Somewhere i belong di Akane (/viewuser.php?uid=27)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una stupida festa ***
Capitolo 2: *** pasquetta ***
Capitolo 3: *** e la giornata non finisce proprio più ***
Capitolo 4: *** una piccola gita un gran caos ***
Capitolo 5: *** la rarità: Stefano serio ***
Capitolo 6: *** e per finire un fiore ***
Capitolo 7: *** ecco da cosa partono le voci ***
Capitolo 8: *** lui è importante ***
Capitolo 9: *** da Astrid a Stefano ***
Capitolo 10: *** da Stefano ad Astrid ***
Capitolo 11: *** un rapporto esclusivo ***
Capitolo 1 *** una stupida festa ***
SOMEWHERE I BELONG
PREMESSA
Questo
tutto sommato breve racconto è tratto dalla mia vita reale.
Parla di me com’ero circa a 16 anni fa e di come sono
cambiata, chi
mi ha fatto cambiare diventando da orso e lupo solitario e selvatico
ad animale da baraccone e da compagnia…
Tutto
iniziò ad una festa quando un giovane di nome Stefano si
avvicinò ad una ragazza (io) in disparte in un angolo col
muso
lungo e senza nessuno intorno. Classico inizio, vero? Eppure
è
quel che mi è successo.
Dovrò
usare il mio vero nome perché altrimenti molte cose non
avrebbero senso, lascerò invariato anche il vero nome di lui
e
di tutti gli altri personaggi secondari, tutti realmente esistenti.
La
prima parte non è una storia d’amore e nemmeno
banale come
sembrerebbe. Finale assolutamente non scontato.
In
linea generica si parla di luoghi d’appartenenza intesi come
ricerca di sé stessi, una sorta di trovare un senso alla
propria vita, quindi il proprio posto nel mondo ed il proprio reale
'io', da qui il titolo dell’intera storia.
Vorrei
inoltre dire che io a Stefano devo molto, come si capirà
leggendo questa storia. Vorrei far capire che ci sono rapporti che
vanno al di là dell’amore e
dell’amicizia, che a volte
bisogna solo lasciarsi aiutare, anche se non si riesce a chiedere
basta saper prendere ciò che ci viene offerto.
Grazie
a Stefano per quello che hanno fatto senza saperlo e rendersene
conto.
Non
ho altro da dire se non il solito buona lettura. Baci Akane
CAPITOLO
1:
UNA
STUPIDA FESTA
Era
solo una stupida festa noiosissima di un amico che conosceva da poco.
Come diavolo era capitata in un gruppo simile, dove tutti andavano
felicemente d’accordo e si conoscevano
dall’infanzia? Si sentiva
un’intrusa perché era questo. Completamente di un
altro
mondo.
Astrid
si trovò seduta in un angolo della sala mugugnando fra
sé
e sé che anche se il festeggiato era molto carino e
simpatico,
tutto il resto non era per lei.
Chi
diavolo si credeva di essere? Perché era venuta?
Controvoglia,
non sapeva cosa mettere, che regalo portare, dove sedersi, chi
salutare, come parlare, con chi parlare, dove stare, cosa
fare…
però era uscita lo stesso, assurdamente!
Avrebbe
tanto voluto riuscire a fidarsi anche della gente che stava fuori
casa, ma lei era sé stessa solo all’interno di
quelle
quattro mura. Fuori di esse diventava un orso, un lupo solitario, un
gatto selvatico. Non parlava, non si avvicinava a nessuno, non
guardava in faccia anima viva se non per lanciare occhiatacce e
allontanare. Una come lei non poteva stare in certi posti, proprio
non poteva.
Accavallò
le gambe coperte da una lunga gonna color porpora scuro in tinta con
il maglione lavorato a mano, dal collo che andava da spalla a spalla.
Si tirò indietro seccata le bionde ciocche ricce da
permanente
mentre una morbida frangetta le copriva la fronte: avrebbe voluto che
fosse più lunga per poter nascondere meglio il volto che non
le piaceva minimamente. Quel filo di trucco che si era concessa
(consisteva in un po’ di matita nera sotto gli occhi e nel
mascara…) era comunque poco notato grazie agli occhiali dal
semplice taglio.
Non
l’ombra di un sorriso. Che si stesse annoiando si capiva
perfettamente.
La
musica era bella, le luci da discoteca ravvivavano
l’ambiente, la
gente allegra non aveva nulla che non andava, tutti si divertivano e
stavano bene ma lei era un pesce senza la sua acqua.
Cominciò
ad irritarsi profondamente per stare in quel posto dove non era
calcolata (e la cosa in fin dei conti le stava bene). Avrebbe
preferito starsene a casa con sua sorella a ridere e scherzare.
Là
dentro era il massimo, poteva mostrarsi e sapere di piacere e di
andar bene così, faceva ridere tutti, si faceva notare,
stava
al centro dell’attenzione. Era tutta un’altra
musica,
incredibilmente.
Ma
il problema erano gli altri, la gente.
Passavano,
la conoscevano, la facevano infatuare, le entravano dentro e poi la
facevano soffrire e la ignoravano; solo una stupida delusione amorosa
durata anni, ecco quel era stata la sua condanna.
Così
giovane e aveva già sofferto per amore. Assurdo.
Lei
non si era detta innamorata ma al termine di tutto aveva deciso di
odiare i ragazzi, che erano tutti degenerati e che nessuno meritava
la sua fiducia. Del resto anche fra le ragazze non aveva avuto grandi
esempi di amicizia, non aveva ancora legato particolarmente con
nessuno nella sua classe e non aveva un gruppo fisso con cui uscire.
Il suo collegamento ere stata una ragazza, un amica delle medie, che
usciva ogni tanto con quel gruppo, gli aveva presentato qualcuno e
loro avevano insistito per farla venire altre volte. Non conosceva
bene nessuno, per ora, ma aveva notato quel ragazzo così
carino e simpatico che quella sera compiva gli anni, si chiamava
Francesco. Così per conoscere qualcuno aveva pensato che non
ci sarebbe stato nulla di male ad andare, ma attualmente, alle dieci
di sera circa, ci vedeva tutto il male del mondo nell’esserci
andata.
Sbuffò
pesantemente e disse di fingersi interessata ai balli ma non ci
riuscì, se c’era qualcosa che le veniva male era
mentire.
Era maledettamente spontanea.
Fu
quando tutti si erano circa scaldati e osavano scendere in pista di
più, che arrivò un gruppetto di tre ragazzi. Le
erano
familiari ma non li conosceva molto bene, erano venuti ogni tanto
lì
ma non ricordava nemmeno i nomi. Uno di essi mise subito banco e
prese ad animare la festa. Si notò subito, era spigliato,
vulcanico, chiacchierone, scherzoso, allegro, pazzo, ironico,
accattivante… tutto l’opposto di lei in pubblico.
Lo
osservò per un po’ ma preferì
continuare a farsi
prevalentemente i fatti suoi.
Quando
cominciarono tutti a fare balletti di gruppo lei si notò
perché rimase seduta, erano gli unici lei e quel ragazzo
arrivato per ultimo.
Fu
lui a farle il primo cenno di alzarsi e di andare con gli altri.
Aveva
notato che oltre a non ballare non rideva e non faceva espressioni
piacevoli o positive.
Astrid
negò energicamente: per carità, ci mancava pure
quella,
si disse fra sé e sé... lei quei balli orrendi
non li
faceva nemmeno sotto tortura!
Così
lui si avvicinò lasciando una o due sedie di distacco mentre
il caos più totale esplodeva.
-
Non balli? -
Non
parlò ma tornò a scuotere il capo.
-
Perché? Dai! -
Lei
in tutta risposta fece cenno di andare prima lui, ma senza addolcire
o rallegrare il suo volto.
Lui
mise le mani avanti come a dire: per carità, io non ballo!
-
E allora non chiedere di farlo a me! -
Era
riuscito a farla parlare, anche se sgarbatamente ma ce
l’aveva
fatta!
Non
si capì cosa aveva fatto di particolare, cosa fu che
scattò,
la cosa decisiva, ma lui non la mollò circa per tutta la
sera
rimanendo a debita distanza.
Fatto
fu che lui si rivelò subito per quel che era, un tipo
incredibile, fortemente incredibile. Non solo non si arrendeva ed era
testone, ma anche spiritoso e sapeva farci.
Inoltre
lui riusciva a fare le battute più esilaranti rimanendo
serio.
Non ci riusciva nessuno, nemmeno lei. Lui ce la faceva. Prendeva
tutti per il fondoschiena in continuazione in modo da far ridere
anche il bersaglio, però le metteva in modo tale che tutti
finivano per sperare di essere presi di mira da lui; quel ragazzo era
carismatico, ne aveva dappertutto, di carisma… era
inarrestabile,
un fiume, faceva morire dal ridere tutti e la parola serietà
non sapeva che significasse. Questo fu quello che sembrò
come
primo impatto. Più avanti avrebbe scoperto, Astrid, che se
voleva poteva essere serio quanto voleva e aver dei lati
così
profondi da far male a chi lo ascoltava.
Raccontarne
una? Il regalo che aveva fatto all’amico. Un enorme orologio
con la
foto sullo sfondo del festeggiato, seduto in un water a defecare con
il giornale in mano… diceva molto sulla
personalità, questo.
Ma
dire in due parole cosa fece, il miracolo che riuscì a
compiere in sole due ore scarse, non si poteva. Bastava il risultato.
Astrid
fece uno di quegli orrendi balli di gruppo seguita da Stefano, fino a
ridere a crepapelle per un lungo attimo.
Quel
ragazzo era incredibile ma lei lo avrebbe scoperto a sue spese, in
seguito: oltre ad essere incredibile era anche terribile… in
senso
positivo, no?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** pasquetta ***
ancora un
cap. questo lo divido in due perché verrebbe troppo lungo rispetto a quanto mi
ero prefissata. Si tratta della giornata di pasquetta che ho fatto...diciamo 4
anni fa se non ricordo male. O forse erano 5...mah! Vabbè. Si presenta un po'
di gente e ci sono diverse scene esilaranti specie per me che le ho vissute.
Ritirarle fuori mi ha fatto morire dal ridere. Comunque vi auguro buona
lettura. Baci Akane*
CAPITOLO 2: PASQUETTA
Arrivò poco tempo dopo pasquetta. Il suo nuovo gruppo invitò Astrid ad andare
con loro per quella festa che di solito si festeggiava con amici. Decisero di
andare tutti insieme in un posto ove si radunava altra gente in
quell'occasione. Ci sarebbe stato caos ma sarebbe stato sicuramente bello e
divertente.
Il luogo era Lignano Sabbiadoro...anche se era fine inverno e faceva piuttosto
freddo, coraggiosamente le persone si erano catapultate per i pic nic.
La sera prima le avevano telefonato in mille chiedendole come sarebbe andata,
con chi e mille altre cose...lei in tutta tranquillità aveva lasciato carta
bianca. Alla fine si dovette far trovare alle 8 di mattina davanti a casa di
uno del gruppo, si chiamava Davide....senza capire bene chi altri venissero con
lui.
Nonostante lei era ritardataria cronica scoprì che gli altri lo erano ben più
di lei e si risollevò. Avrebbe potuto prenderli in giro in un futuro, quando
avrebbe osato di più di semplici mutismi.
Dopo una mezz'oretta arrivarono gli altri. Una ragazza alta, magra e molto
graziosa dall'aria simpaticissima, Valentina. Il fratello di Davide, Luca, che
si era svegliato tardi, un riccioluto con occhiali, una stazza abbastanza
notevole ma non propriamente grasso, logorroico e piuttosto chiacchierone. Un
po' strano lo era ma nulla confrontato a colui che per ultimo sarebbe arrivato.
Davide era il guidatore e somigliava molto al fratello solo che era la bella
copia. Occhi azzurri, capelli lunghi fino alle spalle con le punte boccolose
castano chiaro, fisico simile a quello di Luca.
Ecco che arrivò l'ultimo membro. Il fenomeno.
Stefano.
Alto, moro, capelli corti, occhi verdi dalle pagliuzze dorate e grigie. Fisico
asciutto, magro, coi muscoli al posto giusto....e dei jeans che fasciavano un
fondoschiena invidiabile.
Era piuttosto bello...anzi....lo era molto...ma Astrid le prime volte non lo
considerò affatto carino....che avesse delle fette di prosciutto sugli occhi?
Ma questa bellezza fu mascherata dal carattere pazzoide ed irruento, casinista,
sbruffone, chiacchierone e chi più ne ha più ne metta.
Si, Stefano era lo Stefano della festa. Quello che era riuscito a farla ridere
e perfino ballare un po'!
Fra se e se si trovò contenta di fare il viaggio con lui e di passare la
giornata in compagnia....ma non sapeva ancora che avrebbe dovuto
passare...sopportare...a cosa sarebbe andata incontro!
- ciao...ci siamo già incontrati qualche volta, mi pare, io sono Stefano...-
si presentò subito facendosi riconoscere per il buffone di turno. Era
impossibile dimenticarsi di lui. L'aveva visto solo in una occasione, che lei
ricordasse, ma non l'aveva scordato.
La bionda non sorrise ma rispose gentile nonché assonnata:
- si, ci siamo visti alla festa. Ciao, sono Astrid-
con gli altri bene o male si conoscevano già.
Non aspettarono oltre e partirono subito. Davanti si misero Davide alla guida,
Stefano accanto e dietro Luca, Valentina in mezzo e Astrid.
