Back To The Future

di ShannaInLuv
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to the future - Tra schizzi e lampi. ***
Capitolo 2: *** [Welcome to the past] - Quello è mio padre? ***



Capitolo 1
*** Welcome to the future - Tra schizzi e lampi. ***


Back To The Future

I

 




You're like perfection, some kind of holiday.

You got me thinking that we could run away.

You want I'll take you there where and where.

Don't stop, don't stop, what you are doin'.

« Sta arrivando il grande Freddie Tommo

Un urlo squarciò l'aria secca di quel giorno d'estate; la villa che in questo momento era affollata da molte persone, perlopiù famiglie, tranne un povero Josh, l'amico di quei branco di idioti che non si era nemmeno sposato e che stava alle prese con un barbecue quasi rotto.

L'urlo venne seguito da un tuffo a bomba nella piscina, sollevando una quantità d'acqua tanto da bagnare completamente i due ragazzi seduti a bordo vasca.

La prima dei due era una ragazza minuta e snella, con dei capelli mossi castano scuro a incorniciarle il viso; lei era, secondo tutti i suoi parenti e amici, la copia sputata di suo padre: stessi capelli scuri, stessi occhi verdi e perfino quelle fossette tanto graziose. Ma se Harry Styles, ai suoi tempi, era stato un grande playboy, spiritoso e un po' riservato, sua figlia era completamente l'opposto. Saranno stati i geni della madre, o forse dei nonni, o il contagio frequente dei migliori amici idioti di suo padre, ma Anne Gemma Styles era un peperino senza freni.

«Idiota!» strillò Anne agitando le gambe nell'acqua e schizzando a Freddie, il quale, intanto, si era avvicinato ai due. «Sei un fottuto idiota.» ringhiò, coprendosi il costume bianco – che intanto era diventato quasi trasparente –, con le due braccia disponibili.

«Ehi, sei tu che hai avuto la brillante idea di metterti un costume bianco.» Freddie fece una smorfia e roteò gli occhi. «Lo sanno tutti che il bianco diventa trasparente con l'acqua.» e poi sorrise, con quell'aria arrogante che aveva soltanto lui. I capelli castano chiaro, quasi biondo, erano tutti spostati di lato, appiccicati a metà sulla testa. Gli occhi azzurri, chiaramente ereditati da Louis Tomlison, erano vivaci. E Freddie non aveva ereditato soltanto gli occhi dal padre, ma anche la sua pazzia e la sua energia.

«Infatti io non volevo bagnarlo questo cazzo di costume!» sbottò Anne.

«Annie, dovresti fare qualche esercizio di respirazione per il controllo della rabbia»

«Fottiti.»

Il secondo ragazzo seduto a bordo vasca, sbuffò sonoramente, interrompendo i due; si alzò, afferrando un asciugamano sulla sedia a sdraio accanto a loro e lo porse ad Anne, la quale si coprì subito, non senza emettere un sospiro di sollievo. «Dovrete smetterla di fare i bisticci, prima o poi. Vi rendete conto di quanti anni avete?» replicò, con quel suo tono di voce calmo e possente, e la sua parlantina londinese sbrigativa.

«Io ho ventidue anni. La poppante è Anne.» la schernì Freddie, sfoderando il suo sorriso bianchissimo. Anne grugnì infastidita e Tomlison continuò: «Insomma, hai soltanto quindici anni

«Ne ho diciassette, idiota.»

Lione Payne si sistemò i capelli appiccicati sulla fronte e sbuffò sonoramente, prevedendo un'altro ennesimo litigio fra Anne Gemma Styles e Freddie Reign Tomlison.

Uno strillo acuto provenne dall'altra sponda della vicina, dove a bordo vasca, c'era seduta una bambina di più o meno dodici anni dalla carnagione abbronzata. I boccolosi capelli biondi erano raccolti in una crocchia disordinata e le guancie rosse e paffute erano tirate in su, in una sguainata risata. «Zio Louis sta annegando!» e la bambina puntò contro il dito il povero zio che, invece di essere salvato, si ritrovava in mezzo alla piscina con un mini-Zayn sulla groppa, che tentava, appunto, gli buttargli la testa sott'acqua, ridendo come se fosse un gioco divertentissimo.

