

"No."

"Sicuro?"

"Forse, solo un po'.", ammise preoccupato di farlo sentire in colpa per qualcosa che non aveva fatto. 

"Non c'è motivo di essere ansiosi.", lo strinse di più: "Siamo solo io e te, e io non ti farei mai nulla di poco piacevole. Puoi rilassarti Stiles. Questo è il posto in cui passeremo il calore se tu vorrai e ho bisogno di sapere che ti senti a casa tua."

"Non è per il posto Bobby. Io sto pensando al calore in questi giorni e a volte ho una sensazione di panico imminente. Scusa, non dovrei dirti una cosa simile."

Bobby gli prese il viso per guardarlo negli occhi: "Se non te la senti di passarlo insieme, possiamo rimandare. Abbiamo fatto le cose un po' di corsa e forse dovremmo prendere tempo per tutto il resto." 

Si rilassò sul petto dell'uomo. Aveva le risposte che cercava da lui, ma non gli bastavano.

"Bobby, io credo di aver sbagliato tutto.", le lacrime iniziarono a rigargli il viso.

Bobby lo strinse con più forza, consapevole di ciò che Stiles stava per dire.

"Non voglio legarmi con te."

Non seppè quanto tempo avesse passato a piangere tra le braccia dell'uomo, sapeva solo che l'altro non l'odiava, era solo terribilmente preoccupato per lui. 

 

 

Da quella sera Stiles non volle sapere più nulla di alpha e di legame.

Era arrivato ad una settimana dal calore da solo. 

I suoi amici erano presi dall'organizzazione della cerimonia legale che si teneva in municipio prima del calore e lui dopo un primo momento di sofferenza aveva messo su il sorriso.

Fingeva che tutto andasse bene per non rovinare la festa a nessuno. Stava anche aiutando le coppie con il trasloco nelle loro nuove case.

Oramai aveva messo in conto che sarebbe rimasto solo, ma ciò lo faceva sentire più forte e pronto a diventare adulto, anche senza un alpha accanto.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Pronti per il linciaggio al tre, due, uno...

Ok, niente più Bobby, forse...

Piaciuto il capitolo? 

Come vi sembra l'idea dei cuccioli di licantropi? Tutta colpa di un video omegaverse su YouTube. 

Scusate se ci metto un po' di più per aggiornare, ma sto pubblicando una cosa un tantino rossa e erotica Steterek contemporaneamente a questa. 

Ditemi cosa ne pensate. 

Baci. 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


CAPITOLO VIII

 

Fu un pomeriggio, nella nuova casa di Scott che rincontrò Derek.

Stiles stava portando su per le scale l'ennesimo scatolone di Allison, e Derek apparve all'improvviso per togliergli il peso di mano.

Non ci furono parole, solo delle fugaci occhiate.

Era dal "ti amo" a casa di Derek che il licantropo si teneva alla larga dal branco e da lui.

Era passato un po' da quando aveva baciato l'ultima volta Bobby, quindi Stiles sospettó che Derek avesse aspettato che l'odore del coach svanisse dal suo corpo prima di rifarsi vivo. In più di un'occasione l'odore di un altro alpha su Stiles aveva infastidito il licantropo.

Avevano tutti aiutato Scott e Allison con il trasloco della loro roba. Derek si era occupato anche di Peter, Lydia, Erica e Boyd, ma non aveva mai incontrato Stiles, impegnato sul fronte trasloco di Danny e Isaac che avevano anche dovuto tinteggiare la nuova casa comprata dopo che Isaac aveva venduto la vecchia casa ereditata dal padre e mai più usata per ovvie ragioni.

Isaac, con quel denaro si era assicurato una bella casetta, qualche soldo da parte e un anello con diamantino per Danny che l'avrebbe ricevuto durante la firma del legame in municipio.

Tutti gli omega avevano un anello con diamante che li aspettava, tranne Stiles. Doveva essere felice per loro, ma non ci riusciva sempre. Non c'era riuscito neanche quando Isaac gli aveva fatto vedere l'anello e chiesto consiglio.

Era chiaro a tutti che soffrisse per l'idea di essere solo ad affrontare il calore, ma nessuno se la sentiva di escluderlo dai preparativi.

E Derek era il capo branco, quindi impossibile da escludere, soprattutto perché era l'unica protezione che avrebberò avuto in quel periodo. Jackson sarebbe partito per un luogo piu isolato, visto che stava subendo l'odore degli omega in modo incontrollato per via della sua nuova natura di licantropo. Intando, si stava rendendo utile, ma la presenza di Stiles era chiaramente un problema per lui.

Jackson, non aveva problemi con gli omega coperti dall'odore dei loro alpha, ma con Stiles era diverso. Non puzzava piu di Bobby Finstock, quindi in piu di un'occasione si era avvicinato con l'intento di sedurlo. 

"Jackson, mi passi quella scatola."

"Scott, siamo in tanti, mi spieghi perche pretendi che faccia tutto io?"

Scott aspettò che Stiles raggiungesse Lydia in bagno per aiutarla con la nuova tendina della doccia: "Perché devi smetterla di girare intorno a Stiles.", sussurrò furioso per non farsi sentire dall'amico umano.

"Cosa t'importa? Stiles è solo e tu dovresti essere contento che gli giri intorno. Sono pur sempre uno del branco, meglio io che non un altro esterno."

"Sì, sei uno del branco, ma non quello giusto per Stiles.", spiegò.

"Se Derek non si dà una mossa, rischia che qualcun altro faccia la festa a Stiles durante il calore. Basta che metta piede fuori di casa nel momento sbagliato e gli saranno addosso in tanti."

"A te non riguarda. Derek lo terrà d'occhi. Quindi gira a largo!"

"È questo il piano? Derek aspetta il momento giusto per infilarsi in camera sua e dentro di lui? Patetico."

"Patetico a chi?", tuonò il capo branco alle sue spalle: "Mi credi davvero così subdolo da fare una cosa del genere?"

"Derek, hai capito male.", cercò di difendersi. 

"È ora che tu vada via dalla città. Non sei piu in grado di mantenere il controllo.", ciò suonò come un ordine e non come una considerazione. 

Gli altri si erano fatti attorno.

"Ok, ok...", sbuffò. 

Era chiaro anche a lui che l'odore di tutti quei giovani omega che in quel periodo stava riempiendo la città era un problema per le sue narici da licantropo. Con il calore vero e proprio sarebbe stato fuori controllo. 

Salutò tutti, chiedendo scusa per alcuni atteggiamenti a Stiles e andò via. 

Alle otto di sera avevano finito di sistemare anche l'appartamento di Scott e Allison, e tutto il branco era sfinito. Avevano mangiato una pizza in modo scomposto attorno al tavolino basso davanti ai divani e dopo un po', Peter aveva tirato fuori birra e liquori dall'auto per festeggiare la fine della parte faticosa dei preparativi al calore. Ora era tutto in discesa.

Era la settimana pre-calore e li aspettava una cerimonia in municipio molto veloce, per garantire alcuni diritti fondamentali agli omega e una festa nella villa della famiglia di Lydia, poi sarebberò entrati nelle nuove case per iniziare la loro vita di coppia.

"Un brindisi.", suggerì Peter con il bicchiere in mano.

"A cosa?", domandò Lydia.

"Al calore.", disse Derek alzandosi in piedi e puntando i suoi occhi in quelli di Stiles: "Che possa essere per tutti l'inizio di una nuova vita. Da ora non siamo più un branco, ma una famiglia. Il calore ci ha avvicinato e ci terrà uniti con legami più profondi della semplice amicizia o dell'istinto di sopravvivenza. Ci fidiamo uno dell'altro e sarà così per sempre. I nostri cuccioli avranno sempre l'amore di questa grande famiglia a proteggerli, perché è ciò di cui è fatto questo branco, d'amore."

"Wow, nipote. Non ti facevo così ispirato!"

Riserò tutti, compreso Derek.

Visto che i licantropi, pur bevendo tanto, non potevano ubriacarsi lo feceró gli umani e Stiles più di tutti. Nessuno glielo impedì. Aveva bisogno di fare qualcosa di stupido prima del calore.

Solo quando fu chiaro che non si reggesse più in piedi, Scott e Derek gli levaronò la bottiglia di mano.

"Lascia, ti fa male."

"Stiles molla la bottiglia!"

"Che noiosi che siete! Tu sei il solito lupone acido e tu sembri mio padre!", sostenne lucidamente da ubriaco, puntando un dito in direzione prima dell'uno e poi dell'altro e quasi cavando un occhio a Scott.

L'amico lo sollevò dal divano in cui era inciampato: "Ti porto a casa."

Venne portato di peso dai due nella sua jeep.

E mentre Scott e Derek discutevano di qualcosa, Stiles si raggomitolò sul sedile del passeggero guardando fuori la strada ferma.

"Andiamo.", disse la voce a suo fianco.

"Quel lupone è insopportabile. Sarà pure tutto muscoli e sex appeal, ma sempre insopportabile resta."

La persona di fianco annuì.

"Certo, lo so che per te è un esempio, ma resta un musone!"

L'altro continuò ad annuire con versi, senza parlare. No che Stiles gli desse tempo di ribattere.

"Un musone sexy. Se non fosse così dominante, un pensierino ce l'avrei pure fatto Scott. Io non lo voglio uno che mi dice cosa posso e cosa non posso fare. È da una vita che bado a me stesso da solo. Lui non deve dirmi come vivere."

L'altro non lo interruppe, in fondo era ubriaco e poco cosciente di cosa stesse dicendo. Non seguiva un filo logico, ma aveva bisogno di parlare.

"Mi ha detto che mi ama. Bobby non me l'ha detto durante tutto il periodo che siamo stati insieme. Scott da quand'è che hai preso a ringhiare come quel sourwolf? Io voglio stare con qualcuno che non mi tratti come un disastro ambulante. Lui mi guarda sempre con quell'aria di sufficienza e poi mi spieghi che hanno le sue sopracciglia? Non sono normali come si alzano.", lo disse mentre disegnava sul vetro umido del suo respiro due sopracciglia che poi unì trasformandole in un cuore.

"Non ho paura di stare da solo per tutto il calore. Credo che penserò a lui tutto il tempo. Penserò alle sue spalle, al suo petto, alle sue gambe e al suo... Beh non serve che ti spieghi. Però voglio vedere quei occhi verdi su di me. Voglio vederli socchiudersi dal piacere."

L'altro deglutì e fece dei respiri profondi.

"Scott, ho sbagliato tutto. Dovevo andare da lui subito dopo quella luna piena in cui è cambiato. Solo che ho fatto tutti quei pasticci e lui era arrabbiato e io stanco di discutere. Poi, ho incontrato Bobby quella sera e mi sono convinto che con lui sarebbe stato tutto facile. Niente discussioni continue e niente pretese di essere il dominante solo perché è un licantropo."

Continuò a parlare, osservando la strada che scorreva a suo fianco.

"Credo che mi piaccia ancora, solo che l'ho combinata grossa con Bobby. Non dovevo dirgli in quel modo che l'avevo baciato. La cosa strana è che mi è sembrato simile al bacio di Derek solo la prima volta, poi non era nulla di paragonabile. Aveva ragione Danny sul fatto che ci si abitui al bacio dell'alpha. Chi sa quando tempo ci avrei messo ad abituarmi ai baci di Derek."

L'auto si fermò e il suo autista fece il giro per farlo scendere.

Quando la portiera gli venne aperta, Stiles si trovò davanti Derek.

"Tu che ci fai qui? Dov'è Scott?", chiese confuso.

Notò di essere a casa.

"Vieni, ti accompagno dentro."

"Nooo... Non ho bisogno di te per stare in piedi!"

"Lo so, ma io ci sono lo stesso."

Stiles si avviò verso l'entrata, inciampando naturalmente nel gradino apparso dal nulla. Venne afferrato da Derek che lo strinse a sè e l'accompagnò su per i tre gradini fino alla porta.

Lo sceriffo sentendo movimento davanti casa era andato ad aprire il portone, ritrovandosi il figlio praticamente ubriaco fradicio avinghiato a Derek.

"Stiles, cos'hai fatto?"

"Niente papà.", mentì, poco convincente cercando di stare dritto.

"Aveva bisogno di sfogarsi un po'.", cercò di giustificarlo Derek: "Colpa di Peter se è ubriaco. Lo porto di sopra."

Quando arrivarono in camera Derek lo mise sul suo letto e gli sfilò le scarpe, lo coprì e lo costrinse a girarsi sul fianco.

"Devi dormire di lato o soffochi se ti viene da vomitare. Buonanotte Stiles.", gli disse guardandolo raggomitolarsi come un gatto.

Lo sceriffo aveva seguito i due con calma e aveva assistito a parte della scena.

Quando Derek si voltò e incontrò gli occhi chiari dell'uomo, capì che dovevano parlare.

 

 

La mattina dopo Stiles dovette sopportare suo padre che usava un tono più alto di voce per peggiorargli l'emicrania post sbornia.

Solo dopo colazione la punizione o tortura finì.

"Stiles, c'è una persona che vuole parlarti.", disse con un tono di voce normale, mentre scostava le tendine della cucina per guardare l'uomo che si era seduto in giardino in attesa di qualcuno.

Stiles andò a guardare: "Derek."

Uscì con passo calmo e si avvicinò all'uomo: "Ehi, lupone."

"Ciao.", lo guardò e sorrise in risposta ad un sorriso nascente di Stiles.

"Allora?"

"Stiles, non ce la faccio a stare senza di te. Ho bisogno di averti accanto non solo come omega, ma soprattutto come persona. Legati a me e ti prometto che anche se litigheremo e non saremo d'accordo su nulla, non dovrai mai pentirti della scelta che farai adesso. Sarò il tuo sourwolf per tutta la vita e ti amerò per tutta la vita."

"Mi avevi già convinto al non ce la faccio a stare senza di te!" 

Sorriserò felici entrambi e dopo qualche secondo Derek lo strinse a sè. Stavano cercando i loro visi per un bacio quando vennerò interrotti dai singhiozzi di qualcuno.

"Cazzo, ma voi da quand'è che siete là!", urlò Derek trasalendo, quando notò l'intero branco sulla porta della cucina di casa Stilinski.

Lydia stava singhiozzando dall'emozione per la dichiarazione di Derek e non era l'unica con le lacrime agli occhi. Erica si nascondeva e Allison e Scott fingevano di guardarsi negli occhi per non far notare gli occhi lucidi.

"Sei stato tu a chiamarci!", replicò Peter.

Stiles guardò Derek: "Perché li hai chiamati?"

Sorrise furbo: "Diciamo che ero sicuro che mi avresti detto di sì."

"Quindi?"

"Quindi, domani c'è la cerimonia in municipio e tu devi trasferirti da me già domani sera. Dopo, non ci sarà tempo, se per caso il calore dovesse iniziare qualche giorno prima del previsto."

Stiles degluitì. Non c'era più tempo sul serio.

"Dobbiamo prenotare in municipio, sarà strapieno in questi giorni."

"Tranquillo, ci hanno messi con il resto del branco nel gruppo prima di pranzo. Stamane ho consegnato i moduli."

"Ma non ti servivano i miei documenti?"

"A quelli ci ho pensato io.", ammise lo sceriffo con gli occhi lucidi quanto la stella che portava sulla divisa.

Stiles non seppè perché, ma corse ad abbracciarlo felice.

"Ok. Ora smettiamola con questi abbracci e lacrimoni. Ci sono i bagagli da fare.", annunciò Peter sollevandosi le maniche della camicia.

Lydia gli tirò un pugno nel fianco: "Hai il tatto di un orso!"

Entrarono in casa per iniziare a preparare la roba, invece Derek prese per mano Stiles e lo condusse da tutt'altra parte: "Noi dobbiamo parlare. C'è una cosa che devo dirti della mia famiglia."

"Se si tratta della storia dei cuccioli di licantropo, la conosco già e solo l'idea che dal mio corpo uscirà un lupo... Oh Dio, non voglio pensarci!"

L'altro lo guardò con le sopracciglia alzate, mentre lo faceva salire sulla Camaro.

"Non è per quello e come cavolo fai a saperlo?"

"Deaton."

"Mai che si faccia i fatti suoi! Si tratta di una cosa che si ripete nella mia famiglia da secoli e ti riguarda."

Mentre Derek guidava, Stiles decise che ora poteva fare tutto quello che voleva al suo licantropo.

Lo fisso, tanto che Derek lo guardò quasi infastidito: "Che c'è?"

Stiles si allungò e accarezzò la guancia del suo alpha: "Io non ti bacio se non ti fai la barba."

"Ehi?", rimase sconvolto da quell'affermazione.

Solo Stiles poteva impuntarsi su una stupidagine dopo tutto quello che avevano passato.

"Guarda che irrita tanto. La mia pelle è delicata ultimamente."

"Ok.", cedette subito.

"Grazie.", riprese a fissarlo.

"Che c'è adesso?", domandò sconsolato.

"La giacca, è mia."

"Ti sbagli, è mia. Me l'hai restituita quando sei venuto a casa, non ricordi?"

"Sì, ma l'hai usata per appestarmi l'armadio, quindi ora è mia."

"No, te l'ho solo prestata quella sera nel bosco. È mia."

"Sapevi che saremmo arrivati a questo punto quando l'hai usata per coprirmi con il tuo odore?"

"Io no. Il mio lupo interiore sì."

"Il tuo lupo interiore?"

"Sì. È di questo che volevo parlarti. Il mio lupo ti ha scelto appena ha sentito il tuo odore da omega."

Sceserò dall'auto e Stiles notò la vecchia casa bruciata.

"Senti, no per lamentarmi, ma io qui non ci vengo a vivere.", affermò interrompendo il discorso di Derek.

"Guarda che ho un loft, ci sei pure stato!"

"Avrei un paio di cose da dire anche sul tuo loft.", affermò con un sorriso malefico.

"Ne parleremo dopo il calore, per ora accontentati."

"È freddo quel posto."

"Ti riscaldo io.", affermò provocatorio, facendo arrossire l'altro.

"Entriamo, così ti spiego perché siamo qui."

Non era mai stato lì da solo, tanto meno da solo con Derek. Ricordò il sogno e per un attimo si bloccò, ma Derek intrecciando le dita di una mano alle sue lo incoraggiò ad entrare.

Il posto era come al solito, lugubre e colmo di dolore.

Derek si fermò e lo guardò negli occhi.

L'altro non capiva: "Non è che siamo qui per sacrificare un omega vergine? Fa un po' paura."

"Sei ancora vergine? Ottimo. Almeno non dovrò uccidere il coach.", affermò serio.

"Ehi, le mie esperienze sessuali passate, non ti riguardano.", lo riprese scherzoso. 

"Ora lascia che ti spieghi perche siamo qui e poi non ti sembrerà così spaventoso."

"Ok."

"Il mio lupo interiore ti ha scelto subito quando ha sentito il tuo odore e questo non dovrebbe accadere con un omega umano, ma con un omega licantropo. Il problema è che la mia vecchia ancora mi impediva di stare con un omega, quindi ho passato il periodo prima della luna piena a combattere contro me stesso, anzì contro il lupo in me. È per questo che quando ti ho baciato mi sono fermato perché non volevo sottometterti, mentre quando ti ho chiesto di essere un bravo omega qui fuori era il lupo a volerti sottomettere. Non avevo alcun controllo su di lui durante quella luna piena, però poi il lupo ha capito che eri un compagno da rispettare e ascoltare, solo così si è quietato. Fin qui mi seguì? "

"Sì, ho capito. Il lupo in te non vuole solo dominarmi come compagno, ma vuole trattarmi alla pari."

"Perfetto. Un'altra cosa che devi sapere è che la storia della mia famiglia è lunga. Noi siamo licantropi da sempre, ma è capitato spesso che la famiglia venisse distrutta e ne sopravvivesserò solo uno o due membri."

"Come con l'incendio di qualche anno fa?", affermò guardando le pareti della stanza.

"Sì, ma prima è capitato anche a mio nonno da ragazzo. Pur essendo i fondatori della città, la nostra famiglia ha sempre dovuto iniziare da zero nella creazione di un nuovo branco. Così fece lui, solo che scelse di legarsi ad un umano di nome Sam contro ogni parere. L'omega umano fece la grandezza del branco e non è stata la prima volta. In passato ogni volta che un licantropo sceglieva un umano omega la famiglia e il branco prosperavano. Ho voluto raccontarti questa storia perché quando ho capito che il lupo ti aveva scelto, ho compreso che la nostra vita sarebbe stata dedicata al branco. Ti aspetta un grande compito e anche se io cercherò di fare l'alpha dominante, non ti costringerò mai a sottometterti. Voglio che tu lo sappia."

"Quindi, io avrò la possibilità di guidare il branco?", chiese.

"Se io farò scelte sbagliate, tu dovrai fermarmi o fare ciò che serve al bene del branco."

"Della famiglia, ieri l'hai chiamato così."

"Famiglia. Ora che sai questa cosa, posso dirti perché siamo qui. Questa casa è stato il punto d'incontro del branco per anni. Lo sarà anche la nostra. Sarà sempre piena di licantropi e bambini di licantropi. Sarà bello e difficile a volte, ma se ti crea problemi..."

"Scherzi, nessun problema. E poi casa tua in questo momento è già piena di licantropi e Lydia starà buttando via le mie felpe e mettendo le mani nelle tue mutande."

"Quello è un compito che spetta a te!"

"Cosa? Mettere a posto la tua roba?", chiese infastidito dall'essere scambiato per una cameriera.

"No. Mettere le mani nelle mie mutande."

Arrossì, mentre veniva stretto tra le braccia di Derek.

"Sei carino quando arrossisci. Sono curioso di vedere quando sei eccitato."

Stiles si strinse a lui: "Io sono sempre carino e vedrai durante il calore..."

"Speravo di vederlo un po' prima."

Le labbra si sfiorarono lente: "Derek, sei davvero il mio alpha?"

"Sì, per sempre."

Le labbra si posarono le une sulle altre.

Dolcemente si studiarono per poi lasciare che le lingue si cercarserò, trasformando tutto in piacere puro.

Si baciarono affamati e Stiles iniziò a respirare a fatica. La sensazione era stordente per lui. Quando si staccò, aveva il fiato corto.

"Stiles, stai bene. Cos'hai?"

"Mi sbagliavo, l'effetto del bacio di un alpha non diminuisce con il tempo."

"Devi spiegarmi questa cosa un giorno."

"Sono cose che solo un omega può capire."

"Siediti. Devo prendere una cosa e poi andiamo ad aiutare gli altri. Lydia in casa nostra mi preoccupa!", si allontanò, senza accorgersi dell'effetto che avevano avuto le parole "casa nostra" su l'altro.

Quando tornò un minuto dopo non aveva nulla in mano, ma teneva ancora la mano nel taschino interno della giacca. Stiles era curioso di sapere cosa nascondesse, ma non insistette perché più interessato a riavere le labbra di Derek sulle sue. Peccato che l'altro avesse deciso di andare via. 

In auto, Stiles iniziò a guardare la strada scorrere fuori dal finestrino e la sua mente, stimolata dagli occhi ricordó la sera prima. In un lampo si irrigidì come morso da un lupo.

"Cos'hai?"

"Eh!?", saltò sul sedile. 

"Il tuo odore è cambiato. Sei nervoso, spaventato e a disagio.", diede un'altra annusata: "Sembra che tu ti senta anche colpevole per qualcosa."

"Smettila di annusarmi!", si adirò.

"Sei il mio omega e quindi ti annuso quanto voglio!", ringhiò, ma stranamente dolce e divertito. 

"Già inizi a fare l'alpha oppressivo? Ho bisogno dei miei spazi e ciò che riguarda il mio odore non deve riguardare te. Il mio odore ha a che fare con i miei spazi e la mia libertà di individuo. Quindi, smettila di annusarmi!", gesticolò.

"Non ne posso fare a meno. Il tuo odore mi piace!"

"Sì, sì, lo so. Lo ripeti da mesi."

"Forse, non hai capito. Ho bisogno di sentire il tuo odore sempre, per stare bene. E ora che tu odori così, mi sento in dovere di farlo ritornare come quello di sempre. Non mi piace quando puzzi di disagio, se non sono io a procurarlo.

"Sei sempre tu a provocarlo.", ammise.

"Non capisco. Questa volta cosa c'entro io?"

"Ieri sera."

"Ieri sera?", ridacchiò Derek.

"Non so di preciso cosa ho detto. Anzì, lo sospetto, ma credevo di parlare a Scott."

"Mi hai solo insultato. Nulla di nuovo e poi... Hai detto che mi vuoi e che ti piaccio."

Stiles sospirò. 

"Mi spieghi perché c'eri tu alla guida e non Scott?", domandò curioso.

Questa volta fu Derek ad essere ansioso e preoccupato: "Lui, mi ha fatto un discorsetto sul fatto che mi dovevo dare una mossa con te."

"Davvero Scott l'ha fatto?"

"Sì. Mi ha detto che siamo due idioti e che se non ci mettevamo insieme dopo aver passato ore a guardarci eravamo dei decelebrati."

"E tu non l'hai sbranato."

"No, ero occupato a guardare il ragazzino ubriaco raggomitolato sul sedile.", così dicendo diede uno scalpellotto alla nuca del suo omega.

"Ehi! Cosa ho fatto?", si lamentò massaggiandosi la parte colpita. 

"Ti sei ubriacato. Non lo fare più!", sembrò un ordine, ma era solo un rimproverò da alpha apprensivo. 

Stiles, ci pensò un po' su: "Mi ubriacherò solo se ci sarai tu a portarmi a casa."

L'altro lo guardò storto, ma Stiles gli sorrise furbo e si avventò a baciargli una guancia.

Derek dopo la sorpresa iniziale, si lasciò andare in un sorriso. 

 

 

Lasciare la sua casa alle cure di un branco di omega non era stata una buona idea. Derek aveva visto sparire i suoi calzini di spugna bianchi, le sue magliette logore da corsa nei boschi e non osava immaginare cosa fosse accaduto al cassetto delle mutande. 

Ora c'era spazio a sufficienza per la roba di Stiles che gli alpha stavano scaricando. Non era tanta, ma erano cose a cui lui non poteva rinunciare, come le foto dei suoi genitori o le sue amate felpe. 

In poche ore il loft di Derek era pronto ad accogliere un omega in calore. C'era solo la dispensa da riempire, visto che Derek mangiava soprattutto fuori e soprattutto carne. Stiles aveva bisogno di un'alimentazione più equilibrata. Così, si ritrovarono a fare spesa al supermercato. 

Stiles dovette subito imparare che l'alimentazione di un licantropo è a base di carboidrati, calorie e grassi, praticamente il festival del colesterolo. 

Mentre, Derek dovette abituarsi all'idea che la lattuga non viene usata solo per ornare certi piatti. 

Aveva lasciato il suo omega alla cassa per prendere le ultime cose dai freezer, comprese diverse confezione di gelato, visto che Stiles ne andava matto, quando aveva sentito il cuore del suo omega sussultare, battere piu forte e poi tornare normale.

Non corse a vedere se fosse in pericolo perché sapeva che Stiles era nuovamente tranquillo. 

Quando tornò, capì cos'era stato a provocare quel breve cambiamento. Il coach Bobby Finstock.   

Stavano parlando tranquilli e per un attimo a Derek venne il desiderio di tirare fuori gli artigli in pubblico. Si trattenne e ascoltò la conversazione avvicinandosi. 

"Sono felice che tu abbia trovato ciò che cercavi."

"E tu, come stai?"

"Stranamente, non male come credevo."

Derek decise d'affiancarsi, non si sentiva tranquillo a lasciarlo solo con il suo ex.

"Allora, ci vediamo in campo a settembre?"

"Certo!", rispose sicuro Stiles.

Derek lo corresse subito, mentre gli passava un braccio intorno alle spalle: "Vedremo."

La reazione dell'omega fu uno sguardo confuso al suo alpha. 

Anche Bobby lancio uno sguardo preoccupato a Stiles. 

Lasciarono Bobby in fila alla cassa dopo una decina di minuti. 

Stiles, decise di chiedere spiegazioni per quella frase: "Cosa significa vedremo?"

"Che vedremo quando sara il momento se è una buona idea giocare a lacrosse anche dopo il calore. Potresti voler cambiare."

"È per Bobby? Guarda che non m'interessa più."

"Parliamone un'altra volta, ok?", fu lapidario. 

"Va bene.", Stiles si senti in dovere di assecondare il suo alpha, ma non aveva intenzione di abbandonare la discussione, voleva solo rimandarla.

La giornata si concluse a casa di Stiles. 

Lo sceriffo preparò le bistecche che Stiles adorava e Derek non le rifiutò, anzì fece il bis. 

I due alpha rimaserò a tavola a discutere di denaro e Stiles, dopo aver scoperto che Derek se la passasse piuttosto bene economicamente, decise di andare in cucina alla ricerca di qualcosa di dolce. Trovò un pezzo di torta che divise in tre fette e portò a tavola.

Quando tornò dai due, vide Derek occultare qualcosa in una tasca della giacca, mentre suo padre faceva finta di niente.

Non sapeva perché, ma sospettava che i due nascondesserò qualcosa che riguardava lui. Doveva scoprire cosa, ma solo dopo aver mangiato la fetta di torta. 

Pensando a come potesse scoprire cosa Derek nascondesse, fece cadere il proprio piatto a terra prima di poterlo posare sul tavolo. In pratica, stava mantenendo viva l'usanza di non arrivare al dolce. 

Fissò per diversi secondi i cocci a terra con aria affranta, tanto da non notare il piatto che si era materializzato davanti a sè. 

Quando realizzò che Derek gli aveva ceduto la sua porzione, non riusci a far altro che sorridere felice. Aveva scelto il migliore degli alpha. 

 

 

Stiles chiese a Derek di salire in camera con la scusa di dover portare via un'ultima cosa. 

In camera sua era rimasto ben poco da dover trasferire al loft, ma le intenzioni dei due erano ben altre. 

Si chiusero la porta alle spalle e non persero tempo in chiacchiere, iniziando a baciarsi a ridosso della parete. Già che c'era, Stiles ne approfittò per cercare nelle tasche di Derek l'oggetto misterioso, palpando prima la giacca e poi i jeans senza trovare nulla o almeno gli pareva così, visto che era troppo distratto dalle labbra del suo alpha per capire cosa stava toccando. 

"Stiles, se vuoi farmi eccitare continua pure a frugare nelle tasche, ma se mi stai perquisendo... Beh, continua così.", sospirò perso. 

L'altro si blocco, preso in castagna: "Io... non ti sto.. perquisendo."

"Non m'importa. Continua a fare quello che stavi facendo.", cercò di riprendere con i baci, ma Stiles sembrava volergli fare delle domande, quindi si bloccò. 

Si strinserò in un abbraccio, guardandosi in faccia. 

"Mi nascondi qualcosa?", chiese incerto.

"Sì."

"Cosa?"

"È un segreto per ora. Devi fidarti di me ora che sei il mio omega."

"Mi sono sempre fidato di te. Comunque, sei tu a essere mio e non il contrario."

"Cosa?", sembrava confuso.

"Io ho scelto te, quindi sei mio."

"Hai intenzione di invertire i ruoli. Non credo che funzioni così tra alpha e omega.", affermò divertito.

"Vedremo.", aggiuse.

Si salutarono dolcemente prima che Derek andasse via.

"Wow, è la prima volta che ti vedo uscire dalla porta!"

"Se preferisci, uso la finestra."

"Naaa, è più originale così."

"A domani cucciolo, non tardare o vengo a cercarti.", affermò lasciando la stanza definitivamente. 

"Non mancherò. Buonanotte tesoro di un sourwolf.", sussurrò certo che l'avesse sentito dalle scale. 

Stiles si lasciò andare sul letto.

Era pronto, era felice ed era innamorato. Non riusciva a crederci di aver trovato l'unico alpha che lo volesse, senza pretese e lamentele, così com'era. Solo Derek Hale poteva essere abbastanza sicuro di sé da scegliere quello che appariva come il peggiore degli omega, solo perché non voleva sottomettersi.

Prese a riassumere sull'agenda tutta la giornata prima di crollare addormentato. 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Ho imparato a inserire le immagini! Non frega a nessuno. Va be'...

Allora, finalmente ci siamo! Forse...

Vedremo se superano la firma del legame e la prima notte insieme. Ve lo dico, sarà movimentata...

Grazie per le recensioni, siete adorabili ♡

A presto, Francesca. 

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


CAPITOLO IX 

 

 

Il giorno che avrebbe per sempre cambiato la sua vita era giunto. Stiles si guardò allo specchio un'ultima volta, osservando come l'abito che aveva indossato al ballo quella sera oramai lontana, gli stesse bene. Non aveva riportato danni dall'aggressione nel vicolo e odorava solo di lavanderia. 

"Pronto?", domandò suo padre entrando in camera. 

John Stilinski era emozionato e non serviva un licantropo per capirlo. 

"Sì. Prontissimo."

"Allora andiamo. Non vorrai far aspettare ancora Derek."

"Mi ha aspettato tanto, non ci baderà se ritardo qualche minuto."

"Oggi lo noterà, credimi!", affermò sorridendo. 

Anche se si era prefissato di far penare il suo alpha, non resistette all'idea di arrivare in municipio puntuale per poterlo vedere.

Trovò quasi tutti all'esterno della struttura, in attesa del loro turno.

Derek gli apparve come una visione al centro del branco. Perfetto nel suo abito nero, lo stesso del ballo, con l'aggiunta di una cravatta che lo rendeva elegante e raffinato. La barba era sparita, lasciando che il viso apparisse più luminoso. 

"Ciao."

"Ciao. Pronto Stiles?"

"Sì."

Stavano ignorando tutti gli altri continuando a fissarsi negli occhi. 

"Stiles. Ci sei?", domandò Scott accorgendosi che l'amico era da tutt'altra parte con la mente.

"Sì?"

"Mi stavo preoccupando."

"Non devi più preoccuparti. Ora c'è Derek che lo farà al posto tuo."

"Il mio nuovo nipotino.", gli diede una stritolata Peter, appena arrivato con Lydia e la famiglia. 

"Peter molla! Non sono tuo nipote. Mollami."

Venne lasciato solo quando sentì il ringhio di Derek. 

Qualche minuto dopo furono fatti accomodare nella sala riunioni dove il giudice di pace stava preparando i documenti. 

Vennerò chiamati davanti al giudice una coppia per volta e dopo aver letto una serie di leggi, si scambiavano una promessa reciproca usando i loro veri nomi per intero. Finita la parte burocratica con le firme, si passava all'anello che simboleggiava quanto l'omega fosse prezioso per l'alpha, per poi scambiarsi un bacio e ricevere l'applauso delle altre coppie presenti. 