Astrid conosceva bene Luca, erano a scuola insieme e quindi all'inizio l'unico
con cui parlava e scherzava era Luca, poi Valentina presto divenne sua amica.
Era travolgente e a conoscerla all'inizio sembrava snob, la classica oca
insomma, ma bastava parlarci un po' per capire che era tutt'altro.
Il viaggio sarebbe durato poco meno di un oretta, andando piano....ma Davide lo
fece durare mezzora...condito da mille battute, barzellette e scemate che si
inventava Stefano con spalla Davide e Luca.
Rimase ad ogni modo in silenzio quasi tutto il tempo, Astrid, al contrario di
lui che non finiva più di fare il protagonista. Immemorabile quando lui e
Davide si misero a salutare con facce da idioti le macchine che incrociavano.
Il bel moro cercò ogni tanto di coinvolgerla, di farla parlare, le fece domande
alle quali lei rispose a monosillabi riuscendo a mollare la scusa del sonno.
Ma se quel viaggio sarebbe stato fatto solo un anno dopo sarebbe morta dal ridere...lei
e tutti gli altri con loro in macchina...ma a quel tempo era ancora molto orso.
Fu simpatico, infine, arrivare a destinazione e rendersi conto di aver
sbagliato luogo di incontro...erano soli e gli altri che sarebbero dovuti già
essere là, non c'erano.
E naturalmente uno che fosse uno ad avere il cellulare a posto non ci stava
nemmeno a cercarlo col lanternino.
Si fermarono in mezzo alla strada, deserta, e misero insieme i pezzi dei
cellulari. Astrid aveva quello di suo padre che aveva scheda ma non batteria,
Valentina aveva batteria ma non scheda....così unirono e arrivarono a fare una
chiamata per vedere dove andare!
E l'avventura era appena iniziata!
Vista dagli occhi di Stefano, Astrid era una tipa super interessante, ma non
dal punto di vista fisico, ce n'erano di più belle....no, di lei non colpiva
quello....ma il suo lato selvatico e musone....stimolava la cattiveria e la
stronzaggine più acuta....ma sempre a fin di bene.
Sarebbe stato molto divertente farla uscire dai gangheri...e lui era bravo in
queste cose.
Decise che non l'avrebbe più mollata fino a riuscire al suo intento.
Si sarebbe divertito molto, ne era convinto.
La vedeva sempre quasi sola, senza mai parlare, guardava il paesaggio
circostante, non fissava mai nessuno negli occhi, ma quando lo faceva il
mittente si sentiva a disagio. Voleva farsi guardare negli occhi anche lui.
Arrivarono anche gli altri....Francesco, il festeggiato della famosa festa. Era
un tipo molto bello anche se basso. Era un artista e come tutti gli artisti passavano
dalla solarità all'ombrosità facilmente. Ma lui quando era con gli amici era
una cosa spassosissima...specie se c'era anche Stefano. Avevano entrambi la
battuta pronta e scherzavano per tutto, si inventavano sempre una più del
diavolo...solo che Stefano era più asfissiante e sadico, invece Francesco più
simpatico e ninino a modo suo....era piacevole essere presi di mira da
Francesco, invece da Stefano....l'unica era uccidersi!
L'artista era biondo coi capelli lisci fino al collo, occhi color nocciola e
viso dai lineamenti regolari. Bellezza classica. Era sempre circondato da gente
e amava il casino. Tutti lo conoscevano, era sciolto....il ragazzo perfetto che
tutti avrebbero sempre voluto, bravo negli sport, sembrava anche nello studio,
disegnatore, sapeva suonare e cantare da dio di tutto...bello...era il massimo.
Astrid fu di lui che si prese una bella cotta....scoprendo a sue spese in
futuro che aveva un solo grandissimo difetto...anzi due....era indeciso,
eternamente indeciso, ed incapace di amare e far sentire amata una ragazza. Da
tenere come amico e confidente ma non di più.
Stefano era completamente diverso nonostante fossero amici d'infanzia e
facessero entrambi ridere tantissimo....lui era più cattivello e mostrava
prevalentemente solo difetti. Incapace di essere serio odiava il caos e la
gente, si circondava di pochi ma buoni amici e mostrava la sua amicizia a modo
suo...tutto personale. Era un tipo tutto da scoprire ed erano più quelli che ci
stavano alla larga. Non si capiva mai nulla di lui ma o lo si odiava o lo si
amava. Affascinava ma a conoscerlo bene poi si finiva per scappare a gambe
levate.
Erano come un angelo e un diavolo, Francesco e Stefano. Tanto indeciso e
incapace di amare e pieno di pregi l'uno, tanto deciso, sicuro, capace di un
amore tutto particolare e pieno di difetti l'altro.
Si pensava che Stefano fosse dotato dell'unico pregio della simpatia....per il
resto fosse solo una frana.
Non certo quello che si sarebbe mostrato in futuro in privato.
Quando arrivò Francesco arrivò la massa di gente da tutte le parti del Friuli
che lo conoscevano e volevano passare la giornata con lui....altre due ragazze
lo corteggiarono quel giorno unendosi a loro. Poi amici vari come un altro
Francesco,
ad Astrid sembrò morire in mezzo a tante persone. Lei non lo sapeva ma si trovò
in perfetto accordo mentale con Stefano....avrebbero voluto tornare al
gruppetto ristretto di prima.
Non ci fu un esatto momento in cui si accorsero che i rapporti cambiarono
totalmente...ma cambiarono.
Stefano attuò le sue intenzioni di stuzzicare quel lupo musone di Astrid, lei
si infastidì della cosa...tanto da risvegliare il lato cattivo e reattivo della
bionda.
Fu camminando sulla spiaggia ai bordi del bagnasciuga, che si imbatterono in un
gruppetto da loro conosciuto di ragazzini. Erano della zona e loro sembravano
esserci amici.
Si salutarono e si presentarono un po' velocemente.
Astrid non ascoltò i loro nomi, era impegnata ad osservare Francesco e
prevalentemente ad ignorare Stefano perché aveva un modo di prendere in giro la
gente che le dava parecchio fastidio.
- ehi, tu, scusa, com'è che ti chiami? G...Gas...Gastrid....com'era?-
la ragazza spalancò gli occhi e li posò sul malcapitato che aveva osato così
tanto.
Un ragazzino. Uno stupido ed insignificante ragazzino aveva osato non solo
chiamarla, ma anche storpiarle il nome a quel modo...strinse gli occhi a due
fessure sottili color verde cupo, poi squadrò malamente il piccoletto
sovrastandolo in tutta la sua altezza. Si era fatto uno strano silenzio.
- io. Mi. Chiamo. ASTRID-
leggermente irata, con voce oltretombale da gelare il sangue nelle vene,
rispose.
La cosa interessò ancor di più a Stefano che riprese a camminare facendo finta
di ignorare l'accaduto...per poi chiamarla alla prima occasione:
- Gastrid com'è che poi torni a casa?-
e lì un urlo si levò, un ringhio pericoloso....che la fece notare a tutti.
L'unico a ridere come un cretino sadicamente divertito era la causa di tutto.
Non gli era più cara la vita.
- io ODIO quando mi storpiano il nome!-
- ma va!-
artigliò le unghie...voleva stringere quel collo insignificante.
In un solo attimo fu messo sulla lista nera!
Entrambi sarebbero stati segnati!
Lei si pentì subito di essersi
totalmente lasciata andare in quel modo, ma proprio non aveva risposto di se.
Non aveva un carattere facile, tutt’altro. Al di fuori di un ambiente familiare
era chiusa, silenziosa e composta. Solo una persona riusciva a far mostrare
così davanti a tutti il suo vero lato!
E l’aveva appena conosciuto.
Il duo Stefano-Francesco divenne
subito famoso. Erano come Paolo e Luca di Camera Cafè, con lo stesso rapporto che
faceva malignare sulla loro sessualità. Condito anche dal loro modo di
scherzare facendo finta di essere fidanzati gay!
Ad Astrid divertì molto la cosa,
ma solo perché di mezzo c’era Francesco. Piantò il muso a lungo a Stefano,
specie perché da lì in poi l’avrebbe sempre costantemente chiamata Gastrid. Gas
per gli amici. Sarebbe stato così stressantemente insistente che tutti, ma
proprio tutti, avrebbero finito per chiamarla così…e lei stessa per rassegnarsi
e accettare il nomignolo odiato.
Fece fatica, ad esempio, a
rimanere indifferente davanti al siparietto delle due checche in amore.
Erano seduti accanto e chissà come
tornarono al loro scatch preferito. Accavallarono le gambe intrecciandole le
une con le altre, e abbracciati dichiararono la loro omosessualità facendo
ridere chiunque guardassero, tranne colei che avevano di fronte. Astrid.
I due amici non si separavano mai,
potevano separarsi gli altri ma non Stefano e Francesco. La ragazza ricamò
parecchio sulla cosa anche se esternamente sembrava non toccarla. Anche se a
dire il vero capì subito che non era tutto da ridurre a stramberie simili, era
un amicizia molto profonda e non era proprio il caso di ‘sporcarla’ con ‘altro’
come lei amava fare su un po’ tutti.
Fu il moro a cercarsela sempre.
Ogni vola che si rivolgeva a lei la chiamava con quel suo nomignolo e la
stuzzicava in mille modi esasperandola.
Per raccontarne una delle tante,
erano Astrid, Stefano e un signore adulto che conosceva il ragazzo. Parlavano
amichevolmente del più e del meno, poi il signore si presentò ad Astrid. Quando
lui le chiese che scuola facesse lei rispose:
- faccio il Ceconi, il corso per i
Servizi Sociali-
L’uomo allora sembrò sapere di
quale stesse parlando tanto che continuò:
- ah, come quello che fa Luca
Moznich-
Lei si fece scappare un alzata
d’occhi e con tono di mal sopportazione disse:
- si….purtroppo sono in classe con
lui…-
- purtroppo…come mai?-
- ehhhh, è un po’ esasperante ed
insopportabile, diciamo….ma non sono proprio in classe con lui, lui è
nell’altra sezione.-
- oh, interessante…-
Quando lui sembrava che stesse per
approfondire fu interrotto da un’altra persona che gli disse al volo una cosa.
Nel mentre Stefano che aveva assistito con una strana espressione a dir poco
divertito, le si era avvicinato ulteriormente e aveva detto fra i denti senza
farsi notare da nessuno:
- guarda che lui è il padre di
Luca…-
Lei rimase semplicemente a bocca
spalancata, volto rossissimo e imbarazzata come una verdura cruda le sfuggì un
esclamazione poco raffinata e femminile:
- cazzo!-
E poi…
- scemo, ma perché non me l’hai
detto prima!!! No, doveva farmi fare la figura di merda….stronzo, me la paghi!-
Non ricevette risposte ma solo
risa strafottenti. Il segno era indelebilmente passato. A morte Stefano! Tanto
interessante all’apparenza quanto stronzo e antipatico in realtà.
Passò una buona mezz’ora ad
insultarlo e a cercare di dimenticare la pessima figura fatta con quell’uomo…si
trovò a sospirare fra se e se sul fatto che fosse un padre dal forte senso
dell’umorismo.
Ebbe comunque modo di vendicarsi
in un secondo momento in cui erano tutti rigorosamente in gruppo a scherzare.
Al centro dell’attenzione c’era Valentina e Stefano, tanto per cambiare. Lui le
stava dicendo cattivissimo e bastardo ciò che non doveva fare…
- non dovresti comportarti da
superficiale, svampita, snob, ottusa. Dovresti attivare più spesso il cervello
e non far finta di essere in un mondo a parte trattando tutti con un ingenuità
fastidiosa…-
Poi aggiunse altri epiteti
veramente antipatici. Tutto con gran serietà e compostezza che riuscì a far
effetto agli ascoltatori. Non capirono dove voleva andare a parare, forse
voleva solo dire quel che pensava facendo credere a tutti di star scherzando
alle spese di qualcuno. Ma anche quella volta trovò pane per i suoi denti, se
nessuno era in grado si parlare come faceva lui, Astrid lo era. Senza pensarci
su, quando c’era di mezzo Stefano non riusciva più a ragionare tranquilla,
prese la parola senza avvisare. Disse seria sullo stesso identico tono
ufficiale di lui:
- insomma, tutto quello che fai
tu!-
La gente si voltò a guardarla
mentre il silenzio calava. Lei si preparò alla sicura risposta, Stefano non
rimaneva mai senza parole…aspettava…e aspettava…e aspettò invano perché al
posto della battuta arrivò una risata generale e un applauso. Astrid in un
secondo, sempre comunque per colpa di quel tipo, era finita al centro
dell’attenzione…come lo sarebbe stata per tutto il giorno e il resto degli
incontri futuri….il segreto? Era l’unica a riuscir a tenere testa a Stefano.
Perfino Francesco che era sempre
col suo amico quella volta si schierò con lei dicendo a lui che aveva trovato
pane per i suoi denti!
Non capiva inoltre come mai tutto
quello che faceva Stefano diventava una moda…lo copiavano e gli obbedivano. I
capi erano lui e Francesco…ma ‘comandavano’ in modo diverso. Ad esempio si era
impuntato su Astrid e la tormentava tutto il giorno….tutti lo facevano….ma la
cosa più assurda era che a lei non infastidiva minimamente quando lo facevano
gli altri. Se lo faceva Francesco ne era felice, se lo facevano chissachi lo
ignorava, ma se lo faceva Stefano usciva di testa…diventava una bestia. Non
riusciva a controllarsi e a lasciar correre se c‘era di mezzo quell‘essere.