«Zack.» strillò Zayn, con un urlo disumano, sdraiato accanto alla moglie sul lettino. Vedendo però che il figlio non si decideva a lasciare in pace Louis, lo richiamò ancora. «Zack Malik, giuro che se non la smetti di torturare Louis, la mamma non ti preparerà più il budino.» minacciò.

La moglie di Zayn, Gigi Hadid, sollevò i suoi occhiali da sole e li inforcò nella chioma bionda, inarcando un sopracciglio arcuato. «Che gran minaccia, papà Zayn.» lo schernì affettuosamente, scoppiando poi in una risata cristallina.

La minaccia del budino, però, bastò a far allentare la presa a Zack tanto bastò a Louis di afferrarlo per le braccine e portarselo davanti, limitando i movimenti del bimbo di tre anni mentre prendeva aria e ringraziava le mutande di Albus Silente di essere ancora vivo.

«Zack, vieni qua,» mormorò dolcemente una voce maschile, inginocchiandosi a bordo vasca e allungando le braccia per afferrare il bambino che Louis, esausto, gli porgeva.

«Tio Uis.» cantilenò Zack battendo le mani, poi puntò il dito contro il ragazzo. «One Ak

Il ragazzo sospirò. Era arrivato il momento di Zack di indicare qualsiasi cosa ne conoscesse il nome e lo dicesse, a modo suo, ridendo poi, e applaudendosi da solo per essere stato così bravo a dirlo.

«Il mio nome è Mark.» precisò il ragazzo, leggermente infastidito, poi indicò Louis e disse. «Zio Louis. Fratellone Mark e Zio Louis, Zack.»

Ma Zack ripetè esattamente quello che aveva detto prima: «Tio Uis e One Ak.»

«Che stupido Mark, ha soltanto tre anni, non può parlare bene.» lo rimproverò la ragazzina di dodici anni seduta a bordo vasca, picchiettandosi il dito sulla fronte, come a voler insinuare che Mark fosse scemo.

«Maia, il linguaggio,per favore.» sospirò Zayn, premendosi le dita sulle tempie. Ecco il risultato di affidare i suoi figli a dei babysitter come Liam, Niall e Louis: erano usciti un bimbo pazzoide e spericolato, una ragazzina che non sapeva tenere a freno la lingua e un ragazzo troppo serio e troppo permaloso.

Louis, intanto, era uscito dalla piscina tastandosi la parte bassa della schiena con una smorfia. I suoi quarantacinque anni suonati si facevano sentire come se fossero acciacchi di ottantacinque... e aveva persino due capelli bianchi dietro le orecchie!

Niall, sempre biondissimo anche a quarantaquattro anni, rise nel vedere la faccia stravolta dell'amico. Accanto a Josh, Niall prese una spatola e fece girare gli hamburger che cuocevano sul barbecue. E, in quel momento, un bimbo vivace di dieci anni si attaccò alle al suo polpaccio come un koala, chiamandolo a ripetizione. Si sfilò i suoi occhiali da sole e rivolse al bimbo i suoi occhi azzurri, sorridendogli carezzevoli.

«Ehi Nate, perchè non lasci papà preparare da mangiare?» lo rimproverò una donna biondissima, anche se non quanto Niall, che afferrò il bimbo in braccio con una smorfia.

«Ma lascialo in pace, Serena.» esclamò Niall.

«Ma per favore!» fece Serena, in Italiano. «Non voglio che nostro figlio diventi come quella piccola peste di tre anni.» e indicò col mento Zack Malik.

Niall rise, e riportò la sua attenzione al barbecue.

«Harry Styles sei un pervertito.» strillò, a voce un po' troppo alta, Kendall Jenner in Styles, allontanando il marito con una spinta, prima di tuffarsi in acqua. Harry sfoderò le sue fossette che sembrassero non passare mai di moda nonostante i suoi anni; e Anne, che passava di là e che aveva assistito alla scena, spinse il padre come aveva fatto la madre.

«Mi fai schifo papà.»

«Perchè?» domandò innocentemente Harry, canzonando la figlia. «Tu non fai mai sesso

Anne avvampò. Una cosa del genere... da suo padre. «Papà!»