L'anello che Peter donò a Lydia era stupendo pensò Stiles, consapevole che lui non ne avrebbe avuto uno. Derek non aveva avuto tempo di comprarlo, forse in futuro lo avrebbe ricevuto anche lui. Gli bastava anche solo una fedina sottile per poter dire di essere importante e prezioso per il suo alpha, anche se già sapeva di esserlo. 

Una cosa che fece innervosire Stiles, fu la promessa che gli omega pronunciavano perché sapeva tanto di sottomissione. Non voleva pronunciarla. 

Derek senti l'odore del suo omega cambiare e si avvicinò al suo orecchio per sussurrargli: "Va tutto bene?"

"La promessa, non voglio dire quelle parole.", sussurrò infastidito. 

"Stiles, non hanno nessuna importanza. Sono solo parole, il nostro rapporto sarà diverso. Se non ti va, non sei costretto a pronunciarle. Mi basta che tu dica che sei mio e io farò lo stesso."

Stiles sembrò aquietarsi. In fondo non erano importanti quelle parole tra di loro. Si dicevano di più quando stavano zitti che non quando parlavano. 

Arrivò il loro turno, erano gli ultimi del branco, e l'emozione si fece sentire in Stiles. Derek lo prese per mano tranquillizzandolo. 

Stiles stava imparando che il contatto con il suo alpha aveva effetti positivi su di lui.

Il giudice di pace lesse alcuni articoli sugli obblighi degli alpha nei confronti dei propri omega, come garantire una dimora, sicurezza durante il calore e prendersi cura economicamente della famiglia. L'omega prometteva di restare accanto al suo alpha e farsi guidare nelle scelte per il bene della famiglia e occuparsi dei bambini. 

L'uomo davanti a loro passò loro dei cartoncini con scritto ciò che tutti avevano letto, ma Derek li rifiutò.

Guardò Stiles e iniziò a parlare: "Io, Derek Hale mi lego a te M...", venne interrotto dal fastidioso stridiò di sedie di chi si era allungato in avanti per sentire il misterioso nome di Stiles.

Il loro capo branco li guardò con aria divertita, per poi tornare alla promessa: "Io, Derek Hale mi lego a te Stiles Stilinski da ora in poi e prometto di prendermi cura di te e dei nostri futuri figli."

Erano tutti tornati al loro posto, tranne lo sceriffo e Scott che conoscevano il suo vero nome, quindi erano rimasti seduti. 

Stiles era soddisfatto per quelle parole. Fu felice di ripeterle.

"Io, Stiles Stilinski mi lego a te Derek Hale da ora in poi e prometto di prendermi cura di te e dei nostri futuri figli."

Il giudice fece firmare ad entrambi dei documenti e poi si spostò, Stiles lo seguì istintivamente con lo sguardo. Quando tornò a guardare Derek vide l'anello. Derek sorrideva e teneva tra le dita un anello con un rubino rosso che pareva antico. 

"Questo era di mio nonno Sam. Il colore rosso simboleggia che sei l'omega di un capo branco. Ho pensato che tu più di tutti lo meritassi."

"Ora penserò sempre ai tuoi occhi." 

L'altro li fece brillare di rosso, sicuro che solo il branco potesse notarli, donando a Stiles una scarica d'eccitazione lungo la schiena.  

"Era questo che nascondevi ieri?", domandò, mentre vedeva l'anello scivolare sull'anulare sinistro. 

"Sì. Sia questo e sia l'anello di Peter erano nascosti nella vecchia casa Hale. Ti ho portato lì, anche per poterlo recuperare."

"È stupendo."

"Tuo padre ha tentato di offrirmi quello di tua madre la sera che ti sei ubriacato, ma ho temuto che fosse troppo penoso per te indossarlo."

"Sì, è vero. Non ci sarei riuscito.", fu felice di quella premura.

"Però, spero che ora non smetterai di perquisirmi?"

La domanda fece arrossire Stiles. L'unica salvezza venne dalla bocca di Peter che stanco di stare lì ad ascoltare troppe smancerie da parte dei due, quasi urlò: "E bacialo!"

I due si resero conto che si stavano attardando troppo e si scambiarono un bacio rapido. Avere del pubblico non piaceva a entrambi, poi se si mettevano a fare un tifo da stadio invece del solito applauso la cosa non aiutava.

Finalmente, poterono lasciare il municipio tutti felici. 

 

 

La festa a casa di Lydia, fu la piu bella che Beacon Hills avesse mai visto per delle semplici promesse di legame. 

C'erano pochi invitati, perlopiù parenti stretti delle coppie. Il fatto che alcuni avesserò pochi famigliari aveva facilitato l'invito di qualche amico, come Deaton.

"Alla fine ce l'avete fatta?", chiese alla coppia che stava litigando sul fatto che non fosse una buona idea bere dello champagne alle tre di pomeriggio. 

"Perche? Pensavi che non ci saremmo riusciti?", domandò Stiles con finta aria ingenua e riuscendo a buttate giù un sorso di pregiate bollicine. 

"Iniziavo a nutrire qualche dubbio, infatti ho perso cento dollari in una scommessa con Scott."

"Hai capito perché faceva tanto il Cupido l'altra sera!?", affermò Derek. 

"Beh, almeno ha scommesso sul cavallo vincente, da bravo amico.", scherzò fissando il compagno negli occhi verdi.

Deaton era sconvolto da come quei due passasserò dallo bisticciare allo scambiarsi sguardi languidi.

"Comunque, volevo darti il mio regalo di legame."

"Solo per me?", chiese Stiles.

"Credo che sia più comprensibile a te e anche meno pericoloso nelle tue mani."

Stiles prese il pacchetto che l'altro gli porse e lo aprì. Il contenuto si rivelò un vecchio libro scritto a mano.

"Un antico libro di... CUCINA!", urlò l'ultima parola, offeso per tale regalo. 

Deaton non si scompose: "Guarda dentro."

L'altro lo aprì e dopo qualche secondo capì cosa aveva tra le mani: il libro della cucina licantropesca. Erano scritte tutte le ricette per avere il controllo su un licantropo tramite il cibo e varie erbe.

Poteva controllare gli ormoni di Derek con qualche erba facilmente reperibile da usare sulla carne per mantenere sotto controllo la focosità del lupo durante la luna piena. Se non fosse stato scritto in latino l'avrebbe visto più utile tra le mani di Erica e Boyd.

"Perché lo regali a me?"

"Sì, perché a lui?", fece eco Derek infastidito dopo aver notato alcune immagini di erbe e fiori che non promettevano nulla di buono. 

"Sei il compagno del capo branco. È più utile a te e sono sicuro che lo userai per aiutare il resto del branco."

Stiles lo sfogliò meglio e capì che c'erano ricette anche per la cura di licantropi e cuccioli o per la salute di licantropi gravidi. Era davvero utile. 

"Grazie Deaton.", ringraziò soddisfatto, mentre si soffermava troppo sulle ricette afrodisiache. 

"Non ci pensare nemmeno!", sbuffò l'altro di fianco avendo riconosciuto qualche parola in latino.

"Magari tra una cinquantina d'anni tornano utili.", ammiccò.

"Se non ti avrò sbranato prima, ragazzino rompiscatole!", commentò quasi tra sè e sè.

"Dove sono finite le paroline dolci e i nomignoli come cucciolo?"

"Su di te non stanno bene."

"Lupastro acido!" 

Finserò di fare gli offesi, ma si vedeva chiaramente che stavano sorridendo sotto i baffi. 

Deaton li lasciò a battibeccare. 

Appena ci fu meno gente intorno a loro, ne approfittarono per baciarsi. 

Derek si fermò dopo qualche secondo, guardando il salone: "Questa casa sembra molto grande. Sono curioso di vedere le dimensioni dello sgabuzzino."

"Derek Hale! Non mi concederó a te in uno stanzino tra scope e stracci!", fece il finto offeso, incrociando le braccia.

"Non ti preoccupare, se preferisci ci aspetta un comodo letto dove ti potrai concedere a me senza problemi.", sussurrò nell'orecchio dell'omega facendolo avampare.

Non ebbe il tempo e il coraggio di ribattere perché Lydia li aveva afferrati e trascinati in giardino per il primo ballo. 

 

 

La giornata si era svolta tra balli, brindisi e buon cibo.

Stiles, dopo diversi balli un po' troppo scatenati per Derek, era stato costretto a sedersi dal suo alpha. Ora stava ammirando il suo anello al dito. 

"Se lo fissi ancora prenderà fuoco!", gli fece notare Erica. Stiles allungando il braccio per ammirarlo da più lontano, sibillò: "È il mio tessssoro."

Tutti scoppiarono a ridere tranne Derek.

Stiles notò la sua confusione: "Oh no! Tu non conosci Il signore degli anelli?! Come ho fatto a mettermi con te?", si mise una mano in fronte disperato. 

Scott intervenne: "Tranquillo, ora hai tutta la vita per farglielo conoscere. Con me ci sei riuscito in pochi anni."

Ripreserò a ridere. Derek più confuso che mai, affermò serio: "Perché ho l'impressione che io debba preoccuparmi?"

Stiles gli sorrise, con quel sorriso che non prometteva nulla di buono. 

L'altro non resistette a baciarlo.  

 

 

La serata terminò con l'ultimo brindisi alle due di notte. Sarebbe terminata più tardi, ma Peter voleva portare la sua omega a casa, visto che in quei mesi Lydia non si era lasciata toccare più di tanto dal lupo. Era arriva pure a usare il sorbo per tener lontano l'uomo dal suo letto, ma ora gli ormoni degli omega iniziavano a farsi sentire e non aveva assolutamente voglia di respingere il povero Peter. 

Scott e lo sceriffo si stavano attardando con Stiles nel dargli la buonanotte. Derek dopo aver preso una borsa con le ultime cose di Stiles dalla macchina dello sceriffo, scalpitava impaziente. 

All'ultimo buonanotte con abbraccio da parte del padre, manco si fosse arruolato al fronte, afferrò Stiles, diede la buonanotte e lo prese in braccio. 

"Lasciami! Non sono una sposina!"

Lo lasciò solo per aprirgli la portiera della Camaro. 

"Sei un rude?", si lagnò.

"Ti porto in braccio e sarei un rude? Quando ti butterò sul letto, cosa sarò?", disse seducente. 

Stiles rabbrividì per l'eccitazione, ma una volta notato a chi stava offrendo un passaggio suo padre, si sciolse sul sedile. 

"Forza papà!", tifò.

"Cosa?"

"Vedi, sta riaccompagnando Melissa. Con un po' di fortuna ora che non ha più Scott per casa, andrà maggiormente in calore e papà non è uno stupido. Non ci metterà molto a farsi avanti"

"Meglio così. Non darà il tormento a me. Credo, sia un po' preoccupato per la tua incolumità questa notte."

"Perché? Tu non mi farai nulla di male. Vero?"

L'altro tirò fuori il suo ghigno divertito migliore, costringendo Stiles a deglutire. 

Fecero il resto del viaggio in silenzio. 

Stranamente il loft appariva più caldo e accogliente del solito, la mano di Lydia il giorno prima si sentiva.

Seguì Derek e la propria borsa in camera loro.

Sul letto notò delle lenzuola nuove, diverse da quelle del giorno prima. Sospettó che le avesse messe Derek quella mattina. 

"Lato destro o lato sinistro?", si riscosse alla voce dell'alpha. 

Non aveva capito la domanda, visto che aveva uno sguardo confuso. 

"Quale lato del letto preferisci? Per me è indifferente."

"Sinistro."

"Ok. Vado a fare una doccia nell'altro bagno, tu fa' con comodo in quest'altro."

Lasciò la borsa di Stiles su una sedia e prese un pigiama da un cassetto. 

Stiles rimase solo e decise di fare lo stesso. Aprì il borsone e afferrò il caricabatterie del cellulare che sistemò sul comò e dopo tirò fuori il classico pigiama da prima notte con un alpha, compratogli dallo sceriffo il giorno prima, e si chiuse in bagno.

Quando uscì trovò Derek che lo guardò da capo a piedi e ritorno. Sembrava volesse ridere o commentare sarcastico, ma si trattenne. 

"Forza, parla!", gli intimò Stiles. 

"Carino quel pigiama."

"È un regalo di mio padre e so bene che vorresti fare delle battute."

"Ora capisci cosa intendevo quando ti ho detto che tuo padre è preoccupato per stanotte?", era piu una constatazione che non una domanda. 

"Tutti gli omega maschi usano questo pigiama la prima notte, anche Danny ne ha uno uguale."

"Solo che quello di Danny a quest'ora è a brandelli sul pavimento della camera da letto. Deve essere sfuggito a tuo padre che posso ridurre quel pezzo di stoffa in coriandoli." 

"Ma non lo farai."

"Non lo farò. Riesci almeno a respirare con tutti quei bottoncini chiusi fin sotto al mento?" 

"Sì!"

"Guarda che puoi sbottonarlo o mettere una maglietta come ho fatto io."

"No, lo terrò. L'ultima volta che ho lasciato il collo scoperto, hai dato di matto. Meglio tenerlo così."

"Però così conciato assomigli... No niente.", si trattenne. 

"A cosa assomiglio?", sfidò il lupo a continuare.

"Sei vestito di nero e la camicia pare una abito talare con tutti quei bottoncini. Non te la prendere, ma sembri un prete."

"No che non me la prendo, infatti me ne vado a letto e sto nel mio lato del letto a proseguire con il mio voto di castità."

"Te la sei presa?"

"Chi io? Quando mai lupastro!"

Spense le luci, tanto al lupo con la sua vista notturna non servivano e si infilò sotto le lenzuola. 

Poco dopo il letto si mosse, ma invece di sentire Derek dal suo lato del letto, lo senti dal proprio, mentre si stringeva alla sua schiena con tutto il peso del suo corpo. 

"Cosa fai sourwolf? Avevi detto che andava bene se stavo io a sinistra."

"Sì, ma non avevo specificato che sarei stato a destra."

"Sei pesante. Levati dalla mia schiena."

"Devi abituarti al mio peso, visto che ti starò addosso per tutto il calore. Sei stato tu a dirmi che volevi un alpha che stesse sopra di te."

"L'ho detto, ma così è troppo fastidioso e poi sei caldo e sto già sudando."

"Puoi levarti questo, così stai più fresco.", fece passando un dito all'interno del colletto del pigiama di Stiles. 

Il cuore del ragazzo stava galoppando dal nervosismo. 

"Credo che lo terrò."

"Stai sudando. Credo che questo pigiama sia stato disegnato da un palombaro. Rischi di soffocarci. Toglilo.", quasi piagnucolò sull'ultima parola. 

"Invece, perché non ti sposti tu?"

"Io devo starti sempre addosso, quindi abituati." 

"No."

"Ok, farò da me!"

Derek iniziò a sbottonare il colletto con una mano, ispirando il calore che veniva sprigionato da esso. 

L'odore che proveniva dal collo di Stiles divenne subito più intenso e inebriante. Derek desiderava affondare i denti in quella carne delicata, ma non era sicuro che fosse una buona idea: "Stiles ti va di fare l'amore?"

Sentì l'umano reagire colto dal panico. 

"Tranquillo. Io non ho fretta, però mi piacerebbe che accadesse prima del calore."

"Questa sera sono un po' stanco e non ne ho voglia. Colpa degli ormoni."

"Va bene, però levati questa roba di dosso! Dove hai messo il tuo solito pigiama?", chiese alzandosi dal letto e accendendo una luce.  

Stiles si sollevò: "Nel secondo tiretto. La maglietta con la stella di Capitan America.", indicò. 

Derek sorrise: "La prima volta che ci siamo incontrati avevi questa."

"Sì e tu mi hai minacciato."

"Ho fatto bene, altrimenti tu non ti saresti infilato di soppiatto nella mia vita."

Gli lanciò la maglietta aspettando da lontano che se la cambiasse. Voleva gordersi lo spettacolo, evitando di perdere il controllo. 

"E vedi come è andata a finire."

Stiles si sbottonò la cammicia troppo lentamente perché l'altro non facesse pensieri osceni.

Quando finalmente finirono i bottoni, Derek poté ammirare il petto pallido costellato da nei dell'omega. Sembrava volerlo divorare con gli occhi e Stiles lo sentiva. Sentiva ogni parte del corpo su cui il licantropo posava gli occhi bruciare e il collo più di tutti.

Per il licantropo quel collo era troppo candido e voleva rimediare, ma non poteva e non voleva forzare Stiles a fare qualcosa che chiaramente non era pronto a fare.

Una volta infilato la maglietta, tornò a stendersi nel letto e Derek lo imitò tornando al suo posto e cioè appiccicato alla schiena dell'omega.

"Starai davvero tutta la notte così vicino?"

"Sì.", sussurrò all'orecchio. 

Stiles sorrise contento.

"Buonanotte sourwolf."

"Buonanotte ragazzino."

 

 

Qualche ora dopo, Stiles si svegliò con una sensazione umida sul collo. Il pensiero corse immediatamente alla possibilità che un mostro viscido fosse entrato in camera, però quando avvertì una sorta di solletico che dal collo saliva alla nuca gli sorse un dubbio. 

"Derek?", sussurrò. 

"Mhhh.", rispose più addormentato che sveglio. 

"Per caso, mi stai leccando."

"No.", si affrettò a rispondere nel momento in cui la sensazione sparì. 

"Tu mi stavi leccando la nuca e il collo, non negare!"

"Te lo sarai sognato. Io non faccio di queste cose."

"Come no. Ho i capelli bagnati della tua saliva. Non credevo che ti piacesse fare il cagnolino affettuoso a letto."

"Smettila e rimettiti a dormire."

"Così tu potrai tornare a leccarmi?"

"Non essere ridicolo.", sbuffò. 

"Domani ti compro un osso di gomma. Non vorrei che peggiorassi e decidessi di mordicchiare il mio braccio o i mobili." 

"Dormi.", sospirò affranto. 

Stiles si lasciò stringere meglio dall'abbraccio del suo lupo e si assopì.

Durante la notte quella sensazione tornò a tratti. Sembrava che l'altro si svegliasse ogni volta che si accorgeva del suo comportamento. 

Quando Stiles si svegliò nuovamente, erano già le dieci di mattina. Derek non era a suo fianco e la cosa gli dispiacquè.

Lo trovò a fare sollevamenti nella grande stanza principale.

"Buongiorno."

Derek notò subito che era infastidito e deluso.

"Buongiorno, di nuovo."

"Perché di nuovo?"

"Perché la prima volta che te lo detto mi hai dato un calcio e fatto ustionare con il caffè che ti avevo portato a letto."

"Davvero?"

"Sì, davvero. E non ti dico dove mi hai colpito quando ho tentato di darti il bacio del buongiorno."

"Ops..."

Stiles arrossì, poi si rese conto che oltre a parlare, Derek aveva continuato a macinare sollevamenti ad una sbarra con indosso solo i pantaloni del pigiama.

Lo osservò per diversi secondi. Il corpo del licantropo era un insieme di muscoli ben allenati senza essere esageratamente pompati. Il sudore imperlava tutto il torace e il viso. 

Stiles non poté trattenere l'eccitazione a tale visione. 

"Finalmente."

"Cosa?"

"Finalmente, sei eccitato. Gli ormoni stanno cambiando, dev'essere per l'avvicinarsi del calore."

Stiles, per sicurezza aveva buttato un occhio per controllare che non ci fossero erezioni in corso sotto il sottile pigiama. Derek doveva aver annusato l'aria per capirlo. 

"Questa sera ci sarà da divertirsi.", affermò malizioso mentre scendeva dalla sbarra e si avvicinava elegantemente o era meglio dire eroticamente al suo omega.

Lo abbraccio tirandoselo addosso e Stiles già rosso per prima, era praticamente una statua.

Si riscosse sentendo la maglietta impegnarsi del sudore dell'altro: "Allontanati, sei tutto sudato!"

"Stasera non ti lamenterai del mio sudore."

Tenendolo stretto, posò un lungo bacio sulle labbra sconvolte di Stiles. Dopo un po' l'altro si lasciò andare e si scambiarono un bacio come si deve.

Le ginocchia dell'omega tremaronò tanto che non poté far altro che buttare le braccia sulle spalle di Derek e stringersi a lui, godendo del suo profumo da alpha più intenso.

"Stiles, hai un odore più buono del solito."

"Anche tu."

"Vado a farmi una doccia. La colazione è sul tavolo, dobbiamo uscire."

"Perché?", mugulò Stiles cercando di nuovo le sue labbra. 

"Se restiamo qui, ci saltiamo addosso. E poi, quando andrai in calore resteremo in casa a lungo ed è meglio approfittare per prendere un po' d'aria adesso."

"Ok.", sospirò, cercando di non piagnucolare per continuare con i baci.

 

Mezzogiorno arrivò subito e Stiles aveva voglia di vedere qualcuno del branco per passare un po' il tempo. 

Mandò un messaggio a tutti e mezz'ora dopo erano ad una tavola calda per pranzare. 

Qualcuno, come Danny risentiva ancora della nottata di sesso selvaggio, mentre qualcun altro come Lydia era il massimo della dolcezza con il suo alpha. 

L'avvicinarsi del calore stava spingendo gli omega a cercare il contatto con un alpha. Ecco perché stavano ben attenti a non separarsi dai loro compagni.

Derek era il più appiccicoso di tutti. Non si spostava dal fianco di Stiles neanche per un istante, visto che l'omega iniziava a essere notato sempre più. Gli alpha più giovani dal canto loro restavano al fianco dei loro omega per evitare di sentirsi attratti da altri omega vicini al calore. Quel periodo a ridosso del calore vero e proprio era sempre così, infatti lo sceriffo era super impegnato per via di qualche divergenza o tentativo da parte degli alpha di avvicinarsi ad un omega prossimo al primo calore.

Il primo calore era sempre il più intenso e stordente, la citta era già in pieno fermento per l'odore di ormoni omega nell'aria.  

Convennerò tutti che era una buona idea restare a casa da quel momento in poi, fin dopo il calore e il legame.

Gli unici che sarebberò usciti di casa per controllare che tutto procedesse bene sarebberò stati Derek e Peter. I due erano abituati ad aver a che fare con quel tipo di odore.

Salutato il branco, Stiles volle passare a trovare suo padre in centrale. 

Aveva preso dell'insalata e un hamburger vegetariano sapendo bene che il padre aveva il vizio di ritardare il pranzo in quel periodo e in seguito abbuffarsi di alimenti poco sani per le sue arterie.  

Scoprì che suo padre aveva già pranzato con un'insalata di pasta. La cosa gli parve strana, infatti indagando scopri che era stata Melissa a portagli il pranzo prima di andare al lavoro.

Fu felice di sapere che tra i due iniziasse ad esserci qualcosa di più profondo dell'amicizia. 

Derek fu costretto a trascinare via Stiles dalle braccia dello sceriffo. Quei due erano troppo affezionati l'uno all'altro, tenerli lontani per una buona settimana sarebbe stata un'impresa. 

 

 

Tornati a casa dopo una lunga passeggiata, Stiles iniziò a essere incerto su come potersi sentire utile. 

Voleva cucinare, ma l'altro non sembrava fidarsi visto che aveva fatto cadere un paio di padelle ancora prima di iniziare. La verita era che Derek lo fissava in continuazione e gli riusciva difficile fare una qualsiasi cosa senza combinare disastri. 

Alla fine fu Derek a preparare due bistecche al sangue con patate. 

"Mangia."

"E che non è abbastanza cotta."

"È al sangue, ti fa bene. Così avrai più energie."

"Energie, per cosa?"

"Te lo spiego dopo.", affermò sornione. 

Guardarono un film e Stiles si ritrovò stretto dalle braccia di Derek a scambiarsi baci dolci e delicati.

L'ora di andare a letto arrivò presto.

Stiles evitò di usare il pigiama della sera prima e ne usò uno più accessibile. 

Una volta pronto si mise sotto le lenzuola. Derek uscì dal bagno qualche minuto dopo e lo raggiunse lasciando accesa solo una lampada. Si sistemò a ridosso della schiena di Stiles e dopo aver avvertito il battito eccitato del suo omega, decise che era arrivato il momento.

Stiles sentì la mano di Derek scivolare sotto la maglietta e il suo naso solleticare il collo. 

L'alpha si prese tutto il tempo per annusare i profumi che il corpo dell'altro produceva a ogni sua carezza. Era davvero pronto. 

Il desiderio di Derek di affondare in quel corpo caldo e candido era impellente, ma si trattenne dal lasciargli segni sul collo se non lievi succhiotti. Avrebbe segnato quel collo durante il calore, ora era presto e quasi inutile, tranne per il senso di appartenenza che desiderava far provare all'altro. 

Accompagnò i movimenti di Stiles per farlo stendere e potersi accomodare su di lui stretto dalle sue braccia. 

La maglietta dell'omega era stata sollevata dall'altro che non perse tempo a togliere anche la sua, per poter godere del contatto pelle con pelle.

Tornò a tortura il collo e le labbra di Stiles, per poi scendere al petto e all'addome. 

Stiles cercava di respirare, ma gli sembrava che l'aria non fosse mai abbastanza. 

Ogni tocco di Derek era scolvolgente per lui e sospettava che il lungo periodo di ormoni fuori posto, ora si facesse sentire.

Lasciò che il suo alpha facesse tutto ciò che voleva con il suo corpo. Sentiva di essere in buone mani e sarebbe stato tutto dolce e sconvolgente. Ben presto la maglietta scomparve anche dal suo corpo e le mani dell'uomo vagarono esperte sul suo fisico snello. 

"Stiles, ti ho desiderato cosi tanto. Non posso credere che staremo insieme per sempre."

"Non ti sbarazzerai mai più di me, sourwolf.", sussurrò dolce guardando gli occhi verdi del suo compagno.

Le labbra tornarono ad unirsi e le mani di entrambi si feceró più audaci. 

Si preserò tutto il tempo che serviva per sfilarsi il resto degli indumenti.

"Derek, io... io...", cercò di parlare, ma non sapeva come dirlo e le mani di Derek che toccavano e stringevano non aiutavano. 

"Cosa Stiles?", si fermò dal tormentarlo piacevolmente. 

"Io non sono molto pratico. Farò sicuramente qualcosa di sbagliato."

"Ehi, guarda che non c'è nulla che puoi sbagliare. Lasciati andare e fidati di me."

"Mi fido sempre di te."

Sorriserò entrambi.

Dopo aver fatto rilassare abbastanza il suo compagno, Derek cercò il lubrificante nel comodino. Sapeva che ci sarebbe voluto tempo per preparare l'altro e non fargli male, non era bagnato come sarebbe stato durante il calore. 

"Spero che ti abbiano spiegato cosa ti fara il lupo cattivo adesso?", scherzò beccandosi uno schiaffo sul braccio da uno Stiles allegro e più rilassato. 

"Danny, parla tanto. Non puoi sapere quante cose ha raccontato su lui e Isaac."

"Meglio così. Vedi di non prendere esempio, però."

Le dita di Derek iniziarono a prepararlo. E Stiles sembrò perfettamente rilassato.

Quando fu pronto, Derek non riuscì a trattenere le parole prima di penetrarlo: "Ti amo."

"Anche io, sourwolf, ma ora datti una mossa."

L'alpha non aspettava altro e si spinse in lui provocandogli un gemito di fastidioso. Il fastidio non durò a lungo perché Stiles si contorceva dal piacere sotto di lui.

Il rapporto durò molto e fu lento.

In più di un'occasione il collo di Stiles era sembrato invitante, ma doveva aspettare.

Era strano ma in alcuni momenti sembrava che le loro menti fossero in comunicazione tra loro. Sapevano come muoversi e cosa fare per aumentare il piacere del compagno. 

Derek sospettó che il loro legame fosse già così forte da farli sentire un tutt'uno. 

Le spinte del licantropo divennerò più veloci, certo che fosse il desiderio di Stiles. Il suo omega si agitava eccitato e fuori controllo sotto di lui. Era la visione più bella di tutta la sua vita, il viso rosso e sconvolto dal piacere che chiedeva sempre di più. 

In un crescendo di sensazioni, battiti, odori Derek non resistette più e subito dopo aver sentito il suo omega raggiungere il piacere, lo fece anche lui sentendosi più stretto nel corpo di Stiles. Era una sensazione famigliare, che aveva provato solo in un'altra occasione, ma che aveva preferito rimuovere dai suoi ricordi. Il nodo, quello che l'avrebbe imprigionato in Stiles durante il calore, si era leggermente ingrossato donandogli un piacere incontrollato. 

Si lasciò cadere sull'esile corpo dell'altro e ancora perso afferrò tra i denti la pelle del collo che copriva la ghiandola ormonale da omega e la morse. 

Stiles urlò e quasi si senti svenire avvertendo una bruciante sensazione venire dal lato del suo collo. 

Erano ancora troppo stanchi, tremanti e sconvolti per il sesso, per capire cosa fosse appena accaduto.

Si erano legati fuori dal calore anche se solo lievemente. 

Non era un problema, ma solo più doloroso per Stiles. 

Qualche minuto dopo fu Stiles a parlate: "Derek, siamo legati?" sussurrò. 

"Sì. Però dovremo farlo meglio durante il calore."

"Fa male.", ammise senza farne un peso.

"Scusa."

"Mi piace questa sensazione. Ora sono solo tuo.", sorrise sulla spalla sudata di Derek che nel frattempo leccava il collo per alleviare il fastidio. 

Stiles non gli fece notare il comportamento da cagnolino.

Si sentiva rilassato, pervaso da uno strano calore e felice. Felice di essere un omega e di godere di quella sensazione di appartenenza e protezione che sentiva provenire dal suo alpha. 

Era stata la prima volta per lui e non si sarebbe mai pentito o dimenticato di ogni singolo istante, neanche di quelli dolorosi. 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Finalmente! Mica è stato facile scrivere questa scena di sesso. Volevo evitare di ripetere scene dell'altra storia. Fatemi sapere cosa ne pensate e se il rating va bene? 

Da ora in poi ci daranno dentro come conigli o lupi... quanto si accoppiano i lupi? Dubbi esistenziali.

Per un po' sarò occupata con un Contest e non so se riesco a pubblicare presto. 

Precisazione, il libro di cucina non è lo stesso della raccolta di flash fiction, ma i danni saranno simili in futuro.

Grazie per tutte le recensioni. 

A presto, Francesca.

♡♡♡♡♡♡♡

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


 

 

CAPITOLO X

 

 

Stiles non credeva che dopo un atto tanto intenso e bello, come lo era stato la notte di sesso appena trascorsa, sarebbe iniziato l'inferno per lui.

Il legame, non era avvenuto durante il calore, ma credeva che non fosse così grave; invece si ritrovo a fare i conti con la dura realtà. 

Lui era cambiato.

 

Quella mattina era stato tutto normale, tranne per il fatto che finalmente si era unito completamente o quasi a Derek. 

Stava bene tra le braccia del licantropo, anche quando lui si lasciava andare a quella strana abbitudine di leccare il collo e la nuca. Doveva davvero indagare su quello strano comportamento. 

Non sapeva se era una cosa da alpha o da licantropo, oppure solo da Derek. Avrebbe chiesto ai suoi amici, se ne sapesserò qualcosa.

Grazie a Dio esisteva internet e quei giorni in attesa del calore, sarebberò passati presto. Intanto, si godeva le coccole di Derek nel loro letto.

"Buongiorno Stiles."

"Questo sì che è un buongiorno.", affermò perdendosi sulle sue labbra. 

Continuarono così per diversi minuti, prima che Derek decidesse di alzarsi. 

"Dove vai?", domandò preoccupato, Stiles. 

Derek sorrise, non capendo la sua preoccupazione: "A fare una doccia. Dopo ti preparo la colazione. Se vuoi, te la porto a letto, non devi alzarti se non ti va."

Stiles mugulò sofferente. Derek non ci fece caso e li classificò come capricci da mancanza di coccole. 

Quando uscì dal bagno, Stiles era già fuori dal letto rifatto con lenzuola pulite e sembrava più iperattivo del solito. 

"Ok... Forse la colazione a letto proprio non ti piace.", fece notare Derek. 

Stiles si limitò a trottare dietro al suo alpha fino in cucina. Doveva farsi una doccia, ma preferiva stare vicino a Derek e non capiva come mai. 

Il licantropo sospettò che fosse solo desiderio di caffè e il fatto che Stiles girasse per casa in pigiama, non era importante, in fondo erano giorni in cui si sarebberò rilassati, lontani da impegni o almeno Stiles sarebbe stato privo di occupazioni. Lui doveva controllare il branco, visto che Deucalion ai confini della città lo preoccupava non poco.

Prepararono la colazione insieme, e Derek costrinse Stiles a mangiare molto piu del solito, voleva che avesse energie per il calore. L'omega non fece storie, ma sembrava contrariato, di solito si limitava al caffè e a qualcosa di leggero. 

Però, piu Derek si spostava in cucina e più si rendeva conto che Stiles era strano. 

Seguiva ogni suo movimento, con occhi da cucciolo smarrito. 

Solo quando annunciò i suoi impegni per un paio d'ore, ebbe la certezza che Stiles stesse male o almeno in uno stato che non era il suo solito stato mentale e fisico. 

"Vado a fare la ronda con Peter, per assicurarci che Deucalion non sia entrato in città.", informò l'omega con non curanza. 

"Mi lasci solo?", la domanda risuonò come un'accusa disperata.

"Solo per un paio d'ore. Devo controllare che sia tutto a posto."

"Vengo con te!"

"Non è una buona idea."

"Non andare via."

"Stiles, mi dici che ti prende? Faccio solo un giro della città. Torno tra un'ora, due al massimo. Qui sei al sicuro, basta che resti chiuso in casa."

"Non lasciarmi.", lo pregò. 

Derek ebbe la conferma che qualcosa non andava in Stiles, poi posò gli occhi sul collo e sui segni che aveva impresso la notte prima e capì. Qualcosa era cambiato con quel mezzo legame.

Non ricordava un simile comportamento in Kate, ma lei era un mostro senza anima, Stiles, invece era perfetto e puro. Qualcosa era andato male.  

"Forse, è meglio se parliamo con qualcuno. Credo, che Melissa ci possa aiutare."

"Perché? Cosa c'è che non va?"

"Non ti rendi conto di come sei cambiato Stiles?"

"Cambiato? Non sono cambiato, sei tu che ti sei già stancato di me e trovi scuse.", affermò disperato e arrabbiato allo stesso tempo.