Lui aveva un modo di sfottere e
rompere imparagonabile. Se metteva qualcosa in cima ai suoi interessi era
finita.
Lo chiese:
- ma scusate…voi che lo conoscete
meglio…perché cavolo non mi lascia in pace? Non fa così con tutti!-
Le ripose Francesco divertito:
- fa così perché lo trova
stimolante e interessante. Lo diverti più degli altri. -
Grande risposta!
- ma se non mi conosce perché deve
fare già così!!!!-
- va a pelle, ad istinto. Forse ha
deciso che sei troppo musona…o che quando ti arrabbi sei divertente…o magari
odia solo essere ignorato e sa come evitare la cosa!-
Sbuffò seccata…
- quanto andrà avanti?-
Speranzosa che le dicesse solo per
poco…
- per il resto dei tuoi giorni!-
Scoppiò in un allegra risata
osservando la sua faccia.
Lo lasciava fare solo perché gli
piaceva sempre di più!
Altro momento, altra medesima
battuta e risposta:
- Gastrid, dì qualcosa!-
Lei tetra e schietta sbottò:
- qualcosa!-
La risposta lasciò momentaneamente
senza parole Stefano che sentì ridere chi li ascoltava. Era incredibile. Anzi
entrambi lo erano. Talmente divertenti da preferirli al cinema. Lui tormentoso
e scassa palle al massimo, smonava tutti con le sue stronzate serissime, lei
inizialmente sempre composta, sembrava non essere toccata, riusciva a
rispondere a tono e a volte perfino a lasciarlo senza parole. poi si vedeva
costretta a lasciarsi andare arrabbiandosi, insultando e calciandolo per farsi
lasciare in pace.
Erano più che comici!
Vedendo poi sia lui che Francesco
all’opera insieme, tutti sarebbero circa morti. Non lei con una forte volontà,
un caratteraccio terribile e un polso di ferro.
Si misero a copiare entrambi le
pose che assumeva Astrid. Lei di per se non prendeva mosse particolari. Stava
semplicemente in piedi o con le mani in tasca o ai fianchi o incrociate sullo
stomaco…forse era buffa la sua testa inclinata di lato!
Lei metteva le mani di qua e loro
di qua, lei i piedi di là e loro di là….poteva anche fare delle smorfie che
loro l’avrebbero imitata…e quando chiese seccatissima e ringhiante che cosa
diavolo avessero da copiarla loro alzando le spalle uno serio e uno ridente
dissero candidi:
- nulla!-
Erano giunti a metà giornata e
sarebbero volute ancora molte ore prima di poter tornare a casa. Il tempo volava
e tutti si divertivano. Stefano, ma anche Francesco, aveva il suo passatempo,
Astrid il suo daffare a toglierselo dalle scatole e a tenergli testa….e tutti a
guardarli e a scommettere chi avrebbe vinto il medesimo battibecco. Non si
sarebbero mai stufati e fosse stato per loro non se ne sarebbero nemmeno mai
andati via.
Fu invece camminando sulla
spiaggia una delle migliaia di volta che Stefano scoprì l’asso nella
manica…trovò il modo di essere sincero senza farsi prendere in giro e credere
da nessuno.
E come il discorso del nome, anche
questa trovata, Astrid, se la sarebbe trascinata per il resto dei suoi giorni…
FINE CAPITOLO 2 |
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** e la giornata non finisce proprio più ***
CAPITOLO 3: E LA GIORNATA NON
FINISCE PROPRIO PIU’!!!!!!
Camminavano tutti in gruppo con un
codazzo per Francesco spropositato che via via andava scemando per lasciare i
ristretti amici di sempre.
Il vento soffiava piuttosto freddo
spettinando tutti, mentre il mare grigio e movimentato, anche se non
eccessivamente, il cielo aveva alcune nuvole e durante il giorno era caduta un
po’ di pioggia ogni tanto…che comunque non aveva fermato il così ben assortito
gruppo.
Fra una passeggiata e l’altra sul
bagnasciuga le risate e gli scherzi non si sprecarono, ma fra tutti si levavano
i botta e riposta acidissimi fra Astrid e Stefano.
- Allora, Gastrid, come hai
intenzione di tornare? -
- a piedi piuttosto che tornare in
macchina con te!-
- ok, ottima scelta, te lo stavo
giusto per proporre…-
- bene, è l’unica cosa su cui
andiamo d’accordo!-
- ovvero? Che tu andrai a piedi?-
- no, che non vogliamo passare un
minuto di più insieme! Quindi tela pure che mi dai fastidio…-
- cara, dopo di te…-
- E NON CHIAMARMI GASTRID,
IDIOTA!-
- va bene Gastrid!-
- AAAAHHH! SMETTILA SMETTILA
SMETTILA! NON TI SOPPORTO! È DA TUTTO IL GIORNO CHE NON MI MOLLI, MACOSA
VUOIIIII!!!!!-
Astrid era scoppiata…e Stefano più
che soddisfatto del suo lavoro stava già escogitando sghignazzando
qualcos’altro.
Guardò a terra e gli venne subito
un idea geniale, secondo lui.
Nella sabbia c’era una conciglia.
Lui la raccolse mentre lei lo
ricopriva gentilmente di insulti, la lavò nell’acqua di mare e poi interruppe
quel fiume infuriato con un sorriso da damerino e una faccia tosta da prendere
a schiaffi!
La porse alla bionda e disse:
- questo è in segno del nostro
amore….facciamo pace, tesoro!-
- cos’è, il pegno del matrimonio?-
Cinica e senza impietosirsi. Poi
guardò gli occhi che dicevano tienila ti prego…e si mise a ridere per quanto
buffo fosse…forse era la prima risata della giornata!
Lui, Stefano, reputato antipatico ed
odioso da lei, fu capace con le sole espressioni di farla scoppiare a ridere di
gusto.
Decise di tenere la
conchiglia..chissà che non si convincesse a lasciarla in pace…fosse sempre
così!
Lo guardò attentamente, in fin dei
conti non era male, aveva i suoi pregi….molto nascosti e confusi….tanto che non
riusciva ancora a capirli…ma era riuscito a farla sorridere e distendere almeno
per un attimo. Era riuscita a dimenticare il suo odio più o meno profondo per
la gente. Anche se era stata molto al centro dell’attenzione e fatto diverse
figuracce si era rilassata e non aveva pensato che voleva tornarsene a casa…o
meglio l’aveva pensato ma solo mentre insultava Stefano. Spesso a dire il
vero…ma solo simbolicamente!
Era riuscito, a modo suo, a farla
stare…bè, non bene…ma non chiusa in se stessa, non eccessivamente selvatica e
scontrosa…
Lo rivalutò per un attimo mentre
ripresero a camminare con gli altri lungo la spiaggia. Alcuni giocavano a
spingersi nell’acqua per bagnarsi i piedi e Astrid che rimaneva rigorosamente
asciutta rideva malamente di loro…Stefano l’aveva contagiata più del previsto!
Sembrava andassero visibilmente
più d’accordo, cinque minuti circa senza battibeccare o litigare.
Lei, veramente, lo stava
rivalutando…se si metteva in testa una cosa la otteneva….ora forse si era messo
in testa di mettere pace fra i due.
Illusa.
- Gastrid!-
- COSA!?-
- oh, non serve che mi rispondi in
modo così pronto…-
- idiota…era per dire…che cazzo
dici?-
- ma come parli?-
- perché, come parlo? Sono chiara
no?-
- ma che dici? Sei confusa?-
- deficiente, ti chiedevo...come
diavolo mi hai chiamato?-
- ah…Gastrid!-
- scemo era retorica! Come osi,
insomma!-
- con la voce!-
- ho voglia di strozzarti…-
- se vuoi finire in carcere fa
pure, ma sii dolce se ti riesce…dubito ma te lo chiedo ugualmente!-
- ti odio, te l’ho già detto
questa giornata?-
- adoro quando me lo dici…-
- ok, ti odio!-
-mmm…ragazzi, sbaglio o qui c’è
puzza di Gas?-
- Gas? No, io sento solo puzza di
uno stronzo grande e nero! -
- è commovente come riconosci l’amore
che provi per me…-
- che diavolo dici?
- mi ama proprio!-
Ringhiò in risposta non sapendo
più che fare e che dire…la rivalutazione era terminata ed esasperata al massimo
prese la conchiglia che gli aveva regalato e la buttò a terra sulla sabbia, poi
per far fermare quel pezzo di idiota(nominato così da lei), lo prese per il
collo della giacca e lo avvicinò pericolosamente con aria ultraminacciosa. Poi
gli fece abbassare lo sguardo e pestò con forza la conchiglia!
- ecco cosa faccio al nostro
amore!-
Poi detto questo se ne andò veloce
davanti a tutti guidando il gruppo che rideva divertito…lo lasciò disperarsi come un bambino che per mestiere
faceva il comico.
Veramente avrebbe dovuto fare quel
lavoro, lui.
Come sempre, l cosa più esilarante
fu vedere Stefano fare tutte quelle scenate finte ma molto veritiere che
avevano sempre successo!
- GAS NON MI AMA PIUUUUUU!!!!!-
- scusa ma…quand’è che ti aveva
amato?-
Francesco ridendo intervenne
alimentando l’ilarità generale…che ovviamente vedeva fuori Astrid, l’artefice
di tutto.
Anche quella volta era stata
protagonista e al centro dell’attenzione…prima o poi Stefano l’avrebbe
pagata…lei odiava stare al centro di tutto!
Quella volta era ancora così!
Dal punto di vista di Stefano, il
bel moro mal giudicato, chissà perché, da Astrid, lei era strana e diversa
dalle altre. Aveva quel qualcosa che lo stimolava a non mollarla mai.
Solitamente ignorava la gente che non suscitava in lui alcuna cattiveria o
battuta…ed erano in molti ad essere ignorati da lui, con sommo dispiacere di
questi ‘altri’. ma se capitava di trovare qualcuno, e succedeva raramente, che
attirava la sua attenzione e tirava fuori il lato peggiore di Stefano….finiva
per far tirare anche all’interessato quel medesimo lato peggiore.
Con Astrid era così. Lei non era
come appariva e voleva vedere e mostrarla a tutti…anche se poi magari se ne
sarebbe pentito. Era convinto di far la cosa giusta e di divertirsi oltre ogni
dire. Le persone secondo Stefano si dividevano in tre gruppi:
Quelle interessanti, quelle da
ignorare quindi insipide e troppo ordinarie, e quelle antipatiche da trattare
come delle cacche! Se si era nella terza categoria si era morti. Sapeva essere
peggio del peggior nemico e l’unica era veramente non uscire di casa. Se si era
nel secondo gruppo…bè per molti aspetti era la cosa migliore ma ci si sentiva
totalmente tagliati fuori ed era come non esistere. Era bruttissim oanche
quello. Se invece si entrava nella prima categoria ci si doveva armare di
grande pazienza e del suo pari senso dell’umorismo per non soccombere.
Finivi o per amarlo alla follia o
per scappare…per questo Stefano non si poteva certo dire di essere amato e
popolare quanto lo era Francesco.
Era difficile spiegare Stefano.
Ma tutto sommato bisognava sperare
di essere in questo primo gruppo.
Era la cosa migliore.
Astrid era nel primo.
Lei era interessante sotto molti
aspetti e sarebbe riuscito a cogliere il vero lato di quella ragazza così
selvatica…nella realtà sarebbe dovuta essere esilarante e spassosa.
E poi era l’unica a non ridere
sempre ogni volta che lui apriva bocca, era l’unica a dire le battute e le
cattiverie che facevano ridere gli altri seriamente, era l’unica a reggere il
confronto con lui e coi botta-risposta.
Era l’unica a riuscire a far molte
cose dal suo punto di vista molto strambo e stravagante. Aveva uno strano metro
di giudizio.
A quel tempo la ragazza era ancora
una ragazzina ma magari con un po’ di buona osservazione si sarebbe riuscito a
scorgere quello che un po’ sarebbe riuscita a diventare fra qualche anno…e
forse fra qualche anno sarebbe stata assolutamente da fermare e non lasciar
andare…certo, magari era anche questo, in parte, che aveva mosso l’interesse
del devastante e del fenomeno Stefano.
Infatti, a conferma di queste
tesi, arrivò la voglia di stuzzicarla oltremodo.
Lei era furba. Prendeva in giro in
modo molto sottile e nascosto anche se pian piano il suo vero lato veniva a
galla…sembrava molto ma molto simile a lui. Cinica, stronza, bastarda…ma chissà
se era vero.
Si divertiva a guardarla ridere
sadicamente di nascosto mentre gli altri si bagnavano stupidamente…così riuscì
ad incastrarla.
Non capì come Astrid, ma per
Stefano fu un gioco da ragazzi…tutti i ragazzi la circondarono e l’afferrarono
per trascinarla in mare…lei puntò i piedi mentre tutte le ragazze invidiose
guardavano la scena volendo essere al suo posto. Stefano da un lato, Francesco
dall’altro, Luca e Davide…bè…non c’era che dire…proprio divertente, carina ed
esilarante…specie se lei si fosse lasciata fare…peccato che in quell0’attimo
venne fuori tutto il suo carattere…insomma, non ce la fecero. Non le bagnarono
nemmeno le scarpe!
Già…proprio
interessante…probabilmente era questo che Stefano diceva fra se e se.