«HARRY!» strillarono Liam e Zayn in coro che, a quando sembrava, erano gli unici intelligenti a cui tenessero tanto a l'uso delle parole in presenza dei bambini. Harry fece spallucce, ignorando i due amici e gettandosi in piscina anche lui, seguendo la moglie.

«Riprenditi,» soffocò una risata Freddie, porgendo a Anne e a Lione una limonata con ghiaccio. «sei completamente rossa.»

Anne ingogliò un meritato insulto rivolto a Freddie e prese a bere la sua limonata in santa pace. Liam sospirò di nuovo, osservando gli adulti presenti che, chi in un modo o nell'altro, non sembravano affatto tali.

«Secondo voi sono sempre stati così?» domandò Lione di getto.

Anne lo fissò inarcando un sopracciglio, lasciando proseguire Lione: «Insomma, guardateli, sembrano tutto tranne che quarantenni.»

Sia Anne che Freddie osservarono Louis e Niall fare una battaglia di salse: Niall impugnava la maionese e Louis il ketchup.

Anne si lasciò sfuggire un gemito. «Non credo.»

«Mio padre anche a settant'anni si divertirà a infilarsi le penne del naso,» constatò. «Per cui, credo che, in un modo o nell'altro nessuno di loro sia cresciuto realmente

«Hai ragione.» sospirò Lione ma che, dopotutto, amava la sua famiglia allargata, piena di zii, zie e cugini acquisiti, migliori amici e fratellini o sorelline da accudire.

«A proposito!» strillò acutamente Freddie, battendosi una mano sulla fronte. I suoi occhi azzurri lampeggiavano, il che non era una cosa buona; quando Freddie Tomlison aveva gli occhi lucidi a quel modo o stava guardando un film romantico o stava avendo in mente un'idea geniale - che poi lo era solo per lui geniale - .

«Papà mi ha detto di aver costruito una macchina del tempo.» strillò ancora.

Anne scoppiò a ridere. «Che cazzata!»

Questa volta, anche Lione ridacchiò, prendendo in giro l'amico. «e dove ci porterebbe, all'epoca dei dinosauri?»

Freddie fulminò entrambi gli amici che, nonostante fossero, tra tutti, i suoi migliori amici, certe volte li detestava proprio. « Papà è un genio.» Louis Tomlison dietro di loro strillò, quando la maionese colpì il punto del suo cuore, e si lasciò cadere a terra, finto morto. Freddie lanciò un'occhiata sbrigativa al padre. «Beh, in fatto di costruzioni.» specificò.

«Ma è impossibile! Oggettivamente, Freddie, come può aver Louis costruito una macchina del tempo?» iniziò a far presente Lione. «E poi, ci sarebbero un sacco di aspetti da considerare-»

Freddie sbuffò; afferrò Anne e Lione, che intanto continuava a blaterare, per i polsi, scortandoli dentro alla villa. «Sta per piovere e se non ci sbrighiamo avremo i nostri genitori in mezzo.» contro le proteste dei due migliori amici, Freddie li spinse dentro la casa, continuando a tirarseli dietro fino al garage, dove Louis Tommo Tomlison teneva il suo repertorio di invenzioni, ultima tra cui, la famosa macchina del tempo.

Quando la videro, Anne e Lione si scambiarono un'occhiata, abbastanza deluso; non che si aspettassero davvero una macchina del tempo, ma da come se ne vantava Freddie si aspettavano....

... insomma, tutto meno che una vecchia auto, mezza arrugginita, la quale non si leggeva nemmeno la targa usurata che cadeva a penzoloni dal muso del muso. I sedili – che probabilmente una volta dovevano essere stati in pelle – avevano degli strappi come se un felino vi ci fosse avventato sopra. E tutto il garage puzzava tremendamente di muffa.

«Ma è... una macchina rotta.» fece Lione, deluso.

Freddie scosse la testa, come se i veri pazzi fossero loro. Scostò il telo che ricopriva la parte posteriore della macchina, rivelando un gigantesco motore attaccato sopra al tettuccio della macchina, delle antenne che praticamente circondavano l'intero veicolo e un secondo ammasso di motori incollati in chissà quale modo dentro al bagagliaio aperto della macchina.

«Correggo,» fece Anne, storcendo il naso. «E' una macchina rotta con un ammasso indefinito di rottame attaccato sopra e intorno.»