"Stiles!", l'ammonì alzando la voce. 

Non sopportava l'idea che il suo omega pensasse una cosa simile di lui. Era innamorato di Stiles e non l'avrebbe mai voluto come compagno, se non fosse stato sicuro al cento per cento. 

Il suo tono di voce alto ed esasperato, ottenne come risultato solo che Stiles piegasse la testa e gli mostrasse il collo in segno di sottomissione. 

"Stiles?", domandò Derek come a voler sapere cosa stesse facendo. 

L'altro non rispose.

Derek gli si avvicinò prendendo il viso tra le mani e costringendolo a guardarlo negli occhi. 

"Stiles, non fare così.", gli chiese gentile, notando che tratteneva le lacrime.

"Io... Io, non... Non so cosa mi succede. Mi sento confuso. Ho paura.", ammise spaventato. 

Derek, comprese che la cosa fosse davvero grave. Da quando aveva a che fare con Stiles, sapeva che non aveva mai paura, e se l'aveva era pronto ad affrontarla. 

Il respiro del ragazzo era diventato affannoso, Derek sospettò un attacco di panico: "Stiles, calmati."

Stiles sembrava peggiorare e si sentiva male e ancora più spaventato. Conosceva bene gli attacchi di panico, ma quello era diverso, come se stesse morendo qualcosa dentro di lui. 

Una sensazione di freddo e buio si faceva avanti nella sua mente e quando capì che stava per prendere il sopravvento, sentì un calore stringerlo in un abbraccio. 

Derek lo teneva stretto a sè e Stiles non poté far altro che sentirsi meglio. 

"Va tutto bene. Stiles, va tutto bene.", una cantilena dolce e affettuosa fece sì che l'omega si calmarse.

"Andiamo da Melissa in ospedale. Ci serve sia un parere medico, che un parere da omega. Ok?"

"Ok, quindi non mi lasci più solo?", sembrava volere una conferma certa e si sentiva sciocco a cercarla. 

"Non vado da nessuna parte, senza di te.", sorrise. 

Diede dei baci sul viso al ragazzo che sembrò rilassarsi e far scivolare via tutta la tensione. 

Stiles si lasciò convincere a farsi un bagno rilassante con tanto di massaggio e a vestirsi. L'alpha aveva fatto sentire in continuazione la sua presenza, perché notava che l'ansia in Stiles diminuiva quando c'era lui.

Dopo un'ora, erano in ospedale da Melissa che era di turno. 

Derek aveva ringhiato a tutti quelli che osavano solo posare gli occhi su Stiles e non ne capiva il perché, visto che il ragazzo aveva iniziato a cambiare il suo odore e a lasciarsi coprire da quello di Derek. 

L'omega stranamente si sentiva bene ad ogni suo ringhio, come se quel suono gli appartenesse fin nel profondo. 

Melissa li accolse preoccupata: "Stiles, cos'è successo? Stai bene?"

Il ragazzo abbassò lo sguardo e cercò di dare una risposta, senza dire nulla e stringendo più forte la mano del suo compagno. 

Fu Derek a rispondere: "È da stamattina che si sente nervoso e confuso."

"Potrebbe essere colpa del calore. Vieni con me, ti faccio visitare.", affermò gentilmente prendendo Stiles per un braccio e portandolo con sé: "Derek, aspetta qui."

L'altro vedendo portarsi via il suo compagno si arrabbiò. 

"Non può andare da nessuna parte senza di me. Non è sicuro!"

Melissa sorrise: "Lo porto nel reparto per gli omega, lì nessun alpha può entrare. Sarà al sicuro."

Stiles sembrò agitarsi all'idea di stare lontano dal suo alpha. Lo cercò con lo sguardo e si sentì in ansia quando vide che era infastidito, se non furioso. Sentiva che la colpa dello stato psicologico di Derek, fosse tutta sua. Ciò aggravò la sua situazione, facendolo cadere sempre più in uno stato ansioso.

Melissa se ne accorse subito e gli diede una carezza sul viso, che irritò Derek, ma tranquillizzò l'omega. La donna gli ricordava sua madre nelle premure che aveva per lui.

"Vieni Stiles.", sussurrò dolce. 

Derek vide i due oltrepassare una porta che pareva blindata e chiusa elettronicamente. Una guardia alpha sostavano lì davanti e l'odore che proveniva dall'interno ricordava quello di omega in calore più disinfettante.

Melissa lo portò in una stanza per la visita di routine: "Allora, come ti senti adesso Stiles?"

"In questo momento mi sento perso e abbandonato.", affermò a sguardo basso, per poi sollevarlo e guardare verso la porta della stanza preoccupato e agitato: "Derek non se ne andrà?"

"Dove vuoi che vada senza di te? È innamorato perso.", sostenne sorridendo. 

"Lo sto facendo preoccupare."

"No. Non sei tu, è l'istinto dell'alpha che lo fa preoccupare. Quindi, non rimproverarti per ciò."

Non sapeva perché, ma si sentì più tranquillo sentendo l'opinione di un'omega. 

"Stiles, togliti la felpa e la sciarpa così ti visito."

L'altro fece come detto e ringrazio il fatto che fosse Melissa a visitarlo, anche se era solo un'infermiera. Non gli andava di essere toccato da altri.

La donna non impiegò molto a notare il segno rosso di denti su una delle ghiandole ormonali. "E io che stavo per preoccuparmi seriamente! Ora si spiegano tutti i sintomi. Mi dici come diamine vi è venuto in mente di legarvi prima del tuo primo calore?"

Stiles si sentì in imbarazzo. 

"Non dovevate fare una cosa simile ora.", spiegò delicatamente: "Gli ormoni sono ancora in fase di trasformazione e il morso ha creato un trauma che ha fatto andare in tilt tutto il resto. Il tuo corpo si vorrebbe arrendere completamente all'alpha, ma gli ormoni sbagliati non glielo permettono e di conseguenza ti senti ansioso e hai cambi di umore improvvisi."  

Stiles si rese conto che queste cose non le sapeva, perché aveva sempre ignorate tutte le lezioni di biologia e educazione sessuale sugli omega. All'epoca non voleva credere che tutto ciò lo riguardasse. Si chiese se Derek sapesse certe cose, ma sospettava che anche lui avesse ignorato un po' di insegnamenti utili, all'epoca del suo legame con Kate. 

"Cosa mi succede ora?", domandò. 

"Nulla di grave. Devo solo parlare con Derek e tu devi rilassarti nei prossimi giorni. Ho sentito che i primi calori della stagione sono iniziati oggi, quindi non ci vorrà molto anche per te e una volta completato il legame, starai meglio. Ti lascerai andare alle decisioni del tuo alpha senza essere combattuto. Sarà tutto più facile."

"Quindi è vero che cambierò molto?", chiese nuovamente agitato.

"Non sarai tanto diverso. Rivedrai le tue priorità come persona legata ad un'altra e sarai più prudente. Non è nulla di così brutto."

Stiles annuì tranquillo. 

"Ora, vado a parlare con Derek. Tu stenditi sul letto e rilassati."

Il giovane fece come detto, si sentiva bene quando la donna lo trattava come un figlio. Soprattutto perché sapeva che c'erano buone possibilità che diventasse la sua nuova mamma. Sperava solo che quel testone di suo padre non se la lasciasse scappare. 

 

Derek, non si aspettava di vedere uscire dalla porta una donna notevolmente infuriata che gli puntava un dito sul petto.

"Ascolta, sarai anche un grande e grosso lupo, ma se mi accolgo che ti sei approfittato dello stato psicologico di Stiles, ti uccido!"

Derek guardò confuso la donna. Doveva ammettere che aveva coraggio a minacciarlo, ma non ne capiva il perché. 

"Cos'ha Stiles?"

"Solo uno squilibrio ormonale causato dai tuoi denti. È confuso perché vorrebbe renderti felice come un bravo omega sa fare, ma allo stesso tempo lotta con il suo caratterino testardo e indipendente. Cosa hai pensato quando ti sei legato così presto!?", chiese seriamente.

"Beh... Non è che stessi pensando tanto.", arrossì quasi.

"Ne ero sicura! Ora aprì quelle orecchie a punta e ascolta ciò che ti dico."

L'altro annuì, leggermente intimorito. Quella donna aveva il carattere di sua madre Talia senza essere un licantropo. 

"Per qualsiasi motivo o situazione, non dare ordini a Stiles, ma limitati a chiedere gentilmente o lui si sentirà in dovere d'accontentare le tue richieste e dopo sentirsi in colpa perché non era quello che voleva. Avrà spesso attacchi di panico prima del calore. Tu abbraccialo per farlo rilassare. E assicurati che prenda le sue pillole anticoncezionali, per un motivo o per un altro potrebbe volere una gravidanza e ti assicuro che c'è uno sceriffo che non ne sarà contento."

Le minacce terminarono e il tono cambiò in uno più preoccupato e materno. "Stiles è una persona straordinaria e anche tu te ne sei accorto, quindi non lo rovinare. Dopo il calore sarà psicologicamente più equilibrato e ti darà ascolto sempre, ma adesso è consapevole che certi comportamenti non sono da lui. Potrebbe anche non andare in calore se gli viene una crisi d'ansia forte. Prenditene cura come se fosse la cosa più importante dell'intero universo."

"Lui è la cosa più importante dell'intero universo per me.", affermò sereno Derek. 

Melissa non poté far altro che tranquillizzarsi a quella dichiarazione. 

Sapeva che per quanto inizialmente era sembrato impossibile, quei due testoni ora erano fatti per stare insieme. 

"Vado a prendere Stiles."

 

Una volta tornati al loft, Derek iniziò a fare di tutto per far sentire a suo agio Stiles. 

Il sistema preferito da entrambi erano le coccole, anche se le cose rischiavano di diventare incandescenti ogni volta. Derek aveva deciso che il sesso dovesse aspettare, visto che Stiles sembrava volerlo accontentare sempre, senza esserne davvero convinto. Approfittarono della situazione per imparare a conoscere i loro corpi. E anche quello era divertente e piacevole. 

 

Il giorno dopo, erano entrambi più tranquilli e rilassati in tutto. 

"Stiles, devo dirti una cosa, ma voglio che non ti agiti."

"Cosa?", era già in ansia.

"Ieri ho saltato la ronda, ma oggi devo andare con Peter."

L'altro iniziò a iperventilare. 

"Però, non ti lascio solo.", così dicendo andò ad aprire il pesante portone: "Lydia resta con te."

Una raggiante rossa corse verso di lui felice di vederlo, con Peter che la seguì solo per pochi passi. Sapeva che era una pessima idea addentrarsi in casa di un alpha con il suo omega in attesa del calore. 

L'uomo si raccomando, mentre i due si abbracciavano: "Fate i bravi. Noi torniamo tra un'ora."

Derek aggiunse: "Chiudo a chiave, se ci sono problemi chiamate." 

Stiles non si irritò a sentire Derek che voleva rinchiuderlo, sapeva che era per la loro sicurezza e lui aveva un'altra chiave in caso di necessità. 

Una volta andati via, i due si accomodarono sul divano con una tazza di cioccolato caldo tra le mani. 

"Allora, mi dici cos'è successo ieri?", domandò la ragazza.

Stiles le mostrò il collo coperto dalla felpa.

"Tutta colpa di questo."

La ragazza rimase sconvolta vedendo quei segni sul collo. 

"Ma siete impazziti?"

"È capitato per caso. Derek era un tantino preso da altro e si è lasciato andare."

"Preso da altro?"

"Beh... era troppo eccitato."

"Oh oh, ci avete dato dentro."

L'altro arrossì: "Sì."

"Adesso come stai? Peter ha detto che siete stati in ospedale."

"Avevo uno dei miei attacchi di panico e siamo andati dalla madre di Scott. Derek dice che gli ha fatto una di quelle scenate per la storia del morso, che se la ricorderà per sempre."

"Mi meraviglia che sia ancora viva."

"Derek non è così aggressivo come vuol far credere. Da ieri è un cucciolo dolcissimo."

"Stento a crederci, ma dopo aver visto come si comporta Peter, non mi meraviglia più niente."

"A proposito di Peter, per caso lui ha l'abitudine di leccarti il collo quando dormi."

La ragazza per poco non rovesciò la tazza: "OH DIO! Lo fa anche Derek. Pensavo di essere io a sbavare di notte, visto come mi ritrovo i capelli la mattina e lui me l'ha lasciato credere. Me la pagherà!", affermò con aria assassina. 

Stiles rise. Ci voleva proprio una chiacchierata con lei, era bello sentire la ragazza dire sempre ciò che pensava senza alcun filtro.

"Quindi è una cosa normale per gli Hale."

"Credo che sia una cosa normale per i licantropi. Forse, è un comportamento da lupi per segnare i loro famigliari con il proprio odore."

"Con noi omega non ce ne sarebbe bisogno, comunque adoro prendere in giro Derek ogni volta che lo fa. È così cucciolo affettuoso."

"Anche Peter, sembra così dolce negli ultimi giorni che all'idea di vederlo eccitato e fuori controllo durante il calore, mi intimorisce.", ammise.

"Credo che sarà piuttosto naturale anche per noi vederli così."

"È strano pensare che saremo legati a loro per il resto della vita e avremo dei cuccioli... Come si può solo pensare di partorire dei cuccioli?"

"Non potrai vestirli alla moda per i primi tempi.", disse sadico Stiles.

"Posso sempre comprare dei completini per cani.", ammise senza vergogna.

"Non oso immaginare la faccia di Peter.", rise Stiles: "Però sarà bello avere dei piccoli.", ammise con aria sognante. 

Lydia se ne accorse: "Stiles, non farti venire certe idee. Devi finire gli studi, il tuo cervello ci serve.", affermò dandogli un colpetto in testa.

"Tranquilla, non avevo intenzione di averne già ora e poi, Derek mi controlla ogni volta che prendo gli anticoncezionali. Mi viene da pensare che non ne voglia da me.", abbassò il viso malinconico.

"Non scherzare. Derek li vuole e anche tanto, ma è presto per te e credo anche per lui. Datevi un po' più di tempo. Quando sarà il momento non vi pentirete di aver aspettato."

"Lo credo anche io, solo che me ne dimentico in questi giorni. Tu hai fatto già progetti con Peter?"

"Lui vorrebbe una squadra di calcio di lupetti, ma io ne voglio pochi. Un paio non sarebbe male. Tu?"

"Non ci ho pensato bene, ma sospetto che Derek vorrà un alpha, per ereditare il branco. Credo che sia una di quelle usanze importanti nella sua famiglia. Sono sicuro che ne sarebbe felice." 

"Visto quant'è antica la famiglia Hale, spiega anche il perché Peter ne voglia tanti."

La porta si aprì qualche secondo dopo e Lydia corse dal suo alpha. Stiles si trattenne dal saltare addosso a Derek, restando seduto. Non voleva sembrare un disperato. 

Derek lo fisso, ghignando divertito: "Non si saluta più?!"

Si ritrovò Stiles avinghiato al suo torace in un batter d'occhio. 

Salutarono Lydia e Peter e Stiles cercò di trascinare Derek sulla prima superficie disponibile. 

"Ti sono mancato?", domandò sorridente il licantropo. 

"Secondo te?", si lanciò sulle sue labbra affamato. 

Aveva sentito l'assenza di Derek ogni secondo, ma la compagnia di Lydia l'aveva aiutato a distrarsi.

"Aspetta ragazzino, dobbiamo parlare."

"Nooo.", mugugnò Stiles sulle sue labbra: "Prima facciamo l'amore e dopo parliamo quanto vuoi."

"Sei tremendo. Fa' il bravo e ascoltami. Mi serve il tuo cervello e dopo magari il tuo corpo. Ok?"

"Ok.", accettò il patto.

"Oggi abbiamo incontrato Deucalion."

"Sono entrati in città?", chiese preoccupato. 

"No, era al confine nel bosco. Ci aspettava per parlare, sapeva che avremmo sentito il suo odore. Peter già ieri l'aveva notato."

"Cosa vuole?"

"Un'alleanza. Ci ha promesso che proteggeranno il confine della città da altre creature provenienti dall'esterno in questi giorni."

"Nessuno fa niente per niente, cosa vogliono in cambio?", chiese sospettoso.

"Infatti. Vogliono protezione se dovesserò venire attaccati. Chiedono anche di potersi spostare qui se sarà necessario in futuro."

"Sbaglio o il nostro branco è territoriale. Non credo che nessun nostro licantropo sarà felice di avere altri ad invadere la città."

"È così. Solo all'idea, mi viene voglia di attaccarli."

"Quindi che si fa?", domandò Stiles al suo alpha. 

"Decidi tu. Conosci i dettagli e hai visto il gruppo di Deucalion."

"Cosa?! Derek sei impazzito? Io non posso decidere nulla in questo stato.", iniziò ad agitare le braccia.

"Stiles, ogni alpha del branco sarà istintivamente propenso a scacciare qualsiasi altro licantropo dalla città in questo periodo, deve essere un omega a prendere questa decisione. Io e gli altri, ad iniziare da Peter e Scott ti seguiremo.", lo prese per le spalle per calmarlo.

"Ma io non sono in me.", cercò di spiegare.

"Neanche io. Stavo per attaccare Deucalion e lui è più forte di me. Non posso decidere per il meglio del branco. Tu sì. So che valuterai i pro e i contro e prenderai la decisione migliore."

Stiles sembrava ancora poco convinto, ma decise di provarci: "Allora, la possibilità che qualcuno approfitti di questo periodo per attaccarci è alta. Abbiamo molti nemici che hanno giurato vendetta e sono a piede libero. Dall'altra parte c'è un gruppo senza un vero capobranco che potrebbe decidere per un motivo o per un altro di annientarci, ma se l'avesse voluto fare, non vedo perché non approfittare di quella sera in cui mi hanno trattenuto e sei venuto da solo a prendermi. Da una parte credo che Deucalion sia pericoloso, ma dall'altra, sono convinto che abbia perso così tanto che non farebbe nulla del genere al nostro branco. Forse, vuole davvero aiutarci adesso. Il problema in futuro, potrebbe essere che se ci chiedesserò di fare qualcosa contro dei cacciatori, noi non potremmo tirarci in dietro e un'altra disputa con quelli è da evitare."

"Quindi?"

"Resta il fatto che abbiamo bisogno di loro. Credo che tu debba accettare l'offerta e far pattugliare loro i confini, senza farli avvicinare troppo.", decise. 

"Ok.", diede un bacio veloce a Stiles e poi telefonò a Peter. 

Dopo aver avvisato l'uomo ed essersi raccomandato di avvisare il branco oltre a Deucalion, tornò a baciare Stiles, ancora incredulo di aver deciso al posto di Derek una cosa così vitale. 

"Dove eravamo rimasti?", domandò, risvegliandolo dai suoi pensieri.

Non servì una risposta, Derek sollevò Stiles e se lo portò in camera. 

L'omega era felice quando finalmente il licantropo lo buttò sul letto. Non sapeva se erano gli ormoni o altro, ma voleva Derek su di sé. Spalancò le braccia e le gambe sperando che Derek si tuffasse sul suo corpo, invece ottenne solo un sorriso e un sopracciglio alzato. 

"Che c'è?", domandò vedendo che le sue braccia erano ancora vuote. 

"Sembra che tu stia aspettando una perquisizione."

"Volevo renderti la perquisizione di qualche giorno fa.", fece ammiccando. 

Derek rise e si tuffò tra le sue braccia. Si stava bene tra le braccia di Stiles. 

"Allora, iniziamo questa perquisizione."

"Sì, agente Hale."

"Stiles! Non chiamarmi agente o mi viene in mente tuo padre. Mi ha fatto una di quelle ramanzine infinite al telefono per la storia del morso."

"Ho sentito tutto.", ghignò divertito. 

"Spione! Questa me la paghi."

Stiles si lasciò andare a qualche gridolino da vero uomo al solletico che Derek gli faceva.

Quando entrambi ritornarono a baciarsi i sorrisi non sparirono, ma i dubbi dell'alpha emerserò: "Non sei costretto a fare nulla che tu non voglia fare."

"Lo so. Io ti voglio e questo non cambierà mai. Ti conosco bene e sono certo che non ti approfitterai delle mie debolezze."

"Ciò vale anche per te. So che non ti approfitterai mai di me."

"Dipende... Sai, in questo momento esigo che il mio alpha si dia da fare."

"Sono offeso dalle tue pretese.", si lamentò allontanandosi e provocando un mugolio contrariato: "Vieni qui!" 

Derek lo richiamò a sè e si godette il corpo dell'omega sul suo. Le mani di Stiles erano curiose e in pochi giorni avevano imparato come provocare l'altro, però l'eccitazione arrivò lentamente. C'era più affetto che lussuria in ogni gesto e bacio. 

I vestiti andarono via con calma per lasciar spazio alla calda pelle di entrambi. 

L'odore di Stiles era accogliente e l'uomo non poté far altro se non immergersi nell'incavo del collo e respirarlo fino in fondo, abbandonando quel punto prima di fare altri danni.

Si godette il petto chiaro di Stiles stuzzicando i capezzoli e scivolando fino all'inguine dove riuscì ad ottenere da Stiles ogni gemito possibile.

Stiles venne lasciato insoddisfatto, ma aveva da subito capito che il modo più piacevole per arrivare all'orgasmo era soprattutto quello di accogliere l'alpha nel suo corpo. Era una cosa che aveva imparato la prima e unica volta in cui l'avevano fatto, e quella sarebbe stata la seconda e forse anche la più bella. Derek lo fece girare e gli diede un po' di tempo per riprendersi mettendosi a cavalcioni su di lui e massaggiando la schiena e lentamente anche i glutei e arrivando a stuzzicare il punto che più gli interessava in quel momento. 

Le mani di Derek divennerò umide e le dita iniziarono a scendere nel corpo di Stiles leggere. 

Solo al terzo dito Stiles fece un po' di resistenza, trovandolo detestabile, finche non tocco i punti giusti che in quei giorni erano più sensibili. 

Il piacere lo portò a sollevare il bacino in modo osceno, ma Derek non era il tipo da scandalizzarsi, perché il suo omega pretendeva un contatto più profondo.

Prese posto tra le sue gambe, avrebbe preferito farlo girare com'era sua intenzione inizialmente, ma anche così poteva guardarlo negli occhi. 

Scivolò lentamente dentro di lui, mentre Stiles godeva di quel piacere con il viso sprofondato nel cuscino. 

Ciò che Stiles non si aspettava era che la penetrazione si completasse con lui che veniva attirato con la schiena contro petto di Derek. La testa completamente abbandonata sulla spalla del licantropo. 

Derek si mosse per sistemare meglio la posizione, così d'avere le labbra dell'altro a disposizione. Anche gli occhi non misero molto a trovarsi. 

I movimenti di Derek cominciarono lenti e continui, mentre si guardavano e si scambiavano piccoli baci. Non ci volle molto che Stiles iniziasse a prendere un nuovo ritmo che mandò in estasi Derek. 

Il licantropo stava avendo la conferma che a Stiles il sesso piacesse e anche tanto. Stava decidendo tutto senza pudore e lui non poté far altro che sottostare al piacere che quel demonietto gli stava concedendo. 

Stiles stava godendo di quella penetrazione profonda che la posizione gli donava e lasciò che il suo corpo prendesse tutto ciò che il lupo gli dava, dalle carezze sul petto e su una coscia, ai baci affamati e alle occhiate sconvolte di piacere.

I movimenti dell'omega divennerò più confusi e l'altro capì che stava per raggiungere il piacere, così decise di riprendere il controllo facendo urlare l'altro di piacere con spinte decise che mischiavano un po' di dolore con tanto piacere. Ne bastaronò poche prima che Stiles si irrigidisse per l'orgasmo perdendo il controllo del suo corpo che divenne completamente di Derek. L'altro andò avanti qualche altro secondo, per poi inarcarsi contro Stiles e venire dentro di lui.

Crollarono sul letto e si strinserò in un abbraccio. Qualche secondo dopo Derek provedette a coprire il suo omega e a farlo addormentare tra le sue braccia, anche se era pomeriggio. 

 

Quando si svegliarono, non poterono far altro che sorridere e stringersi.

Fu Derek a rompere il silenzio: "Ho l'impressione che ti sia piaciuto."

"Certo che mi è piaciuto! Non sono un omega frigido.", arrossì. 

"Meglio così. Pretendo tanto sesso da te."

Ingoiò a vuoto: "Ricordati che sono umano e non posso tenere certi ritmi."

"Non si direbbe. Possiamo fare un'altra prova con un cronometro?"

"Non oggi."

"Ancora stanco?"

"No. Ancora dolorante.", ammise arrossendo come una scolaretta. 

"Ci andremo più piano la prossima volta."

Passarono il resto della giornata a letto, compresa la cena. 

Stiles era più simile al solito Stiles in quei momenti d'intimità e dolcezza. Era tornato anche il suo sarcasmo e sembrava che l'inferno preannunciato fosse sparito. 

Il giorno dopo fu tranquillo, tranne per qualche sguardo nervoso di Stiles che voleva sempre compiacere il suo alpha e allo stesso tempo dimostrare di non essere il classico omega docile. 

La luna nuova era vicina e Stiles non odorava ancora di calore, quindi Derek decise di fare un giro di controllo con Peter. Sapeva che all'annuncio si sarebbe agitato come le altre volte, perciò decise di correre ai ripari chiedendo aiuto all'unico alpha che poteva stare accanto all'omega senza subirne l'odore. 

"Stiles puoi andare ad aprire?"

Stiles lo guardò chiedendosi se fosse impazzito a mandarlo ad aprire la porta a qualcuno, ma si fidò sapendo che il fiuto del licantropo non lo credeva in pericolo.

Aprì il portone e quasi urlò felice di vedere lo sceriffo sulla porta.

L'uomo dopo uno degli abbracci più calorosi che avesse mai avuto da suo figlio, entrò con il cipiglio indagatore di chi voleva essere certo che il luogo fosse sicuro. Era un'abitudine da sbirro. 

Lanciò una brutta occhiata a Derek, che si affrettò a prendere la giacca di pelle, per scappare via.

"Ti lascio in buona compagnia, non ci metterò tanto.", parlò veloce baciando la guancia del ragazzo. 

Una volta soli, l'uomo continuò a studiare l'ambiente: "Allora, come stai?"

"Bene.", rispose allegro di averlo a casa sua.

"Lui ti tratta bene?"

"Benissimo.", ammise rosso in viso. 

Gli indicò il collo: "E quello come va? Melissa me ne ha parlato."

"All'inizio era terribile. Mi sentivo pessimo in tutto ciò che facevo per Derek, ma poi lui mi ha tranquillizzato e ora è tutto coccole e attenzioni. Figurati, ha smesso di ringhiare.", rise. 

"Mi ero preoccupato quando ho saputo, se non fosse stato per Melissa, sarei piombato qui con una mazza di frassino.", affermò più rilassato.

"Va bene. Non devi preoccuparti, c'è già Derek che lo fa in continuazione. E a proposito di chi si preoccupa...", fece con tono più acuto: "Melissa passa molto tempo con te, vero?"

"Non siamo qui per parlare di me, ma di te. Non credi?", tentò di svincolare da quelle domande.

"Sì, sì... Come no. Parla!"

"Si preoccupa del mio colesterolo, e di nient'altro."

"Il colesterolo è un buon inizio, per mettere su una bella storia d'amore."

"Stiles, non iniziare con questa storia che tu e Scott volete diventare fratelli, quindi devo mettermi con Melissa."

"Tranquillo, so che farai tutto da solo. Non ti servono spinte. Solo...", finse di pensarci: "Che ne dici di fare qualcosa a quei capelli per renderli più luminosi? A Melissa piacerebbero."

Lo sceriffo si schiaffò una mano in faccia e sospirò. Quello era il suo solito Stiles, altro che omega sottomesso, pensò. 

Passarono un po' di tempo a parlare e iniziarono a preparare anche la cena.

Quando Derek tornò, confermò le decisioni prese il giorno prima riguardo a Deucalion. Lo sceriffo promise di aiutarli in caso di bisogno e di pattugliare meglio le strade con i suoi agenti. 

Stranamente, Derek uscì vivo dalla cena. L'umano sembrava aver accettato l'errore di Derek e non volerlo rivangare.

La serata passo allegramente, Derek non ricordava che fosse così bello avere una famiglia su cui contare. Lo sceriffo l'aveva oramai accettato come un figlio, proprio come aveva fatto con Scott e il licantropo ora capiva perché fosse cresciuto così bene.

Una volta andato via lo sceriffo -Derek aveva dovuto separare padre e figlio, continuavano ad essere appiccicosi- si poterono godere il resto della serata. Questa volta il sesso fu dolce e rilassante. 

 

La mattina alle sette ricevettero il messaggio di Boyd, Erica era in calore dalla sera precedente. 

Stiles si mise al PC per girare l'informazione al resto del branco e per essere più efficiente aveva creato il gruppo Omega-Pack, con solo membri omega.  

Si limitò ad informare del calore di Erica e ottenne qualche risposta da Allison e Danny, anche se Danny pareva essersi addormentato sulla tastiera. Sospettava che Isaac lo stesse tenendo sveglio di notte. 

Stiles era felice, presto anche lui sarebbe andato in calore. Non c'era sensazione più bella di sapere che quel periodo finalmente aveva un termine e iniziava un nuovo periodo più bello. 

Beh, almeno era quello che credeva...

 

NOTE DELL'AUTRICE

Lo so, lo so, sono una pessima persona... Vi ho fatto aspettare un'eternità, ma rieccomi qua. Ho capito che i contest non fanno per me, quindi non svanirò più per mesi interi.

Il capitolo è un tantino rosso, ma non credo ci siano lamentele? Vero?!

Prometto che i prossimi capitoli saranno più allegri di questo, ma sapete che se non faccio soffrire i miei personaggi non sono contenta, lynary ne sa qualcosa. 

Ringrazio il sostegno psicologico di alcune di voi ad iniziare da oOBlackRavenOo. 

Spero che il capitolo piaccia.

Un abbraccio♡

 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


 

 

CAPITOLO XI

 

Se c'era una cosa che iniziava a dare ai nervi di Stiles, era Derek che lo annusava ogni due ore.

Stava diventando una cosa imbarazzante e se all'inizio nascondeva questa nuova abitudine con la scusa di baciarlo sul collo, ora non fingeva neanche. Gli si avvicinava, immergeva il naso sul collo per annusarlo e poi continuava a fare quello che stava facendo. 

Stiles non si sarebbe neanche lamentato se avesse continuato con i baci, ma non lo faceva da un po', quindi sbottò: "Smettila cagnaccio!"

L'altro lo guardò con aria smarrita. 

"Non fare la faccia da cucciolo. È da stamattina che mi annusi, perché?"

"Volevo solo controllare se fosse iniziato il calore."

"Te lo dico io quando inizia, non ho bisogno che mi annusi tu!", ringhiò a braccia incrociate. 

"Scusa, volevo solo essere più pronto. Non mi piace l'idea di sentirlo all'improvviso e saltarti addosso facendoti male. Voglio provare ad essere un tantino civile e non un animale."

"Non vuoi essere un animale e mi annusi come un cane?", chiese sarcastico. 

"Non ha molto senso, vero?", domandò Derek sorridendo.

"Ok, per questa volta ci passo sopra, Fido."

Stiles lo guardò con aria di sfida sottolineando quel nuovo nomignolo e Derek non poté far altro che ringhiare scherzoso. 

Finirono a letto a giocare al cucciolo curioso e al padrone. Stranamente il ruolo di padrone fu di Stiles e Derek si divertì a leccargli la faccia e non solo, spingendo il suo muso ovunque potesse come solo un cane giocherellone sa fare. Se qualcuno avesse ripreso la scena, Derek avrebbe negato a vita quel suo strano e stupido atteggiamento. 

La mattina dopo Derek dovette svegliare Stiles e costringerlo a buttar giù la pillola anticoncezionale, prima di annunciare che sarebbe andato a fare il suo solito giro di controllo. 

Stiles divenne smanioso e spaventato. 

Derek gli disse che sarebberò rimasti in contatto tramite cellulare tutto il tempo. 

L'altro sembrò più calmo e dopo essersi raggomitolato sotto una coperta, si strinse il cellulare all'orecchio e continuo a parlare con il suo alpha, trovando la voce -se pur metallica- rilassante. Mezz'ora dopo dormiva beato, tanto che Derek dovette ascoltare il suo leggero russare ritmico. 

Quando si risveglió, Derek era già tornato e lo teneva stretto a sè. 

"Mi dici perché Peter non c'era?"

"Allora te ne sei accorto!? Credevo che stessi parlando nel sonno al telefono."

"Non stavo dormendo. Ero solo distratto dal fatto che non c'eri.", mise su il broncio. 

"Vieni qui.", lo strinse meglio: "Peter non c'era perché Lydia è in calore."

"Che bello.", fece felice per l'amica: "Tra un po' toccherà anche a noi."

Derek lo annusò sul collo e Stiles lo lasciò fare: "Ancora non sento nulla. Forse, ci vorranno un paio di giorni."

"Uffa... Non voglio aspettare ancora."

"Tranquillo, conosco modi piacevoli per non annoiarsi.", sorrise furbo, Derek, prima di tirare la coperta sulle loro testa e iniziare a fare il solletico e non solo, al suo compagno.

In serata anche Allison andò in calore. E Stiles trovò la cosa divertente tanto da prendere in giro Scott per messaggio. 

Conosceva la sua timidezza e non ce lo vedeva proprio a fare l'alpha super eccitato. Come minimo cercava di fare il tenero e gentile anche in quell'occasione. 

Sapeva che non avrebbe letto il resto dei messaggi in quel momento, ma appena sarebbe stato più libero. Già immaginava Scott che urlava il suo nome.

Il giorno dopo toccò a Danny andare in calore e Stiles se pur felice, iniziava ad avere un leggero dubbio, erano tutti in calore tranne lui.

Non capiva perché ancora non fosse in calore, visto che era più grande di alcuni degli altri omega, quindi credeva che dovesse essere il primo. Fisicamente era sano, solo inizialmente aveva avuto qualche disturbo, ma ora era in forma, anche se il morso di Derek aveva creato dei dissesti ormonali. 

L'ansia lo portò a fare cose assurde, tipo fare sollevamenti alla sbarra.

Derek lo trovò appeso come un gattino che sta per cadere alla sbarra dove si allenava sempre lui.

"Serve una mano?", chiese con un sopracciglio alzato. 

"No, ce la faccio.", rispose senza fiato. 

