Il risveglio del Grande Incantatore

di Florestan
(/viewuser.php?uid=932968)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La melodia spezzata ***
Capitolo 2: *** L'incubo ritorna ***
Capitolo 3: *** La fanciulla rapita ***
Capitolo 4: *** In viaggio verso l'ignoto ***
Capitolo 5: *** Attacco all'Arcadia ***
Capitolo 6: *** Leonore ovvero Fidelio ***
Capitolo 7: *** Note nello spazio ***
Capitolo 8: *** Il ritorno di Maetel ***
Capitolo 9: *** La regina dell'universo ***
Capitolo 10: *** Sorelle ***
Capitolo 11: *** Il baluardo millenario ***
Capitolo 12: *** Destiny ***
Capitolo 13: *** Ritorno a Drellius ***
Capitolo 14: *** Deserto rosso ***
Capitolo 15: *** Ombre ***
Capitolo 16: *** Il santuario ***
Capitolo 17: *** Nella tana del lupo ***
Capitolo 18: *** Lo spiraglio nello specchio ***
Capitolo 19: *** Lo strappo ricucito ***
Capitolo 20: *** Scontro titanico ***
Capitolo 21: *** Coda e finale ***



Capitolo 1
*** La melodia spezzata ***


1. La melodia spezzata
Su di un pianeta molto lontano, anno locale 9839 (anno terrestre matsumotiano 2219) ...
-Allora, mio fido Brant, sei riuscito nel compito che ti avevo affidato? La cupa e distorta voce era risuonata ancor più sinistra nel vasto ambiente illuminato dalle luci artificiali.
-Si mio signore e padrone! La giovane è stata contaminata dal batterio che mi avete consegnato, ho approfittato di un attimo di distrazione del suo esercitatore di scherma per infettare una delle spade usate durante le lezioni. Pur non avendo lame affilate è bastato un solo graffio perchè la fanciulla ne fosse irrimediabilmente contagiata. Purtroppo non sono riuscito a fare lo stesso con la sorella, lei preferisce esercitarsi con le armi laser...ma troverò presto il modo di infettare anche lei...
-Poco male Brant, è solo questione di tempo, presto la regina sarà sotto il mio completo controllo e la sua discendenza è ormai segnata, tutto il pianeta cadrà in nostro potere e dopo il pianeta seguirà l’intero universo! Ha, ha, ha! ...Mentre queste lugubri risate riecheggiavano in quel grande laboratorio gli occhi di brace del diabolico essere s’illuminarono di un rosso intenso quasi abbagliante.
Pianeta Terra, anno corrente 2987...
La giovane salì con sicurezza i tre gradini che la separavano dal palco andandosi a sedere sul morbido sedile foderato di velluto nero. Vestiva un elegante abito da sera anch’esso nero e i suoi lunghi capelli azzurro intenso mettevano ancor più in risalto i delicati lineamenti del volto e le lunghe ciglia scure. Queste ultime si chiusero per qualche istante, giusto il tempo che il rumore degli applausi si smorzasse definitivamente, dopodichè le sottili dita affondarono con sicurezza sulla tastiera del pianoforte... per la sala risuonarono gli inconfondibili accordi del “moderato cantabile molto espressivo”, inizio della sonata op.110 Di Ludwig Van Beethoven.
(https://www.youtube.com/watch?v=sk4D1lplhh0)
Harlock era seduto in prima fila accanto alla regina e a Miime, seguivano Yuki, Tadashi e l’anziana Masu...Non si sentiva così emozionato dal giorno in cui Raflesia l’aveva reso padre del loro primo figlio, Daniel che aveva ormai tre anni compiuti ed era rimasto a casa con la tata.
Era il primo concerto in assoluto davanti al pubblico di Mayu. La loro giovane figlia adottiva aveva ormai quasi sedici anni e la sua passione per la musica l’aveva portata a diventare una pianista molto promettente. Il capitano chiuse il suo unico occhio e s’immerse nella dolcezza di quelle meravigliose note. Pochi sapevano che anche lui da piccolo aveva intrapreso gli studi pianistici. Sua madre era una discreta pianista e, sin da bambino, l’aveva avvicinato allo studio del pianoforte, del resto come era uso in ogni buona famiglia mitteleuropea che si rispettasse...poi, come sappiamo, gli eventi della sua vita lo avevano portato ben lontano dal mondo della musica. Ma ora quella passione, quel suo primo amore rivivevano appieno nella sua piccola principessa e lo riempivano d’orgoglio. Raflesia ascoltava estasiata, anche la regina amava molto la musica classica terrestre, soprattutto quella sinfonica, ma le note che Mayu riusciva a trarre da quello strumento la emozionavano profondamente e in cuor suo avrebbe voluto tanto che un animo così sensibile avesse potuto raccogliere la sua eredità di regina. Ma nonostante molte leggi erano cambiate ed il potente impero si era ormai mutato in una monarchia costituzionale con un parlamento democraticamente eletto da tutto il popolo, l’antica regola di successione dinastica da madre a figlia naturale non poteva essere mutata essendo alla base della loro tradizione religiosa.
Persino l’anziana Masu era commossa sino alle lacrime, ed il suo non proprio discreto singhiozzare ogni tanto causava qualche imbarazzo nell’uditorio circostante...
Nel frattempo la sonata era giunta alle sue battute finali: la ripresa della fuga era giunta al dipanarsi sempre più rapido delle sestine di semicrome avviandosi alla sua gioiosa e brillante conclusione.
Quando alla fine le note taquero fu un vero tripudio di applausi da parte della sala stracolma di pubblico. L’intera ciurma dell’Arcadia era saltata in piedi urlando e fischiando, tanto che lo stesso capitano dovette zittirli con un’occhiataccia minacciosa. Il concerto proseguì e si concluse con una selezione di studi di Chopin eseguiti in modo magistrale, manco a dirlo.
Quando la giovane si alzò per ringraziare il pubblico ancora acclamante, un anziano omino dai capelli bianchi l’affiancò sul palco continuando ad applaudire anch’egli e quando finalmente il clamore si attenuò si rivolse al pubblico: -Ringrazio voi tutti per il calore e l’affetto che stasera avete voluto mostrare alla nostra Mayu. Dal canto mio non posso fare a meno di ribadire che è senz’altro la mia migliore allieva in assoluto e da lei mi aspetto veramente grandi cose...Il maestro Eusebio Fischetti, erede di una quasi millenaria dinastia di musicisti di lontana origine italiana aveva appena parlato a conclusione del concerto inaugurale della stagione dei saggi della sua scuola di musica interstellare. A quel punto anche Mayu volle dire qualche cosa. Si rivolse innanzitutto ai suoi genitori arrossendo vistosamente. Voglio ringraziare in primis i miei genitori che mi hanno sempre supportato in tutto il mio percorso artistico, penso di essere infinitamente fortunata ad avere dei genitori così merav... la sua dolce voce ebbe un improvvisa esitazione dopodichè la fanciulla, pallida come un lenzuolo si accasciò a terra priva di sensi.
E’ svenuta! Presto soccorretela! Sarà stata l’emozione! –Un medico! C’è un medico in sala?
Nel trambusto generale un buffo ometto vestito elegantemente si era fatto largo tra la folla senza essere notato ed aveva raggiunto il palco dove Harlock e Raflesia preoccupati cercavano di far riprendere i sensi alla loro figlia. –Dottor Zero, la prego faccia qualcosa! implorò il capitano rivolto a quell’ometto – Sembra non volersi riprendere! Il medico cominciò ad esaminare attentamente la giovane: Prima il cuore e la pressione poi altri elementi, compreso il riflesso pupillare. Infine con voce grave sentenziò: -Temo che non sia un semplice svenimento, va immediatamente ricoverata in un centro attrezzato per immediati esami neurologici!
**
-Ma quanto ci vuole per sapere qualcosa, sono tre ore che stanno lì dentro! Harlock battè i pugni sul tavolino al centro del salottino dove lui insieme alla regina e a Miime stavano attendendo i risultati degli esami neurologici a cui stavano sottoponendo Mayu. Dalla sala d’aspetto potevano solo scorgere la piccola sagoma di quello che presumibilmente era il dottor Zero muoversi insieme ad altri colleghi dietro una vetrata smerigliata. Raflesia prese le mani di Harlock tra le sue: -Vedrai, Franklin, riusciranno a scoprire cos’ ha Mayu e la cureranno, so che questo centro medico è uno dei migliori di tutto il quadrante stellare e appena avranno tutti i dati li farò avere anche al dottor Badrian su Baltha, lui è un grande esperto di medicina galattica...La regina tentava di sollevare un po’ il morale del capitano, ma in realtà cercava anche lei di farsi coraggio nascondendo la preoccupazione per quell’adorata figlia adottiva. Anche Miime viveva l’angoscia di quel momento, oltre alla sua, avvertiva appieno l’ansia e la frustrazione dei suoi amici fraterni, non aveva più visto il capitano in quello stato sin dall’ultima volta che la piccola Mayu era stata rapita proprio da Raflesia... In quel momento finalmente una porta si aprì e ne uscì il dottor Zero accompagnato da una giovane collega: -Vi presento la dottoressa Mila, è uno dei più competenti neurologi che conosca ed ha personalmente effettuato insieme a me la scansione quadridimensionale a raggi theta sul cervello di Mayu... –E quindi? Chiesero in coro i tre amici. –La buona notizia è che la ragazza ha ripreso conoscenza spontaneamente, ma visto il suo stato confusionale abbiamo preferito tenerla ancora un po’ sotto sedativo, la cattiva notizia è che... Che cosa, dottore? Ci dica! Harlock aveva preso a scuotere con forza l’omino...-E’ che non capiamo esattamente cosa sia potuto succedere, dagli esami sembrerebbe tutto a posto, tranne una cosa, una piccolissima cosa...-Cioè? Intervenne la regina, –Vi è una macchia, una piccola macchia proprio nella zona profonda del cervello, tra l’amigdala ed il talamo. Ad una prima analisi risulta essere qualcosa di non organico, quindi è esclusa l’ipotesi di un tumore, ma la cosa più strana è che sembra essere perfettamente e saldamente integrata con il resto del tessuto organico e pare essere lì da molto tempo...-Ma che significa, chiese Miime. –Abbiamo appena usato una sonda microscopica ed i risultati appariranno adesso su questo schermo, disse il giovane medico. Schiacciò il pulsante su di un piccolo telecomando ed il grande monitor situato sulla parete opposta della sala s’illuminò mostrando quella cosa notevolmente ingrandita.
L’oggetto mostrava una forma quasi ovoidale, pareva metallico con della nervature rettilinee simili a microscopiche connessioni elettroniche che si andavano ad innestare direttamente agli assoni delle cellule nervose circostanti.
Ma che cos’è chiese il capitano? Sembra artificiale! –E lo è, rispose il dottor Zero, -Questo è il punto! Il fatto e che quella cosa è saldata al tessuto nervoso circostante, come se si fosse formata e sviluppata contestualmente sin dallo sviluppo del feto, dato che è al centro di quello che viene chiamato cervello primitivo. Non ho mai visto nulla di simile in vita mia... –E nemmeno io, aggiunse la collega. –Una sola cosa però mi viene in mente ed è un pensiero che mi fa rabbrividire, riprese il dottore con un tono che fece ghiacciare il sangue nelle vene del capitano...
-Lamethal! Il pianeta dove gli umani vennero trasformati in macchine!

1. La melodia spezzata



Su di un pianeta molto lontano, anno locale 9839 (anno terrestre matsumotiano 2219) ...

-Allora, mio fido Brant, sei riuscito nel compito che ti avevo affidato? La cupa e distorta voce era risuonata ancor più sinistra nel vasto ambiente illuminato dalle luci artificiali.-Si mio signore e padrone! La giovane è stata contaminata dal batterio che mi avete consegnato, ho approfittato di un attimo di distrazione del suo esercitatore di scherma per infettare una delle spade usate durante le lezioni. Pur non avendo lame affilate è bastato un solo graffio perchè la fanciulla ne fosse irrimediabilmente contagiata. Purtroppo non sono riuscito a fare lo stesso con la sorella, lei preferisce esrcitarsi con le armi laser...ma troverò presto il modo di infettare anche lei...-Poco male Brant, è solo questione di tempo, presto la regina sarà sotto il mio completo controllo e la sua discendenza è ormai segnata, tutto il pianeta cadrà in nostro potere e dopo il pianeta seguirà l’intero universo! Ha, ha, ha! ...Mentre queste lugubri risate riecheggiavano in quel grande laboratorio gli occhi di brace del diabolico essere s’illuminarono di un rosso intenso quasi abbagliante.




Pianeta Terra, anno corrente 2987...

La giovane salì con sicurezza i tre gradini che la separavano dal palco andandosi a sedere sul morbido sedile foderato di velluto nero. Vestiva un elegante abito da sera anch’esso nero e i suoi lunghi capelli azzurro intenso mettevano ancor più in risalto i delicati lineamenti del volto e le lunghe ciglia scure. Queste ultime si chiusero per qualche istante, giusto il tempo che il rumore degli applausi si smorzasse definitivamente, dopodichè le sottili dita affondarono con sicurezza sulla tastiera del pianoforte... per la sala risuonarono gli inconfondibili accordi del “moderato cantabile molto espressivo”, inizio della sonata op.110 Di Ludwig Van Beethoven.

(https://www.youtube.com/watch?v=sk4D1lplhh0) *

Harlock era seduto in prima fila accanto alla regina e a Miime, seguivano Yuki, Tadashi e l’anziana Masu...Non si sentiva così emozionato dal giorno in cui Raflesia l’aveva reso padre del loro primo figlio, Daniel che aveva ormai tre anni compiuti ed era rimasto a casa con la tata.Era il primo concerto in assoluto davanti al pubblico di Mayu. La loro giovane figlia adottiva aveva ormai quasi sedici anni e la sua passione per la musica l’aveva portata a diventare una pianista molto promettente. Il capitano chiuse il suo unico occhio e s’immerse nella dolcezza di quelle meravigliose note. Pochi sapevano che anche lui da piccolo aveva intrapreso gli studi pianistici. Sua madre era una discreta pianista e, sin da bambino, l’aveva avvicinato allo studio del pianoforte, del resto come era uso in ogni buona famiglia mitteleuropea che si rispettasse...poi, come sappiamo, gli eventi della sua vita lo avevano portato ben lontano dal mondo della musica. Ma ora quella passione, quel suo primo amore rivivevano appieno nella sua piccola principessa e lo riempivano d’orgoglio. Raflesia ascoltava estasiata, anche la regina amava molto la musica classica terrestre, soprattutto quella sinfonica, ma le note che Mayu riusciva a trarre da quello strumento la emozionavano profondamente e in cuor suo avrebbe voluto tanto che un animo così sensibile avesse potuto raccogliere la sua eredità di regina. Ma nonostante molte leggi erano cambiate ed il potente impero si era ormai mutato in una monarchia costituzionale con un parlamento democraticamente eletto da tutto il popolo, l’antica regola di successione dinastica da madre a figlia naturale non poteva essere mutata essendo alla base della loro tradizione religiosa. Persino l’anziana Masu era commossa sino alle lacrime, ed il suo non proprio discreto singhiozzare ogni tanto causava qualche imbarazzo nell’uditorio circostante...Nel frattempo la sonata era giunta alle sue battute finali: la ripresa della fuga era giunta al dipanarsi sempre più rapido delle sestine di semicrome avviandosi alla sua gioiosa e brillante conclusione.Quando alla fine le note taquero fu un vero tripudio di applausi da parte della sala stracolma di pubblico. L’intera ciurma dell’Arcadia era saltata in piedi urlando e fischiando, tanto che lo stesso capitano dovette zittirli con un’occhiataccia minacciosa. Il concerto proseguì e si concluse con una selezione di studi di Chopin eseguiti in modo magistrale, manco a dirlo.Quando la giovane si alzò per ringraziare il pubblico ancora acclamante, un anziano omino dai capelli bianchi l’affiancò sul palco continuando ad applaudire anch’egli e quando finalmente il clamore si attenuò si rivolse al pubblico: -Ringrazio voi tutti per il calore e l’affetto che stasera avete voluto mostrare alla nostra Mayu. Dal canto mio non posso fare a meno di ribadire che è senz’altro la mia migliore allieva in assoluto e da lei mi aspetto veramente grandi cose...Il maestro Eusebio Fischetti, erede di una quasi millenaria dinastia di musicisti di lontana origine italiana aveva appena parlato a conclusione del concerto inaugurale della stagione dei saggi della sua scuola di musica interstellare. A quel punto anche Mayu volle dire qualche cosa. Si rivolse innanzitutto ai suoi genitori arrossendo vistosamente. Voglio ringraziare in primis i miei genitori che mi hanno sempre supportato in tutto il mio percorso artistico, penso di essere infinitamente fortunata ad avere dei genitori così merav... la sua dolce voce ebbe un improvvisa esitazione dopodichè la fanciulla, pallida come un lenzuolo si accasciò a terra priva di sensi.E’ svenuta! Presto soccorretela! Sarà stata l’emozione! –Un medico! C’è un medico in sala?Nel trambusto generale un buffo ometto vestito elegantemente si era fatto largo tra la folla senza essere notato ed aveva raggiunto il palco dove Harlock e Raflesia preoccupati cercavano di far riprendere i sensi alla loro figlia. –Dottor Zero, la prego faccia qualcosa! implorò il capitano rivolto a quell’ometto – Sembra non volersi riprendere! Il medico cominciò ad esaminare attentamente la giovane: Prima il cuore e la pressione poi altri elementi, compreso il riflesso pupillare. Infine con voce grave sentenziò: -Temo che non sia un semplice svenimento, va immediatamente ricoverata in un centro attrezzato per immediati esami neurologici!


**

-Ma quanto ci vuole per sapere qualcosa, sono tre ore che stanno lì dentro! Harlock battè i pugni sul tavolino al centro del salottino dove lui insieme alla regina e a Miime stavano attendendo i risultati degli esami neurologici a cui stavano sottoponendo Mayu. Dalla sala d’aspetto potevano solo scorgere la piccola sagoma di quello che presumibilmente era il dottor Zero muoversi insieme ad altri colleghi dietro una vetrata smerigliata. Raflesia prese le mani di Harlock tra le sue: -Vedrai, Franklin, riusciranno a scoprire cos’ ha Mayu e la cureranno, so che questo centro medico è uno dei migliori di tutto il quadrante stellare e appena avranno tutti i dati li farò avere anche al dottor Badrian su Baltha, lui è un grande esperto di medicina galattica...La regina tentava di sollevare un po’ il morale del capitano, ma in realtà cercava anche lei di farsi coraggio nascondendo la preoccupazione per quell’adorata figlia adottiva. Anche Miime viveva l’angoscia di quel momento, oltre alla sua, avvertiva appieno l’ansia e la frustrazione dei suoi amici fraterni, non aveva più visto il capitano in quello stato sin dall’ultima volta che la piccola Mayu era stata rapita proprio da Raflesia... In quel momento finalmente una porta si aprì e ne uscì il dottor Zero accompagnato da una giovane collega: -Vi presento la dottoressa Mila, è uno dei più competenti neurologi che conosca ed ha personalmente effettuato insieme a me la scansione quadridimensionale a raggi theta sul cervello di Mayu... –E quindi? Chiesero in coro i tre amici. –La buona notizia è che la ragazza ha ripreso conoscenza spontaneamente, ma visto il suo stato confusionale abbiamo preferito tenerla ancora un po’ sotto sedativo, la cattiva notizia è che... Che cosa, dottore? Ci dica! Harlock aveva preso a scuotere con forza l’omino...-E’ che non capiamo esattamente cosa sia potuto succedere, dagli esami sembrerebbe tutto a posto, tranne una cosa, una piccolissima cosa...-Cioè? Intervenne la regina, –Vi è una macchia, una piccola macchia proprio nella zona profonda del cervello, tra l’amigdala ed il talamo. Ad una prima analisi risulta essere qualcosa di non organico, quindi è esclusa l’ipotesi di un tumore, ma la cosa più strana è che sembra essere perfettamente e saldamente integrata con il resto del tessuto organico e pare essere lì da molto tempo...-Ma che significa, chiese Miime. –Abbiamo appena usato una sonda microscopica ed i risultati appariranno adesso su questo schermo, disse il giovane medico. Schiacciò il pulsante su di un piccolo telecomando ed il grande monitor situato sulla parete opposta della sala s’illuminò mostrando quella cosa notevolmente ingrandita.L’oggetto mostrava una forma quasi ovoidale, pareva metallico con della nervature rettilinee simili a microscopiche connessioni elettroniche che si andavano ad innestare direttamente agli assoni delle cellule nervose circostanti.Ma che cos’è chiese il capitano? Sembra artificiale! –E lo è, rispose il dottor Zero, -Questo è il punto! Il fatto e che quella cosa è saldata al tessuto nervoso circostante, come se si fosse formata e sviluppata contestualmente sin dallo sviluppo del feto, dato che è al centro di quello che viene chiamato cervello primitivo. Non ho mai visto nulla di simile in vita mia... –E nemmeno io, aggiunse la collega. –Una sola cosa però mi viene in mente ed è un pensiero che mi fa rabbrividire, riprese il dottore con un tono che fece ghiacciare il sangue nelle vene del capitano...-Lamethal! Il pianeta dove gli umani vennero trasformati in macchine!

(*) Spero mi perdoniate ma in tutto il racconto vi saranno spesso riferimenti musicali che mi sono permesso di segnalarvi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'incubo ritorna ***


 

 2.L’incubo ritorna
-Lamethal, il pianeta perduto? esclamò Raflesia facendo cadere il bicchier d’acqua che aveva in mano. –Sì, proprio Lamethal, il pianeta che vagava senz’orbita, riprese il dottor Zero. -Circa mille anni fa il pianeta era governato da una regina amorevole, Andromeda Promethium. Questa regina aveva già salvato le sorti del pianeta Terra, dove aveva vissuto in precedenza con il nome di Regina dei Mille Anni. Tornata sul suo pianeta d’origine si trovò a dover affrontare una terribile situazione. Poiché tale pianeta vagava senza più un orbita regolare, era giunto in una zona dello spazio senza una stella vicina che lo potesse riscaldare e lentamente ma inesorabilmente stava morendo stretto da una morsa di buio e di gelo. A quel punto la regina prese una difficilissima e drammatica decisione. Per salvare il suo popolo si era convinta che l’unica soluzione fosse quella di meccanizzare tutti gli esseri viventi in modo da renderli immuni alle avversità del clima e sostanzialmente immortali. Ella per prima si sottopose a questa folle trasformazione tramite un processo ideato dal suo geniale quanto diabolico ingegnere, Hardgear, androide egli stesso. La poveretta non sapeva che la trasformazione, oltre a rendere le persone prive di sentimenti, affetti e sensibilità, in altre parole privandole dell’anima, le avrebbe rese tutte succubi di quell’essere artificiale che mirava ad impadronirsi del potere del pianeta e poi ad espandere il suo dominio su tutto l’universo con il folle progetto di meccanizzare tutti gli esseri viventi esistenti. Hardgear però non aveva fatto i conti con le due figlie della regina, due sorelle che Harlock conosce bene…
-Come fai a conoscere delle persone che dovrebbero avere più di settecento anni? Chiese Miime al capitano. –La loro triste storia le ha rese praticamente immortali, rispose Harlock. -Le due sorelle sono Esmeralda e Maetel! Quando erano appena ragazze combatterono il perfido Hardgear e tentarono di opporsi al processo di meccanizzazione in corso sul loro pianeta. Purtroppo in un primo momento non riuscirono nell’intento. Nel frattempo Andromeda si era completamente trasformata, da regina buona ed amorevole, in un’oscura e terribile entità disumana che assorbendo i poteri di Hardgear ne ereditò il folle progetto di meccanizzazione dell’universo. Maetel ed Esmeralda dovettero fuggire per non incorrere anche loro nella trasformazione in esseri meccanici. Maetel si rifugò sul mitico treno stellare, il Galaxy Express 999, dove il tempo si può fermare, mentre Esmeralda trovò una misteriosa astronave che l’accolse e la rese quasi immortale. Le due sorelle si ritrovarono anni dopo per sconfiggere ed uccidere la loro madre ormai divenuta una pura entità malefica. Con essa distrussero anche tutto il pianeta artificiale di Andromeda abitato solo da crudeli macchine. Dopo questi tristissimi eventi le due sorelle tornarono a vagare per l’universo. Solo Esmeralda ebbe una pausa quando incontrò il mio amico Tochiro…-Ed allora naque Mayu, disse Miime. –Esatto, mormorò il capitano. –Ma allora Mayu è l’erede legittima al trono di Lamethal, io non sapevo che fosse figlia di una principessa della stirpe reale lamethaliana… intervenne Raflesia con un tono grave nella voce. Questo mi lega ancor di più a quella fanciulla… Aggiunse. –Perché, chiese Harlock, non dirmi che tu e la storia millenaria di Mazone c’entrate qualcosa pure con le vicende di quello sfortunato pianeta! -Purtroppo sì, riprese la regina. –Fa parte di quella storia segreta che le regine di Mazone si tramandano da innumerevoli generazioni. Quanto vi sto per narrare è noto solo a pochissimi in tutto l’universo! Un silenzio irreale era calato nella sala, tutti pendevano dalle labbra della regina…
-Secondo le nostre leggende il popolo mazoniano esisterebbe da milioni di anni, in realtà la storia vera è che circa 145000 anni fa un popolo antichissimo, di un’avanzatissima cultura esistente probabilmente da diverse centinaia di migliaia di anni prima, dette vita attraverso esperimenti genetici, a delle nuove popolazioni da insediare in diverse zone della vastissima parte di universo da loro conosciuto. Di questo antichissimo popolo ci rimangono solo scarse tracce e su di loro sappiamo poco o nulla…Nella nostra tradizione vengono chiamati gli Eterni. Loro posero il seme da cui nacque il mio popolo da cui a sua volta si generò quello terrestre, e parallelamente dettero origine alla civiltà del pianeta Lamethal, la cui stirpe reale nel corso dei millenni ebbe molti contatti con quella di Mazone. La storia segreta delle nostre regnanti narra di frequenti e reciproche unioni tra le due dinastie…-Ma allora…fece Miime. –Sì, io e Mayu siamo sicuramente imparentate, concluse la regina.  
-Tutto ciò è affascinante, l’interruppe Mila, ma cosa c’entra con l’attuale situazione di quella povera ragazza? –C’entra, riprese il dottor Zero, con un tono quasi di rimprovero. Le giovani generazioni non possono ricordare, ma io e il capitano, rammentiamo bene le conseguenze di quella storia. La terra molti anni fa per un breve periodo subì la crudele dominazione da parte dei meccanoidi, esseri viventi meccanici eredi di quegli abitanti di Andromeda che si erano spostati dal pianeta meccanico prima della sua distruzione ad opera di Maetel. Ci fu una terribile guerra alla fine della quale riacquistammo la nostra libertà, mentre i meccanoidi superstiti insieme agli umani che avevano scelto la via della la pace e della fratellanza colonizzarono insieme il pianeta Technologia. 
In quei bui anni di dominazione potemmo sperimentare personalmente tutte le possibili contaminazioni tra esseri umani e macchine. Intere parti del corpo potevano essere sostituite da equivalenti meccaniche creando dei veri e propri cyborg, ma anche la nanotecnologia meccanoide era avanzatissima e microscopiche sonde artificiali potevano impiantarsi in ogni punto dell’organismo umano e, cosa ancor più sconvolgente, potevano dare luogo ad una sorta di riproduzione e proliferazione arrivando alla fine a trasformare completamente un essere umano in un androide, esattamente come nella storia della regina Andromeda Promethium.
-E tu pensi che questo è quello che sta accadendo a Mayu? Chiese il capitano con voce angosciata.
-Purtroppo quell’oggetto assomiglia molto a quelle diaboliche sonde, continuò il dottore, -Il mio sospetto è che sia stata inserita tramite un vettore organico come un batterio, ma l’inoculazione di tale batterio probabilmente risale addirittura alla madre biologica, Esmeralda!
-Deve esser stata opera di Hardgear, nel tentativo di dominare la stirpe reale di Lamethal! Disse Harlock.
 -Se è così quell’oggetto potrebbe ricevere impulsi esterni atti a condizionare la mente e le azioni di chi ne è portatore, non a caso si è andato ad inserire proprio al centro del cervello, riprese il dottor Zero.
-Ma Hardgear fu eliminato da Andromeda e quest’ultima morì ad opera di sua figlia, disse Miime.
-Quindi non dobbiamo temere più nulla in questo senso…
-Rimane il fatto che quella dannata cosa sta nel cervello di mia figlia e rischia di espandersi trasformandola in un robot disumano! Urlò improvvisamente il capitano. Dobbiamo assolutamente rimuoverla!
Il dottor Zero si rabbuiò. –Purtroppo per esperienza so che questo è molto difficile se non impossibile. Quella cosa è ormai parte integrante dell’organismo di Mayu. E’ nata con lei!
Possiamo solo cercare di capirne le reali funzioni e tentare di bloccarne l’eventuale espansione nel cervello…
-Tutto ciò è mostruoso, disse la regina, -Anch’io conosco bene la storia di Andromeda e non permetterò mai che possa replicarsi sulla mia Mayu! –Ricorrerò a tutte le antiche conoscenze che mi sono state tramandate dai libri segreti reali per trovare una soluzione!
-Io so chi ci potrebbe aiutare, sono convinto che qualcosa doveva sapere per forza, qualcosa che mi ha sempre tenuto nascosto…riprese Harlock, -Chi? Chiesero in coro tutti. –Tochiro! Rispose il capitano.
…-Amico mio, questi sono i fatti, ma sono certo che tu già li conoscevi e sapevi che Mayu viveva sotto questa spada di Damocle. Ti prego dicci cosa sai, aiutaci, lo so che per lei faresti tutto!
 
Harlock si era appena rivolto al Computer-Tochiro, cuore dell’astronave Arcadia. In tutti quegli anni in cui il capitano si era ritirato dal suo errare per lo spazio e si era stabilito definitivamente sulla terra insieme alla sua famiglia, l’Arcadia era rimasta ferma ma costantemente tenuta in attività dalle amorevoli cure di Maji e Yattaran e si trovava ormeggiata nel grande spazioporto dell’osservatorio spaziale. Nuovi e incredibilmente veloci motori erano stati istallati di recente mentre la strumentazione di bordo era stata completamente rinnovata. Anche il Computer-Tochiro era sempre in piena attività e lui ed Harlock si confrontavano continuamente, spesso in compagnia di Mayu che era l’unica, oltre al capitano, che comprendeva lo strano linguaggio con cui lo spirito del padre residente in quella macchina comunicava col resto del mondo.
In quell’eccezionale situazione il capitano aveva riunito nella sala computer anche la regina e il dottor Zero, mentre Miime era rimasta a vegliare accanto a Mayu in ospedale. Yattaran era riuscito a realizzare uno speciale terminale di conversazione mediante il quale il pensiero di Tochiro poteva essere udibile anche dalle altre persone. Una voce artificiale rispose all’accorata domanda del capitano:
-Amico mio, perdonami, lo so che te ne avrei dovuto parlare prima, ma dopo così tanti anni pensavo che quella terribile storia non avrebbe più potuto toccarci…
…io ed Esmeralda stavamo già insieme ed in quel periodo, come ricorderai, stavo alacremente lavorando al completamento dell’Arcadia. Un giorno mentre stavo in laboratorio lei passò a trovarmi per portarmi del cibo. Ad un tratto alcuni dei miei strumenti erano impazziti nel preciso momento in cui lei mi era passata accanto. Insospettito della cosa decisi di sottoporla, nonostante la sua riluttanza, ad una serie di esami accurati. Con mio profondo orrore scoprii che un particolare tecnobatterio di sicura origine lamethaliana si era impiantato nel suo apparato riproduttivo. A quel tempo Esmeralda era già al primo mese di gravidanza, e, come fu facile verificare, anche il feto risultò compromesso da quella “cosa”. Dopo la nascita di Mayu, mi accorsi che quella micro unità elettronica presente nel suo cervello sembrava rispondere alla presenza della madre. Era come se fosse sensibile a delle particolari onde cerebrali emesse dal cervello di Esmeralda ed in questo modo si attivasse. La terribile conclusione fu che per evitare il rischio che quel dispositivo potesse espandersi nel corpo della bimba, l’unica soluzione era che la sua madre se ne tenesse sempre a distanza! Potete immaginare quale orribile condanna potesse significare per noi tutto ciò!
 In quel momento la voce si fermò per un attimo e si ebbe la sensazione che il grande computer stesse come piangendo. 
 –E’ per questa ragione che dopo la mia morte Esmeralda decise di abbandonare Mayu con la scusa di dover seguire il mio corpo per tutto l’universo. Il destino di essere errante nello spazio infinito non le aveva dato tregua e le si riproponeva implacabile continuando a condannarla a quella terribile condizione!
Harlock, Raflesia ed il dottore a quelle parole erano rimasti senza fiato…
-Ma come è potuto succedere che il dispositivo si riattivasse dopo così tanti anni? Chiese Zero a Tochiro.
-E’ probabile che abbia risposto a qualche impulso esterno di origine sconosciuta…
-Questo significa che c’è ancora “qualcuno” in grado di controllare quel maledetto affare potendo anche agire sulla mente di nostra figlia, concluse il capitano, la cui ansia era giunta ad un livello incontrollabile. -Come facciamo a schermarla in qualche modo da tali impulsi? Chiese di nuovo all’amico.
-Essendo impulsi di tipo subspaziale, qualunque tipo di schermatura risulterebbe inefficace…
Rispose Tochiro, mentre il dottor Zero annuiva tristemente. 
-Eppure ci deve essere un modo per bloccare quel coso…, continuava a ripetere Harlock.
-L’unico modo è trovare chi l’ha costruito, o la fonte di quegli impulsi, e farlo disattivare…
…forse in questo posso riuscirci io, ma per poter rintracciare la fonte di quei segnali dovete prima portarmi qui Mayu…
-Lo faremo subito! Disse il capitano e rivolgendosi a Zero cercò da lui conferma: -Appena le sue condizioni ce lo permetteranno appronterò tutto il necessario per effettuare questa operazione, gli rispose il dottore.
In quel mentre risuonò il comunicatore interno dell’astronave: -Capitano, una comunicazione urgente per il dottore dal centro medico! Disse la voce di Yattaran. –Mettici in viva voce, gli rispose Harlock, angosciato.
-Dottore, dottore! Era la voce di un’agitata Mila, Mayu è scomparsa! Qualcuno ha narcotizzato Miime ed ha rapito la ragazza!
https://www.youtube.com/watch?v=enJ6be4qLMs
                                                                                 2.L’incubo ritorna




-Lamethal, il pianeta perduto? esclamò Raflesia facendo cadere il bicchier d’acqua che aveva in mano. –Sì, proprio Lamethal, il pianeta che vagava senz’orbita, riprese il dottor Zero. -Circa mille anni fa il pianeta era governato da una regina amorevole, Andromeda Promethium. Questa regina aveva già salvato le sorti del pianeta Terra, dove aveva vissuto in precedenza con il nome di Regina dei Mille Anni. Tornata sul suo pianeta d’origine si trovò a dover affrontare una terribile situazione. Poiché tale pianeta vagava senza più un orbita regolare, era giunto in una zona dello spazio senza una stella vicina che lo potesse riscaldare e lentamente ma inesorabilmente stava morendo stretto da una morsa di buio e di gelo. A quel punto la regina prese una difficilissima e drammatica decisione. Per salvare il suo popolo si era convinta che l’unica soluzione fosse quella di meccanizzare tutti gli esseri viventi in modo da renderli immuni alle avversità del clima e sostanzialmente immortali. Ella per prima si sottopose a questa folle trasformazione tramite un processo ideato dal suo geniale quanto diabolico ingegnere, Hardgear, androide egli stesso. La poveretta non sapeva che la trasformazione, oltre a rendere le persone prive di sentimenti, affetti e sensibilità, in altre parole privandole dell’anima, le avrebbe rese tutte succubi di quell’essere artificiale che mirava ad impadronirsi del potere del pianeta e poi ad espandere il suo dominio su tutto l’universo con il folle progetto di meccanizzare tutti gli esseri viventi esistenti. Hardgear però non aveva fatto i conti con le due figlie della regina, due sorelle che Harlock conosce bene…

-Come fai a conoscere delle persone che dovrebbero avere più di settecento anni? Chiese Miime al capitano. –La loro triste storia le ha rese praticamente immortali, rispose Harlock. -Le due sorelle sono Esmeralda e Maetel! Quando erano appena ragazze combatterono il perfido Hardgear e tentarono di opporsi al processo di meccanizzazione in corso sul loro pianeta. Purtroppo in un primo momento non riuscirono nell’intento. Nel frattempo Andromeda si era completamente trasformata, da regina buona ed amorevole, in un’oscura e terribile entità disumana che assorbendo i poteri di Hardgear ne ereditò il folle progetto di meccanizzazione dell’universo. Maetel ed Esmeralda dovettero fuggire per non incorrere anche loro nella trasformazione in esseri meccanici. Maetel si rifugò sul mitico treno stellare, il Galaxy Express 999, dove il tempo si può fermare, mentre Esmeralda trovò una misteriosa astronave che l’accolse e la rese quasi immortale. Le due sorelle si ritrovarono anni dopo per sconfiggere ed uccidere la loro madre ormai divenuta una pura entità malefica. Con essa distrussero anche tutto il pianeta artificiale di Andromeda abitato solo da crudeli macchine. Dopo questi tristissimi eventi le due sorelle tornarono a vagare per l’universo. Solo Esmeralda ebbe una pausa quando incontrò il mio amico Tochiro…-Ed allora naque Mayu, disse Miime. –Esatto, mormorò il capitano. –Ma allora Mayu è l’erede legittima al trono di Lamethal, io non sapevo che fosse figlia di una principessa della stirpe reale lamethaliana… intervenne Raflesia con un tono grave nella voce. Questo mi lega ancor di più a quella fanciulla… Aggiunse. –Perché, chiese Harlock, non dirmi che tu e la storia millenaria di Mazone c’entrate qualcosa pure con le vicende di quello sfortunato pianeta! -Purtroppo sì, riprese la regina. –Fa parte di quella storia segreta che le regine di Mazone si tramandano da innumerevoli generazioni. Quanto vi sto per narrare è noto solo a pochissimi in tutto l’universo! Un silenzio irreale era calato nella sala, tutti pendevano dalle labbra della regina…

-Secondo le nostre leggende il popolo mazoniano esisterebbe da milioni di anni, in realtà la storia vera è che circa 145000 anni fa un popolo antichissimo, di un’avanzatissima cultura esistente probabilmente da diverse centinaia di migliaia di anni prima, dette vita attraverso esperimenti genetici, a delle nuove popolazioni da insediare in diverse zone della vastissima parte di universo da loro conosciuto. Di questo antichissimo popolo ci rimangono solo scarse tracce e su di loro sappiamo poco o nulla…Nella nostra tradizione vengono chiamati gli Eterni. Loro posero il seme da cui nacque il mio popolo da cui a sua volta si generò quello terrestre, e parallelamente dettero origine alla civiltà del pianeta Lamethal, la cui stirpe reale nel corso dei millenni ebbe molti contatti con quella di Mazone. La storia segreta delle nostre regnanti narra di frequenti e reciproche unioni tra le due dinastie…-Ma allora…fece Miime. –Sì, io e Mayu siamo sicuramente imparentate, concluse la regina.  

-Tutto ciò è affascinante, l’interruppe Mila, ma cosa c’entra con l’attuale situazione di quella povera ragazza? –C’entra, riprese il dottor Zero, con un tono quasi di rimprovero. Le giovani generazioni non possono ricordare, ma io e il capitano, rammentiamo bene le conseguenze di quella storia. La terra molti anni fa per un breve periodo subì la crudele dominazione da parte dei meccanoidi, esseri viventi meccanici eredi di quegli abitanti di Andromeda che si erano spostati dal pianeta meccanico prima della sua distruzione ad opera di Maetel. Ci fu una terribile guerra alla fine della quale riacquistammo la nostra libertà, mentre i meccanoidi superstiti insieme agli umani che avevano scelto la via della la pace e della fratellanza colonizzarono insieme il pianeta Technologia. 

In quei bui anni di dominazione potemmo sperimentare personalmente tutte le possibili contaminazioni tra esseri umani e macchine. Intere parti del corpo potevano essere sostituite da equivalenti meccaniche creando dei veri e propri cyborg, ma anche la nanotecnologia meccanoide era avanzatissima e microscopiche sonde artificiali potevano impiantarsi in ogni punto dell’organismo umano e, cosa ancor più sconvolgente, potevano dare luogo ad una sorta di riproduzione e proliferazione arrivando alla fine a trasformare completamente un essere umano in un androide, esattamente come nella storia della regina Andromeda Promethium.

-E tu pensi che questo è quello che sta accadendo a Mayu? Chiese il capitano con voce angosciata.

-Purtroppo quell’oggetto assomiglia molto a quelle diaboliche sonde, continuò il dottore, -Il mio sospetto è che sia stata inserita tramite un vettore organico come un batterio, ma l’inoculazione di tale batterio probabilmente risale addirittura alla madre biologica, Esmeralda!

-Deve esser stata opera di Hardgear, nel tentativo di dominare la stirpe reale di Lamethal! Disse Harlock.

 -Se è così quell’oggetto potrebbe ricevere impulsi esterni atti a condizionare la mente e le azioni di chi ne è portatore, non a caso si è andato ad inserire proprio al centro del cervello, riprese il dottor Zero.

-Ma Hardgear fu eliminato da Andromeda e quest’ultima morì ad opera di sua figlia, disse Miime.

-Quindi non dobbiamo temere più nulla in questo senso…

-Rimane il fatto che quella dannata cosa sta nel cervello di mia figlia e rischia di espandersi trasformandola in un robot disumano! Urlò improvvisamente il capitano. Dobbiamo assolutamente rimuoverla!

Il dottor Zero si rabbuiò. –Purtroppo per esperienza so che questo è molto difficile se non impossibile. Quella cosa è ormai parte integrante dell’organismo di Mayu. E’ nata con lei!

Possiamo solo cercare di capirne le reali funzioni e tentare di bloccarne l’eventuale espansione nel cervello…

-Tutto ciò è mostruoso, disse la regina, -Anch’io conosco bene la storia di Andromeda e non permetterò mai che possa replicarsi sulla mia Mayu! –Ricorrerò a tutte le antiche conoscenze che mi sono state tramandate dai libri segreti reali per trovare una soluzione!

-Io so chi ci potrebbe aiutare, sono convinto che qualcosa doveva sapere per forza, qualcosa che mi ha sempre tenuto nascosto…riprese Harlock, -Chi? Chiesero in coro tutti. –Tochiro! Rispose il capitano.


…-Amico mio, questi sono i fatti, ma sono certo che tu già li conoscevi e sapevi che Mayu viveva sotto questa spada di Damocle. Ti prego dicci cosa sai, aiutaci, lo so che per lei faresti tutto!

 

Harlock si era appena rivolto al Computer-Tochiro, cuore dell’astronave Arcadia. In tutti quegli anni in cui il capitano si era ritirato dal suo errare per lo spazio e si era stabilito definitivamente sulla terra insieme alla sua famiglia, l’Arcadia era rimasta ferma ma costantemente tenuta in attività dalle amorevoli cure di Maji e Yattaran e si trovava ormeggiata nel grande spazioporto dell’osservatorio spaziale. Nuovi e incredibilmente veloci motori erano stati istallati di recente mentre la strumentazione di bordo era stata completamente rinnovata. Anche il Computer-Tochiro era sempre in piena attività e lui ed Harlock si confrontavano continuamente, spesso in compagnia di Mayu che era l’unica, oltre al capitano, che comprendeva lo strano linguaggio con cui lo spirito del padre residente in quella macchina comunicava col resto del mondo.