Freddie sbuffò, premendo un pulsante che apriva la saracinesca del garage. «Su avanti, datemi una mano.» e si posizionò al lato della macchina, dove ci sarebbero dovuti essere gli sportelli ma che in realtà non c'erano.

«Che fai?» domandò Lione.

« Vi faccio vedere meglio la macchina. Ma non possiamo farla partire, papà dice che non è ultimata e che potrebbe essere pericoloso. Lione!» Freddie emise un verso di eccessivo sforzo e la macchina mosse i poco, Lione accorse subito l'amico e, con molta meno grinta, lo fece anche Anne.

«E come dovrebbe "viaggiare nel tempo"?» domandò quest'ultima.

«Non lo so,» Freddie sbuffò per lo sforzo. «Papà non me l'ha detto.»

«Fantastico.»

Una volta che la macchina fu spostata fuori dal garage, nella parte asfaltata del giardino, dove c'era un vialetto che conduceva poi alla strada, Freddie indicò la macchina. «Non so bene a cosa servono tutti questi aggeggi qua sopra. Ammortizzatori, cilindrate,freni

«Gesù non è una moto!» intervenne Anne che poi balzò dentro alla macchina, posizionandosi al lato del guidatore. «Qui c'è uno schermino!» e indicò il quadratino luminoso su cui si poteva inserire una data.

«Anne forse...» iniziò Lione che, nonostante non credesse alla macchina del tempo, questa riusciva comunque a mettergli u po' di inquietudine. Ma Freddi stroncò le sue proteste, tirandoselo dietro all'interno della macchina.

«Mi sembra di essere in una navicella spaziale!»esultò il maggiore dei tre.

«Ragazzi, sta diventando buio e non ho... ho questo presen-»

«Waaa! » strillò eccitata Annie, tirando giù una leva che penzolava da tettuccio interno.. «Che data mettiamo, Freddie?»

«Ragazzi» Lione inspirò profondamente col naso, sentendo una lieve turbolenza dentro la macchina. Impossibile.

«Mmh,» ci pensò su Freddie. Poi tracciò dei numeri sullo schermino e, un secondo dopo, il computer aveva memorizzata la data digitata da Freddie.

«Ehi...» si lamentò Lione sgranando gli occhi. Era una sua impressione o la macchina si stava muovendo?

«Maddai, Fred! Sei tornato a ventisei anni fa

«La macchina si muove.» avvertì Lione, questa volta urlando. I due ragazzi si fermarono, ancora con il sorriso in volto e guardarono il povero Lione Payne che era mezz'ora che li avvisava che stava accadendo qualcosa. Anne aprì la bocca, forse per ribattere come al suo solito ma, quando, la macchina scattò in avanti, fermandosi di botto subito dopo e ripartendo così, per rifermarsi ancora.

«Oh dio.» mormorò Lione.

«Che succede?» si lagnò Anne, battendo i pugni sul volante, cercando di farla smettere di farla ondeggiare a quel modo.

«Papà aveva... non può essere. Sentite ragazzi,» Freddie stava tremando. «Non può partire, ok? Papà ha detto che è incompleta.»

«Sei sicuro?» domandò Lione.

«Sicurissimo?» gli fece eco Anne.

«Lo giuro che io non possa nascere.»

Ma, in quel momento, dal cielo ricoperto di nuvole grigie, quasi nere, si udì partire un rombo di nuovo. E poi, eccolo, dieci secondi dopo, un lampo.

Un solo lampo che beccò la loro macchina, attirati da chissà quale aggeggio Louis aveva infilato sopra al tettuccio della macchina; il fulmine colpì in pieno l'antenna e la macchina si fermò. I ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, ma la macchina partì e, questa volta, partì sul serio, sfrecciando dritta davanti a sé.

AngolinoAutrice(?)

Se siete arrrivati fin qui mi complimento con voi! Ahaha questa storia è letteralmente da pazzi, lo so; ma quando la mia m ente inizia a partorire cose non posso abortire, altrimenti non dormirei per giorni!

Allora, in questo primo angolo ho intenione di spiegarvi per bene alcuni punti fondamentali.