"Mi spieghi perché hai deciso di fare attività fisica proprio ora?"

"Voglio stimolare le ghiandole, lo sport aiuta, dicono."

"Sì, aiuta, ma nel tuo caso rischia di fare più danni che altro.", ammise sarcastico e preoccupato al tempo stesso.

"Senti, non prenderti gioco di me! Sono tutti in calore e io ancora niente. Ho qualcosa che non va?"

"Stiles, tu hai tante cose che non vanno, ma nulla che riguarda il tuo corpo.", affermò sornione, prima di tirarlo giù di lì abbracciandolo: "Andrai in calore presto. Devi solo rilassarti."

"È frustrante!", mugulò scontento. 

"Lo so, ma presto tutto ciò sarà solo un ricordo e ci scherzeremo su. Quindi godiamoci il momento."

Stiles si lamentò disperato, ma le braccia del suo alpha lo tranquillizzarono. 

Quella notte Derek dovette sopportare Stiles che si agitava nel letto tirando calci a destra e sinistra e sollevando le lenzuola. Di tanto in tanto l'aveva sentito sbuffare e ripetere: "Che noia, che barba. Che barba, che noia"

Stava peggiorando, pensò, quindi decise di tenerlo più stretto del solito.

Derek continuò a fare il giro della città con Stiles al telefono e ben chiuso in casa. 

L'ultimo giorno di calore di Erica e Boyd, coincise con il peggioramento del ragazzo. 

Stiles era davvero alla disperazione, visto che il calore non era ancora arrivato ed era l'unico in tutta la città che non aveva ancora affrontato il primo calore quell'anno. 

Aveva controllato i profili Facebook di tutti i suoi compagni di scuola omega e tutti annunciavano o il legame avvenuto, oppure il calore. Qualcuno era riuscito a pubblicare la frase "non disturbare" durante i giorni di calore.

Decise di fare una ricerca sui lupi e il calore, scoprendo che alcune femmine di lupo erano in grado di inibire il calore di altre femmine del branco.

"Ecco!", urlò a Derek mostrando lo schermo del pc: "È tutta colpa di Erica!"

"Cosa c'entra ora Erica?", domandò confuso. 

"Lei è l'omega dominante del branco e sta inibendo il mio calore."

"Stiles, è assurdo", fece delicato, per non farlo impuntare su quella teoria.

"È come dico io! Lei è l'unico omega licantropo ed era cotta di te, ma non l'hai voluta. Scommetto che si è dovuta accontentare di Boyd e per ripicca non mi fa andare in calore con te."

"Stiles, è impossibile ciò che dici. Non accade con i licantropi, te l'assicuro."

"Uffa... Allora, cos'ho che non va?"

"Non hai niente. È solo un ritardo di qualche giorno. Vedrai che se non ci pensiamo arriverà anche per noi."

Si lasciò coccolare dal suo alpha, ma iniziava a sentirsi davvero male e nessuno sapeva spiegarsi perché non era ancora in calore. Suo padre era così preoccupato che potesse fare qualche sciocchezza per depressione, tanto da andare a tenergli compagnia insieme a Melissa quel giorno.

Neanche l'infermiera sapeva spiegare cosa avesse. Aveva proposto di farlo ricoverare per fargli dei controlli più approfonditi, ma Derek non aveva voluto mettergli più ansia del dovuto.

L'alpha iniziava ad avere qualche sospetto sulle cause di quella situazione che quasi sicuramente erano soprannaturali. 

Quando anche Lydia e Peter ebbero terminato il calore e si stavano godendo l'isolamento e l'intimità del loro nido d'amore che sarebbe durato qualche altro giorno, Derek decise di chiedere consiglio a Deaton. 

"Stiles, sei sveglio?", chiese, sapendo bene che Stiles non dormisse tanto durante le ultime notti.

"Sì.", rispose, in un sussurrò sconsolato. 

"Oggi usciamo un po'."

Stiles lo guardò confuso e preoccupato: "Vuoi riportarmi da mio padre? Non mi vuoi più?"

"No, ragazzino. Hai bisogno di prendere aria e magari andiamo da Deaton."

"Non è pericoloso?"

"No, non odori di calore, quindi non ti infastidiranno."

L'altro annuì, rassegnato all'evidenza di essere pessimo anche in una cosa così facile come andare in calore.

 

Arrivati da Deaton, Stiles aveva notato che nessuno l'aveva guardato più del solito, ma per stare tranquillo si era stretto a Derek ad ogni passo fuori dall'auto e verso la clinica veterinaria. 

"Salve.", disse Stiles notando l'uomo dietro al bancone.

"Ehi, e voi due che ci fate qui? Dovreste essere occupati con il calore."

"Dovremmo, ma ancora non è iniziato."

"Davvero? Interessante.", affermò Deaton mentre li conduceva nell'ambulatorio. 

I due lo guardarono storto, per poi seguirlo. 

"Siediti sul tavolo di metallo, Stiles. Vediamo cos'hai."

Stiles eseguì, un tantino contrariato: "Giusto per essere chiari, io non sono un cane o qualcosa del genere. Credo che il mio problema non riguardi l'ambito veterinario."

"No, ma potrebbe aver a che fare con roba da licantropi.", sostenne quasi divertito il veterinario. 

Stiles, era convinto da tempo che Deaton sapesse cose che solo pochi licantropo conoscevano sulla propria natura e le tenesse per sé, quasi a voler proteggere tutti così. 

"Allora vediamo cosa ti sta causando Derek per essere riuscito a bloccare il calore."

"Cosa?!", chieserò entrambi sconvolti per quell'affermazione. 

"È solo una sensazione, ma credo di sapere cosa sta accadendo a Stiles."

"Cioè? Spiegati!", domandò Stiles, mentre Derek iniziava a ringhiare per le mani di Deaton che si insinuavano sotto al colletto della felpa di Stiles. 

"Buono Derek.", fece, come ad ammonire un cagnolino, continuando a tastare il collo dell'omega: "Devo solo controllare se le ghiandole sono gonfie." 

"Sì, lo sono.", affermò Stiles, sapendo che da un po' di giorni si erano ingrossate: "È colpa del morso che mi ha dato qualche giorno fa Derek?"

"No, quello crea solo squilibri ormonali non duraturi o gravi."

Levò le mani dal collo di Stiles: "Ho bisogno che rispondi ad un paio di domande molto personali."

"Certo, se serve a farmi stare bene...", accettò.

"Sei ansioso e preoccupato in questi giorni."

"Sì, per via del morso e del calore che non arriva."

"Nient'altro?"

Stiles ci pensò osservando Derek che era calmo ora e seguiva attentamente: "Sono preoccupato per via di Deucalion e di Derek che esce per controllare il branco."

"Hai paura che si faccia male?"

"Sì, è che il branco venga attaccato."

L'uomo annuì: "Ora rispondi a quest'ultima domanda e poi ti dirò se hai ciò che penso."

La coppia si preparò all'ultima domanda.

"In questi giorni avete avuto rapporti sessuali..." Non terminò la domanda che Derek lo sbattè contro una parete tenendolo fermo. 

"Che razza di domande sono!?", ringhiò all'orecchio del beta. 

"Volete sapere cosa avete, sì o no?"

Stiles, rosso in viso, prese gentilmente il braccio del suo alpha: "Derek, non fargli male."

Il licantropo si lasciò convincere a lasciarlo. 

Deaton si risistemò come se nulla fosse stato: "Ho bisogno della risposta."

Derek voleva aggredirlo di nuovo, ma Stiles si mise davanti fermandolo. "Sì, abbiamo fatto sesso in questi giorni.", affermò più rosso che mai: "Cos'ho che non va?"

"Niente di fisico. È Derek che con le sue preoccupazioni per la difesa del branco non ti fa andate in calore. Appena la persona più fidata uscirà dal calore, inizierà il vostro."

I due erano allibiti. 

"Quindi, devo aspettare che un licantropo finisca il calore."

"Non uno qualsiasi, ma uno a cui affidare la custodia del branco. Chi è il più adatto a sostituire Derek?"

Entrambi pensarono in un primo momento a Peter, perché più anziano e più sveglio. Però, lo escluserò quasi subito. Ancora ricordavano i tempi in cui era lui il capo. Poi, ebbero un'illuminazione: "Scott."

"Credo che manchi poco alla fine del calore di Allison. Oggi non ho sentito ringhi e ululati provenire da sopra.", affermò trattenendosi da fare battute peggiori. 

Stiles si lasciò scappare un sorriso divertito. 

"Quindi, è la mia preoccupazione da capobranco a causare il ritardo di Stiles?"

"Sì. È una preoccupazione che condividete in modo simbiotico. Ricordo di averne letto tempo fa. Di solito accade con i branchi composti da giovani licantropi. L'ultimo episodio riportato risale all'ottocento, ma all'epoca capitava che si decidesse di ingrandire un branco anche rapendo più omega in una volta sola e per non lasciarlo senza custodia, il calore di alcuni tardava ad arrivare."

"Sarà sempre così, visto che i prossimi calori capiteranno spesso nello stesso periodo?"

"No. Credo che a causa della vostra natura, qualcuno tarderà il calore e qualcuno lo anticiperà. Con ogni probabilità voi sarete i primi al prossimo calore. Sei pur sempre il lupo dominante Derek e quindi quello che dovrebbe avere figli per primo."

Stiles deglutì a quell'affermazione. 

"Tranquillo Stiles, parlavo del comportamento dei licantropi di un tempo. Ora, non c'è tutta questa fretta."

Stiles dopo tutte quelle informazioni si sentì meglio e lo stesso fu per Derek. Dovevano solo mettersi ad aspettare che Scott finisse il calore per iniziare il loro di calore. Stiles non poteva credere, che la possibilità di fare tanto sesso, dipendesse dal suo migliore amico. Era una cosa leggermente disgustosa. 

 

Tornati a casa si accoccolarono sul letto e provarono a rilassarsi. 

Ora che sapevano le cause del ritardo, potevano stare più tranquilli. 

"Quindi, ci siamo quasi.", sussurrò Stiles sul petto di Derek. 

"Sembri deluso.", chiese dolce.

"No. È solo che è stata tutta una gran faticata per arrivare fin qui e ora devo solo rilassarmi e aspettare un altro po'. Sono esausto."

"Ma ne è valsa la pena."

"Sì. Ripeterei ogni singolo istante.", sorrise prima di ricevere un bacio dal suo lupo.

Era un bacio delicato che sanciva il cambio d'argomento. Dal passato passarono a parlare del futuro: "Quando il calore sarà passato, noi due saremo legati per sempre.", affermò possessivo e affettuoso Derek. 

"Spero davvero che sia per sempre. Non voglio perderti."

"Non preoccuparti, non ti sbarazzerai di me mai più.", scherzò Derek: "Dobbiamo guidare un branco e fare tanti cuccioli." 

"Non esageriamo."

"Ok. Va bene un paio di cuccioli?"

"Stai ancora esagerando."

"Come? Ne vuoi uno solo." 

"Non hai capito. Ne voglio più di due e meno di tanti.", si agitò Stiles guardandolo negli occhi. 

Derek si sentì rincuorato: "Quanti ne vuoi tu, ma al momento giusto.", acconsentì. 

"D'accordo. Anche se non mi dispiace l'idea di avere il primo subito dopo il liceo, così..."

"Stiles, niente bambini fino a dopo l'università. Solo se capita, ma sta certo che non capiterà."

L'altro piagnucolò tornando a poggiare il viso sul suo petto: "Sei cattivo!"

"Lo faccio per il tuo bene.", spiegò. 

Passò qualche secondo prima di domandare: "Cuccioli? Come si fa a crescerli? La gente farà domande se mi vede senza pancione e senza bambino, ma con un cucciolo di lupo per i primi mesi."

"Ci penseremo al momento. Non siamo i primi a crescere dei licantropi. Sarà più semplice di quanto credi."

L'altro annuì più sicuro.

Si addormentarono dopo aver parlato per ore.

 

Il giorno dopo Stiles, era come sempre agitato. Aveva troppe energie per essere solo un umano, ma a Derek piaceva vederlo in giro per casa, come a voler fare mille cose e finendo di farne solo mezza.

Fu durante la mattinata che Scott inviò un messaggio a Stiles che balzò sul divano trionfante. Allison aveva terminato il calore il giorno prima e ora si stavano riprendendo entrambi dalla fatica. Ciò significava che presto sarebbe toccato a Stiles. 

Quel giorno Derek aveva visto anche Boyd e Erica che avevano iniziato a perlustrare la zona al posto suo.

Tutto stava andando al suo posto e presto sarebbe stato tutto perfetto. Stiles legato pet sempre a Derek e Derek a Stiles. Nulla poteva più separarli. 

In serata Stiles si sentiva più strano del solito. Aveva caldo e andava spesso in bagno. Alla fine decise di mettersi sotto la doccia per rinfrescarsi un po'.

Derek aveva risistemato tutta la cucina e stava per andare in camera quando si accorse che Stiles si era appena barricato nella loro stanza. 

"Stiles, cosa succede? Perché hai chiuso a chiave?", fece con uno sbuffo, non si sarebbe mai abbituato alle stranezza di quell'umano.

"Derek, se ti dico una cosa, prometti di non dare di matto?", domandò disperato. 

Il licantropo cercò di capire cosa non andasse ascoltando il battito accelerato di Stiles, ma non percepì nulla di più della paura e una sorta di frenesia. Usò olfatto con più attenzione e capì cosa stesse succedendo. 

"Stiles sei in calore? Apri la porta.", chiese, con una sensazione di caldo che partiva dall'inguine e la voce troppo roca. 

"Derek, adesso apro, ma ti prego ricordati che sono umano.", fece spaventato, mentre girava la chiave.

L'altro cercò di trovare un po' di autocontrollo, ma durò giusto il tempo di guardare Stiles in accappatoio e sentirne il profumo eccitante. 

Stiles era nervoso e terrorizzato, ma soprattutto era desideroso di avere Derek dentro di sè. Non credeva che desiderasse così tanto essere preso e scopato senza un domani. 

Prima che potesse solo dire qualcosa, si trovò sbattuto al muro con Derek che gli strappava di dosso l'accappatoio.

"Stiles...", si sentì ringhiare nell'orecchio, mentre le mani dell'altro si toglieva i vestiti di dosso cercando di restare il più possibile contro il corpo dell'omega. 

Stiles non sapeva più cosa fosse bene per lui, da una parte aveva paura mentre dall'altra voleva solo essere preso. Scelse la seconda e cercò di girarsi per dare la schiena a Derek e facilitare la penetrazione. "Non così.", gli ringhiò il suo alpha levando l'ultimo indumento.

Venne preso in braccio e buttato sul letto.

Derek si fermò qualche secondo fissando la sua preda e cercando di ricordare a se stesso che non doveva divorarlo. Stiles fece lo stesso, ma al contrario di Derek lui si soffermò a fissare l'erezione dell'alpha, desiderandola con ogni molecola del suo corpo. Non resistette a spalancare le gambe e allungare le braccia, invitando l'altro a stringerlo e prenderlo.

Derek si tuffò sul suo corpo, infilando il viso tra la testa e la spalla del suo omega e lasciando che il resto del corpo facesse il suo dovere. Scivolò facilmente in Stiles ora che era completamente bagnato e largo. 

L'omega non poté fare altro che emettere un gemito soddisfatto, finalmente di sentiva completo.

I movimenti iniziarono lenti, ma dopo neanche un minuto erano già più veloci e convulsi. 

Le labbra e la lingua di Derek completamente occupati a dare piacere all'altezza della ghiandola del collo già morsa. Desiderava iniziare da quel punto per dimenticare tutto ciò di sbagliato che aveva fatto. 

Stiles si godette tutto quello che il suo alpha gli concedeva, iniziando a sentire l'orgasmo avvicinarsi sempre più. Era diverso da tutti gli altri che aveva avuto con Derek, questo era di un'intensità mai provata. Sapeva di protezione e appartenenza. Era caldo e costante. Mentre iniziava a sentirlo e a contorcersi dal piacere tra le braccia di Derek, avvertì una sensazione di pienezza e le spinte fermarsi. 

Derek si sollevò godendo delle sensazioni che stava avvertendo avvolto in Stiles e cercò di controllare le zanne e gli artigli appena spuntati.

Il nodo si era formato in quel momento mandando in estasi Stiles, che lasciò cadere la testa all'indietro esponendo la gola. 

Fu in quel momento che Derek, preso dall'orgasmo, si abbassò e morse con forza la ghiandola di Stiles. 

L'omega cercò di sfuggire a quel dolore lancinante, mentre il corpo sembrava andargli a fuoco, senza riuscirci. Quando il morso si allentò e venne sostituito da carezze con la lingua, Stiles ritornò a rilassarsi. 

"Sei mio Stiles. Ora sei il mio omega. Nessuno ti toccherà mai più. Ti darò tutto, se tu mi darai tutto te stesso.", sussurrò, alternando le parole alle carezze con la lingua, mentre era stretto in lui. 

Stiles non poté far altro che accettare, annuire e gemere. 

Rimaserò in quella posizione per diverso tempo, in modo che il nodo facesse il suo dovere e trattenesse lo sperma all'interno di Stiles, anche se non sarebbe mai stato ingravidato, visto gli anticoncezionali che prendeva sotto la supervisione del suo alpha. 

Quando finalmente il nodo si sgonfiò e finalmente furono separati, nessuno dei due se la sentiva di allontanarsi. 

Volevano stare insieme in ogni attimo. 

"Stai bene?", sussurrò Derek, leccando il rossore sul collo per lenire il dolore. 

"Sì, sourwolf."

"Amore. Voglio che mi chiami amore."

"Ok, amore di un sourwolf. "

Derek fece un basso ringhio: "Non mi renderai mai le cose semplici?"

"Scusa.", abbassò il viso, ma l'altro lo riportò alla sua altezza. 

"Va bene, continua pure a chiamarmi sourwolf."

"Sì amore!", fece felice. 

Qualche ora dopo il calore riprese e Derek ripete il tutto con l'altra ghiandola, provocando meno dolore questa volta.

La mattina dopo riuscirono ad avvertire suo padre e Scott del calore. L'amico ancora non era uscito di casa, ma sembrava concentrato sui giri di controllo di Erica e Boyd. 

Alla fine tutto stava andando bene. 

Stiles era più tranquillo e docile del solito, ma ciò era dovuto al fatto che era stanco per le continue vampate di calore.

Derek era riuscito a controllare gli artigli e i canini da licantropo e a non far del male a Stiles.

Alla fine del calore erano finalmente felici e legati completamente. Nessun umano o essere sovrannaturale poteva più separarli.

Erano un tutt'uno. 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Continuo ad essere una cattiva persona e a ritardare la pubblicazione dei capitoli. 

Finalmente ho unito questi due, ora bisogna vedere come si comporteranno e se la vita coniugale (anche se non sono effettivamente sposati) fa per loro.

Visto che tanto buona non sono, ci sarà il ritorno di Bobby e qualche mostro da combattere. 

Il resto della storia potrebbe essere più rapido e... Vi tocca continuare a leggere. 

Grazie per essere arrivati fin qui (ne avete di coraggio).

Baci, Francesca♡

 

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


 

 

CAPITOLO XII

 

Svegliarsi ai primi raggi del sole quella mattina non poteva essere più bello di così. 

Aveva tutto ciò che desiderava, anche se per molto tempo aveva lottato proprio per evitare di diventare ciò che ora abbracciava.

Gli sembrava passato un'eternità da quando aveva nascosto la sua vera natura di omega. Ora desiderava solo esternarla e vantarsene. Desiderava dire di essere legato a Derek Hale che in quel momento dormiva avinghiato a lui e di tanto in tanto avvicinava le labbra al suo collo come a voler controllare che fosse lì con lui e che l'odore fosse quello di Stiles, del suo Stiles. 

Erano due giorni che si stiracchiavano e appisolava, nel tentativo di riprendere le forze dopo la fine del calore. Derek era del tutto in forma, vista la sua natura di licantropo, Stiles molto meno. Aveva tutti i muscoli delle cosce doloranti e non si reggeva più di tanto in piedi. Forse, non era stata una buona idea scegliere la posizione che permetteva di potersi guardare mentre facevano l'amore, il più delle volte. 

Non c'era fretta, erano nel loro nido -o tana- a godersi il tempo di meritato riposo che toccava loro. 

Avrebberò dormito e mangiato a letto anche quel giorno, questi erano i programmi, finchè qualcuno non bussò al pesante portone. 

Derek scattò seduto con un ringhio profondo che partiva dal petto. Stiles ne aveva avvertito le vibrazioni e per un attimo era stato intimorito da quell'atteggiamento. Poi aveva ricordato a se stesso che Derek non gli avrebbe mai fatto male. Lo sapeva, dopo tutto il tempo del calore l'aveva capito che era pronto a farne a sè pur di controllarsi, ma mai a Stiles.

"Chi è?", domandò in stato d'allerta. 

"Qualcuno che ucciderò!", aveva sbuffò infastidito. 

Stiles ci pensò un paio di secondi, per poi tornarsene sotto le lenzuola, per riposare un altro po'.

Qualche secondo dopo aver sentito Derek aprire la porta e dopo qualche altro attimo, due persone erano balzate sul suo letto: "Sveglia bell addormentato!"

Era riuscito solo a lamentarsi dell'intrusione con versi indistinti. 

"Forza Stilinski! Spero che tu sia vestito perché sto per tirar via le lenzuola."

"Nooo Lydia. Voglio dormire.", aveva piagnucolato. 

Danny gli si era messo all'altezza della testa fissando il collo: "Ma guarda qua che bella collana di morsi e succhiotti. Stiles, ci avete davvero dato dentro."

Non gli diede corda: "Cosa volete?"

"Pick nick al lago. Vestiti. Abbiamo pensato noi a tutto."

"No, non vengo. Sono ancora in fase post calore, devo rilassarmi e riprendermi."

"Appunto, lo farai al lago. Dove hai il costume da bagno?", fece Lydia guardando in giro. 

"Non vengo. Rischio di affogare." 

"Hai un alpha che ti ripescherà se succede. Forza, va' a farti una doccia. Ti aspettano tutti."

Stiles ci pensò su, poi si accorse che non era suo il compito di prendere una decisione: "DEREK?", chiamò. 

A cosa serviva un alpha se non a levarsi da tali incombenze?

L'altro arrivò con una faccia che non prometteva bene. "Andiamo al lago?"

"Se non lo facciamo si piazzano qui.", aveva affermato nervoso, doveva aver parlato con Peter e Isaac. 

Sbuffò e si decise a uscire dal letto.

 

Mezz'ora dopo erano in viaggio per il lago. 

Avevano usato l'auto di Peter e per tutto il viaggio avevano subito le chiacchiere dell'uomo. Stiles in più di un'occasione si era appisolato sulla spalla di Derek. Lydia almeno, aveva capito quanto l'omega fosse stanco. 

E Stiles ne aveva tutti i motivi, ripensando ai giorni del calore. Non riusciva a togliersi dalla mente con quanta passione aveva fatto l'amore con il suo alpha. 

Derek non aveva motivo di essere dolce in quei giorni, gli ormoni bastavano a fargli aprire le gambe, eppure l'aveva baciato come se fosse qualcosa di prezioso e delicato da preservare. 

I baci, le carezze e il sesso erano stati qualcosa di indescrivibile. Il calore non aveva tolto nulla alla loro relazione dolce e a volte timida, anzì aveva donato loro solo un profondo senso di fiducia. Un atto tanto selvaggio, era stato mitigato dalla fiducia che c'era tra loro e che li aveva portati a vivere l'intero periodo con delicatezza.

Ad ogni pausa di poche ore tra un picco e l'altro del calore avevano mangiato e riposato sempre stando vicini e sempre cercandosi con gli occhi. 

Era strano pensare che Derek era tutto ciò che contava per Stiles. Certo, c'erano suo padre e i suoi amici del branco, ma per lui in quel momento non c'era altra persona sulla faccia della terra all'infuori di Derek. 

Mentre rifletteva su tutto ciò si sentì stringere le spalle dal suo alpha. Appoggiò il viso sul suo petto e si assopì. 

L'aria del lago era piacevole. Non ci aveva fatto molto caso in quei giorni, ma l'estate era terribilmente calda e il lago permetteva un po' di refrigerio. 

L'intero branco, all'infuori di Derek e Stiles non aveva perso tempo a lanciarsi in acqua, liberandosi dei vestiti in fretta e furia. I due invece, avevano preferito accamparsi all'ombra di un albero e riprendere con il pisolino di Stiles, mentre Derek lo teneva stretto a sè accarezzandogli i capelli. 

Un'ora dopo Stiles stava sbavando sulla maglietta del suo alpha e il resto del branco aveva deciso che era arrivato il momento di svegliarlo. 

"Stiles. Stiles, hai deciso di dormire tutto il giorno?"

"Andate via.", farfugliò.

Derek ci penso un attimo e poi decise che un po' d'acqua non avrebbe fatto male: "Dai amore, un bagno e poi mangiamo."

"No."

"Allora vado da solo.", affermò alzandosi e lasciando Stiles appoggiato all'albero. 

L'omega lo guardò allontanarsi e non resistendo alla lontananza lo seguì svestendosi e inciampando nei suoi stessi pantaloni: "Aspetta!"

Stiles non ricordava da quando tempo non si divertisse così tanto, ma sembrava che tutto sarebbe andato bene da quel momento in poi. Era tornato quello di un tempo, solo più sereno e felice. 

Derek invece voleva fare sempre tutto perfettamente per dar piacere al suo Stiles e anche l'altro ci provava, ma era un adorabile disastro in tante cose.

Al termine della giornata, erano tutti più sereni e il branco più affiatato del solito. 

Stiles salendo in macchina desiderò che ogni giorno fosse così: "Grazie per avermi fatto uscire, ne avevo proprio bisogno."

Derek lo guardò sorridente: "L'aria aperta fa bene a tutti, umani e mannari."

Posò le labbra su quelle del suo alpha, ma invece di sentire i suoi delicati morsetti, lo sentì irrigidirsi.

"Qualcosa non va?", domandò, mentre Derek si guardava intorno. 

"Una strana sensazione. Come se ci spiassero."

"Un guardone?", scherzò. 

"Non saprei. Meglio muoversi."

Si assicurarono che l'intero branco salisse sulle auto e si avviarono verso casa.

La sensazione di essere spiati durò una settimana. Derek subì quella sensazione di persecuzione più di tutti. Era come se riconoscesse la persona che li spiava e non era ne Deucalion e neanche uno dei suoi licantropi.

Persino Jackson tornato in città da poco, sentiva la presenza di qualcuno che li osservava, ma nessuno sapeva chi fosse. 

Una calda mattina Stiles tentò nuovamente di fare il punto della situazione con Derek su chi potesse essere il guardone. Alla fine avevano convenuto che fosse un essere sovrannaturale, altrimenti sarebberò già riusciti ad individuarlo. 

Nel frattempo Stiles si era dedicato alle labbra di Derek tra un ragionamento e l'altro, tanto che quando uno strano rumore dietro il pesante portone mise in allerta il licantropo, Stiles era tra le sue braccia. Derek avvertì il movimento d'aria causato da un'esplosione appena in tempo per coprire Stiles con il suo corpo. 

Vennerò balzati a terra, storditi e doloranti. 

"Stiles. Stiles, stai bene?", domandò a fatica accarezzando il viso del suo omega. 

"Sì, sono solo stordito.", fece, notando una figura pararsi alle spalle di Derek: "Attento!"

Una scossa paralizzò il licantropo e poi lo fece cadere a terra. 

Gli occhi di Stiles, dopo lo shock iniziale per ciò che era stato fatto al suo alpha, si focalizzarono sulla figura alle sue spalle.

Una donna si avvicinò di più a lui: "Ciao Stiles."

Non riuscì a dire nulla se non solo: "Kate."

"Vedo che ti sei dato da fare con il mio alpha, moccioso.", soffiò disgustata, mentre accarezzava la testa di Derek svenuto. 

"Non toccarlo, megera!", ringhiò. 

"E chi me lo impedirà? Tu?"

Stiles cercò di alzarsi e scacciare la mano della donna, ma il suo braccio venne bloccato da una mano artigliata. La mano di Kate era cambiata, come il suo viso. Assomigliava ad un giaguaro.

"Potrei ucciderti, ma è più divertente vederti soffrire quando lui tornerà con me.", minacciò con una sorriso malvagio.

"Tu sei pazza! Lui è il mio alpha..."

"Era anche il mio, ed è ora che torni con me!"

Stiles la guardò con un odio profondo che non aveva mai provato, prima di venir colpito.

 

"Stiles. Stiles. Mi senti? Come stai?"

La voce di Scott lo fece rinvenire. Aveva la testa dolorante, ma era vivo. 

Si guardò intorno e notò Peter, Boyd e Erica, però non vedeva Derek. 

"Derek. DEREK!", chiamò.

"Era qui?", chiese Scott. 

"Lo ha preso Kate!"

Peter si avvicinò a quel nome.

"Stiles, sei sicuro? Ho ucciso Kate con le mie mani. Le ho aperto la gola.", affermò afferrando l'omega per le spalle.

"Non sembra che tu sia andato molto a fondo con gli artigli, perché adesso quella bastarda assomiglia ad un giaguaro e vuole prendersi il mio alpha.", ribattè. 

"Ha detto così? Che vuole Derek?", domandò.

"Sì. Mi ha lasciato in vita perché vuole che io soffra quando lui tornerà con lei."

"Impossibile che lui torni con lei. Ma almeno sappiamo che non lo ucciderà."

Stiles rabbrividì all'idea di perdere Derek. Solo il pensiero gli toglieva il respiro. 

 

Due ore dopo, grazie allo sceriffo avevano rintracciato un furgone sospetto diretto verso il confine con il Messico. 

I tentativi della polizia di fermarlo erano stati inutili e tragici. 

Stiles stanco di aspettare aveva afferrato la sua arma preferita, una mazza da baseball e si stava preparando a partire.

"Stiles, non mi sembra una buona idea!", affermò Scott: "Tuo padre a avvisato la polizia di frontiera. Loro fermeranno l'auto..."

"Come l'hanno fermata i due posti di blocco? Scott, Kate è una specie di licantropo, nessun umano può fermarla!"

Lo bloccò mentre buttava dentro uno zaino varie cose prese da Deaton: "E credi di riuscirci tu? Sei umano e..."

"Sì, sono umano. Sono l'umano di Derek ed è mio compito riportarlo a casa."

"Allora cosa aspettiamo?!", fece Peter guardando il suo neo-nipote.

Non si feceró attendere le risposte del resto del branco riunito nel loft. 

"Noi siamo con te Stiles.", parlò Erica anche per Boyd. 

Stiles sapeva quando fosse forte il legame dei tre ragazzi con il licantropo che li aveva scelti e trasformati, infatti anche Isaac si alzò in assenso. 

Persino Jackson che pur essendo uno dei licantropi che Derek si sarebbe ben guardato da trasformare, eppure l'aveva fatto, era pronto a partire. 

"Io vengo con voi.", affermò Lydia. 

Da quando aveva avuto quel piccolo incidente con le zanne di Peter l'anno prima, aveva sviluppato strane capacità di premonizione per non parlare della sua capacità di riportare in vita proprio Peter sotto suo controllo. 

Stiles guardò Scott, dopo aver ricevuto un cenno d'assenso anche da Danny e Allison: "Scott?"

"Io sono sempre con te, fratello."

 

Grazie a qualche informazione dello sceriffo, all'istinto investigativo di Stiles e all'intuito sovrannaturale di Lydia ci vollerò dodici ore circa per trovare Kate e Derek. 

Kate e i suoi scagnozzi non umani, l'avevano portato in una specie di luogo sacrificale.

Il branco, esclusi Danny e Allison che erano rimasti a Beacon Hills, riuscì a mettere fuori gioco i complici licantropi di Kate e a penetrare nella stanza in pietra.

Stiles saltò un battito quando vide Derek legato a un altare e circondato da un groviglio di radici che sembravano nutrirsi della sua linfa vitale. 

"Lascialo andare! Cosa gli stai facendo?", urlò in direzione della donna. 

"Nulla di che! Rimetto le lancette al loro posto e mi prendo ciò che mi spetta."

"Cosa?", quasi sussurrò, preoccupato come non mai. 

Scott e Peter non persero tempo e scattarono in direzione della donna che prese le sue semi-sembianze da giaguaro. 

Sembrava più forte dei due mannari, intanto Stiles cercò di raggiungere Derek, ma venne scaraventato a terra da una specie di licantropo sciacallo. 

Si tirò su e cercò di tenerlo a bada con la sua fidata mazza da baseball. "Non ucciderlo!", ordinò Kate al suo complice.  

Stiles intanto iniziò a girare intorno allo scontro tra Kate e i due amici. Sapeva bene che non era più forte di un licantropo, ma certamente era più astuto.

Venne scaraventato spesso contro le pareti, però continuava a rialzarsi. 

Peter era messo male, mentre Scott continuava a combattere contro Kate e per un attimo Stiles credette di vedere un bagliore rosso negli occhi dorati da mannaro dell'amico. 

Tentò di correre da Derek ad un certo punto e Kate mollando Scott, oramai esausto, e con il suo complice cercò di raggiungere il ragazzo, ma fece appena in tempo a vedere una polvere nera venir lanciata al suolo da Lydia intervenuta alle sue spalle.

"NO!", urlò capendo di essere appena stata bloccata in un cerchio di sorbo che Stiles aveva creato mentre lottava con lo sciacallo licantropo.

Sorridendo ai due in trappola mostro il contenuto delle sue tasche bucate della felpa, sorbo. Poi rivolse la sua attenzione a Derek che era ricoperto di radici anche in viso. Forse, proprio le mani sporche di sorbo convinsero le radici a lasciarlo libero come scottate. 

"Derek. Derek?", domandò vedendo i tratti del viso del suo alpha ringiovaniti.  

Lydia lo raggiunse preoccupata dal fatto che Stiles si fosse bloccato. 

Quando anche lei vide i tratti più giovani quasi della loro età, non si trattenne dal domandare: "Cosa gli hai fatto?"

Kate li guardò soddisfatta: "Come ho gia spiegato a Stiles, mi riprendo ciò che è mio."

"Lui è il mio alpha anche se l'hai ringiovanito!", sostenne Stiles. 

"Vedremo di chi si ricorderà una volta sveglio. Il suo cervello ricorda il nostro incontro e il nostro primo bacio. Non ha memoria di ciò che è accaduto dopo. Per lui, io sono l'omega con cui stava per legarsi. Tu non esisti nella sua memoria."