In quell’eccezionale situazione il capitano aveva riunito nella sala computer anche la regina e il dottor Zero, mentre Miime era rimasta a vegliare accanto a Mayu in ospedale. Yattaran era riuscito a realizzare uno speciale terminale di conversazione mediante il quale il pensiero di Tochiro poteva essere udibile anche dalle altre persone. Una voce artificiale rispose all’accorata domanda del capitano:

-Amico mio, perdonami, lo so che te ne avrei dovuto parlare prima, ma dopo così tanti anni pensavo che quella terribile storia non avrebbe più potuto toccarci…

…io ed Esmeralda stavamo già insieme ed in quel periodo, come ricorderai, stavo alacremente lavorando al completamento dell’Arcadia. Un giorno mentre stavo in laboratorio lei passò a trovarmi per portarmi del cibo. Ad un tratto alcuni dei miei strumenti erano impazziti nel preciso momento in cui lei mi era passata accanto. Insospettito della cosa decisi di sottoporla, nonostante la sua riluttanza, ad una serie di esami accurati. Con mio profondo orrore scoprii che un particolare tecnobatterio di sicura origine lamethaliana si era impiantato nel suo apparato riproduttivo. A quel tempo Esmeralda era già al primo mese di gravidanza, e, come fu facile verificare, anche il feto risultò compromesso da quella “cosa”. Dopo la nascita di Mayu, mi accorsi che quella micro unità elettronica presente nel suo cervello sembrava rispondere alla presenza della madre. Era come se fosse sensibile a delle particolari onde cerebrali emesse dal cervello di Esmeralda ed in questo modo si attivasse. La terribile conclusione fu che per evitare il rischio che quel dispositivo potesse espandersi nel corpo della bimba, l’unica soluzione era che la sua madre se ne tenesse sempre a distanza! Potete immaginare quale orribile condanna potesse significare per noi tutto ciò!

 In quel momento la voce si fermò per un attimo e si ebbe la sensazione che il grande computer stesse come piangendo. 

 –E’ per questa ragione che dopo la mia morte Esmeralda decise di abbandonare Mayu con la scusa di dover seguire il mio corpo per tutto l’universo. Il destino di essere errante nello spazio infinito non le aveva dato tregua e le si riproponeva implacabile continuando a condannarla a quella terribile condizione!

Harlock, Raflesia ed il dottore a quelle parole erano rimasti senza fiato…

-Ma come è potuto succedere che il dispositivo si riattivasse dopo così tanti anni? Chiese Zero a Tochiro.

-E’ probabile che abbia risposto a qualche impulso esterno di origine sconosciuta…

-Questo significa che c’è ancora “qualcuno” in grado di controllare quel maledetto affare potendo anche agire sulla mente di nostra figlia, concluse il capitano, la cui ansia era giunta ad un livello incontrollabile. -Come facciamo a schermarla in qualche modo da tali impulsi? Chiese di nuovo all’amico.

-Essendo impulsi di tipo subspaziale, qualunque tipo di schermatura risulterebbe inefficace…

Rispose Tochiro, mentre il dottor Zero annuiva tristemente. 

-Eppure ci deve essere un modo per bloccare quel coso…, continuava a ripetere Harlock.

-L’unico modo è trovare chi l’ha costruito, o la fonte di quegli impulsi, e farlo disattivare…

…forse in questo posso riuscirci io, ma per poter rintracciare la fonte di quei segnali dovete prima portarmi qui Mayu…

-Lo faremo subito! Disse il capitano e rivolgendosi a Zero cercò da lui conferma: -Appena le sue condizioni ce lo permetteranno appronterò tutto il necessario per effettuare questa operazione, gli rispose il dottore.

In quel mentre risuonò il comunicatore interno dell’astronave: -Capitano, una comunicazione urgente per il dottore dal centro medico! Disse la voce di Yattaran. –Mettici in viva voce, gli rispose Harlock, angosciato.

-Dottore, dottore! Era la voce di un’agitata Mila, Mayu è scomparsa! Qualcuno ha narcotizzato Miime ed ha rapito la ragazza!


https://www.youtube.com/watch?v=enJ6be4qLMs

 

Nota:

I riferimenti alle serie tv, anime o ad OVA o film ,oltre a"Capitan Harlock '78" e "Galaxy Express 999", sono " Maetel Legend" e "Space Symphony Maetel"

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La fanciulla rapita ***


 

                                                        3.La fanciulla rapita
La yuriana aveva appena riaperto i suoi grandi occhi gialli: -Cos’è successo? Mormorò...Mayu! Dov’è Mayu? Prese ad agitarsi nel letto dove fino a pochi attimi prima giaceva priva di sensi.
-Calmati, Miime, le disse il dottor Zero, non ti agitare, ma se puoi dicci tutto quello che ricordi…
-Ero accanto a Mayu e devo essermi addormentata, quando ad un tratto mi ha risvegliato un rumore proveniente dalle mie spalle. Stavo per voltarmi quando una mano mi ha afferrato la spalla sinistra bloccandomi sulla poltrona mentre l’altra mi ha forzato ad inalare qualcosa di dolciastro…ho perso quasi subito i sensi, l’unica cosa che ho potuto intravedere è stata un’ombra scura, come di una figura alta e slanciata avvolta in un mantello nero…-Ecco la registrazione effettuata dalle telecamere interne di sicurezza! Mila era appena giunta portando un piccolo chip che inserì sotto il grande monitor situato al centro della stanza: -Si vede chiaramente una figura alta avvolta in un mantello nero con il cappuccio che attraversa furtivamente il corridoio ed entra nella camera di Mayu, disse Raflesia…-Eccola che riesce dopo appena tre minuti! Ha Mayu con sé, se l’è caricata sulle spalle e corre via! –Fatemi rivedere il video! esclamò Harlock con tono impaziente, -Quel mantello…quel passo…ma sì! Si intravede chiaramente spuntare da sotto il lembo di quel mantello… è una gravity saber come la mia… ma allora…-Ma allora cosa? Chiesero gli altri in coro. Una sola altra persona in tutto l’universo possiede una gravity saber come la mia…disse il capitano.
-Esmeralda!
-Esmeralda… vuoi dire la madre naturale di Mayu, chiese incredula Raflesia –Ma io sapevo che era sparita in un viaggio senza meta per l’intero universo, e la ragione ce l’ha raccontata poco fa proprio Tochiro…E poi, perché rapire la ragazza proprio adesso? Si chiese la regina. –E’ chiaro che la cosa è collegata a quanto è successo a Mayu in questi giorni, riprese Harlock, -Probabilmente Esmeralda deve essere venuta a saperlo e, per qualche ragione, ha pensato di rifarsi viva con lei, con la sua figlia naturale…-Ma perché, visto che la sua vicinanza scatena quell’ordigno infernale? chiese Miime. –Evidentemente sapendo che il processo si era comunque innescato ha voluto lo stesso rivedere la figlia, ribattè il dottore. –Ma perché rapirla, riprese la regina. –Probabilmente sa delle cose che noi non sappiamo! Riprese il capitano. Dobbiamo riparlarne con Tochiro e dobbiamo cercare subito la Queen Emeraldas, dove c’è lei c’è Esmeralda e viceversa!
Tornarono subito sull’Arcadia dove purtroppo neppure Tochiro seppe dar loro una spiegazione plausibile alla ricomparsa della sua compagna: –L’unica cosa che mi viene in mente e che può darsi che Esmeralda in tutti questi anni, forse nella speranza di poter un giorno riabbracciare Mayu, abbia raccolto informazioni nuove a me ignote su come neutralizzare quell’oggetto…e adesso le vuole mettere in pratica. Questo spiegherebbe perché avrebbe commesso un atto così temerario, ma non capisco perché non abbia voluto contattarmi…
-Amico mio, disse Harlock, -Esmeralda non ha mai voluto accettare l’idea che la tua anima si fosse trasferita in un computer, non sono mai riuscita a convincerla e all’epoca non c’era modo di rendere comprensibili all’esterno i tuoi pensieri…Ma almeno poteva contattare me, continuò, -Sapeva benissimo che mi sarei occupato io di Mayu, avendomela affidata lei! Perché quella testarda ha voluto fare di testa sua come al solito e cosa ci sarà sotto che non conosciamo!? Tochiro, ti prego, esplora lo spazio circostante e dicci dove si trova la Queen Emeraldas!
-Rilevo solo delle tracce debolissime lasciate dal suo speciale motore a scivolamento gravitazionale. Sai bene che l’origine di quella nave e sempre stata un mistero e la sua tecnologia è altrettanto poco nota…
-Possiamo tracciare meglio i suoi movimenti con i nuovi radar che abbiamo da poco istallato al centro! Disse Tadashi che si era da poco aggiunto al gruppo in sala computer. Detto questo aprì una comunicazione con Yuki. Dopo qualche minuto la ragazza li contattò di nuovo: -Capitano, sono riuscita ad agganciare una debole traccia riconducibile alla nave di Esmeralda. Ho la sua probabile rotta…il contatto si perde oltre la Nube di Magellano, al termine della galassia in prossimità del ponte cosmico con la galassia seguente. La nave deve avere viaggiato ad una velocità incredibile, oltre lo standard Warp o quello ultraluce…
-C’è un solo posto conosciuto dove può portare quella rotta, commentò grave Harlock: -Il pianeta Technologia!
-Forse ha saputo che su quel pianeta dove oramai da decenni convivono pacificamente umani e meccanoidi, vi è una conoscenza capace di neutralizzare il dispositivo bionico… commento il dottor Zero. –Deve essere l’unica spiegazione, concluse il capitano, -E noi le andremo subito dietro, non ho la minima intenzione di rimanere con le mani in mano in questa situazione e, per quanto Mayu sia sua figlia, non posso perdonarle di aver agito in questo modo! Dovrà rendermene conto! esclamò Harlock duramente. 
-Ed io verrò con te, Franklin, disse la regina. –Noi tutti verremo! Dissero in coro gli astanti e Yuki collegata dal centro spaziale.
In quel momento si risentì anche la voce di Yattaran: -Ragazzi è chiaro che verrò anch’io, mica mi vorrete fuori da questa faccenda? Ah, signora regina, vedo proprio adesso una comunicazione urgente proveniente dal ponte di comunicazione mazoniano di Marte, vuole che gliela passi in privato? –No, grazie, se possibile preferirei ascoltarla qui direttamente, rispose Raflesia un po’ impensierita. Era molto raro che la contattassero direttamente sulla Terra, oramai il suo ruolo su Mazone era sempre più marginale da quando il parlamento democraticamente eletto aveva iniziato la sua attività nell'amministrare quel vasto regno, e lei preferiva passare sempre più lunghi periodi accanto alla sua famiglia ormai stanziale sulla Terra.
 Sul monitor centrale apparve il bel volto di quello che sembrava un alto ufficiale del suo esercito: -Maestà, sono Virna, comandante della sesta guarnigione di difesa del libero stato della Nuova Mazone, mi dispiace disturbarvi ma una situazione gravissima si è venuta a creare presso le nostre colonie di Aldebaran agli estremi confini del nuovo stato. Quei pacifici insediamenti sono stati improvvisamente attaccati da una forza misteriosa quanto potente. Non abbiamo molte informazioni in merito, abbiamo già inviato una squadriglia di ricognitori, ma dalle informazioni e dalle immagini che ci sono giunte sin ora l’attacco è stato terribile e devastante, si contano migliaia di vittime e di feriti. Quegli insediamenti, come quasi tutti gli altri del resto, sono privi di una reale forza militare contraerea e non vi è stato modo per loro di difendersi adeguatamente!
Quell’inaspettata quanto orribile notizia aveva causato negli astanti un profondo senso di angoscia. 
Raflesia era rimasta come pietrificata, Virna seguitò:
 –Il parlamento ha deliberato all’unanimità la richiesta che vostra maestà possa ritornare al più presto per poter coordinare in prima persona le operazioni di difesa in qualità di somma autorità militare a capo del ricostituito esercito mazoniano!
Dopo la formazione dello stato democratico era stato deciso, in accordo anche con le federazioni di stati limitrofi ed il nuovo governo terrestre che Mazone potesse ricostituire un nuovo esercito ed una nuova flotta spaziale a fini puramente difensivi contro minacce pur sempre esistenti in quell’angolo inquieto dell’universo. In cuor suo la regina aveva sempre sperato che una tale forza bellica non fosse stata mai più necessaria, ma proprio in quel momento quelle speranze stavano crollando e i doveri nei confronti del suo amato popolo facevano risorgere il suo sopito spirito guerriero. 
-Com’è possibile una cosa del genere?! E, chi può essere che ci attacca così all’improvviso!? Disse la regina evidentemente sconvolta.  -I nostri storici nemici sono tutti stati neutralizzati da decenni…Non posso lasciar solo il mio popolo! Franklin, gli dei sanno quanto sia in ansia per Mayu e quanto vorrei venire con te alla sua ricerca, ma in questo momento devo correre su Mazone, non so quello che potrei trovare al mio arrivo, senza contare che questa misteriosa minaccia potrebbe essere un pericolo anche per la Terra e gli altri pianeti delle federazioni confinanti, in tal caso dovrò occuparmi anche di coordinare eventuali contatti ed alleanze per contrastare questo nuovo nemico…
-Raflesia, il tuo dovere di regina viene prima di ogni altra cosa, hai su di te riposte le sorti di un immenso popolo e la tua gente in questo momento ha bisogno di te, della sua “madre”. Le rispose Harlock dolcemente, accarezzandole il viso. Un'unica cosa ti chiedo: sii prudente, promettimi che se dovessi aver bisogno non esiterai a chiamarmi in tuo aiuto, non ti far vincere dal tuo testardo orgoglio mazoniano! Lo sai che non potrei più vivere senza di te!
-E anche tu, cocciuto di un pirata, vedi di non farti ammazzare in qualche remoto angolo della galassia, gli rispose la regina abbozzando un sorriso.
(http://www.dailymotion.com/playlist/x4aee6_kaunotori1_classcal-music-playlist-of-nodame-cantabile-anime/2#video=x3nxz93
Uno dei pezzi sinfonici preferiti da Raflesia…)
                                                                          **
Mayu aprì gli occhi lentamente. L’ultima cosa che ricordava era di essersi svegliata in una camera di ospedale con accanto il dottor Zero che sorridendole aveva cercato di rassicurarla, dopodiché era ripiombata nel buio…Ora l’ambiente circostante era molto diverso. La luce era poca ma l’arredamento di quel posto aveva un che di familiare, le ricordava quello dell’Arcadia, ma non era la nave di suo padre, perché quella doveva essere sicuramente una nave spaziale! Fece per sollevarsi a fatica da quel letto quando si accorse che non era sola! In una zona in penombra di quella cabina vide una poltrona e su quella poltrona una persona seduta con le gambe accavallate che dondolavano leggermente. Gambe sottili con degli stivaletti come quelli di Harlock, quella figura era chiaramente una donna ma il suo viso rimaneva nascosto nella zona d’ombra.  –Finalmente ti sei svegliata!  Le disse una voce femminile dal tono piuttosto grave, musicalmente parlando, un contralto, pensò la fanciulla. 
-Chi sei? Chiese la ragazza. –Guardami bene, rispose la donna, -Non ti ricordi di me? Il tono della sua voce era quasi duro… Mayu mise finalmente a fuoco quel volto che si era spostato dalla zona buia e con immenso stupore riconobbe quello che aveva visto in innumerevoli foto che ritraevano suo padre in compagnia della sua madre biologica, quella madre di cui aveva solo un lontanissimo ed evanescente ricordo. –Sei proprio tu…? Chiese con voce tremante. –Sì sono io, Esmeralda, tua madre... rispose lei. 
Per un lungo minuto Mayu rimase a fissare quel volto dall’espressione fiera resa ancora più dura da quella cicatrice che le segnava il viso. Era come se non riuscisse a proferire parola, paralizzata da tutte le contrastanti emozioni che in quel momento la stavano attraversando. Alla fine solo una parola, una parola che ne sottintendeva altre mille ruppe quel silenzio… -Perché? Chiese con un filo di voce. 
Esmeralda chiuse gli occhi, strinse con forza i braccioli della poltrona e lentamente ma con voce ferma rispose: -Perché non avevo scelta… 

 

                                                                                              3.La fanciulla rapita

 

 

 

La yuriana aveva appena riaperto i suoi grandi occhi gialli: -Cos’è successo? Mormorò...Mayu! Dov’è Mayu? Prese ad agitarsi nel letto dove fino a pochi attimi prima giaceva priva di sensi.

-Calmati, Miime, le disse il dottor Zero, non ti agitare, ma se puoi dicci tutto quello che ricordi…

-Ero accanto a Mayu e devo essermi addormentata, quando ad un tratto mi ha risvegliato un rumore proveniente dalle mie spalle. Stavo per voltarmi quando una mano mi ha afferrato la spalla sinistra bloccandomi sulla poltrona mentre l’altra mi ha forzato ad inalare qualcosa di dolciastro…ho perso quasi subito i sensi, l’unica cosa che ho potuto intravedere è stata un’ombra scura, come di una figura alta e slanciata avvolta in un mantello nero…-Ecco la registrazione effettuata dalle telecamere interne di sicurezza! Mila era appena giunta portando un piccolo chip che inserì sotto il grande monitor situato al centro della stanza: -Si vede chiaramente una figura alta avvolta in un mantello nero con il cappuccio che attraversa furtivamente il corridoio ed entra nella camera di Mayu, disse Raflesia…-Eccola che riesce dopo appena tre minuti! Ha Mayu con sé, se l’è caricata sulle spalle e corre via! –Fatemi rivedere il video! esclamò Harlock con tono impaziente, -Quel mantello…quel passo…ma sì! Si intravede chiaramente spuntare da sotto il lembo di quel mantello… è una gravity saber come la mia… ma allora…-Ma allora cosa? Chiesero gli altri in coro. Una sola altra persona in tutto l’universo possiede una gravity saber come la mia…disse il capitano.

-Esmeralda!

-Esmeralda… vuoi dire la madre naturale di Mayu, chiese incredula Raflesia –Ma io sapevo che era sparita in un viaggio senza meta per l’intero universo, e la ragione ce l’ha raccontata poco fa proprio Tochiro…E poi, perché rapire la ragazza proprio adesso? Si chiese la regina. –E’ chiaro che la cosa è collegata a quanto è successo a Mayu in questi giorni, riprese Harlock, -Probabilmente Esmeralda deve essere venuta a saperlo e, per qualche ragione, ha pensato di rifarsi viva con lei, con la sua figlia naturale…-Ma perché, visto che la sua vicinanza scatena quell’ordigno infernale? chiese Miime. –Evidentemente sapendo che il processo si era comunque innescato ha voluto lo stesso rivedere la figlia, ribattè il dottore. –Ma perché rapirla, riprese la regina. –Probabilmente sa delle cose che noi non sappiamo! Riprese il capitano. Dobbiamo riparlarne con Tochiro e dobbiamo cercare subito la Queen Emeraldas, dove c’è lei c’è Esmeralda e viceversa!

Tornarono subito sull’Arcadia dove purtroppo neppure Tochiro seppe dar loro una spiegazione plausibile alla ricomparsa della sua compagna: –L’unica cosa che mi viene in mente e che può darsi che Esmeralda in tutti questi anni, forse nella speranza di poter un giorno riabbracciare Mayu, abbia raccolto informazioni nuove a me ignote su come neutralizzare quell’oggetto…e adesso le vuole mettere in pratica. Questo spiegherebbe perché avrebbe commesso un atto così temerario, ma non capisco perché non abbia voluto contattarmi…

-Amico mio, disse Harlock, -Esmeralda non ha mai voluto accettare l’idea che la tua anima si fosse trasferita in un computer, non sono mai riuscita a convincerla e all’epoca non c’era modo di rendere comprensibili all’esterno i tuoi pensieri…Ma almeno poteva contattare me, continuò, -Sapeva benissimo che mi sarei occupato io di Mayu, avendomela affidata lei! Perché quella testarda ha voluto fare di testa sua come al solito e cosa ci sarà sotto che non conosciamo!? Tochiro, ti prego, esplora lo spazio circostante e dicci dove si trova la Queen Emeraldas!

-Rilevo solo delle tracce debolissime lasciate dal suo speciale motore a scivolamento gravitazionale. Sai bene che l’origine di quella nave e sempre stata un mistero e la sua tecnologia è altrettanto poco nota…

-Possiamo tracciare meglio i suoi movimenti con i nuovi radar che abbiamo da poco istallato al centro! Disse Tadashi che si era da poco aggiunto al gruppo in sala computer. Detto questo aprì una comunicazione con Yuki. Dopo qualche minuto la ragazza li contattò di nuovo: -Capitano, sono riuscita ad agganciare una debole traccia riconducibile alla nave di Esmeralda. Ho la sua probabile rotta…il contatto si perde oltre la Nube di Magellano, al termine della galassia in prossimità del ponte cosmico con la galassia seguente. La nave deve avere viaggiato ad una velocità incredibile, oltre lo standard Warp o quello ultraluce…

-C’è un solo posto conosciuto dove può portare quella rotta, commentò grave Harlock: -Il pianeta Technologia!

-Forse ha saputo che su quel pianeta dove oramai da decenni convivono pacificamente umani e meccanoidi, vi è una conoscenza capace di neutralizzare il dispositivo bionico… commento il dottor Zero. –Deve essere l’unica spiegazione, concluse il capitano, -E noi le andremo subito dietro, non ho la minima intenzione di rimanere con le mani in mano in questa situazione e, per quanto Mayu sia sua figlia, non posso perdonarle di aver agito in questo modo! Dovrà rendermene conto! esclamò Harlock duramente.

-Ed io verrò con te, Franklin, disse la regina. –Noi tutti verremo! Dissero in coro gli astanti e Yuki collegata dal centro spaziale.

In quel momento si risentì anche la voce di Yattaran: -Ragazzi è chiaro che verrò anch’io, mica mi vorrete fuori da questa faccenda? Ah, signora regina, vedo proprio adesso una comunicazione urgente proveniente dal ponte di comunicazione mazoniano di Marte, vuole che gliela passi in privato? –No, grazie, se possibile preferirei ascoltarla qui direttamente, rispose Raflesia un po’ impensierita. Era molto raro che la contattassero direttamente sulla Terra, oramai il suo ruolo su Mazone era sempre più marginale da quando il parlamento democraticamente eletto aveva iniziato la sua attività nell'amministrare quel vasto regno, e lei preferiva passare sempre più lunghi periodi accanto alla sua famiglia ormai stanziale sulla Terra.

 Sul monitor centrale apparve il bel volto di quello che sembrava un alto ufficiale del suo esercito: -Maestà, sono Virna, comandante della sesta guarnigione di difesa del libero stato della Nuova Mazone, mi dispiace disturbarvi ma una situazione gravissima si è venuta a creare presso le nostre colonie di Aldebaran agli estremi confini del nuovo stato. Quei pacifici insediamenti sono stati improvvisamente attaccati da una forza misteriosa quanto potente. Non abbiamo molte informazioni in merito, abbiamo già inviato una squadriglia di ricognitori, ma dalle informazioni e dalle immagini che ci sono giunte sin ora l’attacco è stato terribile e devastante, si contano migliaia di vittime e di feriti. Quegli insediamenti, come quasi tutti gli altri del resto, sono privi di una reale forza militare contraerea e non vi è stato modo per loro di difendersi adeguatamente!

Quell’inaspettata quanto orribile notizia aveva causato negli astanti un profondo senso di angoscia.

Raflesia era rimasta come pietrificata, Virna seguitò:

 –Il parlamento ha deliberato all’unanimità la richiesta che vostra maestà possa ritornare al più presto per poter coordinare in prima persona le operazioni di difesa in qualità di somma autorità militare a capo del ricostituito esercito mazoniano!

Dopo la formazione dello stato democratico era stato deciso, in accordo anche con le federazioni di stati limitrofi ed il nuovo governo terrestre che Mazone potesse ricostituire un nuovo esercito ed una nuova flotta spaziale a fini puramente difensivi contro minacce pur sempre esistenti in quell’angolo inquieto dell’universo. In cuor suo la regina aveva sempre sperato che una tale forza bellica non fosse stata mai più necessaria, ma proprio in quel momento quelle speranze stavano crollando e i doveri nei confronti del suo amato popolo facevano risorgere il suo sopito spirito guerriero.

-Com’è possibile una cosa del genere?! E, chi può essere che ci attacca così all’improvviso!? Disse la regina evidentemente sconvolta.  -I nostri storici nemici sono tutti stati neutralizzati da decenni…Non posso lasciar solo il mio popolo! Franklin, gli dei sanno quanto sia in ansia per Mayu e quanto vorrei venire con te alla sua ricerca, ma in questo momento devo correre su Mazone, non so quello che potrei trovare al mio arrivo, senza contare che questa misteriosa minaccia potrebbe essere un pericolo anche per la Terra e gli altri pianeti delle federazioni confinanti, in tal caso dovrò occuparmi anche di coordinare eventuali contatti ed alleanze per contrastare questo nuovo nemico…

-Raflesia, il tuo dovere di regina viene prima di ogni altra cosa, hai su di te riposte le sorti di un immenso popolo e la tua gente in questo momento ha bisogno di te, della sua “madre”. Le rispose Harlock dolcemente, accarezzandole il viso. Un'unica cosa ti chiedo: sii prudente, promettimi che se dovessi aver bisogno non esiterai a chiamarmi in tuo aiuto, non ti far vincere dal tuo testardo orgoglio mazoniano! Lo sai che non potrei più vivere senza di te!

-E anche tu, cocciuto di un pirata, vedi di non farti ammazzare in qualche remoto angolo della galassia, gli rispose la regina abbozzando un sorriso.

 

                                                                                                          **

 

Mayu aprì gli occhi lentamente. L’ultima cosa che ricordava era di essersi svegliata in una camera di ospedale con accanto il dottor Zero che sorridendole aveva cercato di rassicurarla, dopodiché era ripiombata nel buio…Ora l’ambiente circostante era molto diverso. La luce era poca ma l’arredamento di quel posto aveva un che di familiare, le ricordava quello dell’Arcadia, ma non era la nave di suo padre, perché quella doveva essere sicuramente una nave spaziale! Fece per sollevarsi a fatica da quel letto quando si accorse che non era sola! In una zona in penombra di quella cabina vide una poltrona e su quella poltrona una persona seduta con le gambe accavallate che dondolavano leggermente. Gambe sottili con degli stivaletti come quelli di Harlock, quella figura era chiaramente una donna ma il suo viso rimaneva nascosto nella zona d’ombra.  –Finalmente ti sei svegliata!  Le disse una voce femminile dal tono piuttosto grave, musicalmente parlando, un contralto, pensò la fanciulla.

-Chi sei? Chiese la ragazza. –Guardami bene, rispose la donna, -Non ti ricordi di me? Il tono della sua voce era quasi duro… Mayu mise finalmente a fuoco quel volto che si era spostato dalla zona buia e con immenso stupore riconobbe quello che aveva visto in innumerevoli foto che ritraevano suo padre in compagnia della sua madre biologica, quella madre di cui aveva solo un lontanissimo ed evanescente ricordo. –Sei proprio tu…? Chiese con voce tremante. –Sì sono io, Esmeralda, tua madre... rispose lei.

Per un lungo minuto Mayu rimase a fissare quel volto dall’espressione fiera resa ancora più dura da quella cicatrice che le segnava il viso. Era come se non riuscisse a proferire parola, paralizzata da tutte le contrastanti emozioni che in quel momento la stavano attraversando. Alla fine solo una parola, una parola che ne sottintendeva altre mille ruppe quel silenzio… -Perché? Chiese con un filo di voce.

Esmeralda chiuse gli occhi, strinse con forza i braccioli della poltrona e lentamente ma con voce ferma rispose: -Perché non avevo scelta…

 

(http://www.dailymotion.com/video/xslxv6_589-queen-emeraldas-version-b-sfx_fun

http://www.dailymotion.com/video/x2u0ebg_emeraldas-toshiro_news

http://www.dailymotion.com/video/x39zzci_albator-84-theme-d-emeraldas_tv)

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** In viaggio verso l'ignoto ***


                                                        4. In viaggio verso l’ignoto
Nel giro di un lampo tutta la vecchia ciurma dell’Arcadia si era andata ricostituendo. La maggior parte dei pirati viveva ormai da anni nel centro realizzato da Maji e Yattaran e fu facile rintracciare i pochi mancanti. Yuki e Tadashi lasciarono temporaneamente la direzione dell’osservatorio a dei fidati collaboratori e persino la vecchia Masu tornò ad occupare la sua mitica cucina: -Non posso mica lasciare che quei ragazzacci se ne vadano in giro per l’universo senza che ci sia qualcuno che gli prepari dei sostanziosi pasti! Aveva risposto al capitano che le aveva fatto discretamente notare che la sua età non era più verdissima e che il viaggio si preannunciava lungo e faticoso. Ovviamente tale obiezione era immediatamente caduta appena la terribile vecchina aveva tirato fuori i suoi inseparabili coltellacci. 
Harlock aveva lasciato Raflesia poche ore prima nella tarda mattinata. La regina si era imbarcata sulla sua nave con la quale effettuava la periodica spola con Baltha, una nave civile molto veloce che le permetteva di raggiungere il pianeta in pochi giorni di navigazione.
Avevano trascorso un ultima notte di intensa passione consapevoli che i giorni che sarebbero seguiti li avrebbero posti di fronte ad incognite ed insidie sconosciute, e chi sa se e quando si sarebbero potuti rivedere…Gli ultimi istanti prima della partenza la regina e il capitano li avevano però trascorsi con il loro figlioletto Daniel. Quel bimbo era il riassunto vivente dei genitori: due occhi scintillanti di colore blù notte risplendenti in un visino dai tratti aristocratici incorniciato da una folta chioma castana si accompagnavano ad un caratterino a dir poco esuberante. La cosa più triste era che in quel drammatico momento nessuno dei due genitori sarebbe potuto rimanergli accanto ma la ferma speranza era che presto la loro famiglia sarebbe stata di nuovo riunita al completo.
-Allora Daniel, promettimi che in questi giorni farai il bravo! Mamma e papà devono andare via qualche giorno, ma mamma tornerà prestissimo e pure papà, che deve andare a prendere Mayu in un posto molto lontano, farà un viaggio nello spazio con l’astronave Arcadia...la regina aveva preso in mano uno dei modellini dell’astronave realizzati da Yattaran e muovendola nell’aria l’aveva fatta atterrare nelle mani del vispo figlioletto. –L’Arcadia vola! Esclamò il bimbo prendendo il modellino e mettendosi a correre per la stanza...
Harlock guardava con infinita tenerezza la scomposta irruenza di quel bimbo, vi riconosceva innegabilmente parte del suo animo e del suo carattere. La sua nascita era stato il secondo evento fondamentale che aveva cambiato la sua vita, il primo era stato la sua unione con quella donna straordinaria. E vero, la sua vita era cambiata, aveva deciso di fermarsi, lui che dell’inquieto errare aveva fatto la sua bandiera di vita al pari di quella che sventolava sul pennone della sua nave, lui che non aveva mai posto limiti alla libertà e alla sete di avventura. In quegli anni si era lentamente uniformato ad un modo di vivere che un tempo non avrebbe mai minimamente tollerato.
Certo, aveva continuato ad effettuare delle sporadiche missioni, per lo più tecniche od esplorative, per aiutare a ricostruire insediamenti terrestri e postazioni scientifiche in varie zone limitrofe ed esterne al sistema solare. Aveva persino aiutato il governo del nuovo stato di Mazone a ricostituire una forza bellica di difesa ed in quella situazione aveva lavorato fianco a fianco della sua amata compagna. Si ricordava ancora gli sguardi attoniti di molte ufficiali mazoniane testimoni di feroci battaglie che lo avevano visto come mortale nemico, mentre supervisionava la ricostruzione di alcuni cannoni da contraerea che lui stesso qualche anno prima aveva praticamente polverizzato...
Ma in quel momento si ritrovava, dopo così tanto tempo, a riaffrontare l’ignoto in una missione che solo apparentemente sembrava quella di raggiungere una vecchia amica che aveva perso la ragione.
Questi ed altri pensieri si affacciavano alla sua mente insieme a tanti dubbi: Sarebbe stato ancora capace di quella vita avventurosa? Quella modalità stanziale l’aveva irrimediabilmente rammollito? E poi vi erano quegli improvvisi e misteriosi attacchi alle colonie di Mazone... in cuor suo aleggiava uno strano presentimento. Comunque con i nuovi motori di cui era stata appena equipaggiata l’Arcadia, sarebbe stato possibile raggiungere in poco tempo la remota zona dello spazio in cui presumibilmente stava dirigendosi la Queen Emeraldas.
-Oplà! Fece il capitano mentre con un balzo felino recuperava al volo Daniel che era inciampato mentre correva. –Beh, almeno i riflessi ancora reggono! Pensò tra se abbracciando il piccolo.
                                                                        **
-Capitano, siamo pronti a partire! Disse il vicecomandante Yattaran. –Bene, avanti a tutta forza, rotta verso la nube di Magellano ed oltre! Rispose Harlock. In un attimo furono fuori dell’atmosfera terrestre e, appena superata l’orbita del pianeta attivarono la velocita iperspaziale.
Sul ponte di comando si era ricostituita la storica formazione: Yattaran come vicecomandante, Yuki e Tadashi alle loro postazioni di un tempo. Sembrava solo ieri che l’Arcadia era salpata alla volta della sterminata flotta di Mazone... –Capitano, secondo gli ultimi calcoli saremo in prossimità del ponte intergalattico tra esattamente quattro giorni sette ore e venticinque minuti, disse Yuki tradendo una certa emozione nel rivestire di nuovo quei panni e quella divisa... –Bene, disse Harlock, -Nelle prossime ore valuteremo la possibilità di accelerare ulteriormente sfruttando degli scivoli gravitazionali, Tochiro effettuerà i necessari calcoli e ci suggerirà la rotta. Yattaran, occupatene tu!  Tadashi! Ho bisogno che mi analizzi in diretta la scia della Queen Emeraldas. Dobbiamo ricostruire con la miglior precisione possibile il suo spostamento e la sua rotta! –Agli ordini, capitano! Rispose il giovane.
Poco dopo Anche il dottor Zero e Miime si affacciarono sul ponte: -Capitano ho il piacere d’informarla che il centro medico della nave è di nuovo perfettamente funzionante e le nuove apparecchiature che ho appena istallato funzionano a dovere. Siamo pronti a far fronte a situazioni critiche! –Speriamo che non ve ne sia affatto bisogno, dottore...rispose Harlock con una punta di preoccupazione. Il capitano era di nuovo seduto sullo scranno centrale del ponte di comando, era parecchio che non si sedeva su quella postazione e in quel momento sentiva una non proprio sottile inquietudine salirgli su per la schiena. –Sento che non dobbiamo preoccuparci di Esmeralda...Miime aveva poggiato la sua mano sul braccio di Harlock...-Ma non è Esmeralda che ti preoccupa, vero? – Raflesia... sono in ansia per lei... rispose il capitano – L’ho lasciata andar via da sola ad affrontare un nemico ignoto...in questo momento dovrei essere accanto a lei!
-Harlock, in cuor tuo sai di avere fatto la cosa giusta. E’ Mayu in questo momento ad avere più bisogno di te...e Raflesia è pur sempre una grande guerriera, vedrai che saprà affrontare la situazione al meglio, quando si tratta del bene del suo popolo diventa una forza inarrestabile...
Il capitano accennò un sorriso, sapeva bene a cosa si stava riferendo Miime.
                                                                       **
-Maestà queste sono le ultime informazioni pervenuteci dai nostri ricognitori sugli insediamenti di Aldebaran. La giovane ufficiale mosse la mano al di sopra della sfera quadridimensionale posta al centro del ponte di comando della nave che stava facendo rotta verso Baltha, il pianeta principale del nuovo stato di Mazone. La sfera s’illuminò mostrando una serie di proiezioni tridimensionali. Erano delle registrazioni di riprese che mostravano gli attacchi perpetrati da quei misteriosi aggressori. Delle navi da guerra di color grigio metallico rilucente dalla foggia mai vista si abbattevano su ogni casa, edificio, fabbrica o coltivazione distruggendo ogni cosa trovassero sul loro cammino. Inermi civili si riversavano per le strade disperati correndo in ogni direzione e quelle navi si accanivano contro di loro in una sanguinosa carneficina. Neppure donne e bambini trovavano scampo a quel massacro. –E’ mostruoso! Urlò la regina indignata. Chi sono i maledetti che hanno osato tanto!? –Sarebbe più corretto dire che cosa sono... dato che non sono state registrate forme di vita organica su quelle navi...continuò l’ufficiale. –Tecnologia dronica? Ma l’abbiamo già vista ed affrontata a suo tempo...No, maestà, le navi erano sicuramente pilotate da esseri a bordo, ma esseri non organici, sono stati registrati impulsi ben precisi con i nostri scanner transdimensionali. – Degli umanoidi artificiali, dei meccanoidi? Concluse la regina. –Esatto mia sovrana, gli impulsi registrati erano molto simili a quelli che nel nostro database corrispondono alla tipologia dei meccanoidi. Rispose la solerte ufficiale. –Meccanoidi... E’ possibile che una tale minaccia fosse improvvisamente risorta? Si chiese angosciata Raflesia, poi ricollegò tutto ciò a quanto era successo a Mayu ed un brivido di gelo la percorse. Non poteva certo essere un caso e i due eventi dovevano essere sicuramente collegati tra loro! Ma chi poteva essere di nuovo a capo di un esercito di meccanoidi? La terribile Andromeda Promethium era stata sconfitta e uccisa centinaia di anni prima dalle figlie Maetel ed Esmeralda. E l’ultimo governatore dello stato meccanoide extrastellare era stato sconfitto proprio da Harlock insieme a Warrius Zero venti anni addietro mettendo fine alla dominazione delle macchine sul sistema solare. Una qualche entità artificiale maligna doveva essere rinata ed aver ricostituito un esercito di androidi combattenti, ma in quale parte dell’universo? E la sua adorata figlia adottiva poteva ora essere preda di una tale entità? Doveva avvertire subito Harlock! La regina pensò che fosse meglio comunicare tali conclusioni in segreto e, dopo aver congedato la giovane ufficiale, si diresse verso la sua cabina. Entrò nell’ampia zona della nave a lei riservata, si sedette sul grande letto e prendendosi il capo tra le mani rimase un attimo a riflettere su quelle ultime sconvolgenti rivelazioni. Non era più abituata a tanto lusso e quella cabina le pareva sin troppo sfarzosa rispetto le sue abitudini terrestri. Si alzò dal letto e si diresse verso la scrivania dove, in uno scomparto segreto era nascosto un comunicatore subspaziale che le permetteva di comunicare in codice direttamente con il capitano o con i vertici del governo del suo regno.
Mentre si muoveva verso quel mobile le parve di scorgere in un angolo della cabina, dietro una tenda un impercettibile movimento. Istintivamente pose mano alla sua pistola laser seguitando a camminare in quella direzione. Arrivata alla poltroncina si sedette facendo finta di nulla ma continuando a controllare con la coda dell’occhio quell’angolo della stanza. Ad un tratto un nuovo movimento, questa volta più deciso, la fece sobbalzare. Si gettò a terra rotolandosi sul pavimento giusto in tempo per evitare che un fascio laser la colpisse in pieno. Rispose immediatamente al fuoco ma non riuscì immediatamente a colpire il suo aggressore che nel frattempo era uscito dal suo nascondiglio ad una velocità incredibile riuscendo a raggiungere in un lampo l’angolo opposto di quel vasto ambiente. Contemporaneamente un altro colpo di laser la raggiunse di striscio ferendola alla mano sinistra. Tentò allora un diversivo gettando da una parte un grosso vaso che era situato quasi al centro della cabina. L’attenzione dell’attentatore fu attirata così in quella direzione e la regina con un ulteriore atletico balzo potè colpire l’intruso che era uscito finalmente allo scoperto. 
Ora quell’aggressore giaceva immobile in mezzo alla stanza.
 –Maestà che cosa è successo? Sentì gridare il personale della nave attirato da quell’improvviso trambusto. –Maestà state bene? Possiamo entrare? –Entrate pure, disse la regina mentre si chinava ad osservare quel corpo. –Mia regina, siete salva? Siete stata ferita! Gridarono in coro due ufficiali. –Non è niente, rispose Raflesia nascondendo la ferita che stava sanguinando. –Piuttosto chi è costei che ha tentato di uccidermi? Si rivolse a quegli ufficiali sbigottiti dato che per terra giaceva quello che sembrava un ufficiale dell’esercito regolare con l’unica differenza che il suo corpo non si era ancora autocombusto. Il perchè era chiaro dato che dall’ampio squarcio apertosi sul suo petto si intravedevano chiaramente circuiti elettronici e meccanismi fumanti. –Un androide! Esclamarono. –Un meccanoide per l’esattezza, le corresse la regina –E di ultima generazione, visto che le fattezze mazoniane erano state perfettamente riprodotte incluso il particolare colorito della pelle che lo rendeva praticamente indistinguibile dagli altri componenti “organici” dell’equipaggio, sempre che fosse stato l’unico intruso su quella nave! –Era un ufficiale di seconda classe che si era da poco imbarcata per la sua prima missione di supporto su questa nave. Si chiamava Ardesia ma le sue credenziali erano ottime e i suoi documenti assolutamente regolari... –Certo, ribattè la regina, -Perchè questo essere ha preso il posto della vera Ardesia molto prima che arrivasse sulla Terra! –Voglio che tutto il personale su questa nave sia subito sottoposto ad esame per verificarne l’“organicità”! E durante questa operazione ognuno non si fidi dell’altro finché non ne avrà appurato la reale fattezza! Rivolgetevi subito all’ufficiale medico! Ed ora vi prego di lasciarmi sola, vorrei finire di esaminare questa creatura.
Rimasta finalmente sola Raflesia aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse delle bende e del disinfettante con cui si medicò alla meglio quella ferita. Preferiva che nessuno dell’equipaggio scoprisse la sua natura umana. Pochi nel suo regno erano a conoscenza della sua particolare condizione, non che fosse la prima volta che una regnante risultasse di natura umana, ma era meglio che la cosa rimanesse il più possibile segreta. Terminata quell’operazione aprì lo scomparto segreto, digitò un codice sulla tastiera del trasmettitore e in un attimo fu collegata in diretta con l’Arcadia: 
-Amore, sei tu? Stai bene? Le rispose la voce di Harlock. –Si, mio bel pirata, ma quello che sto per dirti non ti piacerà affatto!

                                                                        4. In viaggio verso l’ignoto





Nel giro di un lampo tutta la vecchia ciurma dell’Arcadia si era andata ricostituendo. La maggior parte dei pirati viveva ormai da anni nel centro realizzato da Maji e Yattaran e fu facile rintracciare i pochi mancanti. Yuki e Tadashi lasciarono temporaneamente la direzione dell’osservatorio a dei fidati collaboratori e persino la vecchia Masu tornò ad occupare la sua mitica cucina: -Non posso mica lasciare che quei ragazzacci se ne vadano in giro per l’universo senza che ci sia qualcuno che gli prepari dei sostanziosi pasti! Aveva risposto al capitano che le aveva fatto discretamente notare che la sua età non era più verdissima e che il viaggio si preannunciava lungo e faticoso. Ovviamente tale obiezione era immediatamente caduta appena la terribile vecchina aveva tirato fuori i suoi inseparabili coltellacci. 

Harlock aveva lasciato Raflesia poche ore prima nella tarda mattinata. La regina si era imbarcata sulla sua nave con la quale effettuava la periodica spola con Baltha, una nave civile molto veloce che le permetteva di raggiungere il pianeta in pochi giorni di navigazione.