La fine della bellissima giornata per
alcuni e terribile per altri…innovativa per altri ancora…arrivò…per fortuna o
per disgrazia ma arrivò.
Anche se non tanto facilmente.
Dovette prima beccarsi alcune pallonate da Stefano mentre giocava a calcio con
Davide nello spiazzo davanti alla macchina. Astrid, Valentina e un’altra
ragazza erano sedute in fila davanti a loro e li guardavano chiaccherando
ancora un po’.
Era stato bello, avevano asserito
così….anche se i pensieri di Astrid non erano così rosei…facendo partire un
‘deficiente’ ogni volta che la palla arrivava magicamente dal piede di Stefano
al suo volto!
Fu altrettanto strano quando fu
proprio proprio ora di andare. Dovettero alzarsi, le tre ragazze…due tesero la
mano chiedendo ai ragazzi di aiutarle…siccome lo facevano loro si trovò costretta,
chissà perché, a farlo anche lei. Le altre due non furono calcolate nemmeno di
striscio, mentre le mani della bionda furono afferrate da quelle di Stefano.
Silenzio da parte dei due…lui l
tirò e lei sorpresissima si fece fare. Si trovarono in piedi l’uno davanti
all’altro. L’unico che riusciva a fissare dritto negli occhi, a quel tempo, era
proprio lui e in quell’attimo accadde proprio quello.
- oh, grazie…-
Disse lei.
Sicuramente fu l’unico momento
normale e calmo della giornata. Quando si presero le mani, anzi lui gliele
prese, e si guardarono da così vicino.
Queto la confuse parecchio anche
perché notò per la prima volta gli occhi così particolari e profondi di lui. Un
colore non proprio definito sul verde ma dalle pagliuzze dorate e argentate. Potevano
esistere occhi così? E poi che sguardo era quello? Insolente sotto alcuni punti
di vista, provocante sotto altri…strano ad ogni modo.
Non lo capì ma le piacque e volle
che fosse sempre così.
Ma subito smentì l’impressione che
diede in quel piccolo momento.
- prego amore mio…-
Sospensione…
-…mia Gastrid…-
In risposta un pestone e il
momento magico finì immediatamente. Si mollarono le mani e espressioni cattive
e sadiche tornarono.
Il viaggio del ritorno fu
totalmente diverso dell’andata. Ad un certo punto si trovò in mezzo all’orda e
chissà come sia le mani di Stefano che quelle di Luca finirono sulla sua testa
a spettinarle i capelli…il pretesto fu stupido, ma ancora una volta si
divertirono a sue spese facendola andare al centro dell’attenzione.
Una giornata. Una giornata sola…e
tutto era cambiato. Lei era cambiata agli occhi di un ragazzo. Aveva imparato
ad odiare e ad essere sorpresa e a sorprendere…aveva imparato molto da quella
stessa persona…specie che avrebbe voluto capire come diavolo era in realtà
anche lui.
E le ripercussioni di tutti quei
cambiamenti si sarebbero viste più avanti.
La ciliegina sulla torta fu
scoprire di essersi persi dietro a casa di Astrid. Lei non aveva idea di dove
fossero di preciso e in macchina
c’erano solo Stefano, Davide e Luca…che ne sapevano loro?
Il panico dilagò in lei. Come
tornava a casa ora?
Poi Stefano diresse le guide…e in
quattro e quattr’otto la portò davanti al suo cancello…
- stupida, non sapevi nemmeno di
essere dietro casa tua?-
Stupida…pure stupida si era
beccata!
- ma come lo sapevi, scusa?-
- ti ho già accompagnata una
volta, ero in macchina con Francesco, guidava lui…non ricordi?-
Già…fu proprio divertente scoprire
che lui sapeva molto più di quel che sembrava…altro che incontrata quel giorno o
alla festa di Francesco…i conti non le tornarono!
FINE CAPITOLO 3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** una piccola gita un gran caos ***
*ecco finalmente un altro capitolo
della serie. Nello scorso ho lanciato tutte le buone proposte per fare una
storia d’amore….ma….non lasciatevi ingannare…o meglio…chissà, magari d’amore si
parlerà anche ma non giurate sul finale…con queste parole che avevano il solo
scopo di incasinarvi ancora di più e di non dire nulla di fatto, vi auguro
buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO 4: UNA PICCOLA GITA, UN
GRAN CAOS
Erano passati diversi giorni da
quella famossissima ormai entrata nella storia Pasquetta. Da quella data erano
diventati a dir poco un gruppo affiatato, tutti amici ed Astrid inserita sempre
di più…ogni volta era al centro dell’attenzione contro ogni sua volontà e solo
perché in fin dei conti era Stefano a volerlo. Non la lasciava mai in pace e
non la mollava un secondo tormentandola in ogni modo possibile, con mille
scherzi e scemate che si inventava all’ultimo momento per farle togliere
quell’espressione sempre imbronciata. Era così selvatica quella ragazza…doveva
lasciarsi andare, insomma!
Aveva quel certo non so che che
gli impediva di lasciarla perdere. Non sapeva bene, voleva capirla, voleva
vedere com’era in realtà….voleva molte cose da lei, cose che non se ne rendeva
conto.
Era un mese estivo ma non uno dei
più caldi. Organizzarono una piccola vacanza di tre giorni. Erano in montagna
in una casa grande dei genitori di Francesco. Loro erano ricchi e vivevano in
una bella villetta spaziosa. Come sempre quella volta c’erano: Astrid, Stefano,
Francesco, la sorella di Francesco, Martina, Davide, Luca, Valentina e un’altra
ragazza che non veniva da tempo ma che per l’occasione era tornata. Si chiamava
Carmen. Lei era carina ma nulla di particolare, Valentina era molto più bella.
Bionda occhi azzurri, magra. Aveva un caratterino tosto e molto simpatica…ma
sembrava non sopportare Stefano, mentre lui la ignorava di brutto.
Ovviamente le ragazze fecero
subito comunella prendendo nel loro giro anche Astrid che non spettegolava come
loro ma ascoltava divertita vari aneddoti.
In quel periodo Astrid era ancora
più persa per Francesco, il bel Francesco che aveva ricevuto l’approvazione di
tutta l’allegra famiglia numerosa della bionda.
Anche su Stefano avevano dato il
loro assenso dicendo che era molto bello anche lui…facendo aprire finalmente
gli occhi alla ‘ceca’ Astrid che fino a quel momento aveva sostenuto che quello
stronzo di Stefano era brutto!
Anche se aveva ammesso che era
carino l’odio che nutriva nei suoi confronti era troppo grande…e guastava anche
l’aspetto. Il fatto era che per entrare nelle grazie della ragazza bisognava
principalmente lasciarla in pace e poi in un secondo momento sparare battute
per farla ridere, ma sempre con discrezione.
Francesco sembrava rispondere ai
punti di ragazzo ideale della selvatica musona.
Le camere erano organizzate come
previsto le ragazze in una camera, i ragazzi in un’altra.
Era più il tempo in cui stavano
stesi al sole a pacchiare che il tempo in cui facevano qualcosa di effettivo.
Ma non erano sempre in rigoroso gruppo, erano spesso sparsi in sotto insiemi un
po’ qua un po’ là. Molti andavano a fare passeggiate, altri giocavano a calcio,
molti si occupavano delle cose pratiche…e molti stavano solo a prendere il
sole, appunto.
Il primo giorno fu molto
divertente come anche tutti gli altri. Stavano spesso a cantare, Francesco si
metteva la chitarra in mano e improvvisava canzoni famose portandosi dietro il
coro di quasi tutti. Gli unici che non cantavano erano Stefano, Astrid e
Davide….Davide era normale che non cantasse…quello era come se non avesse la
voce, parlava già poco, figurarsi cantare. Stefano e Astrid non erano
ugualmente tipi da canto.
Ma loro malgrado stavano lì e
ascoltavano battibeccando ugualmente e facendosi smorfie.
Era sempre più assurdo, però. Lui
la cercava ogni momento e dove era lei era sicuramente anche lui. Finivano per
fare la litigata dell’ora, ovviamente tutta in tono scherzoso, e poi
stop…facevano vita di società per tornare ad attaccarsi alla prima occasione.
Lei sembrava essere di buon umore,
lo si capiva da come ribatteva su ogni cosa che il moro diceva anche non
rivolta a lei. Trovava qualcosa da dire qualunque lui dicesse.
Il primo giorno Davide lo passò
tutto il tempo serio più del solito e cupo. Aveva qualcosa che non andava e
nonostante Valentina gli chiedesse che avesse lui non rispondeva mai. Stava con
Stefano e col gruppo ma non rideva mai…e stare con Stefano senza ridere mai era
si strano!
Fu verso pomeriggio tardi che
arrivò il simbolo che distinse tutta la vacanza identificandola come ‘quel’
giorno particolare.
Erano sparpagliati per il giardino
verde in diversi piccoli gruppetti.
C’era una panchina, anzi due messe
vicine. Quelle erano ormai di proprietà di Astrid, Valentina e Carmen. Si
mettevano sempre lì…e se lì c’era Astrid ovviamente c’era sempre anche Stefano.
Francesco girava, non stava mai fermo come anche Luca, Davide…bi lui era di
cattivo umore quindi era spesso solo.
Ad un certo punto Stefano e Davide
si alzarono dalle panchine dicendo che dovevano parlare…ovvero forse Davide si
decideva a parlare con qualcuno(Stefano era la persona meno indicata per quello
ma l’unico con cui potesse parlare)di quello che aveva. Prima di andarsene ci
fu un breve scambio di parole che vide Astrid e Valentina protagoniste…Stefano
si fermò in piedi e l’ascoltò attento, poi se ne uscì così:
- Ma Gastrid…da quando hai la erre
moscia?-
Bene, se voleva irritarla ce
l’aveva fatta. Lei non aveva la erre moscia, ma lui l’aveva detto solo per
farla arrabbiare, così, tanto per dire…lui si annoiava per cui doveva pur fare
il mona!
- ma che dici, io non ho affatto
la ERRE moscia!-
Ma lui si voltò andandosene con
accanto Davide che proprio non aveva fatto nessuna piega. Lei se ne risentì,
prima le rompeva le scatole poi la ignorava…
- si si, certo, come No…-
E osava pure prenderla in giro
ancor di più…quando fu a qualche metro di distanza lei non ci vide più….doveva
vere l’ultima parola così? No, mai….lui non poteva avere l’ultima parola con
lei…fu così tutta infuriata e presa da sacro furore che aprì la bocca serimente
intenzionata a rispondergli. Non aveva idea di che sarebbe uscito da quelle
labbra ma parlò ugualmente. Non aveva importanza cosa dire, doveva ribattere
subito.
Così non ci pensò e ad un tono di
voce alto che tutti udirono sentenziò:
- BE’, E TU HAI QUALCOS’ALTRO DI
MOSCIO!!!!!-
Prima che potesse rendersi conto
di quanto aveva detto sentì tutti, sia vicini che lontani, che ridevano della
sua uscita…Davide si girò e, udite udite, rideva di gusto piegato in due,
mentre Valentina e Carmen le davano pacche sulla schiena ridendo a loro
volta…così anche lei registrò quanto aveva detto e scoppiò a ridere come gli
altri. Vide Stefano voltarsi e guardare Davide in quelle condizioni…ora a che
serviva lui? Ma il primo pensiero fu risponderle…
- è tutto merito tuo cara…-
Ma la risposta anche questa
geniale fu persa fra le risa di tutti. Fu un peccato che non si udì ma un
vantaggio per lei che risultò la vincitrice di quell’ennesimo battibecco!
Dovette ammettere anche Stefano
stesso…era stata divertente…e lo ammise concedendosi di ridere anche lui!
Ecco come faceva lei a star dietro
a quel tornado…come faceva sempre a rispondergli a tutto e a non dargliela mai
vinta…perché lei apriva bocca senza pensare e realizzare che avrebbe detto…questo
le permetteva di non rimanere mai senza parole!
Dote molto importante per il bel
moro che si appartò con Davide a confessarlo!
Questo rallegrò la giornata di
quest’ultimo tanto che non fu più di cattivo umore.
Dopo quella scena, Stefano e
Davide si appartarono e parlarono a lungo. Nessuno seppe su cosa…rimase un
mistero. Per Astrid era una novità…che Stefano potesse veramente parlare
seriamente con un amico per aiutarlo? Così il discorso fu spostato facilmente
sul ragazzo. Carmen e Valentian sembravano conoscerlo da più tempo così ne
parlarono:
- è cambiato molto…-
- si, è vero, l’ho notato anche
io…-
- cambiato?-
Si inserì interessata Astrid…ma
che dicevano? Quel tipo cambiato? E come poteva essere prima?
- si…prima era molto diverso. Come
dire…più normale. Ora invece scherza e basta, si prende gioco di tutti,
ironizza su ogni cosa. Un tempo non era così…-
- Oh…-
Rimase senza parole, non riusciva
ad immaginarlo. Per lei Stefano doveva sempre essere stato così, era
impossibile immaginarlo ‘normale’.
- si, probabilmente è cambiato
dopo quello che gli è successo…-
La bionda drizzò le orecchie. Ma
allora l’alone di mistero c’era anche intorno a lui…
- cioè?-
Senza farsi problemi chiese
spiegazioni.
- tu non lo hai conosciuto e
quindi non lo puoi sapere. A quel tempo lui stava con una ragazza e da
parecchio tempo. Sai, la classica storia di due cresciuti insieme. Stavano
fidanzati da una vita…lei si chiamava Ilaria. Poi lei lo ha lasciato…e si è
eclissato.-
Non poteva immaginare ugualmente
come doveva essere stato prima. Anche se quella rivelazione l’aveva lasciata un
po’ interdetta.