"Farlo ritornare come prima!", ringhiò Peter ripresosi. 

"Io non so come fare."

"Uccidiamola!", chiese quasi il permesso a Stiles: "Prima che metta strane idee in testa a Derek. In quelle condizioni potrebbe crederle."

"No.", decise a malincuore Stiles: "Portiamo via Derek prima che si svegli. Il cerchio terrà qui Kate abbastanza a lungo da trovare una soluzione per Derek."

 

L'auto aveva appena superato il confine USA, quando Derek riprese conoscenza cercando di sollevare la testa dalle gambe di Stiles. 

"Cosa... Cos'è successo?"

"Tranquillo Derek. Torniamo a casa.", cercò di non farlo agitare.

"Tu chi sei? Dove siamo?"

Peter si voltò a guardare il nipote confuso. 

"Derek mi riconosci?"

L'altro sembrò fissarlo un'eternità, Stiles notò anche le narici dilatarsi per riconoscerne l'odore: "Peter? Sei vecchio."

"No. Sei tu che sei più giovane cucciolo."

"Derek riposati. Più tardi ti spiegheremo tutto.", sussurrò Stiles. 

"Tu chi sei? Non ti conosco.", era innocentemente confuso.

A Stiles gli si spezzò il cuore. 

"Perché stai per piangere?", chiese sentendo l'odore di lacrime che stavano per sgorgare dagli occhi dello sconosciuto. 

"Non ci pensare. Riposa.", cercò di restare il più sereno possibile. 

Tentò di accarezzare i capelli di Derek, ma l'altro scacciò la mano e si sollevò a sedere. 

"Parlate!"

"Qual'è il tuo ultimo ricordo Derek?", chiese Lydia alla guida.

"Ero per strada e ho conosciuto Kate. Lei era in calore e io desideravo tanto legarmi a lei, ma... Non ricordo. Lei sta bene? Era in calore, potrebbe essere in pericolo."

"Kate non è in pericolo. È lei il pericolo. Non fidarti se la incontri nuovamente.", sostenne Peter. 

"Menti! Lei è dolce e delicata."

"Quanto un giaguaro.", singhiozzò Stiles, guardando la strada scorrere fuori dal finestrino. 

"Perché piange Pet."

"Perché ti sei dimenticato di lui. Ti sei dimenticato del tuo omega."

"Cosa? Io non ho un omega. Anzì, ne stavo proprio cercando uno quando ho conosciuto Kate."

"Lydia fermati, ti prego.", si lamentò Stiles al limite della sopportazione del dolore.

La rossa accostò: "Stiles?", lo vide scendere dall'auto e attendere quella che li seguiva guidata da Scott. Si infilò in essa senza che nessuno fosse riuscito a dire nulla. 

"Andiamo.", fece Stiles, sedutosi dietro a Isaac con il viso nascosto dal cappuccio della felpa che aveva appena alzato. 

"Stiles..."

"Non ora Scott.", sembrò deciso a non continuare quella conversazione. 

"Cosa gli è preso?", Derek sembrava confuso e non capiva perché la lontananza dell'omega lo innervosiva di più. 

Il tragitto verso casa fu piuttosto silenzioso. 

Stiles appena messo piede nel loft, corse a chiudersi in camera.

Danny e Allison non capivano cosa fosse successo. Sapevano solo grazie ad una telefonata che erano tutti sani e salvi. Non si aspettavano di trovarsi un ragazzo della loro età che assomigliava tanto a Derek, ma non sembrava avere il solito atteggiamento scorbutico e da alpha dominante. 

Spiegarono la situazione anche a Derek, che ancora aveva problemi nel capire come fosse possibile riavere il corpo e i ricordi di quand'era diciottenne. 

"Quindi sono io quello che è cambiato e non tutto il resto?", chiese, mentre guardava le facce di sconosciuti intorno a lui. Persino Peter non gli sembrava il Peter che conosceva. 

"Sì. Deaton sta arrivando. Lui troverà qualche soluzione.", gli spiego lo zio, sapendo che Derek conoscesse Deaton da quand'era bambino. 

"Quindi, questo branco di chi è? Non ne ricordo in zona."

"È il tuo branco.", disse Scott. 

Scoppiò quasi a ridere, ma vedendo le facce serie si blocco: "Impossibile! Siamo a Beacon Hills, quindi c'è già mia madre Talia con il suo branco, non può essercene un altro."

"Derek, è una storia lunga da raccontare, ma forse è meglio se ti siedi e ascolti."

"Peter, cos'è successo a mia madre? E perché non siamo a casa nostra?"

Tentò di spiegare, ma la voce gli moriva in gola solo all'idea di dover riassumere il periodo peggiore della sua vita: "Questa è casa tua, la nostra vecchia casa..." 

"Fermo Peter!", Stiles uscì dalla camera di corsa e si diresse verso Derek. 

"Perché non vuoi che parli?", chiese guardando il ragazzo inginocchiato davanti a Derek che si era seduto avvertendo il dolore di Peter. 

"Peter, cosa faresti se ti raccontassi gli ultimi anni della tua vita in pochi minuti? Sai già che Derek ha perso più di un'ancora in questi anni. È come se stesse per riperderla."

"Cos'è successo alla mia famiglia?", domandò il moro quasi terrorizzato, fissando gli occhi nocciola dell'omega davanti a lui.

"Derek ascolta. Sono successe cose terribili in questi anni, ma devi sapere che tu le hai affrontate e ora eri finalmente pronto a ricominciare la tua vita.", gli prese le mani tra le sue: "La tua famiglia è morta in un incendio anni fa. Tu e Peter vi siete salvati."

L'altro tentò di liberarsi dalle sue mani, ma temette di ferirlo con gli artigli e si trattenne dal scattare in piedi. 

"Non è possibile! Come?", domandò cercando qualcosa a cui afferrarsi per non impazzire di dolore. 

"Guardami Derek.", aveva chiuso gli occhi per non piangere: "Tu hai già affrontato tutto ciò, devi solo capirlo. So che fa male, ma devi essere lucido perché temo che sia proprio questo il motivo per cui ti abbiano riportato a questa età. Il dolore può confonderti e far uccidere il tuo branco. Abbiamo bisogno di te per affrontare i pericoli che ci aspettano d'ora in poi."

L'altro sembrò ascoltare le parole del ragazzo dalla pelle chiara e dai numerosi nei. I suoi grandi occhi lo intrappolarono e notò il gonfiore intorno ad essi dovuto alle lacrime. 

"Non mi hai detto com'è successo."

"Kate."

"Cosa? Ma io l'ho conosciuta poco prima di incontrare voi. Non può essere..."

"Derek, sono passati anni da quel giorno. Lei ha fatto molte cose crudeli nel frattempo, ma tu non ne hai memoria. Come non sai che è una specie di giaguaro licantropo ora. Peter non deve essere riuscito ad ucciderla l'anno scorso e ora si è trasformata."

"Un giaguaro?"

"Sì, lei non aveva l'odore da licantropo quando l'hai conosciuta, vero? Ora invece lo è."

"Ok. Mettendo il caso che sia vero ciò che mi raccontate, perché ha fatto tutto questo?"

"Perché è assetata di potere.", affermò Peter: "Se mette le mani su di te e come se le mettesse sull'intero branco di Beacon Hills. Ricordi quando tua madre ci spiegava che in questi boschi risiedesse un grande potere e che i licantropi avevano il sacro compito di custodirlo. Se lei arrivasse a quel poter, non oso immaginare cosa farebbe."

"Quindi io sono il vostro capo branco? Ma tu sei umano?", fece guardando Stiles. 

"Lui è il tuo omega.", affermò Lydia. 

"Davvero?", chiese guardando i segni sul collo del ragazzo di fronte: "Posso?"

Stiles non capì cosa volesse fare e quando senti il naso annusare la sua ghiandola quasi si ritrasse. Cercò anche lui di sentire l'odore del suo Derek, ma era come se non lo riconoscesse. 

"Non sento il mio odore su di te, però è molto simile a quello della mia famiglia."

"Da adulto e da capo branco hai un odore diverso Derek. È normale che tu non lo senta su di lui.", spiegò lo zio. 

"Quindi tu sei il mio omega, no Kate? E viviamo in questo postaccio?"

Stiles sorrise: "Per ora ci siamo accontentati."

Il branco tirò un sospiro di solievo una volta che il grosso era stato detto. Dovevano impedire che Kate destabilizzasse Derek per portarlo dalla sua parte.

Deaton arrivò poco dopo e quasi rimase scioccato nel vedere Derek in quelle condizioni. 

Dopo un po' decise di provare con una vecchia formula che richiedeva la preparazione di una pozione. Ci sarebbe voluto qualche giorno, ma c'erano buone possibilità che Derek tornasse alla sua vera età. 

 

"Andiamo a riposare, però qualcuno deve restare qui a fare la guardia.", sostenne Scott. 

"Non è necessario. Posso usare il sorbo per proteggere il loft.", suggerì Stiles. 

"Meglio di no. Derek sarebbe in trappola nel caso di un altro attacco di Kate. Meglio se resta qualcuno.", aggiunse Peter. 

"Restiamo noi.", decise Boyd in accordo con Erica.

"Anche io.", si aggiunse Jackson.

"Me l'aspettavo.", affermò.

"Cosa?", domandò Jackson.

"Che proprio voi che siete stati morsi da Derek, restiate a fargli da guardia."

"Davvero ho trasformato quei tre?", domandò Derek a Stiles. 

"Sì. Hai morso anche Isaac, ma credo che preferisca assicurarsi che Danny sia al sicuro altrimenti sarebbe il primo a fare il cane da guardia. Con Jackson però hai fatto un gran casino. Dico solo Kanima."

Derek osservò l'omega che stava guardando altrove e per un attimo si sentì bene.

Sistemarono un materassino in salotto e poi deciserò tutti di provare a riposare vista anche la tarda ora. Erano le tre di notte e erano stanchi. 

"Io dove dormo?", chiese Derek.

"In camera nostra.", rispose Stiles senza rendersi conto che il ragazzo che aveva di fronte non era il solito Derek Hale. 

Peter che stava per andare via non perse l'occasione: "Stiles, vedi di non approfittare del mio ingenuo nipote. Se non ricordo male è ancora vergine."

"Sparisci Peter!", urlarono sia Derek che Stiles. 

L'idea di dormire con Derek non gli era sembrata così assurda, finchè non era entrato in camera e si era reso conto che il ragazzo era davvero privo di malizia e a disagio. Non ricordava per niente il suo Derek.

"Su che lato dormo di solito?"

"Su nessuno. Dormi su di me di solito.", vide le guance diventare rosse.

Non era davvero il suo Derek. 

"Prendi il destro. Di solito ti rigiri da quel lato."

"Davvero io e te...", cercò di chiedere timido. 

"È così strano che tu voglia un omega come me?"

"No... Non intendevo che tu non sia un bell omega, ma da quel po' che ho capito io non sono proprio uno facile, dopo tutto quello che mi è successo."

"Sei un sourwolf. Un sexy sourwolf.", scherzò Stiles. "Davvero sono sexy?"

"Oh sì. Ho le foto, vuoi vederle?"

Non seppè come o perché ma si misero a guardare le foto che avevano sul PC. 

"Perché in queste sono sempre a petto nudo?"

"Perché ogni mattina mi ignori per fare un'ora di sport e io mi annoio.", piagnucolò. 

"Queste sono della cerimonia di legame? Perché sembra che io ringhi?"

"Ero ubriaco e ho ballato con Peter solo un minuto prima."

"È strano pensare che siamo legati. Dovrei sentirlo o capirlo, ma non ci riesco. Però, mi piace l'idea che sia tu il mio omega. Prima mi hai protetto, quando hai impedito a Peter di dirmi della mia famiglia, senza essere pronto. È un grosso shock per me tutta questa storia, ma tu sembri essere importante nella mia vita e sono felice che sia tu il mio omega."

Stiles arrossì. Era strano parlare con Derek senza sentire ringhi o ritrovarsi sotto il suo corpo. Un dubbio lo assalì: "Grazie... Non ci stai provando, vero?"

Derek sorrise e per un attimo Stiles ritrovò il sorriso furbo e malizioso del suo alpha.

"E se anche fosse.", si avvicinò a Stiles un po' di più: "Sarebbe così strano?"

"Per niente, ma non vorrei approfittare di te. Sei così giovane."

"Tu che approfitti di me? Mi piacerebbe vederlo."

"Sai, ogni tanto ti piace fare il passivo a letto..."

Delle risate scoppiarono nel salone principale, gelando l'atmosfera in camera da letto.

Derek riuscì persino a sentire: "Passivo Derek. Questa volta Stiles l'ha detta grossa!"

Stiles si allontanò da Derek e si sistemo sotto le lenzuola abbattuto. L'altro non disse nulla per non infierire. 

Qualche secondo dopo, si sistemo anche lui sotto le lenzuola abbracciando Stiles da dietro.

"Buonanotte Stiles.", sussurrò in un orecchio.

"Buonanotte Derek.", rispose, sentendosi un po' meglio con il suo alpha accanto. 

Il giorno dopo Peter e Scott deciserò di dare il cambio al resto del gruppo. 

Scott era stato da Deaton per capire cosa potevano fare nell'attesa della preparazione della pozione. Era chiaro a tutti che bisognava prima riportare Derek alle sue sembianze, per poi poter affrontare Kate. 

Per loro fortuna, il capo branco non sembrava così giovane da non saper come comportarsi, anzì aveva già dimostrato di essere capace di tener a bada Peter urlandorgli contro con il suo tono da capo, quando l'uomo era piombato in camera loro per beccarli abbracciati. 

Peter se ne stava a distanza dall'alpha dominante da quel momento. 

Stiles nel frattempo aveva spiegato che Scott fosse il licantropo di cui più si fidava, dovendo anche spiegare come l'avevano intuito prima del calore. 

"Wow... Noi abbiamo passato un calore insieme. Come è stato?"

Stiles era diventato rosso peperone, aveva farneticato qualcosa e si era andato a nascondere in cucina per la vergogna, sotto lo sguardo divertito di Peter.

Passarono la giornata a parlare, decidere tattiche nel caso qualcuno, non necessariamente Kate, decidesse di attaccarli credendo di trovare un branco più debole senza il solito Derek. 

Quasi al tramonto il capo branco sembrava perso nei suoi pensieri. 

"Derek, stai bene?", domandò il suo omega sentendo anche lui la sensazione di dolore attanagliargli il petto. 

"Vorrei vederla. Vorrei vedere la casa dove sono morti.", sospirò perso nel ricordo della sua famiglia ancora troppo vivido.

"Ok."

Stiles capì all'istante che quel desiderio era troppo importante per non assecondarlo. Riuscì a convincere Peter e Scott ad andare alla vecchia villa della famiglia Hale.

Quel posto non sembrava cambiato di un millimetri negli ultimi anni, ma per Derek era una visione sconvolgente. 

Peter percepì le lacrime trattenute del nipote e Stiles sentì la stretta nel suo petto divenire più straziante. Istintivamente strinse la mano di Derek e sentì tutto ciò diminuire, tanto che un minuto dopo decisero di andare via in silenzio. 

Mentre si dirigevano all'auto, qualcuno uscì dalla foresta. 

"Derek.", chiamò una voce femminile. 

Il ragazzo notò Kate. Rimase sbalordito dal fatto che fosse più grande di come la ricordava. 

"Derek, perché mi hai lasciata? Cosa fai qui con quella gente?"

"Kate non cadrò più nelle tue trappole. Vattene!"

"Ma io sono la tua omega... Derek vieni via con me. Avevi promesso di proteggermi e di passare il calore con me.", supplicò. 

Peter ebbe un terribile presentimento, alzò il mento per annusare meglio l'aria e riconobbe il famigliare odore pre-calore.

"Andiamo via. Vuole confonderlo, è vicina al calore.", dichiarò mettendosi a pochi passi da Derek. 

Stiles d'istinto strinse di più la mano del suo alpha. Avrebbe combattuto per lui.

"Derek, perché mi fai questo? Tu non lo conosci neanche quel ragazzo. Vieni con me.", fece iniziando ad avvicinarsi, mentre Derek sembrava rigido e in difficoltà. 

Stiles non resistette più a quel tentativo di sedurre il suo alpha. Lasciò la mano del compagno e si spinse in avanti per affrontarla. 

Derek notò un brillio negli occhi della donna che non aveva nulla d'umano, ricordo ciò che gli avevano detto sulla trasformazione di Kate e scattò d'istinto a proteggere Stiles.

In un secondo il petto di Derek venne squarciato dagli artigli di Kate. 

"Maledizione!", imprecò la donna rendendosi conto dell'errore appena commesso. Ora non aveva più modo di convincere Derek con le buone. 

Vide Stiles chinarsi sul suo alpha per controllare le ferite e non sopportò più di vedere quell'insopportabile omega, scattò in avanti per ucciderlo, ma ancor prima che Scott e Peter potesserò intervenire un paio di mani l'afferrarono da dietro e strinserò il suo corpo. 

"Ciao carina. Ora pagherai per ciò che hai fatto la settimana scorsa."

Stiles e Peter riconobbero un alpha donna del gruppo di Deucalion. Il primo perché l'aveva vista la sera in cui era stato bloccato con Danny davanti alla discoteca, il secondo, perché da un po' di giorni voleva maggiori informazioni su quei licantropi che vivevano fuori Beacon Hills. 

La donna che a piedi scalzi si era mossa silenziosamente alle spalle di Kate, osservò i licantropi: "Perdonatemi se sono venuta qui senza permesso, ma questa bastarda voleva usare Aiden per scatenare una guerra con il vostro branco, se non fosse stato per suo fratello Ethan ora saremmo qui ha sgozzarci."

"Cosa vuoi farle?", domandò Scott.

"Ho grandi progetti per lei.", si rivolse alla donna: "Non ti hanno spiegato carina che non si esce di casa con l'avvicinarsi del calore?", fece, dando una leccata al collo dell'altra in difficoltà. 

"Vuoi farla diventare la tua omega?", domandò Stiles sconvolto all'idea di vederla ancora in giro. 

"Sì. Tranquilli, quando sarà sottomessa a me non darà più problemi. Voglio portarla in Canada dove c'è qualcuno della mia famiglia. Non potrà neanche mettere piede fuori di casa senza che io lo sappia."

"No!", supplicò Kate, capendo che con quell'alpha, non sarebbe stato facile come con Derek da giovane.

"Allora, prendila e portala via.", decise Derek furente.

Lo sguardo della donna alpha si accese di lussuria e prima che Kate potesse solo invocare l'aiuto di qualcuno, uno qualsiasi del branco davanti a sé, venne trascinata via senza riuscire neanche a combattere. 

"Derek stai bene?", domandò preoccupato Stiles, notando che la ferita si era già rimarginata. 

"Sì, tranquillo tesoro!"

Stiles restò per diversi secondi confuso, mentre osservava Derek alzarsi. 

Non era abbituato a sentirsi chiamare tesoro da uno che assomigliava a Derek, ma non era il suo solito Derek.  

"Andiamo a casa, che dite?", decise Scott per tutti.

Il capo branco guardò il suo omega e i suoi occhi sembrarono illuminarsi. 

Stiles avvertì una leggera eccitazione e non desiderò altro se non restare solo con il suo alpha.

Tornarono al loft, dove trovarono che il grosso portone era stato sistemato e un allarme era stato messo a protezione della casa. 

Alla fine si era scoperto che l'allarme era stato fatto mettere da Peter preoccupato per il suo neo nipote e un pochino anche per Derek, ma non l'avrebbe mai ammesso. 

Verso le dieci di sera erano finalmente soli.

Erano entrambi pronti per andare a letto e riposare in santa pace dopo tutta quell'avventura, però una strana elettricità si percepiva nell'aria. 

Derek guardò più volte Stiles, mentre gattonava per niente malizioso sul letto per infilarsi sotto le coperte. 

Lo seguì senza farsi troppe illusioni, ma quando Stiles spinse il proprio sedere contro il suo corpo, capì che quel ragazzo era pura lussuria e non si fece scrupoli. 

Stiles venne girato e si ritrovò sotto l'alpha con i suoi occhi verdi che fissavano le sue labbra. 

Non ci volle molto prima che le labbra si scontrassero.

Si cercarono affamati di sesso, senza togliersi le mani di dosso neanche un istante. 

I vestiti volarono via in poco tempo.

Derek iniziò a baciare e assaggiare ogni singola parte del suo corpo, ma il desiderio di arrivare al dunque era più forte, quindi non perse tempo a cercare di preparare Stiles. 

"Derek, stai correndo troppo. Così mi fai male.", gli fece notare dolcemente. 

"Scusa. Per te dev'essere strano pensare che io non sappia nulla di sesso dopo il calore che abbiamo passato insieme, ma purtroppo è così."

"È un po' strano pensare che io Stiles Stilinski sia più esperto di te, ma ti assicuro che se mi dai qualche minuto in più sarà più facile. Fa' con calma."

"Ok, dove eravamo rimasti?", chiese malizioso. 

I baci ripresero lenti e intensi. Anche tutto il resto divenne più lento e perfetto.

Stiles sentì il giovane corpo di Derek muoversi impacciato quando finalmente era riuscito a penetrarlo senza alcun fastidio. Dopo qualche secondo trovarono la loro intesa di sempre e si godettero l'orgasmo che seguì. 

Stanchi e senza fiato si rilassarono abbracciati nel loro letto. 

"Grazie Stiles. Quando tornerò normale per me ciò che è successo stasera sarà come se fosse stata la prima volta che ho fatto l'amore. E sono felice che sia stata con te."

"Hai perso la verginità con me! Giuro che me ne vanterò per il resto della vita.", scherzò Stiles. 

"Non ci provare! Se scopro che Peter è venuto a sapere di questa cosa, ti faccio dormire sul divano per un anno."

"Sì sì.", l'assecondò, prima di piazzare un bacio sulle sue labbra.

"Dormi amore.", sospirò Derek felice.

Si addormentarono, ma Stiles dopo un'ora sentì la solita lingua leccargli il collo. 

"Derek mi stai leccando."

"Scusa, è una cosa da licantropo. Sai di buono.", si giustificò.

"Ecco! Lo sapevo che era una cosa da licantropi.", voleva quasi alzarsi per cantar vittoria. 

"Stiles, sta fermo e torna a dormire!", lo rimproverò Derek. 

Tornarono entrambi a dormire. 

La mattina dopo, alle prime luci dell'alba, Stiles si svegliò nuovamente a causa delle leccate di Derek. Questa volta però la lingua sembrava più grande del solito.

Si mosse accaldato prima di sentire qualcosa di morbido nel letto. Per un attimo pensò di aver buttato sul letto qualche giacca con pelliccia intorno al  cappuccio, poi si ricordò che era estate e non usava giacconi con pelliccia sintetica mentre fuori c'erano trentacinque gradi. 

Allora, cos'era quella pelliccia che si gonfiava contro la sua schiena? E perché Derek aveva il naso umido e stranamente piatto?

Si mosse e notò una zampa nera circondargli la vita. 

"Oh mamma, e ora questo cane come è entrato. DEREK, C'È UN CANE IN CASA!", urlò verso il salone, ma non sentì risposta, avvertì solo l'animale sollevare il capo e emettere un ringhio e un abbaio. 

Stiles si voltò a guardarlo meglio e ciò che vide fu un lupo nero e enorme. 

Scattò in piedi, terrorizzato all'idea di venir sbranato.

"DEREK!", chiamò ancora, ma nessuna risposta proveniva dalla casa.

Il lupo si era messo in piedi sul letto e ringhiavano infastidito. 

"Ok... Buono lupo, buono. Ora chiamo la forestale o Deaton e tu torni nella tua bella tana nel bosco ad importunare stupide bambine vestite di rosso."

Il lupo ringhiò infastidito alla fine del suo discorso. Stiles nel frattempo telefonò a Deaton: "Dottore carissimo, ho un piccolo problema a casa."

"Stiles, ho passato la notte in bianco per preparare la pozione, arriva al dunque!"

"Ho un grosso lupo sul mio letto. Mi dice come faccio a farlo andare via?"

"Stiles, è impossibile. Non ci sono lupi in California. Ci sono solo negli zoo e qualche licantropo neonato o capace di trasformarsi... OH CAZZO!"

"Perché ho l'impressione che sta per darmi brutte notizie?!"

"Dov'è Derek?", chiese l'uomo. 

"Non lo so! Mi sono svegliato e Derek non c'era. Ho trovato questo lupo che stava limonando il mio collo. OH NO, FERMO!"

"Stiles!"

"Credevo che stesse per sbranarmi, invece si è andato a guardare allo specchio. Ora si è accucciato con le zampe sul muso.", gli pareva persino disperato. 

"Stiles, resta calmo. Sto venendo da te. Temo che quello non sia un lupo."

"E cosa sarebbe?", a lui ricordava tanto un lupo. 

"Derek."

 

NOTE DELL'AUTRICE

Ciao a tutti.  

Spero che il capitolo vi piaccia? Derek giovane è sempre un bel guardare.

Il ritorno di Kate è una cosa che non mi aspettavo di inserire, ma pur di vedere un Derek giovane alle prese con Stiles, si fa questo ed altro. 

Non ricordo la quarta stagione di Teen Wolf, quindi se ci sono imprecisioni non fateci caso, tipo Kate giaguaro e Derek lupo o adolescente.

Ringrazio sempre oOBlackRavenOo per le pazzie che scrivo. 

Se a qualcuno interessa una OS sceriffo/Peter, sappiate che ho pubblicato anche quella. 

Buon Natale a tutti e felice anno nuovo. 

Baci, Francesca ♡

 

Non ho resistito 

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


 

 

CAPITOLO XIII

 

Stiles si sedette sul letto a guardare il peloso lupo nero che, secondo Deaton, doveva essere il suo compagno. 

"Derek?"

Un lamento arrivò dal lupo che sembrava attento a tutto ciò che Stiles diceva. 

"Ok, sei Derek. Quale sei? Quello giovane o quello normale?" 

L'animale lo guardò sollevando un sopracciglio.

"Forse, devo farti una domanda per volta. Facciamo così, abbaia una volta per il sì e due per il no."

Il lupo abbassò la testa come a voler attaccare e continuando a fissare Stiles. 

"Ok, ok, i lupi non amano abbaiare, ma non fare quello sguardo assassino. Facciamo che ringhi per il no, tanto lo fai già."

Il lupo non fece nulla se non sedersi. 

"Sei il mio Derek, quello dell'età giusta?"

L'altro rimase fermo.

"Questo è un sì. È colpa dell'incantesimo di Kate?"

Un lamento giunse dalla gola dell'animale. 

"Non lo sai. Sei capace di tornare normale?"

Un ringhio di frustrazione giunse da Derek. 

Stiles si avvicinò e prese la testa del lupo tra le mani: "Tranquillo, Deaton troverà una soluzione.", iniziò ad accarezzare e dopo aver notato che ciò lo rilassava, tentò dei grattini dietro le orecchie. L'altro se inizialmente sembrava cedere, dopo qualche secondo di goduria, prese a ringhiare. 

"Ehi, guarda che lo so che ti piace!", fece offeso Stiles sollevandosi e incrociando le braccia. 

Il lupo guardò l'umano e in risposta gli balzò addosso spingendolo sul letto e iniziando a leccargli la faccia.

"Fermo... Der... Fermo... mi fai il solletico!"

"Lo sapevo che un sourwolf scorbutico non ti bastava e dovevi farti anche un lupo vero e proprio!", la voce di Scott arrivò dalla porta aperta. 

Sembrava che tutti avesserò le chiavi di quella casa e ora anche il codice d'allarme. 

"Accuccia Derek!", fece deciso Stiles, guadagnandosi due sopracciglia alzate dal diretto interessato. 

Non era chiaro dove iniziasserò o finisserò le sopracciglia, ma l'omega riconosceva quella sua espressione fin troppo bene.

Andarono tutti e tre in salotto dove Deaton osservò l'enorme lupo che camminava sfiorando la gamba di Stiles. 

"Mi ricordi tanto tua madre Talia. Lei aveva gli occhi cerchiati di bianco ed era più minuta, ed era anche capace di ritornare alla sua forma umana.", constatò. 

L'animale fece un ringhio sbuffato a l'ultima nota del veterinario. 

"Cosa gli è successo?", domandò Scott.

Deaton l'osservò per qualche secondo: "Credo che la trasformazione iniziale non fosse conclusa, quando Stiles ha liberato il Derek giovane dalle radici. Hai detto che avevi le mani sporche di sorbo? Forse quello ha impedito che la trasformazione fosse completa. Ieri sera, oltre al ferimento da parte di Kate, è successo qualcosa?", domandò a Stiles. 

"Nulla di particolare."

Scott lo osservò: "Davvero? E quei succhiotti sul collo?"

Derek iniziò a ringhiare, geloso del fatto che la sua vita sessuale fosse sempre tanto interessante.

"Buono, Derek.", l'ammonì dolcemente Stiles, guadagnandosi un'occhiataccia.

"Aver fatto l'amore, riconoscendo il proprio omega, forse ha stimolato involontariamente il corpo e esso ha tentato di tornare alla sua vera forma senza riuscirci. Si è manifestata una delle trasformazioni che non molti licantropi riescono a raggiungere. Devi solo riuscire a tornare umano ora. Tua madre lo faceva senza problemi una volta capito il meccanismo è trovata la giusta concentrazione."

"Quindi deve solo concentrarsi? Capito Derek, devi solo volerlo!"

Il lupo guardò il suo compagno, poi chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi sulla sua forma umana, dopo un minuto in cui erano rimasti tutti con il fiato sospeso, Derek emise un mugolio di sconfitta. 

"Vedrai che ce la farai, magari ora sei ansioso e agitato e non trovi la giusta concentrazione. Ci proveremo con calma più tardi."

"Potrebbe volerci del tempo, ma è normale. Comunque se non ci riuscite nei prossimi due giorni passate in clinica.", fece Deaton. 

"Perché?", domandò Stiles. 

"Te lo spiego quando verrete.", quasi ridacchiò nel dirlo.

 

Mezz'ora dopo, tutto il branco era stato informato. 

Lo sceriffo Stilinski era passato al loft per controllare come stessero, credendo di trovare un Derek ancora giovane, ma si ritrovò un lupo di fronte e Stiles che urlava dal bagno di accomodarsi. 

"Stiles, c'è un lupo nel tuo salotto!", urlò in direzione del bagno.

"Non ti fa niente. Il caffè è appena fatto. Serviti."

Lo sceriffo guardò l'enorme animale: "Ok, buono bello. Non sono un ladro, vedi, sono lo sceriffo.", mostrò la stella sul petto, mentre raggiungeva la cucina in cerca del caffè e il lupo lo seguiva. Sembrava essere divertito dell'umano. 

Lo sceriffo prese del caffè e andò in cerca di biscotti. Trovò una scatola di biscotti ricoperti di cioccolata, ignorando quelli di soia che sospettava essere lì proprio per essere offerti a lui. 

Mise la scatola sul bancone per poi sorseggiare il caffè sotto lo sguardo del lupo, ma quando andò per prenderla era svanita. 

Si guardò intorno, e solo dopo un po' la notò ai piedi del lupo che stava seduto con sguardo di sfida.

"Quelli sono i miei biscotti!"

Il lupo ringhiò mostrando i denti. 

In quel momento arrivò Stiles: "Ciao papà, hai preso i biscotti con il caffè?"

"Il tuo lupo non me li restituisce!"

Stiles guardò la scatola a terra: "E fa bene! I tuoi sono questi di soia.", glieli mise davanti. 

"Questi li detesto e poi spiegami da quando ti sei fatto il cane?"

"Quello è un lupo ed è Derek."

"Cosa?!"

"C'è stato un piccolo cambio di problema. Adesso non è più adolescente, ma solo lupo finchè non si ritrasforma. Papà, sai che cosa mangiano i lupi?"

Lo sceriffo riflette su tutta la situazione è stranamente non era così assurda, quindi tentò: "Credo mangino vecchie nonne e ragazzine vestite di rosso."

Il lupo lo guardò storto, per poi mettersi comodo a terra e iniziare ad aprire la scatola di biscotti usando i denti, con grande soddisfazione. 

"Credo abbia risolto lui.", fece Stiles: "Comunque meglio andare in macelleria, ci vuole qualche osso, non vorrei si sgranocchi i mobili."

Stiles prese una scodella e la riempi d'acqua dopo averci scritto con un pennarello indelebile MIGUEL.

"Non guardarmi così! Devo pur chiamarti in qualche modo se usciamo per fare i bisogni."

Derek aveva uno sguardo assassino, prima di leccare le briciole intorno al muso e andare a bere dalla scodella. 

"Perché Miguel?"

"Sai, ha sempre avuto un non so chè di messicano."

"Ora ci vuole un guinzaglio e un collare per portarlo a spasso. Animali di questa taglia non possono girare in città senza guinzaglio."

"Credo di avere una delle mie sciarpe che gli può stare bene come collare, almeno finché non ne troverò uno che mi piace."

Derek gli diede le spalle al solo pensiero di un collare, anche se fatto con la sciarpa di Stiles. 

"Non crederai che ti lasci andare in giro senza il mio odore addosso!? Non oso immaginare quante cagne ci proveranno con te. Sei avvisato, se ti vedo annusare qualche barboncina ti faccio castrare!"

Lo sceriffo non sapeva se ridere, mentre Derek continuava a dare le spalle a Stiles.

"Ok, ora che abbiamo messo le cose in chiaro possiamo uscire per i tuoi bisogni. Non ho intenzione di mettere fogli di giornali in giro per casa. Quindi, vedi di farla tutta nel bosco."

Derek non sapeva se sentirsi offeso, eppure una strana frenesia all'idea di andate all'aperto lo investì in pieno. Iniziò a scodinzolare con brevi scatti, nel tentativo di trattenere la felicità di poter correre fuori casa.

Stiles andò a prendere una delle sciarpe che non usava più da dopo il calore e la mise intorno al collo del lupo. La sistemo a mo' di bandana e Derek non ebbe da ridire, anzì guardandosi allo specchio gli piacque. E poi odorava di Stiles. 

"Allora, buona passeggiata. Io vado al lavoro. Ciao.", fece lo sceriffo, raccogliendo affranto lo scatolo distrutto dei biscotti al cioccolato e buttando nell'immondizia.

"Ciao papà."

Anche Stiles uscì e salì in auto, dopo aver fatto accomodare Derek sui sedili posteriori.