Avevano trascorso un ultima notte di intensa passione consapevoli che i giorni che sarebbero seguiti li avrebbero posti di fronte ad incognite ed insidie sconosciute, e chi sa se e quando si sarebbero potuti rivedere…Gli ultimi istanti prima della partenza la regina e il capitano li avevano però trascorsi con il loro figlioletto Daniel. Quel bimbo era il riassunto vivente dei genitori: due occhi scintillanti di colore blù notte risplendenti in un visino dai tratti aristocratici incorniciato da una folta chioma castana si accompagnavano ad un caratterino a dir poco esuberante. La cosa più triste era che in quel drammatico momento nessuno dei due genitori sarebbe potuto rimanergli accanto ma la ferma speranza era che presto la loro famiglia sarebbe stata di nuovo riunita al completo.

-Allora Daniel, promettimi che in questi giorni farai il bravo! Mamma e papà devono andare via qualche giorno, ma mamma tornerà prestissimo e pure papà, che deve andare a prendere Mayu in un posto molto lontano, farà un viaggio nello spazio con l’astronave Arcadia...la regina aveva preso in mano uno dei modellini dell’astronave realizzati da Yattaran e muovendola nell’aria l’aveva fatta atterrare nelle mani del vispo figlioletto. –L’Arcadia vola! Esclamò il bimbo prendendo il modellino e mettendosi a correre per la stanza...

Harlock guardava con infinita tenerezza la scomposta irruenza di quel bimbo, vi riconosceva innegabilmente parte del suo animo e del suo carattere. La sua nascita era stato il secondo evento fondamentale che aveva cambiato la sua vita, il primo era stato la sua unione con quella donna straordinaria. E vero, la sua vita era cambiata, aveva deciso di fermarsi, lui che dell’inquieto errare aveva fatto la sua bandiera di vita al pari di quella che sventolava sul pennone della sua nave, lui che non aveva mai posto limiti alla libertà e alla sete di avventura. In quegli anni si era lentamente uniformato ad un modo di vivere che un tempo non avrebbe mai minimamente tollerato.

Certo, aveva continuato ad effettuare delle sporadiche missioni, per lo più tecniche od esplorative, per aiutare a ricostruire insediamenti terrestri e postazioni scientifiche in varie zone limitrofe ed esterne al sistema solare. Aveva persino aiutato il governo del nuovo stato di Mazone a ricostituire una forza bellica di difesa ed in quella situazione aveva lavorato fianco a fianco della sua amata compagna. Si ricordava ancora gli sguardi attoniti di molte ufficiali mazoniane testimoni di feroci battaglie che lo avevano visto come mortale nemico, mentre supervisionava la ricostruzione di alcuni cannoni da contraerea che lui stesso qualche anno prima aveva praticamente polverizzato...

Ma in quel momento si ritrovava, dopo così tanto tempo, a riaffrontare l’ignoto in una missione che solo apparentemente sembrava quella di raggiungere una vecchia amica che aveva perso la ragione.

Questi ed altri pensieri si affacciavano alla sua mente insieme a tanti dubbi: Sarebbe stato ancora capace di quella vita avventurosa? Quella modalità stanziale l’aveva irrimediabilmente rammollito? E poi vi erano quegli improvvisi e misteriosi attacchi alle colonie di Mazone... in cuor suo aleggiava uno strano presentimento. Comunque con i nuovi motori di cui era stata appena equipaggiata l’Arcadia, sarebbe stato possibile raggiungere in poco tempo la remota zona dello spazio in cui presumibilmente stava dirigendosi la Queen Emeraldas.

-Oplà! Fece il capitano mentre con un balzo felino recuperava al volo Daniel che era inciampato mentre correva. –Beh, almeno i riflessi ancora reggono! Pensò tra se abbracciando il piccolo.



                                                                        **


-Capitano, siamo pronti a partire! Disse il vicecomandante Yattaran. –Bene, avanti a tutta forza, rotta verso la nube di Magellano ed oltre! Rispose Harlock. In un attimo furono fuori dell’atmosfera terrestre e, appena superata l’orbita del pianeta attivarono la velocita iperspaziale.

Sul ponte di comando si era ricostituita la storica formazione: Yattaran come vicecomandante, Yuki e Tadashi alle loro postazioni di un tempo. Sembrava solo ieri che l’Arcadia era salpata alla volta della sterminata flotta di Mazone... –Capitano, secondo gli ultimi calcoli saremo in prossimità del ponte intergalattico tra esattamente quattro giorni sette ore e venticinque minuti, disse Yuki tradendo una certa emozione nel rivestire di nuovo quei panni e quella divisa... –Bene, disse Harlock, -Nelle prossime ore valuteremo la possibilità di accelerare ulteriormente sfruttando degli scivoli gravitazionali, Tochiro effettuerà i necessari calcoli e ci suggerirà la rotta. Yattaran, occupatene tu!  Tadashi! Ho bisogno che mi analizzi in diretta la scia della Queen Emeraldas. Dobbiamo ricostruire con la miglior precisione possibile il suo spostamento e la sua rotta! –Agli ordini, capitano! Rispose il giovane.

Poco dopo Anche il dottor Zero e Miime si affacciarono sul ponte: -Capitano ho il piacere d’informarla che il centro medico della nave è di nuovo perfettamente funzionante e le nuove apparecchiature che ho appena istallato funzionano a dovere. Siamo pronti a far fronte a situazioni critiche! –Speriamo che non ve ne sia affatto bisogno, dottore...rispose Harlock con una punta di preoccupazione. Il capitano era di nuovo seduto sullo scranno centrale del ponte di comando, era parecchio che non si sedeva su quella postazione e in quel momento sentiva una non proprio sottile inquietudine salirgli su per la schiena. –Sento che non dobbiamo preoccuparci di Esmeralda...Miime aveva poggiato la sua mano sul braccio di Harlock...-Ma non è Esmeralda che ti preoccupa, vero? – Raflesia... sono in ansia per lei... rispose il capitano – L’ho lasciata andar via da sola ad affrontare un nemico ignoto...in questo momento dovrei essere accanto a lei!

-Harlock, in cuor tuo sai di avere fatto la cosa giusta. E’ Mayu in questo momento ad avere più bisogno di te...e Raflesia è pur sempre una grande guerriera, vedrai che saprà affrontare la situazione al meglio, quando si tratta del bene del suo popolo diventa una forza inarrestabile...

Il capitano accennò un sorriso, sapeva bene a cosa si stava riferendo Miime.



                                                                       **




-Maestà queste sono le ultime informazioni pervenuteci dai nostri ricognitori sugli insediamenti di Aldebaran. La giovane ufficiale mosse la mano al di sopra della sfera quadridimensionale posta al centro del ponte di comando della nave che stava facendo rotta verso Baltha, il pianeta principale del nuovo stato di Mazone. La sfera s’illuminò mostrando una serie di proiezioni tridimensionali. Erano delle registrazioni di riprese che mostravano gli attacchi perpetrati da quei misteriosi aggressori. Delle navi da guerra di color grigio metallico rilucente dalla foggia mai vista si abbattevano su ogni casa, edificio, fabbrica o coltivazione distruggendo ogni cosa trovassero sul loro cammino. Inermi civili si riversavano per le strade disperati correndo in ogni direzione e quelle navi si accanivano contro di loro in una sanguinosa carneficina. Neppure donne e bambini trovavano scampo a quel massacro. –E’ mostruoso! Urlò la regina indignata. Chi sono i maledetti che hanno osato tanto!? –Sarebbe più corretto dire che cosa sono... dato che non sono state registrate forme di vita organica su quelle navi...continuò l’ufficiale. –Tecnologia dronica? Ma l’abbiamo già vista ed affrontata a suo tempo...No, maestà, le navi erano sicuramente pilotate da esseri a bordo, ma esseri non organici, sono stati registrati impulsi ben precisi con i nostri scanner transdimensionali. – Degli umanoidi artificiali, dei meccanoidi? Concluse la regina. –Esatto mia sovrana, gli impulsi registrati erano molto simili a quelli che nel nostro database corrispondono alla tipologia dei meccanoidi. Rispose la solerte ufficiale. –Meccanoidi... E’ possibile che una tale minaccia fosse improvvisamente risorta? Si chiese angosciata Raflesia, poi ricollegò tutto ciò a quanto era successo a Mayu ed un brivido di gelo la percorse. Non poteva certo essere un caso e i due eventi dovevano essere sicuramente collegati tra loro! Ma chi poteva essere di nuovo a capo di un esercito di meccanoidi? La terribile Andromeda Promethium era stata sconfitta e uccisa centinaia di anni prima dalle figlie Maetel ed Esmeralda. E l’ultimo governatore dello stato meccanoide extrastellare era stato sconfitto proprio da Harlock insieme a Warrius Zero venti anni addietro mettendo fine alla dominazione delle macchine sul sistema solare. Una qualche entità artificiale maligna doveva essere rinata ed aver ricostituito un esercito di androidi combattenti, ma in quale parte dell’universo? E la sua adorata figlia adottiva poteva ora essere preda di una tale entità? Doveva avvertire subito Harlock! La regina pensò che fosse meglio comunicare tali conclusioni in segreto e, dopo aver congedato la giovane ufficiale, si diresse verso la sua cabina. Entrò nell’ampia zona della nave a lei riservata, si sedette sul grande letto e prendendosi il capo tra le mani rimase un attimo a riflettere su quelle ultime sconvolgenti rivelazioni. Non era più abituata a tanto lusso e quella cabina le pareva sin troppo sfarzosa rispetto le sue abitudini terrestri. Si alzò dal letto e si diresse verso la scrivania dove, in uno scomparto segreto era nascosto un comunicatore subspaziale che le permetteva di comunicare in codice direttamente con il capitano o con i vertici del governo del suo regno.

Mentre si muoveva verso quel mobile le parve di scorgere in un angolo della cabina, dietro una tenda un impercettibile movimento. Istintivamente pose mano alla sua pistola laser seguitando a camminare in quella direzione. Arrivata alla poltroncina si sedette facendo finta di nulla ma continuando a controllare con la coda dell’occhio quell’angolo della stanza. Ad un tratto un nuovo movimento, questa volta più deciso, la fece sobbalzare. Si gettò a terra rotolandosi sul pavimento giusto in tempo per evitare che un fascio laser la colpisse in pieno. Rispose immediatamente al fuoco ma non riuscì immediatamente a colpire il suo aggressore che nel frattempo era uscito dal suo nascondiglio ad una velocità incredibile riuscendo a raggiungere in un lampo l’angolo opposto di quel vasto ambiente. Contemporaneamente un altro colpo di laser la raggiunse di striscio ferendola alla mano sinistra. Tentò allora un diversivo gettando da una parte un grosso vaso che era situato quasi al centro della cabina. L’attenzione dell’attentatore fu attirata così in quella direzione e la regina con un ulteriore atletico balzo potè colpire l’intruso che era uscito finalmente allo scoperto. 

Ora quell’aggressore giaceva immobile in mezzo alla stanza.

 –Maestà che cosa è successo? Sentì gridare il personale della nave attirato da quell’improvviso trambusto. –Maestà state bene? Possiamo entrare? –Entrate pure, disse la regina mentre si chinava ad osservare quel corpo. –Mia regina, siete salva? Siete stata ferita! Gridarono in coro due ufficiali. –Non è niente, rispose Raflesia nascondendo la ferita che stava sanguinando. –Piuttosto chi è costei che ha tentato di uccidermi? Si rivolse a quegli ufficiali sbigottiti dato che per terra giaceva quello che sembrava un ufficiale dell’esercito regolare con l’unica differenza che il suo corpo non si era ancora autocombusto. Il perchè era chiaro dato che dall’ampio squarcio apertosi sul suo petto si intravedevano chiaramente circuiti elettronici e meccanismi fumanti. –Un androide! Esclamarono. –Un meccanoide per l’esattezza, le corresse la regina –E di ultima generazione, visto che le fattezze mazoniane erano state perfettamente riprodotte incluso il particolare colorito della pelle che lo rendeva praticamente indistinguibile dagli altri componenti “organici” dell’equipaggio, sempre che fosse stato l’unico intruso su quella nave! –Era un ufficiale di seconda classe che si era da poco imbarcata per la sua prima missione di supporto su questa nave. Si chiamava Ardesia ma le sue credenziali erano ottime e i suoi documenti assolutamente regolari... –Certo, ribattè la regina, -Perchè questo essere ha preso il posto della vera Ardesia molto prima che arrivasse sulla Terra! –Voglio che tutto il personale su questa nave sia subito sottoposto ad esame per verificarne l’“organicità”! E durante questa operazione ognuno non si fidi dell’altro finché non ne avrà appurato la reale fattezza! Rivolgetevi subito all’ufficiale medico! Ed ora vi prego di lasciarmi sola, vorrei finire di esaminare questa creatura.

Rimasta finalmente sola Raflesia aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse delle bende e del disinfettante con cui si medicò alla meglio quella ferita. Preferiva che nessuno dell’equipaggio scoprisse la sua natura umana. Pochi nel suo regno erano a conoscenza della sua particolare condizione, non che fosse la prima volta che una regnante risultasse di natura umana, ma era meglio che la cosa rimanesse il più possibile segreta. Terminata quell’operazione aprì lo scomparto segreto, digitò un codice sulla tastiera del trasmettitore e in un attimo fu collegata in diretta con l’Arcadia: 

-Amore, sei tu? Stai bene? Le rispose la voce di Harlock. –Si, mio bel pirata, ma quello che sto per dirti non ti piacerà affatto!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Attacco all'Arcadia ***


 

         
                                                   5.Attacco all’Arcadia
Mayu percorreva accanto ad Esmeralda uno dei lunghissimi corridoi che si aprivano all’interno di quell’immensa nave. Si sentiva completamente smarrita tanto da quegli enormi ambienti quanto dalle sconvolgenti rivelazioni che aveva appena ascoltato dalla voce della sua madre biologica. Era ancora incredula per l’entità e la gravità di quei fatti che gli erano stati letteralmente rovesciati addosso in un attimo.Venire a sapere tutto in una volta la verità sull’abbandono della madre e del suo triste destino da eterna errante nell’universo. Scoprire di avere qualcosa di mostruoso dentro il proprio cervello che poteva da un momento all’altro trasformarla in una crudele macchina al pari di quella sua nonna di cui ben poco sapeva...
-Ti sarà sembrato cinico e crudele da parte mia l’averti detto tutto ciò in una maniera così esplicita e senza giri di parole. Purtroppo la diplomazia non è mai stata il mio forte ed io ormai ho da tempo dimenticato cosa significhi fare la madre. In questo momento proteggerti per me significa renderti consapevole dei pericoli a cui vai incontro e portarti al più presto su Technologia per farti espiantare quell’ordigno che hai in testa...Guarda l’immensità di questa nave! Fece, mostrando alla giovane quell’enorme ponte. Il mio destino è quello di rimanere qui, dentro questa specie di immensa balena e di errare con essa per l’intero universo...non ho mai potuto ribellarmi a questo destino. L’unica volta che ho provato a fermarmi e ho tentato di cambiare il corso della mia vita, sono stata colpita nella maniera più crudele. Ho perso prima l’uomo che amavo e poi ho dovuto abbandonare il frutto di quel nostro amore, ciò che avevo di più caro al mondo, te...
Ora però non mi importa niente di questo mio maledetto destino. Voglio solo salvarti, costi quel che costi! Quando ho saputo che eri stata male ho subito immaginato il perchè e ho deciso di intervenire immediatamente. Non c’è tempo da perdere!
 –Ma perchè non hai avvertito Harlock, ci avrebbe pensato lui a portarmi su quel pianeta...disse Mayu.
 –No! Esmeralda strinse con forza i pugni, - Per una volta spettava a me farlo! Per una volta ancora volevo poter essere una madre! Questa era la mia unica occasione per tornare a prendermi cura di te e poterti rivedere...
Per un momento la dura voce della piratessa sembrò incrinarsi ed una lacrima scese dai suoi occhi incrociando la lunga cicatrice che attraversava quel viso.
Mayu, cogliendo alla sprovvista la madre, si fermò improvvisamente e si gettò ad abbracciarla con forza: 
-Sei tornata da me! Io pensavo che non mi volessi più…
Passarono così, strettamente abbracciate, lunghi minuti in silenzio, piangendo.
                                                                         **
Harlock era preoccupatissimo, lo scambio avuto poco prima con la Regina lo aveva scosso non poco. Purtroppo l’inquietante presentimento che gli si era insinuato in quei giorni aveva avuto la sua drammatica conferma. Tutti quegli oscuri accadimenti erano chiaramente collegati tra loro: Prima Mayu, poi gli attacchi a Mazone ed infine l’attentato a Raflesia ad opera di un meccanoide! Una nuova nube oscura si stava profilando all’orizzonte. Non poté non rammentare quel periodo della sua gioventù quando aveva dovuto combattere una simile minaccia. All’epoca era riuscito a vincere per il rotto della cuffia grazie alla fondamentale alleanza con un giovane comandante della flotta riunita terrestre, Warrius Zero che da suo avversario si era mutato in alleato e fraterno amico. Proprio per merito del potentissimo cannone ad elio 3 della nave di Zero erano riusciti alla fine a sconfiggere il terribile castello infernale, un’immensa astronave capace di inghiottire nel nulla qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino, inclusi interi pianeti. All’epoca era comandata da una terribile entità malvagia di origine meccanoide, Zess Voder, ex governatore del pianeta Futuria. 
Il problema con i meccanoidi era che essendo tali complesse entità completamente artificiali, le loro essenze vitali originali potevano conservarsi per un periodo di tempo infinito a patto che fossero opportunamente memorizzate e preservate. Un’entità artificiale di quel tipo poteva così rimanere in una specie di perpetuo letargo conservandosi all’interno di una minuscola matrice di memoria. Era già successo con la Regina Andromeda Promethium che era morta e risorta ben due volte prima di essere definitivamente sconfitta da sua figlia Maetel.
Questo tuffo nei ricordi del capitano fu improvvisamente interrotto dall’acuto risuonare dell’allarme rosso:
 –Capitano una nave da guerra di origine sconosciuta è apparsa all’improvviso sulla nostra rotta! Disse Yuki, mentre cercava di ottenere dati dai rivelatori. –Deve avere qualche tipo di dispositivo di occultamento, e comunque può evidentemente viaggiare ad elevatissimo warp…rilevo delle forme di vita non organica a bordo, probabilmente le stesse che hanno attaccato le colonie mazoniane...capitano, stanno armando i cannoni di prua!
 –Deviazione di 30 gradi a babordo! Comandò Harlock manovrando il timone. Il cannone riuscì appena a sfiorarli, ma tanto bastò per far accusare a tutta l’Arcadia un terribile scossone che scaraventò a terra tutti i membri dell’equipaggio che si trovavano in piedi.  –Capitano, nonostante gli scudi alzati, è stata una bella sberla! Disse Yattaran rialzandosi da terra ancora un po’ intronato. –Devono possedere delle armi formidabili, ma noi non siamo da meno! Ho fatto fare degli interessanti aggiornamenti ai nostri cannoni, disse con voce eccitata mentre si accingeva a puntare il nemico con il mirino tridimensionale. 
-Fuoco con tutti i cannoni di prua! Ordinò il capitano. L’abbagliante raggio multicolore sprigionatosi dalle bocche di quelle armi attraversò in un attimo lo spazio per abbattersi sulla nave nemica con un’impressionante potenza di fuoco. –Li dovremo raccogliere col cucchiaino! Ridacchiò il vice comandante sfregandosi le mani con aria soddisfatta, ma il suo sorriso si tramutò in smorfia quando, al diradarsi della polvere cosmica la misteriosa nave aliena riemerse senza mostrare il minimo graffio!
-Non è possibile! Gridarono in coro Yuki e Tadashi. –Ma che razza di scudi possiede quel “coso”? Commentò incredulo il dottor Zero.
-Qualunque cosa sia, non mi piace affatto, manovra elusiva! Gridò il capitano rimettendosi al timone, incominciando così una sorta di gimcana per cercare di evitare il fuoco nemico che nel frattempo era ripreso come una grandine infernale. –Yuki trovami un punto debole sul loro scafo dove poter concentrare dei siluri gravitazionali! –Agli ordini! Rispose la giovane. –Il loro scudo sembra perfettamente omogeneo…però… aspetta un attimo! Rilevo una piccola fluttuazione di energia proprio sotto la torretta del secondo cannone di prua, potremmo provare in quel punto! –Ok, rispose Harlock. –Fuoco in quel punto!
Una salva di siluri gravitazionali venne sparata in un sol colpo nella direzione indicata da Yuki.
La terribile esplosione prodotta si fece potentemente sentire di riflesso anche sull’Arcadia che vibrò sonoramente per diversi secondi. –Siamo riusciti ad intaccarli! Sembra che il loro sistema di cannoni sia fuori uso! Gridò Yattaran. –E’ il momento di sferrare il colpo finale, disse il capitano, ma in quel mentre una miriade di piccole navicelle si materializzò sullo schermo principale.
-Piccole navi da combattimento sono emerse da uno stato di occultamento! Disse Yuki –Ci bersagliano da tutte le direzioni! –Allarme a tutto l’equipaggio! Che escano le formazioni 1, 3 e 5 delle pattuglie d’assalto! Comandò Harlock.
Nel giro di pochi secondi incominciò ad imperversare una dura battaglia tra navette che ricordò a tutti le violente schermaglie tenute un tempo con le navicelle mazoniane.
-Esci anche tu Tadashi, ti affido il compito di catturare uno di quegli esseri, dobbiamo raccogliere quante più informazioni possibili su questi aggressori!
-Esci anche tu Tadashi…rimuginava il giovane mentre il suo ricognitore si apprestava ad uscire dall’hangar centrale dell’Arcadia. –Pare facile…, dopo tutto questo tempo non so manco se riesco ancora a pilotarlo questo affare! Figuriamoci a combattere e catturare uno di quegli esseri meccanici! 
Fortunatamente la guida spaziale di Tadashi non si era poi così tanto arrugginita e, schivata qualche raffica del fuoco nemico, elaborò rapidamente una tattica per catturare una di quelle navicelle senza distruggerla. Ne puntò una che era già stata danneggiata nei combattimenti e, dopo essere riuscito a neutralizzarne tutti gli armamenti con dei colpi ben assestati, infine l’agganciò con un raggio traente. –Speriamo che non abbia qualche diavolo di dispositivo di autodistruzione…sarà comunque il caso di trainarla nell’hangar blindato.
Una volta all’interno dell’hangar Tadashi trovò Harlock che si era già preparato all’incontro con il nuovo ospite. La navicella aliena aveva una forma oblunga piuttosto insolita e sembrava realizzata in una lega metallica sconosciuta. Finalmente si aprì un portello laterale da cui uscì una sottile figura avvolta da una tuta rilucente. Lentamente si avvicinò a loro e solo alla fine si tolse il casco protettivo. 
Ne emerse il capo di quello che a prima vista sembrava un essere femminile, ma gli occhi luminosi di colore verde smeraldo e le sottili giunture che solcavano il volto di colore grigio metallico non lasciavano dubbi sulla sua natura inorganica. 
-Sono Zaira, ufficiale n° 5922 della flotta meccanoide del Supremo Ordinatore! 
Disse con quella tipica sonorità artificiale. In un attimo Harlock si sentì proiettato indietro di vent’anni. Quella voce gli ricordò subito quella dei componenti meccanoidi dell’equipaggio della nave di Warrius Zero.
Quel vascello era stato l’esempio vivente della pacifica coabitazione e cooperazione tra esseri viventi organici e meccanici. Rammentò come gli ufficiali meccanoidi al seguito di Zero fossero persone coraggiose e di animo gentile e come anche quegli esseri avessero mostrato di possedere un anima e dei sentimenti al pari di quelli umani…non bisognava dimenticare che la maggior parte di quegli esseri erano un tempo umani che avevano in seguito subito il processo di meccanizzazione, mantenendo intatti ricordi, pensieri e alla fine anche sentimenti, sebbene quest’ultimi erano stati fatti riemergere solo in un secondo tempo.
Anche Zaira sembrava un umano trasformato in essere meccanico…
-Chi siete? Perché ci avete attaccato e chi è questo Supremo Ordinatore? Chiese il capitano
-Noi siamo i fedeli servitori del Supremo Ordinatore. Rispose lei. -Il nostro compito è quello di combattere tutti coloro che si oppongono al progetto di assimilazione dei mondi organici. Voi siete nostri nemici perché ostacolate questo progetto. Il Supremo Ordinatore è colui che sovraintende questa operazione. Grazie a lui l’imperfezione degli esseri organici sarà mutata in un’eterna perfezione meccanoide!
-La tiritera è sempre la stessa…pensò Harlock sconsolato.
-Noi ci opponiamo perché non si può imporre a nessuno di mutare la propria essenza! Le rispose il capitano. –Umani e meccanoidi possono convivere in pace ed armonia, ne è un esempio il pianeta Technologia, dovreste ben conoscerlo! Continuò lui.
-Technologia è lo scandalo per noi! Luogo di caos ed imperfezione! Non è tollerabile che umani e meccanoidi coesistano, l’universo ha la sua perfetta realizzazione solo attraverso le macchine! Come tale, quel pianeta sarà presto da noi distrutto e rifondato!
-Dove si trova il vostro Ordinatore? Chiese il capitano. –Quest’informazione non è disponibile nemmeno a noi ed anche la possedessimo non potremmo mai rivelarla! Rispose Zaira, mentre le fiammeggiavano gli occhi verdi. –Sappiate solo che il Supremo è invincibile ed onnipotente. Ognuno di noi è connesso a lui tramite un legame vitale. Con lui formiamo un unico corpo!
-Una sorta di intelligenza artificiale collettiva, pensò il capitano.
-Questo è tutto quello che saprete da me! Concluse l’androide con un tono minaccioso.
Harlock istintivamente pose mano alla sua cosmo-dragon, ma, inaspettatamente il meccanoide infilò una mano sotto la tuta e sembrò strappare via qualcosa. Immediatamente l’essere si accasciò a terra senza vita, come si fosse spento. –Ha estratto il suo chip vitale! Disse il capitano. –E’ come se fosse morta! –Reinseriamolo! Replicò Tadashi. –E’inutile, molti di quei chip si autodistruggono se non sono estratti con una particolare procedura. Zaira non potrà più dirci nulla! Commentò Harlock amaramente.
In quel momento risuonò la voce di Yuki dall’interfono: -Capitano siamo riusciti a respingere l’attacco delle navicelle, ma adesso c’è un problema nuovo! Tochiro mostra degli strani segni di malfunzionamento! –Maledizione! Reagì Harlock. –E adesso cosa starà succedendo?!
Tadashi, senti il dottor Zero e digli di occuparsi del corpo della meccanoide, io torno sul ponte di comando!
Una volta sul ponte il capitano chiese conto di quei malfunzionamenti: -Un po’ tutti i sistemi che dipendono dal computer risultano stranamente rallentati, quasi che questo sia in sofferenza. Alcuni dispositivi sono addirittura inattivi. Per la guida e gli armamenti ma anche per le comunicazioni rischiamo di dover passare ai comandi manuali! Disse Yuki preoccupata. –Yattaran, riattiva l’interfaccia di comunicazione vocale, sentiamo cosa ci dice Tochiro! –Subito, capitano! 
-Amico mio, cosa ti succede? Chiese preoccupato al compagno di mille avventure.
-Mi dispiace, amici, ma sto soffrendo la potente influenza di una mente artificiale che sta cercando di inserirsi nei miei sistemi. Sto utilizzando un’enorme quantità di energia per contrastare quest’ azione ma la lotta mi sta stremando, non so quanto potrò resistere ancora, di questo passo non potrò far altro che disattivarmi temporaneamente. Adesso vi invio le operazioni che Yattaran dovrà eseguire per potermi riattivare nel caso dovessi arrivare a questa soluzione estrema.
-Ma da dove arriva questa interferenza? Gli chiese il capitano.
 –Indubbiamente proviene dalla nave aliena, ma al suo interno non vi è alcun computer di tale potenza, probabilmente funziona solo come ripetitore di un segnale che proviene da molto più lontano, ma non riesco a rintracciarne l’origine…
La voce del computer era sempre più rallentata e distorta e alla fine si spense del tutto.
-Presto! Disse il capitano. Colpiamo e distruggiamo definitivamente quella maledetta nave!
-Capitano, Tochiro si è disattivato come da lui predetto!  Disse Yattaran. Ci rimangono solo le funzioni manuali!
 –E sia! Rispose Harlock. –Abbattiamo il bersaglio manualmente!
Il capitano premette un pulsante facendo così uscire quel vecchio mirino ottico da cui Tochiro non si era mai voluto separare. Con estrema cura mirò, puntò attraverso il reticolo di quell’ottica ed infine fece fuoco manualmente con tutte le forze di offesa che l’Arcadia aveva a sua disposizione. Finalmente il vascello nemico accusò pesantemente quel possente attacco e, dopo aver mostrato i segni di numerose esplosioni interne, finì col deflagrare in un lampo di luce abbagliante.
Per un attimo quell’intenso bagliore illuminò il capitano mostrandone il viso teso in un espressione di profonda preoccupazione.
-L’energia sprigionata da questa esplosione mi dà molto da pensare, disse Harlock. –Mi ricorda i motori ad elio 3 usati dai Metanoidi! 
-I Metanoidi?! Chiese Tadashi. –Sì, proprio loro, seguitò il capitano –E se ci sono pure loro coinvolti in questa faccenda, siamo in guai proprio grossi!
https://www.youtube.com/watch?v=Bj5Mp31nZlA
(Uno dei pezzi più drammatici di Chopin, uno degli studi preferiti di Mayu)
Nota alla pubblicazione: 
Mi preme precisare una cosa importante: Ho appena scoperto il (bellissimo) racconto "Jidai-Il tempo" di Elena NJ e
 mi sono accorto che in esso vi sono delle impreviste analogie con la mia FF (la più evidente è quella relativa al meccanismo impiantato nel cervello, nel mio caso in quello di  Mayu).
Il mio lavoro è chiaramente posteriore a quello di Elena, ma posso assicurare che fino a pochi giorni fa ero completamente all'oscuro della sua storia e pertanto si tratta solo di straordinarie coincidenze.
 Fortunatamente le trame delle nostre storie sono comunque molto differenti, cionondimeno ci tenevo a scusarmi molto con Lei.

                                                                                                     5.Attacco all’Arcadia

 

 

 

Mayu percorreva accanto ad Esmeralda uno dei lunghissimi corridoi che si aprivano all’interno di quell’immensa nave. Si sentiva completamente smarrita tanto da quegli enormi ambienti quanto dalle sconvolgenti rivelazioni che aveva appena ascoltato dalla voce della sua madre biologica. Era ancora incredula per l’entità e la gravità di quei fatti che gli erano stati letteralmente rovesciati addosso in un attimo.Venire a sapere tutto in una volta la verità sull’abbandono della madre e del suo triste destino da eterna errante nell’universo. Scoprire di avere qualcosa di mostruoso dentro il proprio cervello che poteva da un momento all’altro trasformarla in una crudele macchina al pari di quella sua nonna di cui ben poco sapeva...

-Ti sarà sembrato cinico e crudele da parte mia l’averti detto tutto ciò in una maniera così esplicita e senza giri di parole. Purtroppo la diplomazia non è mai stata il mio forte ed io ormai ho da tempo dimenticato cosa significhi fare la madre. In questo momento proteggerti per me significa renderti consapevole dei pericoli a cui vai incontro e portarti al più presto su Technologia per farti espiantare quell’ordigno che hai in testa...Guarda l’immensità di questa nave! Fece, mostrando alla giovane quell’enorme ponte. Il mio destino è quello di rimanere qui, dentro questa specie di immensa balena e di errare con essa per l’intero universo...non ho mai potuto ribellarmi a questo destino. L’unica volta che ho provato a fermarmi e ho tentato di cambiare il corso della mia vita, sono stata colpita nella maniera più crudele. Ho perso prima l’uomo che amavo e poi ho dovuto abbandonare il frutto di quel nostro amore, ciò che avevo di più caro al mondo, te...

Ora però non mi importa niente di questo mio maledetto destino. Voglio solo salvarti, costi quel che costi! Quando ho saputo che eri stata male ho subito immaginato il perchè e ho deciso di intervenire immediatamente. Non c’è tempo da perdere!

 –Ma perchè non hai avvertito Harlock, ci avrebbe pensato lui a portarmi su quel pianeta...disse Mayu.

 –No! Esmeralda strinse con forza i pugni, - Per una volta spettava a me farlo! Per una volta ancora volevo poter essere una madre! Questa era la mia unica occasione per tornare a prendermi cura di te e poterti rivedere...

Per un momento la dura voce della piratessa sembrò incrinarsi ed una lacrima scese dai suoi occhi incrociando la lunga cicatrice che attraversava quel viso.

Mayu, cogliendo alla sprovvista la madre, si fermò improvvisamente e si gettò ad abbracciarla con forza:

-Sei tornata da me! Io pensavo che non mi volessi più…

Passarono così, strettamente abbracciate, lunghi minuti in silenzio, piangendo.

 

 

                                                                         **

 

Harlock era preoccupatissimo, lo scambio avuto poco prima con la Regina lo aveva scosso non poco. Purtroppo l’inquietante presentimento che gli si era insinuato in quei giorni aveva avuto la sua drammatica conferma. Tutti quegli oscuri accadimenti erano chiaramente collegati tra loro: Prima Mayu, poi gli attacchi a Mazone ed infine l’attentato a Raflesia ad opera di un meccanoide! Una nuova nube oscura si stava profilando all’orizzonte. Non poté non rammentare quel periodo della sua gioventù quando aveva dovuto combattere una simile minaccia. All’epoca era riuscito a vincere per il rotto della cuffia grazie alla fondamentale alleanza con un giovane comandante della flotta riunita terrestre, Warrius Zero che da suo avversario si era mutato in alleato e fraterno amico. Proprio per merito del potentissimo cannone ad elio 3 della nave di Zero erano riusciti alla fine a sconfiggere il terribile castello infernale, un’immensa astronave capace di inghiottire nel nulla qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino, inclusi interi pianeti. All’epoca era comandata da una terribile entità malvagia di origine meccanoide, Zess Voder, ex governatore del pianeta Futuria.

Il problema con i meccanoidi era che essendo tali complesse entità completamente artificiali, le loro essenze vitali originali potevano conservarsi per un periodo di tempo infinito a patto che fossero opportunamente memorizzate e preservate. Un’entità artificiale di quel tipo poteva così rimanere in una specie di perpetuo letargo conservandosi all’interno di una minuscola matrice di memoria. Era già successo con la Regina Andromeda Promethium che era morta e risorta ben due volte prima di essere definitivamente sconfitta da sua figlia Maetel.

Questo tuffo nei ricordi del capitano fu improvvisamente interrotto dall’acuto risuonare dell’allarme rosso:

 –Capitano una nave da guerra di origine sconosciuta è apparsa all’improvviso sulla nostra rotta! Disse Yuki, mentre cercava di ottenere dati dai rivelatori. –Deve avere qualche tipo di dispositivo di occultamento, e comunque può evidentemente viaggiare ad elevatissimo warp…rilevo delle forme di vita non organica a bordo, probabilmente le stesse che hanno attaccato le colonie mazoniane...capitano, stanno armando i cannoni di prua!

 –Deviazione di 30 gradi a babordo! Comandò Harlock manovrando il timone. Il cannone riuscì appena a sfiorarli, ma tanto bastò per far accusare a tutta l’Arcadia un terribile scossone che scaraventò a terra tutti i membri dell’equipaggio che si trovavano in piedi.  –Capitano, nonostante gli scudi alzati, è stata una bella sberla! Disse Yattaran rialzandosi da terra ancora un po’ intronato. –Devono possedere delle armi formidabili, ma noi non siamo da meno! Ho fatto fare degli interessanti aggiornamenti ai nostri cannoni, disse con voce eccitata mentre si accingeva a puntare il nemico con il mirino tridimensionale.

-Fuoco con tutti i cannoni di prua! Ordinò il capitano. L’abbagliante raggio multicolore sprigionatosi dalle bocche di quelle armi attraversò in un attimo lo spazio per abbattersi sulla nave nemica con un’impressionante potenza di fuoco. –Li dovremo raccogliere col cucchiaino! Ridacchiò il vice comandante sfregandosi le mani con aria soddisfatta, ma il suo sorriso si tramutò in smorfia quando, al diradarsi della polvere cosmica la misteriosa nave aliena riemerse senza mostrare il minimo graffio!

-Non è possibile! Gridarono in coro Yuki e Tadashi. –Ma che razza di scudi possiede quel “coso”? Commentò incredulo il dottor Zero.

-Qualunque cosa sia, non mi piace affatto, manovra elusiva! Gridò il capitano rimettendosi al timone, incominciando così una sorta di gimcana per cercare di evitare il fuoco nemico che nel frattempo era ripreso come una grandine infernale. –Yuki trovami un punto debole sul loro scafo dove poter concentrare dei siluri gravitazionali! –Agli ordini! Rispose la giovane. –Il loro scudo sembra perfettamente omogeneo…però… aspetta un attimo! Rilevo una piccola fluttuazione di energia proprio sotto la torretta del secondo cannone di prua, potremmo provare in quel punto! –Ok, rispose Harlock. –Fuoco in quel punto!

Una salva di siluri gravitazionali venne sparata in un sol colpo nella direzione indicata da Yuki.

La terribile esplosione prodotta si fece potentemente sentire di riflesso anche sull’Arcadia che vibrò sonoramente per diversi secondi. –Siamo riusciti ad intaccarli! Sembra che il loro sistema di cannoni sia fuori uso! Gridò Yattaran. –E’ il momento di sferrare il colpo finale, disse il capitano, ma in quel mentre una miriade di piccole navicelle si materializzò sullo schermo principale.

-Piccole navi da combattimento sono emerse da uno stato di occultamento! Disse Yuki –Ci bersagliano da tutte le direzioni! –Allarme a tutto l’equipaggio! Che escano le formazioni 1, 3 e 5 delle pattuglie d’assalto! Comandò Harlock.

Nel giro di pochi secondi incominciò ad imperversare una dura battaglia tra navette che ricordò a tutti le violente schermaglie tenute un tempo con le navicelle mazoniane.

-Esci anche tu Tadashi, ti affido il compito di catturare uno di quegli esseri, dobbiamo raccogliere quante più informazioni possibili su questi aggressori!

-Esci anche tu Tadashi…rimuginava il giovane mentre il suo ricognitore si apprestava ad uscire dall’hangar centrale dell’Arcadia. –Pare facile…, dopo tutto questo tempo non so manco se riesco ancora a pilotarlo questo affare! Figuriamoci a combattere e catturare uno di quegli esseri meccanici!

Fortunatamente la guida spaziale di Tadashi non si era poi così tanto arrugginita e, schivata qualche raffica del fuoco nemico, elaborò rapidamente una tattica per catturare una di quelle navicelle senza distruggerla. Ne puntò una che era già stata danneggiata nei combattimenti e, dopo essere riuscito a neutralizzarne tutti gli armamenti con dei colpi ben assestati, infine l’agganciò con un raggio traente. –Speriamo che non abbia qualche diavolo di dispositivo di autodistruzione…sarà comunque il caso di trainarla nell’hangar blindato.

Una volta all’interno dell’hangar Tadashi trovò Harlock che si era già preparato all’incontro con il nuovo ospite. La navicella aliena aveva una forma oblunga piuttosto insolita e sembrava realizzata in una lega metallica sconosciuta. Finalmente si aprì un portello laterale da cui uscì una sottile figura avvolta da una tuta rilucente. Lentamente si avvicinò a loro e solo alla fine si tolse il casco protettivo.

Ne emerse il capo di quello che a prima vista sembrava un essere femminile, ma gli occhi luminosi di colore verde smeraldo e le sottili giunture che solcavano il volto di colore grigio metallico non lasciavano dubbi sulla sua natura inorganica.

-Sono Zaira, ufficiale n° 5922 della flotta meccanoide del Supremo Ordinatore!

Disse con quella tipica sonorità artificiale. In un attimo Harlock si sentì proiettato indietro di vent’anni. Quella voce gli ricordò subito quella dei componenti meccanoidi dell’equipaggio della nave di Warrius Zero.

Quel vascello era stato l’esempio vivente della pacifica coabitazione e cooperazione tra esseri viventi organici e meccanici. Rammentò come gli ufficiali meccanoidi al seguito di Zero fossero persone coraggiose e di animo gentile e come anche quegli esseri avessero mostrato di possedere un anima e dei sentimenti al pari di quelli umani…non bisognava dimenticare che la maggior parte di quegli esseri erano un tempo umani che avevano in seguito subito il processo di meccanizzazione, mantenendo intatti ricordi, pensieri e alla fine anche sentimenti, sebbene quest’ultimi erano stati fatti riemergere solo in un secondo tempo.

Anche Zaira sembrava un umano trasformato in essere meccanico…

-Chi siete? Perché ci avete attaccato e chi è questo Supremo Ordinatore? Chiese il capitano

-Noi siamo i fedeli servitori del Supremo Ordinatore. Rispose lei. -Il nostro compito è quello di combattere tutti coloro che si oppongono al progetto di assimilazione dei mondi organici. Voi siete nostri nemici perché ostacolate questo progetto. Il Supremo Ordinatore è colui che sovraintende questa operazione. Grazie a lui l’imperfezione degli esseri organici sarà mutata in un’eterna perfezione meccanoide!

-La tiritera è sempre la stessa…pensò Harlock sconsolato.

-Noi ci opponiamo perché non si può imporre a nessuno di mutare la propria essenza! Le rispose il capitano. –Umani e meccanoidi possono convivere in pace ed armonia, ne è un esempio il pianeta Technologia, dovreste ben conoscerlo! Continuò lui.

-Technologia è lo scandalo per noi! Luogo di caos ed imperfezione! Non è tollerabile che umani e meccanoidi coesistano, l’universo ha la sua perfetta realizzazione solo attraverso le macchine! Come tale, quel pianeta sarà presto da noi distrutto e rifondato!

-Dove si trova il vostro Ordinatore? Chiese il capitano. –Quest’informazione non è disponibile nemmeno a noi ed anche la possedessimo non potremmo mai rivelarla! Rispose Zaira, mentre le fiammeggiavano gli occhi verdi. –Sappiate solo che il Supremo è invincibile ed onnipotente. Ognuno di noi è connesso a lui tramite un legame vitale. Con lui formiamo un unico corpo!

-Una sorta di intelligenza artificiale collettiva, pensò il capitano.

-Questo è tutto quello che saprete da me! Concluse l’androide con un tono minaccioso.

Harlock istintivamente pose mano alla sua cosmo-dragon, ma, inaspettatamente il meccanoide infilò una mano sotto la tuta e sembrò strappare via qualcosa. Immediatamente l’essere si accasciò a terra senza vita, come si fosse spento. –Ha estratto il suo chip vitale! Disse il capitano. –E’ come se fosse morta! –Reinseriamolo! Replicò Tadashi. –E’inutile, molti di quei chip si autodistruggono se non sono estratti con una particolare procedura. Zaira non potrà più dirci nulla! Commentò Harlock amaramente.

In quel momento risuonò la voce di Yuki dall’interfono: -Capitano siamo riusciti a respingere l’attacco delle navicelle, ma adesso c’è un problema nuovo! Tochiro mostra degli strani segni di malfunzionamento! –Maledizione! Reagì Harlock. –E adesso cosa starà succedendo?!

Tadashi, senti il dottor Zero e digli di occuparsi del corpo della meccanoide, io torno sul ponte di comando!

Una volta sul ponte il capitano chiese conto di quei malfunzionamenti: -Un po’ tutti i sistemi che dipendono dal computer risultano stranamente rallentati, quasi che questo sia in sofferenza. Alcuni dispositivi sono addirittura inattivi. Per la guida e gli armamenti ma anche per le comunicazioni rischiamo di dover passare ai comandi manuali! Disse Yuki preoccupata. –Yattaran, riattiva l’interfaccia di comunicazione vocale, sentiamo cosa ci dice Tochiro! –Subito, capitano!