1- Questa storia è uscita fuori assurdamente e neanche ricordo come. Comunque dovrebbe ricordare Ritorno al Futuro – e sì, prende il titolo della storia anche per quello – anche se ovviamente non seguirò su tutta la linea la trama del film: risulterebbe troppo noioso, monotono e scontato. I protagonisti, comunque, sebbene nel rpimo capitolo si venao i figli, sono Harr&Co, perché tornando indietro li troveremo, ovviamente, adolescenti. Quindi i figli hanno importanza tanto quanto Harry&Co.

2- E' stato difficile descrivere e immaginare i ragazzi da "vecchi", soprattutto caratterialmente, anche se, l'esigenza della trama, mi richiede di farli comportare in maniera assurda per un genitore. Cosa che, come avete visto per Hazza e Louis e Niall, lo è.

3- Questa storia non ha pretese particolari, è soltanto una storia idiota, con una trama idiota e dei personaggi idioti. Quindi non prendetela sul serio :')

4- Passiamo ai figli. Un bel respiro. Per quanto riguarda Liam e Louis siamo a posto, cioè Freddi e Lione ( anche se non so effettivamente se si chiami davvero così, in tal caso mi scuso ma cambierò il nome) esistono davvero e loro sono accoppiati a Cheryl e Briana. Okay. Difficile è stato Harry, il quale, ohgesùmariasantissima non sapevo con chi metterlo, alla fine ho optato per la meno peggio: Kendall; la figlia, Anne ho voluto renderla un po' energica, così, giusto per farla stuzzicare con Freddie Tomlison – e quindi prendere un po' in giro la Larry ship – e, ovviamente non poteva che essere una Harryah. Per Zayn ho scelto Gigi – e io amavo Perrie- per rappresentare un briciolo di realtà, perché Gigi mi piace e perché comunque insieme sono dei cuccioli insieme; hanno tre figli: Mark, il più grande, che dovrebbe avere circa l'età di Anne (17), Maia ( e questo lo dedico a maiaiam di wattpad) di età dodici e la piccola peste Zack di tre anni. Il piccolo e puccioso Niall si è sposato con un italiana, Serena ( perché ama l'Italia e so che andrà a finire così. Puntò :') – sto sclerando - ) e ha un piccolo, tenero figlio di nome Nathan ( 10 anni). Credo di averli elencati tutti.

5- Per il cast, dato che so sia di fondamentale importanza per voi – ma anche per me- ci sto lavorando. Ma non è facile trovare personaggi con delineature particolari come le loro,; periò se avete qualche idea scrivetemelo!

Ringraziamenti:ringrazio il mio letto, che mi fa sfornare le storie prima di andare a dormiree ringrazio maiaiam, che mi ha dato delle dritte e che era entusiasta di questatrama – incrociando le dita di non deluderla – e vi dico che, comunque, nelprossimo capitolo sarà tutto meno noioso, perché questo era di introduzione espiegazione ai personaggi.
Storia presente anche su Wattpad.

 

 

We'll see soon xx.

Shanna

 

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Capitolo 2
*** [Welcome to the past] - Quello è mio padre? ***


Back To The Future

II

 

 

turn it up, it'ss your favorite song.

Dance, dance, dance to the distortion.

Turn it up keep it on repeat.

Stumblin around like a wasted zombie.

 

Era successo tutto in un lampo; il fulmine aveva colpito l'antenna della macchina ed essa era partita a tutta velocità, senza che nessuno schiacciasse i pedali dell'acceleratore.

Durò pochi secondi, il moto della macchina, finché essa non si fermò di botto, improvvisamente, emettendo un ultimo scossone. All'interno vi erano i tre ragazzi completamente sconvolti, con i peli e i capelli rizzi per la paura.

« Cosa è successo?» mormorò Anne, sbirciando attraverso la fessura delle dita che aveva messo davanti al suo volto per la paura. Non riuscì a trattenere un profondo sospiro: finalmente la macchina si era fermata; anche se era durato un attimo aveva comunque avuto una fifa blu.

«Dannata macchina!» sbottò Freddie, tirando un sospiro di sollievo anche lui. Cercò di dimenarsi sul sedile: i tre ragazzi si erano ritrovati schiacciati uno contro l'altro nei due sedili anteriori della macchina. Freddie diede di gomito a Bear, intimandogli di scendere. «Mi ha fatto prendere un colpo!» continuò Freddie una volta sceso dall'auto. Per un attimo aveva creduto che sarebbero partiti davvero.