"Fai il bravo. Quando saremo nella foresta ti potrai scatenare."

Derek si mise comodo, ringraziando mentalmente Stiles di non aver preso la Camaro o addio sedili in pelle con gli artigli che si ritrovava.

"Siamo arrivati. Derek, per favore, non allontanarti da me. Sei irrequieto e non vorrei perderti nel bosco."

Derek sbuffò un ringhio, iniziava a temere che Stiles l'avesse scambiato per un cagnolino domestico. 

Una volta scesi Derek si guardò intorno beandosi dei profumi del sottobosco e della piacevolezza nel calpestare l'erba con le zampe. Non seppè spiegarselo neanche lui, ma iniziò a fare dei salterli sul posto contorcendosi di felicità. 

Stava per iniziare a correre nel bosco, quando la risata cristallina di Stiles lo fece tornare lucido. Lo guardo e vide che aveva indossato una felpa rossa con cappuccio quella mattina. In tema, pensò afferrandolo con i denti per un lembo e trascinandolo nel bosco.

"Facciamo una corsa? Però aspettami!"

Iniziarono a correre rilassati, come se molta della tensione accumulata nei giorni precedenti stesse scivolando via dai loro corpi.

"No... Non riesco... a starti dietro.", ammise lasciandosi cadere in un punto soleggiato sotto i rami degli alberi: "Fai i tuoi misfatti se devi. Io mi riposo."

Derek non perse tempo e iniziò a fare ciò che ogni lupo ama fare, segnare il territorio. 

Si dedico ad un po' di alberi nei paraggi, fregandosene dell'odore di altri animali che avevano segnato la zona. Lui era più grosso e pericoloso per temere degli animaletti. 

Una volta delimitato quello che sarebbe diventato il suo angolo privato, andò a nascondersi dietro un cespuglio per fare il resto.

Terminata la parte poco carina di quella passeggiata, torno da Stiles e si mise con la testa sulle sue gambe, ricevendo delle coccole gratuite. 

Era assurdo come fosse facile farsi accarezzare in quella forma.

Stiles lo vedeva come un cagnone affettuoso, ma Derek non aveva dimenticato il suo carattere da alpha e si assicurò di strofinarsi bene su di lui, dando anche leccate al viso e al collo dell'omega. Finchè era in quella forma, voleva essere sicuro che Stiles fosse coperto dal suo odore almeno per quanto riguardava il fiuto dei licantropi. Per quello degli umani si sarebbe limitato a ringhiare se qualche alpha si fosse avvicinato troppo. Sapeva che non c'erano più rischi, dopo il legame, che qualcuno glielo rubasse, ma preferiva andare sul sicuro.

Derek lasciò a malincuore il suo angolino selvaggio, ma non poteva comportarsi da lupo tutto il tempo. Il rischio di dimenticare la sua umanità era dietro l'angolo. In quel caso sarebbe rimasto un lupo per sempre. 

 

Una volta a casa, Stiles gli promise di portarlo fuori ogni volta che voleva, anche se Derek era intenzionato a tornare umano il prima possibile. Si mise seduto davanti alla vetrata del salone principale e iniziò a cercare nella sua mente i ricordi delle lezioni di sua madre sulla trasformazione completa.

Lei era capace di farlo a comando. Di solito tutti i nati lupi riuscivano a raggiungere quello stadio di trasformazione, tranne lui e suo zio. 

Peter non si era mai impegnato davvero e il fatto che fosse la sorella a fargli da insegnante, non gli era mai andato a genio. Derek, invece era solo alle prime lezioni quando conobbe Kate e ci fu l'incendio in cui morirono i membri della sua famiglia. Una fitta al cuore lo travolse. 

Il ricordo di sua madre in forma di lupo l'aveva sempre incantato da piccolo. La pelliccia nera e gli occhi contornati di bianco erano un ricordo piacevole. 

Ricordò, anche, come sua madre spiegava che per trasformarsi in lupo bisognava evocare tutte le emozioni selvagge che si provavano e trattenerle. Mentre, per ritornare umano bisognava ancorarsi a qualcosa di bello e importante. 

Derek cercò di pensare alla cosa più umana che lo rendeva felice e in pace con tutto. Solo una persona gli veniva in mente. Si voltò a guardare Stiles che stava preparando il pranzo e il sol pensiero di non poterlo stringere tra le braccia, lo faceva impazzire, ma poi gli tornò in mente come quella mattina si era divertito a correre con lui. Era bello vedere Stiles godere della calma della foresta e sentirsi libero. 

Ridere. Non vedeva Stiles ridere di gusto da tanto. Avevano passato un periodo intenso e per nulla divertente, ma Stiles non aveva riso mai come quella mattina. 

Forse, il suo aspetto da lupo non era così male se divertiva Stiles. 

Lo osservò, mentre si piegava per prendere una pentola e non resistette a correre da lui e a dargli un leggero morso sul sedere. 

"Ahi!", guardò il lupo perplesso: "Ma sei matto? E il mio sedere, non una bistecca!"

Derek lo guardò piegando la testa di lato come al voler chiedere quale differenza ci fosse.

"Tu sei strano."

Il lupo si alzò su due zampe e si aggrappò alle spalle di Stiles per non ricadere a quattro zampe, iniziando a leccargli la faccia. 

"Derek smettila!", le risate di Stiles per quanto acute fosserò, erano deliziose alle sue orecchie. Sì, era in pace in quella forma. 

Il pranzo fu strano. Stiles aveva tentato di farlo mangiare in ciotole a terra, ma lui l'aveva fissato con sguardo assassino, finchè non aveva messo le ciotole con acqua e pasta sulla tavola ed era diventato comico, vedere Derek con le zampe anteriori puntate ai lati delle ciotola mentre immergeva il muso in esse.

Pasticciò un po' con il cibo, ma alla fine riuscì a mangiare in modo non troppo selvaggio. Stiles gli pulì il muso sporco del condimento della pasta e gli diede qualche grattino sotto al mento che Derek non rifiutò e che rese felice Stiles. 

Decise di tentare a ritrovare la sua umanità dopo pranzo, ma la persona che entrò nel loft lo fece diventare più selvatico e intrattabile. Peter si presentò con un ghigno divertito sulla faccia: "Dov'è il mio cucciolo?", esclamò allegro piegandosi in avanti. 

Ci volle un quarto d'ora e Lydia che urlava come una pazza o più precisamente come una banshee, per impedire a Derek di aprire la gola a Peter che ancora teneva un osso finto in mano.

Una volta trovata la calma, si sedetterò per parlare dell'attuale situazione del loro capobranco.

Il lupo ancora ringhiavano e mostrava i denti allo zio, mentre Peter sembrava essere cambiato improvvisamente. Fissava il nipote con attenzione. Nell'aria c'era un odore nostalgico che sembrava provenire proprio da Peter. Derek sospettò che l'uomo stesse ricordando i bei tempi con la loro famiglia. Non vedevano un licantropo lupo da anni e la cosa li rendeva terribilmente tristi, ora che avevano realizzato di essere ciò che restava della famiglia Hale.

Peter ricordava fin troppo bene l'aspetto di sua sorella in versione lupo. In media, se la ritrovava una volta alla settima con zanne in bella vista intenta a impedirgli di fare uno dei suoi soliti casini. Una volta se l'era trovata sul letto, mentre lui dormiva beato, ringhiante e incavolata nera perché aveva lasciato Derek bambino da solo nella foresta per tutta la notte. Si era giustificato spiegando che serviva a rafforzare il carattere, ma questo non gli aveva evitato tre morsi molto dolorosi a una coscia. 

I ricordi erano una brutta bestia, anche per un pazzo scatenato come Peter. 

"Assomigli a tua madre.", il lupo smise di ringhiare sentendo con quanta sincerità Peter aveva fatto quella constatazione. 

Lydia intervenne per evitare quell'aria tesa che si stava creando: "Allora, Stiles tu hai trovato qualche soluzione?"

"Beh... No. Credevo che fosse una cosa che si può risolvere con il tempo."

Lydia guardò Peter, ne avevano parlato appena saputo. L'uomo prese la parola: "Di norma è così. Quando un licantropo si trasforma spontaneamente in lupo, dopo un po' per stanchezza ritorna in sé, ma Derek si è trasformato sotto stress e se ancora non ha avuto avvisaglie di stanchezza significa che non si ritrasformera senza aiuto e impegno."

Stiles iniziò ad inquietarsi, ma il muso di Derek si infilò sotto la sua mano cercando di calmarlo. Stiles lo accarezzò d'istinto. 

"Che tipo d'aiuto?"

Lydia intervenne: "Ricordi il libro che ti ha regalato Deaton? Sicuramente ci sarà qualcosa per queste situazioni." 

"Ci vorrà un'eternità. È enorme e poi ci sono così tante ricette che non saprei quale è più adatta alla situazione."

"Qualcosa per la concentrazione.", sostenne Peter: "Talia diceva sempre che in quella forma l'istinto da lupo aveva il sopravvento. Bisognava concentrarsi molto per ritrovare la propria umanità"

"Ok. Proverò a cercare."

"Però, Derek non deve lasciarsi sopraffare dagli istinti e deve continuare a concentrarsi sui suoi doveri da uomo e capobranco se vuole tornare normale."

La testa di Derek si era poggiata su un ginocchio di Stiles. Il ragazzo capì la sua agitazione. Non sarebbe stato facile. 

 

Rimasti soli, Stiles iniziò a leggere il libro di cucina regalato da Deaton, mentre Derek cercava di concentrarsi. Era sempre più difficile, visto il desiderio impellente di uscire di nuovo con l'avvicinarsi del tramonto. Voleva correre. Era tutto ciò che desiderava in quel momento. 

"Ok lupone. Ho capito che ti annoi. Usciamo.", la frase di Stiles lo rese felice. 

Si diresserò nello stesso posto della mattina, mentre il sole calava. Derek era felice di correre libero con Stiles. Si godetterò il tramonto che si vedeva dal loro angolino selvaggio, dopo che Derek ebbe dato un'annusata al suo nuovo territorio. 

Quando iniziò a fare buio Stiles decise di tornare a casa, ma Derek sembrava più interessato a restare lì. 

"Derek, andiamo."

Bastò la sua voce a fargli ricordare che casa sua non era la foresta, ma il posto che condivideva con Stiles.

La cena non fu male, una volta messo in chiaro che Derek mangiava a tavola.

Andare a letto però divenne un problema visto che si era strofinato contro la corteccia degli alberi e non voleva farsi spazzolare. Stiles propose una soluzione alternativa, ma la lancia dell'aspirapolvere contro la sua amata pelliccia era da escludersi. Stiles l'aveva dovuto rincorrere per tutta la stanza e solo dopo estenuanti trattative a base di ringhi, avevano optato per la spazzola. Cosa che se pur umiliante inizialmente per Derek, dopo un minuto divenne piacevole.

"Regola numero uno, non stare sul mio cuscino, perdi un sacco di peli. Regola numero due, non starmi addosso, sei più grosso di prima. Regola numero tre, non leccarmi, hai una lingua enorme e finiresti per farmi venire un malanno con tutta quella bava." 

Derek lo guardò da seduto, con le sopracciglia alzate in uno strano ghigno, mentre l'altro si metteva a letto. Due secondi dopo che Stiles ebbe spento la luce, Derek balzò sul letto e violò tutte e tre le regole piazzandosi sul suo stesso cuscino, circondandolo con una zampa e iniziando a leccargli la faccia. 

"Smettila sourwolf!" 

Le suppliche del ragazzo rimaserò inascoltate. Se Derek era possessivo da umano, da lupo era peggio.

La mattina seguente, dopo la passeggiata, deciserò di andare da Deaton. Stiles voleva sapere se ci fosse qualche ricetta sul libro utile a Derek. Lui non era riuscito a trovare nulla nelle pagine che aveva letto. Forse, Deaton sapeva dove guardare. 

Entrare nella sala d'aspetto con un grosso lupo nero, fece effetto su metà delle persone presenti con i loro animali. Qualcuno si affrettò a lasciare la clinica alla velocità della luce con il suo gatto o cagnolino. I più temerari restarono fermi stringendo a sè il loro animale da compagnia. Scott uscì tutto indaffarato dall'ambulatorio: "Stiles."

"Ciao amico. Vedo che sei occupato? Non potrei parlare con Deaton? È urgente.", fece segno verso Derek e Scott capì. 

"Mi dispiace, dovete attendere il vostro turno. Abbiamo un sacco di vaccinazioni da fare."

I due non avevano intenzione di aspettare: "E dai, fratello. È un'emergenza."

Una signora con un chihuahua si intromise: "Ehi, giovanotto, io e Sissi siamo qui da due ore, aspetti il suo turno."

Derek gli ringhiò, ma Stiles intervenne subito con una carezza per calmarlo: "Buono Miguel." 

"Mi dispiace Stiles.", fece Scott con aria da cucciolo abbattuto. Stiles si rassegnò a fare la fila sedendosi su una sedia, mentre Derek lo imitava poggiano il sedere a terra. 

Dopo cinque minuti Stiles notò la signora con il viso pallido che stringeva al petto il suo topo... cagnolino. Solo allora si accorse che Derek aveva fissato il cane come si fissa una bistecca. La signora resistette solo altri due minuti, prima di fuggire dalla clinica. 

Stiles guardò Derek che sembrava avere un atteggiamento soddisfatto. 

Quindici minuti dopo ben due cani, un gatto, un piccione erano fuggiti via con relativi padroni per paura del lupo. Un temerario con un San Bernardo continuava a resistere ai ringhi di Derek. Scott arrivò e tentò di farlo entrare, ma l'uomo cedette volentieri il turno a Stiles e al suo lupo. 

"Ma dove sono tutti gli altri?", domandò Scott. 

"Non guardare me, io di solito uso l'allarme antincendio per far scappare la gente, non le occhiate assassine."

Derek trottò di fianco a Stiles felice del suo operato. 

Deaton li accolse con un sorriso indecifrabile: "Vedo che non sei tornato umano. Vi aspettavo per domani però."

"Sì, vero, ma dopo aver parlato con Peter, volevamo essere sicuri che stessimo facendo le cose nel modo giusto. Se c'è un modo più semplice per aiutare Derek a tornare umano, sarebbe meglio."

"Ho parlato con lui e Lydia di un paio di ricette utili per far ritrovare la concentrazione a Derek. Una va bene anche per umani, ma non è molto efficace. Quella che invece potrebbe funzionare, è per cuccioli che ancora non si sono trasformati nella loro forma umana. Però per Derek ci vogliono dosi maggiori e potrebbe essere pericoloso. Vanno calcolati gli ingredienti un milligrammo per volta finchè non diventerà efficace. Purtroppo, contiene Strozzalupo."

I due si guardarono in faccia: "Vuoi dargli dello Strozzalupo? Lo ucciderà!", affermò sconvolto. 

"È per questo che è pericoloso. Per i cuccioli le quantità sono precise e non rischiano nulla, ma un lupo adulto non saprei quanto di preciso possa volerci di Strozzalupo e quanto gli altri ingredienti impediranno che si avveleni."

"Quindi non c'è d'aiuto.", affermò abbattuto. 

"Stiles se volete tentare, ti insegnerò come preparare la pozione, ma devi essere tu a decidere la quantità di ingredienti." 

"Cosa? Io! Non posso... Non saprei cosa fare! E se sbagliassi?"

"Allora, è da escludere come possibilità. Dovrà cercare di trovare la concentrazione giusta senza rimedi e pozioni.", fece rammaricato osservando Derek.

Stiles guardò il suo compagno e gli fece un sorriso rassicurante visto che sembrava piuttosto abbattuto. 

Deaton si voltò in direzione di Scott: "Ci sono molti pazienti di là?"

"No"

"Visto che siete già qui è inutile rimandare a domani.", annunciò con un sorriso preoccupante sulle labbra. 

Stiles e Derek si guardarono confusi. 

"È il momento di passare l'antipulci su quella bella pelliccia che ti ritrovi Derek."

Il mannaro vide il medico prendere delle fiale da un ripiano. Già immaginava l'odore disgustoso che quella roba aveva e poi lui non era un animale, non potevano pensare di trattarlo in questo modo. 

Stiles se ne uscì con una frase per niente rassicurante.

"Ottima idea, almeno non mi riempirà casa di pulci e pidocchi!"

Si chiese da che parte stesse il suo umano e soprattutto da quando avesse preso così a cuore quella specie di abitazione in cui vivevano. 

Arretrò in cerca dell'uscita con la coda fra le gambe, quando i tre lo guardarono in attesa che si facesse avanti per passargli le gocce in punti sicuramente delicati del suo corpo. 

"Derek?", chiamò Stiles. 

Scott cercò di avvicinarsi dopo aver preso le fiale dalle mani di Deaton, ma Derek iniziò a ringhiare. 

"Non credo che voglia farsi mettere questa roba oddosso.", constatò Scott. 

Stiles sembrava avere un'aria spazientita: "Derek Hale, muoviti e fatti passare l'antipulci o da stasera dormirai sullo zerbino di casa."

Ci vollerò diversi tentativi di Scott di tenerlo fermo, per permettere finalmente a Stiles di versare le gocce nei punti  indicati da Deaton. Mezz'ora dopo uscirono e non trovarono più nessuno in sala d'aspetto, forse a causa di un paio di ululati disperati di Derek. 

Per fortuna nessuno dei loro amici licantropi era nei pressi della clinica per correre in suo soccorso e farsi due risate. 

"Derek non rotolarti nella sabbia! Stai facendo un dramma per nulla. Scott ha detto che sono inodore, quindi il tuo è un atteggiamento esagerato.", gli fece la predica Stiles.

Il lupo si diede una scrollata della sabbia in eccesso e pensò che doveva far fare un controllo al fiuto di Scott, perché era sicuro che quelle fiale puzzassero.

Tornarono a casa e Derek cercò di fare il possibile per tornare umano, ma non riusciva a restare concentrato su ciò per più di pochi minuti. 

Stiles stava guardando la pagina della pozione di cui gli aveva parlato Deaton, e Derek notò la sua espressione preoccupata. 

Non gli piaceva.

Camminò silenzioso di fronte a lui e posò la testa sul libro. Solo in quel momento Stiles lo notò: "Ehi, stai meglio? Passata la smania da antipulci?"

Lui annuì e prese a leccargli la mano. 

"Vedrai che passerà anche questa storia e un giorno ci rideremo su. Anche, se credo che Scott ci stia già ridendo come un matto!"

Derek si lasciò cullare dalle carezze del suo umano, sperando che le sue parole fossero vere. 

 

Passarono diversi giorni e Derek era ancora un lupo. 

Il ritorno a scuola si avvicinava e Stiles doveva riprendere in mano i libri, ma cercava anche di trovare una soluzione per Derek facendo ricerche su ricerche senza ottenere risultati. 

Derek intanto lottava sempre più con la sua parte animale che voleva prendere il sopravvento. 

Un paio di persone avevano già tentato di accusarlo per la scomparsa di qualche gatto, ma lui poteva affermare con prove certe che i peli tra i suoi denti non erano di gatto, ma solo di un paio di sventurate lepri di cui Stiles non doveva sapere nulla. 

Un giorno Stiles decise di portarlo a comprare un collare. Derek ringhiò diverse volte prima di capirne il motivo. Senza rendersi conto era già arrivato il giorno precedente al ritorno a scuola di Stiles. Iniziò a realizzare che avesse dei problemi a percepire il tempo che passava. Sapeva ancora sentire la luna e capire più o meno che ore fosserò, ma non si rendeva conto dei giorni che passavano. Viveva giorno per giorno e non andava bene.  

Il suo compagno l'aveva portato a scegliere un collare con targhetta così da poter girare tranquillamente intorno scuola e non dover attendere Peter o lo sceriffo per uscire per prendere aria. Il collare scelto da entrambi era di pelle nera rigido a cui era stata aggiunta una bella targhetta con il nome Miguel e il numero di cellulare di Stiles.

"Così stai meglio!", fece soddisfatto Stiles, mentre comprava strani prodotti nel negozio d'animali. Non ci badò tanto, finchè quella stessa sera l'omega non tentò di fargli il bagno.

Il bagnoschiuma sulla sua pelliccia era una cosa impensabile. Era un continuo ringhiare verso Stiles che lo teneva fermo per insaponarlo.

Alla fine, accettò che il compagno lo risciacquasse, visto che sembrava sfinito dalla lotta. 

Il giorno dopo si organizzarono con Peter. 

Stiles sarebbe andato a scuola con Derek e poi lui sarebbe andato a fare la passeggiata nel bosco con Peter che invece ci teneva ad accompagnare Lydia a scuola ogni mattina. 

Quando Stiles entrò nell'istituto, Derek non volle saperne di allontanarsi, costringendo Peter a stare in zona. 

Peter decise di avvisare Stiles che Derek non sembrava intenzionato a muoversi di lì e che si era nascosto sotto gli sparti del campo di lacrosse. 

L'omega andò da lui appena la campanella del pranzo suonò.

"Ehi, sourwolf. Mi dici che ci fai qui?", chiese passando sotto le gradinate. 

Il lupo gli corse incontro saltandogli addosso felice di vederlo. 

"Ti manco?", domandò comprensivo. 

L'altro annuì e lo leccò in faccia.

"Anche tu mi manchi e mi manca terribilmente parlare con te, anche se mi rispondevi a monosillabe.", aggiunse dolorosamente. 

Si feceró le coccole a vicenda, finchè una voce non li sorprese. Derek prese a ringhiare contro l'uomo che apparve. 

"Stiles, cosa fai qui?"

"Bobby... Ehm, coach. Ero solo venuto a controllare il mio cane."

"Cane? A me pare un lupo. Non dovrebbe stare nei confini scolastici."

"Mi dispiace, ma non vuole andare a casa.", si giustificò. 

"Chiama il tuo compagno e farlo venire a prendere. Sembra pericoloso."

"A dire il vero, Derek è fuori per lavoro e mi ha lasciato lui per protezione. Ringhia a tutti, ma alla fine è buono. Vero Miguel? Fa' il bravo.", trattenne il lupo per il collare per paura che attaccasse il suo ex.

"Fuori per lavoro, così presto Stiles?", domandò l'uomo riferendosi al periodo del legame passato da poco e notando i segni leggeri sul collo di Stiles. 

L'omega si rese conto che i segni sulle sue ghiandole erano sbiaditi in confronto a quelli degli altri omega. Persino Erica li aveva più evidenti nonostante le sue capacità rigenerative. 

Bobby Finstock sembrava temere che Stiles fosse stato abbandonato: "Stiles se c'è qualcosa che non va, puoi parlarmene."

"No. No. È tutto ok. Solo che c'era un lavoro importante da fare e il mio alpha è dovuto partire, ma tornerà presto."

"Beh, spero che tornerà per la festa del centenario dell'istituto sabato. È un evento da non perdere."

"Oh sì, sono sicuro che ce la farà."

Derek continuava a ringhiare verso l'uomo e a tirare, mentre Stiles lo teneva per il collare. 

"Forse è meglio se vado. Chiamo qualcuno per venire a prendere Miguel."

Bobby ci pensò: "Se non morde nessuno, può restare qui sotto le gradinate."

"No, lui è molto bravo, vero Miguel? È solo un tantino geloso con le persone che mi si avvicinano."

"Capisco. Derek ti ha lasciato una guardia del corpo."

"Sì, sembrerebbe!"

"Beh, ha fatto bene. C'è tanta gente che vorrebbe ancora corteggiarti nonostante tu abbia un alpha."

Stiles rimase un tantino confuso, mentre Derek tirava ancora di più per aggredire l'uomo e gli ormoni che emanava. 

Bobby notando la reazione dei due si riscosse e decise di andare via: "Ora vado. Non vorrei che mi uccidesse il tuo lupo. A domani per gli allenamenti e le selezioni. Spero non mancherai. Per domani non serve, ma non dimenticare il permesso firmato dal tuo alpha per la settima prossima. Deve esserci anche un certificato medico sulle tue condizioni fisiche."

Così dicendo andò via, lasciando a Stiles l'impressione che volesse chiedergli se fosse rimasto gravido durante il calore. 

"Derek, smettila. È il mio coach.", chiese al lupo. 

L'animale si calmò e andò in cerca della mano del ragazzo che iniziò a leccare. "Ora non fare il ruffiano!", lo rimproverò sorridendo. 

Si sedetterò al riparo da occhi indiscreti e tra una carezza e una leccata cercarono di comunicare.

"Va bene per te se torno in squadra?"

Derek emise un lamento indistinto. 

"Ti assicuro che con Bobby è tutto finito. Ci sei solo tu e ci sarai solo tu per il resto della mia vita."

Si guardarono negli occhi per diverso tempo, prima che Stiles tornasse a chiedere: "Allora, va bene? Altrimenti non è poi così importante per me giocare a lacrosse. Posso sempre venire a guardare i nostri amici giocare."

Derek iniziò a leccargli la faccia. Non gli piaceva vedere Stiles depresso. 

"Questo è un sì?"

Ottenne altre leccate di conferma.

Stiles dovette rientrare a scuola, mentre il lupo chiaramente non sembrava interessato a ritornare a casa, aspettandolo all'uscita a fine lezioni.

 

Il giorno dopo Derek ripetè ciò che aveva fatto il giorno prima, uscendo dal suo nascondiglio solo per stare a bordo campo ad osservare Stiles durante gli allenamenti. Si era messo accanto a Allison e Lydia per non dare nell'occhio. 

Vide Stiles giocare e superare le selezioni con Scott, Isaac e Danny.

Derek era tranquillo, l'unico fastidio che provava, era dovuto al coach che dava pacche, troppo spesso, sulla spalla di Stiles. 

Quando gli allenamenti finirono Stiles diede un bacio sul naso al suo lupo felice dei propri risultati nello sport e corse a fare la doccia. Aveva avvisato Derek di non farsi notare e per non innervosirlo troppo gli aveva detto che sarebberò andati via quando il parcheggio fosse stata più vuoto. Era già sera e in molti avevano assistito alle selezioni. Un lupo a spasso intorno a scuola, non era visto di buon occhio dopo la storia del puma di montagna alias Peter fuori controllo.

Stiles fece la doccia per ultimo con Danny. Non sapeva perché, ma riteneva di doversi far vedere nudo solo dal suo alpha e non da altri con gli ormoni alle stelle. 

Scott andò via quasi subito per via di una cena a casa dei genitori di Allison a cui avrebbe partecipato anche il nonno della compagna venuto da lontano, mentre Danny e Isaac furono gli ultimi. Era rimasto solo mentre si allacciava le scarpe. 

"Stiles, ancora qui?", domandò Bobby Finstock uscendo dal suo ufficio. 

"Ora vado.", fece, prendendo la borsa.

"Aspetta. Possiamo parlare? Sai, sarò il tuo coach per tutto l'anno scolastico e dopo quello che c'è stato tra di noi, non vorrei che ti sentissi a disagio."

"Bobby, non ho alcun problema a passare del tempo con te. Anche se le battute di oggi dei ragazzi della squadra, non erano per niente divertenti."

"Non ci sono andati leggeri, eh?! Quindi è davvero tutto a posto tra me e te?"

"Sì. So di non avertelo dimostrato in passato, ma sei sempre stato il professore più simpatico.", affermò allegro. 

"Davvero? Non l'avrei mai detto.", aggiunse sarcastico. 

"Ora vado. Derek mi aspetta."

"È tornato?"

"Sì, sì, è tornato. Mi aspetta a casa... me e Miguel.", precisò avendo sbagliato nome. 

"Non è venuto, però?"

"Era stanco per il viaggio.", cercò di avviarsi verso l'uscita degli spoiatoi, per evitare altre domande. 

Bobby come insegnante era più attento ai segnali di disagio che uno studente mostrava, infatti aveva intuito qualcosa: "Stiles, guardami. Sei sicuro che vada tutto bene con il tuo alpha? Sembri teso quando ne parli."

"Sì, certo. È tutto ok. Davvero. Ora devo andare.", cercò di andare via, ma Bobby l'afferrò per il braccio.

Si ritrovarono occhi negli occhi. 

"Stiles, sono tuo amico. Se hai bisogno d'aiuto perché Derek ti tratta male o ti abbandona continuamente, puoi dirmelo. So che sei orgoglioso e non sei abituato a chiedere aiuto, ma io ci sono e ci tengo ancora a te.", gli disse vedendolo tremare. 

Un ringhio giunse dal basso. 

Derek era entrato nella scuola e sembrava non aver apprezzato la scena che si era trovato davanti.

Stiles capì subito cosa stesse per accadere: "Bobby lasciami e allontanati da me. Tu sta' buono! Non è successo nulla."

Derek ringhiò ancora mostrando le zanne e vedendo Bobby lontano da Stiles, decise improvvisamente d'attaccare. 

"FERMO!"

Urlò disperato Stiles, mentre afferrava Derek e cercava di staccarlo dal braccio di Bobby. 

Quando ci riuscì, Derek arretrò rendendosi conto di ciò che aveva fatto. Guardò Stiles negli occhi e vide la delusione nei suoi confronti. 

Scappò via lasciando il suo omega a prestare soccorso al coach che perdeva sangue da una spalla. 

 

Mezz'ora dopo Stiles lasciò Bobby alle cure dei medici e riprese la sua jeep sporca di sangue per andare a cercare Derek. Aveva telefonato a tutto il branco e nessuno l'aveva visto o trovato. Al loft non c'era secondo Peter che era andato subito a cercarlo lì, così Stiles decise di andare nel posto dove Derek si sentiva più a suo agio negli ultimi tempi e cioè la foresta. 

Parcheggiò nel solito posto e si avventurò con una torcia tra gli alberi, inciampando in continuazione come mesi prima, quando era andato nel bosco con Derek in cerca del bambino scomparso. Gli sembrava passato un secolo. Un intero secolo con Derek. Doveva trovarlo e portarlo a casa loro, altrimenti non sapeva davvero come continuare a vivere senza di lui.

"Derek." chiamò quando giunse nel solito posto in cui andavano di giorno. 

Non notò nulla, tranne un'ombra acciambellata sotto l'albero dove si sedeva sempre. 

"Derek."

Il lupo stava guardando davanti a sé perso nei propri pensieri. 

Stiles gli si sedette davanti: "Derek stai bene?"

Non rispose. 

"Non fare così, ho bisogno di sapere se sei arrabbiato con me?"

L'altro lo guardò come se fosse l'esatto contrario quello che si aspettava. Era Stiles a dover essere arrabbiato con lui.

"Derek, lo so perché l'hai fatto. Temevi che Bobby riuscise a portarmi via da te, ma io sono il tuo omega e lo sarò per sempre. Quindi, non ti preoccupare adesso di ciò che hai fatto e torna a casa con me."

Il lupo emise un lamento e tornò ad abbassare la testa intenzionato a restare lì. 

Stiles l'osservò e una lacrima iniziò a scendere lungo la guancia: "Derek? Derek, non puoi restare qui, rischi di diventare completamente selvatico. Andiamo a casa, ti prego!"

L'animale continuava a restare fermo. 

Stiles non poteva credere che lo stava perdendo. Non sarebbe stato più il suo alpha, ma solo un animale. Strinse i pugni e decise: "Se tu vuoi vivere qui, lo farò anch'io!", si sedette più comodo e appoggio la testa sulla schiena di Derek. 

"Io ti amo e ho bisogno di te.", singhiozzò, chiudendo gli occhi per riposare un po'.

L'altro iniziò a agitarsi. Non voleva che Stiles restasse all'aperto a prendere freddo. Non era fatto di pelliccia e quello non era il suo habitat naturale, ma il ragazzo sembrava essersi assopito dopo un'oretta in quella posizione. 

Derek cercava di capire come fare per tenerlo al sicuro. Quella non era la vita che voleva dargli. Gli aveva promesso una casa e protezione, calore e amore, una famiglia e dei cuccioli. 

Quando realizzò che la cosa più bella ed importante per lui fosse poter abbracciare Stiles e i loro futuri bambini, accadde...

 

Stiles aprì gli occhi verso mezzanotte, sentendo freddo. Scattò seduto realizzando che non c'era più il pelo morbido di Derek a tenerlo al caldo. 

"Stiles, calmati!", gli fece una voce accanto a lui.

Si voltò e vide un corpo nudo, tranne per il collare, e perfetto disteso al suo fianco.

"Derek, sei tu?"

"E chi altri? Non mi pare che tu abbia l'abitudine di dormire con altri uomini nudi o sbaglio?"

L'omega gli si getto addosso iniziando a singhiozzare. 

L'alpha lo strinse a sè per consolarlo e baciarlo dolcemente. 

"Niente più mega lingua?"

"Non dirmi che ti manca?"

"No. L'importante è come usi questa.", sussurrò baciandolo appassionatamente. Finirono per fare l'amore nel bosco, con Derek che veniva tenuto stretto per il collare, che ancora portava, dal suo omega fuori controllo. 

 

Qualche ora dopo, Derek con indosso una coperta che stava nella jeep, e Stiles rincasarono, trovando lo sceriffo sulla porta. 

"Per fortuna state entrambi bene.", tirò un sospiro di solievo: "È bello rivederti umano figliolo."

"Grazie sceriffo."

"Papà è successo qualcosa?"

"Sì, hai accompagnato il coach in ospedale, giusto?"

"Sì, diciamo che Derek l'ha morso."

"Non so cosa sia successo, ma sembra che dopo sia scappato dall'ospedale correndo in modo strano da come l'hanno descritto."

"Modo strano?", domandò Stiles senza capire. 

Derek intervenne: "Come un licantropo.", affermò certo. 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


CAPITOLO XIV

 

 

 

L'aria era rinfrescata nella foresta ai confini di Beacon Hills o forse era l'impressione di Stiles, visto che solo un'ora prima era schiacciato dal corpo del suo alpha molto caldo e eccitato. Ora, invece vagava tra gli alberi in cerca del suo coach neolicantropo, con Derek a suo fianco vestito.

Lo sceriffo Stilinski era tornato in ospedale e con l'aiuto di Melissa stavano insabbiando ciò che riguardava Bobby Finstock. Il branco, esclusi Scott e Allison che sembravano svaniti, lo cercava in giro per la foresta.

La luna piena alta in cielo aveva causato la trasformazione improvvisa dell'uomo e ora erano tutti certi che fosse fuori controllo. Con ogni probabilità, era stata proprio la luna a fare scattare Derek versione lupo contro l'uomo, causandogli una ferita e donandogli il "morso".

Stiles aveva diversi dubbi sul fatto che il coach si potesse trovare nella foresta dopo quel trauma. Ricordava che Scott in un tale stato confusionale, con la prima luna piena da licantropo, era corso da Allison. 