-Amico mio, cosa ti succede? Chiese preoccupato al compagno di mille avventure.

-Mi dispiace, amici, ma sto soffrendo la potente influenza di una mente artificiale che sta cercando di inserirsi nei miei sistemi. Sto utilizzando un’enorme quantità di energia per contrastare quest’ azione ma la lotta mi sta stremando, non so quanto potrò resistere ancora, di questo passo non potrò far altro che disattivarmi temporaneamente. Adesso vi invio le operazioni che Yattaran dovrà eseguire per potermi riattivare nel caso dovessi arrivare a questa soluzione estrema.

-Ma da dove arriva questa interferenza? Gli chiese il capitano.

 –Indubbiamente proviene dalla nave aliena, ma al suo interno non vi è alcun computer di tale potenza, probabilmente funziona solo come ripetitore di un segnale che proviene da molto più lontano, ma non riesco a rintracciarne l’origine…

La voce del computer era sempre più rallentata e distorta e alla fine si spense del tutto.

-Presto! Disse il capitano. Colpiamo e distruggiamo definitivamente quella maledetta nave!

-Capitano, Tochiro si è disattivato come da lui predetto!  Disse Yattaran. Ci rimangono solo le funzioni manuali!

 –E sia! Rispose Harlock. –Abbattiamo il bersaglio manualmente!

Il capitano premette un pulsante facendo così uscire quel vecchio mirino ottico da cui Tochiro non si era mai voluto separare. Con estrema cura mirò, puntò attraverso il reticolo di quell’ottica ed infine fece fuoco manualmente con tutte le forze di offesa che l’Arcadia aveva a sua disposizione. Finalmente il vascello nemico accusò pesantemente quel possente attacco e, dopo aver mostrato i segni di numerose esplosioni interne, finì col deflagrare in un lampo di luce abbagliante.

Per un attimo quell’intenso bagliore illuminò il capitano mostrandone il viso teso in un espressione di profonda preoccupazione.

-L’energia sprigionata da questa esplosione mi dà molto da pensare, disse Harlock. –Mi ricorda i motori ad elio 3 usati dai Metanoidi!

-I Metanoidi?! Chiese Tadashi. –Sì, proprio loro, seguitò il capitano –E se ci sono pure loro coinvolti in questa faccenda, siamo in guai proprio grossi!

 

https://www.youtube.com/watch?v=Bj5Mp31nZlA

(Uno dei pezzi più drammatici di Chopin, uno degli studi preferiti di Mayu)      



 Nota alla pubblicazione: 

Mi preme precisare una cosa importante: Ho appena scoperto il (bellissimo) racconto "Jidai-Il tempo" di Elena NJ emi sono accorto che in esso vi sono delle impreviste analogie con la mia FF (la più evidente è quella relativa al meccanismo impiantato nel cervello, nel mio caso in quello di  Mayu). Il mio lavoro è chiaramente posteriore a quello di Elena, ma posso assicurare che fino a pochi giorni fa ero completamente all'oscuro della sua storia e pertanto si tratta solo di straordinarie coincidenze. Fortunatamente le trame delle nostre storie sono comunque molto differenti, cionondimeno ci tenevo a scusarmi molto con Lei.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Leonore ovvero Fidelio ***


                                                                       6. Leonore ovvero Fidelio

 

 

 

 

Per accorciare i tempi Raflesia aveva deciso di incontrarsi con la nave ammiraglia Leonore direttamente a metà strada tra la Terra e Baltha. Da lì sarebbe ripartita subito alla volta delle colonie attaccate. La Leonore era una grande nave da difesa di ultima generazione realizzata dai rinati cantieri navali del nuovo regno di Mazone. Anche in questo caso la regina aveva usufruito dell’aiuto di Harlock e dei suoi fidi collaboratori Yattaran e Maji per poter introdurre novità e miglioramenti nella realizzazione di astronavi più funzionali ed efficienti. Altra caratteristica di questa nave era quella di poter viaggiare ad una velocita warp superiore rispetto a qualunque precedente nave mazoniana.

L’incontro avvenne nelle vicinanze del sistema di Delphi-5, la piccola nave civile della regina si accostò alla grande ammiraglia e collegò il ponte di trasbordo.

Al suo imbarco sulla grande nave, Raflesia fu accolta dal comandante, l’ammiraglio Virna.

–Benvenuta a bordo, mia sovrana, avete fatto un buon viaggio? Chiese l’alto ufficiale. –Mia cara Virna risparmiamoci i convenevoli, in questa situazione non c’è proprio nulla di buono… rispose la regina. –Piuttosto aggiornatemi sulla situazione attuale delle colonie.

-In questo momento imperversano ancora sporadici attacchi che stiamo contrastando grazie alle forze inviate del quinto squadrone di difesa aerea che si è subito schierato in soccorso. Purtroppo le navi aliene hanno dispositivi di occultamento che permettono loro di comparire e scomparire in maniera improvvisa ed inaspettata. Anche la loro velocità è fuori della nostre attuali capacità di movimento…continuò Virna. –Con la Leonore potremmo facilmente inseguirle, riprese Raflesia, però bisogna sbrigarci, partiamo immediatamente! –Come ordinate, mia regina, obbedì prontamente Virna, dando le disposizioni necessarie per la partenza immediata alla volta di Aldebaran.

-Ah, mia regina, dimenticavo di dirvi che qui a bordo della Leonore abbiamo un alto ufficiale dell’esercito rifondato che ha chiesto insistentemente di poter avere udienza formale con vostra maestà. –Udienza formale con me? Chiese sorpresa la regina. –Ormai tutti sanno che questo tipo di formalità non sono più in uso e non ci sono particolari problemi se qualcuno vuole parlarmi… pensò incuriosita. –Ebbene, se mi conducete ai miei alloggi, potrò riceverla appena posato i bagagli. –Sarà fatto immediatamente, mia sovrana! Rispose Virna affidando la regina a due sue attendenti.

Gli alloggi reali erano vasti e confortevoli ma, su volontà della stessa regina, molto meno sfarzosi di quelli realizzati nelle vecchie navi ammiraglie della mitica flotta mazoniana. Raflesia sistemò le poche cose essenziali che aveva portato con se per il viaggio, fece una rapida doccia ed indossò un abito più comodo e spartano. Si sedette alla scrivania dell’ampio studio dal quale, grazie ad un gradissimo oblò-vetrata, si poteva mirare alla vastità dell’universo circostante. Spinse un pulsante dell’interfono e chiese dell’ufficiale che voleva incontrarla. Dopo pochi minuti risuonò il segnale alla porta d’ingresso: -Avanti! fece la regina. Una giovane militare si fece avanti inginocchiandosi subito di fronte a lei. –Non c’è bisogno che ti prostri così, la rimproverò Raflesia, nel nostro nuovo regno le differenze di casta sono state abolite e la sovrana è solo la madre del suo popolo! Alzati, solleva il capo e mostrami il tuo volto! La giovane si alzò mettendo finalmente in mostra il suo viso. Per un attimo il cuore della regina si fermò per lo stupore, quella ragazza, a parte il colore castano dei suoi lunghi capelli, era la perfetta copia della sua Cleo! La stessa bellezza, gli stessi lineamenti, lo stesso sguardo fiero ed impertinente, era incredibile! Raflesia era rimasta senza fiato e, dopo un attimo di sconcerto, si riprese e fece accomodare la giovane. –Come ti chiami? Le chiese cercando di non tradire la forte emozione. –Il mio nome è Ariel e sono vicecomandante in capo alla terza guarnizione di difesa dell’esercito rifondato. Rispose lei con voce ferma e tono marziale. –La stessa voce! Lo stesso inconfondibile tono! Pensò la regina sempre più sconvolta. –E qual’è il motivo di questa tua visita? Seguitò a chiederle. –Con tutto il rispetto, maestà, credo che il motivo lo abbiate ben visto con i vostri occhi!

–Ma allora tu sai...sai di assomigliare incredibilmente ad una persona che era per me come una sorella! Cosa conosci di questa storia e chi te ne ha parlato? Le domandò ansiosamente la regina.

-So solo quello che mi è stato riferito poco tempo fa dalla mia madre adottiva mentre era in punto di morte. Quella che fino a quel momento credevo la mia vera madre mi confidò che le ero stata affidata appena neonata da una sua amica fraterna, la nobile Erminia...-Erminia, la madre di Cleo! Esclamò Raflesia. –Sì, proprio lei...Erminia tenne nascosta la sua gravidanza alla sua primogenita che all’epoca era già cadetto all’accademia militare e aveva trascorso un lunghissimo periodo senza poter rivedere la madre... –Ma perchè...? Chiese smarrita la regina. – La ragione è che non voleva che la sua seconda figlia seguisse gli oneri e gli onori della carriera militare, forse nella sua lungimiranza aveva intravisto il triste destino che attendeva il nostro popolo ed il nostro esercito di lì a poco... Ironia della sorte, sin da bambina ho subito provato un’irresistibile attrazione per la vita militare e, appena mi è stato possibile, ho affrontato ogni sacrificio per poter soddisfare questa mia inclinazione, anche a costo di allontanarmi dalla mia famiglia adottiva che disapprovava questa mia scelta. Il nostro triste esodo e la guerra non ha fatto altro che rinforzare le mie convinzioni. Servire il mio regno e la mia regina era e rimane la mia sola ragione di vita...quando ho scoperto la verità sulle mie origini ho cercato di ottenere quante più notizie possibili sui miei veri familiari. Erminia è morta da anni ormai, come tutti gli altri parenti del resto...Cleo poi...ho ricostruito il forte legame che la legava a voi, scoprirlo mi è stato di grande conforto, ed ora...stare così vicino a vostra maestà e poterla aiutare personalmente è per me come un sogno che si avvera...

-Tua sorella era molto più che un fidato collaboratore, Ariel. Lei era un’amica fraterna, una confidente attenta e sensibile, uno spirito critico che sapeva sempre rispondere ai miei dubbi ed alle mie ansie e consigliarmi nei momenti più difficili, era sempre accanto a me, ed io ero sempre accanto a lei. Sappi che non mi perdonerò mai per la sua morte, la sua come quella di tante nostre compatriote!

Ariel tu hai voluto dedicare la tua vita al tuo paese ed alla sua regina proprio come Cleo, ma sappi che anche le regine di Mazone possono sbagliare, ed i loro errori possono risultare fatali! Il primo errore è stato quello di credersi infallibili e di poter anteporre tutto al raggiungimento di un obiettivo folle! Il secondo è stato quello di perdere la propria anima, la propria umanità! La guerra non può essere una ragione di vita! L’unica ragione di vita è quella di creare altra vita e di perseguire la felicità propria e degli altri, senza distinzioni o pregiudizi! Questo l’ho imparato a mie spese e non mi stancherò mai di ricordarlo a tutti quelli che come te sono ancora esaltati al suono delle trombe di guerra! Io ho trovato la mia felicità e la mia ragione di vita, disse con voce addolcita mentre accarezzava la foto sulla scrivania che la raffigurava insieme ad Harlock, Daniel e Mayu.

-Maestà, ma noi siamo di nuovo in guerra...rispose Ariel –E’ vero, e contro un nemico ignoto e spietato, ma non credere che ciò mi esalti, sappi che riprendere in mano le armi, seppur per proteggere il mio amato popolo, è per me motivo di grande dolore. Cionondimeno farò tutto quello che è in mio potere per difendere i miei figli e tutto il mondo circostante!

Ariel parve molto colpita da quelle parole appena pronunciate dalla sua sovrana. Per la prima volta la regina “guerriera”, la sua mitica indomita e fiera regina le appariva sotto una nuova luce. Ugualmente fiera e indomita ma nel ruolo di madre attenta e premurosa...

Raflesia avvertì la sorpresa della giovane e sorridendole le andò incontro abbracciandola: -Non sai quanto sia felice nello scoprire una tal cosa, non solo perchè tu mi ricordi “lei” In modo impressionante, ma perchè forse gli dei mi stanno dando una nuova occasione con te per non ripetere gli errori che feci un tempo con Cleo...Mi aiuterai, sì, mi aiuterai e mi supporterai in questo momento difficile per il nostro mondo, ma io non ti lascerò solo adempiere i tuoi doveri di militare ma cercherò di trasmetterti quello che ho imparato, al pari di un genitore, sempre che tu me lo permetta... –Maestà non so cosa dire...rispose imbarazzata la giovane. -Non c’è nulla da dire, Ariel, e smettila di darmi del voi! Dimmi, è molto che ti sei imbarcata su questa nave? Chiese la regina. –No, in effetti sono salita solo due giorni fa partendo dalla capitale...-Bene, allora non avrai ancora avuto modo di visitarla per intero, vieni con me a fare un giro per tutta la nave, così anch’io avrò modo di rivederne gli ambienti, è passato un po’ di tempo da quando la varammo...io ed Harlock l’avevamo immaginata come un grande incrociatore galattico, più a misura di persona che di militare, anche il suo nome, Leonore, ha un suo perchè...conosci la storia del “Fidelio” di Beethoven, il famoso compositore terrestre? –Veramente non sono molto pratica della cultura terrestre e tantomeno di musica classica...rispose Ariel incuriosita. –Ebbene, riprese la regina, il Fidelio è un opera in cui si celebra l’amore, per l’esattezza l’amor fedele che un coniuge può avere per il suo compagno. La storia narra di Leonore, l’eroina dell’opera, che pur di salvare il marito, Florestano, ingiustamente carcerato in una terribile prigione dal perfido e potente governatore Pizarro, si traveste da uomo, Fidelio per l‘appunto, si fa assumere a lavorare come carceriere e alla fine, dopo diverse peripezie, il cattivo verrà sconfitto e Florestano insieme agli altri detenuti politici verrà scarcerato...il trionfo dell’amor fedele! Leonore rappresenta questo: il coraggio che nasce dall’amore per una persona o per un ideale di libertà! Quel coraggio che tutto può anche contro un nemico apparentemente invincibile!

-Una storia molto bella...commentò la giovane.

-Ma è anche lo specchio dello spirito che dovrebbe animare le nostre nuove forze militari! Non una forza conquistatrice fine a se stessa, ma qualcosa al servizio del nostro popolo, fedele ai nostri “figli”, fratelli e sorelle, con il compito di preservarne la pace e la felicità!

-Credo che troverò il tempo per ascoltarla, maestà, mi avete incuriosita...

-Ti ho detto niente voi! Solo Raflesia! La rimproverò la regina mentre uscivano insieme dagli appartamenti reali.   

 

https://www.youtube.com/watch?v=oGfDsGiRniQ

(dal min 1.38 il quartetto “Mir ist so wunderbar” Una sensazione meravigliosa mi riempie.)

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Note nello spazio ***


 

                                                                                  7. Note nello spazio

 

 

 

-Vieni Mayu, disse Esmeralda accompagnando la giovane lungo l’immenso ponte di comando della Queen Emeraldas, -In realtà ti avrei preparato una piccola sorpresa che spero ti piacerà. Disse la piratessa cercando di mantenere il suo solito tono burbero, ma tradendo una punta di emozione.

-Una sorpresa? Per me? Chiese Mayu incuriosita, e, mentre si stavano avvicinando alla parte centrale del ponte incominciò ad intravedere una sagoma nera assai familiare...-Ma è un pianoforte!

Che meraviglia! Fece correndo verso lo strumento musicale. Arrivata di fronte al piano rimase un attimo immobile, quasi in trance, dopodichè si sedette sullo sgabello ed aprì il copritastiera: -E’ un bellissimo piano! Incominciò subito a provarlo con una serie di pezzi: Chopin, Beethoven, Debussy, infine arrivò Bach con l’aria dalle Variazioni Goldberg: quelle magiche note risuonarono come gocce di cristallo nell’immensa vastità di quell’ambiente. Tutto sembrava essersi spostato in un’altra dimensione, una dimensione dove tempo e spazio si erano fusi insieme vibrando in risonanza con quelle note...

Esmeralda ascoltava seduta sul suo scranno al centro del ponte, gli occhi chiusi, il cuore colmo di gioia e di commozione...la sua bambina era capace di generare dei suoni cosi meravigliosi, una musica capace di mettere in diretta comunicazione i cuori delle persone, sentiva la sua anima che ormai credeva inesorabilmente sopita, risvegliarsi e vibrare di emozione! Era una sensazione che aveva dimenticato e che le ricordò un periodo della sua infanzia felice, quando lei e sua sorella Maetel ascoltavano la madre suonare per loro...

https://www.youtube.com/watch?v=EpzdkA40a2o

Quando le ultime note del pezzo finirono di riecheggiare nel vasto ambiente, Esmeralda non riuscì a trattenersi: -E’ stato meraviglioso. Mayu, la tua musica è bellissima! Sembrava di essere proiettati in un altro universo…-Merito di chi ha scritto questi pezzi, non certo mio…rispose la giovane arrossendo. –No, riprese la madre, -So bene quanto conti l’interpretazione, e tu hai suonato in maniera divina, lo dice pure la Queen Emeraldas! –Lo dice la nave? Chiese Mayu stupita. –Si, lei mi parla… è da quando l’ho incontrata lungo il mio cammino che lei mi parla, è come se fosse viva…mi crederai pazza, ma è la verità! –Certo che ti credo! Le rispose la giovane. –Anch’io, come Harlock, sento la voce dell’Arcadia! Harlock dice che è la voce dell’anima di papà Tochiro!

-Ah, è vero, quella storia a cui non ho mai voluto credere… in fondo è assurdo che non abbia mai voluto accettare una cosa simile quando io stessa dialogo con la mia nave tutti i giorni… e tu me ne dai conferma! Probabilmente questa mia ostinazione al non voler credere è dovuta al così grande dolore che ho patito nel vederlo morire davanti ai miei occhi…la sua morte ha come spento una parte della mia anima… ma ora è diverso, ora ci sei tu, Mayu!

–Lo amavi tanto, mamma? Chiese la giovane,

 –Sì, infinitamente! Era l’uomo più buono e coraggioso che conoscessi ed era anche uno spirito allegro e gioviale, riusciva sempre a farmi sorridere anche nei momenti più difficili, e questa, ti assicuro, è una grande virtù!

 

 

                                                                        **

 

-Se la tecnologia contro cui abbiamo a che fare è quella metanoide allora si spiegano molte cose, disse Harlock, mentre si accingevano a riprendere la loro rotta verso la nube di Magellano.

-Già a suo tempo l’avanzata ed il potere dei Meccanoidi era stato guidato da infiltrazioni metanoidi… -Ma chi sono esattamente? Chiese Tadashi, -Io ne ho sentito a malapena favoleggiare… -Purtroppo non sono una favola! E’ un popolo di cui sappiamo molto poco e la ragione principale è che non proviene dal nostro universo ma bensì da una dimensione parallela il cui attraversamento è molto difficile. –Un universo parallelo? Esclamò il giovane incredulo.

 –Esattamente, rispose il capitano. –Pare che anch’essi non siano costituiti su base organica come la intendiamo noi, ma il loro organismo risulti infinitamente più raffinato paragonato a quello androide dei meccanoidi. Difatti i Metanoidi considerano esseri inferiori sia gli umani che i meccanoidi di cui in passato si sono già serviti manovrandoli subdolamente per i loro scopi…Possiedono un cuore energetico che è un minuscolo reattore ad elio 3, proprio come quello delle loro navi e, una volta colpiti, l’esplosione di questo cuore può produrre devastanti danni nel raggio di centinaia di metri.

-Soggetti pericolosetti! Commentò Yattaran. –Già, ma anche la loro forza bellica è impressionante. Possiedono armi di potenza praticamente illimitata. Le loro enormi navi si muovono inghiottendo tutto quello che trovano sul loro cammino come dei buchi neri artificiali. I loro soldati e ufficiali sono molto coraggiosi, essi non temono minimamente la morte e agiscono nel nome della loro misteriosa quanto oscura sovrana, la Darqueen. Il loro scopo pare sia quello di travolgere tutto l’universo ed immergerlo nelle loro tenebre. –Ma è terribile! Esclamò Yuki rabbrividendo.

-Fino ad oggi pochi esseri metanoidi sono riusciti a valicare la soglia dimensionale, e i pochi tentativi di attacco su larga scala sono stati bloccati sul nascere grazie al coraggioso intervento delle forze intergalattiche degli SDF, la Space Defender Force delle Galaxy Railways.

-Ah, la SDF! Riprese Yuki, Conoscevo bene un loro simpatico membro, Manabu! –E chi sarebbe questo Manabu? Chiese subito Tadashi ingelosito. –Non ti preoccupare, scioccone, è solo un vecchio amico! Però devo dire che un po’vi somigliate! Gli rispose divertita la moglie.

-Sin dai tempi della nostra lotta contro la dominazione meccanoide, io e Warrius Zero scoprimmo che il vero burattinaio dietro il malvagio governatore dell’impero extrasolare era il suo ministro della guerra un cavaliere metanoide di nome Helmatia!  Riprese il capitano, -Il suo aspetto è quello di una bellissima donna bionda ma il suo potere e la sua astuzia sono straordinarie. All’epoca non riuscimmo a catturarla e riuscì a fuggire dopo la distruzione del castello infernale. Helmatia odia profondamente tutti i terrestri da quando Tetsuro, insieme a Maetel, ha ucciso la sua sorella maggiore Helmazaria, un altro alto cavaliere metanoide.

-Helmatia, Helmazaria! Mi si confonde il cervello! Commentò a quel punto il dottor Zero. –Ma se questi Metanoidi, di cui sappiamo così poco, sono realmente potenti e quasi invincibili come si dice, che speranze abbiamo di sconfiggerli? –Non si tratta di speranza, rispose Harlock, -Vi è una reale possibilità di contrastarli, la cosa più importante è quella di precludere loro la possibilità di varcare le soglie dimensionali, e questo è fattibile! In realtà essi non hanno la tecnologia che permetta loro di aprire questi varchi. In passato hanno approfittato di strappi apertisi naturalmente tra i due universi o provocati artificialmente dalla nostra parte grazie ad avventati esperimenti.

Ora dobbiamo capire se effettivamente dietro questa nuova minaccia ci sia l’ispirazione dei Metanoidi. Se sì, come penso, ci deve essere di nuovo lo zampino di Helmatia, poichè è l’unica Metanoide che mi risulta essere rimasta a piede libero nel nostro mondo.

-Ma come facciamo a trovarla Harlock? Chiese Yuki. –Ah, se è per questo, non ti preoccupare, sarà lei a trovare noi prima o poi, la mia preoccupazione piuttosto è che possa trovare prima Mayu o Raflesia! Devo inviare subito un mesaggio subspaziale alla regina, e inoltre ho bisogno di contattare Maetel, lei ne sa molto più di me su quel pericoloso soggetto, e potra aiutarci anche con Esmeralda!

 

 

                                                                         **

 

 

Raflesia era rimasta assorta, preoccupata per il messaggio subspaziale che aveva appena ricevuto da Harlock: -I Metanoidi! Allora ci sono loro dietro tutta questa faccenda! Ritornò con la memoria a tutto quello che ricordava su questo misterioso popolo. Sapeva dei trascorsi che la galassia aveva avuto con loro in passato ed in particolare alla lotta dei pianeti del sistema solare contro i

Meccanoidi che a loro volta erano stati manovrati abilmente dal cavaliere metanoide Helmatia.

Ma quel popolo minaccioso proveniente da un universo parallelo aveva una storia molto più lontana, una storia che risaliva direttamente agli albori della nascita della civiltà mazoniana e che era chiaramente descritta in quelle cronache segrete che da millenni erano tramandate da regina a regina. I Metanoidi, così come gli umanoidi, erano stati “creati” dagli Eterni. Le due diverse forme di vita intelligente erano state selezionate attraverso lunghe e sofisticate manipolazioni genetiche in maniera tale che fossero il riflesso l’una dell’altra. La prima basata su cellule meccaniche, l’altra su cellule biologiche. Dopo un lungo periodo di pacifica coesistenza, il popolo metanoide cominciò però a manifestare un’aggressività sempre crescente, ed un’avversione ossessiva nei confronti del mondo biologico, e questa violenta inclinazione, unita ad un’evoluzione  molto più rapida rispetto a quella degli umanoidi costrinse alla fine  gli Eterni ad operare una drastica e sofferta scelta: essi decisero di esiliare tutto il popolo metanoide catapultandolo in blocco in un altro universo, condannandolo così ad un’esistenza isolata lontano da altri esseri di tipo biologico. Il varco creato dalla scienza avanzatissima degli Eterni fu prontamente richiuso una volta terminato il trasferimento e l’antichissima storia narrava che una piccola guarnigione di sentinelle spaziali era rimasta di guardia a sorvegliare che nessun varco dimensionale tra i due mondi si potesse riaprire.

-Le sentinelle spaziali...era poco più di una leggenda...mormorò tra se, ma ormai quella vicenda non la stupiva più di nulla...

-Mia sovrana, stiamo per entrare nella cintura di Orione! La voce di Virna all’interfono interruppe le riflessioni della regina. –Vengo subito sul ponte di comando rispose Raflesia.

La cintura di Orione si presentava come una distesa di corpi celesti, di stelle di diversa grandezza allungate tutte in una sorta di nastro galattico dal suggestivo colore azzurro intenso.

Questa particolare luminosità era dovuta alla presenza di una decina di stelle assai brillanti con una netta dominanza spettrale del blù. Il sistema di Aldebaran era relativamente poco distante dalla cintura di Orione e la sua stella principale si differenziava bene dalle altre essendo di un netto color arancio.Una delle stelle minori di tale ammasso era luogo di un piccolo sistema planetario dove erano situate le colonie mazoniane.

-Ecco maestà, ci stiamo avvicinando a Mazon-12, il pianeta principale del sistema di Aldebaran Tetha 2, disse l’ufficiale di rotta. –Massima attenzione, tutti i sistemi difensivi attivati! Ordinò la regina. –Le navi nemiche dispongono di sofisticati dispositivi di occultamento e possono viaggiare nell’iperspazio, potrebbero sbucare da un momento all’altro sul nostro cammino...

Furono parole profetiche, un istante dopo averle pronunciate un vascello nemico si materializzò all’improvviso dinnanzi loro.

-Stanno armando i loro cannoni! Esclamò un ufficiale –Scudi alla massima energia! Virare a tribordo di venti gradi! Comandò Virna. Come già successo alla nave di Harlock, riuscirono di poco a schivare il colpo ma l’immane energia sprigionata da quelle armi si ripercosse comunque in parte sulla Leonore che fu scossa da una potente onda d’urto.

-Ecco qua che si comincia a ballare! Disse ironica la regina preparandosi alla battaglia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il ritorno di Maetel ***


                                                                            8. Il ritorno di Maetel

 

 

 

 

La grande nave Queen Emeraldas navigava veloce e silenziosa alla volta del pianeta Technologia. Aveva da poco superato il ponte galattico al di la della piccola nube di Magellano e mancavano ormai solo poche ore all’arrivo. Esmeralda aveva già contattato un suo amico sul pianeta che l’avrebbe aiutata a far sottoporre Mayu al delicato intervento per estirpare il minuscolo dispositivo meccanoide senza che rimanessero danni di alcun tipo al cervello della ragazza. La piratessa era seduta sul suo scranno mentre sorseggiava un bicchiere di vino rosso. Mayu, come era ormai suo solito, stava al pianoforte, gli occhi socchiusi, ripassando alcuni passaggi particolarmente impegnativi di un nuovo pezzo che stava studiando. Durante tutto quel lungo viaggio il pianoforte era stato un prezioso rifugio per alleviare la morsa di ansia e di vero e proprio terrore che l’attanagliava da quando le era stato rivelato il terribile rischio che correva. Sentiva di potersi fidare ciecamente della sua ritrovata madre, al pari di Harlock, e sapeva che sarebbe stata affidata a mani esperte, capaci di trattare senza problemi quel diabolico tipo di tecnologia meccanoide. Avvertiva però come l’incombere di un non meglio definito pericolo, come una presenza maligna che aleggiava sopra di loro, nonostante ciò tentava in tutti i modi di cacciar via quella sensazione e quei pensieri e per questo il concentrarsi solo sulla musica le era di grande aiuto. Poteva svuotare la mente e riempirla solo della sua amata musica. Le note, le melodie, le armonie e le strutture dei pezzi si svolgevano regolarmente dipanandosi con ordine una dopo l’altra. Riusciva ad effettuare una sorta di visualizzazione mnemonica dei gruppi di note e dei suoni che doveva produrre quasi come in un film scomposto nei suoi singoli fotogrammi. Immagini che si succedevano, suoni e colori…già, colori… da i tenui ai più accesi, e proprio un colore le si affacciò alla mente, dapprima con delicata discrezione, poi via via sempre più insistentemente…un colore blù, strano, quasi metallico ma sempre più rilucente e sempre più abbagliante… la tonalità era sempre più viva e ricopriva ogni cosa, come un mare profondo che inghiottisse ogni cosa, ogni suo altro pensiero, un mare che la trascinava sempre più giù nell’abisso, come travolta da un’invincibile corrente alla quale non riusciva più ad opporsi. Quel blu era sempre più intenso, più profondo…

 

                                                                          **

 

-Harlock, stiamo per raggiungere la piccola nube di Magellano, da lì in poche ore saremo nella zona di ponte intergalattico dove s’incrociano le rotte dei treni della Galaxy Railways, annunciò Yuki.

-Non dobbiamo dimenticare che prima di arrivare al ponte intergalattico dovremo attraversare la nuvola di scariche elettromagnetiche, un settore dello spazio dove si scatenano continuamente tempeste elettriche che interferiscono fortemente con la strumentazione di bordo e soprattutto con i computer! Il capitano si rivolse allora a Tochiro: -Amico mio, sei riuscito a riprenderti bene dopo il nostro ultimo scontro, una volta eliminata la nave aliena quel segnale che interferiva con le tue capacità si è interrotto, il che conferma la tua teoria che provenisse da molto più lontano...ora però stiamo per attraversare la zona di tempeste elettromagnetiche, pensi di dover temere qualche danno?

-Non preoccuparti, Harlock, non credo di dover temere danni, le ultime migliorie apportate all’Arcadia la rendono molto più protetta rispetto a questo tipo di interferenze, grazie agli scudi di ultima generazione installati su mia indicazione da Maji. Tuttalpiù si potrà ballare un po’ ma questo non è certo una novità per questa nave e per il suo equipaggio!

Come previsto dopo circa sette ore entrarono nella zona d’interferenza. Questa zona di spazio era tanto pericolosa quanto suggestiva. Le polveri cosmiche e i gas presenti venivano fortemente eccitati da quelle spaventose scariche elettromagnetiche creando così delle nubi di plasma che assumevano le più disparate tonalità di colore. Era come immergersi nel mezzo delle nuvole di una tempesta, con tanto di paurosi e giganteschi fulmini, con la differenza che le nubi erano a temperature di parecchie migliaia di gradi ed i colori andavano dal rosso intenso al blu violetto.

Come previsto le interferenze bloccarono i sistemi di comunicazione e i radar e poco dopo la nave fu preda di violenti sussulti e forti vibrazioni ma i potenti stabilizzatori dell’Arcadia riuscirono a mantenerla in rotta senza grossi problemi.

-Dovremo continuare così per almeno due ore, sono comunque riuscito a comunicare con Maetel prima di entrare nella nube d’interferenza, ci incontrermo con lei incrociando la rotta del Galaxy Express 999 appena arrivati al ponte galattico, disse il capitano sedendosi al suo posto di comando. –Ora dobbiamo solo pazientare ed aspettare...

Finalmente, al termine di quelle due interminabili ore, la nave si trovò improvvisamente fuori della zona critica e, come quelle scintillanti e variopinte nubi si diraradarono, si aprì davanti a loro uno scenario di assoluta calma e tranquillità. Si potevano vedere chiaramente le scie luminose lasciate lungo le rotte dalle innumerevoli linee dei treni intergalattici che s’incrociavano senza sosta in quel settore dell’universo. L’assenza di stelle luminose e di pianeti rendeva quella vista ancora più sorprendente: quelle tracce sembravano sottili fili di luminose perle che di dipanavano su di un immenso panno di velluto nero.

E’ bellissimo! Esclamò Tadashi, -Chissà, quale di quei treni è il Galaxy 999, si chiese il giovane.

-Lo scoprirai presto! Gli rispose il capitano, -L’Arcadia sta per doppiare la sua rotta, e tra pochi minuti ci affiancheremo a quel fantastico treno!

Come previsto, dopo pochi minuti una di quelle scie divenne sempre più evidente fino a mostrarsi chiaramente: Una stupefacente locomotiva dalle antiche fattezze esteriori trainava una lunga colonna di vagoni i cui finestrini illuminati mostravano i molti viaggiatori che abitavano quelle carrozze. L’Arcadia si accostò quasi rasente al treno e, mantenendo la sua stessa velocità, gettò il ponte di collegamento che andò ad ancorarsi ad uno di quei vagoni. Nel frattempo Harlock si era spostato nella zona d’attracco per accogliere la sua ospite.

-Benvenuta Maetel! Sono lieto di riaverti a bordo, in genere era il contrario, ero io a venire sul Galaxy a trovere te e Tetsuro! I due si abbracciarono calorosamente. –Harlock! Quanto tempo! La dolce voce della donna risuonò nella camera d’attracco. I due s’incamminarono lungo i corridoi della nave mentre molti membri della sua ciurma si fermavano ad ammirare estasiati la bionda creatura la cui sfolgorante bellezza sembrava assolutamente immutata. Erano passati moltissimi anni dall’ultima volta che la principessa di Lamethal aveva visitato l’Arcadia e molti dei pirati all’epoca non erano nemmeno presenti. Si mormorava che la longevità della fanciulla dipendesse dal fatto che per secoli il suo corpo biologico era rimasto ibernato sotto i ghiacci di Plutone e che durante quel periodo avesse vissuto in un organismo artificiale al pari dei tristi meccanoidi che lei stessa aveva combattuto strenuamente insieme a Tetsuro. Solo di recente, si diceva, aveva riacquistato il suo vero corpo, ma aveva continuato la sua missione di angelo custode galattico a bordo del 999.

In quell’occasione sfoggiava il suo consueto abito, una pesante zimarra ed un grande colbacco con l’unica differenza che era tornata al colore azzurro invece del solito color nero, come ai tempi di Warrius Zero. –Ci sarebbero infinite cose di cui parlarci ma purtroppo la situazione è drammatica e non abbiamo molto tempo, riprese il capitano con tono di rammarico. –Harlock, so bene cosa stai passando in questo momento e tu sai quanto voglia bene a Mayu, ma per quanto possa andare fuori di testa mia sorella, sono certa che con lei non corre alcun pericolo, e questo in cuor tuo lo sai anche tu...

-Lo so, Maetel, conosco bene Esmeralda e la sua caparbia ostinazione quanto la sua natura solitaria, ma ciò che mi preoccupa veramente è quello che potrebbero trovare sulla loro strada, la situazione è molto più complicata, c’entrano i Metanoidi ed Helmatia!

–Helmatia! Ne sei sicuro? La voce della donna si incrinò. -Harlock, ho seguito per molto tempo le mosse di quell’essere ma ne avevo perso le tracce da più di un anno, tanto che speravo fosse tornata nel suo mondo. A questo punto mi sembra indispensabile che mi unisca a te nel rincorrere Esmeralda, ti darò tutto l’aiuto di cui hai bisogno!

 

                                                                         **

 

-Virna, facciamo uscire le squadriglie d’attacco, dobbiamo studiare più da vicino quella nave ed avere contemporaneamente agilità di movimento! Ordinò Raflesia. –Comanderò personalmente la squadriglia! –Ma, maestà, non pensate sia troppo rischioso? –Non tema Virna, non si dimentichi che come guerriera un tempo avevo una certa esperienza...

-Mia regina...permettemi di partecipare all’azione! Ariel era intervenuta in quella discussione, in qualità di alto ufficiale, peraltro, ne aveva piena facoltà...

-D’accordo Ariel, rispose la regina, -Ma adesso sbrighiamoci, non c’è tempo da perdere!

Uscirono con una formazione di venti navette suddivise in due ali capitanate da Raflesia ed Ariel.

La grande nave nemica aveva qualche difficoltà nei brevi e rapidi spostamenti e le sue armi, seppur estremamente potenti, non riuscivano a seguire bene i due stormi di navicelle che erano in grado di disporsi in agili e mutevoli configurazioni.  –Cerchiamo di danneggiare le loro batterie di cannoni e contemporaneamente raccogliamo più informazioni possibili sulla struttura di quella nave! Raflesia si buttò in picchiata in uno spettacolare tuffo con un’angolazione che risultava molto scomoda da seguire da parte del nemico...le altre navette la seguivano e a turno lanciavano raffiche di colpi indirizzate a tutte la batterie di cannoni dislocate sulla sezione superiore del grande vascello.

L’ala capitanata da Ariel eseguì la stessa operazione in maniera speculare andando a colpire le batterie della sezione inferiore. La grande nave accusò il colpo e tentò una manovra di allontanamento. –E’ il momento Virna, attaccatela dalla Leonore nei punti che i computer vi comunicheranno dopo aver analizzato i dati raccolti! Disse Raflesia all’ammiraglio. In quel preciso istante un vero e proprio sciame di piccole navicelle dalla foggia singolare si materializzò davanti a loro. –Maledizione! Sono arrivati i rinforzi! Esclamò Ariel. –Dovremo combattere corpo a corpo! Sibilò la regina a denti stretti. – Fate uscire la terza e quarta squadriglia!

Ne seguì una furiosa battaglia. Le navicelle nemiche erano molto rapide e la loro rapidità di risposta era formidabile tanto che la formazione mazoniana stava subendo parecchie perdite. –Non c’è da stupirsi, sono pilotate da esseri androidi la cui capacità di calcolo e reazione è sicuramente superiore a quella di qualsiasi umanoide, commentò Raflesia. –L’unico modo per batterli è operare manovre del tutto illogiche ed imprevedibili per la loro mente elettronica! Ariel, proviamo ad attaccare in maniera del tutto casuale! Le due navicelle incominciarono a muoversi compiendo giravolte senza alcun apparente ordine logico. Improvvisamente la regina incominciò a colpire le navicelle nemiche in maniera alquanto singolare mirando navi che si trovavano in posizioni scomode o lontane piuttosto che quelle che erano a migliore portata di tiro. Ariel adottò la stessa tattica muovendosi in maniera ancora più sconclusionata. L’effetto fu immediato e devastante, le forze nemiche sembrarono entrare in un sempre più crescente disorientamento e questo a sua volta generò un forte rallentamento delle loro risposte di difesa. Tanto bastò perche le altre navette mazoniane approfittassero di questo momento di incertezza per colpire i nemici nei loro punti deboli.

Le sorti del combattimente mutarono rapidamente e alla fine le navi nemiche superstiti insieme alla nave madre svanirono improvvisamente così come erano comparse.

-Ce l’abbiamo fatta! Esultò Virna, abbandonando per un attimo la sua composta tenuta militare.

-Ebbene sì, mie care! Disse la regina. -Ma è stata solo una battaglia e la prossima non sarà così semplice. Quegli esseri hanno una straordinaria capacità di riconfigurazione! Adesso raggiungiamo in fretta le colonie e soccorriamo i nostri fratelli e sorelle superstiti!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La regina dell'universo ***


 

                                                                                       9. La regina dell’universo

 

 

 

 

Mayu smise improvvisamente di suonare, lentamente si sollevò dallo sgabello del pianoforte e si allontanò dal ponte di comando. –Peccato che hai smesso, era molto bello quello che stavi suonando! Le disse Esmeralda mentre la giovane si allontanava. Nessuna risposta. –Mah, può darsi che non mi abbia sentita oppure è ancora tutta concentrata sulla musica, pensò la piratessa…-Beata lei che riesce ad estraniarsi così totalmente e a rifugiarsi nel suo mondo… A quel punto decise di dare un’occhiata ai parametri della rotta che la Queen Emeraldas stava seguendo. Su quella nave era tutto automatizzato e a lei non rimaneva da fare quasi nulla, ma volle accertarsi comunque della traiettoria di volo e dei tempi che rimanevano prima di arrivare finalmente a Technologia. In quel momento si accorse che gli strumenti avevano registrato una strana fluttuazione di energia proveniente dall’esterno. -Uhm…singolare questa fluttuazione, ma non so perché ho come l’impressione di aver già incontrato questo fenomeno da qualche parte…Stava rimuginando su quei parametri, quando all’improvviso si ricordò dove aveva già visto una cosa simile. Digitò qualcosa sulla tastiera del terminale principale ed ebbe subito conferma dal database della memoria centrale del computer: Erano i dati della registrazione della nave di Warrius Zero relativi all’abbordaggio silenzioso che aveva subito da parte di una particolare navicella, una navicella di tecnologia metanoide! Non fece in tempo a reagire che un violentissimo colpo alla nuca le fece perdere i sensi.

Quando si risvegliò, Esmeralda si ritrovò incatenata all’interno di una delle tante cabine vuote della sua nave. L’ambiente era completamente spoglio ad eccezione di un letto e di un piccolo comodino.

-Com’è possibile che mi sia fatta fregare come una novellina e per giunta sulla mia nave!? Grugnì a mezza bocca mentre si massaggiava la testa che le doleva. Ovviamente era disarmata e le catene che le erano state fissate saldamente ai polsi si ancoravano al robustissimo basamento di quel letto. Erano in duridium e tectite, praticamente inviolabili. Continuò a guardarsi attorno cercando un minimo dettaglio che potesse tornarle utile per una via di fuga. Niente! Per giunta la lunghezza di quelle catene le permettevano a malapena di allontanarsi nel raggio di un metro dal giaciglio. In quel momento sentì il ronzio della porta che stava per aprirsi. Come purtroppo si aspettava riconobbe quella che aveva l’aspetto di una bellissima donna dai lunghi capelli biondi. Il fisico alto e slanciato fasciato in una sorta di tuta uniforme argentea dalla quale pendevano delle micidiali armi che lei ben conosceva.

-Helmatia! Non avevo dubbi, appena ho rilevato quelle tracce di energia ho capito subito che erano quelle lasciate dalla tua navetta! Esattamente come successe sul Drago Fiammeggiante di Zero sei riuscita a eludere i sistemi di allarme della Queen Emeraldas! Non pensavo che saresti mai riuscita a violarli...

Il volto del cavaliere metanoide mostrava un ghigno beffardo. –Mia cara Esmeralda, come vedi ci rincontriamo e in questo caso avrò il piacere di averti come mia ospite!

-Ospite? Casomai prigioniera, e sulla mia stessa nave! Cosa vuoi da me? Parla! In quell’istante la piratessa ricollegò gli ultimi avvenimenti e fu colta da un profondo terrore: -Mayu! Dov’è? Cosa le hai fatto? Giuro che se le hai torto solo un capello ti farò pentire di essere stata generata nel tuo dannato universo! Ti strapperò il tuo cuore artificiale e lo getterò nello spazio!

-Calma, calma, mia cara...la tua figliola sta bene, anzi non è mai stata meglio, direi che è addirittura rinata! Ha, ha, ha, lo scoprirai molto presto, come lo scopriranno molto presto la tua dannata sorella e il tuo amico, quel pagliaccio spaziale, ha, ha, ha...continuando a ridere si richiuse la porta alle spalle lasciando Esmeralda attonita e sgomenta.

 

 

                                                                       **

 

 

 

Maetel sedeva accanto a Mime ed Harlock nella grande cabina del capitano ed insieme a loro stava gustando un bicchiere di pregiatissimo vino. Era un’annata particolarmente rara e preziosa che Harlock serbava per occasioni speciali, e quella lo era senz’altro dato che erano state rarissime le volte in cui la zia di Mayu si era potuta fermare sull’Arcadia, interrompendo così il suo infinito peregrinare a bordo del Galaxy 999. Certo quella non si poteva certo dire un occasione fausta, ma quel brindisi simboleggiava una fraterna amicizia la cui nascita si perdeva in un lontano passato.