Si stiracchiò, mise le mani sui fianchi e guardò avanti. Era meglio riportare l'auto in garage altrimenti Louis... altrimenti....

Freddie spalancò la bocca. «E' sparita. » gracchiò.

Anne, ancora dentro la macchina e che nel frattempo stava cercando di sistemarsi i capelli, scoccò un'occhiata a Bear, che a sua volta guardò Freddie. «Cosa è – è SPARITA! » urlò anche lui.

Anne sbuffò. «Cosa c'è? » e si apprestò a uscire dall'auto.

«La mia casa: è.. è... sparita. »

«Non essere scemo una casa non può – oh » Anne restò a bocca spalancata nel notare che la casa della famiglia Tomlison – il grande villino a due piani con un giardino immenso – era davvero sparita.

La paura iniziò a crescere Freddie Tomlison che, dopotutto, a ventuno anni suonati sapeva che una casa enorme con la sua non poteva essersi semplicemente volatilizzata, lasciando spazio a una vasta prateria con tanto di fattoria in lontananza; così entrò nella macchina e si fiondò sul pannello di controllo: la data era impostata a ventisette anni prima del loro presente, ovvero quello era il 10 Settembre 2010.

«Ragazzi... » iniziò Freddie, con la gola molto secca, come se non bevesse da giorni. «Ecco, lo sapete che di norma papà non costruisce nulla di buono ma- » deglutì. «Penso che ci sia riuscito stavolta. »

Bear si affacciò: in volto aveva il puro segno del terrore; logico, nemmeno un genio come Bear Payne sapeva come fare, arrivati a quel punto, ventisette anni nel passato.

«Stai scherzando? »

Freddie scosse la testa.

«Non- » fu tutto quello che uscì dalla bocca di Anne con un successivo, flebile, sospiro. Bear le sventolò la mano dalla faccia.

«Siamo finiti nel passato? »

Freddie iniziò a impostare le indicazioni per tornare nel loro tempo: luci a posto, ora e data a posto, motore accesso...

«Stiamo tornando indietro,vero? Perché io non voglio restare qui. » si lamentò Anne.

«Ci sto lavorando. » Freddie iniziò a digitare alcune coordinate sullo schermo portatile; non era un genio – pazzo – come suo padre, non aveva idea di come far partire quella ferraglia ma non aveva assolutamente nessuna intenzione di rimanere lì.

Aprì il cruscotto, pregando che suo padre aveva mantenuto la sua cattiva abitudine di lasciare la sua agenda in giro, cercò a lungo, finche non trovò un'agendina in pelle nera sotto al sedile posteriore dell'auto. Lo sfogliò e cercò di decifrare tutte quelle annotazioni matematiche: nulla da fare.

«Bear, vedi se ci capisci qualcosa.» borbottò.

Bear afferrò il quaderno e iniziò a leggere, aggrottando sempre di più le sopracciglia. Furono minuti senza fine per i ragazzi, finché Bear non smise di leggere e chiuse l'agenda con uno scatto.

E l'espressione che aveva in volto non piacque per niente a Freddie.

«Qualcosa non va?» domandò Freddie e , mentalmente, si diede dello stupido da solo: tutto non andava.

Che idiota.

«E solo che... » tentennò Bear. «Questa coordinazioni... Freddie... ecco... Tutto ciò che zio Louis ha scritto in questo quaderno sono formule di velocità e a quanto pare, per far partire questo veicolo, c'è bisogno di una potente fonte di energia.»

«E quindi? Smontiamo qualche palo della luce?» mormorò Anne, con il viso sempre più pallido.

« Non penso. » fece Lione. «La potenza di carburante qui descritta è ... il plutonio

Freddie spalancò la bocca: suo padre era un pazzo, incosciente, fuori di testa, diversamente instabile... era... un sacco di aggettivi sinonimici conducenti al folle.

«Perfetto!»sibilò acutamente Anne, in preda a una crisi isterica. «Ora irrompiamo in una centrale nucleare e rubiamo del plutonio! Come cazzo facciamo a tornare a casa?!»