"Derek, non credo che verrà qui."

"Tu lo conosci bene, dove credi sia andato?" rispose con tono aspro. 

"Sei arrabbiato con me?" chiese, piegando la testa. 

Derek sospirò, non sopportava di vederlo in quello stato: "No, non hai fatto nulla di male. Era lui che sembrava volerti saltare addosso. Appena lo ritroveremo, risolverò anche questo problema."

Stiles deglutì: "Non vorrai ucciderlo?!"

"Farò di peggio!" sorrise a Stiles, riprendendo a camminare. 

Stiles lo seguì preoccupato, non sapendo cosa pensare. 

"Dove credi sia andato?" domandò, Derek. 

L'altro si scrollò quella sensazione di preoccupazione di dosso e iniziò a riflettere.

"Al campo di lacrosse. È un luogo che lo tranquillizza. È andato sicuramente là."

"Avvertiamo gli altri di incontrarci là. Scott, ti ha risposto?"

Stiles controllo i messaggi, ma sembrava che Scott fosse irraggiungibile. 

"No. Dev'essere successo qualcosa. Intanto, pensiamo al coach, poi andremo a cercarlo."

Avvisarono tutti di incontrarsi al campo di lacrosse.

 

Quando raggiunsero il campo, alcuni del branco stavano tentando di calmare il coach trasformato in licantropo, con indosso solo un paio di jeans. 

L'uomo sembrava spaventato per via dei numerosi licantropi intorno a sé. Isaac cercava di parlargli senza ottenere grandi risultati. Ogni tanto cercava di fuggire vedendo un'apertura nel cerchio di licantropi, ma gli veniva subito bloccata la via di fuga.

Derek lo raggiunse e non perse tempo ad assumere la sua forma da licantropo, per ruggire e sottomettere al suo branco il neolicantropo. 

Il coach a quel rumore assordante e agli occhi rossi di Derek si abbassò sull'erba a volersi proteggere, ma non riprese le sue sembianze.

Derek gli intimò di controllarsi: "Devi trovare un'ancora se vuoi tornare umano. Trova qualcosa che ti ricordi perché è importante per te essere umano!"

Il coach sembrò ascoltarlo e puntò lo sguardo su Stiles poco dietro di Derek. 

"NON LUI! È mio!", gli ringhiò Derek. 

L'altro lo guardò negli occhi e tentò di attaccare. Il capobranco ruggì nuovamente facendolo arretrare. 

Stiles intervenne: "Bobby perché sei venuto qui al campo?" domandò, superando Derek e avvicinandosi al licantropo. 

"Stiles!" lo richiamarono i suoi amici, ma lui era già su un ginocchio ad un metro di distanza dal viso del coach. 

Continuò: "Perché qui e non nella foresta? Cosa c'è qui di importante per te?"

Il licantropo osservò senza attaccare, anzì piegando il capo alla presenza di Stiles. 

"Cosa?" insistette, vedendo che l'altro stava riflettendo. 

"Allievi.", dichiarò, con la voce roca.

Stiles sapeva che per Bobby occuparsi dei suoi alunni e dei suoi giocatori, era la cosa più importante del mondo. Gli dava pace e equilibrio.

Passò qualche secondo in cui gli artigli e le zanne si ritrassero e i tratti tornarono normali.

"Stiles?" chiese, confuso. 

"Bentornato Bobby."

"Cosa... Cosa è successo? Cosa sono?"

"Sei un licantropo Bobby. E sei anche uno di quelli belli tosti." scherzò. 

"Io... Cosa?"

"Ti spiegheremo con calma appena ti sarai tranquillizzato. Meglio se andiamo via da qui, ora."

Boyd e Isaac lo sollevarono vedendolo ancora scombussolato.

Derek richiamò Stiles: "Hai rischiato di farti uccidere!", lo rimproverò.

"Scusa. Ma è stato istintivo. Lui non ti avrebbe mai ascoltato perché ti vedeva come un ostacolo per poter stare con me. Credo che ora ti darà ascolto. Ho fatto solo ciò che le lupe fanno per proteggere il proprio compagno dall'attacco di altri lupi. Mi sono messo tra di voi. Scusa." scherzò l'omega, ricordando uno dei tanti documentari visti sui lupi prima del calore, quando era in ansia. 

"Ora sei una lupa?" chiese divertito. 

"Sai, ho passato tanto di quel tempo a fare ricerche sui lupi prima del calore, che ora mi identifico con loro."

Derek non poteva essere arrabbiato con un tale testone adorabile. 

 

Scott e Allison li raggiunsero poco dopo al loft, dove il branco stava spiegando tutto al coach che ancora sentiva l'influenza della luna piena alta in cielo.

Scott spalancò la porta con Allison e annunciò: "Ragazzi siamo nei guai! Ci sono i cacciatori in città e hanno visto il coach."

I primi a realizzare che erano tutti in pericolo, furono Derek e Peter. 

I cacciatori erano umani addestrati a riconoscere ogni tipo di creatura e, se c'era bisogno, ad ucciderla. 

"Come fate a saperlo?" chiese curioso Stiles. 

"Eravamo a cena dai genitori di Allison e attendevamo l'arrivo di suo nonno Gerard che era in ritardo. Quando è arrivato si è comportato in modo strano, lasciandoci in salotto da soli e andando a parlare con i genitori di Allison in cucina."

Allison era bianca in volto mentre Scott raccontava tutta la storia.

"Durante la cena Gerard ha annunciato che eravamo abbastanza adulti da sapere i segreti della famiglia Argent e ha spiegato che sono cacciatori da generazioni."

Peter scattò in piedi, guardando aspramente la ragazza. Lydia, che con Danny aveva raggiunto il branco al loft, lo fece sedere e calmare, preoccupata per l'amica.

"Sì, la mia famiglia uccide licantropi da secoli, ma i miei genitori ne erano usciti. Per questo ci siamo trasferiti in una città senza licantropi o almeno loro lo credevano fino a stasera."

Scott continuò: "Il fatto è che Gerard ha investito il coach che correva lungo la statale e lui ha tentato di ucciderlo."

"Sì, è vero. Ho cercato di tirare fuori dall'auto il tizio che mi aveva investito. Credo mi abbia colpito con un pugnale. Sono scappato per il dolore e sono andato al campo dove mi sentivo al sicuro." ammise, dispiaciuto il coach.

"Il fatto è che ora vuole dare la caccia al licantropo e ha chiesto aiuto ai miei genitori e a noi." fece Allison. 

"Abbiamo finto di non sapere nulla sui licantropo, ma il nonno di Allison ci ha mostrato una spada e ha elencato i modi d'uccidere un mannaro. Quell'uomo mi spaventa." ammise Scott rabbrividendo. 

Derek sembrava seriamente preoccupato. Se avesse saputo che nel suo branco ci sarebbe stata una cacciatrice, avrebbe impedito a Scott di legarsi a lei.

Stiles lo guardo: "Cosa facciamo?"

"Teniamo tutti un profilo basso. Non voglio vedere una sola trasformazione finché Gerard è in città. Scott e Allison, ci informeranno se c'è qualche pericolo."

Scott lo guardò preoccupato: "Derek, Gerard vuole addestraci e ha parlato dell'utilizzo di armi con argento. Appena le toccherò capirà che sono un licantropo."

"Usa una scusa. Dì che il lavoro non ti dà tempo per seguire l'addestramento."

"E Allison?" chiese preoccupato. 

"Dovrà lasciarsi addestrare. Magari scopriamo trucchetti nuovi per uccidere un licantropo. Meglio conoscerli. I cacciatori hanno molta fantasia quando si tratta di annientare uno di noi." affermò crudele verso Allison. 

Stiles lo guardò male. Capiva la sua antipatia per i cacciatori, ma non tollerava che scaricasse la sua frustrazione su un membro del branco. 

Derek decise di non insistere, ma si ritirò in camera.

A Stiles venne lasciato il compito di concludere la riunione. 

"Allison, cerca di scoprire il più possibile sulle intenzioni di tuo nonno, come ha detto Derek. Sappiamo che tu e i tuo genitori siete brave persone, quindi non preoccuparti della reazione di questi vecchi lupi spelacchiati." indicò Peter e la camera, causando l'irritazione del più grande degli Hale. 

"Io non sono un vecchio lupo." affermò incrociando le braccia. 

"No, amore. Sei solo spelacchiato.", ribattè Lydia, causando qualche sorriso.

"Allora.", riprese Stiles, ora che sembravano tutti meno tesi: "Bobby va portato a casa e tenuto d'occhio per i prossimi due giorni, chi se ne occupa?"

"Posso farlo io." accettò il compito Boyd, seguito da Isaac. 

"Se vi serve aiuto chiedete a Peter." aggiunse, certo che Derek non volesse averci a che fare per un certo periodo.

La serata terminò con qualche raccomandazione e con la messa a punto di piani per impedire a Scott di restare solo con Gerard e l'argento. 

Andati tutti via, Stiles andò da Derek in camera, stanco morto. 

"Ehi Derek. Tutto ok?" 

"Sì, sei stato in gamba con loro poco fa." affermò dal letto su cui era disteso. 

L'altro lo raggiunse: "Tu sei andato via, dovevo far qualcosa."

"Va bene." ammise incerto. 

"Cosa c'è Derek? Sei ancora preoccupato per i cacciatori? Guarda che non ci saranno problemi. Appena Gerard si sarà reso conto che non ci sono licantropi, andrà via."

"Mh..."

"Mi dici che hai?"

Derek sembrò riprendersi dallo stato di apatia: "Non sono in grado di gestire il branco. Tu hai fatto meglio di me, mentre io ancora non so controllarmi. Ho morso il coach e stavo per aggredire Allison." 

"Non puoi farti questi problemi. Non era una situazione facile. Ti sei comportato bene alla fine. L'importante è che ci sarai sempre per il branco, poi al resto ci penseremo noi. Non pretendiamo che tu faccia l'impossibile." affermò rassicurante, stendendosi sulla sua spalla. 

"Davvero credi che basti la mia presenza."

"No presenza, ma partecipazione. C'è differenza."

Derek lo guardò negli occhi non capendo. 

Stiles sorrise: "Siamo una famiglia tutti noi, ognuno aiuta qualcun altro, come si fa nelle famiglie."

"E credi che funzionerà?" domandò, perdendosi negli occhi del ragazzo. 

"Dobbiamo solo crederci e funzionerà."

L'alpha se lo strinse al petto e gli sussurrò: "Quand'è che sei diventato così perfetto?"

"Lo sono sempre stato!" affermò senza alcun ritegno. 

"Zitto e baciami."

Stiles non se lo fece ripetere, ma quando cercò di più si sentì spingere via. 

"Ora dormi. Sei stanco."

"Uffa..." fece deluso. 

 

La mattina dopo, Derek, sotto lo sguardo dispiaciuto del suo omega, si sbarazzò di tutti gli oggetti che gli ricordavano la sua vita da lupo. 

"Non credi che potrebbero servire nuovamente?" 

"Non mi farò più portare a spasso con il guinzaglio." sostenne, con un luccichio negli occhi che non prometteva nulla di buono.

"NO! Il collare no. È così bello."

"Stiles."

"Niente Stiles. Lo scelto io ed è mio. Mi è costato una fortuna."

"Potevi usare i miei soldi. Mi pare di averti dato una carta di credito tutta tua."

"Ma quelli sono i tuoi. Li uso per la spesa e le bollette."

"Stiles, siamo legati. Finché non trovi un buon lavoro remunerativo, mi aspetto che usi quei soldi per ogni tua necessità. Compresa un'auto nuova."

"Cosa?! Non rinuncio alla mia piccolina e poi non ho grosse spese personali."

"Non abbiamo un ballo a fine settimana? Ti servirà uno smoking."

"Perché, ci andiamo? Credevo che dovessimo tenere un profilo basso con Gerard in circolazione... E poi io ho sempre affittato lo smoking."

"Primo, meglio comportarci come una normale coppia davanti a Gerard. Secondo, tu non ti metti vestiti già usati da altri. Non voglio sentire l'odore di estranei su di te."

"Guarda che li lavano in lavanderia."

L'altro lo guardò male.

"Facciamo così, io compro lo smoking con la tua carta di credito, solo se mi fai tenere il collare e non offendi più la mia jeep."

"Contento tu.", sorrise Derek, felice di vedere finalmente qualcuno spendere la fortuna che era appartenuta alla sua famiglia. 

"Ora è meglio se vado o rischio di fare tardi a scuola."

"Aspetta."

"Cosa c'è? Non dirmi che sei preoccupato per la presenza di Bobby. Ti assicuro che starò alla larga per un po', almeno finché non si sarà abituato ai suoi nuovi sensi da licantropo. Ho sentito i ragazzi e sembra che se la stia cavando bene."

"Non mi preoccupa Bobby. Sono un alpha e so come tenerlo a bada. Volevo solo avere il bacio della buona giornata." così dicendo tirò Stiles contro di sé e iniziò a baciarlo. 

Non contento, Derek lo bacio sul collo e si strofinò contro il suo corpo. Stiles si sentiva felice per tante attenzioni a prima mattina. Il suo alpha non era mai stato così affettuoso lontano dal letto. 

"Ma oggi che ti prende?" domandò soddisfatto.

"Niente. Voglio solo stare con te il più possibile e baciarti, toccarti e amarti." dichiarò, con un luccichio sinistro negli occhi a cui Stiles non diede importanza in quel momento. 

Qualche minuto dopo si allontanò a malincuore e corse a scuola.

 

Scott lo aspettava davanti l'ingresso dell'istituto. 

"Buongiorno Scott. Come va?"

"Ciao. Bene, stranamente. Sembra che il coach se la stia cavando ed è venuto a scuola... Stiles, cos'è questa puzza? La senti anche tu?" fece, iniziando ad annusare l'aria intorno con il naso in su. 

"Scott, ti prego abbassa il naso, sei ridicolo. Io non sento nessuna puzza, comunque."

Scott si giro verso l'amico e l'annusò: "Stiles sei tu! Puzzi tremendamente. Sta' lontano, non lo sopporto."

"Cosa?! Ho fatto una doccia questa mattina. Non posso puzzare così tanto." affermò, mentre controllava la suola delle scarpe per vedere se aveva pestato la caccia di un cane.

Arrivati in classe, Isaac dopo essersi avvicinato ai due si allontanò velocemente disgustato.

Scott ordinò a Stiles di sedersi in fondo dove erano Lydia e Danny, mentre lui e Isaac si sacrificarono al primo banco, coprendosi il naso di tanto in tanto.

Lydia e Danny avevano notato lo strano comportamento.

"Cosa succede?" fece la ragazza. 

"Sembra che io puzzi." dichiarò abbattuto e offeso. 

"Io non sento niente." disse Danny sporgendosi dal banco. 

"Neanche io."

"Forse sono malato. Spiegherebbe l'odore."

"Derek te l'avrebbe detto e Scott non sarebbe scappato lontano, se tu fossi malato. Forse è altro?"

"Per caso sei in attesa?" tentò incerta Lydia. 

"No, ho fatto un test di gravidanza per sicurezza, poco dopo il calore ed era negativo. E poi, Derek se ne sarebbe accorto dall'odore dolce. Scott, invece, dice che puzzo."

"Dev'essere una cosa da licantropi allora."

"Può darsi che sia una sciocchezza."

Stiles decise di non pensarci per il resto della giornata. Avrebbe chiesto a Derek una volta a casa.

"Dopo scuola andiamo a comprare i vestiti per il ballo." annuncio la rossa.

Stiles avrebbe dovuto aspettare fino a tardi per chiedere al suo alpha.

Il resto della giornata la passo ad essere evitato da tutti i licantropi, compreso Bobby. Persino Erica tenne una certa distanza, mentre provavano gli abiti in un negozio in centro e nessuno sapeva spiegare cosa avesse Stiles che non andasse. 

Alla fine rientrò a casa stanco morto con diverse buste. Lui, Lydia e la carta di credito di Derek, erano una convergenza di elementi che non dovrebbero mai incontrarsi, pensò. 

Derek gli levò le buste di mano, prima che crollasse. Sembrava essersi ripreso la sua vita da umano, infatti aveva sistemato casa e aveva preparato la cena. 

Si erano sentiti per messaggi, ma Stiles voleva parlare faccia a faccia con il suo alpha del suo strano odore. Aveva pensato a diverse spiegazioni, ma il fatto che Derek non si stesse lamentando del suo odore, come avevano fatto tutti gli altri licantropi, gli parve davvero strano. 

"Derek, non senti questo strano odore?"

"È il polpettone nel forno."

"No, non mi riferivo a quello. Oggi i licantropi mi hanno detto che puzzo."

"Io non lo sento." fece noncurante.

"Davvero non senti nulla? Ma proprio nulla nulla?" domandò, riducendo gli occhi a due fessure sottili. 

Derek alzo le spalle, fingendo di non capire e si diresse verso la camera per posare le buste.

"Derek Hale, fermo dove sei!", lo riprese furente. 

Derek si bloccò sul posto. Sembrava che i ruoli alpha e omega fossero stati invertiti ed era il licantropo a dover dar di conto al compagno omega. 

"Cosa hai fatto? Perché puzzo?"

L'altro ispirò profondamente prima di iniziare a parlare: "Diciamo che mi sono assicurato che Bobby non ti infastidisse più."

"Cosa?! Come hai fatto?"

"Ho rilasciato più ormoni del solito sul tuo corpo. I licantropi percepiscono meglio dei normali alpha l'odore acre e non lo sopportano."

"Praticamente puzzo come un bidone dell'immondizia. Nessuno voleva starmi vicino oggi. Persino Scott mi ha evitato."

"Però ha funzionato. Bobby è rimasto alla larga."

"Levami questa puzza di dosso o torno a casa da mio padre! Non sono una tua proprietà."

"Beh, sei il mio omega, se decido che sei più al sicuro così, nessuno mi biasimerà."

Stiles, cinque minuti dopo era già davanti casa di suo padre a suonare il campanello, giusto per non fargli venire un infarto entrando come una furia. 

L'uomo aprì e sembrava stupito di trovarsi il figlio fumante di rabbia sulla porta. 

"Stiles?"

"Ciao papà. Per caso hai già affittato la mia stanza?"

"Ma cos'è successo? Perché vuoi la tua stanza?" domandò confuso.

Stiles entrò e si diresse in salotto con l'intenzione di raccontare tutto e sperare che suo padre decidesse di giocare al tiro al bersaglio quella sera, possibilmente con Derek. Purtroppo, entrando in salotto capì di essere arrivato in un momento inopportuno. Melissa era seduta sul divano e indossava un abito da sera, davanti a lei una bottiglia di vino e due bicchieri. 

"Stiles, stai bene?" domandò vedendolo sconvolto. 

"Sì, più o meno."

Lo sceriffo intervenne preoccupato: "Cosa ti è successo figliolo?"

Stiles decise che era meglio rimandare le spiegazioni: "Papà, non volevo disturbarvi. Posso restare a dormire qui?"

"Certo, ma perché non passi la notte a casa tua."

"Derek è in giro per boschi, sai com'è quando fa il selvatico e a me non andava di stare solo. Vado in camera mia, voi continuate pure a fare quello che stavate facendo. Ok? Buonanotte."

Fuggì in camera sperando di non aver interrotto qualcosa d'importante. 

Melissa si limitò a dire allo sceriffo: "Hanno litigato. Dagli tempo prima di fargli domande."

Stiles era infastidito come non mai da Derek. Va bene fare il geloso, pensò, ma l'idea di appartenere a lui non gli piaceva. Era il suo omega, non una proprietà a cui mettere il lucchetto per impedire ad altri di rubarlo. 

Si addormentò, troppo stanco per rimuginare su tutta la situazione. 

Verso le tre di notte, si sveglio sentendosi più caldo del normale, come se ci fosse qualcuno nel suo letto, infatti si trovò faccia a faccia con Derek che lo guardava dormire. 

"Guarda un po', il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Sei entrato dalla finestra scommetto?" chiese, più stanco che arrabbiato.

"Era aperta e ho pensato che fosse un invito a tentare di farmi perdonare. Non avrei dovuto farti questo senza il tuo permesso. Non lo farò più. Ho chiesto a Deaton e mi ha detto di farti guardare sul libro che ti ha dato, c'è una ricetta per eliminare l'odore in poche ore. Stiles, mi dispiace."

"Non è così facile farti perdonare. Devi darti da fare. E comunque Derek, voglio che ti sia chiaro, io sono tuo, ma non ti appartengo. Chiaro?"

"Lo so. Sono troppo geloso e ho paura che ti annoieresti a passare tutta la vita solo con uno come me."

"Sei il mio lupone e poi quando mai mi sono annoiato con te?" scherzò.

"Allora, torni a casa?"

"Sì. Ma domani."

"Perché domani?"

"Ho un sogno erotico da realizzare in questo letto da quando ti conosco."

"Stiles! Non con tuo padre nella stanza accanto."

"Noioso."

 

Il giorno dopo Stiles riuscì ad eliminare l'odore dal suo corpo, bevendo una pozione che aveva creato grazie al libro sulla cucina licantropesca.

Derek invece si era dato da fare per farsi perdonare, aveva organizzato la serata in modo molto romantico per la festa a scuola. 

Intanto, per quella sera aveva deciso di portare il coach Finstock ad allenarsi nel bosco. Tutti erano preoccupati all'idea di loro due, soli in un luogo isolato dove si poteva occultare un cadavere.

Stiles, preoccupato andò a letto, ma senza aver alcuna voglia di dormire e cercando di tenersi occupato per non immaginare l'esito della serata. Aveva scambiato qualche messaggio con Jackson che era a Parigi già da un paio di settimane. Gli stava più simpatico ora che non era più una lucertola gigante. 

Già che c'era, chiacchierò al telefono con Scott che cercava disperatamente di evitare Gerard e i suoi tentativi di trasformarlo in un cacciatore. Allison invece, sembrava aver trovato interessante l'addestramento, visto che nella loro famiglia gli omega erano considerati cacciatori migliori degli alpha e lei preferiva non essere un'umana indifesa tra i licantropi. Aveva deciso di sviluppare il suo talento d'arciere. In passato aveva già usato l'arco per sport e ora voleva ricominciare con esso. 

Stiles, voleva chiamare suo padre, ma sospettava che fosse in compagnia di Melissa.

Verso le due di notte, Derek rientrò tutto sporco di terra e erba e troppo allegro per uno che si era solo allenato con l'ex del suo omega. L'immagine del suo coach ucciso e sotterrato, gli balenò subito alla mente. 

"Derek, solo per sapere, non è che hai ucciso Bobby?"

"Non avevo motivo d'ucciderlo. Perché lo pensi?"

"Davvero? Perché lo penso? Tu, lui, soli. Perché dovrei pensarlo?!"

"È vivo."

"Allora, perché sei felice?"

"Mi sono divertito."

"In che modo ti sei divertito? Non usando artigli e zanne, spero."

"Solo un po'. Bobby è simpatico. Sembra che non se la sia presa così tanto per il morso."

Stiles ci impiego diversi secondi per metabolizzare il concetto che quei due fossero diventati due amiconi. Poi Derek si levò la maglietta per andare a fare la doccia e ignorò tutto il resto ammirando i suoi muscoli.

"Vengo anche io a farmi la doccia."

"Torna a dormire."

"Derek, ti rendi conto che ultimamente mi stai negando il sesso e non è una cosa da fare con un giovane omega con gli ormoni in subbuglio."

"Ho un buon motivo. Ricordi quando mi hai messo l'antipulci? O quando mi hai costretto a fare il bagno? Per non parlare della ciotola sul pavimento. Credevi davvero che non ti avrei fatto pagare tutto."

"Certo che come porti rancore tu... uffa."

Stiles si distese lamentandosi tutto il tempo, ma quando Derek si coricò su di lui come faceva di solito, si addormentò subito, certo che avrebbe convito Derek prima o poi a fare l'amore. 

 

La sera della festa del centenario della scuola era arrivata. 

Stiles si era preparato con molta attenzione. Voleva essere bellissimo e soprattutto seducente per Derek e poi desiderava sfoggiare il suo compagno durante la serata a scuola e convincerlo a fare sesso, tanto sesso. 

Quando uscì dalla camera, Derek era già pronto e Stiles per quanto desiderasse fare il seducente, rimase a bocca aperta vedendo il suo compagno in smoking.

Derek aveva avuto una reazione molto simile, ma era stato più attento a non darlo a vedere. 

Stiles era bellissimo nel suo smoking nuovo e perfettamente disegnato sulla sua figura snella. Era il più bel omega che l'uomo avesse mai visto. 

"Sei molto bello Stiles." gli disse, mentre gli si avvicinava per sistemare una piccola rosa sul risvolto della giacca. 

"Grazie... An... Anche tu." fece, praticamente sbavando.

Derek lo bacio per farlo riprendere dalla visione. 

"Andiamo?"

"Sì. Prendiamo la Camaro. Non voglio farti fare brutta figura con la mia jeep."

"Non si parla male della tua jeep, ricordi? Ho trovato un mezzo di trasporto migliore."

"Davvero? Non ci andiamo in autobus, vero?"

"Per chi mi hai preso?! Andiamo, ho un programmino per la serata niente male."

Stiles salto di gioia. 

Il mezzo di trasporto consisteva in una limousine nera con autista.

"Derek ti ho già detto che ti amo?"

"Non negli ultimi minuti."

Si misero comodi sui sedili e Derek gli versò una coppa di champagne per brindare. 

"Credo sia illegale farmi bere."

"No, se sono io a farti bere. E poi ti voglio rilassato per tutta la serata."

"Vuoi abusare di me? Non serve farmi ubriacare, puoi saltarmi addosso quando vuoi. Sono sempre disponibile per te."

"Non tentarmi. Potrei farlo ora."

"Sì, saltiamo la festa e chiudiamoci in camera o va bene anche la limousine." suggerì, distendendosi sui sedili.

"Prima voglio sfoggiarti e anche tu vuoi fare lo stesso, ammettilo. Quindi ci tocca aspettare."

Infatti, alla festa riscossero molto successo, come coppia più bella della serata, tanto da fare invidia anche a Peter e Lydia. 

Derek sembrava anche felice di vedere il coach. Alla fine sembrava che avessero messo in chiaro la situazione. E Bobby sembrava aver davvero messo da parte la relazione con Stiles.

Il branco era allegro quella sera. Le cose andavano bene per tutti e c'era la sensazione nell'aria che tutto sarebbe andato bene per diverso tempo. 

Stiles e Derek lasciarono la festa prima degli altri. All'inizio l'omega credeva di essere diretto a casa, ma poi scoprì che si stavano allontanando da Beacon Hills. 

"Dove andiamo?" domandò, tentando di tenere le labbra di Derek lontane dalle sue per più di un secondo. 

Derek si fermò quel tanto che gli permetteva di rispondere. 

"È una sorpresa. Spero non ti dispiaccia stare fuori un paio di giorni."

"Mi piacciono le sorprese, ma non ho portato nulla."

"Ci ho pensato io. Non ti serviranno a molto i vestiti."

"Niente vestiti. Mi piace il programma."

Derek tornò a torturare le sue labbra per impegnare il tempo e già che c'era si concentrò sull'intimità di Stiles, provocandogli un paio di orgasmi.

Quando arrivarono davanti ad una struttura in legno e vetro immersa nella vegetazione, Stiles scese reggendosi a malapena sulle gambe rese molli dal piacere che Derek aveva contribuito a donargli.

"Siamo in una Spa?" domandò sorpreso. 

"Sì, massaggi e trattamenti per due giorni. Ho pensato che ti facesse piacere dopo tutto il tempo passato a stare dietro a me in versione lupo e tutto il resto."

"Ti amo, lo sai?"

"Ti amo anch'io, Stiles. Ora entriamo, abbiamo una cosetta da finire." sussurrò al suo orecchio eccitato. 

In meno di mezz'ora, Stiles si ritrovò nella vasca idromassaggio della sua bellissima camera, con Derek che scivolava dolce nel suo corpo e dava le prime spinte facendogli perdere ogni contatto con la realtà per il piacere provato. 

"Stiles." lo chiamava Derek, provocando gemiti in risposta.

L'omega era sempre incontenibile quando si lasciava andare al sesso. Tra le braccia del suo alpha non aveva mai tabù, tanto che chiedeva sempre tutto quello che desiderava fare e Derek non glielo negava mai.

"Derek, più forte. Ti prego."

L'altro diede spinte più veloci stringendogli i fianchi tra le mani, fino a provocare un urlo e contrazioni nel corpo di Stiles che aveva raggiunto l'apice del piacere. Lo sentì inarcarsi e poi crollare tra le sue braccia, mentre anche lui raggiungeva il piacere e si riversava nel corpo del suo omega come faceva sempre e come avrebbe fatto per il resto della sua vita. 

Entrambi erano soddisfatti e rilassati. 

I due giorni fuori città, aiutarono la coppia a lasciarsi andare. Derek era sempre stato ansioso per tutto, ad iniziare dal suo omega, passando per il branco e finendo con la storia della trasformazione in lupo, ma ora era completamente in pace.

Stiles si stava concedendo del tempo per sé, che altrimenti non avrebbe avuto a contatto con il branco, infatti quando ritornarono a casa, li aspettava la splendida notizia del matrimonio tra Melissa e suo padre. La cosa aveva creato una tale eccitazione in Stiles che nessuno riusciva a contenere. E Scott non era da meno. I due si erano lanciati a capofitto nei preparativi, visto che il matrimonio sarebbe stato a breve, poco prima del prossimo calore di Melissa. Scott aveva anche una buona scusa per evitare gli allenamenti di Gerard.

I due ragazzi erano felici di potersi finalmente considerare fratelli, in fondo erano già da tempo una sola famiglia.

Tra la celebrazione del matrimonio e la vita di tutti i giorni, Natale era vicino e anche il secondo calore degli omega del branco.

Stiles sapeva che sarebbe andato in calore per primo questa volta ed era pronto. 

 

NOTE DELL'AUTRICE

 

Ciao a tutti. 

Perdonate il ritardo. Ci ho impiegato un po' perché non è un capitolo particolare, ma solo di passaggio. D'ora in poi i tempi si allungano, racconterò solo i principali accadimenti della vita di Stiles e Derek e qualche periodo difficile o speciale della loro esistenza. 

Come si è capito, la loro storia non si limitano ad una sola stagione, ma a tutta la vita. 

Negli ultimi tempi ho visto nascere diverse ff omegaverse *-* e ve ne consiglio un paio: una completa "Insane temptation" di oOBlackRavenOo e una in corso "Complicated" di fefi97.

Se siete interessati ad una nuova coppia che è molto sterekosa Alex/Yassen, ho scritto un primo capitolo. È ispirata al film e ai libri di Alex Rider. In futuro pensavo a una storia ispirata a questo film, con Stiles giovane spia inglese e Derek mercenario, come vi sembra?

Grazie per i commenti e tutto. 

Cercherò di aggiornare presto. 