Ad un certo punto quell’affascinante creatura esitò e per un attimo si sentì mancare: -Che ti succede Maetel, stai bene? Le chiese Harlock preoccupato.

 –Esmeralda! Sento che le è successo qualcosa, è in pericolo! Rispose al capitano.

-Ma se è così anche Mayu deve essere in pericolo! Disse Harlock balzando in piedi e rovesciando il suo calice. –Acceleriamo i tempi e raggiungiamo subito la Queen Emeraldas, ormai dovremmo averla in vista!

-Eccola Capitano, ce l’abbiamo sullo schermo principale, disse Yuki, mentre l’immagine di quel vascello a forma di dirigibile compariva sullo schermo.

-Questa volta non voglio correre rischi, disse Harlock, -Sparate una sonda spia che vada ad ancorarsi sulla nave in modo da poterla seguire ovunque! La sonda raggiunse in un attimo la nave e, grazie ai suoi dispositivi di occultamento, nessuno si accorse di lei nemmeno quando andò ad agganciarsi in un punto poco sensibile dello scafo. Esattamente un istante dopo aver constatato che l’operazione era andata a buon fine la Queen Emeraldas sparì dallo schermo.

-Ha fatto un salto nell’iperspazio, è passata immediatamente a velocità warp ad un‘elevata curvatura! Disse Yattaran, -Quella nave mi sorprende sempre!

 –Abbiamo fatto appena in tempo! Disse Harlock, -Vediamo dove si è diretta, sintonizziamoci sulla sonda, Yuki, riesci già a tracciarne la posizione?

-Vediamo...ecco, la sonda sta inviando il suo segnale subspaziale...sì, si trova in una zona del IV quadrante...è nel distretto di Andromeda!

-Andromeda! Esclamò Maetel, dovevo prevederlo! Harlock, possiamo raggiungerla in breve tempo?

-Sì, anche l’Arcadia è stata dotata di un nuovo motore a scivolamento gravitazionale, non l’abbiamo ancora testato ma dovrebbe permetterci di raggiungere una curvatura 9.5 a velocità warp...Yattaran è arrivato il momento! –Sì capitano, chiamo subito Maji e ci mettiamo all’opera!

-Capitano, l’interruppe Yuki, - C’è una comunicazione subspaziale che sta arrivando proprio da quel quadrante, viene trasmessa con una potenza incredibile su tutte le frequenze della banda, con quella potenza sarà captata praticamente in ogni angolo dell’universo!

-Sullo schermo, disse il capitano...

...Mia regina c’è una potentissima comunicazione subspaziale proveniente dal quadrante di Andromeda...-Vediamo di cosa si tratta, disse Raflesia incuriosita.

Quello che apparve simultaneamente sugli schermi dell’Arcadia, e della Leonore, come del resto in molte altre postazioni nell’universo, lasciò letteralmente stupefatti gli astanti.

Una giovane donna vestita di una lunga tunica nera campeggiava al centro dell’inquadratura. Al collo una strana collana apparentemente fatta di conchiglie. Sul capo indossava una corona d’oro ornata al centro di un gioiello rosso a forma di cuore. I capelli ricadevanoda da sotto la corona lungo le sottili spalle. I capelli...azzurri...

-Ma è Mayu! Gridarono in coro contemporaneamente in due parti dell’universo.

-E’ vestita con l’abito delle regine di Lamethal! Disse Maetel visibilmente sconvolta. –E’ lo stesso abito, la stessa collana e la stessa corona che portava mia madre, Andromeda Promethium!

Lo sguardo sembrava perso nel vuoto, i begli occhi come offuscati, le pupille lievemente dilatate.

Incominciò a parlare:

-Mi rivolgo a tutti gli esseri umanoidi e meccanoidi dell’universo, sono la regina Andromeda Promethium II, la vostra nuova regina! Io sono la legittima regnante su tutte queste specie, umane, lamethaliane, meccanoidi, mazoniane, siete tutti miei sudditi ed io sono la sola ed unica regina che può accampare tale diritto. Tutte le vostre specie sono state in passato sotto il controllo della nostra dinastia di regnanti, Mazone ha avuto la sua stirpe di regine originate da una nostra diretta discendenza e la Terra è sempre stata silenziosamente governata dalla regina dei mille anni!

Ebbene, inchinatevi tutti di fronte alla vostra regina! Chi non lo farà sara schiacciato dal nostro invincibile esercito, è inutile opporre resistenza, entrate piuttosto con gioia nel nostro grande abbraccio! Entrate tutti nel magnifico progetto del Grande Ordinatore, l’essere supremo che ci ispira e che ci guida!

-Mayu è chiaramente sotto l’influsso di qualcuno o di qualcosa! Disse Tadashi.

-Siamo arrivati tardi, commento Harlock con tono funereo, Quel maledetto dispositivo si è definitivamente attivato ed ora comanda la sua mente!  Di nuovo il Grande Ordinatore! E’ lui il motore immobile di tutta questa storia! Si serve chiaramente di Mayu e con la scusa di voler unificare tutto l’universo sotto una pretesa unica dinastia di legittime regnanti, vuole perpetrare il mostruoso piano di meccanizzazione, ma questo Grande Ordinatore è sicuramente un’emanazione dei Metanoidi!

-Credo che tu abbia proprio ragione, Harlock, disse Maetel, -Guarda chi si vede in secondo piano sullo schermo! Nel frattempo l’inquadratura si era appena allargata mostrando l’ambiente circostante, ovvero il ponte della Queen Emeraldas, ma in un angolo si vedeva chiaramente la figura di una persona nota visibilmente soddisfatta, Helmatia!

-Quel demonio, è stata lei l’artefice materiale! Chissà cosa avrà fatto ad Esmeralda!

...Raflesia era costernata, in un attimo aveva ritrovato la sua figlia adottiva e allo stesso tempo aveva constatato come fosse ormai completamente schiava di quel potente e oscuro nemico. Le rivendicazioni dinastiche potevano effettivamente avere qualche fondo di verità ma ovviamente Mazone, e soprattutto la rinata e democratica Mazone non si sarebbe mai asservita ad un progetto simile. Il destino cinico e baro avrebbe presto messo a confronto due diverse regine in un tragico scontro tra madre e figlia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sorelle ***


 

                                                                 10. Sorelle

 

 

 

Helmatia era raggiante, quasi euforica, raramente si era lasciata andare a manifestazioni così evidenti di soddisfazione. La sua formazione di alto cavaliere metanoide le imponevano una rigida disciplina e tenuta militaresca, ma quella situazione era per lei il tanto agognato coronamento di un progetto che ormai portava avanti da decenni...in un solo colpo stava per vendicarsi di tutti i suoi antichi avversari e contemporaneamente stava aprendo le porte all’ imminente invasione da parte del suo popolo. Soprattutto non vedeva l’ora di schiacciare una volta per tutte l’odiata Maetel e i suoi compari, responsabili della morte della sua sorella maggiore Helmazaria. La Darqueen in persona si era messa in contatto con lei per esprimergli la soddisfazione per l’andamento di quel piano. In effetti tutta l’ideazione e l’attuazione di quel complicato intrigo era opera del biondo cavaliere. Sin da giovane Helmatia si era subito distinta dalla sorella sia nel carattere che nell’indole. Quest’ultima era sempre stata una valorosa e leale combattente, fedele all’onore ed ai valori tipici della cavalleria, ma proprio per questo era morta in combattimento contro quegli antichi nemici. Lei invece aveva sempre prediletto la tattica e l’astuzia, anche l’inganno se questo era utile al raggiungimento dei propri obiettivi. Una mentalità più machiavellica che cavalleresca che si sposava perfettamente con la sua indole perfida e subdola.

Era a bordo della sua navicella e stava dirigendosi alla volta della sua base, un piccolo planetoide artificiale reso invisibile da uno speciale sistema di occultamento simile a quello usato dalle navi metanoidi. Aveva lasciato la neo regina Andromeda Promethium sulla Queen Emeraldas, tanto la ragazza era in completo suo potere, o meglio era in potere del Grande Ordinatore... già, il Grande Ordinatore. Una volta attraccato nell’hangar della base, Helmatia si diresse nella grande sala di controllo, le grandi porte automatiche si spalancarono al suo arrivo e, percorsi pochi metri si trovò dinnanzi a lui.

-Benvenuta Helmatia, ho sentito il comunicato appena trasmesso dalla nostra nuova regina, a quanto pare il nostro piano procede nel migliore dei modi...sarai soddisfatta!

-Assolutamente, mio caro Hardgear, ma lo sarò del tutto solo quando Maetel ed Harlock saranno morti!

-Presto anche loro saranno un ricordo, e finalmente non vi sarà più nessuno che possa ostacolare il nostro disegno. Le rispose la malefica entità. - Tutto questo universo sarà in breve dominato dalle macchine, ed il mio antico sogno che iniziai a concepire secoli fa sul pianeta Lamethal, finalmente si attuerà pienamente. E questo lo devo solo a te che ritrovasti il mio nucleo di memoria vitale che era rimasto ibernato a vagare nello spazio e lo hai riattivato inserendolo all’interno di questo super computer! Sono così potuto rinascere a nuova vita e sempre grazie a te ho potuto ricominciare a tessere la trama di quel progetto...

-Mio caro amico, è stato davvero provvidenziale che nel mio errare per l’universo abbia ritrovato la tua unità vitale, continuò Helmatia. -Quando ho intuito cosa potesse essere mi sono immediatamente adoperata per poterla riattivare. Grazie alla tecnologia metanoide ho potuto facilmente risvegliarti ed il resto lo conosciamo...ma la cosa più importante è aver saputo di quell’antica contaminazione che aveva segnato la stirpe della regina Andromeda! Il tecnobatterio da te ideato è stato il cavallo di Troia che ci ha permesso di creare la nuova regina dell’universo, la nostra Andromeda Promethium! E per giunta sferrando un colpo mortale ad Harlock e ad Esmeralda! Sarà la perfetta marionetta da noi manovrata che darà un volto ed una ragione al processo di conquista e di meccanizzazione di tutte quelle popolazioni del vostro universo. Il super computer che abiti ha una potenza praticamente illimitata, il suo campo d’influenza si estende per quasi tutto l’insieme delle galassie principali, e tutti i meccanoidi e i dispositivi simili, come quello di Mayu, rispondono ai suoi impulsi. Persino il potente computer di bordo dell’Arcadia è stato messo a dura prova dalla tua influenza!

-Effettivamente ero quasi riuscito ad entrare nei loro sistemi di controllo, ma quel computer ha opposto un’inaspettata resistenza, quasi fosse un’entità vivente come la mia... riprese Hardgear.

-Non importa, ci saranno presto nuove occasioni per distruggere l’Arcadia, staranno sicuramente cercandoci ma troveranno ad attenderli una bella sorpresa! Concluse la metanoide con un sorriso sinistro.

 

 

                                                                        **

 

Esmeralda non riusciva a darsi pace, aveva appena assistito da un monitor opportunamente attivato nella sua prigione alla tragica farsa che coinvolgeva sua figlia. Vederla nei panni regali che una volta erano stati di sua madre era stato un ulteriore shock, e il tutto sempre architettato da quel demonio di Helmatia! Doveva trovare il modo di liberarsi e riprendere possesso della sua nave. Già, la sua nave, il perfido metanoide non sapeva certo del particolare rapporto che la legava alla Queen Emeraldas, e quella non era certo una nave comune...

–Mi dispiace Esmeralda, non ho potuto oppormi alle azioni di Helmatia, la sua velocità di movimento e la sua capacità di occultamento mi hanno colto alla sprovvista: in un attimo aveva già disattivato i controlli principali e li aveva rimodulati a suo piacimento. Credo che Mayu l’abbia aiutata a salire a bordo...La sua nave era tornata a parlarle.

-Sicuramente era già sotto il completo controllo di quella vipera, rispose la piratessa, -Ma dimmi puoi aiutarmi a fuggire da qui?

-Ci posso provare, sto tentando di interrompere alcuni dei comandi che arrivano dal ponte principale isolando questa sezione e rendendola autonoma. In questo momento la metanoide non è a bordo e dobbiamo approfittarne! Ecco, sono riuscita a prendere il controllo dei sistemi di questa cabina! Ci dovrebbe essere un laser di sicurezza da poter attivare...fatto! Porgimi i polsi!

Esmeralda allungò le braccia mettendo in evidenza i due anelli di duridium che le stringevano i polsi e la legavano alle catene. Chiuse gli occhi e un attimo dopo due lampi intensissimi colpirono con precisione quelle manette facendole saltare.

-Finalmente! Ora usciamo di qui!  -Posso aprirti le porte e guidarti lungo un percorso dove progressivamente riprenderò il controllo dei sistemi periferici. Potrai arrivare sino in prossimità del ponte di comando!

 Così facendo Esmeralda incominciò a muoversi in quel labirinto di infiniti ponti e corridoi che componevano l’interno di quell’enorme nave. Nemmeno lei aveva in tanti anni mai raggiunto ed esplorato alcune sezioni del suo vascello

-Adesso dovremo scendere altri due livelli secondo il percorso che sto elaborando, dopodichè avremo accesso diretto al ponte di comando, ma lì non so se riuscirò a riprendere il controllo...

-Non ti preoccupare, lì sarà affar mio, disse la donna accarezzando una delle sue armi che nel frattempo aveva recuperato lungo il percorso. –Ecco siamo arrivati al ponte principale, ma non rilevo più la presenza di Mayu...si sta spostando... sta entrando nell’hangar navette...

-Presto blocca ogni uscita! –Non posso, c’è una direttiva superiore nel sistema che è stata inserita e non riesco ad aggirarla! –Dobbiamo fermarla, la stanno guidando ad andarsene!

Esmeralda in una corsa disperata raggiunse l’hangar da cui partivano ed attraccavano le piccole navi.

-Eccola è appena salita su di un piccolo ricognitore, sta accendendo i motori! Mayu fermati!

E’ inutile, è partita! Possiamo bloccarla con un raggio traente? –Negativo, anche quelle funzioni mi sono interdette, ci vorrà parecchio per sbloccare i codici immessi dalla metanoide...

-Possiamo almeno inseguirla? –Sì, questo possiamo farlo... – Allora seguiamola immediatamente!

Esmeralda era di nuovo in pieno possesso del governo della sua nave e dopo un breve inseguimento arrivarono al cospetto di quello che sembrava essere un planetoide artificiale...-Sembra una copia in miniatura del pianeta Andromeda, quello che fu a suo tempo distrutto da Maetel dopo la morte di nostra madre...deve essere la loro base!

-C’è un problema, non possiamo proseguire ulteriormente, il planetoide è circondato da una cintura di mine antigravitazionali praticamente invalicabile, i nostri scudi non riuscirebbero a proteggerci adaguatamente da quel tipo di minaccia. Inutile colpirle coi cannoni, sono mine autorigeneranti multidimensionali!

-Allora cosa possiamo fare? Urlò la piratessa esasperata. In quel momento risuonò una voce conosciuta...

-Sulla Queen Emeraldas c’è qualcuno che può sentirci? Era la voce di Harlock che stava tentando di stabilire un contatto. –Abbiamo visto allontanarsi prima la navetta di Helmatia, e poi un’altra piccola nave con a bordo Mayu. Esmeralda riesci a sentirci, stai bene?

-Sono io, Harlock, sto bene ma dobbiamo riuscire a scendere su quel planetoide, è lì che si nasconde Helmatia e dove è fuggita Mayu attratta da quell’essere infido!

...

...Dopo tanti anni le due sorelle si erano riunite. Sedute insieme nella cabina del capitano, Maetel stringeva Esmeralda che non riusciva a trattenere le lacrime:

-E’ solo colpa mia, della mia testardaggine. L’avevo appena ritrovata e l’ho di nuovo persa! Se non avessi rapito Mayu, probabilmente sareste riusciti a proteggerla meglio! Tu Harlock saresti sicuramente riuscito a governare meglio la situazione...

-Non credo, Esmeralda, le rispose il capitano porgendole un bicchiere di cognac andoriano,-Sarebbe stata comunque preda di quel maledetto congegno, invece tu stavi per riuscire a farglielo estirpare...hai fatto quello che ogni amorevole madre avrebbe fatto per salvare un figlio!

La piratessa alzo il capo e fissò l’amico. Le lacrime rigavano quel volto che non mostrava più nulla di fiero e battagliero. In quel momento era solo una madre disperata in pena per una figlia appena perduta.

-Siamo di nuovo insieme, Esmeralda, di nuovo insieme a combattere un nemico comune, un nemico che ci riporta al nostro antico e triste passato, ma oggi come allora dobbiamo essere unite per vincere! Questa volta non c’è in gioco solo il futuro dell’universo, ma anche quello della nostra Mayu, ma la salveremo, stanne certa! Le disse Maetel asciugandole le lacrime con un fazzoletto di seta.

-Esatto, la salveremo, fosse l’ultima cosa che riuscissi a fare in questa vita! Aggiunse Harlock.

 

(Per questo momento drammatico, uno dei pezzi più gotici che mi vengano in mente:

https://www.youtube.com/watch?v=apVX6hgVd7s )

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il baluardo millenario ***


                                                                                                  11. Il baluardo millenario

 

 

 

 

Raflesia stava tornando verso Baltha dopo aver portato soccorso ai suoi sudditi sulle colonie di Aldebaran. Dopo lo scontro con i Meccanoidi e il proclama di Mayu era finalmente potuta scendere sulle colonie per verificare di persona l’entità delle perdite e dei danni. La situazione era veramente drammatica. Alle migliaia di morti e di feriti si aggiungeva una quasi totale devastazione generale: coltivazioni, industrie, attività di ogni tipo erano state distrutte. Due anni di intenso lavoro erano stati cancellati in un sol colpo.

 –Ci vorrà molto tempo per rimediare a tutti questi danni, ma le ferite più grandi saranno difficili da rimarginare...tutti quei morti...ed io non ho potuto fare nulla per evitarlo...

-Maestà, voi non avete nessuna colpa, non potevate certo prevedere una cosa simile...tentò di consolarla Virna.

-Può darsi, ma mi sento comunque responsabile...e poi Mayu...è una cosa incredibile e nello stesso tempo terrificante... la mia figlia trasformata in una marionetta al servizio dei Metanoidi, quell’antico e maledetto popolo, devo trovare delle risposte, e presto! Devo consultare i sacri libri della biblioteca regale! –La biblioteca regale? Chiese Ariel. –Sì, è la biblioteca dove sono conservati i documenti segreti che narranano la storia, le origini del nostro popolo e ogni cosa che riguardi tutte le regine che mi hano preceduto...si parla anche dei Metanoidi e dei loro rapporti con l’impero di Mazone. Se non ricordo male già diverse migliaia di anni fa quegli esseri avevano tentato di invadere il nostro universo attraverso una falla dimensionale che si era aperta in seguito al collasso di un enorme buco nero. La regina dell’epoca, di nome Astaria, era riuscita a contrastarne l’invasione grazie all’aiuto delle Sentinelle. –Le Sentinelle? Chiesero in coro gli ufficiali. –Sì, Le Sentinelle Spaziali sono dei mitici guardiani galattici lasciati dagli Eterni come baluardo di difesa contro ogni possibile violazione del nostro universo da parte dei Metanoidi.

-Ma queste sono solo delle leggende! Disse Ariel con un tono che tradiva la sua incredulità.

-No, mia cara, sapessi quante di quelle che per il nostro popolo sono leggende, in realtà sono verità storiche di cui io ho potuto personalmente verificare l’autenticità...e per quanto riguarda i Metanoidi, ebbene, avete visto anche voi con i vostri occhi di che cosa sono capaci, quel cavaliere, Helmatia è ben reale e molto pericoloso...

 

                                                                        **

L’Arcadia era giunta in prossimità del planetoide ma, come era già successo alla Queen Emeraldas, si era dovuta fermare per via delle mine antigravitazionali. Harlock, Maetel ed Esmeralda stavano riflettendo insieme su cosa poter fare per superare quella barriera e, insieme a Tochiro stavano elaborando un piano che potesse funzionare, ma proprio mentre si accingevano ad entrare in azione, improvvisamente il planetoide in un lampo scomparve dalla loro vista.

-Ha compiuto un salto iperspaziale! E’ dotato di motori a curvatura! Commentò Yattaran dopo aver analizzato le scie lasciate da quell’oggetto dopo il salto.

-Ora basta! Basta arrivare sempre tardi! In questo gioco dobbiamo cambiare tattica! D’ora in poi dobbiamo poter anticipare le mosse del nemico! Esclamò rabbioso il capitano.

-Ragioniamo, cosa manca ad Helmatia per completare il suo diabolico piano? –Cosa intendi Harlock? Chiese Maetel.

 –I varchi dimensionali! I Metanoidi non hanno mai posseduto la tecnologia per effettuarli, ma nel nostro universo qualcuno a suo tempo c’è riuscito ed Helmatia lo sa...adesso sarà alla ricerca di quelle macchine o di chi le ha create, perciò dobbiamo anticiparla e trovarle prima di lei! Ed io so chi era riuscito a realizzare quei congegni.  

Come avete visto uscendo dalla nube di Magellano le Galaxy Railways collegano ogni angolo dell’universo e i loro treni galattici sono mezzi incredibili gestiti dalla più sofisticata tecnologia esistente. Il loro centro operativo è situato sul pianeta Destiny, un pianeta simile alla Terra ma situato al centro esatto dell’universo. A guardia di questo complesso e vastissimo intrico di linee ferroviarie è stata istituita la SDF, ovvero la Space Difense Force. Essa è composta da un centinaio di treni speciali dotati di sistemi di difesa e di sicurezza avanzatissimi, ma soprattutto questi convogli sono pilotati da equipaggi straordinari. Impavidi agenti spaziali che uniscono al coraggio ed alla lealtà un incrollabile senso del dovere. La loro vita è votata al servizio ed al bene dei passeggeri delle linee galattiche e di tutti gli abitanti dei pianeti raggiunti da tali linee. Molti di loro si sono sacrificati, dando la loro vita per la salvezza di questo mondo.Uno di questi valorosi equipaggi è quello del treno soprannominato “Big One”, tra di loro vi è il Giovane Yuuki Manabu di cui parlava la nostra Yuki, figlio del mitico Capitano Manabu, uno dei primi ufficiali della SDF a sacrificarsi per impedire l’ingresso degli invasori extradimensionali. Quando Yuuki era ancora bambino, il padre non esitò a gettarsi con la motrice dell’allora “Big One” all’interno di un varco dimensionale al fine di sigillarlo ed impedire la fuoriuscita delle navi aliene. E fu proprio la stessa SDF, ad opera di un altro membro del team del Big One, il giovanissimo e geniale Killian, a scoprire che ai vertici della stessa direzione delle Galaxy Railways c’era del marcio. Alcuni elementi del consiglio direttivo avevano segretamente tramato un piano di espansione attraverso l’universo parallelo che avevano appena scoperto. Per far ciò avevano incaricato i loro migliori scienziati di realizzare una macchina in grado di creare artificialmente dei varchi dimensionali che potessero rimanere stabili e consentire il passagio di navi e di treni. Tutto ciò senza curarsi dei rischi a cui esponevano il nostro universo a seguito di una così avventata operazione. Questa macchina fu realmente realizzata e adoperata proprio per salvare il Big One che era caduto in un varco dimensionale e si era disperso in quello sconosciuto universo parallelo. Fu la più grande opera di salvataggio galattico che la storia ricordi e alla quale parteciparono tutti i cento treni della SDF!

-Questa SDF pare eccezionale, sentendotene parlare in questi toni, Harlock! Commentò Tadashi.

 –Strano che sulla Terra non ne abbiamo mai sentito parlare…-E’ normale, risprese il capitano, -La Terra non ha mai curato particolari rapporti con le Galaxy Railways ed ha sempre preferito una sorta di isolamento dal resto delle altre galassie, ne è un esempio evidente la politica stessa con cui all’epoca affrontò la minaccia mazoniana…L’unico treno che collegava e credo che colleghi tuttora il nostro pianeta è il mitico 999…

 

 

-Posso confermarlo! Intervenne Maetel, -Quel treno è la mia casa da lunghissimo tempo, mi ci rifugiai al tempo della mia fuga da Lamethal e da allora ho continuato ad abitarvici.

-Comunque, tornando alla macchina dimensionale, seguitò Harlock, i membri del Big One, ovvero il Sirius Platoon sono depositari del luogo segreto dove fu nascosta dopo il loro salvataggio! Dobbiamo raggiungere Destiny nel più breve tempo possibile e parlare con loro. Io ho a suo tempo conosciuto tutti i membri del Sirius Platoon, e vi assicuro che sono persone eccezionali, in particolare Manabu è un ragazzo molto in gamba…

-Io ebbi modo di vedere delle foto di suo padre, intervenne Yuki, lo sai che un po’ ti assomigliava, Harlock? –Allora tutto si spiega! Scherzò Yattaran. Il capitano arrossì lievemente: -Forza ragazzi, non c’è tempo da perdere! Rotta verso Destiny alla massima curvatura!

-Agli ordini! Esclamarono tutti in coro. Detto ciò, prima di raggiungere la sua postazione, Harlock si fermò un attimo da Maetel ed Esmeralda: -C’è anche un’altra persona su Destiny che può aiutarci, e tu se non sbaglio la conosci bene, vero Maetel?

 –Si Harlock, è vero, e mi farà piacere rivederla dopo tanto tempo…

 

 

 

                                                                         **

 

 

Raflesia era giunta da poco su Baltha e si era fatta subito accompagnare al palazzo reale. In quel luogo ormai raramente soggiornava, in parte per via dei suoi prolungati periodi di permanenza sulla Terra, ma soprattutto perché ormai preferiva dimore meno sfarzose. Il palazzo era stato ricostruito come copia perfetta dell’originale su Mazone. Ogni stanza o camera era stata riprodotta fedelmente nell’antico stile architettonico dell’impero. A lei però in quel momento interessava un solo particolare ambiente: la biblioteca segreta delle regine. Giunta ai suoi appartamenti, si diresse verso un salottino che fungeva anche da disimpegno per la regale camera da letto. Aprì un cassetto da uno scrittoio di legno di antica fattura e ne estrasse una piccola chiave d’oro. A quel punto incominciò a perlustrare la parete dietro lo scrittoio lungo uno strano motivo che in quel punto decorava la tappezzeria. Le sue dita scivolarono lentamente lungo il disegno fino alla fine di un ghirigoro che terminava in un piccolo occhiello. Ovviamente quell’occhiello era una serratura dove potè facilmente inserire la piccola chiave. Una volta attivata, la serratura comandò l’apertura di una porta segreta celata lungo la parete. Dietro quella porta si apriva una stretta e lunga scala che portava in un luogo sotterraneo. Questo luogo era appunto la biblioteca segreta reale dove erano custoditi tutti gli antichi testi sacri che raccontavano la storia di Mazone sin dalla sua nascita. Per poter finalmente accedere alla biblioteca la regina dovette superare un ultimo dispositivo di sicurezza, questa volta ben più moderno: poggiò il palmo della mano destra su di una piastra semitrasparente che si trovava al centro di una porta chiusa apparentemente senza alcun tipo di serratura. Un piccolo ronzio e la porta si spalancò lentamente. Nel vastissimo ambiente che le si apriva di fronte decine di scaffali disposti quasi a formare una sorta di labirinto erano ricolmi di volumi, libri antici, rotoli di papiro e di pergamene di ogni epoca e fattura. Per lo più scritti in Mazoniano ma anche in altre lingue antiche ed antichissime, alcune ormai morte da millenni. Vi erano persino testi nell’antico Sanscrito terrestre.

La regina si diresse verso una vetrina dove erano cutoditi i documenti sicuramente più antichi e preziosi: delle tavolette di argilla su cui, incisi in strani caratteri, era riportata la storia degli Eterni e dei Metanoidi. Nella vetrina, accanto alle tavolette c’era un più moderno volume dove era riportata la traduzione di quanto era scritto su quegli antichissimi manufatti. Prese il volume e si mise a consultarlo seduta ad un ampio tavolo da lettura su cui campeggiavano dei grossi leggii. Rimase a leggere per più di due ore e finalmente arrivò al punto che le interessava, quello dove si parlava delle Sentinelle: Dopo aver esiliato i Metanoidi nell’universo parallelo gli Eterni misero a guardia del nostro mondo cinque sentinelle spaziali, esseri dai poteri sconfinati in grado di proteggere quei cinque settori del cosmo a cui erano state assegnate. Più di diecimila anni fa, però, per qualche misteriosa ragione, le sentinelle erano state ritirate ed al loro posto erano stati lasciati dei santuari molto particolari. In effetti in ognuno di questi santuari era stata affidata la custodia di qualcosa, non si capiva bene se un’arma o qualcos’altro, che avrebbe permesso, a chiunque se ne fosse impossessato, di fronteggiare la minaccia metanoide. Il documento terminava a quel punto, ma venivano prima rivelate le coordinate relative ad uno dei santuari, quello più vicino all’antica Mazone. –Questo è molto interessante…si disse la regina chiudendo il volume. Quelle coordinate facevano riferimento ad un pianeta che conosceva bene: Drellius IV, un pianeta dove aveva combattuto da giovane.

Risalì rapidamente le scale e, una volta tornata agli appartamenti reali, attraverso un interfono comunicò col comando centrale dell’esercito: -Vorrei che mi metteste in comunicazione con il Maggiore Ariel delle forze speciali di difesa! Poco dopo la voce di Ariel risuonò all’apparecchio:

-Mia regina come posso esserti d’aiuto? –Dobbiamo subito organizzare una spedizione di ricerca su Drellius IV, rispose Raflesia -Vorrei che tu fossi a capo della squadra, verrò anch’io ma c’è bisogno di personale qualificato, mi affido a te per il contingente militare, so che saprai ben scegliere. –Agli ordini! Rispose Ariel, -Mi attivo immediatamente! –Bene, concluse la regina, -Attendo presto tue notizie!

A quel punto non restava che reclutare qualcuno che avesse esperienza di antiche civiltà e di siti archeologici…non poteva che esserci una sola persona a cui rivolgersi…

Raflesia uscì di corsa dalla reggia senza curarsi di alcun protocollo e senza aspettare la scorta di prammatica. Del resto l’università era vicinissima e le andava di fare due passi da sola riflettendo sulle sue ultime scoperte. Seminando un po’ di sconcerto tra la gente che incontrava per strada finalmente imboccò il grande ingresso della città universitaria e si diresse rapidamente verso la facoltà di Archeobiologia. Raggiunto l’austero palazzo, salì il il largo scalone che portava al piano superiore e puntò agli uffici del rettorato...-Maestà, quale onore! A cosa dobbiamo questa vostra inaspettata visita? Le chiesero i vari addetti che incontrava sul suo cammino. La regina si limitava a sorridere e a dire che doveva incontrare urgentemente il rettore. –Non c’è bisogno che mi annunciate, gli farò una sorpresa! Disse mentre si accingeva a bussare alla sua porta.

 –Avanti! Entrate e accomodatevi pure e scusatemi un attimo, sarò subito da voi! Rispose una gradevole voce femminile. La regina entrò nella stanza e si sedette su di una comoda poltroncina di fronte ad una grande scrivania completamente ricoperta di libri, carte ed antichi manoscritti. Lungo la parete di destra spiccava un enorme libreria ugualmente ricolma di volumi e di incartamenti di ogni genere, ed in cima a quella libreria, pericolosamente in bilico sull’ultimo gradino di una precaria scaletta stava inerpicata una figura femminile che tentava di recuperare un rotolo di pergamena che spuntava da dietro una montagna di libri sull’ultimo ripiano.

-Così finirai con l’ammazzarti! Ed ora mi servi in buona salute! Esclamò la regina.

La giovane donna si voltò di scatto e per la sorpresa rischiò veramente di perdere l’equilibrio e ruzzolare per terra, tanto che Raflesia con un balzo le si parò sotto per poterla recuperare al volo.

Fortunatamente la donna riuscì a riagguantare in extremis la scaletta e a porre un piede in salvo riuscendo così a scendere senza danni.

-Rafli! Urlò con gioia –Che sorpresa!

-Galia, amica mia, come stai? Fece la regina mentre si abbracciavano calorosamente. (*)

 

(*) Il personaggio di Galia è ampiamente descritto nel mio primo racconto “L’Inverno della regina”.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Destiny ***


 

                                                                                                                12. Destiny

 

 

 

 

Avevano viaggiato alla massima velocità consentita ai nuovi motori dell’Arcadia e dopo solo trenta ore di viaggio erano finalmente arrivati a quel pianeta il cui nome risuonava allo stesso tempo strano ed affascinante: -Destiny! Che singolare nome per un pianeta! Esclamò Yuki mentre inquadrava quel corpo celeste al centro dello schermo principale. Il colore blù intenso contrappuntato dal bianco degli strati atmosferici lo rendevano molto simile alla Terra. In effetti tutto quel pianeta ricordava la Terra nel suo periodo di massimo splendore. Mari ed oceani incontaminati, foreste e verdi pianure piene di fiori profumati, una sorta di paradiso dove la popolazione viveva in perfetta armonia con la natura nonostante l’elevatissimo grado di sviluppo tecnologico. La capitale del pianeta, chiamata anch’essa Destiny, era il centro nevralgico di tutta la rete delle Galaxy Railways. La stazione centrale era un capolavoro di architettura e di tecnologia.

Seminascosta all’interno del promontorio che costeggiava la citta e calava a precipizio sul mare, permetteva l’ingresso e l’uscita delle centinaia di convogli che la popolavano quotidianamente attraverso decine di gallerie che si aprivano lungo il costone di quel precipizio. Da quegli stessi tunnel uscivano anche i treni della SDF. I loro hangar erano situati nella parte più sotterranea di quell’immensa stazione ed erano perennemente affollati da tecnici ed operai addetti alla manutenzione di quei fantastici convogli che venivano così mantenuti costantemente attivi e pronti a partire in soccorso ventiquattrore su ventiquattro.

L’Arcadia atterrò nel grande spazioporto della città e poco dopo, com’era previsto, una rappresentanza della SDF si apprestò a ricevere il suo equipaggio. Su quel vascello sventolava pur sempre il vessillo pirata e, sebbene Harlock fosse stato da anni riabilitato e comunemente considerato un eroe da molti, su Destiny le cose potevano essere diverse; fortunatamente sia lui che Maetel conoscevano bene i membri ed i vertici più stimati della SDF.

Un ufficiale alto dai capelli mediocorti castano grigio scuro con una cicatrice che gli attraversava il sopracciglio destro venne loro incontro: -Sono stato ufficialmente inviato ad accogliervi, disse il capitano Schwanhelt Buldge, comandante del Sirius Platoon, rivolgendosi ad Harlock e a Maetel. Strinse la mano al primo e galantemente baciò la mano alla seconda. -Harlock ci aveva già contattato spiegandoci le ragioni della vostra visita che dovranno peraltro rimanere top secret...-Conosciamo bene la minaccia metanoide, purtroppo siamo tra i pochi che li abbiano affrontati direttamente, e l’eco della nuova “Regina dell’universo” è giunta anche a noi...dicendo questo guardò il capitano con un’espressione di rammarico, -Mi dispiace per la tua figlia, Harlock, prometto che faremo di tutto per aiutarti in quest’impresa... –Ti ringrazio Schwan, gli rispose il capitano, ma come puoi ben immaginare non c’è tempo da perdere, Helmatia potrebbe essere già qui alla ricerca di quel dispositivo...-Il dispositivo dimensionale è ben sorvegliato, ma, come promesso, vi porteremo subito nel luogo dov’è segretamente custodito...Anche Layla è molto preoccupata e tu sai che con le sue capacità ultradimensionali, le sue percezioni  hanno un gran peso. –Passerò subito a trovarla, è molto tempo che non ci vediamo, disse a quel punto Maetel.

Pochi minuti dopo un particolare convoglio si stava dirigendo in una zona periferica di Destiny: Accompagnati da Buldge, Manabu e Killian, su di un furgone della SDF c’erano Harlock, Tadashi e Yattaran. Percorsero ancora diversi chilometri sulla strada principale ma ad un certo punto imboccarono una vietta laterale che s’inerpicava su di una collina e portava a quello che somigliava ad un capannone abbandonato. In effetti tutto in quel posto sembrava inattivo da parecchi anni ma al capitano non sfuggirono delle piccole e moderne telecamere piazzate in punti strategici dell’esterno.

Killian armeggiò con il suo piccolo portatile e dopo pochi secondi una delle porte laterali si aprì automaticamente. Superarono altri due ingressi con aperture simili e alla fine si ritrovarono in un ampio ascensore che scendeva nel sottosuolo. All’apertura delle porte di fronte loro si presentò un vastissimo ambiente simile ad un hangar illuminato da potenti luci alogene. Al centro dell’hangar quella che assomigliava ad un’astronave dall’insolita foggia. Il corpo allungato classico da nave spaziale terminava nella parte anteriore con una sorta di enorme imbuto.

-Ecco qua! Disse Killian, -Questo è il “Buca Mondo” come l’ho soprannominato io affettuosamente!

-E’ stato grazie a Killian se abbiamo scoperto il progetto che segretamente era stato portato avanti dagli scienziati delle Galaxy Railways, e Killian, non solo ha ritrovato questo prototipo, ma grazie ai suoi calcoli è riuscito a completarlo e a farlo funzionare! Disse Buldge con una punta di orgoglio.

-Non ho lavorato da solo... l’aiuto delle ragazze dello Spica Platoon è stato fondamentale! Rispose il giovane arrossendo visibilmente. –Il principio di funzionamento è piuttosto semplice quanto geniale: nella camera principale la fusione di materia ed antimateria, controllata da opportuni fasci di neutrini produce una carica di micro singolarità, dei microscopici buchi neri che possono essere opportunamente modulati e direzionati sino a creare il varco dimensionale tra i due universi.

-Effettivamente geniale! Commentò Yattaran,

-Purtroppo è ancora complicato gestirne la stabilità, ma si può migliorare... aggiunse Killian. –Quì sono conservati tutti i progetti che abbiamo sviluppato, disse mostrando il contenitore di uno schedario digitale poggiato su di un tavolo. Vi sono registrati tutti i piani necessari alla costruzione del prototipo più i nostri risultati e le migliorie che abbiamo apportato...mentre diceva ciò aprì con fare distratto il contenitore ma lo richiuse subito voltandosi verso Harlock. –Dobbiamo raddoppiare la sorveglianza di questo posto! Disse a quel punto Buldge. –Non possiamo assolutamente permettere che i Metanoidi s’impadroniscano di questa tecnologia, sarebbe la fine...disse ad alta voce, ma Tadashi si accorse che per un attimo aveva strizzato l’occhio al capitano!

 Mezz’ora dopo erano di nuovo a bordo del veicolo che li stava riportando al comando delle Galaxy Railways. -Harlock, in tutta questa storia c’è qualcosa che non mi torna! Esclamò Tadashi, ma il capitano gli fece un inequivocabile cenno di fare silenzio, indispettendo non poco il giovane.

Arrivati al centro di controllo si diressero ai piani superiori e, percorso un lungo corridoio, si ritrovarono in una piccola sala vicino ai locali adibiti all’addestramento dei corpi speciali delle SDF. –Quì possiamo parlare tranquillamente, disse Buldge, -Quest’ambiente è dotato di uno scanner particolare che può rilevare la presenza di qualunque essere, oggetto od anomalia estranea che voglia nascondersi rendendosi invisibile o che non sia percepibile alla vista. In poche parole non vi sono occhi od orecchi indiscreti e possiamo parlare liberamente...

-Parlare liberamente? ...ma perché...fece Tadashi.

-Tadashi, scusami per prima, ma non potevamo correre il minimo rischio, disse Harlock, -Helmatia è abilissima a spiare i suoi nemici e grazie alle sue capacità di movimento è capace di intrufolarsi ovunque e di nascondersi, ma la passeggiata che abbiamo fatto oggi serviva proprio ad attirarla e farla cadere nella trappola che abbiamo progettato...-Trappola? Tadashi era sempre più sconcertato.

-Precisamente, eravamo certi che la metanoide ci fosse già dietro, e con la visita al sito segreto le abbiamo mostrato quello che volevamo vedesse...-Ovvero dove poteva rubare i piani di costruzione della macchina, aggiunse Buldge. –Ma così faremo il loro gioco! Riprese Daiba, -No! Quello che Helmatia si appresterà a rubare, come noi speriamo, sono solo apparentemente i piani di costruzione, in pratica in quei documenti non vi è nulla di realmente funzionante, sono solo un abile diversivo che li terrà occupati per un po’ prima che si accorgano di avere in mano solo un pugno di mosche, concluse Harlock. ...-Con l’aggiunta di un microscopico segnalatore subspaziale che ci permetterà di seguire le sue mosse per tutta la galassia! Aggiunse Killian con un sorrisetto. –Ora ho capito! L’hai messo dentro quando hai aperto distrattamente il contenitore! Realizzò in quel momento Tadashi.

-Esatto, e a questo punto non dobbiamo fare altro che aspettare che Helmatia si muova e rubi quel contenitore, il resto lo puoi immaginare!

 

 

 

                                                                                              **


Galia era rimasta ad ascoltare con grande attenzione tutta la storia che la regina aveva appena finito di raccontarle:

-Sapevo che eri tornata per via dell’attacco alle colonie di Aldebaran, ma sono poche le informazioni che ci sono giunte in questo periodo. Quello che so lo devo ai miei amici deputati in parlamento, e ti confesso che ero piuttosto in ansia per te quando ho saputo che avevano deciso di affidarti il comando supremo delle operazioni di salvataggio...

La studiosa era stata in assoluto il primo premier della storia del nuovo stato democratico di Mazone, e aveva praticamente traghettato il paese verso la nuova costituzione democratica ricoprendo quel ruolo per ben due mandati. Era poi tornata al suo amato lavoro di archeobiologa e, nonostante l’avessero nominata rettore di quella facoltà, riusciva comunque a conciliare l’attività di ricerca con i suoi doveri accademici.

-E’ terribile! Tutto ciò è veramente terribile! Povera Mayu, e povero Harlock... non immagino cosa stiate passando in questo momento te e lui...esclamò stringendo strettamente le mani di Raflesia.

-E’ veramente durissima, Galia, ma in questo momento l’unica speranza di riportare indietro nostra figlia e di sventare l’orrenda minaccia che grava sopra il nostro universo è quella di rimanere lucidi ed uniti nelle nostre forze! Capisci quanto mi sia indispensabile il tuo aiuto in questa operazione, solo tu puoi guidarci nel ritrovamenteo del santuario delle Sentinelle!

-Le Sentinelle! Riprese Galia, E’ incredibile... io passo la mia vita a ricercare tracce del nostro più lontano passato quando basterebbe dare un occhiata a quei meravigliosi documenti della tua biblioteca segreta!

-Lo so, mia cara, ma tu ben sai che questo purtroppo non è possibile, le rispose la regina, -Ma ti prometto che in questo frangente ti darò tutte le informazioni che sono riuscita a ricavare dai sacri libri...

-Ebbene, quando si parte? La incalzò l’amica tradendo una punta di emozione.

 

  

                                                                                                          **

 

Maetel fece il suo ingresso nell’enorme sala che sovrastava il centro di comando di tutte le Galaxy Railways. Da un’ampia vetrata si dominava la sala di controllo dove decine di addetti monitoravano in tempo reale tutta l’attività delle centinaia di linee ferroviarie che percorrevano l’intero universo.

Al centro della sala un grande planisfero quadridimensionale mostrava il continuo movimento di quelle linee e, accanto a questo, la mano destra protesa su di esso, si stagliava una figura femminile dall’aspetto singolare. Alta e slanciata vestiva un specie di tuta azzurra con un ampio cuore bianco che si apriva sul petto ed un grande mantello azzurro. I capelli, anch’essi azzurri, si dispiegavano in una ricercata acconciatura ornata da un diadema pendente e ricadevano ordinati sulle spalle. Era una donna molto bella ma il suo aspetto era particolare: aveva un’aria tra lo ieratico ed il sofferto.