«Tuo padre si arrabbierà moltissimo, Freddie.» fece Bear.

«Oh sì che lo farà!» sbraitò Anne. «Soprattutto quando saprà che siamo rimasti bloccati nel passato

«FERMI! » urlò Freddie, balzando a sedere e battendo la testa contro il tettuccio. Grugnì, tastandosi la parte dolente e poi continuò: «mio padre. » disse solo, sorridendo.

«Tuo padre cosa esattamente? » domandò Bear.

Freddie si batté una mano sulla fronte. «Mio padre stava realizzando questo progetto sin dai tempi del liceo. E, guarda caso, siamo venticinque anni nel passato: i nostri genitori hanno la nostra età e frequentano il liceo di Hills! »

Bear si bloccò un momento; non aveva pensato minimamente al fatto che fossero tornati indietro in quel momento del passato, in cui i loro genitori erano adolescenti. Ma non credeva che un Louis diciottenne potesse aiutarli a trovare un carburante alternativo per la macchina, in modo da farli tornare a casa.

«Mi stai dicendo che vorresti chiedere aiuto a un adolescente?» domandò, piccata, Anne.

«Non è un adolescente qualsiasi, Anne! E' mio padre! Un genio! IL genio che ha inventato questa pazzia! Troverà un modo per aiutarci! »

Anne e Bear sospirarono e annuirono, d'altronde, che scelta avevano?

***

Qual'era il miglior posto in cui trovare un adolescente l'indomani mattina, alle nove in punto? Era la scuola o, per meglio dire, il liceo Hills.

I tre ragazzi si erano fermati a dormire in macchina, la sera prima; avevano comprato dei panini lungo un chiosco sulla strada e avevano comprato i vestiti di quell'epoca: Freddie e Bear avevano optato per jeans un po' larghi, calanti e strappati, con delle t-shirt e una felpa; mentre Anne aveva comprato dei jeans attillati e una felpa sportiva. Era stato un problema arrivare fin lì, perché indossavano ancora gli accappatoi con cui si erano coperti quando erano usciti dalla piscina.

Il negoziante li aveva guardati in maniera un po' strana e loro avevano riso, spiegandogli che, per uno scherzo del loro amico idiota, si erano ritrovati a viaggiare con un bagaglio pieno di accappatoi; sorprendentemente il negoziante gli aveva creduto. («che idiota » aveva commentato Anne).

E ora, qualche ora più tardi, avevano deciso di infiltrarsi a scuola: se si fossero comportati in maniera disinvolta nessuno avrebbe badato a loro e avrebbero potuto trovare Louis.

«Andiamo.» bisbigliò Anne; i tre sbucarono dal vicolo e oltrepassarono i cancelli della scuola. Il liceo era enorme, dal loro presente non era cambiato poi molto, aveva le mura esterne giallo crema, anziché arancio spento e le finestre erano un po' malandate; per il resto: grande giardino, fontana a forma di sirena al centro del cortile e studenti appostati all'angolo, era la stessa.

I tre si ritrovarono quasi davanti al portone della scuola, quando, una voce dietro di loro, li fece sobbalzare.

Era una voce bassa, roca, e anche piacevole, per certi versi.

«Ehy Payne!» disse in tono quasi derisorio.

Bear si voltò e ci mise poco a capire che quel tipo non stesse parlando con lui: il ragazzo che aveva parlato – indossava un paio di occhiali da sole tondi, jeans strettissimi e un paio di stivaletti beige – spintonò un altro ragazzo – piuttosto magro, con una camicia a quadri e un taglio di capelli a scodella – facendolo cadere a terra. I libri intorno al ragazzo a terra si rovesciarono dal suo borsone di scuola, facendo scoppiare così una forte ilarità proveniente dal gruppo del ragazzo con gli stivaletti.

«Ha detto Payne? » domandò Freddie, non staccando i suoi occhioni azzurri dalla scena.

Insomma, quante probabilità c'erano che incontrassero proprio Liam, il papà di Bear? Che poi, quello non era Liam Payne, il tizio era esattamente il contrario!

Bear si avvicinò un poco e venne imitato dagli altri due.

«Dimmi un po',» continuò il ragazzo con gli stivaletti. «E' vero che hai invitato al ballo Brianna?» e poi scoppiò a ridere, come se fosse la cosa più assurda di quel mondo.