Baci

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


CAPITOLO XV

 

Derek si stava già pentendo di aver dato una carta di credito a Stiles. Non tanto per le spese, quelle non era un problema, ma perché a portare le buste dei suoi mille regali natalizi era lui.
L'omega aveva perso il contegno -se mai l'avesse avuto- mentre schizzava da un negozio all'altro scontrandosi anche con povera gente che aveva la sventura di trovarselo davanti.
Se non fosse stato per i mille odori che rendevano difficile riconoscere quello di Stiles, Derek si sarebbe seduto per tutto il tempo. Purtroppo non poteva, il suo omega era quasi vicino al calore e non voleva rischiare che si trovasse da solo in quello stato. Il suo odore su Stiles era un deterrente, ma in caso di calore improvviso si sarebbe ritrovato in pericolo tra gli alpha e soprattutto, non avrebbe resistito alle loro attenzioni. Per quanto la sua volontà fosse forte, non poteva impedirgli di farsi il primo alpha a portata di mano.
"Ecco, ho trovato qualcosa che ti può essere utile per gli allenamenti di trasformazione in lupo."
Derek lo guardò, sapendo che stava per dire una delle sue solite sciocchezze, infatti stava mostrando un piccolo congegno elettronico per cani.
"Stiles!"
"Non ringhiare. È ottimo per capire la tua resistenza quando sei trasformato in cane."
"Io non mi trasformo in cane, ma in lupo, Stiles!" sottolineò.
"Sì sì, come dici tu, cucciolone. Però, con questo possiamo monitorare il battito, le ore di sonno e se ti allontani troppo dal perimetro sicuro mi avvisa sul cellulare."
Derek sbuffò, non capiva davvero da quando avesse iniziato ad accettare i commenti sarcastici del suo umano senza avere voglia di aprirgli la gola neanche un pochino. Forse, con l'età si stava ammorbidendo un po' troppo o era il fatto di essere legato a Stiles? Non lo sapeva e del resto non gli importava poi tanto.
"Allora, lo compriamo? Lo mettiamo sul collare che ho conservato, così quando vai a correre vediamo il tuo stato di salute. Sai che i ragazzi sembrano interessati alle tue trasformazione e vogliono capire se accadrà anche a loro o ai loro figli in futuro."
"Ok, prendiamolo." fece, capendo di essersi davvero ammorbidito.
Ciò era accaduto con le trasformazioni in lupo che effettuava una volta a settimana. Correndo libero per i boschi, sfogava tutto l'istinto omicida che si accumulava durante la settimana con Stiles e il branco che ne combinavano sempre di nuove. L'ultima era l'addestramento del branco con Allison che scoccava frecce. Il problema era che l'omega era diventata davvero brava e non mancava più il bersaglio, tanto che lui aveva dovuto estrarsi una freccia dal sedere e non era stato per nulla piacevole. Per non parlare delle urla di Stiles, preoccupato che il suo splendido sedere -testuali parole- venisse rovinato irrimediabilmente. Non aveva parlato alla ragazza per giorni per quell'affronto e il suo sedere era diventato argomento di dibattito durante una riunione.
Dopo il matrimonio dello sceriffo, Stiles era diventato ancora più esasperante. Il non potersi prendere cura di suo padre, come faceva prima, l'aveva portato a riversare le sue attenzioni tutte sul suo alpha e sul branco, tanto che casa sua non era mai vuota e c'era sempre qualcosa da fare e da organizzare. Stiles aveva preso bene il ruolo di omega del capo branco e l'aveva fatto suo, divertendosi un sacco.
"Allora, abbiamo preso quasi tutto." precisò l'omega tirando fuori la lista degli acquisti da fare e mettendo una croce sul congegno per cani. Il dubbio che non era stato casuale quell'acquisto lo fece sorridere, piuttosto che arrabbiare. Il suo umano voleva tenerlo d'occhio, forse per gelosia o solo per paura di perderlo nei boschi.
Derek tirò a sé Stiles e lo bacio di slancio, lasciando il ragazzo stordito da quella dimostrazione improvvisa d'affetto.
Una volta lasciate le labbra di Derek, Stiles farneticò: "Il collare lo metti lo stesso, anche se fai il romantico."
Derek rise, prima di bloccarsi ad annusare l'aria con più attenzione.
"Derek?" domandò l'omega, intuendo il pericolo.
"I gemelli sono qui vicino."
Stiles capì subito a quali gemelli si riferisse. "Avevano promesso di non entrare in città. Hanno brutte intenzioni?"
"Non mi pare dall'odore."
Individuarono il punto da cui arrivava l'odore dei gemelli, in cima alle scale mobili. Li stavano aspettando.
Derek era incerto su cosa fare, ma nel dubbio preferiva tenere Stiles vicino il più possibile per la sua sicurezza, quindi controllò meglio se ci fossero altri licantropi in zona e poi decise di avvicinarsi ai due.
Ethan e Aiden sembravano non avere intenzione di far scoppiare una rissa, forse era per questo che avevano scelto il centro commerciale, un luogo affollato, per avvicinare Derek.
"Cosa volete?" ringhiò quasi, una volta giunti davanti ai due.
"Siamo qui solo per parlare." rispose l'omega Ethan.
"Allora, parlate!"
Stiles seguiva da dietro una spalla di Derek, dove era stato costretto a posizionarsi con le buste dei regali.
"Un paio dei nostri sono stati uccisi da dei cacciatori."
"E noi che c'entriamo?" domandò Derek sospettoso.
"Erano nella foresta ai confini della città."
"Quindi erano loro che invadevano il nostro territorio. Ne ho avvertito l'odore un paio di volte."
"Sì, alcuni dei nostri si sono sentiti attratti dalla foresta durante la luna piena e hanno invaso il vostro territorio pagandone le conseguenza. Non volevamo che accadesse, ma ora abbiamo un problema con i cacciatori."
Ethan sembrava incerto su come descrivere la situazione. Sapeva bene che erano in torto per ciò che avevano fatto i loro amici. Era attento ad ogni parola, stava pur sempre parlando con un capo branco.
"Lo so. A causa vostra possiamo allenarci solo quando sappiamo che i cacciatori non sono nei dintorni."
"Quindi voi sapevate della loro presenza e non avete detto nulla?!" fece arrabbiato Aiden mandando al diavolo i tentativi diplomatici del fratello di colloquiare in pace.
"Vi abbiamo avvertiti che avreste pagato cara un'invasione di territorio. Non ne abbiamo alcuna responsabilità se non sapete mantenere la parola."
Aiden era sul punto di attaccare Derek per la risposta ricevuta, ma Stiles intervenne: "Calmi. È inutile litigare tra di noi sull'accaduto. I cacciatori sono in zona, questo è vero, ma non ci resteranno in eterno, se collaboriamo e non ci facciamo notare."
"Facile per te parlare, sei umano!" gli rinfacciò il licantropo alpha, ricevendo un'occhiata d'ammonimento dal gemello omega. Offendere il compagno di un capo branco era un suicidio infatti Derek aveva fatto lampeggiare gli occhi come avvertimento.
"Sentite, sarò pure umano, ma sono sulla vostra stessa barca. I compagni umani dei licantropi rischiano la vita come tutti voi. Quindi ora decidiamo un piano per evitare di ritrovarci tutti appesi ad un albero e tagliati a metà da una spada medioevale."
Derek lo guardò confuso.
"Come fai a sapere che erano tagliati a metà i due licantropi?" chiese sospettoso Ethan.
"Ho fatto ricerche, dopo che mio padre lo sceriffo ha parlato di un corpo ritrovato nel bosco ieri mattina in quelle condizioni. È una prassi antica e comune tra i cacciatori, eliminare un licantropo incutendo terrore nel resto del branco. Lo fanno anche con gli omega quando sono gravidi. Uccidono anche i cucciolo in grembo e lo mettono in mostra impiccandolo con le interiora dell'omega."
"Stiles?!"
Derek era sconvolto che il suo compagno avesse appreso queste informazioni e le tenesse per sé. Non voleva che soffrisse, sapendo cosa i cacciatori potessero fargli solo perché un giorno gravido di un cucciolo.
"Ne avremmo parlato alla riunione di questa sera. Mi sembrava inutile mettere in allarme tutto il branco. Volevo che si rilassassero ancora per un po'." ammise, cercando di spiegare le sue ragioni.
"Forse, dovremmo fare una riunione anche con gli altri licantropi."
Derek avrebbe parlato con Stiles in privato delle sue paure.
"Nostro padre è favorevole ad un incontro nel bosco per decidere il da farsi." si fece portavoce Ethan.
Stiles sbottò: "Ma siete idioti o cosa?!"
Aiden lo guardò storto.
"I peggiori squartamenti avvengono nel bosco e voi dove volete organizzare l'incontro? Nel bosco! Deucalion è proprio un genio. Parlaci tu Derek, io ci rinuncio." dichiarò nervoso.
"Ha ragione. Vediamoci al liceo della città verso mezzanotte. Bobby ha le chiavi della palestra, ci farà entrare e non credo avremo problemi con i cacciatori."
"Ok." accettarono, comprendendo che era più sicuro per tutti.
"Evitate di farvi notare."
"Tranquilli, il nostro gruppo è diminuito a causa della presenza dei cacciatori. Alcuni sono andati via non appena hanno trovato un branco che li volesse. Credo che siate voi in maggioranza ora."
Stiles intervenne in tono di sfida: "E abbiamo anche gli umani più tosti della Stato, quindi non fate scherzi!"
Ethan sembrava divertito da Stiles. Era dalla sera in cui lo avevano rapito in discoteca che adorava il suo spirito combattivo.
"Ne siamo sicuri e vorrei davvero conoscerli bene."
Aiden sbuffò perché da un po' di tempo aveva capito che Ethan volesse un posto sicuro per tutti loro e sperava che Derek accettasse i restanti licantropi del loro gruppo. Era pur sempre un omega in cerca di un posto dove vivere e mettere radici.
Stiles aveva intuito qualcosa. Ethan non era un cattivo licantropo, forse poteva...
"Ethan, ti va di conoscere il branco, mentre Aiden porta la notizia della riunione a vostro padre?"
"Cosa?!" esclamarono i due alpha contemporaneamente.
"Beh, è un omega Derek. Non è una minaccia tanto grande se lo porto al loft."
Aiden intervenne: "Mio fratello resta con me."
"Ok, dicevo solo che poteva venire e partecipare alla nostra riunione, fare domande e rispondere a qualche curiosità. Sarebbe mio ospite."
I due alpha stavano per obiettare, ma Ethan rispose subito: "Vengo. Ti aiuto con le buste?"
"Sì, tieni grande lupo forzuto. Stavo per perdere la sensibilità alle mani."
Aiden vide i due omega allontanarsi e non poté fare altro che fissare Derek che oramai sembrava accettare ogni decisione del suo omega.
Si guardarono sconsolati prima di prendere ognuno la propria strada.
Derek notò che Stiles stava chiacchierando allegramente con il licantropo e questi non aveva problemi a dargli le spalle, come se si fidasse di lui. Forse, Stiles sapeva bene quello che stava facendo, nonostante tutti i rischi a cui si esponeva in quel momento.
~·~
Il loft venne preso d'assalto già alle otto di sera. Stiles aveva ospitato Ethan come si fa con un vecchio amico, cucinando anche per lui e il ragazzo non aveva mai fatto nulla che facesse pensare di avere cattive intenzioni, anzi sembrava divertirsi in sua compagnia.
"Allora, qual è il piano?" Derek domandò a Stiles, mentre Ethan era in bagno.
"Gli diamo una botta in testa e lo consegnamo ai cacciatori come ultimo licantropo in zona, così vanno via."
Sembrava serio, mentre lo diceva.
Derek alzò un sopracciglio.
"Semplicemente ce lo facciamo amico. È simpatico e cerca una casa."
"Cosa? Vuoi tenerlo qui con noi." l'idea lo irritava.
"Non in questa casa!" esclamò geloso. "Intendevo qui a Beacon Hill con il nostro branco."
"Non credo che Aiden sia d'accordo."
"Lo sarà, appena avrò finito con Ethan."
Derek notò il suo omega assumere l'espressione inquietante da cattivo dei cartoni animati e scosse la testa divertito e terrorizzato.
Ethan tornò nel salone, quando i primi membri del branco iniziarono ad arrivare.
Dopo mezz'ora parlavano tranquillamente con Ethan senza considerarlo un nemico. Persino Isaac sembrava non aver problemi con lui, nonostante il rapimento di Danny in discoteca di diversi mesi prima.
Quando arrivò Jackson, in ritardo per colpa del volo dalla Francia, ci fu un po' di confusione tra abbracci e saluti, finché lo sguardo di Jackson non si fermò sul licantropo sconosciuto.
Ci volle qualche minuto, ma alla fine i due erano seduti vicini a parlare, mentre il branco sembrava concentrato su altri argomenti.
Stiles soddisfatto, diede un colpetto a Derek facendogli notare Jackson e Ethan che si corteggiavano. I due si sfioravano casualmente e osservavano attentamente ogni movimento delle labbra e degli occhi dell'altro, mentre parlavano con un tono molto basso.
Derek era incredulo: "Come hai fatto?"
"Non c'è voluto tanto. Quei due sono alla ricerca di un posto solo loro. È per questo che Jackson è tornato per le vacanze di Natale e Ethan mi ha seguito."
"Sei un genio."
"Lo so." ammise compiaciuto.
Derek diede un bacio veloce a Stiles e incominciò la riunione.
"Allora, siamo qui per discutere dell'incontro con il gruppo di licantropi fuori città e delle varie precauzioni da prendere nei confronti dei cacciatori. Credo che Gerard non sia l'unico cacciatore attivo in zona."
"Chi è Gerard?" domandò Ethan.
Allison rispose contrita: "Mio nonno, un cacciatore."
"Cosa?! Com'è possibile..."
"Lui non sa che Scott è un licantropo. Ci ha costretti ad addestrarci per la caccia, ma non credo che sia attivo come cacciatore." spiegò.
Stiles ribatte: " Invece sembra che lo sia. Ci sono dei licantropi morti, ecco perché Ethan è qui."
Tutti osservarono lo sconosciuto.
"Un paio di licantropi del gruppo di Ethan sono entrati nel bosco e sono stati uccisi." aggiunse.
"Non erano deboli, quindi sono dell'idea che ci siano più cacciatori in circolazione." specificò l'omega.
Scott intervenne: "Noi non ne sappiamo molto. Gerard sembra occupato con altro in questi giorni. Anche se avesse fatto venire nuovi cacciatori, noi non lo sapremmo."
"Altro?" chiese Derek.
"È piuttosto fugace."
"Può darsi che sia per la presenza dei licantropi." fece notare Boyd.
"Allora, dobbiamo fare in modo che non ne trovi altri in giro per il bosco." affermò Lydia.
"Sì. Dobbiamo darci delle regole e ciò vale anche per voi, Ethan. Stiamo cercando di vivere non notati e i vostri devono capire che non possono fare come vogliono. Deucalion dovrebbe decidersi a formare un branco e non a lasciarvi sciolti come cani."
Derek rimproverò il licantropo, che sembrava d'accordo su tutto ciò.
Jackson notò l'aria abbattuta dell'omega a suo fianco e gli prese la mano per confortarlo. I due si scambiarono un sorriso, mentre Stiles sorrideva felice d'aver fatto la sua buon'azione quotidiana, facendoli conoscere.
Derek, dopo aver roteato gli occhi, riprese a parlare: "Allora, credo che l'incontro con gli altri licantropi sia inevitabile. Bobby, ci farai entrare nella palestra del liceo, almeno lì saremo più riparati dai cacciatori. Per il resto, le regole da seguire sono sempre le stesse. State attenti e non fatevi notare."
Conclusa la riunione, qualcuno iniziò ad avviarsi verso la palestra per capire se fosse tutto tranquillo e qualcun altro ne approfittò per conoscersi meglio.
Jackson e Ethan sembravano essersi innamorati all'istante e davano l'impressione di non essere lontani da un bacio, bastava guardare come si sfioravano e sorridevano.
Quando finalmente era giunta l'ora di incamminarsi verso la palestra, Stiles lasciò che fosse Jackson ad accompagnare Ethan con la sua auto e come volevasi dimostrare, l'omega giunse in palestra con il lieve odore di Jackson sui vestiti e i capelli scompigliati.
Quando anche i licantropi di Deucalion giunsero, non poterono far a meno di notare quel piccolo cambiamento sul loro amico.
Aiden e Deucalion, nonostante quest'ultimo fosse cieco, lo fissarono quasi scioccati, mentre lui continuava a restare mano nella mano con Jackson.
Alla fine Deucalion si limitò a sorridere, Aiden invece sembrava leggermente irritato.
Derek decise di prendere la parola e iniziare quella strana riunione che sembrava più un incontro di famiglie per un fidanzamento ufficiale, almeno nelle espressioni dei visi di alcuni dei presenti che osservavano la nuova coppia.
"Siamo tutti qui riuniti..."
Venne interrotto da Stiles che sussurrò sottovoce, come se ciò bastasse con l'udito dei licantropi: "Amore, non siamo in Chiesa, inizia con una frase diversa, per favore."
Se c'era stata un po' di tensione nell'aria, essa si era alleggerita all'intervento di Stiles.
Derek alzò il sopracciglio, ma poi tornò a parlare. "Siamo qui per decidere come comportarci con i cacciatori. Il vostro comportamento ha messo in pericolo il nostro branco. Quindi ci servono regole severe, credo che anche tu sia d'accordo Deucalion?"
"Sì, i miei compagni si sono lasciati prendere dall'euforia di poter correre liberi nel bosco e hanno pagato con la vita. Credo che debba esserci una regola base, del tipo che chi mette in pericolo l'intera comunità dei licantropi nel territorio di Beacon Hill, paghi con la vita..."
Deucalion si bloccò e si mise ad annusare l'aria. Non fu l'unico.
"Abbiamo visite."
Un gruppo di uomini armati entrarono nella palestra da più porte. A capo del gruppo c'era Gerard.
Allison alla vista del nonno si posizionò davanti a Scott per proteggerlo, solo allora notò che nel gruppo c'era anche sua madre. Le avevano spiegato che gli omega sono ottimi diversivi o prede nella caccia dei licantropi alpha perché il loro odore da esseri indifesi fa abbassare la guardia delle creature, ma Allison non si sarebbe mai aspettata di vederla in una tale situazione.
"Mamma?"
"Allison, allontanati da quella bestiaccia." Nella voce non c'era il suo solito tono materno.
Restò sconvolta per qualche secondo prima di ribattere: "Cosa? NO! Lui è il mio compagno, cosa volete fare?"
"Sterminarci." rispose Deucalion al posto della donna.
"Non potete! Come pensate di giustificare una strage?" ringhiò Derek.
Gerard rispose tranquillamente, come se la cosa fosse normale: "Una festa clandestina nella palestra della scuola andata male. Basterà chiudere le vie di fuga e bruciarvi tutti. Hale, ho preso ispirazione dalla tua villa bruciata qualche anno fa. Chiunque sia stato, merita il mio rispetto."
Derek stava per scagliarsi contro il vecchio cacciatore, quando Deucalion lo bloccò con il suo bastone per ciechi sul petto.
"Resta calmo."
Derek si fermò e dichiarò furioso: "Non permetterò che tocchi il mio branco e il mio omega. Come pensi di giustificare l'assassinio di giovani umani agli altri cacciatori? Avete un codice da seguire."
Gerard sorrise: "Non mi frega niente delle vostre puttane umane. Tranne di una." dichiarò, mentre fissava Allison e dava l'ordine alla madre: "Victoria, prendi tua figlia."
Allison vide sua madre avvicinarsi con altri cacciatori e invece di arretrare si fece avanti. Scott guardò confuso la sua compagna andare verso i cacciatori.
"Allison?" sussurrò con gli occhi sbarrati.
Lei non rispose, ma quando fu davanti a sua madre, con un gesto fluido tiro fuori una piccola balestra dalla borsa e la puntò dritta al petto della donna.
L'espressione incredula che prima era stata di Scott ora era sul viso di Victoria.
"Allison, cosa fai? Sono tua madre."
"Sì. È per questo che non posso permetterti di compiere questa strage. Non potrei mai più considerarti mia madre. Va' via!"
"Testarda come suo padre!" fece irritato Gerard.
Allison solo a quel punto notò che il padre, Chris, mancava tra i cacciatori. Non capiva dove potesse essere, visto che era un ottimo cacciatore. Strano che mancasse.
La situazione sembrava in stallo, ma con Gerard non poteva essere così.
"Chiudete tutto e bruciate la palestra. Lei non pianterà una freccia nel cuore di sua madre e se ci tiene tanto può morire con queste bestie."
Tutto il branco si guardò intorno, notando strisce nere davanti alle porte ancora aperte.
"Sorbo." sussurrò Stiles, intuendo che li stavano bloccando dentro.
Anche se i licantropi potevano buttare giù le porte e i muri, con il Sorbo non potevano fare niente e gli umani non potevano spezzare il cerchio visto che il Sorbo era proprio poco oltre la soglia della porta che loro non potevano buttare giù. Era una perfetta trappola per licantropi e umani.
Gerard si voltò richiamando a sé l'attenzione della figlia: "Victoria, vieni."
La donna osservò attentamente sua figlia, nella speranza che la seguisse e poi le diede le spalle per uscire.
Allison non poteva credere che la sua famiglia stesse per compiere una strage. Era quasi tentata di colpire sua madre alle spalle, ma invece puntò la balestra verso suo nonno.
Stavano tutti per morire e i legami famigliari chiaramente non avevano più nessun valore. Era l'unica a poter fare qualcosa per salvare tutti.
Il branco stava per attaccare i cacciatori ancora all'interno del cerchio di sorbo, dimenticando qualsiasi regola che si erano dati sul non uccidere, ma una voce maschile e risoluta fermò tutti prima che anche i proiettili d'argento iniziassero a volare.
"Fermi!"
Chris apparve sulla soglia della porta trascinando uno dei tanti cacciatori lì presenti e usandolo come scudo. Era armato.
Gerard spazientito si lamentò della testardaggine del genero.
"Proprio non lo capisci qual è il tuo posto!? Cosa credi di fare da solo?"
"Ma io non sono solo." ammise vittorioso.
Numerose sirene iniziarono a risuonare intorno all'edificio.
"La polizia. Davvero hai rivelato tutto a dei poliziotti per potermi fermare?" Era davvero incredulo.
"Non ho dovuto fare nulla del genere. Mi è bastato riassumere i tuoi piani allo sceriffo Stilinski e lui ha mobilitato tutta la polizia della città. Se non uscite con le mani in alto, non perderanno tempo ad entrare e ad aprire il fuoco."
"Hai vinto Chris. Ma per quanto tempo credi di poter tenere al sicuro questi mostri sfruttando la polizia? Prima o poi troveremo il modo per annientare questo branco." Suonava come una promessa.
"Non hanno fatto nulla di male, il Codice dei cacciatori dice..."
"Fanculo il Codice! Devono morire."
Chris sorrise: "Vivi ancora nel medioevo Gerard."
"Le cose andavano meglio allora. Ognuno conosceva il suo posto nel mondo." Lo affermò guardando Allison e il padre con disprezzo.
"Può darsi ma le cose cambiano e purtroppo per te ora siamo nel ventunesimo secolo e hanno inventato le videochiamate."
Chris mostrò il cellulare che spuntava da un taschino.
"È con questo?" fece il vecchio, pensando che dall'altra parte ci fosse lo sceriffo Stilinski.
"Tutti i cacciatori d'America sanno che hai appena sputato sul Codice e non credo l'abbiano presa tanto bene. Sai quanto sono suscettibili quando si tratta di rispettare le regole." affermò soddisfatto di quella piccola astuzia.
"Non crederai di potermi fermare..."
Una voce al megafono giunse dall'esterno, facendo sorridere fiero Stiles.
"Polizia di Beacon Hills. Uscite disarmati con le mani in alto."
Gerard era praticamente rosso di rabbia. Sapeva che l'avrebbero arrestato con i suoi compagni cacciatori, quindi era pronto a compiere l'ultimo gesto folle. Si voltò verso la persona più vicina a lui che in quel momento era Ethan, riuscendolo ad afferrare e a minacciarlo con un coltello d'argento alla gola.
Era stato così inaspettato e folle come gesto che Ethan era sorpreso di essere caduto così facilmente nelle mani di un vecchio cacciatore.
"Credo che ora mi aiuterete ad andare via." spiegò Gerard.
Aiden stava ringhiando pronto allo scontro, ma fu Jackson che con una rapida mossa conficcò gli artigli nella colonna vertebrale all'altezza del collo di Gerard, impedendogli di far del male ad Ethan che si liberò facilmente.
Il licantropo sussurrò all'uomo morente che aveva già perso ogni capacità di muoversi: "Vedi cosa capita a mettersi contro un ex Kanima."
Era un Jackson nuovo quello che ora stava affrontando un pericolo solo per proteggere la persona che iniziava ad essere chiaramente il suo omega.
Una volta annientato Gerard, il resto dei cacciatori non sapendo più che fare perse la concentrazione abbassando la guardia e il branco ne approfittò. Alcuni di loro scattaro appena lo fece Derek e misero al tappeto tutti, tranne Victoria.
Chris riuscì a raggiungerla, dopo aver atterrato anche il cacciatore che aveva tra le mani.
"Victoria..." sussurrò deluso dalla donna, ma con la speranza nel cuore.
Lei spostò lo sguardo dal corpo di Gerard alla figura del marito di fronte: "Hai preferito loro a noi, Chris. Perché?"
"Non ho preferito nessuno alla nostra famiglia. Volevo solo che Allison fosse felice."
Il suo risentimento era contenuto: "Con un licantropo!? Avrei dovuto indagare meglio quando si è presentato a casa. Non posso credere che proprio la nostra famiglia abbia permesso questo abominio."
"L'abominio è permetterti di far del male a tua figlia. Victoria quand'è che sei diventata così?" Chris sembrava in lacrime.
"Quando tu hai rinnegato il tuo vero compito di cacciatore."
Chris era stanco di quel confronto doloroso. La persona che amava non poteva capire le sue scelte, era inutile continuare.
"Vattene."
Fu la sua decisione.
La donna si guardò intorno cercando lo sguardo di sua figlia che le venne negato e rassegnata prese ad avviarsi verso una delle uscite. Stranamente nessuno dei mannari ebbe da ridire sulla decisione del cacciatore di lasciarla andare, anzi la lasciarono passare.
Una volta rimasti soli, Chris chiamò lo sceriffo al cellulare e gli confermò che il posto era in sicurezza. L'uomo non attese ed entrò per controllare lo stato di salute di suo figlio.
Stiles ancora stordito da tutto ciò che era successo, si lasciò abbracciare e controllare dallo sguardo indagatore del padre a sincerarsi del suo stato di salute.
"Tutto bene?"
"Sì, tranquillo. Ma hai davvero usato i tuoi agenti? Ora come faremo a spiegare tutto quello che è successo?" domandò, certo che si fossero infilati in una situazione più grave della precedente.
"Non preoccuparti di questo, era tutta una messa in scena. Fuori c'è solo Deaton con le sirene registrate."
Stiles sorpreso dell'astuzia del genitore, gli fece i complimenti.
Intanto Derek guardava il corpo di Gerard e Chris accanto ad esso. Gli si avvicinò, non sapendo bene se ringraziarlo fosse un gesto da fare davanti al cadavere del suocero.
Fu Chris a parlare per primo. "Ha sbagliato e pagato. Hale, so che la storia tra licantropi e cacciatori non è mai stata delle migliori, ma spero che capirai che i suoi uomini hanno seguito solo gli ordini di uno squilibrato. Lasciali a me, verranno rieducati." giurò, indicando con il mento i cacciatori a terra storditi a causa di qualche pugno ben assestato. Altri erano riusciti a fuggire.
"Fanne quello che vuoi, ma se li rivedo vicino al mio branco, non risponderò del mio comportamento."
"Non preoccuparti, ho intenzione di mandarli via da Beacon Hill. Resterò solo io. Se per te va bene?"
Derek acconsentì con un cenno della testa e poi si allontanò. Il cacciatore allora decise di andare ad abbracciare sua figlia, fiero di lei. Allison si lasciò andare al pianto tra le braccia del padre, che nel frattempo aveva posato anche una mano sulla spalla di Scott.
~·~
Dopo tutto quello che era successo con Gerard, il branco aveva preso maggiore consapevolezza di ciò che significava essere umano e avere un figlio sicuramente mannaro.
Durante un piccolo party a casa di Derek e Stiles, per l'inizio delle vacanze natalizie ne avevano parlato a fine serata, mentre bevevano l'ultimo drink e lo sceriffo con sua moglie Melissa li avevano raggiunti a fine turno rispettivamente dalla centrale e dall'ospedale.
L'aria che si respirava era diventata tesa, soprattutto perché gli alpha legati ad omega umani iniziavano a temere per il futuro dei loro partner e della prole che un giorno avrebbero messo al mondo. Il desiderio di un alpha di ingravidare era molto forte durante il calore del suo omega, di questo ne erano tutti consapevoli.
Derek era stato piuttosto rassicurante con tutti loro e anche Peter si era comportato in modo molto maturo nell'affrontare l'argomento. Se Isaac e Scott erano stati quelli più preoccupati soprattutto dopo il comportamento di Gerard e Victoria, i loro omega si erano dimostrati piuttosto ottimisti. Il peggio era passato nonostante tutto, avevano affermato Danny e Allison.
Intanto Jackson per contraddire tutto e tutti, aveva annunciato il suo legame con Ethan e non era intenzionato a farsi rovinare quel periodo di innamoramento da nessuno. Quindi aveva annunciato che si sarebbe legato a lui al primo calore.
Stiles e Derek si erano guardati in faccia scettici su un punto.
"Aiden cosa ne pensa?"
"Non sono interessato a ciò che pensa lui." aveva risposto sprezzante Jackson.
"E Deucalion è felice di tutto ciò?"
"Credo di sì. Vuole che suo figlio sia al sicuro e abbia un compagno."
"Quindi lo porterai via con te in Francia." chiese Stiles.
"No. Sto pensando di tornare qui a Beacon Hill."
"Perché ho un brutto presentimento?" fece Stiles.
"Non fate quella faccia. Andrà tutto bene."
Stiles lo guardò sconvolto prima e poi indignato. "Lo sai che quando nei film si dice andrà tutto bene, finisce sempre male?!"
"Stilinski, non rompere!" Lo riprese divertito.
"Ehi!" esclamò offeso.
Lo sceriffo sentendo che c'era bisogno di una buona notizia per chiudere la serata, intervenne: "Melissa ed io abbiamo un annuncio da fare."
Tutti prestarono attenzione ai due, in particolare Scott e Stiles.
Melissa prese la parola sorridente: "Aspettiamo un bambino."
Un boato di congratulazioni esplose.
Qualche minuto dopo Scott e Stiles saltellavano abbracciati, ripetendo allegri come bambini: "Siamo fratelli, siamo fratelli..."
"Ecco, l'avevo detto che i più contenti sarebbero stati loro." ammise lo sceriffo.
"Ora finalmente possono definirsi fratelli a tutti gli effetti. C'è da capirli, lo dicevano di continuo."
Alla fine della serata, la notizia di un piccolo Stilinski aveva sollevato quella nube pessimista che si era addensata sul branco al pensiero di avere bambini, preoccupati che persone come Gerard potessero portarglieli via.
~~
Il calore era vicino e Derek, consapevole di non avere un umano qualunque come compagno, iniziò a prendere appunti mentali sui suoi comportamenti pre-calore.
A grosse linee, semplificò così:
Stiles diventava nervoso e più agitato del solito un paio di giorni prima del calore;
Non amava essere toccato se non dopo averglielo permesso, cosa che non permetteva assolutamente;
Dopo era affettuoso e si strusciava addosso a lui;
In seguito aveva un paio di corna ed un forcone per nulla rassicuranti;
Dopo piangeva;
Mangiava anche il cartone della terza pizza;
Stava male;
Euforico;
Depresso;
Pigro;
Lievi istinti omicidi;
Coccoloso;
Irritabile;
Modalità "Figlio di Satana";
E alla fine, nuovamente dolce e accondiscendente, poco prima del calore che capitò proprio il giorno della vigilia di Natale.
Derek non poteva resiste più di un minuto a quel profumo eccitante che Stiles emanava e tanto meno riusciva a resistere a lui che gli si offriva nudo e disponibile disteso sul loro letto.
Avevano festeggiato così il loro primo Natale come coppia legata, rotolandosi nel letto in posizioni che avevano sperimentato in quei mesi e che risultavano niente male.
Quando uscirono dal calore furono gli altri omega del branco ad andare in calore, tranne Ethan che essendo più grande di qualche anno sarebbe andato in calore nel mese di febbraio e intendeva passarlo con Jackson a Beacon Hill.
Le cose ripresero normalmente dopo quel periodo, tranne per qualche particolare molto importante per il branco. Oltre ad aspettare un fratellino o sorellina Stiles e Scott, c'era anche un cucciolo in arrivo nel branco.
Ancora non riuscivano a crederci, ma una coppia aveva deciso di procreare già da subito, come a voler dare speranza a chi era ancora teso per le informazioni avute sul trattamento degli omega da psicopatici cacciatori.
Durante una riunione di metà febbraio, dopo il legame di Jackson ed Ethan, Danny aveva dato l'annuncio: "Aspetto un bambino!"
Dopo lo shock iniziale, stavano tutti o quasi festeggiando, tranne il coach Bobby che piangeva disperato perché costretto a dover rinunciare al suo migliore portiere. Stiles si offrì di sostituirlo, ma l'uomo quasi pianse. Alla fine fu Isaac a promettere di prendere il posto di portiere, così da calmare il loro coach.
Deaton, appena sentita la notizia stava già telefonando ad un amico medico che si occupava segretamente di gravidanze mannare per prenotare una prima visita nella sua clinica.
Danny aveva fatto una faccia poco convinta quando aveva compreso che le visite e il parto si sarebbero tenute nella clinica veterinaria, ma alla fine aveva accettato senza fare troppe storie. Non c'erano altre soluzioni per i suo stato interessante particolare.
~·~
Il dottor Adam Faust, si era dimostrato una persona piuttosto affabile anche se molto pignola, ma andava bene così per Danny. L'uomo l'avrebbe visitato una volta al mese per controllare che la gravidanza andasse bene soprattutto per lui giovane umano.
Durante la prima di queste visite, il medico aveva dichiarato: "I cuccioli si stavano sviluppando bene."
"Cuccioli?! Due?" aveva esclamato Isaac bianco in volto.
Il biondo non si aspettava due gemelli, nonostante avessero deciso di avere un primo figlio molto presto. Ci volle Scott con acqua e zucchero per farlo riprendere.
Una volta assimilata la notizia, le cose ripresero a procedere normalmente. Stiles adorava stare con Danny e parlare del suo stato interessante. Non l'avrebbe mai ammesso, ma era felice di avere due lupetti e un fratellino da viziare molto presto. Però, il suo desiderio aveva delle limitazioni, tipo gli impegni universitari che per settembre l'avrebbero atteso chissà dove.
Una mattina Derek trovò Stiles chino su delle lettere, perso a contemplarle.
"Brutte notizie?" domandò.
"No, anzi, sono le risposte delle università."
"Qual è il problema?"
"Mi hanno preso in tutte quelle che volevo frequentare."
"E?"
"E non posso andare in quelle lontane da qui. Pensavo che non mi prendessero e sarei andato nella stessa università di Scott ad un'ora d'auto da qui, ma ora che so di essere stato accettato anche in quelle più prestigiose, non sono sicuro più di niente. Non voglio e non posso allontanarmi dal branco e da te... Io... Io..." andò nel panico.
Derek gli prese il viso tra le mani e sussurrò: "Stiles scegli quella che vuoi ed io ti seguirò. L'hai detto tu che il branco sa cavarsela. Quindi non farti problemi, meriti la migliore istruzione."
"Davvero verresti con me?" Gli occhi del giovane si illuminarono per un attimo.
"Sì, possiamo delegare Scott per prendersi cura del branco. Non voglio ammetterlo, ma credo che lui abbia qualche caratteristica da capo branco che potrebbe far a caso nostro."
"Quale caratteristica?"
"Sa tenere il branco unito ed è sempre pronto a sacrificarsi per tutti."
"Vero, è per questo che l'adoro come amico. Forse è un po' ingenuo."
"Per quello c'è Peter a disposizione, ma sospetto che Scott sia perfetto per questo compito. Lydia mi ha detto di avergli visto gli occhi rossi quando siete venuti a salvarmi."
"Vero, li ho visti anch'io in un paio di occasioni. Credi che staranno bene senza di noi?"
"No, ma se la caveranno."
"Lo spero. Mi sentirei morire se succedesse qualcosa di brutto."
"Non accadrà nulla, sta tranquillo."
~·~
Intanto a Becon Hill una nuova stagione degli amori per i giovani omega stava giungendo.
Il branco osservava quelli che si preparavano ad affrontare tutto il percorso con curiosità e un pizzico di nostalgia. Stiles sembrava interessato agli sviluppi di alcune storie d'amore. Il suo lato romantico aveva preso il sopravvento e Derek se ne era accorto. Il licantropo si era messo a fare gesti inaspettati per il suo amato umano, tipo fargli trovare la cena a lume di candela personalmente preparata o piccoli gesti che non passavano inosservati.
Ma Stiles, dopo un primo momento in cui festeggiava quei gesti lanciandosi su Derek per godersi il suo uomo, sembrava diventato sfuggente e assente. La sera rincasava tardi e se a volte era perché passava molto tempo con Danny in ansia e a riposo a causa della sua gravidanza delicata, altre volte l'odore che portava addosso faceva pensare a del tempo passato con un alpha. Non uno qualsiasi, ma il coach Bobby.

NOTE DELL'AUTRICE
Perdonatemi il ritardo. La lupacchiotta di mia nipote mi tiene occupata.
Prometto di finire la storia, abbiate pazienza.
Ditemi se il capitolo vi piace e se ci sono sviste ed errori.
A presto, baci.

 

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