-Ti aspettavo Maetel, disse con voce dolce rivolta alla sua ospite, -Sapevo che ci saremmo riviste...

-Lo sapevo anch’io, rispose la bionda viaggiatrice.

-Come sai, è in mio potere il vedere il destino di ogni persona e di ogni cosa di questo universo, continuò Layla, -E’ un potere che vivo con grande sofferenza, come novella Cassandra mi è dato di vedere questi destini, ma non mi è permesso il poter interferire con essi...-Tranne quando diventi l’onnipotente e spietata Shura... le rispose Maetel, -E’ vero io sono Layla ma sono anche Shura, come non sono Layla e non sono Shura...rispose sibillinamente, -Ma posso intervenire solo quando il fato viene violato in qualche modo...-O quando le persone nobili e meritevoli hanno bisogno del tuo aiuto, aggiunse l’amica.

-Sai che in qualità di comandante supremo di tutte le Galaxy Railways e delle SDF il mio compito primario è garantire il bene di tutte queste persone ed in particolare dei miei sottoposti, come i membri della SDF... –Ma hai un debole per Manabu...continuò Maetel, -E’ vero, rispose Layla, ma perchè quel giovane è una delle persone più pure e coraggiose che esistano, al pari del padre, ed il suo destino è fulgido!

-Tu comunque conosci bene la minaccia che aleggia sul nostro universo, vero? Inoltre credo che tu sia l’unico essere di questo mondo che conosca la Darqueen, in effetti c’è qualcosa che vi accomuna...-Forse...rispose Layla ...forse le nostre lacrime...

-Ci aiuterai in questa nostra battaglia? E’ in gioco anche il destino del tuo mondo...

-Vi aiuterò in tutto ciò che mi sarà possibile...rispose Layla spostandosi dal planisfero e abbracciando finalmente l’amica.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Ritorno a Drellius ***


 

 

 

                                                                        13. Ritorno a Drellius




-Chi è quella tipa che sta arrivando con la regina? Ma com’è vestita? Chiese Ariel a Virna.

-Davvero non l’hai riconosciuta? Eppure è stata il nostro presidente per due mandati! Le rispose l’ammiraglio ridacchiando. –Il premier Galia? Non l’avrei mai riconosciutata con quell’assurda gonna arancione e quei sandali, e quella fascia tra i capelli! Sembra uno di quei capelloni contestatori che si vedevano nei vecchi documentrari sulle contestazioni pacifiste...rispose l’ufficiale, -Esatto, continuò a ridacchiare Virna, Quella era la tenuta abituale dell’alta accademica, è sempre stata una fervente antimilitarista e in passato ha avuto anche dei guai per questa sua militanza...ma... –Ma? Riprese Ariel. –Ma Galia è anche la più intima amica della regina, e pare che sia anche un cervello sopraffino e una vera autorità nel suo campo, la persona sicuramente più indicata per la nostra ricerca archeologica...le rispose l’ammiraglio.

-Buongiorno Ariel! Buongiorno Virna! Salutò la regina, Volevo presentarvi l’accademica Galia, la conoscete probabilmente in quanto è stata il nostro primo premier, ma oggi è qui perchè ci accompagnerà nella nostra missione in qualità di archeologa esperta, il suo aiuto ci sarà indispensabile per ritrovare il santuario delle Sentinelle.

Poco dopo Raflesia, Ariel e Galia si ritrovarono imbarcate su di una nave spaziale di medie dimensioni, la Cleopatra. Si era preferito lasciare Virna e la Leonore a difesa del regno da eventuali attacchi diretti dei Metanoidi. La Cleopatra era una nave molto agile e veloce, era il secondo piccolo gioiello realizzato con l’aiuto di Harlock per la difesa del paese, e in quel caso sarebbe stato il mezzo ideale per quella missione su Drellius IV. L’equipaggio era stato attentamente selezionato da Ariel, mentre Galia aveva richiesto alcuni suoi fidati collaboratori e tutta l’attrezzatura necessaria per i rilevamenti.

-Accademica Galia, si troverà un po’a disagio in mezzo a tutti questi militari...disse un po’ provocatoriamente Ariel mentre erano a tavola insieme alla regina e agli altri ufficiali della missione.

-Mia cara Ariel, rispose Galia con un sorriso, -Innanzitutto diamoci del tu...

-La mia avversione nei confronti degli apparati militari è ben nota, ma con gli anni ho maturato una mia convinzione che è stata alla base del mio umile impegno come primo presidente del nostro paese: tutte le risorse di Mazone sono preziose quando esse sono rivolte al bene del suo popolo. L’esercito è una di queste risorse, il suo uso, come ogni strumento, può essere corretto o scorretto, tutto qui! L’importante e che esso si muova solo per il bene e il progresso del paese e non viceversa, e io per progresso intendo pace e felicità per il nostro popolo. Difendersi da un nemico che minacci questa felicità non è sbagliato, diverso è coltivare un esercito al solo fine di farne una macchina da guerra e di dominio...

Ariel si ritrovò spiazzata da una così limpida e allo stesso tempo profonda argomentazione che l’accademica aveva appena espresso con il suo fare sereno e disarmante.

Raflesia scoppiò in una sonora risata: -Ariel, non ti fare ingannare dall’aspetto da tenero idealista intellettuale della nostra Galia, in realtà è un osso molto duro, ma il suo pensiero è totalmente in sintonia con il mio e questo è fuor di dubbio!

Più tardi Ariel e Galia si ritrovarono con la regina nel suo studio a bordo dell’astronave. L’accademica aveva preparato una delle sue tisane alle erbe e l’atmosfera si era fatta molto rilassata. Mentre parlavano di Drellius e dei suoi trascorsi con Mazone, la Regina non riuscì a trattenere una risata: -Drellius! Quel luogo mi ricorda la mia giovinezza. Fu teatro di una delle mie prime missioni di guerra. Ero stata incaricata di tenere sott’occhio un pericoloso terrorista che ci dava parecchio filo da torcere dato che la sua brigata effettuava continue azioni di guerriglia presso le nostre istallazioni. In quella missione, come in molte altre, ero accompagnata da tua sorella Cleo, disse rivolgendosi ad Ariel. –Effettuammo tutta l’operazione sotto una particolarissima copertura...

-E cioè? Chiese Ariel Incuriosita, mentra vedeva la regina e Galia che ridevano sotto i baffi.

-Ebbene ci piazzammo praticamente in pianta stabile presso il più rinomato bordello della città.

Tua sorella fingeva di essere una delle avventrici, mentre io facevo la parte di una delle sue fedeli clienti...he, he, il nostro terrorista era un assiduo frequentatore di quel posto, e aveva mostrato un debole per Cleo...e ovviamente questo gli fu fatale...he, he...disse Raflesia continuando a ridacchiare.

- Ma come...Ariel sembrò piuttosto imbarazzata per quanto aveva appena udito. –Ma dai, Ariel, non vorrai mica farmi come il povero Harlock che all’epoca che glielo confidai divenne pazzo a chiedersi cosa avessi mai combinato in quel postribolo... –No, ma ...mi sembra piuttosto insolito che dei militari...continuò la giovane ufficiale. –Eravamo in guerra, una sporca stupida guerra, come lo sono tutte le guerre, io e tua sorella eravamo già da tempo amiche inseparabili e quella missione in fondo fu anche un modo per evadere dalle terribili cronache giornaliere fatte di morte e di sangue.

Inoltre ricorda che tua sorella era un bel tipetto che non si faceva certo grossi problemi in quel senso...Comunque se ti può tranquillizzare non facemmo mai nulla di realmente sconveniente...o quasi...concluse la regina strizzando l’occhio all’amica.

-Ma adesso parliamo di cose serie! Tagliò corto Galia sfregandosi le mani. –Raccontami tutto quello che sai su questo santuario!  Disse rivolta a Raflesia.

 

 

                                                                       **

 

 

 

-Ci siamo! La voce del comandante Buldge risuonò sull’interfono nella cabina di Harlock: -L’esca ha funzionato, stanotte i falsi piani sono stati rubati come speravamo! Le speciali telecamere che abbiamo istallato nei sotterranei del deposito sono riuscite a catturare i rapidissimi movimenti di Helmatia, quel demonio riesce a muoversi ad una velocità che l’occhio umano non riesce a percepire! Non ci sono dubbi è stato il cavaliere metanoide, ora tocca a voi riuscire a starle dietro!

-Perfetto! Rispose il capitano, finalmente potremo avere un vantaggio finchè non si accorgerà del segnalatore...Schwan, vi siamo ancora grati per la vostra collaborazione, e speriamo di non dover ancora avere bisogno del vostro aiuto...-Non ti preoccupare, Harlock, era il minimo che potessimo fare, la minaccia metanoide ci tocca molto da vicino e se fosse necessario tutta la SDF al completo scenderà a combattere al vostro fianco!

Il capitano corse subito sul ponte di comando: -Yattaran, aggancia subito il segnalatore, verifica che funzioni regolarmente e trasmetti subito i dati a Yuki per la localizzazione!

-Tutto ok, capo, ecco, i dati arrivano senza problemi!  Fece il vicecomandante, -Ho una prima localizzazione! Disse Yuki, -Il segnalatore è uscito dall’orbita di Destiny tre ore fa, è entrato in curvatura cinque ed ora si trova nel quadrante otto, la stella di Sirio! –Bene, disse con voce calma Harlock, aveva ripreso il tono tranquillo e sicuro che aveva un tempo prima delle grandi battaglie, -Rotta verso Sirio!

 

 

                                                                       **

 

 

-Beh, purtroppo persino i sacri testi non danno una localizzazione precisa del santuario, parlano di un pianeta con due soli, e le coordinate approssimative fanno capire che si tratta di Drellius e che il santuario si doveva trovare presumibilmente nelle vicinanze di un’antica oasi nel mezzo di una zona desertica, ma quel pianeta, da quel che mi ricordo, è pieno di zone desertiche...Raflesia aveva incominciato a raccontare tutto ciò che aveva appreso dai suoi testi sacri...-Sì, ma all’epoca in cui sono stati raccontati questi fatti la morfologia geologica del pianeta era sicuramente diversa, basterà ricostruirla, non mi sarà difficile, disse Galia sempre più eccitata, -Ma non c’è altro? Chiese con una punta di delusione. –In effetti ci sarebbe un ultima cosa che viene riportata alla fine del capitolo, ma si tratta di una frase sibillina, incomprensibile...ecco me la sono segnata, disse la regina tirando fuori un foglietto e leggendo ad alta voce:

 

 

                                   “Tre sono i Giganti

                                      Duplice è la luce

                                       Una sola è la linea”

 

 

-E che vuol dire? Domandò Ariel, -Ah, bella domanda! Rispose la regina, -Non ne ho proprio idea...

Galia era rimasta in silenzio a pensare mentre si mordicchiava nervosamente il labbro superiore, segno che il suo cervello stava lavorando intensamente. –E’ chiaramente un’indicazione precisa per trovare il santuario, non ci sono dubbi! Decifrato il significato, ne avremo l’ubicazione precisa!

-La linea può riferirsi ad una direzione precisa dove cercare, ma la duplice luce, e i giganti che significano? Si domandò Raflesia scuotendo la testa. –Lo capiremo una volta giunti sul posto, vado subito ad elaborare un profilo geologico delle zone desertiche di quel periodo, se non sbaglio quei testi sono di circa sedicimila anni fa...disse la studiosa alzandosi per andare al suo computer.

Dopo pochi minuti esclamò: -Ecco fatto! All’epoca di quel resoconto sul pianeta esisteva una sola grande zona desertica, tuttora esistente, la piana di Arxat!

 –Arxat, mi ricordo bene, disse la regina, -Vi era un piccolo avamposto del nostro esercito ed anche un astroporto militare, ma adesso non saprei cosa ci sia rimasto…-Attualmente vi si trova una piccola cittadina poco prima dell’inizio della piana desertica, fece Ariel mentre consultava le topografie sul proiettore olografico. –E pare che esista ancora un astroporto di piccole dimensioni…potremo atterrare direttamente lì!

-C’è solo un piccolo problema…disse Raflesia toccandosi le punte delle dita di una mano con l’altra, -E cioè?  Chiesero le altre. –Drellius non fa più parte di Mazone, già da diversi anni ha ottenuto l’indipendenza dopo libere elezioni… -E’ vero, ora ricordo! Disse Galia, -Era il secondo anno del mio mandato e fu una delle prime questioni spinose che riguardarono i nostri domini sparsi per la galassia…-Potremmo essere non proprio benvolute ad atterrare sul pianeta…commentò Ariel. -Se non ricordo male la guerra che ci impegnò col pianeta fu lunga e sanguinosa…

-E’ vero, ma dopo l’indipendenza, mantenni dei buoni rapporti con il loro governatore, potrei contattarlo e cercare di spiegargli la situazione…intervenne Galia, -E’ una persona molto saggia ed ha cuore la pace nella galassia, la minaccia metanoide non lo lascerà certo indifferente!

Fortunatamente le cose andarono per il meglio, e dopo essere state ricevute nella capitale del pianeta, Ormud, Galia e la regina ottennero dal governatore Biliat il permesso ufficiale di effettuare le loro ricerche nella piana di Arxat, a patto di tenere aggiornate le autorità locali su ogni ritrovamento effettuato.

 –Se non fosse stato per te Galia, non ce l’avremmo mai fatta, disse Raflesia con un sospiro di sollievo, hai visto come mi guardavano storto tutti quei funzionari del governo!?

-E’ comprensibile, rispose l’accademica, -Quella nostra azione di conquista non fu certo una passeggiata…come tutte le altre, del resto.

Un ora dopo erano già atterrate presso il piccolo spazioporto all’inizio della pianura.

-Ci sposteremo con due mezzi mobili per trasportare l’attrezzatura ed il personale, fece Ariel, accingendosi a capitanare il convoglio. Entrarono nella cittadina annessa al porto percorrendone il corso principale: -Sembra una di quelle città di frontiera...come quelle di quel pianeta...Heavy Melder, commentò Raflesia, -Harlock ci si troverebbe a suo agio...Per un attimo la mente tornò al suo amato ed un moto di tristezza la attraversò...-Chissà cosa starà facendo in questo momento, non abbiamo avuto ancora modo di aggiornarci sugli ultimi avvenimenti...

 

 

                                                                        **

 

La stella di Sirio brillava di una luce molto intensa, essendo la sua luminosità 25 volte quella del sole pur avendo solo il doppio della sua massa. –Guardate, disse Tadashi, -Si vede anche il sole, la nostra stella, è in secondo piano molto meno intensa e dista solo otto anni luce da Sirio...

-Che nostalgia! Disse Yuki malinconicamente. –Speriamo di poterci tornare presto...disse Harlock...che ci dice il segnalatore? –Le coordinate che ci trasmette lo situano a circa seicento chilometri spaziali dalla nostra posizione, ora provo ad ingrandire e a mostrare la zona sullo schermo...ecco!

Sullo schermo centrale riapparve il planetoide di Helmatia. –Manteniamoci ad una distanza tale che non possano rilevarci, nel frattempo richiamiamo Ombra di Morte, il nostro rifugio segreto, lo useremo per avvicinarci senza destare sospetti, ordinò il capitano.

 –La Queen Emeraldas ci raggiungerà anch’essa tra poco, disse Esmeralda, se ci sarà da combattere...dobbiamo però prima salvare Mayu!

-C’è spazio per tutti dentro Ombra di Morte! Ridacchiò Yattaran.

-Harlock, dal planetoide è uscita una grande nave seguita da una moltitudine di navicelle! Esclamò Yuki. –Ci hanno scoperto! Disse Tadashi. –No, si stanno dirigendo verso il sole! Continuò la giovane moglie, -Vogliono attaccare il sistema solare! Concluse Harlock, -Inviamo subito un messaggio subspaziale alle forze di difesa terrestri! –Sono entrati in curvatura, a quella velocità ci arriveranno nel giro di poche ore, riprese Yuki.

 –Vogliono dare una dimostrazione della loro potenza alla federazione terrestre, come hanno già fatto con Mazone, commentò preoccupato il capitano.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Deserto rosso ***


 

                                                                                        14.  Deserto rosso

 

 

 

 

 

 La gente incuriosita era uscita dalle abitazioni e dai negozi lungo il corso per vedere quell’insolito convoglio che attraversava la piccola e placida cittadina di frontiera.

–Abbiamo rimosso tutte le indicazioni che potessero far risalire a Mazone, ma le autorità locali saranno sicuramente state avvertite e la voce non tarderà a spargersi, commentò Ariel.

-Meglio non fermarsi a chiedere informazioni, tiriamo dritto ed entriamo subito nel deserto, disse Raflesia.

Il deserto della piana di Arxat era una vastissima ed arida distesa il cui colore dominante era il rosso nelle sue più diverse sfumature, nell’aspetto ricordava alcune famose zone desertiche terrestri immortalate in numerosi film western. Lungo l’orizzonte est, sullo sfondo si notavano delle aguzze catene montuose, mentre a nord e ad ovest il deserto sembrava estendersi a perdita d’occhio.

Piantarono un campo base a circa una decina di chilometri dalla cittadina, dopodiché lanciarono dei piccoli droni ricognitori: -Dobbiamo trovare i resti di un’antica oasi, i droni ci aiuteranno a perlustrare tutta la zona dall’alto, disse Galia mentre incominciava a visionare le immagini inviate in diretta da quei mezzi volanti. Su i vari monitor apparivano le riprese all’infrarosso e nel visibile, nonchè la mappatura geomagnetica che poteva aiutare a rilevare delle eventuali discontinuità nel terreno che indicassero resti di insediamenti.

-Non sarà facile, commentò la regina, -La zona è molto vasta. –Non disperare, ti garantisco che quei piccoli gioielli mi hanno aiutato più di una volta! La rassicurò l’amica.

Infatti dopo un paio d’ore l’accademica esclamò trionfante: -Ecco ci siamo, ho trovato qualcosa!

E’ a circa venti chilometri da qui.

Galia, Ariel e la regina, accompagnate da tre assistenti e quattro militari raggiunsero rapidamente la zona segnalata.  –Laggiù, si vede qualcosa! Esclamò la regina. Era una zona del deserto dove la conformazione del terreno differiva lievemente da quella del resto della piana. Vi si trovava una specie di piccola collinetta e tutt’attorno delle piccole formazioni rocciose, sempre di colore rosso. –Fermiamoci e procediamo a piedi! Disse Galia. Arrivate sul posto notarono che la disposizione di quelle rocce era piuttosto regolare. –Questa non è stata opera della natura, Commentò la studiosa. Si chinò per terra in un punto in mezzo a quelle rocce dove il terreno era libero, tirò fuori una piccola zappa e cominciò a scavare. Dopo un po’ riuscì ad estrarre un primo prezioso reperto: -E’ un frammento di vasellame! Questo manufatto è la conferma che questo era un insediamento umano, inoltre la terra scavando si fa umida, segno che qua sotto vi è ancora una falda idrica…-E’ sicuramente l’antica oasi! Disse eccitata la regina. In poco tempo si misero tutti ad effettuare una serie di scavi mirati al ritrovamento di materiale che desse loro qualche indicazione sul santuario, speravano in qualche tavoletta incisa o qualcosa del genere. L’accademica utilizzò i suoi sofisticati strumenti per scandagliare il terreno sottostante: -Non sono riuscita ad evidenziare nulla di particolare nel sottosuolo, nessuna cavità o caverna e nemmeno resti di edifici o di templi, solo la conferma che ad una decina di metri di profondità si trova una bella falda di acqua…

-Piantiamo due tende e fermiamoci qui, disse Raflesia, ci vorrà più tempo del previsto e sta facendo buio.  In effetti il tempo era volato e i due soli del pianeta stavano rapidamente tramontando mostrando all’orizzonte singolari e suggestivi effetti luminosi.

-Nulla! Solo questi due vasi e di scarsa fattura per giunta… niente che somigli ad uno scritto o ad una qualche raffigurazione grafica! Commentò delusa l’archeologa. La giornata si era conclusa senza grossi risultati, avevano scavato ovunque tutto attorno senza sosta ed erano esauste. Galia era rimasta a studiare quei pochi reperti all’interno della loro tenda seduta ad un tavolino illuminato da una piccola lampada al plasma. Ariel e la regina dormivano già da parecchio sulle brandine che avevano sistemato all’interno. –Ho bisogno di schiarirmi le idee, pensò la studiosa –Andrò a prendere una boccata d’aria…Bisogna assolutamente risolvere quell’indovinello, se no non riusciremo mai nell’impresa, ma cosa potrà mai significare…continuando a meditare passeggiò allontanandosi di qualche decina di metri dalla tenda, era facile muoversi poiché la notte era ben illuminata dalle molte stelle visibili in cielo.

Galia si era da poco allontanata, quando una figura emerse dall’oscurità e velocemente sgattaiolò all’interno della tenda.

-Ma allora è proprio vero, non posso crederci!

Una voce maschile fece svegliare di soprassalto Ariel e Raflesia.

 –E’ proprio la grande regina di Mazone che dopo tanti anni torna su questo pianeta…mi era giunta la voce ma pensavo fosse una balla…

Un uomo armato si parava dinnanzi loro con aria minacciosa. Di bell’aspetto, non giovanissimo, alto, capelli neri corti, sguardo acuto e penetrante, il fisico notevole, mostrava parecchi segni di cicatrici sulle braccia ed una sul volto. Ma aveva sfoderato un ghigno sinistro mentre si era rivolto alla regina.

-Zarek! Sei proprio tu!? Esclamò sorpresa la regina.

-Già sono proprio io, dopo tanti anni…riprese lui mantenendo un tono tutt’altro che amichevole.

-Zarek? -E chi sarebbe? Chiese Ariel. –Ti presento Zarek Aldenar, meglio noto come lo Scorpione... è il terrorista di cui ti parlavo ieri…ma pensavo stessi marcendo in galera… Gli rispose Raflesia con aria di sfida.  –Patriota, prego, rispose lui, -Dopo l’indipendenza tutti gli attivisti e i partigiani che erano stati rinchiusi in carcere da voi mazoniane sono stati liberati… così anch’io dopo tanti anni mi sono ritrovato a spasso…

-Che vuoi da noi? Gli chiese la regina con voce dura. –Mah, non saprei…effettivamente potrebbe essere un’occasione imperdibile per pareggiare i conti dopo aver apprezzato per anni le comodità delle vostre carceri …il tono era sempre più inquietante. -Mi ricordo ancora lo scherzetto che mi faceste tu e la tua compare Cleo. Quella donna mi aveva proprio stregato, era di una bellezza e sensualità incomparabili, e qui il tono gli si addolcì lievemente, -Ma ho saputo che è morta, morta per difenderti Raflesia! Che spreco! E per quale causa!

Sollevò ancor più minacciosamente la pistola laser che impugnava, -E ora potrei farti un bel buco in pancia, quante volte l’ho sognato in questi anni…

E tu chi sei… mostrami il tuo volto! Disse rivolto ad Ariel che era rimasta immobile nella penombra. La giovane ufficiale si spostò finché la luce della lampada sul tavolo non le illuminò il viso.

–Non è possibile, ma tu…tu…Zarek era impallidito e continuò a balbettare: -Che mi venga un acciden…

Crash!!

Uno di quei due vasi di millenaria fattura si era appena sfasciato sulla testa dell’aggressore stendendolo a terra ko.

-Eccoti accontentato! Pazienza per il vaso, in fondo non era un gran che…disse Galia soddisfatta pulendosi le mani dai resti di terracotta.

-Galia! Esclamarono in coro Ariel e Raflesia, -Ci hai salvato dal terrorista! Disse l’ufficiale complimentandosi con la presenza di spirito della ricercatrice.

Più tardi, quando rinvenne, Zarek si ritrovò legato come un salame. –Ohi, ohi, che mal di testa…cosa mi è successo? Domandò piuttosto intontito. Nella tenda erano sopraggiunte due soldatesse che lo tenevano sotto mira. –Ora ricordo! Avevo visto una cosa stupefacente, quando qualcuno deve avermi colpito alle spalle!  Continuò lui. –E’ stata Galia, rientrando nella tenda si è accorta di quanto stava accadendo e ha agito di conseguenza…gli disse la regina. –Pure il vostro primo ministro! Ma cos’è, una riunione di tutto il governo di Mazone? Si lamentò Zarek, –Prego, ex primo ministro, ora faccio di nuovo l’archeobiologa! Precisò lei.

-Ma la cosa stupefacente eri tu! Esclamò ricomponendosi rivolto ad Ariel, -Sei Cleo! I capelli diversi, ma sei proprio lei, non potrei mai dimenticarmi il suo viso ed il suo corpo! Sei viva allora!

-No Cleo è morta, io sono sua sorella…spiegò la giovane. L’uomo all’inizio sembrò non essere molto convinto da quell’affermazione, ma poi convenne che effettivamente non poteva che essere così.

-Bene, dopo questa piacevole rimpatriata, sarà un altrettanto piacere riconsegnarti alle autorità perché ti arrestino! Disse Raflesia rivolta al suo vecchio nemico.

-Arrestino? E per cosa? Chiese l’uomo. –Che faccia tosta! Per la tua aggressione e tentato assassinio! Gli rispose la regina.

-Tentato assassinio? –Ma io non volevo uccidere nessuno… rispose lui risfoderando quel ghigno di prima. –Era solo uno scherzo che vi volevo fare, oltretutto la mia pistola è scarica, potete verificare, e poi è la mia parola contro la vostra… La parola di un patriota eroe nazionale contro quella di ex nemici invasori…a chi pensate che crederanno?

A quella considerazione Raflesia si trovò un po’ spiazzata. –Effettivamente, se la mettiamo così…

 

-Non vorrai mica lasciarlo andare? Disse Ariel sorpresa. –Mi sa che saremo costretti a farlo…meglio non andarci ad infilare in beghe del genere, soprattutto durante la nostra missione…riprese la regina.

-Missione? Domandò lui, -Che state facendo sul nostro pianeta? –Non siamo più un vostro possedimento!

–Stai tranquillo, bambolo… lo quietò Raflesia, -La nostra spedizione è ufficiale e abbiamo il pieno appoggio del vostro governo, ci sono in gioco ben più importanti questioni! Detto ciò gli spiegarono brevemente lo scopo della loro missione.

-I Metanoidi, Le Sentinelle spaziali? Ma sono tutte leggende! Storielle che mi raccontava il mio vecchio nonno quand’ero piccolo! Rispose lui stupito.

-Senti, testone, puoi non crederci ma è la verità e i Metanoidi vogliono impadronirsi di tutto il nostro mondo, compreso il tuo! Gli rispose la regina. –Comunque ci hai fatto perdere già un mucchio di tempo col tuo scherzetto, adesso dobbiamo riprendere la nostra ricerca…

-Già, per prima cosa dobbiamo trovare i Giganti, disse Galia.

-I Giganti? Fece lui sorpreso. –Sì, dobbiamo trovare questi benedetti giganti da qualche parte, riprese Ariel.

-Ha, ha, ha… Zarek scoppiò in una fragorosa risata. –Che c’è di tanto divertente? Chiese seccata la regina.

-Ha, ha…ma qui lo sanno anche i sassi cosa sono i giganti! Rispose lui continuando a sghignazzare.

-Come, cosa sono? Chiese Galia.

-I Giganti sono i tre aguzzi picchi della catena montuosa che s’innalza ad est del deserto, sono ben visibili da ogni parte della piana! Fece lui indicando con la mano nella corrispondente direzione.

 


       Colgo l'occasione per fare a tutti gli auguri per un felice Anno Nuovo lasciandovi con l'ennesimo suggerimento musicale ovvero la cantata  "Gott, wie dein Name so ist auch dein Ruhm" di J. S. Bach, composta appunto per il primo giorno del nuovo anno!

   https://www.youtube.com/watch?v=xvGIqU84mBE

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Ombre ***


                                                                                                      15. Ombre

 

 

 

 

La regina guardò esterrefatta l’amica studiosa e quest’ultima scoppiò improvvisamente a ridere:

-Accidenti, avevavamo la risposta proprio davanti il naso, ma dobbiamo ringraziare il tuo bel terrorista per avercela disvelata! Magari ci può dire qualcosa pure sul resto dell’enigma, leggiamoglielo!

Purtroppo Zarek non seppe dare ulteriori chiarimenti sulla parte rimanente dell’indovinello, ma si mostrò piuttosto interessato all’intera faccenda: - Se è vera questa storia dell’antico santuario, forse potrei esservi utile, in questi ultimi anni per guadagnarmi da vivere ho fatto la guida esperta in molte zone del pianeta e conosco come le mie tasche anche questa piana, purtroppo di questi tempi anche gli ex eroi se la passano male...

-Fammi capire, Zarek, adesso all’improvviso vorresti addirittura aiutarci, ma ci credi proprio sceme? Gli rispose la regina sarcastica. –Beh, capisco che può sembrare strano, ma in fondo lo faccio anche per la salvezza del mio pianeta, mi ricordo che nelle storie di mio nonno i Metanoidi non erano proprio dei gran simpaticoni, al confronto sbiadisce persino il vostro sanguinario esercito...mentre diceva queste parole lanciò un occhiata ad Ariel.

-In effetti uno come lui potrebbe esserci realmente utile...riflettè Galia...-Sarebbe una proposta da considerare...

-Va bene, disse la regina, -Allora ti prendiamo in parola, ma attento, niente scherzi, che le nostre “sanguinarie” soldatesse ti terranno sempre sotto mira...

-Ma, con tutto il rispetto, siete pazze a fidarvi di questo individuo, le interruppe Ariel scandalizzata, -Questo...bel tomo... solo poche ore fa voleva vendicarsi su di te, Raflesia, e gli dei solo sanno che avrà in mente!

-Io non mi preoccuperei troppo, secondo me ormai è inoffensivo, e poi sarà sorvegliato a vista...le rispose la studiosa.

-Grazie per l’inoffensivo! Commentò l’uomo ironico.

-E tu taci! Lo zittirono in coro le tre amiche.

 

 

 

                                                                          **

 

 

 

L’Arcadia e la Queen Emeraldas erano da poco attraccate all’interno dell’isola spaziale Ombra di Morte. Harlock, il suo equipaggio ed Esmeralda stavano seguendo in diretta le notizie che arrivavano dalla Terra via subspazio. I Meccanoidi, coadiuvati da forze metanoidi avevano sferrato il loro primo attacco dimostrativo al sistema solare colpendo le basi terrestri su Marte. Fortunatamente la terribile arma metanoide capace di inghiottire nel nulla tutto ciò che incontrava sul suo cammino sembrava non essere stata usata. –Probabilmente Helmatia non ha potuto ancora ricostruirla sin da quando Io e Warrius Zero la distruggemmo insieme al Castello Infernale...

Commentò il capitano. –Harlock, sono arrivate in soccorso le forze della SDF, dieci treni, tra cui il Big One, stanno respingendo l’attacco dei Meccanoidi! Comunicò Yuki. –Bene! Sapevo che quei ragazzi sarebbero venuti in aiuto della Terra...ma ora a noi tocca il compito di penetrare nella fortezza volante di Helmatia! Yattaran, abbiamo bisogno di un efficente dispositivo di occultamento da istallare su di uno space wolf con cui avvicinarsi senza problema al planetoide. Io ed Esmeralda tenteremo l’abbordaggio.

-Harlock, vorrei venire anch’io, disse Maetel, -E’ me che vuole Helmatia...

-No, rispose il capitano, -Non sappiamo nulla di quello che potremmo trovare, c’è bisogno di qualcuno che conosce bene i Metanoidi che rimanga sull’Arcadia per ogni evenienza!

-Capitano, lo space wolf sarà pronto tra un ora, inoltre posso fornirvi dei dispositivi di occultamento personale, sono dei giocattolini che ho sviluppato modificando degli aggeggi che avevamo rub…ehm, ritrovato tanti anni fa su di un cargo tirelliano... disse il vicecomandante.

-Bene, rispose Harlock, accennando un sorriso, mi affido al tuo genio...

Un ora più tardi Esmeralda ed il capitano volavano alla volta del planetoide: -Questa volta non hanno disseminato le mine gravitazionali, sarà più facile! Disse la piratessa. Decisero di attraccare vicino a quella che sembrava una grossa bocca di servizio. Assicurarono la navetta a delle ancore magnetiche attaccate alla parete metallica del planetoide, indossarono le mini tute e si avventurarono all’interno di quell’enorme sfera di acciaio. –Se i dispositivi di Yattaran funzionano, dovremmo risultare del tutto invisibili sia alla vista che agli scanner elettromagnetici, disse il capitano. –Ma non agli infrarossi...speriamo bene, rispose Esmeralda. –Tadashi è riuscito a scandagliare molto approssimativamente l’interno del planetoide, abbiamo delle indicazioni piuttosto vaghe di come muoverci all’interno, comunque questo condotto dovrebbe portare nelle zone di servizio e da lì dovremmo risalire al cuore della fortezza, dove dovrebbero trovarsi la metanoide e Mayu!

 

 

 

                                                                         **

 

 

-Ecco, quelli sono i tre giganti, fece Zarek. –Da questo punto si vedono molto bene.

Si erano spostati andando verso est e si trovavano a circa una decina di chilometri dalla catena montuosa. In quel punto la conformazione delle montagne assumeva contorni molto ripidi ed effettivamente il risultato erano quei tre picchi che s’innalzavano, assomigliando a degli enormi aguzzi canini che si stagliavano verso il cielo. –Io li avrei chiamati “dentoni” piuttosto che giganti...commentò Ariel. –Sì, ma giganti è più suggestivo, disse Galia mentre consultava delle carte geologiche. –Ed ora che facciamo? Chiese la regina. –Fatemi controllare un paio di cose...ho una mezza idea che potrebbe essere la strada giusta...continuò la studiosa tirando fuori uno strano attrezzo montato su di un treppiede. –E’ un vecchio teodolite a puntamento laser...Lo diresse verso i monti e, attraverso un piccolo obiettivo, mirò alla vetta di uno dei tre picchi. Fece lo stesso con le altre due vette trascrivendo i dati rilevati sul suo portatile. –Perfetto! E’ proprio come immaginavo!

Disse soddisfatta. –Cioè? Chiesero Ariel e la Regina, mentre Zarek la guardava impressionato.

-Credo di aver risolto l’indovinello...

...allora, i tre giganti li abbiamo, mentre la duplice luce mi pare evidente che siano i due soli di questo sistema, e la linea si riferisce a quando i due soli sono perfettamente allineati con il pianeta, cosa che accade una sola volta ogni quindici anni...ora, ricostruendo la posizione del pianeta e del suo asse sedicimila anni fa e la sua posizione rispetto i soli possiamo mettere tutto nel computer e simulare quella configurazione in modo tale...

-In modo tale...? Chiesero gli altri.

-...In modo tale da ricostruire la posizione esatta delle tre ombre proiettate dai tre picchi esattamente nell’istante di quel particolare evento...voilà!

Sullo schermo del computer la ricostruzione simulata mostrava le tre ombre che s’incrociavano contemporaneamente in un preciso punto della piana. –Quel punto è l’ingresso al santuario! Sentenziò solenne Galia.

-Stupefacente...balbettò Zarek, -Fantastico! Esultò Raflesia, -Impressionante, aggiunse Ariel.

-Bene, ora il mitico Scorpione ci porterà in quel punto preciso del deserto! Concluse l’accademica consegnando all’uomo un foglietto con le coordinate del luogo.

 

 

                                                                           **

 

 

 

Harlock ed Esmeralda avevano percorso già un lungo tratto di quel condotto di servizio, quando improvvisamente si aprì una paratia sulla destra dalla quale uscirono alcuni androidi. –Sono addetti ad operazioni di manutenzione, disse il capitano, -Non ci hanno visto, approfittiamone per entrare! Rapidamente imboccarono la paratia e, attraversato un lungo corridoio, si ritrovarono in un vastissimo ambiente popolato dalle più diverse tipologie di androidi, cyborg e meccanoidi.

-E’ una specie di città che si sviluppa su diversi piani, commentò Esmeralda, -Ricorda molto la struttura che aveva il pianeta di Andromeda... Dovevano muoversi con molta attenzione cercando di schivare quegli esseri che, non potendoli vedere, rischiavano di sbattergli contro. –Presto! Prendiamo quell’elevatore, disse la piratessa indicando un grosso tubo trasparente che s’innalzava al centro di quell’immenso ambiente, -Dovrebbe portarci al cuore della fortezza. Entrarono in quella sorta di ascensore appiattendosi lungo le pareti per evitare di toccare gli altri occupanti che erano entrati con loro. Salirono cinque livelli prima di arrivare a quello che sembrava il centro operativo di quella base. In un lungo e largo corridoio si muovevano decine di soldati meccanoidi che entravano e uscivano da diverse porte, probabilmente sezioni di sosta e smistamento delle truppe che man mano stavano partendo per il sistema solare. –Se non fosse per Mayu, avremmo potuto minare e far saltare in aria questo maledetto posto! Sibilò Esmeralda. –Faremo anche quello, non ti preoccupare, appena l’avremo messa in salvo sarò il primo a piazzare le cariche esplosive! Le rispose il capitano. –Guarda! Fece Esmeralda, -Laggiù c’è Helmatia, -Seguiamola! –E’ un colpo di fortuna averla individuata subito! In effetti il biondo cavaliere metanoide era inconfondibile in mezzo a quella schiera di soldati meccanoidi. –Teniamoci a debita distanza, disse Harlock, -Quell’essere è imprevedibile!

Dopo una lunga camminata la metanoide prese un corridoio laterale ed arrivò ad una piccola porta ad apertura elettronica. –Maledizione, come facciamo ad entrare tutti lì dentro! Mormorò il capitano, -E’ impossibile, dovremo aspettare che esca! Fortunatamente l’aliena riuscì poco dopo e i due pirati ripresero a seguirla. - Si sta dirigendo verso una zona d’imbarco, disse Esmeralda. –Che si fa se lascia il planetoide? –In quel caso torneremo a quella piccola porta e vedremo cosa c’è dietro.

E così fecero.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il santuario ***


                                                                                                 16. Il santuario

 

 

 

 

N 61° 43’ 28” E 020° 12’ 33”, queste erano le coordinate che Galia aveva scritto sul foglietto. Zarek rifletté un momento e poi disse: -E’ poco distante da qui, ci arriveremo in dieci minuti, è in pieno deserto, ma francamente non ho mai notato nulla di strano in quella zona…

-E così deve essere, un punto assolutamente anonimo! Gli rispose sorridendo l’archeologa.

Tutto il campo base si sarebbe trasferito in quel punto preciso, ma nel frattempo Raflesia, Galia ed Ariel, guidate da Zarek avevano anticipato il resto della spedizione. Solo poche militari avevano accompagnato quel singolare convoglio per evidenti ragioni di sicurezza.

-Il punto preciso è questo, disse la studiosa mentre, china sul suolo desertico, si era messa a spazzare il terreno con una piccola scopetta. -Vi è subito roccia qui sotto! -Ecco, vi sono dei segni! Vedo una scanalatura, continuava a spazzolare mentre si evidenziava una fessura che andava via via formando un contorno rettangolare. – E’un intero pannello di pietra, è un’apertura!  Dobbiamo sollevare questo pannello di roccia! Alla base della lastra vi erano due fori quadrati fatti sicuramente per incunearvi delle leve. Così fecero e, dopo non poca fatica, riuscirono a sollevare quel lastrone. –Uff! Alla fine ce l’abbiamo fatta! Disse Ariel asciugandosi la fronte. –Guardate, ci sono delle iscrizioni sul retro della pietra, notò Galia, -Sono in protomazoniano, la forma più antica della nostra lingua...vediamo cosa dicono...dunque... hai, hai...non è propriamente un’iscrizione propiziatoria...

 

“Solo ai puri di cuore è concesso il varco di tale soglia, a chi non è degno il fuoco delle stelle darà orrenda morte!”

 

-Fuoco delle stelle! Suona piuttosto minaccioso, commentò Zarek. –Deve esserci qualche dispositivo di sicurezza, qualche trappola come nelle tombe di alcuni antichi popoli terrestri! Disse la regina.

-E’ piuttosto stretto e si apre una ripida scalinata, continuò Galia. –Bene, scendiamo!

-Scendiamo? E l’avvertimento? disse l’ex terrorista. –Beh, cos’è, lo Scorpione ha per caso paura di una frase vecchia di millenni? Commentò Ariel ironica. –Paura? Io? Andiamo! Serviranno delle potenti torce! Rispose lui incamminandosi verso l’apertura. –Ecco le torce! Fece Raflesia distribuendo ai tre della potenti lampade al plasma: -Hanno una durata praticamente illimitata!

-Manterremo il contatto col resto della spedizione tramite dei comunicatori subspaziali che possono passare ogni tipo di ostacolo o di schermatura, disse Galia, -Non sappiamo quello che potremmo trovare la sotto...

Incominciarono a scendere: la regina insieme a Galia seguite da Ariel, Zarek e due militari. La scalinata sembrava non finire più, erano ormai parecchi minuti che stavano scendendo ed avevano perso il conto dei gradini dopo il seicentesimo. –Saremo ormai scesi per più di cento metri! Per fortuna è un po’aumentata in larghezza! Si lamentò Ariel. –Forse ci siamo, esclamò ad un tratto la studiosa, -I gradini sembrano finire qui... il livello rimane pianeggiante e il corridoio si allarga...-Guardate! Esclamò la regina, -Si vede della luce laggiù in fondo!

Dopo un altro centinaio di metri improvvisamente quel condotto si apriva mostrando un inaspettato ambiente di vaste dimensioni illuminato da numerose singolari fonti di luce. –Sembrano delle enormi pietre preziose incastonate sulle pareti che emettono una luce bianco azzurra! Notò Ariel.

- Sono cristalli di Sarenio, devono contenere all’interno delle sorgenti gamma, Radio probabilmente, la luce è generata per fluorescenza secondaria. Spiegò Galia. –Interessante, disse Zarek, -Vuol dire che sono praticamente eterne, come il nome dei loro creatori...-E tu che ne sai di fluorescenza? Gli chiese Ariel ironica, -Guarda che non ho mica fatto sempre il terrorista nella mia vita io! Gli rispose sprezzante. –Un tempo, prima che ci invadeste, facevo l’ingegnere! –Smettetela di beccarvi voi due, disse la regina, -Guardate! Ai lati delle pareti, a poco a poco che avanzavano, si stagliavano enormi statue raffiguranti degli esseri antropomorfi. Nelle loro mani stringevano degli strani oggetti, non sembravano armi bensì strumenti di qualche genere. Galia era estasiata: -Sono gli Eterni! In mano hanno gli strumenti della loro scienza, il loro immenso potere scaturiva dalla loro sconfinata conoscenza scientifica! In questo modo hanno plasmato l’intero universo a noi noto!

Tra le statue grandi erano situate decine di statue più piccole raffiguranti figure femminili. –Alcune di queste le ho già viste! Disse Raflesia, -Sono regine di Mazone! –Esatto, confermò Galia, -Le regine che si sono succedute dalla nascita del regno sino a circa seimila anni fa, se non vado errata!