- si, anche secondo me è così.
Quando è tornato regolarmente a frequentare il gruppo era così…ma la cosa
strana è che fisso fisso viene solo dalla festa di Francesco di quest’anno…-
“orco, vuoi vedere che si
riferiscono a quando io e lui ci siamo incontrati? O meglio quando io ricordo
di averlo incontrato la prima volta?”
Pensò così al volo…poi si trovò
due paia d’occhi addosso…come se…l’accusassero di essere lei la colpevole…
- ragazze io non c’entro nulla…-
- no invece…secondo me è proprio
così…da quando ti ha conosciuto è tornato fra noi completamente!-
- si, è rimasto colpito da
te…infatti vedi il rapporto che avete…-
- perché, che rapporto abbiamo?-
Non l’avrebbe ammesso nemmeno
sotto tortura. A quel tempo non lo sopportava, anche se quel giorno l’avrebbe
rivalutato un po’.
- dai su…nei tuoi confronti è
completamente diverso, ti tiene molto in considerazione, forse più di tutti…-
- si, solo per coprirmi di cacca!-
- ma tu hai i prosciutti negli
occhi?-
- perché?-
- non lo vedi? A parte ad essere
un bel ragazzo, è carismatico e preso molto in considerazione insieme a
Francesco…e non vedi come ti tratta? Quelli sono segni…-
- per far capire quanto è bacata
la sua testa?-
- vedrai che tu gli piaci…-
- si si, come No….uno così è
meglio perderlo che trovarlo…-
Le altre due scossero la testa
convinte che anche lei come Stefano fosse un caso disperato….con loro la
testardaggine era di casa!
- ma poi anche Ilaria…come ha
fatto a lasciarlo?-
Valentina sentenziò. In fin dei
conti non lo conosceva molto, così intervenne Carmen.
- no, il fatto è come si fa a
stare con lui tutto quel tempo…cioè…ha i suoi pregi…che sono pochi…fra questi
sono il bell’aspetto e il talento per baciare…-
Astrid cominciò a tossire alle
cinque del pomeriggio e smise alle cinque del mattino seguente!
- si, io e lui abbiamo avuto una
piccola storia. È stata solo una scappatella di pochi giorni. In uno di quei
momenti, dopo che lui si era lasciato con Ilaria ed era diventato strano. Si,
non era come adesso. Era capace di star seriamente con una donna, ma poi dopo
due giorni è venuta fuori questa sua natura di stronzo ed è finita subito.-
Astrid rimase senza parole. Così
erano stati insieme per due giorni…che rivelazione…chissà che le aveva fatto
lui per farsi lasciare…e odiare così. La cosa le aveva puzzato fin
dall’inizio…Carmen che non lo sopportava, Stefano che non la cagava…
- ma ti assicuro che sarà pure
pieno di difetti…ma bacia come nessun altro…-
La bionda ci sembrò pensare un
attimo su…come se cercasse di immaginarselo…non ci riuscì…l’immagine di quel
ragazzo per lei era completamente guastata dal suo pessimo carattere. Così
spostò l’attenzione sul cambiamento sostanziale e su Stefano in generale…la sua
immagine di gran seduttore le faceva venire in qualche modo accapponare la
pelle.
- Stefano…ti ho detto, all’inizio
era normale, si diceva le sue battute ma aveva momenti di serietà, trattava più
o meno gentilmente tutti. Insomma…un ragazzo come tanti. Poi si è lasciato con
la sua eterna ragazza ed è sparito….è diventato strano, le poche volte che si
faceva vivo era irriconoscibile e non parlava mai..in uno di quei momenti io e
lui ci siamo ‘fatti’. poi è diventato un grandissimo stronzo…e ho cominciato ad
odiarlo. L’ho perso di vista per un bel po’…ed ora torno con la notizia…ovvero
che dopo aver conosciuto te è tornato regolarmente col gruppo…e lo conosco come
si mostra oggi. Il buffone di turno, non sta mai zitto, fermo, serio, si prende
gioco di tutti…è come una corazza questo suo comportamento pazzo e pesantemente
ironico su tutti. Non mostra il vero Stefano. Ma con te è ancora più diverso…è
legato…ha riguardo, non ti molla, si impegna con tutte le sue forze per
tormentarti e per tirar fuori quello che secondo lui tu hai dentro.-
Aveva palrato a lungo dandole una
nuovissima visione di Stefano. Non se l’aspettava così. Lo aveva sempre visto
come uno stronzo incapace di sentimenti gentili e seri.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** la rarità: Stefano serio ***
*Arriva il nuovo capitolo, la gita
di tre giorni continua. Stasera ho visto Stefano per cui ecco spiegato la mia
ispirazione(fra l’altro stasera ha fatto cabaret, tipo zeling!!!). Buona
lettura, non mi rimane che questo da augurarvi! Baci Akane*
CAPITOLO 5: LA RARITA’: STEFANO
SERIO!
Successe un imprevisto…questo fu la
scintilla che fece partire tutto.
Erano seduti Astrid e Stefano
sulle solite panchine, quella volta erano stranamente soli. La giornata era
molto bella e il sole li colpiva in faccia, il caldo comunque non era
soffocante, si stava bene.
Poco prima erano state con loro
anche Valentina e Carmen che avevano fatto un sondaggio sugli occhi. Valentina
li aveva azzurri dalle pagliuzze dorate, Carmen semplicemente castani. Quando
arrivò il momento di indagare sugli occhi degli altri due, vennero elogiati
entrambi, così finirono per guardarsi l’un l’altro. Fu un momento molto strano
specie per lei. Lui la guardò fisso senza imbarazzo, non abbassava lo sguardo o
simili e lei di rimando fece lo stesso. Fu una delle poche volte in cui guardò
negli occhi qualcuno. A quel tempo non lo faceva spesso.
Lui aveva di per se uno sguardo
molto intenso e penetrante. Sicuro. Inoltre era padrone di un colore
particolare. Erano di base verdi con pagliuzze dorate, grigie e un altro colore
che non si riusciva a cogliere bene…lei invece li aveva metà verdi e metà
grigi…la parte in ombra era grigia mentre la parte al sole era verde, ma
cambiavano spesso. Sotto il sole assumevano sfumature dorate e divenivano
chiari, se era nuvoloso invece erano totalmente grigi e cupi. Non era raro vederli,
se stava vicino ad una finestra, uno verde e l’altro grigio. Alla fine
ricevettero i complimenti tutti e due per avere proprio dei bei occhi
Subito dopo erano andate ad
indagare altrove lasciandoli lì.
Ricordavano ancora bene quel
momento.
Lei era stravaccata comodamente
con la caviglia sul ginocchio, nella posa(tipica maschile) era ben in mostra il
lato interno della sua scarpa consumata e vecchia.
Si poteva notare una scritta in
piccolo:
‘Francy’
L’aveva fatta in uno dei giorni
scolastici in cui si annoiava tanto. E senza pensarci l’aveva lasciata…tanto lì
chi avrebbe letto?
Errore.
Solo uno poteva arrivare a leggere
una cosa simile senza farsi i fatti propri. Quello era Stefano.
Lo sguardo cadde casualmente sulla
scarpa della ragazza e con occhio di falco lesse la scritta…e lì fu finita!
- Francy…ma No….Francesco….ti
piace Francesco….-
Cominciò a cantilenare
scimmiottando una voce femminile che lo faceva sembrare una checca!
Lei alzò gli occhi al cielo
sbuffando…era finita…si affannò a negare per un attimo rendendosi subito conto
dell’inutilità del gesto.
Non c’era nulla da fare.
L’avrebbe sfottuta per il resto
della giornata…e oltre!
Stefano dalla sua parte sembrò
semplicemente esibirsi in una semplice e stupida scenata di presa in giro…chi
l’avrebbe mai detto che in realtà era una scenata di gelosia, vista dai suoi
occhi?
Lui era un pagliaccio e come tutti
i pagliacci rideva sempre prendendo in giro tutto e tutti…se stesso e i suoi
sentimenti per primo.
Ma quest’ultimo atto lo faceva in
modo del tutto fuori dal comune, ovvero non con autoironia, bensì calpestando
da solo i suoi sentimenti, quindi di conseguenza se stesso.
Un bravo pagliaccio che si
rispetti non bada mai a se stesso, non mostra mai i suoi sentimenti. Lui era
così e lo sarebbe stato in futuro sempre.
Non era capace di mostrare del
dispiacere se lo provava o della gelosia come tutti. La sua gelosia la
nascondeva come le sue emozioni mostrandosi solo uno stronzo pronto a demolire
gli altri a parole e gesti.
Ma in realtà colui che si demoliva
era solo se stesso.
Astrid ancora non lo capiva ma
conoscendolo pian piano l’avrebbe scoperto.
Era un personaggio triste in fin
dei conti.
I pagliacci lo sono.
Per lui era essenziale non rivelarsi
mai, tutto andava sempre bene, nulla mai lo toccava. Erano gli altri ad essere
toccati dai suoi comportamenti. Erano gli altri a rimanerci male, non lui.
Era importante mantenere tutto
questo.
Lui non si stancava, lui non
soffriva, lui non piangeva, lui non si ingelosiva….a lui non importava mai
nulla di nessuno…a lui non faceva ne caldo ne freddo prendere in giro gli
altri, a lui divertiva far arrabbiare gli altri. A lui piaceva da matti portare
Astrid in certe situazioni e vederla sempre più scoperta.
Ma lui in quel momento era
tutt’altro.
Il pagliaccio nel cuore soffriva,
era stanco, piangeva, era geloso…a lui importava eccome…gli faceva caldo la
situazione in cui si era messo, non si divertiva più…non gli piaceva più nulla
di quel che faceva.
Ma lo faceva lo stesso.
Un pagliaccio è il miglior
autolesionista del mondo.
Lui ne era la prova.
Ma nessuno. Nessuno, a quel tempo,
si accorse dello stato di Stefano, del resto sarebbe stato impossibile. Lui non
l’avrebbe mai permesso.
Continuò ad oltranza a prenderla
in giro…chissà perché, in fin dei conti Astrid non lo capiva….non era una cosa
di cui vergognarsi, gli piaceva un ragazzo in gamba, molto bello, carismatico e
simpaticissimo. Era piano di talenti lui….mica come Stefano.
Non capì il comportamento dello
pseudo amico-nemico.
- Stefano, la vuoi finire,
deficiente?-
Esasperata lo pregò di smetterla.
Lui continuò ancora un po’, quando notò che non lo cagava più, smise. Ma gli
chiese in un tono strano ed indecifrabile, da finto indifferente:
- ma come mai ti piace?-
Lei presa alla sprovvista non capì
subito se stesse scherzano o cosa(solitamente lo capiva subito). Così disse ciò
che le venne in mente:
- ma che dici…chi ti ha detto che
è lui?-
Ricevette uno sguardo eloquente
che non necessitò di risposte.
sbuffò.
- è…insomma, che domanda è? Che ne
so io perché mi piace….mi piace e basta!-
- potresti dire che è bello,
simpatico, intelligente….insomma, se ti piace avrai qualità da elencarmi…-
Ma in realtà la domanda era
un’altra.
Cos’ha lui che io non ho?
La domanda che tutti si sarebbero
posti al suo posto. Ma lui non la disse se non con gli occhi….occhi serafici
che lei non seppe leggere. Distolse lo sguardo dal suo non riuscendo più a
reggerlo. Non era abituata.
Era a disagio. Che doveva dire?
Che doveva fare? Non sapeva…che voleva lui da lei…che doveva dire di preciso,
cosa le piaceva tanto di Francesco…
- senti, non credo siano affari
tuoi…-
Tagliò corto. Lui non disse nulla
all’inizio poi parlò…e quella volta sembrava essere serio:
- di Francesco colpisce tutto, è
normale che ti piaccia, ti ho preso un po’ in giro perché mi andava di
farlo…perché ho pensato…’cazzo, anche lei è caduta nella rete’….tutto lì…-
Astrid fissò gli occhi verde chiaro
in quel momento in quelli dalle mille sfumature di lui. Si stupì ancor di più.
Era veramente Stefano?
- ma…vabbè, non devi
giustificarti….immaginavo fosse una cosa simile…
Ma al pensiero di poco prima si
sarebbe dovuto aggiungere:
‘…proprio lei….che sembrava
diversa…ma perché?’
Ma questo non glielo avrebbe mai
detto.
- non mi stavo
giustificando…volevo solo farti capire che è normale essere attratti da lui…è
una calamita…-
Lei alzò un sopracciglio e
ironicamente come se si trasformasse in Stefano, disse:
- stai cercando di dirmi che sei
geloso perché piace anche a te?-
Era sicura che avrebbe raccolto la
provocazione, lui era tanto bravo in quelle parti…ma sorprendentemente non lo
fece.
- non sto cercando di dire proprio
nulla se non quello che ho detto…-
Si zittì un attimo…quel discorso
era strano e Stefano per primo lo era.
- ma cosa c’è?-
- nulla…-
Lui rispondeva subito, non doveva
mai pensare a quel che diceva…mentre lei in quel momento stava riflettendo ad
ogni risposta. Del resto sembrava che non la stesse attaccando.
- mi sembri strano, non ti ho mai
visto così tranquillo e semplice.-
Glielo disse chiaramente, non
aveva peli sulla lingua con lui e apprezzava proprio questo di quella ragazza.