Il giovane – che era stato chiamato Payne – si rialzò e non degnò nemmeno d'una occhiata il tizio con gli stivaletti.

Ormai tutti li stavano guardando; alcuni studenti si diedero di gomito, bofonchiando tra loro. Si comportavano tutti come se quella non fosse altro che un'altra scena esilarante giornaliera.

«Ma lascialo stare Harry!» strillò un terzo ragazzo, affianco al tizio con gli stivaletti. Indossava anche lui degli occhiali da sole, i capelli biondi erano gellati un po' all'indietro e indossava pantaloni larghi e calanti che lasciavano intravedere il filo dei boxer neri. «Ti sembra che lui abbia qualche possibilità di soffiarti la ragazza?» e poi rise, con lo scoppio di risata che entrambi i tre ragazzi che avevano assistito conoscevano bene.

«Quello... » iniziò Bear, guardando scioccato suo padre.

«Harry, » intervenne il terzo ragazzo alle calcagna del tizio con gli stivaletti. Aveva la pelle bronzea, i capelli neri e un ciuffo biondo. «se facciamo tardi di nuovo Simon ci sospenderà, questa volta.»

«E' Harry!» esclamò Freddie, spalancando la bocca. «Bontà divina! Anne quello è tuo padre.»

Ma no! C'erano un sacco di Harry a Londra; quella bestia infame, che si dava tutte le arie e che picchiava un povero ragazzo non era...

«Payne, provaci ancora con la mia ragazza o te la farò pagare. Parola di Harry Styles. »

Harry Styles.

Il tizio con gli stivaletti – Harry, a quanto pareva – lanciò un'ultima occhiata a Liam Payne, che lo guardava truce, per poi filare dritto. E, col filare dritto si intendeva proprio verso di loro; quando i tre ragazzi passarono accanto a loro, poterono notare che, il tipo biondino basso era chiaramente Niall Horan e l'altro, quello col ciuffo biondo era Zayn Malik.

«Quello stronzo sarebbe mio padre?» si lamentò Anne, continuando a fissare nel punto in cui Harry Styles, con tanto di stivaletti, era sparito.

«Quello sfigato sarebbe mio padre?» le fece Bear guardando, invece, in direzione di Liam Payne.

No. No. No.

Qualcosa doveva assolutamente essere andato storto; magari, inspiegabilmente, prima di arrivare nel passato, lo avevano già cambiato, col solo fatto di aver viaggiato nel tempo.

Insomma, Harry Styles era suo padre, la persona dolcissima che conosceva – pervertito oltre i limiti, certo, ma dolcissima – e che le aveva insegnato quanto fosse brutta la fame del mondo, a non uccidere i grilli che entravano in casa e che dormiva ancora alla sua età abbracciato a un orsacchiotto quando loro madre era in viaggio per lavoro?

E, invece, quel Liam Payne non era realistico: quello vero, del loro futuro, era muscoloso, un gran bel pezzo d'uomo, serio e rispettato, il capo di un'azienda importante...

Ma soprattutto: nel loro futuro Liam Payne, Harry Styles, Niall Horan e Zayn Malik erano migliori amici.

E Brianna era la moglie di Louis.

Era tutto completamente sottosopra!

«Reggetemi.» mormorò Anne. «Il mondo sta iniziando a girare al contrario e io ho le vertigini. »


 

AngolinoAutrice(?)
 

Ciao a tutti!

Ringrazio chi abbia letto e commentato :* e volevo avvisare che la storia è anche su Wattpad, dove la pubblicazione è attualmenye all'ottavo capitolo.

Allooora, so bene che nel capitolo precedente avete fatto in confusione con un po' di nomi: i figlio sono tanti e sconosciuti, lo comprendo, ma più avanti riordinerete le idee e, comuqnee, in linea di massima dovrete concerntrarvi di più su Anne, Freddie e Bear.

Avete avuto un assaggio di quello che era il "passato", e in parte avete capito, o capirete nei prossimi, perchè avevo detto che li ho resi così schizzati per volere di trama.

Diciamo che al liceo erano persone completamente diverse :P

A breve posterò il cast completo

Un bacio e buonanotte,

All the love,

Shanna

 

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