In quell’enorme spazio l’atmosfera era divenuta quasi irreale, camminavano lentamente tra un misto di stupore, ammirazione e timore reverenziale di fronte a quelle antichissime testimonianze di un incredibile civiltà. Intanto al centro dell’ambiente si era aperto una sorta corridoio costituito da una doppia fila di colonne di marmo rosa finemente lavorate. Sul pavimento, anch’esso in marmo, erano apparse delle scritte sempre in quell’antico Mazoniano. – E’ la storia della creazione del popolo Metanoide e di quello Umano e Mazoniano, traduceva l’archeologa, -Dopo un lungo periodo di pacifica convivenza i Metanoidi incominciarono a manifestare smanie di superiorità e di conquista, tanto che, dopo diversi interventi da parte degli Eterni per riportare pace ed equilibrio in varie zone dell’universo, alla fine questi ultimi furono costretti all’estrema risoluzione dell’esilio nell’universo parallelo, qui viene chiamato in modo molto poetico: “Il mondo dietro lo specchio”. Non vengono spiegati i dettagli di come fecero ciò, si narra solo di un “vento sacro” che avvolse e portò via tutto quel popolo bellicoso. Si parla anche di una “regina dell’oscurità” che tentò di opporsi con i suoi poteri a quest’operazione ma fu sconfitta dopo un’epico scontro. –La Darqueen! Esclamò Raflesia. -Già...disse Galia. Nel frattempo erano arrivati a circa metà del lungo colonnato, il marmo rosa del pavimento aveva lasciato il posto ad un marmo bianco venato da striature azzurre. –Anche le scritture sono cambiate, ecco, disse Galia -Sentite:

 “Il cammino da qui in poi è riservato solo a colui che sa scrutare nel profondo, guai a coloro che non sanno leggere il giusto cammino!”

 –Che vorrà dire? Chiese Ariel alla studiosa, -Non saprei di preciso, ma mi sa che da qui in avanti dovremo fare molta attenzione... il testo continua ma mi sembra che non dica cose particolarmente interessanti, sono solo una serie di poesie e di preghiere agli dei dell’antica tradizione mazoniana...

-Molte di queste le conosco, disse la regina, -Riconosco alcune preghiere che ho studiato sui sacri testi, e riesco anche a leggere quel poco di antico linguaggio che ho imparato...le parole sono scritte in modo simmetrico e sono racchiuse dentro grandi riquadri dipinti sul marmo, sembra una sorta di grande scacchiera...-Non sono tranquillo, disse a quel punto Zarek mentre avanzavano lentamente, il mio istinto mi dice che siamo in pericolo! –Ma di quale pericolo parli?! Lo sbeffeggiò l’ufficiale, -Dì piuttosto che hai paur... –Attente! Urlò l’uomo lanciandosi su Ariel e gettandola a terra mentre Raflesia faceva lo stesso con Galia, anche le due soldatesse ebbero appena il tempo di appiattirsi su quel liscio pavimento. Due lampi di abbagliante luce verde fendettero l’aria ed andarono a colpire alcune colonne ad altezza d’uomo. Le colonne esplosero in mille pezzi con un fragoroso tuono e il gruppetto dovette pure proteggersi dalle numerose schegge che vennero scagliate in tutte le direzioni. –Sono laser di eccezionale potenza! Esclamò Raflesia, -Il fuoco delle stelle! Commentò l’archeologa,

 -Senti un po’, bestione, vuoi togliermiti di dosso o vuoi che ci pensi io a colpi di pistola! disse una voce proveniente da sotto il possente fisico dello Scorpione. Zarek si spostò di lato facendo riemergere il corpo di Ariel. –Bel ringraziamento per averti appena salvato la pelle!

 –Smettetela! Li rimproverò la regina, -Piuttosto, come ti sei accorto dei laser? Chiese a Zarek,

-Stavo guardando in alto e ho visto due minuscole luci lampeggiare e ho immaginato il peggio...

-Bene, dobbiamo ringraziarti per il tuo spirito di osservazione e per il tuo istinto, Zarek!

 Ora però abbiamo un serio problema da risolvere! Riprese lei, -Come facciamo a muoverci da questa situazione e poter andare avanti? –E’ chiaro che abbiamo fatto scattare un sistema di sicurezza e questo perché probabilmente non abbiamo seguito un percorso prestabilito, commentò la studiosa rimanendo appiattita per terra. –Dunque, fatemi pensare...disse mordicchiandosi il labbro come al solito...-Leggere il giusto cammino...i puri di cuore...Ma certo! Credo di aver capito! Bisogna camminare passando sui riquadri che contengono le parole seguendo un opportuno ordine, e l’ordine è dato dal testo di un particolare inno, l’inno della Conoscenza! –E’ vero! Disse la regina, -Le prime parole di quell’antichissimo inno recitano così:

 

“La scienza, la leggerezza e la pazienza albergano nel cuore del puro...”

 

-Cerchiamo quelle parole nei riquadri e seguiamo l’ordine in cui sono enunciate saltando da un riquadro all’altro! –Come nel gioco della campana! Disse Ariel

 –Già, solo che in palio c’è la nostra vita...commentò sarcastico l’uomo.

La scena che di lì a poco seguì aveva un po’del ridicolo: Un’ eterogenea compagnia formata da una regina, un ex terrorista, un’illustre accademica un ufficiale e due soldatesse dell’esercito della grande Mazone stava saltellando come in un gioco di bambini da un quadrato all’altro sul pavimento...

...-Secondo me gli Eterni hanno immaginato questo percorso con un pizzico di sadico umorismo...

Commentò Raflesia mentre saltava sull’ultimo riquadro della sequenza.

-Ecco, ci siamo! Disse Galia, -Da qui in poi dovremmo essere al sicuro e poter procedere senza altre acrobazie...Il colonnato si era interrotto ed al suo posto si era aperta una stretta rampa che saliva sino ad una sorta di piccolo ziggurat che campeggiava al centro del vasto spazio.

-Lassù c’è la risposta alle nostre domande, sentenziò grave la studiosa.

Saliremo solo io e te, disse la regina a Galia, detto questo incominciarono la scalata molto lentamente. –Ti confesso che sono veramente emozionata, disse Raflesia all’amica, -Per la prima volta dopo millenni stiamo per attingere a delle incredibili conoscenze che ci ha lasciato un altrettanto incredibile popolo! –Anch’io non sto più nella pelle, questa è senz’altro la più importante scoperta archeologica che sia mai stata fatta in questa galassia...

Erano giunte alla fine della rampa, davanti a loro si parava un grande altare e al centro dell’altare vi era un disco di pietra con sopra delle incisioni. Sul resto dell’altare ulteriori iscrizioni che l’archeobiologa si affrettò a tradurre...

-Gli Eterni spiegano quale particolare tipo di arma avevano usato contro i Metanoidi: si tratta di un’arma difensiva e non offensiva dato che non volevano recare loro danno ma solo bloccarne il malefico operato...pare che l’organismo metanoide sia sensibile ad una precisa sequenza di basse frequenze, questa sequenza è in grado di bloccare, praticamente paralizzare la loro attività motoria e le loro funzioni cerebrali...-Guarda le iscrizioni sul disco, disse la regina, -Sono disposte lungo una traiettoria spiraliforme, e quelle sono le frequenze, vero? –Esatto, rispose l’amica, -Ogni punto della spirale è associato a due numeri, uno per il valore della frequenza ed un altro che non capisco, ma sono tutti piccoli valori interi, sono multipli di un valore unitario di base...-Le frequenze sono basse, vanno dai 100 ai 2000 Hertz... –Ma sono suoni! Esclamò Raflesia, -La spirale è una sorta di spartito musicale dov’è rappresentata una melodia, la prima cifra è la frequenza del suono, la seconda è la sua durata nel tempo! –E’ proprio così, hai ragione! Disse Galia eccitata,

 -Vuol dire che gli invincibili e terribili Metanoidi possono essere messi a tappeto da una semplice melodia...è incredibile! Nel frattempo Raflesia aveva tirato fuori un piccolo notes e, dopo aver tracciato cinque linee a formare un pentagramma, incominciò a trascrivere quelle frequenze in precise note...-Le frequenze corrispondono ad un sistema completo cromatico in cui un ottava è divisa in dodici parti uguali con cui comporre una complessa melodia formata da toni e semitoni...-Già, sorrise la studiosa, -Dimenticavo che sei una musicofila...-Beh, sono stata fortunata, poteva essere un sistema microtonale, e in quel caso non sarei stata così ferrata, scherzò la regina.

Effettuarono molte foto tridimensionali ed eseguirono ulteriori rilievi, dopodiché ridiscesero a dare la stupefacente notizia ai loro compagni.

-Finalmente abbiamo l’arma con cui fermare i Metanoidi!

 

 

 

                                                                        **

 

 

Harlock collegò il decodificatore digitale alla serratura elettronica di quella piccola porta. Dopo pochi secondi un debole segnale acustico comunicò che la combinazione era stata trovata ed inviata alla serratura. Un attimo dopo la porta si aprì con un ronzio. Il capitano ed Esmeralda entrarono con circospezione. A dispetto della piccola apertura si ritrovarono in un ambiente molto vasto e ben illuminato. Al centro campeggiava un imponente struttura elettronica alta parecchi metri. Numerosi cavi la collegavano a svariati pannelli di controllo. Una miriade di luci sfavillanti brillavano lungo due grandi anelli circolari attorno la struttura. –E’ un supercomputer, disse Harlock, -Ricorda quello dell’Arcadia...-Harlock! Gridò Esmeralda, Laggiù! Indicò la piratessa con voce tremante. A pochi metri di distanza adagiata su di uno strano lettino giaceva una giovane figura femminile, i capelli azzurri... –Mayu! I due fecero per correre dalla ragazza quando una voce proveniente dalle loro spalle li pietrificò:

-Bene, bene...ma che bella riunione di famiglia abbiamo qui!

Era la voce inconfondibile di Helmatia...

-Ma non è possibile! Esclamò Esmeralda, -L’abbiamo appena vista imbarcarsi su di una navetta!

-Evidentemente non era lei quella che abbiamo visto, ma una sua copia meccanoide...disse Harlock a denti stretti, -Che idioti che siamo stati, era una trappola!

-In fondo sei perspicace, mio bel pagliaccio spaziale! Riprese il cavaliere metanoide andando loro incontro brandendo una micidiale pistola gravitazionale. Fece un gesto con la mano sinistra e i due si ritrovarono imprigionati in un campo di forza invalicabile.

-L’hai detto, Harlock, siete in trappola!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Nella tana del lupo ***


                                                                               17. Nella tana del lupo

 

 

 

 

-Beh, Helmatia risparmiaci la solita tiritera sulla tua vendetta, già la conosciamo benissimo, sappiamo qual è il tuo piano per aprire la strada ad un’invasione metanoide, e con l’occasione ti vuoi vendicare su di noi per la morte di tua sorella...La metanoide tradì una smorfia di disappunto, evidentemente questo inaspettato riassunto fatto dal capitano aveva po’ frustrato la sua vena teatrale…-Comunque siete miei prigionieri e prima di morire assisterete al mio trionfo, e questo grazie all’aiuto della tua cara Mayu...

-Bastarda! Fece Esmeralda gettandosi rabbiosamente contro di lei ed andandosi a scontrare contro la parete del campo di forza. –Ha , ha, ma che fai, come quegli stupidi animali che si scagliano contro le sbarre della gabbia? , Alla Metanoide era però sfuggito un fuggevole segno d’intesa che si erano scambiati i due pirati un attimo prima di quel gesto inconsulto... approfittando del momento di distrazione creato da quell’improvviso diversivo, Harlock aveva piazzato una minuscola carica metadimensionale al centro della zona racchiusa dal campo dopodiché aveva anch’egli raggiunto la parete invisibile che li racchiudeva: -Sei solo una spregevole vigliacca, Helmatia, il disonore dell’ordine a cui appartieni...tua sorella sì era un vero cavaliere e non avrebbe mai usato questi ignobili sotterfugi per vincere in battaglia, lei è morta con onore da vero guerriero e si vergognerebbe per te in questo momento! Disse Harlock sprezzante rivolto all’aliena.

-Sì, solo che mia sorella è morta ed io invece sono ancora viva e vincitrice! Sibilò lei mentre puntava l’arma minacciosamente in direzione del capitano. Proprio in quel momento la carica metadimensionale implose frantumando per un istante il campo di forza. Tanto bastò per permettere ai due di uscire da quella prigione e di correre verso due direzioni contrarie. Helmatia fece un velocissimo balzo ed in un attimo sparì dalla loro vista. –Guerrieri, attaccate! La si sentì urlare.

Due possenti guerrieri meccanoidi apparvero improvvisamente e si lanciarono contro Harlock ed Esmeralda. I loro attacchi erano velocissimi e i due pirati faticavano a tener loro testa. Le gravity saber erano respinte da potenti scudi di energia che proteggevano quei mostri meccanici e nulla sembrava poterli fermare... –Non ce la possiamo fare! Constatò drammaticamente il capitano. –Io non mi arrenderò! Gridò Esmeralda digrignando i denti e continuando a sferrare fendenti con la sua sciabola. Ma ben presto i due furono costretti ad arretrare ritrovandosi chiusi contro una parete di quel vasto ambiente. Appena si trovarono con le spalle al muro, improvvisamente delle braccia meccaniche sbucarono fuori da delle feritoie apertesi dietro di loro e afferrandoli mani e piedi li incatenarono saldamente a quella parete.

-Ora basta con i giochi, miserabili umani, passiamo alle cose serie...una tenebrosa voce era risuonata improvvisamente per quella sala...-Ma io questa voce la conosco...no, non può essere, non è possibile, esclamò Esmeralda sconvolta.

-Invece sì, principessa Esmeralda, sembra incredibile ma dopo secoli ci rincontriamo...he, he, come vedi anche se tu e tua sorella siete riuscite a battermi una volta io sono rinato! A differenza di vostra madre che è morta uccisa da voi, io posso ancora esercitare il mio potere sulla vostra stirpe!

-Hardgear, demonio infernale, sei ancora vivo! Urlò la piratessa. –Sei stato tu ad infettare me e mia figlia con quel batterio! Sei tu la malefica entità che ha soggiogato Mayu!

–La sua essenza vitale è stata racchiusa in quel supercomputer, è lui che comanda tutti i meccanoidi, è lui il Grande Ordinatore! Esclamò Harlock. –Esatto, capitano, vedo che siete un abile ed intelligente avversario, ma ciò non è bastato a fermare il mio secolare piano, ben presto l’intero universo sarà dominato da noi esseri meccanici perfetti!

–Illuso! Non ti sei accorto che sei solo un utile pedina nelle mani di Helmatia, il suo vero fine è quello di far invadere il nostro universo dai suoi fratelli Metanoidi, ed allora anche voi Meccanoidi sarete schiacciati ed assimilati da quel funesto popolo! Gli rispose Harlock rabbioso.

-Taci, miserabile umano, non riuscirai a confondermi! Io ed Helmatia perseguiamo la stessa causa, anche lei è un essere non organico come me e come tali siamo in perfetta sintonia!

-Sei solo un patetico megalomane e presto te ne accorgerai a tue spese! Gli fece di rimando Esmeralda.

-Silenzio! Donna di Lamethal!  Tu imparerai ad ubbidirmi e poi sarà il turno di tua sorella...ha, ha...

In quel momento una terribile scarica elettrica si riversò sul corpo della piratessa facendola dimenare ed urlare di dolore.  Dopodiché si accasciò priva di sensi.

-Vigliacco! Urlò il capitano cercando inutilmente di liberarsi da quella diabolica morsa ma in un attimo anche lui fu investito da una scarica chè lo lasciò tramortito.

-Bene! Ora che abbiamo messo a tacere quei fastidiosi insetti, possiamo procedere col nostro piano! Sogghignò Helmatia.

 

 

                                                                       **

 

 

-Ragazzi, ho perso il segnale subspaziale sia del capitano che di Esmeralda! Non è un buon segno, quei rilevatori sono a loro addosso ben nascosti, se si sono disattivati contemporaneamente vuol dire che sono sicuramente nei guai! Disse Yuki preoccupata.

-Scusate se m’intrometto, Yuki, Yattaran, amici dell’Arcadia, ma anch’io sono molto preoccupato, Mayu, Esmeralda ed Harlock, sono in grande pericolo ed è ora che io scenda in campo in qualche modo!

Tochiro si era inaspettatamente manifestato a tutto l’equipaggio con la sua voce:

-Ho di nuovo captato l’influenza di quell’entità malefica che aveva tentato di introdursi nei nostri sistemi, è sicuramente un’intelligenza artificiale superiore ed ora la sento molto vicina, deve trovarsi su quella base spaziale. Devo assolutamente poter entrare nei loro sistemi per poterla affrontare, ma per fare ciò ho bisogno di essere collegato ad un sistema di trasmissione molto potente, Yattaran, ti prego, ho bisogno del tuo aiuto, se riuscirai a realizzare il trasmettitore secondo le mie indicazioni potremmo riuscire nell’impresa...

-Certo, Tochiro, sarà un onore per me aiutarti come meglio posso! Rispose il vicecomandante.

-Yuki, ora il comando passa a te, io devo aiutare Tochiro...-Ricevuto! Disse la giovane.

Non era la prima volta che la ragazza aveva dovuto prendere il comando in situazioni critiche, certo era passato parecchio dall’ultima volta che aveva avuto una tale incombenza, ma in questo caso la situazione era proprio drammatica e lei sentiva tutto il peso di quell’enorme responsabilità. Fortunatamente in quel momento sopraggiunsero anche Mime e Maetel a sostenerla: -Facciamo il punto, disse la terrestre, guardando le amiche ed il marito. –Non abbiamo più segnali da Harlock ed Esmeralda, e questo significa con buona probabilità che siano stati scoperti, il che potrebbe significare che...un brivido l’attraversò...

-No, Non sono morti!  La interruppe Maetel, -Ne sono sicura! Conoscete il legame particolare che c’è tra me e mia sorella, lo avrei avvertito chiaramente. Percepisco anch’io un grande pericolo, ma non la morte! –Anch’io avverto la stessa sensazione, aggiunse Mime, Harlock è vivo ma in pericolo!

-Dobbiamo approfittare del fatto che la maggior parte delle forze meccanoidi sono impegnate nell’azione di attacco alle basi marziane, quindi in questo momento la loro base si troverà sguarnita...intervenne Tadashi. –Non credo sia una buona idea attaccare, almeno adesso, le rispose la moglie. -Non sappiamo quanti meccanoidi siano rimasti in quella fortezza, e le loro armi sono molto potenti, rischieremmo di esporci inutilmente, meglio un’azione di guerriglia a sorpresa...

La loro discussione tattica fu improvvisamente interrotta: -C’è una comunicazione proveniente dalla fortezza! Disse Mime che nel frattempo si era seduta ad una delle consolle di controllo.

Sullo schermo centrale comparve di nuovo il volto di Helmatia che esibiva un inquietante ghigno:

-Signori, andiamo al sodo, ecco cosa vi faccio vedere! L’inquadratura si spostò rapidamente mostrando una drammatica scena. Harlock ed Esmeralda, giacevano ognuno saldamente legato a quello che sembrava una sorta di tavolo operatorio...A quella vista Maetel cacciò un grido di orrore.

-Ha, ha, riprese la metanoide, allora ci sei, Maetel! Hai riconosciuto quei tavoli, vero? Te li ricordi bene, eh? Sono gli stessi tavoli operatori dove avveniva la trasformazione da esseri umani a meccanoidi dei tuoi fratelli lamethaliani ai tempi della regina Andromeda Promethium, tua madre!

Ora la stessa sorte toccherà a tua sorella e ad Harlock! Avrete il privilegio di assistere in diretta a questa trasformazione, e il bello è che quest’operazione sarà diretta proprio da tua nipote, la nuova regina Andromeda II!

Alla vista di quella mostruosa prospettiva un brivido di gelo calò sull’intero equipaggio dell’Arcadia.

–Giochiamo a carte scoperte, Helmatia, disse Maetel, in realtà è me che vuoi, vero?

Ti propongo uno scambio, verrò da te e mi consegnerò spontaneamente, potrai fare di me ciò che vuoi, ma in cambio li lascerai andare, e libererai anche Mayu!

-Non mi sembra molto vantaggioso come scambio, rispose l’aliena con una smorfia, uno contro tre, e poi Mayu è la mia carta vincente...-Rifletti, riprese Maetel, io ho ucciso materialmente tua sorella,  mentre loro in fondo non c’entrano, se ora rinunci sarà molto difficile che ti si riproponga un’occasione simile...senza contare che ti cercherò per tutto l’universo e non avrò pace finchè non  avrò fatto esplodere il tuo cuore ...quest’ultima frase fu pronunciata con un tono tale che per un attimo la metanoide tradì una lieve esitazione.

-Non basta, voglio anche Tetsuro, fallo venire con te, riprese dopo un attimo di riflessione.

-Non posso costringerlo a venire, posso solo contattarlo...Le rispose Maetel.

-Vedi di convincerlo, ti dò un giorno di tempo e mi sembra di essere fin troppo generosa, nel frattempo Harlock e i tuoi parenti rimarranno miei graditi ospiti. Detto questo la comunicazione venne interrotta.

-Non vorrai coinvolgere veramente Tetsuro in questa storia? Fece Yuki. –No, assolutamente, non mi sognerei mai di metterlo in pericolo! Rispose lei, -Ma non so cos’altro inventarmi con Helmatia...

 

                                                                     **

 

La spedizione di Raflesia e Galia aveva appena consegnato al governo di Drellius una delle più incredibili scoperte archeologiche di tutta la galassia, con immense ricadute scientifiche, storiche nonchè turistiche. Su richiesta della stessa Galia si era raccomandato presso le alte sfere del governo del pianeta che fosse proprio Zarek a seguire tutti i lavori di coordinamento, catalogazione ed amministrazione di quello che sarebbe divenuto il sito archeologico per eccellenza di tutto il quadrante stellare. L’ex ingegnere aveva accolto dapprima con stupore e poi con entusiasmo tale proposta che sicuramente gli prospettava un brillante futuro lavorativo fornendo al contempo un prezioso servigio al suo pianeta.

La regina era impaziente di raggiungere l’Arcadia con il segreto di quell’ incredibile arma di difesa che li avrebbe messi al riparo dalla minaccia metanoide, e sbrigate nel più breve tempo possibile tutte le formalità del caso, la spedizione fu pronta per rimbarcarsi sulla Cleopatra.

Al momento della partenza una delegazione del governo capeggiata dallo stesso governatore Biliat rese solenne omaggio a quelle che un tempo erano state storiche nemiche.

Mentre si salutavano a Galia non sfuggì un timido gesto, lo sfioramento di un braccio di Zarek da parte di una mano di Ariel, seguito subito da un saluto militare...-Quei due non me la raccontano giusta! Sussurrò a Raflesia. La regina sorrise: -Penso proprio che si rivedranno presto...

Una volta a bordo la regina contattò immediatamente l’Arcadia venendo così aggiornata sugli ultimi drammatici avvenimenti che si erano avvicendati dopo il suo ultimo resoconto.

-Ti prego, disse a Yuki, -Fammi parlare subito con Maetel, ho un idea da proporle per salvare Harlock, Mayu ed Esmeralda!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Lo spiraglio nello specchio ***


                                                                             18. Lo spiraglio nello specchio

 

 

 

 

La Cleopatra aveva viaggiato alla massima velocità per raggiungere Ombra di Morte che nel frattempo continuava a stazionare a circa seicento chilometri spaziali dalla base meccanoide. Dopo dieci ore dal contatto che Raflesia aveva avuto con Maetel, finalmente le due poterono incontrarsi di persona a bordo dell’Arcadia.

-Non abbiamo molto tempo, disse la principessa di Lamethal, rivolta al gruppetto di persone che si era riunito nella cabina del capitano. Si era deciso di riunirsi proprio là data la gravità delle scelte che dovevano essere prese in vista di quell’eccezionale situazione. Oltre alla regina, Galia ed Ariel, il gruppo comprendeva Yuki, Tadashi, Miime e Yattaran il quale si era sottratto un attimo dal febbrile lavoro che stava conducendo sotto la guida di Tochiro. Miime aveva offerto del vino a tutti i partecipanti e molti si ritrovarono a fissare nei calici i riflessi di quel rosso liquido e inevitabilmente a ripensare al loro amato capitano che in quel momento stava rischiando la vita.

-In base all’ultimatum di Helmatia ci rimangono solo quattordici ore per organizzare un piano efficace e Raflesia ne ha proposto uno che volevamo esporvi, continuò Maetel lasciando la parola alla regina:

-Il piano è semplice: grazie all’uso di sofisticati proiettori olografici io ed un’altra persona potremo assumere le sembianze di Maetel e di Tetsuro per poter penetrare nella base e liberare i nostri cari!

-Ma è pericolosissimo, intervenne Yuki, -Se Helmatia è riuscita subito ad individuare Harlock ed Esmeralda nonostante i loro dispositivi di occultamento, cosa vi fa credere di riuscire ad ingannarla con dei semplici ologrammi?

Raflesia sorrise: -La tecnologia mazoniana in fatto di proiezioni olografiche è avanti di secoli rispetto a chiunque altro…è praticamente impossibile rilevare con alcun tipo di sonda il nostro campo olografico e non credo proprio che su quella base abbiano strumenti così sofisticati…

-E’ comunque un rischio che dobbiamo correre, non abbiamo altra speranza per salvarli!

-Ma una volta dentro la base, come fare a neutralizzare tutti quei meccanoidi e la stessa Helmatia? Ci si dovrà consegnare disarmati, ovviamente! Disse Tadashi.

–E’ proprio qui il bello dei nostri proiettori, possono farci sembrare disarmati quando invece saremo armati sino ai denti! Continuò la regina.

–Ma vi perquisiranno manualmente, e allora…Intervenne Miime.

 –Allora avremo già cominciato a sparare! Concluse Raflesia mentre un lampo freddo le attraversò lo sguardo.

-Chi farà la parte di Tetsuro? Chiese a questo punto Maetel. –Giocando sul fatto che Helmatia non ha mai conosciuto il tuo giovane amico, potrà assumerne l’aspetto chiunque, ma meglio che sia di corporatura agile, spiegò la regina.

-Verrò io! Si sentì risuonare immediatamente mentre Tadashi si faceva avanti,

-No! Io sono la più adatta, sono stata addestrata alle stesse tecniche di attacco e di difesa della regina! Ariel si era imperiosamente imposta scansando il giovane un po’ bruscamente. Solo allora Tadashi si accorse della straordinaria rassomiglianza dell’ufficiale mazoniano con quella Cleo che lui stesso aveva colpito a morte anni prima. –Ma tu sei identica a…mormorò.

-Sono sua sorella, gli rispose lei seccamente, -Ma stai tranquillo, non ti serbo rancore più di tanto, ben sapendo quello che le facesti allora…eravamo in guerra e tu ti sei comportato da abile guerriero…

-No, Ariel, fece a quel punto la regina rompendo la tensione che si era inevitabilmente venuta a creare, -Preferisco sia Tadashi a partecipare a questa missione...

-Ma, mia regina...tentò di protestare l’ufficiale.

-Non te ne avere a male, Ariel, le rispose Raflesia con voce conciliante. -Le tue capacità di decisione e di comando ci saranno indispensabili fuori di quest’azione proprio per fronteggiare ogni tipo d’imprevisto possa accadere...

Yuki a questo punto intervenne preoccupata: -Tadashi. Tu non sei più abituato da tempo a combattere, non mi sembra affatto una buona idea! E’ meglio che vada qualcun’altro più allenato!

-No, Yuki, è il minimo che possa fare per Harlock e i suoi cari...in questi giorni sono tornato ad allenarmi intensamente proprio in previsione di un simile evento! Non mi tirerò indietro!

Yuki tentò allora di controbattere con motivate ragioni alla ferma decisione del giovane, ma a malavoglia dovette alla fine arrendersi all’insistenza del marito.

Grazie a delle più accurate scansioni effettuate sulla base spaziale dal sistema di sensori della Cleopatra insieme a quelli dell’Arcadia, si riuscì a ricostruire una più dettagliata mappa del planetoide artificiale. Maetel riconobbe una struttura molto simile a quella dell’antico pianeta meccanico di Andromeda e grazie alle sue indicazioni si poterono dedurre l’ubicazione dei centri nevralgici relativi al supporto energetico ed al controllo difensivo.

–Al momento opportuno dovremo cercare di colpire queste zone della base, purtroppo i loro schermi protettivi sono molto resistenti e senza un aiuto dall’interno sarà difficile intaccare le loro difese...disse Yuki.

-A quello penseremo noi...le rispose Raflesia, -Una volta liberata Mayu, Harlock ed Esmeralda, mineremo la base con delle cariche esplosive gravitazionali, non resterà traccia di quel maledetto posto!

In quel momento all’interfono interno alla cabina risuonò la voce di Maji, -Ragazzi scusate se v’interrompo ma vi è una comunicazione subspaziale molto urgente, proviene dalla base della SDF sul pianeta Destiny! –Ci vorranno comunicare la situazione presso Marte, speriamo siano riusciti a respingere l’attacco dei meccanoidi! Disse Yuki, -Passacela subito in viva voce, aggiunse rivolta al capo ingegnere. Inaspettatamente la voce che seguì fu quella di Leila Destiny in persona:

-Ho delle notizie della massima importanza da comunicarvi...l’attacco alle basi marziane è stato respinto con successo...Un urlo di vittoria fu a malapena trattenuto dall’uditorio, ma Leila non aveva finito: -Purtroppo la notizia preoccupante è che a causa del collasso imprevisto di una piccola stella nella costellazione del Cigno si è inaspettatamente aperta un’anomalia dimensionale! Si sono venute a ricreare le condizioni che già a suo tempo avevano permesso ai Metanoidi di passare quel varco ed invadere il nostro universo! Ancora non abbiamo rilevato loro navi nel nostro perimetro galattico, ma, come ben sapete, la loro capacità di muoversi con salti warp è impressionante, e potrebbero così comparire in un attimo in un qualunque punto nel raggio di migliaia di anni luce dal varco! Inoltre se dovessero attivare le loro micidiali armi “divora materia”, saremmo tutti in grande pericolo!

A quel punto intervenne Raflesia: -Perdonate se v’interrompo, Leila, o meglio Divina Shura, ma questa comunicazione è criptata, immagino...-Naturalmente sì, regina... rispose Leila. –Ebbene ho da comunicarvi quanto abbiamo appena scoperto sul pianeta Drellius io e i miei collaboratori...riprese Raflesia. –Le sentinelle dello spazio! Avete scoperto il santuario e l’arma contro i Metanoidi! L’anticipò Leila, grazie alle sue divine facoltà. –Ebbene sì! Confermò la regina tradendo una certa emozione, e cominciò a raccontare la loro recente incredibile avventura.

-Straordinario! Esclamò alla fine Tadashi –Una melodia in grado di neutralizzare quei demoni, ma sarà vero? Funzionerà veramente? Si domandò.

–Posso confermarvi quanto vi ha appena raccontato la regina, riprese Leila, -Io ero a conoscenza di questo tipo di arma, ma non potevo rivelarne l’esistenza e comunque non mi era dato di sapere dove si trovasse esattamente il santuario. La mia particolare natura non mi consente d’interferire più di tanto con lo scorrere del tempo e degli avvenimenti nel nostro universo, ma adesso che lo avete scoperto posso assicurarvi che quell’arma è assolutamente efficace!

-C’è un bel problema, però, intervenne a quel punto Yattaran –I suoni non si propagano nello spazio cosmico dove vi è il vuoto quasi assoluto!

-Dai, vicecomandante, non mi deludere!

La voce di Tochiro era in quel momento risuonata inaspettatamente nella grande cabina del capitano: -Basterà creare delle potenti emissioni su tutte le frequenze radio sia spaziali che subspaziali che siano modulate da quelle frequenze musicali, e farle accompagnare contemporaneamente da dei campi gravitazionali sempre modulati dalla stessa melodia! In questo modo ogni oggetto investito, che sia anche nel vuoto, risuonerà inevitabilmente a quelle frequenze!

-Perbacco, è verò! Esclamò Yattaran, -Che idiota a non pensarci prima! Corro subito ad approntare un trasmettitore del genere! Disse correndo via in tutta fretta.

-Dovremo fornire tutti i nostri alleati di un trasmettitore simile, disse Yuki, rivolgendosi a Leila.

-Non c’è problema, ci basterà conoscere la melodia segreta e anche noi sapremo approntare degli opportuni trasmettitori... le rispose con la sua voce calma. –In men che non si dica ogni treno della SDF sarà equipaggiato con una tale arma!

-Vi faccio avere immediatamente tutti i dati del caso, Divina Shura! Riprese la regina. Fatto ciò il collegamento con Destiny potè interrompersi.

 -E noi la useremo subito contro Helmatia, ma prima dovremo essere entrati dentro la fortezza ed essere sicuri di poter salvare i nostri cari! Disse a quel punto Maetel che aveva riacquistato un po’ di fiducia.

La riunione andò avanti per un’altra ora e mezza durante la quale si discussero ulteriori dettagli necessari a completare e a perfezionare il più possibile il piano proposto da Raflesia. Alla fine dell’incontro tutti quanti tornarono rapidamente alle loro postazioni  per attuare al più presto ciò che era stato programmato.

In realtà non proprio tutti, la regina e Miime si erano attardate per ultime nella cabina del capitano quasi come si fossero date una sorta di tacito appuntamento.

-Devo chiederti il permesso di cercare una cosa qui nella stanza di Harlock...Disse Raflesia rivolta all’amica.

-Se è ciò che penso, non solo te la lascerò cercare, mia cara, ma ti aiuterò a trovarla! Esclamò Miime illuminandosi intensamente.

 

                                                                          **

 

Harlock riaprì lentamente gli occhi cercando di mettere faticosamente a fuoco l’ambiente circostante. Si trovava strettamente legato a quello che aveva tutta l’aria di un tavolo operatorio, ma la strana strumentazione che lo circondava non lo rassicurava per nulla. Accanto a lui, nella stessa scomoda situazione giaceva Esmeralda, ancora priva di sensi.

-Esmeralda, mi senti? Svegliati! Gridò rivolto all’amica. –Dove siamo? Si lamentò lei rianimandosi lentamente. –Nei guai fino al collo! Le rispose lui. - Ora ricordo! Helmatia... ed Hardgear! E’ tornato dall’inferno! Riprese lei.

-Poveri mortali! Ancora schiavi delle vostre credenze e superstizioni! Quando sarete diventati delle macchine perfette sarete immortali e nulla vi potrà far paura! 

La voce di quell’essere ricordò loro che in quella stanza non erano soli.

-Maledetto! Tuonò Esmeralda, -Dov’è mia figlia? Cosa le hai fatto?

-Tranquilla, mia principessa, tua figlia sta bene, eccola! Le rispose con un tono minaccioso.

-Sono ai tuoi ordini, Ordinatore! Eccomi! Lentamente dall’ombra avanzò la ragazza. Era di nuovo vestita con l’abito e la corona delle regine di Lamethal. Sembrava come in trance e la sua voce era monocorde.

-Avvicinati a quelli che saranno presto tuoi nuovi sudditi! Le ordinò Hardgear. –Sarai tu personalmente a condurre l’operazione di trasformazione!

–Sì, Supremo, sarà un onore per me!

-E’ orribile! Disse Esmeralda, -Siamo legati ai congegni che trasformarono i miei compatrioti in meccanoidi! Mayu, Figlia mia, non mi riconosci? Sono Esmeralda, tua madre! Non ti ricordi più di quando suonavi per me?

-Tu sei solo la mia madre biologica, io sono la Regina Andromeda Prometium II, e anche tu diventerai mia suddita, tutti dovranno diventare miei sudditi e l’universo intero giungerà così alla sua perfezione!

-Mayu, riprenditi, non sei in te, sei soggiogata da quell’entità malvagia!

-Taci! Non puoi parlarmi così, Mayu non esiste più, ora sono la vostra regina! Continuò la ragazza senza mostrare il minimo cedimento.

-E’ inutile, fece Harlock, -Quel congegno la rende completamente docile ai voleri di quell'ammasso di transistor!

-Esatto, capitano, la vostra figlioletta è sotto il mio completo potere, e voi non potrete minimamente opporvi al vostro destino! Riprese quell’essere. –Rassegnatevi!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Lo strappo ricucito ***


 

                                                                                                19. Lo strappo ricucito

 

 

 

 

Le ventiquattr'ore erano quasi scadute quando Raflesia e Tadashi, a bordo di uno space wolf, lasciarono l’Arcadia ed Ombra di morte alla volta della stazione artificiale dei meccanoidi. Indossavano entrambi uno dei più sofisticati proiettori olografici vanto della più avanzata tecnologia mazoniana. Con quei dispositivi le loro sembianze erano esattamente quelle di Maetel e di un giovane che doveva pressappoco ricordare un Tetsuro un po’ cresciuto. –Maetel ci ha fornito una precisa descrizione delle sue fattezze attuali, disse la regina riferendosi al ragazzo viaggiatore, -Con un po’ di fantasia aggiuntiva abbiamo potuto modellare questa proiezione, disse rivolta a Tadashi. –Però, così sembro un tizio con almeno dieci anni di meno, commentò lui. –Così deve sembrare, e soprattutto deve mascherare l’armamento che ci portiamo dietro, incluse le microtrasmittenti subspaziali audio e video che ci terranno costantemente in contatto con l’Arcadia, concluse lei.

In quel momento sulla radio di bordo risuonò la voce di Helmatia: -Maetel, Tetsuro! Dirigetevi presso il settore sud-ovest della stazione, segnalato da una luce blu lampeggiante. Arrivati in sua prossimità si aprirà una paratia che vi permetterà l’accesso ad un hangar, sbrigatevi e non tentate scherzi o a farne le spese saranno i vostri amici!

L’attracco procedette come stabilito e i due furono accolti da un plotone di soldati meccanoidi che li scortarono fin dentro i meandri di quel planetoide di acciaio. Dopo un lungo percorso per corridoi ed ascensori giunsero alfine di fronte ad una porta elettronica che al loro arrivo si aprì automaticamente intoducendoli in un più vasto ambiente.

Al centro di quel locale campeggiava una specie di torre illuminata da mille luci lampeggianti la cui struttura ricordava vagamente quella del computer dell’Arcadia.

-Finalmente! Dopo così tanto tempo riusciamo ad incontrarci!

La metanoide era comparsa improvvisamente andando loro incontro. Sfoderava il suo solito sorriso più perfido che mai ed impugnava una delle sue micidiali armi. –La mia vendetta si potrà compiere e nulla e nessuno potrà fermarmi!

-Tua sorella è morta da cavaliere in un combattimento leale! Le disse Raflesia-Maetel, -Ma tu non conosci il significato della parola lealtà, dimenticavo...

-Taci! Tu ed il tuo protetto tra poco morirete, ma non prima di aver assistito alla trasformazione dei vostri amici in macchine, e proprio ad opera della tua cara nipotina...In quel momento due potenti luci illuminarono i tavoli operatori dove giacevano legati Harlock ed Esmeralda.

-Maetel! Tetsuro! Perchè siete venuti, è una trappola! Urlò Esmeralda rivolta a quella che credeva sua sorella. –Maetel, come potevi pensare che quel demonio avrebbe rispettato un accordo! Disse il capitano.

-Ah, ma se è per questo, non avevo dubbi che non sarebbe mai stata ai patti, ma a volte l’apparenza inganna, non è vero Harlock, come su Faelder, ti ricordi? Gli rispose Raflesia.

-Beh, che storie sono queste, non siete qui per fare conversazione o ricordare i vostri trascorsi, adesso procediamo con l’operazione! Tagliò corto Helmatia.

-Non credo proprio, mia cara, hai voluto metterti contro una forza che tu non puoi conoscere e nemmeno immagini, la forza dell’amore che può legare due persone, che siano marito e moglie oppure madre e figlia...e soprattutto non hai considerato l’ira tremenda di una regina a cui sono stati toccati i propri cari!

-Ma che significa, che stai blaterando Maetel, la paura ti ha fatto uscire di senno? Adesso vedrai ti farò tornare io alla realtà...

-Non credo, le rispose la regina, -Ora!

In quel momento tutt’intorno incominciò a risuonare una strana melodia, sembrava provenire da ogni direzione, era come se ogni molecola di quel posto risuonasse al suono di quel singolare motivo.

-Che diavolo è? Cosa sono questi suoni? Non spererete di cavarvela con questi truc…chi!? Ma cosa mi suc-ce-de... Helmatia era sbiancata e si era portata le mani al petto, non riusciva a reggersi in piedi, barcollava e balbettava: - Questa mu-sica... sof-foco, mi sento man-ca-re...! L’aliena cadde prima in ginocchio continuando a lamentarsi fin quando i lamenti non divennero un indistinto rantolo al che finalmente si ritrovò sdraiata a terra come priva di vita, gli occhi sbarrati e gli arti tesi in una sorta di spasmo finale.

  –Che avete fatto alla mia alleata? Soldati meccanoidi, presto! Attaccate! La voce di Hardgear era a quel punto intervenuta al comando dei suoi armigeri meccanici ma Raflesia e Tadashi si erano già divisi ed avevano cominciato a sparare contro i nemici con delle potentissime pistole gravitazionali. I due avevano riacquistato le loro reali sembianze ed avevano iniziato un violentissimo scontro a fuoco con una decina di soldati meccanici. Parecchi di loro erano già a terra neutralizzati e, approfittando della situazione, Tadashi tentò di raggiungere e liberare gli amici. Un paio di colpi ben assestati di laser ionico spezzarono i legami che tenevano prigionieri i due pirati. Il giovane consegnò loro delle pistole e i due poterono così unirsi al violento combattimento.

-Folli! Non potrete mai vincerci, siamo troppi e le nostre forze sono illimitate! Il malefico supercomputer continuava ad impartire ordini ai suoi sudditi.

-Il computer! Urlò Harlock, -Dobbiamo distruggerlo! Raflesia ed Esmeralda indirizzarono il fuoco delle loro armi gravitazionali verso la diabolica macchina...I fasci però vennero subito deviati da un potentissimo campo di forza. –E’ inutile! Il campo di forza che lo circonda sembra impenetrabile!  Constatò la regina.

-Ne arrivano degli altri! Disse Tadashi mentre continuava a fare fuoco contro una moltitudine di meccanoidi che si stavano riversando all’interno del vasto ambiente. –Blocchiamo la porta elettronica, è blindata e sara difficile forzarla! Disse il capitano mentre tentava di raggiungere il quadro di controllo. Collegò lo speciale combinatore che aveva realizzato Yattaran e cercò di replicane il codice di chiusura. -Ecco! Ce l’ho fatta! La pesante porta blindata cominciò a chiudersi mentre alcuni soldati meccanici continuavano ad attraversarla. Finalmente si chiuse del tutto. –Hardgear la può riaprire facilmente, bisogna sigillarla! Mentre diceva ciò puntò una lancia al plasma verso la fessura che divideva le due paratie metalliche fondendole insieme in un unico blocco. –Questo ci darà un po’di respiro ma temo che non durerà molto...

-Ha, ha! Credete di potercela fare...poveri illusi! Esclamò la malvagia entità. -State a vedere!

Un attimo dopo il fondo della stanza iniziò a muoversi aprendo diversi vani nelle pareti laterali. Da quei vani uscirono quattro enormi creature artificiali alte quasi tre metri. Ognuna di queste possedeva una possente corazza protettiva e svariate armi integrate su tutti e quattro i loro arti. I loro occhi bionici brillavano di un rosso fuoco risaltando ancor più rispetto i loro corpi color antracite. –Vi presento i miei quattro più fedeli servitori fin dal tempo del pianeta Lamethal! Erano stati distrutti da Maetel ma io ho potuto recuperare anche le loro essenze e riportarli in vita! La cosa divertente è che ora non obbediscono direttamente a me ma alla nuova regina Andromeda Promethium! In quel momento dal fondo avanzò una figura in un abito scuro che si muoveva lentamente…-Mayu! Urlarono quasi in coro Harlock ed Esmeralda. La ragazza li fissò con un gelido sguardo inespressivo e poi sentenziò: -Arrendetevi ora prima che sia troppo tardi! Basta una sola mia parola e sarete morti, i miei servitori sono pronti a schiacciarvi come insetti!

-Mi ricordo di loro! Disse Esmeralda, -Sono praticamente invincibili, l’unico modo di fermarli è bloccare chi li comanda, ma in questo caso significherebbe…-Significherebbe ferire o peggio uccidere Mayu! Concluse per lei il capitano.