- ho semplicemente riflettuto un
attimo…-
- questa mi giunge nuova…-
Era troppo disarmante, non stava
bene così…Stefano non scherzava più, non la prendeva in giro, non diceva
monate…si sentiva quasi a disagio. Non gli piaceva la situazione. Non sapeva
che dire. Eppure il giorno prima aveva voluto conoscere il suo vero lato.
- Francesco…di lui tutti perdono
la testa. Lui è tutto. È perfetto, fa alla grande ogni cosa. Sa fare gli
scherzi…non ha la puzza sotto il naso. È un bene che piaccia anche a te…ma
nemmeno tanto…-
- che vuoi dire?-
- non ha mai fatto felice una
donna…-
- e tu?-
E la domanda da dove arrivava? Si
trovò a chiederselo da sola…be’, era arrivata, poco prima, alla conclusione di
volerlo conoscere meglio….era giunto il momento. Ma era insolito, stavano
parlando di Francesco che le piaceva tanto, avrebbe dovuto interessarle
continuare il discorso che si faceva…invece l’aveva spostato su di lui.
Perché? Non era quello il momento
di conoscerlo meglio….o no?
Stefano la fissò nuovamente anche
se lei non fece altrettanto.
- nemmeno io…-
Rassicurante…
- ed esiste qualcuno che ne sia
capace? Di rendere felice una donna…-
-mmm….effettivamente non credo…-
- allora vedi che è una cosa
relativa…dipende dalla donna…la domanda è se tu hai qualcuno che vuoi rendere
felice…-
Non avrebbe mai risposto a quella domanda
perché ad interromperli arrivò proprio Francesco che si unì a loro…seguito dal
solito codazzo…la pace era finita…stop al momento di confidenza e serietà di
Stefano.
L’unica ad averlo avuto e visto
così era Astrid(escludendo Francesco e Davide che erano i suoi migliori amici
ovviamente)…cosa molto significativa…anche se come ogni volta lasciò il dubbio
che in realtà non si fosse trattato solo di uno scherzo anche quello…a lui
venivano troppo bene.
Quando Francesco chiese:
- che fate?-
Lui aveva risposto nel tono di
serioso:
- parliamo male di te Francy…-
Lei avrebbe voluto fulminarlo…fu
con la scarpa della scritta che lo colpì di nascosto alla caviglia. Ma il gesto
non fu notato da nessuno.
Lei in risposta ebbe un
occhiolino…e quello che era? Significato?
Ancora non le era tutto chiaro di
quel complesso ragazzo…ma presto lo sarebbe stato. Pian piano con gli anni.
Ma la risposta alla sua domanda
poteva averla nei suoi comportamenti.
Era facile capire se c’era una
donna che voleva rendere felice…lui per rendere felice qualcuno lo faceva a
modo suo, tormentando, battute acide, scherzi…prese di mira dell’interessato. E
al momento solo una era sotto questa mira. Sarebbe bastato poco a lei per avere
la chiave di Stefano e di molte stranezze di quel momento e di quel periodo. Ma
era ancora presto.
E l’ottusità di entrambi ma specie
della bionda era pesante da scacciare!
FINE CAPITOLO 5 |
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** e per finire un fiore ***
*ciao a tutti…eccovi un altro
breve cap. è corto come un po’ tutti quelli di questa original, ma per ognuno
di questi inserisco scene e momenti precisi…per cui non mi dilungo molto e non
ne metto troppi in un solo cap, è per catturare e soffermare l’attenzione su
‘quella cosa’ in particolare che voglio comunicare in quella parte che scrivo.
Non so se mi spiego, ma è una scelta precisa la cortezza dei cap…anche perché è
più veloce da leggere ma ugualmente abbastanza d’impatto…vabbè, lascio comunque
a voi i commenti e i pareri…la vacanza
finisce qua, col prossimo cap si avrà un altro salto di tempo. A presto.
Baci Akane*
CAPITOLO 6: E PER FINIRE UN FIORE
Era l’ultimo giorno ma non c’era
nulla da fare per mettere a posto la casa, per cui lasciarono pura libertà come
al solito.
Erano già tutti svegli tranne
Astrid che dormigliona era nel pieno del suo sonno.
Stefano l’aveva identificata come
un animale notturno che viveva di notte e dormiva di giorno….dandole della
dormigliona per il suo amore per il letto!
Quel giorno non si era azzardato a
svegliarla per non morire troppo presto, per cui aveva lasciato l’onore ad una
sventurata che aveva azzardato far squillare il cellulare in camera…e dirle
anche che era tardi…la bellezza delle dieci di mattina!
Un grugnito in risposta…si girò
dall’altra parte intenzionata a dormire ancora ma vi rinunciò perché non
volevano farla dormire!
Si alzò stile zombie, sia per i
vestiti a casaccio e trasandati, che per i capelli dai ricci ingrovigliati, che
per il volto pallido e gli occhi iniettati di sangue…era impressionante. Si
appollaiò all’ombra del gazebo, al tavolo di legno, e addentò un cornetto freddo…rifiutando
il latte che le faceva male.
Erano già tutti attivi tranne lei
che avrebbe vegetato per il resto della mattina.
Ad un tratto le arrivò Stefano da
dietro che le porse un fiore raccolto dal campo dietro casa.
- un fiore raccolto per te non è
mai sprecato!-
Lei alzò un sopracciglio…e quella
da dove gli usciva? Specie il tono da gentiluomo…cosa c’era sotto? Guardò
subito sospettosa il fiore senza toccarlo, poi fissò male anche lui…
- dove sta il trucco?-
Lui le diede della sospettosa
ingrata e cattiva, così per farlo tacere prese fra le dita quel semplice fiore
dai petali color lilla.
Poi se ne andò subito per qualche
passeggiata col suo fedele Davide e Francesco e qualcun altro.
Rimasero solo lei, Valentina e
Carmen, tutte e tre al sole a rilassarsi.
Lei teneva in mano quel piccolo
fiore rigirandoselo pensierosa, lo osservava senza fare particolari
espressioni…era il solito strambo….chissà che gli era preso….prima le da un
fiore, poi sparisce per tutta la mattina…era assurdo si!
Cominciò a pensare peste e corna
per i comportamenti da carogna, ma intanto non si rese conto di quanto
gelosamente conservasse quel piccolo fiore.
Glielo notarono le altre due e
ovviamente incuriosite chiesero indagando divertite:
- e quel fiore?-
- me l’ha regalato Stefano…è
strano, no? Ma mi dispiaceva buttarlo…-
- Stefano è strano…anche perché
prima che tu ti svegli gira come un anima in pena e ci manda a svegliarti, poi
quando sei qua con tutti lui ti da un fiore e prende e se ne Va….ma sono queste
le cose da fare?-
Alzò nuovamente un sopracciglio,
la bionda, credendo poco alle parole.
- no no, è vero, ha fatto proprio
così!-
- mah, se lo dite voi…-
Poi continuarono il solito
discorso sul moro e sulle sue qualità oltre che baciatorie anche caratteriali e
fisiche.
- ma secondo me ti viene dietro,
ne sono convinta…-
- si, come No…-
- si…tu forse non te ne rendi
conto, ma ti cerca sempre ed ogni scusa è buona per starti vicino, venirti
appresso, parla spesso con te….è strano…-
- ma lui è strano con tutti!-
Non la convinceva il
discorso…anche perché prendeva pieghe che non le piacevano….ora arrivava la
fatidica domanda…
- ma sei sicura che non ti
piaccia?-
- no, lei preferisce Francesco,
no?-
- be’, si…preferisco Francesco…e
poi…-
Si sospese un
attimo…Stefano….piacerle almeno un pochino lui? Le tornarono in mente tutti gli
scherzi, le cose cattive che le diceva e le carognate che le faceva…no! No che
non le piaceva!
- ma sei fuori? Stefano non potrà
mai piacermi…è inutile, ci detestiamo…o per lo meno io lo detesto!-
- ma dai che invece non è
vero…provi ben altro per lui….in realtà lo devi ancora scoprire…vedrai che se
cominci a capirlo te ne innamori, lo so perché ci sono passata anche io…-
- si però poi vi siete mollati
perché era detestabile…-
- si, ma io e lui non eravamo compatibili…in
fin dei conti cercavamo solo un passatempo, poi l’abbiamo finito e stop…ma con
te lo vedo diverso…-
Diverso…provò ad immaginarsi lo
Stefano di cui le avevano parlato agli inizi della vacanza…no, non ci riuscì,
per lei doveva essere sempre stato quel pagliaccio buffone!
- dai, fammi vedere il fiore…-
Fu istintiva come sempre…un gesto
e una parola che non seppe certo spiegare, tanto meno a se stessa….ma un
sentimento chiaro…
- No!-
E coprì il fiore allontanandolo da
loro…ciò fece rimaner male le ragazze…
- lo vedi che ti piace?-
- non mi piace…è solo che il fiore
è carino…e non voglio che si sciupi!-
- ma mica te lo sciupiamo, che
vuoi che facciamo!-
La menarono lungo poi semplicemente Carmen che lo
conosceva un po’ meglio disse:
- imparerai a conoscerlo per forza
maggiore, perché vedendolo come si è attaccato a te finirai anche contro la tua
volontà per conoscerlo a fondo…e quando ci sarai riuscita non riuscirai tu a
staccarti da lui…-
Astrid si soffermò su quelle
parole profetiche…le diede solo della scema convinta fosse impossibile, ma a
quel tempo era ancor più testarda, si era messa in testa di odiarlo e così
avrebbe fatto. Ma non potè ignorare quel concetto. Loro insistevano nel parlare
bene di Stefano e nello spingerla fra le sue braccia…convinte che lui provasse
qualcosa per lei…ma lei non voleva vedere ciò…lei era immatura in quel senso…e
aveva paura di aprirsi come Stefano richiedeva…aveva deciso di non perdere la
testa per nessuno ed ora ogni freno era ben tirato.
E poi Stefano era impossibile
volergli bene….faceva troppe stronzate…era circa la sua disperazione e ormai
odiarlo era diventata la regola, il passatempo…ma lo si percepiva…era speciale
ed aveva ‘strani poteri’….sarebbe dovuta stare molto attenta, quello era vero!
Ma si sentiva solo più confusa…non
l’avrebbe mai ammesso, nemmeno a se stessa…per lo meno non così presto e così
facilmente…
Quando Stefano e compagnia
tornarono dalla passeggiata Valentina
Carmen disse all’interessato che Astrid aveva conservato gelosamente il
suo fiore per tutto il tempo senza permettere di toccarlo a nessuno…questo fece
dipingere un sorriso al ragazzo di quelli difficili da mandar via…uno di quelli
‘sono irresistibile, sono un mito, sono il meglio….’ oppure ‘tesoro quando ci
sposiamo?’
Lei andò in confusione…maledizione
e ora come se lo toglieva dalle scatole?
Quell’ammissione le sarebbe
costata cara…
- Gaaas…caro amore mio…ma io lo
sapevo…mi ami!-
Lei non gli permise di avvicinarsi
come stava facendo…d’istinto, come faceva tutto, buttò a terra il fiore stando
attenta a non calpestarlo…lui vide il gesto cinico che fece lei con aria
indifferente…così facendo il cucciolo bastonato se ne andò a curarsi le ferite
del cuore lontano.
Quando tutti ridendo se ne
andarono in casa a preparar da mangiare, lei senza farsi vedere, sempre non
pensandoci su, prese di nascosto il fiore e se lo mise in tasca con cura.
FINE CAPITOLO 6
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** ecco da cosa partono le voci ***
*ecco come al solito un altro
cap…vi avverto, si avvicina la fine…dunque facendo due conti veloci per voi che
leggete ne mancano…uno…due…tre…quattro…si, dovrebbero essere quattro, cinque al
massimo…per me sono pochi poiché sono corti rispetto ai miei canoni di fic a
capitoli…e li faccio molto velocemente devo ammettere.
Vi auguro buona lettura chiarendo
subito che ancora una volta quel che succede qua è successo veramente…baci
Akane*
CAPITOLO 7:
ECCO DA COSA PARTONO LE VOCI
Le analisi mediche non dicevano
nulla di fatto. Solo che fisicamente parlando in lei c’era qualcosa che non
andava, ma cosa di preciso non si riusciva a capire.
Spiegavano bene che i linfonodi
contengono gli anticorpi, e quando si ingrossano significa che stanno
combattendo qualcosa, un virus, un intruso che cerca di contaminare
l’organismo.
I suoi linfonodi del collo erano
costantemente ingrossati, quelli del collo, ma alle analisi per capire cosa
stessero combattendo, non si riusciva a capire. C’era solo un aumento dei
globuli bianchi nel sangue che indicava solo le solite cose che già si
sapevano.
Ma cosa stessero combattendo
rimaneva una specie di mistero.
Analisi su analisi le fecero fare,
consultarono ogni reparto possibile, ottimi medici, esami specifici e ben
visionati…ma risultava tutto a posto.
Era frustrante.
I linfonodi ingrossati le
provocavano la febbre di qualche linea, quel tanto che bastava per infiacchirla
e renderla debole, fastidiosamente debole, era
più pallida del suo solito e pareva fosse un fantasma. Febbre costante
per molti mesi. Aveva qualcosa che il suo organismo combatteva ma non si
riusciva a capire cosa.