Nel frattempo Raflesia e Tadashi erano riusciti ad abbattere anche gli ultimi soldati e subito dopo la regina si era affrettata a legare strettamente il corpo paralizzato di Helmatia con dei legami di duridium bloccandole mani e piedi con delle catene dello stesso materiale. –Voglio essere sicura che non ci crei altri problemi, ora dobbiamo pensare a quei mostri! Disse rivolta al giovane.

-Tentiamo comunque un attacco! Disse il capitano puntando la sua pistola verso gli androidi e facendo fuoco. Esmeralda fece altrettanto, ma quasi subito i due si resero conto che gli scudi protettivi di quegli esseri erano potenti quanto quelli che proteggevano il computer.

-L’avete voluto voi! Gridò Mayu facendo un gesto della mano. Immediatamente i quattro Cyborg incominciarono ad avanzare lentamente verso i due pirati. Al loro si aggiunse anche il fuoco delle armi degli amici e per un attimo il bagliore accecante di quella terribile pioggia di energia nascose la visuale del campo. All’attenuarsi della luce abbagliante i quattro si accorsero che il loro attacco era stato del tutto fallimentare. Quegli esseri erano realmente inattaccabili e procedevano minacciosamente verso di loro avvolti da un’impenetrabile nuvola di energia!

 

 

                                                                          **

 

 

Il grande faro posto al centro della locomotiva nera e grigia illuminava una sezione dello spazio antistante al grande convoglio spaziale. Big One* con a bordo il Sirius Platoon era affiancato dagli altri due treni del Cepheus e dello Spica Platoon. Anche loro illuminavano con le loro luci una porzione di spazio che fino ad un attimo prima era immersa nell’oscurità cosmica.

-Qui sembra tutto normale...esclamò perplesso David grattandosi il mento...-Eppure queste sono le coordinate che ci hanno fornito riguardo al punto dove si è aperta la breccia dimensionale!

-Spica Platoon, siamo sicuri che sia il posto giusto? Chiese Manabu, tradendo un pizzico di preoccupazione.

-Assolutamente! Gli rispose Killian che era ospite a bordo del “Flameswallow” il treno delle ragazze dello Spica. –Ed io confermo che i nostri calcoli sono giusti! Questo è il luogo segnalato dai nostri strumenti, aggiunse il capitano Julia Reinhardt, comandante dello Spica Platoon.

-Non credo sia il caso di perdersi in inutili battibecchi proprio adesso! Intervenne a quel punto il comandante Lawrence del Cepheus Platoon. –Calma, calma! Fece il comandante Bulge,

 -Aspettiamo e vediamo! Pochi istanti dopo aver pronunziato queste parole, dinnanzi loro, a seguito di un lampo di luce accecante comparve un enorme vortice di color fucsia.

-Eccolo, è lui! Urlò Killian eccitato. -Tutti pronti ai loro posti! Comandò Bulge, -Prepariamoci ad una possibile invasione in uscita dalla breccia! Come previsto dal comandante del Sirius Platoon gli invasori alieni non si fecero attendere. Dalla breccia dimensionale emerse il muso di una di quelle scure e terribili navi spaziali la cui forma ricordava quella di strani insetti neri. –E’ indubbiamente una nave metanoide, disse Bulge, -Attiviamo immediatamente i proiettori multicampo per l’emissione della fatidica melodia e incrociamo le dita! Da entrambi i tre convogli gli speciali proiettori multicampo di cui erano appena stati dotati incominciarono ad emettere quella distorsione magnetica e gravitazionale che si sarebbe tradotta in un emissione acustica all’interno delle navi nemiche, o almeno così si sperava...-Ci siamo! Disse Killian, il segnale emesso dai tre proiettori dovrebbe superare la breccia e propagarsi oltre nell’universo parallelo per un vasto raggio, ma per sicurezza facciamo partire delle sonde che entreranno direttamente nel loro mondo e diffonderanno ulteriormente il campo di distorsione! Detto fatto tre sonde furono indirizzate all’imbocco dell’apertura dimensionale e scomparvero rapidamente inghiottite dal vortice. -Ecco! Sono dall’altra parte e stanno emettendo il segnale, nessuno sembra averle contrastate, buon segno!

-In effetti la nave che è sbucata fuori sembra essersi bloccata e non dà segni di attività, commento Manabu. –Proviamo a contattarli, disse il comandante Bulge. –Niente! Ho provato su tutte le frequenze standard, ma non vi è stato nessun cenno di risposta, disse Yuki Sexaroid. –Potrebbero essere effettivamente tutti fuori combattimento come previsto dall’effetto della melodia sul loro organismo...commentò Louise. –L’unica è verificare di persona! Disse a quel punto il comandante Lawrence, -Dobbiamo organizzare una spedizione esplorativa sulla nave nemica! Potremo così raccogliere informazioni preziose sul nemico e le loro navi. –Sono d’accordo! Aggiunse Bulge.

-Formiamo un gruppo congiunto che si rechi sulla nave metanoide!

Poco dopo un drappello di SDF composto da Manabu, David, Louise ed altri tre membri del Cepheus Platoon abbordava la nave metanoide. L’enorme struttura nera aveva un’aria sinistra resa ancor più inquietante dall’apparente assenza di segni di vita. Erano pratici di quel tipo di vascello poiché avevano avuto già a che fare con loro a suo tempo ed erano riusciti a penetrare in una di quelle misteriose navi ai tempi dell’invasione comandata dal cavaliere Twist Barrel.

Arrivati sul ponte principale si ritrovarono di fronte ad un terribile spettacolo: mentre quella musica continuava a risuonare per ogni angolo di quel vasto ambiente, centinaia di soldati metanoidi, caduti dalle loro postazioni di lavoro, giacevano a terra immobili, come morti, ma in realtà completamente paralizzati e privi di sensi e di coscienza. Anche sul ponte di comando trovarono diversi ufficiali e quello che ricordava un alto cavaliere, probabilmente il comandante della nave, tutti in quella stessa condizione di morte apparante. –Cerchiamo di scaricare più dati che possiamo dal loro computer! Fece David rivolto a Louise. I due si avvicinarono ad una consolle di comando e, dopo aver armeggiato un po’ con un piccolo terminale portatile, scaricarono rapidamente quello che interessava loro. –Sbrighiamoci! Disse Manabu, -Torniamo indietro e completiamo l’operazione!

Così fecero, e finalmente si apprestarono a terminare l’operazione che consisteva nel rimandare indietro quella nave attraverso il varco dimensionale per poi richiuderlo definitivamente.

Per far ciò, sotto la guida del team di meccanici del Big One, fu staccata una potente motrice che era stata trainata dal treno dello Spica e fu attaccata sul retro della nave aliena, dopodichè quest’ultima potè essere trainata indietro fino a sparire dentro la breccia. –Ecco fatto! Disse Killian, -Adesso tocca a me! Digitò rapidamente diversi codici sulla tastiera del suo computer da una postazione sul Flameswallow. Quasi simultaneamente, il tetto di uno dei vagoni di quel treno cominciò ad aprirsi mostrando uno strano apparato che ricordava una versione rimpicciolita del “buca mondo”, la macchina dimensionale scoperta e messa in funzione dal giovane a suo tempo.

-Questa nuova macchina è stata realizzata in una versione miniaturizzata ma assai più efficiente della prima, in questo caso il fascio modulato di microsingolarità servirà a richiudere definitivamente lo squarcio dimensionale apertosi in questa zona dell’universo! Mentre diceva ciò. Killian seguitò ad immettere una sequenza dopo l’altra sulla tastiera e, pochi istanti dopo, un potente fascio di luce azzurra partì da quel singolare imbuto andando ad interagire con la grande falla cosmica. I tre equipaggi poterono assistere in diretta all’incredibile fenomeno che stava accadendo davanti ai loro occhi: lentamente ma inesorabilmente la breccia incominciò a restringersi sempre di più sino a ridursi ad un minuscolo punto che infine scomparve del tutto in un lampo di luce rosa. –Evviva! Ce l’abbiamo fatta! Esclamarono in coro tutti. –Abbiamo ricucito lo strappo dimensionale e abbiamo collaudato con successo la nuova macchina messa a punto da i nostri compagni! Esclamò il comandante Bulge complimentandosi con Killian e le ragazze dello Spica. Persino Lawrence, solitamente avaro di complimenti, si espresse: -Bravi! Ottimo lavoro!

-Per questa volta la minaccia metanoide è stata ricacciata indietro e, finchè quel popolo non troverà un modo autonomo per attraversare le due dimensioni parallele, saremo al sicuro! Commentò Manabu. –Ora diamo la buona notizia al centro di controllo e ai nostri amici!

 

(*) Anche in questo capitolo ci sono precisi riferimenti alle serie e ai personaggi di “Galaxy Railways”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Scontro titanico ***


                                                                                                                  20. Scontro titanico

 

 

 

 

 

Harlock, Esmeralda, Raflesia e Tadashi ormai erano stati quasi raggiunti dalle quattro creature meccaniche che continuavano ad avanzare e a sparare nella loro direzione. Riuscivano a malapena a contrastare quel fuoco utilizzando dei parziali scudi protettivi, ma la loro energia era ormai al minimo, mentre quella degli avversari sembrava inesauribile.

-E pensare che io da piccolo ho sempre odiato i cartoni animati sui robot…Commentò ironicamente Tadashi.

-Mi dispiace ammetterlo, ma quando la sfera dei loro scudi sarà a contatto con la nostra, sarà la fine, e non vedo vie di uscita! Confessò drammaticamente il capitano. –Harlock, io ho notato una strana cosa! Gli rispose Tadashi, -La mira dei Cyborg pare volutamente imprecisa, non puntano mai in direzione delle nostre parti vitali, e non credo che sia un loro errore, bensì una scelta voluta…

-Mayu! Evidentemente è lei che fino all’ultimo inconsciamente non vuole farci del male! Forse un barlume della sua personalità è ancora presente in lei…

-Allora tocca a te amore mio! Disse la regina rivolgendosi al capitano. Ti ho portato una cosa nella speranza che ci fosse d’aiuto e forse è arrivato il momento di usarla! Mentre diceva ciò, usando la mano sinistra che non impugnava armi frugò in una piccola bisaccia che portava a tracolla e ne estrasse un piccolo oggetto dalla forma oblunga che porse al suo compagno. –Ma è la mia ocarina, la copia identica di quella che feci a Mayu tanti anni fa! Esclamò Harlock allibito. –Si è proprio quella, rispose Raflesia, -Mi sono permessa di recuperarla dal tuo alloggio con l’aiuto di Miime…ora è il momento che tu la usi, questa volta tocca a te suonarla nella speranza che ci riporti indietro la nostra principessa! Il capitano rimase per un attimo interdetto, ma si riprese subito riponendo la sua fedele cosmodragon per impugnare quel piccolo strumento musicale.

–Copritemi mentre provo ad avvicinarmi a Mayu! In quell’istante iniziò a soffiare nell’ocarina e le note di quel triste e malinconico motivo che la bambina di un tempo suonava continuamente incominciarono a diffondersi nell’ambiente, contemporaneamente Yattaran, che aveva seguito in diretta tutte le conversazioni dei suoi compagni, interruppe il propagarsi dell’arma musicale, oramai solo quella malinconica melodia risuonava in quel vasto ambiente disturbata solo dal rumore dei fasci laser…Harlock tentò di avvicinarsi alla ragazza che era rimasta ferma vicina all’angolo destro della sala. La fanciulla sembrava confusa e sorpresa dallo strano comportamento di quel nemico che le si avvicinava brandendo quella singolare arma. –Che vuoi fare!? Allontanati da me! Allontanati o ti farò incenerire! Disse ma la sua voce tremava… –Mayu, figlia adorata, lo so che in realtà ci sei e che non vuoi farci del male! Risvegliati! Reagisci a quella malefica entità che ti costringe e ti comanda! Torna da noi, ti ricordi la musica che suonavi per Harlock e che lui ora sta suonando per te? Ti ricordi, vero?

La voce di Raflesia era dolce e tranquilla, era la voce di una madre, una madre che tendeva la mano ad una figlia smarrita cercando di farle ritrovare la via perduta…

La fanciulla sembrò esitare un attimo, poi dopo un istante che parve un’eternità, fece come per spegnersi e le braccia le ricaddero lungo i fianchi come morte. In quel momento i cyborg cessarono il fuoco improvvisamente e si arrestarono di colpo nella loro avanzata.

-Mamma, papà..., incominciò a balbettare sbarrando gli occhi, -Siete proprio voi? -Non so più chi sono… cosa devo fare?! Vi prego aiutatemi voi, sono così confusa! Sento nella mia testa qualcosa che mi dice di fare delle cose orribili! Ma non voglio! Io voglio tornare da voi!

-Maledetti, la sto perdendo! State tentando di intromettervi nella sua mente, ma lei oramai mi appartiene, non vi permetterò mai di riportarla indietro! La rabbiosa voce di Hardgear ruppe quell’intenso momento.

-Aaah!!

Mayu cacciò un acuto grido portandosi le mani alla testa e chinandosi al suolo per l’intenso dolore che la stava attraversando in quel momento.

-Ho aumentato al massimo l’energia del controllo mentale, e anche se non riuscissi a recuperare il mio potere su di lei, la vostra bambina morirà!

-Aaagh!! La ragazza era a terra e si contorceva in spaventosi lamenti.

Il capitano smise di suonare ed insieme alla regina e ad Esmeralda tentarono di correre in soccorso alla loro figlia ma furono immediatamente bloccati dagli automi che avevano ripreso ad attaccarli comandati direttamente dal diabolico essere.

-Poveri illusi! Morirete tutti! Anche la vostra figlia morirà tra atroci dolori, pazienza tanto ormai il mio piano è inarrestabile e lei non mi servirà più! Ha, ha, ha…

-Ora basta, maledetto! Non ti permetterò più di fare del male alla mia bambina e ai miei amici! Ti pentirai amaramente di aver osato tanto!

-Chi sei! Come hai fatto ad inserirti nei miei circuiti! Non è possibile, nessun’ altra intelligenza artificiale può avere una simile potenza! Esclamò Hardgear stupefatto.

-E’ Tochiro!  Esclamò Tadashi, E’ riuscito ad inserirsi in quel computer!

-Sì, sono Tochiro, il padre naturale di Mayu, la mia essenza vitale è ormai da anni l’anima del computer dell’Arcadia, all’epoca non riuscisti ad inserirti nel mio sistema perché fummo capaci di una misura di contrasto, ma ora sarò io ad invadere i tuoi circuiti, il mio segnale è mille volte più potente del tuo e so dove andarmi ad inserire! Ti distruggerò progressivamente dall’interno, la tua memoria essenziale sarà finalmente cancellata e distrutta e di te non rimarrà neppure il remoto ricordo!

-E’ proprio Tochiro, è riuscito a far funzionare il suo trasmettitore di potenza! Disse Harlock.

-No, non è possibile, nessuno può tanto, io sono immortale! Mi opporrò con tutte le mie forze…non riuscirai a vincermi!

La malvagia entità tentò disperatamente di reagire scatenando un’immane lotta in cui i due computer si fronteggiarono l’uno contro l’altro. L’intera base spaziale venne scossa da tremendi boati e vibrazioni. I vari sistemi energetici e di sostegno sembravano fuori controllo, tutti gli operatori meccanici, inclusi quelli armati erano andati in tilt e giacevano inanimati come ammassi di ferraglia. Per pochi ma interminabili minuti tutto il planetoide artificiale si tramutò in un enorme flipper impazzito. Il malvagio supercomputer lottava come una bestia ferita tentando di opporre una rabbiosa quanto disperata resistenza all’attacco di Tochiro ma la potenza di quest’ultimo era chiaramente superiore e ben presto si capì che gli sforzi di Hardgear erano del tutto vani e che la sua energia stava man mano svanendo. A poco a poco tutte le luci sfavillanti che animavano la torre del computer incominciarono a spegnersi una ad una e la voce di qull’entità malefica, da forte ed imperiosa divenne sempre più debole e spaventata: -Le mie forze, le mie energie… le sto perdendo… la mia memoria si appanna! Ho paura, non voglio, vi prego non voglio morire…*

Alla fine anche l’ultima luce si spense ed un silenzio funebre, quasi irreale calò su tutta la base spaziale.

-E’ finita... mormorò Harlock che nel frattempo insieme alla regina e ad Esmeralda aveva raggiunto e soccorso Mayu. La fanciulla lentamente riprese i sensi ed aprì gli occhi. Finalmente, dopo tanto tempo, un sorriso ricomparve ad illuminare quel volto: -Ci siete tutti! Tutte le persone a me più care sono qui, venute a salvarmi! –Ci sono anch’io figliola! Disse Tochiro. A quel punto la ragazza non riuscì più a trattenere le lacrime e scoppiò in un sonoro pianto liberatorio.

Su, su, coraggio è tutto finito! In tre facevano a gara per abbracciare e consolare la loro figlia…

-Hei, voi! Quando avrete finito la vostra riunione di famiglia, pensate a liberarmi, vi conviene sbrigarvi perché i miei fratelli in questo momento staranno invadendo il vostro mondo e presto, come dite voi terrestri, saranno cavoli vostri!

-Mia cara Helmatia, vedo che ti sei ripresa..., ma che linguaggio! Quale caduta di stile per un nobile cavaliere della tua specie! Le rispose Harlock ridacchiando. –Mi dispiace comunicarti che il tentativo d’invasione portato avanti dai tuoi simili è stato da poco sventato e respinto indietro dagli eroici componenti della SDF, mi è stato appena comunicato dall’Arcadia...comunque avrai modo di farti raccontare personalmente da loro i dettagli dell’operazione poiché sta per raggiungerci il Sirius Platoon che avrà l’onore di prenderti in consegna. Credo che usufruirai presto dell’ospitalità del carcere speciale di Destiny per un periodo imprecisato...

-Maledetti! Ma non finisce qui, non crediate di liberarvi di me così facilmente! Ci rivedremo presto, e allora...da qui seguirono svariate imprecazioni in una lingua sconosciuta, idioma metanoide probabilmente...

-Le tapperei volentieri la bocca definitivamente, ma penso che lo smacco per questa ulteriore sconfitta sia per lei ben peggiore di una morte violenta! Disse Esmeralda rivolta al capitano.

-Credo proprio che tu abbia ragione! Le rispose lui sorridendo.

-Senti Franklyn, riprese lei, -In questa storia io ho fatto molte sciocchezze e me ne pento di cuore, col mio comportamento ho messo a rischio la vita di Mayu ed anche la vostra, pertanto sono pronta a pagarne le conseguenze e la giusta punizione che vorrete assegnarmi...se lo riterrai opportuno non interferirò più nella vita di tua figlia...

Harlock ebbe un lampo nel suo unico occhio ed afferrò strettamente le mani dell’amica: -Mayu è tua figlia ed ora tu hai finalmente la possibilità di essere la madre che lei non ha potuto avere. Tu non hai nessuna colpa se non quella di aver voluto recuperare quel diritto che ti era stato negato!

Gli occhi della piratessa si fecero lucidi, ma il capitano l’abbracciò strettamente soffocandole sul nascere le lacrime. –Siamo sempre stati una grande famiglia ed ora finalmente siamo tutti riuniti e nessuno potrà più dividerci. Il tuo falso destino da errante nell’universo può essere cambiato, basta volerlo! E adesso hai una ragione più che speciale per volerglisi oppore!

-Mamma! Harlock! In quel momento Mayu li aveva raggiunti e si era unita al loro abbraccio.

-Tesoro, una volta tornati sull’Arcadia, io Esmeralda e Raflesia ti scorteremo su Technologia e sotto la supervisione del dottor Zero ti faremo togliere finalmente quell’ordigno che hai ancora in testa. Hardgear è ormai morto e tu non hai più nulla da temere, ma la prudenza non è mai troppa! Tu ti fidi di noi, vero?

Mayu sbottò. –Come potrei non fidarmi! Siete ciò che ho di più caro al mondo, siete la mia famiglia!

-Bene, bene, qui si parla di famiglia, allora mi è concesso partecipare! Disse Raflesia che era sopraggiunta in quel momento.

-Non so se sarei mai capace ad abituarmi ad una vita semistanziale come hai fatto tu, Harlock, riprese la piratessa, -Ma se questo è il desiderio di Mayu, sono pronta a tutto! –Non voglio che tu rinunci alla tua natura di viaggiatrice! La interruppe la fanciulla, -Ormai posso decidere se trascorrere il mio tempo libero e le vacanze con te sulla Queen Emeraldas, e poi c’è sempre quel bellissimo pianoforte...-Piccola mia, non voglio più interferire con la tua vita, ma sappi che anch’io posso tentare di prendermi qualche lungo periodo di riposo sulla Terra, potrò così seguire i tuoi progressi musicali ed assistere ai tuoi concerti, e avrò finalmente modo di parlare con tuo padre sull’Arcadia, abbiamo così tante cose da dirci...sempre se Harlock e Raflesia non abbiano nulla in contrario...A quel punto la regina prese per mano Esmeralda: -Posso solo essere felice per Mayu che lei ti abbia ritrovato. Su Mazone il rapporto tra madre e figlia è sacro e per me è un onore che una principessa della stirpe reale di Lamethal faccia parte attiva della nostra famiglia. Sei una donna nobile e di grande coraggio, Esmeralda, ho visto crescere la nostra bambina e ritrovo in lei tutto il tuo carattere indomito e la tua purezza d’animo...La piratessa a quelle parole tradì di nuovo un moto di commozione, ma questa volta fu la figlia a trarla d’impaccio:

-Ora basta con tutti questi discorsi di stirpi reali e dinastie, a me non importa nulla di queste cose, io voglio solo stare con le persone a cui voglio bene!

Harlock rise: -Come al solito Mayu ci ha ricordato le uniche cose che contano, le ragioni del cuore!

….

 

Un’ora dopo l’intera compagnia insieme alla loro illustre prigioniera stava viaggiando alla volta di Ombra di Morte a bordo di due Space Wolf.

La seconda navetta li aveva raggiunti con Yattaran ed Ariel e i due, dopo una rapida ricognizione sul planetoide artificiale, servita a raccogliere dati utili dai pochi terminali ancora funzionanti, avevano aiutato Harlock, Esmeralda e la regina a sistemare diverse cariche esplosive nei punti nevralgici della stazione. Quando furono a distanza di sicurezza il vicecomandante ad un cenno del capitano premette il pulsante di un piccolo telecomando ed immediatamente l’oscurità del cosmo fu illuminata dall’intenso bagliore prodotto dalle cariche gravitazionali che stavano detonando.

-Adesso è proprio finita, disse Raflesia con un sospiro di sollievo.

L’unica che tradiva un profondo sconforto era ovviamente Helmatia che guardava il concludersi del suo ennesimo fallimento. Sorvegliata a vista da Ariel e Tadashi, non aveva più proferito parola da quando avevano lasciato la fortezza spaziale. Harlock ne ebbe quasi compassione: -Ti attende un triste destino di solitudine, così lontana dai tuoi simili…Le disse, -Non voglio la tua pietà! Gli rispose fieramente lei, -Sono pur sempre un cavaliere metanoide, sono stata addestrata ad ogni tipo di situazione critica e sono pronta a tutto, non mi preoccupa certo una banale prigionia, ma non siate così certi di tenermi rinchiusa a lungo! Disse mentre per un attimo le brillarono gli occhi.

 

 

(*) Evidente citazione da “2001: Odissea nello spazio” Di S. Kubrick…

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Coda e finale ***


 

                                                                                              21. Coda e finale

 

 

 

 

 

Erano ormai trascorsi quattro mesi dalla conclusione dei drammatici avvenimenti riguardanti Helmatia, il Grande Ordinatore e lo sventato attacco da parte dei Metanoidi. Mayu era stata finalmente condotta su Technologia, e, sotto l’attenta supervisione del dottor Zero e di Mila, era stata sottoposta al delicato intervento chirurgico per estirpare l’ordigno meccanoide dal suo cervello. L’operazione, grazie alle avanzatissime tecnologie mediche di quel pianeta, era riuscita perfettamente e la ragazza era potuta presto rientrare sulla Terra e riprendere la sua normale vita da adolescente accanto alla sua riunita e rinnovata famiglia.

Già, quella nuova famiglia allargata poteva ora far conto anche su di una certa piratessa che ancora faceva fatica ad abituarsi a quella nuova vita e che si trovava piuttosto spaesata nel ruolo di madre che oltretutto doveva affiancarsi a quello ben collaudato di Raflesia. Fortunatamente, nonostante la singolare e un po’ bizzarra situazione che si era venuta a creare, nessun tipo di rivalità o di contrasto era sorto tra le due “madri”, anzi tra le due era nata una sorta di affiatamento e di reciproca collaborazione. Anche Miime si era adoperata attivamente per aiutare Esmeralda in quel suo nuovo ruolo. Anche in questo caso i consigli e i pareri dell’empate si erano rivelati più preziosi di quelli di qualsiasi altro terapeuta o esperto di psicologia.

Mayu dal canto suo si era ributtata a capofitto nello studio della sua adorata musica, preparando nuovi concerti ed esecuzioni pianistiche, ma nel contempo una nuova attività aveva trovato spazio nella vita della giovane. Con frequenza divenuta ormai periodica lei e la ritrovata madre affrontavano dei lunghi viaggi sulla Queen Emeraldas durante i quali Esmeralda aveva iniziato la figlia all’arte della navigazione spaziale ed allo spirito piratesco, inclusa l’abilità nell’uso delle armi da difesa. Lo stesso Harlock, dopo un attimo di esitazione, aveva acconsentito ad una tale pratica. In fondo non aveva potuto impedire che la figlia di pirati, per giunta allevata da un altro pirata, ereditasse anche un minimo di quella inclinazione e che si trovasse così ad imparare quantomeno i basilari rudimenti dell’arte piratesca, in fondo nella vita non si poteva mai sapere…

L’ultima parola in merito alla questione l’aveva però avuta Tochiro che aveva finalmente preso a dialogare quotidianamente con la consorte. A patto che Mayu avesse continuato a vivere stabilmente sulla Terra, il suo adorato pianeta, la giovane avrebbe potuto apprendere quegli insegnamenti nel pieno spirito di libertà inneggiato dal vessillo pirata.

Intanto si avvicinavano le festività natalizie e per il fine anno si era organizzata una grande festa al centro spaziale. Tutti non vedevano l’ora di poter condividere quell’evento insieme agli altri amici e compagni di avventure. Tutti erano felici e trepidanti, tutti o quasi…in effetti c’era solo una persona che era un po’ meno felice degli altri…

-Ma porcaccia la miseriaccia! Ma è possibile che mi ritrovi sempre con queste gatte da pelare…e poi non so manco come si pelano le gatte, mica sono come le patate…dai Masu, vedrai sarà bellissimo…fanno presto loro a parlare! Bellissimo un accidenti che li spacca! Sono io quella che deve cucinare tutto per un esercito di persone! Hanno invitato tutti, ma proprio tutti! Non bastava la vecchia ciurma dell’Arcadia, che molti si son pure fatti anzianotti…e questo non lo posso mangiare e questo nemmeno, e io sarei un po’ diabetico, e io c’ho il colesterolo alto…altro che pirati! Mi sembra più una corsia d’ospedale! E poi, come se non bastasse quest’anno c’abbiamo pure gli ospiti stranieri extraplanetari! Con Raflesia ormai ero abituata...gli fai quelle sue cose vegetariane insipide e vai...ma con gli altri? Che gli cucino agli altri!? Che ne so cosa mangia un abitante di Drellius o una principessa di Lamethal, non Esmeralda che le bistecche le mangia, lo so per certo, ma quell’altra, Maetel, che poi è strana forte, secondo me campa d’aria…e quelli che vengono da quel pianeta con quel nome assurdo, Destiny!? Che ne so io!? Mica ce l’ho un ricettario spaziale intergalattico! Eh, e poi, aspetta, aspetta… mi dimenticavo, c’è pure quella, la moglie di Warrius Zero, Marina, quella addirittura ha un corpo artificiale…che le servo!? Olio lubrificante!?

Mentre sbraitava queste ed altre improponibili imprecazioni, la nostra cara vecchietta continuava a roterare i suoi affilati coltellacci rendendo, come al solito, assai pericoloso avvicinarglisi.

Ad un tratto dalla porta della cucina del centro spaziale fece inaspettatamente capolino una strana tipa. –E’ permesso? Chiese timidamente affacciandosi meglio all’ingresso.

-E tu chi saresti? Chiese Masu un po’ sorpresa. –Che sei una bella figliola mazoniana lo vedo pure io che di alieni ci capisco poco…ma che ci fai qui? Non dovresti essere insieme alla regina e alle altre tue compatriote che sono venute qui sulla Terra per quest’occasione? Ma poi, benedetta figliola, come sei conciata? Di solito voi mazocose andate in giro in uniforme militare, tutte ritte e compassate, ma tu vesti degli abiti ben strani! Quella gonna lunga, quei sandali arancioni, la maglia, e i capelli…! La tua acconciatura con quella fascia, sembri uno di quei capelloni sfaccendati che vedevo un tempo vicino l’università, sai, una volta, quando ero più giovane, gestivo un piccolo ristorantino vicino al quartiere universitario di Osaka, e ne giravano tanti di tipi così…

-Ah, signora Masu, mi perdoni se l’ho disturbata, ma ho sentito tanto parlare di lei ed ero così curiosa di conoscerla personalmente! Io mi chiamo Galia, sono un’amica di Raflesia. Sono una studiosa, un’archeologa ma m’interessso anche degli usi e delle tradizioni di tutti i pianeti che visito, inclusa la cucina che è anche il mio passatempo preferito…così dicendo tirò fuori un piccolo notes elettronico. -Ho qui riportate più di mille ricette varie. Tutte provenienti dai più disparati pianeti della galassia…ho saputo che siete una cuoca formidabile e mi piacerebbe molto vedervi all’opera, sempre che non vi dispiaccia…-Ah, si? Davvero? E chi ti ha parlato di me? Chiese la vecchietta piuttosto stupita. –Beh, un po’ tutti, Harlock. Raflesia e anche Mayu! Dicono tutti che siete una cuoca davvero “speciale”. Yattaran dice addirittura che la vostra cucina è capace di sconvolgere un intero sistema planetario…

-Ah…così dice quel delinq…allora poi gli cucino io qualcosa di “speciale” …ma… senti un po’… come hai detto che ti chiami, figliola? –Galia, signora Masu…

-Dimmi, Galia, ma in quel tuo ricettario non è che avresti anche qualcosa su quei pianeti da cui provengono tutti gli ospiti che dobbiamo ricevere? Chiese Masu ansiosamente. -Beh, credo proprio di sì! Rispose la studiosa. –Per Destiny non c’è problema, la loro cultura è pressoché identica a quella terrestre e anche i loro cibi, mentre per Drellius ho un paio di ricette interessanti che ho rimediato proprio in occasione del nostro ultimo soggiorno su quel pianeta…

-Perfetto, mia cara, allora credo proprio che ti nominerò all’istante mia assistente per la realizzazione dei cibi extraterrestri! Poi mi sei simpatica, sei diversa dalle altre tue connazionali sempre così truci e seriose!

E così, quell’ultimo dell’anno, il miracolo avvenne per davvero. Grazie alla collaborazione con Galia, che aveva subito imparato come trattare la terribile vecchina, la preparazione del sontuoso pranzo di fine d’anno procedette speditamente e senza problemi e dalle cucine del centro spaziale, per la prima volta si sparsero invitanti ed appetitosi profumi mai sentiti prima.

Galia, in realtà era una bravissima cuoca ed era stata mandata in missione da Harlock e Raflesia proprio col compito di accattivarsi le simpatie di Masu ed assicurarsi così che una volta tanto quel cenone di fine d’anno riuscisse finalmente al meglio e soprattutto senza vittime innocenti tra i nuovi ed ignari invitati…

In effetti quel cenone di fine anno aveva una valenza speciale e diversa dal solito. Per festeggiare lo scampato pericolo che la Terra e l’intero universo avevano corso con le ben note passate vicende, Harlock, Raflesia e tutta l’organizzazione del centro spaziale Daiba, avevano proposto di invitare tutti i protagonisti principali di quella storia. La regina aveva invitato Galia, Ariel, Virna ed altre sue strette collaboratrici. Ariel, non proprio a sorpresa, si era presentata accompagnata da Zarek che era venuto in qualità di rappresentante del pianeta Drellius. Harlock aveva contattato Warrius Zero e Marina da Technologia nonché tutto il Sirius Platoon direttamente da Destiny e, ovviamente Maetel. Leila purtroppo non era potuta intervenire poiché la sua natura e il suo dovere di capo supremo delle Galaxy Railways le impedivano di abbandonare anche solo per un attimo la sua postazione istituzionale, ma avrebbe comunque inviato un video messaggio di auguri.

Insomma c’erano proprio tutti e molti di loro ebbero l’occasione di conoscersi per la prima volta.

Tadashi fece amicizia con Manabu del Sirius Platoon, mentre Louise fraternizzò con Galia e Miime. Buldge ebbe modo di conoscere Warrius Zero di cui aveva tanto sentito parlare. Anche Zarek fece amicizia con il capitano, mentre le mazoniane ricevettero le attenzioni da parte di molti degli ex pirati…

Prima del pranzo fu però presentata una piccola sorpresa. Scoprendo una larga tenda allestita proprio di fronte alle ampie tavolate nel grande spazio del salone di rappresentanza, si svelò un palco dove due pianoforti ed una piccola orchestra facevano bella mostra. Ad uno dei due strumenti, ovviamente sedeva una Mayu radiosa più che mai. La giovane vestiva un elegantissimo abito lungo di seta e lamè color tortora che riluceva sotto la luce delle lampade. L’orchestra, composta tutta da giovani elementi dell’accademia musicale interstellare, era diretta dal maestro Fischetti che sedeva all’altro pianoforte. Il forte brusio che animava la sala cessò di colpo. Le note del concerto per due pianoforti e orchestra KV365 di W. A. Mozart risuonarono allora per sala:

 

https://www.youtube.com/watch?v=Y4GbcS35zHU#

 

 Al termine di quel gioioso pezzo una cascata di applausi travolse letteralmente gli esecutori, ed almeno tre chiamate reclamarono Mayu sul palco mentre alla giovane veniva richiesto a gran voce di concedere almeno un bis. A quel punto la fanciulla si scambiò uno sguardo d’intesa con il direttore e quest’ultimo inaspettatamente tese un braccio in direzione di Harlock, strizzandogli l’occhio: -Colpo di scena! Esclamò l’anziano musicista rivolgendosi all’uditorio.

Il capitano con la sua solita nonchalance si alzò dalla sua sedia pogiandovi la mantella e si diresse verso il palco. –Dove vai Franklyn? Gli chiese una Raflesia visibilmente sorpresa. Harlock non rispose sfoderando in compenso uno dei suoi memorabili sorrisi sornioni mentre saliva sul palco e si avvicinava a Mayu. Arrivato accanto alla giovane le si sedette accanto, e poi accadde l’incredibile: Tra lo sconcerto generale i due cominciarono a suonare insieme lasciando attonito l’intero pubblico.

Dolcissime e malinconiche note echeggiarono per tutto l’ambiente...

 https://www.youtube.com/watch?v=90kdFzacRyk   (n° 2 da 6 studi in forma di canone Op. 56 di Robert Schumann).

Harlock suonava come in trance. Una folta ciocca di capelli era ricaduta sul suo volto e ogni tanto ondeggiava al muoversi del capo che seguiva l’andamento delle melodie che s’intrecciavano in canone. Anche Mayu sembrava rapita e suonava quasi a occhi chiusi riuscendo ad amalgamarsi perfettamente alle sonorità prodotte dal capitano. La simbiosi tra i due era perfetta e l’impressione era quella che lo spirito di un unico musicista stesse dando vita a quel meraviglioso brano...

Alla fine del pezzo un silenzio irreale regnò per almeno una decina di secondi, dopodiché venne letteralmente giù la sala per gli applausi e le urla di entusiasmo che scaturirono inarrestabili come un fiume in piena. Harlock e Mayu nel frattempo si erano alzati e si erano abbracciati strettamente visibilmente commossi.

-Grazie Mayu! Disse Harlock mentre si asciugava una lacrima che gli era scesa dal suo unico occhio. Grazie per avermi permesso di recuperare una parte della mia vita che credevo oramai sepolta! Non è stato facile rimettermermi a suonare dopo così tanti anni, ma grazie al tuo aiuto e alla tua pazienza ci sono riuscito. Questo era uno dei pezzi preferiti che suonavo da ragazzo insieme a mia madre quando ancora credevo che la musica sarebbe stata per sempre mia compagna...

-Ma ora potrai ricominciare a suonare con me come e quando vorrai! Gli rispose la giovane abbracciandolo di nuovo.

Dopo un interminabile susseguirsi di auguri e complimenti che arrivavano da tutte le persone che nel frattempo avevano circondato i due, il capitano richiamò tutti quanti bonariamente:

-E ora si va a mangiare!

 

                                                                       **

 

Anche il pranzo fu un pieno successo. Grazie alla collaborazione di Galia i piatti preparati insieme a Masu San riscossero il plauso di tutti i commensali, tra lo stupore generale di che ben conosceva la cucina della temibile vecchina. Yattaran per primo non credeva alle sue papille gustative e continuava a ripetere che quello doveva essere per forza un miracolo, forse opera anch’esso dei misteriosi Eterni…l’osservazione non sfuggì all’anziana cuoca che sedeva lì vicino insieme a Galia e al dottor Zero: -Bene, visto che apprezzi così tanto la mia cucina, dopo passa pure da me che ti ho lasciato in serbo una sorpresa! Un dolcetto speciale che ho realizzato apposta per un buongustaio come te! Mentre diceva questo puntò il più affilato dei suoi coltelli in direzione della gola del vicecomandante facendo un inequivocabile gesto minaccioso. Il pover uomo sbiancò non tanto alla vista della pericolosa lama quanto a quella di Galia che dietro a Masu si stava sbracciando in segni di negazione segnalando evidentemente il pericolo che un tale cibo avrebbe rappresentato per il malcapitato assaggiatore.

Al termine del pranzo, dopo un’interminabile serie di brindisi, tutti quanti si alzarono e cominciarono a passeggiare chiaccherando nei vasto spazio di quel salone. Anche Harlock e la regina si erano alzati e camminavano mano nella mano. –Ecco allora svelato il mistero di dove sparivi periodicamente senza dire niente a nessuno! Disse Raflesia con un sorriso malizioso. –Ti assentavi segretamente per esercitarti al pianoforte! –Già, rispose lui –Ci tenevo che questa fosse una vera sorpresa, soprattutto per te…La regina allora accarezzò teneramente il volto del suo compagno e un attimo dopo i due si scambiarono un bacio appassionato.

Nel frattempo erano arrivati vicino al palco dove si erano riuniti molti dei musicisti dell’orchestra che chiaccheravano con Mayu e col maestro Fischetti. Harlock si risedette al piano e cominciò a strimpellare una strana melodia…-Vediamo se mi ricordo come faceva…mormorò mentre tentava di riprodurre quei suoni che avevano salvato l’universo. -Ah, ma questa la conosco bene! Esclamò Fischetti, e mettendosi al secondo pianoforte intonò chiaramente quel motivo arricchito da un gradevole accompagnamento. –La melodia “eterna”! Aggiunse mentre concludeva con una cadenza.

-Come, maestro? Lei conosceva questo pezzo!? L’arma con cui siamo riusciti a sconfiggere i Metanoidi! Ma com’è possibile!? Esclamarono in coro esterrefatti il capitano e la regina.

-A, beh, certo che lo conosco! La mia famiglia se lo tramanda di generazione in generazione! Dovete sapere che i miei lontanissimi antenati, si parla di migliaia di anni fa, la ereditarono dall’ultima sentinella spaziale che era di guardia sulla Terra. All’epoca, per ragioni che non conosco, sulla Terra non fu realizzato alcun santuario a differenza di quello che fu fatto su altri pianeti della galassia. In compenso la melodia “eterna”, appunto creata dagli Eterni, dopo il ritiro dell’ultima sentinella fu lasciata in custodia ad un giovane musicista terrestre, il capostipite della mia famiglia…

-Ma, ma…perché non ce l’ha detto subito, noi ci siamo dannati e abbiamo corso mille pericoli per recuperarla! Balbettò Raflesia che era rimasta letteralmente basita.

-Cari figliuoli, ma io che ne sapevo che la cercavate! Nessumo mi ha detto nulla e tantomeno me l’ha chiesto! Rispose candidamente l’omino.

A quel punto Mayu, che aveva assistito a tutta la scena scoppiò a ridere. –Non ci posso credere! Troppo divertente! Esclamò, mentre anche il capitano si univa a lei in una fragorosa risata che contagiò rapidamente tutti i presenti.

-E’ proprio un mondo di matti questo! Commentò la regina rassegnata mentre si lasciava andare anche lei ad una risata. Improvvisamente però, mentre continuava a stringersi al capitano, la donna impallidì e in un attimo perse i sensi lasciandosi andare tra le braccia di Harlock.

-Raflesia! Che ti succede?  Non è possibile! Si ricomincia daccapo!?

Fortunatamente il dottor Zero, che era a due passi da loro, soccorse immediatamente la regina, mentre Harlock continuava a sorreggerla preoccupatissimo. Ad un certo punto il capitano si accorse che, a differenza di tutti i presenti che si erano fatti intorno spaventati per quell’improvviso malore, il medico invece sorrideva visibilmente mentre Raflesia riprendeva rapidamente i sensi.

-Dottore! Cosa c’è da sorridere? Esclamò stupito il capitano.

-Ragazzo mio, ne deduco che la tua bella consorte non ti abbia detto ancora niente…continuò l’ometto mentre lanciava un’occhiata di rimprovero alla mazoniana.

-Detto cosa? Continuò Harlock sempre più interdetto.

-Ma è chiaro, testone! Aggiunse in quel momento Esmeralda. –E’ incinta!

A quel punto Raflesia che si era completamente ripresa, si rivolse sorridendo con aria colpevole al suo esterrefatto compagno:

 -Perdonami, amore, ma questa voleva essere la mia di sorpresa…

…E’ una femmina!

 

 

 

Postfazione

 

E con questo si conclude l’ultima lunga avventura che ho immaginato per i nostri beniamini. Come avranno probabilmente notato i lettori che con pazienza e costanza mi hanno seguito fino alla fine, la musica è stata un tema conduttore e ha giocato un ruolo importante, anzi vitale nel corso di questa storia.

L’idea che una musica, o una melodia fosse capace di sconfiggere nemici ed avversari e potesse essere usata alla stregua di un’arma capace di fermare o rendere inoffensivo un nemico, quindi non un’arma d’offesa ma essenzialmente di difesa e non lesiva, non è certo mia ma viene da lontano. Basti pensare al mito (fondamentale in tutta la religione misterica antica) di Orfeo che con la sua musica era capace di placare belve e mostri e di conciliare mortali nemici. Che la musica fosse la chiave centrale che permetteva di decodificare l’intero universo era già stato preconizzato da Pitagora e dai suoi discepoli. Ma a noi in fondo piace solo pensare che la musica sia un meraviglioso linguaggio universale capace di mettere in istantanea comunicazione i cuori e le anime delle persone. In questo credo che non esista nulla di più diretto ed immediato ed in questo senso la definizione che ne fu data di arte “superiore” ben le si adatta.

Come nota di curiosità, vagando per lo sterminato universo degli anime nipponici, ho scoperto che molte sono le serie di sci-fi in cui la musica gioca un ruolo chiave (vedi Macross ed altre…), quindi, sono in buona compagnia!

Infine voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno finora seguito e quelli che hanno recensito (cioè una sola persona… Jose). Grazie di cuore! Io non demordo e sto già lavorando ad una piccola serie di racconti…tutti quelli che erano abituati a considerare Florestan come un autore buonista e sdolcinato potrebbero avere delle sorprese (he, he…), quindi preparatevi!

 

Florestan

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3535947