Fece dentro e fuori dagli ospedali
per circa un anno senza ottenere risultati, andava a scuola ma limitava le
uscite il più possibile e ad ogni modo faceva molte assenze, ma spesso si
sentiva uno straccio e non arrivava nemmeno a fare delle scale normali senza
avere il fiatone.
Fu un pessimo periodo per lei,
vivere così nell’incertezza su cosa potesse avere. Per lei e la sua famiglia.
Le pensarono tutte, all’ultimo si arresero. Non c’erano più analisi da fare e
la febbre cominciò ad andare e venire.
Passò un periodo veramente nero
anche sentimentalmente, il ragazzo che da secoli le piaceva, uno del suo
quartiere, era come ‘morto’, ci stava mettendo lentamente la croce sopra,
l’altro ragazzo che le piaciucchiava, quel Francesco, aveva capito da tempo
essere ormai solo amico, e il bisogno che aveva di ‘stare’ con qualcuno non
veniva colmato, tanto meno in quel tempo in cui non poteva uscire spesso.
Stette lontano parecchi mesi dal
gruppo ormai consolidato con il quale usciva da un annetto. Le dispiaceva molto
non vederli perché erano ormai affiatati e lei stava lentamente cambiando…e poi
c’era un motivo che non riusciva a mettere a fuoco per cui lei aveva un forte
desiderio di tornare!
Ma stette molto lontano anche da
loro, non per paura di ‘contagiare’, non era contagiosa, ma per prendere il
meno freddo possibile e stancarsi poco.
Tuttavia la febbre lentamente
cominciò a venire ad intermittenza e infine ad essere sempre più rara.
Senza spiegazioni o risultati la
cosa scemò per poi sparire da sola.
Rimase un mistero, tutt’ora lo è.
Ma fortuna fu che finì e questo
importò maggiormente a tutti.
Il periodo di lunga assenza di
Astrid, ribattezzata Gastrid o Gas per gli amici intimi, fu sentito a quanto
pare…specialmente da una persona particolare.
Quando Chiara spiegò quel che
aveva sentito, ovvero dei linfonodi del collo eccetera, tutti un po’ si
allarmarono ma erano convinti non potesse essere nulla di grave…o perlomeno
questo era stato detto da Astrid l’ultima volta che si era fatta viva…dopo di
quella fu buio per circa tre o quattro mesi!
Andarono avanti normalmente senza
avere il pensiero fisso della ‘povera Astrid malata’. Considerarla malata era
troppo e sapevano che anche a lei sarebbe dato fastidio….non si è mai definita
malata e nemmeno in quel periodo si disse tale…anche perché di fatto non fu una
malattia con un nome!
Tutti, ad ogni modo, andarono
avanti…tranne uno.
Costui andò ovviamente avanti, ma
avendo un certo pensiero fisso…un pensiero che aveva un nome, un soprannome e
un immagine buffa. Astrid, o Gastrid, il gatto selvatico che si stava
trasformando in un cane da caccia o da guardia!
Ora aveva gli artigli nascosti, a
riposo, ma sarebbe stato più bello e divertente riaverli attivi, quegli
artigli!
La pensò molto e non lo nascose,
non era tipo da vergognarsi di certe cose, che male c’era nel mostrare le
proprie preoccupazioni riguardanti un amica?
Ma non si spiegava, Stefano, come
mai nessuno era preoccupato come lui.
Tutti erano così tranquilli, non
ne parlavano molto…come se niente fosse, poi però arrivava lui a chiedere
puntualmente di lei, che avesse, come fosse, se c’erano notizie…ogni volta, con
quel pensiero fisso, asfissiante, lo definirono in molti. Fu una sorpresa per
tutti vederlo così, non era da tutti i giorni…ma poi tenendo in considerazione
per chi era così in apprensione si davano ogni risposta.
- ma perché non andate a trovare
Gastrid? Se sta male magari le fa piacere, così vediamo come sta…-
loro rispondevano:
- certo, possiamo anche
andarci, ma mi pare che la tua domanda sia
più esatta se detta così: io vado a trovare Gastrid, chi viene con me?’-
e lui scherzando come sempre aveva
girato la situazione in suo favore, facendo come se non fosse quello che loro
pensavano.
Illuso….credette di convincerli,
ma ormai lo conoscevano e dire che era strano era solo una sacrosanta verità!
Poi però effettivamente se non
usciva aveva i suoi motivi e romperle le scatole non era molto adatto…anche
considerando il tipo che era lei…così non andarono mai a trovarla…
Quando lei tornò fece una sorpresa
a tutti poiché non aveva avvertito
nessuno che era semi guarita e che tornava; arrivò improvvisamente.
Erano riuniti a casa di uno di
loro, stavano giungendo pian piano tutti. Lei fu fra i primi e tutti quelli che
arrivavano e la vedevano lì sorridente e silenziosa(finalmente sorrideva anche
se non era stimolata da Stefano)si stupivano di vederla e le chiedevano come
andava e mille cose che lei ripeteva paziente con sempre meno dettagli.
Stefano arrivò con un sacchetto
con spumante e torta, era il suo compleanno.
Quando la vide non credette ai
suoi occhi, a giudicare dalla sua reazione.
Lei era voltata e quando si girò
per vedere chi era arrivato stranamente silenzioso si vide davanti a pochissimi
cm da Stefano, aveva un viso da cretino e una notte.
Faceva la faccia buffa per
mascherare come al solito le sue vere emozioni.
Lo stupore esagerato la fece
ridere subito. Non aveva ancora parlato e nonostante l’avesse spaventata
trovarlo così vicino di colpo si rilassò subito.
Ora stava bene.
Tutti la salutavano baciandola
sulle guance e lei dentro di se sperava che la smettessero con tutti quei baci,
non ci andava d’accordo con quelle manifestazioni sdolcinate.
Ovviamente si baciò con
tutti…tutti tranne un certo buffone dal viso affascinante e due occhi profondi
che si mise in file davanti a lei come gli altri, gli occhi chiusi e la bocca a
papera per ottenere un bacio diverso…
-scemo…-
mormorò senza tuttavia
scomporsi…così si trovò a baciare tutti tranne Stefano…cosa che notarono
tutti…normalmente è sintomo di ‘speciale’ se due si baciano, ma quella volta al
contrario fu ‘speciale’ proprio perché loro due furono gli unici a non
baciarsi.
Fu chiaro.
Stefano non mollò Astrid nemmeno
per un secondo, come mai aveva fatto, fu troppo spudorato…troppo esagerato…ma
un esagerazione simile ad Astrid era mancata.
Le si sedette vicino tutta la
sera, parlò solo con lei, scherzò solo con lei, per lui esisteva solo la bionda
ormai guarita. Lei borbottava ogni cosa….e anche se nessuno la sentiva lui
aveva le orecchie lunghe e sentiva ogni cosa…specie le parolacce che le
scappavano.
- merda!-
le sfuggì ad un certo punto.
Si trovò subito un paio d’occhi
dal colore indefinito molto penetranti, che sadici la inquisivano:
- ah, Gas, Gas…cosa sento io? Ma
non ti vergogni…insomma…ci sono orecchie minorate, qua!-
non rise come avrebbe fatto
chiunque ma rispose a tono:
- qua le uniche orecchie minorate
sono le tue!-
facile botta e risposta che però
segno il grande ritorno dell’accoppiata!
Furono subito al centro
dell’attenzione e non li fermò più nessuno.
Mentre c’era il solito casino in
cui stranamente erano ignorati entrambi, lei sovrapensiero si rivolse al
compagno che aveva al fianco, senza rendersi conto che era Stefano. Gli chiese un
parere su una cosa che stava componendo per passare il tempo…
- guarda, non fa cagare?-
il solito linguaggio fine da porre
a chiunque tranne che a lui. Prese subito la palla al balzo e avvicinando la
testa quanto l’aveva avvicinata lei si trovarono molto vicini e lui le rispose…
- è solo una tua impressione…le
tue dolci mani non potranno mai creare qualcosa che ti somigli!-
lei si rese conto di chi aveva
rivolto la parola e indignata disse:
- ma allora da che parte stai?
Chiarisciti le idee caro che non sto molto a divorziare da te!-
lui spalancò gli occhi
teatralmente e la fece ancora una volta ridere:
- no cara, ti prego, non farmi
questo, io amo solo te!-
- mm, bene…altrimenti di
cornifico!-
fece un'altra scenata delle sue e
fu di nuovo protagonista.
Come quando stavano consegnando le
fette di torta, lui provvide a consegnarle di persona a lei facendo in modo di
tenere le dita che si toccavano con le sue nel momento dello scambio del dolce.
E con una faccia demente delle sue le lanciò un bacio con gli occhini da
cucciolo innamorato!
Non si smentiva mai, era un
tornado senza fine, le pile non gli finivano e non si stancava mai di
tormentarla in ogni modo e tirare fuori nuove cose da dire e fare.
- senti amore, smettila di fare il
deficiente-
sbottò quindi lei ad un certo
punto….lui si fermò di colpo facendo zittire tutti, trattenne il respiro e
mettendosi una mano sul cuore sorrise di un sorriso smagliante:
- grazie cara, come sono contento
che finalmente mi riconosci come tale….il nostro amore non avrà fine!-
- si amore…guarda che chiedo il
divorzio!-
così fece finta di fare il bravo
bambino!
Da allora cominciarono a chiamarsi
‘amore’ e ‘tesoro’, a fare la coppietta felice e a presentarsi a tutti(lui
prevalentemente)come i fidanzati dal
rapporto d’amore molto sofferto.
- mi ama proprio!-
era la risposta tipo agli insulti
di lei.
Un rapporto così nessuno l’ebbe
mai con Stefano e tutti se ne accorsero…infatti le voci che girarono non furono
messe a caso o inventate…
Voci su Stefano che specialmente
quando lei era mancata, si era rivelato così preoccupato da far pensare ad un
sentimento vero e non finto come lasciava credere.
Le voci dicevano che i due si
volevano bene non solo come amici, che stavano insieme realmente e tutte le
cose che si sarebbero potute dire sul loro conto…ovviamente raggiunsero solo
lei le cosiddette voci, tutti si guardarono bene dal farle arrivare a lui.
Che avrebbe fatto Astrid?
FINE CAPITOLO 7 |
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** lui è importante ***
* ciao a tutti, sono sempre io.
Allora…avevo lasciato lo scorso cap in un punto interessante, o sbaglio?
Siccome pian piano giungo alla fine anche di questa fic sono stimolata ancor di
più a sbrigarmi, cioè a non attendere troppo da un cap all’altro. Sapete, mi
sono detta che se finisco alcune di queste fic ‘vecchie’ poi posso iniziare
altre che sto progettando e mi prendono molto. Le fic di cui parlo sono un
poche, fra le quali questa. Poi c’è Till i collapse che sta per finire, My
immortal..uhm, non saprei, ma intanto sono tre! Va bene, lasciamo perdere i
miei fili di pensiero. Vi auguro solo buona lettura. Da ora in poi sarà una
lettura veloce fino alla fine della fic…che senso ha sta frase? Non so. Baci
Akane*
CAPITOLO 8:
LUI E’ IMPORTANTE
C’erano molte voci su loro due, voci
che la infastidivano molto specie perché non arrivavano a lui e lei non sapeva
che fare. Dirglielo? Chiedere spiegazioni? A parte che tutti li credevano circa
insieme, il fatto era che si diceva principalmente che lui era innamorato di
lei.
Alla fine sospirava infastidita e
faceva finta di nulla. Quando le voci iniziavano poteva accadere di tutto che
non si riusciva a scappare!
Fu una delle ultime sere passate
insieme prima di rendersi conto di una cosa importante, per Astrid.
Era una serata organizzata a casa
di Martina, Francesco ormai non c’era più perché studiando a Venezia e tornava poco. C’era da dire che un po’
per la lontananza, un po’ per alcuni eventi particolari, la bionda aveva
deciso di lasciar perdere Francesco poiché Stefano aveva avuto ragione. Lui era
perfetto in amicizia ma in amore era una frana.
Tornando alla serata, avevano
mangiato una pasta insieme e scelto un paio di film da guardare, aveva vinto un
film di paura, anzi più che paura era suspence, ma molto lugubre per gli argomenti
trattati. Si trattava di The sixth sense. Alcuni l’avevano già visto e altri
No.
Ovviamente non c’era bisogno di
specificare i posti.
Astrid e Stefano vicini in un
divanetto giusto per due.
E poi ci si stupiva se c’erano
voci sui due…
Videro il film in salotto coperti
con delle coperte, i due ne avevano una insieme, al buio di sera con il fuoco
acceso.
Era veramente un bel film per
nulla scontato e parecchio azzardato, ma non fu questo il punto.
Il punto fu un altro e
decisamente più divertente.
Era la scena di massima tensione,
non proprio paura, ce n’erano molte, ma come quella No. Era proprio l’apoteosi
dove tutti, nessuno escluso, era inchiodato al divano con gli occhi concentrati
sullo schermo.
Stava per accadere qualcosa di
terribile, il cuore palpitava, il sangue correva nelle vene e tutti impalliditi
inghiottivano senza riuscire a prepararsi al sicuro peggio, quando…
-
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Un urlo terribile ed
agghiacciante che partiva dalle viscere per poi fuoriuscire a pieni polmoni,
terrore, orrore e paura allo stato puro in un mix di malignità e cattiveria…il
tutto nelle orecchie ormai morte di Astrid.
Insieme ad essi si udirono gli
altri urlare, i presenti in sala…tutti tranne lei, la povera malcapitata che si
beccò il grido nei timpani, lei aveva subito una sincope.
Era stato Stefano ad urlare di
proposito in quel modo per spaventare tutti già spaventati di loro…poi si era
messo a ridere sadico come un mostro mentre Astrid ancora non si riprendeva.
Quello si che aveva attentato alla sua vita. Come dimenticarselo? Quel
maledetto stronzo ancora una volta aveva colpito…e si era ovviamente beccato i
pugni e le sberle della malcapitata.
- ahahaha….mi sono girato ed
avevate tutti delle facce comiche…non potevo non farlo…l’ho fatto una volta con
Francesco che era seduto dall’altra parte della sala ed io di qua…è stato
divertente, ma non come ora che l’ho fatto nelle dolci orecchie di mia moglie!-
Altra rata di pugni.
Voleva letteralmente ucciderlo.
Come diavolo poteva solo pensare
di fare prendere colpi simili? E poi gli urli che avevano seguito il suo
avevano contribuito alla mazzata.
Come si faceva a vedere un film
simile in quel modo? Se lo chiese fino alla fine che per fortuna non tardò ad
arrivare, se ci fossero state altre scene come quelle non avrebbe retto!
Lei era una dura, pronta a tutto,
molto cambiata, più socievole, che stava agli scherzi e faceva molte battute
cattive ‘alla Stefano’, ma prima di tutto era umana e solo il fatto che non
aveva gridato come le altre era ammirevole.
Gli diede accidenti per tutta la
sera accompagnati anche da molte parolacce.
Ma Stefano era così, stronzo e
sadico, amava divertirsi sulle spalle degli altri.
Lo faceva altre volte, ma avendo
assaggiato quanto divertente fosse far morire e resuscitare Astrid l’aveva
rifatto in un’altra occasione, stavano tornando tutti a casa e lei era ferma
davanti alla macchina di un amica che la stava tirando fuori dal parcheggio,
aveva lasciato gli altri indietro e pensando ai fatti suoi nel buio della sera
fredda, con il suo solito sguardo poco socievole, non si era accorta dell’ombra
sinistra che le era venuta dietro, lei senza pensarci si voltò avendo uno
strano presentimento e quando lo fece si trovò il viso di Stefano nell’ombra a
pochissimi cm dal suo che la spiazzava con un altro urlo alla ‘Scream’, per poi
scappare a gambe levate mancando il calcio ma beccandosi un:
- vai a cagare, vuoi?-
Certamente aveva avuto la
risposta pronta:
- mmm, dopo magari, quando ho lo
stimolo!-
Lo odiava…esattamente. Non
avrebbe mai potuto provare altri sentimenti per un tipo simile che si divertiva
in quel modo a sue spese, come potevano tutti dire che lui le voleva bene e che
stavano insieme? L’odiava!
Si chiedeva sempre che avrebbe
dovuto fare, riguardo quelle voci,
senza sapere come!
In quelle situazioni non era
molto sveglia e reattiva anche perché non voleva credere a quel che sentiva…ed
era convinta che da parte sua ci fosse solo amicizia nonché odio!
Ci fu anche un’altra volta in cui
lui riuscì circa a farla ‘morire’.
Lo fece in modo indiretto, in un
certo senso.
Ma come sempre sapeva il modo
adatto per colpirla.
Riuscì a farla pensare. Ma
pensare veramente. Ad aprire gli occhi. E modo più brusco non avrebbe potuto
esistere, ma ancora una volta aveva azzeccato l’unico adatto, se non avesse
fatto così lei non l’avrebbe mai capito.
Eppure non lo fece ‘apposta’.
Era il compleanno di Martina
e non c’era proprio una festa, era solo
una delle serate solite dove si stabilivano tutti casa sua e facevano un po’ di casino.
Erano invitati tutti.
Nel solito salotto c’era un po’
di gente e si parlava in mille contemporaneamente.
Arrivò Francesco che finalmente
era tornato per un po’ di giorni da Venezia dove studiava.
Salutò tutti, era sempre molto
bello, ma da ‘tenere’ solo come amico.
Rimase un po’ con tutti loro
ascoltando e partecipando…mancava solo una persona. Una persona che non si era
mai separato da Astrid in quelle serate in compagnia!
Quella volta lui non c’era.
Tardava ad arrivare, si poteva pure dire che mancava solo lui ed era troppo
insolito!
Per quello forse, era stato tutto
troppo calmo e tranquillo.
Ma era arrivato Francesco e dopo
alcuni minuti che era stato con loro ad ascoltare e parlare se ne era reso
conto.
Disse come se non credesse che
loro non lo sapessero:
- ma voi non sapete nulla…-
Qualcuno chiese cosa…e ad Astrid
tornò subito in mente quel pensiero avuto verso le nove…un pensiero insolito e
lugubre, brutto…su un incidente e su Stefano…
- Stefano verso le nove ha avuto
un incidente in auto, venendo qua…-
Silenzio gelido.
Lei era stravaccata in modo poco
femminile nel divano dove si annoiava parecchio senza quel rumoroso tipo.
Pensò di non aver capito bene.
Lenta si alzò seduta meglio e corrucciando la fronte ridusse gli occhi a due
fessure verde scuro.
- si…l’hanno preso da dietro, la
macchina a quanto pare è da buttare…ora è in ospedale…-
Ma perché diceva quei particolari
e non quello che voleva sentire?
“dillo…dillo, dai….”
Pensò senza rendersene conto.
Tratteneva il respiro e aveva le
mani serrate mentre il corpo rigido stava sul bordo del divano. E pochi
riuscivano a parlare, forse molti avevano visto la sua reazione. Non parlava,
non diceva nulla.
Qualcuno lo fece per lei.
- ma come sta lui?-
Francesco sembrò ricordarsene che
mancava quello da specificare:
- non si sa, mi ha solo detto che
non era grave, ma è in ospedale…onestamente non lo so ma ha detto che non c’era
bisogno di andare…-
Lui l’avrebbe detto comunque in
qualunque stato fosse stato. Farsi vedere in un certo modo da loro? Mai! Ma lei
voleva crederci che non aveva nulla di grave. Anche se voleva sapere subito
cosa avesse. Cosa diavolo avesse.
Come stava Stefano?
Forse prese a respirare quando
ricevette lo sguardo semplice e calmo di Francesco. Se lui era così sicuramente
non era da preoccuparsi.
Ma fu un colpo, una mazzata. Poi
si rese conto di essere troppo tesa, troppo strana, così sarebbe stata al
centro dell’attenzione, per cui tornò ad appoggiarsi facendo l’aria
indifferente e annoiata…era brava in quelle cose, tutto il mondo poteva caderle
addosso, ma davanti a loro riusciva a far finta di nulla…era un tipico
comportamento da Stefano, lui era riuscito a cambiarla e contagiarla fino a
quel punto.
Il cuore aveva ripreso a battere
veloce per poi andare pianissimo e poi tornare velocissimo. Non capiva che le
succedeva. Non capiva.
Tutto quel che successe in
seguito fu un sogno, non si rese conto del tempo che volava, di quel che si
diceva. Per lei star là e subito dopo a casa fu un tutt’uno.
Era stranissima, dentro.
Captò solo il numero di cellulare
di Stefano, concordi tutti per mandargli degli sms in quei giorni.
Lei lo impresse nella memoria
come non era successo in nessun caso.
In auto mandò un messaggio senza
pensarci troppo, l’avevano fatto tutti, ma nessuno aveva ricevuto risposte, non
si spiegò perché avesse dovuto mandarlo anche lei ma lo fece…e cercò il modo
più da ‘se stessa’ possibile.
Gli scrisse una cosa tipo:
Hai trovato il modo di scappare,
eh? Senza di te è stato noioso, devo ammetterlo. Comunque come stai?
Il tutto abbreviato al massimo.
Rimase nuovamente col fiato
sospeso fino all’ultimo…e ci rimase tutta la notte.
A casa disse solo serafica in un
tono assolutamente non da lei che Stefano aveva avuto un incidente e che non si
sapeva altro che non doveva essere grave, era in ospedale…e da questo uno
doveva trovare la tranquillità per passare la notte e magari anche il giorno
dopo.
Era salita in camera sua senza
dire altro, solitamente passava un’altra ora con la sorella e la madre a
chiaccherare, ma quella volta No.
Si era messa sotto le coperte e
come se volesse avere il potere di bruciare tutto il mondo, non aveva chiuso
occhio nemmeno per un istante.
Si voltava e rivoltava.
Quel tipo assurdo era riuscito a
farla star male veramente.
Tutta. Tutta la notte così. Occhi
spalancati e un ansia nel petto che non finiva di farsi sentire prepotente.
Perché doveva essere così?
Francesco era stato tranquillo,
insomma, non era grave, no?
E allora che voleva?
Perché nessuno era stato come
lei?
Non aveva risposto, non sapeva
nulla e normalmente non le importava nulla di sapere o no, ma quella volta lei
odiava non sapere qualcosa che invece voleva sapere!
Uno sguardo che perforava il buio
della sua stanza e un umore che le batteva nelle tempie senza permetterle di
chiudere occhio.
Come stava?
Cosa aveva?
Che gli era successo?
Voleva sapere tutto, ogni dettaglio.
Ma soprattutto volva avere la
voce per se, le battute per se, l’attenzione per se.
Tutto. Ogni cosa.
Fu semplicemente infernale
passare non solo tutta la notte in quel modo, ma anche il giorno dopo. La
scuola fu come nemmeno vederla. Stette nel banco e spiegò che non si sarebbe
mossa da casa, non sarebbe andata via con le sue amiche. Quando avevano saputo
di Stefano avevano come capito tutto e non avevano detto nulla se non che
dispiaceva loro.
E il giorno passava così senza
poter sapere quel che voleva sapere.
Lei voleva arrivare alle solite
uscite e trovare Stefano che si voltava verso di lei e con la solita aria da
stronzo la chiamava Gastrid e faceva il mona!
Lei voleva solo sapere da Stefano
che stava effettivamente bene!
Lei voleva…lei non si capiva, ma
stava male. Di un male che non si poteva specificare, come dire…quando sai che
sei scema perché va comunque tutto bene ma irrazionalmente continui a non
capire nulla finchè non arriva la causa di tutto a calmarti.
Solo quando le arrivò il suo sms
si calmò, ma non perché le diceva che stava bene, che era ovvio che lei si era
annoiata visto che lui non c’era, che si sarebbero visti il giorno dopo…non per
questo…ma perché capì ed accettò.
Accettò che gli voleva bene e non
come ad un amico.
Era troppo importante per lei.
Indispensabile, praticamente.
Lo sentì chiaramente.
Se fosse mancato lei sarebbe
tornata un riccio e non sapeva che avrebbe fatto.
Ma stava bene e sarebbe tornato
da lei.
Il giorno dopo lei arrivò fra le
prime al luogo del ritrovo, era una grigliata con un bel po’ di gente, era una
villa di amici.
Varcato il cancello fece qualche
metro, svoltato l’angolo vide seduto di schiena un ragazzo che al centro
dell’attenzione di due persone provvedeva a farle ridere.
Lei aveva rallentato, non aveva
fatto rumore, ma lui si era alzato con la sedia per sedersi in modo da vederla
e la vide. Lo vide.
Era Stefano e a parte qualche
contusione e il collare al collo sembrava stare veramente bene…dallo sguardo
solito era così.
- ciao Gas!-
Fu sentirlo chiamarla così che
tornò a respirare e gli arrivò davanti.
Si controllò e rispose qualcosa
che non avrebbe mai ricordato.
Passarono la giornata l’uno
attaccato all’altro. Stefano l’aveva presa come la sua infermiera personale, le
faceva fare tutto al posto suo, si faceva aiutare, le chiedeva di tutto e lei
seppur con finto sgarbo era ben contenta, era in perfetta forma, come al
solito.
Anche a sedersi si era messo
spudoratamente a mangiare accanto a lei dove c’era un posto libero, lui prima
seduto dall’altra parte del tavolo si era alzato dicendo apposta:
- guarda guarda…c’è un posto
libero lì, dai, voglio sedermi vicino alla mia Gas…-
Lei pensò che non si vergognava a
dire certe cose con certe voci che giravano, anche se effettivamente le importavano
poco.
Tuttavia rispose sempre come
tutto il resto della giornata, come al solito senza cambiare mai tono:
- noooo, ma perché qua? Io stavo
così bene!-
Ma lui come se non avesse sentito
si era seduto. L’aveva asfissiata tutto il tempo in ogni modo possibile
chiedendole di prendergli questo quello e di mettergli quell’altro. Lei suo
malgrado l’aveva sempre accontentato!
Fu una giornata molto particolare
quella che passarono, fra le più belle, perché entrambi non si frenarono, se ne
fregarono altamente di tutto e tutti facendo solo quello che meglio avevano
voluto. Solo per star bene, solo per se stessi.
Solo per istinto.
Le cose erano decisamente
cambiate, lei l’aveva capito e ammesso, per lui….per lui era tutto un mistero e
forse lui anche se sembrava essersene già accorto…forse non era
così….sicuramente c’era qualcosa di strano, di insolito…di profondo…ma
decifrare Stefano….e per se stesso decifrarsi era molto difficile.
Ma lei che aveva capito avrebbe
presto provato a prendere le cose nelle sue mani, era da lei, non poteva farne
a meno. Capendo una data cosa non si poteva far finta di nulla.
Avrebbe cambiato e chiarito
quelle voci che continuavano a girare.
FINE CAPITOLO 8
|
|